IL BEATO GIOVANNI PAOLO II MAESTRO DI AMORE OGNI … · dei popoli poveri del mondo, la pace e...

12
NOTIZIE CARITAS Anno XIII Numeri 5-6 (216-217) Venerdì 27 Maggio 2011 Foglio periodico di collegamento della CARITAS DIOCESANA DI PERUGIA-CITTA’ DELLA PIEVE (Piazza B. Michelotti, 1 – 06123 Perugia – tel. 075/5737392 -5736922 e fax 075/5733234), I. R. LA VOCE (periodico settimanale – sped. in abb. post. 45% art. 2 co. 20/b L. 662/96 – Fil. di Perugia Uff. A/P) n° 19 del 27/05/2011, curato da Riccardo Liguori (rec. tel. 338/6928633) – E-mail: [email protected] IL BEATO GIOVANNI PAOLO II MAESTRO DI AMORE OGNI QUALVOLTA SI È CURVATO SUI POVERI Il Papa degli ultimi è beato. Pellegrino accanto a uomini e donne nel mondo coperti di polvere, di fango, di sfrutta- mento, di violenze e di grandi in- giustizie e dimenti- canze, ha fatto del mondo la sua par- rocchia. Quella ca- pacità di passare, in modo ordinario, in una molteplicità di grandi eventi da lui voluti, provocati e vissuti, dentro la vita di una parrocchia o di una borgata ro- mana e dentro i territori, la vita, i pro- blemi presenti in ogni angolo del mondo, ha fatto di lui un pastore grande, at- tento, sensibile, appassionato, vicino a ogni persona e a ogni problema. I temi e i problemi della giustizia, dello sviluppo dei popoli poveri del mondo, la pace e l’assurdità delle guerre raccontate o di- menticate, l’impegno nella cooperazione, la presenza e gli interventi nelle innu- merevoli emergenze, la globalizzazione della solidarietà per equilibrare i grandi divari tra nord e sud del mondo, il dialo- go tra popoli, etnie e religioni diverse, i pellegrinaggi giubilari dentro le storie e i volti della povertà di ogni tipo e ad ogni latitudine: tutto questo è stato oggetto ordinario e appassionato dell’azione pa- storale di papa Giovanni Paolo II nei suoi 26 anni di pontificato. I poveri, i malati, gli sfruttati, gli op- pressi, i dimenticati del mondo hanno colto nella sua presenza, nel suo sguardo e nella sua parola, a volte così fortemente gridata contro le innu- merevoli ingiustizie e dimenticanze, il segno di un Dio che in Cristo Gesù si è fatto uomo, assumendo ogni bruttura dell’umanità per darle un senso e un significato di liberazione e di speranza. Non solo ha parlato e scritto di poveri e povertà, ma per tutti è stato maestro di amore ogni qualvolta si è curvato sui poveri. È andato a cercarli e li ha voluti vicino, in Vaticano, nella casa “Dono di Maria”, affidata alle suore di Madre Teresa di Calcutta, la piccola suora che ora Wojtyla ha raggiunto tra i beati. Ha pure detto, come testimonia Dominique Lapierre: «Se potessi farlo, andrei a vi- vere in una bidonville di Calcutta come i vostri eroi della Città della gioia, per dirigere la Chiesa da lì». In questo decennio che i vescovi italiani dedicano alla sfida educativa, sarà im- portante nelle nostre Diocesi poter rilan- ciare l’esempio e la testimonianza “giganti” della carità come Giovanni Paolo II e come Madre Teresa, perché gli itinerari formativi aiutino le nuove gene- razioni a fare della vita un ascolto at- tento della Parola del Signore, capace di orientare verso il bene e verso la gratui- tà dell’amore per i fratelli. Nella sensibilità del mondo Caritas - e in particolare per Caritas Italiana di cui quest’anno ricorre il 40° - il modo più autentico di celebrare la beatificazione di Giovanni Paolo II consiste nel ricordare e attuare l’insegnamento che egli ha specificamente dedicato alla missione delle Caritas, intesa come presenza ani- matrice della più generale testimonianza della carità nella vita delle comunità cri- stiane e dei vari territori. Nella con- sapevolezza “la carità delle opere assicura una forza inequivocabile alla carità delle parole”, occorre con coe- renza proseguire nell’impegno quotidia- no, avendo in tutto il magistero di Giovanni Paolo II - quello delle parole, dei gesti e delle opere - il riferimento e- semplare per annunciare il Vangelo nel tempo che ci è dato. Mons. Vittorio Nozza direttore Caritas Italiana

Transcript of IL BEATO GIOVANNI PAOLO II MAESTRO DI AMORE OGNI … · dei popoli poveri del mondo, la pace e...

NO

TIZIE C

AR

ITA

S

Anno XIIINumeri 5-6(216-217)

Venerdì 27 Maggio2011

Fo

gli

o p

eri

od

ico

di

co

lle

ga

me

nto

de

lla

CA

RIT

AS

DIO

CE

SA

NA

DI

PE

RU

GIA

-CIT

TA’ D

EL

LA

PIE

VE

(Pia

zza B

. Mic

helo

tti,

1 –

06123 P

eru

gia

– tel.

075/5

737392 -

5736922 e

fax

075/5

733234),

I. R

. LA

VO

CE

(p

eri

odic

o s

ettim

anale

– s

ped. i

n a

bb.

post

. 45%

art

. 2 c

o. 2

0/b

L. 6

62/9

6 –

Fil.

di P

eru

gia

Uff.

A/P

) n

° 19 d

el 27/0

5/2

011,

cu

rato

da

Ric

ca

rdo

Lig

uo

ri (

rec.

tel.

338/6

928633)

– E

-mail:

ric

card

o.lig

uori

@dio

cesi

.peru

gia

.it

IL BEATO GIOVANNI PAOLO II MAESTRO DI AMORE OGNI QUALVOLTA

SI È CURVATO SUI POVERI

Il Papa degli ultimiè beato. Pellegrinoaccanto a uomini edonne nel mondocoperti di polvere,di fango, di sfrutta-mento, di violenzee di grandi in-giustizie e dimenti-canze, ha fatto delmondo la sua par-rocchia. Quella ca-

pacità di passare, in modo ordinario, inuna molteplicità di grandi eventi da luivoluti, provocati e vissuti, dentro la vitadi una parrocchia o di una borgata ro-mana e dentro i territori, la vita, i pro-blemi presenti in ogni angolo del mondo,ha fatto di lui un pastore grande, at-tento, sensibile, appassionato, vicino aogni persona e a ogni problema. I temi ei problemi della giustizia, dello sviluppodei popoli poveri del mondo, la pace el’assurdità delle guerre raccontate o di-menticate, l’impegno nella cooperazione,la presenza e gli interventi nelle innu-merevoli emergenze, la globalizzazionedella solidarietà per equilibrare i grandidivari tra nord e sud del mondo, il dialo-go tra popoli, etnie e religioni diverse, ipellegrinaggi giubilari dentro le storie e ivolti della povertà di ogni tipo e ad ognilatitudine: tutto questo è stato oggettoordinario e appassionato dell’azione pa-storale di papa Giovanni Paolo II nei suoi26 anni di pontificato. I poveri, i malati, gli sfruttati, gli op-pressi, i dimenticati del mondo hannocolto nella sua presenza, nel suosguardo e nella sua parola, a volte cosìfortemente gridata contro le innu-merevoli ingiustizie e dimenticanze, ilsegno di un Dio che in Cristo Gesù si èfatto uomo, assumendo ogni brutturadell’umanità per darle un senso e unsignificato di liberazione e di speranza.Non solo ha parlato e scritto di poveri epovertà, ma per tutti è stato maestro diamore ogni qualvolta si è curvato suipoveri. È andato a cercarli e li ha volutivicino, in Vaticano, nella casa “Dono diMaria”, affidata alle suore di MadreTeresa di Calcutta, la piccola suora cheora Wojtyla ha raggiunto tra i beati. Ha

pure detto, come testimonia DominiqueLapierre: «Se potessi farlo, andrei a vi-vere in una bidonville di Calcutta come ivostri eroi della Città della gioia, perdirigere la Chiesa da lì». In questo decennio che i vescovi italianidedicano alla sfida educativa, sarà im-portante nelle nostre Diocesi poter rilan-ciare l’esempio e la testimonianza“giganti” della carità come GiovanniPaolo II e come Madre Teresa, perché gliitinerari formativi aiutino le nuove gene-razioni a fare della vita un ascolto at-tento della Parola del Signore, capace diorientare verso il bene e verso la gratui-tà dell’amore per i fratelli.Nella sensibilità del mondo Caritas - e inparticolare per Caritas Italiana di cuiquest’anno ricorre il 40° - il modo piùautentico di celebrare la beatificazione diGiovanni Paolo II consiste nel ricordare e

attuare l’insegnamento che egli haspecificamente dedicato alla missionedelle Caritas, intesa come presenza ani-matrice della più generale testimonianzadella carità nella vita delle comunità cri-stiane e dei vari territori. Nella con-sapevolezza “la carità delle opereassicura una forza inequivocabile allacarità delle parole”, occorre con coe-renza proseguire nell’impegno quotidia-no, avendo in tutto il magistero diGiovanni Paolo II - quello delle parole,dei gesti e delle opere - il riferimento e-semplare per annunciare il Vangelo neltempo che ci è dato.

Mons. Vittorio Nozzadirettore Caritas Italiana

PAGINA 2 NOTIZIE CARITAS

La Caritas italiana si prepara a celebrare i suoi primi40 anni di attività con una serie di iniziative in pro-gramma a partire dal prossimo mese di luglio pro-mosse per ambiti: comunicazione, funzionepedagogica, opere, poveri, immigrati, Chiesa. Primoappuntamento è la conferenza stampa di presen-tazione degli eventi del 40° anniversario, indetta, aRoma, il 1° luglio, presso la sede della Caritas italia-

na (via Aurelia, 796), alla quale seguirà una tavolarotonda di confronto con media cattolici sulle atti-vità Caritas in Italia. Sempre nell’ambito della co-municazione, in autunno (17 ottobre) si terrà unaseconda tavola rotonda di confronto con media cat-tolici sulle attività Caritas nel mondo, in occasionedella Giornata mondiale di lotta alla povertà. Desti-natari dei due appuntamenti sono gli operatori deimass media, i membri del Coordinamento nazionaledegli addetti alla Comunicazione delle Caritas dioce-sane e del Gruppo nazionale Caritas alla mondialità.Secondo incontro, dedicato alla funzione pedago-gica della Caritas, è il seminario “Memoria, fedeltà,profezia”, che si terrà a Roma dal 20 al 21 settem-bre. Destinatari sono i membri della Commissioneepiscopale Carità e Salute della Cei, i vescovi inca-ricati regionali per la Carità e Salute, i delegati re-gionali e i direttore delle Caritas diocesane.Seguirà, a Roma, il 7 ottobre, un seminario sulla

“Pedagogia dei fatti” attraverso le opere di carità,al quale sono invitati a partecipare gli operatori dienti diocesani che gestiscono opere e servizi ed imembri della Consulta nazionale degli organismisocio-assistenziali.Sempre in ottobre ed a Roma sono in programmaaltri due importanti appuntamenti che vedono alcentro i poveri: la presentazione del Rapporto Cari-

tas-Fondazione Zancan 2011 su povertàed esclusione sociale in Italia, in calen-dario il 13 ottobre; il seminario “Memo-ria e futuro. Le prospettive sociali delPaese”, in calendario il giorno seguente(14 ottobre). Destinatari dei due incon-tri sono i rappresentanti delle Istituzionipubbliche impegnate nel sociale, i varigruppi nazionali Caritas che operanosempre nel sociale, oltre agli operatoridei mass media e ai membri del Coordi-namento nazionale degli addetti alla Co-municazione delle Caritas diocesane.Per l’ambito immigrazione, a Roma, afine ottobre, si terranno due appunta-menti: la presentazione del Dossier Sta-tistico Immigrazione Caritas-Migrantes2011, in calendario il 27 ottobre, cheavverrà lo stesso giorno in tutte le re-gioni; il seminario sul tema “Chiesa e im-migrazione”, a Roma, dal 28 al 29

ottobre. Destinatari dei due incontri sul fenomenoimmigrazione sono, oltre gli operatori nazionali ediocesani di Caritas e Migrantes, i rappresentantidelle Istituzioni pubbliche interessate, gli organismi e leassociazioni ecclesiali e di espressione cristiana Usmi,Cism, Acli, Centro Astalli, Comunità di Sant’Egidio,Idos, … e gli operatori dei mass media.Le celebrazioni per il 40° anniversario della Caritasitalia-na culmineranno con il 35° Convegnonazionale delle Ca-ritas diocesane, dedicato al tema“La Chiesa educa servendo la carità”, che si terrà aFiuggi dal 21 al 23 novembre e si concluderà aRoma, il 24 novembre, con l’udienza dal Papa. Sonoinvitati a partecipare i direttori delle oltre 200 Cari-tas diocesane ed i loro collaboratori. Al 35° Con-vegno nazionale vi prenderanno parte com-plessivamente circa 800 operatori delle equipe Cari-tas diocesane.

R. L

LA CARITAS ITALIANA COMPIE 40 ANNI: INIZIATIVE DA LUGLIO A NOVEMBRE 2011

OPPURE SUL C.C. BANCA POPOLARE DI SPOLETO - IBAN: IT28 S 05704 03000 000000071452

Caritas Internationalis celebra60 anni di lavoro con i poveridurante la sua Assemblea Gene-rale in svolgimento a Roma, dal

22 al 27 maggio, mentre andia-mo in stampa. Vi partecipano300 delegati da tutto il mondo,ricevuti in udienza da PapaBenedetto XVI al termine del-l’Assemblea che ha come temadi fondo “Zero Poverty - OneHuman Family”, che trae originedalla campagna europea di lottaalla povertà “Zero Poverty –Agisci ora”. Viene dato risaltoanche a tutti coloro che si im-pegnano quotidianamente nellalotta alla povertà come i volon-tari, in occasione dell’Anno Eu-ropeo 2011 del volontariato. Durante l’Assemblea, occasioneimportante di scambio, con-fronto e pianificazione di attivitàa livello internazionale, è statoapprovato il Piano Strategicoquadriennale 2011-2015 di Cari-tas Internationalis. L’AssembleaGenerale si svolge in un mo-mento importante per CaritasInternationalis, il cui Statuto e

Regolamento è in corso di revi-sione da parte della Santa Sede. L’organismo è stato fondato nel1951 da 13 associazioni carita-tive cattoliche, per coordinaremeglio il lavoro umanitario dellaChiesa. Oggi la Confederazioneha 165 membri e aiuta milioni dipersone povere nel mondo. «Celebriamo 60 anni di rispostealla sofferenza umana in unmondo ingiusto – ha detto il car-dinale Oscar Rodriguez Maradia-ga, arcivescovo di Tegugicalpa epresidente di Caritas Interna-tionalis -, tramite la nostra fedee azioni concrete. In questo se-condo decennio del 21° secolo citroviamo di fronte una serie disfide che minacciano di fermareo addirittura invertire questiprogressi: la fame e le emer-genze umanitarie sono in au-mento, il cambiamento climaticoprovocherà maggiori danni».

NUMERI 5-6 PAGINA 3

LA CARITAS INTERNATIONALIS DA 60 ANNI ACCANTO AI POVERI

CARITAS EUROPA APPROVA IL SUO PIANO STRATEGICO 2011-2020

Sempre a Roma, il 21 maggio, mentre andiamo in stampa, siriunisce l’Assemblea Regionale di Caritas Europa, che vede lapartecipazione dei direttori di tutte le 48 Caritas europee. Sidiscuterà e successivamente si approverà il nuovo Piano strate-gico di Caritas Europa 2011–2020. Il piano indica il camminodel segretariato europeo per i prossimi dieci anni, e di riflessoanche delle attività comuni delle Caritas nazionali europee.Saranno individuati alcuni temi di fondo, nuove campagne diadvocacy, modalità di lavoro trasversali, necessarie per raf-forzare gli sforzi comuni nella lotta alla povertà e all’esclusionesociale. Si insedierà in questa occasione anche il nuovo Con-siglio di Presidenza formato da vecchi membri che sono staticonfermati, quali l’Italia, la Germania, la Slovenia, la Bulgariae l’Ucraina, e le tre nuove Caritas elette dalla precedente as-semblea regionale: Polonia, Belgio ed Inghilterra.

VUOI ESSERE AGGIORNATO SU TUTTE LE NOTIZIE E GLI APPUNTAMENTIDELLE CARITAS DIOCESANE DELL’UMBRIA?

CONSULTA IL SITO DELLA DELEGAZIONE REGIONALE CARITAS ALL’INDIRIZZO

www.chiesainumbria.it/caritas

PAGINA 4 NOTIZIE CARITAS

IN ITALIA «POLITICHE INSUFFICIENTI» PER CHI È IN DIFFICOLTÀ ECONOMICA.

E’ QUANTO E’ EMERSO AL SEMINARIO “MICRO AZIONIPER MACRO VALORI” PROMOSSO DALLA CARITAS ITALIANA

DALLA CARITAS ITALIANA 297 MICROPROGETTINEL MONDO NEL 2010 PER SOSTENERE I PIÙ POVERI

Nel 2010 la Caritas italiana ha rea-lizzato 297 microprogetti disviluppo in 55 Paesi, pari a1.271.133 euro. La maggior parte(121) sono stati realizzati inAfrica, ma rispetto agli anni prece-denti c’è stato un forte aumentodelle richieste dai Paesi dell’Eu-ropa orientale (23) e dal MedioOriente/Nord Africa (6). Si tratta, ha spiegato mons. Vitto-rio Nozza, direttore della Caritasitaliana, al seminario “Micro azioniper Macro valori” di «piccoli inter-venti mirati finalizzati a sostenerepiccole comunità, le più povere emeno aiutate, con opere di modi-co impegno economico, ma effi-

caci per favorire il loro gradualeauto-sviluppo».Opere come pozzi, attrezzatureagricoli, formazione professionale,sistemi alternativi di energia e mi-crocredito per l’avvio di attivitàimprenditoriali, con un’attenzioneparticolare alla promozione delladonna. Il seminario, che rientranell’ambito di un percorso in piùtappe, si rivolge, in particolare,alle Caritas diocesane con espe-rienza nel campo della microfi-nanza, del microcredito, deimicroprogetti, in Italia e nelmondo. A conclusione del percorso– ha annunciato mons. Nozza –verrà pubblicato un vademecum

per le Caritas diocesane.

«In Italia le politiche pubbliche afavore di chi si trova in condizionidi difficoltà economica sono asso-lutamente insufficienti dal puntodi vista quantitativo»: lo ha affer-mato di recente, a Roma, AlbertoNiccoli, docente di politica eco-nomica e finanziaria presso l’Uni-versità Politecnica delle Marche,intervenendo al seminario “Microazioni per macro valori”, organiz-zato dalla Caritas italiana. Niccoliha fornito le cifre della spesa pub-blica, rispetto al Pil, per chi è indifficoltà economica (dati riferiti al2007): la media italiana di aiutiper le famiglie è dell’1,2%(rispetto alla media dell’Ue a 27pari al 2%, che sale al 3,7% inDanimarca); gli aiuti per la disoc-cupazione in Italia sono dello0,5% (1,3 la media Ue); gli aiuti

per la casa in Italia sono pari azero (0,6% la media Ue).Riguardo ai consumi degli italiani,Niccoli ha notato che «non solo sispende pochissimo ma si spendeanche molto male: ossia le pocherisorse disponibili sono utilizzatedalle persone appartenenti allaclasse media o medio bassa». Inoltre in Italia «la risorsa piùscarsa è costituita dagli imprendi-tori, quindi i pochi esistentidovrebbero essere aiutati in tuttii modi», soprattutto gli immigrati.Purtroppo, ha osservato il rela-tore, «in Italia i programmi di mi-crocredito non prevedono formedi responsabilità solidale digruppo perché siamo troppo indi-vidualisti».Un esempio, in tal senso, sono leRoscas (Rotating saving andcredit associations, ossia Associa-zioni rotative del risparmio e delcredito): diverse famiglie, inte-ressate all’acquisto di uno stessobene di consumo durevole, si ac-cordano per mettere da parte lesomme necessarie. Dopo unmese, viene sorteggiata la primafamiglia che acquisterà il benecon i risparmi di tutte e così via,

nei mesi successivi. «In media – ha precisato Niccoli– l’acquisto avviene 5,5 mesiprima di quello possibile a livelloindividuale. I soldi non vengonosprecati in beni o servizi inutili odannosi e si costituisce un legameforte tra le famiglie». Ecco perchégli immigrati, «molto più sensibiliai valori di natura comunitaria»,secondo il docente vanno aiutati«con programmi di microcreditoche prevedano forme di respon-sabilità solidale di gruppo».In sintesi, «micro finanza, microrisparmio e microcredito non pos-sono essere considerati come lapanacea per tutti i mali – ha con-cluso Niccoli – ma costituisconoun’alternativa che merita di es-sere ulteriormente sperimentata,con modalità diverse nel mondosviluppato, rispetto a quelle ap-plicabili nei Paesi più poveri». La responsabilità delle Caritas, haaggiunto don Andrea La Regina,dell’Ufficio macroprogetti dellaCaritas italiana, è di «praticarestrade nuove che rendano con-creto il diritto al credito di ognipersona, non assoggettato allasola logica di mercato».

Continuano ad arrivare in Umbriaprofughi provenienti dall’Isola diLampedusa. Anche lo scorso finesettimana sono giunti dei piccoligruppi di uomini, donne e bambinidisperati, in fuga dai loro Paesi inguerra, alla ricerca di un luogodove poter vivere in pace, non piùperseguitati, non subire le piùatroci violenze. Come i profughigiunti poco più di un mese fa,anche questi ultimi trovano ospita-lità nelle strutture di accoglienza diistituzioni civili locali, di realtà so-ciali ed associazioni laiche e di or-ganismi ecclesiali quali le Caritasdiocesane. Quest’ultime, non vadimenticato, hanno accolto lagran parte dei profughi arrivatiin Umbria prima di Pasqua. La Chiesa, nell’aiutare questepersone in fuga dai loro Paesi elo Stato italiano a poterle ac-coglierle al meglio, è comunquechiamata ad essere una buonasamaritana nell’ospitare e curareil prossimo con i suoi stili di condi-visione e gratuità, non può di-ventare una “locandiera”. Leemergenze la Chiesa è chiamata adaffrontarle con opere di carità e disolidarietà, sensibilizzando il piùpossibile le comunità parrocchiali afarsi carico delle povertà e sof-ferenze del prossimo. Questo lo si

può cogliere dalle due espe-rienze-testimonianze chepubblichiamo di seguito, afirma di Daniela Monni, diret-tore della Caritas diocesana diPerugia e di Pierluigi Bruschi,operatore della Caritas dioce-sana di Città di Castello.Se dalla “periferia” ci si èsubito rimboccati le manicheper favorire un’accoglienza ilpiù possibile cristiana, anche

dal “centro”, la Caritas italiana, si ètempestivamente attivata. Propriolo scorso fine settimana ha annun-ciato, attraverso una nota dell’a-genzia di stampa «Sir», che, invista dell’estate e della ripresamassiccia degli sbarchi, ha giàprovveduto a potenziare la suapresenza sull’isola di Lampedusacon operatori fissi per dare unsostegno concreto alla comunità ealla parrocchia, tenendosi prontiquando gli verrà chiesto dalle au-torità civili un intervento di sup-porto al meccanismo generale di

accoglienza al molo e nei centri, seil numero dei profughi aumenterà. Inoltre, le Caritas diocesane im-pegnate nell’accoglienza deiprofughi dalla Libia si sonoritrovate a Modica, in provincia diRagusa, dall’11 al 13 maggio scorsiper fare il punto sull’emergenzaimmigrazione degli ultimi mesi.

«E’ stato il primo momento – haspiegato Oliviero Forti, respon-sabile dell’ufficio immigrazionedella Caritas italiana – in cui cisiamo fermati per riflettere sullasituazione. Abbiamo trattato moltitemi, a partire dalla situazione aLampedusa fino all’accoglienzanelle singole diocesi. Si è parlatoanche di cittadinanza visto che laCaritas è parte di una nuova cam-pagna, che sarà lanciata a giugno,sulla cittadinanza e il diritto di votoagli immigrati». All’incontro di Modica hanno presoparte un’ottantina di operatori inrappresentanza di circa 50 Caritasdiocesane. «Molti non hanno po-tuto partecipare – ha precisatoForti – solo perché stanno af-frontando l’emergenza nei territori,accogliendo profughi da Lampe-dusa. Nei centri della Caritas sonoaccolti nelle ultime settimane tuttirichiedenti asilo provenienti dallaLibia, in maggioranza somali, eri-trei, etiopi, nigeriani, ivoriani…».

Forti ha anche confermato unadenuncia fatta lo scorso 10 mag-gio dalla Nato: «Un profugo delCorno d’Africa mi ha raccontatoche le truppe lealiste stanno am-massando i profughi sulle coste,facendoli partire a gruppi di600/1000 persone su barconisovraffollati che rischiano di af-fondare, utilizzandoli come unasorta di bombe o scudi umani per

ricattare l’Europa. Ma i migrantinon sono costretti: vogliono par-tire, perché erano chiusi da anni inprigione o in altre zone della Libia».Per questo l’accoglienza proseguee tutti devono fare la loro parte: laChiesa quella della buona samari-tana!

R. L.

NUMERI 5-6 PAGINA 5

ACCOGLIENZA PROFUGHI IN UMBRIA: LA CHIESA E’ CHIAMATA AD ESSERE SAMARITANA

IL FONDO DI SOLIDARIETA’ DELLE CHIESE UMBRE PER LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’ A CAUSA DELLA CRISI ECONOMICA HA BISOGNO DEL NOSTRO CONTRIBUTO:

SONO ANCORA IN TANTI E GIOVANI PADRI E MADRI DI FAMIGLIA A RIVOLGERSI A PARROCI E AD OPERATORI CARITAS PER AVERE UN AIUTO.

CITTADINI, ISTITUZIONI, IMPRESE, BANCHE, ASSOCIAZIONI… POSSONO CONTINUARE A SOSTENERE IL FONDOATTRAVERSO IL C/C INTESTATO A:REGIONE ECCLESIASTICA UMBRIA – FONDO DI SOLIDARIETÀ DELLE CHIESE UMBRE, CODICE IBAN: IT18 F 06315 03000 000000081040

PAGINA 6 NOTIZIE CARITAS

“ERO FORESTIERO E MI AVETE OSPITATO”“CHE MERITI AVRETE SE AMATE SOLTANTO I VOSTRI AMICI?”

Mentre i titoli dei giornali per giorni continuavano aportare la riflessione sulle divisioni che avrebberocausato gli immigrati nella giornata in cui sono ar-rivati, l’11 aprile scorso, anche nella nostra piccolaUmbria, lontana dal mare, da Lampedusa, le co-munità di cinque piccole parrocchie della nostraDiocesi, Cenerente, Canneto, Capocavallo, San Gio-vanni del Prugneto e San Giovanni del Pantano, sisono fatte carico dell’accoglienza ed ospitalità di piùdi trenta persone. Ciò è avvenuto anche nelle altresette comunità diocesane della nostra regione. Cosìle Chiese umbre hanno potuto accogliere la granparte dei primi 328 profughi inviati dalla Protezionecivile nazionale.Proprio la parola persona, uomo, ti porta a dire chenon puoi tenere la porta chiusa, che da qualcheparte bisognava pure trovare loro un luogo non solodove farli riposare, ma dove accoglierli come per-sone. Quando usiamo le parole, queste hanno unsignificato e così ci sono parole che dividono, perchétendono a sottolineare le differenze, e parole cheuniscono, perché invece sottolineano ciò che ci ac-comuna.Dio non guarda mai l’uomo come lo guardiamo noi,dividendolo per “categorie” e come ha detto il no-stro arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti andandoa trovare gli ospiti a Prugneto: “è l’uomo che hacreato i confini, le nazioni, non Dio… e che l’unicadifferenza tra gli uomini nel mondo non è nel coloredella pelle, né nella religione, ma tra coloro cheamano e coloro che non amano”.Il mondo ci propone sempre la strada più semplicee sbrigativa: perché occuparcene? Perché non la-sciarli nel loro Paese, perché, perché… E’ sempre ilcervello a trovare quelle spiegazioni che con tantafacilità spengono le domande non solo su questioniimportanti del tempo presente, ma anche sul sensoultimo della vita.Se chiudo gli occhi forse è solo per stare più tran-quillo, a guardare la realtà magari attraverso lo

schermo del televisore, senza in-terrogarmi sul fatto che nessunoha meriti per essere nato in unluogo del mondo piuttosto che inun altro… e che tutto ci è stato do-nato da Dio, che di tutto ciò cheabbiamo ricevuto in dono ci saràchiesto conto.Come pensare di poter chiuderecon naturalezza gli occhi davantiad un’umanità così sofferentepronta a salire su una barca, adaffrontare il mare aperto, in tem-pesta, al freddo e al caldo, sotto ilsole e nella notte, senza portatidietro niente se non la speranza dinon morire, se non la speranza dipoter vivere una vita dignitosa?Partire, magari per cercare di rac-

cogliere i soldi per far curare la propria figliamalata… Come puoi non commuoverti nel fissarequegli occhi neri bruciati dal sole, nel vedere ildesiderio di andare oltre il confine non tanto del de-serto, del mare, ma di una vita senza prospettive?Alcuni dei profughi da noi accolti, all’inizio, hannofatto fatica a rendersi conto dove fossero arrivati,non solo per il paesaggio “mai visto prima”, maanche per l’accoglienza. Passare dal giallo del de-serto, al blu scuro del mare, al verde delle nostrecolline, ma più di tutto alla presenza di persone chesi sono prese carico di loro. Un ragazzo ha dettoproprio così: “non ero mai arrivato in un luogo si-mile, che mi ha fatto sentire la pace nel cuore”.È proprio così la pace non viene da uno slogan, madalla fatica di chi si inginocchia a fasciare le ferite,di chi non a paura di compromettersi e di amareanche quando tutto sembra indicare il contrario.Il passaggio di queste persone in mezzo a noi saràsolo una strada per imparare a volere bene, unascuola d’amore e gratuità.

Daniela Monnidirettore Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve

A CITTÀ DI CASTELLO 55 TUNISINI OSPITATI. VISSUTA UNA POSITIVA ESPERIENZA DI INTERCULTURALITA’,

DI CONVIVENZA E DI ATTENZIONE VERSO IL PROSSIMO

NUMERI 5-6 PAGINA 7

Come tutte le esperienze nuove, anche quella vis-suta negli scorsi giorni a Città di Castello con l’ospi-talità offerta a cinquantacinque tunisini in attesa dipermesso temporaneo di soggiorno, dovrebbe in-durre a tentare di scoprirne il significato ed i possi-bili insegnamenti. Non può essere cioè consideratoun gesto che abbiamo “dovuto” compiere.Una comunità, soprattutto una comunità ecclesiale,dovrebbe sentirsi partecipe e coinvolta da una e-sperienza che ci riporta ad uno dei temi più impor-tanti per il futuro dell’umanità: quello dell’inter-culturalità, della convivenza cioè fra culture e reli-gioni diverse e dell’attenzione verso il prossimo, so-prattutto quello che soffre. Si ha invece lasensazione che si voglia rimuovere tutto ciò, che sipreferisca far finta di niente e non mettere in di-scussione le nostre certezze e la nostra tranquillità,diventando così egoisti e freddi verso il diverso e lostraniero. Sarebbe bene invece rendersi conto che,come si è dimostrato in questo caso, l’accoglienzafatta bene non serve solo a ricevere in modo digni-toso e con umanità gli immigrati, ma anche agarantire sicurezza ed evitare disagi alla popo-lazione che li ospita. E’ proprio quando i migrantiarrivano senza essere accolti e subiscono l’ostilitàdelle comunità locali che è più difficile evitare inci-denti ed episodi spiacevoli.

Questa positiva esperienza è stata la migliorrisposta che si poteva dare a chi, politici e singolicittadini, ha tentato di diffondere il germe dell’al-larme preventivo e della paura. Si è assolto, in-somma, anche ad un dovere civico oltre ad aversalvaguardato la dignità delle persone. Nei confrontidei cinquantacinque cittadini tunisini, dislocati in trediverse strutture, già nel primo giorno, si è fatto uncapillare lavoro di identificazione in collaborazionecon la Questura di Perugia, si è compiuto un seriocontrollo sanitario attraverso l’Asl e sono stateprestate le cure e offerte le medicine a chi ne avevabisogno. Così come ad ognuno di loro, arrivati consolo quello che indossavano, è stato offerto undoppio ricambio di tutti gli indumenti. Nel momentodella loro partenza si è fatto un lavoro di assistenzaper orientarli sul come raggiungere le località versocui erano diretti. E’ stata un’attività semplice, maefficace, resa possibile dalla collaborazione fra iservizi sociali del Comune di Città di Castello, laCaritas diocesana e le associazioni del volontariato.Soprattutto il lavoro dei volontari della Protezionecivile è stato prezioso ed ha permesso di garantireuna presenza attiva e costante su tutte le 24 ore.

Pierluigi Bruschi operatore della Caritas diocesana

di Città di Castello

PAGINA 8 NOTIZIE CARITAS

Non è stato per tutti noi della Caritas diocesanaperugina il 28 aprile un giorno che si può dimen-ticare: è stato il giorno in cui tre ragazze legatealla vita della Caritas si sono laureate con tesi chetoccano da vicino le realtà di cui ci occupiamoquotidianamente. Agnese ha svolto tre anni fa il Servizio civilepresso il Centro di Ascolto della Caritas diocesanaad ha contribuito alla creazione e gestione delPunto Ristoro Sociale “San Lorenzo” promosso da

Caritas e Comune di Perugia. Agnese ha realizzatola tesi dal titolo “All’inizio è dura... Storie di donnemigrate accolte dalla Caritas diocesana”, la cui re-latrice è stata la prof.ssa Paola Salteri.Giulia l’abbiamo incontrata nel nostro lavoro dellaCaritas, perché la sorella Mimma ha fatto iltirocinio per la Scuola di Servizio Sociale dell’Uni-versità degli Studi di Perugia presso il Centro diascolto diocesano, per poi proseguire come volon-taria del Punto Ristoro “San Lorenzo”. Giulia ha rea-lizzato una tesi dal titolo “Un nido tra le sbarre, leproblematiche educative all’interno del carcere”,avendo come relatore il prof. Lino Prenna. Ed è proprio attraverso Giulia che abbiamo incon-trato Samanta, che si è laureata con una tesi daltitolo “Dalle antiche alle nuove povertà: educarealla condivisione”, il cui relatore è stato il prof.Prenna.Mentre queste tesi venivano redatte, durante ilperiodo della loro stesura ci colpiva l’emozione el’entusiasmo delle laureande per il lavoro che sta-vano realizzando: “un bellissimo connubio di cuoree testa” come è stato anche detto in sede di di-scussione. Un primo segno che il tutto si sarebbe svolto inmaniera straordinaria: tutte e tre si sarebbero lau-reate lo stesso giorno (si sono laureate in Scienzedella Formazione - laurea specialistica) e tutte e

tre una dopo l’altra: quarta, quinta e sesta. Lafesta si sarebbe svolta al Punto Ristoro “SanLorenzo”, quindi per un giorno abbiamo mangiatoin fretta e preparato la sala tutta in rosso per i fe-steggiamenti. Dalla mensa siamo partiti in tantialle ore 14, perché quella era l’ora dell’inizio delladiscussione delle tesi. La nostra direttrice Daniela non poteva esserciperché impegnata in una importante riunioneriguardante il carcere. Il tutto è iniziato in ritardo.

Trascorse le cinque Daniela è riu-scita ad arrivare all’Università,pensando che tutto fosse già finitoed invece pochi istanti dopo laprima delle tre ragazze iniziava ladiscussione della sua tesi, cosìc’eravamo proprio tutti!Ha iniziato Agnese con le storie didonne accolte dalla Caritas equeste donne erano tra noi pre-senti. Poi è stata la volta diSamanta con la tesi sulla povertàe l’importanza della condivisione.Infine Giulia con la tesi sui bam-bini all’interno del carcere. Abbiamo pianto in questo incrociocostante tra “cuore” e “testa” cheera in tutte e tre le discussioni,dove però il “cuore” dipingeva diun colore particolare anche la

parte della ricerca statistica, o sociologica, tuttociò che la “testa” aveva prodotto attraverso lostudio. Agnese Carloni è stata proclamata dott.ssacon 110 e lode, anche Samanta Giacchetta è stataproclamata dott.ssa con 110 e lode. Giulia Gio-vinazzo era troppo emozionata ed agitata, ciprospettava da settimane una discussione cata-strofica, così non è stato, ma alla terza procla-mazione e al terzo 110 e lode non abbiamoneanche aspettato che la proclamazione finisseper far esplodere la gioia di tutti.La festa che è seguita l’abbiamo dedicata anche aPaolo Montori, laureatosi lo scorso febbraio sem-pre in Scienze della Formazione con una tesi daltitolo “Linguaggio e società: un’analisi sociologicadelle minoranze linguistiche”, il cui relatore è statoil prof. Fabrizio Fornari. Anche Paolo è statoproclamato dottore con 110 e lode ed ha svoltoopera di volontariato al Punto Ristoro. E’ sembratopoi normale tornare tutti a “casa”, da dove era-vamo partiti: dal Punto Ristoro “San Lorenzo”, unluogo che ci fa sperimentare come le tesi sull’ac-coglienza, sulla vita dei bambini in carcere con leloro mamme, sulla condivisione si possono realiz-zare solo se di tutto ciò si è fatto esperienza, solose le attività della Caritas si aprono ai giovani e sesi lascia che siano loro stessi a modellarle.

Stella Cerasa

TRE TESI DI LAUREA SULLA CARITA’

NUMERI 5-6 PAGINA 9

Anche quest’anno la Caritas dioce-sana perugino-pievese offrirà a chilo desidera l’opportunità di svolgereun’esperienza di condivisione, gra-tuità e carità alla luce della Paroladi Dio: si tratta dei campi di lavoroestivi, aperti a gruppi e singoli, pre-senti nelle varie realtà ed operesegno della Diocesi anche in re-gione, in Italia e all’estero. Una delle novità più importanti, col-laudata nell’estate del 2010, saràcostituita dai campi di lavoro perfamiglie che si svolgeranno pressola comunità di vita “Il Casolare” inSanfatucchio di Castiglione delLago. In questa realtà, dove nor-malmente abitano circa cinquantapersone, saranno accolte nel mesedi agosto famiglie provenienti datutta Italia ed il tema della rifles-sione sarà, come l’anno scorso,l’educazione dei figli. «Accogliamo continuamente ra-gazzi sempre più giovani e già cosìpieni di problemi – spiega Chiara,che insieme al marito Giovanni è laresponsabile del “Casolare” –. Cisiamo resi conto che forse è impor-tante fermarsi assieme a famiglie,quindi ai genitori, per riflettere tuttiinsieme sul tema dell’educazione».Anche quest’anno le giornate delcampo per famiglie alla comunità diaccoglienza in Sanfatucchio sa-ranno scandite dalla preghiera, dallavoro e dalla condivisione della Pa-rola di Dio assieme a don LucioGatti e ad un altro sacerdote pro-veniente da fuori regione.

Fra le altre esperienze di campi dilavoro più significative che proponela Caritas diocesana, vi è quella delcampo-missione Caritas Umbria inKosovo, attiva da più di dieci anni.Anche in questa realtà sono molti igiovani che hanno portato il lorocontributo, ricevendo molto in cam-bio. Ben riassume il significato diun’esperienza come quella del Ko-sovo il direttore della Caritas peru-gina, Daniela Monni: «andare alcampo Caritas in Kosovo non signi-fica solo scoprire che a un’ora divolo dall’Italia c’è ancora grandepovertà, ma è anche un’occasioneper interrogarsi sulla propria vitaattraverso momenti di preghiera econdivisione. Prendersi cura deitanti bambini abbandonati ospitatinella casa ti fa riflettere sul donodella vita, non solo durante i giornitrascorsi al campo, ma anche tor-nando a casa».Ancora un’altra esperienza ricca dicarità e condivisione è quella delcampo di lavoro in Abruzzo, regionecolpita dal devastante terremotodel 6 aprile 2009. Presso la parroc-chia di Pile, a L’Aquila, da un paiod’anni, infatti, è presente un campodel volontariato promosso dalle De-legazioni regionali CaritasUmbria e Piemonte-Valled’Aosta, al quale non hafatto mancare il suo so-stegno e presenza di vo-lontari la Caritasdiocesana di Perugia findall’inizio del suo allesti-mento (15 aprile 2009).Anche la prossima estateal Campo Caritas di Pilechi vorrà potrà fare la suaesperienza di volontariatoaccanto a famiglie terremotate, so-prattutto ai loro bambini ed anziani,le persone più vulnerabili. Le comu-nità di accoglienza della Caritassono aperte tutto l’anno anche perchi vuole conoscerle e farvi espe-rienza di volontariato, offrendo inparticolare nel periodo estivo atanti giovani studenti l’opportunitàdi condividere con chi ci vive tuttol’anno alla ricerca di un senso dellapropria vita, disposto a vivere la fa-

tica di un quotidiano da ricostruiresotto tutti i punti di vista. A ricordare ciò è don Marco Ga-sparri, giovane sacerdote diocesanodi Orvieto-Todi, responsabile delcampo Caritas a L’Aquila: «il nostrocampo di lavoro è aperto tuttol’anno come anche le strutture diaccoglienza ed opere segno dellenostre Diocesi umbre, dove i gio-vani arrivano in continuazione. Delresto qui si va avanti di settimanain settimana».Infine, un’altra realtà sempre di-sponibile all’accoglienza di quantivogliano mettere in pratica il Van-gelo della Carità, è il “VillaggioSanta Caterina” in Solfagnano diPerugia. Si tratta di una realtà cheaccoglie persone anziane con diffi-coltà socio economiche. Già da al-cuni anni questa struttura offrel’opportunità di svolgere campi dilavoro estivi. Per la prossima estatevi è ancora la possibilità di preno-tare il proprio periodo per fare que-st’esperienza, organizzata anche daparrocchie e per gruppi di volontari.Come afferma la responsabile del“Villaggio Santa Caterina”, la geria-tra Simonetta Cesarini: «nella no-stra struttura chi viene per un

campo di lavoro ha la possibilità diinteragire con i nostri ospiti in unoscambio che arricchisce entrambi».La struttura offre ampi spazi siaesterni che interni per accogliereanche gruppi numerosi di volontari.La panoramica è decisamenteampia e variegata: non resta dun-que che metterci la materia prima,ovvero lo spirito di condivisione e lacarità!

Mariangela Musolino

I CAMPI DI LAVORO ESTIVI PROPOSTI DALLA CARITAS DI PERUGIAIN DIOCESI, IN REGIONE, IN ITALIA E ALL’ESTERO:

ESPERIENZE DI CRESCITA PER TANTI GIOVANI ATTRAVERSO LA CARITA’ E LA CONDIVISIONE NELLA GRATUITA’

PAGINA 10 NOTIZIE CARITAS

SVOLTASI “LA FESTA DI FRATERNITÀ 2011”A “VILLA NAZARENA” IN POZZUOLO UMBRO

Nei giorni 7 e 8 maggio si è svolta la “Festa di Fra-ternità 2011” a “Villa Nazarena” in Pozzuolo Umbrodi Castiglione del Lago. Questa festa, nata moltianni addietro, è sempre stata un momento di gioiae condivisione per le ospiti, le suore, il personale edi volontari dei tre istituti umbri per donne diversa-mente abili delle Suore della Sacra Famiglia di Spo-leto. L’Associazione perugina di volontariato (Apv),promossa dalla Caritas diocesana, è presente a“Villa Nazarena” con un gruppo di ventidue volon-tari, dove, nella primavera del 2009, ha tenuto uncorso di formazione al volontariato organizzato incollaborazione con le parrocchie della Settima Zonapastorale dell’Archidiocesi e le stesse Suore dellaSacra Famiglia.Suor Mansueta Buson, responsabile della Casa diPozzuolo Umbro, commenta così l’esperienza delcorso, soprattutto la fattiva collaborazione conl’Apv: «abbiamo avuto un bellissimo aiuto da questinostri amici volontari, alcuni anche giovani, perchéle nostre ospiti più vedono persone attorno a loro,impegnate con tutte loro, più si sentono amate, piùsi sentono serene. Anche nelle attività dei laboratorii volontari dell’Apv sono presenti nell’assistere lenostre ospiti. Fa bene anche agli stessi volontari vi-vere questa esperienza nello stare accanto ad oltretrenta donne con disabilità psicofisiche. Con questaassociazione di volontariato e con il suo presidente,Maurizio Santantoni, si è instaurato nel corso deglianni un proficuo rapporto di amicizia e di collabo-razione. Penso che l’aiuto è reciproco, perché daivolontari “Villa Nazarena, le sue ospiti e le sue reli-giose, ricevono tanto, ma donano altrettanto: stareaccanto a queste donne significa servire, quindi,amare Gesù».Ritornando alla “Festa di Fraternità 2011”, dopo unostop di alcuni anni dovuto alla ristrutturazione di“Villa Nazarena”, questa manifestazione è ripresa loscorso anno e si è confermata con buonissimi risul-tati in questo 2011.

Nel giorno di sabato 7 “Villa Nazarena” ha aperto lesue porte ai giovani della Settima Zona pastorale,per trascorrere insieme un pomeriggio in ricordo delpadre fondatore, il beato Pietro Bonilli, con canti,rappresentazioni e danze e che ha visto anche lagradita partecipazione del sindaco del Comune diCastiglione Del Lago, Sergio Batino; il pomeriggiosi è concluso con un momento di preghiera comunee un gradito pezzo di pizza. La domenica, di buon mattino, sono arrivate le o-spiti degli altri istituti, molte suore del comprenso-rio umbro e la graditissima presenza della madregenerale, suor Danila Santucci con il Consiglio ge-nerale della Congregazione. Dopo una bella cele-brazione eucaristica, allietata dal coro parrocchialee molto partecipata, c’è stato il momento con-viviale. Le duecento persone che erano sedute atavola, servite dall’efficiente staff, hanno potutogustare le buone pietanze preparate dalle cuoche,ascoltando la piacevole musica di sottofondo offertada un duo di bravi musicisti. Alle ore sedici è arrivata la Banda musicale “G. Puc-cini” di Pozzuolo Umbro insieme con le sue ma-jorette, che ha allietato per oltre un’ora la plateapresente che andava sempre più aumentando. Perchi desiderava trovare qualche oggetto particolarec’era allestita una bancarella con tutti i lavori che leospiti producono all’interno dei laboratori di “VillaNazarena” e l’immancabile pesca di beneficenza.Prima dei saluti c’è stata la premiazione della garadi dolci e uno spuntino a base di panino conporchetta e vino per tutti i presenti.La cronaca di queste due intense giornate è signi-ficativa e importante, ma non rende comunquel’idea della contentezza degli occhi delle ospiti deinostri istituti, felici di aver fatto nuove amicizie etrascorso un po’ di tempo con persone che a lorovogliono davvero bene.

Alessio Bacci

L’APV INFORMA

NUMERI 5-6 PAGINA 11

AD ORVIETO L’ARRIVO DEL “CARITAS EXPRESS”,UN TRENO STORICO PER I 60 ANNI DELLA CARITAS INTERNATIONALIS,

Mentre andiamo in stampa, toccala terra umbra, con arrivo nellastazione ferroviaria di Orvieto, ilconvoglio denominato “Caritas Ex-press”, con partenza dalla stazionedella Città del Vaticano il 21 mag-gio, alle ore 10, per festeggiare i60 anni della Caritas Internatio-nalis. L’iniziativa è promossa dalGruppo FS in collaborazione con ilGovernatorato della Città del Vati-cano, la cui finalità è quella di sen-sibilizzare l’opinione pubblica suiprogetti umanitari della Caritas In-ternationalis, dando risposte alleemergenze anche attraverso unaraccolta fondi in denaro che puòavvenire acquistando un bigliettodel “Caritas Express”. A bordo del treno - composto dauna locomotiva a vapore del 1915e sette carrozze d’epoca di primae seconda classe con al centro lacarrozza che ospitò Papa GiovanniXXIII nel suo storico viaggio ad As-sisi del 4 ottobre 1962 - ci sonoautorità religiose e civili, rappre-

sentanti delle istituzioni, diplo-matici presso la Santa Sede,sostenitori e membri della Caritase giornalisti. E’ un viaggio celebrativo alla vigiliadel 19° Congresso internazionaledell’organismo pastorale eccle-siale. Lo speciale convoglio per-corre “la ferrovia internazionale piùcorta del mondo”, la Città del Va-ticano - Roma San Pietro FS, perpoi proseguire fino ad Orvieto.L’arrivo nella cittadina umbra èprevisto per le ore 12.30, dove iltreno sosterà per qualche ora. Il ri-torno a Roma (Stazione Termini) èprevisto per le ore 19.10. In occasione di questo eventotorna ad aprirsi eccezionalmentel’imponente portone scorrevoleche divide i binari del Vaticano daquelli italiani. Dopo gli storici via-ggi di Giovanni XXIII e GiovanniPaolo II, un altro treno parte dallaStazione della Città del Vaticano,inaugurata il 2 ottobre 1934da Papa Pio XI, e percorre i quasinovecento metri di binari della“ferrovia internazionale più cortadel mondo”.Il 60° compleanno della Caritas In-ternationalis è un’importante occa-sione per sottol ineare laresponsabilità sociale del GruppoFS e l’impegno per una politica disostegno alle iniziative di solida-rietà soprattutto nell’ambito dellestazioni e aree ferroviarie. Esem-

pio storico è la collaborazione pro-prio con la Caritas diocesana diRoma - Ostello “Don Luigi DiLiegro”, il centro di accoglienza peri senza fissa dimora che sostanonei pressi della Stazione Termini.La Delegazione regionale delleCaritas dell’Umbria, unitamentealla Diocesi di Orvieto-Todi, è lietadi accogliere nella stazione di Or-vieto il treno “Caritas Express”,segno esteriore per celebrare i 60anni di fondazione di Caritas Inter-nationalis. Il treno percorre un breve tragitto,dal Vaticano, sede del Successoredell’Apostolo Pietro, all’Umbria,terra dei Santi Benedetto eFrancesco. «Il convoglio – commenta l’ar-civescovo di Spoleto-Norcia mons.Renato Boccardo, delegato deiVescovi umbri per il Servizio dellaCarità – ci offre l’occasione perrendere omaggio e dire la vivagratitudine a tutte quelle personeche in questi anni hanno svolto ilproprio servizio con Caritas Inter-nationalis, alleviando le sofferenzemorali e materiali di tanti fratelli esorelle e ci ricorda come ancheoggi tanti uomini e donne conti-nuino a stendere la mano verso ilori fratelli in umanità, attendendoun gesto di consolazione e di spe-ranza. I discepoli di Gesù non pos-sono dimenticare la parola delMaestro: “… lo avete fatto a me”».

CITTA’ DI CASTELLO: RACCOLTI OLTRE 75 QUINTALI DI VIVERI PER IL CAMPO CARITAS UMBRIA IN KOSOVO

L’associazione “Altotevere senzafrontiere Onlus” ha promosso unagrande raccolta viveri a sostegnodell’opera svolta dal Campo-Missione Caritas Umbria aRaduloc, in Kosovo, che ha fruttatooltre 75 quintali di generi a-limentari sistemati dai volontari in426 scatoloni contenenti circa 29quintali di pasta, 7 di riso, 11 dipomodori pelati e passata, 12 dilegumi vari in scatola, 2 diomogeneizzati, 8 di prodotti perl’igiene (bagnoschiuma, saponette,pannolini, detersivi per la casa eper il bucato) ed altri 6 di prodotti

vari (olio, biscotti, carne e tonno inscatola). Saranno inviati in Kosovoanche 40 scatoloni di vestiario egiochi per bambini. Alla raccolta hanno contribuitoanche i volontari dell’ OperazioneMato Grosso (OMG) e del-l’associazione “Palestra delle emo-zioni”. «Ora che è finito l’imballaggio el’inventariazione del materialeraccolto, entro breve partirà ilcontainer con i viveri direttamenteper il Kosovo – spiega l’as-sociazione “Altotevere senzafrontiere Onlus” –, dove i nostri

volontari saranno presenti inestate, presso il Campo CaritasUmbria di Raduloc. Si tratta di unarealtà sorta in seguito alla terribileguerra del 1999, di cui ancor oggila gente porta evidenti ferite».Il Campo Caritas accoglie in affido40 bambini di ogni etnia ereligione, orfani o abbandonati,alcuni adulti con gravi difficoltàpsichiatriche, e si prende cura dicirca 300 famiglie povere adottatea distanza dall’Italia, provvedendoalle spese per le cure mediche, perl’istruzione dei bambini e portandoperiodicamente viveri e vestiti.

PAGINA 12 NOTIZIE CARITAS

IL “LIETO FINE” DEL “REPARTINO” PSICHIATRICO DI PERUGIA

«Non chiamatelo più “Repartino”»è stato detto in occasione dell’i-naugurazione ufficiale dellanuova “Unità di degenza ospe-daliera psichiatrica”, pressol’Ospedale Santa Maria della Mise-ricordia in Perugia. Così saràfatto, ma solo a partire dalgiorno in cui tutti i degenti del“Repartino”, appunto, sarannotrasferiti nella nuova struttura. Atutt’oggi sono ancora tutti ospi-tati a “Villa Massari”, in via EnricoDal Pozzo, sede non più idoneada anni con locali ormai moltofatiscenti. Si parla di un lorotrasferimento entro il prossimomese di giugno, lo auspichiamodavvero. La nuova struttura «poteva es-sere pensata un po’ meglio»,scrive il quotidiano «Corriere del-

l’Umbria» lo scorso12 maggio, il cuipensiero è condi-viso dagli operatoridella Caritas dioce-sana perugina cheprestano la loroope ra - c o l l a bo -razione periodicacon il personalesanitario del “Re-partino”.Commentando lacerimonia di inau-gurazione del lanuova struttura,

avvenuta lo scorso 11 maggio, ilquotidiano scrive: «Su il sipariodunque, tra applausi, sorrisi,ringraziamenti e tutto quello cheserve in circostanze simili… Per-ché la soluzione ieri celebrata(11 maggio, n.d.r.) è sì migliorerispetto alla decen-nale vergogna di viaDal Pozzo, ma contanto tempo a di-sposizione potevaessere pensata unpo’ meglio. Pun-tando su soluzionipiù credibili rispettoper esempio al giar-dino “inventato” al-l ’esterno, che fatanto casa delGrande Fratello. Ieriè venuto fuori che

la salute mentale sta a cuore amolti. Bene, perché fino a pochimesi fa si ricordava, nel maredelle promesse – scrive il «Cor-riere dell’Umbria –, solo un inter-vento chiaro e determinante:quello dell’arcivescovo Bassetti edella Caritas che facevano riferi-mento, prima di Natale, al dirittoalla dignità umana degli ospitidel Repartino. Evidentemente hainnescato un meccanismo. Dal-l’isolamento di Monteluce (doveè ubicata “Villa Massari” sede delRepartino, n.d.r.) al piano – 1 delPolo unico (il nuovo ospedaleSanta Maria della Misericordia,n.d.r.), in pochi mesi. Chissàquanto si poteva fare in diecianni, avendoci pensato. Saràperché in certe corse gli ultimiarrivano sempre ultimi».

L’ARCIVESCOVO MONS. GUALTIERO BASSETTI IN VISITAAL CAMPO-MISSIONE CARITAS UMBRIA IN KOSOVO

Dal 6 all’8 giugno prossimi l’arcivescovo mons.Gualtiero Bassetti guiderà una delegazionedell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve inKosovo, a Raduloc, dove sorge dal settembre1999, appena cessate le ostilità belliche tra serbie kosovari, il Campo-missione della CaritasUmbria. E’ una casa di accoglienza animata egestita da giovani volontari provenientidall’Umbria, ma anche dallo stesso Kosovo, cheattualmente ospita una quarantina di minoriorfani o in difficoltà ed aiuta alcune centinaia difamiglie in gravi situazioni di disagio. Il CampoCaritas di Raduloc, fin dal suo inizio, ha accolto ed

aiutato molte persone senza badare alla loro etniae alla loro religione, contribuendo, nel suo“piccolo”, al processo di riappacificazione e diconvivenza tra kosovari albanesi (in maggioranzamusulmani) e serbi (ortodossi). Mons. Bassettivisiterà per la prima volta questo luogo di carità emissione delle otto Chiese diocesane dell’Umbriaal di fuori dei confini nazionali. E’ un luogo cherappresenta un’esperienza, un’opportunità dicrescita comune nella fede come comunitàcristiane che si prodigano con gratuità per portarepace attraverso opere di carità a popolazioniprofondamente ferite nell’animo e nel corpo.