IL 4 MAGGIO A TORINO Sindone: l’incontro con il volto di ... · la mia voce e io le co-nosco ed...

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D E L L A D I O C E S I D I C O M O D E L L A D I O C E S I D I C O M O D E L L A D I O C E S I D I C O M O D E L L A D I O C E S I D I C O M O D E L L A D I O C E S I D I C O M O PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO Cari amici, questa è la vera Cari amici, questa è la vera Cari amici, questa è la vera Cari amici, questa è la vera Cari amici, questa è la vera ragione di speranza dell’umanità: ragione di speranza dell’umanità: ragione di speranza dell’umanità: ragione di speranza dell’umanità: ragione di speranza dell’umanità: la storia ha un senso, perché è la storia ha un senso, perché è la storia ha un senso, perché è la storia ha un senso, perché è la storia ha un senso, perché è “abitata” dalla Sapienza di Dio. “abitata” dalla Sapienza di Dio. “abitata” dalla Sapienza di Dio. “abitata” dalla Sapienza di Dio. “abitata” dalla Sapienza di Dio. E tuttavia, il disegno divino non si E tuttavia, il disegno divino non si E tuttavia, il disegno divino non si E tuttavia, il disegno divino non si E tuttavia, il disegno divino non si compie automaticamente, perché compie automaticamente, perché compie automaticamente, perché compie automaticamente, perché compie automaticamente, perché è un progetto d’amore, e l’amore è un progetto d’amore, e l’amore è un progetto d’amore, e l’amore è un progetto d’amore, e l’amore è un progetto d’amore, e l’amore genera liber genera liber genera liber genera liber genera libertà e chiede liber tà e chiede liber tà e chiede liber tà e chiede liber tà e chiede libertà. tà. tà. tà. tà. Il Regno di Dio viene cer Il Regno di Dio viene cer Il Regno di Dio viene cer Il Regno di Dio viene cer Il Regno di Dio viene certamente, tamente, tamente, tamente, tamente, anzi, è già presente nella storia anzi, è già presente nella storia anzi, è già presente nella storia anzi, è già presente nella storia anzi, è già presente nella storia e, grazie alla venuta di Cristo, e, grazie alla venuta di Cristo, e, grazie alla venuta di Cristo, e, grazie alla venuta di Cristo, e, grazie alla venuta di Cristo, ha già vinto la forza negativa del ha già vinto la forza negativa del ha già vinto la forza negativa del ha già vinto la forza negativa del ha già vinto la forza negativa del maligno. Ma ogni uomo e donna maligno. Ma ogni uomo e donna maligno. Ma ogni uomo e donna maligno. Ma ogni uomo e donna maligno. Ma ogni uomo e donna è responsabile di accoglierlo è responsabile di accoglierlo è responsabile di accoglierlo è responsabile di accoglierlo è responsabile di accoglierlo nella pr nella pr nella pr nella pr nella propria vita, gior opria vita, gior opria vita, gior opria vita, gior opria vita, giorno per no per no per no per no per gior gior gior gior giorno. Per no. Per no. Per no. Per no. Perciò, anche il 2010 ciò, anche il 2010 ciò, anche il 2010 ciò, anche il 2010 ciò, anche il 2010 sarà più o meno “buono” nella sarà più o meno “buono” nella sarà più o meno “buono” nella sarà più o meno “buono” nella sarà più o meno “buono” nella misura in cui ciascuno, secondo misura in cui ciascuno, secondo misura in cui ciascuno, secondo misura in cui ciascuno, secondo misura in cui ciascuno, secondo le proprie responsabilità, saprà le proprie responsabilità, saprà le proprie responsabilità, saprà le proprie responsabilità, saprà le proprie responsabilità, saprà collaborare con la grazia di Dio. collaborare con la grazia di Dio. collaborare con la grazia di Dio. collaborare con la grazia di Dio. collaborare con la grazia di Dio. (Benedetto XVI, Angelus, 3 gennaio 2010) ANNO XXXV 24 APRILE 2010 E 1,20 16 l prossimo 4 maggio poco meno di mille pellegrini della diocesi di Como, per l’esattezza 975 suddivisi in diciannove pullman prove- nienti da tutte le zone della nostra vasta Chiesa locale, sa- ranno a Torino, guidati dal ve- scovo Diego, per la solenne Ostensione della Sacra Sindo- ne. L’arrivo nel capoluogo pie- montese sarà all’indomani del- la visita di Benedetto XVI. Al cospetto del sacro lino stanno giungendo milioni di fedeli da tutto il mondo, accolti da oltre 4mila volontari e indifferenti alle dispute storico-scientifiche, agli interrogativi che tale reli- quia ancora oggi suscita, per contemplare un volto che pro- voca riflessioni e indiscutibil- mente mette al cospetto del mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. Non vi è una regola precisa che stabili- sce ogni quanto la Sindone ven- ga esposta. Nemmeno gli stori- ci sanno ricostruire con esattez- za il numero delle Ostensioni. Nel corso del Novecento se ne contano sei. Questa in corso è definita la “prima del terzo mil- lennio”. Un caso a sé è quella del 2000, anno giubilare, a ca- vallo non solo fra due secoli ma anche fra due millenni… L’O- stensione viene decretata dal Santo Padre, il quale, dal 1983, con la morte di Umberto di Sa- voia, è proprietario della Sin- done. Nelle pagine centrali di I questo numero de Il Settimana- le un inserto ci aiuta ad appro- fondire l’argomento. Iniziamo il nostro cammino aiutati dal Ve- scovo Diego. Saranno circa mille i pel- legrini che, accompagnati da Lei, si recheranno a To- rino per l’Ostensione della Sindone: più del doppio co- loro che autonomamente o, con la parrocchia, giunge- ranno al cospetto del “sacro lino”… Come leggere, quale interpretazione dare a que- sto interesse sincero per la Sindone, che va oltre qual- siasi dubbio o scetticismo? Con quale atteggiamento auspica che i pellegrini si avvicinino alla Sindone? «La Sindone è come un dito puntato: non si “va a vedere” la Sindone. Si va a realizzare un incontro nuovo, e più profondo, con Gesù nel momento decisivo della sua vita, della sua passio- ne. Lo incontriamo in questo segno straordinario che conti- nua a interrogarci, anche dal punto di vista scientifico e sto- rico, sulla Risurrezione. Perché nessuno è ancora riuscito a spiegare che cosa sia successo dentro quella stoffa… A pre- scindere dalla riconoscibilità e dalle certezze scientifiche, il nostro pellegrinaggio vuole es- sere un’occasione, nuova e più profonda, di meditazione, di ri- flessione, di incontro con la Pas- sione del Signore. L’itinerario che accompagnerà i pellegrini nella progressiva lettura dei particolari della Sindone, aiu- ta ad andare al di là di un even- to legato solo alla straordina- rietà del segno, per capire che questa reliquia ci parla dell’uni- ca cosa che ci sta a cuore. E che non è tanto la verità storica e scientifica, ma la sua capacità di ricordarci, di farci ripresen- tare alla memoria e alla co- scienza la verità dell’amore sconfinato di Dio». Come si inserisce il pelle- grinaggio alla Sindone nel cammino della pastorale ordinaria della diocesi? «Il cammino della diocesi è normalmente un cammino “ver- so” il Signore e “con” il Signore: con la forza che Lui ci dona e verso il servizio all’umanità. In questo cammino ordinario – che è fatto di predicazione, liturgia, esercizio della carità, celebra- zione dei sacramenti – non c’è discontinuità o alternativa ri- spetto a qualsiasi pellegrinag- gio. Questo, poi, che ci porta a Torino, mi sembra ben inserito nella quotidianità di quello che le nostre comunità cristiane devono sperimentare e di cui si devono nutrire, per esercitare la propria missione nei confron- ti del mondo. Non andiamo a Torino per fare una bella espe- rienza. Andiamo a Torino per “caricare le pile”, per continua- re a tenere accesa la fiaccola della fede, che serve a tutti, per arricchire la vita di significati e di valori per cui valga la pena di faticare e soffrire». Lei sottolinea sempre l’im- portanza dei rapporti per- sonali, della necessaria cre- azione di una rete di fra- ternità: l’incontro con la Sindone ci fa incontrare un volto, in luglio è in program- ma il pellegrinaggio dioce- sano a Lisieux, per essere vicini a santa Teresa, che si fece chiamare “del volto santo”… Quali atteggiamen- ti ci suggeriscono questi momenti forti? «La fede cristiana è un faccia- a-faccia con Dio. Altre fedi sono costrette a rimanere davanti a una “cifra” indescrivibile e intraducibile… Per il cristiano, invece, l’incontro personale con il volto del Signore Gesù è l’ele- mento decisivo della fede. Noi non crediamo in una onnipoten- za vaga, distante e inconosci- bile… Noi crediamo in Dio, che è onnipotente, o forse sarebbe meglio dire che è “onni-aman- te”, che si è manifestato sul vol- to del Signore Gesù… Incontra- re faccia-a-faccia il Signore è un anelito che ritroviamo fin dal- l’esperienza di Mosè… Tutto diventa possibile per il cristia- no quando fissa il suo sguardo sul volto di Gesù. Che non è un’attività superstiziosa, ma è il desiderio di incontrare la sua persona, di conoscere le sue parole, le sue scelte, il suo modo di vivere, lo Spirito con cui Gesù faceva le sue cose… Perché è questo Spirito, che viene emes- so da Cristo morente sulla Cro- ce, che raggiunge la Chiesa ed è in questa relazione personale con il Signore Gesù che ciascu- no ritrova la propria identità, la propria missione, il proprio servizio alla pienezza della vita di tutti, nel mondo…». Allora buon pellegrinag- gio… «Grazie. E, a tutti auguro che questo pellegrinaggio sia non solo un momento di svago “spi- rituale”, ma un’esperienza pro- fonda del nostro incontro con Gesù e della nostra speranza di essere sempre più assimilati a Lui». IL 4 MAGGIO A TORINO Sindone: l’incontro con il volto di Cristo ALLE PAGINE 19,20,21,22 LIBRETTO PER LA BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE SONO DISPONIBILI ANCORA COPIE Prenotazioni (da lunedì a venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 18.30): 031-263533 ENRICA LATTANZI Foto Pozzi-Maspero

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D E L L A D I O C E S I D I C O M OD E L L A D I O C E S I D I C O M OD E L L A D I O C E S I D I C O M OD E L L A D I O C E S I D I C O M OD E L L A D I O C E S I D I C O M O

PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A.SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV.IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO

Cari amici, questa è la veraCari amici, questa è la veraCari amici, questa è la veraCari amici, questa è la veraCari amici, questa è la veraragione di speranza dell’umanità:ragione di speranza dell’umanità:ragione di speranza dell’umanità:ragione di speranza dell’umanità:ragione di speranza dell’umanità:la storia ha un senso, perché èla storia ha un senso, perché èla storia ha un senso, perché èla storia ha un senso, perché èla storia ha un senso, perché è“abitata” dalla Sapienza di Dio.“abitata” dalla Sapienza di Dio.“abitata” dalla Sapienza di Dio.“abitata” dalla Sapienza di Dio.“abitata” dalla Sapienza di Dio.E tuttavia, il disegno divino non siE tuttavia, il disegno divino non siE tuttavia, il disegno divino non siE tuttavia, il disegno divino non siE tuttavia, il disegno divino non sicompie automaticamente, perchécompie automaticamente, perchécompie automaticamente, perchécompie automaticamente, perchécompie automaticamente, perchéè un progetto d’amore, e l’amoreè un progetto d’amore, e l’amoreè un progetto d’amore, e l’amoreè un progetto d’amore, e l’amoreè un progetto d’amore, e l’amoregenera libergenera libergenera libergenera libergenera libertà e chiede libertà e chiede libertà e chiede libertà e chiede libertà e chiede libertà.tà.tà.tà.tà.Il Regno di Dio viene cerIl Regno di Dio viene cerIl Regno di Dio viene cerIl Regno di Dio viene cerIl Regno di Dio viene certamente,tamente,tamente,tamente,tamente,anzi, è già presente nella storiaanzi, è già presente nella storiaanzi, è già presente nella storiaanzi, è già presente nella storiaanzi, è già presente nella storiae, grazie alla venuta di Cristo,e, grazie alla venuta di Cristo,e, grazie alla venuta di Cristo,e, grazie alla venuta di Cristo,e, grazie alla venuta di Cristo,ha già vinto la forza negativa delha già vinto la forza negativa delha già vinto la forza negativa delha già vinto la forza negativa delha già vinto la forza negativa delmaligno. Ma ogni uomo e donnamaligno. Ma ogni uomo e donnamaligno. Ma ogni uomo e donnamaligno. Ma ogni uomo e donnamaligno. Ma ogni uomo e donnaè responsabile di accoglierloè responsabile di accoglierloè responsabile di accoglierloè responsabile di accoglierloè responsabile di accoglierlonella prnella prnella prnella prnella propria vita, gioropria vita, gioropria vita, gioropria vita, gioropria vita, giorno perno perno perno perno pergiorgiorgiorgiorgiorno. Perno. Perno. Perno. Perno. Perciò, anche il 2010ciò, anche il 2010ciò, anche il 2010ciò, anche il 2010ciò, anche il 2010sarà più o meno “buono” nellasarà più o meno “buono” nellasarà più o meno “buono” nellasarà più o meno “buono” nellasarà più o meno “buono” nellamisura in cui ciascuno, secondomisura in cui ciascuno, secondomisura in cui ciascuno, secondomisura in cui ciascuno, secondomisura in cui ciascuno, secondole proprie responsabilità, sapràle proprie responsabilità, sapràle proprie responsabilità, sapràle proprie responsabilità, sapràle proprie responsabilità, sapràcollaborare con la grazia di Dio.collaborare con la grazia di Dio.collaborare con la grazia di Dio.collaborare con la grazia di Dio.collaborare con la grazia di Dio.

(Benedetto XVI, Angelus, 3 gennaio 2010)

ANNO XXXV24 APRILE 2010E 1,20 16

l prossimo 4 maggio pocomeno di mille pellegrinidella diocesi di Como, perl’esattezza 975 suddivisi indiciannove pullman prove-

nienti da tutte le zone dellanostra vasta Chiesa locale, sa-ranno a Torino, guidati dal ve-scovo Diego, per la solenneOstensione della Sacra Sindo-ne. L’arrivo nel capoluogo pie-montese sarà all’indomani del-la visita di Benedetto XVI. Alcospetto del sacro lino stannogiungendo milioni di fedeli datutto il mondo, accolti da oltre4mila volontari e indifferentialle dispute storico-scientifiche,agli interrogativi che tale reli-quia ancora oggi suscita, percontemplare un volto che pro-voca riflessioni e indiscutibil-mente mette al cospetto delmistero della passione, morte erisurrezione di Cristo. Non vi èuna regola precisa che stabili-sce ogni quanto la Sindone ven-ga esposta. Nemmeno gli stori-ci sanno ricostruire con esattez-za il numero delle Ostensioni.Nel corso del Novecento se necontano sei. Questa in corso èdefinita la “prima del terzo mil-lennio”. Un caso a sé è quelladel 2000, anno giubilare, a ca-vallo non solo fra due secoli maanche fra due millenni… L’O-stensione viene decretata dalSanto Padre, il quale, dal 1983,con la morte di Umberto di Sa-voia, è proprietario della Sin-done. Nelle pagine centrali di

Iquesto numero de Il Settimana-le un inserto ci aiuta ad appro-fondire l’argomento. Iniziamo ilnostro cammino aiutati dal Ve-scovo Diego.

Saranno circa mille i pel-legrini che, accompagnatida Lei, si recheranno a To-rino per l’Ostensione dellaSindone: più del doppio co-loro che autonomamente o,con la parrocchia, giunge-ranno al cospetto del “sacrolino”… Come leggere, qualeinterpretazione dare a que-sto interesse sincero per laSindone, che va oltre qual-siasi dubbio o scetticismo?Con quale atteggiamentoauspica che i pellegrini siavvicinino alla Sindone?

«La Sindone è come un ditopuntato: non si “va a vedere” laSindone. Si va a realizzare unincontro nuovo, e più profondo,con Gesù nel momento decisivodella sua vita, della sua passio-ne. Lo incontriamo in questosegno straordinario che conti-nua a interrogarci, anche dalpunto di vista scientifico e sto-rico, sulla Risurrezione. Perchénessuno è ancora riuscito aspiegare che cosa sia successodentro quella stoffa… A pre-scindere dalla riconoscibilità edalle certezze scientifiche, ilnostro pellegrinaggio vuole es-sere un’occasione, nuova e piùprofonda, di meditazione, di ri-flessione, di incontro con la Pas-

sione del Signore. L’itinerarioche accompagnerà i pellegrininella progressiva lettura deiparticolari della Sindone, aiu-ta ad andare al di là di un even-to legato solo alla straordina-rietà del segno, per capire chequesta reliquia ci parla dell’uni-ca cosa che ci sta a cuore. E chenon è tanto la verità storica escientifica, ma la sua capacitàdi ricordarci, di farci ripresen-tare alla memoria e alla co-scienza la verità dell’amoresconfinato di Dio».

Come si inserisce il pelle-grinaggio alla Sindone nelcammino della pastoraleordinaria della diocesi?

«Il cammino della diocesi ènormalmente un cammino “ver-so” il Signore e “con” il Signore:con la forza che Lui ci dona everso il servizio all’umanità. Inquesto cammino ordinario – cheè fatto di predicazione, liturgia,esercizio della carità, celebra-zione dei sacramenti – non c’èdiscontinuità o alternativa ri-spetto a qualsiasi pellegrinag-gio. Questo, poi, che ci porta aTorino, mi sembra ben inseritonella quotidianità di quello chele nostre comunità cristianedevono sperimentare e di cui sidevono nutrire, per esercitarela propria missione nei confron-ti del mondo. Non andiamo aTorino per fare una bella espe-rienza. Andiamo a Torino per“caricare le pile”, per continua-

re a tenere accesa la fiaccoladella fede, che serve a tutti, perarricchire la vita di significatie di valori per cui valga la penadi faticare e soffrire».

Lei sottolinea sempre l’im-portanza dei rapporti per-sonali, della necessaria cre-azione di una rete di fra-ternità: l’incontro con laSindone ci fa incontrare unvolto, in luglio è in program-ma il pellegrinaggio dioce-sano a Lisieux, per esserevicini a santa Teresa, che sifece chiamare “del voltosanto”… Quali atteggiamen-ti ci suggeriscono questimomenti forti?

«La fede cristiana è un faccia-a-faccia con Dio. Altre fedi sonocostrette a rimanere davanti auna “cifra” indescrivibile eintraducibile… Per il cristiano,invece, l’incontro personale conil volto del Signore Gesù è l’ele-mento decisivo della fede. Noinon crediamo in una onnipoten-za vaga, distante e inconosci-bile… Noi crediamo in Dio, cheè onnipotente, o forse sarebbemeglio dire che è “onni-aman-te”, che si è manifestato sul vol-to del Signore Gesù… Incontra-re faccia-a-faccia il Signore è unanelito che ritroviamo fin dal-l’esperienza di Mosè… Tuttodiventa possibile per il cristia-no quando fissa il suo sguardosul volto di Gesù. Che non èun’attività superstiziosa, ma è

il desiderio di incontrare la suapersona, di conoscere le sueparole, le sue scelte, il suo mododi vivere, lo Spirito con cui Gesùfaceva le sue cose… Perché èquesto Spirito, che viene emes-so da Cristo morente sulla Cro-ce, che raggiunge la Chiesa edè in questa relazione personalecon il Signore Gesù che ciascu-no ritrova la propria identità,la propria missione, il proprioservizio alla pienezza della vitadi tutti, nel mondo…».

Allora buon pellegrinag-gio…

«Grazie. E, a tutti auguro chequesto pellegrinaggio sia nonsolo un momento di svago “spi-rituale”, ma un’esperienza pro-fonda del nostro incontro conGesù e della nostra speranza diessere sempre più assimilati aLui».

IL 4 MAGGIO A TORINO

Sindone: l’incontrocon il volto

di CristoALLE PAGINE

19,20,21,22

LIBRETTOPER LA

BENEDIZIONEDELLE FAMIGLIESONO DISPONIBILI

ANCORA COPIE

Prenotazioni(da lunedì a venerdì, dalle

ore 8.30 alle ore 18.30):031-263533

ENRICA LATTANZI

Foto Pozzi-Maspero

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RIFLESSIONIRIFLESSIONIRIFLESSIONIRIFLESSIONIRIFLESSIONI2P A G I N A

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

QUARTA DOMENICA DI PASQUA - ANNO C

GESÙ CRISTO RESTA IL VERO PASTORE

Ciascuna pecoraè importante,unica ai suoi occhidi ANGELO SCEPPACERCA

AT 13,14.43-52SAL 99AP 7,9.14-17GV 10,27-30

Parolanoi

QUARTA SETTIMANAdel Salterio

e mie pecore ascoltanola mia voce e io le co-nosco ed esse mi se-guono. Io do loro lavita eterna e non an-

dranno perdute in eterno e nessu-no le strapperà dalla mia mano.Il Padre mio, che me le ha date, èpiù grande di tutti e nessuno puòstrapparle dalla mano del Padre.Io e il Padre siamo una cosa sola”.

Sullo sfondo delle parole diGesù c’è il Tempio di Gerusa-lemme. Quello “nuovo” è il “cor-po” di Gesù e il nuovo culto èl’adorazione al Padre “in Spiritoe verità”. Nel tempio Gesù avevaguarito il paralitico e perdonatol’adultera. Gesù che “passeggia”nel tempio è immagine della co-munione/unità del Padre e delFiglio, nella quale noi troviamola guarigione del perdono perchésiamo le sue “pecore”, che nessu-no può strappare dalle sue mani.

Noi siamo custoditi nelle manidel Signore, come agnelli sullespalle del pastore bello. Questo èmotivo di gioia profonda e abbon-

dante, nonostante le miserie, ledebolezze e le crisi. Il grandedono è custodito nel cuore stessodi Dio, là dove Gesù e il Padresono una sola cosa e noi in loro.

Ognuno di noi è unico, incon-fondibile, perché prima ancora èunico il Pastore. Possiamo seguir-lo, perché conosciamo la sua voce,diversa da quella di qualsiasi al-tro. Noi crediamo che uno solo è ilvolto di Dio. E perché questo seco-lo è povero di fede, la misericordiaha lasciato anche un segno conso-lante e strepitoso: la Sindone diTorino. Quel volto! Se non Lui,chi? In questa Domenica la Chie-sa tutta prega per le vocazioni dispeciale consacrazione, ognunadi esse nasce proprio da quel rap-porto personale di conoscenza edi amore fra il pastore e le “suepecore”, quelle che scelgono dimettersi sulle sue spalle, viven-do lo stesso rapporto di comunio-ne e di unità che c’è fra il Padree il Figlio. È questa vita che fa, diogni consacrato – sacerdote, reli-gioso, suora – un discepolo gioio-

so, un “altro Gesù”.E Gesù resta il vero pastore,

l’opposto del mercenario che è pa-gato, sfrutta e strumentalizza lepecore. Il vero pastore dà la vitaper esse, non le domina, le serve,le conosce per nome, ciascuna èimportante, unica ai suoi occhi.

Se si vuole conoscere un altrosegno evidente del buon pastore,si può salire a La Verna, sul mon-te dove Francesco ricevette il se-gno delle stimmate per divenirelui stesso una sindone vivente,uguale al crocifisso, al più bellotra i figli dell’uomo, al pastorebuono che raduna le pecore, ri-trovandole una ad una, capaceperfino di trasformare in agnelliquelli che non lo sono: i lupi, ibriganti, gli assassini, i tradito-ri, i lontani che più lontani non sipuò dal recinto e dalla casa delPadre. E in croce Francesco com-pie l’opera del grande Sacerdote,il mediatore fra il cielo e la terra;come lui ha le mani inchiodate, èsospeso fra cielo e terra e gridal’oscurità e il silenzio del cielo su

FRA una terra dove s’è fatto buio.Preti di ieri e di oggi, come don

Andrea Santoro, ucciso in Tur-chia quattro anni fa e che ha la-sciato tracce del suo essere disce-polo di Cristo buon pastore, allaricerca della pecora perduta, nel-le donne svilite nella dignità, sot-tomesse al dispotismo del padro-ne di turno. “Ho visto lo spettaco-lo squallido ed amaro di unazona piena di prostitute e di ho-tel posticci trasformati in case diappuntamento”, scrisse in unalettera al rientro da un primoviaggio nell’antica Trebisonda.“Ci si prostituisce per un piattodi minestra. Le donne vendono lapropria dignità, gli uomini com-prano la propria vergogna”.

Se qualcuno accetta di scende-re nella spaccatura, vedrà torna-re anche la colomba e le immagi-ni dell’amore ineffabile. Torna loSposo-pastore. Ora, finalmente,non è più notte. La sposa lo rico-nosce e può dire: “La sua sinistraè sotto il mio capo, e la sua destrami abbraccia”.

PROPOSTE DI MONS. DIEGO COLETTI

VIVERE DA PRETEa vocazione a rinno-varsi in Cristo, che èrivolta ad ogni perso-na umana, assumequalche sfumatura

particolare nel caso della vita delprete? Lo svolgimento del suoministero in mezzo al popolo diDio quali ripercussioni porta nel-la vita del ministro ordinato?Che senso ha per un cristianosentirsi chiamato a realizzare, inun modo necessario al pieno co-stituirsi della Chiesa, il manda-to affidato da Gesù agli apostoli?Come potrà far crescere tuttoquesto, cioè realizzare l’indispen-sabile cura di sé?»

Sono queste le domande chemons. Coletti si pone e che offro-no la struttura portante del volu-me, suddiviso in quattro grandicapitoli nei quali i temi principalidella spiritualità sacerdotale svi-

NOVITÀ IN LIBRERIA

IL CUORE DEI PRETIIn che modo i preti vivono le relazioni inter-per-sonali? E gli affetti? I sentimenti? Nell’anno de-dicato da Benedetto XVI ai sacerdoti, questovolume affronta un problema concreto nella vitadei consacrati. La solitudine del cuore, uno deigrandi mali dei nostri tempi, tocca anche moltisacerdoti. Forse non basta più affermare che èsufficiente «l’amore di Dio e per Dio», ma è ne-cessario riappropriarsi della polifonia dell’esi-stenza e dell’amore: ama Dio, ama il tuo prossi-mo, come ami te stesso. Un volume a più voci -Gino Rigoldi, Fulvio Scaparro, Ermes Ronchi, Marco Garzonio,Giovanni barbareschi, Romano Martinelli - nato nella Chiesaambrosiana da una giornata di studio e riflessione sul tema edestinato a suscitare non pochi echi. MARCO GARZONIO (acura di), Il cuore dei preti. L’educazione sentimentale edaffettiva dei sacerdoti, San Paolo, pagine 128, euro 11,00.Un libro che tocca le ragioni di fondo del sa-cerdozio ordinato e lo confronta con il sacerdo-zio comune a tutti i fedeli in forza del battesi-mo. Si dice spesso che c’è carenza di clero: nonpotrebbero e non dovrebbero allora i laici farsicarico dei compiti dei sacerdoti? E se davantia Dio i battezzati hanno la stessa dignità, nonè giunto allora il momento di organizzare leparrocchie in modo democratico? In dialogo conla teologia di Papa Benedetto XVI, alla lucedel Concilio Vaticano II, il card. Paul JosefCordes spiega, la differenza essenziale tra ipastori ordinati e gli altri membri del Popolodi Dio, partendo dalla domanda di base: A checosa si deve il sacerdozio ordinato nella Chiesa? PAUL JOSEFCORDES, Perché sacerdote? Risposte attuali con BenedettoXVI, San Paolo, pagine 256, euro 14,00.Frutto del ritiro sacerdotale internazionale chesi è tenuto ad Ars dal 27 settembre al 3 ottobre2009, con la predicazione del card. ChristophSchönborn, il volume riprende, approfondisce esviluppa, alla luce degli insegnamenti del Cu-rato d’Ars, i temi principali, e che stanno più acuore a Benedetto XVI, dell’Anno Sacerdotale:la vocazione sacerdotale come consacrazione perla salvezza del mondo; il sacerdote, testimonedell’amore di Dio; il sacerdote, uomo della Pa-rola e della preghiera; sacerdozio, Eucaristia ecarità pastorale. Il libro, indicato soprattuttoai sacerdoti, vuole essere un invito a riscoprire,pur tra tante difficoltà e problemi, la gioia di essere prete in unmondo e in un momento particolare in cui di questo ministero simettono in evidenza solo le ombre. CHRISTOPH SCHÖNBORN,la gioia di essere prete, Paoline, pagine 138, euro 12,50.Si conclude la pubblicazione dei quattro volu-metti (che si possono facilmente unire al bre-viario) con 365 pensieri per l’anno sacerdota-le: scintille di luce tratte dalla Scrittura, daiPadri della Chiesa, dai Santi, dal Concilio Va-ticano II. Testi di teologi, papi, testimoni cheinvitano all’essenziale. Il volumetto della pri-mavera richiama una delle quattro dimensio-ni fondamentali della della vita dei preti: leprospettive (le altre sono state: l’essere - l’agi-re - le sfide). HUBERTUS BLAUMEISER -TONINO GANDOLFO (a cura di), Come ilpadre ha amato me. 4. Primavera: le pro-spettive, Città Nuova, pagine 104, euro 6,00.

a cura di AGOSTINO CLERICI

luppata a partire dai documentidel Magistero ed in particolaredall’Esortazione apostolica Pa-stores Dabo Vobis si rincorrono esi richiamano in maniera com-plementare.

Infatti, l’intento dell’Autorenon è quello di offrire una sinte-si organica e strutturata di unateologia del Ministero Ordinato,bensì di mettere a disposizioneuna serie di spunti di meditazio-ne nati dalla sua ventennaleesperienza di educatore nei Se-minari.

Il testo è apparso per la primavolta agli inizi degli anni ’90 el’occasione di una sua riedizioneè offerta dalla celebrazione del-l’Anno Sacerdotale, indetto daBenedetto XVI, che si conclude-rà il prossimo 19 giugno.

Ciascuna delle ventotto medi-tazioni occupa non più di cinque

DIEGO COLETTI,Vivere da prete,Ancora, pagine 158,euro 12,50

«L

o sei pagine e può essere letta,con calma, in un tempo ragione-vole. Il libro, tuttavia, «è scrittoper essere preso a piccole dosi» inmodo che il lettore possa sentir-si spinto a riflettere più che adapprendere, a raccogliere stimolie sollecitazioni a tenere destoquell’atteggiamento fecondo ematuro che consiste nell’impara-re ad imparare dalla vita.

Una lettura sapienziale – pro-pone mons. Vescovo – che vuoleraccogliere gli aspetti più impor-tanti del ministero mettendol’accento sulla concretezza dellavita del ministro, dell’uomo e delcredente chiamato e scelto daDio e dalla Chiesa nel serviziodei fratelli, in una vita comequella degli apostoli.

I numerosi riferimenti allaScrittura sviluppano, nella ri-flessione personale, quella rela-zione diretta con la Parola di Dioche plasma la vita del credente,fa crescere la fede e permette diconformarsi a Cristo Pastore nonsolo nel fare o nel pensare ma nelprofondo del proprio sentire.

Se i destinatari privilegiatisono i presbiteri e coloro che sistanno preparando ad esserlo, lepagine «possono rivelarsi utilianche per tutti coloro che voglio-no aver l’occasione di penetrarealmeno un poco all’interno deiproblemi “spirituali” della vitasacerdotale, per conoscere i pre-ti al di là della superficie e deiluoghi comuni».

don MICHELE [email protected]

STEFANO FONTANA

Vocazione e attesaL’uomo dei nostri giorni ha perso la sua dire-zione, non è più in grado di capire verso dovesta muovendo i suoi passi. Forse perché hasmesso di vedere nelle cose della vita e in tut-to ciò che lo circonda, una chiamata, un ap-pello, una parola che gli viene rivolta e chechiede soltanto un’adesione. Riconoscere que-sta chiamata vuoi dire accettare l’impossibi-lità di determinare tutto, di produrre da soli

il senso del nostro agire, e imparare così a costruirci nella nostraidentità scegliendo di accogliere, anzi, di abbracciare il compitoche ci è stato affidato.L’autore di questo saggio, Stefano Fontana, definisce “crisi dellavocazione” questa incapacità ad ascoltare la realtà intorno a noidovuta alla pretesa di autosufficienza della ragione, che spezza ilcircolo tra vocazione e attesa fiduciosa del compimento di ciò cheè già in noi. L’uomo che rinuncia all’attesa e proclama l’assolutaautonomia del mondo, paradossalmente, mentre esalta il diveni-re, lo svuota di significato. Se tutto è prodotto esclusivo dell’uo-mo, non possono più manifestarsi eventi nuovi e il cambiamentosi riduce ad una successione programmata e causale.Dalla sfera privata alla responsabilità pubblica, la crisi dellavocazione inibisce tre atteggiamenti fondamentali per la convi-venza sociale: l’accoglienza, la gratitudine e la gratuità. Questolibro affronta il problema della vocazione dal punto di vistafenomenologico, antropologico e politico, con l’ambizione e il de-siderio di suggerire la strada per un’inversione di tendenza chepossa sollevare l’uomo dal suo smarrimento.

MARIAVERA SPECIALESTEFANO FONTANA, Parola e comunità politica. Saggiosu vocazione e attesa, Cantagalli, pagine 168, euro 11,50

«L

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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 20103

P A G I N A

PRIMO PIANOPRIMO PIANOPRIMO PIANOPRIMO PIANOPRIMO PIANOCHIESA

presumibile che donGuanella conoscessebene la Sacra Sindo-ne, a causa dei suoifrequenti viaggi a To-

rino durante gli anni del suoministero sacerdotale a Savo-gno (1867-1875) per accompa-gnarvi giovani in discernimen-to vocazionale e minorati pres-so le strutture di don Bosco edel Cottolengo e in seguito peril suo triennio di permanenzapresso i Salesiani (1875-1878).Era questo il periodo in cui iSalesiani avevano mostrato in-teresse per questa reliquia, im-pegnandosi per una sua mag-giore conoscenza.

Nel 1884, quando era ammi-nistratore Parrocchiale diPianello del Lario, nell’operet-ta “Nel mese dei fiori. Una mas-sima scritturale esposta in ognidì nella vita della beata Vergi-ne”, cita il sacro lenzuolo: «Ma-ria benedetta… avvolgeva quelcorpo sacratissimo in quel can-dido lino che fu poi detto dellasacratissima Sindone. È un sa-cro lino lungo metri quattro elargo due che avvolgendo il cor-po del divin Salvatore ne rice-vette miracolosamente le im-pronte. La santa Sindone èprincipalissima reliquia adora-bile del divin Salvatore ed è poistata a molti, ed ora lo è allacittà di Torino, gloria e consola-zione alta». Come ricordato inuna memoria di suor Rosa

Bosatta, nipote di suor Chiarae suor Marcellina (co-fondatricedelle Figlie di S. Maria dellaProvvidenza), nel 1908 donGuanella si reca ancora unavolta nel capoluogo piemonte-se per l’osten-sione, riportando-ne alcune riproduzioni a stam-pa su tela prodotte in occasio-ne della precedente ostensionedel 1898. Due di queste sonoancora conservate a Como: unaè appesa alle pareti dello stu-dio del Beato presso il Museo“Don Luigi Guanella” di Como,l’altra è conservata presso laCasa Divina Provvidenza. Se-condo suor Rosa Bosatta donGuanella portò queste riprodu-zioni che vennero «consegnatealla Ven. Madre M.B.[Marcellina Bosatta] da distri-buire alle diverse case e inqua-drarle». In ricordo e in omaggioa questa devozione di donGuanella per la Sacra Sindone,in concomitanza con la solenneesposizione della S. Sindone aTorino, anche il Santuario delSacro Cuore di Como sta espo-nendo una riproduzione fedele,in dimensione ed effetto, delprezioso lenzuolo, regalo del-l’Arcivescovo di Torino, Cardi-nale Severino Poletto, ai Servidella Carità.

na importante tappanel cammino versola canonizzazionedel beato don LuigiGuanella è stata se-

gnata martedì 20 aprile, festaliturgica della Beata ChiaraBosatta. Nella riunione tenutaa Roma, la Congregazione del-le Cause dei Santi, ha preso inesame e discusso il materiale ri-guardante l’esame canonico delpresunto miracolo attribuito adon Luigi Guanella, dandoneparere favorevole.

La sua Causa è arrivata aquesta tappa dopo i pareri fa-vorevoli della Commissionemedica (novembre 2009) e del-la Consulta dei Teologi (genna-io 2010), che hanno riconosciu-to da un lato l’inspiegabilitàscientifica e dall’altro l’efficaciadell’intercessione del BeatoLuigi Guanella per la guarigio-ne del giovane William Glissondi Springfield (un sobborgo diPhiladelphia, Pennsylvania,USA) che il 15 marzo 2002,mentre pattinava, cadde al suo-lo riportando un gravissimotrauma cranico che non lascia-va speranze.

Dopo questa riunione, il Pre-fetto della Congregazione delleCause dei Santi presenterà ilrisultato di tutto l’iter dellaCausa al Papa, che la esamine-rà in merito all’autorizzazionee in ordine alla promulgazionedel decreto e della fissazionedella data di canonizzazione.

«La data della canoniz-zazione - scrive il postulatoregenerale don Mario Carrera- sempre dopo l’approvazione eil decreto del santo Padre, saràproclamata nel Concistoro delfebbraio 2011. Ora abbiamo più

di un anno di tempo per far inmodo che la canonizzazione delFondatore diventi rugiada digrazia». Don Remigio Oprandi,Superiore Provinciale dei Ser-vi della Carità ha espresso lagrande gioia sua e delle comu-nità guanelliane: «Siamo vera-mente felici di questo ulteriorepasso avanti della causa dicanonizzazione del nostro Fon-datore. Cerchiamo ora di viverel’attesa del definitivo pronun-ciamento del Santo Padre in unclima di fede e speranza, impe-gnandoci a rinnovare dentro dinoi il nostro impegno ad imitar-lo nella sua totale fiducia nellaProvvidenza divina, nella solle-citudine pastorale e nel servizioverso i più poveri ed

emarginati». «È con gioia sin-cera – afferma il vescovo delladiocesi di Como monsignorDiego Coletti - che ho accoltola notizia di questo nuovo im-portante passo nel complessocammino verso la canoniz-zazione del beato Luigi Guanel-la, figlio della Chiesa di Comoe che potrebbe essere il primosanto dell’epoca moderna dellanostra diocesi. Ora attendiamotrepidanti la comunicazioneufficiale che il Santo Padre Be-nedetto XVI riterrà opportunofare. Come ho già avuto occa-sione di dire, ci rende quantomai lieti la felice circostanzache questi importanti riconosci-menti siano giunti durantel’Anno Sacerdotale.

VERSO LA SANTITÀ DOPO IL VIA LIBERA DEI CARDINALI SI ASPETTA IL “SI” DEFINITIVO DI PAPA BENEDETTO XVI

GUANELLA, RICONOSCIUTO IL MIRACOLO

ULa Congregazione per le cause dei santi hariconosciuto il miracolo attribuito al beatoGuanella per la guarigione (inspiegabile) di ungiovane americano, spianando di fatto lastrada alla canonizzazione del sacerdoteoriginario di Fraciscio. Al completamentodell’iter manca, ora, solo la firma di PapaBenedetto XVIpagina a cura di SILVIA FASANA

DAL 14 AL 23 APRILE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

UNA MOSTRA A MONTECITORIOl “nostro” prete montana-ro don Luigi Guanella èentrato a Palazzo Monte-citorio con tutti gli ono-ri. Da mercoledì 14 fino

al 23 aprile scorso, a Romapresso la sede della Camera deiDeputati, è stata allestita laMostra “È Dio che fa” propriosulla figura e l’opera del sacer-dote valchiavennasco, predispo-sta dal Centro Centro Cultura-le milanese “Veritas e Virtussemper”. La stessa mostra erastata presentata per la primavolta nell’agosto del 2008 al“Meeting per l’amicizia tra ipopoli” di Rimini. All’inaugura-zione era presente il Presiden-te della Camera, GianfrancoFini, che ha sottolineato l’im-portanza e la profonda attuali-tà della figura di don Guanella,con il suo coraggio di “prete difrontiera”, la sua passione peril sociale, «corroborata da unprofondissimo senso di caritàcristiana e di responsabilità neiconfronti dei più sfortunati»; ilsuo impegno verso i piùemarginati; il suo spirito mis-sionario; la sua grande capaci-tà «di utilizzare tutti gli stru-menti d’informazione allora adisposizione,… consapevole del-l’importanza della comunica-zione come strumento di forma-zione in un’Italia in cui la cul-tura apparteneva alle classi piùagiate». In tempi poi di emer-genza educativa, riforme scola-

stiche e precariato, don Guanel-la è stato ricordato per la suapassione educativa, per essereriuscito a «coniugare l’educa-zione e la formazione con il la-voro».Un manager della carità, dota-to di grande spirito pratico efede incrollabile che gli consen-tirono di creare case e centriper i poveri anche disponendodi scarse risorse finanziarie,nella convinzione che la Prov-videnza gli avrebbe consentitodi onorare gli impegni assunti.«Un “prete coraggio” – ha pro-seguito Fini - al quale la Ca-mera dei Deputati rende omag-gio ospitando questa interes-sante mostra… che non inten-de soltanto celebrare una figu-ra che ha risposto ai reali biso-gni del suo tempo, ma anche esoprattutto sottolineare un in-segnamento che conserva la suaattualità anche oggi, fondatosulla centralità della persona edella sua dignità… Questi in-segnamenti, le sue opere bene-fiche, ma soprattutto – come hascritto padre Alfonso Crippa,Superiore generale dei Servidella Carità - il bisogno di dareun significato al dolore; la vo-cazione a lottare contro il male;l’aspirazione a una vita futuranon più segnata dalla sofferen-za, costituiscono un modello chedeve ispirare la riflessione diogni uomo di buona volontà sialaico che cattolico».

Gli ha fatto eco il Ministro perle Pari Opportunità MariaRosaria Carfagna: «Anche chi fapolitica dovrebbe avere la capa-cità di guardare ogni giorno ibisogni degli altri, con sguardocaritatevole e voglia di fare. Senoi politici seguissimo l’esempiodi don Guanella, probabilmen-te saremmo meno attratti dallagestione del potere e più attential soddisfacimento dei bisognidei cittadini».

«Educare è attendere con pa-zienza – ha ricordato donMariolino Mapelli, Presidentedel Centro Culturale “Veritas eVirtus semper” e curatore dellamostra – un impegno quotidia-no contraddistinto dall’amore-volezza dell’educatore versol’educando, nel cammino comu-ne verso la bellezza».

È toccato poi al parrocoguanelliano della ParrocchiaSanta Maria della Provvidenzadi Napoli, don Aniello Man-ganiello sottolineare come«L’Opera Don Guanella è una fa-miglia aperta a chi ha bisogno,dando anche solo una gocciad’acqua magari, perché – ricor-da – non si può parlare di GesùCristo se la gente non ha nean-che un pezzo di pane da man-giare».

Non ha bisogno di altre paro-le la sua presenza quotidiana ecoraggiosa a Scampia, per darecoraggio e speranza a tanta “bel-la umanità”.

I

GUANELLA E IL SACRO LINO

DAVANTI ALLA SINDONE

E’

Don Luigi Guanella è unesempio da seguire, testimonedi una carità autentica, vissu-ta nell’amore e nell’attenzionegratuita nei confronti dei pro-pri fratelli, specie i più fragili».

Ricordiamo che la beatifica-zione di don Luigi Guanella erastata ufficializzata il 25 ottobre1964 da Papa Paolo VI con le

seguenti parole: «Vorremmocarpire il segreto e cogliere ilprincipio interiore di tale san-tità.... E non sarebbe facile …se egli stesso non ci aiutasse equasi ci imponesse a vedere inlui null’altro che un effettodella Bontà divina, un frutto,un segno della divina Provvi-denza».

La casa nataledel beatoGuanella aFracisco

Il sacerdote comascovisitò diverse volteTorino dove contemplòla Sindone

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INTERNIESTERIINTERNIESTERIINTERNIESTERIINTERNIESTERIINTERNIESTERI4P A G I N A

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

SOCIETÀ

BENEDETTO XVI A MALTA

In mani sicure

oma-Vienna, poco piùdi un’ora. Vienna-Ro-ma, oltre 14 ore. Nelgiro di neppure 24 ore,venerdì 16 aprile, sono

uno dei moltissimi viaggiatorivolanti coinvolti in un’imprevi-sta avventura.

Ceneri in cielo e aerei a ter-ra. Molto caos ma c’è anche,come accade in queste stranesituazioni, qualche riflessionedi fronte all’eruzione di un vul-cano islandese dal nome impro-nunciabile: Eyjafjallajökull.

Voli cancellati, l’unica solu-zione è un mezzo con le ruote.

Il treno da Vienna a Venezia– diventato poi un autobus – èaffollato da professionisti, im-prenditori e turisti.

Si apre un dibattito senzamoderatore: ognuno ha un pen-siero da esprimere, c’è voglia dicondividere quanto passa per lamente.

Non ci sono lamentazioni,neppure per le lunghe file allebiglietterie delle stazioni ferro-viarie viennesi per trovare unposto. Il primo “giro” di opinio-ni riguarda il disagio per milio-ni di persone in viaggio e pergli stessi lavoratori delle lineeaeree. Si aggiungono le preoc-cupazioni per i danni all’econo-mia e non manca la domandasulla possibile durata dell’eru-zione e delle sue conseguenze.

Il secondo “giro” entra nelmerito: un improvviso impetodella natura ferma la corsa del-l’uomo e, per così dire, riportatutti indietro nel tempo.

Il progresso scientifico e tec-nologico viene di colpo fermatoda un vulcano che lancia le ce-neri a oltre dieci km di altezzaformando una sorte di nube dicui non si riesce a controllare ilcammino negli spazi aerei dimolti Paesi.

Nel dibattito su rotaia inco-minciano a far capolino rifles-sioni che riguardano il rappor-to tra l’uomo e la natura, spun-tano pensieri che toccano lacultura della velocità del vive-re, del “tempo denaro”, del tem-po da non perdere.

Il vulcano islandese, con leceneri lancia anche un messag-gio. Non per mettere in discus-sione le conquiste della scienzae della tecnologia ma per rileg-gerle alla luce della vita dell’uo-mo.

Provoca tra i viaggiatori unariflessione sul valore e sul si-gnificato del tempo che abitual-mente viene ritenuto un “qual-cosa” che si può possedere e con-sumare a propria discrezione.

Qualcuno arriva a chiedersise non sia il caso di pensare iltempo come un dono.

Non è un dibattito tra filosofie ancor meno tra teologi quello

IL VULCANO E L’UOMO PENSIERI A BORDO DI UN TRENO

Ceneri in cielo e aerei a terra

uesta volta il colpod’occhio è su un libro,un libro dalla coperti-na rossa e perciò cono-sciuto anche come il

Libro rosso… No, se qualcunopensa a Mao se lo tolga dalla te-sta. Il padre della Rivoluzioneculturale non c’entra. Del restoil suo era un libricino, il “Libret-to rosso”, e conteneva massime epensieri. Invece il cosiddetto “Li-bro rosso della Chiesa”, ufficial-mente denominato “AnnuarioPontificio”, contiene nomi e nu-meri e - a parte il formato (insedicesimo) - è un “librone” di2.354 + 110* pagine. Tante ne con-ta l’edizione 2010. Senza andaretroppo lontano – l’”Annuario Pon-tificio” cominciò ad uscire con que-sto nome nel 1860 e dopo un peri-odo di pubblicazione sotto altrinomi lo riprese nel 1912 –, bastasfogliare le prime pagine di un“Annuario” di 35 anni fa per ve-dere che, almeno fino a Paolo VI,il papa in carica era definito “feli-cemente regnante” (ancor primaera “gloriosamente regnante”).Ora è semplicemente il “pastoreuniversale della Chiesa”. Nellenote biografiche del Pontefice siparlava di “sua esaltazione al Pon-tificato” e di “coronazione”. Ora,più sobriamente, di “elezione alPontificato” e di “inizio solenne delsuo ministero”. Le vecchie “sediresidenziali”, per distinguerledalle sedi titolari, ora sono “arci-diocesi e diocesi”. Nel 1985 dallepagine dell’”Annuario Pontificio”è stato abolito l’aggettivo “sacro”.Il Sacro Collegio è divenuto ilCollegio cardinalizio e ugual-mente l’aggettivo è scomparsodalla denominazione delle Con-gregazioni e di altri organismidella Curia romana, a incomin-ciare dalla Rota, che molti conti-nuano a chiamare “Sacra” men-tre ora è solo “Rota romana”. Uncambiamento forse non molto co-nosciuto è stata la soppressione,tra i titoli del Papa, di quello di“Patriarca dell’Occidente” a par-tire dall’”Annuario” 2006.Altri cambiamenti di cui si trovatestimonianza confrontando vec-chie e nuove edizioni del-l’”Annuario Pontificio” sono dovu-ti ai provvedimenti via via adot-tati dai pontefici (sotto forma diCostituzione o “Motu proprio”)allo scopo di rinnovare, se nonsvecchiare, la Curia romana e laFamiglia pontificia (si pensi soloalla varietà di titoli onorifici, fi-gure, mansioni e incarichi supe-rati dai tempi e perciò soppres-si). Qui il discorso sarebbe lun-go. Un aiuto in tal senso può ve-nire dalle “Note storiche” che dal1940 arricchiscono e completanole informazioni dell’”AnnuarioPontificio”.Una innovazione dovuta a unamaggiore attenzione della Chie-sa alla vita consacrata femmini-le è iniziata dall’”Annuario”1996: la citazione, per ogni isti-tuto religioso femminile, delnome della superiora generale.Prima d’allora solo gli istitutireligiosi maschili avevano il “pri-vilegio” di veder citato il propriosuperiore generale.Resiste, invece, una nota anti-quata (sia lecito l’appunto bene-volo) peraltro in uso da quandole donne (laiche) sono entrate neivari dicasteri e uffici della Curiaromana. Davanti al nome e co-gnome di ogni donna l’”Annuario”mette l’indicazione Signora o Si-gnorina a seconda che sia sposa-ta o meno. Le donne, in nomedella parità, avrebbero tutte leragioni di muovere la sacrosan-ta osservazione: e perché ancheper gli uomini (laici) non far sa-pere se sono Signori o Signorini?

PIERO ISOLA

Q

COLPOD’OCCHIOVIAGGIONEL «LIBRO ROSSO»DEL... VATICANO

a barca scossa dalle ondecon l’equipaggio che get-ta in mare il carico; i di-scepoli, tutti esperti pe-scatori, che non sono riu-

sciti a prendere neppure unpesce. Due immagini che papaBenedetto utilizza per sottoli-neare il bisogno di Dio, per dire:“Anche noi dobbiamo porre lanostra fiducia solo in lui”. In-fatti san Paolo ha esortatol’equipaggio ad avere fiducianel Signore e “tutti poteronomettersi in salvo a terra”; aidiscepoli Gesù ha indicato dovepescare, e così “hanno potutorealizzare una pesca così gran-de, che a stento potevano tra-scinarla”.

Due immagini che sono mes-saggio anche per l’uomo di oggi:“Non tutto ciò che il mondo oggipropone è meritevole di essereaccolto”, dice papa Benedettonell’omelia pronunciata il 18aprile alla messa nel piazzaledei Granai, in questo suo quat-tordicesimo viaggio internazio-nale che lo ha visto per due gior-ni nell’isola di Malta. “Moltevoci – afferma ancora Benedet-to XVI – cercano di persuader-ci di mettere da parte la nostrafede in Dio e nella sua Chiesa edi scegliere da se stessi i valorie le credenze con i quali vivere.Ci dicono che non abbiamo bi-sogno di Dio e della Chiesa”.Ancora: “Si è tentati di pensareche l’odierna tecnologia avanza-ta possa rispondere a ogni no-stro desiderio e salvarci dai pe-ricoli che ci assalgono”.

Ma non è così, ripete il Papa,ricordando i due episodi delnaufragio di Paolo a Malta,1950 anni fa, e la pesca mira-colosa. “In ogni momento dellanostra vita dipendiamo intera-mente da Dio, nel quale vivia-mo, ci muoviamo e abbiamo lanostra esistenza. Solo lui puòproteggerci dal male, solo luipuò guidarci tra le tempestedella vita e solo lui può condur-ci a un porto sicuro”. BenedettoXVI ci dice che “più di ogni ca-rico che possiamo portare connoi, nel senso delle nostre rela-

zioni umane, delle nostre pro-prietà, della nostra tecnologia,è la nostra relazione con il Si-gnore che fornisce la chiave del-la nostra felicità e della nostrarealizzazione umana”.

Un messaggio tanto più im-portante oggi, in un tempo incui la Chiesa, la comunità deicredenti, si trova esposta a “di-verse onde” che scuotono la bar-ca; non ultima la questione de-gli abusi sessuali compiuti neiconfronti di minori da sacerdo-ti. Anche a Malta, come già ne-gli Stati Uniti, e in Australia,Benedetto XVI incontra alcunevittime degli abusi. Ed è un in-contro commovente, che avvie-ne nella cappella della Nunzia-tura a Rabat. Sono otto perso-ne con le quali il Papa ha unmomento di preghiera comuneprima di fermarsi con ognunoper ascoltare, per parlare. Unodi loro, Lawrence Grech, ha rac-contato quel colloquio, ha par-lato di un Papa che ha colmatoun vuoto che aveva e che ora,dopo dodici anni, può dire allafiglia: io credo. Un Papa, ha det-to ancora, che ha avuto il corag-gio di assumere colpe commes-se da altri “e quando lo vedipersonalmente, stai pregandotenendogli le sue mani, ti rendiconto che è una persona straor-dinaria”.

Nell’omelia alla messa aFloriana, Benedetto XVI ricor-da che “per guarire le ferite spi-rituali, le ferite del peccato”abbiamo bisogno della divinamisericordia: “In ogni ambitodella nostra vita necessitiamodell’aiuto della grazia di Dio.Con lui possiamo fare ogni cosa:senza di lui non possiamo fareniente”.

Messaggio che il Papa ripeteai giovani. Li incontra sullaBanchina del porto grande diLa Valletta e dice loro: “La cul-tura odierna, come ogni cultu-ra, promuove idee e valori chesono talvolta in contrasto conquelle vissute e predicate daGesù. Spesso sono presentatecon un grande potere persuasi-vo, rinforzate dai media e dalla

L

pressione sociale da gruppi osti-li alla fede cristiana”. Così ri-corda ai giovani che è facile “es-sere influenzati dai coetanei eaccettare idee e valori che sap-piamo non sono ciò che davve-ro il Signore vuole da noi”. Cosìdice ai giovani di non avere pa-ura, di non cedere ai falsi pro-feti. Dice ancora: “Dovreste es-sere orgogliosi che il vostro Pa-ese difenda sia il bambino nonancora nato, come pure pro-muova la stabilità della vita difamiglia dicendo no all’aborto eal divorzio”. Nel contesto dellasocietà europea, “i valori evan-gelici ancora una volta stannodiventando una contro-cultura,proprio come al tempo di sanPaolo”, afferma il Papa.

Di fronte a quanti vogliono,dunque, persuaderci a mettereda parte la Chiesa, il messag-

R

gio che Benedetto XVI lascia è:“Dio ama ogni singola personadi questo mondo, anzi egli amaogni singola persona di ogniepoca della storia del mondo”.Così dice loro che come cristia-ni siamo chiamati a manifesta-re l’amore di Dio che compren-de tutti. “Dobbiamo perciò soc-correre il povero, il debole,l’emarginato; dobbiamo avereuna cura speciale per coloro chesono in difficoltà, che patisconola depressione o l’ansia; dobbia-mo avere cura del disabile efare tutto quello che possiamoper promuovere la loro dignitàe qualità della vita; dovremmoprestare attenzione ai bisognidegli immigrati e di coloro checercano asilo nelle nostre ter-re; dovremmo tendere la manocon amicizia ai credenti e non”.

FABIO ZAVATTARO

che si svolge nello scomparti-mento di un treno ma tra per-sone di diverse competenze esensibilità che si trovano a ri-flettere ad alta voce.

Nessuno conosce l’altro e pro-babilmente nessuno incontreràpiù l’altro.

Sorprendente questa umani-tà che si interroga sul signifi-cato di un improvviso muta-mento di programmi e raggiun-ge perfino note di umorismoquando, mettendo a confronto i100 minuti di aereo con le 14ore di treno tra Vienna e Roma,qualcuno ricorda che arrivarenella capitale di notte è più bel-lo perché il Colosseo illumina-to è un grande spettacolo.

Ceneri in cielo, aerei a terra,uomini che nonostante tuttosorridono. A bordo di un trenoche almeno per qualche giorno,si è messo le ali.

PAOLO BUSTAFFA

Floriana(Malta) -domenica18 aprile2010;PapaBenedettoXVIcelebrala SantaMessa

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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

SOCIETÀ

TRATTATIVE PER LE AGEVOLAZIONI SOSPESE

Dal Governo alle Poste...ono ebreo e servo ilSignore, il Dio delcielo, che ha fatto ilmare e la terra”(1,9): così si presen-

ta Giona. Egli dice la propriareligione e l’attaccamento alvero Dio ma, allo stesso tem-po, nel suo concreto agire, nonsi fida della parola del suo Dio.La contraddizione tra la pro-clamazione della sua fede e lavita che la disattende nonmette in discussione solo la co-erenza del personaggio; chia-ma in causa la stessa fede cheegli pretende di professare:allora si può professare e ri-fiutare la fede allo stesso tem-po! E in nome del proprio Dio. Solo alla fine del raccontoGiona confessa che né la po-tenza, né la santità sono l’ulti-ma parola su Dio, ma sola-mente la tenerezza e la bontà.Una teologia profonda, ma chetrova un Giona incoerente. Seil Dio di Israele è il Dio di bon-tà e di tenerezza che egli pro-clama, Giona non dovrebbeaccettare che lo sia in modoassoluto, al di là delle frontie-re d’Israele e anche a vantag-gio dei nemici stessi di Israe-le? Giona non dubita affattodell’esistenza di Dio. Non com-prende, invece, l’agire miseri-cordioso di Dio verso Ninive.Nella storia di Giona la pre-occupazione, l’intenzione e ilvolere di Dio di fronte alle na-zioni sono una preoccupazio-ne, un’intenzione e un voleredi salvezza. Quello che Dio èper Israele lo è anche per lenazioni: Egli sarà per esseugualmente il salvatore. Laprospettiva teologica è straor-dinaria. Nessun giudeo neghe-rebbe che l’azione di Dio siestenda alle nazioni: che Diosarebbe, infatti, un Dio daipoteri limitati? Ma, qualeazione Dio potrebbe esercita-re, nei confronti di Ninive e deipagani, se non un’azione digiudizio? I giudei si attende-vano per Ninive -simbolo delpaganesimo e della forza bru-tale- una vendetta all’altezzadei crimini compiuti.L’audacia del libro di Gionasta nel presentare una tesiben diversa: il Dio d’Israelenon si presenta come il Dio chevendica il suo popolo, ma comeil Dio di salvezza anche perNinive. In Israele non si face-va fatica ad ammettere cheDio fosse buono, tenero, lentoalla collera e pieno di miseri-cordia... verso Israele! Ma,come si poteva pensare cheEgli fosse tutto ciò anche perle nazioni pagane e per quellenemiche di Israele? Ma Dionon agisce in base al fatto chegli uomini sono giusti o pec-

Le certezze di Gionae la novità di Dio

catori! IlDio di Gio-na agisceper bontà eper miseri-cordia versogli esseri vi-venti per-ché, nellasua bontà,egli è fattocosì: amoresconfinato,dono di sal-vezza pertutti. Il Diodi Israele -grande e po-tente, libe-ratore e creatore- non è pre-sente solo a Israele, nellaScrittura e nel Tempio; Egli sifa presente a tutto il cosmo,all’uomo (e a ogni uomo): la ri-velazione di Dio abbandona ilSinai e Gerusalemme per ma-nifestarsi ad ogni uomo.Là dove la salvezza è assoluta-mente gratuita, nessuno puòrivendicare un qualsiasi dirit-to su questa salvezza. Dio solosalva; e salva perché egli èamore ostinato e infinita tene-rezza verso ogni uomo. La sal-vezza è sotto il segno del donoe della gratuità: non possonoesistere frontiere che dividonogli uomini! Il libro di Gionanon arriva a tanto. Non vi po-teva arrivare culturalmente eteologicamente. Esso preparatuttavia la via a questa rivela-zione. Di fronte all’annuncio diGesù di Nazaret (Dio ama gliuomini incondizionatamente)molti si sono scandalizzaticome si scandalizzò Giona.Quale Dio? Quale salvezza?Ma le domande vanno oltre.Come annunciare un Dio chesalva gratuitamente e per amo-re? Come presentare la stessaproposta cristiana nella lineadella gratuità: un dono ricevu-to che, appunto perché tale, nonpuò essere tenuto per se stes-si? Non è rara la sensazione diavvertire, invece, in molti con-testi, una proposta cristianafatta sì richiamandosi alla gra-tuità, ma con modi, tempi e sti-le che sembrano contraddire lastessa logica della gratuità.Pronti come Giona a proclama-re verbalmente la fede; prontia smentirla con azioni che van-no nella direzione opposta. Cisi dovrebbe seriamente inter-rogare sulla logica che sorreg-ge tanta riflessione religiosache si dimostra incapace di dia-logare proprio perché nel suostesso porsi ragiona –o vuoleragionare- come se l’altro nonesistesse. Ma una proposta chenon interpella è ancora gratui-ta?

ARCANGELO BAGNI

«Sdal

FUORI

CORO

ANGOLA: LUNEDÌ 19 APRILE RAPINATALA NUNZIATURA DI LUANDA

Rapinata la Nunziatura Apostolica a Luanda, capitale dell’Ango-la. Il fatto, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa “Fides”, èaccaduto la sera di lunedì 19 aprile. “Poco prima dell’ora di cena,tre persone si sono presentate in Nunziatura affermando di dove-re consegnare un documento riservato da parte di un Vescovoangolano” riferiscono a Fides fonti della Nunziatura. “Subito dopoessere entrati hanno tirato fuori le armi, una mitraglietta e unapistola, ed hanno minacciato i presenti, chiedendo denaro ed og-getti preziosi”. “Grazie alla fede siamo riusciti a conservare la cal-ma, con la quale siamo riusciti a convincere i banditi che inNunziatura vi sono poche cose da rubare. Alla fine i rapinatori sisono accontentati di prendere alcuni oggetti e un po’ di denaro e sene sono andati. La rapina è durata circa una mezz’ora”. La poliziaangolana sta indagando per risalire ai responsabili della rapina.L’Angola è uscita da una ventennale guerra civile, conclusasi nel2002. Nel Paese sono diffuse ancora troppe armi da guerra tra lapopolazione civile, che alimentano il banditismo. Le autorità loca-li hanno intrapreso una campagna per convincere la popolazione aconsegnare le armi detenute illegalmente.

La Chiesa italiana si stapreparando all’ennesimoconvegno (dal 22 al 24 apri-le), e questa volta al centrodel dibattito c’è la comuni-cazione. Anche BenedettoXVI ci dirà la sua parola, edè sicuramente - fra le tantedi questi giorni - quella piùattesa. «Testimoni digitali»è il titolo del convegno na-zionale, che richiama quel-lo del novembre 2002, inti-tolato «Parabole mediati-che». Le parabole sono ilmodo più caratteristico e piùbello di comunicare utilizza-to da Gesù, ma sono pure gliaccessori tecnologici che per-mettono il nuovo modo ditrasmettere e ricevere infor-mazioni ed immagini. Il di-gitale ci richiama lo stru-mento più antico per indica-re e per scrivere, il dito (dallatino digitus), ma indicapure tutto quanto viene rap-presentato con numeri o cheopera manipolando numeri(dall’inglese digit che signi-fica cifra). È affascinante ve-dere questo percorso che,negli ultimi anni, ha brucia-

to in poco tempo distanzeche erano rimaste pratica-mente intatte per secoli. Ep-pure, questa accelerazione èproblematica, soprattuttoper il Vangelo.

Ho davanti agli occhi lascena di Gesù che scrive perterra con il dito, mentrestanno per lapidare l’adul-tera. E penso ai milioni diparole che in questo secon-do vengono digitate nelmondo e catapultate nel-l’universo mediatico, ben piùpiccolo e grandemente piùconfuso dell’universo cele-ste. In questi giorni stiamoassistendo a come un picco-lo vulcano islandese dal no-me impronunciabile - e pri-ma d’oggi noto solo ai vulca-nologi - sia riuscito a man-dare in tilt il traffico aereodel mondo, e, insieme conesso, l’economia e il turismo.Proprio nel momento in cuiscrivo queste righe, il moni-tor del mio computer mi co-munica la notizia che a Mi-lano è stata confermata lasentenza di primo grado eche Olindo e Rosa sono sta-ti condannati all’ergastoloper la strage di Erba. Ma su-bito sotto, con la stessa enfa-si, mi viene annunciato che«Bettarini, l’ex della Ventu-

CORSIVOdi AGOSTINO CLERICI

ra vuole allargare la fami-glia con la sua insegnante di“Ballando” Samanta Togni».E non me ne importa nulla,eppure vengo travolto da uneffluvio di digitazioni chenon testimoniano niente, edi parole che non sono pa-rabole di nulla.

Il Vangelo ci perde o ciguadagna in questa bolgiamediatica? Si può usare ildigitale per testimoniarepersonalmente Gesù Cristo?Perché questo - sia chiaro -resta lo scopo della vita diun cristiano, sia che egli usiil papiro per scrivere i van-geli oppure si affidi al mon-do digitale nell’era crossme-diale (eccola, la nuova paro-laccia di moda!). Io, che hofatto fatica a credere che unamacchina da scrivere elettro-nica potesse sostituire la miavecchia «lettera 32» (e l’hocapito solo dopo aver scrittodue volte tutta quanta la te-si!), resto ancora sbalordito difronte ai guadagni della tec-nologia digitale. Cerco diusarla e sto attento a nonfarmi usare. E tutti i marte-dì sera esco dalla redazionecon un grande bisogno di si-lenzio mediatico, ma anchecon il desiderio di incontrarevolti e di tornare a parlare.

DALLA«LETTERA 32»AL DIGITALE

é soddisfatti, né de-lusi”. È il commen-to di don GiorgioZucchelli, presiden-te della Fisc (Fede-

razione che raggruppa 186 set-timanali cattolici italiani per 1milione di copie complessive asettimana), dopo l’incontro conil governo che si è tenuto l’8aprile scorso a Roma per discu-tere del decreto ministeriale del30 marzo 2010, pubblicato sul-la Gazzetta Ufficiale il 31 mar-zo, in base al quale vengonosoppresse le tariffe agevolatepostali per tutta l’editoria libra-ria, quotidiana e periodica. Ildecreto è in vigore dal 1° apri-le. In rappresentanza del gover-no erano presenti, tra gli altri,i sottosegretari Gianni Letta ePaolo Bonaiuti. Nei giorni scor-si i settimanali hanno ribaditoil proprio appello a “ritirare ildecreto”. Sulla stessa posizionedella Fisc anche il Forum delterzo settore, molte organizza-zioni non profit, associazioni, fe-derazioni e sindacati, tra cui laCisl che, tramite il segretarioRaffaele Bonanni, ha denuncia-to che così “non va bene, è in-giusto. Perché c’è un problemadi sopravvivenza di tante testa-te libere e c’è anche un proble-ma di ricadute economiche eoccupazionali”. Questo decreto,ha aggiunto Bonanni, colpirà“realtà che fanno ricco il plura-lismo italiano. Tutto è così scon-certante”. La scorsa settimana,proprio nel giorno dell’entratain vigore del decreto, la Fisc hainviato una lettera al presiden-te del Consiglio Silvio Berlu-sconi e ai sottosegretari Lettae Bonaiuti. “Abbiamo letto con

sconcerto il decreto - hannoscritto le testate -. Di fatto tut-ti i settimanali che hanno con-segnato le loro copie alle posteper la spedizione, il 1° aprile, sisono trovati di fronte alla ri-chiesta d’integrazione delle spe-se di spedizione, con un incre-mento di oltre il 121%”. Anco-ra: “Raddoppiare le spese posta-li, da un giorno all’altro, costi-tuisce un atto inaccettabile”, edè perciò necessaria “l’immedia-ta sospensione del decreto”.

Il decreto, spiega il presiden-te della Federazione, “colpiscesoprattutto le testate non profitche vengono diffuse per la mag-gior parte in abbonamento,quindi mediante il vettore po-stale”. Le agevolazioni postali,ricorda don Zucchelli, “sono ap-provate dal Parlamento dellaRepubblica da decenni con leg-gi che ne fissano i criteri d’ap-plicazione e demandano ai de-creti ministeriali esclusivamen-te la misura delle tariffe e delleconseguenti agevolazioni”.Quindi, “i decreti non hannoaltra funzione che quella di ese-guire concretamente la volontàdel Parlamento. E solo quest’ul-timo può disporre la sospensio-ne delle agevolazioni e, quindi,la fine di questa forma di soste-gno all’editoria”.

All’incontro dell’8 aprile, af-ferma don Zucchelli, “il gover-no ha scaricato la patata bol-lente a Poste Italiane. Dallaprossima settimana, ci saran-no dei tavoli di trattativa, conla mediazione dello stesso go-verno, per trovare un accordocon le Poste e concordare tarif-fe da ‘grandi clienti’ che dovreb-bero avvicinarsi quanto più pos-

sibile alla tariffa agevolata pre-cedente”. Il governo, prosegueil presidente Fisc, ha ribaditoche “con la liberalizzazione po-stale alle porte, Poste Italianeavrà tutto l’interesse a offriretariffe più vantaggiose per te-nersi i clienti; allo stesso tem-po, il governo ha esplicitamen-te sollecitato il raggiungimentodi un accordo pluriennale,cosicché si possa lavorare contranquillità per un tempo mag-giore”.

Al sottosegretario Bonaiuti ead Elisa Grande, capo del Di-partimento per l’informazionee l’editoria, dice ancora il pre-sidente della Federazione, “ab-biamo chiesto anche che i no-stri settimanali vengano rein-tegrati nel gruppo dei quotidia-ni, tornando alla condizioneprecedente al 2002”. Le testateFisc, aggiunge don Zucchelli,“erano considerate ‘non-quoti-diani’, ad indicare che nella so-stanza sono identiche ai quoti-diani, dai quali differiscono sol-tanto per la periodicità. Se riu-scissimo ad entrare in questacategoria avremmo tariffe piùbasse e la possibilità di una con-segna giornaliera”. A Poste Ita-liane, rappresentata all’incon-tro con il governo dall’ammini-stratore delegato MassimoSarmi, don Zucchelli ha venti-lato la possibilità di un “abban-dono di massa” della Fisc nelcaso in cui non si trovasse unaccordo conveniente: “Sappia-mo che le Poste, ad alcuni pro-dotti editoriali, applicano tarif-fe ancora inferiori alle nostretariffe agevolate. Questo signi-fica che i margini di sconto cisono anche per noi”.

«N

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P A G I N A

ECONOMIAECONOMIAECONOMIAECONOMIAECONOMIA6 SOCIETÀIL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

n evento interroga lacoscienza e l’intelligen-za dei cattolici e chie-de, nel contempo, ri-sposte precise, capaci

di rifuggire ogni ipocrisia. Eccola domanda alla quale mi rife-risco: un numero sempre mag-giore di cattolici si dimostrainquieto, non per dubbi di fede,ma per le difficoltà che sifrappongono alla declinazionedella loro fede nei settori di vitadella società italiana. La situa-zione, in questo inizio di millen-nio, ha assunto sul piano eccle-siale, politico, sociale ed econo-mico, forme sempre più frene-tiche, equivoche e scomposte,che tolgono soprattutto ai gio-vani slancio, idealità civili, cer-tezze e desiderio di futuro. Ilquadro richiamato invita ameditare sull’impegno dei cat-tolici nel mondo politico, econo-mico, finanziario e culturale,nonché sulla coerenza della te-stimonianza cristiana nel tem-porale. La diffusione di costu-mi e modelli di vita nichilistinella sostanza, l’atteggiamentodi basso profilo professionale emorale che caratterizza la mag-gioranza degli attori del mon-do della finanza, dell’economiae della politica, il loro compor-tamento orientato verso formedi egoismo miope, ha portato aperseguire la massimizzazionedel profitto fine a se stesso, laspeculazione finanziaria cinicae truffaldina, e ciò ha favoritola perdita di quella dignità e diquel ruolo che rendevano gran-

ULo Stato democratico/borghese alternafasi di prosperità a fasi di depressione,dunque anche l’economia di mercatonon è perfetta, non è in grado di garantirebenessere e sviluppo in via continuativapagina a cura di GIANNI MUNARINI

o toccato temi, a volteimpopolari, ma è do-veroso farlo, perchérappresentano i valo-ri che presiedono allo

sviluppo economico e al pro-gresso umano. Ai cattolici vainoltre ricordato un compitoaggiuntivo: dimostrare come ilcristianesimo è in grado di of-frire una risposta concreta aiproblemi della crisi economico/finanziaria e politica. A questopunto preciso che qualsiasi pro-getto volto a riaccendere i mo-tori dello sviluppo economico edel progresso civile non può es-sere riportato alla categoria del“periodo breve”, ossia a ciò cheè immediato, bensì a quello del“periodo lungo”.

Mi spiego, la scelta del Mini-stro Tremonti, volta a contene-re la spesa pubblica, è miope,non è proiettata nel futuro. Percapirci, detta linea politica halo spessore della sensibilità del-le masse, le quali sono sensibi-li solo a ciò che è immediato, ov-vero alle risposte date ai pro-blemi e alle esigenze del mo-mento, per conseguenza, nella

fattispecie, sono un pannicellocaldo su una ferita purulenta,quindi non una terapia in gra-do di guarire la malattia. Deb-bo inoltre evidenziare che i con-ti pubblici reggono su equilibri“ragionieristici”, ossia di faccia-ta, ma nella loro sostanza sonoprecari. Infatti il debito pubbli-co continua a crescere, le “gran-di opere” restano progetti e pro-messe, per mancanza di coper-tura finanziaria, le riformestrutturali in quanto una spe-sa consistente, per le Casse del-lo Stato, languono.

La ripresa dell’economia ita-liana è legata a fatti e avveni-menti internazionali, ma anchealle scelte politiche, all’ intra-prendenza imprenditoriale, alleriforme strutturali che l’Italiasaprà fare, non certo agli slo-gan di Berlusconi e Tremonti etanto meno alla demagogiaschizofrenica dell’opposizione.Provocatoriamente avanzo unaipotesi sulla richiesta prove-niente da componenti del gover-no e dall’opposizione, di ridur-re la spesa pubblica. Riduzioneche, a mio avviso, potrebbe ini-

ziare dall’accorpamento di Re-gioni e Comuni, nonché dallacassazione di un numero rile-vante di Provincie. Per renderecomprensibile l’ipotesi faccio unesempio di accorpamento diRegioni. Si possono ipotizzareaccorpamenti tipo: RegioneLiguropiemontese, Lombardo-veneta, Campanopugliese, Ca-labrolucana. I Governatori didette Regioni potrebbero copri-re il 50% dei componenti delSenato della Repubblica, mentreil restante 50 verrebbe eletto daicittadini, mentre i componentidella Camera potrebbero essereridotti di un buon 40%.

Un’altra via per ridurre laspesa è quella di innalzare l’etàpensionabile a 65 anni, riformache dovrebbe investire anche idipendenti pubblici, compresele Forze dell’ordine e tutte lealtre realtà che prevedonopensionamenti ad età inferiori.Ovviamente detto rigore nonpuò essere applicato a chi lavo-ra in miniera o in galleria. Perridare fiducia nelle istituzioni,nella politica e nel futuro, è suf-ficiente smettere di trattare gli

LA RESPONSABILITÀ DELLA CLASSE POLITICA E IMPRENDITORIALE

SACRIFICI NON SOLO AI LAVORATORI DIPENDENTIH

italiani da sudditi beoti, ovve-ro basterebbe dire loro la veri-tà e chiamarli all’assunzione disacrifici, atti a raggiungereobiettivi di giustizia e sviluppo.

Credo sia ragionevole preci-sare che responsabilità e sacri-ficio non possono essere richie-sti solo ai lavoratori dipenden-ti. Al riguardo è necessario ri-prendere alcuni discorsi sul-l’evasione fiscale e sulla legali-tà, concernenti gli attori delleattività economiche e finanzia-rie. Quando il Presidente delConsiglio nega il declino del-l’Italia, nega l’evidenza. La con-testazione che avanzo non èfrutto di mie analisi o di mieiconvincimenti, è la realtà delPaese che la esprime, le da voce,la diffonde: disoccupazione increscita; famiglie in difficoltà;imprese che cessano l’attività oche falliscono; debito pubblicoin costante aumento; moderniz-zazione ferma al palo; sfasciodella famiglia e denatalità; eva-sione fiscale paurosa; truffe, il-legalità e corruzione dilaganti;inflazione e gravosità fiscaleche riducono sempre più il po-

ALLA LUCE DELLA SITUAZIONE DELL’OCCIDENTE

LA RISCOPERTADI UN SERIO

IMPEGNOde la figura dell’operatoredell’imprenditoria.

In altre parole, in Italia è di-minuita la presenza di un’im-prenditorialità colta, dinamica,innovativa, etica, ponderata-mente avventurosa e ciò a fron-te di una situazione economico/finanziaria interna sempre piùinvoluta e stagnante, ovvero dicrisi economica, mentre in va-ste aree del pianeta l’economiaè in tumultuosa espansione. Lasituazione politica nei vari con-tinenti, attraversa momenti dicrisi, ossia la democrazia fati-ca ad affermarsi, perché forzeeversive mobilitano le piazze ele aizzano alla rivolta. Sul temaè opportuno ricordare le respon-sabilità dell’Occidente, il qualeda sempre fomenta rivolte, alfine di garantirsi lo sfruttamen-to delle materie prime, presen-ti in detti Paesi.

Per completezza debbo direche, se dovessimo analizzareanche la situazione dell’Occi-dente, noteremmo che anche ilcapitalismo e lo Stato democra-tico/borghese - che pur non sonola radice di ogni male, come so-stengono i suoi denigratori - al-terna fasi di prosperità a fasidi depressione, dunque anchel’economia di mercato non è

perfetta, non è in grado di ga-rantire benessere e sviluppo invia continuativa. La lotta anti-borghese e anticapitalista èsempre stata caratterizzata daatti di violenza e da un sogno:eliminare le richiamate catego-rie storiche, per portare l’uma-nità nella Valle dell’Eden, luo-go meraviglioso di delizie, giu-stizia e benessere. L’esperienzadel comunismo ha dimostratoche detto sogno è menzognero.L’implosione dell’URSS e di tut-to il sistema del socialismo re-ale ha dimostrato, fra l’altro,l’assenza di una caratteristicavitale, ossia l’assenza dei ciclidi avvicendamento. L’economiasocialista è monocorde, pertan-to destinata ad esaurirsi senzapossibilità di ripetizione e rin-novamento. La società capita-listico/borghese in cui viviamo,è quanto è rimasto, ed è quindiin detto modello di società e dieconomia che si troveranno a vi-vere le nuove generazioni.

Se quello che resta della clas-se borghese dovesse rinuncia-re alla sua natura incline allamobilità, all’innovazione, allalibertà di intrapresa, alla tena-cia e al rischio, categorie richie-ste dal progresso e dai proces-si evolutivi della democrazia

politica, per abbandonarsi allaprotezione rassicurante ma ca-strante, dello Stato/mamma/padrona, l’Italia approderebbealle coste del “Terzo Mondo”.

La gravità e la complessitàdella situazione spiega le ragio-ni per le quali, ad esempio, illaicato cattolico, impegnato inpolitica, o nelle attività impren-ditoriali, tende a “volare basso”,a mediare. Intendo sostenereche il laicato cattolico non è riu-scito a prendere coscienza del-la necessità di una militanzavolta al superamento dell’at-tuale sistema politico/partiticoed economico/finanziario/pro-duttivo. L’Italia, per tutta unaserie di ragioni morali, culturalie politiche è in piena decaden-

tere d’acquisto di salari, stipen-di e pensioni; astensionismoelettorale altissimo. Non sonobruscolini, ma massi che posso-no mettere a repentaglio la de-mocrazia, lo sviluppo ed il pro-gresso. La gravità della situa-zione dice che non è sufficientequanto sinora fatto, è necessa-rio dare segni forti di legalità edi governo, il che significa ap-provare leggi normanti l’ambi-to dell’economia e della finan-za pubblica e privata. Per ca-pirci urge il ripristino del reatodi falso in bilancio, l’approva-zione di norme e di sanzionipenali, atte a colpire con durez-za le truffe finanziarie e l’eva-sione fiscale. Le pene debbonoessere certe, severe e dure. Chidelinque, se si pente, deve es-sere perdonato, ma il perdononon estingue la pena. È neces-sario tenere distinto il peccatodal reato e tenere in debito con-to i diritti e la dignità delle vitti-me. Chiedo solo di ripristinarelegalità, ordine ed efficienza, os-sia le condizioni richieste perrendere possibile una duraturaripresa economica.

za, quindi si trova a dover sce-gliere fra l’accettare la sconfit-ta o reagire.

Sul tema, Churchill affermò:“Non contentatevi delle cosecome sono… Mai accettate chevi si dica di no. Non piegatevimai all’insuccesso”. Il messaggioche l’uomo politico inglese rivol-se soprattutto ai giovani, può es-sere così declinato: riscopritel’amore per lo studio severo e ri-goroso, per poter diventare mo-tore che risveglia e trascina ascardinare la società ingessata,priva di etica, di ideali e valoriforti per portarla a riscoprire lepotenzialità della democrazia,della libertà, della competitività,dell’imprenditorialità, della le-galità e della giustizia.

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cipazione.Mons. Jozef Zycinski, arci-

vescovo di Lublino, (nella fotoqui sotto) parlando a SIR Eu-ropa, ha osservato che in que-sti ultimi giorni “l’atmosfera disolidarietà psicologica, il sensodi comunione, così come le pre-ghiere in molte chiese ortodos-se costituiscono nelle relazionitra polacchi e russi un valorequalitativamente nuovo”. Ilpresule si dice quindi “convin-to che ancora durante la nostravita si stringeranno delle rela-zioni nuove tra polacchi e rus-si”. La verità su fatti storici neè tuttavia condizione impre-scindibile. “Accettando la veri-tà, possiamo accettare anchetutto ciò che è amaro - spiegal’arcivescovo - e trovare solida-rietà e condivisione di valoricomuni”. Parlando della stori-

autore del film “Ka-tyn”, il famoso registapolacco Andrzej Waj-da, il cui padre fu uc-ciso proprio lì nel 1940,

è convinto della possibilità diuna riconciliazione tra russi epolacchi. Wajda, cercando didare una risposta alla doman-da sul perché dell’ordine diStalin, afferma “La strage diKatyn fu un’azione mirata con-tro l’intellighenzia polacca, de-cisa in piena consapevolezza delfatto che, chi fosse riuscito aprivare l’intero popolo della suaelite intellettuale può con quelpopolo fare tutto ciò che vuole.Ma non è così perché la memo-ria rimane”. “La stessa memo-ria che ci obbliga a onorare levittime dell’eccidio - prosegue ilregista - ci obbliga anche a ri-cordare la via di riconciliazio-ne tra il popolo polacco e quellotedesco, e che tale via non pos-sa essere preclusa ad altri vici-ni della Polonia, e cioè i russi”.

Secondo Adam Rotfeld, l’exministro degli esteri polacco,oggi presidente del Gruppo mi-sto per le questioni difficili trala Polonia e la Russia, dopo l’in-cidente aereo di Smolensk nelquale hanno trovato la morte,nei giorni scorsi, il presidenteLech Kaczynski, sua moglie ealtre 94 persone “molti gesti daparte della Russia indicano cheMosca auspica un cambiamen-to nelle relazioni con la Polo-nia”. Che questo cambiamentostia realmente avvenendo “loprova il comportamento nonsolo dei dirigenti politici maanche dei cittadini comuni”.Negli ultimi giorni i media russihanno dato grande risalto allatragedia nazionale polacca di-mostrando solidarietà e parte-

EUROPEUROPEUROPEUROPEUROPAAAAA 7P A G I N A

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

SOCIETÀ

LA STRAGE DI KATYN E LA TRAGEDIA AEREA DI SMOLENSK

POLONIA: LA FORZADELLA MEMORIA

ca lettera dei vescovi polacchiall’episcopato tedesco del 1965con l’appello “Perdoniamo echiediamo perdono”, mons.Zycinski evidenzia tuttavia del-le differenze nei rapporti tra laPolonia e i due Paesi vicini. “Lasituazione delle relazioni tra laPolonia e la Russia è diversa epiù difficile”: mentre la Polonianon ha mai invaso la Germa-nia, e l’aggressione del TerzoReich contro la Polonia il 1 set-tembre del 1939 ebbe caratte-re univoco e evidente, le rela-zioni tra la Polonia e la Russiafurono “molto più burrascose”.“In quelle relazioni - ricordal’arcivescovo - le tragedie piùdolorose furono simili all’ecci-dio di Katyn”, avvenute in cir-costanze mai del tutto chiarite.A questi rapporti quindi, affer-ma il presule “non si addiconole parole ‘perdoniamo e chiedia-mo perdono’ in quanto i massa-cri delle persone innocenti fu-rono perpetrati da funzionaridella Nkvd (Commissariato delPopolo degli Affari Interni) perdettato di Stalin e non si puòincolpare l’intero popolo russodi quello che fu commesso dal-la Nkvd per ordine di Stalin”.Tanto meno si deve, affermamons. Zycinski “pretendere dal-le giovani generazioni dei rus-si, che vivono oggi dei problemidel tutto diversi, che chiedanoscusa per quelle tragedie”. Maanche se “oggi un russo medionon necessariamente conosce lastoria della Nkvd, e molto spes-so vede con l’occhio critico la fi-gura di Stalin” sarebbe “inac-cettabile dal punto di vista mo-rale se qualcuno volesse celarela verità o nascondere dei do-cumenti rendendosi in tal modocompartecipe dei crimini”.

Austria:la Settimana per la vita“Fare una scelta a favore del-la famiglia e dei bambini por-ta grande frutto”: così i vesco-vi austriaci hanno rivolto unappello ai fedeli in occasionedella 1° edizione della “Setti-mana per la vita” che si cele-brerà in Austria tra fine mag-gio e inizio giugno. La mani-festazione è stata presentatail 18 aprile ai fedeli con unalettera pastorale congiunta,letta in tutte le Chiese. “Nonè facile per le famiglie, attual-mente. Le rinunce e le limita-zioni sono inevitabili e ciascunmatrimonio è legato a sacrifi-ci e sforzi”, scrivono i vescovi.Ma si tratta di una scelta cheporta grande frutto, poiché“nelle famiglie la pienezzadella vita diventa tangibile” eperché con ogni bambino “vie-ne al mondo nuova speranza”.“La società senza bambini”austriaca “rappresenta unasfida per il futuro dei sistemiprevidenziali sociali. Pertan-to, i genitori non hanno solouna grande responsabilità perla propria famiglia, ma ancheper il bene sociale”. “Chi viveoggi in una famiglia, non sitrova in una posizione social-mente marginale”, ricordano ivescovi, facendo a riferimentoal fatto che i media “dannospesso l’impressione che la fa-miglia tradizionale sia prossi-ma ad estinguersi”. In realtà,circa il 75% di tutti i bambinial di sotto dei 18 anni cresco-no accanto ai propri genitori”.

Cipro: visita Papa, “con losguardo ad Oriente”“Un programma denso e riccodi momenti importanti. Saràuna visita che lascerà un’im-pronta profonda in tutta l’iso-la”. Con queste parole, padreUmberto Barato, vicario pa-

Chiese europeeAustria - Cipro

triarca-le di Ci-p r oc o m -menta ilp r o -g r a m -ma delprossi -m oviaggioaposto-lico diB e n e -detto XVI nell’isola, dal 4 al 6giugno. “Lo sguardo del Papaè rivolto in Medio Oriente elanciato, significativamente,da un Paese che fa parte del-l’Unione europea” aggiunge ilVicario riferendosi alla conse-gna ai Padri sinodali da partedel Pontefice dell’Instrumen-tum laboris del prossimo Si-nodo per il Medio Oriente, chesi terrà in ottobre a Roma.“Questa consegna non potevache farla da qui, terra cheecclesiasticamente appartienealla diocesi di Gerusalemme eal Patriarcato latino della cit-tà santa - spiega padre Bara-to che poi si dice convinto che“a Cipro verranno tutti i ve-scovi mediorientali e sarà unmomento altamente impor-tante”. Il programma della vi-sita prevede l’arrivo a Paphos,il 4 alle 14.00. Alle 15.30 pre-siederà una celebrazione ecu-menica nell’area archeologicadella chiesa di Agia KiriakiChrysopolitissa di Cipro. Sa-bato 5 giugno il Papa incon-trerà le autorità politiche diCipro, la comunità cattolica diCipro e farà una visita a SuaBeatitudine Chrysostomos II,arcivescovo di Cipro. Alle17.30 il Papa presiederà unaMessa con la chiesa locale aNicosia. Il 6 giugno a Nicosiala Messa e la pubblicazionedell’Instrumentum Laboris.

L'

ASSEMBLEA PLENARIA: LA RELAZIONE DI MONS. ADRIANUS VAN LUYN

COMECE: INIZIATA L’ERA DEL “DOPO LISBONA”

Si sono svolti dal 14 al 16aprile a Bruxelles i la-vori dell’assemblea ple-naria di primavera del-la Commissione degli e-

piscopati della Comunità euro-pea (Comece), alla presenza di21 vescovi rappresentanti i 27Paesi membri dell’Ue. Il presi-dente, Adrianus van Luyn, ve-scovo di Rotterdam, introducen-do i lavori, ha dedicato ampiospazio all’attualità dell’Ue,dopo l’entrata in vigore delTrattato di Lisbona, ed ha of-ferto una riflessione su qualepossa essere il contributo dellaChiesa in questo contesto dicrisi economico-finanziaria.Ecco una sintesi della sua rela-zione introduttiva.

TRATTATO DI LISBONA“Viviamo di fatto nel ‘dopo

Lisbona’ e le conseguenze pra-tiche di questa entrata in vigo-re non si sono fatte attendere”,ha affermato il vescovoAdrianus van Luyn, eviden-ziando positivamente il ruoloche il presidente del consiglioeuropeo Herman Van Rompuy,sta svolgendo: in particolare laComece lo incoraggia ad “esplo-rare le possibilità di compro-

messo necessarie, indipenden-temente dagli interessi nazio-nali della presidenza di turnodel consiglio, in dialogo con irappresentanti degli statimembri e cercare una soluzio-ne nell’interesse comune del-l’insieme dell’Unione, senzaperdere di vista gli interessispecifici dei singoli Stati”.

LOTTA ALLA POVERTÀTema centrale dell’assemblea

plenaria dai vescovi membridella Comece, è l’anno di lottacontro la povertà e l’esclusionesociale. Il presidente van Luynha denunciato: “Sebbene i siste-mi di sicurezza sociale nell’Uesiano tra i più avanzati al mon-do, troppi europei vivono anco-ra oggi in condizioni di pover-tà: il 16% della popolazione èsotto la soglia della povertà; uneuropeo su dieci vive in una fa-miglia in cui nessuno lavora; il19% dei bambini (19 milioni dipersone) è a rischio povertà”.Nella loro discussione a portechiuse i vescovi hanno indaga-to le cause della povertà, mahanno analizzato anche i pro-grammi concreti avviati sia dal-la Commissione che dalle Chie-se e dalle loro organizzazioni.

Dallo scorso dicembre, inoltre,lavora un gruppo di rappresen-tanti di Comece, Kek, CaritasEuropa e Eurodiaconia su undocumento che analizzerà iltema per cercare di proporrealla politica piste concrete dilotta alla povertà in Europa.Van Luyn ha affermato: “Que-sta è una lotta a lungo terminee sarà coronata dal successosolo se riuscirà a mettere insie-me le persone che ne sono col-pite per farne essi stessi sogget-ti di lotta contro la povertà e senon si concentrerà esclusiva-mente sulla soluzione delle dif-ficoltà materiali ma avvierà unpercorso globale”.

UE E CHIESE EUROPEEParlando invece del dialogo

tra l’Ue e le Chiese europee, vanLuyn ha annunciato che “ilprossimo 19 luglio si svolgeràun nuovo incontro tra i leadersdelle Chiese e comunità religio-se e i presidenti di Commissio-ne, Parlamento e Consiglio eu-ropeo”. Come consuetudine or-mai dal 2006, “queste riunionihanno soprattutto un’impor-tanza simbolica, ma riflettonoanche il dialogo che si sta svi-luppando lentamente, ma soli-

damente tra le Chiese e l’Ue”.Sarà opportuno, ha precisato ilpresidente, “attrezzare con unastruttura più stringente il dia-logo esistente, per far frut-tificare ciò che si è lentamentesviluppato”. Decisa la presa diposizione riguardo al summit diCopenhagen sul clima delloscorso dicembre: van Luyn par-la di “delusione” e di “fallimen-to”, sia per problemi organizza-tivi, ma soprattutto per il fattoche “tra Paesi sviluppati edemergenti, il G77, esistono fos-sati profondi che diventerannosempre più visibili in futuro”.Affinché le conferenze di Bonne del Messico previste entro lafine dell’anno non falliscanonuovamente, “più che qualsia-si accordo su cifre precise e lariduzione delle emissioni, è ne-cessario principalmente uncambiamento di mentalità” nelsenso della “giustizia climatica,cioè una equa ripartizione del-le emissioni a effetto serra, ol-tre che ai cambiamenti deglistili di vita”.

L’ORDINE DEI VALORIE LA CRISI

Dopo aver fatto un quadrodella crisi economico-finanzia-

ria che ha colpito la Grecia el’Europa, il presidente dellaComece, ha proposto una rifles-sione su quale debba essere ilcontributo della Chiesa in que-sto contesto. E ha dichiarato:“l’origine della crisi è da ricer-care in un ordine sbagliato trai valori”. “Poiché la parola ‘cri-si’ significa distinguere e sepa-rare il più importante dal menoimportante, la violenza dellacrisi esige che prendiamo deci-sioni radicali… e ci concentria-mo sull’essenziale: difendere ladignità umana e il bene comu-ne per la nostra e le generazio-ni che verranno”. Occorre “ritro-vare l’equilibrio tra la compren-sione dell’uomo come individuolibero e la persona come essererelazionale”, “tra interessi indi-viduali legittimi e interessi co-muni, tra legalità e giustizia”.Ed ha concluso: tutto ciò “diffi-cilmente può essere tradotto inun quadro legislativo. Il lega-me tra valori fondamentali enorme invece è rappresentatoda quegli elementi legati a unainteriorizzazione, che una vol-ta chiamavamo ‘virtù’. Si trat-ta di riscoprirle e praticarle.Solo allora la crisi diventerà uncambiamento benefico”.

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8P A G I N A

CHIESACHIESA LOCALEIL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

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ILSEMINARIO

SIRACCONTA

ome passare dalla teoria alla pratica?È la domanda che ci si pone semprequando, al termine (ma terminano?)degli studi si passa alla pratica. Vale

anche per chi, dopo il seminario, deve inse-rirsi nel ministero che gli viene affidato. Du-rante la teologia, si cerca di preparare questoimpatto con le esperienze parrocchiali chevengono proposte. Chi è ormai “arrivato” eha ricevuto il Diaconato vive gli ultimi mesida “pendolare”: al giovedì pomeriggio pren-de la sua borsa e parte. Fino alla domenicasera è inserito in una parrocchia. Poi da do-menica sera (ormai notte…) fino al giovedìtorna alla vita di seminario.

Lascio a chi di dovere valutare se questasia la scelta migliore o se si possa o debbatrovare soluzioni migliori. Certo questa è unabella possibilità. Comporta dei sacrifici so-prattutto se, data la ben nota configurazionediocesana, bisogna arrivare in alta Valtellinao nella Valli Varesine. C’è però la soddisfa-zione di essere finalmente nel campo di lavo-ro, quello a cui si è stati chiamati e per il qua-le si sono passati tutti gli anni di seminario.

Naturalmente se si è arrivati fino alDiaconato, le idee sono chiare sul tipo di mi-

Riflessionisull’annodi Diaconato

di don REMO ORSINIdon REMO ORSINIdon REMO ORSINIdon REMO ORSINIdon REMO ORSINI

nistero da svolgere a contatto stretto con lepersone, con altri sacerdoti, nella realtà con-creta e contraddittoria del nostro tempo. Al-cune sottolineature flash. C’è gran voglia difare: la pazienza è una delle prime grandi vir-tù da acquisire. Un “novello” suscita sempreinteresse e simpatia: molto bello, purché nonsi fermi a formalità e superficialità. L’esserependolare impedisce una continuità di pre-senza, ma è chiaro fin dall’inizio che, normal-mente, si è di passaggio. C’è anche la “PrimaMessa” a cui pensare: occasione non per di-minuire l’impegno, ma per comunicare entu-siasmo. Rientrare in seminario vuol dire an-che portare a chi è lì “segregato” (ma non trop-po…) le dimensioni di un campo di lavoroper il quale non ci si prepara mai abbastanza.

Soprattutto ci si rende conto che ci voglio-no tante cose: la cultura, l’entusiasmo, la ca-pacità di dialogo, una certa resistenza fisica,saper organizzare bene il tempo, usare tutti imezzi di comunicazione, ecc., ma che perentrare nel cuore di giovani, genitori e adulti(e anche dei preti che incontri) chi veramen-te fa è il “Padrone” della messe. Quello cheti ha chiamato.

Buona strada, diaconi.

C

30 APRILE - VEGLIE PER IL LAVORO

«Annunciare Cristoè il bene dell’uomo»

GIOVEDÌ 22A Como, al mattino, Con-siglio episcopale; nel pome-riggio udienze e colloquipersonali.

SABATO 24Al mattino, a Solbiate, nel-l’ambito della visita pasto-rale alla zona Prealpi, in-contro con i religiosi; a Len-no, nel pomeriggio, parte-cipazione al pellegrinaggiovocazionale diocesano allaMadonna del Soccorso.

DOMENICA 25A Como, in Seminario, isti-tuzione lettori e accoliti deicandidati al presbiterato; aGravedona, alle ore 18.00,S. Messa in occasione del150° anniversario della na-scita del beato Enrico Re-buschini.

LUNEDÌ 26A Como, in Vescovado,mattino e pomeriggio: in-contri con il clero, classi diordinazione anni 1984 e1966.

MARTEDÌ 27Al mattino, a Colda, ag-giornamento del Clero del-la provincia di Sondrio; aMese, alle ore 17.00, pres-so l’istituto delle Suore del-la Sacra Famiglia, celebra-zione della Santa Messa inoccasione del centenariodella nascita di suor Toma-sina Pozzi.

MERCOLEDÌ 28A Como, in Seminario, almattino, incontro dei presi-denti degli Istituti diocesa-ni Sostentamento Clerodella Lombardia; al pome-riggio, udienze e colloquipersonali.

GIOVEDÌ 29A Como, al mattino, Con-siglio episcopale; al pome-riggio, udienze e colloquipersonali

VENERDÌ 30A Como, al mattino, in Ve-scovado, incontri con il cle-ro, classi di ordinazioneanni 1981, 1982 e 1983; aCuveglio, a partire dalleore 20.45, Veglia per il la-voro.

SABATO1 MAGGIOA Como, alle ore 17.00,presso la Basilica di San-t’Abbondio, Santa Messaper l’ammissione delle do-mande al presbiterato

DOMENICA2 MAGGIOA Como, alle ore 10.00,amministrazione del sacra-mento della Confermazioneai ragazzi della parrocchiadi Sant’Agostino; nel pome-riggio, visita pastorale allaZona Lario: Torno.

delAGENDA

VESCOVOiamo ancora in pienacrisi economica, unacrisi che ormai si pro-trae da un anno e mez-zo. E se di questo lun-

go perdurare molte aziendene stanno risentendo, parec-chie anche in modo pesante ilche significa cessazione dellapropria attività produttiva,ancor più ne risentono le fa-miglie che grazie al propriolavoro potevano trarre unafonte di sostentamento. In talcaso la crisi economica acqui-sta una valenza ancora piùpesante, quella sociale, perchéporta con sé povertà, disagi edemarginazioni. E a questa sene aggiunge un’altra ancorapiù grave, di natura antropo-logica: la depressione di chi haperso il proprio lavoro e fati-ca a trovarne un altro a causadell’età; il senso di sentirsi or-mai inutile e a volte anche dipercepire che la propria pro-fessionalità non ha più signi-ficato né valore. È in questocontesto così complesso chequest’anno e precisamente ve-nerdì 30 aprile, a partiredalle ore 20.45, si terrannole veglie di preghiera in occa-sione della festa del lavoro.Quest’anno si parla di vegliee non veglia perché si terràcontemporaneamente in cin-que parrocchie della nostradiocesi, che sono di riferimen-to a tutte le zone: Fino Mor-nasco (Comasco e Basso La-go), Mandello del Lario (Lec-chese), Cuveglio (Valli Varesi-ne), Morbegno (Bassa Valtel-lina, Valchiavenna e Alto La-go) e Tirano (Alta Valtellina).

Negli anni passati la vegliadi preghiera in occasione del-la festa del lavoro viveva suun tema o su una situazionedi particolare gravità, che ilmondo del lavoro presentavaalla diocesi perché, secondo lapropria competenza, se ne fa-cesse carico condividendo conchi viveva le difficoltà deriva-te dal lavoro con gesti di soli-darietà.

L’enciclica Caritas in verita-te parlando della relazioni al-l’interno del vivere sociale ag-giunge una categoria relazio-nale mai utilizzata dalla socio-logia e neppure dai preceden-ti documenti della Dottrinasociale della Chiesa: la fra-ternità. La fraternità cristia-na si radica in Cristo, come ciricorda Benedetto XVI nellastessa enciclica per cui invitai credenti a farsi protagonistidello sviluppo, di “uno svilup-po che ha bisogno di cristianicon le braccia alzate verso Dionel gesto della preghiera, mos-si dalla consapevolezza chel’amore pieno di verità da cuiprocede l’autentico svilupponon è da noi prodotto, ma civiene donato” (n. 79). Questoimplica “attenzione alla vitaspirituale, seria considerazio-ne delle esperienze di fiduciain Dio, di fraternità spiritualein Cristo…, di amore e di per-dono, di rinuncia di se stessi,di accoglienza del prossimo, digiustizia e di pace” (n. 79).

Partendo da queste paroledel papa, la Pastorale socialee del lavoro diocesana, fa del-le parrocchie le protagonistedella veglia di quest’anno af-

finché si rendano protagonistedel cammino di vita spiritua-le, della solidarietà verso l’uo-mo del lavoro e di nuovi stilidi vita.

La veglia vive di due mo-menti. Il primo ci porta a pen-sare e pregare sul progetto diDio sull’uomo, il secondo ciporta a pregare per dare unarisposta concreta, adeguata ecoraggiosa al progetto di Diosull’uomo. La sintesi di que-sti due momenti si traduce nelgesto conclusivo della benedi-zioni delle mani come segno

DALL’AZIONE CATTOLICA DIOCESANA L’INVITOA PARTECIPARE ALLA VEGLIA PER IL LAVORO

«Incarnare il Vangelo negli ambiti della vita sociale e pub-blica è un obiettivo che la nostra associazione ci propone dasempre, con continuità. Il tempo che stiamo vivendo ci in-terpella tuttavia in modo particolare». Così l’Azione catto-lica diocesana invita i propri aderenti a partecipare nume-rosi alla veglia per il lavoro in programma il prossimo 30aprile, in contemporanea, a partire dalle ore 20.45, pressole parrocchie di: Fino Mornasco, Morbegno, Cuveglio, Tira-no, Mandello del Lario. «”Questo è il tempo” – recita il testodi formazione di quest’anno. Questo è il nostro tempo, è iltempo che ci è stato assegnato. La storia, la società, le isti-tuzioni, la cultura, l’educazione e perfino la Chiesa sono oggiaffidati a noi contemporanei e non ad altri! Negli ultimi dueanni, l’associazione ha dedicato convegni e campi alla rifles-sione sulla crisi economica, sulla necessità di rivedere l’or-ganizzazione della nostra società, gli stili di vita. Hariproposto il pensiero di Giuseppe Lazzati e la sua idea dicittà dell’uomo, fondata sul bene comune e non sull’affer-mazione di interessi egoistici e concorrenti. Abbiamo ancheaccolto e sostenuto il Fondo di Solidarietà Famiglia&Lavoro,promosso dal Vescovo per consentire una risposta immedia-ta ai bisogni di chi è stato colpito più direttamente dallacrisi». L’invito agli aderenti è a coinvolgere il maggior nu-mero possibile di persone in questa iniziativa.

S

don GIUSEPPE CORTI

dell’agire dell’umanità comesingolo individuo e come co-munità. La benedizione saràaccompagnata dalla consegnadel sussidio pastorale “La Par-rocchia vive nel territorio”, il-

lustrante la modalità di pre-senza attiva e di interazionedel cristiano tra parrocchia evita quotidiana.

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CHIESALOCALECHIESALOCALECHIESALOCALECHIESALOCALECHIESALOCALEIL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

9P A G I N ACHIESA

IL CONSIGLIO PRESBITERALE

I CRITERI PER L’ELEZIONE DEL PROSSIMOCONSIGLIO E LA SITUAZIONE DEL CLERO

i è svolto martedì 20aprile a Como, presso ilSeminario, il ConsiglioPresbiterale, penulti-ma convocazione prima

del rinnovo, previsto per il pros-simo mese di maggio. Due ar-gomenti all’ordine del giorno.

Anzitutto i criteri per l’ele-zione dei nuovi membri delprossimo Consiglio. Ai sensidel Codice di Diritto Canonico,i Presbiteri che compongono ilConsiglio agiscono a titolo per-sonale, in rappresentanza delPresbiterio diocesano. Tuttaviala modalità della loro designa-zione deve opportunamente ga-rantire un criterio di rappresen-tanza dell’intero territoriodiocesano. Per tale motivo, nel-la prossima tornata elettoraleci si regolerà nel seguentemodo. Saranno disponibili treliste dei presbiteri eleggibili,suddivisi secondo il territorio diappartenenza (Como, Sondrio eAlto Lago, Valli Varesine). Datali liste risulteranno assentitutti i presbiteri non eleggibili:

i membri già eletti in ragionedell’ufficio – il Vicario Genera-le, i cinque Vicari Episcopali, ilRettore del Seminario –, più ipresbiteri già eletti nelle duetornate elettorali precedenti econsecutive. Ciascun presbiteroelettore potrà esprimere nove

preferenze: cinque fra i presbi-teri della lista di Como, tre fra ipresbiteri della lista di Sondrioe Alto Lago, uno fra i presbiteridella lista delle Valli Varesine.Nello scrutinio risulterannoeletti i presbiteri che, nelle ri-spettive tre liste, avranno ripor-

tato il maggior numero di pre-ferenza: i primi cinque della li-sta di Como, i primi tre dellalista di Sondrio e Alto Lago, ilpiù votato della lista delle ValliVaresine. Questi nove membri,uniti ai sette membri di dirit-to, ai due rappresentanti deireligiosi, e ai membri designatidirettamente dal vescovo (finoa un massimo di tre) andran-no a costituire il nuovo Consi-glio presbiterale, nominato condecreto vescovile, per un totaledi 20-21 membri.

Il secondo argomento affron-tato è stato la situazione deisacerdoti anziani e malati,alla luce della recente indagi-ne commissionata dai Vescovilombardi alla Facoltà di socio-logia dell’Università Cattolicadel Sacro Cuore. Mons. Arman-do Bernasconi, delegato del Ve-scovo per il clero anziano, haillustrato i dati principali ditale indagine con riferimentoalla nostra Diocesi. La popola-zione attuale di 403 presbiteridiocesani – in base alle proie-zioni statistiche, che stimano lefuture nuove ordinazioni e i tas-si costanti di reclutamento e diprolungamento di vita – è de-stinata a contrarsi del 25% cir-ca nel giro di venti anni. Undato facilmente arguibile inbase alla semplice osservazio-

UCID COMO: APPROFONDIMENTISULLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

Lunedì 19 aprile scorso il consulente ecclesiastico monsignor Isidoro Malinverno ha guidato laseconda riflessione, prendendo in esame il capitolo settimo del “compendio” della dottrinasociale cattolica. Il relatore ha opportunamente chiarito che, quando in campo cattolico siparla di “etica” si fa riferimento alla morale derivante dalla antropologia evangelica, cioè allaconcezione cristiana della persona umana, che ha per modello il Verbo Incarnato, Uomo e Dio.Non qualsiasi ideologia corrente che si ammanta del nome di “etica”, mentre, spesso, ne è unacontraffazione tipo “etologia”, che assimila la specie umana a qualsiasi specie animale; oppuredà il nome di “etica” ai disvalori correnti del capitalismo sfrenato o del consumismo fini a séstessi.In particolare sono stati presi in considerazione i paragrafi dal 336 al 367, che focalizzano iltema caro ai soci Ucid: iniziativa privata e impresa. Il Magistero pone una importantepremessa: “ La dottrina sociale della Chiesa considera la libertà della persona in campo econo-mico un valore fondamentale e un diritto inalienabile da promuovere e tutelare”. “La dimen-sione creativa è un elemento essenziale dell’agire umano, anche in campo imprenditoriale, e simanifesta specialmente nella attitudine progettuale e innovativa”.Però tutto ciò deve svolgersi entro i confini del “bene comune” e dei diritti umaniindisponibili di tutte le persone che sono coinvolte nel processo produttivo e del mercato. Iltema trattato è di un tale interesse, che ha letteralmente scatenato gli interventi dei presenti.È stato davvero difficile seguire il filo di ogni intervento, tanto più che le osservazioni preva-lenti partivano dalla esperienza delle gravi difficoltà pratiche a mettere in atto i principi delladottrina. A me , non digiuno di scienze economiche e, insieme, di dottrina cattolica, è parso chesi sono sovrapposti due piani di riflessione da tenere ben distinti, come metodo. Infatti ognisingolo imprenditore o dirigente si trova ad operare in un mercato e sistema produttivo le cuiregole sono poste da altri soggetti. È quindi necessario esaminare distintamente anche il livel-lo politico – economico – giuridico che condiziona l’operato e le responsabilità degli imprendi-tori. Così potranno, ad esempio, trovare risposta i problemi etici relativi, ad esempio, alle“delocalizzazioni” in atto delle imprese, alla fortissima concorrenza internazionale conseguen-te alla “globalizzazione”, e così via.In questo campo mi pare che siano stati fatti gravissimi errori negli anni ’90, che condizionanopesantemente oggi le imprese europee ed italiane in particolare misura. Da studioso e docentedi Economia Politica ho da tempo osservato che c’è stato una specie di “analfabetismo econo-mico di ritorno” tra i “cervelloni” che hanno guidato la C.E.E. Infatti hanno dimenticato la“gradualità” che ha caratterizzato il primo fortunato periodo della costruzione della ComunitàEconomica Europea. Hanno pure dimenticato che le barriere doganali debbono, sì, essere ab-battute, ma salvaguardando quei dazi che la consolidata scienza economica ha qualificatocome “compensativi”. Cioè quei dazi che evitano un privilegio ingiusto ed antieconomico aiproduttori esteri che operano in sistemi giuridici, fiscali e previdenziali assai primitivi. I prez-zi delle loro merci, infatti, non incorporano il carico fiscale e previdenziale che, invece, gravasulle merci europee. I dazi compensatori servono appunto per livellare questo carico, in modoche la competizione si svolga su un piano di parità.Poiché il tempo si faceva tardi, l’incontro è stato rinviato ad altra data, per proseguire e com-pletare tutto il capitolo settimo, relativo alla ai sistemi economici nazionali ed a quello mon-diale.

ATTILIO SANGIANI

S

mons. ANGELO RIVA

ne degli ultimi tre anni: 8 nuo-ve ordinazioni a fronte di 24presbiteri funerati da mons.Coletti. Attualmente sono ben79 i presbiteri diocesani ultra-settantacinquenni (55 gli ultra-ottantenni), e si valuta che di-verranno il 20% dell’interopresbiterio nel giro di ventianni. All’analisi dei dati ha fat-to ovviamente riscontro un’am-pia discussione alla ricerca delmiglior modo, ecclesiale e fra-terno, per affrontare la situazio-ne. Molti i suggerimenti, so-prattutto in relazione alle casedi riposo e di cura dove alcunidei presbiteri non più auto-suf-ficienti (attualmente in nume-ro di 20) potrebbero essere ac-colti. In generale, il Consiglio haespresso il suo parere su duelinee di azione: potenziare larete istituzionale, a livello dio-cesano e vicariale, di coloro chedevono farsi carico delle situa-zioni personali e trovare le so-luzioni più opportune; cura-re la rete di solidarietà di colo-ro che possono assicurare pros-simità e vicinanza ai presbite-ri soli, anziani e malati, coin-volgendo e attivando il carismadella vita religiosa e le associa-zioni laicali espressamente vo-tate a tale servizio.

UFFICIO DIOCESANOPER LA LITURGIA

CRESIMA DEGLI ADULTIAi Parroci che in questo periodo stanno completando la pre-parazione di candidati in età adulta al sacramento dellaConfermazione, si chiede di prendere contatto quanto primacon questo ufficio, in modo che ci sia la possibilità di valutarecon il necessario anticipo l’eventuale inserimento degli inte-ressati nel Pontificale di Pentecoste (incontro preparatorioper cresimandi e padrini la sera di martedì 18 maggio) o nel-la celebrazione di sabato 3 luglio (incontro preparatorio nelpomeriggio di sabato 26 giugno).

NUOVI MINISTRI DELLA COMUNIONEI Parroci o i Superiori religiosi che hanno intenzione di avva-lersi della collaborazione di nuovi ministri straordinari dellaComunione eucaristica sono pregati di prendere tempestivocontatto con l’ufficio diocesano per iscrivere i loro candidati.Solo questo passo consentirà di programmare il necessarioPercorso di formazione teologico-pastorale. Si informa che unprimo incontro si terrà a Como presso l’Istituto Canossa,via Balestra, 10, sabato 15 maggio dalle ore 15.00 alle18.00. Per quanto concerne la Provincia di Sondrio, un primoincontro si è tenuto domenica 14 marzo e potrà / dovrà esserereplicato in presenza di ulteriori richieste. Il seguito del cam-mino è in fase di definizione. Se ne darà notizia nei prossiminumeri de Il Settimanale.

ANNIVERSARIODI

DON SEBASTIANOTREMARI

30 APRILE 200330 APRILE 2010

Dimenticarti è impossi-bile… Signore tu che l’haivicino abbraccialo pernoi…

I tuoi cari…

COOPERATORI SALESIANI• Sabato 24 aprile, a Caravaggio , si svolge la festa dellafamiglia salesiana.• Infine il 9 maggio a Tavernola, presso il Salesianum, apartire dalle ore 9.00, è in programma la giornata di spirituali-tà e la prima conferenza annuale. È previsto l’intervento didon Antonio Simeon.

MOVIMENTO EUCARISTICO DIOCESANONel mese mariano, tutti sono invitati all’adorazione in program-ma il giorno 8 maggio alle ore 16.20 presso la chiesa di SantaCecilia in Como. Vi saranno momenti di preghiera e meditazio-ne guidati da don Andrea Meloni. Il prossimo 15 maggio, inve-ce, si svolgerà presso la sede delle Suore Canossiane il conve-gno annuale del movimento eucaristico.

IN BREVEISCRIZIONI AL PELLEGRINAGGIODIOCESANO A LISIEUXSi ricorda che con la fine di aprile si chiudono le iscrizioni alpellegrinaggio diocesano a Lisieux, guidato dal vescovo Diego ein programma dal 3 al 9 luglio. In occasione della peregrinatiodelle reliquie di santa Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santotanti fedeli hanno mostrato il proprio affetto per la santacarmelitana. Nel pontificale di chiusura il Vescovo si augurò chepotesse essere grande anche la partecipazione al pellegrinaggioa Lisieux, come forma di restituzione della visita. Ulteriori in-formazioni a pagina 10 di questo numero de Il Settimanale.

IN DIOCESI RICORDATO IL QUINTO ANNODI PONTIFICATO DI BENEDETTO XVIIl nostro vescovo Diego ha fatto sua la riflessione della presi-denza della Conferenza Episcopale Italiana in occasione dell’an-niversario del quinto anno di pontificato di Benedetto XVI e hainvitato tutte le comunità parrocchiali della diocesi a ricorda-re questa ricorrenza durante le Sante Messe e nelle pre-ghiere dei fedeli di domenica 18 aprile e lunedì 19 aprile(giorno di elezione di Benedetto XVI al soglio pontificio). Lunedì19, inoltre, a Como-san Fedele e presso il santuario della Ma-donna di Tirano è stato recitato il santo rosario secondo le inten-zioni del Papa. In diocesi sono stati scelti questi due luoghi inquanto profondamente simbolici: san Fedele in ricordo del pri-mo martire della nostra Chiesa locale e Tirano quale santuariomariano diocesano, espressione della maternità di Maria chesempre accompagna e sostiene.

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PELLEGRINAGGIPELLEGRINAGGIPELLEGRINAGGIPELLEGRINAGGIPELLEGRINAGGIIL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

10P A G I N A

VERSO LISIEUX/1

STORIA DI UN’ANIMA(1873-1888)

CHIESA

niziamo questo no-stro viaggio ritor-nando indietro neltempo per raggiun-gere un piccolo pa-

ese della Francia dicentocinquanta anni fa.Eccoci ad Alençon, unacittadina dell’Orne, regio-ne della Bassa Norman-dia, che oggi conta circaventottomila abitanti; pernoi un paio d’ore abbon-danti di auto ad ovest diParigi, soltanto una anco-ra per giungere al maresulle spiagge rese famosedallo sbarco degli Alleati,nel giugno del 1944.

Eventi ancora lontaniper il tempo in cui LuisMartin (1823-1894) orolo-giaio figlio di un capitanodell’esercito napoleonicosposa Marie-AzélieGuerin (1831-1877), ne-goziante ricamatrice dimerletti conosciuta con ilnome di Zelia, nel 1858.

Quindici anni dopo lenozze, il 2 gennaio 1873,nascerà Maria FrancescaTeresa per aggiungersi adaltre quattro sorelle chela precederanno, oltre chenel venire alla luce, anchenel consacrarsi al Signo-re nella vita religiosacontemplativa.

L’INFANZIAL’infanzia di Teresa tra-

scorre serena, in compa-gnia soprattutto della so-rella Celina, più grande dilei di quattro anni e suainseparabile amica neigiochi.

«Un giorno Leonia [laterza sorella, nata nel1863], pensando di esse-re troppo grande per gio-care con la bambola, ven-ne da noi due con un pa-niere pieno di vestiti e dipezzetti belli di stoffa perfarne altri; su queste ric-chezze stava distesa labambola. “Prendete, so-relline, scegliete, vi do tut-

Iniziamo una serie di dieci semplici schizzi per presentareil vissuto di quella giovane donna francese di fine ottocentoconosciuta con il nome di Santa Teresa di Gesù Bambino.Ne racconteremo la storia cercando di raccogliere dai suoiscritti i temi principali del suo pensiero tanto importanteper la vita della Chiesa da guadagnarle il titolo di Dottoredon MICHELE [email protected]

temo una sola cosa, cioèdi conservare la mia vo-lontà: prendetela, perchéscelgo tutto quello che voivolete…» (MS A 10r°).

A LISEAUXUn tumore al seno co-

stringe Zelia a raggiunge-re, nel 1877, gli altri suoiquattro figli – i suoiangioletti in cielo, comeamerà chiamarli Teresa –scomparsi prematura-mente. Teresa ha quattroanni. La morte della mo-glie spinge Louis a cessa-re la sua attività ed alladecisione di trasferirsi aiBuissonnets, una grazio-sa villetta situata su unacollina di Lisieux. Nellacittadina risiedevano glizii materni, che si reserodisponibili ad assicurareal cognato appoggio e as-sistenza nella crescitadelle figlie più giovani.

Ad otto anni e mezzo lapiccola entra come semi-convittrice presso le bene-dettine di Lisieux (3 otto-bre 1882) prendendo ilposto della sorella Leonia.Il giorno precedentePaolina – la sorellasecondogenita che le face-va da mamma ed allaquale la nostra bimba eramolto legata – entra inCarmelo con il nome disuor Agnese di Gesù, il 2ottobre 1882. Inizia perTeresa il periodo più tri-ste della sua vita. Vivequesto strappo come unamorte della sua secondamamma e cade in una for-te depressione che le cau-serà una sorta di regres-sione infantile con tremi-ti nervosi dai quali gua-rirà come per miracolograzie al «sorriso dellaVergine» nella Pentecostedell’83. Soltanto tre annipiù tardi, una seconda

to”. Celina allungò lamano e prese un pacchet-to di gale che le piaceva-no. Io riflettei un attimo,poi anch’io allungai lamano e dissi: “Io scelgotutto!” e presi il panieresenza tanti complimenti.[…] Questo minimo trat-to della mia infanzia è ilriassunto di tutta la miavita; più tardi, quando laperfezione mi apparve,capii che, per diventareuna santa, bisognava sof-frire molto, cercar sempreil più perfetto e dimenti-car se stessi; capii che cisono molti gradi nella per-fezione, e che ogni animaè libera di rispondere agliinviti di Nostro Signore,di far poco o molto per lui,insomma di scegliere trai sacrifici che gli chiede.Allora, come ai giorni del-la mia prima infanzia,esclamai: “Dio mio, scelgotutto. Non voglio essereuna santa a metà, non hopaura di soffrire per Voi,

importante tappa dellasua vita che lei stessa de-finisce come la Grâce deNoël e che porrà fine adun tormentato periodo discrupoli, di atteggiamen-ti infantili e capricciosiper inaugurare così il ter-zo tempo della sua vita,«il periodo più bello di tut-ti, il più pieno di graziedel Cielo» (MS A 45v°).Nel Natale 1886, Teresarecupera la sua forzad’animo perduta alla mor-te della mamma ed iniziaad interessarsi di moltecose: dalla scienza allastoria, legge il suo primolibro di spiritualità, nascein lei il desiderio di entra-re nel Carmelo.

IL VIAGGIOA ROMA

La sua giovane età,però, è considerata un im-pedimento. Teresa non siperde d’animo ed appro-fitterà di un viaggio a

Roma per chiedere il fa-vore direttamente alpapa, Leone XIII.

«Da qualche tempo miero offerta a Gesù Bam-bino, per essere il suo pic-colo giocattolo. Gli avevodetto di non servirsi di mecome di un giocattolo divalore, che i bambini siaccontentano di guardaresenza osare toccarlo, macome di una pallina dinessun conto, che potevagettare a terra, spingerecol piede, forare, lasciarein un angolo o stringeresul cuore se ciò gli avessefatto piacere. In una pa-rola, volevo divertire ilpiccolo Gesù, fargli piace-re, assecondarlo nei suoicapricci infantili… Avevaesaudito una preghiera…A Roma Gesù forò il suopiccolo giocattolo. Volevavedere cosa c’era dentro edopo averlo visto, conten-to della sua scoperta, la-sciò cadere la pallina e si

I

addormentò…». (MS A64v°)

In effetti l’incontro conil successore di Pietro nonportò al risultato speratoe – come è evidente – ilpontefice suggerì alla ra-gazza di rivolgersi con fi-ducia alle persone depu-tate a tale scopo, senzadisperare che la volontàdi Dio si sarebbe compiu-ta. Al suo ritorno aLisieux il vescovo dioce-sano le concede di poterentrare nel Carmelo.

Lo farà il 9 aprile 1888.«Non mi slancio verso il

primo posto, ma verso l’ul-timo; invece di farmiavanti con il fariseo, ripe-to, piena di fiducia, l’umi-le preghiera del pubblica-no. Soprattutto imito lacondotta di Maddalena, lasua sorprendente o me-glio la sua amorosa auda-cia, che conquista il Cuo-re di Gesù e seduce ilmio». (MS C 36v°)

La freccia sulla cartina mostra laposizieone della città di Lisieux

nel nord della Francia

Informazioni su www.diocesidicomo.it o telefonando allo031-3312232 (al mercoledì mattina)

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iinn ppuullllmmaann 33 -- 99 LLUUGGLLIIOO 22001100 SABATO 3 LUGLIO - Partenza di buon mattino e arrivo a Nevers nel pomeriggio (pranzo

libero lungo il percorso): visita al Convento di St. Gilrard dove visse, fino alla morte, Santa Bernardetta il cui corpo è venerato nella Cappella: S. Messa. Al termine sistemazione negli hotels a NEVERS e dintorni. DOMENICA 4 LUGLIO - Partenza per CHARTRES. Visita alla Cattedrale gotica. Nel pomeriggio spostamento a LA CHAPELLE MONTLIGEON per la visita e la S. Messa al locale Santuario. Al termine proseguimento per ALENÇON o dintorni, cena e pernottamento negli hotels. LUNEDÌ 5 LUGLIO - Mattinata dedicata alla visita della città natale di Teresa di Lisieux. S. Messa nella Chiesa di Notre Dame che custodisce il fonte battesimale dove Santa Teresa ha ricevuto il Battesimo. Nel pomeriggio, sistemazione a LISIEUX o dintorni. MARTEDI’ 6 LUGLIO – LISIEUX: giornata dedicata alla visita e alle Celebrazioni nei luoghi dove è vissuta Santa Teresa. MERCOLEDÌ 7 LUGLIO - Dopo la Liturgia Eucaristica, proseguimento per la Bassa Normandia sostando a Caen e a Bayeux. Dopo il pranzo, proseguimento per Mont Saint Michel, con sosta ad Arromanches, luogo dello sbarco delle truppe alleate il 6 luglio 1944. Pernottamento a MONT SAINT MICHEL o dintorni. GIOVEDÌ 8 LUGLIO - MONT SAINT MICHEL: visita e S.Messa al complesso. Al termine proseguimento per TOURS. Visita alla Basilica di San Martino. Celebrazione dei Vespri. Continuazione per CLERMONT FERRAND o dintorni. VENERDÌ 9 LUGLIO - Partenza per LIONE: Santa Messa conclusiva del pellegrinaggio nel Santuario di Notre Dame de Fourvière che domina la grande metropoli. Dopo il pranzo, inizio del viaggio di rientro in Italia con arrivo in serata ai luoghi di provenienza.

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VOCAZIONIVOCAZIONIVOCAZIONIVOCAZIONIVOCAZIONI 11P A G I N A

IL SETTIMANALE DELLA DIO2CESI DI COMO - 24 APRILE 2010

CHIESA

CALENDARIOAPRILE-MAGGIO 2010

CENTRO DIOCESANO VOCAZIONITutte le info su www.cdvcomo.it

24 APRILEPELLEGRINAGGIO VOCAZIONALE AL SOCCORSO

25 APRILEGIORNATA VOCAZIONALE MONDIALE

9 MAGGIOMOLO 14 A BELLAGIO

15 MAGGIOPELLEGRINAGGI VOCAZIONALIOssuccio - Madonna del Soccorso (ore 7.00); Cavona (ore7.00); Dongo (ore 7.30); Tirano (venerdì ore 20.45); Livigno /Bormio / Pradelle di Pedenosso (ore 7.00); Lezzeno (ore 8.00);Mese (ore 7.00); Olcio - Santa Maria (ore 7.00); Sondrio - Sassella(ore 7.00); Bassa Valtellina; Como - San Giorgio (ore 7.30)

16 MAGGIO GIORNATA VOCAZIONALEGruppi vocazionali: GOV (ragazzi); SICAR (ragazze); Stradeper Scegliere (giovani); Venite e Vedrete (verso il Seminario).

ALTRI ISTITUTIGUANELLIANIAltre info su www.giovaniguanelliani.it

DISCOTECA DEL SILENZIOComo - Santuario Sacro Cuore (ore 20.30 Santa Messa, seguel’esposizione eucaristica fino alle ore 4.00), l’ 1-2 maggio

WEEK-END VOC “ITINERARIO DAMASCO”Como – CPF S. Giuseppe l’ 1-2 maggio

PREGHIERA VOCComo – Santuario Sacro Cuore il 19 maggio

PELLEGRINAGGIO VOCBulciago (Lc) – Santuario Madonna del Carmine il 6 maggio

CENACOLO DI PREGHIERA PER I SACERDOTIIncontro di preghiera per la santificazione dei sacerdoti, il terzosabato del mese. Como, Santuario Sacro Cuore, 15 maggio

PIMEAltre info su www.pimemilano.com

CAMMINO GIOVANI E MISSIONE 1Sabato 8 e domenica 9 maggioA Sotto il Monte - “Pronti per partire”; relatore, Equipe

CAMMINO GIOVANI E MISSIONE 2Sabato 15 e domenica 16 maggioPresso Villa Grugana, Calco (Lc) - “Per un salto di qualità”;relatore: Equipe

CAMMINO BIBLICO: MAESTRO DOVE ABITI?L’8 e il 9 maggio, presso Villa Grugana, Calco (Lc), sul tema“Il mandato missionario di Gesù”; relatore: suor MarilenaBoracchi, missionaria dell’Immacolata

FIGLIE DELLA PRESENTAZIONELECTIO DIVINASUL LIBRO DEL CANTICO DEI CANTICIIl 29 maggio: Epilogo (8,5 - 14), “La forza indistruttibile del-l’amore”, sabato pomeriggio dalle ore 15.30 alle ore 19.30 -Sacra Famiglia, via Dante 94 - Como

GIM (GIOVANI IMPEGNO MISSIONARIO)MISSIONARI COMBONIANIAltre info su www.giovaniemissione.it

IN CAMMINO CON IL LIBRO DELL’ESODO,CON OSTINATA SPERANZADomenica 16 maggio, a Venegono Superiore (Va), dalle ore9.00 alle ore 18.00. Porta con te la Bibbia. Tema dell’incontro:“Non avrai altri dei” (Es 19-24)

FIGLIE DELLA REGINA DEGLI APOSTOLIPer le giovani oltre i 20 anni in ricerca vocazionale: giornate dipreghiera e riflessione sulla consacrazione secolare. Ad Affi (Vr),presso Villa Elena (via Elena Persico, 23): 29-30 maggio. Info:[email protected]; telefono 045-7235024

nche quest’anno PapaBenedetto XVI ha con-segnato alla Chiesa ilsuo messaggio in occa-sione della 47a Giorna-

ta Mondiale di Preghiera per leVocazioni, che si celebra in que-sta IV domenica di Pasqua - do-menica del “Buon Pastore”. Iltema scelto dal Papa, La testimo-nianza suscita vocazioni, ben sicollega alla proposta dell’AnnoSacerdotale. Se “la fecondità del-la proposta vocazionale, infatti,dipende primariamente dal-l’azione gratuita di Dio”, l’espe-rienza pastorale conferma cheessa “è favorita anche dalla qua-lità e dalla ricchezza della testi-monianza personale e comunita-ria di quanti hanno già rispostoalla chiamata del Signore nelministero sacerdotale e nellavita consacrata, poiché la lorotestimonianza può suscitare inaltri il desiderio di corrisponde-re, a loro volta, con generosità al-l’appello di Cristo”. La Scrittu-ra, ricorda il Papa, è ricca di te-stimoni che hanno annunciatoDio con forza e chiarezza. La vo-cazione stessa degli apostoli èpassata tramite la testimonian-za dei primi chiamati che hanosentito il bisogno di portare l’an-nuncio ad altri. “L’iniziativa li-bera e gratuita di Dio incontra einterpella la responsabilità uma-na di quanti accolgono il suo in-vito a diventare strumenti, conla propria testimonianza, dellachiamata divina. Questo accadeanche oggi nella Chiesa: Iddio siserve della testimonianza di sa-cerdoti, fedeli alla loro missione,per suscitare nuove vocazioni sa-cerdotali e religiose al servizio delPopolo di Dio”. Per questa ragio-ne il Papa richiama tre aspettidella vita del presbitero, che ri-tiene essenziali per un’efficacetestimonianza sacerdotale.

L’AMICIZIACON CRISTO“Se il sacerdote è 1’uomo di Dio,che appartiene a Dio e che aiutaa conoscerlo e ad amarlo, non puònon coltivare una profonda inti-mità con Lui, rimanere nel suoamore, dando spazio all’ascoltodella sua Parola. La preghiera èla prima testimonianza che su-scita vocazioni”.IL DONOTOTALE DI SÉ A DIO“La storia di ogni vocazione siintreccia quasi sempre con la te-stimonianza di un sacerdote chevive con gioia il dono di se stessoai fratelli per il Regno dei Cieli.Questo perché la vicinanza e laparola di un prete sono capaci difar sorgere interrogativi e di con-durre a decisioni anche definiti-ve”.LA VITA DI COMUNIONE“Gesù ha indicato come segno ,di-stintivo di chi vuol essere suo di-scepolo la profonda comunionenell’amore: “Da questo tutti sa-pranno che siete miei discepoli:se avete amore gli uni per gli al-tri” (Gv 13,35). In modo partico-lare, il sacerdote dev’essere uomodi comunione, aperto a tutti, ca-pace di far camminare unito l’in-tero gregge che la bontà del Si-gnore gli ha affidato, aiutando asuperare divisioni, a ricucirestrappi, ad appianare contrastie incomprensioni, a perdonare leoffese”.

Il Papa prosegue riproponendol’insegnamento del suo predeces-sore Giovanni Paolo II sull’impor-tanza della testimonianza deisacerdoti e la estende all’interavita consacrata: “l’esistenza stes-sa dei religiosi e delle religiose

IL MESSAGGIODI BENEDETTO

XVILA TESTIMONIANZA

SUSCITAVOCAZIONI

parla dell’amore di Cristo, quan-do essi lo seguono in piena fedel-tà al Vangelo e con gioia ne assu-mono i criteri di giudizio e di com-portamento. Diventano segno dicontraddizione per il mondo, la cuilogica spesso è ispirata dal ma-terialismo, dall’egoismo e dall’in-dividualismo. La loro fedeltà e laforza della loro testimonianza,poiché si lasciano conquistare daDio rinunciando a se stessi, con-tinuano a suscitare nell’animo dimolti giovani il desiderio di se-guire, a loro volta, Cristo per sem-pre, in modo generoso e totale.Imitare Cristo casto, povero eobbediente, e identificarsi conLui: ecco l’ideale della vita con-sacrata, testimonianza del pri-

47^ GIORNATA MONDIALEDI PREGHIERA

PER LE VOCAZIONIUN SEMPLICE SEGNO

NELLA PREGHIERAPubblichiamo la Preghiera per le Vocazioni scritta da papaBenedetto XVI per la Giornata Mondiale di Preghiera per leVocazioni di quest’anno.

Spirito Santo, fuoco ardente di luce e calore,donaci la passione per una profonda intimitàcon il Signore, per rimanere nel suo amore.

Come i discepoli di Gesù si sono scambiatil’annuncio gioioso e stupito dell’incontro con Lui,dona a ciascuno di noi la trasparenza del cuoreper raccontare, con gratitudine e meraviglia,quello che di Lui abbiamo conosciuto, vissuto e amato.

Rendi la nostra umile testimonianza,segnata dalla scelta della crocee accolta nella speranza della gioia pasquale,segno di fecondità e occasione preziosaperché i giovani possano rifletteresulla propria vocazione con semplicità,fiducia e piena disponibilità.

Vergine Maria, Madre della Chiesa,custodisci con tenerezza ogni piccolo germogliodi vocazione; possa divenire albero rigoglioso,carico di frutti per il bene della Chiesae dell’intera umanità.Amen

Invitiamo i parroci a far recitare questa preghiera al termi-ne di tutte le sante Messe della Giornata, coinvolgendo inparticolare in questo gesto tutti i giovani che avranno parte-cipato al Pellegrinaggio Diocesano dei Giovani al Santua-rio della Madonna del Soccorso di sabato 24 aprile.

mato assoluto di Dio nella vita enella storia degli uomini”. Un ri-chiamo, quello del Papa, che siestende a tutti i battezzati: ogniuomo e ogni donna, fedeli alla pro-pria vocazione, se testimonianola gioia di servire Cristo, sono ri-chiamo per tutti a rispondere allachiamata universale alla santi-tà. “La testimonianza persona-le, fatta di scelte esistenziali econcrete, incoraggerà i giovani aprendere decisioni impegnative,a loro volta, che investono il pro-prio futuro. Per aiutarli è neces-saria quell’arte dell’incontro e deldialogo capace di illuminarli e ac-compagnarli, attraverso soprat-tutto quell’esemplarità dell’esi-stenza vissuta come vocazione”.

A

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Como 13P A G I N A

CRONACA DI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

E P R O V I N C I AE P R O V I N C I AE P R O V I N C I AE P R O V I N C I AE P R O V I N C I A

a cinquant’anni,alle porte diComo, nel terri-torio di Monta-no Lucino, c’è

una realtà che offre unapprodo sicuro alle fragi-lità e alle storie ferite ditante donne, in molti casimamme, le quali, nono-stante la giovane età,sono cariche di un vissu-to problematico, per un’esistenza che le ha co-strette a confrontarsi conla violenza, i maltratta-menti, lo sfruttamento aifini della prostituzione,talvolta la tossicodipen-denza. Si chiama Cof,Casa di OrientamentoFemminile. È un luogoprotetto, nascosto fra labruma di bosco e campa-gna. Iniziava la sua atti-vità nel 1960, grazie algenio e alla sensibilitàdella serva di Dio AdeleBonolis. Il cognome tra-disce la parentela con ilnoto presentatore del pic-colo schermo, il quale,sebbene non abbia proble-mi a dichiarare aperta-mente il proprio agnos-ticismo, tuttavia per leiha un affetto sincero eun’ammirazione tuttaspeciale, tanto da averscelto il nome Adele perla sua ultimogenita, pro-prio in omaggio all’ama-ta zia.

Il ciclo di iniziative percelebrare il mezzo secolodi attività della Cof si èaperto a Milano lo scorsonovembre e si concluderànello stesso mese del2010, presso la Casa, conla Messa presieduta dalvescovo Diego Coletti. Infebbraio uno spettacoloteatrale ha dato avvio allemanifestazioni che si sus-seguiranno nel comascofino al prossimo autunno.Dopo due incontri di ap-profondimento in marzo –uno, in particolare, suldelicato tema della “trat-ta” - venerdì 23 aprileè la volta della biblio-teca di Como, con unaserata interamente dedi-cata al carisma di AdeleBonolis e alla sua capa-cità di “accoglienza”.La serata è in program-ma a partire dalle ore20.30, presso la SalaAuditorium della struttu-ra di piazzetta VenostoLucati. IntervengonoFrancesca Consolini,postulatrice della causadi beatificazione dellaBonolis; monsignorEnnio Apeciti, delegatoarcivescovile per le causedei santi dell’arcidiocesidi Milano; GiancarloLeoni, presidente dellaCasa Cof. Altre occasionidi confronto sui temi del-la carità e dell’ascolto si

D

terranno, sempre nel ca-poluogo lariano, in set-tembre e in novembre,con due serate, una pres-so il Collegio Gallio, l’al-tra all’Opera don Gua-nella. Nel calendario diiniziative, infine, ci sonola partecipazione a tra-smissioni televisive, mo-menti di sensibilizzazionein occasione di grandieventi come il LarioFes-tival e, tra fine aprile e iprimi di maggio, per tut-te le ospiti della casa, ilpellegrinaggio a Lourdes.

«La nostra è una gran-de avventura umana»,sottolinea la direttriceMarisa Russo, da oltrevent’anni alla Cof, primacome educatrice e oggi altimone di questa struttu-ra che ben incarna il si-gnificato della parola“provvidenza”. Alla Casasi arriva accompagnatidai servizi sociali, dal tri-bunale, dalle forze dell’or-dine. «Qui, quotidiana-mente, ci confrontiamocon storie difficili - prose-gue Marisa - ma alla sof-ferenza altrui non ci siabitua mai. Ogni caso cisconvolge. Lo sforzo chefacciamo, insieme allenostre ospiti, è guardareavanti, oltre la violenza:per ciascuna di loro c’è lapossibilità del riscatto,per rimettersi in gioco,ricostruire la propria vita,in libertà, nel rispetto del-le esigenze di ciascuna edella loro dignità». Lastruttura della Cof puòaccogliere fino a 32persone (compresi i figlidelle ospiti): nei momentidi emergenza, però, a nes-suno è mai stato negatorifugio, anche solo tempo-raneo. Tre le articola-zioni della Casa: mino-ri in difficoltà, donnevittime di violenza,donne vittime dellatratta. Una ventina lepersone impegnate fraeducatrici e operatrici perla cura della casa. Non cisono limiti: si può rima-nere per tutto il temponecessario a raggiun-gere la propria autono-mia. Anzi, l’aiuto conti-nua anche per chi è riu-scita a conquistare l’auto-sufficienza, ma ha biso-

L’esperienzadi questa preziosarealtà comascaattraversoil carismadi Adele Bonolis.Incontro inBibliotecacomunaleil 23 apriledi ENRICA LATTANZI

gno di sostegno per conci-liare i tempi del lavoro equelli per i figli. «Siamouna grande famiglia - sot-tolinea la Russo -, atten-te a portare le une i pesidelle altre». Anche perchéla crisi economica si fasentire anche da questeparti… «Già - puntualiz-za Emanuela De Bor-toli, vicedirettrice -, pri-ma riuscivamo a trovareun lavoro per le nostreragazze, ma adesso, con leimprese in affanno, è com-plicato reperire e mante-nere un’occupazione. Cisono i contratti a tempo,quelli a progetto, che sca-dono, ma la vita è quoti-diana e se ci sono i figlida crescere la situazionesi fa complessa. La Cofassicura quella rete “pa-rentale” e di amicizie fon-damentale anche nelle si-tuazioni di “normalità”».Proprio per favorire il per-corso verso l’autonomia,fra i progetti futuri dellaCof c’è anche la realizza-zione di mini-apparta-menti a Maccio, grazie auna generosa donazione.«È la Bonolis che conti-nua a starci vicine e adaiutarci con la sua “prov-videnza”», sorride Mari-sa… “Provvidenza”: unodei pilastri, insieme aprudenza e previdenza,sui quali la Bonolis basa-va la sua azione, sorrettada una solidissima fede,alimentata e fortificatadall’esperienza in Azionecattolica. «La nostra fede- scriveva Adele nel mag-gio 1978 - ci impegna acredere fermamente alvalore della persona uma-na… Nessuna deturpa-

zione può essere sufficien-te ad annullare tale mi-sterioso ma reale valo-re… Con queste idee-for-za abbiamo rivolto il no-stro animo a categorie dipersone da altri escluse».

La Bonolis fu una don-na straordinaria, la qua-le, con incredibile lungi-miranza, seppe leggere leemergenze sociali del-l’epoca, individuando so-luzioni ancora oggi valide.«Riabilitare l’amore»,questo il suo motto. Tut-to ebbe inizio quandoAdele era ancora unabambina. Il padre (accom-pagnando le sue parolecon un sonoro ceffone) leimpose l’ordine perento-rio di non volgere il pro-prio sguardo verso alcuneprostitute che sostavanosulla strada. «Chi sonoqueste donne?», cominciòa chiedersi Adele, «perchésono così sole? Perchésono così esposte? Perchésono così tristi?». Fra il1950 e il 1960 videro laluce le sue “case”, realiz-zate insieme a Giuseppi-na Achilli e a un gruppodi amici e amiche: la Cofdi Montano Lucino (nata,ben prima dell’approva-zione della Legge Merlin,per offrire un camminoalternativo alle donne chedesideravano abbandona-re la prostituzione), unCentro di orientamentoper gli ex detenuti (nelmilanese) e due case perpazienti psichiatrici (unasul lago di Como, aLenno). Ma il cuore dellaBonolis è legato soprat-tutto alla Cof. Un legameche continua anche dopo

la morte, avvenuta l’11agosto 1980: Adele chiesedi essere sepolta presso ilcimitero di Lucinasco.

«Era una gran donna la“dottoressa”». Si riempio-no di lacrime gli occhi diMilena, da oltre 32 annialla Cof, l’unica delle ospi-ti ad aver conosciuto laBonolis. «Non era facileavere a che fare con me -ricorda con inconfondibileaccento bergamasco -:sono stata il primo “casodi droga”… La “dottores-sa” mi ha salvato la vita.Mi ha voluto bene, haavuto fiducia in me e miha aiutato a far crescerela mia forza di volontà.Per me è già stata santaqui sulla terra». «Con ilpassare degli anni - ri-prende la direttrice Ma-risa - la Cof si è modifica-ta, venendo incontro alleesigenze e alle richiestecontingenti». La Casa,oggi, è uno spaccato dimondo. Tante età diverse,diverse le appartenenzereligiose, diverse le nazio-nalità, diversi i problemi.«La tratta è cambiata - cispiega -, la famiglia ècambiata, anche quellastraniera. I nuclei fami-liari stanno esplodendo.Le donne non sono piùdisposte a tollerare mal-trattamenti o abusi. De-nunciare, scappare, volta-re pagina non è semplice.Ci vuole coraggio. Le no-stre donne, le nostre ra-gazze da una parte com-battono con il senso di fal-limento, di smarrimento,dall’altra hanno grinta erabbia… Quello che fa piùmale è il confrontarsi con

l’ingiustizia, perché tu,che sei la vittima, in fret-ta e furia hai dovuto la-sciare tutto. Quando vabene hai avuto il tempo difare una valigia, ma nondi più. Altre volte c’è chiarriva senza nemmenoessere riuscita a prende-re il cambio della bianche-ria. Mentre il carnefice,l’aguzzino, la serenità l’hacomunque persa, perchéci sono le denunce, gli av-vocati, le indagini, ma puòcontinuare ad abitare iluoghi della propria sto-ria, può continuare a svol-gere il proprio lavoro, aconservare amicizie e abi-tudini… Non è facile ecosì, alcune volte, fannobene gli sfoghi, le arrab-biature… Ti metti inascolto. Accogli il doloredell’altra. Non puoi farediversamente. Perchépensi: se fosse capitato ame?». Marisa è un fiumein piena. Il suo racconto ècosì umano, familiare,così partecipe della soffe-renza altrui. Ma al tem-po stesso fecondo di spe-ranza. La mattina scorreveloce e quando ci conge-diamo, arricchite da que-sta reciproca conoscenza,un aforisma della Bonolis,che campeggia nel salone,ci sembra meglio di ognialtra parola sintetizzarela forza e la potenzialitàdi questo luogo: «a tutti ilbenvenuto: ogni incontroè sempre una gioia, ogniincontro è seme di amici-zia; e quando ci si incon-tra, ci si incontra per tut-ta l’eternità e di questoincontro dovremmo ren-dere conto a Dio, perché èun incontro d’amore».

MONTANO LUCINO

Cof: 50 annial femminile

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ComoCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE MARZO 201014

P A G I N A

e cure pallia-tive: un biso-gno, un dirit-to”. Sabato 24aprile l’Aula

Magna del Politecnico diMilano, in via Castelnuo-vo 7, a Como, apre le por-te ad un tema difficile, de-licato, ma di stringenteattualità.

Secondo l’Organizzazio-ne mondiale della Sanitàle cure palliative si con-cretizzano nella cura at-tiva, totale, di sofferentila cui malattia di basenon risponde più a trat-tamenti specifici. Partico-lare attenzione è rivoltaal controllo del dolore, ein generale ai problemipsicologici, sociali e spiri-tuali della persona.

L’obiettivo di questeparticolari forme di curaè il raggiungimento dellamigliore qualità di vitapossibile per i malati e leloro famiglie.

Non una “pezza”, lad-dove la tradizionale pras-si medica non arriva, dun-que. Ma una sfida per ri-spondere al diritto, diogni malato, ad essereaiutato a controllare ildolore e la sofferenza,laddove esse si manifesta-no. Ciò non solo attraver-so l’uso di terapie piùavanzate, ma anche pre-stando attenzione al suo“sentire”, al suo voler es-sere persona.

Le cure palliative, per-tanto, intese come lo stru-mento per restituire di-gnità e vita a una vita chesi spegne.

A promuovere il conve-gno, che avrà luogo dalle9 alle 13, il DipartimentoInteraziendale Provincia-le Oncologico di Como el’Ordine dei Medici Chi-rurghi della provincia diComo. Appuntamento chesi inquadra come tappa inun progetto più ambizio-so, finalizzato alla costru-zione di una rete dellecure palliative sul territo-

“L L’Aula Magnadella sedecomascadel Politecnicodi Milano aprele porte ad unappuntamentodi grandeimportanza.Il nostro territoriofrontierad’avanguardiasul temadi MARCO GATTI

rio provinciale. Progetto ilcui scopo principe è quel-lo di formare un gruppodi medici di medicina ge-nerale o pediatri di fami-glia disposti a proporsiquali punti di riferimen-to territoriale per colleghie pazienti su questatematica.

In Provincia di Comosono tre i principali pun-ti d’approdo per le perso-ne che soffrono di unamalattia rapidamenteprogressiva con una pro-gnosi solitamente breve.Si tratta dell’hospice S.Martino, con una capaci-tà di 10 posti; dell’ hospice“Il gelso” presente pressola casa di riposo Cà Prinadi Erba (10 posti); e l’hos-pice “Il Mantello” del-l’Azienda Ospedaliera S.Anna di Como, tempora-neamente trasferito aCantù a causa dei lavoriin atto presso la struttu-ra di Mariano Comense (6posti).

«La risposta comasca albisogno di accoglienza eassistenza espresso inquesto ambito - ci spiegaCarla Longhi, direttoreUnità Operativa CurePalliative dell’ HospiceA.O. Sant’Anna di Comoe coordinatrice del proget-to – è piuttosto buona. Loconferma la presenza diben tre strutture di acco-glienza, oltre ad una fitta

rete assistenziale a carat-tere domiciliare. Numeriche evidenziano l’atten-zione riservata a questatematica. Grazie a questarete la domanda di postiletto risulta abbastanzasoddisfatta, rispetto adaltre regioni, con tempid’attesa molto brevi, chepossono variare da ungiorno ad una settimana,e sono legati alla partico-larità e all’urgenza deicasi, non alla tempestivi-tà con cui è stata posta ladomanda».

Persone e non numeri,dunque, sin dalla richie-sta di aiuto.

«In provincia di Como -prosegue la dott.ssaLonghi - la cultura dellecure palliative e dellacura del dolore hanno ra-dici antiche e ben radi-cate, con servizi diffusiche funzionano moltobene».

Un sistema, certo mi-gliorabile, ma che hatarato la sua efficacia neltempo, estendendosi informa capillare sull’inte-ro territorio provinciale.«La misura dell’impegnoprofuso dal territorio afavore di questa tipologiadi malati - continua Car-la Longhi - è data, oltreche dalla presenza deglihospice, anche dall’impe-gno speso sul fronte del-l’assistenza domiciliaredagli hospice stessi e dasvariate associazioni divolontariato presenti sulterritorio. Molte dellequali ben rispondono albisogno di cure palliative.Noi seguiamo, tra hospicee domicilio, qualcosa come500 malati l’anno. Pocomeno della metà a domi-cilio. Un prezioso ausiliosu entrambi i fronti è for-nito proprio dal mondodel volontariato, fonda-mentale nell’assicuraresostegno ai malati e allestesse famiglie. Il rappor-to con le famiglie è essen-ziale e delicato e si giocasul fronte di una vera epropria alleanza terapeu-

tica, nell’ottica di un cam-mino che abbracci l’inte-ro nucleo familiare. Indi-spensabile, efficace, si ri-vela pertanto il servizioreso a malati e famiglieda associazioni come “IlMantello” di Cantù , “Pal-ma” di Como, “Ancora” diErba, A.Ma.Te. di Ol-giate».

Il tumore, o una qual-sivoglia patologia termi-nale, intesa come malat-tia familiare, non del sin-golo. Perciò da affrontarenella sua completezza, inuna dinamica d’insieme,di famiglia, appunto.«L’associazione “Il Man-tello” continua la dott.ssaLonghi - che sostiene, an-che economicamente l’at-tività dell’hospice del S.Anna, da tempo gestisceun ambulatorio, gratuito,per la rielaborazione dellutto, con la presenza diuna psicologa a disposi-zione di quelle famiglieche manifestano forme dilutto patologico. Si trattadi un supporto molto pre-zioso, che si integra congruppi di auto mutuo aiu-to seguiti, per il nostrohospice, da un centinaiodi persone l’anno».

La provincia di Comosembra così rivelarsi al-l’avanguardia sul frontedelle cure palliative e del-la terapia del dolore. Lavia, però, intrapresa, eche giustifica il senso delconvegno in programma,è quella di non acconten-tarsi. Di puntare ancorapiù in alto.

«Circa un mese fa - ag-giunge la dott.ssa Longhi- il Parlamento ha dato ilvia libera ad una leggededicata alle cure pallia-tive e alla terapia del do-lore. Una normativa cheoffre importanti input

alle regioni affinché pos-sano organizzarsi al me-glio al fine di strutturareservizi adeguati per ri-spondere in maniera effi-cace alla richiesta espres-sa in questo ambito dallapopolazione. Il convegnoche ci apprestiamo a pro-muovere va in questa di-rezione: consolidare unarete che sia sempre piùcapillare. Rispondente albisogno. Ciò affinché siachiaro il riferimento, inquesto ambito, non aduna medicina che parla dimorte, ma che, al contra-rio, affronta con forza iltema della vita. Il suo sco-po, infatti, non è di accom-pagnare all’ultimo respi-ro, ma valorizzare ognisecondo, ogni istante cheresta. Il convegno ci per-

La legge n. 1771, approvata definitivamente alla Camera qualche settima-na fa, tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alleterapie del dolore. In base alla normativa le strutture sanitarie che eroganocure palliative e terapie del dolore sono tenute ad assicurare un programmadi cura individuale per il malato e per la sua famiglia, nel rispetto dei se-guenti princpi fondamentali:a) tutela della dignità e dell’autonomia del malato, senza alcuna discrimi-nazione;b) tutela e promozione della qualità della vita in ogni fase della malattia, inparticolare in quella terminale;c) adeguato sostegno sanitario e socio assistenziale della persona malata edella famiglia.In Italia sono circa 250mila i malati che necessitano di cure palliative, di cui11mila minori inguaribili. La legge istituisce una rete omogenea su tutto ilterritorio nazionale, volta a garantire la continuità assistenziale del malatodalla struttura ospedaliera al suo domicilio e costituita dall’insieme dellestrutture sanitarie, ospedaliere e territoriali, e assistenziali, oltre che dellefigure professionali e degli interventi diagnostici e terapeutici disponibilinelle diverse regioni e nelle province autonome.La legge, inoltre, disciplina la formazione dei medici e l’aggiornamento delpersonale specializzato e istituisce un Osservatorio Nazionale permanenteche redige un rapporto annuale.

DISPOSIZIONI PER GARANTIRE L'ACCESSO ALLE CUREPALLIATIVE E ALLA TERAPIA DEL DOLORE: LA NUOVA LEGGE

Il 15 aprile, nella sede di via Rovelli 8 a Como, si è tenuta l’assemblea ordina-ria dell’associazione Gianmario Beretta per la lotta contro l’infarto-ComoCuore.All’ordine del giorno la nomina del consiglio direttivo per il triennio 2010/2012,che risulta così composto:

Presidente Giovanni Ferrari, Presidente onorario Emiliana Viganò, Vice pre-sidente Elena Zappa Colombo; Consiglieri: Gianluca Botto, Stefania Brusa,Edoardo Colombo, Daniela Corti, Mario Landriscina, Alessandro Politi, SantoZerboni, Giovanni Corrado, Gianstefano Buzzi.

Comocuore ricorda, inoltre, che sono aperte le iscrizioni al convegno “Preveni-re e curare le malattie cardiovascolari oggi”, in programma il 6-7 maggio alTeatro Sociale di Como.

All’iniziativa - promossa dall’Associazione ComoCuore in occasione del 25°anniversario della sua fondazione - la Commissione nazionale per la Formazio-ne continua in medicina ha riconosciuto l’accreditamento “Ecm” per infermierimedici e farmacisti. Ulteriori informazioni allo 031-27.88.62 e sul sitowww.comocuore.org.

COMOCUORE: IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO

PROGRAMMA CONVEGNO

Apertura del convegno e saluto delle autorità:dr. Roberto Antinozzi- direttore Generale ASL pro-vincia di Como; dr. Andrea Mentasti - direttoreGenerale Azienda Ospedaliera S. Anna Como;Presentazione convegnoProf. Dorian Cosentino - direttore DipartimentoInteraziendale Provinciale Oncologico di Como;dr. Gianluigi Spata - presidente Ordine dei MediciChirurghi e Odontoiatri - Provincia di Como;Lettura magistrale: “Il fine vita: antropologia dellamorte”, prof. Adolfo Francia - ordinario inCriminologia Università Insubria;“Dalle cure attive alle cure palliative”, dr. OscarCorli - direttore medico C.E.R.P. Istituto MarioNegri di Milano;“La situazione italiana e lombarda: modelli, normee leggi. Ruolo del terzo settore”, dr. Furio Zucco -direttore Dipartimento di nestesia, rianimazione,terapia del dolore e Cure palliative presso A.O. G.Salvini - Garbagnate Milanese - MI;Presentazione degli obiettivi del progetto formativo:“Costruire la rete delle cure palliative”, dr.ssa Car-la Longhi - Direttore Unità Operativa CurePalliative - Hospice A.O. Sant’Anna-Como

metterà di approfondire icontenuti della legge e, loauspichiamo, di coinvol-gere e motivare 40 medi-ci che saranno chiamati,da maggio a settembre,ad una formazione speci-fica affinché diventinoquei “nodi di rete” sul ter-ritorio, presenti laddovefrequentemente si espri-me il bisogno del pazien-te che desidera essere cu-rato a casa. Non piccolipalliatori, dunque, ma ri-ferimenti territoriali peri pazienti e per i colleghi,intermediari tra gli hos-pice ed i malati, vettori diinformazioni affinché lacomunicazione possa gi-rare più velocemente, econ essa la risposta pos-sa essere ancora più tem-pestiva ed efficace».

SABATO 24 APRILE UN CONVEGNO IN VIA CASTELNUOVO

Le curepalliative,un bisognoun diritto

Page 14: IL 4 MAGGIO A TORINO Sindone: l’incontro con il volto di ... · la mia voce e io le co-nosco ed esse mi se-guono. Io do loro la vita eterna e non an-dranno perdute in eterno e nessu-no

ComoCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201015P A G I N A

orna alta la ten-sione all’internodella Casa circon-dariale del Bas-sone di Como.

L’ultimo episodio, di qual-che giorno fa, è l’aggres-sione da parte di un dete-nuto con problemi psi-chiatrici ad alcuni addet-ti alla vigilanza, in servi-zio nel reparto.

L’episodio si è verifica-to lo scorso 16 aprile pres-so la locale sezione dell’in-fermeria maschile del-l’istituto penitenziariocomasco quando un dete-nuto ha aggredito due so-vrintendenti e due assi-stenti di polizia peniten-ziaria che, a causa dellelesioni subite, sono staticostretti a ricorrere a curemediche.

Ferma la condanna del-l’episodio da parte dellaCisl di Como che, da tem-po, lamenta condizioni divita insostenibili dentro ilcarcere comasco. «Nonera sufficiente - denunciaMassimo Corti, segreta-rio generale comasco del-la federazione NazionaleSicurezza Cisl Como -l’incremento esponen-ziale che la popolazionedetenuta ha avuto presso

T L’episodiodi qualche giornofa riproponel’annosaquestione delledifficili condizionidi vita dentrola struttura: dalsovraffollamentoalla carenzadi personale

CONDIZIONI INTOLLERABILI NELLA CASA CIRCONDARIALE COMASCA

Bassone:l’aggressioneè la goccia...

la Casa circondariale diComo, raggiungendo lasua capacità di massimacapienza tollerabile, congli immaginabili proble-mi, di 600 detenuti ri-stretti, con una carenza dipersonale di poliziapenitenziaria di circa 85unità». «Si è deciso - pro-segue Corti - anche diallocare in questo istitu-to forse i più incontrol-labili soggetti con distur-bi psichiatrici, aggressivie pericolosi, non conside-rando che il Bassone nonè una struttura idoneaper ospitare determinatisoggetti”.

«Le aggressioni in car-cere capitano - prosegueCorti -. In questo caso èavvenuta senza che ci fos-se un motivo particolare.Si è trattato di un dete-

nuto con gravi problemi.Ci sono altre nove perso-ne nella sua stessa condi-zione. Eppure, considera-to che si tratta di sogget-ti psichiatrici, dovrebberotrovarsi in centri specia-lizzati, attrezzati per af-frontare il loro stato di sa-lute».

L’episodio dei giorniscorsi torna a riaccende-re i riflettori sul Bassoneche, alla pari degli istitu-ti di pena lombardi e ita-liani, soffre per il sovraf-follamento, la carenza delpersonale, l’inadeguatez-za della struttura (ci sonoreparti chiusi da mesiperché inagibili). Il carce-re è stato progettato peraccogliere 420 persone: lasoglia massima di tolle-rabilità è stata innalzataa 581. In questi giorni nel-le celle si trovano, comeconfermato dallo stessoCorti, 600 detenuti. «Ilcarcere sta esplodendo -sintetizza Corti -: a Comocome nel resto della Lom-bardia. La popolazionecarceraria della nostraregione dovrebbe contareal massimo 6 mila unità.A oggi abbiamo raggiun-to quota 9 mila».

Dell’aggressione sono

state informate le autori-tà competenti, la direzio-ne, il provveditorato. «Damesi denunciamo il no-stro malessere - riprendeCorti -, stiamo cercando disensibilizzare affinché siintervenga per renderemeno fragili le nostre con-dizioni di lavoro e piùumano il periodo di deten-zione. Come parlare dirieducazione? Come pen-sare di tenere sotto con-trollo le persone se si ècostretti a condividereuna cella di dieci metriquadrati in sei? Le diffi-coltà del carcere stannodiventando questione diordine pubblico. Speria-mo si faccia qualcosa pri-

ma che accadano episodiancora più gravi».

Con specifico riferimen-to ai detenuti psichiatricila richiesta della Cisl èche le autorità competen-ti dispongano il trasferi-mento dal Bassone di«tutti i detenuti che nonpossono restare in istitu-ti penitenziari ordinari.Ciò al fine di assicurareai soggetti disturbati unacapace collocazione, dovesiano presenti idoneimezzi e dove possano ri-cevere cure adeguate».

«Se non arriveranno ri-sposte immediate - con-clude Corti - ai problemiche anche oggi denuncia-mo, qualcuno dovrà assu-

mersi le responsabilità diquesta situazione. Noinon accettiamo che (comespesso avviene in Italia)qualcuno possa cercare discaricare colpe, di una si-tuazione cosi grave, su chinon ne ha».

La tappa più vicina èquella di giovedì 22 apri-le: in calendario un’as-semblea del personale,per discutere dell’aggres-sione ma anche della ge-stione delle risorse uma-ne e della struttura ingenerale. Non è esclusa laproclamazione di uno sta-to di agitazione. L’ennesi-mo. Nella speranza chedavvero, questa volta,qualcosa si muova.

Torna a Como la Sport Card, la card che dàdiritto, a ragazze e ragazzi dagli 8 ai 14 anni, aduna lezione gratuita per conoscere una tra 16diverse discipline sportive. A rilanciare l’inizia-tiva, dopo la positiva esperienza dello scorso anno,gli assessorati allo Spot e alle Politiche educativedella città di Como. Lo scorso anno furono 4 lesocietà sportive che aderirono alla convenzionecon Palazzo Cernezzi, offrendo la possibilità difar conoscere 5 discipline. 12 sono le società in-vece che hanno aderito quest’anno, garantendoun ventaglio di opportunità ben più ampio, 16appunto.

La Card sarà distribuita ai 5233 alunni dellescuole primaria e secondaria di primo grado del-la Città e darà diritto, come detto, ad una lezio-ne gratuita per avvicinarsi a sport altrimenti pocopraticati. Si tratta di apnea e attività subacquea;canottaggio; ginnastica artistica, canottaggio ehip hop; hockey, judo, lotta libera, nuoto sincro-nizzato e pallanuoto, pattinaggio su ghiaccio,rugby, scherma, tennis tavolo, tuffi.

Nel 2009 furono 150 i ragazzi ad approfittaredi questa opportunità, alcuni dei quali (in specialmodo 4 o 5 nell’ambito del canottaggio) deciseropoi di praticare l’attività scelta con assiduità.

«Ci sono sport ai quali non siamo abituati apensare - dichiara Anna Veronelli, assessore allePolitiche educative di Palazzo Cernezzi -. Que-sto strumento ci offre la preziosa opportunità diconoscerli ed avvicinarsi ad essi».

«Fare sport aiuta a crescere in forma e di buonumore - il commento di Stefano Molinari, asses-sore comunale allo Sport -, consente di conoscerenuovi amici e di passare del sano tempo insieme.Chi fa sport va meglio a scuola lo sapevate. Usa-te la SportCard e divertitevi a trovare lo sportche fa per voi!».

La card sarà valida da aprile a dicembre 2010.

FISM DOMENICA 2 MAGGIO

Festa del bambino a Garzolae scuole dell’infan-zia paritarie Fismdella Città di Co-mo e le scuole deicollegi di Como

Nord e Como sud, con lefamiglie e i loro bambiniorganizzano, per domeni-ca 2 maggio, la prima “Fe-sta del bambino dellescuole dell’infanzia catto-liche Fism di Como”. L’ap-puntamento è presso ilSantuario “Nostra Signo-ra del Prodigio” di Gar-zola.

A illustrarci il senso diquesto evento è ClaudioBianchi, presidente dellaFism di Como. «Ci ritro-viamo al termine di unanno scolastico - spiegaBianchi - e per questo ci èsembrato giusto fare festacon i nostri bambini. Que-sto appuntamento èpensatoa innanzitutto

per i piccoli che concludo-no, con noi, i tre anni del-la scuola dell’infanzia einiziano un nuovo percor-so. È nostra intenzione, inquesto modo, rimarcare ilsenso dell’impegno cheabbiamo dedicato loro,ma anche dell’identitàcattolica che ci accomuna.Desideriamo, inoltre, chequesti bimbi percepiscanoil senso di una comunitàstretta attorno a loro, unacomunità che intende far-li crescere e per questo do-vrà accompagnarli nelcorso della vita, senza far-li mai sentire soli».

«La festa - continuaBianchi - si articolerà indue momenti. Un primomomento di accoglienza epreghiera, in cui mons.Festorazzi, arcivescovoemerito di Ancona Osimopresiederà la celebrazio-

ne eucaristia, al terminedella quale evocheremo laprotezione della Madon-na del Prodigio di Garzo-la, e affideremo a lei tuttii bambini perché vegli sudi loro proteggendone ilcammino. Il secondo mo-mento avrà caratteristi-che più “giocate”, con unospettacolo circense pergrandi e piccini».

Con che messaggio tor-neranno a casa i bambi-ni, al termine di questafesta? «Ci è stato semprespiegato che l’età che vadai tre a sei anni è quellain cui i bambini formanoil loro carattere. Speria-mo che questi piccoli tor-nino a casa con la gioianel cuore, perché la vita ègioia, e che maturino lacosapevolezza che, assie-me alla famiglia, accantoa loro c’è un’intera comu-

nità che vuole aiutarli adiventare grandi».

Il programma della fe-sta prevede: alle 9.45 l’ac-coglienza dei bambini edelle loro famiglie pressoil Santuario di Garzola;alle 10.15 S. Messa pre-sieduta da mons. FrancoFestorazzi, concelebratada don Maurizio Salvioni,rettore del Santuario. Nelcorso della cerimonia ver-rà trasmesso un messag-gio ai genitori, ai bambi-ni ed alla comunità edu-cante di mons. Diego Co-letti, vescovo della dioce-si di Como. Al terminedella S. Messa affidamen-to a Maria Santissima ebenedizione dei bambini.Per chiudere, dalle 11.30,animazione con spettaco-lo circense offerto ai bam-bini e… non solo.

LTORNA LA SPORT CARD PER 5233

STUDENTI DELLA CITTÀ

Da più di sessant’anni le Acli operano con impegno sul territorio comasco rispondendo ai bisogno dei citta-dini. In particolare il Patronato ed il Caf sono a fianco dei lavoratori, delle famiglie e degli anziani con unimportante servizio di consulenza ed assistenza in campo previdenziale, assistenziale, fiscale e socio-sanita-rio. Per offrire un servizio sempre migliore ed efficace e per essere presenti a fianco delle famiglie e sostenerlenel loro importante compito educativo e sociale, le ACLI di Como hanno aperto un Punto Famiglia a MarianoComense, in Corso Brianza 8. Le ACLI invitano tutti i cittadini a partecipare all’inaugurazione che si terràsabato 24 aprile, alle ore 16.30. All’incontro interverrà Paola Vacchina, vice presidente nazionale ACLI epresidente nazionale CAF Acli.

MARIANO COMENSE: S’INAUGUIRA UN PUNTO FAMIGLIA ACLI

Foto William

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uando il teatros’intreccia conla solidarie-tà… Venerdì30 aprile, alle

ore 20.30, il Teatro Socia-le di Como ospita “Pinoch-hio”, una rivisitazione delcelebre racconto di Col-lodi curata nel testo e nel-la regia da Giuseppe DiBello.

Con “Pinochhio”, o “Pi-nochio” come celebra lalocandina di presentazio-ne dell’iniziativa, il librodi Carlo Collodi, a 128anni dalla sua pubblica-zione, si conferma uno deitesti più amati in tutto ilmondo, anche dal teatro.Giuseppe Di Bello ripro-pone con questa rappre-sentazione la versione dalui creata per il TeatroCittà Murata di Como chel’ha visto ospite delle piùimportanti rassegne efestival d’Italia fino adarrivare a più di 300 re-pliche su tutto il territo-rio nazionale.

La rappresentazione diDi Bello attinge alla ste-sura originale di Collodi(sempre meno nota della

Q

Arte&culturaCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201016

P A G I N A

L’appuntamentoè per venerdì 30aprile. L’interoricavato del costodel biglietto saràinfatti devolutoall’associazione“Medici senzafrontiere”per Haiti

SPETTACOLO BENEFICO AL SOCIALE

“Pinochhio”,il teatroapre allasolidarietà

versione disneyana), rive-landone suggestioni a vol-te sconosciute. Il registasi diletta, infatti, in ungioco teatrale con gli ele-menti che ne compongonola trama senza preoccu-parsi eccessivamente del-la sequenza della storiastessa. Lo spettacolo saràinfatti narrato coralmen-te da una scalcinata com-pagnia teatrale formatada sette attori alle primearmi. Così davanti agliocchi del pubblico, in ungioco del teatro nel teatro,si snoderanno le avventu-re del burattino.

A “spendersi” in questanuova avventura l’asso-

ciazione culturale Onguf,nata nel 2005 dalla volon-tà di un ristretto gruppodi attori amatoriali prove-nienti da scuole di teatro,corsi e laboratori, spintidalla voglia di condivide-re le proprie esperienze edi continuare l’attivitàteatrale con la realizza-zione di nuovi progetti.

Onguf sale alla ribaltadella cronaca teatrale nelsettembre del 2008 quan-do una trentina di giova-ni attori amatoriali pro-venienti da diverse scuo-le e corsi di teatro vienecoinvolta nella prepara-zione di uno spettacolodel Teatro Sociale diComo con la regia di Giu-seppe di Bello e la parte-cipazione di attori e tec-nici professionisti. Nelmaggio del 2009, dopo al-cuni mesi di lavoro, va inscena lo spettacolo/even-to “Ti.Co.Sa, ballata peruna città”. Uno spettaco-lo “felice”, con circa 350repliche in tutta Italia.

Nel settembre dellostesso anno per Onguf ilsalto di qualità: la decisio-ne di sviluppare produzio-

ni in collaborazione conprofessionisti locali, ispi-rati dal desiderio di espri-mersi e dalla grande de-terminazione di fare tea-tro.

Un ulteriore salto diqualità per Onguf si è re-gistrato qualche mese facon l’ingresso di una ven-tina di nuovi soci prove-nienti dalla scuola delTeatro Sociale per adulti.Attori non professionistiaccomunati da un amoreprofondo per il teatro.«Onguf - spiega MariaTeresa Coco - è un’asso-ciazione culturale teatra-le amatoriale senza scopodi lucro. I soci, dopo averfrequentato corsi e labo-ratori di formazione, siprodigano nella realizza-zione di progetti teatrali.Nostra principale prero-gativa vuole essere la col-laborazione costante conprofessionisti del settoreper fare in modo che gliallestimenti proposti sia-no sempre di elevata qua-lità. Nel progetto dell’as-

sociazione punti fonda-mentali sono la formazio-ne costante e una semprepiù ampia produzione dispettacoli, nonché la pro-mozione e la diffusionedelle arti e della cultura».

«Questa forma di ap-proccio al teatro - spiegaBeppe Di Bello - rappre-senta un’idea nuova chemette in moto meccani-smi virtuosi. In un perio-do come questo, scanditodalla scarsità di risorseanche per il mondo dellacultura, poter collaborarecon un gruppo di personeche ha avuto una forma-zione comune, condivideuna passione e il deside-rio di continuare a for-marsi rappresenta una ri-sorsa importante. Ongufha più di un valore ag-giunto: da un lato l’impe-gno a collaborare con pro-fessionisti, che contribui-sce nel dare qualità al la-voro fatto. E dall’altra ilfatto di non essere, essistessi, professionisti, ele-mento che permette di

portare in scena anchenumeri importanti. L’in-contro tra non professio-nisti e persone molto ca-paci e formate rappresen-ta un elemento di grandericchezza».

Ma veniamo ora al-l’aspetto solidale. «La par-tecipazione a questo spet-tacolo - spiega Di Bello -offre un’importante occa-sione di solidarietà. L’in-tero ricavato del costo delbiglietto sarà infatti devo-luto all’associazione “Me-dici senza frontiere”, datempo impegnata su di-versi fronti in luoghi di-sagiati della terra, tra cuiHaiti. Il 30 aprile, salvoimpedimenti dell’ultimaora, dovrebbe essere pre-sente al Sociale ancheAngelo Rusconi, operato-re umanitario di MediciSenza Frontiere oggi adHaiti». Il costo del bigliet-to sarà di 10 euro, ma, perchi lo volesse, ci sarà an-che la possibilità di effet-tuare donazioni di mag-giore entità.

APPUNTAMENTO IN BIBLIOTECA COMUNALE A COMO. INGRESSO LIBERO

La montagna nel cinema 2010orna, come datradizione, pressola Biblioteca co-munale di Como“La montagna nel

cinema”, breve ciclo cine-matografico dedicato agliamanti delle alte cimepromosso dal Club AlpinoItaliano - Sezione di Como(tel. 031-264177), dall’as-sessorato allo Sport delComune di Como e realiz-zato in collaborazione con“I lunedì del cinema” econ “Trento Film festi-val”.

Tre gli appuntamenti inprogramma per questamanifestazione. Si ricor-da che le proiezioniavranno inizio semprealle ore 21 e sono ad in-gresso libero.

Si partirà martedì 27aprile.

La prima proiezione,della durata di 56 minu-ti, anno 2009, sarà “Karl”di Valeria Allevi, premia-ta dal pubblico come mi-glior film al Festival diTrento 2009.

Nel merito della proie-zione: la tragica scompar-sa di Karl Unterkircher,nel luglio 2008, durantela spedizione al NangaParbat, sembra un copio-

Tne già scritto: l’alpinismoestremo, il rischio, la tra-gedia. Una sequenza dieventi ben nota, dietro laquale c’è però molto dipiù. Una personalità uni-ca nel mondo dell’alpini-smo: semplice, sicura,ammirata dai più grandipersonaggi dei nostritempi per essere riuscita,in pochi anni di attività,a scriverne la storia. Eccoche cosa racconta “Karl”,il film su Karl Unter-kricher della regista mi-lanese Valeria Allevi.

Seguirà la proiezione di“Oltre la parete”, di Emi-lio Orlandi, della duratadi 34 minuti, anno 2009,premio del pubblico comemiglior film d’alpinismoal Festival di Trento2009.

“Queste immagini nondesiderano solo racconta-re una storia come tantealtre, ma cercano di tra-smettere anche le grandiemozioni che riempiono diimmenso ogni attimo divita vissuto con passione.Anche perché talvolta sipossono provare sensazio-ni che poi risulta difficilecondividere totalmentecon gli altri”. È Elio Or-landi che parla. E questo

è il suo film: “Oltre la pa-rete”. Orlandi, oltre adessere uno dei più fortialpinisti del panoramatrentino, è anche appas-sionato di arte e di imma-gini. Durante le sue nu-merose imprese in Pa-tagonia ed in giro per ilmondo ha avuto occasio-ne di riprendere in videomolte salite e poi ripro-porle sotto forma di film.Con le sue opere ha par-tecipato a vari festivalinternazionali, ottenendoanche alcuni riconosci-menti.

Martedì 4 maggio,alle ore 21 sarà proietta-ta “L’isola deserta deicarbonai” di AndreaFenoglio (71 minuti didurata, anno 2007), filmche ha ottenuto il premiodella Giuria e il premio“Città di Imola” al TrentoFilm Festival 2007; oltreal premio Speciale dellaGiuria al cervino Cine-mountain del 2007.

La trama: in una picco-la valle piemontese dueanziani cugini cercano diridar vita al mestiere delcarbonaio; una fiera oppo-sizione all’inesorabilespopolamento del territo-rio e alla scomparsa delle

sue tradizioni. Quello delcarbonaio è un mestiereche, nel nord d’Italia,scompare nella secondametà del Novecento. Que-sto film è l’espressionedella cultura materialeconservata da due excarbonai della Val Le-mina, una piccola vallatache parte da Pinerolo, inprovincia di Torino. Il do-cumentario mostra le fasidi lavorazione di unacarbonaia, ossia come dallegno si possa ottenerecarbone. Non si limitaperò ad una esemplifica-zione didascalica di azio-ni produttive; attraversoi racconti dei carbonai ele immagini dei boschi,delle radure della vallata,delle borgate franate suse stesse, si scopre unmondo di fantasmi, unterritorio “desertificato”.Un territorio in assenzad’uomo, che porta, peròcon sé le tracce del suostanziamento, della suascomparsa e del suo pos-sibile ritorno.

A seguire, la stessasera, la proiezione di duepellicole di ErmannoOlmi legate agli anni diEdison. Si tratta de “Ladiga del ghiaccio”, 11 mi-

nuti, anno 1955, e “Tre filifino a Milano”, 18 minu-ti, anno 1958.

Nella sua lunga carrie-ra, Ermanno Olmi non hamai smesso di dirigere, discrivere, inventare docu-mentari. La casa editriceFeltrinelli, in collabora-zione con Edison e la Ci-neteca Nazionale, ha cu-rato l’edizione di “Erman-no Olmi: gli anni diEdison”, che raccoglie do-cumentari finora introva-bili, conservati pressol’Archivio Nazionale Ci-nema d’Impresa di Ivrea.Si tratta dei primi docu-mentari industriali rea-lizzati per la Edison, lagrande azienda milanesedove Olmi, entrato giova-nissimo come “impiegatotecnico”, diventa rapida-mente regista e fondato-re della Sezione Cinema.

La rassegna si chiude-rà martedì 11 maggio,con “Orizzonte perduto” diFrank Capra, Stati Uniti1937, 122 minuti.

Decollato da una cittàcinese durante la guerracino-giapponese, un aereocon a bordo un consolebritannico e quattro altrioccidentali è dirottato daun mongolo clandestino eatterra tra le montagnedel Tibet. I passeggerisono portati a Shangri La,una città situata in unavalle della terra fertile edal clima mite dove re-gnano pace, serenità elongevità. Il Lama che hapiù di due secoli e stamorendo vede nel consoleun suo possibile successo-re. Tratto da un romanzodi James Hilton, sceneg-giato da Robert Riskin,un film sull’utopia dellafuga dalla Storia, in unregno dall’eterna prima-vera, perduto nel cuoredell’Asia, tra montagneaffascinanti e altissime, edove un popolo di savi,perpetuamente in pacecon se stessi e con la na-tura, vive una vita conte-nuta e perfetta.

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ComoCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201017P A G I N A

opo la presenta-zione ufficialedel progetto “Ladarsena dei Gio-vani” di Taver-

nola, in Villa Bellingardi,sono in fase d’avvio i pri-mi laboratori. Luoghi diformazione e informazio-ne per apprendere un me-stiere, condividere passio-ni e, perché no, coltivareun sogno.

Lunedì 26 aprile, ore20.30 , presso la SalaRotary, di Villa Bellin-gardi Enzo Pifferi e la sua“Transiberiana Proibita”apriranno il Corso di fo-tografia destinato a gio-vani di età compresa trai 15 e i 30 anni e articola-to in 10 incontri. Per l’oc-casione il noto fotografocomasco Enzo Pifferi, con-

durrà, lunedì 26 aprile,una serata aperta al pub-blico dedicata alla proie-zione di materiali trattidal report fotografico dalui stesso realizzato, nel1973, sulla rotta dellaTransiberiana.

La serata offrirà ancheuno approccio originale alcorso tenuto a VillaBellingardi da StefaniaPifferi. Corso che si pro-pone di “accostare i gio-vani agli elementi base,per passare quindi dallafotografia all’arte dellafotografia: per riuscirecioè a cogliere la realtànella sua magia effime-ra”.

Per info e iscrizioni alcorso: [email protected]

Sempre a Villa Bellin-

Dgardi spazio anche al gior-nalismo.

È infatti iniziato il 20aprile il percorso, rivoltoa studenti liceali, ma nonsolo, che prevede momen-ti di teoria (occasioni dispiegazione di dinamichee regole del “mestiere”articolati secondo un det-tagliato programma) nondisgiunti dall’attivitàpratica di laboratorio chepermetterà ai partecipan-ti di confrontarsi da subi-to con la scrittura dei variformat presentati (inchie-sta, intervista, notiziebrevi, ma anche titoli, oc-chielli, dida ecc.). Il labo-ratorio mira infatti allaproduzione di alcuni nu-meri del giornale Parsifal,in formato digitale e dif-fuso on line dal sito di

“sComodiamoci”.

Il corso èorganizzatocon l’assi-stenza diACOF (As-sociazione Culturale OlgaFiorini) e prevede un “in-contro/lezione” di tre oresettimanali (nel pomerig-gio di martedì, presso Vil-la Bellingardi, a Taver-nola).

A condurlo: Laura D’Incalci, Monica Molteni.Costo d’iscrizione: 25 eu-ro.

Tra le iniziative in par-tenza a Villa Bellingardi(al via lunedì 26 aprile)anche Il laboratorio“Viaggio alla ricerca dellavoro (ideale)” che si svi-lupperà nell’arco di 10

FOTOGRAFIA, GIORNALISMO, ORIENTAMENTO AL LAVORO

Scomodiamoci:i primi corsi

INMENSAMENTE DOMENICA 25 APRILE, ALLE ORE 12

Pranzo solidale all’aperto, in viale Battisti

settimane, due volte allasettimana il lunedì e ilgiovedì dalle 15 alle 17,per un totale di ore 40,rivolto a giovani tra i 18e i 30 anni, inoccupati odisoccupati.

Il percorso tenderà alladefinizione degli obiettivipersonali e alla ricogni-zione di attitudini e inte-ressi, per definire unamappatura degli interes-si personali (prima fase).

Seguiranno approfondi-menti relativi alle tecni-che di comunicazione e alprocesso di autostima e

autoefficacia (secondafase). Nei due moduli suc-cessivi verranno presen-tati gli strumenti per laricerca del lavoro e la cre-azione di impresa. (terzae quarta fase).

Sono previsti percorsipersonalizzati di inseri-mento lavorativo.

Conduttrice: SilviaBassanini, costo d’iscri-zione 25 euro. Numeromassimo partecipanti: 15persone.

Per ulteriori informa-zioni rinvio al sito : www.scomodiamoci.it.

l coordinamento “InMensaMente” dellemense di solidarietàdi Como-Erba-Cantù,invita chi fosse inte-

ressato a partecipare alpranzo solidale all’apertodella città di Como, pre-visto per domenica 25aprile, in viale C. Battisti.

Il pranzo sarà animatoda numerosi interventi: lamagie di mago Folinz,animazione per i bimbi,Gioacchino e le sue mario-nette, musica dal vivo.

“L’iniziativa - spieganoi volontari - si inseriscenel progetto “E ti vengo acercare” avente l’obiettivodi avvicinare chi è “den-tro” la società a chi, inve-

I

ce, ne è emarginato. Lamancanza di relazioni haspesso gravi conseguenze.

Fare amicizia può esseredi grande aiuto, può cre-are un clima di tolleran-

za e aprire una concretapossibilità di pacifica ecostruttiva convivenza.

Come creare occasioni diincontro? Nel modo piùsemplice: con un invito apranzo. Iniziative simili sisono già svolte quest’an-no a Erba, il 13 marzo, ea Cantù il 9 febbraio”.

Al progetto partecipanole mense solidali: “Maniaperte” di Erba; Incroci,Casa della Missione, So-cietà San Vincenzo aComo, Incontri a Cantù,tutte unite nel coordina-mento InMENSAmentenato con il supporto delCentro Servizi per ilVolontariato di Como.

Per prenotare 320-9190072. Il pranzo è a offer-ta libera.

Venerdì 23 aprilealle 20.45, presso laparrocchia di PonteChiasso verrà cele-brata una S. Mes-sa in ricordo di donCarlo Riva

PONTECHIASSOS. MESSA

IN RICORDODI DON

CARLO RIVA

In vista della vendita benefica che si terrà alBroletto dal 5 al 9 maggio i gruppi di VolontariatoVincenziano di Como hanno attivato, dal 13 al 29aprile (nei giorni di martedì dalle ore 15 alle 17.30e giovedì delle ore 10 alle 12), uno spazio di rac-colta in via Dante 70, di oggetti usati.Per chi fosse disponibile sarà possibile offrire:- libri usati (no enciclopedie)- biancheria e pizzi “della nonna”- borse- cappelli - cinture- abiti vintage (in ottimo stato)- dischi in vinile

RACCOLTA DI OGGETTI USATIDEI GRUPPI DI VOLONTARIATO

VINCENZIANO

Il coro “Voci del Lario” ricorda che sabato 24 aprile, alle ore 21, presso la sala polifunzionale di Lora, invia Don Bosco, avrà luogo il 4° convegno “Chorus, l’arte del cantare assieme”, dal titolo: “Radici, lasciarle,ritrovarle”.

“L’idea ispiratrice di “Chorus” - spiegano gli organizzatori - è che cantare insieme è da sempre e per tuttii popoli un’espressione dell’appartenenza ad un gruppo o ad una comunità e che il canto corale più o menoorganizzato o legato agli schemi musicali, racconta la vita dell’uomo nei suoi avvenimenti più importanti:l’amore, la guerra, il lavoro, lo svago, a preghiera e altri ancora. “Chorus” inoltre, si sofferma sulla nascitae la trasmissione, quasi sempre orale, concentrando l’attenzione sulle tradizioni e sulla cultura dei paesie delle popolazioni delle valli del nostro territorio lariano, il nostro coro infatti, rappresenterà vari aspettitrattati in “Chorus”. La cultura delle classi popolari si caratterizza per il prevalere della comunicazioneorale e nella trasmissione del sapere, nell’espressione artistica dei canti. Le differenze culturali che coesi-stono in una stessa società, le varietà linguistiche che si riscontrano nel nostro territorio, fornisconoun’occasione di confronto e di incontro per i portatori delle tradizioni con i loro ricordi, la loro culturaanche nell’ambito delle attività tradizionali. Questa serata quindi, vuole aiutare a diffondere la culturadel nostro territorio attraverso la voce dei coristi, e prendendo a prestito le parole e la musica che i nostriconcittadini più o meno noti (anzi, spesso sconosciuti ) hanno saputo esprimere nei secoli passati. L’augu-rio che tutti noi del coro “ Voci del Lario “ ci facciamo è che questo sia solo l’inizio e che nei prossimi annialtri cori o altre associazioni accolgano l’iniziativa e collaborino alla diffusione di un patrimonio culturale-sempre a rischio di estinzione, far crescere l’interesse per la nostra cultura soprattutto tra le nuove gene-razioni è la sfida che il coro “Voci del Lario” lancia per i prossimi anni nel territorio del nostro splendidolago”.

CORO VOCI DEL LARIO

Chorus, l’arte del cantareassieme a Lora

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on la primaveraarriva la festa disan Giorgio. Latradizione lo vuo-le patrono dei

“Coraggiosi per amore”.Lo è anche di quanti vi-vono il messaggio scout.Dalle scarne notizie del-la sua vita emergono lagenerosità, il coraggio,l’entusiasmo, virtù allequali lo scoutismo vuoleeducare ragazzi e ragaz-ze guidandoli a diventa-re persone responsabili,aperte al servizio, allacondivisione, alla carità.Un cammino vissuto congrande semplicità e serie-tà, alla scuola della natu-ra, incontrata nella suabellezza e ordine, sentitacome creatura dell’amoree della sapienza di Dio,vera maestra. Gli scout -“cercatori di tracce” -amano guardare gli esem-pi di chi ha saputo viverecon rettitudine cammi-nando alla scuola del ma-estro Gesù. Tra i santianche alcuni venuti dalloscoutismo come il beatoMarcel Callò, lo scoutfrancese morto in campodi concentramento nazis-ta, i beati coniugi Beltra-me Qattrocchi.

Tutti gli anni la festa disan Giorgio è vissuta confraterne riunioni, “il Cam-po di san Giorgio”. InLombardia, in anni pas-sati, festosi e grandi in-contri a livello regionale.Oggi più limitati su baseprovinciale. Lo sarà an-che per gli scout e guide,lupetti, lupette e coccinel-le delle provincie di Como,Lecco e Sondrio ai primidi maggio.

Mentre si preparanoquesti gioiosi momenti, lamente corre alla storiadello scoutismo da noi,

nella città, diocesi, pro-vincia di Como. Un arcodi tempo che comincia aessere importante. Le cro-nache ci parlano dei pri-mi mesi del 1945. Già sulfinire del duro 1944 affio-rava, a Como e a Lecco, ildesiderio di dar vita almovimento scout. Appenascoccata la Liberazione sivedono uniformi scout,guidoni, gruppi di ragaz-zi. Più tardi anche di ra-gazze. A Como nascono ilreparto scout e il brancolupetti. Grande stimolo eaiuto è venuto da un’“Aquila Randagia”, (comesi chiamarono quei ragaz-zi che negli anni della dit-tatura non avevano accet-tato di rinunciare alloscoutismo e, clandestina-mente, avevano continua-to le loro attività). EraVirginio Binelli. Parecchiragazzi aderiscono al “Re-parto scout” che viene in-titolato a Nino Verri, unragazzo nato nel 1925entrato nelle “Aquile Ran-dagie” a Milano. Duranteil tragico periodo dellarepubblica di Salò, dopoessere vissuto più mesialla macchia, era statoirregimentato. Di stanzain Piemonte dopo l’adde-stramento in Germania,verso la metà di aprile del1945, disertò insieme conaltri. Durante il cammi-no per unirsi ai partigia-ni, fermatosi a soccorrereun compagno rimasto fe-rito, fu raggiunto, arresta-to, sommariamente pro-cessato, fucilato la seradel 16 aprile.

Il reparto scout Como 1inaugurò ufficialmente lasua nascita il 14 luglio diquell’anno con una ceri-monia nei cortili del Col-legio Gallio, dal quale eravenuto molto aiuto. Nel

C

1955, nello stesso Colle-gio, la domenica 17 apri-le, veniva ricordato solen-nemente il decennio delreparto e il decennio delsacrificio di Nino Verrialla presenza dei suoi ge-nitori.

Nei sessantacinqueanni ormai trascorsi loscoutismo cattolico si èben radicato nella città diComo, conoscendo unosviluppo continuo. Oggiun gruppo scout è in cit-tà, un secondo presso laparrocchia di Camerlata,un terzo a Prestino. Ognigruppo comprende fan-ciulli e fanciulle: lupetti,lupette, coccinelle; ragaz-zi e ragazze scout e gui-de; giovani fino ai vent’anni nei noviziati e clan-fuoco, ciascun gruppo conuna viva “Comunità ca-pi”.

Alcuni importanti avve-nimenti a dimensione in-ternazionale, nazionale eregionale si sono celebra-ti a Como. Nella primave-

ComoCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201018P A G I N A

Torna il tradizionale appuntamentodi primavera che vede i ragazzidi ogni età impegnatinel “giocare”l’avventura

ra 1947, nei giorni 25-26-27 aprile, a Villa Erba unincontro internazionale -”il Campo dell’Arcobale-no”- in preparazione delgrande raduno mondialedella successiva estate - ilJamboree - a Moissons, inFrancia, con lo spirito diriconciliazione dopo ilmassacro della guerra. Igiornali del tempo parla-no di tremila ragazzi ve-nuti dall’Italia settentrio-nale e da molti Paesi este-ri. Fu visitato dal vesco-vo Alessandro Macchi.Era malato di cancro chelo avrebbe portato allamorte pochi mesi dopo.“L’Ordine” racconta che“fu accolto con festositàparticolare e si è intrat-tenuto con i dirigenti econ gli scout, informando-si dettagliatamente suiparticolari della vita dicampo, i programmi, lesperanze del futuro. Ac-cettò di accomodarsi auna modesta tavola dacampo assaggiando una

SCOUTISMO IN FESTA

È primavera:tempodi S. Giorgio

Anche il CNGEI, Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici, membro, conl’Agesci, della Federazione Italiana dello Scoutusmo (FIS) vivrà il suo campo di S.Giorgio con diverse attività sul territorio. Nato nel 1912 il CNGEI conta, oggi, circa 12mila soci sull’intero territorio nazionale, e realizza, attraverso l’opera di volontari,un’azione educativa laica, indipendente da ogni credo religioso e da ideologie politiche,che impegna i giovani al conseguimento ed all’approfondimento delle scelte personali.

L’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (Agesci) conta oggi circa 176 milasoci in Italia. L’Agesci è nata, come iniziativa educativa liberamente promossa da cre-denti, nel 1974 dall’unificazione di due preesistenti associazioni, l’ASCI (AssociazioneScout Cattolici Italiani), maschile, fondata nel 1916 e l’AGI (Associazione Guide Ita-liane), femminile, fondata nel 1944.

AGESCI E CNGEINELLA FEDERAZIONE ITALIANA SCOUTISMO

porzione di pastasciuttapreparata secondo la ru-stica ma eccellente arteculinaria scoutistica”. Inun breve, paterno discor-so disse ai ragazzi: “…ècon grande gioia che an-che a voi guarda la Chie-sa come a una lieta pri-mavera… Voi ci sembra-te il segno di una nuovaciviltà, la civiltà della le-altà, della giustizia, del-l’onore e della carità”. Aiprimi di maggio del 1956,ancora a Villa Erba, il“Campo di san Giorgio”degli scout e lupetti diLombardia. Fu il vescovoFelice Bonomini a cele-brare la Messa, in un cli-ma di grande festa, il pri-mo maggio. E, a metàmarzo 1963, Como ospitòalla Villa dell’Olmo l’ini-zio del raduno nazionaledi capi rover, quello che sichiamò “la Seconda Routedei Capi Clan d’Italia”.

Nell’immediato dopo-guerra lo scoutismo catto-lico in Italia si esprimevain due associazioni: Asci,associazione scoutisticacattolica italiana; AGI,associazione guide italia-ne. Dal 1974 raccoglie ra-gazzi e ragazze nellaAGESCI: associazioneguide e scout cattolici ita-liani.

La Diocesi di Como haguardato, lungo questi

anni, con occhio attento eaccompagnato con amoreil movimento scout che èvivo anche a Sondrio eMorbegno, soprattuttocon i sacerdoti, assistentiecclesiastici. Non possia-mo non ricordare con gio-ia che il vescovo TeresioFerraroni è stato per mol-ti anni l’anima delloscoutismo femminile aLecco e il vescovo DiegoColetti assistente nazio-nale dell’Agesci. Per ilCampo di San Giorgio1979 monsignor Ferra-roni diceva in un suomessaggio “…Vivete inquesti giorni un momen-to forte di Chiesa che èoccasione per verificare ilvostro impegno scoutis-tico, illuminato da Cristocon il quale siete in sin-tonia. Fedeli al vostro ide-ale dovete maturare invoi la libertà autentica ela volontà di essere testi-moni di un modo origina-le di vivere…”.

Nel cammino dellaChiesa Italiana, che hascelto come priorità pa-storale l’educazione dellagioventù, lo Scoutismocattolico sente di doverelavorare con coraggio, fe-deltà ed entusiasmo sem-pre maggiori, a quello cheè lo scopo della sua esi-stenza.

don Titino

A destra mons.Macchi vescovodi Como con AndreaGhetti e mons.Enrico Violi e padreVittorino. Villa Erbaaprile 1947.Sotto: Scoutal Campo diS. Giorgio 1955all'idroscalodi Milano.

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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

IL PERCORSO DEI PELLEGRINI

Il cammino verso la Sindone

4 maggio Il pellegrinaggio diocesano a Torino

SpecialeSindone

Alle soglie del mistero COS’È LA SINDONE?

ontemplate la Sin-done senza pregiudi-zi, lasciandovi mette-re in discussione dal-la sofferenza di Gesù

e dalla tante sofferenze che vi-vono nel mondo i nostri fratel-li e sorelle. Il motto di questaostensione Passio Cristi, PassioHominis ci chiama, infatti, acontemplare la passione diGesù su quel lenzuolo senzadimenticare di portare al Si-gnore – perché aiuti conforti esostenga – le sofferenze di tut-ta l’umanità”.E’ questo l’invito che il cardi-nale di Torino, Severino Polet-to, ha rivolto - attraverso il“Settimanale della diocesi” chel’ha incontrato alla vigilia del-l’apertura dell’ostensione – aicirca 2 milioni pellegrini atte-si a Torino fino al 23 maggio.Tra loro ci saranno oltre tremila persone provenienti daogni angolo della nostra dioce-si: dalla Valtellina Superiorealla Valchiavenna, dalle ValliVaresine alle Grigne. Mille diloro saranno nel capoluogo pie-montese martedì 4 maggio in-sieme al Vescovo di Como,mons. Diego Coletti.

Quella in corso è la terzaostensione degli ultimi dodicianni dopo quella del 1998, vo-luta da Papa Giovanni Paolo II,e quella organizzata per il Giu-bileo del 2000.

Ma che senso ha nel 2010, inuna società moderna semprepiù tecnologica e, per certi ver-si virtuale, prendersi del tem-po per rimanere in silenzio da-vanti ad un lenzuolo di lino?“La Sindone – spiega ilcardinal Poletto - ci dice che ilvirtuale sarà anche importan-te perché velocizza le comuni-cazioni e agevola la nostra vita,ma stiamo attenti che il virtua-le non cancelli le persone, per-ché, oggi più che mai, abbiamobisogno di comunicare con per-sone concrete. E il volto dellasindone costringe il credentead incontrare la persona diGesù”. Una “nostalgia di Dio”che, per il cardinale, è “avver-tita anche da chi non crede”.“Oggi – ci spiega - siamo tra-volti dalla frenesia dall’anda-re, dalla voglia della distrazio-ne e abbiamo perso il gusto diriflettere, pensare e meditare.Abbiamo bisogno di ritrovareattraverso il silenzio, la medi-tazione e la preghiera, la per-cezione di un Dio vicino e l’in-contro con Lui”. Quel silenzioe quella preghiera a cui donGiovanni Illia, responsabiledell’Ufficio diocesano pellegri-naggi, invita i fedeli comaschiche parteciperanno al pellegri-naggio diocesano, ma anche atutti coloro che raggiungeran-no Torino nelle prossime setti-mane: “preparatevi a sostare,ai piedi della Croce, insieme aMaria, a Giovanni, alle donne,che contemplano – secondoquanto ci trasmettono gli evan-gelisti – il mistero della Pas-sione, della Morte e Risurrezio-ne del Signore. Saremo a Tori-no con il nostro vescovo Diego,vivremo un pellegrinaggio cheè manifestazione di un cammi-

no ecclesiale, di un sentirciChiesa intorno alle piaghe delCrocifisso Risorto. In partico-lare contemplando quel costa-to aperto da cui sgorgaronosangue e acqua”. “Il pellegri-naggio – ha spiegato don Illia -è un segno che contraddistin-gue tutto il vivere cristiano, so-prattutto quando viene coinvol-to il discorso della Risurrezio-ne. La Sindone, in particolare,testimonia l’evento che donaall’umanità la possibilità di ri-prendere dal principio il pro-prio cammino e, nello stessotempo, testimonia l’evento checi proietta verso il futuro. Eallora il pellegrinaggio che ciporta ai piedi del “sacro lino”,ai piedi della Croce e del Cro-cifisso Risorto può farci ritro-vare quello stile del “vivere cri-stiano” che ci ridona la nostraappartenenza a Cristo e allasua Chiesa”. Da qui la sceltadi non vivere questo pellegri-naggio come singoli individui,ma come Chiesa di Como. Unospirito comunitario che avrà ilsuo culmine nella celebrazioneeucaristica, presieduta dal ve-scovo nella chiesa di MariaAusiliatrice, dove sono conser-vate le spoglie di San Giovan-ni Bosco, a conclusione del pel-legrinaggio a Torino.

l percorso che i pelle-grini compiranno perraggiungere il Duomoavrà inizio dai Giardi-

ni Reali bassi. E’ un camminodi preparazione spirituale e diavvicinamento che parte daviale 1° Maggio angolo corsoRegina Margherita (RondòRivella), dove ci saranno lepostazioni di accoglienza e con-trollo delle prenotazioni; a se-guire il passaggio per il parcoretrostante il Museo di Antichi-tà, costeggiando i Bastioni cheseparano i Giardini Alti daquelli Bassi. I pellegrini entre-ranno poi negli infernotti del-la Manica Nuova di PalazzoReale per sbucare nell’area delTeatro Romano, risalire fino alpiazzale del campanile delDuomo (dove è allestito il pa-diglione della «prelettura», unpercorso con immagini e spie-gazioni che preparano alla vi-sione del Telo) ed entrare final-mente nella cattedrale passan-do dalla porta del campanile.

Di fronte alla Sindone il per-corso si svilupperà su tre livel-li, per consentire al maggiornumero di persone possibile dipoter contemplare il telo da piùposizioni ottimali. La duratacomplessiva della visita sarà dicirca un’ora. Il tempo di sostadavanti alla Sindone varierà –a seconda dell’affluenza delmomento – dai 3,5 ai 5 minuti.Uscendo dal Duomo i pellegri-ni potranno dirigersi verso lacappella della Penitenzieria,allestita nei locali di PalazzoChiablese, dove sarà possibilefermarsi in preghiera per l’ado-razione eucaristica e accostar-si al sacramento della peniten-za. In piazza Castello (pressoil Palazzo della Regione, all’an-golo con via Palazzo di Città)vi sarà il bookshop (v. scheda)e un «punto di accoglienza» perturisti e pellegrini, dove ver-ranno rilasciate anche preno-tazioni «immediate», a secon-da della disponibilità dei posti,per chi arriva a Torino senza

aver potuto prenotare la visi-ta. Il mercoledì pomeriggio, ap-puntamento settimanale riser-vato alle persone disabili e aimalati, il percorso si svolgeràin forma ridotta.I pellegrini che giungeranno incittà con i mezzi pubblici o inauto saranno accolti dai volon-tari nei diversi punti di arrivo:le stazioni ferroviarie cittadi-ne, l’aeroporto, i posteggi «CaioMario» e «Stura», ai capolineaSud e Nord della lineatramviaria 4. Per ulteriori in-formazioni sull’ostensione:

www.sindone.org

La Sindone è un lenzuolo dilino tessuto a spina di pescedelle dimensioni di circa m.4,41 x 1,13, contenente ladoppia immagine accostataper il capo del cadavere di unuomo morto in seguito ad unaserie di torture culminate conla crocefissione. L’immagineè contornata da due lineenere strinate e da una seriedi lacune: sono i danni dovutiall’incendio avvenuto aChambéry nel 1532.Secondo la tradizione si trat-ta del Lenzuolo citato neiVangeli che servì per avvol-gere il corpo di Gesù nel se-polcro. Questa tradizione,anche se ha trovato numero-si riscontri dalle indaginiscientifiche sul Lenzuolo, nonpuò ancora dirsi definitiva-mente provata. Certamenteinvece la Sindone, per le ca-ratteristiche della sua im-pronta, rappresenta un ri-mando diretto e immediatoche aiuta a comprendere emeditare la drammatica re-altà della Passione di Gesù.Per questo il Papa l’ha defi-nita “specchio del Vangelo”.

LA VISITA IN CIFRE

19 pullman 975 pellegrinicosì suddivisi:

7 pullman dallaValtellina;2 pullman dalleValli Varesine;10 pullman daComo e paesilimitrofi

“C

I

articoli a cura di

ENRICA LATTANZIe MICHELE LUPPI

fotoservizo:

FERNANDO POZZIe DANIELE MASPERO

Page 19: IL 4 MAGGIO A TORINO Sindone: l’incontro con il volto di ... · la mia voce e io le co-nosco ed esse mi se-guono. Io do loro la vita eterna e non an-dranno perdute in eterno e nessu-no

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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

STORIA: TRA FEDE E RAGIONE

Al credente unaiuto per capire

SpecialeSindone

IL DUOMO E LA CAPPELLA GUARINI:LA CASA DELLA SINDONEIl Duomo di Torino, la cui costruzione è avvenuta negli ultimi anni del XV secolo(tra il 1491 e il 1498), è stato edificato in un’area dove prima sorgevano le trechiese paleocristiane dedicate a san Salvatore, a santa Maria de Dompno e asan Giovanni Battista. Voluto dal cardinale Domenico delle Rovere, l’edificioattuale è stato realizzato in stile rinascimentale su progetto del fiorentino Meodel Caprina da Settignano. La chiesa ha pianta a forma di croce latina e l’ar-chitettura interna è dominata da un’ampia navata centrale. Questa, segnata dapilastri in pietra di Susa, è fiancheggiata da due navate minori lungo le qualicorrono mura perimetrali al cui interno sono state ricavate tredici cappelle. Lafacciata del Duomo è tutta in marmo bianco con timpano e tre portali decorati darilievi. Il Duomo ha subito nel tempo diversi rimaneggiamenti. La torre campanariain mattoni rossi, ubicata all’esterno del Duomo, e detta di sant’Andrea, fu realiz-zata intorno al 1470 e sopraelevata nel 1720 da Filippo Juvarra. La chiesainferiore, restaurata dopo l’incendio del 1997, ospita il Museo diocesano di Artesacra.Quando la Sindone giunse a Torino il 14 settembre 1578, fu ricevuta dalduca Emanuele Filiberto nel Castello di Lucento. Fu introdotta in città conun fastoso corteo e riposta nella Cappella Ducale di san Lorenzo. Verso il 1583 ilduca Carlo Emanuele I, devotissimo della Sindone, fece costruire nel palazzo vec-chio una rotonda per riporvi la Sindone. Nel 1587 fece poi realizzare nel duomoun’edicola sontuosa, al posto dell’attuale altare maggiore, e vi trasferì il preziosoTelo. L’anno successivo iniziò a pensare ad una chiesa monumentale per riporvi lapreziosa reliquia; il disegno fu eseguito dal conte Carlo Castellamonte, ma nono-stante fosse già pronto il materiale necessario per la costruzione, i lavori nonfurono iniziati neanche dal figlio Vittorio Amedeo I.Nel 1668 la progettazione e la costruzione di una cappella per la Sindonefu affidata all’eclettico Guarino Guarini. Per realizzarla fu sacrificatal’abside del Duomo. La cappella è una rotonda di marmo nero, che deve rappre-sentare un sepolcro grandioso. Al centro sorge l’imponente altare, anch’esso dimarmo nero con fregi di bronzo, elevato su più gradini e cinto da una balaustra dilegno dorato. La Sindone fu introdotta nella cappella guariana nel 1694,una permanenza interrotta tre volte. Nel 1706 quando, a causa dell’assedio fran-cese, fu trasferita da Torino a Genova; durante la Prima Guerra Mondiale,quando fu conservata nei sotterranei di Palazzo Reale; durante la Seconda Guer-ra Mondiale, quando fu condotta prima a Roma, poi nell’avellinese, al santuariodi Montenegrine. Dal 31 ottobre 1946 fu riportata nella “sua” cappella.

UN PO’ DI STORIA IN SINTESIA tutt’oggi le prime testimonianze documentarie sicure e irrefutabili relative allaSindone di Torino datano alla metà del XIV secolo, quando Geoffroy de Charny,valoroso cavaliere e uomo di profonda fede, depose il Lenzuolo nella chiesa da luifondata nel 1353 nel suo feudo di Lirey in Francia, non lontano da Troyes. Nelcorso della prima metà del 1400, a causa dell’acuirsi della Guerra dei cento anni,Marguerite de Charny ritirò la Sindone dalla chiesa di Lirey (1418) e la portòcon sé nel suo peregrinare attraverso l’Europa. Finalmente ella trovò accoglienzapresso la corte dei duchi di Savoia, alla quale erano stati legati sia suo padre siail secondo marito, Umbert de La Roche. Fu in quella situazione che avvenne, nel1453, il trasferimento della Sindone ai Savoia, nell’ambito di una serie di attigiuridici intercorsi tra il duca Ludovico e Marguerite. A partire dal 1471, AmedeoIX il Beato, figlio di Ludovico, incominciò ad abbellire e ingrandire la cappella delcastello di Chambéry, capitale del Ducato, in previsione di una futura sistemazio-ne della Sindone. Dopo una iniziale collocazione nella chiesa dei francescani, laSindone venne definitivamente riposta nella Sainte-Chapelle du Saint-Suaire.In questo contesto i Savoia richiesero e ottennero nel 1506 dal Papa Giulio II ilriconoscimento di una festa liturgica propria, per la quale fu scelto il 4 maggio. II4 dicembre 1532 un incendio devastò la Sainte-Chapelle e causò al Lenzuolonotevoli danni che furono riparati nel 1534 dalle Suore Clarisse della città. Ema-nuele Filiberto trasferì definitivamente la Sindone a Torino nel 1578.

La Sindone è una sfi-da per l’intelligen-za umana. Accantoalle domande dinatura squisita-

mente scientifica, ci sonoancora interrogativi cheriguardano la storia diquesta preziosa reliquia.Gian Maria Zaccone, di-rettore scientifico del Mu-seo della Sindone e vice-direttore del Centro Inter-nazionale di Sindonologia,ci aiuta a fare sintesi.

Quali sono le tappe fon-damentali della storiadella Sindone?«Abbiamo due grandi“macro-periodi”, dove ladata di spartiacque è lametà del 1300. Fino al1350, oggettivamente, nonabbiamo evidenze di ca-rattere storico-documen-tario dell’oggetto. Nel pri-mo millennio abbiamo lanotizia che è stato conser-

vato il corredo funerario diCristo. Fra le reliquie ve-nerate a Gerusalemme eCostantinopoli si parlaanche di Sindone e di“Sudario”… Abbiamo laprova del fatto che venivavenerato un volto di Cri-sto, con caratteri iconogra-fici che si riscontrano chia-ramente sulla Sindone. Daun certo momento abbia-mo anche la notizia cheesistevano “delle” Sindoni,che avevano impresseun’immagine del corpo diCristo. Ma, dal punto di vi-sta documentario, non ab-biamo elementi tali che ciconsentano di identificareprecisamente tali oggettie di metterli in relazionesicura con la “Sindone”.Che invece compare a me-tà del Trecento in Francia.Da quel momento in poi lastoria la conosciamo abba-stanza bene. Ed è fonda-mentale per dire che il len-zuolo che oggi si trova aTorino è sicuramente lostesso che era venerato inFrancia attorno alla metàdel 1300. La storia dellaSindone, comunque, è le-gata al significato che essaha avuto per gli uomini. Ea prevalere è la lettura diun’immagine che rimandaimmediatamente alla Pas-sione di Cristo. È stata vi-sta dagli uomini come og-getto di devozione, di gran-de pietà: la storia dellaSindone, insomma, si ri-solve nella “storia della

devozione e della pietàverso la Sindone”. Ma èstata anche vista in modidiversi dall’istituzione ec-clesiastica e dalle istitu-zioni politiche. Siamo pas-sati da un primo periodo,in cui la novità di questooggetto straordinario reca-va un certo disagio - percui il culto della Sindoneè stato “tollerato” da par-te delle istituzioni -, almomento in cui la Sindonearriva in mano ai Savoia,e da qui abbiamo un cultoche diventa “accettato”. Edè la Chiesa a fare il passopiù avanzato: consentire ilculto attraverso l’istituzio-ne di un’apposita liturgia.Giungiamo, poi, all’arrivoa Torino, con la Chiesadella riforma Tridentina econ un intervento forte daparte della proprietà diCasa Savoia, con il cultoche diventa “promosso”.Con il Novecento abbiamoun altro periodo importa-ne. Con la fotografia del-l’avvocato Secondo Pia, nel1898, entriamo nel mo-mento della scienza, dovericerca e devozione si al-ternano con rapporti avolte in contrasto. Neglianni Settanta si è persinorischiato di subordinare ilsignificato stesso dellaSindone alla questionescientifica. Ma gli inter-venti di Paolo VI e di Gio-vanni Paolo II hannoriequilibrato la situazionemettendo in evidenza per

il credente, in primo luo-go, il significato».

Il mistero della Sindo-ne, comunque, è rima-sto intatto…«Certo, perchè la Sindonefa riferimento al misterodi Cristo».

E quale messaggio ciarriva dal volto dell’Uo-mo della Sindone?«L’immagine dice al cre-dente una cosa molto sem-

plice: questo è un aiuto permeditare sull’incarnazio-ne di Gesù e sulla sua pas-sione, morte e risurrezio-ne. Giovanni Paolo II l’ave-va definita “specchio delVangelo”, affermando chequalunque siano le con-vinzioni che la persona siè fatta circa l’origine diquesto lenzuolo - e quindisulla valutazione dei datiscientifici e dell’esame diquesto telo - quello checonta, per il credente, è che

questo lino è rappresenta-zione fedele (come unospecchio) di quanto ci di-cono i Vangeli. Cioè lì sivede in maniera evidente,drammatica e immediatala realtà della passione emorte del Cristo. Al fede-le, la Sindone dice che at-traverso la contemplazio-ne di questo corpo marto-riato è possibile rifletteresu quello che è stato ildramma di Cristo per laredenzione dell’umanità».

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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

I MISTERI ANCORA DA SVELARE

Le domandedella scienza

SpecialeSindone

ggi più che mai laSindone non rappre-senta solo un misteroper la fede ma anche

per la scienza. Nessuno, infat-ti, nemmeno i più scettici, sonoriusciti a spiegare come l’im-magine si sia formata.

La “storia scientifica” dellaSindone ha un inizio preciso:era il 1898, quando l’avvocatoSecondo Pia, ottenne il permes-so di fotografare il velo di lino.Il risultato fu sbalorditivo: ilnegativo mostrò, infatti, lefattezze di un volto umano di-mostrando come l’immagineimpressa sul velo fosse in re-altà un negativo fotografico.

Da allora lo studio del telosindonico è proseguito ininter-rottamente sino ad oggi, con

alcuni momenti di particolaresignificato: nel 1966, con la co-stituzione della prima commis-sione scientifica di studio; nel1978 con gli esami diretti sullenzuolo effettuati al terminedell’ostensione, nel 1988 con ilcontroverso risultato delladatazione del tessuto con ilmetodo del radiocarbonio. Se-condo gli esami, effettuati datre diverse università, laSindone avrebbe un’originemedioevale, compresa tra 1260e il 1390 (d.c.). Un risultato cheè stato messo più volte in di-scussione da altri scienziatiche contestano la non accura-tezza degli esami e, soprattut-to, da altre prove scientificheottenute esaminando il lino chefarebbero ipotizzare una

Bruno Barberis è il direttore del Centro Inter-nazionale di Sindologia.Lo abbiamo incontrato per cercare di capire a chepunto sia la ricerca scientifica sulla Sindone.

Ad un secolo dai primi studi cosa sappiamosulle tracce impresse sul lino?“Sappiamo che ci sono due tipi di tracce: da unlato le tracce ematiche, dovute al contatto delcorpo con il velo, e dall’altro un’immagine corpo-rea non dovuta a contatto che hala particolarità di essere tridimen-sionale. Si tratta semplicementedello scurimento delle fibre super-ficiali del tessuto per qualche cen-tesimo di millimetro. Un fenome-no che non siamo ancora in gradodi spiegare”.Secondo lei la sindone ha ori-gini medioevali, come stabili-to dall’esame del radio-carbonio?“Ritengo, dal punto di vista logicoe sperimentale, sia molto più dif-ficile provare un’origine medioeva-le che un’origine più antica. Nelmedioevo la crocifissione non erapiù in uso quindi non può esserestato il lenzuolo di un qualunque uomo crocifis-so. L’unica spiegazione che si potrebbe dare èquella di un assassinio compiuto per ricreare uncadavere con le stesse caratteristiche del Cristocrocifisso, per poi metterla in un lenzuolo e otte-nere un falso. Un’ipotesi quanto mai irrealistica”.L’esame non è dunque attendibile?“La datazione è un esame come gli altri, uno deitanti fatti negli anni. Purtroppo molto spesso èstato fatto passare come l’esame assoluto. Senzadimenticare come per un esame del genere biso-gna essere assolutamente certi della provenien-za del campione che deve essere privo da conta-minazioni. Quella zona del tessuto è fatta soloda lino antico o c’è veramente, come supposto da

alcuni studiosi, un rammendo di cotone le cuitracce sono state trovare? Bisogna prendere que-sto esame valutarlo seriamente e quando sarà ilmomento opportuno rifarlo, ma solo quando cisarà la certezza di aver scelto il luogo adatto e ilcampione sarà integro, senza rischi di contami-nazione”.Avete in programma nuovi test?“Certamente, ma dobbiamo aspettare di averetutte le conoscenze e le tecnologie che ci permet-

teranno di realizzare un esame che siafinalmente definitivo. Anche perchénon possiamo tagliare un pezzetto ditelo ogni volta che vogliamo provarequalcosa”.Quanto bisognerà aspettare?“Esiste già un progetto che coinvolgestudiosi da tutto il mondo, ma non èuna cosa semplice da realizzare: sitratta, infatti, di prendere macchinarisofisticati, costituire un laboratorio eportarlo alla sindone. Un’operazioneche richiede tempi e sforzi notevoli.Senza dimenticare che la Sindone è diproprietà della Santa Sede e spetta alPapa dare l’autorizzazione a nuovi stu-di”.Vi è la volontà in questo senso?

“Credo proprio di si ma, ripeto, saranno effettua-ti solo quando potremo garantire che l’operazio-ne sarà fatta con tutti i crismi delle garanziescientifiche. Cosa che, purtroppo, non è accadutanel 1988".A distanza di un secolo la sindone rappre-senta ancora una sfida per la scienza?“La definì così Giovanni Paolo II quando venne aTorino nel 1998: “una provocazione all’intelligen-za”. Proprio perché siamo all’inizio del 3° millen-nio, siamo, a torto, convinti di poter spiegare qual-siasi fenomeno e di fronte ad un telo con una fle-bile immagine non siamo riusciti a comprendereancora come si sia formata. Questo rimane ilmistero più grande”.

datazione compatibile con glianni in cui visse Gesù. Nel2000 la ricerca ha subito unnuovo slancio con il SimposioInternazionale “Sindone: pas-sato, presente e futuro”, e infi-ne con i lavori per la conserva-zione (2000-2002) che hannopermesso di osservare e racco-gliere dati sul retro dellaSindone.

Oggi, la tecnologia mette adisposizione della ricercaapparecchiature sempre piùsofisticate, ma ciò non bastaper condurre le analisi in modoserio e costruttivo. Serve so-prattutto l’impegno di ricerca-re esclusivamente la verità,senza pretendere di voler dimo-strare ad ogni costo tesi pre-concette e rifiutando tutto ciòche non può essere seriamentee scientificamente dimostrato.È questa l’unica posizione ve-ramente coerente, ribadita daPapa Giovanni Paolo II chedavanti alla Sindone il 24 mag-gio del 1998 disse: “La Chiesaesorta (gli scienziati) ad affron-tare lo studio della Sindonesenza posizioni precostituite,che diano per scontati risulta-ti che tali non sono; li invita adagire con libertà interiore epremuroso rispetto sia dellametodologia scientifica sia del-

Un nuovo impulso all’analisidella Sindone arriva dalle tec-nologie informatiche.Ne abbiamo parlato con il pro-fessore Nello Balossino deldipartimento di Informaticadell’Università di Torino e vice-direttore del Centro Interna-zionale di Sindologia.

Qual contributo agli studipotrà dare l’informatica?“Il ruolo dell’informatica è fon-damentale per lasua applicazionealla fotografia. Dal-la prima foto del1898 il perfeziona-mento dell’arte fo-tografica e lo svi-luppo dell’elabora-zione tramite com-puter, hanno evi-denziato come l’im-pronta sul telo sin-donico non possaessere l’opera di unfalsario”Che cosa ci dicelo studio informatico del-l’immagine?“In primis a negatività: l’im-pronta della figura è scuraesattamente come avviene nel-la pellicola fotografica. Le mac-chie di sangue, invece, sono inpositivo in quanto sono scureper loro natura. In secondo luo-go emerge la tridimensionalitàdell’impronta. Una scopertache ha permesso di ottenerenuove immagini che eviden-ziano il rilievo e permettono dirilevare particolari, non visibilinell’immagine originale”.L’informatica, dunque, èpiù importante di quanto sipossa pensare…“L’informatica è un ausilio, unostrumento per chi studia laSindone dal punto di vista siamedico-legale che iconografico,perché con alcuni mezzi infor-matici si possono definire i li-neamenti e le espressioni del

volto ma anche alla misura-zione del corpo umano nellasua totalità”.E’ emerso qualcosa di par-ticolare?“Vicina ad un occhio è emersaun’immagine che sembra il cal-co di una moneta risalente al30 dc vicino. Se effettivamen-te così fosse, allora questa im-pronta darebbe una vera e pro-pria datazione e collocherebbeil telo negli anni in cui effetti-vamente il Cristo è stato cro-

cifisso. Tutto que-sto, in sintesi, ci facapire che l’infor-matica è fonda-mentale: lo è sta-ta in passato econtinua a esser-lo, perché le ricer-che potranno pro-seguire soltantoquando sarà ter-minata l’acquisi-zione dell’impron-ta sindonica”.Spesso fede eragione vengo-

no contrapposte: a lei, comeuomo di scienza, la Sindonecosa dice?“Ho sempre cercato di tenereseparati i due aspetti, tant’èche tra i miei collaboratori cisono sia credenti che non cre-denti . Personalmente, quandola analizzo sotto l’aspettoscientifico, osservo la Sindoneasetticamente, come faccio conqualsiasi altra immagine.Quando invece mi fermo acontemplalrla i pensieri che miaffiorano non sono assoluta-mente quelli scientifici maguardo questa immagine e ri-cordo l’evoluzione della miavita, le persone che ho cono-sciuto e non ci sono più, pensoa chi mi sta accanto e spero cheanche loro possano trarre daquesta visione un modello divita e di comportamento che iltelo sindonico da a ciascuno dinoi”.

“Nessuno sa come si è formata ”

“La datazione:la risposta (forse)in una moneta”

O

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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

CONSIGLI AI PELLEGRINI

Avvicinarsi umilial Mistero...

SpecialeSindone

onsignor Giu-seppe Ghibertiè il presidentedella commissio-

ne diocesana per la Sin-done. Lo scorso anno, inmarzo, fu ospite a Comoper una serata di appro-fondimento in Cattedra-le, sul sacro lino.

Il 4 maggio festa litur-gica della Sindone ilnostro Vescovo accom-pagnerà mille pelle-grini della diocesi diComo. Cosa si sente didire ai nostri fedeliper prepararli alla vi-sita?«Intanto li saluto di cuo-re, perché serbo un otti-mo ricordo dell’incontrofatto a Como e perchésono legato da sinceraamicizia con il vostro ve-scovo Diego. A tutti vor-rei ricordare che la Sin-done è uno strumentonelle mani di Dio per in-vitarci, anche nel rumo-re di oggi, all’essenziale,troppo spesso dimentica-to per fare spazio ad al-tre cose che disturbano…La Sindone ci invita aguardare al cuore del Mi-stero: alla morte di uninnocente - causata daimiei peccati - il quale siimmola per cancellare lamia condanna».

Lei da vent’anni si oc-cupa di Sindone: comeè cambiato il suo mo-do di guardarla, dirapportarsi al “sacrolino”?«C’è stato un momento,nel 1988, in cui non sa-

pevamo come avrebbereagito la gente di frontealla sentenza degli esper-ti che definiva la Sindoneoggetto di epoca medie-vale. Dieci anni dopo, nel1998, c’è stata l’Osten-sione e la gente è venutacome se non ci fosse sta-to quel momento di insi-curezza, di pausa. Questoci ha fatto capire che ilrapporto tra il credente equesto “lenzuolo” non siarresta all’oggetto ma vaoltre, e valorizza tale linoper quello che è: un se-gno. Il segno continua adesserci. La gente sa di-stinguere fra ciò che è im-portante e ciò che lo è dimeno in tutta questa di-scussione».

Quale atteggiamentoassumere, da pellegri-ni, di fronte alla Sin-done?«Intanto serve uno sguar-do un po’ abituato a in-terpretare l’immagine,altrimenti l’osservazione

risulta un pochino diffi-cile, confusa. Prima diaccedere al Duomo, il per-corso del pellegrino pre-vede la “prefettura” - an-che a Como avevamo fat-to precedere un filmato,perché ci potesse essereuna consapevolezza del-l’oggetto di cui si parla-va. Dal punto di vista delcuore mi vengono inmente due consigli: lapreghiera, accompagnatadalla lettura della pas-sione per come ci è rac-contata dai vangeli e, poi,nel limite del possibile, lacarità. Ci sono gruppi chesi propongono, andandoin pellegrinaggio, di rac-cogliere qualche cosa peraiutare gli altri».

Come inserire la visi-ta alla Sindone in uncammino di fede?«La visita deve esserepreparata ma deve ancheavere un seguito: finito ilpellegrinaggio, di solito,sembra che tutto sia fi-nito. Invece si comincia:dovrebbe esserci qualco-sa che richiama all’espe-rienza di fede vissuta».

Cosa si sente di direagli scettici?«La prima cosa è il ri-spetto reciproco dellapersona e della verità diquello che si riesce a ve-dere. L’invito mio a chinon crede è: almeno que-sta scena di sofferenzaestrema cerchiamo disfruttarla per quello chemi dice, qual è il sensodella sofferenza e qualecoinvolgimento ho io».

MLA TECA IN CUI È CONSERVATA LA SINDONELa Sindone è conservata in posizione distesa, piana e orizzontale all’internodi una teca a tenuta stagna, in assenza di aria e in presenza di un gas inerte. Lateca è stata prodotta nel 2000 ricorrendo alle più aggiornate tecnologie del settoreaerospaziale e, in particolare, realizzandone il corpo metallico mediante la lavora-zione di fresatura di un unico lingotto di lega leggera aeronautica, mentre lasuperficie superiore è costituita da un cristallo multistrato di sicurezza eantiproiettile. La teca è a sua volta protetta da un “sarcofago” realizzato con unastruttura a più strati in grado di fornire una considerevole resistenza meccanica eduna valida protezione in situazioni di incendio. Il sistema di conservazione dellaSindone è completato dall’impianto di generazione di gas inerte umido (argon), cheviene attivato quando si deve rinnovare o rabboccare l’atmosfera interna della teca.Un sistema computerizzato consente di tenere sotto costante controllo i para-metri di maggiore interesse della teca e della Cappella (nel transetto sinistro dellaCattedrale di Torino) dove essa è collocata: temperatura, pressione, umidità, com-posizione del gas interno…

LE MICROTRACCE SULLA SINDONESulla Sindone sono reperibili numerose tracce, dovute a bruciature, a cera, ad ac-qua; al contatto della Sindone con il corpo: sangue, siero, cellule epiteliali; alle so-stanze conservative utilizzate: aloe, mirra; e alla polvere che nei secoli si è deposi-tata sul lenzuolo. Nel 1981, Baima Bollone e gli statunitensi Heller e Adlerscoprirono, su campioni di fili prelevati nel 1978 in zone ematiche della Sindone, lapresenza di sangue umano di gruppo AB. Tra le microtracce più interessanti visono i pollini individuati e studiati dal biologo svizzero Frei Sulzer, utilizzandodei campioni prelevati sulla Sindone nel 1973 e nel 1978. Frei identificò i pollini dioltre 50 piante fiorifere che gli consentirono di ritenere molto probabile la perma-nenza prolungata della Sindone, oltre che in Europa, anche nelle zone palestineseed anatolica. Recentemente gli israeliani Danin e Baruch hanno individuato sullenzuolo le tracce di alcune piante della zona di Gerusalemme. La presenza dellaSindone in questi luoghi è in accordo con le ipotesi degli storici.

IL RESTAURO DEL 2002L’intervento di restauro si rese necessario perché le tensioni delle cuciture rende-vano sempre più profonde le pieghe presenti sul telo e i residui organici potevanodiventare elementi di rischio per la conservazione. Fra giugno e luglio del 2002,nella Sacrestia Nuova del Duomo di Torino la professoressa Flury Lemberg e lesue collaboratrici hanno eseguito il delicato lavoro di scucitura, rimozione dei resi-dui organici, sostituzione del telo di supporto e ricucitura. In questo modo sonostate rimosse le “toppe” applicate dalle Clarisse, rimossi i lembi di tessuto bruciatonell’incendio di Chambéry del 1532, staccato il telo d’Olanda su cui era stata fissa-ta la Sindone nel 1534, e ristabilita su un nuovo “telo d’Olanda”. Inoltre venneeffettuata una scansione digitale completa del Telo, sia sul lato dell’immagine siasul retro, e venne prodotta nuova documentazione fotografica.

L’IMPORTANZA DELLA CONSERVAZIONE E DELLA SICUREZZA

Tenere sotto controllo i parametri

rgomento di fon-damentale im-portanza per laSindone è quello

che riguarda la sicurez-za e la conservazione. Adoccuparsene, fra gli altri,Piero Savarino, Ordi-nario di Chimica organi-ca industriale presso

l’Università di Torino eassistente scientifico delCustode della Sindone.

Quali sono i proble-mi scientifici che oggiriguardano la Sindo-ne?

«Sono questioni relati-ve all’analisi e conoscen-za di tale reliquie, conuna metodologia speri-mentale di tipo chimico,fisico, informatico. Cisono, poi, problemi lega-ti alla conservazione, dicui mi occupo dal 1991,perché è un tema in con-tinua evoluzione. Ho se-guito l’ambito della “sicu-rezza” a partire dalreperimento delle perso-ne che dovevano far par-te della commissione perla conservazione: personeche dovevano essereesperte di Sindone, ditessuti, di conservazione

di reperti… Hanno vistoil “sacro lino, sono stati acontatto con la Sindonestessa, hanno ricevutotutte le informazioni. Poiciascuno ha steso un sin-golo rapporto ed è stataconcordata una relazionefinale con i suggerimentiper la conservazione».

E quali gli accorgi-menti suggeriti?

«Innanzitutto conser-varla distesa. Il suppor-to che la mantiene in po-sizione verticale durantel’Ostensione è lo stessoche la tiene in posizioneorizzontale all’internodella teca di conservazio-ne. Questo è stato fattoper togliere le pieghe -che tagliavano soprattut-to il volto – e diminuirele sollecitazioni meccani-che. Secondo suggeri-mento, anzi, obbligo, era

conservarla in un am-biente inerte, in assenzadi aria, per limitare i fe-nomeni ossidativi. Inbase ad alcune ricercheeffettuate, la natura del-l’immagine è legata a fe-nomeni di ossidatura su-perficiale delle fibrille dilino che costituiscono ifili del telo. Partendo daquesto dato sperimenta-le, è chiaro che si dimo-strava quanto mai neces-sario limitare tale feno-meni ossidativi, provoca-ti dal contatto con l’a-ria… Se il fondo del len-zuolo ingiallisse troppo, ilcontrasto dell’immagine,e di conseguenza la visi-bilità del volto, diminui-rebbe… Per ovviare aquesto rischio si è creatoun ambiente privo di a-ria. Questo oggetto, infi-ne, non è sterilizzabile. Etrattandosi di un telo che

per secoli è stato espostoagli agenti esterni, po-trebbe contenere micror-ganismi sia aerobi cheanaerobi. I microrgani-smi aerobi messi in unambiente senz’aria nondanno alcun tipo di pro-blema. Ma gli altri po-trebbero svilupparsi. Eallora conserviamo laSindone in un ambientedi argon, che è un gasinerte, con uno 0,5% diossigeno. Che non è suf-ficiente per lo sviluppodei microrganismi aero-bici, ma è sufficiente peragire da veleno per glianaerobici. Terzo aspetto:assenza di luce. Quartopunto, che è conseguen-za dei precedenti: non sipuò conservare la Sindo-ne in un gas secco, per-ché il tessuto di lino sisbriciolerebbe. Si regolaallora l’umidità in modo

tale che sia al massimoal 50%. Per creare questasituazione ottimale in unambiente chiuso, occorreintervenire sulla tempe-ratura. La cosa miglioresarebbe congelare il tut-to. Ma poichè non è pos-sibile, si è trovato un com-promesso, che è la tem-peratura di 20 gradi».

Nel corso della sua sto-ria, poi, la Sindone hadovuto combattere con ilfuoco, per cui la cappellaGuarini ha un severis-simo impianto antin-cendio, senza considera-re, poi, l’aspetto della si-curezza vera e propria,con tutta una serie di ac-corgimenti per evitarefurti e profanazioni… Matutto questo, in conside-razione proprio della de-licatezza dell’argomento,rimane un segreto…

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ComoCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201024P A G I N A

Una realtà ormaiben radicata sulterritorio chesi apprestaa celebrare i diecianni di attività,essendo natanel giugnodel 2000pagina a curadel Consorzio EurekaServizi alla Cooperazionee al Terzo Settorewww.eurekacomo.it

a molti anni, or-mai, le proble-matiche ambien-tali sono all’at-tenzione dell’o-

pinione pubblica interna-zionale. Il tema dello svi-luppo sostenibile, con lesue varie articolazioni, èormai una priorità neiprogrammi delle istitu-zioni mondiali, europee,nazionali, regionali e lo-cali.

Ogni cittadino deveprendere coscienza del-l’importanza di un corret-to impiego delle risorsedel Pianeta Terra. A talescopo assumono specialeimportanza le campagnedi informazione e disensibilizzazione nonchéle proposte di educazioneambientale rivolte allegiovani generazioni.

Biosfera è una coope-rativa sociale specializ-zata nella realizzazione diattività di educazione edi comunicazione am-bientale.

“La cooperativa - di-chiara il presidente Fla-vio Pavoni - è attiva dalgiugno 2000. Condivide ivalori di fondo del mondodella cooperazione ed ade-risce alla Confederazionedelle Cooperative Italianeper il tramite dell’Unione

Provinciale di Como.”In base all’art. 3 dello

Statuto sociale, “lo scopodella cooperativa è ilperseguimento dell’inte-resse generale della co-munità alla promozioneumana e all’integrazionesociale dei cittadini, at-traverso la gestione diservizi sociali, socio-sani-tari, educativi e cultura-

D

ALLA SCOPERTA DELLA COOPERAZIONE/220

Biosfera: a scuoladi ambiente

retta della realtà natura-le, paesaggistica e cultu-rale. In questo modo èpossibile coinvolgere glialunni nella loro globa-lità, non limitandosi allasfera intellettuale e cono-scitiva, ma utilizzandoanche la dimensione emo-tiva. Mediante un rappor-to diretto, emozionale, af-fettivo è possibile ricrea-re un legame più strettoe vissuto con il nostroambiente.”

Un altro ambito di atti-vità della cooperativa è lacomunicazione am-bientale, divenuta ormainegli ultimi anni un capi-tolo importante nelle po-litiche per lo sviluppo so-stenibile.

Biosfera promuove erealizza campagne di in-formazione e di comunica-zione legate ai temi dellosviluppo sostenibile e in-contri informativi, forma-tivi e culturali su molte-plici temi ambientali - inparticolare sui temi delconsumo sostenibile, del-l’uso responsabile dellerisorse, del riciclo e dellaraccolta differenziata - incollaborazione con Entipubblici territoriali (Co-muni, Comunità Monta-ne, Biblioteche) e aziendeprivate che orientano laloro filosofia alle tema-tiche dello sviluppo soste-nibile.

Biosfera ha partecipatoa fiere e convegni nell’am-bito della sostenibilitàsociale ed ambientale.

UNA BUONA PRATICA DI EDUCAZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ

La catena ecosolidalena delle iniziati-ve più significa-tive realizzatedalla cooperati-va Biosfera è

certamente stato il pro-getto di educazione am-bientale “La catena eco-solidale, realizzato in retecon l’stituto Professiona-le “G. Pessina” di Como edi Appiano Gentile, l’l’Istituto Comprensivo“Aldo Moro” di Como-Pre-stino e di S. Fermo dellaBattaglia, l’Istituto Pro-fessionale Paritario a in-dirizzo Agro-ambienta-le di Albese con Cassano,lo Sportello Scuola &Volontariato e altre asso-ciazioni.

Il progetto, sostenutodalla Fondazione Cariplo,

Usi è snodato attraversomomenti di formazionedei docenti, riunioni diprogettazione, attività dilaboratorio, stage resi-denziali, scambi tra clas-si e realizzazione di even-ti sul territorio, svoltisitra il novembre del 2007il dicembre 2008.

L’intero percorso puòessere agevolmente con-sultato sull’apposito sitowww.lacatenaecosolidale.org.

Sono state coinvolte 33classi, 10 delle scuole pri-marie, 14 della seconda-ria di primo grado e novedegli istituti superiori,per un totale di ben 450alunni.

Uno dei “focus” del pro-getto è stato il “coopera-tive learning”. Si tratta diuna metodologia didatti-ca e formativa basata sulcoinvolgimento attivo de-gli alunni attraverso illoro diretto protagonismonelle attività di ricerca edi conoscenza del territo-rio. In pratica, gli alunnihanno assunto il ruolo di“protagonisti” principalidelle varie attività didat-tiche, guidate dai docentie dai tutor del progetto,che hanno svolto un ruo-

lo di stimolo e di suppor-to.

Una classe dell’indiriz-zo turistico ha realizzatoun “hotel ecologico” vir-tuale dotato di Ecolabel,il marchio di qualità eco-logica, e basato su regolepratiche per la gestionesostenibile.

Un’altra classe ha si-mulato un’agenzia turi-stica ed ha realizzato iti-nerari turistici e cultura-li sul territorio del Parcoregionale della Pineta diAppiano gentile e Trada-te, corredati da opuscoli;alcune alunne, in partico-lare, hanno fatto da “gui-de turistiche” durantevarie uscite rivolte ai lorocoetanei della rete.

Le classi dell’Istituto

agro-ambientale hannorealizzato un’ampia ricer-ca storica sull’agricolturanella zona dell’erbese,raccolta in un volume e inun dvd.

Gli alunni delle scuoledi Prestino e di S. Fermohanno realizzato un ca-lendario sul Parco regio-nale della Spina Verde evari materiali didattici.

Tutta la sequenza del-le attività realizzate da-gli alunni può essereripercorsa nell’appositasezione del sito, con riccadocumentazione fotogra-fica.

Il progetto si è poi con-cluso con un convegno fi-nale, nel corso del qualevari relatori e le classiprotagoniste, con i rispet-

tivi docenti, hanno pre-sentato e condiviso i per-corsi realizzati.

Il cooperative learning,gli scambi tra classi e lacondivisione dei percorsiall’interno della rete sonostati elementi che hannoesaltato in modo concre-to i valori del mondo coo-perativo.

Nell’insieme il progettoè stato considerato comeun esempio di “buonaprassi” nel campo del-l’educazione alla sosteni-bilità, permettendo di co-niugare in maniera sem-plice ed efficace i contenu-ti dell’educazione am-bientale alle tematiche edai linguaggi oggi utilizza-ti dalle giovani generazio-ni.

li”.Biosfera “si ispira ai

principi che sono allabase del movimento coo-perativo mondiale: lamutualità, la solidarietà,la democraticità, l’impe-gno, l’equilibrio della re-sponsabilità rispetto airuoli, lo spirito comunita-rio, il legame con il terri-torio, un equilibrato rap-

porto con lo Stato e con leistituzioni pubbliche”(Art. 4 dello Statuto).

Nella sua ormai decen-nale vita, Biosfera ha svi-luppato decine di proget-ti educativi spesso inpartnership con scuole,associazioni ed enti pub-blici territoriali, nelle pro-vincie di Como e di Va-rese.

“Le collaborazioni piùrilevanti - continua Pavo-ni - sono realizzate con ilCREA (Centro di Riferi-mento per l’EducazioneAmbientale) della Provin-cia di Como, il WWFONLUS Italia, le Comu-nità Montana del Trian-golo Lariano, delle AlpiLepontine e della Val-cuvia e il Parco regionaledella Spina Verde di Co-mo. Negli ultimi annisono stati poi realizzatiprogetti speciali finanzia-ti dalla Fondazione Cari-plo, due in partnership eduno con il ruolo di capofi-la, nei quali sono staticoinvolte diverse altre re-altà scolastiche ed asso-

ciative della provincia diComo”.

“Le tematiche oggettodei nostri interventi edu-cativi sono molteplici -dice Maurizio Giannoni,educatore ambientale emembro del consiglio diamministrazione - si vada temi legati alla cono-scenza degli aspettiambientali e natura-listici del territorio (bo-sco, laghi, fiumi, parchi eriserve naturali) a quellipiù legati al tema dellosviluppo sostenibile(rifiuti e raccolta differen-ziata, cambiamenti cli-matici, impatti ambien-tali). Le nostre propostemirano a favorire un pro-cesso di trasformazioneche faciliti la comprensio-ne della complessità am-bientale e hanno comescopo di innescare com-portamenti più rispettosie responsabili nell’usodelle risorse naturali. Leattività didattiche propo-ste alle scuole sono mol-teplici: incontri in classe,uscite in ambiente e labo-ratori”.

Il metodo didattico va-lorizza la pratica “sulcampo” e l’osservazionediretta. “E’ importante -prosegue Giannoni - aiu-tare bambini e bambine,ragazzi e ragazze a sco-prire l’importanza del-l’ambiente che li circondaattraverso percorsi didat-tici che si basano il piùpossibile sull’esplorazio-ne e sulla conoscenza di-

Per ulteriori informazioni o per ricevere il pro-gramma delle proposte didattiche si può visitareil sito web www.biosferascs.it oppure ci si puòrivolgere ai seguenti recapiti: Biosfera Società Co-operativa Sociale c/o Centro Cardinal FerrariViale C Battisti 8 - Como Tel. e Fax 031-269423- Cellulare di servizio: 340-2709564 - indirizzo e-mail biosferascs@yahoo.

PER SAPERNE DI PIÙ

Una delleiniziative piùinteressantirealizzateda Biosfera

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Como&territorioCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201025

P A G I N A

erdelago” èil nome del-la nuovaassociazio-ne cultura-

le che si è presentata lascorsa settimana a Mon-torfano, alla presenza diun folto pubblico, nel cor-so di un incontro dal tito-lo “Montorfano: alle radi-ci del nostro futuro”. Ilnome dell’associazione ri-corda proprio i due ele-menti del paese: il verdedel monte e della brughie-ra e lo splendido laghetto.Spiegano i giovani promo-tori: «Siamo un gruppo diamici che hanno semprevissuto a Montorfano, op-pure se ne sono innamo-rati per la bellezza dellasua natura. Lo stimoloper fondare l’Associazio-ne “Verdelago” ci vienedalla voglia di fare qual-cosa di più del solito la-mentarsi per come vannole cose, ma di provare acambiarle in prima perso-na. Il nostro gruppo, as-solutamente apartitico esenza scopo di lucro, na-sce come affermazione delprincipio che i cambia-menti della società posso-no e debbano venire pri-

ma di tutto dalle singolepersone e dalla forza del-la loro unione.( Nel con-creto ci piacerebbe porta-re a conoscenza di tutti lebellezze del nostro paese:il lago, il monte, la bru-ghiera, organizzando at-tività di comunicazione,informazione, scoperta,coinvolgendo gli Enti lo-cali e le associazioni delpaese. Vorremmo diffon-dere l’idea di una vita piùsostenibile avviando undibattito sulla possibilitàdi una nuova imposta-zione nella raccolta deirifiuti, riscoprendo la pos-sibilità di raggiungere lascuola a piedi (progetto“Piedibus”) e dando alleistituzioni spunti per di-ventare un Comune più amisura d’uomo e rispetto-so della natura». Ospitidella serata sono state fi-gure del mondo accademi-co e forense, a significareche la nuova Associazio-ne intende avvalersi del-la collaborazione di esper-ti per poter dialogare congli Enti pubblici, anch’es-si ben rappresentati nel-la serata. L’interventodell’avvocato Grazia Vil-la, del Foro di Como ha

fatto emergere come latutela dell’ambiente siaun impegno già presentenella nostra Costituzione,in particolare dell’artico-lo 9 («La Repubblica…tutela il paesaggio e il pa-trimonio e storico artisti-co della Nazione»). Con iltempo ed il modificarsidel concetto di ambiente,nella legislazione è statointrodotto anche un altroimportantissimo concetto,quello della tutela am-bientale “in vista delle ge-nerazioni future”, quindinon solo per un godimen-to puramente esteticotemporaneo, ma associa-to ad un alto senso di re-sponsabilità e di capaci-tà di futuro.

Le ricercatrici LetiziaGaribaldi e BarbaraLeoni dell’Università de-gli Studi di Milano Bicoc-ca, che da anni studiano

il più bel gioiello del ter-ritorio montorfanese, ov-vero il lago, ne hannomesso in evidenza lo “sta-to di salute” negli ultimivent’anni. Il lago di Mon-torfano è sempre statoconsiderato un’isola feli-ce nel panorama degli al-tri bacini briantei, perchénon è mai stato interes-sato dall’immissione discarichi fognari, causaprimaria del fenomenode l l ’ eutro f i zzaz ioneantropica. In realtà, comehanno spiegato le ricerca-trici, a partire da circa lametà degli anni 2000, illago ha evidenziato unaserie di criticità, quali ilbilancio idrico, la presen-za di metalli pesanti neisedimenti (es. piombo,cadmio, zinco, cromo), unaumento del grado ditrofia, ovvero una maggio-re presenza nelle acque di

“Vcomposti di fosforo e azoto(in alcuni periodi dell’an-no soprattutto di ammo-niaca, che non riesce adessere facilmente ossida-ta a nitrati), che dannoluogo a carenze di ossige-no sul fondo nei mesi esti-vi, ad una diminuzione ditrasparenza e a periodi-che massicce fioriture diCianobatteri, organismiunicellulari che possonoprodurre tossine quali lemicrocistine. Per conser-vare lo stato naturale dellago è necessaria - hannosottolineato Garibaldi eLeoni - un’attenta gestio-ne in grado di conciliarele esigenze di tutela am-bientale con quelledella fruizione umana.Anche la dottoressaMina Di Marino, ricer-catrice nel Dipartimentodi Architettura e Pianifi-cazione del Politecnico di

LA NASCITA DI UNA NUOVA ASSOCIAZIONE

Verdelago,la culturasbarcaa Montorfano

Milano, ha sottolineatol’importanza di conciliarenelle scelte di pianifica-zione territoriale la tute-la e la valorizzazione del-l’ambiente con il progres-so sociale e lo sviluppoeconomico di un territo-rio, per permettere unosviluppo realmente soste-nibile. È fondamentale,ha sottolineato Di Mar-tino, la proposizione dinuovi modelli di gestione,produzione e consumo,che tengano conto delcoinvolgimento e del con-senso della collettivitàanche a monte, nei pro-cessi decisionali.

Per informazioni e con-tatti: associazione Ver-delago, via Volta 1, Mon-torfano, tel. 366-8735843;e-mail: [email protected]; si-to internet www.verdelagomontorfano.org.

La Società Ortofloricola Comense organizza per sabato 8maggio una visita guidata alla scoperta della flora sponta-nea di Cardina e di Villa Pisani Dossi. Questa villa, situatain un punto molto panoramico a picco sul primo bacino dellago, è uno dei migliori esempi del liberty comasco. Fu co-struita negli anni 1897-1910 per volontà del diplomatico escrittore Alberto Pisani Dossi, protagonista dellaScapigliatura letteraria, dall’architetto Luigi Perrone su di-segno di Luigi Conconi. Il ritrovo è alle ore 14.00 nella sededi Sagnino con mezzo proprio; il rientro è previsto per le ore18.30. L’iniziativa, riservata ai soci, è a numero chiuso.

Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie entro giove-dì 27 aprile o fino ad esaurimento posti): Società OrtofloricolaComense, via Ferabosco 11, Sagnino (Como); tel. 031.531705oppure tel. 031.572177; e-mail: [email protected]; sitointernet: www.ortofloricola.it.

Domenica 25 aprile, alle ore 16.00 presso l’Auditorium “A.Volta” di Camnago Volta, la Circoscrizione 4 del Comune diComo presenta lo spettacolo per bambini “Kunì e l’armoniadella natura” di Christian Poggioni e Cristiano Ianniti, pro-gettato in collaborazione con il CREA di Como. La rappre-sentazione si trasforma in un gioco teatrale che coinvolge ipiccoli spettatori nell’azione scenica e nell’esecuzione dimusiche e suoni, facendoli vivere un’esperienza di emozioniper trasmettere loro il valore delle risorse naturali.

L’ingresso è libero. Per informazioni: Roberto Todeschini,tel. 347.8452378; e-mail: [email protected].

A CAMNAGO VOLTA“KUNÌ E L’ARMONIA DELLA NATURA

CON L’ORTOFLORICOLACOMENSE VISTA GUIDATA A CARDINA

FINESTRA SUL CAMPIONATO.PUNTO D’ORO PER IL COMO CHE GUARDA ALLA SALVEZZA

Un passo in avanti verso la salvezza quello compiuto dal Como che ha pareggiatodomenica per 0-0 sul campo del Lumezzane. Un punto importante che non pregiudica,al momento, la posizione degli azzurri che permangono a ridosso della zona play-out,rimanendone esclusi, e conservano due lunghezze di vantaggio sugli immediati inse-guitori, la coppia Viareggio-Foligno. Fondamentale sarà, ora, conquistare i tre punti alSinigaglia contro il Sorrento che, da parte sua, a quota 39, appare decisamente inposizione tranquilla di classifica. Il Como, comunque, non ha subito gli avversari e piùvolte è andato vicino al gol. Soprattutto nel secondo tempo, all’81°, quando Cozzolino,ben servito in area, ha agganciato il pallone e tirato a colpo sicuro, ma il portiereospite Trini è riuscito a svettare in calcio d’angolo. Il finale di gara, però, è stato deci-samente convulso e caratterizzato da un gioco frammentario e spesso fermo. Nel lungoperiodo di recupero il Lumezzane ha anche trovato, ancora una volta irregolarmentedopo un analogo episodio avvenuto nel primo tempo, la via del gol ma l’arbitro hagiustamente annullato e così il match è finito 0-0. Un punto d’oro per il Como anche sela salvezza è ancora tutta da conquistare. Domenica scorsa, infatti, come gli azzurrianche il Viareggio, il Foligno ed il Pergocrema, rimontando, sono riusciti a pareggiarementre al Lecco è riuscito il colpaccio col Perugia rilanciando le proprie ambizioni disalvezza. Negativa la prova della Pro Patria sconfitta 3-0 a Sorrento per una classificache, a 270’ dalla conclusione, vede Como 34 punti, Viareggio e Foligno 33, Pergocrema32, Lecco 31 e Pro Patria 29. Chiude la classifica la Paganese che ha, da parte sua,trovato una vittoria che forse è ormai inutile per raggiungere i play-out contro l’Ales-sandria per 3-1.

L.CL.

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Il nomedi questonuovosodalizioricordaproprioi due elementidel paese:il verdedel montee dellabrughiera elo splendidolaghettodi SILVIA FASANA

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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201026

P A G I N A

artedì 20aprile laChiesa hacelebrato lafesta litur-

gica della beata suorChiara Bosatta, fedele di-scepola di don LuigiGuanella, morta nel 1887a ventinove anni, dopouna vita spesa a serviziodei poveri, nell’umiltà,nella sofferenza e nellapreghiera. Così lo stessodon Guanella nel 1910 nericordava la figura, sinte-tizzando in poche efficaciespressioni la grandezzae la santità di questa gio-vane donna che ha condi-viso con lui i primi passidell’Opera guanelliana:«Suor Chiara Bosattanacque in Pianello Larionel 1858 ed ivi passò inCielo [il 20 aprile] nel1887. Percorse generosa ilcammino della perfezione

cristiana nella praticadell’innocenza e della pe-nitenza insieme. Fu per-fettamente fondata nel-l’umiltà, nell’umiltà vera,compenetrata da grandeamore a nostro Signore eda fiducia nella bontà diLui. Iddio la condusse perla via delle anime forti,via aspra, e per sé perico-losa, ma la guidò così chenon ponesse piede in fal-lo. Ella non cadeva, per-ché si arrendeva con as-soluta docilità alla mano

Il luminosoesempio di unagiovane che hasaputo accoglierecon disponibilitàil progetto divinosu di leidi SILVIA FASANA

che la guidava». E, rivol-gendosi alle consorelle, lostesso don Guanella scri-veva: «Auguro che voi e leFiglie che pur vi succede-ranno abbiate a cammi-nare sulle vie della vostracompianta consorella esapervi valere della suamediazione presso il Si-gnore». Anche quest’anno,il giorno della sua festa li-turgica, presso l’urna nelSantuario del Sacro Cuo-re di Gesù a Como, duran-te una solenne celebrazio-ne eucaristica, sedici suo-re della Provincia “BeatiLuigi e Chiara” della Con-gregazione delle Figlie diS. Maria della Provviden-za, di cui la Beata fu «pie-tra fondamentale», hannofesteggiato i loro giubileidi professione religiosa,impegnandosi con rinno-vato entusiasmo a seguir-ne l’esempio. Un lumino-

M

LA FEDE, IL CARISMA

In festa per beataChiara Bosatta

so esempio di una giova-ne che ha saputo accoglie-re con disponibilità il pro-getto divino su di lei e loha trasformato in vitaquotidiana, testimonian-do con la parola e l’esem-pio, nell’umiltà e nelnascondimento, in mezzoa tante difficoltà e soffe-renze, l’amore di Dio perciascun uomo, anche ilpiù povero e abbandona-to.

I GIUBILEI DELLE FIGLIEDI S. MARIA DELLA PROVVIDENZA

70° suor Pierina Ravizza, suor Dina della Ghelfa, suor Aldina Stecchi, suorFrancesca Pecora.60° suor Erminia Bertolini, suor Germana Checchinato, suor Vittorina Visin.50° suor Lucia Di Nitto, suor Antonia Manera, suor Francesca Manzi, suorEdda Peduzzi, suor Stella Sala, suor Laura Amanzi, suor Cesarina Bartesaghi,suor Ottavia Schiavo.25° suor Denis Gianatti.

Domenica 18 aprile, pressola parrocchiale di S. Martinoa Pianello del Lario,la beata suor Chiara Bosattaé stata ricordata dai suoicompaesani durante la SantaMessa solenne delle ore 10,animata dalle suore Junioresche, in preparazionealla professione perpetua,stanno trascorrendo questoultimo periodo di formazionenella "culla"della congregazionedelle Figlie di S. Mariadella Provvidenza.

Chiara: il ricordo di Pianello

BOSISIO PARINI 10 MILA PRESENTI

Camminata dell’Amiciziaa Camminata del-l’Amicizia di Bosi-sio Parini resiste atutte le intempe-rie. Lo ha dimo-

strato domenica scorsaquando, sotto una pioggiainsistente, circa10.000atleti hanno partecipatoalla kermesse podisticabrianzola. Ricco il pro-gramma della giornata:dopo l’arrivo della fiacco-la portata da Pontelam-bro dal “Gruppo SportivoSan Maurizio” di Erba, laCamminata ha preso ilvia alle ore 9.00 dal cam-po sportivo de La NostraFamiglia di Bosisio Pari-ni. Qui il campione para-limpico Fabio Triboli conFabio Peverelli hannodato il via ufficiale allacorsa, che ha visto gli at-leti, i ragazzi e le famiglieimpegnati per 12 chilo-metri.

Questa la classifica fi-nale:

1° arrivato: Rossano Ger-vasini - Dongo - 42,32"2° arrivato: GiuseppeMolteni - Rogeno - 42,57"3° arrivato: Marco Reda-elli - Dolzago - 43,18"

1° arrivata: Ilaria Bianchi- Como - 54’10"2° arrivata: VeronicaCeruti - Como - 54,44"3° arrivata: Simona Bar-resi - Lissone - 55,15"

1° in carrozzina: France-sco Cusin - Mandello -58,10"2° in carrozzina: MauroFiorentini - Como3° in carrozzina: Emanue-le Anzani - Meda4° in carrozzina: AnnaMollo - Bresso5° in carrozzina: MarioStefanoni - Suello

Quest’anno il gruppopiù numeroso era forma-to dai 620 “Amici di Gio-vanni e Mario” di Suello,

seguiti dai 412 “SpeedyGonzales” di Oggiono edai 354 dell’oratorio diBosisio Parini.

L’atleta più “in gamba”è stato Giuseppe Colom-bo del 1916.

Sono intervenuti ilviceprefetto di Lecco Giu-seppe Guetta, il Presiden-te della Provincia di Lec-co Daniele Nava, l’Asses-sore allo sport della Pro-vincia di Como AchilleMoioli, i Sindaci di Bosi-sio Parini, Cesana Brian-za, Molteno e Merone.

Al termine della mani-festazione la festa è pro-seguita con gruppifolkloristici e corpi musi-cali: erano presenti il Cor-po musicale San Fermo diCesana Brianza, leMajorettes di Biassono, laBanda musicale di Gius-sano e la Besana Mar-ching Band di BesanaBrianza. La giornata si èchiusa alle 17.00 con la

Santa Messa. La cammi-nata, organizzata da piùdi 600 volontari, contribu-isce a finanziare le atti-vità dell’Associazione LaNostra Famiglia in favo-re dei bambini disabilicon questi progetti:

- “Facciamo crescere in-sieme l’ospedale amico”finalizzato alla creazione- presso il Polo di BosisioParini - di nuovi ambula-tori e posti letto per bam-bini con malattieneuropsichiatriche

- apertura di undispensario pediatrico aKhartoum, in Sudan

- partecipazione di alcu-ni ragazzi al pellegrinag-gio a Lourdes

La 37a Camminata del-l’Amicizia è stata a Im-patto Zero grazie al pro-getto di LifeGate che com-pensa le emissioni dianidride carbonica gene-rate dall’evento con la cre-azione di nuove foreste.

LDomenica 25 aprile la comunità di Capiago

saluta il parroco, don Giuseppe Romanò, che ce-lebra alle ore 10.30 l’ultima S.Messa in parroc-chia prima del trasferimento a Lomazzo. Innu-merevoli le testimonianze di stima e gratitudi-ne per il sacerdote, che in quasi tredici anni diservizio ha lavorato per costruire una comunitàfraterna e aperta, con attenzione particolare perfamiglie, persone ammalate o in difficoltà, ragazzied oratorio, mettendo al centro del proprio mi-nistero la figura di Gesù, di cui è instancabile edumile annunciatore, valorizzando ogni momen-to di incontro a partire dalla celebrazioneeucaristica domenicale. La parrocchia si prepa-ra ad accompagnare don Giuseppe al nuovo in-carico, insieme a lui nella preghiera, in partico-lare venerdì 23 aprile sera, e saluterà riconoscen-te il parroco nella S.Messa domenicale, e a se-guire con un pranzo comunitario che si terrà inoratorio dalle ore 13.

DOMENICA 25 APRILE

Capiago salutadon GiuseppeRomanò

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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201027

P A G I N A

8 aprile1945. I fat-ti di Chias-so” è il tito-lo di una

mostra che dal 22 aprileal 2 maggio sarà apertapresso lo Spazio Officinadi via Dante Alighieri aChiasso. Un percorso di-dattico composto da im-magini, documenti e testi-monianze, in parte inedi-te, per ricostruire quantovissuto dalla cittadina diChiasso 65 anni fa neimomenti finali durante laseconda guerra mondiale.Infatti, nonostante laneutralità della Svizzeranel secondo conflitto mon-diale, alcune cittadine diconfine (per esempioSciaffusa) furono coinvol-te, loro malgrado, negliavvenimenti bellici.Chiasso, con il suo terri-torio incuneato nella re-gione di uno degli statidell’Asse, l’Italia fascista,ha vissuto la guerra comeil resto della Svizzera nel-la necessità di difendereil suo territorio e la suaneutralità. Massiccia fulogicamente la presenzamilitare della Confedera-zione a protezione dellafrontiera, il sistema difen-

sivo promosso dal Gene-rale Guisan ed impostatosu diversi livelli di resi-stenza si componeva diuna prima linea formatadalle cosiddette truppe difrontiera alcune dellequali furono destinatealla cittadine di Chias-so. La mostra intende ap-profondire quelli che sonopassati alla storia come “ifatti di Chiasso”. Il 28aprile 1945, infatti, l’inte-ro Nord Italia si sollevacontro le forze nazifa-sciste e vengono liberate

Un percorsodidattico compostoda immagini,documenti etestimonianze,in parte inedite,per ricostruirequanto vissutodalla cittadinaelvetica 65 annifa nei momentifinali dellaseconda guerramondialeLUIGI CLERICI

le maggiori città fra lequali Milano. Il governodella Repubblica SocialeItaliana, fondato a Salònel settembre del 1943, èagonizzante. Le truppetedesche si ritirano cer-cando di riguadagnare lastrada verso la Germaniao spingendosi verso lafrontiera con la Svizzeraper trovare rifugio. Non èuna rotta, ma un ritiroordinato di truppe anco-ra efficienti ed in pienoassetto di guerra. La ca-duta della RepubblicaSociale si manifesta alposto di confine di Chias-so quando i doganierigermanici abbandonanoil posto consegnandosialle nostre guardie di con-fine e i militi della Guar-dia di Finanza italianaammainano la bandieradi Salò e issano sul pen-none la bandiera sabau-da. La situazione sembradunque calma ma la tran-quillità è apparente. Il 26aprile, infatti, si assisteall’arrivo di un convoglioferroviario di feriti allastazione internazionale diChiasso e, nella notte, unconvoglio composto di unaquarantina di automezzicarichi di feriti tedeschi

giunge in dogana in atte-sa di entrare in Svizzera.Sono solo i primi accennidel flusso di militari chedi lì a poche ore si presen-teranno ai confini per cer-care rifugio in territorioelvetico. Il 27 aprile unacolonna di militari tede-schi appartenenti alle di-verse armi arriva in do-gana. Le truppe svizzereposte a difesa della fron-tiera hanno il preciso or-dine di non lasciare en-trare nessun militare. Latensione dei momenti tra-spare dai diversi colloquiche intercorrono fra uffi-ciali dell’esercito svizzeroe quelli tedeschi che, inarmi, non vogliono arren-dersi ai partigiani e desi-derano entrare in Svizze-ra, con la forza se neces-sario. Nel frattempo si hanotizia che all’hotel Me-tropoli di Como si è instal-lato il Comando alleato. Il

“2colonnello elvetico MarioMartinoni, comandantedel reggimento di fanteria32, decide di prenderepersonalmente contattocon il Comando alleatoper risolvere la questione.Predisponendo una vettu-ra che porti ben in vistala bandiera svizzera eduna bandiera bianca ilcolonnello Martinoni, in-sieme al console svizzeroa Milano, Franco Brenni,si reca a Como per incon-trare il maggiore JosephMcDivitt della V armataamericana con il qualestabilisce le modalità diresa delle truppe tedescheferme alla frontiera. Suc-cessivamente è lo stessomaggiore McDivitt a re-carsi con alcune jeep finoalla dogana dove, dopobreve discussione con gliufficiali tedeschi, questidepongono le armi alletruppe americane cessan-

do di fatto di essere unaminaccia. Un’autoblinda,fatta rimanere fuori Pon-te Chiasso per non esacer-bare ulteriormente glianimi, arriva per scorta-re i militi tedeschi versoComo. L’inviolabilità delterritorio svizzero è statarispettata.

La mostra ripercorre,dunque, tali avvenimentied è suddivisa in momen-ti tematici per permette-re al visitatore di megliocomprenderne la sequen-za, in particolare tramitespezzoni tratti dai Cine-giornali dell’epoca e fil-mati d’approfondimentoprodotti dalla televisionesvizzera.

La mostra è visitabiledal 22 aprile al 2 maggio2010 presso lo Spazio Of-ficina in via DanteAlighieri a Chiasso tuttii giorni dalle 14.00 alle18.00.

UNA MOSTRA PER FARE MEMORIA

28 aprile 1945“I fatti di Chiasso”

NEL RINNOVATO CAMPANILE DOPO I LAVORI DI RESTAURO

Bulgarograsso: il ritono delle campaneopo un restaurodurato sei mesisono tornate afar sentire i lororintocchi le cam

pane della chiesa diSant’Agata a Bulgaro-grasso, paese sul confinetra la nostra Diocesi equella di Milano. Il ritor-no delle campane e la con-clusione dei lavori di con-solidamento e sistemazio-ne dello storico campani-le, avviati nel 2008 da donPietro Snider, ora sacer-dote-missionario in Bra-sile, sono stati salutatidai fedeli bulgaresi condue giornate di festa sa-bato 17 e domenica 18aprile, con ben due con-certi. Peccato solo che ilmaltempo abbia rovinatoun po’ questo avvenimen-to. Lunedì scorso, 19 apri-le, le campane sono stateissate nuovamente al ver-

D

tice della torre cam-panaria che, fino agli anni’50 del secolo scorso, eraaddossata su due lati al-l’antica chiesa parroc-chiale e intorno allo stes-so, in epoche passate, sitrovava il cimitero delpaese. Proprio su quellato è stata anche scoper-ta una nuova targa, cheva ad aggiungersi ad al-tre tre presenti sugli al-

tri lati, che ricorda la con-clusione di questo inter-vento di restauro.

Come già sottolineato,il campanile è ciò che re-sta dell’originaria chiesadel paese edificata nelXVII secolo, precisamen-te nel 1685. L’edificio re-ligioso, restaurato nel1907, venne demolito trail 1952 ed il 1953 ed allacostruzione dell’attualechiesa (1954) il campani-le si è trovato isolato. Nelcorso dei secoli il campa-nile subì, invece, uninnalzamento nel 1800con la costruzione dell’at-tuale cella campanaria edella soprastante lanter-na. Dal 1790 si sa, da atticonservati presso l’Archi-vio Storico di Como, chesul campanile venne col-locato un orologio che fual centro, a metà del XIXsecolo, di vivaci scambi di

battute e polemiche tra laparrocchia e l’allora am-ministrazione comunaleper far fronte alle spesedi manutenzione.

Data la sua posizioneisolata dal resto dellastruttura, sulla qualepoggiava in origine, edunita al fatto che le fon-damenta poggiano non suterreno compatto, bensìsu sedimenti accumulate-si nel tempo e portati daltorrente Lura che scorrea poche decine di metri, ilcampanile è stato sogget-to negli ultimi decenni acedimenti statici ed hainiziato ad inclinarsi leg-germente verso la chiesa.Per controllare il fenome-no, sul finire degli anni’50, vennero posizionatesulle lesioni, che compar-vero alla base del campa-nile, delle strutture prov-visorie di sostegno in me-

tallo che, esteticamenteorribili e, col tempo, com-pletamente arrugginite,finalmente sono state ri-mosse in quanto i lavorihanno permesso di conso-lidare non solo lo stessocampanile bensì anche lefondamenta su cui poggiala torre. Inoltre, tutta lacella campanaria è statacompletamente ripulita esanata dai danni provoca-ti anche da oltre due se-coli da piccioni ed altrivolatili sulla sua sommi-tà. I lavori, approvati dal-la Soprintendenza ai BeniCulturali, hanno compor-tato una spesa complessi-va che ha superato i230mila euro.

Infine una curiosità.Con domenica scorsa èstata la seconda volta chele campane sono tornatea suonare sul campaniledopo un periodo di silen-

zio. Durante la secondaguerra mondiale, nel1943, con il governo fasci-sta alla ricerca di qualsi-asi elemento utile per fa-vorire la produzione bell-ica, due delle quattrocampane presenti, che ri-portavano la data di fab-bricazione 1801, vennerosacrificate per “ragion diStato”. Dalle testimo-nianze lasciate dall’alloraparroco del paese, donCarlo Maltagliati, sappia-mo che erano decorate conle effigi di San GiovanniBattista, Sant’Ambrogio,Sant’Antonio da Padova,la Madonna del Rosario,San Michele e le Pie Don-ne. Solo nel 1949 venneroricollocate e sono proprioqueste due campane adessere state oggetto diquesto intervento di re-stauro.

L.CL.

Due concerti,il 17 e 18 diaprile, hannosalutato il lororitorno ela conclusionedei lavoridi consolidamentoe sistemazionedella storicatorre campanaria,avviati nel 2008

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Como&territorioCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201028

P A G I N A

è grande attesain vista dellacommemora-zione dei 150anni di vita del

beato Enrico Rebuschini,in programma nella chie-sa parrocchiale diGravedona domenica 25aprile alle ore 18. Unacerimonia solenne chesarà presieduta da mons.Diego Coletti, , vescovo diComo.

Oltre ad essere l’occa-sione per celebrare la fi-gura del religioso camil-liano ricordandone il cam-mino verso la santità,l’appuntamento sarà l’oc-casione per un comuneritrovo tra le varie realtàdella diocesi dedite allapastorale del malato.

Il beato Rebuschini, in-fatti, dedicò la sua vita direligioso camilliano allacura dei malati in parti-

C’ Una S. Messasarà celebratadomenica 25aprile in chiesaparrocchiale. Apresiederla mons.Diego Coletti,vescovo di Como

colare nella città diCremona, ma seppe porsial servizio di tutta laChiesa nelle sue membrasofferenti rappresentatedai malati, dando lustroall’intera diocesi comensee alla comunità delle TrePievi.

Chi era Enrico Rebus-chini?

Enrico Rebuschini na-sce a Gravedoaa (Co) nel1860. La sua giovinezzatrascorre nella normalità

che è caratterizzata peròdall’incertezza della voca-zione da seguire .Vive nel-la città di Como. Studia alGinnasio e al Liceo “Vol-ta,”. Si da’ al volontariato;è ragioniere; lavora nel-l’industria serica ; studiateologia alla Gregorianadi Roma; è impiegato al-l’ospedale S. Anna (1887).Lo stesso hanno decide lasua entrato nell’OrdineCamilliano.

Divenuto sacerdote tra-scorse la più parte dellasua vita nella clinica delpadri camilliani a Cre-mona, dove svolge alter-

nativamente il compito disuperiore ed economo del-la casa. La sua attività sidistingue per un grandeamore verso i malati: eraspontanea, veniva dalcuore. Li visitava ognigiorno, visita breve masincera, partecipe. Un sa-luto, una parola, e im-mancabile una benedizio-ne.

Forse non aveva unatecnica impostata sullaultima moda dell’approc-cio psicologico ma eraugualmente efficace, por-tatrice di frutti e grande-mente attesa dai malati.

Per i malati si prestavavolentieri ad ogni attivi-tà nonostante i suoi com-piti ora di superiore oradi economo: dispensa delcibo, attenzione a soddi-sfare i loro bisogni anchei più semplici, si presta-va a scrivere loro lettereper i familiari, assistevai moribondi di notte, erasempre disponibile perqualsiasi necessità.Aveva il dono di muovereil cuore anche dei piùriottosi alla riconciliazio-ne con Dio. La sua azionesi notava in modo parti-colare nel rendere coesala comunità orientandolaal servizio dei malati chevoleva fossero al centrodell’attenzione dell’attivi-tà dei religiosi. Sviluppòuna notevole rete di assi-stenze domiciliari ai ma-lati, anche notturna, nel-la quale coinvolse i fratel-li religiosi della comuni-tà.

Precorrendo i tempi delConcilio fu il perno sulquale si sviluppò una no-tevole armonia tra sacer-doti e religiosi nella dio-cesi di Cremona.

Ci si potrebbe chiederein che cosa consistesse lastraordinarietà di padreEnrico.

Si dovrebbe senza dub-bio rispondere che egli erastraordinario nella quo-tidianità.

Una normalità straor-dinaria che rifulgeva nel-la sua S. Messa nella qua-le si aveva l’impressionedi assistere ad una azio-ne sacra attraverso laquale il mistero si mani-festava come vicino all’uo-

60 anni dallamorte brillaancora la lucedi tira CamilloMerazzi, mor-

to all’ospedale di Niguar-da di Milano sera del 25aprile 1950, dopo alcunimesi di grave malattia,sopportata con coraggioed edificazione. Era luistesso che dava confortoalle persone che amore-volmente lo assistevano:suore, personale medico,confratelli.

La sua vita - troppo bre-ve per realizzare il pro-getto che Dio gli avevaaffidato - è stata contras-segnata da doti umane edi fede davvero ecceziona-li.

Era nato a Cagno, dio-cesi di Como, il 18 ottobre1903. I suoi 47 anni li havissuti pienamente, comedono al Signore e egli al-tri. Divenuto frate nel1938, è stato ordinatoprete nel 1927. Da subitosi è buttato in un una in-tensa attività, che haspaziato tra gli aspettipiù vari della vita religio-sa, e sacerdotale. Comeuomo poteva apparirepersona dal forte “cipi-glio”, ma il suo cuore eratenero, come quello di unbambino. La sua predica-zione era coraggiosa, con-vincente, affascinante.

DOMENICA 25 APRILE

Cagno ricordapadre Camillo Merazzi

ASapeva attrarre a Cristoe al Vangelo. Varie sonostate le parrocchie dellacittà di Milano che han-no sentito risuonare il suoannuncio.

Nel suo ministero pa-storale ha profuso conentusiasmo le sue spicca-te doti umane ma soprat-tutto la sua fede, attintaalla preghiera e alla se-quela di Cristo e del suopiù perfetto imitatore.San Francesco d’Assisi.

Era amante della litur-gia e della musica. Di-plomatosi come maestrod’organo e in composizio-ne al Conservatorio Giu-seppe Verdi di Milano nel1929, ha creato una stu-penda Messa a quattrovoci miste dal nome“Ss.mi Cordis Jesu”. Nu-merosi altri suoi mano-scritti sono custoditi nel-l’archivio provinciale delConvento di S. Antonio aMilano.

E’ sempre stato pieno diiniziative per le chiese alui affidate: in modo par-

ticolare, si è impegnatoattivamente a favore delSantuario dì S. Antonio, aMilano, per la quale haottenuto l’ambito titolo diBasilica Minore. Senzadimenticare il Santuariodella”Vergine delle Gra-zie a Monza, che ha ri-scattato con il suo “ansio-so e faticoso lavoro”.

Nell’Ordine ha avutocompiti di responsabilità,fino a divenire “Ministroprovinciale” mansioneche ha esercitato dal 1946al 1949., Il suo “stile” èstato quello della carità,nei confronti dei confra-telli, per i quali si prodi-gava. La sua preoccupa-zione era sempre per glialtri: li “obbligava” a cu-rarsi, poco badando allasua di salute. Fin al mo-mento nel quale non èstato luì a doversi cura-re, quando gli hanno sco-perto un male che in pocotempo l’ha portato allamorte.

La “perla” del suo mini-stero è stata, quella cheil Concilio Vaticano II,avrebbe definito alcunianni più tardi con il nomedi “scelta preferenzialedei poveri”. Al tempo del-la guerra, quando i bom-bardamenti distruggeva-no le case e colpivano tan-ti innocenti, lui era là, adare il suo aiuto, il suo

conforto. Il suo cuore eragrande, aperto a Dio equindi a tutti. I sofferenti,i malati, hanno trovato inlui un’accoglienza davve-ro ammirevole.

Ora, che il Signore, da60 anni ha accolto il suoservo “buono e fedele”, ilricordo di tutti torni a farfiorire quello spirito chel’ha guidato, perché laChiesa riesca a svolgereoggi la missione che il suoMaestro e Fondatore gliha assegnato. I tempi

A sessant’annidalla morte lacommemorazionedi un frate,testimone di Cristodi fr. ANGELO SOMAINI

mo e dal quale attingerela forza per la vita quoti-diana.

Tuttavia egli era rico-nosciuto unanimementecome uomo di cultura e ineffetti costituì una biblio-teca che, a quei tempi,aveva pochi riscontri nel-la tradizione della suaprovincia religiosa.

Era uomo di preghierae di contemplazione e diuna mistica che potrem-mo definire “della strada”

in quanto sapeva conser-vare il suo profondo rap-porto con Dio anche quan-do usciva per varie incom-benze dalla comunità re-ligiosa.

Morì il 10 maggio del1938 e la notizia percor-se rapidamente tutta lacittà di Cremona. Il dolo-re fu unanime e venneproclamato il lutto citta-dino.

Viene proclamato Bea-to da Giovanni Paolo IInel 1997 con queste paro-le: “Ha testimoniato lacarità misericordiosaesercitandola in tutti gliambienti in cui ha opera-to il suo saldo proposito diconsumare il proprio es-sere per dare a Dio il pros-simo, vedendo in esso ilvolto del Signore, lo impe-gnò in un arduo cammi-no ascetico e mistico, ca-ratterizzato da un’inten-sa vita di preghiera, da unamore straordinario perl’Eucarestia e dall’inces-sante dedizione ai sof-fe-renti”.

È patrono degli impie-gati, dei dipendenti, deglieconomi e amministrato-ri.

GRAVEDONA LA COMMEMORAZIONE

150 anni fanascevaEnricoRebuschini

sono cambiati, ma il biso-gno di tanta carità, di unospirito amante della litur-gia, di una capacità di at-tenzione amorevole e fra-terna nella comunità deiFrati Minori è attuale edecisiva.

Padre Camillo sarà ri-cordato a Cagno domeni-ca 25 aprile, durante la S.Messa delle ore 17.00.L’Amministrazione comu-nale di Cagno ha dedica-to a padre Camillo unavia del paese.

Il Cai Menaggio harecentemente resonoti i componenti delnuovo consiglio di-rettivo eletto per iltriennio 2010-2012:

Nelle cariche ese-cutive di presidente,vicepresidente e se-gretario sono stati ri-spettivamente ricon-fermati:

Daniele Guaita,Augusto Decantis eGiuseppe Venini.

Ispettore al Rifugioè Fabrizio Visetti.

I cinque referentidelle varie attivitàsono: Daniele Guai-ta , Vincenzo Visetti,Graziano Mazza, An-drea Bordoli, AntonioSoldati.

Gli altri consiglie-ri sono:

Fabio Ausenda,Enrica Biacchi, Mat-teo Bordoli, Giovanni Greco.

CAIMENAGGIOIL CONSIGLIO

DIRETTIVO

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Como&territorioCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201029

P A G I N A

ome far appassio-nare i ragazzialla lettura di unlibro? Semplice!Offrire loro l’op-

portunità di scriverneuno. A lanciare questaproposta sono Comune eProvincia di Como, Uffi-cio scolastico provinciale,Consulta provinciale de-gli studenti di Como el’associazione culturaleParolario. Dall’unione diquesti enti è nata l’idea dilanciare il “Premio lette-rario Lago di Como” dedi-cato alle scuole superioridi Como e Provincia.

Tutti gli studenti degliistituti comaschi avran-no, così, la concreta pos-sibilità di scrivere un li-bro utilizzando i mezzi aloro più familiari: il com-puter e il mondo di inter-net. Ma, ancora di più, lascrittura immateriale delweb si trasforma, sempregrazie alle tecnologie distampa digitale, in un

vero e proprio libro dovesarà possibile inserire lapropria biografia, la pro-pria foto, il titolo del libroed un breve riassunto.

Il “Premio Letterario”permetterà a quanti vivo-no il mondo della scuola(quindi anche ai docentie al personale che ci lavo-ra ogni giorno) di dire lapropria opinione sulla cit-tà e su tutto il nostro ter-ritorio. Una possibilitàche la scuola può utilizza-re per raccontare il pro-prio punto di vista, e il suovissuto a chi amministrae a tutti quelli che la scuo-la la vedono da fuori.

Un romanzo breve, undiario, un racconto a fu-metti, una cronaca anche

Un’interessanteiniziativa rivoltaagli studenti dellescuole superioridella provincia

storica, persino un fotoromanzo (per gli appas-sionati di fotografia), lostile letterario sarà com-pletamente libero per per-mettere a tutti di raccon-tare e raccontarsi. E sipotrà scrivere anche in-sieme, usare la scritturacollettiva o di piccologruppo.

Ma i ragazzi del terri-torio lariano non solo par-teciperanno come autorial premio. La loro associa-zione “Consulta provin-ciale degli studenti” è in-fatti impegnata anchenell’animazione di questainiziativa. Hanno pertan-to aperto un sito su Fa-cebook per scambiarsipareri e consigli, alcuni diloro faranno parte dellagiuria e altri diffonderan-no l’iniziativa tra i profes-sori e i loro compagni.Dunque un premio in cuii giovani sono protagoni-sti da dentro, costruttoridel loro (e nostro) futuro.

C

PREMIO LETTERARIO LAGO DI COMO

Scrivi un librograzie al web

Il premio è partito inquesti giorni e sarà pos-sibile parteciparvi fino al31 luglio. La premiazioneavverrà durante la mani-festazione di Parolario.Utili informazioni sonodisponibili sul sito dedi-cato all’evento, da cui po-ter scaricare tutto il ma-teriale necessario per par-tecipare.

Ma come si realizza, inconcreto, il premio? Ba-sterà collegarsi al sitowww.officinadellibro.it ecliccare sulla sezione“Lago di Como”. Con po-chi e semplici passaggi sipuò caricare il proprio li-bro e partecipare al pre-mio. Parolario, la kermes-se letteraria di Como,metterà a disposizionespazi e visibilità per tuttii partecipanti.

Grazie al Comune diComo e all’Amministra-zione Provinciale per iprimi 200 scrittori l’ope-razione sarà senza costi.

Presso la sede della famiglia Comasca, in viaBonanomi, a Como, saranno esposti i dipinti atema religioso del pittore comasco LucianoRoncoroni (1913-1993).

L’esposizione sarà visitabile fino al prossimo8 maggio con apertura pomeridiana dal lunedìal sabato (15-18).

LUCIANO RONCORONI ESPONE NELLASEDE DELLA FAMIGLIA COMASCA

CONCERTO AD ALBESEIN RICORDO

DI DON CARLO GIUSSANI

La chiesa parrocchiale di Albese con Cassanoospita, domenica 25 aprile, alle ore 17, un con-certo in memoria di don Carlo Giussani. Pre-senti: Coro G. P. da Palestina, orchestra d’archidel Conservatorio di Como, organista: Paolo DalNegro, direttore: Anteo Maspero.

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ValliVaresineCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201030

P A G I N A

SESTO CALENTE UNA GIORNATA DI SPORT E AMICIZIA

Nuotareoltrele barriere

omenica 25aprile 2010,presso la pi-scina “Wave”di Sesto Ca-lende si svol-

gerà il 2° meeting regio-nale della Lombardia,per atleti con disabilitàintellettiva e relazio-nale, valido come 6a pro-va del Circuito NordCup. Alla manifestazio-ne parteciperanno 18squadre (con un nume-ro di circa 170 atleti),provenienti da tutta laRegione Lombardia.

Il meeting, patrocina-to dalla Provincia diVarese, dal Comune diSesto Calende e del Co-mune di Lavena PonteTresa, è organizzato dal-

AGENDA ZONALE

CITTIGLIOIn tutta la Lombardia domenica scorsa, 18 aprile, si è tenuta la “Giornata delVerde Pulito” promossa dalla Regione e destinata alla pulizia dei boschi dairifiuti abbandonati. Anche a Cittiglio le squadre di volontari si sono ritrovatein municipio e da lì hanno raggiunto i luoghi dove si erano individuati mate-riali abbandonati riempiendo, dopo ore di lavoro, i due mezzi in dotazione(Bremach e PK). In particolare una squadra ha ripulito la zona di San Biagio,una seconda è salita verso Vararo e, nelle scarpate lungo la provinciale haraccolto tanti rifiuti ingombranti abbandonati lì da ignoti. Le guardie ecologi-che, la protezione civile, ma anche semplici cittadini, hanno lavorato assiemee ottenuto questo buon risultato. Tutti i rifiuti sono stati poi portati e scarica-ti all’ecostazione di Cavona, eccezionalmente aperta di domenica, proprio peraccogliere tutto il materiale che, nei vari comuni valcuviani aderenti all’ini-ziativa regionale, sono stati raccolti in occasione della giornata ecologica.

CITTIGLIO E TELEFONO AZZURROAnche quest’anno il 17 e 18 aprile sulle piazza italiane si è svolta l’iniziativa“Fiori d’azzurro”, promossa dall’associazione Telefono Azzurro, con lo scopo dipresentare ai cittadini la propria attività e raccogliere fondi proponendo allagente anche piante d’ortensia (azzurre o rosa) in vaso. Sono le varie associa-zioni locali che, in collaborazione, con Telefono Azzurro, promuovono sul terri-torio l’iniziativa. A Cittiglio, come consuetudine da diversi anni, è la squadradi volontari della Protezione Civile che allestisce e cura due punti promozio-nali uno sul piazzale dell’ospedale e l’altro davanti al supermercato cittadino.Anche quest’anno, la gente di passaggio ha accolto positivamente l’iniziativaed ha aderito volentieri alla proposta, sia accettando il materiale informati-vo, sia facendo l’offerta per la pianta d’ortensia.

TEATROPresso l’oratorio di Cittiglio è programmata per le ore 21.00 di sabato 24aprile lo spettacolo “WWW ... e te cuchet de pu”, presentato dalla Compa-gnia “I quattro venti” di Arcisate. L’ingresso è gratuito. L’iniziativa rientranegli spettacoli proposti dalla Provincia di Varese con la rassegna dialettale“La Sciloria”.Gabriele Conti e del “Choro Lauda Sion” di Caronno Varesino, diretto da Fran-cesco Barbuto.

PELLEGRINAGGI AL SACRO MONTECome da tradizione la parrocchia di Brinzio rinnoverà anche quest’anno, l’ul-tima domenica di aprile, il pellegrinaggio devozionale alla Madonna del Sa-cro Monte di Varese. La comunità brinziese, assieme a quella di Cabiaglio(alla quale è unita da qualche anno), si ritroverà alla prima cappella e saliràrecitando il rosario lungo la via Sacra, sino al santuario ove il parroco donEnrico Molteni celebrerà la S. Messa.Il 25 aprile è anche la data in cui da sempre vanno pellegrini al Sacro Monteanche le parrocchie di Azzio e Orino per rendere omaggio anche loro allavergine protrettrice della zona pastorale Valli Varesine.

l’associazione sportivaV(h)arese grazie allacollaborazione di diver-si volontari. Nella ma-nifestazione infatti èsempre presente, ac-canto al lato puramen-te sportivo, anche unacomponente di diverti-mento e di amicizia, chela rende una buona oc-casione per riuscire acapire che cos’è ladisabilità e quali sonole sue risorse.

«Lo sport – ha spiega-to l’Assessore provin-ciale Giuseppe DeBernardi Martignoni,presentando l’iniziativa- è un importante vei-colo per abbattere lebarriere sociali ed ècompito delle istituzio-

ni valorizzare iniziativecome questa, sostenerela Federazione e i tantivolontari che dedicanoil proprio tempo permantenere vive questerealtà e organizzarequeste iniziative. Perquesto la Provincia diVarese è lieta di essereal fianco dell’Associa-zione Vharese e dome-nica faremo il tifo per inostri atleti». Alla pre-sentazione era presen-te anche l’Assessore diSesto Calende Orlando

Veronese: «Sono orgo-glioso di ospitare que-sta importante gara siaper l’alto valore sociale,ma anche per la quali-tà dell’evento che con-tribuisce a promuovereil nostro territorio, lenostre società e i nostriatleti».

Oltre alla rappresen-tante della Fisdir Ro-berta Ansel-mi, che haportato i saluti del Pre-sidente Linda Casalini,era presente ancheAnna Sculli, Presiden-

te di Vharese: «La no-stra realtà è nata nelcampo del sociale conl’obiettivo di promuove-re l’integraziane. Orga-nizzare questa gara ciconsente di fare un ul-teriore salto di qualità.Continueremo quindi alavorare per favoriresempre più l’integrazio-ne, ma al contempo ciavviamo a intraprende-re anche la difficile sfi-da dell’agonismo, tantopiù che i risultati nonmancano».

.L’IMPENGO DELL’ASSOCIAZIONE V(H)ARESE

Non solo nuoto

D

l Vharese A.P.D.Associazione Poli-sportiva Dilettanti-stica per Disabili èun’organizzazione

di volontariatfondata nel2005, nata da una costo-la di altra associazione.Il “Vharese” ha alle spal-le una lunga storia nelsettore degli interventi avantaggio dei disabili: erail 1984 quando ad alcunigiovani con disabilità in-tellettiva venne propostodi partecipare agli allena-menti di atletica dellaPOLHA Varese (societàsportiva del territorio, perdisabili fisici): lo sport ap-pariva essere una formi-dabile occasione di incon-tro e di socializzazione ela proposta venne accoltacon favore. Con il passa-re degli anni, il gruppo didisabili intellettivi parte-cipanti alle attività dellaPolha è diventato semprepiù numeroso, manife-stando bisogni ed esigen-ze diverse. Questo ha por-tato il settore dei disabiliintellettivi alla decisionedi trovare una nuova col-locazione all’interno diun’altra associazione delterritorio, specifica perdisabili intellettivi, dandocosì origine all’ASA - As-sociazione SportivaAnffas Varese.Nel 2005, il “Vharese”,staccandosi anche dal-l’ASA, nasce come orga-nizzazione indipendente,per rispondere alla neces-sità di portare avanti nuo-vi importanti obiettivi,sulla scorta della matura-zione di un proprio per-corso, più congruente aibisogni che stavano emer-gendo, e con l’esigenza di

ampliare e rafforzare al-cune idee nuove nel cam-po dello sport, dell’inte-grazione relazionale e so-ciale, nonché per la pro-mozione di una diversacultura sulla disabilità.“Il nostro obeittivo – spie-gano i responsabili – èpromuovere lo sport comepossibilità di svilupparemolteplici valori, quali ildesiderio di migliorarsi,di sentirsi vincente, di vi-vere i sentimenti e leemozioni di appartenen-za ad una squadra, maanche di creare occasionidi nuove alleanze con as-sociazioni e realtà sporti-ve, ricreative, divolontariato e non, pre-senti sul territorio”. Perquesto motivo, il“Vharese” ha richiesto edottenuto il riconoscimen-to dalla Regiona Lombar-dia come organizzazionedi volontariato. Questoha portato anche, con ilpassere degli anni, al ten-tativo di instaurare sem-pre più rapporti con altre

realtà del territorio: asso-ciazioni sportive, entipubblici, associazioni divolontariato. “Crediamo,infatti, – continuano i re-sponsabili – che ogni re-altà può e deve contribui-re con le proprie peculia-rità a promuovere inizia-tive ed interventi di soli-darietà sociale, finalizza-ti ad ampliare il numerodei fruitori delle attività,nonché ad offrire nuoveforme e occasioni di inte-grazione e di aggregazio-ne sociale”. Da qui la na-scita di collaborazioni conla Federazione ItalianaBocce di Varese, laPallacanestro Varese, laCanottieri Monate. Pro-prio dalla collaborazionecon la Pallacanestro diVarese e dell’UfficioScolatico Provinciale, nel-l’anno scolatico 2008-2009 è stato promosso ilprogetto “lavorando inrete si fa canestro”, indi-rizzato a 15 ragazzi dellescuole secondari di 1° gra-do.

Domanica andràin scena il 2°meeting regionaledella Lombardiaper atleti condisabilitàintellettiva erelazionale. Unagiornata di sportma non solo. Saràanche l’occasioneper riuscire acapire che cos’è ladisabilità e qualisono le suerisorse. Tra ipresenti anchel’associazioneV(h)arese

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Sondrio 31P A G I N A

CRONACA DI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

E P R O V I N C I AE P R O V I N C I AE P R O V I N C I AE P R O V I N C I AE P R O V I N C I A

VOLONTARIATO UN’OCCASIONE DI APPROFONDIMENTO PRESSO L’ORATORIO SACRO CUORE DI SONDRIO

Imparare ad aiutare con il cuorehi davverovuole soccor-rere il prossi-mo lo mostriin ciò che fa

nel piccolo, nel partico-lare. Dichiarare “io aiu-to” in generale è la men-zogna di un ipocrita o diun furfante». Così scri-veva il poeta romanticoinglese William Blakealla fine del 700. Comea dire che il donarsi al-l’altro si realizza solonella realtà del gestoconcreto e non nella fu-tile esibizione di pa-role.Ciò vale nel mondo delvolon-tariato. A quest’ar-gomento è stata dedica-ta la conferenza «Non dasoli! Aiutarsi tra singolie Associazioni», che si èsvolta il 15 aprile scorsopresso l’Oratorio SacroCuore di Sondrio. Rela-tore il milanese EnricoCazzaniga, psicologo epsicoterapeuta. La suaconferenza è stata un ri-chiamo alla deriva indi-vidualistica che oggisembra contagiare an-che il mondo del volon-tariato. Viviamo in unasocietà liquida, ha dettoil relatore, riprendendoil concetto formulato dalsociologo Zygmunt Bau-mann, autore dei celebrisaggi “Modernità liqui-da” e “Amore liquido”. U-na società in cui lavoro,famiglia, relazioni uma-ne, di vicinato, di comu-nità si sono sostanzial-mente liquefatti, sfilac-ciati se non dissolti. Lecittà, soprattutto comeMilano, dove il relatorevive, stanno diventandonon-luoghi, dove il pros-simo è un estraneo chesi stenta a salutare, an-che se si vive nello stes-so palazzo, anche se ci si

ritrova nello stesso a-scensore, rinchiusi nelproprio Io come in unafortezza. Città dove i gio-vani non trovano un la-voro stabile, perché or-mai si è infranto quelpatto sociale che è fon-damentale per un Pae-se che dovrebbe ricerca-re il bene collettivo. Cit-tà in cui gli anziani, enon solo loro, vivonospesso in una quasi as-soluta solitudine. Cittàdove il rispetto, fonda-mento del vivere tra uo-mini, sembra ormai unavaluta fuori corso. In-somma, i valori del vive-re comune si sono lique-fatti, anche a causa di uninquietante sentimentodi paura che i mass-me-dia alimentano in modoirresponsabile. Proprioper questo è si è diffusoil volontariato, come ri-

sposta ai vuoti sociali ecome ricerca di un sen-so più profondo della vi-ta. Ma, ha chiosato il re-latore, il mondo del vo-lontariato rischia di es-sere, e in parte già è, con-taminato da questi disva-lori. Finché il volonta-rio lavora da solo, imbu-sta lettere, riordina lesale, fa da autista, visitail malato, risponde al te-lefono, adempie il suoruolo in modo autonomo,tutto va bene.Quando serve il lavorodi gruppo, invece, quan-do è necessaria creareuna cultura del volonta-riato che si sviluppi nelconfronto comune, na-scono i problemi. Dis-sensi, rivalità, polemi-che, pettegolezzi, malu-mori. Insomma, an- chei volontari sono conta-giati dal virus dell’indi-

vidualismo, fonte di con-flitti e rivalità. Per que-sto, il lavoro di gruppo èspesso causa di grandestress. Cazzaniga ha ri-cordato un convegno chesi è tenuto di recentesull’argomento: “Stresse burn-out del volonta-rio”. Esistono due tipi distress: uno positivo,l’eu-stress (dal greco eu,buono) e uno negativo,detto distress. L’eustress è la stanchez-za piacevole che nascedal lavoro faticoso magratificante. Per esem-pio, la relazione positivatra il volontario e il ma-lato cui attende. Il di-stress colpisce, soprat-tutto, chi fa informazio-ne per la prevenzione enon ha un ritorno imme-diato del suo lavoro. Nonsa se il suo sforzo di dif-fondere conoscenza sor-

tirà effetto, quale maisarà mai il risultato. Maun distress ancora mag-giore è quello che colpi-sce gli operatori quandointeragiscono tra di loroe maggiore ancora quel-lo che nasce dai rappor-ti tra associazione e as-sociazione. Come mai?Semplicemente perchénasce la competizione e,in modo subdolo e istin-tivo, si sostituisce allacooperazione. “Siamovincoli o sparpagliati?”,diceva il grande Totò, co-gliendo con il suo funam-bolesco linguaggio la ve-rità dell’uomo. E cosìcome l’eccesso di compe-tizione incontrollata haseriamente compromes-so l’economia mondiale,l’eccesso di competizio-ne tra singoli volontario tra associazioni rischiadi compromettere anchela volontà di fare delbene. Quando il distressdiventa eccessivo, il vo-lontario va in “burn-out”,vale dire “fonde”, si esau-risce. Spesso, però, pre-viene il malessere e, alleprime avvisaglie, mollail colpo. Lo confermanole statistiche: tra i gio-vani, la durata media diun volontario nella suaattività è di due anni. Ènata addirittura la figu-ra del cosiddetto volon-tario nomade: ogni vol-ta che trova un ostacolostressante, abbandonal’associazione per cui la-vora e migra in un’altrae così via.Un’altra fonte destabiliz-zante è la rincorsa ai fi-nanziamenti, spesso unalotta all’arma bianca,senza esclusione di col-pi. La frammentazionedelle risorse è un altroaspetto negativo. Nella

stessa città possono esi-stere più associazioniche svolgono la stessafunzione, cozzando ru-morosamente tra di loro.E là dove dovrebberoesserci collaborazione ereciproca fiducia spessoregnano neri sentimen-ti. Anche la burocraziarischia di minare la vi-talità del volontariato,nell’eccesso della richie-sta di dati per formula-re statistiche. È moltopericoloso, ha detto an-cora lo psicologo, quan-tificare il tempo delvolontariato, ridurlo alvuoto significato di uncomputo di ore trascrit-te su una tabella. Vuoldire mercificarlo, valuta-re il lavoro non nellasua qualità ma nella suaanonima quantità. Seben organizzato e coesoil volontariato può, inve-ce, diventare una poten-te forza interlocutoriasul territorio. È necessa-rio dunque che associa-zioni e singoli si diano dafare per costruire rap-porti di reciproca fiducia.Attenzione, dunque, allavanità delle vanità, allarincorsa al successo finea se stesso, agli steriliprotagonismi.E se le idee sono impor-tanti, ha concluso Cazza-niga, le persone sono piùimportanti delle idee e larelazione tra gli uominiè ciò che va salvaguar-dato innanzitutto. Il vo-lontariato, si può dire, haun’anima. Quest’animava recuperata, alimenta-ta, tutelata, nell’unionesolidale. «Siate una cosasola», scrive l’evangeli-sta Giovanni, «perché ilmondo creda».

MILLY GUALTERONI

«C

LA SETTIMANA DELLA CULTURA

Il Museo Valtellinese di Storia e Arte (MVSA) aderisce alla XII Settimanadella Cultura, in programma fino al 25 aprile, promossa dal Ministero per iBeni e le Attività Culturali. La manifestazione è un’occasione per avvicinar-si alla più grande ricchezza del nostro Paese: il patrimonio artistico e cultu-rale. Scopo fondamentale dell’iniziativa è quello di favorire la conoscenza etrasmettere l’amore per l’arte a un numero sempre maggiore di cittadiniche in questi giorni potranno approfittare di una serie di manifestazionigratuite (mostre, convegni,visite guidate, aperture straordinarie) in tutte leregioni d’Italia. La Settimana della Cultura registra, anno dopo anno, unsuccesso crescente di eventi e di partecipazione di pubblico a testimonianzadel gradimento della manifestazione e della forte voglia di cultura che esistenel Paese. Tre gli eventi promossi a Sondrio dal Museo Valtellinese di Sto-ria e Arte, che aderisce pur non essendo di proprietà statale. Innanzitutto ilMVSA offre un’apertura straordinaria con ingresso gratuito giovedì 22 apri-le con estensione dell’orario fino alle 23.00. Inoltre, il Museo, in collabora-zione con la Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologicidella Lombardia, ha organizzato, per mercoledì 21 aprile, il convegno Intor-no a un dipinto di Cesare Ligari. Il transito di San Giuseppe. Dise-gni preparatori, fortuna museale, intervento conservativo in programmadalle ore 15.00 alle ore 18.00. Presso la Sala dei Balli di Palazzo Sertoli diSondrio è stato presentato il restauro, occasione per una rilettura criticadell’opera, del dipinto realizzato da Cesare Ligari nel 1739 a Venezia per lachiesa di Santa Caterina di Albosaggia. Sono intervenuti Sandra Sicoli, del-la Soprintendenza, Angela Dell’Oca, direttore MVSA, Eugenia Bianchi, sto-rica dell’arte, Marina Torresan e Laura Baraldi dello Studio di restauroMarina Torresan di Milano. Infine, il Museo conserva una serie di disegnipreparatori della tela che saranno esposti nelle sale ligariane di PalazzoSassi de Lavizzari con un nuovo percorso descrittivo. L’esposizione rimarràvisitabile anche dopo il termine della manifestazione. L’iniziativa è natadalla collaborazione tra il MVSA di Sondrio, la Soprintendenza per i benistorici artistici etnoantropologici di Milano e la parrocchia di Santa Caterinadi Albosaggia, con il contributo del Credito Valtellinese.

SONDRIO UNA SETTANTINA GLI ADERENTI

Va bene la «Family card»

Il progetto Family Card,promosso dal Comunedi Sondrio in collabo-razione con Banca Po-polare di Sondrio e

Credito Valtellinese, è sta-to accolto con entusiasmodagli operatori economici esportivi presenti sul terri-torio comunale.

Anche grazie alla collabo-razione dell’Unione Com-mercio Servizi e Turismodella provincia di Sondrio,che si è fatta convintapromotrice dell’iniziativatra i propri associati, benquarantacinque com-mercianti in sede fissa (trai quali una farmacia cheapplica lo sconto sui tutti iprodotti per cui non è ne-cessaria la ricetta medica),quindici ambulanti delmercato cittadino e quat-tro associazioni sportiveespongono la vetrofaniaFamily Card, assicurandoa tutti i possessori dellacard sconti su merci o ser-vizi, in misura variabile a

seconda dell’esercizio, daun minimo del 5% a unmassimo del 20%.

Sul sito del Comune diSondrio (www.comune.sondrio.it), partendo dal-la notizia “In primo piano”relativa alla Family Card,collocata nella home page,è possibile accedere al-l’elenco completo degli eser-cizi che hanno aderito al-l’iniziativa. La card, gra-tuita, può essere richie-sta da tutte le famigliecon almeno quattro figliminori, nonché da tutti inuclei familiari in condi-zioni di disagio economi-co, aventi un ISEE (il do-cumento che indica la si-tuazione economica delnucleo familiare) inferiorea 5.498,40 euro, residentinel Comune di Sondrio, at-traverso la compilazione diun apposito modulo, scari-cabile dal sito web del Co-mune oppure disponibilepresso sia l’Ufficio Relazio-ni con il Pubblico sia il Ser-

vizio politiche Giovanili eSociali, al secondo piano diPalazzo Martinengo. Perinformazioni e chiarimentiè possibile telefonare alnumero 0342.526.312.

«Il successo dell’iniziativapresso i commercianti diSondrio – dichiara CarloRuina, assessore alle Po-litiche giovanili e sociali delComune di Sondrio – è unasignificativa risposta ai bi-sogni di due fasce della no-stra popolazione che vivo-no, ciascuna per la propriapeculiarità, con maggiordifficoltà questo periodo dicrisi. Inoltre, è un impor-tante segnale di coesionesociale, che ha saputo coin-volgere soggetti portatoridi interessi generalmenteconsiderati diversi. Perraggiungere questo obietti-vo hanno avuto un ruolo ri-levante la mediazione delComune e la spinta che al-l’iniziativa ha saputo darel’Associazione FamiglieNumerose».

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ValchiavennaCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201032P A G I N A

GALLIVAGGIO LA SCORSA DOMENICA 11 APRILE

In Santuario laDivina misericordia

on una proces-sione partita dal-la “Casa del Pel-legrino” ha avu-to inizio la Festa

della Divina Misericor-dia, che per la prima vol-ta si è celebrata in for-ma solenne al Santuariodi Gallivaggio, domenica11 aprile. Insieme all’as-sociazione “Piccola Casadella Provvidenza”, adanimare la liturgia do-menicale era presente ilgruppo carismatico cat-tolico “Gesù amore mi-sericordioso” di Gallara-te, che ha scelto il san-tuario dedicato a MariaMadre di Misericordiacome oasi di “ristoro” edi “meditazione”. Du-rante la celebrazione,arricchita da canti festo-si, le parole del prioredon Pietro Beretta, cheha definito la Divina Mi-sericordia come un “sal-

va… gente”, soprattut-to per gli ultimi istantidella vita, hanno colpitoprofondamente i presen-ti, che si sono sentiti “ab-bracciati” da quei dueraggi, che scaturisconodal cuore di Gesù, comequando un bambino sisente consolato dall’ab-braccio di un padre o diuna madre. Questo havoluto sottolineare donPietro, ovvero l’amoreinfinito che Gesù ha peri suoi figli, un Amore chenon conosce confini, per-ché Gesù dice a SantaFaustina: “tanto piùgrande è la miseria de-gli uomini, tanto mag-gior diritto hanno allaMia Misericordia, perchédesidero salvarvi tutti”.Nel pomeriggio alle ore15.00 c’è stata l’esposi-zione del SS. Sacramen-to, seguita dall’Adorazio-ne Eucaristica, perché

A GALLIVAGGIOBAMBINI IN FESTAC’erano cento piccoli alunni di Campodolcino,San Pietro di Samolaco, Borgonuovo di Piuro edell’Immacolata di Chiavenna, insieme alle in-segnanti e ai genitori. È stata una «Festa delbambino» ricca di colori, contenuti ed emozioniquella che sabato pomeriggio ha visto protago-niste le quattro scuole dell’infanzia dellaValchiavenna. Al santuario di Gallivaggio inValle Spluga si sono riuniti i bambini, le mae-stre - comprese le suore che gestiscono alcunestrutture - e i familiari. Dopo avere preso partealla celebrazione della santa messa, i giovanis-simi scolari hanno lanciato in aria moltissimipalloncini colorati con il nome della propria scuo-la. «Un messaggio di pace e amicizia, diffusocon la speranza di vederlo andare lontano - hannospiegato le insegnanti -. Dopo avere organizza-to questa iniziativa all’interno delle diverse sedi,abbiamo scelto un luogo che racchiude un pre-ciso significato per tutta la nostra valle, ritro-vandoci tutti insieme in compagnia dei genito-ri». La festa rappresenta un’ottima occasioneper illustrare il lavoro svolto dalla FederazioneItaliana Scuole Materne. Questa organizzazio-ne rappresenta il punto di riferimento per circa8.000 scuole dell’infanzia cattoliche o di ispira-zione cristiana, capillarmente diffuse in tutto ilterritorio nazionale, visto che sono presenti inoltre 4.800 comuni italiani. Sono gestite da con-gregazioni religiose, parrocchie, enti morali,associazioni anche di genitori, e frequentate da550.000 bambini. Le scuole aderenti alla Fismsono impegnate a promuovere l’educazione in-tegrale del bambino, secondo una visione cri-stiana dell’uomo, del mondo e della vita. «Ab-biamo scelto di ritrovarci a Gallivaggio per con-dividere un momento di gioia e di raccoglimen-to - hanno spiegato le suore della scuola diCampodolcino, promotrici dell’iniziativa insie-me alla responsabili delle altre strutture -. Lapresenza di tantissimi genitori è stata un segnodi unità e condivisione». Visto il successo di que-sta edizione, tutto lascia pensare che le quattroscuole si ritroveranno anche l’anno prossimo.

S. BAR.

quell’ora, come ricordaancora Gesù a suor Fau-stina, “è un’ora di Gran-

de Misericordia per ilmondo intero. In quel-l’ora non rifiuterò nullaall’anima che prega perla mia Passione”.

Anche in questa occasio-ne il Santuario di Galli-vaggio ha aperto le pro-prie porte per poter es-sere ancora una volta“casa accogliente”, dovele famiglie presenti e ipellegrini di passaggiohanno potuto vivere unagiornata di comunione edi condivisione fraterna,assaporando così l’Amo-re misericordioso diGesù. Seguendo gli inse-gnamenti di Gesù, anchenel santuario dedicatoalla Madre della Miseri-cordia si è voluto divul-gare il culto della Divi-na Misericordia, perchétutti sappiano “profitta-re” di questo grandedono, offerto da Gesù perraggiungere la salvezza.C

SAMOLACO AL SANT’ANDREA

La visita insieme

GORDONA

Parla decisamente al femminile la prima edizione delconcorso “Disegna i tuoi momenti di Gordona”, orga-nizzato dalla Biblioteca, dal comune e dalle scuoleelementari e medie della località del fondovallechiavennasco. Sono, infatti, andati a quattro bambi-ne i primi quattro posti. Più fantasiose, con una pa-dronanza tecnica superiore e maggiormente in gradodi cogliere il senso del concorso, volto a trovare la co-pertina per l’edizione 2010 del giornalino “Momentidi Gordona”.

CRISTIAN COPES

ontinuando nellafelice iniziativavolta a far cono-scere le testimo-nianze storico-

artistiche della valle, ilCentro di studi storicivalchiavennaschi hascelto come meta dellaprossima visita il colle diSant’Andrea a Samolaco.Un’iniziativa gratuita eaperta a tutti, che si ter-rà nel pomeriggio di sa-bato 24 aprile, in colla-borazione con l’Associa-zione culturale bibliote-ca di Samolaco. Il ritro-

vo è fissato alle ore14.30 davanti alla chie-sa di Sant’Andrea di Eraal piano, per poi percor-rere a piedi il sentierodelle cappelle settecen-tesche della Via Crucische porta al colle, rag-giungibile anche in au-tomobile da parte di chiavesse difficoltà.

Alla sommità del col-le, sorge la chiesa di San-t’Andrea, già esistentenel 1335: lo testimonia-no i documenti scritti,ma anche l’abside semi-circolare della prima

cappella a sinistra en-trando, che sarà affre-scata nel ’500 con la Ma-donna e angeli musican-ti. Il coro rettangolaredella chiesa fu intera-mente decorato nel 1632con scene della vita disant’Andrea da GiovanBattista Macolino, il pit-tore più significativo diValtellina e Valchiaven-na in quel secolo. Fu am-pliata nel 1714, quandole volte sostituirono l’an-tica trabeazione e fu co-struito il campanile sulsagrato, un poco discostodalla chiesa. Nel 1886divenne parrocchiale emantenne tale funzionefino al 1911, quando fucostruita una nuovachiesa dedicata allo stes-so santo al piede del pen-dio. Oggi l’edificio sulcolle è utilizzato in po-che occasioni, ma è sta-to oggetto di lavori direstauro nel 1980 e alcampanile nel 1986. Sul-la chiesa, il suo cimite-ro e la Via Crucis, dueanni fa è uscito un libro,edito dall’Associazioneculturale biblioteca diSamolaco e scritto daMariachiara Fois, Pa-squale Cantone e SergioScuffi.

Il luogo sorge in posi-zione favorevole per con-trollare il Piano di Chia-venna e doveva ospitareun castello o almeno unatorre di segnalazione,rimasta sotto il control-lo dei De Piro, feudataridel vescovo di Como chenel XIV secolo controlla-vano anche il castelGrumello a Montagna diValtellina. Al principiodel Cinquecento lafortificazione passò sot-to il controllo francesecon il maresciallo diFrancia Gian GiacomoTrivulzio fino all’avven-to dei Grigioni nel 1512,che smantellarono il ca-stello nel 1525. Alcunireperti antichi in cotto ein pietra ollàre sono ve-nuti alla luce durantescavi occasionali.

Per partecipare allavisita, guidata dal presi-dente del Centro di stu-di storici prof. GuidoScaramellini, non occor-re prenotazione: bastatrovarsi sul sagrato del-la chiesa di Era al pianoalle ore 14.30 di sabato24 aprile. Per info: tele-fono 0343-35382, www.clavenna.it.

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SondrioFamigliaCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201033

P A G I N A

IL CONVEGNO PROMOSSO DALL’ASL RELAZIONI COINVOLGENTI E PROFONDAMENTE UMANE

Adozione, vite che si incontrano

veramente diffici-le trovare conve-gni in cui si verifi-chi una partecipa-zione così sentita

come quella che si puònotare negli incontripromossi periodicamen-te dal Centro Adozionidell’Asl di Sondrio. Lepersone che vi parteci-pano, infatti, sono pro-fondamente motivate,perché si tratta di geni-tori che, o stanno svol-gendo il percorso peravere un bambino in ado-zione o hanno già adot-tato e hanno quindi bi-sogno di scambiare espe-rienze e ricevere infor-mazioni su come affron-tare i vari problemi chesi presentano. In questomodo i convegni diven-tano per le giovani cop-pie dei veri e propri cor-si di formazione. Anchequello che si è svoltovenerdì 16 aprile, pres-so la sala Vitali di Son-drio, ben coordinato daSanto D’Auria, si è di-viso in due momenti: u-no informativo e uno piùpropriamente formati-vo. Stefania Moltoniha presentato l’attivitàdel Centro Adozioni,mentre Elena Gastal-dini ha fornito i dati sta-tistici dell’attività svoltanegli ultimi anni, che haportato i bambini adot-tati nella nostra provin-cia al numero di 109. Raf-faella Ratti ha inveceillustrato l’attività del-l’Istituto La Casa, enteautorizzato per le adozio-ni e Francesco Mazza,della Fondazione Melazzi-ni, ha presentato i risul-tati di una ricerca svol-ta mediante interviste.Non ci soffermiamo suqueste relazioni, perché,pur avendo avuto un ta-glio in linea con il temadel convegno, che era:«storie che si incrocia-

no», hanno ricalcatoquelle già tenute in pre-cedenti convegni e ripor-tate anche dal Settima-nale. Gli interventi chepiù hanno avvinto i par-tecipanti sono stati sen-za dubbio quelli di Gre-gorio Mazzonis e di Sa-nita Arrigotti. Il pri-mo, psicologo e psicote-rapeuta, consulente delC.I.A.I. di Milano, ha te-nuto una vera e proprialezione, molto ricca, ar-ticolata su quattro do-mande fondamentali chesi pongono all’interno diuna famiglia adottiva,nel dialogo tra genitorie figli: perché parlare?Che cosa dire? Quandoparlare? Come dirlo? Ilbambino che ha avutoun percorso adottivo hasempre alle spalle espe-rienze dolorose. Ci puòquindi essere nei suoinuovi genitori un atteg-giamento di reticenza,per proteggerlo ed evita-re di farlo soffrire. Il pri-mo grave pericolo èquello delle «bugie buo-ne e delle omissioni,cioè che i genitori dica-no cose non vere o chetengano nascoste deter-minate informazioni. Èun atteggiamento moltorischioso, perché il bam-bino prima o poi viene asapere tutto. «L’informa-zione omessa diventagrave proprio perchéomessa… Le cose emer-gono dopo… Più tardivengono dette, più ele-vato è nei figli il senti-mento di essere stati in-gannati e traditi». La po-sizione di Gregorio Maz-zonis è quindi netta. «Sipossono omettere i det-tagli, ma il nocciolo del-l’informazione va dato aifigli adottivi, tenendocome criterio centralequello di dire tutto quel-lo che riguarda il bam-bino o che ha un impat-

È

to rilevante su di lui».Altrettanto precisa la ri-sposta alla domanda:quando parlare? «Da su-bito - risponde Mazzonis- o comunque prima del-l’adolescenza, perché inquell’età scattano delledinamiche tutte nuove».Naturalmente sta poialla sensibilità dei geni-tori cogliere i momentiopportuni per fornire levarie notizie. Nel mododi parlare, infine, devo-no dominare la chiarez-za e l’assenza totale diallusioni o di sottintesi,che potrebbero creare e-quivoci: «i misteri, all’in-terno delle famiglie, cre-ano sempre grossi pro-blemi».

I suggerimenti teoricisui comportamenti datenere sono senza dub-bio importanti, ma nonpossono certo compete-re con il racconto diret-to di un’esperienza,come quella vissuta da

Sanita Arrigotti. Sani-ta oggi ha 33 anni, vivea Milano, è sposata edha già un figlio di 3 anni.Con il marito sta com-piendo il percorso peradottare un altro bambi-no. È nata però in India,in un istituto di Bombaynel quale poi è stata la-sciata. Ha dovuto tra-scorrere subito alcunimesi in un ospedale pergravi problemi di salute,poi, all’età di 8 mesi, èstata adottata da una fa-miglia milanese ed è ve-nuta in Italia. «Dai ricor-di che ho della mia in-fanzia – ha dichiarato –il mio inserimento è sta-to molto facilitato dallapresenza di un fratellopiù grande, figlio natu-rale della coppia, che miha accolto bene e mi haaiutata molto. C’eranosempre molti bambiniper casa, amici di miofratello e con loro gioca-vo volentieri. Anche du-

rante l’adolescenza ilgrande affiatamento conil fratello maggiore mi èservito molto per inse-rirmi nei gruppi e perfare nuove amicizie».Per Sanita, quel fortedesiderio di conoscere lapropria terra d’origine,che nell’età dell’adole-scenza prende immanca-bilmente tutti i figli adot-tivi, è arrivato piuttostotardi, alle soglie deitrent’anni. Così anchelei ha voluto compiereun viaggio in India, incompagnia del marito,per «rivedere geografica-mente» i luoghi in cuiera nata ed aveva tra-scorso i primi mesi di vi-ta. Il suo racconto haquindi ripercorso (nonsenza una grande parte-cipazione emotiva) il for-te impatto sensoriale,quasi un rigetto, avutoall’arrivo a Bombay, lastrana sensazione neltrascorrere una settima-

na nell’istituto in cui eranata, poi la visita nel-l’ospedale in cui era sta-ta ricoverata e l’inspera-to incontro con sisterHerman, la suora di ori-gine tedesca che l’avevaassistita da bambina eche ancora conservavauno schedario con i suoidocumenti e le fotogra-fie. «Per me è stato co-me frantumarmi emoti-vamente e poi dover ri-mettere insieme i pez-zi – ha dichiarato Sanita–. Non è stato facile;sono riuscita a farlo solocon il grande aiuto offer-tomi da mio marito…Non so dire se sia benecompiere il viaggio di ri-torno – ha concluso –l’importante è condivi-dere le nostre esperien-ze con coloro che ci stan-no vicini. La condivisio-ne è fondamentale, per-ché… si adotta per sem-pre».

CIRILLO RUFFONI

LA FONDAZIONE MELAZZINIPREMIA GLI STUDI SULLA FAMIGLIALa difficile sfida della disabilità il tema centrale delletesi prescelte per l’edizione 2010 del premio “Anna eMichele Melazzini” per tesi di laurea sulla famiglia.Avrà luogo giovedì 29 aprile alle ore 17.30, pressola Sala Consiliare “Michele Melazzini” della Provin-cia di Sondrio, la cerimonia di assegnazione del pre-mio per tesi di laurea sulla famiglia della Fondazione“Anna e Michele Melazzini”. Ad aggiudicarsi la quin-ta edizione, ex aequo, Eleonora Cortesi per la tesiLa famiglia immigrata di fronte alla nascita di un fi-glio disabile: le risorse e le sfide di una difficile transi-zione e Francesca Rossi per la tesi La famiglia af-fronta l’autismo. Analisi delle relazioni familiari e del-la loro relazione con l’emotività espressa. Le tesi saran-no illustrate dalle autrici nel corso della cerimonia.

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SondrioCulturaCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201034

P A G I N A

PUBBLICAZIONI LA PITTURA MURALE DEVOZIONALE IN MEDIA VALTELLINA

Segni sacri sulle caseei giorni scorsipresso il teatrocomunale Giu-seppe Piazzi diPonte, davanti

a un folto e attento pub-blico, Giovanna Virgi-lio ha presentato il vo-lume “Segni sacri sul-le case - Pittura mu-rale devozionale tracomunicazione e me-moria”, realizzato dallaComunità MontanaValtellina di Sondrio conun intento divulgativooltre che didattico, attra-verso la sua diffusionenelle scuole. Nel corsodella serata, organizza-ta a cura delle Bibliote-che comunali “LuigiFaccinelli” di Chiuro e“Libero Della Briotta” diPonte, la relatrice, chegià aveva curato un ca-pitolo del volume Beniculturali della Comuni-tà Montana Valtellina diSondrio, ha presentatoalcuni di questi affre-schi, spiegandone nonsolo la tecnica e i carat-teri di pittura popolare,ma anche indicandocome rileggerne il signi-ficato. Infatti, mentre anoi queste pitture oggirisultano addirittura dif-ficilmente visibili, untempo si trovavano inpaese su muri di case estalle, nei maggenghi,negli alpeggi, o all’inter-no di edicole in muratu-ra prospicienti le princi-pali vie di comunicazio-ne, mulattiere o sentie-ri, e, pur collocate sumuri di proprietà priva-ta, erano destinate allacontemplazione e alladevozione popolare. Que-sti affreschi si prestano

a molteplici letture, siasotto il profilo storico-ar-tistico, sia devozionale,sia etno-antropologico,tutti filoni di ricerca cheesigono approfondimen-ti specialistici. Dal can-to suo, la Virgilio hascelto di evidenziare al-cuni aspetti di una dellepossibili chiavi di lettu-ra, cioè l’intreccio tral’arte cosiddetta popola-re e l’arte colta, tra l’ar-te che trova espressionenegli edifici di culto e lerappresentazioni sui di-pinti murali. Pertanto,richiamandosi alle devo-zioni diffuse anche in

Valtellina come la Ma-donna del latte, ne hamostrato una bella sta-tua in legno intagliato,dipinto e dorato. «È sta-ta per me notevole la sor-presa al vederla nellafoto di Federico Pollini,che ha curato l’interacampagna fotografica,perché si tratta di untema ricorrente nellapittura murale, ma nonnella scultura. Per dipiù, si nota anche unacontaminazione col temadella Madonna Immaco-lata, perché sotto il pie-de sinistro della Verginesi intravede il drago o

serpente, simbolo di sa-tana». Tra le raffigurazio-ni della Madonna del lat-te è notevole, ad esem-pio, il dipinto di gusto an-cora tardogotico su un e-dificio rurale a Berben-no. Un altro aspetto in-teressante e molto dibat-tuto è quello degli arti-sti itineranti: siccomeallora da un paese all’al-tro si viaggiava a piedi,in questo modo è avve-nuta la circolazione del-le idee e dei modelli ico-nografici. Tra gli artistiitineranti la Virgilio ri-tiene di aver individua-to la mano di Tommaso

Malacrida, pittore la-riano vissuto tra Quat-tro e Cinquecento, neldipinto murale di Ber-benno raffigurante unaMadonna in trono conGesù Bambino e sanRocco dentro una corni-ce a decorazione policro-ma. «È un raro esempio,in cui un affresco non èstato deturpato dal-l’apertura di una finestra(o di una porta), ma èstato mantenuto a disca-pito della finestra stes-sa». Tra i modelli icono-grafici usati da questipittori ricorre Raffaello,copiato tramite la largadiffusione delle stampedelle sue opere. Un casoè l’affresco rinvenuto inuna frazione di Postale-sio, dove la Madonnacol Bambino in tronocon san Bernardo e unaltro santo riprende ilmodello raffaellita dellaMadonna del velo. Al-tri esempi sono la Ma-donna del Granduca,che a Cedrasco viene ri-presa con la consapevo-le riproposizione deglistessi gesti delle mani inun dipinto del 1913 raf-figurante la Madonnacol Bambino e i santiTommaso e Agostino,mentre a Torre di SantaMaria sulla volta dellachiesa della Natività diMaria una delle spec-chiature di Giovanni Ga-vazzeni riporta la Nasci-ta della Vergine, in cuiancora una volta la sce-na riprende il modellodel Morazzone. L’ultimoargomento proposto hariguardato le “devozio-ni itineranti”, quellecioè che si trasmettonoperché riprodotte su pic-coli oggetti. Prova ne so-no, ad esempio, i nume-rosi dipinti murali dellaMadonna del BuonConsiglio. La tradizioneracconta che l’affresco futrasferito miracolosa-mente dagli angeli daScutari a Gennazzano(Roma) per salvarlo daiturchi. «Dal punto di vi-sta stilistico la critica haricondotto l’immagine aun artista operoso nellapenisola italiana, ma aldi là del fatto che la siritrovi in diversi dipinti

murali della Valtellina,oltre che nelle chiese,colpisce il modo con cuiè stato interpretato losfondo. Come nellastampa, in alcuni dipin-ti murali della Valtellinaricompare sotto forma dinastro, mentre a Lanza-da addirittura come unasorta di cupolino». Infi-ne, la dottoressa Virgi-lio ha accennato alla no-tevole varietà delle cor-nici che contornano gliaffreschi, da quelle del“maestro delle narici”,così detto “per il suo sti-le inconfondibile neltratteggiare narici e boc-ca”, a quelle del “mae-stro delle cornici”, cosìnominato per la caratte-ristica di isolare e inqua-drare ogni personaggiodentro cornici. Spesso sitratta di artisti che, nonpossedendo grandi capa-cità nel rappresentare lefigure, si soffermano su-gli elementi decoratividelle cornici. Infine,qualche parola sulla ca-talogazione, che è ancheservita ad avviare unaserie di restauri. A bre-ve, le schede nel databa-se della Comunità Mon-tana saranno completa-mente pubblicate sulsito della Regione Lom-bardia all’indirizzo www.lombardiabeniculturali.it, che le riprenderàdal SIRBeC (Sistema In-formativo Regionale deiBeni Culturali), il siste-ma di catalogazione delpatrimonio culturalelombardo diffuso sul ter-ritorio o conservato al-l’interno di musei, rac-colte e altre istituzioniculturali. Il libro attua-le è l’esito dell’attività dicatalogazione svolta ne-gli anni 2006-2008, ac-compagnata dalla revi-sione e dall’aggiorna-mento delle schede rea-lizzate negli anni 1989-2002 e non nasce con l’in-tento di esaurire gli ar-gomenti, ma semplice-mente di mettere in lucele problematiche relati-ve allo stato di conserva-zione e gli aspetti di mag-giore interesse riguar-danti in particolare i di-pinti murali.

N

FINO AL 20 GIUGNO DEDICATA ALL’ARCHITETTURA MOLECOLARE

A Sondrio una mostra sul Nerviacque a Son-drio il 21 giu-gno 1891 da fa-miglia di origi-ni liguri. Il la-

voro del padre, diretto-re delle Poste, lo portòpresto lontano dal capo-luogo valtellinese cheoggi, a trent’anni dallamorte, gli dedica unamostra, aperta, finoal 20 giugno, presso laGalleria d’arte di Pa-lazzo Quadrivio e ilMuseo Valtellinese diStoria e Arte. Stiamoparlando di PierluigiNervi e l’esposizione incorso a Sondrio si inti-tola “L’architetturamolecolare”. In mostra120 riproduzioni in altadefinizione fra materia-le documentario, foto-grafico e progettuale del-l’opera dell’ingegnere-architetto. Laureatosigiovanissimo presso lafacoltà di ingegneria diBologna, Nervi costruì o-pere colossali «dalla stra-ordinaria economicitàrealizzativa, con struttu-re elementari ispiratealla natura e alla biolo-gia molecolare»: cosìspiegano i curatori dellamostra – ideata dalla

Fondazione Credito Val-tellinese – Fausto Co-lombo, Massimo Anti-narelli, e Andrea TitoColombo, i quali si sonoavvalsi della collabora-zione dell’Università Po-litecnica delle Marche.Conosciuti, in ambitonazionale e internazio-nale, lo stadio ArtemioFranchi di Firenze-Cam-po di Marte, il Teatro Au-gusteo di Napoli, il Pa-lazzo del Lavoro di Tori-no (realizzato per l’espo-sizione “Italia 1961”),fino all’opera più evoca-tiva – tanto che porta ilsuo nome – la Sala Ner-vi del Vaticano, commis-sionata nel 1964 da papa

Paolo VI per le udienzepontificie. Nervi collabo-rò anche all’elaborazio-ne tecnica del grattacie-lo Pirelli di Milano (perquanto riguarda lo spe-cifico dell’anima in ce-mento armato) e del Pa-lazzetto dello Sport di Ro-ma. Sua, per quanto ri-guarda l’attività al di fuo-ri dei confini italiani, laprogettazione della cat-tedrale cattolica di sanFrancisco, del grattacie-lo di Australia Square aSydney e di quello di Vic-toria Square a Montreal,della sede dell’ambascia-ta italiana a Brasilia edel palazzo dell’Unesco aParigi. Pierluigi Nervi,

dopo una vita dedicataallo studio e al disegnooriginale, che fosse ingrado di andare oltre lestesse leggi della fisicaper non limitare la crea-tività artistica, morì aRoma nel gennaio 1979.Nervi fu legato al Razio-nalismo italiano e, nel1945, a Roma comparetra i fondatori dell’Asso-ciazione per l’Architettu-ra organica. Da architet-to-artista privilegiavamateriali come il calce-struzzo e il ferro-cemen-to che riusciva a plasma-re con grande abilità gra-zie alla sua profonda co-noscenza delle tecnichecostruttive. La mostra èvisitabile presso le duesedi di Sondrio dalmartedì al venerdì dal-le ore 9.00 alle ore 12.00e dalle ore 15.00 alle ore18.00; il sabato, la do-menica e i festivi dalleore 15.00 alle ore 18.00.Giorno di chiusura, illunedì; l’ingresso ègratuito. Sono previstevisite guidate per scuo-le e gruppi: prenotazio-ni allo 0342.522.645.Tutte le altre info allo0342.522.738.

N

E.L. A.R.

Madonna del Lattea Berbenno

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Sondrio&provinciaCRONACA

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 201035

P A G I N A

CI SARÀ UN PROFONDO ASSETTO PRENDERÀ AVVIO CON IL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO

Al via il riordino delle superiorisettembre, conl’inizio del nuo-vo anno scola-stico, prenderàil via la rifor-

ma della scuola seconda-ria di secondo grado, chemodificherà profonda-mente l’assetto degliistituti superiori. Più chedi una riforma, però,questa volta si deve par-lare di un grande riordi-no, del quale tutti senti-vano l’esigenza, dopo lenumerose sperimenta-zioni avvenute negli ul-timi decenni e la fram-mentazione che avevaportato alla presenza diben 450 indirizzi nellanostra scuola. A livelloprovinciale è già statadecisa la mappa dellescuole e gli alunni han-no già effettuato la pre-iscrizione ai vari istitu-ti. Proprio per fareun’analisi dei dati fin quiemersi e dei problemiche ancora si pongonosul cammino dell’impor-tante cambiamento, isindacati confederali, inparticolare la Cisl diSondrio hanno promos-so un incontro, che si ètenuto mercoledì 14aprile, presso la sala«Besta» della Banca Po-polare di Sondrio e chesi è rivelato molto inte-ressante, nonostante loscarso numero dei par-tecipanti. I promotori,perciò, non hanno na-scosto una certa delusio-ne, ma credo che non sipossa pretendere dagliinsegnanti una motiva-zione ai massimi livelli,dopo che hanno vistopartire, fermarsi e acca-vallarsi ormai varie ri-forme della scuola. ACosimo Parisi è tocca-to il compito di fare unapresentazione, chiara e

sintetica, del nuovo or-dinamento della secon-daria superiore. Ne ap-profittiamo quindi anchenoi per ricordare che,dopo la scuola media siapriranno per gli alunni3 percorsi: i licei, gli isti-tuti tecnici e gli istitutiprofessionali. I licei siarticoleranno nei 4 indi-rizzi tradizionali: classi-co, scientifico, linguisti-co e artistico. Quest’ul-timo, a sua volta, avrà 6indirizzi, che accolgonomolte delle sperimenta-zioni effettuate negli ul-timi anni. In generale ilicei avranno 8 discipli-ne comuni, 27 ore setti-manali nel biennio e 30nel triennio, con un po-tenziamento delle disci-pline scientifiche e dellelingue straniere. Gli isti-tuti tecnici avranno duesettori: economico e tec-

nologico, con un’ulterio-re suddivisione in 11 in-dirizzi. Anche per gli isti-tuti professionali si pre-vedono 2 settori: servizie industria - artigianato,con la suddivisione inulteriori indirizzi. In par-ticolare, il quinquenniodi corso si articolerà in2 bienni, più un anno fi-nale; le materie divente-ranno via via più speci-fiche a seconda dei variindirizzi.

Il segretario provincia-le della Cisl-Scuola, Fi-lippo Majorana, hainvece effettuato un’a-nalisi dei dati emersidalle preiscrizioni, chequest’anno sono risulta-te più precise anche gra-zie all’introduzione delcodice fiscale, che per-mette di individuare idoppioni. I licei hannoavuto 612 adesioni ed

avranno 27 classi, 3 inpiù rispetto allo scorsoanno; gli istituti tecnici675 iscritti, distribuiti in28 classi. I problemimaggiori si sono mani-festati negli istituti pro-fessionali, dove si è avu-ta una forte contrazio-ne. Filippo Majorana haesaminato in particolarequello che è avvenuto inalcuni istituti, come il«Fossati» di Sondrio o il«Pinchetti» di Tirano,che hanno offerto en-trambi 5 indirizzi, conun’adesione che è risul-tata la seguente: 2, 3, 6,5, 9 iscritti per ciascuno,a Sondrio; 10, 0, 1, 3, 3 aTirano. Un vero falli-mento, perché ciò signi-fica che non può partirealcun indirizzo e che iragazzi dovranno effet-tuare una scelta diversa.Nei prossimi anni sarà

quindi necessario effet-tuare un’analisi più se-ria delle esigenze del ter-ritorio, ha concluso Ma-jorana, per poter poi da-re un’offerta formativapiù adeguata. Entrambii rappresentanti sinda-cali, infine, hanno criti-cato il taglio dei fondidestinati alla scuola e lacontrazione delle classi,che porterà alla perditadi circa 24 posti di lavo-ro in provincia, tantoche la riforma «sembrafatta più dal Ministrodell’Economia che daquello della Pubblica I-struzione». Tra i succes-sivi interventi, il Diri-gente Scolastico Provin-ciale Nicola Montroneha evidenziato alcuniproblemi della nostrascuola, come lo scarsoinvestimento di risorseumane nella fascia d’etàche va dai 14 ai 18 anni;la necessità di chiuderele graduatorie e di tor-nare ad una forma di re-clutamento tradizionale,che oggi sarebbe moltoagevolato dai mezzi in-formatici; le differenzeche si registrano tra gliistituti, per cui alcunihanno in abbondanza ealtri sono in difficoltà;l’assenteismo tra il per-sonale, che risulta ec-cessivo e il problemadelle pluriclassi nellescuole di primo grado.Per chi ha speso un’in-tera vita nella scuola ein particolare nel sinda-cato scolastico, come I-van Fassin, risulta av-vilente ritrovarsi di fron-te, dopo quasi mezzo se-colo, gli stessi identiciproblemi del precariatoe dei supplenti. Segnoevidente che non si èmai voluto veramentetrovare delle soluzioni.

Un aiuto può venire dalfederalismo scolastico,grazie al quale si potran-no utilizzare meglio idocenti ed inoltre cono-scere le intenzioni di svi-luppo delle varie zoneper orientare quindi lescelte degli alunni. «Que-st’anno in terza mediaabbiamo fatto solo diso-rientamento – ha dichia-rato senza mezzi termi-ni Simon Pietro Pic-ceni –, ma eravamo an-che noi di fronte a mol-te novità ed ogni scuolaha avuto un po’ la ten-denza ad andare per con-to proprio. L’esperienzaservirà certamente peril futuro». I lavori sonostati conclusi dal segre-tario regionale MarcoBianchi. Nel suo ampiointervento, che ha tocca-to molteplici aspetti, haribadito anzitutto la ne-cessità di attuare il fede-ralismo anche in camposcolastico e ha eviden-ziato soprattutto un datosconcertante. A fronte dimolti disoccupati e no-nostante la crisi, le azien-de della Lombardia stan-no cercando 76.000 tec-nici e non riescono a tro-varli. Ciò significa, comeha concluso il relatore,che la scuola non svolgeun adeguato orienta-mento, ma (si può ag-giungere) è il chiaro in-dice anche di uno sposta-mento degli interessidelle famiglie verso titolidi studio e professionigiudicate più appetibili,con il rischio, però, chei giovani rimangano di-soccupati. Tutto ciò creanaturalmente molti pro-blemi e richiede un’ap-profondita riflessione daparte di tutti.

A

CIRILLO RUFFONI

PADRE GIULIO ALBANESE PARLA DI PADRE GIANNI NOBILI

Ho appena ricevuto una mail da un gruppo missionario legato a padreGianni Nobili, comboniano, in prima linea nella Repubblica Democraticadel Congo. Mi ha fatto molto piacere perché in questo messaggio elettroni-co ho trovato l’indirizzo del Blog personale di questo missionariovaltellinese, originario di Sondrio, classe 1940 (www.panespezzato.it).Una vita, la sua, vissuta intensamente in Burundi, Kenya e RepubblicaDemocratica del Congo, con qualche parentesi in Italia per il servizio dianimazione missionaria. Attualmente padre Gianni – credetemi, una figu-ra straordinariamente carismatica – si trova in una sperduta missionecongolese, quella di Bondo. Per comunicare col resto del mondo padreGianni utilizza il suo Blog, grazie all’aiuto di alcuni amici in Italia. C’è datenere presente che per raggiungerlo non è possibile fare affidamento sul-la posta tradizionale. Esistono solo le strade dell’elettronica per comunica-re da quelle parti. Il suo cellulare in Congo (Vodacom) può ricevere telefo-nate e Sms (con le schede del mercato internazionale molto usate dagliafricani in Italia). Ma i suoi Sms non sono ricevuti da gran parte dei telefo-ni italiani. Da Bondo, con il sistema Internet Satellitare a scheda Gprs,affidabile ma un pò costoso, padre Gianni può ricevere e inviare messaggie-mail all’indirizzo [email protected] . Oltre alla lettera agli Ami-ci, che arriva per posta elettronica a Pasqua e a Natale (per riceverla ènecessario scrivere al suo gruppo di appoggio info@pa nespezzato.it alfine di essere inseriti nella mailing list), potete avere maggiori notizie dal-la missione di Bondo proprio consultando il Blog “Pane spezzato”. Crede-temi è una miniera di informazioni da un mondo anni luce distante dalnostro immaginario. Inoltre contiene delle bellissime pagine di spiritualitàmissionaria che fanno bene all’anima di chi le legge.

WWW.TESTIMONIDIGITALI.IT/BLOG

CONCERTO AD ALBOSAGGIADomenica 2 maggio, presso la chiesa parrocchiale di santa Caterinain Albosaggia, a partire dalle ore 21.00, si terrà un concerto d’organo conil maestro valtellinese Michele Droz. Nel programma della serata, compo-sizioni di Bach, Brahms e Mendelssohn.

REPORTAGESULLA PALESTINAPax Christi Sondrio, colpatrocinio del Comune diSondrio, promuove giove-dì 29 aprile alle ore 21.00presso l’Auditorium Torellidi Sondrio un reportagedalla Palestina con testi-monianza di don NandinoCapovilla, coordinatorenazionale di Pax Christi. èprevista la proiezione delfilm Piazza pulita realiz-zato da Pax Christi (Italia)e Al-Haq (Palestina) con lacollaborazione dell’asso-ciazione israeliana Zoch-rot. Al termine la presen-tazione del libro “Un par-roco all’inferno-AbunaManuel tra le macerie diGaza” e del documento“Kairos Palestina”.

IRFF-MOLDAVIAL’associazione Irff, per leadozioni a distanza con laMoldavia, organizza il tra-dizionale carico di beni diprima necessità per il Pa-ese dell’Est Europa. L’ap-puntamento è per il 24aprile alle ore 10.00 pres-so la sede del sodalizio invia Beltramelli, 38, a Vil-la di Tirano. I volontaripartiranno il giorno succes-sivo in aereo, per poiricongiungersi al carico epassare alla distribuzionedel materiale.

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37P A G I N A

SABATO 24 APRILE UNA DELEGAZIONE COMASCA AL CONVEGNO “TESTIMONI DIGITALI”

A Roma per rimanere al passo con i tempi

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010MASSMEDIAMASSMEDIAMASSMEDIAMASSMEDIAMASSMEDIA

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è anche una delega-zione comasca al con-vegno “Testimoni Di-gitali” in corso aRoma da giovedì 22 a

sabato 24 aprile. Un appunta-mento in cui la Cei, a dieci annidal precedente convegno “Para-bole Mediatiche”, ha invitato tut-ti gli operatori della cultura edella comunicazione del mondoecclesiale per riflettere sullepotenzialità del nuovo mondodigitale e sul ruolo che i cattolicipossono avere in questi nuoviscenari. Al convegno partecipanoalcuni rappresentanti dell’Uffi-cio Comunicazioni Sociali delladiocesi, i redattori e il direttorede “Il Settimanale” e i responsa-bili dell’Ufficio diocesano Cine-ma e della Fism. Insieme a loroaltri 1200 partecipanti prove-nienti dalle 227 diocesi italiane.“Il mondo digitale – spiega donAurelio Pagani, responsabile del-l’Ufficio Comunicazioni Socialidella diocesi di Como – non puòpiù essere abbandonato a quan-ti vogliono utilizzarlo solo perfare business o per diffondereogni sorta di altro messaggio.

Come Chiesa non possiamo piùnon esserci perché il mondo diinternet rappresenta un’altrafrontiera in cui dobbiamo predi-care il Vangelo”. Dalla tre giorniromana don Pagani e i suoi colla-boratori si aspettano di trarredelle linee guida da utilizzareper il lavoro, tutt’ora in corso, diripensamento e riorganizzazionedel sito internet diocesano. “Dopouna fase in cui ci siamo messi inascolto del territorio – continuadon Aurelio - ora siamo in via didefinizione del nuovo portale.Una fase in cui faremo tesorodelle indicazioni uscite dal con-vegno”. “Testimoni Digitali” cul-

C’ minerà, sabato 24 aprile, nell’in-contro con papa Benedetto XVInell’Aula Paolo VI in Vaticano.Per l’udienza sono attesi circa 8mila operatori della comunica-zione e della cultura provenien-ti dalle 36 mila parrocchie italia-ne. “Nei mesi scorsi – continuadon Aurelio Pagani – abbiamocontattato i parroci per invitarei responsabili parrocchiali dellacomunicazione e della cultura apartecipare, almeno, all’incontrocon il Papa. Una possibilità ga-rantita dai viaggi organizzati pertutta la Lombardia dell’arci-dio-cesi di Milano. Purtroppo non c’èstata una grande risposta daparte delle parrocchie ma questosarà uno stimolo in più ad impe-gnarci al nostro ritorno per de-stare l’attenzione e creare unarete all’interno della nostra dio-cesi”. “Senza dimenticare – haconcluso il responsabile dell’Uf-ficio Comunicazioni Sociali –come tutti questi nuovi strumen-ti di comunicazione e evangeliz-zazione non possono prescinderee sostituire un incontro persona-le all’interno di un’esperienza diChiesa”.

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TelecomandoIL

a cura diTIZIANO RAFFAINI

Tra i partecipantiall’incontro di Romaanche una delegazionedella nostro diocesiformata darappresentantidell’UfficioComunicazioni Sociali,de “Il Settimanale” edell’ “Ufficio Cinema”di MICHELE LUPPI

Le comunicazioni si fanno rapide e semplici ele possibilità di essere informati e di relazionarsisi moltiplicano. Come orientarsi in questo uni-verso sempre più complesso? Nel libro l’autoreoffre una analisi dei singoli fenomeni comunica-tivi, definendone la tipologia, descrivendone lastoria e lo sviluppo, sottolineandone le opportu-nità, che interpellano educatori, insegnanti epastori, senza tuttavia tacere i limiti e le minac-ce. Accogliere come una grande risorsa, e dunquecon atteggiamento positivo, gli strumenti di in-formazione e relazione che la Rete sviluppa, si-

gnifica suggerire unapproccio in terminieducativi che può aiu-tare a scegliere, sele-zionare e utilizzarecon coraggio e intelli-genza.

Prezioso sussidioinformativo e forma-tivo, in occasione del-la settimana della co-municazione, e perapprofondire uno deipunti dell’emergenzaeducativa della CEI.

ANTONIO SPADARO, Web 2.0. Reti di re-lazione, Paoline, pagine 168, euro 15,00.

Il Web 2.0 è uno strumento che divide spessol’opinione pubblica. In questo volume la Chiesasi confronta con le potenzialità che la rete offree per sfruttarle alla luce della Fede. Il fenome-no identificato come World Wide Web sta attra-versando la sua “seconda fase” di vita definitadagli esperti “Web 2.0”.

Davanti a questo ambiente telematico si regi-strano approcci differenti spesso oscillanti tral’esaltazione e la diffidenza. All’interno di questoquadro i credentisono chiamati a vi-vere il Web: da unaparte, la sua forza cicondiziona e nonpossiamo tirarcifuori; dall’altra, sia-mo stimolati a inter-pretare questo mon-do con discernimen-to e con la consape-volezza che nellaRete ogni pericolopuò “nascondere”anche nuove oppor-tunità.

AA.VV., Chiesa in rete 2.0. San Paolo, pagine 218, euro 18,00.

Per saperne di più...

Il convegno si è aperto con l’introduzione di mons. Mariano Crociata, segretario generale della CEI,seguito dall’intervento di Nicholas Negroponte, tra i massimi esperti mondiali di Internet, fondatoree Direttore del Media Lab del MIT di Boston.Durante i tre giorni sono molti i relatori, tra i professionisti del mondo della comunicazione, del giorna-lismo e dell’Università che si sono alternati tra interventi e tavole rotonde. Il primo giorno hanno par-tecipato Mario Calabresi, direttore de La Stampa, Ruggeri Eugeni, massmediologo all’Università Cat-tolica del Sacro Cuore di Milano, Paolo Peverini, semiologo della Luiss. Venerdì 23 aprile mons. ClaudioGiuliodori, Presidente della Commissione Episcopale per la Cultura e le Comunicazioni sociali dellaCEI, Chiara Giaccardi, docente di sociologia e antropologia dei media (Università Cattolica del SacroCuore di Milano), padre Antonio Spadaro, redattore de La Civiltà Cattolica, padre RoderickVonhoegen, fondatore e amministratore delegato del Ceo di The Star Quest Production Network, Fran-cesco Casetti, direttore del dipartimento di Scienza delle comunicazioni all’Università cattolica del SacroCuore di Milano, Michele Sorice, docente di sociologia della comunicazione e media research alla Luissdi Roma.Il momento clou sarà però sabato 24 aprile in Aula Paolo VI. Qui si terrà la sessione finale del convegnodal titolo “Il tempo dei testimoni digitali”. Introdurrà mons. Domenico Pompili sul tema “Vino nuovoin otri nuovi”. Seguirà la tavola rotonda con Lorenza Lei, vicedirettore generale della Rai, padre Fe-derico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, Radio Vaticana e Ctv, e Marco Tarquinio, di-rettore di Avvenire. Sarà card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della CEI a por-gere il saluto dei partecipanti al Santo Padre Benedetto XVI. Tutte le sessioni del convegno sarannotrasmesse in diretta on line dal sito internet www.testimonidigitali.it.

I PROTAGONISTI DELLA TRE GIORNI

Proseguono gli appuntamenti con la rassegna “Celebrating Chopin –Le forme e gli amici” proposta dalla International Piano AssociationSwitzerland in collaborazione con RSI Rete Due.Nell’auditorio “Stelio Molo” di Lugano, domenica 25 aprile alle ore17, si esibirà il giovane pianista sudcoreano Hong – Chun Youn, in unpercorso che spazierà dai Notturni di J. Field, G. Faurè e F. Chopin,agli enigmatici “Canti dell’alba” di R. Schumann. Del compositore po-lacco sarà anche interpretata la Sonata n°3 Op. 58.

A LUGANO SUONANDO “CHOPIN”-

Domenica 25. Le frontie-re dello Spirito, C5,8,50. Sto-ria di Marco che vive su una se-dia a rotelle. A sua immagine,Rai1, 10,30. Il segreto di San-ta Vittoria, R4, 16,10. Filmcon Virna Lisi. Una commediafrizzante. A qualcuno piacecaldo, La7, 18,00. Film conM.Monroe. All’inseguimentodella pietra verde, It1, 15,55.Film commedia e d’avventuracon M.Douglas e K.Turner. Ilpartigiano Johnny, Iris,21,00. Film di guerra conS.Dionisi. Tutti pazzi peramore 2, Rai1, 21,30. Fictiondi successo . NCIS, Rai2, 21,00.Telefilm. Report, Rai3, 21,30.Il futuro è passato. La previ-denza sociale. Speciale Tg1,Rai1, 23,45. Glob l’osceno delvillaggio, Rai3, 23,35. Si par-la di comunicazione con ironia.Lunedì 26. Montalbano,Rai1, 21,10. Fiction: La vampad’agosto. L’infedele, La7,21,10. Attualità con G. Lerner.Chi l’ha visto?, Rai3, 21,05.Attualità. Italia’s got talent,C5, 21,10. Spettacolo alla ricer-ca di talenti. La guerra delsecolo, Raistoria, 21,00. Doc. Ilcavaliere pallido, R4, 23,35.Western di e con C.Eastwood.Martedì 27. Voglia di ariafresca, Rai1, 21,10. Varietàcon C.Conti. Ballarò, Rai3,21.10. Attualità. The missing,R4, 21,10. Film western conT.Lee Jones, e K. Blanchett.Storia di riconciliazione. Sen-za traccia, Rai2, 21,05. VivaEvita, RaiStoria 21,00. Doc.suEva Peron.Mercoledì 28. Troy, C5,21,10. Film storico con B.Pitt.Hairspray, grasso è bello,It1, 21,10. Film musicale con J.Travolta. Ottimo. Se mi lasciti cancello, Rai4, 21,05. Filmcommedia con J. Carrey. Jane

Eyre, R4, 21,10. Film dram-matico di F. Zeffirelli da unclassico della letteratura ingle-se. Fuga da Sobibor, La7,21,10. Thriller con A.Arkin.Giovedì 29. Donne detec-tive 2, Rai1, 21,10. Fiction.Nati con la camicia, R4,21,10. Western con T, Hill e B.Spencer. Ris Roma, C5,21,10. Fiction italiana. Il prez-zo del progresso, Rai Storia21,00. Documentario. SOSTata, La7, 21,10. Realityistruttivo. Hero, R4, 23,35.Film d’azione . Cina III secoloa.C. Parla con me, Rai3,23,20. Spettacolo.Venerdì 30. Mi mandaRaitre, 21,10. Attualità. Cri-mini 2, Rai2, 21,05. Film tvgiallo. Il commissario De Rosadeve catturare un piromane.Exit, La7, 21,10. Attualità conI.D’Amico. I cacciatori R4,21,10. Film drammatico sulconflitto serbo-bosniaco. CSI,It1, 21,10. Poliziesco. Tv7,Rai1, 23,20. Attualità. 1943:un incontro, Raistoria, 21,00.Fiction.Sabato 1. Sulla via diDamasco, Rai2, 10,15. Rubri-ca religiosa. Poirot sul nilo,R4, 15,00. Giallo. Trilli, Rai2,15,30. Film d’animazione.Concerto del 1° Maggio,Rai3, 16,00. Musicale. A suaimmagine, Rai, 17,10. Ti la-scio una canzone, Rai1,21,10. Spettacolo con A. Clericialla ricerca di nuovi talenti.Alla ricerca dell’isola diNim, It1, 21,10. Film fantasti-co con J.Foster. L’ispettoreBarnaby, La7, 21,35. polizie-sco inglese. Bones,R4,20,30.Telefilm. Tg2Dossier, Rai2, 23,35.

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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 24 APRILE 2010

UN CONTRIBUTO ARTICOLATO IN MERITO ALLA QUESTIONE DEL RUMORE

NON SI AFFRONTA COSÌ LA QUESTIONE DI COMO «CITTA TURISTICA»l problema del rumore legatoalle attività commerciali aComo è tornato alla ribalta inseguito alla proposta di inter-vento sugli orari di apertura

degli esercizi e su controlli piùstretti dell’aderenza a requisitidi sicurezza e di limitazione del-le immissioni acustiche median-te insonorizzazione degli am-bienti. Negli ultimi anni la situa-zione a Como è peggiorata e spes-so si è reso necessario l’interven-to delle forze dell’ordine per lachiusura di locali a rischio.

I detrattori della linea durareclamano la vocazione turisticadi Como e la possibile riduzionedi posti di lavoro se venissero ap-plicate norme più restrittive. Inrealtà il fenomeno della “movida”a Como è abbastanza circoscrit-to visto il grande successo che ri-vestono iniziative culturali chehanno attirato a Como in questianni migliaia di persone di ognietà.

L’offerta turistica nel circuitolariano è varia poiché oltre allebellezze naturali è possibile fru-ire di numerose attrazioni tramostre, rievocazioni storiche einiziative artistiche e musicali.Le iniziative culturali dedicate aiminori coniugano il divertimen-to all’educazione civica e alla for-mazione, facendo di Como la cit-tà dell’infanzia per eccellenza.Ben diversa sarebbe la situazio-ne turistica se prevalesse la “cul-tura” dello sballo, che allontane-rebbe non solo le famiglie da zoneeccessivamente rumorose e a ri-schio, ma anche la maggior par-te dei giovani, che non si lascia-no facilmente incantare dalle si-rene del divertimento facile.

Ambiente Italia (TG 3 Rai) nel-la puntata del 16 gennaio si è oc-cupata della situazione dell’in-quinamento acustico in Italia,

Idove spesso le normative vigen-ti non sono applicate, tanto è veroche molti cittadini stanno adot-tando il metodo della “classaction” nei confronti delle am-ministrazioni locali. La perditadi udito per immissioni acusticheè in aumento in Italia, come di-mostrano studi recenti che han-no evidenziato oltre ai danni allasalute anche i costi sociali intermini di ore lavorative perse. Ilcontrollo del rumore negli am-bienti di lavoro è inoltre previstodalle normative sulla sicurezzanegli ambienti di lavoro, cosìcome la tutela dell’ordine e inco-lumità pubblica è stata stabilitadal un apposito decreto legge del2008 (n.92 del 23 maggio).

Secondo l’Organizzazione Mon-diale della Sanità il costo socia-le del rumore si può stimare tralo 0.2 e il 2% del PIL nei Paesisviluppati. Una recente pubbli-cazione scientifica comparsasull’International Journal of Au-diology intitolata Music exposureand hearing disorders: an over-view conferma che una esposizio-ne eccessiva al rumore in termi-ni di intensità e durata è in gra-do di determinare un danno per-manente dell’udito.

E, non dimentichiamo che iprimi a pagare il prezzo di questaesposizione sono proprio i colla-boratori e i dipendenti, le “risor-se umane”, che alcuni titolari diesercizi pubblici sottopongonoogni sera al rumore assordante.E, sempre alcuni di essi, che perprimi si nascondono dietro allacrisi per camuffare le proprieinadempienze, le proprie irrego-larità, sempre più spesso, ma-scherano l’uso dei locali da “bar”a “discoteche anche a cielo aper-to”, sottraendosi alle autorizza-zioni necessarie e al rispetto del-le normative relative.

Negli stessi locali in cui si bal-la fino al mattino, sempre piùelevato è il consumo di alcolici,mentre i dati forniti dalla ASL diComo in relazione all’utilizzo dialcool tra i giovani sono allar-manti. I problemi clinici legatiall’alcolismo comprendono la di-pendenza, la perdita di concen-trazione, la perdita di memoria abreve termine, blackout in cui cisi trova in un sonno apparentema si agisce come si fosse consci,danni epatici, problemi relazio-nali, tendenza all’autodistru-zione. Per contrastare il fenome-no della guida in stato psicofisicoalterato è stato attivato il proget-to territoriale “Non ti bere la pa-tente-2010” fortemente volutodalla Prefettura di Como in col-laborazione con ASL e Forze del-l’Ordine.

A questo punto occorre che l’in-tera comunità cominci a porsidelle domande, visto che i giova-ni di oggi saranno i responsabilidi domani. Se il messaggio chedeve passare ai giovani è quellodi abbandonarsi allo sballo e allatrasgressione, non faremo altroche consegnare la nostra societàad un sicuro fallimento. Dietroalla presunta tutela dell’econo-mia si nascondono gli interessi dichi maliziosamente vuole specu-lare sull’avvenire delle prossimegenerazioni a cui viene offertauna libertà che non rende liberi.

Certi Soloni, mentre si atteg-giano a custodi dell’utilità pub-blica, sembrano indifferenti allesofferenze di tanti giovani che,nascosti nelle stanze degli ospe-dali, terminano la loro vita sen-za che nessuno dia loro unasperanza e una prospettiva. Esi-ste ancora la possibilità di evita-re tutto questo se ci impegnere-mo nella costruzione di una cittàdiversa, dove si abbinino creati-

vità e vivibilità e dove gli eserci-zi pubblici e, ce ne sono già mol-ti, rispettano le norme e i rego-lamenti comunali, fornendo otti-mi servizi ai turisti e ai residen-ti. Se la città è lo specchio di unaciviltà, non lasciamoci perdereancora una volta l’occasione diessere protagonisti di una rina-scita e non testimoni di un falli-mento.

Tengo a precisare che quantosta accadendo è causato da quel-la parte di esercizi pubblici chenon rispettano le normative e iregolamenti e, non da quelli, esono la maggior parte, che le ri-spettano fornendo ottimi serviziai turisti e ai residenti.

Quello che si deve fare è un se-rio distinguo tra mentalità turi-stica e città turistica. Como nonè Barcellona, per fare un esem-pio, e siamo sicuri che lo vorreb-be diventare?

Negli ultimi 15 anni (Lombar-dia - Fonte Elaborazioni IReR sudati ISTAT) la popolazione conpiù di 65 anni è stata la compo-nente principale dell’aumentodella popolazione e la previsioneè che la popolazione lombardacontinuerà ad invecchiare: ci sa-ranno 206 anziani ogni 100 gio-vani; ci saranno solo 17 giovaniogni 100 adulti e ci saranno 34anziani ogni 100 adulti. Questisono dati importanti da tenere inconsiderazione per il futuro del-la nostra città.

Sempre secondo il censimentoIstat del 2001 i residenti di Comosono 78.680 con un indice di vec-chiaia di 196,3. Sulla base di que-sti dati proviamo a fare un esem-pio: il 5% frequenta i locali nelleore serali e notturne (circa4.000), di questi la metà (circa2.000) sono quelli che frequenta-no gli esercizi e che disturbano laquiete pubblica di residenti (e

turisti). II rapporto è di 2.000 a78.760. E’ meglio “salvaguarda-re” l’interesse degli avventorimaleducati e degli esercizi chenon rispettano le normative oquelli dei residenti che alla mat-tina si alzano per andare a lavo-rare e “far girare l’economia”? Oquelli delle persone anziane am-malate o delle famiglie conbambini che non riescono a dor-mire? Senza considerare che latutela della salute è sancita dal-la nostra Costituzione.

Prendiamo un altro esempio.La metropoli di Milano e il suocentro storico. Presenta caratte-ristiche simili a quello di Como.Avete mai provato a passeggiaredi notte tra Piazza della Scala ePiazza Duomo? Il silenzio regnae i locali aperti frequentati daresidenti e turisti sono tranquil-li. La “movida” è concentrata inalcune zone come Corso Como ei Navigli (oggetto di attenzioneda parte dell’amministrazionepubblica e delle lamentele deiresidenti). E i residenti di quellezone, come a Como, si stannomobilitando per fare rispettare iloro diritti. Eppure Milano è tu-ristica a pieno titolo. E la stessasituazione si presenta a Romadove i residenti stanno adottan-do una “class action” per tutela-re i loro diritti.

Sono convinto che la questione“città turistica” non si debba af-frontare in questo modo e so-prattutto che si tratta di un“argomento””serio” che, cometale, non può essere strumenta-lizzato per distogliere l’attenzio-ne dal fare rispettare le norme ei regolamenti a tutti coloro chenon le rispettano.

DANIELE BRUNATICoordinatore generale

Consorzio Como Turistica

annuncio che l’arcipretedon Francesco Sacco-mani ha dato alla Co-munita parrocchiale ap-pena dopo le feste nata-

lizie che entro marzo Dongoavrebbe accolto ed ospitato l’ur-na con le reliquie di Santa Tere-sa di Gesù Bambino ha suscita-to un vasto consenso che ha ol-trepassato i confini della parroc-chia. E dal 1996 che questa“peregrinatio” percorre tutta lanazione e tutti eravamo ansiosidi partecipare a questo avveni-mento ‘sacro’ così straordinarioproprio qui, a casa nostra!

Mercoledì 17 marzo attorno alConvento Francescano tutto eratransennato per accogliere le“sue” reliquie ed il santuario del-la Madonna delle Lacrime stra-colmo di fedeli per la solenneEucaristia. Un fragoroso applau-so, istintivo della devozione popo-lare, ha fatto da ala al suo ingres-so fino all’altare, mentre si al-zavano le braccia in un segno disaluto e di gioia.

Padre Illuminato Colombo,vicario del Convento, ha dato il‘benvenuto’ alla Santa, ringra-ziando san Francesco per averescelto il Santuario come primatappa di questa eccezionale av-ventura itinerante della santacarmelitana. E l’omelia di padreAntonio Sangalli - carmelitano -è stata una ulteriore scoperta perconoscere nell’intimo la vita digrazia di santa Teresa. Ha abbi-nato la presenza della Santa nelsantuario della Madonna in unconvento francescano, lei che eracosì devota alla Madre di Dio e a

san Francesco e che in viaggioverso Roma per l’incontro con ilPapa, ha chiesto prima allaPorziuncola - Santa Maria degliAngeli - poi al Santo di Assisi sul-la sua tomba il loro aiuto per ilsogno che voleva realizzare:quello di entrare nel Carmelo efarsi suora. Padre Antonio guar-dando i due altari laterali - laCrocifissione e l’Ultima Cena - liha abbinati alla vita della Santa,tutta incentrata sul mistero del-la Croce e facendo dell’Eucaristiail suo nutrimento quotidiano. Eda ultimo una sua scoperta per-sonale quando ha detto: “Dongonon è forse gemellata con Arro-manches? Ebbene santa Teresa ènormanna e Lisieux dista solouna cinquantina di chilometri datale località per cui doppiamen-te vicini anche per una visita”.

Poi alle 20,30 la solenne pro-cessione dal Santuario alla chie-sa parrocchiale di santo Stefanoper la veglia notturna, mai inter-rotta fino al mattino di giovedì 18marzo con la S. Messa delle 6,30,poi a scadenza le Lodi, la visitacon la preghiera dei bambini del-le Scuole dell’Infanzia, la solenneconcelebrazione Eucaristica pre-sieduta da mons. Franco Festo-razzi - arcivescovo emerito diAncona - assistito dai sacerdotidelle Zone Tre Pievi e Tremez-zina, veglia poi proseguita fino alpomeriggio con la presenza deiragazzi del catechismo, con lavisita dei malati (Unitalsi) ed iVespri solenni delle ore 18 con ilsaluto finale dell’urna e l’inter-minabile applauso dei presenti ecosì come le campane di santo

Stefano avevano accol-to trionfalmente l’arri-vo dell’urna in mezzo anoi, ora ancora a lungoe quasi resistendo allapartenza hanno suona-to a distesa questo di-stacco che sa tutto diun arrivederci in quan-to padre Antonio, con-fratello di Santa Tere-sa, commosso per tan-ta grandiosa ed intimaaccoglienza, ci ha fattouna promessa: quelladi ritornare da noi conle reliquie dei beati ge-nitori di santa Teresa:Luigi e Zelia Martin.

Questo è un vero‘gemellaggio sacro’ e cipare di sentire sanFrancesco dire al fidofrate Leone: ‘Scrivi: quiè perfetta letizia!”

Nel frattempo fac-ciamo nostri alcuniscritti di santa Teresadi Gesù Bambino delVolto Santo: “Passerò ilmio cielo a fare delbene sulla terra... Sonovenuta per salvare leanime e soprattuttoper pregare per i sacer-doti... Conto di non re-stare inattiva in Cielo.Il mio desiderio è di la-vorare ancora per laChiesa e per le anime.Chiedo al buon Dio esono certa che mi esau-dirà”.

GIANNI MORALLI

LA «PEREGRINATIO» A DONGOS. TERESA DI GESÙ BAMBINO TRA NOI

L’

E LA PEDOFILIA DEGLI INQUISITORI?Con il pretesto di qualche prete pedofilo, la Chiesa cattolica sta subendouno dei molti attacchi previsti dal suo fondatore Gesù Cristo. Persecuzioneda routine quotidiana dunque, nulla di nuovo sotto il sole: le forze delletenebre fanno il loro mestiere. Ciò che invece bisogna sapere circa gli in-quisitori laicisti del terzo millennio, è che la pratica della pedofilia è predi-cata ed auspicata dai loro stessi referenti culturali. Per fare solo alcuniesempi in ordine sparso temporale, Rousseau, il profeta dell’educazionerelativista e illuminista si comprò per pochi franchi una bambina di diecianni per allietare sessualmente le sue serate. Dacia Maraini, sulla scia deifilosofi illuministi che praticavano sesso con i lori figli, sostenne che l’ince-sto è una pratica naturale. Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, MichelFoucault, Jack Lang, futuro ministro francese, firmarono una petizione incui si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali coi minori. DanielCohn-Bendit, capogruppo dei Verdi a Bruxelles, raccontò addirittura di averesperimentato e favorito la pedofilia e il sesso coi minori a scuola, comeinsegnante. Aldo Busi ha spiegato che l’età per rapporti omosessuali chelui ritiene lecita è a partire dai tredici anni, in quanto a questa età unragazzo, secondo lui, sarebbe adulto, e libero di decidere di avere rapporticon un altro uomo. Nichi Vendola, governatore della Puglia, in una intervi-sta del 1985 a Repubblica affermava: “Non è facile affrontare un tema comequello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere unaloro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne conchi la sessualità l’ha vista sempre in funzione della famiglia”. I radicalihanno organizzato il 27 ottobre 1998 un convegno, nelle aule del Senato, lacui presentazione recitava: “Essere pedofili non può essere considerato unreato; la pedofilia diventa reato nel momento in cui danneggia altre perso-ne”. Come dire che la pedofilia è lecita purché il bambino sia consenzientee la legge lo permetta. L’internazionale dei Gay e delle lesbiche (ILGA) hacollaborato politicamente e culturalmente con i pedofili americani(NAMBLA: North American Man-Boy Lovers Association) per dieci anni,prima di separarsi da questo movimento. Il filosofo omosessuale MarioMieli sosteneva la funzione redentiva della pedofilia. Nelle sue opere (con-siderate la bibbia dei gay) vengono considerate esperienze redentive dapromuovere, oltre la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia. Le associazioniomosessualiste (COC) fondate da Jef Last (pedofilo omosessuale e amico diAndré Gide) nei Paesi Bassi hanno voluto e ottenuto la depenalizzazionedei contatti sessuali con giovanetti al di sopra dei 12 anni. Nel 1990, infat-ti, erano stati depenalizzati, nei Paesi Bassi, i contatti sessuali (etero eorno) con individui sopra i 12 anni: la condizione era il consenso del giova-ne o della giovane e il nulla osta dei genitori. E’ pur vero come disseRatzinger da cardinale, che nella Chiesa c’è ancora tanta spazzatura, ma èaltrettanto vero, che dall’altra parte (quella inquisitoria laicista) c’è unadiscarica di colossali dimensioni.

GIANNI TUFFALI - Verona

Lei riporta dati sconcertanti sulla immensa discarica del mondo. Iopenso che, comunque, papa Benedetto XVI faccia bene ad esserepreoccupato della sua, della nostra... spazzatura.

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Direttore responsabile: AAAAAGOSTINOGOSTINOGOSTINOGOSTINOGOSTINO C C C C CLERICILERICILERICILERICILERICI

Editrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.rEditrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.rEditrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.rEditrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.rEditrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.r.l..l..l..l..l. SedeSedeSedeSedeSede (direzione, redazione e amministrazione):V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como. TTTTTELEFONOELEFONOELEFONOELEFONOELEFONO 031-26.35.33031-26.35.33031-26.35.33031-26.35.33031-26.35.33FFFFFAXAXAXAXAX R R R R REDAZIONEEDAZIONEEDAZIONEEDAZIONEEDAZIONE 031-30.00.33 031-30.00.33 031-30.00.33 031-30.00.33 031-30.00.33 F F F F FAXAXAXAXAX S S S S SEGRETERIAEGRETERIAEGRETERIAEGRETERIAEGRETERIA 031-31.09.325 031-31.09.325 031-31.09.325 031-31.09.325 031-31.09.325E-E-E-E-E-MAILMAILMAILMAILMAIL::::: [email protected] conto corrente postale n. 20059226 [email protected] conto corrente postale n. 20059226 [email protected] conto corrente postale n. 20059226 [email protected] conto corrente postale n. 20059226 [email protected] conto corrente postale n. 20059226intestato aintestato aintestato aintestato aintestato a: Il Settimanale della Diocesi di Como Redazione di Sondrio: Redazione di Sondrio: Redazione di Sondrio: Redazione di Sondrio: Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio.TTTTTELEFONOELEFONOELEFONOELEFONOELEFONO EEEEE F F F F FAXAXAXAXAX: 0342-21.00.43 : 0342-21.00.43 : 0342-21.00.43 : 0342-21.00.43 : 0342-21.00.43 E.M E.M E.M E.M E.MAILAILAILAILAIL: [email protected]: [email protected]: [email protected]: [email protected]: [email protected]: A. G. Bellavite S.rStampa: A. G. Bellavite S.rStampa: A. G. Bellavite S.rStampa: A. G. Bellavite S.rStampa: A. G. Bellavite S.r.l. - Missaglia (Lc).l. - Missaglia (Lc).l. - Missaglia (Lc).l. - Missaglia (Lc).l. - Missaglia (Lc)Registrazione TRegistrazione TRegistrazione TRegistrazione TRegistrazione Tribunale di Como ribunale di Como ribunale di Como ribunale di Como ribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976Pubblicità:Pubblicità:Pubblicità:Pubblicità:Pubblicità:La PrLa PrLa PrLa PrLa Provincia Essepiemme Pubblicità ovincia Essepiemme Pubblicità ovincia Essepiemme Pubblicità ovincia Essepiemme Pubblicità ovincia Essepiemme Pubblicità Via Pasquale Paoli, 2122100 Como - telefono: 031-58.22.11 fax: 031-52.64.50telefono: 031-58.22.11 fax: 031-52.64.50telefono: 031-58.22.11 fax: 031-52.64.50telefono: 031-58.22.11 fax: 031-52.64.50telefono: 031-58.22.11 fax: 031-52.64.50tariffe: euro 31 a modulo commercialePrezzo abbonamenti 2010:Prezzo abbonamenti 2010:Prezzo abbonamenti 2010:Prezzo abbonamenti 2010:Prezzo abbonamenti 2010: Annuale euro 50Europeo ed extraeuropeo euro 50 più spese postaliLa testata Il settimanale della diocesi di Como fruisce deicontributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.

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a parrocchia è sortacome un mezzo per unarisposta globale e per-sonalizzata a coloro chevivono nel territorio, vi-

sti come interlocutori, non solodestinatari di una formazionecristiana e umana, per una vita

LUN PRETE PER AMICO (40)

PARROCCHIA, NON MENSA PRIVILEGIATA!dinamica, non predeterminata,non standardizzata.

E la comunità non è impove-rita solo da chi non va affattoall’assemblea, ma anche da co-loro che, rifuggendo dalla men-sa comune, aspirano a sedersi auna mensa privilegiata e più ric-

ca. Non sembrano infatti somi-gliare a quei cristiani di Corintoche rifiutavano di mettere incomune il ricco pasto con i piùpoveri?

mons. AUGUSTO PEDUZZI

PAROLE, PAROLE, PAROLE (60)

PeccatoDal latino peccatum, participio passato del verbo “peccare”,sostantivato. A sua volta il verbo deriva dal latino arcaicopeccus, che risulta da pes-pedis (piede) seguito dal suffisso-cus, che indica una malformazione, un difetto di andatura,una caduta.Nell’etica latina pre-cristiana aveva lo stesso significato di “azio-ne immorale” che ha nell’etica cristiana, la quale, però, lo hacaricato del più profondo significato di “offesa a Dio”, non soloperché “legislatore”, ma anche perché “padre buono”.I fatti di questi giorni riguardanti i “peccati” compiuti da pre-ti, religiosi e vescovi in Irlanda ed in Germania (e altrove),nelle parole del Papa sono un fortissimo richiamo alla ne-cessità di recuperare il pieno senso del peccato ,oscurato nellacultura contemporanea. Anzi, abolito almeno dal Machiavellifino al culmine del pensiero nihilista di Nietzsche: “Al di làdel bene e del male” significa proprio negazione definitiva diogni etica che distingua il bene dal male.Purtroppo il “male” (o forse è meglio dire “il maligno”) è pe-netrato largamente anche nella condotta e, peggio ancora,nella teologia deviante. Tanto che il “Padre buono” viene ri-dotto a “bonaccione” fino a farlo scomparire nel ridicolo.La sapienza della nostra gente da secoli si esprime (in dialet-to): “Il Signore è buono ma non è un “bombone” (biscotto,dolcetto)”. L’avversario è sempre il maligno, che oggi si espri-me soprattutto con l’estremo individualismo materialista deinihilisti alla Nietzsche e infetta anche il mondo dei credenti,con il “fumo di Satana (Paolo VI). L’antidoto è il pentimento,che invoca il perdono concesso da Gesù alla adultera pentita.

ATTILIO SANGIANI

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