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1 Viaggio negli studios di Cinecittà Di Denise Casalini, Paola Sallustio, Raquel Goncales Il giorno 20 aprile siamo stati agli studios di Cinecittà con tutte le seconde. Quando è arrivata la guida ci ha portati davanti al più grande teatro di posa d'Europa il teatro intitolato al famosissimo regista Federico Fellini che ha vinto molti Oscar. In seguito siamo andati a vedere le scenografie romane e quelle egizie. Li abbiamo visto la suburra cioè un quartiere dove il popolo romano viveva in condizioni miserabili ,quartiere malfamato teatro di crimini e immortalità. Dopo la guida ci ha spiegato che i materiali con cui sono costruiti i set sono : vetro resina,geni e polistirolo che possono durare anche per 15-16 anni. Quando la guida ci ha lasciati noi siamo andati a fare una piccola merenda e li al bar abbiamo incontrato un attore famoso che ha recitato in molti film come protagonista: Nicolas Vaporidis . Con la nostra classe siamo andati a visitare il set di " un medico in famiglia" dentro il quale come dei bambini ci siamo messi a giocare a nascondino .......questa è stata la parte più divertente della gita! La gita è stata fantastica speriamo di tornarci! Denise Casalini, Paola Sallustio, Raquel Goncales 2A Scuola media Duca d’Aosta IERI,OGGI E DOMANI Numero 18 Un giornale scolastico creato e realizzato dagli studenti dello I.C. Marcello Mastroianni di Roma aprile 2016

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Viaggionegli studios di CinecittàDi Denise Casalini, Paola Sallustio, Raquel Goncales

Il giorno 20 aprile siamo stati agli studios  di Cinecittà con

tutte le seconde. Quando è arrivata la guida ci ha portati  

davanti al più grande teatro di posa d'Europa il teatro intitolato

al famosissimo regista Federico Fellini che ha vinto molti Oscar.

In seguito siamo andati a vedere le scenografie romane e quelle

egizie. Li abbiamo visto la suburra cioè un quartiere dove il

popolo romano viveva in condizioni miserabili ,quartiere

malfamato teatro di crimini e immortalità. Dopo la guida ci ha

spiegato che i materiali con cui

sono costruiti i set sono : vetro resina,geni e polistirolo che

possono durare anche per 15-16 anni.  Quando la guida ci ha

lasciati noi siamo andati a fare una piccola merenda e li al bar

abbiamo incontrato un attore famoso che ha recitato in molti

film come protagonista: Nicolas  Vaporidis . Con la nostra classe

siamo andati a visitare il set  di " un medico in famiglia" dentro il  

quale come dei bambini ci siamo messi a giocare a

nascondino .......questa è stata la parte più divertente della gita! 

La gita è stata fantastica speriamo di tornarci!

Denise Casalini, Paola Sallustio, Raquel Goncales 2A Scuola media Duca d’Aosta

IERI,OGGI E DOMANI

Numero 18Un giornale scolastico creato e realizzato dagli studenti dello I.C. Marcello Mastroianni di Roma

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Cinecittàla fabbrica dei sogniDi Lucia Albanesi, Paulene Fetalvero, Gianmarco Moschino

Cinecittà è stata costruita il 28 aprile 1937 per volere di Mussolini. Gli studi coprono oltre 40 ettari di terreno occupati da teatri, piscine e set utilizzati per vari film.  Il set più recente è stato utilizzato per filmare Il Messia, ambientato a Gerusalemme. Gli studi sono oltre 20, di cui il famoso teatro 5 che è il più grande teatro degli studi, dove all'interno vengono girati spot pubblicitari, scene di film acquatiche che vengono girate in una piscina all'interno del teatro e scene in ambienti chiusi. Era il teatro preferito da Fellini, tanto da allestire lì la camera ardente quando morì. All'interno degli studi si trova una piscina profonda 2 metri e lunga 50 metri. Il film più recente che è stato girato è Everest, per questo film hanno utilizzato la piscina, ricreando l'ambiente naturale, usando anche i green screen, questa location è stata la più bella perché da una piscina e un muro sono riusciti a ricreare la stessa scena presente nella realtà e si ha la sensazione di stare veramente sul monte. All'interno degli studi si trovano anche laboratori per costumisti, scenografi e doppiatori e sale per il montaggio. Questa uscita è stata importante e molto interessante perché ogni cosa che abbiamo visto ci ha incuriosito a tal punto da non riuscire a c o n t e n e r c i c o n l e d o m a n d e . L’ambientazione è ricca di verde e ti trasmette una sensazione di serenità e gioia. Ogni luogo in cui si gira un film da nuove sensazioni, tutte diverse. Per alcuni di noi, i ballerini di professione, vedere i l teatro cinque è stato entusiasmante, abbiamo pensato: "Che bello, è immenso, ci potremmo ballare e avere tut to lo spazio a nostra disposizione". Questa gita è stata molto intrigante e fantastica e ci ha insegnato tante cose. La consigliamo vivamente a tutti perché resteranno sbalorditi.

Lucia Albanesi, Paulene Fetalvero, Gianmarco Moschino 2C Scuola media Duca d’Aosta

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Il giorno 12 Aprile la nostra classe (II B) è andata all’istituto Sant’Alessio per i non vedenti. L'Istituto fu fondato nel 1868 per opera di alcuni privati cittadini e su iniziativa di Papa Pio IX. L'Istituto venne fondato per il ricovero e per l’educazione dei ragazzi ciechi dello Stato Pontificio e costituì la prima scuola per non vedenti, dove i ragazzi ricevevano un’attenta preparazione musicale e letteraria con il metodo Braille. L’organizzatore del Progetto Illuminazioni, Salvatore Vaccaro, anche lui non vedente, era già venuto da noi a scuola qualche giorno prima per parlarci un po’ di questa idea di far vivere un'esperienza al buio totale ai vedenti; aveva detto che ci avrebbero portato in una stanza completamente buia per qualche ora per farci provare l’assenza della vista e quindi farci capire come dovremmo sviluppare di più gli altri 4 sensi. Ci aveva anche accennato a tutte le attività che avremmo fatto all’interno della sala ed ,infine , su nostre

domande ci ha raccontato la sua storia, facendoci scoprire subito la sua personalità e quindi che è un uomo simpatico, molto allegro e che adora le battutine; è però anche molto coraggioso per aver sostenuto molte sfide ,fra cui quella di aver lasciato la sua famiglia a 11 anni per trasferirsi al Sant’ Alessio dalla Calabria. Ha raccontato tutte le opportunità che hanno i ciechi di percepire le esperienze e di come sono cambiate dalla sua nascita fino a oggi. Abbiamo parlato, per esempio, della grande differenza tra ascoltare e leggere,della differenza fra la lettura con sintesi vocale e con testo in Braille e tutti ci siamo trovati d’accordo nel dire che leggere è sempre meglio che ascoltare, perché ci dà la possibilità di interpretare il testo che stiamo leggendo e di immaginarlo a nostro piacimento.

IluminazioniUn’esperienza al buio come i non vedentiElena Serio, Luca Barbangelo, Emilia Fares, Gioia De Vitis 2B

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Un altro argomento interessante è s t a to l a ch iu sura de l l e s cuo l e esclusivamente per disabili: anche su questo punto, ci siamo trovati d’accordo sul fatto che la scelta sia stata più che azzeccata. Se, fin da bambini, ci si abitua a vivere solo fra ragazzi con la stessa problematica, anche da adulti si cercherà questo, che nella vita non è mai positivo. L'integrazione è uno scambio reciproco. Tutto questo lo dobbiamo in parte ad Emilia, la nostra compagna non vedente; infatti loro del Sant'Alessio sono soliti presentare questa esper ienza del Proget to Illuminazioni a bambini della scuola elementare, ma per noi hanno fatto un’eccezione. Dopo un lungo tempo in autobus e camminate, siamo finalmente arrivati a destinazione. Appena entrati ci hanno accolti con grande entusiasmo, ci hanno condotti in una grande sala con delle sedie poste circolarmente e si sono raccomandati di toglierci tutte le cose luminose che avevamo o che potevano far luce al buio, altrimenti avremmo rovinato l’esperienza. Dopo aver fatto merenda e osservato i quadri particolari dipinti dai non vedenti, ci siamo divisi per gruppi da 7 (6 alunni e 1 professoressa) e ci siamo avviati in fila indiana in un corridoio poco illuminato proprio per farci pian piano abituare al buio, abbiamo atteso il nostro turno e alla fine abbiamo varcato le due tende rosse. Salvatore ci ha subito presentato la nostra collaboratrice: Simona, anche lei non vedente, che prendendoci la mano ce l’ha appoggiata su un corrimano che dovevamo seguire e ci ha guidato ad un tavolo con delle sedie per farci accomodare uno ad uno. Ogni tavolo aveva il proprio aiutante non vedente (monitor). Devo dire che all’inizio ci sentivamo un po’ a disagio, non sapevamo dove erano i nostri amici, ma con un po’ di pazienza li abbiamo ritrovati tutti capendo la composizione del tavolo. Come prima prova, per sviluppare il tatto, Simona ha dato ad ognuno di noi, in modo sparso, dei pezzi di una matriosca scomposta che completamente al buio dovevamo ricostruire col tatto. Con mia grande sorpresa è stato più facile del previsto, tant’è che siamo stati il primo gruppo a terminare! La seconda prova riguardava l’olfatto, infatti dovevamo capire che cosa contenevano i sacchettini che ci faceva odorare Simona: uno conteneva la salvia, un altro il rosmarino e l’ultimo

il basilico, cose semplicissime da indovinare. Una delle cose che ci ha fatto più piacere è stato che, fino a questi due esercizi, i nostri insegnanti sono stati alla pari con noi, quindi hanno tentato di aiutarci al meglio. Ci è piaciuto questo gioco di squadra con i nostri professori, che ad essere sinceri, non si verifica spesso. La terza prova, r i guardante l ’ud i to, cons i s t eva nell’ascoltare degli spezzoni di film o cartoni e immaginare anche la scena del rispettivo spezzone, il primo era da "Kung fu panda "e gli altri 4 ascolti erano tratti da " Harry Potter". E infine l’ultima prova, anche se non la chiameremmo proprio una prova ,ma più un divertimento, quella di mangiare al buio delle cose e cercare di capire cosa fossero: grissini, un succo e dei biscotti. Dopo aver finito tutte le “sfide”, i collaboratori hanno dato alle professoresse una candela per ogni gruppo, da accendere solo quando Salvatore avrebbe fatto il conto alla rovescia e quindi 3, 2, 1…. abbiamo acceso la nostra candela. Tutto intorno a noi si è illuminato, di poco, ma si vedeva perfettamente; la sala era abbastanza grande, con tanti tavoli circolari. Ci siamo poi confrontati su tutto quello che avevamo fatto, sulle prove che ci erano piaciute di più, che scene erano quelle sentite durante la terza prova, se ci era piaciuta questa esperienza e perché. La prova che abbiamo gradito di più è stata quella di ricomporre la matriosca perché ci ha fatto comprendere quanto è difficile per i non vedenti prendere una cosa o soltanto capire che forma può avere. Mentre per gli odori ci è piaciuto il fatto che abbiamo potuto riconoscere delle piante pur non vedendole, ma toccando solo le foglie e odorandole. Dopo aver fatto parlare qualche nostro compagno, Salvatore ha voluto che intervenissero anche le professoresse ed infine gli aiutanti di ogni gruppo. Ovviamente nessuno aveva v i s to i l propr io collaboratore e quindi bisognava indovinare chi fosse. Per ultima cosa, prima di salutarci abbiamo fatto una bella foto di gruppo tutti insieme per i m m o r t a l a r e q u e l m o m e n t o . Rifaremmo tutti sicuramente questa e s p e r i e n z a ; a b b i a m o p o t u t o immaginare per qualche momento un mondo a noi sconosciuto, è stato veramente fantastico, divertente, ma soprattutto un momento di crescita per tutti noi! Quest’occasione è stata a dir

poco stupenda, sotto ogni aspetto. Infatti ,oltre ad aver compreso di più il valore dell’udito, dell’olfatto, del tatto e del gusto, ne siamo usciti sicuramente più ricchi, più comprensivi e più attenti e tutto ciò è successo divertendoci “da matti”. Ci è molto piaciuta anche la collaborazione del gruppo stesso, dove le professoresse non hanno svolto il ruolo da “leader”, ma il contrario. Inizialmente, a dir la verità, una volta entrat i in quel la sa la buia , lo smarrimento, anzi la paura era tanta perché ovviamente l’abitudine al buio non c’era e quindi ci siamo trovati un po’ spaesati da quella situazione; ma, pian piano, tutto è diventato più familiare grazie alla volontà di farcela ed al fatto che eravamo un gruppo dove ci si aiutava divertendoci. Tante sono state le risate ed altrettante le emozioni, ma anche le riflessioni su quello che abbiamo vissuto. Concluderemmo ringraziando non solo Salvatore e l’istituto in sé per le attività che svolge, ma anche la nostra amica Emilia, senza la quale non avremmo vissuto tutto ciò e grazie alla quale siamo diventati più r i fl e s s i v i e m e n o s u p e r fi c i a l i . L’esperienza è stata istruttiva e profonda perché ci siamo abbandonati completamente alle sensazioni senza farci distrarre dalle immagini. Abbiamo percepito la stanza dove ci trovavamo al buio più grande di quella che era in realtà, ma ci siamo concentrati di più a percepire la realtà.. Tutto questo nella vita di tutti i giorni non accade perché siamo bombardati da milioni di immagini che ci disturbano , molte volte allontanandoci dalla vera essenza delle cose. Abbiamo capito che le persone non vedenti riescono ad utilizzare in modo più completo gli altri sensi e a vivere pienamente la vita. La nostra impressione finale sul progetto è assolutamente positiva per vari motivi: il primo è che ci sono piaciute le attività svolte e l’impegno con cui tutti le hanno eseguite, il secondo è che, finalmente, siamo stati tutti alla pari, tutti, in un certo senso, non vedenti; il terzo è che, come al solito, ci sono piaciuti i nostri compagni, sia di tavolo che non, perché hanno mostrato uno spirito incredibile nello svolgere questi giochi. Infine, vogliamo ringraziare gli insegnanti, che si sono divertiti quanto noi e che, come dicevamo, si sono messi alla pari con noi, cercando loro per primi di aiutarci nelle attività. Il nostro desiderio è che un’esperienza del genere possano farla

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tanti altri ragazzi perché crediamo che soltanto facendo l’esperienza sul campo si possano capire le difficoltà che ogni giorno le persone disabili devono affrontare e superare.

Elena Serio, Luca Barbangelo, Emilia Fares, Gioia De Vitis 2B Scuola media Duca d’Aosta

Il BrailleGrazie Emilia!Di Gioia De Vitis 2B

Ciao a tutti! Sono Gioia, frequento la classe seconda media presso l’Istituto Comprensivo "Marcello Mastroianni" ed oggi vi parlerò del Braille. Già, il Braille; una scrittura dalle mille particolarità, utilità e dalle infinite bellezze. Partiamo dal fatto che questa scrittura è stata creata appositamente per non vedenti, ipovedenti e sordo ciechi, per aiutarli il più possibile ad interagire con il mondo esterno, o almeno, questo è ciò che penso io … Ma ora parliamo delle sue origini . Tutto ebbe inizio da un solo nome: Louis Braille, un giovane ragazzo francese,figlio di un ciabattino. Louis, all’ età di circa tre anni, attratto dal mestiere del padre ed intento a copiare quest’ ultimo ebbe, purtroppo, un grave infortunio mentre stava utilizzando un semplice “punteruol ” (un arnese molto sottile utilizzato per fare i buchi nel cuoio); una conseguente infezione gli fece perdere la vista definitivamente. Tutto ciò accadde nella prima metà del XIX secolo. Ci siamo informati in classe su questo personaggio, leggendo un libro di narrativa dal titolo “ L.Braille. Il ragazzo che leggeva con le dita. “. Nonostante ciò, Louis non si scoraggiò, anzi, ciò fu una vera e propria occasione per percepire il Mondo in un nuovo modo.Infatti , la vita del ragazzo fu completa, bella e felice. Frequentò una scuola apposita per i non vedenti dove, però, vi era una durissima disciplina, ma, il ragazzo non si lasciò prendere dalla tristezza. Dopo av e r s a p u t o c h e u n c a p i t a n o del l ’eserc i to napoleonico aveva inventato un sistema per permettere ai soldati in trincea di comunicare anche al buio, elaborò il Braille, un sistema di scrittura a rilievo formato da sei punti, impressi su fogli di carta spessi e che

vengono letti con i polpastrelli. Finalmente voluminosi, costosi e rari libri lasciarono il posto a questa rivoluzionaria invenzione destinata a cambiare il futuro di numerose persone. Questi caratteri possono essere riprodotti con una macchina detta “ Dattilo-Braille “, formata da sei tasti che imprimono punti sulla carta e, grazie ad essa, il non vedente è in grado di sentire subito con i polpastrelli ciò che scrive. Il sistema Braille viene usato anche in informatica. L’ ultima curiosità che vorrei aggiungere è che, nel 2003, è stato fondato il cosiddetto “Club Italiano del Braille”, con lo scopo di promuovere e diffondere questo sistema di scrittura di cui ho parlato; e, ogni anno, precisamente il 21 Febbraio, si celebra la Giornata Nazionale del Braille. Parliamo di questo argomento perché io, la mia classe ed i professori abbiamo avuto il privilegio, anzi, la fortuna di aver conosciuto una ragazza intelligente, matura, ironica e gentile, insomma, in poche parole, una ragazza unica e speciale: Emilia. Con lei, conosciuta in prima media, ci stiamo tutt’ ora divertendo da matti e, tra una risata e l’altra, tutti quanti nel nostro piccolo, siamo cresciuti come persone. Grazie a questa nostra compagna abbiamo imparato molto, a partire da questo stesso lavoro che sto scrivendo, i n somma abb iamo impara to a conoscere, ad incuriosirci del suo mondo e, soprattutto, ad apprezzare anche la più piccola cosa; per questo penso che l’ aver conosciuto una persona come lei sia stata una vera e propria fortuna. Documentandomi su Internet ho trovato una frase di un giornalista statunitense, Jim Fiebig, che mi ha colpito molto: “C’è una cosa magnifica nel leggere il Braille che i vedenti non proveranno mai: toccare le parole e sentire che ti toccano a loro volta”. Ecco, forse queste belle emozioni hanno contribuito a rendere Emilia una persona bella e forte. Anche grazie ad Emilia, il 13 Febbraio 2015 la mia classe si è recata in Campidoglio per assistere al Convegno “Grazie Braille “durante il quale Emilia è stata premiata perché si è contraddistinta nella velocità di lettura in questo tipo di scr i t tura . I l Convegno è s tato i n t e r e s s a n t e , e r a n o p r e s e n t i rappresentanti di varie associazioni per i diritti dei non vedenti e alcune cariche istituzionali. Che dire? E’ stata una bella esperienza e, a dir la verità, ci

siamo anche divertiti! Appena abbiamo sentito il nome della nostra compagna, la quale doveva alzarsi, dire la sua opinione e proporre dei miglioramenti, c’è stato un vero e proprio “ boato “ e urlando “ Brava Emilia, forza Emilia ! “, abbiamo avuto la certezza di essere più uniti che mai. Quella giornata ci ha senza dubbio dato un messaggio positivo per affrontare la vita ed andare avanti anche quando ci sono delle difficoltà; l’importante è non essere soli ad affrontarle. Abbiamo capito che pian piano si è passati dai registratori vocali ai sintetizzatori per la voce, agli audio libri; sono stati studiati utilissimi programmi per computer e tastiere Braille, degli Smartphone intelligenti e una specie di anello che, se fatto scorrere sui libri, è in grado di leggerli, tutti strumenti,però, ancora costosissimi e che si aggiornano continuamente ,ma spero che presto possano essere alla portata di tutti. Infatti, la nostra compagna è passata dall’ utilizzo della Dattilo-Braille all’ uso del Pc per quasi tutte le discipline (salvo tecnologia pratica, disegno artistico, geometria), in questo modo vediamo che il suo lavoro è diventato più rapido; è più facile eseguire verifiche e compiti sia a casa che in classe, meno faticoso portare a scuola i suoi lavori (prima portava tonnellate di quaderni e di libroni: ora semplici pen drive !) La constatazione che facciamo è che, senza la barra Braille applicata al Pc, non potrebbe avvenire niente di tutto ciò … e quindi ringraziamo Braille che le dà ogni momento la possibilità di cominciare e di poter leggere, studiare, con i propri tempi. Grazie ai cellulari dotati di s i n t e s i vo c a l i , è p i ù s e m p l i c e comunicare con e-mail o scambiarci al pomeriggio delle semplici battute. Sicuramente Emilia usa la tecnologia in modo più consapevole di noi, capisce bene la procedura. Allora possiamo dire che Braille + tecnologia = mix perfetto per aiutare i non vedenti. La scrittura a puntini in rilievo, rende tutti i disabili visivi uguali, senza distinzioni di paese, di cultura e di classi sociali. Un non vedente può essere italiano o pakistano, ebreo o cristiano, benestante o disagiato, davanti al Braille, tante persone diverse formano un popolo con tante culture e modi di vita differenti, ma che sono uguali per l’unico grande motivo di essere felici grazie proprio al Braille. Come abbiamo visto, è vero che la tecnologia rende la vita più semplice,

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ma imparare la scrittura Braille ha un’importanza fondamentale per consentire lo sviluppo corretto delle capacità intellettive. Fin da bambini impariamo ad avere un rapporto diretto con la carta e la penna, ci abituiamo a sentirli parte di noi. Nello stesso modo, le persone non vedenti hanno un rapporto diretto con le pagine scritte in Brai l le, che leggono scorrendo velocemente le dita sul foglio come Emilia, che mi ha impressionata per la sua bravura e assoluta padronanza la prima volta che l’ho sentita leggere. La scrittura e la lettura rendono liberi e, quindi, irrinunciabile per tutti, nessuno escluso. Dai tempi di Louis Braille si è fatto molto, ma credo che si possa fare ancora di più affinchè la realtà dei non vedenti sia uguale a quella di tutti gli altri. Infatti, sono dell’opinione che alla tecnologia debba unirsi anche il rispetto di noi cittadini e la buona volontà di chi ci governa. Per esempio, sarebbe bello se anche i ristoranti avessero i menù scritti in Braille, se sulle confezioni dei prodotti che consumiamo, potessero leggere le etichette in Braille, se le f e r m a t e d e g l i a u t o b u s , d e l l e metropolitane e dei treni fossero tutte dotate di dispositivi per consentire loro di muoversi in completa autonomia. Tutti dovremmo collaborare per abbattere le barriere, divulgare le giuste informazioni, dunque, è importante sostenere tutte quelle associazioni che ogni giorno riescono ad ottenere dei diritti e a sostenere, con i soldi raccolti, i ricercatori che si dedicano alla scoperta di nuove tecnologie, affinchè, la nostra società diventi la società dell’inclusione e non dell’esclusione. Per finire questo discorso, vorrei ringraziare di cuore Emilia, che, grazie alla sua solarità e alla sua allegria , ogni giorno, ci regala un sorriso e ci fa apprezzare la vita!

Gioia De Vitis 2B Scuola media Duca d’Aosta

L’ intervistaSul referendum per le trivelleDi Denise Casalini e Paola Sallustio 2A

C O S A N E P E N S I D E L L E TRIVELLE?Io penso che siano giuste perché l'Italia può tranne profitto economicamente.

COSA POSSIAMO FARE NOI NEL NOSTRO PICCOLO?Possiamo risparmiare quando ne è possibile e nel miglior modo perché in Italia abbiamo le risorse e dobbiamo attuare la politica del risparmio.FABIO ROSSI 3B

CHE COSA NE PENSA DELLE TRIVELLE?Io penso che le trivelle non debbano agire intensamente perché distruggono l'ecosistema marino e le coste.

COSA POSSIAMO FARE NOI NEL NOSTRO PICCOLO?Possiamo impedire le trivelle facendo manifestazioni pacifiche per difendere i diritti degli abilitati del mondo. LAURA IASMIM ROCHA SILVA 3B

C O S A N E P E N S A D E L L E TRIVELLE?Secondo me potrebbero essere utili però bisognerebbe impegnarsi a trovare un mezzo in grado di non danneggiare l'equilibrio della natura,e che abbia le stesse potenzialità delle trivelle. RAQUEL DAS NEVES 2A

COSA POSSIAMO FARE NOI NEL NOSTRO PICCOLO?Quando andiamo in spiaggia non bisogna sporcare e inquinare il mare per preservare l'ambiente.ANOUSH MATTIELLO 2A

C O S A N E P E N S I D E L L E TRIVELLE?Innanzitutto penso che lo svuotamento d e i p o z z i p o t r e b b e c r e a r e disoccupazione da parte delle persone che ci lavorano,poi noi italiani dovremmo acquistare petrolio da altri paesi esteri come Russia e Iraq.Perciò ritengo che ci siano aspetti negativi e positivi sia su una postazione che sull'altra.È necessario analizzare tutti i pro e i contro. MARCELLO ZACCARIA 2A

C O S A N E P E N S A D E L L E TRIVELLE?Penso che ad oggi ci siano altre energie da sfruttare meno inquinanti,pericolose e rinnovabili.COSA POTREMMO FARE NOI

NEL NOSTRO PICCOLO?Possiamo convincere tutti: i nostri genitori,parenti ed amici, che siano in età di voto ad andare a votare.Indifferentemente dall'impressione del voto negativo o positivo.PROF.SSA CITTADINI GIOVANNA

C O S A N E P E N S A D E L L E TRIVELLE?Noi sappiamo che lo sfruttamento delle risorse è necessario per la nostra economia però è chiaro che la trivellazione danneggia l'ambiente.Ci sono dei protocolli che lo possono danneggiare di meno e che l'Italia può adottare.

COSA POSSIAMO FARE NEL NOSTRO PICCOLO?Penso che dobbiamo informarci sia da fonti scientifiche che da fonti politiche.Non andare a votare è un po' triste perché questi diritti li abbiamo conquistati con il tempo e con tanti sacrifici e lotte.PROF.SSA TERESA MANCINELLI

Denise Casalini e Paola Sallustio 2A Scuola media Duca d’Aosta

Il GiubileoDi Raquel Goncales

La parola giubileo deriva dalla parola ebraica “Jobel” ovvero caprone, in riferimento al corno di montone utilizzato nelle cerimonie sacre. Nella chiesa cattolica il Giubileo e l’anno della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale. Il giubileo viene detto “Anno Santo perché è destinato a promuovere la sanità di vita. Il Giubileo può essere: ordinario e straordinario. Il giubileo significa momento di felicità. Questo è un giubileo straordinario perché al contrario del giubileo ordinario di origine ebraica, che accade ogni 50 anni, esso si è verificato in un avvenimento particolare a richiesta del papa. Il mondo si rovina ogni giorno che passa, la violenza diventa quasi un’attività quotidiana e il crimine quasi un Hobby. A richiesta del papa, il giubileo è stato organizzato per pulire il mondo e riuscire a salvare quella piccola parte di bontà che è ancora possibile ricavare dalla nostra terra. Il

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Giubileo ha lo scopo di rendere più forte le successive coltivazioni, la restituzione delle terre confiscate e la liberazione degli schiavi, questo affinché non ci fossero comunque il troppo ricco o il povero. “Conterai pure sette settimane di anni: sette volte sette anni; e queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni.”

Raquel Goncales 2A Scuola media Duca d’Aosta

Al museo di VillaBorgheseLucia Albanese 2C

Nella giornata del 23 marzo, gli alunni della scuola Mastroianni (2c 2a) sono andati a visitare il Museo di Villa Borghese. Inizialmente, spiegava la guida, fu una villa suburbana, dove si veniva solo per alcune vacanze o per cacciare. Il proprietario della villa, Scipione, non vide quasi nulla di tutti i dipinti, e le sculture, perché morì nel 1633 d.C. (la villa è stata completata degli anni 70’ del 1600), per questo,passò in eredità ai suoi discendenti. Il principe che l’ha ereditò volle far rinnovare le sale facendo arrivare pittori che dipingano il soffitto, quadri meravigliosi e scultori che facciano opere altrettanto belle, all’altezza di una villa così grande.

1) la sala degli Dei:In questa sala il pittore ha usato una tecnica che noi oggi chiameremo “tridimensionale”, infatti il pittore ha fatto sì, che i decori intorno alle finte finestre sul soffitto (sempre da lui disegnate) fuoriescano come fossero sculture. La sala viene chiamata così perché dalle finte finestre fuoriescono gli dei, che stanno come a proteggere o sorvegliare chi si trova nella stanza.

2) L’ Eneide di Gian Lorenzo Bernini: Molte fonti dicono che Bernini era così capace di scolpire che già da bambino (8 anni) faceva le sue prime piccole opere. Suo padre, che sapeva del dono del figlio, lo portò a corte Papale (Paolo VI Borghese), e Bernini portò una statuina, ma il pontefice non credendo che l’abbia fatta lui,lo mette alla prova

facendogli disegnare un San Paolo. Quando l’opera fu completa lo presentò al pontefice, che rimase a bocca aperta, e decide di farlo diventare suo scultore personale. Purtroppo, il pontefice dopo pochi anni muore lasciando la villa in eredità a suo nipote che, sapendo dell’esistenza di uno scultore talmente bravo, fece scolpire a Bernini la sua prima opera in dimensione naturale: Enea con in braccio il padre, che è tuttora posizionata nel centro della sala.

3) la stanza dell’Ermafrodito: Tutte le sale precedentemente visitate hanno un opera marmorea al centro, mentre questa non ce l’ha perché il p av i m e n t o è o c c u p a t o d a u n meraviglioso mosaico, che anche se bello, non è l’opera principale. Quest’ultimo invece, è un personaggio ai nostri occhi girato che dorme disteso su un lettino, coperto da un “soffice” lenzuolo: Ermafrodito, cioè il figlio di Afrodite ed Ermes, è sempre stato considerato simbolo di perfezione, tante volte raffigurato dagli scultori ( nel nostro caso da Bernini) perché è un incrocio fra un uomo e una donna. Avendo quindi una doppia sessualità (sesso maschile con seno femminile), lo hanno collocato in modo che non si veda il lato sessuale del personaggio. Scipione Borghese molto prima che questo Ermafrodito sia stato iniziato, ne aveva un altro. Molto più bello di questo, che però li venne portato via da Napoleone che lo portò nel museo dell’ Louvre a Parigi, dove ci sono moltissime opere provenienti da Villa Borghese ( più di 600 reperti di statuaria antica). In oltre nella sala oltre al Ermafrodito possiamo trovare una vasca decorativa di due colori particolari: giallo oro, e rosso porpora, che erano i simboli di Roma e del potere (ovviamente riservati solo ai nobili).

4) La stanza del ratto di Proserpina Immediatamente dopo la raffigurazione di Enea, Bernini, fece un opera di qui la prima cosa che si nota è Cerbero (il cane a tre teste che è a guardia degli inferi). La scena viene chiamata “Ratto di Proserpina”, in cui sono raffigurati un uomo e una donna che sono in conflitto fra di loro. Per giunta l’autore

ha scolpito sul volto della donna una lacrima per sottolineare il dolore sia fisico che morale che sta provando (Proserpina) nell’essere stata rapita da Plutone (Dio degli inferi) che la vuole fare sua sposa. Nella scultura in oltre un particolare che Bernini volle raffigurare fu che, nel cercare di afferrare la giovane che tentava la fuga, Plutone le comprime le cosce con le dita, creando l’effetto della morbidezza che Bernini è stato molto abile nel raffigurare.

5) la stanza della fuga di Dafne da Apollo

Bernini ha scolpito una delle opere più belle del seicento: la fuga di Dafne da Apollo. La leggenda narra che Apollo vedendo eros tirare le sue frecce per far innamorare le persone, lo prese in giro dicendogli( visto che anche lui tirava con arco e frecce) cose orribili su ciò che faceva, ma eros si vendica e va su un monte molto alto e scaglia una freccia d’oro ( che provoca amore) nel cuore di Apollo e una di piombo (che provoca odio verso la persona che ha la freccia d’oro) ad una ninfa nei paraggi. Dafne (la ninfa) continua a scappare perché odia Apollo, mentre lui la continua ad inseguire perché la ama. Dafne, stanca di correre si trasforma in un albero d’alloro, e quando apollo crede di averla presa, la metamorfosi è già compiuta. Triste, allora Apollo stacca un ramo con delle foglie dall’albero e se lo mette in testa (pianta di alloro simbolo dei filosofi) per non scordarla mai più. Bernini, ha raffigurato un Apollo che corre e una Dafne, avanti a lui che si tramuta in pianta. Ho voluto mettere quest’opera alla fine perché la reputo la più bella che abbiamo visto nella visita. Che dire. Le sculture meravigliose e la guida bravissima. Non mi sono mai annoiata. Spero di rifare l’esperienza!

Lucia Albanese 2C Scuola media Duca d’Aosta

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Passioni

In questa rubrica vogliamo racchiudere alcune biografie, riflessioni, aneddoti, scritte dai nostri ragazzi sulle loro attività extrascolastiche, su quelle degli atleti, o di quegli artisti che maggiormente colpiscono le loro emozioni

I giovani incontrano i campioniCristina ChiusoDi Elisabetta Augello

Il 7 Aprile abbiamo incontrato l’atleta Cristina Chiuso, lei ci ha raccontato in breve la sua vita da nuotatrice e poi ci ha concesso di fare delle domande. Cristina è nata e vissuta in una piccola città, come bambina era piuttosto vivace e non stava mai ferma, sua madre da piccola le ha fatto provare vari sport. Cristina è entrata in acqua per la prima volta a tre anni; come tutti ha dovuto scegliere uno sport, e ha scelto il nuoto; inizialmente non ha

avuto molto successo poi allenandosi seriamente ha iniziato ad avere buoni r i sul tat i che l ’hanno portata a rappresentare la propria patria in varie gare come: le Olimpiadi (fra cui una finale ), i mondiali e gli europei. Cristina ha mantenuto per dieci anni il suo record. Le sue ultime gare sono state i mondiali del 2009, in seguito ha rappresentato il Coni e ha fatto delle telecronache. Quando Cristina ha iniziato questo sport non si aspettava questo successo, quando le è stato chiesto cosa ha provato ad essere famosa, ha risposto che non si diventa atleti per diventare famosi, anzi l’unica cosa che conta è sapere che bisogna fare sacrifici e mettere tutto l’impegno

necessario per raggiungere il proprio obbiettivo. Cristina ci ha detto che molto importante per lei è stato il rapporto con il suo allenatore che, l’ha spronata per avere sempre risultati migliori. Cristina ci ha parlato anche del l ’a l imentazione di un’at le ta , sottolineando che è sempre molto importante avere un’alimentazione semplice e varia. E’ stato interessante anche ascoltare la sua posizione sul dopping, secondo lei infatti doparsi è inutile e pericoloso perché non avrebbe raggiunto pienamente i suoi risultati, ma sarebbero stati sempre ritoccati senza mai sapere quali fossero i suoi limiti. L’incontro con Cristina Chiuso è stato molto interessante perché ci ha

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fatto capire che la volontà e la tenacia sono fondamentali nello sport ma anche nella vita.

Elisabetta Augello 2C Scuola media Duca d’Aosta

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LA VOCE DELLA DIAZIn queste pagine diamo voci ai nostri piccoli reporters della scuola primaria. Tutti gli articoli sono scritti dagli alunni della scuola elementare A. Diaz

Giovedi 7 aprile siamo usciti con un signore, anzi...il nonno di Cosimo che si chiama Carlo. Ci ha portato a far vedere e sentire tante cose. Nei primi due passi fuori dalla classe ci stavamo divertendo con le tante radioline che lui aveva. Appena davanti al portone ci siamo fermati un attimo e sento la sua voce chiedere: "Bambini, stiamo uscendo o stiamo entrando?"

(Sara Braico)

Siamo ENTRATI IN CITTA' con Carlo che ci ha fatto ascoltare la voce di Mastroianni nel film "Una giornata particolare". Secondo me aveva una voce cortese e sciolta. Marcello ha fatto film stupendi perchè lui STUDIAVA la sua parte. Riparlando dell'entrata in città , abbiamo interrogato gli Anziani sulla guerra, ma quando abbiamo chiesto a una Signora , lei si è messa a piangere e ha commosso tutti.

(Giulia Ripabella)

Quando siamo usciti con la radio, Carlo ci ha fatto vivere diverse emozioni....abbiamo sentito la voce di Mastroianni. Siamo andati a conoscere una signora di nome Gilda che ha 107 anni e abbiamo conosciuto anche altre persone anziane e una Signora addirittura aveva pianto in quel momento, perchè si ricordò i brutti momenti in cui era ragazza molto tempo fa.

(Maria Aurora De Rossi)

Questa uscita mi è piaciuta molto, perchè abbiamo fatto un po' di giri bellissimi. In fila siamo andati a vedere se c'era Gilda, una "vecchietta" che ha 107 anni: parlava piano piano....

(Sara Capellupo)

Il nonno di Cosimo ci ha dato delle radio, così anche l'ultimo poteva sentire...altrimenti non sentiva...dopo

Sui passi di Marcello Mastroianniaccompagnati dalla sua vocela classe 2B

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abbiamo sent i to la voce di Mastroianni e così sembrava che fosse con noi. Siamo andati al Duca d'Aosta, poi abbiamo parlato con degli Anziani che raccontavano dei bombardamenti.

(Lorenzo Fonzo)

La passeggiata con Carlo mi è piaciuta molto. Abbiamo sentito con le radio l'Anziana che piangeva perchè loro avevano poco cibo. Siamo andati al Duca d'Aosta e in una stanza abbiamo visto anche la foto di Marcello Mastroianni. Nella sua scuola ci sono tanti strumenti antichi che usavano nei laboratori scolastici. Che bello sentire la sua voce! Questa uscita nel quartiere mi è piaciuta molto e mi ha emozionata moltissimo. (Ludovica Gai)

Siamo usciti con Carlo per passare una giornata con Mastroianni. Mentre camminavamo, potevamo ascoltare la sua voce,grazie agli auricolari...e alla radio! Siamo andati alla Scuola Duca d'Aosta e siamo andati a visitare un piccolo Museo di Mastroianni . Abbiamo visto e conosciuto una Signora di 107 anni, che si chiama Gilda...era seduta su una panchina accanto al la Pizzeria. Mi sono emozionata tante volte...nel condominio di Giulia e davanti al la pietra d ' i n c i a m p o. B e h , h o fi n i t o d i raccontarvi...ciao e grazie per avermi ascoltata!

(Alice Conti)

Giovedì 7 aprile siamo usciti da scuola con una Guida, ci siamo messi degli auricolari e abbiamo sentito Marcello Mastroianni. Siamo andati alla Scuola dove ha studiato,abbiamo visto una mostra, abbiamo conosciuto tante persone,poi siamo tornati a scuola e abbiamo tolto gli auricolari.

(Leonardo Barretta)

G i ove d ì s i a m o e n t r a t i n e l quartiere,dopo che il nonno di Cosimo ci ha consegnato la radio e gli auricolari. Ci ha fatto sentire la voce di Mastroianni in frammenti di film. Abbiamo incontrato degli Anziani che ci hanno raccontato di quando erano piccoli o giovani.

(Nicol Viero)

Noi siamo andati in gita con Carlo : è bravo e ci insegna molte cose. Ci ha fatto sentire la voce di Marcello Mastroianni , un attore bravo. Siamo

andat i dag l i Anziani che sono sopravvissuti tanto tempo fa, quando c'erano i bombardamenti. Un' anziana piangeva, ma non di bello....piangeva di tristezza.

(Nicolas Ruvio)

Quando Carlo ci ha accompagnato al portone di scuola, prima di uscire ha detto:

"Adesso noi stiamo entrando in città". Poi siamo andati e abbiamo sentito le voci di Marcello Mastroianni che parlava nel film. Avevamo radio e cuffiette per sentire Carlo. Poi siamo andati in una scuola dei Grandi e abbiamo visto dei video con gli Anziani che parlavano, abbiamo parlato con delle persone che ci hanno detto di quando sono sopravvissute durante le b a r a o n d e . A b b i a m o v i s t o Gilda,un'amica di Carlo, che sta sempre vicino a una Farmacia. Siamo andati verso la scuola, sentendo ancora Marcello Mastroianni. Arrivati, abbiamo restituito radio e cuffiette a abbiamo salutato Carlo.

(Caterina Brilli) Oggi siamo andati alla scuola Duca

d'Aosta e abbiamo visto pure gli attrezzi che usava Marcello Mastroianni : tutti assomigliavano a quelli di Leonardo da Vinci. Nella stessa scuola abbiamo sent i to minuscol i f rammenti di interviste. Abbiamo incontrato persone anziane che ci hanno raccontato che trasportavano la frutta con carri e cavalli e che con le bombe i cavalli morivano. Abbiamo incontrato Gilda, poi siamo andati in un condominio dove per anni era rimasta sotterrata una bomba. Tornati a scuola, ci siamo tolti le radio.

(Roberto Bozza)

Ieri siamo andati indietro nel tempo, siamo usciti dalla scuola con la radio, abbiamo camminato e siamo arrivati alla scuola di Mastroianni, dove abbiamo visto dei vecchi strumenti di laboratorio. Abbiamo sentito la voce di Mastroianni nei film. Abbiamo parlato con gli Anziani lungo il cammino,poi siamo andati verso la pietra d'inciampo e io la vedevo a fatica. Siamo andati in un cortile dove per venti anni rimase sotterrata una bomba. Ci siamo emozionati. Non lo sapevo che potevamo fare tutta questa camminata! (Flavio Proietti)

Proprio giovedì 7 aprile siamo andati a fare una passeggiata con le radio alla ricerca di Mastroianni. Siamo andati alla Duca d'Aosta e abbiamo visto tutti gli attrezzi che Marcello Mastroianni usava a scuola. Poi abbiamo visto un video e chiesto a degli Anziani della guerra. Una Signora ci ha raccontato di quando era rimasta sotto il bombardamento di S. Lorenzo e si è messa a piangere. Quante emozioni!

(Viola Bigirimana)

Quando siamo usciti dalla scuola Carlo ci ha fatto sentire la voce di Marcello Mastroianni, così ci sentivamo come se stesse con noi. Poi abbiamo chiesto agli Anziani qualcosa. C'è una Signora che ha 107 anni e passa il tempo vicino alla Farmacia per sentirsi sicura. Abbiamo fatto tante cose con il maestro Carlo...quante emozioni!

(Hanyun Xu)

Giovedì abbiamo fatto un'uscita col nonno di Cosimo che ci ha dato delle radio. Siamo entrati nella scuola di Marcello Mastroianni e siamo entrati dentro la sua stanza. Abbiamo visto un film, abbiamo fermato degli Anziani e chiedevamo che cosa è successo durante la guerra. Poi abbiamo visto la pietra d'inciampo. Dopo aver fatto questa uscita sembrava proprio che stavamo alla guerra.

(Francesco Capellupo)

Ieri siamo andati col nonno di Cosimo in giro per il quartiere e avevamo delle radio con le quali ci ha fatto sentire la voce di Mastroianni. Quando l'ho sentita..... è come se c'era lui. Credo che sia un grande attore e spero di scoprire altre cose su di lui. La giornata con Mastroianni ci ha portato in un nuovo mondo ed è come se ci avesse raccontato la sua vita nel periodo in cui era vissuto. Che emozione quando sono entrata nella scuola dei grandi!

(Emanuela Mileto)

Nella nostra passeggiata ci siamo divertiti a vedere una Signora che ha un secolo più di noi,cioè 107 anni. Carlo interrogava tutti gli Anziani ai quali passavamo davanti e chiedeva loro se avevano vissuto gli attacchi del 1943. Una Signora ci ha raccontato che era rimasta sotto le macerie con il suo intero palazzo. Poi Carlo ci ha fatto s e n t i r e i l fi l m " U n a g i o r n a t a

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particolare". Siamo andati dove Marcello Mastroianni ha studiato per diventare attore. Mi sono commossa quando ho visto la finestra rotta dai ladri per rubare. Ci siamo fermati a Villa Fiorelli e abbiamo parlato dei bombardamenti.

(Sofia Nanni)

Ho pensato alla nostra fortuna di bambini : possiamo correre e saltare, volare nel cielo infinito e fare piroette stupende, andare a destra e a sinistra liberi , senza la guerra.

(Gianluca Bernabei)

I l b a m b i n o h a s e m p r e un'immaginazione con cui può giocare, vede sempre nuovi colori...ha tanta curiosità...trova sempre il sorriso...

(Matteo Mita)

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PAROLA ALLA CARDUCCIIn queste pagine diamo voci ai nostri piccoli reporters della scuola primaria. Tutti gli articoli sono scritti dagli alunni della scuola elementare G. Carducci

Noi a scuola, da quest’anno, facciamo lezioni di scacchi! Le facciamo con il maestro Enzo, lui ci ha insegnato a

muovere i pezzi, ci ha detto come si chiamano, quanto valgono e ci consiglia sempre ottime mosse da fare. Il maestro

all’inizio della lezione ci racconta delle storie che riguardano gli scacchi, sono molto belle ed interessanti!! Il gioco degli

scacchi è un gioco bellissimo, se una persona perde non si deve scoraggiare, perché come tutti i giochi sbagliando si

impara. A me giocare a scacchi a scuola piace tantissimo e poi con un maestro così bravo, come il maestro Enzo, è

ancora più bello ed interessante. Secondo me il maestro Enzo dovrebbe andare ai campionati di scacchi!!! Queste lezioni di

scacchi a scuola sono davvero belle!!!

Poi a scuola abbiamo la lavagna murale magnetica! Il maestro la usa per spiegarci le mosse per le aperture e alcune

volte facciamo una partita collettiva. La lavagna ha anche i pezzi magnetici. Gli scacchi … un gioco meraviglioso!!!

(Sofia Borghese)

Lezioni specialiGli scacchi a scuolaLa classe 4B

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Quest’anno a scuola è successa una cosa meravigliosa: oltre a studiare giochiamo!!! Giochiamo ad un gioco che ci insegna ad usare bene il cervello: il gioco degli scacchi. Sono molto contenta di avere la possibilità di imparare questo gioco perché mi insegna una cosa importante anche nella vita: riflettere prima di agire … m a a g i r e b e n e p e r n o n f a r s i “mangiare”! Ringrazio il maestro Enzo per averci insegnato a giocare e ringrazio la maestra Paola per permetterci di partecipare a lezioni speciali di questo meraviglioso gioco!(Olimpia Spina)

Quest’anno tra le lezioni speciali è stato stabilito di praticare gli scacchi a scuola. E’ stata veramente un’idea eccezionale! La lezione s i svolge i l g iovedì pomeriggio con il maestro Enzo e la partecipazione della maestra Paola. All’inizio della lezione il maestro Enzo ci racconta delle storie su avvenimenti inerenti gli scacchi e i Grandi Maestri Internazionali (GMI). Una volta, per esempio, ci ha raccontato di una partita speciale, riprodotta persino in una scena di un film, in cui un giocatore propose all’avversario, che rifiutò, di fare la “patta” e fu così che riuscì, con una serie di mosse geniali, incluso il sacrificio della regina, a vincere la partita con estremo ingegno. Ho trovato molto utile l’iniziativa della maestra Paola di realizzare una grande scacchiera magnetica che viene appesa sulla nostra lavagna e che ci consente di realizzare delle partite collettive, inoltre è uno strumento molto utile per l’apprendimento di nuove mosse e tattiche proposte dal maestro o da noi bambini. Dopo la partita collettiva, ciascuno di noi decide l’avversario che vorrebbe fronteggiare in una partita uno contro uno, grazie alle numerose scacchiere che abbiamo in dotazione in classe. Io, nelle diverse occasioni, mi sono scontrato con Leonardo, Federico, Daniele, Claudio, Marco, Niccolò e Giuseppe. Vorrei tanto, una volta, fare una partita con il maestro Enzo, visto che ancora non mi è capitato. In genere riusciamo a giocare due partite, contro lo stesso avversario o con un avversario diverso che ha già finito il primo

incontro. Tra le varie mosse che ho imparato, quella che preferisco usare in apertura di partita è la cosiddetta “difesa siciliana”, che prende il nome dal suo sostenitore Pietro Carrera, giocatore siciliano del primo Seicento. Essa consiste nel far avanzare il secondo pedone nero antistante al cavallo in risposta all’apertura del pedone bianco, poi con mosse successive di cavallo ed alfiere e con l’arrocco tra torre e re, creare una potente difesa per il re. Sono molto contento di queste speciali lezioni senza le quali non avrei avuto lo stimolo per imparare il gioco degli scacchi; quest’attività è per me una “ricreazione speciale”, stimolante e divertente ed il modo di insegnare del maestro Enzo è molto accattivante. Alla sera qualche volta mi capita di giocare con papà, mettendo a frutto ciò che ho imparato. (Riccardo Piccolo)

Origine degli scacchi. Gli scacchi sono un gioco antico di origine indiana nato attorno al IV secolo, portato in Europa dagli arabi. Il primo campione del mondo di scacchi. Nel 1886, dopo una sfida contro Johannes Zukertort, Wilhem Steinitz si proclamò primo campione del mondo, titolo considerato il più prestigioso per uno scacchista. Ultimo campione del mondo di scacchi. Il campione del mondo di scacchi in carica è il norvegese Magnos Carlen ed è il campione dal 2013. Il campionato del mondo 2016 si svolgerà a New York dall’11 al 30 novembre e a sfidare Magnos Carlsen sarà Sergey Karjakim. (Giulia Abu)

Quest’anno abbiamo iniziato a giocare a scacchi a scuola. Il nostro maestro di scacchi si chiama Enzo e ogni giovedì viene in classe per la lezione di scacchi. La maestra Paola aveva costruito, all’inizio dell’anno, una lavagna magnetica, con gli scacchi magnetici, che usiamo durante la lezione. Il maestro Enzo ci spiega molte mosse, facciamo una partita con tutta la classe contro il maestro, ci racconta storie sugli scacchi e facciamo poi molte partite a coppie. Quando io gioco sono sempre concentrata, solo poche volte sono un po’ distratta. Mi piace giocare a scacchi perché mi rende felice e

serena. Il gioco degli scacchi mi appassiona!!! (Cassandra Gonzales)

Gli scacchi sono un gioco da tavolo strategico originario dell’India, sono nati attorno al VI secolo d.C. e si sono diffusi in Europa nell’anno 1.000. Si gioca su una scacchiera a si hanno 16 pezzi bianchi e 16 pezzi neri: ogni schieramento ha un Re, una regina, due alfieri, due cavalli due torri e otto pedoni; l’obiettivo è fare scacco matto al re avversario. Da un anno il maestro Enzo, bravissimo istruttore di scacchi, ogni giovedì ci insegna nuove strategie per giocare. Alcuni di noi già conoscevano il gioco ed erano molto bravi fin dalla prima lezione, altri no, ma sono diventati ben presto dei piccoli campioni. Oggi esistono anche scacchi virtuali, ma io preferisco il tradizionale gioco da tavolo con la scacchiera e i 32 pezzi. A me piace giocare a scacchi perché è un gioco che allena il cervello e ha bisogno di molta concentrazione.(Ludovica Agostinelli)

Quando la maestra Paola ci disse che quest’anno avremmo avuto un maestro di scacchi, fui molto contento. Il maestro si chiama Enzo e viene una volta a settimana per farci lezione gratuitamente. Prima di iniziare a giocare, la maggior parte delle volte ci fa delle lezioni di strategia alla lavagna. La maestra ha costruito una scacchiera magnetica e il maestro ci fa allenare alla lavagna. Prima ci alleniamo tutti insieme, poi giochiamo contro un compagno che noi stessi scegliamo di sfidare. Di solito il maestro ci fa giocare anche contro di lui e la maggior parte dei bambini non vede l’ora di misurarsi con lui, ma ogni volta che lo abbiamo come avversario perdiamo! Io ho giocato una sola volta contro di lui e ho perso. Ogni volta che arriva il giovedì, tutti quanti noi, non vediamo l’ora di giocare a scacchi! (Andrea Sinisi)

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Gli scacchi sono un gioco molto antico, che ha avuto origine probabilmente in Oriente, in India o in Cina. E’ un gioco in cui si mettono a confronto due eserciti di pari forza, ma di colore diverso: bianco e nero. La vittoria sarà ottenuta con lo “scacco matto”. Durante il gioco si pianificano le mosse, si mettono in azione piani strategici che favoriscono lo sviluppo delle abilità intellettive. Ogni giovedì a scuola non vedo l’ora che arrivi il maestro Enzo che ci spiega le mosse e le regole per giocare a scacchi, inoltre il maestro, usando il linguaggio degli scacchi, fatto di segni e simboli, annota situazioni e mosse particolari molto utili per imparare a giocare e ci ripropone le partite dei più grandi maestri. Così io e i m i e i c o m p a g n i c i s fi d i a m o dimostrando a noi stessi e agli altri, ognuno, le proprie abilità. Quindi per me il gioco degli scacchi, oltre ad essere un gioco di grande concentrazione e d’impegno mentale, è anche un momento di grande relax e di divertimento. (Giuseppe Randazzo)

Quest’anno, per la prima volta, abbiamo avuto la possibilità di imparare a giocare a scacchi, grazie ad un corso tenuto dal maestro Enzo. Questa esperienza nuova mi è piaciuta molto. Credo che il gioco degli scacchi sia un po’ complicato, ma, proprio per questo motivo ci ha aiutato a ragionare e a concentrarci di più. Infatti negli scacchi bisogna stare molto attenti a prevedere la mossa degli avversari e, nello stesso tempo, bisogna riflettere sulle proprie mosse. A mio parere il maestro Enzo è stato molto bravo ad insegnarci a giocare a scacchi. Qualche volta il maestro ci ha riprodotto delle partite sulla lavagna magnetica che la maestra Paola ha fatto per noi. Questa cosa mi è sembrata molto utile per imparare a giocare meglio. Mi piacerebbe molto poter continuare questo corso anche l’anno prossimo. (Niccolò Russo)

Gli scacchi: un gioco di strategia! Un gioco che ti aiuta a pensare e a riflettere sulla mossa dell’avversario. A scuola impariamo a giocare a scacchi insieme

al maestro Enzo, che viene il giovedì. Il maestro Enzo è molto bravo e ci fa capire bene le mosse e ci fa vedere le partite disputate dai professionisti. Questo giovedì ci ha detto che una sorta di scienziato aveva costruito un automa che vinceva sempre a scacchi, ma non ci ha detto solo quello, ci ha detto anche che c’era un trucco: sopra al robot c’era un buco che serviva per respirare al giocatore che era dentro all’automa, aveva anche delle candele perché altrimenti rimaneva al buio e, visto che sopra di lui c’era il buco, per non fare uscire il fumo c’era qualcosa dentro che lo aspirava. Il maestro Enzo spesso ci fa vedere delle partite disputate da campioni, un giorno ci ha raccontato di quando un signore aveva chiesto “la patta” e l’altro non l’aveva accettata, poi quello che non aveva fatto la patta si fece catturare la regina e vinse lui la partita. Il maestro poi ogni lezione ci fa continuare delle partite incomplete, ad esempio sul manuale degli scacchi ci sono delle partite inconcluse e lui ce le fa continuare, noi gli diciamo le mosse da fare e lui le fa sulla scacchiera grande magnetica, sì proprio una scacchiera che la maestra ha costruito per noi con tanto affetto. (Luca Aquilini)

Racconta un’esperienza che hai vissuto Luca Aquilini 2B

In tardo pomeriggio sono andata a fare una passeggiata e ho incontrato i miei cugini Daniele, Simone e Flavio e le cuginette: Livia e Nina. Dopo, io e mia cugina Nina, siamo andate su una collina, mio zio ha trovato un enorme fungo ( però era velenoso) e io e Nina abbiamo trovato dei funghi minuscoli!! Erano molto carini: uno bianco, uno marroncino e l’altro nerino. Poi siamo andati dove bevono e c’erano i cavalli e mio zio ha trovato un altro fungone bianco e ce l’ha lanciato: meno male che non ci ha colpiti!!! Poi abbiamo continuato la nostra passeggiata e

quando abbiamo finito di fare la passeggiata, siamo tornati a casa. Ho passato una fantastica giornata, spero di rifare quest’esperienza al più presto!!

Racconta la giornata al cinema dei piccoli Carlo Rocchi 2C

Un giorno della settimana è stato davvero speciale: con la maestra e i miei compagni siamo andati al “cinema dei piccoli” presso Villa Borghese. Verso le 9 siamo partiti, abbiamo fatto un po’ di strada a piedi e dopo un pochino siamo arrivati al cinema. Una volta arrivati, la guida ci ha spiegato come è nato il cinema in bianco e in nero e senza audio:” il cinema muto”. Subito dopo ci ha fatto vedere un film di Charlie Chaplin ed era molto divertente: durava 23 minuti e si intitolava “ l’innaffiatore annaffiato”. Poi abbiamo visto la prima la proiezione del video della Walt Disney: Mikey Mouse in bianco e in nero ed era simpatico e carino. Dopo un’altra proiezione di Mikey Mouse questa volta a colori ed era più divertente dell’altro perché Mikey era in compagnia della sua banda e i suoi amici. Concluso il cinema della Walt Disney, la guida ci ha fatti vedere il video di Cappuccetto Rosso diverso da quello classico. Cappuccetto Rosso era una donna molto affascinante che cantava in un Roxy bar e cercava, con le sue forme, di accattivare il lupo che stava seduto in sala con le orbite di fuori e la bava dalla bocca per la bellezza della donna. Per finire poi abbiamo visto la proiezione del cartone-film di Pierino e il lupo. Un film in cui viene cambiato il ruolo del lupo che da cattivo diventa buono e il bambino, invece di catturarlo, lo libera dai cacciatori. Dopo esserci saziati di tutto questa bellezza del cinema, siamo ritornati a scuola, pranzato e poi pronti per affrontare un altro pomeriggio di lezione….

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Poesie e riflessionidei bambini della Carducci Il cinema che..........

Il cinema che magiaè forse una bugia?Tutto può accaderementre tu stai a vedere.Da solo o in compagniabasta una buona regiae con Charlot anchela tristezza va via.Il cinema che folliadove un attorepuò diventare imperatore.E con un effetto 3dpuoi essere proprio lì.Il cinema che passioneè forse un'illusione.Forse lo è se ci credianche te.(3B)

I colori della primavera

Mi piace la primavera, quando il sole giallo splende nel cielo. Quando si può uscire di casa per fare lunghe passeggiate in bicicletta, oppure andarsene a spasso con mamma e papà a mangiare i primi gelati, trovarsi al parco con i compagni per giocare all'aperto a calcio, a pallavolo o a basket. Correre, sudare, sporcarsi di erba e fango, bere acqua da una fontanella. Nessuno sembra più aver voglia di starsene nel salotto di casa a guardare la televisione o a giocare alla playstation. Anche il computer si accende meno. Si ha poca voglia persino di starsene attaccati al telefono. Le giornate sono più lunghe, la luce più intensa ci fa essere allegri, la voglia dei bambini di giocare prevale su tutto, anche sull'ubbidienza ai nostri genitori. Ogni tanto mi capita di pensare che forse gli insegnanti più severi odiano la primavera perchè passiamo a guardare i colori splendidi come l'azzurro del cielo, il giallo del sole, il verde dei prati e i colori arcobaleno dei fiori che ci fanno passare la voglia di studiare e lavorare. E, dal loro punto di vista, hanno persino ragione. Tuttavia la primavera,

con i suoi colori accesi, non si concilia troppo con la scuola e, secondo me, è la stagione più bella dell'anno con dei colori così belli che non te li puoi nemmeno immaginare. Come si potrebbe dire, la primavera, con la sua magnificenza, colora il mondo e tutti i suoi abitanti per vivere meglio in armonia.(Alessio Teoli 5B)

I colori della primavera

Oggi mi sveglio, guardo fuori dalla finestra e vedo piante verdi, fiori, alberi con le prime gemme e esclamo ad alta voce “E' arrivata la Primavera”. E' bello iniziare la giornata con quest'aria pura.La luce del sole mi dà serenità, i fiori che sbocciano tutti colorati mi danno gioia. Il verde dei prati diventa luminoso con il sole, sembra di stare in Paradiso. Il cielo è azzurro con qualche nuvola bianca che sembra muoversi come panna. Vado a fare colazione velocemente, mi vesto e vado a giocare fuori nel verde dei prati, tra i fiori colorati. “Che bella giornata!” grido a squarciagola. “Una giornata da favola!” aggiungo felice.(Leonardo De Meo 5B)

Sono felice quando

Sono felice quando passeggio nei campi nelle giornate primaverili. Quando nei boschi ammiro gli uccelli. Quando guardo un fiume che scorre e i pesci che nuotano contenti, quando nei parchi gioco, con il vento che soffia sereno. Quando la sera vedo le lucciole che danzano tra di loro, quando gli usignoli intonano per me una canzone serena, quando i cavalli galoppano spensierati.Sono felice quando in campagna sono sdraiato su un letto di fiori e mi addormento seguendo il loro profumo.Quando sto con i miei fratelli e raccogliamo tulipani per mamma, quando faccio nuove amicizie. Quando scrivo poesie non pensando a null'altro esprimendomi senza paura, quando sento il dolce profumo delle bacche che raccolgono e con esse faccio una torta.(Ramon 5B)

Il ritorno della Primavera

Mi alzo dal letto, do un'occhiata fuori e vedo che la primavera è ritornata! Ricca di colori belli e vivaci che solo a vederli ci trasmettono tanta felicità. I parchi sono pieni di bambini in bicicletta, che giocano a palla o che corrono spensierati e allegri. Gli adulti, invece di stare in casa preferiscono passeggiare tra gli immensi viali pieni di fiori colorati: primule, papaveri e molti altri profumati e variegati. Non parliamo del cielo, sembra più azzurro, con qualche nuvola bianca e soffice, come la panna. In primavera, po si vedono anche le prime rondini che insieme ad altri uccelli popolano i c ie l i , emet tendo a l leg r i suoni e cinguettii. Infine ci sono gli alberi con i loro colori, che mentre in autunno vanno dal giallo , al marrone e al rosso, in primavera si trasformano con le tonalità meravigliose delle tenere gemme e dei loro delicati fiori.Ormai si vede:“La primavera è tornata!”:(Tito Flavio Rotondaro 5B)

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Page 17: IERI,OGGI E DOMANI - icmmastroianni.gov.it 18 Aprile... · negli studios di Cinecittà Di Denise Casalini, Paola Sallustio, Raquel Goncales Il giorno 20 aprile siamo stati agli studios

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La redazioneClasse 2 C e 2F della scuola mediaDuca d’Aosta

SupervisoreLa Dirigente scolastica prof.ssa Giuseppa Tomao

Docenti referenti• Prof.ssa Marzia Chinni• Prof. Marco Tribuzio per la

scuola media Duca d’Aosta• Marina Pellegrini per la scuola

primaria A. Diaz• Maria Grazia Bultrini per la scuola

primaria Carducci

I.C. MARCELLO MASTROIANNIVia Orvieto 45 00182, Roma