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Intervista a Fabio Pistella, Presidente del CNR Intervista a Roberto Petronzio, Presidente dell’INFN Intervista a Vincenzo Naso, Presidente dell’ISES Eolica Expo Mediterranean 2005 Il futuro energetico del pianeta? Intervista ad Arthouros Zervos Sui treni italiani da oggi batte il sole Il Consiglio federale si riunisce alla presenza del Ministro Altero Matteoli Vento, sole, vapore, acqua, biomasse. In due parole: fonti rinnovabili 11ı2005 ide a mbiente APAT Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici

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Intervista a Fabio Pistella,

Presidente del CNR

Intervista a Roberto Petronzio,

Presidente dell’INFN

Intervista aVincenzo Naso,

Presidente dell’ISES

Eolica ExpoMediterranean 2005

Il futuro energeticodel pianeta?

Intervista adArthouros Zervos

Sui treni italiani da oggi batte il sole

Il Consiglio federale si riunisce alla

presenza del MinistroAltero Matteoli

Vento, sole, vapore, acqua, biomasse.In due parole: fonti rinnovabili

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ideambienteAPAT

Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici

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ANNO 2 • NUMERO 17NOVEMBRE 2005

DIRETTORE

Giorgio Cesari

DIRETTORE RESPONSABILE

Renata Montesanti

REDAZIONE

Cristina Pacciani (Caporedattore),Lorena Cecchini,Alberta Franchi,Stefania Fusani,Ornella Notargiacomo

COLLABORATORI

Fabrizio Felici, Francesca Kropp,Alessandra Lasco, Anna Rita Pescetelli,Pietro Maria Testaì

PROGETTO GRAFICO

Elena Porrazzo

FOTOGRAFIE

Paolo Orlandi, Lorena Cecchini

SEGRETERIA DI REDAZIONE

Lucia Fattori

HANNO COLLABORATO

A QUESTO NUMERO

Roberto Caponigro, Patrizia Chiatti, LorenzoCiccarese, Fabrizio Ciocca, Pietro Colicchio,Francesco Geri, Giovanni Pino, DanielaSantonico, Luciano Seller, Solaria Venga, LucaTabasso, Luca Zampaglione

CONSULENZA EDITORIALE

Mila Verboschi

STAMPATO DA

I.G.E.R. srlV.le C.T. Odescalchi, 67/A00147 Roma

Registrazione Tribunale Civile di Roma n. 84/2004 del 5 marzo 2004

Sommario

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Editoriale di Giorgio Cesari, DG APAT 2

Vento, sole, vapore, acqua, biomasse.In due parole: fonti rinnovabili 4

Intervista a Fabio Pistella, Presidente del CNR 7

Fonti rinnovabili: nuovi sistemi di incentivazione 11

Intervista a Roberto Petronzio, Presidente INFN 13

Sui treni italiani da oggi batte il sole 16

Intervista a Vincenzo Naso, Presidente ISES 18

La produzione di energia da biomassa:un’alternativa eco-sostenibile 20

Intervista a Guido Bortoni,Direttore Direzione Elettricità dell’Authority

per l’energia elettrica ed il gas 22

Kyoto scaccia Kyoto 24

Eolica Expo Mediterranean 2005 25

Il futuro energetico del pianeta? Intervista ad Arthouros Zervos 30

Quando il risparmio è sinonimo di guadagno 33

Intervista all’ing. Lio Ceppatelli,responsabile produzione geotermica dell’ENEL 35

Intervista a Raffaele Chiulli, Presidente SAFE 38

Informazione ad alto contenuto energetico 42

Sfogliando qua e là… 43

Il Consiglio Federale 44

Avvenimenti 46

Prossimamente in Italia 51

Tre “erre” per lo sviluppo sostenibile:riduzione, riuso e riciclo di risorse e rifiuti 55

L’impegno del MATT nella promozione delle energie rinnovabili nel Mediterraneo 56

Fifth Meeting of the Network of Heads of European Environmental Protection Agencies 58

Prossimamente nel mondo 60

ARPA/APPA 63

Normativa ambientale 68

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In un numero dedicato alle fonti rinnovabili, nonpoteva mancare un capitolo a parte sull’acqua, lafonte rinnovabile ancora più utilizzata.Parlare di energia idroelettrica implica diverse di-gressioni, tra cui la il tema degli sbarramenti arti-ficiali.Il problema legato alla produzione di energiaidroelettrica in Italia non è il solo motore che haspinto a programmare la costruzione di sbarra-menti.Nelle regioni meridionali la necessità di in-vasare l’acqua in serbatoi pluriennali è la rispostaalla variabilità climatica che caratterizza, e dasempre, il nostro Mezzogiorno.Se il massiccio ap-penninico è una fonte eccezionale di riserva di ac-qua potabile, le necessità idriche per l’agricolturae l’industria hanno comportato investimenti neldopoguerra nel settore degli sbarramenti, nonsempre seguiti dalla realizzazione e dalla raziona-lizzazione delle infrastrutture di trasporto e distri-buzione.Le dighe hanno avuto in Italia un forte sviluppo nelsecolo scorso, soprattutto dopo la seconda guer-ra mondiale, quando la produzione di energiaidroelettrica – particolarmente al Nord - e la ne-cessità di alimentare impianti irrigui e centri abi-tati nel Mezzogiorno ha richiesto la realizzazione,

in uno sforzo avvenuto in concomitanza con la fa-se di ricostruzione del dopoguerra, di impianti dielevata tecnica costruttiva, ponendo il nostroPaese in una posizione di preminenza nel setto-re delle costruzioni di questo tipo di impianti.Nel resto del mondo l’energia idroelettrica ha va-lori e parametri diversi;nei paesi industrializzati so-no ormai presenti sia grandi impianti sia il mini-idroelettrico,mentre in molti paesi in via di svilup-po la fonte idroelettrica resta ancora sotto-utiliz-zata.Ben 24 nazioni si affidano alle dighe per genera-re il 90% del loro fabbisogno di elettricità. IlLesotho Highlands Water Project, la più grandeinfrastruttura idrica progettata in Africa, compo-sta da un imponente sistema di dighe, la SanRoque Dam, nelle Filippine, lungo il fiume Agno,considerato sacro dalla popolazione Ibaloi, che do-vrebbe fornire 345 Megawatt di energia, irrigare87 mila ettari, controllare le piene e incrementa-re la qualità dell’acqua a valle, solo per citarne al-cune.Ma torniamo in Italia; la morfologia del nostro ter-ritorio, alcuni pesanti disastri, per fortuna nume-ricamente pochi, un rapporto sempre più conflit-tuale nella valutazione di impatto, una sensibilitàsempre maggiore da parte del pubblico verso laproblematica ambientale, insieme ad altri fattoripiù collegati alle condizioni geologiche ed idrolo-giche italiane,hanno sostanzialmente confinato larealizzazione di serbatoi artificiali in un quadro diminore interesse rispetto ad altre tipologie di im-pianti produttivi ed infrastrutture di trasporto.Tutti argomenti certamente non affrontabili inquesta sede e con poche righe; ciò che si vuol fa-re è introdurre alcuni spunti di riflessione suquanto sta avvenendo nel mondo,dove lo svilup-po sostenibile, la ricerca delle fonti rinnovabili e lapolitica delle 3R (ridurre, riusare, recuperare), co-sì come espresso nei recenti vertici mondiali,hanno prodotto elementi di pro e contro alle ini-ziative passate ed in corso per la costruzione diimpianti idroelettrici.La produzione idroelettrica in Italia va sempre piùperdendo quel connotato primario che ha con-dotto, nei tempi passati, al decollo industriale

L’acqua, una fonte rinnovabilee quasi insostituibileL’energia idroelettrica in Italia e nel mondo

di Giorgio Cesari

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Secondo dati rilevati nel 2003, a livello mon-diale il petrolio rimane a tutt’oggi la fonteenergetica più sfruttata - parliamo di un 38%dei consumi - seguito dal carbone al 26%, dalgas naturale al 24%, mentre l’idroelettrico eil nucleare si attestano al 12,2%.In Italia la domanda complessiva di energia pri-maria è aumentata del 2,9%, evidenziando unaumento della dipendenza energeticadall’84,1% del 2002 all’84,6% del 2003.Dal 1995 al 2003 il contributo delle rinnova-bili al bilancio energetico nazionale è cresciu-to del 23% circa (+ un 2,9% ogni anno). Nel2003 sono stati prodotti 48TWh da fonti rin-novabili (14% del consumo interno lordo dienergia elettrica).

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delle regioni settentrionali e che ha fatto seguitoal più generale impiego storico dell’acqua comeforza motrice.Ma è opportuno ripetere che la costruzione diopere connesse alla produzione di energia idroe-lettrica ha creato nel nostro Paese anche una in-gegneria specializzata che è stata,ed è ancora,van-to nazionale e che ha permesso di esportare tec-niche ed imprese di costruzione in altri continen-ti per la realizzazione di alcuni grandi serbatoi ar-tificiali.L’energia idroelettrica nei Paesi in via di sviluppo,nei quali i corsi d’acqua sono caratterizzati da ele-vatissime portate, se rapportate non solo a quel-li italiani ma anche a quelli europei, insieme all’ap-provvigionamento idrico da grandi serbatoi, gio-ca e può giocare un ruolo molto significativo edattraente per i decisori politici anche nel quadrodei ritorni finanziari.Un esempio per tutti: la diga di Itaipu, in Brasile nonpuò che lasciare sbalorditi per la mole e per l’im-portanza che riveste nell’approvvigionamento dienergia elettrica; il suo bacino ha un’estensione di1460 km2 (4 volte il Lago di Garda,per intender-ci,o come tutta la provincia di Asti) e contiene ben27 miliardi di metri cubi d’acqua.Non dimentichia-mo che certe scelte, oltre a comportare un im-patto ambientale non sempre correttamente va-lutato,hanno radicalmente trasformato usi, costu-mi ed abitudini locali che non sono minimamen-te paragonabili a quanto realizzato nel nostroPaese.Alle soglie dell’anno nuovo, al cui inizio si svolge-rà il nuovo Summit mondiale in Messico sull’acqua,si pone nuovamente il problema dei grandi ser-batoi e delle possibili conseguenze sull’ambientee sulle popolazioni interessate dagli invasi che siandranno a realizzare. È un dialogo indubbia-mente difficile, costellato da successi e da insuc-cessi,ma anche stimolo per affrontare una proble-matica così importante per la qualità della vita,quale quella dell’approvvigionamento idrico.Il programma Water for Africa, lanciato dall’UnioneEuropea in occasione del Summit di Johannesburg,ha avviato un importante confronto tra i paesi,l’Unione Europea, i tecnici e le ONG per affron-tare e risolvere,proprio in sede di pianificazione,i problemi connessi alla gestione dei grandi baci-ni fluviali africani.Trattasi dunque di una vera e propria iniziativa te-sa alla prevenzione delle conseguenze,positive enegative, che possono derivare da proposte diprogrammazione e progettazione di grandi ope-re, un monito per facilitare la gestione della con-flittualità attraverso la ricerca del consenso, lapartecipazione dei diversi attori, l’educazione delpubblico e della pubblica amministrazione attra-

verso la corretta diffusione delle informazioni dae per il cittadino, favorendo il coinvolgimentodell’opinione pubblica.La credibilità del proponente aumenta attraver-so la identificazione dei problemi e dei valorimessi in campo, grazie ad un dialogo ed un am-pio confronto,offrendo soluzioni tecniche politi-camente ed economicamente corrette e realisti-che.Anche nel settore idroelettrico, e nel più vastocampo degli sbarramenti artificiali, si avverte l’e-sigenza del coinvolgimento a livello globale delleparti nei giusti tempi e negli argomenti appropria-ti, per far scaturire le decisioni tecniche più effica-ci non solo da un processo squisitamente e stret-tamente tecnicistico ma anche dal pubblico coin-volgimento.In conclusione, direi che l’energia pulita è oggi larisposta più adatta per arginare il consumo di ri-sorse naturali e rispettare le indicazioni del pro-tocollo di Kyoto.Riguardo alla miglior fonte di energia sul merca-to, anche se è una frase ormai scontata, la miglio-re è, e rimane, il risparmio energetico, dal puntodi vista sia degli investimenti e del ritorno econo-mico, sia della fattibilità tecnologica.

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Editoriale

Gli impianti idroelettrici si suddividono ingrandi impianti idroelettrici (o più semplice-mente idroelettrici) ed in impianti idroelettri-ci minori (o mini-idroelettrici). Il micro-idroelettrico comprende gli impianti inferio-ri ai 100kW di potenza e fino a pochi kW, so-litamente collocati in aree montane, su cor-si d’acqua a regime torrentizio o permanen-te. Già agli inizi del secolo scorso molti labo-ratori artigiani utilizzavano semplici canaliper azionare macchine utensili con piccole pa-le/mulini accoppiati a pulegge tramite cinghiedi trasmissione.Questa suddivisione solitamente si riscontraanche nella diversa tipologia degli impianti:mentre i grandi impianti idroelettrici richiedo-no solitamente la sommersione di estesesuperfici, con notevole impatto ambientale esociale, un piccolo impianto idroelettrico si in-tegra quasi perfettamente nell’ecosistemalocale, sfruttando direttamente la corrente delfiume.Il vantaggio di questi piccolissimi impianti è rap-presentato dal fatto che non è necessarial’autorizzazione al prelievo delle acque,nonchéun inesistente impatto ambientale e il loro po-tenziale appare tutt’altro che trascurabile.

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ENERGIA RINNOVABILE

L’utilizzo delle energie rinnovabili rap-presenta un’esigenza sia per i Paesi in-dustrializzati sia per quelli in via di svi-luppo; in particolare, i primi necessi-tano, nel breve periodo, di un uso più

sostenibile delle risorse, di una riduzione delleemissioni di gas serra e dell’inquinamento atmo-sferico, di una diversificazione del mercato ener-getico e di una sicurezza di approvvigionamen-to energetico (Direttiva 2001/77/CE“Promozione dell’energia elettrica prodotta dafonti rinnovabili”); per i secondi, le energie rinno-vabili rappresentano una concreta opportunitàdi crescita sostenibile e di accesso all’energia inaree remote.L’Italia si è prefissa di raggiungere, entro il 2010,una quota di energia rinnovabile pari al 22% del-la produzione elettrica nazionale.Il Decreto Legislativo del 29 dicembre 2003 n.387 recepisce la suindicata Direttiva ed introdu-ce una serie di misure volte a superare i proble-mi connessi al mercato delle diverse fonti diEnergia Rinnovabile.

ENERGIA FOTOVOLTAICAGli impianti fotovoltaici sfruttano l’energia sola-re (fotoni) convertendola direttamente in ener-gia elettrica.La produzione di energia elettrica sotto formadi corrente continua avviene nell’unità fonda-mentale cella fotovoltaica, che può essere descrit-

ta come un “foglio”di spessore molto piccolo, ge-neralmente di silicio, le cui proprietà elettrichevengono modificate tramite l’impiego di sostan-ze “droganti”, che si inseriscono tra gli atomi disilicio modificandone la struttura chimica e diconseguenza il “comportamento elettrico”.Questa procedura permette di realizzare, inuno spessore piccolissimo di 0,25-0,35 mm,una vasta superficie di contatto - detta “giunzio-ne” - tra due strati (le due facce del foglio)aventi potenziale elettrico diverso: permettecioè di generare una differenza di potenziale frale due facce esterne del foglio. La zona compre-sa tra le due facce (e quindi la giunzione) diven-ta sede di un forte campo elettrico.Quando la parte esterna (cioè esposta alla ra-diazione solare) della cella fotovoltaica vienecolpita da un fotone si genera un flusso di elet-troni, e quando la cella è collegata ad un utiliz-zatore queste cariche danno luogo ad una cir-colazione di corrente elettrica. La corrente elet-trica aumenta all’aumentare della radiazione in-cidente.Alle nostre latitudini, ad una temperatu-ra di 25°C,una cella fotovoltaica di 100 cm2 pro-duce una potenza di picco pari a 1,5 Wp.La ricerca scientifica sta lavorando molto siasull’aumento dell’efficienza della conversione (ilrendimento di conversione della cella foto-vol-taica è circa 12%-17%) sia sulla ricerca di mate-riali meno costosi; questi impianti che sfruttanouna fonte energetica inesauribile sono quindiestremamente promettenti.

Vento, sole, vapore,acqua, biomasse.In due parole: fonti rinnovabili

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a cura del Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale - Servizio rischio tecnologico

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Il Decreto del Ministero delle Attività Produttivedel 28 Luglio 2005 (G.U. 5.8.2005 n.181) defini-sce i criteri per l’incentivazione della produzio-ne di energia elettrica da impianti fotovoltaici.

ENERGIA EOLICAIl vento, come l’acqua, è una delle fonti energe-tiche d’origine naturale utilizzate dall’uomo findall’antichità.Oggi la macchina che viene utilizzata per la tra-sformazione dell’energia meccanica del vento inenergia elettrica è detta Aerogeneratore; il prin-cipio di funzionamento è lo stesso del mulino male pale spinte dal vento sono collegate a un ge-neratore di energia elettrica.L’Aerogenatore è costituito da un palo di soste-gno che porta sulla sommità una navicella (la ca-bina dove è contenuto il generatore elettrico edun albero di trasmissione).All’esterno della na-vicella troviamo il rotore costituito da un moz-zo sul quale sono montate le pale che intercet-tano il vento.Gli Aerogeneratori hanno dimensioni variabili infunzione della potenza; per utenze isolate (5-100kW) il diametro del rotore va da 3 a 20 m men-tre per grandi macchine (fino a 5 MW) il diame-tro può arrivare anche a 124 m.L’evoluzione tec-nologica ha comunque permesso di aumentarele potenze associate contenendo comunque ledimensioni.Le diverse tipologie di Aerogeneratore si diffe-renziano inoltre per:• sistemi di controllo della potenza;• velocità del rotore, che può essere costante o

variabile;

• presenza o assenza di un moltiplicatore di gi-ri tra mozzo e generatore.

La possibilità di sfruttare l’energia eolica è vinco-lata dalle caratteristiche del sito in cui si intendeinstallare l’Aerogeneratore; è ovvio che la valu-tazione della ventosità media è il parametrofondamentale da considerare ma l’esistenza distrade adeguate e la vicinanza a linee elettrichedevono essere tenute presenti, poichè hanno im-plicazioni dirette con la redditività dell’iniziativa.Secondo l’atlante eolico redatto dal CESI la po-tenzialità del territorio italiano per le installazio-ni eoliche si aggira intorno ai 5.000 MW; attual-mente la potenza installata è di poco superioreai 1.000 MW e la potenza media degliAerogeneratori installati è di 650 kW.

ENERGIA GEOTERMICA I fluidi geotermici sono essenzialmente compo-sti da acqua meteorica che penetra nel sottosuo-lo e si riscalda a contatto con le rocce calde for-mando così degli acquiferi (strati o raggruppa-menti di materiale permeabile saturo di acqua)anche a temperature molto elevate (oltre300°C). Generalmente tali acquiferi, oltre al-l’acqua in fase liquida, possono contenere vapo-re ad elevato contenuto energetico.Il fluido sotto forma di vapore può essere invia-to direttamente in una turbina per la produzio-ne di energia elettrica oppure attraverso unoscambiatore di calore può cedere la sua energiaad un altro fluido vettore ed infine essere ripom-pato nel sottosuolo; in questo ultimo caso si par-la di impianto a ciclo binario.È sufficiente che il fluido abbia una temperatu-

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ra di 120° C per poter essere utilizzato, ovvia-mente maggiore è la temperatura del fluido,mag-giore è l’energia potenzialmente producibile.La geotermia italiana ha una lunga tradizione cheè iniziata nel 1913 con la prima centrale da 250kW costruita a Larderello ed attualmente conta34 impianti (33 in Toscana e 1 nel Lazio) con unapotenza installata complessiva di 707 MW.Annualmente si producono più di 5.000 GWhsoddisfacendo già gli obiettivi che l’Italia si è data,relativamente al geotermico, nei documenti pro-grammatici per lo sviluppo delle fonti rinnovabili.Nel medio e lungo termine si prevede uno svilup-po della tecnologia basata sull’utilizzo di rocce cal-de secche (hot dry rock) situate in profondità.Questa nuova tecnologia consiste nel pompareacqua fredda alla profondità di alcuni km sottola superficie terrestre fino a fare incontrare roc-ce calde e poi recuperarla, sotto forma di vapo-re, per azionare turbine in superficie; infine unavolta raffreddata l’acqua è di nuovo pompata inprofondità.

ENERGIA IDRAULICAIn Italia lo sfruttamento dell’energia idraulicaper la produzione di energia elettrica ha rappre-sentato la base dell’elettrificazione del paese epuò contare su una tecnologia matura e sulla du-rata delle opere civili connesse agli sbarramen-ti per la creazione di dislivelli.Ancora oggi l’acqua rappresenta la fonte ener-getica rinnovabile più consistente e contribuiscea soddisfare circa il 15% della richiesta di ener-gia elettrica nazionale.Questa lunga storia di sfruttamento della risor-sa idrica ha fatto sì che non ci siano ulteriori mar-gini di sviluppo per grandi impianti idroelettriciche, sebbene non producano emissioni inquinan-ti durante il loro funzionamento, necessitano del-la costruzione di opere che hanno un grosso im-patto ambientale sul paesaggio, sulla difesa delsuolo e sugli altri utilizzi della risorsa idrica.Maggiori possibilità di sviluppo esistono al con-

trario per il cosiddetto mini-hydro ovvero pic-coli impianti con potenze fino a 10 MW che pre-sentano alcuni vantaggi:• un limitato impatto ambientale;• una modesta richiesta di manutenzione;• un alto rendimento di conversione energetica.Le piccole centrali idroelettriche possono, inol-tre, essere facilmente integrate in sistemi di uti-lizzo plurimo delle risorse idriche come, adesempio, gli acquedotti ed i sistemi di irrigazio-ne.Nei documenti programmatici che riguarda-no le fonti rinnovabili il mini-hydro è considera-to come uno dei settori dove è possibile ope-rare maggiori sviluppi; infatti a fronte di 2.300MW installati gli obiettivi del 2012 prevedonouna potenza installata di 3.000 MW.

ENERGIA DA BIOMASSECon il termine Biomassa nell’accezione più ge-nerale possiamo considerare tutto il materiale diorigine organica sia vegetale che animale. È in-tuitivo come rientri in questa definizione unagrande quantità di materiali molto eterogenei traloro; è possibile distinguere vere e proprie ma-terie prime (colture dedicate arboree ed erba-cee, ecc.) e prodotti di scarto derivati da mol-teplici attività che interessano: il comparto agri-colo-forestale, il comparto industriale ed infineil settore dei rifiuti solidi urbani.I combustibili solidi, liquidi o gassosi derivati daquesti materiali (direttamente o in seguito aprocessi di trasformazione) sono definiti Bio-Combustibili; la conversione avviene principal-mente attraverso processi termochimici (Pirolisie Gassificazione) e biochimici (DigestioneAnaerobica).Qualsiasi forma di energia ottenuta con succes-sivi processi di conversione dai Bio-Combustibiliè definita Bio-Energia.Attualmente si stanno sviluppando processi diCo-Combustione e di Co-Gassificazione volti autilizzare nello stesso impianto biomasse e com-bustibili tradizionali come il carbone.

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a cura del Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale - Servizio rischio tecnologico

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A circa due anni dalla legge di Riforma dell’Ente e do-po l’approvazione del Piano Triennale 2005-2007, ilConsiglio Nazionale delle Ricerche si presenta pron-to ad affrontare le nuove sfide. Quali? Lo abbiamochiesto al Presidente , Fabio Pistella che, a capo delCNR appare, grazie alla sua lunga esperienza in que-sto campo, come un abile “condottiero” alla guida diun esercito di 8.200 dipendenti, di cui oltre la metàricercatori, per il conseguimento di importanti tra-guardi anche internazionali. La sua laurea con lode infisica, ottenuta nel 1967 infatti, ha fatto da prodromoad una serie di incarichi di alta responsabilità.Nominato presidente del CNR nel luglio del 2004 ,aveva gia rivestito l’anno precedente gli importantiruoli di sub-commissario del Consiglio Nazionale del-le Ricerche e commissario dell’Autorità per l’EnergiaElettrica ed il Gas. Nel suo curriculum personale fi-gurano inoltre gli incarichi di Presidente dell’APRE(Agenzia per la Ricerca Europea), la lunga e impor-tante esperienza in qualità di Direttore Generaledell’ENEA, nonché quelli di componente del comitato scientifico per la valutazione degli impattidel protocollo di Kyoto sulle emissioni di gas serra e di docente universitario di Economia appli-cata alla facoltà di Ingegneria presso l’Università Roma Tre, oltre a numerosi altri incarichi di pre-stigio in organismi nazionali e internazionali.

Presidente, nell’agosto scorso il MinistroMoratti ha approvato il Piano Triennale2005/2007 del CNR; circa un miliardo diEuro di budget annuale, una fetta consi-stente (il 20%) destinata alla ricerca incampo ambientale e il 5% all’energia e aitrasporti. Nel nuovo CNR si sono final-mente creati i giusti presupposti per unnuovo modo di fare ricerca in Italia, unaricerca capace di raggiungere impor-tanti traguardi e di vincere sfide anchein campo internazionale?E’ questo l’obiettivo del CNR, che per conse-guirlo si è dato nuove regole, nuovi vincoli enuovi traguardi, grazie al processo di rinnova-

mento scatur ito dalla legge di Riformadell’Ente, la n.127 del 2003. Poche, semplici re-gole sintetizzano il processo di cambiamen-to in atto. Nel nuovo CNR, al modello ormaiobsoleto dell’attività di ricerca condotta trop-po spesso in ordine sparso, caratterizzata daduplicazioni, frammentazioni e talvolta di-spersione dei finanziamenti, si è sostituto unnuovo modello, dove la necessità di contem-perare la salvaguardia di spazi per la ricercaspontanea a tema libero si incontra con l’e-sigenza di definire e perseguire in modostrutturato obiettivi realistici - in rapporto al-le risorse disponibili - e concordati sia all’in-terno sia all’esterno, con Università, altri Enti

IL CNR: risorsa da valorizzareper lo sviluppo economico

del PaeseIl 20% dei fondi previsti nel nuovo piano triennale

del CNR destinati alla ricerca in campo ambientale

Realizzata la mappa dei venti per la costruzione di centrali eolicheoff-shore: ce ne parla Fabio Pistella, Presidente del CNR

L’intervista

L’intervista

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di ricerca e imprese. Così già avviene, peral-tro da tempo, nei principali paesi industrializ-zati.In particolare, le scelte del nuovo piano trien-nale si traducono nelle seguenti indicazioni: un15% del bilancio (che è pari a un miliardo dieuro) da destinare alla ricerca a tema libero,quella che gli anglosassoni definiscono curio-sity driven; un altro 15% da destinare allo svi-luppo competenze, sia sul fronte della forma-zione che sullo sviluppo di strumenti; il 70%per ricerche strategiche su 85 progetti indi-viduati da 11 macroaree di ricerca. Queste ul-time rappresentano altrettanti obiettivi stra-tegici, cui corrispondono strutture snelle, de-nominate dipar timenti: “Terra e Ambiente”,“Energia e Traspor ti”, “Agroalimentare”,“Medicina”,“Scienze della Vita”,“ProgettazioneMolecolare”,“Materiali e Dispositivi”,“Sistemidi Produzione”,“Tecnologie dell’Informazionee della Comunicazione”,“Identità Culturale”,“Patrimonio Culturale”. Gli 85 progetti rap-presentano le priorità tematiche di ricerca in-dividuate sulla base delle scelte strategicheoperate dall’Ente. Alla realizzazione concor-rono gli oltre 100 istituti del CNR, in base al-le diverse competenze tecnico scientifiche, at-traverso circa 650 commesse. Ogni com-messa rappresenta l’apporto che il singolo isti-tuto può offrire su un determinato progetto.Tale meccanismo ha l’effetto di “cucire” fra lo-ro competenze distribuite in unità organizza-tive singole finora non sufficientemente lega-te da collaborazioni, valorizzandole e finaliz-zandole al conseguimento degli obiettivi stra-tegici. Una tale organizzazione consente, inol-tre, di raggiungere importanti obiettivi e divincere anche sfide in campo internazionale.Va sottolineato, inoltre, che la cooperazioneinternazionale rappresenta una priorità per gliIstituti del CNR: accanto a un gran numero dicollaborazioni bottom-up, caratteristica posi-tiva peculiare della comunità scientifica, si af-fiancano accordi internazionali con organizza-zioni quali il francese CNRS o lo statuniten-se NSF. È in aumento anche la cooperazionecon gli Istituti presenti nei nuovi paesi indu-strializzati come l’India e la Cina. Un importan-te esempio è rappresentato dalla bionforma-tica, un settore disciplinare di rilevante impat-to.Quanto, infine, alle risorse dedicate specifica-mente dal CNR all’ambiente, l’Ente destina il20% delle proprie risorse finanziarie e il 18%dei ricercatori per ricerche su problematicheconnesse ai cambiamenti climatici globali, al-lo studio delle variazioni temporali e spazia-

li della struttura e della composizione delSistema Terra, alla comprensione degli ecosi-stemi terrestri e marini e delle loro dinamiche.I progetti riguardano anche la valorizzazionedelle risorse idriche, nonché le opportunitàproduttive offer te dall’ambiente come risor-sa.Accanto a queste, studi sui fattori di gene-razione dei rischi sul territorio, naturali o in-dotti dalle attività umane, sia in aree di super-ficie che sottomarine, al fine di mettere apunto metodi di prevenzione e mitigazione.Alla macroarea dell’Energia e dei Trasporti ilCNR dedica il 5% delle risorse e il 5% dei ri-cercatori. L’Ente svolge ricerche sulla produ-zione, il trasporto e l’impiego dell’idrogeno,il recupero e la valorizzazione di residui e ri-fiuti, la sicurezza e l’aumento del rendimentodi impianti di produzione dell’energia.

Qual è il ruolo del nuovo CNR e dellanuova ricerca da esso prospettata?Come si inseriscono le azioni del CNRnel quadro di crescente sviluppo econo-mico e sociale del nostro Paese? Il nuovo CNR, forte anche del proprio patri-monio di risorse umane - oltre 8 mila dipen-denti, di cui oltre la metà ricercatori a cui siaggiungono circa tremila giovani ricercatori as-sociati che a vario titolo collaborano nei la-boratori del CNR - intende contribuire acreare, attraverso la ricerca scientifica, valorenel Paese. In tal modo il CNR svolge un ruo-lo attivo di regista, non di passivo spettatoree in questa nuova veste si propone come “ri-sorsa da valorizzare per lo sviluppo economi-co e sociale del Paese”, secondo un disegnostrategico nel quale l’Ente si integra con ilmondo esterno, attraverso azioni che coniu-gano fra loro ricerca, innovazione, competiti-vità e bisogni individuali e collettivi. Una mis-sione in piena coerenza con gli obiettivi indi-viduati dal Piano Nazionale della Ricerca va-rato dal Miur, che vede nella ricerca unostrumento per migliorare la qualità della vita(salute, sicurezza e ambiente), accrescere lacompetitività delle imprese (grandi progettinazionali, distretti e accordi internazionali), as-sicurare lo sviluppo sostenibile a livello globa-le (prevenzione delle catastrofi naturali, mo-nitoraggio del territorio, tutela della biodiver-sità).In questa strategia riveste particolare impor-tanza la scelta di attivare un processo vir tuo-so, attraverso la stipula di accordi- quadro perlo sviluppo di ricerche, tecnologie e compe-tenze, con soggetti industriali le cui reti orga-nizzative e i cui processi produttivi sono ido-

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nei a “travasare” sull’intera filiera le nuove co-noscenze acquisite. È quella che noi definia-mo la tecnica dei “centralini”, che sostanzial-mente sono di tre tipi: i grandi gruppi indu-striali hi-tech, caratterizzati da un forte indot-to, quali Avio e Finmeccanica; le filiere produt-tive a livello associativo - Ferderchimica,Mapei , Comau, Confar t ig ianato eUnioncamere; gli enti locali e le istituzioni (Regioni, Comuni, Ministeri).

Parliamo di fonti rinnovabili e partia-mo dalle centrali eoliche, il cui decollosembra incontrare resistenze. Il CNR-Isac, in collaborazione con APAT eUniversità di Camerino, ha realizzatouna mappa dei venti per la costruzionedi centrali eoliche offshore. L’Italia è unPaese sufficientemente ventoso?Lo è meno di altre regioni europee come laGran Bretagna o i Paesi Scandinavi. Ciò nonsignifica, tuttavia, che l’Italia non abbia dellearee dotate di risorse eolo-energetiche inte-ressanti. Queste si trovano in gran parte col-locate nel Centro e nel Sud della Penisola.

Quali sono i costi previsti per la realiz-zazione di suddetti impianti? Quali ivantaggi e quali le difficol-tà che incontrano, oltre aquelle notorie riguardantil’impatto ambientale?I costi di investimento iniziali,costituiti da acquisto delle tur-bine, lavori di installazione, per-messi necessari alla realizza-zione del parco e connessionein rete si aggirano mediamen-te intorno a 1.300.000 europer ogni MW installato.A que-sti si aggiungono i costi annui dimanutenzione, le royalty dovu-te all’ente locale (1.5%-2.5%del fatturato annuo), l’affittodei terreni e gli oneri finan-z iar i , va lutabi l i attorno a i100.000 euro per anno perMW installato.L’eventuale convenienza eco-nomica di un impianto va valu-tata alla fine della vita dei gene-ratori (che è dell’ordine dei15-20 anni). Possiamo però li-mitarci a vedere se già alla sca-denza dei primi 8 anni di pro-duzione, l’impresa è remunera-tiva. Perché proprio 8 anni?

Perché nei primi 8 anni, al prezzo di venditadel kilowattora (5 - 6 centesimi di Euro) si ag-giunge il prezzo dei cer tificati verdi, che vale8-9 centesimi di Euro/kWh. Pertanto, se siconsidera il caso reale di una centrale eolicadi 83 MW installati, con una resa energeticadi 180 GWh/ anno, si vede che questa cen-trale fornirà alla fine degli 8 anni un guadagnodi 400 mila euro per ogni MW installato.Tuttavia, pur se i conti economici sono larga-mente a favore della realizzazione di parchieolici, le imprese del settore sostengono chelo sviluppo di questa fonte alternativa è osta-colato dalle enormi lungaggini burocraticheper il rilascio delle autorizzazioni da parte deiComuni e delle Regioni interessate, a cui si ag-giungono spesso le polemiche sollevate da al-cuni settori del movimento ambientalista ri-guardo sia all’impatto paesaggistico sia all’o-stacolo posto dai parchi eolici alle rotte mi-gratorie dei volatili e, non ultimo, il rumore ge-nerato dalle turbine. Questi problemi ambien-tali si possono ridurre decisamente con le in-stallazioni offshore, vale a dire parchi eolici po-sti in mare, che al vantaggio offer to dallamaggiore intensità del vento in mare associa-no una minore turbolenza. Sappiamo che l’e-nergia eolica è proporzionale al cubo della ve-

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locità del vento. Se in mare, a qualche Km dal-la costa, il vento medio è, ad esempio, supe-riore del 30% a quello rilevato nell’entroter-ra costiero (il che non è inusuale), la produ-zione energetica nel sito marino sarà del90% superiore a quella che si avrà nel sito aterra.Si può comprendere come questi vantaggipossano, da soli, compensare l’aggravio deicosti costituiti dalla installazione di un gene-ratore in mare piuttosto che a terra. Le pro-spettive future fanno prevedere nei prossimi10 anni installazioni fino al centinaio di me-tri di profondità (oggi si arriva a qualche de-cina di metri) e, successivamente, centralieoliche su piattaforme ancorate al fondodel mare. Di qui la necessità di localizzare learee di maggiore potenzialità eolica. Nonessendo disponibili sufficienti misure sul ma-re, neanche da satellite, la mappa del vento,realizzata dall’Isac - CNR - Istituto di Scienzedell’Atmosfera e del Clima, in collaborazio-ne con l’Agenzia per la protezione dell’am-biente di Roma e l’Università di Camerino,deriva da prodotti modellistici, in par ticola-re da 24 anni di analisi del modello di circo-lazione generale del centro meteorologicoeuropeo di Reading (Ecmwf-European cen-tre for medium-range weather forecasts). I ri-sultati finali dello studio sono stati poi con-frontati con le misure sperimentali rilevate suboe , i so le e nav i in var ie reg ion i de lMediterraneo, mostrando differenze mini-me, in particolare nel confronto con le 9 boedisponibili, di cui tre spagnole e le altre fran-cesi, italiane e greche. Dalla mappa si può os-servare che la ventosità maggiore si trova, ov-viamente, lontano dalle coste, con velocitàmedie annue che raggiungono 6.0-6.5 metrial secondo, a 10 metri dalla superficie del ma-re. Poiché la velocità del vento cresce manmano che la distanza dalla superficie aumen-ta, a 70-80 metri, tanto è l’altezza in cui si tro-va il mozzo del generatore eolico, i valori ar-rivano a superare gli 8 metri al secondo. Unottimo risultato considerando che, per losfruttamento eolico, è sufficiente anche unamedia annua di 5 o 6 m/sec. Le aree costie-re che risultano di maggiore interesse, sem-pre ai fini energetici, sono quelle circostantigli Stretti (Gibilterra, Bonifacio, Messina),quelle intorno al Golfo del Leone, il versan-te Ovest e Sud-Ovest di Corsica, Sardegna eSicilia, le coste del basso Adriatico e delloIonio, le coste greche con la gran par te del-le isole sparse nell’Egeo, le coste occidenta-li e meridionali turche e quasi tutte le coste

nord-africane.

Vorrei un suo parere sul nucleare,di cui sista tornando a parlare e non più in termi-ni così catastrofici.Torneremo ad attinge-re al nucleare o nel nostro paese rimarràuna risorsa inutilizzata?Le rispondo con due considerazioni su fat-ti che accadono fuori dall’Italia e che merita-no una opportuna riflessione. Prima conside-razione: Francia, Germania, Svezia, GranBretagna, Stati Uniti e Giappone, ma ancheCina, India e Corea del Sud (paesi diversi pertanti aspetti economici e sociali) hanno adot-tato la scelta nucleare e non possiamo rea-listicamente sostenere che sia stata una scel-ta irresponsabile, né che i Paesi che l’hannoadottata si siano pentiti. Inoltre, la circostan-za che la Svezia continui a rinviare ormai daanni la data di prevista uscita dal nucleare de-ve far riflettere. Ricordo, infine, che StatiUniti e Gran Bretagna hanno recentementeannunciato una ripresa del loro impegnonucleare.Seconda considerazione: e’ interessante osser-vare la correlazione tra nucleare e carbone.Nella quasi totalità dei paesi industrializzati ilsettanta per cento circa della produzioneelettrica viene dalla somma di nucleare e car-bone (si va dal 70% di nucleare della Franciaai casi di uguale peso della Germania e delRegno Unito (35%), al caso della Danimarcache ha respinto il nucleare, ma fa ampio ricor-so al carbone). Solo l’Italia, simultaneamente,rinuncia al nucleare e si limita a un dieci percento di produzione elettrica da carbone.Non deve sorprendere se abbiamo la bollet-ta elettrica più salata in conseguenza dei piùelevati costi di produzione, associati a un pe-so non indifferente sulla bilancia dei paga-menti. Dobbiamo essere pronti a pagare ilprezzo che questa situazione energetica gene-ra sulla competitività del nostro sistema ma-nifatturiero. L’Italia deve decidere se l’inte-grazione europea ci preme solo a parole e sevogliamo continuare nell’atteggiamento diquelli che hanno sapienza e capacità di sceltasuperiore agli altri da noi ritenuti tutto som-mato ingenui (un atteggiamento che stiamopagando amaramente) e soprattutto se e co-me vogliamo rimanere nel gruppo dei paesileader non solo in Europa, ma nella competi-zione globale. Ne derivano scelte improcrasti-nabili sui temi dell’energia, se vogliamo tenerconto del fatto che siamo un paese manifat-turiero e che non abbiamo risorse energeti-che proprie.

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Fonti rinnovabili: al punto di svolta con i nuovisistemi di incentivazione

a cura di Luca Tabasso

In principio fu il provvedimento Cip 6 del1992, poi il decerto Bersani del 1999, infineil decreto legislativo 387, approvato dueanni fa. La storia delle politiche italiane perle fonti rinnovabili è stata lunga e tortuosa

(e in molti casi tardiva),ma sembra ormai che an-che il nostro Paese sia arrivato a un sistema ingrado di fornire alle “energie verdi” il necessariosostegno.I numeri, del resto, parlano chiaro: la potenza eo-lica, che nel 2000 superava di poco i 400 MW,ha raggiunto nel 2004 i 1.244 MW e arriveràquest’anno a sfiorare i 1.900 MW; la capacitàgeotermica è passata nello stesso periodo da620 ad oltre 700 MW,mentre le bioenergie han-no fatto registrare dal 2000 al 2003 (ultimodato disponibile) un progresso da 98.000 a116.500 TJ per la biomassa, da 6.800 a 12.400 TJper il biogas e da 2.750 a 7.500 TJ per i biocom-bustibili.Qualche progresso si è avuto anche peril solare termico (cresciuto dai 350.000 m2 instal-lati del 2000 ai 450.000 del 2004) e per quellofotovoltaico (da 19 a 30 MW). Comples-sivamente, calcola il rappor to annuale delGestore della rete elettrica (Grtn), l’anno scor-so la produzione di elettricità da rinnovabili haraggiunto in Italia i 55.670 GWh. Fatti salvi i42.744 GWh dell’idroelettrico (settore più chematuro), la maggior parte del contributo è ve-nuto dalla generazione da biomasse e rifiuti(5.637 GWh) e dalla geotermia (5.437 GWh),nonché da un eolico in costante crescita (1.847GWh). Non appare dunque irrealistico l’obiet-tivo al 2010 di 76.000 GWh da energie alterna-tive (22% della domanda elettrica) fissato perl’Italia dalla direttiva 2001/77/CE.Il decollo delle fonti rinnovabili si deve a una se-rie di sistemi di incentivazione via via perfezio-nati nel corso degli anni.Il decennio 1992–2002 si è contraddistinto peruna politica basata principalmente sui sussidiintrodotti dal programma Cip 6/92, che ha pro-mosso lo sfruttamento delle fonti alternative ga-rantendo l’acquisto a prezzi incentivati dell’ener-gia generata dagli impianti entrati in funzione do-po il 30 gennaio 1991.Tuttavia, erano (e sono tut-

tora) i consumatori a pagare i costi di tale incen-tivazione, attraverso un sovrapprezzo destinatoalla Cassa Conguaglio del Settore Elettrico.Inoltre, il Cip 6/92, oltre alle fonti rinnovabili, in-centivava le cosiddette “assimilate”, vale a dire laproduzione elettrica da alcune tipologie di cen-trali alimentate con combustibili fossili. Di fatto,una quota superiore al 70% dei contributi delprogramma è stata indirizzata a questo tipo diimpianti.In ogni caso, grazie al Cip 6/92 le energie alter-native (in particolare eolico e biomasse) hannobeneficiato di un notevole sviluppo, attraendo ne-gli ultimi 15 anni investimenti per oltre 10 miliar-di di euro che hanno consentito la realizzazionedi circa 6.5 GW di nuova capacità. Per contro,pe-rò, si calcola che il costo del programma nel pe-riodo tra il 1992 il 2012 (quando cesseranno gliultimi effetti del sistema) sarà pari a 13 miliardidi euro (tenendo conto della sola componented’incentivo attribuita agli impianti rinnovabili).A partire dal 2002, con l’entrata in vigore del “de-creto Bersani” per la liberalizzazione del merca-to elettrico, un nuovo tipo di incentivazione hainiziato a sostituire progressivamente i sussidi delCip 6/92. Si tratta del sistema dei “certificativerdi”, titoli attribuiti all’energia prodotta da rin-novabili la cui contrattazione introduce mecca-nismi concorrenziali. In concreto, ogni certifica-to verde, di durata annuale, attesta la produzio-ne da parte di un impianto di 100 MWh di ener-gia verde. L’aspetto innovativo risiede nell’in-centivo, che se con il Cip 6/92 veniva fissato dal-le autorità è ora determinato stabilendo unobbligo percentuale di elettricità da produrre confonti rinnovabili, il cui prezzo varia in funzione delmercato. L’obiettivo è attrarre nuovi operatorie abbattere il costo della generazione da ener-gie alternative favorendo la concorrenza. Lanormativa obbliga infatti i produttori termoelet-trici e gli importatori (per quantità superiori ai100 GWh) a immettere in rete elettricità gene-rata con rinnovabili nella misura del 2% dell’elet-tricità prodotta o importata nell’anno preceden-te. Il soddisfacimento di questo obbligo può av-venire in tre modi: acquistando certificati verdi

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(che vengono attribuiti dal Grtn ai produttori dienergia da nuovi impianti alimentati da fontirinnovabili), avviando nuovi impianti (ai qualiverranno concessi i relativi certificati verdi), im-portando nuova energia rinnovabile provenien-te da Paesi che adottano analoghi strumenti diincentivo su basi di reciprocità.Nel 2004, il Grtnha rilasciato, a un prezzo di riferimento di 97,39euro per MWh,77.876 certificati verdi per un to-tale di 3,9 miliardi di kWh (+12,1% rispetto al2003), che diverranno circa 5 miliardi di kWh nel-l’anno in corso.Al 30 giugno 2005, gli impianti chegodevano della qualifica Iafr (Impianto Alimentatoda Fonti Rinnovabili) erano 972, di cui 642 inesercizio e 330 in progetto.

Il sistema dei certificati verdi avviato con il decre-to Bersani, che attribuiva il medesimo incentivoa tutte le fonti, è stato affinato con il decreto le-gislativo 387/2003, emanato in attuazione delladirettiva Ue 2001/77/CE.Nel tempo, infatti, si eraconstatato che il meccanismo garantiva un ade-guato sostegno solo alle rinnovabili più compe-titive (come l’eolico), penalizzando le tecnologiemeno mature (in particolare il fotovoltaico). Il387 ha di conseguenza introdotto incentivi spe-cifici per le varie fonti, incrementando al contem-po la quota d’obbligo minima del 2% di un fat-tore 0,35% nel periodo 2004-2006 (il Ministerodelle Attività Produttive stabilirà un ulterioreaumento per il triennio 2007-2009). In aggiun-ta, il decreto ha conferito la priorità di dispaccia-mento all’energia prodotta da impianti a fonti rin-novabili (che nella Borsa Elettrica deve essere ob-bligatoriamente acquistata prima di quella pro-dotta con fonti convenzionali) e abbattuto le bar-riere burocratiche introducendo un’autorizzazio-ne unica per la realizzazione di centrali ad ener-gie alternative.L’approvazione dei decreti attuativi del disegnodi legge 387 ha registrato numerosi ritardi, tan-to che a due anni dall’approvazione il sistema nonè stato ancora completato.Nondimeno, è ormaial suo posto la maggior parte dei principali tas-selli, come la creazione dell’Osservatorio sullefonti rinnovabili e il meccanismo di supporto alfotovoltaico.Quest’ultimo, che ha ottenuto il vialibera definitivo lo scorso settembre, è un esem-pio emblematico.Dalla vecchia incentivazione in

“conto capitale” (chi voleva realiz-zare un impianto doveva chiederealle autorità competenti un contri-buto all’investimento iniziale attra-verso un iter lungo e farraginoso),si è passati al “conto energia”, chegarantisce un adeguato sostegnonon più al costo di installazione maall’energia prodotta. In pratica, gli im-pianti entrati in esercizio dopo il 30

settembre 2005, suddivisi in tre classi di poten-za, godranno per venti anni di specifiche tariffeincentivanti (da 0,445 euro/kWh per le centra-li più piccole a 0,490 euro/kWh a quelle più gran-di). I risultati sono andati oltre le più roseeaspettative: dal 19 settembre, giorno di apertu-ra per la presentazione delle domande, al 30 del-lo stesso mese, termine ultimo per il primo tri-mestre di incentivazione, sono pervenute alGrtn circa 3.500 richieste, per un totale di oltre100 MW. In altri termini, in soli 10 giorni gli ope-ratori hanno presentato progetti per più di trevolte la potenza complessiva fotovoltaica at-tualmente installata in Italia.

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Lei ha svolto la Sua attività di ricerca permolti anni al Cern, presiede il ComitatoEuropeo per il coordinamento, in ambitocomunitario,delle attività di fisica “astro-particellare” ed è Presidente dell’IstitutoNazionale di Fisica Nucleare. Può dirci seil nostro Paese è competitivo nel campodella fisica? La risposta è sicuramente affermativa, l’Italia è unPaese competitivo nel campo della ricerca.Questo anche perché l’INFN ha sviluppato inquesto campo una lunga tradizione di eccellen-za, continuamente stimolata dal carattere di in-ternazionalizzazione della ricerca. I nostri ricer-catori si trovano quotidianamente nei laborato-ri internazionali a contatto con ricercatori di al-tri Paesi e quindi la competizione, essendo co-stante e sempre al massimo livello, non può chestimolare una eccellenza continua.Da sottolineare che tale eccellenza non si puògenerare solo attraverso la partecipazione alaboratori internazionali, seppur di altissimo livel-lo, ma deve anche trovare analoga infrastruttu-ra in Italia, fattore importantissimo per la forma-zione dei giovani che, per lo meno nella primafase della loro carriera, spesso si formano a livel-lo universitario ancora nel Paese di origine.Su questo l’INFN è abbastanza in prima linea; di-spone di quattro Laboratori nazionali, di cuiuno, quello di Frascati, contiene un accelerato-re di particelle di punta, altri due sono rivolti so-

prattutto al nucleare, dove sono effettuate spe-rimentazioni con acceleratori innovativi - qualiquelli che producono degli ioni radioattivi, perstudiare nuove aggregazioni della materia nuclea-re - e infine, abbastanza unico anche nel pano-rama mondiale, il nostro Laboratorio sotterra-neo del Gran Sasso, dove si svolgono ricercheper misurare ciò che viene dal cosmo e che hasegnali molto deboli filtrati attraverso lo spesso-re di roccia che ripara il Laboratorio.Quindi insisto, sulla competitività la risposta ècertamente positiva e non potrebbe non es-serlo, dato il carattere internazionale della no-stra ricerca; in par ticolare per l’INFN, unComitato di valutazione esterna, dove spessofigurano i principali Direttori di importantiLaboratori internazionali - americani, tede-schi - , esamina periodicamente le ricerche ef-fettuate nei Laboratori e, nella propria relazio-ne, spesso riconoscono all’INFN un ruolo pro-minente e di guida in questo campo su scalamondiale; l’Italia è tra i primi Paesi che hannoun’eccellenza nel campo della ricerca a livellomondiale.

La nostra ricerca è competitiva,nonostante le fughe

di giovani cervelli e “stomaci”Le giovani vocazioni bloccate dall’instabilità professionale

(a parte santi o eroi) - Intervista al Prof. Roberto Petronzio

L’intervista

L’intervista

Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nuclearee Professore ordinario di Fisica Teorica presso laFacoltà di Scienze dell’Università di Roma TorVergata, Roberto Petronzio ha svolto un’intensaattività di ricerca nel campo della fisica teorica del-le particelle elementari.Alcuni dei suoi contribu-ti originali nello studio delle forze di legame deiquark, delle interazioni deboli e della meccanicastatistica, ottenuti con tecniche analitiche e nume-riche sviluppate su supercalcolatori, sono alla ba-se delle analisi dei dati sperimentali ottenibili dal-la collisione di particelle negli acceleratori presen-ti e di prossima generazione.

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Si parla sempre più insistentemente di“fughe di cervelli” italiani verso altre nazio-ni, forse più attente a “sfruttarli” professio-nalmente; inoltre, il blocco delle assunzio-ni non aiuta l’ingresso di nuove professio-nalità. Quali, a Suo avviso, le ripercussionisulla ricerca? Riguardo alla fuga di cervelli, bisogna chiedersiperché la gente fugge. Le ragioni potrebbero es-sere due: perché non trova, come a volte vienesegnalato, l’ambiente corretto o tecnologica-mente avanzato per effettuare le proprie ricer-che.Questo punto va, a mio avviso, smentito nelcaso della ricerca in particelle; come accennavoprima, siamo un campo eccellente a livello inter-nazionale, quindi un ricercatore che viene inItalia sicuramente ha gli strumenti per mantene-re la propria ricerca ai massimi livelli internazio-nali.L’altro punto, più dolente, è che spesso, più chedi una fuga di cervelli, si tratta di una fuga di “sto-maci”, perché il problema non banale per unapersona giovane che si accosta alla ricerca è lapossibilità sia di essere assorbiti nella ricerca inun ruolo più o meno definito sia di essere paga-ti sufficientemente per progettare un livello di vi-ta ragionevole.In questo devo dire che l’INFN,come tutti gli Entidi ricerca, soffre ormai per il quarto anno di quel-lo che viene chiamato il blocco delle assunzio-

ni che rappresenta un danno molto grave; innan-zitutto perché il risparmio è molto esiguo - sitratta di qualche milione di Euro all’anno di rispar-mio su un bilancio, ad esempio dell’INFN, che èfacilmente cento volte superiore, quindi, si trat-ta di 1%-2% di incremento.Inoltre, sempre con riferimento all’incidenzache queste assunzioni potrebbero avere nel bi-lancio di un Ente come il nostro, va ricordato chel’INFN è tra gli Enti che hanno la minore inciden-za delle spese per il personale rispetto alle spe-se per il funzionamento dell’Ente, quindi non cor-re il rischio di trovarsi “ingorgato” solo da per-sonale e senza risorse per realizzare la ricercacon quel personale.Il blocco delle assunzioni genera inoltre un au-mento progressivo ed inevitabile dell’età in cuiun individuo riceve un contratto permanente.Questa instabilità non compensata porta dauna parte le persone che desiderano progetta-re la propria vita adulta a cercare sbocchi all’e-stero o semplicemente altri sbocchi di lavoro,dal-l’altra crea sempre più un gap generazionale. Sele condizioni a contorno sono difficili, le vocazio-ni si arrestano - a parte qualche santo o qualcheeroe - e si genera la impossibilità, che per noi ècruciale, di trasmettere di generazione in gene-razione il saper fare ricerca, provocando undanno molto pesante, nel futuro, circa la capa-cità di innovazione del nostro Paese.

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L’intervista

All’inizio dell’anno è stato presentatodall’INFN ApeNext, il supercomputer ita-liano, tra i dieci più potenti del mondo.Oltre al vantaggio del basso consumo dienergia e della velocità di calcolo, qualiprospettive ApeNext apre alle conoscen-ze di fisica teorica? Sarà possibile estender-ne le applicazioni anche in altri ambiti?Questo progetto è nato da una domanda deifisici teorici di creare uno strumento per la lo-ro ricerca, per calcolare cose che altrimenti èimpossibile fare con carta e penna. Nato quin-di da un’esigenza specifica, in realtà l’architettu-ra particolarmente flessibile del calcolatore hadelle proprietà, oltre a quelle citate nella do-manda, che sono importantiper molto altr i settori; adesempio quei settori in cui cisono “equazioni differenziali”,cioè quelle equazioni che regola-no l’andamento di taluni campi. Inmeteorologia, per le maree o peri venti, in bioinformatica - per la si-mulazione delle proteine - nei pro-blemi di turbolenza anche industria-le, tutti campi lontani dalla fisica teorica inquanto tale ma accomunati dall’utilizzo di algo-ritmi molto simili.

Una domanda sull’energia nucleare: cosapotrebbe rappresentare il ricorso ad essaper il nostro Paese?Per tutti i Paesi il nucleare rappresenta di fat-to una risorsa energia, questo è innegabile.Stiamo parlando naturalmente della fissionenucleare, che ha delle attenzioni che devonoessere operate nel momento in cui fosse uti-lizzata. Il discorso del nucleare, come tutti san-no, in Italia si è arrestato ad un certo punto, inseguito ad un referendum. Oggi, si dovesse ri-petere un’analoga esplorazione della volontàpopolare, probabilmente andrebbe fatta unamaggiore diffusione delle conoscenze realisull’argomento, evitando tutti gli spettri che puòevocare la parola “nucleare” legati poi a utiliz-zi bellici.

Esiste anche una medicina nucleare…Attualmente già il nucleare è presente in medi-cina e per fortuna è benefico, è il lato cosiddet-to “buono” del nucleare, ma in fondo anche l’e-nergia è un lato buono del nucleare. È chiaro checi sono problemi specifici legati al nucleare cheriguardano sia la sicurezza degli impianti sia, for-se, il problema più importante, lo stoccaggio deirifiuti radioattivi e quindi tutti i problemi legati al-la stabilità - se vogliamo anche politica - di un

Sistema che abbia dei rifiuti stoccati da qualcheparte. Su questo ci sono delle evoluzioni tecni-che che ormai hanno portato i livelli di sicurez-za e di stoccaggio a parametri di qualità certa-mente migliori del famigerato caso di Chernobyl,cha ha poi avuto conseguenze disastrose persi-no rilevate in Italia.Bisogna sgombrare il campo da fattori emozio-nali e andare più sul concreto, capendo quantorealmente sia sicuro o realizzabile uno stoccag-gio non devastante per l’ambiente di questi ri-fiuti ed eventualmente prendere decisioni al ri-guardo.

Dal punto di vista pratico, se sivuole che questo diventi per l’Italiaun investimento che tenga con-to di una grossa percentuale delfabbisogno di energia - perchènon ha senso entrarci solo perpiccole percentuali, diciamol’ordine è del 60/70% - que-sto si traduce in un numero

di centrali nucleari molto ele-vato (20, 30 centrali nucleari sul territorio

nazionale); d’altra parte Paesi piccoli come laSvizzera ne hanno 3 o 4.Questo rappresenta sia un impegno economi-co molto rilevante - si parla di decine di migliaiadi miliardi - sia un impegno ambientale cruciale,che si può affrontare solo se rappresenta un pro-getto condiviso veramente dal Paese, altrimen-ti il progetto globale rischia di arenarsi sull’oppo-sizione - motivata o meno - di questa o quellasingola Regione che è contraria.

…Tra l’altro il Know-how nucleare si staperdendo…Sentivo giorni fa in un dibattito che l’ENEL par-tecipa a sviluppi di centrali in Francia, quindi la co-noscenza su queste tecnologie non è completa-mente perduta. Sul nucleare una riflessione cer-tamente va fatta su basi di conoscenze reali, contutte le informazioni possibili per raggiungere unadecisione matura e consapevole.La possibilità che altre tecnologie di energiealternative sostituiscano il nucleare a breve, di-rei che è abbastanza remota.Tutte le energiealternative su cui si può certamente fare qual-cosa d’importante, tipo 10,20% che non è po-chissimo nel bilancio globale dello Stato, tut-tavia non rappresentano la soluzione sostitu-tiva. Bisogna continuare a lavorarci su: l’ener-gia solare fino a qualche anno fa era meno ef-ficiente di quella di oggi col fotovoltaico, manaturalmente apparati industriali di un certopeso sono oggi ancora un po’ al di là dell’im-maginabile.

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L’intervista

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Se il primo treno a vapore fu realizzatograzie all’ingegno di alcuni pionieri, manel totale disinteresse iniziale di entipubblici, la nascita del moderno trenoeuropeo ad energia solare si deve ad

un’Azienda tutta italiana.Trenitalia, nell’anno chevede festeggiare il centenario delle Ferrovie ita-liane, ha presentato il 20 ottobre a Roma i risul-tati di un progetto di sperimentazione affidato-gli dall’Unione Europea, nell’ambito del pro-gramma Life Ambiente, per valutare le potenzia-lità dell’applicazione su larga scala delle energierinnovabili nel trasporto ferroviario.È nato così PVTrain, il primo treno fotovoltaico,che sperimenta l’applicazione di pannelli solari inambito ferroviario. In tutto sono 10 i prototipi,di cui 5 carrozze passeggeri, 2 locomotori e 3carri merci realizzati in tre anni ed in cui sono sta-ti investiti 1,2 milioni di euro.

Presentato alla Stazione Termini“PVTRAIN” il primo treno fotovoltaicoSi tratta di un nuovo ed importante risultato frut-to dell’impegno ambientale di Trenitalia. La sededi presentazione del PVTrain è stata la stazioneTermini, dove il treno fotovoltaico, parcheggiatoall’alba al binario 24, è stato in tarda mattinatapresentato al pubblico subito dopo il Convegno,che ha sottolineato l’avvenimento proponendo

approfondimenti, tra cui la presentazione del rap-porto ambientale 2005. Intervenuto all’eventoanche il Ministro dell’Ambiente Altero Matteoli,che si è congratulato con Trenitalia per aver av-viato questa prima esperienza tutta italiana:“Togliere il trasporto su gomma e portarlo allarotaia non è semplice - ha detto Matteoli - manell’era moderna una soluzione tecnologica sipuò trovare e Trenitalia ha dal Governo tutto ilsupporto necessario”.Questo innovativo progetto rappresenta unsuperamento del limite di applicazione che lefonti rinnovabili hanno avuto finora in ambito fer-roviario, applicazioni che hanno perlopiù riguar-dato la segnaletica e le strutture fisse.Ora, inve-ce, sarà possibile, con l’energia fotovoltaica pro-dotta, alimentare gli accumulatori presenti suimezzi in sosta o in viaggio, sia per rifornire siste-mi di illuminazione, sia per il condizionamento deivagoni passeggeri, sia per il riscaldamento deglielevatori dei pantografi nei locomotori.“La spinta a guardare con interesse al fotovol-taico - ha detto Rober to Testore ,Amministratore delegato di Trenitalia - può ga-rantire importanti risultati ambientali, anche inconsiderazione di possibili meccanismi pre-mianti di tipo economico, come i certificativerdi, con una compatibilità economica tale daimmaginare un’applicazione su scala industria-

Sui treni italiani da oggi batte il sole

L’evento

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le”.Anche per mezzo de-gli incentivi sarà quindipossibile realizzare per ilfuturo un piano industria-le che potrebbe portaread individuare interessan-ti applicazioni. Trenitalia,ha già deciso per il prossi-mo futuro un acquisto di300 nuovi vagoni per iltrasporto di merci perico-lose che beneficeranno dienergia fotovoltaica.

Il RapportoAmbientale 2005 di TrenitaliaIn occasione del Convegno organizzato per ilPVTrain, Trenitalia ha presentato il RapportoAmbientale 2005, evidenziando un bilancio po-sitivo tra ambiente e trasporto ferroviario.Gli in-dicatori ambientali denotano maggior efficienzaenergetica,minori consumi di risorse e più atten-zione alla raccolta differenziata. Diminuita del18%, si legge nel rapporto, la percentuale deiconsumi di acqua industriale, bene anche per ilriciclo e recupero dei rifiuti di ferro e metalli chehanno fruttato il 90% e degli imballaggi recupe-rati per il 70%. Sono 21, invece, gli impianti cer-tificati ISO 14001 e altri ancora sono prossimi acertificarsi.Il giudizio complessivo è soddisfacente e deno-ta un indice di sicurezza della rete ferroviaria ita-liana fra le più alte d’Europa, essendo anchestata dimezzata tra il 1994 e il 2004 la percen-tuale degli incidenti sui mezzi in circolazioneCi sarà un ulteriore aumento di flotta e di sicu-

rezza, come ha annunciato l’Amministratoredelegato di Trenitalia Roberto Testore:“nei pros-simi 4 anni si investiranno 7 miliardi per il rinno-vo della flotta e 2 miliardi per la sicurezza, la nuo-va tecnologia e i servizi ai clienti”, ha detto a mar-gine del convegno.Sicurezza quindi in tutti i sensi, sia con la nasci-ta di nuove strutture, sia con la crescita delle in-frastrutture, ma anche come attenzione perl’ambiente e risparmio in termini di emissioni digas serra, considerato che con l’impiego di ener-gia solare si avrà un risparmio di 750 gr ogni kWhprodotto in modo convenzionale.Un altro beneficio per l’ambiente è legato all’al-lungamento del ciclo di vita degli accumulatoriche si traduce in una produzione di minorequantità di rifiuti pericolosi da smaltire.Non resta quindi che augurarci che le fonti daenergia rinnovabile possano iniziare a marciarepresto “su qualsiasi binario”.

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L’evento

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Per lo sviluppo delle rinnovabilioccorre procedere

senza incertezzeIntervista al prof.Vincenzo Naso,

Presidente dell’International Solar Energy Society

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L’intervista

Le conoscenze e l’esperienza dell’ISES,sviluppate in più di quarant’anni di storia,cosa possono insegnare al nostro Paese perlo sviluppo delle fonti rinnovabili?Anzitutto possono insegnare che esse non so-no un diversivo, non sono “alternative”, come sidiceva un tempo,e che considerarle tali fu un er-rore già trenta anni fa.Si pensi alla situazione attuale in Europa: laGermania installa 600.000 metri quadrati dipannelli solari termici all’anno, l’Italia solo 60.000.Questo perché la Germania ha puntato su que-ste tecnologie senza incertezze, impostando daoltre un decennio un programma di sviluppo cheè oggi caso di successo ed esempio per tuttal’Europa. Può sembrare il solito atteggiamento

esterofilo,ma è un fatto che partiamo in ritardoe che oggi la tecnologia, l’expertise progettualee i mercati sono quasi completamente nordeu-ropei. Sta a noi trasformare il ritardo nel vantag-gio, parziale, di iniziare con prodotti molto ma-turi. Mi riferisco per esempio al settore eolico,dove la tecnologia ha fatto passi da gigante in so-li vent’anni.Ma se la tecnologia riesce a fare miracoli, il pro-blema rimane la barriera non tecnologica, quel-la che abbiamo sempre avuto in Italia, dovuta adun errato atteggiamento verso questi prodotti.Occorre percepire l’impianto come parte inte-grante del territorio e come effetto inseparabi-le della sua antropizzazione.Certo, si farà atten-zione a non deturpare particolari situazioni di

Le prospettive di sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia e i motivi che permettono di trasforma-re un’iniziale posizione di ritardo tecnologico, in un possibile vantaggio per il Paese: il prof.Vincenzo Naso, in questa intervista, parla di come sarà possibile il cambiamento di scenario ener-getico previsto dalla ratifica del Protocollo di Kyoto e, in particolare, illustra i meccanismi di fun-

zionamento degli impianti fotovoltaici e solari termici.Secondo il prof. Naso, nuovi scenari si stanno delineando perl’energia solare, soprattutto con i nuovi incentivi promossi daldecreto denominato “Conto Energia”, che permetterà una dif-fusione delle tecnologie presso i privati, aumentandone il va-lore strategico rispetto alle altre fonti rinnovabili.

Il prof. Vincenzo Naso è ordinario di Sistemi Energeticidell’Università “La Sapienza”, Direttore del CIRPS-CentroInteruniversitario di Ricerca Per lo Sviluppo sostenibile,Direttoredell’Unità Organizzativa Eudossiana e del Servizio di Ateneo perl’Energia, oltre ad essere l’Energy Manager dell’Ateneo roma-no.È anche Direttore di due Master Universitari di Secondo livel-lo su tematiche energetico-ambientali e di gestione ottimale del-le risorse energetiche ed idriche. Dirige un Dottorato diRicerca in Tecnologie energetiche ed ambientali per lo svilup-po sostenibile.

È membro di Commissioni Internazionali ed Esperto della Commissione Europea in materia di ener-gia ed ambiente; è Vice-Presidente della International Solid Waste Society e membro di numeroseAssociazioni Tecnico-Scientifiche, nazionali ed internazionali.È Presidente di ISES ITALIA, Sezione italiana dell’International Solar Energy Society, ISES.

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pregio paesaggistico,ma senza eccedere negli at-teggiamenti censori, che tanto spesso hannofrenato lo sviluppo delle rinnovabili nel nostropaese.Alla base di un reale contributo delle Rinnovabilinel panorama energetico nazionale vi deve es-sere una strategia certa ed affidabile per le im-prese che devono costruire il mercato senza in-certezze.

I pannelli solari riescono a “catturare” l’e-nergia luminosa e renderla disponibile pergli usi domestici.Quali differenze tecnicheesistono tra impianti solari fotovoltaici eimpianti solari termici?I pannelli solari termici ed i pannelli solari foto-voltaici sono apparentemente simili per forma,almeno esternamente,ma profondamente diver-si nella tecnologia.I pannelli solari termici sono fasci di tubi in cuiscorre acqua scaldata dai raggi solari, operazio-ne che può avvenire più o meno efficacementegrazie a soluzioni tecnologiche più o menoavanzate.Il loro costo è molto contenuto, e in genere nonsupera i 5000 euro per l’intero impianto, a be-neficio della famiglia media italiana (4-5 perso-ne). La durata supera i 15 anni senza grandi in-terventi manutentivi.I pannelli solari fotovoltaici, invece, sono appara-ti elettronici, capaci di convertire l’energia lumi-nosa che irradia il pannello direttamente inenergia elettrica, sfruttando le proprietà fisichedi alcuni materiali detti semiconduttori.In questo caso il costo lievita a 15.000 – 18.000euro per ottenere un impianto da 3 kW (la po-tenza normalmente installata nelle case),ma, gra-zie ai contributi dello Stato e delle Regioni, si puòripagare la spesa entro i dieci anni, a fronte di unadurata dei pannelli che supera i 30 anni.Quindi,un investimento legato alla casa ed al suo valo-re strutturale e commerciale.

Sui giornali spesso si parla delle nuovetecnologie per la produzione di energiaelettrica dal Sole.Quali sono,secondo Lei,i progetti più promettenti? La ricerca ita-liana si sta muovendo in questa direzione? L’Italia non dedica istituzionalmente molte risor-se economiche alla ricerca tecnologica.A que-sto si aggiunga che il mercato italiano del sola-re non è ancora completamente decollato; perquesto, neanche il nostro settore industriale, chespesso ottiene risultati tecnologici più brillanti epiù immediatamente commercializzabili rispet-to alla ricerca pubblica, riesce ad emergere conpropri brevetti nel panorama internazionale.

Tuttavia, va segnalato un importante progetto diricerca che l’ENEA sta svolgendo sul solare ter-modinamico, una tecnologia che permette di uti-lizzare la radiazione solare per produrre vapo-re ad alta temperatura e da questo energiaelettrica in centrali termoelettriche simili a quel-le alimentate da fonti fossili. La tecnologia del “so-lare termodinamico” è già utilizzata negli StatiUniti,ma è giovane e suscettibile di miglioramen-ti.Inoltre, ci si sta muovendo sul fronte dei nuovimateriali elettronici che permettono di realizza-re celle fotovoltaiche in strati talmente sottili daessere flessibili, o addirittura ridotte ad una pel-licola che avvolge elementi strutturali tradiziona-li (tegole, finestre, etc.).Infine, si stanno studiando tutte le possibilità diaccoppiare la fonte solare con la tecnologiadell’idrogeno, e in questo sono personalmentemolto fiducioso.Ma si parla del medio-lungo ter-mine e di investimenti non piccoli.

In una prospettiva strategica di riduzionedelle emissioni inquinanti prevista dalProtocollo di Kyoto,quale valore assume laproduzione di energia elettrica attraversola tecnologia fotovoltaica?Qui il discorso è più complicato.Allo stato attua-le, la produzione di energia da fotovoltaico è tal-mente esigua da scomparire nei grafici e nelle sta-tistiche di produzione nazionale. Ma ci sononovità proprio in questi giorni che cambierannole cose in fretta. Il Decreto del 28 luglio 2005 delMinistero per le Attività Produttive “Criteri perl’incentivazione della produzione di energia elet-trica mediante conversione fotovoltaica della fon-te solare”, chiamato “Conto Energia”, permetteal cittadino e agli enti pubblici o privati di vende-re l’energia autoprodotta con il fotovoltaico alGestore della Rete ad un prezzo fortementemaggiorato rispetto al prezzo di acquisto. Il de-creto ha già provocato un gran numero di richie-ste di fruizione, con la conseguenza che il foto-voltaico sarà sempre più diffuso. Cioè, si andràverso la “generazione distribuita”, quella chepermette di produrre energia (da fonte solareo comunque da fonti rinnovabili) proprio doveserve. In tal modo, lavorando parallelamentesull’uso razionale dell’energia e sulla eliminazio-ne degli sprechi, ovvero sulla diminuzione della“domanda di energia”, si potrà arrivare a soddi-sfare i dettami del Protocollo di Kyoto.Ovviamente, non sarà solo il fotovoltaico a per-mettere il cambio di scenario energetico,ma tut-to il mix di rinnovabili, insieme a metodologie co-me l’uso razionale dell’energia e a tecnologie co-me quella dell’idrogeno.

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L’intervista

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L’Italia, anche per contenere la dipen-denza economica e strategica dalleimportazioni di fonti fossili ed elettri-cità per soddisfare la domanda inter-na di energia, ha in atto diverse misu-

re per lo sviluppo di fonti energetiche alterna-tive e, tra queste, le biomasse.Obiettivo è quel-lo di raddoppiare la produzione di energia dafonti rinnovabili entro il 2012.

La biomassa, abbreviazione di ‘massa biologica’,indica qualsiasi sostanza organica, sia vivente siamorta, derivata direttamente o indirettamentedalla fotosintesi, il processo fisiologico che con-sente agli organismi dotati di clorofilla di capta-re l’energia radiante, di trasformarla in energiachimica e di stoccarla sotto forma di molecolepiù o meno complesse. La biomassa può esse-re usata per produrre energia (bio-energia), di-rettamente come combustibile o convertita inaltri tipi di combustibile o elettricità e/o calore,grazie a processi termo-chimici e bio-chimici.I primi impiegano le alte temperature per trasfor-mare la biomassa direttamente in energia termi-ca o produrre materiali e composti chimici ric-chi di energia. In questo caso, il prodotto finalevaria in relazione alle condizioni del processo. Iprocessi biochimici viceversa trasformano la

biomassa in composti chimici a più alta qualitàenergetica (principalmente biogas, alcoli e idro-geno) e comprendono la fermentazione aero-bica, la fermentazione anaerobica, l’idrolisi acidae l’idrolisi enzimatica.

Il contributo attuale della bio-energia al fabbiso-gno energetico globale non è ben documenta-to, fondamentalmente a causa del fatto che nonesiste un mercato ufficiale della bio-energia e inparticolare d’alcune forme di essa.Ciò vale nonsoltanto per i paesi in via di sviluppo, ma anchenei paesi industrializzati, che pure dispongonod’informazioni rigorose per altri settori energe-tici. Secondo l’International Energy Agency (IEA)nella ripartizione dei consumi finali totali d’ener-gia, i consumi di biomassa (rinnovabili e da rifiu-to) sono in aumento e rappresentano il 14,2%rispetto al totale (quasi 7,3 miliardi di tonnella-te equivalenti di petrolio, Gtep), mentre era il13,1% nel 1973 (quando i consumi totali finalierano pari a 4,6 Gtep). Nei Paesi industrializza-ti le biomasse rappresentano solo il 3,2% del to-tale dei consumi energetici finali (circa 3,8 Gtep),mentre esse costituiscono il 35% nei paesi in viadi sviluppo. Secondo uno studio della FAO, l’e-nergia prodotta dalla sola legna da ardere rap-presenta il 15% dell’uso totale d’energia nei

La produzione di energiada biomassa:

un’alternativa eco-sostenibileL’artico

lo

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paesi in via di sviluppo e meno del 2% nei pae-si dell’area OCSE.Attualmente, in Italia, la produzione lorda dienergia da biomassa (comprendente legna e as-similati, biocombustibili e biogas) è stimata in cir-ca 3,3 Mtep, a cui si aggiungono circa 1,0 Mtepproveniente dai rifiuti. Ma, come conferma unostudio dell’APAT, i consumi effettivi delle bio-masse a fini energetici sono evidentementesottostimate dai bilanci energetici nazionali.Tale situazione è in gran parte da ricollegare aduna presenza diffusa di piccoli utilizzatori dome-stici e dalla disponibilità e relativo impiego di re-sidui di lavorazione del legno nei processi indu-striali, fenomeni entrambi di non facile registra-zione statistica.Inoltre, se le valutazioni si allargassero a conside-rare non i consumi, ma le quantità effettiva-mente disponibili e l’offerta potenziale di biomas-se legnose, i dati potrebbero segnalare la possi-bilità di una significativa espansione della bio-energia e in modo particolare di quella legata al-la filiera bosco-energia.

Per quanto riguarda gli scenari a scala globale re-lativi a domanda e uso di bio-energia, gli studi piùaccreditati ipotizzano, che il contributo potenzia-le della bio-energia all’anno 2050 potrà variaretra i 95 e i 280 EJ (in grado di ridurre le emissio-ni per una quantità compresa tra 1,4 e 4,2 GtCl’anno, ovvero tra il 5 e il 25% delle emissioni dacarburante fossile previste per l’anno 2050; se-condo uno studio dell’International EnergyAgency pubblicato nel 205, la bio-energia potràfornire circa 92 EJ nel 2020 e 159 EJ nel 2050.È ovvio che la plausibilità di raggiungere questeprospettive dipende da una serie molteplice difattori, e principalmente dalla possibilità di miglio-rare l’efficienza dei sistemi di combustione e diaumentare l’entità della biomassa prodotta e uti-lizzata.

Rispetto al primo fattore, va segnalato che l’in-troduzione sul mercato di caldaie a legna conrendimenti termodinamici prossimi a quelleche usano gas o gasolio, dotate di sistemi au-tomatici di alimentazione e facili da mantene-re e pulire, sicure, hanno innalzato in manie-ra significativa i margini di convenienza alla so-stituzione delle caldaie a combustibili con-venzionali.Il secondo fattore dipende invece dalla quanti-tà di biomassa per unità di superficie e di areeagricole da destinare a tale tipo di produzione,ponendo interrogativi relativi alla priorità di de-stinazione d’uso da assegnare ai suoli.Un ruolo decisivo sullo sviluppo della bio-

energia sarà svolto dalle politiche per contra-stare i cambiamenti climatici e ottemperare gliimpegni di contenimento dei gas ad effetto ser-ra. Infatti, in questo contesto, c’è una differen-za fondamentale tra l’energia prodotta concombustibili fossili e quella con biomassa. L’usodi combustibili fossili rilascia anidride carboni-ca (principale responsabile dell’effetto serra)che è rimasta immobilizzata nei giacimentigeologici per milioni di anni. Al contrario, lacombustione della biomassa restituisce all’at-mosfera l’anidride carbonica già assorbita dal-le piante e, se il ciclo produttivo e l’uso dellerisorse rimangono inalterati nel tempo, noncausa un aumento complessivo di anidridecarbonica.

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L’articolo

Nasce a Pisalo Sportello per conciliarele controversie ambientali

La Camera di Commercio Industria edAgricoltura di Pisa, l’Università degli Studi diPisa e il Comune di Pisa hanno istituito e re-so operativo dal 26 luglio 2005, pressol’Ufficio Relazioni con il Pubblico dello stes-so Comune di Pisa, lo “SportelloInformativo sulla ConciliazioneAmbientale”, con lo scopo di fornire tut-te le informazioni sulla risoluzione dellecontroversie in materia ambientale, e, inparticolar modo,per contribuire alla soluzio-ne in via amichevole delle controversie chepossono sorgere tra privati cittadini, tra cit-tadini ed imprese e/o associazioni e/o Enti,compreso lo stesso Comune.

La conciliazione è un metodo di risoluzio-ne delle controversie con cui due o piùpersone cercano di risolvere un conflittodi carattere ambientale e di natura priva-tistica grazie all’intervento di un terzo im-parziale, autorevole ma non autoritario - “ilconciliatore”, appunto - che ascolta le par-ti e propone una soluzione soddisfacenteper entrambi.

Per ulteriori informazioni ed approfondi-menti si possono consultare i siti internet:

http://www.comune.pisa.it/doc/ambiente/doc/conciliaz.htm

http://www.comune.pisa.it/doc/ambiente/doc/sportconciliazione.htm

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Parliamo di fonti rinnovabili, ovvero dieolico, fotovoltaico, geotermico edidroelettrico, sia in ambito nazionalesia in ambito comunitario. Quale, a Suoavviso, la reale praticabilità delle quat-tro fonti sopraindicate? E quale la fon-te che appare oggi più attuabile in Italia?Sicuramente c’è un problema di fonti e di so-stenibilità. Le fonti sono diverse e le tecno-logie che le sfruttano hanno diversi rendi-menti, diverse possibilità di produrre energiaelettrica e diversi gradi di sostenibilità. Nona tutte le fonti rinnovabili, for tunatamente,vengono mosse le stesse critiche di eccessi-vo impatto ambientale e di effetti negativi sulterritorio.

È un mix di fonti e tecnologie da un lato e disostenibilità dall’altro. Io non credo ci sia unvincente, non riesco a fare una graduatoriatra le fonti rinnovabili. Occorre studiare la so-luzione punto per punto e vedere questo mix

migliore tra il rendimento tecnico economi-co e la sostenibilità in quel momento sulterritorio.

Isoliamo per un momento l’eolico: lasindrome Nimby continua a colpire.Perché tante resistenze, soprattutto daparte dei cittadini, per impianti che sul-la carta appaiono assolutamente privi diqualsivoglia impatto ambientale?Non credo che la resistenza dei cittadini siscateni solo sull’eolico in par ticolare. La sin-drome Nimby par te per tutto, per le lineeelettriche, e cer tamente anche per le paledell’eolico. E credo che presto o tardi si at-taccherà anche il fotovoltaico, di cui sicura-mente si dirà che chiude e offusca par te deinostri prati verdi. Io parlerei di una tenden-za generale che forse, nel caso dell’eolico, èpar ticolarmente enfatizzata perché è unafonte che negli ultimi anni ha avuto un sem-pre crescente sviluppo.

Il mix “virtuoso”per far decollarele rinnovabili: fonti, tecnologiee sostenibilità ambientaleIntervista a Guido Bortoni, Direttore Direzione Elettricitàdell’Authority per l’energia elettrica ed il gas

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L’intervista

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Geotermico e biomasse: qual è lo statodell’arte di queste due rinnovabili?Sul geotermico l’Italia è par ticolarmente be-nedetta, perché ha dei campi di applicazioneancora abbastanza promettenti. Leggendo illibro bianco del 1997, si hanno delle promes-se di aumento, nell’area toscana, di 100/150megawatt rispetto ai 700 megawatt che ab-biamo oggi.Le biomasse dimostrano di possedere, dalpunto di vista normativo e anche in ambitoeuropeo, impor tanti premesse per il lorosviluppo. Cer tamente il problema delle bio-masse è un problema di sostenibilità verso ilterritorio, che va risolto, innanzitutto, primadi pensare al loro sviluppo per la produzio-ne di energia elettrica, perché questo è già di-sponibile; il problema, se mai, sta nell’impat-to in sé di questa tecnologia.

Quale prevede che sarà il futuro dellerinnovabili? Sicuramente gli obiettivi che si è data l’Italiaper sviluppare le rinnovabili, così come tut-ti gli altri Paesi dell’Unione europea - e sia-mo in buona compagnia - sono molto am-biziosi. Dovremo raggiungere un 22/25 percento di energia rinnovabile al 2010, oggisiamo al 16. Anche gli altri Paesi sono indie-tro, rispetto ai loro target. Un’unica conside-razione: la sostenibilità ambientale passa siaattraverso le energie rinnovabili dal puntodi vista della produzione di energia elettri-ca, sia anche attraverso l’uso efficiente del-le risorse in altri settori. Le emissioni climal-teranti, infatti, sono ridotte anche agendo sulsettore dei traspor ti, stretto collega delsettore energetico, su cui sicuramente puòessere fatto molto sul versante del rispar-mio; questa credo sia la forma più intelligen-te, a buon mercato e disponibile, per cerca-

re di aderire agli obiettivi che tutti ci siamoposti.

Un’ultima domanda legata al proble-ma del caro-petrolio e del conseguenterincaro delle bollette: la CommissioneScajola ha deciso di “tagliare” la fiscali-tà su carburanti e gas, benché questocomporti un consistente onere per lecasse dello Stato. Ritiene che questoprovvedimento possa portare realmen-te un beneficio per le bollette di noicittadini?Il problema delle bollette, nella sua interez-za, ha almeno tre componenti: una fiscale, cheè appunto oggetto del la CommissioneScajola e di cui l’Authority non si occupa.L’altra componente, anch’essa rilevante, èlegata al mix delle fonti in Italia, nota a tutti,di tipo par ticolarmente costoso. È il solitoparadosso italiano: mentre in altr i Paesid’Europa - anche in ambito OCSE - si assistead un mix vir tuoso di carbone più nucleare,pari a circa il 60%, in Italia la somma di car-bone e nucleare è pari al 15%, semplice-mente perché il carbone ha un approvvi-gionamento ridotto e il nucleare non c’è.Quindi la componente costi delle energie insé,che va assolutamente superata, è un di-scorso da affrontare a medio e lungo termi-ne.Infine, la terza componente su cui l’Authoritysta facendo molto è cercare di eliminare iproblemi di concentrazione di aziende domi-nanti sul lato dell’offer ta, in modo che ci siapiù concorrenza e quindi, con lo sviluppo del-la concorrenza e dell’efficienza, un abbatti-mento delle bollette.Direi che sono tre componenti interagenti etutte e tre meritano di essere trattate conuguale dignità.

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L’intervista

Fonti 1995 2000 2001 2002 2003(GWh) (GWh) (GWh) (GWh) (GWh)

Idroelettrico 37.781 44.205 46.810 39.519 36.674Eolico 10 563 1.179 1.404 1.458Fotovoltaico 13 16 16 18 23Geotermoelettrico 3.436 4.705 4.507 4.662 5.341Rifiuti Urbani 168 804 1.259 1.428 1.812Legna 116 537 644 1.052 1.648Biogas 103 566 684 943 1.033Totale 41.627 51.396 55.100 49.097 47.989

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Kyoto scaccia Kyotoa cura di Luca Zampaglione,

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio,Ufficio per la comunicazione e le relazioni con il pubblico

Il petrolio a 70 dollari non è più fantascienza. Enon solo è caro,ma starebbe anche per finire,anche se su questo argomento le opinioni so-no divergenti.La produzione di energia da fon-ti fossili diventa dunque sempre più costosa e

nonostante le più moderne tecnologie le centrali ter-moelettriche continuano le loro emissioni di CO2.E le fonti rinnovabili che ci dovrebbero aiutare a usci-re dal pantano oleoso della dipendenza dal petro-lio? In Italia si assiste a un processo involutivo preoc-cupante; dopo un periodo di grande sviluppo del-l’eolico, per esempio, si assiste a un forte momen-to di stagnazione del reparto e non per colpa o permancanza di investitori e operatori del settore,masoprattutto a causa delle politiche regionali (Sardegnae Puglia in testa) contrarie agli aerogeneratori,non-ostante gli impegni di Kyoto per l’Italia siano ormaipressanti e indilazionabili.Già, Kyoto.Ricordiamo che a febbraio è entrato fi-nalmente in vigore, con la ratifica della Russia, il fa-moso protocollo per la riduzione delle emissioni no-cive.Ma non tutto sembra andare per il verso giu-sto se,secondo il comunicato dell’Agenzia europeadell’ambiente relativo alle emissioni dell’anno più re-cente, il 2003, si dice che le emissioni europee sia-no aumentate rispetto al 2002 e che soltanto Sveziae Regno Unito riusciranno a raggiungere gli obiet-tivi del protocollo.Nel frattempo a fine luglio è stato firmato a Vientianenel Laos, nel corso di una riunione dell’Asean(Associazione delle nazioni del sud-est asiatico),unaccordo alternativo a Kyoto per contenere le emis-sioni: si tratta del già criticato “Asia Pacific part-nership on clean development” (partnershipdell’Asia-Pacifico per lo sviluppo pulito e il clima),pro-tagonisti gli Stati Uniti, l’Australia, la Cina, l’India, laCorea del Sud e il Giappone.Questi sei paesi han-no deciso di sviluppare per la produzione energe-tica l’utilizzo di carbone “pulito”,gas naturali liquefat-ti,metano,energia nucleare,geotermica,eolica e so-lare e biogas.E nel futuro fissione e fusione nuclea-re, idrogeno e nanotecnologie coopereranno perpromuovere “la crescita economica consentendouna riduzione significativa delle emissioni dei gas ser-ra”e consentire “un contesto favorevole per lo svi-luppo,la diffusione, l’impianto e il trasferimento di pra-

tiche e tecnologie economiche e più pulite”.Nonostante le polemiche levatesi dai fronti ambien-talisti che hanno bollato questo accordo come “an-ti-Kyoto”e del tutto inutile se non dannoso all’am-biente, va sottolineato come i due maggiori paesiproduttori di emissioni (Usa e Australia) che non ave-vano aderito a Kyoto,considerandolo (forse a ragio-ne, vista la crisi economica che sta colpendo tutti ipaesi dell’Unione europea) economicamente inso-stenibile, sono riusciti a trovare il modo di coinvol-gere in un programma di sviluppo sostenibile, chepunta fortemente sulla ricerca e lo sviluppo di tec-nologie,proprio quei Paesi che non hanno obblighidi controllo di emissioni sotto Kyoto perché in viadi sviluppo.Va ricordato, infatti, che Cina e India sa-ranno i due Paesi più inquinanti del pianeta a causadel loro forte sviluppo economico e che proprioquesta loro particolare condizione (forte sviluppoeconomico-industriale senza limiti di emissioni de-rivanti da Kyoto) insieme a Stati Uniti e Australia ren-deva quasi vani gli sforzi degli altri paesi di migliora-re le condizioni dell’atmosfera terrestre.Se, dunque, le critiche riguardano soprattutto lamancanza di indicazioni precise sugli abbattimenti diemissioni e la forma di una mera dichiarazione di in-tenti da parte di questi sei stati,va d’altro canto con-siderato positivamente qualunque passo che muo-va nella direzione di uno sviluppo sostenibile. Vadetto anche che,nonostante quello che si pensa nor-malmente, i Paesi industrializzati godono di un am-biente migliore grazie ad una sensibilità ambientaleormai matura e perché le conoscenze tecnologicheacquisite permettono un monitoraggio e un’atten-zione ambientale superiori.Conoscenze tecnologi-che che i Paesi in via di sviluppo non hanno:a ciò pos-sono porre rimedio i Clean DevelopmentMechanism previsti dal Protocollo di Kyoto, chepermettono alle imprese dei Paesi industrializzati convincoli di emissione di realizzare progetti che mira-no alla riduzione delle emissioni di gas serra nei Paesiin via di sviluppo senza vincoli di emissione.Ma an-che questa nuova partnership che più che “anti-Kyoto”potrebbe rivelarsi complementare, in una fa-se in cui, va ribadito,ogni passo nella direzione dellasalvaguardia ambientale e dello sviluppo sostenibileè di primaria importanza.

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Il nostro Paese vanta un quarto posto nel mondo come capacità di istallazio-ne, anche se fa discutere una netta distanza dai primi tre: Germania, Spagna eDanimarca.Fonti rinnovabili, risparmio energetico e crisi dei combustibili fossili.Da più ver-santi si auspica un cambio di marcia, una accelerazione sulla diffusione degli im-pianti da fonti rinnovabili. Soluzioni e problemi oggettivi però si scontrano condivergenze, intolleranze e normative, che non sempre agevolano processi giàdifficoltosi per loro natura.Insomma, quale sarà il destino del nostro Paese? Si è parlato proprio di questo,tra preoccupazioni, ipotesi e promettenti soluzioni, in occasione della manife-stazione “Eolica Expo Mediterranean 2005”, dal 29 settembre al 1 ottobre, al-la Fiera di Roma.L’appuntamento, dedicato al clima ed alla sostenibilità ambientale, è stato carat-terizzato al suo interno da altri cinque eventi: CO2 Expo 2005: dedicata al cli-ma e all’emission trading; Idrogeno Expo 2005: produzione, tecnologie, applica-zione della risorsa;Geo Energy: i possibili impieghi dell’energia geotermica; Eco-motori expo 2005: il primo salone internazionale dei veicoli a basso impatto am-bientale. Infine, l’evento che ha caratterizzato la manifestazione, Eolica ExpoMediterranean 2005, che collocandosi tra i primi cinque eventi mondiali del set-tore eolico, ha visto il concorso di 70 espositori, su un area quasi doppia rispet-to a quella dello scorso anno.Un argomento,quello delle fonti alternative di ener-gia, in particolare quella del vento,“un energia competitiva sostenibile in armo-nia con l’ambiente” - titola uno dei convegni proposti - che consente ampiamen-te di argomentare circa il quesito posto all’inizio. “Eolico in Europa e nelMediterraneo”, un’altra importante sessione patrocinata dalla Rappresentanzain Italia della Commissione Europea,presieduta da Arthourus Zervos,Presidentedell’EWEA (Associazione Europe dell’Energia del Vento), al quale a margine del-la manifestazione abbiamo rivolto alcune domande circa l’importanza di utiliz-zo e i progressi della fonte energetica eolica sia nel mondo che in Italia.

Tutti preoccupati di rimanere al buio!

Eolica Expo Mediterranean 2005

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Niente paura,superare le diffidenzee confidarenella tecnologiaVizi e virtù della strategia nazionale dellefonti rinnovabiliUna cosa è certa: l’Unione Europea, in osser-vanza di quanto auspicato dagli accordi delProtocollo di Kyoto, che l’Italia ha ratificatonel 2002, ha nettamente imposto la decisionedi puntare sulla promozione delle energie rin-novabili.Ma in casa nostra cosa succede in proposito?Secondo la Direttiva Comunitaria 2001/77/CEè stabilito che gli Stati membri raggiungano neiprossimi anni delle quote minime di energia daprodurre attraverso fonti energetiche rinnova-bili. Diligentemente anche l’Italia ha messo ma-no alla normativa tirando fuori il famigeratodecreto 387/2003 che recepisce la direttiva inquestione, dalla cui applicazione si dovrà perve-nire al raggiungimento entro i 2010 dell’obietti-vo di copertura del 22% dei propri consumi, col-mando di regola incinque anni, la lacunaesistente che oggivede la produzioneattestarsi intorno al16%.A questo puntol’ottimismo dovreb-be subentrare ad ungiudizio critico og-gettivo. Purtroppo,infatti, il decreto èstato approvato conquattro mesi di ritar-do, ma il male peg-giore è che consta diuna lunga serie diprovvedimenti attua-tivi in attesa di finaliz-zazione.Tranquillamente pos-siamo affermare chenon c’è niente di irri-mediabile nella fac-cenda. A rassicuraresul progressivo mi-glioramento della si-tuazione ci ha pensa-to Corrado Clini,Dirigente Generaledel Ministerodell’Ambiente, che

giunto al convegno di apertura dell’Eolica Expo(n.d.r. un po’ in ritardo anche lui), ha ammessoche “effettivamente siamo di fronte ad un ritar-do del Governo, ma – ha proseguito Clini – dagiugno la situazione è migliorata, alcune norma-tive sono state adottate e siamo in dirittura di ar-rivo anche per le ultime, siamo in ritardo di unanno – ha ammesso il Direttore Generale – masiamo arrivati!”. La cosa ci fa immensamente pia-cere, ma non esime dal considerare che i pro-blemi restano comunque di complicata soluzio-ne.“Il problema più difficile - ha proseguito Clini - ri-guarda l’applicazione nella gestione del sistemaelettrico del principio di priorità del dispaccia-mento dell’elettricità prodotta dalle fonti rinno-vabili nella rete elettrica”. Su questo punto, di im-portanza fondamentale, visto che non ha sensogenerare elettricità e poi non immetterla nellarete,Clini ha detto che il problema italiano si tro-va nella incomprensione generata da fatto cheassicurare la priorità del dispacciamento da fon-ti rinnovabili - avendo presente che per buonaparte l’energia da fonti rinnovabili potrebbenon assicurare la continuità richiesta per la sicu-rezza energetica - è un argomento che è stato

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interpretato dal Gestore della rete in modotale da creare una ingiustificata barriera all’orga-nizzazione del dispacciamento. Ogni commen-to sembra superfluo,Clini lo ha evidenziato conla rassicurazione che, trattandosi di un punto fon-damentale il Governo ha aperto un confrontopuntuale che per fortuna si sta avvicinando allasoluzione che appare scontata, se si vuole effet-tivamente pervenire ad incardinare agli impian-ti tradizionali la gestione di impianti da fonte rin-novabile. Scendendo nel particolare “È importan-te - ha precisato Clini - che si consideri il ruolodell’eolico come presidio industriale di genera-zione di elettricità per distretti”, ossia per la ge-nerazione distribuita di elettricità. È questo unodei punti di riferimento più importanti della ri-organizzazione del sistema energetico nazio-nale, perché in questo modo si alleggerisce lapressione sulla rete e nello stesso tempo si ri-sponde pienamente alla domanda di energia.Il nodo focale è quindi rappresentato dal supe-ramento delle obiezioni regionali, attraverso larealizzazione di accordi di programma seri e tra-sparenti con le amministrazioni.Va bene infattiragionare sulle tecnologie per il “carbone pulito”,senza peraltro spingersi nell’ottica di immagina-re che per proteggere l’ambiente sia necessariodifendere impianti obsoleti a carbone e vietarela costituzione di impianti eolici.Altro problema sul tappeto riguarda invece la co-stituzione di adeguate garanzie che consentanola redditività degli impianti, che devono essere ta-

li da assicurare comunque la continuità di resaindipendentemente dalle decisioni della gestio-ne della rete.Ciò corrisponde all’esigenza di pa-gare agli impianti eolici il corrispettivo dell’elet-tricità che avrebbero dispacciato, presupponen-do quindi un’ulteriore garanzia finanziaria, che di-venta di fatto sanzione se questo principio nonviene applicato.

Il contestonormativo nazionaleA che punto è l’Italia nell’attuazione del-la direttiva 2001/77/CE?Oggettivamente parlando, ci si deve rivolgere aldecreto legislativo 387/03 che rappresenta lostrumento di promozione dell’impiego dellefonti energetiche rinnovabili nella produzione in-terna di elettricità. Nel decreto sono riportatenumerose novità, una di notevole importanza ri-guarda la possibilità che la Conferenza Unificataattui una congrua ripartizione dell’obiettivo na-zionale tra le Regioni tenendo conto delle diver-se modalità energetiche sfruttabili in ciascuncontesto territoriale.Questa sorta di ripartizio-ne rappresenta un grosso impegno e responsa-bilità per le Regioni alle quali spetta l’arbitrio nel-la scelta di attuare le tecnologie più adeguate.Tuttavia è però necessario che le responsabilitàtra Regioni e Stato siano sottoposte ad unaazione di coordinamento a livello nazionale. Le

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famigerate linee guida di cui si parla nel decre-to e che si riferiscono all’insieme di norme chedevono condurre allo snellimento delle proce-dure autorizzative, di fatto non sono ancorastate tracciate. Si tratta di una bozza di procedu-ra semplificata che dovrà essere poi posta all’at-tenzione della Conferenza Unificata per l’appro-vazione. Le linee guida riguardano l’iter autoriz-zativo di tutti gli impianti da fonti rinnovabili, nonsolo l’eolico. Razionalizzare e semplificare altronon significa che porre in atto la previsione di unaautorizzazione unica che deve essere concessadalla Regione entro 180 giorni dalla data delladomanda.Per quanto riguarda l’aspetto autorizzativo de-gli impianti, questo è stato rivoluzionato nel suocriterio dall’introduzione dell’art.12 nel decretolegislativo 387/03, che ha spostato l’obiettivo del-l’autorizzazione dai Comuni alle Regioni. In que-sta nuova geometria la Regione diventa l’enteprincipale con il potere di programmare e di as-sumere i propri impegni. In attesa delle linee gui-da nazionali, che saranno ufficialmente emana-te dal Ministero dell’Ambiente e della Tuteladel Territorio e dal Ministero delle AttivitàProduttive, alcune regioni si sono organizzate ehanno dato luogo all’emissione di proprie lineeguida per l’inserimento dell’eolico, anche se esi-stono esempi piuttosto diversificati tra regionee regione dovuti ad un diverso spirito di approc-cio. Il ruolo di capofila è stato assunto dalleMarche nel luglio scorso, ma già a febbraio del2005 la Regione si era dotata di un PEAR (PianoEnergetico Ambientale Regionale). Il ruolo di ca-pofila consentirà di attuare un compito di coor-dinamento, cercando di riunire su di un unico ta-

volo i diversi problemi da risolvere, in modo daconfermare tra le diverse regioni una volontariaunità di intenti nella realizzazione in particolaredi impianti eolici.Aspetti ricorrenti comuni a tut-te le regioni sono costituiti dall’identificazione deirequisiti tecnici del territorio che ospita gli im-pianti; ovviamente restano escluse le aree pro-tette e quelle sottoposte a particolari vincoli ditutela.Interpretando l’esigenza di riunire questa sortadi documentazione e tenerla costantementeaggiornata l’APER, Associazione no profit diProduttori di Energia da fonti Rinnovabili, haprovveduto alla creazione di un CD contenen-te l’anagrafe della situazione.Uno strumento chepossa servire ad orientare sia il produttore, cheha bisogno di sapere ad esempio la potenza con-sentita in una determinata regione, sia il pianifi-catore che se ne avvale come base di partenzaper vedere cosa è stato già realizzato nelle re-gioni.C’è però il rischio - come sottolineato da SergioFerraris di “La Nuova Ecologia” - che ad una fio-ritura di un quadro regionale, strutturato ma co-munque settoriale, corrisponda una carenza diriferimento di un quadro nazionale.

La scalata delle fontirinnovabili segnala fine dell’eradei combustibili fossiliFonti energetiche tra nostalgie, revival enuove tendenze“Il nostro portafoglio energetico è già assicura-to da fonti rinnovabili, ma quello che rimane daaggiungere per rispettare la direttiva europea èlegato certamente ad un ulteriore aumentodella capacità nell’idroelettrico e richiede una ca-pacità industriale e investimenti articolati su piùfonti e più tecnologia”. Le parole del DirettoreGenerale Corrado Clini, non lasciano dubbi: il po-tenziamento del sistema elettrico nazionale ve-de un pilastro importante nell’incentivazionedelle fonti rinnovabili.Le riserve di petrolio finiranno o l’”oro nero” è ine-sauribile? C’è stato un momento nel Convegnosulle energie in cui l’argomento ha appassiona-to i relatori. Arthouros Zervos, Presidentedell’EWEA, voce autorevole nel panorama del-le rinnovabili, ha detto, a proposito del futuro, che“l’aspetto nuovo dell’ultimo anno è che l’epocadel petrolio non caro è finita”. Le previsioni fat-te in tempi lontani circa il prezzo del greggio han-

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no disatteso le aspettative che lo vedevano aquotazioni più basse. Francesco Ferrante diLegambiente ha ammesso:“Non è possibile di-re se il petrolio finirà, le variabili sono numero-se, anche legate a questioni geopolitiche.Tenerealto il prezzo del petrolio - ha proseguito - signi-fica anche rendere competitiva l’energia nu-cleare. Il problema - ha osservato Ferrante - nonè prevedere quanto salirà il prezzo del petrolio,ma è piuttosto una questione di opportunità, os-sia, dal punto di vista ambientale ed economicoè conveniente continuare a fondarsi sull’era delfossile e del petrolio?” Obiettiva la sua risposta:“Penso che quanto avvenga nel mondo ci indi-chi la strada per la “fuoriuscita dal petrolio”.La scelta delle energie rinnovabili ha quindi un ca-rattere polivalente, non solo ambientale, maeconomico.Sempre durante la serie di convegni romani, èstata unanime la considerazione che sia proficuoimboccare la strada che porta alle fonti rinnova-bili prima degli altri, quindi da protagonisti, vistoche le possibilità ci sono. Per l’eolico occorre su-perare le difficoltà connesse alla realizzazione de-gli impianti, considerando di modulare nel giustomodo la difesa del paesaggio mettendo fuori di-scussione forme troppo diffuse di blocco, affron-tando quindi innanzitutto la questione del con-senso locale.

Si è parlato di petrolio nell’evento romano sul-l’energia e si sono valutate le alternative: ilGas, ad esempio, è comunque una soluzionetransitoria, non valida anche dal punto di vistaeconomico. Una probabile alternativa che iPaesi, soprattutto quelli in via di sviluppo, adot-teranno sarà il Carbone, meno inquinante e piùeconomico, ma è pressochè certo che le riser-ve di carbone basteranno almeno per altri 60anni ancora… e poi? Poi spuntano i discorsi sulnucleare, questa fonte energetica che fa sem-pre discutere per diversi aspetti connessi.“Il nu-cleare vuole avere un ‘rinascimento’” - ha det-to in tono prosaico il Presidente greco diIwea. In effetti se ne parla ormai incessante-mente da almeno due anni. Ma può esserequesta la soluzione?

Se l’obiettivo di Kyoto non deve diventare uno“spauracchio”per nessuno, tanto meno per i co-lori della nostra bandiera, conviene guardare se-riamente alle prospettive.Dinnanzi a noi le stra-de delle fonti energetiche sono ancora tutte, oquasi, aperte. Ma come spesso accade, alcunestrade danno più garanzia di riuscita di altre.Se la Commissione europea ha emanato unaspecifica direttiva per l’incentivazione della pro-duzione energetica da fonti rinnovabili cui occor-re dar seguito.

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Dieci,quindici anni fa l’eolico era pressochèsconosciuto,ora si sono sorpassati i 50.000megawat mondiali. Un successo anchedell’Europa?Certo il successo è europeo, perché è in questaarea che è iniziato lo sviluppo dell’energia eoli-ca e, d’altra parte, sono state le politiche dei go-verni degli Stati dell’Unione Europea che hannosostenuto questo sviluppo.

Stiamo parlando della Germania, dellaSpagna e anche della Danimarca?Si, la Danimarca negli anni 80’/90’, agli inizi deglianni 90’ la Germania, poi la Spagna a metà de-gli anni 90’. Questi sono i tre Paesi che ne han-no determinato il grande successo, però anchealtri Stati hanno dato il loro contributo, sotto laspinta dell’UE, che ha lanciato la politica sull’ener-

gia alternativa con la pubblicazione nel 1997 dellibro bianco per le fonti rinnovabili. Di seguito èarrivata nel 2001 la direttiva per l’elettricità: daquesti importanti passaggi della normativa euro-pea si è avuto l’impulso all’attività dei governi divari Paesi.

L’Italia,nel panorama delle rinnovabili,hacomunque un quarto posto meritato o,co-me si dice per gli studenti,“potrebbe faredi più” considerando la nostra strutturaterritoriale, paesaggistica, ma anche so-ciale e culturale?Certamente l’Italia potrebbe fare molto di più inquesto settore. Si vive oggi un periodo crucialerispetto ai prezzi dell’energia elettrica ed è perquesto che il mercato sarebbe certamente favo-rito dallo sviluppo dell’eolico, ma tutto è rimes-so alle sorti dipendenti dall’adozione di provve-dimenti governativi, regionali o anche europei.

Com’è la presenza dell’Italia a livello comu-nitario?Un quarto posto le fa onore, ma se la Spagna,Paese che ritengo assomigli all’Italia in senso siapaesaggistico sia per certi versi politico, riesce adavere uno sviluppo dell’eolico 10 o 20 volte su-periore, vista la similitudine, l’Italia potrebbeeguagliare la Spagna.

Intende dire che l’Italia dovrebbe collabo-rare di più a livello internazionale,europeo?Certamente,ma l’Italia deve soprattutto riflette-re a livello governativo su quali possano esserei provvedimenti migliori da adottare. Insisto sul-l’importanza di questo livello decisionale perchéè a livello governativo che si definisce l’attuazio-ne di una politica energetica, che non vuol direprendere decisioni che riguardano solo gli anniimmediati, ma considerare delle scelte che ab-biano valore a lungo termine.Spagna e Germania, ad esempio, hanno volon-tà chiare e determinate.

Energia significa anche mercato, investi-menti,economia,garanzie, incentivi, tute-

L’intervista

Il futuro energetico del pianeta? Le rinnovabili,ma con convinzionee senza perder tempoIntervista ad Arthouros Zervos

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la e interessi dei soggetti chepartecipano alla filiera produt-tiva.Quali elementi sostanzia-li caratterizzano l’uso dell’e-nergia eolica? Innanzitutto in questo campo dob-biamo riflettere con lungimiranza edimmaginare su cosa sarà basata laproduzione di energia, diciamo tra20 anni. Sull’importazione del pe-trolio? O forse sul nucleare dellaFrancia?… Il fatto è che più chepronostici occorre fare delle sceltea lungo termine: è questo il mododi salvaguardare l’economia di unPaese.Quando esistono degli obiet-tivi precisi ed avveduti, non si fa al-tro che seguire la strada tracciatache porta a questi. Questo valeper l’energia eolica, così come pertutte le fonti rinnovabili.

L’energia pulita è emblematica-mente nell’immaginario col-lettivo,ma forse non si fornisceal cittadino una chiara visionedi come questo possa realiz-zarsi. In senso pedagogico co-me parlare ai cittadini dell’e-nergia eolica e in generale del-le fonti rinnovabili?Ai cittadini, in genere, si lascia intendere che i co-sti dell’energia da fonti rinnovabili siano più alti,rispetto alle fonti fossili.

Invece non è così?Questa è una mezza realtà. Nel senso che oc-corre prevedere, per giudicare, ciò che accadràdomani.In questi ultimi anni i discorsi sull’opportunità delricorso alle rinnovabili si fondano sulla conside-razione che il prezzo del petrolio è salito fino ad80 dollari al barile, un po’ come è accaduto ne-gli anni 70’. Nel decennio successivo, cioè neglianni 80’ invece se ne parlava molto meno pro-prio perché la tendenza del prezzo era invece alribasso.Comunque il prezzo del petrolio e del gas a lun-go termine è destinato all’aumento. In un perio-do intermedio il prezzo potrà anche scendere,ma sul lungo periodo, essendo le scorte limita-te, si andrà incontro ad un sicuro aumento.

Pensa quindi che l’era del carbone,del gase del petrolio si sia definitivamente conclu-sa?Non ora,ma credo che entro qualche decennio

il destino sarà questo. Ribadisco, però, che nondobbiamo farci cogliere impreparati, non si puòattendere che questa previsione si attui e poicorrere ai ripari, occorre agire per tempo.

Durante un convegno ha detto una cosasulla quale riflettere: “spendere oggi si-gnifica fare un investimento per doma-ni…”Esattamente.È in questo senso che si devono ve-dere le fonti rinnovabili e tra esse l’eolica è for-se la più vicina come costi alle energie fossili,matra 5 o 10 anni sarà l’energia meno cara di tut-te le altre, anche se per verificare questo risul-tato bisognerà valutare diversi parametri. Perquanto riguarda l’energia eolica, il suo costo è so-lo nell’iniziale spesa per il suo utilizzo.Quando sifa questo tipo di investimento, ma ciò vale pertutte le fonti rinnovabili, i costi sono certi ed im-mediatamente valutabili e questa è la grande dif-ferenza delle rinnovabili rispetto alle energiefossili.Se poi ci spingiamo a guardare più in là neltempo ci accorgiamo che le riserve di gas e pe-trolio hanno una riserva limitata, o che comun-que da qui a 10 o 20 anni saremo costretti a ri-formulare delle scelte. Ma domani sarà più dif-

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L’intervista

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ficile fare una scelta che razionalmente avrem-mo dovuto fare oggi! Non abbiamo arbitrio,quindi,occorre pen-sarci ora?Si, domani sarà decisamente troppo tardi e co-sterà sicuramente di più. Che le riserve siano li-mitate non è un segreto per nessuno, chiunquepuò comunque azzardare una personale ipote-si: 30, 40 o 60 anni. Il fatto certo è che comun-que siamo entrati nell’era del “caro petrolio” econtinueremo in questa direzione.Quindi alla lu-ce dei fatti occorre scegliere: petrolio, gas, nuclea-re, oppure fonti alternative.

…a proposito di nucleare.“Il nucleare stavivendo un nuovo rinascimento” lo ha det-to a Roma in un recente convegno: since-ramente sembrava un po’ perplesso…Infatti, penso che questo rinascimento sia moltoproblematico.Perché credo che i problemi essen-ziali del nucleare siano rimasti irrisolti, a comincia-re da quello dei rifiuti nucleari. I governi si fannocarico del costo “assicurativo”delle centrali nuclea-ri, in quanto nessuna assicurazione è disposta adassumerne i costi, che sono estremamente alti enon vengono mai indicati quando si presentanoi costi generali del nucleare.Un altro punto impor-tante è che l’uranio - la fonte energetica del nu-cleare - è limitata, quindi diminuendo le scorte ilsuo prezzo aumenterà. D’altra parte se non ri-usciamo a risolvere oggi il problema delle scorie,immaginiamo cosa potrebbe accadere in futurocon una produzione maggiore.Non stiamo par-lando di rifiuti che rimangono dove sono per 10o 20 anni, ma per milioni di anni!

Si, però i costi sono allettanti…C’è il mito che il costo del nucleare sia più bas-

so in confronto alle altre fonti. Ma questa cosava valutata.C’è da dire, innanzitutto, che il nuclea-re è sempre stato coperto da segreto di statoin qualsiasi Paese, da qualsiasi governo. Questoci porta ad una considerazione sulla sicurezza ea pensare ad una valutazione che ne fanno og-gi i nostri governi, che definirei un tantino “schi-zofrenica”, basti considerare cosa sta accaden-do in questi anni intorno al nucleare, ad esem-pio in Iran o nella Corea del Nord e tutti gli sfor-zi che si stanno compiendo per evitare il perico-lo che l’uranio venga impiegato per scopi milita-ri e, al riguardo, direi di considerare che la diffe-renza tra la produzione nucleare per usi milita-ri e quelli energetici, è veramente esigua.

Tiriamo in ballo quindi anche la questionedella sicurezza?Diverse questioni ci indicano che la strada del nu-cleare non è la migliore. Poi possiamo dire, esa-gerando, che è un po’ come l’eolico, serve per laproduzione di elettricità. Però la nostra societànon consuma solo elettricità. I nostri bisognienergetici vanno in diverse direzioni: ci sono i tra-sporti, ad esempio, o la generazione di calore.Con il nucleare non possiamo risolvere tutto.Come è vero che con l’eolico non possiamo ri-solvere tutte le esigenze energetiche. Quindi laformula giusta è quella che riunisce l’uso di tut-te le energie rinnovabili, perché tutte insieme levari fonti possono far fronte alle esigenze ener-getiche del futuro, su cui basare l’economia.

Domanda scontata: come vede il futuroenergetico del nostro pianeta?Ovviamente lo vedo nelle rinnovabili, non c’è og-gi un’altra scelta, sempre che si voglia assicura-re uno sviluppo sostenibile della Terra.

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L’intervista

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Quando il risparmioè sinonimo di guadagno

Riflessioni dalla Tavola Rotonda“Risparmio energetico:valore educativo, opportunità di sviluppo”

Dire che l’energia è un bene prezio-so ha una doppia valenza:da un la-to, si indica il suo costo economi-co; dall’altro, si sottolinea la possi-bilità di una futura scarsezza del-

la risorsa, se continuerà la dipendenza dai com-bustibili fossili e se non si agisce considerando lanecessità di risparmiare: è proprio quest’ultimaesigenza che potrebbe rappresentare la chiavedi volta nello sviluppo competitivo del Paese, co-me è emerso dalla Tavola Rotonda “Risparmioenergetico: valore educativo, opportunità di svi-luppo” del 21 settembre, organizzata da Edisonnella sede dell’Orto Botanico.Il bilancio tra domanda e offerta di energia è peril momento precario,ma migliorarne l’utilizzo, at-traverso la razionalità dei consumi, significa sia in-quinare meno, sia assicurare nel futuro una mag-giore reperibilità delle scorte. È significativo il fat-to che l’appello giunga proprio da una societàproduttrice, ma questo non rappresenta unacontraddizione: la Edison vuole offrire le propriecompetenze alle imprese, affinché si incentivinole esperienze di monitoraggio dei processi pro-duttivi e si ricorra in modo più intensivo alla pra-tica della cogenerazione.Questa soluzione per-mette di produrre contemporaneamente ener-gia elettrica e calore, facendo risparmiare fino al35% di energia primaria alle aziende.L’adozione di buone pratiche nell’uso dell’ener-gia e, dove è possibile, di tecniche di cogenera-zione da parte delle piccole e medie imprese, larealtà economica più diffusa in Italia, portereb-be ad un risparmio totale del 10% del consumoenergetico, pari al consumo energetico annuodell’intera provincia di Roma.Da parte loro, le piccole e medie imprese, rap-presentate dalle sei associazioni di categoria,hanno firmato, nel giugno scorso, un protocol-lo denominato “Energia Intelligente per le PMI”che vuole dare un significativo impulso alla de-finizione di linee strategiche e progettuali per fa-vorire l’approvvigionamento e la gestione del-le risorse energetiche. “Le sei confederazionicoinvolte nell’accordo sono convinte che il ri-sparmio energetico è fattore determinante

per la competitività, intesa come capacità di es-sere meglio sul mercato” così ha riportato ilPresidente della CONFAPI, Danilo Brogi, all’in-contro di Roma.

L’efficienza energetica non si raggiunge solo at-traverso il coinvolgimento delle imprese,ma è unobiettivo che ha bisogno di un impegno diffusoa livello sociale: questo risultato è legato “alla dif-

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fusione di una maggiore coscienza ambientale,soprattutto in una società in evoluzione come lanostra”, come ha espresso i l Ministrodell’Ambiente Altero Matteoli, intervenuto du-rante la Tavola Rotonda.“L’educazione ambien-tale deve rientrare nei programmi scolastici,perché anche i più giovani capiscano l’importan-za del proprio ruolo, soprattutto in ambiti comequello del risparmio energetico, comprendendoil valore vitale che ha il non sprecare una fonteesauribile come l’energia”, ha continuatoMatteoli, che ha precisato come il suo Dicastero

offra il proprio sostegno alle iniziative di diffusio-ne della conoscenza ambientale a tutti i livelli, co-me dimostrato dall’appoggio offerto al Premio“La scuola amica del clima”e consegnato propriodurante l’incontro del 21 settembre.Il vincitore del concorso, indetto da Edison eLegambiente per diffondere la cultura del rispar-mio energetico presso le scuole di ogni ordinee grado, è stato l’Istituto Professionale di Statoper l’Industria e l’Artigianato “Archimede” diTaranto, che ha proposto un progetto di impian-to fotovoltaico in grado di coprire il fabbisognoenergetico di tutta la scuola.

Altri attori coinvolti nella promozione di program-mi finalizzati al risparmio energetico sono gliEnti locali, come dimostra la testimonianza ripor-tata alla Tavola Rotonda dall’Assessore alle poli-tiche ambientali del Comune di Roma, DarioEsposito. La consapevolezza che se non si cam-biano le modalità di consumo energetico si rischiadi ottenere profondi disequilibri e di provocaredanni irreversibili ha portato a prevedere, per ilprossimo Piano Regolatore, un sistema che pe-nalizza chi non risparmia energia e premia chi nefa un accurato uso.Anche piccoli rimedi posso-no servire a tagliare gli eccessivi consumi di unacittà grande come la Capitale e un esempio è lasostituzione delle lampadine degli uffici comuna-li con modelli di maggiore efficienza.

Risparmio energetico, quindi, come presa di co-scienza e impegno collettivi, nella considerazio-ne che un modello di sviluppo non è sempreequivalente a maggiori consumi, soprattutto sesi ritiene indispensabile agire nella direzionedella sostenibilità.

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L’ENEL ha una lunga storia nella costruzio-ne di impianti geotermici. Quali sono leprincipali caratteristiche di funzionamen-to di questo tipo di centrali?I principi fisici che stanno alla base del ciclo di fun-zionamento delle centrali geotermoelettriche so-no identici a quelli delle centrali termoelettrichetradizionali. La peculiarità delle centrali geoter-moelettriche è costituita dal fatto che il vaporeè prodotto in una caldaia che non è costruita dal-l’uomo,ma è fornita dalla natura. Il sottosuolo ter-restre, o meglio il calore in esso contenuto, è lafonte di energia utilizzata.

Inoltre la geotermia, con le proprie caratteristi-che di energia rinnovabile, risulta particolar-mente apprezzabile anche dal punto di vista am-bientale fornendo un valido contributo alla ridu-zione delle emissioni di CO2 in atmosfera.Gli impianti geotermici devono poter funziona-re alla massima potenzialità possibile 24 ore algiorno per tutti i giorni dell’anno. Questo signi-fica un continuo sforzo per ricercare e mante-nere le condizioni tecniche che garantiscano lacontinuità della produzione nel tempo e la suaefficienza.Certamente in questo ci aiuta la lunga esperien-

Una “caldaia” naturaleper la produzione

di energia elettricaIntervista all’ing. Lio Ceppatelli,

responsabile produzione geotermica dell’ENEL

Laureato in Ingegneria Elettrotecnica, il dott. LioCeppatelli è in Enel dal 1975 e fin dall’inizio si è oc-cupato di attività in ambito geotermico. Nel cor-so degli anni ha assunto ruoli a maggior responsa-bilità in tutti i settori del processo geotermico, dallaboratorio, alle perforazioni, alla progettazione erealizzazione degli impianti di produzione.Negli an-ni più recenti si è occupato anche di attività gestio-nali ed amministrative, ed in particolare nel perio-do 1999-2002 ha ricoperto la posizione di ChiefFinancial Officer della società Enel Green Power incui, in quel periodo, erano confluite le attività geo-termiche.Attualmente ricopre il ruolo di responsabile dellaFiliera Geotermica all’interno di Area BusinessEnergie Rinnovabili della Divisione Generazione edEnergy Management di Enel.

Il termine geotermia deriva dal greco “geo” e “thermos” e letteralmente significa calo-re della Terra. L’utilizzo di quest’ultimo a fini energetici si avvale attualmente di notevoli poten-

zialità di sviluppo grazie alle continue innovazioni tecnologiche, finalizzate anche alla diminuzionedelle criticità in termini di impatto ambientale.L’Italia risulta essere uno dei principali produttori di energia geotermoelettrica, con previsioni diulteriore incremento sul territorio nazionale e all’estero, con l’esportazione del know-how ma-turato.L’ENEL ha avuto un ruolo di primaria importanza sia nella costruzione degli impianti, sia nella pro-mozione della ricerca di questi processi e metodi all’avanguardia. L’ing. Lio Ceppatelli, responsa-bile di settore dell’ENEL, in questa intervista illustra i principi di funzionamento degli impianti geo-termici e gli scenari futuri di sfruttamento di que-sta fonte rinnovabile.

L’intervista

L’intervista

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za maturata. Non va infatti dimenticato che dal1904 al 1958, l’Italia è stato l’unico paese almondo ad utilizzare la fonte geotermica per laproduzione elettrica.Questo ci ha consentito disviluppare ed affinare metodologie per il control-lo della “caldaia”mirate all’utilizzo sostenibile del-la risorsa in modo da consentirne un ciclo di vi-ta praticamente illimitato. È eclatante in questosenso il caso di Larderello dove, dopo un seco-lo di attività, non solo la produzione non è dimi-nuita ma è progressivamente aumentata tantoche a breve avvieremo un nuovo impianto.

Oltre al territorio toscano, quali sono inItalia gli altri luoghi che,grazie alle loro ca-ratteristiche geofisiche,sono attualmenteutilizzati per la produzione di energia elet-trica dal calore terrestre?Dal punto di vista strettamente geologico le areeitaliane potenzialmente interessanti sono nu-merose. ENEL, nel corso degli ultimi decenni, leha investigate tutte, sia con attività di esplorazio-ne di superficie sia perforando decine di pozziesplorativi dal Lazio alla Campania sino all’isoladi Vulcano.Purtroppo i risultati di questi sforzi so-no stati abbastanza deludenti dato che, a causadelle caratteristiche dei fluidi rinvenuti, non è sta-to possibile avviare alcun progetto per la produ-zione di energia elettrica, per cui oggi la produ-zione geotermoelettrica è circoscritta al solo ter-ritorio toscano.

Nuove tecnologie sono sempre più appli-cate nel campo della geotermia. In parti-colare,cosa si intende per processo AMISe come funziona?AMIS significa Abbattimento Mercurio edIdrogeno Solforato. Come dice il nome questoprocesso ha la finalità di rimuovere il mercurioe l’idrogeno solforato dalle emissioni degli im-pianti. Il fatto che il fluido utilizzato sia prodottoda una “caldaia” naturale comporta infatti che alvapore siano associati altri elementi presentinel sottosuolo. In particolare è presente l’idro-geno solforato, costituente tipico di tutte le ma-nifestazioni geotermiche, che ha il caratteristicoodore di uova marce percepibile ad esempio intutte le realtà termali. Per eliminare il possibile di-sagio olfattivo ENEL ha sviluppato e brevettatoil processo AMIS che elimina l’idrogeno solfora-to trasformandolo, mediante ossidazione, incomposti solubili nell’acqua che vengono reiniet-tati nel serbatoio geotermico. In sostanza un ci-clo “chiuso” che non genera, a differenza di altriprocessi di trattamento delle emissioni, reflui dasmaltire.Il processo AMIS consente inoltre di eliminare,

mediante una particolare filtrazione, il mercuriopresente in concentrazioni comunque trascura-bili in talune aree. Questo processo per le suecaratteristiche innovative ha ricevuto nel 2003il premio “Innovazione amica dell’ambiente” isti-tuito da Legambiente e Regione Lombardia.

Trattandosi di energia inesauribile e ingrado di contribuire a soddisfare i continuifabbisogni energetici,senza compromette-re ambiente e risorse,quali prospettive sipossono oggi ipotizzare per questa soluzio-ne energetica?Negli ultimi anni la produzione elettrica da fon-te geotermica ha raggiunto, in Italia, risultati ec-cellenti con valori stabilmente oltre i 5 miliardidi kW che rappresentano record storici per que-sta fonte.Crediamo però esistano ulteriori pos-sibilità di crescita, per questo nel 2004 abbiamoavviato un ambizioso progetto che prevede laperforazione di undici pozzi esplorativi nellearee toscane con un investimento di circa 70Milioni di Euro.Ci aspettiamo che da questo pro-getto vengano individuate ulteriori possibilità disviluppo che consentano di migliorare i risulta-ti ad oggi conseguiti. Naturalmente anche i pre-vedibili sviluppi tecnologici sia nel campo delleperforazioni, sia dell’impiantistica potranno con-sentire di rinvenire e utilizzare risorse ad oggi “ir-raggiungibili”per i limiti imposti appunto della tec-nologia a nostra disposizione.

L’esperienza italiana sviluppata in campogeotermico fa da traino a rilevanti proget-ti di cooperazione internazionale.Quali so-no le più importanti collaborazioni previ-ste per il futuro?La produzione geotermolettrica è una realtà or-mai consolidata in numerosi paesi del mondo an-che grazie alla collaborazione fornita, nel corsodegli anni, dall’Italia. Le competenze ENEL sonoda sempre unanimemente apprezzate e l’azien-da è riconosciuta, a livello internazionale, leaderin questo settore. Oltre all’esperienza ed allecompetenze tecniche e scientifiche, oggi ENELsi propone anche come operatore geotermicoall’estero mettendo così a frutto l’esperienza ma-turata in Italia. Ha infatti in costruzione impian-ti in El Salvador, in società con una azienda sal-vadoregna, ed ha acquisito i diritti per l’esplora-zione di aree geotermiche in Sud America.

La partecipazione e l’entusiasmo legati alcentenario della centrale di Lardarellodello scorso anno dimostrano che l’utiliz-zo della geotermia in Toscana non conosceforti resistenze,come spesso accade per al-

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tre fonti rinnovabili in alcune regioni italia-ne. Quali sono le ragioni di un tale positi-vo riscontro? Quali insegnamenti si posso-no trarre da questo esempio?In realtà l’atteggiamento delle comunità locali neiconfronti della fonte geotermiche non è omoge-neo.Accanto a posizioni riscontrabili nell’area “tra-dizionale”di Larderello che sollecitano lo svilup-po di nuove iniziative, percependo l’attività geo-termica come opportunità di sviluppo, al contra-rio nell’area dell’Amiata sono presenti significa-tive opposizioni alla coltivazione geotermica cheè invece percepita come ostacolo ad altre oppor-tunità di crescita, quale quella turistica.D’altra parte la risorsa geotermica, come tuttele fonti rinnovabili, deve essere sviluppata doveè presente e se a livello globale è considerata in

senso positivo a livello locale può trovare, per gliimpatti sia pur minimi che genera, difficoltà peril suo sviluppo.Certamente l’insegnamento trat-to è che nel terzo millennio anche la produzio-ne geotermoelettrica deve migliorare la propriaefficienza ambientale in linea con la crescentesensibilità delle comunità locali. Per questo sonostati avviati: i programmi di installazione dell’AMIS;un sostanziale investimento per il recupero e ri-pristino delle aree interessate dalla coltivazionegeotermica nonché la certificazione ambienta-le degli impianti. Con il processo di certificazio-ne sarà così assicurato quel processo di miglio-ramento continuo e di trasparenza dei compor-tamenti che riteniamo essere uno degli ele-menti portanti dell’accettabilità della coltivazio-ne geotermica.

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L’intervista

Da alcuni anni le politiche energetiche sistanno indirizzando verso l’utilizzo delleenergie rinnovabili. In quale campo delleenergie alternative il nostro Paese do-vrebbe investire maggiormente? Qualidifficoltà si incontrano in Italia nei con-fronti della progettazione e dell’installa-zione di impianti per lo sfruttamento difonti alternative?Per rispondere a questa domanda occorre in-nanzitutto chiedersi quali sono e quali potreb-bero essere i key-drivers per ciò che concer-ne le fonti rinnovabili. Dobbiamo quindi far ri-ferimento agli incentivi, all’innovazione tecno-logica, ai nuovi strumenti di mercato (e.g.Certificati RECS etc.), al Protocollo di Kyoto ealla Direttiva Emission Trading e quindi allacorrelazione fra emissioni climalteranti, evitatecon il maggior utilizzo delle fonti energeticherinnovabili. È importante far leva su tutti gliaspetti evidenziati, non trascurandone nessuno.

Allo stesso modo bisogna evitare di “privilegia-re” alcune fonti rispetto ad altre. In una fase disviluppo, in cui non c’è ancora, parafrasando ilmondo dell’informatica, una “killer application”ovvero una tecnologia in grado di spiazzare lealtre in termini di costi e risultati, vanno perciòmantenute in piedi tutte le opzioni percorribi-li. Non si può comunque fare a meno di rileva-re che anche per le fonti rinnovabili sta assu-mendo una certa rilevanza il fenomeno dellacosiddetta sindrome NIMBY (“Not in my backyard”, “Non nel mio giardino”) o meglio dellasindrome BANANA, ovvero Build AbsolutelyNothing Anywhere Near Anything (“Non co-struire assolutamente nulla vicino a niente”).

Da un punto di vista energetico il petro-lio riveste un’importanza cruciale e ilsuo prezzo è in costante e allarmantecrescita. Secondo Lei si tratta di un feno-meno temporaneo o piuttosto struttura-

Far dialogare tuttisu energia e ambiente.Una missionper far crescere il PaeseIntervista a Raffaele Chiulli, Presidente del SAFE

Dopo aver ricoperto posizioni di rilievo nel set-tore oil&gas e come consigliere d’amministra-zione in società energetiche multinazionali,Raffaele Chiulli è attualmente presidente diSAFE (Sostenibi l ità Ambientale FontiEnergetiche), un’associazione no-profit cheopera nel campo dell’energia e dell’ambiente,organizzando incontri e master.Fra gl i altr i , è vice presidente AIGET(Associazione Italiana Grossisti e Trader diEnergia), amministratore delegato di EurofuelsS.p.A. ed executive vice-president della HolcimCentral Europe. Ha tenuto corsi presso le uni-versità La Sapienza e Roma Tre sulla gestionedella risorse energetiche. È autore di oltre 40pubblicazioni e tre libri. È spesso chairman di nu-merosi panels internazionali sul tema dell’ener-gia e delle risorse.

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le, che implica l’urgenza di scelte im-mediate in campo energetico?Negli ultimi anni qualcosa sembra essere cam-biato nel mondo del petrolio. Dopo un lungoperiodo di stabilità e prezzi relativamente bas-si, abbiamo improvvisamente assistito ad unaimpennata delle quotazioni del greggio, chehanno toccato anche i 70 $/b e che ormai co-

munque si assestano su livelli ben più alti diquelli cui eravamo abituati fino all’anno scorso.Si può cercare di fare una analisi sulla base de-gli elementi di fatto e dei principali indicatori adisposizione. Possiamo dire che negli ultimianni la crescita della domanda energetica annuasi è attestata su livelli mediamente superiori altasso di sviluppo. Le motivazioni sono sostan-zialmente legate alla forte crescita economicadi alcuni paesi quali Cina ed India e alla ripre-sa dei consumi degli Stati Uniti e di par tedell’America Latina: tutto ciò ha determinatouna forte richiesta di energia che ha messo “sot-to pressione” il sistema energetico, sia quellopetrolifero che quello del gas e del carbone; co-sì si sono avute tensioni nei mercati della pro-duzione e della raffinazione.Anche il sistema logistico e dei trasporti è sta-to sollecitato e, insieme ad altri fattori ciò hacontribuito ad una crescita dei prezzi del greg-gio.Tutto questo ha influito, pur se in tempi dif-

feriti, anche sulle altre fonti di energia quali il gas.La crescita dei prezzi, per quanto riguarda i pae-si dell’UE, è stata mitigata dall’apprezzamentodella moneta unica.Pertanto quando ci si chiede se questa situazio-ne è da considerarsi strutturale o contingentee transitoria, credo che nessuno, neanche glianalisti internazionali, immagini che il prezzo del

petrolio potrà scendere nel breve periodo al disotto dei 30 $/b. E seppure la situazione potràeventualmente avere un assestamento, credoche ormai gli stessi analisti e gli istituti che ap-profondiscono la situazione stimino che il prez-zo del greggio si potrà attestare nei prossimi an-ni proprio intorno a questo valore. In linea diprincipio ci sono vari interventi che si possonorealizzare, partendo in primo luogo da un nuo-vo ciclo di investimenti. Per vincere la crisi pe-trolifera vale inoltre l’interdipendenza e più ingenerale l’integrazione tra Paesi e tra sistemi.

Una delle principali attività della vostraAssociazione è organizzare incontri e di-battiti sul tema dell’energia e dell’am-biente. In quest’attività SAFE fa da “traitd’union” fra mondo dell’impresa e istitu-zioni. Qual è il primo passo che le istitu-zioni dovrebbero fare,a Suo avviso,per fa-vorire nelle imprese scelte ambientali?

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L’intervista

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SAFE ha da sempre improntato la sua attivi-tà al coinvolgimento proattivo di tutte le real-tà, pubbliche e private, che operano nel set-tore energia e ambiente.Abbiamo in tal sen-so attivato una serie di progetti ed iniziative instretta collaborazione con le istituzioni, le im-prese ed il mondo della ricerca scientifica. Laconvinzione che sta alla base di questo impe-gno è che senza il dialogo, la comprensione el’interazione tra queste realtà, diverse ma coninteressi convergenti, non è possibile né la cre-scita né lo sviluppo, non solo del settoreenergia, ma del Paese nel suo complesso. Edè quindi per questo motivo che abbiamo cer-cato di costruire, sin dalla fondazione di SA-FE, dei rapporti sempre più multilaterali, checercassero di trovare un terreno comune e unlinguaggio comprensibile a tutti i protagonistidel mercato, che spesso cercano dei momen-ti di scambio e confronto tra loro ma nonsempre sono in grado di realizzarli senza l’in-tervento di un “facilitator” come SAFE. Il pri-mo passo potrebbe essere quindi quello dicondividere le scelte di politica ambientale conle imprese che poi le devono attuare attraver-so un dialogo sempre più costruttivo. Il con-tributo delle istituzioni dovrebbe inoltre ovvia-mente andare nella direzione di creare unclima di relativa certezza e stabilità per chi in-veste: ciò renderebbe le scelte ambientali,qualora lo siano, meno onerose, o addirittu-ra vantaggiose.

La SAFE è impegnata nel campo della for-mazione dei giovani attraverso il Masterin Gestione delle Risorse Energetiche.Quale tipo di professionalità si forma coni vostri corsi e quali nuove figure occorre-rebbe formare nel mondo del lavoro in ta-le ambito?Il mondo energetico è cambiato e sonocambiate le esigenze, non ultima quella del-le diverse capacità professionali a cui spes-so si associa un gap culturale da colmare.Prendiamo ad esempio il settore dell’ener-gia elettrica. Lo schema pre-liberalizzazioneera caratterizzato da costi calcolati sul tota-le dei kWh necessari che poi venivano uti-lizzati per determinare il prezzo medio all’u-tente. Niente da rimproverare al vecchioschema poiché è quello che ci ha dato lastruttura, l’assetto fisico attuale e ci consen-te oggi di creare un mercato.Un tempo vi era “passione” per l’hardware,l’infrastruttura doveva anticipare la domanda,i tecnici erano al centro della scena e i costiuna variabile non fondamentale. L’efficienza

economica era di difficile o impossibile rag-giungimento. Il mondo è però cambiato pas-sando dalla redundancy come driver per gli in-vestimenti ai sistemi che creano efficienzaeconomica. Oggi dal concetto di costo mediosi è passati al concetto di costo marginale ealla tanto temuta volatilità; da una modalitàcon la quale si spalmano i costi totali su tut-ti gli utenti a un processo in cui conta il bre-vissimo periodo, con la necessità di decisio-ni rapide e marginali; da posizioni rigide e sta-bili nel tempo (ottimizzazione nel lungo pe-riodo) si è passati ad un’ottimizzazione dina-mica, con cambiamenti operativi che varianoal variare delle condizioni. Una domanda pas-siva, vissuta come un tax payer, è stata sosti-tuita da una domanda attiva, che prova a tra-sformare una minaccia in opportunità e mol-ti operatori grandi consumatori di energia so-no entrati in questa logica. C’è nel vecchio si-stema una scarsa percezione e valutazione delrischio: per esempio andamento del prezzodel petrolio o variazioni climatiche non era-no considerati in maniera adeguata, pur gene-rando un costo che veniva sommato al costomedio e quindi spalmato su tutti i clienti.Da qualche tempo la gestione del rischio è alcentro della scena, secondo valutazioni diottimizzazione dinamica. Altro punto di fon-damentale importanza oggi è la sensibilitàper le tematiche ambientali e la tutela della ri-sorse naturali. E infatti l’atteggiamento delmondo industriale nel suo complesso è cam-biato rispetto al passato. In questo senso hacontribuito non poco il continuo progressotecnologico, che ha consentito standard eperformance ambientali sempre più elevati. Lacosiddetta responsabilità sociale d’impresaè sempre più applicata e diffusa e, per molteaziende, costituisce una vera e propria levacompetitiva.A fronte di questo scenario pro-fondamente mutato si sono rese necessarienuove professionalità, che dovranno presen-tare reattività, velocità, intuizione e valori eti-ci, insieme alla capacità di lavorare in squadremultidisciplinari, di interpretare i segnali chearrivano dai mercati, nonché di tenere nelladovuta considerazione gli aspetti legati allatecnologia, alla regolazione, alla concorrenza,e ovviamente all’ambiente. È per questo mo-tivo che SAFE, anche attraverso il Master inGestione delle Risorse Energetiche, cerca disensibilizzare quanto più possibile sui temi del-lo sviluppo sostenibile nell’ottica di diffonde-re una cultura sempre più attenta e mirata alrispetto e alla tutela dell’ambiente e del ter-ritorio.

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L’intervista

Il SAFE ha premiato i vincitori della VII edizione del masterin “gestione delle risorse energetiche”

L’Italia da paese “ingessato” verso una nuova rinascita

“Il nostro è un Paese “ingessato”; cosa fare per riprendere il percorso di rinnovamento e risve-glio culturale del nostro Paese? Creare i presupposti per un nuovo rinascimento italiano, puntan-do su giovani, etica e ambiente”. Così Raffaele Chiulli, Presidente del SAFE, ha aperto i lavori delConvegno “Giovani, Etica,Ambiente: il Nuovo Rinascimento Italiano”, tenutosi, lo scorso 27 set-tembre, nella cornice di Villa Madama, e non a caso: la splendida villa realizzata da Raffaello evo-ca un periodo, il Rinascimento, in cui il nostro Paese visse una incredibile fioritura artistica e cul-turale, che si auspica ripetibile e ripercorribile anche oggi.“Nel Rapporto della banca mondiale Doing Business”, ha proseguito Chiulli, “si evidenzia comenon sia facile svolgere attività d’impresa oggi in Italia e sta diventando più difficile anche nel con-fronto con molti Paesi in via di sviluppo. L’Italia si colloca, infatti, al 70° posto su 155 Paesi analiz-zati”Integrare economia ed ambiente, collegare logiche di mercato col rispetto per le persone e perl’ambiente in un’ottica di sviluppo sostenibile, poiché l’ambiente sta diventando sempre più un fat-tore di competitività in società ecologicamente consapevoli; queste le sfide lanciate ai giovani vin-citori della VII edizione del Master SAFE in “Gestione delle Risorse Energetiche”, premiati duran-te il Convegno e ai quali sono stati elargiti consigli su come affrontare il mondo del lavoro, soprat-tutto da parte di Nicola Piepoli, Presidente dell’Istituto Piepoli.“La componente energetica ha un ruolo fondamentale in questo percorso verso il nuovo rina-scimento italiano”, ha dichiarato Alessandro Ortis, Presidente dell’Autorità per l’Energia Elettricae il Gas;“bisogna recuperare la qualità competitiva anche nel settore energetico, cammino piut-tosto gravoso da affrontare”.Anche Ortis ha rivolto un pensiero ai giovani, consigliando, per ar-rivare al traguardo di questo cammino, innovazione - nel senso di “uscire dai binari”, professiona-lità - allargare le proprie conoscenze e acquisire una solidità della conoscenza-, impegno e com-portamenti trasparenti e puliti, come anche formazione e sviluppo sostenibile, due fondamenti ir-rinunciabili.Un veloce accenno è stato fatto anche sui cambiamenti climatici: essi rappresentano un proble-ma globale, ha ribadito Ortis: dunque,“global problem, global solution”, è necessario ragionarein termini di globalità anche per ciò che riguarda i settori coinvolti verso un traguardo di svilup-po sostenibile.

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Non aprire la finestra con il condi-zionatore accesso o scegliereprogrammi per la lavatrice a bas-sa temperatura sono solo dueesempi dei piccoli accorgimenti

quotidiani che possono aiutare l’ambiente.Semplici gesti,ma che spesso sono trascurati, so-

prattutto perchénon si conosco-no gli effetti am-bientali dei pro-pri comporta-menti.Si rende cosìnecessario in-formare i cit-tadini perr e n d e r l im a g g i o r -mente re-sponsabilnei con-fronti dei

consumi energeti-ci: è per questo che il Ministero delle

Attività Produttive e il Ministero dell’Ambientee della Tutela del Territorio hanno stipulato unaconvenzione con l’APAT e la RENAEL (ReteNazionale Agenzie Energetiche Locali) con l’o-biettivo di implementare una campagna nazio-nale di comunicazione ed educazione a sostegnodelle fonti rinnovabili e dell’uso efficiente dell’e-nergia. Questa campagna è stata presentata aRimini lo scorso 29 ottobre durante il semina-rio “Fonti energetiche rinnovabili e uso raziona-le dell’energia.Al di là della tecnica.Responsabilitàindividuale e coscienza collettiva”, organizzatonell’ambito di Ecomondo, nona edizione dellaFiera Internazionale del Recupero di Materia edEnergia dello Sviluppo sostenibile.Appare sempre più indispensabile indirizzare i cit-tadini verso una nuova consapevolezza ambien-tale che sia in grado di comprendere le corre-lazioni esistenti tra ambiente, società ed econo-mia. La sfida attuale è quella di riuscire a promuo-vere la sostenibilità, attraverso un cambiamen-

to radicale di prospettiva e con il coraggio di af-frontare la complessità del mondo reale sottouna nuova luce, abbandonando le tradizionali di-visioni.Chiamati ad un importante ruolo in questa sfi-da sono in primo luogo i cittadini, affinché adot-tino nuovi stili di vita, orientati a modelli di svi-luppo sostenibile e si mostrino favorevoli alla dif-fusione delle tecnologie per la produzione dienergia da fonti rinnovabili. Per le Istituzioni, di-venta quindi prioritario informare in modo chia-ro, semplice e diretto su modalità, scopi e poli-tiche, educando ad un atteggiamento responsa-bile e rispettoso dell’ambiente e garantire unamaggiore efficienza e qualità dei servizi offerti.Di fronte alle attuali emergenze ambientali, con-tribuire a formare una più matura coscienzaambientale diventa un compito fondamentaleper assicurare un futuro al nostro Pianeta: aquesta linea di tendenza si è ispirato il semina-rio del 29 ottobre, il cui nucleo centrale è statocostituito dalla relazione profonda che esiste traproblematiche energetiche, la “responsabilitàambientale” del cittadino e la “coscienza collet-tiva della società”.Dopo un’introduzione a cura del Ministerodell’Ambiente sul quadro di riferimento dellaconvenzione e l’illustrazione delle finalità dellacampagna di sensibilizzazione, il convegno diRimini ha visto, tra i relatori, il prof. EmanueleSeverino,docente di Ontologia Fondamentale al-la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “SanRaffaele” di Milano, la giornalista Elisabetta Tola,conduttrice di Radio3Scienza e il geologo MarioTozzi, il quale si occupa dal 1996 di divulgazionedelle scienze geologiche, naturali e ambientali.Inoltre, ampio spazio è stato dedicato al dibat-tito con il pubblico per offrire la possibilità di ri-solvere dubbi e perplessità sulle fonti di energiapulita e sulla reale efficacia dei propri compor-tamenti.Il seminario rientra nel programma della campa-gna di informazione affidata all’APAT e alla RE-NAEL relativo all’organizzazione di iniziative dicontatto con i cittadini e con le realtà produtti-ve e associative dei diversi territori regionali.

Informazione ad altocontenuto energeticoIl Seminario del 29 ottobresu risparmio energetico e fonti rinnovabili

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Presenza e diffusione dell’arseniconel sottosuolo e nelle risorse idriche italiane

Pubblicazione dell’ARPA Emilia Romagna

Una rassegna di interventi scientifici che spiegano l’importanza, le implicazioni e le motivazioni legate al-lo studio dell’arsenico:questa pubblicazione raccoglie i risultati delle ricerche sull’argomento condotte dal-le Agenzie ambientali regionali e dal Gruppo Nazionale per la Difesa delle Catastrofi Idrogeologiche delCNR.L’arsenico, elemento chimico ampiamente presente in natura e diffuso in modo esteso nella crostaterrestre, contamina l’ambiente e le risorse idriche dopo l’utilizzo antropico di contesti geologici cheavviene con l’estrazione mineraria, la fusione dei metalli non ferrosi, la produzione industriale di ve-tro e cotone. Questo inquinante inorganico si assume quotidianamente con cibi e bevande e seb-bene piccole quantità siano ben tollerate dall’organismo umano, è comunque un veleno, tanto chel’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito un limite provvisorio di apporto giornaliero.Questa pubblicazione fa il punto sulle conoscenze oggi disponibili in molte regioni italiane sulla presen-za di arsenico nelle acque e sulla sua origine e rappresenta uno strumento cognitivo utile ad una più

razionale scelta delle risorse da destinare alla captazione per uso potabile e ad una più lucida programmazione.Il volume fa parte della collana editoriale “I quaderni di Arpa”, finalizzata alla pubblicazione di lavori di particolare valore tec-

nico-scientifico e organizzativo nelle materie di interesse dell’ARPA Emilia Romagna.

Communicating Sustainability-How to produce effective publiccampaigns

Pubblicazione dell’UNEP e della Futerra

Raggiungere gli obiettivi di sostenibilità è un risulta-to che si può ottenere anche grazie ad efficaci cam-pagne di comunicazione ed è per questo che ilProgramma delle Nazioni Unite per l’Ambiente(UNEP), insieme con la società inglese di consulen-za e comunicazione sullo sviluppo sostenibile Futerra,ha promosso la pubblicazione “CommunicatingSustainability-How to produce effective public cam-paigns”.Con la finalità di fornire gli strumenti più idonei allacostruzione di campagne di sensibilizzazione sullo svi-luppo sostenibile, i principali destinatari del volumesono le autorità nazionali e locali che si occupano diambiente. Sono anche illustrati i metodi per la ste-sura del piano di comunicazione,momento indispen-sabile di tutto il processo. Si elencano poi le strategie comunicative vincenti e gli errori piùcomuni, spesso legati al radicarsi di miti e stereotipi che bisognerebbe riuscire a superare.La pubblicazione affronta anche un viaggio nelle iniziative di diversi Paesi appartenenti alProgramma UNEP, attraverso gli esempi più originali che ci permettono di riflettere sulle mol-teplici modalità con cui può essere affrontato l’argomento della “sostenibilità ambientale”.Il volume rientra in un più ampio progetto che ha avuto come passaggio successivo il lan-cio di una banca dati on-line di campagne pubbliche e private relative alla divulgazione deitemi della sostenibilità, in collaborazione con il portale Adforum, principale riferimento inrete delle aziende in materia di marketing, pubblicità e comunicazione.

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Al via il documento delle Agenzie con le osservazioni sulla “legge delega”

“La prevenzione rimane una del-le priorità del sistema agenzia-le.Una reale tutela dell’ambien-te inizia proprio dalla preven-zione”. Queste le parole del

Ministro dell’Ambiente e della Tutela delTerritorio, Altero Matteoli durante l’incontrocon il Consiglio federale del 4 ottobre scorso,nella sala “Europa” del MATT.Si è trattato di un evento eccezionale che, par-tendo dall’importante questione della Leggedelega, ha fornito l’occasione ideale per esami-nare anche altre tematiche come quella relativaalla trasformazione dell’intero Sistema agenzia-le da rete di raccolta, elaborazione e diffusionedi dati, a vero e proprio strumento di supportoalle politiche ambientali nazionali.Sollevate anche le questioni attinenti al commis-sariamento delle Agenzie, con particolare riferi-mento alle ARPA meridionali; al taglio dei fondi

per l’ambiente nella legge finanziaria ed alla ne-cessità di concludere gli accordi relativi ai gran-di rischi industriali.Partendo dal presupposto che il Sistema agen-ziale può, ormai a pieno titolo, tenendo sottostretta osservazione l’intero territorio naziona-le attraverso attività che spaziano dal monitorag-gio alla tutela del dissesto idrogeologico, affermar-si quale “organismo ambientale d’eccellenza”. IlMinistro ha dato la totale disponibilità a prende-re in esame, il documento nel quale le Agenzieambientali contribuiscono all’approfondimentodelle tematiche oggetto del riordino legislativo.Sollecitato inoltre, in relazione alla questione delcommissariamento,dal Presidente del Consiglio ilripristino del regime ordinario nella direzione ge-nerale delle Agenzie del sud. Intenzione del Ministroè sollecitare, entro la fine dell’anno, il ripristino delregime ordinario nelle Direzioni Generali delleAgenzie interessate dal Commissariamento.Di notevole interesse la proposta, avanzata di-rettamente dal vertice del Dicastero, di affron-tare insieme, attraverso riunioni ad hoc i temi sa-

INTENSO OTTOBRE ROMANO PER IL CONSIGLIO FEDERALE DELLE AGENZIEDOPPIO APPUNTAMENTO PER I DIRETTORI GENERALI

Il sistema delle Agenzie:organismo ambientale d’eccellenzaIl Consiglio federale si riunisce alla presenza del Ministro Altero Matteoli

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lienti: monitoraggio biologico delle acque, siste-ma delle depurazioni ed energia.Rispetto agli stanziamenti per l’ambiente, previ-sti nella finanziaria, il ministro Ministro ha preci-sato che eventuali riduzioni non riguarderannoil settore relativo all’inquinamento atmosfericoe in particolare i PM10,mentre risulta problema-tica la questione del “precariato” sul quale, i ta-gli previsti, al contrario, influiranno maggiormen-te. Rimane comunque nelle intenzioni delMinistro il tentativo di far equiparare le Agenzieregionali ad altri organismi tecnico- scientifici.

Avviate le convenzioni per l’“accordo”con il MEF

Di natura diversa le questioni affrontate du-rante la riunione del 17 ottobre.Firmata la convenzione sui gemellaggi MEF-APAT-ARPA/APPA e illustrato lo stato dell’artedegli accordi relativi ai Tavoli Tecnici Interagenziali,Carta della Natura e SINA.

In particolare è stata inaugurata la fase operati-va dei Tavoli Tecnici Interagenziali che vedrannoil Sistema agenziale protagonista dei progettiinerenti a:“Gestione rifiuti urbani e assimilabili-ti”,“Qualità dell’ariaInventari delle emissioni e pia-ni di risanamento della qualità dell’aria”,“Gestionesostenibile delle risorse idriche”, “BilanciAmbientali”,“Alimentazione e utilizzo del siste-ma di indicatori meteoclimatici SCIA”,“Rumorei”,“Campi elettromagnetici” e “Consolidamento ed

ampliamento della rete nazionale di Laboratoridi riferimento per il monitoraggio e il controlloambientale”.Definiti inoltre i gemellaggi che assolveranno al-la funzione di trasferimento di esperienze tecni-che tra le 15 Agenzie regionali interessate ai te-mi della radioattività, dei termovalorizzatori, deisiti inquinati e delle acque.

Fissate le tappe e definiti gli argomenti della XConferenza Nazionale delle Agenzie Ambientali:che si svolgerà tra Pescara, Sulmona,Venafro eCampobasso.Acqua, Suolo, Carta della Natura, Parchi,Certificazioni ambientali,Turismo sostenibile, SI-RA, ONOG, Qualità degli Alimenti e AcqueMinerali, saranno i temi oggetto della manifesta-zione . Immancabile l ’ impor tante temadell’Educazione ambientale che in questa edizio-ne sarà presente come evento collaterale aPescara e Venafro.Lanciata, infine, l’idea di adottare dal punto di vi-sta ambientale un piccolo comune (una scuola,o un’area territoriale) per ogni provincia, comeopportunità di penetrazione ulteriore nel terri-torio in termini di divulgazione del lavoro delleAgenzie.Fissata a breve la prossima riunione del Cf cheesaminerà, tra l’altro, le osservazioni sullaa Leggedelega n. 308/2004 e la delicata questione deirapporti intercorrenti tra operato delle Agenziee Ufficiali di Polizia Giudiziaria, Polizia Giudiziariae Magistratura.

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Il Consiglio Federale

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Roma 21 settembre“ risparmio energetico:valore educativo,opportunità e sviluppo”Una tavola rotonda organizzata, da Edison, nel-la sede dell’Orto Botanico per parlare di ener-gia e più esattamente di risparmio energetico.Obiettivo dell’incontro, la disanima dell’argomen-to nella sua doppia valenza necessità di rispar-mio da un lato e diffusione della conoscenza am-bientale dall’altro (vedi pag.29.)

Tokyo, 27 - 29 settembreConferenza mondiale sull’EdiliziaSostenibile, edizione 2005 (SB05Tokyo,The 2005 World Sustainable BuildingConference) Alla Conferenza, organizzata dai paesi che par-tecipano al processo GBC (Green BuildingChallenge), sistema che consente di valutarel’impatto ambientale di una costruzione duran-te tutto il suo ciclo di vita, e dal CIB (InternationalCouncil for Research and Innovation in Buildingand Construction), con il sostegno dell’iiSBE(International Initiative for Sustainable BuiltEnvironment) e dell’ UNEP, hanno preso partepiù di 1700 partecipanti, provenienti da oltre 80paesi, che si sono confrontati sui temi della co-operazione a livello mondiale, dello sviluppo distrategie comuni, di innovazione tecnologica, disistemi sociali ed altri importanti argomenti. LaConferenza si è conclusa con l’adozione della di-chiarazione “Action for Sustainability”.L’APAT, in collaborazione con il Dipartimento diArchitettura e Urbanistica (DAU) del Politecnicodi Bari, ha partecipato alla Conferenza presen-tando, nell’ambito della sessione dedicata alla ri-generazione urbana sostenibile, un poster dal ti-tolo “Contaminated sites: an example of sustai-nable urban regeneration”, avente per oggettoil risanamento e la riqualificazione del sito di in-teresse nazionale ex Fibronit di Bari.

Fiera di Roma, 29 settembre - 1 ottobreEolica Expo Mediterranean 2005L’appuntamento con la fiera dell’energia eolica,giunto alla sua quarta edizione, si è confermatoanche quest’anno come uno degli eventi più im-portanti del settore, a livello mondiale.Presenti alla manifestazione circa 70 espositoriin un area quasi raddoppiata rispetto a quella del-l’anno precedente… (vedi pag. x)

Torino, 2-6 ottobreIII Congresso Mondiale dell’EducazioneAmbientaleObiettivo primario del Congresso, organizzato

dall’Associazione Internazionale WEEC è statoquello di scambiare buone pratiche e riflessio-ni a livello mondiale, sviluppare le principali te-matiche dell’agenda mondiale sull’educazioneambientale e discutere insieme tesi e propostepresentate nelle relazioni e nei poster provenien-ti da tutto il mondoIl Congresso ha rappresentato un momento diincontro per sottolineare e analizzare il ruolo del-l’educazione, della formazione, dell’informazio-ne e della ricerca ambientale per lo sviluppo diuna società equa, democratica, partecipativa eamica dell’ambiente, rispettosa della vita sul pia-neta, nell’armonia tra popoli e tra esseri umanie altre specie viventi.

Cagliari, 3-7 ottobre“Decimo Simposio Internazionale sullaGestione dei Rifiuti e sullo ScaricoControllato”Nato al fine di favorire la diffusione, presso la co-munità tecnico scientifica mondiale, di idee edesperienze riguardanti lo scarico controllato, ilsimposio, organizzato con la collaborazionedell’IWWG (International Waste WorkingGroup), del CISA e con il supporto scientificodell’Università Tecnica di Amburgo, ha visto lapartecipazione dei maggiori esperti del campoche hanno illustrato le loro esperienze ed atti-vità di ricerca discutendo nuovi concetti e tec-nologie nella gestione dei rifiuti e dello scaricocontrollato.

Torino, 4 - 5 ottobreGiornate di studio - Riferibilità dei risulta-ti di analisi in campo ambientaleAPAT - Progetto L.93/01 “Passaggio dallaUNI CEI EN 45001 alla ISO UNI CEI EN17025”Uno dei principali compiti dell’APAT è quello diassicurare la qualità e la comparabilità dei datiambientali prodotti a livello nazionale dai labo-ratori delle Agenzie Regionali/Provinciali per laProtezione dell’Ambiente. Uno dei primi re-quisiti richiesti ai laboratori a livello internazio-nale per l’accettazione dei risultati analitici è la di-mostrazione dell’attuazione di un sistema dellaqualità secondo la norma ISO 17025.Tramite ifinanziamenti messi a disposizione con la legge93/2001 per il rafforzamento dei laboratoripubblici che effettuano controlli ambientali sulterritorio nazionale, l’APAT ha realizzato unprogetto per supportare i laboratori del sistemadelle agenzie ambientali nel passaggio dall’appli-cazione delle norme precedenti ( EN 45001) al-l’applicazione della norma ISO 17025 che fissai requisiti dei laboratori di prova. Le giornate di

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Avvenimenti

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studio, indirizzate al personale tecnico che ope-ra nei laboratori delle Agenzie ambientali, han-no approfondito i temi metrologici quali la valu-tazione delle incertezze e la riferibilità dei risul-tati analitici, introdotti dalla ISO 17025. Sono sta-ti affrontati anche gli aspetti relativi alla stima del-l’incertezza delle misure chimiche ambientali, al-le problematiche legate alla taratura delle bilan-ce, alla riferibilità delle misure di pH e di condu-cibilità nelle soluzioni acquose e gli aspetti lega-ti alla riferibilità e comparabilità delle analisi deigas come ad esempio nelle misure di ozono at-mosferico.

Roma, 5 ottobrePresentazione della ricerca Eurisko sugliOgmNel corso del convegno svoltosi nella sede del-la Confagricoltura, sono stati presentati i dati del-la ricerca dell’Eurisko su “cosa pensano le impre-se agricole italiane degli ogm”. I dati della ricer-ca Eurisko evidenziano che il 41 per cento de-gli imprenditori agricoli in Italia sono favorevolialla possibilità di coltivare ogm, contro il 44 percento,mentre l’interesse a coltivare organismi ge-neticamente modificati nella propria aziendacoinvolge il 45 per cento degli imprenditoriagricoli, contro un 46 per cento di non interes-sati. La ricerca ribadisce che il mancato sviluppoin agricoltura della coltivazioni ogm dipende ingran parte anche da una inadeguata informazio-ne, che confonde gli imprenditori agricoli e of-fusca l’importanza di sviluppare la ricerca scien-tifica su questi prodotti.

Catania, 5-6 ottobre1a Conferenza Mediterranea sul FotovoltaicoIl Ministero dell’Ambiente e della Tutela delTerritorio, Direzione Ricerca Ambientale eSviluppo, ha organizzato con l’AssociazioneEuropea Industrie Fotovoltaico (EPIA), la 1aConferenza Mediterranea sul Fotovoltaico. LaConferenza che r ientra nell ’ambito delProgramma Mediterraneo per le EnergieRinnovabili (MEDREP), l’iniziativa che il Governoitaliano ha avviato per lo sviluppo e la diffusio-ne di energie r innovabil i nella RegioneMediterranea, ha rappresentato una concretaopportunità per esplorare le potenzialità dimercato del fotovoltaico nei Paesi della Regionedel Mediterraneo.

Roma, 5 ottobreSeminario “Il decennale della legge italia-na di ratifica della Convenzione per laproibizione delle Armi Chimiche.Un bilan-cio e le prospettive”

La Convenzione di Parigi sulla Proibizione delleArmi Chimiche - assieme al Trattato di nonProliferazione Nucleare, al Trattato sul BandoTotale degli Esperimenti Nucleari ed allaConvenzione per il Bando delle Armi Biologiche- costituiscono ormai i pilastri fondamentali su cuisi fondano la stabilità strategica mondiale e la nonproliferazione delle armi di distruzione di mas-sa.L’Italia ha ratificato la Convenzione sullaProibizione delle Armi Chimiche nel 1995 conla legge n. 496, poi modificata ed integrata conlegge 4 aprile 1997, n. 93. Le due leggi di ratifi-ca hanno identificato nel Ministero degli AffariEsteri l’Autorità Nazionale, tenuta a sovrinten-dere e coordinare le complesse misure perl’applicazione della Convenzione e del Trattatosul territorio nazionale. Il seminario ha rappre-sentato un momento di confronto per fare unbilancio e per esaminare le prospettive future adieci anni dalla legge italiana di ratifica dellaConvenzione.

Cocullo (AQ), 7 ottobreInaugurazione di un nuovo parco eolico inAbruzzoL’impianto, realizzato dalla società GamesaEnergia Italia associata dell’ANEV, è costituito da37 aerogeneratori di taglia unitaria pari a 850 kWper una potenza complessiva di 31,45 MW(equivalente al fabbisogno medio di oltre 10.000famiglie) e consentirà la produzione annuale dicirca 70 milioni di kWh di energia pulita. Inoltre,ogni anno, il parco eolico permetterà di evitarel’immissione in atmosfera di circa 60.000 tonnel-late di CO2, 380 tonnellate di SO2, 380 tonnel-late di NOx e 4.300 tonnellate di polveri, non-ché di risparmiare 260.000 barili di petrolio.Questo importante progetto si inserisce nellastrada tracciata in sede internazionale e comu-nitaria, contribuendo concretamente al raggiun-gimento degli obiettivi di produzione di energiada fonti rinnovabili nel mercato interno dell’elet-tricità.

Palermo, 12-14 ottobre XIV H2Obiettivo 2000

La Conferenza, promossa da Federgasacqua eda due importanti associazioni internazionaliquali IWA (International Water Association)ed EUREAU, si è rivolta agli specialisti degliaspetti economici, legali, commerciali e finanzia-ri dei servizi idrici.Argomenti di dibattito, l’effet-tiva applicazione della Legge Galli a dieci annidalla sua approvazione, il bilancio del processodi liberalizzazione e privatizzazione, la normati-

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Avvenimenti

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va sui nuovi assetti tariffari, la regolamentazio-ne dei meccanismi di affidamento del servizio,la pianificazione industriale, le strategie di svilup-po e il futuro dei servizi locali di pubblica utili-tà tra processi di aggregazione e trasformazio-ni societarie che ne hanno radicalmente muta-to la funzione storica ed il passato di aziendemunicipalizzate.

Roma, 14 ottobreLa riproduzione delle piante per lo studiodell’ambiente.La riproduzione è una fase importante per tut-ti gli organismi ma sono poche le ricerche di stu-dio in materia che focalizzano la riproduzionesotto l’influenza dell’ambiente e dei suoi cambia-menti. L’obiettivo dell’incontro, organizzato daAPAT, è stato quello di mostrare alcune signifi-cative ricerche in campo ecofisiologico e ambien-tale, affrontate con differenti approcci speri-mentali, che riguardano la riproduzione dellepiante. L’iniziativa ha visto la partecipazione di ri-cercatori coinvolti in questo tipo di studi e dioperatori che hanno un approccio pratico ver-so la protezione dell’ambiente, quali ad esempiofunzionari delle ARPA,APPA, amministratori ingenerale ed educatori.

Portoferraio (Isola d’Elba), 14 ottobreConvegno “Turismo sostenibile e certificazioniambientali: una scelta strategica per imprese epubbliche amministrazioni”.L’evento, organizzato da ASSORECA(Associazione tra le Società di Revisione eConsulenza Ambientale) in collaborazione conAmbiente e Sicurezza - Il Sole 24 Ore, ha illustra-to le opportunità ed i vantaggi che il compartoturistico (inteso come Pubbliche Amministrazionie operatori), può ottenere da un approccio at-tento e sistematico alla variabile ambientale. I ri-sultati delle indagini sulla percezione e le esigen-ze del turista moderno sottolineano, infatti, co-me siano sempre più premiate le località atten-te ad uno sviluppo sostenibile. L’obiettivo stra-tegico di una crescita economica compatibile conla tutela dell’ambiente può essere raggiunto va-lorizzando il territorio con l’adozione di appro-priati sistemi di gestione ambientale e il conse-guimento delle relative cer tificazioni (ISO14001/2004 e Reg. EMAS 761/2001).Nel corso del Convegno, alcuni dei principaliesperti italiani del settore hanno illustrato leesperienze di località e operatori turistici inItalia e all’estero, evidenziando i vantaggi che sipossono ottenere attraverso la certificazione, sulpiano economico e del marketing turistico.Sono state illustrate inoltre le prime applicazio-

ni di certificazione ambientale all’Elba, i meccani-smi per l’ottenimento della certificazione nonchéle opportunità di finanziamento a favore deisoggetti che intraprenderanno un percorso diqualità ambientale secondo quanto previsto dal-la norma ISO 14001 e Regolamento EMAS II.

Abbadia di Fiastra, 15 ottobreConvegno “Sito di interesse nazionale delBasso Bacino del fiume Chienti”In seguito all’inserimento del sito inquinato delBasso Bacino del fiume Chienti tra i siti di inte-resse nazionale e alla successiva approvazione delrelativo piano della caratterizzazione, l’ARPAMarche ha organizzato il convegno che si èsvolto presso l’aula magna del Centro Congressidella riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra.

Cagliari, 19-22 ottobreXXII Assemblea Annuale ANCILe nuove convivenze, il ruolo centrale deiComuni nel Governo e nella gestione delle po-litiche di coesione socio-economica dei territo-ri: questo il tema centrale della XXII^ AssembleaAnnuale dell’ANCI. L’ appuntamento si è artico-lato su quattro giornate scandite da importan-ti appuntamenti, come la III^ ConferenzaNazionale sul Mezzogiorno, la Conferenza Stato-città ed Autonomie locali, il Consiglio NazionaleANCI.Ad arricchire le giornate cagliaritane an-che numerosi eventi tra i quali “ANCI – Expo”,la rassegna delle tecnologie per la pubblica am-ministrazione nell’ambito della quale sono statiallestiti stand espositivi con prodotti tipici pro-venienti da tutti i Comuni e le Regioni italiane.

Roma, 20 ottobreConvegno TrenitaliaSi è svolto presso la “Cappa Mazzoniana” dellaStazione Termini il Convegno “Trenitalia e la so-stenibilità nei trasporti, una realtà chiara come ilsole. PVTrain: il 1° treno europeo ad energia so-lare”, durante il quale Trenitalia ha presentato irisultati finali del Progetto PVTrain, sviluppato conil supporto dell’Unione Europea nell’ambito delProgetto Life Ambiente. Il Progetto costituisce ilprimo esempio di utilizzo di fonti rinnovabili dienergia nel trasporto ferroviario: in tale sedeTrenitalia ha presentato il Rapporto Ambientale2005,nel quale sono stati illustrati gli obiettivi rag-giunti in campo ambientale. (vedi art. pag. x)

Calvello, 20 ottobreConvegno “Energia da biomassa inBasilicata: realizzazioni e programmi”Lo sviluppo delle filiere bioenergetiche rappre-senta una strategia efficace per la realizzazione

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del concetto di sviluppo sostenibile.Tali filiere, ol-tre a rappresentare un importante contributoalla salvaguardia e alla tutela del territorio, costi-tuiscono un’opportunità di reddito alternativoper il settore primario in particolare nelle areerurali avviate verso una crescente marginalizza-zione.In tale ottica, nell’ambito del ProgrammaNazionale Biocombustibili PROBIO, la RegioneBasilicata, in collaborazione con ITABIA, ha orga-nizzato il convegno che si è svolto presso la SalaConsiliare Comunale di Calvello.

Cernobbio, 21-22 ottobreQuinto Forum Internazionale Agricolturae AlimentazioneProspettive dell’integrazione europea e dell’ap-porto del Made in Italy agroalimentare alla com-petitività dell’economia europea nel mercato glo-bale: questo il tema principale discusso dai lea-der dell’agricoltura, dell’industria, della distribu-zione commerciale e dei consumatori. Nel cor-

so nel Forum,organizzato dalla Coldiretti con lacollaborazione dello studio Ambrosetti, sono in-tervenuti rappresentanti del Governo, espo-nenti dell’Esecutivo comunitario e delle altreIstituzioni europee, responsabili delle forze so-ciali, economiche, sindacali e politiche nazionalied estere.

Arenzano, 22-24 ottobreConvegno AssominerariaI l Settore Idrocarbur i e Geotermia diAssomineraria tiene ogni anno un convegnonel quale tratta criticità e prospettive dell’up-stream del petrolio e del gas in Italia e li discu-te attraverso un confronto fra i Ministeri interes-sati (Attività Produttive e Ambiente), le Autoritàregionali e locali, gli operatori e tutti gli attori co-involti nell’Esplorazione e Produzione diIdrocarburi.Quest’anno il convegno ha acquista-to un significato particolare per il delicato mo-mento che sta attraversando il mercato mondia-le del petrolio e del gas.Nel corso del convegno

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Avvenimenti

Firenze, 27 ottobreConvenzione APAT - IGMFirmato a Firenze, a seguito della cerimonia del 133° anniversario della costituzione dell’IGM (IstitutoGeografico Militare), il primo atto esecutivo della convenzione APAT - IGM finalizzata al potenzia-mento delle attività conoscitive svolte dall’Agenzia attraverso l’impiego programmato e coordina-to delle risorse produttive dell’APAT e dell’IGM nel quadro del reciproco rafforzamento dei mez-zi, delle professionalità e delle rispettive produzioni. Il testo siglato a Firenze dal Comandante dell’IGM,Magg.Gen.Renato De Filippis e dal Direttore Generale dell’APAT, Ing.Giorgio Cesari, presso la Sala“De Vecchi” dell’Istituto, prevede, tra l’altro, lo scambio di dati e prodotti cartografici e la copro-duzione di cartografia alla scala 1:50.000.

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intitolato “Le risorse energetiche italiane nelnuovo scenario petrolifero” sono stati affronta-ti sia il tema del nuovo fermento di operatori pic-coli e grandi nella produzione di petrolio e gasin Italia sia il problema della percezione delmondo petrolifero da parte dell’opinione pub-blica.

Venezia, 24-25 ottobreSimposio internazionale “Environmentalpolicies & health”Il Simposio Environmental policies and health,or-ganizzato da APAT ed ospitato a Venezia daARPAV, ha posto l’attenzione sulle sfide in attoper le politiche ambientali nell’obiettivo di miglio-rare la protezione e la promozione della saluteanche al fine di realizzare gli obiettivi prioritari estrategici indicati dalla Comunità Europea inmateria di ambiente e salute.Il Simposio nella giornata del 24 ottobre haospitato la sessione internazionale in cui sonostati affrontati temi di policy e key issues, traquelle sollecitate nei documenti istituzionalicomunitari e paneuropei in tema di valutazio-ne d’impatto, della costruzione di un’ informa-zione ambientale con migliore rappresenta-zione dell’esposizio-ne, l’integrazione dicosti sociali nell’a-nalisi costo benefi-cio, lo sviluppo di in-dicatori e sistemainformativo ambien-te e salute per ilmonitoraggio del-l’efficacia delle poli-tiche e per la realiz-zazione di una co-municazione ed unainformazione pub-blica più consisten-te. La giornata del25 ottobre ha ospi-tato un seminarionazionale dove rap-presentanti di istitu-zioni ambientali esanitarie hanno par-tecipato ad una ta-vola rotonda sull’im-plementazione inItalia degli attuali in-dir izzi in tema diprotezione e pro-mozione della salu-te nelle politicheambientali.

Rimini, 26-29 ottobreEcomondo 2005Giunta alla sua IX edizione Ecomondo ha raffor-zato il progetto originario - Ricicla - attraversol’approfondimento dei molteplici temi che ruo-tano intorno al concetto della “sostenibilità am-bientale”.Tra i principali temi trattati nel corsodell ’edizione 2005: GPP Green PublicProcurement come volano per valorizzare unacultura d’impresa permeata di senso di respon-sabilità sociale ed ambientale, la centralità delleenergie pulite in risposta alla sfida del clima e al-la crisi del petrolio, la gestione urbana sostenibi-le collegata a trasporti, costruzioni, combustibi-li e design sostenibili.Nella giornata del 29 otto-bre si è svolto il seminario “Fonti energetiche rin-novabili, uso razionale dell’energia.Al di là dellatecnica. Responsabilità individuale e coscienzacollettiva”, in cui è stata presentata la campagnanazionale di informazione, comunicazione eeducazione sulle fonti rinnovabili, sul risparmioenergetico e sull’efficienze energetica, promos-sa dal Ministero delle Attività Produttive e dalMinistero dell’Ambiente e della Tutela delTerritorio, realizzata da APAT e RENAEL.

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Avvenimenti

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Bologna, 3-5 novembreCOM-PA Salone Europeo dellaComunicazione Pubblica e dei Servizi alCittadino e alle ImpreseL’iniziativa rappresenta come in ogni edizionela sede ideale per un confronto diretto traAziende, Enti,Amministrazioni, studiosi, opera-tori, che lavorano al servizio della trasparenza,dell’ammodernamento, dell’efficienza dellaPubblica Amministrazione. L’APAT e le Agenzieper la Protezione dell’Ambiente,ARPA/APPA,da anni impegnate nella promozione della for-mazione ambientale, hanno recentemente rea-lizzato il documento “Analisi dell’offerta di for-mazione ambientale nel Sistema delle Agenzieper la Protezione del l ’Ambiente”(Metacatologo) sulle iniziative di formazioneambientale promosse.Il documento sarà presentato il 3 novembre nelcorso del seminario “Comunicare la formazio-ne ambientale” ed evidenzia il ruolo svolto dal-le Agenzie nel campo della formazione am-bientale nei termini di diffusione del sapere edaggiornamento tecnico-scientifico necessarioallo svolgimento delle attività professionali a ca-rattere ambientale.Oltre ad una rassegna sull’offerta formativa, lapubblicazione segna la fase di avvio per futureanalisi sulle competenze connesse ai profili pro-fessionali emergenti in campo ambientale ed evi-denzia l’utilità della condivisione di esperienze,in termini di metodologie dei percorsi formati-vi sviluppati, tra gli operatori del SistemaAgenziale.

Perugia, 7 novembreGiornata di studio: il ruolo dei catasti nel-la gestione dei dati sull’inquinamento acu-sticoInquinamento acustico e gestione informatica deidati effettivamente utili al legislatore, agli ammi-nistrator i locali e agli enti di controllo.Individuazione delle criticità di finalizzazione del-le azioni di controllo e di scelta delle azioni di mi-tigazione. Questi i temi al centro della giornata

di studio con l’obiettivo di confrontare le diver-se realtà esistenti, a partire dall’esperienza delCatasto Acustico Informatizzato della RegioneUmbria a cura di Arpa Umbria e in collaborazio-ne con l’Università di Perugia.

Roma, 7 novembreGiornata di studio “Evoluzione delle cono-scenze geologiche dell’appenninoapulo,campano e tosco,umbro,marchigia-no”La giornata di studio intende ricordare la figu-ra, l’opera ed il contributo di Alfredo Jacobacci,direttore tra i più prestigiosi dal 1973 al 1986del Servizio Geologico d’Italia, ricercatore ap-passionato, rilevatore della Carta Geologicad’Italia e docente presso l’Università degli Studidi Siena. Della sua opera come direttore, è suf-ficiente ricordare l’avvio dei lavori per la realiz-zazione della Carta Geologica d’Italia alla sca-la 1:50.000 ed i risultati conseguiti. Del suo im-pegno, come rilevatore instancabile e ricerca-tore appassionato, ne sono testimonianza glistudi condotti, tra gli anni ’50 e ’70, in una va-sta area dell’Appennino apulo–campano, com-

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Bologna 3 novembre Salone della Comunicazione Pubblica - 1°Premio Nazionale “La P.A. che si vede - la tv che parla con te”Le Pubbliche Amministrazioni “in video”.Avràluogo alle ore 11.00 la cerimonia di premiazio-ne del primo vincitore della manifestazione,pro-mossa dal Formez, in collaborazione conl'Associazione della Comunicazione Pubblica eTelePA e con il patrocinio di Rai Utile. L'evento,nel quale è previsto l'intervento del Ministrodella Funzione Pubblica,Mario Baccini segna l'i-nizio di un 'iniziativa che intende promuoveree segnalare le migliori esperienze di produzio-ne audiovisiva realizzata dalle pubbliche ammi-nistrazioni che sfruttano le potenzialità associa-te del web, del video e della tecnologia digita-le terrestre.

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in Italia

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presa tra i monti del Sannio ed i monti dellaDaunia, quelli relativi alla Toscana sud-orienta-le, all’Umbria e ad un ampio settore delleMarche occidentali.Nella mattinata sono previste relazioni ad invi-to,mentre nel pomeriggio relazioni libere. I lavo-ri da presentare potranno essere sia contributimetodologici a carattere generale e di approfon-dimento disciplinare, sia studi sull’assetto strati-grafico-strutturale che sui diversi ambienti depo-sizionali.Gli Atti della “Giornata di studio” saranno pub-blicati in un volume dedicato delle MemorieDescrittive della Carta Geologica d’Italia.

Rimini, 9-11 novembreSinergy the international energy forum2005L’evento, organizzato da Rimini Fiera Spa in col-laborazione con Cenacolo Srl, assume ulterio-re rilievo alla luce delle nuove iniziative nazio-nali per incrementare la qualità e la quantità del-le reti. Nei prossimi 10 anni è previsto un inve-stimento di 2,1 miliardi di euro per reti elettri-che ed il Grtn prevede oltre 3mila chilometridi nuovi elettrodotti e 57 nuove stazioni per in-crementare la capacità di trasformazione. I te-mi centrali della sezione dedicata ai convegniriguarderanno la produzione di energie, l’ap-provvigionamento e la vendita, fino al traspor-to e alla distribuzione, con attenzione alle stra-tegie dell’area istituzionale. SINERGY 2005porrà particolare attenzione a ciò che il mer-cato del gas sta proponendo sul mercato eu-ropeo in riguardo ai rapporti con i Paesi dell’a-rea mediterranea, anche alla luce della recen-te decisione del Governo di procedere alla li-beralizzazione di Snam Rete Gas.

Roma, 10-11 novembreConferenza Nazionale “Il monitoraggioidrologico in Italia”L’utilizzo razionale delle acque per le varie fina-lità, anche in condizioni di siccità, e la necessitàdi combattere l’inquinamento e proteggere il ter-ritorio da eventi calamitosi sempre più frequen-ti richiedono un’informazione adeguata sull’an-damento dei fenomeni naturali e sugli effetti chel’uomo ha provocato nell’ambiente idrico.L’Associazione Idrotecnica Italiana intende met-tere a disposizione le proprie competenze perun esame accurato dello stato in cui si trova inItalia la conoscenza dei dati idrologici.Con queste premesse, l’Associazione orga-nizza una Conferenza Nazionale in collabora-zione con APAT e con le organizzazioni cen-trali e regionali, competenti in materia di rile-

vamenti nell’idrologia.A tale Conferenza sonoinvitati tutti coloro che sono interessati al te-ma dell’acqua: il mondo delle istituzioni, delleprofessioni e delle industrie, in particolare diquelle che realizzano ed utilizzano la stru-mentazione per il rilevamento delle grandez-ze idrologiche, nonché i professionisti che si oc-cupano della gestione e dell’utilizzo dei dati rac-colti.

Roma, 11 novembreSeminario “Ambiente ed energia per losviluppo sostenibile”Nell’ambito della preparazione del QuadroStrategico Nazionale 2007-2013 il Ministerodell’Ambiente e della Tutela del Territorio orga-nizza in collaborazione con il DipartimentoPolitiche di Sviluppo e coesione del Ministerodell’Economia e delle Finanze, il seminario, fina-lizzato ad uno scambio di informazioni e di ideesul possibile ruolo di progetti integrati per la pro-tezione dell’ambiente e la sicurezza energeticanel contesto della nuova programmazione deiFondi strutturali 2007-2013.

Roma, 14-16 novembreGreen Power Mediterranean:the sustaina-ble energy meeting placeI l Forum d’incontro della ComunitàMediterranea delle Energie Rinnovabili crea unapiattaforma dedicata alla costruzione di un net-work mediterraneo ed al trasferimento di cono-scenze per promuovere l’adozione di sistemi dienergia rinnovabile e di programmi di efficienzaenergetica. Rappresentanti di amministrazionipubbliche ed enti governativi, del mondo degliaffari e delle organizzazioni di settore forniran-no informazioni e presenteranno casi pratici distudio. Tre differenti seminari affronteranno i te-mi del finanziamento e dello sviluppo di soluzio-ni commerciali di successo nel settore delleenergie rinnovabili, con interventi di numerosiesperti del settore.

Roma, 17 novembre“Ecosistema, paesaggio e territorio: treprospettive complementari nel rapportouomo - ambiente”AAA (Associazione Analisti Ambientali), SGI(Società Geografica Italiana), SITE (SocietàItaliana di Ecologia), SIEP (Società italiana diEcologia del Paesaggio),AIAPP (AssociazioneItaliana Architetti del Paesaggio), INU (IstitutoNazionale di Urbanistica), promuovono ilconvegno per favorire un momento di con-fronto tra differenti punti di vista sulla fattibi-lità di una “lingua franca” che migliori la comu-

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nicazione all’interno della comunità tecnico-scientifica, nella salvaguardia delle specificitàdisciplinari.

Roma, 17 novembreSeminario “Interventi strutturali per ladifesa del suolo” APAT, su incarico del Ministero dell’Ambientee della Tutela del Territorio, compie il moni-toraggio degli interventi urgenti per la ridu-zione del rischio idrogeologico, finanziati dalD.L.180/98 (Decreto “Sarno”) e successivemodifiche. In proposito è stato predispostoun database georeferenziato, che raccoglie leinformazioni sullo stato d’avanzamento degliinterventi, le tipologie dei fenomeni e le ca-ratteristiche delle opere. L’intenzione ora èdi condividere, in un’ottica di sinergia tratutti gli enti coinvolti nel tema, quanto emer-so dal monitoraggio e, su questa base, pro-porre la realizzazione di un Reper torioNazionale degli interventi per la Difesa delSuolo - ReNDiS, come ipotesi di sviluppo del-l’attività, che comprenda tutti gli interventi diriduzione del rischio idrogeologico finanzia-ti su base nazionale. Nel corso del seminariosaranno presentate alcune riflessioni e con-siderazioni sulla difesa del suolo in Italia, e ri-proposti all’attenzione dei par tecipanti i duevolumi editi da APAT “opere di sistemazionefluviale” e “opere di sistemazione dei versan-ti” realizzati sulla base dell’esperienza delmonitoraggio.

Genova, 18 novembreGiornata di studio “Influenza dei sistemi didistribuzione sulla qualità dell’acqua pota-bile”La giornata di studio, organizzata in collabora-zione tra la Fondazione AMGA e l’Universitàdegli studi di Brescia, si propone di affrontareuna panoramica sulle problematiche di maggio-re interesse legate al degrado di qualità dell’ac-qua potabile nei sistemi di distribuzione (svi-luppo di sottoprodotti di disinfezione, forma-zione di biofilm e biofouling, cessione di inqui-nanti dai materiali, corrosione, ecc.) soprattut-to alla luce delle recenti normative in materia.In particolare, nella sessione pomeridiana di-verse aziende e gestori di impianti di potabi-lizzazione porteranno la propria esperienzanell’affrontare le problematiche specifiche illu-strate in precedenza. La discussione conclusi-va costituirà occasione per confrontare leesperienze ed i punti di vista degli operatori delsettore.

Venezia, 28 novembre - 1 dicembreL’evento è finalizzato alla diffusione dei risul-tati del progetto ERA-MANIA (EcologicalR i sk Assessment Methodology andApplication to the site of National InterestAcna), condotto dall’Università di Veneziain collaborazione con un comitato tecnicoscientifico internazionale e coordinato daAPAT. Scopo de l proget to, f inanz ia todall’Ufficio del Commissario di Governo perl’Acna di Cengio, è lo sviluppo di un frame-work di analisi di rischio ecologico, qualesuppor to decisionale per la gestione di siticontaminati nell’ambito delle politiche am-bientali sostenibili.

Roma, 29-30 novembreArchimede - “Archivio di dati Meteo-Marini”Il progetto ARCHIMEDE - “Archivio dei datimeteo-mar ini” è un’iniziativa promossadall’APAT in collaborazione con l’IstitutoNazionale di Oceanografia e di GeofisicaSperimentale (OGS) di Trieste. La progettazio-ne e la costruzione dell’archivio informaticopoggiano sull’esperienza acquisita da entram-bi i partner nella gestione delle proprie ban-che dati, come le Reti Nazionali Mareograficae Ondametrica dell’APAT e la banca datioceanografica dell’OGS gestita dall’ Italian’sNational Oceanographic Data Centre (OGS-NODC). Il progetto ha come obiettivo il re-perimento delle serie storiche di osservazio-ni meteo-marine, attualmente sparse per unamolteplicità di Enti pubblici e privati, la loro ela-borazione e la realizzazione di un database didati disponibili a livello nazionale come riferi-mento per interventi e studi nel settore ma-rino costiero. La necessità di costituire undatabase di osservazioni è legato all’attuale di-sponibilità di una estesa ed eterogenea quan-tità di dati sul clima marino costiero, parte del-la quale diventa sempre più difficile da ottene-re per studi climatici o calibrazione di model-li numerici. Inoltre, la gestione dei dati all’inter-no di un database unico garantisce l’omoge-neità nelle procedure di controllo di qualità deidati ed allo stesso tempo la modularità del si-stema permette di associare tra loro informa-zioni diverse (ad esempio sia a strumenti fis-si che a campagne di misura, dati meteorolo-gici e marini) relative a periodi di tempo dif-ferenti.L’iniziativa è organizzata al fine di presentare ilprogetto ARCHIMEDE, esaminando in talesede i risultati conseguiti ed effettuando ilconfronto tra le esperienze maturate in Italia

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nell’acquisizione, gestione e diffusione dei da-ti meteo-marini.

Modena, 29-30 novembreII Modulo:Ambiente Salute EducazioneLa salute e la qualità della vita, valori inscindi-bili tra loro ed elementi centrali delle azioni ditutela nell’ambito sanitario ed ambientale, tro-vano nell’educazione un fertile terreno che fa-cilita lesinergie e l’integrazione dei saperi, delle com-petenze e delle organizzazioni. Le AgenzieAmbientali a vario titolo sono protagonistenella gestione di queste tematiche agendo insintonia con il sistema educativo e formativoe con il sistema sanitario. Il Modulo del corso,organizzato dal Gruppo di Lavoro C.I.F.E. delSistema Agenziale APAT/ARPA/APPA, pro-pone un confronto fra operatori e organizza-zioni su questa delicata ed importante tema-tica, con i seguenti obiettivi: conoscere gliaspetti epidemiologici ed educativi della rela-zione fra salute e ambiente; evidenziare ele-menti utili per predisporre un documentocondiviso su educazione, ambiente e salute; va-lutare la realizzabilità di accordi specifici fra sa-nità e ambiente per attivare iniziative comu-ni.

Taormina, 1-2 dicembreConvegno nazionale “Acqua e suolo:dallalegge 183/89 alla direttiva europea2000/60”Le istituzioni che in Italia presiedono al gover-no e alla gestione delle acque, alla difesa delsuolo e alla tutela dell’ambiente idrico sono sta-te oggetto di una grande riforma ad opera del-le leggi n. 183 del 1989 e n. 36 del 1994.Successivamente è stata emanata la DirettivaEuropea 2000/60, che ha fissato nuovi princi-pi e ha posto nuovi vincoli nel settore. In rela-zione a tale direttiva, e anche per fare il puntosullo stato di attuazione della riforma, il CSEICatania insieme all’Associazione IdrotecnicaItaliana, all’Associazione Italiana di IngegneriaAgraria, all’Associazione Nazionale Bonifiche eIrrigazioni, al Comitato Italiano per l’Irrigazionee la Bonifica Idraulica, alla Federazione delleImprese Energetiche e Idriche e all’IstitutoRicerca sulle Acque del CNR organizzano unConvegno Nazionale sul tema “Acqua e suolo:dalla legge 183/89 alla Direttiva Europea2000/60”. Il Convegno sarà articolato in tre ses-sioni: la pianificazione di bacino; il servizio idri-co integrato; applicazione della DirettivaEuropea 2000/60.

Roma, 13-14 dicembrePresentazione II Rapporto APAT “Qualitàambiente urbano - Edizione 2005”La pubblicazione del I° Rappor to APAT sul-le aree metropolitane italiane nel dicembre2004 ha contrassegnato il primo anno di at-tività del progetto pluriennale “La qualitàambientale nelle aree metropolitane italia-ne”, promosso da APAT con Agenzie regio-nali per la protezione dell’ambiente e qua-lificati soggetti scientifici e tecnici. Nel secon-do anno del progetto relativo all’anno incorso, si intende condurre l’analisi degli stru-menti di pianificazione locale in collaborazio-ne, oltre che con soggetti locali, con referen-ti nazionali che hanno specifiche compe-tenze in materia. Le aree analizzate sono:Torino, Milano, Genova, Venezia, Bologna,Firenze, Roma, Napoli, Cagliari, Palermo,Catania, Messina,Trieste, Bari. Il Convegno sisvolgerà in due giornate. Nella prima giorna-ta si affronteranno gli aspetti tecnico-scien-tifici del Rappor to; la seconda giornata pre-vede il coinvolgimento attivo dei decisori inuna tavola rotonda con i rappresentanti del-le autorità pubbliche centrali e quelle loca-li. L’obiettivo è quello di realizzare un profi-cuo e costruttivo confronto sulle attività diindirizzo, pianificazione e coordinamentodel governo in materia di sviluppo produt-tivo e salvaguardia ambientale e sulle misu-re e gli strumenti attuativi disposti dagli Entilocali per il conseguimento degli intenti pro-grammati.

Roma, dicembre 2005 - settembre 2006Master in gestione delle risorse energeti-cheSAFE (Sosten ib i l i tà Ambienta le Font iEnergetiche), organizza il Master in “Gestionedelle Risorse Energetiche” in collaborazionecon le principali società operanti nel setto-re dell’energia, con prestigiose universitàitaliane e straniere e con le istituzioni. IlMaster offre un programma di formazionemultidisciplinare di alto livello nel campodella ricerca, produzione e gestione delle ri-sorse energetiche, in un contesto strategico,economico, normativo e di piena sostenibi-lità ambientale. Il Master si svolge nell’arco dinove mesi (dicembre 2005 - settembre2006), per un totale di 600 ore, compren-denti lezioni in aula, incontri con top mana-ger, seminari specialistici, esercitazioni, works-hop, progetti applicativi e visite a siti opera-tivi.

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Tre “erre” per lo svilupposostenibile: riduzione, riusoe riciclo di risorse e rifiuti“Circular Economy and the 3R Strategy.It’s good for the environment. It’s good for the business”Milano, 3 ottobre 2005

Al fine di perseguire gli obiettivi previsti dalSummit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile, te-nutosi a Johannesburg nel 2002, tra cui quello diadottare modelli di produzione e consumo so-stenibili, alcuni Paesi hanno definito ed elabora-to un nuovo possibile modello di sviluppo socio-economico, definito come ‘Circular Economy’(CE), utilizzabile sia per i Paesi industrializzati siaper quelli in via di sviluppo, che integri all’internodel ciclo produttivo la componente ambientale.Il concetto base del CE prevede che i settoricommerciali, della produzione e dei servizi, traloro interconessi, puntino a migliorare l’econo-mia e la performance ambientale collaborandoalla gestione delle risorse e delleproblematiche ambientali. Ciòcompor ta uno scambiocontinuo di materiali, dairifiuti industriali all’e-nergia, all’acqua edalla raccolta di in-formazioni.In questa prospet-tiva, durante laconferenza inter-ministeriale tenu-tasi a Tokio lo scor-so aprile, i Ministridel G8 hanno definitoun primo punto di par-tenza per l’avvio ufficialedella ‘3R Strategy’, il cui obiet-tivo è realizzare una società basatasul riciclo di materiali, attraverso le ‘3R’, ossia lariduzione, il riuso e il riciclo di risorse e rifiuti.Azioni prioritarie: l’attuazione di strategie voltealla creazione di un sistema socio-economico ba-sato sul riciclo di materiali e risorse; la riduzio-ne delle barriere (tariffe doganali) al flusso inter-nazionale di merci e materiali; la cooperazionetra i vari soggetti interessati (autorità centrali, lo-cali, settore privato, ONG); la cooperazione tra

i Paesi industrializzati e in via di sviluppo, con l’o-biettivo di rafforzare la consapevolezza ambien-tale sia delle autorità locali, sia della popolazio-ne rispetto alla strategia delle ‘3R’.La conferenza di Milano, promossa dal MATT edall’OCDE, ha rappresentato un importantemomento per lo scambio e condivisione diesperienze a livello internazionale e nazionalenell’ambito della Circular Economy.In particolare è stato esposto nei dettagli il ca-so della Cina, che si trova ad affrontare una se-rie di problematiche ambientali dovute all’impe-tuoso sviluppo economico degli ultimi anni. In talsenso le autorità cinesi hanno varato un pro-

gramma che punta a quadruplicareil PIL nazionale entro il 2020,

migliorando contempora-neamente il livello di

protezione dell’am-biente. Con questoobiettivo, sono sta-te avviate in Cinauna serie di indu-strie pilota cheadottano i princi-pi delle CE, conl’obiettivo di creare

un sistema industria-le sostenibile e sono

stati realizzati 13 Parchieco-industriali ed edifici

pubblici per il risparmio ener-getico.Un primo risultato di queste

iniziative: in Cina più di 5.000 imprese utilizza-no tecnologie sostenibili per la gestione e losmaltimento dei rifiuti.Queste attività sono sta-te realizzate anche con il contributo tecnico-scientifico ed economico del Ministerodell’Ambiente e della Tutela del Territorio italia-no, che attualmente collabora con le autorità ci-nesi per lo sviluppo e la realizzazione di 40 pro-getti di protezione ambientale.

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L’utilizzo delle energie rinnovabili rappresenta, algiorno d’oggi, un’esigenza sia per i paesi industria-lizzati sia per quelli in via di sviluppo. I paesi in-dustrializzati necessitano,nel breve periodo,di unuso più sostenibile delle risorse, di una riduzio-ne delle emissioni di gas serra e dell’inquinamen-to atmosferico, di una diversifica-zione del mercato ener-getico e di una sicurezzadi approvvigionamentoenergetico. Per i PVS leenergie rinnovabili rappre-sentano una concreta op-portunità di sviluppo soste-nibile.La sfida principale consiste nell’espansione delmercato delle energie rinnovabili, nella riduzio-ne dei costi delle diverse tecnologie,oggi non an-cora economicamente competitive, nel sup-porto agli investitori e agli utenti finali e nella pro-

mozione di progetti nei diversi settori. L’Italia èimpegnata in una serie azioni per la promozio-ne e la diffusione delle energie rinnovabili sul ter-ritorio nazionale, in attuazione del Piano

Nazionale per la Riduzione deigas-serra 2003-2010, deiProgrammi Nazionali di settore,dei provvedimenti legislativinel settore energetico e per lapromozione di progetti pilo-ta.Le attività per la promo-

zione delle energie rinnovabili nonsi fermano ai confini nazionali.A livello interna-

zionale , l ’ Ital ia è capofi la del MEDREP(Mediterranean Renewable Energy Programme)ed è attiva in molteplici iniziative di partenaria-to con i Paesi in via di sviluppo e con economiein transizione. Con l’intento di superare le bar-riere di mercato, il Ministero dell’Ambiente e del-

L’impegno del Ministerodell’Ambiente Italianonella promozionedelle energie rinnovabilinel Mediterraneo

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la Tutela del Territorio è il principale donatore del“Fondo per l’acquisto di crediti di riduzione diemissioni e lo sviluppo di comunità locali”(Community Development Carbon Fund) edel Biocarbon Fund;ha inoltre istituito un “Fondoitaliano per l’acquisto di crediti di carbonio”(Italian Carbon Fund) presso la Banca Mondiale,con l’obiettivo di supportare i progetti sulleenergie rinnovabili e sull’efficienza energeticain questi paesi.Il MEDREP - Programma per le EnergieRinnovabili nel Mediterraneo, è un’iniziativa dipartenariato lanciata dall’Italia al Vertice Mondialedi Johannesburg nel 2002 per promuovere l’u-tilizzo delle energie rinnovabili contribuendoalla riduzione della povertà, alla lotta ai cambia-menti climatici, fornendo moderni servizi ener-getici in particolare alle popolazioni rurali ed au-mentando la percentuale di fonti rinnovabili trale fonti energetiche della Regione Mediterranea.In questa prospettiva, il Programma mira a svi-luppare un mercato “sostenibile” delle energierinnovabili, attraverso la messa a punto di stru-menti e di meccanismi finanziari, il rafforzamen-to dei contesti politici e istituzionali dei Paesi be-neficiari, la costruzione di una base più solida peril settore privato, considerandoil ruolo positivo dei CertificatiVerdi e dei Crediti di Riduzionedelle Emissioni ottenuti con iProgetti promossi con i lMeccanismo di Sviluppo Pulito(CDM, Clean DevelopmentMechanisms) del Protocollo diKyoto.Nell’ambito dell’iniziativa ME-DREP, il 26 Gennaio 2004 è sta-to creato a Tunisi il MEDREC(Mediterranean RenewableEnergy Centre), centro per laformazione, il trasferimento diconoscenze, la diffusione dell’in-formazione e lo sviluppo di pro-getti pilota nel campo delle rin-novabili, con sede a Tunisi. TaleCentro, creato dal Ministero ita-liano in collaborazione con ilMinistero tunisino dell’Industriae dell’Energia (TMIE) e l’AgenziaNazionale tunisina per le EnergieRinnovabili (ANER), costituirà ilpunto di riferimento per le atti-vità del MEDREP in tutti i PaesiNord Africani.Sono già stati identificati, e sonoin fase di attuazione progetti pi-lota in Algeria, Egitto,Marocco e

Tunisia finalizzati a fornire elettricità alle popo-lazioni rurali isolate con l’utilizzo di tecnologia fo-tovoltaica, ad introdurre le energie rinnovabili nelsettore edilizio, a desalinizzare l’acqua marina uti-lizzando energia eolica, al pompaggio delle acquein agricoltura tramite pompe solari fotovoltaiche,alla disseminazione di sistemi di refrigerazioneper la conservazione dei prodotti alimentari, al-la fornitura di illuminazione e accesso alle reti dicomunicazione nelle aree turistiche e rurali.Inoltre, in Marocco,Tunisia ed Egitto sono in cor-so di attuazione due progetti sui meccanismi fi-nanziari per la promozione del solare termico.Questi progetti pilota innovativi sono un catalo-go di “migliori pratiche”da replicare nella RegioneMediterranea. Lo scopo della iniziativa è creareun sistema favorevole per potenziali investitorinel campo delle tecnologie d’avanguardia sulleenergie rinnovabili e per la creazione di joint ven-tures, per trasferire capacità nei settori manifat-turiero, di assemblaggio, di distribuzione e diistallazione nei Paesi in via di sviluppo, in modoche possano trarre mutuo beneficio dall’inizia-tiva e promuovere inoltre l’utilizzo dei certifica-ti verdi e dei meccanismi flessibili, previsti dalProtocollo di Kyoto.

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La Repubblica Ceca e la sua Agenzia perl’Informazione Ambientale (CENIA) hanno ospi-tato la quinta riunione del network dei respon-sabil i del le Agenzie per la Protezionedell’Ambiente dei paesi europei. Molteplici i te-mi trattati nell’appuntamento praghese, che havisto riuniti direttori e presidenti delle Agenzienazionali preposte alla tutela dell’ambiente inEuropa.L’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) hapresieduto l’incontro e ha presentato il recen-te Rapporto “European Environment Outlook”:uno studio che valuta le conseguenze ambien-tali dei principali sviluppi socio-economici inEuropa, con particolare riferimento ai cambia-menti climatici, alla qualità dell’aria e dell’acqua(V. Riquadro 1). Il rapporto ha offerto l’occasio-ne ad alcuni paesi, tra i quali l’Olanda, la Finlandiae la Repubblica Ceca di illustrare le principali pro-blematiche ambientali nazionali e l’Italia ha pre-sentato i principali dati e indicatori dell’Annuariodei Dati Ambientali 2004.Un secondo tema di confronto è stato il ruolodelle Agenzie e della AEA all’interno del GMES(Global Monitoring for Environment andSecur ity) e nel GEOSS (Global Ear thObservation System of Systems). Su questo ar-gomento l’APAT ha presentato il risultato diun’indagine condotta tra le agenzie dei paesi eu-ropei, con lo scopo di individuare le esigenze ele priorità degli “utilizzatori” dei sistemi di osser-vazione della terra, per identificare le lacuneesistenti e pervenire ad un utilizzo efficace di ta-li sistemi.In tema di dati la Commissione Europea hapresentato l’iniziativa INSPIRE (Infrastructurefor Spatial Information in Europe), una direttivache può migliorare l’accesso e l’interoperabilitàdei dati spaziali.Sul fronte, invece della “Better Regulation” sonoproseguiti i lavori nell’ambito del gruppo di in-teresse coordinato dall’Agenzia per l’ambiente

Il rapporto “European Environment Outlook” dell’ AgenziaEuropea per l’Ambiente lancia una serie di “segnali” chiave:

• i cambiamenti della struttura demografica, quali l’invecchiamento della popolazione, lo spo-polamento rurale e l’aumento del numero delle famiglie, porteranno ad un incremento dellepressioni ambientali;

• gli obiettivi europei di breve periodo sul contenimento delle emissioni di gas serra potrannoessere raggiunti solo se le politiche e le misure aggiuntive programmate saranno attuate;

• gli obiettivi di lungo periodo sulla riduzione delle emissioni di gas serra, stabilite per pre-venire cambiamenti climatici dannosi, non saranno raggiunti se non si attueranno politichenazionali più aggressive e profonde riduzioni a livello globale ed europeo. La mancata attua-zione di tali misure può causare ulteriori cambiamenti del regime delle precipitazioni, del-l’innalzamento dei livelli del mare e della potenza e frequenza di alcuni eventi meteorologi-ci estremi;

• è prevista una diminuzione significativa a livello europeo dell’inquinamento dell’aria e dei re-lativi impatti sulla salute e gli ecosistemi, anche se continueranno a prevalere notevoli diffe-renze all’interno dell’Europa, con impatti particolarmente negativi sulle aree densamente po-polate;

• si prevede una diminuzione significativa dell’ utilizzo dell’acqua in gran parte dell’Europa, an-che se diversi bacini fluviali continueranno a rimanere sotto pressione;

• la direttiva sul trattamento dei rifiuti urbani dovrebbe consentire di ottenere una riduzionesignificativa degli scarichi complessivi di sostanze chimiche (fertilizzanti) da fonti puntiformi;

• il recente allargamento della UE rappresenta un’opportunità, ma anche una fonte di preoc-cupazione per l’ambiente. Da un lato ha stimolato il rafforzamento della legislazione ambien-tale nei nuovi stati membri ma, dall’altro, ha aumentato le pressioni sull’ambiente, dovute aduna crescita delle attività economiche e al relativo aumento dei consumi;

• l’Unione Europea sembra sul binario giusto rispetto al alcuni degli obiettivi del SestoProgramma d’Azione Ambientale: in particolare per l’inquinamento dell’aria e le emissio-ni di nutrienti da fonti puntiformi, con sviluppi incoraggianti previsti nella riduzione deisurplus di nutrienti agricoli, nelle pressioni sull’acqua ed un certo disaccoppiamento del-la domanda dei trasporti dalla crescita economica;

• è in atto un cambiamento verso un approccio più integrato nelle politiche ambientali, una ten-denza che offre ulteriori opportunità per migliorare lo stato dell’ambiente europeo.

Il rapporto sottolinea, infine, come la legislazione passata e vigente abbia frequentemente af-frontato con successo le problematiche legate ai “grandi inquinatori”, mentre emergerannoprobabilmente nuovi problemi dai consumi individuali e dalle fonti diffuse di inquinamento.È previsto un cambiamento nella natura delle pressioni ambientali: si sta passando da gran-di fonti di inquinamento a fonti più frammentate e diffuse (le famiglie, le infrastruttureagricole e dei trasporti). Le risposte corrette potrebbero richiedere una maggiore considera-zione di questi elementi da parte dei decisori politici

Fifth Meeting of the Networkof Heads of EuropeanEnvironmental ProtectionAgenciesPraga (Repubblica Ceca), 28-30 Settembre 2005

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inglese, di cui fa parte anche l’APAT. È stataconcordata la prima edizione del rapporto “TheContribution of Good Environmental Regulationto Competitiveness” (V. Riquadro 2),quale con-tributo del Network al dibattito in corso a livel-lo europeo. Il testo ha il merito di presentareesempi concreti su come il mondo delle impre-se può trarre benefici sia ambientali sia econo-mici dall’applicazione della regolamentazioneambientale. Il documento sarà reso pubblicodalla AEA nel mese di novembre e tradotto inmolte lingue e diffuso in modo capillare a livel-lo europeo, indirizzato par ticolarmente aiCommissari Europei per l’Ambiente, perl’Industria e per il Commercio, al ConsiglioAmbiente e al Parlamento. Nel novero dei mo-delli di collaborazione fra imprese e organi pre-posti alla tutela dell’ambiente, l’APAT ha offertoil proprio contributo presentando alcuni esem-pi italiani: l’accordo volontario per il Petrolchimicodi Porto Marghera, i successi di Comieco equelli ottenuti con EMAS ed Ecolabel, nonché ilriferimento all’ETAP (Piano d’Azione per leTecnologie Ambientali della UE) e all’iniziativa delG8 Allargato relativa alla “Circular Economyand the 3R Strategy”, appoggiata dal Ministerodell’Ambiente italiano, che mira alla riduzione, alriutilizzo e al riciclo delle risorse e dei rifiuti.Infine sono stati discussi i risultati di due gruppidi interesse. Quello sui cambiamenti climatici èpervenuto alla decisione di concentrare l’at-tenzione e gli sforzi sul problemi dell’adatta-mento alle mutate condizioni del clima. Il grup-po sull’uso sostenibile delle risorse naturali haconcluso i lavori con il proposito di concordarein tempi brevi la realizzazione di un rapporto adopera del Network, quale contributo alla costru-

zione della Strategia sulla stessa tematica in fa-se di sviluppo nell’ambito dell’Unione Europea.

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Spazio internazionale

The Contribution of Good Environmental Regulation

to CompetitivenessUn rapporto dell’EPA Network sul contributo di una regolamentazione

efficace alla competitività

Il rapporto offre una rassegna dei legami tra regolamen-tazione ambientale e competitività, nel contesto dell’attua-le attenzione dell’Unione Europea alla crescita economi-ca e all’occupazione. Il Rapporto mette in luce come unapproccio innovativo alla regolamentazione può innesca-re i seguenti fattori positivi:

• riduzione dei costi per le industrie e le imprese;• creazione di mercati per beni e servizi ambientali;• stimolo all’innovazione;• riduzione dei rischi d’impresa ed aumento della fidu-cia dei mercati d’investimento e degli assicuratori;

• stimolo del vantaggio competitivo;• creazione e sostegno dell’occupazione;• miglioramento della salute della forza lavoro e dei cit-tadini;

• protezione delle risorse naturali dalle quali dipendonole imprese e la qualità della vita.

La ricerca ha evidenziato come una buona gestione eregolamentazione ambientale non ostacoli la competitivi-tà complessiva e lo sviluppo economico. Al contrario,possono costituire un fattore positivo, generare uno sti-molo utile all’innovazione e al superamento delle ineffi-cienze relative all’uso delle risorse, consente di coglierenuove opportunità.

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Prossimamente

nel mondo

Portorose (Slovenia),8-11 novembre

XIV Conferenza del le Parti del laConvenzione di Barcellona per la prote-zione dell’ambiente marino e la regionecostiera del Mediterraneo (UNEP/MAP)Il governo della Slovenia ospita la Conferenzabiennale dei Ministr i dell ’Ambiente delMediterraneo che quest’anno coincide con il30° anniversario del MAP, Piano d’Azione peril Mediterraneo, il primo programma regiona-le dei Mari istituito nel 1975 dalle NazioniUnite. Tra i punti principali nell’agenda delmeeting, la Strategia Mediterranea di SviluppoSostenibile (MSSD), il Rapporto Ambiente eSviluppo nel Mediterraneo (RED) ed una se-rie di misure specifiche nel campo della pro-tezione ambientale e della prevenzione dell’in-quinamento da fonti terrestri e marine. Inparticolare saranno discussi i futuri orienta-menti del MAP, i piani rivolti all’armonizzazio-ne ed al rafforzamento della cooperazione contutte le organizzazioni ed i partner principa-li, tra cui la Commissione Europea. Da questaConferenza scaturirà, come d’abitudine, unaDichiarazione Ministeriale con alcune racco-mandazioni sulle attività e gli orientamentiper il prossimo biennio 2006-2007.Dopo trent’anni di attività per la tutela delMediterraneo, il MAP è stato oggetto di unavalutazione delle performance e della defini-zione del suo futuro, alla luce dei risultaticonseguiti finora e degli insuccessi incontrati,tenendo in considerazione le specificità poli-tiche, economiche e sociali della regione. È in-fatti questo uno degli obiettivi della valutazio-ne esterna del MAP che è stata lanciata in se-guito alla decisione delle Par ti Contraentidella Convenzione di Barcellona nella loroXIII riunione di Catania del 2003.Una particolare attenzione sarà dedicata, nelmeeting di Portorose, alle future relazioni delMAP con l’Unione Europea, per il fatto che di-versi Paesi Par ti Contraenti sono divenuti,dal 2004, membri dell’UE ed altri ancora se neaggiungeranno in futuro. D’altra parte, come

affermato da Paul Mifsud, Coordinatore delMAP,“non dobbiamo dimenticare che nessu-n’altra organizzazione regionale gode di cre-dibilità e fiducia, tra i paesi del Mediterraneo,come il MAP, consesso nel quale siedono in-sieme paesi sviluppati ed in via di sviluppodel l ’Europa, del Nord Afr ica e delMediterraneo Orientale per trattare i proble-mi ambientali regionali ed aiutarsi reciproca-mente a risolverli”.

Tunisi (Tunisia), 16-18 novembre World summit on the InformationSocietyLa seconda fase del Vertice mondiale sullasoc ietà del l ’ in formazione , organizzatada l l ’Unione Internaz iona le del leTelecomunicazioni delle Nazioni Unite (UIT),ospitata dal governo tunisino, ha per obietti-vo l’attuazione del Piano d’Azione, adottato aGinevra nel 2003 durante la prima fase.A questo scopo sono stati istituiti dei grup-pi di lavoro per elaborare soluzioni nel qua-dro della gestione di Internet e dei meccani-smi di finanziamento. Una sessione paralleladal titolo “Forum on Information Society andEnvironment: e-Environment Best Practices”è organizzata dal CEDARE (Centre forEnvironment and Development for the ArabRegion and Europe) con l’obiettivo di presen-tare e discutere esempi positivi relativi all’u-so dell’ICT nella gestione delle risorse natu-rali ed al miglioramento dell’accesso dei cit-tadini all’informazione ambientale. In sostan-za, l’idea che sottende questo forum è l’im-portanza della divulgazione delle esperienzedi successo quale efficace strumento per ac-celerare lo sviluppo. Il ruolo dell’ICT nella ge-stione delle risorse ambientali è un aspettoemergente che ha conseguito i risultati pro-messi sul fronte nazionale, regionale e globa-le.Tra gli esperti internazionali invitati a con-dividere le proprie esperienze di successo,l’Unità di gestione e supporto al programmaSMAP, gestita dal consorzio APAT/SYKE, èstata invitata a presentare l’iniziativa “SMAP

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Clearing House”. È un sistema informativo chemira, da un lato, a facilitare l’accesso alle risor-se informative sull’ambiente già disponibilinella regione mediterranea ma non semprefacilmente reperibili e, dall’altro, ad attivare unmeccanismo partecipativo e duraturo di rac-colta e condivisione dell’informazione coinvol-gendo le istituzioni nazionali dei paesi delMediterraneo. L’informazione ambientale èorganizzata in tre macroaree: Stato della risor-sa ambiente, organizzata per paesi; Strumentidi gestione ambientale, organizzata per temi;iniziative di gestione ambientale, che raccogliei progetti e i programmi ambientali realizza-ti o in via di realizzazione nella regione.Per maggiori informazioni: http://smap.ewin-dows.eu.org/ oppure [email protected].

New Delhi (India), 22-26 novembre XIIth World Water Congress Water for Sustainable Development -Towards Innovative SolutionsL’acqua è fondamentale per lo sviluppo so-cio economico e la qualità della vita. I profes-sionisti nel settore della gestione delle acquee la società in genere stanno attualmente af-frontando questa sfida, di una grandezza ecomplessità come mai prima d’ora le gene-razioni precedenti hanno affrontato. Per lenuove generazioni la sfida sarà ancora piùgrande e difficile. Il 12° Congresso Mondialesull’Acqua, organizzato dalla InternationalWater Resources Association (IWRA), offrel’opportunità di costruire e rafforzare il par-tenariato ed i meccanismi per facilitare l’usosostenibile delle risorse idriche nel mondo aldi là di ogni frontiera. Si discuterà, inoltre,prendendo in considerazione vari fattori,quali la crescita della popolazione mondialee la conseguente diminuzione della disponi-bilità pro capite delle risorse idriche, il degra-do ambientale, le sfide nella gestione dell’ac-qua, l’urbanizzazione, la necessità di avviarenuovi progetti sulla migliore gestione delle ri-sorse o dei sistemi esistenti, sulla desalinizza-zione e sulla riduzione delle perdite.http://wc.worldwatercongress.org:5050/index.jsp

Rabat (Marocco), 24-26 novembre Secteur forestier et développement du-rable en Méditerranée: Défis, politiqueset gouvernanceNel Mediterraneo gli alberi e gli spazi boschi-vi costituiscono ancor oggi risorse effettive opotenziali per l’agricoltura, l’allevamento, l’in-dustria, l’artigianato, le città e le attività ricrea-

tive. Le foreste permettono così lo sviluppodi molteplici attività lavorative in ambito ru-rale ed aiutano a lottare contro la povertà.Rappresentano, infine, elementi essenziali delfunzionamento degli ecosistemi mediterranei,contribuendo ai cicli di rinnovo o alla conser-vazione delle risorse primordiali quali l’acqua,il bosco e i prodotti forestali non legnosi, isuoli, la diversità biologica ed i paesaggi me-diterranei. Il settore forestale mediterraneo èdunque pienamente coinvolto, non solo dal-le questioni di silvicoltura o intersettoriali, maanche dalle politiche di gestione sostenibiledei territori rurali e urbani.In questo spirito il Forum, organizzato dalPlan Bleu dell’UNEP/MAP con la collabora-zione dell’Alto Commissariato alle Acque eForeste e per la Lotta alla Deser tificazionedel Marocco, consente ai paesi mediterraneidi condividere le loro esperienze e le loroanalisi. I risultati attesi consistono in racco-mandazioni e proposte sui migliori approc-ci per assicurare, su base sostenibile, una si-nergia tra le politiche forestali e le altre po-litiche che intervengono nello sviluppo so-cio economico dei paesi mediterranei, non-ché sugli strumenti da mettere in opera a li-vello regionale affinché i valori economici, so-ciali ed ambientali degli spazi boschivi medi-terranei siano pienamente presi in conside-razione nelle politiche di gestione del terri-torio.

Bruxelles (Belgio), 28-29 novembre European Energy Policy ConferenceShaping the future of the energy in-dustry in EuropeIl Commissario Europeo all’Energia AndrisPiebalgs ha affermato in un suo recente inter-vento che i prossimi cinque anni saranno unperiodo “spartiacque” per la politica energe-tica europea.Infatti tutti coloro che operano nel settoredell’energia saranno impegnati in una continuaricerca di possibili soluzioni a lungo termine deiproblemi di sostenibilità e sicurezza. È essenzia-le, quindi, che le parti interessate e i decisori po-litici avviino discussioni costruttive e prendanodecisioni appropriate e corrette, non solo percontinuare ad avere rifornimenti energetici af-fidabili a prezzi abbordabili per i cittadini euro-pei, ma anche per assicurare una continuacompetitività e crescita dell’intero continente.In questo contesto, la prima conferenza annua-le sulla politica energetica europea, che si svol-ge a Bruxelles, è specificamente rivolta a forni-re a tutti gli operatori del settore un’opportu-

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Prossimamente nel mondo

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nità per discutere i principali problemi di poli-tica che ruotano intorno al tema energetico inEuropa ed ad affrontare le sfide future. Le te-matiche della discussione includono le innova-zioni in corso, la ricerca e lo sviluppo nel set-tore delle energie rinnovabili.

Bonn (Germania), 26-30 Novembre World renewable energy acceleration: nomore time to wasteWorld renewable energy assembly(WREA)L’esaurimento delle risorse fossili si avvici-na, i prezzi dell’energia aumentano, il climasta cambiando: le energie rinnovabili forni-scono una risposta a questi cambiamentiglobali. Le tecnologie basate sull’energiarinnovabile possono essere utilizzate peruna produzione garantita ed economica-mente sostenibile di elettricità, calore ecarburante. Il contesto legislativo è decisivoe senza leggi chiare le rinnovabili non pos-sono essere por tate rapidamente all’inter-no dei mercati, né potrà essere garantito untrasferimento di tecnologie ai paesi in via disviluppo.Per questa ragione i parlamenti occupano unposto centrale nelle attività del Wor ldCouncil for Renewable Energy. Insieme adEUROSOLAR (European association forrenewable energies) il WCRE organizza l’e-vento e si adopera per un indispensabilecambiamento strutturale nella produzionedi energia. I legislatori di moltissimi stati si in-contreranno a Bonn nel 2nd InternationalPa r l i amenta r y For um on RenewableEnergies per un confronto sulle miglioripratiche di politica per le rinnovabili.http://www.wrea2005.org

Barcellona (Spagna), 27-28 novembre Barcelona + 10 Extraordinary meeting ofHead of States or GovernmentEnvironmental High Level Meeting – De-pollution Initiative (Side Event)I Ministri degli Esteri euro-mediterranei, riuni-tisi a novembre dello scorso anno a L’Aia, han-no deciso di dedicare il 2005 al decimo anni-versario del loro Partenariato, nell’ambito del“Processo di Barcellona”. Ed è proprio inquesta città che i capi di stato e di governo siincontrano nuovamente, dopo dieci anni dal-la Conferenza che ha promosso lo sviluppodelle relazioni politiche, economiche e socia-li tra gli stati membri dell’Unione Europea edi partner del Mediterraneo del sud, avviandoquello che è noto orami come Processo di

Barcellona.Tra le iniziative per rafforzare il Par tenariatoEuro-Med , l a DG Ambien te de l l aCommissione Europea proporrà un eventoparallelo nell’ambito del quale sarà presen-tata un’iniziativa ad alta visibilità per “disin-quinare il Mediterraneo entro il 2020”, conl’obiettivo di affrontare tutte le principalifonti di inquinamento, incluse le emissioni in-dustriali, i rifiuti e le acque reflue urbane.L’iniziativa mira a migliorare le prospettivedello sviluppo turistico nella regione, a con-tribuire all’aumento delle risorse ittiche lo-cali, nonché a fornire acqua potabile a milio-ni di cittadini nella regione. Una chiara vo-lontà politica sarà necessaria per il rafforza-mento delle capacità a livello locale, inclu-so il suppor to alla gestione urbana e al tra-sferimento delle pratiche migliori (inclusequelle relative alla gestione integrata dellecoste), che dovrà essere accompagnata dafor ti investimenti in infrastrutture ambien-tali. La CE propone di concordare, in que-sta occasione, una precisa tabella di marciatra tutti i par tner mediterranei sulle misu-re da adottare. Alla sessione ministerialede l s ide event pa r tec iper anno i lCommissario Europeo all’Ambiente, StavrosDimas ed il ministro spagnolo dell’ambien-te Cristina Narbona Ruiz.

Montreal (Canada),28 Novembre - 9 DicembreFirst Meeting of the Parties to the KyotoProtocol (MOP-1) and the EleventhSession of the Conference of the Partiesto the Climate Change Convention(COP-11)Il Canada ospita la Prima Riunione dellePar ti del Protocollo di Kyoto (MOP 1) inconcomi tanza con l a COP 11 de l l aConvenz ione de l le Naz ion i Uni te su iCambiamenti Climatici (UNFCCC). QuestaConferenza, considerata un evento storicoin quanto il 2005 segna l’entrata in vigore delProtocollo di Kyoto, si attesta come la piùgrande conferenza intergovernativa dopo il1997: sono attesi infatti tra gli 8.000 ed i10.000 par tecipanti.Ora che il commercio delle emissioni pan-Europeo è iniziato ed il Clean DevelopmentMechanism, quale strumento di promozionedello sviluppo sostenibile e di lotta al cambia-mento climatico, è operativo la Conferenzaattirerà anche l’interesse del mondo degli af-fari.

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Prossimamente nel mondo

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ARPA Piemonte

“Sviluppo di un sistema digestione dei rischi idrogeolo-gici nell’area del lagoMaggiore”e “Framea Floodforecasting using Radar inAlpine and MediterraneanAreas”. Questi i titoli dei dueprogetti coordinati dall’ARPAPiemonte attraverso la co-operazione transfrontalieratra Italia e Svizzera.L’occasione per illustrare i ri-sultati ottenuti si è presenta-ta il 18 ottobre al “CentroIncontri” della RegionePiemonte nell’ambito delconvegno “La cooperazionetransnazionale nella preven-zione dei rischi naturali”, du-rante il quale l’AgenziaRegionale per la protezioneambientale piemontese hatrattato, nella prima parte, itemi relativi all’interconnes-sione in tempo reale dei si-stemi radarmeteorologicitransfrontalieri per la pianifi-cazione di emergenza inter-comunale e allo studio delruolo dei bacini artificiali nel-la formazione delle piene.I risultati conclusivi del pro-getto, sviluppato attraverso lacooperazione tra partner ita-liani e francesi, nell’ambitodel quale è stata sperimenta-ta la strumentazione radar

meteorologica in banda Xper l’osservazione delle pre-cipitazioni in ambiente alpi-no, hanno occupato la secon-da parte del convegno.Obiettivo principale del pro-getto la gestione del rischioidrogeologico in ambitomontano.

ARPA SiciliaÈ ormai partita la complessamacchina di ARPA Kids, ilnuovo sito dedicato ai giova-ni che l’ARPA Sicilia ha realiz-zato in collaborazione conl’Assessorato Regionale aiBeni Culturali e con l’IRRE,Istituto Regionale per laRicerca Educativa. Il sito, initaliano ed in inglese, è on li-ne nella sua versione definiti-va dall’inizio del mese. Il pro-getto, al quale i tecnicidell’Agenzia siciliana lavoranoda oltre un anno, nasce con

l’intenzione di creare, con lin-guaggi e messaggi adeguati,un nuovo spazio interattivoaperto alle scuole, agli enti ditutela e gestione del territo-rio ed al mondo dell’educa-zione ambientale.All’internodel sito sono attivi magazined’informazione ambientalearticolati con spazi didatticied approfondimenti scientifi-ci, nonché spazi aperti alleesperienze delle scuole, per-

corsi gioco, blog e finestre in-terattive. L’anteprima di “AR-PA Kids” sito è avvenuta nelcorso del 3° Congressomondiale dell’EducazioneAmbientale di Torino.

ARPA SiciliaSono giunti in fase conclusivai lavori di realizzazione dellereti regionali di monitoraggiodel rumore e dei campi elet-

tromagnetici, finanziati con ifondi POR misura 1.01. Ilprogetto dell’ARPA prevedela realizzazione di campagnedi monitoraggio in fase preli-minare nei grandi centri doveè più elevato l’impatto delrumore e più alta la concen-trazione di istallazioni di im-pianti di telefonia mobile.L’inquinamento acustico è,per dimensioni e rilevanza,una delle maggiori fonti didanno ambientale per la sa-lute pubblica e le sorgentimaggiori sono costituite daltraffico veicolare e ferrovia-rio.Gran parte della dotazionestrumentale a disposizionedei DAP, i dipartimenti pro-vinciali delle ARPA (centrali-ne di rilevamento e software,mezzi mobili) sono già statiacquisiti ed è in corso la fasedi messa a regime della rete,che entrerà in funzione all’ini-

Prossimamente in Italia

ARPA/APPA

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zio del 2006.Sino ad oggi in Sicilia sonostate attivate 30 centralineper il rilevamento dei campieletromagnetici gestitedall’ARPA, nell’ambito di unaconvenzione con laFondazione Bordoni delMinistero delleComunicazioni. Secondo idati più recenti in possessodell’ARPA, sono stati moni-torati al 30 aprile 198 siti, traabitazioni private, scuole,strutture sanitarie e uffici, perun totale di 115.344 ore dirilevamenti dei campi elet-tromagnetici, attività questache ha permesso di riscon-trare il superamento dei limi-ti di legge sulla tutela daicampi elettromagnetici in 7siti del territorio regionale.Tale situazione è stata neimesi scorsi notificatadall’Agenzia alle autorità lo-cali competenti. L’ARPA inol-tre ha già redatto un docu-mento trasmessoall’Assessorato regionaleTerritorio ed Ambiente, con-tenente i criteri e le linee gui-da per mettere in condizionigli enti territoriali di avviarele procedure di risanamentodei siti fuori norma.

ARPA Lombardia

Il CAAM (Consorzio AreaAlta Milanese) e l’ARPALombardia affiancano Desioper la risoluzione delle pro-blematiche connesse alleantenne di telefonia cellula-re.Dall’inizio del 2004 il CAAMha stretto un accordo di col-laborazione con l’Agenziaper ottenere il suo supportoscientifico sul tema della tele-fonia cellulare e ha sistemati-camente aggiornato il pro-

prio SIT (Sistema InformativoTerritoriale) inserendo le in-formazioni inerenti le anten-ne esistenti, quelle program-mate e i siti ammissibili indi-cati dai Comuni aderenti.Quindi il consorzio ha svoltocon Comuni,ARPA e quattrooperatori nazionali di telefo-nia mobile un’intensa attivitàdi concertazione per la ri-composizione delle diverseesigenze aziendali e del terri-torio. Occorre sottolineareche la vigente normativa assi-mila gli impianti di telefoniacellulare a opere di urbaniz-zazione primaria, per cui taliimpianti vengono riconosciu-ti come elementi essenzialiper l’erogazione di un servi-zio pubblico di primario inte-resse, lasciando così strettissi-mi margini di manovra ai sin-goli comuni.Il Comune di Desio è rien-trato nel consorzio lo scorsogiugno: il CAAM si è così at-tivato per supportare l’am-ministrazione desiana in unadelicata opera di conciliazio-ne di conflitti nati in seguitoalla recente realizzazione dinuove antenne. Il 13 settem-bre scorso si è svolto un pri-mo incontro con funzionaridel Comune di Desio e alcu-ni tecnici degli operatori ditelefonia nel corso del qualeè stato esaminato lo “statodell’arte” in relazione anche aquella degli altri 13 comunifacenti parte del Consorzio.

ARPA VenetoAnche il temporale più immi-nente sarà fotografato dalnuovo radar digitale di AR-PAV, installato a ConcordiaSagittaria (VE), per monitora-

re in tempo reale i fenomenimeteorologici in Veneto. Èstato inaugurato infatti loscorso 14 ottobre a Veneziail “Radar Meteorologico delVeneto Orientale”.Si tratta di uno strumento adalta tecnologia che, lavoran-do in abbinata al radar diMontegrande di Teolo (PD),consentirà una gestione tem-pestiva e puntuale delleemergenze dovute a precipi-tazioni abbondanti e, in retecon l’Emilia Romagna e ilFriuli Venezia Giulia, permet-terà una lettura più precisadei fenomeni atmosferici delnord Italia.La cerimonia è stata prece-duta dall’illustrazione, da par-te dei tecnici ARPAV, dellacabina di controllo del radare del software, e dalla pre-sentazione in anteprima delleimmagini tridimensionali tra-smesse dai radar e dai satelli-ti.

ARPA Emilia Romagna

Sono state avviate anche inEmilia Romagna le procedu-re per la piena attuazionedella Direttiva 96/61/CE,meglio conosciuta come di-rettiva IPPC (IntegratedPrevention Pollution), cheprevede l’adozione di misu-re atte a ridurre l’inquina-mento prodotto da alcunetipologie di attività industria-li.Per fornire un aggiornamen-to sull’applicazione dellanormativa IPPC agli impiantidi produzione di energia, loscorso 25 Ottobrel’ARPAER-sezione diPiacenza ha organizzato il

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Convegno “prevenzione eriduzione integrata dell’in-quinamento: gli impianti diproduzione di energia”.Tra itemi trattati: le emissioni in-quinanti del sistema energe-tico, l’applicazione del BREF“best avaliable technique re-ference document”, i sistemidi monitoraggio continuatodelle emissioni e le proble-matcihe che coinvolgonoGestori di impianti ed EntiPubblici per il rilascio dellanuova autorizzazioneIntegrata ambientale.

Arpa Valle d’AostaDal 20 al 22 ottobre la prin-cipale piazza di Aosta si è tra-sformata in un’agorà per di-scutere e dibattere i princi-pali temi ambientali.Organizzata in PiazzaChanoux dall’Assessoratoregionale del Territorio,Ambiente edOperePubbliche, la cit-tà di Aosta el’ARPA Valled’Aosta, la mani-festazione dal ti-tolo “Envied’Environnement” il cuiobiettivo principale è statoquello di contribuire allacreazione di una forte ade-sione fornendo, al tempostesso, informazioni scientifi-co - divulgative.Al centro della piazza unatensostruttura di oltre 600metri quadrati ha ospitatoincontri, esperimenti, con-fronti, conferenze e lezioniaper te a tutti. Nei labora-tori di educazione ambien-tale, invece, bambini eadulti hanno potuto persi-no cimentarsi in scalate, as-sistiti dalle guide alpine,grazie all’allestimento dipareti per arrampicate.Quello di Aosta ha rappre-sentato dunque un appunta-mento importante sia per i

cittadini, sia per le pubblicheAmministrazioni, ormai sem-pre più impegnate in primalinea per sensibilizzare la po-polazione nei confronti del-l’ambiente.

ARPA Marche

Per verificare l’eventuale as-sociazione tra la mortalitàper tumore del sistema emo-lifonpoietico nei residenti deicomuni di FalconaraMarittima, Chioravelle eMontemarciano e l’esposizio-ne ad inquinanti ambientali oad altri fattori o forme diesposizione dannose, laRegione Marche ha affidatoall’ARPA, con la supervisione

ed il coordinamentodell’INT (IstitutoSuperiore per lo stu-dio e la cura dei tu-mori di Milano),un’indagine di epide-miologia analitica conla metodologia del

caso - controllo.L’indagine, partita a giugno diquest’anno, ha ormai quasiultimato la sua prima fase,che ha visto l’acquisizione deidati di mortalità e di quellianagrafici ed il loro inseri-mento nell’archivio informa-tico per la successiva elabo-razione statistica.La seconda fase consisterànell’individuazione, da partedell’INT, del numero dellepersone o famiglie che, neitre comuni, abbiano alcunedelle caratteristiche emersedallo studio dei casi.Ad essisaranno distribuiti dei que-stionari, in modo da racco-gliere informazioni personalisulla storia lavorativa e su al-tre esposizioni significativeper le patologie in esame.

ARPA PiemonteUna unità mobile, dotata di

sofisticate apparec-chiature tecnologiche,monitorerà la qualitàdell’aria su tutto il ter-ritorio della Provinciadi Asti. Il progetto

dell’ARPA Ligure è stato, in-fatti, finalmente approvatodalla giunta provinciale eprenderà il via a breve.La centralina mobile consen-tirà di effettuare valutazionisulla qualità dell’aria nel co-mune di Asti, valutazioni utiliper supportare gli ammini-stratori nell’adozione diprovvedimenti locali in situa-zioni specifiche.Si va così ad ampliare la retefissa di rilevamento già esi-stente nei comuni di Asti eBottigliera, offrendo in talmodo misure sempre più ef-ficaci per la salvaguardia dellasalute dei cittadini.Inizialmente i Comuni coin-volti saranno quelli conside-rati, da esami precedenti, piùa rischio e già inseriti nel pia-no regionale per il risana-mento e la tutela della quali-tà dell’aria. Per ora i Comuniselezionati sono: Canelli,Castagnole, Lanze, CastelloD’Annone, Costigliole, Isola,Nizza Monferrato, SanDamiano,Villafranca eVillanova.

ARPA PiemonteSi è svolta il 13 ottobre, pres-so il Centro CongressiLingotto di Torino, la Nona

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ARPA/APPA

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Conferenza Regionaledell’Arpa Piemonte dal titolo“Ambiente e Olimpiadi”.Nello scenario dei numerosiinterventi previsti per l’orga-nizzazione dei XX GiochiOlimpici invernali di Torino2006,Arpa Piemonte hasvolto una rilevante attività dicontrollo e verifica dell’effica-cia ambientale delle soluzionirealizzate previste dalle auto-rizzazioni di Valutazione diImpatto Ambientale e dallalegge 285/2000 e il rispettodelle indicazioni contenutenella Valutazione AmbientaleStrategica. L’incontro, oltre adessere occasione per presen-tare il Rapporto sullo Statodell’Ambiente in Piemonte, è

stato anche un momento diconfronto aperto e di rifles-sione in merito al persegui-mento degli obiettivi prefis-sati in materia di salvaguardiae rispetto dell’ambiente.

ARPA Veneto

L’Agenzia regionale delVeneto ha avuto la possibilitàdi presentare le iniziative in-traprese in campo di educa-zione ambientale durante ilTerzo Congresso Mondiale

di Torino, che si è svolto tra il2 e il 6 ottobre. In particola-re l’ARPAV ha illustrato le at-tività della “Rete Regionaledell’Educazione Ambientale”,istituita da alcuni anni inVeneto e che vede la colla-borazione di enti locali, asso-ciazioni ambientaliste, scuolee di tutti coloro che si dedi-cano alla protezione dell’am-biente per il raggiungimentodegli obiettivi comuni.Dal 2001, l’ARPAV è stata in-dividuata dalla RegioneVeneto come il centro di co-ordinamento IN.F.E.A. –Informazione, Formazione edEducazione ambientale, pre-visto dalla Conferenza StatoRegioni.

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Roma, 24 ottobre

Presentazione della campagna di incentiviper la diffusione di veicoli ecologici

Incentivare la rottamazione dei motoveicoli “euro zero” e promuovere la diffusione di due ruoteecologici. Sono questi gli obiettivi della campagna della Regione Lazio“Il tuo motorino fuma.Fallo smettere” al via da martedì 25 ottobre 2005. Il piano, approvato dalla Giunta regionalesu proposta dell’assessore all’Ambiente e cooperazione tra i popoli Angelo Bonelli, assegna 4 mi-lioni di euro per ridurre lo smog nelle province di Roma e Frosinone, le aree a maggiore criticitàambientale del Lazio.

Novità assoluta è la possibilità di rottamare unvecchio motociclo senza doverne acquistareuno nuovo, godendo ugualmente di un contribu-to di 50 o 80 euro. È comunque necessario cheil mezzo sia in regola con il pagamento della tas-sa di possesso e che risulti assicurato per la re-sponsabilità civile nell’anno precedente a quelloin corso.Altra novità: sono ammessi ai contribu-ti non soltanto i residenti a Roma e Frosinone,maanche chi vi è domiciliato per motivi di studio odi lavoro. La Regione punta a un rinnovo consi-

stente dei motocicli circolanti: si prevede l’acquisto di circa 14mila motorini ecologici e a una ri-duzione in un anno di 2620 tonnellate di anidride carbonica, 793 tonnellate di monossido di car-bonio e di 823 tonnellate di combustibile.

Per quello che riguarda gli incentivi, si parte da un minimo di 300 euro a un massimo di 1300 eu-ro per sostituire i motorini inquinanti con biciclette a pedalata assistita e motocicli e veicoli elet-trici.Attraverso la rottamazione coloro che possiedono un motociclo non conforme alle diretti-ve europee potranno quindi acquistare ciclomotori e motocicli (fino a 200 cc) euro 2 o euro 3.Il 15 per cento del finanziamento sarà destinato all’incentivazione dell’acquisto di mezzi elettrici.Inoltre la legge prevede che i cittadini potranno andare direttamente presso i concessionari e ac-quistare, usufruendo del contributo, il ciclomotore che desiderano. Non ci sono spese per l’aper-tura della pratica e si potrà pagare la prima rata dopo 60 giorni.

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Castel S. Pietro Terme, 20 e 21 ottobre Seminario“Applicazione dei contratti di lavoro nelle Agenzie ambientali”Le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente hanno organizza-to un seminario di approfondimento per affrontare il tema dei contratti di lavoronel settore della Sanità e i riflessi applicativi nelle Agenzie. Nel corso della primagiornata è stato trattato il tema delle Risorse, con interventi riguardanti le nuovecompetenze, i bilanci e i contratti di lavoro delle Agenzie; durante la seconda gior-nata il tema affrontato è stato quello della Gestione, con interventi riguardanti lecompetenze regionali nell’indirizzo e nell’applicazione dei nuovi contratti di lavoro.

Roma, 20 ottobreFEE Lazio “Presentazione dei programmi 2005 per la scuola”La Foundation for Enviromental Education FEE Lazio ha organizzato il convegnoper presentare i programmi 2005 per la scuola, nell’ambito della Decade Mondialedell’Educazione per lo Sviluppo Sostenibile 2005-2014 indetta dalle Nazioni Unite.L’incontro è stato l’occasione per presentare i programmi scolastici della FEE, Eco-Schools e Young Reporters for the Environment, già consolidati da esperienze pilo-ta nella Provincia di Roma, che da anni tracciano a livello internazionale il camminoper una graduale diffusione delle buone pratiche ambientali improntate alla soste-nibilità. Per l’anno scolastico 2005-2006 la rete delle scuole FEE Lazio coinvolgeràoltre 50 scuole, 8.000 studenti, 1.000 operatori scolastici, ponendosi come un effi-cace moltiplicatore per tutte le attività di educazione ambientale.

Genova, 26 ottobreConvegno “Il rischio chimico nei laboratori di analisi delle Agenzie Ambientali”Presso la sala “Sul Fronte del Porto” a Palazzo Millo (area porto Antico) si è svoltoil workshop che si colloca all’interno del progetto Benchmarking, CentroInteragenziale “Igiene e sicurezza sul lavoro”,Tavolo di lavoro sul “Rischio Chimico,Cancerogeno, Mutageno” curato da APAT,ARPA Sicilia (leader),ARPA Basilicata,ARPA Emilia Romagna,ARPA Liguria,ARPA Marche. Il Convegno ha rappresentatoun primo momento di confronto e di verifica su un tema così complesso che coin-volge tutte le Agenzie a livello nazionale. ONOG e il Centro Interagenziale inten-dono impegnarsi nella produzione di “Linee Guida sul Rischio Chimico” entro la fi-ne dell’anno.

ARPA/APPA

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I progetti di legge - sia i disegni di ini-ziativa governativa, sia le proposte diiniziativa parlamentare - sono quelli re-gistrati nei tre momenti preparatoriprecedenti l’approvazione e la pubbli-cazione,precisamente:

• in corso di discussione pressol’una o l’altra delle CommissioniAmbiente di Camera (VIII) eSenato (XIII),

• in stato di relazione, cioè appro-vato dalle Commissioni (con untesto integrante le iniziali propo-ste di legge) ma non ancora all’e-same delle Camere,

• in corso di esame da parte delledue Camere.

Novità legislative ambientali

Tema: Qualità dell’aria dellostrato limite atmosferico /Inquinamento chimicoSettore: Emissioni in atmosferaSezione: Qualità dei combustibili,biocarburanti, inquinanti (benzene,zolfo,…)Decreto legislativo del 30 maggio2005, n. 128Attuazione della direttiva 2003/30/CErelativa alla promozione dell’uso deibiocarburanti o di altri carburanti rin-novabili nei trasporti. (GazzettaUfficiale n. 163 del 15 luglio 2005)Il Consiglio dei Ministri, su propostadel Ministro per le Politiche comu-nitarie e del Ministro per le AttivitàProduttive, ha approvato il decretoper l’attuazione della direttiva2003/30/CE dell’8 maggio 2003 sul-la promozione dell’uso dei biocar-buranti o di altri carburanti rinnova-bili nei trasporti.La Direttiva prevede che gli Statimembri immettano sui mercatiuna percentuale minima di biocar-buranti e di altri carburanti rinno-vabili, in sostituzione del diesel odella benzina. Il valore di riferimen-to è il 2% calcolato sulla base deltenore energetico, di tutta la ben-zina e del diesel per trasporti im-messi sui mercati entro il 31 dicem-bre 2005 e il 5,75% entro il 31 di-

cembre 2010. I biocarburanti pos-sono essere resi disponibili sul mer-cato non solo in forma pura, maanche miscelati o diluiti con deriva-ti del petrolio, oppure in forma diliquidi derivati come l’ETBE (etil-terziariobutil-etere).

Tema: Qualità dell’aria dellostrato limite atmosferico /Inquinamento fisicoSettore: Inquinamento da rumore evibrazioniSezione:Atti di interesse generaleDecreto legislativo del 19 agosto2005, n. 194Attuazione della direttiva 2002/49/CErelativa alla determinazione e allagestione del rumore ambientale.(Gazzetta Ufficiale n. 222 del 23settembre 2005 )(Delega nella legge comunitaria306/2003)Tema: MareSettore: Inquinamento pelagicoSezione: Inquinamento causato danavi, da idrocarburi; EmergenzeDecreto legislativo del 27maggio2005, n.119 Attuazione del la d i rett iva2002/84/CE in materia di sicurezzamarittima e di prevenzione dell’inqui-namento provocato da nav i .(Gazzetta Ufficiale n 152 del 4 luglio2005)La direttiva prevede che i richiamiagli strumenti internazionali conte-nuti nei provvedimenti normativied amministrativi nazionali si inten-dono applicabili anche a tutti i suc-cessivi eventuali emendamenti,mo-difiche ed integrazioni, intervenutidal momento in cui gli strumenti in-ternazionali entrano in vigore.Pertanto il rinvio alle norme inter-nazionali non dovrà più intendersiapplicato a determinati atti, ma co-me riferimento “mobile”, in modoche gli strumenti internazionali sia-no comunque sempre applicabilianche se modificati od integrati.Viene fatto salvo l ’ar t . 5 delRegolamento 2099/2002/CE che,sulla base di una procedura di con-trollo di conformità comunitaria,

prevede casi nei quali può esserestabilita l’esclusione automatica diuna modifica agli strumenti interna-zionali pur già entrati in vigore.Decreto del Presidente del laRepubblica: Regolamento recante di-sciplina per le navi mercantili dei re-quisiti per l’imbarco, il trasporto e losbarco di merci pericolose. (GazzettaUfficiale n. 163 del 15 luglio 2005, S.o.n.123)Il Regolamento armonizza la norma-tiva del trasporto nazionale e inter-nazionale delle merci pericolose,stabilendo altresì i requisiti di idonei-tà delle navi da trasporto.Il regolamento prevede: l’istruzionedell’equipaggio in ordine ai rischiderivanti dai tipi di merce pericolo-sa trasportata alle azioni da svolge-re in caso di emergenza; i requisitiche devono avere sia le navi, anchedi legno, per il trasporto di tali mer-ci sia le unità di trasporto (container,carri ferroviari, veicoli stradali, ci-sterne); le esenzioni concesse allenavi addette alla navigazione locale;le modalità di caricazione, stivaggioe rizzaggio a bordo delle unità di tra-sporto del carico; le certificazioniprescritte ed i necessari rinnovi.Misure particolari di sicurezza ven-gono previste inoltre per le merciche sviluppano gas infiammabili, peri materiali comburenti, per quelli ra-dioattivi e per i perossidi organici.

Tema: MareSettore: Inquinamento pelagicoSezione: Responsabilità civile e pe-nale, Fondo di risarcimentoLegge 130/05Adesione della Repubblica italiana alProtocollo del 2003 alla Convenzioneinternazionale del 1992 sull’istituzio-ne di un Fondo complementare inter-nazionale per il risarcimento dei dan-ni causati dall’inquinamento da idro-carburi, fatto a Londra il 16 maggio2003, e norme di adeguamento del-l’ordinamento interno. (GazzettaUfficiale n. 161 del 13 luglio 2005, S.o.n.120)Il risarcimento dei danni connessi altrasporto marittimo è disciplinato

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Normativa

ambientale

a cura del Settore Normative Comunitarie e Internazionali

Rassegna delle novità legislativeambientali e dei progetti di legge al 15 ottobre 2005• All’esame delle Commissioni Ambiente di Camera (VIII) e Senato (XIII)• In stato di relazione per l’esame alle Camere • All’esame delle Camere

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dalla Convenzione internazionaledel 1969 sulla responsabilità civileper i danni provocati dall’inquina-mento da idrocarbur i e dallaConvenzione internazionale del1971 istitutiva di un Fondo interna-zionale per il risarcimento dei dan-ni causati dall’inquinamento da idro-carburi, ambedue ratificate dall’Italia.Le Convenzioni istituiscono un siste-ma di responsabilità a due livelli: il pri-mo fondato sulla responsabilità og-gettiva del proprietario della nave; ilsecondo imperniato su un Fondo fi-nanziato dai destinatari degli idrocar-buri, destinato a risarcimenti aggiun-tivi alle vittime dell’incidente chenon abbiano potuto ottenere unrisarcimento completo del dannodal proprietario della nave.Negli ultimi anni la comunità inter-nazionale ha ravvisato però la ne-cessità di creare un meccanismocomplementare in grado di garan-tire alle vittime di inquinamento daidrocarburi (enti pubblici e privati esingoli cittadini) un più congruo ri-sarcimento per le perdite o i dannisubiti. Per questo il Consigliodell’Unione europea ha approvatoil 2 marzo 2004 la decisione2004/246/CE con cui gli Stati mem-bri sono stati autorizzati a firmare,ratificare o aderire al Protocollonell’interesse dell’Unione.La legge prevede, oltre all’adesioneal Protocollo, l’aumento del massi-male previsto sulla responsabilitàcivile per i danni provocati dall’inqui-namento da idrocarburi, e disposi-zioni relative agli obblighi imposti agliStati; tra i quali la competenza giu-risdizionale del territorio in cui si èverificato l’inquinamento.

Tema: Sostanze chimiche e prodotti Settore: Atti di interesse generale,Rischio tecnologicoTema: Rifiuti Settore: Rifiuti specificiSezione: Rifiuti di apparecchiatureelettriche ed elettronicheDecreto legislativo 25 luglio 2005, n.151 Attuazione della direttiva 2002/95/CEdel 27 gennaio 2003, sulla restrizio-ne dell’uso di determinate sostanzepericolose nelle apparecchiature elet-triche ed elettroniche, della direttiva2002/96/CE del 27 gennaio 2003 e2003/108/CE dell’8 dicembre 2003,sui rifiuti di apparecchiature elettricheed elettroniche. (Gazzetta Ufficialen. 175 del 29 luglio 2005, S.o. n.135)Gli obiettivi principali del provvedi-mento sono:- la prevenzione della produzione di

rifiuti provenienti da apparecchia-ture elettriche ed elettroniche;

- la realizzazione di un sistema diraccolta differenziata, recupero ericiclaggio di questi rifiuti;

- la progettazione di nuove apparec-chiature che facilitino il riuso, ilrecupero e lo smaltimento dei ri-fiuti da esse prodotte;

- il divieto dell’utilizzo di sostanzepericolose quali mercurio, piom-bo, cadmio, cromo, …

- la realizzazione di sistemi di tratta-mento, recupero e smaltimento fi-nale finanziati essenzialmente daiproduttori delle apparecchiature;

- il marchio delle apparecchiaturecon un simbolo che indichi ai cit-tadini la necessità della raccoltadifferenziata.

Il Decreto Legislativo prevede tral’altro l’adozione di un tipo di racco-glitore per questo genere di rifiuti;particolari restrizioni sull’uso di de-terminate sostanze pericolose; l’o-nere a carico dei distributori, al mo-mento della fornitura di una nuovaapparecchiatura destinata ad un nu-cleo domestico, di ritirare gratuita-mente i vecchi prodotti; il finanzia-mento delle operazioni di traspor-to, trattamento, recupero e smalti-mento finale della spazzatura elet-tronica a carico dei produttori.

Tema: Sostanze chimiche e prodotti (produzione, uso,movimento)Settore: Atti di interesse generale,Rischio tecnologicoSezione: Incidenti rilevanti connes-si con determinate sostanza perico-loseTema:Pianificazione delle atti-vità economiche nazionali e in-tegrazione con la politica am-bientale,Sviluppo sostenibileSettore: Politica del territorio; Lineefondamentali di assetto del territo-r io, Pianificazione terr itor iale ,InfrastruttureDecreto legislativo 16 settembre 2005di attuazione della direttiva2003/105/CE che contiene nuove di-sposizioni in materia di prevenzione econtrollo di incidenti rilevanti connessi condeterminate sostanze pericolose.La direttiva:- amplia il campo di applicazione

della normativa vigente compren-dendo anche le operazioni mi-nerarie di trattamento chimico otermico dei minerali che com-portano l’impiego di determinatesostanze pericolose, nonché gliimpianti di smaltimento degli ste-rili, precedentemente esclusi, chetrattano le stesse sostanze;

- implementa la partecipazione deisoggetti interessati al processodella pianificazione d’emergenza,prevedendo la consultazione an-che dei lavoratori delle impresesubappaltatrici nella fase di elabo-razione dei piani di emergenzainterni, nonché della popolazioneinteressata nel caso di aggiorna-mento dei piani di emergenzaesterni;

- rafforza il diritto dei cittadini inte-ressati all’informazione sulle misu-re di sicurezza, che deve esserefornita regolarmente e nella formapiù idonea;

- individua nella pianificazione delterritorio un livello sovraordinatodi gestione nelle aree interessatedagli stabilimenti soggetti a rischiodi incidente rilevante ed introdu-ce inoltre nuove categorie di ele-menti vulnerabili da prendere inconsiderazione nell’ambito dellepolitiche di assetto del territorioe delle relative procedure di attua-zione (edifici frequentati dal pub-blico, aree ricreative e infrastrut-ture di trasporto principali): lapianificazione urbanistica, qualestrumento di controllo dell’urba-nizzazione nelle zone interessateda stabilimenti a rischio, è cosìopportunamente ricondotta inun quadro d’azione più articolatoche prevede un secondo livello diintervento a lungo termine, cuipartecipano, Stato,Regioni ed en-ti locali;

Tema:Patrimonio culturale eambientale,Ambiente urbanoSettore: Ambiente urbano, EdiliziaecocompatibileDecreto legislativo n. 192 del 19 ago-sto 2005 Attuazione della direttiva 2002/91/CErelativa al rendimento energetico nel-l’edilizia.(Gazzetta Ufficiale 222 del 23 settem-bre 2005, Supplemento speciale 158)La direttiva prevede concessioniedilizie per i nuovi immobili o quel-li ristrutturati che rispettino i crite-ri del basso consumo di illuminazio-ne e riscaldamento; fissa inoltre glistandard di efficienza riferiti a tutti glielementi responsabili del consumoenergetico. I requisiti dovranno es-sere rivisti con scadenza regolare,non superiore ai 5 anni.Le norme contenute nel decreto siapplicano a tutti gli edifici di nuovacostruzione, esclusi i fabbricati ap-partenenti ai beni culturali, i fabbri-cati industriali e artigianali e quelliisolati con una superficie inferiore ai50 mq. La certificazione energetica

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Normativa ambientale

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degli edifici diventerà obbligatoriaentro un anno dall’entrata in vigoredel provvedimento,mentre l’attesta-to di certificazione energetica potràessere unico per un intero edificionel caso in cui i condomini siano do-tati di un impianto termico comunee avere validità di massimo 10 anni.In particolare il provvedimento di-sciplina la metodologia per il calco-lo della prestazione energetica de-gli edifici; l’applicazione dei requisi-ti minimi in materia di prestazionienergetiche degli edifici; i criteri ge-nerali per la certificazione energe-tica; le ispezioni periodiche degliimpianti di climatizzazione; i criteriper garantire la qualificazione e l’in-dipendenza degli esperti incaricatidella certificazione energetica e del-l’ispezione degli impianti.

Tema: Danno ambientaleSettore: Responsabilità civileDecreto del Ministro dell’ambientedel 5 luglio 2005Modalità ed importi delle garanzie fi-nanziarie che devono essere prestate afavore dello Stato dalle imprese che ef-fettuano le attività di bonifica dei siti.(Gazzetta Ufficiale N. 217 del 17Settembre 2005)Il provvedimento istituisce un albodelle imprese.L’attività di bonifica dei siti è subor-dinata alla presentazione di idoneagaranzia finanziaria a copertura del-le obbligazioni connesse alle opera-zioni di messa in sicurezza, bonifica,ripristino ambientale, realizzazionedi eventuali misure di sicurezza, tra-sporto e smaltimento dei rifiutinonchè del risarcimento degli ulte-riori danni derivanti all’ambiente.È inoltre fissato l’ammontare dellegaranzie finanziare,che devono es-sere versate dalle imprese. Per quel-le che risultino registrate ai sensi delregolamento 93/1836/CEE, gli im-porti sono ridotti al trenta per cen-to con lo scopo di agevolare e di in-centivare la certificazione ambien-tale EMAS.

Tema: Diritti dei cittadini:comunicazione, partecipa-zione, informazioneSettore: Diritti attivi: accesso e par-tecipazioneDecreto legislativo del 19 agosto2005, n. 195Attuazione della direttiva 2003/4/CEsull’accesso del pubblico all’informazio-ne ambientale. (Gazzetta Ufficiale n.222 del 23 settembre 2005)La direttiva stabilisce i principi genera-li in materia di informazione ambien-tale in termini di diritto di accesso da

parte dei cittadini e di obbligo di dif-fusione da parte dei possessori.La direttiva garantisce il diritto d’ac-cesso all’informazione ambientaledetenuta dalle autorita’ pubbliche estabilisce i termini, le condizioni fon-damentali e le modalita’ per il suoesercizio; prevede il diritto dei citta-dini di ottenere su richiesta legal-mente le informazioni che riguarda-no la salute pubblica e privata, sen-za che debbano giustificare il pro-prio interesse.La direttiva garantisce, ai fini della piùampia trasparenza, che l’informa-zione ambientale sia sistematica-mente e progressivamente messa adisposizione del pubblico e diffusa informe o formati facilmente consul-tabili, promuovendo a tale fine l’usodelle tecnologie dell’informazione edella comunicazione. In particolarel’autorità pubblica rende disponibi-le l’informazione ambientale rile-vante ai fini delle proprie attivita’ isti-tuzionali avvalendosi delle tecno-logie di telecomunicazione infor-matica e delle tecnologie elettroni-che disponibili.In caso di minaccia imminente perla salute umana e per l’ambiente,causata da attività umane o dovutaa cause naturali, le autorità pubbli-che, nell’ambito dell’espletamentodelle attività di protezione civilepreviste dalla legge 24 febbraio1992, n. 225 e dalle altre disposizio-ni in materia, diffondono senza indu-gio le informazioni detenute chepermettono, a chiunque possa es-serne colpito, di adottare misureatte a prevenire o alleviare i danniderivanti da tale minaccia.

Progetti di legge

Tema: Inquinamento transfrontaliero aeriforme,AcidificazioneSettore: Inquinanti organici persi-stenti (POP)Disegno di legge di iniziativa governa-tiva n.3383Ratifica ed esecuzione del Protocollo al-la Convenzione del 1979 sull’inquina-mento atmosferico attraverso le fron-tiere a lunga distanza, relativo agli in-quinanti organici persistenti, con annes-si, fatto a Aarhus il 24 giugno 1998.Il Protocollo, firmato dall’Italia il 24giugno 1998,è entrato in vigore il 23ottobre 2003, ha l’obiettivo di con-trollare, ridurre o eliminare le di-spersioni in atmosfera di inquinan-ti organici persistenti.Il Protocollo applica gli impegni as-sunti con la Convenzione sull’inqui-namento atmosferico a lunga di-

stanza, adottata a Ginevra il 13 no-vembre 1979, e ratificata dall’Italiacon la legge 289 del 27 aprile 1982.Il Protocollo prevede la messa albando della produzione e dell’utiliz-zo di alcune sostanze organiche trale più pericolose e persistenti, pre-senti in commercio, mediante unanotevole restrizione del loro uso el’introduzione delle migliori tecno-logie disponibili, nonché di limiti al-le emissioni da fonti fisse di un sele-zionato numero di prodotti di pro-bata pericolosità. Sono indicate se-dici sostanze, o gruppi di sostanze:aldrine, clordane, clordecone,DDT,dieldrine, endrine, heptaclore, esa-bromobifenile, esaclorobenzene,mirex, policlorodifenile (PCB), toxa-phene, lindano (HCH), idrocarburipoliciclici aromatici (HAP), diossine,furani.Il protocollo, inoltre, prevede l’obbli-go per le parti di sviluppare e man-tenere un inventario delle emissio-ni, creare una banca dati relativa aidati di produzione e vendita dellesostanze soggette a restrizione d’u-so e di favorire lo scambio delleinformazioni.Il disegno di legge è assegnato alla 3ªCommissione - Affari esteri, in sedereferente dal 24 Maggio 2005

Tema: MareSettore: Inquinamento pelagicoSezione: Inquinamento causato danavi, da idrocarburi; EmergenzeDisegno di legge di iniziativa governa-tiva n 5889Adesione della Repubblica italiana alProtocollo di Londra del 26 settembre1997 di emendamento al laConvenzione internazionale per laprevenzione dell’inquinamento causa-to da navi del 1973, come modifica-ta dal Protocollo del 1978 (MARPOL73/78) e di adesione della Repubblicaitaliana al Protocollo del 1996 allaConvenzione del 1972 sulla preven-zione dell’inquinamento dei mari cau-sato dall’immersione di rifiuti, fatto aLondra il 7 novembre 1996.Il disegno di legge ha ricevuta pare-re favorevole da varie Commissioniin sede consultiva, ad eccezionedella Commissione bilancio che haespresso un parere in parte contra-rio. E stato assegnato alla 3ª (Affariesteri e comunitari) in sede referen-te il 17 Giugno 2005.

Tema: Rifiuti (movimento, smaltimento)Settore: SpecificiSezione: RadioattiviDisegno di legge di iniziativa governa-tiva S 3428

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a cura del Settore Normative Comunitarie e Internazionali

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Ratifica della Convenzione sulla si-curezza dello smaltimento di combu-stibile esaurito e sulla sicurezza dellosmaltimento di rifiuti radioattivi conclu-sa a Vienna il 5 settembre 1997.La Convenzione è entrata in vigoreil 18 giugno 2001. I suoi obiettivi so-no:- raggiungere e mantenere un eleva-

to livello di sicurezza in materia digestione del combustibile esauritoe dei rifiuti radioattivi, grazie al raf-forzamento delle misure naziona-li e della cooperazione internazio-nale, compresa la cooperazionetecnica in materia di sicurezza;

- fare in modo che a tutti gli stadidella gestione del combustibileesaurito e dei rifiuti radioattivi, visiano difese efficaci contro i poten-ziali pericoli affinché gli individui, lasocietà e l’ambiente siano pro-tetti dagli effetti nocivi delle irra-diazioni ionizzanti, in modo dasoddisfare i bisogni e le aspirazio-ni dell’attuale generazione senzapregiudicare le generazioni future;

- prevenire gli incidenti aventi con-seguenze radiologiche e attenuar-ne le conseguenze, nel caso in cuitali incidenti si producessero aduno stadio qualsiasi della gestionedel combustibile esaurito e deirifiuti radioattivi.

Il disegno di legge richiama la leggen.368 del 24 dicembre 2003 checontiene disposizioni per la raccol-ta, lo smaltimento e lo stoccaggio, incondizioni di massima sicurezza, deirifiuti radioattivi, ed impone la rea-lizzazione di un deposito, entro enon oltre il 2008, che dovrà ospita-re le scorie ad alta radioattività; ta-le legge prescrive che la validazionedel sito è effettuata, entro un annodalla individuazione del sito mede-simo, dal Consiglio dei Ministri sul-la base degli studi effettuati da unaapposita Commissione previo pare-re dell’Agenzia per la protezionedell’ambiente e per i servizi tecnici(APAT), del Consiglio nazionale del-le ricerche (CNR) e dall’Ente per lenuove tecnologie, l’energia e l’am-biente (ENEA).Il disegno di legge si trova attual-mente al Senato ed è in stato di re-lazione a seguito.

Il testo integrale degli atti pubblicatiè reperibile anche nel Repertorio

comparato della normativa ambien-tale internazionale, comunitaria enazionale, pubblicato alla pagina

http://www.normeambientali.apat.it:8080/ del sito web dell’APAT.

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Normativa ambientale

Impianti fotovoltaici e “Conto energia”

Con il D.M.28 luglio 2005, il Ministero delle Attività Produttive haintrodotto in Italia un meccanismo di incentivazione della produ-zione di energia elettrica mediante pannelli fotovoltaici denomi-nato “Conto energia”1, la cui peculiarità risiede nel fatto che ad es-sere incentivata non è la realizzazione dell’impianto fotovoltaicoma l’energia che esso produrrà, cui verranno riconosciute delletariffe più alte del prezzo di mercato e quindi, incentivanti.Il decreto demandava all’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gasla definizione delle modalità pratiche per l’erogazione degli in-centivi stessi. L’Autorità, con la delibera 188/2005, ha reso cosìoperativo il decreto emanando la guida operativa per accede-re a quelli previsti dal “Conto energia”e individuando, nella so-cietà Gestore della rete di trasmissione nazionale Spa (Grtn),il “soggetto attuatore” del nuovo programma di incentivazionein conto energia della produzione di elettricità fotovoltaica., conil compito di erogare le tariffe.L’entità della tariffa incentivante dipende dalla classe di poten-za in cui rientra l’impianto e dalla data di presentazione della do-manda. Beneficiari degli incentivi sono le persone fisiche e giu-ridiche.Sono interessati tutti gli impianti fotovoltaici (Fv) di potenza no-minale compresa tra 1 e 1.000 kW, posizionati sia su edifici siasu terreni, collegati alla rete elettrica e che entrino in eserciziodopo il 30 settembre 2005.Quattro le scadenze annuali entro cui presentare le domandeal soggetto attuatore (cioè il Grtn): il 31 marzo, 30 giugno,30 set-tembre e 31 dicembre di ciascun anno.La “domanda di ammissione alle tariffe incentivanti” dovrà es-sere conforme all’Allegato A della deliberazione dell’Autorità188/2005, e corredata di tutti gli allegati richiesti.La società Gestore della rete di trasmissione nazionale Spa(Grtn), in qualità di soggetto competente ad erogare le tariffeincentivanti, adotta, informando l’Autorità, le procedure neces-sarie per la verifica di ammissibilità, per la predisposizione del-l’elenco e delle graduatorie ed aggiorna (con pubblicazione sulproprio sito internet) le tariffe incentivanti. Entro 60 giorni dal-la scadenza del termine previsto per l’inoltro delle domande, sti-lerà la graduatoria degli ammessi all’incentivazione che verrà co-municata agli interessati entro i 90 giorni successivi alle scaden-ze previste per l’inoltro delle domande.Il beneficio economico per i sistemi fotovoltaici è costituito da:1) ricavo derivante dalla remunerazione di tutti i kWh prodot-

ti dall’impianto (quota del Conto energia);2) risparmio conseguito grazie all’utilizzo dei kWh fotovoltaici

+ l’utilizzo delle eccedenze (kWh che entrano nella rete elet-trica locale perché non consumati dall’utenza) che avverrà neiseguenti modi:

a) scomputo dalle bollette nel caso di impianti aventi potenzafino a 20 kWp (“net-metering”);

b) vendita a tariffe prefissate (minori rispetto alla tariffa del Contoenergia) se gli impianti hanno una potenza superiore a 20kWp.

1. Il Conto energia è il programma scelto dal Governo per incentivare la diffusione delfotovoltaico (anche domestico) attraverso la vendita, a tariffe incentivate, dell’energiaprodotta alla rete elettrica.

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L’Italia ha provveduto a recepire la direttiva eu-ropea relativa al rendimento energetico degli edi-fici con il decreto legislativo n. 192 del 19 ago-sto 2005, pubblicato nel n.222 della G.U. 23 set-tembre 2005.

Il decreto stabilisce i criteri, le condizioni e le mo-dalità per migliorare le prestazioni energetichedegli edifici al fine di favorire lo sviluppo, la valo-rizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabi-li e la diversificazione energetica, contribuire aconseguire gli obiettivi nazionali di limitazione del-le emissioni di gas a effetto serra posti dal pro-tocollo di Kyoto,promuovere la competitività deicomparti più avanzati attraverso lo sviluppotecnologico.

In particolare il provvedimento disciplina:

• la metodologia per il calcolo delle prestazio-ni energetiche integrate degli edifici;

• l’applicazione di requisiti minimi in materia diprestazioni energetiche degli edifici;

• i criteri generali per la certificazione energe-tica degli edifici;

• le ispezioni periodiche degli impianti di clima-tizzazione;

• i criteri per garantire la qualificazione e l’indi-pendenza degli esperti incaricati della certifica-zione energetica e delle ispezioni degli im-pianti;

• la raccolta delle informazioni e delle esperien-ze, delle elaborazioni e degli studi necessari al-l’orientamento della politica energetica delsettore;

• la promozione dell’uso razionale dell’energiaanche attraverso l’informazione e la sensibiliz-zazione degli utenti finali, la formazione e l’ag-giornamento degli operatori del settore.

Questa normativa viene applicata agli edifici dinuova costruzione e agli edifici oggetto di ristrut-turazione con le modalità e le eccezioni previ-ste nel provvedimento stesso.

Il decreto in oggetto prevede anche mec-canismi di cooperazione finalizzati a:

a) favorire l’integrazione della questione energe-tico ambientale nelle diverse politiche di set-tore;

b) sviluppare e qualificare i servizi energetici dipubblica utilità;

c) favorire la realizzazione di un sistema di ispe-zione degli impianti all’interno degli edifici,minimizzando l’impatto e i costi di queste at-tività sugli utenti finali;

d) sviluppare un sistema per un’applicazioneintegrata ed omogenea su tutto il territorio na-zionale della normativa;

e) predisporre progetti mirati, atti a favorire laqualificazione professionale e l’occupazione.

L’attuazione di questa normativa appare fonda-mentale per ridimensionare i problemi di caricomassimo, dovuti alla crescente proliferazionedegli impianti di condizionamento, che si sono ve-rificati negli ultimi anni, lo squilibrio del bilancioenergetico e l’aumento del costo dell’energiaconstatato nei Paesi del Sud dell’Europa.I risultati più evidenti saranno: abbattimento deilivelli di emissioni inquinanti, riduzione dei con-sumi energetici e contenimento dei costi daparte degli utenti finali.

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Normativa

ambientale

Rendimento energeticonell’ediliziaAttuata la direttiva europea 2002/91/CEcon il Decreto legislativo 19.08.2005, n.192

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IDEAMBIENTE

ANNO 2 • NUMERO 17NOVEMBRE 2005

Registrazione Tribunale Civile di Roma n. 84/2004del 5 marzo 2004

APATAgenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici