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'RANK Vitucci, il nuovo coach della Manital ap-pena sbarcato a Torino,

è al lavoro al capezzale di una squadra malata che cerca di lasciare l’ultimo posto in clas-sifica. Intensi i primi giorni: «Sono stati particolari com’è normale che sia visto che so-no arrivato in corsa, con tante esigenze da affrontare».

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j/ON è più il tempo di prendere il suv per ac-compagnare il figlio a

scuola a 200 metri da casa. Sia-mo in pieno allarme sanitario e bisogna agire in prima persona: ridurre la mobilità privata». Lo sostiene Francesco Forastiere, epidemiologo autore di diversi studi sull’impatto dell’inquina-mento sulla salute a Torino.

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-�ALLARME smog a Torino arriva al livello massimo nel weekend: gli studi

dell’Arpa e gli epidemiologi con-fermano rischi per la salute. Og-gi e domani sono giornate con-trassegnate con il colore viola, il più elevato nella scala di perico-lo dell’agenzia per l’ambiente. Dopo la due giorni di trasporto pubblico gratis della scorsa set-timana però il Comune non pre-vede interventi ulteriori. Gli am-bientalisti, Legambiente in te-sta, invocano lo stop al traffico immediato e misure strutturali.

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.EDICI e infermieri potranno essere spo-stati da un ospedale all’altro. Dopo aver valutato esuberi e carenze con due mo-

delli che tengono conto di parametri oggettivi, la mobilità non sarà più un tabù per i lavoratori della sanità. «Vogliamo fare assunzioni mira-te», dice Antonio Saitta al Forum organizzato da Repubblica. L’assessore alla sanità e il diret-

tore regionale Fulvio Moirano raccontano a Re-pubblica obiettivi raggiunti e prossimi traguar-di. E lunedì, al termine della giunta, dove sarà approvata la delibera sullo studio di fattibilità per il Parco della Salute, presenteranno il piano alla Città della Salute. «Abbiamo avuto manife-stazioni di interesse da parte di imprenditori.

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j* L REGALO più curioso che abbiamo ricevuto da ragazzi per Nata-

le? Una vigna!». Figurarsi quante storie belle ed origi-nali può riservare il resto del racconto del Natale in casa Ceretto, dinastia di impren-ditori vinicoli piemontesi. Roberta Ceretto, figlia e ni-pote dei “Barolo Brothers”, racconta a Repubblica il rito del pranzo della vigilia.

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6N aumento di 80 euro al mese a partire da marzo per 5.400 dipendenti co-

munali. E’ il risultato che il sinda-co Fassino, l’assessore Passoni e il direttore generale Montanari hanno presentato nell’incontro di fine anno con i dirigenti. L’au-mento finirà nelle buste paga dei semplici impiegati grazie ad un accordo sindacale che ha sblocca-to 4.,8 milioni di risorse. Anche la candidata a sindaco M5s , Chiara Appendino, ha incontrato un gruppo di dipendenti.

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j/EL centrosinistra c’è ancora spazio per la si-nistra. Sbaglia chi pen-

sa il contrario». Gianguido Passo-ni non si rassegna all’idea che non ci sia più posto per la sinistra in un Fassino bis. Per 10 anni ha svolto l’ingrato compito di tutore delle affannate casse comunali. Ora diventa l’alfiere dell’opera-zione che punta a creare tra il Pd e la lista Airaudo una sinistra di governo.

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Medici e infermieri piemon-tesi si devono preparare ad essere spostati da un ospeda-le all’altro? Saitta: «Finito il lavoro di va-

lutazione dei bisogni reali sia per infermieri sia per i medici, elaborato su parametri oggetti-vi, dobbiamo immaginare che il personale possa spostarsi do-ve serve sulla base della razio-nalizzazione. Avremo numeri certi. E’ chiaro che le 800 assun-zioni che abbiamo ottenuto non sono sufficienti ma saremo in grado di dire, ad esempio, se le cifre del personale del Mauri-ziano sono congrue. Quando avremo le risorse possiamo as-sumere sapendo esattamente dove potenziare gli organici e dove ci sono esuberi».

Moirano: «In Piemonte in un anno sono andati in pensione 1800 persone e con lo sblocco del turn over ne sono arrivate 1400. Se non ci fosse stato lo sblocco sarebbe stato il collas-so. Con questi due modelli ab-biamo calcolato la dimensione necessaria sulla base dei repar-ti, delle discipline e dell’attività reale. In Italia non c’è nulla del genere. Per gli infermieri l’ana-lisi è stata fatta dal Collegio Ipa-svi prendendo in considerazio-ne il peso dei ricoveri e la com-plessità dell’attività: se in una struttura si operano tumori al colon o si fanno trapianti allore serve più personale. Noi abbia-mo fatto una diversa valutazio-

ne ma lo scarto non è così am-pio. Sarebbe bello chiudere un accordo con il Collegio. Per i me-dici siamo partiti dall’attività, dal prodotto, prendendo a mo-dello Regioni con buone perfor-mance come l’Emilia per diver-se discipline. Alcuni sono negli standard, altri molto più in al-to, altri più bassi e devono esse-

re rafforzati». Il Piemonte rischia di perde-re alcuni dei direttori genera-li nominati soltanto sei mesi fa perchè potrebbe soffiarli Roberto Maroni. Le voci dico-no che Giovanni Soro, Chia-ra Serpieri, Alberto Minola potrebbero essere scelti. Lo considerate un tradimento?Saitta: «Intanto vuol dire che

abbiamo fatto ottime scelte vi-sto che passano i concorsi di al-tre Regioni. Bisogna considera-re che in Lombardia li pagano il 20 per cento in più, trentamila euro circa. Da alcuni abbiamo avuto rassicurazioni, qualcuno l’ha fatto per mettersi alla pro-va e fare curriculum. In ogni ca-so dobbiamo offrire qualcosa di più e appena usciremo dal pia-no di rientro faremo una rifles-

sione su un aumento del com-penso. In ogni caso molti sono venuti in Piemonte perchè ab-biamo proposto una scommes-sa, siamo un po’ un laboratorio sull’applicazione del patto del-la salute in Italia. Con questo cerchiamo di compensare quel venti per cento. Oltre al fatto che abbiamo lasciato totale au-tonomia sulla scelta dei collabo-ratori più stretti, direttori sani-tari e amministrativi. Altrove non succede».

Le liste d’attesa restano un punto dolente e uno dei pri-mi biglietti da visita per il li-vello di sanità percepita. Co-sa intendete fare? Saitta: «Sono fra gli obiettivi,

il più importante, per i direttori generali. Se ci sono sale operato-rie che lavorano solo per quat-tro ore al giorno questa è una vergogna da correggere».

Moirano: «Martedì ho un in-

contro con i direttori e fra gli obiettivi c’è anche la pubblica-zione periodica dei dati sulle li-ste d’attesa in modo che sia pos-sibile il controllo. Abbiamo rea-lizzato un monitoraggio invian-do personale dell’assessorato a verificare i tempi in forma ano-nima su dodici prestazioni. Non siamo soddisfatti di quello che abbiamo trovato, ma non è una sorpresa ed è difficile cambiare meccanismi come questo. Ci so-no liste d’attesa create perchè il chirurgo è un fuoriclasse e al-tre determinate da inefficien-za. Bisogna lavorare su queste. E poi ci sono i medici la cui spe-cialità che inizia con la “O” a cui piace lavorare negli ambulatori privati al pomeriggio».

Ci saranno assunzioni e inve-stimenti in edilizia sanita-ria, ma solo a condizione che si esca dal piano di rientro. Si può considerare sicura l’usci-

ta dal tunnel?Moirano: «Non ci hanno più

assegnato compiti, non abbia-mo piani operativi da realizza-re e questo è un segnale indiscu-tibile».

Cosa vuol dire, concretamen-te, uscire dal piano di rien-tro?Saitta: «Vuol dire sbloccare

dei fondi. Che intendiamo inve-stire subito, a partire dall’edili-zia sanitaria. E le prime risorse andranno per chiudere definiti-vamente il cantiere dell’ospeda-le di Alba-Bra. Dopo un 2015 tutto dedicato alla programma-zione, nel 2016 saremo nella fa-se del cambiamento. Nel 2017 ci aspettiamo i frutti, vedremo i risultati in termini di efficien-za».

L’operazione sul Parco della Salute è ad un bivio. Come dev’essere un polo sanitario all’avanguardia?

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/ELLA sanità piemontese si sta andando rapidamente verso un nuovo modello di mobilità dei

lavoratori, medici e infermieri saranno spostati dove c’è necessità. Lo annuncia al forum di «Repubblica» Antonio Saitta, in corsa per il coordinamento della sanità per la Conferenza delle Regioni. Al fianco del direttore regionale Fulvio Moirano, l’asssore alla sanità racconta i risultati raggiunti e gli obiettivi ancora da centrare. «Il 2016 sarà l’anno del cambiamento che arriva dopo la programmazione. Nel 2017 si vedranno davvero gli effetti in termini di efficacia del sistema». Per il Parco della Salute lunedì è prevista la presentazione alla Città della Salute dopo l’approvazione della delibera sul piano di fattibilità che sarà inviata a Roma. Intanto è probabile che alcuni dei direttori piemontesi emigrino verso la Lombardia per il concorso indetto da Maroni: «Dobbiamo prevedere aumenti, lì guadagnano il 20 per cento in più». In attesa dei piani di assistenza territoriale che dovranno essere consegnati dai direttori generali a fine dicembre, sono prossime azioni concrete per abbattere le liste d’attesa: «Martedì avremo un incontro con i direttori», dice Fulvio Moirano, che racconta il monitoraggio inventato per avere la fotografia della situazione attuale. �B�DVSB�EJ�1BPMP�(SJTFSJ �%JFHP�-POHIJO �1JFSP�1BPMP�-VDJBOP �3PCFSUP�0SMBOEP �

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Saitta: «Non credo debba es-sere firmato dal grande archi-tetto. Ingegneri e architetti de-vono seguire l’organizzazione funzionale indicata nel detta-glio nello studio di fattibilità. Non dico ovviamente che deb-ba essere brutto, ma che debba essere progettato per garanti-

re la massima efficienza, tenen-do conto che un ospedale di ulti-ma generazione dopo 40-50 an-ni è vecchio».

Quanto i tempi di realizzazio-ne sono intrecciati alle for-mule di finanziamento? «Abbiamo avuto contatti

con imprenditori interessati. La formula è quella di un part-nerariato pubblico-privato. Lu-nedì in giunta sarà approvata la delibera sullo studio di fattibi-lità economico per 600 milioni che dev’essere inviato a Roma per sbloccare le risorse che so-no state accantonate: 250 milio-ni. Non è un ospedale, è la più grande operazione degli ultimi tempi sulla città di Torino. Si possono prevedere le vendite degli ospedali attuali ma se si aspetta la vendita non si parte mai. Quindi stiamo preveden-do un percorso misto che ci con-sente di partire. Questo siste-ma consente di realizzare un ospedale in quattro anni».

Si pensa di inserire il patri-monio nell’operazione di fi-nanziamento?Saitta: «Noi pensiamo di par-

tire con il finanziamento priva-to, si contratta la durata della

concessione e tutto quello che si potrà vendere servirà a ridur-re il tempo della concessione. Questo è lo schema».

Il modello vale anche per al-tre operazioni di edilizia sani-taria, è così?Saitta: «Sì, abbiamo deciso le

operazioni per due ospedali uni-ci: quello di Moncalieri, Chieri e Carmagnola e quello di Domo-dossola e Verbania. Abbiamo avuto resistenze, ma i sindaci stanno cominciando a capire. I risparmi si toccano con mano, gli ospedali garantiscono mag-giore sicurezza». Aumenterà la

mobilità passiva in Piemon-te come sostengono gli im-prenditori della sanità priva-ta?Moirano: «Le cifre di que-

st’anno si avranno nel 2016. In primo luogo diciamo dal 2010 al 2014 l’attività in Piemonte è scesa e questo è il primo anno,

dopo i compiti assegnati ai di-rettori, che registriamo un’in-versione di tendenza: su alcuni ospedali l’attività è in aumen-to. Ma l’aumento di produzione dev’essere appropriata. Detto ciò, senza dubbio i 57 milioni di passivo partendo da 3 milioni

di segno negativo nel 2000 che abbiamo devono essere contra-stati con azioni concrete. Non possiamo stare in un saldo ne-gativo».

Saitta: «Stiamo tentando di chiudere intese con gli altri as-sessori alla sanità delle regioni confinanti, Valle d’Aosta, Lom-bardia e Liguria. Penso faccia comodo a tutti stringere un ac-cordo. Non è tanto la sanità pub-blica ad essere interessata a quel tipo di conflittualità, ma al-cuni privati che fanno marke-ting aggressivo. In ogni modo, con le nomine di primari che stiamo facendo per coprire i po-sti vacanti in questi mesi riusci-remo a resistere. Ma la perdita di malati si contrasta con la deli-bera di accorpamento che ab-biamo approvato. Se sul territo-rio trovi la specializzazione che

ti serve non vai da altre parti». Fra le riforme quella sul 118 ha creato non poche opposi-zioni, non è così?Saitta: «Abbiamo puntato su

personale dedicato anche se è stato contestato e abbiamo po-tenziato il servizio. I Comuni hanno capito che è più impor-tante avere una pista di atter-raggio del 118, anche nottur-na. Hanno messo a disposizio-ne i campi sportivi per consenti-re da tutte le parti del Piemon-te di arrivare in quindici minuti al massimo».

I tagli nazionali quanto sono ancora sostenibili e quanto il sistema può essere centraliz-zato?Saitta: «Ci sono temi che pos-

sono essere centralizzati e altri per i quali è preferibile che le Regioni abbiamo autonomia, anche sei ci possono essere ac-cordi. Il ferderalismo su tutto non funziona, è una sciocchez-za. Sul tema delle risorse la si-tuazione non è rosea e lo sappia-mo. Il budget è aumentato di 1 miliardo e 300 milioni euro ma se si sottraggono gli 800 milio-ni dei nuovi servizi essenziali, i 500 milioni dei farmaci dell’e-patite e oncologici, i 300 milio-ni dei vaccini di fatto è una ridu-zione. Il giudizio certo non è po-sitivo. In ogni caso non abbia-mo mai calcolato gli aumenti promessi. Per cautela non li ab-biamo mai messi in bilancio».

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*medici sono pronti a manda-re in soffitta il tabù della mo-bilità annunciata da Anto-

nio Saitta nel forum di Repub-blica, ma solo a condizione che le decisioni si prendano tenen-do conto dell’accordo siglato - e mai applicato - con la giunta di centrodestra. Molte più per-plessità invece per il comparto: «Mai visto o discusso nessun modello per stabilire il fabbiso-gno di personale», dicono i sin-dacati. Intanto due direttori ge-nerali piemontesi partono per la Lombardia.

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j-A CAPPA di smog ormai la avvertiamo tutti, si in-sinua nelle case, non ci

si può proteggere. C’è poco da fa-re se non prendere provvedimen-ti che alla gente non piacciono». Ennio Cadum è l’epidemiologo dell’Arpa, e spiega come mai To-rino, pur essendo più piccola e virtuosa rispetto ad altre città, sia sprofondata nello smog.

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"PPENA abbandonati gli abiti di presidente della Conferenza delle Regio-

ni, Sergio Chiamparino non ci mette molto per smarcarsi. E i primi a sentirsi piccati sono i suoi consiglieri e compagni di partito. Non è la prima volta che il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus critica il numero uno del Piemonte. Tempo fa lo aveva fatto per le sue ripetute “tentazioni” di di-mettersi per la vicenda delle fir-me false. Ora lo attacca per la sua posizione sul Senato delle Regioni. «Pare un progetto per sistemare politici di serie B e C che non riescono a piazzarsi al-la Camera», il commento pun-gente del presidente del Pie-monte rilasciato venerdì alle agenzie romane. Laus non ha apprezzato: «Ragionare per ca-tegorie non giova alla credibili-tà della classe politica di cui lo stesso Chiamparino fa parte — dice — Ritengo sarebbe di mag-gior aiuto per il buon esito delle riforme sforzarsi di tenere alta la qualità del confronto e aver cura di non mortificare i conte-nuti in favore di pur legittimi giudizi personali». Il segretario regionale Pd Davide Gariglio non è più comprensivo, è sor-preso e ritiene che le dichiara-zioni di Chiamparino rappre-sentino un cambio di opinione. Peraltro tardivo: «Se non lo fos-se avrebbe esternato nei giorni scorsi. A Palazzo Madama an-dranno il presidente della Re-gione e i consiglieri eletti con le preferenze. Dire che questi so-no di serie B mi sembra una for-zatura». Nino Boeti, vicepresi-dente dell’assemblea regiona-le ironizza: «Il Parlamento ne-gli ultimi anni «non è stato cer-to il Bernabeu delle grandi com-petizioni elettorali». Anche il Movimento 5 stelle si risente: «Chiamparino non ha autorevo-lezza per dare le pagelle».

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4E LE luci degli addobbi nata-lizi possono essere un me-tro per sondare l’umore

della città oltre che per misura-re il suo stato di salute economi-ca in questi giorni si può anche azzardare un giudizio cauta-mente positivo. Qualcuno dirà che sono solo sensazioni.È possi-bile che si tratti di questo ma non c’è dubbio che rispetto a uno o due anni fa si avverte più aria di festa, qualcosa che tende a trasmettere ottimismo dopo la lunga notte della crisi abitata da incertezza e paura.Si sa che a volte anche l’aspetto esteriore ha la sua importanza e si fa leggere come un segnale che va oltre la pura immagine fi-no a diventare un messaggio che può essere interpretato co-me una scommessa o anche co-me la voglia di lasciarsi alle spal-le la tristezza confidando in una svolta positiva a lungo attesa. Non è escluso che per creare questo clima ci sia stato uno sforzo collettivo e già questo è un bene. Attingendo alle sue non floride sostanze il Comune ha provato a decorare la città co-me non faceva da qualche anno.

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4"-7"503&�5301&" *L PROBLEMA è complesso, la so-luzione semplice: stare fermi. L’assunto sembra assurdo ma

il sindaco Piero Fassino, dopo le pressioni arrivate dai colleghi della cintura per mettere mano a provvedimenti contro lo smog, non ha dubbi: «Nelle città che hanno deciso di bloccare il traffi-co la situazione non è migliorata. Incontrerò comunque tutti i sin-daci della cintura e ne discutere-mo». La politica intanto si interro-ga sul da farsi. Il radicale Silvio Viale propone il biglietto del bus a 1,50 euro valido per tutta la giornata. Abbiamo chiesto a tut-ti i gruppi politici della Sala Ros-sa un’idea per l’emergenza.

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"VEVA RAGIONE Borges quando affer-mava che «altri si vantino delle pagi-ne che hanno scritto; io sono orgo-

glioso di quelle che ho letto». Dunque, se do-vete affrettarvi nelle librerie per regalare un libro per Natale, affidatevi ai consigli dei nostri amici librai che non solo hanno letto i libri, ma sono lì per noi per accompa-gnarci nella scelta.

Malvina Cagna che gestisce con grande passione la Libreria Trebisonda consiglia le poesie di Guido Catalano, “il poeta profes-sionista vivente” che ha venduto oltre le 20mila copie, tutte edite da Miraggi.

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j/OI chiediamo un voto per Torino, forti di un bilancio positivo e

del fatto che la città è diventata un punto di riferimento a livel-lo nazionale. Non chiediamo un voto per una battaglia politica contro il governo che non ha nulla a che fare con Torino». Una differenza che il sindaco e candidato Piero Fassino mette in luce più volte durante il suo intervento all’Hotel Majestic, prima occasione per dare la ca-rica ai suoi dopo l’annuncio del-la sua corsa per il bis.

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$ ’È la disponibilità dei me-dici, ma solo a condizione che la mobilità per i lavo-

ratori della sanità ipotizzata dall’assesore Antonio Saitta ri-spetti l’accordo dell’ottobre del 2013. Non è infatti la prima vol-ta che il Piemonte prova a scon-figgere il tabù dello spostamen-to di personale. Il tema era sta-to affrontato anche dalla giun-ta di centrodestra. Tanto è vero che il 22 ottobre del 2013 l’as-sessore di allora, Ugo Cavalle-ra, sottoscriveva un’intesa con tutte le sigle sindacali. Non è mai stato applicato. Ora che il direttore regionale Fulvio Moi-rano ha presentato ai sindacati il modello per la valutazione dei fabbisogni di personale sanita-rio, il tema torna alla ribalta.

«Si devono rispettare i paletti indicati in quell’accordo che do-po una prima verifica prevede-va un controllo sulla disponibili-tà di posti all’interno della stes-sa azienda e solo come seconda ipotesi lo spostamento all’inter-no della Regione», mette le ma-ni avanti Paolo Nuccio della Cgil medici, alle prese con lo stu-dio del documento consegnato da Moirano: «Molto tecnico, bi-sogna avere il tempo di esami-narlo con attenzione priam di ponunciarsi.

L’intesa del 2013 è la base di partenza anche per il sindacato medici Anaao: «In ogni caso sembra piuttosto curioso che in questo momento in cui i segna-li indicano ovunque le conse-

guenze causate dalla carenza di personale, i vertici della no-stra sanità ipotizzino esuberi».

Le perplessità sono ancora più forti nel comparto. Il Colle-gio Ipasvi di Torino, che ha mes-so a punto un modello apprezza-to anche dall’assessorato, preci-sa che i calcoli numerici devono essere affiancati anche da altre valutazioni: «Bisogna prendere

in considerazione i part-time, le idoneità al lavoro, il numero di personale che da anni non è più coinvolto direttamente nell’as-sistenza», dice la presidente Maria Adele Schirru.

E Massimo Esposto, respon-sabile sanità Cgil funzione pub-blica di Torino, apre il dibattito sul recente riordino dei labora-tori, primo esempio concreto di

applicazione della mobilità: «Hanno voluto mutuare il siste-ma dell’Emilia Romagna , ma si-gnifica fare il matrimonio con i fichi secchi. Lì hanno speso ol-tre 30 milioni per costruire nuo-vi laboratori decentrandoli e co-struendo attorno servizi e tra-sporti, mentre qui le tre struttu-re hub indicate - come Molinet-te - sono vecchie e inadeguate».

E se poi gli altri ospedali, incal-za Esposto «non avessero perso-nale da mandare ai laboratori? Come si possono garantire gli stessi volumi di attività?». Mai stati consultati su un modello per rilevare i fabbisogni, attac-ca Daniela Volpato, segretario regionale Cisl Funzione Pubbli-ca.

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- E sirene di Roberto Maroni e della sani-tà lombarda scippano due giocatori al-la squadra dei direttori generali della

sanità piemontese. A pochi mesi dall’inse-diamento e alla vigilia della consegna dei piani territoriali, partono per la Lombardia Stefano Manfredi, il direttore generale dell’ospedale San Luigi e Lorenzo Ardisso-ne, che guida l’Asl To4 di Chivasso. I mila-nesi possono permettersi un compenso più alto, circa 154 mila euro lordi contro i 120 del Piemonte, ma non è la sola motivazione che può aver portato alcuni manager no-strani a lasciare la loro scommessa al fianco di Saitta e Moirano per andare a confrontar-

si con il modello lombardo. «Le cosa capita-no», dice Manfredi, laureato in scienze poli-tiche, 53 anni e direttore amministrativo ad Alessandria per due mandati prima di essere nominato al San Luigi. «La sfida è in-teresssante perchè l’ospedale di Lecco che andrò a dirigere è nuovissimo, ma vorrei fosse chiaro che ad Orbassano ho lavorato benissimo e i progetti erano molti», è il com-mento a poche ore dalla telefonata del di-rettore regionale della sanità lombarda Walter Bergamaschi che ha confermato le scelte. Ardissone andrà invece a Mantova: «Avevo partecipato soltanto per mettermi alla prova, sono ancora un po’ scosso. I soldi non c’entrano nulla, lavoro per passione e mi piace fare nuove esperienze».

L’emigrazione dei piemontesi verso la Lombardia ha convinto Antonio Saitta a ri-flettere sull’ipotesi di alzare i compensi: «Ci ragioneremo con lo sblocco di risorse

per l’uscita dal piano di riento». Si apre ora il tema delle sostituzioni. «Vorremmo che concludessero prima il lavoro in cantiere», ice Saitta, il quale conferma che le nomine saranno fatte sulla base della gradatoria di chi era stato ammesso al colloquio, la short list dalla quale erano stati scelti i 16 neo di-rettori. Alcuni, come Valter Galante, han-no trovato un posto di lavoro nelle parteci-pate. Altri , come De Filippis e Dall’Acqua, sono diventati direttori sanitari. Altri, anco-ra, come Maurizio Dore, potrebbero torna-re in corsa.

La perdita per il Piemonte avrebbe potut-to essere più importante. Fra i cento usciti dalla prima selezione attraverso il quizzo-ne, c’erano anche Giovanni Maria Soro dell’Asl To1, Chiara Serpieri di Vercelli, Mi-nola di Novara. Tutti in corso fino all’ultima ora. � � T�TUSJQ�

*STITUTI bancari, gruppi imprendito-riali, fondi d’investimento. Da quan-do il Parco della Salute è entrato fra

le priorità nell’agenda di Sergio Chiam-parino, i contatti sono arrivati. E sono piuttosto numerosi. «Abbiamo avuto al-cune richieste - dice l’assessore alla sa-nità Antonio Saitta - alcune sono arriva-te direttamente al presidente, altre a me e in assessorato. Altre ancora al di-rettore generale della Città della Salu-te Gianpaolo Zanetta».

Gianfranco Carbonato, numero uno di Confindustria Piemonte, è in attesa di conoscere i dettagli dell’operazione: «Ne avremmo sicuramente parlato con Chiamparino nell’incontro fissato ve-nerdì scorso che è stato solo rimandato per difficoltà a liberarsi da altri impe-gni - dice - Sicuramente l’interesse di Confindustria per questa operazione che il presidente della Regione ha defi-

nito il più grande investimento in ambi-to sanitario in questo momento in Ita-lia non può non interessarci, ma aspet-tiamo di saperne di più».

La Regione inoltre, prosegue Saitta, sta verificando la possibilità di accede-

re a finanziamenti europei: «Poiché si bandirà una gara europea abbiamo son-dato l’ipotesi di coinvolgere Istituti eu-ropei». L’ipotesi di Cassa Depositi e Pre-stiti non è ritenuta percorribile: «Que-sta è un’operazione che non può essere realizzata da un solo istituto bancario,

ma è molto più complessa perchè com-posta da molte parti, ospedale, didatti-ca, ricerca - spiega l’assessore - Ogni parte deve avere un equilibrio economi-co, a partire dai 250 milioni accantona-ti per opere di rilevanza nazionale che riteniamo di poter ottenere presentan-do lo studio di fattibilità che sarà giudi-cato dal nucleo di valutazione».

La delibera sullo studio di fattibilità economica sarà subito inviata a Roma dopo l’approvazione in giunta domani. Subito dopo Chiamparino e Saitta han-no scelto di presentare lo studio agli ad-detti ai lavori. L’appuntamento è stato dunque fissato nell’Aula Magna della Città della Salute, dove sarà presente il direttore della scuola di medicina Ezio Ghigo e dove il direttore generale Gian-paolo Zanetta ha invitato la dirigenza medica e i sindacati. � T�TUS�

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LA STAMPA

DOMENICA 20 DICEMBRE 2015 .Alessandria e provincia .49��

Gli ultras contro i tagli all’ospedaleAnche i tifosi del Derthona al sit-in a difesa dei reparti ormai trasferiti da Tortona a Novi

Uno striscione con scritto «400mila euro spesi per poi chiuder-lo. Grazie Regione» appeso al-l’ingresso del Cup, in piazza Ca-vallotti, per attirare l’attenzio-ne sullo smantellamento del-l’ospedale di Tortona e in parti-colare del reparto di Pediatria:da domani il personale prende-rà servizio all’ospedale di Novi.A Tortona resterà l’ambulato-rio pediatrico dalle 8 alle 16. Uncentinaio di persone si sono ra-dunate davanti all’ospedale ieripomeriggio per il sit in organiz-zato dal Nuovo comitato Unitiper Tortona.

Nuovo comitato

«Abbiamo deciso di scendere dinuovo in piazza - dice la coordi-natrice, Elena Piccini - per pro-testare contro la decisione del-l’Asl di anticipare la chiusuradei reparti dell’ospedale senzaattendere la sentenza del Tar,che dovrebbe pronunciarsi traun mese circa: l’ennesima con-giura contro l’ospedale e contro

la città». Hanno partecipato al-cuni medici e infermieri, qual-che sindaco del territorio, il vi-ce sindaco di Tortona GianlucaSilvestri e l’assessore MarcellaGraziano, alcuni consiglieri,una fetta di cittadinanza, ilgruppo ultras del Derthona Fbc«Spavalda Crew Tortona».«Saremo sempre in prima filaper qualsiasi buona causa cheriguarda la città - dicono i rap-

presentati del gruppo -. Non ciinteressa la politica e nemmenoi politici, noi oggi siamo in piaz-za per dire a Tortona e al Torto-nese “Sveglia! Ci stanno por-tando via l’ospedale”». «Chiu-dere senza coinvolgere i cittadi-ni è un gesto di mancanza di ri-spetto - dice Silvestri -. Questaè una partita che perde la Sani-tà». «Mi dispiace che siamo inpochi - dice il sindaco di Alzano,Adolfo Guagnini -, i bambini chehanno bisogno della Pediatriad’ora in poi dovranno andare al-trove». «La sentenza è attesa ametà gennaio - dice AntonelloSantoro, medico, consiglierecomunale e segretario del Pd -:Tortona spera che il Tar dia ra-gione alla città perché se saràcosì, tutto dovrà tornare indie-tro». «E’ stato davvero bruttovedere smantellare la Pediatria- ha detto il medico Pia Cama-gna -, dopo 40 anni, questi gior-ni per me sono un lutto». «Con inostri soldi hanno ristrutturatol’ospedale - ha detto Ugo Sbruz-zi - e adesso buttano via tutto».

��BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

La protesta si estende ad Acqui

Oggi sfilano i volontariil 29 corteo del ComuneNon sarà solo un sit in quelloorganizzato dal Comune di Ac-qui per il 29 dicembre, alle 10, indifesa dell’ospedale. Come au-spicato il sindaco, dal Monsi-gnor Galliano partirà un cor-teo. «Gli altri sindaci e io stia-mo ancora definendo il percor-so - dice Enrico Bertero -, ma agrandi linee dovremmo arriva-re fino in piazza Levi, di fronteal municipio, toccando via SanDefendente, via Buonarroti,via Crenna, via IV Novembre,via Berlingeri, via Crispi e cor-so Roma». Il Comune, per l’oc-casione, sarà chiuso al pubbli-co. «L’obiettivo è che alla sfilataci sia quanta più gente possibi-le - ribadisce Bertero - e non cisaranno scuse per non parteci-pare a quello che sarà il grido didolore di un territorio di fronteai continui tagli alla sanità».Acqui sta raccogliendo le ade-sioni degli altri 32 Comuni - «da

Alice ci hanno promesso 150persone» - e si aspetta una ri-sposta soprattutto dalla popo-lazione, in un bacino di 42 milaabitanti. «Anche il vescovoMicchiardi ha assicurato il suoappoggio alla manifestazione»dice Bertero, che domani spe-dirà al presidente Mattarella ea Papa Francesco le due letterecon cui intende denunciare lasituazione dell’ospedale. Intan-to, oggi, ci sarà un’altra sfilata:quella delle 37 associazioni riu-nite nel Gav, Gruppo associa-zioni volontariato presiedutoda Giorgio Pizzorni, per il terzoanno impegnate nella Fiaccola-ta della solidarietà. Il corteomuoverà alle 17 da piazza Ad-dolorata col corpo bandisticoacquese e attraverserà le vieGaribaldi, Italia, Viganò, Rai-mondi per terminare al duomo,dove ci sarà la messa. [D. P.]

��BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

MARIA TERESA MARCHESE

TORTONA

IL NODO DELLA SANITÀ

�Trasloco temporaneo di reparti all’ospedale Santi Antonio e Biagio diAlessandria. La Chirurgia generale daieri è trasferita al secondo piano, mentre Ostetricia e Ginecologia dadomani sarà all’ottavo piano. Spie-gano all’Azienda ospedaliera che il trasferimento è legato «alla realizza-zione di lavori straordinari di manu-tenzione nei blocchi operatori, nelle degenze chirurgiche e sull’impiantoelettrico delle sale chirurgiche di Gi-necologia, a seguito di quanto previ-sto nel Piano strategico e degli inve-stimenti. Da qui la necessità di modi-ficare la pianificazione dell’attività chirurgica programmata di tutte lediscipline, salvaguardando le urgen-ze e gli interventi non procrastinabi-li». Intanto, l’altro giorno il gruppo «24oreBasket» ha portato una dona-zione di materiale sportivo che era stato acquistato con i proventi della manifestazione e destinato all’attivi-tà sportiva del Centro di riabilitazio-ne Borsalino. [M. FA.]

Aso di AlessandriaLa Chirurgia generale

va al secondo piano�Un laboratorio con un’adeguata strumentazione per il controllo deinei saranno messi a disposizione dal-la Lilt e inaugurati mercoledì all’ospe-dale Santo Spirito di Casale, al primo piano, nei locali lasciati liberi dal-l’Oculistica. «Sono un laboratorio e uno strumento per la videodermato-scopia - spiegano gli oncologi Mario Botta e Elisabetta Gattoni della Lilt - per eseguire uno screening sulle le-sioni pigmentate cutanee, vale a dire i nei, che è sempre meglio tenere sot-to osservazione». Lo strumento, ac-quistato con circa 20 mila euro dalla Lega per la lotta contro i tumori, con grosso contributo da parte del-l’azienda Eltek, consente di effettua-re un esame più approfondito delneo. La Lilt metterà dunque a disposi-zione in un’ottica di prevenzione lostrumento e i medici che lo utilizzanonel laboratorio, che sarà aperto due giorni la settimana a partire dal mesedi gennaio (ancora da deciderà quali saranno). [F. N.]

A CasaleLa Lilt dona strumento

per controllare i nei

ElenaPiccini

AdolfoGuagnini

In piazzaUn centinaio

i partecipantial sit-in: nel

mirinola Regione

e la direzionedell’Asl, che non hanno

atteso la sentenza

del Tar

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48 .Biella città .LA STAMPA

DOMENICA 20 DICEMBRE 2015

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Una passerella di ex di-rettori Asl, tra amar-cord e futuro del nuovo

ospedale. L’altra sera al DegliInfermi, su iniziativa del diret-tore generale Gianni Bonelli, c’è stato un incontro con i pro-tagonisti del lungo iter che haportato alla realizzazione delnosocomio di Ponderano.Ognuno ha aggiunto un tas-sello, risolto qualche impassee ora che, dopo 20 anni di bu-rocrazia e lavori, l’ospedalec’è e funziona, la sfida è comu-nicare la sua avanguardia tec-nologica e la professionalitàdegli operatori attraendo pa-zienti da fuori provincia.

«Attirate i vercellesi»

Da Fulvio Moirano, direttoregenerale quando nel febbraio’95 fu approvato lo studio difattibilità, a Gianfranco Zu-lian che, nello stesso ruolo, loinaugurò ufficialmente il 19dicembre del 2014. Oltre a lo-ro sono intervenuti Bruno Vo-gliolo (commissario nel ’96),Ada Fattorini (direttore sani-tario dal gennaio ’97), VittorioBrignoglio (direttore ammini-strativo con Vogliolo e poi conZenga), Giovanni Zenga (di-rettore generale dal ’97), Ma-ria Teresa Flecchia (direttoreamministrativo dal ’99), LuigiSavoia (direttore sanitario nel2002), Eugenio Zamperone(direttore amministrativo con

pò delle modifiche in base aicambiamenti normativi e chenel progetto ha sempre credu-to, è proprio uno di loro.

Datemi un cartello

La prima cosa utile per attrarregente da fuori è indicare l’ospe-dale con i cartelli. «Non ne hovisto uno da Santhià a Biella, senon nelle immediate vicinanze

800Posti

Le previsioniiniziali

dei postiletto nel

corso deglianni si sono

dimezzate

RimpatriataGli ex

direttoridell’Asldi Biella

riunitil’altra sera

al nuovoospedale

DegliInfermi

11Manager

Tutti hannocontribuito

a progettaree costruire

il DegliInfermi bis

Brusori e Zulian), Pier OresteBrusori (direttore generale nel2007), Carla Peona (commissa-rio nel 2011). Con Vogliolo siconcluse la gara di progettazio-ne: «L’augurio è che il Degli In-fermi trovi un compito ben defi-nito nella rete degli ospedalipiemontesi. Dovete convincerei vercellesi a venire all’ospedaledi Biella». E Savoia, che si occu-

dell’ospedale», ha detto Moira-no, oggi direttore della sanitàregionale a Torino. Zulian, conl’avvicinarsi dell’apertura, ave-va sollecitato i sindaci biellesi asegnalare l’ospedale, almenodai paesi vicini, ma anche dallestrade principali. Il sindaco diPonderano Elena Chiorino: «In-viterò i colleghi a mettere i se-gnali stradali, se poi ci fosserocollegamenti più veloci e como-di per raggiungere Biella sareb-be ancora meglio».

La carrellata

Si è parlato del progetto farao-nico poi ridimensionato con ilcambiare dei tempi e delle esi-genze, e di quando Zenga lo pre-sentò alla Regione e si pensavache i lavori sarebbero durati 5 o6 anni; del numero dei posti let-to ridotto, per via delle nuovenormative, da 6,5 a 3,7 ogni mil-le abitanti; della gara d’appaltoseguita da Flecchia; del periodolegato al fallimento dell’impre-sa De Lieto da cui, secondo Bru-sori, «si uscì solo grazie all’im-pegno di tutti gli operatori».Per Zamperone il momento de-cisivo fu il nuovo affidamentonel 2007 che tolse il punto in-terrogativo dalla frase: «Si faràl’ospedale? E un anno e mezzofa, quando organizzammol’open day, fu un altro momentocruciale: i biellesi si accorseroche l’ospedale era realtà». Infi-ne Zulian, che si è buttato ani-ma e corpo nel completamentodei lavori e nell’apertura, «per-ché tutti i miei collaboratoristavano facendo lo stesso. ABiella ho incontrato personecon il piacere di lavorare e chenella cura dei pazienti mettonol’anima: il loro esempio va por-tato nel resto del Piemonte».

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CORRADO MICHELETTI

I padri storici dell’ospedale“Valorizzate questo gioiello”Vent’anni di appalti, guai burocratici e progetti modificatinell’amarcord degli ex dirigenti Asl riuniti al Degli Infermi

L’estensione dell’ospe-dale prevista nel pro-getto iniziale si rivelò esagerata a distanza dianni, dato il calo de-mografico. La Regione negli anni si è dimo-strata prima entusia-sta, poi restia, poi con-vinta che l’ospedale fosse troppo grande. Curioso l’aneddoto raccontato da Peona e Zamperone sull’ex as-sessore Paolo Monferi-no: «Ogni volta che an-davamo da lui elimina-va dal progetto un pia-no o un pezzo dell’edi-ficio, magari già co-struito. Il ricordo ora fasorridere, ma allora i tagli e le modifiche erano uno snervanterompicapo». [F. FOS.]

L’aneddotoLe «forbici»

di Monferino

FRANCESCA FOSSATI

BIELLA

Reportage

PIU’ DI TREMILA I NUOVI AZIONISTI

Concluso l’aumento di capitale da 120 milioni“Ora Banca Sella può continuare a crescere”

Si è concluso con successol’aumento di capitale da 120milioni di Banca Sella, lan-ciato, come spiega una notadel gruppo, «per continuarea crescere e a rafforzare il modello di business dellabanca, investendo nell’inno-vazione digitale e sullo svi-luppo dei tradizionali servizid’eccellenza come il privatebanking, i sistemi di paga-mento e i servizi digitali».

L’operazione era partita il5 ottobre con l’offerta di105.263.158 di azioni al prez-zo di 1,14 euro ciascuna, e si èchiusa il 15 dicembre con l’in-

tero importo sottoscritto. Nel-la compagine entrano così piùdi 3 mila nuovi azionisti. «An-che il socio di controllo BancaSella Holding ha partecipatoall’operazione - aggiunge la no-ta -, sottoscrivendo nuoveazioni per circa 13 milioni. Al-meno una parte di tale quotasarà probabilmente cedutasuccessivamente al regola-mento del collocamento, a in-vestitori istituzionali che han-no manifestato il loro interes-se». Dopo l’operazione la quotadi azioni non riconducibile aBanca Sella Holding è salita acirca il 20% rispetto al 7,56%

iniziale: «Per assicurare la sta-bilità del controllo e la conti-nuità del tradizionale stile digestione - spiega il Gruppo -,caratterizzato da un profilo dirischio prudente, le nuoveazioni sono ordinarie a votosingolo, mentre quelle dei giàsoci sono diventate a voto plu-rimo (ogni azione dà diritto aesprimere tre voti)».

Investimenti

Ora Banca Sella annuncia chedestinerà nuove risorse agli in-vestimenti previsti dal pianoindustriale, tarato per «coglie-re le opportunità di uno scena-

rio in forte evoluzione, che stacomportando cambiamentinei modelli economici, di busi-ness e di impresa».

L’aumento di capitale ha an-che rafforzato i coefficienti pa-trimoniali, che erano già in li-nea con gli standard richiestinel nuovo quadro europeo. IlCet1 di Banca Sella stimato afine 2015 in seguito all’opera-zione è del 13,9%, in aumentorispetto all’11,13% del 30 giu-gno 2015. Il Total Capital Ratiostimato a fine 2015 dopo l’ope-razione risulta pari a 18,65%, inaumento rispetto al 15,63% del30 giugno 2015: «Per effettodell’aumento di capitale e di al-tre operazioni straordinarierealizzate nel corso dell’anno -conclude la nota -, il manage-ment stima, che il Cet1 a fine2015 del Gruppo Banca Sella siattesterà sopra il 10,6%».

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LA RIVOLUZIONE DELLA DIFFERENZIATA

Rifiuti, appello a 2 mila famiglie“Ritirate i nuovi contenitori”

A meno di due settimane dal-l’avvio del nuovo sistema diraccolta rifiuti, a Biella sonoancora circa 2 mila la famiglieche non hanno ritirato il nuo-vo contenitore per la raccoltadell’indifferenziato. E PalazzoOropa lancia un appello, affin-ché queste persone non si tro-vino una bolletta più cara deldovuto. Dal primo gennaio laparte variabile sarà calcolatain base al numero di svuota-menti di questi bidoni: menosaranno, più basso sarà il con-to da pagare. E senza i nuovicassonetti, dotati un dispositi-vo che consente di contare il

numero dei conferimenti, nonsarà dunque possibile il compu-to dei rifiuti prodotti. Per ritira-re il contenitore è sufficienterecarsi alla sede Seab in vialeRoma 14 (negozio al piano ter-ra) aperta dal lunedì al giovedìdalle 8,30 alle 17 e il venerdì dal-le 8,30 alle 15,30. Per informa-zioni rivolgersi al numero verdedi Seab 800.399760. Il Comuneha intanto inviato giusto in que-sti giorni 27 mila pieghevoli conle modalità della raccolta pun-tuale e con il promemoria deimateriali che si possono diffe-renziare tipologia per tipologia.

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40 .Cronaca di Torino .LA STAMPA

LUNEDÌ 21 DICEMBRE 2015

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Il caso di un paziente schizofrenico

“Mancano i letti”Malato prigionieroin rianimazioneCosta 2000 euro al giorno ma non si può trasferire

Cinque giorni in Rianimazio-ne, più altri dieci in attesa chesi liberasse un altro posto, nel-lo stesso letto ad alta intensitàche costa alla sanità pubblicaduemila euro al giorno. A de-nunciare lo spreco, e il disagiodelle tante famiglie che quoti-dianamente devono assistereun disabile, è il padre di un ra-gazzo schizofrenico di 25 anni,da tre tracheostomizzato.

Mancano i lettiFilippo ha un tubicino inseritodirettamente nella trachea, dacui viene collegato al polmoneartificiale. Ed è proprio per «lafuoriuscita della canula dalcollo, mentre gli veniva cam-biata la maglietta in un centroriabilitativo, che mio figlio èstato trasportato d’urgenza alMartini, dov’è stato operatonuovamente al collo e ricove-rato inutilmente per quindicigiorni in rianimazione. Dalquinto giorno i medici ci han-no detto che aspettavano unletto per trasferirlo, ma nonsapevano dove», raccontal’uomo, provato da lunghi an-ni di assistenza a un ragazzonon autosufficiente: «Ci sen-tiamo abbandonati. Lui ha piùdi una patologia e viene rim-balzato da una parte all’al-tra». Sabato gli hanno trovatoun posto in Psichiatria, sem-pre al Martini: «E’ così uscitodall’alta intensità, dove costa-va 2000 euro al giorno ci han-no confidato gli stessi medici,ma il nuovo reparto non èadatto alla situazione che sta

vivendo. Anche se è schizofre-nico, è stato operato da poco eil suo posto sarebbe in medici-na o chirurgia».

Strutture su misuraPurtroppo questa non è la pri-ma volta che la famiglia di Fi-lippo si deve adattare alle «li-mitazioni della sanità pubbli-ca: sono anni che viviamo que-sto inferno. I problemi mentalidi Filippo si sono presentatisette anni fa. Siamo semprestati seguiti “sulla carta”, mala vera assistenza a nostro fi-

glio l’abbiamo dovuta dare noigenitori, a casa, con le nostreforze. Tre anni fa, durante unacrisi, abbiamo chiamato i me-dici dell’Asl che lo seguivano.Quando ha sentito l’ambulan-za, si è buttato dal balcone. E’un miracolo che si sia salvatoma ora, avendo anche proble-mi fisici conseguenti alla cadu-ta dal terzo piano, non sannomai dove metterlo. Mancanostrutture in grado di occuparsidi lui. E se esistono, non pos-siamo permettercele».

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NOEMI PENNA

Appello alle istituzioni

Trentamila anzianiaspettano un postoin una casa di riposoSono 32 mila gli anziani pie-montesi non autosufficientiin attesa di accedere ai servi-zi d’assistenza del serviziosanitario nazionale. E’ bruttoda dire, ma la maggior partedi loro non ci riuscirà mai: ilnumero di richieste è spro-porzionato rispetto ai postidisponibili. «Bisognerebbedefinirle liste d’abbandono,perché nessuno è in grado didire quanto tempo ci vorrà.E’ una situazione insosteni-bile, che pesa interamentesulle famiglie», denuncia

Fondazione promozione socia-le, Onlus di Torino presiedutada Maria Grazia Breda, pro-motrice di un appello pubblicoalle istituzioni. Il primo a fir-marlo è stato Gustavo Zagre-belsky, presidente emerito del-la Corte costituzionale.

Mancano i sostegniSempre di Fondazione promo-zione sociale è la petizione,prorogata al 31 dicembre, sulriconoscimento del dirittoprioritario alle prestazioni so-cio-sanitarie domiciliari delle

persone non autosufficienti.«In base alle norme sui Lea – ilivelli essenziali di assistenzasocio-sanitaria – i soggetti conhandicap intellettivo grave, glianziani malati cronici non au-tosufficienti, le persone condemenza senile e i pazienti conrilevanti disturbi psichiatrici elimitata autonomia hanno il di-ritto immediato alle presta-zioni socio-sanitarie residen-ziali senza limiti di durata,ma occorre altresì che le Asle i Comuni forniscano con-creti sostegni alle persone

Il ricoverod’urgenzaFilippo ha 25 anni e respira grazie a un tubo nella gola che si è sfilato: è stato trasportato all’ospedale Martini e ricoverato in terapia intensivacinque giorni

La soluzioneestremaIn nessun reparto c’è postoper Filippo ma non può occupare piùinutilmente quel letto di terapia intensiva: l’unica possibilità è un posto in Psichiatria

La dimissioneimpossibileDieci giorni fa Filippo avrebbe potuto esseredimesso dallaRianimazione etrasferito in un altro reparto non piùdi terapia intensiva dovecosta 2000 euroal giorno

Ladenuncia

Sanità in crisiIl 2015 si chiude lasciando in eredità un’emergenza priorita-ria rispetto ad altri problemi: quella di una rete sanitaria eassistenziale a corto di risorse che stenta a tenere il passocon i nuovi bisogni e le nuove povertà di una Regione dove ilnumero di anziani e disabili, sovente non autosufficienti, aumenta. Situazioni rese più penose dalle festività in arrivo.Sostenere i più deboli è la vera sfida delle istituzioni.

I numeri dell’emergenzaNonostante l’aumento delle risorse statali, meno del previsto, aumentano le prestazioni da finanziare a cavallo tra sanità e assistenza

Poche risorsee moltinuovi bisogni

non autosufficienti curate eassistite a domicilio, e garan-tiscano ai loro congiunti, cheassumono volontariamentequesto gravoso impegno, unrimborso forfettario dellespese vive sostenute».

Potrebbe sembrare ovvio,ma così non è: «Non bastache i parenti si logorino die-tro i loro cari, ma devono an-che pagare di tasca loro emolte volte rinunciare al pro-prio lavoro, se non possonopermettersi un badante,quando per legge potrebbero

Il paradosso in ospedaleUn letto in rianimazione ha un costo altissimo

ma se gli altri reparti sono al collasso non c’è alternativa

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LA STAMPA

LUNEDÌ 21 DICEMBRE 2015 .Cronaca di Torino .41�����������

La tesseraDa aprile

cambianoi criteri per

ottenerela tesseradi libera

circolazione

L’assessore

“Assegni di cura Dal 2016 criteri uniformi e contributo dei Comuni”

Regole omogenee da Co-mune a Comune sulleprestazioni erogate, e

sugli aventi diritto, accompa-gnate dalla richiesta agli entilocali di uno sforzo economicoper cofinanziare i servizi a ca-vallo tra sanità e assistenza. Inprimis gli assegni di cura perl’assistenza domiciliare: quelliche tecnicamente rientranonegli extra-Lea, cioè i livelli es-senziali di assistenza. È uno dei propositi annunciati daAntonio Saitta, assessore re-gionale alla Sanità, per l’iniziodel 2016 dopo la recente sen-tenza del Consiglio di Stato afavore della Regione.

In precedenza il Tar, su ricorsodi alcune associazioni e fami-glie dei malati, aveva stabilitoche gli extra-Lea dovessero es-sere finanziati con risorse dellaSanità e non delle Politiche so-ciali: perché vi eravate opposti?

«Lo avevamo fatto su espressa richiesta del tavolo di monito-raggio romano che dal 2010 controlla i nostri conti: alle Re-gioni sottoposte a piano di rien-tro del disavanzo del deficit, co-me il Piemonte, non è concesso utilizzare i fondi della Sanitàper coprire gli extra-Lea».

Ora il Consiglio di Stato hasmentito il Tar e vi ha dato ra-gione: cosa cambia?

«Per i malati e le loro famiglieassolutamente nulla. La diatri-ba, per molti aspetti parados-sale, riguardava l’utilizzo in-

terno dei fondi regionali: dopo lasospensione della sentenza delTar, a seguito della nostra impu-gnazione, abbiamo finanziato gliextra-Lea con risorse delle Poli-tiche sociali, integrate dal fondosanitario. Nessuno degli aventi diritto è stato abbandonato».

La stessa formula adottata nel2014?

«Esatto. Il 2015 è coperto e nelbilancio di previsione 2016 sa-ranno stanziate ancora risorse,sempre dalle Politiche sociali,per altri sei mesi».

Perché solo sei mesi?«Perché se il Piemonte usciràdal piano di rientro, come spe-ro, finalmente riacquisteremoautonomia e allora tutto l’impe-gno di spesa potrebbe tornare acarico della Sanità. Bisogneràcapire cosa succederà, anchecon riferimento ai nuovi Lea».

Di che si tratta?«Nuove prestazioni, in aggiun-ta a quelli attuali, finanziatedallo Stato».

Di quali cifre parliamo?«Ha presente il miliardo di eurodi aumento che Roma ha rico-

«Il Consiglio di Statoci ha dato ragionema anche primanessuno dei malatiè stato abbandonato»

Antonio Saittaassessore regionalealla Sanità

Nuove regole dopo le polemiche

Ipovedenti sui busDalle Asl il certificatoper viaggiare gratisSi avvia a soluzione la diatribatra gli ipovedenti gravi e la Re-gione, con riferimento al rila-scio della tessera (da aprile informato elettronico e alla pri-ma emissione subordinata alversamento una tantum di 15euro) per circolare gratuita-mente sui mezzi pubblici: sa-ranno le Asl a certificare conun apposito documento lapercentuale di invalidità chegarantisce il diritto all’agevo-lazione.Il problema, e le lamentele,

nascevano da due ordini difattori. La direttiva regionaleapprovata lo scorso luglio vin-cola il riconoscimento alla li-bera circolazione agli invalidicivili con una percentualeuguale o superiore al 67%. Euno. Seconda questione: gliipovedenti non hanno riporta-ta sul loro verbale di ricono-scimento la percentuale di in-validità ma soltanto la defini-zione di «ipovedente grave».Questo perché, come spiega-va nei giorni scorsi Marco Bongi, presidente dell’Anpri,l’Associazione retinopatici eipovedenti, «da un paio di annia questa parte le commissionidell’Inps e delle Asl non la se-gnano più». Una doppia ta-

gliola che di fatto precludeva undiritto finora riconosciuto aquesta categoria.A seguito della segnalazione

la faccenda è stata trattata du-rante un incontro in Regione tral’Anpri e i tecnici dell’assessora-to ai Trasporti. Nell’occasione èstato concordato che gli ipove-denti gravi, riconosciuti tali dal-l’Inps, si procureranno un ver-bale a parte dell’Asl dove saràprecisata la percentuale fissatadalla direttiva: sulla base di quelverbale, da trasmettere alla Re-gione, chi rientra nei parametrisi vedrà rilasciare la tessera.Tutto a posto? «Abbiamo fat-

to di necessità virtù - replicaBongi -, sobbarcandoci un one-re supplementare». I 15 eurochiesti dalla Regione? «Ma no,su quelli non intendiamo batta-gliare. Invece la nuova proce-dura obbliga gli ipovedenti aduna trafila supplementare,cioè il passaggio all’Asl per pro-curarsi il verbale. Come se nonbastasse, tranne che per la To-rino uno nelle altre aziende sa-nitarie non è chiaro chi siano ireferenti per farsi rilasciare ildocumento: per questo chiede-remo risposte all’assessoratoalla Sanità». [ALE.MON.]

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32.000anziani

Quelli che attendono di essere ammessi alle

prestazioni del servizio sanitario nazionale

26.000richieste

Migliaia di disabili chiedono la nuova

tessera per circolare sui mezzi pubblici

1miliardo

L’aumento del Fondo nazionale sanitario

riconosciuto da Romaalle Regioni

800milioni

La quota del Fondo nazionale per finanziare i nuovi

livelli di assistenza

50milioni

La quota degli 800 milioni per finanziare i

nuovi Lea destinata al Piemonte

2milioni

Stanziati dalla Regione per aumentare

i posti di continuità assistenziale nel 2016

usufruire di un sostegno chenon esiste». A oggi sono giàstate raccolte 20 mila firme.

Il Piemonte invecchia

Intanto la Regione Piemonteha deciso di stanziare due mi-lioni di euro per aumentare ilnumero di posti di continuitàassistenziale nel 2016 e Saittasi è impegnato con il coordina-mento delle Associazioni Al-zheimer Piemontesi a dare at-tuazione al Piano nazionale de-menze e istituire uno specificotavolo di confronto. Un primo passo, mas insuf-

ficiente, in una regione dove ol-tre il 20% della popolazione hapiù di 65 anni di età. [N.PEN.]

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Intervista REPORTERS

Una lettrice scrive:�«Oltre gli 80 anni la vita di-venta più difficile. Si dipende da-gli altri, in tutto. E con la pensione minima si è purtroppo sicuro di non arrivare a fine mese. Ecco perchè vi chiedo uno spazietto per dire grazie ai lettori de La Stampa che, anche quest’anno, mi hanno fatto avere i 500 euro della Tredicesima dell’Amicizia. di Specchio dei tempi. So che tan-ti di loro leggono anche questa ru-brica. Voglio che sappiano che quest’anno, a Natale, potrò tene-re il riscaldamento acceso per la loro generosità. Io posso solo dir-vi grazie, ma è un grazie che viene dal cuore».

LAURA

Un lettore scrive:�«Sto leggendo adesso la stampa di oggi, domenica 20, ed a pagina 17 trovo la storiadella prostituta romena che havinto la causa contro il comuneche le aveva imposto il foglio divia, poiché contrattava le pre-

stazioni sulla strada, creando ri-schio di incidenti....«Quello che mi ha colpito è

stata la frase da lei pronunciata,che La Stampa riporta: “Io lavo-ro dove mi pare!”, che penso siagiustissima......«Ma se le viene dato ragione

in questo senso, da cittadino ita-liano io pretendo, e pretenderò, che lo stesso tribunale che le ha fat-to vincere la causa e rimborsare le spese legali si attivi affinchè, come tutte le persone che hanno dei dirit-ti e li fanno valere, abbia anche i giu-sti doveri, e che sul suo lavoro paghi le giuste tasse!!!!!!! sia l’irpef, come tutti i lavoratori, sia l’inps per un fu-

turo previdenziale, sia quanto ne-cessario per accedere al sistema sanitario italiano.....«Altrimenti può andare a “lavo-

rare” da un’altra parte, non sentire-mo la sua mancanza.

MV

Un lettore scrive:�«Leggo che ci saranno aumen-ti nel bollo auto anche verso quelle alimitate emissioni inquinanti: ok, la Regione cerca da qualche parte di raccogliere fondi dove ancora non aveva tassato. In questo comparto quello che non trovo giusto è quel senso di “non vedere” o laissez faireverso ormai quel mare di auto con

targa romena che circolano a Tori-no che peraltro sovente sono mac-chinoni ; è una chiara elusione del bollo di proprietari di auto da tem-po abitanti in Piemonte che usufru-iscono dei nostri servizi....«Io non ho nulla contro i romeni

però c’è qualcosa che non quadra».GIUSEPPE NERVI

Una lettrice scrive:�«Scrivo in merito all’articolo apparso su”La Stampa” del 26/11/2015 intitolato “Aurora, il quartiere più difficile” per fare al-cune considerazioni: è giusto che il Governo ed il Comune si ricordino dei quartieri “difficili”, per risolve-

re i problemi di integrazione degli stranieri, tuttavia solo a seguito de-gli attentati di quest’anno. Io sono nata a Torino e cresciuta nel Quar-tiere Aurora negli Anni 60 e proble-mi ce n’erano anche prima che arri-vassero gli stranieri, considerando che si tratta di un quartiere popola-re. “Aurora” è sempre stato un quartiere “difficile” perché è sem-pre stato trascurato dalle ammini-strazioni che si sono succedute nel tempo, nessuno ha mai pensato di creare giardini, luoghi per socializ-zare e strutture per lo sport. Inol-tre, a tutt’oggi manca il collegamen-to con la metropolitana creata in questi ultimi anni a Torino e che po-

trebbe migliorare la qualità della vita delle persone, costrette a code estenuanti in via Cigna o corso Principe Oddone. Che cosa impe-disce al Quartiere Aurora di avere un collegamento con la metro? Perché non viene collegata la sta-zione Dora con Porta Susa? Per-ché non viene utilizzato lo scavo di Via Stradella, via Saint Bon della vecchia linea Torino-Ceres? Se il problema tecnico è il salto di 14 metri (articolo del 21/05/2015 in “La Stampa”, relativo alla nuova metro 2), tra la linea Torino-Ceres ed il Passante mi chiedo perché non ci si informi sulla realizzazio-ne di una delle stazioni della metrodi Parigi chiamata Le Chatelet Les Halles dove c’era un problemadi questo tipo che è stato risolto brillantemente molti anni fa».

R.S.

[email protected] Lugaro 15, 10126 Torino

Forum lettere suwww.lastampa.it/specchio

www.facebook.com/specchiodeitempi

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nosciuto alle Regioni dopo lepolemiche degli ultimi mesi? Ottocento milioni, a livello na-zionale, saranno destinati allacopertura dei nuovi Lea».

Di questa somma quanto arrive-rà al Piemonte?

«In base ad una prima stimacalcoliamo una cinquantina dimilioni».

Cosa si intende per nuovi Lea?«Servizi che prima non eranoconsiderati: dalla coperturadella spesa per la fecondazioneassistita alla lotta contro le ma-lattie rare».

Insomma: nuovi servizi che si ag-giungono a quelli già considera-ti. Cosa c’entrano i Comuni?

«Con i Comuni, e con le associa-zioni di riferimento, intendiamoaprire al più presto un tavolo diconfronto».

Quando, e perché?«Già a gennaio. L’obiettivo è du-plice: per cominciare, criteriomogenei».

In che senso?«Oggi il quadro delle prestazio-ni, e degli aventi diritto, è moltoeterogeneo: bisogna arrivare aregole uniformi in tutto il Pie-monte».

Chiederete ai Comuni anche unimpegno economico per finan-ziare i Lea, vecchi e nuovi?

«Mi rendo conto delle difficoltàeconomiche che attraversanogli enti locali, ma nei limiti delpossibile avanzeremo anchequesta richiesta: abbiamo giàavviato i primi contatti con ilComune di Torino».

Ha appena premesso che tutti iComuni sono in difficoltà: cosa siaspetta?

«La disponibilità a dare un ma-no, nonostante tutto La Regio-ne è pronta a fare la propriaparte, come e più di prima, manon può nemmeno ricadere tut-to sulle nostre spalle».

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ALESSANDRO MONDO

Sabrina
Rettangolo
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44 .Piemonte e Valle d'Aosta .LA STAMPA

LUNEDÌ 21 DICEMBRE 2015

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Sono 32 mila gli anzianipiemontesi non auto-sufficienti in attesa di

accedere ai servizi d’assi-stenza del servizio sanitarionazionale. E’ brutto da dire,ma la maggior parte di loronon ci accederà mai: il nu-mero di richieste è spropor-zionato rispetto ai posti di-sponibili. «Bisognerebbedefinirle liste d’abbandono,perché nessuno è in grado didire quanto tempo ci vorrà.E’ una situazione insosteni-bile, che pesa interamentesulle famiglie», denunciaFondazione promozione so-ciale, Onlus di Torino pre-sieduta da Maria GraziaBreda, promotrice di un ap-pello pubblico alle istituzio-ni. Il primo a firmarlo è sta-to Gustavo Zagrebelsky,presidente emerito dellaCorte costituzionale.

Mancano i sostegniSempre di Fondazione pro-mozione sociale è la petizio-ne, prorogata al 31 dicem-bre, sul riconoscimento deldiritto prioritario alle pre-stazioni socio-sanitarie do-miciliari delle persone nonautosufficienti. «In base allenorme sui Lea – i livelli es-senziali di assistenza socio-sanitaria – i soggetti conhandicap intellettivo grave,gli anziani malati cronicinon autosufficienti, le per-sone con demenza senile e ipazienti con rilevanti di-sturbi psichiatrici e limitataautonomia hanno il dirittoimmediato alle prestazionisocio-sanitarie residenziali

senza limiti di durata, ma oc-corre altresì che le Asl e i Co-muni forniscano concreti so-stegni alle persone non auto-sufficienti curate e assistite adomicilio, e garantiscano ailoro congiunti, che assumonovolontariamente questo gra-voso impegno, un rimborsoforfetario delle spese vive so-stenute». Potrebbe sembrareovvio, ma così non è: «Non ba-sta che i parenti si logorinodietro i loro cari, ma devonoanche pagare di tasca loro emolte volte rinunciare al pro-prio lavoro, se non possonopermettersi un badante,quando per legge potrebbero

usufruire di un sostegno chenon esiste». A oggi sono stateraccolte 20 mila firme.

Il territorio invecchiaIntanto la Regione ha deciso distanziare due milioni di europer aumentare il numero di po-sti di continuità assistenzialenel 2016 e Saitta si è impegnatocon il coordinamento delle As-sociazioni Alzheimer Piemon-tesi a dare attuazione al Pianonazionale demenze e istituireuno specifico tavolo di confron-to. Un primo passo, in una re-gione dove oltre il 20% della po-polazione ha più di 65 anni.

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Oltre 30 mila anziani del Piemontein lista d’attesa per il servizio pubblicoAppello alle istituzioni: “Situazione insostenibile, che pesa solo sulle famiglie”

La regioneinvecchia

Verrannostanziati

due milioniper

aumentarei posti

di continuitàassistenziale

nel 2016

HANNO PARTECIPATO 100 MILA RAGAZZI DA TUTTA EUROPA

Squadra di 3 studenti cuneesiè seconda in Italia nella “sfida”a chi gioca meglio in Borsa

Adolescenti cuneesi bravi agiocare in Borsa. È arrivataseconda a livello nazionaleuna squadra di Cuneo, «TheWolves of Stocks», dell’isti-tuto «Bonelli» che ha fatto«lievitare» un capitale ini-ziale di 50 mila euro (virtua-li) a quota 62.278 in soli 3mesi. Il team è stato supera-ta di soli 266 euro dai «riva-li» di Bolzano del liceo Real-gymnasium Meran.

Il «gioco» si chiama «Co-noscere la Borsa»; è nato nel1983 in Germania e all’ultimaedizione hanno partecipato alivello europeo circa 40 milasquadre (oltre 100 mila stu-denti). Nel 2012 e nel 2014due team del liceo scientifico«Peano-Pellico» di Cuneo enel 2013 una squadra del-l’«Einaudi» di Alba hannovinto la classifica nazionale erappresentato l’Italia aglieventi conclusivi europei.

Simulazione per 100 giorniL’iniziativa intende far capire imeccanismi di un sistema cheregola le nostre vite. I cuneesiarrivati secondi sono gli aspi-ranti ragionieri Nicolò Sabena,Edoardo Roà e Simone Manes,coordinati dalle docenti AnnaMaria Martini ed Enrica Bri-gnone. Ad ogni squadra è statoassegnato un capitale virtualedi 50 mila euro, da investire inuna scelta predefinita di 175 ti-toli quotati nelle principaliBorse europee: la simulazione,durata cento giorni, si è svoltasu un portale web e i ragazzisono stati supportati da docen-ti e funzionari di banca.

La premiazione dei teammeglio classificati nella Gran-da si terrà in primavera aMondovì; i cuneesi «The Wol-ves of Stocks» parteciperannoalla cerimonia europea, dal 15al 17 aprile, a Salerno. [L. B.]

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I tre studenti cuneesi con l’insegnante Anna Maria Martini

L’assessore: anche criteri uniformi

“Contributo dei Comuniper gli assegni di cura”

Regole omogenee daComune a Comune

sulle prestazioni eroga-te, e sugli aventi diritto, accom-pagnate dalla richiesta agli en-ti locali di uno sforzo economi-co per cofinanziare i servizi a cavallo tra sanità e assistenza. In primis gli assegni di curaper l’assistenza domiciliare:quelli che rientrano negli ex-tra-Lea, cioè i livelli essenzialidi assistenza. È uno dei propo-siti annunciati da Antonio Saitta, assessore regionale allaSanità, per l’inizio del 2016 do-po sentenza del Consiglio di Stato a favore della Regione.

In precedenza il Tar, su ricorsodi alcune associazioni e fami-glie dei malati, aveva stabilitoche gli extra-Lea dovessero es-sere finanziati con risorse dellaSanità e non delle Politiche so-ciali: perchè vi eravate opposti?

«Lo avevamo fatto su espressa richiesta del tavolo di monito-raggio romano che dal 2010 controlla i nostri conti: alle Re-gioni sottoposte a piano di rien-tro del disavanzo del deficit, co-me il Piemonte, non è concesso utilizzare i fondi della Sanità

per coprire gli extra-Lea».Ora il Consiglio di Stato ha smen-tito il Tar e vi ha dato ragione: co-sa cambia?

«Per i malati e le loro famiglie as-solutamente nulla. La diatriba ri-guardava l’utilizzo dei fondi re-gionali: dopo la sospensione della sentenza del Tar, a seguito della nostra impugnazione, abbiamo fi-nanziato gli extra-Lea con risorse

delle Politichesociali, integra-te dal fondo sa-nitario. Nessu-no è stato ab-bandonato».La stessa formu-la adottata nel2014?«Esatto. Il2015 è copertoe nel bilancio

di previsione 2016 saranno stan-ziate ancora risorse, sempredalle Politiche sociali, per altrisei mesi».

Perchè solo sei mesi?«Perchè se il Piemonte usciràdal piano di rientro, come spe-ro, finalmente riacquisteremoautonomia e allora tutto l’impe-gno di spesa potrebbe tornare acarico della Sanità. Bisognerà

capire cosa succederà, anchecon riferimento ai nuovi Lea».

Di che si tratta?«Nuove prestazioni, in aggiun-ta a quelli attuali, finanziatedallo Stato».

Di quali cifre parliamo?«Ha presente il miliardo di euro diaumento che Roma ha ricono-sciuto alle Regioni dopo le polemi-che degli ultimi mesi? Ottocento milioni, a livello nazionale, saran-no destinati alla copertura dei nuovi Lea. In Piemonte calcolia-mo una cinquantina di milioni perservizi che prima non erano con-siderati: dalla copertura della spe-sa per la fecondazione assistita al-la lotta contro le malattie rare».

Cosa c’entrano i Comuni?«Con i Comuni, e con le associa-zioni di riferimento, intendiamo aprire un tavolo di confronto già agennaio. L’obiettivo è duplice: per cominciare, criteri omogenei. Og-gi il quadro delle prestazioni, e de-gli aventi diritto, è molto eteroge-neo: bisogna arrivare a regole uniformi in tutto il Piemonte».

Chiederete ai Comuni anche unimpegno economico per finan-ziare i Lea, vecchi e nuovi?

«Mi rendo conto delle difficoltà economiche che attraversano gli enti locali, ma nei limiti del possi-bile avanzeremo anche questa ri-chiesta. Ci aspettiamo la disponi-bilità a dare un mano, nonostantetutto. La Regione è pronta a fare la propria parte, come e più di prima, ma non può nemmeno ri-cadere tutto sulle nostre spalle».

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NOEMI PENNATORINO

il caso

L’assessore Antonio Saitta

ALESSANDRO MONDO