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Bollettino ufficiale dell’UNEBA Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale n. 3/4 - 2017 anno XLIII Poste Italiane SpA spediz. in abb. post. 70% - C/RM/DBC XV Congresso Nazionale UNEBA 2-4 marzo 2017, Padova XV Congresso Nazionale UNEBA 2-4 marzo 2017, Padova ...I valori restano Il senso, il significato e la motivazione del nostro agire per gli altri debbono rappresentare le radici e la linfa dell’organizzazione e della gestione dei servizi

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Bollettino ufficiale

dell’UNEBA

Unione Nazionale

Istituzioni e Iniziative

di Assistenza Sociale

n. 3/4 - 2017

anno XLIII

Poste Italiane SpA

spediz. in abb. post.

70% - C/RM/DBC

XV CongressoNazionale UNEBA

2-4 marzo 2017, Padova

XV CongressoNazionale UNEBA

2-4 marzo 2017, Padova...I valori restanoIl senso, il significato e la motivazione del nostro agire per gli altri debbono rappresentare le radici e la linfa dell’organizzazione e della gestione dei servizi

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utti i Congressi nazionali di una grandee antica associazione sono belli, sti-

molanti e –normalmente – fecondi di risultati. Cisono, però, Congressi diversi dagli altri, perchési collocano in momenti storici che presentanouna discontinuità col passato e prefigurano (o la-sciano sia pure confusamente intuire) nuovi sce-nari. E’ il caso del XV Congresso, che abbiamocelebrato a Padova presso la bellissima e fun-zionale sede di Civitas Vitae dell’Opera Imma-colata Concezione da 2 al 4 marzo, e per diversimotivi.

Il primo è il più evidente ed è il tema dello stessoCongresso: “La riforma del terzo settore: gliscenari cambiano, i valori restano”. Ci tro-viamo di fronte ad un nuovo quadro normativodestinato ad incidere fortemente sull’assetto isti-tuzionale e sui comportamenti di quello che untempo si chiamava Stato sociale e ormai tuttichiamiamo “welfare” nelle sue tre principalisfere: la sfera della amministrazione pubblica(stato, regioni, comuni, ASL, distretti, etc.); lasfera delle imprese, e quindi il mercato; la sferadella società civile organizzata, cioè il nonprofit cui appartengono l’UNEBA e gli enti suoiassociati. La riforma non tocca, se non indirettamente, laprima sfera, ma incide fortemente sulle altredue. Su quella delle imprese, perché introduceuna novità nel mondo delle società, che per de-finizione svolgono “l’esercizio in comune di unaattività economica allo scopo di dividerne gliutili” (2247 c.c.): quella di poter assumere laqualifica di impresa sociale che rispettando de-terminati requisiti (finalità di interesse generale,democraticità …) rientra di diritto nel terzo set-tore e può partecipare di regimi agevolati, anchein presenza di forme di remunerazione del capi-tale e di distribuzione di utili di gestione. Ma in-cide anche sulla sfera delle associazioni e fon-dazioni perché viene introdotta tutta una serie dicondizioni, requisiti, obblighi di iscrizione a re-gistri, forme di controllo che influiranno sul loromodo di essere e di agire quali organismi diterzo settore. Il Sottosegretario al Ministero dellavoro e delle politiche sociali, sen. Luigi Bobba,è stato molto chiaro nella sua documentata rela-zione illustrando i due decreti delegati che – almomento del Congresso - erano in stato di più

avanzata elaborazione: quelli relativi alle retiassociative, al Consiglio nazionale del Terzo set-tore, alle misure di sostegno al terzo settore (po-che per la verità!), ai centri di servizio del vo-lontariato, all’impresa sociale (il secondo).Preoccupa il mondo delle associazioni e dellefondazioni il fatto che si sia molto indietro sulcodice del Terzo settore e non si sia ancora af-frontata la riforma del Libro I, titolo II, cc. Nonabbiamo dunque al momento una chiara indica-zione circa il nostro futuro.

Una carta etica e ….Sostanzialmente attori del sistema dei servizialla persona saranno: il pubblico, il mercato (conl’ingresso anche delle nuove società benefit), ilsemi-mercato (imprese sociali costituite in unadelle forme previste dal Libro V del codice ci-vile), il classico mondo del non profit. Questonon teme né nuovi ingressi, né concorrenza: èperò importante che non ci siano contamina-zioni nel matrimonio tra finalità generali, age-volazioni e lucro soggettivo e che regole, stan-dards, controlli che vigono nel non profit sianoapplicati a tutti, dal momento che si tratta sem-pre di servizi alla persona ed è questa che va tu-telata, sempre e qualunque sia il gestore.E questo avviene in un momento in cui entra incrisi il modello di sicurezza sociale sin qui rea-lizzato coinvolgendo direttamente anche il no-stro settore per fattori economici, finanziari, pro-duttivi, politici. Non solo tutte le crisi, ma anchele fasi di trasformazione della società scaricanonaturalmente, infatti, gli effetti negativi sulle fa-sce più deboli della popolazione in una duplicedirezione: perché aumenta la popolazione inte-ressata; perché diminuiscono le risorse pubblichee private.Di tutto questo si è parlato a Padova lungo ildoppio binario di scenari (cioè, istituzioni, tec-

Incipit vita novadi Maurizio Giordano

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niche, regole, modalità di aggregazione) checambiano con la riforma del terzo settore, e va-lori (centralità della persona, comunità, parteci-pazione, motivazione, apertura al nuovo) cherestano, in quanto elementi ispiratori e costitutividell’impegno dei cittadini organizzati al fine disvolgere attività di interesse sociale.La relazione di suor Liviana Trambajoli è statamagistrale e travolgente sul senso, sul signifi-cato e sulla motivazione del nostro agire pergli altri (ma altri non sono, e non devono es-sere!) che debbono rappresentare le radici e lalinfa dell’organizzazione e della gestione deiservizi. Impossibile riassumerla; ne abbiamopubblicato le slides, cercheremo di pubblicarnel’intero testo, anche se il trasporto con il qualeha parlato, il sentimento che traspariva da ogniparola e da ogni suo atteggiamento sono irri-petibili.A parere mio (ma condiviso da tutti, vista l’ova-zione al termine del suo intervento), una veracarta etica per l’UNEBA, gli enti, i collaboratori.

...una carta programmaticaUna carta programmatica è invece “UNEBA2020”, il documento predisposto dalla Commis-sione, costituita dal Consiglio nazionale (com-posta da me, Baccelli, Blandi, Chiaromonte,Elio, Massi, Ondei, Pirillo e Torre) per appro-fondire la natura e l’identità dell’UNEBA, va-lutarne le prospettive, esaminare l’opportunità dimodifiche statutarie (che poi il Congresso haapprovato). Una fotografia e un vademecum per il prossimotriennio, che ha poi trovato conferma nella mo-zione finale.Ne emerge una UNEBA storicamente associa-zione nazionale rappresentativa di enti, per lo piùnon profit, operanti in specifici settori sociali diinteresse generale (socioassistenziale, sociosa-nitario, socioeducativo) in favore dei quali pre-sta tutte le attività di rappresentanza, tutela, as-sistenza, consulenza della generalità delleassociazioni datoriali; ma lo statuto prevede an-che due elementi di tipo più qualitativo/eticoche la contraddistinguono e ne fanno un unicum:il primo riguarda l’Associazione, il secondo gliAssociati.Sotto il primo aspetto, c’è, alla base, il principioispiratore di concorrere, attraverso l’azione de-gli enti aderenti, al miglioramento morale, ma-teriale e sociale della condizione delle persone edelle famiglie che si trovano in situazioni di dif-ficoltà in relazione ad un loro stato fisico, psi-chico, sociale, economico, promuovendone la re-sponsabile ed integrale partecipazione allasocietà.Sotto il secondo aspetto, l’adesione dei soci è su-bordinata a due condizioni: coerenza di attività,

programmi e finalità con i principi fondamentalidella Costituzione e non in contrasto con i prin-cipi cristiani; sussistenza dei requisiti che ga-rantiscono la qualità e l’efficienza del servizio.Siamo, dunque, un organismo di rappresentanzadel terzo settore un po’ sui generis, che operanell’ambito di concreti scenari (la legislazione ela programmazione, i rapporti con la P.A., i sin-dacati, il fisco, etc.), ma sulla base di valori eprincipi comportamentali ben precisi. E questoci differenzia da altre sigle rappresentative in cir-colo e dà forza a noi stessi.L’originalità della formula “UNEBA” consistenell’essere insieme: associazione di rappresen-tanza e tutela di enti gestori di servizi alla per-sona, organismo vocato a finalità di interesse ge-nerale, centro di promozione e sviluppo delben-essere delle persone più fragili ed esposte,tutore ed assertore dell’autonomia delle inizia-tive e istituzioni private in una cornice di lealeconcorso con la sfera pubblica. Una formula ri-sultata sinora vincente, ma che si trova ora difronte a novità sostanziali nel terzo settore. Necito solo alcune: i più ampi spazi per le imprese,l’istituzione delle “reti associative di secondo li-vello”, l’inserimento delle organizzazioni diterzo settore nei centri di servizio del volonta-riato, la revisione della definizione di ente noncommerciale, il Consiglio nazionale del terzosettore, i nuovi Registri nazionali, etc. Torne-remo sull’argomento dopo l’emanazione dei de-creti delegati.

Criticità e prospettiveMa il Congresso è stato una grande occasione diautoanalisi per l’Associazione e anche per que-sto si è rivelato momento essenziale di passag-gio, perché non ha avuto paura di parlare dellecriticità e ha saputo indicare prospettive, alcunedelle quali fortemente innovative. Di queste par-leremo dopo le decisioni del Consiglio nazionalecui spetta il compito di elaborare il piano di at-tuazione delle decisioni congressuali; mi sof-fermo qui su alcune delle criticità rilevate edelle connesse esigenze di intervento:1) allargare la sfera di attenzione a servizi che

sono scarsamente seguiti e presenti: i minori,gli immigrati, i servizi domiciliari; più in ge-nerale i servizi cosiddetti leggeri, che sono ipiù disarticolati, e quindi più difficili da rag-giungere e interpretare, ma anche i più deboli.Non dobbiamo essere ed essere considerati il

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sindacato di soli settori forti e degli enti piùstrutturati, quali RSA e residenze per anziani,che è vero che costituiscono parte fonda-mentale dei servizi sociali, ma riflettono solouna parte della società;

2) sono troppi i vuoti specialmente al CentroSud. Facciamo una scommessa: portare alprossimo Congresso tutte le Regioni con pro-prie Federazioni democraticamente elette da-gli enti soci; far sì che ogni Federazione re-gionale abbia una propria struttura diriferimento, una rete di persone/istituzioniesperte nei vari settori (collegandosi anchecon le Segreteria nazionale e delle altre Re-gioni), una credibile presenza “politica” (ade-sioni, partecipazione, professionalità) pressole istituzioni regionali, un buon raccordo conaltri analoghi organismi avendo particolare at-tenzione al mondo ecclesiale;

3) l’UNEBA è una “UNIONE”: cioè luogo dipartecipazione di tutti e di ciascuno. Tradi-zionalmente nessuno si è mai tirato indietrorispetto a richieste di partecipazione a incon-tri o a richieste di pareri o consulenze, ma nonbasta: c’è scarsa circolarità di notizie, infor-mazioni, esperienze. Abbiamo un centro co-municazioni (sito, newsletter) molto avan-zato, efficace ed efficiente: basta girare allagestione del sito e della newsletter la notiziaanche grezza, anche allegando una semplicedocumentazione (convegni, leggi, provvedi-menti, etc.);

4) è una annotazione di “fureria”: il rendimentodel motore UNEBA si è basato e si basa su un

olio tutto particolare: le singole segreterie(Daniela, Flaminia, Carola, Giorgia, Angela…). Se ogni Federazione individua nellastruttura una persona di sicuro riferimentodandole la necessaria autonomia realizze-remo una rete di eccellenza ed una base for-midabile; facciamo nascere in noi una buonaburocrazia!

5) è stata rilevata, come già al Congresso diLoano, la assenza di un coerente progettoculturale che si sviluppi anche su ricorrentiappuntamenti nazionali e sulla conoscenza epartecipazione ai convegni organizzati regio-nalmente.

6) formazione: si hanno importanti, ma isolate,iniziative di formazione del personale assunteda alcune Regioni. Anche di questo si do-vranno interessare gli organi centrali, non perinvadere specifiche competenze e autonomie,ma per cercare di armonizzare (o almeno met-tere in circolo) esperienze e, soprattutto,aprirle anche a realtà locali non ancora ingrado di gestirle in proprio;

7) la conoscenza ed utilizzazione della legisla-zione e dei programmi della Comunità euro-pea, cui solo pochi grandi enti oggi acce-dono.

E’ solo una minima parte di quanto si è detto eproposto a Padova; torneremo sul Congresso,sulla mozione generale conclusiva, sulle rela-zioni per cercare di condividere al massimo leidee e le valutazioni critiche espresse; é anchequesto un modo di fare “cultura UNEBA”.

CONSIGLIO NAZIONALE Componenti eletti dal XV Congresso nazionaleAiraghi suor Laura ................................Lombardia

Burattin Ernesto ............................................Veneto

Caruso Salvatore............................................Sicilia

Chieffi Ginevra ...........................................Toscana

Elio Elisabetta...............................................Veneto

Gipponi Angelo ......................................Lombardia

Maurandi Giancarlo ..................................Sardegna

Massi Franco ..........................................Lombardia

Ondei Fabrizio........................................Lombardia

Orvietani Carlo Alberto .............................Toscana

Palladini Alessandro...............................Lombardia

Petrillo Marco.........................................Lombardia

Prevete Amedeo ........................................Piemonte

Sabini Matteo..........................Friuli Venezia Giulia

Soranna Walther ............................Emilia Romagna

Tomasso Salvatore .......................................Marche

Torre Giampaolo .......................................Piemonte

Varesano Fabrizio ..........................................Puglia

Volpe Luca ...................................................Liguria

PRESIDENTI REGIONALIcomponenti il Consiglio nazionaleCalabria: ....................................Ferdinando Scorza

Campania: ...........................................Lucio Pirillo

Emilia Romagna: ...Fabio Cavicchi – commissario

Friuli Venezia Giulia: ........................Dario Rinaldi

Lazio: .............Alessandro Baccelli – commissario

Liguria: .......................................Giuseppe Grigoni

Lombardia: .........................................Luca Degani

Marche: ........................................Giovanni Di Bari

Piemonte: ..............................Severino Cantamessa

Puglia: ...............Don Enzo Dilecce – commissario

Toscana: ...........................................Andrea Blandi

Veneto: ..........................................Francesco Facci

COLLEGIO DEI REVISORI LEGALIPatrizia Scalabrin ..........................................Veneto

Daniele Donzelli ....................................Lombardia

Dario Matta ..............................................Piemonte

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Èancora frequente, nel programmare l’estatedei nostri figli, imbattersi in una parola che

per taluni è misteriosa e per altri rievoca felicigiorni della propria adolescenza: Grest. È unacronimo, nato dalla fusione di due parole,Gruppo Estivo, che per alcuni è diventatoGrande Estate. Si tratta di proposte per una pro-grammazione estiva offerte in particolare aglieducatori dei gruppi di ragazzi di 9-14 anni (manon solo) di ambo i sessi.

L’attività principale ruota attorno a un soggiornoda trascorrere in gruppo, in località amene, sottole tende di un campeggio o in strutture sobrie,con educatori responsabili. I vantaggi di un pe-riodo trascorso in mezzo alla natura sono evi-denti, ma quelli psicologici e pedagogici lo sonoancora di più: per fare gruppo occorre accettaregli altri, aiutarsi a vicenda, accettare una disci-plina, saper cambiare le abitudini singole (orari,cibi, occupazioni, giochi elettronici, frequenta-zioni), aprirsi al nuovo (ambienti, scoperte, pic-coli rischi ecc.), conquistare autonomia, stac-carsi dalle premure dei genitori, amorevoli ma a

volte eccessive o ansiose, e infine, vivereun’esperienza “forte”.Tra i vantaggi, troviamo pure che il soggiornoestivo dei figli può rendere liberi i genitori per lapropria intimità e per le loro iniziative da adulti.Le proposte provengono in maggioranza da par-

rocchie, associazioni, scuole, e contengonospesso un programma formativo specifico. Gli stessi suggerimenti valgono per gli oratori,che d’estate non devono praticare periodi dichiusura proprio quando i giovanissimi hannopiù tempo libero, spesso non sanno come occu-parlo e sono disponibili ai pericoli di esperienzenegative. Non si dimentichi che la crisi econo-mica costringe molte famiglie a non muoversi dacasa.

I miei ricordi sono vivissimi perché contribuiinon poco alla diffusione della parola e dei fatticonseguenti. Nel dopoguerra, dalle associazionidei ragazzi di Azione Cattolica (allora chiamati“Aspiranti”) e dalle pagine del settimanale “IlVittorioso”, il Grest fu diffuso in tutte le regionid’Italia coinvolgendo centinaia di migliaia diiscritti e di loro compagni.

Nell’estate del 1946, quando, ventenne, entrai afar parte dell’Ufficio Centrale Aspiranti, 100.000ragazzi avevano appena ricevuto l’Albo delGrest, un fascicoletto stampato con i poveri

mezzi di allora, nel quale un personag-gio, Nuvola Capogiro, nel narrare leproprie avventure suggeriva le varieattività. Incaricato di redigere il gior-nalino degli associati, L’Aspirante, pro-posi di continuarne le storie con av-venture umoristiche in cui s’inserivanoquiz da risolvere. Fu un grande suc-cesso, tanto che per un paio di anni gi-rai in tutta Italia per i vari convegnisotto lo pseudonimo di Menico Nu-vola. Capimmo allora che, oltre a suggeriree sussidiare le attività del Grest, eraimportante creare un clima di “avven-tura”, usando il fil rouge di personaggi-guida . Trasformando fantasisticamentei ragazzi in “Cavalieri del Grest”, fa-

cemmo appello agli ideali della cavalleria me-dievale e ai suoi simboli in una sorta di “giocodi ruolo” giocato, anzi vissuto, da ogni gruppo.

Tutto ciò aveva un fascino, come narra il peda-gogista Antonio Faeti rievocando la sua infan-

Per un’estate perfetta

di Domenico Volpi *

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zia: Il primo disegno che vidi nell’Almanaccoestivo 1952 raffigurava una vecchia armatura,realizzata da Lino Landolfi a intera pagina, cuisi accompagnava un testo fascinoso: “È unavecchia armatura. È rimasta lì, abbandonata,per centinaia d’anni: ha dormito a lungo, men-tre gli uomini dimenticavano gli ideali di gene-rosità, di lealtà, di fede e di onore che la viderolottare sui campi di battaglia. Nessuno si è piùricordato di li. Eppure è ancora bella, splendentecome allora: l’attesa non l’ha né sciupata né ar-rugginita. Sotto l’acciaio lucente, essa vuoleche torni un cuore di cavaliere generoso e forte,lieto e leale: con l’incanto delle cose antiche esempre nuove, ti chiama ora verso l’avventura.Segui queste pagine e vivrai vacanze meravi-gliose”. (Pagine Giovani n.132).Lo stile dei nostri Campi Grest era arricchito daaltri particolari capaci di fascino. Ogni giorno eradiviso in Ora della Luce (sveglia, preghiera delmattino, colazione e, dove c’era il palo adatto,l’alzabandiera: quella italiana, e anche, a volteuna “orifiamma” disegnata e ornata), Ora delSole (giochi, escursioni, esperienze) e Ora delleStelle (attorno al fuoco di campo, canti, sce-nette, barzellette, e preghiera della sera).

Questa rievocazione non è redatta per spiegarel’etimologia di un neologismo o per rievocare ivalori di un tempo, ma per segnalare alle fami-glie che i Grest continuano a vivere, organizzatida parrocchie e diocesi, società sportive o altre,e per dire agli organizzatori che l’avere un pro-gramma legato da un fil rouge nettamente for-mativo è un’idea ancora valida e ben praticata,dato che esiste un settore editoriale a ciò dedi-cato, di cui citiamo diversi esempi.

Sono stati prodotti sussidi di alto valore forma-tivo in edizioni accurate, a disposizione deglieducatori, non limitandosi ai Campi Grest ma atutta l’attività estiva di un gruppo organizzato.Ogni sussidio contiene una sobria parte narra-tiva, seguita da proposte di laboratori creativi, di-segni, giochi mentali (quiz ecc.) e motori (escur-sioni, gare, competizioni allegre, ecc.), canti,ricerche, preghiere, meditazioni e riflessioni,fino ai passatempi per i giorni di pioggia! Si faricorso ai più vari scenari. Il più vicino a queiprimi inizi di cui abbiamo detto è certamente Ca-valieri del Graal (EDB Ed. Dehoniane, Bologna2007); vi si coinvolgono i ragazzi nella “ricerca”del Calice in cui bevve Gesù nell’Ultima Cena,motivo ispiratore di tutto il ciclo di Artù e dellaTavola Rotonda. Lancillotto, Bors, Parsifal eGalvano conducono la “cerca” ispirandosi cia-scuno a una Parola Maestra, rispettivamente:coraggio, servizio, lealtà e giustizia, fino a ri-trovarsi uniti a Camelot da una quinta parola: co-

munità, per arrivare a concludere che la vera ri-cerca non è di qualcosa ma di Qualcuno “che silascia trovare solo se si è disposti a riconoscereche è Lui a cercare per primo l’umanità per ri-storarla”.Sullo stesso filone, ma con un salto a oggi, eccoDite “amici” ed entrate (Elledici, Leumann2004, completato da un CD) che si agganciaalle avventure di Frodo, il piccolo Hobbit de IlSignore degli Anelli nella sua lotta control’Oscuro Signore; il Bene contro il Male, in-somma, sotto l’originale forma di scenette rap-presentabili. Le avventure di Peter Pan, adatteanche ai più piccoli, ispirano il bel volume Vo-lare si può della Elledici (2002), diviso in quat-tro parti con una profonda sintonia fra la storiadi Barrie e le riflessioni e sviluppi ispirati.La passione suscitata dal genere fantasy e daun’opera letteraria di grande successo come laserie di Harry Potter è stata consultata da espertieducatori che ne hanno fatto il filo conduttore diDal binario 3 e ¾ , opuscolo di solo 48 pagine(EDB), efficacissimo. Annoto, a margine del no-stro discorso, che dalla serie magica della Ro-wling le Edizioni Paoline hanno tratto dei libri diformazione per singoli e per gruppi, come Ma-gica la vita! (con le radici in “Harry Potter e lapietra filosofale”), Scegli la vita! (“Piccolo ma-nuale su vizi e virtù con Harry e la Camera deiSegreti”) e Sorridi alla vita! (viaggio nelle emo-zioni con “Il prigioniero di Azkaban”). Alcuni sussidi si ispirano alla Bibbia, come Chediluvio, ragazzi! (Elledici 2006, con CD): dal-l’avventura di Noè trae quindici agganci fra vi-cenda e formazione. La stessa editrice trasportal’atmosfera narrativa in ambiente spaziale con ilcofanetto nei tre libretti TuttixTutti, testimo-niando così che ogni settore della narrativa offreoccasioni educative per chi sa riconoscere i va-lori. L’uso dei CD e del materiale video è sem-pre più presente, anche nel più realistico Paten-tino per la vita che collega l’educazione stradalealla educazione completa e alla maturazione deiminori con lo slogan “la strada è come la vita”.

Tutto questo non avrebbe senso senza la pre-senza di educatori attenti e ben motivati, dina-mici e creativi, che devono partecipare a un pro-gramma di massima preparato in precedenza,con sussidi adatti e con il materiale occorrenteper le diverse attività. In conclusione, se la crea-tività può creare liete sorprese e rimediare aqualche inconveniente e se il programma nondeve essere una gabbia rigida, il soggiorno estivoe le cadenze mensili di un’associazione devonobasarsi su una buona e condivisa preparazione.

* Scrittore, pedagogista; primo redattore capode “Il Vittorioso”.

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Con l’inizio dell’estate e la chiusura dellescuole, prendono il via le attività estive

con i ragazzi, dette anche grest (gruppi estivi).I destinatari sono i bambini e i ragazzi, chenelle strutture parrocchiali, associative, scola-stiche alternano attività di gioco e preghiera,svago e formazione. Ogni gruppo può averemodalità di gestione diverse: nella durata, chepuò andare da una settimana a quasi tutto ilperiodo estivo; nella frequenza, che può esserequotidiana o di qualche giorno a settimana,nell’orario giornaliero che può essere di pocheore o andare dal mattino fino al tardo pome-riggio.

Il soggetto titolare dell’attività. E’ importante distinguere i casi in cui le ini-ziative vengono svolte direttamente dalle par-rocchie, dai casi in cui sono solo ospitate nelleparrocchie, ma gestite da altri enti, spesso dinatura associativa nati o meno in ambito ec-clesiale, che hanno tra le proprie finalità l’ani-mazione e la formazione dei ragazzi e deigiovani. Quando l’attività è organizzata e ge-stita dalle associazioni, non significa chepossa essere attribuita “promiscuamente”

alla parrocchia e all’associazione; infatti,mentre le cose possono appartenere a più sog-getti contemporaneamente (in quota parte), leattività devono necessariamente essere ricon-dotte ad un solo soggetto, che può essere unapersona fisica, una società, un ente, al limite

anche più soggetti che si “uniscono” tempora-neamente proprio per svolgere un’attività(come le associazioni temporanee di scopo).È quindi importante individuare senza equi-voci quale è il soggetto titolare dell’attività dioratorio estivo; individuazione riconoscibilecertamente dai programmi e dagli inviti rivoltialle famiglie, ma soprattutto dai moduli diiscrizione dei ragazzi alle iniziative, attraversole quali le famiglie sono informate del sog-getto che le realizza.

Le quote di iscrizione. Generalmente alle famiglie che inviano i pro-pri figli ai gruppi estivi viene richiesto un con-tributo a copertura delle spese sostenute perorganizzare le attività. Queste somme, se cor-rettamente inquadrate, non hanno rilevanza fi-scale e l’ente che le percepisce non devepagare nessun tributo o imposta in seguito allariscossione. Il fatto che le attività siano esentida qualsiasi imposta si può giustificare per duemotivi: o perché sono considerate dalla leggeal pari delle attività di culto, o perché sono at-tività svolte a favore dei soci.

Le attività di religione o culto. E’ questo il caso in cui il gruppo estivo èorganizzato direttamente dalla parrocchiain favore dei ragazzi iscritti al catechismoe, in generale, di quelli che segue durantel’anno o che comunque ne facciano ri-chiesta e ne accettino il programma. Que-sta attività, infatti, rientra tra quelle “direligione o culto” individuate dall’articolo16 della legge 222/1985 la quale stabili-sce che «agli effetti delle leggi civili siconsiderano comunque: a) attività di reli-gione o di culto quelle dirette all’eserci-zio del culto e alla cura delle anime, allaformazione del clero e dei religiosi, ascopi missionari, alla catechesi, all’edu-

cazione cristiana» distinguendole dalle “atti-vità diverse”, individuate dalla lettera b), cioèle attività «di assistenza e beneficenza, istru-zione, educazione e cultura e, in ogni caso, leattività commerciali o a scopo di lucro». Se-condo la legge che ratifica l’Accordo di Revi-

La gestione fiscale del grest

di Sergio Zanarella

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sione del Concordato fra lo Stato italiano e laChiesa cattolica (legge 121/1985) è previstoche «Agli effetti tributari […] Le attività di-verse da quelle di religione o di culto, svoltedagli enti ecclesiastici, sono soggette, nel ri-spetto della struttura e della finalità di talienti, alle leggi dello Stato concernenti tali at-tività e al regime tributario previsto per le me-desime», quindi sono assoggettate al regimefiscale previsto dall’ordinamento italiano perciascuna di esse; mentre quelle di religione oculto godono di una sorta di “invisibilità“ esono fiscalmente ininfluenti.

Le attività nei confronti dei soci. Altra ipotesi che fa venir meno qualsiasiaspetto di commercialità delle entrate perl’organizzazione del gruppo estivo deriva dalfatto che la gestione del tutto sia affidata aduna associazione senza scopo di lucro e chei beneficiari delle attività siano i soci. Il le-gislatore infatti ha sempre visto di buon oc-chio gli enti non commerciali di tipoassociativo, concedendogli agevolazioni par-ticolari. Occorre ricordare a tal proposito chel’articolo 148 del D.P.R. 917/1986 (TUIR)stabilisce che «Per le associazioni politiche,sindacali e di categoria, religiose, assisten-ziali, culturali, sportive dilettantistiche, dipromozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona non si consideranocommerciali le attività svolte in diretta at-tuazione degli scopi istituzionali, effettuateverso pagamento di corrispettivi specificinei confronti degli iscritti, associati o parte-cipanti, di altre associazioni che svolgono lamedesima attività e che per legge, regola-mento, atto costitutivo o statuto fanno partedi un’unica organizzazione locale o nazio-nale, dei rispettivi associati o partecipanti edei tesserati dalle rispettive organizzazioninazionali, nonché le cessioni anche a terzidi proprie pubblicazioni cedute prevalente-mente agli associati». Seppur scritta in modocontorto la norma intende dire che qualorale attività siano svolte nei confronti di soci,si applica il principio della decommercializ-zazione dei corrispettivi specifici, per cuiseppur effettuate dietro pagamento questeprestazioni non assumono rilevanza fiscalein quanto dirette ai soci. Su questo punto bi-sogna fare due precisazioni. La prima è chei destinatari finali sono i bambini, mentre in-dubbiamente gli associati sono i genitori:nelle associazioni di promozione sociale leprestazioni fatte ai famigliari conviventi deisoci sono equiparate a quelle fatte a favoredei soci stessi; la seconda è che il rapportoassociativo deve essere effettivo, quindi tutti

i soci devono godere degli stessi diritti e do-veri (disciplina uniforme del rapporto asso-ciativo).

Le altre attività decommercializzate. Esiste un’altra ipotesi per cui le attività orga-nizzate dalle parrocchie o dalle associazionivengano defiscalizzate: si tratta del secondoperiodo del primo comma dell’articolo 143 delTUIR in forza del quale per tali enti «non siconsiderano attività commerciali le presta-zioni di servizi non rientranti nell’articolo2195 del codice civile rese in conformità allefinalità istituzionali dell’ente senza specificaorganizzazione e verso pagamento di corri-spettivi che non eccedono i costi di diretta im-putazione».Generalmente le quote di iscrizione al gruppoestivo soddisfano i requisiti richiesti dallanorma in quanto:• non rientrano tra quelle di cui all’articolo

2195 del codice civile (attività industriali,bancarie, assicurative, di trasporto);

• sono riferite ad attività conformi alle fina-lità istituzionali (tanto delle parrocchiequanto delle associazioni in questione);

• sono svolte senza una specifica organizza-zione (che resta quella di cui ordinaria-mente si servono gli enti per le loroiniziative);

• il corrispettivo richiesto copre solo i costidiretti, effettivamente sostenuti e relativiesclusivamente e direttamente all’attività.

La ricevuta della quota di iscrizione. Se è vero che sulle somme percepite per que-sto tipo di attività non si pagano tasse, è purvero tuttavia che per ogni quota ricevuta deveessere rilasciata una ricevuta, per un discorsodi ordinata documentazione interna ai finidella redazione del rendiconto di fine anno eper un discorso di trasparenza, nonché tuteladella fede pubblica. Le ricevute difatti per-mettono di dimostrare quanti soldi sono statiincassati nello svolgimento dell’attività asso-ciativa. Inoltre da quest’anno la richiesta po-trebbe essere anche più frequente dalmomento che la legge di Stabilità per il 2016(L. 190/2015) ha introdotto tra le voci del co-siddetto welfare aziendale (somme corrispo-ste dal datore di lavoro sulle quali non gravanooneri fiscali e contributivi) i costi sostenuti daidipendenti «per la frequenza di ludoteche e dicentri estivi» (art. 51, c. 2, lett. f-bis TUIR).Le parrocchie (o le associazioni) possono ri-lasciare il documento richiesto utilizzando deifacsimile predisposti, tenendo ovviamentepresente che la quota di iscrizione non va as-soggettata ad IVA.

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Dopo 15 anni di attesa vengono aggiornatii servizi, le attività e le prestazioni ai cit-

tadini con le risorse pubbliche messe a dispo-sizione del Servizio sanitario nazionale. Sitratta degli standard di assistenza che lo Statodeve garantire, secondo procedure ed elenchiche devono rispondere alle mutate esigenzedella popolazione. Il nuovo provvedimento(D.P.C.M. 12 gennaio 2017) è integralmentesostitutivo del D.P.C.M. del 29 novembre2001 e dei numerosi altri provvedimenti finoad oggi in vigore.

Malattie rare e cronicheInnanzitutto vi sono la ridefinizione e l’ag-giornamento degli elenchi delle malattie rare edi quelle croniche e invalidanti. Per quanto ri-guarda la revisione dell’elenco delle malattierare è previsto l’inserimento di oltre 110nuove malattie, ad esempio la sarcoidiosi, lasclerosi sistemica progressiva e la miasteniagrave. Va sottolineato che le prestazioni con-cernenti le malattie rare dovranno essere ero-gate in regime di esenzione.Vengono aggiunte all’elenco delle malattiecroniche 6 nuove patologie:• la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva

(limitatamente agli stadi moderato, medio-grave e grave),

• il rene policistico autosomico dominante,• l’osteomielite cronica,• l’endometriosi (limitatamente agli stadi III

e IV),• le malattie renali croniche,• la sindrome da talidomide.Vengono spostate tra le malattie cronicheanche alcune patologie che in precedenza go-devano di esenzione in quanto classificatecome malattie rare. Tra queste la celiachia e lasindrome di Down.Per tali malattie sono previste una serie di pre-stazioni specialistiche fruibili in esenzione; aldi fuori di queste, le necessità assistenziali deipazienti e le relative prestazioni, anche non in

esenzione, saranno individuate dal medico divolta in volta. Per ottenere il nuovo attestato diesenzione agli affetti da malattie croniche oc-correrà, quindi, una certificazione di malattia diuno specialista del Servizio sanitario nazionale.Arriva anche un nuovo nomenclatore dellaspecialistica ambulatoriale, aggiornato perl’ultima volta nel 1996.

Nuove terapie e nuove tecniche diagnostiche Viene profondamente rivisto l’elenco delleprestazioni di genetica, inserendo anche laconsulenza e introducendo ulteriori terapie in-novative: l’adroterapia, ovvero una radiotera-pia oncologica utilizzata per la cura del tumoreal cervello, e l’enteroscopia con microcameraingeribile, ossia la possibilità di effettuare unagastroscopia attraverso l’ingestione di una pil-lola contenente una microcamera.

Vaccini e assistenza protesicaTra le vaccinazioni gratuite arrivano le con-ferme di quanto previsto dal Calendario na-zionale 2012-2014, ossia l’anti-pneumococco,l’anti-meningococco C dei nuovi nati, l’anti-HPV (papilloma virus) anche per gli adole-scenti di sesso maschile e il vaccinoanti-influenzale per anziani al di sopra dei 65anni. Tra i vaccini gratuiti ed esenti dal ticket,dunque, anche quello contro la meningite.Si rinnova anche il nomenclatore dell’assi-stenza protesica, che consentirà, tra l’altro, diprescrivere:• ausili informatici e di comunicazione (in-

clusi i comunicatori oculari e le tastiere perpersone con gravissime disabilità);

• apparecchi acustici a tecnologia digitale, at-trezzature domotiche e sensori di comandoe controllo per ambienti (allarme e telesoc-corso);

• posaterie e suppellettili adattati per le disa-bilità motorie, barella adattata per la doc-cia, scooter a quattro ruote, carrozzine perdisabilità complesse, sollevatori fissi e si-stemi di sostegno per il bagno (maniglionie braccioli), carrelli servoscala per interni;

• sistemi di riconoscimento vocale e di pun-tamento con lo sguardo.

Per quanto riguarda gli invalidi si conferma

I nuovi livelli di assistenza

di Alessio Affanni

I LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, sono le prestazioni e i servizi che devonoessere garantiti a tutti i cittadini.

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l’erogazione delle prestazioni garantite primadell’entrata in vigore della Legge n. 833/78(es. secondo ciclo di cure termali, cure clima-tiche e soggiorni terapeutici, piccole protesi,ecc.); si fa riferimento all’erogazione gratuitadei farmaci di classe C) agli invalidi di guerraed alle vittime del terrorismo, introdotta dallanormativa in vigore.Per i nefropatici cronici in trattamento dia-litico si conferma il rimborso delle spese ditrasporto al centro dialitico, nei limiti e con lemodalità fissate dalle Regioni. Per i detenutied internati in istituti penitenziari e minorisottoposti a provvedimento penale si richiamail contenuto del D.P.C.M. del 1° aprile 2008che trasferisce al Servizio sanitario nazionalel’assistenza a tali tipologie di persone.

AutismoIl nuovo decreto recepisce la Legge n. 134 del2015, che prevedeva l’aggiornamento dei li-velli essenziali di assistenza per la diagnosiprecoce, la cura e il trattamento individualiz-zato dei disturbi dello spettro autistico, non-ché misure di integrazione nella vita sociale esostegno per le famiglie.

L’assistenza ospedalieraVerranno garantite le prestazioni assistenzialiordinarie in caso di patologie acute richiedentiassistenza medica prolungata, osservazionemedico-infermieristica per 24 ore e immediataaccessibilità alle prestazioni. Tra le altre, rien-trano nelle prestazioni garantite:• la terapia del dolore,• le cure palliative,• la diagnosi precoce della sordità neonatale.Si procederà comunque della rimodulazionedelle cure e delle prestazioni meno urgenti,che verranno erogate non più in regime di ri-covero ospedaliero ma ambulatoriale: tra que-ste le procedure preliminari e successive ad unintervento (quali visite, accertamenti diagno-stici, controlli, ecc.).

L’assistenza socio-sanitariaSi prevede l’articolazione delle cure domici-liari in 4 livelli caratterizzati da un grado cre-scente di complessità del bisogno e di intensitàdell’intervento assistenziale, espressa in ter-mini di CIA (coefficiente di intensità assisten-ziale): dalle cure domiciliari di “livello base”alle cure domiciliari ad elevata intensità, chesostituiscono la cosiddetta “ospedalizzazionedomiciliare”. Resta confermata la ripartizionedegli oneri tra Servizio sanitario nazionale eutente/Comune prevista dal D.P.C.M. del 14febbraio 2001. Analogamente, l’assistenza residenziale ai

medesimi pazienti è stata articolata in funzionedelle caratteristiche delle strutture e della di-sponibilità del personale necessario per for-nirle: trattamenti specialistici di supporto allefunzioni vitali, trattamenti estensivi di cura, re-cupero e mantenimento funzionale, trattamentiestensivi riabilitativi ai soggetti con demenzasenile e trattamenti di lungo-assistenza.

Servizi garantiti in caso di gravidanzaSono incluse nei nuovi LEA diverse presta-zioni fornite in caso di gravidanza. Oltre allevisite periodiche ostetrico-ginecologiche, sa-ranno gratuiti i corsi di accompagnamento allanascita e l’assistenza in puerperio.Saranno escluse dal ticket tutte le prestazioninecessarie a monitorare la gravidanza in casodi minaccia di aborto. Questo nuovo nomen-clatore introduce anche le prestazioni di pro-creazione medicalmente assistita, siaomologa che eterologa, che fino ad oggi eranoerogate solo in regime di ricovero. Per il fu-turo, dunque, tutte le prestazioni di raccolta,conservazione e distribuzione di cellule ripro-duttive finalizzate alla procreazione medical-mente assistita eterologa sono a carico delServizio sanitario nazionale. Vi è, infine, l’estensione a tutti i nuovi natidello screening neonatale per la sordità con-genita e la cataratta congenita.

Le prime reazioni sui nuovi LEAIl decreto fa rinvio ad accordi tra Stato e Re-gioni l’individuazione di criteri per uniformarele modalità di erogazione di alcune prestazionirimesse alle Regioni. Se da un lato viene ap-prezzato l’allargamento delle prestazioni ga-rantite, dall’altro i previsti tagli alla spesasanitaria imposta alle Regioni potrebbe tra-mutarsi in aumenti dei ticket. In questo sensola Commissione Salute della Conferenza delleRegioni ha manifestato dubbi per l‘incognitadei fondi necessari a garantire le nuove pre-stazioni sanitarie e le vaccinazioni.Possibili anche aumenti della spesa comples-siva a causa, per esempio, dell’esclusione daiLEA di alcune patologie particolarmente dif-fuse come l’ipertensione (laddove non com-porti danni d’organo).Disappunto espresso anche dalle associazioniche si occupano di disabilità, in quanto il pas-saggio di classificazione da malattia “rara” a“cronica” della sindrome di Down precludebenefici e accesso a importanti canali di fi-nanziamento sulla ricerca. Ma più in generalegli interventi assistenziali per le persone condisabilità sono stati considerati non organici eframmentari e si ritengono scarse le misure infavore delle disabilità intellettive.

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Al 1° dicembre 2015, più di 5 milionierano i migranti in Italia, molti dei quali

sono andati a popolare quell’esercito di invi-sibili, che vive negli interstizi della società,negli spazi liminari delle città, o in borghispopolati, dove sopravvivenza e diritti nonsono affatto garantiti e, alla meno peggio,devono essere continuamente rinegoziati.Zygmunt Bauman afferma che, in un pianetaglobalizzato, qualsiasi negazione dei dirittiumani rende i diritti di tutti più fragili e ag-giunge solo ulteriore insicurezza: la sicu-rezza non è mai tale se confinata in un angolodi mondo. Eppure il 2016 è stato l’anno dellacostruzione dei muri ai confini e degli accordidi rimpatrio; di contro più di 5.000 personehanno perso la vita in mare ed i migranti sonosempre più pericolosamente vicini alla con-dizione di “non persone”. Il processo di sper-sonalizzazione avviene ancor prima di partire:in Italia, attualmente, è possibile arrivarcisolo in maniera illegale, l’irregolarità divienecosì un destino, una condizione esistenzialeche finisce con l’alimentare i circuiti dellosfruttamento; la prima accoglienza avvienenei CIE, Centri per l’Identificazione edEspulsione, gestiti, secondo Amnesty Inter-national, con regole poco chiare e che corri-spondono, di fatto, a un regime di detenzione;anche la solidarietà oggi è reato: nel 2016 laprocura di Udine ha indagato, per favoreg-giamento dell’immigrazione clandestina, 3volontari, per aver dato assistenza a 30 ri-chiedenti asilo.

Andiamo a programmareAbdelmalek Sayad parla della “funzionespecchio” dell’immigrazione, ovvero dellasua capacità di svelare la natura della societàd’accoglienza e di metterne a dura prova lademocraticità: l’incapacità di accogliere iflussi migratori mostra in realtà l’inadegua-tezza delle istituzioni, con delle conseguenzedevastanti non solo per i migranti, ma pertutti noi.Per questo le ONG della rete Link 2007 hannopresentato, in un documento indirizzato alGoverno, una serie di misure, volte a sugge-

rire una strategia politica, che insista non solosulla dimensione della sicurezza, ma anchesulle regole dell’accoglienza. Il documentotratta, nella prima parte, l’immigrazione co-siddetta “strutturale” e, nella seconda, la mi-grazione dovuta a guerre o calamità. Essoinizia con l’illustrare l’urgenza di far emer-gere dallo stato di irregolarità i migranti, apartire da tutti coloro che lavorano o studianoin Italia o che abbiano avuto opportunità difarlo negli ultimi due anni; suggerisce quindidi aprire canali di ingresso legali, per contra-stare le mafie; di ristabilire, quanto prima, lapossibilità di ingressi per lavoro, tenendoconto dei ricongiungimenti, ma anche delleesigenze del mercato e dell’invecchiamentodella popolazione italiana; di favorire l’im-migrazione circolare; di concedere, a chiperde il lavoro, ammortizzatori sociali e deltempo per la ricerca di una nuova occupa-zione. Le politiche per l’integrazione do-vrebbero coinvolgere tutto il territorio: co-munità straniere, associazioni, istituzioni,imprese; favorire l’unità dei nuclei familiari,evitando le separazioni coatte; promuovere unmodello abitativo diffuso, contrastando lacreazione di quartieri ghetto; accelerare ilcammino di cittadinanza, a partire dalle se-conde generazioni e concedendo, magari, ildiritto di voto alle amministrative.

Diamoci del noidi Alessia Morici

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Non sono “minori”Un tema importante trattato nel documento èquello dei minori non accompagnati. Se-condo i dati UNICEF, quasi 25.800 minorisoli sono sbarcati in Italia durante il 2016.Fino ad oggi non esisteva una legislazioneomogenea su questo tema e i minori ancoraadesso vengono accolti in strutture non ido-nee, da cui spesso fuggono. È tuttora in di-scussione in Parlamento la proposta di leggeZampa, che inaugura una trattazione uni-forme del problema; essa introduce, oltre aduna tempistica più veloce delle procedure,un divieto assoluto di respingimento alla fron-tiera dei minori; all’espulsione si può ricor-rere solo in caso di problemi di ordine pub-blico, verificando però che essa non comportirischi per il minore; la legge prevede inoltreluoghi specifici e adeguati per l’accoglienzae l’identificazione, standard omogenei e noninvasivi per l’accertamento dell’età e la pre-senza di mediatori culturali ai colloqui; isti-tuisce un Sistema Informativo Nazionaledove far confluire le cartelle sociali dei mi-nori e l’albo dei tutori volontari; prevedel’ampliamento degli SPRAR (centri di se-conda accoglienza) e la promozione dell’af-fidamento familiare in alternativa alla siste-mazione in comunità.La rete di associazioni Link 2007 sollecitaesplicitamente, all’interno del documentopresentato al governo, la chiusura dell’iter diapprovazione di questa legge. Del resto, se-condo loro, tutto il tema immigrazione ne-cessita oggi di modifiche legislative, a partiredalla soppressione del reato di clandestinità.Occorre poi rafforzare il coordinamento eu-ropeo con politiche comuni e condivise, am-pliare la stipula di accordi di partenariato coni principali paesi di provenienza, prevederel’apertura di nuovi corridoi umanitari. Il temadella sicurezza, dovrà riguardare soprattuttoil contrasto allo sfruttamento di esseri umani;è importante prevedere l’allontanamento perchi non ha diritto di rimanere in Italia, ripar-tendo, però, dal ritorno volontario assistito elimitando il più possibile il ricorso all’ac-compagnamento coatto. La Cooperazioneinternazionale allo sviluppo deve essere ri-pensata e rafforzata, attraverso il raddoppia-mento delle risorse ad essa destinate; inco-raggiando il piano europeo di investimentiesteri; supportando il transnazionalismo im-prenditoriale degli immigrati e le iniziative dico-sviluppo a livello territoriale.

La parzialità del presenteLa seconda parte del documento è dedicataall’immigrazione “forzata” da guerre e ca-

lamità. L’Europa dovrebbe intervenire piùattivamente nel prevenire e gestire i con-flitti internazionali e nel ripensare le poli-tiche sui cambiamenti climatici, che po-trebbero, un domani, esasperare i flussimigratori. L’esame della domanda di asilo oprotezione non dovrebbe superare i tre mesie bisognerebbe prevedere, per i migranti, at-tività sociali, formative e civiche. E’ neces-saria una più equa distribuzione dei flussimigratori tra gli Stati membri, attraversol’istituzione di procedure di accoglienza uni-formi in tutta Europa. I CIE dovranno esserepiù piccoli ed umani, gestiti magari dallaCROCE ROSSA, nel rispetto dei diritti. Chiha ottenuto lo status di rifugiato andrebbeospitato in piccole SPRAR, gestite in colla-borazione con istituzioni e Ong. I migranti,a loro volta, dovranno essere protagonisti at-tivi del proprio percorso di autonomia, attra-verso l’impegno nella formazione e nell’in-serimento lavorativo. Il riconoscimento dellostatus di rifugiato andrebbe celebrato comeatto di alto valore politico, anche dalla co-munità di accoglienza. Sensibilizzazione, in-formazione, rifiuto della violenza, prepara-zione all’accoglienza dovranno essere leparole d’ordine di una reale politica dell’in-tegrazione.

“Noi” e “loro”Questo documento parte dall’idea che il mi-grante sia inserito all’interno di una specificacomunità, portatrice a sua volta di bisogni: daqui il suggerimento di creare servizi da de-stinare a tutti i residenti, evitando, possi-bilmente, azioni esclusive per soli immigrati.Il riconoscersi tutti come parte di una stessacomunità, ci permetterebbe di individuare i li-miti di gran parte delle politiche immigrato-rie che, con le loro separazioni, continuano acontrapporre “noi” a “loro”. L’identità non èmai una totale appartenenza ad un gruppo, maessa viene continuamente ridefinita e rine-goziata: siamo, per citare Francesco Remotti,un enorme fiume storico, in cui molte culturesi sono incontrate, scontrate, fuse, trasfor-mate. La distinzione in gruppi contrappostinon ha alcun senso; partire dall’idea che lacultura è un monolite resistente alle intem-perie della storia e delle relazioni sociali, de-termina un approccio riduzionistico al pro-blema immigrazione, a cui spesso consegue lanascita di movimenti indigenisti, fautori del-l’idea di una cultura pura, o ancor peggio dinazionalismi. L’incontro culturale è inveceuna pratica sociale continua, che di volta involta, dà vita a identità territoriali ibride ecompletamente diverse l’una dall’altra.

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L’immigrato né arricchisce, né minaccia lanostra identità, semplicemente ne fa parte, inmaniera irriducibile, da sempre.

Il decreto legge n.13/2017Il documento della rete Link 2007 arriva pro-prio contestualmente all’approvazione, daparte del Consiglio dei Ministri, del DecretoLegge 17 febbraio 2017, n. 13, sui migranti.Il Decreto parla di accoglienza diffusa, delcoinvolgimento dei Comuni, del rafforza-mento del patto tra Stato e Territori ed istitui-sce ben 14 tribunali ordinari di sezioni spe-cializzate sulle richieste d’asilo ed suirimpatri. I CIE, nonostante il parere contrariodi alcune organizzazioni, che ne avrebberopreferito l’abolizione, verranno aumentati; nesarà istituito uno in ogni regione, contro gli at-tuali 4, ma cambieranno volto: si chiamerannoCentri di permanenza per il rimpatrio, sa-ranno molto più piccoli e avranno al loro in-terno un garante dei diritti. Il decreto prevedeinoltre la possibilità, per i Comuni, di impe-gnare i migranti in attesa di asilo, in modo gra-tuito e volontario, in lavori di pubblica utilità.Un precedente in questa direzione c’è già statonel comune di Belluno: si tratta di un progettopilota, che vede impegnati gli immigrati in oc-cupazioni “sociali” o in imprese: c’è chi fal’operatore ecologico e chi l’aiuto cuoco neiristoranti locali. L’iniziativa ha suscitato l’en-tusiasmo sia dei migranti che dei cittadini evorrebbe essere reiterata come esempio dibuona prassi di accoglienza. Eppure l’impiegoistituzionale dei richiedenti asilo in lavori dicomunità, è un tema che merita alcune consi-derazioni: innanzi tutto il limite tra “lavoro

volontario” e “sfruttamento legalizzato” puòdivenire molto labile, soprattutto se i migrantivengono impegnati anche in imprese private;qualche dubbio sorge poi anche su quantoquesta scelta sia del tutto priva da condizio-namenti, anche involontari: cosa accadrebbese qualcuno si rifiutasse di farlo? L’esamedella richiesta di protezione potrebbe risen-tirne? Marco Ehlardo, (www.vita.it17/01/2017), di fronte a questa prospettiva,paventa il pericolo che l’asilo possa trasfor-marsi, a breve, da diritto a concessione, un“premio” che lo Stato ti concede, benevol-mente ed alle sue condizioni. Il punto più di-scusso del Decreto è però quello che prevedeche il migrante, a cui viene rifiutata la propriadomanda di richiesta di asilo dalla Commis-sione Territoriale, non possa più far ricorso inAppello, ma solo in Cassazione. Ad avvisodell’ASGI, questo crea un precedente moltograve: istituisce un diritto diverso tra cittadiniitaliani e cittadini stranieri e aumenta il peri-colo di condannare al rimpatrio persone cherealmente rischiano la vita.Il cerchio si chiude: l’immigrazione torna,come uno specchio, a mostrare l’altra facciadella democrazia europea, quella che, difronte alla paura dell’altro, riduce i diritti o litrasforma in merce da poter negoziare, pri-vandoli della loro alienabilità: le politichesull’immigrazione non possono prescindereda un’autoriflessione critica delle istituzioni;esse dovrebbero ripartire dal basso e ricono-scere nel migrante, un soggetto attivo, cheproduce cultura e relazioni e nell’integra-zione una pratica culturale che non può essereimposta dall’alto.

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Il 2017 è stato definito “l’anno dei record”per diverse ragioni, dal surriscaldamento del

globo terrestre al decremento demografico na-zionale. Al quadro di insieme che riunisce pri-mati poco rassicuranti si aggiungono i risultatidi un’indagine svolta da Skuola.net e Osser-vatorio Nazionale Adolescenza su 8.000 ado-lescenti - età compresa tra 14 e 18 anni - suitemi del bullismo e del cyberbullismo. Il focusdella ricerca è stato l’analisi della diffusionedel fenomeno tra i ragazzi in età scolare e lostudio delle conseguenze fisiche e psicologi-che che ne derivano.Nel 2017 le vittime di bullismo salgono dal20% dell’anno precedente al 28% rispetto alcampione dei ragazzi presi in esame; anche ilcyberbullismo vede un deciso incremento nel2017, con un aumento dei maltrattamenti rei-terati sui social network e in rete. I risultatievidenziano, inoltre, che la maggior partedelle vittime subisce prevaricazioni sistemati-che sia online che nel quotidiano.

É proprio l’esame delle conseguenze del cy-berbullismo a mostrare risvolti particolar-mente preoccupanti tra gli adolescenti, chetendono ad identificare in modo quasi totaliz-zante la propria vita reale con l’universo dellarete, tanto che il 59% delle vittime di feno-meni di cyberbullismo dichiara di aver pen-sato almeno una volta al suicidio a causa deimaltrattamenti subiti online.Le conseguenze fisiche e psicologiche per levittime sono allarmanti: autolesionismo, di-sturbi alimentari e comportamentali, fragilitàemotiva e tristezza sintomatica, fino a mani-festare una perdita progressiva di interesse perla vita.“Parliamo di ragazzi presi sistematicamentedi mira, vessati pubblicamente con cattiveriagratuita, privati di qualsiasi tipo di socialità –spiega Mauro Manca, presidente dell’Osser-vatorio Nazionale Adolescenza e psicotera-peuta – proprio in una fase così delicata comel’adolescenza, in cui si ha bisogno del rinforzosociale”. Assistiamo dunque ad un totale stra-volgimento del ruolo del web e dei social net-

work, che nascono con l’intento di “unire”, dicreare appunto una rete che serva a mettere inconnessione soggetti diversi e lontani, in unacomunione di intenti e di interessi. Il rove-sciamento della natura dei social tra i ragazzidiventa un’arma nell’esercizio delle molestiee della denigrazione pubblica, che raggiun-gono l’apice attraverso la condivisione online.Le conseguenze psicologiche possono essereirreparabili su un adolescente che è alla conti-nua ricerca di approvazione da parte dei coe-tanei e di identificazione con il gruppo.É sotto gli occhi di tutti la frequenza delle no-tizie di cronaca di tristi vicende di malessereradicato, esacerbato dalla costante derisioneattraverso la rete e il conseguente isolamento,che terminano in azioni estreme da parte diadolescenti vittime di atti di cyberbullismo:dalla ragazza texana suicida di fronte ai geni-tori, alla morte della quattordicenne italianalanciatasi dalla finestra in seguito alla diffu-sione online di un video a sfondo sessuale gi-rato durante una festa.Si tratta di una fascia della popolazione che falarghissimo uso dei social media, senza peròriuscire a comprenderne le reali potenzialità.Nel loro universo virtuale qualsiasi atto legatoalla socialità assume il diritto di affermazionee liceità che prescinde da vincoli comporta-mentali, senza tener conto delle conseguenze.Le offese ricorrenti riguardano l’aspetto fi-sico, l’appartenenza o meno ad un gruppo so-cialmente riconosciuto, l’abbigliamento e icomportamenti ritenuti infantili e poco in lineacon una condotta trasgressiva e coraggiosa.Il risultato di una ricerca condotta dal MOIGE– Movimento Italiano Genitori – in collabora-zione con la Polizia di Stato, su 1500 ragazzidi età compresa tra 11 e 18 anni, mostra unaevidente sottovalutazione degli effetti del cy-berbullismo e del ruolo dei social. L’82% degliadolescenti non ritiene grave insultare o mo-lestare attraverso la rete, e ben il 68% noncrede sia grave pubblicare, senza autorizza-zione, immagini della vittima. “É nostro do-vere continuare a parlare di bullismo ecyberbullismo – ha dichiarato Maria Rita Mu-

Bullismo e cyberbullismo:pratiche di prevenzione

e contrasto del fenomenodi Emiliana Santucci

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nizzi, Presidente nazionale del MOIGE - per-ché accrescendo le conoscenze sul fenomenosi contribuisca a combatterlo”. Non repres-sione, dunque, bensì un uso consapevole dellarete e un processo di formazione dei cittadinidigitali del futuro.Nodo centrale dello sviluppo della tutela e del-l’educazione dei ragazzi a un utilizzo più con-sapevole degli strumenti informatici: a partiredal 2017 saranno 16000 i docenti coinvolti inattività di formazione, mirate ad acquisire erafforzare le competenze in materia di pre-venzione e contrasto dei fenomeni di bullismoe cyberbullismo nell’ambiente scolastico.Il disegno di legge sul cyberbullismo appro-vato dal Senato - siamo in attesa del compi-mento dell’iter parlamentare - prevede neltriennio 2017-2019 una specifica attività diformazione del personale scolastico, con lapartecipazione di un referente in ciascun isti-tuto, per realizzare e coordinare iniziative diprevenzione e contrasto del cyberbullismo,con la collaborazione della Polizia Postale edelle associazioni locali.

Anche il Piano Nazionale per la Prevenzionedel Bullismo e del Cyberbullismo emanato dalMinistero dell’Istruzione, dell’Università edella Ricerca, rappresenta un segnale fortedegli obiettivi e del ruolo delle Istituzioni sco-lastiche, attraverso le linee guida intese a pre-venire e contrastare la diffusione delfenomeno proprio a partire dalla scuola. Inconcomitanza con la Giornata Europea dellaSicurezza in Rete (SID: Safer Internet Day)promossa dalla Commissione Europea, il 7Febbraio 2017 si è svolta la prima Giornatanazionale contro il bullismo a scuola. La gior-nata ha visto realizzare, da parte delle singolescuole, azioni di sensibilizzazione contro ilbullismo e il cyberbullismo, coinvolgendo nonsoltanto gli studenti ma anche la cittadinanza.#Nodo Blu contro il bullismo ha visto cosìmolteplici manifestazioni di interesse, con ini-ziative differenti nelle varie città, dai flash

mob delle scuole campane alle luci blu dellaMole Antonelliana. Il sito dedicato al SID inItalia è www.generazioniconnesse.it.

L’approvazione da parte del Senato del dise-gno di legge che ha come obiettivo il contra-sto del fenomeno del cyberbullismo in tutte lesue manifestazioni, prevede azioni a tutela deiminori coinvolti, nella posizione di vittime ein quella di responsabili di reati. Introduce laprocedura di ammonimento, come avviene perlo stalking, al fine di responsabilizzare i mi-nori ultraquattordicenni autori di reati tenen-doli però, nei casi in cui è consentito dallalegge, fuori dal penale. Inoltre, il D.D.L. presenta per la prima voltauna chiara definizione, anche giuridica, del fe-nomeno: per «cyberbullismo» si intende qua-lunque forma di pressione, aggressione,molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, dif-famazione, furto d’identità, alterazione, ac-quisizione illecita, manipolazione, trattamentoillecito di dati personali in danno di mino-renni, realizzata per via telematica, nonché ladiffusione di contenuti online aventi ad og-getto anche uno o più componenti della fami-glia del minore il cui scopo intenzionale epredominante sia quello di isolare un minoreo un gruppo di minori ponendo in atto unserio abuso, un attacco dannoso, o la loromessa in ridicolo.

L’esame delle diverse iniziative messe in attoal fine di prevenire e contrastare il fenomenodel bullismo rileva che la riuscita dell’impresaè strettamente dipendente dalla cooperazionedi soggetti diversi, che nascono per operare intotale autonomia l’uno dall’altro, ma che sitrovano concordi ad unire le proprie risorse,non solo economiche, nell’obiettivo di argi-nare e combattere un fenomeno inatteso comeil cyberbullismo, oltre al dilagare di una formagià nota, come il bullismo tradizionale, ma cheha assunto caratteristiche sempre più cruente econ nuove implicazioni psicologiche e sociali.Il MIUR, la Polizia Postale, i docenti, i geni-tori, le multinazionali che si occupano di si-curezza online, i rappresentanti del Governo,i gestori dei social network e gli stessi ragazzicoinvolti in prima persona, diventano insiemeartefici e fruitori delle conoscenze e dei dirittiche regolano, in modo trasversale, il mondoreale e virtuale del bullismo. A tutti loro ilcompito e la responsabilità di formare i citta-dini digitali del futuro.

* Sul tema del bullismo hanno già legiferatola Lombardia (L.R. n.1/2017) e il Lazio(L.R. n.2/2016)

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Crisi del mercato del lavoroIl lavoro è fonte di identità e di sicurezza, dàdignità alla persona e permette di progettarela vita. Inoltre facilita la realizzazione di altreattività, come quelle del tempo libero o, adesempio, il volontariato. Sono i soggetti pie-namente inseriti nel mondo del lavoro chepiù si ritagliano spazi altri per vivere una di-mensione diversa della loro cittadinanza at-tiva e responsabile. Spesso la dimensionemigliore o ideale, come lo sono in generalele attività del tempo libero impegnato. Però illavoro è la condizione che rende possibileanche la realizzazione extraprofessionale; ep-pure diventa merce sempre più rara per i gio-vani d’oggi1: 4 su 10 sono privi di lavoro,mentre gli altri 6 si dividono tra lavoratoriprecari e garantiti. La Jobs Act ha ravvivato e reso più dinamicoil mercato del lavoro ma non sembra inciderein misura duratura, anche perché il lavoronon si crea per legge e il ricambio genera-zionale ne trova un freno nel pensionamentoposticipato. I giovani pagano maggiormentele conseguenze della crisi occupazionale perl’effetto congiunto di fattori strutturali, in-terni ed esterni al nostro Paese. Tra i primi lacrisi economica, acuita da fenomeni quali lacorruzione, la speculazione finanziaria(l’economia malata) e la globalizzazione. Viconcorre anche l’evoluzione tecnologica chesi mangia molti più posti di lavoro di quantine crea. Vi sono poi i fattori di debolezza in-terna quali: indebitamento dello Stato, crisidemografica, difficile permeabilità tra scuolae lavoro, basso tasso di laureati, insufficienti

servizi per l’infanzia e la famiglia, divarica-zione Nord-Sud e altri ancora. D’altra partealcuni fenomeni sociali e la qualità dei ser-vizi condizionano lo sviluppo economico e siintrecciano con esso.

La conseguenza è un mercato del lavoroasfittico il cui accesso è più difficile e selet-tivo di un tempo, se non si hanno corsie pre-ferenziali in virtù di un sufficiente capitalesociale e famigliare. In tal modo vengonomeno i criteri di merito e si allargano le di-suguaglianze, che è un segno dei tempi. Inquesto scenario i soggetti più deboli o vulne-rabili rispetto all’occupazione sono tenutifuori o al margine nonostante leggi nazionalie regionali che ne favoriscono l’accesso. Di-sabili, malati psichici, ex-detenuti, rifugiatinon trovano sbocchi occupazionali e pochisono anche quelli protetti all’interno di coo-perative di produzione e lavoro. Il lavoroperde così anche il suo connotato inclusivo,di inserimento sociale e riabilitativo per lepersone già segnate dalla vita.

E i giovani? Se questo è il contesto problematico, comereagiscono oggi i giovani? In modi disparati,opposti, a seconda delle caratteristiche di per-sonalità e delle opportunità che hanno a por-tata di mano. Semplificando vi sono almenodue modi con cui i giovani affrontano il pro-blema cruciale del loro inserimento lavora-tivo che riflettono altrettanti profili. Unaparte di essi sembrano annientati dalla crisi,sono silenziosi, passivi, sono i cosiddetti

Lavoro e giovanitra rassegnazione

e intraprendenzadi Renato Frisanco

1 Tra il 2011 e il 2015 l’occupazione si è ridotta di oltre 130.000 unità ed è avvenuta una ricomposizionetra le diverse categorie professionali che ha portato soprattutto ad una crescita del peso relativo delleprofessioni non qualificate (+9,6%) oltre ad una drastica riduzione della componente operaia, degli arti-giani e degli agricoltori (-14,2%) in Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese 2016, Milano,Franco Angeli, pag. 17.

2 Dall’inglese “Not in education, employment or trainig”.

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“Neet”2 (2,3 milioni tra i 15-29 anni) perchénon lavorano, non studiano dopo il conse-guimento della licenza media o del diplomadi scuola superiore e non cercano nemmenoun’occupazione, magari aspettano l’occa-sione giusta ma rischiano di essere tagliatifuori per sempre dal mondo del lavoro. Lirassicura vivere in una famiglia iperprotet-tiva anche in età adulta ed è la loro unica an-cora di salvezza. Un recente studio delCensis calcola che i Neet costano alla collet-tività 21 miliardi di euro in termini di perditadi produttività. Un costo che non ci possiamopermettere.

Vi sono poi i giovani che anche con pochimezzi sono intraprendenti, si danno da fare,vanno all’università con profitto, fanno qual-che master o almeno un anno di studio al-l’estero, imparano una lingua. Non disde-gnano affatto di fare un’esperienza di lavoroall’estero, o se hanno la possibilità vi si tra-sferiscono per tentare una carriera nella pro-fessione per cui hanno investito nel loro lungopercorso di studi. Se non rimangono all’esterotornano con esperienza e titoli sufficienti peraffermarsi in concorsi pubblici o per esserecooptati da aziende private innovative e so-lide. Vi è anche chi non si da per vinto pur ri-manendo in Italia, tenta varie esperienze, an-che nella precarietà, fa dei corsi dopo lascuola per specializzarsi in settori nuovi oche danno qualche prospettiva, così si mettealla prova, acquisisce competenze, speri-menta le proprie potenzialità. Anche un’espe-rienza significativa in una organizzazione divolontariato o di Terzo settore può essere im-portante perché affina doti, fornisce compe-tenze e abilità che se ancora non vengono ri-conosciute ufficialmente (ma è ormai maturoa livello europeo un portafoglio delle com-petenze acquisite nel lavoro informale) fannocurriculum. Basti pensare a capacità come lagestione di gruppi, l’uso di mezzi informatici,la lingua straniera, la pratica della coopera-zione, l’acquisizione di una cultura del la-voro. Tutti questi aspetti configurano di fattoun apprendistato per un inserimento che saràpoi naturale nel mondo del lavoro.

I giovani dell’Italia che ce la faE’ evidente che l’istruzione formale e quellainformale fanno la differenza tra i “Neet” egli opposti, ovvero gli “Eet”. Lo studio delCensis commissionato da Confcooperativeconferma che investire in istruzione con-viene, da maggiori possibilità di trovare unlavoro. Nel 2015 a quattro anni dalla laurea,su 100 laureati 73 hanno dichiarato di lavo-

rare mentre 20 cercano lavoro. Chi ha unalaurea di secondo livello (2 anni di studioprotratto oltre la laurea di primo livello) haraggiunto nel 59,2% dei casi un posto da di-rigente, imprenditore o professionista. Inol-tre la cultura formale e informale permetteuna maggiore duttilità, creatività, sperimen-tazione di sé che si esplica talvolta nellascelta del lavoro autonomo, in crescita no-tevole e variabile a seconda dei settori, sem-pre secondo la ricerca Censis. Molti diquesti giovani intraprendono percorsi inno-vativi, orientati alle nuove professioni chela tecnologia rende possibili o migliora, nelcampo dell’informatica, della ristorazione,del turismo e delle strutture per vacanze, deiservizi d’informazione, dell’agricoltura bio-logica e innovativa, dei servizi per le im-prese. D’altra parte è noto che nei periodi dicarenza di risorse e opportunità si è indottia reagire con creatività, a inventare nuovepossibilità e questo produce cambiamento,crescita e opportunità. Però occorre esserepronti a coglierle, non sempre disponibiliper concorso o con offerte ma presenti nellepieghe del mondo del lavoro, in cui giocanoun ruolo importante l’intraprendenza perso-nale, la capacità di proposta e la determina-zione sull’obiettivo, soprattutto se vi èpassione per quel campo di impiego. Chipercorre la strada del lavoro è coinvolto contutto sé stesso, deve accrescere via via com-petenze e avere volontà, passione, determi-nazione, coraggio, pazienza e una giustadose di umiltà. Facendo della flessibilità delsistema produttivo non un vincolo ma unavariabile da gestire senza rinunciare allaqualità del lavoro.

La ricerca del Censis ha calcolato che tra “Igiovani dell’Italia che ce la fa” ve ne sonoalmeno 175 mila che hanno messo a fruttole loro competenze, si sono costruiti su mi-sura delle attività, hanno aperto nuove im-prese e producono ricchezza. I giovanititolari di impresa sono presenti al Sudquanto al Nord. Fanno parte dell’11,7%dell’occupazione giovanile complessiva ene rappresentano la forza trainante, unesempio di impegno, creatività e volontà diemergere. La ricerca ha la pecca di non in-dagare su percorsi e fattori che determinanoil successo di questi giovani, oltre a conno-tarli come soggetti intraprendenti e colti. E’evidente però che il Paese deve partire daquesto segmento virtuoso di giovani, allar-gandone la cerchia a tanti altri fornendoloro stimoli e aiuti che li stanino dalla pi-grizia e dalla rassegnazione.

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Togliere lo zaino è un gesto reale: agli stu-denti delle scuole basta una cartellina leg-

gera per i compiti a casa, mentre le aule e ivari ambienti vengono arredati con mobiliofunzionale e dotati di una grande varietà distrumenti didattici sia tattili che digitali. Matogliere lo zaino ha anche un significato sim-bolico, in quanto vengono realizzate pratichee metodologie innovative in relazione a trevalori a cui ci si ispira: la responsabilità, lacomunità e l’ospitalità.Rendere le scuole ospitali è, dunque, un im-pegno di cambiamento. Ma l’ospitalità im-plica non solo costruire ambienti belli edamichevoli, ma anche accogliere le diversità,far sì che ciascun alunno (e futuro adulto) di-venti responsabile per i propri e gli altrui ta-lenti, l’originalità, i bisogni e, in generale,

di Cristina Barachin*

L’animazione teatrale è una forma di co-municazione in cui il conflitto e la sua

risoluzione costituiscono la situazionedrammatica , il punto in cui si concentral’interesse dell’azione, sia essa un giocooppure un esercizio di improvvisazione,una scenetta.

Allo stesso tempo è il luogo in cui si esplo-rano le sensazioni e le emozioni, in cui si èliberi di immaginare e di creare, in cui siimpara a collaborare con gli altri e le ideesono messe le une accanto alle altre; anchequelle che non servono insegnano qualcosa.L’organizzazione del gioco scenico e col-lettivo permette di arricchire la comunica-zione tra i partecipanti, di sviluppare

A scuolasenza zaino

Le scuole “Senza Zaino” sono ad oggi un centinaioe sono diffuse non solo in Toscana (dove è nato ilprimo nucleo), ma anche in tutto il territorio na-zionale. Si tratta di un movimento, nato nel 2002,che si è costituito in rete secondo la normativaprevista dal D.P.R. n. 275 del 1999. Senza Zaino(di seguito SZ) è realizzato nelle scuole dell’infan-zia, primarie (elementari) e secondarie di primogrado (medie). L’obiettivo è sviluppare un modellodi scuola diverso da quello tradizionale e più dif-fuso. Tutte le informazioni sono sul sito www.sen-zazaino.it.

Cantastorie per la paceIl gioco e l’espressione artistica come mezzi didattici per la diffusione della cultura della pace e dei diritti umani

l’immaginario e di riflettere in maniera natu-rale sul modo in cui ciascuno vive le situa-zioni quotidiane di conflitto.

Un esempio della mia personale metodologia.Racconto al mio pubblico, con l’aiuto di duemarionette, la storiella dal titolo “Il vaso dizia Rita”. Eccone il canovaccio: in una bellagiornata di sole la signora Letizia ritrova insoffitta un grazioso vaso, regalo di nozze dizia Rita, e decide di esporlo sul tavolo. Il ma-rito Orazio, tornato dal lavoro, vede il vaso edecide di collocarlo sulla libreria, dove glipiace di più. Entra in scena la signora Leti-zia che, molto seccata, rimette il vaso sul ta-volo. Il gioco scenico può continuare per unpo’, fino al momento in cui i due personaggi

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HE per il percorso di crescita e di apprendi-

mento.

- Responsabilità in quanto ciascun alunno èconsapevole degli obiettivi da raggiungeree per questo accentua la propria motiva-zione a studiare e al senso di impegno chesi declina anche nell’aver cura di tenere inordine gli armadi e gli strumenti didattici,perché sono percepiti come “cose” di uti-lità personale e comune. Gli studenti sonocoinvolti con i docenti a strutturare, pro-gettare, revisionare la situazione dall’am-biente formativo, ma anche delle attivitàdidattiche. In tale prospettiva i docentisvolgono un ruolo prevalente di incorag-giatori e facilitatori. Essi non solo inse-gnano, ma apprendono con gli alunni, percui la scuola assomiglia a una comunità diricercatori e a un laboratorio. La responsa-bilità così intesa promuove comportamentiimprontati alla cittadinanza attiva e il con-seguimento effettivo delle competenze pre-viste dagli obiettivi nazionali.

- Comunità in quanto l’apprendimento av-viene nella relazione. Non solo tra alunni,

ma pure tra alunni e insegnanti. La comu-nità implica, inoltre, un pieno coinvolgi-mento dei genitori visti anche comepartecipi nell’attività didattica.

- Ospitalità, immediatamente percepibile: inun’aula SZ non troviamo né la cattedra néi classici banchi disposti in fila separatil’uno dell’altro, né un ambiente scarno,asettico, privo di qualsiasi oggetto e stru-mento. Lo spazio è articolato in aree di la-voro: l’area tavoli, l’area della matematica,l’area della lingua, l’area delle scienze na-turali e antropologiche, l’area delle arti. Nella stanza c’è un luogo chiamato agoràdove si svolgono gli incontri di gruppo.Le aule sono sempre fornite di materiali di-dattici attinenti alle varie discipline e inol-tre una particolare cura è riservata aicartelloni (per la comunicazione visuale).Questo ambiente fisico attrezzato è coe-rente con la metodologia improntata a ren-dere più varia e ricca l’attività didattica. C’èanche l’intento di valorizzare il corpo e lemani nel processo di apprendimento e disviluppare l’autonomia e la responsabilitàdi ciascun allievo. Vedendo all’opera un in-

si contendono il vaso, che scivola dalle loromani e va in pezzi.A questo punto creo una pausa di silenzio e diaspettativa poi pongo la domanda: “Che cosaavrebbero potuto fare Letizia e Orazio in al-ternativa al litigio che ha portato alla distru-zione del prezioso ricordo?”Allora esploriamo insieme le alternative: …pensare a un altro luogo dove porre il vaso dicomune accordo, cercare un compromesso ed

esporre il vaso sul tavolo o sulla libreria agiorni alterni, cedere l’uno al desiderio del-l’altro …Inevitabili alcune domande: “E tu, come rea-gisci quando vuoi fare una cosa e il tuo amico(compagno. fratello …) vuole farne un’altra?Come ti comporti quando non sei d’accordo?La parola conflitto è sempre negativa? Qualeè la sua differenza con la parola guerra? Cosaè la non violenza? …”

Spesso, prima o dopo i miei rac-conti propongo ai presenti –bam-bini o meno- una piccola attivitàmanuale, un gioco, una musicasu cui ballare, una merenda.Perché la parola pace si com-pleta con la parola bene, nelmeraviglioso binomio Pace ebene.

* Direttrice dell’Atelier d’art pla-stique del 19° arrondissement diParigi. Stralcio da un articolodell’Autrice.

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segnante SZ ci accorgiamo che non eccedenel linguaggio verbale. Infatti usa frequen-temente i linguaggi del corpo e della mi-mica, musicale e iconico, manipolativo edigitale: sa mettere insieme la mano (l’arti-gianalità), il cuore (le emozioni) e la mente(il pensiero).

Il decalogo che segue può dare un’idea delcome funziona la didattica:1. Viene realizzato un insegnamento diver-

sificato, sia a livello individuale che digruppo, concretizzando anche l’obbiettivodella personalizzazione. La lezione fron-tale ha uno spazio limitato, pertanto l’at-tività didattica è molto varia e nonstandardizzata, come avviene di solito;

2. L’aula è divisa in aree di lavoro ed è ar-ricchita con strumenti e tecnologie didat-tiche (libri, enciclopedie, computer,schedari, giochi, ecc.) che consentono uninsegnamento che si avvale di modalitàcomunicative iconiche, attive, simboli-che, analogiche;

3. Gli alunni sono informati e stimolati aprendere decisioni anche sulle attività di-dattiche, nonché invitati a organizzare se-minari e conferenze per presentare emostrare i contenuti, i saperi e le compe-tenze acquisite;

4. L’insegnante svolge una pluralità di ruoli:organizza l’ambiente, spiega, mostra e favedere “come si fa” (modello dell’arti-giano), offre strutture e sostegni, sa in-fine “abbandonare il campo” in modo chegli alunni imparino a fare da soli;

5. L’insegnamento è solo in parte trasmis-sivo, poiché si mette l’accento in modospeciale sul fatto che l’alunno deve saperscoprire e impossessarsi delle cono-scenze, porsi domande, saper ricercare, inuna parola essere responsabile delle co-struzione del sapere;

6. I docenti formano una comunità di pra-tiche, nel senso che non conta solo il sin-golo, ma anche il lavoro di gruppo, loscambio di idee e esperienze: si è vistoche la cooperazione ha un impatto posi-tivo sull’apprendimento, soprattutto se gliinsegnanti cooperano all’intento e trovanoil sostegno del dirigente scolastico;

7. La scuola è la comunità di base formatadai docenti, dagli alunni e dai genitori el’istituto è inteso come rete di scuole-co-munità;

8. I contenuti e gli obiettivi dell’insegna-mento sono quelli previsti dai Pro-grammi Nazionali che SZ intendeperseguire avendo l’ambizione di rag-

giungere per gli alunni migliori risultati.Negli ultimi anni sono anche stati appro-fonditi diversi ambiti disciplinari con in-troduzione di didattiche nuove;

9. Si presta una particolare attenzione alladimensione corporea, alla gestualità ealla prossemica come aspetto che quali-fica la relazione. Così come all’uso dellavoce del docente e degli alunni: l’impiegodi volumi bassi e la sobrietà nell’impiegodel linguaggio verbale a favore di quellinon verbali;

10. Si pone attenzione all’organizzazionedella giornata scolastica, evitando l’im-provvisazione e strutturando bene i ritmi,i tempi, la successione delle attività, l’ini-zio e la conclusione.

Questi 10 punti fanno parte di una proposta di-dattica più complessa che viene definita “Ap-proccio Globale al Curricolo” la cui primasistematizzazione si ha nel testo “A scuolaSenza Zaino” (M. Orsi, ed. Erickson, 2006).Questo approccio sottende almeno 3 caratte-ristiche:1) La globalità della persona. L’apprendi-

mento deve considerare tutti gli aspetti, daquelli emotivi, a quelli razionali, da quellicorporei a quelli intellettuali, tenendo pre-senti, ad esempio, le 9 intelligenze indivi-duate da Gardner. Un apprendimentoequilibrato non considera solo certe disci-pline come la lingua o la matematica, maanche la musica e il teatro, le arti in generee così via;

2) Le discipline di studio nascono con una lorospecificità, che va rispettata, ma al tempostesso è necessario ricostruire l’unità delpensiero, poiché esperienza e realtà sonounitarie;

3) Non si può più parlare di alcuni alunni di-versi perché diversamente abili. Tutti glialunni sono diversi: pertanto l’obiettivodeve essere quello di creare una comunitàdi alunni tra loro diversi.

Il modello Senza Zaino, in definitiva, vuoleessere uno stimolo ad affrontare la situazionedi difficoltà in cui versa la scuola italiana,dove si registra da tempo un certo declinodella qualità del processo di insegnamento-apprendimento. Rifacendosi anche ai classici della pedagogia,come Dewey, Gardner e Montessori, lancia lasfida del suo modello innovativo. Il fatto chequesto modello si stia diffondendo, pur senzagrandi sostegni istituzionali, è forse un piccoloseme della voglia di riscatto così cruciale perla società attuale e per il suo futuro.

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Il Garante nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adole-scenza ha raccolto in una pagina web i siti internet isti-

tuzionali ai quali fare riferimento per attingere informazionie dati utili riguardo alle persone di minore età. Nei linkpubblicati si trovano dati ed informazioni ed i riferimentitelefonici da contattare.

Ministero del Lavoro e delle Politiche SocialiSito istituzionale del Ministero del Lavoro e delle PoliticheSociali competente istituzionalmente in merito ai minoristranieri non accompagnati e ai minori fuori dalla fami-glia di origine.

• Direzione Generale dell’immigrazione e delle politichedi integrazione

www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/immigrazione/focus-on/minori-stranieri/Pagine/default.aspx

• Direzione Generale per l’inclusione e le politiche socialiw w w. l a v o ro . g o v. i t / t e m i - e - p r i o r i t a / i n f a n z i a - e -a d o l e s c e n z a / f o c u s - o n / m i n o r e n n i - f u o r i -famiglia/Pagine/default.aspx

Ministero dell’InternoSito istituzionale del Ministero dell’Interno – Dipartimentoper le libertà civili e l’immigrazione competente istituzio-nalmente in merito alla prima accoglienza dei minori stra-nieri non accompagnati. Sono riportati i dati relativi alfenomeno degli sbarchi e l’accoglienza dei migranti pressole strutture gestite dalla Direzione Centrale dei servizi civiliper l’immigrazione e l’asilo.www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/it/docu-mentazione/statistica/cruscotto-statistico-giornaliero

Ministero della GiustiziaSito istituzionale del Ministero della Giustizia- Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità - Uf-

ficio I del Capo Dipartimento Servizio Statistica. Forniscei dati statistici aggiornati sui servizi della giustizia mi-norile, ossia:• gli Uffici di Servizio Sociale per i minorenni (USSM),

che seguono i minori in tutte le fasi del procedimentopenale, in particolare i provvedimenti giudi-ziari che non comportano una limitazionetotale della libertà;• i Servizi minorili residenziali,

suddivisi in: - Centri di prima accoglienza (CPA), cheospitano temporaneamente i minori arrestati,fermati o accompagnati a seguito di fla-granza di reato;

- Comunità, ministeriali e del privato sociale, in cui sonocollocati i minori sottoposti alla specifica misura cautelare(collocamento in comunità);

- Istituti penali per i minorenni (IPM), che accolgono i mi-nori detenuti in custodia cautelare o in esecuzione di pena.

www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_14.page?facetNode_1=0_6&selectedNode=1_5_33

Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per lepari opportunitàTra le sue competenze istituzionali rientra l’acquisizione el’organizzazione di informazioni per la prevenzione, assi-stenza e tutela dei minori dallo sfruttamento e dall’abusosessuale, anche attraverso banche dati, sia per il monito-raggio del fenomeno sia al fine di promuovere iniziativeconseguenti.Presso il Dipartimento è istituito l’Osservatorio per il con-trasto della pedofilia e della pornografia minorile pre-sieduto dal Capo del Dipartimento per le pari opportunità ecomposto da 5 componenti designati dalla Ministra per lepari opportunità, nonché da 4 componenti designati dalleassociazioni nazionali maggiormente rappresentative inquesto ambito (Telefono Azzurro, Save The Children, Terredes Hommes e Meter).www.pariopportunita.gov.it/contrasto-pedofilia-e-pornografia-minorile

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della RicercaPagina della Direzione Generale per lo studente, l’Integra-zione, la partecipazione e la comunicazione del MIUR, incui sono contenute informazioni relative alle iniziative fi-nalizzate a garantire la piena integrazione degli alunni concittadinanza non italiana.http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/inter-cultura

Si segnala che la medesima Direzione Generale svolgeanche le funzioni di segreteria all’Osservatorio Nazio-nale per l’integrazione degli alunni stranieri e perl’educazione all’intercultura, istituito con D.M. n. 718del 2014, che si occupa di individuare soluzioni concreteper garantire l’adeguamento delle politiche di integra-zione scolastica.

ISTATDati statistici sulle condizioni di vita e il reddito delle fa-miglie. Nel report viene evidenziato che le persone più a ri-schio di povertà o esclusione sociale sono quelle che vivonoin famiglie con cinque o più componenti e che il rischio dipovertà aumenta se si tratta di famiglie con tre o più minori.www.istat.it/it/archivio/193650

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Informazionie dati sui minori

Tratto dal sito istituzionale dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (www.garanteinfanzia.org)

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Il Consiglio dei ministri il 10 febbraio 2017ha approvato in via definitiva il decreto le-

gislativo che disciplina il servizio civile uni-versale in attuazione della legge di riforma delterzo settore (Legge n. 106 del 2016). Ave-vamo già trattato il tema dell’imminente ri-forma del servizio civile: si veda l’articolo diSergio Zanarella pubblicato sul numero 9/10del 2016 di Nuova Proposta, pp. 10 - 12.L’obiettivo del Governo è di rafforzare il ser-vizio civile quale strumento di difesa non ar-mata della Patria ai sensi degli artt. 11 e 52della Costituzione, di educazione alla pace trai popoli e di promozione dei valori fondatividella Repubblica.

Aperto a ragazze e ragazzi tra i 18 e i 28anni, italiani o stranieri regolarmente sog-giornanti, il servizio civile universale viene in-contro alle esigenze dei giovani. Per conciliarequesta esperienza con lo studio, la formazioneo le prime esperienze lavorative, l’orario set-timanale viene infatti ridotto a 25 ore. Anchela durata complessiva può variare: è intro-dotto un modello flessibile di servizio civile,con una durata modulabile tra gli 8 e i 12mesi, in base alle esigenze di vita e di lavorodei giovani operatori volontari. Per gli opera-tori è confermato il compenso mensile di 433euro. La domanda deve essere rivolta diretta-mente agli enti convenzionati, che poi selezio-nano i giovani da avviare al servizio.

Con il decreto si definiscono le finalità del ser-vizio civile universale, perseguite medianteprogrammi di intervento anche in specifichearee territoriali, quali le città metropolitane, ein vari settori (tutti ambiti di potenziali pro-getti di servizio civile) tra cui: assistenza, pro-tezione civile, patrimonio ambientale eriqualificazione urbana, patrimonio storico,artistico e culturale, educazione e promozioneculturale e dello sport, agricoltura in zona dimontagna e sociale, biodiversità, promozione

della pace tra i popoli, nonviolenza e difesanon armata, promozione e tutela dei dirittiumani, cooperazione allo sviluppo, promo-zione della cultura italiana all’estero e soste-gno alle comunità di italiani all’estero. Igiovani volontari potranno dunque essere im-pegnati in interventi in Italia e all’estero.

Il decreto, inoltre, definisce i ruoli e le compe-tenze dei soggetti che partecipano alla realiz-zazione del servizio. Allo Stato sono attribuitele funzioni di programmazione, organizzazionee attuazione del servizio civile universale non-ché l’accreditamento degli enti, le attività dicontrollo, verifica e valutazione del servizio ci-vile universale. Le funzioni di programma-zione sono svolte mediante la predisposizionedel piano triennale, attuato con piani annualiche tengono conto del contesto nazionale edinternazionale, delle risorse economiche di-sponibili derivanti dal bilancio dello Stato,delle risorse comunitarie e di quelle rese di-sponibili da soggetti pubblici o privati.

Le funzioni di verifica e valutazione sono ef-fettuate mediante un controllo sulla gestionedelle attività degli enti, una valutazione dei ri-sultati dei programmi di intervento e verificheispettive sulle attività svolte dagli enti. Le Re-gioni e le Province autonome sono coinvoltedalla Presidenza del Consiglio dei ministrinella predisposizione del piano triennale e deipiani annuali e nella valutazione degli inter-venti di servizio civile universale negli ambitidi competenza e, inoltre, attuano programmidi servizio civile universale con risorse pro-prie, previa verifica del rispetto dei principi edelle finalità del servizio civile universale.

Sono individuati gli enti di servizio civile uni-versale quali soggetti pubblici e privati che, sein possesso dei requisiti richiesti, sono iscrittiin un apposito Albo, -articolato in distinte se-zioni regionali-, presentano i programmi di in-tervento e ne curano la realizzazione.

E’ prevista la possibilità di definire criteri peril riconoscimento e la valorizzazione dellecompetenze acquisite dai giovani durante il

Servizio civileuniversale e Corpo

europeo di solidarietàComunicato del Consiglio dei Ministri del 10/2/2017, pubblicato sul sito istituzionale www.governo.it

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periodo di servizio. In particolare, le pubbli-che amministrazioni potranno indicare, neibandi di concorso, quale titolo preferenziale,anche quello di aver svolto il servizio civileuniversale.

Agli operatori volontari impegnati in inter-venti da realizzarsi in Italia è offerta la possi-bilità di effettuare il servizio, per un periodofino a tre mesi, in uno dei Paesi dell’Unioneeuropea, al fine di rafforzare il senso di ap-partenenza all’Unione e di facilitare lo svi-luppo di un sistema europeo di servizio civile,ovvero di usufruire di un tutoraggio finaliz-zato alla facilitazione dell’accesso al mercatodel lavoro.

Vengono istituite la Consulta nazionale per ilservizio civile universale e la Rappresen-

tanza degli operatori volontari, a livello na-zionale e regionale, quali organismi diconfronto in ordine alle questioni concernentil’attuazione del servizio civile universale.

* * *

L’approvazione di tale decreto è avvenuta, tral’altro, in concomitanza con la discussione,nell’ambito della Commissione dell’UE, sullenorme per l’attuazione del Corpo europeo disolidarietà, un servizio civile comunitario. IlCorpo europeo di solidarietà è infatti unanuova iniziativa dell’Unione europea che offreai giovani opportunità di lavoro o di volonta-riato nell’ambito di progetti destinati ad aiu-tare comunità o popolazioni in Europa.

Il testo in itinere prevede che, dopo aver com-pletato una procedura di registrazione, gliaspiranti volontari potranno essere selezionatiper un’ampia gamma di progetti, che sarannogestiti da organizzazioni verificate e autoriz-

zate. Queste organizzazioni (organizzazionigovernative, comuni, ONG e aziende), pro-motrici di progetti approvati, avranno accessoa una banca dati per trovare persone adatte ailoro progetti da contattare per richiedere laloro partecipazione.Tutte le organizzazioni saranno sottoposte acontrolli prima di essere accreditate e per poterrealizzare progetti per conto del Corpo euro-peo di solidarietà. Dovranno inoltre aderirealla Carta del Corpo europeo di solidarietà.Nel corso dell’anno la Commissione europeaannuncerà proposte per vari tipi di progetti,che dovranno essere in linea con la missione ei principi del Corpo. Gli annunci relativi alCorpo europeo di solidarietà saranno pubbli-cati sui social media pertinenti della Commis-sione europea e resi noti attraverso canalispecializzati.Potranno aderire al Corpo europeo di solida-rietà i giovani a partire dai 17 anni, ma oc-correrà comunque essere maggiorenni perpoter iniziare un progetto. L’età massimaper poter partecipare ai progetti è di 30 anni.I giovani avranno la possibilità di essere inse-riti in un progetto di volontariato, in un ti-rocinio, un apprendistato o un lavoro. Ivolontari non saranno retribuiti, ma avrannocopertura delle spese di viaggio, vitto e allog-gio e il diritto a una copertura assicurativa pertutta la durata dell’attività. Prima di iniziare euna volta arrivati a destinazione riceverannouna formazione specifica. Al termine del pro-getto otterranno un certificato di partecipa-zione, utilizzabile a fini curriculari.Potranno partecipare coloro che risiedono le-galmente o sono cittadini di uno degli Statimembri dell’Unione europea (salvo ulteriorirequisiti che potranno essere richiesti da spe-cifici progetti).Alcuni esempi di mansioni che potrebbero es-sere affidate ai volontari:• aiutare a ricostruire una scuola o un centro

comunitario distrutti da un terremoto• fornire assistenza a richiedenti asilo • diradare la vegetazione boschiva per preve-

nire incendi• lavorare con disabili in un centro comunita-

rio.Non sarà chiesto di partecipare ad alcuna atti-vità connessa alla risposta immediata alle ca-tastrofi: questo tipo di mansioni – precisa laCommissione UE – continueranno ad esseresvolte da specialisti che dispongono della for-mazione e dell’esperienza necessarie a operarein sicurezza in ambienti a rischio.Tutte le informazioni in dettaglio e le indica-zioni per registrarsi sono sul sito eu-ropa.eu/youth/Solidarity_it Red

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Bollettino ufficiale dell’UNEBA - Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza SocialeDirettore Responsabile: MAURIZIO GIORDANORedazione ed Amministrazione: 00185 Roma - Via Gioberti, 60 - Tel. 065943091 - Fax 0659602303e - mail: [email protected] - sito internet: www.uneba.orgAutorizzazione del Tribunale di Roma n. 88 del 21/2/1991Progetto e realizzazione grafica: www.fabiodesimone.itStampa: Consorzio AGE - Pomezia (Roma)

Il giornale è inviato gratuitamente agli associati dell’UNEBAFinito di stampare nel aprile 2017

Questa pagina vuole essere un “colpo d’ala”, cioè una proposta per un momento di riflessione.

Proverbioafricano

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