I Valdesi

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I Valdesi Il Valdismo, i cui fedeli sono chiamati Valdesi, è una confessione protestante. I Valdesi nascono nel Medioevo (XII secolo) come movimento di poveri. Tradizionalmente si fa risalire la fondazione del movimento a Valdo di Lione. Valdo decise di approfondire lo studio della Bibbia: egli però non conosceva il latino, così si fece tradurre i Vangeli e altri scritti biblici in francese. Fu colpito in particolar modo dalle parole rivolte da Gesù al giovane ricco: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi" (Matteo XIX, 21). Decise allora, nel 1173, di abbandonare la moglie, far accogliere le figlie nel monastero di Fontevraut e offrire tutta la sua ricchezza ai poveri. In seguito si circondò di un gruppo di seguaci con i quali, fatto voto di castità e vestiti solo di stracci, andava in giro a predicare la Parola di Dio; ben presto il gruppo fu identificato con l'espressione "Poveri di Lione". La loro predicazione si svolse all'interno dell'ortodossia romana, rivolgendosi principalmente contro il dualismo cataro. La loro richiesta di approvazione ecclesiastica nel 1179, in occasione del terzo concilio Laterano, venne accolta positivamente ma non gli fu riconosciuto di essere predicatori della Parola. Valdo tuttavia, insieme ai suoi seguaci, continuò a diffondere la Parola di Dio nonostante il divieto papale. Il problema della predicazione rimaneva aperto, per giunta aggravato dalla presenza di donne, ponendo difficoltà quasi insormontabili alla tradizione e alla cultura chiericale. Le comunità valdesi erano organizzate su due livelli: vi erano i "perfetti" che seguivano i tre voti monastici di povertà, castità, e obbedienza ed erano predicatori itineranti, e i semplici fedeli, che erano detti "amici" o "noti". La comunità aveva tre gradi gerarchici: diaconi, presbiteri e vescovi e preparava i futuri predicatori in apposite scuole, gli "ospizi". Osservavano la liturgia delle Ore e i digiuni, celebravano la Cena del Signore e la sera del Giovedì Santo praticavano la lavanda dei piedi. Studiavano a memoria interi Vangeli e altre parti della Bibbia che Valdo aveva fatto tradurre nelle varie lingue popolari. Secondo la Chiesa, rispondono a questi requisiti soltanto due atti espressamente stabiliti da Gesù: il battesimo e l’eucaristia. La cresima, la confessione auricolare e relativa assoluzione

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Valdo tuttavia, insieme ai suoi seguaci, continuò a diffondere la Parola di Dio nonostante il divieto papale. Il problema della predicazione rimaneva aperto, per giunta aggravato dalla presenza di donne, ponendo difficoltà quasi insormontabili alla tradizione e alla cultura chiericale.

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I Valdesi

Il Valdismo, i cui fedeli sono chiamati Valdesi, è una confessione protestante. I Valdesi nascono nel Medioevo (XII secolo) come movimento di poveri. Tradizionalmente si fa risalire la fondazione del movimento a Valdo di Lione. Valdo decise di approfondire lo studio della Bibbia: egli però non conosceva il latino, così si fece tradurre i Vangeli e altri scritti biblici in francese. Fu colpito in particolar modo dalle parole rivolte da Gesù al giovane ricco: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi" (Matteo XIX, 21). Decise allora, nel 1173, di abbandonare la moglie, far accogliere le figlie nel monastero di Fontevraut e offrire tutta la sua ricchezza ai poveri. In seguito si circondò di un gruppo di seguaci con i quali, fatto voto di castità e vestiti solo di stracci, andava in giro a predicare la Parola di Dio; ben presto il gruppo fu identificato con l'espressione "Poveri di Lione". La loro predicazione si svolse all'interno dell'ortodossia romana, rivolgendosi principalmente contro il dualismo cataro.

La loro richiesta di approvazione ecclesiastica nel 1179, in occasione del terzo concilio Laterano, venne accolta positivamente ma non gli fu riconosciuto di essere predicatori della Parola.

Valdo tuttavia, insieme ai suoi seguaci, continuò a diffondere la Parola di Dio nonostante il divieto papale. Il problema della predicazione rimaneva aperto, per giunta aggravato dalla presenza di donne, ponendo difficoltà quasi insormontabili alla tradizione e alla cultura chiericale.

Le comunità valdesi erano organizzate su due livelli: vi erano i "perfetti" che seguivano i tre voti monastici di povertà, castità, e obbedienza ed erano predicatori itineranti, e i semplici fedeli, che erano detti "amici" o "noti". La comunità aveva tre gradi gerarchici: diaconi, presbiteri e vescovi e preparava i futuri predicatori in apposite scuole, gli "ospizi". Osservavano la liturgia delle Ore e i digiuni, celebravano la Cena del Signore e la sera del Giovedì Santo praticavano la lavanda dei piedi. Studiavano a memoria interi Vangeli e altre parti della Bibbia che Valdo aveva fatto tradurre nelle varie lingue popolari.

Secondo la Chiesa, rispondono a questi requisiti soltanto due atti espressamente stabiliti da Gesù: il battesimo e l’eucaristia. La cresima, la confessione auricolare e relativa assoluzione sacerdotale, il matrimonio, l’ordine sacro e l’estrema unzione in ambito evangelico non sono considerati "sacramenti".

La Chiesa valdese non solo non riconosce su di sé l’autorità del papa romano, ma non ha al suo interno alcuna specie di papa, perché non è strutturata in modo gerarchico con un capo terreno al vertice, bensì con un ordinamento sinodale-assembleare in cui tutti i membri di chiesa (laici) e i loro ministri hanno uguale dignità e potere.

I Valdesi credono che tutti i nostri peccati siano stati espiati da Gesù Cristo col suo sacrificio sulla croce, che il suo perdono è del tutto gratuito, pieno e totale. Perciò non ci sono più peccati da scontare, né in questa vita, né dopo la morte. Sono pertanto escluse tutte le pratiche intese come aventi il potere di

abbreviare la permanenza nel presunto Purgatorio, come messe di suffragio, indulgenze, elemosine ed altre opere di pietà, che però vanno fatte non per farci guadagnare un beneficio nel presente o nel futuro, ma per esprimere il nostro amore sincero a Dio e al prossimo.