I tecnici superiori per «Industria 2015» 2 · 2011. 5. 26. · DEL MINISTERO DELL ’ISTRUZIONE,...
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STUDI E DOCUMENTIDEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
125/2008
I tecnici superioriper «Industria 2015»
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LE MONNIER
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STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALIDELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
RIVISTA TRIMESTRALE
DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
125/2008
Direttore responsabile: MASSIMO ZENNARO
Coordinamento editoriale: SABRINA BONO
Comitato tecnico-scientifico: GIOVANNI BIONDI, ALBERTO BOTTINO, PASQUALE CAPO,LUCIANO CHIAPPETTA, ANTONIO COCCIMIGLIO, GIUSEPPE COSENTINO, SILVIO CRISCUOLI,GIACOMO DUTTO, LUCIANO FAVINI, EMANUELE FIDORA, ANTONIO GIUNTA LA SPADA, MARIAGRAZIA NARDIELLO, VINCENZO NUNZIATA, GERMANA PANZIRONI, SERGIO SCALA, MARIADOMENICA TESTA, TITO VARRONE
Coordinamento redazionale: GIUSEPPE FIORI
Redazione: FABRIZIO FRANCIONI, ANDREA LO BELLO e MAURIZIO MODICA
Articoli, lettere e proposte di contributi vanno indirizzati a: STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • III
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FASCICOLO 124
PREMESSA Vdi Mariastella Gelmini e Claudio Scajola
PARTE PRIMA • MOTIVAZIONI E IDENTITÀ
Cultura scientifica e dorsale tecnologica 3di Francesco Profumo e Gianfranco Carbonato
Le motivazioni 5Economia reale e partnership per il rilancio dell’istruzione tecnica superiore 5di Michele DauIl trasferimento tecnologico alla Piccola e Media Impresa 16di Graziano DragoniL’evoluzione della domanda di formazione e lavoro alla luce della metamorfosi dell’apparato produttivo 30di Claudio Gagliardi
L’identità 53La cultura della tecnologia nella formazione: verso un sistemadi standard 53di Mario FierliL’identità culturale degli Istituti Tecnici Superiori 66di Silvano TagliagambeElementi di riferimento per lo sviluppo di un sistema di formazionetecnico-professionale superiore di natura non accademica 84di Michele PellereyLe politiche e le strategie dell’Unione europea per la ricerca, la competitività e il capitale umano 103di Pia Nuccitelli
INDICE DEI FASCICOLI124, 125, 126
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IV • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
FASCICOLO 125
PARTE SECONDA • LE AREE DI «INDUSTRIA 2015»
«INDUSTRIA 2015» E ISTRUZIONE TECNICA SUPERIORE
Le aree di «Industria 2015» nell’istruzione tecnica superiore 5di Giorgio Ghiglione
IL PROGRAMMA «INDUSTRIA 2015» a cura dell’Istituto per la Promozione Industriale
Introduzione 15
Il programma 19
Efficienza energetica 53
Mobilità sostenibile 123
Nuove tecnologie per il made in Italy 195
Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e turistiche 215
Nuove tecnologie della vita 223
INDI
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FASCICOLO 126
PARTE TERZA • STRUMENTI
La gestione del progetto sostenibile: aspetti metodologici 3di Claudio Demartini
Classificazioni e riconoscibilità delle professioni tecniche 31di Cataldo Scarnera
Il contratto di apprendistato nell’alta formazione 51di Antonio Capone
PARTE QUARTA • STUDI DI CASO DELLA PROGRAMMAZIONE 2004-2006
La banca dati nazionale IFTS: un confronto tra le esperienzerealizzate e le aree tecnologiche di «Industria 2015» 65di Giovanni Biondi
Poli formativi IFTS: esiti di una prima analisi qualitativa 99a cura di ISFOL
Nota redazionale 158
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VI • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
I CONTENUTI DEL CD-ROM ALLEGATOPoli a confronto: documentazione utile
1. I materiali dei workshop di luglio e settembre 2008 1Energia ed efficienza energetica 1– Scenario di sviluppo del settore energia e ambiente
contrapposto allo sviluppo del sistema della formazione superiore (Graziano Dragoni) 1
– Green Jobs. Verso lavori dignitosi in un mondo sostenibile a basse emissioni di CO2 9
– Il polo «Ambiente ed Energia» della Regione Lazio (Elisabetta Di Girolamo) 31
Mobilità sostenibile 43– La specializzazione tecnica superiore nel settore
(Claudio Demartini) 43Made in Italy – Sistema Moda 57– Proposte del gruppo di lavoro (Franco Rigola) 57– La domanda di tecnologia delle aziende calzaturiere
(a cura dell’A.N.C.I.) 62Made in Italy – Meccanica 76– Proposte del gruppo di lavoro (Simonetta Bettiol) 76Made in Italy – Alimentare 91– Il settore alimentare tra innovazione e tradizione
(Alessandro Sensidoni) 91– Proposte del gruppo di lavoro (Pasquale Russo) 95Made in Italy – Casa 98– Una previsione dei fabbisogni (Bernardino Chiaia) 98– Proposte del gruppo di lavoro (Maria Antonietta De Vico) 101Tecnologie per i beni culturali 103– Le specificità del settore e proposte del gruppo di lavoro
(Antonio Massarotti) 103Information & Communication Technology (ICT) 107– Evoluzione delle figure formative (Stefano Ascheri) 107Nuove tecnologie della vita 115– Proposte del gruppo di lavoro (Giovanni Sava) 115
INDI
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2, Le esperienze delle Regioni 123Campania (Errichiello e Pagliarulo) 123Emilia Romagna (Balboni) 130Liguria (Massolo) 132Lombardia (Pasquini) 139Piemonte (Albert) 145Provincia Autonoma di Trento (Pellerey) 148Toscana (Satti) 153Umbria (Margasini) 158Veneto (Caccin) 163Coordinamento Tecnico della IX Commissione della Conferenzadelle Regioni e Province Autonome (Vittore) 175Coordinamento della IX Commissione della Conferenza delle Regioni e Province Autonome (Costa) 179
3. Il contributo delle parti sociali 185Confindustria (Rosi) 185CGIL (Dandolo) 192CISL (Guardianelli) 195UIL (Micheletti) 199
4. Gli studi di caso di sei esperienze (a cura di ISFOL) 202Regione Friuli Venezia Giulia – Econmar: Polo formativoper lo sviluppo dell’economia del mare 203Regione Lombardia – Polo formativo per l’istruzione e la formazione tecnica superiore nel settore grafico 223Regione Marche – Polo formativo e tecnologico per il settore calzaturiero 269Regione Piemonte – Polo formativo ICT Wireless 294Regione Umbria – Polo Meccatronica (MCT) 335Regione Veneto – Dal Polo formativo per le tecnologie avanzate nei settori manifatturiero e dei servizi al Distretto formativo per la robotica e l’automazione 356
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Si ringraziano Maria Grazia Nardiello, Direttore generale per l’istruzione e formazione tecnica superiore e peri rapporti con i sistemi formativi delle Regioni per la progettazione del volume, e il dr. Giovanni Desco per ilcoordinamento organizzativo.
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PARTE SECONDALE AREE DI «INDUSTRIA 2015»
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«INDUSTRIA 2015» E ISTRUZIONE TECNICA SUPERIORE
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1. IL QUADRO ECONOMICO
La situazione di stasi dell’economia italiana e il rallentamento dello sviluppoindustriale sono stati, già prima della più grave recente crisi, argomento co-stante di pubblica attenzione e motivo di grande impegno sia per il Governoin carica sia per il precedente, che hanno recepito la necessità di innovareobiettivi, strumenti e modalità dell’intervento pubblico a favore dello svi-luppo economico e della competitività del Paese verso un riallineamento coni parametri europei, da cui il nostro Paese ha iniziato a scostarsi già a partiredagli anni Ottanta del secolo scorso, per mostrare un degrado preoccupantedi produttività industriale dall’anno 2000 in poi1.Le statistiche disponibili in campo europeo mostrano anche che le imprese ita-liane impegnate nell’innovazione sono in minoranza sul totale e ancora menoquelle capaci di cooperare con partner industriali o scientifici (Università e/oistituti di ricerca)2 .Sul fronte della scuola si è notato contestualmente un decrescente interesse vo-cazionale dei giovani verso la cultura scientifica e tecnologica; Confindustria haaddirittura parlato di «emergenza tecnico-scientifica»!Non si deve peraltro sottovalutare l’influenza esercitata sull’economia della Na-zione dalla situazione generale dell’economia europea e mondiale e da fattorimacroeconomici quali la globalizzazione dei mercati, il continuo accrescimentodella concorrenza, l’influenza degli andamenti valutari sulle esportazioni, lacomparsa sui mercati mondiali di attori economici colossali come la Cina el’India. Prima i vistosi rincari delle materie prime energetiche, poi il collasso diimportanti settori del sistema finanziario sono stati e continuano a essere fontecostante di ulteriore, profonda preoccupazione. Di più, l’instaurarsi di un fe-nomeno recessivo che, dopo i crolli di importanti strutture del sistema finan-ziario, ha aggredito e sta dilagando in vasti settori dell’economia reale,contribuisce a un diffuso pessimismo sulle possibilità di una ripresa in tempibrevi dell’economia di impresa e della produzione industriale, che nel nostroPaese contribuisce in maniera determinante alla formazione del PIL.
LE AREE DI «INDUSTRIA2015» NELL’ISTRUZIONETECNICA SUPERIORE
Le impreseitalianeimpegnatenell’innovazionesono in minoranza sul totale e ancora menoquelle capaci di cooperare con partnerindustriali o scientifici(Università e/o istituti di ricerca)
di GiorgioGhiglione Ministero dello SviluppoEconomico
1. Fonte OCSE.2. Fonte Eurostat - Fourth Community Innovation Survey.
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La situazione è tanto più seria poiché in questi anni si è delineata una politicaindustriale europea che, dopo avere indicato criteri di regolamentazione trasver-sali, ha ritenuto giustamente di individuare, in senso verticale, campioni euro-pei e piattaforme di eccellenza degni di attenzione e di valorizzazione prioritaria.Ciò porterà inesorabilmente, in tempi che la crisi immanente costringerà ine-vitabilmente a raccorciare, a definire quali sono le aree tecnologiche in cui l’Eu-ropa si vuole concentrare ed eccellere e dove saranno allocati i relativi centri dieccellenza. Nel fare ciò sarà giocoforza tenere conto delle capacità/competenzeesistenti: è quindi chiaro come, in una attribuzione di ruoli e di responsabilitàper la cui aggiudicazione le Nazioni europee competeranno con accanimento,l’Italia corra il serio pericolo di vedersi confinata alla difesa di qualche fascia delmade in Italy (Cina permettendo!) senza poter ambire, se non a un ruolo di lea-dership, almeno a quello di comprimario in alcuni dei segmenti significatividell’industria high-tech.Nel quadro europeo che dobbiamo prendere a riferimento, è ben chiara quindila necessità per l’Italia di rientrare in parametri economici accettabili e mante-nere una posizione dignitosa in alcuni importanti settori industriali, in cui ab-biamo una forte tradizione o che emergono come cruciali per il futuro sviluppodel Paese (basti pensare a tutto il comparto delle tecnologie energetiche).
2. LA RISPOSTA DEL GOVERNO: «INDUSTRIA 2015»
A fronte di queste realtà è stato elaborato e varato, all’inizio della passata legi-slatura, un piano di politica industriale, Industria 2015, che nasce con l’in-tenzione di rispondere con azioni decise ai problemi dell’economia reale,rivelatasi debole rispetto alle sfide del nuovo ciclo tecnologico e della globaliz-zazione, creando una solida politica di sostegno nei confronti del nostro si-stema produttivo in modo da far competere le nostre imprese sui mercatiinternazionali. Riprendendo quanto già previsto nel Piano triennale elaboratonel 2005, Industria 2015 stabilisce quindi le linee strategiche per lo sviluppoe il rilancio della competitività del sistema industriale italiano, in una visioneglobale in cui si conferma il sostegno alle realtà industriali ancora eccellenti(aerospazio, cantieristica, meccanica, ecc.) ma si imprime, attraverso l’istitu-zione di uno speciale Fondo per la Competitività e lo Sviluppo, una decisaspinta alla crescita in aree tecnologiche-produttive con forte impatto sullo svi-luppo del sistema imprenditoriale e a intensa ricaduta sul sistema Paese: sonoqueste le aree strategiche in cui sono ritenuti prioritari il sostegno e il rilanciodell’innovazione, sia dei prodotti sia dei processi industriali. Le risorse delFondo sono infatti destinate a finanziare i Progetti di Innovazione Industriale(PII) individuati nell’ambito delle seguenti aree tecnologiche:
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Industria 2015stabilisce
quindi le lineestrategiche
per lo sviluppoe il rilancio
dellacompetitività
del sistemaindustriale
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• efficienza energetica;• mobilità sostenibile;• nuove tecnologie per il made in Italy;• nuove tecnologie per la vita;• nuove tecnologie per i beni e le attività culturali.
La risposta del sistema industriale italiano alla call for ideas per i primi progettiè stata entusiastica (oltre 1000 proposte sono pervenute per il primo tema ecirca 500 per il secondo) e il Governo in carica, come confermato dal MinistroScajola alle Commissioni congiunte Camera e Senato nel corso della audizionedel 9 luglio 2008, ha inteso dare compiuta attuazione al piano suddetto, cheha ormai raggiunto una avanzata fase di realizzazione. Il primo bando sullaMobilità sostenibile è stato varato il 15 dicembre 2008 e ha assegnato 180 mi-lioni di incentivi a 22 progetti, mentre il secondo sull’Efficienza energetica si èconcluso il 19 gennaio 2009 con la selezione di 30 progetti ammessi a 200 mi-lioni di incentivi. I 30 progetti coinvolgeranno 234 imprese, 160 enti di ri-cerca e attiveranno circa 500 milioni di investimenti in ricerca e sviluppo.Complessivamente, i 52 progetti selezionati fino a ora coinvolgeranno quasi500 imprese e 260 centri di ricerca. Al momento di andare in stampa, sono incorso l’istruttoria e la valutazione dei 429 progetti del terzo bando sulle nuovetecnologie per il made in Italy, per cui sono stanziati 190 milioni e a cui hannorisposto ben tremila imprese e mille centri di ricerca. Sono pure in corso dielaborazione e di verifica i programmi elaborati per i progetti delle Nuove tec-nologie per la vita e delle Nuove tecnologie per i beni e le attività culturali.Nell’ottica di un continuo sostegno allo sviluppo dell’economia e delle im-prese, è intendimento del Governo in carica estendere gli incentivi ad altricampi di applicazione. Nelle strategie di innovazione essenziali per il rilanciodel Paese rientrano tra l’altro prioritariamente anche le Tecnologie per l’informa-zione e la comunicazione e lo sviluppo della rete di telecomunicazioni a bandalarga di nuova generazione.Il DDL già approvato dalla Camera dei deputati (AC 1441 ter) e attualmenteall’esame del Senato (AS 1195) recante «Disposizioni per lo sviluppo e l’inter-nazionalizzazione delle Imprese, nonché in materia di energia» prevede infatti(art. 2, comma 12 e art. 28) l’aggiornamento e il rinnovo dei Progetti di Inno-vazione Industriale con nuove aree tecnologiche, che per l’anno 2009 sonostate individuate nelle tecnologie innovative per l’ICT, di cui si è già sottolineatal’importanza, nelle tecnologie per l’aerospazio, in cui da anni difendiamo conbuon successo una posizione forte, e nelle tecnologie per la difesa dell’ambiente,che sono la frontiera per la difesa di un vivere civile sostenibile.I decreti interministeriali di adozione dei Progetti di Innovazione già emessiprevedono Azioni Strategiche di Innovazione Industriale (ASII) finalizzate al-l’incentivazione di progetti di taglia medio-grande proposti da imprese in par-
I 30 progetticoinvolgeranno234 imprese,160 enti di ricerca e attiverannocirca 500milioni di investimentiin ricerca e sviluppo
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tenariato con università, enti o centri di ricerca, completate da «Azioni Con-nesse», individuate in una logica di integrazione e sinergia con le tematiche egli obiettivi delle Azioni Strategiche.Le Azioni Connesse alle ASII dei PII sono essenzialmente di tre tipologie:
• azioni infrastrutturali;• azioni di regolamentazione e semplificazione normativa;• azioni di contesto.
È previsto che le Azioni Connesse, ai sensi dei succitati decreti di adozione deiPII, siano finanziate utilizzando risorse nazionali del Fondo per le aree sottou-tilizzate (FAS) risorse del Fondo per la competitività e lo sviluppo, nonché ri-sorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo socialeeuropeo (FSE) programmate a livello nazionale e/o interregionale (PON ePOiN) e, sulla base di intese con le amministrazioni responsabili, risorse FESRe FSE programmate a livello regionale ovvero altre risorse regionali. Poiché pe-raltro le linee di intervento previste nella programmazione FAS sono attuatemediante Accordi di Programma Quadro (APQ Stato-Regione e Interregionali)il percorso di sviluppo delle Azioni Connesse si svolge in stretta collaborazionecon le Amministrazioni Regionali, attraverso una forte condivisione degli obiet-tivi strategici e la maggior convergenza possibile tra le azioni stesse e gli stru-menti programmatici delle altre Amministrazioni Centrali e, in particolare, delMinistero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; ciò anche al fine di farconvergere le Azioni Connesse derivanti dagli obiettivi previsti dal PII con gliindirizzi programmatici in materia di ricerca, innovazione e competitività defi-niti dal Piano Nazionale di Ricerca. È già stata svolta, da parte del MSE, unaprima attività di ricognizione con le singole Regioni e Province autonome perindividuare le possibili Azioni Connesse sostenibili nell’ambito della strategia delgoverno e inquadrate nelle programmazioni regionali.
3. IL RACCORDO CON L’ISTRUZIONE SUPERIORE TECNICA
La dolorosa esperienza dell’involuzione economico-industriale che abbiamosopportato negli ultimi anni, e che è sfociata nella crisi recessiva prima men-zionata, ha rafforzato la convinzione che, pur non sottovalutando l’influenzadei fattori macroeconomici che influenzano l’economia della Nazione, lo svi-luppo e la decadenza dell’economia e in particolare dell’apparato industriale,che dell’economia del Paese è elemento strutturale portante, sono strettamentedipendenti dalle capacità, dalle abilità della forza lavoro, doti queste che si co-struiscono attraverso tutto il processo formativo scolastico e si perfezionanonell’istruzione superiore. Non si vuole affermare che la crisi economico-indu-
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Le AzioniConnesse
alle ASII dei PII sono
essenzialmente di tre tipologie:
• azioniinfrastrutturali;
• azioni diregolamentazionee semplificazione
normativa;• azioni
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striale è figlia della «emergenza tecnico-scientifica» prima richiamata, ma se sivolesse stabilire un legame piuttosto stretto tra i due fenomeni non si sbaglie-rebbe di molto.Nello spirito dei provvedimenti che abbiamo esaminato vi è infatti anche l’in-tenzione di imporre una svolta metodologica alla politica di interventi a soste-gno della ripresa della produttività delle imprese, nel senso che si è affermata laconvinzione che la sopravvivenza e l’espansione dell’industria italiana debbanoproseguire su basi, anche culturali, diverse, autonome e coerenti con gli schemie le pratiche internazionali che le normative europee ormai impongono.In assoluta coerenza con questa convinzione, la «forza» di Industria 2015 èstata quella di avviare una stretta collaborazione con le altre AmministrazioniCentrali competenti al fine di avviare un’azione congiunta a sostegno dello svi-luppo economico. Un protocollo di intesa con il Ministero del Lavoro e dellaPrevidenza Sociale stabilisce una cooperazione permanente tra le due Ammi-nistrazioni con l’intento di coordinare i rispettivi interventi nell’ambito dellosviluppo competitivo e della formazione del capitale umano, all’interno dellecinque aree tecnologiche individuate da Industria 2015.Si è pure impostata e svolta una stretta attività di cooperazione con il Ministerodell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: il MiSE e il MIUR condividonol’obiettivo di creare un raccordo forte tra il nuovo assetto organizzativo del si-stema di istruzione e formazione tecnica superiore e le politiche e le misure disostegno allo sviluppo economico e all’innovazione industriale indicate dal Go-verno, nella convinzione che l’istruzione e la formazione tecnica e professionalesiano essenziali fattori abilitanti e di sostegno allo sviluppo economico. La leggeFinanziaria 2007 incorpora infatti, insieme con i provvedimenti a sostegnodello sviluppo industriale, quelli a sostegno della formazione tecnico-professio-nale e della valorizzazione della filiera tecnico-scientifica e prescrive quindi fral’altro anche la riorganizzazione del sistema di Istruzione e Formazione Tec-nica Superiore-IFTS (commi 631 e 875). In questo stesso quadro la legge 40/2007, art. 13. comma 2, prevede la costi-tuzione degli Istituti Tecnici Superiori, come struttura ordinamentale stabiledi riferimento per la formazione tecnica superiore.Il DPCM 25 gennaio 2008 contiene le linee guida per la loro costituzione e,privilegiando l’orientamento scientifico-tecnologico, stabilisce che essi deb-bano essere necessariamente orientati a uno dei settori prioritari individuatinella legge Finanziaria 2007 a cui, riconoscendo agli estensori e ai firmatariuna meritoria lungimiranza, fu già aggiunto quello delle Tecnologie innovativeper l’Informazione e la Comunicazione, in quanto abilitanti per rendere effi-ciente tutto il sistema industriale produttivo, dei servizi e della Pubblica Am-ministrazione. La programmazione del Governo attribuisce peraltro giustorisalto anche alle discipline innovative di sostegno ai beni e alle attività cultu-rali: Industria 2015 infatti rilancia la politica industriale ponendo al centro
La legge40/2007, art. 13.comma 2,prevede la costituzionedegli IstitutiTecniciSuperiori, come strutturaordinamentalestabile di riferimentoper laformazionetecnicasuperiore
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dell’intervento pubblico il tema dell’innovazione tecnologica e della collabora-zione tra impresa e sistema della ricerca, e lo fa valorizzando non solo la cul-tura tecnologica ma anche le componenti umanistiche: dal loro incontropossono nascere la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale el’offerta di nuove prospettive di lavoro a una fascia del mercato del lavoro qua-lificato che oggi stenta a trovare occasioni di impiego.Il Decreto Ministeriale che stabilisce l’iter per la presentazione delle proposteprogettuali delle Azioni Connesse del Programma Industria 2015 ribadisceche, sulla base di quanto stabilito dai richiamati decreti interministeriali diadozione dei PII, tra le varie categorie di intervento che rientrano nella AzioniConnesse sono da annoverare:
«g) attività di formazione continua e per la creazione di nuove figure professionali,di sviluppo dei servizi e borse di ricerca tematiche per persone impegnate in attività ditrasferimento tecnologico e creazione di imprese innovative, da realizzarsi attraversostrumenti integrati quali le sovvenzioni globali, negli ambiti previsti dai PII».
In questo quadro pare giustificabile, sulla base di quanto esposto, che le atti-vità di sostegno alla formazione tecnica superiore e alla costituzione degli ITSpossano essere individuate, sia per «caratteristiche» sia per coerenza con i «cri-teri» richiamati dal succitato Decreto, come possibili «Azioni Connesse» a com-pletamento e supporto delle Azioni Strategiche, a condizione ovviamente che,nello spirito del richiamato DPCM costitutivo, sussistano chiari elementi di si-nergia con le tematiche dei Progetti di Innovazione Industriale.La definizione del piano di studi è di stretta competenza del Dicastero del-l’Istruzione; una importante attività di inquadramento è stata già svolta in que-sto senso dalla Commissione per la riorganizzazione dell’istruzione tecnica eprofessionale che ha recentemente concluso, con un lavoro intenso, rapido edefficace, l’elaborazione e la definizione dei regolamenti per i nuovi istituti tec-nici e professionali.Il quadro di riorganizzazione strutturale e normativa dell’istruzione tecnica su-periore è sicuramnte ampio e poderoso, ma di certo proporzionato allo scopo.Se la sfida dello sviluppo economico del Paese si gioca sul rilancio della com-petitività dell’impresa, se così alta è la posta in gioco, dobbiamo operare inmodo che i giovani formati nelle nostre scuole, in particolare negli istituti tec-nici e professionali, siano capaci ed entusiasti di combattere questa sfida.
4. IL RACCORDO CON LE POLITICHE REGIONALI. CONCLUSIONI
È appena il caso di sottolineare, anche sulla base delle richiamate disposizionilegislative, la necessità che le strategie delineate dal Governo centrale trovino
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Il quadro diriorganizzazione
strutturale e normativa
dell’istruzionetecnica
superiore è sicuramente
ampio e poderoso, ma di certo
proporzionatoallo scopo
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una rispondenza sinergica con le programmazioni che le Regioni, nella auto-noma e concreta visione delle realtà economiche/industriali territoriali, inten-dono mettere in atto per potenziare l’Istruzione Superiore Tecnica. Industria2015 si prefigge infatti di ridefinire un nuovo modello di governance delle po-litiche industriali, disegnando un nuovo modello cooperativo tra lo Stato e leRegioni che lasci all’Amministrazione Centrale il compito di sostenere pro-getti strategici per lo sviluppo del Paese e alle Regioni quello sinergico di so-stenere uno sviluppo locale diffuso.A partire dal 2003 si sono costituiti in dieci Regioni italiane dodici distretti tec-nologici che coprono una vasta gamma delle discipline scientifiche (per esem-pio biomedicina, biotech) e delle tecnologie emergenti e abilitanti per ilcomparto industriale avanzato e lo sviluppo sociale (per esempio wireless, ICT,nuovi materiali). Essi non possono non costituire importanti punti di riferi-mento per interventi di rilancio dell’innovazione tecnologica; altri importantipunti di riferimento sono i Poli/Distretti tecnologici nonché i Poli formativisettoriali IFTS. Osservando la mappatura delle realtà industriali appare quan-tomeno auspicabile una verifica di coerenza con quella degli istituti formativiprima nominati.La coerenza degli indirizzi formativi con le realtà industriali territoriali è d’al-tra parte di ovvia importanza quando si consideri che la forza lavoro altamentequalificata formata dagli istituti superiori è prevalentemente destinata a for-nire un contributo sostanziale di valore aggiunto nell’ambito dell’innovazionedei prodotti/processi di cui i «superdiplomati» saranno attori e co-promotori.È anche stabilito che gli Istituti Tecnici Superiori siano configurati come «Fon-dazioni di Partecipazione», istituti di diritto privato di recente diffusione: sceltaindovinata perché la normativa civilistica, se da una parte permette maggioreflessibilità gestionale, dall’altra garantisce anche chiari e definiti strumenti dimonitoraggio e di gestione.Questo modello organizzativo, in cui Enti locali, Impresa e Università si tro-veranno a fianco come Soci Fondatori della fondazione, è suscettibile di pro-muovere anche una più stretta collaborazione tra Università e Industria, chestenta ancora troppo ad affermarsi soprattutto nel mondo delle PMI e dei Di-stretti industriali.In conclusione di questa succinta panoramica di Industria 2015, non si può cheriaffermare la ferma convinzione che la riorganizzazione del sistema di istru-zione e Formazione Tecnica Superiore, che il Governo intende completare intempi il più possibile brevi, sarà uno strumento potente che tutto il sistemaPaese potrà e dovrà utilizzare con coerenza ed entusiasmo per recuperare capa-cità di eccellenza e quindi competitività.È parimenti certo che le Regioni comprenderanno l’importanza di questo mo-mento e di questa iniziativa e vorranno essere parte trainante in questo sforzoche tutto il Paese vuole e deve fare.
La coerenzadegli indirizziformativi con le realtàindustrialiterritoriali è di ovviaimportanza
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IL PROGRAMMA «INDUSTRIA 2015» a cura dell’Istituto
per la Promozione Industriale
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Nelle pagine seguenti viene rappresentato un quadro della domanda di tecno-logie, competenze e servizi per l’innovazione industriale come è risultata emer-gere nel corso della prima fase di sviluppo del Programma Industria 2015, checopre il triennio che va dalla metà del 2006, in cui veniva messa a punto e va-rata la policy, al primo trimestre del 2009 in cui sono stati avviati i primi pro-getti industriali.Le informazioni che vengono qui fornite, lungi dal costituire uno scenario scien-tificamente fondato, nel senso analitico e statistico del termine, intendono piut-tosto rappresentare il «segnale forte», espresso dalle imprese coinvolte nelprogramma, rispetto alle proprie strategie di innovazione nel medio-breve pe-riodo. Il segnale può infatti essere considerato «forte» in ragione dell’ampiezzadella partecipazione alle diverse fasi del programma, in cui sono state già coin-volte a vario titolo diverse migliaia di imprese e centinaia di centri di ricerca, edella motivazione, legata ad una esplicita dichiarazione di investimento rispettoal quale viene richiesto il co-finanziamento da parte dello Stato.In virtù di tali considerazioni il quadro che emerge può rappresentare un rife-rimento realistico su quelle che saranno le traiettorie di sviluppo del sistemaproduttivo, nei prossimi 2-6 anni, in termini di nuovi prodotti, servizi e pro-cessi industriali. Riferimento utile per la pianificazione di interventi formativifinalizzati a creare e a mettere a disposizione del sistema produttivo le compe-tenze fondamentali per la attuazione degli sviluppi industriali che vengonooggi pianificati.Va a questo punto detto che nel corso del Programma Industria 2015 le infor-mazioni sui bisogni e sugli scenari evolutivi del sistema produttivo sono statiraccolti e integrati a diversi livelli:
1. un primo livello è rappresentato dall’analisi condotta dal Ministero delloSviluppo Economico, con il supporto dell’IPI, sui fabbisogni di innova-zione del sistema produttivo italiano attraverso i dati emergenti da altri pro-grammi e iniziative dello stesso ministero (ad esempio l’analisi dellapartecipazione delle imprese ai bandi più recenti del FIT - Fondo per l’In-novazione Tecnologica, del PIA - Pacchetto Integrato di Agevolazione, diRIDITT - Rete ltaliana per l’innovazione e il Trasferimento Tecnologico,ecc.) o di altri ministeri ed istituzioni (il FAR - Fondo per l’Applicazionedella Ricerca gestito dal Ministero della Ricerca, i Distretti Tecnologici di
INTRODUZIONE1
Nel corso del ProgrammaIndustria 2015le informazionisui bisogni e sugli scenarievolutivi del sistemaproduttivosono statiraccolti e integrati a diversi livelli
1. I dati e le informazioni contenuti nei successivi capitoli sono aggiornati al mese di marzo 2009.
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iniziativa regionale, il 5° e 6° Programma Quadro di R&S e le PiattaformeTecnologiche Europee promosse dalia Commissione Europea, ecc.). Que-sto livello di analisi ha costituito la base informativa su cui dare un primoorientamento al programma e rispetto a cui sviluppare gli approfondimentidel caso. Nelle pagine seguenti ovviamente non è stato possibile riportarequesta enorme mole di dati, ma la stessa divisione del programma in deter-minate aree prioritarie, la definizione a priori di determinati obiettivi tec-nologico-produttivi per ciascuna area, e le prime sollecitazioni, in terminidi articolazione contenutistica del programma, sottoposte al vaglio delleimprese nelle prime fasi di consultazione del sistema produttivo, costitui-scono una valida rappresentazione dell’esito di queste analisi;
2. un secondo livello è costituito dal Responsabile di Progetto, che, scelto nel-l’ambito industriale (uno per ogni area tematica) e dotato di determinatecompetenze ed esperienze, si è fatto portatore ed interprete di tutte quelleesigenze implicite del sistema industriale di riferimento, che difficilmenteavrebbero potuto essere raccolte attraverso meccanismi sistematici, il cur-riculum del responsabile di progetto, così come le modalita ed i contenuti(ad esempio la scelta di determinate sottoaeree e non altre) delle sue solle-citazioni rivolte al sistema produttivo, riportate in sintesi nelle pagine se-guenti, costituiscono un valido indicatore di tali bisogni inespressi;
3. un terzo livello è rappresentato dalla risposta esplicita di imprese e centri diricerca a specifiche sollecitazioni avanzate dal responsabile di progetto per de-finire la strategia di intervento in ciascuna area. Nei caso di alcune aree te-matiche tale consultazione è stata condotta per mezzo di una formale«chiamata di idee» attraverso la quale qualsiasi impresa o centro di ricerca in-teressato è stato chiamato, liberamente e senza impegno, a fornire il propriogradimento rispetto ad alcuni obiettivi tecnologici specifici, o rispetto alle ca-ratteristiche di possibili progetti di innovazione (ad esempio in termini dicosto e di durata) ad avanzare alternative ed a formulare specifiche ipotesiprogettuali in grado di sviluppare quanto proposto. In altri casi si è proce-duto invece a consultare le principali associazioni imprenditoriali che hannopotuto esprimere quindi un punto di vista collettivo ed aggregato rispetto allestrategie di innovazione dei propri associati. L’esito di queste consultazioniè stato riportato sotto due forme, in alcuni casi, dove dei più significativisono stati riportati i dati emersi dalle consultazioni, in altri casi è stata ripor-tata una sintesi del Piano di attuazione della strategia di innovazione per ladata area tematica che incorpora appunto 1’esito di queste consultazioni (ilcosiddetto «Piano del progetto di innovazione industriale» documento pe-raltro pubblicamente disponibile sul sito web «Industria 2015»);
4. un quarto livello informativo lo si può ritrovare nella analisi della rispostaa ciascun bando lanciato alle imprese in applicazione del Piano di progetto.Tale risposta infatti si riferisce a concreti piani di investimento, presentati
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da raggruppamenti di imprese che richiedono in tal modo un co-finanzia-mento pubblico del proprio progetto di innovazione. Esso corrispondequindi all’effettivo bisogno di innovazione, e la maniera in cui tale rispostasi articola, rispetto alle diverse sottotematiche e ai diversi requisiti propostidal bando, ma anche rispetto ai diversi settori o Regioni di provenienza deipartecipanti, costituisce un robusto indicatore dei trend in atto nel sistemaproduttivo. Soprattutto se le diverse sottotematiche vengono lette in terminidi numerosità delle proposte progettuali, ampiezza dei relativi partenariatiproponenti, dimensione degli investimenti proposti;
5. infine l’ultimo livello informativo è caratterizzato dai dati relativi ai progettiammessi a co-finanziamento. In questo caso le informazioni risultano signi-ficative in una duplice accezione, da un lato infatti i progetti ammessi a co-finanziamento costituiscono certamente la parte qualitativamente piùsignificativa della domanda espressa attraverso i progetti presentati, anchesecondo il filtro costituito da un comitato di esperti valutatori che a lorovolta hanno contribuito alla interpretazione delle strategie di sviluppo piùcredibili apportando il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze sia ac-cademiche che industriali, e da un altro lato i progetti ammessi a co-finan-ziamento rappresentano iniziative di sviluppo che saranno certamenteportate avanti dal sistema produttivo nei prossimi tre anni.
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1.1 INQUADRAMENTO
È opinione comune e consolidata che una parte non irrilevante dei problemiche presiedono alla deludente performance del sistema innovativo nazionalerisiede nella peculiare struttura industriale del Paese (composizione settoriale,dimensioni d’impresa, integrazione internazionale, ecc.). Il percorso storico-economico di sviluppo dell’Italia, infatti, mostra come la situazione di stagna-zione vissuta nel corso dei primi anni del nuovo millennio derivi da un marcatoritardo dei processi di industrializzazione del Paese già a partire dal secondodopoguerra, quando il sistema Italia mostrò le sue potenzialità trasformandoevidenti situazioni di svantaggio in un vero e proprio «miracolo economico»,sfruttando a pieno le innovazioni esistenti sul mercato e il basso costo dellamanodopera per competere sui mercati internazionali, e, allo stesso tempo, at-tuando grandi opere infrastrutturali per la modernizzazione del Paese. La strut-tura produttiva, che diede vita a dei veri e propri leader mondiali in alcunispecifici comparti manifatturieri, evidenziò i propri limiti nel momento in cuila crisi petrolifera dei primi anni Settanta spinse i Paesi industrializzati a con-trastare l’oneroso prezzo dell’energia con ingenti investimenti in innovazionetecnologica per ridurre i costi di produzione. Già in questa fase il sistema in-dustriale italiano evidenziò le proprie carenze strutturali dovute a un forte ri-tardo nel campo della ricerca e dell’innovazione tecnologica. Da quel momentoin poi l’economia nazionale fu costretta a inseguire i grandi Paesi industrializ-zati per recuperare il divario tecnologico-produttivo. Agli inizi degli anni No-vanta si intraprese, allora, un processo di risanamento delle finanze pubblichetramite l’avvio di grandi privatizzazioni delle imprese statali che rimodulò l’in-tero scenario industriale. Questa nuova struttura economico-produttiva, ba-sata su attività in concessione o comunque regolamentate, piuttosto che versoattività di mercato, con la recessione internazionale avviatasi dopo il 2001 hasubito una nuova fase di perdita di competitività.Negli ultimi anni il sistema industriale ha avviato un nuovo processo di ristrut-turazione produttiva. L’Italia infatti dimostra di essere un Paese industriale, mala nuova industria che si viene a formare non è quella del passato, poiché si as-siste a uno spostamento dalla produzione reale a quella immateriale in cuiemergono nuovi modi di produrre e di servire il mercato. È evidente che ilprocesso di rafforzamento del sistema industriale deve essere declinato in unachiave moderna capace di interpretare le nuove dinamiche che caratterizzanole economie più avanzate. In questo senso lo stesso concetto di industria va ri-
IL PROGRAMMA
Si assiste a unospostamentodallaproduzionereale a quellaimmateriale in cuiemergononuovi modi di produrre e di servire il mercato
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ferito a un contesto più ampio di attività produttive che comprende, oltre alleattività manifatturiere, l’insieme di servizi alla produzione, la logistica, le nuovereti di comunicazione fino alla distribuzione. In questo quadro le politiche di sostegno all’innovazione, a lungo altalenanti,in Europa come negli Stati Uniti, tra un approccio mirante a promuovere inmodo generalizzato e diffuso gli investimenti in R&S (diffusion oriented) eun approccio finalizzato alla realizzazione di specifici obiettivi di interesse pub-blico (mission oriented) ha probabilmente trovato di recente negli Stati Uniti,in Europa, e anche in Italia un punto di equilibrio teso da un lato a focalizzarele risorse pubbliche su grandi obiettivi di sistema attraverso strumenti di po-licy selettivi che siano in grado di generare la sufficiente massa critica, e dall’al-tro a facilitare il trasferimento capillare di conoscenze e tecnologie dalla ricercaall’impresa mediante strumenti più automatici1.
1.2 CHE COS’È INDUSTRIA 2015
Industria 2015 è la strategia di politica industriale del Governo italiano fina-lizzata a promuovere l’evoluzione del sistema produttivo attraverso la ricerca el’innovazione. La strategia discende da un’ampia riflessione sui problemi del-l’economia reale, sulla collocazione strategica del nostro Paese nell’ambito dellanuova divisione internazionale del lavoro e sul ruolo dell’azione pubblica a so-stegno dello sviluppo economico. Un’analisi, come sopra indicato, che ha evi-denziato la necessità di innovare obiettivi, strumenti e modalità dell’interventopubblico a favore dello sviluppo produttivo in un’ottica di sostenibilità. La nuova politica tiene infatti conto degli obiettivi di qualità dello sviluppopuntando – concretamente e con strumenti differenziati – sull’innovazionecome opzione strategica per il rinnovamento dell’industria italiana nel conte-sto europeo. A tale scopo è stato sviluppato un nuovo sistema di aiuti alle im-prese, volto ad adeguare l’intera strumentazione di intervento pubblico alleesigenze emergenti del sistema produttivo.Cardini dell’iniziativa sono, quindi:
• un concetto di industria esteso alle nuove filiere produttive che integranomanifattura, servizi avanzati e nuove tecnologie;
• una prospettiva di medio-lungo periodo (il 2015);• una più ampia copertura dei benefici degli interventi attraverso il maggiore
utilizzo degli incentivi automatici per via fiscale (credito d’imposta);• una maggiore selettività nella assegnazione delle risorse gestite dal Mini-
stero dello Sviluppo Economico attraverso una finalizzazione degli inter-
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Industria 2015è la strategia
di politicaindustriale
del Governoitaliano
finalizzata a promuovere
l’evoluzione del sistemaproduttivoattraverso la ricerca
e l’innovazione
1. Si veda anche R. Gallo – F. Silva, Le condizioni per crescere, Ed. Il Sole 24 Ore – Studi, 2006.
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venti, orientati al raggiungimento di specifici obiettivi strategici per la com-petitività del Paese, in aree individuate come prioritarie. I relativi Progettidi Innovazione Industriale finora lanciati, infatti, sono afferenti alle seguentitematiche:– Efficienza energetica– Mobilità sostenibile– Nuove tecnologie della vita– Nuove tecnologie per il made in Italy– Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e turistiche;
• una maggiore mobilitazione sinergica, intorno a tali obiettivi, delle ammi-nistrazioni centrali e locali, del mondo imprenditoriale, delle università,degli enti di ricerca e del sistema finanziario;
• un nuovo regime di aiuti alla ricerca, sviluppo e innovazione autorizzatodalla Commissione Europea il 12 dicembre 2007 (cosiddetto «omnibus»).
1.3 LA STRUTTURA DEL PROGRAMMA
La strategia di supporto al sistema produttivo prevista da Industria 2015 sibasa operativamente sulla riforma del sistema di aiuti alle imprese che si carat-terizza per una chiara discontinuità con il passato e per una forte attenzione allenuove esigenze delle imprese.In particolare, il nuovo impianto ha l’obiettivo di rendere più efficiente ed ef-ficace il sistema della promozione delle attività produttive garantendo, da unlato, una vasta copertura dei benefici degli interventi attraverso un maggioreutilizzo degli incentivi automatici per via fiscale, e dall’altro una maggiore se-lettività delle risorse gestite dal Ministero dello Sviluppo Economico attraversouna più chiara finalizzazione degli interventi verso il raggiungimento di obiet-tivi strategici di modernizzazione del Paese e di crescita della competitività delsistema industriale.In generale il nuovo sistema di incentivazione si struttura su due modelli diintervento:
• sostegno generalizzato dell’apparato produttivo tramite misure fiscali ca-ratterizzate da elevati automatismi, con particolare riferimento all’abbatti-mento dei costi d’impresa, alla promozione degli investimenti, al sostegnodelle attività di ricerca e sviluppo e al riequilibrio territoriale (interventi dinatura fiscale a sostegno delle imprese);
• realizzazione di programmi strategici preordinati allo sviluppo economicodel Paese da realizzarsi nell’ambito di aree tecnologiche produttive che ga-rantiscano un riposizionamento del sistema industriale (i Progetti di Inno-vazione Industriale).
La strategia di supporto al sistemaproduttivoprevista da Industria2015 si basaoperativamentesulla riforma del sistema di aiuti alle imprese
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1.3.1 Gli incentivi automatici di natura fiscale per la R&S
Con la legge Finanziaria 2007 (legge 296/2006) è stata avviata una linea di in-tervento di natura fiscale e automatica a favore del sistema produttivo con l’in-troduzione di un credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo realizzatedalle imprese. In particolare, il comma 280 prevede che a decorrere dal periodo d’impostasuccessivo a quello in corso al 31 dicembre 2006 e fino alla chiusura del periodod’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2009 venga attribuito alle im-prese un credito d’imposta nella misura del 10% dei costi sostenuti per attivitàdi ricerca industriale e di sviluppo sperimentale. Tale misura viene elevata al 15% qualora i costi di ricerca e sviluppo si riferi-scano a contratti stipulati con università ed enti pubblici di ricerca. Ai fini delladeterminazione del credito d’imposta i costi non possono superare, in ognicaso, l’importo di 15 milioni di euro per ciascun periodo d’imposta.Con la legge Finanziaria 2008 (art. 1, comma 66, della legge 24 dicembre2007, n. 244) è stato potenziato l’intervento di sostegno, elevando al 40% lamisura del credito d’imposta per i costi di ricerca e sviluppo riferiti a contrattistipulati con università ed enti pubblici di ricerca, e aumentando a 50 milionidi euro per ciascun periodo d’imposta l’importo complessivo massimo dei costisu cui determinare il credito d’imposta. Il potenziamento di tale intervento di sostegno è stato reso possibile anche gra-zie al fatto che la Commissione Europea, in data 11 dicembre 2007, ha rispo-sto positivamente alle autorità italiane che precedentemente, con lettera del 3settembre 2007, avevano notificato alla stessa Commissione la misura, moti-vando che non avrebbe costituito aiuto di Stato in quanto intervento indiriz-zato a tutte le imprese del territorio nazionale, indipendentemente dalladimensione e dal settore di appartenenza, e riferito a investimenti a finalitàambientale, di ricerca e sviluppo o formazione.Successivamente, la Finanziaria 2009 ha confermato le risorse già stanziate sulbilancio dello Stato per i crediti d’imposta fruiti dalle imprese in relazione aicosti sostenuti per attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale. Sitratta di 375,2 milioni per il 2008, di 533,6 milioni per il 2009, di 654 mi-lioni per il 2010 e di 65,4 milioni per il 2011. Attualmente la disciplina per usufruire del credito di imposta stabilisce che:
a) per le attività di ricerca che, sulla base di atti o documenti aventi data certa,risultano già avviate prima del 29 novembre 2008, le imprese inoltrano pervia telematica alla Agenzia delle Entrate, entro 30 giorni dalla data di attiva-zione della procedura prevista, a pena di decadenza dal contributo, un appo-sito formulario approvato dal direttore dell’Agenzia. L’inoltro del formulariovale come prenotazione dell’accesso alla fruizione del credito d’imposta;
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Ilpotenziamento
di taleintervento
di sostegno è stato reso
possibile anchegrazie al fatto
che laCommissione
Europea, in data
11 dicembre2007,
ha rispostopositivamente
alle autoritàitaliane
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b) per le attività di ricerca avviate a partire dal 29 novembre 2008, la compi-lazione del formulario da parte dei soggetti interessati e il suo inoltro per viatelematica alla Agenzia delle Entrate valgono come prenotazione dell’ac-cesso alla fruizione del credito di imposta. L’approvazione del formularioprevista dal decreto è già stata effettuata con provvedimento del direttoredell’Agenzia delle Entrate del 29 dicembre 2008.
1.3.2 I Progetti di Innovazione Industriale (PII)
La legge Finanziaria 2007, al comma 842 prevede che, a valere sulle dispo-nibilità del Fondo per la Competitività e lo Sviluppo, istituito presso il Mi-nistero dello Sviluppo Economico (comma 841), vengano finanziati deiProgetti di Innovazione Industriale (di seguito saranno indicati con l’acro-nimo PII) individuati nell’ambito delle aree tecnologiche dell’efficienza ener-getica, della mobilità sostenibile, delle nuove tecnologie della vita, dellenuove tecnologie per il made in Italy e delle tecnologie innovative per i benie le attività culturali (esteso alle «attività turistiche» dall’art. 2 comma 184della legge Finanziaria 2008).Il successivo comma 843 fissa le modalità per l’individuazione dei contenuti diciascuno dei PII, la cui novità principale è rappresentata dalla nomina di un Re-sponsabile di progetto scelto in relazione alla complessità degli obiettivi tecnolo-gico-produttivi da perseguire con il compito di elaborare un Piano di progetto.Al responsabile di progetto spetta il dovere di provvedere alla definizione dellemodalità e dei criteri per l’individuazione degli enti e delle imprese da coinvol-gere nel progetto ed alla individuazione delle azioni e delle relative responsa-bilità attuative, anche avvalendosi di collaborazioni con strutture ed entispecializzati per l’elaborazione progettuale.Nel comma 845, per il finanziamento dei PII, è prevista l’istituzione di appo-siti regimi di aiuto in conformità alla normativa comunitaria, mentre il comma846 prevede che i PII possano essere cofinanziati da parte di altre amministra-zioni statali e regionali. A tal fine l’8 maggio 2007 è stata costituita, presso ilMSE, una sede stabile di concertazione composta dai rappresentanti delle Re-gioni e delle Amministrazioni Centrali dello Stato (come previsto al comma846 della legge Finanziaria 2007) con il compito di:
• monitorare lo stato di attuazione dei PII;• formulare proposte per il riordino del sistema degli incentivi;• definire proposte per gli interventi per la finanza d’impresa.
La piena operatività dei PII è stata garantita dall’approvazione del regime diaiuto con lettera della Commissione UE del 12 dicembre 2007 C (2007)
Nel comma845, per ilfinanziamentodei PII, è previstal’istituzione di appositiregimi di aiutoin conformitàalla normativacomunitaria
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6461 che faceva seguito alla lettera datata 30 maggio 2007 con cui le auto-rità italiane avevano notificato alla Commissione Europea il suddetto re-gime di aiuti.Il nuovo regime, che rappresenta una «rivoluzione» nei meccanismi di incen-tivazione delle imprese, permette ai soggetti beneficiari di scegliere sia la tipo-logia sia la forma di sostegno finanziario maggiormente confacenti alle proprieesigenze nell’ambito di attività che vanno dalla ricerca industriale, allo svi-luppo sperimentale fino alla definizione di prototipi e impianti dimostrativiper la realizzazione di nuovi prodotti e servizi pronti a competere sui mercatiinternazionali.Difatti le categorie di aiuti finanziabili sono le seguenti:
• aiuti a favore di progetti di R&S;• aiuti per studi di fattibilità tecnica;• aiuti alle PMI per le spese connesse ai diritti di proprietà industriale;• aiuti alle nuove imprese innovative;• aiuti per l’innovazione dei processi e dell’organizzazione nei servizi;• aiuti per i servizi di consulenza e di supporto all’innovazione;• aiuti per la messa a disposizione di personale altamente qualificato;• poli di innovazione.
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Gli aiutipubblici
alle impresesono di grande
rilevanza per il mercato
comunitario, in quanto
la loroconcessionepuò falsareun’effettiva
concorrenzatra le imprese
LA DISCIPLINA COMUNITARIA SUGLI AIUTI DI STATO
Gli aiuti pubblici alle imprese sono di grande rilevanza per il mercato comunitario,in quanto la loro concessione può falsare un’effettiva concorrenza tra le imprese. Perevitare una tale conseguenza l’articolo 87 del Trattato che istituisce la ComunitàEuropea stabilisce, in linea di principio, una incompatibilità degli aiuti di Stato conil mercato comune, salvo casi particolari (deroghe 87.3.a e 87.3.c). Da tali deroghederiva la possibilità, per gli Stati membri, di concedere aiuti agli investimenti nellearee svantaggiate (cd. aiuti a «finalità regionale»), ovvero a favore di particolari at-tività (cd. aiuti «orizzontali» alle piccole e medie imprese, alla ricerca e allo sviluppo,alla formazione professionale, alla tutela dell’ambiente ecc.), nel rispetto della disci-plina comunitaria, attraverso un sistema di autorizzazione preventiva da parte dellaCommissione dell’aiuto proposto dallo Stato membro.Con riferimento alla politica della concorrenza la Commissione Europea ha recen-temente avviato un percorso di riforma della normativa in materia di aiuti di Statoper il quinquennio 2005-2009, che prende le mosse da un documento di consul-tazione denominato Piano d’azione nel settore degli aiuti di Stato – aiuti di Statomeno numerosi e più mirati.
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Nell’ambito delle fonti normative che disciplinano l’attuazione dei PII, il de-creto che ripartisce le risorse finanziarie disponibili tra i diversi PII, definito dalMinistero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Econo-
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GLI AIUTI DI STATO IN RICERCA, SVILUPPO E INNOVAZIONE (2006/C 323/01)
La Commissione Europea ritiene che gli aiuti di Stato alla RSI possono essere con-siderati compatibili se l’aiuto può accrescere la RSI e se la distorsione della concor-renza non è considerata contraria all’interesse comune. Su questa base possonoessere considerate ammissibili le seguenti misure:
1. aiuti a favore di progetti di ricerca fondamentale, ricerca industriale e svilupposperimentale;
2. aiuti per gli studi di fattibilità tecnica relativi ai progetti di RSI;3. aiuti alle PMI destinati a coprire le spese dei diritti di proprietà industriale;4. aiuti alle nuove imprese innovatrici;5. aiuti per l’innovazione dell’organizzazione e dei processi nei servizi;6. aiuti ai servizi di consulenza e di sostegno all’innovazione;7. aiuti per la messa a disposizione di personale altamente qualificato;8. aiuti ai poli di innovazione.
Per gli investimenti di ricerca e sviluppo sperimentale, la tabella seguente indica leintensità massime in materia di aiuti di Stato previste dalla disciplina comunitaria(2006/C 323/01) relativamente alle fasi di ricerca industriale e sviluppo sperimen-tale.
LaCommissioneEuropea ritieneche gli aiuti di Stato alla RSIpossono essereconsideraticompatibili se l’aiuto può accrescerela RSI e se la distorsionedellaconcorrenzanon èconsideratacontrariaall’interessecomune
Tipologia progetti/attività Intensità massima
Piccole Medie Grandiimprese imprese imprese
Ricerca industriale 70% 60% 50%
Ricerca industriale, in caso di: 80% 75% 65%collaborazione tra imprese (nel caso di grandi imprese: collaborazione transfrontaliera o con una PMI o collaborazione con un organismo di ricerca o diffusione dei risultati)
Sviluppo sperimentale 45% 35% 25%
Sviluppo sperimentale, in caso 60% 50% 40%di collaborazione tra imprese (nel caso di grandi imprese: collaborazione transfrontaliera o con una PMI o collaborazione con un organismo di ricerca)
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mia e delle Finanze, con il Ministero per gli Affari Regionali e le AutonomieLocali e il Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità, il 29 gennaio 2008 haottenuto l’intesa della Conferenza Stato-Regioni.Il decreto di istituzione del nuovo regime di aiuti a favore della ricerca, sviluppoe innovazione, invece, è stato registrato dalla Corte dei Conti il 6 maggio 2008.In particolare, la quota di risorse, a valere sul Fondo per la Competitività e loSviluppo, pari a complessivi 990 milioni di euro per il triennio 2007-2009,destinata al finanziamento dei PII è ripartita fra le cinque aree tecnologichecome segue:
a) euro 250.000.000 – Efficienza energetica;b) euro 220.000.000 – Mobilità sostenibile;c) euro 150.000.000 – Nuove tecnologie della vita;d) euro 220.000.000 – Nuove tecnologie per il made in Italy e) euro 150.000.000 – Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali
e turistiche.
Successivamente alla registrazione presso la Corte dei Conti il decreto di ri-parto delle risorse è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 aprile 2008.Di seguito si riporta un grafico che riassume i passi attraverso cui si è svilup-pata l’attuazione del Programma.
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Il decreto di istituzione
del nuovoregime di aiuti
a favore della ricerca,
sviluppo e innovazione
è statoregistrato
dalla Corte dei Conti
il 6 maggio2008
▼ Percorso attuativo di Industria 2015
Attività di costruzione del progetto di innovazione
Area tecnologica• Pistorio 23/2/07• Michellone 31/5/07• Piantoni 26/7/07• Granelli 28/11/07• Cavazza 22/1/08
Approvazione Conferenza Stato-Regioni(29 gennaio e 14 febbraio 2008)
Azioni strategiche
Nomina Responsabiledi progetto
Analisi desk su domanda/offerta• Imprese• Tecnologie• Centri di ricerca
Consultazione del mercato• Call for ideas• Tavoli di
concertazione con le imprese
Consultazione delle Regioni• Sede stabile
di concertazione • Manifestazione
di interesse
Decreto Ministro di concerto con MUR, Min. riforme e innovaz. nella P.A., Min. per
gli affari regionali e le autonomie locali, più gli altri Min. interessati
Avvio Azioni
Interventi normativi
Interventi infrastrutturali
Azioni di contesto
Bandi di garaper consorzi
e/o aggregazioni di imprese
La Finanziaria 2007 individua 5 aree tecnologico-produttive:
1. Efficienza energetica2. Mobilità sostenibile3. Nuove tecnologie per il made in Italy 4. Tecnologie innovative per i beni e le
attività culturali e turistiche5. Tecnologie della vita
Efficienza energetica 200 M 5/3/08Mobilità sostenibile 180 M 22/3/08Made in Italy 190 M 07/4/08Beni e attività culturaliTecnologie della vita
PIIEfficienza energetica 6/12/07Mobilità sostenibile 12/12/07Made in Italy 6/2/08
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1.3.3 Il PII «Efficienza energetica»
Con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 23 febbraio 2007 èstato nominato l’ing. Pasquale Pistorio quale responsabile del progetto per l’Ef-ficienza energetica. Al responsabile di progetto è stata affidata l’attività di idea-zione e costruzione del progetto di innovazione industriale sull’efficienzaenergetica, per la quale si è basato sull’utilizzo di tre strumenti principali:
1. analisi desk, con il supporto dell’IPI e dell’ENEA, sulla domanda/offerta diimprese, tecnologie e centri di ricerca presenti sul territorio nazionale;
2. consultazione del mercato tramite una «Call for ideas» telematica rivoltaalle imprese avviata il 19 maggio e conclusasi il 5 luglio 2007 con la qualesono state raccolte oltre 1000 idee progettuali;
3. consultazione telematica delle Regioni, avvenuta tra il 19 maggio e il 5 lu-glio 2007, per l’individuazione di interventi da esse svolti su tematiche af-ferenti l’area tecnologica dell’efficienza energetica, allo scopo di valorizzarnei risultati in un’ottica di sistema Paese.
Il 6 settembre e il 31 ottobre 2007 sono stati illustrati i primi risultati e lo statodi avanzamento dei lavori derivanti da questa triplice analisi all’interno dellasede stabile di concertazione con le Regioni e le altre Amministrazioni Statali.Il 6 dicembre 2007 il responsabile di progetto ha presentato formalmente alMinistro dello Sviluppo Economico il PII «Efficienza energetica per lo svi-luppo sostenibile».Il 13 dicembre 2007, all’interno della sede stabile di concertazione, sono statipresentati i risultati del lavoro svolto dal responsabile di progetto sull’area tec-nologica dell’Efficienza energetica.Il decreto di attuazione del PII Efficienza energetica, definito dal Ministerodello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Università e dellaRicerca, con il Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Am-ministrazione e con il Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali,ha ottenuto l’intesa della Conferenza Stato-Regioni il 29 gennaio 2008.Dopo la registrazione presso la Corte dei Conti il decreto di attuazione è statopubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 aprile 2008.Il 6 marzo 2008 è stato firmato dal Ministro dello Sviluppo Economico ilbando relativo al progetto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 aprile 2008;il bando è rimasto aperto fino al 15 settembre 2008. Il 26 gennaio 2009 è stato emanato il decreto del Ministero dello SviluppoEconomico con la graduatoria dei programmi ammissibili, decreto modificatoil 3 marzo e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 12 marzo.
Il 6 dicembre2007 il responsabiledi progetto ha presentatoformalmente al Ministrodello SviluppoEconomico il PII«Efficienzaenergetica per lo svilupposostenibile»
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1.3.4 Il PII «Mobilità sostenibile»
Con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 31 maggio 2007 èstato nominato l’ing. Giancarlo Michellone quale responsabile del progettoper la Mobilità sostenibile.Al responsabile di progetto è stata affidata l’attività di costruzione del PII Mo-bilità sostenibile per la quale ha utilizzato tre strumenti principali:
1. analisi desk, con il supporto dell’IPI, sulla domanda/offerta di imprese, tec-nologie e centri di ricerca presenti sul territorio nazionale;
2. consultazione per via telematica del mercato tramite una «Call for ideas» ri-volta alle imprese avviata il 27 giugno e conclusa il 27 luglio 2007 con laquale sono state raccolte circa 500 idee progettuali;
3. consultazione delle Regioni per via telematica, avvenuta tra il 27 giugno eil 27 luglio 2007, che si sono espresse in merito alle priorità relative all’a-rea della Mobilità sostenibile, indicando le iniziative già avviate o program-mate a livello locale, in modo da individuare l’eventualità di cofinanziarecongiuntamente progetti con forte impatto regionale e attivare progetticomplementari che tengano conto delle specificità territoriali.
Il 6 settembre il 31 ottobre 2007 sono stati illustrati i primi risultati all’in-terno della sede stabile di concertazione con le Regioni e le altre Amministra-zioni Statali.Il 12 dicembre 2007 il responsabile di progetto ha presentato formalmente alMinistro dello Sviluppo Economico il PII «Mobilità Sostenibile».Il 13 dicembre 2007, all’interno della sede stabile di concertazione, sono statipresentati i risultati del lavoro svolto dal responsabile di progetto sull’area tec-nologica della Mobilità sostenibile.Il 29 gennaio 2008 il decreto di attuazione del PII Mobilità sostenibile, defi-nito dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero del-l’Università e della Ricerca, con il Ministero per le Riforme e le Innovazioninella Pubblica Amministrazione e con il Ministero per gli Affari Regionali e leAutonomie Locali, ha ottenuto l’intesa della Conferenza Stato-Regioni.In seguito alla registrazione presso la Corte dei Conti il decreto di attuazioneè stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 aprile 2008.Il 20 marzo 2008 è stato firmato dal Ministro dello Sviluppo Economico ilbando relativo al progetto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 aprile 2008 erimasto aperto fino al 15 settembre 2008.Successivamente, il 23 dicembre 2008 è stato emanato il decreto del Direttoregenerale per le politiche industriali del Ministero dello Sviluppo Economicocon la graduatoria dei programmi ammissibili, anticipato già il 15 dicembre
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Il 12 dicembre2007
il responsabiledi progetto
ha presentatoformalmente
al Ministrodello Sviluppo
Economico il PII «Mobilità
Sostenibile»
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2008 attraverso la pubblicazione sul sito del Ministero dello Sviluppo Econo-mico dell’elenco delle domande ammesse a finanziamento.
1.3.5 Il PII «Nuove tecnologie per il made in Italy»
Con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 26 luglio 2007 è statonominato il dott. Alberto Piantoni quale responsabile del progetto per le Nuovetecnologie per il made in Italy.Al responsabile di progetto è stata affidata l’attività di costruzione del progettodi innovazione industriale sulle Nuove tecnologie per il made in Italy. Il Re-sponsabile di progetto ha deciso di avvalersi di un processo di co-progettazionearticolato in tre fasi:
• nella prima, è stata svolta una consultazione che ha coinvolto tutto il mondoassociativo e le Regioni, finalizzata a condividere obiettivi, perimetro, macro-criteri di identificazione dei progetti e dei soggetti proponenti, concettiguida a partire da quello di filiera economica, criticità prioritarie da affron-tare in termini di politica economica;
• nella seconda, la tornata di consultazione è stata volta a un approfondi-mento delle tematiche e ha portato alla definizione dei concept di progettoe degli strumenti di incentivazione loro associati. In questa fase sono statianalizzati due ulteriori aspetti di grande rilievo: il modello di cooperazionecon le Regioni e l’identificazione delle iniziative di politica economica acorredo del progetto;
• nella terza fase, il lavoro svolto ha portato alla stesura del bando di gara ealla definizione delle altre iniziative previste nel progetto.
Il 31 ottobre 2007 sono stati illustrati l’impostazione e lo stato di avanzamentodei lavori derivanti da questa analisi all’interno della sede stabile di concerta-zione con le Regioni e le altre Amministrazioni Statali.Il 6 febbraio 2008 è stata presentata dal dott. Alberto Piantoni la proposta diprogetto sulle Nuove tecnologie per il made in Italy all’interno della sede sta-bile di concertazione e, il giorno seguente, formalmente al Ministro dello Svi-luppo Economico.Il 14 febbraio 2008 il decreto di attuazione del PII Nuove tecnologie per ilmade in Italy, definito dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto conil Ministero dell’Università e della Ricerca, con il Ministero per le Riforme ele Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, con il Ministero per le Politi-che Agricole, Alimentari e Forestali e con il Ministero per gli Affari Regionalie le Autonomie Locali ha ottenuto l’intesa della Conferenza Stato-Regioni.Successivamente, il 10 luglio 2008 il Ministro dello Sviluppo Economico ha
Il 6 febbraio2008 è statapresentata dal dott.AlbertoPiantoni la proposta di progettosulle Nuovetecnologie peril made in Italyall’interno della sedestabile diconcertazione
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firmato il bando relativo al progetto che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficialeil 2 settembre 2008. Il bando presenta una ulteriore novità. Difatti è previstoun percorso articolato in due fasi: nella prima, chiusasi il 1° dicembre 2008, iraggruppamenti proponenti hanno presentato una proposta di massima delprogramma che intendono sviluppare. Tali proposte sono valutate dal MSE edesclusivamente quelle che hanno superato positivamente tale valutazione pos-sono partecipare alla fase di presentazione dei programmi definitivi.
1.3.6 Il PII Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e turistiche
Con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 28 novembre 2007 èstato nominato il dott. Andrea Granelli quale responsabile del progetto per leTecnologie innovative per i beni e le attività culturali e turistiche.Al responsabile di progetto è stata affidata l’attività di costruzione del PII «Tec-nologie innovative per i beni e le attività culturali e turistiche», utilizzando unprocesso di co-progettazione simile a quello già utilizzato per il PII Nuove tec-nologie per il made in Italy.Il 17 marzo 2008 il responsabile di progetto ha presentato formalmente al Mi-nistro dello Sviluppo Economico il PII Tecnologie innovative per i beni e le at-tività culturali e turistiche.Il 19 marzo 2008 il decreto di attuazione del PII Tecnologie innovative peri beni e le attività culturali e turistiche, definito dal Ministero dello SviluppoEconomico di concerto con il Ministero dell’Università e della Ricerca, conil Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione,con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con il Ministero per gliAffari Regionali e le Autonomie Locali è stato presentato alla ConferenzaStato-Regioni.Sono attualmente in corso le analisi necessarie per la definizione dei contenutidel bando relativo al progetto.
1.3.7 Il PII «Nuove tecnologie della vita»
Con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 22 gennaio 2008 èstato nominato il dott. Claudio Cavazza quale responsabile del progetto per leNuove tecnologie della vita.Al responsabile di progetto sono stati assegnati i seguenti obiettivi tecnologico-produttivi:
• rendere più competitiva la filiera produttiva delle nuove tecnologie dellavita, delle tecnologie biomediche, delle tecnologie per le terapie avanzate;
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Il 17 marzo2008
il responsabiledi progetto
ha presentatoformalmente
al Ministrodello Sviluppo
Economico il PII
Tecnologieinnovative per i beni
e le attivitàculturali
e turistiche
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• sviluppare e diffondere l’innovazione tecnologica e la ricerca industrialenella stessa filiera e nelle attività connesse.
Il 18 dicembre 2008, in occasione della riunione della sede stabile di concer-tazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico, sono stati presentati iprimi risultati del lavoro svolto dal responsabile di progetto per l’area tecnolo-gica delle Nuove tecnologie della vita.
1.3.8 Le Azioni Connesse ai Progetti di Innovazione Industriale
La struttura dei Progetti di Innovazione Industriale, come previsto nei decretidi adozione già emessi, prevede Azioni Strategiche di Innovazione Industriale(ASII) finalizzate all’incentivazione di progetti di taglia medio/grande propostida imprese in partenariato con università, enti o centri di ricerca, completate da«Azioni Connesse», individuate in una logica di integrazione e sinergia con letematiche e gli obiettivi strategici dell’ASII. Tali azioni verranno realizzate attra-verso appositi accordi di programma quadro o altre intese con AmministrazioniCentrali o Regionali e sono state pensate con l’obiettivo principale di creare lecondizioni migliori affinché le ASII possano realizzarsi appieno ed avere unareale ricaduta sul sistema produttivo e sui territori in cui si svolgono.Le Azioni Connesse rappresentano uno dei principali elementi di novità delprogramma Industria 2015, e in particolare dei PII. Per la realizzazione di taliazioni è elemento prioritario la condivisione del percorso attuativo fra le Am-ministrazioni Centrali e quelle Regionali. I decreti di adozione dei PII classificano come Azioni Connesse le seguenti ca-tegorie di interventi:
a) azioni infrastrutturali, da attuarsi attraverso la realizzazione o il potenzia-mento di strutture e infrastrutture tecnologiche per la ricerca industriale, losviluppo sperimentale e il trasferimento tecnologico, funzionali alle inizia-tive previste dai PII e integrate con i relativi programmi di ricerca e svi-luppo, quali per esempio lo sviluppo di poli per l’innovazione o ilpotenziamento e la creazione di piattaforme tecnologiche dedicate, labora-tori e centri di ricerca di interesse nazionale;
b) attività di ricerca fondamentale e/o industriale, svolte anche in collabora-zione con università e organismi di ricerca, sui temi individuati dai PII, po-tenzialmente in grado di produrre risultati sul sistema produttivo in unorizzonte temporale più ampio rispetto a quello di Industria 2015;
c) attività dimostrative e di qualificazione tecnologica e organizzativa della do-manda pubblica quali la realizzazione, da parte di Amministrazioni Regio-nali o Locali, di impianti, di prototipi in larga scala o in più ampia serie o
Le AzioniConnesserappresentanouno deiprincipalielementi di novità del programmaIndustria 2015,e in particolaredei PII
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di attività sperimentali, per l’applicazione di innovazioni industriali coe-renti con le tematiche dei PII;
d) attività per lo sviluppo di filiere produttive sul territorio, che consentano disviluppare, nell’ambito delle tematiche dei PII, gli effetti dell’ASII sia ri-spetto a filiere produttive già esistenti nei territori, sia rispetto alla nascitadi nuove filiere;
e) attività d’industrializzazione dei prodotti e/o servizi innovativi sviluppabilinell’ambito dei PII;
f ) attività a supporto della creazione e dello sviluppo di nuove imprese high-tech, quali la realizzazione di incubatori di imprese, strumenti di promo-zione di spin off accademici o nuove imprese innovative, negli ambitiprevisti dai PII;
g) attività di formazione continua e per la creazione di nuove figure professio-nali, di sviluppo di servizi e borse di ricerca tematiche per persone impe-gnate in attività di trasferimento tecnologico e creazione di impreseinnovative, da realizzarsi attraverso strumenti integrati quali le sovvenzioniglobali, negli ambiti previsti dai PII;
h) altre attività per la messa in rete, il trasferimento e la diffusione dei risul-tati producibili dalle ASII, quali attività promozionali, campagne infor-mative, ecc.;
i) attività di sensibilizzazione e animazione sui temi specifici delle aree tecno-logiche di riferimento dei diversi PII;
j) azioni di regolamentazione e semplificazione amministrativa, da attuarsi siaa livello centrale sia regionale
1.3.8.1 CaratteristicheLe Azioni Connesse si identificano come tali qualora presentino le seguenticaratteristiche:1. appartengano a una delle tipologie riportate nel paragrafo precedente;2. siano iniziative territoriali di valenza nazionale ovvero che abbiano impatto
significativo sul sistema produttivo nazionale, anche a carattere interregio-nale;
3. siano azioni caratterizzate da un’elevata qualità tecnico-scientifica;4. abbiano un effetto mobilizzatore verso il sistema produttivo, ovvero si con-
figurino come iniziative volte alla creazione di reti lunghe nei territori, nelcaso si tratti di infrastrutture;
5. nel caso si tratti di programmi di investimento produttivo, siano azioni ca-ratterizzate da ricadute misurabili sul territorio oggetto dell’iniziativa e chefungano da volano di iniziative analoghe e complementari in altri territori;
6. siano realizzate, in linea prioritaria, in cofinanziamento tra le risorse finan-ziarie in dotazione al MSE previste per i PII e quelle a disposizione delle Re-gioni e/o di altre Amministrazioni Centrali.
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1.3.8.2 L’iter di attuazione delle azioni connesseL’iter di attuazione delle azioni connesse, definito attraverso apposito decretodel Ministro dello Sviluppo Economico, stabilisce che le proposte di AzioniConnesse siano presentate al Ministero dello Sviluppo Economico dalle Am-ministrazioni Centrali e dalle Regioni, con riferimento a specifici ambiti te-matici prioritari e in coerenza rispetto alle caratteristiche e tipologie descrittenei paragrafi precedenti.Nell’identificazione delle Azioni Connesse, i soggetti proponenti individuanogli interventi maggiormente in grado di potenziare il raccordo istituzionale eterritoriale, tenendo conto delle connessioni tra attività di ricerca e sviluppo,diffusione dei risultati, commercializzazione dei prodotti innovativi, svilup-pate e da sviluppare sui diversi territori di riferimento. Le proposte progettuali,che devono contenere tutti gli elementi utili all’inquadramento dell’azione (tracui i soggetti coinvolti, la coerenza con gli obiettivi del PII, una breve descri-zione, ecc.), sono sottoposte al Ministero, che inizialmente si avvarrà del sup-porto di esperti, e successivamente avvierà la fase di concertazione con leRegioni e le Amministrazioni proponenti e interessate, allo scopo di rendere l’a-zione il più possibile integrata e sinergica rispetto agli obiettivi dei PII. Unavolta concluso il processo di verifica e concertazione, il Ministero, per le azioniconsiderate idonee al passaggio a una fase di progettazione esecutiva, provvede,entro 30 giorni dalla comunicazione, alla stipula di specifici protocolli d’in-tesa con i soggetti proponenti.Il protocollo d’intesa indica i soggetti proponenti, l’ambito di intervento dellaproposta progettuale e il soggetto capofila, cui è assegnato il compito di predi-sporre, di concerto con i soggetti proponenti, uno studio di fattibilità tecnico-amministrativo dell’iniziativa proposta. Tale studio viene trasmesso al Ministeroche ne analizza la coerenza con gli obiettivi dell’Azione Connessa, ne valuta lasostenibilità tecnico-economica e finanziaria e avvia la procedura di stipula delrelativo Accordo di Programma Quadro (APQ) applicando le disposizioni vi-genti in materia. In sede di stipula dell’APQ vengono definitivamente indivi-duati gli impegni finanziari e le relative fonti di copertura.
1.3.8.3 Ambiti tematici prioritari delle Azioni ConnesseGli esiti delle prime attività di ricognizione territoriale effettuata hanno per-messo al MSE di individuare un primo elenco di ambiti tematici prioritari suiquali focalizzare gli interventi di Azioni Connesse. A) Azioni Connesse nel PII «Efficienza energetica» (primi esempi)
Di seguito sono sintetizzate le principali tipologie di Azioni Connesse re-lative agli ambiti tematici prioritari per il PII «Efficienza Energetica». 1. Realizzazione di nuove tecnologie per il «solare»2. Realizzazione di centri multiregionali finalizzati allo sviluppo di nuovi
sistemi organizzativi e tecnologici nel settore dell’edilizia sostenibile
Nellaidentificazionedelle AzioniConnesse, i soggettiproponentiindividuano gli interventimaggiormentein grado di potenziare il raccordoistituzionale e territoriale
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3. Sviluppo di filoni di ricerca e realizzazione di impianti dimostrativi nelcampo della produzione di energia da fonti rinnovabili
4. Realizzazione di attività di trasferimento tecnologico di know-how dicapitale umano nel settore della efficienza energetica
5. Revisione ed emanazione di standard normativi in materia di efficienzaenergetica
6. Modelli innovativi in campo di efficienza energetica sia dal punto divista organizzativo che gestionale
7. Il museo diffuso dell’energiaB) Azioni Connesse nel PII «Mobilità sostenibile» (primi esempi)
Di seguito sono sintetizzate le azioni connesse relative agli ambiti tematiciprioritari per il PII «Mobilità sostenibile». 1. Sviluppo di filoni di ricerca e nuovi modelli organizzativo-gestionali
volti a promuovere e rafforzare la competitività del settore «Automo-tive» a livello nazionale
2. Sviluppo di piattaforme infrastrutturali sia informatiche sia fisiche nelsettore della mobilità sostenibile
3. Realizzazione di attività di trasferimento tecnologico di know-how dicapitale umano nel settore della mobilità sostenibile
4. Sviluppo di filoni di ricerca e nuovi modelli organizzativo-gestionalivolti a promuovere e rafforzare la competitività del settore delle tecno-logie marine e della nautica a livello nazionale
5. Sviluppo di nuovi modelli organizzativo-gestionali nel settore della mo-bilità urbana
C) Azioni Connesse nel PII «Nuove tecnologie per il made in Italy» (primiesempi)Di seguito sono sintetizzate le Azioni Connesse relative agli ambiti tema-tici prioritari per il PII «Nuove tecnologie per il made in Italy». 1. Sviluppo di nuovi modelli organizzativo-gestionali e realizzazione di
piattaforme tecnologiche volte a valorizzare le competenze e le reti rela-zionali nell’ambito delle filiere del PII «Nuove tecnologie per il made inItaly»
2. Realizzazione di «campus» e «poli» per la ricerca, il trasferimento tecno-logico e l’alta formazione, nell’ambito delle filiere del PII «Nuove tec-nologie per il made in Italy»
3. Sviluppo di piattaforme infrastrutturali sia informatiche sia fisiche nel-l’ambito delle filiere del PII «Nuove tecnologie per il made in Italy»
4. Realizzazione di attività di trasferimento tecnologico di know-how dicapitale umano nel settore del made in Italy
5. Design come supporto creativo del made in Italy
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1.3.9 Il futuro di Industria 2015: il decreto legge sullo sviluppo
Il decreto legge sullo sviluppo n. 112 del 2008, approvato dal Consiglio dei Mi-nistri a giugno 2008, prevede, per quanto concerne il supporto all’innovazionenel sistema produttivo, l’ampliamento delle aree di intervento dei PII. È pre-visto inoltre un meccanismo per l’aggiornamento o la modifica delle aree tec-nologiche oggetto degli interventi di Industria 2015 entro il 30 giugno di ognianno (d’intesa con gli altri ministeri e con la Conferenza Stato-Regioni). Oltrea ciò, il decreto legge dispone che le risorse derivanti da provvedimenti di re-voca totale o parziale di cui alla legge 488/92 siano prioritariamente destinatea una serie di interventi, individuati dal Ministero dello Sviluppo economico,tra cui quelli relativi ai PII. Tali riferimenti sono stati stralciati dal decreto e ri-portati nell’atto camera 1441 iter che si è trasformato in atto 1195 al Senato,ampliando lo spettro di azione di Industria 2015 anche alle aree dell’ICT(Information and Communication Technology) dell’industria aerospaziale edell’ambiente.
1.4 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO (LE POLITICHE PER L’INNOVAZIONE)
1.4.1 Misure per l’innovazione in Italia
La Relazione 2008 sugli interventi a sostegno del sistema economico e pro-duttivo, predisposta dal Ministero dello Sviluppo Economico e pubblicata nelgiugno 2008, presenta l’evoluzione del sistema degli incentivi per il periodo2000-2007. L’analisi parte da qualche breve considerazione sul contesto eco-nomico generale, che vede la struttura produttiva italiana di fronte a una crisidi competitività, che si riflette in una bassa crescita, inferiore a quella degli altriprincipali Paesi europei. Dal 2002 al 2007 il prodotto interno lordo in quan-tità è cresciuto in Italia in media dell’1% all’anno, quasi un punto meno del-l’incremento medio dell’Unione Europea (1,8%) la metà degli Stati Uniti(2,6%) e meno di un terzo della Spagna (3,4%).La bassa crescita ha cause strutturali, che hanno origine principalmente nellaspecializzazione produttiva italiana, orientata, rispetto a quella europea, versosettori dominati da imprese di piccole dimensioni a bassa tecnologia e menoelevato capitale umano. A differenza di altri Paesi europei, che hanno modifi-cato nel tempo la struttura del loro apparato produttivo, il modello di specia-lizzazione italiano risulta poco mobile.I risultati dell’European Innovation Scoreboard 2008 segnalano come l’Italiasi collochi nel gruppo dei Paesi caratterizzati da una innovazione «moderata»,con una performance sostanzialmente stabile nell’ultimo anno. In termini re-lativi, tuttavia, la più rapida crescita di alcuni Paesi, e l’introduzione di nuovi
A differenza di altri Paesieuropei, che hannomodificato nel tempo la struttura del loroapparatoproduttivo, il modello dispecializzazioneitaliano risultapoco mobile
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indicatori di valutazione, hanno determinato nel 2008 l’allineamento dellaperformance di Spagna, Portogallo e Grecia a quella del nostro Paese. Per quanto riguarda lo sviluppo delle politiche a sostegno del sistema produt-tivo italiano negli ultimi anni, la relazione sottolinea come si stia chiudendouna fase delle politiche pubbliche a sostegno delle imprese, nata nella secondametà degli anni Novanta, con la fine dell’intervento straordinario nel Mezzo-giorno, che si è sviluppata per circa un decennio attraverso una serie di inter-venti «ordinari» nelle aree meno sviluppate del Paese e che negli ultimi anni havisto esaurire la sua funzione e la sua spinta propulsiva. Questa fase importante delle politiche pubbliche è stata caratterizzata da poli-tiche incentrate su interventi prevalentemente orientati a favorire l’allarga-mento della base produttiva, attraverso il finanziamento degli investimenti fissi.Tale approccio prevede interventi mirati ad ampio spettro e volti a offrire in-centivi ed esternalità all’attività di innovazione (incrementale e non) delle im-prese esistenti, sostenendone la competitività.Negli ultimi anni, invece, l’intervento pubblico sembra imboccare l’approccioche predilige interventi selettivi e su larga scala, mirati a creare nuove compe-tenze scientifico-tecnologiche in campi caratterizzati da un elevato potenzialedi sviluppo e strategici per la competitività del sistema produttivo. La forte concentrazione degli interventi e delle risorse verso strumenti menospecializzati e selettivi non ha infatti consentito di utilizzare le politiche pub-bliche basate sugli interventi agevolativi per incidere sulla struttura del no-stro sistema produttivo, che non è cambiata in modo significativo nel corsodi questi anni.Ancora troppo piccola è la dimensione media delle imprese italiane che ope-rano prevalentemente in settori tradizionali, a basso valore aggiunto, labourintensive e, di conseguenza, a basso livello di innovatività. A partire dal 2001 e fino al 2006, si riscontra una netta e costante prevalenza,in termini di agevolazioni concesse, per gli interventi generalizzati (grafico se-guente). Nel 2007, invece, si osserva quasi lo stesso livello, sia pure su valori as-soluti piuttosto bassi. Nel periodo considerato l’andamento delle due tipologieè abbastanza simile, a eccezione del 2002, nel quale si riscontrano un calo delleagevolazioni concesse riferite agli interventi generalizzati e un incremento perquelli finalizzati, riconducibile al rilancio del FIT (Fondo Innovazione Tecno-logica), dopo la nuova direttiva del 2001.
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Ancora troppopiccola
è la dimensionemedia
delle impreseitaliane
che operanoprevalentemente
in settoritradizionali,
a basso valoreaggiunto, labour
intensive e, di conseguenza,
a basso livello di innovatività
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Entrando nel dettaglio dei singoli interventi classificati per obiettivi, l’analisimostra come gli interventi generalizzati siano concentrati verso il «consolida-mento e sviluppo del sistema produttivo» (tabella seguente) che rappresenta,nel periodo 2000-2007, quasi il 55% delle agevolazioni concesse. Queste po-litiche comprendono strumenti di riequilibrio territoriale che hanno avutogrande rilievo negli scorsi anni, come la legge 488/92, i contratti di pro-gramma, il credito d’imposta per le aree sottoutilizzate e i patti territoriali.Tra gli interventi finalizzati predominano quelli rivolti alla ricerca, sviluppoe innovazione e quelli per l’internazionalizzazione delle imprese come il cre-dito all’esportazione (5%).
L’analisi mostra come gli interventigeneralizzatisianoconcentrativerso il«consolidamentoe sviluppo del sistemaproduttivo»
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Interventi finalizzati Interventi generalizzati
Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico (2008)
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Nell’ambito delle politiche per la ricerca e l’innovazione, però, emerge la man-canza di misure dirette di tipo «verticale», ovvero focalizzate per ambiti di in-tervento e per tipologia di beneficiari. La maggior parte degli aiuti pubblici siè rivolta all’insieme indistinto delle imprese, mentre sono stati rari gli interventispecificatamente dedicati alla piccola e media imprenditoria e alle start-ups 2. Perquanto riguarda le misure indirette, cioè le iniziative di supporto a soggetti cheoffrono servizi alle imprese, esse si sono generalmente rivolte a università e cen-tri di ricerca pubblici con l’obiettivo di sostenerne l’attività (DM 237/2001) sti-molare la collaborazione con le imprese (DM 593/2000; L 80/2005; Pianoper l’innovazione digitale delle imprese 2005, misura 2.2) e finanziare la crea-zione di incubatori d’impresa.
1.4.1.1 Gli strumenti nazionaliCon riferimento all’analisi sopra riportata, di seguito si elencano i principalistrumenti agevolativi di sostegno alle attività di ricerca, sviluppo e innovazione,attuati a livello nazionale e attualmente operativi.
Legge 46/82 - FIT - Fondo rotativo per l’Innovazione TecnologicaLa legge n. 46 del 17 febbraio 1982 all’art. 14 istituisce il Fondo speciale ro-tativo per l’Innovazione Tecnologica (FIT) per il sostegno di programmi rela-
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Nell’ambitodelle politiche
per la ricerca el’innovazione
emerge lamancanza di misure
dirette di tipo«verticale»,
ovverofocalizzate per ambiti
di intervento e per tipologia
di beneficiari
Obiettivi Nazionali Regionali Totale
mln di euro % mln di euro % mln di euro %
Ricerca e sviluppo e innovazione tecnologica 14.494,3 27,4 3005,1 16,8 17.499,4 24,7
Internazionalizzazione 3408,6 6,4 318,6 1,8 3727,2 5,3
Nuova imprenditorialità 4975,9 9,4 640,3 3,6 5616,2 7,9
Consolidamento e sviluppo del sistemaproduttivo 26.845,0 50,8 11.944,8 66,9 38.789,8 54,9
Accesso al credito e consolidamento finanziario 1561,6 3,0 670,7 3,8 2232,3 3,2
Ambiente/Energia 140,6 0,3 576,8 3,2 717,4 1,0
Servizi/Infrastrutture per le imprese 0,0 0,0 416,1 2,3 416,1 0,6
Razionalizzazione/Riconversione di settore 938,2 1,8 32,3 0,2 970,5 1,4
Altro 500,5 0,9 241,2 1,4 741,8 1,0
Totale 52.864,7 100,0 17.846,0 100,0 70.710,7 100,0
Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico (2008)
2. In questo panorama, un’eccezione degna di nota è la legge 297/99, che si è concentrata su unaspecifica tipologia di iniziative imprenditoriali: gli spin-off della ricerca, originati dagli enti pub-blici di ricerca e dalle università.
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tivi ad attività di sviluppo sperimentale. Il Fondo opera sull’intero territorio na-zionale e finanzia programmi finalizzati allo svolgimento di attività di svilupposperimentale che possono comprendere anche attività non preponderanti diricerca industriale. Con la direttiva del 10 luglio 2008 il Ministero dello Svi-luppo Economico ha adeguato la normativa di attuazione del Fondo rotativoper l’Innovazione Tecnologica alla disciplina comunitaria degli aiuti di Stato afavore di ricerca, sviluppo e innovazione (C323 del 30/12/2006). Per attività di sviluppo sperimentale e di ricerca industriale si intendono quellerivolte rispettivamente:
a) alla concretizzazione dei risultati della ricerca industriale mediante le fasidi progettazione e realizzazione di progetti pilota e dimostrativi, nonché diprototipi, finalizzate a nuovi prodotti, processi o servizi ovvero ad appor-tare modifiche sostanziali a prodotti e processi produttivi purché tali in-terventi comportino sensibili miglioramenti delle tecnologie esistenti;rientra nello sviluppo sperimentale la realizzazione di prototipi utilizzabiliper scopi commerciali e di progetti pilota destinati a esperimenti tecnolo-gici e/o commerciali, quando il prototipo è necessariamente il prodottocommerciale finale e il suo costo di fabbricazione è troppo elevato per po-terlo usare soltanto a fini di dimostrazione e di convalida. L’eventuale, ul-teriore sfruttamento di progetti di dimostrazione o di progetti pilota ascopo commerciale comporta la deduzione dei redditi, così generati, daicosti ammissibili. Lo sviluppo sperimentale non comprende tuttavia lemodifiche di routine o le modifiche periodiche apportate a prodotti, pro-cessi di fabbricazione, servizi esistenti e altre operazioni in corso, anchequando tali modifiche rappresentino miglioramenti;
b) ad acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuoviprodotti, processi o servizi o permettere un notevole miglioramento deiprodotti, processi o servizi esistenti. Comprende la creazione di compo-nenti di sistemi complessi, necessaria per la ricerca industriale, in partico-lare per la validazione di tecnologie generiche, a esclusione dei prototipi dicui alla lettera a).
Possono beneficiare delle agevolazioni del FIT i soggetti giuridici quali impreseindustriali produttrici di beni e/o servizi; imprese di trasporto; imprese agro-industriali; imprese artigiane di produzione; centri di ricerca con personalitàgiuridica autonoma, consorzi e società consortili (con alcune restrizioni) aventistabile organizzazione in Italia. Le agevolazioni possono essere concesse nelleforme del:
a) finanziamento agevolato – concesso per i programmi comportanti speseammissibili inferiori a 3 milioni di euro – fatte salve eventuali diverse di-
Il Fondo operasull’interoterritorionazionale e finanziaprogrammifinalizzati allosvolgimento di attività di svilupposperimentale
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sposizioni. Tale finanziamento è pari al 50% dei costi riconosciuti ammis-sibili, con una durata massima di 8 anni oltre un periodo di preammorta-mento commisurato alla durata del programma e comunque non superiorea 4 anni a decorrere dalla data di emanazione del decreto di concessione. Iltasso agevolato di finanziamento è pari al 20% del tasso di riferimento, vi-gente alla data di concessione delle agevolazioni;
b) contributo in conto interessi: può essere concesso per i programmi com-portanti spese ammissibili pari o superiori a 3 milioni di euro – fatte salveeventuali diverse disposizioni –, in relazione a un finanziamento bancarioa tasso di mercato, destinato alla copertura finanziaria del programma.Tale contributo in conto interessi è pari al 50% dei costi riconosciuti am-missibili, con una durata massima di 8 anni oltre un periodo di preammor-tamento commisurato alla durata del programma e comunque nonsuperiore a 4 anni;
c) contributo diretto alla spesa: oltre al finanziamento agevolato ovvero all’e-ventuale contributo in conto interessi, è concesso un contributo alla spesain misura pari al 20% nominale dei costi riconosciuti ammissibili.
Legge 388 (art. 106) per la nuova imprenditorialità «high-tech»Il Ministero dello Sviluppo Economico promuove l’imprenditorialità innova-tiva sulla base della legge 388/00 (art. 106) supportando iniziative di assistenzatecnica allo sviluppo imprenditoriale coordinate da università ed enti di ri-cerca: incubatori d’impresa high-tech, business plan competition, reti di coor-dinamento tra strutture per la valorizzazione dei risultati della ricerca, ecc.Si tratta quindi di progetti di incubazione d’impresa promossi principalmentein ambito accademico e della ricerca, che il Ministero dello Sviluppo Econo-mico seleziona tramite appositi bandi a livello nazionale. Dopo aver finan-ziato i primi 11 progetti con il bando del 2001 (risorse pari a 20,6 milioni dieuro) nel 2006 il Ministero ha ammesso al finanziamento 10 ulteriori inizia-tive, selezionate tra le 109 proposte presentate al bando del 2005, pari a unimpegno finanziario di 22,9 milioni di euro. A tali progetti se ne sono poi ag-giunti a fine 2007 altri 9, con un ulteriore stanziamento di risorse pari a 20milioni di euro.
DL 297/99 sul sostegno alla ricerca scientifica e tecnologica(DL 297/99 sul riordino della disciplina e snellimento delle procedure per ilsostegno della ricerca scientifica e tecnologica, per la diffusione delle tecnolo-gie, per la mobilità dei ricercatori, attuato mediante DM 8 agosto 2000, n.593 «Modalità procedurali per la concessione delle agevolazioni previste daldecreto legislativo 27 luglio 1999, n. 297»).Con l’entrata in vigore della nuova disciplina comunitaria in materia di aiutidi Stato alla ricerca, sviluppo e innovazione il Ministero dell’Università e della
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Si tratta quindidi progetti
di incubazioned’impresapromossi
principalmentein ambito
accademico e della ricerca
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Ricerca ha modificato la normativa relativa agli interventi realizzati a valere sulFondo Agevolazioni Ricerca, con il decreto del 2 gennaio 2008, pubblicatonella Gazzetta Ufficiale 22 maggio 2008 n. 119. Le novità riguardano, tra l’al-tro, la definizione degli investimenti ammissibili (ricerca industriale e svilupposperimentale) e dei costi ammissibili, i contributi aggiuntivi per le PMI, i ter-mini per la presentazione delle domande (dal 15 al 30 settembre di ciascunanno) le modalità di valutazione dell’effetto di incentivazione dell’aiuto per iprogetti in cui, tra i soggetti proponenti, siano presenti grandi imprese. Lenuove disposizioni introdotte dal Ministero dell’Università e della Ricerca si ap-plicano ai progetti presentati a partire dal 1° gennaio 2008.Le novità riguardano la riformulazione della definizione di ricerca industrialee sviluppo sperimentale (che nei progetti in oggetto non devono essere pre-ponderanti) come definite dal regime di aiuti. Il nuovo decreto recepisce una delle principali novità della nuova disciplinaUE, che include tra i soggetti ammissibili alle agevolazioni gli organismi di ri-cerca. Le imprese industriali, le imprese di trasporto, quelle artigiane, i centridi ricerca e i consorzi potranno quindi presentare una domanda di agevola-zione congiuntamente con università, enti di ricerca, ENEA, ASI, e altri orga-nismi di ricerca, ai fini della stipula di un contratto cointestato. Altra novità rilevante riguarda le maggiorazioni delle agevolazioni, non più le-gate alla territorialità dell’iniziativa. Tali maggiorazioni, previste nella formadel contributo nella spesa con contestuale ed eventuale diminuzione del cre-dito agevolato, dipenderanno in primo luogo dalla dimensione dell’impresa:alle imprese di media dimensione è riconosciuta una maggiorazione del 10%e a quelle di piccola dimensione del 20%. In secondo luogo sarà rilevante iltipo di collaborazione attuata: per le collaborazioni fra almeno due impreseindipendenti è riconosciuta una maggiorazione del 15%, mentre per le col-laborazioni tra impresa e organismo di ricerca ovvero ente o università è ri-conosciuta una maggiorazione a favore dell’impresa del 15% purchél’organismo, ente o università sostenga almeno il 10% dei costi del progettoe abbia il diritto di pubblicare i risultati della attività di ricerca svolta. Quantoalla definizione dei costi, è stato previsto che, in linea con quanto stabilitodalla disciplina Ue, essi sono comunque da intendersi al netto di IVA lad-dove tale imposta risulti trasferibile nell’ambito della dichiarazione periodica;i costi saranno invece da intendersi anche comprensivi di IVA nel caso in cuil’imposta non sia trasferibile. Sempre con riferimento ai costi ammissibili, èda sottolineare che le spese generali non saranno più riconosciute su base for-fettaria ma saranno considerate ammissibili solo se basate sui costi effettivi re-lativi all’esecuzione dell’operazione e che vengano imputate in un calcolopro-rata all’operazione, secondo un metodo equo e corretto e debitamentegiustificato. L’ultima novità riguarda la notifica alla Commissione europea,prima delle attività di valutazione, dei singoli progetti superiori a una certa
Il nuovodecretorecepisce unadelle principalinovità della nuovadisciplina Ue,che include tra i soggettiammissibili alleagevolazioni gli organismi di ricerca
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soglia. In particolare si tratta dei progetti di prevalente ricerca industriale perimporto pari a 10 milioni di euro per impresa e dei progetti di ricerca fonda-mentale pari a 20 milioni di euro per impresa.
RIDITT - Rete Italiana per la Diffusione dell’Innovazione e il TrasferimentoTecnologicoRIDITT – la Rete Italiana per la Diffusione dell’Innovazione e il TrasferimentoTecnologico (TT) alle imprese – è un’iniziativa finalizzata a migliorare la com-petitività del sistema produttivo attraverso la valorizzazione e l’integrazionedell’offerta di servizi per l’innovazione, e facilitando così l’incontro tra ricercae imprese. L’iniziativa, lanciata nel 2003, è promossa dal Ministero dello Svi-luppo Economico ed è gestita dall’Istituto per la Promozione Industriale (IPI).La prima fase del programma RIDITT (2003-2007) con una dotazione fi-nanziaria di 5,16 milioni di euro, ha consentito di creare una piattaforma perstimolare i processi di interazione tra gli operatori pubblici e privati del si-stema innovativo nazionale, che si è proposta al Sistema Innovativo Nazionale(SIN) attraverso l’offerta di alcuni servizi di formazione e assistenza tecnica,e, soprattutto, attraverso alcuni specifici strumenti di promozione del TT. Perl’impostazione di tali strumenti è stata condotta un’apposita analisi conosci-tiva su due degli aspetti principali del TT, e cioè lo screening degli operatoriesistenti in Italia (CITT - Centri per l’Innovazione e il Trasferimento Tecno-logico) e delle loro modalità di intervento, e lo scouting delle principali tec-nologie effettivamente disponibili a essere trasferite, entrambi disponibili sulsito www.riditt.it. In particolare il programma ha consentito di rilevare una domanda specificadi strumenti per il trasferimento tecnologico (diffusion oriented) e la capacitàdegli operatori di aggregarsi a tal fine, attraverso un apposito bando nel 2005.Infatti in tale occasione è stata proposta l’opportunità di cofinanziare progettiesplicitamente ed esclusivamente destinati al trasferimento di tecnologie giàsviluppate e disponibili presso università e centri di ricerca, con il vincolo cheal progetto prendesse parte almeno una associazione imprenditoriale, e che letematiche fossero ristrette a sole quattro aree tecnologiche (automazione esensoristica, materiali avanzati, biotecnologie, tecnologie chimico-separative).Altre specificità del bando pilota riguardavano: il coinvolgimento di struttureintermediarie, la possibilità di sviluppare solo attività di marketing delle tec-nologie (promozione, dimostrazione e analisi di fattibilità) il ricorso a un setdi criteri di valutazione predeterminati e la premialità attribuita ai progettirivolti ai settori tradizionali.In risposta al bando si è registrato un elevato tasso di partecipazione anche inconsiderazione dell’esiguo ammontare di risorse messe a disposizione, di pocosuperiori ai 2 milioni di euro. Infatti il SIN ha risposto con 42 proposte pro-gettuali, per un valore complessivo di oltre 40 milioni di euro, e l’aggregazione
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L’iniziativa,lanciata
nel 2003, èpromossa
dal Ministerodello Sviluppo
Economico ed è gestita
dall’Istituto perla Promozione
Industriale(IPI)
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fra di loro di 203 organizzazioni diverse, tra cui 50 università, 24 centri di ri-cerca, 66 associazioni imprenditoriali, 63 CITT.La seconda fase (2007-2009) prevede le seguenti azioni:
– sostegno a progetti di trasferimento tecnologico e creazione di nuove im-prese high-tech;
– potenziamento della piattaforma per la condivisione di tecnologie, metodo-logie, policy e buone pratiche;
– informazione, formazione e networking per gli operatori del sistema inno-vativo nazionale.
1.4.1.2 Gli incentivi regionali Sulla base del titolo V della Costituzione, la ricerca e lo sviluppo tecnologico,nonché il sostegno all’innovazione per i settori produttivi rientrano tra le ma-terie a legislazione concorrente. Ciò vuol dire che le Amministrazioni Centralicoinvolte in attività di questa natura quali il Ministero dello Sviluppo Econo-mico, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Ministeroper la Pubblica amministrazione e l’Innovazione, concertano politiche e stru-menti con le amministrazioni regionali. In particolare al livello nazionale competono gli interventi di ricerca e svilupposperimentale, mentre alle Amministrazioni Regionali competono i processi diinnovazione delle PMI e i processi di sviluppo che riguardano le aggregazioniterritoriali. In questo quadro, quindi, ciascuna Regione, attraverso la program-mazione delle proprie risorse, può attivare misure e politiche volte al miglio-ramento delle capacità di ricerca e sviluppo delle imprese ubicate sul territorio.
1.4.1.3 La legge 598 «Ricerca»La legge 598 «Ricerca» è uno strumento di intervento regionale per le piccolee medie imprese a sostegno di investimenti in ricerca industriale, sviluppo pre-competitivo e trasferimento tecnologico. In linea generale sono agevolabili pro-getti comunque non inferiori ai 100.000 euro e non superiori ai 2 milioni dieuro, di durata massima di tre anni. Le spese ammissibili all’intervento agevo-lativo sono i costi per il personale impiegato nelle attività di ricerca, le consu-lenze, i materiali, le attrezzature e le spese generali. Le agevolazioni possonoessere concesse nella forma del contributo a fondo perduto e del finanziamentoagevolato o del contributo in conto interessi a fronte delle spese effettivamentesostenute per la realizzazione del progetto.Le modalità operative della legge 598 «Ricerca» si diversificano comunque a se-conda delle Regioni nelle quali è attiva.
La legge 598«Ricerca» èuno strumentodi interventoregionale per le piccole e medieimprese a sostegno di investimentiin ricercaindustriale,sviluppoprecompetitivoe trasferimentotecnologico
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1.4.2 Politiche internazionali
Come accennato nei paragrafi precedenti, il programma Industria 2015 parteda una riflessione generale sul nuovo ruolo svolto dal settore industriale nell’e-conomia globalizzata e soprattutto sulla collocazione strategica del nostro Paesenell’ambito della nuova economia. È interessante, a tal proposito, fare qualcheconsiderazione sugli orientamenti comunitari e sulle principali politiche at-tuate negli ultimi anni dai Paesi europei più simili al nostro.
1.4.2.1 Gli orientamenti della Commissione Europea La Comunicazione della Commissione europea del 1990 (detta anche Co-municazione Bangemann) «La politica industriale in un ambiente aperto ecompetitivo: linee guida per un approccio comunitario» ha rappresentatoper più di un decennio l’unico documento comunitario in materia di poli-tica industriale. Nei dieci anni successivi l’Europa unita ha conseguito importanti successi intermini di integrazione comunitaria, raggiungendo obiettivi importanti comeil compimento della costruzione del mercato unico interno, l’introduzione del-l’euro come valuta comune e l’allargamento dell’Unione ad altri Paesi europei.Parallelamente gli Stati nazionali incentravano l’intervento pubblico nell’eco-nomia sulle riforme volte alle privatizzazioni e alle liberalizzazioni. Ma alla sta-bilità macroeconomica conseguente all’introduzione dell’euro non sono seguitiin Europa risultati soddisfacenti in termini di crescita. Inoltre gli straordinaricambiamenti che hanno e stanno investendo l’economia globale e la necessitàper i Paesi europei di ridisegnare il proprio modello di sviluppo industrialehanno, invece, in questi anni, riportato al centro del dibattito economico iltema della tenuta competitiva dell’apparato industriale dell’Unione europea difronte alle nuove sfide derivanti dalla crescita dei Paesi di recente industrializ-zazione e dalla rivoluzione tecnologica. Il primo organico contributo in questa direzione è venuto dalla Commissioneeuropea che, nel dicembre del 2002, ha pubblicato una Comunicazione cheanalizza lo stato dell’industria alla vigilia del completamento del processo di al-largamento dell’Unione, e introduce alcune sostanziali novità nell’imposta-zione delle politiche in favore del sistema produttivo. In primo luogo la Commissione ribadisce inequivocabilmente la centralità del-l’industria manifatturiera nei processi di sviluppo economico anche dei Paesipiù avanzati. Il secondo elemento di novità riguarda la necessità di integrare l’approccio oriz-zontale alla politica industriale con una più marcata attenzione alle problema-tiche settoriali. Sulla base dell’esperienza concreta maturata nel corso degli ultimidieci anni, la Commissione ha infatti riconosciuto l’opportunità di associareagli obiettivi di carattere trasversale (sviluppo dell’imprenditorialità, innova-
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Ma alla stabilitàmacroeconomica
conseguenteall’introduzione
dell’euro non sono
seguiti in Europarisultati
soddisfacenti in termini
di crescita
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zione e ricerca, concorrenza) una valutazione delle esigenze di modernizzazionedell’apparato industriale dei singoli settori produttivi. Non si tratta quindi di unritorno ai vecchi piani di settore degli anni Settanta, ma di un esplicito invitoagli Stati membri a realizzare «analisi approfondite e controlli regolari della si-tuazione concorrenziale dei singoli settori al fine di adeguare gli strumenti di po-litica industriale sulla base delle esigenze di specifici comparti produttivi». Parallelamente, a livello comunitario, il dibattito sulla competitività dell’eco-nomia dell’Unione europea ruota da ormai un quinquennio sull’attuazionedella Strategia di Lisbona. Nel marzo del 2000, infatti, i capi di Stato e di go-verno dell’Unione europea avevano lanciato l’obiettivo di fare dell’Europa «l’e-conomia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, ingrado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori postidi lavoro e una maggiore coesione sociale» entro il 2010.La realizzazione di una «società dell’informazione per tutti», di uno «spazio eu-ropeo della ricerca e dell’innovazione», di un «ambiente favorevole all’avvia-mento e nascita di imprese innovative, specialmente di PMI», unitamente alleesigenze di risanamento di bilancio e della qualità e sostenibilità dei contenutisono state di fatto le tematiche al centro del dibattito sulla competitività a li-vello comunitario.Il bilancio di cinque anni di raccomandazioni della Commissione e di inter-venti dei singoli Stati membri ispirati alle linee individuate dalla Strategia èstato considerato da più parti, nel complesso, abbastanza modesto. Il bassotasso di crescita del PIL europeo nel periodo 2001/2005 – in media al di sottodel 1,5% annuo –, unitamente ai bassi tassi di occupazione, e le difficoltàemerse nel rispetto dei parametri del Patto di Stabilità (soprattutto riguardo allaGermania ed alla Francia) hanno spinto il Consiglio d’Europa a rivisitare laStrategia di Lisbona. Nel marzo 2005, i capi di Stato e di Governo dell’Unioneeuropea hanno optato per una centratura della suddetta strategia su due obiet-tivi cardine: la crescita economica e l’occupazione.A conclusione del processo di rilancio, la Commissione ha definito 24 orien-tamenti integrati per la crescita e l’occupazione per il quadriennio 2005-2008per la predisposizione, da parte di ogni Stato membro, di un Piano per l’Inno-vazione, la Crescita e l’Occupazione (PICO). Con la COM (2005) 474 dell’ottobre 2005 «Attuare il programma comuni-tario di Lisbona: un quadro politico per rafforzare l’industria manifatturieradell’UE – verso un’impostazione più integrata della politica industriale», laCommissione Europea ha definito una nuova politica industriale europea, le-gata all’attuazione del programma comunitario di Lisbona, con l’obiettivo dirispondere maggiormente alle sfide della globalizzazione e della concorrenzainternazionale. Al centro del documento è stato posto il riconoscimento del ruolo dell’indu-stria manifatturiera per il sistema Europa e della necessità di promuovere una
A livellocomunitario, il dibattitosullacompetitivitàdell’economiadell’Unioneeuropea ruotada ormai un quinquenniosull’attuazionedella Strategiadi Lisbona
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politica industriale volta a rafforzare la competitività del settore manifatturieroe la sua capacità di adattamento ai cambiamenti economici. In particolare vienesottolineata la volontà di difendere il carattere orizzontale della politica indu-striale e di evitare il ritorno a politiche interventistiche settoriali, ma evidenziala necessità di predisporre politiche su misura in base alle caratteristiche deisingoli comparti produttivi classificati in base alle specifiche opportunità e sfideche devono affrontare. Sulla base, dunque, di un’attenta analisi, la Commis-sione ha delineato un programma d’azione articolato su 7 nuove iniziative perraggruppamenti di industrie e altrettante iniziative orizzontali. I settori oggettodi attenzione in questa prima fase sono stati quelli più direttamente collegatialla crescita dell’economia della conoscenza (biotecnologie e nanotecnologie)ma anche comparti più tradizionali che stanno attraversando una delicata fasedi ristrutturazione industriale come quelli del tessile-abbigliamento e dell’a-groindustria, che dagli sviluppi delle nuove tecnologie possono attingere ri-sorse strategiche per il rilancio. La Comunicazione della Commissione Europea del 13 settembre 2006 «Met-tere in pratica la conoscenza: un’ampia strategia dell’innovazione per l’UE»,sulla base delle raccomandazioni del rapporto Aho («Creare un’Europa inno-vativa») si impernia sull’assunto che l’Europa e i suoi Governi hanno bisognodi un’azione politica incisiva per anticipare e accompagnare il mutamento strut-turale. La Comunicazione pone l’accento sulla promozione della cooperazionetra le parti interessate al processo innovativo, sia in termini territoriali, soste-nendo la «politica dei cluster», sia in termini di cooperazione europea tran-sfrontaliera. Inoltre la Commissione, ribadendo la centralità del trasferimentodi conoscenze tra il mondo della ricerca e l’industria, invita gli Stati membri atener conto dei collegamenti tra scienza e industria nella definizione delle pro-prie politiche per l’innovazione.Nel quadro di una maggiore dotazione finanziaria per il sostegno all’innova-zione e sulla base dei nuovi orientamenti sugli aiuti di stato relativi al capitaledi rischio, alla R&S e all’innovazione, la Commissione invita gli Stati membria riorientare i propri aiuti pubblici verso le nuove misure in materia di soste-gno all’innovazione, supporto alle giovani imprese innovative, all’innovazionedi processo e organizzativa e, infine, ai cluster d’innovazione.Infine nel ribadire che condizioni generali più competitive ed efficaci sono in-dispensabili per il successo dell’innovazione nell’Ue, la comunicazione pro-pone di lanciare una nuova iniziativa a favore dei mercati guida per facilitarela creazione e l’immissione sul mercato di prodotti innovativi. Si vogliono,cioè, individuare i settori in cui l’eliminazione di ostacoli (normativi, regola-tori, ecc.) può contribuire efficacemente alla nascita di nuovi mercati (sicu-rezza interna e difesa, sanità, benessere e cultura, ecoinnovazione).
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I settorioggetto
di attenzione in questa primafase sono stati
quelli piùdirettamente
collegati alla crescita
dell’economiadella
conoscenza
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1.4.2.2 Gli strumenti comunitari 1.4.2.2.1 Il Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico e le Joint Tech-nology InitiativesIl Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico è lo strumentoprincipale di finanziamento alla ricerca europea attraverso il quale la Com-missione europea si propone di raggiungere diversi obiettivi, quali il raf-forzamento delle basi scientifiche e tecnologiche dell’industria, il migliora-mento della competitività internazionale e la promozione di azioni di ricer-ca nella Comunità europea.In linea generale, si tratta di un programma pluriennale creato per sostenere erafforzare la ricerca scientifica e tecnologica in Europa attraverso il co-finanzia-mento dell’Ue ai progetti di ricerca che coinvolgono i più importanti settoriscientifici e tecnologici della ricerca di base e applicata. In base al principio della sussidiarietà, i finanziamenti devono avere un valoreaggiunto europeo, cioè non si deve trattare di attività che potrebbero esseresvolte in maniera più efficace a livello regionale o nazionale. Quindi, nella mag-giore parte dei casi è richiesta la partecipazione ai progetti di ricerca da partedi diversi organismi appartenenti a più Stati. Nel dettaglio possono parteci-pare al programma quadro entità legali di tutti gli Stati membri e gli Stati can-didati dell’Ue. È prevista inoltre la figura di «Stato associato», cioè un Paeseterzo che, pur non aderendo all’Ue, contribuisce con una quota finanziaria albudget del Programma Quadro e vi può quindi partecipare a pieno titolo. Pos-sono partecipare inoltre organismi internazionali di interesse europeo e il Cen-tro Comune di Ricerca della Commissione, che sono considerati come unPaese a se stante ai fini della partecipazione minima. In linea generale, il par-tenariato minimo è formato da 3 organismi di 3 Paesi Ue, candidati o associatidiversi (con alcune eccezioni). Altri Paesi terzi potranno partecipare secondo lemodalità indicate nei diversi bandi, sulla base di una valutazione progetto perprogetto.Il VII Programma Quadro, che ha a disposizione un budget di circa 50 miliardidi euro, ha una durata di sette anni (2007-2013) novità introdotta rispetto aiprecedenti PQ quinquennali, con l’obiettivo di assicurare una maggiore con-tinuità e una maggiore coerenza con l’andamento del budget complessivo del-l’UE. Il Programma Quadro si struttura in azioni diverse: • cooperazione, concepita per promuovere l’intera gamma di attività di ri-
cerca realizzate nell’ottica della cooperazione transnazionale che si attua at-traverso quattro sottoprogrammi:– «Collaborative research» (cui è dedicata la maggior parte dei finanzia-
menti alla ricerca dell’Unione europea): questo programma è ulterior-mente suddiviso in 10 programmi tematici;
– «Joint technology initiatives» (basate sulle «Piattaforme TecnologicheEuropee», orientate alla creazione di una massa critica di risorse nazio-
Il VIIProgrammaQuadro, che haa disposizioneun budget di circa 50miliardi di euro,ha una duratadi sette anni(2007-2013)
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nali ed europee, pubbliche e private, in un determinato ambito tecno-logico o industriale);
– «Coordination of non-Community research programmes»; – «International Co-operation»;
• idee, volta a potenziare il dinamismo, la creatività e l’eccellenza della ricercaeuropea nei riguardi delle conoscenze «di frontiera»;
• persone, volta a finanziare attività mirate allo sviluppo delle risorse umane;• capacità, per il supporto alle politiche europee in materia di ricerca e inno-
vazione tramite attività di carattere orizzontale (in particolare: supporto alleinfrastrutture di ricerca; politiche a sostegno delle PMI; attività per pro-muovere le «Regioni della Conoscenza»; supporto allo sviluppo del poten-ziale di ricerca in regioni di convergenza; attività per avvicinare la scienza ela società, ecc.).
Un approfondimento meritano le Joint Technology Initiatives (JTI) che sonoiniziative volte a rafforzare gli orientamenti strategici, sostenendo ambizioseagende strategiche di ricerca comuni in settori cruciali per la crescita e la com-petitività, riunendo e coordinando su scala europea numerose attività di ri-cerca. Esse attingono pertanto a tutte le fonti di investimento nel campo R&S– pubbliche o private – e abbinano saldamente la ricerca all’innovazione. Laconfigurazione delle JTI deriva dalle agende strategiche di ricerca delle Piat-taforme Tecnologiche Europee che hanno individuato i fabbisogni di ricerca neisingoli ambiti tematici delle PTE. Le JTI, che si basano in parte proprio sutale fabbisogno, costituiscono uno strumento di attuazione delle attività di ri-cerca applicate su larga scala e a base industriale. Dal punto di vista operativo,le JTI si concretizzano attraverso la creazione di un’impresa comune ai sensidell’articolo 171 del Trattato CE. La finalità consiste nel porre in essere unprogramma unico europeo di R&S, fortemente orientato al settore industriale,che intende aiutare le imprese dell’Ue a conquistare la leadership a livello mon-diale. Per la prima volta le JTI combineranno risorse nazionali, comunitarie edel settore privato all’interno di un quadro giuridico coerente, flessibile ed ef-ficace, e incrementeranno inoltre gli investimenti europei in ricerca e sviluppo. A oggi risultano in fase di avanzato sviluppo due JTI:
• Artemis, che ha lo scopo di creare un singolo programma europeo di ri-cerca e Sviluppo che aiuterà le industrie europee ad assumere la leadershipmondiale nell’ambito degli embedded systems, ossia sistemi computeriz-zati utilizzati nell’ambito di sistemi più ampi per il controllo di macchinarie attrezzature come: automobili, elettrodomestici, dispositivi di comunica-zione, sistemi di controllo e macchine per ufficio;
• ENIAC, che ha come elemento principale un programma di ricerca per po-tenziare l’integrazione e la miniaturizzazione dei dispositivi elettronici in-
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Dal punto di vista
operativo, le JTI si
concretizzanoattraverso
la creazione di un’impresa
comune ai sensi
dell’articolo 171del Trattato CE
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crementandone la funzionalità. L’impresa comune di riferimento perENIAC è costituita da un partenariato pubblico/privato che riunisce la Co-munità europea e circa 17 Paesi europei con AENEAS (Association for Eu-ropean NanoElectronics ActivitieS) un’associazione industriale non-profitche rappresenta gli attori di ricerca e sviluppo nell’area della nanoelettronica(società, centri di ricerca, università). Gli stati membri dell’ENIAC sono:Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Un-gheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Spagna,Svezia, Regno Unito.
Le Piattaforme Tecnologiche Europee, invece, sono a oggi 36, comprese le giàcitate Artemis ed ENIAC, e spaziano dai biocombustibili (Biofuels) al settoredelle costruzioni (ECTP) dall’energia eolica (TPWind) a quella fotovoltaica(Photovoltaics) dalle reti elettriche (SmartGrids) al riscaldamento e raffredda-mento «rinnovabile» (RHC) dal trasporto ferroviario (ERRAC) a quello stra-dale (ERTRAC) da quello marittimo (Waterborne) a quello aereo (ACARE)dalla robotica (EUROP) ai beni strumentali (MANUFUTURE) dal tessile-abbigliamento (FTC) all’agroalimentare (FOOD) dalle tecnologie dei materiali(EuMaT) alla sicurezza industriale (IndustrialSafety) dai nuovi media (NEM)alle applicazioni medicali delle nanotecnologie (Nanomedicine) solo per farealcuni esempi.
1.4.2.3 Gli Stati nazionali Anche sul fronte delle politiche nazionali gli anni recenti sono stati caratteriz-zati da un rinnovato interesse dei principali Governi europei verso gli stru-menti della politica industriale. Sulla scia di quanto sta avvenendo nei Paesi che stanno trascinando l’economiamondiale come la Cina e l’India, e in risposta agli interventi di difesa dell’in-dustria americana realizzati dall’amministrazione Bush, anche la Francia, laGermania, la Spagna sono tornati a esprimere senza timidezze progetti di po-litica industriale volti da una parte al salvataggio e al rilancio di industrie rite-nute strategiche per l’intero sistema produttivo, e dall’altra ad accompagnaree guidare i processi di riorganizzazione delle imprese con l’obiettivo di garan-tire una presenza significativa di aziende nel contesto globale.
1.4.2.3.1 Il piano di sviluppo dell’industria francese Negli ultimi anni, la politica francese per l’innovazione industriale e la compe-titività è stata caratterizzata da una vasta rivisitazione del sistema organizza-tivo, sia a livello centrale sia periferico, i cui elementi principali sono lacreazione di tre agenzie specializzate per il rilancio delle attività di ricerca e svi-luppo delle imprese francesi: l’Agenzia per l’Innovazione Industriale (AII) l’A-genzia Nazionale della Ricerca (ANR) e OSEO-Innovazione, il cui compito è
Gli anni recentisono staticaratterizzatida unrinnovatointeresse dei principaliGovernieuropei versogli strumentidella politicaindustriale
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agevolare la creazione di partenariati pubblico-privati, offrire supporto e fondiper la creazione di reti di imprese, valorizzare le attività di ricerca e favorire iltrasferimento dei risultati della ricerca pubblica nell’ambito industriale per unaloro applicazione produttiva. Parallemente a tale attività di riordino, il Governo francese ha pubblicato unpiano di politica industriale che definisce le strategie di riposizionamento com-petitivo dell’industria transalpina del futuro, che attribuisce una valenza stra-tegica alla realizzazione di programmi scientifici e tecnologici di larga scalaidentificati come lo strumento chiave per garantire la competitività del sistemaproduttivo nel nuovo contesto globale3. Il piano individua 5 macrosettori a loro volta articolati in programmi e prodotti(vedi tabella seguente). L’obiettivo dovrebbe essere quello di coprire, nell’am-bito di progetti specifici che possano assicurare ricadute di lungo periodo, lametà delle spese di R&S con fondi pubblici, lasciando all’impresa privata l’al-tra metà del carico finanziario. Nel piano tali programmi prendono il nome di«Programmi Mobilizzatori per l’Innovazione Industriale» (PMII). I PMII devono far capo a un singolo gruppo industriale o a un ristretto numerodi grandi imprese, ma si prevedono meccanismi per assicurare la ricaduta sullePMI (come destinatarie di una quota di aiuti pubblici) e sui lavoratori (prin-cipalmente come beneficiari di programmi di formazione professionale). Sitratta quindi di programmi industriali promossi da un gruppo d’imprese, piùraramente da una singola azienda, in collaborazione con istituti di ricerca, la-boratori e PMI. Il programma deve mirare a portare sul mercato, nell’arco di5-10 anni, un prodotto (bene o servizio) a forte impatto innovativo.
3. J.-L. Beffa et al., Pour une nouvelle politique industrielle, Paris, janvier 2005.
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Si tratta quindidi programmi
industrialipromossi
da un gruppod’imprese, più
raramente da una singola
azienda, incollaborazione
con istituti di ricerca,laboratori
e PMI
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Sulla base delle indicazioni del piano, il Governo francese ha approvato, nelcorso degli ultimi due anni, i primi 6 grandi programmi di intervento che ri-guardano i seguenti campi: la applicazione delle biotecnologie al settore agricolo,il risparmio energetico nelle costruzioni, i sistemi di trasporto avanzati, la crea-zione di un nuovo motore di ricerca semantico per Internet, un nuovo standardeuropeo di televisione mobile, i veicoli ibridi. La logica di intervento adottataprevede la leadership di un grande gruppo industriale con il compito di coin-volgere il sistema delle piccole e medie imprese e quello della ricerca. L’attuazionedella strategia imperniata sui PMII in origine doveva essere condotta da un’a-genzia specifica, l’Agenzia per l’Innovazione Industriale, costituita nell’agosto2005 come ente pubblico sotto la tutela dei Ministeri dell’Economia e dell’In-dustria. L’Agenzia avrebbe dovuto lavorare in sinergia con gli altri organismiche in Francia promuovono l’innovazione, in particolare con l’OSEO.Dal gennaio 2008 l’AII è confluita nell’OSEO che, impegnato principalmentesul fronte delle PMI, ricopre attualmente il duplice ruolo di soggetto attua-tore dei Progetti mobilizzatori e di canale di trasmissione tra questi ultimi, lePMI e i poli di innovazione, strumento territoriale di sviluppo del sistema pro-duttivo francese.
Sulla basedelleindicazioni del piano, il Governofrancese ha approvato,nel corso degliultimi due anni,i primi 6 grandiprogrammi di intervento
▼ La politica industriale francese: identificazione dei «Programmi industriali»
ENERGIA TRASPORTI AMBIENTE SALUTE INFORMATIONTECHNOLOGY
Edilizia ecocompatibile
Energia rinnovabile • Solare• Biocarburanti• Eolica
Energia nucleare di IVgenerazione
Gestione rifiutiradioattivi
Sfruttamento delleprofondità marine
Automobili intelligenti a elevati standard disicurezza
Automobili pulite • Pile a combustibile• Veicoli alimentati
con biocarburanti • Veicoli elettrici/ibridi• Nanomateriali per
veicoli innovativi
Aeronautica • Nuove aeronavi • Automazione del
traffico aereo
Nuova generazione diTGV
Trasporti marittimiveloci
Metropolitaneautomatiche di nuovagenerazione
Controllo e riparazionedegli effetti di sostanzeinquinanti e irritantiambientali
Agricoltura pulita
Managementdell’acqua
Controllo dell’anidridecarbonica
Gestione emonitoraggio degliecosistemi e dellebiodiversità
Biofonica
Cancro
Chirurgia non invasiva
Fertilità
Malattie infettive
Malattie degenerative
Sicurezza e qualità delcibo
Reti ad alta velocità Tv ad alta velocità Internet 4G mobile
Nuove interfacce• Frequenza radio • Firma elettronica
Micro-electro-mechanical system(NEMS)
Sicurezza della rete
Telemedicina
Fonte: J.-L Beffa et al., Pour une nouvelle politique industrielle, Paris, janvier 2005.
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In tale ottica, per il 2008, è stato lanciato un nuovo programma di finanzia-mento – programma ISI – (Innovation Strategique Industrielle) con una dota-zione di 300 milioni di euro – per progetti di ricerca, sviluppo e innovazionepresentati da raggruppamenti guidati da medie imprese ad alto potenziale dicrescita. Il 5 dicembre 2008 è stato lanciato ufficialmente anche il 7 PMII«DEFI Composite», che è un progetto proposto da 46 partner tra imprese e or-ganismi di ricerca volto a creare una filiera competitiva nel settore degli ele-menti strutturali per l’industria dei trasporti (aeronautico, automotive,ferroviario e nautico) in materiale composito a base di fibra di carbonio.
1.4.2.3.2 Le strategie di rilancio dell’industria spagnola Il Governo spagnolo ha da qualche anno lanciato il programma Ingenio 2010con l’obiettivo di incrementare gli investimenti in ricerca fino alla quota del 2%del PIL nel 2010. Il programma si articola in Azioni Strategiche, tra le quali ilprogramma CENIT per il finanziamento di grandi progetti di ricerca indu-striale attraverso la partnership pubblico-privata, nelle aree di intervento di se-guito elencate:
• Biomedicina • Tecnologie alimentari • ICT • Tecnologie della produzione e design• Ambiente, sviluppo sostenibile ed energie rinnovabili• Nuovi materiali e nanotecnologia• Mobilità sostenibile e aerospazio• Sicurezza
Il programma, nel suo complesso, mira a stimolare la collaborazione tra im-prese, università, centri di ricerca pubblici e privati, parchi tecnologici, attra-verso il supporto a progetti di taglia medio-grande in cui almeno il 50% delcofinanziamento provenga da privati. All’interno del programma CENIT sonopreviste la creazione di un fondo dei fondi per il finanziamento di venture ca-pital privati che investono in nuove imprese ad alta tecnologia e la realizza-zione di un apposito programma che incentiva i privati ad assumere laureati.
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Il Governospagnolo ha da
qualche annolanciato
il programmaIngenio 2010
con l’obiettivo di
incrementaregli investimenti
in ricerca finoalla quota
del 2% del PILnel 2010
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Il Progetto di Innovazione Industriale sull’Efficienza energetica per la compe-titività e lo sviluppo sostenibile risponde all’esigenza di mobilitare le istitu-zioni, le imprese e i cittadini in un percorso condiviso e collaborativo disviluppo, crescita e sostenibilità. Procedere in questa direzione significa innan-zitutto comprendere i benefici che scaturiscono dal miglioramento dell’effi-cienza energetica nei processi industriali e dal radicamento di una cultura dellasalvaguardia delle risorse, anche in termini di rispetto del patrimonio ambien-tale. Gli attuali consumi energetici relativi ai processi produttivi costituiscono,in molti casi, una componente di costo non trascurabile, la quale si traducenell’esigenza di applicare dei prezzi al consumo maggiori, rispetto ai concorrentiche riescono a ottimizzare l’utilizzo dell’energia.Trasferendo l’attenzione dal «micro» all’osservazione del panorama nazionale èevidente che l’effetto aggregato delle strategie aziendali volte al contenimentodei consumi incide in maniera significativa sul bilancio energetico del Paese,dando respiro a una voce di spesa significativa.L’impostazione di una politica industriale per l’innovazione finalizzata all’ef-ficienza energetica deve quindi rivolgersi alle istituzioni, alle imprese e ai cit-tadini, attraverso interventi normativi (che definiscono regole e standard)misure di incentivazione; programmi di educazione e sensibilizzazione (di-rette a tutti i cittadini, al sistema scolastico, alle imprese). Il Progetto di Innovazione Industriale sul tema dell’energia assume una parti-colare valenza quando contestualizzato nell’intero sistema produttivo del Paese.Infatti, oltre a costituire un importantissimo strumento a sostegno delle atti-vità di ricerca e industrializzazione delle imprese del settore, diventa promotoree diffusore del cambiamento e del miglioramento delle tecnologie energetichenella totalità delle realtà produttive nazionali, contribuendo inoltre allo svi-luppo sostenibile del Paese. Il percorso dell’efficienza dell’utilizzo dell’energia transita inequivocabilmenteattraverso un sistema complesso di interventi, primo tra tutti lo sviluppo tec-nologico: è necessario investire in modo consistente in ricerca per incremen-tare il rendimento dei dispositivi esistenti e per abilitare l’impiego di formealternative di generazione a costo inferiore e impatto ambientale ridotto. Alleazioni di sostegno alla ricerca industriale e allo sviluppo sperimentale vannoabbinate misure atte a favorire la ricerca di base. Devono essere quindi messea sistema le risorse finanziarie e i grandi programmi di sviluppo nazionaleper elevare lo stato dell’arte scientifico e tecnologico, almeno al livello deiprincipali Paesi industrializzati. Avviare questo percorso significa implicita-
EFFICIENZA ENERGETICA
Il Progetto di InnovazioneIndustriale sul temadell’energiaassume una particolarevalenza quandocontestualizzatonell’interosistemaproduttivo del Paese
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mente compiere delle scelte selettive a favore di determinate aree tecnologi-che, puntando su quelle che possono incidere significativamente sulla com-petitività del settore industriale di riferimento ed indirettamente sull’interosistema delle imprese. In tale ottica il Ministro dello Sviluppo Economico ha lanciato il Progetto diInnovazione Industriale sull’Efficienza energetica, nominando l’ing. PasqualePistorio responsabile della sua definizione.L’ing. Pasquale Pistorio, ex presidente e Chief Executive Officer di STMicroe-lectronics, è attualmente Presidente onorario della STMicroelectronics e Mem-bro della Giunta di Federazione ANIE (Federazione Nazionale ImpreseElettrotecniche ed Elettroniche).Nato ad Agira (Enna) nel 1936, si è laureato in ingegneria elettrotecnica pressoil Politecnico di Torino. Nel corso della sua carriera professionale ha ricopertoanche gli incarichi di: President & Chief Executive Officer della STMicroelec-tronics; President Chief Executive Officer della SGS THOMSON Microelec-tronics (nata dalla fusione tra la SGS e la Thomson Semicoucteur) che dal1998 ha preso il nome di STMicroelectronics; Presidente Chief Executive Of-ficer del Gruppo SGS; Chairman of the European Union’s TechnologyPlatform (ENIAC); Consigliere di amministrazione di MEDEA; Membro dellaTask Force delle Nazioni Unite incaricata della ricerca di soluzioni per il supe-ramento del Digital Divide; Direttore generale dell’International Semiconduc-tor Division di Motorola, responsabile per la progettazione, la produzione e ilmarketing per le aree al di fuori degli Stati Uniti; Vice President della Moto-rola Corporation e Direttore Mondiale per il Marketing Semiconduttori; Di-rettore Marketing Semiconduttori della Motorola per l’Europa.Tre sono gli obiettivi tecnologico-produttivi prioritari assegnati dal Ministro al-l’ing. Pistorio:
• innescare processi di rapida diffusione di attività industriali, in grado di im-mettere sul mercato nuovi prodotti e tecnologie per la generazione di ener-gia (Obiettivo Tecnologico-Produttivo OTP 1);
• accompagnare la riqualificazione di comparti industriali esistenti verso pro-dotti più efficienti, richiesti dal nuovo contesto energetico (OTP 2 );
• favorire la revisione dei cicli produttivi con lo scopo di ridurre l’intensitàenergetica delle lavorazioni (OTP 3).
La metodologia scelta dall’ing. Pistorio per giungere alla definizione del Pianodi Innovazione Industriale sull’Efficienza energetica, in grado di conseguire talitre obiettivi, ha previsto la realizzazione dei seguenti passi:
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Avviare questopercorsosignifica
implicitamentecompiere
delle scelteselettive a favore
di determinatearee
tecnologiche
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A) Analisi del contesto nazionale: tecnologie, competenze, strumenti di in-tervento:
• analisi delle tecnologie chiave per l’efficienza energetica e relative potenzia-lità di applicazione, anche in riferimento alle fonti rinnovabili;
• analisi delle competenze pubbliche e private nel campo delle tecnologie perl’efficienza energetica e le fonti rinnovabili e conseguente produzione diuna mappa di contesto;
• analisi degli strumenti d’aiuto comunitari, nazionali e locali a supportodelle tecnologie nel settore dell’efficienza energetica e benchmarking dellepolitiche per l’efficienza energetica di Francia, Germania, Gran Bretagna,Spagna e Stati Uniti.
B) Analisi del mercato:• consultazione pubblica; nella forma di una raccolta di idee progettuali, ri-
volta alle imprese e relativi partner in materia di ricerca e innovazione, alloscopo di verificare l’attuale orientamento del tessuto industriale e la dimen-sione delle iniziative. La consultazione è avvenuta dal 19 maggio al 5 luglio2007, per mezzo di un questionario compilabile on-line;
• consultazione con le Amministrazioni regionali su aree di intervento e prio-rità, per mezzo di un questionario compilabile on-line (maggio-luglio 2007).
C) Identificazione delle aree tecnologiche di intervento prioritarie:• definizione dei criteri per l’individuazione delle aree tecnologiche;• caratterizzazione delle aree sulla base dei criteri definiti e delle analisi rea-
lizzate.D) Definizione delle azioni:• azioni di incentivazione rivolte ai sistemi di imprese (ASII - Azioni Strate-
giche di Innovazione Industriale);• Azioni Connesse (regolamentazione, comunicazione, incentivazione per
progetti su ambiti connessi).E) Valutazione e monitoraggio:• definizione dei criteri di riferimento, delle modalità operative e delle carat-
teristiche degli attuatori.
L’analisi delle tecnologie esistenti e della posizione dell’Italia è stata realiz-zata (maggio-settembre 2007) sulla base degli obiettivi tecnologico-produttividefiniti dal Ministero dello Sviluppo Economico e, nell’ambito di tale attività,sono stati raccolti e analizzati i dati su:1. il fabbisogno energetico nazionale (consumi aggregati, produzione per fonti,
intensità energetica, ecc.) con un focus specifico sui settori industriali ma-nifatturieri energy intensive;
2. le tecnologie innovative per l’efficienza energetica classificate per obiettivotecnologico-produttivo, con un approfondimento sulle loro specifiche ap-plicazioni per settore produttivo;
L’analisi delletecnologieesistenti edella posizionedell’Italia è statarealizzata(maggio-settembre2007) sulla base degli obiettivitecnologico-produttividefiniti dal Ministerodello SviluppoEconomico
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3. le imprese che hanno partecipato a programmi di ricerca e sviluppo nazio-nali e comunitari sul tema dell’efficienza energetica, con un approfondi-mento sulla performance economico-finanziaria delle imprese operanti neisettori fotovoltaico, solare termico, eolico e della cogenerazione;
4. i principali operatori pubblici coinvolti in attività di ricerca e sviluppo nelsettore, con un approfondimento sui dipartimenti universitari e sugli entipubblici di ricerca che hanno partecipato a programmi di ricerca e svilupponazionali e comunitari sul tema dell’efficienza energetica;
5. i principali programmi di sostegno al settore condotti in ambito comuni-tario, nazionale e locale.
I risultati di questa analisi sono stati aggregati sulla base degli obiettivi tecno-logico-produttivi definiti.Le seguenti tabelle traducono con una simbologia qualitativa i risultati delleanalisi, focalizzando l’attenzione sui seguenti parametri:
• posizione dell’industria: la presenza di realtà industriali che producono beni(finali, strumentali e componenti) e servizi che impiegano la tecnologia diriferimento;
• posizione della ricerca: lo stadio delle conoscenze e competenze possedutedal sistema della ricerca pubblico e privato nazionale con particolare riferi-mento alla fase della ricerca industriale;
• prospettiva di sviluppo di breve termine: la capacità di generare ricaduteindustriali significative in un arco di tempo compreso tra i 3 e i 5 anni;
• prospettiva di sviluppo di medio/lungo termine: la possibilità di produrrerisultati industriali consistenti in un orizzonte temporale superiore ai 5 anni.
Il giudizio espresso (numero degli asterischi) non può naturalmente essereugualmente rappresentativo dell’intero sistema tecnologico italiano e soprat-tutto non costituisce una valutazione del settore di riferimento. Esso è quindida intendersi come un indicatore qualitativo, il quale implicitamente sconta lecarenze strutturali di un macroindice settoriale; tuttavia si è reso necessario uti-lizzarlo per giungere a un livello di astrazione tale da permettere la compara-zione diretta tra più tecnologie.
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I risultati di questa
analisi sonostati aggregati
sulla base degli obiettivi
tecnologico-produttivi
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I due grafici seguenti presentano la situazione italiana e quella mondiale in re-lazione alle tecnologie per la generazione di energia e l’efficienza energetica.Per ciascuna tecnologia la necessità di innovazione è praticamente coincidente,mentre differiscono in maniera significativa gli stadi di industrializzazione. Dalconfronto emerge chiaramente che l’Italia sconta una posizione di ritardo in al-cuni campi significativi, quali il fotovoltaico a silicio cristallino e l’idrogeno, nelquale si permane principalmente nella fase di ricerca, con modesti prototipisignificativi. In altre aree, di contro, la situazione italiana appare in linea, e inalcuni casi superiore, allo stadio medio a livello mondiale; il riferimento è so-prattutto ai casi delle diverse tipologie di celle a combustibile.
L’Italia scontauna posizionedi ritardo in alcuni campisignificativi,quali il fotovoltaico a siliciocristallino e l’idrogeno
▼ Posizione italiana sulle nuove tecnologie per la generazione di energia e l’efficienza energetica
Tecnologia Posizione dell’industria Posizione della ricerca Prospettive di sviluppo
Breve Mediotermine termine
Solare termodinamico ** ***** ** ****
Fotovoltaico– silicio cristallino * ** ** ***– film sottile/seconda generazione * *** *** *****
Eolico ** * ** ***
Mini-idroelettrico * * ** **
Geotermico– Elettricità **** *** ** ***– Calore * * ** ***
Collettori solari (solare termico) * * *** ***
Sistemi alimentari a biomasse ** *** ** ***
Termovalorizzazione dei rifiuti ** *** *** ***
Biocombustibili *** *** **** ****
Idrogeno e celle a combustibile ** *** **** ****
Tecnologie avanzate per la produzione di energia elettrica da combustibili fossili ** *** *** ***
* insufficiente ** sufficiente *** buono **** ottimo ***** eccellente
Fonte: ENEA
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Fonte: ENEA
Fonte: ENEA
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Analogamente al caso precedente si presenta il confronto tra la situazione ita-liana e quella mondiale in relazione alle tecnologie per i nuovi prodotti a ele-vata efficienza. La rappresentazione sintetica offerta dai grafici permette dicogliere prontamente i gap industriali nazionali relativamente ai prodotti esa-minati, creando una prima mappa del posizionamento nazionale.
▼ Posizione italiana sulle tecnologie per nuovi prodotti ad alta efficienza
Tecnologia Posizione dell’industria Posizione della ricerca Prospettive di sviluppo
Breve Mediotermine termine
Ecobuilding e nuovi materiali ** ** ** ***per edilizia
Caldaie ad alta efficienza *** ** *** ***
Macchine a compressione *** *** *** ***
Macchine ad assorbimento * * ** ***
Elettrodomestici ***** ** ***** *****
Illuminazione **** ** **** ****
Motori elettrici **** ** **** ****
Batterie di nuova concezione * *** ** ***
Distretto energetico * ** ** ***
* insufficiente ** sufficiente *** buono **** ottimo ***** eccellente
Fonte: ENEA
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Fonte: ENEA
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Per quanto riguarda l’analisi del mercato voluta dal responsabile di progettoquesta è invece avvenuta attraverso una consultazione pubblica, nella forma diuna raccolta di idee progettuali, rivolta alle imprese e al mondo della ricerca, alloscopo di verificare l’attuale orientamento del tessuto industriale e la dimensionedelle possibili iniziative. La consultazione è avvenuta dal 19 maggio 2008 al 5luglio dello stesso anno, per mezzo di un questionario compilabile on-line. Le imprese sono state chiamate a presentare proposte di idee progettuali fina-lizzate allo sviluppo di nuove tipologie di prodotti e/o servizi, caratterizzate daun elevato livello di innovazione tecnologica e da un impatto di filiera e/o si-stema ricomprendendo, in particolare, attività di ricerca industriale, svilupposperimentale, industrializzazione.La presentazione di un gran numero di idee progettuali (oltre 1000) ha rappre-sentato un segnale positivo di dinamismo nel mercato in forte crescita delletecnologie legate all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili. La lettura delleidee progettuali ha consentito di mettere in evidenza aree sulle quali vi è unaelevata disponibilità a investire e settori nei quali l’interesse sembra inferiore ri-spetto alle potenzialità e/o alle aspettative del mercato internazionale. Perquanto riguarda le tipologie delle proposte, queste sono molto differenziate traloro. Esiste una casistica che spazia dalla ricerca ai progetti dimostrativi, dalleapplicazioni di sistemi integrati alla produzione su larga scala di tecnologie in-novative, dalla definizione di filiere agroenergetiche al miglioramento gestio-nale dell’uso dell’energia nei processi industriali.In generale, le informazioni che sono derivate dalla consultazione sono statemolto utili a orientare il PII e a ricavare spunti sulle tipologie di strumenti disostegno da utilizzare.La risposta del mondo imprenditoriale alla consultazione pubblica, comedetto sopra, è stata considerevole: sono pervenute 1067 idee progettuali chevedevano potenzialmente coinvolti circa 3950 soggetti di cui più della metàimprese; i temi sono riconducibili a uno o più degli obiettivi tecnologico-pro-duttivi, con una netta prevalenza del primo (generazione di energia da fontirinnovabili, oltre 500 proposte) seguito dall’OTP 2 (prodotti più efficienti,oltre 200 proposte) e infine dall’OTP 3 (intensità energetica delle lavorazioni,oltre 180 proposte). In 171 casi i proponenti non hanno specificato l’area tec-nologica di riferimento.Nella tabella a pagina seguente è riportata la sintesi della ripartizione di ideeprogettuali per OTP e area tecnologica, e per ciascuna area tecnologica è inol-tre indicato il numero di imprese che hanno dichiarato di essere interessate adampliare il partenariato e a entrare in contatto con altri soggetti per realizzarel’idea progettuale.Il 28% delle idee progettuali è stato presentato da imprese singole. In com-penso il 44,5% dei proponenti ha espressamente dichiarato il proprio interessea entrare in contatto con altri soggetti per realizzare l’idea progettuale.
Le impresesono statechiamate a presentareproposte di ideeprogettualifinalizzate allo sviluppo di nuovetipologie di prodotti e/o servizi
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Area tecnologica N. idee % sul totale Proponentiprogettuali interessati alla
ricerca di partner
OTP 1 Solare fotovoltaico 125 11,7% 63
Solare termico 39 3,7% 17
Eolico 43 4,0% 21
Bioenergia 71 6,7% 36
Biocombustibili 45 4,2% 17
Generazione distribuita 30 2,8% 11
Cogenerazione e tri-generazione 48 4,5% 17
Cicli combinati gas-vapore (repowering) 9 0,8% 2
Produzione di energia da rifiuti (termovalorizzatori) 32 3,0% 9
Mini e microimpianti idroelettrici 7 0,7% 3
Tecnologie dell’idrogeno e celle a combustibile 46 4,3% 19
Tecnologie per il carbone pulito 5 0,5% 2
OTP 2 Motori elettrici per trazione e azionamento 13 1,2% 5
Tecnologie avanzate per illuminazione 19 1,8% 8
Accumulatori e batterie di nuova concezione 10 0,9% 6
Circuiti elettrici ed elettronici (inverter) 7 0,7% 3
Sistemi di controllo e comunicazione incorporati nelle macchine (embebbed systems) 11 1,0% 5
Nuovi materiali ad alte prestazioni - nanomateriali - materiali a memoria di forma 20 1,9% 7
Strumenti software e sensori per macchine ad alta efficienza 9 0,8% 5
Materiali ad alta efficienza per l’edilizia 45 4,2% 27
Elettrodomestici ad alta efficienza energetica 22 2,1% 5
Servizi di energy management 31 2,9% 17
Distretto energetico 27 2,5% 11
OTP 3 Biotecnologie 10 0,9% 5
Tecnologie di combustione 19 1,8% 7
Processi a membrana per filtrazione 10 0,9% 5
Reattori chimici ad alta efficienza 3 0,3% 2
Tecnologie avanzate per la produzione industriale 99 9,3% 35
Architettura bioclimatica 6 0,6% 4
Tecnologie innovative di gestione e logistica 14 1,3% 6
Tecnologie per la distribuzione di energia più efficienti 21 2,0% 12
Altro - non specificato 171 16,0% 83
TOTALE 1067 475
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Le idee progettuali sono state presentate da imprese singole o consorzi (giàesistenti) che si sono proposti di coordinare le attività del partenariato coin-volto, al fine di realizzare l’idea proposta. Le proposte presentate da micro epiccole imprese sono state oltre 500 e hanno rappresentato congiuntamenteil 47,7% del totale
Secondo le indicazioni fornite dai proponenti, il 58% delle idee progettualiavrebbe un costo stimato di realizzazione di 5-10 milioni di euro, il 20% uncosto stimato di 10-15 milioni di euro; il 13% un costo stimato di 16-30 mi-lioni di euro, e il rimanente 9% delle idee progettuali un costo stimato supe-riore ai 30 milioni di euro.
Le ideeprogettualisono statepresentate da impresesingole o consorzi (già esistenti)che si sonoproposti di coordinare le attività delpartenariatocoinvolto, al fine di realizzarel’idea proposta
Consorzio: 4,1%
Micro impresa(<10 addetti): 24,6%
Piccola impresa(10-50 addetti): 23,1%
Media impresa(50-250 addetti): 15,7%
Grande impresa(>250 addetti): 32,6%
Impresa proponente
16-30 milioni di euro:13,50%
>30 milioni di euro: 9,00%
5-10 milioni di euro: 57,80%
10-15 milioni di euro:19,70%
Costo di realizzazione dell’idea proposta
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Sulla base delle indicazioni fornite dai proponenti, emerge anche il quadrodelle Regioni in cui avrebbero potuto essere sviluppate le idee progettuali. Inmedia ogni idea progettuale coinvolge almeno 3 Regioni.
La tabella seguente riporta l’elenco delle aree tematiche incluse nel Piano diProgetto e riprese successivamente dal bando, e la relativa distribuzione percen-tuale delle idee progettuali raccolte nel corso della consultazione pubblica delluglio 2007.
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In media ogni idea
progettualecoinvolge
almeno 3 Regioni
▼ Distribuzione territoriale delle idee progettuali
Regioni in cui si intende sviluppare l’idea progettuale N. idee % sul totale(risposta a scelta multipla)
Lombardia 388 36,4%
Emilia Romagna 318 29,8%
Lazio 288 27,0%
Veneto 283 26,5%
Campania 274 25,7%
Piemonte 259 24,3%
Puglia 232 21,7%
Toscana 222 20,8%
Sicilia 198 18,6%
Calabria 168 15,7%
Friuli-Venezia Giulia 164 15,4%
Marche 161 15,1%
Liguria 150 14,1%
Umbria 141 13,2%
Abruzzo 135 12,7%
Basilicata 129 12,1%
Trentino-Alto Adige 127 11,9%
Sardegna 127 11,9%
Molise 87 8,2%
Valle d’Aosta 83 7,8%
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TICiò che emerge dalla consultazione pubblica è che il 67% delle idee progettualipresentate si è concentrata in 4 aree tematiche. In particolare il 22% delle pro-poste ha riguardato l’area tematica «Bioenergia e produzione di energia dai ri-fiuti», seguita dalla «Generazione distribuita» con il 17%, dal «Solarefotovoltaico» con il 15% e dalle «Tecnologie per l’aumento dell’efficienza ener-getica dei processi industriali» con il 13%. L’area tematica in cui sono statepresentate meno idee progettuali è stata «Tecnologie avanzate per illumina-zione» (2% del totale).La consultazione pubblica è stata estesa anche a tutte le Amministrazioni regio-nali, che sono state coinvolte attraverso una consultazione a esse dedicata. LeRegioni hanno risposto alla consultazione indicando, relativamente alle tema-tiche individuate, lo stato dell’arte dei progetti in essere e quelli di prossimaprogrammazione.Sulla base del lavoro di analisi sopra descritto, il responsabile di progetto haquindi identificato le aree tecnologiche d’intervento prioritarie:
• Aree tecnologiche ad alto potenziale innovativo; lo sviluppo di nuovi pro-dotti e servizi basati sulle tecnologie appartenenti a quest’area incide forte-mente sulla competitività dell’industria nazionale del settore. Per tradurre
1. Il totale non tiene conto delle idee progettuali pervenute relative alle aree tematiche non previste dalbando.
Laconsultazionepubblica è stataestesa anche a tutte leAmministrazioniregionali, che sono statecoinvolteattraverso unaconsultazione a esse dedicata
▼ Distribuzione delle idee progettuali per area tematica
Area tematica N. idee %progettuali
a1) Solare fotovoltaico 125 15%
a2) Solare termico e termodinamico 39 5%
a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti 190 22%
a4) Celle a combustibile e idrogeno 46 5%
a5) Generazione distribuita 150 17%
b1) Eolico 43 5%
b2) Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica 51 6%
b3) Macchine e motori elettrici ad alta efficienza 64 7%
b4) Tecnologie avanzate per illuminazione 19 2%
b5) Elettrodomestici a elevata efficienza energetica 22 3%
b6) Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processi industriali 113 13%
Totale 8621 100%
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in prodotti queste tecnologie sono necessari investimenti in ricerca indu-striale, la quale è a un livello tale da permettere di giungere a prototipi fun-zionanti in un arco temporale definito (3-5 anni);
• Aree tecnologiche ad alto potenziale applicativo: le tecnologie apparte-nenti a quest’area consentono di giungere alla messa a punto di nuovi pro-dotti, processi e servizi basandosi su soluzioni stabili, le quali necessitanoprincipalmente di attività di localizzazione e industrializzazione specificaper poter generare ricadute nel breve termine.
Le aree tecnologiche individuate tra quelle ad alto potenziale innovativo sono:• Solare fotovoltaico• Solare termodinamico• Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti • Celle a combustibile e idrogeno• Generazione distribuita
Le aree tecnologiche individuate tra quelle ad alto potenziale applicativosono:• Eolico• Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica• Macchine e motori elettrici ad alta efficienza• Tecnologie avanzate per illuminazione• Elettrodomestici ad alta efficienza energetica• Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processi industriali
Secondo il responsabile di progetto le azioni devono realizzarsi contemporanea-mente su entrambe le aree, in modo tale da avviare un processo sinergico di svi-luppo di nuovi prodotti e servizi e di miglioramento dell’efficienza di costodella produzione della totalità delle imprese. La progressiva industrializzazione e diffusione di queste nuove soluzioni dovràcontribuire alla riduzione dell’impatto ambientale sia in termini di riduzionedelle emissioni nocive, sia in riferimento al ricorso a fonti alternative.Il Piano di Progetto presentato dall’ing. Pistorio il 06/10/2007 è stato adottatocon decreto interministeriale dell’8 febbraio 2008 (pubblicato sulla GU n. 88del 14/4/2008) e per la realizzazione delle Azioni Strategiche di Innovazione In-dustriale è stato emanato un bando (pubblicato sulla GU n. 98 del 26/4/2008)che ha stanziato 200 milioni di euro.Il bando ha stabilito di finanziare programmi finalizzati allo sviluppo di nuovetipologie di prodotti e/o servizi, con elevato contenuto di innovazione tecno-logica e in grado di determinare un impatto sul sistema economico e sulla fi-liera specifica nelle aree tecnologiche individuate, in particolare:
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La progressivaindustrializzazione
e diffusione di queste nuovesoluzioni dovrà
contribuire alla riduzione
dell’impattoambientale
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A) Aree tecnologiche ad alto potenziale innovativoa1) Solare fotovoltaico:
1. tecnologie innovative per la produzione di celle di silicio ad alta ef-ficienza e a costi competitivi;
2. tecnologie innovative per la produzione di celle a film sottili o consoluzioni innovative di terza generazione;
3. sistemi innovativi a concentrazione per fotovoltaico;4. componenti innovative per applicazioni nell’edilizia, che integrino
celle fotovoltaiche nei materiali di rivestimento e di supporto e nellesuperfici vetrate;
5. tecnologie innovative per la produzione di collettori ibridi termico-fotovoltaico.
a2) Solare termodinamico:1. tecnologie innovative di generazione di energia da fonte solare a
media e alta temperatura a elevata efficienza;2. tecnologie solari innovative per la dissalazione;3. impianti dimostrativi per applicazioni multifunzione (dissalazione
acqua di mare, calore per processi industriali, climatizzazione).a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti:
1. tecnologie innovative per la produzione di biocombustibili di se-conda e terza generazione, anche con utilizzo di materiali di scarto;
2. tecnologie innovative per la produzione di energia da rifiuti spe-ciali con minimizzazione dell’impatto ambientale.
a4) Celle a combustibile e idrogeno:1. microcogeneratori basati su celle a combustibile con potenza ri-
spettivamente di 3 e 30 kW con caratteristiche di prestazioni, diaffidabilità e di impatto ambientale tali da garantirne una signifi-cativa competitività sul mercato;
2. sistemi innovativi di accumulo di idrogeno per applicazioni, sta-zionarie e di trasporto che, a seconda delle applicazioni consentanovantaggi sostanziali in termini di costi (applicazioni stazionarie) e/odi pesi e ingombri (applicazioni di trasporto) rispetto ai sistemiconvenzionali di accumulo in serbatoi ad altissima pressione.
a5) Generazione distribuita:1. tecnologie innovative per la produzione di un microcogeneratore di
taglia 0,5-1,5 kW, con basse emissioni specifiche e integrato di tuttii controlli e gli ausiliari per interfacciarsi con la rete elettrica.
B) Aree tecnologiche ad alto potenziale applicativob1) Eolico:
1. impianti dimostrativi non convenzionali per la conversione di ener-gia eolica di tipologia offshore (anche in mare aperto) o ad altaquota;
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68 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
2. impianti dimostrativi ad alta efficienza nel campo delle basse po-tenze (inferiori ai 200 kW) a basso impatto ambientale e in gradodi funzionare anche a basse velocità del vento.
b2) Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica:1. tecnologie innovative per la produzione di componenti per l’edili-
zia a costi competitivi e ad alto potenziale d’integrazione;2. sistemi dimostrativi innovativi per la minimizzazione dei flussi
energetici per edilizia complessa (terziario, ospedali, centri com-merciali).
b3) Macchine e motori elettrici ad alta efficienza:1. tecnologie innovative per la produzione a costi competitivi di mo-
tori ad alta efficienza di classe EFF1 o superiore.b4) Tecnologie avanzate per illuminazione:
1. tecnologie innovative per la produzione di sistemi di illuminazionee segnalazione ad altissima efficienza per esterni basate su elettro-luminescenza organica e/o diodi elettroluminescenti;
2. tecnologie innovative per la produzione di sistemi di illuminazioneper interni basate su elettroluminescenza organica e/o diodi elettro-luminescenti.
b5) Elettrodomestici ad alta efficienza energetica:1. tecnologie innovative per la produzione di elettrodomestici ad al-
tissima efficienza, con ridotto impatto ambientale sull’intero ciclodi vita in termini di riuso di materiali in fase sia di assemblaggio siadi disassemblaggio;
2. tecnologie innovative finalizzate a sfruttare le complementarietà deicomponenti, attraverso l’integrazione di sistemi di domotica voltia massimizzare i recuperi di energia e a ottimizzarne l’utilizzo.
b6) Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processi indu-striali: 1. tecnologie innovative e a costi competitivi per lo sviluppo di si-
stemi di combustione MILD - Moderate and Intense Low OxigenDilution (combustione senza fiamma).
Il bando stabiliva che i programmi prevedessero attività di ricerca industrialee di sviluppo sperimentale (quest’ultima in percentuale prevalente sull’interoprogetto) e che i progetti si dovessero concludere con la realizzazione di unprototipo esplicativo del prodotto o servizio innovativo. Altresì il bando stabi-liva che ciascun programma dovesse essere realizzato in forma congiunta dapiù soggetti, attraverso espliciti accordi di collaborazione, stabilendo anche diesplicitare, sempre attraverso un accordo, la proprietà e l’utilizzo dei risultati.Ogni programma doveva prevedere la presenza di almeno un organismo di ri-cerca e che l’importo complessivo dei costi agevolabili previsti da ciascun pro-
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Ogniprogramma
dovevaprevedere
la presenza di almeno
un organismodi ricerca
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gramma non dovesse essere inferiore a 10 milioni di euro. Si stabiliva, inoltre,come importante novità, la possibilità di far partecipare ai programmi, tra isoggetti beneficiari, anche imprese e organismi di ricerca costituiti all’estero.Nel bando si stabiliva infine che le agevolazioni venissero concesse, nei limitistabiliti dalla disciplina comunitaria, nella forma di contributi diretti alla spesa(ex contributo a fondo perduto) con delle percentuali differenti a seconda del-l’attività svolta e della dimensione dell’impresa.
LA RISPOSTA AL BANDO SULL’EFFICIENZA ENERGETICA
Il 15 settembre 2008 sono scaduti i termini per la presentazione dei progettisull’«Efficienza energetica».Sono stati presentati 92 programmi, in particolare 60 relativi alle aree tecno-logiche ad alto potenziale innovativo e 32 alle aree tecnologiche ad alto poten-ziale applicativo.
L’importo complessivo dei progetti presentati ammonta a 1690 milioni diEuro, di cui quasi 1081 riferiti alle aree tecnologiche ad alto potenziale inno-vativo e 609 alle aree tecnologiche ad alto potenziale applicativo. Il maggior numero di programmi e di investimenti è concentrato nelle aree adalto potenziale innovativo, quasi il doppio rispetto alle aree ad alto potenzialeapplicativo il che evidenzia una forte domanda di finanziamento pubblico daparte delle imprese in quelle tecnologie dove è ingente l’investimento in ri-cerca industriale, ricerca che per le imprese è più onerosa e ha ricadute a lungotermine rispetto allo sviluppo sperimentale.I paternariati proponenti sommano complessivamente 544 imprese e 375 or-ganismi di ricerca. Tenendo conto della partecipazione a più progetti dellestesse imprese proponenti, risultano complessivamente 474, di cui 142 grandi,66 medie, 118 piccole e 138 microimprese, oltre a 10 imprese straniere. Gli or-ganismi di ricerca sono 375.
Il 15 settembre2008 sonoscaduti i termini per lapresentazionedei progettisull’«Efficienzaenergetica»
a) Aree b) Aree Totaletecnologiche tecnologiche
ad alto potenziale ad alto potenzialeinnovativo applicativo
Numero programmi presentati 60 32 92
Valore complessivodegli investimenti previsti € 1.080.800.579 € 609.297.621 € 1.690.098.200
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Il valor medio dei programmi per entrambe le aree tecnologiche è simile, e siattesta intorno oltre i 18 milioni di euro.
I programmi relativi alle aree tecnologiche ad alto potenziale applicativo pre-sentano in media una maggior numerosità di imprese, mentre la partecipa-zione media degli organismi di ricerca è simile per entrambe le aree.
Il 60% dei programmi e il 57% degli investimenti sono concentrati in tre areetematiche: a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti; a1) Solare foto-voltaico; b1) Eolico. Il 29% circa dei programmi e il 30% degli investimentiè concentrato in 4 aree: b2) Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architet-tura bioclimatica; b5) Elettrodomestici ad elevata efficienza energetica; a2) So-
2. Sono considerati solo gli organismi di ricerca facenti parte del partenariato, ad esclusione di quanti svol-gono attività di «ricerca contrattuale».
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I programmirelativi
alle areetecnologiche
ad altopotenzialeapplicativopresentano
in media una maggiornumerosità di imprese
a) Aree tecnologiche b) Aree tecnologiche Totalead alto potenziale ad alto potenziale
innovativo applicativo
N. complessivo dei partecipanti 582 337 919
– N. imprese 334 210 544
– N. organismi di ricerca2 248 127 375
a) Aree tecnologiche b) Aree tecnologiche Totalead alto potenziale ad alto potenziale
innovativo applicativo
Valore medio dei programmi € 18.013.343 € 19.040.551 € 18.370.633
a) Aree tecnologiche b) Aree tecnologiche Totalead alto potenziale ad alto potenziale
innovativo applicativo
N. medio partecipanti per programma 9,7 10,6 10,0
– N. medio imprese per programma 5,6 6,6 5,9
– N. medio organismi di ricerca per programma 4,1 4,0 4,1
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lare termico e termodinamico; a5) Generazione distribuita. Il rimanente 11%dei programmi e 13% degli investimenti riguarda le 4 aree tematiche: b3) Mac-chine e motori elettrici ad alta efficienza; a4) Celle a combustibile e idrogeno;b4) Tecnologie avanzate per illuminazione; b6) Tecnologie per l’aumento del-l’efficienza energetica dei processi industriali.
Area tematica N. % Importo complessivo % programmi degli investimenti
a1) Solare fotovoltaico 21 22,8% € 341.308.737 20,2%
a2) Solare e termodinamico 8 8,7% € 126.816.827 7,5%
a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti 23 25,0% € 449.672.440 26,6%
a4) Celle a combustibile e idrogeno 3 3,3% € 52.923.394 3,1%
a5) Generazione distribuita 5 5,4% € 110.079.181 6,5%
b1) Eolico 11 12,0% € 180.838.041 10,7%
b2) Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica 7 7,6% € 136.641.390 8,1%
b3) Macchine e motori elettrici ad alta efficienza 4 4,3% € 72.694.744 4,3%
b4) Tecnologie avanzate per illuminazione 2 2,2% € 45.910.809 2,7%
b5) Elettrodomestici a elevata efficienza energetica 6 6,5% € 131.222.163 7,8%
b6) Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processi industriali 2 2,2% € 41.990.474 2,5%
Totale 92 100% € 1.690.098.200 100%
▼ Tabella distribuzione dei programmi e degli investimenti previsti per area tematica
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▼ Grafico distribuzione dei programmi e degli investimenti previsti per area tematica
72 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
La tabella a pagina seguente riporta un confronto tra le idee progettuali raccoltenel corso della consultazione pubblica del 2007 e i programmi di investimentopresentati al bando alla scadenza del 15 settembre 2008.
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
b6)
Tec
nolo
gie
per
l'au
men
tod
ell'e
ffici
enza
ene
rget
ica
dei
pro
cess
i ind
ustr
iali
a1) S
olar
efo
tovo
ltaic
o
a2) S
olar
ete
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oe
term
odin
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% Progetti
% Investimenti
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 73
Si può osservare, dal confronto, un effetto di «concentrazione» dovuto proba-bilmente all’aggregazione tra soggetti che inizialmente avevano avanzato ideeprogettuali distinte, tenendo tuttavia presente che chi ha partecipato alla con-sultazione pubblica non ha necessariamente partecipato anche al bando (e vi-ceversa) e tenendo conto della sostanziale differenza qualitativa e numerica traidee progettuali e programmi di investimento; si rileva in ogni caso che:
• l’area tematica a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti si con-ferma quella con il maggior numero di programmi presentati (il 22% sultotale idee progettuali raccolte durante la consultazione, e il 25% sul totaledei programmi presentati a valere sul bando);
• il maggior incremento percentuale si riscontra nelle aree tecnologiche a1)Solare fotovoltaico (+8%) e b1) Eolico (+7%);
• incrementi seppur modesti si riscontrano nelle aree tecnologiche a2) Solaree termodinamico (+4%), b5) Elettrodomestici a elevata efficienza energe-tica (+4%);
• 4 aree tecnologiche hanno avuto modesti scostamenti rispetto ai valori dellaconsultazione: b4) Tecnologie avanzate per illuminazione, b2) Materiali adalta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica (+2%); a4) Celle a
3. Il totale non tiene conto delle idee progettuali pervenute relative alle aree tematiche non previste dalbando.
Il maggiorincrementopercentuale si riscontranelle areetecnologiche a1) Solarefotovoltaico(+8%) e b1)Eolico (+7%)
Area tematica N. di % N. idee % Fattore diprogrammi progettuali “riduzione”
a1) Solare fotovoltaico 21 23% 125 15% 6
a2) Solare e termodinamico 8 9% 39 5% 5
a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti 23 25% 190 22% 8
a4) Celle a combustibile e idrogeno 3 3% 46 5% 15
a5) Generazione distribuita 5 5% 150 17% 30
b1) Eolico 11 12% 43 5% 4
b2) Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica 7 8% 51 6% 7
b3) Macchine e motori elettrici ad alta efficienza 4 4% 64 7% 16
b4) Tecnologie avanzate per illuminazione 2 2% 19 2% 10
b5) Elettrodomestici a elevata efficienza energetica 6 7% 22 3% 4
b6) Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processi industriali 2 2% 113 13% 57
Totale 92 100% 8623 100% 9
▼ Distribuzione per area tematica, confronto tra la call e il bando
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74 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
combustibile e idrogeno (–2%) e b3) Macchine e motori elettrici ad alta ef-ficienza (–3%);
• le aree tecnologiche a5) Generazione distribuita (17% consultazione, 5%bando) e b6) Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processiindustriali (13% consultazione, 2% bando) non hanno avuto durante ilbando lo stesso riscontro avuto durante la consultazione pubblica.
Considerato che l’importo minimo richiesto per partecipare al bando per sin-golo programma è stato di 10 milioni di euro, si sottolinea come il valor mediodei progetti presentati si attesti in tutte le aree tematiche molto al di sopra ditale importo minimo. Infine si mette in evidenza come nelle aree tematicheb4) Tecnologie avanzate per illuminazione, a5) Generazione distribuita e b5)Elettrodomestici a elevata efficienza energetica l’importo medio dei pro-grammi sia stato raddoppiato rispetto all’importo minimo richiesto per par-tecipare al bando.
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Consultazione
Bando
▼ Confronto tra le idee progettuali raccolte nel corso della consultazione pubblica e i programmi di investimento presentatial bando, per tecnologia
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 75
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▼ Tabella importo medio dei programmi per area tematica
Area tematica Importo medio dei programmi
a1) Solare fotovoltaico € 16.252.797
a2) Solare e termodinamico € 15.852.103
a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti € 19.550.976
a4) Celle a combustibile e idrogeno € 17.641.131
a5) Generazione distribuita € 22.015.836
b1) Eolico € 16.439.822
b2) Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica € 19.520.199
b3) Macchine e motori elettrici ad alta efficienza € 18.173.686
b4) Tecnologie avanzate per illuminazione € 22.955.405
b5) Elettrodomestici a elevata efficienza energetica € 21.870.361
b6) Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processi industriali € 20.995.237
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▼ Grafico importo medio dei programmi per area tematica
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76 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Il bando prevedeva la presentazione di programmi di investimento da parte dipartenariati formati da imprese e organismi di ricerca. La numerosità e com-posizione dei partenariati è stata lasciata alla libera determinazione dei propo-nenti. I valori medi per area tecnologica sono riportati nella tabella seguente.
I progetti con partenariati mediamente più numerosi riguardano le aree tecno-logiche a4) Celle a combustibile e idrogeno, b4) Tecnologie avanzate per illu-minazione, b6) Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processiindustriali.A fronte di un valor medio di organismi di ricerca pressoché uniforme per ledue macroaree, si assiste a una maggior difformità del dato, se analizzato persingola area tematica. In particolare le aree tematiche con maggior presenza di organismi di ricerca(superiori anche alla media delle imprese) sono b6) Tecnologie per l’aumentodell’efficienza energetica dei processi industriali, e a5) Generazione distribuita.Le aree tematiche con minor presenza di organismi di ricerca sono a3) Bioe-nergia e produzione di energia dai rifiuti, a2) Solare e termodinamico e b2)Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica.
▼ Tabella composizione media dei partenariati per area tematica
Area tematica Numero medio Numero medio Numero mediodi partner di imprese di organismi
per programma per programma di ricerca per programma
a1) Solare fotovoltaico 10,8 5,9 4,9
a2) Solare e termodinamico 9,5 6,4 3,1
a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti 7,0 4,3 2,8
a4) Celle a combustibile e idrogeno 15,7 9,0 6,7
a5) Generazione distribuita 14,2 7,0 7,2
b1) Eolico 8,8 5,3 3,5
b2) Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica 9,6 6,4 3,1
b3) Macchine e motori elettrici ad alta efficienza 9,8 6,5 3,3
b4) Tecnologie avanzate per illuminazione 15,0 8,0 7,0
b5) Elettrodomestici ad elevata efficienza energetica 12,3 8,5 3,8
b6) Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processi industriali 15,0 7,0 8,0
Valore medio 10,0 5,9 4,1
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N. medio di partner per programma N. medio di organismi di ricerca N. medio di imprese
▼ Grafico composizione media dei partenariati per area tematica
▼ Imprese e organismi di ricerca partecipanti per area tematica
Area tematica Imprese Organismi di ricerca
a1) Solare fotovoltaico 123 103
a2) Solare e termodinamico 51 25
a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti 98 64
a4) Celle a combustibile e idrogeno 27 20
a5) Generazione distribuita 35 36
b1) Eolico 58 39
b2) Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica 45 22
b3) Macchine e motori elettrici ad alta efficienza 26 13
b4) Tecnologie avanzate per illuminazione 16 14
b5) Elettrodomestici a elevata efficienza energetica 51 23
b6) Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processi industriali 14 16
Totale 544 375
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78 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Considerando le percentuali sul totale degli investimenti previsti dai progettipresentati territorialmente, la Lombardia risulta la prima Regione per ammon-tare degli investimenti, seguita dalla Regione Lazio. L’Abruzzo e il Molise sono le Regioni con il minor valore degli investimenti econ programmi riferiti esclusivamente all’area tecnologica ad alto potenzialeinnovativo.L’1,1% sul totale degli investimenti riguarda territori al di fuori dell’Italia.
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REGIONI a) Aree tecnologiche b) Aree tecnologiche Totale investimenti %ad alto potenziale ad alto potenziale previsti sul totale
innovativo applicativo per Regione
Abruzzo 10.262.748 - 10.262.748 0,6%
Basilicata 19.517.500 4.160.477 23.677.977 1,4%
Calabria 25.967.113 11.324.316 37.291.429 2,2%
Campania 49.352.341 80.052.904 129.405.245 7,7%
Emilia Romagna 102.579.242 38.688.192 141.267.434 8,4%
Friuli-Venezia Giulia 7.508.278 25.863.253 33.371.531 2,0%
Lazio 129.431.373 83.644.863 213.076.236 12,6%
Liguria 39.723.255 10.373.423 50.096.678 3,0%
Lombardia 124.380.492 124.790.140 249.170.632 14,7%
Marche 37.578.480 40.809.299 78.387.779 4,6%
Molise 11.435.359 - 11.435.359 0,7%
Piemonte 102.764.079 29.157.738 131.921.817 7,8%
Puglia 48.111.241 21.537.477 69.648.718 4,1%
Sardegna 36.456.471 2.370.000 38.826.471 2,3%
Sicilia 91.997.295 22.995.337 114.992.632 6,8%
Toscana 52.850.664 50.969.355 103.820.019 6,1%
Trentino-Alto Adige 50.231.531 19.347.211 69.578.742 4,1%
Umbria 23.773.024 9.167.780 32.940.804 1,9%
Valle d’Aosta
Veneto 103.155.903 29.395.139 132.551.042 7,8%
Estero 13.724.190 4.650.717 18.374.907 1,1%
TOTALE 1.080.800.579 609.297.621 1.690.098.200 100,0%
▼ Tabella distribuzione territoriale degli investimenti previsti (valori espressi in euro)
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 79
Volendo analizzare la distribuzione degli investimenti per macroarea territorialesi osserva che dalle Regioni del Centro-Nord è pervenuto quasi il 75% delleproposte di investimento e dalle Regioni del Sud il 24% (con quasi il 21%dalle quattro Regioni dell’obiettivo comunitario «Convergenza»: Calabria,Campania, Puglia e Sicilia).
Analizzando l’ammontare degli investimenti previsti territorialmente per l’areatecnologica ad alto potenziale innovativo, 6 Regioni hanno visto la presenza di
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Aree tecnologiche ad alto potenziale applicativoAree tecnologiche ad alto potenziale innovativoTotale complessivo
▼ Grafico distribuzione territoriale degli investimenti previsti (valori espressi in euro)
Macroarea + estero a) Aree tecnologiche b) Aree tecnologiche Totale %ad alto potenziale ad alto potenziale investimenti sul totale
innovativo applicativo
Centro-Nord 795.674.428 462.206.393 1.257.880.821 74,4%
Mezzogiorno 271.401.961 142.440.511 413.842.472 24%di cuiConvergenza 215.427.990 135.910.034 351.338.024 20,8%
Estero 13.724.190 4.650.717 18.374.907 1,1%
Totale 1.080.800.579 609.297.621 1.690.098.200 100%
▼ Tabella distribuzione degli investimenti per macroarea (valori espressi in euro)
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80 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
progetti relativi a tutte le sottoaree previste, in particolare: Veneto, Toscana,Piemonte, Lombardia, Lazio e Emilia Romagna, mentre Abruzzo e Molise soloin una delle 5 sottoaree previste dal bando per l’area tecnologica ad alto poten-ziale innovativo, in particolare Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti eGenerazione distribuita.
Esaminando l’ammontare degli investimenti previsti territorialmente per l’areatecnologica ad alto potenziale applicativo, 3 Regioni hanno visto la presenza diprogetti relativi a tutte le sottoaree previste, in particolare: Lombardia, Lazioed Emilia Romagna. Le sole Regioni che non hanno visto la presenza di pro-grammi sono Abruzzo e Molise.
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REGIONI a1) Solare a2) Solare a3) Bioenergia a4) Celle a a5) Generazionefotovoltaico termodinamico e prod. di combustibile distribuita
energia dai rifiuti e idrogeno
Abruzzo 10.262.748
Basilicata 1.031.000 16.575.300 1.911.200
Calabria 22.296.395 3.292.774 377.944
Campania 26.561.180 16.383.389 6.407.772
Emilia Romagna 49.383.643 1.499.000 32.056.227 5.076.502 14.563.870
Friuli-Venezia Giulia 3.314.768 1.116.000 3.077.510
Lazio 43.594.384 29.212.511 46.201.116 5.754.042 4.669.320
Liguria 24.041.403 2.267.500 12.673.814 740.538
Lombardia 15.945.845 34.306.999 54.797.397 12.736.684 6.593.567
Marche 11.301.632 10.776.278 15.500.570
Molise 11.435.359
Piemonte 34.786.154 3.089.702 55.057.108 3.191.760 6.639.355
Puglia 6.155.155 6.559.286 34.494.800 902.000
Sardegna 10.894.827 1.670.000 22.405.330 1.486.314
Sicilia 24.296.315 1.723.500 61.351.280 4.626.200
Toscana 15.403.175 7.318.250 18.142.637 10.382.752 1.603.850
Trentino-Alto Adige 30.036.817 13.372.504 1.100.010 5.722.200
Umbria 5.723.623 15.113.797 185.313 2.750.291
Veneto 12.205.091 208.033 51.620.042 12.661.162 26.461.575
Estero 5.368.330 5.317.860 3.038.000
TOTALE 341.308.737 126.816.827 449.672.440 52.923.394 110.079.181
▼ Aree tecnologiche ad alto potenziale innovativo (valori espressi in euro)
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 81
REGIONI b1) Eolico b2) Materiali b3) Macchine b4) Tecnologie b5) Elettrod. b6) Tecn. per ad alta e motori avanzate per a elevata l’aumento
efficienza per elettrici illuminazione efficienza dell’eff.l’edilizia e ad alta energetica energ.
architettura efficienza dei processibioclimatica industriali
Abruzzo
Basilicata 2.897.472 592.213 670.792
Calabria 10.202.612 1.121.704
Campania 38.446.024 7.835.804 2.067.988 29.620.000 2.083.088
Emilia Romagna 3.983.689 18.436.471 3.518.000 2.074.224 2.575.808 8.100.000
Friuli- 563.614 8.383.530 7.453.827 1.662.282 7.800.000 Venezia Giulia
Lazio 5.360.049 34.636.705 15.657.000 9.138.427 10.742.528 8.110.154
Liguria 5.925.600 1.766.995 2.680.828
Lombardia 34.273.975 36.796.297 10.136.106 2.417.916 40.114.665 1.051.181
Marche 303.597 16.577.725 23.927.977
Molise
Piemonte 8.267.941 2.824.430 7.055.553 3.595.524 7.414.290
Puglia 12.284.420 1.426.082 7.826.975
Sardegna 1.670.000 700.000
Sicilia 2.052.376 226.737 17.418.360 350.000 2.947.864
Toscana 29.560.982 16.213.935 2.226.982 2.967.456
Trentino- 13.275.518 5.087.250 984.443 Alto Adige
Umbria 9.167.780
Veneto 11.527.239 11.958.658 5.909.242
Estero 2.216.530 102.187 2.332.000
TOTALE 180.838.041 136.641.390 72.694.744 45.910.809 131.222.163 41.990.474
▼ Tabella aree tecnologiche ad alto potenziale applicativo (valori espressi in euro)
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82 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
RIEPILOGO PER AREA TECNOLOGICA
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
INTE
RVEN
TI▼ a1) Solare fotovoltaico
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 21 22,8%
Investimenti previsti € 341.308.737 20,2%
Valore medio dei programmi € 16.252.797 € 18.370.633
Totale partecipanti 226 24,6%– n. imprese 123 22,6%– n. organismi di ricerca 103 27,5%
N. medio di partner per programma 10,8 10,0– n. medio di imprese 5,9 5,9– n. medio di organismi di ricerca 4,9 4,1
Distribuzione territoriale Regioni/estero Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi Emilia Romagna € 157.800.998 > 30 milioni di euro Lazio
PiemonteTrentino-Alto Adige
Investimenti complessivi Campania € 162.945.863 tra 10 e 30 milioni di euro Sicilia
LiguriaCalabria
LombardiaToscanaVenetoMarche
Sardegna
Investimenti complessivi Puglia € 15.193.546< 10 milioni di euro Umbria
Friuli-Venezia Giulia
Regioni senza investimenti AbruzzoBasilicata
MoliseValle d’Aosta
Estero € 5.368.330
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 83
INTE
RVEN
TI
▼ a2) Solare e termodinamico
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 8 8,7
Investimenti previsti € 126.816.827 7,5
Valore medio dei programmi € 15.852.103 € 18.370.633
Totale partecipanti 76 8,3%– n. imprese 51 9,4%– n. organismi di ricerca 25 6,7%
N. medio di partner per programma 9,5 10,0– n. medio di imprese 6,4 5,9– n. medio di organismi di ricerca 3,1 4,1
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi Lombardia € 34.306.999> 30 milioni di euro
Investimenti complessivi Lazio € 60.709.697tra 10 e 30 milioni di euro Campania
Umbria
Investimenti complessivi Toscana € 26.482.271< 10 milioni di euro Puglia
PiemonteLiguriaSicilia
SardegnaEmilia Romagna
Friuli-Venezia GiuliaBasilicataVeneto
Regioni senza investimenti AbruzzoCalabriaMarcheMolise
Trentino-Alto AdigeValle d’Aosta
Estero € 5.317.860
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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84 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI▼ a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 23 25,0%
Investimenti previsti € 449.672.440 26,6%
Valore medio dei programmi € 19.550.975 € 18.370.633
Totale partecipanti 162 17,6%– n. imprese 98 18,0%– n. organismi di ricerca 64 17,1%
N. medio di partner per programma 7,0 10,0– n. medio di imprese 4,3 5,9– n. medio di organismi di ricerca 2,8 4,1
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi Sicilia € 335.577.970> 30 milioni di euro Piemonte Lombardia
VenetoLazio
PugliaEmilia Romagna
Investimenti complessivi Sardegna € 104.208.611tra 10 e 30 milioni di euro Toscana
BasilicataTrentino-Alto Adige
LiguriaMarcheAbruzzo
Investimenti complessivi Campania € 9.885.859< 10 milioni di euro Calabria
Umbria
Regioni senza investimenti Friuli-Venezia Giulia Molise
Valle d’Aosta
Estero
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 85
INTE
RVEN
TI
▼ a4) Celle a combustibile e idrogeno
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N programmi 3 3,3%
Investimenti previsti € 52.923.394 3,1%
Valore medio dei programmi € 17.641.131 € 18.370.633
Totale partecipanti 47 5,1%– n. imprese 27 5,0%– n. organismi di ricerca 20 5,3%
N. medio di partner per programma 15,7 10,0– n. medio di imprese 9,0 5,9– n. medio di organismi di ricerca 6,7 4,1
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi –> 30 milioni di euro
Investimenti complessivi Lombardia € 35.780.598tra 10 e 30 milioni di euro Veneto
Toscana
Investimenti complessivi Lazio € 17.142.796< 10 milioni di euro Emilia Romagna
PiemonteTrentino-Alto Adige
PugliaLiguria
Calabria
Regioni senza investimenti AbruzzoBasilicata
CampaniaFriuli-Venezia Giulia
MarcheMolise
SardegnaSiciliaUmbria
Valle d’Aosta
Estero
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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86 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI▼ a5) Generazione distribuita
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 5 5,4%
Investimenti previsti € 110.079.181,00 6,5%
Valore medio dei programmi € 22.015.836 € 18.370.633
Totale partecipanti 71 7,7%– n. imprese 35 6,4%– n. organismi di ricerca 36 9,6%
N. medio di partner per programma 14,2 10,0– n. medio di imprese 7,0 5,9– n. medio di organismi di ricerca 7,2 4,1
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi > 30 milioni di euro
Investimenti complessivi Veneto € 67.961.374tra 10 e 30 milioni di euro Marche
Emilia RomagnaMolise
Investimenti complessivi Piemonte € 39.079.807< 10 milioni di euro Lombardia
Trentino-Alto AdigeLazioSicilia
Friuli-Venezia Giulia Umbria
BasilicataToscana
Sardegna
Regioni senza investimenti Puglia 0Liguria
CalabriaAbruzzo
CampaniaValle d’Aosta
Estero € 3.038.000
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 87
INTE
RVEN
TI
▼ b1) Eolico
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 11 12,0%
Investimenti previsti € 180.838.041 10,7%
Valore medio dei programmi € 16.439.822 € 18.370.633
Totale partecipanti 97 10,6%– n. imprese 58 10,7%– n. organismi di ricerca 39 10,4%
N. medio di partner per programma 8,8 10,0– n. medio di imprese 5,3 5,9– n. medio di organismi di ricerca 3,5 4,1
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi Campania € 72.719.999> 30 milioni di euro Lombardia
Investimenti complessivi Toscana € 76.850.771tra 10 e 30 milioni di euro Trentino-Alto Adige
PugliaVeneto
Calabria
Investimenti complessivi Piemonte € 29.050.741< 10 milioni di euro Liguria
LazioEmilia Romagna
BasilicataSicilia
Friuli-Venezia Giulia
Regioni senza investimenti UmbriaAbruzzoMarche
SardegnaMolise
Valle d’Aosta
Estero € 2.216.530
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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88 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI▼ b2) Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 7 7,6%
Investimenti previsti € 136.641.390 8,1%
Valore medio dei programmi € 19.520.199 € 18.370.633
Totale partecipanti 67 7,3%– n. imprese 45 8,3%– n. organismi di ricerca 22 5,9%
N. medio di partner per programma 9,6 10,0– n. medio di imprese 6,4 5,9– n. medio di organismi di ricerca 3,1 4,1
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi Lombardia € 71.433.002> 30 milioni di euro Lazio
Investimenti complessivi Emilia Romagna € 34.650.406tra 10 e 30 milioni di euro Toscana
Investimenti complessivi Umbria € 30.455.795< 10 milioni di euro Friuli-Venezia Giulia
CampaniaPiemonteCalabriaBasilicataMarcheSicilia
Regioni senza investimenti AbruzzoLiguriaMolisePuglia
SardegnaTrentino-Alto Adige
VenetoValle d’Aosta
Estero € 102.187
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 89
INTE
RVEN
TI
▼ b3) Macchine e motori elettrici ad alta efficienza
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 4 4,3%
Investimenti previsti € 72.694.744 4,3%
Valore medio dei programmi € 18.173.686 € 18.370.633
Totale partecipanti 39 4,2%– n. imprese 26 4,8%– n. organismi di ricerca 13 3,5%
N. medio di partner per programma 9,8 10,0– n. medio di imprese 6,5 5,9– n. medio di organismi di ricerca 3,3 4,1
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi > 30 milioni di euro
Investimenti complessivi Sicilia € 59.789.191,00tra 10 e 30 milioni di euro Marche
LazioLombardia
Investimenti complessivi Piemonte € 10.573.553,00< 10 milioni di euro Emilia Romagna
Regioni senza investimenti AbruzzoBasilicataCalabria
CampaniaFriuli-Venezia Giulia
LiguriaMolisePuglia
SardegnaToscana
Trentino-Alto AdigeUmbriaVeneto
Valle d’Aosta
Estero € 2.332.000
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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90 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI▼ b4) Tecnologie avanzate per illuminazione
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 2 2,2%
Investimenti previsti € 45.910.809 2,5%
Valore medio dei programmi € 22.955.405 € 18.370.633
Totale partecipanti 30 3,3%– n. imprese 16 2,9%– n. organismi di ricerca 14 3,7%
N. medio di partner per programma 15,0 10,0– n. medio di imprese 8,0 5,9– n. medio di organismi di ricerca 7,0 4,1
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi > 30 milioni di euro
Investimenti complessivi Veneto € 11.958.658tra 10 e 30 milioni di euro
Investimenti complessivi Lazio € 33.952.151< 10 milioni di euro Friuli-Venezia Giulia
Trentino-Alto AdigePiemonteLombardia
Emilia RomagnaCampania
LiguriaSicilia
Regioni senza investimenti AbruzzoBasilicataCalabriaMarcheMolisePuglia
SardegnaToscanaUmbria
Valle d’Aosta
Estero
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 91
INTE
RVEN
TI
▼ b5) Elettrodomestici ad alta efficienza energetica
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 6 6,5%
Investimenti previsti € 131.222.163 7,8%
Valore medio dei programmi € 21.870.361 € 18.370.633
Totale partecipanti 74 8,1%– n. imprese 51 9,4%– n. organismi di ricerca 23 6,1%
N. medio di partner per programma 12,3 10,0– n. medio di imprese 8,5 5,9– n. medio di organismi di ricerca 3,8 4,1
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi Lombardia € 40.114.665> 30 milioni di euro
Investimenti complessivi Campania € 64.290.505tra 10 e 30 milioni di euro Marche
Lazio
Investimenti complessivi Piemonte € 26.816.993< 10 milioni di euro Veneto
SiciliaEmilia Romagna
ToscanaSardegna
Friuli-Venezia Giulia Puglia
Trentino-Alto Adige
Regioni senza investimenti AbruzzoBasilicataCalabriaLiguriaMoliseUmbria
Valle d’Aosta
Estero
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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92 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI▼ b6) Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processi industriali
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 2 2,2%
Investimenti previsti € 41.990.474 2,5%
Valore medio dei programmi € 20.995.237 € 18.370.633
Totale partecipanti 30 3,3%– n. imprese 14 2,6%– n. organismi di ricerca 16 4,3%
N. medio di partner per programma 15,0 10,0– n. medio di imprese 7,0 5,9– n. medio di organismi di ricerca 8,0 4,1
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi > 30 milioni di euro
Investimenti complessivi tra 10 e 30 milioni di euro
Investimenti complessivi Lazio € 41.990.474< 10 milioni di euro Emilia Romagna
PugliaFriuli-Venezia Giulia
ToscanaLiguria
CampaniaLombardiaSardegnaBasilicata
Regioni senza investimenti AbruzzoCalabriaMarcheMolise
PiemonteSicilia
Trentino-Alto AdigeUmbriaVeneto
Valle d’Aosta
Estero
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 93
INTE
RVEN
TI
I PROGETTI AMMESSI A FINANZIAMENTO
Terminata la fase di istruttoria e di valutazione dei progetti presentati, è statopubblicato nella G.U. n. 59 del 12 marzo 2009 il Decreto direttoriale del 3marzo 2009, contenente la graduatoria dei programmi ammissibili a finanzia-mento per il bando «Efficienza energetica».I 30 progetti ammessi agli incentivi coinvolgono partenariati che sommanocomplessivamente 319 imprese e organismi di ricerca e attiveranno circa 500milioni di investimenti in attività di ricerca e sviluppo. Oltre il 20% degli in-vestimenti sarà realizzato nel Mezzogiorno. Tenendo conto della partecipazionea più progetti delle stesse imprese proponenti, risulteranno complessivamente203 imprese, il 58% di queste è di micro, piccola e media dimensione.I progetti ammessi a finanziamento sono distribuiti nelle varie aree tecnologi-che con una significativa concentrazione nelle aree ad alto potenziale innova-tivo, pari al 65% degli investimenti previsti e al 56% delle imprese proponenti,dove eccellono i temi della bioenergia e produzione di energia da rifiuti e delsolare fotovoltaico. Il restante 35% degli investimenti riguarda progetti di in-novazione in aree considerate ad alto potenziale applicativo, dall’eolico, ai ma-teriali ad alta efficienza per l’edilizia, ai sistemi e sottosistemi a elevata efficienzaper usi finali.
I 30 progettiammessi agli incentivicoinvolgonopartenariati che sommanocomplessivamente319 imprese e organismi di ricerca e attiveranno circa 500 milionidi investimenti in attività di ricerca e sviluppo
▼ Distribuzione degli investimenti agevolati fra macroaree
Aree tecnologiche Aree tecnologiche ad alto potenziale ad alto potenziale
innovativo applicativo
N. programmi ammessi 20 10
Costo agevolabile € 323.920.647 € 169.952.758
Contributo concedibile € 131.643.591 € 68.356.409
Totale partner 187 132
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94 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
▼ Distribuzione dei progetti agevolati fra le aree previste dal bando
Area Progetto N. partner Capofila Costo Contributotematica agevolabile concedibile
a1) BIPV 13 Panaria Group Industrie € 11.667.652 € 5.119.059Ceramiche S.p.A.
Filiere italiane 17 Enel Produzione S.p.A. € 17.052.313 € 7.301.940
FLEXSOLAR 8 ORGANIC SPINTRONICS € 12.132.996 € 6.340.460
Sistemi fotovoltaici.. 9 BEGHELLI SPA € 11.857.669 € 4.887.103
PED4PV 6 CTG € 13.984.524 € 5.631.503
a2) TUBOSOL 8 Archimede Solar Energy € 12.455.548 € 3.976.484
FREeSuN 12 FABBRICA ENERGIE € 12.461.609 € 5.903.667RINNOVABILI ALTERNATIVE
a3) NEWFLUV 10 Technip KTI S.p.A. € 18.274.956 € 8.668.189
TARGET FLUFF 4 Centro Ricerche FIAT € 27.049.136 € 9.103.714S.C.p.A.
Produzione 7 SICARB s.r.l. € 13.709.868 € 7.056.119di biocombustibili…
PRIT 7 Chemtex Italia srl € 24.365.610 € 10.514.177
Vuzeta Power 4 VUZETA Sistemi SRL € 10.665.850 € 5.444.836
ECOPYROGAS 4 ENERGY RECUPERATOR € 10.296.963 € 4.303.463SPA
Blue Energy 3 Bluepower € 23.107.360 € 6.332.143
TRASFORMAZIONE 2 FENIT S.p.A € 17.869.500 € 2.561.825DI SCARTI/RIFIUTI
a4) MICROGEN30 12 ICI Caldaie S.p.A. € 15.009.595 € 6.077.663
HYDROSTORE 16 Venezia Tecnologie S.p.A. € 11.993.834 € 5.310.478
a5) PIACE 21 Riello € 23.344.164 € 9.071.030
E.F.E.S.O 15 Merloni Termosanitari S.p.A. € 22.610.190 € 10.922.360
a5) GENERATOR 9 Prastel € 14.011.310 € 7.117.375
b1) 3 MW + 6 LEITWIND Spa € 17.201.731 € 5.627.522
GEOMA 9 BLUEH R&D € 17.975.745 € 7.700.909
b2) REALIZZAZIONE 11 Diatech S.r.l. € 12.239.000 € 5.415.474DI COMPOSITI
InnovAnce 16 ANCENERGIA € 16.320.703 € 7.709.900
b3) EROD (Energy 15 HSD € 17.420.385 € 6.609.309Reduction Oriented
Design)
b4) ALADIN 19 Centro Ricerche € 21.072.623 € 8.879.416Plast-optica
b5) Nuova gamma… 14 Indesit Company Spa € 20.855.359 € 9.035.995
E-Cube 12 Telecom Italia S.p.A. € 11.161.068 € 4.525.625
Sviluppo di sistemi… 14 WHIRLPOOL EUROPE € 19.069.144 € 6.217.756
b6) Integrazione 16 Enel Produzione S.p.A. € 16.637.000 € 6.634.503della tecnologia
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 95
INTE
RVEN
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7€
4.50
3.23
7€
1.18
9.23
5€
10.8
44.4
03
LAZI
O€
1.33
4.94
0€
12.4
52.6
09€
3.89
8.25
7€
1.93
9.80
9€
3.02
5.01
0€
992.
750
€2.
357.
955
€2.
251.
402
€4.
939.
745
€33
.192
.476
LIGU
RIA
€23
2.40
0€
1.85
4.86
6€
319.
037
€5.
737.
600
€94
7.80
8€
1.90
6.66
6€
10.9
98.3
76
LOM
BARD
IA€
6.21
8.85
9€
10.5
93.3
87€
27.2
90.2
84€
7.13
8.97
6€
3.20
0.89
7€
2.10
6.34
2€
13.8
13.5
23€
1.05
3.12
1€
19.2
33.9
95€
659.
782
€91
.309
.166
MAR
CHE
€22
8.69
6€
11.5
13.9
09€
262.
198
€11
.014
.315
€11
.265
.900
€34
.285
.018
PIEM
ONTE
€2.
852.
279
€29
.679
.210
€1.
276.
704
€4.
411.
744
€2.
353.
318
€1.
454.
910
€2.
129.
586
€5.
834.
891
€49
.992
.642
PUGL
IA€
967.
376
€30
2.25
5€
17.8
69.5
00€
293.
956
€1.
968.
000
€84
9.29
2€
5.07
2.30
4€
27.3
22.6
83
SARD
EGNA
€62
0.98
7€
663.
613
€1.
597.
000
€39
8.13
8€
3.27
9.73
9
SICI
LIA
€5.
679.
279
€65
7.36
8€
36.8
17.2
28€
3.86
5.73
9€
213.
543
€2.
527.
024
€49
.760
.181
TOSC
ANA
€4.
512.
641
€81
1.04
0€
640.
243
€3.
950.
985
€72
1.72
8€
6.08
0.33
9€
1.96
4.56
3€
18.6
81.5
39
TREN
TINO-
A.A.
€1.
183.
991
€29
9.67
0€
4.69
0.53
0€
10.3
83.2
51€
1.06
8.28
2€
637.
575
€18
.263
.298
UMBR
IA€
3.06
8.44
1€
7.63
1.77
5€
169.
120
€2.
080.
880
€12
.950
.216
VENE
TO€
2.78
1.56
9€
194.
734
€10
.291
.200
€5.
117.
993
€12
.274
.467
€3.
928.
753
€6.
302.
708
€3.
817.
131
€44
.708
.554
ESTE
RO€
1.58
9.73
0€
2.23
5.74
3€
683.
920
€1.
560.
960
€6.
070.
353
03_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 95
96 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Di seguito viene riportata una serie di tabelle riassuntive dei programmi d’in-vestimento che saranno soggetti a finanziamento tenendo conto della gradua-toria finale.IN
TERV
ENTI
5 Titolo Partner Investimento
BIPV Imprese € 11.198.644
Primo Proponente Panaria Group Industrie Ceramiche S.p.A. € 3.412.200
Panaria Group Industrie Solar Systems & Equipment Srl € 1.628.360Ceramiche S.p.A.
Elettrorava S.p.A. € 1.565.000
Elettronica Santerno - Gruppo Carraro € 1.029.500
Centro Ceramico Bologna € 934.080
Istituto Cooperativo per l’innovazione - I.C.I.E. Società Cooperativa € 857.520
Evolvente S.r.l. € 552.110
Pemco Euroinks S.r.l. € 368.014
Sacmi Cooperativa Meccanici Imola s.c. € 344.280
IRcCOS S.c.a.r.l. € 226.320
Cefla Società Cooperativa € 147.400
Dallera s.r.l. € 133.860
Centri di ricerca € 469.008
ITC/CNR € 469.008
Territori coinvolti € 11.667.652
Emilia Romagna € 7.277.090
Toscana € 1.996.374
Piemonte € 1.565.000
Lombardia € 829.188
▼ Area Tematica - a1) Solare fotovoltaico
OGGETTO DEL PROGRAMMASviluppo di piastrelle
ceramiche nelle quali sonointegrate celle fotovoltaiche
03_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 96
I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 97
INTE
RVEN
TI
12 Titolo Partner Investimento
SCOOP Imprese € 14.164.785
Primo Proponente Angelantoni Industrie S.p.A. € 3.068.441
Enel Produzione S.p.A. Idea S.r.l. € 2.402.473
CESI - Centro ElettrotecnicoSperimentale Italiano Giacinto MottaS.p.A. € 1.434.436
Savio S.p.A. € 1.287.279
ST Microelectronics S.r.l. € 1.038.888
SGS Future S.r.l. € 918.870
Calzavara S.p.A. € 881.205
Riello S.p.A. € 647.760
Saret S.r.l. € 620.987
Enel Produzione S.p.A. € 538.452
Centro Ricerce Plast-optica S.p.A. € 538.076
Consorzio Catania Ricerche € 401.074
Alitec di Rossi Alessandro & C. € 386.844
Centri di ricerca € 2.887.526
ENEA € 1.797.397
CNR-Istituto Nazionale di Ottica Applicata € 459.666
Università degli Studi di Firenze € 407.628
CESI Ricerca S.p.A. € 222.835
Territori coinvolti € 17.052.313
Campania € 1.797.397
Emilia Romagna € 2.402.473
Friuli-Venezia Giulia € 1.419.282
Lombardia € 1.657.271
Piemonte € 1.287.279
Sardegna € 620.987
Sicilia € 1.616.537
Toscana € 1.616.015
Trentino Alto Adige € 918.870
Umbria € 3.068.441
Veneto € 647.760
▼ Area Tematica - a1) Solare fotovoltaico
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Filiere italiane integrate per la realizzazione
e la diffusione commerciale di sistemi fotovoltaici
innovativi a concentrazione
03_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 97
98 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI18 Titolo Partner Investimento
FLEXSOLAR Imprese € 8.779.190
Primo proponente ORGANIC SPINTRONICS € 2.936.459
ORGANIC SPINTRONICS SIENA SOLAR NANOTECH € 879.736
ADVANCED TECHNOLOGY SOLUTIONS € 3.515.770
MIWT (WELDING TECNOLOGY) € 546.972
KME ITALY € 900.253
Centri di ricerca € 3.353.806
CNR ISTITUTO PER LO STUDIO DEI MATERIALI NANOSTRUTTURATI € 1.232.180
CNR ISTITUTO PER LA MICROELETTRONICA E I MICROSISTEMI € 1.010.312
PHYSICS DEPARTMENT, TECHNION - ISRAEL INSTITUTE OF TECHNOLOGY € 1.111.314
Territori coinvolti € 12.132.996
Emilia Romagna € 6.058.687
Sicilia € 4.062.742
Toscana € 00.253
Estero € 1.111.314
▼ Area Tematica - a1) Solare fotovoltaico
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Celle fotovoltaiche flessibili afilm sottile a basso impatto
ambientale
03_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 98
I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 99
INTE
RVEN
TI
25 Titolo Partner Investimento
Imprese € 11.177.537
Primo proponente BECAR SRL € 3.723.711
BEGHELLI SPA BEGHELLI SPA € 3.560.007
SMART RES SPA € 1.439.087
DI.CO SERVICE SRL GESTIONI MECCANICHE € 903.836
HYBRITEC INTERNATIONAL SRL € 859.603
QUANTASOL Ltd € 478.416
Q-TECH Srl € 212.877
Centri di ricerca € 680.132
Univ. «Mediterranea» di Reggio Calabria Dip. di Informatica, Matematica, Elettronica e Trasporti (DIMET) € 448.864
Univ. della Calabria Dip. di elettronica informatica e sistemica (DEIS) € 231.268
Territori coinvolti € 11.857.669
Emilia Romagna € 8.187.554
Calabria € 2.119.219
Lombardia € 1.072.480
Estero € 478.416
▼ Area Tematica - a1) Solare fotovoltaico
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistemi fotovoltaici, ad altaconcentrazione ed elevata
efficienza
03_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 99
100 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI27 Titolo Partner Investimento
PED4PV Imprese € 10.228.109
Primo proponente CTG € 2.659.920
CTG XGROUP SOLAR INDUSTRIES € 2.133.809
RIAL VACUUM € 3.823.716
MARAZZI GROUP € 1.069.800
SALENTEC € 540.864
Centri di ricerca € 3.756.414
CNR € 3.756.414
Territori coinvolti € 13.984.524
Emilia Romagna € 7.958.298
Lombardia € 2.659.920
Veneto € 2.133.809
Puglia € 967.376
Trentino Alto Adige € 265.121
▼ Area Tematica - a1) Solare fotovoltaico
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Nuovo processo produttivo di celle
fotovoltaiche a film sottile
10 Titolo Partner Investimento
TUBOSOL Imprese € 9.963.261
Primo proponente Archimede Solar Energy € 6.089.404
Archimede Solar Energy Kenosistec € 1.473.200
Meccanotecnica Umbra € 1.046.400
Saes Getters € 548.882
Robotecnica € 456.775
Polo € 348.600
Centri di ricerca € 2.492.287
ENEA € 1.339.808
Centro Sviluppo Materiali € 1.152.479
Territori coinvolti € 12.455.548
Umbria € 7.631.775
Lombardia € 2.022.082
Lazio € 1.334.940
Campania € 815.896
Toscana € 348.600
Puglia € 302.255
▼ Area Tematica - a2) Solare termico e termodinamico
OGGETTO DEL PROGRAMMA
TUBO assorbitore di energiaSOLare
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 101
INTE
RVEN
TI
24 Titolo Partner Investimento
FREeSuN Imprese € 10.874.549
Primo proponente FABBRICA ENERGIE RINNOVABILI ALTERNATIVE € 3.252.248
FABBRICA ENERGIE XELIOX € 2.541.840RINNOVABILI ALTERNATIVE
ALMECO € 1.458.047
Turbocoating € 1.315.539
s.d.i Automazione Industriale € 1.084.319
I.M.A.T. € 1.027.822
DNA ENGINEERING € 194.734
Centri di ricerca € 1.587.059
Univ. degli studi di Firenze CREAR Dip. di Energetica «S.Stecco» € 462.440
CNR Dipartimento Energia e Trasporti (DET) € 401.328
Università degli studi di Catania € 256.040
POLITECNICO DI MILANO € 234.851
Università degli studi di Genova € 232.400
Territori coinvolti € 12.461.609
Lombardia € 8.571.305
Emilia Romagna € 1.315.539
Friuli-Venezia Giulia € 1.027.822
Sicilia € 657.368
Toscana € 462.440
Liguria € 232.400
Veneto € 194.734
▼ Area Tematica - a2) Solare termico e termodinamico
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Impianto di grossa potenza per la produzione di energia
elettrica in condizioni stand alone
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102 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI4 Titolo Partner Investimento
NEWFLUV Imprese € 16.209.347
Primo proponente GREENFLUFF € 6.403.600
Technip KTI S.p.A. S.M.C. S.r.l. € 5.968.200
Italferro S.r.l. € 2.278.700
Technip KTI S.p.A. € 772.989
G.S.A € 334.800
ORIM S.p.A. € 228.696
NOVA SYSTEMS ROMA € 158.388
D’APPOLONIA S.p.A € 63.974
Centri di ricerca € 2.065.608
Centro Interuniversitario di Ricerca HIGH TECH RECYCLING € 1.734.360
Università di Napoli Federico II Dipartimento di Ingegneria Chimica, € 331.248
Territori coinvolti € 18.274.956
Lombardia € 6.403.600
Veneto € 5.968.200
Lazio € 4.621.217
Abruzzo € 365.930
Liguria € 356.066
Campania € 331.248
Marche € 228.696
▼ Area Tematica - a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Valorizzazione del FLUFF da autoveicoli a fine vita e RAEE: gassificazione e produzione di energia
8 Titolo Partner Investimento
TARGET FLUFF Imprese € 27.049.136
Primo proponente CENTRO RECUPERI E SERVIZI SRL € 9.757.009
Centro Ricerche Fiat S.C.p.A. FERALPI SIDERURGICA SPA € 8.915.950
CENTRO ROTTAMI SRL € 7.363.000
Centro Ricerche Fiat S.C.p.A. € 1.013.178
Centri di ricerca
Territori coinvolti € 27.049.136
Piemonte € 10.770.187
Lombardia € 8.915.950
Lazio € 7.363.000
▼ Area Tematica - a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti
OGGETTO DEL PROGRAMMASoluzioni innovative
per processi di separazionedel FLUFF attraverso
processi di piro-gassificazione
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 103
INTE
RVEN
TI
11 Titolo Partner Investimento
Imprese € 10.887.750
Primo proponente SICARB s.r.l. € 8.241.600
SICARB s.r.l. ESCO SICILIA s.r.l. € 345.300
EDIL SIT s.r.l. € 865.000
RPS CONSULTING s.r.l. € 1.435.850
Centri di ricerca € 2.822.118
Univ. degli studi di Catania Dip. diIngegneria industriale e meccanica € 1.471.636
Univ. degli studi di Palermo Dip. di ricerche energetiche ed ambientali € 874.372
Univ. degli studi di Catania - D.M.F.C.I. Dip. metodologie fisiche e chimiche per l’ingegneria € 476.110
Territori coinvolti € 13.709.868
Sicilia € 13.709.868
▼ Area Tematica - a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Produzione di biocombustibilidi seconda generazione da
materiali di scarto
14 Titolo Partner Investimento
PRIT Imprese € 18.890.352
Primo proponente Chemtex Italia srl € 11.970.480
Chemtex Italia srl NOVAMONT € 573.072
ENGICO SERVICE SRL € 6.346.800
Centri di ricerca € 5.475.258
Università di Firenze Dipartimento di Energetica € 462.732
POLITECNICO DI TORINO € 353.901
CNR € 629.612
ENEA € 4.029.013
Territori coinvolti € 24.365.610
Basilicata € 4.029.013
Campania € 149.819
Lazio € 468.392,
Piemonte € 18.909.023
Toscana € 640.243
Umbria € 169.120
▼ Area Tematica - a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sviluppo di una tecnologiadi pretrattamento
di biomassa per la produzionedi bioetanolo di seconda
generazione
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104 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI16 Titolo Partner Investimento
Vuzeta Power Imprese € 10.665.850
Primo proponente VUZETA SISTEMI SRL € 6.129.100
VUZETA SISTEMI SRL VUZETA BREVETTI SRL € 675.000
S.M.C SRL € 1.799.250
AVA ENERGY SRL € 2.062.500
Centri di ricerca
Territori coinvolti € 10.665.850
Lombardia € 6.342.850
Veneto € 4.323.000
▼ Area Tematica - a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sviluppo di tecnologia per la trasformazione di sostanza organica
in ecocombustibile sinteticoper la produzione di calore
ed energia elettrica
23 Titolo Partner Investimento
ECOPYROGAS Imprese € 7.213.290
Primo proponente ENERGY RECUPERATOR SPA € 5.627.885
ENERGY RECUPERATOR SPA GEOCART SRL € 1.585.405
Centri di ricerca € 3.083.674
Univ. della Calabria Dip. di Energia Chimica e dei Materiali € 1.584.874
Univ. degli Studi di Genova Dip. di Ingegneria Chimica e di Processo € 1.498.800
Territori coinvolti € 10.296.964
Lombardia € 5.627.885
Basilicata € 1.585.405
Calabria € 1.584.874
Liguria € 1.498.800
▼ Area Tematica - a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sviluppo di un impianto pilota per la produzione
di energia elettrica dalla gassificazione
delle biomasse
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 105
INTE
RVEN
TI
29 Titolo Partner Investimento
Blue Energy Imprese € 22.351.360
Primo proponente Pyrogenesis Canada Inc. € 13.185.360
Bluepower Bluepower € 9.166.000
Centri di ricerca € 756.000
Fondazione Frisone € 756.000
Territori coinvolti € 23.107.360
Sicilia € 23.107.360
▼ Area Tematica a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Piattaforme integrate ditrattamento e recupero
energetico tramite l’utilizzo diuna miscela di combustibili
30 Titolo Partner Investimento
Imprese € 17.869.500
Primo proponente FENIT S.p.A. € 13.030.500
FENIT S.p.A. SOGOGES € 4.839.000
Centri di ricerca € 0
Territori coinvolti € 17.869.500
Puglia € 17.869.500
▼ Area Tematica a3) Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Trasformazione di scarti/rifiutiplastici in idrocarburi per la
produzione di energia elettricae trasformazione delle
emissioni in prodotti utilizzabiliin altri processi
03_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 105
106 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI1 Titolo Partner Investimento
MICROGEN30 Imprese € 8.856.384
Primo proponente Exergy Fuel Cells € 4.223.184
ICI Caldaie S.p.A. SEAL S.p.A. € 1.396.000
SIEL S.p.A. € 1.111.800
ICI Caldaie S.p.A. € 877.680
WTK s.r.l. € 361.500
Siram S.p.A. € 275.520
S.C.A.M.E. SISTEMI S.r.l. € 265.200
D’Appolonia S.p.A. € 198.860
IRS S.r.l. € 146.640
Centri di ricerca € 6.153.211
ENEA € 3.324.600
Politecnico di Milano € 2.500.656
CNR-Istituto per la tecnologia delle membrane € 327.955
Territori coinvolti € 15.009.595
Lombardia € 5.549.176
Emilia Romagna € 4.223.184
Lazio € 3.324.600
Veneto € 1.385.820
Calabria € 327.955
Liguria € 198.860
▼ Area Tematica - a4) Celle a combustibile e idrogeno
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistema di micro-cogenerazione di taglia medio-
piccola (30 kWe) basato sucelle a combustibile perapplicazioni residenziali
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 107
INTE
RVEN
TI
28 Titolo Partner Investimento
HYDROSTORE Imprese € 9.488.778
Primo proponente Enel Produzione S.p.A € 2.473.137
Venezia Tecnologie S.p.A. MBN Nanomaterialia S.p.a. € 1.353.600
Acta S.p.a. € 1.282.694
Giacomini S.p.A. € 1.276.704
Venezia Tecnologie S.p.A. € 1.019.849
SOL S.p.A. € 802.830
TPA Brianza € 508.610
Pometon S.p.A. € 471.684
SGS Future S.R.L. € 299.670
Centri di ricerca € 2.505.055
Università degli Studi di Padova € 635.036
ENEA € 437.248
CESI RICERCA S.p.A. € 435.073
CNR Istituto Nazionale per la Fisica della Materia INFM € 430.364
Consorzio Interuniversitario per lo Sviluppo dei sistemi a Grande Interfase CSGI € 252.003
Università degli Studi di Pisa € 195.154
Università degli Studi di Genova € 120.177
Territori coinvolti € 11.993.834
Toscana € 3.950.985
Veneto € 3.732.173
Lombardia € 1.589.800
Piemonte € 1.276.704
Lazio € 573.657
Trentino Alto Adige € 299.670
Puglia € 293.956
Emilia Romagna € 156.712
Liguria € 120.177
▼ Area Tematica - a4) Celle a combustibile e idrogeno
OGGETTO DEL PROGRAMMASviluppo di sistemi
innovativi di accumulo di idrogeno
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108 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
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TI3 Titolo Partner Investimento
PIACE Imprese € 16.336.308
Primo proponente Riello € 7.019.730
Riello Meta System € 1.632.017
C.M.D. Costruzioni Motori Diesel € 1.548.400
Centro Ricerche FIAT S.C.p.A. € 1.190.383
Electrolux Italia € 1.034.496
IRCA – Industria Resistenze Corazzate e Affini € 993.013
Reway € 800.640
SArdinia Renewable Energy Technologies (SA.R.E.T.) € 663.613
Lafert € 391.550
Enìa Progetti € 373.930
Treviso Tecnologia € 297.000
Inoxveneta € 231.660
Valdadige Costruzioni € 159.876
Centri di ricerca € 7.007.857
CNR - Dipartimento Energia e Trasporti € 1.880.061
Politecnico di Milano € 1.575.180
Università degli Studi di Padova € 1.282.991
Centro Ricerche FIAT S.C.p.A. € 1.190.383
Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Ingegneria Meccanica € 888.984
Università degli Studi di Firenze - CREAR presso il Dip. di Energetica «Sergio Stecco» € 721.728
Fondazione Politecnico di Milano € 259.200
Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM) € 219.151
Politecnico di Torino € 180.562
Territori coinvolti € 23.344.164
Veneto € 12.274.467
Lombardia € 2.835.585
Emilia Romagna € 2.005.947
Friuli-Venezia Giulia € 1.923.480
Basilicata € 1.548.400
Piemonte € 1.370.945
Toscana € 721.728
Sardegna € 663.613
▼ Area Tematica - a5) Generazione distribuita
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Piattaforma intelligenteIntegrata Adattiva di
microCogenerazione adelevata Efficienza per usi
residenziali
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 109
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TI
9 Titolo Partner Investimento
E.F.E.S.O Imprese € 19.252.120
Primo proponente Sofcpower S.r.l. € 4.690.530
Merloni Termosanitari S.p.A. STMicroelectronics S.r.l. € 3.865.739
Merloni Termosanitari S.p.A. € 2.724.282
Acumentrics Corporation € 2.235.743
FN S.p.A. Nuove Tecnologie e Servizi Avanzati € 1.791.182
General Impianti S.r.l. € 1.393.281
Enterprise S.p.A. € 827.789
Hysytech S.r.l. € 728.949
Proeng S.r.l. € 726.354
Parco Scientifico Tecnologico per l’Ambiente - Environment Park S.p.A. € 268.271
Centri di ricerca € 3.358.071
Università di Perugia € 1.354.526
ENEA € 1.112.019
Cesi Ricerca S.p.A. € 365.312
Università Politecnica delle Marche € 273.816
Politecnico di Torino € 252.398
Territori coinvolti € 22.610.190
Trentino Alto Adige € 4.690.530
Marche € 4.391.379
Sicilia € 3.865.739
Piemonte € 3.040.799
Umbria € 2.080.880
Lazio € 1.939.809
Lombardia € 365.312
Estero € 2.235.743
▼ Area Tematica - a5) Generazione distribuita
OGGETTO DELPROGRAMMA
Environmental friendly energy from solid oxide
fuel cell
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110 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI26 Titolo Partner Investimento
GENERATOR Imprese € 12.891.311
Primo proponente Prastel € 3.124.594
Prastel Simam € 2.574.106
S.C.E. € 2.316.280
Sgm Technology for Lighting € 2.280.640
Know How Italia € 1.741.278
AMRE € 854.413
Centri di ricerca € 1.120.000
Università Politecnica delle Marche, Dip. Energetica € 420.000
Università di Bologna- Dip. DIEM € 350.000
ENEA € 350.000
Territori coinvolti € 14.011.310
Emilia Romagna € 6.888.780
Marche € 7.122.530
▼ Area Tematica - a5) Generazione distribuita
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Nuovo lampione per generare energia
elettrica con fonte eolica e fotovoltaica ad elevata
diffusività applicativa
13 Titolo Partner Investimento
3 MW + Imprese € 53.228.562
Primo proponente LEITWIND Spa € 10.383.251
LEITWIND Spa EEI EQUIPAGGIAMENTI ELETTRONICI Srl € 3.366.170
ARCA TECNOLOGIE Srl € 1.174.108
ESSE PREFABBRICATI Srl € 654.832
Centri di ricerca € 1.623.370
Politecnico di Milano Dip. di Ingegneria Aerospaziale € 1.060.787
Univ. degli studi di Padova Dip. di Ingegneria Elettrica DIE € 562.583
Territori coinvolti € 17.201.731
Trentino Alto Adige € 10.383.251
Veneto € 3.928.753
Emilia Romagna € 1.174.108
Lombardia € 1.060.787
Calabria € 654.832
▼ Area Tematica - b1) Eolico
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sviluppo di un aerogeneratore
adatto all’impiego ad alta quota
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 111
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TI
22 Titolo Partner Investimento
GEOMA Imprese € 17.487.953
Primo proponente BLUEH R&D € 5.737.600
BLUEH R&D ANSALDO SISTEMI INDUSTRIALI € 1.355.070
PROGECO € 6.080.339
S.G.A. SOCIETA’’ GOMMA ANTIVIBRANTE € 199.000
SKY SAVER € 1.968.000
TRE - TOZZI RENEWABLE ENERGY € 1.464.024
ASTRIUM SAS € 683.920
Centri di ricerca € 487.791
CESI RICERCA € 272.832
Università di Napoli Federico II Dipartimento Ingegneria aerospaziale € 214.959
Territori coinvolti € 17.975.745
Toscana € 6.080.339
Liguria € 5.737.600
Puglia € 1.968.000
Emilia Romagna € 1.464.024
Lombardia € 1.045.555
Friuli-Venezia Giulia € 781.347
Campania € 214.959
Estero € 683.920
▼ Area Tematica - b1) Eolico
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Realizzazione di un prototipo
di generatore eolico per applicazioni offshore
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112 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI6 Titolo Partner Investimento
Imprese €10.176.330
Primo proponente Diatech S.r.l. €4.232.270
Diatech S.r.l. C.T.G. S.p.A. €1.867.301
Seal S.p.A. €1.284.987
Gruppo Centro Nord S.p.A. €727.257
Ardea - Progetti e Sistemi S.r.l. €647.571
Landini S.p.A. di Landini Cav. Mirco €611.935
GRC System Building S.r.l. €436.138
ATP S.r.l. €368.871
Centri di ricerca €2.062.669
Università di Napoli Federico II Dipartimento di Ingegneria Strutturale €1.025.789
ENEA €532.934
CNR - Dipartimento Progettazione Molecolare- ISMN €503.946
Territori coinvolti €12.239.000
Campania €5.626.930
Lombardia €3.588.427
Emilia Romagna €1.259.506
Piemonte €727.257
Basilicata €532.934
Lazio €503.946
▼ Area Tematica - b2) Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Realizzazione di compositi a matrice cementizia
rinforzati con fibra di basalto
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TI
7 Titolo Partner Investimento
InnovAnce Imprese € 10.679.857
Primo proponente ICM Italia € 2.760.617
ANCENERGIA ANCENERGIA € 2.510.591
One Team € 1.725.584
Consorzio T.R.E. € 1.038.723
Istituto Sperimentale per l’Edilizia - ISTEDIL € 873.748
Federlegno Arredo € 647.577
Aedilmedia € 348.690
Laterservice € 320.062
Edilstampa € 232.329
Concreto € 119.102
SAP Italia € 102.834
Centri di ricerca € 5.640.846
Politecnico di Milano € 3.020.607
ENEA € 866.263
Politecnico di Torino € 839.467
CNR ITC - Istituto per le Tecnologie della Costruzione € 769.101
Università di Napoli Federico II Dipartimento di Ingegneria Strutturale € 145.408
Territori coinvolti € 16.320.703
Lombardia € 10.225.096
Lazio € 2.521.064
Piemonte € 1.626.061
Campania € 1.074.571
Calabria € 611.713
Marche € 262.198
▼ Area Tematica - b2) Materiali ad alta efficienza per l’edilizia e architettura bioclimatica
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Innovazioni diprodotto/processo
e integrazioni della filiera delle costruzioni edili
per l’efficienza energetica e lo sviluppo sostenibile.
Creazione di una banca daticomplessa ed esaustiva
relativa all’intera filiera dellecostruzioni
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114 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI15 Titolo Partner Investimento
EROD (Energy Reduction Oriented Design) Imprese € 17.420.385
Primo proponente FIME € 1.976.100
HSD HSD € 1.572.475
Bonfiglioli vectron € 1.560.960
Emerson Appliances Motors Europe € 1.454.910
E.V.F. € 1.401.750
RIVACOLD € 1.307.100
C.A.R.E.R. Carrellificio Elettrico Romagnolo dell’Ing.A.Gaetani&C. € 1.278.750
INDESIT COMPANY € 1.133.460
JOBS € 1.118.700
BIESSE € 1.011.750
RETIS € 992.750
SPES € 951.420
NAUTES € 697.500
AEA € 523.560
S.TRA.TE.G.I.E. € 439.200
Centri di ricerca
Territori coinvolti € 17.420.385
Marche € 11.014.315
Emilia Romagna € 2.397.450
Piemonte € 1.454.910
Lazio € 992.750
Estero € 1.560.960
▼ Area Tematica - b3) Macchine e motori elettrici ad alta efficienza
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sviluppo di soluzioni innovativeper i processi di progettazione
di motori elettrici e relativemacchine utilizzatrici orientati
alla riduzione dei consumienergetici dei prodotti risultanti
e per la progettazione dellaproduzione orientata alla
minimizzazione dei costi fruibiliin una piattaforma web-based
(EROD Energy ReductionOriented Design)
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TI
19 Titolo Partner Investimento
ALADIN Imprese € 16.387.723
Primo proponente Infineon Technologies Italia € 2.639.574
Centro Ricerche Plast-optica Vimar € 1.969.996
Centro Ricerche Fiat € 1.949.920
GM Lighting € 1.803.771
Electrolux Italia € 1.520.574
Solari Di Udine € 1.306.220
Centro Ricerche Plast-optica € 985.189
Ferrania Technologies € 947.808
Integra Renewable Energies € 724.800
B.eng € 691.253
Saes Getters € 560.174
Promete € 520.080
Artemide Group € 492.947
Tretec € 275.417
Centri di ricerca € 4.684.899
Università degli Studi di Padova € 1.486.212
CNR € 1.199.264
Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM) € 917.210
ENEA € 877.111
Cesi Ricerca € 205.102
Territori coinvolti € 21.072.623
Veneto € 6.302.708
Friuli-Venezia Giulia € 4.503.237
Lazio € 2.357.955
Piemonte € 2.129.586
Emilia Romagna € 1.404.366
Campania € 1.092.017
Trentino Alto Adige € 1.068.282
Lombardia € 1.053.121
Liguria € 947.808
Sicilia € 213.543
▼ Area Tematica - b4) Tecnologie avanzate per illuminazione
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistemi di illuminazione e segnalazione che
incorporano generazioneenergetica ed accumulo
energetico ed integrano filmfotovoltaici, batterie a film,
sistemi wireless sensornetwork, sorgenti
di illuminazione, micro otticaed elettronica system on chipa basso impatto ambientale
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116 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI2 Titolo Partner Investimento
Imprese € 14.055.680
Primo proponente Indesit Company Spa € 7.632.730
Indesit Company Spa FERIOLI FILIPPO S.p.A. € 1.968.550
MECCANO SPA € 811.304
BENCO SPA € 756.014
ST Microelectronics Srl € 694.342
SYNOPSIS CONSULTING s.r.l. € 685.026
Consorzio CETMA € 573.777
STE S.A.S. DI GUIDO MOIRAGHI E C. € 349.774
ALTER S.R.L. € 336.303
TEKNISOL S.R.L. € 247.860
Centri di ricerca € 6.799.678
Politecnico di Milano € 1.995.294
Politecnico di Torino € 1.782.503
ENEA € 1.777.615
CNR-ISOF € 1.244.266
Territori coinvolti € 20.855.359,00
Marche € 8.003.072,00
Lombardia € 5.922.450,14
Piemonte € 2.908.490,93
Emilia Romagna € 1.882.126,81
Puglia € 849.291,92
Sicilia € 694.341,97
Lazio € 595.585,23
▼ Area Tematica - b5) Elettrodomestici ad elevata efficienza energetica
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Nuova gamma dielettrodomestici per riduzione
dei consumi energetici edell’impatto ambientale
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 117
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20 Titolo Partner Investimento
E-Cube Imprese € 10.729.668
Primo proponente Telecom Italia S.p.A. € 2.293.095
Telecom Italia S.p.A. RPS € 2.268.120
STMicroelectronics € 1.832.682
Telit Communications € 1.597.000
Energy Team € 755.340
Electrolux Italia S.p.A. € 491.250
Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor € 480.291
Neohm componenti € 413.634
NERA srl € 407.575
Edison € 190.681
Centri di ricerca € 431.400
Università di Verona € 251.040
Consorzio per la ricerca nell’Automatica e nelle Telecomunicazioni CRAT € 180.360
Territori coinvolti € 11.161.068
Piemonte € 2.655.620
Veneto € 2.519.160
Sicilia € 1.832.682
Sardegna € 1.597.000
Lombardia € 1.426.312
Lazio € 639.045
Friuli-Venezia Giulia € 491.250
▼ Area Tematica - b5) Elettrodomestici ad elevata efficienza energetica
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sviluppo e sperimentazionepilota di un sistema scalabile
per l’ottimizzazione dei consumi energetici
secondo principi diecosostenibilità, efficienza ed efficacia configurabile
dinamicamente in funzione di regole e politiche multilivello
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118 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI21 Titolo Partner Investimento
Imprese € 17.340.957
Primo proponente WHIRLPOOL EUROPE € 9.261.999
WHIRLPOOL EUROPE FIME € 1.967.091
ELICA € 1.295.737
URMET TELECOMUNICAZIONI € 1.016.772
UNIHEAT € 697.985
VORTICE € 643.450
GENIUS € 614.528
EL.MA - ELECTRONIC MACHINING € 445.911
I.R.C.A. INDUSTRIA RESISTENZE CORAZZATE E AFFINI € 375.881
ASKOLL TRE € 307.562
INOVA LAB € 270.780
CEFRIEL € 251.597
PROMAU R.P.D. € 191.664
Centri di ricerca € 1.728.187
POLITECNICO DI MILANO € 1.728.187
Territori coinvolti € 19.069.144
Lombardia € 11.885.233
Marche € 3.262.828
Veneto € 1.297.971
Lazio € 1.016.772
Friuli-Venezia Giulia € 697.985
Trentino Alto Adige € 637.575
Piemonte € 270.780
▼ Area Tematica - b5) Elettrodomestici ad elevata efficienza energetica
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sviluppo di sistemi integrati di nuovi elettrodomestici
a ridotto consumo energetico
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 119
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17 Titolo Partner Investimento
Imprese € 12.598.674
Primo proponente Enel Produzione S.p.A. € 5.021.686
Enel Produzione S.p.A. ITEA S.p.A. € 1.684.109
TENOVA S.p.A. € 1.531.687
SOFINTER € 1.001.946
Consorzio Ricerche Innovative per il Sud € 1.056.903
EN.SY.EN (Energy System Engineering) S.r.l. € 570.692
MEL SYSTEM S.r.l. € 513.236
Centro Laser € 459.047
CRS4 - Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna € 398.138
Gamba Mario e Botteghi Fernando S.n.c. € 289.234
Brusa di Brunetti Franco & C. € 71.996
Centri di ricerca € 4.038.326
ENEA € 2.234.631
CNR - Dipartimento di Energia e Trasporti € 606.160
Politecnico di Bari € 496.629
Università di Napoli Federico II € 403.898
IFRF - Fondazione Internazionale Ricerca sulla Combustione € 297.008
Territori coinvolti € 16.637.000
Puglia € 5.072.304
Lazio € 4.939.745
Toscana € 1.964.563
Liguria € 1.906.666
Campania € 1.271.130
Lombardia € 659.782
Basilicata € 424.672
Sardegna € 398.138
▼ Area Tematica - b6) Tecnologie per l’aumento dell’efficienza energetica dei processiindustriali
OGGETTO DELPROGRAMMA
Integrazione della tecnologiaMILD in sistemi innovativi di
combustione a basso impattoambientale
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120 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
PRIMI INDIRIZZI DI ATTUAZIONE DELLE AZIONI CONNESSENELL’AMBITO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA
Gli esiti delle prime attività di ricognizione territoriale effettuata hanno per-messo al Ministero dello Sviluppo Economico di individuare un primo elencodi ambiti tematici prioritari sui quali focalizzare gli interventi di Azioni Con-nesse. Vediamo di seguito le principali azioni connesse individuate.
1. Realizzazione di nuove tecnologie per il «solare»
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• realizzazione di «poli solari» a valenza nazionale comprendenti laboratori ecentri di ricerca, impianti industriali e agenzie di trasferimento tecnolo-gico;
• sviluppo di filoni di ricerca sul fotovoltaico di terza generazione, celle so-lari a film sottile o in silicio cristallino, celle a combustibile;
• realizzazione di impianti industriali nella produzione di materiali «solargrade» per lo sviluppo di tecnologie solari quali componenti per l’industriadel fotovoltaico.
2. Realizzazione di centri multiregionali finalizzati allo sviluppo di nuovisistemi organizzativi e tecnologici nel settore dell’edilizia sostenibile
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• realizzazione di centri/poli multiregionali per la diffusione delle tecnologieecocompatibili nel settore edilizio;
• soluzioni urbanistiche dimostrative per l’integrazione di nuovi materiali perl’edilizia ad alta efficienza energetica e soluzioni di architettura bioclimatica.
3. Sviluppo di filoni di ricerca e realizzazione di impianti dimostrativi nel campo della produzione di energia da fonti rinnovabili
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
INTE
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• filoni di ricerca e realizzazione di impianti dimostrativi nel campo dell’ener-gia eolica di alta quota;
• realizzazione di impianti dimostrativi ad alta efficienza per: la produzionedi biogas da FORSU (frazione organica rifiuti solidi urbani) la combustionesenza fiamma di rifiuti speciali, trattamento di fluff di automobili da ELV(End of Life Vehicles) o fluff di apparati elettrici ed elettronici, l’utilizzoenergetico di colture erbacee e di altri scarti agricoli; la sperimentazione disistemi innovativi per l’ottimizzazione del processo di smaltimento rifiuti;
• realizzazione di impianti dimostrativi per l’illuminazione pubblica ad altaefficienza e bassi consumi, basati su soluzioni innovative;
• realizzazione di impianti industriali per la produzione di celle a combusti-bile ad alta efficienza e bassi consumi energetici.
4. Realizzazione di attività di trasferimento tecnologico di know-how di capitale umano nel settore della efficienza energetica
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• organizzazione ed erogazione di borse di studio per la ricerca di figure pro-fessionali legate ai sistemi energetici e connesse alle nuove tecnologie: espertiin audit energetico, progettazione, sviluppo, installazione, manutenzione,gestione di sistemi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, figuredi manager, animatori e formatori di reti di multigenerazione distribuita.
5. Revisione ed emanazione di standard normativi in materia di efficienzaenergetica
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• revisione ed emanazione di standard normativi su: trasporto locale di pro-dotti di scarto, gestione delle reti di distribuzione locale dell’energia, certi-ficati bianchi (relativamente al calore prodotto dalle biomasse);
• revisione ed emanazione di standard normativi sull’efficienza energetica dimotori elettrici, sorgenti e sistemi di illuminazione, elettrodomestici, si-stemi termici, nonché relative ai requisiti di efficienza energetica dei nuoviedifici, con particolare riferimento all’edilizia pubblica.
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6. Modelli innovativi in campo di efficienza energetica dal punto di vistasia organizzativo sia gestionale
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• realizzazione di modelli innovativi di «smart grid» (reti intelligenti) nel-l’ambito delle attuali reti di distribuzione energetica;
• realizzazione di nuovi modelli organizzativo-tecnologici finalizzati al rispar-mio energetico delle «Isole minori»;
• realizzazione di progetti finalizzati alla qualificazione energetica dei distrettiindustriali (per esempio ecopark) comunità sostenibili, transition town, ecc.;
• realizzazione di nuovi modelli organizzativi e gestionali per il coordina-mento delle reti di multigenerazione distribuita;
• animazione e promozione di innovativi modelli di distretto energetico.
7. Il museo diffuso dell’energia
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• creazione di un parco tematico dell’energia interconnesso con gli ScienceCenter presenti nel territorio italiano;
• realizzazione di percorsi di valorizzazione degli attrattori dell’energia attra-verso la narrazione dei luoghi in cui si produce energia o dove vi sono te-stimonianze legate alla storia dell’energia (scienziati famosi, vecchie strutturesignificative nella storia);
• sviluppo di un sistema di learning object indirizzato agli studenti dellescuole e di macchine espositive legate alla riproduzione e spiegazione di fe-nomeni legati al tema dell’energia.
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Nell’ambito del Programma Industria 2015, per Mobilità sostenibile si inten-de «muovere persone e merci in modo ecologico, ergonomico, sicuro, econo-mico e tempestivo». Il Progetto di Innovazione Industriale sulla Mobilità sostenibile ha avuto loscopo di favorire la partecipazione all’iniziativa «Industria 2015» di impreseitaliane che intendessero sviluppare nuovi prodotti e soluzioni tecnologica-mente innovative in grado di rispondere ai bisogni di mobilità e trasporto dipersone e merci, più efficienti e al tempo stesso maggiormente rispettose deivincoli ambientali e sociali, accrescendo così la capacità competitiva dei set-tori industriali coinvolti. Gli obiettivi del progetto sono stati quindi impo-stati in armonia con quelli condivisi a livello europeo sia nell’ambito indu-striale sia in quello della ricerca e innovazione, con la consapevolezza che isuddetti bisogni di mobilità sostenibile vadano affrontati almeno su scalacontinentale, e che pertanto il primo mercato potenziale di tali prodotti e so-luzioni sia proprio quello europeo, e, non da ultimo, con l’intenzione di fa-vorire l’integrazione dei processi di innovazione delle imprese italiane conquelli delle altre imprese europee dei settori interessati.Secondo il responsabile di progetto, l’ing. G. Michellone, la mobilità soste-nibile, in termini di innovazione industriale, si può raggiungere favorendo losviluppo e la realizzazione, da parte delle imprese italiane, di prodotti, pro-cessi produttivi, metodologie e servizi innovativi che abbiano un impatto si-gnificativo sui seguenti Obiettivi Tecnologico-Produttivi (OTP) desunti an-che tenendo conto delle priorità stabilite dalla Commissione Europea:
1. l’eco-compatibilità dei sistemi di trasporto di superficie e dei relativiprocessi produttivi;
2. la decongestione dei trasporti di superficie, intermodalità e reti logistiche;3. la mobilità urbana sostenibile; 4. la sicurezza di persone e merci nei trasporti di superficie; 5. la competitività dei sistemi di trasporto di superficie e dei relativi processi.
Per ciascuno dei suddetti obiettivi, i progetti che potranno essere cofinanziatinell’ambito del tema Mobilità sostenibile dovranno prevedere la realizzazionedi prototipi dimostrativi funzionanti, in grado di concretizzare il vantaggioindustriale che può derivare dal progetto.
MOBILITÀ SOSTENIBILE
Gli obiettivi del progettosono statiquindiimpostati in armonia con quellicondivisi a livelloeuropeo
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Tali progetti rispondono, alternativamente, a una logica di «filiera» o a unalogica di «sistema». La prima si riferisce a progetti in grado di svilupparemezzi e sistemi navali, imbarcazioni da diporto, veicoli stradali a due, quat-tro o più ruote, o veicoli ferroviari, tutti caratterizzati, per esempio, da unaumentato livello di eco-compatibilità (obiettivo 1, di cui sopra) e/o di sicu-rezza intrinseca (obiettivo 4) coinvolgendo nel modo più ampio la filieraproduttiva (partner, fornitori, concorrenti, clienti, amministrazioni pubbli-che, ecc.) e quella della conoscenza (università, enti pubblici di ricerca, centridi ricerca privati senza fini di lucro, ecc.).La logica di «sistema» invece si riferisce a progetti che si propongano di af-frontare tematiche trasversali a più filiere, come per esempio: la gestione deltrasferimento intermodale di persone o merci nei nodi di scambio tra l’«ulti-mo miglio» marino e il «primo miglio» terrestre (obiettivo 2); la sicurezza in-tegrata (veicoli/infrastrutture) dei sistemi di trasporto terrestre (obiettivo 4);prevalentemente su scala urbana (obiettivo 3); i sistemi di produzione (obiet-tivo 5). Se ne deduce chiaramente l’importanza cruciale della partecipazionedi diverse «filiere» a ciascun progetto di «sistema», derivante dalla necessità diintegrare in modo efficace i mezzi di trasporto e le diverse soluzioni innovati-ve sviluppate in ciascun ambito settoriale. Obiettivo finale è soddisfare con-temporaneamente e al livello più alto possibile tutti e cinque gli obiettivi.
METODOLOGIA DI ELABORAZIONE DEL PIANO PER IL PII MOBILITÀSOSTENIBILE
L’ing. Giancarlo Michellone, dal 2006 presidente di AREA Science Park diTrieste, è stato nominato il 31 maggio 2007 responsabile del Progetto di In-novazione Industriale sulla Mobilità sostenibile. Nato a Cambiano (TO) nel 1940, si è laureato in ingegneria meccanica pres-so il Politecnico di Torino. Come ingegnere meccanico è entrato in FIAT afine 1966. I suoi brevetti sull’antiskid (attuale ABS) furono ceduti negli StatiUniti perché l’Europa, in ritardo, li vietava. Dal 1971 al 1975, l’ing. Michel-lone guidò, a Chicago, un gruppo di ingegneri italiani per l’applicazione del-l’ABS sui veicoli americani. Tornato in Italia nel Centro Ricerche FIAT(CRF) appena fondato, si occupò di avviare iniziative imprenditoriali anchenel campo delle energie alternative, di bioconversione dei rifiuti urbani, del-l’energia per l’ambiente e l’agricoltura. Dal 1979, in Iveco si occupò dellosviluppo di alleanze internazionali e nel 1980 diventò amministratore dele-gato della Rockwell CVC, una joint-venture italo-americana con stabilimen-ti e mercati europei. Nel 1984 fondò la Direzione Innovazione di FIAT Autoe, successivamente, assunse la responsabilità della Direzione Prodotto. Nel1990 diventò amministratore delegato del CRF. Negli ultimi due anni è en-
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Obiettivo finaleè soddisfarenello stesso
momento e al livello piùalto possibiletutti e cinque
gli obiettivi
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trato nel Comitato Esecutivo del gruppo FIAT e si è occupato della ricerca edell’innovazione di tutto il gruppo. È stato anche presidente del CRF e con-sigliere di amministrazione di FIAT Auto con delega all’ambiente e alla sicu-rezza. Nel corso della sua carriera professionale ha ricoperto anche gli incari-chi di sindaco del Comune di Cambiano per venti anni, presidente dell’As-sociazione Tecnica dell’Automobile per sedici, presidente del Gruppo Diri-genti FIAT, presidente di un gruppo di consulenza per la Commissione Eu-ropea, consigliere di amministrazione di varie aziende.Per la messa a punto del PII sulla Mobilità sostenibile l’ing. Michellone si èbasato prima di tutto su incontri e consultazioni dirette con i principalistakeholder pubblici e privati:
– incontro con il gruppo di lavoro Infomobilità della Commissione Perma-nente sull’Innovazione Tecnologica del Dipartimento per gli Affari regio-nali (Roma, 6 giugno 2007);
– seminario Confindustria su Industria 2015 (Roma, 18 giugno 2007);– riunione associazioni della cantieristica navale e nautica: Assonave, Confi-
darma, UCINA (Genova, 20 giugno 2007);– riunione Comitato Strategico IPI, alla presenza dei rappresentanti di
Unioncamere, Confindustria, Confartigianato, CNA, Confapi, Confeser-centi, MPS-BancaImpresa, oltre che del MSE (Roma, 27 giugno 2007);
– seminario CNA - Confederazione Nazionale dell’Artigianato (Roma, 9luglio 2007);
– seminario del Comitato nazionale per la mobilità urbana sostenibile(MUS) (Cgil, Cisl, Uil, Ugl e altre 17 organizzazioni ambientaliste o as-sociazioni di imprese e cittadini) (Roma, 21 settembre 2007);
– riunione con il responsabile della piattaforma nazionale marittima (27settembre 2007);
– ACI - Automobil Club d’Italia – 63a Conferenza del traffico e della circo-lazione «La mobilità come fattore di sviluppo competitivo del Paese» (Ri-va del Garda, 9 ottobre 2007);
– seminario Confindustria Marche «Sinergie Stato-Regioni sui progetti diinnovazione industriale» (Ancona, 16 ottobre 2007);
– incontro tra Ministero dello Sviluppo Economico e Regioni su Industria2015 (Roma, 31 ottobre 2007);
– Confindustria Brescia - Imprese & Innovazione: progetto e opportunitàper l’industria bresciana (Brescia, 6 novembre 2007);
– Ecomondo - KEY ENERGY – Fiera Internazionale per l’Energia e la Mo-bilità Sostenibile, il Clima e le Risorse per un Nuovo Sviluppo – Semina-rio Industria 2015 (Rimini, 9 novembre 2007).
L’ing.Michellone si è basatoprima di tuttosu incontri e consultazionidirette con i principalistakeholderpubblici e privati
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Al fine di elaborare il Piano di Progetto da presentare al Ministero dello Svi-luppo Economico è stato inoltre ritenuto opportuno compiere una sintesi deiprincipali interventi di sostegno in ambito comunitario, nazionale e locale cheha fornito una mappa delle competenze pubbliche e private nel campo delletecnologie per la Mobilità sostenibile con particolare riferimento ai principalioperatori coinvolti. Di seguito sono riportati alcuni elementi di sintesi.
LA DOMANDA DI MOBILITÀ IN EUROPA
Il trasporto merci nell’UE25 è cresciuto a una media annua del 2,8% nel pe-riodo 1995-2005, a un ritmo superiore anche rispetto alla dinamica del Pil(2,3% a prezzi costanti). Il traffico passeggeri ha mostrato una tendenzaespansiva più contenuta: +1,8% medio annuo nel decennio 1995-2004. I tra-sporti su strada rappresentano la modalità largamente più diffusa nel settore:incidono per oltre l’84% sul trasporto passeggeri (anno 2004) e per il 44%(2005) nel trasporto merci, a fronte di valori più contenuti ma comunque si-gnificativi (39%) anche per il trasporto via mare. Le variazioni intervenute dallato della domanda, con una progressiva contrazione di volumi e quantità ditrasporti pesanti, hanno contribuito a un significativo incremento della mo-dalità su strada (+38% nel periodo 1995-2005) associata tuttavia a più intensiutilizzi anche delle altre modalità: in particolare, i trasporti sia per mare siaper cielo hanno mostrato ritmi di crescita superiori al 30%. Sul fronte deltraffico passeggeri, nonostante la flessione della domanda che ha fatto seguitoagli attacchi dell’11 settembre 2001, la dinamica di crescita più sostenuta siassocia ai trasporti aerei. Aumentano a ritmi intensi anche i tassi di crescitadei trasporti su strada, in particolare quelli associati all’utilizzo di mezzi priva-ti; in flessione, infine, il traffico passeggeri per mare (fonte EUROSTAT).
IL SISTEMA DELLA MOBILITÀ ITALIANO NEL CONTESTO EUROPEO
Con circa 150 mila imprese nel settore dei trasporti, l’Italia occupa la secon-da posizione nella graduatoria per incidenza sul complesso del settore neiPaesi UE25 (14%) preceduta solo dalla Spagna (un quinto del totale). Anchenel settore dei trasporti trova conferma la nota peculiarità del sistema pro-duttivo italiano, caratterizzato da una prevalenza di imprese di dimensionimedio-piccole: il contributo del nostro Paese al complesso dell’occupazionedell’UE25 nel settore è pari all’11%, inferiore a quanto osservato in Germa-nia, Francia e Regno Unito (rispettivamente 15, 14 e 13%). Quanto detto siriflette anche in un più contenuto apporto alla formazione del valore aggiun-to e del fatturato europeo del settore: l’Italia, infatti, contribuisce in misura
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Il contributo del nostro Paese
al complessodell’occupazione
dell’UE25 nel settore
è pari all’11%
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più contenuta rispetto ai principali partner europei e realizza performancesuperiori solo alla Spagna. In particolare, con circa 41 miliardi di euro di va-lore aggiunto e 119 di fatturato, l’Italia incide rispettivamente per l’11% e il12%. Il tessuto imprenditoriale sbilanciato verso la piccola dimensione ècausa di una produttività del lavoro più contenuta: in termini di rapporto travalore aggiunto e costo del personale, infatti, l’Italia si colloca su livelli di-stanti sia dalla media europea sia dai principali partner dell’UE25 (con la so-la eccezione della Francia, comunque su livelli lievemente superiori). Peral-tro, la performance risente anche dell’elevato costo del lavoro per addetto(35.700 euro nel 2004), superato solo da Francia e Regno Unito. La distri-buzione degli addetti per tipologia di attività mostra una maggiore occupa-zione relativa in Italia nel trasporto merci su strada (35,4% degli addetti to-tali) a fronte di valori più contenuti per le modalità di trasporto passeggerivia terra alternative alle ferrovie. Una quota rilevante di occupazione, inoltre, si concentra nelle attività ausi-liarie ai trasporti e in particolare nelle attività della logistica (31,5%) (fonteEUROSTAT).
IL SISTEMA DEI TRASPORTI IN ITALIA
Le imprese dei trasporti incidono per il 3,7% sul complesso del tessuto pro-duttivo nazionale e, in considerazione di una dimensione media superiore,per il 5,9% in termini di addetti. Operano prevalentemente nelle attività ditrasporto merci su strada (oltre 104 mila imprese e quasi 330 mila addetti) econtribuiscono per il 6,6% alla formazione del valore aggiunto nazionale.Con oltre 14 miliardi di euro nel 2004, nel settore dei trasporti si concentrapoco meno di un quarto dell’intero ammontare di investimenti fissi lordidelle imprese e dei servizi. Tra le altre attività di trasporto principali si segna-la un peso significativo dell’intero settore logistico, con una numerosità diaddetti particolarmente elevata nella movimentazione di merci (oltre 100mila). Complessivamente le imprese di servizi ausiliari ai trasporti sono oltre16 mila nel 2004, concentrate soprattutto nella gestione di parcheggi e auto-rimesse, spedizionieri e agenzie di operazioni doganali, movimento merci re-lativo a trasporti terrestri diversi da quello ferroviario e magazzini di custodiae deposito per conto terzi: queste quattro attività incidono per il 71% sulcomplesso delle imprese del comparto e per il 56% sulla relativa occupazio-ne. L’intensificarsi dei trasporti su strada a discapito di quelli ferroviari trovauna conferma anche nelle dinamiche delle principali variabili economiche: ilvalore aggiunto nel corso del periodo 2001-2004 è aumentato, complessiva-mente, dell’1,3%, trainato soprattutto dalle performance dei trasporti sustrada e mediante condotte (+1,8%) e dai trasporti marittimi e per altre vie
Le imprese dei trasportiincidono per il 3,7% sul complessodel tessutoproduttivonazionale
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d’acqua (+1,1%); al contrario, nei trasporti ferroviari il valore aggiunto si ècontratto dello 0,6% medio annuo e, contestualmente, si è verificata una ri-duzione delle unità di lavoro del 2,6% (+2,1% nel complesso del settore deitrasporti) (fonte ISTAT).
LA FILIERA DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE
La crescita esponenziale dei flussi di traffico di merci e persone ha generatouna crescente domanda di sistemi innovativi per la gestione della mobilitàunita all’esigenza di ridurre l’impatto ambientale dei sistemi di trasporto an-che in relazione al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. Le filiere produt-tive maggiormente coinvolte riguardano i produttori di mezzi di trasporto(auto, due ruote, cantieristica, materiale rotabile, eccetera) i sistemi di moni-toraggio e informazione (per esempio telecomunicazioni satellitari e sensori-stica) e delle infrastrutture.Per quanto riguarda i settori specifici coinvolti nella filiera della mobilità tro-viamo, oltre al comparto di produzione dei mezzi di trasporto, i produttoridi meccanica industriale, di strumenti di precisione, di apparecchiature elet-triche e componentistica, il comparto della metallurgia e dei prodotti in me-tallo e, infine, il sistema delle infrastrutture logistiche che comprende, a suavolta, i servizi legati ai trasporti stradali, ferroviari, marittimi, aerei, il magaz-zinaggio e corrieri, e le telecomunicazioni. La filiera della mobilità può essereperò strutturata in 5 segmenti, a seconda della tipologia di fornitura, checomprende a monte della filiera le aziende di forniture di base fino a valle leaziende dei servizi logistici: 1) fornitori di base; 2) fornitori di filiera; 3) for-nitori strategici di filiera; 4) produzione di mezzi di trasporto; 5) sistema lo-gistico. Nel segmento dei fornitori di base si possono includere i produttoridi materiali metallici, ossia i settori della metallurgia e della lavorazione deiprodotti in metallo; nel segmento dei fornitori di filiera si possono conside-rare tutti i settori della meccanica industriale; nel segmento dei fornitori stra-tegici di filiera si possono individuare quei settori fortemente trasversali, cheproducono strumenti elettrici, di precisione e di comunicazione; nel segmen-to dei produttori di mezzi di trasporto si ritrovano le imprese dell’industriadegli autoveicoli, della cantieristica, della costruzione di locomotive, aerospa-ziale e dei motocicli; infine il segmento del sistema logistico include tutti isettori di servizi legati al trasporto terrestre, ferroviario, marittimo, di movi-mentazione merci, magazzinaggio, attività connesse e dei corrieri, e sistemidi telecomunicazioni.In particolare il sistema della meccanica italiana – come noto – ha un ruolorilevante, grazie soprattutto alla capacità di miscelare alcuni fattori critici disuccesso quali:
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La filiera della mobilità
può esserestrutturata
in 5 segmenti,a seconda
della tipologiadi fornitura
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a) la flessibilità nella capacità di personalizzare il prodotto alle esigenze spe-cifiche del cliente;
b) la capacità progettuale di elevata qualità e competenza, raggiunta inte-grando le competenze accumulate dall’azienda e la capacità di utilizzare lenuove tecnologie;
c) la capacità di fare rete, attraverso il coinvolgimento dei fornitori strategicidi filiera.
La descrizione della filiera meccanica è d’altro canto un’operazione comples-sa almeno per due ragioni:
1) la meccanica è un sistema di tipo intermediate-demand, ossia è un sistematrasversale articolato, in cui nonostante alcuni prodotti siano indirizzati alcliente finale (automobili, utensili, ecc.) una gran parte della produzione siindirizza a soddisfare i bisogni delle aziende operanti in altri settori;
2) la meccanica è un settore a elevata specializzazione la cui capacità compe-titiva è legata alla qualità del prodotto finale e al segmento di mercato incui si colloca. In essa convivono grandi operatori e piccole e medie azien-de con know-how specializzato che controllano in modo quasi assoluto lapropria nicchia di mercato.
La filiera della meccanica comprende in particolare l’industria automotive,considerata un’industria chiave sotto il profilo sociale, occupazionale ed eco-nomico, anche per la molteplicità dei settori manifatturieri coinvolti (mecca-nico, elettrico, elettronico, telecomunicazioni, chimico, energetico, scienze etecnologie dei materiali, ecc.) delle aziende dei servizi per la mobilità e dei ser-vizi informatici, dei centri di ricerca pubblici e privati e delle università. Il suoimpatto sull’occupazione è molto forte grazie all’effetto moltiplicatore nei set-tori collegati all’indotto per un totale di circa 1,5 milioni di posti di lavoro(diretti o indiretti) a livello nazionale e 16 milioni a livello europeo.Per quanto riguarda l’interazione con gli altri settori produttivi, l’industriaautomobilistica risulta essere fra i maggiori clienti dell’industria dell’acciaio edella ghisa, dei metalli non ferrosi, delle plastiche e della gomma, delle mac-chine utensili, oltre alle interazioni con i settori delle vernici, del vetro, deltessile, degli stampi, della microelettronica. Il settore automotive ha inoltre forti esigenze di innovazione e, di conseguen-za, ha un forte impatto sull’intera ricerca nazionale, data la ricaduta diffusain altri settori industriali del know-how sviluppato. Al fine di rendere completa la filiera della meccanica si ritiene importante ac-costare a essa il sistema logistico, attraverso il ruolo svolto dai servizi di tra-sporto e di telecomunicazione, che rappresentano l’altra parte determinanteper lo sviluppo della mobilità. Il settore della logistica comprende le imprese
La filiera dellameccanicacomprende in particolarel’industriaautomotive,considerataun’industriachiave sotto il profilosociale,occupazionaleed economico
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che svolgono le seguenti attività: servizi nei trasporti; movimentazione merci;magazzinaggio e custodia; intermediazione nei trasporti; comunicazioni.La logistica è un settore che assorbe molta occupazione ed è caratterizzato dauna diffusa articolazione sul territorio: presenta (secondo il censimentoISTAT 2001) circa 190.000 unità locali che occupano quasi 1.190.000 ad-detti e ha un peso sull’intera economia – in termini di fatturato – del 7%.
LA CONSULTAZIONE PUBBLICA
A integrazione e conferma dei risultati del lavoro di analisi desk il responsa-bile di progetto ha chiesto, inoltre, di intraprendere una consultazione pub-blica nella forma di una raccolta di idee progettuali, rivolta al mondo im-prenditoriale e ai suoi partner nella ricerca e nell’innovazione, allo scopo diverificare l’effettiva dimensione e l’attuale orientamento del tessuto indu-striale. La consultazione è avvenuta dal 27 giugno al 27 luglio 2007, permezzo di un questionario compilabile on-line.La risposta del mondo imprenditoriale alla consultazione pubblica per la rac-colta di idee progettuali è stata considerevole: sono state presentate 497 pro-poste progettuali. Dei soggetti proponenti 194 hanno dichiarato di essere in-teressati ad ampliare il partenariato e a entrare in contatto con altri soggettiper realizzare l’idea progettuale. Le proposte presentate da micro e piccoleimprese sono state 168. Il grafico che segue riporta le indicazioni che le imprese hanno fornito inmerito alla rilevanza (alta, media, bassa) che attribuiscono agli obiettivi(OTP) definiti.
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La logistica èun settore cheassorbe molta
occupazione ed è
caratterizzatoda una diffusaarticolazionesul territorio
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OBIETTIVI TECNOLOGICO-PRODUTTIVI PERSEGUITI
Alle imprese è stato chiesto di dichiarare quali OTP fossero perseguiti (rispo-sta multipla) dalla propria idea progettuale. Una sintesi delle risposte è ripor-tata nella tabella seguente:
DISTRIBUZIONE DELLE IDEE PROGETTUALI PER TEMA
La distribuzione delle idee progettuali per tema (vedi tabelle seguenti) mo-stra una netta predominanza del tema «Sistemi per la mobilità sicura e inte-
Alle imprese èstato chiesto di dichiararequali OTPfosseroperseguiti(rispostamultipla) dalla propriaideaprogettuale
Rilevanza degli OTP
0
50
100
150
200
250
Num
ero
di r
isp
ost
e
Alta Media Bassa
Eco-compatibilitàdei sistemi di trasporto di superficie e relativi
processi produttivi
Decongestione dei trasporti di superficie, intermodalità
e reti logistiche
Mobilità urbanasostenibile
Sicurezza di personee merci nei trasporti
di superficie
Competitività dei sistemidi trasportodi superficie
e relativi processi
OTP perseguiti nelle idee progettuali Numero
Ecocompatibilità sistemi di trasporto di superficie e relativi processi produttivi 182
Decongestione dei trasporti di superficie, intermodalità e reti logistiche 170
Mobilità urbana sostenibile 218
Sicurezza di persone e merci nei trasporti di superficie 176
Competitività dei sistemi di trasporto di superficie e relativi processi 170
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grata», cui fanno seguito i «Veicoli urbani stradali su gomma». Le restantiidee progettuali sono suddivise sui temi: «Nautico», «Ultimo miglio mare,primo miglio terra», «Sistemi di produzione», «Veicoli su rotaia» e «Sistemi esottosistemi navali competitivi».
A livello percentuale (grafico seguente) i progetti sul tema «Sistemi per lamobilità sicura e integrata» sono il 45% del totale, quelli sul tema «Veicoliurbani stradali su gomma» sono il 20%, mentre l’8% delle idee progettualiha riguardato il settore nautico. Le restanti idee progettuali sono suddivisesui temi «Ultimo miglio mare, primo miglio terra», «Sistemi di produzione»,«Veicoli su rotaia» e «Sistemi e sottosistemi navali competitivi».
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I progetti sul tema«Sistemi
per la mobilitàsicura
e integrata»sono il 45%
del totale,quelli sul tema«Veicoli urbani
stradali su gomma»
sono il 20%,mentre l’8%
delle ideeprogettuali
ha riguardato il settore
nautico
Idee progettuali per tema Numero Percentuale
Sistemi per la mobilità sicura e integrata 224 45,1%
Veicoli urbani stradali su gomma 98 19,7%
Nautica 39 7,8%
Ultimo miglio mare, primo miglio terra 32 6,4%
Sistemi di produzione 19 3,8%
Veicoli su rotaia 17 3,4%
Sistemi e sottosistemi navali competitivi 13 2,6%
Altro 55 11,1%
Totale idee progettuali 497 100,0%
Sistemiper la mobilitàsicura e integrata 45%
Altro 11%Sistemi e sottosisteminavali competitivi 3%
Veicoli su rotaia 3%
Sistemi di produzione 4%
Ultimo miglio mare,primo miglio terra 6%
Nautica 8%
Veicoli urbanistradali su gomma 20%
Distribuzione percentuale dei temi nelle idee progettuali(totale idee presentate: 497)
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PROFILO DEI PROPONENTI
Le idee progettuali sono state presentate da imprese o consorzi (già esistenti)che si propongono di coordinare le attività del partenariato coinvolto, al finedi realizzare l’idea proposta. Le proposte presentate da grandi imprese rap-presentano circa il 40% del totale, le piccole e microimprese hanno presenta-to idee progettuali per circa il 34% del totale.
I partner interessati allo sviluppo delle idee progettuali sono stati oltre 3700,appartenenti alle diverse categorie: micro, piccole, medie, grandi imprese,università e centri di ricerca, utilizzatori finali. Il riparto per tipologia è ri-portato nel grafico seguente.
Le propostepresentate da grandiimpreserappresentanocirca il 40%del totale
Microimpresa 16%
Piccolaimpresa 18%
Media impresa 17%
Grandeimpresa 40%
Consorzio 9%
Impresa proponente
Tipologia di proponente Numero Percentuale
Microimpresa 78 15,7%
Piccola impresa 90 18,1%
Media impresa 83 16,7%
Grande impresa 202 40,6%
Consorzio 44 8,9%
Totale idee progettuali 497 100%
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I contenuti del piano sono quindi scaturiti dall’integrazione ragionata dei ri-sultati maturati nel corso di diverse azioni di consultazione e analisi:1. incontri e consultazioni dirette da parte del responsabile di progetto con i
principali stakeholder pubblici e privati;2. analisi desk sui principali dati economici di interesse, sugli operatori pub-
blici e privati attivi sulla tematica, sulle tecnologie disponibili;3. consultazione pubblica rivolta alle imprese sul livello di condivisione de-
gli obiettivi e delle tematiche di innovazione proposte dal responsabile diprogetto, e chiamata di specifiche idee progettuali esemplificative (27giugno - 27 luglio 2007);
4. consultazione rivolta alle Regioni, sul livello di condivisione degliobiettivi e delle tematiche di innovazione proposte dal responsabile diprogetto sempre attraverso la compilazione di un questionario opportu-namente predisposto. Le Amministrazioni regionali che hanno rispostosono state 14.
I risultati delle azioni di analisi e consultazione hanno consentito di indivi-duare all’interno del Progetto di Innovazione Industriale alcuni concetti rite-nuti prioritari. Da questi sono derivate l’impostazione dei progetti e le pro-poste più importanti che qui si riassumono.1. La mobilità come interazione fra: mezzi di trasporto, infrastrutture ed
ambiente. Gli obiettivi del PII «Mobilità sostenibile» sono: compatibilitàe competitività, decongestione e sicurezza dei sistemi dei trasporti terre-stri e marini (in particolare quelli della mobilità urbana) e dei relativiprocessi produttivi.
2. La necessità di progetti di filiera integrati con quelli di sistema. I primiriguardano i mezzi di trasporto, i secondi si riferiscono ai sistemi info-
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I risultati delle azioni di analisi e
consultazionehanno
consentito di individuare
all’interno del Progetto
di InnovazioneIndustriale
alcuni concettiritenuti
prioritari
Grandi imprese 17%
Medie imprese13%
Piccole imprese19%Microimprese 9%
Universitàe centri di ricerca
21%
Utilizzatori finali 21%
Tipologia di partner coinvolti nelle idee progettuali
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telematici e di produzione applicati a più filiere di mezzi e alle infra-strutture.
3. La differenza sostanziale fra progetti di ricerca e progetti di innovazione lacui definizione operativa è: «TRASFERIMENTO DI IDEE NUOVESUL MERCATO CON IL GIUSTO PROFITTO PER TUTTI GLISTAKEHOLDER». Gli «stakeholder» sono i partecipanti che fornisconocontributi significativi ai risultati dei progetti.
4. I risultati dei progetti di innovazione sono prototipi funzionanti con di-mostrazione positiva della loro funzionalità e producibilità industriale.Per accelerare l’avvio della produzione industriale e la diffusione dei ri-sultati sul mercato è considerata strategica la leva della committenzapubblica mediante realizzazione di «LIFD» (laboratori, impianti e flottedimostrativi).
5. I risultati sono una «filiera» di innovazione (componenti e sottosistemi)che vanno integrati in un prodotto complesso – detto TOTEM – che ca-ratterizza ogni progetto. Il TOTEM è sempre un oggetto fisico; inveceper componenti e sottosistemi si intendono, oltre ai prodotti, anche iprocessi, le metodologie e i servizi innovativi che qualificano il TOTEM.Inoltre molti componenti innovativi, nei settori della mobilità, si basanosu tecnologie trasversali (elettronica, telematica, informatica, nuovi mate-riali, micro e nanotecnologie, ecc.) e saranno «prodotti di massa», cioè sa-ranno caratterizzati da produzioni di grande serie con il vincolo di costiridotti e qualità elevata. Pertanto dovrà essere stimolato e valutato il lorotrasferimento tra i vari settori della mobilità e anche in altri settori come,per esempio, quelli della domotica e dell’energia.
6. Lo strumento base per la descrizione e la valutazione di sottosistemi ecomponenti è la SCHEDA PPMS (prodotto, processo, metodologie oservizio) che deve contenere le informazioni necessarie per le analisi di«business» da utilizzare sia in fase di selezione sia durante lo sviluppodel progetto. Il TOTEM, costituito da componenti e sottosistemi in-novativi assemblati con quelli di normale produzione, utilizza unoschema analogo.
7. Il modello per la struttura del progetto è la «distinta base» dei prodotticomplessi comunemente utilizzata nella progettazione e nella produzionedei mezzi di trasporto e nei settori industriali nei quali le numerosità del-le parti richiedono una loro chiara organizzazione logico-gerarchica perottenere il prodotto finale in modo efficiente, e con le specifiche richiestee le singole responsabilità predefinite.
8. I progetti di innovazione come progetti per una crescita importante dellacompetitività entro 3-5 anni dalla loro conclusione (~ anno 2015). Ne se-gue che contano i potenziali «break-through» di mercato più di quelli tec-nico-scientifici per i quali non sono prevedibili impatto, ricadute e tempi di
I risultati dei progetti di innovazionesono prototipifunzionanti condimostrazionepositiva della lorofunzionalità e producibilitàindustriale
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diffusione su mercati ampi e internazionali. Quindi, con le caratteristichetecnico-scientifiche dei risultati promessi, dovranno essere rigorosamentevalutate le idoneità dei proponenti sia a conseguirli sia a valorizzarli.
9. I progetti di innovazione come «sistemi aperti » per accrescere le opportu-nità di mercato, rendendo possibile l’inserimento di innovazioni che sia-no congruenti con gli obiettivi del progetto stesso e che provengano daattività svolte da aziende, università e centri di ricerca con finanziamentipropri o con contributi di altri Ministeri, da Regioni o da altri enti.
I concetti espressi hanno contribuito, con le analisi «desk» e con i risultatidella consultazione, a confermare e a focalizzare la struttura dei progetti perla mobilità sostenibile che, in sintesi, si può così esprimere:
– relativamente pochi progetti,– di grandi dimensioni,– con molte innovazioni,– e contributi adeguati.
Il Piano di Progetto presentato dall’ing. Michellone il 12/12/2007 è statoadottato con decreto interministeriale dell’8 febbraio 2008 (pubblicato sullaGU n. 88 del 14-4-2008). Per la realizzazione delle Azioni Strategiche di Innovazione Industriale è statoemanato un bando (pubblicato sulla GU n. 98 del 26/4/2008) che ha stan-ziato 180 milioni di euro.Il bando ha stabilito di finanziare programmi finalizzati allo sviluppo di nuo-ve tipologie di prodotti e/o servizi, efficienti, sostenibili, economici, con ele-vato contenuto di innovazione tecnologica e in grado di determinare un im-patto sul sistema economico e sulla filiera specifica nelle aree tecnologicheindividuate, in particolare:
A) Temi per innovazione di filiera, relativi a programmi in grado di svi-luppare prodotti che siano caratterizzati da un aumentato livello diecocompatibilità e di sicurezza nel trasporto di persone e/o merci, eche coinvolgano, nel modo più ampio, la filiera produttiva e quelladella conoscenzaa1) Tema «Sistemi e sottosistemi navali competitivi (per qualità, costo e
prestazioni)»:a1.1) sottotema «Cabina passeggeri ecologica, ergonomica, economi-
ca, sicura e interconnessa», anche con particolare attenzione al-le esigenze di persone anziane o diversamente abili;
a1.2) sottotema «Sistemi di bordo efficienti ed ecologici», relativi agenerazione e distribuzione di energia, comfort di passeggeri ed
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Il Piano di Progettopresentato
dall’ing.Michellone
il 12/12/2007 è stato adottato
con decretointerministeriale
dell’8 febbraio2008
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equipaggio, gestione/trattamento di: rifiuti, acque reflue e za-vorra, emissioni in aria e acqua, sicurezza ed emergenza, movi-mentazione a bordo, imbarco/sbarco di merci e/o passeggeri.
a2) Tema «Imbarcazioni energeticamente efficienti, ecologiche, facili damanutenere, e dotate di sistemi di navigazione, automazione e con-trollo intelligenti».
a3) Tema «Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, eco-nomici, sicuri e interconnessi per il trasporto di persone e/o merci»:a3.1) sottotema «Autobus»;a3.2) sottotema «Veicoli commerciali»;a3.3) sottotema «Vetture»;a3.4) sottotema «Motocicli, inclusi tri e quadricicli».
a4) Tema «Veicoli su rotaia»:a4.1) sottotema «Veicoli per il trasporto passeggeri, integrati con si-
stemi di infomobilità per la sicurezza e la tempestività del ser-vizio»;
a4.2) sottotema «Carrozze e/o carri merci innovativi, integrati con si-stemi infotelematici di supporto a missioni specifiche».
B) Temi per innovazione di sistema, relativi a programmi nei quali le di-verse soluzioni innovative sviluppate in ciascun ambito settoriale ven-gono integrate per affrontare tematiche afferenti la mobilità urbana so-stenibile, l’intermodalità e le reti logistiche per la decongestione dei tra-sporti di superficie, i sistemi di produzione innovativib1) Tema «Gestione del trasferimento intermodale di persone e/o merci
nei nodi di scambio tra ‘l’ultimo miglio’ marino e il ‘primo miglio’terrestre, integrata con sistemi di sicurezza del porto, delle imbarca-zioni, delle strutture e dei mezzi di movimentazione di persone e/omerci».
b2) Tema «Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infra-strutture per il trasporto di persone e/o merci»:b2.1) sottotema «Sistemi e componenti per la mobilità di persone e/o
merci nelle città d’arte o a forte vocazione turistica soggette adintensi flussi di scambio»;
b2.2) sottotema «Piattaforma infotelematica per la sicurezza e la ge-stione di persone e/o merci in ambito urbano»;
b2.3) sottotema «Sistema e componenti logistici per il trasporto sugomma di merci in ambito urbano»;
b2.4) sottotema «Sistema multimodale, sicuro, integrato e tempestivoper il trasporto di merci a medio e lungo raggio».
b3) Tema «Sistemi di produzione modulari, ecologici, ergonomici, sicu-ri, efficienti ed economici per mezzi di trasporto e/o relative infra-strutture»:
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b3.1) sottotema «Veicoli ferroviari»;b3.2) sottotema «Nautica»;b3.3) sottotema «Veicoli su gomma».
Il bando stabiliva che i programmi prevedessero attività di ricerca industrialee di sviluppo sperimentale (queste ultime in percentuale prevalente sull’inte-ro progetto) e che i progetti si dovessero concludere con la realizzazione diun prototipo esplicativo del prodotto o servizio innovativo. Altresì il bandostabiliva che ciascun programma dovesse essere realizzato in forma congiuntada più soggetti, attraverso espliciti accordi di collaborazione, stabilendo an-che di esplicitare, sempre attraverso un accordo, la proprietà e l’utilizzo deirisultati. Ogni programma doveva prevedere la presenza di almeno un orga-nismo di ricerca. Si stabiliva, inoltre, come importante novità, la possibilitàdi far partecipare ai programmi, tra i soggetti beneficiari, anche imprese e or-ganismi di ricerca costituiti all’estero.Nel bando si stabiliva infine che le agevolazioni venissero concesse, nei limitistabiliti dalla disciplina comunitaria, nella forma di contributi diretti allaspesa (ex contributo a fondo perduto) con delle percentuali differenti a se-conda dell’attività svolta e della dimensione dell’impresa.L’importo complessivo minimo dei costi agevolabili previsti da ciascun pro-gramma variava a seconda della tipologia di prodotti e/o servizi indicati neitemi e sottotemi, restando compreso tra gli 8 e i 20 milioni di euro.Tra le novità volute e introdotte dall’ing. Michellone nel bando troviamo chela struttura del prodotto/servizio oggetto del programma dovesse essereconforme al modello della cosiddetta «distinta base» dei prodotti complessi(Totem) intesa come l’elenco dei componenti e sottosistemi strutturato inbase alle mutue interazioni e collegamenti, sia funzionali sia tecnologici. Inparticolare, i risultati dei programmi presentati dovevano essere articolati esuddivisi in:
– componenti innovativi, intesi come prodotti, processi, metodologie e ser-vizi innovativi elementari;
– sottosistemi innovativi che comprendono, in forma strutturata, uno o piùcomponenti innovativi oppure componenti di normale produzione mabasati su di una architettura o assemblaggio o funzione innovativa;
– prodotto/servizio innovativo finale, risultante dall’integrazione dei sotto-sistemi innovativi, tale da consentire la verifica delle funzioni, misurare leprestazioni e valutare la fattibilità industriale del prodotto/servizio stesso.
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Il bandostabiliva che i programmi
prevedesseroattività
di ricercaindustriale
e di svilupposperimentale
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LA RISPOSTA AL BANDO SULLA MOBILITÀ SOSTENIBILE
Il 15 settembre 2008 sono scaduti i termini per la presentazione dei progettisulla «Mobilità sostenibile».Sono stati presentati 50 programmi, in particolare 25 relativi ai «Temi perinnovazione di filiera» e 25 relativi ai «Temi per innovazione di sistema».
L’importo complessivo dei progetti presentati è risultato pari a 1.433 milionidi euro, di cui quasi 843 riferiti ai «Temi per innovazione di filiera» e 590 ai«Temi per innovazione di sistema». Le imprese complessivamente coinvolte nei progetti presentati, alcune dellequali in più progetti, sono risultate 546. Gli organismi di ricerca 225.
Il valore medio dei programmi è risultato superiore nei «Temi per innovazio-ne di filiera», pari a 33 milioni di euro. Il valore medio dei progetti presenta-ti, tenendo conto di entrambi i temi individuati dal bando, si attesta invece a28 milioni di euro.
Le impresecomplessivamentecoinvolte nei progettipresentati, alcunedelle quali in più progetti,sono risultate 546
a) Temi per b) Temi per Totaleinnovazione innovazione
di filiera di sistema
Numero programmi 25 25 50presentati
Valore complessivo € 843.595.669 € 590.093.392 € 1.433.689.061degli investimenti previsti
a) Temi per b) Temi per Totaleinnovazione innovazione
di filiera di sistema
N. complessivo soggetti partecipanti 405 366 771
N. imprese 288 258 546
N. organismi di ricerca1 117 108 225
1. Sono considerati solo gli organismi di ricerca facenti parte del partenariato, a esclusione di quantisvolgono attività di «ricerca contrattuale».
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I programmi relativi ai «Temi per innovazione di filiera» hanno presentatomediamente una numerosità leggermente superiore di imprese e organismidi ricerca (rispettivamente 11 imprese e 4 organismi) rispetto ai «Temi perinnovazione di sistema».
Più del 70% dell’importo complessivo dei progetti di investimento è risulta-to concentrato in tre aree tematiche:
• b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastruttureper il trasporto di persone e/o merci;
• a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici,sicuri e interconnessi per il trasporto di persone e/o merci;
• a2) Imbarcazioni energeticamente efficienti, ecologiche, facili da manute-nere, e dotate di sistemi di navigazione, automazione e controllo intelli-genti.
L’area tematica con il maggiore valore complessivo degli investimenti è risul-tata la b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastruttureper il trasporto di persone e/o merci, con il 29,4% del totale complessivo de-gli investimenti.L’area tematica con il minore importo complessivo di investimenti è invecerisultata la b3) Sistemi di produzione modulari, ecologici, ergonomici, sicuri,efficienti ed economici per mezzi di trasporto e/o relative infrastrutture, consolo il 3% rispetto al totale complessivo degli investimenti.
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Più del 70%dell’importocomplessivodei progetti
di investimentoè risultato
concentrato in tre areetematiche
a) Temi per b) Temi per Totaleinnovazione innovazione
di filiera di sistema
Valore mediodei programmi € 33.743.827 € 23.603.736 € 28.673.781
a) Temi per b) Temi per Totaleinnovazione innovazione
di filiera di sistema
N. medio partecipanti per programma 16,2 14,6 15,4
N. medio imprese 11,5 10,3 10,9
N. medio organismi di ricerca 4,7 4,3 4,5
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Area tematica N. % Importo complessivo % programmi degli investimenti
a1) Sistemi e sottosistemi navali competitivi (per qualità, costo e prestazioni) 3 6,0% € 110.224.581,00 7,7%
a2) Imbarcazioni energeticamente efficienti, ecologiche, facili da manutenere, e dotate di sistemi di navigazione, automazione e controllo intelligenti 6 12,0% € 295.540.449,00 20,6%
a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicuri e interconnessi per il trasporto di persone e/o merci 10 20,0% € 297.672.778,00 20,8%
a4) Veicoli su rotaia 6 12,0% € 140.157.861,00 9,8%
b1) Gestione del trasferimento intermodale di persone e/o merci nei nodi di scambio tra l’ultimo miglio marino e il primo miglio terrestre 3 6,0% € 125.431.546,00 8,7%
b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci 19 38,0% € 421.032.249,00 29,4%
b3) Sistemi di produzione modulari, ecologici, ergonomici, sicuri, efficienti ed economici per mezzi di trasporto e/o relative infrastrutture 3 6,0% € 43.629.597,00 3,0%
Totale 50 100% € 1.433.689.061,00 100%
▼ Tabella distribuzione dei programmi e degli investimenti previsti per area tematica
▼ Grafico distribuzione dei programmi e degli investimenti previsti
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
% Progetti
% Investimenti
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142 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
La tabella seguente riporta un confronto tra le idee progettuali raccolte nelcorso della consultazione pubblica del 2007 e i programmi di investimentopresentati al bando alla scadenza del 15 settembre 2008.
Si può osservare, dal confronto, un effetto di «concentrazione», in media diun fattore 9, da un minimo per il tema a4) (fattore di riduzione 3) a un mas-simo per il tema b2) (fattore 12) dovuto probabilmente all’aggregazione trasoggetti che inizialmente avevano avanzato idee progettuali distinte, tenendotuttavia presente che chi ha partecipato alla consultazione pubblica non hanecessariamente partecipato anche al bando (e viceversa) e tenendo contodella sostanziale differenza qualitativa e numerica tra idee progettuali e pro-grammi di investimento, si rileva in ogni caso che: • l’area tematica b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata si conferma
quella con il maggior numero di programmi presentati (il 51% sul totaleidee progettuali raccolte durante la consultazione, e il 38% sul totale deiprogrammi presentati a valere sul bando);
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Area tematica N. di % N. idee % Fattoreprogrammi prog. «riduzione»
a1) Sistemi e sottosistemi navali competitivi (per qualità, costo e prestazioni) 3 6% 13 3% 4
a2) Imbarcazioni energeticamente efficienti, ecologiche, facili da manutenere, e dotate di sistemi di navigazione, automazione e controllo intelligenti 6 12% 39 9% 7
a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicuri e interconnessi per il trasporto di persone e/o merci 10 20% 98 22% 10
a4) Veicoli su rotaia 6 12% 17 4% 3
b1) Gestione del trasferimento intermodale di persone e/o merci nei nodi di scambio tra l’ultimo miglio marino e il primo miglio terrestre 3 6% 32 7% 11
b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci 19 38% 224 51% 12
b3) Sistemi di produzione modulari, ecologici, ergonomici, sicuri, efficienti ed economici per mezzi di trasporto e/o relative infrastrutture 3 6% 19 4% 6
Totale 50 100% 4422 100% 9
▼ Distribuzione per area tematica
2. Il totale non tiene conto delle idee progettuali pervenute classificate «altro».
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 143
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• il maggior incremento percentuale si riscontra nelle aree tecnologiche a4)Veicoli su rotaia (+8%) a2) Imbarcazioni e a1) Sistemi e sottosistemi na-vali (+3%);
• un incremento seppur modesto si riscontra nell’area tematica b3) Sistemidi produzione (+2%);
• in ogni caso 3 aree tematiche hanno avuto scostamenti rispetto ai valoridella consultazione: b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata (–13%)a3) Veicoli urbani stradali su gomma (–2%) e b1) Gestione del trasferi-mento intermodale (–1%).
Considerato che l’importo minimo richiesto per partecipare al bando persingolo programma era differente a seconda dell’area tematica, la tabella se-guente sottolinea come il valor medio dei progetti presentati si attesti in tut-te le aree tematiche molto al di sopra di tale importo minimo. Infine si mettein evidenza come nell’area tematica a2) Imbarcazioni l’importo medio deiprogrammi si sia sestuplicato, mentre in tutte le altre aree tematiche l’impor-to medio dei programmi si sia quasi raddoppiato rispetto all’importo mini-mo richiesto per partecipare al bando.
▼ Confronto tra le idee progettuali raccolte nel corso della consultazione pubblica e i programmi di investimento presentatial bando, per tecnologia
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Bando
Consultazione
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144 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Area tematica Valore medio Importo dei programmi minimo previsto
dal bando
a1) Sistemi e sottosistemi navali competitivi (per qualità, costo e prestazioni) € 36.741.527 € 20.000.000
a2) Imbarcazioni energeticamente efficienti, ecologiche, facili da manutenere, e dotate di sistemi di navigazione, automazione e controllo intelligenti € 49.256.742 € 8.000.000
a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicuri e interconnessi per il trasporto di persone e/o merci € 29.767.278 € 12.000.000
a4) Veicoli su rotaia € 23.359.644 € 12.000.000
Valore medio temi per innovazione di filiera € 34.781.298
b1) Gestione del trasferimento intermodale di persone e/o merci nei nodi di scambio tra l’ultimo miglio marino e il primo miglio terrestre € 41.810.515 € 20.000.000
b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci € 22.159.592 € 12.000.000
b3) Sistemi di produzione modulari, ecologici, ergonomici, sicuri, efficienti ed economici per mezzi di trasporto e/o relative infrastrutture € 14.543.199 € 8.000.000
Valore medio temi per innovazione di sistema € 19.628.327
▼ Tabella importo medio dei programmi per area tematica
▼ Grafico importo medio dei programmi per area tematica
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t 10.000.000
t 20.000.000
t 30.000.000
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Valore medio dei programmi
Importo minimo previsto dal bando
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 145
INTE
RVEN
TI
Il bando prevedeva la presentazione di programmi di investimento da partedi partenariati formati da imprese e organismi di ricerca. La numerosità ecomposizione dei partenariati è stata lasciata alla libera determinazione deiproponenti. I valori medi per area tecnologica sono riportati nella tabellaseguente.
I progetti con partenariati mediamente più numerosi riguardano le aree tec-nologiche b1) Gestione del trasferimento intermodale e a3) Veicoli urbanistradali su gomma.
Area tematica Numero medio Numero medio Numero mediodi partner per di imprese di organismi programma per di ricerca presentato programma per programma
a1) Sistemi e sottosistemi navali competitivi (per qualità,costo e prestazioni) 13,7 10,3 3,3
a2) Imbarcazioni energeticamente efficienti, ecologiche, facili da manutenere, e dotate di sistemi di navigazione, automazione e controllo intelligenti 14,2 10,7 3,5
a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicuri e interconnessi per il trasporto di persone e/o merci 20,2 14,2 6,0
a4) Veicoli su rotaia 12,8 8,5 4,3
Totale temi per innovazione di filiera 15,2 10,9 4,3
b1) Gestione del trasferimento intermodale di persone e/o merci nei nodi di scambio tra l’ultimo miglio marino e il primo miglio terrestre 23,3 18,3 5,0
b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci 14,1 9,8 4,3
b3) Sistemi di produzione modulari, ecologici, ergonomici, sicuri, efficienti ed economici per mezzi di trasporto e/o relative infrastrutture 9,3 5,3 4,0
Totale temi per innovazione di sistema 15,6 11,1 4,4
▼ Tabella composizione media dei partenariati per area tematica
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146 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
▼ Grafico composizione media dei partenariati per area tematica
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5
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N. medio di partner per programma N. medio di organismi di ricerca N. medio di imprese
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 147
Dal punto di vista territoriale, considerando le percentuali sul totale degli in-vestimenti previsti nelle diverse regioni dai progetti presentati, la Liguria ri-sulta la prima Regione per ammontare degli investimenti, seguita dalla Re-gione Piemonte. Sardegna e Calabria invece sono le Regioni con il minor va-lore degli investimenti (con programmi riferiti peraltro solo all’area tematica«Temi per innovazione di sistema»).Lo 0,8% sul totale degli investimenti riguarda territori al di fuori dell’Italia.
La Liguriarisulta la primaRegione per ammontaredegliinvestimenti
Area tematica Imprese Organismi Totaledi ricerca
a1) Sistemi e sottosistemi navali competitivi (per qualità, costo e prestazioni) 31 10 41
a2) Imbarcazioni energeticamente efficienti, ecologiche, facili da manutenere, e dotate di sistemi di navigazione, automazione e controllo intelligenti 64 21 85
a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicuri e interconnessi per il trasporto di persone e/o merci 142 60 202
a4) Veicoli su rotaia 51 26 77
b1) Gestione del trasferimento intermodale di persone e/o merci nei nodi di scambio tra l’ultimo miglio marino e il primo miglio terrestre 55 15 70
b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci 187 81 268
b3) Sistemi di produzione modulari, ecologici, ergonomici, sicuri, efficienti ed economici per mezzi di trasporto e/o relative infrastrutture 16 12 28
Totale 546 225 771
▼ Imprese e organismi di ricerca partecipanti per area tematica
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148 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
REGIONI a) Temi per b) Temi per Totale investimenti %innovazione innovazione previsti sul totale
di filiera di sistema per Regione
Abruzzo 11.967.974 3.134.126 15.102.100 1,1%
Basilicata 403.800 7.721.162 8.124.962 0,6%
Calabria - 2.833.481 2.833.481 0,2%
Campania 77.367.689 24.221.215 101.588.904 7,1%
Emilia Romagna 68.541.148 34.220.325 102.761.473 7,2%
Friuli-Venezia Giulia 44.855.816 11.457.748 56.313.564 3,9%
Lazio 38.564.862 147.473.956 186.038.818 13,0%
Liguria 226.028.757 62.638.158 288.666.915 20,1%
Lombardia 64.058.825 75.907.987 139.966.812 9,8%
Marche 5.612.773 1.291.527 6.904.300 0,5%
Piemonte 147.962.173 62.686.743 210.648.916 14,7%
Puglia 28.977.280 12.294.787 41.272.067 2,9%
Sardegna - 1.541.400 1.541.400 0,1%
Sicilia 18.302.412 7.827.780 26.130.192 1,8%
Toscana 64.723.897 41.722.024 106.445.921 7,4%
Trentino-Alto Adige 4.149.066 34.931.455 39.080.521 2,7%
Umbria 1.331.336 22.062.918 23.394.254 1,6%
Veneto 30.733.021 34.030.322 64.763.343 4,5%
Estero 10.014.840 2.096.278 12.111.118 0,8%
TOTALE 843.595.669 590.093.392 1.433.689.061 100,0%
▼ Tabella distribuzione territoriale degli investimenti previsti (valori espressi in euro)
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 149
Esaminando l’ammontare degli investimenti previsti territorialmente perl’area tematica «Temi per innovazione di filiera» 8 Regioni hanno visto lapresenza di progetti relativi a tutti i sottotemi previsti, in particolare: Cam-pania, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Pie-monte, Toscana e Veneto.
Area tematica«Temi perinnovazione di filiera»: 8 Regionihanno visto la presenza di progettirelativi a tutti i sottotemiprevisti
▼ Grafico distribuzione territoriale degli investimenti previsti (valore espressi in euro)
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a) Temi per innovazione di filiera
b) Temi per innovazione di sistema
Totale complessivo
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150 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Analizzando l’ammontare degli investimenti previsti territorialmente per l’a-rea tematica «Temi per innovazione di sistema» la maggior parte delle Regio-ni risulta rappresentata in tutti i sottotemi.
REGIONI a1) Sistemi e a2) Imbarcazioni 3) Veicoli urbani a4) Veicoli sottosistemi navali energeticamente stradali su gomma su rotaia
competitivi (per efficienti, ecologici, qualità, costo ecologiche, facili ergonomici, e prestazioni) da manutenere, economici, sicuri
e dotate di sistemi e interconnessidi navigazione, per il trasporto automazione e di persone
controllo intelligenti e/o merci
Abruzzo 10.534.478 1.433.496
Basilicata 403.800
Calabria
Campania 21.951.924 506.600 7.554.176 47.354.989
Emilia Romagna 273.490 19.047.381 48.433.277 787.000
Friuli-Venezia Giulia 36.655.630 4.105.890 900.000 3.194.296
Lazio 3.838.420 23.505.113 11.221.329
Liguria 25.704.145 186.314.818 3.303.500 10.706.294
Lombardia 13.053.537 18.822.425 24.185.009 7.997.854
Marche 3.841.623 1.771.150
Piemonte 1.334.978 4.539.658 126.987.772 15.099.765
Puglia 5.368.536 1.340.044 22.268.700
Sardegna
Sicilia 12.927.616 5.374.796
Toscana 600.023 35.571.135 22.405.981 6.146.758
Trentino-Alto Adige 3.473.200 675.866
Umbria 1.331.336
Veneto 1.440.695 3.015.556 13.359.590 12.917.180
Estero 1.606.600 7.781.840 626.400
TOTALE 110.224.581 295.540.449 297.672.778 140.157.861
▼ Aree tematiche «Temi per innovazione di filiera» (valori espressi in euro)
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 151
REGIONI b1) Gestione del b2) Sistemi per la mobilità b3) Sistemi di produzionetrasferimento intermodale sicura e integrata fra modulari, ecologici,di persone e/o merci nei veicoli e infrastrutture ergonomici, sicuri,
nodi di scambio tra per il trasporto di persone efficienti ed economici l’ultimo miglio marino e/o merci per mezzi di trasporto
e il primo miglio terrestre e/o relativeinfrastrutture
Abruzzo 3.134.126
Basilicata 3.733.896 3.567.266 420.000
Calabria 2.833.481
Campania 5.103.702 17.830.330 1.287.183
Emilia Romagna 2.774.867 29.171.858 2.273.600
Friuli-Venezia Giulia 5.136.249 5.158.197 1.163.302
Lazio 14.430.005 131.884.749 1.159.202
Liguria 47.625.986 13.518.554 1.493.618
Lombardia 4.113.761 59.543.953 12.250.273
Marche 991.427 300.100
Piemonte 2.058.192 42.170.017 18.458.534
Puglia 6.825.647 5.469.140
Sardegna 1.541.400
Sicilia 7.827.780
Toscana 15.806.503 25.915.521
Trentino-Alto Adige 34.931.455
Umbria 9.453.130 12.609.788
Veneto 2.145.300 27.463.815 4.421.207
Estero 858.000 535.600 702.678
TOTALE 125.431.546 421.032.249 43.629.597
▼ Tabella aree tematiche «Temi per innovazione di sistema» (valori espressi in euro)
a) Temi per b) Temi per Totale %innovazione innovazione investimenti sul totale
di filiera di sistema
Centro - Nord € 696.561.674 € 528.423.163 € 1.224.984.837 85,4%
Mezzogiorno € 137.019.155 € 59.573.951 € 196.593.106 13,8%di cui «Convergenza» € 124.647.381 € 47.177.263 € 171.824.644 12,0%
Estero € 10.014.840 € 2.096.278 € 12.111.118 0,8%
TOTALE € 843.595.669 € 590.093.392 € 1.433.689.061 100%
▼ Distribuzione, per area geografica, degli investimenti per i programmi presentati
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152 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
RIEPILOGO PER AREA TECNOLOGICAIN
TERV
ENTI
▼ a1) Sistemi e sottosistemi navali competitivi (per qualità, costo e prestazioni)
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 3 6,0%
Investimenti previsti € 110.224.581 7,7%
Valore medio dei programmi € 36.741.527 € 28.673.781
Totale partecipanti 41 5,3%– n. imprese 31 5,7%– n. organismi di ricerca 10 4,4%
N. medio di partner per programma 13,7 15,4– n. medio di imprese 10,3 10,9– n. medio di organismi di ricerca 3,3 4,5
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi > 30 milioni di euro Friuli-Venezia Giulia € 36.655.630
Investimenti complessivi Liguriatra 10 e 30 milioni di euro Campania
Lombardia € 60.709.606
Investimenti complessivi Puglia< 10 milioni di euro Marche
VenetoPiemonteToscana
Emilia Romagna € 12.859.345
Assenza di programmi proposti AbruzzoBasilicataCalabria
LazioMolise
SardegnaSicilia
Trentino-Alto AdigeUmbria
Valle d’Aosta
Estero
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 153
INTE
RVEN
TI
▼ a2) Imbarcazioni energeticamente efficienti, ecologiche, facili da manutenere, e dotate di sistemi di navigazione, automazione e controllo intelligenti
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 6 12%
Investimenti previsti € 295.540.449 20,6%
Valore medio dei programmi € 49.256.742 € 28.673.781
Totale partecipanti 85 11%– n. imprese 64 11,7%– n. organismi di ricerca 21 9,3%
N. medio di partner per programma 14,2 15,4– n. medio di imprese 10,7 10,9– n. medio di organismi di ricerca 3,5 4,5
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi > 30 milioni di euro LiguriaToscana € 221.885.953
Investimenti complessivi Emilia Romagnatra 10 e 30 milioni di euro Lombardia
Sicilia € 50.797.422
Investimenti complessivi Piemonte< 10 milioni di euro Friuli-Venezia Giulia
LazioTrentino-Alto Adige
VenetoMarche
Campania € 21.250.474
Assenza di programmi proposti AbruzzoBasilicataCalabriaMolisePuglia
SardegnaUmbria
Valle d’Aosta
Estero € 1.606.600
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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154 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI▼ a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicuri ed interconnessi per il trasporto di persone e/o merci
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 10 20%
Investimenti previsti € 297.672.778 20,8%
Valore medio dei programmi € 29.767.278 € 28.673.781
Totale partecipanti 202 26,2%– n. imprese 142 26%– n. organismi di ricerca 60 26,7%
N. medio di partner per programma 20,2 15,4– n. medio di imprese 14,2 10,9n. medio di organismi di ricerca 6,0 4,5
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi > 30 milioni di euro PiemonteEmilia Romagna € 175.421.049
Investimenti complessivi Lombardiatra 10 e 30 milioni di euro Lazio
ToscanaVeneto
Abruzzo € 93.990.171
Investimenti complessivi Campania< 10 milioni di euro Sicilia
LiguriaPugliaUmbria
Friuli-Venezia Giulia Trentino-Alto Adige € 20.479.718
Assenza di programmi proposti BasilicataCalabriaMarcheMolise
SardegnaValle d’Aosta 0
Estero € 7.781.840
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 155
INTE
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TI
▼ a4) Veicoli su rotaia
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 6 12%
Investimenti previsti € 140.157.861 9,8%
Valore medio dei programmi € 23.359.644 € 28.673.781
Totale partecipanti 77 10%– n. imprese 51 9,3%– n. organismi di ricerca 26 11,6%
N. medio di partner per programma 12,8 15,4– n. medio di imprese 8,5 10,9– n. medio di organismi di ricerca 4,3 4,5
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi > 30 milioni di euro Campania € 47.354.989
Investimenti complessivi Pugliatra 10 e 30 milioni di euro Piemonte
VenetoLazio
Liguria € 72.213.268
Investimenti complessivi Lombardia< 10 milioni di euro Toscana
Friuli-Venezia Giulia Abruzzo
Emilia RomagnaBasilicata € 19.963.204
Assenza di programmi proposti CalabriaMarcheMolise
Sardegna SiciliaUmbria
Trentino-Alto AdigeValle d’Aosta
Estero € 626.400
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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156 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI▼ b1) Gestione del trasferimento intermodale di persone e/o merci nei nodi di scambio tra l’ultimo miglio marino e il primo miglio terrestre
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 3 6%
Investimenti previsti € 125.431.546 8,7%
Valore medio dei programmi € 41.810.515 € 28.673.781
Totale partecipanti 70 9,1%– n. imprese 55 10,1%– n. organismi di ricerca 15 6,7%
N. medio di partner per programma 23,3 15,4– n. medio di imprese 18,3 10,9– n. medio di organismi di ricerca 5,0 4,5
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi > 30 milioni di euro Liguria 47.625.986
Investimenti complessivi Toscanatra 10 e 30 milioni di euro Lazio 30.236.508
Investimenti complessivi Umbria< 10 milioni di euro Puglia
Friuli-Venezia Giulia CampaniaLombardiaBasilicataCalabria
Emilia RomagnaVeneto
PiemonteSardegnaMarche 46.711.052
Assenza di programmi proposti AbruzzoMoliseSicilia
Trentino-Alto AdigeValle d’Aosta
Estero 858.000
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 157
INTE
RVEN
TI
▼ b2) Sistemi per la mobilità sicura ed integrata fra veicoli e infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 19 38%
Investimenti previsti € 421.032.249 29,4%
Valore medio dei programmi € 22.159.592 € 28.673.781
Totale partecipanti 268 34,8%– n. imprese 187 34,2%– n. organismi di ricerca 81 36%
N. medio di partner per programma 14,1 15,4– n. medio di imprese 9,8 10,9– n. medio di organismi di ricerca 4,3 4,5
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi > 30 milioni di euro LazioLombardiaPiemonte
Trentino-Alto Adige € 268.530.174
Investimenti complessivi Emilia Romagnatra 10 e 30 milioni di euro Veneto
ToscanaCampania
LiguriaUmbria € 126.509.866
Investimenti complessivi Sicilia< 10 milioni di euro Puglia
Friuli-Venezia Giulia BasilicataAbruzzoMarche € 25.456.609
Assenza di programmi proposti CalabriaMolise
SardegnaValle d’Aosta
Estero € 535.600
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
04_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 157
158 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI▼ b3) Sistemi di produzione modulari, ecologici, ergonomici, sicuri, efficienti ed economici per mezzi di trasporto e/o relative infrastrutture
Programmi proposti Valore Confronto sul totale aree tecnologiche
N. programmi 3 6%
Investimenti previsti € 43.629.597 3%
Valore medio dei programmi € 14.543.199 € 28.673.781
Totale partecipanti 28 3,6%– n. imprese 16 2,9%– n. organismi di ricerca 12 5,3%
N. medio di partner per programma 9,3 15,4– n. medio di imprese 5,3 10,9– n. medio di organismi di ricerca 4.0 4,5
Distribuzione territoriale Regioni Totale investimenti degli investimenti*
Investimenti complessivi > 30 milioni di euro
Investimenti complessivi Piemontetra 10 e 30 milioni di euro Lombardia € 30.708.807
Investimenti complessivi Veneto< 10 milioni di euro Emilia Romagna
LiguriaCampania
Friuli-Venezia Giulia Lazio
Basilicata € 12.218.112
Assenza di programmi proposti AbruzzoCalabriaMarcheMolisePuglia
SardegnaSicilia
ToscanaTrentino-Alto Adige
UmbriaValle d’Aosta
Estero € 702.678
Nota: in grassetto sono evidenziate le Regioni convergenza.
* Quota di investimenti dei programmi per sede di svolgimento.
04_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 158
I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 159
INTE
RVEN
TI
I PROGETTI AMMESSI A FINANZIAMENTO
Terminata la fase di istruttoria e di valutazione dei progetti presentati, è statopubblicato nella G.U. n. 18 del 23 gennaio 2009 il Decreto contenente la gra-duatoria dei programmi ammissibili a finanziamento per in bando «Mobilitàsostenibile».I 25 progetti ammessi agli incentivi coinvolgono complessivamente partenariatiche sommano 454 imprese e centri di ricerca (336 contando una volta sola i sog-getti partecipanti a più programmi) e attiveranno circa 500 milioni di investi-menti in attività di ricerca e sviluppo.
I 25 progettiammessi agli incentivicoinvolgonocomplessivamentepartenariati che sommano 454 imprese e centri di ricerca
Temi di innovazione Temi di innovazionedi filiera di sistema
N. programmi ammessi 14 11
costo agevolabile € 247.091.268 € 197.147.285
contributo concedibile € 98.972.626 € 81.027.374
Totale partner 235 219
04_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 159
160 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Area Progetto N. Capofila Costo Contributotematica partner agevolabile concedibile
a1) Sistemi navali di nuova 25 FINCANTIERI CANTIERI € 26.966.668 € 10.496.586generazione NAVALI ITALIANI
a2) VISIONVAPORETTO 11 FINCANTIERI CANTIERI € 9.346.223 € 3.709.153DI VENEZIA DI NUOVA NAVALI ITALIANIGENERAZIONE
a3) MUSS - Mobilità Urbana 17 PIAGGIO & C. Spa € 21.659.195 € 8.469.871e Infraurbana Sostenibile e Sicura
MECCANO 30 CENTRO RICERCHE € 29.817.220 € 12.080.374FIAT S.C.p.A.
ECO-DESMO 6 DUCATI MOTOR € 12.137.661 € 4.762.751HOLDING S.p.a.
PBI, Piattaforma Bus Innovativi 6 BREDAMENARINIBUS € 12.188.967 € 4.732.946
Autobus eco-compatibile 31 ALTRA S.p.A. € 17.761.008 € 7.547.381ottimizzato per la mobilità urbana sostenibile
VECTOR 2015 21 IVECO S.p.A. € 19.262.197 € 7.373.798
IQMMTM 10 A.R.I.S. Spa € 12.366.358 € 4.368.236
LIVE 28 IVECO S.p.A. € 23.445.108 € 9.608.755
a4) SITRAM 26 ANSALDO TRASPORTI - € 15.378.573 € 6.393.934SISTEMI FERROVIARI S.p.A.
CARITAS 6 MAGLIOLA SPA € 12.335.079 € 4.915.027
POSTRAIN 13 FIREMA TRASPORTI € 22.345.474 € 9.461.433
FLEXIBLE SECURITY 5 OTO MELARA SpA € 12.081.537 € 5.052.381VEHICLE
b1) SIS-TEMA 21 RINA SPA € 22.921.812 € 10.366.745
SLIMPORT 37 ELSAG DATAMAT S.p.A. € 25.727.146 € 11.354.831
b2) EASY RIDER 34 MAGNETI MARELLI € 31.526.405 € 12.826.795SISTEMI ELETTRONICI S.p.A
SITMAR 5 SELEX SISTEMI € 12.086.500 € 5.193.275INTEGRATI S.p.A.
Context Aware Mobility 13 ITALTEL S.p.A. € 12.215.617 € 5.186.688Platform (CAMP)
LOG ON 17 C.I.T.E.C. € 12.120.365 € 6.603.612
SIFEG 14 TECNO HABITAT Spa € 17.135.298 € 7.052.879
PEGASUS 15 OCTO TELEMATICS SRL € 16.434.391 € 7.146.202
IMPULSO 24 VITROCISET S.p.A. € 13.968.368 € 6.069.093
MOTUS 25 Telecom Italia € 19.970.022 € 8.482.299
b3) FLEXPROD 14 Comau spa € 13.041.361 € 744.955
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 161
INTE
RVEN
TI
Di seguito sono riportate tabelle riassuntive relative ai programmi ammessi afinanziamento tenendo conto della graduatoria finale.
▼D
istr
ibuz
ione
terr
itoria
le d
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stim
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per
aree
tecn
olog
iche
a1a2
a3a4
b1
b2
b3
Tota
le
ABRU
ZZO
€3.
081.
677,
17€
946.
107,
36€
4.02
7.78
4,53
BASI
LICA
TA€
223.
740,
00€
2.01
0.17
6,00
€72
5.62
7,74
€28
4.31
0,00
€3.
243.
853,
74
CALA
BRIA
€1.
399.
320,
10€
1.39
9.32
0,10
CAM
PANI
A€
1.19
3.65
2,29
€3.
435.
348,
58€
21.8
15.5
48,7
4€
1.51
5.52
1,60
€7.
778.
645,
78€
290.
160,
00€
36.0
28.8
76,9
8
EMIL
IA R
OM
AGNA
€24
6.14
1,00
€30
.675
.476
,35
€55
6.54
4,37
€47
1.81
3,55
€6.
792.
425,
35€
1.41
9.60
0,00
€40
.162
.000
,62
FRIU
LI-V
.GIU
LIA
€3.
859.
116,
89€
897.
866,
29€
576.
471,
80€
2.41
0.37
4,14
€2.
731.
087,
35€
412.
553,
13€
10.8
87.4
69,6
0
LAZI
O€
6.89
7.50
5,30
€2.
620.
911,
64€
47.8
03.6
51,0
2€
604.
525,
74€
57.9
26.5
93,6
9
LIG
URIA
€9.
721.
151,
34€
1.59
2.91
0,00
€1.
770.
841,
74€
7.78
3.05
9,69
€25
.686
.685
,52
€5.
918.
094,
65€
452.
723,
23€
52.9
25.4
66,1
7
LOM
BARD
IA€
7.09
0.64
9,00
€1.
704.
157,
37€
13.4
52.1
84,0
1€
6.09
3.68
9,11
€2.
471.
853,
43€
23.7
40.3
11,7
8€
439.
042,
50€
54.9
91.8
87,1
9
MAR
CHE
€1.
252.
888,
23€
772.
483,
00€
222.
131,
25€
2.24
7.50
2,48
PIEM
ONT
E€
850.
446,
04€
62.0
26.2
90,9
2€
10.1
64.9
26,7
7€
1.18
5.76
9,69
€20
.444
.230
,47
€9.
550.
999,
74€
104.
222.
663,
62
PUG
LIA
€2.
540.
275,
73€
248.
052,
29€
4.42
2.66
0,00
€2.
546.
177,
24€
503.
958,
00€
10.2
61.1
23,2
6
SARD
EGNA
€0,
00
SICI
LIA
€2.
383.
210,
32€
3.36
8.69
0,19
€5.
751.
900,
50
TOSC
ANA
€10
.298
.284
,65
€1.
906.
918,
72€
4.00
5.85
8,78
€11
.501
.573
,80
€27
.712
.635
,96
TREN
TINO
-A.A
DIG
E€
1.74
7.15
5,74
€47
6.59
6,49
€1.
875.
931,
28€
4.09
9.68
3,51
UMBR
IA€
376.
645,
85€
882.
337,
50€
1.25
8.98
3,35
VENE
TO€
212.
347,
49€
3.40
4.13
3,53
€8.
340.
700,
48€
5.81
7.09
3,73
€1.
231.
300,
00€
3.48
6.80
4,53
€22
.492
.379
,77
ESTE
RO€
4.59
8.42
8,02
€4.
598.
428,
02
04_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 161
▼ Area tematica - a1) Sistemi e sottosistemi navali competitivi (per qualità, costo e prestazioni)
162 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI3 Titolo Partner Investimento
Sistemi navali di nuova Imprese € 25.013.006generazione
Primo proponente Fincantieri Cantieri Navali Italiani € 7.029.879
Fincantieri Cantieri Navali Italiani COES € 3.833.654
Isotta Fraschini Motori € 2.540.276
Marinoni € 1.891.039
ABB € 1.360.675
Eusebi Impianti € 1.131.386
Selmar € 942.016
AVIO € 850.446
SAIT € 796.434
Wartsila Italia € 784.556
Bruno Presezzi € 711.123
Cetena € 613.070
Esarc Hi-Tech € 587.162
Geokarst Engineering € 489.191
Ecospray Technologies € 475.313
Rina € 415.091
Sagicofim € 255.518
Sanitrade € 133.150
C.M.T. € 121.502
C.T.M. Ambiente € 51.525
Organismi di ricerca € 1.953.662
CNR - Dipartimento Energia e Trasporti € 1.193.652
Università Modena e Reggio Emilia € 246.141
Politecnico di Milano - Dipartimento di Chimica € 197.460
Politecnico di Milano - Dipartimento di Meccanica € 182.460
Università Trieste - Dipartimento di Ingegneria Navale € 133.949
Territori coinvolti € 26.966.668
Liguria € 9.721.151
Lombardia € 7.090.649
Friuli-Venezia Giulia € 3.859.117
Puglia € 2.540.276
Marche € 1.252.888
Campania € 1.193.652
Piemonte € 850.446
Emilia Romagna € 246.141
Veneto € 212.347
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistemi navali innovativi,efficienti ed ecologici perinnovare la sistemistica el’impiantistica di bordo
04_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 162
I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 163
INTE
RVEN
TI
5 Titolo Partner Investimento
VISIONVAPORETTO Imprese € 9.031.192DI VENEZIA DI NUOVA GENERAZIONE
Primo proponente SGS Future € 1.747.156,00
Fincantieri Cantieri Navali Italiani Ansaldo Sistemi Industriali € 1.725.041,00
Cantiere Navale De Poli € 1.175.875,00
Fincantieri Cantieri Navali Italiani € 1.023.919,00
Cetena € 976.860,00
Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno € 937.253,00
Rina € 616.050,00
Berengo € 280.427,00
Esion € 280.339,00
Fiamm € 268.272,00
Centri di ricerca € 315.032
Stazione Sperimentale del Vetro € 315.032,00
Territori coinvolti € 9.346.224
Veneto € 3.404.133,53
Trentino-Alto Adige € 1.747.155,74
Lombardia € 1.704.157,37
Liguria € 1.592.910,00
Friuli-Venezia Giulia € 897.866,29
▼ Area tematica a2) Imbarcazioni energeticamente efficienti, ecologiche, facili da manutenere,e dotate di sistemi di navigazione, automazione e controllo intelligenti
OGGETTO DEL PROGRAMMA Vaporetto di Venezia
innovativo, con sistema ibridodi generazione energia a cellea combustibile alimentate a
idrogeno, fotovoltaico eaccumulatori, e propulsione
elettrica azimutale, per migliorerispetto dell’ambiente e
comfort passeggeri
04_SDAPI 125.qxd 23-10-2009 12:50 Pagina 163
164 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI2 Titolo Partner Investimento
MUSS - Mobilità Urbana e Imprese € 15.848.504Infraurbana Sostenibile e Sicura
Primo proponente Piaggio & C. Spa € 11.742.932
Piaggio & C. Spa Magneti Marelli Powertrain Spa € 3.331.814
RE:Lab € 273.624
Alma Automotive Srl € 255.262
Sea Marconi Technologies di Vander Tumiatti Sas € 244.872
Centri di ricerca € 5.810.691
Politecnico di Milano € 678.470
Università degli Studi di Firenze € 654.497
CNR - Dipartimento Energia e Trasporti € 603.202
Consorzio COMETA € 576.933
Università di Napoli Federico II Dip. di Ingegneria Meccanica per l’Energetica € 558.720
Università di Pisa - Dip. di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione € 504.000
Università di Roma «Tor Vergata» € 475.157
Università Telematica Guglielmo Marconi € 431.726
ENEA € 416.826
CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano € 360.000
Università di Roma La Sapienza € 325.296
Università degli Studi di Padova € 225.864
Territori coinvolti € 21.659.195
Toscana € 10.298.285
Emilia Romagna € 3.001.111
Veneto € 2.829.008
Lazio € 1.649.005
Campania € 1.161.922
Piemonte € 1.104.461
Lombardia € 1.038.470
Sicilia € 576.933
▼ Area tematica a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicuried interconnessi per il trasporto di persone e/o merci
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 165
INTE
RVEN
TI
4 Titolo Partner Investimento
MECCANO Imprese € 28.169.738
Primo proponente PININFARINA SPA 4.571.967
CENTRO RICERCHE FIAT FIAT GROUP AUTOMOBILES 2.664.898S.C.p.A.
MAGNETI MARELLI POWERTRAIN S.P.A. 2.456.550MICHELIN CDM 1.587.105BLM 1.416.696REICOM 1.321.533DANISI Engineering S.r.L. 1.016.034PROPLAST 874.260MAGNETI MARELLI SISTEMI ELETTRONICI S.p.A. 804.791TXT e-solutions S.p.A 630.005EICAS Automazione 582.303METATRON S.R.L. 481.894AGT 451.416PLASTAL S.p.A. 412.050FIORAVANTI S.r.L. 361.588MARANGONI TYRE S.p.A. 353.259PERSICO S.p.A. 290.437SYDERA S.R.L. 288.673AUTOLIV Italia S.p.A 257.227IMAST S.C.A.R.L. 241.244MAGNETI MARELLI SISTEMI SOSPENSIONI 228.192SKORPION ENGINEERING 186.057TECNOMATIC S.P.A. 162.411CENTRO RICERCHE FIAT S.C.p.A. 6.529.148Centri di ricerca 1.647.485POLITECNICO DI TORINO 452.379ENEA 324.597CENTRO DI PROGETTAZIONE, DESIGN & TECNOLOGIE DEI MATERIALI 248.436ALMA MATER STUDIORUM UNIV. DI BOLOGNA 232.573CNR DET 217.300UNIV. DEGLI STUDI DELL’AQUILA 172.200Territori coinvolti € 29.817.223Piemonte € 19.125.593,35Lombardia € 2.747.219,74Emilia Romagna € 2.365.201,98Veneto € 1.730.673,61Lazio € 1.127.411,11Abruzzo € 334.054,90Puglia € 248.052,29Campania € 240.839,20Sicilia € 216.935,38Trentino-Alto Adige € 96.796,67Estero € 1.584.441,77
▼ Area Tematica - a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici,sicuri ed interconnessi per il trasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Navetta configurabile, a usoprivato o di tipo car sharing,
per mobilità urbana eco-compatibile
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166 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
RVEN
TI8 Titolo Partner Investimento
MECO-DESMO Imprese € 12.137.663
Primo proponente Ducati Motor Holding S.p.a. € 7.196.750,00
Ducati Motor Holding S.p.a. Magneti Marelli Powertrain S.p.a. € 3.259.520,00
Fonderia F.lli Zanetti s.r.l. € 714.501,00
C.P.C. S.r.l. € 678.112,00
Alma Automotive € 179.216,00
NAIS S.r.l. € 109.564,00
Territori coinvolti € 12.137.663
Emilia Romagna € 12.137.663,00
▼ Area tematica a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicuried interconnessi per il trasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Nuova famiglia di motori termicimotociclistici ad alte
prestazioni e a basso consumoe basse emissioni
10 Titolo Partner Investimento
PBI, Piattaforma Bus Innovativi Imprese € 11.269.504
Primo proponente BREDAMENARINIBUS € 5.637.072,00
BREDAMENARINIBUS CARRARO € 1.975.420,00
SAPIO PRODUZIONE IDROGENO OSSIGENO € 1.567.235,00
G & A ENGINEERING € 1.277.611,00
FERRARI BSN € 812.166,00
Centri di ricerca € 919.462
ENEA € 919.462,00
Territori coinvolti € 12.188.966
Emilia Romagna € 5.637.072,00
Abruzzo € 2.089.777,28
Veneto € 1.975.420,00
Lombardia € 1.567.235,00
Lazio € 919.462,50
▼ Area tematica a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicuried interconnessi per il trasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistema bus basato susottosistemi innovativi
standardizzati ecocompatibili e sicuri
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 167
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TI
17 Titolo Partner Investimento
Autobus ecocompatibile Imprese € 16.461.268ottimizzato per la mobilità urbana sostenibile
Primo proponente Irisbus Italia S.p.A. € 1.573.774,00
Altra S.p.A. Altra S.p.A. € 1.523.118,00
Meritor Heavy Vehicle Systems Cameri S.p.A. € 1.262.896,00
Johnson Controls Automotive S.r.l. € 936.812,00
ENI S.p.A. € 796.733,00
Delphi Italia Automotive Systems S.r.l. € 658.790,00
Innovazione Automotive e Metalmeccanica S.C.r.l. € 657.845,00
Digigroup S.r.l. € 657.348,00
Automotive Lighting Italia S.p.A. € 634.312,00
Sydera S.r.l. € 513.748,00
Iveco France S.A. € 471.986,00
SKF Industrie S.p.A. € 467.895,00
Marangoni Pneumatici S.p.A. € 379.800,00
Aunde Italia S.p.A. € 347.427,00
Magneti Marelli Sistemi Elettronici S.p.A. € 312.596,00
Archimede Energia S.r.l. € 295.809,00
Vibration - x di Bianchini Emanuele e C. S.a.s. € 274.152,00
IN.TE.CO. S.r.l. € 255.625,00
Proplast - Consorzio per la promozione della cultura plastica € 222.174,00
Dimac Red S.r.l. € 198.376,00
Monet S.r.l. € 181.643,00
Expansion Electronic S.r.l. € 160.209,00
Garroni Progetti S.r.l. € 147.673,00
Enecom Italia S.r.l. € 137.009,00
Centro Ricerche Fiat S.C.p.A. € 3.132.060,00
RELAB S.r.l. € 261.458,00
Centri di ricerca € 1.299.741
▼ Area tematica a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicuried interconnessi
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Autobus urbano 12 metri atrazione ibrida a minimo
impatto ambientale
segue
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168 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI17 Titolo Partner Investimento
Univ. di Catania - Dip. di Ingegneria Civile e Ambientale € 303.989,00
Univ. di Trieste - Dip. di Psicologia «Gaetano Kanizsa» € 302.320,00
Politecnico di Milano - Dip. di elettrotecnica € 293.365,00
Re:Lab S.r.l. € 261.458,00
Univ. di Roma «Roma 3» - Dip. DIMI € 220.279,00
Univ. di Parma - Dip. di Ingegneria dell’Informazione € 179.788,00
Territori coinvolti € 17.761.009
Piemonte € 9.720.334,53
Liguria € 1.670.790,50
Campania € 1.573.773,88
Lazio € 1.017.011,69
Lombardia € 787.550,97
Abruzzo € 657.845,00
Friuli-Venezia Giulia € 576.471,80
Emilia Romagna € 441.245,63
Trentino-Alto Adige € 379.799,82
Sicilia € 303.989,47
Veneto € 160.208,50
Estero € 471.986,25
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Autobus urbano 12 metri atrazione ibrida a minimo
impatto ambientale
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 169
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TI
18 Titolo Partner Investimento
VECTOR 2015 Imprese € 18.399.037
Primo proponente Iveco S.p.A. € 4.440.377,00
Iveco S.p.A. Farid Industrie S.p.A. € 1.529.652,00
ENI S.p.A. € 1.085.955,00
Knorr-Bremse Sistemi per Autoveicoli Commerciali S.p.A € 1.049.135,00
Cold Car S.p.A. € 1.026.936,00
Autoliv Italia S.p.A. € 732.416,00
TXT e-solutions S.p.A. € 496.471,00
Magneti Marelli Sistemi Elettronici S.p.A. € 449.124,00
Aunde Italia S.p.A. € 434.301,00
Baruffaldi S.p.A. € 429.203,00
Automotive Lighting Italia S.p.A. € 428.838,00
Adler Evo S.r.l. € 411.386,00
Meritor Heavy Vehicle Systems Cameri S.p.A. € 311.893,00
Expansion Electronic S.r.l. € 155.485,00
A.M.I.U. Genova S.p.A. € 101.555,00
Parmalat S.p.A. € 39.899,00
A1 Tecnoconsorzio per le innovazioni nell’industria delle costruzioni € 80.000,00
Centro Ricerche FIAT S.C.p.A. € 5.196.411,00
Centri di ricerca € 863.161
Università di Catania - Dipartimento di Ingegneria Industriale e Meccanica € 451.969,00
Centro Studi sui Sistemi di Trasporto CSST S.p.A. € 251.085,00
Università di Parma - Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione € 160.107,00
Al-Tech Consorzio per le innovazioni nell’industria delle costruzioni € 80.000,00
Territori coinvolti € 19.262.198
Emilia Romagna € 197.044,16
Liguria € 100.051,24
Lombardia € 3.015.447,45
Piemonte € 15.067.192,14
Sicilia € 729.278,92
Veneto € 153.182,66
▼ Area tematica a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicurie interconnessi
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Veicolo ecocompatibile per il trasporto urbanoottimizzato e multiruolo
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170 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI19 Titolo Partner Investimento
IQMMTM Imprese € 11.907.544
Primo proponente A.R.I.S. Spa € 2.703.471
A.R.I.S. Spa LOMBARDINI Srl € 2.582.551
ZAPI Spa € 1.589.146
SCIRE € 1.307.721
Meta System Spa € 1.101.797
DELL’ORTO Spa € 1.000.211
BEST MOTOR Srl € 721.660
ZIVAN Srl € 601.857
RE. LAB Srl € 299.130
Centri di ricerca € 757.944
CNR DIPARTIMENTO ENERGIA E TRASPORTI € 458.814
Territori coinvolti € 12.366.358
Campania € 458.813,90
Emilia Romagna € 6.896.140,40
Lazio € 1.307.720,83
Lombardia € 1.000.211,20
Piemonte € 2.703.471,24
▼ Area tematica a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicurie interconnessi
OGGETTO DEL PROGRAMMAQuadriciclo stradale
multimodale e multifunzione,per il trasporto sostenibile di merci nei centri storici
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TI
23 Titolo Partner Investimento
LIVE Imprese € 22.807.072
Primo proponente Iveco S.p.A. € 4.650.772,00
Iveco S.p.A. Robert Bosch GmbH € 2.542.000,00
Plastal S.p.A. € 1.373.000,00
Brembo S.p.A. € 956.400,00
IN.TE.CO. S.r.l. € 875.269,00
Johnson Controls Automotive S.r.l. € 789.400,00
Eni S.p.A. € 764.600,00
Automotive Lighting Italia S.p.A. € 683.595,00
Marangoni Tyre S.p.A. € 619.591,00
Rieter Automotive Fimit S.p.A. € 595.983,00
Sydera S.r.l. € 537.195,00
TXT e-solutions S.p.A. € 526.675,00
Fire Plast Italia S.r.l. € 500.800,00
Autoclima S.p.A. € 461.962,00
Selmat Automotive S.p.A. € 441.291,00
Danisi Engineering S.r.l. € 431.840,00
Magneti Marelli Sistemi Elettronici S.p.A. € 427.855,00
Adler Evo S.r.l. € 418.690,00
Zeuna Starker Produzione Italia S.r.l. € 376.646,00
GGG Elettromeccanica S.r.l. € 365.073,00
Archimede Energia S.r.l. € 295.938,00
Proplast - Consorzio per la promozione della cultura plastica € 208.189,00
Baruffaldi S.p.A. € 156.454,00
Expansion Electronic S.r.l. € 119.208,00
Centro Ricerche FIAT S.C.p.A. € 3.688.646,00
Centri di ricerca € 638.037
ENEA € 257.303,00
Univ. di Messina - Dip. di Chimica Industriale e Ingegneria dei Materiali € 191.000,00
Politecnico di Torino - Dip. Scienza dei Materiali e Ingegneria Chimica € 189.734,00
Territori coinvolti € 23.445.109
Piemonte € 14.305.238,40
Lombardia € 3.296.049,25
Umbria € 1.492.207,50
Lazio € 876.893,98
Sicilia € 556.073,44
Veneto € 376.645,85
Estero € 2.542.000,00
▼ Area tematica a3) Veicoli urbani stradali su gomma ecologici, ergonomici, economici, sicurie interconnessi per il trasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Realizzazione di veicoli leggeriecocompatibili e ottimizzati
per il trasporto delle persone
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172 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI14 Titolo Partner Investimento
CARITAS Imprese € 11.172.792
Primo proponente MAGLIOLA SPA € 3.562.739,00
MAGLIOLA SPA FAIVELEY TRANSPORT ITALIA SPA € 2.480.336,00
BLUE ENGINEERING SRL € 2.216.197,00
F.I.S.A. - FABBRICA ITALIANA SEDILI AUTOFERROVIARI SRL € 1.584.235,00
LOGOSYSTEM PLUS SRL € 1.329.285,00
Centri di ricerca € 1.162.287
POLITECNICO DI TORINO € 1.162.287,00
Territori coinvolti € 12.335.079
Piemonte € 10.164.926,77
Friuli-Venezia Giulia € 1.584.234,83
Veneto € 585.917,23
▼ Area tematica a4) Veicoli su rotaia
OGGETTO DEL PROGRAMMACarrozza ferroviaria
a due piani innovativa, rivolta al trasporto di personeaffette da disabilità motorie,
sensoriali o psichiche
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 173
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TI
7 Titolo Partner Investimento
SITRAM Imprese € 12.728.656
Primo proponente ANSALDO TRASPORTI SISTEMI € 3.336.413,00FERROVIARI S.P.A.
ANSALDO TRASPORTI ANSALDOBREDA S.P.A. € 2.779.739,00SISTEMI FERROVIARI S.P.A.
ANSALDO SEGNALAMENTO FERROVIARIO S.P.A. € 1.543.806,00
ELSAG DATAMAT SPA € 789.653,00
ISOCOMP S.P.A. € 556.544,00
IMAST S.c.a.r.l. € 527.487,00
PRODUCTION GROUP S.R.L. € 463.764,00
SPANTAX IMPIANTI S.R.L. € 451.311,00
I.S.E. INGEGNERIA DEI SISTEMI ELETTRONICI S.R.L. € 403.766,00
SYMACONTECH S.R.L. € 399.623,00
HYLA SOFT S.R.L. € 332.612,00
SCIROIDEA SPA € 308.762,00
AEP - ADVANCED ENGINEERING PROJECTS S.R.L. € 229.508,00
DIMAC RED S.R.L. € 224.127,00
CONSORZIO OPTOSONAR € 162.092,00
SAIMA SICUREZZA S.P.A. € 99.754,00
TRT TRASPORTI E TERRITORIO S.R.L. € 89.957,00
INFOCOM S.R.L. € 29.738,00
Centri di ricerca € 2.649.914
DIPARTIMENTO DI MECCANICA DEL POLITECNICO DI MILANO € 797.012,00
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA ELETTRICA UNINA € 703.451,00
CENTRO DI COMPETENZA TRASPORTI TEST € 605.674,00
NEXT TECHNOLOGY TECNOTESSILE SOCIETÀ NAZIONALE DI RICERCA r.l. € 202.903,00
UNIV. DEGLI STUDI DI SALERNO DIPARTIMENTO DI MATEMATICA E INFORMATICA € 127.347,00
▼ Area tematica a4) Veicoli su rotaia
OGGETTODEL PROGRAMMA
Sistema trasporto tranviario innovativo
segue
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174 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI7 Titolo Partner Investimento
DIPARTIMENTO DI ENERGETICA «SERGIO STECCO» FACOLTÀDI INGEGNERIA DELL’UNIV. DEGLI STUDI DI FIRENZE € 107.836,00
DIPARTIMENTO DI INFORMATICA E SISTEMISTICA - UNINA € 56.202,00
DIPARTIMENTO DI INFORMATICA SISTEMISTICA E TELEMATICA (DIST) DELL’UNIV. DI GENOVA € 49.489,00
Territori coinvolti € 15.378.570
Campania € 10.705.598,80
Toscana € 1.495.078,72
Lombardia € 1.443.708,62
Liguria € 1.177.642,49
Emilia Romagna € 556.544,37
OGGETTODEL PROGRAMMA
Sistema trasporto tranviario innovativo
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 175
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TI
20 Titolo Partner Investimento
POSTRAIN Imprese € 20.418.376
Primo proponente Firema Trasporti € 8.051.744,00
Firema Trasporti Mer Mec € 3.645.180,00
Costruzioni elettromeccaniche Soga € 2.289.062,00
PROMEC Srl € 1.669.008,00
Tecnogamma € 1.447.050,00
Reicom € 957.165,00
Boneschi Srl € 946.107,00
Mel System € 777.480,00
VVN € 411.840,00
Consorzio Train € 223.740,00
Centri di ricerca € 1.927.099
Univ. degli Studi di Napoli Federico II - Dip. di Ingegneria dei Materiali e della Produzione € 998.833,00
Università degli studi di Padova € 537.900,00
Università degli studi del Sannio € 390.366,00
Territori coinvolti € 22.345.475
Campania € 11.109.949,94
Veneto € 5.231.176,50
Puglia € 4.422.660,00
Abruzzo € 946.107,36
Toscana € 411.840,00
Basilicata € 223.740,00
▼ Area tematica a4) Veicoli su rotaia
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Veicolo bimodale/bitensioneinnovativo in configurazione
costituita da due motrici
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176 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI21 Titolo Partner Investimento
FLEXIBLE SECURITY Imprese € 11.797.854VEHICLE
Primo proponente Oto Melara SpA € 6.177.952,00
Oto Melara SpA PRODE SRL € 4.366.298,00
Eurotech SpA € 826.139,00
Celin Avio Srl € 427.465,00
Organismi di ricerca € 283.683
Politecnico di Milano - Dipartimento Industrial Design delle Arti, della Comunicazione e della Moda - Indaco € 283.683,00
Territori coinvolti € 12.081.537
Liguria € 6.605.417,20
Lombardia € 4.649.980,49
Friuli-Venezia Giulia € 826.139,31
▼ Area tematica a4) Veicoli su rotaia
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Veicolo multiuso per rotaie e strade, flessibile e altamentetecnologico, per applicazioni
di protezione civile nelle aree di crisi
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 177
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13 Titolo Partner Investimento
SLIMPORT Imprese € 24.715.501
Primo proponente Elsag Datamat € 6.158.555,00
Elsag Datamat Teorema Engineering € 2.026.408,00
SELEX Communication S.P.A. € 1.727.700,00
VitroCiset € 1.421.830,00
ORANGEE € 1.226.314,00
C.I.E.L.I. € 1.221.285,00
Exprivia € 1.146.502,00
GIOIATECH € 1.015.578,00
PA Project Automation Ingegneria dei sistemi € 809.472,00
Costruzioni apparecchiature elettroniche nucleari € 679.599,00
NEKHEM S.R.L. € 588.787,00
Softeco Sismat Spa € 562.120,00
Ansaldo Segnalamento Ferroviario S.p.A. € 538.866,00
OTO Melara S.p.A. € 519.441,00
GILARDONI SPA € 506.675,00
Bombardier Transportation Italy Spa € 504.126,00
Interporto di Bologna € 471.814,00
TSF € 429.918,00
WASS - Whitehead Alenia Sistemi Subacquei € 387.854,00
SINCON s.r.l. € 384.097,00
Aitek S.p.A. € 328.058,00
Gruppo SIGLA S.r.l. € 268.125,00
Telespazio Spa € 241.966,00
SIELCO € 226.954,00
Cap € 219.819,00
EUROTECH € 216.216,00
T&T Telematica e Trasporti S.R.L. € 213.640,00
BLG Automobile Logistics Italia S.r.l. € 173.006,00
INSIS SpA € 169.874,00
▼Area tematica b1) Gestione del trasferimento intermodale di persone e/o merci nei nodi di scambio tra «l’ultimo miglio» marino e il «primo miglio» terrestre, integrata con sistemi di sicurezza del porto, delle imbarcazioni, delle strutture e dei mezzi di movimentazione di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistema per la gestioneintegrata di logistica e
sicurezza per intermodalitàportuale
segue
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178 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI13 Titolo Partner Investimento
I.Log Iniziative Logistiche Srl € 161.639,00
FOS Srl € 123.767,00
Network integration and solution s.r.l. € 45.496,00
Centri di ricerca € 1.011.646
CNR – Dipartimento ICT € 330.850,00
Consorzio per l’AREA di Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trieste € 274.824,00
Consorzio Milano Ricerche € 209.625,00
Istituto Nazionale di Fisica Nucleare € 99.602,00
ENEA € 96.745,00
Territori coinvolti € 25.727.147
Liguria € 12.432.238,78
Friuli-Venezia Giulia € 2.731.087,35
Lazio € 2.620.911,64
Puglia € 2.546.177,24
Lombardia € 1.869.357,43
Calabria € 1.399.320,10
Toscana € 1.067.452,59
Piemonte € 588.787,29
Emilia Romagna € 471.813,55
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistema per la gestioneintegrata di logistica e
sicurezza per intermodalitàportuale
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 179
INTE
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TI
12 Titolo Partner Investimento
SIS-TEMA Imprese € 22.673.971
Primo proponente RINA SPA € 3.135.206,00
RINA SPA Navalimpianti S.p.A. € 2.926.290,00
SITEP ITALIA S.P.A. € 2.234.696,00
SI.TE.L. Sistema Telematico Livornese Srl € 2.038.958,00
ANSALDO SEGNALAMENTO FERROVIARIO S.p.A. € 2.010.176,00
WILSON WALTON INTERNATIONAL S.R.L. € 1.950.480,00
ITS - Information Technology Services S.p.a. € 1.267.682,00
Nethun S.p.A. € 1.231.300,00
IB Informatica S.R.L. € 1.225.822,00
OPTRONITALIA S.R.L. € 899.448,00
G.E.M. Elettronica S.r.l. € 772.483,00
SMID TECHNOLOGY S.R.L. € 739.369,00
ISIR IMPIANTI S.R.L. € 413.585,00
MAGNETI MARELLI SISTEMI ELETTRONICI S.P.A. € 358.320,00
TP S.R.L. € 244.176,00
TTS Marine s.r.l. € 191.520,00
T BRIDGE SPA € 163.200,00
LA SPEZIA CONTAINER TERMINAL S.P.A. € 103.338,00
Centro Ricerche FIAT S.C.p.A. € 596.982,00
CETENA SPA Centro per gli Studi di Tecnica Navale € 170.940,00
Centri di ricerca € 1.015.762
Università Parthenope - Dipartimento delle Tecnologie € 247.840,00
CETENA SPA Centro per gli Studi di Tecnica Navale € 170.940,00
Territori coinvolti € 22.921.811
Liguria € 13.254.446,74
Toscana € 2.938.406,19
Basilicata € 2.010.176,00
Campania € 1.515.521,60
Veneto € 1.231.300,00
Marche € 772.483,00
Lombardia € 602.496,00
Piemonte € 596.982,40
▼ Area tematica b1) Gestione del trasferimento intermodale di persone e/o merci nei nodi di scambio tra «l’ultimo miglio» marino e il «primo miglio» terrestre, integrata con sistemi di sicurezza del porto, delle imbarcazioni, delle strutture e dei mezzi di movimentazione di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistema per la gestioneintegrata, sicura e intermodaledell’intera filiera (attori, mezzi e attività) dell’ultimo migliomarittimo, del porto e del
primo miglio terrestre
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180 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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testo glossatesto glossatesto glossatesto glossatesto glossatesto glossatesto glossatesto glossa
1 Titolo Partner Investimento
EASY RIDER Imprese € 29.161.579
Primo proponente Magneti Marelli Sistemi Elettronici S.p.A. € 10.861.200
Magneti Marelli Sistemi ENGINEERING Ingegneria € 3.741.687Elettronici. Informatica S.p.A.
STMicroelectronics S.r.l. € 2.140.380
Telecom Italia S.p.A. € 1.481.550
Tubosider S.p.A. € 888.394
ART S.r.l. € 882.338
Medic4all Italia S.p.A. € 753.428
5T S.r.l. € 676.943
MO.MA Modelli Matematici e Applicazioni S.r.l. € 570.510
INFOBLU S.p.A. € 536.719
Mizar Automazione S.p.A. € 401.953
ANAS S.p.A. € 365.021
IVECO S.p.A. € 348.600
Aitek S.p.A. € 326.719
D.M.D.Computers S.r.l. € 279.262
Tecnositaf S.p.A. € 266.703
AUTOSTRADE PER L’ITALIA S.p.A. € 255.365
ELECTROLUX ITALIA S.p.A. € 245.100
R.I.CO. S.r.l. € 222.131
LCT Infotelematics S.p.A. € 195.560
S.I.T.A.F. S.p.A. Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus € 186.268
D.M.D. Med. Tech. S.r.l. € 53.446
Booz & Company (Italia) S.r.l. € 46.800
Centro Ricerche FIAT S.C.p.A. € 1.693.641
Elasis S.C.p.A. € 1.140.988
Re.Lab S.r.l. € 433.420
Centro Ricerche Plast-Optica S.p.A. € 167.453
Centri di ricerca € 2.364.826
Centro Studi Sui Sistemi di Trasporto - CSST € 990.079
Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione «A. Faedo» € 402.468
▼ Area tematica b2) Sistemi per la mobilità sicura ed integrata fra veicoli e infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistema per l’integrazione diinfrastrutture stradali, veicoli e
servizi per il miglioramentodell’infomobilità e della
sicurezza stradale a supportodella mobilità sostenibile
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 181
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TI
1 Titolo Partner Investimento
Istituto Superiore Mario Boella € 276.056
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia € 187.579
Università degli Studi di Salerno € 186.300
Università di Genova - Centro Interuniversitario di Ricerca Trasporti € 172.500
Centro Ricerche Plast-Optica S.p.A. € 167.453
Università Commerciale Luigi Bocconi € 149.844
Territori coinvolti € 31.526.405
Piemonte € 18.599.655
Lombardia € 3.043.652
Sicilia € 3.014.187
Lazio € 1.931.405
Campania € 1.897.798
Umbria € 882.338
Emilia Romagna € 620.999
Liguria € 499.219
Friuli-Venezia Giulia € 412.553
Toscana € 402.468
Marche € 222.131
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistema per l’integrazione diinfrastrutture stradali, veicoli e
servizi per il miglioramentodell’infomobilità e della
sicurezza stradale a supportodella mobilità sostenibile
6 Titolo Partner Investimento
SITMAR Imprese € 12.086.500
Primo proponente SELEX Sistemi Integrati S.p.A. € 8.216.113,00
SELEX Sistemi Integrati S.p.A. NEGENTIS srl € 941.285,00
Auxilium Tech srl € 564.570,00
Centri di ricerca
Tecnologie nelle Reti e nei Sistemi TRS € 1.328.805,00
Advanced Microwave Engineering € 1.035.727,00
Territori coinvolti € 12.086.500
Lazio € 6.935.026,28
Campania € 2.199.755,65
Toscana € 1.977.011,55
Liguria € 974.706,58
▼ Area tematica b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistema integrato per iltrasporto marittimo di merci nel
contesto intermodale
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182 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
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TI9 Titolo Partner Investimento
Context Aware Mobility Imprese € 11.964.239Platform (CAMP)
Primo proponente Italtel S.p.A. € 5.557.860,00
Italtel S.p.A. Archimedes Logica s.r.l. € 1.735.792,00
ECOTEMA S.R.L. € 955.041,00
VENIS S.p.A. € 841.500,00
Intecs s.p.a. € 681.735,00
VELA S.P.A. € 661.744,00
Smart Res S.p.A. € 616.375,00
AutentiWeb s.r.l. € 315.559,00
WISER s.r.l. € 269.463,00
PMV S.P.A. € 191.408,00
CITY DESIGN S.R.L. € 137.762,00
Centri di ricerca € 251.377
Dip. di Informatica e Sistemistica - Università «La Sapienza» € 158.978,00
Dip. di Ingegneria dell’Informazione - Università di Pisa € 92.399,00
Territori coinvolti € 12.215.616
Emilia Romagna € 931.934,08
Lazio € 2.576.504,70
Lombardia € 5.557.859,52
Toscana € 361.862,54
Veneto € 2.787.455,94
▼ Area tematica b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastrutture per iltrasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistema innovativo per ilriconoscimento/localizzazione
degli attori principali deltrasporto pubblico
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 183
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TI
11 Titolo Partner Investimento
LOG ON Imprese € 12.120.365
Primo proponente C.I.T.E.C. € 2.013.029,00
C.I.T.E.C. UNIDATA € 1.151.412,00
PRO-NETICS SPA € 1.000.000,00
Comedata € 1.000.000,00
Cosmic Blue Team € 919.169,00
5 Emme Informatica € 900.464,00
OSCAR s.r.l € 873.321,00
VECTOR € 641.900,00
SOURCESENSE SRL € 600.000,00
CAEN RFID S.r.l. € 522.188,00
SIGMA CONSULTING € 500.000,00
Ennova Research € 500.000,00
FC CONSULTING GROUP SpA € 435.156,00
ZP Engineering € 377.103,00
FIT Consulting € 303.732,00
SAN MICHELE SOC. COOP € 232.891,00
Jointech € 150.000,00
Territori coinvolti € 12.120.365
Lazio € 11.098.177,87
Toscana € 522.187,50
Veneto € 500.000,00
▼Area tematica b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Piattaforma innovativa per lagestione mista, tra PA esoggetti privati, di servizi
pubblici locali per la logistica inaree metropolitane
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184 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
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TI15 Titolo Partner Investimento
SIFEG Imprese € 14.279.301
Primo proponente RSI Italia Spa - Rail Services International Italia Spa € 5.900.203
Tecno Habitat Spa Bertolotti Spa € 3.235.513
Tecno Habitat Spa € 1.702.682
Tecnositaf Spa € 839.842
ETT Srl € 789.650
Logi-tech Srl € 530.688
ITS Information Technology Services Spa € 352.373
Caribel Programmazione Srl € 285.360
Spectia Srl € 245.040
Gruppo CLAS Srl € 236.280
SGL Logistica Srl € 161.670
Centri di ricerca € 2.855.998
TRAIN Consorzio per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per il trasporto innovativo € 2.337.862
Politecnico di Milano € 374.400
ISNOVA Istituto per la promozione dell’innovazione tecnologica € 143.736
Territori coinvolti € 17.135.299
Lombardia € 8.213.565,12
Toscana € 4.051.560,60
Lazio € 1.972.534,04
Liguria € 1.034.690,00
Campania € 1.023.106,26
Piemonte € 839.842,24
▼ Area tematica b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistemi integrati per trasportomerci intermodale su strada e
ferrovia, a medio e lungoraggio
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 185
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TI
16 Titolo Partner Investimento
PEGASUS Imprese € 12.212.568
Primo proponente OCTO TELEMATICS SRL € 5.448.948
OCTO TELEMATICS SRL META SYSTEM SPA € 1.957.909
AVMAP SRL € 844.849
T.S.F. - TELE SISTEMI FERROVIARI SPA € 766.475
ALMA MATER Srl € 725.400
I.T. STAFF SpA € 670.774
CONSORZIO MIDRA € 375.875
INFOBLU Spa € 346.793
IPRE SRL € 337.125
NETSENS Srl € 288.300
RAPTECH SRL € 248.000
SITECO INFORMATICA SRL € 202.120
Centri di ricerca € 4.221.823
ENEA € 1.867.760
CNR SEZ. BOLOGNA ISTITUTO DI ELETTRONICA E DI INGEGNERIA DELL’INFORMAZIONE E DELLE TELECOMUNICAZIONI € 1.616.263
CENTRO INTERDIPARTIMENTALE LUIGI GALVANI DELL’UNIV. DI BOLOGNA € 737.800
Territori coinvolti 16.434.391
Lazio € 9.685.874,44
Emilia Romagna € 5.239.491,97
Toscana € 1.509.024,20
▼ Area tematica b2) Sistemi per la mobilità sicura ed integrata fra veicoli ed infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Progetto per la gestione dellamobilità attraverso sistemiinfotelematici per l’ambitourbano, per la sicurezza dipasseggeri, veicoli e merci
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186 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
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TI22 Titolo Partner Investimento
IMPULSO Imprese € 12.655.067
Primo proponente VITROCISET S.p.A. € 3.016.300,00
VITROCISET S.p.A. Elsag Datamat € 2.209.200,00
Telespazio € 1.950.749,00
Project Automation S.p.A. € 1.321.411,00
TXT e-solutions € 998.970,00
Planetek Italia s.r.l. € 503.958,00
INFO SOLUTION S.p.A. € 469.350,00
I.LOG INIZIATIVE LOGISTICHE s.r.l. € 419.300,00
European Advanced Technologies s.r.l. € 324.976,00
ACT Solutions s.r.l. € 259.851,00
Globo Informatica s.r.l. € 243.621,00
Powersoft s.r.l. € 205.089,00
Click&Find s.r.l. € 180.600,00
OPTISOFT s.r.l. € 141.040,00
Softeco Sismat S.p.A. € 121.520,00
Aitek S.p.A. € 118.719,00
CREASYS s.r.l. € 71.225,00
Media Plus s.r.l. € 61.250,00
Italdata Ingegneria dell’Idea S.p.A. € 37.938,00
Centri di ricerca € 1.313.301
Consorzio Milano Ricerche € 590.738,00
CNR - Dipartimento ICT € 340.118,00
CIPI, Centro Interuniversitario sull’Ingegneria delle Piattaforme Informatiche € 219.100,00
CATTID – Università di Roma «Sapienza» € 107.625,00
Università degli Studi di Palermo € 55.720,00
Territori coinvolti € 13.968.368
Lazio € 5.546.273,20
Lombardia € 3.705.445,27
Liguria € 3.409.479,33
Puglia € 503.958,00
Sicilia € 354.502,98
Piemonte € 243.621,00
Toscana € 205.088,63
▼ Area tematica b2) Sistemi per la mobilità sicura e integrata fra veicoli e infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistema per la gestione e il controllo del trasporto e della logistica delle merci
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 187
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24 Titolo Partner Investimento
MOTUS Imprese € 14.458.091
Primo proponente Telecom Italia € 3.777.620
Telecom Italia ITS – Information Technology Services € 2.657.986
SINEURA € 907.118
CREATE-NET € 891.898
MAGNETI MARELLI SISTEMI ELETTRONICI € 761.112
SAI Servizi Avanzati per le Imprese € 740.161
Cooperativa EDP LA TRACCIA € 725.628
NEXSE € 698.783
Sistemi Informativi Srl € 678.237
CBT Cosmic Blue Team € 521.229
LANZA & THOMPSON INFORMATION TECHNOLOGY € 518.638
SEGESTA Servizi di Gestione Tecnica Applicativa € 464.527
PROSS PROgettazione Sviluppo Software € 359.062
Cpi Progetti € 339.490
Mediatica € 294.418
KRUPTER € 122.184
Centri di ricerca € 5.511.932
CNR Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione «A. Faedo» € 1.594.786
Politecnico di Milano € 983.452
Università di Trento - DISI € 892.773
RADIOLABS – Consorzio univ. industria – laboratori di radiocomunicazioni € 740.380
Fondazione Politecnico di Milano € 611.335
Università Ca’ Foscari di Venezia € 199.349
Università di Pisa € 199.348
Università cattolica del Sacro Cuore € 199.249
Distretto Tecnologico Trentino € 91.260
Territori coinvolti € 19.970.023
Lazio € 8.057.855,60
Lombardia € 3.219.790,36
Campania € 2.657.986,37
Toscana € 2.472.370,66
Trentino-Alto Adige € 1.875.931,28
Piemonte € 761.111,73
Basilicata € 725.627,74
Veneto € 199.348,59
▼ Area tematica b2) Sistemi per la mobilità sicura ed integrata fra veicoli ed infrastrutture per il trasporto di persone e/o merci
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Sistema per migliorare e gestire la mobilità del cittadino/turista
prevalentemente nelle cittàd’arte attraverso
una piattaforma capace di rilevare, aggregare
e interpretare la mobilitàurbana in tempo reale
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AZIONI CONNESSE
Come già ampiamente descritto la ASII, promossa attraverso l’emanazionedel bando, ha avuto come fine promuovere lo sviluppo, da parte del sistemaindustriale, di un certo numero di «prodotti» di filiera (veicoli e imbarcazio-ni) e di «sistema» (piattaforme infotelematiche, sistemi logistici, software, si-stemi di produzione, ecc.).L’obiettivo finale del PII, però, è quello di fare in modo che tali prodotti,processi produttivi, metodologie e servizi innovativi siano in grado di far
▼ Area tematica b3) Sistemi di produzione modulari, ecologici, ergonomici, sicuri, efficienti ed economici per mezzi di trasporto e/o relative infrastrutture
188 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
INTE
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TI25 Titolo Partner Investimento
FLEX PROD Imprese € 9.105.526
Primo proponente COMAU S.p.A. € 4.680.000,00
COMAU S.p.A. PRIMA INDUSTRIE € 1.831.714,00
MARPOSS S.p.A. € 1.419.600,00
FOCUSWELD S.r.l. € 561.600,00
TEORESI € 471.900,00
ENERGRID S.p.A. € 140.712,00
Centro Ricerche FIAT S.C.p.A. € 1.574.914,00
Elasis S.C.p.A. € 290.160,00
Centri di ricerca € 3.935.836
CNR-ITIA € 604.526,00
Politecnico di Milano € 439.043,00
Politecnico di Torino € 290.160,00
Elasis S.C.p.A. € 290.160,00
Consorzio CALEF € 284.310,00
DIMEC - Università di Genova € 247.603,00
Istituto italiano della saldatura € 205.120,00
Territori coinvolti € 13.041.362
Piemonte € 9.550.999,74
Emilia Romagna € 1.419.600,00
Lazio € 604.525,74
Liguria € 452.723,23
Lombardia € 439.042,50
Campania € 290.160,00
Basilicata € 284.310,00
OGGETTO DEL PROGRAMMA
Linea produttiva flessibile,riconfigurabile ed ecoefficiente
per l’assemblaggio di componenti di carrozzeria e di trasmissioni di avanzata
generazione nel settoreautomotive
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«muovere persone e merci in modo ecologico, ergonomico, sicuro, economi-co e tempestivo», realizzando appieno gli obiettivi di ecocompatibilità, soste-nibilità, decongestione, sicurezza e competitività dei sistemi di trasporto disuperficie e dei relativi processi produttivi.Il raggiungimento di tale obiettivo finale non può quindi prescindere dallaimplementazione di una serie di azioni connesse alla ASII finalizzate a espli-care tutte le potenzialità dei risultati innovativi raggiunti dai progetti di in-novazione promossi dalla ASII.L’implementazione di tali azioni compete necessariamente ad un sistema più va-sto di attori che include le imprese e gli altri soggetti direttamente coinvolti neiprogetti di innovazione industriale, e il Ministero dello Sviluppo Economico, mache non può prescindere dalla partecipazione delle altre Pubbliche Amministra-zioni centrali (principalmente ma non esclusivamente: Ministero dell’Universitàe Ricerca, Ministero dei Trasporti, Ministero delle Infrastrutture, Ministero del-l’Ambiente, Dipartimento Affari Regionali e Autonomie Locali, DipartimentoRiforme e Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, ecc.), e locali (Regioni,Province di vaste realtà metropolitane, grandi Comuni, ecc.) ma anche di Auto-rità portuali, grandi Aziende di trasporto pubblico, ecc. Questo coinvolgimento,vasto e articolato, richiede modelli di governance complessi, tuttavia di seguito siforniscono alcune indicazioni finalizzate a evidenziare le azioni che si ritengonoprioritarie per la valorizzazione dei risultati attesi dalla ASII.Tali Azioni Connesse si caratterizzano in tre tipologie principali:
• infrastrutturazione: cioè azioni finalizzate a creare i presupposti mate-riali per la valorizzazione dei risultati dell’ASII:– realizzazione, da parte di aziende di trasporto pubblico, o Regioni o
Province o Comuni, o porti, interporti, ecc., di flotte di veicoli e im-barcazioni innovative, o di impianti, destinati a sperimentare nuovemodalità di trasporto (applicazione delle innovazioni sviluppate);
– sviluppo di infrastrutture di trasporto (porti, interporti, strade, auto-strade, stazioni, ferrovie, piattaforme infotelematiche, ecc.) in grado disfruttare le nuove caratteristiche dei mezzi e dei sistemi di trasportosviluppati nell’ambito dei progetti;
– avviamento di laboratori, impianti e flotte dimostrativi per l’ingegne-rizzazione e la valorizzazione dei risultati dei progetti, sia in termini diprodotti sia di collaborazioni industriali e scientifiche, o il loro adatta-mento a settori diversi;
• contesto: cioè azioni finalizzate a favorire l’inserimento e l’utilizzazioneeffettiva dei risultati dell’ASII nei sistemi per la mobilità:– attivazione di tavoli di concertazione tra le diverse amministrazioni ed
enti pubblici regionali, nazionali e comunitari interessati ai temi dellamobilità;
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– incentivi diretti al pubblico o alle aziende di trasporto, all’uso di nuo-ve modalità di trasporto basate sull’impiego dei mezzi innovativi edelle nuove infrastrutture;
– promozione, attraverso programmi collaterali già attivi (per esempioRIDITT - Rete Italiana per la Diffusione dell’Innovazione e il Trasfe-rimento Tecnologico) del trasferimento da un settore all’altro delletecnologie sviluppate, soprattutto quelle legate ai sottosistemi/compo-nenti;
– promozione, attraverso programmi collaterali già attivi, di nuove im-prese basate su modelli di business innovativi scaturibili dai progettidi innovazione (imprese di progettazione dedicata ai componenti piùcritici, oppure imprese eroganti servizi di trasporto innovativi o servizidi supporto ai trasporti, ecc.);
– realizzazione e implementazione di piattaforme e reti informative ingrado di favorire i flussi di conoscenza in modo da armonizzare le pra-tiche migliori e favorire i fenomeni imitativi virtuosi, tra:> tutti i partner dei diversi progetti cofinanziati nell’ambito del PII
«Mobilità sostenibile»;> i partner coinvolti negli altri Progetti di Innovazione Industriale
(Efficienza energetica, Made in Italy, Beni culturali, Tecnologiedella vita);
> altre iniziative a livello europeo (per esempio Piattaforme tecnolo-giche) o nazionale (per esempio tavolo infomobilità) o regionale(per esempio distretti tecnologici).
• regolamentazione: cioè azioni finalizzate a elevare il livello generale diqualità e competitività sia della mobilità sia delle relative produzioni in-dustriali, in base ai risultati dell’ASII:– pubblicazione di linee guida per l’organizzazione e gestione ottimale
di progetti di innovazione industriale, basate sulla condivisione e dif-fusione degli approcci risultati più efficienti nei progetti cofinanziati;
– riconoscimento di nuove forme di cooperazione tra imprese, non li-mitate esclusivamente a un rapporto di subfornitura di breve periodo,ma basate sulla condivisione di progetti innovativi di più ampio respi-ro, e aperte anche ai soggetti pubblici e istituzionali;
– azioni normative indirizzate ad allineare la produzione di soluzioniper la mobilità e il loro uso, ai livelli raggiunti dai progetti di innova-zione industriale sviluppati.
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Regolamentazione:azioni finalizzate
a elevare il livello
generale di qualitàe competitività
sia della mobilitàsia delle relative
produzioniindustriali,
in base ai risultatidell’ASII
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PRIMI INDIRIZZI DI ATTUAZIONE DELLE AZIONI CONNESSENELL’AMBITO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE
Gli esiti delle prime attività di ricognizione territoriale effettuata hanno per-messo al Ministero dello Sviluppo Economico di individuare un primo elen-co di ambiti tematici prioritari sui quali focalizzare gli interveti di AzioniConnesse. Vediamo di seguito le principali azioni connesse individuate.
1. Sviluppo di filoni di ricerca e nuovi modelli organizzativo-gestionali voltia promuovere e rafforzare la competitività del settore «automotive» a livello nazionale
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• creazione di «campus automotive» e laboratori sia per promuovere l’inge-gnerizzazione di prodotti e/o servizi innovativi nell’ambito del settoredell’automotive sia per favorire l’avvio di processi di collaborazione indu-striale e scientifica, o il loro adattamento a settori diversi;
• realizzazione di flotte di veicoli e/o imbarcazioni innovative a «zero emis-sioni» (o similari) e/o di impianti destinati a sperimentare nuove moda-lità di trasporto;
• realizzazione di impianti per l’industrializzazione di prodotti e/o serviziinnovativi rivolti prevalentemente nell’ambito della meccatronica e dellacomponentistica nel settore dell’automotive;
• sviluppo di una rete di centri di eccellenza su nuove tecnologie e materialiinnovativi in tema di ergonomia & design a servizio delle imprese e delleautorità pubbliche a livello nazionale;
• sperimentazione di prototipi su larga scala e implementazione di piat-taforme informatiche nel settore della infomobilità e nella sicurezza deltrasporto stradale.
2. Sviluppo di piattaforme infrastrutturali sia informatiche sia fisiche nel settore della Mobilità sostenibile
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• realizzazione di infrastrutture di trasporto (porti, interporti, strade, au-tostrade, stazioni, ferrovie, piattaforme infotelematiche, ecc.) in gradodi sfruttare le nuove caratteristiche dei mezzi e dei sistemi di trasporto(per esempio porto che integra le soluzioni infotelematiche, strada che
Sviluppo di piattaformeinfrastrutturalisiainformatichesia fisiche nel settoredella Mobilitàsostenibile
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interagisce con il veicolo, ecc.) nonché di favorire lo sviluppo dei pro-getti «autostrade del mare»;
• realizzazione e implementazione di piattaforme informative sull’innova-zione industriale per la mobilità sostenibile, per armonizzare le pratichemigliori e favorire i fenomeni imitativi virtuosi e per il trasferimento daun settore all’altro delle tecnologie sviluppate, soprattutto quelle legate aisottosistemi e componenti.
3. Realizzazione di attività di trasferimento tecnologico di know-how di capitale umano nel settore della Mobilità sostenibile
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• organizzazione ed erogazione di borse di studio per la ricerca e di specia-lizzazione a supporto degli studenti delle aree tecniche legate alla mobilitàsostenibile e delle aziende del territorio nazionale.
4. Sviluppo di filoni di ricerca e nuovi modelli organizzativo-gestionali voltia promuovere e rafforzare la competitività del settore delle tecnologiemarine e della nautica a livello nazionale
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• creazione di «campus» e laboratori di ricerca nel settore delle tecnologiemarine e della nautica sia per promuovere l’ingegnerizzazione di prodottie/o servizi innovativi nell’ambito del settore della nautica/tecnologie ma-rine sia per favorire l’avvio di processi di collaborazione industriale escientifica.
5. Revisione ed emanazione di standard normativi in materia di mobilitàsostenibile
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• revisione ed emanazione di normative indirizzate ad allineare la produzio-ne e l’impiego di soluzioni per la mobilità sostenibile ai livelli raggiuntidai progetti di innovazione industriale sviluppati.
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Realizzazionedi attività di
trasferimentotecnologico
di know-how di capitale
umano.Sviluppo
di filoni di ricerca
e nuovi modelliorganizzativo-
gestionali.Revisione
ed emanazionedi standard
normativi in materia di mobilitàsostenibile
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6. Sviluppo di nuovi modelli organizzativo-gestionali nel settore della mobilità urbana
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• sperimentazione su larga scala di prototipi e impianti pilota per la mobilitàurbana con particolare riferimento alle città a elevata vocazione turistica.
Sviluppo di nuovimodelliorganizzativo-gestionali nel settoredella mobilitàurbana
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Il progetto di innovazione industriale sul made in Italy parte dalla considera-zione che la competitività del nostro sistema industriale deve coniugarsi conun tessuto produttivo caratterizzato fisiologicamente da una prevalenza dimedie e piccole imprese. Tale struttura condiziona l’azione esplicata dalle im-prese manifatturiere sui mercati internazionali che assume spesso caratteristi-che di tipo tattico piuttosto che strategico.Occorre perciò favorire un diverso approccio al mercato, sviluppando per ciòstesso un modello organizzativo che consenta a un insieme di organizzazioniimprenditoriali di piccole e medie dimensioni di operare sul mercato con laforza e le possibilità di una azienda di medio-grandi dimensioni.Il modello che ereditiamo è quello del distretto industriale, già da tempomesso sotto tensione dai processi di internazionalizzazione. Il modello a ten-dere è quello della organizzazione in filiera (vedi lo schema seguente) chepuò essere definita come una rete di organizzazioni specializzate, orientata alpresidio strategico di mercati specifici. Lo schema evidenzia:
• come alla filiera appartengano organizzazioni per natura diverse ma traloro complementari: imprese di produzione, strutture di ricerca e di tra-sferimento tecnologico, strutture logistiche e distributive, ecc.;
• come la «localizzazione» dei diversi attori non sia necessariamente caratte-rizzata dalla prossimità geografica (caratteristica invece dei distretti) epossa comprendere (e sempre di più comprende) organizzazioni residentinel territorio italiano come al di fuori di esso, assumendo così le caratteri-stiche di transterritorialità e transnazionalità;
• come la filiera presidi e organizzi in modo mirato l’intera catena del valo-re attraverso:– la gestione dei mercati finali, al fine di presidiare in modo diretto il
rapporto con il cliente, recuperare il valore aggiunto della fase di ven-dita, e trasmettere integra al mercato la qualità del prodotto;
– la gestione della produzione, organizzando le relazioni di subforniturae di cooperazione tra unità produttive dello stesso gruppo, ma operan-ti in modo delocalizzato, e/o tra imprese indipendenti cooperanti intermini di prodotto;
– la gestione dei meccanismi di rinnovo delle competenze al fine di ga-rantire livelli elevati e costanti di innovazione.
NUOVE TECNOLOGIE PER IL MADE IN ITALY
Il modello che ereditiamo è quello del distrettoindustriale, già da tempomesso sottotensione
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Questo modello organizzativo di presidio del mercato simula quello dellegrandi organizzazioni di impresa. La controprova di ciò sta nella constatazio-ne di come le multinazionali integrino nel loro modello organizzativo le me-die e piccole aziende che acquisiscono.L’organizzazione di filiera non è in conflitto con il modello del distretto.Quest’ultimo, però, deve raccordarsi con la nuova organizzazione di filieraspecializzandosi anche, per esempio, come distretto terziario, ovvero creandoe mettendo in rete cluster di servizi a supporto delle aziende e delle filiere.
Questo modello non ha la possibilità di svilupparsi da solo in assenza di unapolitica industriale mirata che abbia come scopo la maturazione e il funzio-namento efficiente del modello stesso. Affinché ciò avvenga sono state individuate le criticità che impediscono almodello una veloce ed efficace maturazione, rispetto alle quali si cerca di in-tervenire in modo mirato. In estrema sintesi, le criticità del sistema manifatturiero nazionale possonoessere raggruppate in quattro tipologie di seguito illustrate.
1. Formazione del know how distintivo:• insufficiente cooperazione tra università, centri di ricerca e imprese,
soprattutto di medio-piccole dimensioni;• assenza di soluzioni organizzative efficienti ed efficaci per la gestione
della funzione di R&S di filiera; le grandi imprese operano in modoautonomo (anche se non necessariamente in modo adeguato) le medie
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L’organizzazionedi filiera non è in conflitto
con il modellodel distretto
▼ L’organizzazione di filiera
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SISTEMA DELLE REGOLE E DELLA POLICY
Sistema dellaformazione della
conoscenza
Sistema di gestione
della produzione
Sistema di gestione
della distribuzione
Conoscenze Produzione Mercato
CLIENTEFINALE
UniversitàEnti
di ricerca
Laboratori
Produttoristrutturesupporto
Produttorisistemi
Produttoricomponenti
Reti didistribuzione
Puntivendita
Luoghidi formazione
del know how distintivo
Luoghidi gestione
del marketing operativo
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imprese leader hanno in qualche caso sviluppato soluzioni organizzati-ve specifiche, ma orientate soprattutto all’innovazione incrementale,mentre il sistema delle medio-piccole imprese è pressoché escluso dalcircuito della R&S.
2. Organizzazione della produzione:• crisi nel rapporto tra medie e piccole imprese relativamente ai sistemi
di subfornitura (in questo caso viene compreso anche l’outsourcing);processi di delocalizzazione non gestiti in modo strategico, innalza-mento degli standard di prestazione richiesti (qualità, tempistica, affi-dabilità, ecc.) mancanza nella media impresa di una cultura modernadella subfornitura e della cooperazione produttiva;
• difficoltà nella gestione efficiente di sistemi di produzione delocalizza-ti/plurilocalizzati.
3. Presidio del mercato finale:• debolezza dell’assetto distributivo: la qualità del made in Italy viene
promossa prevalentemente attraverso l’utilizzo di reti di distribuzionedirette o comunque fortemente controllate (si rileva, per esempio,l’ampio ricorso a formule di franchising) inaccessibili singolarmente – specie sui mercati esteri – alle piccole e alla gran parte delle medieimprese; difatti le medie imprese che hanno investito in questa dire-zione sono pochissime e risultano essere quelle che oggi hanno, a pa-rità di prodotto, posizionamenti migliori e più stabili;
• debolezza del sistema di promozione, che deriva anche dalla nota fram-mentazione delle iniziative di origine pubblica, nonché dalla bassa (oaddirittura errata) utilizzazione di strumenti moderni quali i portali,che spesso fanno riferimento a quelli delle singole imprese, e pertantorisultano poco rintracciabili attraverso i motori di ricerca e, soprattut-to, poco funzionali allo sviluppo e supporto di strategie commerciali;
• inadeguatezza del sistema logistico: si registrano infatti costi elevati(almeno rispetto alla capacità di spesa delle piccole imprese) delle so-luzioni disponibili sul mercato, disallineamento tra trasformazionedella domanda (più flessibilità e velocità, diminuzione della dimensio-ne media degli invii, ampio spettro di destinazioni, ecc.) e sistemi diofferta, nonché frammentazione dell’offerta (si veda il caso delle nu-merose e perlopiù inefficienti piattaforme intermodali).
4. Pianificazione:• organizzazione, ovvero la criticità maggiore: il nostro sistema è carat-
terizzato da sistemi deboli e instabili di relazione/cooperazione tra isoggetti della filiera su tutta la catena del valore; infatti tali sistemifunzionano sul piano tattico, ma non consentono di sviluppare intempi adeguati azioni comuni di medio-lungo periodo (il sistema or-ganizzativo di filiera ampia è un modello ancora solo potenziale, regi-
Si registranoinfatti costielevati (almenorispetto alla capacità di spesa delle piccoleimprese) delle soluzionidisponibili sul mercato
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strandosi una carenza di modelli e di strumenti di gestione dei moder-ni sistemi cooperativi);
• marketing strategico: assenza e inadeguatezza di una conoscenza stra-tegica dei mercati di riferimento (mancanza di dati/informazioni, distrumenti di interpretazione, di analisi di posizionamento, ecc.) sopra-tutto nelle filiere nelle quali non sono presenti grandi imprese, e checomunque non condividono la proprie basi informative; si ritienevieppiù che il made in Italy, che opera su mercati di alta qualità e dinicchia in aree geografiche molteplici, necessiti di informazioni di altaqualità su mercati molto diversificati, informazioni che non sono allaportata della maggior parte delle imprese.
Pertanto il PII «Nuove tecnologie per il made in Italy» è lo strumento utiliz-zato per creare le condizioni affinché maturi più velocemente questo nuovomodello organizzativo che, se implementato, può innalzare in modo signifi-cativo il livello di competitività delle PMI italiane. Sulla base di tali considerazioni, il perimetro del made in Italy è stato dise-gnato prevedendo una classificazione tipologica articolata su due livelli: Ilprimo livello è costituito da quattro sistemi settoriali:
• il sistema moda, che comprende tutte le imprese della filiera «abbiglia-mento e accessori» e che, nell’insieme, costruiscono lo stile italiano chenel suo perimetro comprende concetti legati all’estetica, alla qualità so-stanziale, al benessere e alla cura della persona;
• il sistema casa, che comprende tutte le imprese le cui attività sono affe-renti alla strutturazione dell’«ambiente casa», dall’arredamento alle nuovetecnologie che migliorano la qualità dell’abitare;
• il sistema alimentare, che comprende tutte le imprese industriali che pro-ducono alimenti;
• il sistema della meccanica, che comprende tutte le imprese che produco-no macchine e beni strumentali o soluzioni meccaniche complesse (basa-te per esempio sulla meccatronica).
Il secondo livello, invece, è costituito dalle aziende che forniscono alle im-prese comprese nei settori del primo livello soluzioni tecnologiche che so-stengono i processi di innovazione di prodotto e di processo. In particolaresono state considerate:
• le imprese che operano nell’area dei nuovi materiali (chimica, metalli,composti, ecc.);
• le imprese che sviluppano nuove tecnologie abilitanti per la gestione diprocessi critici (organizzazione, logistica, distribuzione, ecc.) come le im-prese dell’area dell’informatica e delle comunicazioni.
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Il PII «Nuovetecnologie
per il made in Italy»
è lo strumentoutilizzato
per creare le condizioni
affinché maturi più
velocementequesto nuovo
modelloorganizzativo
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Il Ministro dello Sviluppo Economico con decreto del 26 luglio 2007 ha af-fidato al dott. Alberto Piantoni l’incarico di responsabile di progetto per l’a-rea tecnologica del made in Italy. Alberto Piantoni, dopo aver ricoperto per 10 anni la carica di Vicepresidentee amministratore delegato di Bialetti Industrie S.p.A. è attualmente ammini-stratore delegato di Richard Ginori.Dopo la laurea in Economia e Commercio presso la facoltà di Modena, se-gue un corso di specializzazione alla «Economics New School for Social Re-search» di New York.Nel corso della sua carriera professionale ha ricoperto anche altri incarichi; inparticolare è nel 1983 in Olivetti, poi in Data Bank, nel 1986 entra comeDirettore amministrativo e finanziario in Rondine Italia S.p.A., dove nel1990 diventa Direttore generale; dal 1998 al 2008 è vicepresidente e Ammi-nistratore Delegato di Bialetti Industrie S.p.A.Tre sono stati gli Obiettivi Tecnologico-Produttivi (OTP) prioritari asse-gnati dal Ministro al dott. Piantoni per la successiva elaborazione del Pianodi Progetto:
• innovare i prodotti, sviluppando nuove sinergie con i produttori di nano-tecnologie, biotecnologie, nuovi materiali, meccatronica, ecc. (OTP 1);
• innovare i processi, incentivando nuovi modelli di cooperazione produtti-va tra le imprese presenti sui mercati internazionali e la subfornitura(OTP 2 );
• innovare il sistema della commercializzazione sia in Italia sia all’estero,rendendo efficiente il comparto della logistica, sviluppando reti distribu-tive specializzate e potenziando i canali di vendita di natura telematica(OTP 3).
PERCORSO DI ELABORAZIONE DEL PII
Il percorso seguito nell’elaborazione del PII è risultato essere una componen-te essenziale nella determinazione dei suoi contenuti. Nel caso specifico delmade in Italy, una tematica di difficile perimetrazione, l’utilizzo dello stru-mento della call for ideas (utilizzato invece dai responsabili di progetto per iPII su Efficienza energetica e Mobilità sostenibile) rivolta al sistema manifat-turiero è sembrato non adeguato. Nel contempo, il made in Italy ha una for-tissima caratterizzazione territoriale: non c’è provincia del nostro Paese chenon presenti situazioni produttive inscrivibili nel perimetro di questo con-cetto, per cui il rapporto con il territorio nella progettazione dei contenuti èparso essenziale.
Il made in Italyha unafortissimacaratterizzazioneterritoriale
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Per questo motivo e altre considerazioni correlate, il responsabile di progettoha deciso di avvalersi di una metodologia di progettazione congiunta e colla-borativa che lo ha visto, affiancato da un team di tecnici, attivare una serie ditavoli di coprogettazione con tutte le rappresentanze delle imprese da un latoe con le Regioni dall’altro.La sofisticata articolazione del concetto stesso di made in Italy, nonché la suastraordinaria ampiezza, ha suggerito di adottare un approccio per gradi e persuccessivi livelli di messa a punto. In particolare, allo scopo di perseguire gliObiettivi Tecnologico-Produttivi oggetto del PII ci si è concentrati sulla defi-nizione di iniziative volte a mettere in rete l’intero sistema produttivo (ricer-ca, impresa e servizi) allo scopo di creare le condizioni anche amministrativeper la realizzazione di progetti volti a:
• potenziare il ruolo delle imprese leader attribuendo loro una specifica re-sponsabilità (in termini anche contrattuali) verso i sistemi di filiera all’in-terno dei quali operano;
• riqualificare il ruolo della subfornitura e delle piccole imprese, adottandoun principio (che viene di seguito esplicitato e articolato) di cooperazioneproduttiva;
• valorizzare le competenze delle specializzazioni territoriali a forte vocazio-ne industriale guardando ai mercati internazionali.
Per ciò che riguarda le imprese si è scelto di valorizzare il ruolo dell’associa-zionismo, senza perdere sensibilità sulle singole realtà imprenditoriali signifi-cative di per sé. In concreto:
• l’asse portante del processo di coprogettazione è stato individuato nelleorganizzazioni nazionali che maggiormente rappresentano le filiere in-scritte nel perimetro del made in Italy puntando sulle loro unità organiz-zative interne specializzate rispetto alle filiere medesime. In particolare lacoprogettazione ha visto paritariamente coinvolte le maggiori associazioniquali Confindustria, Confapi, CNA, Confartigianato;
• è stata, inoltre, data attenzione a quelle realtà territoriali che presentano,filiera per filiera, specializzazioni di particolare rilievo;
• infine, è stata in ogni caso richiesta la partecipazione ai tavoli anche diimprenditori e imprese considerate leader di mercato e/o di prodotto.
Più in dettaglio il percorso di coprogettazione si è svolto in tre fasi:
• nella prima, conclusasi a fine novembre 2007, è stata svolta una ampiaconsultazione finalizzata a mettere a punto e a condividere obiettivi pri-mari, perimetro di azione, concetti guida a partire da quello di filiera
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Lacoprogettazione
ha vistoparitariamente
coinvoltele maggiori
associazioniquali
Confindustria,Confapi, CNA,
Confartigianato
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economica, criticità prioritarie da affrontare in termini di politica eco-nomica;
• nella seconda, che si è svolta nel corso del mese di dicembre 2007, attra-verso una ulteriore tornata di consultazioni più estesa e comprensiva dellaprecedente, ci si è concentrati sull’individuazione dei temi che sarebberostati l’oggetto dell’Azione Strategica di Innovazione Industriale (ASII) va-le a dire della concreta attività di sostegno al sistema produttivo;
• l’ultima fase, che si è svolta nei mesi di gennaio e febbraio 2008, si è concen-trata sulla finalizzazione delle attività per identificare i temi di innovazioneoggetto dell’ASII ( e del relativo bando) e delle relative azioni connesse.
Il percorso di consultazione con le Regioni ha seguito un percorso del tuttoparallelo, anche in termini temporali, a quello effettuato con il mondo delleimprese, sempre nella logica della coprogettazione e della definizione pro-gressiva delle tematiche. In linea generale, la sequenza tematica delle diverse fasi è stata pressoché ana-loga a quella seguita con il mondo associativo. In modo aggiuntivo e specifi-co i temi chiave di questa consultazione sono stati sostanzialmente due:
• il primo, e più rilevante, è stato quello delle «Azioni Connesse». Si puòdire che tutte le Azioni Connesse previste in questo PII «partono dal ter-ritorio» e vedono le Regioni protagoniste. Nel corso della consultazione idue ambiti su cui si è ulteriormente concentrata l’attenzione sono statiquelli relativi alle tematiche della ricerca applicata e del trasferimentotecnologico;
• il secondo è consistito nella verifica di compatibilità tra i contenuti con-fluiti nell’ASII (considerati prevalentemente in un’ottica di profilo stra-tegico e di logiche attuative) e la consistente attività prevista dalle Regio-ni nella propria azione nei confronti delle attività afferenti al perimetrodel Made in Italy, così come è stato delineato. Questa verifica è stata ef-fettuata sia in via generale, sia attraverso determinati approfondimentimirati, e ha evidenziato una significativa sinergia tra il PII e le relativeiniziative regionali.
Da questo lavoro di analisi, il responsabile di progetto ha identificato le se-guenti aree-obiettivo nelle quali collocare i temi di innovazione compresinell’ASII.
1. Rinnovo e capitalizzazione delle competenze distintive. In questa area siinscrivono le iniziative volte a migliorare la capacità delle filiere produtti-ve nel gestire in modo evoluto i processi di innovazione di prodotto, par-tendo dal concetto di competenza (tecnica e tecnologica) distintiva e co-
Il percorso diconsultazionecon le Regioniha seguito un percorso del tuttoparallelo,anche in terminitemporali, a quelloeffettuato con il mondodelle imprese
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niugandolo con il concetto di capitalizzazione che identifica le attività vol-te a conservare, proteggere e promuovere il valore economico dell’innova-zione prodotta. Ulteriore tratto di innovazione in quest’area è il concettodi innovazione di filiera, che spinge verso soluzioni organizzative (ma an-che economiche e giuridiche, comunque sempre nell’ambito della gestionedelle competenze) di carattere cooperativo tra soggetti diversi: soprattuttoimprese, ma anche tra imprese, soggetti finanziari, centri di competenza/ricerca. Allo scopo di garantire la massima fruibilità del prodotto/servizio,in tutte le iniziative in cui siano presenti rilevanti aspetti di sviluppo ditecnologie informatiche, si suggerisce il ricorso, ove possibile, a soluzionidi tipo open source.
2. Cooperazione produttiva. In questa area si inscrivono le iniziative finaliz-zate alla ridefinizione e ristrutturazione dei modelli, dei processi e deglistrumenti a supporto della cooperazione tra imprese nella gestione dei ci-cli produttivi. Proprio qui risiede la risposta alla trasformazione dei tradi-zionali modelli produttivi di distretto messi in discussione dai processi diinternazionalizzazione produttiva e dalle profonde modificazioni deglistandard di qualità attesi dai mercati (qualità del prodotto ma anche velo-cità di consegna, livelli di servizio integrati nel prodotto/servizio, ecc.). Iltratto di innovazione in questa area è sintetizzabile in due punti:a) il primo si concretizza nella capacità di gestire in modo efficiente siste-
mi produttivi composti da aziende e unità produttive coerenti sotto ilprofilo degli obiettivi, ma disomogenee in termini di proprietà, di lo-calizzazione, di livelli di potenziale competizione interna al sistema;
b) il secondo coincide con la capacità di innovare le relazioni tra imprese(medie, piccole, micro e artigiane) valorizzando il ruolo di tutte que-ste componenti nella costruzione di un processo orientato alla qualità,ma anche alla equilibrata ripartizione dei rischi e del valore prodottosul mercato. Complessivamente, i progetti inscritti in quest’area pun-tano a superare il modello della subfornitura per stabilire nuovi stan-dard di cooperazione produttiva.
Anche in questo caso, allo scopo di garantire la massima fruibilità delprodotto/servizio finale, in tutte le iniziative in cui siano presenti rilevantiaspetti di sviluppo di tecnologie informatiche, si suggerisce il ricorso, ovepossibile, a soluzioni di tipo open source.
3. Presidio strategico dei mercati. L’innovazione attesa in questa terza area-obiettivo riguarda in particolare:• soluzioni distributive innovative servite da sistemi di logistica specia-
lizzati in grado di supportare in modo qualificato le filiere del made inItaly nei processi di commercializzazione nei mercati obiettivo;
• i progetti che sono in grado di sviluppare soluzioni adatte alle PMInell’ambito della conoscenza del cliente finale, e dunque i sistemi di
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Ulteriore trattodi innovazione
in quest’area è il concetto
di innovazionedi filiera
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market intelligence che le mettano in grado di leggere e analizzare imercati di riferimento con la sensibilità e il dettaglio abituali nei mer-cati di prossimità o, comunque, presidiati in modo diretto.
Le tre aree-obiettivo rappresentano l’ambito di massima generalità possibi-le, difatti identificano assi multicomprensivi di indirizzo delle attività diricerca, sviluppo e innovazione, massimizzando la coerenza con i diversiparadigmi produttivi e competitivi dei diversi settori che compongono ilmade in Italy. Sono titoli ad ampio spettro in cui si ritrovano potenzial-mente tutti gli strumenti e le azioni che possono migliorare la competiti-vità di sistema. All’interno delle tre aree vengono perciò individuate dellesottoaree, che corrispondono ai titoli delle misure che il responsabile diprogetto ha proposto come base per la definizione del bando di gara, e cheidentificano obiettivi più definiti. Pur mantenendo un significato precisoper la maggior parte dei settori del made in Italy, tali sottoaree possonoperò, di volta in volta, risultare più pertinenti ad alcuni settori rispetto adaltri. In alcuni casi possono essere non pertinenti per alcuni settori, come,viceversa, possono, nei casi di orizzonti tecnologici specifici, essere focaliz-zati su specifiche filiere.Le sottoaree individuate all’interno dell’area-obiettivo «Rinnovo e capitaliz-zazione delle competenze distintive» sono le seguenti:
1. Prodotti innovativi realizzati attraverso metodologie, processi e strumentidi progettazione basati sui nuovi bisogni dei consumatori finali nel mer-cato mondiale
2. Materiali innovativi ed intelligenti3. Soluzioni robomeccatroniche4. Tecnologie e soluzioni impiantistiche per gli ambienti civili ed industriali5. Tecnologie, sistemi di produzione e prodotti destinati al miglioramento
della qualità della vita (ambito chimico, biologico, nutrizionale)6. Tecnologie, materiali, processi e sistemi in grado di migliorare la perfor-
mance ambientale, la conservazione e la durata di vita del prodotto
Le sottoaree individuate all’interno dell’area-obiettivo «Cooperazione pro-duttiva» sono invece:
1. Progetti finalizzati allo sviluppo di prodotti e processi innovativi ecocompa-tibili, focalizzati sull’utilizzo di materie prime rinnovabili, e, congiunta-mente, ad alto valore aggiunto in termini di prestazioni per l’utente finale
2. Sviluppo di sistemi di filiera per la progettazione integrata su tutto il cicloproduttivo e la rappresentazione del prodotto
3. Progetti per l’organizzazione delle filiere
Le tre aree-obiettivorappresentanol’ambito di massimageneralitàpossibile
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Infine, le sottoaree individuate all’interno dell’area-obiettivo «Presidio strate-gico dei mercati» sono:
1. Sviluppo di format distributivi innovativi per la commercializzazione sulmercato consumer internazionale
2. Progettazione di strumenti tecnologici innovativi per la commercializza-zione sul mercato business internazionale
3. Soluzioni di e-commerce e di market intelligence4. Soluzioni di logistica di filiera
Il Piano di Progetto presentato dal dott. Piantoni il 7 febbraio 2008 è statoadottato con decreto interministeriale il 6 marzo 2008, e per la realizzazionedelle Azioni Strategiche di Innovazione Industriale è stato emanato un ban-do, pubblicato sulla GU del 2 settembre 2008 (supplemento ordinario n. 207) che ha stanziato 190 milioni di euro.Il bando ha stabilito di finanziare programmi finalizzati allo sviluppo di nuovetipologie di prodotti e/o servizi, con elevato contenuto di innovazione tecnolo-gica e in grado di determinare un impatto sul sistema economico e sulla filieraspecifica nelle aree tecnologiche individuate. In particolare di seguito si ripor-tano per ciascuna area-obiettivo e per ciascuna sottoarea, alcuni esempi di spe-cifici temi da porre a oggetto di progetti di ricerca e innovazione industriale.
A) AREA-OBIETTIVO «RINNOVO E CAPITALIZZAZIONE DELLE COMPETENZE DISTINTIVE»
A.1. Prodotti innovativi realizzati attraverso metodologie, processi e strumenti di progettazione basati sui nuovi bisogni dei consumatorifinali nel mercato mondiale
1) Sviluppo di strumenti innovativi di marketing intelligence specializzatiper le filiere del made in Italy, finalizzati alla misura e alla qualificazionedei nuovi potenziali di mercato a livello internazionale, con alta capacitàdi definizione dei profili di domanda del consumatore, rispetto a mercatidi nicchia e in contesti socio-culturali altamente differenziati;
2) applicazione di piattaforme di progettazione innovative allo sviluppo diprodotti made in Italy, basati sulla domanda dei mercati emergenti neisegmenti di qualità, ideati e progettati in Italia coniugando nuova do-manda mondiale, creatività e qualità italiane;
3) sviluppo di soluzioni tecnologiche a supporto della cooperazione proget-tuale intrafiliera-interfiliera, focalizzate sul processo creativo, in grado dimassimizzare la qualità dei prodotti made in Italy;
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Il Piano di Progettopresentato
dal dott.Piantoni
il 7 febbraio2008 è stato
adottato con decreto
interministerialeil 6 marzo 2008
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4) sviluppo di soluzioni tecnologiche specializzate per le filiere del made inItaly, finalizzate alla traduzione delle componenti di analisi in specifichedi progettazione;
5) sviluppo di strumenti per la quick response specializzati per le filiere delmade in Italy, applicati al processo di progettazione per ottimizzare il ti-me to market dell’innovazione non incrementale.
A.2. Materiali innovativi e intelligenti
1) Applicazione di materiali, nanomateriali, rivestimenti, nanorivestimenti,innovativi, intelligenti, multifunzionali, autoriparanti, a memoria di forma;
2) applicazione di formulati e materiali intelligenti, attivi, da recupero, scar-to e rifiuti;
3) applicazione di fibre (naturali e/o artificiali) plurifunzionali, termoregola-trici, regolatrici anche con sostanze a graduale rilascio;
4) applicazione di materiali tessili e tessuti con formulazioni antimicrobiche,autopulenti, antifiamma, con basi biologiche, biotecnologiche, ecocom-patibili, per applicazioni medicali, per il benessere e la salute, per abbi-gliamento «intelligente», per la personalizzazione del materiale al consu-matore;
5) sviluppo di prodotti cosmetici innovativi di origine vegetale dotati di atti-vità cosmetica funzionale;
6) integrazione di materiali, microsistemi, nanomateriali o speciali film dipolimeri naturali, biocompatibili o biodegradabili, per la veicolazione e loslow release di prodotti naturali ad attività biologica.
A.3. Soluzioni robomeccatroniche
1) Integrazione di sistemi robomeccatronici con funzioni di autodiagnosi eautoriparazione nei prodotti made in Italy e/o nelle loro tecnologie diproduzione;
2) sviluppo di sistemi multifunzionali basati su architetture di base condivi-se ed espandibili e sull’integrazione di moduli funzionali specifici, per larealizzazione di elettrodomestici intelligenti, comunicanti, interfacciabilicon i sistemi di controllo domestico da locale e da remoto;
3) sviluppo di sistemi, sensori e attuatori predittivi e inferenziali per l’otti-mizzazione dei consumi di medio e lungo periodo;
4) sviluppo di sistemi di assistenza e di diagnostica automatica dei parametrivitali e di benessere personale, a bassa o nulla invasività e/o da remoto;
Materiali innovativi e intelligenti.Soluzionirobomeccatroniche
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5) sviluppo di sistemi di riconoscimento e tracciamento degli oggetti e diausilio al movimento e all’orientamento dell’anziano e del diversamenteabile;
6) sviluppo di sistemi di screening, allarme, chiamata, comunicazione, ge-stione dell’emergenza;
7) applicazione di sistemi innovativi per la produzione e l’utilizzo di energiapulita nella generazione di potenza in macchine per l’agricoltura e il giar-dinaggio.
A.4. Tecnologie e soluzioni impiantistiche per gli ambienti civili e industriali
1) Sviluppo di sistemi di controllo, applicazione di materiali e processi per ilmiglioramento della qualità dell’acqua potabile;
2) sviluppo di sistemi di controllo totale dei flussi energetici, elettrici e idricinegli ambienti industriali, sociali e abitativi;
3) applicazione di tecnologie per la riduzione sistematica dell’utilizzazione dimateriali, acqua, energia e sottoprodotti nei processi di produzione deiprodotti agroalimentari;
4) sviluppo di sistemi di generazione innovativa di energia pulita e autono-ma, modulare, indoor per il potenziamento dei sistemi di servizio.
A.5. Tecnologie, sistemi di produzione e prodotti destinati al miglioramento della qualità della vita (ambito chimico, biologico,nutrizionale)
1) Applicazione di tecnologie nutrigenomiche per lo sviluppo di componen-ti bioattive delle diverse matrici alimentari;
2) applicazione di componenti bioattive capaci di influenzare i meccanismidi regolazione cellulare a livello dei sistemi cognitivo e neurologico;
3) miglioramento dei fattori biologici delle matrici alimentari coinvolte neimeccanismi di resistenza ai patogeni;
4) sviluppo di soluzioni innovative per l’aumento della biodisponibilità dispecifici componenti nutrizionali;
5) sviluppo di componenti innovative dei prodotti alimentari funzionali almiglioramento della salute umana;
6) sviluppo di soluzioni innovative per la produzione di enzimi migliorati,derivanti da coprodotti, sottoprodotti e residui alimentari.
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Tecnologie e soluzioni
impiantisticheper gli
ambienti civili e industriali.
Tecnologie,sistemi
di produzione e prodotti
destinati almiglioramento
della qualitàdella vita
(ambitochimico,
biologico,nutrizionale)
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A.6. Tecnologie, materiali, processi e sistemi in grado di migliorare laperformance ambientale, la conservazione e la durata di vita del prodotto
1) Sviluppo di sistemi di regolazione delle componenti critiche per il ciclo eil tempo di conservazione dei prodotti alimentari;
2) sviluppo e/o applicazione di tecnologie e materiali innovativi, a biodegra-dabilità controllata, per la conservazione dei prodotti alimentari;
3) sviluppo di sistemi innovativi per il miglioramento delle caratteristiche diconservazione del prodotto alimentare, in termini di durata, manteni-mento della freschezza, delle qualità organolettiche e di gusto.
B) AREA-OBIETTIVO «COOPERAZIONE PRODUTTIVA»
B.1. Progetti finalizzati allo sviluppo di prodotti e processi innovativiecocompatibili, focalizzati sull’utilizzo di materie prime rinnovabili, e, congiuntamente, ad alto valore aggiunto in termini di prestazioni per l’utente finale
1) Innovazione di prodotto, del processo produttivo, e/o dell’organizzazionefinalizzata alla ecosostenibilità nell’intero ciclo di vita del prodotto;
2) applicazione di piattaforme tecnologiche innovative per le filiere del ma-de in Italy finalizzate alla cooperazione produttiva, specializzate per la ge-stione degli aspetti di ecosostenibilità.
B.2. Sviluppo di sistemi di filiera per la progettazione integrata su tutto il ciclo produttivo e la rappresentazione del prodotto
1) Sviluppo di soluzioni integrate per la prototipazione virtuale, in grado diadeguare i tempi di progettazione del prodotto ai mercati ad alta rotazio-ne del campionario, di ridurre i costi di progettazione e di orientare laproduzione alla «mass customization»;
2) definizione di linguaggi di progettazione per il made in Italy condivisi tragli attori della filiera anche in ambito multiculturale;
3) sviluppo di tecnologie di cooperazione produttiva per il made in Italy checonsentano l’integrazione operativa di soggetti diversi in termini di co-progettazione, coproduzione, scambio di semilavorati e componenti, siain ambito di filiera sia interfiliera.
Tecnologie,materiali,processi e sistemi in grado di migliorare la performanceambientale.Progettifinalizzati allo sviluppo di prodotti e processiinnovativiecocompatibili.Sviluppo di sistemi di filiera per laprogettazioneintegrata
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B.3. Progetti per l’organizzazione delle filiere
1) Applicazione di soluzioni tecnologiche innovative a supporto delle rela-zioni tra soggetti che cooperano e competono allo stesso tempo;
2) applicazione di soluzioni tecnologiche innovative per la interoperabilità,la cooperazione, la sicurezza, e per l’estrazione e l’elaborazione di infor-mazioni ad alto valore aggiunto, con tecniche di «data mining».
C) AREA-OBIETTIVO «PRESIDIO STRATEGICO DEI MERCATI»
C.1. Sviluppo di format distributivi innovativi per la commercializzazionesul mercato consumer internazionale
1) Innovazione del processo di gestione delle reti distributive specializzateper il made in Italy anche attraverso l’integrazione di piattaforme logisti-che innovative, di sistemi di pagamento, di strumenti innovativi dimarketing intelligence per la gestione delle informazioni sui clienti;
2) prototipazione di punti vendita innovativi specializzati, comprensivi delmarchio, dei sistemi tecnologici di supporto, degli strumenti e delle tec-nologie di gestione del cliente e di post vendita.
C.2. Progettazione di strumenti tecnologici innovativiper la commercializzazione sul mercato business internazionale
1) Innovazione del processo di gestione delle reti distributive «business tobusiness» specializzate per il made in Italy, anche attraverso l’integrazionedi piattaforme logistiche innovative, di strumenti di valutazione e gestio-ne dei canali commerciali e delle reti di vendita, di strumenti innovatividi marketing intelligence per la gestione delle informazioni sui clienti, dipiattaforme di gestione delle transazioni e degli ordini;
2) sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative di gestione delle reti distri-butive che facilitino l’accesso alle piccole imprese delle filiere del made inItaly sul mercato business internazionale.
C.3. Soluzioni di e-commerce e di market intelligence
1) Sviluppo e/o applicazione di tecnologie di comparazione del ciclo di vitae delle caratteristiche di prodotto;
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Progetti perl’organizzazione
delle filiere.Sviluppo
di formatdistributiviinnovativi.
Progettazione di strumenti
tecnologiciinnovativi.Soluzioni
di e-commerce e di marketintelligence
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2) sviluppo e/o applicazione di tecnologie e strumenti per la realizzazione dicontenuti e format di comunicazione multi-lingua e multi-cultura, perso-nalizzati e flessibili;
3) sviluppo e/o applicazione di strumenti e soluzioni integrate di business emarketing intelligence;
4) sviluppo e/o applicazione di soluzioni tecnologiche cooperative per la ge-stione a livello globale delle transazioni, degli ordini e della gestione delrapporto con il cliente;
C.4. Soluzioni di logistica di filiera
1) Sviluppo e/o applicazione di soluzioni innovative di packaging, integratecon le soluzioni di logistica, a basso impatto di costo e ambientale;
2) sviluppo di simulatori per l’analisi e il disegno ottimale e interattivo dellalogistica di approvvigionamento e dei relativi costi;
3) sviluppo di una piattaforma ICT, per la raccolta centralizzata delle infor-mazioni relative alla logistica delle imprese appartenenti a una o più filie-re del made in Italy, la gestione sicura e integrata delle informazioni, an-che in termini di condivisione cooperativa e competitiva, e l’accesso di-stribuito e sicuro da parte delle aziende;
4) sviluppo di soluzioni innovative per la logistica di filiera, anche attraverso l’ap-plicazione di sistemi intelligenti di identificazione e tracciabilità dei prodotti.
IL BANDO
Il bando PII «Nuove tecnologie per il made in Italy» ha stabilito che i pro-grammi prevedessero attività di ricerca industriale (in percentuale inferiore al50% del totale dei costi agevolabili) di sviluppo sperimentale, ovvero di in-novazione dei processi e dell’organizzazione dei servizi, e che si dovesseroconcludere con la realizzazione di un prototipo esplicativo del prodotto e/oservizio innovativo, con validità industriale. Il bando ha stabilito altresì checiascun programma dovesse essere realizzato in forma congiunta da un rag-gruppamento formato da più soggetti, con la partecipazione obbligatoria inesso di almeno un organismo di ricerca, e che tale collaborazione fosse espli-citata attraverso appositi accordi, inclusi quelli relativi alla proprietà e all’uti-lizzo dei risultati conseguiti dal progetto. È stata inoltre introdotta un’impor-tante novità, ovvero la possibilità di far partecipare ai programmi, tra i sog-getti beneficiari, anche imprese e organismi di ricerca costituiti all’estero.Nel bando si è stabilito che le agevolazioni vengano concesse, nei limiti sta-biliti dalla disciplina comunitaria, nella forma di contributi diretti alla spesa
Il bando hastabilito altresìche ciascunprogrammadovesse essererealizzato in formacongiunta da unraggruppamentoformato da più soggetti
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con percentuali differenti a seconda dell’attività svolta (ricerca industriale esviluppo sperimentale) e della dimensione dell’impresa.Il bando presenta inoltre due specificità rispetto ai bandi dei PII su efficienzaenergetica e mobilità sostenibile:
• un importo soglia complessivo del progetto diverso a seconda che a pre-sentarlo sia un raggruppamento composto esclusivamente da micro e pic-cole imprese (in questo caso si è stabilito un minimo di 2,5 milioni di eu-ro a programma) oppure un partenariato in cui sia presente almeno unamedia o grande impresa (in questo caso si è stabilito un minimo di 6 mi-lioni di euro a programma);
• l’attività di selezione e valutazione dei progetti articolata in due fasi se-condo uno schema che prevede la presentazione inizialmente di una pro-posta di massima; successivamente solo le proposte che avranno un giudi-zio positivo potranno partecipare anche alla seconda fase, presentandoquesta volta un programma definitivo che sarà valutato ai fini della con-cessione delle agevolazioni.
LA RISPOSTA ALLA PRIMA FASE DEL BANDO
Il 1° dicembre 2008 si è chiusa la prima fase di presentazione relativa ai progettidi massima per il PII «Nuove tecnologie per il made in Italy» (190 milioni diincentivi). Sono stati presentati 429 progetti che vedono la partecipazione com-plessiva di oltre 3000 imprese e 1000 centri di ricerca, ovviamente con alcuneimprese e centri di ricerca che risultano partner di più progetti. Gli investimenticomplessivi ammonterebbero a 3,7 miliardi di euro, un quarto dei quali (960milioni) nelle Regioni del Mezzogiorno. È risultata significativa la partecipazio-ne delle piccole e medie imprese, che hanno presentato domande per oltre 2,1miliardi di investimenti, a fronte del miliardo previsto dalle grandi imprese. Icentri di ricerca coinvolti parteciperebbero con 546 milioni di investimenti.A un esame appena più approfondito si rileva come il bando abbia favoritola nascita di ampi partenariati tra imprese e centri di ricerca, con la creazionedi nuove filiere produttive che aggregano settori molto diversi, dalla modaalla chimica fine, dall’agroalimentare all’ICT, dall’arredamento all’elettroni-ca, intorno a progetti in grado di innovare prodotti e processi produttivi. Ilvalore medio dei progetti è infatti pari a 8 milioni, con un numero medio dipartecipanti per progetto corrispondente a 9 soggetti tra imprese e centri diricerca. I programmi presentati riguardano tutte le 13 aree tematiche previ-ste, dalla ricerca sui materiali innovativi e intelligenti, allo sviluppo di nuoviprodotti, dalla meccatronica al miglioramento della qualità della vita, allosviluppo di nuovi format distributivi.
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È risultatasignificativa lapartecipazione
delle piccole e medie
imprese, che hannopresentato
domande per oltre
2,1 miliardi di investimenti
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Volendo inoltre distinguere tra progetti con partecipazione anche di medie egrandi imprese e progetti condotti da sole micro e piccole imprese, si puònotare che tra i primi (in tutto 326) dove la soglia minima di accesso era co-stituita da un investimento di 6 milioni di euro, si collocano progetti di co-sto medio pari a 10,5 milioni di euro proposti da partenariati composti inmedia da 8,5 imprese e 2,5 centri di ricerca (per un totale di oltre 2500 im-prese e oltre 800 centri di ricerca). I progetti presentati da partenariati di solemicro e piccole imprese invece (in tutto 103) dove la soglia era di 2,5 milio-ni di euro, hanno esibito un investimento medio di 3,5 milioni di euro e unpartenariato medio composto da 5,5 imprese e 1,7 centri di ricerca (in totale525 imprese e 180 centri di ricerca).In entrambi i casi l’area-obiettivo più «richiesta» è risultata quella del «Rin-novo e capitalizzazione delle competenze distintive» su cui si è focalizzato ol-tre il 60% dei progetti, e in particolare le sottoaree relative alle soluzioni ro-bomeccatroniche (più del 20%) e all’applicazione di materiali innovativi eintelligenti (circa il 15%) confermando la forte domanda da parte delle im-prese del made in Italy di innovare i propri prodotti e processi attraversol’impiego di materiali e beni strumentali innovativi.
PRIMI INDIRIZZI DI ATTUAZIONE DELLE AZIONI CONNESSENELL’AMBITO DEL MADE IN ITALY
Gli esiti delle prime attività di ricognizione territoriale effettuata hanno per-messo al Ministero dello Sviluppo Economico di individuare un primo elen-co di ambiti tematici prioritari sui quali focalizzare gli interventi di AzioniConnesse. Vediamo di seguito le principali azioni connesse individuate:
1. Ambito Azione Connessa: Sviluppo di nuovi modelli organizzativo-gestionali e realizzazione di piattaforme tecnologiche volte a valorizzarele competenze e le reti relazionali nell’ambito delle filiere del PII «Nuovetecnologie per il made in Italy»
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• realizzazione di un sistema di «Network Intelligence» a supporto delleiniziative di politica economica per il made in Italy e articolato attraver-so una piattaforma tecnologica, accessibile a molteplici soggetti (costi-tuita a partire dalla rete degli attori che hanno contribuito alla progetta-zione del PII per il made in Italy) capace di gestire sia le interazioni delnetwork sia una banca dati costantemente aggiornata del patrimoniodelle conoscenze;
L’area-obiettivopiù «richiesta»è risultataquella del «Rinnovo ecapitalizzazionedellecompetenzedistintive» su cui si èfocalizzato oltre il 60% dei progetti
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• costituzione di un’infrastruttura Internet-based (preferibilmente come in-tegrazione della piattaforma Network Intelligence) finalizzata allo svilup-po di analisi sulle dinamiche delle filiere, con particolare attenzione aquelle più nuove/innovative, e basata sulla analisi delle relazioni di filieraattraverso un sistema di business intelligence capace di intercettare, legge-re e interpretare informazioni desunte da tutte le fonti disponibili, forma-lizzate e non;
• sviluppare nuovi modelli e sistemi di previsione, «scenarizzazione» e ge-stione delle crisi d’impresa, di settore e di sistemi territoriali implemen-tando: componenti organizzative e tecnologiche interregionali in connes-sione con le Amministrazioni e gli Enti preposti, le Regioni e le parti so-ciali per l’anticipazione e la gestione delle crisi; sistemi di raccolta ed ela-borazione dati in tempo reale con metodo bottom-up dai territori; inter-facce tecnologiche d’integrazione con i database esistenti, i sistemi previ-sionali centrali e le altre strutture anche locali preposte al monitoraggio eanalisi delle dinamiche della produzione, del lavoro e dei servizi; soluzio-ni di calcolo per l’analisi socio-tecno-economica, l’elaborazione di scenarialternativi e l’anticipazione degli eventi relativi ai sistemi produttivi; siste-ma di monitoraggio e valutazione processi e interventi.
2. Ambito Azione Connessa: Realizzazione di «campus» e «poli» per la ricerca, il trasferimento tecnologico e l’alta formazione, nell’ambitodelle filiere del PII «Nuove tecnologie per il made in Italy»
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• realizzazione di «campus» e «poli» per la ricerca, il trasferimento tecnolo-gico e l’alta formazione in ogni filiera del made in Italy, volti a mettere inrete operativamente un nucleo eccellente di centri di certificazione, ditrasferimento tecnologico, centri ricerca pubblici/privati ed altri attoricoinvolti nei processi innovativi della filiera di appartenenza. In particola-re le filiere ricomprese nel PII «Nuove tecnologie per il made in Italy» so-no le seguenti:– sistema casa; – sistema moda; – sistema alimentare;– sistema della meccanica.
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Realizzazionedi «campus»
e «poli» per
la ricerca, il trasferimento
tecnologico e l’alta
formazione,nell’ambitodelle filiere
del PII «Nuovetecnologie
per il made in Italy»
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3. Ambito Azione Connessa: Sviluppo di piattaforme infrastrutturali siainformatiche che fisiche nell’ambito delle filiere del PII «Nuove tecnologieper il made in Italy»
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• adozione di piattaforme condivise basate su tecnologie RFId (Radio Fre-quency Identification) e/o su nuove tecnologie di applicazione a supportodella tracciabilità delle filiere del made in Italy, della garanzia di originedei prodotti e della razionalizzazione logistica delle filiere del made inItaly in particolare del Mezzogiorno;
• realizzazione di azioni/iniziative volte a migliorare gli standard tecnologi-ci, organizzativi e qualitativi delle attività di public procurement a favoredi scelte improntate a standard di qualità eccellente, trasformando così ladomanda pubblica in fattore di crescita per il made in Italy;
• sviluppo di piattaforme di servizi a supporto dello sviluppo di creatività einnovazione delle imprese del made in Italy finalizzate a valorizzare, orga-nizzare, e rendere disponibile la memoria storica del made in Italy a parti-re dal tema del design;
• realizzazione di piattaforme di supporto ai servizi di e-commerce per sup-portare la presenza delle imprese italiane sui mercati consumer interna-zionali attraverso la realizzazione di piattaforme integrate di commerciosui canali virtuali che supportino anche la multicanalità.
4. Ambito Azione Connessa: Realizzazione di attività di trasferimentotecnologico di know-how di capitale umano nel settore del made in Italy
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
• organizzazione ed erogazione di borse di studio per la ricerca e di specia-lizzazione a supporto degli studenti delle aree tecniche legate al made inItaly e delle aziende del territorio nazionale.
5. Ambito Azione Connessa: Design come supporto creativo del made in Italy
Le principali azioni che potranno essere realizzate in tale ambito sono le se-guenti:
Sviluppo di piattaformeinfrastrutturali.Realizzazionedi attività ditrasferimentotecnologico di know-how.Design comesupporto creativo del made in Italy
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• realizzazione di una piattaforma a supporto del processo creativo in gradodi archiviare e sistematizzare i progetti di prodotti e servizi innovativi rea-lizzati da designer italiani e di renderli disponibili, reperibili e riutilizzabi-li in formato digitale; sviluppo di artigianato artistico e di design attraver-so la creazione all’interno delle «nuove botteghe» di spazi di ispirazioneanche tramite sistemi multimediali/multimodali fortemente immersivi;realizzazione di un centro di competenza sui materiali per aiutare l’arti-giano a cogliere e integrare nel suo processo lavorativo una importantetraiettoria tecnologica.
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La scelta di considerare i beni e le attività culturali una delle 5 aree di Indu-stria 2015 è motivata dall’esigenza di fare emergere e rafforzare questa nuovafiliera economica come una delle opzioni concrete per il rilancio dell’econo-mia italiana.Per «beni e attività culturali e turistiche» (nel seguito talvolta riassunto breve-mente in «patrimonio culturale») si intendono gli «asset culturali» del nostroPaese in una accezione ampia:
• i «tradizionali» beni culturali antichi (beni archeologici, paesaggistici, sto-rico-artistici, …) oggetto di conservazione, tutela e valorizzazione;
• le attività culturali (cinema, musica, editoria, teatro, …) che formano lacosiddetta industria culturale;
• i «nuovi» beni culturali e cioè i nuovi edifici adibiti a funzioni culturali(musei, biblioteche, sale da concerto, …) realizzati dai grandi architet-ti e luogo di sperimentazione di tecnologie e sistemi costruttivi diavanguardia;
• gli edifici e luoghi antichi e di «pregio» (tutti «vincolati» dallo Stato) og-getto di riqualificazione nelle destinazioni e che quindi richiedono – perespletare tali finalità – le competenze tipiche della diagnostica, del restau-ro e del consolidamento di edifici antichi insieme ai più moderni sistemidi progettazione architettonica e impiantistica e ai nuovi materiali.
La creazione, gestione, tutela e valorizzazione di tale patrimonio culturale stasviluppando un fiorente mercato caratterizzato da piccole e medie aziende(con anche la presenza qualificata di alcune grandi) dai forti contenuti tecno-logici. Nuovi materiali, tecniche costruttive innovative, strumenti di misura-zione e diagnostica, modellistica 3D, piattaforme digitali, sono esempi tangi-bili. Il nostro Patrimonio Culturale sta diventando un vero e proprio labora-torio per lo sviluppo di tecnologie, materiali e metodologie molto innovati-ve; si pensi ai batteri «mangia-patine», al cemento bianco contenente nano-molecole di titanio che non si sporca, agli acceleratori di neutroni in grado
TECNOLOGIE INNOVATIVE PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI E TURISTICHE
La creazione,gestione,tutela evalorizzazionedi talepatrimonioculturale stasviluppando un fiorentemercatocaratterizzatoda piccole e medieaziende
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di radiografare le statue e ricostruirle dall’interno, fino alle recenti innovazio-ni del settore digitale (mappe satellitari navigabili, sistemi georeferenziatiportatili, tag a radiofrequenza per marcare gli oggetti, …).Questo know-how che il nostro Paese possiede è spesso disperso e frammen-tato e richiede processi di coordinamento e aggregazione. Per questo motivola lettura di un nuovo aggregato economico che pone l’accento non sui servi-zi aggiuntivi museali e sui flussi turistici ma sul sistema di imprese che rendepossibile la creazione, gestione, tutela e valorizzazione di questo patrimonio èoggi priorità assoluta.Le nuove tecnologie consentono, alle istituzioni deputate alla conservazione,conoscenza, fruizione e gestione dei beni culturali di convogliare l’interessedel pubblico verso il patrimonio che hanno in custodia incrementandone ilvalore.In particolare, per conservazione si intendono qui le attività di conservazione,monitoraggio e restauro degli artefatti.Per conoscenza si intendono tutte le attività necessarie per la meta-cataloga-zione del bene, che includa, accanto alla tradizionale catalogazione, tutti i ri-ferimenti relativi alle analisi scientifiche, agli studi, alla collocazione spazialee temporale, all’immagine virtuale sia a due sia tre dimensioni e quant’altronecessario per assicurare la «vita» dell’opera d’arte nel mondo «virtuale».Per gestione si intende quel complesso di attività necessarie alla valorizzare delpatrimonio culturale paesaggistico, enogastronomico e aziendale.Per fruizione si intende principalmente la messa a punto di nuove modalitàfruitive e diffusive e nuovi format narrativi, ma anche la riqualificazione diedifici e luoghi vincolati di elevato interesse storico, la definizione di nuovimodelli di business per la tutela, messa in sicurezza e gestione sostenibile deiluoghi «culturali».Il PII «Beni Culturali» è lo strumento che si è deciso di utilizzare per facilita-re il raggiungimento di quanto appena descritto.Il Ministro dello Sviluppo Economico con decreto del 28/11/2007 ha affida-to al dott. Andrea Granelli l’incarico di responsabile di progetto per l’areatecnologica relativa ai beni culturali.Andrea Granelli, nato nel 1960, dopo la maturità classica si laurea con lodein informatica e completa gli studi con un diploma post-universitario in psi-chiatria.Attualmente è presidente e fondatore – con Stefano Santini – di Kanso, so-cietà di consulenza che si occupa di innovazione.Inizia come ricercatore presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Bio-mediche del CNR di Milano e lavora, con responsabilità crescenti, per diver-se aziende (CESI, Montedison, Fimedit).Nel 1989 entra nella multinazionale McKinsey & Company, leader nella con-sulenza direzionale, trasferendosi per un periodo presso l’ufficio di Lisbona.
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Questo know-how
che il nostroPaese possiede
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e frammentatoe richiede
processi dicoordinamentoe aggregazione
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Nel 1996 entra in Telecom Italia come direttore marketing e vendite di TIN– il servizio Internet del gruppo – e diventa successivamente amministratoredelegato. Nel 2001 diventa amministratore delegato di Tilab e responsabiledi tutte le attività di ricerca e sviluppo del gruppo Telecom.Nella sua attività professionale ha creato molte aziende e lanciato diverse ini-ziative: tin.it, TILab, Loquendo, un fondo di venture capital di 280 milionidi dollari basato a New York, l’Interaction Design Institute di Ivrea, l’Esposi-zione permanente di tecnologia presso i chiostri di S. Salvador a Venezia e illaboratorio multimediale dell’Università La Sapienza di Roma.È stato membro di diversi advisory board europei (eEurope – advisory boarddella Commissione Europea per l’attuazione della società dell’informazione;ESFRI – European Strategy Forum for Research Infrastructures) e del Comitatodi valutazione del CNR. Ha inoltre presieduto per qualche anno il Distrettodell’Audiovisivo e dell’ICT di Roma.Due sono stati gli Obiettivi Tecnologico-Produttivi (OTP) prioritari assegna-ti dal Ministro al dott. Granelli:
1. rendere più competitiva la filiera produttiva collegata alle tecnologie e aimateriali per il restauro e la valorizzazione del patrimonio culturale
2. sviluppare e diffondere l’innovazione tecnologica e le competenze tec-niche nelle attività di tutela, conservazione e valorizzazione dei beniculturali.
PERCORSO DI ELABORAZIONE DEL PII
Essenziale è stato innanzitutto definire un macro-obiettivo del PII: perime-trare, mettere in rete e potenziare tutta la filiera legata alla valorizzazione delpatrimonio culturale, dandole «dignità economica».Il dott. Granelli ha così deciso, per la definizione delle aree-obiettivo del PII,di seguire una metodologia articolata nelle seguenti fasi:
1. convegno «Tecnologie e sistemi produttivi per la cultura» organizzato dalMinistero per i Beni e le Attività Culturali (14 marzo 2007). Dalle atti-vità del convegno è stata possibile l’individuazione di un nuovo aggregatodi aziende (filiera) che consente di estrarre dal territorio/patrimonio cul-turale il massimo del suo potenziale economico. La gestione e valorizza-zione del patrimonio culturale permette di identificare una filiera econo-mica fortemente integrata che unisce – in maniera sinergica – settorimerceologici fino a oggi considerati (e gestiti) in maniera indipendente;
2. analisi dei trend tecnologici per identificare le tecnologie più interessantie il relativo posizionamento dell’Italia (a cura dell’ENEA e del CNR). In
Essenziale è statoinnanzituttodefinire un macro-obiettivo del PII:perimetrare,mettere in retee potenziaretutta la filieralegata allavalorizzazionedel patrimonioculturale,dandole«dignitàeconomica»
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particolare sono state analizzate le 6 aree tecnologiche considerate più im-portanti per il patrimonio culturale:• materiali (per la protezione, il restauro e la riqualificazione edilizia);• sistemi diagnostici;• sensoristica e impiantistica (climatizzazione, «arredo»);• sistemi di costruzione e di consolidamento strutturale degli edifici;• sistemi di safety and security; • tecnologie digitali;
3. analisi dei punti di vista delle aziende (Consulta delle tecnologie) e studioapprofondito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dei suoi Isti-tuti di ricerca (Istituto Centrale del Restauro, Opificio delle pietre dure,Istituto per la patologia del libro, …) per identificare le esigenze strategiche(di grande rilevanza e non ancora risolte dagli attuali prodotti o servizi);
4. ricerca del Ministero per i Beni e le Attività Culturali tra le imprese inte-ressate (fornitori attuali e potenziali) al fine di individuare per prima cosal’opportunità di attivare filiere o sistemi imprenditoriali anche di tipo di-strettuale attraverso l’aggregazione di imprese in progetti integrati perazioni globali, nella produzione e nei servizi. Successivamente valutare letecnologie disponibili; puntualizzare le esperienze maturate; raccogliere leistanze e le aspettative per meglio impostare una politica di sviluppo e in-novazione; specificare la disponibilità a nuove opportunità gestionali, an-che in partnership con altre imprese private o con enti pubblici; censire leimprese potenzialmente interessate a partecipare alla fiera «Tecnologie edesign per la cultura» (Roma, 2009);
5. indagine dell’Istituto Tagliacarne che ha avuto lo scopo di individuare/di-segnare il perimetro delle attività economiche che rientrano nella sfera diinteresse delle tematiche del PII;
6. confronto sistematico con le associazioni di categoria (che hanno stimola-to e aggregato le richieste) e gruppi di imprese per raccogliere interessi,priorità e proposte.
STATO DI ATTUAZIONE DEL PII
Da questo lavoro di analisi, il responsabile di progetto ha identificato le se-guenti 5 aree-obiettivo nelle quali collocare i temi di innovazione compresinell’ASII:
a) Sistemi innovativi per la conservazione, il monitoraggio e il restauro de-gli artefatti. In questa area si inscrivono le iniziative volte a migliorare letecniche di protezione del bene culturale mediante metodologie, materia-li, tecnologie e strumenti diagnostici.
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Il responsabiledi progetto ha
identificato le seguenti 5
aree-obiettivonelle quali
collocare i temidi innovazione
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b) Piattaforme avanzate innovative per la fruizione e valorizzazione del pa-trimonio culturale, paesaggistico, enogastronomico e aziendale. In que-sta area si inscrivono le iniziative finalizzate alla innovazione dei sistemidi comunicazione dell’informazione e dei contenuti culturali, ricercandomodelli innovativi per la gestione, la digitalizzazione e l’archiviazione, alfine di ottenere non solo una completa gestione ma anche una fruizioneculturale multimediale ricca e «memorabile».
c) Piattaforme, sistemi e modelli di business innovativi per la tutela, mes-sa in sicurezza e gestione sostenibile dei luoghi «culturali». In questaarea si inscrivono le iniziative finalizzate allo sviluppo di prototipi e mo-delli per la gestione completa (comprensiva della messa in sicurezza) e «ineconomia» di complessi culturali.
d) Sistemi, materiali e impianti innovativi per il restauro e la riqualifica-zione di edifici e luoghi vincolati di elevato interesse culturale. In questaarea si inscrivono le iniziative finalizzate allo sviluppo di progetti volti alrestauro e alla riqualificazione e valorizzazione di siti vincolati di elevatointeresse storico, culturale e paesaggistico.
e) Piattaforme innovative per la gestione del ciclo produttivo del contenutoculturale e la creazione di nuove modalità fruitive, diffusive e di nuoviformat narrativi. In questa area si inscrivono le iniziative finalizzate allo svi-luppo di nuovi modelli produttivi, fruitivi e distributivi per i contenuti cul-turali e di nuove soluzioni infrastrutturali coerenti con tali modelli.
Le 5 aree-obiettivo sono l’ambito di massima generalità. Identificano assimulticomprensivi di indirizzo delle attività di ricerca, sviluppo e innovazio-ne. Sono titoli ad ampio spettro in cui si ritrovano potenzialmente tutti glistrumenti e le azioni che possono migliorare la competitività di sistema. Al-l’interno delle 5 aree vengono perciò individuate delle sottocategorie, checorrispondono ai titoli delle misure che il responsabile di progetto proponecome base per la definizione del bando di gara, identificando obiettivi piùdefiniti del potenziale della ricerca e dell’innovazione industriale.Di seguito vengono esplicitate in maniera esaustiva le macroaree di riferi-mento e al loro interno le sottocategorie di maggior interesse per ciascunaarea.
a) Sistemi innovativi per la conservazione, il monitoraggio e il restauro de-gli artefattia1) Sistemi e metodi innovativi per l’individuazione, la diagnostica e la
catalogazione efficace e massiva dei reperti (archeologici e non, notio sommersi) anche per identificare falsi o false attribuzioni
a2) Sistemi innovativi per l’analisi e monitoraggio da rischio sismico pergli edifici di valore storico-artistico od oggetto di riqualificazioni
All’internodelle 5 areevengono perciòindividuatedellesottocategorie,checorrispondonoai titoli delle misureche il responsabiledi progettopropone
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a3) Sistemi e metodologie innovative per la protezione degli artefatti daagenti patogeni «estremi»
a4) Sistemi innovativi per l’analisi e il ripristino dei supporti digitalidanneggiati e/o obsoleti
a5) Sistemi innovativi per la climatizzazione «non continua» di edifici divalore storico-artistico
a6) Sistemi innovativi per la messa in sicurezza di edifici di valore stori-co-culturale in situazioni critiche
a7) sistemi innovativi per la protezione e il controllo della «salute» degliartefatti
b) Piattaforme avanzate innovative per la fruizione e valorizzazione del pa-trimonio culturale, paesaggistico, enogastronomico e aziendaleb1) Sistemi innovativi per la fruibilità culturale in mobilità estendibile
anche a categorie svantaggiateb2) Processi e tecnologie innovative per la gestione integrata del ciclo di
vita dei contenuti culturali e di titolarità sia pubblica che privatab3) Sistemi integrati innovativi per l’arredo e illuminazione di edifici e
luoghi di valore storico-artistico ecocompatibili adattabili a contestidifferenti
b4) Sistemi e tecnologie innovative per la standardizzazione e la costru-zione di ambienti digitali di nuova generazione che rappresentino ilpatrimonio culturale (accessibile e inaccessibile)
b5) Piattaforme innovative per la valorizzazione dei mestieri storici e deimusei d’impresa
c) Piattaforme, sistemi e modelli di business innovativi per la tutela, mes-sa in sicurezza e gestione sostenibile dei luoghi «culturali»c1) Piattaforme innovative per la gestione integrata ed efficiente di
«complessi culturali»c2) Sistema innovativo integrato per accessi privilegiati ai luoghi cul-
turalic3) Piattaforme innovative flessibili per il supporto e l’assistenza del turi-
sta culturalec4) Sistemi integrati per la messa in sicurezza (anche in mobilità) di arte-
fatti o luoghi di pregio dai rischi antropicid) Sistemi, materiali e impianti innovativi per il restauro e la riqualifica-
zione di edifici e luoghi vincolati di elevato interesse culturaled1) Materiali, tecniche innovative ed elementi strutturali o d’arredo per
il restauro e la riqualificazione di edifici antichi e luoghi vincolatid2) Sistemi e tecniche innovative di impiantistica e sensoristica per sup-
portare la riqualificazione di edifici antichi e luoghi vincolatid3) Soluzioni innovative di energia alternativa per gli edifici antichi
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Piattaformeavanzate
innovative.Piattaforme,
sistemi e modelli
di businessinnovativi.
Sistemi,materiali
e impiantiinnovativi
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d4) Metodologie innovative per la riqualificazione di antichi luoghi divalore storico-artistico in strutture alberghiere
e) Piattaforme innovative per la gestione del ciclo produttivo del contenu-to culturale e la creazione di nuove modalità fruitive, diffusive e di nuo-vi format narrativie1) Piattaforme innovative che abilitino nuovi modelli di produzione,
gestione dei diritti d’autore, distribuzione e fruizione dei contenutie2) Soluzioni integrate innovative ed efficienti per la creazione dell’ani-
ma «tecnologica» dei nuovi centri culturali multi-funzionee3) Sistemi integrati innovativi per la diffusione di contenuti digitali on-
demand in luoghi pubblici
AZIONI CONNESSE
Il percorso di consultazione con le Regioni ha seguito un iter del tutto paral-lelo, in termini temporali, a quello seguito con il mondo delle imprese. I temi chiave di questa consultazione sono stati sostanzialmente due:
• il primo, il più rilevante, è stato quello delle «azioni connesse»;• il secondo è consistito nella verifica di compatibilità tra i contenuti del-
l’ASII prevista in questo PII (in termini di profilo strategico e di logicheattuative) e la consistente attività prevista dalle Regioni nella propria azio-ne. Questa verifica effettuata in via generale ma anche attraverso qualcheapprofondimento mirato ha portato a constatare una significativa sinergiatra il PII e le iniziative regionali.
Per quanto riguarda le Azioni Connesse all’interno del Piano vengono indi-cate dal responsabile di progetto alcune possibili azioni.
Attività dimostrative - Biblioteche digitali
I sistemi di gestione dei contenuti e dei relativi diritti d’autore sono al centroanche degli sviluppi connessi alla creazione delle biblioteche digitali europee,al cui interno il ruolo del patrimonio italiano è di fondamentale importanza.Nello sviluppo dei programmi di biblioteche digitali è importante mettere incomune tra pubblico e privato le fasi – tipicamente pre-competitive – relati-ve alla ricerca e sviluppo di nuove soluzioni tecniche, fondate su standardaperti e condivisi. Tali soluzioni devono essere volte alla creazione di infra-strutture abilitanti di business model diversi, commerciali e no-profit, garan-tendo agli utenti le massime possibilità di accesso.
Il percorso diconsultazionecon le Regioniha seguito un iter deltutto parallelo,in terminitemporali, a quelloseguito con il mondodelle imprese
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Attività di qualificazione tecnologica della domanda pubblica
Molte iniziative di eGovernment implicano la gestione di complessi apparatidocumentali. È un’occasione di qualificare la domanda pubblica in direzionedi un’innovazione in grado di produrre un impatto sulle tecnologie applicateai beni e alle attività culturali nel lungo periodo.
Attività di promozione e sensibilizzazione
La valorizzazione dell’importanza economica del patrimonio culturale passaanche attraverso un’attività specifica di promozione sulle nuove modalità difruizione, con particolare riferimento a due aspetti:
• il valore del rispetto del diritto d’autore – in un contesto italiano contrad-distinto da elevati tassi di pirateria e contraffazione – con particolare rife-rimento alla valorizzazione dei cosiddetti «diritti secondari»;
• il ruolo dei contenuti culturali nei processi educativi, dalla scuola all’uni-versità e alla formazione continua.
Il 26 marzo 2008, in sede di «Conferenza Stato-Regioni», è stato presentatoil Progetto di Innovazione Industriale «Tecnologie innovative per i beni e leattività culturali e turistiche» (PII BBCC) sulla base della proposta presentatadal responsabile di progetto Andrea Granelli.
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Lavalorizzazione
dell’importanzaeconomica
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Nell’ambito del programma «Industria 2015», con l’espressione «tecnologiedella vita» si intendono le tecnologie, i beni e i servizi industriali riferibili alsistema della salute.È ampiamente riconosciuto infatti che, dopo la tecnologia dell’informazione,le tecnologie biomediche e la biotecnologia costituiscono la prossima fasedell’economia basata sulla conoscenza. L’innovazione ha in questo settore unruolo fondamentale per l’aumento dell’efficienza e il miglioramento dell’of-ferta complessiva di prestazioni per il paziente; rappresenta inoltre un fattorecritico di successo per lo sviluppo economico del Paese in quanto generanuovi impulsi, sia per lo sviluppo della ricerca, sia per il trasferimento del-l’innovazione verso il mercato delle imprese tradizionali e/o innovative.Il PII «Nuove tecnologie della vita», quindi, si colloca in un contesto moltorilevante in termini economici oltre che caratterizzato da un impatto direttosulla qualità della vita dei cittadini.Nel settore delle cure sanitarie, infatti, si percepisce a livello globale una forteesigenza di nuove e innovatrici proposte per rispondere ai bisogni connessiall’invecchiamento della popolazione e a quelli dei Paesi poveri, senza di-menticare che non esistono cure per almeno la metà delle malattie diffusenel mondo.Le nuove tecnologie applicate al settore della salute e del benessere si confi-gurano come tecnologie trainanti, ovvero possono portare al raggiungimentodi una vasta gamma di obiettivi. Il continuo incremento delle conoscenzescientifiche e tecnologiche consente di estendere il campo delle applicazionianche in ambiti diversi da quelli entro cui sono state sviluppate.Le imprese farmaceutiche italiane, d’altro canto, pur molto impegnate nellaricerca, devono fare i conti con una dimensione ridotta rispetto alle grandimultinazionali, il che comporta maggiori difficoltà a intraprendere ambiziosiprogetti di investimento e, conseguentemente, minori probabilità di successo.La stessa Commissione europea ha del resto già espresso il proposito di resti-tuire all’Europa la leadership nella ricerca in materia di scienze della vita, econ questo obiettivo sono stati individuati gli argomenti per il settimo Pro-gramma Quadro delle azioni comunitarie di ricerca. In tale ambito, l’obietti-vo generale del programma «Health» è quello di migliorare la salute dei citta-dini europei e di rafforzare la competitività e la capacità di innovazione delleindustrie e delle aziende europee nel settore della salute.
NUOVE TECNOLOGIE DELLA VITA
Le nuovetecnologieapplicate al settore della salute edel benesseresi configuranocometecnologietrainanti
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Con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 22 gennaio 2008 èstato affidato al dott. Claudio Cavazza l’incarico di responsabile di progettoper l’area tecnologica delle «Nuove tecnologie della vita».Il dott. Claudio Cavazza è presidente della Sigma-Tau Industrie Farmaceuti-che Riunite SpA, di cui è stato fondatore.È stato presidente di Farmindustria dal 1986 al 1992, vice presidente del-l’EFPIA (Associazione delle Industrie Farmaceutiche Europee) dal 1992 al1994.Attualmente è membro del Comitato di Presidenza di Farmindustria.A riconoscimento del suo impegno negli Stati Uniti in attività di ricerca esviluppo nel settore delle malattie rare, la Contea del Maryland ha istituitonel 1995 il Premio «Claudio Cavazza Science Award».Nel 1987 è stato nominato Cavaliere del Lavoro, nel giugno del 2005 gli èstato assegnato il Premio «Pharma-Finance 2005» per le biotecnologie.Durante la sua presidenza alla Fondazione del Festival dei Due Mondi diSpoleto ha ideato e sviluppato gli incontri e le iniziative culturali di «Spole-toscienza», la sezione scientifica del Festival volta ad approfondire le maggio-ri questioni epistemologiche dei nostri tempi.Ha promosso la Fondazione Sigma-Tau per introdurre nella progettualitàimprenditoriale e nella medicina i concetti di globalità e complessità dellescienze umanistiche.Ha fatto parte di comitati consultivi per la ricerca e lo sviluppo economicopresso il CNR e il Ministero della Ricerca.Gli Obiettivi Tecnologico-Produttivi a cui dovrà fare riferimento il responsa-bile di progetto nella stesura del PII sono:
• rendere più competitiva la filiera produttiva delle nuove tecnologie dellavita, delle tecnologie biomediche, delle tecnologie per le terapie avanzate;
• sviluppare e diffondere l’innovazione tecnologica e la ricerca industrialenella stessa filiera e nelle attività connesse.
STATO DI REALIZZAZIONE DEL PII
Attualmente il processo di elaborazione del Progetto di Innovazione Industrialeda parte del dott. Cavazza si sta articolando nelle seguenti fasi principali:
1. dettagliata analisi dello stato dell’arte per quanto riguarda il trend di svi-luppo delle tecnologie biomediche, la situazione del comparto farmaceu-tico e biotecnologico sia dal punto di vista industriale sia da quello dellaricerca, e il posizionamento dell’Italia nel confronto internazionale;
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Il dott. ClaudioCavazza
è presidentedella Sigma-
Tau IndustrieFarmaceutiche
Riunite SpA, di cui è stato
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2. incontri con le principali associazioni di categoria del settore (Farmindu-stria, Assobiotech, Assobiomedica, ecc.).
L’industria italiana in questo ambito infatti si caratterizza per alcune peculia-rità, come per esempio la ridotta dimensione delle industrie farmaceuticherispetto alla situazione internazionale, o l’effervescenza imprenditoriale nelsettore biotech, che conta un numero di imprese, spesso originate da spin-offindustriale o della ricerca, tra i più elevati d’Europa, o infine la distribuzionedistrettuale nel settore biomedicale. Peculiarità che possono costituire dei li-miti allo sviluppo, ma anche, se opportunamente sfruttate, rappresentareuna importante opportunità di crescita del sistema. Ed è appunto in tale di-rezione che il PII «Nuove Tecnologie della Vita» intende andare a incidere.Va detto che la distribuzione sul territorio italiano delle imprese appartenentialle filiere connesse alle scienze della vita è concentrata in prevalenza nelleRegioni del Centro-Nord.In particolare l’industria farmaceutica con il proprio indotto è fortementepresente in Lombardia e Lazio, Regioni in cui si trova oltre il 50% degli ad-detti e del valore aggiunto della produzione. Le due Regioni ricordate, insie-me a Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, arrivano a coprire oltrel’80% degli addetti e del valore aggiunto.
Anche le imprese biotecnologiche del resto risultano concentrate prevalente-mente nel Nord del Paese (70%). In particolare, le Regioni in cui si registrala maggiore concentrazione delle imprese biotech sono la Lombardia, il Pie-monte, il Lazio, la Toscana e il Veneto. Un secondo gruppo di Regioni conuna presenza comunque significativa comprende l’Emilia Romagna, il Friuli-Venezia Giulia e la Sardegna.
La distribuzionesul territorioitaliano delle impreseappartenentialle filiereconnesse alle scienzedella vita è concentrata in prevalenzanelle regioni del Centro-Nord
Imprese farmaceutiche (fonte: Farmindustria) 2007 Var. % 2007/2006
Numero di imprese 324
di cui produttrici di specialità medicinali 226
Numero complessivo di addetti (al 31 dicembre 2007) 72.000 –3,6%
Numero di addetti alla Ricerca e Sviluppo 6250 +1,4%
Imprese biotecnologiche (fonte: Assobiotech) 2007 Var. % 2007/2006
Numero di imprese 228
di cui «Red biotech» 168
Numero complessivo di addetti (al 31 dicembre 2007) 26.157 –3,6%
Numero di addetti alla Ricerca e Sviluppo 6652 +1,4%
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Infine, anche per il biomedicale sono presenti importanti poli produttivi inEmilia Romagna, (dove è ubicato il distretto industriale di Mirandola) Vene-to e Friuli, con una forte concentrazione territoriale di PMI e importantigrandi imprese in Liguria e Piemonte.
Una importante esperienza italiana per quanto riguarda il connubio tra ricer-ca e industria, beneficiando anche delle sinergie che possono essere ottenuteda una specifica specializzazione territoriale, è quella dei Distretti tecnologici.In particolare si ricordano: il Distretto tecnologico per le biotecnologie dellaLombardia, Veneto Nanotech, il Distretto tecnologico di biomedicina mole-colare del Friuli-Venezia Giulia, il Distretto tecnologico delle Bioscienze delLazio, il Distretto biotecnologico pugliese, il Distretto tecnologico della bio-medicina e delle tecnologie per la salute della Sardegna.Nell’ambito dello studio «Il settore delle biotecnologie in Italia. Un quadroconoscitivo degli operatori e dei programmi di sostegno», realizzato nel2005 e 2006 dall’IPI nell’ambito della Convenzione stipulata con il Comi-tato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vitadella Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono stati censiti inoltre i prin-cipali centri di trasferimento tecnologico operanti nel settore biotech. Traquesti si possono citare:
• Area Science park (Consorzio per l’AREA di ricerca scientifica e tecnolo-gica di Trieste): nell’ambito delle scienze della vita svolge attività a soste-gno del distretto tecnologico di biomedicina molecolare e attività di ricer-ca su tematiche quali la gnomica dell’epatocita, le nanotecnologie per labiomedicina e la gestione dei dati biomedici;
• CBM – Consorzio per il centro di biologia molecolare: è l’ente deputatoal coordinamento del Distretto tecnologico di biomedicina molecolaredel Friuli-Venezia Giulia;
• Bioindustry Park del Canavese, parco scientifico a orientamento bioindu-striale e biotecnologico, sito a Colleretto Giacosa (TO);
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Una importanteesperienza
italiana per quanto
riguarda il connubio tra ricerca
e industria,beneficiando
anche delle sinergieche possono
essere ottenute
da una specifica
specializzazioneterritoriale,
è quella dei Distrettitecnologici
Imprese biomedicali (fonte: assobiomedica)
532 fornitori di tecnologie 214 imprese produttrici Di cui189 produttori italiani14 multinazionali italiane11 filiali di multinazionali estere
318 imprese commerciali Di cui 201 distributori italiani117 filiali di multinazionali estere
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• Consorzio Biopolo S.c.r.l. nasce nel 1995 a Milano come impresa privatanon-profit, specializzata nello sviluppo delle biotecnologie in Italia. È do-tato di un incubatore di nuove imprese, dedicato alle scienze della vita,specializzato principalmente sulle biotecnologie;
• Consobiomed, consorzio di piccole aziende operanti nel settore biomedi-cale nato nel 1990 a Mirandola (MO), nel cuore di un distretto che si èandato progressivamente sviluppando grazie alla diffusione di una culturaproduttiva specifica sui dispositivi monouso;
• CRAB (Consorzio di Ricerche Applicate alla Biotecnologia) consorziocon attività esterna a partecipazione mista situato in Abruzzo, le cui prin-cipali attività sono: sviluppo e ottimizzazione di processi e prodotti bio-tecnologici per i settori agroalimentare, ambientale e farmaceutico; eroga-zione di servizio di analisi chimiche, biochimiche e microbiologiche neisettori agroalimentare, ambientale e farmaceutico; produzioni di micror-ganismi, vitamine e proteine da matrici naturali; formazione;
• Fondazione Toscana Life Sciences, organizzazione non-profit fondata neldicembre 2004 a Siena da un gruppo di istituzioni pubbliche e private.La Fondazione mira a supportare le attività di ricerca nel campo dellescienze della vita e, in particolare, a trasformare progetti di ricerca di basein applicazioni industriali;
• Parco Scientifico Biomedico San Raffaele, costituito a Roma nel 1997:rappresenta una delle poche joint-venture pubblico-privato nel panoramaitaliano nel campo della ricerca medico-scientifica;
• Science Park Raf, nata a Milano nell’ottobre 1992, è una società control-lata dalla Fondazione San Raffaele del Monte Tabor che funge da inter-faccia tra la Fondazione, la business community del settore delle scienzedella vita (gruppi farmaceutici, società biotech, industrie cosmetiche e ali-mentari) le merchant bank e i venture capitalist. Per promuovere il trasfe-rimento tecnologico, Science Park Raf SpA ha creato il BiotechnologyTransfer Centre (BTC).
LE TECNOLOGIE ABILITANTI
Il settore farmaceutico è fortemente basato sulla ricerca, tanto che le spese perRST per addetto sono circa 9 volte quelle medie dell’industria manifatturiera.Le ingenti spese in ricerca sono motivate, oltre che dalla complessità e dalladelicatezza del campo d’azione, anche dal fatto che l’esito della ricerca farma-ceutica è particolarmente incerto: solo un composto su cento raggiunge le fa-si di sperimentazione sull’uomo dimostrando di avere le caratteristiche di ef-ficacia e sicurezza necessarie per avviare i trial clinici. In media, di questi, so-lo uno su cinque supera tutte le fasi di sperimentazione clinica e il tasso di
Il settorefarmaceutico è fortementebasato sulla ricerca,tanto che le speseper RST per addettosono circa 9 volte quelle mediedell’industriamanifatturiera
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228 • STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
successo si riduce ulteriormente all’aumentare della complessità delle patolo-gie affrontate. Il processo innovativo nel farmaceutico è tuttavia caratterizzato da spill overdi conoscenza, in quanto la conoscenza generata nella ricerca in una deter-minata area è utile alla ricerca in aree diverse, e le ricerche in un campo pos-sono condurre a scoperte importanti per la ricerca in campi non necessaria-mente correlati.Le tecnologie più promettenti per il settore della salute, in ogni caso, sono almomento certamente le biotecnologie, che si basano sullo sviluppo delle co-noscenze del genoma umano e dei suoi meccanismi di espressione, e che so-no a loro volta distinte in numerose tecnologie applicabili in ambito farma-ceutico e biomedicale. Tra queste si ricordano:
• Genomica e proteomica: la genomica è lo studio scientifico del genoma edel ruolo del singolo gene nella definizione della struttura, nello sviluppofisico e fisiologico e nel controllo delle funzioni biologiche di ciascun es-sere vivente. La proteomica è lo studio delle proteine (il proteoma è l’in-sieme delle proteine prodotte da una determinata tipologia di cellule) cherappresentano dei potenziali bersagli sia per i farmaci sia per gli strumentidiagnostici.
• Ingegneria genetica, delle proteine e metabolica: l’ingegneria geneticaconsente, mediante l’impiego di tecniche diverse quali il DNA ricombi-nante, la deliberata e selettiva modifica del materiale genetico di un orga-nismo. L’intervento sulle vie metaboliche (attivazione, inibizione, costru-zione) rende inoltre possibile sintetizzare nuovi composti e ottenere eleva-te produzioni di metaboliti e proteine di interesse. Queste tecnologie, difatto, utilizzano microrganismi ingegnerizzati come «microreattori indu-striali», anche in relazione a produzioni competitive e alternative rispettoa processi sintetici più tradizionali.
• Produzione, conservazione, utilizzo e applicazioni terapeutiche delle cel-lule staminali.
• Produzione biotecnologica di anticorpi monoclonali: gli anticorpi mono-clonali sono anticorpi che derivano da una sola cellula (eventualmenteclonata dall’organismo originario) e in grado di riconoscere un solo tipodi antigene. Questo tipo di anticorpi è molto specifico ed è utilizzato inparticolare nella diagnostica.
• Bioinformatica: la bioinformatica consente di generare, raccogliere, orga-nizzare e utilizzare efficacemente i dati in output da processi di ricercabiotecnologici, attraverso l’impiego di dispositivi hardware e strumentisoftware specializzati (per esempio applicazioni informatiche per la previ-sione in silico della funzione genica; sequenziamento genetico, creazionee gestione di banche dati genetiche).
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I TECNICI SUPERIORI PER «INDUSTRIA 2015» – 2 • 229
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• Bioenzimi: i bioenzimi (o biocatalizzatori) sono molecole proteiche com-plesse che si trovano all’interno delle cellule viventi, dove fungono da ca-talizzatori e acceleratori delle reazioni chimiche che trasformano le so-stanze. La tecnologia degli enzimi consiste nella loro produzione, isola-mento e purificazione, anche in relazione alla loro immobilizzazione e al-l’uso in forma solubile.
• Biocatalisi: la biocatalisi utilizza i biocatalizzatori (bioenzimi) per incre-mentare la velocità delle reazioni chimiche e consente di migliorare lemetodologie di sintesi, di ottenere nuovi prodotti e di avere una riduzio-ne consistente di passaggi di reazione. La biocatalisi è inoltre ecocompati-bile perché non ricorre a catalizzatori chimici (di solito basati su metallipesanti molto inquinanti) e a reattivi difficilmente smaltibili. Inoltre, puòessere utilizzata per l’eliminazione di sottoprodotti che si ottengono daiprocessi tradizionali.
• Sensori biologici: i sensori biologici sono costituiti da un elemento biolo-gicamente attivo integrato con un trasduttore e con un dispositivo, spessoelettronico, per la visualizzazione delle informazioni rilevate. Le tecnolo-gie per la realizzazione di biosensori comportano l’utilizzo di tecniche perla sintesi e la lavorazione di specifiche molecole organiche biologiche,l’impiego di strumenti avanzati per l’immobilizzazione di tali molecole susilicio, l’identificazione di meccanismi di traduzione e lo sviluppo di algo-ritmi per il calcolo in parallelo dei segnali ottenuti (per esempio biosenso-ri per l’identificazione di biomarker).
• Dispositivi di elettronica biomolecolare (biochip): i biochip sono costi-tuiti da sensori miniaturizzati (microarray) localizzati su di una superficiesolida, che permettono l’analisi completa di campioni biologici (peresempio la decodifica genica del DNA) o la verifica dell’effetto dei princi-pi attivi farmaceutici su specifiche cellule dell’organismo.
• Bionanotecnologie: le nanotecnologie consentono di manipolare oggetticon dimensioni da 1 a 100 nanometri. In particolare, le bionanotecnolo-gie si focalizzano sulla progettazione di dispositivi basati su sistemi biolo-gici interconnessi a sistemi inorganici e portano alla creazione di micro-scopici sistemi integrati (le «macchine molecolari»).
• Biopolimeri per organi artificiali: i biopolimeri sono composti organici diorigine naturale a elevato peso molecolare, la cui struttura può essere rap-presentata come ripetizione di unità più piccole (monomeri) legate fra lo-ro. I più comuni biopolimeri sono la cellulosa e in generale le proteine.
Oltre alle biotecnologie, ovviamente si hanno importanti applicazioni di tec-nologie chimiche e separative, di tecnologie elettriche, elettroniche ed elet-tro-ottiche, di materiali avanzati, micro e nanotecnologie.
I bioenzimi (obiocatalizzatori)sono molecoleproteichecomplesse che si trovanoall’interno dellecellule viventi,dove fungono da catalizzatorie acceleratoridelle reazionichimiche
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