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I Servizi Pubblici Locali, una mappa critica sulla realtà nazionale (La situazione nelle venti Regioni italiane) BOZZA DEL PRIMO CAPITOLO DEL RAPPORTO 2018, PASSIBILE DI MODIFICHE, DA VERIFICARE A CURA DELLE STRUTTURE REGIONALI A cura di Giuseppe Barba, IRES Veneto 1

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I Servizi Pubblici Locali, una mappa critica sulla realtà nazionale

(La situazione nelle venti Regioni italiane)

BOZZA DEL PRIMO CAPITOLO DEL RAPPORTO 2018,PASSIBILE DI MODIFICHE,

DA VERIFICARE A CURA DELLE STRUTTURE REGIONALI

A cura di Giuseppe Barba, IRES Veneto

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Premessa

Il presente Rapporto è l’esito del settimo anno di ricerca sui Servizi Pubblici Locali (SPL).

Nel 2012 IRES Veneto realizzò il primo monitoraggio sui Servizi Pubblici Locali nella Regione; nel

2013 e 2014 gli IRES di Emilia Romagna, Toscana e Veneto estesero l’analisi dei processi in atto

alle tre Regioni con un ruolo particolarmente attivo e l’inserimento di alcuni casi di studio; nel 2015

si attuò un ulteriore allargamento con la partecipazione di IRES Marche e Umbria; nel 2016

l’analisi si estese a Campania e Puglia.

Col Rapporto 2017 la ricerca ha assunto una dimensione nazionale inserendo nel novero delle

Regioni analizzate anche Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria.

L’edizione 2018 completa il quadro dell’analisi comprendendo tutte le venti Regioni italiane.

Il Rapporto prende in considerazione tutti i gestori che erogano i seguenti quattro servizi:

Servizio Idrico Integrato (SII), Igiene Urbana (IU), Trasporto Pubblico Locale (TPL), Distribuzione

Gas Naturale. Il Rapporto esamina prioritariamente gli assetti strutturali, la qualità del servizio e il

livello delle tariffe per l’utenza, a livello regionale, nazionale e in alcuni tra i principali Paesi

europei, considerando anche gli impatti del contenzioso esistente tra Unione Europea e Italia in

materia di depurazione e rifiuti. L’aspetto economico e patrimoniale di maggiore interesse è la

propensione delle aziende agli investimenti, comparata con capitalizzazione e indebitamento;

inoltre viene esaminato il livello dei crediti e la distribuzione di dividendi.

Una realtà complessa come quella dei SPL rappresenta non solo un segmento economico

rilevante per il territorio servito, ma comporta anche l’erogazione di porzioni non trascurabili di

welfare per le popolazioni che vi abitano. Gli interessi in gioco sono molteplici e, talvolta, contrastanti e poco conciliabili. Si possono

enumerare varie categorie di soggetti che presentano obiettivi e punti di vista assai differenziati.Per primi vi sono gli utenti, interessati essenzialmente alla qualità e al costo dei servizi.Una seconda categoria di attori sono gli Enti Locali (principalmente i Comuni) che, oltre alla veste

di concessionari e regolatori dei servizi, assumono spesso anche il ruolo di azionisti. In questa

duplice veste spesso vivono la complessità e la contraddizione tra il soddisfare le istanze dei

cittadini e percepire i proventi dei dividendi, che possono alleviare le criticità delle finanze locali.Le Organizzazioni Sindacali rappresentano i lavoratori, soggetti con interessi e punti di vista

ulteriori, talvolta divergenti da quelli sopra citati: essi sono attenti all’occupazione diretta nelle

aziende, all’organizzazione del lavoro, al decentramento e all’indotto.Un quarto punto di vista è riconducibile ai Servizi Pubblici Locali intesi come sistema industriale.

E’ noto che il settore riveste un ruolo anticiclico, specie nei periodi di crisi economica. Inoltre va

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rilevato che un sistema di servizi ai cittadini e alle imprese con qualità e costi adeguati rappresenta

uno tra i fattori rilevanti per attrarre investimenti produttivi, siano essi nazionali ovvero stranieri.

Tale aspetto assume una particolare rilevanza per i territori meno sviluppati.Vi è infine la posizione dello Stato centrale, che ha ripreso vigore in tempi di difficoltà di bilancio,

revisione della spesa e riduzione del debito, e che spesso considera le aziende erogatrici di Servizi

Pubblici Locali principalmente come patrimonio partecipato degli Enti locali, tendenzialmente da

valorizzare attraverso dismissioni, quotazioni in Borsa, privatizzazioni.

Obiettivo di chi ha elaborato il presente Rapporto è stato quello di mantenere il difficile

equilibrio tra questi diversi interessi, spesso in conflitto tra loro.

Il Rapporto 2018 sui Servizi Pubblici Locali è suddiviso nei seguenti capitoli:

1 Assetti strutturali e tendenze in corso,

2 Qualità del servizio,

3 Tariffe per l’utenza,

4 Sostenibilità economica e patrimoniale dei sistemi regionali,

5 Investimenti dei sistemi regionali.

Nel primo capitolo vengono descritti gli assetti strutturali nelle venti Regioni, con un

approfondimento sui principali processi in atto: gare aperte o concluse, fusioni e aggregazioni,

movimenti negli assetti societari. I diversi modelli di struttura sono descritti in base a tre variabili:

integrazione/frammentazione; regolazione/spontaneismo; tipologia proprietaria pubblica/privata.Nel secondo capitolo vengono analizzati indicatori sintetici di qualità del servizio.Nel terzo capitolo viene effettuata un’analisi comparata sulle tariffe per l’utenza.Nel quarto capitolo si analizza la sostenibilità economica e patrimoniale dei diversi sistemi

regionali confrontando i risultati netti, i crediti e l’indebitamento.

Nel quinto capitolo si approfondisce il grado di solidità a medio termine dei diversi sistemi

regionali attraverso il confronto degli investimenti.

Gli Allegati permettono di consultare i dati economici e patrimoniali con maggior completezza.

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1. Assetti strutturali e tendenze in corso

La divaricazione degli assetti strutturali, specie nei settori idrico (con eccezioni) e

rifiuti, del Nord rispetto al Sud e a parte del Centro si mantiene elevata; non si

notano segnali positivi nelle dinamiche di settore delle Regioni meridionali.Si conferma il dinamismo delle grandi utility (A2A, HERA, IREN e ACEA).

Nel TPL emergono strategie aggressive di BUSITALIA e della francese RATP DEV.

Il capitolo descrive gli assetti strutturali e le principali tendenze in atto per ciascuno dei

settori nelle Regioni italiane, nonché le principali grandezze economiche e patrimoniali aggregate.

Nella Tabella n. 1 si riporta un quadro d’insieme delle principali caratteristiche geografiche.

TABELLA N. 1 – RIEPILOGO PRINCIPALI GRANDEZZE DELLE TREDICI REGIONI

Regione Superficie (Kmq) Abitanti Densità

(Ab./Kmq)

N. Province N.

Comuni

PIEMONTE 25.402 4.404.246 173 8 – Torino, Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania, Vercelli

1.202

VALLE D’AOSTA 3.263 126.883 39 1 – Aosta 74

LOMBARDIA 23.863 10.018.806 420 12 – Milano, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lodi, Lecco, Mantova, Monza, Pavia, Sondrio, Varese

1.527

VENETO 18.391 4.927.596 268 7 – Venezia, Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Verona, Vicenza.

576

FRIULI VEN. GIULIA 7.855 1.221.218 155 4 – Trieste, Gorizia, Pordenone, Udine 216

TRENTINO A. ADIGE 13.607 1.062.860 78 2 – Bolzano, Trento 293

EMILIA ROMAGNA 22.456 4.450.508 198 9 – Bologna, Ferrara, Forlì CesenaModena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini.

334

LIGURIA 5.421 1.565.307 289 4 – Genova, La Spezia, Savona, Imperia 235

TOSCANA 22.990 3.752.654 163 10 – Firenze, Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, Siena.

279

MARCHE 9.366 1.550.796 166 5 – Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro Urbino.

236

UMBRIA 8.456 894.762 106 2 – Perugia, Terni. 92

LAZIO 17.208 5.898.124 343 5 – Roma, Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo

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ABRUZZO 10.795 1.326.513 123 4 – Aquila, Chieti, Pescara, Teramo 305

MOLISE 4.433 312.027 70 2 – Campobasso, Isernia 136

CAMPANIA 13.590 5.861.529 431 5 – Napoli, Avellino, Benevento, Caserta, Salerno.

550

PUGLIA 19.371 4.090.105 211 6 – Bari, Barletta Andria Trani, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto.

258

BASILICATA 9.995 573.694 57 2 – Matera, Potenza 131

CALABRIA 15.081 1.970.521 131 5 – Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza,Crotone, Vibo Valentia

409

SICILIA 25.703 5.056.641 197 9 – Palermo, Agrigento, Caltanissetta,Catania, Enna, Messina, Ragusa, Siracusa,Trapani

390

SARDEGNA 24.089 1.653.135 69 8 – Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari,Campidano, Carbonia, Olbia, Oristano

377

Nella Tabella n. 2 si riporta il riepilogo numerico di tutti i gestori censiti nel Rapporto, il cui elenco,

distinto per Servizio e per Regione, è integralmente riportato nel presente capitolo.

TABELLA N. 2 – RIEPILOGO NUMERICO GESTORI/OPERATORI SERVIZI PUBBLICI LOCALI

S.I.I. I.U. T.P.L. GAS

PIEMONTE 29 24 13 (31) 14 (26)

VALLE D’AOSTA 0 3 2 0 (1)

LOMBARDIA 58 (76) 56 36 38 (48)

VENETO 14 36 7 (35) 15 (26)

FRIULI VENEZIA GIULIA 7 7 4 4 (8)

TRENTINO ALTO ADIGE 10 9 3 9 (12)

EMILIA ROMAGNA 10 13 4 12 (23)

LIGURIA 16 20 6 3 (8)

TOSCANA 10 20 10 (28) 6 (10)

MARCHE 9 (14) 21 5 (43) 22 (27)

UMBRIA 3 (5) 11 (15) 1 5 (11)

LAZIO 12 34 41 2 (12)

ABRUZZO 6 20 10 17 (23)

MOLISE 1 5 6 4 (9)

CAMPANIA 20 63 22 (135) 9 (21)

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PUGLIA 1 63 72 4 (9)

BASILICATA 1 15 10 5 (13)

CALABRIA 18 37 15 (21) 2 (9)

SICILIA 19 46 13 (75) 7 (14)

SARDEGNA 1 48 5 (60) 0

(tra parentesi per SII, IU sono comprese anche le società operative. Per il TPL anche le società operative o i vettori. Per il GAS solo

le società extraregionali)

L’interpretazione degli assetti strutturali si basa su tre variabili: integrazione/frammentazione;

regolazione/spontaneismo; tipologia proprietaria pubblica/privata.

La Tabella n. 3 riporta la misura comparata della frammentazione, esponendo il numero medio di

abitanti serviti da ogni singolo gestore, per Regione e per Servizio.

L’indicatore che ne risulta è oggettivamente approssimativo e, in taluni casi, può risultare fuorviante

per due ordini di considerazioni. Il primo concerne la dimensione dei soggetti gestori. Lo spettro

dimensionale dei gestori italiani è estremamente ampio: si va da mega gestori che assicurano il

servizio a milioni di utenti, fino a micro gestori che servono bacini d’utenza di singoli Comuni,

talvolta di poche migliaia di abitanti. Il secondo riguarda l’incidenza delle gestioni in economia che,

in alcune Regioni ha dimensioni irrisorie, mentre in altre assume dimensioni molto rilevanti. Il

fenomeno è particolarmente diffuso, soprattutto per il Servizio Idrico e l’Igiene Urbana, in alcuni

territori alpini (come in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige) e in alcune

Regioni (come Campania, Molise, Calabria, Sicilia).

TABELLA N. 3 – NUMERO MEDIO ABITANTI/GESTORE, PER REGIONE E SERVIZIO

S.I.I. I.U. T.P.L. GAS

PIEMONTE 151.871 183.510 142.072 169.394

VALLE D’AOSTA 0 42.294 63.441 126.883

LOMBARDIA 131.816 178.907 278.300 208.725

VENETO 351.971 136.878 140.789 189.523

FRIULI VENEZIA GIULIA 174.460 174.460 305.305 152.652

TRENTINO ALTO ADIGE 107.288 118.096 354.287 88.572

EMILIA ROMAGNA 445.051 342.347 1.112.627 193.500

LIGURIA 97.832 78.265 260.884 195.663

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TOSCANA 375.265 187.633 134.023 375.265

MARCHE 110.771 73.847 36.065 57.437

UMBRIA 178.952 59.651 894.762 81.342

LAZIO 491.510 173.474 143.857 491.510

ABRUZZO 221.085 66.326 132.651 57.674

MOLISE 312.027 62.405 52.004 34.670

CAMPANIA 293.076 93.040 43.419 279.120

PUGLIA 4.090.105 64.922 56.807 454.456

BASILICATA 573.694 38.246 57.370 44.130

CALABRIA 109.473 53.257 93.834 218.947

SICILIA 266.139 109.927 67.422 361.189

SARDEGNA 1.653.135 34.440 27.552 0

I gestori censiti sono stati distinti tra pubblici e privati. I gestori pubblici appartengono a varie categorie: socio unico al 100% (in genere il Comune);

proprietà tra più Comuni o tra Comuni e altre Amministrazioni Pubbliche (Province o Consorzi);

società a proprietà mista pubblico privata con socio privato di minoranza, tra cui sono inserite anche

le società miste tra Comuni e società quotate (con azionariato pubblico di maggioranza); società quotate in Borsa con quota di controllo detenuta da Enti Pubblici (tra le quotate sono

riportate anche le società interamente detenute da società quotate, o miste con quota di controllo

detenuta da quotata).Tra le aziende private sono comprese anche quelle miste con quota privata di maggioranza.Nella Tabella n. 4 si riporta il numero di gestori delle due categorie, per Regione e per Servizio, in

valore assoluto e in percentuale. Nel settore del gas sono presi in considerazione solo i gestori

locali, escludendo quelli con sede extra Regione e quelli a dimensione nazionale.

Anche per quanto concerne la Tabella n. 4, valgono le avvertenze fatte a proposito della Tabella 3,

soprattutto per quanto concerne il primo aspetto, quello relativo alla diversa scala dimensionale dei

gestori. Pertanto le percentuali esposte sono indicative e vanno considerate con una certa cautela

perché le dimensioni e i bacini d’utenza dei vari gestori, talvolta, presentano tra loro differenze che

possono essere estremamente rilevanti.

TABELLA N. 4 – GESTORI PER TIPOLOGIA, REGIONE E SERVIZIO (in numero e percentuale)

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S.I.I. I.U. T.P.L. GAS

PUBBLICI PRIVATI PUBBLICI PRIVATI PUBBLICI PRIVATI PUBBLICI PRIVATI

PIEMONTE 2690%

310%

1990%

210%

1032%

2168%

536%

964%

VALLE D’AOSTA 74100%

00%

125%

375%

00%

2100%

0 0

LOMBARDIA 4984%

916%

4886%

814%

822%

2878%

3879%

1021%

VENETO 14100%

00%

3083%

617%

720%

2880%

1387%

213%

FRIULI VENEZIA G. 7100%

00%

7100%

00%

375%

125%

375%

125%

TRENTINO A. ADIGE 10100%

00%

889%

111%

3100%

00%

9100%

00%

EMILIA ROMAGNA 10100%

00%

13100%

00%

4100%

00%

975%

325%

LIGURIA 16100%

00%

1575%

525%

583%

117%

133%

267%

TOSCANA 990%

110%

1995%

15%

1139%

1761%

6100%

00%

MARCHE 14100%

00%

1257%

943%

1126%

3274%

1882%

48%

UMBRIA 5100%

00%

747%

853%

1100%

00%

5100%

00%

LAZIO 12100%

00%

1853%

1647%

615%

3585%

150%

150%

ABRUZZO 6100%

00%

1365%

735%

330%

770%

1165%

635%

MOLISE 1100%

00%

240%

360%

00%

6100%

125%

375%

CAMPANIA 1470%

630%

2540%

3860%

732%

1568%

222%

778%

PUGLIA 1100%

00%

1321%

5079%

1217%

6083%

375%

125%

BASILICATA 1100%

00%

213%

1387%

00%

10100%

120%

480%

CALABRIA 635%

1165%

1130%

2670%

629%

1571%

2100%

00%

SICILIA 842%

1158%

613%

4087%

57%

7093%

457%

343%

SARDEGNA 1100%

00%

3675%

1225%

58%

5592%

0 0

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La normativa generale dei quattro settori si fonda sui seguenti provvedimenti legislativi: il

Servizio Idrico è stato riformato con la Legge Galli (L. 36/1994), l’Igiene Urbana con il Decreto

Ronchi (D.Lgs. 22/1997), il Trasporto Pubblico Locale con il Decreto Burlando (D.Lgs. 422/1997),

la Distribuzione del gas naturale con i Decreti Bersani (D.Lgs. 79/1999) e Letta (D.Lgs. 164/2000).I due referendum del giugno 2011 hanno abrogato l’art. 23 bis della L. 133/2008, rendendo

illegittimo l’iter per la privatizzazione del servizio idrico, e l’art. 154 del D. Lgs. 152/2006, che

prevedeva la quota del 7% nelle bollette idriche per remunerare il capitale investito. La Corte

Costituzionale è intervenuta con la Sentenza n. 199 del 20 luglio 2012, che ha accolto il ricorso di

cinque Regioni che si erano opposte alla Legge 148/2011 sulla liberalizzazione dei Servizi Pubblici

Locali, dichiarando l’illegittimità dell’art. 4. La Legge di Stabilità 2015, nei commi da 611 a 616 dell’art. 1, ha stabilito che tutte le

Amministrazioni locali “definiscano e approvino, entro il 31 marzo 2015, un Piano Operativo di

razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente

possedute. Tale piano è trasmesso … alla Corte dei Conti.” In base a tale norma sono stati

predisposti i Piani di Riorganizzazione, che comprendono, a seconda dei casi, mantenimento,

accorpamento, dismissione, alienazione o liquidazione delle società Partecipate, tra cui sono

comprese anche le aziende che gestiscono i Servizi Pubblici Locali.In attuazione della Legge 124/2015, nel Consiglio dei Ministri del 20 gennaio 2016 sono

stati approvati 11 Decreti Legislativi (i cosiddetti Decreti Madia), di cui due risultano di interesse

per la materia trattata nel presente Rapporto: il Decreto sui Servizi Pubblici Locali di interesse

economico e, più in generale, il Decreto sulle società a partecipazione pubblica.La Corte Costituzionale, con Sentenza del 25 novembre 2016 n. 251, ha accolto il ricorso presentato

dalla Regione Veneto dichiarando la parziale illegittimità della Legge 124/2015 in quanto prevede

solo il “previo parere” delle Regioni e non la “previa intesa”. Nel Consiglio dei Ministri del 17 febbraio 2017 è stata approvata la nuova versione del Decreto

sulle società a partecipazione pubblica, corretta in conformità con la Sentenza della Corte, mentre il

Decreto sui Servizi Pubblici Locali di interesse economico è stato lasciato decadere. Con l’approvazione della legge di bilancio 2018, l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il

sistema idrico (AEEGSI) amplierà il suo campo di intervento anche al settore dei rifiuti e, pertanto,

assumerà il nome di Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (ARERE).

Nel seguito si riportano: il riepilogo dei primi dieci gestori per fatturato nei quattro settori,

un quadro d’insieme delle tendenze innovative negli assetti di settore dei Servizi Pubblici Locali,

una sintesi degli assetti strutturali nelle venti Regioni italiane in base alle tre variabili sopra indicate

e, infine, il censimento analitico di tutti i gestori per settore e per Regione.

Nella Tabella n. 5 si riportano i primi dieci gestori nazionali in termini di fatturato.

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TABELLA N. 5 – ELENCO PRIMI DIECI GESTORI NAZIONALI PER FATTURATO (in milioni di euro, anno 2016), PER SETTOREMULTIUTILITY ENERGIA IDRICO IGIENE URBANA TRASP. PUBBL. LOC.

GESTORE RIC. GESTORE RIC. GESTORE RIC. GESTORE RIC. GESTORE RIC.A2A 5.093 ALPERIA 1.224 ACQ. PUGL. 550 AMA Roma 810 ATM MI 1.001HERA 4.460 ITALGAS 1.080 SMAT 414 ASIA NA 177 ATAC Roma 932IREN 3.283 ESTRA 1.044 ABBANOA 325 SEI TOSCANA 107 GTT TO 451ACEA 2.832 2I RETE GAS 930 CAP HOLD. 304 AMIU GE 168 EAV NA 438DOLOM. EN. 1.378 ASCOPIAVE 498 PUBLIACQUA 256 DE VIZIA 164 ARRIVA IT. 360EGEA 659 GRUPPO SGR 207 GORI 200 QUADRIF. FI 104 BUSITALIA 279AGSM 608 TOSC. EN. 197 ACQUE 169 RAP PA 135 TPER BO 257VERITAS 358 NEDGIA 89 ACQ. FIORA 106 AMIU PUGLIA 110 ACTV VE 233AIM 265 ENERGEI 80 BRIANZACQ. 94 SAPNA NA 98 ANM NA 179AIMAG 223 AMGAS BA 47 UNIACQUE 92 BIANCAMANO 92 AMT GE 177

Le Multiutility non intervengono sempre negli stessi settori di attività (A2A, HERA, IREN,

DOLOMITI ENERGIA, EGEA, AIMAG operano nei settori dell’energia, idrico e rifiuti; ACEA

nell’energia, idrico e impiantistica ambientale; AGSM nell’energia e rifiuti; VERITAS nell’idrico e

rifiuti, AIM nell’energia e rifiuti). Premesso che la sola VERITAS non opera nel settore energia,

occorre aggiungere che la quota di ricavi derivanti dalla produzione e/o vendita di energia possono

assumere dimensioni tra loro difficilmente comparabili.Tra le prime dieci Multiutility nazionali una sola ha sede in Centro Italia, ACEA, attiva a Roma e in

altre Province del Lazio, che possiede il 98% di UMBRIA DUE SERVIZI IDRICI e numerose

partecipazioni di minoranza in aziende del Lazio, Toscana, Umbria e Campania: ACQUA LATINA

(49%), GEAL (48%), NUOVE ACQUE (46%), ACQUE (45%), PUBLIACQUA (40%),

ACQUEDOTTO DEL FIORA (40%), UMBRA ACQUE (40%), GORI (37%). Le acquisizioni

azionarie in Umbria e Lazio sono recenti, frutto di acquisti da VEOLIA e da SEVERN TRENT. Il complesso delle aziende controllate e partecipate da ACEA erogano il servizio idrico a circa 9

milioni di abitanti. Le altre nove Multiutility sono tutte nelle Regioni del Nord. Tre sono in Emilia Romagna: il Gruppo HERA che serve 3,6 milioni di abitanti, di cui 3,1 nella

parte orientale dell’Emilia Romagna e il resto in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche,

Abruzzo; il Gruppo IREN che serve 2,7 milioni di abitanti, di cui 1,1 nella parte occidentale

dell’Emilia Romagna e il resto in Piemonte, Liguria e Campania; AIMAG che serve circa 200

abitanti nella Provincia di Modena. Notevoli le acquisizioni di HERA ed IREN negli ultimi anni.

HERA ha acquistato ACEGAS APS, la multiservizi di Padova e Trieste; AMGA, società energetica

di Udine; il 49% di MARCHE MULTISERVIZI a Pesaro; alcune società energetiche in Abruzzo

(COGAS PIU’ di Ortona, ALENTO GAS di Francavilla, FUCINO GAS di Luco dei Marsi, GRAN

SASSO di Pratola Peligna, AZZURRA ENERGIE di Raiano, VERDUCCI SERVIZI di Notaresco,

SANGRO SERVIZI di Atessa, BLU RANTON di Pescara); WASTE RECYCLING, TESECO,

GEONOVA e ALIPLAST nel settore del riciclo dei rifiuti; insieme a QUADRIFOGLIO ha

costituito la società QTHERMO per costruire e gestire il nuovo inceneritore di Firenze. IREN ha acquistato TRM, società che gestisce il termovalorizzatore di Torino; ATENA, la

multiservizi di Vercelli; AMIAT, il gestore del servizio igiene urbana a Torino; GAIA, che opera

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nello smaltimento rifiuti ad Asti; quote azionarie di ACQUE POTABILI di Torino; il controllo di

ACAM, multiservizi della Provincia di La Spezia; il 50% di SALERNO ENERGIA.La più grande per fatturato è A2A, che controlla numerose società operative nelle Province di

Milano, Brescia, Bergamo. Nel settore idrico serve in Lombardia circa 600 mila abitanti, nei rifiuti

quasi tre milioni. Inoltre gestisce l’impianto di termovalorizzazione di Acerra in Campania. Nel

2017 ha concluso l’acquisizione di LINEA GROUP HOLDING, multiservizi di Pavia, Lodi, Crema

e Cremona con oltre un milione di utenti serviti e, nel 2018, concluderà l’acquisizione di ACSM

AGAM, ASPEM, AEVV, LARIO RETI, multiservizi ed energia a Como, Lecco, Sondrio, Monza. Tre gestori sono in Veneto (AGSM ha un bacino d’utenza di circa 800 mila abitanti a Verona,

VERITAS di 900 mila a Venezia, AIM di circa 200 mila a Vicenza). DOLOMITI ENERGIA è il

principale gestore della Provincia di Trento. EGEA, l’unica azienda privata, serve circa 400 abitanti

in Piemonte, principalmente nella Provincia di Cuneo, e, in parte, in Lombardia. Nel Sud Italia non vi sono Multiutility di apprezzabile dimensione. Quattro aziende sono quotate in Borsa: A2A, HERA, IREN, ACEA.

Più complesso descrivere sinteticamente il mercato delle aziende mono settore energia.

Premesso che solo l’attività di distribuzione del gas naturale costituisce tecnicamente un servizio

pubblico locale, si deve aggiungere che, molto spesso, le aziende operano anche nella produzione

e/o vendita di energia. Inoltre alcune sono mono settore, mentre altre operano anche in altri settori.Le aziende mono settore energia talvolta non operano solo nella distribuzione del gas, ma anche

nella vendita dell’energia, e non distinguono nei loro bilanci le due attività. Solo quattro aziende

delle dieci sopra indicate hanno un fatturato solo nella distribuzione del gas (ITALGAS, 2I RETE

GAS, NEDGIA, ENERGEI). Le altre sei operano anche nella produzione e/o vendita di energia.Per questi motivi è utile accompagnare la lettura della Tabella n. 5 con quella della Tabella n. 6, che

illustra le quote di mercato della distribuzione del gas negli ultimi anni.Il legislatore si è posto l’obiettivo di aggregare, a fini di economie di scala, i distributori esistenti.

Malgrado le diffuse resistenze ad attuare la riforma prevista dai Governi nazionali, il mercato ha

operato spontaneamente: dal 2000 al 2016 gli operatori sono diminuiti da 780 a 236. I dati della

Tabella n. 6 mostrano un mercato che è un oligopolio quasi perfetto: le prime due aziende coprono

una quota del 41,0%; le prime dieci del 71,8%; le seconde dieci aziende di media dimensione

coprono il 9,2%; le restanti 216 piccole o micro aziende coprono, nel loro complesso, il 19,1%.

Le variazioni negli ultimi sei anni sono modeste: la quota delle piccole e micro aziende è scesa di

quattro punti percentuali (dal 22,6% del 2010 al 19,1 del 2016); la quota di HERA è aumentata di 3

punti percentuali (dal 6,4% del 2010 al 9,5 del 2016) a seguito dell’acquisizione di ACEGAS APS

(Padova e Trieste) e di AMGA (Udine).

TABELLA N. 6 – QUOTE MERCATO PRIMI 20 GESTORI DISTRIBUZIONE DEL GAS

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2010 2012 2013 2015 2016

ENI – SNAM – ITALGAS 23% 23% 23% 25% 23,8%

ENEL – 2I RETE GAS 10% 17% 17% 17% 17,2%

HERA 6% 7% 6% 9% 9,5%

A2A 6% 6% 6% 6% 5,9%

IREN 6% 6% 6% 4% 4,3%

TOSCANA ENERGIA 3% 3% 3% 3% 3,4%

ASCOPIAVE 2% 2% 2% 2% 2,6%

LGH 2% 2% 2% 2% 2,0%

ESTRA 2% 2% 2% 2% 1,8%

AGSM 1% 1% 1% 1% 1,3%

AEB – GELSIA 1% 1% 1% 1% 1,1%

NEDGIA – UNION FENOSA 1% 1% 1% 1% 1,1%

ENERGEI 1% 1% 1% 1% 1,0%

DOLOMITI ENERGIA 1% 1% 1% 1% 0,9%

GRUPPO SGR 1% 1% 1% 1% 0,9%

EDISON 1% 1% 1% 1% 0,9%

ACSM – AGAM 1% 1% 1% 1% 0,9%

AIM 1% 1% 1% 1% 0,8%

AIMAG 1% 1% 1% 1% 0,8%

EROGASMET 1% 1% 1% 1% 0,7%

RESTANTI 216 AZIENDE 22,6% 20,3% 20,1% 19,3% 19,1%

Fonte: Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas

Tra le dieci aziende della Tabella n. 5, due operano sull’intero territorio nazionale (ITALGAS e 2I

RETE GAS). Quattro hanno base nel Nord Italia (ALPERIA nella Provincia di Bolzano;

ASCOPIAVE in Veneto, principalmente in Provincia di Treviso; il GRUPPO SGR in Provincia di

Rimini; ENERGEI in varie Province della Lombardia). Le due del Centro sono entrambe toscane (ESTRA e TOSCANA ENERGIA). Due sono situate al Sud (NEDGIA, che ha sede in Puglia ma appartiene alla spagnola UNION

FENOSA, e AMGAS BARI).

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Nel gruppo mono settore idrico la più grande azienda è ACQUEDOTTO PUGLIESE, che

opera in tutto il territorio regionale con 4,1 milioni di abitanti serviti. Con la Legge finanziaria 2018

sono state risolte le due maggiori criticità che la riguardavano: è stata prorogata la concessione al

2021 e si è previsto di attuare il progetto ACQUEDOTTO DEL SUD, con la creazione di una nuova

società per gestire le grandi opere di adduzione, inizialmente per Puglia, Basilicata e Campania e

poi, su adesione volontaria, per l’intero bacino idrografico dell’Appennino meridionale.Anche ABBANOA è il gestore unico nel 90% dei Comuni della Sardegna con circa 1,5 milioni di

abitanti serviti. Il terzo gestore del Sud Italia è la campana GORI (partecipata in minoranza da

ACEA) con circa 1,4 milioni di abitanti serviti nelle Province di Napoli e Salerno. Le tre aziende del Centro sono tutte toscane (PUBLIACQUA, ACQUE, ACQUEDOTTO FIORA).

Sono tutte partecipate da ACEA e servono, rispettivamente, 1,3 milioni nelle Province di Firenze,

Prato, Pistoia; 800 mila a Pisa e Provincia; 400 mila abitanti nelle Province di Siena e Grosseto. Quattro aziende sono al Nord: SMAT, che opera a Torino e Provincia e serve 2,3 milioni di abitanti;

CAP HOLDING, BRIANZACQUE, UNIACQUE che servono, rispettivamente, 2,5 milioni, 900

mila e 800 mila abitanti nelle Province di Milano, Bergamo, Como, Varese, Lecco, Monza.Tra le prime dieci aziende mono settore idriche si dovrebbe annoverare anche ABC Napoli. Tuttavia

l’ultimo bilancio pubblicato, con un fatturato di 100 milioni di euro, risale al lontano 2013.

L’azienda comunica nel suo sito che i bilanci 2014, 2015 e 2016 sono in corso di approvazione da

parte del Comune di Napoli, che ne è l’unico proprietario.Nel gruppo mono settore igiene urbana l’azienda di maggiori dimensioni è la romana AMA

che ha un bacino d’utenza di quasi 3 milioni di abitanti. Le altre due aziende del Centro Italia

operano in Toscana (SEI TOSCANA serve 900 mila abitanti nelle Province di Siena, Arezzo,

Grosseto; QUADRIFOGLIO 650 mila a Firenze. A seguito di gara, da febbraio 2017, si è fusa con

altre tre aziende del Bacino Toscana Centro nella nuova società denominata ALIA, che serve 1,5

milioni di abitanti nelle Province di Firenze, Prato, Pistoia).Quattro aziende sono del Sud (ASIA opera a Napoli nella raccolta con oltre 1 milione di abitanti

serviti. SAPNA gestisce gli impianti di smaltimento nei 92 Comuni della Provincia di Napoli.

AMIU PUGLIA serve 550 mila abitanti a Bari e Foggia; RAP 650 mila a Palermo). L’unica azienda del Nord è AMIU, che serve 700 mila abitanti a Genova. Infine vi sono due aziende private che operano su tutto il territorio nazionale: DE VIZIA e

BIANCAMANO. DE VIZIA è una società di proprietà campana con sede in Piemonte che gestisce

il servizio in 200 Comuni per complessivi 2 milioni di abitanti situati in 7 Regioni (Valle d’Aosta,

Piemonte, Veneto, Lazio, Campania, Basilicata, Sardegna). Al Gruppo BIANCAMANO, che ha

sede a Milano, fa capo AIMERI AMBIENTE che, dopo essere stata liquidata, ha assunto il nome di

ENERGETIKAMBIENTE, opera in 208 Comuni di 9 Regioni (Lombardia, Veneto, Liguria, Lazio,

Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) con un bacino d’utenza di 1,1 milioni di abitanti.

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Nel gruppo mono settore trasporto pubblico locale le prime dieci aziende operano in

prevalenza nei più grandi centri urbani nazionali. Cinque sono nel Nord Italia: ATM che ha un bacino d’utenza di 2,5 milioni di abitanti nel Comune

di Milano e in 32 Comuni della cintura (è l’unica azienda italiana che opera anche all’estero:

gestisce la metropolitana della capitale in Danimarca); GTT trasporta circa 200 milioni di

passeggeri annui nell’area metropolitana di Torino; TPER gestisce le reti delle Province di Bologna

e Ferrara; ACTV nella città metropolitana di Venezia; AMT a Genova. Nel Centro vi è ATAC che a Roma serve un bacino d’utenza di 2,6 milioni di abitanti. Le due aziende del Sud operano entrambe in Campania (ANM e EAV). ANM gestisce il servizio

urbano a Napoli e in numerosi Comuni della Provincia, trasporta 160 milioni di passeggeri annui,

ha incorporato la società METRONAPOLI; EAV gestisce i trasporti su ferro e su gomma nella rete

suburbana, trasporta oltre 60 milioni di passeggeri annui, nel 2012 ha incorporato

CIRCUMVESUVIANA, METROCAMPANIA, SEPSA, EAV BUS.Due aziende operano su tutto il territorio nazionale: ARRIVA e BUSITALIA. ARRIVA Italia,

controllata da DEUTSCHE BAHN, dal 2002 è presente nel mercato italiano del trasporto pubblico

locale in nove aziende operative di cui ha il controllo (SADEM in Piemonte, SAVDA in Valle

d’Aosta, SAB a Bergamo e Lecco, SIA a Brescia, KM a Cremona, SAF a Udine, RTL a Imperia)

oppure partecipazioni tra il 40 e il 49% (ASF a Como, TRIESTE TRASPORTI a Trieste).

BUSITALIA (Gruppo Ferrovie dello Stato) ha acquisito ATAF a Firenze, quote azionarie in 6

gestori toscani, la rete del trasporto regionale in Umbria (con l’incorporazione di UMBRIA

MOBILITA’ ESERCIZIO), la gestione del servizio nelle Province di Padova e Rovigo (con

BUSITALIA VENETO), a Salerno e Provincia (acquistando con BUSITALIA CAMPANIA l’ex

gestore CSTP), ha acquisto SIMET, società cosentina specializzata nei viaggi su gomma a lunga

percorrenza, ed ha costituito una nuova società (BUSITALIA SIMET) per coprire questo nuovo

segmento di mercato su tratte nazionali ed internazionali. Nel 2012 aveva concluso una joint

venture con AUTOGUIDOVIE che, a sua volta, ha acquistato quote di minoranza di DOLOMITI

BUS, in Veneto; di ATP (gestore extraurbano nella Provincia di Genova); di SETA (in Emilia).

La Tabella n. 7 riporta il riepilogo numerico delle prime 50 aziende nazionali per fatturato,

distinte per settore e per macro area (Nord, Centro, Sud Italia).

TABELLA N. 7 – RIEPILOGO NUMERICO PRIME 50 AZIENDE PER FATTURATO, PER SETTORE E MACRO AREAMULTIUTILITY ENERGIA IDRICO IGIENE URBANA TPL TOTALE

NAZIONALI 0 2 0 2 2 6NORD 9 4 4 1 5 23

CENTRO 1 2 3 3 1 10SUD 0 2 3 4 2 11

Nel Nord Italia vi è il maggior numero di aziende (23, pari al 46%), segue il Centro (11, pari al

22%), quindi il Sud e Isole (10, pari al 20%), e infine le aziende a livello nazionale (6, pari al 12%).

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Le differenze vengono maggiormente enfatizzate se si calcola anche la dimensione in termini di

fatturato delle aziende situate nelle quattro macro aree del Paese. Nel Grafico n. 1 si riporta la

suddivisione percentuale per numero e per fatturato delle 50 maggiori aziende, suddivise per macro

area. Le aziende situate nelle Regioni del Nord, 46% come numero, con 21,5 miliardi pesano per il

65% come fatturato; quelle del Centro sono il 22% e con 6,7 miliardi pesano per il 20%; quelle che

operano su scala nazionale sono il 12% e con 2,9 miliardi pesano per il 9%; quelle situate nel Sud e

Isole sono il 20% e con 2 miliardi pesano solo per il 6%. Risulta piuttosto evidente come le

situazioni delle aziende del Nord e del Sud si trovino agli estremi opposti.

NORD CENTRO SUD E ISOLE NAZIONALI0

0,10,20,30,40,50,60,7

GRAFICO N. 1 - SUDDIVISIONE PERCENTUALE 50 AZIENDE, PER MACRO AREA

NUMEROFATTURATO

Nelle nove Regioni con popolazione maggiore o uguale a 4 milioni di abitanti (Piemonte,

Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia), che sommano

48,5 milioni di abitanti (80% del totale nazionale) si trovano 36 dei 50 più grandi gestori (72% del

totale). Il loro fatturato complessivo è pari a 26,9 miliardi (81% del totale).

Nel Grafico n. 2 si evidenzia il dettaglio per Regione. Ciascuna Regione ha in media 4 aziende, con

un massimo di 6 in Toscana e un minimo di 1 in Sicilia. In termini di fatturato al primo posto vi è

l’Emilia Romagna (8,4 miliardi), seguita da Lombardia (6,6) e Lazio (4,6); agli ultimi tre posti le tre

Regioni del Sud: Campania (1,1 miliardi), Puglia (0,7), Sicilia (0,1).

EMILIA ROMAGNA LAZIO TOSCANA CAMPANIA SICILIA0123456789

GRAFICO N. 2 - PRIME 50 AZIENDE, PER REGIONE

NUMEROFATTURATO

Le tendenze innovative negli assetti dei Servizi Pubblici Locali non seguono una logica

unitaria di settore, ma sono legate alle politiche di singole Regioni o di alcuni grandi gestori.16

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Le principali Multiutility, specie le quattro grandi società quotate, perseguono da anni una

strategia espansiva, che si è concretizzata in una lunga serie di acquisizioni, esposte in dettaglio in

precedenza. In alcuni territori si stanno manifestando ostacoli (la fusione in HERA di AIMAG Carpi

è stato accantonata) tuttavia, laddove possibile, la tendenza non sembra interrompersi (HERA

prevede fusioni con altre Multiutility, sia acquisizioni di aziende mono settore operanti nella vendita

di energia e nel trattamento rifiuti. IREN ha annunciato che sta esaminando venti progetti di piccole

acquisizioni. ACEA e A2A intendono espandersi nei territori in cui operano acquisendo comparti

commerciali o produttivi, ad esempio nel fotovoltaico e nella distribuzione del gas).In Veneto, la fusione tra AGSM e AIM, dopo anni di discussione, sembrava avere imboccato un

percorso concreto: il 13 gennaio 2017 i sindaci di Verona e Vicenza avevano sottoscritto una lettera

di intenti che impegnava a sottoporre il progetto ai due Consigli comunali. Tuttavia le recenti

elezioni comunali nelle due città hanno raffreddato il progetto. Ultimamente, da notizie di stampa si

apprende che a Verona si starebbe valutando anche un accordo con la lombarda A2A.Nel settore Idrico l’innovazione più originale è l’iniziativa spontanea di alcuni gestori del

Veneto che hanno dato vita, nel 2011, a VIVERACQUA. La società comprende 14 gestori che

servono l’85% della popolazione regionale. Le aziende aderenti hanno in comune la totale proprietà

pubblica e l’affidamento in house. Il progetto, che si caratterizza per la crescita “dal basso”,

coniuga il forte legame con il territorio con la capacità competitiva delle grandi dimensioni. Questa

esperienza è stata imitata in due grandi Regioni: nel 2015 è stata costituita WATER ALLIANCE

LOMBARDIA (8 gestori che servono circa il 59% della popolazione della Regione), nel 2016,

WATER ALLIANCE PIEMONTE (12 gestori che servono circa l’80% della popolazione).In alcune Regioni (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna) si sono concluse

operazioni di aggregazione tra gestori del settore di media dimensione.Nel settore Igiene Urbana in alcune Regioni (Veneto, Emilia Romagna) si sono concluse

operazioni di aggregazione tra gestori del settore di media dimensione.In Toscana, pur a fronte di alcune difficoltà procedurali, iniziano a delinearsi i nuovi scenari previsti

dalle gare d’Ambito: sono diventati operativi due soggetti (SEI TOSCANA e ALIA) che gestiscono

il servizio in 7 delle 10 Province e servono 2,4 milioni di abitanti (64% del totale regionale).Da segnalare situazioni di emergenza sul ciclo degli smaltimenti a Genova, Roma e Palermo.

In un quadro di sostanziale immobilismo che caratterizza gli assetti dei servizi pubblici

locali nel Mezzogiorno, assumono particolare rilevanza due progetti. Il primo riguarda la creazione

di una nuova società, ACQUEDOTTO DEL SUD, in sostituzione dell’ENTE IRRIGAZIONE (se ne

è già parlato a proposito di ACQUEDOTTO PUGLIESE). Il secondo è il protocollo d’intesa

promosso da UTILITALIA, federazione che riunisce oltre 500 principali realtà dei servizi pubblici,

e denominato RETE SUD: si rivolge alle aziende meridionali nei settori idrico e rifiuti, con

l’obiettivo di realizzare sinergie in materia di ambiente e sicurezza, sviluppo delle infrastrutture,

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accesso ai fondi comunitari, affari legali e societari, amministrazione, regolazione del servizio, a

partire da quella tariffaria, gestione del personale e sviluppo attività formative, rapporti

commerciali, comunicazione, gestione delle reti e degli impianti. Le società che aderiscono a RETE

SUD sono: ACQUEDOTTO PUGLIESE, AMAM Messina, ABBANOA Cagliari, RETE GAS Bari,

SICILIA ACQUE, AMAP e RAP di Palermo, GORI Napoli, ASIA Benevento, AMIU Puglia,

ACQUEDOTTO LUCANO, SIDRA Catania.Nel settore del Trasporto Pubblico Locale l’evento più importante sono le gare indette da

Toscana e Friuli Venezia Giulia per individuare il gestore unico regionale. Comune denominatore

dei due procedimenti sono i ricorsi al TAR o al Consiglio di Stato contro le assegnazioni effettuate. In Toscana l’assegnatario è la multinazionale francese RATP DEV, in Friuli Venezia Giulia TPL

FVG, un consorzio che raggruppa i quattro gestori regionali. L’Emilia Romagna intende affrontare

la problematica con un approccio diverso: costituire una Holding regionale che controlla le quattro

società della regione ed individuare tramite gara il socio privato di minoranza. Si conferma la

strategia aggressiva di BUSITALIA, sopra descritta. Da segnalare quattro situazioni di emergenza: a

Torino i vertici di GTT sono indagati per falso in bilancio; a Roma e Napoli sono stati richiesti per

ATAC e ANM i concordati preventivi; in Puglia i precedenti vertici (fino al 2015) di FERROVIE

DEL SUD EST sono stati arrestati per bancarotta fraudolenta.Nel Settore della Distribuzione del gas, l’avvio delle gare continua ad essere dilazionato. La

Legge 25 febbraio 2016 n. 21 aveva prorogato i termini dai 9 ai 14 mesi, a seconda degli ATEM.

Tuttavia le poche gare indette hanno prodotto solo ricorsi, a vari TAR o al Consiglio di Stato.E’ stata presentata la richiesta di quotazione in Borsa della toscana ESTRA. La strategia della

società prevede anche una diversificazione nei settori idrico (già presente con MULTISERVIZI di

Ancona) e rifiuti. Le due aziende energetiche della Provincia di Bolzano si sono fuse in ALPERIA.

La quotata ASCOPIAVE da diversi mesi è entrata in una situazione molto confusa, riguardante

l’assetto di ASCO HOLDING, che ne detiene il 61,5% del pacchetto azionario. A marzo 2018

l’assemblea dei soci, tra le opzioni in campo (fusione con ASCOPIAVE e fusione con ASCO TLC)

ha deciso a maggioranza per la seconda, evitando la possibile scalata di un socio privato

(PLAVIGAS) che detiene l’8,6% delle quote. Tuttavia, ad aprile il TAR del Veneto ha accolto il

ricorso di PLAVIGAS ed ha annullato la delibera dell’Assemblea dei soci di ASCOPIAVE. La

vicenda pertanto continua ad essere incerta e piuttosto lontana da una conclusione.

L’assetto strutturale nelle Regioni italiane, in base alle tre variabili sopra esposte, si

presenta fortemente differenziato. Di seguito ne vengono esposte le principali caratteristiche, i

potenziali sviluppi e le insite criticità, ordinate in base al livello di realizzazione di modelli

industriali adeguati alle nuove sfide dei mercati. Si parlerà solo dei settori idrico, rifiuti e trasporti,

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in quanto quello della distribuzione del gas è praticamente statico in tutta Italia, spesso per l’inerzia

delle stazioni appaltanti, per la complessità del quadro normativo, e per i numerosi contenziosi

attivati presso vari TAR a seguito delle poche gare attivate.

La Regione che ha realizzato l’assetto più stabile e sostenibile è l’Emilia Romagna. Tale

modello si caratterizza per una forte integrazione multisettoriale, basata su due grandi Multiutility

quotate in Borsa (HERA e IREN) nei settori dell’acqua, rifiuti ed energia. La loro quota del mercato

regionale nei settori acqua e rifiuti è superiore all’80%. Le azioni detenute dai Comuni, attualmente,

sono il 51,9% in HERA e il 60,8% in IREN. E’ in corso un dibattito sull’ipotesi di far scendere sotto

al 50% le quote di proprietà pubblica, che comunque manterrebbero la quota di controllo. HERA ha

il suo baricentro nell’Emilia orientale e in Romagna, con estensioni lungo la dorsale adriatica, dal

Friuli Venezia Giulia fino all’Abruzzo, e in Toscana. IRETI ha il suo baricentro in Emilia

occidentale, Piemonte, Liguria e, in parte, in Toscana. Vi è un ruolo residuale per alcuni altri

operatori, di piccole o piccolissime dimensioni, che occupano spazi marginali, spesso in contesti

locali particolari. Nel Trasporto Pubblico Locale i gestori sono scesi da nove a quattro. Il governo regionale ha avuto un ruolo rilevante nella gestione dei processi: lo strumento utilizzato

per regolare il sistema è stato la creazione e la governance dei grandi player quotati in Borsa.

Tuttavia, il rischio insito nell’assetto industriale della Regione è il grado di equilibrio di poteri tra i

soggetti gestori e le istituzioni pubbliche di regolazione. Talvolta si è già palesato che le istituzioni

pubbliche non siano sufficientemente attrezzate per contrastare le autonome decisioni assunte dai

due soggetti gestori, in una logica che spesso è di natura finanziaria più che di servizio all’utenza.

La Regione più assimilabile alla prima per livello di assetto strutturale è la Lombardia.

A2A, grande Multiutility quotata, attiva nei settori idrico, rifiuti ed energia, sta gradualmente

estendendo il suo bacino di intervento a tutte le Province della Regione. Ha acquisito il controllo di

LINEA GROUP HOLDING e, nei primi mesi del 2018, di ACSM AGAM (altra azienda quotata

lombarda). Nel settore idrico sono presenti numerose aziende su scala industriale (quattro, con oltre

800 mila utenti ciascuna, servono complessivamente il 55% della popolazione regionale); a Brescia,

Como, Varese stanno nascendo gestori unici provinciali. Più frazionati i settori dei rifiuti, con nove

gestori che coprono il 58% del mercato regionale, e quello dei trasporti, con ATM che copre il 25%

del mercato regionale. Gli sviluppi di settore avvengono in prevalenza per iniziative locali.

Cinque Regioni del Centro Nord, a vario grado di frammentazione, spesso con elevata

qualità dei servizi, hanno individuato e stanno perseguendo validi modelli di assetto strutturale, tra

loro differenti: sono Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Toscana.

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Il Veneto presenta ancora un certo grado di frammentazione, in progressiva diminuzione. La

regolazione regionale è praticamente assente, per esplicito orientamento della Giunta al governo che

ha delegato ogni ruolo di regolazione ai Comuni. Pertanto, tutti i processi di riorganizzazione che

sono stati attuati sono da attribuire a dinamiche spontanee decise a livello locale, dai soggetti gestori

o dalle Amministrazioni comunali. Tra essi assumono rilevanza e innovatività le due esperienze di

aggregazioni tramite servizi a rete: VIVERACQUA, di cui si è parlato sopra, e RETE AMBIENTE

VENETO, un progetto simile nel settore ambientale. La tendenza ai processi di aggregazione

spontanea, sia pure con velocità e intensità differenziate, prosegue in tutti i settori. Due sono i rischi insiti nel modello veneto. Il primo è quello di rappresentare un potenziale terreno

di conquista, non appena si presentino occasioni e opportunità, da parte di Multiutility limitrofe, in

particolare HERA o A2A. Il secondo è rappresentato dal fatto che, una volta completato il processo

di accorpamento dei soggetti industriali, difficilmente le istituzioni pubbliche, disabituate da una

lunga inattività, siano in grado di assumere un efficace ruolo di regolazione.Il Piemonte presenta un grado di frammentazione relativamente elevato tra le Regioni del

Nord Italia. L’orientamento industriale è prevalentemente mono settoriale, con poche Multiutility di

dimensioni non elevate. I gestori del capoluogo, e di gran parte della Provincia, nei tre servizi

(idrico, rifiuti, trasporti) sono, per dimensioni, tra i maggiori d’Italia. Tuttavia, nelle altre Province

piemontesi i gestori sono molto numerosi ed hanno in genere dimensioni poco significative. Il

governo regionale svolge un ruolo poco incisivo nella gestione dei processi di trasformazione degli

assetti di settore. E’ significativo che la nascita di WATER ALLIANCE PIEMONTE sia dovuta a

una dinamica spontanea decisa a livello locale. Il rischio insito nel limitato grado di indirizzo regionale, tipico del modello piemontese, è la

progressiva espansione di operatori (sia pubblici che privati) provenienti da altre Regioni. Due gli

esempi principali. Il Gruppo IREN, una delle due grandi Multiutility emiliane, ha una rilevante

presenza in Regione, direttamente o attraverso società controllate. Le recenti vicende nel TPL di

Alessandria hanno portato al controllo della locale azienda da parte del Gruppo lombardo STAR.Il Friuli Venezia Giulia, partendo da una realtà relativamente frammentata, tende

gradualmente all’integrazione. Il governo regionale svolge un ruolo molto attivo nella gestione

degli assetti. Insieme alla Toscana, il Friuli Venezia Giulia è l’unica Regione italiana che sta per

concludere la gara per l’individuazione del gestore unico regionale per il servizio di trasporto

pubblico. Per i servizi idrico e rifiuti è stato definito il quadro giuridico, con l’individuazione

dell’ATO unico regionale e la costituzione dell’Autorità di controllo e regolazione per i due servizi

(AUSIR) che, una volta a regime, dovrà deliberare la forma di gestione e, conseguentemente,

procedere agli affidamenti. Per alcuni commentatori appare improbabile il ricorso al metodo della

gara pubblica, stante la presenza di numerosi gestori che operano “in house”.

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Il Trentino Alto Adige, anche se ha una popolazione contenuta, presenta due aziende di

rilevanti dimensioni: nella Provincia di Trento la Multiutity DOLOMITI ENERGIA, in quella di

Bolzano la mono settore energia ALPERIA. Il suo territorio prevalentemente montuoso si coniuga a

una presenza rilevante di gestioni in economia. Tuttavia, specie nell’impiantistica, sia idrica che

ambientale, vi sono importanti gestori a livello provinciale. Nel settore dei trasporti è stata attuata

una politica di importante concentrazione. La specificità della Regione e il suo elevato livello di

autonomia hanno determinato un ruolo rilevante delle due Province nella gestione degli assetti.La Toscana, partendo da una realtà molto frammentata, tende rapidamente all’integrazione.

Il percorso intrapreso, non privo di ostacoli e difficoltà, risulta in buona parte compiuto. Il governo

regionale è il motore principale nella gestione degli assetti, attraverso gare d’Ambito, che fungono

da stimolo coattivo alle aggregazioni. L’orientamento industriale è di tipo mono settoriale, con

aziende specializzate nelle singole filiere di prodotto.Nel settore Idrico l’assetto basato sul gestore unico per ciascuno dei sei Ambiti è realtà consolidata;

la Regione è ora pronta a compiere il prossimo passo: la gara per il gestore unico regionale.Nell’Igiene Urbana l’individuazione di tre soli gestori, uno per Ambito interprovinciale, per due

terzi è compiuto. Solo nell’ATO Costa si riscontrano ancora difficoltà e resistenze. Nel TPL si è conclusa la gara d’Ambito per il gestore unico regionale, che, pur in presenza di

residui contenziosi giudiziali, dovrebbe prossimamente vedere l’avvio operativo.

Il rischio insito nel modello toscano è rappresentato proprio dalla scelta delle aggregazioni forzose.

I tradizionali localismi, storicamente vivaci nella Regione Toscana, potrebbero riapparire alle prime

difficoltà di percorso e incrinare l’unità formale dei nuovi soggetti gestori.

Vi sono sei Regioni, con forte grado di frammentazione, che, pur presentando talvolta un

livello qualitativo dei servizi discreto o buono, non hanno ancora individuato come indirizzare

l’assetto dei relativi sistemi: sono Valle d’Aosta, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise e Sardegna.La Valle d’Aosta per le sue limitate dimensioni (con poco più di 100 mila abitanti, è la più

piccola Regione italiana) sia per la sua orografia montana ha caratteri peculiari, sostanzialmente

marginali. Il settore idrico è interamente in economia, i rifiuti e i trasporti sono gestiti da piccole

aziende private. Non si hanno evidenze di un ruolo attivo del governo regionale nella regolazione

degli assetti di settore.Le Marche presentano una realtà ancora molto frammentata, soprattutto nell’igiene urbana.

Il governo regionale nella gestione degli assetti è stato limitato, per cui si è lasciato che il mercato e

le singole realtà locali provvedessero ad autoregolare il sistema, allo stato, senza esiti concreti.Comunque, la Regione, con i suoi 1,5 milioni di abitanti, rappresenta un bacino d’utenza troppo

limitato per far sorgere soggetti industriali sufficientemente dimensionati.

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In questa ottica l’aspetto positivo è rappresentato dal fatto che le tre Regioni centrali (Toscana,

Marche, Umbria) abbiano già intrapreso spontaneamente il percorso istituzionale per la creazione di

una Macro Regione o di una struttura federata.L’Umbria si caratterizza per un sistema produttivo ancora altamente frammentato, con una

qualche tendenza all’accorpamento. Il governo regionale svolge un peso rilevante nella gestione dei

processi, con effetti ancora parzialmente attuati. Da questo punto di vista, il settore più avanzato è

quello dei Trasporti, dove da tempo esiste un gestore unico regionale.A maggior ragione valgono per l’Umbria (che, con i suoi 900 mila abitanti, pesa come una media

Provincia) le considerazioni sopra riportate a proposito delle Marche.L’Abruzzo ha una realtà molto frammentata nel settore Igiene Urbana e relativamente

integrata in quello Idrico. Il governo regionale sta svolgendo un ruolo attivo nella gestione degli

assetti nel settore dei trasporti, con l’individuazione di un gestore unico regionale a cui ha affidato il

servizio “in house”. Nel settore idrico vi sono alcuni gestori di media dimensione che dovrebbero

tendere ad unificarsi quando sarà attuato l’ATO unico regionale. Molto più indefinito il percorso di

razionalizzazione nel settore rifiuti.Anche in questo caso, la Regione, con i suoi 1,3 milioni di abitanti, rappresenta un bacino d’utenza

limitato per far sorgere soggetti industriali sufficientemente dimensionati. Rispetto a Marche e

Umbria, che hanno già individuato insieme alla Toscana il quadro strategico istituzionale, l’Abruzzo

sconta ancora una certa indeterminatezza rispetto alle diverse opzioni possibili. Il Molise ha una realtà molto frammentata sia nel settore idrico, integralmente basata su

gestioni in economia, che nell’Igiene Urbana. Il governo regionale ha svolto un ruolo attivo, per

quanto ancora incompiuto, nella gestione degli assetti nel settore idrico (con la costituzione del

gestore unico regionale), molto meno nei settori dei rifiuti e del trasporto pubblico locale.Anche questa Regione, con i suoi 300 mila abitanti, rappresenta un bacino d’utenza troppo limitato

per far sorgere soggetti industriali sufficientemente dimensionati. Come l’Abruzzo, il Molise sconta

l’indeterminatezza rispetto alle diverse opzioni istituzionali possibili. Peraltro, data la dimensione

della Regione (pari a una piccola Provincia) la individuazione di sinergie, integrazioni e alleanze

extraregionali assumerebbe carattere di necessità.

La Sardegna presenta assetti assai diversificati e disomogenei nei tre settori. Molto

integrato quello idrico, con un unico gestore regionale; fortemente frammentati l’Igiene Urbana e il

Trasporto Pubblico Locale. L’Igiene Urbana vede una netta prevalenza di gestioni in economia o di

associazioni tra Comuni. I gestori in forma aziendale sono in prevalenza privati provenienti da fuori

Regione. Anche nel trasporto vi è una prevalenza numerica di privati, pur in presenza di qualche

gestore pubblico di apprezzabile dimensione.

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Infine sette Regioni presentano un forte livello di frammentazione, spesso con un basso

livello qualitativo dei servizi, e sono lontane dall’individuazione di un assetto strutturale di tipo

industriale: sono Liguria, Lazio, Puglia, Campania, Basilicata, Sicilia e Calabria.La Liguria non evidenzia un ruolo evidente del governo regionale negli assetti di settore.

Nell’idrico e nei rifiuti vi è una presenza rilevante della Multiutility emiliana IREN, con un peso in

tendenziale crescita. Un accorpamento sta per concludersi (quello di ACAM La Spezia), mentre un

altro si è interrotto (quello di AMIU Genova). Peraltro il problema dello smaltimento dei rifiuti di

Genova continua ad essere legato alla riattivazione di una discarica oggetto di varie problematiche.

I due soggetti operanti nel settore del trasporto nell’area metropolitana di Genova saranno unificati.Il Lazio ha un assetto strutturalmente squilibrato, con la città metropolitana di Roma che ha

più di 4 milioni di abitanti, rispetto ai 5,8 dell’intera Regione. Le restanti quattro Province hanno un

peso tendenzialmente marginale. Si aggiunga che, spesso, il governo della Regione e del Comune di

Roma si sono trovati su posizioni disomogenee sulle scelte strategiche in materia di assetto dei

servizi pubblici locali. Anche a ciò si può ascrivere la mancanza di coerente assetto di settore e la

situazione di emergenza in cui si trovano sia i rifiuti che i trasporti della capitale. Le tre più grandi aziende della Regione hanno sede a Roma, tra cui l’unica grande Multiutility al di

fuori del Nord Italia (ACEA). Pur avendo ACEA competenze nell’impiantistica ambientale i recenti

indirizzi del Comune, contrariamente a quanto ipotizzato dalla precedente gestione e dalla Regione,

tendono ad escludere forme di sinergia con AMA per avviare a soluzione l’emergenza rifiuti.Anche nel settore dei trasporti la grave situazione di bilancio di ATAC è lontana da una soluzione.

La Puglia presenta un assetto di settore disomogeneo, ma con rilevanti potenzialità.Il suo punto di forza è l’integrazione nel settore idrico, è la più grande Regione italiana con un solo

gestore per l’intero territorio (tuttavia occorre ricordare che il merito di tale assetto è da ascrivere a

una Legge dello Stato del 1902). In ogni caso ACQUEDOTTO PUGLIESE è una realtà industriale

consolidata, l’unica nell’intero Mezzogiorno, assolutamente da preservare e valorizzare. Al contrario, sia l’Igiene Urbana che il Trasporto Locale sono settori estremamente frammentati,

con modesti risultati qualitativi, con rilevante presenza di soggetti privati. Come in quasi tutte le Regioni del Sud è forte il rischio (in taluni casi la certezza) di infiltrazioni

malavitose. La regolazione regionale, per ora limitata a definire il quadro normativo generale, non

ha ancora evidenziato effetti concreti. Tuttavia, a partire dagli accordi di collaborazione già attuati

nel settore idrico con le Regioni confinanti (Basilicata e Campania), potrebbe iniziare a costruire un

percorso verso un assetto industriale in tutti i settori, soprattutto nell’Igiene Urbana.La Campania presenta una elevata frammentazione in tutti i settori. Sia nell’Igiene Urbana

che nell’Idrico alla numerosità degli operatori si aggiunge, in moltissimi casi, il frazionamento del

ciclo integrato in capo a soggetti diversi. Inoltre molti Comuni gestiscono ancora il servizio in

economia. La presenza di soggetti privati è particolarmente significativa in tutti i settori, con una

punta in quello dei rifiuti. La regolazione regionale si è limitata a definire il quadro normativo

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generale e a gestire le situazioni emergenziali. Pertanto, un tale assetto dei due settori è piuttosto

lontano da un modello industriale.Una criticità ulteriore è rappresentata dalla forte presenza del pensiero “acqua bene comune”. ABC

di Napoli ne è la rappresentazione emblematica, tuttavia da tre anni non riesce a presentare i propri

Bilanci di esercizio. I fautori di tale movimento tendono a concentrarsi nella sola fase della

distribuzione, trascurando le problematiche della depurazione, che richiedono approcci e soluzioni

diverse. Tale fase continua a rappresentare una emergenza di cui non si intravedono soluzioni.Nel trasporto pubblico locale molte gestioni sono economicamente insostenibili.Anche in questa Regione è forte il rischio (in taluni casi la certezza) di infiltrazioni malavitose.Il solo aspetto parzialmente positivo è rappresentato dal fatto che nel settore dei rifiuti la Regione si

sta avviando a superare la sua lunga situazione emergenziale.La Basilicata ha un assetto disomogeneo. Come la Puglia ha un unico gestore pubblico per

il servizio idrico integrato. L’Igiene Urbana e il Trasporto Locale sono settori molto frammentati e

con rilevante presenza di soggetti privati. La regolazione regionale si è limitata a definire il quadro

normativo, individuando un Ambito Territoriale Unico regionale per tutti i servizi, senza peraltro

produrre al momento effetti concreti. Le ridotte dimensioni regionali (574 mila abitanti) dovrebbero spingere ad intensificare e a

collocare in un quadro istituzionale più definito le già esistenti sinergie e integrazioni con Regioni

vicine, specialmente con la Puglia. Accordi sul sistema idrico già esistono tra ACQUEDOTTO

LUCANO e ACQUEDOTTO PUGLIESE. Diversi operatori pugliesi dei rifiuti e dei trasporti

operano anche in Basilicata.In Calabria prevalgono ancora logiche poco compatibili con le leggi di riforma dei diversi

settori. Nel settore idrico tutti i Comuni gestiscono una o più fasi del servizio in economia. La

regola è il frazionamento delle diverse fasi del servizio in capo a soggetti diversi. In numerosi casi

la fase della depurazione è completamente assente. Non a caso la Regione è seconda solo alla

Sicilia per situazioni di infrazione rispetto alle normative comunitarie. Il settore dei rifiuti presenta

un assetto simile: elevata frammentazione, frazionamento delle diverse fasi del servizio, elevata

presenza di gestioni in economia, generale ricorso alla discarica come metodo per lo smaltimento. Il percorso per avvicinarsi ad un assetto di tipo industriale è pertanto ancora molto lungo e

complesso. Non si ravvisano segnali centrali o locali in tal senso. Non vi sono evidenze di un

approccio attivo da parte del governo regionale nella gestione di tali processi. La situazione

geografica non facile, che comporta un tendenziale isolamento, e le ridotte dimensioni della

Regione (meno di 2 milioni di abitanti) sono fattori ulteriori che complicano il quadro.La Sicilia presenta un assetto frammentato e con la maggiore presenza di gestori privati tra

le grandi Regioni. Soprattutto nel settore dei rifiuti si hanno evidenze di infiltrazioni malavitose.

Sempre nel settore dei rifiuti, la fase dello smaltimento, a seguito della prossima saturazione

dell’unica discarica pubblica (Bellolampo a Palermo), è in pratica un monopolio di soggetti privati.

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Non vi sono notizie di interventi del governo regionale per indirizzare gli assetti di settore, al di

fuori della logica meramente emergenziale, specie nei settori idrico e dei rifiuti. E’ significativo che

tra le nove maggiori Regioni italiane la Sicilia abbia un solo gestore tra i 50 con maggiore fatturato,

con ricavi di poco superiori ai 100 milioni di euro.

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Servizio Idrico Integrato

La Regione Piemonte, con la Legge Regionale 20 gennaio 1997 n. 13, ha individuato sei

Ambiti: Verbano, Cusio, Ossola, Pianura Novarese; Biellese, Vercellese, Casalese; Torinese;

Cuneese; Astigiano, Monferrato; Alessandrino.Con la Legge Regionale 24 maggio 2012 n. 7, le funzioni di organizzazione del servizio idrico

integrato restano confermate in capo agli Enti Locali che le esercitano sulla base delle convenzioni

stipulate in attuazione della Legge Regionale 13/1997, costituendo le Conferenze d’Ambito. Tali

soggetti hanno autonomia funzionale, organizzativa, patrimoniale, finanziaria e contabile.Censimento dei gestori 2018. Nel Servizio Idrico in Piemonte vi sono complessivamente 29

gestori (10 sono Multiutility e 19 mono settore). 9 Comuni gestiscono il servizio in economia.L’innovazione più rilevante è stata la recente costituzione di WATER ALLIANCE PIEMONTE

(composta da: SMAT TORINO, ACEA PINEROLESE, ACDA, ACQUA NOVARA, ACQ. PIANA,

ACQ. VALTIGLIONE, ACQ. MONFERRATO, AMAG, AMC, AMV, CORDAR BIELLA). Il Patto

è stato sottoscritto nel 2016 a Torino da 12 aziende pubbliche “in house” che complessivamente

forniscono il servizio idrico a oltre 3,5 milioni di abitanti, pari a circa l’80% della popolazione

piemontese, con un fatturato annuo di 500 milioni di euro. Il Contratto di rete è uno strumento

innovativo che consentirà a queste aziende, con forte radicamento sul territorio, di conseguire

maggiore efficienza gestionale (ad esempio tramite gare per le forniture di beni e servizi: energia

elettrica, carburante per le vetture di servizio, sistemi informatici, prodotti chimici per il trattamento

delle acque). Le utility piemontesi del settore idrico intendono affrontare il mercato competitivo

facendo sinergia anche con l’intento di fare fronte alle esigenze di investimenti in infrastrutture e

servizi e di mettere a fattor comune competenze e risorse per ricerca e innovazione. Il maggiore gestore del Piemonte per dimensione è SMAT, che gestisce il Servizio Idrico Integrato a

Torino e in altri 291 comuni dell'ATO3, corrispondenti al 95% dei 306 Comuni totali, per 2.269.357

abitanti serviti. Attraverso le Società del Gruppo, presenti in altri 93 Comuni, fornisce in tutto o in

parte i servizi idrici ad un'ulteriore popolazione di circa 400.000 abitanti. Detiene il 50% delle

azioni di SAP (SOCIETA’ ACQUE POTABILI. Il restante 50% è di IRETI), che gestisce il servizio

idrico in 52 Comuni del Piemonte e di altre tre Regioni italiane, con 195.000 abitanti.Due gestori di media dimensione sono: ACQUA NOVARA, che opera in 139 Comuni con 450.000

abitanti; il Gruppo EGEA, tramite le controllate e collegate TECNOEDIL, ALSE, ALPI ACQUE,

MONDO ACQUA, che opera in oltre 90 Comuni con 350.000 abitanti, ACEA PINEROLESE, che

opera in 61 Comuni con 200.000 abitanti.

Gli altri 26 gestori sono di dimensioni medio piccole, da 150.000 abitanti in giù.

AMBITI PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

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1 NOVARAVERBANIA

IRETI ACQUA NOVARA – IDRABLU – ACQUE POTABILI8 Comuni Gestione in economia

2 BIELLAVERCELLI

ALESSANDRIA

AZ. MULTIS. CASALESEAZ. MULT. VALENZANAATENA – IRETI

CORDAR BIELLA – CORDAR VAL SESIA – SII VERCELLICOMUNI RIUNITI BIELLA

3 TORINO ACEA PINEROLESE SMAT – ACQUE POTABILI

4 CUNEO ALSE – ALPI ACQUE TECNOEDIL (Gr. EGEA)

ALAC – ACDA – SISI – CALSO – INFERNOTTO – MONDO ACQUACOMUNI RIUNITI VALLI CUNEESI – ACQUE POTABILI

5 ASTIAL – TO

ASTI SERVIZI PUBBLICIIRETI

ACQUEDOTTO VALTIGLIONE – ACQUEDOTTO MONFERRATOACQUEDOTTO DELLA PIANA – 1 Gestione in economia

6 ALESSANDRIA AMAG – IRETI GESTIONE ACQUA

Assetto societario. I 29 gestori del servizio idrico del Piemonte sono così suddivisi: 20 sono

interamente pubblici, 3 (ASTI SERVIZI PUBBLICI, GESTIONE ACQUA, MONDO ACQUA)

sono misti a maggioranza pubblica, 3 sono, direttamente o indirettamente, quotate a maggioranza

pubblica (IRETI; ATENA Vercelli, che appartiene al 100% a IRETI; ACQUE POTABILI, che

appartiene al 50% a IRETI); 3 gestori, del Gruppo EGEA, sono misti a maggioranza privata.Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Valle d'Aosta, con la Legge Regionale 8 settembre 1999 n. 27 ha individuato

un Ambito Territoriale unico corrispondente al territorio regionale. La L.R. 18 aprile 2008 n. 13 ha

previsto l’organizzazione del servizio idrico integrato in base a sotto ambiti territoriali omogenei. In

attuazione della predetta Legge sono stati individuati sette sub Ambiti: Monte Cervino, Evancon,

Valdigne, Paradiso, Grand Combin, Monte Rosa – Walser, Monte Emilius – Piana di Aosta.Con la L.R. 27/1999 la Regione ha conferito al Consorzio BIM (Bacino Imbrifero Montano della

Valle d’Aosta) il governo del Servizio Idrico Integrato in Valle d’Aosta, coordinando e indirizzando

le attività dei Comuni nella gestione del servizio. Censimento dei gestori 2018. La gestione del servizio è estremamente frammentata: su 74

Comuni sono attivi 270 acquedotti comunali e un centinaio di acquedotti frazionali. Assetto societario. Tutte le gestioni sono in economia.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Lombardia, con la Legge Regionale 12 dicembre 2003 n. 21 ha individuato 12

Ambiti Territoriali Ottimali, coincidenti con i territori delle Province e della Città Metropolitana di

Milano. Le funzioni di governo già esercitate dalle Autorità d’Ambito sono state trasferite alle

Province e alla Città Metropolitana di Milano.Censimento dei gestori 2018. Nel servizio idrico in Lombardia sono stati censiti 58 gestori

(21 sono Multiutility, 37 mono settore). Tuttavia la Regione, nel suo sito, comunica che vi sono 76

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operatori nel settore idrico, senza peraltro indicarne i nominativi, e che 335 Comuni gestiscono, in

tutto o in parte, il servizio in economia.L’88% degli abitanti della Regione è gestito dai maggiori tredici gestori. Otto di essi, riuniti con un Contratto di rete stipulato nel 2015 nella WATER ALLIANCE

LOMBARDIA servono 5,9 milioni di abitanti: CAP HOLDING/AMIACQUE (2,5 milioni),

BRIANZACQUE (866 mila), UNIACQUE (812 mila), PAVIA ACQUE (547 mila), LARIO RETI

(405 mila), PADANIA ACQUE (360 mila), SAL (229 mila), SECAM (181 mila). Gli altri quattro sono: METROPOLITANA MILANESE, che serve 1,3 milioni di abitanti; A2A

CICLO IDRICO, che ne serve 590 mila; SERVIZI COMUNALI 350 mila; TEA ACQUE e AQA

310 mila; ALFA 302 mila. I restanti 63 gestori sono tutti di dimensioni ridotte; solo uno ha un bacino d’utenza di poco

superiore ai 100 mila abitanti (GARDAUNO).

In numerosi Comuni il ciclo idrico è frazionato tra più gestori (tra i maggiori, a Como e Varese vi

sono due diversi gestori per le fasi di distribuzione e depurazione mentre il collettamento dei reflui è

gestito in economia).

AMBITI PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

1 MI METROPOLITANA MILANESE CAP HOLDING/AMIACQUE – BRIANZACQUE

2 BG SERVIZI COMUNALI UNIACQUE – HIDROGEST – COGEIDE – AMIAS SERVIZI

3 BS A2A CICLO IDRICO (A2A)IRETI – GARDA UNO – SERVER

SIRMIONE SERVIZI – ASVT (A2A)

EROGASMET

ACQUE BRESCIANE – SEVERN TRENT

4 CO ACSM AGAM – LARIO RETI

CANTURINA SER. TERR.ASI LAMBRO – VALBE SERV.

BRIANZACQUE – CAP HOLDING/AMIACQUE – COMO ACQUA

PRAGMA – ASII – ALTO LURA – ALTO SEVESO – ANTIGA

COLLINE COMASCHE – LIVESCIA – SERVICE 24 – SUD SEVESO

LURA AMB. – ACQ. V.LLE INTELVI – COMODEPUR – BOZZENTE ACQUA SEPRIO SERV. – PREALPI SERVIZI – LARIANA DEPUR.

5 CR PADANIA ACQUE

6 LC LARIO RETI BRIANZACQUE

7 LO SAL

8 MB CAP HOLDING/AMIACQUE – BRIANZACQUE

9 MN TEA ACQUE (TEA) – AQA (TEA)

AIMAG – IRETI

SISAM

10 PV BRONI STRADELLA PAVIA ACQUE

11 SO SECAM

12 VA ASPEM (A2A) PREALPI SERVIZI – CAP HOLDING/AMIACQUE – ALFA – CASER

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SARONNO SERVIZI VERBANO – TD GROUP – SAP – BOZZENTE – MDG – SACECCAV

ECOLOGIA SOLUZ. AMB.

Assetto societario. Cinque gestori appartengono a società quotate, tutte Multiutility: A2A

CICLO IDRICO, ASPEM, ASVT fanno parte del Gruppo A2A, attivo nei settori idrico, rifiuti,

energia, col 51% del capitale ripartito tra i Comuni di Milano, Brescia e azioni proprie, mentre il

49% è suddiviso tra investitori istituzionali e flottante; ACSM AGAM, che opera nei settori idrico,

rifiuti, energia, ha il 52% del capitale ripartito tra i Comuni di Como e Monza, il 24% è di A2A, il

24% flottante; IRETI appartiene al Gruppo emiliano IREN. Quarantuno gestori, largamente predominanti come dimensioni, sono interamente pubblici; tre

fanno parte di società miste a maggioranza pubblica (TEA ACQUE, AQA, COGEIDE).Nove società, operanti in genere nella fase di depurazione delle acque, sono private (SEVERN

TRENT, EROGASMET, CASER, COMODEPUR, LARIANA DEPUR, TD GROUP, MDG,

SACECCAV, ESA).Dinamiche del settore. Nell’ottobre 2016 il Consiglio Provinciale di Brescia aveva affidato

in house il Servizio Idrico Integrato in 54 Comuni ad ACQUE BRESCIANE, società a totale

capitale pubblico, a cui sono stati conferiti i rami d'azienda di ACQUE OVEST BRESCIANO 2 e

SIRMIONE SERVIZI. La società ha iniziato ad operare ad aprile 2017; il 21 dicembre 2017

GARDAUNO, che opera in 26 Comuni, ha conferito nella società il proprio ramo d’azienda.

Pertanto ACQUE BRESCIANE dal 1° gennaio 2018 opererà in 80 Comuni della Provincia.A gennaio 2018 è nata ufficialmente la Multiutility lombarda. I Consigli di Amministrazione

di A2A, ACSM AGAM, ASPEM, AEVV, LARIO RETI, hanno approvato il progetto di partnership

industriale e societaria da tempo allo studio delle parti. La realtà che nascerà sarà un operatore

quotato, con la presenza, quale azionista di riferimento, di un partner industriale di rilevanza

nazionale a partecipazione pubblica quale è A2A. ALFA ha iniziato ad operare ad aprile 2016 e, gradualmente, tende ad estendere il servizio

idrico integrato in tutti i 109 Comuni della Provincia di Varese.

Nei primi mesi del 2018 dovrebbe concludersi l’avvio della società COMO ACQUA, che

incorporerà 12 piccoli gestori operanti in Provincia (ASII, ALTO LURA, ALTO SEVESO,

ANTIGA, COLLINE COMASCHE, LIVESCIA, PRAGMA, SERVICE 24, SUD SEVESO

SERVIZI, ASI LAMBRO, CANTURINA SERVIZI, VALBE SERVIZI).

La Regione Veneto, con la Legge Regionale 27 aprile 2012 n. 17, ha individuato gli Ambiti

Territoriali Ottimali riprendendo e mantenendo inalterata la suddivisione già operata con la Legge

Regionale 27 marzo 1998 n. 5. Risultano delimitati otto ATO: Alto Veneto, Veneto Orientale,

Laguna di Venezia, Bacchiglione, Brenta, Valle del Chiampo, Veronese, Polesine. A seguito di

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intesa con la Regione Friuli Venezia Giulia è stato, inoltre, delimitato l’ATO interregionale Lemene

di cui fanno parte 11 Comuni veneti e 15 friulani. Le funzioni di governo dell’ATO Lemene sono

state attribuite alla Consulta d’Ambito, nella forma di consorzio di funzioni tra Enti locali.La Legge 17/2012 ha soppresso le Autorità d’Ambito e, al loro posto, ha istituito i Consigli di

Bacino, quali forme di cooperazione tra i Comuni per la programmazione e l’organizzazione del

servizio idrico integrato.Successivamente la Giunta Regionale, con delibera n. 856 del 4 giugno 2013, ha disposto il

trasferimento di 11 Comuni dall’ATO Veneto Orientale all’ATO Laguna di Venezia.Censimento dei gestori 2018. In Veneto nel Servizio Idrico vi sono complessivamente 14

gestori (4 Multiutility e 10 mono settore).Vi sono inoltre due società regionali (VENETO ACQUE e SIFA) con compiti accessori. La prima

ha l’obiettivo primario di pianificare il sistema acquedottistico regionale attraverso il “MOSAV”

(Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto) che realizza opere per interconnettere la rete degli

acquedotti del Veneto centrale. La seconda ha l’obiettivo di realizzare e gestire il Progetto Integrato

Fusina (PIF), finalizzato a creare un più avanzato sistema di depurazione che consenta anche il riuso

dei reflui per la zona industriale di Porto Marghera.L’innovazione organizzativa più originale è costituita da VIVERACQUA. Creata nel 2011,

comprende tutti i gestori veneti “in house” con 4,2 milioni di abitanti serviti, pari a circa il 92% dei

Comuni e l’86% degli abitanti. Obiettivi della società sono economie di scopo e di scala e

l’aumento della capacità competitiva. Tra i risultati raggiunti vi sono l’acquisizione di Hydrobond

dalla BEI e la centrale unica di acquisti. I prossimi traguardi sono la centralizzazione dei laboratori,

un sistema unico di CRM (sistema informatico per la gestione degli utenti), un centro unico per la

ricerca applicata. L’esperienza di VIVERACQUA è stata seguita nel 2015 in Lombardia (WATER

ALLIANCE LOMBARDIA) e nel 2016 in Piemonte (WATER ALLIANCE PIEMONTE).Le aziende maggiori sono: ACQUE VERONESI (77 Comuni con 760.000 abitanti serviti),

VERITAS (25 Comuni con 690.000 abitanti), ETRA (75 Comuni con 600.000 abitanti), ACEGAS

APS (19 Comuni con 530.000 abitanti in Veneto e Friuli Venezia Giulia), ALTO TREVIGIANO

SERVIZI (53 Comuni con 500.000 abitanti), ACQUEVENETE (110 Comuni con 520.000 abitanti),

VIAQUA (69 Comuni con 558.000 abitanti).

Negli ultimi anni numerosi sono stati i processi spontanei di aggregazione: nel 2103 è avvenuta

l’acquisizione di ACEGAS APS da parte di HERA; nel 2014 CAIBT e ACQUE BASSO LIVENZA

si sono fusi in LIVENZA TAGLIAMENTO ACQUE; nel 2015 si è conclusa la fusione di SILE

PIAVE e SISP in PIAVE SERVIZI; nel 2017 le Assemblee di CVS e POLESINE ACQUE hanno

approvato il progetto di fusione tra le due società (bacino d’utenza nelle Province di Padova,

Vicenza, Rovigo, Verona e Venezia) e deliberato la nascita di ACQUE VENETE, che ha iniziato ad

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operare il 1° dicembre 2017; nel 2017 si è conclusa la procedura di fusione per incorporazione di

ASI in VERITAS; nel 2017 si è conclusa la fusione tra ACQUE VICENTINE e ALTO

VICENTINO SERVIZI, sostituita da VIACQUA che ha iniziato ad operare il 1° gennaio 2018.

ATO PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

DOLOMITI BELL. BL BIM

BACCHIGLIONE VI, PD HERA VIACQUE – ACQUE VENETE

BRENTA VI ETRA

LAGUNA VENEZIA VE, TV VERITAS

POLESINE RO ACQUE VENETE – ACQUE POTABILI

VALLE CHIAMPO VI ACQUE DEL CHIAMPO – MEDIO CHIAMPO

VENETO ORIENTALE TV, VE ATS – PIAVE SERVIZI

VERONESE VR ACQUE VER. – AZ. GARD. SERV. – ACQUE POTABILI

LEMENE VE, PN LIVENZA TAGLIAMENTO ACQUE

Assetto societario. 13 gestori sono a totale capitale pubblico, con affidamento in house; 2

(HERA – ACEGASAPS e ACQUE POTABILI) sono quotati in Borsa a maggioranza pubblica.Dinamiche del settore. Nel 2017 si è conclusa una fase caratterizzata da un certo dinamismo

orientato a raggiungere, gradualmente e spontaneamente, l’obiettivo di un gestore unico di Ambito.A Treviso si sta parlando del progetto di una Holding pubblica che integri i servizi idrici ed

energetici. Il primo passo sarebbe la fusione tra ATS e PIAVE SERVIZI, i cui tempi sono stimati in

due anni. A quel punto, nel 2019, si potrebbe aggregare il ciclo idrico al gas (ASCOPIAVE).A Vicenza il progetto di integrazione tra ACQUE DEL CHIAMPO e MEDIO CHIAMPO, di

cui si parla da molto tempo, non ha avuto ancora alcun esito concreto.

A Verona vi è qualche vago accenno alla fusione tra A.VE. e AZ.GARD.SERV.

La Regione Friuli Venezia Giulia, con la Legge Regionale 15 aprile 2016 n. 5, ha stabilito

che l’intero territorio regionale forma l’Ambito Territoriale Ottimale del servizio idrico integrato.

Attualmente esistono ancora i quattro Ambiti Territoriali Ottimali, più uno Interregionale, istituiti

con Legge Regionale 13/2005: Occidentale, comprendente il territorio della Provincia di Pordenone

(ad esclusione dei comuni inseriti nell’ATO interregionale); Centrale, comprendente il territorio

della Provincia di Udine; Orientale goriziano, comprendente il territorio della Provincia di Gorizia;

Orientale triestino, comprendente il territorio della Provincia di Trieste; interregionale del Lemene.

Entro il 31 dicembre 2017 dovranno essere inclusi nell’ATO regionale anche i Comuni friulani già

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ricadenti nell’ATO interregionale Lemene. La Regione può includere nell’ATO regionale i Comuni

limitrofi della Regione Veneto che ne facciano richiesta entro la medesima data, previa intesa tra le

due amministrazioni regionali interessate.L’Ente di governo dell’ATO regionale friulano è l’Agenzia denominata AUSIR (Autorità

Unica per i servizi idrici e i rifiuti) cui partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni della Regione.

L’AUSIR è dotata di una apposita struttura tecnico operativa che può avvalersi anche degli uffici e

servizi degli enti locali messi a disposizione tramite apposita convenzione. L’attivazione

dell’AUSIR è avvenuta a settembre 2017.Censimento dei gestori 2018. In Friuli Venezia Giulia vi sono complessivamente 7 gestori

(una Multiutility e sei mono settore). Un Comune gestisce il servizio in economia. I gestori di maggiore dimensione sono: ACEGAS APS, che opera in 19 Comuni con 530.000

abitanti, suddivisi tra Veneto e Friuli Venezia Giulia; CAFC in 120 Comuni con 425.000 abitanti;

IRIS ACQUA in 25 Comuni con 140.000 abitanti.

CARNIACQUE il 1° gennaio 2017 è stata fusa per incorporazione in CAFC.

ATO PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

OCCIDENTALE. PORDENONE HYDROGEA – SISTEMA AMBIENTE

CENTRALE UDINE CAFC – ACQ. POIANA – Comune Camporosso

OR. GORIZIANO GORIZIA IRIS ACQUA

OR. TRIESTINO TRIESTE ACEGAS APS AMGA

LEMENE PN, VE LIVENZA TAGLIAMENTO ACQUE

Assetto societario. Dei sette gestori del Friuli Venezia Giulia, sei sono interamente pubblici e

uno (ACEGAS APS AMGA) è quotato a maggioranza pubblica.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Trentino Alto Adige ha regolato l’assetto di settore con due Leggi Provinciali.

La Provincia di Trento, con la L. P. 16 giugno 2006 n. 3, ha disposto che il ciclo idrico è organizzato

mediante intesa con il Consiglio delle autonomie locali: per acquedotto e fognatura è consentita la

gestione in economia da parte dei Comuni mentre per la depurazione, compresa la gestione dei

collettori principali, si è individuato un Ambito Territoriale Ottimale provinciale.I soggetti di governo per la fase di acquedotto e fognatura sono le Comunità locali o i Comuni,

mentre per la fase di depurazione è la Provincia.

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La Provincia di Bolzano, con la L. P. 18 giugno 2002 n. 8, ha individuato quattro ATO: 1 – Val

Venosta; 2 – Bolzano, Bassa Atesina, Sciliar; 3 – Valle Isarco; 4 – Val Pusteria.I soggetti di governo individuati sono diversi per ciascun ATO: nell’ATO 1 e 3 sono le stesse

Comunità comprensoriali, nell’ATO 2 la società ECO CENTER, nell’ATO 4 ARA PUSTERTAL. Censimento dei gestori 2018. In Trentino Alto Adige vi sono complessivamente 10 gestori, 8

Multiutility e 2 mono settore. Nella Provincia di Trento, NOVARETI (Gruppo DOLOMITI ENERGIA) gestisce l’acquedotto a

Trento, Rovereto e in altri 16 Comuni, STET in 6 Comuni, AGS a Riva del Garda. Negli altri 152

Comuni della Provincia l’acquedotto è gestito in economia. Per tutta la Provincia gli impianti di

depurazione sono gestiti dall’AGENZIA PER LA DEPURAZIONE.

Nella Provincia di Bolzano, nel Capoluogo e nei Comuni di Merano, Bressanone e Brunico la

fornitura idrica è gestita dalle locali Multiutility, mentre in 114 Comuni è in economia. La

depurazione è gestita nell’ATO 2 da ECOCENTER e nell’ATO 4 da ARA PUSTERTAL.

PROVINCIA ATO MULTIUTILITY MONO SETTORE

TRENTO NOVARETI (DOLOM. EN.) – STET ALTO GARDA SERVIZI

AGENZIA PER LA DEPURAZIONE

BOLZANO 1 ASM MERANO

2 SEAB – ECO CENTER

3 ASM BRESSANONE

4 APS BRUNICO ARA PUSTERTAL

Assetto societario. Nove aziende sono a totale proprietà pubblica. Il Gruppo DOLOMITI

ENERGIA è una società mista a controllo pubblico.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Emilia Romagna, con la Legge Regionale 23 dicembre 2011 n. 33, ha

individuato un unico Ambito Territoriale Ottimale con delimitazione corrispondente al territorio

regionale (l’assetto previgente prevedeva nove ATO). Per l’esercizio associato delle funzioni

pubbliche relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione dei rifiuti urbani, previste nel

Decreto Legislativo n. 152 del 2006 e già esercitate dalle Autorità d’Ambito territoriali ottimali, la

Legge Regionale 23/2011 individua l'Agenzia Territoriale dell'Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e

Rifiuti (ATERSIR), cui partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni e le Province della Regione.

L’Agenzia ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotata di autonomia amministrativa,

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contabile e tecnica. La Regione, relativamente al servizio idrico integrato, svolge funzioni di

Osservatorio regionale ed esercita un potere sanzionatorio in caso di inadempienze dei gestori. La

L.R. 23/2011 ha inoltre previsto e resi operativi i Consigli Locali, composti dai Sindaci che operano

nel territorio degli ex ATO, con diritto di proposta al Consiglio d’Ambito Regionale e responsabilità

di gestione da parte dello stesso Consiglio d’Ambito. I nove Consigli Locali hanno eletto un proprio

rappresentante nel Consiglio d’Ambito Regionale, che opera con una apposita tecnostruttura.In base all’art. 35 della Legge Finanziaria 2002 fu consentito ai Comuni di quotare in Borsa le

Aziende di Servizi Pubblici, previa costituzione delle Società che possiedono le reti idriche, le quali

ricevono ogni anno dai gestori un canone per l’utilizzo delle reti. Pertanto in alcune province

(Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Imola, Ravenna, Forlì Cesena, Rimini) sono state costituite 10

società patrimoniali a intera partecipazione pubblica, in genere prive di personale dipendente, che

sono proprietarie delle reti idriche affidate in gestione al soggetto affidatario: a Piacenza

INFRASTRUTTURE SPA e AZIENDA CONSORTILE VAL D’ARDA, a Parma ASCAA, a Reggio

Emilia AGAC INFRASTRUTTURE, a Imola CON.AMI, a Ravenna RAVENNA HOLDING e TE.

AM, a Forlì e Cesena UNICA RETI, a Rimini RIMINI HOLDING (AMIR) e SIS. Invece, nei

territori di Bologna, Modena e Ferrara, il Gruppo HERA è proprietario delle reti idriche, pur in

presenza di un controllo maggioritario (pari al 57%) da parte dei Comuni azionisti.

Dal 2000 sono operative le “salvaguardie” di affidamento derivanti dalla Legge Galli n. 36/1994 e

dalla L.R. 25/1999, con scadenze diversificate per ogni ex Ambito. Il criterio di base è la proroga

degli affidamenti di 15 anni, nei casi in cui il gestore coprisse il 75% del territorio dell’Ambito.

SCADENZA SALVAGUARDIA CONVENZIONI SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

ATO 1 PC ATO 2 PR ATO 3 RE ATO 4 MO ATO 5 BO ATO 6 FE ATO 7 RA ATO 8 FC ATO 9 RN

20/12/2011 30/06/2025 20/12/2011 20/12/2024 20/12/2021 20/12/2021 20/12/2024 31/12/2023 31/12/2012

Censimento dei gestori 2018. I dieci gestori del Servizio Idrico si suddividono in quattro

Multiutility e sei mono settore.

EX ATO EMILIA R. MULTIUTILITY MONO SETTORE

BOLOGNA HERA SORGEACQUA

PIACENZA IRETI ACQUE POTABILI

PARMA IRETI – MONTAGNA 2000 EMILIA AMBIENTE

REGGIO EMILIA IRETI AZ. SERV. TOANO

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MODENA HERA – AIMAG SORGEACQUA

FERRARA HERA CADF

RAVENNA HERA ROMAGNA ACQUE

FORLI’ CESENA HERA ROMAGNA ACQUE

RIMINI HERA ROMAGNA ACQUE

Al primo gruppo appartengono i due gestori di gran lunga prevalenti, le Multiutility regionali

HERA e IRETI che coprono circa il 90% del mercato regionale. Il 1° gennaio 2016 IREN è stata sostituita dalla società IRETI. Tra le aziende mono settore la più

grande, ROMAGNA ACQUE, gestisce gli impianti di produzione di acqua potabile della Romagna,

che vende all’ingrosso ad HERA. Tutti gli altri gestori sono di dimensione media o piccola.Assetto societario. Quattro società sono a maggioranza pubblica quotate in Borsa: HERA (la

quota azionaria di Enti pubblici è scesa dal 59,1 del 2005 al 51,9% nel 2015, mentre il flottante è

salito dal 40,9 al 48,1%); IRETI (quota azionaria di Enti pubblici 60,81%, flottante 39,19%);

AIMAG (quota azionaria di Enti pubblici 65%, HERA 25%, Casse di Risparmio di Carpi e

Mirandola 10%), ACQUE POTABILI (grande azienda con sede a Torino, con azioni al 50% di

IREN e al 50% di SMAT Torino). Le altre sei società sono a capitale interamente pubblico.Dinamiche del settore. Nel quadro di una complessiva stabilità, l’avvio delle gare d’Ambito

non è ancora entrato pienamente nella fase operativa. Sono stati pubblicati i bandi di gara per

l’individuazione del gestore del Servizio nelle Province di Piacenza, Reggio Emilia e Rimini.Il progetto di fusione di AIMAG con HERA (che dal 2009 ne detiene il 25% delle azioni), in

pista da molti anni, ha incontrato molteplici resistenze ed è stato accantonato. Due le ipotesi ora sul

tappeto: la fusione con GEOVEST e SORGEACQUA oppure una holding con la mantovana TEA.

Il 22 dicembre 2017 il Comune di La Spezia ha approvato la cessione delle quote di

maggioranza di ACAM (Multiutility operativa nel Servizio Idrico, Rifiuti, Energia) a IREN.

La Regione Liguria, con la Legge Regionale 24 febbraio 2014 n. 1 modificata dalla L.R. 23

settembre 2015 n. 17, ha individuato sei Ambiti Territoriali Ottimali: Ovest (Provincia di Imperia),

Centro – Ovest 1 (parte dei Comuni della Provincia di Savona), Centro – Ovest 2 (parte dei Comuni

della Provincia di Savona), Centro – Ovest 3 (parte dei Comuni della Provincia di Savona), Centro

Est (Provincia di Genova), Est (Provincia di La Spezia).Le funzioni di governo degli ATO liguri, inizialmente attribuite alla Amministrazioni comunali,

sono state assegnate alle Province e alla Città Metropolitana di Genova.

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Censimento dei gestori 2018. In Liguria vi sono complessivamente 16 gestori, 8 sono

Multiutility e 8 mono settore.

PROVINCIA ATO MULTIUTILITY MONO SETTORE

IMPERIA 1 AMAIE – IRETI

SAVONA 2 ACQUEDOTTO DI SAVONA (IRETI) HERA

AMAT – SERVIZI COMUN. ASSOCIATIACQ. S. LAZZARO – ILCE CONS. DEPUR. ACQUE SAVONESI

3

4

GENOVA 5 MEDITERRANEA ACQUE (IRETI)AMTER (IRETI) – ACQUATIGULLIO (IRETI)

SAP

LA SPEZIA 6 ACAM ACQUE (ACAM) – DEIVA SVILUPPO SVILUPPO VARESE

Il gestore di gran lunga prevalente è il Gruppo emiliano IREN (IRETI), che controlla quattro società

liguri (MEDITERRANEA ACQUE, ACQUA TIGULLIO, AMTER, ACQUEDOTTO SAVONA) ed

opera direttamente in 11 Comuni della Provincia di Imperia: serve complessivamente quasi 1,2

milioni di abitanti. Il secondo gestore per dimensioni è ACAM ACQUE, con 206.000 abitanti

serviti. Gli altri undici gestori, insieme a numerosi Comuni della fascia appenninica che operano in

economia, servono poco meno di 300.000 abitanti.Assetto societario. I 16 gestori operanti in Liguria sono tutti pubblici, alcuni in misura totale,

altri tramite controllo di società quotate a maggioranza pubblica.

Dinamiche del settore. L’innovazione più rilevante nel settore è il progetto di integrazione

tra IREN e ACAM. A dicembre 2017 si è completata l’adesione dei Comuni di La Spezia e

Provincia. L’acquisizione di ACAM da parte di IREN sarà operativa dalla primavera del 2018.

La Regione Toscana, con la Legge Regionale 28 dicembre 2011 n. 69, ha istituito un unico

Ambito Territoriale Ottimale, comprendente l'intero territorio regionale, in sostituzione dei

precedenti sei Ambiti. La legge consente di stipulare accordi con le Regioni limitrofe per la

costituzione di Ambiti territoriali interregionali. La stessa legge ha stabilito, a decorrere dal 1°

gennaio 2012 il trasferimento delle funzioni già esercitate dalle Autorità d’Ambito ai Comuni, che

le esercitano obbligatoriamente tramite l’Autorità Idrica Toscana.L’Autorità, rappresentativa di tutti i Comuni, svolge le funzioni di programmazione, organizzazione

e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato. Per lo svolgimento delle proprie

attività tecniche ed operative l’Autorità Idrica Toscana è dotata di una struttura centrale di livello

regionale, articolata in strutture periferiche che operano con riferimento ai territori delle sei

Conferenze Territoriali interne all’ATO, così individuate: Toscana Nord, Basso Valdarno, Medio36

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Valdarno, Alto Valdarno, Costa, Ombrone. Le concessioni in essere scadranno tra il 2019 e il 2034. Le prime scadenze riguardano ACQUE

TOSCANE (tra il 2019 e il 2022) e GEAL (2025). Alla scadenza delle concessioni il servizio idrico

dovrebbe essere affidato ad un unico gestore. Allo stato attuale permane in vigore la scelta,

effettuata in attuazione della precedente normativa, di affidamento diretto ad un unico gestore per

ciascun Ambito, con individuazione tramite gara del partner industriale privato. Censimento dei gestori 2018. I gestori del servizio idrico in Toscana sono dieci: nove sono

aziende mono settore e una è una Multiutility a livello locale.

EX ATO TOSCANA PROVINCE GESTORI AFFIDATARI ALTRI OPERATORI

MULTIUTILITY MONO SETTORE

TOSCANA NORD LU, MS, PT GAIA – GEAL ACQUE POTABILI

BASSO VALDARNO PI ACQUE

MEDIO VALDARNO FI, PO, PT PUBLIACQUA ACQUE TOSCANE – GIDA

ALTO VALDARNO AR, SI NUOVE ACQUE

COSTA LI, PI ASA

OMBRONE GR, SI AC. D. FIORA

L’azienda più grande è PUBLIACQUA, che opera in 46 Comuni dell’ATO Medio Valdarno, con 1,3

milioni di abitanti. ACQUE gestisce 55 Comuni nell’ATO Basso Valdarno con 790.000 abitanti.

Nell’ATO Nord il gestore più importante è GAIA, che opera in 48 Comuni con 446.000 abitanti

serviti. ACQUEDOTTO DEL FIORA gestisce l’ATO Ombrone, in 57 Comuni con 407.000 abitanti

serviti. L’unica multiservizio è ASA, che gestisce l’ATO Costa in 33 Comuni con 361.000 abitanti

serviti. Vi è infine una società con caratteristiche particolari, INGEGNERIE TOSCANE, con la

missione di sviluppare nuovi servizi nel campo dell’ingegneria e attivare il loro impiego nei sistemi

idraulici.Assetto societario. Nel sistema idrico toscano GAIA è l’unica azienda totalmente pubblica.

In otto aziende su dieci sono presenti soci privati di minoranza. La quota privata va dal 40% di

PUBLIACQUA, ACQUEDOTTO DEL FIORA e ASA, al 45% di ACQUE, al 46% di NUOVE

ACQUE, al 48% di GEAL. Il principale socio italiano è ACEA (Multiutility romana, quotata, a

maggioranza pubblica) presente in PUBLIACQUA, ACQUEDOTTO FIORA e ACQUE. Rilevante

la presenza dei due grandi gruppi francesi, VEOLIA e SUEZ GDF. Le rimanenti quote private sono

in capo a MONTE PASCHI SIENA, BANCA POPOLARE ETRURIA, VIANINI, DEGREMONT.

ACQUE POTABILI è posseduta da IREN, SMAT, più terzi. Infine, GIDA è per il 60% pubblica e

per il 40% di UNINDUSTRIA Prato. 37

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ACQUE TOSCANE (Gruppo SUEZ GDF) l’unica azienda totalmente privata. Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Marche, con la Legge Regionale 28 dicembre 2011 n. 30, ha suddiviso il

territorio regionale in cinque Ambiti Territoriali Ottimali: ATO 1 (Marche Nord – Pesaro Urbino),

che coincide con il territorio della provincia e comprende 59 Comuni; ATO 2 (Marche Centro –

Ancona), che comprende 42 Comuni in Provincia di Ancona e 2 in Provincia di Macerata; ATO 3

(Marche Centro – Macerata), che comprende 5 Comuni in Provincia di Ancona e 42 in Provincia di

Macerata; ATO 4 (Marche Centro Sud – Fermo e Macerata), che comprende 14 Comuni in

Provincia di Fermo e 13 in Provincia di Macerata; ATO 5 (Marche Sud – Ascoli Piceno e Fermo),

che comprende 33 Comuni in Provincia di Ascoli Piceno e 26 Comuni in Provincia di Fermo. La Legge Regionale 30/2011 ha attribuito le funzioni di governo alle Assemblee di Ambito. Le

Assemblee di Ambito, costituite mediante convenzione obbligatoria ai sensi del D. Lgs. 18 agosto

2000 n. 267, sono dotate di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia gestionale,

amministrativa e di bilancio. I Consorzi obbligatori istituiti ai sensi della L. R. 18/1998 sono stati soppressi a decorrere dalla data

di insediamento della relativa Assemblea di Ambito. Gli Ambiti Territoriali Ottimali ex L.R.

18/1998 sono stati confermati nel numero (pari a 5) e nella delimitazione territoriale.

Dal 2000 sono operative le “salvaguardie” di affidamento derivanti dalla Legge Galli n. 36/1994 e

applicate con la L.R. 25/1999, con scadenze diversificate per ogni ex ATO.

SCADENZA AFFIDAMENTO SERVIZIO IDRICO INTEGRATOATO 1 ATO 2 ATO 3 ATO 4 ATO 5

Marche Multiservizigennaio

2028Multiservizi

dicembre2030

Centro AcqueMarche

giugno 2025

TennacolaDicembre

2026C.I.I.P.

dicembre2032

ASET S.I. Marche giugno 2025

Comuni Riuniti UNIDRAdicembre

2026

Censimento dei gestori 2018. I gestori affidatari del Servizio Idrico Integrato delle Marche sono

complessivamente dieci. Ai nove gestori affidatari corrispondono 13 società operative (nell’ATO 3 i

tre affidatari del servizio sono società consortili costituite da sette società operative). Sempre a

Macerata opera ACQUEDOTTO DEL NERA che fornisce acqua all’ingrosso ai soggetti gestori.

Prevalgono le Multiutility, con dimensioni che variano dal livello comunale a quello provinciale.

Tre sono le società mono settore (TENNACOLA, CIIP e ACQUEDOTTO DEL NERA). Due

società gestiscono il servizio in economia.

ATO GESTORI OPERATORI Comuni serviti Abitanti serviti

1 MARCHE MULTISERVIZI - 54 300.000

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ASET - 3 78.625

Comuni Riuniti - 1 1.1352 MULTISERVIZI - 44 410.686

3

CENTRO ACQUE MARCHE ASTEA 8 111.751

ACQUAMBIENTE 4 27.947

S.I. MARCHEAPM 8 113.587 ATAC 1 41.484

UNIDRAASSEM 1 12.935 ASSM 4 23.828

VALLI VARANENSI 17 24.713 4 TENNACOLA - 27 120.8645 CIIP - 59 300.629

I gestori maggiori sono: MULTISERVIZI, che opera in 44 Comuni con 411.000 abitanti; CIIP, in 59

Comuni con 301.000 abitanti; MARCHE MULTISERVIZI, in 54 Comuni con 300.000 abitanti.Assetto societario. Delle 14 società che gestiscono operativamente il servizio idrico, 12 sono

totalmente pubbliche. Le altre due società sono a capitale misto a maggioranza pubblica: MARCHE

MULTISERVIZI di Pesaro e ASTEA di Osimo hanno come socio di minoranza, rispettivamente:

HERA di Bologna (49,58%) e GPO di Genova (21,31%).Dinamiche del settore. Benché l’Assemblea dell’ATO 3 Macerata dal 2015 abbia deliberato

di costituire un’azienda unica attraverso aggregazione dei gestori (APM di Macerata, ATAC di

Civitanova, ASSEM di San Severino Marche, ASSM di Tolentino) e con l’inclusione della Società

ACQUEDOTTO DEL NERA, ad oggi non si registrano fatti concreti.

La Regione Umbria, con la Legge Regionale 17 maggio 2013 n. 11, ha previsto un unico

Ambito Territoriale Ottimale corrispondente all’intero territorio regionale. Con la medesima legge è

stata prevista l’istituzione dell’Autorità Umbra per Rifiuti e Idrico (AURI), soggetto tecnico di

regolazione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione integrata dei rifiuti derivante da

una forma speciale di cooperazione tra i Comuni. Gli organi dell’AURI sono espressione dei

Comuni, infatti è prevista una Assemblea composta da tutti i Comuni della Regione.Tuttavia la soppressione dei 4 ATI preesistenti, prevista dalla L.R. 11/2013, non è ancora avvenuta.

Censimento dei gestori 2017. I soggetti affidatari del servizio sono tre.

ATI UMBRIA PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

1 PG UMBRA ACQUE

2 PG UMBRA ACQUE

3 PG VALLE UMBRA SERVIZI

4 TR SII (ASM, AMAN, UMBRIADUE)

UMBRA ACQUE è una società mono servizio affidataria nei 14 Comuni dell’ATI 1 e nei 24

Comuni dell’ATI 2 con 500.000 abitanti. Il gestore nei 22 Comuni dell’ATI 3 è la Multiutility

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VALLE UMBRA SERVIZI con 152.000 abitanti. Affidataria nei 32 Comuni dell’ATI 4 è SII,

società consortile per azioni che si serve come “bracci operativi” della Multiutility ASM di Terni, di

AMAN e di UMBRIADUE (che ne detengono il 49% delle azioni). Pertanto i gestori operativi sono

complessivamente cinque.Assetto societario. VUS, ASM, AMAN sono interamente pubbliche, UMBRA ACQUE è una

società mista con socio pubblico di maggioranza (40% ACEA). UMBRIADUE è controllata al 98%

da ACEA.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Lazio, con la Legge Regionale 22 gennaio 1996 n. 6, ha suddiviso il proprio

territorio in cinque Ambiti Territoriali Ottimali: 1 – Lazio Nord, Viterbo; 2 – Lazio Centrale, Roma;

3 – Lazio Centrale, Rieti; 4 – Lazio Sud, Latina; 5 – Lazio Sud, Frosinone.La L.R. 4 aprile 204 n. 5 ha deliberato di costituire le Autorità d’Ambito a cui verranno assegnate le

funzione di governo, organizzazione e gestione del servizio.Censimento dei gestori 2018. I soggetti affidatari del servizio sono dodici, di cui tre

Multiutility e nove mono servizio.

Il soggetto dominante è ACEA che, tramite due società controllate, è il gestore unico del servizio

negli ATO 2 e 5. I due gestori di medie dimensioni sono ACQUALATINA e TALETE, tra i 200 e

300.000 abitanti serviti. Gli altri gestori, tutti di piccole dimensioni, non raggiungono i 100.000

abitanti serviti ciascuno.

ATO PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

1 VT TALETE – SIIT

2 ROMA ACEA ATO 2 (ACEA)CIVITAVECCHIA SERVIZI

IDRICA – SAP

3 RI AEA – SOGEA – CREA GESTIONI – APS

4 LT ACQUALATINA – SAP

5 FR ACEA ATO 5 (ACEA)

Assetto societario. Il capitale di ACEA è detenuto al 51% dal Comune di Roma e al 49% da

soci privati (23% SUEZ, 5% CALTAGIRONE, 21% flottante). ACQUALATINA è al 51% di

Comuni della Provincia e al 49% di ACEA. Gli altri gestori sono interamente pubblici.Dinamiche del settore. A gennaio 2018 è stata deliberata la fusione per incorporazione di

SIIT (SERVIZI IDRICI INTEGRATI DELLA TUSCIA) in TALETE.

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Nell’ATO 3 Rieti è in corso il processo di costruzione del soggetto unico per gestire il servizio che

dovrebbe essere APS (ACQUA PUBBLICA SABINA). Deve essere deliberato il passaggio di

SOGEA in APS, previa ripubblicizzazione (SOGEA è al 49% partecipata da ACEA tramite CREA

GESTIONI). APS dovrebbe essere operativa nel 2018 e SOGEA dovrebbe essere liquidata.

La Regione Abruzzo, con la Legge Regionale 12 aprile 2011 n. 9, ha individuato un Ambito

Territoriale Unico regionale (ATUR) coincidente con l’intero territorio regionale.Nella stessa Legge è stato istituito l’ERSI (Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato) con

competenza per l’intero Ambito. All’ERSI sono state attribuiti le funzioni e i compiti assegnati dalla

Legge Regionale 2/1997 e dal D. Lgs. 152/2006 agli Enti d’Ambito soppressi. I sei Enti d'Ambito

Abruzzesi per il Servizio Idrico Integrato (Aquilano, Marsicano, Peligno, Pescarese, Teramano,

Chietino) attualmente sono in fase di riordino e unificazione nell'Ente Unico Regionale avente

denominazione ERSI.

Censimento dei gestori 2018. In Abruzzo vi sono 6 gestori, tutti mono settore, uno per

ciascuno degli ex Enti d’Ambito.

ATO PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

AQUILANO AQUILA GRAN SASSO ACQUE

MARSICANO CAM

PELIGNO SACA

PESCARESE PESCARA ACA

TERAMANO TERAMO RUZZO RETI

CHIETINO CHIETI SASI

I gestori di maggiori dimensioni sono: ACA, che opera in 40 Comuni con circa 300.000 abitanti

serviti, RUZZO RETI, in 47 Comuni con circa 300.000 abitanti, SASI, in 92 Comuni con circa

300.000 abitanti.Assetto societario. I sei gestori abruzzesi sono tutti a intera proprietà pubblica.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Molise, con la Legge Regionale 3 febbraio 1999 n. 5, ha individuato un Ambito

Territoriale Ottimale coincidente con l’intero territorio regionale per l’organizzazione e gestione del

servizio idrico integrato. All’interno dell’ATO regionale sono stati individuati nove bacini.Per lo svolgimento delle funzioni di organizzazione territoriale del servizio la Delibera di Giunta

285/2015 ha istituito l’EGAM (Ente di Governo dell’Ambito Molise), dotato di personalità41

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giuridica di diritto pubblico e autonomia organizzativa e patrimoniale, al quale i Comuni della

Regione partecipano obbligatoriamente, che dovrà provvedere ad individuare il gestore del servizio.Nelle more della piena operatività dell’EGAM è stato nominato un Commissario Straordinario.

Censimento dei gestori 2018. L’azienda speciale regionale MOLISE ACQUE, istituita con la

Legge Regionale 1 dicembre 1999 n. 37 in sostituzione dell’ERIM (Ente Risorse Idriche del

Molise) eroga l’acqua potabile all’ingrosso a 170 Comuni, di cui 108 molisani, più 62 pugliesi e

campani, per complessivi 500.000 abitanti. Da sottolineare che, attualmente, oltre l’80% dei

Comuni della Regione gestiscono il servizio in economia.Assetto societario. Il gestore all’ingrosso MOLISE ACQUE è di proprietà pubblica.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Campania, con la Legge regionale n. 15 del 2 dicembre 2015, ha individuato

un Ambito Territoriale unico regionale, suddiviso in 5 Ambiti Distrettuali corrispondenti agli

Ambiti Territoriali previgenti: Napoli (32 comuni della Città metropolitana di Napoli); Sarnese-

Vesuviano (59 comuni della Città metropolitana di Napoli e 17 della provincia di Salerno); Sele

(142 comuni della provincia di Salerno, 2 della provincia di Avellino e uno della Città

Metropolitana di Napoli); Caserta (tutti i Comuni della provincia di Caserta); Calore Irpino (tutti i

comuni della provincia di Benevento e 117 della provincia di Avellino).L’ente di governo dell’Ambito unico regionale è l’Ente Idrico Campano (EIC) che ha personalità

giuridica di diritto pubblico ed è dotato di autonomia organizzativa, amministrativa e contabile.

Censimento dei gestori 2018. La situazione dei gestori è piuttosto complessa da descrivere.

Complessivamente sono stati censiti 20 gestori. Tuttavia 190 Comuni su 550 (pari al 35% del

totale) gestiscono almeno una fase della filiera in economia. Nella tabella seguente sono riportati

tutti i gestori, distinti per le tre fasi del servizio, nelle cinque Province della Campania.

PROVINCIA ACQUEDOTTO FOGNATURA DEPURAZIONE

NAPOLI ABC – GORI – OTTOGAS

COSTRAME – ACQUEDOTTI

ARTIANUM – ACQ. CAMPANIA

GORI – COSTRAME

ACQUEDOTTI – ARTIANUM

SOTECO – GORI

HYDROGEST – COSTRAME

AVELLINO ACS ACS

BENEVENTO GESESAACQ. PUGLIESE

GESESAACQ. PUGLIESE

GESESAACQ. PUGLIESE

CASERTA NAPOLETANA GAS – CITL

ACQUEDOTTI ACQUA CAMPANIA

ACQUEDOTTI HYDROGEST – CITL

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SALERNO SALERNO SISTEMI – GORI

ASIS – AUSINO – CONSAC

SIIS – GORI – CONSAC SIIS – GORI – COGEI CONSAC

Raramente i gestori trattano il servizio integrato. Dalla tabella che segue si nota che solo un

Comune capoluogo (Benevento) ha un unico gestore per le tre fasi del servizio.

COMUNE ACQUEDOTTO FOGNATURA DEPURAZIONE

NAPOLI ABC COMUNE REGIONE

AVELLINO ACS COMUNE ACS

BENEVENTO GESESA GESESA GESESA

CASERTA NAPOLETANA GAS COMUNE HYDROGEST

SALERNO SALERNO SISTEMI SIIS SIIS

Nei 66 Comuni con più di 20.000 abitanti solo in 18 casi (27%) il servizio è gestito da un unico

soggetto, mentre in 48 casi (pari al 73%) una o più fasi del servizio sono affidate a soggetti diversi.

Nella tabella che segue si mostra la suddivisione delle tre fasi del servizio per tipologia aziendale.

TIPOLOGIA AZIENDALE ACQUEDOTTO FOGNATURA DEPURAZIONE

ECONOMIA 18 28 18

GESTORI PUBBLICI 11 5 8

GESTORI MISTI 30 30 12

GESTORI PRIVATI 7 3 28

Dei venti gestori, due sono Multiutility operanti nel servizio idrico e nell’energia (SALERNO

ENERGIA/SALERNO SISTEMI, e NAPOLETANA GAS), i restanti 18 sono mono settore.Nell’Ambito Napoli il principale operatore è ABC (ex ARIN), che gestisce la sola

distribuzione nel capoluogo e nelle Province di Napoli, Avellino, Benevento, Caserta, con un

bacino d’utenza di 1,6 milioni di abitanti. ACQUA CAMPANIA gestisce la fase di captazione e

adduzione dell’acqua nella Campania occidentale, acqua che vende all’ingrosso agli acquedotti

comunali. Nell’Ambito Sarnese Vesuviano il gestore unico del servizio integrato è GORI, che serve

76 Comuni con 1,4 milioni di abitanti. Nell’Ambito Sele, ASIS opera in 41 Comuni con 410.000

abitanti, AUSINO in 42 Comuni con circa 400.000 abitanti. SIIS dal 2015 ha conferito la gestione

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delle reti acquedottistiche ad ASIS ed AUSINO, mentre ha mantenuto la gestione di fognatura e

depuratori. Nell’Ambito Caserta CITL opera in 57 Comuni con circa 480.000 abitanti.

Nell’Ambito Calore il principale gestore è ACS che opera in 125 Comuni con 433.000 abitanti. Il principale operatore nella depurazione è HYDROGEST, attualmente in liquidazione, che

opera nella maggior parte dei Comuni delle Province di Napoli e Caserta. E’ stato accertato dalla

Guardia di Finanza di Napoli, nell’ambito di un’indagine della Procura Regionale della Corte dei

Conti, un danno erariale di 53 milioni di euro, in relazione al mancato adeguamento dei depuratori

gestiti dalla società e alla inefficienza del sistema complessivo di depurazione; pur a fronte di un

esborso di denaro pubblico per oltre 235 milioni di euro. Nel 2006 era iniziata la concessione, in

regime di project financing, a HYDROGEST per adeguare alla normativa ambientale gli impianti

di Napoli Nord e Ovest, Acerra, Area Casertana (Marcianise) e Foce Regi Lagni. A settembre 2010

la Regione Campania ha risolto unilateralmente la concessione. Le indagini svolte hanno accertato

che gli impianti sono stati riconsegnati non ammodernati e non adeguati alla normativa ambientale,

come era previsto in concessione, ma addirittura in uno stato peggiore rispetto al 2006.Due altre società private che operano nel settore della depurazione sono SOTECO

(principalmente nella provincia di Napoli) e COGEI (in provincia di Salerno). GORI gestisce la

depurazione in 12 Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti.Assetto societario. A parte le numerosissime gestioni in economia, i gestori del servizio

idrico integrato, o di sue singole fasi, presentano assetti azionari variabili. Undici aziende sono a

totale partecipazione pubblica (ACQUA CAMPANIA, ABC, ARTIANUM in liquidazione, SIIS,

ASIS, AUSINO, CONSAC, SALERNO SISTEMI, CITL, ACS, ACQUEDOTTO PUGLIESE);

due sono miste con quota pubblica di maggioranza (GORI, quota ACEA del 37%; ACQUEDOTTI,

quota OTTOGAS del 49%); una è posseduta da quotata con quota pubblica di maggioranza

(GESESA, 100% di ACEA). Sei gestori sono privati (OTTOGAS, COSTRAME, NAPOLETANA

GAS, al 100% di SNAM, SOTECO, COGEI, HYDROGEST in liquidazione). Dinamiche del settore. Si segnala qualche timido segnale di razionalizzazione di sistema a

cui, tuttavia, si frappongono numerose resistenze. Si oscilla tra due opposti orientamenti strategici:

un assetto industriale e una pubblicizzazione spinta, nel solco del motto “acqua bene comune”.A giugno 2016 ACS, GESESA e ACQUEDOTTO PUGLIESE avevano firmato una lettera

di intenti per procedere a una possibile aggregazione. Come primo passo concreto, a giugno 2017,

è stata firmata l’intesa per costituire un “Contratto di rete”. A marzo 2015 è stato siglato un Protocollo d'intesa tra GORI e ACQUEDOTTO PUGLIESE

per sviluppare una collaborazione nei sistemi gestionali delle reti e degli impianti (ricerca e

sviluppo, ricerca perdite, telecontrollo, gestione fanghi di depurazione) ed economie di scala

attraverso l'acquisizione congiunta, ad esempio, delle forniture elettriche.

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Pur programmata dal 2014, la procedura per la fusione dei quattro gestori che operano nella

provincia di Salerno (ASIS, AUSINO, SIIS, SALERNO SISTEMI) non ha ancora avuto esiti.

La Regione Puglia, con la Legge Regionale 6 settembre 1999 n. 28, ha definito un ATO

unico corrispondente al territorio dell’intera Regione. La Legge Regionale 30 maggio 2011 n. 9 ha

istituito l’Autorità Idrica Pugliese (AIP) alla quale sono state attribuite tutte le funzioni e i compiti

già assegnati all’Autorità d’Ambito per la gestione del servizio idrico integrato della Regione

Puglia. L’AIP è soggetto rappresentativo dei Comuni pugliesi, ha personalità giuridica di diritto

pubblico ed è dotata di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale e contabile.Con un bacino di utenza di oltre 4 milioni di abitanti, la Puglia costituisce il più grande ATO

italiano in termini di popolazione servita. La Puglia, priva di risorse idriche locali, è servita da

grandi condotte adduttrici che attingono l’acqua da cinque invasi situati nell’Appennino campano e

lucano, la cui costruzione iniziò a fine 800 in attuazione del Regio Decreto 19 maggio 1896.Nel maggio 2011 è stata istituita l’Autorità Idrica Pugliese alla quale sono state attribuite tutte le

funzioni e i compiti già assegnati all’Autorità d’ambito per l’organizzazione ed il controllo del

servizio idrico integrato della Regione Puglia.Censimento dei gestori 2018. Il gestore unico del servizio idrico integrato è, storicamente,

ACQUEDOTTO PUGLIESE che serve un bacino d’utenza di circa 4,1 milioni di abitanti,

comprendenti, oltre a tutti i Comuni pugliesi, anche qualche Comune dell’Alta Irpinia. L’azienda ha

oltre un secolo di vita essendo stata costituita in applicazione della Legge 26 giugno 1902 n. 245.In 24 Comuni sui 258 della Regione alcune fasi della filiera sono gestite in economia. In particolare,

tutti i 49 Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti hanno ACQUEDOTTO PUGLIESE

come gestore unico del Servizio Idrico Integrato. Un solo comune (Grottaglie, provincia di Taranto)

gestisce in economia le fognature, insieme ad ACQUEDOTTO PUGLIESE.Assetto societario. ACQUEDOTTO PUGLIESE dal 2011 è interamente di proprietà della

Regione Puglia.Dinamiche del settore. La problematica più rilevante in atto è la prossima scadenza (2018)

della concessione in capo ad ACQUEDOTTO PUGLIESE per la gestione del servizio. La questione

presenta complessi aspetti giuridici e operativi, anche perché tutte le risorse idriche all’ingrosso

provengono da territori extra regionali (Basilicata e Campania).

Un emendamento alla Legge finanziaria 2018, approvato il 19 dicembre 2017, proroga la

concessione al 31 dicembre 2021. L’emendamento prevede anche che si attui il progetto

ACQUEDOTTO DEL SUD, con la creazione di una nuova società, in sostituzione dell’ENTE

IRRIGAZIONE, per gestire le opere di adduzione, inizialmente per Puglia, Basilicata e Campania e

poi, su adesione volontaria, per l’intero bacino idrografico dell’Appennino meridionale. Con la

possibilità per le Regioni di far gestire a questa società le proprie infrastrutture idriche. Il beneficio

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pratico immediato è la normalizzazione delle tariffe, perché ACQUEDOTTO DEL SUD applicherà

ai gestori un costo di adduzione determinato dall’Autorità per l’energia. Il beneficio di scenario è la

riduzione del numero delle gestioni idriche: Lazio, Campania e, soprattutto, Calabria hanno ancora

numerose gestioni in economia, praticamente ferme sul fronte investimenti.

La Regione Basilicata, con la Legge Regionale 8 gennaio 2016 n. 1, ha istituito un unico

Ambito Territoriale Ottimale regionale per l’organizzazione del servizio idrico integrato,

confermando l’assetto territoriale già previsto dalla Legge Regionale 23 dicembre 1996 n. 63.La L. R. 1/2016, in attuazione della Legge Regionale 27 gennaio 2015 n. 4, ha istituito un

unico ente di governo per il servizio idrico e la gestione dei rifiuti, denominato EGRIB (Ente di

Governo per i Rifiuti e le Risorse Idriche della Basilicata). Nelle more della piena operatività dell’EGRIB è stato nominato un Commissario Straordinario.

Censimento dei gestori 2018. Il gestore unico del servizio è ACQUEDOTTO LUCANO che

serve un bacino d’utenza di oltre 570.000 abitanti, comprendenti tutti i 131 Comuni della Regione.Assetto societario. ACQUEDOTTO LUCANO è interamente di proprietà della Regione

Basilicata.

Dinamiche del settore. A fine 2015 è stato siglato un protocollo di intesa tra

ACQUEDOTTO LUCANO e ACQUEDOTTO PUGLIESE che mira a definire e implementare

procedure e sistemi gestionali comuni, con particolare riferimento all’efficienza delle reti e degli

impianti gestiti. Le due aziende valuteranno anche se adottare forniture comuni (ad esempio energia

elettrica), per abbattere i costi operativi.

La Regione Calabria, con la Legge Regionale 29 dicembre 2010 n. 34, ha istituito, un

Ambito Territoriale Ottimale unico comprendente l’intero territorio regionale.La Delibera di Giunta 12 giugno 2015 n. 183 ha individuato nell’Autorità Idrica della Calabria

(AIC) l’ente di governo dell’ATO regionale per l’organizzazione del servizio idrico integrato. Si

tratta di un ente pubblico non economico, composto dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria e

da tutti i Comuni calabresi. Nelle more dell’entrata in vigore di tale Legge le funzioni di governo

dell’ATO continuano ad essere svolte dalla Regione Calabria.Attualmente sono ancora in funzione i cinque enti d’Ambito istituiti dalla Regione Calabria con

Legge Regionale n. 10/1997, che coincidono con le cinque Province Calabresi

Censimento dei gestori 2018. In Calabria il servizio idrico integrato in pratica non esiste in

dato che solo uno dei 409 Comuni ha un gestore unico per le tre fasi (distribuzione, fognatura,

depurazione): si tratta del Comune di Luzzi (CS) che ha affidato il servizio alla società ACQUE

POTABILI di Torino. Tutti gli altri Comuni gestiscono le tre fasi, o alcune di esse, in economia.

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ATO PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE (Fognatura e Depurazione)

1 CATANZARO LAMEZIA MULTISERVIZI ECOTEC – MINIERI KING ELETTRICA – GEAM – SOTECO

2 COSENZA CONSORZIO VALLE CRATI FEMOTET –– LAO POOLS – SMECO – ACQUA CONSULT

CONSULECO – ACQUE POTABILI

3 CROTONE SOAKRO

4 VIBO VALENTIA

5 REGGIO CALABRIA ACQUEREGGINE – CALABRIA AMBIENTE – IAM JONICA MULTISERVIZI

SORICAL è una società che gestisce gli impianti di captazione e grande adduzione. L’acqua viene

poi venduta all’ingrosso a 363 Comuni che gestiscono l’acquedotto di distribuzione in economia. Vi sono inoltre 17 gestori che, in genere, trattano solo la fase della fognatura o della depurazione,

molto spesso in un solo Comune. I gestori con bacino di utenza più ampio sono: CONSORZIO

VALLE CRATI (composto da 34 Comuni con 240.000 abitanti), ACQUEREGGINE, CALABRIA

AMBIENTE, IAM, SOTECO. Da segnalare che in un gran numero di Comuni la fase di

depurazione non è presente. Per alcuni dei gestori indicati in tabella è in corso la liquidazione o la procedura

fallimentare.Assetto societario. Dei 18 gestori operanti in Calabria, 5 sono integralmente pubblici

(CONSORZIO VALLE CRATI, LAMEZIA MULT., FEMOTET, JONICA MULT., ECOTEC).

ACQUE POTABILI è una società di Torino al 50% di SMAT e al 50% di IRETI. SORICAL è una società mista a maggioranza pubblica (53,5% Regione Calabria; 46,5% VEOLIA).I restanti 11 gestori sono società private.

Dinamiche del settore. La depurazione in Calabria continua ad essere una forte emergenza.

In 19 casi, rispetto ai 24 punti monitorati da Legambiente lungo la costa calabrese (80% del totale)

le analisi hanno evidenziato una carica batterica almeno due volte più alta di quella consentita dalla

legge, con un giudizio di “fortemente inquinato”. La nuova procedura di infrazione europea sul

trattamento dei reflui urbani pone la Calabria tra le Regioni peggiori in Italia (seconda solo alla

Sicilia), con 129 agglomerati urbani in cui vengono segnalate “anomalie” sulla depurazione. I dati

sullo stato degli impianti, i numerosi interventi delle forze dell’ordine per le illegalità riscontrate e

la presenza di scarichi abusivi o non allacciati alla rete fognaria messi in evidenza dal Rapporto di

Legambiente dimostrano una situazione molto lontana dalla sua soluzione, praticamente immutata,

se non addirittura peggiorata rispetto all’anno precedente.

La Regione Sicilia, con la Legge Regionale 11 agosto 2015 n. 19, ha individuato nove

Ambiti Territoriali Ottimali corrispondenti ai territori delle Province.

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Le funzioni di governo di ciascun ATO sono state assegnate ad un’Assemblea Territoriale Idrica

composta dai Sindaci dei rispettivi territori.Censimento dei gestori 2018. Nella Regione Sicilia sono stati censiti 19 gestori del servizio

idrico, 17 mono servizio e 2 Multiutility.SICILIACQUE è un’azienda di Ambito regionale subentrata come concessionaria, nel luglio 2004,

all’ENTE ACQUEDOTTI SICILIANI (EAS) nella gestione del servizio di captazione, accumulo,

potabilizzazione e adduzione, che fornisce acqua all’ingrosso, coprendo l’intero fabbisogno delle

Province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta ed Enna e parte di quelle di Palermo e Messina.AMAP è il gestore di maggiore dimensione: fornisce il servizio a Palermo e, dal 2015, anche a 35

Comuni della Provincia dopo il subentro a ACQUE POTABILI SICILIANE, fallita nel 2013. Il

bacino di utenza è di circa 1,2 milioni di abitanti. GIRGENTI ACQUE opera a Agrigento e in altri 26 Comuni della Provincia per un totale di quasi

360.000 abitanti serviti. A Catania il servizio è frazionato: SIDRA gestisce acquedotto, fognatura e depurazione nel

capoluogo e in altri 4 Comuni per complessivi 325.000 abitanti; ACOSET gestisce l’acquedotto di

una frazione del capoluogo e in altri 20 Comuni per complessivi 236.000 abitanti. CALTAQUA gestisce il servizio nei Comuni della Provincia di Caltanissetta, con 270.000 abitanti. AMAM gestisce il servizio a Messina con un bacino d’utenza di circa 230.000 abitanti.Tutti gli altri gestori sono di dimensioni minori, con un bacino d’utenza inferiore a 200.000 abitanti.

Il servizio è gestito in economia in due capoluoghi (Trapani e Ragusa) e in molti Comuni minori.

ATO PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

1 PA AMAP – SOGEA

2 AG GIRGENTI ACQUE – VOLTANO

3 CL CALTAQUA

4 CT SOGIP SIDRA – ACOSET – ACQUE DI CASALOTTO – ACQUEDOTTI UCC

SOGEA – SERVIZI IDRICI ETNEI

5 EN ACQUAENNA

6 ME AMAM

7 TP

8 RG SERV. PER MODICA MEDIALE

9 SR SIAM – SAI 8

Assetto societario. Le aziende interamente pubbliche sono sette (AMAP, SIDRA, ACOSET,

AMAM, VOLTANO, SOGIP, SERVIZI PER MODICA). SIE è una società mista a prevalente

capitale pubblico.48

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SICILIACQUE è una società mista, per il 75% a capitale privato (VEOLIA ed ENEL) e per il 25%

dalla Regione Sicilia. CALTAQUA è una società interamente posseduta dalla spagnola AQUALIA. Nove sono le società a intero capitale privato (GIRGENTI ACQUE, ACQUAENNA, SAI8, SIAM,

ACQUE DI CASALOTTO, ACQUEDOTTI UCC, SOGEA PA, SOGEA CT, MEDIALE).Dinamiche del settore. In Provincia di Siracusa, dopo il fallimento del gestore principale

(SAI8), il servizio è stato temporaneamente affidato a SIAM fino al 31 dicembre 2018. Intanto

procede la procedura di gara per l’assegnazione definitiva che, al momento, vede due partecipanti:

la stessa SIAM e la spagnola AQUALIA.

La Regione Sardegna, con la Legge Regionale 4 febbraio 2015 n. 4, ha istituito un unico

Ambito Territoriale Ottimale corrispondente al territorio della Regione.Le funzioni di governo del servizio sono assegnate all’Ente di governo dell’Ambito della Sardegna

che opera attraverso il Comitato Istituzionale d’Ambito e le Conferenze Territoriali.Censimento dei gestori 2018. Il gestore unico del servizio nella Sardegna è ABBANOA, che

opera in 343 Comuni. Gli altri 34 Comuni gestiscono il servizio in economia.Assetto societario. L’unico gestore è interamente di proprietà pubblica.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

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Servizio Igiene Urbana

La Regione Piemonte, con la Legge Regionale 24 maggio 2012 n. 7, ha individuato quattro

Ambiti: Ambito 1 – Novarese, Vercellese, Biellese, Verbano, Cusio, Ossola; Ambito 2 – Astigiano e

Alessandrino; Ambito 3 – Cuneese; Ambito 4 – Torinese. Ciascun Ambito può essere articolato in

“aree territoriali omogenee” (Sub Ambiti) per i conferimenti separati, la raccolta differenziata, la

raccolta e lo smaltimento del rifiuto secco residuo, e le strutture a servizio della raccolta.Le funzioni di organizzazione controllo del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani sono

affidate alle Province ed ai Comuni di ciascun Ambito che le esercitano in forma associata mediante

le Conferenze d’Ambito. La Conferenza d’Ambito ha autonomia funzionale, organizzativa,

patrimoniale, finanziaria e contabile per le attività connesse alle proprie funzioni.

Censimento dei gestori 2018. Nell’Igiene Urbana in Piemonte vi sono complessivamente 24

gestori, di cui 5 Multiutility e 19 aziende mono servizio.

AMBITI PROV. MULTIUT. MONO SETTORE

1 NO, VC, BI, VB ATENA ASSA – SEAB – CONSER – COOP. SOC. RISORSEMEDIO NOVARESE AMB.

2 AL, AT ASP – AMAG COSMO – GAIA

3 CUNEO EGEA CEC – ACEM – COABSER – SEA – ACSR

4 TORINO ACEA PINEROLESE AMIAT – TRM – CCS – COVAR 14 – CIDIU – ACSEL – SETA

I gestori più rilevanti per dimensione sono: AMIAT, che gestisce il servizio a Torino con

circa 900.000 abitanti serviti; il Gruppo EGEA, che opera in 84 Comuni con 380.000 abitanti;

CIDIU, che gestisce 17 Comuni con 260.000 abitanti; ASP, che gestisce 208.000 abitanti, il 95%

della popolazione della Provincia di Asti; SETA, che gestisce 30 Comuni con 208.000 abitanti;

COVAR 14, che gestisce 14 Comuni con oltre 200.000 abitanti. Gli altri hanno un bacino d’utenza

inferiore ai 200.000 abitanti ciascuno. In alcune aree rilevanti (Torino, Asti, Cuneo) il ciclo non è

integrato: infatti TRM, GAIA, ACSR gestiscono solo impianti di smaltimento.In Piemonte vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 20 impianti di compostaggio, 53

piattaforme per il riciclaggio, 1 inceneritore e 1 co inceneritore, 16 discariche.Assetto societario. Tredici gestori sono a proprietà completamente pubblica. Sei società sono

miste a maggioranza pubblica (La più grande azienda piemontese, AMIAT Torino, è posseduta

all’80% da IRETI, quotata a maggioranza pubblica. Anche TRM appartiene per l’80% al Gruppo

IREN. ATENA è al 100% di IRETI. Altre tre società hanno un socio privato di minoranza: ASP,

COSMO e SETA). Due le società private: EGEA e la COOPERATIVA SOCIALE RISORSE.

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Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso. Il Gruppo

IREN, nel suo Piano Industriale al 2021, prevede ulteriori acquisizioni nel Nord Ovest del Paese.

La Regione Valle d’Aosta, con la Legge Regionale 3 dicembre 2007 n. 31, ha individuato

un Ambito unico regionale, articolato in nove sotto Ambiti, uno per il Capoluogo e gli altri per otto

Comunità Montane. Le Comunità Montane e il Comune di Aosta costituiscono Autorità di sotto

Ambito Territoriale Ottimale.Censimento dei gestori 2018. QUENDOZ è il principale gestore in quanto opera nel

Capoluogo e in cinque sotto Ambiti (Monte Cervino, Evancon, Valdigne, Gran Paradiso, Walser),

per complessivi 90.000 abitanti serviti, pari al 71% dei 127.000 abitanti della Regione. In due sotto

Ambiti (Gran Combin, Monte Rosa) opera DE VIZIA; nel sotto Ambito Monte Emilius la gestione

è in economia. Le cinque discariche attive in Regione sono gestite dalla società VALECO.In Valle d’Aosta vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 3 impianti di compostaggio, 1

piattaforma per il riciclaggio, nessun inceneritore, 2 discariche.Assetto societario. QUENDOZ e DE VIZIA sono società interamente private. VALECO è

una società mista a prevalente capitale privato (80%).

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Lombardia, con il Programma Regionale di Gestione Rifiuti approvato con

Delibera di Giunta 20 giugno 2014 n. 1990, si è avvalsa della facoltà di adottare modelli alternativi

rispetto agli Ambiti Territoriali Ottimali ed ha confermato la perimetrazione già esistente, approvata

con D.G.R. n. 220/2005, che faceva coincidere gli Ambiti per l’organizzazione del servizio con i

territori provinciali.La L.R. 12 dicembre 2003 n. 26 non prevede l’obbligatorietà dell’Autorità d’Ambito e assegna ai

Comuni le funzioni di organizzazione e affidamento della gestione del servizio.Censimento dei gestori 2018. Nell’Igiene Urbana in Lombardia vi sono complessivamente

56 gestori, di cui 20 Multiutility e 36 aziende mono servizio.Otto aziende appartengono al gestore di gran lunga il più rilevante per dimensioni, il Gruppo A2A,

che ha un bacino d’utenza complessivo di 2.750.000 abitanti, serviti da cinque distinte società:

AMSA a Milano; APRICA a Bergamo, Brescia e Como; ASPEM a Varese; LINEA GESTIONI a

Cremona e Lodi; AZ. SERV. VALTROMPIA in Provincia di Brescia. Una sesta società, A2A

AMBIENTE, è specializzata nello smaltimento dei rifiuti attraverso la gestione di sei

termovalorizzatori, cinque in Lombardia e uno in Campania (quello di Acerra). LINEA GESTIONI

e LOMELLINA ENERGIA appartengono al Gruppo LGH che, nel 2016 è passato sotto il controllo

di A2A attraverso l’acquisto del 51% del pacchetto azionario. Ulteriori otto gestori, di medie

dimensioni, hanno un bacino d’utenza totale di 3.130.000 abitanti: CEM serve 535.000 abitanti

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nelle Province di Milano, Lodi, Monza Brianza; GELSIA 450.000 nelle Province di Como e Monza

Brianza; ACCAM 445.000 in Provincia di Milano e Varese; MANTOVA AMBIENTE (Gruppo

TEA) 410.000; G.ECO e SERVIZI COMUNALI 350.000 ciascuna in Provincia di Bergamo; SILEA

340.000 a Lecco e Provincia, AEMME 250.000 in Provincia di Milano. Gli altri 44 gestori, di

piccola dimensione, servono meno di 200.000 abitanti ciascuno. Vi sono inoltre numerosi Comuni

in cui il servizio di igiene urbana è gestito in economia.

Molto spesso il servizio è frazionato tra società che operano nella fase di raccolta e società diverse

che operano nello smaltimento, anche attraverso la gestione di termovalorizzatori. Ad esempio a

Como, Lecco, Monza - Brianza tre società gestiscono la raccolta (APRICA, SILEA, GELSIA) ed

altre tre lo smaltimento tramite inceneritori (ACSM AGAM, SERUSO, BEA).

PROV. MULTIUTILITY MONO SETTORE

MI AMSA (A2A) – MANTOVA AMBIENTE (TEA)MEA – AGESP – A2A AMBIENTE (A2A)

CEM – AEMME – AREA SUD MILANO – SASOM

ACCAM – GESEM – NORD MI AMBIENTESANGALLI – AIMERI AMB. – CO.RE.

BG APRICA (A2A) – SERVIZI COMUNALI G.ECO. – SE.T.CO. – SABB – LINEA SERVIZI VAL CAVALLINA SERV. – GESIDRA – ECOISOLA

REA DALMINE

BS APRICA (A2A) – AZ. SERV. VALTROMPIA (A2A)

CHIARI SERV. – GARDA UNO – SIRMIONE SERV.

SERVIZI COMUNALI – A2A AMBIENTE (A2A)

VAL CAMONICA SERVIZI – CBBO – COGES

LONATO SERV. – SOLIDARIETA’ PROVAGLIESE

CARUTER

CO APRICA (A2A) – ACSM AGAM – SECAM SERVICE 24 AMB. – GELSIA – WASTE ITALIA

VA ASPEM (A2A) – AMSC – AGESP ACCAM – SEIB – SI.ECO. – AIMERI AMB.

CR LINEA GESTIONI (LGH)

LO LINEA GESTIONI (LGH) CEM

LC SILEA

MB SANGALLI – CEM – GELSIA –BEA – ECOSVILUPPO

BRIANZA RIFIUTI (in liquidazione)

MN MANTOVA AMBIENTE (TEA)

PV ASM PV – ASM VOGHERA – BRONI STRADELLA CLIR – ASM ISA – ASM MORTARALOMELLINA ENERGIA (LGH)

SO SECAM

In Lombardia vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 70 impianti di compostaggio, 99

piattaforme per il riciclaggio, 8 inceneritori e 6 co inceneritori, 5 discariche.Assetto societario. I gestori interamente pubblici sono 35.

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Le società miste a prevalente capitale pubblico sono 5: MANTOVA AMBIENTE (Gruppo TEA),

AREA SUD MILANO, NORD MILANO AMBIENTE, G.ECO, SABB. I gestori che fanno parte di

Gruppi quotati sono 8: AMSA, APRICA, ASPEM, ASV, A2A AMBIENTE, LINEA GESTIONI,

LOMELLINA ENERGIA (tutte del Gruppo A2A). Le aziende private sono 8: AIMERI AMBIENTE del Gruppo BIANCAMANO di Milano, dopo

essere stata liquidata, ha assunto il nome di ENERGETIKAMBIENTE; il Gruppo SANGALLI di

Monza opera anche nel Lazio e in Puglia; WASTE ITALIA; REA DALMINE gestisce l’inceneritore

a Bergamo; SOLIDARIETA’ PROVAGLIESE e ECOSVILUPPO sono due cooperative sociali

locali; CARUTER e SEIB sono due aziende siciliane.

Dinamiche del settore. Con l’ingresso in LGH, A2A ha avviato la “conquista”, direttamente

o indirettamente, di tutta la Lombardia. L’obiettivo successivo è l’acquisto di ACSM AGAM, attiva

a Como e Monza; operazione che include anche ASPEM Varese, AEVV (Valtellina e Valchiavenna),

LARIO RETI Holding (Lecco). A gennaio il progetto è stato approvato da tutti i Consigli di

Amministrazione coinvolti. Il “closing” è previsto per marzo 2018.

La Regione Veneto, con la Legge Regionale 31 dicembre 2012 n. 52, ha disposto che, ai fini

della pianificazione regionale l’Ambito Territoriale Ottimale è il territorio regionale. La stessa legge

ha previsto la possibilità che la Giunta Regionale riconosca Bacini Territoriali interni all’ATO

regionale per l’esercizio in forma associata delle funzioni di organizzazione e controllo del servizio.

Le Delibere di Giunta 21 gennaio 2014 n. 13 e 10 marzo 2015 n. 288, hanno individuato 12 Bacini

Territoriali. La Legge 52/2012 ha stabilito che gli Enti locali dei Bacini Territoriali esercitino in

forma associata le funzioni di organizzazione e controllo del servizio costituendo i Consigli di

Bacino, che svolgono le funzioni già in capo alle Autorità d’Ambito. A livello di ATO regionale è

istituito il Comitato di Bacino regionale.

Censimento dei gestori 2018. Nell’Igiene Urbana in Veneto vi sono complessivamente 36

gestori, di cui 6 Multiutility, 27 aziende mono servizio (di cui 3 sono consolidate in VERITAS e

AGSM), più 3 Comunità Montane o Unioni di Comuni.

BACINI PROVINCE. MULTIUT. MONO SETTORE

BELLUNO BL BELLUNUM – ECOMONT – VALPE AMBIENTE – PONTE SERVIZIAIMERI AMBIENTE – SAP – UNIONE MONTANA ALPAGOUNIONE MONTANA COMELICO SAPPADA

VENEZIA VE, TV VERITAS (ASVO)

SINISTRA PIAVE TV SAVNO

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DESTRA PIAVE TV CONTARINA

BRENTA VI, PD ETRA SAVI SERVIZI – ATI PD TRE/SESA/DE VIZIA/ABACO

PADOVA CENTRO PD HERA SAVI SERVIZI – ATI PD TRE/SESA/DE VIZIA/ABACO

PADOVA SUD PD GESTIONE AMBIENTE

ROVIGO RO ECOAMBIENTE

VICENZA VI AIM AL.VI.AMB – AG. CH. AMB. – IDEALSERVICE – SAVI SERVIZISORARIS – UTILYA– VICENZA NORD SERVIZI

VERONA OVEST VR (AMIA) – (SERIT) – UNIONE COMUNI S. ANNA ERBEZZO

VERONA EST VR MULT.S.B. (AMIA) – (SERIT) – VALDALPONE SERVIZIUNIONE COMUNI S. ANNA ERBEZZO

VERONA SUD VR S.G.L.MULT. (AMIA) – (SERIT) – BOVOLONE ATTIVA – DE VIZIA – ESACOM – SIVE

Le maggiori aziende sono: VERITAS, attiva in 45 Comuni con circa 900.000 abitanti serviti;

AMIA e la sua controllata SERIT, in 131 Comuni con 768.000 abitanti; ETRA, in 75 Comuni con

600.000 abitanti; CONTARINA, in 50 Comuni con 552.000 abitanti; ACEGAS APS, in 8 Comuni

con 478.000 abitanti in Veneto e Friuli Venezia Giulia. SESA, SAVNO, ECOAMBIENTE hanno un

bacino d’utenza che oscilla tra i 250.000 e i 350.000 abitanti ciascuna.Una innovazione interessante

è stata la costituzione, nel 2014, di RETE AMBIENTE VENETO, contratto di rete tra

CONTARINA, AVA, AIM, ETRA, ECOAMBIENTE. Il territorio servito comprende 209 Comuni

(35% del totale regionale), con 1,6 milioni di abitanti (34% del totale). Le principali finalità sono:

l’ottimizzazione dei fattori produttivi e il miglioramento dell’efficienza mediante sinergie,

interscambi, economie di scala; un maggiore peso contrattuale nei confronti di fornitori o istituti

finanziari; una più rilevante influenza sulle scelte di area vasta e sui processi di razionalizzazione e

sviluppo delle strutture impiantistiche; un maggiore peso specifico nell’innovazione e nella ricerca.

Tuttavia, a tre anni dalla costituzione, RETE AMBIENTE VENETO sta affrontando alcune

difficoltà che ne impediscono lo sviluppo. Successivamente vi sono stati alcuni limitati processi di razionalizzazione. Nel Bacino di Belluno nel 2016 è stata costituita VALPE AMBIENTE tra il Comune di Sedico e

CONTARINA. Il 1° gennaio 2017 la società ha allargato il proprio bacino di azione con l’ingresso

dell’Unione Montana Agordina (Comune di Sedico 41%, Unione Montana Agordina 40%,

Contarina 19%).Nel Bacino di Venezia nel 2017 si è concluso il processo di integrazione tra VERITAS e ALISEA,

con la fusione per incorporazione di quest’ultima.

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Nel Bacino di Padova Sud 50 Sindaci proprietari di PADOVA TRE hanno messo in liquidazione la

società, con notevoli problemi di bilancio, poi dichiarata fallita a ottobre 2017. Nella gestione è

subentrata GESTIONE AMBIENTE, società consortile tra SESA, DE VIZIA e ABACO.In Veneto vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 30 impianti di compostaggio, 59

piattaforme per il riciclaggio, 2 inceneritori e 2 co inceneritori, 9 discariche.Assetto societario. Tra i 36 gestori la maggioranza, 24, sono aziende totalmente pubbliche.

Tre sono le gestioni in economia. Tre aziende sono miste a partecipazione pubblica di maggioranza

(SESA con socio privato al 49%; SAVNO che, dal 2014, a seguito di gara a doppio oggetto, ha un

socio privato al 40%, l’ATI tra SESA, INGAM e BIOMAN; UTILYA con due soci privati

complessivamente al 20%). Un’azienda (HERA ACEGASAPS) è quotata in Borsa con quota

pubblica maggioritaria. Sei sono le aziende private: SAP, AIMERI AMBIENTE (Gruppo

BIANCAMANO), DE VIZIA, ABACO, IDEALSERVICE, GESTIONE AMBIENTE.Dinamiche del settore. Allo stato non risultano evoluzioni in corso.Da alcuni anni si discute, senza aver ancora raggiunto risultati concreti, delle fusioni tra

ESACOM e SIVE, in provincia di Verona, e tra AIM e AVA, in provincia di Vicenza.

La Regione Friuli Venezia Giulia, con la Legge Regionale 15 aprile 2016 n. 5, ha stabilito

che l’intero territorio regionale costituisce l’Ambito Territoriale Ottimale. All’interno dell’ATO

regionale sono individuati ambiti di affidamento dei servizi, di dimensione almeno provinciale.L’ente di governo dell’ATO unico regionale è l’AUSIR (Autorità unica per i servizi idrici e rifiuti),

cui partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni della Regione. L’AUSIR è dotata di apposita

struttura tecnico organizzativa che può avvalersi anche degli uffici e servizi degli enti locali, messi a

disposizione tramite convenzione. L’attivazione dell’AUSIR è prevista dal 1° gennaio 2017.

Censimento dei gestori 2018. Nell’Igiene Urbana in Friuli Venezia Giulia vi sono sette

gestori, di cui una Multiutility e sei aziende mono servizio.

AMBITI PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

1 TRIESTE ACEGAS APS AMGA

GORIZIA ISONTINA AMBIENTE

PORDENONE GEA – SNUA – AMBIENTE SERVIZI

UDINE NET – A&T 2000

I due principali gestori sono NET, che opera, in tutto o in parte, in 90 Comuni con 670.000

abitanti serviti, e ACEGAS APS, che opera in 8 Comuni con 478.000 abitanti tra Friuli Venezia

Giulia e Veneto, A&T 2000, che opera in 52 Comuni con 200.000 abitanti.

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Gli altri gestori hanno un bacino d’utenza inferiore alle 200.000 unità. Per la raccolta differenziata,

il riciclaggio e lo smaltimento i gestori dei rifiuti solidi urbani sono talvolta affiancati da altri

operatori, tra cui il principale è SAGER, che opera in 164 Comuni con 567.000 abitanti in Friuli

Venezia Giulia e nelle Province di Bolzano e Belluno.In Friuli Venezia Giulia vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 12 impianti di

compostaggio, 8 piattaforme per il riciclaggio, 1 inceneritore, 1 discarica.Assetto societario. I sette gestori del Friuli Venezia Giulia sono tutti pubblici. SNUA è una

società mista con soci privati di minoranza. ACEGAS APS AMGA è una società quotata (Gruppo

HERA) con soci pubblici di maggioranza.

Dinamiche del settore. Il progetto di fusione tra NET e A&T 2000, avviato nel 2015 e che

doveva concludersi nel 2016, non ha ancora avuto alcun esito concreto.

La Regione Trentino Alto Adige ha regolato l’assetto di settore con due Leggi Provinciali.

La Provincia di Trento, con la L.P. 16 giugno 2006 n. 3, ha individuato un Ambito Territoriale

Ottimale corrispondente al territorio della Provincia. Il Piano Provinciale di Gestione Rifiuti

approvato il 18 luglio 2006 ha individuato tredici Bacini di raccolta: Trento, Rovereto, Valle di

Fiemme, Primiero, Bassa Valsugana, Alta Valsugana, Valle Adige, Valle di Non, Valle del Sole,

Valle delle Giudicarie, Alto Garda e Ledro, Val Lagarina, Ladino di Fassa.Le funzioni di governo del settore sono svolte dalla Provincia, mentre le funzioni organizzative del

servizio sono svolte dalle Comunità e dagli Enti Locali.La Provincia di Bolzano, con il Piano Provinciale di Gestione Rifiuti approvato il 18 luglio 2005, ha

individuato un Ambito Territoriale Ottimale corrispondente al territorio della Provincia.La L.P. 26 maggio 2006 n. 4 ha disposto che i Comuni effettuano la raccolta, il recupero e lo

smaltimento dei rifiuti in regime di privativa.

Censimento dei gestori 2018. Nell’Igiene Urbana in Trentino Alto Adige vi sono nove

gestori, di cui cinque Multiutility e quattro aziende mono servizio. I nove gestori servono

complessivamente 533.000 abitanti, pari al 50% degli abitanti della Regione, in 80 Comuni. Negli

altri 213 Comuni la gestione del servizio è in economia. Il ciclo dei rifiuti è frazionato tra gestori

diversi: i principali impianti di smaltimento, tra cui l’inceneritore, sono gestiti da ECO CENTER.

PROVINCIA MULTIUTILITY MONO SETTORE

TRENTO DOLOMITI AMB. (DOLOM. EN.) ASIA – AZ. AMB. PRIMIERO – AMNU VALSUGANA

BOLZANO SEAB – ECO CENTER – ASM MERANOASM BRESSANONE

SAGER

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In Trentino Alto Adige vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 11 impianti di

compostaggio, 16 piattaforme per il riciclaggio, 1 inceneritore, 7 discariche.Assetto societario. Sette aziende sono a totale proprietà pubblica. Il Gruppo DOLOMITI

ENERGIA è una società mista a controllo pubblico. SAGER è una società privata friulana che opera

anche in Veneto.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Emilia Romagna, con la Legge Regionale 23 dicembre 2011 n. 23, ha previsto

l’istituzione di un unico Ambito Territoriale Ottimale comprendente l'intero territorio regionale. I

nove ATO previsti dalla Legge Regionale 25/1999 e le corrispondenti Autorità d’Ambito sono stati

soppressi. Al loro posto è stato istituito l’ATERSIR (Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per

i Servizi Idrici e Rifiuti di ambito territoriale), a cui partecipano tutti i Comuni e le Province della

Regione. L’Agenzia opera su due livelli: le funzioni di primo livello sono esercitate con riferimento

all’intero Ambito Territoriale Ottimale; le funzioni di secondo livello sono esercitate con

riferimento ai territori provinciali. Il presidio delle due funzioni avviene attraverso due organi: il

Consiglio d’Ambito e il Consiglio Locale, costituito dall’Amministrazione Provinciale e dai relativi

Comuni. L’Agenzia ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotata di autonomia

amministrativa, contabile e tecnica.Nel 2000, con la costituzione degli ATO, sono state previste “salvaguardie” di affidamento per 10

anni per i gestori che operavano sul 75% del territorio dell’Ambito territoriale preso a riferimento.

Gli affidamenti dovranno essere riaffidati mediante gare pubbliche, che ATERSIR sta preparando su

proposta dei Consigli Locali. In tutti gli Ambiti si sta operando in regime di proroga.

SCADENZA SALVAGUARDIA CONVENZIONI CICLO RIFIUTI

ATO 1 PC ATO 2 PR ATO 3 RE ATO 4 MO ATO 5 BO ATO 6 FE ATO 7 RA ATO 8 FC ATO 9 RM

20/12/2011 31/12/2014 20/12/2011 19/11/2011 19/11/2011 20/12/2011 20/12/2011 31/12/2011 14/03/2012

Censimento dei gestori 2018. Nel settore Igiene Urbana in Emilia Romagna vi sono

complessivamente 13 gestori: 7 Multiutility e 6 mono settore.

BACINI MULTIUTILITY MONO SETTORE

BOLOGNA HERA GEOVEST – COSEA

FERRARA HERA – SOELIA – CMV IMPIANTI CLARA

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FORLI’ HERA ALEA AMBIENTE

RAVENNA – CESENA HERA

RIMINI HERA MONTEFELTRO SERVIZI

MODENA HERA – AIMAG GEOVEST

REGGIO EMILIA IREN SABAR

PARMA IREN – S. DONNINO – MONTAGNA 2000

PIACENZA IREN

I due gestori di gran lunga prevalenti sono le grandi Multiutility regionali HERA e IREN che

coprono circa il 90% del mercato regionale. Gli altri gestori sono di dimensione media o piccola. I due più rilevanti sono: AIMAG, che serve circa 166.000 abitanti in 11 Comuni in Provincia di

Modena, e CLARA, operativa dal 1° giugno 2017 a seguito della fusione tra AREA e CMV

Raccolta, che serve 244.000 abitanti in 21 Comuni in Provincia di Ferrara. Sempre a giugno 2017 è

stata costituita una nuova società, CMV ENERGIA & IMPIANTI, per gestire gli impianti di

smaltimento e distribuire e vendere energia.Cesena e i Comuni del suo territorio si sono uniti al Bacino di Ravenna perché 13 Comuni

della provincia di Forlì hanno scelto di riportare il servizio di raccolta in house, ma i Comuni

cesenati non hanno aderito. Il 6 giugno 2017 i 13 Comuni del comprensorio forlivese, con un bacino

di 180.000 abitanti, hanno costituito ALEA AMBIENTE, che dal 1° gennaio 2018, supportata dalla

trevigiana CONTARINA, è subentrata ad HERA nel servizio di raccolta rifiuti. Per gennaio 2019 si

prevede l’avvio del servizio porta a porta e del metodo tariffario puntuale.In Emilia Romagna vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 17 impianti di

compostaggio, 70 piattaforme per il riciclaggio, 8 inceneritori e 1 co inceneritore, 12 discariche.Assetto societario. Tre gestori sono quotati in Borsa con quota pubblica di maggioranza:

HERA (la quota azionaria di Enti pubblici è scesa dal 59,1 del 2005 al 51,9% nel 2015, mentre il

flottante è salito dal 40,9 al 48,1%); IREN (quota azionaria di Enti pubblici 60,81%, flottante

39,19%); AIMAG (quota azionaria di Enti pubblici 65%, HERA 25%, Casse di Risparmio di Carpi

e Mirandola 10%). GEOVEST è una società mista con quota pubblica di maggioranza (la quota

privata di SELVABELLA AMBIENTE è del 20%). 9 gestori sono a capitale interamente pubblico.Dinamiche del settore. La situazione è sostanzialmente stabile. Si profila in tempi medi

l’apertura della stagione delle gare per la assegnazione del servizio, le cui concessioni sono da

tempo scadute e vigono in proroga. Nel 2018 è stato pubblicato il bando di gara nell’Ambito Cesena

Ravenna, per il 2020 si prevede quello di Bologna Modena e per il 2021 quello di Ferrara Rimini.

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Il progetto di fusione di AIMAG da parte di HERA, come accennato nel paragrafo sul

servizio idrico, ha incontrato notevoli resistenze ed è stato accantonato.Da dicembre 2017 HERAMBIENTE possiede l’80% delle azioni di ALIPLAST, primaria

realtà veneta nella raccolta, riciclo e rigenerazione della plastica; acquisizione che si aggiunge alle

operazioni con la trevigiana GEONOVA e le toscane WASTE RECYCLING e TESECO.

A dicembre 2017 si è concluso l’acquisto delle quote di maggioranza di ACAM (Multiutility

di La Spezia operativa nel Servizio Idrico, Rifiuti, Energia) da parte di IREN.

La Regione Liguria, con la Legge Regionale 24 febbraio 2014 n. 1, ha individuato un

Ambito regionale unico articolato in quattro aree che corrispondono ai territori delle Province.

L’Ente preposto al governo del ciclo dei rifiuti è la Regione che esercita tale funzione attraverso un

Comitato d’Ambito costituito dal Presidente della Giunta, dagli Assessori competenti, dal Sindaco

di Genova e dai Presidenti delle Province.

Censimento dei gestori 2018. Nel settore rifiuti Urbana in Liguria vi sono complessivamente

20 gestori: 3 Multiutility e 17 mono settore.

PROVINCIA MULTIUTILITY MONO SETTORE

GENOVA AMIU – SATER – ARAL – GE.AM. – AIMERI AMBIENTE

SCRIVIA AMBIENTE – CONS. INTERC. RIO MARSIGLIA DOCKS

LANTERNA – ISEDA – ENERGETIKA – COOP. MARIS

IMPERIA AMAIE TEKNOSERVICE – AIMERI AMBIENTE – DOCKS LANTERNA

SAVONA ATA – AIMERI AMB. – FINALE AMB. – SAT – ECOSAVONA

ALBISOLA SERV. -

LA SPEZIA ACAM AMBIENTE (ACAM)DEIVA SVILUPPO

AIMERI AMBIENTE

Il gestore di maggiori dimensioni è AMIU Genova, che ha un bacino d’utenza di 700.000

abitanti nel capoluogo e in alcuni Comuni limitrofi. ACAM AMBIENTE opera in 32 Comuni nella

Provincia di La Spezia con 206.000 abitanti serviti. ATA opera a Savona e Provincia in 30 Comuni.

Gli altri gestori sono di dimensioni minori oppure provengono da fuori Regione.In Liguria vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 6 impianti di compostaggio, 26

piattaforme per il riciclaggio, nessun inceneritore, 4 discariche.Assetto societario. I gestori pubblici sono 15. Cinque i gestori privati: AIMERI AMBIENTE

e ENERGETIKA AMBIENTE del Gruppo BIANCAMANO (operano in numerosi Comuni nelle

quattro Province), TEKNOSERVICE (gestisce il servizio a Imperia e in numerosi altri Comuni

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situati in Piemonte, Lombardia, Umbria, Campania, Puglia, Basilicata, Sardegna), DOCKS

LANTERNA (opera in Provincia di Genova, Imperia e Cuneo), MARIS COOP. SOC. (a Chiavari).Dinamiche del settore. L’innovazione più rilevante nel settore è il progetto di integrazione

tra IREN e ACAM. A fine dicembre 2017 si è registrata l‘adesione di 26 comuni su 32 di La Spezia

e provincia che consente di affermare che l’operazione si potrà rapidamente concretizzare. Sembra

che l’acquisizione di ACAM da parte di IREN sarà operativa dalla primavera del 2018.

Ben più complessa la problematica che riguarda il Comune di Genova, alle prese con una

difficile situazione economica della partecipata AMIU e della prossima saturazione della discarica

di Scarpino, non più attiva dal 2014 poiché giudicata non a norma. Tale discarica rappresenta il

principale problema dell’azienda pubblica genovese, perché i costi per la chiusura di Scarpino 1 e 2

continuano a lievitare, e il nuovo progetto (cosiddetto Scarpino 3) non è stato ancora avviato (si

parla del primo semestre 2018). L’ingresso nel capitale di AMIU di un partner industriale (si

trattava di IREN) è stato accantonato a luglio 2017 dal nuovo Sindaco di Genova.

La Regione Toscana, con la Legge Regionale 28 dicembre 2011 n. 69, ha istituito tre Ambiti

Territoriali Ottimali sovra provinciali (Toscana Centro, Toscana Costa, Toscana Sud). La legge

consente di stipulare accordi con le Regioni Emilia Romagna e Marche per l’inserimento dei

Comuni situati nei limitrofi ATO di dette Regioni. Per ciascuno dei tre ATO è istituita l’Autorità per

il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, ente rappresentativo di tutti i Comuni appartenenti

all’ATO di riferimento. Tali Autorità hanno personalità giuridica di diritto pubblico e sono dotate di

autonomia amministrativa e contabile. A decorrere dal 1° gennaio 2012 le funzioni già esercitate

dalle Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale sono trasferite ai Comuni, che le esercitano tramite

l’Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani di cui fanno parte.

Censimento dei gestori 2018. Nell’Igiene Urbana in Toscana vi sono complessivamente 20

gestori, tutti mono settore.

ATO PROVINCE MULT. MONO SETTORE

TOSCANA

SUD

AR, SI, GR, LI

SEI TOSCANAAISA IMPIANTI – CSAI – SIENA AMBIENTE

TOSCANA

CENTRO

FI, PO,PT

ALIA AER – COSEA– ECOLOGIA & SERVIZI

TOSCANA

COSTA

LI, LU, MS, PI

AAMPS – RIMATERIA – ESA – REA – SISTEMA AMBIENTE – GEOFORASMIU – SEA AMB. – ERSU – CERMEC – ASCIT – REVET

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Nell’ATO Toscana Sud, a seguito di gara, SEI TOSCANA è il gestore unico in 105 Comuni

delle Province di Arezzo, Grosseto, Siena e Livorno con 900.000 abitanti serviti. Sono stati

incorporati in SEI TOSCANA i gestori precedenti: il ramo raccolta di AISA Arezzo; SIENA

AMBIENTE e CSA, nella provincia di Arezzo; COSECA di Grosseto; CASENTINO SERVIZI. Tre

gestori, prima dell’incorporazione, hanno scorporato gli impianti di smaltimento e costituito nuove

società: AISA IMPIANTI, CSA IMPIANTI, SIENA AMBIENTE. Nel 2015 SEI TOSCANA è

subentrata in parte del servizio svolto da ASIU di Piombino, in quanto sei Comuni hanno ottenuto

di passare dall’ATO Toscana Costa a Toscana Sud. Dopo il cambio di servizio, ASIU ha preso il

nome RIMATERIA. Nel 2016 la Procura di Firenze ha aperto un’inchiesta per turbativa d’asta, con

misure cautelari nei confronti del Presidente dell’ATO Toscana Sud e dimissioni in blocco del

Consiglio di Amministrazione di SEI TOSCANA. La società è stata commissariata fino al 2018.Nell’ATO Toscana Centro, a seguito di gara, da febbraio 2017 il gestore unico del servizio è

ALIA che serve 1,5 milioni di abitanti in 70 Comuni. ALIA è sorta a seguito della fusione di

QUADRIFOGLIO con incorporazione di ASM, PUBLIAMBIENTE e CIS. Restano fuori dal

Raggruppamento che ha vinto la gara tre aziende (AER, COSEA, ECOLOGIA & SERVIZI). Il ricorso al TAR di SEI TOSCANA (giunta seconda nella gara) è stato respinto. Contro la decisione

del TAR, a dicembre 2017, è stato proposto un nuovo ricorso presso il Consiglio di Stato.A Firenze è stata costituita QTHERMO (60% QUADRIFOGLIO e 40% HERA), società mista per

la costruzione e gestione del nuovo termovalorizzatore per i Comuni della Toscana Centrale.

Malgrado la sentenza del Tar Toscana del 2016 abbia annullato l’autorizzazione della Città di

Firenze alla realizzazione dell’inceneritore di Case Passerini, nel Comune di Sesto Fiorentino,

QTHERMO prosegue la costruzione dell’impianto ed ha presentato ricorso al Consiglio di Stato.Nell’ATO Toscana Costa sono ancora operanti i tradizionali dodici gestori. La realtà più

rilevante è GEOFOR, che opera in 25 Comuni con 340.000 abitanti serviti. Il processo di

riorganizzazione è assai lontano dalla conclusione. AAMPS di Livorno, ESA Isola d’Elba, e REA di

Rosignano avevano costituito nel 2011 RETI AMBIENTE. Nel 2012 l’ATO Costa aveva avviato la

ricerca di un partner privato di minoranza, ma poi il procedimento era stato annullato. A causa dei

critici dati di bilancio di AAMPS, società che gestisce il servizio a Livorno, il Consiglio comunale

ha deliberato il concordato preventivo che è stato approvato dal Tribunale di Livorno nel 2016.

Successivamente è stato prorogato l’affidamento diretto ad AAMPS fino al 2030. L’ATO però ha

impugnato il provvedimento con due ricorsi al TAR. Che a fine 2017 li ha accolti: continuare a far

svolgere il servizio alla municipalizzata comunale con un affidamento diretto rappresenta “una

pretesa contraria alla legge”. Pertanto, per il TAR di Firenze, la gestione del concordato di AAMPS

è condizionata dalla residua durata dell’affidamento, che non potrà eccedere quella del periodo

transitorio per poi entrare in RETI AMBIENTE.

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In Toscana vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 18 impianti di compostaggio, 23

piattaforme per il riciclaggio, 5 inceneritori e 2 co inceneritori, 11 discariche.Assetto societario. Dei 20 gestori, 11 sono a totale proprietà pubblica.

Le società miste, con quote pubbliche di maggioranza, sono 8: SEI TOSCANA, AISA IMPIANTI,

CSAI, SIENA AMBIENTE, AER, REA, GEOFOR, REVET. La maggiore, SEI TOSCANA, ha 4

soci privati che detengono il 41% delle azioni (COOPLAT di Firenze, CRCM di Terranova

Bracciolini, ECOLAT di Grosseto, STA di Firenze, REVET di Pontedera). Una sola società è privata: ECOLOGIA & SERVIZI.

Dinamiche del settore. L’assetto dell’IU in Toscana, in rilevante evoluzione, sta scontando

alcune difficoltà procedurali, con conseguenti procedure giudiziarie.

La Regione Marche, con la Legge Regionale 12 ottobre 2009 n. 24, modificata e integrata

dalle Leggi Regionali n. 18/2011 e 4/2012, ha stabilito che gli Ambiti Territoriali Ottimali

coincidono con il territorio delle cinque Province ed ha previsto la soppressione delle Autorità

d'Ambito, sostituite dalle Assemblee Territoriali d’Ambito. Le ATA sono dotate di personalità

giuridica di diritto pubblico e di autonomia gestionale, amministrativa e di bilancio. Censimento dei gestori 2018. Nell’Igiene Urbana nelle Marche vi sono complessivamente

21 gestori: 6 sono multiservizi e 15 mono settore. Le realtà più importanti per dimensioni sono: COSMARI (57 Comuni con 321.000 abitanti),

MARCHE MULTISERVIZI (45 Comuni con oltre 280.000 abitanti), ANCONAMBIENTE (4

Comuni con 168.000 abitanti), PICENAMBIENTE (28 Comuni con 154.000 abitanti).Nelle Marche vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 5 impianti di compostaggio, 20

piattaforme per il riciclaggio, 11 discariche.Assetto societario. Sette società sono interamente pubbliche (ASET, ANCONAMBIENTE,

SOGENUS, JESI SERVIZI, COSMARI, FERMO ASITE, SAN GIORGIO DISTRIBUZIONE

SERVIZI), una gestione è in economia; quattro sono a capitale misto con maggioranza pubblica

(MARCHE MULTISERVIZI, ASTEA, ASCOLI SERVIZI, PICENAMBIENTE).

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ATO GESTORIComuniserviti

Abitantiserviti

ATO GESTORIComuniserviti

Abitantiserviti

1

MARCHE MULTISERV. 40 226.566 3 COSMARI 57 321.314ASET 14 128.848

4

AM Consorzio Sociale 5 11.209Unione Roveresca 4 5.529 DIODORO ECOLOGIA 4 3.393

AM Consorzio Sociale 1 3.442 ECOELPIDIENSE 9 73.229

2

ANCONAMBIENTE 4 167.562 FERMO ASITE 1 37.783SOGENUS 12 34.395 LA SPLENDENTE 12 26.481

JESI SERVIZI 1 40.740 SAN GIORGIO DISTR. SERV. 1 15.952

RIECO 21 157.711 SO.CO.S 3 3.193ASTEA 3 42.213

5

ASCOLI SERVIZI 1 50.079LELI & GALTELLI 1 1.938 DIODORO ECOLOGIA 1 903

MARCHE MULTISERV. 5 56.977 LA SPLENDENTE 2 3.542ANGELANTONIO 1 3.177PICENAMBIENTE 28 154.055

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Le restanti nove società sono interamente private. Tra esse la più importante è RIECO di Pescara

che gestisce il servizio in 21 Comuni con oltre 150.000 abitanti.

Dinamiche del settore. L’innovazione più rilevante riguarda il percorso, avviato nel 2014 dai

Comuni della Provincia di Ancona, per affidare il servizio di gestione dei rifiuti ad un soggetto

unico e l’individuazione di MULTISERVIZI di Ancona (in consorzio con ECOFON CONERO)

quale soggetto idoneo a gestire il servizio con affidamento in house. Tale percorso è stato approvato

e confermato con una delibera dell’Assemblea ATA del 27 luglio 2017.

La Regione Umbria, con Legge Regionale 17 maggio 2013 n. 11 “Norme di organizzazione

territoriale del servizio idrico integrato e della gestione integrata dei rifiuti”, ha previsto un unico

Ambito Territoriale Ottimale corrispondente all’intero territorio regionale. Con la medesima legge è

stata prevista l’istituzione dell’Autorità Umbra per Rifiuti e Idrico (AURI), soggetto tecnico di

regolazione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione integrata dei rifiuti derivante da

una forma speciale di cooperazione tra i Comuni. Gli organi dell’AURI sono espressione dei

Comuni, infatti è prevista una Assemblea composta da tutti i Comuni della Regione.Tuttavia la soppressione dei 4 ATI preesistenti, prevista dalla L.R. 11/2013, non è ancora avvenuta.Pertanto ad oggi permangono ancora i 4 ATI previsti dalla L.R. 11/2009.

Censimento dei gestori 2018. I soggetti affidatari del servizio di igiene urbana in Umbria

sono complessivamente 11; mentre i gestori operativi sono 15. Due gestori sono multiservizio,

mentre gli altri 13 sono mono settore. La realtà con dimensioni più rilevanti è GESENU, che opera

a Perugia, in Provincia e, tramite controllate, in alcune Regioni italiane e Paesi stranieri.

ATI PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

1 PG GEST (GESENU) – SOGEPU – GESECO – ESA

2 PG GEST (GESENU, ECOCAVE, SIA, TSA)

3 PG VUS

4 TR ASM ASIT – IPIC – INTERPARK – SAO – COSP T. SERV.

Nell’ATI 1 vi sono 4 gestori: GEST (tramite la consociata GESENU), SOGEPU, GESECO e ESA.

Nell’ATI 2 il servizio nei 24 Comuni è gestito da GEST (società consortile formata da GESENU,

TSA, SIA ed ECOCAVE). Nell’ATI 3 in 16 Comuni il gestore è la Multiutility VALLE UMBRA

SERVIZI, mentre altri 6 piccoli Comuni operano in economia. Nell’ATI 4 la Multiutility ASM gestisce il servizio a Terni, mentre nei Comuni della Provincia vi

sono 5 piccoli gestori.

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In Umbria vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 5 impianti di compostaggio, 8

piattaforme per il riciclaggio, 5 discariche.Assetto societario. Dei 15 gestori operativi dell’Umbria cinque sono interamente pubblici

(VUS, ASM Terni, ASIT, ESA, SOGEPU); due società sono miste con quota pubblica di

maggioranza (SIA ha una quota privata del 34%, TSA del 30%). Due società miste hanno una quota privata di maggioranza (GESENU con il 55%, GEST il 52%).

Sei gestori sono interamente privati (ECOCAVE, SAO, IPIC, INTERPARK, COSP, GESECO).Dinamiche del settore. Gli ATI 2, 3 e 4 hanno già individuato il gestore unico d’Ambito.

Nell’ATI 1 è in corso la gara per l’affidamento del servizio. ESA, una degli esclusi, ha presentato

ricorso al TAR che, nel 2016, è stato dichiarato inammissibile. Successivamente ha segnalato

l’esistenza di anomalie all’ANAC (Autorità Anticorruzione), che ha aperto un fascicolo.

A novembre 2016 il Consiglio comunale di Terni ha approvato il Piano Industriale di ASM, che

prevede la possibilità di vendita del 40% delle quote sociali. Si parla di un interessamento di HERA,

attraverso la propria controllata MARCHE MULTISERVIZI.

La Regione Lazio, con il Piano Regionale di Gestione Rifiuti, approvato con Delibera

Consiglio Regionale 18 gennaio 2012 n. 14, ha individuato cinque Ambiti Territoriali Ottimali,

coincidenti con i territori provinciali: 1 – Frosinone; 2 – Latina; 3 – Rieti; 4 – Roma; 5 – Viterbo.Le funzioni di governo, organizzazione e gestione del servizio sono attribuite alle Province e ai

Comuni che le esercitano attraverso una Convenzione di cooperazione.Censimento dei gestori 2018. I soggetti affidatari del servizio sono 34, di cui 6 Multiutility e

28 mono servizio. Il gestore di maggiori dimensioni è AMA Roma, che ha un bacino d’utenza di 2.874.000 abitanti

nella capitale. Tutti gli altri gestori sono di piccole o piccolissime dimensioni in quanto nessuno

supera i 100.000 abitanti serviti. Molti Comuni, soprattutto nella fascia appenninica, gestiscono il

servizio in economia.

Nella maggior parte della Regione il ciclo dei rifiuti è frazionato: a Roma AMA si occupa solo di

raccolta, i tre termovalorizzatori sono gestiti da ACEA AMBIENTE e da LAZIO AMBIENTE, a

Latina e Frosinone LATINA AMBIENTE (oggi ABC), DE VIZIA ed altri gestori operano nella

raccolta mentre ECOAMBIENTE e SAF gestiscono lo smaltimento.

ATO PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

1 FR ACEA AMBIENTE DE VIZIA – SAF

2 LT TRASCO PONTINIA ABC LATINA – PROGETTO AMBIENTE L’IGIENE URBANA – SANGALLI – ECOAMBIENTE

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URBASER – FORMIA RIFIUTI ZERO – CISTERNA AMB.

3 RI ASM RI

4 ROMA CIVITAVECCHIA SERVIZI MULTISERVIZI MARINOAPM MONTEROTONDO

AMA – LAZIO AMBIENTE – VOLSCA AMBIENTE

BRACCIANO AMB. FORMULA AMBIENTE – TEKNEKO

FIUMICINO DIFF. ASA TIVOLI – CAMASSA AMBIENTE

L’IG. URB. MASSIMI – AET – COOPLAT – PAOLETTI

5 VT VITERBO AMBIENTE – AIMERI AMB. – ELCE COOP.

In Lazio vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 16 impianti di compostaggio, 43

piattaforme per il riciclaggio, 3 inceneritori, 5 discariche.Assetto societario. Sedici gestori sono interamente pubblici (AMA, LAZIO AMBIENTE,

SAF, ABC, TRASCO PONTINIA, PROGETTO AMBIENTE, ASM Rieti, VOLSCA AMBIENTE,

BRACCIANO AMBIENTE, FORMIA RIFIUTI ZERO, CISTERNA AMBIENTE, ASA TIVOLI,

AET, MULTISERVIZI MARINO, APM MONTEROTONDO, CIVITAVECCHIA SERVIZI in

liquidazione). LATINA AMBIENTE, da anni in liquidazione, poi fallita nel 2017, era un’azienda

mista a prevalente capitale pubblico. Dopo il fallimento di LATINA AMBIENTE il Comune ha

avviato le procedure per il subentro della nuova società (ABC) che dovrà assicurare il servizio.

L’operatività della nuova società è iniziata il 1° gennaio 2018. ACEA AMBIENTE fa parte del

Gruppo ACEA e gestisce impianti di smaltimento (Termovalorizzatore e discarica).Sedici gestori sono privati. Tra essi VITERBO AMBIENTE è un ATI tra GESENU di Perugia e

COSP TECNOSERVICE di Terni; DE VIZIA serve oltre 200 mila abitanti in Provincia di

Frosinone; AIMERI AMBIENTE fa parte del Gruppo lombardo BIANCAMANO; FORMULA

AMBIENTE è una grande Cooperativa di Cesena.

Dinamiche del settore. La problematica principale, ben lungi dall’essere avviata a soluzione,

è l’emergenza rifiuti a Roma. Fino al 2013 Roma poteva contare sulla più grande discarica

d’Europa (Malagrotta), che ha operato per quasi 40 anni. Per porre fine a una situazione

insostenibile (che aveva portato alla Regione pesanti sanzioni da parte della Unione Europea), il

precedente sindaco decise la chiusura della discarica, peraltro senza individuare un sito idoneo allo

smaltimento dei rifiuti. Oggi i rifiuti indifferenziati vengono trattati in un impianto di TMB

(Trattamento Meccanico Biologico), e poi si dirigono verso una moltitudine di destinazioni:

discariche, inceneritori e impianti di altre Regioni, ovvero di altre nazioni. Un contratto stipulato

con l’Austria ha allentato le pressioni negli ultimi anni: 70 mila tonnellate di rifiuti ogni anno hanno

raggiunto la capitale austriaca, per essere smaltite nei suoi inceneritori. Tuttavia il contratto si è

concluso a fine 2017, e attualmente non si sono ancora trovate alternative. Manca una soluzione per

la gestione immediata e un piano per la costruzione di idonei impianti di smaltimento. I nuovi

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indirizzi strategici per ACEA, che gestisce il maggior termovalorizzatore del Lazio, escludono che

possa avviare sinergie con AMA.

La Regione Abruzzo, con la Legge Regionale 21 ottobre 2013 n. 36, ha riformato la Legge

Regionale 45/2007 prevedendo la costituzione dell’Ambito Unico Regionale denominato ATO

Abruzzo. Il precedente assetto, stabilito dalla L. R. 45/2007 prevedeva quattro ATO, due dei quali

provinciali (Teramo e L’Aquila), uno sovra provinciale (Pescara e parte della Provincia di Chieti) e

uno sub provinciale (la restante parte della Provincia di Chieti). La stessa L. R. 36/2013 dispone la

possibilità di delimitare sub Ambiti territoriali almeno su base provinciale.Quale ente di governo dell’Ambito unico regionale è stata istituito l’AGIR (Autorità per la gestione

integrata dei rifiuti urbani), rappresentativo di tutti i Comuni dell’ATO Abruzzo, a cui i Comuni

partecipano obbligatoriamente, sottoscrivendo apposita convenzione. L’AGIR ha personalità

giuridica di diritto pubblico ed è dotata di autonomia organizzativa, amministrativa e contabile.L’AGIR risulta in fase di costituzione, l’Assemblea istitutiva è stata rinviata a data da destinarsi.

Censimento dei gestori 2018. Nel settore Igiene Urbana in Abruzzo vi sono venti gestori, di

cui una Multiutility e diciannove aziende mono servizio.

L’assetto del settore, in Abruzzo, è piuttosto frammentato. Di seguito si elencano le aziende con

dimensione, relativamente, più rilevante. AMBIENTE opera a Pescara e Provincia con circa

200.000 abitanti, ECOLAN opera in 63 Comuni con 160.000 abitanti, ECOLOGICA SANGRO in

53 Comuni con 150.000 abitanti, ACIAM in 48 Comuni con 130.000 abitanti, COGESA opera in 63

Comuni, RIECO in 38 Comuni abruzzesi e in 19 delle Marche per circa 160.000 abitanti.

AMBITI PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

1 AQUILA ASM AQUILA ACIAM – TEKNEKO – SEGEN – COGESA

PESCARA AMBIENTE – ATTIVA – COSVEGA – ECOLAN

TERAMO MOTE AMBIENTE – TEAM – DIODORO – LINDA – RIECO – AM CONS. SOC.

CHIETI DECO – CONSAC – CONS. COMPR. CHIETINO – ECOLOGICA SANGRO

FORMULA AMBIENTE

In Abruzzo vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 7 impianti di compostaggio, 14

piattaforme per il riciclaggio, 6 discariche.Assetto societario. Otto società sono a totale partecipazione pubblica (ASM, COGESA,

SEGEN, AMBIENTE, ATTIVA, ECOLAN, MOTE AMBIENTE, CONS. COMPR. CHIETINO).

Cinque sono miste a maggioranza pubblica (ACIAM, COSVEGA, TEAM, LINDA, CONSAC).Le altre sette società sono private (TEKNEKO, DIODORO, RIECO, AM CONS. SOCIALE,

DECO, ECOLOGICA SANGRO, FORMULA AMBIENTE).66

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Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Molise, con la Legge Regionale 7 agosto 2003 n. 25, ha previsto tre Ambiti

Territoriali Ottimali, uno per la Provincia di Isernia e due in Provincia di Campobasso.La L. R. 25/2003 prevede che negli ATO le Province assicurino la gestione unitaria dei rifiuti urbani

e predispongano, sentiti i Comuni, i Piani di Gestione.

Censimento dei gestori 2018. Nel settore Igiene Urbana in Molise vi sono cinque gestori,

tutti mono servizio. L’assetto del settore, in Molise, è molto frammentato. Nessun gestore locale ha

dimensioni da segnalare in quanto i bacini d’utenza sono tutti inferiori ai 100.000 abitanti.

AMBITI PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

1 CAMPOBASSO SEA – TEAM – TEKNEKO – SOGESI

2

3 ISERNIA SMALTIMENTI SUD

In Molise vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 2 impianti di compostaggio, 5

piattaforme per il riciclaggio, 1 inceneritore, 3 discariche.Assetto societario. Tre aziende che operano in Molise sono private (TEKNEKO, SOGESI,

SMALTIMENTI SUD).Una azienda (SEA) è interamente pubblica; una è mista a maggioranza pubblica (TE.AM.).

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Campania, con la Legge Regionale 25 maggio 2016 n. 14, ha confermato

l’assetto della Legge Regionale 24 gennaio 2014 n. 5 che individuava sette Ambiti Territoriali

Ottimali: tre nella Provincia di Napoli e gli altri quattro corrispondenti alle Province di Avellino,

Benevento, Caserta e Salerno. Ogni ATO può essere articolato in aree omogenee, denominate

Sistemi Territoriali Operativi (STO), sulla base della popolazione, densità abitativa, caratteristiche

morfologiche e urbanistiche, dislocazione degli impianti. I Comuni di ciascun ATO esercitano in forma aggregata le funzioni di organizzazione del servizio

sottoscrivendo una convenzione attraverso cui viene costituita la Conferenza d’Ambito, che

rappresenta l’ente di governo dell’ATO e definisce il perimetro dei Sistemi Territoriali Operativi.Censimento dei gestori 2018. Il servizio di Igiene Urbana nella Regione Campania è

estremamente frammentato; sono infatti stati censiti almeno 63 gestori. Inoltre spesso il ciclo dei

rifiuti è frazionato tra operatori diversi che gestiscono le fasi di raccolta e quella di smaltimento.Nella tabella seguente sono riportati tutti i gestori censiti per ciascuna Provincia.

PROVINCIA GESTORI

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NAPOLI ASIA NAPOLI – SAPNA - CASORIA AMBINTE - LEUCOPETRA – TERRA DELLE SIRENE – ENAM QUARTO MULTISERVIZI – CAMPANIA FELIX – AZ. SPEC. AMBIENTE REALE – QUALIANO MULTIS.FLEGREA LAVORO – PARTENOPE AMBIENTE (A2A) – MELITO MULTIS. – TEKNOSERVICE

ENERAMBIENTE – F.LLI BALSAMO – IMPRESUD – CONSORZIO GEMA – ECOLOGICAL SERVICEECOPLASTICA ABATESE – MULTIECOPLAST – SABA ECOLOGIA – DI GENNARO – L&A ACUTEIGIENE URBANA – SAGI SERVICE – ECOLOGICA FALZARANO – PENISOLA VERDESELE AMBIENTE – SARIM - EURO SERV. – GENER. GROUP – GRUPPO CAPASSO – PACIELLO ALBA

GISA – GEOSERVICE – ECO ALI – DE VIZIA – TORTORA VITTORIO

AVELLINO IRPINIAMBIENTE – TORTORA VITTORIO

BENEVENTO ASIA BENEVENTO – SANNIO AMBIENTE E TERRITORIO – SOGESI – LAVORGNA - DE VIZIA – CCSIRPINIA GLOBAL SERVICE – MEGLIO MARIA LUCIA – CUSANESE SERVIZI – RICICLA – FESA ECOLOGICA FALZARANO

CASERTA IMPRESUD – GISEC – ECOLOGICAL SERVICE – PACIELLO ALBA – SIDUS – PIGNATARO PATRIM.BIOGAS – SENESI

SALERNO SALERNO PULITA – ACSE – CONSORZIO BACINO SA 1 – CONSORZIO BACINO SA 2 – YELE – GESEMA

– ECOAMBIENTE SALERNO – PELEZZANO SERVIZI – SELE AMBIENTE – ALBA – SEA TORTORA

VITTORIO – ECO ALI

In Campania vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 4 impianti di compostaggio, 43

piattaforme per il riciclaggio, 1 termovalorizzatore, 2 discariche. Assetto societario. Le aziende totalmente pubbliche sono 22, due aziende sono miste a

maggioranza pubblica, una appartiene al gruppo A2A (società quotata a maggioranza pubblica). Le società o cooperative private sono 38.

PROVINCIA GESTORI PUBBLICI GESTORI MISTIE QUOTATE

GESTORI PRIVATI

NAPOLI ASIA NAPOLI – SAPNACASORIA AMB.LEUCOPETRA TERRA DELLE SIRENE ENAM QUARTO MULTISERVIZICAMPANIA FELIX AZ. SPEC. AMBIENTE REALEQUALIANO MULTISERVIZIFLEGREA LAVORO

PARTENOPE AMBIENTE (A2A)

MELITO MULTIS.

TEKNOSERVICE – ENERAMBIENTE F.LLI BALSAMO – IMPRESUD COSORZIO GEMA – ECOLOGICAL

SERVICE – ECOPLASTICA ABATESEMULTIECOPLAST – SABA ECOLOGIADI GENNARO – L&A IGIENE URBANA

SAGI SERVICE – ECOL. FALZARANOPENISOLA VERDE – SARIM SELE AMBIENTE – GISAEURO SERV. – GENER. GROUPGRUPPO CAPASSO – ECO ALIPACIELLO ALBA – GEOSERVICE DE VIZIA – TORTORA VITT.

AVELLINO IRPINIAMBIENTE TORTORA VITTORIO

BENEVENTO ASIA BENEVENTOSANNIO AMBIENTE E

TERRIT.

SOGESI – LAVORGNA – DE VIZIA – CCS

IRPINIA GLOBAL SERVICEMEGLIO MARIA LUCIA – FESA CUSANESE SERVIZI – RICICLA ECOLOGICA FALZARANO

CASERTA IMPRESUD – GISEC – SIDUS ECOLOGICAL SERVICEPACIELLO ALBA – BIOGAS

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PIGNATARO PATRIMONIO – SENESI

SALERNO SALERNO PULITA – ACSE CONSORZIO BACINO SA 1CONSORZIO BACINO SA 2YELE – GESEMA ECOAMBIENTE SALERNO

PELEZZANO SERV. SELE AMBIENTE – ALBASEA – TORTORA VITTORIOECO ALI

La più grande impresa pubblica, ASIA NAPOLI, opera nel solo servizio di raccolta con oltre 1

milione di abitanti serviti. SAPNA gestisce gli impianti di smaltimento nei 92 Comuni della

Provincia di Napoli. Le altre maggiori aziende pubbliche sono: CASORIA AMBIENTE, che opera

in 5 Comuni della Provincia di Napoli, per oltre 250.000 abitanti; IRPINIAMBIENTE, che opera

la raccolta in 101 Comuni, per 365.000 abitanti, e lo smaltimento in 118 Comuni, per 429.000

abitanti; i CONSORZI BACINO SALERNO 1 e SALERNO 2 che servono, rispettivamente,

404.000 e 420.000 abitanti; YELE, che opera in 49 Comuni del Cilento, di dimensione medio

piccola; SALERNO PULITA, che gestisce la raccolta in un bacino d’utenza di 135.000 abitanti;

ECOAMBIENTE SALERNO, con l’obiettivo di smaltire i rifiuti dei 158 Comuni della Provincia.

Tre aziende del Nord Italia operano in Campania: A2A, tramite la controllata PARTENOPE

AMBIENTE, gestisce l’inceneritore di Acerra, TEKNOSERVICE di Piossasco (TO) gestisce il

servizio a Giugliano, la veneta ENERAMBIENTE opera in alcuni Comuni del napoletano.Tra le imprese private il CONSORZIO GEMA serve 250.000 abitanti nella provincia di

Napoli, FRATELLI BALSAMO di Torre del Greco opera in 8 Comuni della provincia di Napoli

per 100.000 abitanti serviti. IMPRESUD di Caserta opera in 26 Comuni delle province di Napoli e

Caserta; LAVORGNA di Telese (BN) opera in 12 Comuni della provincia. SELE AMBIENTE di

Battipaglia (SA) opera in numerosi Comuni della provincia.Dinamiche del settore. Non risultano in corso operazioni di razionalizzazione.

La fusione dei due principali soggetti pubblici nella provincia di Napoli (ASIA e SAPNA), in

progetto da anni, non ha avuto alcun esito, anche per le complesse problematiche giudiziarie che

hanno coinvolto il TAR del Lazio, il Tribunale di Napoli e la Corte Costituzionale.Il problema dell’emergenza rifiuti in Campania, molto lentamente, si avvia a soluzione. Il

termovalorizzatore di Acerra (l’unico della Regione), la cui gestione è stata affidata a

PARTENOPE AMBIENTE (Gruppo A2A), ha iniziato ad operare. Tuttavia per chiudere la

problematica è necessario smaltire tutte le ecoballe accumulate. La Regione Campania ha avviato

l’operazione che prevede, in parte, l’utilizzo dello stesso impianto di Acerra e di altri impianti

nazionali e, in parte, l’invio dei rifiuti all’estero (Bulgaria, Portogallo, Romania e Spagna).

Secondo il governatore della Regione lo smaltimento, iniziato a maggio 2016, dovrebbe

concludersi entro due o tre anni. Probabilmente ce ne vorranno di più. Il presidente dell’ANAC, nel

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corso di un’audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, ha

affermato che “in Campania lo smaltimento delle ecoballe sta andando gradualmente a regime”.

La Regione Puglia, con la Legge Regionale 6 luglio 2011 n. 14 ha disposto la riduzione del

numero degli Ambiti Territoriali Ottimali: dal 1° gennaio 2012, si è passati da 15 a 6 Ambiti, che

corrispondono ai territori delle Province. Con la Legge Regionale 20 agosto 2012 n. 24 le fasi di

spazzamento, raccolta e trasporto sono state organizzate in 38 bacini di affidamento sub-provinciali,

gli Ambiti di Raccolta Ottimali (ARO), la cui delimitazione è stata approvata con Delibera della

Giunta Regionale n. 2147 del 23 ottobre 2012. L’organizzazione del servizio in ciascun ATO è

affidata ad un Organo di Governo d’Ambito (OGA), composto dai Sindaci dei comuni dell’ATO e

costituito attraverso la sottoscrizione di apposita convenzione. I Comuni possono organizzarsi in

aggregazioni di ARO, attraverso la sottoscrizione di un’apposita convenzione per l’affidamento

unitario del servizio. La Legge Regionale 24/2012 ha anche istituito l’Autorità Regionale per la

regolamentazione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, con competenze in materia di

gestione rifiuti e trasporto pubblico locale. Peraltro l’Autorità non è stata ancora costituita. A causa

delle perduranti criticità connesse alla gestione del ciclo dei rifiuti, e in attesa di adottare il nuovo

assetto organizzativo, il Presidente della Giunta regionale, con i DPGR 29 febbraio 2016 n. 114 e 2

marzo 2016 n. 119, ha disposto il commissariamento degli organi di governo d’Ambito e la nomina

di sei sub Commissari.

Censimento dei gestori 2018. La gestione del servizio di Igiene Urbana nella Regione Puglia

è molto frammentata: i 63 gestori censiti sono riportati in tabella suddivisi per ciascuna Provincia.

PROVINCIA GESTORI

BARI AMIU PUGLIA – ASM MOLFETTA – SPES GIOIA – ASV BITONTO – ASIPU CORATO – TRADECO LOMBARDI

ECOLOGIA – MURGIA SERV. EC. – SIECO – AVVENIRE – CATUCCI – ANTINIA ECOLOGIA PUGLIESE –

INNOVAMBIENTE – MSA – STELLA MARIS – AIMERI AMBIENTE – TEKNOSERVICE

BAT AMIU TRANI – BARSA BARLETTA – SIA CERIGNOLA – AIMERI AMBIENTE – SANGALLILOMBARDI ECOLOGIA – ECOLIFE

BRINDISI TRADECO – ECOLOGIA PUGLIESE – VETRUGNO AMBIENTE - MONTECO GIAL PLAST – SERVECO

ECOTECNICA – RETE SERVIZI

FOGGIA AMIU PUGLIA – SIA CERIGNOLA – ASE MANFREDONIA – FORMULA AMBIENTE – SMAT SAN MICHELE – ECOALBA – CICLAT – LA CONCORDIA – AGECOS – TECNECO – MEA LOMBARDI ECOLOGIA – SIECO – AVVENIRE – EDILVERDE – COOP. CULTURA – ENERAMBIENTERETE SERVIZI – SUD SERVIZI – TEKNOSERVICE

LECCE COPERTINO MULTISERVIZI – MTA MAGLIE – CENTRO SALENTO AMBIENTE – GEOTEC – PETRA IGECO

ARM. MUCCIO – LE TRE – ECOTECNICA – AXA – BIANCO IGIENE AMB. – SETA EU – GIAL PLAST

MONTECO – CAVE MARRA – LOMBARDI ECOLOGIA

TARANTO AMIU TARANTO – MANDURIAMBIENTE – CISA – TRADECO – SERVECO – AVVENIRE

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CRISPIANO SERVIZI – LOMBARDI ECOLOGIA – TEKNOSERVICE

In Puglia vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 9 impianti di compostaggio, 19

piattaforme per il riciclaggio, 1 inceneritore e 3 co inceneritori, 12 discariche.

Assetto societario. Le aziende totalmente pubbliche sono 11; quelle miste con quote

pubbliche di maggioranza sono 2. Le società o cooperative private sono 50.

PROVINCIA GESTORI PUBBLICI GESTORI MISTI GESTORI PRIVATI

BARI AMIU PUGLIA – ASM MOLFETTASPES GIOIA – ASV BITONTOASIPU CORATO

TRADECO – LOMBARDI ECOL.MURGIA SERV. EC. – SIECOAVVENIRE – CATUCCI ANTINIA – ECOLOGIA PUGL.INNOVAMBIENTE – MSASTELLA MARIS – AIMERI AMB.TEKNOSERVICE

BAT AMIU TRANI – BARSA BARLETTASIA CERIGNOLA

AIMERI AMB. – SANGALLILOMBARDI ECOL. – ECOLIFE

BRINDISI TRADECO – ECOLOGIA PUGL.VETRUGNO AMB. - MONTECO

GIAL PLAST – SERVECO

ECOTECNICA – RETE SERVIZI

FOGGIA AMIU PUGLIA – SIA CERIGNOLAASE MANFREDONIA

FORMULA AMBIENTE – SMAT SAN MICHELE – ECOALBA CICLAT – LA CONCORDIAAGECOS – TECNECO – MEA LOMBARDI ECOL. – SIECOAVVENIRE – EDILVERDE COOP. CULTURA – ENERAMB.RETE SERVIZI – SUD SERVIZI TEKNOSERVICE

LECCE COPERTINO MULTISERVIZI MTA MAGLIECENTRO SAL. AM.

GEOTEC – PETRA – IGECO ARM. MUCCIO – LE TRE ECOTECNICA – AXABIANCO IG. AMB. – SETA EUGIAL PLAST – MONTECO CAVE MARRA – LOMBARDI

TARANTO AMIU TARANTO MANDURIAMB. – CISA TRADECO – SERVECO AVVENIRE – CRISPIANO SERV.LOMBARDI ECOLOGIATEKNOSERVICE

La più grande impresa pubblica è AMIU PUGLIA che, dal 2014, opera in un bacino di 550.000

abitanti (330.000 Bari, 150.000 Foggia, 70.000 ex ATO Bari4). L’ampliamento dell’area di

intervento a Foggia è seguito al fallimento della locale società AMICA. AMIU Taranto ha un

bacino d’utenza di poco superiore ai 200.000 abitanti, BARSA Barletta di circa 110.000 abitanti.

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Le più grandi imprese private sono TRADECO di Altamura (BA), con un bacino d’utenza di

450.000 abitanti; ECOTECNICA di Lecce, che serve 350.000 abitanti in 16 diversi Comuni;

LOMBARDI ECOLOGIA di Bari, che opera in 35 Comuni (dopo che, nel 2016, il Tribunale di Bari

ha dichiarato il fallimento della società con circa 100 milioni di debiti, gli appalti per la raccolta dei

rifiuta sono stati trasferiti a ERCAV, posseduta al 100% dalla stessa LOMBARDI); MONTECO di

Lecce, che opera in 25 Comuni; GIAL PLAST di Lecce in 17; BIANCO IGIENE AMBIENTALE

di Nardò (LE) in 14; CISA di Martina Franca (TA) in 12; AVVENIRE di Gioia del Colle (BA) in 11

(AVVENIRE è stata commissariata nel 2015 per infiltrazioni mafiose).Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso. In alcuni ATO e ARO, ovvero in singoli Comuni, sono in corso gare per l’assegnazione del

servizio di igiene urbana, con l’inevitabile corollario di ricorsi al TAR o esposti all’ANAC.

L’Autorità Anticorruzione, nella Delibera del 2 marzo 2016 n. 215, ha effettuato una accurata,

quanto impietosa, analisi della intricata situazione del settore in Puglia. Presso l’Autorità sono

aperti ben 11 fascicoli, in pratica per tutte le gare indette e in corso. Nelle valutazioni e conclusioni

della Delibera si legge, tra l’altro, che “il nuovo modello gestionale dei servizi è ancora lontano

dalla compiuta attuazione. Tutti gli interventi normativi che dovevano garantire economie di scala

e migliore efficienza gestionale hanno cristallizzato lo stato degli affidamenti in essere al 2012. Le

scadenze degli adempimenti sono state superate da tutti i soggetti tenuti a rispettarle.”

La Regione Basilicata, con la Legge Regionale 8 gennaio 2016 n. 1, ha istituito un unico

Ambito Territoriale Ottimale coincidente con l’intero territorio regionale, modificando l’assetto già

previsto dalla precedente L. R. 2 febbraio 2001 n. 6 che prevedeva due ATO, corrispondenti ai

territori delle Province di Potenza e Matera. L’ente di governo per la gestione dei rifiuti e del

servizio idrico è l’EGRIB (Ente di Governo per i Rifiuti e le risorse Idriche della Basilicata).Il nuovo ente è dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia organizzativa,

amministrativa, patrimoniale e contabile.Nelle more dell’operatività degli organi del nuovo ente è nominato un Commissario straordinario.

Censimento dei gestori 2018. Nel settore Igiene Urbana in Basilicata vi sono 15 gestori, tra

cui una piccola Multiutility e 14 aziende o cooperative mono servizio. Il settore risulta frammentato

in numerosi soggetti di piccola dimensione locale che non raggiungono una scala industriale.

AMBITI PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

1 POTENZA ASTEA MULTIS. ACTA – PROGETTAMBIENTE – SOSEV AMBIENTE – AGECO – LA. ECOALPHA VALLE MERCURE – PELLICANO VERDE – COOP. PICERNO 2000

CHIARA SERVIZI ECOL. – CONSORZIO SEARI – SERVECO

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MATERA AIMERI AMBIENTE – TRADECO – AVVENIRE

Tra le poche realtà relativamente significative per dimensioni vi sono ACTA, che opera nella

città di Potenza, AIMERI AMBIENTE (Gruppo BIANCAMANO), che opera nella città di Matera,

TRADECO di Altamura (BA), che opera soprattutto in Puglia, PROGETTAMBIENTE che opera in

8 Comuni. Si possono aggiungere SERVECO e AVVENIRE, due medie società pugliesi che

operano anche in Basilicata.In Basilicata vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 2 piattaforme per il riciclaggio, 1

inceneritore, 3 discariche.Assetto societario. Due gestori sono a totale proprietà pubblica (ASTEA e ACTA).

Le restanti tredici aziende sono private.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Calabria, con la Legge Regionale 11 agosto 2014 n. 14, ha confermato l’assetto

organizzativo a base provinciale già previsto dal Piano Regionale di Gestione Rifiuti: Ambiti

Territoriali Ottimali corrispondenti ai territori delle cinque Province. All’interno di ogni ATO è

possibile individuare ripartizioni territoriali denominate ARO (Aree di Raccolta Ottimali). Il loro

numero attuale è pari a quattordici. Le funzioni di organizzazione in materia di rifiuti sono attribuite

ai Comuni che le devono svolgere in forma associata nel contesto delle Comunità d’Ambito.

Censimento dei gestori 2018. Il settore dell’Igiene Urbana in Calabria è molto frammentato:

vi sono almeno 37 gestori, di cui due Multiutility e 35 aziende o cooperative mono servizio.

AMBITI PROVINCE MULTIUTILITY MONO SETTORE

1 REGGIO CAL. AVR – LOCRIDE AMBIENTE – RA.DI. – ECOPIANA – ASED COOP. SOC. MULTISERVICES – PIANAMBIENTE

2 CATANZARO LAMEZIA MULTIS. AIMERI AMBIENTE – SCHILLACIUM – SEAR – BIANCO NICOLA

ECOLOGIA & SERVIZI – TECNO ECO MULTIS. – MURACA

3 COSENZA CONSORZIO VALLE

CRATI

ECOLOGIA OGGI – RENDE SERVIZI – COOP. CITTA’ PULITA – E. LOGCOOP. CITTA’ & ACUTE – ECOLOGICA SUD – PRESILA COSENTINASERV. ECOLOG. DI MARCHESE GIOSE & ACUTE – TIRRENO SERV.ECOROSS – FEMOTET – ECONATURA – ALTO TIRRENO COSENTINO–

ASP SARACENA

4 CROTONE AKREA – DE.RI.CO. NEW GEO – AKROS – SEA

5 VIBO VALENTIA ECOSHARK – ECOSERVICES – CRICELLI NATALINA

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Molti Comuni operano con gestioni in economia. Molto spesso i gestori si occupano solo di singole

fasi in cui si articola il servizio (raccolta, spazzamento, smaltimento). Nessun operatore locale

raggiunge una dimensione a scala industriale. Poche le realtà significative per dimensioni: in Provincia di Reggio Calabria AVR opera nel

capoluogo, LOCRIDE AMBIENTE in 33 Comuni, RADI in 31 Comuni, ASED in 27 Comuni; in

Provincia di Catanzaro AIMERI AMBIENTE (Gruppo BIANCAMANO) opera nel capoluogo; in

Provincia di Cosenza ECOLOGIA OGGI opera nel capoluogo, CONSORZIO VALLE CRATI in 34

Comuni con 240.000 abitanti; in Provincia di Crotone AKREA opera nel capoluogo.Molte aziende (LEONIA, PIANAMBIENTE, SCHILLACIUM, ALTO TIRRENO COSENTINO,

AKROS) hanno in corso procedure fallimentari o di liquidazione.In Calabria vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 7 impianti di compostaggio, 20

piattaforme per il riciclaggio, 1 inceneritore e 1 co inceneritore, 6 discariche.Assetto societario. La maggioranza dei gestori sono società o cooperative private (26).

Sette le società interamente pubbliche: LAMEZIA MULTISERVIZI, CONS. VALLE CRATI,

RENDE SERVIZI, ALTO TIRRENO COSENTINO, ASP SARACENA, AKREA, AKROS. Quattro

le società miste a maggioranza pubblica: LOCRIDE AMBIENTE, PIANAMBIENTE,

SCHILLACIUM, PRE SILA COSENTINA.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Sicilia, con la Legge Regionale 8 aprile 2010 n. 9, ha individuato dieci Ambiti

Territoriali Ottimali, corrispondenti ai territori delle nove Province più un ATO sub provinciale,

“Isole Minori”. Successivamente, con il Decreto Presidenziale 4 luglio 2012 n. 531, si sono aggiunti

altri 8 ATO: Agrigento Provincia Ovest, Caltanissetta Provincia Sud, Catania Area Metropolitana,

Catania Provincia Sud, Messina Area Metropolitana, Palermo Area Metropolitana, Palermo

Provincia Est, Trapani Provincia Nord.Le funzioni di governo e di assegnazione del servizio sono affidate alle Società per l’individuazione

del gestore del servizio integrato rifiuti (SRR).

Censimento dei gestori 2018. In Sicilia sono stati censiti 46 gestori, tutti mono settore.

PROVINCE GESTORI

PA RAP – ALTE MADONIE AMBIENTE – ECOBURGUS – TRADE ECO SERVIZI – NOVEMA

TEMPORARY – ECOGESTIONI

AG ISEDA – ISEA – SEAP – REALMARIA – ICOS – ECOIN – BONO – SEA SERVIZI ECOLOGICI – APEA

CL CALTAMBIENTE (IGM – ISEDA) – ECOBURGUS – SENESI – TEKRA

CT SENESI – ECOCAR – OIKOS – SICULA TRASPORTI – IGM – DUSTY – ISEDA – AIMERI AMBIENTE

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KALAT AMBIENTE – TEKRA – ROMA COSTRUZIONI – MOSEMA

EN ECOENNA SERVIZI -

ME MESSINA AMBIENTE – MULTIECOPLAST – TIRRENO AMBIENTE – LOVERAL – DUSTY

TP TRAPANI SERVIZI – AGESP – AIMERI AMBIENTE – ENERGETIKA AMBIENTE – TECH - DUSTY

RG BUSSO – IGM – ACIF SERVIZI – ECO SEIB – EF SERVIZI ECOLOGICI

SR IGM – TECH – ECOBUSINESS – MEGARA AMBIENTE

Tra i maggiori per dimensioni, RAP opera a Palermo con un bacino d’utenza di 650.000 abitanti,

MESSINA AMBIENTE serve 250.000 abitanti, AGESP ha 200.000 abitanti serviti nel trapanese.

Due operatori di media dimensione sono: DUSTY, che opera in Sicilia, Calabria e in altre Regioni,

e IGM. Gli altri gestori sono di piccole dimensioni e servono meno di 200.000 abitanti ciascuno.In Sicilia vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 18 impianti di compostaggio, 47

piattaforme per il riciclaggio, nessun inceneritore, 9 discariche.Assetto societario. Cinque gestori hanno capitale pubblico: RAP, MESSINA AMBIENTE in

liquidazione, ALTE MADONIE AMBIENTE in liquidazione, ECOENNA SERVIZI, MOSEMA;

uno (TIRRENO AMBIENTE in liquidazione) è misto con 51% di capitale pubblico e 49% privato. Le restanti quaranta aziende sono interamente private.

Dinamiche del settore. La gestione dei rifiuti in Sicilia sta entrando in una situazione di vera

emergenza. Il Presidente della Regione, a inizio 2018, ha dichiarato che l’epicentro del problema è a

Palermo. La discarica di Bellolampo, gestita da RAP, è prossima alla saturazione: “fra un mese, se

nulla cambia, buona parte della Sicilia occidentale non avrà più dove conferire i rifiuti”. Il

Governatore della Sicilia si accinge a chiedere al Presidente del Consiglio lo stato di emergenza

ambientale per la discarica palermitana e per i Comuni che conferiscono nel sito. Le difficoltà di

smaltimento dei rifiuti sono comunque estese al resto della Sicilia in quanto tutte le discariche

esistenti, tutte gestite da soggetti privati, sono prossime al collasso.

La raccolta dei rifiuti nel Comune di Catania è stata prorogata a marzo 2018, per qualche

mese ancora, al raggruppamento temporaneo d'imprese composto dalla marchigiana SENESI e dalla

laziale ECOCAR, colpite da commissariamento e provvedimento di interdittiva antimafia. Dal 2011

il servizio era stato affidato al raggruppamento tra le aziende OIKOS e IPI, anch’esse coinvolte in

complesse e analoghe vicende giudiziarie. Si resta ora in attesa che venga pubblicato il bando per la

gara settennale relativa all’affidamento del servizio.

La Regione Sardegna, con il Piano regionale di Gestione dei Rifiuti del 2008 approvato con

Decreto Giunta Regionale 20 dicembre 2008 n. 73, ha individuato un unico Ambito Territoriale

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Ottimale a livello regionale, con la possibilità di prevedere sub Ambiti che, in sede di prima

applicazione, corrispondono ai territori delle Province. Le funzioni di governo del servizio sono affidate all’Autorità d’Ambito.

Censimento dei gestori 2018. In Sardegna si possono contare 48 soggetti diversi che si

occupano del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.344 Comuni appaltano il servizio, mentre 21 lo gestiscono in economia. 207 Comuni, con una popolazione complessiva di 429 mila abitanti (26% del totale) appaltano il

servizio a 33 apposite Associazioni, Consorzi o Unioni.Gli altri 137 Comuni appaltano il servizio a gestori che molto spesso provengono da fuori Regione.

Ad esempio, tra i Comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti (550.000 abitanti totali, pari

al 34%), Cagliari appalta alla campana – piemontese DE VIZIA, alla toscana COOPLAT, alla

lombarda ECONORD; Sassari ad AMBIENTE ITALIA, società del Gruppo GESENU di Perugia e

della lombarda ECONORD, che gestisce il servizio in diversi Comuni sardi per complessivi

500.000 abitanti; Alghero alla lombarda AIMERI AMBIENTE e alla emiliana CICLAT; Oristano

alla emiliana FORMULA AMBIENTE; Olbia, Carbonia e Quartu S. Elena a DE VIZIA. Fa

eccezione il solo Comune di Nuoro che appalta a NUORO AMBIENTE, peraltro in liquidazione.

La rimanente popolazione è servita da piccole imprese locali.

GESTORI EXTRA REGIONE GESTORI LOCALI

DE VIZIA –AMBIENTE ITALIA – FORMULA AMBIENTE

COOPLAT – ECONORD – CICLAT

NUORO AMBIENTE – ECOSERDIANA – AR PLAST

ASA – SCEAS – I & G GALLURA – ECOLOGICA

TOSSILO – CAMPIDANO AMBIENTE

In Sardegna vi sono i seguenti impianti di smaltimento: 16 impianti di compostaggio, 7

piattaforme per il riciclaggio, 2 inceneritori, 7 discariche.Assetto societario. Due aziende sono pubbliche (I & G GALLURA, TOSSILO), una

(NUORO AMBIENTE) è mista col socio pubblico al 51% ed è attualmente in liquidazione. Vi sono

poi i 33 Consorzi o Unioni tra Comuni. Gli altri 12 gestori sono privati.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

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Trasporto Pubblico Locale

La Regione Piemonte, con la Legge Regionale 4 gennaio 2000 n. 1, ha previsto una netta

divisione tra funzioni di programmazione e di gestione del servizio. Con D.G.R. 17-4134 del 2012

sono stati individuati quattro Bacini di traffico: Provincia di Torino, Provincia di Cuneo, Bacino

Nord Est (Province di Biella, Vercelli, Novara, Verbania Cusio Ossola), Bacino Sud Est (Province

di Asti e Alessandria).Con la L.R. 1/2000 le competenze in materia di trasporto sono state delegate a Province e Comuni.

L’ente di governo di ciascun Bacino è stato assegnato al Consorzio tra gli enti soggetti alla delega.Con la Legge Regionale 27 gennaio 2015 n. 1 è stata prevista la costituzione dell’Agenzia della

Mobilità Piemontese, per l’esercizio di tutte le funzioni trasferite o delegate agli enti aderenti.Censimento dei gestori 2018. In Piemonte vi sono trentuno gestori del trasporto locale. Nel

Bacino di Torino, fanno parte del Consorzio assegnatario (EXTRA.TO) dodici vettori. Nel Bacino

di Cuneo, fanno parte del Consorzio assegnatario del servizio (GRANDA BUS) tredici vettori. Il gestore di maggiori dimensioni è GTT (Gruppo Torinese Trasporti), tra le più importanti società

italiane nel settore della mobilità.

BACINO PROVINCIA ASSEGNATARIO GESTORI

1 TORINO GTT – EXTRA.TO GTT – SADEM – CAVOURESE – SEAG – AUTOSTRADALE

ATAP – MARTOGLIO – VIGO – BELLANDO – CA.NOVA

CHIESA – STAAV

2 CUNEO CONS. GRANDA BUS STP – BUS COMPANY – GUNETTO – GELOSO BUSALLASIA – GTT – NUOVA BENESE – SAV – SAC – GIORSVALLE PESIO – CA.NOVA – TPL LINEA – BUS COMPANY

3 BIELLA ATAP

NOVARA SUN

VERCELLI ATAP

VERBANIA VCO BUS

4 ALESSANDRIA (ATM) AMAG MOBILITA’ – AMC – ARFEA – CIT AUTOLINEE VAL BORBERA – BUS COMPANY

ASTI ASP

L’azienda di trasporto di Alessandria (ATM), da tempo in grave crisi, nel 2016 è stata liquidata a

seguito delle rilevanti perdite d’esercizio. A seguito di gara, ad ATM è subentrata AMAG

MOBILITA’ il cui capitale è detenuto per l’85% da LINE (a sua volta controllata dal Gruppo

privato STAR) e per il 15% dal GRUPPO AMAG. Gli altri gestori hanno dimensioni molto più

contenute. I principali hanno Valori della Produzione tra i 10 e i 20 milioni. Come volumi, la più

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grande è BUS COMPANY, che gestisce gran parte del servizio extraurbano nella Provincia di

Torino, Alessandria, Cuneo, e che trasporta 10 milioni di passeggeri annui.Assetto societario. Otto dei trentuno vettori del Piemonte sono interamente pubblici (GTT,

ATAP, SUN, VCO BUS, AMC, STP, TPL LINEA, CIT), due sono misti a maggioranza pubblica

(ASP e CA.NOVA); venti sono privati, uno è misto a maggioranza privata (AMAG MOBILITA’).

Tra le aziende private da segnalare la SADEM (Gruppo ARRIVA). Dinamiche del settore. La Regione ha iniziato le procedure concorsuali per il trasporto

regionale. La prima gara formalmente indetta è quella per la gestione del Servizio Ferroviario

Metropolitano di Torino. I due principali contendenti saranno, probabilmente, TRENITALIA e il

Consorzio RAIL.TO, formato da GTT e ARRIVA Italia. GTT e ARRIVA Italia (attraverso SADEM)

sono già impegnate da oltre sei anni in una esperienza di collaborazione e gestione delle reti nel

Consorzio EXTRA.TO, che opera per garantire il trasporto pubblico extraurbano della Città

Metropolitana di Torino e di cui le due società detengono la maggioranza (68% complessivo, di cui

38% GTT e 30% SADEM). La situazione si annuncia complessa: GTT è alle prese con gravi

difficoltà di bilancio (non è ancora stato approvato il consuntivo 2016) e con una indagine della

Procura di Torino proprio per falso in bilancio; i soci minori del Consorzio EXTRA.TO hanno

annunciato ricorsi al TAR e all’ANAC.

La gara indetta per il trasporto della Provincia di Novara è stata annullata dal TAR

Piemonte, su istanza di uno dei concorrenti, per conflitto di interessi.

La Regione Valle d’Aosta, con la Legge Regionale 1 settembre 1997 n. 29, ha stabilito che

l’intero territorio regionale costituisce un unico bacino entro il quale si attua un sistema integrato di

trasporto pubblico. Il 23 giugno 2010 il Consiglio regionale ha approvato il Piano di bacino che

prevede la suddivisione del territorio in tre sub bacini: Alta Valle, Centro Valle, Bassa Valle.Censimento dei gestori 2018. In Valle d’Aosta vi sono due gestori: SVAP opera nelle

autolinee urbane del capoluogo e in quelle extraurbane, SAVDA in quelle extraurbane.Assetto societario. SVAP è una cooperativa privata, SAVDA fa parte del Gruppo ARRIVA.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Lombardia, con la Legge Regionale 4 aprile 2012 n. 6, ha organizzato il

Trasporto Pubblico Locale individuando 6 Bacini Territoriali: 1 – Bergamo; 2 – Brescia; 3 – Como,

Lecco, Varese; 4 – Cremona, Mantova; 5 – Milano, Monza Brianza, Lodi, Pavia; 6 – Sondrio.In ciascun Bacino Territoriale è stata istituita un’Agenzia di Trasporto Pubblico Locale, dotata di

personalità giuridica e di autonomia organizzativa e contabile, costituita in forma obbligatoriamente

associata dagli enti locali del relativo territorio.

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Censimento dei gestori 2018. In Lombardia vi sono 36 gestori del trasporto pubblico locale.

Il gestore di maggiori dimensioni è il Gruppo ATM. ATM è l’unica azienda italiana che è riuscita ad

operare anche fuori dai confini nazionali: dal 2008, tramite la controllata METRO SERVICE,

gestisce la metropolitana di Copenahagen, 21 chilometri di linea completamente automatizzata, tra

le più avanzate al mondo, premiata con il “World best Metro 2008” e con il “World best driverless

Metro” nel 2009 e nel 2010.Il Gruppo AUTOGUIDOVIE che, nel 2012, ha siglato un patto di joint venture con BUSITALIA,

opera in quattro Province lombarde, in Veneto, Liguria, Toscana, è il maggior operatore privato del

settore con 74 milioni di Ricavi e 30 milioni di passeggeri trasportati. Il Gruppo STAR opera tramite le società AUTOSTRADALE e STIE nel trasporto regionale e in

quello urbano a Legnano, Busto Arsizio, Rho, Seregno Saronno (278.000 abitanti serviti).Di dimensioni intermedie sono ATB Bergamo, BRESCIA MOBILITA’, ASF Como, APAM

Mantova. Gli altri gestori sono tutti di piccole dimensioni.

GEST. REGIONALI BACINO PROVINCE GESTORI

AUTOGUIDOVIEFNM AUTOSERVIZIAUTOSTRADALE STIE

1 BG ATB – BERGAMO TRASPORTI (SAI TREVIGLIO SAB

– TBSO – SAV – LOCATELLI – ZANI)

2 BS BRESCIA MOBILITA’ – SIAGELMI – SABBA – LA VALLE

3 CO – LC – VA ASF – LINEE LECCO – CTPI – SAC – SAB

4 CR – MN KM – LINE – APAM

5 MI – MB – LO – PV ATM – NET – AIR PULLMAN – STAR – LINE – SAPO

LOMELLINA TRASPORTI – STAV

6 SO STPS – GIANOLINI – PEREGO – RAINOLDI

SILVESTRI

Assetto societario. Sei gestori (ATM, ATB, BRESCIA MOBILITA’, LINEE LECCO,

APAM, STPS) sono interamente pubblici, uno (ASF) è misto a maggioranza pubblica. FNM

AUTOSERVIZI fa parte del Gruppo FNM, società quotata con capitale al 58% della Regione

Lombardia, 15% Ferrovie dello Stato, 27% flottante. Gli altri ventotto gestori sono privati o misti a

maggioranza privata; tre di essi (SAB, SIA, KM) sono controllati dal Gruppo ARRIVA D.BAHN.

Dinamiche del settore. Il contesto attuale vede la maggior parte degli affidamenti in proroga,

anche di breve durata. Le gare sono partite con tempistiche differenti e non tutte le Provincie e/o

Comuni le hanno espletate. I vari provvedimenti normativi che si sono succeduti hanno dato

possibilità agli Enti Locali di esercitare gare di appalto, gare a doppio oggetto, affidamenti in house.

Dove non sono bastati le lungaggini degli Enti Locali e della burocrazia a rinviarne la partenza ci79

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hanno pensato i vari ricorsi legali. Da questa situazione ne risulta un mix di situazioni diverse.

L’unico affidamento passato per un bando dell’Agenzia per il trasporto pubblico locale è quello di

Pavia, ma la situazione attuale è ancora molto confusa. L’Agenzia ha assegnato il servizio per i

trasporti provinciali ad AUTOGUIDOVIE. La gara era stata vinta dal consorzio TPLO, formato da

STAV, SAPO, LINE, PT e STAC. Al secondo posto era arrivata AUTOGUIDOVIE, in joint venture

con BUSITALIA. Dopo una diffida arrivata alla Provincia da parte di AUTOGUIDOVIE, TPLO era

stato escluso dalla gara perché considerato un consorzio ordinario e non stabile. È cominciata una

controversia giudiziaria arrivata fino al Consiglio di Stato e che potrebbe continuare con un nuovo

intervento del giudice amministrativo. Il Consiglio di Stato ha confermato la vittoria di

AUTOGUIDOVIE. Tuttavia sono in corso anche una inchiesta penale, con l’accusa di turbativa

d’asta, e un ricorso all’ANAC. Al momento, il nuovo servizio dovrebbe prendere il via ad aprile

2018, fatta eccezione per Voghera dove dovrebbe essere attivato a dicembre 2019.

La Regione Veneto, con la Legge Regionale 30 ottobre 1998 n. 25 “Disciplina del trasporto

pubblico locale”, confermata dal Piano regionale Trasporti del 2005 e dalla Delibera di Giunta del

19 novembre 2013 n 2048, ha definito sette Bacini coincidenti con i territori provinciali e ha

individuato la convenzione per costituire l’ente di governo per ciascuno dei Bacini. Gli enti di

governo dovranno procedere, alla scadenza degli affidamenti, alla gestione delle procedure di gara.Censimento dei gestori 2018. In Veneto il Trasporto Pubblico Locale si basa su sette gestori

di riferimento, uno per Provincia, tranne a Venezia dove ce ne sono due.

PROVINCIA GESTORI PUBBLICI GESTORI PRIVATI

BELLUNO DOLOMITI BUS SAD – SBIZZERA – SAF – PERERA – SEAM

PADOVA BUSITALIA VENETO + APS HOLDING BONAVENTURA

ROVIGO BUSITALIA VENETO BRENZAN – GARBELLINI – PILOTTO – TIENGO

TREVISO MOBILITA’ DI MARCA BARZI – CAVERZAN – COMIN – GOBBO – DE ZEN

VENEZIA ACTV – ATVO BRUSUTTI

VERONA ATV ANSELMI – DALL’AIO

VICENZA SVT ALBIERO – BETTINI – BRISTOL - CANIL – CAPOZZOCONAMS – GIRARDI – LORENZI – ZAMBON – ZANCONATO

Vi sono poi 28 gestori privati, con un ruolo marginale, in parte sovvenzionati dalla Regione.Il maggiore gestore è ACTV, con un Valore della Produzione di 230 milioni di euro, che trasporta

circa 150 milioni di passeggeri all’anno, sia su gomma che sulle linee di navigazione lagunari.

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BUSITALIA VENETO e APS HOLDING hanno un Valore della Produzione di circa 100 milioni.

Gli altri gestori veneti hanno Valori della Produzione che oscillano tra 25 e 70 milioni.Assetto societario. Dei sette gestori di riferimento, cinque sono a totale proprietà pubblica,

mentre due (ATV e DOLOMITI BUS) sono società miste con quota maggioritaria pubblica. Il 3 marzo 2017 è stato ceduto il 50% delle quote azionarie di ATV, l’azienda di trasporti della

Provincia di Verona, a FERROVIE NORD MILANO, secondo operatore ferroviario italiano,

controllato dalla Regione Lombardia e quotato in Borsa. DOLOMITI BUS ha un socio privato di minoranza col 39,5%. Inizialmente era la multinazionale

francese RAPT DEV. Nel 2013 la quota è stata venduta a CORTINA EXPRESS che, nel 2015, l’ha

ceduta a AUTOGUIDOVIE. Alle sette società pubbliche di riferimento si aggiungono 28 soggetti privati minori.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.Malgrado vari annunci della Regione nessuna gara per l’affidamento del servizio di trasporto è stata

ancora bandita. Ad aprile 2015 il Consiglio regionale ha deliberato di scorporare il trasporto

pubblico nella Provincia di Belluno dal resto del Veneto.

La Regione Friuli Venezia Giulia, con la Legge Regionale 20 agosto 2007 n. 23

“Attuazione del Decreto Legislativo 111/2004 in materia di trasporto pubblico regionale e locale”,

ha attuato la riforma del settore. il Piano regionale del trasporto pubblico locale, approvato il 15

aprile 2013, ha superato l’assetto organizzativo basato su quattro Unità di Gestione, corrispondenti

ai territori delle Province, ed ha previsto un unico Ambito Territoriale Ottimale regionale.Il Piano ha individuato la Regione quale ente competente per l’organizzazione dei servizi. La Regione esercita le funzioni di pianificazione, programmazione, indirizzo, coordinamento,

monitoraggio e vigilanza.

Censimento dei gestori 2018. In Friuli Venezia Giulia vi sono quattro gestori di riferimento,

uno per ciascuna Provincia. TRIESTE TRASPORTI è il gestore più grande, ha una Valore della

Produzione di 80 milioni e trasporta 67 milioni di passeggeri all’anno. Gli altri gestori hanno Valori

della Produzione che oscillano da 68 a 23 milioni.

PROVINCIA GESTORI ATTUALI

TRIESTE TRIESTE TRASPORTI

GORIZIA APT

PORDENONE ATAP

UDINE SAF

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Assetto societario. Tre società sono pubbliche e una è privata. ATAP è integralmente

pubblica. APT e TRIESTE TRASPORTI sono società miste a maggioranza pubblica (il socio di

minoranza, al 40%, di TRIESTE TRASPORTI è ARRIVA del Gruppo DEUTSCHE BAHN). SAF è una società mista controllata dalla stessa ARRIVA, che detiene il 60% delle azioni.

Dinamiche del settore. La Regione Friuli Venezia Giulia ha bandito nel 2014 una gara per il

servizio di trasporto pubblico per l’intero bacino regionale. A inizio 2017 la gara è stata aggiudicata

alla cordata di aziende regionali TPL FVG. La società aggiudicataria raggruppa i gestori TRIESTE

TRASPORTI, SAF Udine, ATAP Pordenone e APT Gorizia. L’affidamento ha una durata di 10 anni

con possibilità di proroga per ulteriori cinque. Al secondo posto si era classificata l’ATI costituita da

BUSITALIA e AUTOGUIDOVIE, che ha fatto ricorso al TAR. A luglio 2017 il TAR del Friuli

Venezia Giulia ha bloccato l’aggiudicazione della gara del trasporto pubblico regionale, definendo

“inadeguate e sibilline” le motivazioni fornite dalla commissione giudicatrice.

La Regione Trentino Alto Adige, ha regolato l’assetto di settore con due Leggi Provinciali.

La Provincia di Trento, con la L.P. 16 giugno 2006 n. 3, ha previsto che per il trasporto pubblico

extraurbano l’Ambito Territoriale Ottimale coincide con l’intero territorio provinciale, mentre per il

trasporto pubblico urbano ha individuato sette Ambiti. Le funzioni di governo del sistema sono attribuite alla Provincia, mentre l’organizzazione dei

servizi urbani compete alle Comunità o agli Enti Locali.La Provincia di Bolzano non ha deliberato in merito alla delimitazione dell’Ambito Territoriale

Ottimale per il trasporto pubblico locale. Con la L.P. 2 dicembre 1985 n. 16 ha previsto, per governare il settore, la costituzione di

un’Agenzia Provinciale per la mobilità.Censimento dei gestori 2018. In Trentino Alto Adige vi sono tre gestori di riferimento, uno

nella Provincia di Trento e due in quella di Bolzano.

PROVINCIA MULTIUTILITY MONO SETTORE

TRENTO TTE

BOLZANO SASA – SAD

Assetto societario. Le tre società sono interamente pubbliche.Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Emilia Romagna, con la Delibera di Giunta n. 908 del 2012, ha individuato

cinque Bacini di trasporto pubblico locale: Ambito Trebbia (Provincia di Piacenza), Ambito Taro

(Provincia di Parma), Ambito Secchia Panaro (Province di Reggio Emilia e Modena), Ambito Reno

(Province di Bologna e Ferrara), Ambito Romagna (Province di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini).

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Successivamente, con Legge Regionale 25 luglio 2013 n. 28, ha disposto che la Regione procede

alla delimitazione degli Ambiti Territoriali Ottimali, assumendo i territori provinciali quali ambiti

minimi per la programmazione dei servizi. Nei cinque bacini sopra citati le funzioni di governo del

servizio sono svolte dai rispettivi Enti locali attraverso le Agenzie locali per la mobilità. L’Agenzia della Romagna è stata costituita. A breve dovrebbero essere costituite quelle degli Ambiti

Trebbia, Taro, Secchia Panaro. Più incerta la vicenda relativa all’Agenzia d’Ambito Reno. Gli

affidamenti attuali, già prorogati, hanno termini tutti scaduti: Piacenza (31/12/2014), Parma

(31/12/2013), Reggio Emilia (31/12/2014), Modena (31/12/2014), Ferrara (31/12/2013), Ravenna

(14/04/2013), Forlì Cesena (30/06/2013), Rimini (30/06/2013), Bologna (31/12/2016). Tuttavia,

anche in Emilia Romagna si dovrà tener conto del Regolamento Europeo 1.370/2007, che limita al

2019 il termine del “periodo transitorio”, decorso il quale dovranno comunque essere esperite gare

per gli affidamenti. L’ipotesi della Regione mira a costituire un soggetto unico e a minimizzare il

rischio contenzioso: prevede per gennaio 2019 la costituzione di una Holding a maggioranza

pubblica a cui trasferire le quote azionarie dei quattro attuali gestori e la successiva pubblicazione di

un bando di gara per l’individuazione di un socio privato di minoranza.Censimento dei gestori 2018. Nel 2012 si è concluso il processo di aggregazione societaria

che ha ridotto a quattro il numero dei gestori. I due maggiori gestori della Regione sono: TPER, che

fattura 259 milioni e trasporta 145 milioni di passeggeri all’anno; SETA, che fattura 108 milioni e

trasporta 58 milioni di passeggeri anno. Gli altri due gestori fatturano 85 e 50 milioni.TPER ha incorporato ATC e il ramo gomma di FER; START ha incorporato AVM di Forlì Cesena,

ATM di Ravenna, TRAM di Rimini; SETA ha incorporato ATCM di Modena, ACT di Reggio

Emilia, TEMPI di Piacenza. L’unica realtà che ha confermato il livello provinciale è TEP di Parma.

In tutte le Province operano società strumentali con funzioni di Agenzia per la mobilità, col compito

di pianificare e controllare il servizio di TPL: a Bologna SRM, a Ferrara AMI, a Forlì e Cesena

ATR, a Modena AMO, a Parma SMTP, a Piacenza TEMPI Agenzia, a Ravenna AMBRA, a Reggio

Emilia AMTP, a Rimini AM.

PROVINCIA GESTORI ATTUALI GESTORI INCORPORATI

BOLOGNA TPER ATCFER

FERRARA

FORLI’ CESENASTART

AVM

RAVENNA ATM

RIMINI TRAM

MODENA ATCM

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SETA

REGGIO EMILIA ACT

PIACENZA TEMPI

PARMA TEP

Assetto societario. Tre aziende operanti in Emilia Romagna sono interamente pubbliche. La

quarta, SETA, è una società mista a maggioranza pubblica (i soci privati detengono il 42,4% delle

quote sociali e sono riuniti nel Consorzio HERM, tra cui sono presenti TPER con due partner

privati: AUTOGUIDOVIE e NUOVA MOBILITA’).

Dinamiche del settore. Nel 2016 si è conclusa la gara per il servizio di TPL a Parma. Tra i

due concorrenti (ATI tra BUSITALIA/AUTOGUIDOVIE e TPER/SETA) è risultata più

vantaggiosa l’offerta della prima, con conseguente assegnazione provvisoria. Ad aprile 2017 è stata

formalizzata l’assegnazione definitiva contro la quale TPER ha ricorso al TAR. A ottobre 2017 la

sentenza, che ha accolto il ricorso, ritiene che, relativamente ai punteggi, nella procedura di gara

non sono riscontrabili i criteri di “chiarezza, analiticità e articolazione dei criteri di valutazione”.

Pertanto, al momento, il servizio resta a TEP. Molto probabile il ricorso al Consiglio di Stato di

BUSITALIA. I tempi, comunque, si allungano.

La Regione Liguria, con la Legge Regionale 7 novembre 2013 n. 33, ha individuato un

unico Ambito Territoriale Ottimale denominato Bacino Unico Regionale dei Trasporti.Le funzioni di governo del Bacino Unico Regionale sono attribuite alla Regione. Le procedure per

l’affidamento dei servizi erano state affidate all’Agenzia regionale per il trasporto pubblico locale.

La Giunta Regionale del 27 maggio 2016 ha deliberato di sopprimere l’Agenzia e di affidare le

competenze per l’effettuazione delle future gare alla Città Metropolitana di Genova e alle Province.Censimento dei gestori 2018. In Liguria vi sono sei gestori di riferimento, due nella

Provincia di Genova e Imperia, uno ciascuno nelle altre due.AMT è il gestore più grande, ha una Valore della Produzione di 177 milioni di euro e trasporta 133

milioni di passeggeri all’anno. Gli altri gestori, tutti di piccole dimensioni, hanno Valori della

Produzione che oscillano intorno ai 30 milioni di euro.

PROVINCIA GESTORI ATTUALI

GENOVA AMT – ATP

IMPERIA RIVIERA TRASPORTI – RTL

SAVONA TPL LINEA

LA SPEZIA ATC

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Assetto societario. Quattro gestori liguri sono a totale proprietà pubblica. Uno, ATP, è a

proprietà mista con maggioranza pubblica (48% del socio privato AUTOGUIDOVIE). RTL, che

opera nel trasporto extraurbano della Provincia di Imperia, appartiene al Gruppo ARRIVA.Dinamiche del settore. Il Piano Strategico della Città Metropolitana di Genova prevedeva

che il servizio venisse affidato tramite gara, da svolgersi nel corso del 2018. Tuttavia, a settembre

2017, è stata approvata una Delibera che prevede di stipulare un contratto di servizio del trasporto

pubblico locale sul bacino unico metropolitano genovese con affidamento “in house” ad AMT che,

a marzo 2018, ha incorporato ATP per la gestione del servizio di trasporto nell’intera Provincia.

La Regione Toscana, con la Legge Regionale 29 dicembre 2010 n. 65, ha riformato il

trasporto pubblico locale passando da quattordici Bacini ad uno unico a livello regionale.

All’Ambito Territoriale Ottimale unico, istituito dal 1° gennaio 2012, corrisponde un unico lotto di

gara. La Regione Toscana esercita le funzioni di governo del Bacino unico regionale d’intesa con le

Province e i Comuni. La collaborazione tra la Regione e gli altri Enti locali è assicurata dalla

Conferenza permanente che opera in collaborazione con l’Ufficio Unico, istituito dalla Regione per

il corretto svolgimento delle attività. La Conferenza permanente è composta dal Presidente della

Giunta regionale o da un suo delegato, dai Presidenti delle Province, dai Sindaci dei Comuni

capoluogo, nonché da un Sindaco in rappresentanza degli altri Comuni di ciascuna Provincia,

individuato dal Consiglio delle Autonomie Locali.

Censimento dei gestori 2018. Fino a quando non inizierà ad operare il nuovo gestore unico

regionale del trasporto su gomma permane la situazione previgente con la suddivisione del territorio

in quattordici Bacini, per ciascuno dei quali vi è un soggetto affidatario che, a sua volta, o gestisce

direttamente il servizio, oppure lo affida ad altri vettori. I gestori talvolta operano in un solo Bacino

oppure sono presenti in diversi Bacini. Ne risulta un intreccio complesso e non semplice da

descrivere. Gli affidatari sono 10, mentre i gestori sono 22, quattro dei quali coincidono con gli

affidatari. L’insieme di affidatari e gestori assomma a 28 società.

BACINO AFFIDATARI GESTORI

MASSA CTT CTT

LUCCA VAI BUS (Gruppo CTT) CTT – TRASPORTI TOSCANI – CLUB

PISA CPT (Gruppo CTT) CTT – SEQUI – 3MT

LIVORNO Nord – Elba CTT CTT

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LIVORNO Piombino – Val Cornia TIEMME TIEMME

GROSSETO TIEMME TIEMME

PISTOIA BLUBUS COPIT – TRASPORTI TOSCANI – CTT NORD

PRATO CAP CAP – TRASPORTI TOSCANI

FIRENZE Capoluogo ATAF ATAF – GEST – LI-NEA

FIRENZE Empolese – Val d’Elsa PIU’ BUS BUSIT. – TR. TOSC. – COPIT – PUCCIONI BUS – RENIERI BUS

FIRENZE Chianti – Val d’Arno ACV BUSIT. – CAP – ALTERINI – AUTOLINEE TOSC. – ALA GR.

FIRENZE Mugello – Val di Sieve AMV BUSIT. – CAP – SAM – AUTOLINEE TOSCANE – MAGHERINI

SIENA SIENA MOBILITA’ TIEMME – BUSITALIA – BYBUS

AREZZO ETRURIA MOBILITA’ TIEMME – BUSITALIA – TRASPORTI TOSCANI – BASCHETTIAUTOLINEE TOSCANE – ALA BUS – FABBRI

Le modifiche organizzative già avvenute sono l’aggregazione tra cinque aziende del Nord Ovest

(ATN di Massa Carrara, VAIBUS e CLAP di Lucca, CPT di Pisa, ATL di Livorno) in CTT NORD; e

la nascita nel Sud Ovest di TIEMME (che ha incorporato LFI di Arezzo, RAMA di Grosseto,

TRAIN di Siena, ATM di Piombino). A Firenze la storica azienda comunale ATAF è stata liquidata

e, al suo posto, è subentrata ATAF GESTIONI, al 100% di BUSITALIA. La tramvia di Firenze è

gestita da GEST, al 100% di RATP DEV.I due maggiori gestori della Regione sono CTT NORD (Valore della Produzione 113 milioni) e

TIEMME (Valore della Produzione 94 milioni), che trasportano annualmente tra 50 e 60 milioni di

passeggeri. BUSITALIA SITA NORD, con un Valore della Produzione di 154 milioni, opera in

diverse Regioni. Gli altri gestori maggiori hanno Valori della Produzione tra 80 e 30 milioni.Assetto societario. Tra i dieci soggetti affidatari nove sono società pubbliche o miste a

maggioranza pubblica mentre una società è privata (CAP). Tra i 18 soggetti gestori che non sono anche affidatari, uno (BUSITALIA) è interamente pubblico e

uno (COPIT) è una società mista a maggioranza pubblica, mentre le 16 restanti sono società private.

Le società private hanno tutte base regionale. Due tra le società private (AUTOLINEE TOSCANE e

GEST) sono interamente possedute dai francesi di RATP DEV.Dinamiche del settore. La vicenda certamente più rilevante, che però, dopo diversi anni, non

è ancora conclusa, è la gara del servizio TPL nel Bacino Unico Regionale.Il 24 novembre 2015 la procedura sembrava definita con la concessione provvisoria del servizio ad

AUTOLINEE TOSCANE, società controllata dalla multinazionale francese RATP DEV. Il 3 marzo 2016 si è proceduto all’aggiudicazione definitiva, contro la quale il secondo classificato

(il consorzio MOBIT, a cui partecipano, oltre alle principali aziende toscane, BUSITALIA, azienda

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delle Ferrovie dello Stato) ha presentato ricorso al TAR. La sentenza del TAR Toscana del 28

ottobre 2016, pur giudicando formalmente valido il bando di gara, ne ha annullato gli esiti perché i

Piani Economico Finanziari presentati dai concorrenti sono stati ritenuti non sostenibili. Il 30

ottobre 2016 l’assessore regionale alla mobilità ha chiesto ai due concorrenti di ripresentare i Piani

Economico Finanziari, adeguandoli alla sentenza del TAR.

Ciò malgrado, il Consorzio MOBIT, il 20 dicembre 2016, ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. Il

30 giugno 2017 il Consiglio di Stato ha sospeso il giudizio sull’appello presentato da MOBIT e ha

rimesso, in via pregiudiziale, la questione alla Corte Europea. Il motivo è che RATP, essendo

titolare di una concessione diretta “in house” da parte di Parigi non avrebbe la legittimità per

partecipare a una gara europea aperta alla concorrenza in quanto manca il requisito della reciprocità.

Tuttavia, il 29 dicembre 2017 i due contendenti hanno trovato un accordo firmando con la Regione

un contratto ponte di durata biennale che prevede la gestione congiunta del servizio dal 1° gennaio

2018 al 31 dicembre 2019. Nel periodo transitorio il servizio sarà gestito congiuntamente da

AUTOLINEE TOSCANE, MOBIT e da ONE Scarl (soggetto che raggruppa i dodici affidatari).

La Regione Marche, con la Legge Regionale 22 aprile 2013 n. 6, ha previsto che i servizi di

trasporto pubblico siano organizzati in un unico Bacino regionale di programmazione, articolato in

5 Ambiti Territoriali di gestione, coincidenti con il territorio di ciascuna Provincia (ATO 1 – Pesaro

Urbino, ATO 2 – Ancona, ATO 3 – Macerata, ATO 4 – Fermo, ATO 5 – Ascoli Piceno).La Legge Regionale 6/2013, al fine di garantire la continuità del servizio, ha prorogato i contratti di

servizio, scaduti il 30 giugno 2013, al 31 dicembre 2016. La Legge Regionale 13 aprile 2015 n. 16

ha istituito l’Agenzia regionale per il trasporto pubblico locale con il compito di coadiuvare la

Regione nelle attività di programmazione del TPL, al fine di garantire il massimo grado di

integrazione modale tra i servizi di trasporto pubblico e la mobilità privata. Tra le attività previste,

l’Agenzia potrà affidare i servizi di TPL, per conto della Regione, tramite procedure a evidenza

pubblica, anche con funzione di stazione appaltante, nel rispetto delle normative europea, statale e

regionale vigenti.Censimento dei gestori 2018. Nel 2007 le cinque Province hanno affidato i servizi per una

durata di 6 anni ad altrettante Società di Bacino. I gestori affidatari, per lo svolgimento dei servizi

operativi, si affidano a trentotto vettori. La modalità di governance adottata, sul piano formale

costituita da cinque gestori, non ha tuttavia prodotto una gestione unitaria ed integrata tra i diversi

vettori costituenti le singole società di bacino. Nessun gestore della Regione supera i 50 milioni di

passeggeri annui. I gestori maggiori hanno Valore della Produzione tra 35 e 20 milioni.

BACINO GESTORI Composizione Società mista VETTORI

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PesaroUrbino

ADRIABUS

Socio Pubblico AMI Ami

Soci Privati

IL GABBIANO F.lli Bucci - Vitali

GEST.TRAAntonelli – Baldelli Boezio – Busturs Capponi – Caselli – SalvadoriBenedettini Corrado – Benedettini Giancarlo – Lunadei Manzi Lazzaro

Ancona ATMASocio Pubblico CONEROBUS Conerobus

Socio Privato TRANBramucci – F.lli Bucci – Contram – Crognaletti – Reni – Sacsa Vitali – S.A.P. – Coop. Aut. Sassoferrato

MacerataCONTRAMMOBILITA’

Socio Pubblico CONTRAM Contram – Atac CivitanovaSocio Privato MACERATA BUS Crognaletti – S.A.P. – Portesi – SASP – S.A.S.A. 2

Fermo TRASFERSocio Pubblico STEAT Steat

Socio Privato SIRIO Portesi – Sam – Piergallini – Ciucciarelli – Senesi FilippoAscoliPiceno

START PLUSSocio Pubblico START Start

Socio Privato APR Made Bus – Massi – Senesi Filippo – Santini Scaiamanna – Bonfini

Assetto societario. I cinque soggetti affidatari sono tutti società miste con socio pubblico di

maggioranza. Dei 38 vettori, 6 sono pubblici e 32 sono privati.

D inamiche del settore. Nel mese di luglio 2016 la Regione, dopo aver più volte prorogato il

contratto di servizio su gomma, scaduto a giugno del 2013, ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale

europea l’avviso di gara per l’affidamento del servizio, che dovrebbe iniziare a settembre 2017. La

gara per il Bacino regionale è suddivisa in cinque lotti che corrispondono ai territori delle cinque

Province. Si parla di un ingresso di BUSITALIA in CONEROBUS per partecipare alla gara.

La Regione Umbria, con la Legge Regionale 18 novembre 1998 n. 37, ha individuato

l’intero territorio regionale come un unico Ambito di Traffico. La Legge Regionale 2 aprile 2015 n.

9 ha confermato la titolarità delle funzioni di organizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale

in capo alla Regione, alle Province e ai Comuni, i quali possono esercitarle avvalendosi

dell’Agenzia unica per la mobilità e il trasporto pubblico locale. L’Agenzia unica è individuata nella

società UMBRIA TPL e Mobilità. L’Agenzia unica esplica le proprie funzioni in esecuzione delle

decisioni della Regione, delle Province e dei Comuni nonché delle previsioni contenute nei loro

strumenti di programmazione di settore. I rapporti tra gli Enti locali e l’Agenzia unica sono

disciplinati da apposita convenzione il cui schema tipo è elaborato dalla Regione.Censimento dei gestori 2018. Il 1° dicembre 2010 è iniziata l’operatività della società unica

regionale UMBRIA TPL e Mobilità, che ha aggregato le preesistenti società (APM e la controllata

METRO PERUGIA, APM ESERCIZI, ATC, TPL e Mobilità, FERROVIA CENTRALE UMBRA,

SSIT GESTIONE, SSIT ESERCIZIO, UMBRIA HOUSE). Il 1° marzo 2014 si è avviato il processo per la cessione della gestione del servizio regionale di TPL

su gomma e su ferro, della navigazione sul lago Trasimeno, alla società UMBRIA MOBILITA’

ESERCIZIO, partecipata al 100% da BUSITALIA, società del Gruppo Ferrovie dello Stato. Dal 31

dicembre 2015 la società è stata fusa per incorporazione in BUSITALIA SITA NORD, che ha un

Valore della Produzione di 154 milioni e opera in diverse Regioni italiane.

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Assetto societario. Il gestore unico regionale, BUSITALIA SITA NORD, è formalmente un

soggetto pubblico in quanto è interamente posseduto dal Gruppo Ferrovie dello Stato.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Lazio, con la Legge Regionale 24 dicembre 2008 n. 31, ha individuato un

Bacino Unico regionale. Le funzioni di governo del servizio sono assegnate alle Province e al

Comune di Roma. La Giunta Regionale è competente per l’affidamento dei servizi di trasporto

pubblico su strada, con esclusione dei servizi di linea comunali, di competenza dei Comuni.Censimento dei gestori 2018. In Lazio vi sono 41 gestori del servizio di trasporto pubblico.

PROVINCIA MULTIUTILITY MONO SETTORE

ROMA ATAC – ROMA TPL – COTRAL – GIOIA BUS – LAZIO MOBILITA’ – LANNA

AGO UNO – SCHIAFFINI TRAVEL – CALABRESI – ARGO – CALICIOTTI

COTRAV – CILIA ITALIA – COTRAN – TROIANI – SAP – CAT

FR GEAF – COTRAL – REALI – MAGNI – BIANCHI E. – CIALONE – TRIBUZIO

MASTRANTONI – IANNUCCI – CORSI E PAMPANELLI – RISVEGLIO

LT ATRAL (COTRAL) – ATP – CERVONE – RICCITELLI – SAT LINE – BIANCHI

EUROPA VIAGGI – BARATTA – PIAZZOLI – COTRI

RI ASM RIETI COTRAL – TROIANI

VT FRANCIGENA COTRAL – CASTRENSE BUS – EUSEPI

In ambito regionale la maggiore azienda è COTRAL, che collega tutti i Comuni della Regione e

trasporta 70 milioni di passeggeri anno. A livello urbano il più grande gestore è ATAC. Le linee

periferiche del servizio urbano di Roma sono affidate ad un secondo gestore, ROMA TPL.Solo un terzo gestore ha ricavi superiori a 20 milioni, ASM Rieti. Tutti gli altri sono di piccola o

piccolissima dimensione e, spesso, operano nelle linee urbane di un solo Comune.Assetto societario. Sei gestori del Lazio sono pubblici (ATAC, COTRAL, ATRAL, ASM

Rieti, ARGO Civitavecchia, FRANCIGENA). Trentacinque sono privati.Dinamiche del settore. Nel corso del 2017, a fronte della critica situazione del bilancio di

ATAC, a lungo si è parlato di un possibile commissariamento della società. A gennaio 2018 il

Consiglio Comunale di Roma ha approvato una mozione che impegna la Giunta affinché “rifiuti

qualsiasi proposta di commissariamento e/o cessione della società ATAC Spa e intraprenda ogni

azione possibile volta al risanamento dell'Azienda". E’ stato presentato al Tribunale di Roma un

piano di concordato preventivo, sul quale sono state sollevate delle perplessità. La decisione è

fissata per maggio 2018.La gara indetta per il servizio di trasporto pubblico a Latina non si è ancora conclusa. Ad

oggi quindi permane il servizio di ATRAL, in proroga da anni, che contro la procedura di gara ha

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fatto ricorso al TAR. Tuttavia la recente sentenza ha dichiarato inammissibile il ricorso, quindi, sia

pure con un certo ritardo, il procedimento si è riavviato.Anche a Frosinone, dopo due proroghe a GEAF, si è avviata la procedura di gara per il

servizio di trasporto pubblico. A inizio 2018 è stata pubblicata la determina dirigenziale che ha dato

il via libera al disciplinare di gara.

La Regione Abruzzo, con Delibera di Giunta 30 luglio 2012 n. 486, ha individuato quattro

Bacini territoriali per il trasporto su gomma: Bacino A (Comune L’Aquila), Bacino B (Montagna

Sangro Vastese), Bacino C (Province Pescara e Chieti), Bacino D (restanti territori della Regione).Gli enti di governi sono i seguenti: Bacino A (Comune di L’Aquila), Bacino B (Comunità montana

Sangro Vastese), Bacino C (Regione Abruzzo, ferma restando la necessità di istituire un organismo

di coordinamento dei Comuni del territorio), Bacino D (Regione Abruzzo, ferma restando la

necessità di istituire un comitato di coordinamento dei Comuni del territorio).Censimento dei gestori 2018. Nella Regione Abruzzo nel settore del trasporto pubblico

locale operano complessivamente dieci gestori. Il principale è TUA (Società Unica Abruzzese di

Trasporto) nata nel 2014 dalla fusione per incorporazione di FAS (Ferrovia Adriatico Sangritana) e

di GTM (Gestione Trasporti Metropolitani) di Pescara, che copre l’80% del servizio regionale con

un Valore della Produzione superiore a 140 milioni di euro.

Gli altri gestori hanno tutti dimensioni molto più limitate.

BACINO GESTORI

A – Aquila AMA

B – Montagna Sangro Vastese TUA – SAT

C – Province Pescara e Chieti TUA – LA PANORAMICA – NAPOLEONE – DI FONZO

D – Restanti territori regionali STAUR – MARCOZZI – SCAV – CERELLA

Assetto societario. Due gestori (TUA e AMA AQUILA) sono interamente pubblici.

CERELLA è una società mista controllata da TUA. Sette gestori, privati o misti con quota pubblica

di minoranza (SCAV Avezzano), offrono servizi complementari o in centri minori.

Dinamiche del settore. La regione Abruzzo non intende avviare le procedure di gara ma

affidare il servizio “in house” a TUA. La Giunta regionale ha deliberato, nella seduta del 29

settembre 2017, l’affidamento del servizio per dieci anni a TUA. Il progetto della Regione prevede

anche la fusione tra TUA e AMA, che dovrebbe avvenire entro il 30 giugno 2018.

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La Regione Molise, con la Legge Regionale 24 marzo 2000 n. 19, ha individuato un Bacino

Unico regionale per il trasporto pubblico locale.Il ruolo di soggetto competente alla programmazione e all’affidamento, in unico lotto, dei servizi di

trasporto locale di area extraurbana viene affidato alla stessa Regione. I Comuni organizzano i

servizi di trasporto locale relativamente al proprio territorio e sono competenti ad espletare le

relative procedure di affidamento.Censimento dei gestori 2018. Il trasporto pubblico locale in Molise è gestito da sette società:

ATM (Azienda Trasporti Molisana), SATI, LARIVERA e CERELLA per il trasporto extraurbano; per il trasporto urbano, SEAC a Campobasso, AESERNIA a Isernia, GTM a Termoli. Tutti i gestori della Regione hanno dimensioni molto contenute.

Assetto societario. Le sette società operanti in Molise risultano tutte private.

Dinamiche del settore. A gennaio 2017 è stato pubblicato dalla Regione un avviso pubblico

esplorativo per manifestazione di interesse per l’affidamento del servizio di TPL extraurbano.

La Regione Campania, con la Legge Regionale 6 maggio 2013 n. 5, ha disciplinato il

Trasporto Pubblico Locale individuando un Bacino Unico Regionale Ottimale. Il Bacino Regionale

può essere suddiviso in più lotti individuati dalla Giunta Regionale, con il supporto dell’Agenzia

regionale per la mobilità sostenibile (ACAM). La Regione aveva già legiferato in materia

stabilendo, nella Legge Regionale 27 gennaio 2012 n. 1, la divisione in 5 Bacini territoriali

corrispondenti ai territori delle Province. La Legge Regionale 5/2013 designa la Regione come Ente

di governo del Bacino Unico Ottimale. La partecipazione degli Enti locali al processo di

pianificazione, gestione e controllo dei servizi avviene tramite Comitati di indirizzo e monitoraggio.Censimento dei gestori 2018. Una presentazione dell’Assessorato ai trasporti della Regione

Campania evidenzia che gli operatori del settore sono ben 135; solo 16 hanno più di 50 addetti, 31

hanno tra 11 e 49 addetti, ben 88 hanno meno di 10 addetti. I principali gestori operanti in Regione

e censiti nel presente Rapporto sono ventidue. Il Consorzio UNICOCAMPANIA, che riunisce le

maggiori aziende del trasporto pubblico campano, si occupa della gestione delle tariffe con

l’obiettivo di offrire titoli di viaggio integrati. I due maggiori gestori sono EAV (Ente Autonomo Volturno), con Valore della Produzione di 280

milioni, ANM (Azienda Napoletana Mobilità), con Valore della Produzione di 200 milioni. Gli altri

gestori hanno Valori della Produzione tra 50 e 30 milioni.

Il 1° gennaio 2017, a seguito di gara bandita a febbraio 2016, è iniziata la gestione di BUSITALIA

CAMPANIA (Gruppo BUSITALIA SITA NORD) nel mercato del trasporto locale del Mezzogiorno.

BUSITALIA CAMPANIA è subentrata a CSTP che nel 2013, a causa della sua situazione di

insolvenza, era stata posta dal Tribunale di Salerno in Amministrazione Straordinaria.

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PROVINCE SERVIZIO URBANO SERVIZIO INTERURBANO

NAPOLI ANM – CTP – EAV – CLP ESPOSITO ABATE LUCIOBENEDUCE AGOSTINOEREDI D’APICE LEOPOLDO – DE ROSA

AIR – CTP – EAV – SITA SUDTORQUATO TASSO ROMANO BUS

AVELLINO AIR – AZ. MOB. UFITANA AIR – SITA SUD

BENEVENTO AMTS EAV – MOT.TAM. – ETAC

CASERTA CLP – ATC – AUTOSERVIZI CAETANI CTP – EAV

SALERNO BUSITALIA CAMPANIA – EAC – SCAT SITA SUD – EAC – GIULIANO BUS

Assetto societario. Le aziende pubbliche sono sette; quindici le società o cooperative private.Tra le aziende pubbliche: ANM gestisce il servizio urbano a Napoli e in numerosi Comuni della

Provincia e ha incorporato la società METRONAPOLI; EAV gestisce trasporti su ferro e su gomma

(nel 2012 ha incorporato CIRCUMVESUVIANA, METROCAMPANIA, SEPSA, EAV BUS); CTP

gestisce i servizi extraurbani nella Provincia di Napoli; AIR gestisce gran parte del trasporto urbano

e extraurbano nella Provincia di Avellino; BUSITALIA CAMPANIA gestisce il servizio urbano a

Salerno e quello extraurbano in gran parte della Provincia.

Tra le aziende private: CLP gestisce il servizio urbano a Caserta e quello extraurbano in gran parte

della Provincia; SITA SUD gestisce servizi extraurbani in Campania, Puglia e Basilicata; EAC

gestisce il servizio urbano a Battipaglia e servizi extraurbani nella Provincia di Salerno.

GESTORI PUBBLICI GESTORI PRIVATI

ANM – EAV – CTP – CTI ATI – AMTS AZ. MOB. UFITANA – AIR BUSITALIA CAMPANIA

CLP – ESPOSITO ABATE LUCIO – BENEDUCE AGOSTINOEREDI D’APICE – DE ROSA – SITA SUD – MOT.TAM.TORQUATO TASSO – ROMANO BUS – ATC – EAC AUTOSERV. CAETANI – SCAT – GIULIANO BUS – ETAC

Dinamiche del settore. La problematica più immediata è la difficile situazione economica e

finanziaria di ANM. A gennaio 2018 è stata presentata al Tribunale di Napoli istanza per avviare il

concordato preventivo; l’istanza è stata accolta e sono stati nominati tre Commissari.Nel 2014 la Giunta regionale della Campania aveva avviato una procedura per l’assegnazione

tramite gare ristrette dei servizi di trasporto su gomma, ferro e mare per l’intero territorio regionale.

In particolare, per quanto concerne il servizio su gomma la gara era articolata in cinque lotti: 1

Salerno, 2 Avellino e Benevento, 3 Caserta, 4 Provincia di Napoli, 5 Comune di Napoli. A seguito di

un ricorso il TAR aveva sospeso le procedure di gara. Successivamente la nuova Giunta ha revocato

le gare indette dalla Giunta precedente alla luce delle linee guida sui bandi approvate dall’Autorità

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Nazionale dei Trasporti e per ridefinire i lotti di gara garantendo il ruolo della nuova realtà

amministrativa della Città Metropolitana di Napoli. Al momento l’unico evento concreto è stato l’acquisto di CSTP Salerno da parte di BUSITALIA.Entro la fine del 2017 nel capoluogo avrebbe dovuto concretizzarsi la fusione di ANM e CTP.

L’obiettivo allora indicato dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, non si è ancora concretizzato.A seguito del fallimento di AMTS Benevento (che ha cessato l’attività a febbraio 2017) è stata

bandita una gara per la prosecuzione temporanea del servizio, vinta da TROTTA BUS di Roma.Recenti notizie di stampa evidenziano un attivismo da parte di BUSITALIA CAMPANIA e della

francese RATP per acquistare dalla Regione la quota di controllo di AIR Avellino.

La Regione Puglia, con la Legge Regionale 20 agosto 2012 n. 24, ha stabilito che gli ATO

per il trasporto pubblico locale siano individuati nel Piano Regionale. Fino all’approvazione del

Piano, per i servizi automobilistici i bacini ottimali corrispondono con le Province e gli enti di

governo dei bacini provinciali sono le Province stesse. I servizi automobilistici che richiedono un

esercizio unitario regionale sono organizzati sulla base di un ATO di estensione regionale che

include anche i servizi marittimi, aerei e ferroviari. Ente di governo del Bacino regionale è la

Regione. La Legge Regionale 24/2012 ha anche istituito l’Agenzia regionale per la

regolamentazione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, con competenze in materia di

rifiuti e trasporto pubblico locale. L’Agenzia, che non è stata ancora costituita, svolgerà le funzioni

di regolamentazione e controllo attualmente svolte dall’Agenzia regionale per la mobilità e

dall’Osservatorio per la Mobilità.Censimento dei gestori 2018. Il COTRAP (Consorzio Trasporti Aziende Pugliesi) riunisce le 72

imprese operanti in Puglia (alcune delle quali prestano servizio anche in Campania, Basilicata,

Molise) ed è affidatario dei servizi finanziati interurbani e dei servizi urbani in alcuni Comuni

minori fino al 30/06/2018. Nella tabella che segue sono riportati i principali gestori del Trasporto

Pubblico Locale operanti nella Regione con servizio urbano e interurbano. L’azienda maggiore è

FERROVIE SUD EST, con Valore della Produzione di circa 150 milioni. Gli altri principali gestori

hanno Valori della Produzione che non superano i 60 milioni.

PROVINCE SERVIZIO URBANO SERVIZIO INTERURBANO

BARI AMTAB – ASV – MTM MOLFETTAAUTOLINEE MARINO MICHELEMICCOLIS

STP BARI – FERROTRANVIARIAFERROVIE APPULO LUCANEMICCOLIS – SITA SUD – CAPONIO MASTROROCCO – PAOLO SCOPPIO

BAT ASA – AMET PAOLO SCOPPIO AUTOLINEE

STP BARI – AUTOSERVIZI CAPUTO

BRINDISI STP BRINDISI – SITA SUD STP BRINDISI FERROVIE DEL SUD EST

FOGGIA ATAF – ACAPT – MICCOLIS CENTRA – FINI VIAGGI – MONTANARA V.

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FERROVIE DEL GARGANO

LECCE SGM – TUNDO VINCENZO AUTOSERVIZI CHIGGI

FERROVIE DEL SUD EST

TARANTO AMAT – MICCOLIS MICCOLIS – SITA SUD

Assetto societario. Le aziende totalmente pubbliche sono 11; una è mista con quota pubblica

di maggioranza. Le società o cooperative private sono 60.

GESTORI PUBBLICI GESTORI MISTI GESTORI PRIVATI

AMTAB BARISTP BARIATAF FOGGIAAMAT TARANTOCTP TARANTOSTP BRINDISI MTM MOLFETTAASV BITONTOAMET TRANI

SGM LECCE MICCOLIS – SITA SUD – MARINO MICHELE – CAPONIO

MASTROCOCCO – PAOLO SCOPPIO – ASA – CAPUTOCENTRA – FINI VIAGGI – ACAPT – MONTANARA TUNDO –

CHIGGI – AFI – ARENA – CHFFI – BAGLIVI BLANCO – BOCCUZZI

BORMAN – BRUNO SANTE BUCCI – CALZOLARO – CEGLIE

CHIARELLI – CHIRIATTI – CICCIMARRA – COLTELLACCI –

CONCA D’ANNA – DE SANTIS – DE VITIS – DI FRANCO DI MAIO – DOVER – ELIOS – LORUSSO – TOMMASULO GOLDEN – GRAMEGNA – GRAVAME – IPALN – LEO LATORRE –

LENTINI – MAIELLARO – MARASCHIO MAROZZI – METAURO –

MORETTI – PELLEGRINI – RE MANFREDI – ROBERTO – SABATO

SAGITTARIO – SAPS – SASSI – SATI SUD – SEAT – SERGIO ZECCA – STRECAPEDEVIA – TEMPESTA – TOFFUTO

FERR. APPULO LUCANEFERROVIE SUD EST

FERROTRAMVIARIA FERROVIE DEL GARGANO

Tra le aziende pubbliche le maggiori sono AMTAB, ATAF e AMAT, che gestiscono il trasporto

urbano, rispettivamente, a Bari, Foggia e Taranto. STP BARI gestisce la maggior parte del trasporto

interurbano nelle province di Bari e Barletta/Andria/Trani. STP BRINDISI è l’azienda che gestisce

il trasporto urbano e interurbano in quasi tutta la provincia di Brindisi. Due sono le Multiutility (di

piccola dimensione della Regione): ASV Bitonto gestisce i servizi di trasporto pubblico e igiene

urbana, AMET Trani opera nel trasporto pubblico e nell’energia. SGM, l’unica azienda mista della

Regione nel settore, gestisce il trasporto a Lecce. Tra le aziende private le più grandi sono MICCOLIS che gestisce il servizio urbano in 11 Comuni

pugliesi (Province di Bari, Brindisi, Foggia, Taranto), a Matera e servizi extraurbani nelle Province

di Bari e Taranto; SITA SUD che, come già visto, opera soprattutto nei servizi extraurbani anche in

Campania e Basilicata. Una particolarità pugliese sono le quattro società che gestiscono il trasporto pubblico interurbano su

ferro e su gomma: FERROVIE APPULO LUCANE e FERROVIE DEL SUD EST, rispettivamente

nella parte ovest della provincia di Bari, Potenza e Matera, e nella parte sud della provincia di Bari e

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in quelle di Brindisi, Taranto e Lecce, sono statali, entrambe di proprietà del Ministero dei

Trasporti; FERROTRAMVIARIA e FERROVIE DEL GARGANO, rispettivamente nella parte nord

est della Provincia di Bari, BAT, e nella Provincia di Foggia, sono private.Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Giunta regionale, con la Delibera 2 agosto 2013 n. 1453, aveva disposto la proroga dei contratti

di servizio del settore automobilistico fino al 30 giugno 2018; la proroga dei contratti di servizio in

essere con le quattro società ferroviarie al 31 dicembre 2021. L’assessore competente, nella sua

relazione in Consiglio Regionale del 6 settembre 2016, ha confermato le proroghe per consentire il

completamento infrastrutturale in corso, e, per il settore automobilistico, per ricercare tramite una

procedura ad evidenza pubblica un gestore unico per l’intero servizio regionale. A gennaio 2018, undici persone, fra le quali Luigi Fiorillo, già amministratore unico di FERROVIE

SUD EST, sono state arrestate per il crac da 230 milioni di euro della società. I reati contestati sono:

bancarotta fraudolenta documentale, societaria e patrimoniale, per il periodo 2001 – 2015.

La Regione Basilicata, con la Legge Regionale 30 aprile 2014 n. 7 “Collegato alla legge di

bilancio 2014 2016”, ha riorganizzato il servizio individuando un Ambito Territoriale Ottimale

unico regionale, prevedendo per il trasporto pubblico su gomma lotti territoriali omogenei. Fino a quando verrà aggiornato il Piano regionale dei Trasporti è fatta salva l’organizzazione dei

servizi di trasporto pubblico locale negli Ambiti Territoriali previgenti, che si basano su due Bacini

di traffico corrispondenti ai territori delle Province. La Regione è l’ente di governo dell’Ambito

unico regionale e svolge le funzioni di programmazione, indirizzo, coordinamento, affidamento dei

servizi. La gestione dei contratti di servizio e il controllo dei servizi di trasporto pubblico comunali

è attribuita ai Comuni, anche in forma associata. Fino all’approvazione del nuovo Piano regionale

dei Trasporti restano attribuite alle Province e ai Comuni le funzioni di governo dei servizi.Censimento dei gestori 2018. Il COTRAB (Consorzio Trasporti Aziende Basilicata) riunisce

trentacinque imprese operanti nella Regione e fornisce il servizio di tariffazione unica agli utenti.

Tuttavia i gestori del servizio di trasporto pubblico nella Regione sono complessivamente dieci. Il

servizio urbano a Matera è gestito da MICCOLIS, a Potenza da SAVITOUR. Altri gestori sono:

TRASPORTO 2000, NOLE’, LISCIO, GRASSANI & GAROFALO, PROPATO BUS, SITA SUD,

PETRUZZI, GAMBIOLI. Nessuno dei gestori della Regione ha dimensioni rilevanti.Assetto societario. Le dieci società operanti in Basilicata risultano tutte private.

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Calabria, con la Legge Regionale 22 dicembre 2015 n. 35, ha individuato un

unico Bacino Territoriale Ottimale regionale.

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L’ente di governo del Bacino unico regionale è l’ART-CAL (Autorità regionale dei trasporti della

Calabria) alla cui assemblea partecipano Regione, Province e Comuni della Calabria. Le funzioni di

affidamento e controllo dei contratti di servizio sono delegate all’Agenzia regionale reti e mobilità.

Censimento dei gestori 2018. Il servizio di trasporto pubblico urbano ed extraurbano nella

Regione è gestito in Calabria da ventuno soggetti (sette operatori fanno parte del CONSORZIO

AUTOLINEE COSENZA).

PROVINCIA MULTIUTILITY MONO SETTORE

RC ATAM – PPM – MEDITERRANEA BUS

CS AMACO – PREITE – IAS – SAI – FERROVIE DELLA CALABRIA – FERLOC CONS. AUT. COS. (De Prezii, Turco, Nepite, De Angelis, Caputo, Costabile Bus)

CZ LAMEZIA MULTIS. AMC – ROMANO – BILLOTTA – FEDERICO – FERROVIE D. CALABRIA

KR ROMANO

VV FERROVIE DELLA CALABRIA

Il gestore più rilevante è FERROVIE DELLA CALABRIA, con un Valore della Produzione di 60

milioni. L'azienda privata calabrese di maggiori dimensioni è il Gruppo ROMANO. Tutti gli altri

hanno valori inferiori ai 20 milioni.Assetto societario. Cinque società sono interamente pubbliche (ATAM, PPM, AMACO,

AMC, LAMEZIA MULTISERVIZI). FERROVIE DELLA CALABRIA è di proprietà del Ministero

dei Trasporti. Le rimanenti quindici società sono private.Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Calabria ha pubblicato nel 2016 il preavviso di gara per l’affidamento dei servizi di

Trasporto Pubblico Locale su gomma e ferro. Ad aprile 2017 BUSITALIA ha acquisto SIMET, società cosentina specializzata nei viaggi su

gomma a lunga percorrenza, ed ha costituito una nuova società (BUSITALIA SIMET) per coprire

questo segmento di mercato su tratte nazionali ed internazionali.

La Regione Sicilia, con Delibera Giunta Regionale 30 giugno 2012 n. 220, ha ripartito il

territorio regionale in due Unità di Rete: il Bacino Orientale comprendente le Province di Catania,

Caltanissetta, Enna, Messina, Ragusa, Siracusa; il Bacino Occidentale comprendente le Province di

Palermo, Agrigento, Trapani. Le funzioni di governo del servizio sono affidate alla Regione.Censimento dei gestori 2018. In Sicilia vi sono complessivamente 75 gestori autorizzati

dalla Regione a svolgere servizi di trasporto pubblico locale.AST (Azienda Siciliana Trasporti) opera nella rete urbana di 14 Comuni (tra cui Ragusa e Siracusa)

con quasi 700.000 abitanti, e nella rete extraurbana della Regione serve 3,5 milioni di abitanti.

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Insieme ad AST, il principale gestore del trasporto extraurbano è il Gruppo INTERBUS, che

raggruppa diversi operatori: ETNA TRASPORTI, SICILBUS, SEGESTA. I gestori delle reti urbane nei Comuni capoluogo sono: AMAT a Palermo, AMT a Catania, ATM a

Messina, ATM a Trapani, SAIS ad Enna, SCAT a Caltanissetta, TUA ad Agrigento.A Marsala, Castelvetrano ed altri Comuni del trapanese il servizio urbano è gestito da SALEMI.Gli altri 62 vettori, di piccole o piccolissime dimensioni, gestiscono trasporti urbani o extraurbani.

Assetto societario. I gestori pubblici sono cinque; quelli privati settanta.

GESTORI PUBBLICI CONCESSIONARI PRIVATI

ASTAMAT PalermoAMT CataniaATM MessinaATM Trapani

ADRAMONE – ALBATROS – ANSELMO – ASTRA – ATA – ATM MAIDAATIS – AUTOLINEE REGIONALI – BEVACQUA – BUDA – CALATINA CAMARDA

CAMILLERI – CANCELLIERI – CARUSO – CAVALIERI – CITA – CRECCHIOLO

CUFFARO – D’AMICO – EMANUELE – ETNA TRASPORTI FEDERICO – GOBBO

GIAMPORCARO – GIARDINA – GIUNTABUS – GRECO IBLA T. – IMAKARA

INTERBUS – IONICA – LATTICA – LUMIA – LOIACONO LOMBARDO

MACALUSO – MAGISTRO – MATASSO – MERCORILLO MOLINARO ORTOLANO

– PATTI – PANEPINTO – PARTANNA – PENNISI PINTAUDI PRESTIA – PULEO – RANDAZZO – RUSSO – SAG – SAIS – SAL SASSADORO

SALEMI – SAVIT – SBERNA – SCADI – SCAT – SCIONTI SEGESTA – SICILBUS

SOMMATINESE – STASSI – TAI – TUA – TUMINO ZAPPALA’ – ZUCCALA’

Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

La Regione Sardegna, con la Legge Regionale 7 dicembre 2005 n. 21 e il Piano Regionale

Trasporti approvato con Delibera della Giunta Regionale 27 novembre 2008 n. 66, ha individuato

nove Bacini di traffico, uno coincidente con il territorio della Regione per i servizi di interesse

regionale e gli altri otto corrispondenti ai territori delle Province.Le funzioni di governo del servizio sono affidate alle Province.

Censimento dei gestori 2018. I gestori del di trasporto pubblico locale in Sardegna sono

complessivamente 60. ARST è la azienda di maggiori dimensioni: opera in tutta la Regione, prevalentemente nei servizi

extraurbani, nonché nei servizi urbani di Alghero, Carbonia, Iglesias, Macomer e Oristano. La principale azienda che opera nel ciclo urbano è CTM a Cagliari. Altre tre aziende di minori

dimensioni operano nel ciclo urbano: ATP a Nuoro, ATP a Sassari, ASPO a Olbia. I restanti 55 gestori operano servizi extraurbani in regime di convenzione con la Regione Sardegna.

Assetto societario. Le aziende di trasporto pubbliche sono cinque (ARST, CTM, ATP Nuoro,

ATP Sassari, ASPO). Cinquantacinque sono le aziende private.Dinamiche del settore. Consolidato, allo stato non risultano evoluzioni in corso.

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Distribuzione del Gas Naturale

La riforma derivata dal Decreto Letta del 2000 è stata attuata in gran parte, specie per quanto

concerne il riassetto del mercato. Le fasi a monte e a valle (approvvigionamento della materia prima

e vendita al cliente finale) sono state liberalizzate. Le fasi intermedie (trasporto e distribuzione)

sono monopoli naturali sottoposti a pubblica regolazione. L’unica fase che tecnicamente è un

Servizio Pubblico Locale è la distribuzione, soggetta a concessione da parte dei Comuni. La parte di

riforma quasi totalmente inattuata è proprio quella relativa agli affidamenti della distribuzione, che

prevede il metodo della gara, dopo un periodo transitorio di cinque anni, eventualmente rinnovabile

di altri cinque anni. Quindi, dal 2011 tutte le concessioni avrebbero dovuto essere riassegnate con

gara. Qualche aspetto, sia pure con ritardi e difficoltà, è stato gradualmente chiarito: il D.M. 19

gennaio 2011 (Decreto Ambiti) ha definito il numero e la composizione dei 177 Ambiti Territoriali

Minimi nazionali (ATEM); il D.M. 21 aprile 2011 (Clausola Sociale) ha emanato disposizioni per

governare gli effetti sociali connessi ai nuovi affidamenti delle concessioni di distribuzione del gas;

il D.M. 12 novembre 2011 n. 226 (Decreto Criteri) ha definito le modalità per indire i bandi di gara

e calcolare gli importi economici da rimborsare ai gestori che avessero realizzato le reti; la Legge 9

agosto 2013 n. 98 (Decreto del fare) ha stabilito termini vincolanti per l’effettuazione delle gare (in

gran parte disattesi, e prorogati con Legge 27 febbraio 2015 n. 11); il D.M. 22 maggio 2014 ha

definito criteri e modalità applicative per la valutazione del valore di rimborso degli impianti di

distribuzione del gas; infine il D.M. 20 maggio 2015 n. 106 ha modificato i criteri di gara per

adeguarli alle modifiche normative successivamente intervenute. I termini stabiliti per le gare, che

scadevano in gran parte a dicembre 2015, sono stati ulteriormente prorogati dall’art. 3 della Legge

25 febbraio 2016 n. 21, in misura variabile dai 9 ai 14 mesi a seconda degli ATEM.Nella segnalazione al Parlamento, effettuata dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas l’8 marzo

2016, si legge che, alla data, erano stati pubblicati in tutto il territorio nazionale solo 15 bandi, sulla

maggioranza dei quali aveva espresso osservazioni. Le poche gare che sono state avviate hanno avuto, al momento, il solo risultato di produrre una serie

di ricorsi ai vari TAR e controricorsi al Consiglio di Stato. Pertanto, nonostante la mole di provvedimenti attuativi volti ad attivare le gare per l'affidamento del

servizio di distribuzione del gas negli ambiti territoriali minimi (ATEM), le procedure competitive

non decollano e i termini imposti per la pubblicazione dei bandi sono ovunque disattesi. A distanza

di oltre 5 anni dall'entrata in vigore del DM 12 novembre 2011 n. 226 (cosiddetto Decreto Criteri),

sono ben pochi gli obiettivi centrati da una riforma che da un lato prevedeva di passare da oltre 7

mila concessioni a 177 ATEM stabiliti per legge, con una drastica riduzione dei soggetti gestori, e

dall'altro, di rendere omogenei i canoni concessori percepiti dai Comuni, conciliando il metodo

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tariffario con il valore commerciale degli impianti da cedere o acquisire in occasione delle gare.

Ben poco è finora avvenuto, per cui il Ministero dello Sviluppo Economico sta pensando alla

nomina di commissari ad acta per assicurare lo svolgimento delle gare, pur tenendo conto della

complessità tecnica dei bandi di gara.

La Legge n. 21/2016 ha previsto, in mancanza di attivazione delle stazioni appaltanti, poteri

sostitutivi da parte delle varie Regioni o del Ministero dello Sviluppo Economico, nominando un

commissario ad acta. In tale contesto normativo gli uffici del MISE hanno attivato una verifica

presso le Regioni in cui sono presenti ATEM per i quali sono state superate le date limite per

l'intervento sostitutivo. C'è da dubitare, a questo punto, che l'intervento ministeriale possa

dimostrarsi risolutivo, posto che nel corso degli anni la proliferazione normativa ha reso farraginosa

e pressoché inattuabile una riforma che sulla carta puntava ad aprire il mercato del gas naturale alla

concorrenza ma che nella realtà delle cose ha soltanto acceso i riflettori sull'atavica difficoltà di

superare la frammentazione delle gestioni radicate nei territori comunali.

Nella Regione Piemonte vi sono 19 ATEM. Sei sono nella Provincia di Torino, quattro in

quella di Alessandria, tre in quella di Cuneo, due in quella di Novara, uno ciascuno nelle Province

di Asti, Biella, Verbania, Vercelli.

Censimento dei gestori 2018. In Piemonte vi sono 26 gestori, di cui 14 a natura regionale

che servono il 26% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per

numero di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONESOC. METANODOTTI VAL TANARO 56 2I RETE GAS 387RETI DISTRIBUZIONE 49 ENI – ITALGAS 274RETI METANO TERRITORIO 43 METANPROGETTI 40SOGAS 40 EROGASMET 21DISTRIBUZIONE GAS NATURALE 24 GEI 21RETI 23 EDIGAS 20AZ. MULTISERV. CASALESE 15 ENERGIE DES ALPES 15ATENA 13 SOCOGAS 15ITALIMPIANTI 7 UNARETI 8VAL CHISONE RETE 7 SOC. IMPIANTI METANO 5ACQUI RETE GAS 1 LENERGIE 5AMAG RETI GAS 1 DISTRIBUZIONE GAS BADANO 1AUTOGAS NORD 1VALENZA RETE GAS 1TOTALE 14 GESTORI 281 TOTALE 12 GESTORI 812

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 14 gestori locali. Tre sono pubbliche

(DISTRIBUZIONE GAS NATURALE, AZ. MULTISERVIZI CASALESE, AMAG RETE GAS),

una è controllata da IRETI (ATENA), una (RETI) è mista a maggioranza pubblica e partecipazione

del Gruppo IRETI. Nove aziende sono private.

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Dinamiche del settore. Gli ATEM piemontesi in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Alessandria 2 Centro, 1 Nord, 3 Sud

Ovest, 4 Sud Est, Torino 1 Città e 2 Impianti, Biella, Torino 3 Sud Ovest, Torino 5 Nord Est, Asti,

Vercelli, Novara 2 Sud, Cuneo 2 Città e Sud, Cuneo 1 Nord Ovest, Cuneo 3 Nord Est, Novara 1

Nord, Torino 4 Nord Ovest, Torino 6 Po Orientale, Verbano – Cusio – Ossola.

Le gare attivate e presenti nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG sono: Torino 2 Impianti, Torino 1

Città. Nella prima l’unica offerta presentata è stata quella di ITALGAS, che è stata ammessa in

quanto corrispondente ai requisiti previsti dal bando di gara. La vittoria della società pare a questo

punto scontata. Per la seconda la documentazione è all’esame dell’Autorità per l’Energia.

Nella Regione Valle d’Aosta vi è un unico ATEM. Censimento dei gestori 2018. In Regione ITALGAS è l’unico distributore del gas naturale.Assetto societario. Il gestore del servizio è una società di natura sovraregionale.

Dinamiche del settore. Nell’unico ATEM Valle d’Aosta sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi. La gara è stata attivata a fine 2017 ed è presente

nel “cruscotto” dell’AEEG per le valutazioni di competenza.

Nella Regione Lombardia vi sono 36 ATEM. Sei sono in Provincia di Bergamo, cinque in

quella di Brescia, quattro ciascuno a Milano e Pavia, tre a Cremona e Varese, due ciascuno a Como,

Lecco, Lodi, Mantova e Monza, uno a Sondrio.

Censimento dei gestori 2018. In Lombardia vi sono 48 gestori, di cui 38 a natura regionale

che servono il 44% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per

numero di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEUNARETI (A2A) 139 2I RETE GAS 705LD RETI (LGH – A2A) 96 ITALGAS RETI 101GEI 74 AP RETI GAS 13CONDOTTE NORD 46 EDIGAS 11ACSM AGAM RETI GAS 36 INFRASTRUTTURE DISTRIB. GAS 10LARIO RETI 36 RETI METANO TERRITORIO 5RETI PIU’ 36 POMILIA GAS 4BLU RETI GAS 34 AS RETI GAS 4EROGASMET 33 ATENA 1SOC. IMPIANTI METANO 32 MEGARETI 1UNIGAS DISTRIBUZIONE 32GP INFRASTRUTTURE 26AEMME LINEA DISTRIBUZIONE 15CBL DISTRIBUZIONE 14SEI DISTRIBUZIONE 12LENERGIE 11COGESER 10METANO SANT’ANGELO 5NED RETI 5

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SGM DISTRIBUZIONE 5ASPEM (A2A) 4AGES 4AZ. SERVIZI VALTROMPIA (A2A) 4MELEGNANO ENERGIA 2PREALPI GAS 2BRESCIANA INFRASTRUTTURE 1BRONI STRADELLA 1CARONNO SERVIZI 1CASIRATE GAS 1ASM VOGHERA 1ASM VIGEVANO 1ASM CODOGNO 1ASPM SORESINA 1ASGA GAGGIANO 1AST TRAVAGLIATO 1AZ. EN. VALCHIAVENNA 1SERVER 1TRESCORE INFRASTRUTTURE 1TOTALE 38 GESTORI 726 TOTALE 10 GESTORI 855

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 38 gestori locali. La grande maggioranza, sia in termini numerici (29), sia per Comuni serviti sono società pubbliche.

Le società private sono 9 (GEI, CONDOTTE NORD, EROGASMET, SOC. IMPIANTI METANO,

GP INFRASTRUTTURE, LENERGIE, SGM DISTRIBUZIONE, AGES, BRESCIANA INFR.).Dinamiche del settore. Gli ATEM lombardi in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Lecco 1 Nord, Lodi 1 Nord, Milano 1

Città e impianto, Monza 1 Est, Brescia 1 Nord Ovest, Pavia 1 Lomellina Ovest, Pavia 4 Oltrepò

Pavese, Como 1 Triangolo Lariano e Brianza Comasca, Como 3 impianto di Cernobbio e Nord

Sondrio, Cremona 2 Centro, Lodi 2 Sud, Milano 3 Provincia Sud, Milano 4 Provincia Nord Est,

Pavia 3 Campagna Sottana e Lomellina Est, Cremona 3 Sud, Pavia 2 Città e Impianto, Varese 2

Centro, Bergamo 1 Nord Ovest, Bergamo 6 Sud Est, Brescia 4 Sud Ovest, Como 2 Città e

Olgiatese, Lecco 2 Sud, Monza 2 Ovest, Bergamo 2 Nord Est, Bergamo 5 Sud Ovest, Milano 2

Provincia Nord Ovest, Bergamo 4 Città e dintorni a Est, Brescia 3 Città e impianto, Bergamo 3

Ovest, Brescia 5 Sud Est, Varese 3 Sud, Brescia 2 Nord Est, Cremona 1 Nord, Varese 1 Nord.

L’unica gara attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG è Milano 1 Città e Impianto.

Due le offerte in campo, 2I RETE GAS (l’ex ENEL RETE GAS) e l’uscente A2A: a febbraio 2018

è stata decisa l’assegnazione della concessione per 12 anni alla Multiutility lombarda.

Nella Regione Veneto vi sono 15 ATEM. Quattro sono nella Provincia di Vicenza, tre in

quella di Padova, due ciascuno nelle Province di Treviso, Verona e Venezia, i restanti due

corrispondono alle Province di Belluno e Rovigo.

Censimento dei gestori 2018. In Veneto vi sono 26 gestori, di cui 15 a natura regionale che

servono il 55% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.101

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GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEASCOPIAVE – AP RETI GAS 185 2I RETE GAS 147BIM 35 ENI – ITALGAS 94INFRASTRUTTURE DISTRIB. GAS 37 GIGAS 23ENERCO 28 GEI 13AIM – SERVIZI A RETE 21 EROGASMET 10ACEGAS APS AMGA 21 SERENISSIMA GAS 4MEGARETI 18 LD RETI 2UNISERVIZI 7 ACSM AGAM 1RETE MORENICA 6 POMILIA 1DIM GAS 3 NOVARETI 1PEDEMENTANA DISTRIB. GAS 2 SELGAS 1COMUNE NANTO 1COMUNE SONA 1MULTISERV. SAN BONIFACIO 1S. GIOV. LUPATOTO MULTISERV. 1TOTALE 15 GESTORI 367 TOTALE 11 GESTORI 297

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 15 gestori locali. Nove aziende sono interamente pubbliche. Due sono quotate in Borsa a maggioranza pubblica

(ACEGAS APS AMGA ed ASCOPIAVE). Due gestioni sono in economia (Comuni di Sona e di

Nanto). Due aziende sono private (ENERCO e DIM GAS). Dinamiche del settore. Gli ATEM veneti in cui sono già scaduti i termini in cui la Regione

avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Belluno, Padova 2 Euganei e Ovest, 1 Città e Nord,

3 Bassa, Vicenza 1 Città e Sud Est, 2 Nord Est, Verona 2 Pianura, Venezia 2 Entroterra e Veneto

Orientale, 1 Laguna Veneta, Treviso 2 Nord, Treviso 1 Sud, Vicenza 4 Valli dell’Agno e del

Chiampo, Verona 1 Città e Nord, Vicenza 3 Valli Astico – Leogra – Timonchio.Tre le gare attivate e presenti nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG: Belluno, Venezia 1, Verona 2.Il bando di gara di Belluno, approvato dall’AEEG in agosto 2016, a seguito di ricorso al TAR è

stata sospeso in via cautelare fino a marzo 2018. Il bando di gara di Venezia 1, approvato

dall’AEEG a luglio 2016, è stato sospeso dal TAR del Veneto a seguito del ricorso presentato da

ITALGAS. Il Comune di Venezia ha impugnato la sentenza presso il Consiglio di Stato, che non si è

ancora pronunciato in merito. I termini della gara di Verona 2 sono stati prorogati al 2018.

Nel 2017 si è aperta una complessa vicenda concernente il riassetto societario e il controllo

di ASCOPIAVE. Il capitale sociale di ASCO HOLDING, che controlla la quotata ASCOPIAVE col

61,56% delle azioni, è detenuto per il 91,39% da 91 Comuni della Provincia di Treviso e per

l’8,61% dalla privata PLAVISGAS. Quindi la quota pubblica di controllo di ASCOPIAVE è di poco

sopra al 56%. Pertanto basta che due o tre Comuni vendano la propria quota per perdere la

maggioranza pubblica della società. In ottemperanza alla legge Madia si deve intervenire su ASCO

HOLDING in quanto è una scatola vuota, priva di dipendenti e di ricavi. Tuttavia le posizioni sulla

strategia da seguire sono fortemente discordanti tra i numerosi Comuni coinvolti. A marzo 2018

l’assemblea dei soci, tra le opzioni in campo (fusione con ASCOPIAVE e fusione con ASCO TLC)

ha deciso a maggioranza per la seconda, anche per evitare la possibile scalata del socio privato.

Tuttavia, ad aprile il TAR del Veneto ha accolto il ricorso di PLAVIGAS ed ha annullato la delibera

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dell’Assemblea dei soci di ASCOPIAVE. La vicenda pertanto continua ad essere molto incerta e

piuttosto lontana da una conclusione.

Nella Regione Friuli Venezia Giulia vi sono 6 ATEM. Tre sono nella Provincia di Udine,

uno ciascuno nelle Province di Trieste, Gorizia, Pordenone.

Censimento dei gestori 2018. In Friuli Venezia Giulia vi sono 8 gestori, di cui 4 a natura

regionale che servono il 51% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori,

ordinati per numero di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEACEGAS APS AMGA 96 ENI – ITALGAS 64METANODOTTI FRIULI 2 2I RETE GAS 18AUSA MULTISERVIZI 1 SERENISSIMA GAS 9MULTISERVIZI AZZANESE 1 ASCOPIAVE – AP RETI GAS 7TOTALE 4 GESTORI 100 TOTALE 4 GESTORI 98

Assetto societario. Sono presi in considerazioni solo i 4 gestori locali. Due sono interamente

pubbliche, una è quotata a maggioranza pubblica (ACEGAS APS AMGA). Una è privata.Dinamiche del settore. Gli ATEM del Friuli Venezia Giulia in cui sono già scaduti i termini

in cui la Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Gorizia, Trieste, Udine 1 Nord,

Udine 2 Città e Centro, Pordenone, Udine 3 Sud.

Nessuna gara è stata attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG.

Nel Trentino Alto Adige vi sono 4 ATEM. Tre sono nella Provincia di Trento, uno in

quella di Bolzano.Censimento dei gestori 2018. In Trentino Alto Adige vi sono 12 gestori, di cui 9 a natura

regionale che servono il 98% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori,

ordinati per numero di Comuni in cui operano.

A inizio 2016 le due principali società energetiche della Provincia di Bolzano, AEW e SEL, si sono

fuse e hanno costituito ALPERIA che gestisce, direttamente o tramite società controllate, le centrali

idroelettriche, la rete elettrica e la rete di distribuzione del gas.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONENOVARETI 91 UNARETI 2SELGAS NET 60 2I RETE GAS 1GIUDICARIE GAS 5 ITALGAS 1ALTO GARDA SERVIZI 4AZ. SERVIZI BRIXEN 2SEAB 1EDYNA 1ISERA 1STET 1TOTALE 9 GESTORI 166 TOTALE 3 GESTORI 4

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Assetto societario. Sono presi in considerazioni solo i 9 gestori locali.NOVARETI (Gruppo DOLOMITI ENERGIA) è una società mista a prevalente capitale pubblico.

Le altre otto società, tra cui SELGAS NET (Gruppo ALPERIA), sono interamente pubbliche.

Dinamiche del settore. Gli ATEM del Trentino Alto Adige in cui sono già scaduti i termini in

cui la Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Trento 2 Nord Est, Trento 3 Sud

Ovest, Bolzano. Nessuna gara è stata attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG.

Nella Regione Emilia Romagna vi sono 12 ATEM. Le Province di Bologna, Piacenza e

Modena hanno due ATEM ciascuna, gli altri corrispondono al territorio delle restanti sei Province.

Censimento dei gestori 2018. In Emilia Romagna vi sono 23 gestori, di cui 12 a natura

regionale che servono il 70% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori,

ordinati per numero di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEHERA – INRETE DISTR. ENERGIA 137 2I RETE GAS 52IRETI 71 GP INFRASTRUTTURE 21ADRIGAS 29 ENI – ITALGAS 19AS RETI GAS 21 INFRASTRUTTURE DISTRIBUZIONE 7ATR 14 UNARETI 5SOCOGAS 3 ASCOPIAVE – AP RETI GAS 4ENTAR 6 SOC. IMPIANTI METANO 4BUSSETO SERVIZI 1 LIGURIA GAS 2CH4 LIZZANO 1 COMP. GENER. METANODOTTI 1CORIME 1 LD RETI 1RETE GAS FIDENZA 1 SEI 1SOELIA 1TOTALE 12 GESTORI 287 TOTALE 11 GESTORI 121

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 12 gestori locali. Le due imprese

maggiori (HERA ed IRETI) e, indirettamente, AS RETIGAS che appartiene al Gruppo AIMAG,

sono quotate in Borsa a maggioranza pubblica. ADRIGAS fa parte di una società mista controllata

dal Comune di Rimini. Cinque società (ATR, BUSSETO SERVIZI, CH4 LIZZANO, RETE GAS

FIDENZA, SOELIA) sono a totale proprietà pubblica. Tre aziende (SOCOGAS, ENTAR,

CORIME) sono private.Dinamiche del settore. Gli ATEM dell’Emilia Romagna in cui sono già scaduti i termini in

cui la Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Bologna 1 Città e Impianto, Parma,

Reggio Emilia, Modena 2 Sud, Piacenza 1 Ovest, Rimini, Bologna 2 Provincia, Forlì – Cesena,

Ravenna, Piacenza 2 Ovest.

L’unica gara attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG è quella di Forlì Cesena. Il

bando di gara è stato approvato dall’AEEG a settembre 2016 ma, al momento i suoi termini sono

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stati prorogati. In vista dell’avvio della gara è stato siglato a settembre 2016 tra la stazione

appaltante e le Organizzazioni Sindacali un accordo per inserire nel bando una clausola di

salvaguardia sociale e occupazionale. L’avvio concreto delle gare è previsto tra il 2019 e il 2021.

Nella Regione Liguria vi sono 6 ATEM. Due ciascuno sono nelle Province di Genova e

Savona, uno ciascuno in quelle di Imperia e La Spezia.

Censimento dei gestori 2018. In Liguria vi sono 8 gestori, di cui 3 a natura regionale che

servono il 19% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEACAM GAS 26 ITALGAS RETI 64DISTRIBUZIONE GAS BADANO 3 2I RETE GAS 40LIGURIA GAS 2 IRETI 20

EDIGAS 3EBGAS 1

TOTALE 3 GESTORI 31 TOTALE 5 GESTORI 128

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 3 gestori locali. Il maggiore (ACAM

GAS) è interamente pubblico. Gli altri due sono società private.Dinamiche del settore. ACAM GAS, insieme a tutte le aziende della Multiutility della

Provincia di La Spezia, passerà nel 2018 sotto il controllo di IREN.Gli ATEM della Liguria in cui sono già scaduti i termini in cui la Regione avrebbe dovuto

attivare i poteri sostitutivi sono: Savona 2 Nord Est, Genova 2 Provincia, Savona 1 Sud Ovest,

Genova 1 Città e impianto, Imperia, La Spezia.

L’unica gara attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG è quella di Genova 1. Il bando

di gara è attualmente all’esame dell’Autorità per l’Energia.

Nella Regione Toscana vi sono 11 ATEM. La Provincia di Firenze ha due ATEM, gli altri

nove corrispondono al territorio delle relative Province.

Censimento dei gestori 2018. In Toscana vi sono 10 gestori, di cui 6 a natura regionale che

servono l’83% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONETOSCANA ENERGIA 105 2I RETE GAS 31CENTRIA 81 ENI – ITALGAS 8GESAM 11 HERA – INRETE 3ASA 7 ACAM 1GROSSETO RETI GAS 2COMUNE PIEVE S. STEFANO 1TOTALE 6 GESTORI 207 TOTALE 4 GESTORI 43

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Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 6 gestori locali. Le imprese maggiori

sono TOSCANA ENERGIA e CENTRIA RETI GAS (Gruppo ESTRA). TOSCANA ENERGIA è

una società mista a maggioranza pubblica, col 51,25% del capitale ripartito tra 91 Comuni, il

48,08% di ITALGAS, lo 0,67% di Banca MPS e Banca di Pisa. ESTRA, totalmente pubblica,

appartiene a 97 Comuni delle province di Arezzo, Siena e Prato. GESAM, totalmente pubblica, fa

parte di Lucca Holding. ASA è una società mista col 60% del capitale ripartito tra 26 Comuni delle

province di Livorno e Pisa e il 40% di IRETI. GROSSETO RETI GAS è totalmente pubblica. La

restante gestione è in economia.Dinamiche del settore. Gli ATEM toscani in cui sono già scaduti i termini in cui la Regione

avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Livorno, Massa Carrara, Prato, Siena, Arezzo,

Lucca, Firenze 1 Città e Impianto, Pisa, Pistoia, Grosseto, Firenze 2 Provincia.Le due gare attivate e presenti nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG sono Massa Carrara e Lucca.

Dopo l’esame dell’AEEG, la gara di Massa Carrara è stata sospesa mentre per Lucca il bando è

stato pubblicato a dicembre 2016.L’ipotesi di fusione tra le due principali realtà del settore (TOSCANA ENERGIA ed ESTRA)

sembra si sia arenata per problematiche tecniche.

Il 28 agosto l'assemblea dei soci di ESTRA ha approvato il progetto di quotazione in Borsa. A fine

2017 è entrata nel capitale, con una quota del 10%, la MULTISERVIZI di Ancona, che opera nei

settori idrico ed energia e possiede, insieme ad ESTRA, EDMA RETI GAS. A marzo 2018 la

società ha presentato la domanda di quotazione, che dovrebbe avvenire entro l’estate 2018.

Commentando la notizia, il Presidente della società ha annunciato che ESTRA punta a consolidare

la presenza nelle tre Regioni di riferimento (Toscana, Umbria e Marche) e a diventare una vera

Multiutility, avendo come obiettivi prioritari le prossime gare del gas e la diversificazione in nuove

aree di business come l’ambiente o l’idrico.

Nella Regione Marche vi sono 6 ATEM a cui si riferiscono 224 dei 236 Comuni della

regione. Gli altri 12 Comuni, 11 della provincia di Pesaro-Urbino e uno di Ascoli, appartengono

rispettivamente all’ATEM di Rimini dell’Emilia Romagna e all’ATEM di Teramo dell’Abruzzo.

Nell’ATEM 1 vi sono 48 Comuni della Provincia di Pesaro Urbino, nell’ATEM 2 vi sono 48

Comuni della Provincia di Ancona, nell’ATEM 3 vi sono 46 Comuni della Provincia di Macerata,

nell’ATEM 4 vi sono 9 Comuni della Provincia di Macerata e 1 di Ancona, nell’ATEM 5 vi sono 37

Comuni della Provincia di Fermo e 2 di Ascoli Piceno, nell’ATEM 6 vi sono 30 Comuni della

Provincia di Ascoli Piceno e 4 di Fermo.

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Censimento dei gestori 2018. Nelle Marche vi sono 27 gestori, di cui 22 a natura regionale

che servono il 65% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per

numero di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEMARCHE MULTISERVIZI 37 ENI – ITALGAS 56SADORI RETI 16 ADRIGAS 12STECA 16 2I RETE GAS 12ET SERVIZI TECNOLOGICI 15 RANTON 2EDMA RETI GAS 15 CENTRIA 1MONTI AZZURRI SERV. TECNOL. 8ASCOLI RETI GAS 7METEMA GESTIONI 7MONTELUPONE ARCAL GAS 7SERVIZI DISTRIBUZIONE 5ASTEA 4ACQUAMBIENTE 3PROTOS 3AES FANO 1ASSM 1ASSEM 1ASP POLVERIGI 1ATAC CIVITANOVA 1FERMO ASITE 1MULTISERVIZI LAMA 1S. GIORGIO DISTRIBUZIONE SERV. 1MONTE URANO 1TOTALE 22 GESTORI 152 TOTALE 5 GESTORI 83

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 22 gestori locali. Undici società sono interamente pubbliche. Sette sono le società miste a maggioranza pubblica

(MARCHE MULTISERVIZI, AES, ASP POLVERIGI, ASTEA, ET SERVIZI TECNOLOGICI,

EDMA RETI GAS, ARCALGAS MONTELUPONE). Quattro aziende sono private: SADORI RETI, METEMA, PROTOS, STECA.

Dinamiche del settore. Gli ATEM delle Marche in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Pesaro Urbino, Macerata 2 Nord Est, 1

Città e Ovest, Ascoli Piceno, Ancona, Fermo.

Nessuna gara è stata attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG.

Nella Regione Umbria vi sono 3 ATEM, 2 in Provincia di Perugia e 1 in Provincia di Terni.

Censimento dei gestori 2018. In Umbria vi sono 11 gestori, di cui 5 a natura regionale che

servono il 23% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEVALLE UMBRA SERVIZI 8 2I RETE GAS 33VALNERINA SERVIZI 8 ENI – ITALGAS 32ASI MULTISERVICES 4 EROGASMET 3ASSISI GESTIONI 1 EDMA RETI GAS 2UMBRIA DISTRIBUZIONE GAS 1 SIENERGAS 1

TECNICONSUL 1TOTALE 5 GESTORI 22 TOTALE 6 GESTORI 72

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Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 5 gestori locali. Due imprese (VALLE UMBRA SERVIZI e ASI MULTISERVICES) sono totalmente pubbliche.Tre società sono miste a maggioranza pubblica (ASSISI GESTIONI ha il Comune al 95%;

VALNERINA SERVIZI ha come soci 24 Comuni al 75%; UMBRIA DISTRIBUZIONE GAS ha

come soci pubblici ASM Terni al 40% e ACEA al 15%).

Dinamiche del settore. Gli ATEM dell’Umbria in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Perugia 2 Sud Est, 1 Città e Nord Ovest,

Terni. Nessuna gara è stata attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG.

Nella Regione Lazio vi sono 10 ATEM. Cinque sono in Provincia di Roma, due a

Frosinone, uno ciascuno a Latina, Rieti e Viterbo.

Censimento dei gestori 2018. In Lazio vi sono 12 gestori, di cui 2 a natura regionale che

servono il 2% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEAMEA 3 ITALGAS 173AQUAMET 2 2I RETE GAS 116

NEDGIA 14EROGASMET 12POMILIA GAS 3CITIGAS 1CPL DISTRIBUZIONE 1EDMA RETI GAS 1INFRASTRUTTURE DISTR. GAS 1VERDUCCI DISTRIBUZIONE 1

TOTALE 2 GESTORI 5 TOTALE 10 GESTORI 323

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 2 gestori locali. AMEA è una società

pubblica, AQUAMET è privata-Dinamiche del settore. Gli ATEM del Lazio in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Roma 1 Città e impianto, Rieti, Viterbo,

Roma 2 Litorale Nord, Roma 3 Valle del Tevere e Tiburtino, Frosinone 1 Ovest, Latina, Frosinone 2

Est, Roma 4 Litorale Sud e Castelli Romani, Roma 5 Prenestino – Monte Lepini – Aniene.

L’unica gara attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG è quella di Roma 1. Nel 2012

si è conclusa con la proroga dell’affidamento, per altri 12 anni, al gestore ITALGAS.

Nella Regione Abruzzo vi sono 7 ATEM. Tre sono nella Provincia dell’Aquila, due in

quella di Chieti, uno ciascuno in quelle di Pescara e Teramo.

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Censimento dei gestori 2018. In Abruzzo vi sono 23 gestori, di cui 17 a natura regionale che

servono il 10% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEALTO SANGRO DISTRIBIZIONE GAS 24 2I RETE GAS 74CONS. GEST. VALLE PELIGNA 9 ENI – ITALGAS 51VERDUCCI DISTRIBUZIONE 9 MEDITERRANEA ENERGIA 50SANGROGEST 7 UNARETI 39COSEV SERVIZI 5 NEDGIA 3CARECINA GAS 4 EDMA RETI GAS 1INTERLAGA 3PUBLIRETI 3SOC. INTERCOMUNALE GAS 3ANGIZIA MULTISERVICES 1COGAS 1COMUNE SCERNI 1JULIA RETE 1NOTARESCO 1PESCARA DISTRIBUZIONE GAS 1SCOPPITO SERVIZI 1UNIGAS 1TOTALE 17 GESTORI 22 TOTALE 6 GESTORI 188

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 17 gestori locali. Otto le aziende pubbliche (CONSORZIO GESTIONE VALLE PELIGNA, COSEV SERVIZI,

PUBLIRETI, COGAS, JULIA RETE, PESCARA DISTRIBUZIONE GAS, SCOPPITO SERVIZI,

UNIGAS); due le aziende miste a maggioranza pubblica (INTERLAGA, SOC.

INTERCOMUNALE GAS); una gestione in economia. Sei aziende sono private.Dinamiche del settore. Gli ATEM abruzzesi in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Aquila 3 Est, Aquila 1 Nord Ovest, Chieti

2 Sud Est, Chieti 1 Nord Ovest, Aquila 2 Sud Ovest, Pescara, Teramo.

Nessuna gara è stata attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG.

Nella Regione Molise vi sono 2 ATEM che corrispondono alle Province di Campobasso e

Isernia.

Censimento dei gestori 2018. In Molise vi sono 9 gestori, di cui 4 a natura regionale che

servono il 53% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEMELFI RETI GAS 37 2I RETE GAS 36MOLISE GESTIONI 32 ENI – ITALGAS 21TISGA 2 NEDGIA 5COMUNE S. GIULIANO 1 UNARETI 2

PORTOCANNONE 1TOTALE 4 GESTORI 72 TOTALE 5 GESTORI 65

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Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 4 gestori locali. Una gestione è in

economia. Tre aziende sono private.

Dinamiche del settore. Gli ATEM del Molise in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Campobasso, Isernia. Nessuna gara è stata

attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG.

Nella Regione Campania vi sono 11 ATEM. Quattro sono nella Provincia di Napoli, tre in

quella di Salerno, due in quella di Caserta, uno ciascuno nelle Province di Avellino e Benevento.

Censimento dei gestori 2018. In Campania vi sono 22 gestori, di cui 9 a natura regionale che

servono il 32% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONESIDI GAS 61 NAPOLETANA GAS 128AMALFITANA GAS 26 2I RETE GAS 106METAEDIL 16 CPL DISTRIBUZIONE 35POWERGAS 13 NEDGIA 15SALERNO ENERGIA 12 MEDITERRANEA ENERGIA 7METAGAS 8 AQUAMET 5M RETI 6 POMILIA 2GESCOM 1 ISCHIA GAS 1NUCERIA DISTRIBUZIONE GAS 1 MARIGLIANO GAS 1

MONTELUNGO GAS 1NATURGAS 1UNARETI 1

TOTALE 11 GESTORI 144 TOTALE 11 GESTORI 303

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 9 gestori locali. Una è pubblica (SALERNO ENERGIA) e una è mista a maggioranza pubblica (GESCOM). Sette aziende sono private

Dinamiche del settore. Gli ATEM della Campania in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Caserta 1 Sud Est, Napoli 1 Città e

impianto, Salerno 2 Città, Sele e Cilento, Napoli 2 Nord Ovest, Salerno 1 Amalfitano e Nocerino

Ovest, Napoli 3 Nord Est, Avellino, Benevento, Caserta 2 Nord Ovest, Napoli 4 Sud Est, Salerno 3

Nord Est. Nessuna gara è stata attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG.

Nella Regione Puglia vi sono 9 ATEM. Le Province di Bari, Foggia, Lecce hanno due

ATEM ciascuna, mentre gli altri tre ATEM corrispondono alle Province di Brindisi, Barletta Andria

Trani, Taranto.

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Censimento dei gestori 2018. In Puglia vi sono 9 gestori, di cui 4 a natura regionale che

servono il 2% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEADEN 2 2I RETE GAS 156BITRIGAS 2 NEDGIA 46AMGAS BARI 1 ENI – ITALGAS 40AMGAS FOGGIA 1 SES RETI 7

MEDITERRANEA ENERGIA 3TOTALE 4 GESTORI 6 TOTALE 5 GESTORI 252

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 4 gestori locali. Le due principali aziende (AMGAS BARI e AMGAS FOGGIA) sono interamente pubbliche. Una è

mista a prevalente capitale pubblico (BITRIGAS). Una è privata (ADEN), Dinamiche del settore. Gli ATEM della Puglia in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Barletta – Andria – Trani, Bari 1 Nord,

Foggia 2 Sud, Bari 2 Sud, Brindisi, Lecce 1 Nord, Taranto, Foggia 1 Nord, Lecce 2 Sud.

Nessuna gara è stata attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG.

Nella Regione Basilicata vi sono 3 ATEM. Due sono in Provincia di Potenza e uno in quella

di Matera.

Censimento dei gestori 2018. In Basilicata vi sono 13 gestori, di cui 5 a natura regionale che

servono il 22% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONECOSVIM 16 2I RETE GAS 47CNEA SUD 7 ENI – ITALGAS 30SOLDO GAS 3 SIDI GAS 8BASENGAS 1 AMG 6CAMASTRAGAS 1 AQUAMET 3

NEDGIA 3SALERNO ENERGIA 2AMALFITANA GAS

TOTALE 5 GESTORI 28 TOTALE 8 GESTORI 99

Assetto societario. Sono presi in considerazione i 5 gestori locali. Una azienda è pubblica

(CNEA SUD). Quattro aziende sono private (COSVIM, SOLDO GAS, BASENGAS,

CAMASTRAGAS).Dinamiche del settore. Gli ATEM della Basilicata in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Matera, Potenza 2 Sud, Potenza 1 Nord.

Nessuna gara è stata attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG.

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Nella Regione Calabria vi sono 4 ATEM. Due sono nella Provincia di Cosenza, uno

corrisponde alle Province di Catanzaro e Crotone, uno a quelle di Reggio Calabria e Vibo Valentia.

Censimento dei gestori 2018. In Calabria vi sono 9 gestori, di cui 2 a natura regionale che

servono il 2% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONEPOLLINO GESTIONE IMPIANTI 5 ENI – ITALGAS 208SVILUPPO ENERGIA 3 2I RETE GAS 87

CPL DISTRIBUZIONE 24NEDGIA 20AQUAMET 3COSVIM 3SIDI GAS 1

TOTALE 2 GESTORI 8 TOTALE 7 GESTORI 346

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 2 gestori locali, entrambi a totale

partecipazione pubblica. Dinamiche del settore. Gli ATEM della Calabria in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Catanzaro – Crotone, Cosenza 1 Ovest,

Cosenza 2 Est, Reggio Calabria – Vibo Valentia.

Nessuna gara è stata attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG.

Nella Regione Sicilia vi sono 12 ATEM. Due ciascuno sono nelle Province di Palermo,

Catania e Messina, uno in quelle di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani.

Censimento dei gestori 2018. In Sicilia vi sono 14 gestori, di cui 7 a natura regionale che

servono il 10% dei Comuni della Regione. Nella tabella sono indicati i gestori, ordinati per numero

di Comuni in cui operano.

GESTORI REGIONALI GESTORI NAZIONALI O FUORI REGIONESIMEGAS 16 NEDGIA 120COMEST 5 ITALGAS 96SI. GAS 5 2I RETE GAS 65AMG ENERGIA 4 CPL DISTRIBUZIONE 12ASEC 1 ANAPO GAS 9SOGIP 1 MEDITERRANEA ENERGIA 8VERGAS 1 BA.SE. 1TOTALE 7 GESTORI 33 TOTALE 7 GESTORI 311

Assetto societario. Sono presi in considerazione solo i 7 gestori locali. Quattro società sono a totale proprietà pubblica (SIMEGAS, AMG ENERGIA, ASEC, SOGIP); tre

sono private (COMEST, SI.GAS, VERGAS).Dinamiche del settore. Gli ATEM della Sicilia in cui sono già scaduti i termini in cui la

Regione avrebbe dovuto attivare i poteri sostitutivi sono: Enna, Palermo 1 Città, Agrigento,

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Caltanissetta, Catania 2 Sud, Trapani, Catania 1 Nord, Messina 2 Ovest, Palermo 2 Città, Messina 1

Est, Ragusa, Siracusa.

Nessuna gara è stata attivata e presente nell’apposito “cruscotto” dell’AEEG.

Nella Regione Sardegna non vi è alcun ATEM in quanto manca la rete di distribuzione del

gas metano.

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