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I rivelatori di particelle E. Fioretto INFN Laboratori Nazionali di Legnaro

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I rivelatori di particelle

E. Fioretto

INFN – Laboratori Nazionali di Legnaro

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I LNL nel contesto internazionale

GANIL

GSI

LNL-INFN

LNS-INFN

JYL

ALTO-CNRSELI-NP / IFIN-HH

ISOLDE-CERN

I UWAR-HIL & IFJ PANKVI-CART

LNL 2004 - 2008

Responsabile nazionale : E. Fioretto

LNL - LNS 2010 - 2014

Responsabile nazionale : E. Fioretto

TNA Deputy Coordinator : R. Alba

LNL - LNS 2016 - 2020

Responsabile nazionale : S. Romano

TNA Deputy Coordinator : M. Cinausero

Large Scale Facility

Uno dei laboratori europei di fisica nucleare di classe

internazionale per:

• le specifiche degli acceleratori – fasci di ioni

pesanti di qualità eccellente e ad energie da poche

decine di keV/u a pochi GeV/u

• gli apparati sperimentali installati che rappresen-

tano lo stato dell’arte della strumentazione per

esperimenti di fisica nucleare ECT*

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Le dimensioni del mondo che ci circonda

Acceleratori Microscopi Telescopi ottici e radio-telescopiBinocoli

Il nucleo atomico 10-14 m La nostra stella

~ 109 m

Nel sistema solare un fattore 10301.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000 !

1,58 a.l.

1016 m

Il nucleo atomico 10-14 m

Un fattore 10361.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000 !

M31 – galassia di Andromeda

La galassia più vicina alla nostra Via Lattea

2,5 x 106 a.l.

1022 m

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Definizione di eV

1 V

+-1 eV è l’energia cinetica acquistata da un elettrone

sottoposto ad una differenza di potenziale di 1 V

1012 eV = 1 TeV

109 eV = 1 GeV

106 eV = 1 MeV

103 eV = 1 keV

L’energia di una particella si misura in eV

(e suoi multipli)

1 eV rappresenta un’energia molto piccola

1 eV = 1 V · 1,602 · 10-19 C = 1,602 · 10-19 joules

Lampadina da 100 W

accesa per 1 ora

Auto da corsa

V = 370 km/h

Caldaia da 12.600 kcal

In funzione per 1 ora

360.000 joules

2,24 · 1024 eV

4.500.000 joules

28 · 1024 eV

52.000.000 joules

324 · 1024 eV

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Perchè usare un acceleratore di particelle?

Relazione di De Broglie

l = h/p

Potere risolvente

Ep ~ keV

l ~ 10-10 m

Ep ~ MeV

l ~ 10-14 m

Ep ~ GeV - TeV

l < 10-15 m

Fisica Atomica Fisica Nucleare Fisica Subnucleare

Ato

mo

Nu

cle

o

Nu

cle

on

e

Acceleratore

Dualismo onda-corpuscolo

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Argomenti trattati

Di cosa è fatto il mondo che ci circonda?

Interazione radiazione materia

Rivelatori di particelle: concetti generali

Qualche nozione di fisica nucleare e metodologia di indagine

Rivelatori a gas

Camere a ionizzazione, MWPC, GEM, MICROMEGAS

Rivelatori a semiconduttore

Si, Ge

Rivelatori a scintillazione

Scintillatori inorganici

Scintillatori plastici

Un esempio di ricaduta tecnologica dei rivelatori

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Di cosa è fatto il mondo che ci circonda?

Sin dall’antichità l’uomo ha cercato di capire quali fossero i costituenti

fondamentali dell’universo

terra fuoco acqua aria

Teoria dei quattro elementi naturali, introdotta a partire dal VI secolo a.C. dal

filosofo greco antico Anassimene di Mileto e, successivamente, dal filosofo

Empedocle e assimilata anche da filosofi greci Socrate e Aristotele

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Di cosa è fatto il mondo che ci circonda?

Democrito (V secolo a.C.) propose che tutta la materia fosse composta di

particelle fondamentali e indivisibili che lui chiamò atomi.

Atomo dal greco ἄτομος (àtomos) - indivisibile

L’incessante movimento porta gli atomi ad aggregarsi e a separarsi,

dando luogo alla nascita, alla trasformazione e alla morte di tutto ciò che

esiste. Le cose sono pertanto combinazioni di atomi.

Le idee essenziali della sua teoria sono le

seguenti:

• tutto ciò che ci circonda è composto di

atomi, che sono fisicamente indivisibili

• gli atomi sono indistruttibili e costan-

temente in moto

• tra gli atomi c’è spazio vuoto

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La tavola periodica degli elementi

La prima tavola periodica fu ideata da Mendeleev nel 1869 utilizzando come criterio di

classificazione il peso atomico per ordinare i 63 elementi conosciuti fino ad allora.

Pochi anni dopo furono scoperti gli elementi Sc, Ga e Ge

le proprietà fisiche previste dalla loro posizione nella tavola furono confermate

Dopo circa 2300 anni ..............

L’organizzazione degli elementi

chimici in una Tabella Periodica è

di fatto il suggerimento che esiste

una struttura più semplice che ne

governa la regolarità.

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La tavola periodica sta ancora crescendo .......

118 elementi includendo anche i nuclei super-pesanti

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Joseph John Thomson Scoperta dell’elettrone 1897

Se l’elettrone è carico negativamente l’atomo non è elementare perché,

essendo neutro, deve contenere anche una carica positiva

A

La struttura dell’atomo

Modello atomico di Thomson

Elettroni

Carica positiva distribuita

17106,6 m

e 17106,6 m

e

C/kg10 1,75882 11m

e

Attualmente misurato

Premio Nobel nel 1922

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La struttura dell’atomo

Ernest Rutherford (1911) Diffusione di a su una lamina di Au

Ogni tanto le a colpivano qualche piccolo oggetto all’interno degli atomi e

venivano deflesse: all’interno dell’atomo doveva esserci un punto minuto e con

una certa massa il nucleo atomico.

Modello atomico di RutherfordElettroni

Carica positiva centrale: il nucleo atomico 10-14 m

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La struttura dell’atomo

terra aria

Niels Bohr Modello atomico 1913

Ancora problemi irrisolti Equazione di Schrödinger (1926)

Premio Nobel nel 1922

Nel modello atomico di Bohr neutroni e

protoni occupano una regione centrale

molto densa chiamata nucleo, e gli

elettroni orbitano intorno al nucleo

come i pianeti intorno al Sole

Essi non sono confinati su orbite planari

come i pianeti del sistema solare

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La struttura del nucleo atomico

terra aria

James Chadwick Scoperta del neutrone 1932

La materia è composta di protoni, neutroni ed elettroni

Premio Nobel nel 1935

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La struttura dell’atomo

terra aria

400 a.C

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La struttura del nucleo atomico

terra aria

Il nucleo rappresenta l'elemento centrale di un

atomo ed in esso risiede più del 99.9% della massa

dell'atomo stesso.

Il neutrone ed il protone pesano circa quanto 2000

elettroni.

Il nucleo atomico è estremamente piccolo e denso :

R ~ 10-14 cm (10 fm)

r ~ 100.000.000.000.000 g/cm3

I nucleoni sono fatti di quark

Atomo

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Quanti nuclei conosciamo?

Attualmente circa 3300 nuclidi nel piano (N,Z)

diversi sono noti ma ne sono previsti esistere

altri 3000–4000

Nuclidi con lo stesso Z ma diverso N sono detti

ISOTOPI (corrispondono allo stesso elemento

chimico)

Nuclidi con lo stesso A sono detti ISOBARI

Nuclidi con lo stesso N sono detti ISOTONI

N

Z

ISOTOPI

ISOBARI

ISOTONI

Z = Numero atomico

N = Numero di neutroni

A = Numero di massa = N+Z

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Interazioni radiazione materia

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Interazione di particelle cariche con la materia

Una particella carica in un materiale perde energia con molti piccoli urti con gli

elettroni atomici continuando nella sua traiettoria fino a fermarsi

• Processo principale

─ interazione EM con gli elettroni del materiale attraversato

Ionizzazione degli atomi

Eccitazione degli atomi

Excitation Ionization

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La perdita di energia di particelle cariche

DE

Dx

Curva di Bragg

)(2 IfA

Zz

dx

dE

Formula di Bethe-Block

Fisica atomica ed

effetti relativistici

Z

IC

I

Tcmz

A

ZK

dx

dE e

r ,

2

2ln

2

1 2

2

max

222

2

2

Medium Particella incidente

• Range : percorso medio nell’assorbitore

• Fluttuazioni statistiche (straggling)

nella distanza attraversata

in energia

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Qualche esempio di applicazione

DE

Dx

Terapia medica contro i tumori

Adroterapia (con fasci di protoni e di C)

Centro di

protonterapia (TN)

Centro Nazionale di Adroterapia

Oncologica (PV)

CATANA

INFN-LNS (CT)

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Interazione di e n con la materia

Effetto fotoelettrico Effetto Compton Produzione di coppie

I fotoni vengono rivelati indirettamente attraverso gli elettroni prodotti per:

I neutroni subiscono interazioni forti

con i nuclei dei materiali producendo

particelle secondarie cariche che ne

permettono la rivelazione indiretta:

n + 6Li a + 3He

n + 10B a + 7Li

n + 3He p + 3H

n + p n + p

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Rivelatori di particelle:

concetti generali

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I rivelatori di particelle

I rivelatori di particelle sono strumenti che producono un segnale osservabile

quando vengono colpiti da una particella. Sono solitamente costituiti da un

elemento attivo (con cui interagisce la radiazione) e da un sistema di lettura

(che forma il segnale e lo invia all’acquisizione dati)

Nella fisica sperimentale, un rivelatore di particelle o rivelatore di radiazione è

uno strumento usato per rivelare, tracciare e identificare particelle. (Wikipedia)

area

attivaelettronica di

lettura

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I rivelatori di particelle

• Molto generalmente un

rivelatore può essere pensato

come un accumulatore di

energia elettrica.

• La molla è un accumulatore di

energia meccanica: se caricata

possiede un’energia potenziale

che si trasforma in energia

cinetica quando scatta.

• Analogamente possiamo pen-

sare un rivelatore come un

condensatore. Quando viene

attraversato da una particella

“scatta”, e il potenziale elettrico

si trasforma in segnale elettrico.

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Principali caratteristiche di un rivelatore

• Sensibilità : capacità di produrre un segnale utile per un certo

tipo di radiazione ed energia

• Risposta : tipo di segnale prodotto. Tipicamente è un segnale

in corrente dove l’ampiezza è proporzionale alla

perdita di energia della particella

• Risoluzione : capacità di discriminare tra due misure di una

quantità fisica. Viene espressa in termini di

deviazione standard della distribuzione della

quantità misurata

• Efficienza : frazione delle particelle rivelate rispetto a quelle

incidenti

• Tempo morto: tempo di recupero del rivelatore per poter essere

ancora attivo dopo la rivelazione di una particella e la

formazione del segnale corrispondente

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Il più vecchio rivelatore : l’occhio umano

• Parecchi miliardi

• Alta sensibilità ai fotoni ~ 2 eV (efficienza ~100%)

• Buona risoluzione spaziale ~ 100 mm

• Ampio range dinamico (1:105)

• Regolazione automatica della soglia

• Discriminazione in energia (lunghezza d’onda)

• Frequenze sopportabili ~ 10 Hz

(incl. processamento)

130 x106 fotorecettori

6x106 coni posti sulla retina

visione a colori ( 3 tipi LMS RGB)

120x106 bastoncelli visione

notturna o con scarsa illuminazione,

solo informazione in bianco/nero

2.4 eV 2.2 eV

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La visione nell’occhio umano

La visione : un esperimento di diffusione di fotoni

• una sorgente luminosa fornisce i fotoni;

• i fotoni colpiscono l’oggetto di nostro interesse – alcuni vengono assorbiti, altri diffusi o

riflessi;

• alcuni dei fotoni diffusi/riflessi arrivano nel nostro occhio e vengono focalizzati sulla retina;

• i fotoni vengono rivelati da sensori nella retina;

• vengono convertiti in un segnale elettrico (impulso nervoso) e amplificati quando

necessario;

• trasmessi al cervello per il processamento e l’interpretazione.

Il nostro occhio è un rivelatore di fotoni

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La visione nell’occhio umano

terra acqua aria

Gli occhi (rivelatori) vedono gli oggetti come risultato dell’interazione tra I fotoni

(sonde) e gli oggetti che ci circondano (bersagli).

Alcuni animali usano le onde sonore come sonde.

Ogni tipo di onda riflessa può essere usata per ottenere informazioni.

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La macchina fotografica

Reflex non modificataReflex modificata

Rimozione filtro IR-cut

Nebulosa Crescent

Digital Single Lens Reflex (DSLR)

CMOS (Complementary

Metal Oxide Semiconductor)

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Charged Coupled Device (CCD)

Vantaggi CCD Svantaggi CCD

• gamma dinamica superiore

• livello del rumore digitale molto basso (raffreddamento

con celle Peltier)

• elevata efficienza

• fattore di riempimento elevato

• tecnologia più matura (quasi raggiunta dal CMOS)

• consumo di energia elettrica

superiore

• nessuna integrazione sul chip

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Un po’ di storia dei rivelatori

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Lastra fotografica

Uso di lastre fotografiche come rivelatori

(AgBr; AgCl)

Rivelazione di fotoni / raggi X

W. C. Röntgen, 1895 Scoperta dei raggi X

+ Ottima risoluzione spaziale

+ Buon range dinamico

- Nessuna registrazione on-line

- Nessuna risoluzione temporale

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Tubo a raggi catodici

Tubo di W. Crookes 1879 J.J. Thomson 1897

Tubo a raggi catodici

Vetri scintillanti (ZnS)Controllo del fascio mediante un

campo elettrico E e magnetico B

Rivelatore

Catodo Anodo

Acceleratore

Vecchi TV o monitor

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Il contatore Geiger

H. Geiger 1909

Primo segnale elettrico da una particella !

segnale

Contatore Geiger-Müller

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Camere a nebbia

C. T. R. Wilson 1912

The general procedure was to allow water to evaporate in an enclosed

container to the point of saturation and then lower the pressure, producing a

super-saturated volume of air. Then the passage of a charged particle would

condense the vapor into tiny droplets, producing a visible trail marking the

particle's path.

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Qualche nozione di Fisica Nucleare

e metodologia di indagine

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Alcuni tipi di reazioni nucleari

Fusione

Fissione

Reazioni di trasferimento

Eccitazione coulombiana

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Strumenti di indagine

Il confronto con calcoli teorici permette di ottenere preziose

informazioni sull’evoluzione della reazione e sulla struttura

del nucleo:

Una reazione nucleare viene studiata misurando gli angoli e

le energie cinetiche dei prodotti della reazione

opportunamente identificati:

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……… qualche dettaglio in più

DE (MeV)

PS (

a.u.

)

H He Li Be B

C

Elettronica

Meccanismo

Struttura e forma

++

++

+ --

-

--

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Tecniche di identificazione

E (a.u.)

TO

F (

a.u

.)D

E (

a.u

.)

a

DE (MeV)

pdt

a

p

PS

(a.u

.)

H He Li Be B

C

DE (MeV)

DE-E

TOF

PSD

Start Stop

TOF = L/v

DE

E

L

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Rivelatori a gas

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Principio di funzionamento

Alimentatore

Misuratore di

corrente

Particella ionizzante catodo

anodo

+

Campo

elettricogas

Il rivelatore più semplice è costituito da due elettrodi immersi in un gas tra i

quali viene applicata una differenza di potenziale producendo un campo

elettrico (Camera a ionizzazione)

Una particella ionizzante che attraversa il rivelatore collide con le molecole

del gas e produce coppie di elettroni e ioni positivi

Il campo elettrico separa le cariche che muovendosi verso gli elettrodi

producono un segnale elettrico

Gli ioni positivi (cationi) vengono attratti dall’elettrodo negativo (catodo); gli

elettroni (anioni) da quello positivo (anodo)

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Meccanismi di ionizzazione

─ Ionizzazione primaria

la particella carica che attraversa il gas estrae elettroni

─ Ionizzazione secondaria

gli elettroni estratti sono sufficientemente energetici da produrre successive

ionizzazioni in atomi adiacenti (Moltiplicazione a valanga)

─ Effetto Penning

l’atomo viene eccitato, ma in uno stato metastabile. La diseccitazione

avviene per urto con un atomo vicino, con emissione di un elettrone

Meccanismo attivo soprattutto nelle miscele gas nobili

Non tutta l’energia ceduta dalla particella va in ionizzazione

parte va in eccitazione

si calcola un potenziale di ionizzazione efficace (W) che misura l’energia

persa dalla particella per ogni coppia di ioni formata

sostanzialmente maggiore del potenziale di ionizzazione

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Rivelatori a geometria cilindrica

• Il contenitore è costituito da un cilindro

metallico di acciaio o alluminio riempito

con gas

• L’anodo è costituito da un filo interno

centrale di tungsteno dorato

─ il tungsteno fornisce un’elevata

resistenza alla rottura del sottile

filo

─ l’oro fornisce una migliore conduci-

bilità e non si ossida

Il campo elettrico radiale E = k/r crea la

valanga nelle immediate vicinanze del

filo.

La carica finale può arrivare fino a 108

volte la carica iniziale. Tale valore si

chiama Guadagno de Rivelatore

αx

i

f eq

QG

x è il cammino dell’elettrone

α è il Coefficiente di Townsend

Elettrone primario

Anodo

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Tipi di rivelatori a gas

• Tre tipi di rivelatori a gas di uso

comune:

Camere a ionizzazione (G=1)

Contatori proporzionali (G=104-

105)

Contatori Geiger-Mueller GM

• il tipo è determinato principalmente

dalla tensione applicata tra i due

elettrodi

• le camere a ionizzazione hanno un

ampio range di forme (piatti paralleli,

cilindri concentrici, ecc.)

• i contatori proporzionali e i contatori

GM devono avere un anodo a filo

centrale

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Camere a ionizzazione

C AFG

particella

Camera a campo assiale Camera a campo trasverso

C

FGA

Window

Mylar 1.5 mm

E E

particella

Tecnica ΔE-ESpettroscopia della curva di Bragg

Informazioni: perdita di energia DE, energia totale E, numero atomico Z

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Camere proporzionali a fili (MWPC)

Il principio è quello dei rivelatori a gas a geometria cilindrica

George Charpak, 1968

Premio Nobel 1992

• Ogni filo si comporta come un rivelatore

indipendente.

• Il segnale elettrico si forma sul filo più

vicino alla particella dando una

informazione sulla sua posizione.

dCA = 2 - 4 mm

filo = 10 - 20 mm

dfili = 1 – 4 mm

Informazioni: perdita di energia DE, posizione X e Y (angoli), tempo t (basse p)

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Rivelatori a gas a microstrutture

F. Sauli, 1997

V ~ 300-500 V

E ~ 60-100 KV/cm

Guadagni nel gas~ 10-20 per foil

~ 103-104 o più alte in strutture triple di GEM

140 mm

mm

mm

mm Kapton

+ 2 x 5-18 mm Copper

Gaseous Electron Multiplier (GEM)

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Rivelatori a microstrutture

Uno strato di micromesh supportato da

distanziatori isolanti (50-100 µm) sopra il piano

dell’anodo

Moltiplicazione (fino a 105 o più) si ottiene tra

l’anodo e la mesh e la carica viene raccolta sull’anodo

Utilizza la tecnica standard di fabbricazione delle

PCB, permette la fabbricazione di rivelatori di

grossa superficie con elettronica di lettura integrata

sugli elettrodi

Y. Giomataris, 1996

Ar + DME (Dimethyl

ether) miscele

Alti rate fino a 109/mm2s

Micro-MEsh GAseous Structure (MICROMEGAS)

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Rivelatori a semiconduttore

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Principio di funzionamento

L’ elemento attivo è un sottile strato di

semiconduttore drogato,

principalmente Silicio

(ma anche Ge, ZnCdTe, Diamante, SiC)

Una particella ionizzante che attraversa il

rivelatore collide con il materiale

semiconduttore e produce coppie di

elettroni (e–) e lacune positive (h+)

Il campo elettrico separa le cariche che

muovendosi verso gli elettrodi

producono un segnale elettrico

A differenza dei rivelatori a gas non c’è

moltiplicazione a valanga perché la carica

iniziale è già molto grande

La costruzione sfrutta la tecnologia di

realizzazione dei microchip elettronici

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Proprietà dei semiconduttori

Conducibilità elettrica intermedia tra quella di un conduttore e quella di un isolante

Non rispettano la I legge di Ohm I V

Hanno in genere una notevole sensibilità alla luce

Hanno un coefficiente di temperatura negativo

R = r l/S

rt = r (1+at)

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Proprietà del Silicio

I semiconduttori hanno una struttura atomica che li rende molto adatti per

la rivelazione di particelle:

• Eg = 1.12 eV

• E (e-lacuna) = 3.6 eV (~ 30 eV nei gas)

• alta densita` 2.33 g/cm3 DE/dx elevato

• la rigidità meccanica del silicio permette di costruire rivelatori che si

autosostengono

Banda di conduzione

Banda di valenzalacuna

elettrone

Eg = 1.12 eV

E

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Si

Si

Si

Qualche dettaglio sul Silicio

3s2 3p2 3d

2s2 2p6

1s2

Configurazione elettronica

Legame covalenteSi

Si

Si

SiSi

- -

--

--

--

Si

SiSi

Si

Struttura del reticolo

Si

Si

Si

Si

Si

Si

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Drogaggio di tipo N

I droganti che provocano questo configurazione

(P, As, An) vengono chiamati “donatori”

Aggiungendo nel reticolo delle impurità pentavalenti il cristallo si arricchisce

di cariche libere negative (elettroni) e, per questo, viene chiamato di tipo N.

Complessivamente il sistema risulta

essere, dal punto di vista elettrico, neutro

1012 atomi/cm3Banda di conduzione

Banda di valenza

elettrone

Eg = 1.12 eV

E

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Drogaggio di tipo P

Aggiungendo nel reticolo delle impurità trivalenti il cristallo si arricchisce di

lacune libere (buche) e, per questo, viene chiamato di tipo P.

I droganti che provocano questo configurazione

(B, Al, In, Ga) vengono chiamati “accettori”

1015 atomi/cm3

Complessivamente il sistema risulta

essere, dal punto di vista elettrico, neutro

Banda di conduzione

Banda di valenza

Eg = 1.12 eV

E

lacuna

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Giunzione P-N

P

P N

++++++

------

N

++++++

------

Polarizzazione inversaPolarizzazione diretta

P N

++++++

------

+-+ -

Applicando un potenziale esterno Vp>Vn

(polarizzazione diretta), elettroni e lacune

si spostano verso la zona svuotata: La

zona svuotata si restringe!

Applicando un potenziale esterno Vn>Vp

(polarizzazione inversa), elettroni e

lacune si allontanano dalla zona

svuotata: La zona svuotata si allarga!

Giunzione P-N

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Esempi di dispositivi elettronici

Diodo

P N

Transistor NPN

P

N

P

N

P

N

B

E

B

C

E

Transistor PNP

BC

E

BC

E

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Costruiamo un rivelatore al Si

SiO2

N

Passivazione

B

As

Al

Al

Apertura di finestre

Impiantazione

Annealing

Metallizzazione del lato P

Rimozione dell’Al dall’ossido

Metallizzazione del lato N

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Un rivelatore al Si in azione!

Applicazione di una

tensione inversa

P N

+-

La giunzione raggiunge le dimensioni dello

spessore del rivelatore

+ + +

- - -

Deposizione dell’energia della

particella nella zona svuotata

+++ -

--

+- +- +-

Gli e- migrano verso la zona di tipo N

mentre le h+ verso quella di tipo P

1 2 3 4

1

2

3

4

segnale

Ep

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Rivelatori a strip

Segmentando il lato con drogaggio P è possibile ottenere la posizione X o Y di

passaggio della particella

Single Sided Strip Detector

Double Sided Strip Detector

Segmentando anche il lato con

drogaggio N è possibile ottenere la

posizione X e Y di passaggio della

particella

Informazioni: perdita di energia DE, energia E, posizione X e Y (angoli), tempo t

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Rivelatori a pixel

Si ottengono segmentando il Si in una matrice di diodi A

LIC

E -

LH

C C

ER

N

Anche l’elettronica deve avere la

stessa geometria

Connessione diretta del rivelatore con

l’elettronica

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Rivelatori al Ge

• Necessitano di raffreddamento Azoto liquido (-197° C)

• Ottima risoluzione energetica (2 – 3 keV)

• Spettroscopia

Spettri GALILEO

Schema livelli

isotopi Cr

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Rivelatori a scintillazione

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Rivelatori a scintillazione

La particella incidente perde tutta o parte della sua energia nello scintillatore cau-

sando l’eccitazione di un elettrone.

La successiva diseccitazione provoca l’emissione di un fotone nel visibile (luce

di scintillazione).

• Scintillatori inorganici (cristalli)

• Scintillatori organici (plastici o soluzioni liquide)

Non viene applicata alcuna tensione a questi tipi di

rivelatori.

Quindi gli scintillatori sono dei materiali (organici o

inorganici) che, quando vengono attraversati da una

particella carica, emettono luce in un tempo

brevissimo (< 10-7 sec) ed in quantità proporzionale

all’energia persa dalla particella nell’attraversarli.

Evoluzione del processo di riemissione

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Scintillatori inorganici

Il meccanismo di scintillazione dipende dalla struttura del reticolo cristallino

L’aggiunta di impurezze (attivatori) cambia

localmente la struttura a bande degradando

l’energia della radiazione emessa (Stokes shift).

L'energia dei fotoni emessi è minore della

differenza in energia tra le due bande

trasparenti alla propria luce di scintillazione

(fluorescenza).

Band gap

Nei cristalli puri un elettrone portato in banda di

conduzione può emettere luce quando l’atomo si

diseccita processo poco efficiente

Band gap

Banda di conduzione

Banda di valenza

Banda di conduzione

Banda di valenza

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Scintillatori inorganici

La risposta luminosa di uno scintillatore si misura in fotoelettroni per MeV

Il materiale più efficiente è NaI:Tl con circa 41.000 fotoni/MeV

La risposta luminosa può variare con la temperatura

Sono cristalli drogati con impurità (attivatori). In generale gli scintillatori

inorganici hanno una risposta di 2-3 ordini di grandezza più lenta dei cristalli

organici.

I tempi di emissione sono dell’ordine delle centinaia di ns, tranne che per i

nuovi cristalli come LaBr (grazie ai drogaggi)

Problema per molti cristalli inorganici: sensibili all’umidità (igroscopicità)

Vantaggi degli scintillatori inorganici:

• elevato potere frenante (elevata densità e alto numero atomico)

• le più alte uscite in luce (pertanto, risultano fra i più adatti alla rivelazione

dei raggi e degli elettroni e positroni di alta energia)

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Scintillatori inorganici

Caratteristiche principali degli scintillatori organici

Informazioni: energia E, tempo t, tipo di particella

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Scintillatori inorganici

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Scintillatori organici

Sono molecole organiche complesse in cui si ha emissione di luce

nell’ultravioletto in seguito alla eccitazione di livelli vibrazionali molecolari.

All’interno del materiale si aggiungono sostanze per trasportare l’emissione nel

visibile (“wave shifter”).

non-

radiative

10-8-10-9 s

>10-4 s

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Scintillatori organici

Quindi gli scintillatori inorganici sono dei materiali che, quando vengono attraversati da

una particella carica, emettono luce in tempi dell’ordine di qualche ns o decina di ns.

Informazioni: perdita di energia DE, energia E, tempo t, tipo di particella

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Struttura di un rivelatore a scintillazione

La luce emessa da uno scintillatore viene trasportata attraverso una guida di luce ad

uno sensore detto fotomoltiplicatore, che genera un impulso elettrico le cui

caratteristiche dipendono dal segnale luminoso prodotto al suo ingresso. L’insieme

scintillatore - guida di luce - fotomotiplicatore costituisce un contatore a scintillazione.

In particolare l'intensità della luce di scintillazione è proporzionale all'energia persa

dalla particella ionizzante nello scintillatore; perciò questi rivelatori forniscono

informazioni sull'energia della particella..

La luce di scintillazione e` emessa

isotropicamente. Quindi solo una parte di

essa raggiunge direttamente la guida di luce; il

resto la raggiunge solo dopo un certo numero

di riflessioni. La luce che arriva al fotocatodo

e` percio` solo una frazione di quella emesssa.

Lo scintillatore viene generalmente accoppiato

otticamente ad una guida di luce che ha lo

scopo di raccordare una superficie dello

scintillatore con quella del fotomoltiplicatore.

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Il fotomoltiplicatore

E’ racchiuso in un’ ampolla di vetro, che

contiene:

un fotocatodo: materiale semitrasparente

fotosensibile emette elettroni quando viene

colpito dalla luce di scintillazione;

un’ ottica di ingresso: un insieme di elettrodi

che convogliano gli elettroni emessi dal

fotocatodo sul primo dinodo;

i dinodi: serie di elettrodi a tensione

crescente capaci di provocare l’emissione di

altri elettroni, definiti per questo elettroni

secondari;

un anodo: l’ultimo elettrodo che raccoglie

tutti gli elettroni creati nelle emissioni

secondarie

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Il fotomoltiplicatore

Il fotocatodo converte la luce incidente in elettroni (detti fotoelettroni) per

mezzo dell’effetto fotoelettrico. Per facilitare il passaggio di questa luce, il

materiale foto-sensibile è depositato in uno strato sottile all’interno del vetro (o

quarzo) della finestra di ingresso del fotomoltiplicatore

L’efficienza quantica e(l) e` il rapporto tra il numero di fotoelettroni rilasciati e il

numero di fotoni incidenti sul catodo e dipende dalla lunghezza d’onda l dei

fotoni incidenti.

La massima efficienza si ha nella maggior parte dei casi per lunghezza d’onda

l = 400 440 nm (luce blu) e vale circa e(l) = 10 30 %

Il materiale fotosensibile deve avere un’alta efficienza quantica. Nella maggior

parte dei casi si tratta di materiali semiconduttori formati con antimonio con

l’aggiunta di uno o piu` metalli alcalini (es. Cesio).

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Altri fotorivelatori

Fotodiodo

Guadagno interno G = 1

Fotodiodi a valanga

Alta tensione, guadagno interno G ~ 100

Q.E. = Np.e./Nfotoni

La deposizione dell’energia di una particella

produce luce di scintillazione (luminescenza).

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Altri fotorivelatori

Un SiPM consiste di una matrice di piccoli elementi sensibili di piccole dimensioni (o pixel)

tutti connessi in parallelo. Ogni micro-cella è un Geiger-Mode Avalanche Photodiode (GM-

APD) che lavora oltre la tensione di scarica e integra una resistenza per il suo quenching.

Vantaggi di un SiPM

APD che operano in Geiger-Mode possono

rivelare singoli fotoni

alti guadagni (nel range 105107)

basse tensioni di alimentazione ~ 50 V

basso consumo in potenza

insensibile a campi magnetici

resistente al danneggiamento da radiazione

basso costo

ma alti conteggi di fondo

SiPM vengono sempre più usati in applicazioni in sostituzione di

fotomoltiplicatori standard e APD

Silicon Photo-Multiplier

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Ricadute tecnologiche dei rivelatori

Positron Electron Tomography (PET)

Si inietta un radiofarmaco nel

corpo del paziente e si rivelano i

fotoni emessi

Lo sviluppo sui rivelatori ha

contribuito a migliorare la

risoluzione delle immagini

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Ricadute tecnologiche dei rivelatori

Positron Electron Tomography (PET)

La sostanza iniettata raggiunge l’organo

che si vuole visualizzare (cuore, cervello

etc…) dove emette positroni

l’annichilazione dei positroni con gli

elettroni presenti del corpo produce 2

emessi in direzione opposta

Migliaia di scintillatori BGO

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Ricadute tecnologiche dei rivelatori

Per ricostruire immagini tridimen-

sionali sono necessari software di

ricostruzione molto sofisticati che

tengano conto dei fenomeni di

diffusione attenuazione falsi eventi.

Positron Electron Tomography (PET)

La PET oggi è molto diffusa e praticata grazie anche agli enormi progressi fatti nella

produzione di cristalli BGO a basso costo da parte degli esperimenti di fisica

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A che cosa serve il drogaggio?

In un materiale intrinseco (non drogato) la densità electronica ne e

la densità delle buche nh sono uguali: ne = nh = ni

Una particella a emessa da una sorgente di 241Am (E = 5.486 MeV)

produce nel Si circa 1.5x106 coppie e-h.

In questo volume di Si abbiamo circa

4.5x108 portatori di carica liberi

Per il Silicio : ni ~ 1.45x1010 cm-3

1 cm

1 c

m

Ridurre il numero dei portatori di carica liberi

Svuotare il rivelatore

Polarizzazione inversa della giunzione PN