I rischi del mercato di vendita USA

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I RISCHI DEL MERCATO DI VENDITA U.S.A. Responsabile dei Contenuti Divisione Risk Management Sezione Liability Dimitri Pariani Tel. : +39/02/83113481 Fax.: +39/02/83113681 e.mail : [email protected] Simona D’Auria Tel.: +39/02/83113487 Fax.: +39/02/83113687 e.mail: [email protected] 20 Maggio 2004 Gerling - Konzern Allgemeine Versicherungs – AG Rappresentanza Generale per l’Italia Via Pavia,6 20136 Milano http://www.gerling.com

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Brochure sulla RC Prodotti USA della Gerling Konzern

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I RISCHI DEL MERCATO DI VENDITA

U.S.A.

Responsabile dei Contenuti

Divisione Risk Management Sezione Liability

Dimitri Pariani Tel. : +39/02/83113481 Fax.: +39/02/83113681

e.mail : [email protected] Simona D’Auria

Tel.: +39/02/83113487 Fax.: +39/02/83113687

e.mail: [email protected]

20 Maggio 2004 Gerling - Konzern Allgemeine Versicherungs – AG Rappresentanza Generale per l’Italia Via Pavia,6 20136 Milano http://www.gerling.com

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1 Introduzione............................................................................................. 2 2 Il sistema legale degli USA ................................................................... 2

2.1 I sistemi di Civil Law e Common Law............................................................. 2 2.2 Il sistema Giuridico...................................................................................... 4 2.3 La giurisdizione ........................................................................................... 5

3 Concetti base del diritto RCP negli U.S.A.......................................... 5

3.1 Le teorie legali prevalenti ............................................................................. 6 3.1.1 La Negligenza (Negligence)...........................................................................6 3.1.2 La Responsabilità Oggettiva (Strict Liability in Tort) ............................................6 3.1.3 La violazione della garanzia (Breach of Warranty) ..............................................6 3.1.4 La Responsabilità Assoluta ............................................................................8 3.1.5 Res ipsa loquitur...................................... Errore. Il segnalibro non è definito.

3.2 I più frequenti fondamenti delle cause da RCP negli USA................................ 8 3.2.1 I difetti del prodotto ....................................................................................8 3.2.2 Prevedibile uso del prodotto e uso scorretto......................................................9

3.3 Il maggior rischio rappresentato dal sistema legale USA............................... 11 4 I poteri delle agenzie amministrative negli USA........................... 14

4.1 OSHA – Occupational Safety and Health Administration ............................... 15 4.2 CPSC (Consumer Product Safety Commission) ............................................. 17 4.3 EPA (Environmental Protection Agency)...................................................... 20 4.4 FDA (Food and Drug Administration)........................................................... 20 4.5 FTC (Federal Trade Commission)................................................................. 22

5 Il diritto della Workmen’s Compensation ....................................... 22 6 Come ridurre i rischi da Responsabilità Civile Prodotto.............. 23

6.1 Elementi chiave per il progettista................................................................ 24 6.1.1 Gli standard............................................................................................. 24 6.1.2 La Garanzie sul prodotto............................................................................. 28 6.1.3 Segnalazioni di allarme – Targhette .............................................................. 29 6.1.4 Manuali di istruzione.................................................................................. 31

7 Il ruolo delle compagnie assicurative .............................................. 33 8 Allegati ..................................................................................................... 34

8.1 CPSC - Annuncio di ritiro prodotti................................................................ 34 8.2 CPSC – Requisiti per biciclette (uso-manutenzione in sicurezza)................... 37

8.3 Bibliografia................................................................................................ 39

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1 Introduzione Le aziende che esportano i propri prodotti sul mercato estero si trovano a dover affrontare differenti problematiche che possono essere di difficile gestione, legate alla differente legislazione, agli usi commerciali, alla concezione del danno da prodotto difettoso e ai differenti rimedi legali offerti al consumatore che si trovi leso nella sua integrità fisica (morale) o nei suoi beni a causa dell’utilizzo di un prodotto. Tutto ciò è drammaticamente vero per il mercato USA che rappresenta una sfida formidabile per i produttori non statunitensi per i seguenti motivi fondamentali:

q La complessità della legislazione americana e i numerosi standard che regolano la produzione e la vendita di un prodotto.

q Il coinvolgimento di un produttore in una causa civile da responsabilità da prodotto negli USA implica spesso un’esposizione tale da costituire una minaccia all’esistenza dell’azienda stessa.

q L’importo di una transazione o l’importo liquidato in una sentenza possono essere superiori al valore totale delle vendite di molti anni.

q Una causa civile da responsabilità da prodotto ha un impatto a lungo termine sulla capacità del produttore di proseguire l’attività negli Stati Uniti o di procurarsi un’assicurazione adeguata a proteggere l’azienda.

Il produttore che intenda esportare sul mercato statunitense deve dunque essere preparato a gestire un rischio davvero elevato. La nostra esperienza maturata nell’esercizio dell’attività di Risk Management presso le industrie che operano sul mercato italiano, ha messo in luce come la media delle piccole e medie imprese non sia ancora del tutto conscia del pericolo intrinseco alla vendita di prodotti negli Stati Uniti, anche perché la maggior parte degli importatori e dei distributori americani suppongono che il fabbricante abbia studiato il mercato statunitense, sia in relazione agli standard che alle norme applicabili. Il produttore dunque si accorge del pericolo solo quando è oramai coinvolto in una causa civile da responsabilità da prodotto. Migliore la situazione presso le grandi imprese multinazionali, dove la presenza di uno studio legale, esperto in materia, è di fondamentale supporto nell’attività di controllo di tutte le fasi di sviluppo del prodotto destinato al mercato USA, dalla progettazione alla distribuzione, teso ad evitare errori e lacune e a predisporre una valida base di difesa dell’azienda nell’eventualità si trovi, nonostante tutto, implicata in una causa civile da responsabilità da prodotto. 2 Il sistema legale degli USA

2.1 I sistemi di Civil Law e Common Law Ci sono due maggiori sistemi di legge in uso nelle differenti nazioni del mondo. Il sistema di Civil Law e di Common Law.

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Il sistema legale degli USA è un’evoluzione del sistema Inglese. I diritti del popolo americano e le leggi che governano la nazione hanno le loro origini in ciò che è chiamato il sistema di Common Law britannico, seguito da tutto il mondo di lingua inglese (eccetto la Scozia e pochi altri paesi). Si tratta di un sistema legale che deriva la sua forza e autorità dal consenso universale, dai costumi e dalle lunghe consuetudini invece che da una legge formale espressa. Con il passare del tempo, l’accumulo dei casi decisi nelle corti ha costituito una valida base di precedenti che sono stati poi utilizzati dai giudici nelle decisioni sulle successive controversie portate all’attenzione delle corti. Dunque, quello che una volta era un sistema di diritto basato sulla consuetudine dei popoli, è diventato un sistema basato sulle sentenze delle corti. Nel 1930 L’American Law Institute ha riassunto migliaia di precedenti e aree di diritti in tomi chiamati “Restatements of the Law” nel tentativo di sviluppare una dottrina espressa di tali precedenti. Essi non hanno natura di legge, ma sono estremamente persuasivi presso le corti. Oggi l’elaborazione e l’amministrazione delle leggi in USA è opera di quattro principali settori :

q Legislativo: elabora il diritto sostanziale, ovvero leggi e modifiche di leggi che creano, definiscono e regolano i diritti e i doveri tra i cittadini e lo stato e tra gli stessi cittadini. La costituzione degli USA rappresenta la legge suprema;

q Giudiziario: sviluppa il diritto delle corti attraverso le decisioni sui casi, ovvero la Case Law;

q Esecutivo, emana ordini e regolamenti sia a livello statale che federale; q Amministrativo: ha estesi poteri regolatori sulle industrie e sulle attività quali

assicurazioni, pubblici servizi, trasporti, comunicazioni, ambiente e prassi di lavoro, di cui parleremo in seguito.

Dunque il settore legislativo genera il diritto emanando le leggi, mentre il settore giudiziario crea le leggi attraversi le decisioni sui casi. Ovvero la legislatura dichiara quel che la legge dovrebbe essere mentre le corti dichiarano ciò che la legge è. La funzione delle corti nell’interpretazione degli atti della legislatura è chiamata interpretazione ammessa dalla legge. Nell’esercizio di tale funzione le corti non hanno una reale autorità legislativa. Esse non possono interpretare la legge in senso più estensivo o darle un significato differente da quello inteso dalla legislazione. Ciò è particolarmente vero quando la legge è chiara e non ambigua. Inoltre le corti non prendono mai in considerazione questioni astratte o fittizie, decidono solo controversie reali. Anche nel sistema di Common Law dunque, esiste una gerarchia delle fonti di diritto: la costituzione, le leggi e i precedenti. La Case Law è molto importante nel campo della responsabilità da prodotto. L’Italia, insieme alla maggior parte dei paesi di lingua non inglese (esclusi i paesi della ex cortina di ferro), fonda invece il proprio sistema legale sul sistema di Civil Law, derivante dalla tradizione romana, in cui enfasi primaria è data alle costituzioni e alle leggi quali fonti di diritto. Nel nostro sistema, le leggi sono raccolte in codici che coprono tutte le tipologie di argomenti legali. Nei casi in cui le leggi hanno bisogno d’interpretazione, l’opinione di giuristi riconosciuti ha più influenza di quella dei giudici. Nel sistema di Civil Law, i casi sottoposti all’attenzione delle corti non contribuiscono allo sviluppo né diventano una fonte di legge nel senso che una preventiva

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sentenza giudiziaria non ha l’influenza attribuitale nel sistema di Common Law nella decisione delle future controversie. Ciò nonostante, anche in Italia ed in genere negli odierni sistemi di Civil Law, il “precedente giurisprudenziale” ha di fatto assunto un ruolo determinante nella valutazione dei casi successivi, così come l’elaborazione dottrinale influenza l’applicazione e l’interpretazione della legge. Un caso esemplare italiano è rappresentato dal c.d. “Danno esistenziale”, che, non espressamente regolato dal codice, nasce da un’elaborazione dottrinale poi ripresa dalla giurisprudenza di merito, passa per la Corte di Cassazione ed ottiene infine pieno riconoscimento da parte della Corte Costituzionale. 2.2 Il sistema Giuridico Gli USA hanno un sistema di corti pluralistico che consiste in 51 sovra-sistemi, il sistema delle corti federali, e 50 sistemi statali. L’interazione tra questi sistemi di corti, relativo a questioni di giurisdizione, costituisce un quadro molto complicato. La Costituzione degli USA è il documento base che definisce e divide i poteri tra il governo federale e gli stati. Diversamente dall’autorità federale, che è garantita, gli stati hanno autorità fino a che espressamente o implicitamente negato dalla costituzione federale o da quella degli stati. Ogni stato è sovrano di se stesso con il proprio sistema di leggi e corti, eccetto dove l’autorità degli stati e del governo federale interferiscono o collidono. Dove c’è un conflitto, la legge degli stati deve cedere agli atti federali. Nonostante ci siano grandi differenze nei sistemi delle corti tra i differenti stati e tra gli stati e il governo federale, se ne possono identificare due tipi generali – i tribunali e le corti d’appello. Il tribunale (trial court) ascolta e decide le controversie determinando i fatti e applicando le adeguate regole. Tale procedura può essere svolta davanti ad un giudice in assenza di giuria o può coinvolgere una giuria. Generalmente il giudice decide le questioni di diritto, mentre la giuria le questioni di fatto. In un caso di responsabilità da prodotto, dove sono presenti questioni di fatto e di diritto, la giuria è chiamata a stabilire lo standard del prodotto e la funzione della corte è di fornire linee guida per la determinazione della presenza del difetto da parte della giuria. In tal modo viene definito lo standard legale per il caso. Le corti d’appello (appellate courts), rivedono le decisioni dei tribunali. Se una qualsiasi delle due parti (l’accusa o la difesa) in una causa civile rimane insoddisfatta dalla sentenza del tribunale, può fare appello alla corte superiore (Higher Court) la corte d’appello. L’autorità di queste corti è limitata alla revisione di possibili o presunti errori di diritto fatti dal tribunale. Nessun nuovo argomento o nuova prova sono ammesse dal momento che la corte d’appello non ridiscute il caso; non ci sono testimoni né giuria. L’ultima corte d’appello, o corte d’ultimo ricorso, è la Suprema Corte degli Stati Uniti . Essa esercita sia giurisdizione originaria sia d’appello. Nell’ambito del sistema pluralistico delle corti degli USA, la Suprema Corte è unica nella revisione di certe sentenze delle corti federali inferiori. Solo in poche circostanze la Suprema Corte può essere appellata per una questione di diritto. La corte controlla il ruolo delle cause e riserva il suo tempo alle vertenze che reputa di impatto di vasta portata.

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2.3 La giurisdizione La giurisdizione rappresenta il potere o l’autorità di una corte di ascoltare e giudicare una controversia tra le parti. Tale potere è conferito sia dalla legge che dalla costituzione. La giurisdizione per materia in particolare, aiuta a chiarire la competenza delle diverse corti in relazione al tipo di vertenza. In generale si può usare il concetto “ad ognuno il suo” ovvero alle corti federali i problemi federali e alle corti degli stati i problemi propri di ciascun stato. Ma ci sono delle eccezioni. Possono essere distinte tre regole generali. Primo: le questioni federali possono essere discusse solo da corti federali; Secondo: le questioni locali saranno discusse dalle appropriate corti statali; Terzo: le corti federali non rivedono le sentenze delle corti degli stati. Nelle cause civili le corti distrettuali federali hanno giurisdizione in due maggiori categorie di questioni. La prima e più ovvia categoria è quella riguardante una questione strettamente federale- quale quella che può sorgere ai sensi della Costituzione o riguardante controversie tra leggi federali. La seconda e più importante dal punto di vista della responsabilità da prodotto, è quella riguardante la differente cittadinanza. Virtualmente tutte le cause da responsabilità da prodotto che sono state avanzate davanti a corti federali sono state intentate sotto il ruolo della diversità di cittadinanza. 3 Concetti base del diritto RCP negli U.S.A.

La legge sulla responsabilità civile da prodotto ha la funzione di incentivare i produttori a progettare e produrre prodotti “più sicuri” da un lato e dall’altro di offrire al consumatore leso nella propria persona o nei propri beni rimedi risarcitori. La responsabilità del produttore può derivare sia dai principi del diritto del contratto che da quelli del diritto dell’illecito. Il contratto è un accordo vincolante per le cui violazioni la legge prevede dei rimedi. Nel contesto della Responsabilità da Prodotto un contratto si riferirà alla vendita di un prodotto. Le transazioni commerciali negli USA sono governate dall’Uniform Commercial Code. E’ comunque il caso di ricordare che la responsabilità civile per danno da prodotto è di tipo extra-contrattuale. Ne consegue che le parti che stipulano un contratto commerciale non possono evitare o anche solo limitare la loro responsabilità nei riguardi dei consumatori anche in assenza di un rapporto contrattuale con gli stessi, nel caso di danni causati dall’utilizzo di un prodotto. Un illecito civile (Tort) consiste in un atto ingiusto o nel mancato esercizio della dovuta diligenza che causa un danno e dal quale può scaturire un’azione legale civile. La responsabilità derivante da un illecito civile prescinde dall’obbligazione del contratto.

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3.1 Le teorie legali prevalenti Il diritto sostanziale dei 50 stati in materia differisce sotto molti aspetti, ma sotto il profilo delle teorie legali dirette alla determinazione della responsabilità del produttore si possono identificare alcune tipologie principali: 3.1.1 La Negligenza (Negligence)

Si ha negligenza quando una persona omette di adempiere ad un suo dovere verso un'altra persona o agisce con diligenza inferiore a quella che ci si aspetterebbe, nelle stesse circostanze, da una persona ragionevole e prudente. L’assenza dell’intenzione di causare un danno è una caratteristica distintiva della negligenza. La teoria della negligenza, nell’ambito dell’illecito civile, è una delle più importanti nel contesto della responsabilità civile da prodotto. Perché l’illecito costituito da negligenza sia riconosciuto come valida causa d’azione è necessaria la presenza di due elementi:

- un obbligo-dovere d’attenzione riconosciuto dalla legge e la violazione di tale dovere; - la violazione del dovere deve costituire la causa prossima dell’infortunio.

Per “causa prossima” si intende l’atto che è la naturale o ragionevole prevedibile causa della lesione o dell’evento che si è verificato e che ha leso l’inquirente.

3.1.2 La Responsabilità Oggettiva (Strict Liability in Tort)

L’attributo discriminante della responsabilità oggettiva nell’illecito civile consiste nel fatto che la condotta del produttore o la diligenza dallo stesso tenuta sono IRRILEVANTI. Per ottenere un risarcimento dei danni, l’inquirente non deve provare che il produttore è stato negligente. Deve solo provare che il prodotto era difettoso, irragionevolmente pericoloso e che rappresenta la causa prossima del danno. In altre parole il fuoco è incentrato sul prodotto piuttosto che sul produttore. Si dice che il produttore è oggettivamente responsabile perché la sua responsabilità non dipende dalla sua condotta o diligenza. Ciò rende la difesa particolarmente difficile e frustrante per il produttore e tale dottrina legale è la causa base di ciò che oggi viene chiamata la crisi della responsabilità da prodotto. La dottrina della responsabilità oggettiva nell’illecito a cui si fa normalmente riferimento è quella basata sul Restatement of Torts. 3.1.3 La violazione della garanzia (Breach of Warranty) Esistono due tipi di garanzia:

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- Espressa: Una dichiarazione resa dal produttore o dal venditore sia per iscritto che oralmente, che il suo prodotto è adatto ad uno specifico uso o che si comporterà in un determinato modo.

- Implicita: Una garanzia sottintesa dalla legge, che il prodotto del fabbricante o del venditore è adatto ad ogni fine ordinario o specifico ed è ragionevolmente sicuro da usarsi.

Entrambe hanno lo stesso effetto legale e operano come se il venditore avesse rilasciato una garanzia espressa. La garanzia espressa è regolata dal diritto del contratto. Il compratore acquista i beni (o il prodotto) con la ragionevole presunzione di trovarli nello stato dichiarato dal venditore. La garanzia espressa non necessita di una particolare forma, la dichiarazione può essere scritta, stampata o rilasciata in forma orale. E’ sufficiente che il venditore affermi un fatto che diviene parte o condizione della transazione tra le parti. Dichiarazioni tipo “questo è il miglior prodotto sul mercato!” da parte del venditore non sono da considerarsi forme di garanzia espressa, rappresentano un’opinione del venditore che il compratore deve valutare con oggettività. Sebbene la violazione di una garanzia espressa possa sicuramente costituire fondamento ad una causa da RCP, il concetto di garanzia implicita è di lunga più importante relativamente allo sviluppo della responsabilità da prodotto. La garanzia implicita non consiste in una dichiarazione del venditore ma è implicita ai sensi di legge. Tale garanzia nasce automaticamente da una qualsiasi vendita. Nella pratica, essa dichiara che il prodotto, in quanto immesso sul mercato, è ragionevolmente sicuro da utilizzare. Ciò sta a significare dunque che la sicurezza di un prodotto è garantita implicitamente. L’inquirente che fa ricorso ai sensi della violazione di una garanzia implicita non deve provare la negligenza del venditore, basta che provi la difettosità del prodotto. Bisogna inoltre tenere presente che, nel caso di azione per “breach of warranty”:

a) anche il venditore è chiamato in causa al pari del produttore, anche se la causa è basata su un difetto originale del prodotto. Ne può conseguire un effetto paradossale: il venditore riesce a dimostrare che il prodotto non ha difetti e vince, ma deve comunque pagare le proprie spese legali. A questo punto non può però agire nei confronti del produttore (salvo accordi contrattuali con lo stesso) per recuperare le spese sostenute, proprio in quanto è lui ad aver vinto la causa! Da qui l’uso ricorrente da parte dei rivenditori USA di chiedere al produttore un’appendice “Vendor’s” con la quale l’assicuratore del produttore si impegna a sostenere le spese di difesa nel caso in cui il venditore USA sia chiamato in causa per un difetto originale del prodotto (inteso come insieme del prodotto, delle istruzioni per l’uso, dell’imballaggio etc.).

b) abilitato all’azione nei confronti del venditore non è solo l’acquirente ma anche le persone (anche non legate da vincoli parentali) che si trovassero nelle prossimità del prodotto, quando sia provato che quest’ultimo abbia provocato il danno.

La teoria della responsabilità oggettiva è la più utilizzata nelle corti della maggior parte degli stati. Esistono in ogni caso altre due teorie, che rappresentano un ulteriore evoluzione della case law relativa all’RCP.

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3.1.4 La Responsabilità Assoluta In base a tale teoria il solo fatto dell’infortunio causato dall’utilizzo di un dato prodotto è sufficiente a provare il danno e a costituire il fondamento per la richiesta di risarcimento da parte dell’inquirente, a prescindere non solo dalla negligenza del produttore ma anche dalla prova dell’esistenza di un difetto del prodotto. 3.1.5 Res ipsa loquitur Alcune delle ultime sentenze si sono basate su tale teoria che, come nel caso della responsabilità assoluta, non prevede la prova del difetto nel prodotto. In base ad essa la giuria può desumere che negligenza o difetto siano state cause dirette del danno anche in assenza di prova specif ica ma semplicemente per il fatto che esse rappresentano la conclusione più ragionevole che emerge dalla situazione (il fatto parla per se stesso). Questa teoria si trova spesso applicata nei casi di malasanità. Se una garza, ad esempio, viene lasciata nel corpo di un paziente dopo un operazione, la sola presenza di tale garza prova la negligenza. Fortunatamente essa è difficilmente invocabile. In ogni caso: Secondo le teorie più comunemente applicate, i presupposti necessari ad esperire un’azione civile da responsabilità civile da prodotto sono i seguenti: Ø L’esistenza di un difetto (sia in fase di progettazione che nella fase di produzione); Ø L’attribuzione di quel difetto al venditore, produttore o altri soggetti che intervengono nella

catena di distribuzione; Ø Un nesso causale tra il difetto e i danni subiti da chi svolge il reclamo.

La mancanza del nesso causale tra l’evento dannoso e il prodotto è spesso adottato come argomento primario dalla difesa. Ciò nonostante la legge americana stabilisce che l’esistenza del nesso causale è presunta quando il danno subito era del tipo che “in genere si verifica come conseguenza di un difetto da prodotto e il convenuto non possa dimostrare che il danno sia stato provocato solo da altre cause”.

3.2 I più frequenti fondamenti delle cause da RCP negli USA 3.2.1 I difetti del prodotto Il “Restatement of Product Liability Law” che costituisce il tentativo, da parte di professori e avvocati specializzati, di riassumere i punti comuni delle leggi sulla responsabilità per danno da prodotto difettoso dei vari stati, afferma, all’art. 2, che un prodotto può avere tre tipi di difetti:

a) un difetto di fabbricazione (nonostante tutte le precauzioni prese); c) un difetto di progettazione, se esisteva ragionevolmente un design alternativo.

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? I dispositivi di sicurezza necessari non sono stati inclusi nel progetto; ? Il progetto ha considerato materiali con caratteristiche non adeguate o ha mancato

di rispettare standard fondamentali; ? Un pericolo occulto è stato creato dal progetto.

Riguardo al rispetto delle norme di sicurezza relative ad un determinato prodotto bisogna tenere in considerazione che la non osservanza di tali norme è di per sé prova dell’esistenza del difetto. Il contrario però non è ugualmente vero, perché il rispetto di tutti i criteri di sicurezza non implica necessariamente che il prodotto fosse privo di difetti.

c) istruzioni o avvertenze insufficienti.

? Il progettista non ha considerato delle possibili condizioni di non sicurezza, dovute all’abuso o all’uso improprio del prodotto, che erano ragionevolmente prevedibili. In questa situazione è di fondamentale importanza che il progettista lavori con gli altri reparti della compagnia, al fine di stabilire segnalazioni d’allarme e targhette che avvisino i clienti che il prodotto è potenzialmente pericoloso.

E’ importante tenere in considerazione che in casi di responsabilità civile per danno da prodotto difettoso, le giurie sono autorizzate, di fatto, a decidere con il senno di poi se una determinata avvertenza o le istruzioni fornite con il prodotto fossero sufficienti ad evitare il danno! Le accuse più comuni in materia, in base alle sentenze ad oggi emesse, sono di tre tipi: Ø Istruzioni inadeguate o inesistenti; Ø Traduzioni approssimative; Ø Scelte sbagliate degli elementi oggetto di avvertenze e di potenziali pericoli che

richiedono particolare oculatezza e considerazione. 3.2.2 Prevedibile uso del prodotto e uso scorretto Il danno derivante da un utilizzo scorretto del prodotto (persino irragionevole) è spesso fondamento di una causa da RCP nei riguardi del produttore qualora tale utilizzo scorretto fosse prevedibile. E’ necessario dunque che il prodotto sia progettato e fabbricato tenendo in considerazione l’intero ciclo della sua vita utile (da quando lascia la fabbrica fino alla sua distruzione), tutte le prevedibili condizioni e ambienti d’uso e tutti i possibili utilizzatori (età, capacità e livello culturale).

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Alcuni esempi:

Un vaporizzatore ha causato un incendio dopo che l’acqua al suo interno è completamente evaporata causando un surriscaldamento. Mentre la difesa puntava sul fatto che si era trattato di uso scorretto del prodotto, in quanto le istruzioni prevedevano l’accensione del prodotto solo in presenza di acqua, la corte stabilì la responsabilità del produttore, in quanto non ci si poteva aspettare l’utilizzo adeguato del prodotto da parte del consumatore. Oltretutto è stata ravvisata una negligenza di progetto in quanto un dispositivo di spegnimento automatico avrebbe potuto essere installato a bassi costi ovviando al problema.

Un contadino ha subito la perdita di un occhio a causa di una scaglia di metallo staccatasi da un martello utilizzato per spingere un perno nel suo alloggiamento. Tutti convenivano che al momento del rilascio il prodotto non aveva difetti. Un metallo indurito ha la probabilità di scheggiarsi quando colpisce un pezzo di durezza superficiale maggiore e questa è stata la causa dell’infortunio. La difesa tentava di dimostrare che il prodotto non era stato usato come doveva, in quanto per un’operazione del genere la parte lesa avrebbe dovuto utilizzare altri mezzi. La corte deliberava in favore del contadino, ritenendo che il problema era conosciuto al produttore, e che esso aveva il dovere di prevedere tale uso improprio del martello.

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L’importante lezione da apprendere è che i materiali cambiano con gli anni e a causa delle differenti condizioni ambientali. Gli isolamenti elettrici si deteriorano, i metalli si ossidano, i lubrificanti congelano, ecc. Nel pensare alle tipologie di incidenti che possono verificarsi a causa dell’uso o del prevedibile uso scorretto di un prodotto, si devono tenere in considerazione tutti i possibili cambiamenti che agiscono tipicamente sul materiale che costituisce il prodotto. 3.3 Il maggior rischio rappresentato dal sistema legale USA Nell’odierno contesto della legge europea in materia di responsabilità civile da prodotto, il concetto di “responsabilità oggettiva”, secondo la quale non è necessario provare l’esistenza della negligenza del convenuto, e che lede così pesantemente le possibilità di difesa del produttore, non rappresenta più un’esclusiva americana. Tuttavia, nella pratica, tale responsabilità presenta rischi più elevati negli USA rispetto a qualsiasi altro mercato del mondo. Ciò dipende da tre motivi fondamentali che sono più che altro legati ai fattori sociali e al funzionamento generale del sistema americano della giustizia civile:

A) Il fenomeno tipicamente americano del processo con giuria e l’esistenza del danno morale o punitivo. In ogni caso di danno a persone non è il giudice ma è la giuria a deliberare sulla responsabilità e a stabilire l’entità del danno. Le giurie d’altra parte, sono composte da gente comune scelta per rappresentare i valori e la morale della collettività e non in base a particolari competenze tecniche. Anche se esistono differenze di educazione, livello socio-economico e filosofia tra le giurie di giurisdizioni benestanti e conservatrici e quelle meno ricche e acculturate, in genere, soprattutto quando i danni fisici subiti sono ingenti, i giurati sono più inclini che non i togati a decidere sull’esistente responsabilità del convenuto, anche in presenza di prove scarse, e sono pronte ad aggiudicare grosse somme a titolo di risarcimento. Di fatto, il vero potere delle giurie, di drammatico impatto sull’economia di un’azienda chiamata in una causa civile di responsabilità da prodotto, consiste nella possibilità di aggiudicare i cosiddetti “punitive damages” ovvero i danni punitivi, che non hanno un equivalente nel diritto civilistico, e con i quali si vuole punire l’imputato, a titolo di pena esemplare, per un comportamento considerato “socialmente dannoso” e al contempo dissuaderlo dall’adottare un comportamento simile in futuro. Mentre nel Regno Unito le corti hanno dettato alcuni criteri restrittivi del campo d’applicazione dell’istituto, la costante prassi giurisprudenziale statunitense ha fornito un’ampia conferma della legittimità e della sua forza espansiva, segnalando anche un allontanamento del rimedio dagli originali caratteri strutturali e funzionali. A causa della mancanza di criteri specifici per la determinazione dei danni punitivi, il rischio per il convenuto aumenta considerevolmente in presenza di circostanze aggravanti come ad esempio l’esistenza di un progetto alternativo ad un costo relativamente contenuto per il convenuto, o la mancata inclusione di un dispositivo di sicurezza che era disponibile, o la decisione del convenuto di non ritirare dal commercio un prodotto difettoso.

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I giudici possono, in parte, ridurre il risarcimento richiesto a titolo di danno punitivo, ma in genere lo fanno solo quando la somma proposta dai giurati “scuote la coscienza” della corte. Le corti d’appello, tuttavia, non approvano che il giudice di primo grado sostituisca il proprio giudizio a quello della giuria relativamente al merito del caso, quindi la “coscienza” dei giudici di primo grado è raramente “scossa” dal risarcimento per danni punitivi, anche quando questo rappresenti una cifra anche 10 volte superiore al risarcimento aggiudicato dalla stessa giuria per i danni materiali. I dati complessivi che emergono da inchieste svolte da istituti di ricerca giuridica specializzati (The Reason Foundation) nelle giurisdizioni più rappresentative per popolazione, confermano il trend in crescita delle condanne con fini punitivi e deterrenti. I risarcimenti attribuiti dalle corti delle contee del Texas, degli Stati di New York e Illinois segnalano un aumento delle condanne dagli 800.000 dollari del periodo compreso tra 1968-71, ai 312 milioni di dollari del periodo compreso tra il 1988 e il 1991.

Alcuni casi reali eclatanti:

La corte d’appello dell’Oregon ha negato l’eccessività del premio punitivo in un caso riguardante la responsabilità di un produttore farmaceutico, per i danni cagionati da una specialità medicinale usata in cardiologia. Al risarcimento di 23 milioni di dollari si è andato ad aggiungere una condanna punitiva di altri 23 milioni di dollari perché il produttore, pur essendo a conoscenza che il farmaco poteva cagionare la cecità nei consumatori, avrebbe dichiarato alle autorità di vigilanza solamente effetti minori.

Un’apparecchiatura utilizzata nella pratica operatoria per il supporto delle funzioni vitali ha interrotto il suo funzionamento causando danni celebrali al paziente per mancato afflusso di ossigeno, nonostante la società produttrice fosse informata della rischiosità delle soluzioni tecniche adottate per il profilo del ventilatore chirurgico. E’ stata condannata a danni punitivi pari a 3 milioni di dollari. Si tratta di un caso di “detective design” basato sulla progettazione e realizzazione incongrua, sulla difettosità di un prodotto irragionevolmente pericoloso per il consumatore ordinario

La conoscenza anticipata del danno rispetto alla pericolosità di azioni od omissioni costituisce forse la maggior parte delle richieste di danni punitivi. In un caso leading, venne accertato che alcuni bambini erano stati gravemente ustionati in seguito alla combustione dei tessuti dei pigiami altamente infiammabili e la società produttrice, informata del rischio, aveva scelto di non trattare il materiale con additivi ignifughi, subendo in seguito al procedimento una condanna al ritiro del prodotto dal mercato e la pagamento di 1 milione di dollari di danni punitivi.

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B) La natura unica della fase istruttoria nel contenzioso statunitense.

Nel corso dell’istruttoria americana le parti possono richiedere ogni tipo di materiale “legato in qualsiasi modo” all’oggetto della causa. L’esibizione dei documenti, cosiddetta “discovery” negli USA, può dunque riguardare anche incartamenti non ufficiali (ad esempio fogli sparsi sui quali un qualsiasi dipendente/consulente dell’azienda abbia tracciato una qualche nota, che abbia un minimo riferimento al prodotto imputato). Spetta agli avvocati delle due parti cercare documenti e anche testimonianze che possano condurre alla scoperta di prove ammissibili. Ciò significa che gli avvocati hanno la possibilità di richiedere e analizzare tutta la documentazione interna del fabbricante, progettista, importatore e distributore del prodotto in questione. Si tratta di una possibilità molto critica perché consente agli avvocati degli attori in azioni da RCP di provare che il produttore era a conoscenza dell’esistenza di un difetto nel prodotto, e che nonostante tutto non ha fatto nulla per rimediare la situazione (ad esempio non ha ritirato il prodotto) oppure ha cercato di nascondere l’esistenza del difetto. Insomma l’istruttoria, nel sistema legale americano, può, in certe occasioni, avere un’importanza decisiva. Si rischia sovente l’accusa di aver distrutto documenti per evitare di consegnarli all’altra parte durante l’istruttoria. E’ quindi consigliabile stabilire una precisa politica di conservazione e distruzione dei documenti societari. Un convenuto, infatti, deve poter dimostrare, se ha distrutto dei documenti, che lo ha fatto in base ad una precisa regola societaria al riguardo, in conformità ad una politica che viene costantemente seguita nel tempo. La parti di un’azione legale negli USA sono tenute a conservare documenti che possano essere richiesti dalla controparte. Se documenti che avrebbero dovuto essere conservati non lo sono nella realtà, non solo la corte può comminare sanzioni pecuniarie ma può anche indicare alla giuria che la mancata conservazione equivale alla distruzione della documentazione, portando la giuria a pensare che tali documenti avrebbero avuto un effetto negativo per la parte che li ha distrutti.

C) Nelle cause americane, la regola generale prevede che la parte vincente non ottiene il rimborso di spese e onorari legali dalla parte soccombente. Ciò è sicuramente incentivante per i consumatori che, avendo subito un danno, vogliono ricorrere per il risarcimento. Si aggiunga inoltre, che gli avvocati, per lo più dell’attore, hanno la possibilità di essere pagati, in casi che implicano danni personali, tramite un importo percentuale dell’ammontare aggiudicato. Dunque l’inquirente ha la possibilità d’imporre all’imputato una spesa considerevole senza dover pagare nulla, con il risultato che le cause da responsabilità civile negli USA si moltiplicano pesantemente.

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4 I poteri delle agenzie amministrative negli USA

Abbiamo già accennato che il diritto amministrativo negli USA ha estesi poteri regolatori sulle industrie e sulle attività di pubblica utilità, potere che viene esercitato anche per il tramite delle agenzie di regolamentazione (statali e federali). Conformemente alla crescita e all’impatto della tecnologia a partire dalla II Guerra Mondiale, si è assistito ad una rilevante crescita delle agenzie amministrative che regolano e controllano le operazioni commerciali e l’industria. Oggi, ogni cittadino americano (e non) e ogni attività economica, sono condizionati dalle agenzie amministrative come o anche più di quanto non lo siano dal sistema giudiziario. Per quanto esista davvero un elevato numero di agenzie a livello federale e statale, ci limiteremo a trattare quelle che hanno maggior attinenza alla responsabilità civile industria, e di seguito:

q OSHA (Occupational Safety and Health Act); q CPSC (Consumer Product Safety Commission); q EPA (Environmental Protection Agency); q FDA (Food and Drug Administration); q FTC (Federal Trade Commission).

Mentre ci soffermeremo più avanti sul dettaglio dell’attività di tali agenzie, è bene sottolineare in generale che, sebbene siano separate dal settore esecutivo, legislativo e giudiziario del governo, esse esercitano, entro certi limiti, tutte e tre le funzioni. A livello legislativo ad esempio, a tali agenzie è delegato il potere di emanare regolamenti, effettuare indagini, elaborare regole, e atti tesi all’imposizione di tali regole, regolamenti e decisioni. A tal fine è necessaria un’elevata competenza tecnica. Ed è proprio la competenza tecnica il maggior vantaggio e al contempo l’elemento discriminante delle agenzie nei riguardi delle corti.

Le agenzie amministrative hanno anche potere decisorio che implica la determinazione di diritti, doveri e obblighi per le persone. I dibattimenti decisori di tali agenzie vengono infatti chiamati dibattimenti quasi-giudiziari dal momento che assomigliano molto a quelli che si tengono nei tribunali. Si tratta in ogni caso di procedimenti amministrativi il cui principale scopo consiste nell’ implementazione del fine legislativo, e non nella soluzione di controversie tra le parti. Le decisioni che risultano da un dibattimento amministrativo possono essere appellate davanti alle corti giudiziarie. E’ vero che le corti riconoscono di dover interferire il meno possibile nelle determinazioni delle agenzie amministrative a causa dell’expertise che esse rappresentano. Si tratta di una sorta di “auto-censura giudiziaria” e deriva dal riconoscimento delle agenzie e delle corti come strumenti coordinati di giustizia. D’altro canto, una corte giudiziaria interferirà qualora un’agenzia amministrativa si sarà comportata in modo arbitrario in relazione a questioni di diritto.

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4.1 OSHA – Occupational Safety and Health Administration

Nel dicembre 1970 la legge pubblica 91-596, conosciuta come OSHA (Occupational Safety and Health Act) è stata siglata dal presidente degli USA. Tale legge ha lo scopo fondamentale di assicurare “per quanto possibile che ogni lavoratore nella nazione abbia condizioni di lavoro sicure ed igieniche e di preservare le risorse umane”. Per tale legge gli imprenditori devono garantire ai loro dipendenti ambienti di lavoro sicuri e proteggerli dalla loro personale mancanza di cura. OSHA non solo definisce una normativa di sicurezza per il posto di lavoro, ma include anche un programma di miglioramento al quale l’imprenditore deve conformarsi, pena multe salate e perfino l’imprigionamento. L’Occupational Safety and Health Administration, fu stabilita per emettere gli standard ed amministrare l’atto sopraccitato, che ha la forza di una legge. Per assistere OSHA nell’emissione di standards all’interno del dipartimento della salute fu creata la NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health). Sotto OSHA il Dipartimento del Lavoro ha la responsabilità di emissione e rafforzamento degli standard di sicurezza e salute. Una buona parte della base degli standard OSHA è data dagli standard ANSI (American National Standard Institute) e da quelli NFPA (National Fire Protection Association) di cui parleremo in seguito.

OSHA stabilisce standard per il posto di lavoro ed è autorizzata ad agire per proteggere il lavoratore solo sul suo posto di lavoro. Uno standard per il posto di lavoro stabilisce le regole che riguardano l’ambiente lavorativo globale in cui l’operatore svolge la sua attività; alcuni di tali standard non hanno nulla a che fare con il prodotto. In ogni caso, gli standard del prodotto possono essere collegati a quelli relativi al posto di lavoro perché OSHA stabilisce che l’acquirente di un’apparecchiatura di produzione non può permettere che gli operatori usino un’apparecchiatura non conforme. Pertanto, sebbene OSHA non abbia autorità per reprime un produttore che produce e vende prodotti non conformi, ha il controllo sul suo utilizzo finale. E’ da tenere presente dunque che, anche se il progettista non è legalmente obbligato a seguire gli standard OSHA, è il mercato che lo obbliga. Il progettista è tenuto a conoscere gli standard OSHA che incidono sul prodotto che sta progettando.

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Ci sono alcune aree principali degli standard OSHA collegate alla progettazione di macchine:

o Le richieste elettriche, che generalmente sono soddisfatte se il progetto soddisfa la normativa NEC (National Electrical Code), dal momento che NEC è la base principale degli standard ANSI, che a loro volta sono la base delle OSHA.

o Le barriere sulle macchine;

o Controlli e sistemi di sicurezza;

o Controlli sulle emissioni di rumore, qualità dell’aria, ecc.

Gli ispettori di OSHA emettono multe se ravvisano violazioni; le violazioni ripetute portano a multe pesanti e anche a sentenze di imprigionamento. Mentre il rispetto di uno standard obbligatorio non costituisce necessariamente una forte difesa per il produttore colpito da un’azione legale da Responsabilità Civile Prodotto, dovrebbe essere chiaro che il mancato rispetto degli standard OSHA rende praticamente impossibile la sua difesa. E’ d’altro canto ovvio che l’accusa punterà sull’esistenza presunta o reale di un rischio del prodotto.

È pertanto imperativa per il progettista la conoscenza dello standard OSHA relativo all’area produttiva nella quale verrà installato il prodotto studiato.

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4.2 CPSC (Consumer Product Safety Commission)

Nell’ottobre 1972 il Congresso ha approvato la legge pubblica 92-573, conosciuta come Consumer Product Safety Act (CPSA). Tale legge è stata in seguito modificata numerose volte. L’atto fu promulgato per “proteggere il pubblico contro rischi irragionevoli di infortunio associati con i prodotti di consumo”. Nel maggio 1973 fu attivata la CPSC (Consumer Product Safety Commission) con il compito di amministrare ed applicare l’atto. I prodotti esclusi dall’atto sono tra gli altri: - Tabacco e prodotti associati; - Motoveicoli ed apparecchiature associate; - Veleni commerciali e del settore agricolo; - Armi da fuoco e munizioni; - Aerei ed apparecchiature associate; - Barche; - Farmaci; - Apparecchiature mediche; - Cibo. Non è assegnata al CPSC l’autorità di regolare ogni rischio di infortunio associato con i prodotti di consumo, se questo può essere eliminato o ridotto sufficientemente tramite le azioni intraprese con l’OSHA (Occupational Safety and Health Act), l’AEA (Atomic Energy Act) o il CAA (Clean Air Act). E nemmeno l’autorità di regolare ogni rischio di infortunio associato con radiazioni emesse da prodotti elettronici. L’attività della CPSC: - Assistere i consumatori nel valutare la sicurezza comparativa dei prodotti di consumo; - Sviluppare standard di sicurezza uniformi; - Minimizzare i conflitti tra regolamentazioni locali e statali; - Promuovere ricerche ed investimenti sulle cause e sulla prevenzione di rischi di morte, infortuni

e infermità collegate ai prodotti.

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La commissione stabilisce standard di sicurezza obbligatori per prodotti di consumo venduti negli USA ed ha l’autorità legislativa per rafforzare tali standards nelle corti con ammende in sentenze civili fino a 500.000 $ ed in sentenze penali con multe fino a 50.000 $ ed un anno di galera. È pertanto illegale: 4 Vendere, distribuire o commerciare prodotti che non siano conformi agli standard di

sicurezza della CPSC o che siano stati definiti “prodotti rischiosi e banditi” dalla CPSC stessa;

4 Non permettere la visita degli ispettori CPSC o evitare di fornire loro le informazioni

richieste; 4 Evitare di rispettare un ordinanza CPSC che preveda il ritiro o il rimpiazzo dei prodotti o il

rimborso finanziario. Il progettista deve essere a conoscenza del fatto che la commissione ha il diritto di revisionare ogni “nuovo” prodotto prima che venga distribuito sul mercato. La designazione “nuovo” si applica nei casi in cui non ci siano sufficienti informazioni per valutare la sicurezza del prodotto o si utilizzano materiali o processi totalmente nuovi. Uno standard di sicurezza per i prodotti di consumo è applicabile solo a ciò che viene prodotto almeno 30 giorni dopo l’entrata in vigore dello standard stesso, a meno che la Commissione non ritenga di fare altrimenti per giusta causa (se una data antecedente sia di pubblico interesse). Il rispetto degli standard di sicurezza della Commissione non toglie al produttore la possibilità di essere perseguito per cause da RCP. Così come il fatto che la Commissione non abbia intrapreso azioni o abbia iniziato un procedimento contro un prodotto specifico non è materia a favore della difesa in caso di dibattimento. La Commissione può decidere di dichiarare un prodotto “rischioso e bandito” dal territorio USA se: 4 Un prodotto che sta per essere venduto in commercio presenta un rischio irragionevole di

infortunio; 4 Non esiste uno standard fattibile il cui rispetto possa ridurre il rischio a livelli accettabili. I prodotti importati negli USA devono seguire i medesimi standard di quelli manufatti sul territorio americano. I prodotti che non rispettano gli standard di sicurezza, possono essere esportati in un altro paese, sempre che il produttore informi la Commissione almeno 30 giorni prima di tale richiesta. A questo punto, la Commissione notificherà all’Autorità del paese verso il quale avverrà l’esportazione l’ identità del prodotto, le ragioni per le quali è stato negato l’ingresso in USA, ecc.

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La commissione inoltre ha il potere di richiedere ad un produttore:

Ø di riparare i prodotti senza extra costi; Ø di rimpiazzare i prodotti; Ø di emettere un rimborso.

Se un particolare modello di un prodotto di consumo è stato soggetto ad almeno 3 azioni civili negli ultimi 24 mesi, che si sono concluse con una vittoria della parte civile, il produttore dovrà notificare ciò alla Commissione entro 30 giorni dall’ultimo dibattimento. Le azioni civili sopraccitate dovranno riguardare casi di morte o di infortuni gravi. Le notifiche dovranno riguardare: ? Nome ed indirizzo del produttore; ? Modello e codice del prodotto coinvolto; ? Identificazione del caso e della corte nella quale si

è discusso il caso.

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4.3 EPA (Environmental Protection Agency)

Fondata nel 1970 dalla collaborazione tra Casa Bianca e Congresso per rispondere alla richiesta del pubblico, sempre in crescita, di acque, aria e terra più pulite. Si tratta del primo ente strutturato a livello governativo per la protezione ambientale. L’attività dell’EPA è tesa allo sviluppo e all’applicazione di regole e regolamenti destinati all’implementazione delle leggi emanate dal Congresso. EPA è responsabile per la ricerca e l’elaborazione di standard nazionali per una moltitudine di programmi ambientali, mentre delega agli stati la responsabilità del rilascio di permessi e del monitorarne l’applicazione. Nei casi di non applicazione delle regole in vigore, EPA può decidere l’applicazione di sanzioni e adottare altri provvedimenti per assistere gli stati al raggiungimento di livelli di qualità ambientale desiderati.

4.4 FDA (Food and Drug Administration)

La FDA (Food and Drug Adimistration) è un’agenzia che appartiene al Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, consistente dei seguenti otto centri:

o Center for Biological Evaluation and Research (CBER); o Center for Devices and Radiological Health (CDRH); o Center for Drug Evaluation and Research (CDER); o Center for Food Safety and Applied Nutrition (CFSAN); o Center for Veterinary Medicine (CVM); o National Center for Toxicological Research (NCTR); o Office of the Commissioner (OC); o Office of Regulatory Affairs (ORA).

Attualmente impiega più di 9000 dipendenti in 167 città degli USA ed i suoi ispettori effettuano più di 16.000 visite all’anno presso le aziende controllate.

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FDA si occupa di assicurare che: I prodotti alimentari, tranne il pollame e la carne, siano salubri, sicuri ed igienici; I medicinali per esseri umani ed animali, i prodotti biologici e le apparecchiature mediche siano sicure ed efficaci; I prodotti cosmetici siano sicuri; I prodotti elettronici di consumo che emettono radiazioni, quali ad esempio forni a microonde siano sicuri. La FDA assicura inoltre che tali prodotti siano presentati al pubblico onestamente, accuratamente e con tutte le informazioni necessarie. Tra le varie responsabilità dell’Agenzia sono incluse le seguenti: ⌦Settore Cosmetico: Sicurezza; Etichettatura. ⌦Settore Farmaceutico: Approvazione dei prodotti; Standard di produzione; OTC e prescrizioni per l’etichettatura. ⌦Settore Alimentare: Sicurezza di tutti i cibi ad esclusione di carne e pollame; Etichettatura; Acqua in bottiglia. ⌦Settore delle Apparecchiature Mediche: Standard di produzione e delle prestazioni; Approvazione delle nuove apparecchiature prima del lancio sul mercato; Tracciatura dei malfunzionamenti e di eventuali serie reazioni avverse. ⌦Settore Veterinario: Cibo per animali; Medicine veterinarie ed apparecchiature. I prodotti che risultino inadatti per i consumatori vengono ritirati dal mercato, sia tramite un ritiro volontario che tramite un sequestro ordinato da una corte. La FDA è stata autorizzata dal Congresso a dare supporto all’applicazione dell’Atto Federale sui Prodotti Alimentari, Farmaceutici e Cosmetici e alcune altre leggi che riguardano la salute pubblica. L’Agenzia effettua ogni anno il monitoraggio di produzione, importazione, trasporto, stoccaggio e vendita di prodotti valutati oltre 1 trilione di dollari. La FDA ha giurisdizione legale sui prodotti commercializzati tra gli stati. Ciò che viene prodotto, trasportato e commercializzato all’interno di un singolo stato non è nella maggior parte dei casi soggetto alle regole della FDA.

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4.5 FTC (Federal Trade Commission)

E’ collegata ai rischi da RCP attraverso il Magnuson-Moss Warranty Act (1975). Inoltre provvede ad allertare il pubblico quando ritiene che un prodotto non sia sicuro o sia pericoloso. L’atto è un tentativo di rendere chiara ai consumatori l’estensione di ogni garanzia espressa fornita dai produttori. Richiede inoltre, che un produttore indichi chiaramente che una garanzia, fornita per iscritto ad un prodotto il cui costo sia superiore a 10$, è in realtà limitata se è vera una delle seguenti affermazioni: ⌦ La compensazione per il cliente è limitata; ⌦ La vita della garanzia è limitata; ⌦ Il cliente non può scegliere tra rimpiazzo, riparazione o rimborso del denaro; ⌦ La garanzia è implicita; ⌦ Il rimedio al problema del consumatore causa una spesa al consumatore stesso; ⌦ Il consumatore deve seguire una procedura fissa per ricevere un rimedio al difetto; ⌦ Ad ogni cliente che dichiara una violazione di garanzia non viene data la possibilità di

riparare, sostituire o rimborsare il denaro in tempi brevi, senza costo; ⌦ Un deprezzamento irragionevole è utilizzato nel fissare il valore di un prodotto che diventa

difettoso dopo una frazione della sua vita prevista. 5 Il diritto della Workmen’s Compensation La Workmen’s Compensation rappresenta un espediente legislativo diretto a fornire un’indennità ai lavoratori per infortuni sul lavoro e malattie professionali. Si tratta dunque di una legge che regola principalmente la responsabilità del datore di lavoro ma che è suscettibile di avere un notevole impatto anche in termini di responsabilità da prodotto. Due gli scopi principali:

? provvede al risarcimento della persona lesa (e dei suoi dipendenti); ? protegge il datore di lavoro dalla responsabilità che potrebbe altrimenti derivare

dall’infortunio. La legge prevede la costituzione di un fondo mediante contributi obbligatori (o facoltativi a seconda dello stato) da parte dei datori di lavoro, amministrato dallo stato tramite la definizione dei termini e delle condizioni dei pagamenti. Grazie a tale fondo, in caso di infortunio o malattia professionale, il lavoratore avrà diritto ad un risarcimento dei danni subiti senza che debba essere presa in considerazione alcuna questione sulla negligenza del datore di lavoro, ma, al contempo, rinuncerà al diritto di chiamare in causa il datore di lavoro per lo stesso evento.

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Si tratta dunque, di una forma di protezione finanziaria dei lavoratori che prescinde dalla colpa. Ovvero il lavoratore ha la certezza di vedersi indennizzare i danni direttamente causati dalla lesione/malattia, gli effetti sulla propria capacità lavorativa e le spese mediche (ma non il danno morale), acquisendo dunque un benefit programmato in cambio della rinuncia ad un’incerta possibilità di recuperare di più facendo causa al datore di lavoro (ad esempio nel caso venga riconosciuta la grave negligenza del datore di lavoro o perché si ottiene anche il risarcimento del danno morale). Il datore di lavoro, dall’altra parte, rinuncia alla sua incerta difesa basata sul concorso di negligenza, presunzione del rischio etc.. ma anche al rischio del pagamento di ingenti somme nel caso sia riconosciuta la sua grave negligenza, in cambio di un rischio programmato. La WC non è una legge federale, ma l’80% delle aziende in tutti gli Stati Uniti vi ha aderito anche se tra i diversi stati esistono piccole differenze per quanto attiene le modalità di attuazione della legge. Se anche il lavoratore infortunato rinuncia al suo diritto di chiamare in causa il datore di lavoro, non rinuncia al diritto di chiamare in causa una terza parte. La terza parte potrebbe essere, ad esempio, chi ha progettato, prodotto o venduto la macchina che ha causato la lesione. Ecco come un’azione da responsabilità prodotto può derivare dall’ambiente lavorativo. L’incentivo a ricorrere contro il produttore della macchina da cui il lavoratore è stato leso, consiste nel fatto che, potenzialmente, potrebbe ricevere un risarcimento di molto maggiore rispetto a quello che potrebbe recuperare dalla WC. Per questo motivo, molte cause da responsabilità da prodotto derivano da casi di WC. 6 Come ridurre i rischi da Responsabilità Civile Prodotto Con l’avvento della teoria della strict liability può sembrare che ben poco si possa fare per prevenire le azioni legali contro i produttori. Tuttavia ci sono molti espedienti che ingegneri e manager possono adottare al fine di ridurre la probabilità di essere chiamati in giudizio per azioni da Responsabilità Civile Prodotto. Tradizionalmente gli ingegneri progettisti si sono basati su considerazioni strettamente tecniche, quali la resistenza dei materiali, i costi, considerazioni elettriche, ecc. Ma in un tale periodo di vulnerabilità dei produttori alle azioni da RCP, tale approccio tradizionale deve essere ampliato al fine di includere:

o Una maggior attenzione a normative, standard e regolamenti; o Un’analisi tesa alla comprensione della mentalità tipica del consumatore americano e del

peso delle associazioni dei consumatori. Si pensi, ad esempio, all’immagine, oramai storica nel mondo dell’RCP, del “contadino del Minnesota” quale emblema del consumatore “pericoloso”, in quanto particolarmente incline ad errati e bizzarri utilizzi del prodotto. Vendere un prodotto destinato al settore agricolo dello stato del Minnesota richiederà dunque, una particolare attenzione al campo delle segnalazioni di pericolo e delle istruzioni d’uso che dovranno essere “a prova del contadino del Minnesota”.

o Un’analisi dei rischi; o La valutazione delle garanzie esplicite ed implicite; o La valutazione di etichette e segnalazioni di pericolo; o L’analisi dei guasti;

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o Le revisioni di progetto. Un primo fondamentale compito verso la riduzione dei rischi da RCP spetta al management della compagnia, che dovrebbe formulare e divulgare una politica per la sicurezza del prodotto e nominare un responsabile che assicuri la costante attuazione di tale politica. 6.1 Elementi chiave per il progettista Compiti fondamentali dell’ingegnerie progettista sono invece i seguenti:

a. Stabilire la sicurezza del prodotto come specifica primaria e identificare le esigenze fondamentali durante l’intero ciclo di vita del prodotto. Ciò significa che il prodotto dovrà essere sicuro in tutte le fasi della sua vita, compreso il momento in cui verrà buttato-distrutto (controllo delle emissioni di sostanze velenose, esplosioni, ecc.);

b. Il prodotto dovrà essere progettato in base alla normativa e agli standard in vigore nel

paese in cui verrà venduto. 6.1.1 Gli standard Ci sono numerose tipologie di standard. Gli standard obbligatori (mandatory standards) hanno forza di legge, vedi gli standard OSHA di cui sopra e tutti quelli pubblicati nel Federal Register; gli standard volontari invece, sono quelli solitamente sviluppati e promulgati dalle associazioni commerciali o gruppi simili. Mentre il non rispetto di uno standard obbligatorio costituisce un grave elemento di responsabilità a carico del produttore, l’aver diligentemente rispettato tale standard non costituisce un automatico elemento liberatorio, ma sicuramente una valida base di difesa. Il rispetto di uno standard volontario non è obbligo di legge, tuttavia il non rispetto può spesso generare seri problemi legali. Il numero di standard disponibili per ogni settore produttivo è elevato ed in continua crescita. A volte gli standard vengono emessi da organizzazioni che prima di allora non erano impegnate in ciò. Queste pubblicazioni potrebbero apparire come sorprese ma, una volta disponibili, non possono essere ignorate. Pertanto diventa fondamentale reperire tutti gli standard necessari (normalmente a ciò provvede qualche associazione dedita allo scopo). Le organizzazioni dirette all’emanazione di standard più conosciute sul mercato americano sono le seguenti:

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ANSI (American National Standard Institute)

L’ANSI di fatto non elabora standard. Il suo obiettivo consiste nella raccolta degli standard più importanti del mercato, che vengono successivamente designati come ANSI. Tale organizzazione

costituisce dunque un primario bacino di informazioni cui il progettista può attingere nella sua documentazione sugli standard relativi ad un dato prodotto.

UL (Underwriting Laboratories)

E’ l’organizzazione americana più famosa per l’emissione di standard e la certificazione di prodotti.

I suoi standard riguardano la prevenzione di infortuni, incendi, furti, e danni da RCP relativi a materiali e dispositivi.

I prodotti che rispettano questo standard hanno una targhetta con le iniziali UL circoscritte da un cerchio.

ASTM (American Society for Testing and Materials)

Sviluppa standard sulle caratteristiche e sulle prestazioni dei materiali.

NFPA (National Fire Protection Association)

Sviluppa standard relativi all’antincendio.

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NSC (National Safety Council)

Sviluppa standard relativi alla prevenzione di infortuni. È importante inoltre che gli ingegneri che progettano prodotti destinati ai consumatori conoscano i rapporti emessi periodicamente da: Consumer Research, Washington, NJ 07882 Consumer Reports, Orangeburg, NY 10962 I rapporti discutono della qualità di prodotti acquistati nei negozi. Normalmente includono argomentazioni su ciò che ritengono importante per la sicurezza e la soddisfazione del consumatore e una valutazione finale del prodotto. Se queste organizzazioni criticano una certa caratteristica di un prodotto e, nel corso del dibattimento, viene provato che tale prodotto ha causato un infortunio, la giuria verrebbe pesantemente influenzata da tali commenti.

c. Selezionare materiali e componenti di risaputa qualità, che abbiano una deviazione standard minima in modo da garantire lo svolgimento adeguato delle loro funzioni.

d. Applicare le tecniche riconosciute di analisi al fine di identificare se tutte le sollecitazioni elettriche, meccaniche e termiche rientrino nei limiti stabiliti.

e. Effettuare un’analisi dei rischi e dei guasti per ogni fase di vita del prodotto.

I rischi più tipici sono quelli relativi ad una specifica proprietà o caratteristica intrinseca del prodotto (ad esempio in una apparecchiatura elettrica un rischio intrinseco è rappresentato da uno shock elettrico).

Il consiglio è quello di scrivere alle organizzazioni che è probabile abbiano emesso standard nel settore di appartenenza della vostra azienda. Chiedere un catalogo delle loro pubblicazioni ed iniziare a formare una libreria con gli standard più appropriati. Imparare quanto più possibile sull’organizzazione in questione, quale autorità possiede, come arriva alla formulazione degli standard, come viene verificato il rispetto di tali standard, ecc.

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L’interazione di persone e prodotti introduce rischi associati al comportamento e alle prestazioni umane. E’ estremamente difficile una loro esaustiva previsione. La rottura di un prodotto o di un componente possono costituire un rischio se non sono stati anticipatamente previsti dei sistemi di sicurezza. Ci si riferisce non solo alle rotture causate da eventi fisici, vedi lo stress, la fatica, ecc., ma anche a quelle derivanti da un’inadeguata considerazione dei fattori umani in fase di progettazione.

Le tecniche per effettuare tali analisi vanno dalla FMEA (Failure Mode and Effect Analysis) alla FTA (Fault Tree Analysis).

I rischi associati a situazioni particolari, quali le operazioni di manutenzione, il trasporto e l’installazione devono avere la stessa considerazione prestata a quelli associati alle normali operazioni di produzione. Altro importante parametro di valutazione del rischio consiste nella stima della potenziale magnitudo in caso di infortunio o danno a cose. Certo non è possibile evitare tutti gli incidenti, ma è possibile adottare contromisure adeguate a minimizzare le conseguenze di una rottura, attraverso segnali di allarme, margini di sicurezza, monitoraggio e maggior affidabilità dei componenti.

f. Fornire alla produzione informazioni tese all’eliminazione dei rischi per quanto possibile

(sull’utilizzo di prodotti, su come effettuare le lavorazioni, sui materiali, ecc.).

g. Valutare il prodotto effettuando dei test di vita accelerati. Se possibile si dovrebbero utilizzare tipologie di test riconosciute sul mercato; se non ne esistono, gli ingegneri dovrebbero sviluppare un’analisi che rappresenti fedelmente le condizioni di utilizzo ad elevati livelli di sollecitazioni. Il test sarà senza dubbio utile se aiuterà gli ingegneri a scoprire dei difetti nel progetto. Anche in assenza di tali risultati, il test avrà comunque valore di prova della diligenza e degli sforzi profusi in fase di progettazione in un eventuale dibattimento per una causa da RCP.

h. Effettuare una valutazione dello scenario peggiore, assumendo che le caratteristiche dei

materia li, le dimensioni dei componenti, ecc. abbiano dei valori limite di accettazione tesi verso l’elemento che più contribuisce a ridurre le prestazioni del prodotto. È estremamente improbabile che tutte le parti assumano simultaneamente i valori peggiori, tuttavia, se ci si avvicinasse a tali condizioni, l’ingegnere avrebbe un’autorevole prova della non rischiosità del prodotto.

i. Mantenere la descrizione della storia del prodotto, dando sufficienti informazioni su

qualsivoglia attività, dall’analisi dei bisogni, alla produzione pilota. La politica di conservazione dei documenti dovrebbe essere organizzata in maniera tale da consentire ad altri di dar conto di ogni decisione presa nello sviluppo del progetto, anche in assenza del progettista.

j. Informare il responsabile della qualità di possibili errori di produzione che possano dar

origine a prodotti rischiosi.

k. Lavorare con il reparto addetto alla pubblicità-marketing, al fine di evitare che le caratteristiche del prodotto vengano sovrastimate.

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A tal riguardo bisogna tenere in opportuna considerazione le problematiche relative alle garanzie sul prodotto. 6.1.2 La Garanzie sul prodotto Una garanzia consiste nella rappresentazione del carattere o qualità di un prodotto. In una causa da RCP invocata in base alla violazione della garanzia (breach of warranty), è necessario provare che la garanzia esiste, è stata violata e che la violazione è stata la causa primaria dell’infortunio o della perdita. Le corti non considerano solamente la garanzia scritta. Infatti l’atto di offrire il prodotto in vendita implica la garanzia che tale prodotto abbia perlomeno le qualità possedute da prodotti simili. Garanzia espressa Ogni affermazione di fatto o promessa fatta dal venditore all’acquirente riferita al prodotto e che influenza la vendita. Ogni descrizione del prodotto che influenza la vendita. Ogni campione o modello che influenza la vendita. Cataloghi, foto, pubblicità, brochures di vendita, tutte affermano fatti, fanno promesse di qualità o descrivono vantaggi e pertanto diventano parte di una garanzia. Bisogna inoltre considerare che non esistono limitazioni di sorta in relazione alle possibili affermazioni che accompagnano il prodotto. Dichiarazioni da parte di un ingegnere o di un venditore riguardo ad un prodotto sono suscettibili di esser valutate come una garanzia espressa. Tali frasi comunque dovranno essere valutate individualmente nella loro serietà. Fortunatamente le corti hanno anche riconosciuto che, a volte, le affermazioni pronunciate nel corso della vendita sono puramente elogiative e non possono essere considerate una forma di garanzia. Per esempio si può affermare durante una vendita “l’ho usato per anni e non ho mai avuto problemi” o “credo che sia il prodotto migliore sul mercato”. Nel primo caso ci si riferisce ad un dato di fatto su un prodotto staccato dal contesto relativo a tutta la gamma dello stesso prodotto. Nel secondo caso si tratta semplicemente di un’opinione del venditore. D’altro canto se ad un acquirente viene detto da un ingegnere progettis ta “questo contatto non potrà fondere, qualunque cosa succeda”, questa è una vera e propria garanzia espressa. Garanzia implicita Le garanzie implicite sono divise tra: Commerciabilità: le corti hanno stabilito che il solo fatto di offrire un prodotto in vendita implica che il prodotto sia sicuro ed abbia almeno le qualità minime che uno si aspetterebbe da tale prodotto. Molte cause di violazione di garanzia di commerciabilità sono basate sul fatto che l’apparecchiatura specifica che ha causato il problema non era adatta all’uso ordinario di quel tipo di prodotto. Questo può semplicemente accadere per una combinazione sfortunata nelle caratteristiche negative di tutti i prodotti-materiali.

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La parte civile non tenta nemmeno di provare che l’intera popolazione di prodotti non fosse degna di esser venduta, ma che solo quello in questione non lo era. Idoneità: generalmente accade quando una raccomandazione specifica viene fatta da un rappresentante del produttore o del venditore in risposta ad una specifica situazione descritta dal compratore. Ogni persona coinvolta nella promozione e nella vendita di un prodotto dovrebbe essere conscia del fatto che si può parlare di violazione di garanzia se il prodotto, o uno solo dei prodotti di una stessa gamma, non offre le prestazioni promesse, in modo esplicito o implicito. Il rimedio sarebbe quello di avere degli ingegneri che revisionino tutto il materiale promozionale e stabiliscano delle linee guida per i venditori. Il loro compito consiste nel verificare che tutte le dichiarazioni relative al prodotto siano tecnicamente corrette e che non ne ingigantiscano le caratteristiche.

l. Utilizzare etichette e segnalazioni di allarme dove e quando appropriato. La sicurezza nell’uso del prodotto richiede che il progetto tenga in considerazione anche il controllo di istruzioni, manuali, segnalazioni di pericolo, etichette, ecc.

In particolare le segnalazioni di pericolo costituiscono un’importante elemento di valutazione in termini di determinazione dell’eventuale responsabilità del produttore in una causa da RCP.

Il produttore o il venditore di un prodotto hanno uno specifico dovere di segnalazione di ogni possibile pericolo verso gli utilizzatori del prodotto. Tale dovere implica che il warning sia elaborato con un livello di chiarezza, intensità ed intelleggibilità sufficiente a sollecitare l’attenzione di una persona ragionevole, e deve essere inoltre proporzionato al danno potenziale.

Attenzione però. Le segnalazioni di allarme non servono a limitare l’eventuale responsabilità del produttore in una causa da RCP, al contrario possono costituire un’aggravante, qualora in fase di dibattimento la giuria ritenga che esse siano state utilizzate come espediente teso ad una riduzione dei rischi “in economia” soprattutto quando modifiche di progetto o dispositivi di sicurezza adeguati avrebbero potuto eliminare tali rischi. L’applicazione di un esemplare danno punitivo sarà immediata nel momento in cui si generi nella giuria la convinzione che modifiche di progetto e applicazione di misure di sicurezza non siano state attuate a causa di costi aggiuntivi suscettibili di ridurre la competitività del prodotto sul mercato.

6.1.3 Segnalazioni di allarme – Targhette Intellegibilità: si deve considerare che l’utilizzatore può non conoscere la lingua ufficiale di quel paese (es. inglese in USA, meglio aggiungere anche spagnolo) o che il suo livello di educazione possa essere inferiore a quello medio.

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D’altro canto l’abuso di simboli dotati di tale carica di sollecitazione è considerato inopportuno perché rischiano di essere sottovalutati, soprattutto dagli utilizzatori che non sanno leggere, a causa dell’abitudine alla loro presenza. Adeguatezza: i segnali di allarme non devono solo allertare sul possibile pericolo ma devono illustrare chiaramente ciò che potrebbe verificarsi, e prevedere possibil misure di sicurezza, quando esistenti. Le parole dovrebbero essere scelte con estrema cura. La targhetta di segnalazione dovrebbe altresì stabilire la severità del possibile danno in caso di mancato attenzione. Ad esempio, non è sufficiente allertare gli utilizzatori sul fatto di non bere il contenuto di una bottiglia, si dovrebbero anche illustrare le conseguenze in caso di ingestione. Completezza: se una segnalazione di allarme viene applicata ad un prodotto, ciò implica che ogni pericolo non ovvio sia stato esaurientemente illustrato. Localizzazione e durata: le segnalazioni sono efficaci quando sono in grado di raggiungere tutti coloro che possono essere danneggiati dal prodotto. La responsabilità del produttore per danni da RCP dura quanto la vita del prodotto.

Il produttore di uno spray utilizzato per eliminare parassiti nei campi è stato condannato per la morte di due persone, nonostante fosse chiaramente specificato, tramite targhetta, come utilizzare il prodotto in sicurezza. Tale targhetta era stata approvata dal Dipartimento dell’Agricoltura americano. La corte ha infatti stabilito che la segnalazione di allarme, relativa a prodotti chimici letali, non era adeguata. Mancava il simbolo del teschio e delle ossa incrociate.

Per esempio una targhetta con scritto “non riscaldare o usare vicino ad un fuoco” è stata considerata inadeguata quando una bottiglietta di lucido per le unghie è esplosa perché l’utilizzatore si accese una sigaretta. Non sempre infatti, le persone considerano un accendino come “fuoco”.

Ad esempio, una targhetta che avvisi che l’ingestione del contenuto di una determinata bottiglia può causare la morte è incompleta se il contatto con la pelle può anche causare una dermatite e ciò non è specificato. Una targhetta che allerta del fatto che un componente particolare deve essere lubrificato per prevenire malfunzionamenti provocati dalla ruggine, è incompleta, se esistono altre parti che necessitano di lubrificazione

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La targhetta dunque dovrebbe essere permanentemente attaccata all’apparecchiatura e localizzata in modo che sia facilmente visibile durante le normali operazioni e che non possa essere resa illeggibile nel tempo a causa del deterioramento, o nascosta da una ri-verniciatura. 6.1.4 Manuali di istruzione I manuali d’istruzione sono il mezzo più adatto a descrivere in maniera esaustiva le caratteristiche ed il funzionamento del prodotto, al di là di ogni singola segnalazione. La responsabilità del contenuto di tali manuali dovrebbero essere responsabilità dell’ingegnere di produzione/progettazione, perché solo il progettista conosce i punti di forza, debolezza ed i rischi associati al prodotto. Il manuale deve contenere adeguate precauzioni contro il possibile uso o utilizzo anomalo che può creare infortuni agli utilizzatori. Dovrebbe identificare i rischi potenziali per i manutentori che potrebbero entrare in contatto con alte pressioni, alti voltaggi, radiazioni, fumi tossici, ecc. La revisione di tali manuali da parte di un legale esperto in materia è vivamente consigliata in quanto essi rappresentano un fondamentale elemento di difesa in cause da RCP, quando siano adeguati a provare l’impegno del produttore nella fabbricazione di un prodotto che vuole essere il più possibile sicuro, e la buona fede nei riguardi degli utilizzatori.

m. Ispezionare il 100% dei prodotti prima del rilascio o, in alternativa, adottare piani di campionamento di provata efficacia. Effettuare test di funzionalità. Verificare che tutti siano coscienti del fatto che, a volte, effettuare test ad elevati livelli di sollecitazione comporta la distruzione del prodotto, anche se a prima vista non evidente.

n. Fornire istruzioni di installazione ed utilizzo del prodotto chiare e non ambigue.

La cosa migliore sarebbe far leggere le istruzioni ad una persona che possieda lo stesso livello (di cultura, conoscenze, ecc.) dell’installa tore. Se ci fossero delle difficoltà d’interpretazione, a maggior ragione ce ne potrebbero essere sul campo.

o. Effettuare una revisione completa del progetto, che includa le conoscenze del personale

riguardo a problemi legati alla distribuzione, all’installazione e all’utilizzo, problemi di produzione, ecc. che potrebbero portare ad una diminuzione della qualità del prodotto e creare danni alle persone o all’ambiente dopo che il prodotto sia stato buttato. Ad esempio si sono avuti casi in cui il prodotto è stato danneggiato a causa delle operazioni di carico scarico e/o a causa delle vibrazioni sul prodotto durante il trasporto.

Un’azione da RCP basata sulla mancanza di adeguate segnalazioni è essenzialmente un’azione di negligence, perché coinvolge una presunta mancanza nel dovere del produttore di allertare il consumatore sui rischi collegati all’uso normale e ragionevolmente prevedibile del prodotto.

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La revisione del progetto deve essere formale, sistematica, documentata nel progetto del prodotto ed effettuata da un gruppo di esperti non direttamente associati allo sviluppo del prodotto stesso. Lo scopo è quello di assicurare che il prodotto sia sicuro ed affidabile.

I benefici di tale tecnica includono tra gli altri:

Ø Un’efficace base di difesa da eventuali azioni di negligenza, violazioni di garanzia e

strict liability in tort; Ø Un miglior progetto dal punto di vista della sicurezza, dei costi, dell’affidabilità, della

manutenzione, ecc.; Ø Un numero inferiore di modifiche post progetto.

p. Mandare il prodotto ad un laboratorio indipendente per l’effettuazione dei test di

valutazione ed approvazione.

q. Determinare qualsivoglia servizio o manutenzione necessaria a mantenere il prodotto sicuro per assicurare che operi nel tempo secondo le specifiche. Se è il caso, si dovrebbe fornire con il prodotto una scheda descrittiva delle operazioni da svolgere e la tempistica.

r. Incoraggiare venditori e personale di servizio a riportare ogni lamentela riguardo infortuni o

perdite economiche.

I rapporti dovrebbero includere: Ø La rilevazione dell’esistenza di un difetto del prodotto; Ø Una descrizione del difetto; Ø Come il difetto viene accusato di aver causato l’incidente; Ø La natura e l’estensione dell’infortunio o della perdita economica.

s. Valutare gli effetti di una produzione di massa, sviluppando una produzione pilota con il

macchinario di produzione e gli operatori destinati ad effettuare la produzione finale. Campioni scelti a caso dovrebbero essere soggetti alle stesse prove accelerate di vita ed alle stesse analisi di sicurezza svolte su campioni durante la fase di progettazione. I risultati dei test dovrebbero essere comparati a quelli dei test precedenti, al fine di verificare eventuali problemi dovuti alle strutture di produzione.

t. Documentare gli studi effettuati per incrementare il livello di sicurezza, non andati a buon

fine a causa del costo aggiuntivo, che avrebbe reso il prodotto non competitivo o invendibile.

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7 Il ruolo delle compagnie assicurative Gli assicuratori hanno una vasta esperienza e conoscenza del controllo dei rischi. Lavorando con il produttore, sono spesso nella posizione di fornire consigli su come controllare e minimizzare i rischi da RCP. Inoltre le compagnie assicurative stanno esercitando una pressione economica non indifferente sui produttori affinché riconoscano l’importanza dello sviluppo di programmi per il controllo delle perdite da prodotti. Nello stesso tempo, offrono ai produttori un expertise considerevole per quanto riguarda l’investigazione e la difesa da possibili sinistri. Molti produttori che non possono permettersi di avvalersi di personale esperto in questo campo dovrebbero selezionare le compagnie in grado di offrire tale expertise e servirsene in caso di sinistro. Negli USA, vista la particolare legislazione esistente, le richieste di risarcimento alle compagnie di assicurazione hanno fatto lievitare i premi a valori impensabili per il mercato italiano ed europeo. Attualmente il costo di una copertura assicurativa RCP può variare tra il 20 ed il 33% circa del profitto di una compagnia.

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8 Allegati 8.1 CPSC - Annuncio di ritiro prodotti

Istruzioni per la sostituzione

Languages: • Chinese • English • French • German • Italian • Spanish

IMPORTANTE RITIRO INTERNAZIONALE PER MOTIVI DI SICUREZZA—Alimentatori

dei router Cisco ADSL In cooperazione con l'ente statunitense Consumer Product Safety Commission e altre autorità internazionali preposte alla sicurezza, Cisco ritira volontariamente circa 95.000 alimentatori venduti in tutto il mondo. Tali adattatori possono surriscaldarsi e causare rischio di incendio e di folgorazione. L'alimentatore ha il numero di parte 34-0949-02 indicato in alto a sinistra sull'etichetta situata sul fondo dell'alimentatore. L'alimentatore viene usato con i router ADSL Cisco 826, 827 e SOHO 77. Il router e il cavo di alimentazione non sono oggetto di questo programma di ritiro. Nessun altro prodotto Cisco è oggetto di questo ritiro. Consumatori/Utenti finali Controllare l'alimentatore per stabilire se si possiedono alimentatori oggetto del presente ritiro. In tal caso, interromperne immediatamente l'uso. Scollegare l'alimentatore dalla parete. Conservare il cavo di alimentazione c.a. per usarlo con l'alimentatore sostitutivo. Si può effettuare la registrazione in linea per ricevere gratuitamente un alimentatore sostitutivo. Fare clic qui per passare al Modulo in linea per la sostituzione dell'alimentatore. In caso di domande, contattare Cisco al numero verde U.S.A. 1-800-553-2447 (24 ore su 24) o al numero (408) 526-7209 (internazionale) (24 ore su 24) oppure fare clic qui per un elenco di numeri internazionali. L'alimentatore, lungo circa 15 cm e largo circa 6 cm, è una piccola unità c.a. nera, che si collega ai modelli dei router sopra indicati ed è illustrato nelle Figure 1 e 2 di seguito riportate. Questo alimentatore si collega al router con un cavo con connettore di fermo che è fissato permanentemente all'alimentatore; all'altra estremità dell'alimentatore vi è un cavo scollegabile che si collega ad una presa elettrica c.a. L'etichetta situata sul retro dell'alimentatore contiene il logo Cisco Systems con il seguente numero di parte: P/N: 34-0949-02. Figura 1

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Figura 2

L'alimentatore ritirato è stato inviato insieme ai router con i seguenti numeri di prodotto: PWR-820-WW1= CISCO 826 CISCO 827 CISCO 827-4V CISCO 827-EUR CISCO SOHO77 CISCO SOHO77-50

L'ente statunitense Consumer Product Safety Commission controllerà l'efficienza di questo ritiro. Vi ringraziamo della vostra collaborazione con Cisco per l’implementazione di questo ritiro. Vi porgiamo le nostre scuse per gli inconvenienti che questa operazione di ritiro del prodotto può causarvi. Provider, distributori e rivenditori Chiediamo ai nostri provider, distributori e rivenditori di interrompere la spedizione degli alimentatori oggetto del ritiro o dei router contenenti tali alimentatori. I numeri di parte degli alimentatori e dei router sono i seguenti: PWR-820-WW1= CISCO 827 CISCO 827-4V CISCO 827-EUR CISCO SOHO77 CISCO SOHO77-50

Per ottenere un avviso di ritiro da fornire ai vostri clienti contenente i dettagli della procedura di sostituzione degli alimentatori, fare clic qui. I provider, distributori e rivenditori possono restituire in vari modi i prodotti non ancora aperti. Per esplorare le opzioni fare clic qui. In caso di domande, contattare Cisco al numero verde U.S.A. 1-800-553-2447 (24 ore su 24) o al numero (408) 526-7209

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(internazionale) (24 ore su 24) oppure fare clic qui per un elenco di numeri internazionali. Domande rivolte di frequente Ultima revisione 16 ottobre 2001 8:15 PM PST

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8.2 CPSC – Requisiti per biciclette (uso-manutenzione in sicurezza)

Consumer Product Safety Commission

Bicycle Fact Sheet CPSC Document #346

The U.S. Consumer Product Safety Commission estimates that over 600,000 persons suffered bicycle-related injuries serious enough to require hospital emergency room treatment in 1994. Here are some typical cases: "Karen applied her hand brakes and lost control of her bicycle. She went down an embankment into a creek, and fractured her shoulder." "As Jimmy was riding his bicycle downhill, the front wheel of his bicycle suddenly became loose and twisted. Jimmy lost control, fracturing his knee." "Bob was riding a bike without a chain guard when his foot caught between the pedal and chain. He fell, suffering a concussion and skull fracture." "Michele was riding her bike alongside a friend's. As her friend moved his bike to the right, the two front wheels collided, causing Michele to fall. She suffered a concussion and fractured a wrist." These case histories illustrate some major accident patterns associated with bicycles. They are:

• Collision with a car or another bicycle.

• Loss of Control -- This occurs because of a number of factors, including: difficulty in braking; riding too large a bike; riding too fast; riding double; stunting; striking a rut, bump, or obstacle; and riding on slippery surfaces.

• Mechanical and Structural Problems -- These include brake failure; wobbling or disengagement of the wheel or steering mechanism; difficulty in shifting gears; chain slippage; pedals falling off, or spoke breakage.

• Entanglement of a person's feet, hands, or clothing in the bicycle.

• Foot slippage from pedal.

To make bicycles safer, the U.S. Consumer Product Safety Commission developed a mandatory safety standard for bicycles to help eliminate injuries due to mechanical and structural failures. The CPSC regulations establish strict performance and construction standards for the brakes, wheels, steering system and frame. They require reflectors on the front, back, sides and pedals to make bicycles visible at night; require elimination of uncovered sharp edges and jutting parts; and require brakes on bicycles with seat height of 22 inches or more. New bicycles are required to meet the standards. The U.S. Consumer Product Safety Commission offers the following safety tips when shopping for a new bike or taking care of an old one:

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Selecting the Bicycle • If you're buying a bicycle for a child, choose one to fit the child's size today, not one he or she will

"grow into" later.

• A bicycle should suit the rider's ability and kind of riding.

• Check hand and foot brakes for fast, easy stops without instability or jamming.

• Avoid slippery plastic pedals. Look instead for rubber-treated pedals, or metal pedals with serrated rattrap edges or with firmly attached toeclips.

Using the Bicycle • Always wear a helmet to help prevent head injuries. CPSC is setting a new mandatory standard for

bike helmets.

• Observe all traffic laws and signals, just as automobiles must do.

• Don't ride double or attempt stunts.

• Ride near the curb in the same direction as traffic.

• Find alternate routes, rather than ride through busy intersections and heavy or high-speed traffic.

• Walk -- don't ride -- your bicycle across busy intersections and left turn corners.

• Avoid riding in wet weather. When wet, handbrakes may require a long distance to stop.

• Avoid riding in the dark. If you do, be sure the bike is equipped with a headlight, a taillight and reflectors. Apply retro-reflective trim to clothing, or wear reflective vests and jackets.

• Avoid loose clothing or long coats that can catch in pedals or wheels. Leg clips or bands keep pants legs from tangling in the chain.

• Avoid crossing raised sewer grates.

Maintaining the Bicycle • Regular maintenance is essential for safe riding. Refer to the owner's manual for the manufacturer's

maintenance recommendations. An experienced repair technician should do complicated work.

• Align (or "true") wobbly wheels for better control. Spokes also may need adjustment.

• Replace all missing, damaged, or worn parts; for example, brake pads, chainguards, chain links, spokes, screws and bolts, handlebar grips.

• Tighten and/or adjust loose parts.

• Periodically inspect frame, fork, spindles and other components for cracking.

• Parts should be adjusted to manufacturer's torque specifications.

• Inflate tires to recommended pressure, and replace worn tires.

• Lightly oil and clean moving parts. Keep oil off rubber.

• Keep bicycle indoors when not in use -- moisture may cause rust and weaken metal parts.

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8.3 Bibliografia

q What every engineer should know about product liability di James F. Thorpe William H. Middendorf College of Engineering University of Cincinnati Cincinnati, Ohio Editore: Marcel Dekker INC.

q Product Safety Management Guidelines National Safety Council U.S.A.