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I RIFIUTI E LA COMUNICAZIONE AI CITT ADINI: LINEE GUIDA PER GLI ENTI TERRITORIALI DI GESTIONE Marzo 2001

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I RIFIUTI E LA COMUNICAZIONE AI CITTADINI:LINEE GUIDA PER GLI ENTI TERRITORIALI DI GESTIONE

Marzo 2001

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I RIFIUTI E LA COMUNICAZIONE AI CITTADINI: LINEE GUIDA PER GLI ENTI TERRITORIALI DI GESTIONE

PROVINCIA DI TORINOArea Ambiente, Parchi, Risorse Idriche e Tutela della FaunaServizio Programmazione Sviluppo Sostenibile e Rifiuti

Questa pubblicazione costituisce l’Atto di indirizzo sulla comunicazione approvato con Deli -bera di Giunta Provinciale n. 315-78544 del 10.04.2001 dal titolo: “I rifiuti e la comunica -zione ai cittadini: linee guida per gli enti territoriali di gestione” . In appendice è pubblica -to come esempio di buona pratica il “Progetto di campagna di informazione per la promo -zione della raccolta differenziata nel Comune di Villarbasse”.

Documento predisposto a cura delServizio Programmazione Sviluppo Sostenibile e RifiutiResponsabile Franco Tecchiati

Redazione a cura di:Erik BalzarettiMarco CassineraBarbara GirardiFranco Tecchiati

Edizione fuori commercio © 2001 Provincia di Torino

Volume stampato dalla Tipolito Subalpina nel mese di maggio 2001

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PROVINCIA DI TORINO

Premessa.

180-500. Sta tutta nella differenza fra questi due numeri la dimensione che ha assunto ilproblema dei rifiuti nella nostra Provincia, un territorio nel quale lo sviluppo ha portato adun elevato livello di benessere e di consumi.180 kg all'anno era la produzione di rifiuti pro-capite nel 1969, 500 kg all'anno è quella del2000. Un aumento di 320 kg in trent'anni. Significa oggi oltre un milione di tonnellate al-l'anno. Un milione di tonnellate di rifiuti occupa un volume molto superiore allo Stadio del-le Alpi, e nessuno vuole vicino a casa propria uno o due stadi di calcio di rifiuti ogni anno.Proprio per questo affrontare e risolvere il problema non è solo una questione tecnica, di si-stemi di raccolta e di impianti di smaltimento: è, soprattutto, una questione di carattere so-ciale. Da un lato occorre incrementare la raccolta differenziata almeno fino al 50%, comeprevisto dal Programma Provinciale: è una ragionevole soluzione tecnica per non sprecaremateria e minimizzare il ricorso a soluzioni impiantistiche ingombranti e costose - inceneritorie discariche. Dall'altro lato dobbiamo convenire che non basta progettare efficienti sistemidi raccolta differenziata e motivare gli operatori, occorre anche rendere i cittadini più con-sapevoli e più partecipi in modo che possano utilizzare meglio i servizi, rendendoli davveroefficienti. Questo richiede un cambiamento di atteggiamento nei confronti del rifiuto che pro-duciamo, che ci facciamo carico del lavoro di separazione in casa e che ci preoccupiamo diconsegnare ogni frazione al giusto sistema di raccolta.Una questione, appunto, di carattere sociale. Con risvolti che hanno a che fare con la con-sapevolezza di far parte di una collettività e con la fiducia verso le istituzioni che sono chia-mate a far fronte ai bisogni collettivi. Una questione che si intreccia strettamente con la ge-stione della politica e che può essere affrontata con gli strumenti di una comunicazione tra-sparente e finalizzata all'obiettivo.Con la produzione di queste linee guida per la comunicazione la Provincia rende esplicito eoperativo questo punto di vista e fornisce un orientamento ai Comuni e ai loro Consorzi ver-so una concezione della comunicazione come strumento indispensabile e integrato nella pro-gettazione dei servizi di raccolta.Ci auguriamo in questo modo di dare un contributo tecnico e culturale per aiutare noi tut-ti, cittadini, operatori, amministratori, a convergere verso una nuova percezione del propriorapporto con i rifiuti e i servizi di raccolta e gestione.

Giuseppe GambaVicepresidente della Provincia di Torino

Assessore all'Ambiente

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1. Premessa metodologica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 5

1.1 La comunicazione nel settore dei servizi ambientali. . . . . . . . . . . . . . . . . p. 51.2 Ricerca di indicatori per la costruzione di una comunicazione efficace . . . . . p. 7

1.2.1 Risultati emersi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 71.2.2 Considerazioni sui dati significativi emersi dalla ricerca . . . . . . . . . . p. 9

1.3 Lo stato della comunicazione prodotta da Enti e Consorzi nel settoredelle raccolte differenziate in provincia di Torino . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.11

1.3.1 Considerazioni generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.111.3.2 Cambiare scenario e acquisire nuove competenze alla ricerca

della partecipazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.12

2. Linee guida per la comunicazione:i principi base e gli aspetti operativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.13

2.1 I termini della questione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.132.2 La comunicazione deve divenire obbligatoria, deve essere programmata

ed integrata con la pianificazione tecnico-territoriale. . . . . . . . . . . . . . . . p.142.3 Costi e benefici della comunicazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.172.4 La comunicazione è un sistema. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.182.5 La comunicazione deve nascere dalla conoscenza e dall’ascolto del

territorio e deve fornire risposte adeguate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.212.6 La comunicazione deve orientare le scelte tecniche (studio dei servizi). . . . . p.242.7 Gli strumenti per una comunicazione efficace . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.262.8 Le modalità di comunicazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.292.9 Nota tecnica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.31

3. Appendice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.32

3.1 Progetto di campagna nel Comune di Villarbasse (TO). . . . . . . . . . . . . . . p.32

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PROVINCIA DI TORINO

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1. Premessa Metodologica.

Questo testo si propone due obiettivi. Il primo è quello di individuare i contenuti necessariad una strategia di comunicazione efficace in un settore delicato ed importante, nel qualegioca un ruolo cruciale la partecipazione attiva del cittadino–utente alla buona riuscita delservizio. Il secondo obiettivo è quello di fornire linee ed indirizzi utili per integrare le attivitàdi comunicazione all’interno della progettazione dei servizi al fine di orientare le scelte stra-tegiche ed ottimizzare il rapporto tra costo dei servizi e risultati ottenuti sul piano aziendaleed ambientale.

1.1 La comunicazione nel settore dei servizi ambientali.

La comunicazione pubblica, soprattutto nei suoi aspetti sociali ed ambientali, è una discipli-na relativamente nuova in costante evoluzione ed è alla ricerca di una sua identità teorica.Esiste tuttavia una letteratura di riferimento da cui è possibile derivare i concetti fondamen-tali su cui basare un’ipotesi teorica e una metodologia operativa, concetti che sono il risul-tato della riflessione degli addetti ai lavori alla ricerca di un modello in grado di offrire mag-giore efficacia all’azione comunicativa.

La considerazione di partenza, che si pone a fondamento di qualunque attività di comuni-cazione, è costituita dalla presa di coscienza che la comunicazione è necessaria, quando nonobbligatoria, che non si può non comunicare sia perché dal punto di vista psicologico l’as-senza di comunicazione è spesso percepita come l’affermazione della volontà di non comu-nicare, sia perché la più recente produzione normativa nel garantire l’informazione e la tra-sparenza nell’azione amministrativa definisce le stesse condizioni di base per il processo dicomunicazione tra Ente e cittadini.

In questo senso è importante “saper comunicare” per evitare di confondersi con il “rumoredi fondo” della ingente comunicazione che raggiunge quotidianamente il cittadino-consu-matore e di vanificare così sforzi a volte ingenti che finiscono per non ottenere alcuna mo-

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dificazione degli atteggiamenti e dei comportamenti individuali e collettivi.

Ed è proprio il cambiamento degli atteggiamenti un’altra delle considerazioni a fondamentodella comunicazione ambientale, e questo perché il suo obiettivo non è la promozione diun bene o di un servizio di mercato ma qualcosa di più complesso come l’intervento mira-to ad orientare o modificare atteggiamenti e comportamenti verso l’ambiente stes-so, con i suoi coinvolgimenti, bisogni e servizi.

In tal senso diventa determinante pensare alla comunicazione come allo strumento per re n-d e re percettibile l’ambiente, per ridurre le discordanze tra la percezione soggettiva dei rischiambientali ed il loro valore oggettivo, per mutare nel profondo un comportamento collettivo.

In quanto strumento, la comunicazione in ambito sociale ed ambientale deve assimilare al-cuni concetti chiave come:a- la trasparenza, che sottintende sia la necesità di portare a conoscenza il tema nella sua

completezza che l’assunzione di responsabilità;b- l ’ascolto dei cittadini-utenti con riguardo alle loro necessità, pre f e renze ed aspettative;c- la semplificazione , necessaria per facilitare la comprensione da parte di un pubblico che

si presenta quanto mai eter ogeneo dal punto di vista sociale e culturale;d- la partecipazione, in quanto è importante l’interazione e la comunicazione tra più sog-

getti che concorrono, con la propria competenza e la propria responsabilità, alla realizza-zione di un obiettivo d’interesse collettivo.

La condivisone di obiettivi fa pensare alla comunicazione come ad un rapporto unidirezio-nale di creazione del sociale, ma in realtà è nella conflittualità ambientale, cioè in quella si-tuazione che pone la tutela dell’ambiente o della salute dei cittadini al centro del confron-to sociale, politico e istituzionale, che la comunicazione acquista la sua vera identità.

Queste considerazioni generali conducono a sottolineare come la comunicazione am-bientale sia passata da essere una forma di “seduzione” dalle caratteristiche fon-damentalmente pubblicitarie ad essere un momento di “informazione” a due vie.

Questi concetti, che costituiscono le premesse metodologiche alla riflessione proposta, sonoal tempo stesso chiavi per la lettura dell’attività comunicativa corrente e indirizzi utili alla pro-gettazione.

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1.2 Ricerca di indicatori per la costruzione di una comunicazione efficace.(Analisi qualitativa e quantitativa – Aretè Mi, dicembre 1999)

1.2.1 Risultati emersiIn questo paragrafo sono sinteticamente presentati i risultati della ricerca condotta alla finedel 1999 su un campione rappresentativo di cittadini della Provincia di Torino e finalizzataad individuare gli indicatori per la costruzione di una comunicazione efficace in tema di smal-timento rifiuti sia nei contenuti sia nei toni.

L’indagine, partendo dal presupposto che le attività di comunicazione dei Comuni e dei Con-sorzi verso i cittadini siano da considerarsi come parte del piano strategico operativo, si po-neva il duplice obiettivo di:a) fornire una “fotografia” della realtà attuale sulla percezione da parte del pubblico del te-

ma dei rifiuti e del sistema di comunicazione;b) individuare le attese dei cittadini per il futuro.

La metodologia utilizzata (3 dinamiche di gruppo per la fase qualitativa e 360 interviste in-dividuali a domicilio per la fase quantitativa) ha fatto emergere nell’indagine qualitativa leproblematiche di base, i vissuti e le opinioni culturalmente condivise, oltre a suggerimentipropositivi, mentre quella quantitativa ha confermato gli elementi qualitativi e prodotto il ne-cessario supporto numerico/statistico.

Percezione del problema rappresentato dai rifiutiLa quasi totalità delle persone intervistate vive il “rifiuto” come elemento sgradevole e peri-coloso in termini di rischio ambientale, individuando la necessità di produrre meno rifiuti, edenuncia una serie di problematiche legate alla organizzazione delle raccolte e dello smalti-mento, solamente una piccola percentuale individua il rifiuto come elemento utile in quan-to fonte per ricreare materia prima.

Rispetto alla richiesta di proporre soluzioni per la diminuzione della produzione di rifiuti sihanno queste risposte:

Legge per la riduzione degli imballaggi 39%Sensibilizzazione dei produttori di imballaggi 31%Campagne di sensibilizzazione dei cittadini 17%Nessuna imposizione – libera scelta dei cittadini 13%

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Raccolte differenziatePer quanto riguarda l’analisi della “gestione del rifiuto”, il 95% degli intervistati asserisce diessere a conoscenza che nel proprio comune è stata attivata la raccolta differenziata.Chi dichiara di fare la raccolta differenziata denuncia comunque la percezione di una scarsaattenzione del prossimo, evidenziando un diffuso senso d’inutilità del proprio sforzo di dif-ferenziare. Altro fattore che rende faticoso fare la raccolta differenziata è la scarsità o la lon-tananza dei bidoni e cassonetti per la differenziazione.

Dalla ricerca emergono inoltre queste indicazioni: Mancano informazioni precise sulle modalità che devono essere utilizzate perdifferenziare correttamente i rifiuti. 80%Non si conoscono le motivazioni per cui si deve fare la raccolta differenziata.. 90%La raccolta differenziata è inutile. 48%

L’analisi qualitativa sull’orientamento dei cittadini verso la raccolta differenziata ha inoltre evi-denziato le motivazioni principali che aiuterebbero la gente ad iniziare a differenziare:

Una diminuzione della tassa rifiuti 88%Sapere quali danni ambientali si possono evitare 85%Sapere che il rifiuto diventa risorsa e che si riducono le discariche 84%Vedere che lo fanno tutti 78%

La comunicazioneElemento importante è, inoltre, il giudizio generalmente negativo rispetto a quantità, fre-quenza e qualità dell’informazione ricevuta in tema di raccolta differenziata e smaltimento:

Nessun ricordo di iniziative o campagne informative 24%Non so – non ricordo 55%Memoria di attività di comunicazione 21%

Queste invece le risposte rispetto alle esigenze di informazione (risposte plurime):Perché differenziare 92%Come differenziare 85%Necessità di avere mappe e cartine sulla dislocazione dei cassonetti 32%Conoscenza di rischi e dei vantaggi 23%Conoscenza dell’organizzazione del sistema di gestione 16%

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Interessanti risultano anche i dati riguardanti le fonti dalle quali sono state recepite infor-mazioni rispetto alle raccolte differenziate:

Lettura delle istruzioni sui cassonetti 46%Televisione (come informazione diffusa) 17%Da amici che hanno svolto attività di sensibilizzazione e coinvolgimento 8%Da volantini o opuscoli 7%Dalla scuola 4%

Infine alla domanda su come vorrebbero essere contattati/informati, queste sono state le ri-sposte spontanee:

Televisione 38%Iniziative scolastiche 15%Opuscoli 14%Affissione stradale 13%Non so 20%

Mentre dall’analisi di materiale comunicativo già prodotto è emerso un particolare apprezza-mento verso stampati che riportano informazioni utili: sul modello “istruzioni per l’uso deiservizi”, espresse in modo chiaro ma non infantile, che possano essere conservate come “gui-de alla raccolta differenziata”.

1.2.2 Considerazioni sui dati significativi emersi dalla ricerca.

Dall’indagine emerge che il campione intervistato è consapevole della necessità di attivareuna corretta gestione dei rifiuti, tuttavia segnala, come motivazioni rispetto allo scarso im-pegno dedicato alla raccolta differenziata, soprattutto:a- la mancanza di ricadute sensibili (economiche);b- l’isolamento sociale di chi si attiva (la raccolta differenziata non viene ancora percepita co-

me un comportamento collettivo);c- la mancanza di informazioni sulla finalità, sul perché si deve differenziare, sui risultati con-

seguiti e quelli conseguibili.

La fotografia della realtà presenta un cittadino che vive la raccolta differenziata contempo-raneamente come “un dovere” ed “una necessità” poiché è consapevole o allarmato dal pro-

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blema dell’aumento della quantità di rifiuti prodotti, ma al tempo stesso è limitato nell’atti-vazione personale.

La gente richiede di sapere chiaramente “che cosa” deve riciclare, “come” lo de-ve fare e “perché”. Vuole sapere come avviene il processo e soprattutto nonvuole sentirsi solamente dire che è bene farlo, ma piuttosto quali benefici ci sipuò attendere e cosa si rischia se non si differenzia e se non si attiva il riciclodei materiali. Infine ha bisogno di informazione e sicurezze rispetto alle mo-dalità di impiego del materiale raccolto in modo differenziato.

E’ interessante notare come rispetto alla domanda "quali interventi stimolerebbero le perso-ne ad attivarsi maggiormente nelle raccolte differenziate" la risposta sia prevalentemente le-gata a motivazioni economiche (circa l’88% pensa ad una diminuzione della tassa), ma inuna percentuale altrettanto elevata (85-84%) si faccia riferimento anche a motivazioni am-bientali e di risparmio di risorse.

Relativamente al tema della comunicazione la maggior parte del campione intervistato espri-me un giudizio di scarsità ed insufficienza rispetto all’informazione ricevuta in tema di rac-colte differenziate e smaltimento rifiuti. Viene evidenziata la mancanza di un’informazione or-ganica e razionale, proveniente da fonti accreditate (Enti e Consorzi): non c’è la percezionedi una programmazione e di una continuità dell’attività di comunicazione. Non si ottiene l’at-tivazione di uno spirito di partecipazione civica, che dia senso di appartenenza ed enfatizziil beneficio collettivo, non solo strettamente ambientale, che può derivare dall’assunzione dideterminati comportamenti.In generale viene dichiarato che le informazioni vengono acquisite in modo disorganico edinformale e che gli enti deputati a fornirle sono “latitanti”.Anche chi già pratica la raccolta differenziata richiede di avere maggiori informazioni, in par-ticolare in merito alla localizzazione di cassonetti e infrastrutture (attraverso cartine detta-gliate), ai vantaggi connessi, al programma di raccolta e alla destinazione finale dei mate-riali.

L’indagine ha inoltre consentito di rilevare quali siano in generale le principali aspettative ri-spetto alle azioni che gli enti locali dovrebbero intraprendere per migliorare il sistema:

• più informazione e sensibilizzazione• maggiore controllo e applicazione di sanzioni• migliore organizzazione dei servizi

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1.3 Lo stato della comunicazione prodotta da Enti e Consorzi nel settore delleraccolte differenziate in provincia di Torino.

1.3.1 Considerazioni generali.Il passaggio da un modello di raccolta del rifiuto indifferenziato attraverso l’utilizzo di casso-netti stradali ad un modello che prevede la raccolta differenziata, e quindi con modalità or-ganizzative che richiedono un sempre maggiore coinvolgimento dell’utente nella raccolta, co-stringe i gestori dei servizi ad un nuovo impegno nel settore della comunicazione sociale.

Questo nuova incombenza è stata affrontata dai Consorzi e dai Comuni non senza difficoltàe con risultati ancora insoddisfacenti sotto l’aspetto degli obiettivi da raggiungere, nonostantele possibilità di cofinanziamento messe a disposizione dalla Regione Piemonte e dalla Pro-vincia di Torino per lo sviluppo di queste attività. I fondi disponibili sono stati infatti pocoutilizzati e, per quanto riguarda la comunicazione, prevalentemente impegnati per attività disensibilizzazione generica e di educazione ambientale, quasi mai per la realizzazione di cam-pagne integrate di comunicazione.

Si possono individuare alcune tra le cause principali di questa situazione, oltre alla diffusa re-sistenza ai cambiamenti e alla decrescente attenzione del cittadino ai problemi della comu-nità:a- la mancanza di una cultura della comunicazione e della partecipazione , basa-

ta su un’analisi approfondita delle motivazioni sociali e psicologiche, in un settore domi-nato invece dagli aspetti economici e tecnico-pratici;

b- la mancanza di relazione e coordinamento tra gli aspetti tecnici e quelli infor-mativi e della comunicazione;

c- i costi aggiuntivi inevitabilmente connessi ad una comunicazione efficace;d- l’individuazione dell’attività di educazione e sensibilizzazione dei bambini e

dei ragazzi come strategia principale di comunicazione con il territorio ri-nunciando in partenza all’educazione degli adulti;

e- un utilizzo dell’azione informativa limitata nei modi e nel tempo e quindi di scar-sa efficacia;

f- la mancanza di una seria programmazione e pianificazione degli interventi;g- il mancato ricorso sia a strategie di partecipazione sia a strategie che pre-

vedano un sistema che combini la comunicazione con azioni incentivanti oppure di-sincentivanti (premi e punizioni)

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In termini generali si può quindi affermare che, benché non siano mancati sforzi nella giu-sta direzione, sono però finora mancati nelle strategie dei Consorzi e dei Comuni, così co-me delle istituzioni superiori, alcuni punti che riteniamo fondamentali per ottimizzare e ren-dere davvero efficace l’attività di informazione e comunicazione.

Un’ulteriore riflessione va ancora fatta nei confronti della qualità estetica e della funzionalitàdei prodotti comunicativi rivolti al cittadino realizzati nel nostro territorio. Questa produzionerisente delle difficoltà di cui si è detto. Limitata nell’uso degli strumenti (pieghevoli, manife-sti o materiali per l’educazione ambientale) e nell’offerta, riflette un’idea di target indifferen-ziato o infantile, dove prevalgono un tono di voce e un trattamento grafico che oscillanotra la semplificazione del fumetto per bambini, l’intellettualismo e la complessità del mes-saggio delle agenzie pubblicitarie, che si sentono in questi casi “libere” di dare sfogo ad unacreatività non costretta dalle ferree regole che sovrintendono alla “vendita” di un prodotto.

Questa situazione, resa esplicita dai dati della ricerca, soffre anche della situazione di con-flittualità che spesso si registra tra singoli Comuni e Consorzi di riferimento riguardo alle stra-tegie di comunicazione ai cittadini, non tanto sotto gli aspetti realizzativi ma piuttosto perquanto concerne gli aspetti economici e di visibilità.

1.3.2 Cambiare scenario e acquisire nuove competenze alla ricerca della parte-cipazione.

Appare evidente che le carenze dell’attività complessiva nel settore della comunicazione ver-so i cittadini utenti non possono essere colmate da generici ritocchi alle attuali strategie mes-se in atto dai responsabili dei servizi ma si tratta di organizzare o riorganizzare, secondo lostato dell’opera dei singoli Enti o Aziende, un intero settore. In particolare si tratta di preve-dere sin dalla fase di programmazione e progettazione dei nuovi servizi l’inserimento e l’in-tegrazione dell’attività di comunicazione all’interno della Pianificazione Territoriale operativadei Consorzi e dei Comuni.

Risulta evidente la necessità di un ulteriore sforzo organizzativo per costruire una comunica-zione più professionale nei metodi di progettazione e nella scelta degli strumenti, pensata alfine di una crescita non solo dei livelli di informazione verso il cittadino ma anche della suapartecipazione attiva ai processi delle raccolte differenziate e alle azioni per la minimizzazio-ne dei rifiuti.

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Per ottenere un cambiamento di atteggiamento verso il problema rifiuti e quin-di per ottenere una concreta partecipazione alle soluzioni è necessaria un’azio-ne che superi i limiti dell’informazione, anche la più corretta e puntuale, e che per-metta di coinvolgere i cittadini-utenti in un processo dove la partecipazione non risulti “subi-ta” bensì sia vissuta come scelta consapevole del ruolo attivo e determinante del singolo cit-tadino nel funzionamento dei servizi pubblici, soprattutto in presenza del pagamento d i unatassa o di una tariffa. Diventa altrettanto chiaro che lo stesso sistema rifiuti entra in re l a z i o-ne, e a volte si scontra, con altri s istemi di interesse sociale e con gli ambiti della perc e z i o-ne singola e collettiva delle diverse soluzioni dei problemi della comunità. Per questo diven-ta importante cambiare il modello utilizzato sino ad ora per veicolare informazione e richie-d e re al cittadino il proprio apporto alle raccolte differenziate; bisogna pensare di acquisire alpiù presto una serie di competenze e professionalità sia nel campo dell’analisi sociale e mo-tivazionale, sia in quello della comunicazione, competenze sino ad oggi poco sfruttate.

2. Linee guida per la comunicazione: i principi base e gli aspetti ope-rativi.

2.1 I termini della questione.

Il Programma Provinciale di Gestione dei Rifiuti individua l’utilizzo delle attività di comu-nicazione come indispensabile supporto al raggiungimento di obiettivi che com-portano in larga misura cambiamenti di atteggiamenti sociali (riduzione della pro-duzione di rifiuti, incremento della raccolta differenziata e accettazione della necessità di rea-lizzare gli impianti), e di conseguenza ad una reale corrispondenza tra i costi da affrontareed i benefici economico-sociali che ne derivano.

A questo scopo la Provincia promuove e cofinanzia progetti di comunicazione, sce-gliendo di elaborare una base di valutazione comune condivisa con i Consorzi ai fini del-l’accesso ai contributi, e li concepisce inoltre come parte del proprio piano strategico di co-municazione.

I dati emersi, grazie alla ricerca, consentono di proporr e alcune considerazioni che sono ilpresupposto di base per l’elaborazione di linee guida generali che consentano di sup-

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portare l’attività di gestione dei rifiuti con una attività di comunicazione sulterritorio di maggiore efficacia e omogeneità, tenendo presente che sebbene ai Con-sorzi spetti la gestione sovracomunale dei servizi e quindi anche degli aspetti di comunica-zione, ciò non toglie che i Comuni, avendo un contatto più diretto con i cittadini, debba-no svolgere attività di monitoraggio e di stimolo, facendosi ad esempio promotori di inizia-tive sperimentali.

2.2 La comunicazione integrata nella pianificazione tecnico-territoriale dei serv i z i

I principi

L’attività di comunicazione non deve essere considerata come una variabile fa-coltativa nel processo di sviluppo dei servizi, bensì come un fattore indispen-sabile da realizzare per mezzo di una strategia integrata e coordinata con lapianificazione tecnico-territoriale. Ciò si può concretizzare nella necessità di una visio-ne più strutturata del concetto di comunicazione e di un maggiore e più efficace utilizzo delcomplesso degli strumenti comunicativi.

Le singole campagne generaliste o singole iniziative basate sull’educazione ambientale senon sono inserite in un piano strategico di comunicazione, sono solamente rafforzative delflusso comunicativo esistente o dell’immagine, ma non influenzano i cambiamenti di rilevantistrati di popolazione.

Occuparsi di comunicazione in genere e di quella in ambito sociale ed ambien-tale in particolare, richiede di operare con una strategia integrata di lungo pe-riodo che prevede azioni di contatto, metodologie basate sul monitoraggio e ilritorno delle informazioni. Questo richiede l’impiego di investimenti economicie professionalità specifiche.

Le azioni

Piani Strategici di ComunicazioneL’inderogabilità del raggiungimento degli obiettivi, sia di raccolta differenziata sia di ristrut-turazione generale del sistema, previsti a breve e medio termine dal Programma Provinciale

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fa sì che l’attività di comunicazione debba essere programmata e inserita all’in-terno dei Progetti Territoriali Consortili.

A questo proposito, al fine di un rafforzamento di questa linea di condotta i finanziamentiprevisti dal Programma Provinciale dovranno essere collegati alla presentazione da parte deiConsorzi di Piani Strategici di Comunicazione su base annuale o pluriennale.

Il piano di comunicazione dovrà indicativamente contenere: 1 la definizione di un sistema per la conoscenza del territorio dal punto di vista di una se-

rie di dati di base qualitativi e quantitativi, delle dinamiche socio-economiche, della strut-turazione della comunità, delle abitudini e degli stili di vita delle caratteristiche merceolo-giche dei rifiuti prodotti;

2 la definizione di un sistema per la rilevazione dei bisogni di informazione e della perce-zione rispetto al problema, all’erogatore del servizio e alle risposte da esso offerte;

3 l’individuazione delle azioni per il raggiungimento degli obiettivi a breve e medio termine;4 l’individuazione delle attività di preparazione culturale per le giovani generazioni;5 lo sviluppo di attività di formazione per adulti (insegnanti, operatori, funzionari della Pub-

blica Amministrazione, associazioni, attori attivi sul territorio, singoli cittadini) al fine delcoinvolgimento di “moltiplicatori”;

6 lo sviluppo di sinergie con il miglioramento e/o lo sviluppo di servizi sempre più a misu-ra di quanto atteso dall’utenza;

7 un sistema di monitoraggio e valutazione della validità del piano stesso.

La stesura di Piani di Comunicazione consente la programmazione integrata di più interventie una continuità nel tempo degli effetti comunicativi. La conseguenza potrà essere il pas-saggio da un finanziamento oggi rivolto per lo più a singole iniziative ad unfinanziamento di strategie di comunicazione sul territorio che potranno preve-dere un supporto progettuale da parte della Provincia su progetti pilota o suricerche psico-sociali.

A maggior ragione la stesura di piani pluriennali permette una riflessione più attenta nel-la determinazione degli obiettivi della comunicazione, offre maggiore visibilità, favorisce ilrafforzamento dell’immagine dell’ente erogatore e incentiva la realizzazione di progetti piùsolidi ed efficaci. In vista di una programmazione dalle modalità complesse si suggerisce l’o-rientamento verso dei piani annuali che, in via transitoria, contengano una serie di interventi

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di base sia per quanto riguarda l’attività ordinaria sia per quanto riguarda l’individuazione dipossibili sviluppi a breve termine.

Integrazione delle singole azioni di comunicazione con la pianificazione strategica.Quando si sceglie un modello di comunicazione che veicola concetti o tematiche di valoregenerale (quasi una sottolineatura dell’ovvio) e si affida a questo il compito di agire con ef-ficacia sull’utenza per sensibilizzarla, informarla e coinvolgerla, senza inserirla in una plura-lità di interventi, si sceglie un approccio superficiale rispetto alla complessità dei problemi esi rinuncia a priori al raggiungimento di obiettivi concreti. Questa riflessione ha valore an-che per quanto riguarda l’utilizzo di interventi non continuativi di educazione ambientale nel-le scuole.

Campagne di questo tipo, se non inserite in una pianificazione strategica che le giustifichie le integri con azioni e temi più diretti e approfonditi, soddisfano solamente gli aspet-ti della visibilità d’immagine (sono campagne autoreferenziali), ma non incidono sul-l’incremento dell’attenzione verso temi specifici e sicuramente non influenzano icambiamenti. Le campagne generaliste richiamano l’attenzione del pubblico sulla “firma isti-tuzionale“ o sul tema di fondo, ma non producono “sentimenti di posizione“, non innesca-no coinvolgimento.

Le campagne generaliste, riescono a funzionare sufficientemente bene quandosono promosse da Enti istituzionali e svolgono il compito di “campagne om-brello“ su un tema generale che rimanda a specifiche trattazioni locali.A livello locale, invece, è più opportuno ed efficace un dialogo diretto che espli-citi temi e opportunità che coinvolgono concretamente l’utenza cui è rivolto.

Professionalità e formazione.I committenti devono avere ben chiaro il ruolo cardine della comunicazione, sia in fase dideterminazione delle risorse che in fase progettuale, devono essere in grado di collaborareattivamente con chi si occupa degli aspetti creativi ed operativi fornendo loro dati e conte-nuti organizzati, devono conoscere le linee teoriche e le regole di base. Per questo motivoè auspicabile l’attivazione di un’attività di formazione rivolta a coloro che si occupano dellacomunicazione all’interno di Enti, Consorzi, Agenzie, etc. Tale attività, finalizzata a promuo -vere professionalità nell’ambito della comunicazione ambientale, diventa anche un obiettivodi comunicazione: un progetto efficace nasce dalla collaborazione professionale e

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integrata tra chi utilizza e chi produce comunicazione.Per quanto è inerente alla realizzazione delle campagne si consiglia l’intervento di professio-nisti della comunicazione e dell’indagine motivazionale. Poiché “l’ambiente non è un pro-dotto di consumo” è auspicabile che anche queste professionalità siano formate in merito al-le specifiche tematiche dell’ambiente e della gestione dei rifiuti.

2.3 Costi e benefici della comunicazione.

I principi

La comunicazione comporta la necessità di investimenti economici che verran-no compensati dal successo delle strategie tecnico-operative di gestione dei ri-fiuti messe in atto.Il passaggio che deve avvenire è quello da una percezione della comunicazionecome un costo puro alla percezione della stessa come investimento necessarioal raggiungimento degli obiettivi, che sarà ripagato dai benefici economici, so-ciali e ambientali.

Le azioni

InvestimentiLa comunicazione, intesa come pluralità di azioni rivolte alla cittadinanza al fine di una atti-va partecipazione ai programmi e al raggiungimento degli obiettivi, è stata percepita sino adora da parte di Comuni e Consorzi, come un’attività costosa e non indispensabile al processodi sviluppo delle raccolte differenziate. Spesso sino ad oggi si è operato attraverso campagne generiche nel messaggio, indirizzatesu target non corrispondenti alle fasce di popolazione p iù direttamente coinvolte e conbudget insufficienti.

Ad eccezione delle attività di Educazione Ambientale, percepite e veicolate come investimentosulle giovani generazioni, la comunicazione al cittadino è risultata in molti casi limitata dafattori economici nonché da fattori culturali.

Dal punto di vista economico appare chiaro che un’attività sistematica di comunicazione com-

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porta investimenti di una certa entità, sia per quanto riguarda l’avvio di una meto-dologia basata sul reperimento di dati inerenti la percezione da parte degli utenti e la co-noscenza sociale del territorio, sia per lo sviluppo delle campagne di comunicazione vere eproprie. Occorre però tenere conto che i costi del sistema comunicazione, saranno co-munque economicamente inferiori a quelli di un eventuale fallimento o di unoscarso rendimento delle strategie di riduzione e raccolta differenziata.

OttimizzazioniNon esistono territori identici su cui operare attraverso campagne preconfezio-nate, ma esistono metodologie e strategie applicabili in territori simili su cuimessaggi generici possono essere utilizzati.

Come diremo in modo più approfondito più avanti, per operare in modo corretto esiste lanecessità di conoscere il proprio territorio, di conoscerne la sua composizione ed i suoi at-teggiamenti, il livello di percezione sul tema oggetto dell’attività comunicativa prima che que-sta sia attivata. Questa lettura non può essere superficiale ma deve essere specifica e cir-coscritta al territorio d’interesse.Questo non esclude, tenendo anche presente l’aspetto economico della realizzazione di cam-pagne, che non si possano individuare linee tendenziali e metodologie generali d’interven-to all’interno delle quali siano accettabili campagne, basate su messaggi generici, già pro-dotte e quindi economicamente interessanti. Si consiglia comunque che anche que-ste campagne vengano adeguatamente personalizzate.

L’orientamento di base più redditizio rimane comunque nella capitalizzazione delle me-todologie e degli aspetti economici attraverso la pianificazione e il coordinamento del-le diverse attività di comunicazione sul territorio.

2.4 La comunicazione è un sistema.

I principi

L’attività di comunicazione deve sempre essere considerata come un sistema cheinclude una serie di attività: informazione, sensibilizzazione, educazione, identità

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e immagine. Queste sono in terdipendenti, interagiscono fra di loro e solo se combinate so-no effettivamente efficaci.Si tratta di un sistema dinamico che si autoalimenta e cresce migliorando con il costante con-tributo delle sue diverse attività.• L’informazione: è costituita dall’insieme organizzato di dati, notizie d’attività e riferimen-

ti (norme) relativi ad un determinato scenario e rappresenta un tema comunicativo fon-damentale poiché è la componente più richiesta. L’attività di informazione deve essere, daun lato in grado di monitorarsi continuamente e di migliorarsi, e dall’altro di sviluppareun’attività di relazione con il territorio capace di guidare i cambiamenti delle abitudini so-ciali richiesti dal nuovo sistema di gestione dei rifiuti.

• La sensibilizzazione: è l’insieme delle attività comunicative mirate a richiamare l’atten-zione su aspetti dello scenario che necessitano di entrare a far parte della nostra culturaper orientare i nostri atteggiamenti.

• L’educazione: è il risultato di un sistema complesso di relazioni che coinvolgono la sferacognitiva ed emotiva e non va confusa con l’insieme delle informazioni organizzate e vei-colate in modo da garantirne l’acquisizione e l’assimilazione. L’attività di educazione è fon-damentale per costruire una “cultura“ di base su uno specifico tema.

• L’identità: è l’insieme dei dati sensibili dell’agente di comunicazione. L’attività di comuni-cazione istituzionale e di relazione con il territorio contribuisce a creare, rafforzare o mo-dificare la credibilità e la forza della comunicazione stessa.

• L’immagine: è la percezione che si crea a seguito delle attività comunicative o dell’as-senza delle stesse, e pertanto diventa una sorta d’indicatore dell’attività svolta. L’immaginecome risultato è un tema di base per l’attività di feedback, d’analisi e correzione. La valu-tazione della percezione contribuisce sensibilmente alle scelte di miglioramento. L’attività ri -volta alla cura dell’immagine s’interessa di due aspetti, uno esterno costituito dalla realiz-zazione di campagne ed uno interno relativo all’attività di relazione e organizzazione.

Le azioni

Cosa deve comprendere l’attività di comunicazione dal punto di vista operativo.L’attività di comunicazione comprende in primo luogo una serie di azioni dirette al cittadino,che si prefiggono lo scopo di veicolare conoscenza riguardo a:

1 esistenza e strategia del soggetto gestore (identità e immagine del Consorzio, AziendaMunicipale, ecc.);

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2 servizi erogati e modalità di utilizzo (informazione); 3 sistema dei media impiegato (operativa);4 motivazioni alla base delle azioni che vengono richieste ai cittadini (sensibilizzazione);5 relazioni che il soggetto gestore intrattiene con i singoli cittadini e le istituzioni (relazio-

ni esterne);6 azioni proposte per modificare le abitudini individuali e collettive (educazione).

L’insieme delle azioni che veicolano questo insieme di informazioni può essere consideratocome il sistema di comunicazione.

L’attività educativa, pur non essendo estranea al sistema, non può identificarsicon o essere sostituita dall’attività informativa, ma deve piuttosto essere conside-rata parte dell’attività di relazione, al fine di creare le premesse culturali necessarie al-la condivisione dell’obiettivo. Inoltre non può e non deve essere limitata al mondo della scuo-la ma deve essere estesa, con rinnovato sforzo, anche al mondo degli adulti.

La comunicazione d’impresa non va confusa con l’informazione e la sensibiliz-zazione, poiché serve a dare attendibilità alle campagne di settore e d’infor-mazione, e ne è in buona misura condizione indispensabile.

E’ importante la distinzione tra la comunicazione d’impresa e la comunicazione mirata al-l’informazione e alla sensibilizzazione: sono due momenti ugualmente importanti e necessa-ri in un piano strategico ma che devono mantenere identità e obiettivi distinti e chiari.La comunicazione d’impresa lavora a livello d’immagine ed ha come obiettivo primario quel-lo di costruire, consolidare o modificare la credibilità dell’azienda. Tale affidabilità è una ga-ranzia, e come tale ha un valore che connota le campagne tematiche.

Una forte immagine d’impresa affidabile aumenta l’efficacia dell’informazione edell’attenzione ai temi proposti a livello di campagna, riduce la diffidenza deidestinatari e favorisce ipotesi di partecipazione.

Le fasi di una strategia integrata d’intervento su una realtà territoriale

• Raccolta dei dati disponibili relativi al territorio e allo stato del sistema gestione rifiuti• Indagine sulla percezione del problema e sulla vita della comunità

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• Individuazione degli obiettivi di pianificazione territoriale a breve e medio termine e ri orien-tamento delle scelte tecniche

• Individuazione della strateg ia comunicativa connessa e definizione del budget economico• Individuazione dei mezzi idonei in relazione al budget a disposizione• Realizzazione della campagna• Monitoraggio sui risultati in relazione agli obiettivi pre f i s s a t i• Aggiornamento dati e messa a punto degli interventi correttivi o di implementazione • Reiterazioni dell’intervento e strategia di mantenimento unita a strategia mirata su targ e t

s e m p re più specifici

2.5 La comunicazione deve nascere dalla conoscenza del territorio e dall’ascol-to dei cittadini e deve fornire risposte adeguate.

I principi

Le strategie di comunicazione devono basarsi su dati oggettivi rilevati sul ter-ritorio. Le campagne risultano più efficienti se vengono costruite sulla base deirisultati derivanti da un sondaggio della percezione e delle aspettative dei cit-tadini e se sono maggiormente mirate su esigenze reali.

Gli strumenti della comunicazione devono essere modulati sugli obiettivi, suitarget e sulla situazione socio-economica del territorio.

E’ necessario instaurare meccanismi per una valutazione a posteriori dell’effica-cia dell’azione di comunicazione.

Le azioni

Il monitoraggio della comunicazione ambientaleTroppo spesso si vedono campagne o progetti di comunicazione che non tengono conto deidati reali dello scenario a cui si rivolgono: risultando inefficienti e di scarsa incisività. E trop-po spesso chi si occupa di comunicazione sceglie ed orienta temi e messaggi secondo mo-delli che non trovano rispondenza nell’utenza.

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I dati sulla percezione risultano un indicatore primario sia per valutare l’impat-to comunicativo sia per monitorare l’autorevolezza della fonte e dovrebbero esse-re raccolti su campioni rappresentativi e con indagini reiterate nel tempo.Se si vuole avere attenzione e soprattutto essere compresi bisogna “parlare la lingua locale”ed argomentare su temi vissuti dalla comunità. Infine per evitare che una minor efficacia sitraduca in un concreto spreco di risorse oppure inneschi una sorta d’effetto boomerang intermini d’immagine, è necessario conoscere prima l’ambito territoriale, culturale, sociale ecc.in cui s’intende svolgere l’azione di comunicazione.

Il monitoraggio della comunicazione ambientale dovrebbe essere parte integra-le di un progetto, poiché attraverso di esso:

• si rivelano attese e bisogni concreti; • si leggono modalità e percorsi attraverso cui l’utenza vuole essere raggiunta; • si indirizzano e “personalizzano” il servizio offerto e le modalità comunicative; • si determinano le azioni di miglioramento; • si monitora l’andamento delle varie attività in atto; • si individuano i criteri di valutazione delle stesse.

Inoltre va tenuto presente che anche gli strumenti utilizzati per il monitoraggio del-la comunicazione ambientale possono diventare essi stessi un’attività di comu-nicazione: attivandoli si lavora in termini d’informazione e d’immagine e si crea attenzione.

Il messaggioLa comunicazione deve rispondere ai bisogni di comunicazione espressi dai va-ri settori dell’utenza: il messaggio deve essere il più possibile personalizzato.

L’efficacia e la qualità della comunicazione sono strettamente legate alla soddisfazione dei bi-sogni di comunicazione espressi dall’utenza e rilevati nell’audit. Una corretta segmentazionedei bisogni di comunicazione garantisce una maggiore attenzione (“ … parla di me, … deimiei problemi ”) e migliora l’efficienza della ricezione. L’utenza vuole essere informata: maciascuna utenza deve ricevere un messaggio personalizzato veicolato con un linguag-gio adeguato.

Questo è un problema, che evidenzia come la comunicazione in genere e l’attività informa-tiva in particolare, necessitino di un coordinamento (tra aspetti comunicativi e realtà di ser-

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vizio) e di un approfondimento (scelta dei mezzi e dei linguaggi) per raggiungere quel coin-volgimento dell’utenza necessario a determinarne il grado d’efficacia. Se l’attività di co-municazione instaura un sistema a due vie diventa difficile per l’utente negarel’evidenza di un flusso d’informazione a lui rivolto e che lo coinvolge a pren -dere posizione di fronte a determinati problemi od opportunità di fruizione disoluzioni e/o servizi.

Un ulteriore aspetto riguarda i contenuti dell’informazione che, spesso, sono sostitutivi del-l’attività di educazione e conoscenza dei processi e della complessità dei settori interessati.Nel caso dello smaltimento dei rifiuti l’utente richiede di conoscere, attraversoun linguaggio accessibile, tutte le fasi del processo che portano dalla creazio-ne del rifiuto alla differenziazione, al riciclo, alla raccolta, allo smaltimento. Iltutto al fine di soddisfare il bisogno psicologico di dare un senso alle proprie azioni edi rafforzae la consapevolezza grazie alle percezione delle conseguenze positive che da es-se derivano.

Obiettivi e target.La strategia fissa gli obiettivi, il sondaggio della percezione e delle aspettative dei cittadini lidefinisce e li valida, li supporta, individua i target ed evidenzia specificità locali e temporali.Questo significa che non deve essere utilizzata attività di comunicazione generica.Ogni azione deve rispondere a specifiche limitate al suo preciso scenario d’azione. Si devo-no individuare obiettivi chiari e tra questi assegnare priorità comunicative. Le azio-ni di comunicazione devono essere modulate su target mirati e devono tenere presentenella scelta della pianificazione dei media delle specifiche realtà sociali del territorio. Ogniprogetto deve essere sviluppato e coordinato localmente secondo le specificitàevidenziate.

Il monitoraggioIl problema di come viene percepito il messaggio è senza dubbio una chiave di lettura im-portante dell’attività comunicativa. Per questo è consigliabile un’azione di monitorag-gio o di semplice analisi sull’azione realizzata: se si determina una percezione negati-va, distorta o insufficiente, l’efficacia della comunicazione è neutralizzata. In al-tre parole è quasi come se non si fosse fatto nulla. Il “promotore” crede di aver assolto alsuo “ dovere “ di comunicare ed informare, mentre l’utente è legittimato a credere che nul-la sia stato fatto, o a formarsi un’idea diversa da quella prevista dagli obiettivi, e quindi ad

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attuare comportamenti o ad avere atteggiamenti lontani da quelli sperati.

Qualunque modello di comunicazione è applicabile ed attuale solamente se prevede, nellasua struttura, un momento d’analisi dei risultati ottenuti e di adattamento mi-gliorativo. La comunicazione acquista attendibilità e valore, solamente, quando innesca unprocesso di feedback continuo teso al raggiungimento di un’efficacia comunicativa misura-bile dal livello di cambiamento ottenuto nei comportamentiInoltre è bene tenere presente che quando si valuta l’efficacia dell’azione di comunicazionenon ci si deve fermare al dato quantitativo della percezione o del ricordo (co-me ad esempio la misurazione del grado di soddisfazione dell’utente o il ricordo di una cam-pagna), ma piuttosto è bene approfondire l’indagine sui contenuti della percezione, per-ché sono questi che producono idee e modificano il livello di attenzione del pub-blico.

2.6 La comunicazione deve orientare le scelte tecniche (studio dei servizi).

I principi

Si deve creare un’accettazione del passaggio da una cultura della gestione deirifiuti che non prevedeva rapporti diretti con il cittadino-utente, essendo i rap-porti mediati dal cassonetto, ad una raccolta che vede il cittadino utente par-tecipare attivamente al processo del differenziare. Da qui la necessità di met-tere in stretto rapporto lo sviluppo tecnico dei servizi con la comunicazione sulterritorio.

La comunicazione ha anche il fine di suscitare la partecipazione pubblica allefasi di progettazione e monitoraggio dei servizi.

Le azioni

Comunicazione e progettazione dei serviziL’attività comunicativa in ambito ambientale, quando è il prodotto dell’ascolto (audit) diven-ta uno strumento in grado di fornire utili indicazioni per orientare le scelte dello svi-luppo tecnico. Poiché spesso la risposta che il pubblico chiede impone di sviluppare o mi-

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gliorare i servizi, l’organizzazione, le soluzioni tecniche, le metodologie, ecco che l’attività dicomunicazione diventa il promotore di innovazioni, ricerca e sviluppo in chiave tec-nica, orientando le priorità d’intervento.

D’altronde se da un lato migliorano e aumentano i servizi, dall’altro deve mi-gliorare ed aumentare proporzionalmente l’attività di comunicazione. Le ricerchesvolte indicano come troppo spesso le attività di miglioramento dei servizi offerti non sonosupportate da altrettanti sforzi di presentazione, diffusione e promozione. Il risultato evi-dente di questa mancanza è che i servizi sono poco noti e di conseguenza sot-toutilizzati, con problemi organizzativi e operativi interni e d’immagine esterni,che in ultima analisi si risolvono in una scarsa efficacia degli investimenti fat-ti. L’attività di implementazione e miglioramento dei servizi non supportata ade-guatamente a livello comunicativo produce effetti limitati, ha bisogno di tempimolto lunghi per la sua percezione, fruizione e possibili conseguenti adatta-menti.

Solo con la previsione di un adeguato supporto comunicativo un’attività può tendere apromuovere, creare attenzione, stimolare la fruizione, modificare atteggiamenti e comporta-menti, ecc. Inoltre va tenuto presente come la componente comunicativa all’interno dello svi-luppo e dell’erogazione di un servizio migliora i tempi ed i modi di approccio da parte del-l’utenza, migliora l’integrazione con l’attività corrente dell’Ente/Azienda in termini d’identità ed’immagine attraverso sinergie e capitalizzazione.

Progettazione partecipataPer la progettazione di servizi di raccolta differenziata innovativi e per la localizzazione degliimpianti sarà sempre più frequente il ricorso alla concertazione pubblica e quindi al coin-volgimento diretto dei cittadini nei processi progettuali e di monitoraggio dei servizi. Questomodo di agire presuppone lo svolgimento di attività di informazione e comunicazio-ne che stimolino la partecipazione stessa e supportino il processo in modo co-stante.

La progettazione partecipata stessa, può essere vista anche come una forma di comunica-zione: se ben condotta può servire a rafforzare la conoscenza e l’immagine dell’azienda epuò fungere da cassa di risonanza informativa rispetto a problemi e soluzioni nel settore del-la gestione dei rifiuti.

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2.7 Gli strumenti per una comunicazione efficace

I principi

I mezzi tecnici per ottenere dei risultati pratici dall’attività di comunicazione so-no molteplici e debbono tenere conto sia della situazione nella quale viene pro-gettato l’intervento, sia degli obiettivi di riferimento.

Non esiste il “media” migliore, piuttosto si deve sviluppare l’azione coordinatadi più mezzi che migliora l’efficacia della comunicazione. Questo perché unascelta ponderata di più strumenti permette di realizzare un’attività che, capita-lizzando i singoli eventi e interagendo in modo trasversale per più tempo, ga-rantisce maggiore efficacia e ottimizzazione delle risorse disponibili.

Le azioni

Formazione internaLe modalità di approccio ai singoli interventi debbono includere l’attività di formazionee qualificazione interna a vari livelli modulata secondo i bisogni. Il personale addet-to alla raccolta è il primo e più importante veicolatore di informazioni e di im-magine. Il suo rapporto con l’utente può essere una chiave importante per l’efficacia di unacampagna per una nuova modalità di raccolta o per influenzare a livello di percezione l’u-tente.

I mezzi di comunicazione tradizionali.Un’attenta analisi del potenziale di comunicazione non può prescindere dal considerare l’im-portanza operativa e strategica ricoperta dai mezzi di comunicazione. Naturalmente parlaredi mezzi porta inevitabilmente a toccare la voce investimenti, il capitolo dolente e spessoconcausa di campagne dall’esito modesto in termini di visibilità e di percezione. Scegliereun mezzo, un veicolo adatto a dare visibilità al progetto comunicativo richiedeattenzione: non esiste il media ideale che da solo raggiunge l’omnitarget.

Non ci riesce neanche la tanto invocata televisione, che, con costi esagerati e insostenibilida realtà diverse dai colossi del largo consumo, garantisce una significativa penetrazione intermini di contatto ma necessita, comunque, di integrazioni a livello di pianificazione diver-

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sificata. In effetti, il singolo mezzo, anche la tv, perde efficacia se lasciato solo a sopportaretutto il peso del contatto al target individuato. Inoltre se questo media è scelto in ragionedi costi o abitudine di utilizzo e fruizione e non soddisfa richieste o indicazioni provenientidall’attività di ascolto degli utenti, risulta essere spesso inadeguato nel richiamare attenzione.L’utente vuole essere contattato secondo modalità e occasioni consone al con-testo e all’importanza del contenuto, due variabili in continua modificazione.

Questo significa che quando si programma un’attività di comunicazione o quando si decidedi fare una campagna, non si deve scegliere il mezzo in funzione della disponibilità econo-mica individuata, ma si deve comporre e gestire il budget per la comunicazionecon l’idea di creare un sistema che integri virtuosamente più mezzi, scelti traquelli diretti e quelli derivati, che tenga conto della composizione dello scena-rio e che sia orientato dagli obiettivi dichiarati a livello di progetto.

La scelta dei mezzi idonei a veicolare il progetto comunicativo diventa così un momento diriflessione strategica circa:1 l’individuazione dei target desiderati e quelli oggettivamente sensibili e raggiungibili;2 la determinazione dei tempi e delle modalità di utilizzo;3 l’identificazione di priorità di contatto e opportunità di capitalizzazione;4 la possibilità di monitorare la percezione complessiva della campagna e i suoi

risultati a breve e a medio termine.

La gamma dei veicoli a disposizione per una strategia del contatto propone una serie dimezzi classici e validati:

• la radio e la televisione (locale e nazionale) • l’affissione (manifesto e locandina) • glistampati (depliant, opuscolo, brochure, inserti, ecc.) • la stampa (riviste di settore, gene-riche, quotidiani, ecc.);

rinnovati da media più attuali:• internet (siti di presentazione e servizi ) • il mondo del multimediale • i numeri verdi;

integrati dai mezzi derivati:• la promozione porta a porta • la formazione degli operatori • mailing personalizzato• l’organizzazione di eventi • le relazioni pubbliche (giornalisti, opinion leader, facilitato-ri, ecc.) • le attività aggregative (associazioni, organizzazioni) • l’attività di ascolto dellenecessità di informazione.

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In sintesi la composizione di un piano mezzi a supporto di una strategia di comunicazione,deve partire dalla considerazione che l’equilibrio positivo si ottiene con la scelta diquei veicoli che, mediando dinamiche proprie con fattori oggettivi dello scena-rio, garantiscono un più ampio spettro di momenti di contatto.

Le strutture della raccolta differenziata come mezzi privilegiati per l’informa-zione e la promozione.Dal cassonetto alle campane, dai mezzi mobili per la raccolta alle stazioni di conferimentosino alle aree attrezzate e agli impianti, i luoghi e i singoli contenitori dei rifiuti so-no il mezzo più diretto e efficace per l’attività di promozione per le raccolte dif-ferenziate e di informazione circa i modi corr etti di partecipare alle raccolte.

Le stesse stazioni di conferimento dovrebbero essere concepite come luoghi di comunica-zione con gli utenti attraverso l’organizazione di visite ed eventi dedicati. Analogamente gliimpianti dovrebbero aprirsi, attraverso l’individuazione di centri visita e aree dedicate alla vi-ta sociale del territorio.

E’ auspicabile anche l’organizzazione di eventi dedicati in occasione di manifestazioni sia alivello nazionale (Giornata mondiale dell’ambiente, L’Italia che ricicla, Impianti aperti), sia a li-vello locale.

Veicoli di comunicazione alternativiNel “sistema comunicazione ambientale” è necessario considerare, in alternativa o in collabo-razione, ai mezzi trad izionali tutta quella serie di azioni ed attori che normalmente inseriti nel-la realtà locale determinano o possono determinare, influenzare o semplicemente accompa-g n a re le nostre scelte verso stili di vita e comportamenti ambientalmente più sostenibili.

In quest’ottica acquistano particolare interesse la formazione e l’educazione peradulti, l’individuazione di testimonial locali, il coinvolgimento di gruppi orga-nizzati in attività di volontariato sociale, l’associazionismo di settore.

Questi “strumenti” di comunicazione alternativi devono essere considerati con particolare at-tenzione e quando possibile inseriti nelle attività coordinate, in quanto danno un forte con-tributo a supporto dei mezzi classici, ne sono ulteriore veicolo e capitalizzano caratteristiche,immagine e diffusione sul territorio.

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• La formazione e l’educazione per adulti: area che merita attenzione poiché fino adora poco considerata, a favore d’importanti investimenti di tempi e risorse verso i targetpiù giovani del mondo scolastico. In realtà i giovani-adulti e gli adulti sono il target piùdifficile di ogni campagna d’informazione e comunicazione in genere e soprattutto sonoquelli che vedono modificare l’atteggiamento verso una tanto auspicata “ coscienza am-bientale “.

• I testimonial locali: gli opinion leader, da sempre sono uno strumento incisivo (poichésoggetti dotati di alta credibilità) in termini di comunicazione sia come mezzo per diffon-dere idee e atteggiamenti positivi verso un determinato interesse, sia come collettori di opi-nioni diffuse. L’individuazione di un testimone locale ed il suo coinvolgimento nell’attivitàpianificata permettono una diffusione più “amichevole del messaggio.

• Le attività di volontariato e l’associazionismo: hanno come caratteristica costituti-va l’aggregazione di persone su temi e attività d’interesse sociale e umanitario, quindi so-no già sintonizzate ed abituate a gestire la propaganda verso argomenti in sui s’identifi-cano. Naturalmente l’ambiente, i suoi problemi e la sostenibilità dello sviluppo sono argo-menti che suscitano interesse e che s’inseriscono nelle tematiche associative. Il coinvolgi-mento delle associazioni permette di utilizzare la loro rete di comunicazione e capitalizza-re la loro credibilità e operatività.

2.8 Le modalità di comunicazione

I principi

La comunicazione deve essere continua e rinnovata: la costanza di flusso infor-mativo è alla base della realizzazione di un sistema comunicativo.

Le azioni

Costruire un flusso comunicativoNon ci sono teoricamente limiti, se non economici, alla quantità di comunicazione da vei-colare sul territorio, comprendendo la comunicazione per il raggiungimento degli obiettivi ela comunicazione di sviluppo e mantenimento. Ci sono invece limiti al di sotto dei quali lacomunicazione non è efficacemente percepita. Una campagna incentrata su più azioni uniràinterventi più capillari ad altri più rivolti alla generalità.

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L’attività comunicativa per essere efficace non dove essere costituita da eventi unicio da serie di eventi troppo distanziate nel tempo. Se l’obiettivo della comunicazio-ne in campo ambientale è quello di modificare in modo duraturo atteggiamenti e compor-tamenti verso l’ambiente, favorendo uno scenario sempre più orientato alla sostenibilità e alconseguimento di una maggiore qualità della vita, allora non si può delegare a eventi spo-radici e scoordinati il compito di modificare gradualmente radicate abitudini e consolidati sti-li di vita.

E’ evidente quanto sia importante ed efficace una comunicazione continua poiché s t r a t i f i-ca messaggi e in formazioni orientando così il livello d’attenzione dell’utenza. Natural-mente si tratta d i costruire un flusso, ottimizzando risorse e mezzi con una p i a n i f i c a z i o n edell’attività comunicativa che copra ampi periodi in modo continuo. I s ingoli even-ti che possono dare l’impressione di essere utili in termini di immagine, non solo sono scar-samente efficienti in termini di capitalizzazione in formativa e di sensibilizzazione, ma nel me-dio periodo si dimostrano anche poco redditizi nella costruzione della credibilità dell’azienda.

I dati raccolti con la ricerca motivazionale sottolineano una generale richiesta degli utenti diun’attività di informazione costante ed evidenziano la necessità che questa informazione siarinnovata nei contenuti, negli aspetti visivi e a volte anche nei mezzi di con-tatto.

Realizzando un flusso comunicativo: • si ottiene un miglioramento del rapporto con l’utenza;• si favorisce o si mantiene l’attenzione verso il problema servizio contribuendo alla sua

acquisizione nel nostro abito “culturale“;• s’innesca o favorisce l’attività di feedback con il territorio;• si ottimizzano gli investimenti;• si coordinano tutte le attività di comunicazione dirette, indirette, interne ed esterne;• si garantisce una migliore penetrazione del messaggio per effetto della ridondanza, del-

la varietà di linguaggi, mezzi e target raggiungibili;• si possono monitorare le variazioni della percezione e dell’utilizzo dei servizi.

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2.9 Coordinamento immagine

I prodotti dell’attività di comunicazione devono essere tutti coordinati in ter-mini d’immagine, con la presenza di simboli e marchi comuni che ne connotinoe rafforzino l’importanza.

Considerato che ormai la programmazione e il disegno organizzativo dei sistemi integrati digestione vengono ottimizzati su scala di ambito provinciale e che pertanto le scelte strategi-che sono definite a scala provinciale proponiamo l’adozione su tutti i prodotti di comunica-zione, accanto ai simboli dei soggetti gestori, dello stemma della Provincia e del marchio delProgramma Provinciale di Gestione dei rifiuti. Ciò servirà a dare visibilità ed uniformità allecampagne locali contribuendo a rafforzare il senso della partecipazione collettiva alla solu-zione di un problema generale.

Tutta l’attività di comunicazione finanziata dalla Provincia di Torino dovrà riportare la dicitu -ra: “con il contributo della Provincia di Torino” e dovrà essere identificabile grazie all’utilizzodel marchio del Programma Provinciale di Gestione Rifiuti.

Il coordinamento a livello d’immagine dell’attività di comunicazione promossa o sostenutadalla Provincia certifica in primo luogo l’insieme dell’attività svolta sul territorioprovinciale, identifica un’attività di coordinamento, anche a livello informativo e, conl’inserimento del marchio del Programma Provinciale di Gestione dei Rifiuti, migliora la per-cezione della specifica tematica dei rifiuti capitalizzando l’attività a livello provincialenel suo complesso.

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3. Appendice.

3.1 Indagine socio-ambientale per definire un piano di comunicazione e poten-ziare la raccolta differenziata dei rifiuti nel Comune di Villarbasse.

(Erica - Progetto Villarbasse: Raccolta Differenziata 2000/2001)

Obiettivi della ricerca

L’obiettivo generale è quello di dedurre dall’analisi della realtà di Villarbasse un metodo checonsenta di individuare un percorso duttile, ma replicabile, per promuovere azioni in grado,da un lato, di contenere la produzione di rifiuti e, dall’altro, di incrementare la raccolta dif-ferenziata.

Il punto di partenza

Il Comune di Villarbasse negli ultimi mesi del 1999 aveva esplicitato al Consorzio interco-munale di appartenenza (C.I.D.I.U. Collegno) e alla Provincia di Torino l'interesse e la volontàdi promuovere una serie di azioni informative e comunicative per ottenere i seguenti obiet-tivi: 1. r a g g i u n g e re nel biennio 2000-2001 la percentuale del 36 – 38 % di raccolta differe n z i a t a ;2. avviare e pro m u o v e re nel corso dell'anno 2001 la raccolta domiciliare dell'umido e della

carta con piccoli contenitori, aggiungere in seguito la raccolta porta a porta del vetro ;3. incentivare il compostaggio domestico;4. rafforzare la sensibilità al problema dei rifiuti, già maturata in una fetta considerevole di

popolazione, trasformando la raccolta differenziata in una pratica consapevole e quotidia-na per la maggior parte dei cittad ini di Villarbasse.

La definizione degli obiettivi

Prima di definire in specifico gli obiettivi del seguente lavoro ricordiamo che la ricerca so-ciale e la definizione della strategia comunicativa descritti nel seguito nascono come pro-getto pilota mirante a definire una metodologia di approccio al problema-rifiuti valida pertutte le realtà simili, socialmente e urbanisticamente, a quella di Vllarbasse. Per rispondere a

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tale prerequisito, il lavoro è dunque stato suddiviso in alcune indagini sociali differenti per ilmetodo utilizzato (raccolta dati presso gli uffici comunali, definizione di un panel e sommi-nistrazione allo stesso di un questionario semistrutturato, definizione di un questionario chiu-so e somministrazione ad un campione significativo della popolazione), in alcune analisi tec-niche (volumetria a disposizione e analisi della composizione merceologica degli RSU) e, in-fine nella definizione di una strategia comunicativa basata sui risultati delle indagini condotte,secondo un processo di ricerca-azione.

La strategia di comunicazione tiene conto sia delle esigenze emerse dall'analisi dei dati tec-nici che di quelli sociali, interpretati ed analizzati attraverso un processo di condivisione chesegue le indicazioni contenute nei protocolli delle Agenda 21 locali

Chiarite le premesse, gli obiettivi specifici del presente progetto pilota possono dunque es-sere riassunti nei seguenti punti:1. rafforzare la sensibilità già dimostrata da ampi strati della popolazione verso la raccolta

differenziata e, più in generale, verso il problema dei rifiuti; 2. rispondere ai possibili interrogativi dei cittadini e dell'ente pubblico sulle diverse forme di

gestione e smaltimento dei rifiuti, sui processi di recupero e riciclaggio dei materiali rac-colti in modo differenziato, sugli inconvenienti ed i pericoli derivanti dall’indiscriminatoconferimento in discarica di alcune frazioni merceologiche;

3. potenziare le modalità di raccolta differenziata già esistenti;4. riorganizzare le attuali 6 isole ecologiche e allestire un ecocentro attrezzato e presidiato,

per la quale il Comune ha già acquisito un'area di 3.000 m2;5. aumentare e rendere più consapevole la partecipazione dei cittadini nelle fasi di avvio del-

la raccolta domiciliare pilota di umido e carta;6. ridurre i rifiuti conferiti ed eliminare la frazione putrescibile dall’indifferenziato tramite la

diffusione del compostaggio domestico;7. incrementare la sensibilità al tema della RD da parte degli alunni delle scuole elementari

e medie attraverso attività ludico-didattiche;8. assicurare la partecipazione attiva della cittadinanza non solo all’azione di separazione, ma

anche ai processi decisionali ad essa correlati;9. incrementare l'attuale percentuale di raccolta differenziata dal 26,7% (dato medio 1999)

al 36-38%.

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Metodologia della ricerca

Pur essendo i rifiuti un argomento tecnico-ingegneristico, si è ritenuto opportuno affidarsinon alla ricerca scientifica quanto ai canoni della ricerca sociale, poiché, prima di diventaremateria tecnologica i rifiuti solidi urbani sono una parte del quotidiano, un elemento dell’e-conomia domestica che si crea a seguito di un atto prima di acquisto e poi di consumo. Illavoro è stato condotto secondo lo schema metodologico della ricerca applicata sul campo,così da garantire risultati il più possibile aderenti alla realtà presa in esame. Affinché la ri-cerca sia comunque generalizzabile ed attendibile dal punto di vista scientifico si lavora conun processo e con dati controllabili e verificabili e dunque replicabili in altre circostanze.

Il processo di ricerca ha seguito il seguente percorso:1. Argomento oggetto di indagine: i rifiuti (e in particolare le frazioni raccolte in modo dif-

ferenziato);2. Problema: produzione elevata di rifiuti (1,45 Kg/abitante/giorno), livello di differenziazio-

ne troppo basso (26,8 %);3. Ipotesi di ricerca: determinare l'influenza dei fattori sociali e tecnici al fine di incrementa-

re la Raccolta Differenziata;4. Disegno della ricerca (definizione dell'universo di indagine e di un campione significativo

dello stesso): suddivisione in 4 macroaree di indagine (anagrafica, consumi, urbanistica,sociale).

I dati sono stati rilevati in quattro fasi distinte:I fase - recupero fonti e dati dagli uffici comunali.II Fase - questionario aperto ad interlocutori privilegiati.III Fase - questionario chiuso a campione casuale.IV Fase - analisi merceologica e tecnicaV Fase - definizione della strategia di comunicazione

Conclusioni

In conclusione, elenchiamo alcuni punti emersi come particolarmente significativi nel corsodell'analisi di cui tener conto nella predisposizione di una strategia comunicativa per la pro-mozione della Raccolta differenziata nel comune di Villarbasse:

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1. circa il 30% della popolazione è composto da casalinghe e pensionati che dunque pas-sano molto tempo nell'abitazione;

2. la popolazione si può suddividere in due categorie principali: i "nativi", ossia coloro chepartecipano attivamente alla vita sociale e i "nuovi arrivati", ossia coloro che utilizzano Vil-larbasse principalmente come paese dormitorio;

3. le serate informative, le feste, i momenti di incontro, ecc. andrebbero facilmente a tocca-re i "nativi", ma difficilmente coinvolgerebbero i "nuovi arrivati" che devono dunque es-sere contattati porta a porta.

4. i bambini, i giovani e i ragazzi in età scolare rappresentano una delle fasce maggiormentepresenti a casa, più legate al territorio e quindi possibile veicolo di informazioni e stru-mento di sensibilizzazione;

5. esiste una fetta di altri soggetti, diversi rispetto ai componenti del nucleo familiare, chein alcuni casi si occupa di giardini e orti e che andrebbe identificata e intercettata;

6. molte case hanno giardini e quelle fuori dal concentrico spesso hanno anche un orto (edunque spazi da dedicare al compostaggio domestico);

7. i cittadini di Villarbasse hanno una buona consapevolezza delle tipologie di materiali chevengono raccolti in modo differenziato e delle relative modalità di raccolta;

8. il fattore economico appare come secondario rispetto a quello ambientale in quanto ri-sulta difficile percepire come la raccolta differenziata possa realmente tradursi in risparmioper i cittadini e forse, dato l’elevato tenore di vita, non è uno dei fattori principali su cuifar leva.

9. molti leggono i giornali locali (in particolare Tutto Villar) e/o i bollettini delle Associazionidi volontariato;+

10. data la presenza di un ceto medio-alto si può pensare di raccogliere gli indirizzi e-maildei cittadini di Villarbasse per realizzare una sorta di mailing list per la discussione e l’ag-giornamento sul problema rifiuti.

In estrema sintesi si potrebbe dire che i dati suggeriscono di puntare sul compostaggio do-mestico dei rifiuti, di contattare la popolazione utilizzando i mezzi informativi già esistenti(bollettini, bacheche, associazioni, ecc.) e di utilizzare la rete di pensionati e casalinghe pre-senti sul territorio come target group prioritario cui indirizzare la comunicazione.

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3.2 Progetto di campagna d'informazione per la promozione della raccolta dif-ferenziata nel Comune di Villarbasse (TO).

Premessa

Il progetto pilota di analisi della realtà sociale e del servizio di raccolta differenziata nel co-mune di Villarbasse ha condotto alla definizione di alcuni parametri utili all’impostazione diuna strategia di comunicazione con relativa pianificazione media basata su una reale cono-scenza del territorio.

Per ottenere il risultato voluto è dunque importante seguire alcuni passaggi che possono es-sere sinteticamente riassunti come segue: identificare la popolazione - target, definire il re-gistro di comunicazione più adeguato, scegliere i media più economici e adatti a raggiun-gere gli obiettivi.

Popolazione - Target

Le campagne informative sulla raccolta differenziata si rivolgono per ovvi motivi a chi, in am-bito domestico, si occupa della gestione dei rifiuti (di solito tale figura coincide con chi ope-ra gli acquisti e gestisce l’economia domestica).

L’analisi dei dati di Villarbasse ha evidenziato l’esistenza di un 30% di cittadini che appar-tengono alle categorie di casalinghe e pensionati. Risulta dunque facile supporre che un vil-larbassese su tre abbia del tempo a disposizione da dedicare alla separazione dei rifiuti e acomportamenti di acquisto maggiormente consapevoli. Tale quota di popolazione (casalin-ghe e pensionati) costituirà dunque il target primario della campagna di informazione.

Un segmento particolarmente interessante di popolazione risultano inoltre essere gli studen -ti (il 10 % della popolazione) per l’influenza che possono avere sui familiari e per il fatto cherisiedono nel paese per la maggior parte del tempo (casa e scuole elementari e medie).

Un ultimo fattore che verrà preso in considerazione è la suddivisione più o meno verticaledella popolazione di Villarbasse in due macrocategorie: le persone che partecipano attiva-mente alla vita sociale del luogo e le persone pendolari con città limitrofe che utilizzano ilpaese principalmente come dormitorio e dunque con pochi contatti sociali e più difficili daraggiungere.

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Registro di comunicazione

Sulla base del target identificato come principale (le casalinghe e i pensionati in primo luo-go e, in seguito, i ragazzi delle scuole) si opterà per una comunicazione il più possibile chia-ra e semplice.

I materiali distribuiti forniranno informazioni concrete su ciò che rientra nelle singole cate-gorie dei materiali raccolti e sui servizi offerti. Si studieranno inoltre momenti di contatto di-retto con gli abitanti in cui spiegare e rispondere a voce ad eventuali dubbi e/o richieste dimodifica o miglioramento dei servizi.

La raccolta differenziata avrà dunque una connotazione positiva che sarà riconosciuta pub-blicamente anche con l’assegnazione di premi ai cittadini che collaborano (sia in termini dieventuale riduzione fiscale per chi è disponibile a praticare il compostaggio domestico, siain termini di gratificazione immediata con distribuzione di gadget a chi partecipa ai momentiinformativi).

Pianificazione delle azioni

La campagna informativa è strutturata in diverse azioni complementari che indichiamo dise-guito nella loro successione:

• mailing Tutti i capifamiglia (circa 1000) riceveranno direttamente a casa unabusta contenente- una lettera firmata dal Sindaco con le motivazioni dell’iniziativa ela richiesta di collaborazione da parte dell’Amministrazione;- un tagliando con le date degli incontri pubblici e dei punti infor -mativi dove ritirare il gadget (l’ecoborsa o il calendario), da ricon-segnare compilato al Comune indicando anche se si possiede unospazio da dedicare al compostaggio domestico e la disponibilità acollaborare con il Comune per la realizzazione di azioni di infor-mazione e monitoraggio della raccolta differenziata;- un pieghevole informativo contenente le informazioni sul servizio(stradale e ecocentro) e sui materiali raccolti.

• affissione Agli ingr essi del paese verranno affissi alcuni striscioni stradali con

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compostaggiodomestico

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lo slogan dell’iniziativa per rinforzare la visibilità dell’azione.• campagna stampa I giornali locali (e in particolare Tutto Villar, il più letto) verranno

aggiornati periodicamente e contattati affinché diano visibilità esupporto all’iniziativa. Le informazioni e gli eventuali articoli saran-no inoltre affissi nella bacheca del paese.

• incontri pubblici I cittadini saranno invitati a partecipare a 3 serate informative (unanel centro e due nelle frazioni principali) dove si potrà ritirare ilgadget, consegnando l’apposito tagliando compilato e interagirecon l’Amministrazione comunale e con la ditta che opera la rac-colta.

• punti informativi In concomitanza con le principali manifestazioni pubbliche (feste,ecc.) verranno organizzati dei punti informativi per la distribuzionedi materiali promozionali sulla raccolta differenziata e per fornireinformazioni ai presenti.

• ecovolontari Tutti coloro che avranno dichiarato la propria disponibilità a colla-borare con il Comune verranno ricontattati e invitati a una serie diincontri di formazione sul tema della raccolta differenziata affinchépossano collaborare attivamente con il Comune nello svolgimentodi una serie di azioni di monitoraggio e informazione ai cittadini(soprattutto verso coloro che non hanno partecipato ai momentipubblici, realizzando dunque una seconda comunicazione porta aporta).

• incontri nelle scuole Nelle scuole del Comune verranno proposte una serie di attivitàeducative collegate con la raccolta differenziata e in particolare conl’ecocentro, miranti in particolare a far conoscere il luogo ai ragazzie alle loro famiglie.

• festa all’ecocentro I ragazzi delle scuole verranno invitati, a conclusione degli incon-tri in classe ad un pomeriggio di festa all’ecocentro con le fami-glie, con giochi e premi per i partecipanti.

• corso per il Tutti coloro che avevano dichiarato di avere lo spazio disponibil peril compostaggio domestico, verranno ricontattati e invitati ad uncorso di formazione teorico - pratico per la realizzazione e la ge-stione del compostaggio domestico. Al momento del contatto ver-ranno inoltre spiegati i vantaggi fiscali per chi aderirà all’iniziativa(riduzione del 15 % della TARSU).

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