1

Sergio CastellariIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)

Centro EuroCentro Euro--MediterraneoMediterraneo per I per I CambiamentiCambiamenti ClimaticiClimatici (CMCC)(CMCC)

E-mail: castellari@bo.ingv.it

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)

I principali risultati del WGII I principali risultati del WGII e WGIII del rapporto IPCCe WGIII del rapporto IPCC--AR4 AR4 e loroe loro uso nel processo UNFCCCuso nel processo UNFCCC

LL’’ultimo rapporto di ultimo rapporto di Valutazione dellValutazione dell’’IPCC:IPCC:

Il Il Quarto Quarto RapportoRapporto didiValutazioneValutazione (AR4)(AR4)

2

Il Il Quarto Quarto RapportoRapporto didi ValutazioneValutazione (AR4)(AR4) delldell’’IPCCIPCC

2 2 febbraiofebbraio 20072007 (Parigi): WG1WG1--AR4 (AR4 (basibasi fisichefisiche))

6 aprile 2007 (Bruxelles): WG2WG2--AR4 (AR4 (impattiimpatti, , adattamentoadattamento e e vulnerabilitvulnerabilitàà))

4 maggio 2007 (Bangkok): WG3WG3--AR4 (AR4 (mitigazionemitigazione))

17 novembre 2007 (Valencia): RapportoRapporto didi SintesiSintesi

AR4AR4--IPCC (2007)IPCC (2007)

• 800 Autori (CONTRIBUTING AUTHORS)

• 450 Autori responsabili di capitoli(LEAD AUTHORS)

• 2500 revisori (SCIENTIFIC EXPERT REVIEWERS)

• 6 anni di lavoro

3

Il riscaldamento Il riscaldamento climaticoclimatico

Il riscaldamento globale è INEQUIVOCABILE

Il riscaldamento globale è INEQUIVOCABILE

AUMENTO: DIMINUZIONE:(dal 1970)

1) Temperature superficiali globali 1) ghiaccio marino Artico2) Temperature della troposfera 2) ghiacciai3) Temperature globali degli oceani 3) temperature fredde4) Livello globale dei mari5) Vapor acqueo6) Intensità delle piogge7) La precipitazione negli extra-tropici8) Intensità degli uragani9) Siccità10) Estremi di alta temperatura11) Onde di calore

AUMENTO:AUMENTO: DIMINUZIONE:DIMINUZIONE:((daldal 1970) 1970)

1)1) Temperature Temperature superficialisuperficiali globaliglobali 1)1) ghiaccioghiaccio marinomarino ArtArticoico2)2) Temperature Temperature delladella troposferatroposfera 2)2) ghiacciaighiacciai3)3) Temperature Temperature globaliglobali deglidegli oceanioceani 3)3) temperature temperature freddefredde4)4) LivelloLivello globaleglobale deidei marimari5)5) Vapor Vapor acqueoacqueo6)6) IntensitIntensitàà delledelle pioggepiogge7)7) La La precipitazioneprecipitazione neglinegli extraextra--tropicitropici8)8) IntensitIntensitàà deglidegli uraganiuragani9)9) SiccitSiccitàà10)10) EstremiEstremi didi altaalta temperaturatemperatura11)11) OndeOnde didi calorecalore

(WG1-AR4, 2007)

4

FORZANTE RADIATIVO [1750FORZANTE RADIATIVO [1750--2005]2005]STIME E RANGE GLOBALI;

ESTENSIONE GEOGRAFICA;LIVELLO VALUTATO DI COMPRENSIONE SCIENTIFICA (LSU)

No Forzante radiativodelle eruzioni vulcaniche:Forzante episodico!

SPM-WG1-AR4-IPCC (2007)

Irradianzasolare

Attivitàumane

+0.12 (+0.06 +0.12 (+0.06 -- +0.30)+0.30) W/mW/m22

+1.6 (+0.6 +1.6 (+0.6 -- +2.4) +2.4) W/mW/m22

Le Le proiezioniproiezionidel del climaclima futurofuturo??

5

IPCC-AR4:

esperimenti coordinati di 16 Gruppi diModellisti Climatici da 11 Nazioni e con

23 modelli globali.

Le proiezioni della temperatura media globalefino al XXIII secolo

Le line solide sono le medie globali di più modelli del riscaldamento delle superficie (rispetto

al periodo 1980-1999) per gli scenari A2, A1B e B1, mostrati come la continuazione delle

simulazioni del XX secolo. Le aree ombreggiate indicato l’intervallo di più o meno una

deviazione standard delle medie annuali di ogni modello.

2000 2100

RiscaldamentoRiscaldamento globaleglobale superficialesuperficiale ( ( C)C)

ProiezioniProiezioni delldell’’innalzamentoinnalzamento del del livellolivelloglobaleglobale del mare:del mare:

0.26 - 0.59 mA1FI

0.23 - 0.51 mA2

0.21 - 0.48 mA1B

0.20 - 0.43 mB2

0.20 - 0.45 mA1T

0.18 - 0.38 mB1

InnalzamentoInnalzamento del del LivelloLivello del Maredel Mare(al 2090(al 2090--2099 2099 rispettorispetto al 1980al 1980--1999)1999)SCENARIO:SCENARIO:

6

ImpattiImpatti deideicambiamenticambiamenti climaticiclimatici

Impatti potenziali dei cambiamentiSaluteIncidenti causati da maltempoEpidemieMalattie respiratorie

AgricolturaRaccoltiIrrigazione

ForesteComposizione vegetazionaleEstensione geograficaSalute e produttività

Risorse IdricheDisponibilitàQualitàCompetizione

Aree CostiereErosioneInondazioniCosti addizionali di protezione delle comunità costiere

Specie e Aree NaturaliPerdita di habitat naturali e specie

Temperatura

Precipitazioni

Aumento del livello del mare

Cambiamenti Climatici

7

I I sistemi/settorisistemi/settori pipiùù vulnerabilivulnerabili::• barriere coralline, • ghiaccio marino• tundra• Foreste boreali,• Aree montagnose•• Area MEDITERRANEAArea MEDITERRANEA• Zone costiere• Mangrovie• Risorse idriche alle medie-latitudini e tropicali• Agricoltura alle basse-latitudini• Salute umana

• Artico• Africa Sub-Sahariana• Piccole isole• mega-delta in Asia

Le Le regioniregioni cheche sonosono e e sarannosaranno pipiùù colpitecolpite::

8

• Ghiacciai “non-polari” e corsi d’acqua connessi

• Ecosistemi con barriere dimigrazione – es. Ecosistemimontani

• Barriere Coralline (1% dellearee oceaniche, 30% dellespecie marine)

• Mangrovie – es. Sundarbans (Bangladesh) ultimo habitat della TigreReale del Bengala

Le aree a rischio

GliGli impattiimpatti oraora::

9

19701970--2004: 2004: Significant changes in data series of physicalsystems and biologicalsystems together withsurface air temperature changes

• A global assessmentof data since 1970 has shown it is likelythat anthropogenicwarming has had a discernible influenceon many physical and biological systems.

Proiezioni di RISCHI dovuti ad IMPATTI CRITICI su Proiezioni di RISCHI dovuti ad IMPATTI CRITICI su ECOSISTEMI per differenti livelli di aumento di T media ECOSISTEMI per differenti livelli di aumento di T media globale rispetto ai valori preglobale rispetto ai valori pre--industriali (1750)industriali (1750)

1900 2000 2100 2200 2300

4.54.5

3.53.5

2.52.5

1.51.5

0.50.5

0.00.0

Aumento di beaching di barriere corallineAumento di danni ad ecosistemi polari

Perdita di 8% di habitat di freshwater fish in N AMERICA

10-15% di specie a rischio di estinzione

40-50% di perdita di piante in Sud Africa e Namibia

Perdita di 20-80% della foresta e biodiversità dell’Amazzonia> 15% degli ecosistemi globali trasformati

Rischio che la biosfera terrestre diventi una sorgente netta di C20-30% delle specie globali a rischio di estinzione

Mortalità globale delle barriere coralline

> 40% degli ecosistemi globali trasformati

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ImpactsImpacts on on HealthHealth::Direction and Direction and magnitudemagnitude of of changechange

of of selectedselected healthhealth impactsimpacts of of climateclimate changechange..

VERY HIGH CONFIDENCEVERY HIGH CONFIDENCE

HIGH CONFIDENCEHIGH CONFIDENCE

MEDIUM CONFIDENCEMEDIUM CONFIDENCE

NEGATIVE IMPACTSNEGATIVE IMPACTS POSITIVE IMPACTSPOSITIVE IMPACTS

Europa: Europa: Heat wave (Estate 2003)Europa Europa HeatHeat WaveWave 2003: 2003: quando i "quando i "sinkssinks" diventano " diventano

""sourcessources" di anidride " di anidride carbonica carbonica

I boschi, le foreste e suoli europei, invece di funzionare come "sinks" (assorbitori dell'anidride carbonica atmosferica), hanno funzionato come “sources” cioècome sorgenti di emissione, emettendo complessivamente 1 miliardo e 850 milioni di tonnelllate di anidride carbonica, un fatto che non ha precedenti in Europa in questo ultimo secolo.

11

Number of deaths in Paris in summer 2003

GliGli impattiimpatti futurifuturi::

12

MagnitudesMagnitudes of possible future of possible future impactsimpacts have been estimated:have been estimated:

1) more systematically,1) more systematically,

2) for 2) for more sectors and regions,

3) for a range of possible increasesin global average temperature.

Variazione di T annuale media globale rispetto a 1980Variazione di T annuale media globale rispetto a 1980--1999199900 5544332211

SECTORS: SECTORS: KeyKey ImpactsImpacts –– increasingincreasing globalglobal meanmean T T

WATERWATER

ECOSYSTEMSECOSYSTEMS

FOODFOOD

COASTSCOASTS

HEALTHHEALTH

13

REGIONS: REGIONS: KeyKey ImpactsImpacts –– increasingincreasing globalglobal meanmean T T

AFRICAAFRICA

ASIA ASIA

AUSTRALIA &AUSTRALIA &

NEW ZEALANDNEW ZEALAND

EUROPA EUROPA

LATIN AMERICA LATIN AMERICA

NORTH AMERICANORTH AMERICA

POLAR REGIONSPOLAR REGIONS

SMALL ISLANDSSMALL ISLANDS

Le popolazioni chesoffrono problemidi rifornimentoidrico potrebberoraddoppiare neiprossimi 30 anni.

Le proiezioni dei cambiamenticlimatici proiettano un ulterioreriduzione di risorse idriche nellezone aride e semiaride.

Il grave Il grave problemaproblema

delldell’’ACQUAACQUA!!!!!!

1/3 1/3 delladellapopolazionepopolazionedel del mondomondo ha ha scarsitscarsitàà didiacquaacqua

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ACQUA:ACQUA:

Mappa di futuri impatti dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche: ENSEMBLE MEAN CHANGE OF ANNUAL RUNOFF IN PERCENT, BETWEEN THE PRESENT (1981-2000) AND 2081-2100 FOR A1B SCENARIO.

In In EuropaEuropa::

15

EcosistemiEcosistemi in in EuropaEuropa::

• Gli impatti più grandi:– Artico– zone umide dell’EuropaCentrale e Meridionale

– MEDITERRANEOMEDITERRANEO

ImpattiImpatti sullesulle AlpiAlpi::

• Il riscaldamento nell’area Alpina è stato più alto del riscaldamento globale almeno negli ultimi 50 anni!!!

• Diminuzione della frazione di precipitazioni nevose.

• Anticipo stagionale -dovuto alla modificazione dellacopertura nevosa.

• Stagioni secche prolungate, a causa di un anticipodella stagione di scioglimento.

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Possibili forti impatti e a grandescala:

In Europa - 20% - 30% dellepiante e degli animali sono ad

ALTO RISCHIO DI ESTINZIONEALTO RISCHIO DI ESTINZIONE

se∆T 1.5°C - 2.5°C

Anche i “sistemi umani”sono sensibili ai cambiamenticlimatici, ed alcuni sonoparticolarmente vulnerabili.

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SistemiSistemi UmaniUmani

VulnerabilitVulnerabilitàà• Approvvigionamenti• Reddito e vita media• Salute• Infrastrutture

SistemiSistemi sensibilisensibiliRisorse idricheAgricoltura, foreste, pescaSettlementsIndustria, energia

Le proiezioni deicambiamenti riguardantigli “estremi climatici”potrebbero avere impattinotevoli

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Frequency /Probabilityof Occurrence(e.g. years)

Frequency /Probabilityof Occurrence(e.g. years)

Values of Climatic Attribute (X)Values of Climatic Attribute (X)

XX

Coping RangeCoping Range

Current ClimateCurrent ClimateProbability ofhigh extremesProbability ofProbability ofhigh extremeshigh extremes

XccXcc

Changed ClimateChanged ClimateChanged Climate

Coping RangeCoping Range

Maggiore probabilità di eventi estremi !!!

Eventi Meteorologici Estremi

•• MassimeMassime pipiùù altealte; più giorni caldiall’anno e più ondate calde sututte le terre emerse(VIRTUALMENTE CERTO)

•• MinimeMinime pipiùù altealte; meno giornifreddi e gelate sulle terreemerse (VIRTUALMENTE CERTO)

•• PrecipitazioniPrecipitazioni pipiùù intense intense susualcunealcune regioniregioni (MOLTO PROBABILE)

• Aumento dell’inaridimento estivoalle medie latitudini, rischiorischio didisiccitsiccitàà (PROBABILE)

•• AumentoAumento delldell’’intensitintensitàà media media ((non non delladella frequenzafrequenza) ) deidei cicloniciclonitropicalitropicali (PROBABILE)

• Aumento della mortalità nelle zone urbane (soggetti anziani)

• Danni ai raccolti• Problemi agli allevamenti

• Estensione della durata e frequenza delle epidemie

• Perdita di alcuni raccolti

• Smottamenti, frane, danni alleproprietà e aumento dei costiassicurativi

• Riduzione della produttività dellepraterie, più incendi, diminuzionedella resa idrica

• Danni a vari sistemi ecologici e socio-economici

ProiezioniProiezioni per per ilil XXI XXI secolosecolo ImpattiImpatti possibilipossibili::

19

AdattamentoAdattamento aiaicambiamenticambiamenti climaticiclimatici

Cosa vuol dire adattamento?

Un aggiustamento negli aspetti ecologici, sociali o economici del “Sistema Terra”, in risposta ad un effettivo o previstocambiamento climatico, o dei suoi effetti ed impatti.

ridurre la vulnerabilità

• limitare i danni

20

La vulnerabilità aiCambiamenti Climatici

dipende da:

Esposizione ai Rischi

e

Capacità di Adattamento al Rischio

CAMBIAMENTI CLIMATICI

CAMBIAMENTI CLIMATICI

Interferenzaumana

InterferenzaInterferenzaumanaumana

Effetti degliimpatti inizialiEffetti degliimpatti iniziali

ADATTAMENTOADATTAMENTOADATTAMENTO

Residui(Impatti netti)

Residui(Impatti netti)

VU

LN

ER

AB

ILIT

A’

VU

LN

ER

AB

ILIT

A’

IMPA

TT

IIM

PAT

TI

Rispostedelle politiche

RisposteRispostedelledelle politichepolitiche

dangerous? vulnerable?dangerous? vulnerable?

MITIGAZIONEMITIGAZIONE

ADATTAMENTO PIANIFICATO

ADATTAMENTO PIANIFICATO

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• diversificazione del raccolto

• assicurazioni• design delle case

• diversificazione del raccolto

• assicurazioni• design delle case

Tipi di adattamentoTipi di adattamento

• early-warning

• regolamentazioni edilizie• infrastrutture

• early-warning

• regolamentazioni edilizie• infrastrutture

• disaster relief• incentivi per rilocazione• disaster relief• incentivi per rilocazione

• sviluppo dei raccolti• prestiti, cambi attività• ricostruzione, rilocazione

• sviluppo dei raccolti• prestiti, cambi attività• ricostruzione, rilocazione

• cambi in ecosistema(composizione, sito)

• la migrazione <-> zone umide

• cambi in ecosistema(composizione, sito)

• la migrazione <-> zone umide

Publ

icPr

ivat

ePu

blic

Publ

icPr

ivat

ePr

ivat

eSistemiNaturali

SistemiUmani

SistemiSistemiNaturaliNaturali

SistemiSistemiUmaniUmani

PreventivoPreventivo ReattivoReattivo

Adaptation - Main Findings: Adaptation Adaptation -- Main Findings: Main Findings: 1) climate change: variabilities and extremes.2) Adaptation needs to be integrated with existing

management and development processes.3) Adaptive capacity varies considerably among countries

and socio-economic groups.

4) Development activities modify adaptive capacity, yet they tend to omit climate change risks.

5) Vulnerability depends also on development paths.

6) Sustainable development can reduce vulnerability.

7) Mitigation can reduce, delay or avoid impacts.

8) A portfolio of adaptation and mitigation measurescan diminish the risks associated with climate change.

1) climate change: variabilities and extremes.2) Adaptation needs to be integrated with existing

management and development processes.3) Adaptive capacity varies considerably among countries

and socio-economic groups.

4) Development activities modify adaptive capacity, yet they tend to omit climate change risks.

5) Vulnerability depends also on development paths.

6) Sustainable development can reduce vulnerability.

7)7) Mitigation can reduce, delay or avoid impacts.Mitigation can reduce, delay or avoid impacts.

8) A portfolioportfolio of of adaptationadaptation and and mitigationmitigation measuresmeasurescan diminish the risks associated with climate change.

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LL’’adattamentoadattamento sarsaràànecessarionecessario per per evitareevitare

IMPATTI INEVITABILI !!!IMPATTI INEVITABILI !!!

Research Needs for Adaptation PolicyResearch Needs for Adaptation Policy

Adaptation Processes• decision making• conditions that stimulate or constrain• role of non-climate factors

Evaluation of Adaptation Options• not only economic criteria• include roles of stakeholders

Focus on Adaptive Capacity• to reduce vulnerabilities• relate to existing management processes• incorporate in development initiatives

Adaptation Processes• decision making• conditions that stimulate or constrain• role of non-climate factors

Evaluation of Adaptation Options• not only economic criteria• include roles of stakeholders

Focus on Adaptive Capacity• to reduce vulnerabilities• relate to existing management processes• incorporate in development initiatives

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Emissioni globali Emissioni globali dei gas serradei gas serra

•• Le emissioni globali dei gas serra sono Le emissioni globali dei gas serra sono cresciute dal periodo precresciute dal periodo pre--industriale, con un industriale, con un incremento del 70% tra il 1970 e il 2004.incremento del 70% tra il 1970 e il 2004.

• Dal 1970 al 2004, le emissioni globali di CO2, CH4, N2O, HFCs, PFCs e SF6, pesate in base al loro potenziale di riscaldamento globale (GWP, Global Warming Potential) sono aumentate del 70% (del 24% tra il 1990 e il 2004), da 28.7 a 49 Gigatonnellate di anidride carbonica equivalente (GtCO2-eq).

24

GlobalGlobal anthropogenicanthropogenic greenhousegasgreenhousegasemissionsemissions in 2004in 2004

GHG GHG emissionsemissions byby sectorsector in 2004in 2004

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GHG GHG emissionsemissions byby sectorsector in 1990 and 2004in 1990 and 2004

Effetto sulle emissioni globali nel periodo 1970Effetto sulle emissioni globali nel periodo 1970--2004:2004:

• diminuzione dell’intensità energica globale (33%);

• crescita del reddito pro-capite globale (77%);• crescita della popolazione globale (69%).

La tendenza nel lungo termine di diminuzione dellLa tendenza nel lungo termine di diminuzione dell’’intensitintensitàà di di carbonio nella produzione di energia si carbonio nella produzione di energia si èè invertita dopo il 2000.invertita dopo il 2000.

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Nel 2004, i Paesi dell’Allegato I della Convenzione sul clima, con una popolazione pari al 20%20% di quella mondiale, hannoprodotto il 57% del PIL mondiale (espresso in termini diparità di potere di acquisto) e il 46%46% delle emissioni globalidi gas-serra

LL’’importanza del principio di equitimportanza del principio di equitàà: : Distribuzione regionale delle emissioni proDistribuzione regionale delle emissioni pro--capite di GHGcapite di GHG

Annex IPopolation 19.7%

Non - Annex IPopolation 80.3%

Distribuzione regionale delle emissioni di GHG proDistribuzione regionale delle emissioni di GHG pro--capite capite per il per il 20042004 (tutti i gas del Protocollo di (tutti i gas del Protocollo di KyotoKyoto, inclusi , inclusi quelli dallquelli dall’’uso del suolo) per uso del suolo) per US$US$ di di GDPGDPpppppp, rispetto al , rispetto al GDPGDPpppppp di diversi raggruppamenti di nazioni. di diversi raggruppamenti di nazioni.

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Con le attuali politiche di mitigazione Con le attuali politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici e le dei cambiamenti climatici e le relative pratiche di sviluppo relative pratiche di sviluppo

sostenibile,sostenibile, le emissioni globali di le emissioni globali di GHG continueranno a crescere GHG continueranno a crescere durante i prossimi decenni.durante i prossimi decenni.

Emissioni globali di GHG per il 2000 e proiezioni delle emissioni per il 20302030 e il 21002100 da scenari IPCC SRES e dalla letteratura post-SRES.

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Comcentrazione di CO2, temperaturae livello del mare possono continuare ad

aumentare dopo la riduzione delle emissioni

Per Per esempioesempio, per , per stabilizzarestabilizzare a 550 ppm, a 550 ppm, le le emissioniemissioni devonodevono iniziareiniziare a a diminuirediminuire presto presto ed i PVS ed i PVS devonodevono contribuirecontribuire a a questequeste riduzioniriduzioni::

Business as usual

(A2)

Source IPPC

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Mitigazione nel breve e medio termine (fino al 2030)Mitigazione nel breve e medio termine (fino al 2030)

• Esiste un sostanziale potenziale economico per la sostanziale potenziale economico per la mitigazione delle emissioni globali di GHG nei prossimi mitigazione delle emissioni globali di GHG nei prossimi decenni.decenni.

• Studi mostrano che misure di mitigazione a costi netti negativi (cioè i benefici acquisiti sono uguali o superiori ai costi sociali, escludendo i benefici di possibili impatti dei cambiamenti climatici evitati) possono ridurre le emissioni globali di circa 6 Gt CO2-eq/anno nel 2030.

• Nessun settore o tecnologia può risolvere il problema della mitigazione. E’ necessario un MIX ENERGETICO.

• Nel 2030 la stima dei costi macro-economici per la mitigazione, verso la stabilizzazione fra 445 e 710 ppm di CO2-eq, è compresa tra una diminuzione di un 3% del PIL globale e un piccolo incremento.

•Co-benefici: l’abbattimento dell’inquinamento dell’aria, la fornitura di servizi energetici moderni alle aree rurali e l’aumento dell’occupazione.

•I co-benefici per la salute a breve termine, derivanti dalla riduzione dell’inquinamento dell’aria possono essere sostanziali e possono compensare una parte sostanziale dei costi di mitigazione.

Mitigazione nel breve e medio termine Mitigazione nel breve e medio termine (fino al 2030): CO(fino al 2030): CO--BENEFICI BENEFICI

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Mitigazione nel breve e medio termine Mitigazione nel breve e medio termine (fino al 2030) per settori:(fino al 2030) per settori:

••TRASPORTI:TRASPORTI: molte opzioni per la mitigazione, ma anche molte barriere.

••EDILIZIA URBANA:EDILIZIA URBANA: opzioni di efficienza energetica per gli edifici nuovi e per quelli esistenti -> riduzioni considerevoli delle emissioni di CO con un beneficio economico netto.

••INDUSTRIA:INDUSTRIA: potenziale economico nelle industrie ad alta intensità energetica.

••AGRICOLTURA: AGRICOLTURA: potenziale potenziale contributo significativo a basso costo.

••FORESTE:FORESTE: potenziale riduzione considerevole.••RIFIUTI:RIFIUTI: contributo minimo alle emissioni globali di GHG (<5%), ma il settore dei rifiuti può contribuire positivamente alla mitigazione dei GHG a basso costo

Mitigazione nel lungo termine (dopo il 2030): Mitigazione nel lungo termine (dopo il 2030): • Per stabilizzare le concentrazioni atm di GHG le emissioni dovrebbero raggiungere un picco e poi diminuire.• Gli sforzi di mitigazione nei prossimi 2 o 3 decenni saranno essenziali. • Il range dei livelli di stabilizzazione valutato può essere raggiunto con varie tecnologie, alcune già disponibili e alcune che saranno disponibili tra qualche decennio.• Però devono essere attivati degli INCENTIVI appropriati.• Il contributo delle diverse tecnologie alla riduzione delle emissioni varierà nel tempo, fra le regioni e a seconda del livello di stabilizzazione. • L’efficienza energetica gioca un ruolo fondamentale in molti scenari per la maggior parte delle regioni e delle scale temporali.

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Aumento della T globale media di equilibrio Aumento della T globale media di equilibrio rispetto al livello prerispetto al livello pre--industriale (1750) industriale (1750) secondo i vari livelli di stabilizzazione:secondo i vari livelli di stabilizzazione:

Livello di stabilizzazione di concentrazione di gas-serra [ppm CO2-eq300300 800800700700600600500500400400 10001000900900

445 - 490

490 - 535

535 - 590

590 590 -- 710710710 710 -- 855855

855 855 -- 11301130

22

• Più basso sarà il livello di stabilizzazione delleconcedntrazioni di GHG e maggiorni saranno i BENEFICI (DANNI EVITATI).•Per livelli di stabilizzazione bassi, gli scenari pongono maggiore enfasi sull’utilizzo di fonti energetiche a basso contenuto di carbonio, come le energie rinnovabili e l’energia nucleare, e l’utilizzo della cattura e confinamento della CO2. • In questi scenari è necessario avere un accelerazione nella riduzione dell’intensità di carbonio.• Bisogna anche includere possibili opzioni di mitigazione legate all’uso del suolo ed alla silvicoltura (foreste). • Per raggiungere gli obiettivi di stabilizzazione e ridurre i costi, sarebbero necessari investimenti nelle tecnologie a bassa emissione di GHG e una loro vasta applicazione in tutto il mondo, ed anche miglioramenti tecnologici attraverso iniziative pubbliche e private di ricerca e sviluppo.

32

• Nel 2050 la media globale dei costi macro-economici per la mitigazione multi-gas verso una stabilizzazione tra 710 e 445 ppm CO2-eq è tra un 1% di guadagno e un 5.5% di diminuzione del PIL globale.

• La scelta decisionale politica verso un appropriato livello di mitigazione globale nel tempo -> un processo di gestione del rischio che include la mitigazione e l’adattamento, prendendo in considerazione i danni dei cambiamenti climatici reali ed evitati, i co-benefici, la sostenibilità, l’equità, e l’esposizione al rischio.

• Integrare le politiche climatiche in più ampie politiche di sviluppo rende più semplice l’implementazione ed il superamento delle barriere.

• Rendere lo sviluppo più sostenibile cambiando i percorsi di sviluppo.

ScienzaScienzae e politichepolitiche……

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I paesi in via di sviluppo sono piùvulnerabili ad un cambiamento del clima

Un cambiamento del clima potrebbe colpire in maniera sproporzionata i i paesipaesi e le e le popolazionipopolazionipipiùù poverepovere del del mondomondo,, inasprendo le iniquitiniquitàà nellecondizioni di salute e nell’accesso alle risorse(alimentari, idriche, etc.).

StrutturaStruttura economicaeconomicaUna percentuale alta della loroeconomia è costituita dasettori “sensibili”, es. agricoltura

ScarsaScarsa nutrizionenutrizione e e infrastruttureinfrastrutture sanitariesanitariee quindi più probabile la perditadi vite umane

VulnerabilitVulnerabilitàà costieracostiera49 sui 50 paesi con I costi diprotezione costiera più alti del 0.5% del PIL sono paesi menosviluppati

SonoSono pipiùù prossimeprossime aiaimarginimargini didi tolleranzatolleranza per i cambiamenti delletemperature e delleprecipitazioni (più soggettea siccità e inondazioni)

Perché sono più vulnerabili?: a) Gli impatti sono più acuti

b) Minore capacità di adattamento

Disponibilità ditecnologia

Capacità delleistituzioni

Conoscenzaed educazione

Capacitàfinanziaria

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Regime internazionale sul clima: cronologiaRegime internazionale sul clima: cronologia• 1886: - “scoperta” del fenomeno (Arrhenius)• 1988: WMO e UNEP istituisce IPCC• 1990: primo IPCC report (FAR): attività umana ed

influenza negativa• 1990: inizio negoziazioni accordo internazionale• 1992: UNFCCC• 1995: secondo IPCC report (SAR) : dimensione socio-

economica cc • 1997: Protocollo di Kyoto• 2001: terzo IPCC report (TAR)• 16 febbraio 2005: entrata in vigore protocollo di Kyoto• 2007: quarto IPCC report (AR4), Accordo di BALI

(COP13)

UN UN FrameworkFramework Convention Convention on on ClimateClimate ChangeChange

1) Earth Summit (Rio de Janeiro, giugno1992): United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC).

2) UNFCCC adottata a New York il 9 maggio 1992.

3) UNFCCC è iniziata il 21 marzo 1994 (90 giorni dopo la 500 ratifica).

4) Istituzione regime internazionale sul clima

5) Natura giuridica: trattato internazionale (UN)

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UNFCCC: UNFCCC: ObiettivoObiettivo (art.2)(art.2)

• Obiettivo ultimo:• “stabilizzare le concentrazioni di gas ad

effetto serra nell’atmosfera a un livello tale che sia esclusa qualsiasi pericolosainterferenza delle attività umane sulsistema climatico.

• Tale livello deve essere raggiunto entro un periodo ditempo sufficiente per permettere agli ecosistemi diadattarsi naturalmente a cambiamenti di clima e per garantire che la produzione alimentare non sia minacciatae lo sviluppo economico possacontinuare ad un ritmo sostenibile”

UNFCCC: UNFCCC: principiprincipi (art.3)(art.3)

•• EquitEquitàà

•• ResponsabilitResponsabilitàà comunicomuni ma ma differenziatedifferenziate

•• RiconoscimentoRiconoscimento deidei bisognibisogni e e delledellecircostanzecircostanze specialispeciali deidei paesipaesi in via in via didisvilupposviluppo

•• PrincipioPrincipio didi precauzioneprecauzione

•• Promozione dello sviluppo e della crescita di Promozione dello sviluppo e della crescita di tipo sostenibile tipo sostenibile

36

UNFCCC: UNFCCC: PartiParti

1) 1) PartiParti allegatoallegato II (41 paesi):– Paesi industrializzati :– Membri OCSE nel 1992 + paesi con

economie in transizione (EITs) + CE + Turchia

2) Parti allegato II (24 (24 paesipaesi))::– Parti allegato I senza EITs

3) 3) PartiParti nonnon--allegatoallegato II:– Parti non incluse nell’allegato I: paesi in via

di sviluppo come Least Developed Countries, (LDC) most vulnerable countries, oil-exporting countries, ecc..

UNFCCC: UNFCCC: strutturastruttura istituzionaleistituzionale1) Conferenza delle parti (COP):

• 11 COPs → COP/MOP1• organo supremo della convenzione• esamina regolarmente attuazione convenzione• adotta decisioni necessarie per promuovere attuazione

convenzione

• Due organi sussidiari permanenti necessari per attuazione convenzione:a) a) SBSTA:SBSTA: fornisce informazioni e consulenza su questioni

scientifiche e tecnicheb) b) SBI:SBI: assiste COP esame e revisione effettiva

attuazione UNFCCC2) Segretariato (Bonn)

3) Meccanismo finanziario (GEF) amministrati da un consiglio e sottoposti a supervisione COP

37

4) 4) Dialogue on long-term cooperative action to address climate change by enhancing implementation of the Convention ((DialogueDialogue))

• Stabilito alla COP11 (Montreal, 2005) (Decisione 1/CP11)• obiettivo: “Dialogo” nell’ambito della Convenzione, aperto a tutte le sue Parti, per scambiare esperienze ed analizzare approcci strategici per azioni di cooperazione nel lungo termine nella lotta ai cambiamenti climatici, richiedendo ai “co-facilitatori” del “Dialogo” di fare rapporto sul lavoro svolto alla COP13.

Un altro Organo sussidiario dell’UNFCCC:

5) 5) Ad Hoc Working Group on Further Committments for

Annex I Parties under the Kyoto Protocol ((AWGAWG))Istituito alla CMP1 (Montreal, 2005)Istituito alla CMP1 (Montreal, 2005)Obiettivo:Obiettivo: considerare gli impegni futuri dei Paesi considerare gli impegni futuri dei Paesi AnnexAnnex II

Un altro Organo sussidiario del Protocollo di Kyoto:

La Convenzione non introduce obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni per tutte le Parti,

ma soltanto ll’’impegno generico per le Parti impegno generico per le Parti elencate nellelencate nell‘‘Allegato IAllegato I (cioè, Paesi industrializzati e Paesi con economia in transizione) di riportare, di riportare, individualmente o insieme, le emissioni individualmente o insieme, le emissioni antropogenicheantropogeniche di anidride carbonica e degli altri di anidride carbonica e degli altri gasgas--serra non controllati dal Protocollo di serra non controllati dal Protocollo di Montreal Montreal ai livelli del 1990ai livelli del 1990..

UNFCCC: UNFCCC: Obiettivi di riduzione delle emissioniObiettivi di riduzione delle emissioni

38

UNFCCC: UNFCCC: impegniimpegni di di tuttetutte le le partiparti(A(Art. 4.1)rt. 4.1)

1) Inventari nazionali delle emissioni gas serra2) Programmi nazionali, misure intese a:

• mitigare i cambiamenti climatici• facilitare un adeguato adattamento ai camb

climatici3) Trasferimento delle tecnologie4) Gestione sostenibile e conservazione

biodiversità5) Cooperazione, adattamento, ricerca,

educazione6) Communicazione delle informazioni

UNFCCC: UNFCCC: impegniimpegni differenziatidifferenziati

1) 1) PaesiPaesi allegatoallegato I (I (paesipaesi industrializzatiindustrializzati))::a) impegni volontari riduzione emissioni “singolarmente o

congiuntamente” nel 2000 ai livelli del 1990 (art.4.2)b) adozione politiche e misure e informazioni al riguardo

2) 2) PaesiPaesi allegatoallegato IIII::assistenza tecnica e finanziaria ai paesi in via disviluppo per interventi di mitigazione ed adattamento (art.4.3,4,5)

3) 3) PaesiPaesi nonnon--allegatoallegato I (I (paesipaesi in via in via didi svilupposviluppo))::a) informazioni (inventari nazionali e comunicazioni

nazionali)b) status particolare per alcune parti (Art.4.6-10)

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UNFCCC: UNFCCC: proceduraprocedura decisionaledecisionale

•• Consenso:Consenso: decisioni COP e organi COP può adottare sussidiari (no consenso su regole procedurali)

• COP può adottare “decisions necessary to promote effective implementation” della UNFCCC (formalmente non vincolanti)

• COP può adottare protocolli aggiuntivi →consenso (ratifica necessaria)

• emendamenti alla UNFCCC con un voto a maggioranza di 3/4 (sottoposto a successiva approvazione delle parti)

UNFCCC and Kyoto: the funds

1) A Special Special ClimateClimate ChangeChange FundFund to financeprojects relating to capacity-building, adaptation, technology transfer, Climate change mitigation and economic diversification for Countries highly dependenton income from fossil fuels. It is complementary to otherfunding mechanisms.

2) A LeastLeast DevelopedDeveloped CountriesCountries FundFund to supporta special work programme to assist LDCs.

3) 3) AnAn AdaptationAdaptation FundFund,, managed by the GEF and funded also by additional contributions from Annex I Parties, to finance practical adaptation projectsand programmes in developing countries, and also supportcapacity-building activities. Parties to the Protocol haveto report yearly on their contributions to the fund and the COP/MOP review these reports.

40

Adaptation in UNFCCC, KyotoAdaptation in UNFCCC, KyotoAdaptation in UNFCCC, KyotoUNFCCC, Art. 2

Dangerous depends on ability of ecosystems, foodproduction and economic development to adapt

UNFCCC, Art. 4.1…facilitate adequate adaptation……co-operate in preparing for adaptation...

UNFCCC, Art. 4.4, 4.8…assist developing country Parties that are particularlyvulnerable to the adverse effects of climate change inmeeting costs of adaptation...

Kyoto, Art. 10Formulate, implement…measures to facilitate adequate adaptation...

UNFCCC, Art. 2Dangerous depends on ability of ecosystems, foodproduction and economic development to adapt

UNFCCC, Art. 4.1…facilitate adequate adaptation……co-operate in preparing for adaptation...

UNFCCC, Art. 4.4, 4.8…assist developing country Parties that are particularlyvulnerable to the adverse effects of climate change inmeeting costs of adaptation...

Kyoto, Art. 10Formulate, implement…measures to facilitate adequate adaptation...

LL’’ultima COP:ultima COP:

COP13 COP13 –– MOP3MOP3BaliBali (Indonesia) (Indonesia) Dicembre 2007Dicembre 2007

41

Bali (Indonesia), 3-15 dicembre 2007:

• SBSTA27 – SBI27 • COP13 • CMP3••AWG4AWG4 (Ad Hoc Working Group on FurtherCommitments for Annex I Parties under the KyotoProtocol).

Le due vie per la lotta Le due vie per la lotta al cambiamento climaticoal cambiamento climatico

•• La posizione UELa posizione UE (dentro il PK)–Forte motivazione, ruolo predominante

misure domestiche, rigore, rigidità

• La posizione USA (fuori del PK)–Incerta motivazione, ruolo predominante

attività all’estero, volontarietà, flessibilità

• La posizione paesi in via di sviluppo–Altre priorità, scarsità fondi, know-how

42

Il negoziato sugli impegni per il postIl negoziato sugli impegni per il post--20122012

UNFCCC, art. 7.2(a)UNFCCC, art. 7.2(a)La COP dovrà…esaminare periodicamente gli obblighi delle Parti e l’assetto istituzionale della Convenzione...PK, art. 3.9PK, art. 3.9La COP/MOP dovrà avviare la considerazione degli impegni per i periodi successivi per le Parti dell’Allegato I al più tardi entro sette anni prima della fine del primo periodo di impegno. (2005)PK, art. 9PK, art. 9La COP/MOP dovrà periodicamente riesaminare questo Protocollo…e prendere le azioni appropriate. Il primo riesame dovrà avere luogo alla COP/MOP2.

Proiezione delle emissioni di gasProiezione delle emissioni di gas--serra serra in diverse regioni del mondoin diverse regioni del mondo

mili

ardi

dito

nnel

late

diC

O2

equi

vale

nte

Fonte: Criqui, P., Kitous, A., Berk, M., den Elzen, M., Eickhout, B., Lucas, P., van Vuuren, D., KouvaritakisN. e Vanregemorter (2003) “Greenhouse Gas Reduction Pathways in the UNFCCC Process up to2025”, studio commissionato dalla Commissione Europea: p. 1-92.

43

Il Il ruoloruolo delladella CinaCina e e delldell’’IndiaIndia rispettorispettoallall’’aumentoaumento delledelle emissioniemissioni globaliglobali didi COCO22

Secondo lo scenario di riferimento del World Energy Outlook 2007 dell’AIE, il 60% circa dell’aumento globaledelle emissioni tra il 2005 e il 2030 proverrà dalla Cina e dall’India

EmissioniEmissioni didi COCO22 cumulate cumulate daldal settoresettore energeticoenergetico

0 100 200 300 400 500

StatiStati UnitiUniti

UnioneUnione EuropeaEuropea

GiapponeGiappone

CinaCina

IndiaIndiamiliardimiliardi didi tonnellatetonnellate

1900-20052006-2030

LL’’obiettivo negoziale dellobiettivo negoziale dell’’UEUE

• Limitare l’incremento di temperatura a non piùdi 2°C rispetto al livello pre-industriale;, a questo fine:

…le concentrazioni di CO2 equivalente dovranno essere stabilizzate ben al di sotto di 550 550 ppmvppmv;

…le emissioni globali dovranno cominciare a scendere entro due decenni, per arrivare entro il 2050 a livelli del 15-50% inferiori a quelli del 1990;…le emissioni dei Paesi industrializzati dovranno ridursi

del 15-30% entro il 2020, e del 60-80% entro il 2050.

44

Le altre principali posizioni negozialiLe altre principali posizioni negoziali

•• Stati Uniti:Stati Uniti: nessuna partecipazione a protocolli o altri accordi internazionali che introducano obblighi di riduzione per i Paesi industrializzati, senza la partecipazione dei principali Paesi in via di sviluppo,

•• India, OPEC:India, OPEC: nessun nuovo impegno per i Paesi in via di sviluppo

• Cina, Sudafrica: nessun impegno di riduzione delle emissioni per i paesi in via di sviluppo senza un rafforzamento del trasferimento di tecnologia

•• Paesi meno sviluppati, AOSIS:Paesi meno sviluppati, AOSIS: i Paesi industrializzati devono mantenere i propri impegni per il supporto ai programmi di adattamento dei Paesi più poveri e vulnerabili

COP13 (COP13 (BaliBali, 2007), 2007)Che cosa cChe cosa c’è’è nella nella roadmaproadmap di di BaliBali??

• Principali risultati della Conferenza di Bali:

1) Si è deciso di dare avvio alle negoziazioni su un futuro accordo,

2) Si è concordata l’agenda di queste negoziazioni,

3) Si è stabilito il termine delle negoziazioni stesse in modo tale da assicurare la continuità rispetto all’attuale Protocollo.

4) Il negoziato relativo a questi temi si concluderà nel 2009, in modo che il nuovo accordo possa entrare in vigore alla fine della prima fase del Protocollo di Kyoto.

45

““Piano di Azione di Piano di Azione di BaliBali””??• Il Piano di Azione di Bali avvia un’azione collettiva per la

riduzione delle emissioni globali sul lungo periodo, che sibasa sul principio delle “responsabilità comuni, ma differenziate” e prevede:

obiettivi quantificati di limitazione e riduzione delle emissioni per i Paesi industrializzati, basati sui principi della comparabilità degli sforzi e del rispetto delle circostanze nazionali (si applica anche ai Paesi industrializzati, come gli USA, che non hanno ratificato il Protocollo di Kyoto);azioni di mitigazione da parte dei Paesi in via di sviluppo, nel contesto dello sviluppo sostenibile e attraverso un adeguato supporto finanziario e tecnologico;interventi diretti e incentivi per combattere la deforestazione e il degrado delle foreste nei Paesi in via di sviluppo, e promuovere la conservazione delle foreste, il loro sviluppo sostenibile e l’accrescimento degli stock di carbonio.

Che cosa Che cosa nonnon cc’è’è nel nel Piano di Azione di Piano di Azione di BaliBali (1):(1):

• Il Piano di Azione di Bali non contiene, come aveva invece richiesto l’Unione Europea, una indicazione quantitativa delle riduzioni delle emissioni richieste per i Paesi industrializzati:

“come gruppo, i Paesi industrializzati dovrebberoridurre le proprie emissioni in modo significativo entroil 2020 (10-40% al di sotto dei livelli del 1990) e a livelli ancora più bassi entro il 2050 (40-95% al di sotto dei livelli del 1990) al fine di raggiungere livelli distabilizzazione bassi o medi (450–550 ppm CO2-eq)”

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Che cosa Che cosa nonnon cc’è’è nel nel Piano di Azione di Piano di Azione di BaliBali (2):(2):

• invece contiene solo un riferimento alla loro urgenza e un richiamo a tre pagine del contributo del Gruppo III al Quarto Rapporto di Valutazione dell’IPCC:

“Riconoscendo che significativi tagli delle emissioni globali sono necessari al fine di arrivare all’obiettivo finale della Convenzione e ponendo enfasi sull’urgenza1 di affrontare i cambiamenti climatici come indicato nel Rapporto AR4 dell’IPCC”

1 Contributo del Working Group III dell’AR4 dell’IPCC, Technical Summary, pagine 39 e 90, e Capitolo 13, pagina 776

• Questo argomento centrale della Conferenza è stato sviluppato primariamente da:

1) “Dialogo sulla cooperazione nel lungo termine per affrontare i cambiamenti climatici attraverso il miglioramento dell’implementazione della Convenzione”(Dialogo)

2) AWG,

3) “Seconda revisione del Protocollo di Kyoto, conformemente al suo Articolo 9” (Second review of the Kyoto Protocol pursuant to its Article 9).

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La Decisione della COP13La Decisione della COP13

““BALI ACTION PLANBALI ACTION PLAN””::

La DecisioneLa Decisione

Altri risultati di BALI:Altri risultati di BALI:

• hanno deciso di lavorare ad un nuovo programma strategico per aumentare gli investimenti per lo sviluppo ed il trasferimento di tecnologie,

• hanno stabilito di intraprendere una serie di azioni per ridurre le emissioni da deforestazione e degrado delle foreste nei PVS lavorando anche sulle metodologie,

• hanno reso completamente operativo l’AdaptationFund.

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”Ma i cambiamenti climatici sono solo naturali!”

”Quando saremo in grado di capirne tutti i meccanismi fisici, potremo fermarli”

”Spetta agli altri ridurre le loro emissioni”

Il Il grandegrande autoingannoautoingannoclimaticoclimatico delldell’’umanitumanitàà

FINE FINE

49

NegotiationNegotiationissueissue

Start of the work at SBI, SBSTA, or COP (Issue is put in agenda).

ByBy PartiesParties

Feedback Feedback fromfromimplementationimplementation

ImplementationImplementation of of decisiondecision//ConclusionConclusion on the on the issueissue((byby PartiesParties and UNFCCC sec.and UNFCCC sec.

MonitoringMonitoring of of implementationimplementation

IssueIssue resultingresultingFromFrom implementationimplementation ByBy PartiesParties or UNFCCC seg.or UNFCCC seg.

By Parties with assistance of UNFCCC seg.

Internal discussions: national positions

Submission of views on the issueto SBI, SBSTA or COP

Preparation of docs to support the negotiations

Discussions in regional groups and bilaterally

Preparation of a CONCLUSION / DECISION on the issue

ByBy PartiesParties atatnationalnational levellevel

ByBy PartiesParties, , IGO, NGOIGO, NGO

By UNFCCC seg.

ByBy PartiesParties ––membersmembers of of groupsgroups

ByBy PartiesParties withwithassistanceassistance of UNFCCC of UNFCCC seg.seg.

ByBy PartiesParties at at SBI, SBSTA, SBI, SBSTA, COPCOP

Agreement of Parties on the issueand adoption of a CONCLUSION / DECISION

Discussion and negotiations on the issue at SBI, SBSTA or COP

Problemi di adattamento inProblemi di adattamento in Italia:Italia:pianificazione e gestione delle risorse idriche, in relazione

alla prospettiva futura di diminuzione complessiva delle risorse idriche, di incremento degli eventi meteorologici estremi (alluvioni e siccità), ecc.;pianificazione e gestione degli usi del territorio e delle risorse ambientali naturali, in relazione alla prospettiva di migrazione verso nord (verso più alte latitudini) e verso l’alto (verso più alte quote) di tutti gli ecosistemi;pianificazione e gestione delle coste e delle risorse pianificazione e gestione delle coste e delle risorse marine, in relazione alla prospettiva di innalzamento del marine, in relazione alla prospettiva di innalzamento del livello del mare;livello del mare;programmazione dello sviluppo di alcuni settori programmazione dello sviluppo di alcuni settori economici particolarmente sensibili ai cambiamenti economici particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici, quali: agricolo e climatici, quali: agricolo e agroalimentareagroalimentare, insediamenti , insediamenti umani e infrastrutture nelle aree a maggior variazione umani e infrastrutture nelle aree a maggior variazione di rischio idrogeologico, energetico, turistico.di rischio idrogeologico, energetico, turistico.

50

Nel numero 437 della rivista Nature, del 22 settembre 2005, sono stati pubblicati i risultati di una estesa attività di ricerca intrapresa da 18 università ed Enti di ricerca di 7 paesi tra cui l'Italia (Università della Tuscia e CNR-Ibimet di Firenze), nell'ambito di un programma della UE che ruguarda il bilancio dei flussi di anidride carbonica nelle foreste.

In questa ricerca sono stati utilizzati i dati sperimentali raccolti da un gran numero di postazioni di misura appartenenti ad una estesa rete sperimentale di monitoraggio europeo dei flussi di anidride carbonica dai suoli e dalle piante (foresta pluviale, boschi mediterranei, vegetazione tipica europea).

Europa 2003: quando i "Europa 2003: quando i "sinkssinks" diventano " diventano ""sourcessources" di anidride carbonica (2):" di anidride carbonica (2):

I dati sui flussi di anidride carbonica raccolti e che riguardavano, in particolare i mesi di luglio e di agosto del 2003, hanno messo in evidenza che i boschi e le foreste europee, nel bilancio tra assorbimenti ed emissioni, avevano emesso circa 500milioni di tonnellate di carbonio, equivalenti ad un miliardo e 850 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Una emissione simile significa che tutta la biomassa e la materia organica che era stata accumulata nei quattro anni precedenti inEuropa era stata immediatamente perduta nel giro di due mesi e letteralmente andata in fumo nell’estate del 2003, ma non per colpa degli incendi.

Europa 2003: quando i "Europa 2003: quando i "sinkssinks" diventano " diventano ""sourcessources" di anidride carbonica (3):" di anidride carbonica (3):

51

• In accordo con il principio delle « responsabilità comuni ma differenziate » enunciato dalla Convenzione, il contenuto di queste comunicazioni nazionalicomunicazioni nazionali e le scadenze per la loro trasmissione sono differenti per le Parti incluse e quelle non incluse nell’Allegato I.

• Le Parti dell’Allegato I devono fornire una descrizione dettagliata delle politiche e misure per la riduzione delle emissioni di gas-serra e una stima dei loro effetti.

• Le Parti non incluse nell’Allegato I possono includere progetti da finanziare, insieme ad una stima dei costi delle azioni necessarie per l’attuazione della Convenzione.

UNFCCC: UNFCCC: Un approccio differenziato per le PartiUn approccio differenziato per le Parti

incluse e quelle non incluse nellincluse e quelle non incluse nell’’Allegato IAllegato I

La posizione degli USA:La posizione degli USA:

• Negoziazione del PK (Kyoto, 1997, COP3)

• Firma del PK (Buenos Aires, 1998, COP4)

• Clinton → MAI trasmesso PK al Senato

• Bush → rifiuto di ratificare il PK (2001)

• Piano alternativo: Asia-Pacificpartnership

Kyoto 1997: il vice Presidente Al Gore aderisce per conto degli Stati Uniti

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Stabilizzazione delle concentrazioni Stabilizzazione delle concentrazioni atmosferiche di GHGatmosferiche di GHG

(IPCC(IPCC--AR4AR4--WGIII, 2007)WGIII, 2007)