I personaggi che hanno fat - casamari.it · la nascita, la provenienza, l’e-ducazione, la...

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golino dei Conti di Segni - legato di Innocenzo III in Germania (1207 e 1209) per l’elezione dell’imperatore - avendo appreso la notizia della morte di fratel Rainerio da Ponza, di getto scrisse, di notte - hanc lucubratiumcu- lam - e senza pretesa di bello stile - rusticano et impolito ser- mone - una lettera di con- doglianze alle comunità cis- tercensi di Fossanova, di Casamari e di Salem, tessendone l’elogio ed enu- merando, con ampi riferi- menti alla Sacra Scrittura, ai Padri e ai dottori della Chiesa, i meriti dell’estinto ed esternando sentimenti di dolore, di stima e di ri- conoscenza personale (Ugoli- no D’Ostia, Fratres secundum multitudinem). Rainerio da Ponza, monaco cistercense, richiama con im- mediatezza la persona di un altro monaco ed abate cister- cense, Gioacchino da Fiore; e tutti e due hanno come pun- to di riferimento la comunità di Casamari, allora guidata dall’abate Giraldo. Quarto abate cistercense di Casamari per circa trent’an- ni, Giraldo è stato uno dei personaggi di maggior presti- gio che l’abbazia abbia avuto in tutta la sua storia. È l’abate cui vanno accreditate, tra l’altro, la progettazione dello splendido complesso monas- tico e la parziale realiz- zazione della chiesa; a lui Ce- lestino III (1191-1198) ed In- nocenzo III (1198-1216) affi- darono legazioni prestigiose e particolarmente scabrose. Di lui non disponiamo, purtrop- po, di una documentazione che ci permetta di ripercor- rerne, in modo sistematico, la nascita, la provenienza, l’e- ducazione, la formazione e le date del mandato abbaziale, [F. Farina – I. Vona]. Nei docu- menti, l’a- bate Giral- do, è nomi- nato per la prima volta in relazione all’arrivo a Casamari del “profe- ta” di Cal- abria. Il no- tarius del- l’abate, Luca Campano, suc- cessivamente priore dell’ab- bazia e, poi, arcivescovo di Cosenza, nella Beati Joachim brevis vitae synopsis, ne rievo- ca con commozione, quasi con epos, la santa amicizia. Gioacchino stesso, nella Ex- positio in Apocalypsim, ricor- da con venature di affetto e di nostalgia il tempo trascor- so in Casamari, soprattutto la dolcezza con cui si sentiva legato alla comunità e all’a- bate: “Mentre ero nell’ab- bazia di Casamari, poiché mi trattenevano ivi il venerando Giraldo, abate del cenobio, ed i suoi confratelli con il dol- cissimo vincolo della carità”. Ed ancora Luca, nel breve profilo biografico, sottolinea la saldezza del legame spiri- tuale tra Gioacchino e l’abate Giraldo. La testimonianza di Luca ci U permette di dedurre con si- curezza che Giraldo era già abate di Casamari, almeno nel secondo anno di pontificato di Lucio III, vale a dire tra l’inizio del settembre del 1182 e la fine di agosto del 1183. Sull’onda del ricordo commosso, Luca in- troduce un altro personaggio, già monaco dell’abbazia di Fos- sanova, compagno della prima ora di Gioacchino et intimus eius, trattato come fuggitivo in- sieme con lui dal Capitolo gen- erale del 1192, poi eremita nell’isola di Ponza. La Vita narra che Gioacchino, quando dalla Curia romana, di- etro sua espressa richiesta e degli anziani del suo monastero di Corazzo, fu sollevato dai suoi doveri di abate, si ritirò nella lo- calità di Pietralata. Nel 1192 Gioacchino e fratel Rainerio furono chiamati a giustificarsi a Cîteaux, entro la festa di san Giovanni Battista e, nel caso che non l’avessero fat- to, sarebbero stati considerati fuggitivi dall’Ordine. Non es- sendosi presentati, furono, de jure, scomunicati dall’Ordine e vitandi dai confratelli, [Statuti, t. I, an.1192, n.41). Contro di essi ci resta uno scrit- to molto duro di Goffredo d’Auxerre, già segretario di san Bernardo, ancora certamente in vita nel 1188. La presa di po- sizione, non databile con esat- tezza, assume un’importanza particolare in quanto Goffredo era stato abate di Fossanova (1171) e successivamente, di Hautecombe, abbazia madre di Fossanova e di Corazzo e quin- di, direttamente implicato nella vicenda (H. Grundmann). Nonostante la dichiarazione del Capitolo generale dell’Ordine del 1192, i rapporti di amicizia, di stima, di affetto, di affinità, sia con Gioacchino, sia con fratel Rainerio, della comunità monastica di Casamari contin- uarono fino alla loro morte. Il priore di Casamari Luca Cam- pano, infatti, dopo l’elezione ad abate di La Sambucina, titubante se accettare a causa di Il contributo di personaggi illustri per la crescita di Casamari CASAMARI I personaggi che hanno fat i siamo lasciati a metà ottobre un pò stanchi per la cavalcata volta a tracciare il nostro memorandum spi- rituale e giubilare per gli ottocento anni della consacrazione della basili- ca di Casamari, ripercorrendone la storia sul sentiero – alle volte piano, alle volte accidentato – tracciato dal- l’antica venerabile Cronaca. Lo ab- biamo fatto, crediamo, nel modo più fedele possibile e per lo sforzo pro- fuso avevamo evocato un Chronica explicita, manu excidit calamus et requiem requirit (Riper- corsa la Cronaca , la penna cade dalla mano stanca e desidera il ri- poso). Oggi, a distanza di qualche mese, ripren- diamo il nostro pelle- grinaggio con Appunti di personaggi che han- no fatto la storia della nostra amata comunità monastica, iniziando da figure quali l’abate Gi- raldo, Rainerio da Pon- za, Ugolino di Segni, Giovanni di Ca- samari e dalla presenza dei Cister- censi in Umbria nella prima metà del XIII secolo. C Riprendiamo il pellegrinaggio di Padre Federico Farina* Sabato 17 Febbraio 2018 30

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golino dei Conti di Segni -legato di Innocenzo III in

Germania (1207 e 1209) perl’elezione dell’imperatore -avendo appreso la notiziadella morte di fratel Rainerioda Ponza, di getto scrisse, dinotte - hanc lucubratiumcu-lam - e senza pretesa di bellostile - rusticano et impolito ser-mone - una lettera di con-doglianze alle comunità cis-tercensi di Fossanova, diCasamari e di Salem,tessendone l’elogio ed enu-merando, con ampi riferi-menti alla Sacra Scrittura, aiPadri e ai dottori dellaChiesa, i meriti dell’estintoed esternando sentimenti didolore, di stima e di ri-conoscenza personale (Ugoli-no D’Ostia, Fratres secundummultitudinem).Rainerio da Ponza, monacocistercense, richiama con im-mediatezza la persona di unaltro monaco ed abate cister-cense, Gioacchino da Fiore; etutti e due hanno come pun-to di riferimento la comunitàdi Casamari, allora guidatadall’abate Giraldo. Quarto abate cistercense diCasamari per circa trent’an-ni, Giraldo è stato uno deipersonaggi di maggior presti-gio che l’abbazia abbia avutoin tutta la sua storia. È l’abatecui vanno accreditate, tral’altro, la progettazione dellosplendido complesso monas-tico e la parziale realiz-zazione della chiesa; a lui Ce-lestino III (1191-1198) ed In-nocenzo III (1198-1216) affi-darono legazioni prestigiose eparticolarmente scabrose. Dilui non disponiamo, purtrop-

po, di una documentazioneche ci permetta di ripercor-rerne, in modo sistematico,la nascita, la provenienza, l’e-ducazione, la formazione e ledate delmandatoabbaziale,[F. Farina –I. Vona]. Nei docu-menti, l’a-bate Giral-do, è nomi-nato per laprima voltain relazioneall’arrivo aCasamaridel “profe-ta” di Cal-abria. Il no-tarius del-l’abate, Luca Campano, suc-cessivamente priore dell’ab-bazia e, poi, arcivescovo diCosenza, nella Beati Joachimbrevis vitae synopsis, ne rievo-ca con commozione, quasicon epos, la santa amicizia.Gioacchino stesso, nella Ex-positio in Apocalypsim, ricor-da con venature di affetto edi nostalgia il tempo trascor-so in Casamari, soprattutto ladolcezza con cui si sentivalegato alla comunità e all’a-bate: “Mentre ero nell’ab-bazia di Casamari, poiché mitrattenevano ivi il venerandoGiraldo, abate del cenobio,ed i suoi confratelli con il dol-cissimo vincolo della carità”.Ed ancora Luca, nel breveprofilo biografico, sottolineala saldezza del legame spiri-tuale tra Gioacchino e l’abateGiraldo.La testimonianza di Luca ci

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permette di dedurre con si-curezza che Giraldo era giàabate di Casamari, almeno nelsecondo anno di pontificato diLucio III, vale a dire tra l’iniziodel settembre del 1182 e la finedi agosto del 1183. Sull’ondadel ricordo commosso, Luca in-troduce un altro personaggio,già monaco dell’abbazia di Fos-sanova, compagno della primaora di Gioacchino et intimuseius, trattato come fuggitivo in-sieme con lui dal Capitolo gen-erale del 1192, poi eremitanell’isola di Ponza.La Vita narra che Gioacchino,quando dalla Curia romana, di-etro sua espressa richiesta edegli anziani del suo monastero

di Corazzo, fu sollevato dai suoidoveri di abate, si ritirò nella lo-calità di Pietralata. Nel 1192 Gioacchino e fratelRainerio furono chiamati agiustificarsi a Cîteaux, entro lafesta di san Giovanni Battista e,nel caso che non l’avessero fat-to, sarebbero stati consideratifuggitivi dall’Ordine. Non es-sendosi presentati, furono, dejure, scomunicati dall’Ordine evitandi dai confratelli, [Statuti,t. I, an.1192, n.41).Contro di essi ci resta uno scrit-to molto duro di Goffredod’Auxerre, già segretario di sanBernardo, ancora certamentein vita nel 1188. La presa di po-sizione, non databile con esat-

tezza, assume un’importanzaparticolare in quanto Goffredoera stato abate di Fossanova(1171) e successivamente, diHautecombe, abbazia madre diFossanova e di Corazzo e quin-di, direttamente implicato nellavicenda (H. Grundmann).Nonostante la dichiarazione delCapitolo generale dell’Ordinedel 1192, i rapporti di amicizia,di stima, di affetto, di affinità,sia con Gioacchino, sia confratel Rainerio, della comunitàmonastica di Casamari contin-uarono fino alla loro morte. Ilpriore di Casamari Luca Cam-pano, infatti, dopo l’elezione adabate di La Sambucina,titubante se accettare a causa di

Il contributo di personaggi illustri per la crescita di Casamari

CASAMARI

I personaggi che hanno fat i siamo lasciati a metà ottobre un

pò stanchi per la cavalcata volta atracciare il nostro memorandum spi-rituale e giubilare per gli ottocentoanni della consacrazione della basili-ca di Casamari, ripercorrendone lastoria sul sentiero – alle volte piano,alle volte accidentato – tracciato dal-l’antica venerabile Cronaca. Lo ab-biamo fatto, crediamo, nel modo piùfedele possibile e per lo sforzo pro-

fuso avevamo evocatoun Chronica explicita,manu excidit calamus etrequiem requirit (Riper-corsa la Cronaca, lapenna cade dalla manostanca e desidera il ri-poso). Oggi, a distanza diqualche mese, ripren-diamo il nostro pelle-grinaggio con Appuntidi personaggi che han-no fatto la storia dellanostra amata comunitàmonastica, iniziando dafigure quali l’abate Gi-raldo, Rainerio da Pon-

za, Ugolino di Segni, Giovanni di Ca-samari e dalla presenza dei Cister-censi in Umbria nella prima metàdel XIII secolo.

CRiprendiamo il pellegrinaggio

di Padre Federico Farina*

Sabato 17

Febbraio 201830

una leggera balbuzie, fu esorta-to e convinto dalle lettere di es-ortazione dei due. Egli dichiaradi aver conservato la loro cor-rispondenza e confessa che nelgiorno del suo primo discorsoalla comunità nel capitolo, simise le loro lettere sul pettosotto l’abito monastico e si tro-vò guarito dalla balbuzie. Egli assistette Gioacchino sulletto di morte e ne scrisse conanimo riconoscente e com-mosso la vita. Ancora nel 1574il priore di Casamari, GiustoBiffolati, eletto per la visita neimonasteri maschili e fem-minili dal capitolo generale diCîteaux, convinse GiacomoGreco a trascrivere una Vita di

Gioacchino da un vetustomanoscritto che si andava sbri-ciolando.Più duraturi, più profondi e piùintensi rimasero i rapporti deimonaci di Casamari con Raine-rio da Ponza, nonostante la con-danna antecedente del Capitologenerale di Cîteaux. Egli entrònella stima di Innocenzo III ene divenne direttore spirituale,ascoltato e temuto consigliere.Legato pontificio in Spagna, inPortogallo e nella Gallia merid-ionale, Rainerio fu difensore ef-ficace dell’Ordine cistercensequando il papa, inpreparazione alla IV crociata,obbligò inflessibilmente e condurezza di linguaggio, minac-

ciandone addirittura la sop-pressione, l’Ordine cistercensealla partecipazione e la con-tribuzione per la spedizione.Le comunità cistercensi vis-sero momenti di angoscia e diannientamento (Statuti, t. I,an. 1199, n. 67). Rainerio da Ponza, dopo unaapparizione della Madonna,regina dell’Ordine, si recò dalpapa e lo minacciò in nome diMaria. Innocenzo III ne fuspaventato e dispensò dallecontribuzioni le comunità cis-tercensi che, tuttavia, in segnodi buona volontà, si obbli-garono ad una somma da sta-bilire tra loro. In occasione delCapitolo generale del 1203

Rainerio da Ponza, tramite l’a-bate Giraldo di Casamari - cherecava anche un ammonimen-to di Innocenzo III al Capitologenerale per i dissensi sul-l’elezione dei definitori e sullapartecipazione degli altri quat-tro proto-abati e della dimis-sione di uno di loro - fece re-capitare una lettera di am-monimento all’abate diCîteaux.Dal tono della lettera si de-duce che Rainerio era per-sonalmente conosciuto dall’a-bate di Cîteaux, ArnoldoAmaury, che era stato abate diPoblet in Spagna (1196-1198),abate di Grandselve, nella dio-cesi di Tolosa (1198-1201) e,

dal 1201, abate di Cîteaux. Fratel Rainerio sottolinea forte-mente la posizione e l’impor-tanza degli altri quattro proto-abati e riconosce una certagiustificazione alle lorolamentele contro l’abate diCîteaux. Arnoldo era, notoria-mente, una persona energicaed impulsiva, come più tardidimostrò di essere come legatocontro gli Albigesi e come ar-civescovo di Narbonne. Nelsuo agire e nei suoi provvedi-menti egli sembra mancaredella prudenza e della caritànecessarie per il mantenimentodell’unità e della pace.Nel rescritto del giugno 1202,come risposta alla supplica delgià arcivescovo di Lione, Gio-vanni di Clairvaux, perché ilpapa stesso componesse il pro-prium per la messa nella festadi san Bernardo, Innocenzo IIIsottolinea di aver esaudita larichiesta ad instantiam dilecti fil-ii fratris Rainerii, (Epist. V, 62,PL 214, coll. 1032-1033). Gre-gorio di Laude ed altri storicisuccessivi hanno creduto dipoter identificare questo fratelRainerio con Raniero Capocci.Ma le lettere di Innocenzo III,scritte fra il 1198 e il 1202, chenominano un fratel Rainerioquale legato in Spagna eProvenza, escludono questaidentificazione. Lo sconcerto diquesti storici deriva, probabil-mente, dal fatto che, nella sto-ria della Chiesa, Rainerio daPonza sia stato legato pontificiopur non essendo cardinale eneppure sacerdote. In più scritti di Innocenzo IIItroviamo istruzioni a fratelRainerio per la legazione pres-so i re di Laon, di Castiglia, diNavarra e del Portogallo, conmenzioni anche ai prelati diSpagna e della Francia merid-ionale. In tutte queste comuni-cazioni fratel Rainerio nonviene mai designato come cis-tercense o religioso di un altroOrdine, ma semplicementecome frate Rainerius.

CASAMARI

Una veduta dell’Abbazia di Casamari

tto la storia della comunità

Sabato 17

Febbraio 2018 31