I nuovi avventurieri della - ficpm.org · Una sorta di panico da pagina bianca e da schermo nero...

I nuovi avventurieri della coppia Di Agnès Auschitzka

50ièmes JI de la FICPM du 29 au 31 octobre 2016 à Lourdes en France Conf 1 IT par Agnès Auschitzka-Les nouveaux aventuriers du couple-

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Sommaire

« I nuovi avventurieri della coppia » ............................................................. 2

I Scegliersi, scegliere di vivere in coppia oggi ................................................. 5

II Amarsi oggi ................................................................................................... 8

Troppe cose da fare, da pensare … ........................................................... 9

… e i tempi troppo lunghi .......................................................................... 10

La fedeltà di fronte al rischio di fare nuovi incontri ................................... 10

La sessualità, la procreazione in un’ epoca del « tutto è possibile » ....... 10

Il figlio al centro .......................................................................................... 11

La medicina, proposte a volte difficili da assumere .................................. 12

La mobilità : tra il proprio lavoro e la propria coppia ................................ 12

Le nuove configurazioni famigliari ............................................................. 13

Per concludere........................................................................................... 14

« I nuovi avventurieri della coppia »

…………………………....… di Agnès Auschitzka

Scegliersi, scegliere di vivere in coppia, quale avventura, quali le sfide da

affrontare oggi per le coppie e per coloro che hanno scelto di accompagnarle

per un tratto di cammino .


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« I NUOVI AVVENTURIERI DELLA VITA DI COPPIA »

Cosa devo ancora insegnarvi che non sappiate già, voi che, per la vostra missione, siete in un legame privilegiato - talvolta da parecchi anni- con numerose coppie, molteplici e diverse, che le accogliete nell’ambito del loro progetto di matrimonio? Coppie che ascoltate con dedizione per conoscere meglio ciò che vivono concretamente giorno per giorno. La vostra esperienza è, senza dubbio, più ampia della mia, anche se esercito il mio mestiere di giornalista e approfondisco i miei studi e le mie ricerche principalmente nella sfera famigliare. Si, cosa devo insegnarvi? Questa domanda, ve lo confesso, mi ha ossessionato per diversi giorni da quando è venuto il momento di scrivere questa relazione per poi farla tradurre a fine luglio! La mia testa e la tastiera del mio computer rimanevano disperatamente bloccati! Una sorta di panico da pagina bianca e da schermo nero che anche altri sicuramente conoscono. E poi, l’ispirazione è ritornata quando ho rinunciato definitivamente ad esporvi la lista delle cifre e delle statistiche sui vari modi di fare coppia, sui vari tipi di vita di coppia, sulle separazioni, i secondi matrimoni, sui numeri di famiglie monoparentali, ricomposte, omoparentali che si constatano in ogni paese che voi rappresentate. Questo tipo di enumerazione è, lo so, sempre fastidiosa da ascoltare! Pertanto, ringrazio per inciso coloro che mi hanno inviato le fonti dove trovare questi dati per il loro paese, perché mi hanno permesso di completare le mie fonti di informazione. Perché è proprio partendo dal paesaggio della vita delle coppie di oggi che ho organizzato il mio discorso. Al di là delle constatazioni, questa conferenza, che ho intitolato: « I nuovi avventurieri della coppia », si situa nel campo antropologico dell’accoglienza benevola e della comprensione delle realtà del mondo nel quale uomini e donne si amano oggi, scelgono di vivere insieme, in coppia. Là dove si manifestano nuovi bisogni di accompagnamento, là dove i cristiani che vogliono accompagnarli devono decifrare e tracciare nuove vie perché camminino insieme verso la Gioia promessa.

Come introduzione vorrei ritornare sul titolo che ho dato alla mia relazione e che ispira l’insieme di questa conferenza.


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I nuovi avventurieri della coppia. Perché questa qualifica di nuovi avventurieri ? Certamente, vivere in coppia, legarsi ad un’altra persona diversa da sé nella fedeltà, per vivere insieme la banalità del quotidiano nei giorni migliori e peggiori, ha sempre e ovunque rappresentato un’avventura. Ma fino agli anni 60 - 70, almeno nella maggior parte dei paesi europei e occidentali, l’avventura (con i suoi rischi) era inquadrata da alcune leggi e principi molto semplici che si applicavano di generazione in generazione ed era sostenuta da tradizioni culturali, famigliari, religiose, sociali, giuridiche ancorate nelle mentalità e nei modi di vivere. In qualche modo, coloro che si lanciavano nell’avventura della vita a due, conoscevano il cammino. Sicuramente, benché predefinite e calibrate, queste avventure vissute da credenti o non credenti, riservavano alcune sorprese e momenti di sbandamento su cammini impervi o addirittura alcune cadute … ma spesso questi periodi di ombra venivano vissuti male, nel segreto, a volte nella colpevolezza, poiché il modello dominante di vita di coppia si imponeva con tanta forza, salvo diventare solo più una conchiglia vuota per coloro che affrontavano l’avventura. Ora, dopo questi anni “cerniera” che annunciano la civilizzazione che vediamo nascere, se il cuore umano non è cambiato ed è abitato in ogni punto del pianeta dallo stesso desiderio di amare e di essere amato, dobbiamo forzatamente riconoscere che non c’è più un modello coniugale né famigliare dominante, né nella società, né nelle varie Chiese, ma una pluralità di modelli di cui non si sa sempre a quale riferimento religioso o filosofico poterli collegare. Queste « nuove coppie » sono quindi ben radicate nella storia della vita coniugale e famigliare già ricca di numerosi modelli, di nuovi avventurieri che personalmente mi piace considerare come dei pionieri. Pionieri non significa che siano migliori ma neanche peggiori dei loro antenati. Né che possano inventarsi la loro strada senza accompagnamento. In questo tempo di cambiamento e in ogni ambito della vita, si manifestano, invece, delle forti attese di accompagnamento (ad esempio il successo dei tutor nel campo professionale, sportivo, parentale, ecc) .I cristiani che, come voi, hanno ricevuto una missione come accompagnatori, sono chiamati ad aprirsi allo Spirito di Dio che, appunto « rinnova la faccia della terra » e il cuore degli uomini e delle donne.. Sotto l’aspetto socio-antropologico, descriverò, in un primo tempo, ciò che cambia oggi quando le persone decidono di formare una coppia (per la prima volta o per l’ennesima volta) e in un secondo momento, farò la stessa cosa a proposito della vita quotidiana delle coppie.


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I Scegliersi, scegliere di vivere in coppia oggi Che cosa cambia per questi nuovi avventurieri e per voi che avete la sensibilità di accompagnarli e ne avete ricevuto la missione ?

Un avviso innanzitutto. Tranne qualche raro caso (che nella vostra missione di evangelizzazione non bisogna sottovalutare se si presenta) la scelta della persona con la quale si decide di vivere in coppia, non è più direttamente determinata dalla volontà di riprodurre esattamente il modello parentale o di conformarsi a quello collegato a delle particolari credenze. Già nel 2005 davanti a voi avevo parlato della fine di questo modello unico e inoltre questa realtà continua ad essere confermata non solo da tutti i sociologi specialisti della famiglia, come Martin Segalen, per la Francia1, ma anche dalle autorità religiose dei vari paesi. Certamente, se la propensione a sposarsi nello stesso ambito sociale si estingue ancora molto lentamente, non è tanto per la preoccupazione di mantenere la tradizione famigliare (e ancora meno per le classi con un ricco patrimonio per il desiderio di conservare la ricchezza nel proprio circolo famigliare) quanto piuttosto perché spontaneamente « si ama vivere con una persona che condivida un modo di vita simile, le stesse abitudini, gli stessi svaghi, dei punti di interesse comuni, lo stesso modo di parlare , ecc. Tutti elementi che dipendono in gran parte dall’origine sociale » 2 Le scelte che determinano la formazione delle coppie continuano ad essere quelle di individui che si lasciano guidare dalla bussola del sentimento amoroso. Un sentimento così potente che soprattutto oggi disprezza le convenzioni ( d’altronde in quale misura e in quale settore esse esercitano ancora oggi il loro potere determinante?), le diversità culturali, religiose, geografiche, e anche per una minoranza, non dà importanza alle differenze di età o all’identità sessuale. L’educazione morale con le norme ricevute da ciascun partner sembra anch’essa inefficace e nascosta nell’inconscio, là dove si mescolano tutte le possibilità, là dove, non dimentichiamolo, essa agisce tuttavia in silenzio, all’insaputa delle persone. Come se il sentimento amoroso provato al “momento X” fosse sufficiente a se stesso per lanciarsi nell’avventura della vita a due che, da quel momento, si presenta alla coscienza di coloro che si piacciono come un regalo vergine, senza passato né futuro. Si decide di vivere insieme, di lanciarsi nell’avventura della vita di coppia perché ci si ama, punto!

1 Leggere il numero uscito in occasione dei 25 anni della rivista Sciences humaines (Scienze umane) http://www.scienceshumaines.com/famille-la-fin-du-modele-unique_fr_35648.html 2 Osservatorio delle ineguaglianze http://www.inegalites.fr/spip.php?page=article&id_article=1977

http://www.scienceshumaines.com/famille-la-fin-du-modele-unique_fr_35648.html

http://www.inegalites.fr/spip.php?page=article&id_article=1977


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A tutti i profeti di sventura - sono ancora troppo numerosi dentro o fuori dalla Chiesa – che commentano questo fatto con ogni tipo di giudizio e di lamentela, quasi una maledizione, ho sempre voglia di chiedere con un sorriso : « Non credete che sia un buon inizio sentire dell’attrazione l’uno per l’altro e provare un sentimento amoroso quando si decide di vivere insieme? Convertire un sentimento amoroso in desiderio di amarsi e di amare l’altro come faceva Gesù non dovrebbe essere impossibile, no? Convertire un legame fondato su degli interessi, il solo rispetto delle convenzioni, la sottomissione al desiderio dei genitori mi sembra nettamente più arduo! A seconda dell’età, la storia individuale e il temperamento delle persone, la passione amorosa interviene in modo diverso nel momento in cui si decide di formare la coppia. Tuttavia si possono osservare due grandi categorie. Ci sono coloro che passano per la prima volta da una vita da single ad una vita di coppia, e che chiamerò gli avventurieri della prima ora, anche se uno dei due partners può aver già vissuto una o più vite di coppia. Per questa categoria, il mettersi in coppia significa una relazione felice e piacevole che soddisfa un certo numero di bisogni immediati: bisogno di sicurezza, di condivisione delle idee, di emozioni e di piaceri, una risposta alla loro paura della solitudine, significa comodità materiali, desiderio di un figlio, ecc … Il presente e i suoi bisogni condivisi occupano tutto il posto. Per molti di questi avventurieri della prima ora della vita a due, il futuro della relazione e della sua fecondità si inserisce raramente in un progetto a lungo termine maturato tra i due. Il segnale di partenza rimane soprattutto quello di andare a vivere insieme, in particolare quando si tratta di due avventurieri della prima ora. Abituati al clic del pc (continuamente a portata di mano tramite il cellulare) che a piacere e con immediatezza illude, cancella, restituisce, deforma, ingrandisce, restringe, confonde, allontana, ravvicina, aggiunge, moltiplica, divide, copia, interrompe, naviga e passa tutte le frontiere, questi nuovi avventurieri non sono preparati ad incontrare la dura realtà della vita di coppia. E sovente, sono le prime difficoltà della vita quotidiana (problemi economici, fastidi reciproci, disaccordi sui ritmi di vita, desiderio di un bambino da parte di uno dei due che urta con il non desiderio dell’altro o ancora l’irruzione di una prova difficile da superare) che portano l’uno e/o l’altro partner a porsi la domanda sul senso di questa vita di coppia, del suo avvenire e del suo divenire. Ma tutto ciò può anche essere la felicità e la maturazione di questo rapporto, la gioia che nasce dall'incontro nella vita quotidiana a volte amplificata da uno o più nascite di bambini, l'esperienza della forza di una lotta combattuta insieme (contro la malattia, la durata di uno sciopero, un lutto ..) che porteranno la coppia a guardare a ciò che sta accadendo in ciascuno di loro e ad interrogarsi sul senso che ognuno vuole dare alla loro relazione di amore. In questa fase dell'incontro con la realtà, che si faccia in un momento infelice o felice, questi avventurieri della prima ora potrebbero beneficiare di una prima parte di supporto che mirerebbe a fare spazio alla riflessione, alla consapevolezza e al discernimento. Il bisogno di accompagnamento si


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manifesta nell’uno o nell’altro tramite sentimenti o parole come: « Non so più dove sono » ma non arriva a far prendere loro coscienza come una possibilità e ancora meno come una necessità. Non dimentichiamo che là dove domina l’individualismo, la spinta a pensare e a dover decidere da soli per la propria vita si impone sulla persona, a costo di lasciarsi sopraffare dal dubbio, dall’esitazione, dal rimpianto, dal senso di colpa fino a lasciarsi portare via dai venti contrari. Ora, questo accompagnamento, se è fatto con rispetto e intelligenza, ridando tempo al tempo e prendendo la distanza dalle emozioni e dai sentimenti, li può portare a scoprire il valore e il significato del matrimonio civile o cristiano e entrare nel mistero di amore che li unisce al di là della sola dimensione affettiva. Oltre a questi avventurieri della prima ora ci sono quelli che non sono alla loro prima esperienza di vita di coppia, non importa se formalizzate, ufficializzate o no, o se vi siano o non vi siano figli nati da queste unioni precedenti. Coloro che si sono già cimentati nel campo coniugale, di solito meno giovani, sono mossi come gli avventurieri della prima ora dallo stesso desiderio immutabile di essere amati «per sempre». Ma ancora una volta, l'onnipotenza del sentimento di amore si comporterà in modo diverso in base alla storia (e in particolare alle precedenti storie d'amore), all'età e al temperamento di ciascuno. In alcuni, la forza dell’attuale sentimento di amore oscurerà ciò che comunque hanno sperimentato, ovvero che l'avventura della vita di coppia, poiché umana, non è solo un'avventura sentimentale. E’ il famoso « Questa volta è diverso, voglio crederci … » . E questo anche se la nuova realtà di coppia mette in gioco un certo numero di sfide, in particolare quando si tratta di «ricostruire» una famiglia o assumere una scelta fuori dalle regole (età, condizioni eccezionali di vita professionale, ampio divario nel campo della cultura, credenze, visione dell'uomo e del mondo, ecc). In breve, anche se il fardello è più pesante, il desiderio di partire per un nuovo legame che si desidera durevole si impone con forza e determinazione. Per altri, una migliore conoscenza di se stessi acquisita grazie alla precedente esperienza di vita insieme, con una certa quantità di gioie e dolori, successi e insuccessi, li rende più cauti, o addirittura paurosi nell’affrontare il cammino. Ma poi di nuovo, non sbagliamoci, nel momento in cui il desiderio di benessere e di realizzazione personale vengono messi al primo posto, la risposta a queste preoccupazioni si darà quasi esclusivamente a partire dal sentimento delle persone. Ancora una volta, sarà trascurato il lavoro necessario e complementare della riflessione, dell’analisi e del discernimento. Il fallimento delle esperienze precedenti ha esacerbato la domanda di come voglio sentirmi amato ritenuta prioritaria rispetto ad essere l'occasione per approfondire il senso di un amore, cosa che dovrebbe venir prima della sensazione di essere bene o mal amato.


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Notiamo che a differenza delle coppie formate da avventurieri della prima ora, per questi secondi il trasferimento nello stesso luogo di residenza non è sistematicamente legato alla decisione di impegnarsi in una vita di coppia duratura. In altre parole, alcune di queste coppie «esperte » possono impegnarsi in modo duraturo senza vivere la permanenza di un luogo di vita comune. Quando si fa questo trasferimento in un unico luogo, questo avverrà secondo modalità adatte alle circostanze e tenendo conto di diversi fattori: la presenza o l'assenza di figli, le costrizioni materiali, i desideri di ciascun partner, i legami e le funzioni dei membri degli/delle ex e/o nuove famiglie come i nonni, i fratelli, le sorelle, i cognati ...) In tutti i casi, vi è una reale necessità di accompagnamento umano e spirituale perchè l'impegno di una nuova vita insieme possa, al di là del sentimento d'amore, essere illuminato, approfondito, scelto più liberamente e svilupparsi così in tutta la sua dimensione di alterità e di responsabilità di fronte a tante nuove realtà da assumere che si aggiungono a quelle già eventualmente presenti di una o più unioni precedenti. Ma in questa fase, come e quando raggiungere queste coppie dell'ultima ora? Con quali modalità e quali proposte di accompagnamento umano e spirituale? Certo, alcune di queste coppie, per diversi e svariati motivi, si rivolgono alla Chiesa con un progetto di matrimonio. Il problema di raggiungerli è quindi risolto. (Il problema di fornire proposte nuove e adatte alla loro situazione, lo è forse di meno!). Ma tutti quegli altri avventurieri che si trovano alla periferia e che si preparano a vivere una nuova avventura, in unione libera, tramite un PACS o un matrimonio civile, come raggiungerli ed accompagnarli al momento di questo nuovo inizio? Molte questioni aperte si pongono oggi alle équipes CPM, mi sembra. II Amarsi oggi

La vita coniugale e familiare a lungo termine non è mai stata lo scorrere di un fiume tranquillo ... E gli sconvolgimenti che, sotto i nostri occhi, aprono una nuova civilizzazione non fanno che rendere il fiume più torrenziale. Come potrebbe essere altrimenti, sapendo che il rapporto coniugale, come ogni relazione con un altro, si incarna nelle realtà del mondo. Ciò che colpisce e sconvolge il mondo nella sua inquietudine e comprensione, nel suo funzionamento e nei suoi percorsi dà un volto nuovo all’amore coniugale. Amarsi nell’era di Internet e dei social network non è come amarsi all’epoca epistolare. Amarsi in un mondo in cui il tempo è azzerato e si misura con un click dello smartphone, dove la circolazione istantanea delle immagini non conosce confini, dove il potenziale tecnologico si sta moltiplicando a gran velocità, e questo nei campi più essenziali della vita e dell'esistenza umana,


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dove l'economia basata sul desiderio del denaro coesiste con quella della partecipazione e della collaborazione e dove i legami individuali tra persone di diverse culture e credenze convivono con delle ideologie collettive estremizzate e fondamentaliste che dividono le persone e i popoli ... E’ lunga la lista di sconvolgimenti che, ad un ritmo frenetico, si impongono alla nostra vita quotidiana. Per chiunque, il rischio di perdere la bussola è permanente, rendendo la navigazione nella nostra vita difficile e rischiosa: quale direzione prendere, dove trovare la forza per perseverare, come resistere alla paura, alla stanchezza e allo scoraggiamento? Come trovare il tempo per ammirare il paesaggio, per individuare i passaggi sicuri tra gli ostacoli? Di fronte a nuovi parametri, ci troviamo spesso nella nebbia e abbiamo difficoltà a discernere ciò che è bene per se stessi e per gli altri. Ciò che è vero per ciascuno di noi, lo è anche, se non di più, per i nuovi avventurieri della vita a due che devono condurre la loro barca coniugale e familiare senza modello. Anche io, personalmente, sono contro alcuni giudizi negativi dati sulle coppie di oggi, per il modo in cui conducono la loro barca scossa dalle rapide dell’inizio del XXI secolo. Questi giudizi sono, ne sono convinta, troppo velocemente e/o esclusivamente posti sul piano morale: «Non hanno più il senso dell’ impegno, si separano per un sì o un no, invece di ... si prendono delle libertà o fanno scelte spesso egoistiche ... insomma, le coppie oggi non conoscono le esigenze dell'amore » Alcuni cristiani non esitano ad aggiungere un’altra dose in nome delle loro certezze e della loro orgogliosa e illusoria conoscenza di ciò che Dio «esigerebbe» da coloro di cui parlano. Da parte mia, in qualità di osservatrice, ma anche come cristiana, faccio un sincero complimento a questi nuovi avventurieri che in un tale contesto, si imbarcano e si muovono senza alcun modello o con più modelli davanti agli occhi, nella bella avventura della vita a due. In particolare, mi meraviglio della loro capacità di inventiva e di ripresa. In essa, riconosco il soffio dello Spirito, che non si stanca di incoraggiare, sostenere, vivificare coloro che si amano e cercano la Gioia promessa. Detto questo, cercherò di mostrare come il caos del nostro mondo, in continua mutazione, sconvolge sempre e a volte mette a dura prova coloro che si amano e hanno scelto di camminare insieme.

Troppe cose da fare, da pensare …

Lo stress legato alla vita professionale, alla ricerca di un impiego, alla mancanza di mezzi, ai tempi di trasporto, al sovraccarico di « cose da fare » o alle sollecitazioni di ogni genere, è un lamento permanente (lo testimoniano i terapeuti e i consulenti coniugali). Uno stress mantenuto costante da quel «sempre e ovunque connesso “ che alimenta e sovraccarica costantemente la persona con emozioni, preoccupazioni, interessi, desiderio di capire, di conoscere, o semplicemente desideri, ecc … Questo avrà come


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conseguenza: l’impossibilità di beneficiare di «tempi lunghi» per entrare in se stessi, per conoscersi, interiorizzare, riflettere; non disporre più di « tempi lunghi» per assaporare, gustare o «lavorare» il proprio rapporto con la persona scelta, e, per i credenti, di collocare la propria umanità sotto lo sguardo del divino, del Dio amorevole e misericordioso, per lasciare che lo Spirito ci modelli, ci ripari, ci orienti, ci guidi ... Il tempo necessario all'artista ispirato per lavorare l’opera che porta in se stesso e permettergli di offrirla agli altri viene a mancare terribilmente nell'era dell’orologio digitale.

… e i tempi troppo lunghi

Ma accanto a questo tempo percepito «mancante» perché vissuto in modo immediato e simultaneo, ci sono oggi altri tempi vissuti come troppo lunghi perché scappano da ogni controllo: quello della ricerca di un impiego, quello che conduce alla solitudine e all’isolamento, quello dell’attesa di un contratto di affitto, dell'ottenimento di documenti (libretto di lavoro, carta di identità ...). Tempi vuoti di umanità che si perdono nei rivoli di una società tecnocratica il cui tessuto sociale si sfilaccia. Tempi vuoti di gioia che indeboliscono il rapporto di coppia.

La fedeltà di fronte al rischio di fare nuovi incontri

Sul piano dell’affettività, a causa del cambiamento dei costumi e degli stili di vita, le occasioni di «innamorarsi», di sentire un’attrazione sessuale per un uomo o donna diversi da quello o quella che si è scelto sono molteplici, a volte anche verso una persona dello stesso sesso. La facilità apparente portata dalle tecnologie di comunicazione a dare inizio segretamente e senza barriere ad una nuova passione è una seconda prova banale sempre più frequente per coloro che hanno scelto di vivere insieme, senza essere preparati.

La sessualità, la procreazione in un’ epoca del « tutto è possibile »

L'evoluzione del ruolo della sessualità nella nostra società, la sua modalità di esposizione, la sua regolarizzazione (o non regolarizzazione), il suo coinvolgimento nella procreazione opera cambiamenti radicali che non mancano di influenzare il rapporto di coppia. Sembrerebbe, in particolare, (anche se rimane molto minoritaria) che le decisioni di separarsi per dare sfogo a una relazione omosessuale aumentino sensibilmente.


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Ma è nell’ambito della procreazione che il significato e l’importanza data alla sessualità operano i cambiamenti più importanti, ovviamente, colpendo in primo luogo coloro che hanno deciso, perché si amano, di vivere insieme e di costruire una famiglia. Dopo che la contraccezione ha permesso la sessualità senza procreazione, ormai la procreazione è possibile senza la sessualità e, da allora, le diverse forme di procreazione medicalmente assistita aprono possibilità precedentemente inimmaginabili. E anche se le situazioni estreme si riferiscono solo a poche coppie, l'inconscio di tutte le coppie di oggi è abitato da queste nuove realtà che influenzano ciò che c’è di più arcaico nell'essere umano e nelle sue rappresentazioni. Mi sembra che sia giustificato parlare di un salto antropologico a proposito dell'uso della parola matrimonio per le coppie dello stesso sesso. L'evoluzione del lavoro femminile nel ceto medio / alto (ci sono sempre state delle operaie che facevano dei doppi o tripli turni) ha come conseguenza, nella maggior parte dei paesi che voi rappresentate, l’aumento dell’età per la prima maternità e quindi l'aumento delle nascite con la fecondazione in vitro. Queste rimangono sempre una prova abbastanza difficile da superare per le coppie, soprattutto quando i tentativi finiscono in un fallimento. Infine, notiamo tutte le questioni etiche, giuridiche, antropologiche e filosofiche che pongono un certo numero di modi di procreazione. Domande vertiginose per le quali non sempre si hanno risposte soddisfacenti. Le stesse domande che si pongono da soli i nuovi avventurieri della vita a due. Quale formazione di pensiero critico e filosofico hanno ricevuto questi nuovi avventurieri, quale apprendimento del discernimento hanno fatto per affrontare tali sfide?

Il figlio al centro

La forte diminuzione del numero di matrimoni ha cambiato il posto del figlio. Un tempo arrivava normalmente, come dato di fatto, appena celebrato il matrimonio. Oggi la sua nascita è programmata ed è lui che di solito fonda la famiglia (in Francia, il 60% dei bambini nasce fuori dal matrimonio). «Costruita nella sua vita intima e privata, la socializzazione della coppia diventa pubblica con la nascita del figlio » (Martine Segalen). La nascita del figlio è quindi spesso agli occhi dei nonni o «del mondo» il segno di un progetto di coppia del loro figlio o figlia. Per altri nonni che non approvavano la scelta del loro figlio, l'annuncio di un bambino segna la fine delle loro speranze di una rottura. Persone finora estranee tra loro si incontrano per la prima volta intorno ad una culla, quella del nipotino! Essi si riconoscono nonni, senza essersi conosciuti come genitori e suoceri. Sono destabilizzati da questa realtà che ha fatto loro perdere un gradino nel riconoscimento del legame intergenerazionale e la sua trasmissione. Si fa fatica a misurare gli effetti che questo cambiamento provoca sulla qualità futura delle relazioni interfamigliari.


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La medicina, proposte a volte difficili da assumere

Il campo medico è uno degli ambiti che beneficia maggiormente delle nuove tecnologie e delle loro applicazioni sia nella ricerca che nella cura. Oggi troviamo la speranza di una guarigione, la possibilità del prolungamento della vita, la riparazione o la compensazione là dove la sfortuna o la morte un tempo si imponevano in modo radicale. Con questi progressi, le coppie (come pure ciascuno) sono portate a vivere situazioni il cui peso in termini di decisioni da prendere, emozioni, «disumanità» può essere estremamente pesante. Tanto più che l'essere umano non è sempre (per qualità e mezzi) all’altezza di ciò che la macchina e i trattamenti fanno subire alle persone. A questo si aggiunge talvolta un contesto economico difficile: un certo ospedale è considerato migliore, ma senza macchina, senza soldi, senza possibilità di alloggiare in zona o di far tenere i bambini da qualcuno come si fa, ecc ? Fra tutte le situazioni che coinvolgono la medicina e la cura (malattie, invalidità ..), vorrei richiamare la vostra attenzione sulle nascite da parte di genitori in età molto prematura e sulle persone affette da disturbi mentali (Borderline, la depressione, la schizofrenia che colpisce un coniuge, un figlio o un parente stretto) come due situazioni molto dannose per l'equilibrio della coppia e della famiglia. La prima – l’età prematura - è piuttosto ben presa in carico (almeno in Francia) sul piano psicologico e relazionale. La seconda che tocca un tabù – la follia - è invece fonte di grande solitudine, isolamento, incomprensione per le famiglie. Il settore psichiatrico è trascurato dalla ricerca e dai servizi sanitari. Incominciamo, purtroppo in occasione di eventi tragici, come attacchi terroristici o altri omicidi, a renderci conto di quanto questa popolazione sia abbandonata e quanto le famiglie colpite siano indebolite e profondamente distrutte da questo tipo di patologia, rendendo le persone facile preda di ogni tipo di abuso e di manipolazione.

La mobilità : tra il proprio lavoro e la propria coppia

Sovente, per ragioni professionali, le coppie sono portate a traslocare sempre più spesso … questa mobilità è sempre esistita ma era tipica di categorie ben precise come i militari. Le famiglie si adattavano in ogni luogo diverso e si integravano nella grande famiglia di militari dove si viveva in solidarietà. La mobilità professionale di oggi non ha nulla a che vedere con questo. Può essere accompagnata da precarietà, solitudine, isolamento e mancanza di integrazione nel tessuto sociale. Nella coppia, può favorire la crescita di uno a


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discapito dell'altro, quando non li penalizza entrambi. Spesso indebolisce la permanenza del legame tra le generazioni e le relazioni con i membri acquisiti delle famiglie. Gli effetti delle nuove tecnologie della comunicazione cominciano a farsi sentire in modo positivo attraverso i social network, la videotelefonia, la gestione delle agende, ecc. Queste applicazioni evitano sempre più spesso spostamenti costosi in tempo e denaro e/o riducono gli effetti delle assenze. Ma non risolvono tutto, siamo ancora lontani da questo. Resta il fatto che tutto ciò è un vero e proprio sconvolgimento e richiede costantemente di cercare, di inventare misure per preservare l'equilibrio e l'energia degli uni e degli altri.

Le nuove configurazioni famigliari

Non le descriverò tutte, tanto sono numerose e variegate ma tutte hanno alla base l'allungamento della speranza di vita per ciascuno. Ma per quanto riguarda le famiglie cosiddette ricomposte insisterò ancora sul peso mentale che la geometria variabile di queste famiglie impone su coloro che ne sono a capo. Peso sia mentale che affettivo, sia emotivo che materiale, sia educativo, morale che relazionale. La banalizzazione di queste situazioni gioca più per il meglio che per il peggio, anche se ogni famiglia ricomposta è un puzzle particolare.. L'arrivo di una generazione di nonni anch’essa toccata dalle separazioni, ovviamente ha il suo impatto sui nuovi paesaggi famigliari e sullo sguardo che hanno le giovani generazioni nei confronti dei loro predecessori. Ci vuole coraggio, forza, resistenza per portare la propria barca in queste zone più turbolente di altre e che comportano tanta sofferenza! Molti ci riescono e ottengono la mia ammirazione. Altri falliscono, è vero e invitano alla fraternità. Due situazioni oggi testimoniano la verità e la forza dell'amore: quella delle coppie che si mantengono fedeli al loro impegno iniziale e quella delle coppie che, dopo i fallimenti, costruiscono un nuovo amore duraturo. Nei confronti della fede, è infatti lo stesso amore che attinge dalla fonte dell'amore di Dio che si dona gratuitamente a ogni uomo e ogni donna di buona volontà, cioè senza che lo abbiano meritato. La testimonianza di queste due situazioni di amore coniugale è utile per tutti quelli che «si amano e seminano» Tra le coppie cristiane fedeli al loro primo impegno si distinguono due grandi categorie: la più numerosa è formata da uomini e donne «del loro tempo» che in mezzo alle turbolenze hanno potuto, hanno saputo inventare nuovi modi per amarsi. La seconda, molto più piccola, ma che esiste, è formata da coppie che rifiutano la novità, le novità, gli sconvolgimenti del mondo e quindi riproducono in un circolo chiuso, lontano dal mondo che considerano «cattivo», il modello


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unico della famiglia di ieri. Queste coppie «fuori dal tempo» e «fuori dal mondo» hanno bisogno anch’esse di una guida che le aiuti a convertirsi all’amore evangelico, quello che Gesù ha testimoniato nel suo tempo per il mondo e per tutti coloro che lo abitano. Così forse i loro figli quando, a loro volta, sceglieranno di vivere in coppia, prenderanno come unico modello quello di Gesù che ha tanto amato il mondo. Chi nella Chiesa di oggi ha la missione di accompagnare queste coppie? Può far parte della vostra missione in unione con altri accompagnatori della pastorale familiare?

Per concludere

la mia relazione, vi racconterò una conversazione a cui ho assistito tra un giovane di 32 anni e sua nonna, in perfetto stato fisico e mentale, nonostante i suoi 96 anni: Clément (32 anni) è stato allevato con due fratelli e una sorella da genitori cristiani e «praticanti» che hanno testimoniato la loro fede con i loro impegni sia a livello civile che ecclesiastico. Oggi Clément dice di «non avere la fede». Si prepara ad esercitare la professione di avvocato, si mostra aperto e rispettoso dell’opinione, delle convinzioni, delle scelte di vita del suo prossimo e delle persone che frequenta. Ha delle belle qualità umane di onestà, gentilezza, cortesia e disponibilità. Due anni fa’, Clément ha conosciuto Delphine, una studentessa di medicina. Si sono presto innamorati l’uno dell’altra e hanno deciso di andare a vivere insieme nello stesso locale in affitto, ciascuno con la sua quota di partecipazione alle spese. In occasione di una festa di famiglia, Clément ha incontrato la nonna e le ha raccontato del suo progetto di partire per un anno con Delphine per una missione umanitaria, lui come consulente giuridico lei come aiuto-assistente in campo medico. Questa nonna è profondamente cristiana, come suo figlio, il padre di Clément, e ha testimoniato «ai suoi tempi» la sua fede in molti modi: vita di preghiera e di sacramento, molteplici impegni ecc - Nonna: E' molto bello il tuo progetto, ma perché non vi sposate prima di partire? - Clément: Sai, nonna, non sono interessato al matrimonio e Delphine, neppure... - Nonna: Eppure, il sacramento è importante per sostenere la coppia nei momenti difficili, e poi dà un senso a ciò che facciamo. - Clément: Per noi, ciò che conta è partire per questa esperienza in Burkina Faso. E poi spendere un sacco di soldi per un matrimonio non fa per noi.


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-Nonna: Ma potete sposarvi semplicemente. Io mi sono sposata subito dopo la guerra, ho anche preso in prestito l'abito da sposa da una cugina ... la grazia del sacramento è stata molto importante per tutta la vita - Clément: Dai, nonna, non ti preoccupare di noi, siamo così felici. Mi sembra che da questo breve dialogo, possiamo trarre qualche insegnamento per la vostra missione. Così invito ciascuno di voi a prestarsi all’esercizio alla luce della propria esperienza e di quello che ho appena detto. Personalmente, voglio condividere con voi una delle mie convinzioni: Prima di proporre a coloro che si amano di inserire il loro amore in un progetto sacramentale formale, non è forse essenziale riconoscere con loro la presenza di Dio in questo amore e la fecondità di questa presenza? Mi sembra che così si ridia a Dio il suo posto, Lui che è il primo ad amarci, Lui che è all’origine dei nostri amori umani. Nel nostro caso, la presenza di Dio non è forse già cosi manifesta nella vita amorosa di Clément e Delphine e nel loro progetto di partire?


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I nuovi avventurieri della - ficpm.org · Una sorta di panico da pagina bianca e da schermo nero...

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