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Osservatorio provinciale sulla violenza di genere I numeri della VIOLENZA DI GENERE Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2018

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Osservatorio provinciale sulla violenza di genere

I numeri della VIOLENZA DI GENERE

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

2018

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Osservatorio provinciale sulla violenza di genere

Episodi di violenza contro le donne in provincia di Trento

Analisi di denunce e ammonimenti 2011-2017

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Violenza contro le donne: il sistema di rilevazione

Il sistema di rilevazione delle denunce relative alla violenza contro le donne è stato ideato nel 2012 grazie alla collaborazione tra Provincia autonoma di Trento, Commissariato del Governo, Forze dell’ordine e Università di Trento.

La prima raccolta dei dati è avvenuta nel 2012 e ha riguardato le denunce sporte nell’anno solare 2011. Le rilevazioni sono continuate negli anni con revisioni e ampliamenti successivi. L’ultima, esposta in questo volume, si riferisce all’anno solare 2017.

Inizialmente, sono stati raccolti i dati relativi alle denunce presentate nel 2011 e nel 2012 a Carabinieri e Polizia di Stato. A partire dal 2013, hanno aderito al progetto anche le Procure di Trento e di Rovereto e la Polizia locale dei Comuni trentini e ciò ha permesso di arricchire il sistema di informazioni e di punti di vista preziosi sul fenomeno, per sua natura assai complesso.

A partire da questo lavoro, è possibile svolgere in Trentino analisi di medio periodo sui numeri ufficiali della violenza contro le donne che costituiscono un punto di partenza imprescindibile per potenziare e/o ideare interventi di contrasto della violenza di genere.

Il sistema di rilevazione è stato ideato, sperimentato e sistematizzato dall’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere attualmente supportato dall’Ufficio studi delle politiche e del mercato del lavoro dell’Agenzia del lavoro.

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Il quadro di riferimento istituzionale

Il piano di lavoro si basa sul Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza di genere in provincia di Trento siglato nel 2012 e poi rinnovato nel 2016 da: • Commissariato del Governo • Provincia autonoma di Trento • Consorzio dei Comuni trentini • Procure di Trento e Rovereto 1. Nel primo Protocollo si prevedeva lo sviluppo di un sistema di rilevazione delle denunce

relative alla violenza contro le donne in provincia di Trento. 2. Al momento del rinnovo si sono previste:

• La condivisione di una metodologia per la rilevazione dei dati; • La raccolta periodica dei dati in forma anonima; • Il monitoraggio costante delle attività tra i soggetti firmatari.

3. Per il futuro si prevede un’ulteriore sistematizzazione della raccolta dei dati attraverso supporti informatici.

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Il gruppo di lavoro

Il tavolo di lavoro attualmente è composto da: • Provincia autonoma di Trento:

‒ Osservatorio provinciale sulla violenza di genere - Ufficio Pari Opportunità ‒ Ufficio studi delle politiche e del mercato del lavoro (Agenzia del lavoro)

• Commissariato del Governo per la Provincia di Trento

• Arma dei Carabinieri

• Polizia di Stato

• Procura della Repubblica di Trento

• Procura della Repubblica di Rovereto

• Consorzio dei Comuni trentini in rappresentanza della Polizia Locale

• Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Trento.

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Il disegno di ricerca e la procedura di raccolta dei dati

Come per la precedente, anche per questa edizione le informazioni si riferiscono alle denunce e ai procedimenti di ammonimento potenzialmente connessi a episodi di violenza di genere presentate nel 2017 in provincia di Trento, laddove possibile inserite in ottica comparativa per il periodo 2011-2017.

Gli episodi sono selezionati in funzione della presenza di un reato assimilabile a violenza di genere in cui, cioè, le vittime sono donne e i presunti autori sono uomini. I relativi dati sono registrati attraverso una scheda di rilevazione definita dal Tavolo e compilata direttamente dalle istituzioni deputate alla raccolta delle denunce.

La complessità del fenomeno richiede una costante adattabilità degli strumenti di indagine periodicamente revisionati in base a un confronto continuo con le Istituzioni coinvolte che, ciascuna dal suo punto di vista, offre preziosi suggerimenti.

La scheda di rilevazione prevede attualmente 15 reati riferiti ad altrettanti articoli del Codice Penale che, nel caso siano commessi da un uomo contro una donna, possono essere con buona approssimazione considerati episodi di violenza di genere. Ogni scheda può registrare più reati: nel 2017 se ne sono raccolte 638 per un totale di 786 reati segnalati.

Ognuno di questi può sottendere diverse forme di violenza che in questo testo si è cercato di racchiudere secondo la tipologia prevalente: psicologica, fisica, economica, sessuale e stalking.

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Introduzione alla lettura dei dati

I dati provengono dall’analisi di denunce e procedimenti di ammonimento raccolti in provincia di Trento nel 2017 in cui la vittima è una donna e il presunto autore un uomo: si tratta di quella parte del fenomeno osservabile da un punto di vista oggettivo perché, attraverso la registrazione in atti formali di possibili reati, arriva alle istituzioni.

Va tenuto presente che questo punto di vista costituisce solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che presenta altre sfaccettature e altri numeri che faticosamente si tenta di far emergere in un impegno quotidiano al contempo culturale, di sostegno psicologico, di attivazione di politiche e interventi.

Di fatto, i numeri reali della violenza di genere rimangono ancora sottostimati.

Per questo, uno degli obiettivi assunti dal gruppo di lavoro che realizza questo studio, è proprio ricordare costantemente alla comunità l’esistenza di un fenomeno più diffuso di quel che si può immaginare: solo così sarà possibile creare un tessuto sociale sempre più favorevole alla sua emersione e, laddove possibile, alla sua prevenzione.

Di tutti questi elementi bisogna tenere conto ed essere consapevoli nella lettura dei dati che seguono.

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Denunce Valori assoluti (anni 2011-2017)

Tabella 1

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La tabella presenta il numero complessivo di denunce connesse a episodi di violenza contro le donne e la loro distribuzione per istituzione coinvolta dal 2011 al 2017.

I dati relativi a Carabinieri e Polizia di Stato sono disponibili fin dal 2011, mentre Procure e Polizia Locale si sono aggiunte nel 2013.

Anno di riferimento 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Carabinieri 396 446 415 449 411 291 289

Polizia di Stato 110 128 108 93 113 86 56

Procure 61 19 56 37 38

Polizia locale 29 161 74 118 56

Totale denunce 506 574 613 722 654 532 439

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Ammonimenti Valori assoluti (anni 2011-2017)

Tabella 2

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*Il procedimento di ammonimento è applicato anche per casi di violenza domestica a partire dal 2013. **In più casi si sono verificate sia lesioni sia percosse.

La tabella mostra i numeri complessivi distinti per tipo di reato. Nella lettura dei dati, si devono tenere in considerazione due elementi: • lo strumento dell’Ammonimento ha registrato un’espansione a seguito dell’ampliamento della sua

applicazione. Introdotto nel nostro ordinamento nel 2009 con la legge che disciplina gli atti persecutori (stalking), solo dal 2013 è applicato anche per i casi di violenza domestica: nel 2017 oltre il 75% dei procedimenti avviati ha riguardato proprio questi ultimi;

• l’avvio di un procedimento di ammonimento non implica l’emanazione effettiva dello stesso (provvedimento). Dal 2016 si è deciso di rilevare i procedimenti per poter dare conto delle due dimensioni. Nel 2017 ci sono stati 199 procedimenti e quasi uno su cinque (il 19%) non è stato poi emanato.

Provvedimenti Procedimenti

Ammonimenti per… 2011* 2012* 2013 2014 2015 2016 2017**

Violenza domestica – di cui: * * 11 116 123 181 152

Lesioni (art. 582 c.p.) 33**

Percosse (art. 581 c.p.) 119**

Atti persecutori (stalking - art. 612 bis c.p.) 12 24 21 21 26 51 56

Totale 12 24 32 137 149 232 199

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Eventi per tipologia Valori assoluti (anni 2013 – 2017)

Tabella 3

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La tabella presenta il numero di eventi registrati dal 2013 al 2017. Osservandola si può notare un andamento altalenante, con un generale calo.

È da tenere presente che la rilevazione subisce gli effetti di alcuni mutamenti normativi.

Ad esempio, il reato di ingiuria (art. 594 c.p.) è stato registrato fino al 2015 poiché da gennaio 2016 è stato depenalizzato o, come detto in precedenza, l’ammonimento si applica a casi di violenza domestica solo a partire dal 2013.

*Si ricorda che l’avvio di un procedimento di ammonimento non implica l’emanazione effettiva dello stesso (provvedimento) e che dal 2016 si è deciso di rilevare i procedimenti.

Denunce Ammonimenti Totale per anno

2013 613 32 645

2014 722 137 859

2015 654 149 803

2016 532 232* 764

2017 439 199* 638

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Incidenza sulla popolazione femminile

Tabella 4

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Per offrire una misura della dimensione del fenomeno della violenza contro le donne, è possibile stimarne l’incidenza sulla popolazione femminile. Questo valore si può ottenere rapportando il totale degli eventi rilevati nell’anno (numeratore) al numero di donne residenti in Trentino nello stesso periodo (denominatore). Si è scelto la fascia di età tra 16 e i 64 anni perché risulta la più colpita: il 91% delle denunce e il 94% dei procedimenti di ammonimento, infatti, hanno per vittima una donna in questa classe di età, per un totale di 584 episodi. In media, nel 2017 si sono avuti 3,5 eventi ogni 1.000 donne tra i 16 e i 64 anni residenti in Trentino. Considerandone la frequenza, sono stati 49 al mese pari a 1,6 ogni giorno. È importante ricordare che l’unità di analisi di questa indagine sono le denunce e i procedimenti di ammonimento: si tratta, cioè, di quella parte di eventi che vengono portati alla conoscenza dalle istituzioni preposte e che costituiscono inevitabilmente una stima del fenomeno.

Totale denunce e procedimenti di ammonimenti rilevati 2017

Totale eventi che coinvolgono donne tra i 16 e i 64 anni 584

Numero di donne tra i 16 e i 64 anni in Trentino al 1° gennaio 2017 168.688

Incidenza sulla popolazione femminile 3,5 ogni 1.000 donne

Frequenza media mensile 49 ogni mese

Frequenza media giornaliera 1,6 ogni giorno

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Tipologia di violenza: definizioni

La scheda di rilevazione prevede la possibilità di indicare 15 reati che possono poi essere accorpati in una tipologia di violenza di genere. Al fine di facilitarne la lettura, se ne specificano le definizioni:

• Violenza fisica: ogni forma di intimidazione o azione lesiva dell'integrità fisica della persona (picchiare, spintonare, strangolare, ustionare, ferire, torturare, ecc.)

• Violenza sessuale: ogni forma di coinvolgimento senza consenso in attività e/o rapporti sessuali, sia all’interno che al di fuori della coppia, molestie verbali, relazioni, visive, fisiche, ecc.

• Violenza psicologica: ogni forma di maltrattamento psicologico che si ha quando chi ne è oggetto è considerata persona priva di valore (minacciare, insultare, umiliare, isolare, essere sbattute fuori di casa, essere rinchiuse in casa, ecc.)

• Violenza economica: ogni forma di privazione o controllo che limiti l’indipendenza economica di una persona

• Stalking: comportamenti persecutori protratti nel tempo tesi a far sentire la vittima continuamente controllata, in stato di pericolo e tensione costante come pedinamenti, molestie telefoniche, appostamenti sotto casa e sul luogo di lavoro, minacce, danneggiamenti all’auto e/o ad alter proprietà della donna.

La tabella successiva riporta il dettaglio dei numeri rilevati nel 2017. Come segnalato, sono state raccolte nel complesso 638 schede (439 denunce e 199 procedimenti di ammonimento) per un totale di 786 reati ipotizzati (ogni scheda può registrare più reati).

È facilmente osservabile come buona parte degli episodi riguardi la sfera della violenza fisica e domestica con 368 casi (pari al 47% dei reati denunciati).

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Reati per tipo di violenza e di evento Valori assoluti (2017)

Tabella 5

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Tipologia di violenza Reati per tipo di evento Denunce Ammonimenti Totale

Stalking Atti persecutori (art. 612 bis) 56 56 112

Violenza psicologica

Minaccia (art. 612) 115 115

Molestia (art. 660) 19 19

Violenza privata (art. 610) 39 39

Ingiuria (art. 594) 1 1

Totale 174 174

Violenza economica Violazione obblighi familiari (art. 570) 76 76

Violenza fisica e domestica

Maltrattamenti in famiglia (art. 572) 73 73

Lesioni dolose (art. 582) 104 33 137

Percosse (art. 581) 39 119 158

Totale 216 152 368

Violenza sessuale Violenza sessuale (art.609 bis e segg.) 52 52

Altri reati gravi* 4 4

* Altri reati gravi include: Riduzione in schiavitù (art. 600); sequestro di persona (art. 605 c.p.); omicidio (art. 575 c.p.); sfruttamento della prostituzione, tentato sequestro (artt. 56 e 605); Tentato omicidio (artt. 56 e 575).

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Relazione tra vittima e presunto autore

Una delle informazioni fondamentali per comprendere il fenomeno della violenza sulle donne riguarda la relazione che intercorre tra vittima e presunto autore della violenza.

I dati che riguardano questo aspetto per le denunce e i procedimenti di ammonimento del 2017 sono presentati nella figura 1 e nella tabella 6 che evidenziano come la violenza di genere si caratterizzi per una forte connotazione domestico-familiare. La gran parte delle denunce raccolte vede come presunto autore un uomo che proviene dall’ambito familiare o è comunque noto alla vittima.

Partner ed ex partner, infatti, sono i più frequentemente indicati come presunti autori delle violenze (in totale 60%) seguiti dagli altri famigliari (10%).

La vittima dichiara di non avere alcun tipo di connessione con il presunto autore nel 10% dei casi (per un altro 7% non è possibile risalire all’informazione).

Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, dove il presunto autore è il datore di lavoro o un collega della vittima, nel 2017 sono state rilevate 8 schede pari all’1% del totale. Il contesto lavorativo rimane uno degli ambiti in cui l’emersione della violenza di genere è più difficile, proprio per l’asimmetria che spesso esiste nei rapporti professionali tra uomini e donne.

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Relazione tra vittima e presunto autore Valori assoluti e percentuali (2017)

Figura 1

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Ex-partner 180 28%

Marito 134 21%

Convivente 59 9%

Fidanzato 15 2%

Altro famigliare 60 10%

Amico, conoscente 40 6%

Vicino di casa 32 5%

Datore di lavoro o collega 8

1%

Assistito o paziente 5 1%

Nessuna relazione 64 10%

Non nota 41 7%

Partner o ex partner 388

60%

Altro familiare 60

10%

Altra forma di

conoscenza 85 13%

Nessuna relazione o non rilevata

105 17%

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Tipo di evento

Relazione tra vittima e presunto autore Denunce Ammonimenti

Partner (marito, fidanzato…) 20% 61%

Ex partner 29% 26%

Altro famigliare 11% 5%

Amico/Conoscente 14% 5%

Datore lavoro/collega 2% 1%

Assistito/paziente 1% 1%

Nessuna relazione o non noto 23% 1%

Base 439 199

Relazione tra vittima e presunto autore per tipo di evento Percentuali di colonna (2017)

Tabella 6

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Anche considerando distinti i tipi di evento, sia le denunce sia i procedimenti di ammonimento confermano che i reati arrivati all’attenzione delle istituzioni riguardano nella grande maggioranza dei casi il contesto domestico-famigliare o, comunque, di conoscenza diretta. In particolare, i procedimenti di ammonimento intervengono maggiormente laddove la relazione è ancora in corso e denunciare è più difficile: oltre un procedimento su due (61%) riguarda il partner della vittima. Includendo gli ex partner si arriva a quasi nove su dieci (87%). Nelle denunce ordinarie questi casi arrivano nel complesso al 49% ma, di contro, oltre un caso su dieci (11%) riguarda altri famigliari e il 14% un amico o conoscente.

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La distribuzione per classi di età di vittime e presunti autori

Infine, un altro elemento che si può considerare è l’età degli attori coinvolti (Tabella 7).

Oltre il 50% di vittime e di presunti autori si concentrano tra i 35 e i 54 anni. Percentuali nettamente superiori a quelle della popolazione complessiva (ultima colonna della tabella) che si attestano attorno al 30%. La violenza di genere è sovrarappresentata nella fascia d’età centrale che si rivela quella più a rischio di sperimentare episodi di violenza di genere, sia agita sia subita.

Confrontando le distribuzioni di vittime e presunti autori si può osservare come le prime siano più presenti nelle fasce al di sotto dei 35 anni rispetto ai secondi che, invece, sono più frequenti nelle fasce oltre i 45 anni.

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Distribuzione delle denunce e degli ammonimenti per classi di età di vittime e presunti autori – Valori percentuali su risposte valide (2017)

Tabella 7

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Tipo di evento Quota di popolazione per classe di età sul

totale Classe di età Denunce Ammonimenti

Vittima F

Fino a 16 anni 3% 0% 15%

16-24 anni 11% 14% 9%

25-34 anni 16% 19% 11%

35-44 anni 27% 31% 13%

45-54 anni 26% 29% 16%

55-64 anni 11% 2% 13%

65-70 anni 1% 2% 7%

Oltre 70 anni 4% 3% 17%

Autore M

Fino a 16 anni 0% 0% 17%

16-24 anni 6% 5% 10%

25-34 anni 20% 17% 11%

35-44 anni 23% 28% 14%

45-54 anni 28% 36% 16% 55-64 anni 16% 8% 13% 65-70 anni 4% 3% 7% Oltre 70 anni 2% 3% 12%

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Considerazioni conclusive

1. La violenza di genere è un fenomeno complesso, multidimensionale e per questo difficilmente misurabile.

Le denunce e i procedimenti di ammonimento registrati dalle istituzioni preposte – che con impegno costante consentono il monitoraggio di questi elementi – sono un punto di partenza imprescindibile., ma risulta evidente la necessità di continuare ad approfondire questo oggetto di studio al fine di poterlo descrivere sempre meglio, nei numeri come nelle fattispecie.

1. I dati presentati in questo volume confermano che la violenza di genere, nella grande maggioranza dei casi, riguarda la rete di relazione più vicina alle vittime – se non la più intima – che coinvolge la sfera affettiva e para-affettiva. Paradossalmente proprio quella che dovrebbe aiutare e sostenere tutti coloro che ne fanno parte. Nell’83% delle schede, infatti, il presunto autore è un uomo che proviene dal contesto familiare, relazionale o lavorativo delle donne.

2. Proprio per questo, un elemento fondamentale su cui tutta la comunità è chiamata a riflettere e a sentirsi coinvolta, è la necessità di far emergere in ogni contesto e in ogni situazione gli episodi – anche singoli – di violenza, senza sottovalutarne il significato e la portata. Perché le vittime facciano sentire la loro voce per tutelare loro stesse e (spesso) i loro figli, è fondamentale che abbiano attorno un tessuto normativo e soprattutto culturale che le faccia sentire protette e “dalla parte giusta”.

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Analisi dei dati dei servizi antiviolenza

Anno 2017

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I servizi antiviolenza si articolano in

Servizi di accoglienza residenziale: 1. Casa rifugio: struttura di ospitalità temporanea a indirizzo segreto rivolta a donne sole o con figli

minori per le quali la problematica prevalente è quella della protezione da persone violente, intrusive o dannose.

2. Case di accoglienza: strutture di ospitalità temporanea per donne sole o con figli minori vittime di violenza che presentano problematiche di disagio personale, familiare o sociale, che rendano necessari specifici interventi di supporto socio-assistenziale. In provincia di Trento, tali strutture sono gestite da Fondazione Famiglia Materna, Casa di accoglienza alla vita “Padre Angelo”, Punto d’Approdo, Casa Tridentina della Giovane.

3. Alloggi in autonomia: strutture di ospitalità temporanea per donne sole o con figli minori vittime di violenza che si caratterizzano per l’autonomia abitativa in un appartamento destinato al singolo nucleo familiare, con specifiche caratteristiche di presidio e protezione. In provincia di Trento tali strutture sono gestite da Fondazione Famiglia Materna, Casa di accoglienza alla vita “Padre Angelo”, Punto d’Approdo, ATAS, SOS Villaggio del Fanciullo, ANFFAS, Casa Rifugio e A.L.F.I.D.

Servizi non residenziali che offrono sostegno, orientamento e consulenza psicosociale e legale. In provincia di Trento tali servizi sono gestiti da Centro Antiviolenza e A.L.F.I.D.

Percorso di rieducazione rivolto ai maltrattanti, gestito dalla Fondazione Famiglia Materna e da A.L.F.I.D.

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I servizi antiviolenza

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Villaggio del Fanciullo

“Progetto SOS Mamma”

ANFASS “Progetto Stairway”

Enti che gestiscono i servizi antiviolenza

Figura 1

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Il sistema di raccolta dei dati relativi ai servizi antiviolenza

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I dati relativi alle donne che chiedono supporto ai servizi antiviolenza sono raccolti direttamente dai singoli enti della rete antiviolenza e sono registrati in un applicativo online che permette di analizzare i dati in maniera aggregata. I dati sensibili riferibili alle donne sono resi anonimi attraverso un sistema di criptazione. Per quanto riguarda la definizione delle diverse tipologie di violenza, si ripropone quanto descritto in precedenza distinguendo tra violenza fisica, violenza sessuale, violenza psicologica, violenza economica e stalking.

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Servizi residenziali

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Donne utenti dei servizi residenziali

Nel 2017 le donne costrette ad abbandonare la propria casa a causa della violenza subita e che sono state accolte in un servizio residenziale sono state 62; altre 49 donne erano già presenti nei servizi residenziali, per un totale di 111 donne presenti nelle strutture provinciali.

Rispetto all’anno precedente le presenze totali sono aumentate (circa + 10%) per effetto, in particolare, di un numero più elevato di “nuove” donne che hanno fatto il loro ingresso nelle strutture. Significativa, comunque, la presenza di donne ancora in carico dagli anni precedenti.

*Il sostanziale aumento del numero di nuovi soggetti presenti nell’anno 2015 è da imputarsi all’incremento del numero di posti

disponibili riferibili ai servizi residenziali.

Anno Soggetti già

presenti Soggetti nuovi Totale soggetti

2013 31 47 78

2014 33 41 74

2015 37 66 103*

2016 57 44 101

2017 49 62 111

Tabella 1

31 Servizi residenziali

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Caratteristiche delle donne

Le donne che accedono ai servizi residenziali sono principalmente: • di età inferiore ai 35 anni

• economicamente vulnerabili: oltre il

60% delle donne in carico non percepisce un reddito

• con un livello di istruzione distribuito in modo quasi omogeneo tra il livello medio basso e quello medio alto

• coniugate o conviventi al momento dell’accesso (oltre il 50%)

• straniere, ma con un incremento del target italiano rispetto all’anno 2016

37 63

0 23

22 54

9 35

28 17

1 14

47 37

1 0

2 13

29 41

15 0

Straniera Italiana

Citttadinanza

Vedova Nubile

Divorziata/separata Coniugata/convivente

Stato civile

Laurea Diploma

Media inferiore Nessua/elementare

Istruzione

Studentessa Casalinga

Disoccupata Con reddito

Occupazione

Oltre 70 65-70 55-64 45-54 35-44 25-34

16-24 fino a 16 anni

Età Caratteristiche - Percentuali

Figura 2

* Il completamento a 100 di ogni categoria si ottiene con i dati mancanti Servizi residenziali

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Tipologia di violenza subita

22%

31%

10%

1%

37%

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Violenza economica

Violenza fisica Violenza sessuale

Stalking Violenza psicologica

Tipologia di violenza subita dalle donne accolte nei servizi residenziali Percentuali

Tabella 2 e figura 3

33 Servizi residenziali

Tipo di violenza

Numero di violenze

Economica 62

Fisica 88

Sessuale 28

Stalking 4

Psicologica 106

Totale 288

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34

Tipologia di violenza subita

Le 288 violenze si riferiscono alle 111 donne presenti nei servizi nel corso del 2017. Questo dato mostra come una donna può essere vittima di più tipologie di violenza. Tutte le donne presenti nelle strutture residenziali hanno subito almeno violenza psicologica: è questa tipologia di vittimizzazione che rende difficile alle donne sottrarsi alle altre forme di violenza. Inoltre: una donna su quattro ha anche subito violenza sessuale, una su due violenza economica e l’80% dei soggetti dichiara di aver subito anche violenza fisica.

Servizi residenziali

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Modalità di accesso – percentuali (Base = 111)

La maggior parte delle donne che nel 2017 è entrata nelle strutture di accoglienza è stata inviata dai Servizi sociali (40%) ed Enti del Terzo Settore (24%). Diminuiti rispetto agli anni precedenti gli invii da parte delle Forze dell’Ordine.

15 19

2

40

24

Accesso diretto

Forze dell'ordine

Pronto soccorso

Servizio sociale

Enti del Terzo Settore

Figura 4

35 Servizi residenziali

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Minori presenti in struttura Tabella 3 e figura 5

Si conferma la tendenza all’aumento dei minori presenti in struttura con la madre: nel 2017 i minori accolti nelle strutture sono stati 127 (+21%); l’80% del totale dei minori ha un età inferiore agli 11 anni.

Anno Numero minori

2013 65

2014 75

2015 93

2016 100

2017 127

21

29

38

25

14

0 - 3 anni 4 - 6 anni 7 - 11 anni 12 - 18 anni Oltre 18 anni

Età dei minori - valori assoluti

36 Servizi residenziali

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Relazione con il maltrattante

Tabella 4 e figura 6

37

Maltrattante

Partner 84

Ex partner 7

Familiare 10

Amico/conoscente 2

Collega/datore di lavoro

0

Estranee 3

Non conosciuto* 4

Dato mancante 1

Totale 111

Percentuali

4

3

2

9

6

75

Non conosciuto

Estraneo

Amico, conoscente

Familiare

Ex partner

Marito, convivente, fidanzato

È confermato che nella maggioranza dei casi (75%) il soggetto maltrattante è l’uomo con cui la vittima ha una relazione intima e stabile.

*La donna non ha dato informazioni sul maltrattante.

Servizi residenziali

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Confrontando i dati relativi al totale delle donne presenti nei Servizi residenziali rispetto alle donne accolte nel 2017, si potrebbe ipotizzare una maggiore propensione a denunciare nel medio periodo probabilmente anche grazie al progressivo maturare di una percezione di sicurezza e di fiducia nella rete dei servizi coinvolti. Se, infatti, nell’anno di ingresso la percentuale delle donne che ha dichiarato di aver sporto denuncia si attesta al 38%, considerando tutte le donne presenti nei Servizi residenziali, la percentuale raggiunge il 52%.

38 Servizi residenziali

È stata sporta denuncia? Percentuale sul totale delle donne presenti nei Servizi

Percentuale sul totale delle donne accolte nei Servizi

nel 2017

No 33% 54%

Sì 52% 38%

Ritirata 3% 0%

Non noto 12% 8%

Denunce da parte delle donne presenti nei Servizi residenziali Tabella 5

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Servizi non residenziali

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Donne utenti dei servizi NON residenziali nel 2017

Sono 301 le donne che risultano in carico presso i servizi non residenziali, di cui 236 “nuove” per gli enti coinvolti.

I figli delle donne che si sono rivolte ai servizi non residenziali sono complessivamente 397.

Per quanto riguarda la modalità di accesso ai servizi, l’82% delle donne ha chiesto aiuto direttamente in maniera autonoma.

Tabella 6

41 Servizi non residenziali

Totale soggetti 301

Soggetti già in carico 65

Soggetti nuovi 236

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Caratteristiche delle donne

Le donne che accedono ai servizi non residenziali sono principalmente:

• più adulte delle donne che accedono ai servizi residenziali (il 60% delle donne ha un’età superiore a 35 anni)

• economicamente autonome: il 73% delle donne percepisce un reddito

• istruite: il 77% ha il diploma di scuola media superiore e/o di laurea

• coniugate o conviventi (59%)

• Italiane (70%)

30 70

1 22

17 59

1

24 54

19 0

3

4 15

6 73

2

2 5

7 20

33 24

6 0

Straniera Italiana

Citttadinanza

Vedova Nubile

Divorziata/separata Coniugata/convivente

Non noto Stato civile

Laurea Diploma

Media inferiore Nessua/elementare

Non noto Istruzione

Studentessa Casalinga

Disoccupata Con reddito

Non noto Occupazione

Oltre 70 65-70 55-64 45-54 35-44 25-34 16-24

fino a 16 anni Età

Caratteristiche – Percentuali*

Figura 7

Servizi non residenziali * Il completamento a 100 di ogni categoria si ottiene con i dati mancanti

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Tipologia di violenza subita

Tipo di violenza N. violenze

Economica 69

Fisica 200

Sessuale 31

Stalking 32

Psicologica 280

Totale 612 11%

68%

9% 11%

91%

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Violenza economica

Violenza fisica Violenza sessuale

Stalking Violenza psicologica

Tipologia di violenza subita dalle donne accolte nei servizi residenziali – percentuali

Tabella 7 e figura 8

43 Servizi non residenziali

Le 612 violenze si riferiscono alle 301 donne in carico ai servizi nel 2017.

Anche nei servizi non residenziali, la quasi totalità delle donne dichiara di aver subito almeno violenza psicologica, frequentemente accompagnata da violenza fisica (il 66% delle donne in carico).

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Relazione con il maltrattante

Tabella 8 e figura 9

È confermato che nella maggioranza dei casi il soggetto maltrattante è l’uomo con cui la vittima ha una relazione intima e stabile.

44

Maltrattante

Partner 183

Ex partner 72

Familiare 21

Amico/conoscente 16

Collega/datore di lavoro 5

Estraneo 4

Totale 301

Percentuali

1%

2%

5%

7%

24%

61%

Estraneo

Collega/datore di lavoro

Amico/conoscente

Familiare

Ex partner

Partner

Servizi non residenziali

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Percorso antiviolenza per uomini Cambiamenti

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47

Cambiamenti: percorso antiviolenza per uomini

È un intervento psico-educativo specializzato rivolto agli uomini che hanno esercitato comportamenti violenti nei confronti delle loro partner o ex partner.

L’intervento si pone l’obiettivo di rendere maggiormente consapevoli gli uomini che utilizzano la violenza nelle relazioni intime facilitando e supportando un’assunzione di responsabilità dei comportamenti agiti e delle loro conseguenze. L’intervento facilita inoltre l’apprendimento di modalità comportamentali non violente.

Il progetto prevede che le partner o ex partner che hanno subito violenza vengano contattate al fine di monitorare la loro condizione di sicurezza e di fornire loro informazioni sulla rete antiviolenza.

Nel 2017 hanno avuto accesso ai colloqui preliminari previsti per accedere al percorso Cambiamenti 24 uomini e di questi 7 hanno intrapreso il percorso. A questi vanno aggiunti i 12 uomini già in carico nel 2016 che hanno proseguito il percorso.

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Autori di violenza in carico al servizio Cambiamenti

Anno Colloqui

preliminari

Uomini che hanno

iniziato il percorso

Uomini già in carico l’anno precedente

Uomini che hanno

concluso il percorso

Uomini che frequentano

al 31 dicembre

Totale uomini che

hanno frequentato

2017 24 7 12 12 7 19

2016 24 16 8 10 12 24

2015 26 15 - 4 8 15

Contatto partner

Anno Donne contattate

2017 14

2016 12

2015 10

Tabella 9 e 10

48

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49

Considerazioni conclusive (1)

Numero donne utenti dei servizi Il numero di donne accolte nei servizi residenziali è aumentato rispetto al 2016 del 10% grazie all’accesso di donne “nuove”. Caratteristiche delle donne Le donne che si rivolgono ai servizi residenziali hanno caratteristiche diverse dalle utenti dei servizi non residenziali. Le prime sono più giovani, economicamente vulnerabili, straniere e con livelli di istruzione diversificati. Il gruppo di donne che invece accede ai servizi residenziali è composto da donne più mature, economicamente autonome, con un livello di istruzione medio alto, italiane. Queste differenze corrispondo alla ridotta possibilità per le donne straniere e/o economicamente vulnerabili di provvedere autonomamente, o con l’aiuto di parenti e amici, a trovare un alloggio alternativo a quello in cui convivono con il partner maltrattante, nel momento in cui decidono di allontanarsi da esso. Le donne che accedono alle due tipologie di servizi antiviolenza sono prevalentemente coniugate o conviventi.

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50

Considerazioni conclusive (2)

Tipologia di violenza In entrambe le tipologie di servizi la quasi totalità delle donne dichiara di aver subito violenza psicologica accompagnata da un altro tipo di violenza, principalmente fisica. Il numero delle violenze rispetto al numero di donne evidenzia, in entrambi i servizi, come una donna sia frequentemente vittima di più tipologie di violenza.

Violenza assistita Aumenta il numero di minori accolti nelle strutture residenziali insieme alle madri del 21%. Complessivamente, il numero di minori rilevati da entrambe le tipologie di servizi è 524.

Modalità di accesso Le donne accedono ai servizi residenziali prevalentemente attraverso l’invio dei Servizi Sociali; rispetto all’anno precedente si registra un incremento degli accessi tramite invio dagli enti del Terzo Settore e una diminuzione di invii da parte delle Forze dell’Ordine. Nel caso di servizi non residenziali le donne accedono agli stessi principalmente in modo autonomo e diretto.

Relazione con il maltrattante Nella maggior parte dei casi, il soggetto maltrattante è l’uomo con cui la vittima ha una relazione intima e stabile, per entrambe le tipologie di servizio.

Denunce Per quanto riguarda i servizi residenziali, la percentuale di donne accolte nel corso del 2017 che ha dichiarato di aver sporto denuncia è del 38%.

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Azioni e interventi da parte della Provincia autonoma di Trento

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Azioni e interventi provinciali a favore delle donne vittime di violenza (1)

Prestazione sanitaria aggiuntiva Qualora l’episodio di violenza causi lesioni tali da rendere necessarie prestazioni sanitarie non ricomprese nei livelli essenziali di assistenza, l’Azienda sanitaria può erogarle direttamente o procedere al rimborso. Ticket La donna vittima di violenza di genere è esente dal ticket di Pronto Soccorso codificato come codice bianco e codice verde. Le formichine È un progetto per l’inserimento nel mondo del lavoro di donne vittime di violenza, fragili o a rischio di emarginazione sociale. Vi si accede attraverso l’invio dei servizi sociali del Comune di Rovereto o della Comunità della Vallagarina.

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54

Azioni e interventi provinciali a favore delle donne vittime di violenza (2)

Servizi Sociali territoriali Il percorso di accompagnamento della donna che ha subito violenza è attuato nell’ambito dei servizi sociali dagli assistenti sociali attraverso la presa in carico della donna che può accedere ai servizi stessi direttamente o in via indiretta, nell'ambito dei territori di riferimento. Servizi Azienda Sanitaria Pronto Soccorso e Unità Operative di Ginecologia: gli operatori, medici ed infermieri, agiscono principalmente nelle situazioni acute o di emergenza per le conseguenze dirette di atti di maltrattamento o violenza, nelle sedi di Pronto soccorso di Arco, Borgo Valsugana, Cavalese, Cles, Rovereto, Tione e Trento. Consultorio: una delle mission del Consultorio è l’attivazione di interventi preventivi del fenomeno della violenza di genere mediante il sostegno al singolo ed alla coppia, nonché formazione ed educazione di gruppo rivolte agli adolescenti. Le situazioni sono prese in carico con interventi condivisi di équipe (psicologo, ginecologo, assistente sociale e ostetrica). Le sedi sono: Borgo Valsugana, Cavalese, Cles, Malè, Mezzolombardo, Pergine Valsugana, Riva del Garda, Rovereto, Tione, Tonadico e Trento. Il numero unico dell’emergenza sanitaria attivo 24h è il 112.

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Azioni e interventi provinciali a favore delle donne vittime di violenza (3)

Interventi di politica del lavoro Nel Documento di politica del lavoro le donne vittime di violenza sono assimilate ai soggetti svantaggiati. Pertanto se si recano presso i Centri per l’Impiego della Provincia di Trento possono contare sull’accoglienza da parte di specifici operatori ed essere sostenute in un percorso di inclusione sociale e lavorativa.

Nello specifico possono

• accedere a tirocini della durata fino a 12 mesi: Agenzia del lavoro è il soggetto promotore dei tirocini ed eroga un'indennità di tirocinio di €. 70 alla settimana;

• i datori di lavoro che assumono le donne vittime di violenza possono beneficiare di incentivi di €. 5.000 per un'assunzione a tempo determinato di 12 mesi e di €. 9.000 per due anni per un'assunzione a tempo indeterminato;

• le donne vittime di violenza possono essere indirizzate ad un inserimento lavorativo in cooperative sociali di tipo B e sostenute attraverso un voucher del valore di €. 11.000 per un'assunzione a tempo determinato di 12 mesi, e di €. 16.000 per tre anni se l'assunzione è a tempo indeterminato;

• possono accedere ai lavori socialmente utili se segnalate dai servizi sociali/sanitari;

• possono beneficiare di finanziamenti per la formazione.

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Azioni e interventi provinciali a favore delle donne vittime di violenza (4)

Fondo di solidarietà Si tratta di un intervento economico per l’anticipazione del risarcimento del danno morale riconosciuto alla donna vittima di violenza; è necessario il titolo esecutivo fondato su provvedimento dell’autorità giudiziaria di condanna al risarcimento del danno morale. Alla richiedente viene anticipato quanto dovuto dall’obbligato nella misura del 30%, per un importo massimo di 5.000 euro.

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Strumenti nazionali

Congedo per donne vittime di violenza (INPS) La dipendente ha il diritto di astenersi dal lavoro per motivi connessi al percorso di protezione per un periodo massimo di 3 mesi. Anche le lavoratrici titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa hanno diritto alla sospensione del rapporto contrattuale per una durata non superiore a tre mesi.

Ammonimento (Polizia di Stato) L’ammonimento è uno strumento amministrativo, introdotto nel 2009, come provvedimento alternativo alla querela, esclusivamente per i casi di stalking su richiesta della vittima. Non presuppone la prova certa del fatto, ma solo la sussistenza di “indizi” che rendano verosimile l’avvenuto compimento di atti persecutori e consiste in un richiamo orale del Questore rivolto allo stalker. Nel 2013 lo strumento dell’ammonimento è stato esteso anche alla violenza domestica.

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Osservatorio provinciale sulla violenza di genere (Legge provinciale 9 marzo 2010, n. 6 art. 11)

Dicembre 2018

Ufficio studi delle politiche e del mercato del lavoro Ufficio pari opportunità

Via Guardini 75, 38121 TRENTO Tel. 0461 493219

[email protected] www.pariopportunita.provincia.it