I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

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I numeri del Sistema universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

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I numeri del Sistema universitario in Piemonte: azione, risultati, prospettive

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Regione Piemonte - Assessorato all’università, ricerca, politiche per l’innovazione e l’internaziona-lizzazione, telecomunicazioni, e-government, industria ed energia - Direzione regionale Innovazione, Ricerca ed UniversitàAssessore Andrea BairatiDirettore Erica Gay

La Direzione regionale Innovazione, Ricerca ed Università ha la competenza sulle seguenti materie:• sviluppo, valorizzazione e promozione del sistema universitario piemontese, del sistema della ri-

cerca e degli interventi a favore dello sviluppo della società dell’informazione e della conoscenza;• promozione dell’internazionalizzazione del sistema universitario, del sistema della ricerca e dell’in-

novazione e degli interventi a favore dello sviluppo della società dell’informazione;• sviluppo, valorizzazione e promozione della ricerca scientifi ca, dell’innovazione e delle iniziative

per il trasferimento tecnologico;• sostegno e potenziamento del diritto allo studio;• sviluppo e gestione del Sistema informativo dell’ente (SIRE), del portale aziendale e della telefonia. www.regione.piemonte.it/innovazione/

L’Osservatorio regionale per l’Università e per il Diritto allo studio universitario è stato istituito dalla Regione Piemonte (legge regionale n. 29/1999) - d’intesa con il Comitato Regionale di Coordinamen-to, l’Università degli Studi di Torino, il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi del Piemonte Orien-tale A. Avogadro e l’EDISU Piemonte - con il compito di supportare la programmazione regionale nell’ambito del sistema universitario piemontese e delle politiche per il diritto allo studio universitario. Le sue fi nalità istitutive sono: raccogliere e aggiornare dati statistici in merito al sistema universi-tario; promuovere studi, ricerche, progetti per lo sviluppo universitario e dei servizi per il diritto allo studio; fornire supporto alle attività del Comitato Regionale di Coordinamento del Piemonte; pro-muovere la diffusione dei dati acquisiti e dei progetti elaborati.Per maggiori informazioni sulle attività dell’Osservatorio si visiti il sito www.ossreg.piemonte.it.

Urban Center Metropolitano è una struttura di presidio e supporto alla trasformazione di Torino e dell’area metropolitana, un luogo di ricerca, promozione e formazione sui temi dell’architettura e del dibattito urbano. Nato nel 2005 grazie al sostegno della Città di Torino e della Compagnia di San Paolo nell’ambito dell’Associazione Torino Internazionale (promotrice del Piano strategico), ha l’obiettivo di accompagnare i maggiori processi di cambiamento della città ponendo l’attenzione sulla qualità urbana attraverso due linee d’azione: da un lato, favorire il confronto tra gli attori eco-nomici, sociali e culturali attorno a concrete ipotesi progettuali, offrendo alle Amministrazioni pub-bliche, alle istituzioni o a soggetti privati forme di consulenza, sul piano morfologico, alle operazioni territoriali di maggiore complessità e rilevanza; dall’altro, organizzare iniziative culturali e attività di comunicazione che permettano a cittadini, studiosi e professionisti di approfondire i molti aspetti legati al mutamento della città contemporanea. www.urbancenter.to.it

Il rapporto è stato curato dalla dott.ssa Gabriella Serratrice, responsabile del Settore Università e Istituti di ricerca presso la Direzione regionale Innovazione, Ricerca ed Università della Regione Piemonte.Il lavoro è frutto della collaborazione di diversi soggetti: Alberto Stanchi (autore dei capitoli 1, 2, 5, 6, 7 e del par. 9.1), Federica Laudisa (autrice dell’introduzione, del capitolo 3 e dei parr. 7.5, 9.3, 9.4), Daniela Musto (autrice del capitolo 4 e dei parr. 1.5, 3.4, 6.4.1, 7.4, 9.2, 9.3), componenti dell’Osser-vatorio regionale; Lucia Coppo (autrice dei parr. 6.4 e 9.5) e Irene Scarfone (par. 7.6), della Direzione regionale; Giulietta Fassino (autrice del capitolo 8), dell’Urban Center Metropolitano.

Un sentito ringraziamento va agli atenei e all’EDISU Piemonte per l’attento e prezioso lavoro di revi-sione e condivisione dei contenuti.

CREDITI FOTOGRAFICI Par. 8.1: Palazzo del Rettorato, Palazzo degli stemmi, Facoltà di Agraria Grugliasco, IRVE, Palazzo Nuovo, Vetrerie Berruto, Biotecnologie, Castello del Valentino, Mirafi ori ex DAI, Ex Caserma Perrone, Residenza Borsellino, Residen-za Lungodora, Residenza Villa Claretta, Collegio Universitario Einaudi - © Michele D’Ottavio; Città universitaria della Conciliazione - © Giulia Caira; Politecnico di Torino, corso Duca degli Abruzzi - © L. Amerio; Cittadella Politecnica - © Pho-to.it Agency; Lingotto - © F. Russo; Residenza Perrone - © Olivo Tonolli.Par. 8.2: servizio fotografi co realizzato da Michele D’Ottavio.

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Indice

© 2010 Regione Piemonte, Osservatorio regionale per l’Universitàe per il Diritto allo studio universitario. Alcuni Diritti Riservati.Quest’opera è rilasciata secondo i termini della licenza CreativeCommons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5Italia (http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/)

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Introduzioni programmatiche

Assessore all’università, ricerca, politiche per l’innovazione e l'internazionalizzazione

Rettore dell’Università di Torino

Rettore del Politecnico di Torino

Rettore dell’Università del Piemonte Orientale

Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche

Presidente dell’EDISU Piemonte

Introduzione

1. Gli studenti e l’offerta formativa

1.1 L’evoluzione della domanda di formazione universitaria

1.2 La mobilità degli studenti fra le regioni

1.3 Caratteristiche sociali e provenienza scolastica degli studenti

1.4 Il dottorato di ricerca

1.5 I master e la formazione di terzo livello

1.6 L’offerta formativa

1.7 L’applicazione di alcune misure introdotte dalla riforma

1.8 In breve

2. I risultati formativi

2.1 Le performance degli studenti

2.1.1 Tasso di abbandono e studenti “in corso”

2.1.2 Età alla laurea e durata degli studi

2.1.3 Relazioni fra performance, background sociale e lavoro durante gli studi

2.2 Il profilo dei laureati

2.2.1 Quanti sono e come hanno studiato

2.2.2 La soddisfazione

2.2.3 La prosecuzione degli studi

2.3 La condizione occupazionale

2.3.1 I laureati triennali

2.3.2 I laureati specialistici a ciclo unico

2.3.3 I laureati specialistici

2.3.4 I laureati vecchio ordinamento

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3. Gli interventi regionali a sostegno degli studenti universitari

3.1 La borsa di studio

3.2 Il servizio abitativo

3.3 I contributi per programmi di mobilità internazionale

3.4 I prestiti fiduciari EDISU Money

3.5 Le attività di collaborazione a tempo parziale

3.6 Il servizio di ristorazione

3.7 Altri interventi

3.8 La spesa per interventi a favore degli studenti

3.9 In breve

4. L’internazionalizzazione del sistema universitario piemontese

4.1 Gli studenti stranieri negli atenei piemontesi

4.1.1 Gli studenti partecipanti a programmi di mobilità internazionale

4.1.2 Gli interventi a favore degli studenti in mobilità

4.2 Gli interventi a favore degli studenti stranieri

4.2.1 I borsisti stranieri: chi sono, cosa studiano, da dove vengono

4.3 In breve

5. Il personale

5.1 I docenti di ruolo

5.2 Il reclutamento: gli esiti dei concorsi

5.3 Le uscite dal sistema

5.4 Il personale a contratto

5.5 Il personale tecnico-amministrativo e la dirigenza

5.6 In breve

6. La ricerca

6.1 Le entrate per attività di ricerca

6.2 I Progetti di rilevante interesse nazionale

6.3 Il posizionamento nella valutazione della produzione scientifica

6.4 Il ruolo della Regione Piemonte

6.4.1 Gli assegni di ricerca e le altre azioni sulle risorse umane

6.4.2 Principali caratteristiche e risultati dei bandi

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7. Il finanziamento

7.1 Il Fondo di Finanziamento Ordinario

7.2 La programmazione del sistema universitario

7.3 I bilanci degli atenei: le principali voci di entrata

7.4 La contribuzione studentesca

7.5 Il finanziamento del diritto allo studio

7.5.1 Il Fondo statale integrativo

7.5.2 La tassa regionale per il diritto allo studio

7.5.3 Le risorse proprie della Regione

7.6 Il finanziamento regionale per l’edilizia

7.7 In breve

8. L’edilizia universitaria

8.1 Lo stato dell’arte: le sedi e le strutture universitarie in Piemonte

8.2 I progetti chiave per lo sviluppo del sistema

9. Azioni e prospettive del sistema universitario in Piemonte

9.1 I protocolli d’intesa Regione-Atenei e Regione-Atenei-MIUR

9.2 La Direttiva Alta Formazione

9.3 Le linee di applicazione delle intese

9.4 Il diritto allo studio universitario: oggi e domani

9.5 La promozione del sistema universitario

BIBLIOGRAFIA

ALLEGATI

Legge Regionale n. 4/2006

Protocollo d’intesa Regione-Atenei piemontesi

Protocollo d’intesa MIUR-Regione-Atenei piemontesi

Le funzioni dei comitati regionali di coordinamento

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Introduzioni programmatiche

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Se tutti paiono concordi nel ritenere il capitale umano ela ricerca veri e propri motori della crescita economica,non si riscontra altrettanta convinzione nei contenuti deiprovvedimenti effettivamente approvati. Questa consa-pevolezza, purtroppo non nuova, muove da constata-zioni ovvie: da anni si sottolinea il ritardo italiano rispettoalle più significative esperienze europee, ma ancora nonsi scorge una vera inversione di tendenza. La rituale,quanto necessaria, richiesta di risorse aggiuntive cadespesso senza esito. Con l’adesione al processo di Bolo-gna, l’Italia è riuscita ad adeguare solo in parte la propriaofferta formativa al modello su cui si è costruita la con-vergenza europea, ma resta ancora molto da fare. In-nanzitutto sul fronte finanziario. Le risorse a disposizioneper il funzionamento del sistema universitario italianosono la metà, quando non la terza parte, di quelle su cuipossono contare le istituzioni europee; ancora menoquelle per lo sviluppo di progetti di ricerca e per gli in-terventi a favore degli studenti. Anche se è indubbio cheil sistema deve progredire sul fronte del merito, dell’effi-cienza, dell’etica, è altrettanto vero che con risorsescarse è difficile avviare le riforme, anche quelle virtuose,oggi quanto mai necessarie. Ritengo altresì che le ri-sorse, da sole, non siano in grado di incidere sui com-portamenti. Maggiori risorse senza un’idea di sistema,un modello all’interno del quale collocare i singoli prov-vedimenti, non farebbero che replicare inefficienze e ne-potismi, che ci sono e vanno sanzionati.È quello che abbiamo cercato di fare in Piemonte. Inter-venire finanziariamente, ma all’interno di un’idea di si-stema. Da dove siamo partiti? Da una legge sulla ricerca,che prima non c’era e che è servita a inquadrare l’inter-vento regionale in una materia divenuta di competenzaconcorrente. Dall’idea di costituire un sistema universita-rio che fosse in grado di contemperare l’autonomia degliatenei con l’avvio di politiche comuni, focalizzate su obiet-tivi condivisi. Da una nuova visione del diritto allo studio.Partivamo da un unico Ente per il diritto allo studio regio-nale, l’Edisu Piemonte, una realtà già capace di erogare la

borsa a tutti gli idonei, e quindi da un esempio virtuoso dicui si poteva andare fieri. Partendo dalla valorizzazione deicapaci e meritevoli abbiamo iniziato un percorso finaliz-zato alla costituzione di una vera e propria comunità uni-versitaria, migliorando e ampliando le infrastrutture eprogettando servizi rivolti alla generalità degli studenti.In un quadro di risorse nazionali scarse, non poche sonostate le pressioni per un fattivo intervento della Regionesul funzionamento degli atenei. Abbiamo preferito agiresu base competitiva, premiando le ricerche svolte su set-tori di frontiera o su piattaforme tecnologiche in grado diinnescare positive ricadute sul tessuto economico. Non sipuò, infatti, continuare a denunciare l’arretratezza pro-duttiva e scientifica del paese, ritenere obsolete le produ-zioni e non agire di conseguenza. Una volta approvate lelinee d’indirizzo, abbiamo cercato di promuovere e finan-ziare azioni su cui potessero convergere tutti gli attori -università, centri di ricerca, imprese - convinti che solo conil trasferimento tecnologico e umano si possa far com-piere quel salto di qualità alle produzioni e ai servizi, ne-cessario per affrontare le difficili sfide poste dallaglobalizzazione e dalla crisi economica. Abbiamo seguitole migliori prassi internazionali e l’OECD ha valutato posi-tivamente i nostri sforzi. Abbiamo introdotto nuovi e piùseveri criteri di selezione, per far emergere l’eccellenza enon cedere a finanziamenti a pioggia: la costituzione di unnucleo di valutazione che presiedesse all’intero insiemedi azioni previste dalla legge 4 del 2006 sulla ricerca, il re-feraggio internazionale dei progetti, la valutazione cieca. Eancora: uno sforzo economico rilevante per dare più op-portunità ai giovani migliori di fare ricerca, stabilendo, perl’attribuzione degli assegni, l’obbligatorietà del possessodel dottorato di ricerca e un tetto massimo di età e, per illoro rinnovo, una certa soglia di lavori scientifici da pro-durre nel primo biennio. L’attenzione ai giovani si è con-cretizzata nei bandi rivolti ai centri pubblici di ricerca,riservando ai ricercatori con meno di 35 anni una quotadel finanziamento complessivo. La qualità della ricerca,che trae indubbio beneficio da un continuo scambio e con-

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fronto fra persone con esperienze diverse, è stata perse-guita attraverso l’apertura internazionale dei nostri ate-nei: sono oltre cento i ricercatori e i visiting professor chesi sono trasferiti in Piemonte per intraprendere un’attivitàlavorativa. Su questa strada gli atenei ci hanno seguito,anche adottando analoghi criteri nell’attribuzione di as-segni di ricerca finanziati con risorse non regionali, dimo-strando che c’è voglia di cambiare passo, di sottolineare ladistanza - che c’è - fra realtà fortemente impegnate nelladidattica, nella ricerca, nel trasferimento tecnologico ealtre, fortunatamente non presenti nella nostra regione,arroccate sui propri privilegi. Non a caso, gli atenei del Pie-monte sono sempre stati destinatari di risorse aggiuntivederivanti dai meccanismi premiali, segno che sono staticapaci di fare ricerca di punta, di far progredire gli studentinel loro percorso, di gestire oculatamente le leve finanzia-rie a loro disposizione. Questi risultati ci confortano, ancheperché i parametri utilizzati in sede nazionale, primo fratutti il peso attribuito alla qualità della ricerca scientifica,confermano le scelte fatte dalla Regione.

Erogare finanziamenti nel quadro di un sistema basato suvalutazione e valorizzazione delle competenze, dunque.Solo agli atenei sono andati più di 70 milioni di euro per iprogetti finanziati nell’ambito dei bandi di ricerca, 30 mi-lioni per assegni di ricerca, 16 per le piattaforme tecnolo-giche, 6 per i progetti su tematiche di frontiera, oltre allerisorse che si rendono necessarie per l’avvio di politichecomuni sul fronte della didattica e dell’inserimento occu-pazionale dei laureati.Questo elenco, non esaustivo, non comprende - ad esem-pio - i fondi per i poli di innovazione, a cui sono stati desti-nati 90 milioni di euro. Alle imprese aggregate ai poli,spesso di piccola dimensione e innovative, vengono ga-rantite specifiche risorse se sono disposte ad assumeregiovani ricercatori. Nell’ambito dei finanziamenti finaliz-zati al sistema universitario piemontese non vanno di-menticati quelli per interventi volti a razionalizzare alcuniaspetti gestionali, ottenendo significative economie di

spesa. E ancora: il significativo sforzo sul fronte del dirittoallo studio, come noto materia di competenza regionale.Sotto questo profilo, il Piemonte può vantare un impegnomai venuto meno: da dieci anni la Regione assicura la co-pertura finanziaria di tutti gli idonei alla borsa, anche inmomenti di oggettiva difficoltà economica. Non si riscon-trano analoghi risultati in tutte le regioni italiane. Da que-sto elemento siamo partiti per l’avvio delle nuove politiche.A cominciare dalla gestione dell’intera eredità olimpica:tutte le residenze utilizzate per l’ospitalità olimpica sonostate riconvertite a favore degli studenti, con un conse-guente raddoppio dei posti letto disponibili. Strutturenuove, spesso collocate nelle adiacenze delle sedi univer-sitarie, con servizi all’avanguardia a disposizione degli stu-denti, sono elementi importanti ai fini dell’attrattività delsistema, che è aumentata - lo testimonia questo studio -sia nei confronti degli studenti stranieri, sia dei residenti inaltre regioni italiane.La trasformazione è passata anche attraverso il passaggioda una concezione tradizionale delle mense a quella,nuova, dei ristoranti universitari, un’operazione tutt’altroche di mera immagine. Molti locali sono nuovi, luminosi,si svolgono aperitivi musicali, cene etniche o a tema escambi culturali fra i sempre più numerosi stranieri iscrittinei nostri atenei; la qualità è monitorata e sono stati av-viati progetti per il risparmio energetico e la filiera corta. Irisultati ci danno ragione: sono sempre più numerosi glistudenti che frequentano i nostri ristoranti e che ne sonosoddisfatti. Sempre di più vogliamo aprire questi luoghi atutta la comunità studentesca, non solo a coloro che - perragioni di reddito - usufruiscono di prezzi agevolati: vo-gliamo che diventino veri luoghi di confronto e di crescitaculturale. Un nuovo concetto del diritto allo studio passaanche attraverso la sperimentazione di strumenti di sup-porto innovativi e rivolti a un pubblico più vasto: una ri-flessione da cui sono nati i prestiti d’onore, strumento cheancora stenta a trovare implementazione a livello nazio-nale, ma che è stato introdotto con successo nella nostraregione. Ma ribadiamo la nostra posizione: è uno stru-

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mento che affianca, e non sostituisce, l’erogazione delleborse di studio.Una comunità studentesca ha anche bisogno di disporredi strumenti e servizi comuni: la smart card già oggi con-sente l’accesso ai ristoranti universitari, ai servizi di se-greteria degli atenei, dà diritto ai servizi di trasportopubblico a prezzi agevolati. Il numero di abbonamenti plu-rimensili venduti è aumentato dell’80%, con effetti sullamobilità e sull’ambiente facilmente immaginabili, come èscritto sui manifesti della nostra campagna un vero nuovo“movimento studentesco”.Il sistema universitario piemontese è dunque divenuto piùpartecipato, più internazionale, più attrattivo. Tutto que-sto è stato possibile grazie all’impegno congiunto dei no-stri atenei, alla volontà di far prevalere l’offerta di un’interaregione che sa parlare agli studenti di tutta Europa esor-tandoli a prendere libri e spazzolino e, come diceva laprima campagna di studyinpiemonte, dir loro: let’s travel.Nelle aule dei nostri atenei è ormai molto frequente ve-dere studenti provenire da altri paesi europei, dall’Asia,dall’Africa, dall’America Latina. I servizi messi a loro di-sposizione hanno fatto grandi passi avanti, le lezioni e gliesami sostenuti in inglese sono ormai uno strumento in-dispensabile a una vera integrazione e gli sforzi comuni-cativi della Regione hanno saputo promuovere il territorioe l’accoglienza.Ma per fare davvero sistema, occorre che le decisioni stra-tegiche trovino un luogo di discussione, di verifica e di ap-provazione. Il rafforzamento del comitato regionale dicoordinamento (CORECO) era un obiettivo di questa am-ministrazione, affinché esso diventasse organismo dovele politiche potessero trovare legittimazione e mutuo con-fronto. Il supporto tecnico fornito dall’Osservatorio regio-nale per l’Università e per il Diritto allo studio è statoprezioso e conferma la validità di una scelta ancora pocodiffusa in Italia. Il protocollo di intesa firmato fra la RegionePiemonte e gli atenei, e quello firmato dal sistema univer-sitario piemontese con il Ministero, fra i primi esempi inItalia, sono il frutto di una consapevolezza diffusa circa la

necessità di fare sistema. La Regione ha fatto la propriaparte, il Ministero non ancora, ma il percorso è avviato. Lelinee di applicazione delle intese, di cui nello studio si dàconto e ragione, rappresentano un passo importante per-ché testimoniano la volontà di perseguire obiettivi comuniattraverso l’attività di tavoli di lavoro tematici. E’ proprio acompletamento di questo processo che siamo pronti adassumerci la responsabilità di nuove funzioni in materiadi università e ricerca scientifica, ai sensi dell’art. 116 dellaCostituzione. Sulle forme e condizioni particolari di auto-nomia della Regione in ordine a tali argomenti la Giuntapiemontese ha avviato fin dal 2008 un’apposita proce-dura e una trattativa con il Governo, su cui ci auguriamoesiti positivi.In conclusione, il quadro che emerge dallo studio curatodall’Osservatorio regionale, dalla Direzione regionale com-petente, da Urban Center, con la preziosa collaborazionedegli atenei, dell’Ente per il Diritto allo studio, cui va il mioringraziamento, è sostanzialmente positivo e riflette il co-spicuo lavoro svolto, nei rispettivi ruoli e sedi, dagli attoridel sistema universitario piemontese. Ne emergono ele-menti positivi: la diminuzione della dispersione scolastica,gli sforzi per una necessaria razionalizzazione dell’offertaformativa, un quadro occupazionale migliore della medianazionale, l’investimento sui giovani ricercatori, la crescitadei servizi agli studenti, la sempre più significativa pre-senza di stranieri, sia fra gli studenti sia fra i ricercatori, laqualità della ricerca svolta, premiata anche a livello nazio-nale. Restano naturalmente alcuni fronti aperti. Fra essi latrasformazione e la riqualificazione, anche urbanistica, diintere zone di Torino e di altre città piemontesi, con alcunicantieri ormai avviati alla conclusione, come la CittadellaPolitecnica, il trasferimento delle facoltà scientifiche, del-l’Università di Torino a Grugliasco, l’area ex Italgas, e altriil cui avanzamento è stato troppo lento. Nonostante glioltre 100 milioni di euro programmati dalla Regione perinterventi edilizi (legge 29/99) la programmazione stra-tegica rimane un terreno aperto di confronto del sistemauniversitario piemontese con tutti gli enti locali. Alla luce

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delle nuove linee di indirizzo sull’offerta formativa e dellaimminente riduzione dei fondi statali servirà trovare ungiusto equilibrio fra il ripensamento delle sedi decentrate,la valorizzazione delle capacità produttive e di ricerca lo-cali e il rafforzamento dei servizi agli studenti.Vorrei che la classe dirigente di questa regione leggessequesta ricerca, confrontando questi dati con quelli dellealtre regioni italiane. Mi piacerebbe sentire più voci, co-struire coscienza e passione civile diffusa. Solo così po-tremmo fare insieme al capoluogo piemontese un primobilancio su queste politiche. L’obiettivo di far diventare To-rino e questa regione, un polo europeo della conoscenzaè ancora a portata di mano.Non ci basterà credere che i pur importanti riconosci-menti del prossimo anno di capitale europea della Scienzae dei giovani siano lì a testimoniare una transizione finita.Siamo solo all’inizio di una nuova storia.

Andrea Bairati

Assessore all’università, ricerca,

politiche per l’innovazione

e l’internazionalizzazione

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Università di Torino

L’idea di pensare alla realtà universitaria piemontese nonin termini di singole università (quattro, dopo la nascita undecennio fa - accanto agli Atenei storici: la più che seicen-tenaria Università di Torino e il centocinquantenario Poli-tecnico - dell’Università del Piemonte Orientale e, piùrecentemente, dell’Università di Scienze Gastronomiche),ma in termini di sistema è stata un’idea produttiva e vin-cente della Regione e degli stessi Atenei. Il tutto partiva dalla constatazione che, a differenza diquanto avviene in altri contesti regionali, in larga misurale Università del Piemonte agiscono in ambiti disciplinari,o territoriali, complementari piuttosto che concorrenti,formando appunto un sistema in grado, almeno poten-zialmente, di soddisfare tutte le richieste del territorio intermini di alta formazione e di produrre risultati non infi-ciati da esigenze competitive primarie che spesso frenanopiù che stimolare lo sviluppo della ricerca e dell’innova-zione. Come Università di Torino continuiamo a credere nella va-lidità di tale scelta, anche di recente ribadita in tutte le sedipolitico-istituzionali competenti e operative. Per questaragione riteniamo indispensabile non solo avvalersi -come opportunamente è avvenuto finora - della sede delComitato regionale di coordinamento per concordare de-cisioni che coinvolgono complessivamente il sistema uni-versitario, ma crediamo sia utile rafforzarne vieppiù ilruolo e la funzione.Ragionare in termini di sistema ha anche significato age-volare la firma di un accordo speciale con il Ministero cheove finalmente fosse attuato porterebbe risorse prezioseper gli Atenei della Regione anch’essi colpiti - seppure inmisura minore in virtù della loro solidità amministrativa edella loro efficienza - dai drastici tagli imposti negli ultimianni dalle leggi statali di bilancio.In effetti, nonostante le oggettive difficoltà economicheche le scelte di governo hanno determinato per gli Ateneiitaliani e più in generale per l’intero comparto dell’istru-zione, della formazione e della ricerca, le Università pie-montesi e l’Università di Torino in particolare non soltanto

sono riuscite a fare fronte alla situazione con un pareggiodi bilancio, che ha imposto sacrifici a tutti senza però cau-sare finora alcun significativo calo dell’offerta formativa edei servizi agli studenti, ma hanno mantenuto - sia sulpiano della didattica sia sul piano della ricerca scientifica- quegli standard di rendimento che hanno loro consen-tito di figurare sempre ai primissimi posti nelle principali epiù serie classifiche di merito degli Atenei italiani e, ciò chepiù conta, nella classifica stilata dallo stesso Ministero del-l’Istruzione. La progressiva carenza di risorse, congiunta agli stringentivincoli che impedisco l’aumento delle tasse e limitano leassunzioni di personale e unita altresì alla persistente con-dizione storica di sottofinanziamento che costringe adesempio l’Università di Torino a riscuotere annualmenteun Fondo di Finanziamento Ordinario di gran lunga infe-riore a quello di Università omologhe (seppur con un nu-mero di studenti comunque inferiore) come Padova oMilano Statale, non ha impedito finora al nostro Ateneo diaccrescere il numero dei propri studenti, anche que-st’anno aumentati di più di mille unità rispetto agli iscrittidell’anno scorso, in totale controtendenza con il resto del-l’Università italiana, la quale da anni ormai soffre una pe-sante, e assai preoccupante per il paese, riduzione degliimmatricolati cui corrisponde una ancor più grave ridu-zione dei laureati.Gli effetti rovinosi della crisi in atto, denunciati a più livellidalla CRUI e dal CUN, non possono essere certo minimiz-zati tanto più se non interverranno indispensabili e im-procrastinabili correzioni di rotta da parte del governo.Ciononostante l’Ateneo di Torino anche quest’anno haproseguito nella sua azione di rafforzamento della strut-tura stabilizzando tutti i lavoratori tecnici amministrativiche ne avevano diritto e bandendo circa 70 nuovi posti diricercatore; la politica dell’organico ha consentito in que-sti anni di aumentare il numero complessivo di docenti, dirinnovare per quasi due terzi la forza docente, di riequili-brare il rapporto fra professori di prima e seconda fascia ericercatori (dal 2002 ad oggi sono stati complessivamente

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banditi poco meno di 900 posti da ricercatore). Su un piano diverso ma con lo stesso spirito di rinnova-mento e difesa della tradizione di studi e di ricerca che ca-ratterizza il nostro Ateneo si è avviata quest’anno, conl’accordo della Regione Piemonte e della Compagnia diSan Paolo, la Scuola superiore di Studi dell’Università diTorino che permette a un gruppo selezionato di studenti diqualità di seguire un percorso integrativo di eccellenza pa-rallelo al loro normale corso di laurea: organizzata su dueclassi di “Governo e Scienze Umane” e di “Governo eScienze della Natura” la Scuola ha lo scopo di preparare iquadri di una classe dirigente attrezzata per le sfide con-temporanee della sostenibilità e della governance inmondo sempre più complesso e globalizzato.Sistema universitario integrato ed efficiente vuol direanche affrontare adeguatamente la questione delle sedistaccate, decentrate rispetto a Torino e alle sedi principalidegli Atenei. Il discorso sulle sedi esterne appare oggi piùche mai attuale dopo la scelta del Politecnico di Torino diabbandonare sedi anche ad alto tasso di frequenza. L’Uni-versità di Torino da questo punto di vista ha svolto fin dal-l’inizio un discorso diverso e molto chiaro. Va premesso che decentrare le sedi, anche qualora il con-tributo di enti e istituzioni locali sia - e non è sempre il caso- ampio e generoso, non è mai operazione a costo zero,implicando un impiego di docenza e di servizi che vengonocomunque sottratti alla sede torinese; ciò appare tantopiù delicato in un momento in cui - a seguito alle nuove ri-gorose normative sui requisiti minimi - assegnare docentiai corsi di laurea decentrati può significare per una facoltàmettere in pericolo la possibilità di continuare ad attivaretutti i corsi di laurea ‘torinesi’.Siamo convinti, d’altra parte, che una sede universitariadelocalizzata rispetto al nucleo centrale dell’Ateneo possaavere un senso soltanto se si tratta di un luogo in cui si fadidattica e ricerca e in cui i docenti e ricercatori non si li-mitano a una presenza occasionale per fare lezione e perpoi allontanarsi rapidamente e tornare a Torino dove tro-vano i loro indispensabili strumenti di ricerca (laboratori,

biblioteche, archivi ecc.), ma o risultano incardinati in locoo comunque ivi risiedono per svolgere la maggior partedella loro attività. Per questa ragione abbiamo avviato negli anni scorsi conle sedi principali in cui l’Università di Torino è impegnata (ecioè Cuneo e Biella) convenzioni che impegnano i sog-getti locali a finanziare posti da ricercatore banditi dal-l’Università di Torino e impegnano l’Università di Torino abandire concorsi per un congruo numero di professori as-sociati e ordinari tutti quanti da incardinare nelle due sedi.Nonostante le difficoltà economiche, la cui evenienza e di-mensione non erano prevedibili al momento della stipuladelle convenzioni, l’Università di Torino entro il primo annodi validità delle convenzioni stesse ha già avviato alcuneprocedure per l’assunzione di professori associati e di ri-cercatori, con la ferma intenzione di ottemperare, nel-l’arco dei tre anni previsti, a tutti gli obblighi assunti. Ci siaugura che gli enti locali interessati facciano altrettanto inmodo da rendere effettiva una collaborazione reciproca-mente vantaggiosa.Siamo persuasi che su simili comportamenti virtuosi sipossa fondare e alimentare la funzionalità di un sistemauniversitario che, per un verso, coinvolge direttamente piùdi centomila persone e, attraverso le loro famiglie, altrecentinaia di migliaia di individui, mentre per l’altro costi-tuisce uno dei principali soggetti di sviluppo economico,innovativo e culturale del Piemonte. Da tale dato di fatto occorre ripartire per fare opera dilobby da parte di politici e operatori economici - talvoltain questo senso distratti o poco informati delle ulterioripotenzialità del sistema - affinché la realtà universitariapiemontese non soffra più degli ingiustificati sottofinan-ziamenti che ne limitano l’azione e che ad essa impedi-scono di raggiungere obiettivi ancora più lusinghieri diquelli finora conseguiti.

Ezio PelizzettiRettore dell’Università di Torino

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Politecnico di Torino

Un sistema universitario vincente mette al centro compe-titività, alta qualità nella formazione, innovazione e tra-sferimento della conoscenza. In questo senso, quellopiemontese è un sistema universitario articolato e strut-turato, che negli anni ha saputo adeguarsi alle necessitàdella società.Nello specifico, nell’area tecnologica, il Politecnico di To-rino insieme a quello di Milano laurea più del 25% degli in-gegneri e il 40% del totale degli architetti d’Italia. Laresponsabilità verso il sistema socio-economico è quindigrande e fa sì che siano sempre più stretti i legami delmondo accademico con il tessuto territoriale, verso ilquale l’Università si configura come uno dei motori pro-pulsori sul fronte del trasferimento tecnologico, dei ser-vizi al territorio e dell’innovazione per la crescita comune.Generare, disseminare e preservare la conoscenza e ope-rare in sinergia con tutti quanti condividano l’obiettivo dimettere in comune conoscenza e innovazione, costituisceun impegno forte degli Atenei piemontesi per affrontarele grandi sfide del mondo e della società.Negli ultimi anni la realtà italiana, e quella della nostra re-gione in particolare, si è infatti profondamente modificata:da paese fortemente legato all’industria, alla produzione,stiamo andando verso società complesse in cui sempredi più sarà rilevante sviluppare la capacità progettuale. Do-vremo quindi riuscire a convertire rapidamente il suo ruolosocio-economico passando da economia di “prodotto” auna di progettazione.Gli ultimi anni sono stati poi caratterizzati da un grandecambiamento che ha percorso la nostra società, semprepiù multietnica, con maggiore accesso alla formazioneanche superiore, ma che al contempo risente della con-giuntura economica e della crisi mondiale. Abbiamo inve-stito molto sull’internazionalizzazione, come rispostaanche alla globalizzazione del mercato del lavoro. Per leuniversità la sfida futura sarà contribuire al superamentodella crisi con una formazione di qualità, più attenta alleesigenza del mondo del lavoro, che operi a stretto con-tatto con le aziende.

Per i numerosi studenti che hanno scelto gli Atenei pie-montesi, il valore intellettuale ed umano della loro espe-rienza a Torino rimarrà loro, in futuro, garanzia di serietàed affidabilità, non solo dell’Ateneo, ma di una regione e diun paese intero. I giovani provenienti da Paesi e culturecosì lontani e diversi, già oggi restituiscono valore al no-stro territorio, mettendo il loro patrimonio di energia e di-versità a disposizione degli studenti piemontesi, chemeritano un sistema universitario capace di offrire loro lapiù ampia rappresentazione possibile delle alternative edelle opportunità che hanno di fronte, spesso infinita-mente più gratificanti di quelle a cui il contesto locale li fasentire predestinati.Come Politecnico, ci siamo impegnati molto in questi anniper qualificare l’Ateneo come grande attrattore di talentida tutto il mondo. Oggi ci attende una nuova sfida, ancorapiù difficile ed importante per il futuro del paese: attrarrea noi i giovani figli di famiglie provenienti da altri Paesi chesono già nati in Italia, i cosiddetti immigrati di seconda ge-nerazione. Se avremo successo, con l’aiuto delle Istitu-zioni locali, ancora una volta sapremo contribuire in mododeterminante alla modernizzazione del paese, alla suacrescita, al suo armonioso sviluppo. Il nostro obiettivo deve quindi essere quello di costituireuna rete diffusa di competenze interdisciplinari, stretta-mente connesse alle esigenze della società e del mondodel lavoro. Il sistema delle università, della ricerca e delleistituzioni di questa regione è forte e coeso e, ne sono con-vinto, un interlocutore serio con cui avviare un percorsodi riforme nell’ottica della maggiore rispondenza dell’of-ferta formativa e delle prospettive della ricerca alla richie-sta del territorio.

Francesco ProfumoRettore del Politecnico di Torino

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Università del Piemonte Orientale

L’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”è un Ateneo relativamente giovane: fondato nel 1998, hasolo undici anni di vita. Eppure ha già condotto a terminemolte iniziative edilizie: più di una sede è stata inauguratain questi ultimi anni, talora derivata da importanti ristrut-turazioni di edifici pre-esistenti, talora edificata ex novo.Le facoltà di Farmacia a Novara e di Scienze Matematiche,Fisiche e Naturali ad Alessandria, per esempio, sono ospi-tate in edifici moderni e all’avanguardia.Proprio perché di un Ateneo “giovane” si tratta, non si puònegare che molto deve ancora essere fatto; vi sono ancoraopere di ristrutturazione in corso, in alcuni casi progettiancora da iniziare o da ultimare. L’“Avogadro”, tuttavia,guarda al futuro con ottimismo; in tutte e tre le città sonoprevisti importanti interventi di recupero e ristruttura-zione, che, con l’Università, coinvolgono in prima linea laRegione Piemonte, il cui sostegno finanziario è stato e saràfondamentale, i Comuni e le Province di Alessandria, No-vara e Vercelli e le Fondazioni bancarie.Ad Alessandria, dopo il completamento e l’inaugurazionedella nuova sede della facoltà di Scienze MFN, si è in trat-tativa con il Comune e con la Provincia per l’individuazionedi una nuova sede per la facoltà di Giurisprudenza; nelcontempo la Fondazione della Cassa di Risparmio di To-rino ha garantito il suo apporto finanziario.A Novara stanno per iniziare i lavori per il raddoppio dellaCaserma Perrone, che al momento ospita la facoltà di Eco-nomia e parte delle aule destinate alla didattica della fa-coltà di Medicina. L’obiettivo è la costruzione di uncampus comprensivo di collegio e mensa. L’opera sarà at-tuata, oltre che con il contributo della Regione, con un fi-nanziamento della Fondazione CARIPLO.Per la facoltà di Medicina, Chirurgia e Scienze della Salutee per i dipartimenti di ricerca medica la soluzione previstaè legata alla costruzione del nuovo ospedale di Novara: sitratta, con sostanziale novità di intenti rispetto allo stessopanorama nazionale, di costruire un ospedale di insegna-mento, una “Cittadella della Salute”, che sia nel contemposede di attività didattica, di ricerca, di assistenza e di spe-

rimentazione, che unisca cioè le competenze stretta-mente universitarie con quelle propriamente ospedaliere.La sfida non è semplice, ma devo dire che l’Ateneo ha tro-vato sia nella Direzione dell’Azienda Ospedaliera “Mag-giore della Carità”, sia nel Comune e nella Provincia diNovara, sia nella Regione Piemonte, convinti sostenitori diquesto progetto.Infine, venendo a Vercelli, in pieno accordo con il Comunee la Provincia si intende valorizzare l’intera area del vec-chio Ospedale e dell’attiguo parcheggio, con la costru-zione di un’aula magna e la sistemazione negli edificistorici delle nuove sedi del Rettorato e della Biblioteca delDipartimento di Studi Umanistici (nonché della nuova Bi-blioteca Comunale). Si tratta di un progetto di grande re-spiro, realizzabile grazie al sostegno finanziario dellaFondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, che intende tra-sformare un angolo suggestivo, ma in larga parte degra-dato, del centro storico in una “Cittadella della Cultura” aservizio di tutta la città.Questo insieme di interventi fa parte, a mio avviso, di unprocesso di radicamento territoriale dell’Ateneo che, oggi,non può più essere concepito solo come espressione delrafforzamento e del completamento dell’impianto infra-strutturale e strumentale dell’Università. La nuova fron-tiera del radicamento si deve misurare con il definitivoaccreditamento (e riconoscimento) dell’“Avogadro” comesoggetto attivo, stabile e compartecipe delle dinamichelocali e non solo come mero erogatore di servizi: dunquecome una Università che ha “testa e cuore” dentro il ter-ritorio e dentro le reti istituzionali che lo innervano.

Paolo GarbarinoRettore dell’Università del Piemonte Orientale

“Amedeo Avogadro”

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Università di Scienze Gastronomiche

L’assetto istituzionaleL’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, nonstatale, legalmente riconosciuta, è stata istituita con DM15 aprile 2005, sulla base di quanto previsto dalla pro-grammazione triennale del sistema universitario per iltriennio 2004-2006 (v. D.M. n. 262 del 5 agosto 2004),con l’autorizzazione al rilascio di titoli di studio aventi va-lore legale a decorrere dall’anno accademico2004/2005.Al termine del primo triennio di attività, secondo quantoprevisto dallo Statuto dell’Ateneo, il Comitato Ordinatoree il Comitato Tecnico-Organizzativo, organi transitori par-ticolarmente flessibili previsti per permettere all’Univer-sità di operare nella fase successiva alla sua istituzione,sono stati sostituiti rispettivamente dal Consiglio di fa-coltà e dal Consiglio di Amministrazione. La costituzionedi questi due organi ha rivestito indubbia rilevanza per lavita dell’Ateneo, in quanto ha consentito a tutti i docentidi ruolo, unitamente al rappresentante dei ricercatori e alrappresentante degli studenti, di sedere nel Consiglio difacoltà, contribuendo in maniera diretta alla program-mazione e alla gestione dell’attività accademica del-l’Ateneo; per quanto riguarda, invece, il Consiglio diAmministrazione, è da rilevare che in esso sono chiamatia sedere, tra gli altri, i rappresentanti designati dai Socifondatori dell’Associazione Amici dell'Università diScienze Gastronomiche, ente promotore dell’Università,e il rappresentante del Ministero dell'Istruzione, del-l'Università e della Ricerca.

Le infrastruttureLe attività didattiche si svolgono in un’ala del complessoimmobiliare denominato “Agenzia di Pollenzo”. All’in-terno di questa struttura, erano state messe a disposi-zione degli studenti cinque aule, quattro delle qualiaventi una capienza di 20 posti ciascuna e una capacedi ospitare 75 studenti; pur trattandosi di una sistema-zione transitoria, all’apertura del primo anno accade-mico l’Università era in grado di assicurare ai propri

studenti un numero di aule e di posti a sedere sufficiential regolare svolgimento delle lezioni previste dal calen-dario didattico.Nel frattempo, l’Associazione Amici dell’Università diScienze Gastronomiche, soggetto promotore dell’Uni-versità, aveva provveduto all’individuazione e alla con-seguente acquisizione di un’ area immobiliare nota come“Cascina Albertina”, i cui lavori di ristrutturazione sonoterminati alla fine dell’estate del 2005, in tempo perl’apertura del secondo anno accademico. Proprio a de-correre dall’anno accademico 2005/2006, la maggiorparte dell’attività didattica dell’Università degli Studi diScienze Gastronomiche è ospitata presso le aule dellacosiddetta “Cascina Albertina”, mentre presso i localidell’ “Agenzia di Pollenzo” sono stati ubicati gli uffici am-ministrativi dell’Università.Nel corso del 2007 l’Università degli Studi di Scienze Ga-stronomiche è stata formalmente inserita tra gli Ateneipiemontesi beneficiari della Legge Regionale 18 novem-bre 1999, n. 29 “Interventi per l’Università e il Diritto allostudio universitario”, per i quali la Giunta Regionale ha ap-provato l’assegnazione di un finanziamento complessivodi circa 100 milioni di euro. In base a questa legge il nostroAteneo ha ricevuto dalla Regione Piemonte per il biennio2007-2008 un contributo pari alla somma di 1,5 milioni dieuro, per un piano di investimenti che ha portato all’ac-quisizione degli spazi nei quali è ospitata l’attività didat-tica, precedentemente di proprietà dell’AssociazioneAmici dell'Università di Scienze Gastronomiche, ente pro-motore dell’Ateneo.Per sostenere la parte sperimentale della didattica voltaad educare al “gusto” ed al senso estetico della comuni-cazione sono stati attivati il laboratorio di analisi senso-riale, da 25 postazioni, e il laboratorio di comunicazione,composto da 22 postazioni.La biblioteca dell’Università degli Studi di Scienze Ga-stronomiche aderisce al Sistema Bibliotecario Nazio-nale; i volumi sono catalogati secondo gli standard SBN,indicizzati per soggetto seguendo il “Soggettario di Fi-

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renze” e classificati secondo la “Classificazione Deci-male Dewey”. Il catalogo dei volumi è consultabile attra-verso “LibrinLinea”, opac collettivo della biblioteche SBNpiemontesi, ovvero un catalogo elettronico dei libri e deiperiodici consultabile in rete e inserito nel circuito degliOPAC universitari.E' in atto l'attivazione di una convenzione con l'Univer-sità di Torino per attivare servizi di banche dati e serviziSFX per la consultazione dei periodici. La biblioteca del-l'Università, piccola ma in continua espansione, è unicanel suo genere, raccogliendo e selezionando testi e pe-riodici di un settore disciplinare, le scienze gastronomi-che, generalmente scarsamente documentato nellebiblioteche universitarie italiane.Infine, presso i locali della biblioteca sono allestite cin-que postazioni informatiche, collegate alla rete Internet.

Rapporti con enti e istituzioniSin dalla sua istituzione, l’Ateneo ha attivato relazioni ditipo istituzionale e accademico con enti e istituzioni siadel territorio sia internazionali, oltre ad una proficua retedi rapporti con Atenei italiani e stranieri, finalizzate allarealizzazione di attività didattiche e di ricerca.

Le numerose convenzioni, le lettere di intenti e gli ac-cordi sono state sottoscritte dall’Università degli Studidi Scienze Gastronomiche nell’intento di implementareuna rete di collaborazioni con Atenei italiani e stranieri, fi-nalizzata all’attività didattica ed alle future collaborazioniper lo sviluppo di progetti di ricerca. In particolare, al-cune delle convenzioni stipulate sono mirate all’orga-nizzazione di viaggi formativi previsti dal piano di studi,attraverso i quali gli studenti del Corso di Laurea trien-nale hanno l’opportunità di sperimentare sul territorioquanto appreso in aula esaltando un modello didatticoesclusivo. Per quanto riguarda, invece, il Corso di LaureaMagistrale, le convenzioni con altre Università, in parti-colare, ad oggi, l’Università statunitense del New Ham-pshire, hanno come obiettivo quello di dare agli studenti

la possibilità di frequentare parte degli insegnamentiprevisti dal piano degli studi presso un Ateneo straniero. A questi accordi si affiancano convenzioni con Atenei ita-liani e stranieri volte in particolare ad agevolare il reci-proco ricorso da parte delle Università firmatarie alledocenze dei propri docenti di ruolo.Infine, gli accordi di varia natura sottoscritti con gli Ate-nei piemontesi, con la Regione Piemonte e con altri entiradicati sul territorio confermano l’ingresso a pieno ti-tolo dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomi-che nel sistema universitario piemontese, composto daquattro Atenei, fortemente differenziati in quanto alla vo-cazione, agli obiettivi e alle modalità di raggiungimentodegli stessi, ma capaci di progettualità comune.

Alta formazione e ricercaNel corso dei primi anni accademici successivi alla suaistituzione, l’attività accademica dell’Università si è datacome obiettivo primario e imprescindibile l’organizza-zione dell’attività didattica rivolta agli studenti, consi-stente nella definizione dei corsi facenti parte dell’offertaformativa e nella costituzione di un corpo docente ade-guato al quale affidare la copertura degli insegnamenti.Pertanto, l’anno accademico 2004/2005, primo anno diattività dell’Ateneo, ha visto l’attivazione del Corso diLaurea in Scienze Gastronomiche, con la conseguenteiscrizione delle prime matricole.Con l’anno accademico 2006/2007 è stato raggiunto ilcompletamento del primo ciclo del Corso di Laureatriennale, con il conseguente ottenimento del titolo dilaurea da parte dei primi studenti, mentre l’anno acca-demico 2007/2008 ha visto l’attivazione del Corso diLaurea Specialistica in Valorizzazione e gestione delle ri-sorse gastronomiche.Ottemperando alle disposizioni del DM 270/2004, insede di attivazione dell’offerta formativa dell’anno ac-cademico 2008/2009, l’Università ha messo in atto latrasformazione del Corso di Laurea triennale in ScienzeGastronomiche, attivato a decorrere dall’anno accade-

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mico 2004/2005 all’interno della Classe di Laurea L-20- Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali,nel Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche, proget-tato sulla nuova Classe di Laurea L-26 - Scienze e Tec-nologie alimentari, e, nel contempo, ha sostituito il Corsodi Laurea Specialistica in Valorizzazione e gestione dellerisorse gastronomiche, costruito sulla base della Classedi Laurea L-78/S - Scienze e tecnologie agroalimentari,con il Corso di Laurea Magistrale in Promozione e ge-stione del patrimonio gastronomico e turistico, proget-tato sulla Classe di Laurea LM-49 - Progettazione egestione dei sistemi turistici.L’Ateneo si è prefissato l’obiettivo di diventare un cen-tro internazionale di formazione e di ricerca, al servizio dichi opera per un'agricoltura rinnovata, per il manteni-mento della biodiversità, per un rapporto organico tragastronomia e scienze agrarie. I due Corsi di Studio atti-vati si propongono di formare una nuova figura profes-sionale, il gastronomo, capace di operare nellaproduzione, distribuzione, promozione e comunicazionedell'agroalimentare di qualità: l'Università licenzia infattii futuri esperti di comunicazione, divulgatori e redattorimultimediali in campo enogastronomico, addetti al mar-keting di prodotti d'eccellenza, manager di consorzi ditutela o di aziende del settore agroalimentare o di entituristici. Gli studenti, provenienti da ogni parte delmondo, acquisiscono una formazione attiva e dinamica,grazie alla complementarietà tra formazione umanisticae formazione scientifica, al forte training sensoriale, al-l'esperienza diretta (attraverso i viaggi didattici nei cin-que continenti) dei processi artigianali e industriali diproduzione e di elaborazione del cibo.Parte integrante dell’attività didattica, conformementea quanto indicato nell’ordinamento didattico, è stata findal primo anno di attivazione del Corso di Laurea, l’or-ganizzazione dei viaggi didattici effettuati presso pro-duttori, artigiani, industrie, enti e consorzi di tutela e retidi distribuzione destinati a far sperimentare sul campoagli studenti le nozioni apprese nella didattica istituzio-

nale e a fornire una conoscenza diretta dei processi diproduzione e di trasformazione degli alimenti. Nel corsodei viaggi didattici vengono inoltre impartite lezioni daparte di docenti dell’Ateneo e soprattutto da parte di do-centi di altri Atenei o di tecnici delle strutture ospitanti.Questi viaggi, per ciascun anno di corso, hanno una du-rata complessiva di circa 40 giorni, distribuiti su cinquesedi all’anno, italiane e straniere, europee e extra-euro-pee. La realizzazione di ciascun viaggio prevede un fortecoinvolgimento, e in alcuni casi, una diretta sponsoriz-zazione delle realtà locali, istituzioni di ricerca, consorzi,presidi Slow Food, aziende produttrici, il cui riferimentoè disponibile analiticamente sul sito dell’Università. Nellostesso ambito di attività si colloca, in alcuni casi, la rea-lizzazione di tirocini che vedono i futuri laureati coinvoltiin una rete di collaborazione con gli operatori locali.Per quanto riguarda il Corso di Laurea Magistrale, l’annoaccademico 2008/2009 ha visto l’avvio del II anno dicorso, i cui studenti, nell’estate 2009, hanno frequentatotre mesi di studio presso l’Università statunitense delNew Hampshire, sulla base di una convenzione sotto-scritta dai due Atenei.A seguito della presentazione nell’ambito della DirettivaAlta Formazione della Regione Piemonte per il finanzia-mento dei Master universitari di I e di II livello, il Consigliodi facoltà dell’Ateneo ha deliberato la partecipazione alsuddetto bando regionale, presentando le seguenti dueproposte di Master universitario di I livello:- Master di I livello in Enogastronomia e management

dell’ospitalità;- Master di I livello in management dell’impresa coo-

perativa per le produzioni alimentari di piccola scala;gli stessi saranno attivati nel corso dell’anno accademico2009/2010, in collaborazione con gli altri Atenei pie-montesi.

L’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche rea-lizza iniziative proprie dell'Ateneo su collaborazione re-gionale; tra i principali progetti in corso citiamo la

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costituenda Scuola di Alti Studi in materia di politiche ali-mentari e sostenibilità, che vuole essere un percorso diformazione unico per approfondire i temi dell’agroali-mentare, della sostenibilità e dell’ecologia, aperto a ope-ratori del settore, imprenditori, docenti, studenti,rappresentanti di enti e istituzioni. A questo proposito sisegnale il recente convegno internazionale “Politiche ali-mentari e sostenibilità”, che ha aperto la prima annualitàdella Scuola di Alti Studi. La Scuola di Alti Studi si rivolgea quanti - imprenditori, docenti, studenti, operatori dellacooperazione internazionale, istituzioni - vogliano ap-profondire le tematiche legate alle politiche agricole perragionare sull’idea complessa e complessiva di politichealimentari. Un approccio necessariamente interdiscipli-nare, fondamentale alla formazione di quanti, nel pub-blico o nel privato, operano a qualsiasi titolo nell'ambitodell’agroalimentare e dell'ecologia.I rapporti con le istituzioni scolastiche si sono consoli-dati ulteriormente con la partecipazione dell’Universitàad aggregazioni (di cui fanno parte istituti secondari su-periori, agenzie di formazione, enti pubblici e privati,centri di ricerca e aziende) per la costituzione dei cosid-detti Poli formativi, per l’organizzazione di corsi profes-sionalizzanti post-diploma, finanziati dalle Regioni.

L’attività di ricerca dei docenti e dei ricercatori, volta asostenere e a far evolvere i contenuti dei corsi universi-tari, è stata ridefinita e riorganizzata con la costituzionedi una unità di direzione indirizzo e coordinamento cheha i seguenti compiti:- coordinamento della scuola di Dottorato sulle “poli-

tiche alimentari e sostenibilità” con l’attivazione egestione dei progetti di ricerca individuali realizzati inconvenzione con imprese ed istituzioni;

- ricerca, selezione e presentazione dei progetti nel-l’ambito di bandi regionali, nazionali, internazionali;

- trasferimento di conoscenze; - attivazione e gestione delle convenzioni di ricerca;- accordi internazionali.

L’avvio della divisione “ricerca”, all’interno dell’Univer-sità di Scienze Gastronomiche, segna formalmente l’ini-zio di una attività che vuole integrarsi sempre più conl’alta formazione al fine di sostenere la crescita profes-sionale e la visibilità internazionale dei propri ricercatorie della qualità complessiva dei percorsi formativi.

Valter CantinoRettore dell’Università

di Scienze Gastronomiche

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EDISU Piemonte

La nostra Regione si colloca in un paese in cui solo il 17%della popolazione, considerata quella più giovanile, è lau-reata e in cui i tassi di abbandono del percorso universi-tario sono pari al 45%.D’altro canto la maggioranza degli studenti si laureafuori corso.Questa scarsità di risultati nelle carriere universitarie hacome riflesso un dispendio di risorse pubbliche senzaesito.E ciò è tanto più grave in un contesto caratterizzato daun impoverimento delle disponibilità economiche dei cit-tadini da un lato, e da una diminuzione dei fondi pubblicia disposizione dall’altro.Lo scenario sembra poi complicato da una legislazionesul diritto allo studio universitario ormai obsoleta e dallamancata attuazione della delega delle competenze re-gionali in materia, assegnate dal titolo V della Costitu-zione alle Regioni.Infatti uno tra i problemi della nostra formazione univer-sitaria si dice che sia la risposta indifferenziata, che nontiene conto delle peculiarità dei territori e dei tessuti eco-nomici e sociali di cui si compone il nostro paese.Questi numeri ci portano a pensare che le politiche deldiritto allo studio debbano agire sull’accesso all’univer-sità ma soprattutto sul sostegno al percorso, con aiutinon solo finanziari ma soprattutto in servizi, rivolti anchealla generalità degli studenti, con distinzione per meritoe reddito.La esiguità delle risorse di cui le famiglie dispongono cifa pensare che non dobbiamo solo più agire nei con-fronti dei privi di mezzi, a cui fa riferimento la Costitu-zione, ma dobbiamo allargare lo sguardo e l’azioneanche verso quelle fasce grigie diversamente senza so-stegno.D’altro canto le risorse di cui dispone la finanza pubblica,soprattutto se orientate ad ampliare i servizi ed il nu-mero dei destinatari, debbono prevedere una gestioneattenta e mirata anche a renderne sostenibili i costi.Partendo da queste considerazioni EDISU Piemonte, su

mandato della Regione Piemonte, ha cercato di agire alloscopo di aumentare i servizi di sostegno al sistema uni-versitario piemontese, ampliando il numero dei soggettiche ne usufruiscono, e cercando anche di aumentare iltasso di copertura dei costi per l’Ente pubblico, per i ser-vizi a pagamento.L’idea guida è stata che la nozione di diritto allo studiouniversitario, storicamente ancorato al sostegno dei “ca-paci e meritevoli privi di mezzi” di cui all’art. 34 della Co-stituzione e alle Opere Universitarie, doveva ampliare ipropri orizzonti e diventare un corpo di politiche di so-stegno alla alta formazione. Dunque, senza dimenticarei capaci e meritevoli e privi di mezzi, si è pensato di pun-tare su interventi diretti alla generalità degli studenti uni-versitari. Ciò perseguendo due obiettivi e cercando diottenere anche una ricaduta in termini di gestione deicosti.Il primo obiettivo è stato quello di organizzare al meglioe di implementare i servizi diretti alla generalità degli stu-denti; l’altro fine è stato attuare politiche nei confronti disoggetti che abbiamo definito “quasi borsisti”: non cosìprivi di mezzi da ricevere la borsa di studio ma neppurein grado di sostenere, senza reti di ausilio, l’accesso al-l’università.D’altro canto si voleva cancellare un’immagine dell’Entecome luogo assistenzialista e in qualche modo di sepa-razione tra chi può e chi non può: ad esempio le menseerano diventate un luogo di segregazione dei borsisti acausa della loro quasi esclusiva frequentazione. L’azioneè stata di renderli veri e propri ristoranti, crearne un’im-magine attrattiva e renderli luoghi di aggregazione perl’intera comunità universitaria.In questo modo è aumentata anche la percentuale diconsumatori dei pasti che corrispondono un prezzo piùvicino al costo sostenuto da EDISU.Attraverso questi interventi si è ottenuto il risultato di mi-gliorare il grado di copertura del costo affrontato dal-l’Ente per il servizio di ristorazione, unitamente almiglioramento del servizio e alla integrazione sociale.

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Gli interventi in materia di politiche tariffarie, dirette adaumentare la presenza di coloro che accedono a fascepiù alte, un’offerta diversificata attraverso proposte ali-mentari componibili, un capitolato d’appalto all’insegnadella sostenibilità, eventi di intrattenimento musicale neiristoranti condotti dagli stessi studenti musicisti, resty-ling degli allestimenti e arredi, educazione all’alimenta-zione sostenibile, efficace comunicazione del servizio,apertura di nuovi ristoranti; queste ed altre le azioni chehanno aumentato il numero dei pasti consumati nei ri-storanti EDISU, modificato la composizione sociale deifrequentatori, aumentato il grado di copertura del costodel servizio.

Un altro cardine di intervento è stata la cura della comu-nicazione dei servizi offerti dall’Ente e ciò per rendere iservizi più conosciuti e quindi più accessibili a tutti, ren-dendo anche nota e trasparente alla cittadinanza unaarea di investimento di denaro pubblico e mostrandocome si usano le risorse comuni.Un piano strategico della comunicazione formulato al-l’interno dell’Ente e a partire dalle esperienze dei fun-zionari e diretto a coprire tutto il territorio regionale.Una comunicazione tesa a dire che i servizi dell’Ente re-gionale per le rispettive competenze sono diretti a tuttigli studenti e non solo a quelli che si considerano social-mente gli ultimi.

Da qui l’attenzione per i servizi rivolti alla generalità deglistudenti: non solo il servizio di ristorazione da cui siamopartiti, ma anche Sportello Casa, luogo di incontro tradomanda ed offerta abitativa, prestiti fiduciari, sale stu-dio informatizzate, palestre, attività culturali, ma anchemobilità sostenibile con contributi regionali (e ministe-riali) per l’acquisto di abbonamenti per mezzi di tra-sporto pubblici.

E’ stato istituito anche un bando per il servizio abitativoper studenti non borsisti: i posti letto rimasti liberi dopo

l’assegnazione ai borsisti vengono locati a studenti nonborsisti, secondo fasce tariffarie che rendono conto dimerito e reddito. Nell’ultimo anno accademico 2009/10sono stati acquisiti dal mercato circa 200 posti letto inTorino, riservandone una quota agli studenti non borsisti.Nel resto del territorio regionale dove i borsisti non co-prono tutti i posti disponibili i non borsisti sono ospiti,paganti secondo tariffe agevolate, delle residenze messea disposizione da EDISU.Anche in questo caso l’idea è che la compresenza, di stu-denti borsisti e non, rende le residenze universitarie unluogo di aggregazione e la presenza di studenti non bor-sisti e quindi paganti secondo le tariffe previste può au-mentare il tasso di coperture almeno dei costi fissi digestione.

Quanto al sostegno finanziario abbiamo rilevato comenegli ultimi anni le domande di borse di studio fosserorimaste invariate e come molti richiedenti venisseroesclusi perché superavano di poco le soglie di redditostabilito.Abbiamo chiamato “quasi borsisti” quegli studenti il cuireddito familiare si distacca di non molto dalla sogliaISEE stabilita dal DPCM per i borsisti; si tratta, comedetto, di una fascia grigia che non riceve aiuti per l’ac-cesso alla formazione universitaria.Per questo accanto ai prestiti fiduciari previsti dal Mini-stero per i borsisti, EDISU ha creato con fondi regionaliprestiti a tasso zero con garanzia per la restituzione peri quasi borsisti.Per il servizio abitativo, EDISU ha previsto che i quasiborsisti, accanto al servizio di Sportello Casa, potesserousufruire della garanzia cauzione (deposito cauzionalegarantito da EDISU) e di contratti con canoni agevolati,attraverso una convenzione con le associazioni di pro-prietari, che consentono a questi ultimi agevolazioni fi-scali vantaggiose.Infine l’ultima nata: Borsa Plus assegnata ai quasi borsi-sti (reddito sino a 26.000 euro contro i 19.000 euro dei

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[ ]21

borsisti) ma con meriti decisamente più elevati; è ri-chiesto un voto di diploma pari a 90/100 per gli studentidel primo anno, mentre per la borsa ordinaria il voto didiploma non viene considerato; per gli iscritti agli annisuccessivi al primo è necessaria la media del 27 ed unnumero di crediti superiore a quello previsto per la nor-male borsa.

Il merito è infatti stato un criterio ritenuto fondamentaleper l’investimento di risorse pubbliche; del resto i creditiora richiesti dal DPCM per l’assegnazione delle borsesono minimi. In un momento in cui l’impiego dei fondipubblici va meditato ci sembra che puntare al merito siauna necessità ineludibile. In questa prospettiva e per contenere i costi derivantidall’enorme numero di studenti fuori corso si potrebberopensare delle misure di incentivazione per coloro chemantengono alti, o almeno in corso, i loro percorsi uni-versitari (sempre a certe condizioni di reddito). Ciò aiuterebbe anche ad evitare che il drop out sia pari al45% rendendo inutili o quasi gli investimenti fatti sino aquel momento nei confronti di coloro che abbandonanogli studi.Le cause dell’abbandono e del ritardo nel conseguire lalaurea sono molte ma certo l’inadeguatezza dei soste-gni in termini monetari e di servizio sono incidenti, bastipensare a quanti studenti lavorino con ciò diminuendole loro performance di studio.

Un’ultima esperienza che si ritiene interessante da ri-portare sul reperimento di fondi è quella relativa alle ri-sorse (1,5 milioni di euro) per la Borsa Plus: esse sonostate recuperate attraverso le revoche di borse di studionon dovute per ragioni di merito o di reddito. I controllidelle autocertificazioni di reddito sono stati portati al100%, preceduti da una campagna informativa di “edu-cazione alla legalità”.

Poiché EDISU si rivolge ad una platea di giovani cittadini

e cittadine abbiamo pensato che i suoi settori di inter-vento rappresentano anche delle opportunità educative:educazione ad un’alimentazione sostenibile nel servizioristorazione, educazione alla legalità nel rapporto con glialtri e la P.A., educazione al risparmio energetico e alconsumo sostenibile nel servizio residenziale, dove sonostate attuate azioni volte al contenimento dei costi ener-getici e di ricorso a fonti rinnovabili con comunicazionimirate agli studenti.

In conclusione: misure di sostegno alle carriere, oltre cheall’accesso agli studi superiori, attraverso servizi rivoltiquanto più possibile alla generalità degli studenti, com-partecipazione ai costi dei servizi per determinate fascedi reddito, con esclusione dei privi di mezzi, politiche disostegno per “quasi borsisti”.Attenzione puntata molto al merito e al mantenimentodi percorsi di studio regolari, prevedendo dove possibilemisure di incentivazione.Servizi, come la ristorazione e quello abitativo, che con-sentano un ventaglio di scelte per gli studenti, senza ri-gidità e che siano luoghi di integrazione e scambio.Un coordinamento costante e collaborativo con gli Ate-nei, per cui il diritto allo studio è servizio ed ausilio, nel-l’interesse degli studenti e della comunità.

Mariagrazia Pellerino

Presidente dell’EDISU Piemonte

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[ ]22

Introduzione

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Page 25: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]23

I numeri del Sistema universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettivemuove dall’intento di fotografare lo stato attuale del sistema universitario pie-montese “declinato” in diversi aspetti (studenti, risorse, personale, ecc.), conspecifica attenzione all’evoluzione degli ultimi cinque anni. Il dato locale è spesso messo in comparazione con il dato nazionale per avereuna cornice di riferimento rispetto alla quale collocare la realtà piemontese.Il rapporto è così strutturato. In primo luogo, si dà conto delle dinamiche delladomanda di formazione universitaria e delle caratteristiche anagrafiche, socialie scolastiche degli studenti iscritti, nonché dell’offerta formativa degli ateneipiemontesi (capitolo 1); quindi ci si sofferma sulle performance degli studenti:quanti abbandonano, quanti si laureano, quanti laureati trovano lavoro, e sullemodalità con le quali essi hanno seguito il percorso di studi: frequenza alle le-zioni, stage, studi all’estero (capitolo 2). In secondo luogo, si descrivono gli interventi a sostegno degli studenti univer-sitari realizzati dalla Regione (attraverso l’EDISU Piemonte), esaminando quantistudenti ne beneficiano, l’importo dei benefici e la spesa regionale per attuarli(capitolo 3).In terzo luogo, si focalizza l’attenzione sull’internazionalizzazione del sistemauniversitario, analizzando, da un lato, gli iscritti stranieri negli atenei pie-montesi - quanti sono, da dove provengono, cosa studiano e quanti sono be-neficiari di sostegno regionale -, dall’altro, i programmi di mobilità avviatidagli atenei (capitolo 4).Nel capitolo 5 si approfondisce il tema del personale che presta servizio all’in-terno degli atenei, differenziato in funzione del ruolo ricoperto, e si dà conto deiprincipali risultati delle politiche di reclutamento.Il capitolo 6 è incentrato sulla ricerca, e specificatamente si è messo l’accentosulle risorse acquisite dagli atenei per attività di ricerca (attraverso le eroga-zioni statali, sia ordinarie sia allocate su base competitiva, l’Unione Europea, leimprese), nonché sulle politiche avviate dalla Regione per sostenere la ricerca.Nel capitolo 7 si parla di finanziamento, ovvero si analizzano quali sono e aquanto ammontano le fonti finanziarie degli atenei (in modo particolare, le en-trate per il finanziamento ordinario, i relativi mec canismi premiali, la contribu-zione studentesca) e delle politiche per il diritto allo studio universitario.Il capitolo 8 descrive le sedi, le strutture universitarie in Piemonte, ed i progettiedilizi recentemente conclusi o in fase di realizzazione, con un taglio prevalen-temente architettonico.Infine, nel capitolo 9, si illustrano i passaggi istituzionali che hanno condotto allacostituzione del sistema universitario piemontese, le linee di azione conseguentialla sua nascita, le modalità con cui viene promosso e le prospettive future deldiritto allo studio.

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Page 26: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

GLI STUDENTI E L’OFFERTA FORMATIVA

1regione CAP 1 def_V_Layout 1 11/02/10 22.42 Pagina 24

Page 27: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]25

Dai 270.000 iscritti degli anni Sessanta, l’università italiana accoglie oggi più di1,8 milioni di studenti. Negli ultimi vent’anni, nonostante un calo demografico diquasi il 40% della leva dei 19enni, si è passati da 350.000 maturi a 450.000, eda 250.000 immatricolati all’università a oltre 300.000, in diminuzione negliultimi anni, dopo aver toccato la punta di 340.000. Mentre negli anni Ottantameno del 30% dei diciannovenni risultava iscritto all’università, nel 2006 que-sta percentuale è salita fino a sfiorare il 60%.L’accesso di massa all’università è certamente una scelta necessaria per ade-guare il nostro paese ai dati della media OECD e in linea con le politiche comu-nitarie: si innalza il livello culturale della popolazione e aumenta il capitaleumano. I principali paesi europei, oltre a presentare dinamiche del tutto simili aquella italiana, hanno posto tra i loro obiettivi strategici l’ulteriore innalzamentodella quota di laureati, spesso esplicitando questo obiettivo in termini numerici.In Italia la partecipazione agli studi superiori è da tempo un fenomeno di massa,come testimoniano i dati. Tuttavia, mentre in altri paesi la domanda di forma-zione è stata convogliata in una serie di istituzioni formative alternative, diffe-renziate e pensate per rispondere alle esigenze di utenti non interessati apercorsi accademici impegnativi, nel nostro paese, vista l’assenza di canali for-mativi differenziati, essa è confluita negli atenei. La maggior parte degli studiosi concorda nel ritenere che la coesistenza di fat-tori quali un unico canale formativo, un’offerta strutturata - per lungo tempo -su un’unica tipologia di corsi, l’assenza di meccanismi di selezione all’ingressonella maggior parte dei corsi, e il fatto che la concezione di studente sia semprestata unitaria (senza alcuna considerazione del tempo a disposizione per lo stu-dio e delle diverse caratteristiche di impegno previsti dalle varie tipologie di corsidi studio), siano elementi che hanno impedito al sistema universitario italianodi recepire adeguatamente i bisogni differenziati degli utenti.Ne sono conseguiti risultati negativi: un elevato tasso di abbandono e tempi dilaurea notevolmente superiori a quelli previsti. Ancora nel 2005 - ultimo datoOECD disponibile e riferito a corsi simili sia dal punto di vista della durata, siadegli obettivi formativi - in Italia solo 45 studenti su 100, iscritti al primo anno,sono riusciti a laurearsi, mentre in Francia sono riusciti a finire gli studi 64 stu-denti su 100, in Germania 77 su 100, nel Regno Unito 79 su 100.Per queste ragioni, l’accesso di massa all’università non si è tradotto, in Italia, inuna disponibilità altrettanto significativa di laureati. Il nostro è il paese che hameno laureati in quasi tutte le fasce di età. In particolare, anche nella popola-zione con età compresa fra i 25 e i 34 anni, solo il 17% possiede un titolo di stu-

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Page 28: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

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dio universitario, contro il 22% della Germania, il 37% del Regno Unito, il 39%della Spagna, il 41% della Francia1.Un sistema con queste caratteristiche, insieme alla sua chiusura verso l’esterno(dovuta all’assenza di adeguate politiche di attrazione di studenti stranieri,anche di tipo linguistico), ha finito per essere poco attrattivo nei confronti deglistudenti di altri paesi (Tab. 1.1).

In questo quadro, la presenza di individui in possesso di laurea fra la popola-zione residente non differisce in misura significativa fra le diverse regioni delpaese. Le percentuali oscillano fra i valori minimi della Sicilia (poco più dell’8%dei laureati sul totale della popolazione residente con più di 15 anni) e quelli delLazio (poco più del 14%).Il Piemonte si colloca in una posizione intermedia: sfiora, infatti, il 10% di laureatisulla popolazione - dato leggermente inferiore alla media nazionale (Tab. 1.2).

La riforma degli ordinamenti didattici è stata senza dubbio una svolta impor-tante nel nostro sistema universitario. Essa intendeva non solo adeguare il si-stema italiano al processo di convergenza europeo sottoscritto con la firma dellaDichiarazione di Bologna, ma anche incidere sulle dinamiche evidenziate, in-nalzando il livello medio di istruzione della popolazione. Essa ha indubbiamentemodificato alcuni dei tratti che caratterizzavano i risultati della popolazione stu-dentesca, come testimoniano recenti analisi: si sono contratti i tempi di laureae con essi è diminuita l’età alla quale si consegue il titolo; sono finalmente pos-sibili diverse opzioni formative; è stato sancito il diverso profilo degli studenti,anche se non sempre perseguito con strumenti idonei.

1 · Per un confronto fra il sistemauniversitario italiano e quello dialtri paesi europei, si veda A.L.Trombetti, A. Stanchi, (s.d.), L’uni-versità italiana e l’Europa. Analisidei sistemi di istruzione superioredi Italia, Francia, Germania, Re-gno Unito, Spagna, Svezia e Un-gheria, Quaderni di Europa popo-lare, Soveria Mannelli, RubbettinoEditore, in corso di stampa; M. Re-gini, Malata e denigrata. L’univer-sità italiana a confronto con l’Eu-ropa, Donzelli Editore, Roma,2009.

ITALIA

Francia

Germania

Regno Unito

Spagna

17

41

22

37

39

45

64

77

79

nd

2,4

11,2

11,4

17,9

2,9

Paese Percentuale di laureati su popolazione

25-34enne, tutte letipologie di corso

Tasso di completamento(percorsi di studio di tipo

lungo - Tertiary type A)

Percentuale di studentistranieri (sul totale

degli iscritti)

Tab. 1.1 - Confronto fra alcuni paesi europei attraverso l’utilizzo di indicatori relativi alla formazione superiore, 2005

Fonte: OECD (2008).

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Page 29: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

Lazio

Liguria

Umbria

Lombardia

Toscana

Emilia-Romagna

Abruzzo

Friuli-Venezia Giulia

Molise

Marche

Calabria

Piemonte

Trentino-Alto Adige

Veneto

Basilicata

Valle d'Aosta

Campania

Sardegna

Puglia

Sicilia

ITALIA

14,2

12,0

11,3

11,0

11,0

10,9

10,5

10,4

10,3

10,1

9,7

9,6

9,4

9,2

8,8

8,6

8,5

8,4

8,3

8,3

10,2

34,3

28,8

29,6

26,9

25,7

26,6

29,8

27,2

27,9

28,4

28,3

26,2

22,9

24,8

28,1

25,3

25,9

25,1

25,6

26,3

27,2

4,1

5,7

6,2

7,8

4,0

6,8

3,3

7,9

3,0

4,7

1,8

7,1

12,8

9,2

3,8

4,5

2,6

2,5

2,8

1,5

5,2

27,6

30,2

26,4

31,7

29,4

28,4

30,0

31,7

29,1

28,8

30,3

32,6

33,4

31,1

29,1

36,8

35,3

37,2

33,7

34,3

31,5

19,8

23,4

26,6

22,6

29,8

27,3

26,3

22,8

29,7

28,0

29,9

24,5

21,5

25,8

30,2

24,8

27,7

26,8

29,6

29,6

25,9

4.687

1.418

760

8.189

3.179

3.667

1.134

1.055

277

1.330

1.696

3.784

825

4.072

505

107

4.786

1.443

3.433

4.206

50.553

Regione Dottorato, laurea

e diplomauniversitario

Maturità Qualificaprofessionale

Tab. 1.2 - Distribuzione percentuale per titolo di studio della popolazione residente di 15 anni e oltre, per regione di residenza, 2007

Fonte: ISTAT (2008).

Licenza media

Licenzaelementare,

nessun titolo

Valori assoluti

(in migliaia)

In questo capitolo sarà dato conto delle principali caratteristiche della popola-zione universitaria piemontese, dell’offerta formativa degli atenei, indagandosu alcuni aspetti introdotti o prefigurati come auspicabili dalla riforma.Nel prossimo, si tratterà dei risultati conseguiti dagli studenti.

1.1 > L’evoluzione degli studenti iscrittiIl sistema universitario piemontese può contare su una popolazione studentescache si è assestata, ormai stabilmente, intorno alle 100.000 unità. Il conteggioconsidera gli studenti iscritti a tutti i corsi offerti dagli atenei con sede nella re-gione, fatta eccezione degli iscritti ai corsi post laurea, quali dottorato di ricerca,master e scuole di specializzazione. Considerando anche queste ultime opzioniformative, la popolazione studentesca supera abbondantemente la soglia.Nel quinquennio che va dall’a.a. 2003/04 all’a.a. 2007/08 il totale degli stu-

[ ]27

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Page 30: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]28

denti iscritti è aumentato di oltre il 6%, principalmente per effetto di una mag-giore domanda di formazione2. Questa dinamica non pare subire battute d’ar-resto: seppure conteggiata in periodi differenti, la popolazione complessivaresta sui livelli indicati nel 2008/09 e le indicazioni per l’a.a. 2009/10 sono de-cisamente positive. La popolazione studentesca piemontese rappresenta il 5,5% circa della do-manda di formazione complessiva presente in Italia (Tab. 1.3).

Nel periodo considerato, gli immatricolati negli atenei del Piemonte hannooscillato fra le 16 e le 18.000 unità l’anno. Fra il 2003/04 e il 2007/08 essisono aumentati di oltre il 4%, a fronte di un andamento di segno opposto alivello nazionale. Nel complesso, infatti, gli atenei italiani hanno registratouna diminuzione del 10%, con andamento decrescente da cinque anni a que-sta parte (Tab. 1.4).

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

Piemonte

ITALIA

Peso percentuale Piemonte su Italia

58.896

24.069

9.589

-

92.554

1.814.714

5,1

Ateneo 2003/04

Tab. 1.3 - Gli studenti iscritti negli atenei del Piemonte, a.a. 2003/04-2007/08

Nota: la scelta della rilevazione effettuata dall’Ufficio di statistica del MIUR consente di disporre di dati depurati dal numero di studenti che abbandonagli studi nei primi mesi successivi all’iscrizione. Si tratta di un fenomeno quantificabile in circa il 7-8% del totale degli immatricolati.Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazioni effettuate nel mese di luglio di ciascun anno).

59.227

23.966

9.858

57

93.108

1.820.205

5,1

2004/05

57.649

24.193

9.369

122

91.333

1.823.886

5,0

2005/06

60.220

24.088

9.371

181

93.860

1.810.101

5,2

2006/07

64.884

24.554

9.373

194

99.005

1.806.038

5,5

2007/08

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

Piemonte

ITALIA

11.433

3.467

2.260

-

17.160

337.992

Ateneo 2003/04

Tab. 1.4 - Gli studenti immatricolati negli atenei del Piemonte, a.a. 2003/04-2007/08

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazioni effettuate nel mese di luglio di ciascun anno).

11.473

3.552

2.040

50

17.115

331.893

2004/05

10.815

3.813

1.937

52

16.617

324.184

2005/06

10.940

3.911

1.637

52

16.540

308.185

2006/07

12.114

3.943

1.797

56

17.910

306.722

2007/08

2 · A suggerire questa interpreta-zione è l’analisi dei dati sugli im-matricolati, come vedremo trabreve.

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[ ]29

L’indicazione risulta, dunque, molto positiva per il nostro sistema universitario,a conferma della validità dell’offerta formativa, dell’attrattività degli atenei edelle politiche attuate. Si tratta di indicazioni che confermano l’intenzione, daparte di studenti e famiglie, di investire in istruzione in Piemonte e che confor-tano nella scelta, attuata dai decisori, di ritenere strategico il settore dell’istru-zione superiore.

Al fine di delineare più correttamente le dinamiche relative alla domanda di for-mazione, è utile collocare l’analisi della domanda di formazione nell’ambito delledinamiche demografiche e di quelle relative agli studenti in uscita dalle scuolesecondarie superiori.Si è già accennato al calo demografico che ha investito il nostro paese: negli ul-timi venti anni il numero dei 19enni è diminuito di quasi il 40%, mentre in Pie-monte la dinamica è stata addirittura più accentuata.Il calo demografico non è un fenomeno solo italiano: anche altri paesi europeistanno registrando dinamiche simili, interrogandosi sulle politiche da attuareper fronteggiare questo fenomeno.Nonostante la pesante contrazione della popolazione di riferimento, l’anda-mento degli immatricolati è stato contraddistinto da un trend crescente, duratomolti anni, sia in Italia sia in Piemonte. Ciò si deve all’aumento della propensioneall’iscrizione universitaria da parte di fasce sempre più ampie di popolazione.L’accesso di massa all’università ha riguardato tutti i gruppi sociali, se si pensache quasi l’80% dei laureati proviene da famiglie in cui la laurea entra per laprima volta. Si tratta di un elemento che deve far riflettere, anche se non biso-gna dimenticare i molti ostacoli che ancora si frappongono alla concreta realiz-zazione di una effettiva mobilità sociale3.Dopo un periodo di espansione durato decenni, il sistema universitario italianosembra attraversare un momento di stasi se non una vera e propria inversionedi tendenza: il numero complessivo degli immatricolati è in diminuzione. Vi pos-sono essere molte spiegazioni a questo fenomeno: da un lato, il tasso di pas-saggio fra le secondarie superiori e l’università è arrivato a toccare livelli moltoalti, difficilmente superabili; dall’altro, l’assenza di alternative formative, insiemealle talvolta sconfortanti prospettive occupazionali di molti laureati, contribui-scono a scoraggiare molti studenti.La diminuzione della domanda di formazione non è la sola novità dell’ultimo pe-riodo. Nel 2007, dopo un lungo periodo di trend negativo, la popolazione 19enneha registrato un aumento improvviso. Si tratta di un elemento che ha più spie-

3 · A supporto di queste conside-razioni si vedano, tra gli altri, A.Cammelli, Profilo dei laureati2008, Bologna, 2009, www.al-malaurea.it; D. Checchi, F. Zollino,Struttura del sistema scolastico eselezione sociale, in «Rivista diPolitica Economica», 7-8 (2001),pp. 43-84; G. Ballarino, D. Chec-chi, Sistema scolastico e disu-guaglianza sociale, Il Mulino, Bo-logna, 2006.

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gazioni: in parte è dovuto a un’effettiva ripresa delle nascite verificatasi alla finedegli anni Ottanta, e in parte è correlato al fenomeno dell’immigrazione - infatti,secondo la legislazione vigente, i figli degli immigrati, anche se nati in Italia, ac-

quisiscono la cittadinanza soloal compimento del 18esimoanno di età4.La figura 1.1 mostra l’anda-mento di tre variabili, riferite alcomplesso degli atenei italiani:la popolazione 19enne, gli stu-denti che hanno conseguito iltitolo secondario superiore so-stenendo l’esame di maturità,e gli immatricolati all’univer-sità. Si nota l’aumento dei19enni, di cui s’è detto, la so-stanziale stabilità del numerodei maturi, e il calo degli imma-tricolati.

Dall’interazione di queste tre grandezze sipossono trarre alcuni indicatori di partecipa-zione agli studi superiori, che aiutano a capiremeglio alcune dinamiche. Il rapporto tra il nu-mero di immatricolati e quello dei 19enni,dopo anni in cui i valori continuavano ad au-mentare, subisce, negli ultimi anni esaminati,una diminuzione: mentre nell’a.a. 2002/03 ildato era arrivato a superare il 56%, nel 2007esso si è riportato intorno al 50%, a causa deidue fattori concomitanti: la diminuzione degliimmatricolati e l’aumento dei 19enni.La diminuzione nella domanda di formazioneè apprezzabile anche analizzando l’anda-mento del rapporto fra immatricolati e ma-

turi: nel 2007 il dato arriva al 68% (sostanzialmente un livello pari a quellipre-riforma), dopo aver toccato il considerevole valore del 76% (Tab. 1.5).

Fig. 1.1 - Diciannovenni, maturi, immatricolati in Italia, 2003-2007

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, MIUR.

2003

2004

2005

2006

2007

56,5

55,9

56,1

53,2

50,7

Anno Rapporto fra immatricolatie popolazione 19enne

%

Tab. 1.5 - Indicatori di partecipazione agli studisuperiori in Italia, 2003-2007

Nota: negli immatricolati sono conteggiati anche coloro che hanno un’etàdiversa dai 19 anni; rapportare questo valore con quello dei 19enni rappresentasenza dubbio una forzatura, ma è un metodo adottato da anni dal CNVSU eormai ampiamente accettato, sulla base del fatto che gli immatricolati di 19anni rappresentano circa l’80% del totale.Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, MIUR.

76,2

73,1

71,4

69,0

68,2

Rapporto fra immatricolati e maturi

%

regione CAP 1 def_V_Layout 1 11/02/10 22.42 Pagina 30

Page 33: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]31

Fig. 1.2 - Diciannovenni, maturi, immatricolati in Piemonte, 2003-2007

Nota: il numero degli immatrico-lati considera gli studenti residentiin Piemonte che si iscrivono in unaqualunque università italiana enon il numero di immatricolatinegli atenei del Piemonte (si sonocosì esclusi gli studenti prove-nienti da altre regioni e dal-l’estero).Fonte: elaborazioni su dati ISTAT,MIUR, Regione Piemonte.

4 · Questo elemento va conside-rato con particolare attenzione,dal momento che si può immagi-nare che la propensione all’iscri-zione universitaria dei figli degliimmigrati sia inferiore rispetto aquella dimostrata dai loro coeta-nei italiani. Questa supposizione èbasata sui risultati delle ricercheinternazionali svolte sul tema. Perqueste ragioni, le considerazionisugli indicatori di scolarizzazionediventano necessariamente piùarticolate.

L’analisi delle stesse variabili, riferite al Pie-monte, mostra alcune dinamiche simili aquelle nazionali, ma non mancano scosta-menti su alcuni aspetti. Da un lato, anchenella nostra regione i 19enni sono in au-mento, interrompendo una tendenza du-rata decenni; dall’altro, gli immatricolatiall’università, al contrario di ciò che avvienea livello nazionale, aumentano. In virtù diquesti comportamenti differenti, il Pie-monte fa registrare una sostanziale tenuta,sia nel rapporto fra immatricolati e 19enni,sia in quello fra immatricolati e maturi (Fig.1.2 e Tab. 1.6).

Alla luce delle variabili analizzate, si può affermare - in estrema sintesi - che, inPiemonte, circa la metà della popolazione 19enne e il 70% dei maturi sceglie diiscriversi all’università. Si tratta di una popolazione numerosa e, proprio per que-sto, eterogenea. Gli studenti che si iscrivono all’università sono in possesso dicurricula differenziati, e hanno origini sociali, esperienze e obiettivi altrettantoeterogenei.Il sistema universitario è chiamato a dare risposte diverse a esigenze diverse,modulando offerta formativa e servizi. È in questa direzione che hanno iniziato amuoversi le politiche degli atenei e della Regione. Alla fine della trattazione, verrà

2003

2004

2005

2006

2007

50,7

49,4

47,0

47,6

47,7

Anno Rapporto fra immatricolatie popolazione 19enne

%

Tab. 1.6 - Indicatori di partecipazione agli studisuperiori in Piemonte, 2003-2007

Nota: il numero degli immatricolati considera gli studenti residenti in Piemonteche si iscrivono in una qualunque università italiana e non il numero di immatri-colati negli atenei del Piemonte (si sono così esclusi gli studenti provenienti daaltre regioni e dall’estero).Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, MIUR, Regione Piemonte.

74,2

81,3

69,9

69,9

70,8

Rapporto fra immatricolati e maturi

%

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Page 34: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]32

dato conto - seppur in breve - delle più recenti iniziative regionali.L’analisi dell’andamento degli immatricolati per gruppi di facoltà consente di evi-denziare alcune peculiarità del sistema piemontese, rispetto ai comportamentimedi nazionali. Interessante valutare le differenze tra le preferenze espresse daglistudenti piemontesi e quelle frutto del comportamento medio dei loro colleghi dialtre regioni: mentre in Piemonte i corsi che riscuotono più successo sono quelliin Ingegneria, seguiti da quelli in Economia e in Medicina e Chirurgia, nelle altreregioni italiane prevalgono i corsi nelle discipline economiche, seguiti da quellinelle materie letterarie e ingegneristiche. La figura 1.3 permette di osservare ledifferenze a livello di gruppo di facoltà.

Fig. 1.3 - Distribuzione percentuale per gruppi di facoltà degli studenti immatricolati negli atenei del Piemonte e negli altri atenei italiani, a.a. 2007/08

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazione effettuata nel mese di luglio 2008).

regione CAP 1 def_V_Layout 1 11/02/10 22.42 Pagina 32

Page 35: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]33

1.2 > La mobilità degli studenti fra le regioniLe analisi sulla provenienza degli studenti iscritti, sulla mobilità fra le diversezone del paese, e sulla capacità di attrazione di un certo ambito territoriale, rap-presentano un punto qualificante dell’analisi della domanda di formazione a li-vello regionale.In Piemonte, fra l’a.a. 2003/04 e l’a.a. 2007/08, si sono verificati fenomeni moltointeressanti sotto il profilo della provenienza degli studenti iscritti. Mentre 5 annifa, su 100 immatricolati, 86 erano residenti in Piemonte, 11 in un’altra regione ita-liana e solo 2 provenivano dall’estero, oggi questa distribuzione ha subìto cam-biamenti di rilievo. Innanzitutto va dato conto della notevole evoluzione deglistudenti stranieri, che sono percentualmente più che triplicati (sono il 6,3% nel2007/08, il 7% nell’anno accademico successivo). I dati disponibili e le indicazioniriferite al 2009/10 parlano di ulteriori, consistenti, aumenti. Inoltre, sono aumen-tati i soggetti residenti in altra regione italiana che vengono a studiare in Piemonte. Tutti gli atenei hanno migliorato la propria capacità di attrazione e i dati delle ta-belle 1.7 e 1.8 dimostrano queste dinamiche.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Piemonte

90,4

73,8

84,8

86,3

Ateneo Piemonte%

Tab. 1.7 - La provenienza degli studenti immatricolati negli atenei piemontesi, a.a. 2003/04

Fonte: MIUR, rilevazione dell’Ufficio di statistica relativa al mese di luglio di ciascun anno.

6,6

23,7

12,7

10,9

Altra regione italiana%

3,0

2,5

2,4

2,8

Estero%

11.433

3.467

2.260

17.160

Totaleimmatricolati

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

Piemonte

87,6

66,8

78,5

17,9

81,9

Ateneo Piemonte%

Tab. 1.8 - La provenienza degli studenti immatricolati negli atenei piemontesi, a.a. 2007/08

Fonte: MIUR, rilevazione dell’Ufficio di statistica relativa al mese di luglio di ciascun anno.

7,4

22,7

16,5

50,0

11,8

Altra regione italiana%

5,0

10,5

5,0

32,1

6,3

Estero%

12.114

3.943

1.797

56

17.910

Totaleimmatricolati

regione CAP 1 def_V_Layout 1 11/02/10 22.42 Pagina 33

Page 36: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]34

Per altro verso è interessante valutare il comportamento degli studenti residentiin Piemonte. Più dell’80% sceglie di studiare in uno degli atenei della regione, re-stando “vicino a casa”, mentre il 20% opta per atenei con sede in regioni limi-trofe, in particolare in Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna (Tab. 1.9).Mentre si può presupporre che alcuni di questi studenti siano attratti da ateneiche godono di buona fama, in altri casi si può ipotizzare che le ragioni per lequali una quota di studenti piemontesi decide di andare a studiare in altre regionisiano soprattutto di ordine geografico. A supportare questa interpretazione visono i dati sui flussi di studenti in uscita: le province che - percentualmente -“perdono” il maggior numero di studenti sono Verbania (i cui studenti vannopreferibilmente in Lombardia), Alessandria (verso la Liguria), Novara (ancora

Lombardia

Lazio

Toscana

Emilia Romagna

Sicilia

Campania

Piemonte

Sardegna

Friuli Venezia Giulia

Liguria

Umbria

Veneto

Marche

Abruzzo

Puglia

Calabria

Trentino-Alto Adige

Molise

Basilicata

Valle d’Aosta

ITALIA

40.613

39.396

17.048

19.015

33.668

40.047

18.195

8.962

5.507

6.714

4.833

21.269

8.132

10.543

26.590

17.185

3.898

2.773

4.507

602

329.497

Regione di residenza degli studenti

Totaleimmatricolatiall’università

2003/04 2007/08

Tab. 1.9 - Gli studenti che si immatricolano all’università, in totale e nella stessa regione di residenza, suddivisi per regione,a.a. 2003/04-2007/08

Nota: le regioni sono ordinate in base alla percentuale di studenti che si immatricolano nella stessa regione di residenza nell’a.a.2007/08. Il totaledegli immatricolati non considera gli studenti stranieri.Fonte: Miur, Ufficio di statistica (rilevazioni effettuate nel luglio 2004 e 2008).

88,9

89,6

89,8

89,5

85,0

87,4

81,4

81,1

80,0

74,2

76,0

75,6

69,4

74,3

69,2

61,6

52,9

43,5

28,4

32,4

78,6

% di studenti che siimmatricolano nella stessa

regione di residenza

37.824

31.928

14.016

16.455

29.601

36.908

17.930

7.693

4.984

6.027

4.228

19.359

7.692

7.890

26.357

15.362

3.643

2.279

4.295

514

294.985

Totaleimmatricolatiall’università

90,2

89,7

89,0

87,2

83,8

83,3

81,8

81,3

80,2

77,2

77,1

75,0

72,5

70,9

70,0

62,0

52,9

39,8

26,8

26,3

76,8

% di studenti che siimmatricolano nella stessa

regione di residenza

regione CAP 1 def_V_Layout 1 11/02/10 22.42 Pagina 34

Page 37: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]35

verso la Lombardia). Gli stu-denti che optano, in maggiornumero, per restare in Pie-monte sono residenti nelle pro-vince di Torino, Cuneo e Asti(Tab. 1.10).È interessante mettere in rela-zione la mobilità in uscita deglistudenti piemontesi conquella in entrata da parte distudenti provenienti da altreregioni e dall’estero. I datifanno emergere un saldonetto negativo che, da anni,contraddistingue la nostra regione: il numero di studenti piemontesi che scel-gono di andare a studiare altrove supera quello degli studenti che, da altre re-gioni, decidono di iscriversi in un ateneo del Piemonte. Tuttavia, mentre nel 2003/04 il saldo negativo era pari a 1.500 unità, nel2007/08 esso si è ridotto a poco più di 1.100 unità. Inoltre, il notevole aumentodegli stranieri, cui si è accennato e su cui si tornerà con maggior dettaglio nelcapitolo 5, risulta essere in grado di pareggiare il flusso in uscita, a testimo-nianza della validità delle politiche volte ad aumentare la capacità di attra-zione degli atenei piemontesi nei confronti degli stranieri.

Nota: le province sono ordinate in base alla percentuale di studenti che si immatricolano nella stessa regione di residenza nell’a.a.2007/08Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazioni effettuate nel luglio 2004 e 2008).

Torino

Cuneo

Asti

Biella

Vercelli

Novara

Alessandria

Verbano Cusio Ossola

Piemonte

9.944

2.131

828

747

714

1.509

1.668

654

18.195

Provincia di residenza degli studenti

Totaleimmatricolati

2003/04 2007/08

Tab. 1.10 - Gli studenti piemontesi che si immatricolano all’università, suddivisi in base alla provincia di residenza, a.a. 2003/04-2007/08

95,2

88,5

87,1

75,1

70,4

49,0

47,5

21,9

81,4

% di immatricolati che studiano in Piemonte

10.076

2.236

834

655

627

1.348

1.482

672

17.930

Totaleimmatricolati

95,5

89,4

88,5

75,9

72,1

46,7

40,1

21,4

81,8

% di immatricolati che studiano in Piemonte

Piemontesi immatricolati all'università

Immatricolati negli atenei del Piemonte

Immatricolati piemontesi negli atenei del Piemonte

Stranieri immatricolati negli atenei del Piemonte

Piemontesi immatricolati in altre regioni

Immatricolati di altre regioni in Piemonte

Saldo

Saldo (considerando gli stranieri)

Variabile esaminata

Tab. 1.11 - Analisi della mobilità studentesca in Piemonte, a.a. 2003/04-2007/08

Nota: per saldo si intende la differenza fra studenti piemontesi immatricolati in altre regioni estudenti di altre regioni immatricolati in Piemonte.Fonte: elaborazioni su dati MIUR, Ufficio di statistica (rilevazioni effettuate nel luglio 2004 e 2008).

18.195

17.160

14.815

480

3.380

1.865

- 1.515

- 1.035

2003/04

17.930

17.910

14.671

1.129

3.259

2.110

- 1.149

- 20

2007/08

regione CAP 1 def_V_Layout 1 03/03/10 11.56 Pagina 35

Page 38: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]36

1.3 > Caratteristiche sociali e provenienza scolastica degli studentiL’analisi della domanda di formazione non può trascurare di dare conto di alcunecaratteristiche socio-anagrafiche degli studenti iscritti, vista l’estrema eteroge-neità della popolazione studentesca.Innanzitutto, non tutti gli individui che decidono di intraprendere gli studi univer-sitari si immatricolano lo stesso anno in cui conseguono la maturità. Circa un im-matricolato su quattro ha atteso un anno o più per proseguire gli studi, e circa unosu dieci ha atteso più di 6 anni - segno che ha svolto altre attività o che, presumi-bilmente, tenta di coniugare studio e lavoro.I dati degli atenei piemontesi sono sostanzialmente allineati a quelli medi na-zionali e, come è accaduto nel resto degli atenei, anche in Piemonte si è con-tratta la percentuale di iscrizioni “tardive”. Fra il 2003/04 e il 2007/08, infatti,la percentuale di coloro che hanno deciso di iscriversi a un corso universitario,nonostante siano trascorsi alcuni anni dal conseguimento della maturità, è pas-sata dal 14% al 10%.Il ridimensionando della quota di iscrizioni da parte di individui adulti - fenomenoche aveva acquistato una certa consistenza all’indomani dell’introduzione dellariforma dei corsi di studio - è in un certo modo preoccupante. L’indicazione pareessere controcorrente rispetto agli obiettivi e alle misure introdotte dalla riforma,la quale intendeva favorire la partecipazione agli studi universitari anche da partedi individui adulti. Gli atenei del Piemonte hanno iniziato a riflettere su questo aspetto investendo, inparticolare, sulla formazione a distanza - una modalità senza dubbio in grado di an-dare incontro alle esigenze di coloro che tentano di conciliare gli studi e lo svolgi-mento di un’attività lavorativa. Sulla diffusione dei corsi erogati in modalità

Quadro 1.A > L’importanza della formazione permanente È opinione diffusa, anche nel contesto europeo, che in fu-turo ci sarà sempre più ricorso al cosiddetto lifelong lear-ning, o formazione permanente, includendo in taleaccezione tutta una serie di attività volte all’acquisizionedi nuove conoscenze, all’aggiornamento continuo e/o allariconversione delle competenze professionali. La crescenterichiesta per tali attività deriva dalla diffusa sensazione dirapida obsolescenza delle conoscenze più specialistiche,dalla “liquidità” delle attività terziarie (e oggi anche di molteattività industriali) e dalla globalizzazione inarrestabile deimercati a tutti i livelli. Questi aspetti dovrebbero far perce-

pire la necessità di orientare su basi metodologiche e in-duttive le conoscenze impartite a livello universitario, senzala presunzione di fornire un know-how specialistico validoper sempre. Diventa inoltre cruciale, per gli atenei, offrireconcrete occasioni di formazione a favore di studenti lavo-ratori, che sappiano tenere conto delle specificità dell’ap-prendimento in età adulta (orari, necessità di conciliareimpegni lavorativi e famigliari con quelli di studio, difficoltàdi approccio e di relazione con un ambiente pensato perstudenti a tempo pieno). È una sfida importante per gli ate-nei, che permetterebbe loro di cogliere l’opportunità of-ferta dalle nuove iscrizioni e di impegnarsi in una dellepolitiche cui viene prestata maggiore attenzione in Europa.

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Page 39: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

teledidattica si tornerà nel paragrafo 1.7.Sotto il profilo del tipo di maturità posseduta, si nota che, nel 2007/08, solo il30% degli immatricolati ha la maturità liceale - un dato inferiore alla media ita-liana. Si notano differenze consistenti fra gli atenei, frutto della diversa offertaformativa (che attrae studenti con background altrettanto differenti) e dei di-versi obiettivi e attitudini degli studenti. Mentre i corsi (a ciclo unico) delle facoltàdi Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria e Farmacia annoverano, fra i pro-pri iscritti, quote decisamente maggioritarie di liceali, all’estremo opposto sicollocano i corsi di Scienze della Formazione, Scienze Politiche e quelli che con-ducono allo svolgimento delle professioni infermieristiche. La percentuale dei liceali sul totale degli immatricolati è in diminuzione rispettoal valore assunto dallo stesso indicatore cinque anni prima. Il dato suggerisce unampliamento della scolarizzazione presso fasce sociali tradizionalmente esclusedalla partecipazione agli studi universitari. In parte, ciò è dovuto anche all’effettodelle politiche di decentramento dei corsi attuate dagli atenei, che hanno avvici-nato i luoghi della formazione accademica a quelli di residenza degli studenti,

abbassando il livello complessivo dei costi cui questi ultimi devono far fronte.Differenze consistenti fra gli studenti iscritti nei vari atenei del Piemonte si pos-sono osservare anche sotto il profilo della provenienza sociale. Mentre l’Uni-versità del Piemonte Orientale è l’ateneo con la minore presenza di studentiprovenienti da famiglie in cui i genitori sono entrambi laureati e dalla borghesia(l’Ateneo mostra dunque di riuscire a esercitare un ruolo importante nei terri-tori in cui ha sede), il Politecnico si colloca sul versante opposto.

[ ]37

Fonte: MIUR, rilevazione dell’Ufficio di statistica relativa al mese di luglio di ciascun anno.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

Piemonte

ITALIA

73,8

81,2

60,8

-

73,6

70,8

Ateneo 2003/04 2007/08

Tab. 1.12 - Gli immatricolati negli atenei piemontesi, suddivisi in base all’anno di iscrizione all’università rispetto all’anno di conseguimento della maturità; gli immatricolati in possesso di maturità liceale, a.a. 2003/04-2007/08

40,1

36,9

33,9

-

38,6

39,7

Immatricolatinello stesso

anno dellamaturità (%)

14,0

12,1

18,8

-

14,3

14,1

Immatricolati6 anni o più

dopo lamaturità (%)

Immatricolaticon maturità

classica oscientifica (%)

74,5

80,5

75,4

53,6

75,9

75,8

29,7

32,0

34,4

28,0

30,7

34,7

Immatricolatinello stesso

anno dellamaturità (%)

10,3

8,2

10,5

19,6

9,9

10,0

Immatricolati6 anni o più

dopo lamaturità (%)

Immatricolaticon maturità

classica oscientifica (%)

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Page 40: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]38

Va detto che i dati medi di ateneo (riferiti ai corsi di primo livello) nascondonouna realtà assai più complessa, in cui sono i corsi a ciclo unico in ambito medico(presenti sia all’Università di Torino, sia a quella del Piemonte Orientale) a essere

quelli con l’utenza più favorita dal punto di vista dell’origine sociale.L’origine sociale, il background scolastico, il tempo a disposizione per lo studioe gli obiettivi individuali spiegano, oltre alle capacità e alle attitudini individuali, ledifferenze nei risultati accademici raggiunti dagli studenti (si veda il capitolo 2).

1.4 > Il dottorato di ricercaNon vi è dubbio che il dottorato di ricerca finisca per essere, sia nel sistemauniversitario italiano sia in quello di altri paesi europei, il percorso obbligatoper l’accesso alla carriera accademica. Anche se in Italia l’attuale normativache regola il reclutamento dei docenti non prevede l’obbligatorietà del dot-torato, assegnando ad esso soltanto un punteggio aggiuntivo, nei fatti lagrande maggioranza dei nuovi ricercatori possiede questo titolo di studio.Ciò posto, considerare il dottorato come un percorso esclusivamente fina-lizzato alla carriera accademica è non soltanto un approccio antistorico,smentito dai numeri e dall’esperienza reale di molti dottori di ricerca, ma lon-tano dalla concezione che si ha del dottorato nei paesi più avanzati. Nellemoderne società della conoscenza, dove le produzioni ad alta tecnologia e lacontinua innovazione di prodotto e processo sono tratti caratteristici del si-stema, vi è una crescente necessità di capitale umano qualificato. Per que-sta ragione, il dottorato di ricerca diventa centrale sia nelle strategie degliatenei, sia in quelle delle imprese più innovative. Una quota crescente di dot-tori di ricerca trova occupazione presso il sistema produttivo e dei servizi,oppure presso centri di ricerca, siano essi pubblici o privati. Le migliori uni-

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Totale atenei aderenti ad AL

7,9

12,6

2,5

8,4

Ateneo Percentuale di laureati con entrambi igenitori in possesso di laurea

Tab. 1.13 - L’origine sociale dei laureati di primo livello, 2008

Fonte: AlmaLaurea (2008).

22,9

26,5

14,5

22,3

Percentuale di laureati appartenenti alla borghesia

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Page 41: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]39

versità tendono così a riorganizzare i corsi, collegandoli più strettamente alleesigenze espresse dal sistema socio-economico, chiamando le imprese acontribuire ai costi della formazione e coinvolgendoli nello sviluppo di un pro-getto comune, dotando i corsi di un numero congruo di studenti oppure af-fidando la gestione a più atenei in partnership.In Italia il numero di dottori di ricerca è arrivato a toccare la cifra annua di10.000 unità: un dato in forte incremento rispetto alla fine degli anni No-vanta, quando i dottori di ricerca erano circa 4.000 l’anno5. Il dato è positivoperché consente all’Italia di recuperare posizioni in Europa, visto lo storico ri-tardo del nostro paese in termini di capitale umano qualificato.Tuttavia, vi sono diversi elementi di preoccupazione. Il principale è costituitodalle opportunità occupazionali dei dottori di ricerca, dal momento che lepossibilità di accedere alla carriera accademica sono ridotte, riservate a unaquota decisamente minoritaria dei giovani che conseguono il titolo annual-mente. Inoltre, il mondo del lavoro privato è ancora prevalentemente basatosu produzioni tradizionali, a bassa innovazione, e per questo è scarsamenteinteressato a dotarsi di soggetti molto qualificati.In questo quadro, certamente non facile, il Comitato Nazionale per la Valu-tazione del Sistema Universitario (CNVSU) ritiene che vi siano altri elementidi debolezza nel rapporto fra dottorato e realtà lavorative extra-universitarie.Secondo gli studi del CNVSU, un terzo dei dottorati non prevede esperienzelavorative al di fuori dell’università, né in Italia né all’estero, mentre il 45%non le prevede all’estero. La metà dei corsi di dottorato non è convenzionatacon strutture di ricerca extra-universitarie, mentre la grande maggioranzanon prevede convenzioni con strutture produttive di beni o servizi per la for-mazione o l’attività dei dottorandi.Alla luce di questi elementi, la motivazione del dottorato rimane, ancora oggi,nella maggior parte dei casi, quella di formare “alla ricerca, per la ricerca”, esegnatamente per quella universitaria. In Piemonte gli atenei hanno da tempo iniziato a prendere consapevolezza diquesti elementi. L’offerta è stata oggetto di processi di riorganizzazione chehanno portato a una forte contrazione del numero dei corsi e alla creazionedi scuole di dottorato, come peraltro accade in altri paesi europei. Sono statifatti sforzi rilevanti per aprire i corsi a studenti stranieri e per coinvolgere leimprese, sia dal punto di vista finanziario, sia sotto il profilo dello studio diprogetti sui quali far convergere gli interessi di entrambi gli attori.

5 · CNVSU, Relazione sullo statodella didattica nei corsi di dotto-rato di ricerca dell’a.a. 2005/06 eproposta di criteri per la riparti-zione delle risorse finanziarie2007, Doc. 8/07, Roma, 2007,www.cnvsu.it.

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Page 42: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]40

Oggi i corsi di dottorato sono 60, gli iscritti al XXIII ciclo sono circa 750; simile,e in crescita rispetto a pochi anni fa, è il numero di dottori di ricerca che conse-guono il titolo annualmente (Tab. 1.14).Il rapporto tra studenti di dottorato e studenti iscritti ai corsi di laurea può essereconsiderato un indicatore dell’attenzione che l’ateneo rivolge alla formazionedei giovani ricercatori, e quindi del suo maggiore o minore orientamento alla ri-cerca scientifica6. Sotto questo profilo, il Politecnico di Torino è l’ateneo che de-stina i maggiori sforzi a questo segmento formativo, seguito dall’Università diTorino e dall’Ateneo del Piemonte Orientale.

Sia l’Università di Torino, sia il Politecnico, hanno quote di studenti con cittadi-nanza straniera superiori alla media nazionale (pari al 5,5%, dato riferito al to-tale degli iscritti nel 2006/07).

6 · Fondazione Rosselli, Impattodegli Atenei sull’Area Metropoli-tana, Rapporto Intermedio, To-rino, 2009.

XIX (2004)

XX (2005)

XXI (2006)

XXII (2007)

XXIII (2008)

Rapporto fra immatricolati e iscritti ai corsi di dottorato %

421

483

423

460

465

3,8

Cicli attivati e anno di riferimento Università di Torino

Tab. 1.14 - Gli iscritti nei corsi di dottorato di ricerca, 2004-2008

Nota: il rapporto fra immatricolati e iscritti ai corsi di dottorato considera, al numeratore, gli immatricolati ai corsi di laurea e laurea specialisticaa ciclo unico nel 2007/08, e gli iscritti ai corsi di dottorato del XXIII ciclo.Fonte: atenei piemontesi.

208

208

217

248

224

5,7

Politecnico di Torino

22

47

46

58

62

3,5

Piemonte Orientale

Quadro 1.B > Le scuole di dottorato Il Politecnico di Torino ha istituito sin dal 1999 una Scuoladi Dottorato: una struttura specifica destinata a gestiretutti i dottorati di ricerca offerti dall’Ateneo, coordinarnele attività formative e culturali, controllare la qualità deicorsi, distribuire le borse di studio. Lo stesso ateneo, in-sieme al Politecnico di Milano e a quello di Bari, gestiscela Scuola Interpolitecnica di Dottorato: un’iniziativa chesi affianca ai corsi di dottorato già esistenti con l’obiet-tivo di contribuire a una più elevata qualificazione di ungruppo selezionato di studenti di particolare merito.All’Università di Torino, a partire dal XXII ciclo, i dottorati

sono stati riorganizzati in Scuole di dottorato, circo-stanza che ha portato il numero dei corsi offerti dall’ate-neo da 69 a 23. Le Scuole di dottorato promuovono,organizzano e gestiscono tutte le attività finalizzate aprogetti formativi favorendo il raggiungimento degliobiettivi prefissati dai corsi di dottorato, favoriscono ilprocesso di internazionalizzazione dell’ateneo, si occu-pano dell’inserimento professionale dei dottori di ri-cerca. Anche l’Università del Piemonte Orientale haistituito, a partire dal XXI ciclo, la Scuola Unica di Dotto-rato, denominata Scuola di Alta Formazione (SAF) cheraccoglie al suo interno, e organizza, tutti i corsi di dot-torato di ricerca istituiti e attivati presso l’ateneo.

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Page 43: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]41

Tutti gli atenei hanno una percentuale di iscritti superiore al 30% che provieneda un ateneo diverso da quello sede del corso.Gli atenei piemontesi dimostrano una buona capacità di copertura dei costi dellaformazione attraverso borse di studio: la percentuale di studenti iscritti che be-neficiano di una borsa di dottorato sul totale degli studenti è superiore alla medianazionale, che è pari al 60% (dato riferito al XXI ciclo).

Nonostante le difficoltà generali del sistema economico e produttivo, gli sforzicompiuti dagli atenei per aprire i corsi di dottorato alle esigenze del mondo pro-duttivo e dei servizi hanno iniziato a dare i propri frutti. I dati evidenziano, in-fatti, una buona capacità di coinvolgere gli enti esterni (imprese, enti pubblici,fondazioni) nel pagamento di borse di dottorato. In alcuni casi la percentuale diborse di dottorato pagate da enti esterni arriva al 50%.

Percentuale di iscritti stranieri

Percentuale di iscritti provenienti da un altro ateneo

Percentuale di iscritti che beneficiano di una borsa di studio

11,2

30,8

63,7

Variabile esaminata Università di Torino

Tab. 1.15 - Percentuale di iscritti stranieri, provenienti da un altro ateneo e beneficiari di borsa sul totale degliiscritti ai corsi di dottorato di ricerca del XXIII ciclo

Fonte: atenei piemontesi.

16,1

33,9

73,7

Politecnico di Torino

3,2

35,5

61,3

Piemonte Orientale

Fig. 1.4 - Percentuale di borse di dottorato pagate da enti esterni sul totale delle borse, 2004-2008

Nota: gli enti esterni sono im-prese, enti pubblici, fonda-zioni, Unione Europea, altreuniversità.Fonte: atenei piemontesi.

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Page 44: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]42

7 · D.M. 509/99 artt. 3 e 7.8 · Il COREP è un Consorzio checonta 11 soci tra accademici, isti-tuzionali e privati. Si occupa prin-cipalmente di attuare iniziative dicollaborazione fra gli atenei, ilmondo della produzione e deiservizi, e le istituzioni pubblichelocali, in tre principali aree di in-tervento: la formazione speciali-stica e di alto livello, il supportoall’innovazione e i servizi per iconsorziati.9 · Cfr. capitolo 4.

1.5 > I master e la formazione di terzo livelloUn master universitario di primo o secondo livello è un titolo rilasciato al ter-mine di un corso di perfezionamento scientifico e di alta formazione perma-nente e ricorrente7; può essere di primo o secondo livello, a seconda che siasuccessivo al conseguimento della laurea o della laurea specialistica.La maggior parte dei master in Piemonte è offerta dal COREP (Consorzio per laRicerca e l’Educazione Permanente)8 che, in accordo con gli atenei piemontesi,propone corsi finalizzati a fornire competenze in linea con le esigenze espressedal mercato del lavoro.Numerosi sono gli aiuti erogati negli anni dalla Regione Piemonte a favore dicorsi di master, tra cui, nel 2008, il sostegno all’avvio del Master in Civic Edu-cation dell’Associazione Ethica, nato con l’obiettivo di offrire ai partecipanti l’op-portunità di acquisire le conoscenze, i metodi di indagine e la consapevolezzadella coscienza civica e del suo significato, mettendo in risalto le implicazioniche essa comporta per i cittadini.Il numero di corsi di master attivi negli atenei piemontesi è cresciuto in modoconsiderevole dall’a.a. 2003/04 all’a.a. 2007/08, raddoppiando di fatto in cin-que anni (Tab. 1.16). I corsi di master nell’a.a. 2003/04 erano per il 70% corsidi primo livello; ciò è plausibile se si pensa che, in seguito alla riforma degliordinamenti didattici, nel 2004 ci sono stati i primi laureati triennali, e chel’avvio delle lauree specialistiche è avvenuto in modo generalizzato in quel-l’anno. Dopo cinque anni, la presenza di master di primo livello, seppur in di-minuzione (pari al 58%), rimane comunque superiore al numero di master disecondo livello.

Anche se di poco, è diminuito il nu-mero medio di iscritti per corso dimaster, che, se nell’a.a. 2003/04 eradi 22 studenti, nel 2007/08 si è atte-stato su 18 iscritti per corso (Tab.1.18). È aumentata invece la percen-tuale di stranieri, di certo in seguitoall’aumento generale della presenzastraniera negli atenei del Piemonte9,che è passata dall’8% del totale degliiscritti a corsi di master nell’a.a.

2003/04 al 16% nell’a.a. 2007/08 (Tab. 1.17).

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazioni effettuate nel mese di luglio di ciascun anno).

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

TOTALE

32

17

7

56

Ateneo

2003/04

N. corsi di master attivi

Tab. 1.16 - I master attivi nei tre atenei piemontesi, a.a. 2003/04-2007/08

46

16

11

73

2004/05

55

27

12

94

2005/06

69

29

10

108

2006/07

63

24

12

99

2007/08

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Page 45: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]43

Se si analizza la distribuzione dei corsi di master per facoltà di afferenza, si notache Medicina e Chirurgia e Ingegneria sono quelle in cui si concentra il maggiornumero di master, mentre le facoltà in cui risulta maggiore il numero medio distudenti iscritti sono Giurisprudenza e Agraria (Tab. 1.18).

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazioni effettuate nel mese di luglio di ciascun anno).

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

TOTALE

829

250

128

1.207

Ateneo

N. iscritti

2003/04

Tab. 1.17 - Gli iscritti a corsi di master, a.a. 2003/04-2007/08

3

20

16

8

di cuistranieri

%

985

248

144

1.377

N. iscritti

2004/05

7

24

10

10

di cuistranieri

%

1.061

295

185

1.541

N. iscritti

2005/06

12

24

11

14

di cuistranieri

%

1.421

342

139

1.902

N. iscritti

2006/07

11

22

21

14

di cuistranieri

%

1.309

345

179

1.830

N. iscritti

2007/08

11

29

14

16

di cuistranieri

%

Quadro 1.C > I master universitari in PiemonteUn’analisi svolta dall’Osservatorio nell’a.a. 2005/06 hamesso in luce un panorama assai vario che caratterizza imaster universitari in Piemonte [Musto, 2007]. All’internodello stesso ateneo i master hanno costi che si differen-ziano anche di migliaia di euro l’uno dall’altro, fermo re-stando che i corsi più costosi afferiscono all’ambitodisciplinare socio-economico piuttosto che a quello tec-nico-scientifico o umanistico, come già emerso dai risul-tati di un’indagine sui corsi di master in Italia [COREP,2004]. In media, un iscritto ad un corso di master all’Uni-versità di Torino paga 3.500 euro, al Politecnico circa 7.300euro e all’Università del Piemonte Orientale 4.150 euro. Anche gli interventi di tipo economico, ove presenti, hannoimporti assai differenti, anche per studenti che frequen-tano lo stesso corso e che quindi sostengono il medesimoonere di iscrizione: il contributo, infatti, varia in relazione

all’ente che lo eroga e in base al tipo di borsa prevista. Tragli enti che più spesso sono intervenuti nel finanziamentodelle borse si colloca in cima alla classifica la Regione Pie-monte, la quale finanzia i corsi all’interno del progetto perl’assunzione con contratti di apprendistato e altre volte in-terviene con l’erogazione di borse di studio. In molte oc-casioni anche le Fondazioni erogano contributi destinati,in particolare, agli studenti dei corsi di master afferenti al-l’ambito disciplinare socio-economico.Gli studenti chiamati ad esprimere un giudizio sull’utilitàdel master in ambito lavorativo (ovvero per trovare lavoro,per avanzamenti di carriera, ecc.) lo giudicano in modopositivo nel 75% dei casi, mentre il restante 25% non loconsidera utile. Tuttavia, i dati sulla condizione occupa-zionale ad un anno dalla laurea non mostrano differenzesignificative nella percentuale di occupati tra gli studentiche hanno frequentato un master e gli altri [AlmaLaurea,2009].

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Page 46: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]44

Giurisprudenza

Agraria

Medicina Veterinaria

S.U.I.S.M

Interfacoltà

Medicina e Chirurgia

Scienze Politiche

Scienze della Formazione

Ingegneria

Scuola di Amministrazione Aziendale

Economia

Lettere e Filosofia

Lingue e Letterature Straniere

Interateneo

Scienze Matematiche Fisiche e Naturali

Farmacia

Architettura

TOTALE

107

28

21

21

91

508

140

64

306

70

93

26

24

11

30

19

36

1.830

Facoltà N. iscritti

Tab. 1.18 - I corsi di master distinti per facoltà di afferenza, a.a. 2007/08

Nota: in tabella non sono stati inseriti i due master Interfacoltà in Scienze strategiche, che contano nelcomplesso 235 iscritti. Rientrano comunque nel computo del totale.Fonte: elaborazioni su dati atenei del Piemonte.

3

1

1

1

5

28

8

4

20

5

7

2

2

1

3

2

4

99

N. corsi

36

28

21

21

18

18

18

16

15

14

13

13

12

11

10

10

9

18

N. medio di iscritti per corso

10 · Si vedano il D.P.R. 10 marzo1982, n. 162 e il D.M. 3 novembre1999, n. 509.

Alla formazione di terzo livello afferiscono altresì i corsi di specializzazione eperfezionamento che, analogamente a quanto accade per i corsi di master, pos-sono essere intrapresi una volta terminati i corsi di laurea, laurea specialistica elaurea specialistica a ciclo unico; tali corsi consentono di conseguire rispettiva-mente il diploma di specializzazione e un attestato di partecipazione al corso diperfezionamento.Le due tipologie di corso si differenziano prima di tutto per le finalità perseguite:i corsi di specializzazione sono orientati a formare figure fortemente specializ-zate in particolari settori professionali, mentre i corsi di perfezionamento sonomaggiormente diretti all’approfondimento di particolari tematiche, all’aggior-namento professionale e all’educazione permanente10. Grazie ad un contributo erogato dalla Regione Piemonte, nel corso del 2009l’Università del Piemonte Orientale ha avviato un Corso di perfezionamento inEconomia delle Terre Alte che si propone di analizzare i diversi aspetti dei si-stemi economici montani ed approfondire i temi del turismo e delle energie rin-novabili. Il corso si rivolge sia a persone già inserite nel mondo del lavoro che

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Page 47: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]45

desiderano approfondire il tema, sia a giovani laureati che aspirano a ricoprireposizioni lavorative in comunità montane.

Gli iscritti a corsi di specializzazione e perfezionamento nell’a.a. 2006/07 ri-sultano circa 2.800, il 22% in meno rispettoall’a.a. 2003/04 (Tab. 1.19).Se si analizza il dato degli iscritti ai corsi dispecializzazione distinto per facoltà si notache la diminuzione è da attribuirsi, da un lato,alla cessazione di alcune Scuole di Specia-lizzazione, dall’altro, al calo degli ammessiche si riscontra nelle Scuole di Specializza-zione afferenti alle facoltà di Medicina e Chi-rurgia e nella Scuola di specializzazione perl’insegnamento nelle Scuole Secondarie Su-periori (Tab. 1.20).

Una diminuzione è riscontrabile anche nel numero di iscritti a corsi di perfezio-namento, che da 380 nell’a.a. 2003/04 sono passati a 118 nell’a.a. 2006/07.La diminuzione degli iscritti si è verificata in generale in tutte le facoltà, ad ec-

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazioni effettuate nel mese di luglio diciascun anno).

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

TOTALE

3.258

75

281

3.614

Ateneo

2003/04

N. iscritti

Tab. 1.19 - Il trend degli iscritti a corsi di specializzazionee perfezionamento, a.a. 2003/04-2006/07

3.144

108

266

3.518

2004/05

2.589

75

271

2.935

2005/06

2.429

100

277

2.806

2006/07

Medicina e Chirurgia

Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento nelle Scuole Secondarie

Giurisprudenza

Psicologia

Medicina Veterinaria

Farmacia

Architettura

Lettere e Filosofia

Agraria

Scienze Matematiche Fisiche e Naturali

Scuola universitaria di Psicologia Applicata

TOTALE

1.963

845

123

55

68

28

34

37

46

21

13

3.233

Facoltà 2003/04

Tab. 1.20 - Gli iscritti a corsi di specializzazione distinti per facoltà, a.a. 2003/04-2006/07

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazioni effettuate nel mese di luglio di ciascun anno).

1.833

1.059

168

62

63

27

24

36

8

9

13

3.272

2004/05

1.789

650

133

79

60

29

34

27

-

5

-

2.801

2005/06

1.673

684

110

87

63

32

27

12

-

-

-

2.688

2006/07

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Page 48: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]46

cezione di Ingegneria dove gli iscritti sono invece aumentati nei quattro annianalizzati, a fronte del calo degli iscritti a corsi di specializzazione verificatosi acausa della chiusura degli stessi. Nell’a.a. 2005/06 è partito il primo corso diperfezionamento afferente alle facoltà di Ingegneria, e negli anni successivi neè stato attivato un numero sempre maggiore (Tab. 1.21).

1.6 > L’offerta formativaIl sistema universitario italiano èstato protagonista di due interventidi riforma degli ordinamenti didat-tici che si sono susseguiti a di-stanza di pochi anni e che hannomodificato radicalmente - e stannoancora modificando - il precedenteimpianto11. In questa sede non sidescriveranno le novità introdottedalle riforme, né si analizzerà neldettaglio il raggiungimento degliobiettivi che il legislatore aveva pre-figurato. Su alcuni aspetti, tuttavia,

saranno forniti alcuni elementi utili alla valutazione, sempre a partire dall’ana-lisi della situazione piemontese. Si fa riferimento, ad esempio, alla verifica del-l’effettiva diminuzione del tasso di abbandono e dei tempi necessari alconseguimento del titolo, due obiettivi qualificanti della riforma approvata nel1999 e avviata nel 2001, approfonditi nel capitolo 2. Anche su altri elementi introdotti o valorizzati dagli interventi legislativi sarannoforniti elementi di riflessione, soprattutto di natura quantitativa. Si fa riferimento,in particolare, alle modalità di implementazione e utilizzo degli stage, alla pos-sibilità di iscrizione ai corsi a tempo parziale, alla presenza di meccanismi di ve-rifica, da parte degli atenei, dei requisiti richiesti per l’ammissione, eall’implementazione di attività formative e di recupero per eventuali obblighiformativi. Questi aspetti saranno esaminati fra breve nel capitolo 2.Fra gli obiettivi della riforma vi era l’intenzione di attribuire agli atenei maggioreautonomia didattica. Il legislatore ha messo le università nelle condizioni di poteristituire liberamente corsi di laurea e di laurea specialistica, fatto salvo il rispetto(formale) di quanto previsto nei decreti ministeriali delle classi, che contene-vano la distribuzione di massima dei crediti, suddividendoli in insegnamenti dibase, caratterizzanti o a scelta dello studente. L’autonomia delle università ri-

Architettura

Ingegneria

Lettere e Filosofia

Medicina e Chirurgia

Scienze della Formazione

Scienze Politiche

Scuola di Amministrazione Aziendale

TOTALE

18

22

-

175

18

11

136

380

Facoltà 2003/04

Tab. 1.21 - Gli iscritti a corsi di perfezionamento distinti per facoltà,a.a. 2003/04-2006/07

Fonte: MIUR, Ufficio di Statistica (rilevazioni effettuate nel mese di luglio di ciascun anno).

39

45

-

97

19

16

-

216

2004/05

23

18

42

31

8

7

-

129

2005/06

16

57

20

17

8

-

-

118

2006/07

11 · Si fa riferimento, in partico-lare, a quanto previsto nel DM509/99 e 270/04.

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Page 49: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]47

guardava, dunque, la denominazione del corso e una certa modulazione deicontenuti didattici, pur nel rispetto dei vincoli normativi.Nell’anno di avvio della riforma e in quelli immediatamente successivi, le uni-versità hanno ampiamente usato la facoltà loro riconosciuta di attivare corsi dilaurea con diversa denominazione all’interno della stessa classe: gli studenti sisono trovati così a poter (e a dover) scegliere entro un panorama amplissimo dicorsi, dalle denominazioni pensate talora per attrarre gli utenti verso percorsioccupazionali presentati come di particolare interesse. Mentre nel 2000/01, icorsi attivati da tutti gli atenei italiani erano circa 2.400, nel 2001/02 sono di-ventati 3.200, 3.800 nel 2002/03, arrivando a superare i 5.700 nel 2006/0712.Il 30% circa di essi aveva meno di 30 immatricolati.I dati mostrano come si sia trattato di un fenomeno diffuso, che ha avuto vastaeco sulla stampa. Anche se gran parte dell’aumento può essere attribuito allanuova organizzazione dei cicli, che suddivide i corsi fra primo e secondo livello,è indubbio che gli atenei abbiano proposto e avviato una molteplicità di percorsinegli stessi ambiti disciplinari. Anche se alcuni osservatori hanno fatto notare che il numero di corsi in Italianon è superiore a quello di altri paesi europei13, è ampiamente riconosciuto chemolte proposte formative sono state formulate senza un’analisi rigorosa deipossibili (e probabili) sbocchi occupazionali. A frenare questa corsa, il Ministeroè intervenuto, dietro sollecitazione del CNVSU, attraverso l’introduzione dei co-siddetti requisiti minimi: le università rimangono libere di attivare nuovi corsi,tuttavia essi devono possedere alcuni requisiti strutturali14. Il vasto movimento di opinione, le sollecitazioni ministeriali (attraverso le in-dicazioni sull’applicazione del DM 270/04), la presa di coscienza da partedegli atenei, la domanda di formazione che risultava scarsa in taluni percorsi,hanno spinto il sistema e i singoli attori a un’opera di razionalizzazione, pro-seguita fino all’anno accademico in corso. Secondo le prime analisi ministe-riali, il numero di corsi di laurea e di laurea specialistica complessivamenteofferti dagli atenei si è ridotto di circa l’8%, mentre alcuni atenei sono andatioltre tale valore.Anche in Piemonte, con l’introduzione della riforma, l’offerta è aumentata.Nel 2000, i corsi di laurea e di diploma offerti dagli atenei erano 161; nel2001/02 l’offerta è rimasta sostanzialmente stabile (159 corsi), per poi au-mentare fino a 200 corsi nel 2003/04, a 310 nel 2004/05 e a 350 nel2005/06. A partire da quell’anno, gli atenei sono intervenuti sull’offerta finoa giungere, nell’anno accademico in corso (2009/10), a presentare agli stu-denti 311 corsi, oltre il 10% in meno di quattro anni prima.

12 · CNVSU, Nono rapporto sullostato dell’università italiana,Roma 2008, www.cnvsu.it.13 · M. Regini, cit.14 · I requisiti minimi rappresen-tano parametri, soprattutto nu-merici, relativi alla docenza diruolo, alla sua appartenenza agliambiti disciplinari dei corsi, al nu-mero di studenti iscritti, alle strut-ture, necessari per l’attivazionedei corsi. Introdotti dal Ministero,facendo proprie gran parte deisuggerimenti del CNVSU, rappre-sentano uno strumento di razio-nalizzazione dell’offerta e di ga-ranzia nei confronti degli studenti.

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Page 50: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]48

La valutazione del numero dei corsi universitari offerti dagli atenei si intreccia adoppio filo con quella della loro localizzazione territoriale. In Piemonte, esatta-mente come accaduto in molte altre regioni italiane, gli atenei, intorno alla metàdegli anni Novanta, iniziarono a insediare attività didattiche in città minori, inparte per andare incontro alle esigenze dell’utenza e per catturarne di nuova, inparte come risposta alle pressioni e alle agevolazioni di molti comuni che aspi-ravano ad avere una sede universitaria nel proprio territorio.Come si è poc’anzi detto, il fenomeno ha riguardato, senza eccezioni, tutte lezone del paese ed è proseguito per almeno un decennio. Mentre nel 1990 erano92 i comuni sede di corso, nel 2000 sono passati a 207 e a 250 nel 2007.Su questo processo si innestò un altro elemento: il Ministero avviò una politica,accompagnata da incentivi di tipo finanziario, che mirava a favorire il deconge-stionamento di molti atenei italiani, i quali avevano raggiunto dimensioni (in ter-mini di studenti iscritti) senza paragoni in Europa. Gli interventi didecongestionamento, affidati per il monitoraggio al CNVSU, portarono alla crea-zione di nuovi atenei, facoltà e corsi, in modo che gli studenti non dovessero piùaffrontare atenei troppo grandi, dispersivi e sovraffollati.Il processo ha interessato anche il Piemonte.Sia l’Università di Torino, sia il Politecnico sono stati protagonisti di interventi didecongestionamento e hanno usufruito delle relative risorse statali. La stessaistituzione dell’Università del Piemonte Orientale può essere in qualche modoascritta al processo di riorganizzazione dell’offerta che si verificò in quegli anni.Le valutazioni dei processi attuati in Piemonte, effettuate dal CNVSU, sono statepositive, pur non mancando alcuni rilievi critici o raccomandazioni (per detta-gli si rimanda ai documenti presenti sul sito www.cnvsu.it).La tabella 1.23 mostra l’attuale distribuzione dei corsi nei comuni sede di corso,

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

TOTALE

85

40

29

1

155

Ateneo I livello

Tab. 1.22 - Il numero di corsi offerti dagli atenei del Piemonte, a.a. 2009/2010

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica.

94

35

14

1

144

II livello

1

-

1

-

2

Laurea magistrale inGiurisprudenza

6

-

3

-

9

Vecchioordinamento

187

75

47

2

311

Totale

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[ ]49

nonché la distribuzione degli studenti iscritti. Da questo sintetico quadro, si con-ferma il ruolo centrale delle sedi didattiche torinesi e di quelle dell’Universitàdel Piemonte Orientale. Tuttavia, sono evidenti alcuni degli effetti indotti dallapolitica di decongestionamento e decentramento: è cospicua la presenza di stu-denti a Grugliasco, dove l’Università di Torino ha trasferito intere facoltà, e a Ver-celli e Mondovì da parte del Politecnico. Un ruolo minore è rivestito da altre città,anche se esse contribuiscono ad avvicinare la formazione universitaria ai luoghidi residenza degli studenti.

Il decentramento del sistema universitario piemontese non ha perseguito soloobiettivi didattici15. In molti casi, sono state sviluppate nelle sedi decentrate at-tività di ricerca e di trasferimento tecnologico, sfruttando le interazioni con il

Torino

Novara

Alessandria

Grugliasco

Vercelli

Cuneo

Mondovì

Asti

Biella

Orbassano

Savigliano

Bra (Pollenzo)

Alba

Casale Monferrato

Ivrea

Verbania

TOTALE

214

19

18

13

13

6

6

3

3

3

3

2

1

1

1

1

307

Città sede di corso Numero di corsi offerti

Tab. 1.23 - Corsi offerti nel 2009/10 e studenti iscritti nell’a.a. 2007/08, suddivisi per comune sede di corso

Nota: anche se i dati relativi agli studenti iscritti e quelli relativi ai corsi fanno riferimento a due anni accademici diversi, l’intento della tabella è quellodi confrontare l’effetto del decentramento dell’offerta con quello degli iscritti. Le sedi sono ordinate in senso decrescente sulla base del numerodi studenti iscritti. Nella tabella non compaiono le sedi di corso site al di fuori del territorio piemontese. I corsi a ciclo unico sono stati aggregatinei corsi di II livello.Fonte: MIUR, Banca dati dell’offerta formativa e Ufficio di statistica.

69,5

6,2

5,8

4,2

4,2

1,9

1,9

1,0

1,0

1,0

1,0

0,6

0,3

0,3

0,3

0,3

100,0

Distribuzionepercentuale

dei corsi nelle città

79.393

4.188

3.414

2.592

2.255

1.580

902

776

728

880

505

175

117

135

444

148

98.232

Numero di studenti iscritti

80,2

4,2

3,4

2,6

2,3

1,6

0,9

0,8

0,7

0,9

0,5

0,2

0,1

0,1

0,4

0,1

100,0

Distribuzione percentualedegli studenti iscritti nelle città sedi corso

15 · Per ulteriori elementi di ri-flessione sul decentramento uni-versitario in Piemonte, si veda A.Stanchi, Il sistema universitariodel Piemonte: offerta formativa edecentramento, a.a. 2005/06,Osservatorio regionale per l’Uni-versità e per il Diritto allo studio,Torino, 2006, www.ossreg.pie-monte.it.

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sistema produttivo del territorio interessato. Le sinergie con le imprese ga-rantiscono la focalizzazione intorno a temi di ricerca di comune interesse, l’as-sorbimento di capitale umano in uscita dagli atenei, lo sviluppo territorialenella direzione dell’innovazione.Le recenti iniziative regionali, che implementano gli strumenti attuativi dellaLegge Regionale 4/2006, vanno nella direzione di sostenere fortemente losviluppo di sinergie fra gli attori, siano essi imprese o organismi di ricerca. Nelcapitolo 6 verrà dato conto delle aree e dei territori di riferimento individuati:non sfuggirà la relazione con alcune delle realtà già presenti sul territorio cuipartecipano atenei e realtà produttive.

1.7 > L’applicazione di alcune misure introdotte dalla riformaIl DM 509/99 conteneva alcune novità assolute per il sistema universitario ita-liano, che sono state confermate dal DM 270/04. Prima dell’introduzione dellariforma tutti coloro che erano in possesso di un diploma secondario superiorepotevano iscriversi a qualunque corso di studio, fatta eccezione per i corsi ovevigeva la programmazione nazionale degli accessi (come, ad esempio, i corsi di

[ ]50

Quadro 1.D > Le Alte Scuole in PiemonteIn Piemonte sono state avviate di recente alcune AlteScuole, destinate a giovani talenti italiani e stranieri che de-siderano approfondire le loro competenze in alcuni campi.Si tratta in generale di canali paralleli ai normali corsi di lau-rea e laurea specialistica, in cui lo studente frequenta le-zioni e seminari che gli permettono di acquisire crediti.Particolari vantaggi economici sono destinati agli iscritti:oltre a poter frequentare l’Alta Scuola gratuitamente, be-neficiano dell’esenzione totale dal pagamento delle tasseuniversitarie e dell’assegnazione di borse di studio.Presso il Politecnico di Torino è stata istituita nel 2004l’Alta Scuola Politecnica, nata da un progetto congiuntodel Politecnico di Torino e del Politecnico di Milano, in col-laborazione con il MIUR. Ogni anno i due atenei selezio-nano circa 150 studenti tra i candidati iscritti al primo annodi una laurea specialistica presso l’ateneo torinese o mi-lanese; di questi almeno il 50% viene scelto tra gli studentiprovenienti da altre regioni italiane e il 25% tra gli stranieri.Al termine dei due anni lo studente consegue un titolo didoppia laurea rilasciata da entrambi i Politecnici, indipen-dentemente da quello di iscrizione, oltre al diploma del-

l’Alta Scuola Politecnica.È inoltre in fase di avvio, presso l’Università di Torino, laScuola di Studi Superiori, istituita con il sostegno dell’As-sessorato all’Università della Regione Piemonte, dellaCompagnia di San Paolo e della Fondazione CRT. La scuolaha lo scopo di formare professionalità per le future classidirigenti in tutti i settori della società, siano essi pubblici oprivati, e si rivolge ai migliori studenti di tutte le facoltà chevi accedono per concorso: per l’a.a. 2009/10 sono ban-diti 30 posti e gli studenti ammessi frequenteranno, oltreal corso di laurea cui sono iscritti, un percorso triennaleche mira a fornire competenze di base sulle materie og-getto di studio. In futuro saranno attivati anche corsi bien-nali paralleli alle lauree specialistiche volti a fornire unapreparazione più specifica, nonché corsi di perfeziona-mento e master. L’Università di Scienze Gastronomiche ha di recente pre-sentato uno studio di fattibilità per la futura realizzazionedi una Scuola Internazionale di Alti Studi sulle Politiche Ali-mentari e la Sostenibilità, finalizzata a formare esperti neicampi della produzione alimentare sostenibile, dello svi-luppo delle economie locali e della valorizzazione dei pro-dotti legati al territorio.

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Page 53: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]51

Medicina e Chirurgia). Dopo la riforma, gli atenei, pur nella loro autonomia ope-rativa, sono chiamati a verificare la preparazione all’ingresso degli studenti e, ovese ne ravvisi la necessità, a introdurre attività formative propedeutiche e di re-cupero per eventuali obblighi formativi. Si tratta di innovazioni potenzialmente digrande portata, dal momento che molti concordano sull’esistenza di diffusi fe-nomeni di disorientamento nelle scelte degli studenti, di sostanziali differenzenel background e nella preparazione dei nuovi iscritti, che hanno causato e cau-sano consistenti differenze nella riuscita degli studi.Accanto a questo, gli strumenti introdotti fanno intravedere la possibilità per gliatenei di definire autonome politiche di reclutamento e selezione all’ingresso.L’analisi dei comportamenti concretamente attuati dalle università, effettuatadal CNVSU attraverso le risposte ad appositi quesiti rivolti ai nuclei di valutazione,mette in evidenza una realtà in cui le differenze fra la volontà del legislatore e laconcreta implementazione delle politiche sono consistenti. Infatti, solo poco piùdella metà dei corsi ha predisposto modalità di verifica della preparazione all’in-gresso e una percentuale analoga ha previsto attività formative propedeutiche edi recupero per eventuali obblighi formativi.In Piemonte, sul fronte dell’accertamento del livello di preparazione degli stu-denti, l’atteggiamento è stato decisamente più attivo: sono state predisposteazioni nel 70% dei corsi di primo livello dell’Università di Torino e del PiemonteOrientale, addirittura nella totalità dei corsi al Politecnico.Sul fronte dell’implementazione di attività formative propedeutiche e di recu-pero, il comportamento degli atenei piemontesi è più eterogeneo e diverso fra levarie tipologie di corso (Tab. 1.24).

Laurea di primo livello

Laurea specialistica

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Altri atenei italiani

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Altri atenei italiani

Tipo di corso Ateneo

Tab. 1.24 - Corsi in cui sono previste procedure per la verifica dei requisiti richiesti per l'ammissione (Art. 6, cc.1 e 2, DM509/99) e in cui sono predisposte attività formative propedeutiche e di recupero per eventuali obblighi formativi

Fonte: CNVSU (2008).

71

100

71

56

66

87

74

57

Verifica dei requisiti richiestiper l’ammissione (%)

38

81

64

53

45

5

42

47

Attività formative e di recupero pereventuali obblighi formativi (%)

87

31

28

2.701

110

38

19

2.763

Numero di corsiv.a.

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Page 54: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]52

La riforma ha altresì inteso favorire la partecipazione agli studi universitari daparte di individui che, in quanto impegnati in altre attività, non possono (o non in-tendono) dedicare il proprio tempo interamente allo studio. Essa ha riconosciutoesplicitamente che gli studenti possono affrontare con impegno diverso unostesso percorso di studi, introducendo la possibilità che essi si iscrivano ai corsiuniversitari a tempo pieno oppure a tempo parziale. È la prima volta che nel si-stema universitario italiano viene riconosciuto esplicitamente che gli studentinon hanno tutti lo stesso tempo da dedicare allo studio, perché impegnati in at-tività lavorative o perché impossibilitati per ragioni famigliari a seguire assidua-mente le lezioni e a dedicare l’intera giornata allo studio.Come su molti altri aspetti della riforma, le differenze fra le intenzioni del legi-slatore e quanto attuato dagli atenei sono molte e di rilievo.A quasi dieci anni dall’avvio della riforma vi sono atenei che ancora non preve-dono la possibilità stessa di iscrizione in modalità part-time. Inoltre, i dati evi-denziano come la presenza di studenti part-time sia ancora abbastanza modesta,pari al 2% sul totale degli iscritti. Un secondo elemento va considerato: il fatto cheun ateneo dia la possibilità di iscrizione a tempo parziale non implica che abbiapredisposto specifiche modalità organizzative sul fronte della didattica tali da fa-cilitare la frequenza e la fruizione dei servizi da parte degli iscritti part-time. Infatti,sempre secondo le dichiarazioni dei nuclei di valutazione, meno di 20 corsi su100 sono dotati di tali strumenti - circostanza che finisce con il disincentivareuna quota di lavoratori interessati a ottenere nuove qualifiche e ad acquisirenuove conoscenze.La situazione in Piemonte è senza dubbio migliore.Innanzitutto gli atenei hanno da tempo introdotto la possibilità di iscrizione atempo parziale, pur con modalità diverse per quanto riguarda il trattamento eco-nomico e contributivo.In secondo luogo, la presenza di studenti part-time è decisamente superiore allamedia italiana. Il dato medio per ateneo cela differenze importanti tra le facoltà:mentre a Scienze della Formazione, Ingegneria e Scienze Politiche si rilevanoquote di iscritti part-time superiori al 20%, a Medicina e Chirurgia, Giurispru-denza, Biotecnologie, il dato si ferma a pochi punti percentuali.In terzo luogo, i nuclei di valutazione dell’Università di Torino e del PiemonteOrientale, interrogati sull’argomento, affermano che il 40% dei corsi offerti pre-vede specifiche modalità organizzative della didattica per studenti iscritti part-time, quota che al Politecnico si ferma al 4%.A questo proposito occorre dare conto delle iniziative avviate dagli atenei sul

fronte della didattica erogata in modalità teledidattica. Si tratta, indubbiamente,

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Page 55: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]53

di uno fra gli strumenti che possono essere utilmente utilizzati per superare le dif-ficoltà temporali e spaziali che gli studenti lavoratori incontrano nel momento incui intendono frequentare un corso universitario. Da questo punto di vista, l’ate-neo che - nel 2007/08 - offriva un maggior numero di corsi in modalità teledi-dattica o mista (teledidattica e convenzionale) è il Politecnico, con 8 corsi, seguitodall’Università di Torino e da quella del Piemonte Orientale, con 4 corsi (Tab. 1.25).

Analizziamo, infine, altri due aspetti sondati dal CNVSU interrogando i nuclei divalutazione: la presenza di docenza extra accademica (a contratto) e la presenzadi meccanismi di valutazione delle attività. Si tratta di temi importanti: mentre ilprimo persegue l’obiettivo di assicurare, all’interno dei corsi universitari, un ap-porto di competenze professionali specifiche, per evitare che i contenuti degli in-segnamenti siano scollegati dai temi quotidianamente affrontati nel mondo dellavoro e delle professioni, il secondo è tema sempre più centrale all’interno dellepolitiche di istruzione superiore in tutta Europa.Riguardo al primo aspetto, i dati sulla percentuale di corsi che prevedono anchela presenza di docenza extra accademica (a contratto) sono assolutamente con-fortanti, sia in Italia sia nella nostra regione, segno di attenzione a questo aspettoe frutto di interventi sui contenuti dei corsi, con ogni probabilità già attuati daanni (Tab. 1.26).Per quanto concerne il secondo aspetto, le risposte date dai nuclei di valutazionefanno intravedere uno scenario non positivo; in Piemonte, la percentuale di corsidotati di sistemi di valutazione della qualità è inferiore a quella media nazionale.Se, da un lato, questa situazione si giustifica con l’assenza, a livello nazionale, di

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

ITALIA

11

24

9

-

2

Ateneo Percentuale distudenti iscritti

part-time

Tab. 1.25 - Percentuale di studenti iscritti part-time, percentuale di corsi che predispongono specifiche modalità organizzativedella didattica per studenti iscritti part-time, numero di corsi erogati in modalità teledidattica o mista, a.a. 2007/08

Fonte: MIUR, CNVSU.

41

4

38

-

19

Percentuale di corsi chepredispongono specifiche modalità

organizzative della didattica perstudenti iscritti part-time

4 (Economia, Psicologia, Scienze MFN, Scienze Politiche)

8 (Ingegneria I, Ingegneria III, Ingegneria IV)

4 (Lettere e Filosofia)

-

-

Numero di corsi offerti in modalità teledidattica

o mista, e facoltà di riferimento

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Page 56: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]54

un sistema generalizzato di valutazione dei corsi, dall’altro, lascia prefigurare unadiffusione ancora troppo bassa della valutazione, non più in linea con le diffuseesigenze di accountability.Nei casi in cui i meccanismi di valutazione sono presenti negli atenei del Pie-monte, le modalità più utilizzate sono l’accreditamento regionale, il modello pro-posto dal CNVSU, l’esperienza CampusOne promossa dalla CRUI, oltre ad altristrumenti più residuali, almeno nei numeri. Da segnalare l’iniziativa, assunta re-centemente dal Senato Accademico del Politecnico di Torino, che vorrebbe esten-dere a tutti i corsi di laurea dell’ateneo il processo di assicurazione interna dellaqualità, già attivo presso un numero non trascurabile di corsi.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

ITALIA

Ateneo

Tab. 1.26 - Corsi in cui è prevista anche l’utilizzazione di docenza extra accademica (a contratto) volta ad assicurare un apporto di competenze professionali specifiche e in cui è previsto un sistema di valutazione della qualità delle attivitàsvolte, a.a. 2007/08

Fonte: CNVSU (2008).

88

100

91

89

Utilizzazione di docenzaextra accademica

%

22

25

6

39

Presenza di un sistema di valutazionedella qualità delle attività

%

197

69

47

5.464

Numero di corsi

v.a.

regione CAP 1 def_V_Layout 1 11/02/10 22.42 Pagina 54

Page 57: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]55

1.8 > In breve• Fra il 2003/04 e il 2007/08, gli immatricolati sono aumentati di oltre il 4%, a

fronte di una diminuzione del 10% a livello nazionale, pur in presenza di unanalogo calo demografico.

• Il sistema universitario piemontese è riuscito a migliorare la propria attratti-vità, sia nei confronti degli studenti che risiedono in altre regioni italiane, sia neiconfronti degli studenti stranieri, i quali sono percentualmente triplicati. Que-sta indicazione positiva riguarda tutti gli atenei.

• L’aumento nell’attrattività ha inciso favorevolmente sul saldo tra il flusso distudenti piemontesi in uscita e quello degli studenti in entrata da altre regioni;il saldo, tradizionalmente negativo, si è ridotto del 25%, mentre se si conside-rano gli studenti stranieri esso si è praticamente azzerato.

• Le preferenze espresse dagli studenti piemontesi sono diverse da quelle medienazionali: mentre in Piemonte i corsi che riscuotono più successo sono quelliin Ingegneria, seguiti da quelli in Economia e in Medicina, nelle altre regioni ita-liane prevale Economia, seguita da Lettere e, solo terza, Ingegneria.

• La capacità di attrazione dei corsi di dottorato è superiore alla media nazio-nale, sia nei confronti degli studenti italiani, sia nei confronti degli stranieri, cosìcome superiore alla media nazionale è la copertura dei costi della formazionecon borse di dottorato, molte delle quali pagate da imprese, enti pubblici, fon-dazioni.

• Il numero di master attivi in Piemonte è quasi raddoppiato negli ultimi cinqueanni e contestualmente è aumentato il numero di iscritti; la presenza stranierain questi corsi è raddoppiata in cinque anni e rappresenta ad oggi il 16% degliiscritti a questa tipologia di corsi.

• L’offerta formativa è stata fortemente razionalizzata, con azioni progressiva-mente adottate nel corso degli ultimi anni.

• L’applicazione degli elementi più innovativi della riforma, fra cui la verifica dellapreparazione dello studente, la possibilità di iscrizione part-time, ha trovatointerlocutori attenti negli atenei del Piemonte, anche se sono possibili miglio-ramenti sul fronte della valutazione delle attività didattiche e delle modalitàorganizzative rivolte agli studenti a tempo parziale.

regione CAP 1 def_V_Layout 1 11/02/10 22.42 Pagina 55

Page 58: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

I RISULTATI FORMATIVI E GLI SBOCCHI OCCUPAZIONALI

2regione CAP 2 def_V_Layout 1 11/02/10 22.55 Pagina 56

Page 59: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]57

Si può parlare di risultati formativi o di performance degli studenti con diverseaccezioni. Ci si può riferire alla capacità degli iscritti di non essere esclusi dalpercorso di studi scelto (in altre parole, di non abbandonare il corso), alla velo-cità con cui essi acquisiscono crediti formativi, o a quella con cui riescono a por-tare a termine gli studi. Si può parlare di performance anche quando ci siriferisce al profitto, misurabile attraverso la media dei voti conseguiti negli esami.O ancora, ci si può riferire al livello di apprendimento, oppure, più in generale, alsuccesso occupazionale.Nel primo paragrafo ci limiteremo a dare conto di alcuni indicatori che tradizio-nalmente sono utilizzati come approssimazioni del livello di performance: iltasso di abbandono, la percentuale di studenti iscritti da un numero di anni pario inferiore alla durata prevista del corso, la percentuale di laureati che conse-guono il titolo entro la durata prevista (i cosiddetti laureati “in corso”). Si trattadi indicatori ormai ampiamente accettati e utilizzati, che sono in grado di resti-tuire informazioni, seppur aggregate e non prive di criticità, circa la capacitàdegli studenti di progredire nel percorso di studi scelto.Nel secondo paragrafo si esamineranno le informazioni che si hanno a disposi-zione sui laureati. Esse sono di due tipi: in primo luogo, le indicazioni circa le mo-dalità con cui essi hanno svolto il proprio percorso di studi. Ci si riferisce, in modoparticolare, alla frequenza delle lezioni, allo svolgimento di stage, tirocini e diesperienze di studio all’estero. Non saranno trascurate anche alcune informa-zioni circa i giudizi che i laureati esprimono al termine del corso, quali la soddi-sfazione nei confronti del corso in generale, dei docenti, delle strutture.Nel terzo saranno esaminati i dati sulla condizione occupazionale. Il tasso di oc-cupazione a 1, 3 e 5 anni dopo la laurea, il tipo di contratto, il reddito, sono datidi primaria importanza per valutare l’investimento in istruzione fatto dagli stu-denti e dalle loro famiglie, per valutare la capacità degli atenei di dare un titolodi studio spendibile sul mercato del lavoro e la capacità di quest’ultimo di as-sorbire capitale umano qualificato.Sia nei confronti delle modalità di studio, sia in riferimento alla condizione oc-cupazionale, i dati saranno declinati nelle diverse tipologie di corso. Si tratta diun punto di vista in grado di restituire le rilevanti differenze fra le diverse tipolo-gie di laureati. Naturalmente questa prospettiva non è l’unica attraverso la qualeosservare le dinamiche prospettate. Altre potrebbero essere utilizzate, quali lafacoltà cui sono iscritti gli studenti, o il fatto di svolgere o meno un lavoro durantegli studi.In questa sede è stato privilegiato il primo parametro di disaggrega-zione, sia per ragioni di brevità espositiva, sia perché le analisi sugli esiti deglistudenti non possono non tenere conto di questo elemento.

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Page 60: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]58

2.1 > Le performance degli studenti2.1.1 > Tasso di abbandono e studenti “in corso”Il sistema universitario italiano resta caratterizzato da un elevato tasso di ab-bandono. Secondo i dati annualmente diffusi dall’OECD, il nostro paese si col-loca nelle ultime posizioni sul fronte della dispersione scolastica e universitaria. Gli osservatori italiani e stranieri concordano nell’attribuire parte di questo sca-dente risultato alla rigidità dell’offerta formativa e all’assenza di meccanismi diselezione all’ingresso. Nel momento in cui si offre a una grande massa di indi-vidui, diversi per provenienza sociale e scolastica, obiettivi, livello motivazio-nale, un’offerta omogenea per obiettivi formativi, target di utenza ecaratteristiche organizzative, e questi individui non vengono in alcun modo se-lezionati, è lecito aspettarsi risultati di questo genere1.

Non vi è dubbio che l’introduzionedella riforma degli ordinamenti di-dattici abbia contribuito a miglio-rare le prestazioni degli ateneisotto questo profilo, anche se idati sul drop out restano talvoltapreoccupanti.Limitandoci a valutare la varia-zione del tasso di abbandono fraprimo e secondo anno di corso, in-tervenuta fra il 2003/04 e il2007/08, si può apprezzare unmiglioramento, sia a livello nazio-nale, sia in Piemonte. Mentre iltasso di abbandono medio nazio-nale è diminuito di poco meno didue punti percentuali, nella nostraregione la diminuzione è stata piùconsistente, dal momento che ladifferenza tra gli immatricolati inun anno accademico e gli iscritti alsecondo anno nell’anno accade-mico successivo è passata dal19% al 13% (Tabb. 2.1 e 2.2).

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Piemonte

ITALIA

12.727

3.664

1.976

18.367

330.057

Ateneo Immatricolati nel2002/03

Tab. 2.1 - Differenza tra immatricolati in un anno accademico e iscritti al secondoanno nell’anno accademico successivo, a.a. 2003/04

Nota: i dati del MIUR non consentono di calcolare un vero e proprio tasso di abbandono, ma soloun’approssimazione dello stesso. Si tratta, infatti, della differenza tra immatricolati in un annoaccademico e iscritti al secondo anno nell’anno accademico successivo.Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazione effettuata nel luglio 2004).

9.908

3.011

1.902

14.821

267.295

Iscritti al secondoanno nel 2003/04

-22,1

-17,8

-3,7

-19,3

-19,0

Differenza%

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Piemonte

ITALIA

10.940

3.911

1.637

16.540

307.860

Ateneo Immatricolati nel2006/07

Tab. 2.2 - Differenza tra immatricolati in un anno accademico e iscritti al secondoanno nell’anno accademico successivo, a.a. 2007/08

Nota: circa i limiti dell’indicatore utilizzato, si veda la nota alla tabella precedente. Nella tabella noncompare l’Università di Scienze Gastronomiche in quanto i dati non sono significativi.Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazione effettuata nel luglio 2008).

9.693

3.163

1.461

14.371

253.835

Iscritti al secondoanno nel 2007/08

-11,4

-19,1

-10,8

-13,1

-17,5

Differenza%

1 · Si veda, fra le molte analisi di-sponibili, G. Capano, L’universitàin Italia, Il Mulino, Bologna, 2000.

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Page 61: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]59

Il tasso di abbandono assume valori molto diversi tra le varie facoltà e i vari corsidi studio: mentre, ad esempio, a Ingegneria e a Scienze MFN il tasso di abbandonosupera il 20%, a Medicina e Chirurgia esso si ferma a pochi punti percentuali. A de-terminare queste differenze intervengono molti fattori, legati alla difficoltà intrin-seca del percorso, alla diversa preparazione di base degli studenti, all’ambientefamigliare di origine, alla presenza di meccanismi di selezione all’ingresso.

Classica

Scientifica

Altra liceale

Ex magistrale, sociale, socio-psico-pedagogica

Tecnica

Professionale

TOTALE

1.316

5.406

1.421

1.024

3.776

924

14.435

Tipo di maturità Immatricolati2004/05

Tab. 2.3 - Tasso di abbandono fra primo e secondo anno di corso in Piemonte, a.a. 2004/05

Fonte: De Simone, Monastero, Stanchi (2009).

104

516

270

233

863

289

2.374

Studenti che abbandonano glistudi al termine del primo anno

8,6

10,6

23,5

29,5

29,6

45,5

19,7

Tasso di abbandono%

Quadro 2.A> Una stima più corretta del tasso di abbandonoLe tabelle 2.1 e 2.2 mostrano valori che si riferiscono alladifferenza tra immatricolati in un anno accademico eiscritti al secondo anno nell’anno accademico succes-sivo. Anche se ampiamente utilizzato da molti osservatorie dallo stesso Ministero, il dato rappresenta solo un’ap-prossimazione del tasso di abbandono vero e proprio, inquanto si tratta di una differenza fra due insiemi di indi-vidui che non necessariamente coincidono. Si può par-lare di tasso di abbandono solo ricorrendo ad analisi cheseguono l’evolvere della carriera accademica di unastessa coorte di studenti nel tempo.Un recente studio della Fondazione Agnelli riporta unesempio di calcolo più corretto del tasso di abbandonofra primo e secondo anno negli atenei del Piemonte2. Se-

condo lo studio, esso si attesta, per gli studenti che sisono immatricolati nel 2004/05, su un valore prossimoal 20%. I dati sono interessanti perché consentono di va-lutare le differenze fra le prestazioni degli studenti in baseal tipo di maturità posseduta: mentre solo il 9% degli stu-denti in possesso di maturità classica abbandona gli studial termine del primo anno (di poco superiore il valoredegli studenti che provengono da un liceo scientifico), fragli studenti che provengono da un istituto tecnico il tassodi abbandono è pari al 30%, e arriva addirittura al 45%per coloro che provengono da un istituto professionale.Queste indicazioni non devono far ritenere la prepara-zione degli istituti tecnici o professionali di più bassa qua-lità: si deve infatti considerare che gli obiettivi formativi diqueste tipologie di istituzioni non coincidono solo con laprosecuzione degli studi, ma riguardano anche l’inseri-mento immediato nel mondo del lavoro.

2 · G. De Simone, B. Monastero, A.Stanchi, Un esercizio di valuta-zione esterna: come le universitàpiemontesi giudicano (indiretta-mente) le scuole del Piemonte,Fondazione Giovanni Agnelli, To-rino 2009, www.fga.it.

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Page 62: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]60

Gli atenei piemontesi mostrano dati lievemente migliori della media nazionale,o sostanzialmente allineati a essa, sia nel rapporto fra studenti iscritti da un nu-mero di anni pari o inferiore alla durata prevista del corso e il totale degli stu-denti, sia nel rapporto fra studenti equivalenti3 e totale degli studenti.

Anche in questo caso, si riscontrano profonde differenze fra le facoltà: da unlato, con le performance migliori, si collocano Medicina e Chirurgia e MedicinaVeterinaria; dall’altro, quelle in cui gli studenti progrediscono più lentamente,Scienze della Formazione e Lettere e Filosofia. A proposito delle differenti performance delle facoltà, va detto che a determinarevalori diversi degli indicatori intervengono, oltre ai fattori indicati in precedenza(legati alla preparazione, all’origine sociale e scolastica, alla motivazione), il di-verso modo di approcciare gli studi e la presenza, cospicua o modesta, di stu-denti lavoratori. Riferendosi alle facoltà appena citate, mentre a Medicina eChirurgia, segnatamente nei corsi che conducono allo svolgimento delle pro-fessioni mediche, la presenza di studenti lavoratori è trascurabile, a Scienzedella Formazione è cospicua la presenza di individui che tentano di coniugarestudio e lavoro, con un inevitabile impatto negativo sulla durata degli studi.

2.1.2 > Età alla laurea e durata degli studiL’età alla quale gli studenti giungono al conseguimento del titolo universitarioe il tempo impiegato per raggiungere questo obiettivo rappresentano due indi-catori complementari ai precedenti.I laureati italiani erano, fino a poco tempo fa, tra i più “vecchi” in ambito europeo,e la durata media degli studi era ben superiore a quella prevista. Anche su que-

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

Piemonte

ITALIA

68

64

67

97

67

65

Ateneo Rapporto fra studenti in corso etotale degli studenti iscritti (%)

Tab. 2.4 - Rapporto fra studenti in corso e totale degli studenti; rapporto fra studenti equivalenti e totale degli studenti, a.a. 2007/08

Nota: sono stati considerati solo i corsi del nuovo ordinamento: laurea, laurea specialistica, corsi a ciclo unico.Fonte: MIUR, Ufficio di statistica.

56

50

60

83

55

49

Rapporto fra studenti equivalentie totale degli studenti iscritti (%)

58.976

22.843

8.850

194

90.863

1.599.980

Totale degli iscritti

3 · Gli studenti equivalenti sonocalcolati attraverso il rapporto franumero totale di esami sostenutiin un corso ed esami previsti. L’in-dicatore assume valore 1 quandotutti gli studenti sostengono tuttigli esami previsti dal corso, zeroquando gli studenti non superanoalcun esame. La distanza dal-l’unità (o dal 100% nel caso evi-denziato in tabella) rappresentala distanza dalla situazione otti-male. Dire, ad esempio, che il rap-porto fra studenti equivalenti e to-tale degli studenti è pari, alPolitecnico, al 50% equivale a direche, mediamente, gli studenti so-stengono, in un anno, la metà de-gli esami che dovrebbero soste-nere.

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Page 63: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]61

sto fronte, il sistema universitario italiano usciva penalizzato dal confronto in-ternazionale, complice un’organizzazione che è rimasta per lungo tempo im-mutata e basata sui corsi quadri-quinquennali.Negli ultimi anni, grazie alla riforma degli ordinamenti didattici, che ha diversi-ficato i percorsi, la tendenza pare essersi invertita. Se si confrontano i valori as-sunti dal rapporto fra laureati in corso (studenti che conseguono il titolo entrola durata prevista dagli ordinamenti) nel nuovo ordinamento e totale dei lau-reati, si possono apprezzare consistenti progressi, sia in Piemonte, sia nel più ge-nerale panorama nazionale (Fig. 2.1). Ancora una volta, dietro il dato medio sicelano differenze consistenti fra le facoltà.

Conferme ai dati appena presentati vengono dalle analisi condotte dal Consor-zio AlmaLaurea, denominate Profilo dei laureati. Esse consentono di disporredi un vasto panorama informativo, aggiornato annualmente, composto da datiamministrativi e dati tratti dalle risposte a un questionario somministrato a tuttii laureati. Le analisi mostrano il notevole miglioramento nella percentuale di lau-reati in corso nei percorsi post-riforma, rispetto a quelli pre-riforma: mentre perquesti ultimi il dato si fermava su valori prossimi al 10%, nel 2008 questa quotaera pari al 41% nei corsi di primo livello, al 47% nei corsi a ciclo unico, e addirit-tura al 56% nei corsi di secondo livello4. Oggi, altri 26 laureati su 100 conclu-dono gli studi entro il primo anno fuori corso.

Fig. 2.1 - Rapporto fra laureati in corso e totale dei laureati, in Piemonte e negli altri ateneiitaliani, 2003 - 2007

Nota: i dati si riferiscono, nel casodei laureati 2003, ai corsi delvecchio ordinamento e, nel casodei laureati 2007, ai corsi delnuovo ordinamento.Fonte: MIUR, Ufficio di statistica(rilevazioni effettuate nel luglio2004 e 2008).

4 · Il valore elevato riscontrato neicorsi di laurea specialistica è, al-meno in parte, attribuibile al fattoche si tratta dei primi laureati spe-cialistici, quelli più capaci e quindipiù rapidi nella conclusione deglistudi.Consorzio AlmaLaurea, Profilo deilaureati. Indagine 2008, Bologna,www.AlmaLaurea.it

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Page 64: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]62

Fonte: AlmaLaurea (2008).

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Tutti gli atenei aderenti ad AL

50

42

55

41

Ateneo

% di laureatiin corso

Corsi di primo livello

Tab. 2.5 - Rapporto fra laureati in corso e totale dei laureati; età media alla laurea, per tipo di corso, 2009

26

24,2

25,9

26

Età media alla laurea

60

-

56

47

% di laureatiin corso

Corsi a ciclo unico

26,1

-

26,6

26,5

Età media alla laurea

56

58

73

56

% di laureatiin corso

Corsi di secondo livello

26,4

25,7

28

27

Età media alla laurea

Gli atenei del Piemonte mostrano dati in molti casi migliori della media nazio-nale. Facendo riferimento ai soli corsi di primo livello, si nota come i risultati con-seguiti dai laureati dell’Università di Torino e dell’Università del PiemonteOrientale siano migliori della media, soprattutto grazie alle elevate percentualidi laureati in corso nei corsi infermieristici e in quelli del gruppo geo-biologico.Per altro verso, le situazioni più critiche si registrano ad Architettura, nei corsi delgruppo insegnamento e di quello letterario, in cui solo poco più del 30% dei lau-reati termina gli studi entro i tre anni.Anche i laureati nei corsi a ciclo unico e in quelli di secondo livello conseguonorisultati migliori della media nazionale (Tab. 2.5).Aumentare le possibilità affinché gli studenti ottengano un titolo universitario aun’età inferiore era un punto qualificante della riforma degli studi. Alla luce deidati disponibili, l’obiettivo può dirsi in parte raggiunto. Mentre l’età media allalaurea, nel 2000, era pari a 28 anni, oggi si attesta fra i 26 e i 27, pur variando(correttamente) a seconda del tipo di corso considerato. A incidere sul risultatodei corsi di primo livello è, com’è ovvio, la minore durata degli studi, anche sel’accresciuta capacità degli studenti di terminare gli studi entro la durata previ-sta contribuisce positivamente al risultato. L’analisi dei dati riferiti ai tre atenei del Piemonte mostra alcune differenze neivari ambiti disciplinari: mentre, ad esempio, a Ingegneria, Economia e altre fa-coltà (quelle dove gli studenti che dedicano interamente il proprio tempo allostudio sono presenti in maggior numero) l’età media è di poco superiore ai 24anni, in altri ambiti disciplinari - soprattutto nei corsi infermieristici e in quellinell’area dell’insegnamento (in cui la presenza di studenti lavoratori è cospicuaed è più alta l’età all’immatricolazione) - l’età media alla laurea è pari a 30 annicirca, pur in presenza di un’elevata percentuale di laureati in corso.

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Page 65: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]63

Particolarmente positive risultano le performance dei laureati (sempre in ter-mini di percentuale di laureati in corso sul totale dei laureati) dell’Università diTorino e del Piemonte Orientale, soprattutto grazie ai risultati ottenuti in alcuniambiti disciplinari.

2.1.3 > Relazioni fra performance, background sociale e lavoro durante gli studi Le differenze nelle performance degli studenti universitari sono ascrivibili, daun lato, a fattori di tipo individuale, dall’altro, alla diversa capacità degli atenei dipredisporre un percorso di apprendimento che sia, al contempo, affrontabiledagli studenti e in grado di trasferire loro conoscenze e competenze. Tra i fattori di tipo individuale si annoverano l’impegno profuso dagli studenti, asua volta dipendente dal tempo a disposizione, e l’origine sociale.Molte ricerche hanno dimostrato come l’origine sociale costituisca un fattoredi grande rilievo, dapprima nelle scelte, quindi nei risultati ottenuti. L’origine so-ciale, a sua volta declinabile nel titolo di studio dei genitori e nell’appartenere aquesta o a quella classe sociale, condiziona le scelte scolastiche dei giovani findai primi cicli di studio. È dimostrato che i ragazzi che frequentano il liceo hanno,mediamente, background più favorevoli - circostanza che finisce per avere unduplice effetto sui risultati successivi. La stessa scelta del liceo è fortemente di-pendente dal titolo di studio dei genitori - fattore che interviene, quindi, già nellascelta del tipo di scuola secondaria superiore e che influenza, successivamente,il voto di diploma.Per queste ragioni, parlare di tempi medi necessari per il conseguimento dellalaurea, di intenzioni di proseguire gli studi, di performance in senso più gene-rale, senza considerare queste relazioni significa trascurare un segmento moltoimportante dell’analisi. L’ampliamento della domanda di formazione, di cui s’èdetto nel capitolo 1, è essa stessa portatrice di crescenti fenomeni di differen-ziazione nell’origine sociale degli studenti. Questo elemento ha consentito al si-stema universitario italiano di essere protagonista di un ampliamento della basesociale dei laureati (si pensi che il 75% circa dei laureati italiani proviene da unafamiglia in cui il titolo universitario entra per la prima volta); al contempo, il si-stema non è finora riuscito a incidere con efficacia sulle forti differenze nell’ac-cesso e nella riuscita degli studi.L’origine sociale degli studenti influenza anche il modo di approcciare gli studi:gli studenti che provengono da famiglie a elevata scolarizzazione tendono a nonlavorare durante gli studi, con effetti positivi sui tempi e sui voti di laurea; al con-

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Page 66: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]64

trario, la condizione di lavoratore-studente è frequentemente associata a unasituazione famigliare di origine meno favorevole, con conseguenze - questavolta negative - sulla riuscita negli studi.Diventa così interessante valutare le performance degli studenti piemontesialla luce di questi elementi. Il diverso profilo degli studenti, in base allo svol-gimento di un’attività lavorativa durante gli studi, rappresenta una chiave dilettura proposta da AlmaLaurea fin dal 2002, che evidenzia come siano in-trinsecamente connessi fenomeni quali l’origine sociale, il lavoro durante glistudi, la frequenza alle lezioni e le performance, espresse dall’età alla laureae dal tempo impiegato per il conseguimento del titolo.Come mostrano le tabelle 2.6, 2.7 e 2.8, in tutti gli atenei del Piemonte, men-tre coloro che coniugano lavoro e studio provengono da famiglie meno scola-rizzate e hanno performance più modeste, chi frequenta l’università senzaaltri impegni proviene più frequentemente da famiglie altamente scolarizzatee ha performance migliori. Coniugare studio e lavoro implica anche minoripossibilità di seguire regolarmente le lezioni, fattore che concorre a renderepiù arduo il percorso di studi. Naturalmente il livello di aggregazione scelto, l’ateneo, cela differenze pro-fonde fra le facoltà, che contribuiscono a spiegare i dati dei tassi di abban-dono e del tempo necessario al conseguimento del titolo. Si è già osservatocome i lavoratori-studenti si concentrino particolarmente in alcuni percorsi,quali quelli offerti dalle facoltà di Scienze della Formazione e Scienze Politiche,mentre, per altro verso, la loro presenza è assai modesta in facoltà come Far-macia o Medicina e Chirurgia.I fenomeni descritti si verificano in tutti gli atenei. Tuttavia, sono interessantile differenze fra le università sotto il profilo dell’origine sociale degli studenti.Ad avere almeno un genitore laureato è il 30% dei laureati al Politecnico, cir-costanza che riguarda solo il 15% dei laureati all’Università del PiemonteOrientale.Si è poc’anzi osservato che i risultati dei laureati nei percorsi specialistici e inquelli a ciclo unico (offerti dalle facoltà di Medicina e Chirurgia, Medicina Ve-terinaria e Farmacia) sono molto positivi. Anche in questo caso, il risultato sideve anche al fatto che si tratta di individui che hanno un’estrazione socialemediamente più elevata rispetto al complesso dei laureati. In questi percorsi,infatti, la percentuale di laureati con genitori a loro volta laureati è più elevatadi quanto non si riscontri fra i laureati di primo livello; lo stesso dicasi per laclasse sociale di appartenenza.

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Page 67: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

Numero di laureati

Percentuale di laureati con almeno un genitore laureato

Percentuale di laureati che hanno frequentato più del 75% degli insegnamenti

Età media alla laurea

Percentuale di laureati in corso

6.259

20

67

26

51

Variabile analizzata Totale laureati

Tab. 2.6 - Relazioni fra origine sociale, lavoro durante gli studi, frequenza alle lezioni e performance, laureati di primo livellopresso l’Università di Torino, 2008

14%

11

31

33,6

40

Laureati classificati come

lavoratori-studenti

69%

22

71

24,7

49

Laureati classificati come

studenti-lavoratori

15%

25

86

24,2

69

Laureati che nonhanno avuto alcunaesperienza di lavoro

2.339

29

87

24,2

42

Variabile analizzata Totale laureati

Tab. 2.7 - Relazioni fra origine sociale, lavoro durante gli studi, frequenza alle lezioni e performance, laureati di primo livellopresso il Politecnico di Torino, 2008

Nota: per lavoratore-studente si intende uno studente che svolge un lavoro che gli impedisce di seguire regolarmente le lezioni, per studente-lavoratore si intende uno studente che svolge un lavoro occasionale o saltuario che gli consente di seguire regolarmente le lezioni.Fonte: AlmaLaurea, Profilo dei laureati 2009.

4%

13

56

31,8

15

Laureati classificati come

lavoratori-studenti

64%

28

87

24

38

Laureati classificati come

studenti-lavoratori

28%

36

92

23,1

56

Laureati che nonhanno avuto alcunaesperienza di lavoro

Nota: per lavoratore-studente si intende uno studente che svolge un lavoro che gli impedisce di seguire regolarmente le lezioni, per studente-lavoratore si intende uno studente che svolge un lavoro occasionale o saltuario che gli consente di seguire regolarmente le lezioni.Fonte: Alma Laurea (2009).

[ ]65

Numero di laureati

Percentuale di laureati con almeno un genitore laureato

Percentuale di laureati che hanno frequentato più del 75% degli insegnamenti

Età media alla laurea

Percentuale di laureati in corso

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Page 68: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]66

Numero di laureati

Percentuale di laureati con almeno un genitore laureato

Percentuale di laureati che hanno frequentato più del 75% degli insegnamenti

Età media alla laurea

Percentuale di laureati in corso

1.194

15

78

25,9

55

Variabile analizzata Totale laureati

Tab. 2.8 - Relazioni fra origine sociale, lavoro durante gli studi, frequenza alle lezioni e performance, laureati di primo livellopresso l’Università del Piemonte Orientale, 2008

Nota: per lavoratore-studente si intende uno studente che svolge un lavoro che gli impedisce di seguire regolarmente le lezioni, perstudente-lavoratore si intende uno studente che svolge un lavoro occasionale o saltuario che gli consente di seguire regolarmente le lezioni.Fonte: AlmaLaurea, Profilo dei laureati 2009.

8%

8

29

32,8

24

Laureati classificati come

lavoratori-studenti

53%

14

79

24,8

51

Laureati classificati come

studenti-lavoratori

26%

18

92

24,2

74

Laureati che nonhanno avuto alcunaesperienza di lavoro

Nota: la media dei voti rappresenta la media dei voti conseguiti agli esami di profitto; la capacità di acquisire crediti rappresenta il rapporto fra icrediti acquisiti e quelli previsti dal piano di studi (ad esempio, una capacità pari a 0,5 indica che gli studenti hanno acquisito il 50% dei creditiprevisti dagli ordinamenti).Fonte: De Simone, Monastero, Stanchi (2009).

Classica

Scientifica

Altra liceale

Ex magistrale, sociale, socio-psico-pedagogica

Tecnica

Professionale

26,5

25,3

25,7

25,0

24,4

24,3

Tipo di maturità

Immatricolati2004/05,

voti 1° annodi corso

Media voti

Tab. 2.9 - Media dei voti e capacità di acquisire crediti dimostrata dagli studenti piemontesi iscritti negli atenei del Piemonte,suddivisi per tipo di maturità

26,8

25,6

26,0

25,3

24,8

24,8

Immatricolati2004/05,

voti 2° annodi corso

26,1

25,4

25,9

24,8

24,3

24,3

Immatricolati2005/06,

voti 1° annodi corso

0,54

0,57

0,46

0,48

0,44

0,36

Immatricolati2004/05,

crediti 1°anno di corso

Capacità di acquisire crediti

0,70

0,66

0,62

0,63

0,56

0,51

Immatricolati2004/05,crediti 2°

anno di corso

0,62

0,59

0,52

0,48

0,43

0,36

Immatricolati2005/06,

crediti 1°anno di corso

Quadro 2.B > Performance universitarie e tipo di maturitàIl tipo di maturità posseduta dagli studenti (che sap-piamo essere influenzata dal background sociale) puòessere messo in relazione, oltre che con il tasso di ab-bandono, come osservato in precedenza, con altriaspetti della performance accademica.Lo studio della Fondazione Agnelli, già citato, mostradifferenze piuttosto rilevanti in termini di crediti ac-quisiti e votazioni conseguite agli esami di profitto. Chi

ha la maturità liceale classica e scientifica dimostrauna maggiore capacità di acquisire crediti, con diffe-renze poco rilevanti fra i due gruppi di studenti. Diffe-renze consistenti si rilevano invece fra i liceali e coloroche sono in possesso di maturità tecnica o professio-nale. Anche sul fronte delle votazioni conseguite si ri-levano differenze, seppur contenute in due punti dimedia: il voto medio supera il 26 fra i possessori di ma-turità classica, il 24 fra coloro che sono in possesso dimaturità tecnica o professionale.

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Page 69: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]67

2.2 > Il profilo dei laureati2.2.1 > Quanti sono e come hanno studiatoSono oltre 17.000 gli studenti che, nel 2007, hanno conseguito un titolo di stu-dio universitario in Piemonte. Si tratta di una popolazione che è pari, come nelcaso degli studenti iscritti, a circa il 5% dei laureati italiani e che rappresenta ilsegmento più qualificato della domanda di lavoro nella nostra regione.Nel quinquennio esaminato (2003-2007), il numero complessivo di laureati ècresciuto di circa il 18%. Il dato ha risentito dell’aumento della partecipazioneagli studi e della riforma degli ordinamenti didattici che, da un lato, ha suddi-viso il percorso in due livelli, moltiplicando il numero dei titoli, dall’altro, ha fa-vorito il riconoscimento, attraverso crediti formativi, di esami sostenuti nei corsidel vecchio ordinamento a studenti che hanno scelto di convertire la propriacarriera in un corso di primo livello del nuovo ordinamento.

Per le ragioni già evidenziate, il sistema universitario italiano, e ovviamentequello piemontese, è stato protagonista di un radicale mutamento: mentre nel2003 il titolo più diffuso era la laurea quadri-quinquennale del vecchio ordina-mento, nel 2007 è la laurea triennale, seguita da quella specialistica (che staacquisendo una consistenza crescente).Rispetto al panorama nazionale, il Piemonte presenta una distribuzione dei lau-reati per tipologia di corso maggiormente spostata sui titoli del nuovo ordina-mento. Ciò si deve al fatto che il Politecnico decise di anticipare di un anno, findal 2000/01, l’applicazione della riforma.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

Piemonte

ITALIA

9.383

3.855

1.290

-

14.528

234.939

Ateneo 2003

Tab. 2.10 - I laureati negli atenei del Piemonte, 2003-2007

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazioni effettuate nel luglio di ciascun anno).

10.384

4.340

1.664

-

16.388

268.821

2004

13.544

4.668

1.707

-

19.919

301.298

2005

11.371

4.527

1.605

-

17.503

301.376

2006

11.064

4.305

1.704

25

17.098

300.131

2007

18

12

32

-

18

28

2003-2007%

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Page 70: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]68

Sulla falsariga di quanto ab-biamo già osservato in riferi-mento agli studenti iscritti, ilconfronto fra la distribuzione, inbase all’area disciplinare, dei lau-reati in Piemonte e in Italia sug-gerisce alcuni spunti diriflessione. Le differenze si pos-sono leggere nella figura 2.2. Gliambiti disciplinari in cui vi sonole distanze maggiori fra il Pie-monte e le altre zone d’Italia

sono, per un verso, Ingegneria, che in Piemonte rappresenta il 19% del totaledei laureati e che in Italia “pesa” solo per il 12%; per altro verso, Lettere e Filo-sofia, facoltà in cui lo scarto è inverso: mentre in Piemonte i laureati in questoambito disciplinare sono il 9% del totale, in Italia rappresentano il 15%.

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazioni effettuate nel luglio di ciascun anno).

Corso di laurea vecchio ordinamento

Corso di diploma vecchio ordinamento

Laurea triennale

Laurea magistrale in Giuriprudenza

Laurea specialistica

Laurea specialistica a ciclo unico

TOTALE

64,5

6,0

27,3

-

0,6

1,6

14.528

Tipo di corso

Piemonte

2003

Tab. 2.11 - La distribuzione percentuale per tipo di corso dei laureati in Piemonte e in Ita-lia, 2003-2007

70,0

3,3

22,9

-

1,3

2,5

220.411

Italia

11,9

0,3

60,5

-

23,7

3,6

17.098

Piemonte

2007

21,3

0,1

57,9

0,2

16,8

3,7

283.033

Italia

Fig. 2.2 - La distribuzione dei laureati in Piemonte e in Italia in base all’area disciplinare, 2007

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica (rilevazione effettuata nel luglio 2008).

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Iniziamo ora a esaminare alcuni fenomeni che contribuiscono a delineare le mo-dalità con cui gli studenti affrontano il percorso di studio. Gli elementi su cui cisoffermiamo sono essenzialmente tre: la frequenza alle lezioni, lo svolgimentodi stage e tirocini, le esperienze di studio all’estero.Numerose analisi hanno messo in luce come, nei corsi del vecchio ordinamento,la fruizione dei servizi didattici, in particolare la frequenza alle lezioni, fosse piut-tosto ridotta. Il fenomeno riguardava, in modo particolare, alcuni ambiti disci-plinari, soprattutto quelli umanistici e giuridici. Ciò era dovuto, in parte, allastessa tipologia di attività didattica, basata per lo più sulle tradizionali lezionifrontali in aula; in parte, per la convinzione - diffusa fra gli studenti - che la fre-quenza alle lezioni fosse un’inutile perdita di tempo; e in parte ancora perché, inquesti stessi percorsi, era elevata la quota di studenti che tentava di coniugarestudio e lavoro. Dalle indagini condotte da AlmaLaurea sui corsi del vecchio or-dinamento, risulta che la percentuale di laureati, che dichiarava di aver fre-quentato regolarmente almeno il 75% delle lezioni, si aggirava intorno al 50%.Questo dato indicava solo il comportamento medio: in alcuni ambiti disciplinarila frequenza era assai più bassa, in altri il dato era superiore.La riorganizzazione didattica, conseguente all’introduzione della riforma, ha fi-nito per incidere anche su questo aspetto. La frequenza alle lezioni è cresciutaquasi costantemente nel tempo, arrivando al 67% nel 2008 quale dato medionazionale riferito a tutte le tipologie di corso. Ciò che preme maggiormente sot-tolineare è che il miglioramento si sia verificato anche in ambiti disciplinari ca-ratterizzati da una frequenza storicamente assai bassa, come quello giuridicoo politico-sociale. I laureati negli atenei piemontesi, intervistati su questo punto, hanno dichiaratouna propensione alla frequenza alle lezioni in molti casi superiore alla media na-zionale; ciò si verifica soprattutto al Politecnico e all’Università del PiemonteOrientale.La figura 2.3 mostra solo la quota di laureati che hanno dichiarato di aver fre-quentato regolarmente più del 75% delle lezioni. I dati sono molto spesso supe-riori a quelli medi nazionali; inoltre, la frequenza è superiore nei corsi specialisticie in quelli a ciclo unico, dove le percentuali di laureati che hanno frequentato re-golarmente più dei tre quarti degli insegnamenti previsti sono vicine al 90%. Nonostante i miglioramenti, continuano a esistere differenze di rilievo fra gli am-biti disciplinari: mentre la frequenza assidua alle lezioni riguarda il 40% dei laureatinei corsi appartenenti all’ambito giuridico, analoga condizione riguarda il 90% deicorsi nell’ambito medico, seguiti, a poca distanza, da quelli in Ingegneria.

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La frequenza alle lezioni è direttamente connessa al tempo che gli studentihanno a disposizione, o che essi intendono dedicare allo studio.Come si è osservato nel paragrafo precedente, vi sono differenze di un certo ri-lievo nella frequenza alle lezioni fra gli studenti che dedicano interamente ilproprio tempo allo studio e studenti che, al contrario, svolgono un’attività la-vorativa che li impegna a tempo pieno. La valutazione di queste differenze, chepuò sembrare banale, è stata correttamente sancita dalla riforma degli ordi-namenti. Essa, prendendone atto, ha concesso agli studenti la possibilità diiscrizione part-time, sulla cui applicazione e diffusione ci siamo soffermati nelcapitolo 1. I segnali positivi dati dagli atenei del Piemonte circa la diffusione delpart-time devono, molto probabilmente, ancora trovare un corrispettivo in con-crete politiche volte a favorire gli studenti lavoratori, che sappiano tenere contodelle specificità dell’apprendimento in età adulta e dei vincoli temporali deglistudenti lavoratori5.Non vi è dubbio che fra gli obiettivi prioritari della riforma vi fosse quello di av-vicinare maggiormente il mondo della formazione universitaria a quello del la-voro, cambiando alcuni aspetti, ormai inadeguati, dei vecchi corsi di laurea,arricchendo i nuovi curricula con esperienze lavorative e riconoscendo espli-citamente il differente impegno e tempo a disposizione con cui gli studenti af-frontano gli studi.Fra gli strumenti introdotti dalla riforma, lo stage merita un’attenzione parti-

Fig. 2.3 - La percentuale di laureati 2008 che hanno dichiarato di aver frequentatoregolarmente più del 75% degli insegnamenti previsti, suddivisi per tipologia di corso e ateneo

Fonte: AlmaLaurea (2009).

5 · A.L. Trombetti, A. Stanchi, Lau-rea e lavoro, Il Mulino, Bologna2006.

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colare. Esso consiste in una breve esperienza in un’azienda o in un ente pub-blico, della durata di qualche mese, che dà modo allo studente di iniziare a co-noscere il mondo del lavoro e all’ente di conoscere il futuro laureato eapprezzarne le capacità. La riforma ha previsto che possano essere ricono-sciuti crediti allo stage; in que-sto modo, esso entra a farparte a pieno titolo del per-corso formativo.In virtù delle novità legislativee dell’accresciuta importanzaattribuitagli dagli atenei, la dif-fusione dello stage è notevol-mente aumentata nei corsipost-riforma. Da percentualimolto basse che caratterizza-vano il vecchio ordinamento,si è passati a una diffusioneben maggiore, segno che ini-zia a trovare una propria di-mensione il tanto invocatodialogo fra mondo produttivoe mondo della formazione.Anche se lo strumento si è no-tevolmente diffuso, è altresì vero che non tutti gli studenti effettuano uno stageprima di concludere gli studi. In parte, ciò è dovuto al fatto che lo stage può es-sere rimandato nel segmento formativo specialistico (e di ciò i dati sulla diffu-sione dei tirocini nei corsi triennali devono tenere conto); in parte, esistonoancora spazi di manovra e di miglioramento da parte degli atenei, al momentoposizionati su valori abbastanza distanti fra loro.Nel 2008, più del 50% dei laureati che hanno conseguito un titolo universita-rio in un ateneo italiano ha effettuato uno stage, riconosciuto dal corso di stu-dio. I valori degli atenei del Piemonte sono abbastanza difformi tra loro: si va dapoco più del 50% dell’Università di Torino a oltre il 70% dell’Università del Pie-monte Orientale. In generale, si nota un sostanziale miglioramento rispetto aicorsi pre-riforma, mentre si notano spazi di miglioramento da parte del Poli-tecnico (Fig. 2.4). Le differenze fra le facoltà sono più che mai profonde.

Fig. 2.4 - La percentuale di laureati 2008 che hanno svolto tirocini o stage riconosciutidal corso di studi, suddivisi per tipologia di corso e ateneo

Fonte: AlmaLaurea (2009).

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Lo svolgimento di un’esperienza di studio all’estero rappresenta indubbiamenteuna grande occasione di crescita e di maturazione per gli studenti universitari.Tutti gli osservatori concordano nel ritenerla un’esperienza molto importante,non solo e non tanto ai fini del corso di studio, ma intesa come un’occasionestraordinaria per gli studenti di entrare in contatto con culture, stili di vita, ap-procci allo studio e al lavoro, diversi da quello cui sono abituati.La stessa Unione Europea, riconoscendo l’utilità degli scambi internazionali distudenti, interviene, ormai da molti anni, finanziando progetti di mobilità stu-dentesca, di cui il programma Erasmus è senza dubbio il più noto e utilizzato.Il 12% circa dei laureati italiani che hanno conseguito un titolo nel 2008 ha di-chiarato di aver svolto un periodo di studi all’estero, la metà dei quali (6% circa)sfruttando le opportunità messe a disposizione dall’Unione Europea. Si tratta diuna quota non trascurabile, ma in diminuzione rispetto a quella che si registravaqualche anno fa nell’ambito dei corsi pre-riforma: si pensi che, fra i laureati del2003, i due dati erano pari, rispettivamente, al 16% e all’8%. A parere degli osservatori, la diminuzione che si è verificata nei corsi post-ri-forma è da attribuire alla compressione in un triennio dei contenuti didattici, se-condo un’errata concezione della nuova laurea triennale; a una tempistica chenon incoraggia lo svolgimento di questa esperienza; al permanere di barriere ditipo economico: fattori che sono andati ad aggravare una già bassa partecipa-zione a periodi di studio all’estero legata a fattori di tipo culturale7.Sull’aspetto economico, uno dei fattori che presenta indubbie criticità, si tor-nerà nel capitolo 3.La percentuale di laureati negli atenei del Piemonte che ha svolto esperienze distudio all’estero è sostanzialmente allineata alla media nazionale, pur in pre-

6 · Gruppo Intersettoriale Diret-tori del Personale, IX indagine suineolaureati, Milano 2008, www.gidp.it7 · Si vedano le periodiche analisidi AlmaLaurea; in ambito pie-montese, si rinvia allo studio di A.Stanchi, Un quadro delle inizia-tive degli atenei piemontesi perfavorire l’internazionalizzazione,Osservatorio regionale per l’Uni-versità e per il Diritto allo studiouniversitario, Torino 2008, www.ossreg.piemonte.it.

Quadro 2.C > Lo stage: momento formativo e canale di ingresso nel mondo del lavoroTrattando dello stage (o tirocinio) è utile un breve ap-profondimento, al fine di verificare l’utilità dello stru-mento non solo come modalità di contatto e reciprocaconoscenza fra neo-laureato o laureando ed ente ospi-tante, ma come vero e proprio canale di ingresso nelmondo del lavoro. Secondo le analisi svolte da Alma-Laurea, anche se sono ancora molti i casi di laureati chehanno trovato lavoro grazie a canali tradizionalmentediffusi in Italia (come l’iniziativa personale o la segnala-

zione di parenti e altre persone), lo stage sta assu-mendo il carattere di canale non residuale di ingresso.Infatti, quasi il 10% dei laureati in Piemonte, intervistatisul punto, ha dichiarato, a un anno dalla laurea, di lavo-rare grazie alla prosecuzione di uno stage.Lo stage è anche utile come modalità contrattuale diprimo inserimento in azienda: ben il 44% dei neolaureatitriennali e il 40% dei neolaureati specialistici e del vec-chio ordinamento risultano inquadrati come stagisti.È importante sottolineare che ben il 50% degli stage sitrasforma in assunzione vera e propria6.

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senza di dati molto più positivifra i laureati specialistici delPolitecnico e dell’Università diTorino (Fig. 2.5). Resta il fattoche queste esperienze sonoappannaggio di quote ancoramodeste di studenti.Per approfondimenti circa altriaspetti della mobilità interna-zionale, si rinvia al capitolo 4.

Fig. 2.5 - La percentuale di laureati 2008 che hanno svolto periodi di studioall'estero, suddivisi per tipologia di corso

Fonte: AlmaLaurea (2009).

Quadro 2.D > Quali vantaggi di tipo professionale derivano da un’esperienza Erasmus?Uno studio condotto da AlmaLaurea a livello nazionale suun campione di 79.000 laureati pre-riforma del 2005, dicui circa il 13% ha partecipato a un programma di mobi-lità, ha dimostrato che aver svolto l’Erasmus durante glistudi aumenta le probabilità di trovare lavoro nel medio enel lungo periodo. Infatti, mentre a un anno dalla laurea lapercentuale di occupati tra coloro che hanno partecipatoall’Erasmus e gli altri laureati è simile, si evidenzia una dif-ferenza a tre anni dal conseguimento del titolo, quando il77% dei laureati Erasmus è occupato contro il 74% del to-tale dei laureati (analoghi risultati si riscontrano in Pie-monte). Lo stesso scostamento si evidenzia a cinque annidalla laurea, quando risulta occupato l’89% degli studentiche hanno frequentato l’Erasmus contro l’86% di tutti ilaureati. Alcune differenze emergono anche in termini di stipendio:il vantaggio per i laureati Erasmus si traduce, a un annodalla laurea, in un differenziale pari al 7% in più rispetto achi non ha mai studiato all’estero, e tende ad aumentarenel medio e nel lungo periodo. Nonostante i vantaggi addotti, la partecipazione a pro-grammi di studio all’estero rimane ancora un’esperienzanon praticabile da tutti gli studenti: secondo una recenteindagine condotta dalla Commissione Europea [European

Commission, 2006] il contesto socio-economico della fa-miglia di origine pesa in misura consistente sulla scelta dipartecipare o meno a un programma di mobilità. I dati Al-maLaurea confermano questo dato in Italia: la percen-tuale di studenti che partecipa al programma risultamaggiore tra i figli di genitori laureati e tra le famiglie conreddito superiore alla media del paese.A conferma di ciò, dall’indagine europea emerge che moltistudenti affermano di non partecipare all’Erasmus perproblemi di tipo finanziario, e circa la metà di coloro che vipartecipano dichiara che la borsa di studio è insufficientea coprire i costi aggiuntivi del periodo di studi all’estero.Questo risultato è avvalorato da un’indagine sui costi dimantenimento sostenuti dagli studenti partecipanti alprogramma Erasmus, dove si è stimato che uno studentespende circa 1.000 euro al mese quando studia in unpaese diverso da quello di origine [Laudisa, 2007].L’Erasmus, dunque, incide sulle future condizioni lavora-tive ma non tutti gli studenti, a causa delle condizioni eco-nomiche della famiglia, possono parteciparvi. Proprio alfine di superare gli ostacoli di ordine economico connessicon un periodo di studi all’estero e considerata l’impor-tanza del programma Erasmus in termini di professiona-lità acquisite, la Regione Piemonte ha avviato alcuneazioni per finanziare quegli studenti che non potrebbero,in altro modo, sostenere tale spesa; per i dettagli si rinviaal capitolo 9.

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2.2.2 > La soddisfazioneValutare la soddisfazione degli studenti rappresenta un elemento importanteper aiutare gli atenei a intervenire sugli aspetti maggiormente critici. Ancorauna volta le analisi di AlmaLaurea, svolte intervistando chi ha appena terminatoil proprio percorso di studio, risultano di grande interesse e utilità per le valuta-zioni interne degli atenei. Per fare emergere le aree in cui la soddisfazione è maggiore e, al contrario, quellenelle quali sarebbero necessari interventi correttivi, nella tabella 2.12 sono stateriportate solo le percentuali di laureati che si dichiarano decisamente soddisfatti,sia nel complesso, sia in merito a singoli aspetti quali il rapporto con i docenti, leaule, le postazioni informatiche, le biblioteche, la sostenibilità del carico di studio. I dati mostrano come la realtà piemontese sia sostanzialmente allineata allamedia nazionale, pur non mancando differenze di un certo rilievo fra gli atenei.Spiccano le valutazioni positive attribuite dai laureati del Politecnico di Torino edell’Università del Piemonte Orientale in merito alle postazioni informatiche e,seppur in misura minore, ai servizi offerti dalle biblioteche. Al contrario, sonomolti i laureati del Politecnico di Torino che giudicano eccessivo il carico di stu-dio che è stato loro richiesto. L’area più critica, come per certi versi è lecitoaspettarsi, è quella della soddisfazione nei confronti dei docenti.Al di là delle valutazioni su singoli aspetti, che variano anche in base alla facoltà,è importante evidenziare che 7 (talvolta 8) laureati su 10 si iscriverebbero dinuovo allo stesso corso dello stesso ateneo, segno implicito di una esperienzagiudicata nel complesso positiva.

Sono decisamente soddisfatti del corso di laurea (%)

Sono decisamente soddisfatti dei rapporti con i docenti (%)

Giudicano le aule sempre o quasi sempre adeguate (%)

Giudicano le postazioni informatiche presenti in numero adeguato (%)

Sono decisamente soddisfatti delle biblioteche (prestito/consultazione, orari di apertura ...) (%)

Ritengono che il carico di studio degli insegnamenti sia stato decisamente sostenibile (%)

Si iscriverebbero di nuovo allo stesso corso dell’ateneo (%)

34,9

19,7

20

33,9

31,3

33,3

70,3

Aspetti valutati Universitàdi Torino

Tab. 2.12 - Le percentuali di laureati 2008 che si dichiarano decisamente soddisfatti in merito ad alcuni aspetti relativi al corso di studi appena terminato, corsi di laurea di primo livello

Nota: nelle risposte alle domande sulla soddisfazione è stata adottata una scala a 4 valori: decisamente soddisfatto, più sì che no, più no che sì,decisamente insoddisfatto. Nella tabella è stato riportato il solo valore più positivo (decisamente soddisfatto).Fonte: AlmaLaurea (2009).

37,0

16,5

26,6

54,7

33,3

17,0

77,4

Politecnicodi Torino

44,1

29,1

38,0

47,3

32,1

39,7

69,0

PiemonteOrientale

35,8

22,0

25,2

34,5

30,2

30,9

69,0

Tutti gli ateneiaderenti ad AL

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La distribuzione delle risposte fra le tipologie di corso è, fatto salvo qualche casoparticolare, abbastanza omogenea. In generale, si può rilevare una soddisfa-zione complessiva più elevata fra i laureati dei corsi di secondo livello di quantonon accada fra i laureati dei corsi triennali, frutto, probabilmente, di una mag-giore maturità e determinazione.

2.2.3 > La prosecuzione degli studiL’intenzione di proseguire gli studi universitari al termine dei corsi di laurea e l’ef-fettiva intrapresa di un nuovo percorso di apprendimento erano fenomeni che ri-guardavano già molti laureati del vecchio ordinamento. In molti ambiti disciplinari,proseguire gli studi finiva per essere una strada obbligata: si pensi al percorso dispecializzazione per i laureati in Medicina e Chirurgia o al periodo di praticantatoper i laureati in Giurisprudenza. Tuttavia, anche i laureati di altri ambiti disciplinariintraprendevano un master o il dottorato di ricerca. A spiegare il fenomeno con-tribuiva, almeno in parte, la sempre più diffusa sensazione di inadeguatezza dellalaurea di fronte alle richieste del mercato del lavoro. Anche se le analisi hanno di-mostrato che, in casi non isolati, il valore aggiunto dei master sul fronte occupa-zionale era scarso, erano molti i giovani a investire tempo e risorse per acquisireulteriori competenze.Con l’introduzione della riforma, il fenomeno della prosecuzione degli studi si èfatto più articolato.Esso riguarda soprattutto i laureati triennali, che in massa dichiarano di essere in-tenzionati a proseguire gli studi iscrivendosi a un corso di laurea specialistica. Lepercentuali sono decisamente elevate, ben superiori a quelle stimate come otti-mali dagli osservatori e in qualche modo prefigurate dal legislatore. Mentre neglianni antecedenti la riforma si parlava di un tasso di passaggio fra primo e se-condo livello “virtuoso”, pari al 30-40%, i comportamenti reali hanno ampia-mente smentito le stime: quasi 8 laureati triennali su 10 dichiarano di essereintenzionati a proseguire gli studi, quasi tutti affrontando un corso di laurea spe-cialistico e, in percentuale più modesta, un master di primo livello.Anche se i laureati delle diverse facoltà mostrano comportamenti disomogenei,il fenomeno della prosecuzione degli studi è presente e rilevante anche in ambitidove, almeno in teoria, non mancano le possibilità occupazionali. Si pensi, infatti,che anche 6 laureati su 10 dell’ambito medico (corsi infermieristici) dichiaranodi voler proseguire a studiare (2 su 10 iscrivendosi alla specialistica, altrettanti aun master). O ancora, più di 8 laureati in ingegneria su 10.Anche molti laureati degli atenei del Piemonte hanno dichiarato di voler conti-

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nuare a studiare, anche se si notano differenti comportamenti a livello di ateneoe di gruppo disciplinare. I laureati dell’Università del Piemonte Orientale sonoquelli che, in minor numero, vogliono proseguire, con valori sistematicamenteinferiori alla media nazionale. Al contrario, più di 8 laureati su 10 al Politecnico di-chiarano di voler continuare: anche se si tratta di un dato pari a quello che con-traddistingue i loro colleghi residenti in altre regioni, stupisce come anche aIngegneria il titolo triennale venga giudicato insufficiente. Si tratta, infatti, di unambito disciplinare che veniva giudicato, prima dell’introduzione della riforma,più idoneo ad accogliere le novità previste e dove maggiori erano le richieste delleimprese per figure tecniche intermedie.Circa il giudizio (implicito) che i laureati triennali attribuiscono alla laurea trien-nale (ovvero sostanzialmente insufficiente ad affrontare le sfide del mercato dellavoro) si possono reperire diverse opinioni di esperti e osservatori8. A suppor-tare lo scetticismo degli studenti ha contribuito, e contribuisce, l’opinione dimolti docenti, che considerano insufficiente la laurea triennale, nonché quella dimolte aziende e responsabili del personale che non conoscono appieno la fi-gura del laureato triennale. Analisi in materia hanno dimostrato che è ancora

scarsa la conoscenza delle realicapacità e competenze dei lau-reati di primo livello, tanto chele imprese dichiarano di prefe-rire - in un maggior numero dicasi - la laurea di secondo li-vello9. È anche dimostrato chein un momento di crisi econo-mica come quello attuale sisono contratte le nuove assun-zioni, e i neo-laureati sono tra isoggetti penalizzati dal quadroeconomico complessivo.

Agrario

Architettura

Chimico - farmaceutico

Economico - statistico

Educazione fisica

Geo - biologico

Giuridico

Ingegneria

Insegnamento

Letterario

Linguistico

Medico

Politico - sociale

Psicologico

Scientifico

64,2

-

75,5

76,1

76,3

83,6

89,8

-

50,2

76,2

72,8

46,6

68

91,4

76,1

Ambito disciplinare Universitàdi Torino

Tab. 2.13 - Le percentuali di laureati 2008 che dichiarano di essere intenzionati aproseguire gli studi, corsi di laurea di primo livello

Fonte: AlmaLaurea (2009).

-

85,2

-

-

-

-

-

84

-

-

-

-

-

-

-

Politecnicodi Torino

-

-

54,1

59,2

-

65,1

53,4

-

-

77,5

58,9

46,5

57,9

-

40,4

PiemonteOrientale

65,6

83,2

66,6

77,2

76,8

88,3

85,3

84,2

71,1

83,1

74,8

60,1

77,8

93,5

71,4

Tutti gli ateneiaderenti ad AL

8 · Fra le molte prese di posizionee analisi, si vedano: G. Capano, Lariforma degli ordinamenti didat-tici: lenti e sofferti cambiamenti,decisive resistenze, insipienza po-litica, in A. Cammelli (a cura di), Laqualità del capitale umano in Eu-ropa e in Italia, Il Mulino, Bologna2005, pp. 55-72; A. Cavalli, Diffe-renziare l’offerta senza rincorrerela domanda, ibid., pp. 35-42; e A.L.Trombetti, A. Stanchi, Laurea e la-voro, Il Mulino, Bologna 2006.9 · Si vedano Unioncamere, Pro-getto Excelsior, La domanda diprofessioni e di formazione nel2009, Roma 2009; L. Davico, L.Staricco, Una nuova figura si af-faccia al mercato del lavoro: i lau-reati triennali, Contributo di ri-cerca 212/2007, Ires Piemonte,Torino, 2007, www.ires.piemonte.it.

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Se appare giustificata l’intenzione di proseguire gli studi dichiarata da una per-centuale consistente di laureati nei corsi a ciclo unico (i cui corsi nelle disciplinemediche o giuridiche richiedono, di fatto, di proseguire gli studi), ci si trova difronte a dati per certi versi sorprendenti nel caso dei laureati specialistici. A li-vello nazionale, 43 laureati su 100 intendono proseguire gli studi: quasi tuttiquelli del gruppo psicologico e molti di quello geo-biologico. All’opposto sono ilaureati specialistici in ingegneria ed economia, che sembrano finalmente paghidella formazione ricevuta. Su livelli analoghi, talvolta più bassi, si colloca l’in-tenzione di proseguire da parte dei laureati specialistici che hanno conseguitoil titolo in Piemonte.

Quadro 2.E > Il caso delle lauree professionalizzanti Nell’ambito del Programma Operativo per l’utilizzo delFondo Sociale Europeo negli anni 2000-2006 (POR FSE2000-06), la Regione Piemonte ha finanziato un pro-getto denominato Rafforzamento Lauree Professiona-lizzanti di I Livello, volto ad assicurare, ai laureati triennaliiscritti in determinati corsi, l’acquisizione di specifichecompetenze tecnico-professionali che facilitino l’in-gresso nel mondo del lavoro. Questi corsi, attivati nei treatenei statali del Piemonte, dovevano collocarsi nellearee professionali in cui vi era maggiore carenza di ri-sorse lavorative giovani rispetto ai fabbisogni del terri-torio piemontese. Essi dovevano prevedere, tra le altrecose, tirocini aziendali obbligatori, il coinvolgimento delleimprese in azioni di partenariato, l’impiego di docentiprovenienti dalle realtà aziendali, la conoscenza certifi-

cata di una lingua straniera. Agli studenti era richiestauna frequenza assidua alle lezioni ma veniva loro garan-tito supporto attraverso tutor didattici. Dalle analisi condotte all’Università di Torino e al Poli-tecnico, i risultati dei corsi sono stati positivi: il tasso diabbandono è stato quasi sempre inferiore a quello regi-strato nei corsi non professionalizzanti. Tuttavia, le lau-ree professionalizzanti sono state caratterizzate da unasituazione per certi versi paradossale: questi corsi - se-lezionando in partenza studenti motivati e con unabuona formazione secondaria e proponendo loro un per-corso motivante e arricchito da sistemi di supporto -hanno evidenziato tassi di prosecuzione degli studi fratriennale e biennio specialistico addirittura superiori aquelli, già elevati, degli altri corsi. La quasi totalità deilaureati ha proseguito gli studi iscrivendosi a una laureaspecialistica, vanificando così gli obiettivi della misura10.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Tutti gli atenei aderenti ad AL

70,0

84,1

58,1

76,9

Ateneo Corsi di laurea di primo livello

Tab. 2.14 - Le percentuali di laureati 2008 che dichiarano di essere intenzionati a proseguire gli studi, suddivisi per tipologia di corso

Fonte: AlmaLaurea (2009).

65,2

-

59,3

70,4

Corsi di laureaspecialistica a ciclo unico

40,0

23,0

29,9

42,9

Corsi di laureaspecialistica

10 · L. Davico, L. Staricco, I per-corsi di laurea breve in Piemonte,in Italia e all’estero, Contributo diricerca 221/2008, Ires Piemonte,Torino, 2008, www.ires.piemonte.it.

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2.3 > La condizione occupazionaleTrovare un lavoro entro breve tempo dalla laurea, avere un contratto stabile,essere pagati adeguatamente, fare un lavoro coerente con gli studi svolti,essere soddisfatti dell’attività svolta, sono parametri importanti, attraversoi quali si misura l’efficacia dell’investimento in istruzione fatto da studentie famiglie, la capacità di un ateneo di fornire una preparazione adeguataalle richieste, e la capacità del sistema produttivo e dei servizi, privato epubblico, di assorbire il segmento di capitale umano più qualificato in uscitadal sistema della formazione. Naturalmente, a determinare il quadro occu-pazionale dei laureati intervengono fattori di tipo individuale, sociale, legatialla qualità della formazione, al sistema socio-economico di riferimento, alquadro economico complessivo.È molto difficile isolare il contributo dei vari fattori, tuttavia esaminare ilquadro della situazione occupazionale dei laureati, in Italia e in Piemonte,riferito ai vari atenei, facoltà, tipi di corso, consente di disporre di elementipreliminari importanti per identificare eventuali criticità o, al contrario,punti di forza.Le analisi sulla condizione occupazionale dei laureati sono rese più artico-late e difficili dalla diversificazione di titoli. Laureati di primo livello, specia-listici, specialistici a ciclo unico, pre-riforma, hanno ciascuno le propriespecificità e la tempistica di introduzione della riforma non consente diavere informazioni attendibili che coprono uno stesso periodo di tempo.Mentre per i laureati del vecchio ordinamento il panorama informativo con-templa una fotografia dei tassi occupazionali e delle caratteristiche del la-voro svolto a 1, 3 e 5 anni dalla laurea, e per i laureati di primo livello sonodisponibili informazioni a 1 anno dalla laurea (che solo da poco possono es-sere considerate attendibili), per i laureati specialistici si possono avere in-formazioni, anche in questo caso a 1 anno dalla laurea, che sono ancorapreliminari.

2.3.1 > I laureati triennaliI dati più recenti sulla condizione occupazionale dei laureati triennali si ri-feriscono a coloro che hanno conseguito il titolo nel 2007 e sono stati in-tervistati da AlmaLaurea nel 2008, a 1 anno dalla laurea. I dati sono ormaiaffidabili, poiché sono passati più di tre anni dal momento in cui le infor-mazioni sui primi laureati triennali sono state rese disponibili. Il numerodegli intervistati negli atenei del Piemonte è ormai a livelli tali che non è più

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[ ]79

ipotizzabile ascrivere i fenomeni alla fase transitoria fra vecchio e nuovo or-dinamento. Questo non significa che tutte le dinamiche siano del tutto se-dimentate, ma certamente il quadro può considerarsi affidabile.Prima di analizzare il tasso di occupazione e le caratteristiche del lavorosvolto, occorre recuperare le considerazioni fatte poc’anzi sul diffuso feno-meno di prosecuzione degli studi. Non vi è dubbio che i dati occupazionalirisentano in misura significativa, seppur differenziata fra le facoltà, del fattoche molti laureati continuino a studiare dopo la triennale.I dati sull’effettiva intrapresa di un corso specialistico confermano in buonaparte le intenzioni espresse dai laureati, di cui si è parlato nel paragrafo pre-cedente. Mentre al Piemonte Orientale un laureato su tre prosegue con lalaurea specialistica, questa percentuale supera il 50% all’Università di To-rino e sfiora l’80% al Politecnico. I dati si ottengono sommando la quota dilaureati che sono iscritti alla specialistica e quella di coloro che tentano diconiugare studio e lavoro11. Il fatto che si registrino differenze fra gli atenei nella prosecuzione deglistudi contribuisce a determinare differenze nel tasso di occupazione deilaureati: se una quota di essi rinuncia a cercare un lavoro, il livello occupa-zionale ne è fortemente influenzato. Si può notare come il tasso di occu-pazione dei laureati dell’Università del Piemonte Orientale sia superiore aquello dei loro colleghi dell’Università di Torino, pur negli stessi ambiti di-sciplinari. Discorso analogo può essere fatto in riferimento ai dati del Poli-tecnico di Torino: dal momento che l’80% dei laureati continua a studiare(chi solo all’università, chi coniugando studio e lavoro), la quota degli oc-cupati è inferiore al 20% (cui si aggiungono altri 15 laureati su 100 che ten-tano di studiare e lavorare).Anche se vi possono essere diverse condizioni del mercato del lavoro, pareplausibile attribuire parte delle differenze nel tasso di occupazione riferitoai vari atenei al fenomeno appena descritto.Nei dati presentati nelle tabelle non compare la situazione occupazionaledei laureati dell’Università di Scienze Gastronomiche in quanto l’ateneo nonaderisce al Consorzio AlmaLaurea. Tuttavia, dai dati rilevati dall’universitàcon sede a Pollenzo emerge che, su un totale di 56 laureati triennali chehanno conseguito il titolo da almeno 12 mesi, 27 risultano occupati (il 48%),8 non occupati (il 14%), mentre 21 hanno proseguito gli studi (il 37,5%) iscri-vendosi al corso di laurea magistrale dello stesso ateneo o a un master of-ferto da un’altra università.

11 · I dati sul tasso di prosecu-zione sono più elevati se si consi-derano soltanto coloro che hannoiniziato e terminato un corso dilaurea triennale (ossia quelli cheAlmaLaurea definisce laureatitriennali “puri”) senza provenireda corsi del vecchio ordinamento.

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[ ]80

Soffermandoci sulla quota di laureati triennali che risultano occupati e noniscritti alla laurea specialistica, si possono trarre indicazioni circa la notevoleeterogeneità che contraddistingue i vari ambiti disciplinari. Mentre i laureati inalcune discipline hanno ottime opportunità occupazionali, per altri le difficoltàsono molto più rilevanti e la tentazione di proseguire viene avvalorata dall’as-senza di valide alternative.I laureati del gruppo medico (ci si riferisce a coloro che hanno frequentato i corsiinfermieristici) risultano quasi tutti occupati; molti di essi hanno iniziato a lavo-rare dopo la laurea, segno di una buona capacità di assorbimento da parte delmercato del lavoro, sia pubblico sia privato, in queste discipline. Anche i laureati delgruppo insegnamento hanno un tasso di occupazione elevato, ma in questo casola popolazione è costituita, in buona parte, da individui che già lavoravano durantegli studi. Queste situazioni specifiche contribuiscono al dato occupazionale com-plessivo dell’Università di Torino e dell’Università del Piemonte Orientale.Per altro verso, i laureati triennali del Politecnico (sia in Architettura, sia in In-gegneria) mostrano un tasso di occupazione modesto, frutto dell’elevatissimaquota di soggetti che prosegue gli studi. Questa circostanza, peraltro confer-mata a livello nazionale nei medesimi ambiti disciplinari, non manca di destaresorpresa, in quanto, al momento dell’introduzione della riforma, Ingegneria eraconsiderata una delle facoltà in cui l’articolazione su due livelli doveva esserepiù funzionale alle esigenze del mercato del lavoro. Vi sono altri ambiti discipli-nari in cui la quota di occupati è modesta, in quanto specularmente elevataquella che prosegue a studiare: ci si riferisce, fra gli altri, all’ambito giuridico,geo-biologico, psicologico.Alla luce delle caratteristiche del lavoro svolto dai laureati triennali, del fatto chemolti continuino a studiare, delle profonde differenze fra ambiti disciplinari, oc-corre adottare molte cautele nell’interpretazione dei dati occupazionali di que-sta popolazione. Fra i laureati triennali, occupati a 1 anno dalla laurea (chesappiamo essere una minoranza in molte facoltà), molti continuano il lavoro

Lavora e non è iscritto alla specialistica

Lavora ed è iscritto alla specialistica

Non lavora ed è iscritto alla specialistica

Non lavora, non è iscritto alla specialistica e non cerca lavoro

Non lavora, non è iscritto alla specialistica ma cerca lavoro

39,2

19,1

33,8

2,6

5,3

Variabile esaminata Universitàdi Torino

Tab. 2.15 - La condizione occupazionale e formativa dei laureati di primo livello 2007 a 1 anno dalla laurea (%)

Fonte: AlmaLaurea (2009).

18,5

14,9

63

1,4

2,2

Politecnicodi Torino

56,4

11,1

21,9

3,2

7,4

PiemonteOrientale

31,6

16,3

42,3

2,9

7

Tutti gli ateneiaderenti ad AL

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Page 83: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]81

che già svolgevano durante gli studi.Questa condizione riguarda più di 40occupati su 100 dell’Università di To-rino e del Politecnico, e più di 30 su100 al Piemonte Orientale. Per unaquota cospicua di laureati triennali,dunque, non è stato il titolo conse-guito ad aver consentito l’otteni-mento di un impiego. Questofenomeno è presente soprattutto inalcuni ambiti disciplinari, comequello dell’insegnamento e quellopolitico sociale. Solo un terzo deglioccupati (45 su 100 al PiemonteOrientale) ha iniziato a lavorare dopola laurea (Fig. 2.6).

Agrario

Architettura

Chimico - farmaceutico

Economico - statistico

Educazione fisica

Geo - biologico

Giuridico

Ingegneria

Insegnamento

Letterario

Linguistico

Medico

Politico - sociale

Psicologico

Scientifico

Tutte le facoltà

30,8

-

28,9

29,8

43,3

17,4

11,5

-

70,3

27

28,4

90,4

40,9

10,2

25,7

39,2

Ambito disciplinare Universitàdi Torino

Tab. 2.16 - Le percentuali di laureati di primo livello 2007 che lavorano e nonsono iscritti alla specialistica a 1 anno dalla laurea

Fonte: AlmaLaurea (2009).

-

15,7

-

-

-

-

-

19,7

-

-

-

-

-

-

-

18,5

Politecnicodi Torino

-

-

40,5

37,3

-

32,9

48,6

-

-

27,8

33,3

92,4

56,5

-

57,9

56,4

PiemonteOrientale

31,6

22,1

34,3

26,6

43,7

11,2

17,3

16,6

43,6

20,3

29

84,6

30,2

13,8

31,5

31,6

Tutti gli ateneiaderenti ad AL

Fig. 2.6 - La condizione occupazionale dei laureati di primo livello 2007 occupati a 1 anno (%)

Fonte: AlmaLaurea (2009).

regione CAP 2 def_V_Layout 1 11/02/10 22.55 Pagina 81

Page 84: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]82

Analoghe cautele devono essere adottate analizzando i dati sul tipo di contrattoe sul reddito. Nei casi in cui i laureati proseguono la stessa occupazione di cuierano titolari prima della laurea, godono in maggior misura di impieghi stabili eredditi superiori. Condizioni favorevoli riguardano anche i laureati dei corsi in-fermieristici: hanno spesso contratti di lavoro a tempo indeterminato e redditisuperiori alla media. Questi elementi finiscono per incidere, positivamente, sullaquota di laureati con contratto a tempo indeterminato e sul reddito medio deilaureati dell’Università di Torino e di quella del Piemonte Orientale.Ciò posto, a livello generale, si può notare come i laureati piemontesi godano inmaggior misura di tipologie contrattuali stabili rispetto a quanto avvenga a livellonazionale. Questo elemento riflette, almeno in parte, la maggiore capacità di as-sorbimento del mercato del lavoro locale, rispetto a quanto avviene, ad esem-pio, a scapito dei laureati negli atenei del Sud.

I dati medi sul reddito mensile, dichiarato dai laureati al momento dell’intervi-sta di AlmaLaurea, nascondono una realtà assai differenziata. Guadagni supe-riori si riscontrano fra i laureati di facoltà che conducono, più facilmente di altre,a godere di forme stabili di lavoro. Per altro verso, le facoltà i cui laureati conti-nuano a studiare hanno livelli reddituali inferiori, in quanto coloro che si rivolgonoal mercato del lavoro possono usufruire solo di forme di collaborazione, spessoa tempo parziale.Si notano differenze retributive fra maschi e femmine. A livello di ateneo, ciò si

Autonomo

Tempo indeterminato

Totale stabile

Inserimento/formazione lav./apprendistato

Tempo determinato

Collaborazione/consulenza

Altro contratto atipico

Totale atipico

Senza contratto

6,6

37,4

44

9,8

17,4

15,7

5,6

38,8

7,3

Tipologia di attività lavorativa (%) Universitàdi Torino

Tab. 2.17 - La tipologia di attività lavorativa dei laureati di primo livello 2007 occupati a 1 anno

Fonte: AlmaLaurea (2009).

7,7

30,3

38

11,1

11,1

22,1

5,4

38,7

12

Politecnicodi Torino

4,8

44,6

49,5

10,1

22,3

9

5,9

37,2

3,3

PiemonteOrientale

7,8

33,8

41,6

8

19,1

16,7

5,2

41

9,2

Tutti gli ateneiaderenti ad AL

regione CAP 2 def_V_Layout 1 11/02/10 22.55 Pagina 82

Page 85: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]83

deve, in parte, al fatto che molte laureate hanno frequentato corsi in cui le rica-dute occupazionali sono più difficoltose e meno remunerative, come quelli inambito letterario, di insegnamento, psicologico, o in quelli di ambito politico-so-ciale. Tuttavia, queste differenze permangono anche analizzando separata-mente gli ambiti disciplinari, segno che le discriminazioni di genere continuanoa contraddistinguere il mondo del lavoro italiano (di ciò si avrà conferma ana-lizzando i dati dei laureati vecchio ordinamento).

2.3.2 > I laureati specialistici a ciclo unicoIl quadro occupazionale dei laureati specialistici a ciclo unico è differente nei di-versi corsi di studio che compongono questo insieme. Mentre i laureati in Me-dicina e Chirurgia (corsi che conducono allo svolgimento delle professionimediche) hanno un tasso di occupazione ridotto, in quanto molti di essi intra-prendono il percorso di specializzazione (e analoga condizione riguarda i laureatinei corsi di Giurisprudenza - attività di formazione e praticantato), i laureati inFarmacia sono in buona parte impiegati a 1 anno dalla laurea.La tabella 2.19, nel mostrare i dati medi degli atenei del Piemonte, sconta le dif-ferenze disciplinari segnalate. Tuttavia è confortante registrare valori occupa-zionali mediamente superiori a quelli nazionali.Non sono qui riportati dati e considerazioni sulle caratteristiche del lavoro, maun cenno aiuterà a chiarire le differenze: mentre i laureati in Farmacia, graziealle immediate opportunità occupazionali (spesso agevolate dall’attività svoltadalla famiglia di origine), hanno contratti di lavoro mediamente più stabili e red-diti più elevati, i laureati nelle altre discipline sono temporaneamente penalizzatidal fatto di proseguire gli studi.

Uomini

Donne

TOTALE

1.141

972

1.029

Genere Universitàdi Torino

Tab. 2.18 - Il guadagno mensile netto dei laureati di primo livello 2007 occupati a 1 anno (in euro)

Fonte: AlmaLaurea (2009).

1.090

738

996

Politecnicodi Torino

1.277

1.096

1.149

PiemonteOrientale

1.142

920

1.007

Tutti gli ateneiaderenti ad AL

regione CAP 2 def_V_Layout 1 11/02/10 22.55 Pagina 83

Page 86: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]84

2.3.3 > I laureati specialisticiÈ oggi possibile, grazie alle indagini diAlmaLaurea, disporre di alcune primeindicazioni circa gli sbocchi occupazio-nali dei laureati nei corsi specialistici. Idati, anche se ancora non pienamenteattendibili, consentono di avere un’ideadella collocazione nel mondo del lavorodi questa nuova figura di laureato.

Prima di procedere a commentare i dati, occorre sottolineare come il numerodegli intervistati sia, in questo caso, inferiore a quello dei laureati triennali, so-prattutto in alcune facoltà dell’Università del Piemonte Orientale e dell’Uni-versità di Torino. Per queste ragioni, insieme al fatto che si tratta di unapopolazione con caratteristiche non ancora stabilizzate, occorre molta cautelanell’interpretazione dei dati.In termini di dati medi di ateneo, la quota di laureati specialistici in Piemonteche risulta alla ricerca di un lavoro a 1 anno dalla laurea, è mediamente infe-riore al dato nazionale. Viceversa, la quota di occupati è in linea con la medianazionale, o superiore a essa come nel caso del Politecnico.

È interessante notare come sia ancoraelevata la percentuale di laureati che de-cidono di non cercare lavoro anche dopola specialistica, continuando gli studi. Gliambiti disciplinari differiscono tra loro:mentre i laureati in Giurisprudenza e inPsicologia svolgono attività di pratican-tato, molti laureati negli ambiti chimico-farmaceutico e geo-biologico intrapren-dono il dottorato di ricerca.

In virtù di questi differenti comportamenti, il tasso di occupazione è diverso frale varie facoltà. Si va dai valori di Giurisprudenza fino a quelli di Scienze dellaFormazione (in cui molti laureati proseguono lo stesso lavoro che svolgevanodurante gli studi) e di Ingegneria.Il tipo di contratto con il quale i laureati specialistici occupati a 1 anno dal con-seguimento del titolo sono inquadrati risente delle specificità dei vari ambiti di-sciplinari: le forme contrattuali stabili (lavoro autonomo e contratto a tempo

Università di Torino

Piemonte Orientale

Tutti gli atenei aderenti ad AL

60,7

56,9

45,2

Ateneo Lavora

Tab. 2.19 - La condizione occupazionale dei laureati 2007 nei corsispecialistici a ciclo unico, a 1 anno dalla laurea (%)

Fonte: AlmaLaurea, Condizione occupazionale dei laureati, Indagine 2008.

32,4

34,3

40,8

Non lavorae non cerca

6,9

8,8

13,9

Non lavorama cerca

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Tutti gli atenei aderenti ad AL

61

79,2

61,1

62,2

Ateneo Lavora

Tab. 2.20 - La condizione occupazionale dei laureati specialistici 2007, a 1 anno dalla laurea (%)

Fonte: AlmaLaurea (2009).

20,4

13,3

20,2

17,8

Non lavorae non cerca

18,6

7,5

18,7

20

Non lavorama cerca

regione CAP 2 def_V_Layout 1 11/02/10 22.55 Pagina 84

Page 87: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]85

indeterminato) riguardano soprattutto Ingegneria, Scienze della Formazione(seppur grazie alla prosecuzione del lavoro svolto) e Agraria. Al contrario, leforme contrattuali atipiche (tempo determinato, varie forme di collaborazione)sono più diffuse fra i laureati in Lettere e Filosofia e in Psicologia.Quasi inutile ribadire che i livelli reddituali risentono delle difformità segnalate.Un cenno al Politecnico di Torino, i cui laureati specialistici recuperano le posi-zioni perse quando si analizzavano i dati dei soli laureati triennali.

Agrario

Architettura

Chimico - farmaceutico

Economico - statistico

Educazione fisica

Geo - biologico

Giuridico

Ingegneria

Insegnamento

Letterario

Linguistico

Medico

Politico - sociale

Psicologico

Tutte le facoltà

67,7

-

53,3

74,8

83,3

34,8

28,1

-

87,1

58,8

72,7

69

59,1

57,8

61

Ambito disciplinare Universitàdi Torino

Tab. 2.21 - Le percentuali di laureati specialistici 2007 occupati a 1 anno dalla laurea

Nota: non sono stati riportati i dati dell’Università del Piemonte, suddivisi per ambito disciplinare, inquanto per molti di essi la numerosità degli intervistati è tale da non consentire valutazionisufficientemente attendibili.Fonte: AlmaLaurea (2009).

-

78,1

-

-

-

-

-

79,6

-

-

-

-

-

-

79,2

Politecnicodi Torino

63,3

78,5

35,4

72,5

73,5

35,9

23,1

78

77,2

52

66,6

65,6

47,4

55,2

62,2

Tutti gli ateneiaderenti ad AL

regione CAP 2 def_V_Layout 1 11/02/10 22.55 Pagina 85

Page 88: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]86

2.3.4 > I laureati vecchio ordinamentoI dati sul tasso di occupazione e sulle caratteristiche del lavoro svolto dai laureati,presentati finora e riferiti alle tipologie di corso post-riforma, sono relativi alla si-tuazione descritta dagli intervistati un anno dopo la laurea.Le analisi hanno evidenziato, con grande chiarezza e regolarità, come il fattoretempo costituisca un elemento importante, di cui occorre tenere conto.Tutti gli indicatori (tasso di occupazione, tipo di contratto, livello di reddito, coe-renza con gli studi svolti, soddisfazione) migliorano con il trascorrere del tempodopo la laurea. Aumenta l’esperienza, si affinano le capacità, le aziende tendonoa riconoscere i progressi, le forme di inserimento lasciano il posto a contrattipiù stabili. Per avere informazioni che coprano un più ampio arco temporale,occorre fare ricorso ai dati sui laureati nei corsi del vecchio ordinamento.A cinque anni dalla laurea, il tasso di occupazione è di gran lunga superiore ri-

Autonomo

Tempo indeterminato

Totale stabile

Inserimento/formazione lav./apprendistato

Tempo determinato

Collaborazione/consulenza

Altro contratto atipico

Totale atipico

Senza contratto

4,7

28,3

33

17,7

21,7

19,4

4,6

45,7

3,4

Tipologia di contratto Universitàdi Torino

Tab. 2.22 - La tipologia di attività lavorativa svolta dai laureati specialistici 2007 occupati a 1 anno dalla laurea

Fonte: AlmaLaurea (2009).

8,8

34,3

43,1

15,3

13,5

20

5,3

38,8

2,8

Politecnicodi Torino

4,1

33,9

38

15,7

25,6

14,9

5

45,5

0,8

PiemonteOrientale

6,1

33,3

39,5

14,4

18,6

20,5

3,4

42,4

3,5

Tutti gli ateneiaderenti ad AL

Uomini

Donne

TOTALE

1.248

1.073

1.136

Genere Universitàdi Torino

Tab. 2.23 - Il guadagno mensile netto dei laureati specialistici 2007 occupati a 1 anno dalla laurea (in euro)

Fonte: AlmaLaurea (2009).

1.348

1.037

1.260

Politecnicodi Torino

1.268

1.076

1.156

PiemonteOrientale

1.300

1.031

1.154

Tutti gli ateneiaderenti ad AL

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Page 89: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

spetto a quello a un anno, segno che i vantaggi di avere acquisito un titolo distudio superiore non mancano, ma occorre un certo periodo di tempo, varia-bile in funzione del percorso scelto, perché essi esplicitino appieno i propri ef-fetti. In tutti gli atenei il tasso di occupazione aumenta di oltre 20 puntipercentuali fra 1 e 5 anni dalla laurea. Per altro verso, diminuisce considerevol-mente la quota di laureati che si dichiara alla ricerca di un lavoro, condizioneche riguarda meno di 5 laureati su 100.A livello di ateneo, a 5 anni dalla laurea, è il Politecnico ad avere la percentualemaggiore di occupati, ma Università di Torino e Piemonte Orientale fanno co-munque meglio della media nazionale. In questi due atenei, resta una quota dilaureati pari a circa il 9% del totale che dichiara di non cercare lavoro perchéimpegnata in percorsi di formazione (si tratta dei laureati che sono ancora im-pegnati in percorsi di specializzazione e praticantato).

La tabella 2.24 mostra il quadro occupazionale a 5 anni dalla laurea, suddivisoper ambito disciplinare. La quota di coloro che dichiarano di essere occupati èsuperiore alla media nazionale in pressoché tutti gli ambiti.Anche la stabilità dell’impiego, il reddito e l’utilizzo delle competenze acquisiteaumentano con il passare degli anni dopo la laurea.Mentre in alcuni ambiti disciplinari (Ingegneria, Economia) lo sbocco privile-

[ ]87

Fig. 2.7 - La condizione occupazionale dei laureati 2003 nei corsi vecchio ordinamento, occupati a 1 anno e a 5 annidalla laurea

Fonte: AlmaLaurea (2005 e 2009).

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Page 90: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]88

Agrario

Architettura

Chimico-farmaceutico

Economico-statistico

Educazione fisica

Geo-biologico

Giuridico

Ingegneria

Insegnamento

Letterario

Linguistico

Medico

Politico-sociale

Psicologico

Scientifico

Tutte le facoltà

86

-

81,2

96,8

-

71,1

84,6

-

95,1

85,1

87,4

59,6

91,3

87,5

88,9

86,4

Ambito disciplinare Universitàdi Torino

Tab. 2.24 - Le percentuali di laureati 2003 nei corsi vecchio ordinamento, occupati a5 anni dalla laurea, suddivisi per ambito disciplinare

Nota: nell’ambito scientifico dell’Università del Piemonte Orientale la statistica non è stata calcolata perchéil numero di laureati è inferiore a 5.Fonte: AlmaLaurea (2009).

-

93,1

-

-

-

-

-

94,1

-

-

-

-

-

-

-

93,8

Politecnicodi Torino

-

-

93,8

93,4

-

75

85,7

-

-

91,7

-

57,1

71,4

-

*

86,1

PiemonteOrientale

84,4

92,8

87,5

90,5

86,7

72,7

83,7

95,6

88

78,1

84

59,4

89,2

87,2

79,4

85,3

Tutti gli ateneiaderenti ad AL

Reddito mensile (in euro)

Contratto stabile (lavoro autonomo + contratto a tempo indeterminato)

39,8

72,5

990

1.339

Variabile esaminata Universitàdi Torino

Tab. 2.25 - L’evoluzione della quota di laureati pre-riforma 2003 occupati a 1 e 5 anni dalla laurea con contratto stabile edel reddito mensile (in euro) da essi dichiarato

Fonte: AlmaLaurea (2005 e 2009).

1 anno

5 anni

1 anno

5 anni

Anni dallalaurea

46,7

83,9

1.089

1.594

Politecnicodi Torino

47,2

69

1.049

1.442

PiemonteOrientale

41,2

70,4

981

1.348

Tutti gli ateneiaderenti ad AL

giato è il lavoro dipendente, in altri esso è costituito dal lavoro autonomo (Ar-chitettura, Psicologia). Il reddito medio dichiarato dai laureati nasconde realtàmolto disomogenee: se i laureati in Medicina e Chirurgia guadagnano circa2.000 euro al mese e quelli in Ingegneria 1.700, i laureati del gruppo insegna-mento e psicologico si fermano a poco più di 1.000 euro netti al mese.

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Page 91: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]89

2.4 > In breve• Il tasso di abbandono fra primo e secondo anno è inferiore al valore medio

nazionale e si è consistentemente ridotto fra il 2003/04 e il 2007/08, cosìcome è significativamente migliorata la percentuale di laureati che termina glistudi entro la durata prevista.

• I laureati negli atenei piemontesi frequentano più assiduamente le lezioni e sidichiarano soddisfatti del percorso di studi scelto, tanto che 8 laureati su 10si re-iscriverebbero allo stesso corso nello stesso ateneo.

• La diffusione degli stage è abbastanza difforme fra gli atenei: accanto a fa-coltà in cui molti laureati svolgono questa esperienza, ve ne sono altre in cuiè minoritaria la quota di laureati che effettua uno stage.

• Lo stage è utile come strumento di ingresso nel mercato del lavoro: il 10% deilaureati in Piemonte, intervistati sul punto, ha dichiarato, a un anno dalla lau-rea, di lavorare grazie alla prosecuzione di uno stage. Chi lavora come stagi-sta ha il 50% di possibilità che questa tipologia contrattuale si trasformi inassunzione vera e propria.

• Aver partecipato a un programma di mobilità durante gli studi incide positi-vamente sulla condizione occupazionale dei laureati, tanto che la percentualedi laureati occupati a cinque anni dalla laurea risulta maggiore tra coloro chehanno partecipato all’Erasmus.

• Anche in Piemonte, come avviene nel resto d’Italia, è elevata la quota di lau-reati triennali che continua i propri studi nel segmento specialistico. Restasorprendentemente elevata la quota di chi si dichiara intenzionato a prose-guire anche dopo la laurea specialistica.

• Il tasso di occupazione dei laureati negli atenei del Piemonte è quasi sempresuperiore alla media nazionale, anche se le differenze fra gli atenei e i tipi dicorso sono profonde. L’occupazione, il reddito, la stabilità lavorativa, la sod-disfazione, migliorano sensibilmente fra 1 e 5 anni dalla laurea.

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Page 92: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

GLI INTERVENTI REGIONALI A SOSTEGNO DEGLI STUDENTI

UNIVERSITARI

3regione CAP 3 def_V_Layout 1 12/02/10 11.20 Pagina 90

Page 93: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]91

In questo capitolo verranno presi in esame gli interventi attuati dagli Enti regio-nali per il diritto allo studio in favore degli studenti universitari, i quali possonodistinguersi in due macro-categorie: quelli rivolti agli studenti capaci e merite-voli privi di mezzi e quelli destinati alla generalità degli studenti.I primi sostengono gli studenti meritevoli che versano in condizioni di disagioeconomico nella prosecuzione degli studi, sulla base di quanto prevede il dettatocostituzionale e vi si accede tramite bando di concorso. I secondi sono accessi-bili a tutti, a prescindere dalla situazione economica e di merito di chi studia.Rientrano nella prima tipologia di intervento: la borsa di studio, il servizio abita-tivo, i contributi di mobilità internazionale, i premi di laurea, gli interventi inte-grativi per studenti disabili, i contributi straordinari. Fanno parte della secondatipologia: il servizio ristorativo, le aule studio, i contributi per le attività sportivee ricreative.Come ogni classificazione, tuttavia, anche questa non è in grado di cogliere ap-pieno la realtà, per cui, ad esempio, vi sono interventi come i prestiti fiduciari ele attività part-time difficilmente catalogabili: i prestiti sono accessibili a tutti glistudenti ma a condizioni di credito diverse per i borsisti e per i non borsisti; alleattività part-time si accede tramite bando ma la graduatoria è stilata principal-mente in base al merito. Infine, va ricordato che i contributi di mobilità, gli in-terventi per disabili e i contributi straordinari, possono essere erogati anche astudenti non beneficiari di borsa in caso di disponibilità di risorse regionali, eche il servizio abitativo, oltre al posto letto nelle residenze universitarie, com-prende delle azioni rivolte a tutti gli studenti, come si vedrà di seguito.Di ciascun intervento, dapprima si fornisce una breve descrizione per spie-gare in cosa consiste, quindi sono analizzati i beneficiari e l’importo erogatoa loro sostegno, infine è presa in esame la spesa. L’analisi, tendenzialmente,fa riferimento all’a.a. 2007/08 quando il dato piemontese è comparato aquello nazionale, poiché sono gli ultimi dati disponibili, e all’a.a. 2008/09 incaso contrario.

3.1 > La borsa di studioLa borsa di studio è un intervento - o piuttosto l’intervento1 - attraverso cui loStato italiano garantisce il diritto sancito dall’art. 34 della Costituzione, cioè pariopportunità di istruzione a tutti i soggetti. La borsa di studio, in altri termini, hala finalità di rimuovere gli ostacoli di ordine economico che potrebbero disin-centivare lo studente che versa in una situazione disagiata a proseguire gli studifino ai più alti gradi (l’università).

1 · Nonostante la legislazione pre-veda anche la possibilità di con-cessione di prestiti d’onore(Legge 2 dicembre 1991 n. 390,art. 16), di fatto le esperienze diprestito in Italia sono molto limi-tate e disomogenee; cfr. D. Mu-sto, I prestiti per gli studenti uni-versitari: i progetti degli Entiregionali per il diritto allo studio,Osservatorio regionale per l’Uni-versità e per il Diritto allo studiouniversitario, Regione Piemonte,Torino, 2007.

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Page 94: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]92

Fig. 3.1 - Il numero di studenti universitari vincitori di borsa di studio in Piemonte,a.a. 1997/98 - 2007/08

Fonte: EDISU Piemonte.

Cosa è la borsa di studio?Essa consiste in un importo in denaro differenziato in base alla condizione resi-denziale dello studente, distinta tra in sede, pendolare e fuori sede, poiché i costidi mantenimento che la borsa si prefigge di coprire divergono a seconda che siviva in famiglia oppure al di fuori del nucleo famigliare. Per ottenere la borsa di studio lo studente deve presentare apposita domandae possedere determinati requisiti economici e di merito. La soddisfazione delrequisito economico implica che lo studente abbia un ISEE (Indicatore della si-tuazione economica equivalente)2 al di sotto di una prestabilita soglia; quello dimerito, invece, consiste nell’acquisizione di un certo numero di crediti in rela-zione all’anno di corso cui si è iscritti.Il fatto che lo studente risulti avente diritto alla borsa non comporta necessa-riamente che ne benefici: in alcune Regioni, per mancanza di finanziamenti, visono degli idonei non beneficiari di borsa.

Quanti sono i borsisti?In Piemonte i borsisti nell’a.a. 2007/08 sono stati 11.575, con una crescita del68% rispetto a dieci anni fa. L’incremento più evidente si è verificato nell’a.a.2001/02, quando è entrato in vigore il DPCM 9 aprile 2001 «Uniformità di trat-tamento sul diritto agli studi universitari» - che ha eliminato il requisito del votodi diploma, in base al quale gli studenti immatricolati al primo anno, per poterbeneficiare della borsa, dovevano avere un voto di diploma pari a 70/100 -, equando ha preso avvio la riforma universitaria cosiddetta del “3+2”.Dall’a.a. 2003/04 il numero di beneficiari di borsa non ha conosciuto variazionidi rilievo (Fig. 3.1).

2 · L’ISEE è l’indicatore attraversocui viene valutata la situazioneeconomica di una famiglia, e ri-sulta dalla somma del reddito piùil 20% del patrimonio mobiliare eimmobiliare dei componenti delnucleo famigliare. Per maggioridettagli si veda il Decreto Legge31 marzo 1998 n. 109.

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Page 95: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]93

L’aumento del numero di borsisti nel periodo in esame è un elemento comunea tutte le regioni: nel nord Italia sono aumentati del 79% e nel complesso delpaese sono praticamente raddoppiati (Tab. 3.1). Come precedentemente ri-cordato, tuttavia, l’andamento dei borsisti solo in alcuneregioni coincide con quello degli aventi diritto; nellamaggior parte, invece, per insufficienza di risorse finan-ziarie, le borse sono erogate soltanto a una quota degliidonei. Nel 2007/08 sono state complessivamente otto(su venti) le Regioni che hanno erogato la borsa a tutti gliidonei, con la conseguenza che nel totale del paese i be-neficiari sono stati l’83% degli aventi diritto (Tab. 3.2):un dato non confortante, ma in miglioramento se si con-sidera che dieci anni fa la borsa era assegnata al 68%.Il Piemonte si distingue perché è l’unica Regione, in-sieme al Trentino-Alto Adige, che dal 1997/98 ha sem-pre garantito la borsa di studio a tutti gli idonei.

Anche gli aventi diritto hanno avuto un trend crescentenegli ultimi dieci anni, come si può osservare dalla ta-bella 3.3 (+62% in Italia, +42% nel Nord e +68% in Pie-monte), ma a partire dall’a.a. 2003/04 il dato sembraessersi stabilizzato intorno ai 188.000 studenti idonei(Fig. 3.2). I beneficiari di borsa hanno conosciuto un in-cremento percentuale maggiore rispetto a quello regi-strato per gli idonei poiché le Regioni stanno tendendoa colmare il gap tra borsisti e idonei, eccetto che in Pie-monte dove le due figure coincidono.

Piemonte

Nord

ITALIA

140

129

166

2000/01

Tab. 3.1 - Il trend del numero di beneficiari di borsa di studio (a.a. 97/98 = 100)

Nota: la serie storica intenzionalmente non è completa; l’incremento percentuale è riportato dall’a.a.2000/01, cioè dall’anno precedente all’entrata in vigore del DPCM 9 aprile 2001, e ad anni alterni, eccettogli ultimi due.Fonte: elaborazione su dati MIUR.

100

100

100

1997/98

149

156

174

2002/03

171

168

176

2004/05

181

183

194

2006/07

168

179

198

2007/08

Piemonte

Trentino-Alto Adige

Valle d’Aosta

Umbria

Liguria

Lazio

Lombardia

Emilia-Romagna

Toscana

Veneto

Friuli-Venezia Giulia

Abruzzo

Marche

Sardegna

ITALIA

Sicilia

Campania

Calabria

Puglia

Molise

Basilicata

Tab. 3.2 - I beneficiari di borsa in rapporto agliaventi diritto, a.a. 2007/08 (valori percentuali)

Fonte: elaborazione su dati MIUR.

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

99,7

90,0

88,4

87,8

86,9

86,4

83,0

67,2

62,0

57,7

50,1

37,0

31,9

Borsisti su aventidiritto alla borsa %

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Page 96: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]94

Quanti sono i borsisti in rapporto agli iscritti?Ma quanti sono gli studenti che beneficiano della borsa in relazione al numerodi iscritti regolari, ovvero a coloro che, essendo iscritti da un numero pari o in-feriore alla durata legale del corso di laurea, potenzialmente potrebbero rice-vere la borsa3? In Piemonte il 18% circa degli iscritti in regola è borsista controun valore medio italiano del 14%; si tratta di dati pressoché stabili dal 2003/04(Tab. 3.4). La differenza di 4 punti percentuali tra il Piemonte e il resto d’Italia èimputabile al fatto che in Piemonte gli aventi diritto sono tutti borsisti; difatti,se il dato è comparato con gli idonei sugli iscritti regolari, lo scarto si riduce acirca un punto percentuale: 17 studenti in corso su 100 hanno diritto alla borsain Italia, e 18 su 100 in Piemonte.

Piemonte

Nord

ITALIA

140

139

144

2000/01

Tab. 3.3 - Il trend del numero degli aventi diritto alla borsa di studio, (a.a. 97/98 = 100)

Nota: la serie storica intenzionalmente non è completa; l’incremento percentuale è riportato dall’a.a.2000/01, cioè dall’anno precedente all’entrata in vigore del DPCM 9 aprile 2001, e ad anni alterni, eccettogli ultimi due.Fonte: elaborazione su dati MIUR.

100

100

100

1997/98

149

147

163

2002/03

171

138

161

2004/05

181

147

162

2006/07

168

143

162

2007/08

Fig. 3.2 - Il numero di borsisti e degli idonei in Italia, a.a. 97/98-07/08

Fonte: elaborazione su dati MIUR.

3 · Possono, infatti, beneficiaredella borsa di studio soltanto glistudenti iscritti ai corsi per un pe-riodo pari alla durata prevista dairispettivi ordinamenti, più un ul-teriore semestre.

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Page 97: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]95

Tuttavia, occorre sottolineare che vi sono delle marcate differenze da regione aregione, e ai due estremi si trovano la Lombardia e la Basilicata, rispettivamentecon 9 e 35 idonei su 100 iscritti regolari (Fig. 3.3). Il motivo va rinvenuto nei fat-tori che determinano l’ampiezza della platea degli idonei: il rispetto del requisitodi merito, la soglia ISEE, il livello di condizione economica delle famiglie. Senza vo-lerci addentrare nell’analisi per individuare le ragioni di questa ampia variazione,che richiederebbe uno studio ad hoc, si ricorda che il criterio inerente il merito èuniforme su tutto il territorio nazionale, mentre il limite ISEE è fissato autono-mamente dalle Regioni entro un intervallo prestabilito compreso tra i 13.686,64euro e i 18.248,85 euro nell’a.a. 2007/084. Nei due casi presi ad esempio, Lom-bardia e Basilicata, poiché sono applicati gli stessi limiti ISEE, se ne deduce chesono differenti le condizioni reddituali delle famiglie, come è probabile, e/o la “ca-pacità” degli studenti di soddisfare il requisito di merito. Tendenzialmente, come si può osservare dalla figura 3.3, nelle regioni meridio-nali si riscontra una più alta percentuale di idonei su iscritti regolari (Basilicata,Calabria, Sicilia, Puglia, Molise) cui corrisponde però un basso grado di coper-tura degli idonei, inferiore al 70%; all’opposto, al centro-nord, oltre 80 idonei su100 beneficiano della borsa, ma il rapporto aventi diritto su iscritti in corso è in-feriore al valore medio italiano presso diverse regioni (Marche, Liguria, Toscana,Veneto, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia).Le regioni che nel grafico si trovano posizionate nel quadrante in alto a destra ein quello in basso a sinistra sono i casi limite, rispettivamente in positivo e in ne-gativo: la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige, l’Umbria e il Piemonte, oltre adavere un elevato numero di idonei in rapporto agli iscritti, garantiscono la borsaa tutti, mentre in Campania vi sono pochi aventi diritto in relazione agli studentiregolari e pochi borsisti in rapporto agli idonei.

La capacità di erogare la borsa a tutti gli idonei dipende chiaramente anche dallanumerosità degli aventi diritto, poiché lo sforzo economico deve essere tantomaggiore quanti più sono gli studenti che debbono beneficiare della borsa. LaSicilia ha un numero di idonei non dissimile da quello del Lazio eppure la primagarantisce la borsa al 67%, la seconda al 100% degli idonei. La Basilicata e il

Idonei su iscritti regolari in ITALIA (%)

Borsisti su iscritti regolari in ITALIA (%)

Borsisti su iscritti regolari in Piemonte (%)

17,1

12,7

19,8

2004/05

Tab. 3.4 - La percentuale di idonei e di borsisti sugli iscritti regolari, a.a. 03/04 - 07/08

Fonte: elaborazione su dati MIUR.

15,8

11,5

18,4

2003/04

16,8

12,6

19,9

2005/06

16,5

13,4

20,0

2006/07

16,5

13,7

17,9

2007/08

4 · Si precisa che pre-condizioneper beneficiare della borsa di stu-dio è rientrare nella soglia del-l’ISPE (Indicatore della situazionepatrimoniale equivalente) - primaancora della soglia ISEE - il cui li-mite poteva essere stabilito dalleRegioni tra i 23.951,62 euro e i30.794,94 euro nell’a.a. 2007/08.I valori-limite dell’ISEE e dell’ISPEsono definiti dal DPCM 9 aprile2001 e aggiornati annualmenteall’inflazione.

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Page 98: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]96

Molise hanno un numero decisamente esiguo di idonei e, nonostante ciò, menodel 40% l’ha ricevuta. Il Piemonte ha un numero di aventi diritto quasi pari aquello della Toscana e della Calabria, ovvero è la settima regione in Italia per nu-mero di idonei, ma se le prime due la erogano a tutti, la Calabria soddisfa menodel 60% (Fig. 3.4).

Fig. 3.3 - La relazione fra percentuale di idonei su iscritti in corso e grado di copertura degli idonei, a.a. 2007/08

Fonte: elaborazione su dati MIUR.

Fig. 3.4 - La relazione fra il numero di idonei e il grado di copertura degli idonei, a.a. 2007/08

Fonte: elaborazione su dati MIUR.

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Page 99: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]97

Quale è l’importo della borsa?L’ammontare della borsa di studio è fissato a livello nazionale5 e poiché,come precedentemente ricordato, persegue l’obiettivo della copertura dellespese di mantenimento sostenute dagli studenti, è diversificato in ragionedei diversi costi delle (tre) diverse condizioni di vita studentesca: in sede,pendolare, fuori sede. Nello specifico, si definisce in sede lo studente resi-dente nel comune sede di studio, pendolare lo studente residente in un co-mune diverso da quello della sede di studio raggiungibile con i mezzipubblici in 60 minuti, e fuori sede colui che risiede in un comune diverso daquello della sede di studio (ma che non può essere raggiunto con i mezzipubblici in 60 minuti) e che prende domicilio a titolo oneroso nella sede delcorso di studio o in una sede limitrofa per almeno 10 mesi.Le definizioni di pendolare e fuori sede, tuttavia, non sono univoche in tuttele regioni e quelle indicate sono quelle stabilite dall’EDISU Piemonte. Ciò èpossibile perché la normativa non chiarisce i criteri in base ai quali valutarela distanza tra la sede di studio e la sede di residenza6. Questo aspetto è im-portante sottolinearlo perché vi sono regioni in cui il numero di idonei fuorisede risulta molto elevato senza che vi sia un’effettiva corrispondenza conil numero di studenti residenti fuori regione.Le Regioni non possono stabilire un importo inferiore a quello previsto dallanormativa nazionale, ma nulla vieta che eroghino importi superiori7.In Piemonte, la borsa di studio dei fuori sede e dei pendolari è in linea conquella fissata a livello ministeriale, mentre si è stabilito un importo più ele-vato per gli studenti in sede. Questa scelta è comune a diverse regioni, piùprecisamente dieci su venti hanno incrementato l’importo della borsa insede, mentre solo il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige, che sono lerealtà che erogano gli importi più alti, e la Lombardia e la Sicilia hanno sceltodi aumentare la borsa (anche) per gli studenti fuori sede e i pendolari8 (Tab.3.5). Il punto è che alcune recenti analisi dimostrano che l’ammontare dellaborsa di studio, se raffrontato al costo medio annuo per mantenersi aglistudi universitari, risulta inadeguato soprattutto per gli studenti fuori sede9.Si noti anche che alcune realtà, quali la Calabria, le Marche, la Toscana e laSardegna, erogano degli importi inferiori a quelli previsti dalla normativa.

L’ammontare della borsa è di fatto ancor più diversificato sul territorio nazionaledi quanto non appaia dalla tabella 3.5, poiché la normativa sancisce che la borsasia corrisposta integralmente agli studenti il cui ISEE è inferiore o uguale ai due

5 · L’importo è stabilito dal DPCM9 aprile 2001, art. 9, ed è aggior-nato annualmente all’inflazione.6 · Il DPCM 9 aprile 2001 (art. 4,co. 8), infatti, si limita a stabilireche lo studente pendolare è coluiche risiede in luogo che consenteil trasferimento quotidiano pressola sede del corso di studi fre-quentato, e fuori sede lo studenteresidente in un luogo distantedalla sede del corso frequentato eche per tale motivo prende allog-gio a titolo oneroso nei pressi ditale sede.7 · Le Regioni hanno anche la fa-coltà di stabilire degli importi diborsa inferiori a quelli previstidalla normativa nazionale ma soloqualora svolgano delle indagini suicosti di mantenimento degli stu-denti da cui risulti un costo dellavita minore rispetto all’importo diborsa ministeriale (DPCM 9 aprile2001, art. 9, co. 4). 8 · Sono stati considerati supe-riori agli importi del DPCM quellicon almeno 50 euro in più.9 · Si veda in proposito: F. Lau-disa, I costi di mantenimento de-gli studenti universitari in Pie-monte, Osservatorio regionaleper l’Università e per il Diritto allostudio universitario, Regione Pie-monte, Torino, 2003; e F. Laudisa,I costi di mantenimento degli stu-denti dell’Università di Trento,Opera Universitaria di Trento,Trento, 2007.

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[ ]98

terzi del limite massimo di riferimento, mentre per valori superiori la borsa deveessere ridotta10. Le cifre indicate nella tabella corrispondono all’importo mas-simo che può ricevere lo studente, quindi erogato agli studenti che si “situano”al di sotto dei 2/3 della soglia-limite. In Piemonte, per ciascuna tipologia di studente sono fissati due importi - inbase al fatto che l’ISEE sia superiore o inferiore ai 2/3 del limite (Tab. 3.6) - main altre regioni vi sono tre importi (ad esempio in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna) o quattro (Campania), corrispondenti ad altrettante fasce ISEE, perciascuna categoria di studenti.È necessario aggiungere ancora che gli enti regionali erogano parte della borsasotto forma di servizi: dall’importo monetario detraggono 1.500 euro quale cor-rispettivo dell’accesso al servizio abitativo presso residenze universitarie; in-

Nota: gli importi indicati in tabella corrispondono a quelli massimi previsti dalle Regioni. Qualora all’internodella stessa regione vi sono enti regionali che fissano importi diversi, si è proceduto al calcolo della media.Fonte: elaborazione su dati MIUR.

Friuli-Venezia Giulia

Trentino-Alto Adige

Lombardia

Sicilia

Puglia

Campania

Veneto

Piemonte

Umbria

Abruzzo

Basilicata

Lazio

Molise

Liguria

Importi DPCM

Emilia-Romagna

Valle D'Aosta

Calabria

Marche

Toscana

Sardegna

6.118,00

5.550,00

4.550,00

4.500,00

4.452,60

4.450,00

4.450,00

4.450,00

4.450,00

4.448,16

4.448,16

4.448,16

4.448,16

4.448,00

4.448,16

4.444,36

4.410,00

4.323,33

4.203,98

4.020,00

3.282,00

studenti fuori sede(euro)

Importo borsa

Tab. 3.5 - Gli importi massimi di borsa stabiliti dalle Regioni, a.a. 2007/08

2.922,00

3.525,00

2.565,38

2.755,00

2.456,20

2.460,00

2.455,00

2.454,00

2.452,00

2.452,19

2.452,19

2.452,19

2.452,19

2.452,00

2.452,19

2.477,80

2.450,00

2.389,67

2.317,58

2.216,00

1.855,00

studenti pendolari(euro)

2.147,00

2.550,00

2.417,27

2.130,00

2.306,80

1.680,00

1.678,00

2.018,00

2.277,00

1.676,61

1.676,61

1.676,61

1.676,61

1.677,00

1.676,61

1.858,46

1.950,00

1.628,67

2.231,34

1.000,00

1.268,00

studenti in sede(euro)

10 · DPCM 9 aprile 2001, art. 9,co. 6.11 · I dati sono stati reperiti neisiti Internet degli enti regionali,dai bandi di concorso per la con-cessione delle borse di studio, re-lativi all’a.a. 2007/08. La situa-zione è comunque identica se siesaminano i bandi dell’a.a.2008/09: gli importi non sono va-riati né in Lombardia né in To-scana, mentre sono stati aggior-nati all’inflazione, come stabilisceil DPCM, quelli del Piemonte, dovelo scorso anno accademico unostudente fuori sede beneficiariodi posto letto ha ricevuto in mo-neta 2.926 euro.

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Page 101: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]99

fine, alcune realtà, riducono l’ammontare di borsa di ulte-riori 600 euro annui per ciascun pasto giornaliero fruitogratuitamente presso il servizio ristorativo. Nell’a.a.2007/08, ad esempio, uno studente fuori sede avente di-ritto all’importo pieno di borsa, beneficiario di posto lettoin residenza universitaria, ha ricevuto in denaro 2.850euro in Piemonte, 1.900 euro in Lombardia (più un pastogiornaliero gratuito), 1.280 euro in Toscana (più due pastigiornalieri gratuiti)11.In breve, il quadro nazionale è fortemente difforme.

L’importo mediamente esborsato dalla Regione Pie-monte, pari a 2.600 euro circa (che si ottiene rapportandola spesa complessiva per borse di studio al numero di bor-sisti) è tuttavia inferiore alla media nazionale (2.940 euro)perché tale valore risente sia dell’importo di borsa con-cesso, sia della composizione dei borsisti: è evidente chea parità di numero di borsisti, i fuori sede comportano unaspesa maggiore dei pendolari e questi ultimi pesano fi-nanziariamente di più degli studenti in sede (Tab. 3.7).Considerato che il 56% dei borsisti “piemontesi” è pen-dolare e il 24% è fuori sede contro un dato medio italiano,rispettivamente, del 39% e 42%, si comprende la ragioneper cui il Piemonte spenda mediamente di meno perborsa erogata, nonostante abbia degli importi in linea conquelli della normativa (Tab. 3.8).

I borsisti negli atenei piemontesiLa distribuzione dei borsisti nelle tre tipologie rispecchiafondamentalmente la composizione della popolazioneuniversitaria iscritta negli atenei piemontesi, costituita peroltre l’80% da studenti residenti in Piemonte. Vi sono, tut-tavia, delle differenze tra gli atenei: i residenti fuori regionesono circa il 31% al Politecnico, il 15% al Piemonte Orien-tale e il 12% all’Università, e così i borsisti fuori sede sonoil 43% al Politecnico, contro una percentuale del 14-18% alPiemonte Orientale e all’Università.

In sede

Pendolare

Fuori sede

Tab. 3.6 - Gli importi di borsa erogati in Piemonte,a.a. 2007/08

2.018,00€

2.454,00€

4.450,00€

Importo pieno (ISEE ≤ 12.166€)

1.684,00€

1.900,00€

3.730,00€

Importo ridotto(ISEE > 12.166€)

Trentino-Alto Adige

Friuli-Venezia Giulia

Umbria

Marche

Calabria

Sicilia

Toscana

Lombardia

Emilia-Romagna

Abruzzo

ITALIA

Basilicata

Lazio

Molise

Veneto

Puglia

Piemonte

Liguria

Sardegna

Campania

Valle D'Aosta

Tab. 3.7 - L’importo medio di borsa erogato, a.a. 2007/08

3.510

3.463

3.371

3.299

3.236

3.226

3.198

3.177

3.129

3.127

2.940

2.927

2.811

2.762

2.703

2.658

2.623

2.578

2.345

2.278

2.087

Importo medio borsa(euro)

Nota: l’importo medio di borsa risulta dal rapporto fra laspesa per borse di studio ed il numero di borsisti.Fonte: elaborazione su dati MIUR.

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[ ]100

Non vi è una corrispondenza esatta tra gli studenti aventi la residenza fuori dalPiemonte e i fuori sede, poiché per essere qualificato come fuori sede ai finidella borsa occorre, si ricorda, essere residente in un comune che dista più di 60minuti con i mezzi pubblici dalla sede universitaria (quindi può essere anche uncomune piemontese) e prendere domicilio a titolo oneroso nella città sede distudio per non meno di dieci mesi.

3.2 > Il servizio abitativoIl servizio abitativo, in senso stretto, è riservato ai borsisti fuori sede e consistenell’usufrutto di un posto letto in una residenza universitaria durante il periodoaccademico: coloro che ne beneficiano ricevono l’importo di borsa decurtato delvalore del servizio abitativo, come già detto.In Piemonte, in dieci anni, i posti letto sono più che triplicati, arrivando a disporrenell’a.a. 2008/09 di 2.243 posti alloggio, di cui 1.973 destinati agli studenti e gli altri270 a uso foresteria: l’effetto è che la percentuale di borsisti fuori sede residentiin un alloggio universitario è passata dal 26% circa nel 1999/00, al 58% (Tab. 3.9).L’incremento dei posti letto è stato ragguardevole in particolare nel 2006/07, annoin cui sono quasi raddoppiati soprattutto in virtù della “eredità olimpica”, e ciò haportato la regione Piemonte a piazzarsi nona in Italia per numero di posti letto,quasi al pari con il Lazio (Fig. 3.5). In rapporto poi all’effettivo fabbisogno, cioè alnumero di idonei fuori sede, il Piemonte si colloca nella rosa delle cinque regioni

Fonte: dati EDISU per i borsisti. Gli iscritti regolari sono dati MIUR rilevati al 31 luglio. Per gli istituti AFAM sono stati considerati gli iscritti totali.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Accademia di Belle Arti

Conservatorio

Istituto Vittoria

Università di Scienze Gastronomiche

Piemonte (%)

ITALIA (%)

17,9

43,1

13,8

23,8

21,4

9,1

17,9

23,6

41,8

Fuori sede %

Borsisti

Tab. 3.8 - I borsisti distinti per tipologia e per ateneo di iscrizione in Piemonte, a.a. 2007/08

59,0

44,3

68,5

59,4

64,3

54,5

59,0

56,3

38,7

Pendolari %

23,1

12,7

17,7

16,8

14,3

36,4

23,1

20,1

19,5

In sede%

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

Totale%

7.721

2.735

887

202

14

11

5

11.575

156.297

N° Borsisti

18,0

18,5

12,9

23,5

1,7

19,0

2,6

17,9

13,7

Borsisti su iscritti regolari %

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Page 103: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

che riescono a soddisfare in percentuale maggiore le richieste di alloggio, dopo laLombardia, il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia e le Marche (Tab. 3.10). Se nel panorama nazionale il dato piemontese è soddisfacente, non si può sotta-cere che circa il 40% degli aventi diritto non dispone di un posto letto in residenza,che equivale a dire che per concedere l’alloggio alla totalità degli idonei fuori sedeoccorrerebbero 1.400 nuovi posti12. È anche per far fronte a questa esigenza che a partire dall’a.a. 2008/09 è stataintrodotta la clausola in base alla quale gli studenti idonei fuori sede, iscritti adanni successivi al primo13, possono richiedere direttamente l’importo di borsacomprensivo di 1.600 euro, corrispondenti al valore del servizio abitativo, inluogo del posto letto (cfr. Quadro 3.A). La ratio di questa norma è, da un lato,quella di dare maggiore autonomia di scelta agli studenti potendo essi optare trala soluzione residenziale EDISU o il mercato privato (in virtù della disponibilitàdi 1.600 euro), dall’altro, indurre lo studente senior a questa seconda soluzione.Sebbene circa uno studente su quattro abbia preferito i “1.600 euro” (628 su2.545 borsisti fuori sede), andando ad analizzare il dato nel dettaglio si scopreche gli studenti in residenza hanno continuato a scegliere l’opzione “casa dellostudente” (verosimilmente perché 1.600 euro non sono sufficienti a coprire ilcosto annuo di un posto letto, stimato pari a circa 3.000 euro), mentre quantil’anno precedente alloggiavano in un’abitazione privata hanno richiesto in per-centuale maggiore i “1.600 euro”.

Un’altra disposizione introdotta di recente, più precisamente un paio di anni fa, èquella per cui gli studenti particolarmente meritevoli che vivono in residenza uni-versitaria hanno la garanzia dell’assegnazione del posto letto per l’anno accade-mico successivo qualora abbiano una votazione media di almeno 24/30 e unnumero di crediti superiore a quello necessario per ricevere la borsa alla data del10 agosto: si tratta della cosiddetta disposizione “Conferma Benefici”, che per-mette agli studenti di essere sicuri di disporre del posto letto EDISU.

[ ]101

12 · È tuttavia opportuno tenerepresente che il dato è sovrasti-mato poiché vi è sempre unaquota di idonei che preferisce lasistemazione “privata” anzichéquella in residenza universitaria.13 · Nel bando 2009/10, questapossibilità è stata estesa a tuttigli studenti, quindi anche a quelliiscritti al primo anno.

N° posti letto

N° idonei fuori sede

N° posti letto su idonei fuori sede (%)

Tab. 3.9 - Il numero di borsisti beneficiari di posto letto in Piemonte, a.a. 1999/00-2008/09

Fonte: elaborazione su dati MIUR e EDISU Piemonte. Il dato sul numero di posti letto in Piemonte fino al 2005/06 è rilevato dal MIUR, negli anniaccademici successivi dall’EDISU.

678

2.630

25,8

99/00

725

3.351

21,6

00/01

794

2.202

36,1

01/02

975

3.541

27,5

02/03

975

2.196

44,4

03/04

1.044

2.261

46,2

04/05

1.056

2.442

43,2

05/06

1.932

2.330

82,9

06/07

1.989

2.735

72,7

07/08

1.973

3.391

58,2

08/09

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Page 104: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]102

Fig. 3.5 - Il numero di posti letto per Regione, a.a. 2003/04-2007/08

Fonte: elaborazione su dati MIUR.

Lombardia

Trentino-Alto Adige

Friuli-Venezia Giulia

Marche

Piemonte

Liguria

Veneto

Emilia-Romagna

ITALIA

Umbria

Puglia

Toscana

Calabria

Basilicata

Sardegna

Lazio

Sicilia

Campania

Abruzzo

Molise

Valle d’Aosta

Tab. 3.10 - Il numero di posti letto in rapporto al numero di idonei fuori sede, a.a. 2007/08 (valori percentuali)

121,9

119,3

110,1

88,5

72,7

66,5

61,1

58,3

50,0

47,7

47,2

44,2

40,5

38,7

27,5

25,8

20,7

17,6

4,4

-

-

N° posti letto/N° idonei fuori sede (%)

Nota: la Lombardia, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia dispongono di un numero di posti lettosuperiore al numero di idonei fuori sede.Fonte: elaborazione su dati MIUR.

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Page 105: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]103

Quadro 3.A > Cosa è cambiato con la disposizione del Bando relativa ai “1.600 euro”Il Bando per la concessione delle borse di studio in vigorefino all’a.a. 2007/08 stabiliva che lo studente fuori sede,per ricevere l’importo di borsa corrispondente, necessa-riamente doveva richiedere il posto letto, altrimenti eraautomaticamente ricondotto alla tipologia di pendolare. Una volta presentata la domanda di posto letto, gli sce-nari possibili per lo studente erano: > essere chiamato per l’assegnazione;

• se accettava, entrava in residenza e riceveva l’im-porto di borsa dei fuori sede meno il valore del ser-vizio abitativo (pari a 1.600 euro); • se rinunciava, ma consegnava l’autocertificazioneattestante la residenza nella città sede di studio a ti-tolo oneroso, riceveva l’importo di borsa dei fuorisede ma decurtato di 1.600 euro (perché il postoletto teoricamente l’avrebbe ricevuto); • se rinunciava e non consegnava l’autocertifica-zione era “declassato” a pendolare;

> non essere chiamato per l’assegnazione per in-sufficienza di posti; in tal caso, se consegnaval’autocertificazione che risiedeva nella città sededi studio a titolo oneroso, riceveva l’importo diborsa da fuori sede, inclusi i 1.600 euro; se nonpresentava l’autocertificazione era ricondotto allacategoria di pendolare.

La norma introdotta nel bando a.a. 2008/09 prevede,invece, che gli studenti fuori sede ricevano l’importo diborsa da fuori sede anche se non fanno domanda diposto letto, ovviamente previa presentazione dell’auto-certificazione. Questa clausola fino allo scorso anno siapplicava solo agli iscritti ad anni successivi al primo e alprimo anno di laurea specialistica, mentre dal 2009/10è valida per tutti gli studenti.Per i fuori sede richiedenti il posto letto in una residenzauniversitaria tutto è rimasto invariato.

In sintesi, se in precedenza lo studente fuori sede cheaveva scelto una soluzione abitativa privata (e con “intasca” l’autocertificazione) doveva compiere il passag-gio obbligato della domanda di posto letto per benefi-ciare dell’importo da fuori sede e, dopodiché, sperare dinon essere chiamato in residenza per ottenere anche i1.600 euro, con il nuovo bando accede direttamente al-l’importo di borsa includente il valore del servizio abita-tivo, con una evidente semplificazione dell’iteramministrativo (a seguito della diminuzione delle ri-nunce del posto letto in residenza) e un chiaro vantaggioeconomico per lo studente.

L’analisi dei dati ha messo in luce che oltre il 90% deglistudenti alloggianti nelle residenze universitarie l’annoprecedente ha fatto nuovamente richiesta di posto letto,mentre chi nel 2007/08 aveva rinunciato al posto letto,oppure non era stato chiamato per insufficienza di posti,in percentuale maggiore ha domandato la borsa com-prensiva dei 1.600 euro, rispettivamente il 56% e 52%:questi studenti con tutta probabilità disponevano già diuna sistemazione privata. Il dato interessante concerne,invece, gli studenti fuori sede “sulla carta” (cosiddetti inragione della città di residenza rispetto alla sede di stu-dio) che nel 2007/08 erano borsisti pendolari in quantonon richiedenti l’alloggio, poiché è la categoria di stu-denti che più delle altre ha domandato e beneficiato dei1.600 euro.L’effetto di questa politica, almeno nel breve periodo,quindi, è stato non solo e non tanto quello di aver con-tratto la domanda di posto letto in residenza, ma quellodi aver concesso ai fuori sede un tempo più lungo percercare un alloggio e disporre dell’autocertificazione; es-sendo stata spostata la scadenza di presentazione delladomanda di borsa dal 10 agosto al 1 ottobre, è stato pro-babilmente dato modo a una più ampia fetta di studentidi attestare di essere fuori sede.

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Page 106: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]104

Il grado di soddisfacimento della domanda di posto letto in Italia è molto disomo-geneo, ancor più di quanto osservato per le borse di studio: vi sono regioni in cuiil numero di alloggi supera quello degli idonei fuori sede e altre in cui meno di unquarto ne beneficia (Sicilia, Campania, Abruzzo, Molise, Valle d’Aosta).Il nostro paese è fanalino di coda in Europa avendo la più bassa percentuale di stu-denti beneficiari di posto letto, pari al 2%, contro il 13% della Francia e l’11% dellaGermania (dati Eurostudent 2008). Poiché l’alloggio è una delle voci di costo piùconsistenti all’interno del budget di spesa degli studenti - quasi un terzo del costodi mantenimento totale annuo di uno studente è “assorbito” dalla casa14 -, appareevidente la criticità del quadro italiano e la necessità dell’investimento in residen-zialità quale politica prioritaria per migliorare le condizioni di vita degli studenti erendere effettiva la mobilità studentesca.La Legge 14 novembre 2000, n. 338 «Disposizioni in materia di alloggi e residenzeper studenti universitari», va in questa direzione perché prevede il co-finanzia-mento statale, fino a un tetto massimo del 50%, di progetti finalizzati all’acquisto,alla ristrutturazione o alla costruzione di immobili da adibire a residenze per stu-denti universitari15. A seguito di questi finanziamenti è prevista la realizzazione dipoco più di 12.000 posti letto16, che “infoltiranno” gli attuali 39.65917, ma il nostropaese resta comunque molto lontano dai 150.000 posti letto della Francia e dai180.000 della Germania18.Vi sono stati due bandi per la presentazione dei progetti, il primo nel 2001 e il se-condo nel 200719. Tramite il primo bando sono stati co-finanziati tre progetti inPiemonte (due dell’EDISU e uno dell’Università di Torino), per quasi 6 milioni dieuro, corrispondenti all’1,3% del totale dei finanziamenti statali - pari a 442 milionidi euro. Hanno invece partecipato al secondo bando, l’EDISU, il Collegio RenatoEinaudi e l’Università del Piemonte Orientale, i cui progetti sono stati ammessi afinanziamento per quasi 8 milioni di euro, corrispondenti al 3% delle risorse fi-nanziarie statali disponibili. Queste risorse contribuiranno sia alla riqualificazionedelle strutture esistenti (adeguamento impianti, abbattimento barriere architet-toniche, ecc.), tra cui la ristrutturazione delle residenze storiche Cavour e Verdi, siaalla realizzazione di 161 posti letto.Tuttavia, in comparazione alla vicina Lombardia, che ha acquisito un co-finanzia-mento di circa 67,5 milioni di euro soltanto attraverso il primo bando, emerge chela cifra domandata (e ottenuta) dagli enti piemontesi è piuttosto esigua.

L’EDISU, per agevolare tutti gli studenti fuori sede nella ricerca dell’alloggio, haanche costituito uno Sportello Casa - attivo a Torino, Alessandria e Novara - che,avvalendosi di una banca dati aggiornata in tempo reale, favorisce l’incontro di

14 · Il costo per l’alloggio varia na-turalmente a seconda della cittàsede di studio. A Trento è risultatomediamente di circa 3.000 eurol’anno. Si veda I costi di manteni-mento degli studenti dell’Univer-sità di Trento, cit.15 · Per maggiori dettagli in meritoai progetti ammissibili al co-finan-ziamento statale si veda, per ilprimo bando, il DM 9 maggio 2001n. 116 e per il secondo bando, ilDM 22 maggio 2007 n. 42.16 · Cfr. O. Marcellini, Residenzeuniversitarie e fabbisogno abita-tivo, in «Universitas» n. 111, marzo2009, Fondazione RUI.17 · Fonte MIUR, a.a. 2007/08.18 · Fonte Deutsches Studenten-werk per il dato tedesco, e per ildato francese si veda Jean-PaulAnciaux, Le logement étudiant etles aides personnalisées, Assem-blé Nationale, 2004.19 · I soggetti titolati a presentareprogetti in base all’art. 1, co. 1 dellaLegge 14 novembre 2000, n. 338sono: le Regioni e le Province Au-tonome, le Università, gli Enti peril diritto allo studio, i Collegi uni-versitari legalmente riconosciuti,le Istituzioni di alta formazione ar-tistica e musicale statali e legal-mente riconosciute, i Consorzi uni-versitari, le Cooperative distudenti, le Organizzazioni non lu-crative di utilità sociale operantinel settore del diritto allo studio, leFondazioni e le Istituzioni senzascopo di lucro operanti nel settoredel diritto allo studio.

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[ ]105

domanda e offerta di posti letto, fornisce un servizio di consulenza sui contrattidi locazione a canone concordato previsti per gli studenti, e gestisce le richiestedi agevolazioni per i contratti di affitto. Queste agevolazioni sono state avviatedall’a.a. 2008/09 e consistono nella garanzia prestata dall’EDISU direttamenteal proprietario dell’immobile locato, con lo scopo di sostituire il deposito cau-zionale e coprire eventuali danni causati dallo studente locatario. La garanzia -equivalente a un massimo di tre mensilità del canone, per un importo comun-que non superiore a 900 euro - possono richiederla gli studenti aventi deter-minati requisiti di merito e reddito che sottoscrivano un contratto di locazioneper studenti universitari a canone concordato20. Questo intervento non ha peròavuto molto seguito: è stato richiesto da due studenti e uno solo ne ha effetti-vamente usufruito.Infine, gli studenti fuori sede possono usufruire, secondo tariffe differenziate inbase a fasce di reddito, dei posti letto che rimangono disponibili nelle residenzeuniversitarie EDISU dopo l’assegnazione agli studenti borsisti; ciò accade in al-cune sedi universitarie decentrate (Novara, Alessandria, Vercelli, Mondovì,Cuneo), mentre a Torino la domanda di alloggio supera l’offerta. Nel 2008/09i posti letto attribuiti ai fuori sede non borsisti sono stati 38.

3.3 > I contributi per programmi di mobilità internazionaleGli studenti beneficiari di borsa di studio che partecipano a programmi di mo-bilità internazionale dell’Unione Europea (UE) o extra-UE, hanno diritto a un’in-tegrazione dell’ammontare della borsa di minimo 500 euro mensili(comprensivi degli aiuti finanziari a valere sui fondi comunitari) e a un rimborsoforfetario per le spese di viaggio, pari a 100 euro per i paesi europei e a 500 europer i paesi extra-europei21. L’integrazione è corrisposta in relazione al periodo disoggiorno all’estero per non più di 10 mesi.La normativa italiana prevede anche che gli studenti “in mobilità” che rispet-tino i requisiti di merito stabiliti per l’accesso alla borsa, e il cui nucleo famigliareabbia un ISEE e ISPE non eccedente il 40% dei limiti-soglia per beneficiare dellaborsa, possano ricevere dagli enti regionali per il diritto allo studio un contributofinanziario di almeno 125 euro su base mensile, a condizione che le universitàcontribuiscano per ulteriori 125 euro22.Queste disposizioni hanno l’obiettivo di incentivare la partecipazione degli stu-denti ai programmi di mobilità, sostenendo finanziariamente i meno abbientipoiché i contributi dell’UE non sono adeguati alla copertura delle spese di man-tenimento degli studenti all’estero (né si prefiggono ciò): basti pensare che laborsa comunitaria per l’Erasmus, il programma di mobilità più diffuso tra gli

20 · Nell’a.a. 2008/09 le agevola-zioni erano riservate agli studentiiscritti ad anni successivi al primo,mentre dall’a.a. 2009/10 possonofarne domanda tutti gli studentiche abbiano i requisiti economici edi merito per accedere alla borsadi studio o alla BorsaPlus, di cui siparlerà approfonditamente nel pa-ragrafo 9.4.21 · DPCM 9 aprile 2001, art. 10.22 · DPCM 9 aprile 2001, art. 10,co. 4.

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[ ]106

studenti, ammonta a 200 euro mensili, mentre un recente studio ha stimatoche mediamente uno studente Erasmus spende 900 euro circa al mese23.

Il Piemonte si distingue per: • avere raddoppiato il numero di contributi erogati negli ultimi cinque anni (Tab.

3.11)24; se nel 2004/05, il 12% del totale degli studenti in mobilità iscritti negliatenei piemontesi ha ricevuto un contributo EDISU, nel 2008/09 questa per-centuale è salita al 23%: ne hanno beneficiato 279 su 1.205 studenti parteci-panti a programmi di mobilità;

• avere introdotto, a partire dall’a.a. 2006/07, i contributi per gli studenti nonborsisti;

• avere duplicato il rimborso forfetario per spese di viaggio nei Paesi UE, au-mentato da 100 a 200 euro; sono rimasti invece sostanzialmente stabili l’im-porto mensile e il rimborso forfetario per le spese di viaggio nei Paesi extra-UE,nell’ultimo anno rispettivamente pari a 400 euro e 520 euro (Tab. 3.12).

La comparazione a livello nazionale evidenzia che anche in altre regioni italianevi è stato un investimento crescente nei contributi per mobilità internazionale,aumentati del 23% negli ultimi quattro anni, sebbene l’incremento sia meno ri-levante di quello verificatosi in Piemonte che nel 2007/08 è quarto in Italia pernumero di contributi erogati (Fig. 3.6).

23 · Si veda I costi di manteni-mento degli studenti dell’Univer-sità di Trento, cit.24 · Gli studenti iscritti negli ateneipiemontesi partecipanti a pro-grammi di mobilità sono stati1.076 nel 2004/05 (dati CNVSU2006) e 1.205 nel 2008/09 (datidi Ateneo).

N° contributi erogati da EDISU Piemonte

Di cui: co-finanziati 125 euro mensili (studenti non borsisti)

N° contributi erogati in ITALIA

Tab. 3.11 - Il numero di contributi di mobilità internazionale erogati dagli Enti regionali in Piemonte e in Italia, a.a. 2004/05-2008/09

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica.

133

-

2.192

2004/05

133

-

2.004

2005/06

164

23

2.772

2006/07

243

56

2.690

2007/08

279

65

n.d.

2008/09

Contributo mensile EDISU

Contributo mensile UE

Totale contributo mensile per studente

Rimborso forfetario spese viaggio in paesi UE

Rimborso forfetario spese viaggio in paesi extra-UE

Tab. 3.12 - L’importo del contributo di mobilità internazionale erogato da EDISU Piemonte, a.a. 2004/05-2008/09

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica.

380€

120€

500€

100€

500€

2004/05

400€

120€

520€

100€

500€

2005/06

460€

140€

600€

200€

500€

2006/07

400€

200€

600€

200€

500€

2007/08

415€

200€

615€

205€

520€

2008/09

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Page 109: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

La borsa comunitaria e quella EDISU sono cumulabili con i contributi per la mo-bilità previsti dai singoli atenei. Limitandoci a segnalare quelli erogati agli stu-denti Erasmus:• l’Università di Torino distingue l’aiuto in funzione della fascia di contribuzione

dello studente: se lo studente appartiene alla prima fascia riceve 78 euro almese, se rientra nella quinta, 38 euro; a ciò si aggiunge un rimborso forfeta-rio di 310 euro per le spese viaggio. Anche le singole facoltà talvolta asse-gnano dei contributi integrativi. Inoltre, per coloro che si recano in paesi la cuilingua è poco diffusa/insegnata, è previsto un contributo forfetario di 500euro per lo svolgimento di un corso di lingua prima della partenza;

• il Politecnico differenzia la borsa in base al costo della vita del paese di desti-nazione, distinto in tre fasce: se lo studente si reca in uno di prima fascia ri-ceve 67 euro al mese, se di seconda fascia 119 euro, se di terza 170 euro;

• il Piemonte Orientale eroga indistintamente 160 euro mensili, oltre a 200 europer le spese di viaggio.

3.4 > I prestiti fiduciari EDISU Money Il prestito fiduciario è una forma di finanziamento erogata dall’EDISU Piemontedestinata agli studenti iscritti negli atenei piemontesi, al fine di sostenerli du-rante il periodo di studi con una somma di denaro che potranno restituire al ter-mine del percorso universitario. Il prestito è stato introdotto in Piemonte nell’a.a.2007/08, in seguito allo stanziamento da parte del Ministero dell’Università edella Ricerca di un fondo destinato alla «costituzione di garanzie sul rimborso dei

[ ]107

Fig. 3.6 - Il numero di contributi per mobilità internazionale erogati dagli Enti regionali, per Regione, a.a. 2003/04-2007/08

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica.

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Page 110: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]108

prestiti fiduciari concessi agli studenti capaci e meritevoli[...] nonché alla con-cessione di contributi in conto interessi nel caso in cui gli studenti capaci e me-ritevoli siano privi di mezzi»25. Le disposizioni di tale decreto si traducono, da unlato, nella possibilità di erogare il prestito a tutti gli studenti capaci e meritevolisenza richiedere loro alcuna garanzia sul rimborso26, dall’altro, nell’erogazionedi un contributo in conto interessi per tutti gli studenti con le stesse condizionieconomiche dei borsisti. L’EDISU Piemonte, in seguito all’approvazione dellaGiunta Regionale, ha stanziato un fondo aggiuntivo, finalizzato alla coperturadegli interessi anche per gli studenti quasi borsisti, ovvero che superano di pocoil limite di reddito previsto per l’accesso alla borsa27.

Le caratteristiche del prestitoIl prestito si rivolge a tutti gli studenti italiani e stranieri iscritti all’ultimo anno deicorsi di laurea, ai corsi di laurea specialistica, agli ultimi tre anni dei corsi a ciclounico e ai corsi post-laurea di dottorato, specializzazione e master28. Gli studenti iscritti a corsi di laurea, laurea specialistica e ciclo unico possono ot-tenere un importo di prestito massimo annuo pari a 2.000 e 4.000 euro, ri-spettivamente nei casi in cui lo studente sia in sede e pendolare oppure sia fuorisede. Importi più elevati sono stati stabiliti per i corsi post laurea, pari a 7.000euro per gli iscritti a corsi di dottorato e specializzazione che godono della borsadi studio ministeriale, e a 12.000 euro per i dottorandi e gli specializzandi senzaborsa e per gli studenti dei corsi di master (Tab. 3.13).

Gli studenti possono ottenere il prestito una sola volta all’interno della propriacarriera universitaria e il periodo massimo di fruizione è pari a tre anni.Al termine del periodo di fruizione del prestito, trascorso un ulteriore anno dimoratoria29, ha inizio il periodo di restituzione del prestito, che ha durata pari asette anni e prevede rate mensili costanti calcolate sulla base di un tasso fisso.

In sede/pendolare

Fuori sede

Tab. 3.13 - Gli importi massimi annui di prestito, a.a. 2008/09

Fonte: bando per la concessione di prestiti fiduciari, EDISU Piemonte.

2.000 €

4.000 €

Corsi di laurea, laureaspecialistica, ciclo unico

Tipologiastudenti

7.000 €

con borsa

12.000 €

senza borsa

Corsi di dottorato/specializzazione

12.000 €

Master

25 · DM 3 novembre 2005, n. 35.26 · L’EDISU si fa garante dei pre-stiti concessi agli studenti e, al finedi far fronte a eventuali insolvenze,ha istituito un Fondo di garanziacui la Banca ha facoltà di acce-dere quando lo studente risultiinadempiente nella restituzionedelle somme dovute.27 · Il fondo stanziato dal MIUR èpari a 527.846 euro, quello del-l’EDISU Piemonte ammonta a150.000 euro; entrambi i fondifanno riferimento a un progetto didurata triennale.28 · In merito ai corsi di specia-lizzazione, sono esclusi quelli del-l’area medica di cui al Decreto Le-gislativo 17 agosto 1999, n. 368.Per quanto concerne i master, sifa riferimento ai soli master uni-versitari.29 · Il periodo di moratoria co-mincia a decorrere anche nel casoin cui lo studente perda i requisitidi merito previsti.

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[ ]109

Per gli studenti il cui livello di reddito si colloca al di sotto di una certa soglia il pre-stito è concesso a tasso zero30.

I beneficiari di prestito in PiemonteNei primi due anni di attivazione del sistema di prestito destinato agli studentiuniversitari, sono stati richiesti quasi 230 prestiti e 179 sono stati effettivamenteerogati; in particolare, nel primo anno di erogazione i prestiti attivati sono stati103, mentre nell’a.a. 2008/09 sono scesi a 76 (Tab. 3.14).

Se si confronta il dato relativo al primo anno di avvio del progetto in Piemontecon quello della Regione Lombardia - che per prima in Italia, in seguito allo stan-ziamento del fondo ministeriale, ha attivato il prestito nell’a.a. 2006/0731 -emerge che gli studenti lombardi richiedenti il prestito sono stati 197 e i finan-ziamenti effettivamente erogati 174. Se è vero che in Lombardia i prestiti atti-vati sono stati circa il 70% in più di quelli erogati in Piemonte, è anche vero chegli iscritti regolari lombardi sono il 160% in più del Piemonte, ovvero, pur trat-tandosi di numeri piccoli, si può affermare che durante il primo anno di avvio ilprestito ha riscosso maggior successo tra gli studenti piemontesi.La flessione registrata nel numero di prestiti erogati nell’a.a. 2008/09 può es-sere in parte attribuita all’introduzione del progetto Diamogli credito32, che haerogato 95 prestiti in Piemonte33; si tratta di un progetto avviato a livello nazio-nale, che consiste nella possibilità per gli studenti universitari e post-universitaridi richiedere un prestito finalizzato alla copertura di costi connessi con gli studi. Al fianco di EDISU Money e di Diamogli credito, esiste un terzo sistema di pre-stito denominato Intesabridge, attivo in Piemonte e destinato agli studenti uni-versitari; si tratta di un progetto avviato per la prima volta nel 2003 da unaccordo stipulato dai tre Politecnici di Torino, Milano e Bari, con Banca IntesaSanpaolo, e successivamente esteso a numerosi altri atenei italiani, tra cui ledue università del Piemonte34. Il prestito, destinato a studenti che rispettano al-

N. richieste

di cui vincitori

di cui esclusi

Tab. 3.14 - I prestiti richiesti ed erogati in Piemonte, a.a. 2007/08-2008/09

Fonte: EDISU Piemonte.

136

103

33

2007/08Prestiti

90

76

14

2008/09

226

179

47

Totale

30 ·Al fine di sostenere gli studentiin condizioni economiche disagia-te (ovvero gli studenti con ISEE eISPE rispettivamente inferiori a24.888 euro e a 45.900 euro) l’EDI-SU provvede al pagamento del100% degli interessi maturati, inmodo che gli studenti debbano re-stituire la sola somma effettiva-mente utilizzata. Il contributo in con-to interessi è finanziato con il Fon-do del Ministero per gli studenti cherientrano nei limiti ISEE e ISPE pre-visti per i borsisti (rispettivamentepari a 18.559 euro e 31.318 euro),mentre il contributo per gli studenti“quasi borsisti”, ovvero che rien-trano in un ISEE e ISPE rispettiva-mente pari a 24.888 euro e 45.900euro, è coperto con il fondo stan-ziato dall’EDISU Piemonte.31 · In seguito i prestiti fiduciarisono stati attivati in Emilia-Ro-magna, Marche, Toscana, Veneto,Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adi-ge, Umbria e Sicilia. 32 · Il progetto è stato avviato dalMinistero per le Politiche Giovanilie le Attività Sportive (POGAS), oggiMinistero della Gioventù, in colla-borazione con il Ministero per le Ri-forme e le Innovazioni nella PubblicaAmministrazione, il Ministero del-l’Università e della Ricerca (MIUR)e l’Associazione Bancaria Italiana(ABI). Per approfondimenti si veda:www.diamoglicredito.it. 33 · Tra questi, il 40% erano desti-nati al pagamento delle tasse uni-versitarie, il 34% all’acquisto di unpc portatile, il 19% al pagamento dicontratti di locazione e i restanti perla partecipazione al programmaErasmus e per il pagamento delletasse di corsi post-laurea.34 · Per l’Università del Piemon-te Orientale il progetto si chiamaBiverbancaBridge poiché è statoavviato dall’ateneo in collabora-zione con Biverbanca, ovvero laCassa di Risparmio di Biella e Ver-celli, che fa parte del gruppo Inte-sa Sanpaolo S.p.a.

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[ ]110

cuni requisiti di merito, consiste in un accordato massimo di 5.000 euro all’anno,per un massimo di tre anni, da restituire a partire da un anno dopo la conclu-sione degli studi. Nell’a.a. 2007/08 circa 100 studenti piemontesi hanno utiliz-zato il prestito Intesabridge.

Risulta interessante analizzare quanti studenti hanno beneficiato del prestitoEDISU Money tra i borsisti, tra i “quasi borsisti” e tra coloro che possono benefi-ciare solo della garanzia. È necessario chiarire che lo studente che ha richiesto ilprestito, e che in questa sede viene etichettato come “borsista”, presenta lestesse caratteristiche di merito e di reddito di un borsista ma non è detto cheabbia beneficiato della borsa; i “quasi borsisti” sono coloro che rispettano glistessi requisiti di merito di un borsista ma hanno un reddito di poco superiore e,come i borsisti, restituiscono il prestito a interessi zero; tutti gli altri studenti che,seppur meritevoli, hanno condizioni economiche più elevate, beneficiano dellasola garanzia. In entrambi i due anni di erogazione del prestito, circa l’80% dei beneficiari diprestito si colloca nella categoria “borsista” (e di questi circa la metà ha bene-ficiato anche della borsa di studio), mentre i “quasi borsisti” sono cresciuti dacirca il 15% nell’a.a. 2007/08 al 18% nell’a.a. 2008/09.Una percentuale molto bassa di beneficiari si colloca nella categoria di studentiche usufruisce solo della garanzia (Tab. 3.15).

Sono gli studenti maggiormente bisognosi e be-neficiari del tasso zero a richiedere in misuramaggiore il prestito, il che conferma quanto av-viene in altri paesi europei. Un’indagine condottanel Regno Unito - dove il sistema di sostegno aglistudenti è un sistema misto di borsa e prestito -ha dimostrato che il livello di indebitamento èmaggiore tra gli studenti più poveri, i quali, nono-stante la maggiore avversione al rischio, si inde-bitano maggiormente per sostenere l’onere diiscrizione all’università35.

Molto probabilmente, il maggior numero di prestiti richiesti tra gli studentiborsisti e quasi borsisti è stato influenzato anche dal tasso nullo, che costi-tuisce un elemento rilevante nella decisione di indebitarsi o meno. Uno studiosul sistema di sostegno agli studenti in Olanda - che è di tipo loan than grant36

Borsisti

Quasi borsisti

Solo garanzia

TOTALE

N.

Tab. 3.15 - La distribuzione percentuale dei beneficiari diprestito per tipologia di studente, a.a. 2007/08-2008/09

Fonte: EDISU Piemonte.

82,5

14,6

2,9

100,0

(103)

2007/08%

Prestiti

80,3

18,4

1,3

100,0

(76)

2008/09%

35 · C. Callender, Attitudes todebt: school leavers’ and furthereducation students’ attitudes todebt and their impact participa-tion in higher education, Universi-ties UK, London 2003.36 · Si tratta di borse di studioconcesse inizialmente nella formadi prestiti, che si trasformano incontributi a fondo perduto solo selo studente rispetta determinatirequisiti di merito.

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[ ]111

- dimostra che la decisione del governo di far pagare gli interessi durante ilperiodo di fruizione del prestito ha determinato una flessione nella percen-tuale di prestiti richiesti dal 46% degli iscritti al 19%37.Numerosi sono gli studi condotti a livello internazionale sul prestito, che risultaun tema ancora molto dibattuto. Se da un lato tale intervento consente di tra-sferire parte dell’onere dell’istruzione universitaria dallo Stato alle famiglie e,secondo gli esperti sul tema, di responsabilizzare lo studente incentivandolo aconcludere in regola gli studi per non accumulare eccessivo debito; dall’altro, ilprestito potrebbe risultare una politica di sostegno agli studenti regressiva, ren-dendo l’istruzione superiore più dispendiosa per gli studenti in condizioni eco-nomiche disagiate (che tra tutti risultano i più indebitati) e portandoli alla sceltadi corsi più brevi in atenei meno prestigiosi oall’impiego di tempo in lavori part-time per li-mitare quanto più possibile il debito.

Se si mette a confronto il profilo dei beneficiaridi prestito con quello dei potenziali beneficiari(intendendo in questo senso tutti gli studentiche avrebbero potuto richiederlo in quanto inpossesso dei requisiti) si notano alcune diffe-renze che rivelano elementi che condizionanola probabilità di richiedere il prestito (Tab. 3.16).Tra i potenziali richiedenti risultano più nume-rose le femmine (54%), al contrario il prestitoha attratto maggiormente gli studenti maschi(ne ha beneficiato il 55% contro il 45% dellefemmine).Il 30% dei beneficiari è costituito da studentistranieri (e di questi la maggior parte provieneda paesi non europei) che nella popolazioneuniversitaria rappresentano invece il 5%. Se si analizza la distribuzione per ateneo,emerge che sono stati soprattutto gli studentiiscritti al Politecnico a usufruire del prestito pe-sando il 42% sul totale dei beneficiari, controuna popolazione universitaria di ingegneri e ar-chitetti pari al 28%.

37 · H. Vossensteyn, Shared inte-rests and shared costs: studentcontributions in Dutch higher edu-cation, in «Journal of Higher Edu-cation Policy and Management»,Vol. 24, No.2, pp. 145-154, CHEPS.

SESS

OPR

OVE

NIE

NZA

TIPO

DIC

ORS

OAT

ENEO

TIPO

DI

STU

DEN

TE

Maschi

Femmine

Italia

Paesi UE

Paesi extra-UE

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

In sede/Pendolare

Fuori sede

Laurea

Laurea specialistica

Laurea a ciclo unico

Dottorato - senza borsa

Dottorato - con borsa

Specializzazione

Master

Tab. 3.16 - Il profilo dei beneficiari di prestito in Piemonte inrelazione ai potenziali richiedenti, a.a. 2007/08

(*) Con potenziali richiedenti si intendono gli studenti che rispettano irequisiti di merito previsti.Nota: l’analisi sul profilo dei beneficiari di prestito in Piemonte presente intabella è stata effettuata sui dati relativi all’a.a. 2007/08 in quanto innumero più consistente rispetto all’a.a. 2008/09. Fonte: EDISU Piemonte.

55

45

69

6

25

58

42

-

41

59

26

50

2

12

-

5

5

Beneficiari di prestito

%

46

54

95

1

4

63

28

9

81

19

25

47

6

6

3

5

8

Potenzialirichiedenti (*)

%

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[ ]112

La tipologia di studente (in sede/pendolare oppure fuori sede) sembra in-fluenzare notevolmente la probabilità di richiedere il prestito; la distribuzionedei potenziali richiedenti conta l’81% nella categoria in sede/pendolare e il19% tra i fuori sede, mentre le percentuali di effettivi beneficiari risultano ri-spettivamente il 41% e il 59%. Dunque sono in misura maggiore i fuori sedead aver richiesto il prestito e questo risulta particolarmente evidente tra glistudenti beneficiari di borsa, ovvero tra gli studenti in condizioni economichepiù disagiate: su 10 borsisti che hanno beneficiato anche del prestito, 7 risul-tano fuori sede.La distribuzione dei beneficiari per tipologia di corso rispecchia piuttosto fe-delmente quella dei potenziali richiedenti, con un’unica eccezione sui dotto-randi che non ricevono la borsa ministeriale (12% beneficiari di prestito controil 6% di presenza nella popolazione universitaria); è facile comprenderne lamotivazione se si pensa che con l’aumentare dell’età aumentano le esigenzeeconomiche e la necessità di indipendenza dal nucleo famigliare, mentre difatto i dottorandi senza borsa non ricevono alcun compenso.

3.5 > Le attività di collaborazione a tempo parzialeLe attività a tempo parziale sono forme di collaborazione retribuite prestatedagli studenti presso servizi e strutture delle università per un massimo di150 ore annue38. Le assegnazioni avvengono tramite bando di concorso in-detto dagli atenei, sulla base di graduatorie che tengono conto innanzituttodel merito e, a parità di merito, delle situazioni economiche più disagiate.Tra gli studenti che presentano i requisiti di ammissione al concorso, le uni-versità devono dare la priorità agli studenti idonei non beneficiari di borsadi studio. Gli enti regionali per il diritto allo studio possono offrire attività atempo parziale attingendo gli studenti dalle graduatorie delle università39.

L’EDISU Piemonte, nell’a.a. 2007/08, ha avviato 230 attività a tempo par-ziale40, con un lieve incremento rispetto alle 195 del 2006/07; il numero,tuttavia, è rimasto pressoché invariato negli ultimi cinque anni. La situazione piemontese non è dissimile da quella nazionale: le collabora-zioni sono poche in rapporto agli iscritti - complessivamente sono state2.081 nel 2007/08, quindi ne hanno beneficiato lo 0,2% degli studenti re-golari - e hanno un trend stabile, come si può osservare dalla tabella 3.17.Vi sono enti regionali che usano assai limitatamente questo strumento (EmiliaRomagna, Abruzzo, Veneto e Liguria) o per nulla (Basilicata, Molise, Puglia, Valle

38 · Le attività a tempo parzialesono state introdotte dall’art. 13della Legge 2 dicembre 1991, n.390.39 · DPCM 9 aprile 2001, art. 4,co. 17.40 · L’EDISU Piemonte paga uncorrispettivo di 9 euro l’ora per leattività part-time.

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[ ]113

d’Aosta); di contro la Sicilia, la Lombardia, il Piemonte e il Lazio sono, in ordinedi citazione, quelle che ne fanno maggiormente ricorso (Fig. 3.7).La considerazione generale è che trattandosi di un intervento che “nasce”,dal punto di vista normativo, all’interno degli atenei, non è probabilmentesfruttato appieno dalla maggior parte degli enti regionali per il diritto allostudio in Italia. Il dato comparativo con le università dimostra infatti chequeste ultime ne fanno ampiamente uso: nel 2007/08 le attività part-timeattuate nel complesso degli atenei sono state 29.495, di cui 2.422 solo nelleuniversità piemontesi (dati MIUR).

EDISU Piemonte

Totale ITALIA

Tab. 3.17 - Il numero di attività part-time attivate dall’EDISU Piemonte e in Italia, a.a. 2004/05-2007/08

Nota: il totale Italia si riferisce al numero totale di attività part-time attivate dagli Enti regionali per il dirittoallo studio.Fonte: MIUR, Ufficio di statistica.

196

1.898

2003/04

196

1.995

2004/05

196

1.828

2005/06

195

1.838

2006/07

230

2.081

2007/08

Fig. 3.7 - Il numero di attività part-time attivate dagli Enti regionali, per Regione, a.a. 2003/04-2007/08

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica.

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[ ]114

3.6 > Il servizio di ristorazioneIl servizio di ristorazione, accessibile a tutti gli studenti universitari, è ero-gato attraverso mense in gestione diretta o indiretta e/o locali convenzio-nati41. In Piemonte vi sono otto ristoranti universitari gestiti in forma indirettadall’EDISU (di cui cinque collocati a Torino, due a Grugliasco e uno ad Ales-sandria) e svariate convenzioni con esercizi commerciali privati per queglistudenti che frequentano le lezioni in sedi didattiche distanti dalle menseuniversitarie.L’accesso è a pagamento e le tariffe sono differenziate in base al tipo di pastoconsumato (intero o ridotto) e alla condizione economica dello studente(Tab. 3.18). Sono previste tre fasce tariffarie in relazione alla situazione eco-nomica famigliare: le prime due sono agevolate, cioè applicate agli studentiche rispettano determinati limiti ISEE e ISPE, e che hanno conseguito almeno15 crediti nei dodici mesi antecedenti la richiesta di accesso al servizio (seiscritti ad anni successivi al primo); la terza è la tariffa piena42.Nell’a.a. 2007/08, tuttavia, è stata avviata una sperimentazione in due ri-storanti, poi estesa nell’a.a. 2009/10 in altre tre mense universitarie, consi-stente nella possibilità da parte dello studente di fruire del pasto frazionatoossia di scegliere e pagare singole portate. In questo caso le tariffe sono di-versificate, oltre che per fascia tariffaria e per portata, per tipo di piatto(primo, secondo, contorno, frutta/dolce, pane), che è distinto in standard,medio, super. Vi sono quindi tre diverse tariffe a seconda che il primo piattosia standard, medio o super, ciascuna differenziata per prima, seconda eterza fascia tariffaria (e lo stesso vale per il secondo piatto)43. Attualmente esistono due diverse modalità per accedere al servizio ristora-tivo: tramite Smart Card unificata del sistema universitario piemontese44

(una tessera elettronica dotata di microchip in cui viene registrata la fasciatariffaria di appartenenza, cosicché il paga-mento della tariffa dovuta avviene in modo au-tomatico alla cassa45), e tramite tesserinomagnetico rilasciato dagli atenei (il pagamentoin tal caso avviene in contanti). Questo secondosistema è in via di esaurimento perché saràprogressivamente sostituito dalla Smart Carddistribuita agli studenti immatricolati a partiredall’a.a. 2007/08.

1° fascia

2° fascia

Tariffa intera

Tab. 3.18 - Le tariffe applicate per il pasto intero e ridottonegli a.a. 2007/08-2008/09

Nota: per semplicità espositiva non sono indicati i prezzi del pastofrazionato.Fonte: Regolamento per il servizio di ristorazione EDISU Piemonte.

2,20 €

3,90 €

7,00 €

Prezzo delpasto intero

Fascia

1,40 €

2,40 €

5,00 €

Prezzo delpasto ridotto

41 · Il servizio è usufruibile daglistudenti iscritti negli atenei pie-montesi, inclusi gli istituti AFAM, edagli studenti partecipanti a pro-grammi di mobilità internazio-nale. Maggiori informazioni sonodisponibili nel Regolamento per ilservizio di ristorazione, www.edisu.piemonte.it.42 · Si precisa che fino all’a.a.2005/06 vi erano quattro fascetariffarie. Nell’a.a. 2006/07, laterza fascia è stata accorpata allaseconda.43 · Nello specifico gli studenti ditariffa piena pagano per il primostandard 2,10 euro, per quello me-dio 2,30 euro e per quello super2,65 euro; il costo del secondostandard è di 2,80 euro, il secondomedio costa 3,10 euro e quello su-per si paga 3,55 euro. Queste ta-riffe sono pari a un po’ più dellametà per gli studenti di secondafascia, e a un terzo per quelli diprima.44 · In merito al progetto SmartCard, agli usi e potenzialità diquesta tessera si rimanda al ca-pitolo 9.45 · Dato che la Smart Card fun-ziona come un borsellino elettro-nico, lo studente deve provvederea ricaricarla in uno dei punti di ri-carica presenti sul territorio pie-montese.

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[ ]115

In Piemonte, c’è stata una evidente crescita del servizio ristorativo: il numero dipasti è raddoppiato in nove anni (nel 2007/08 i pasti erogati sono stati 737.000),e l’aumento si è verificato in tutte le fasce tariffarie: sono duplicati nella prima epiù che triplicati nella seconda e terza fascia (Fig. 3.8)46. L’incremento è senz’al-tro attribuibile all’ampliamento del servizio offerto; se infatti nel 1999/00 vi eranoquattro mense per una disponibilità complessiva di 764 posti a sedere, attual-mente vi sono otto ristoranti universitari per un totale di 1.330 posti47. Inoltresono state adottate, in particolare negli ultimi anni, diverse azioni tese a miglio-rare lo standard qualitativo del servizio, quali: la realizzazione di uno studio perintrodurre la cosiddetta “filiera corta” e applicare i principi di stagionalità e ter-ritorialità nell’approvvigionamento; il restyling della mensa Principe Amedeo; laredazione di una Carta dei servizi; l’organizzazione di serate a tema all’internodei ristoranti (come il concorso Mensana Music; Sapori d’Italia - specialità re-gionali; Il venerdì per il mondo in giro - cucina internazionale con musica a tema);e lo svolgimento di indagini di customer satisfaction48 per rilevare il gradimento,da cui risulta che l’87% degli utenti è soddisfatto del rapporto qualità/prezzo.Nonostante l’indubitabile sviluppo del servizio di ristorazione, in Piemonte resta unintervento non ancora utilizzato appieno dalla platea di potenziali utenti se si con-sidera che uno studente regolare consuma mediamente 12 pasti in un anno, al di

Fig. 3.8 - L’andamento dei pasti erogati in Piemonte, a.a. 1999/00-2007/08

Fonte: elaborazione su dati EDISU Piemonte.

46 · Il picco nel numero di pastierogati che si registra negli a.a.2002/03 e 2003/04 non è da te-nere in considerazione perché do-vuto all’incremento dei pasti neilocali convenzionati, il quale, a suavolta, è riconducibile ad un uso im-proprio dei buoni basto e delle tes-sere Ristochef in quegli anni. Moltoprobabilmente, questi venivanoconsegnati ai gestori dei localiche li riscuotevano anche se lostudente non consumava alcunpasto, in tal modo lo studenteaccumulava credito presso il lo-cale mentre il gestore incassavail valore monetario della tes-sera/buono.47 · Nell’aprile 2005 la mensa dicorso Lione è stata chiusa, sosti-tuita da quella di corso Castelfi-dardo, mentre nel corso del 2007sono stati aperti i ristoranti Bor-sellino, Lungo Dora Siena, VillaClaretta ed Alessandria.48 · F. Laudisa, La qualità del ser-vizio ristorativo EDISU: l’opinionedegli utenti, Osservatorio regio-nale per l’Università e per il Dirittoallo studio universitario, RegionePiemonte, Torino, 2007; e F. Lau-disa, D. Musto, La qualità del ser-vizio ristorativo EDISU Piemonte:l’opinione degli utenti, Osservato-rio regionale per l’Università e peril Diritto allo studio universitario,Regione Piemonte, Torino, 2009.

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[ ]116

Toscana

Calabria

Sicilia

Veneto

Piemonte

Marche

Sardegna

ITALIA

Abruzzo

Liguria

Lombardia

Campania

Umbria

Emilia-Romagna

Lazio

Friuli-Venezia Giulia

Puglia

Trentino-Alto Adige

Tab. 3.20 - Il numero di pasti erogati per posto asedere, 2007

Nota: non è indicato il Molise poiché non dispone di mense ma siavvale solo di locali convenzionati. Il dato non è disponibile per laBasilicata.Fonte: MIUR, Ufficio di statistica, 2007.

955

608

481

467

439

416

380

360

322

283

281

276

276

274

223

221

211

197

N° pasti erogati per posto a sedere

sotto della media nazionale pari a 20 pasti, e lontano dai 40-50 pasti di Calabria,Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Toscana (Tab. 3.19). Tuttavia, un altro in-dicatore, il numero di pasti erogati per posto a sedere, evidenzia che le strut-ture ricettive piemontesi sono tra le più sfruttate, con 439 pasti erogati perposto-mensa, comparato a una media italiana di 360 pasti (Tab. 3.20). In altritermini, il numero di pasti erogati in Piemonte è “equilibrato” rispetto alla di-sponibilità di posti, ma quest’ultima risulta tra le più basse nel nostro paese, se-guita solo da Valle d’Aosta e Liguria (Tab. 3.21).

Toscana

Friuli-Venezia Giulia

Trentino-Alto Adige

Calabria

Marche

Sardegna

Umbria

Veneto

Sicilia

Liguria

Abruzzo

Lombardia

Molise

Emilia-Romagna

Piemonte

Puglia

Lazio

Campania

Valle d’Aosta

ITALIA

Tab. 3.19 - Il numero di pasti erogati per studente iscrittoregolare, 2007

Nota: il dato sul numero di pasti non è disponibile per la Basilicata.Fonte: MIUR, Ufficio di statistica, 2007; rilevazione degli iscrittiNuclei CNVSU 2008.

3.640.105

884.017

445.245

1.219.090

1.059.273

719.371

669.522

1.956.965

2.097.391

503.493

652.782

2.640.111

59.128

1.217.701

719.739

593.213

1.369.297

920.312

297

21.367.052

N° pasti erogati2007

54

42

41

39

37

32

32

30

24

24

18

16

13

13

12

10

9

9

1

20

N° pasti/studentiiscritti regolari

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Page 119: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

3.7 > Altri interventiInterventi integrativi per studenti diversamente abili Gli studenti con invalidità pari o superiore al 66%, vincitori diborsa di studio, possono richiedere all’EDISU degli interventiintegrativi, cumulabili con quelli erogati dagli atenei, finaliz-zati ad agevolarli nell’attività didattica e nello studio. I contri-buti possono essere erogati in forma monetaria (l’importopuò variare fino a un massimo di 3.000 euro per gli studentiiscritti a tempo pieno, e 1.500 euro per quelli iscritti a tempoparziale) oppure sotto forma di servizi, e possono concer-nere: assistenza didattica (incluso l’acquisto di supporti in-formatici o didattici), terapie e protesi, trasporto.In via prioritaria i contributi sono destinati ai borsisti ma,nel caso di disponibilità di bilancio, l’EDISU può valutare diconcedere il beneficio anche a studenti in situazione digrave inabilità che non rientrino nei requisiti economici e dimerito previsti per la borsa di studio.

In media, negli ultimi cinque anni, sono stati erogati in Pie-monte una trentina di contributi l’anno, per un importo mediodi 2.500 euro circa; nel resto d’Italia mediamente sono staticoncessi 36 contributi per regione, aventi un importo medio di1.900 euro circa.

Contributi straordinariIl contributo straordinario è un aiuto economico rivolto agli studenti chevengano a trovarsi in una situazione di particolare disagio, a causa di eventigravi (di natura economica, di salute, lutto, o altro) che colpiscano il nu-cleo famigliare, tali da compromettere la prosecuzione degli studi. Il con-tributo, cumulabile con altri benefici, è destinato in primo luogo aglistudenti vincitori di borsa di studio ma, nel caso di disponibilità di bilancio,può essere concesso anche a studenti privi dei requisiti per accedere allaborsa.Dall’a.a. 2003/04, sono stati erogati mediamente poco meno di una quaran-tina di contributi l’anno, di importo medio di circa 1.400 euro (Tab. 3.22).Nell’a.a. 2008/09, il contributo poteva essere di importo massimo di2.000 euro.

[ ]117

Lombardia

Lazio

Emilia-Romagna

Toscana

Veneto

Friuli-Venezia Giulia

Puglia

Sicilia

Marche

Trentino-Alto Adige

Umbria

Abruzzo

Sardegna

Campania

Calabria

Piemonte

Liguria

Valle d'Aosta

ITALIA

Tab. 3.21 - Il numero di mense e di posti asedere, per Regione, 2007

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica, 2007.

23

29

21

12

8

18

15

9

16

9

16

12

9

3

3

8

6

1

218

N° mense

5.928

5.212

3.620

3.234

3.055

2.964

2.698

2.694

2.384

2.260

2.257

1.880

1.850

1.450

1.438

1.330

1.100

220

45.574

N° posti

regione CAP 3 def_V_Layout 1 12/02/10 11.20 Pagina 117

Page 120: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]118

Premio di laureaA partire dall’a.a. 2005/06, per gli studenti vincitori di borsa di studio che con-seguano il titolo di laurea, di laurea specialistica, di laurea specialistica a ciclounico, nell’ultimo anno regolare dei corsi di studio, è stato istituito un premio dilaurea di importo pari alla metà della borsa di studio ottenuta l’anno accade-mico precedente.Il numero di vincitori negli ultimi quattro anni accademici e l’importo medio ero-gato sono indicati nella tabella 3.23.

Contributo trasporti pubbliciGli studenti iscritti negli atenei piemontesi che acquistino un abbonamentoannuale, plurimensile o per almeno 10 mesi consecutivi, presso un’aziendadi trasporto pubblico locale (incluse le Ferrovie dello Stato in Piemonte), pre-via domanda, beneficiano di uno sconto del 33%.Nell’a.a. 2008/09 - anno di avvio del contributo - hanno usufruito del bonus18.631 studenti, corrispondente al 29% circa degli studenti iscritti regolari inPiemonte. In specie ne hanno giovato gli studenti/utenti della GTT (GruppoTorinese Trasporti) che ha portato a un incremento delle vendite degli abbo-namenti plurimensili dell’80% rispetto al 2007/08.Questa iniziativa, che proseguirà anche nel 2009/10, si inserisce nel progettoregionale Trasporto pubblico locale - Incentivazione all’utilizzo del trasportopubblico locale, in sostituzione dell’autoveicolo individuale, per studenti uni-

N° vincitori

Importo medio erogato (euro)

Tab. 3.23 - Il numero di vincitori di premi di laurea in Piemonte, a.a. 2005/06-2008/09

Fonte: EDISU Piemonte.

150

1.256,00

2005/06

266

1.300,00

2006/07

303

1.296,00

2007/08

432

1.265,00

2008/09

N° domande

N° vincitori

Importo medio erogato (euro)

Tab. 3.22 - Il numero di domande e di vincitori di contributi straordinari in Piemonte, a.a. 2003/04-2007/08

Fonte: MIUR, Ufficio di statistica.

46

27

1.556,00

2003/04

83

49

1.296,00

2004/05

54

30

1.333,00

2005/06

61

44

1.314,00

2006/07

62

33

1.339,00

2007/08

42

21

1.395,00

2008/09

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Page 121: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]119

versitari e lavoratori, finalizzato al risanamento e alla tutela della qualità del-l’aria per contribuire al raggiungimento del rispetto dei limiti comunitari. Nel2008, la Regione, per l’azione inerente gli studenti universitari, ha stanziato 2milioni di euro, avvalendosi in parte di un co-finanziamento statale49.

Attività culturaliL’EDISU promuove le attività culturali studentesche organizzando eventi ri-creativi all’interno delle proprie strutture, offrendo la possibilità agli studentiuniversitari di acquistare biglietti teatrali a tariffe scontate, nonché finan-ziando la realizzazione di progetti a carattere formativo, culturale e sociale,rivolti a studenti universitari, presentati da associazioni studentesche, coo-perative studentesche o gruppi di studenti iscritti negli atenei piemontesi. Peraccedere a questi contributi finanziari occorre partecipare a un appositoBando di concorso.Inoltre, l’EDISU: • ha contribuito insieme all’Università degli Studi di Torino all’istituzione del-

l’Associazione Musicale degli Studenti Universitari del Piemonte, che si pre-figge di promuovere e diffondere la cultura musicale in ambito universitario;

• sostiene le attività musicali dell’Orchestra e del Coro dell’Università del Pie-monte Orientale e dell’Associazione Polincontri.

Sale studio, aule informatiche e prestito testi universitariPer gli studenti universitari, a Torino, sono disponibili (sei) sale studio EDISU,due delle quali dotate di aule informatiche. La sala studio avente sede in viaMichelangelo Buonarroti effettua anche il servizio di prestito di testi universi-tari, mentre quella sita in via Sant’Ottavio, da ottobre 2009, funge anche dabiblioteca: sono disponibili, in consultazione o prestito, libri di narrativa in un-dici lingue diverse (oltre che in italiano).

Attività sportive e palestre Ogni anno, per gli studenti universitari, sono previste diverse attività e inizia-tive sportive a condizioni agevolate, svolte in collaborazione con il CUS Torinoe il CASA del Piemonte Orientale. Inoltre, alcune residenze universitarie di-spongono di palestre accessibili a tutti gli studenti universitari a tariffe moltoinferiori a quelle di mercato: i borsisti pagano circa 13 euro l’anno, i non bor-sisti 20 euro al mese.

49 · Cfr. il D.G.R. n.33-7403 del 12novembre 2007 e il D.G.R. n. 22-11601 del 15 giugno 2009.

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Page 122: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]120

Informazioni assistenza sanitariaGli studenti universitari fuori sede, di nazionalità italiana o straniera, possono ri-volgersi all’Ufficio Assistenza Sanitaria dell’EDISU Piemonte per avere indicazionie chiarimenti sulle modalità di accesso al Servizio Sanitario Nazionale.

3.8 > La spesa per interventi a favore degli studentiQuanto spendono gli Enti regionali di gestione, e in particolare l’EDISU Piemonte,per l’erogazione dei benefici monetari e dei servizi agli studenti?A livello nazionale si dispone dei dati relativi alla spesa per interventi diretti aglistudenti, grazie alla rilevazione effettuata annualmente dall’Ufficio Statistico del

MIUR, il che permette di comparare le diverse regioni;l’analisi sulla spesa per servizi, differentemente e ne-cessariamente, è limitata all’EDISU Piemonte ed è ef-fettuata sui dati di Bilancio.La spesa per interventi diretti agli studenti concernequei contributi finanziari che vengono erogati in formamonetaria e ad personam, quali le borse di studio, icontributi di mobilità internazionale, le attività part-time, i contributi integrativi a studenti disabili, i contri-buti per il trasporto, i premi di laurea, più altri interventinon meglio specificati nella rilevazione MIUR50.Osservando la tabella 3.24, che mette a confronto glianni accademici 2003/04-2007/08, risulta che laspesa relativa agli interventi sopraccitati non è au-mentata in misura particolarmente rilevante: l’au-mento è stato del 16% in Italia e del 6% circa inPiemonte. Sul territorio nazionale, in termini percen-tuali, l’incremento ha riguardato in specie la spesa perpremi di laurea (più che duplicata) e per mobilità in-ternazionale (aumentata di una volta e mezzo), mentrein termini assoluti l’incremento maggiore lo ha cono-sciuto la spesa per borse di studio (Tab. 3.25). La situazione piemontese è analoga a quella italiana;nel quinquennio in esame sono cresciute principal-mente la spesa per premi di laurea e per mobilità in-ternazionale, pur trattandosi sempre di speseminoritarie se si considera che il 95% delle risorse fi-nanziarie sono assorbite dalle borse di studio.

Nota: la spesa relativa all’a.a. 2003/04 è stata attualizzata all’inflazione.Fonte: elaborazione su dati MIUR, Ufficio di statistica.

Abruzzo

Basilicata

Calabria

Campania

Emilia-Romagna

Friuli-Venezia Giulia

Lazio

Liguria

Lombardia

Marche

Molise

Piemonte

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana

Trentino-Alto Adige

Umbria

Valle D'Aosta

Veneto

ITALIA

9.495.793

4.299.578

22.694.625

20.559.609

43.492.813

12.600.815

41.203.626

7.238.698

45.290.538

13.705.733

1.361.154

30.067.407

15.504.666

13.709.180

42.086.254

40.266.491

10.052.079

18.244.885

1.205.089

24.656.877

417.735.910

2003/04(euro)

Spesa per interventi diretti agli studenti

Tab. 3.24 - La spesa per interventi diretti agli studenti degliEnti regionali, per Regione

16.469.804

1.478.271

21.895.461

25.960.176

44.456.738

11.109.158

65.851.346

10.088.808

51.644.273

15.432.142

1.081.465

31.799.268

21.556.960

16.823.096

50.548.797

38.135.275

12.744.608

18.957.237

1.334.697

26.149.142

483.516.722

2007/08(euro)

regione CAP 3 def_V_Layout 1 12/02/10 11.20 Pagina 120

Page 123: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]121

Tab. 3.25 - La spesa per interventi diretti agli studenti degli Enti regionali in Italia,a.a. 2003/04-2007/08 (valori assoluti e percentuali)

Nota: la spesa relativa all’a.a. 2003/04 è stata attualizzata all’inflazione.Fonte: elaborazione su dati MIUR, Ufficio di statistica.

400.392.669

2.395.869

4.557.656

1.383.119

3.030.449

5.976.148

417.735.910

Spesa2003/04

(euro)

459.481.541

2.296.855

6.570.268

1.227.763

7.263.571

6.676.724

483.516.722

Spesa2007/08

(euro)

95,0

0,5

1,4

0,3

1,5

1,4

100,0

Spesa 2007/08

% sul totale

Borse di studio

Attività part-time

Contributi di mobilità internazionale

Contributi integrativi a studenti disabili

Premi di laurea

Altri interventi

TOTALE ITALIA

Tab. 3.26 - La spesa per interventi diretti agli studenti dell’EDISU Piemonte a confronto con il valore medio italiano,a.a. 2003/04-2007/08 (valori assoluti e percentuali)

Nota: la spesa relativa all’a.a. 2003/04 è stata attualizzata all’inflazione. La spesa per “altri interventi” della Regione Piemonte è quella relativaai contributi straordinari, mentre non è noto che cosa comprenda nelle altre regioni.Fonte: elaborazione su dati MIUR, Ufficio di statistica.

29.144.637

289.557

438.359

89.791

65.638

39.425

30.067.407

Spesa Piemonte2003/04

(euro)

30.366.703

310.500

641.350

45.755

390.760

44.200

31.799.268

Spesa Piemonte 2007/08

(euro)

22.584.991

104.545

312.048

62.211

361.727

349.080

23.774.603

Spesa media regionalein Italia 2007/08

(euro)

95,5

1,0

2,0

0,1

1,2

0,1

100,0

Spesa Piemonte 2007/08

% sul totale

Borse di studio

Attività part-time

Contributi di mobilità internazionale

Contributi integrativi a studenti disabili

Premi di laurea

Altri interventi

TOTALE

Come si può notare dalla tabella 3.26, il Piemonte differisce dalle altre realtà re-gionali per il fatto di investire maggiormente nella spesa per attività part-time eper mobilità internazionale (rispettivamente il triplo e il doppio di quanto spendain media ogni regione), e per il fatto di dedicare meno risorse agli “altri inter-venti” (che includono la spesa per contributi trasporto più “altro” non specifi-cato nella rilevazione MIUR). Poiché non è noto come le varie regioni traducanoil campo “altro”, diventa ardua una comparazione rispetto a questa voce dispesa; il rischio, infatti, è che si raffrontino interventi/investimenti anche moltodisomogenei tra loro.

50 · L’Ufficio statistico del MIURrileva anche la spesa per contri-buti affitto ma in questa analisi siè stabilito di non considerarla poi-ché in almeno due regioni, la Sici-lia e la Toscana, che sono quelleper le quali il valore della spesa ri-sulta più consistente, dai bandipubblicati sui rispettivi siti Internetappare che in luogo di erogare aglistudenti borsisti fuori sede nonbeneficiari di posto letto il valoredel servizio abitativo, pari a 1.500euro (cfr. DPCM 9 aprile 2001, art.9), riconosce, a seguito di speci-fica domanda, quello che vienechiamato contributo affitto. Inprimo luogo, dunque, questaspesa è già teoricamente com-presa in quella per borse di stu-dio, in secondo luogo, si tratta diuna voce disomogenea e pertantodifficilmente comparabile.

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Page 124: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]122

Relativamente alla spesa per servizi rivolti agli studenti, dai dati di bilancio del-l’EDISU Piemonte emerge che è quasi raddoppiata negli ultimi cinque anni: dapoco meno di 10 milioni di euro si è passati a una spesa di circa 18 milioni di euro(Tab. 3.27). L’incremento si è verificato per quasi tutti i servizi ma particolarmenteper quello abitativo e ristorativo, che si spiega con l’apertura di nuove residenze eristoranti universitari di cui si è detto nei paragrafi precedenti. L’aumento di spesaper le sale studio è riconducibile, invece, all’apertura della sala di Corso Castelfi-dardo avvenuta nel 200751.Si ricorda, infine, che sono stati stanziati per il triennio 2007-2009, 150.000 europer contributi in conto interessi per i prestiti fiduciari erogati a studenti non bor-sisti (di cui 54.000 spesi negli a.a. 2007/08-2008/09). Questi dati testimoniano il crescente investimento finanziario della Regione Pie-monte per ampliare l’offerta di servizi agli studenti, mettendosi al passo con le re-altà che notoriamente si impegnano di più nel campo del diritto allo studio.In sintesi, nel 2008, sono stati spesi quasi 50 milioni di euro per interventi a so-stegno degli studenti universitari in Piemonte (di questi, circa 20 milioni proven-gono dal finanziamento statale e dalla contribuzione studentesca, come si vedrànel capitolo 7).

Tab. 3.27 - La spesa per servizi agli studenti dell’EDISU Piemonte, 2004-2008(valori assoluti)

Nota: la spesa relativa al 2004 è stata attualizzata all’inflazione. Fonte: Bilancio EDISU Piemonte.

5.425.910

3.599.902

481.866

7.628

374.676

-

108.420

9.998.402

Spesa EDISUPiemonte 2004

(euro)

11.071.907

5.253.948

693.888

544.003

352.500

50.000

-

17.966.245

Spesa EDISUPiemonte 2008

(euro)

Servizio abitativo

Servizio ristorativo

Spesa per sale studio

Spesa per servizi informativi e di orientamento

Spesa per attività sportive, culturali e di tempo libero

Spesa per servizi editoriali e librari

Spesa per assistenza sanitaria

TOTALE

51 · Una nota a parte va fatta peril servizio di assistenza sanitariapoiché è tuttora presente ma nel2004 esisteva una convenzionecon la Scuola di Scienze Motorie(già ISEF) per cui gli studenti inpossesso dei requisiti per acce-dere alla borsa di studio potevanoeffettuare delle visite medichegratuite presso il Centro di Medi-cina preventiva, o a tariffe agevo-late se studenti non borsisti, men-tre attualmente il servizio èesclusivamente informativo.

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Page 125: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]123

3.9 > In breveI dati evidenziati nel capitolo dimostrano che il Piemonte si colloca, nel qua-dro nazionale, tra le regioni in cui il diritto allo studio universitario è effettiva-mente applicato. Tra i punti di forza si sottolineano in particolare:

• la concessione della borsa di studio a tutti gli aventi diritto da dieci anni aquesta parte, ovvero da quando è entrato in vigore il DPCM «Uniformità ditrattamento degli studi universitari»; un fatto non scontato in un paese in cuiil 20% circa degli idonei non ne ha beneficiato nel 2007/08;

• l’erogazione dell’importo di borsa integralmente in forma monetaria che la-scia autonomia di scelta allo studente in merito alla fruizione o meno delservizio di ristorazione e fa sì che lo studente paghi solo quando ne usu-fruisce; altre realtà trattengono dalla borsa un importo monetario qualecorrispettivo della gratuità del servizio ristorativo ma un’analisi ha messo inluce l’ampio scostamento tra i pasti teorici consumabili in un anno daglistudenti e quelli poi effettivamente consumati52;

• l’assegnazione del posto letto al 73% dei borsisti fuori sede, contro un va-lore medio nazionale del 50%;

• l’incremento del numero di contributi di mobilità internazionale, erogatianche a non beneficiari di borsa, per cui nel 2008/09 ne ha beneficiato il23% del totale degli studenti in mobilità in uscita iscritti negli atenei pie-montesi; il Piemonte, comparato alle altre realtà, risulta quarto per numerodi contributi concessi, dopo la Lombardia, il Lazio e l’Umbria;

• l’introduzione dei prestiti fiduciari nel 2007/08, a seguito di stanziamentoministeriale; occorre sottolineare, da un lato, che il Piemonte fa parte delgruppo di nove Regioni che li hanno avviati (nonostante tutte abbiano rice-vuto uno specifico finanziamento, in meno della metà sono presenti), dal-l’altro, che ha integrato le risorse statali per concedere il prestito a tassozero anche ai quasi-borsisti, cioè a coloro che hanno gli stessi requisiti dimerito dei beneficiari di borsa ma con una condizione economica lieve-mente migliore;

• l’uso delle collaborazioni a tempo parziale in misura più ampia in confrontoalle altre regioni (è la terza in Italia per numero di attività part-time attivate),sebbene questo strumento sia sfruttato considerevolmente meno rispettoagli atenei;

• l’ampliamento del servizio di ristorazione attraverso l’apertura di quattronuovi ristoranti universitari nel 2007, con un conseguente aumento dei pasti

52 · Si veda M. Manassero, I co-sti di gestione del servizio di ri-storazione: esperienze a con-fronto, Tesi di laurea, Politecnicodi Torino, 2005.

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Page 126: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]124

erogati, raddoppiati in nove anni, e l’attenzione crescente posta per la qua-lità del servizio erogato, di cui sono testimonianza, ad esempio, sia i pro-getti realizzati per introdurre la “filiera corta” negli approvvigionamenti, siale indagini di customer satisfaction.

Tuttavia, non si può sottacere che alcuni interventi necessitano di ulterioriazioni:

• l’ammontare di borsa dei fuori sede, sebbene in linea con quanto stabilitodalla normativa, non copre adeguatamente il costo di mantenimento annuodegli studenti, come si evince dai recenti studi sul costo della vita degli stu-denti universitari: lo dimostra il fatto che sono soprattutto i borsisti fuorisede a richiedere il prestito EDISU Money; sarebbe quindi auspicabile unincremento della borsa analogamente a quanto effettuato in Friuli-VeneziaGiulia e Trentino-Alto Adige;

• la disponibilità di posti letto è inferiore al numero di idonei fuori sede: loscarto tra il numero di idonei fuori sede e il numero di posti letto è supe-riore alle 1.000 unità; l’investimento in “residenzialità” è importante sia per-ché l’alloggio, occupando una fetta rilevante del budget di spesa deglistudenti fuori sede (poco meno di un terzo), incide notevolmente sulla mo-bilità studentesca, sia perché le residenze universitarie rappresentano luo-ghi di aggregazione sociale e culturale;

• il servizio di ristorazione, nonostante abbia conosciuto un indubitabile svi-luppo, non è ancora utilizzato appieno dalla platea di potenziali utenti, se siconsidera che uno studente regolare ha consumato in media 12 pasti nel2007, mentre mediamente nel resto del paese ne ha consumati 20.

In conclusione, sono stati fatti molti passi in avanti nella politica regionale disostegno agli studenti, tanto che il Piemonte si pone spesso all’avanguardiarispetto alle altre realtà, l’auspicio è che vengano mantenuti i livelli raggiuntie dove necessario migliorati.

In merito invece al panorama nazionale, risulta evidente che il diritto allo stu-dio trova un’estrema difformità di applicazione, al di là delle norme di princi-pio. In relazione alla sede di studio: differisce la probabilità dello studente dibeneficiare della borsa di studio, e se fuori sede, del posto letto, a parità di di-ritto; l’importo di borsa varia anche di molto, e non necessariamente è giu-

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[ ]125

stificato dai diversi costi della vita; i contributi di mobilità internazionale, leattività part-time e il prestito universitario sono attuati (o meno).In breve, il sostegno agli studi universitari assume significati differenti nellediverse parti del paese, ed è una peculiarità che non trova riscontro in altriStati come Inghilterra, Germania e Francia. Non è, dunque, oltremodo proro-gabile la revisione della normativa affinché vengano definiti i livelli essenzialidelle prestazioni “che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”.

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Page 128: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA UNIVERSITARIO

PIEMONTESE

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Page 129: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]127

L’internazionalizzazione dell’istruzione universitaria ricopre oramai da anni unruolo importante negli obiettivi dei sistemi universitari europei e per questo mo-tivo costituisce un fenomeno in forte espansione. I dati pubblicati dall’OECD te-stimoniano infatti un netto aumento degli studenti che si recano in un altro paeseper motivi di studio, pari a circa il 54% dal 2000 al 2006, in media l’8% all’anno. L’attenzione sempre maggiore prestata al tema può essere spiegata dai vantaggiaddotti da un sistema internazionalizzato: questo è infatti un sistema più ricco dalpunto di vista culturale e linguistico, maggiormente pronto a recepire idee e sti-moli esterni1.Tali considerazioni hanno indotto molti paesi europei a puntare fortemente sul-l’internazionalizzazione, introducendo su vari fronti interventi rivolti agli stranieri,tra cui un maggior uso della lingua inglese nei corsi universitari e lo sviluppo delsistema di supporto agli studenti.Se si compara la situazione italiana con quella degli altri paesi OECD il dato non èconfortante: l’Italia è uno dei paesi con la minore percentuale di studenti stranieriiscritti, pari a circa il 2,5% sul totale degli studenti universitari, con un incrementodi poco più di 1 punto percentuale dal 1998 al 2006. Questo dato colloca l’Italia inuna posizione ampiamente inferiore alla media europea, che si attesta intorno al9% in termini di presenza straniera nelle istituzioni universitarie (in particolare, laGermania e la Francia superano l’11%, il Regno Unito quasi il 18%).Considerato pari a 100 il numero di studenti stranieri che studiano nell’areaOECD, si osserva che un numero relativamente piccolo di Stati accoglie la mag-gior parte degli studenti iscritti all’estero: gli Stati Uniti ricevono il numero mag-giore di studenti stranieri (il 20% di tutti gli studenti che studiano in un paesediverso da quello di origine), seguiti dal Regno Unito (11%), dalla Germania (9%)e dalla Francia (8%). Nel complesso, questi quattro paesi accolgono quasi il 50%di tutti gli studenti stranieri.È indubbio che sul dato italiano influisca largamente il fattore linguistico e, di con-tro, è probabile che chi si reca negli Stati Uniti o nel Regno Unito abbia appresol’inglese nel paese di origine e desideri migliorarne la conoscenza durante il pe-riodo di studi all’estero. In aggiunta, nel nostro paese risulta ancora trascurabileil numero di insegnamenti offerti in lingua inglese, condizione che scoraggia lascelta dell’Italia come paese di destinazione.Se si esamina la provenienza degli studenti stranieri presenti nel nostro paese, sinota come quasi il 34% provenga da Albania e Grecia, con percentuali rispetti-vamente pari al 23% e all’11%, seguiti dalla Romania, dalla Germania e dal Ca-merun, con percentuali decisamente inferiori, pari al 3-4%. 1 · OECD, Education at a glance

2008, Paris 2008.

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4.1 > Gli studenti stranieri negli atenei piemontesiGli stranieri provenienti da paesi membri della Comunità Europea e gli stranieriextracomunitari in possesso del permesso di soggiorno2 possono accedere aicorsi universitari a parità di condizioni con gli studenti italiani.Negli ultimi sei anni il numero di studenti stranieri che si sono iscritti nei tre ate-nei del Piemonte è più che quadruplicato, passando da circa 1.500 studenti nel-l’a.a. 2003/04 a più di 6.100 nell’a.a. 2008/09, il che si traduce, in terminipercentuali di studenti stranieri sul totale degli iscritti, in un incremento dall’1,7%nel 2003/04 a quasi il 6% nell’a.a. 2008/09. A partire dall’a.a. 2003/04, e inmodo sempre più accentuato negli anni successivi, il peso degli iscritti stranieririsulta maggiore al Politecnico, dove tale percentuale supera il 10% nell’ultimoanno accademico, contro un valore di circa il 4% nelle due università (Tab. 4.1).Se si analizza l’andamento degli immatricolati negli ultimi sei anni si nota comel’incremento più rilevante si sia verificato a partire dall’a.a. 2006/07 (Fig. 4.1),quando sia all’Università di Torino che al Politecnico si è verificato un incrementoche si è mantenuto nel complesso positivo anche negli anni successivi; tale au-mento è da attribuire in particolar modo ai numerosi accordi stipulati diretta-mente dagli atenei piemontesi con alcune istituzioni universitarie estere e, piùin generale, agli interventi introdotti al fine di agevolare gli studenti stranieri nelloro periodo di permanenza in Italia3.

Le prime due posizioni nella classificazione delle facoltà con la presenza più altadi immatricolati stranieri sono ricoperte da Ingegneria del Politecnico e dalla fa-coltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Torino4, rispettivamentecon percentuali pari al 14% e al 13% calcolate sul totale degli immatricolati. A se-guire, si collocano Architettura e i corsi delle classi sanitarie afferenti alla facoltàdi Medicina e Chirurgia (Tab. 4.2).

[ ]128

Fonte: elaborazioni su dati atenei del Piemonte.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

TOTALE

1.081

334

158

1.573

v.a.

Ateneo 2003/04

Tab. 4.1 - Gli iscritti nei tre atenei del Piemonte con cittadinanza straniera, a.a. 2003/04-2008/09

1,7

1,6

1,7

1,7

%

1.422

536

201

2.159

v.a.

2004/05

2,2

2,3

2,0

2,2

%

1.586

571

186

2.343

v.a.

2005/06

2,3

2,8

2,2

2,4

%

1.613

850

274

2.737

v.a.

2006/07

2,5

4,2

2,6

2,9

%

3.111

1.695

293

5.099

v.a.

2007/08

4,5

7,4

3,1

5,0

%

2.922

2.837

403

6.162

v.a.

2008/09

4,1

10,5

3,8

5,7

%

2 ·Lo studente straniero che desideraiscriversi a un corso universitario in Ita-lia deve richiedere il permesso di in-gresso per motivi di studio presso lerappresentanze italiane presenti nelpaese di origine; il permesso gli saràconcesso solo nel caso in cui egli riescaa dimostrare di avere disponibilità eco-nomica e mezzi di sussistenza suffi-cienti per tutta la durata del soggiornoe per il ritorno nel paese di origine(www.studiare-in-italia.it). È comun-que consentito l’accesso ai corsi uni-versitari agli stranieri titolari di carta disoggiorno ovvero di permesso di sog-giorno per lavoro subordinato o auto-nomo, per motivi familiari, per asilopolitico, per asilo umanitario o per mo-tivi religiosi; lo studente deve risultarein possesso di titolo di studio superioreconseguito in Italia o equipollente seconseguito all’estero (DL 286/98, art.39, co. 5).3 · Maggiori dettagli in merito sonodisponibili nel paragrafo 4.1.1.

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[ ]129

Fig. 4.1 - L’andamento degli immatricolati stranieri, a.a. 2003/04-2008/09

Nota: nel grafico non sono riportati i dati dell’Università di Scienze Gastronomiche a causa della bassa numerosità, oltre che per le particolari caratteri-stiche di questo ateneo, che lo rendono poco confrontabile con i tre atenei statali del Piemonte. Tuttavia, si rende noto che nell’a.a. 2008/09 gli imma-tricolati stranieri sono stati 20 su un totale di 57 iscritti al primo anno.Fonte: elaborazioni su dati atenei del Piemonte.

4 · Le facoltà di Ingegneria sonostate raggruppate all’interno del-l’unica voce “Ingegneria”, tutta-via, tra le quattro facoltà presential Politecnico, Ingegneria II èquella che raccoglie la maggiorparte di studenti stranieri(28,6%), seguita da Ingegneriadell’Informazione (16,7%), Inge-gneria I (14,2%) e Organizzazioned’Impresa e Ingegneria gestionale(5,4%). Per quanto riguarda le fa-coltà di Architettura, ArchitetturaII conta una percentuale lieve-mente maggiore di immatricolatistranieri (8,1%) rispetto ad Archi-tettura I (7,2%).

Ingegneria

Lingue e Letterature Straniere

Architettura

Medicina e Chirurgia-Classi Sanitarie

Economia

Medicina e Chirurgia

Scienze Politiche

Farmacia

Scienze Matematiche Fisiche e Naturali

Giurisprudenza

Medicina Veterinaria

Scienze della Formazione

Interateneo e Interfacoltà

Lettere e Filosofia

Agraria

S.U.I.S.M.

Psicologia

TOTALE

Tab. 4.2 - Gli immatricolati italiani e stranieri nei tre atenei piemontesi,suddivisi in base alla facoltà, a.a. 2008/09

Fonte: elaborazioni su dati atenei del Piemonte, rilevazione luglio 2009.

521

163

81

62

174

96

80

19

62

55

6

34

18

33

5

5

3

1.417

N. immatricolatistranieri

Facoltà

14,3

12,7

7,6

7,2

6,2

5,3

4,8

4,6

4,3

4,0

2,9

2,4

2,3

2,1

1,5

1,2

0,4

6,6

% stranieri sul totaledegli immatricolati

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Page 132: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]130

Se si analizza la provenienza degli stranieri iscritti in Piemonte, emerge che unapercentuale molto alta di studenti proviene da un numero limitato di paesi. Traquesti, nelle due Università piemontesi si collocano ai primi posti la Romania el’Albania - analogamente a quanto avviene a livello nazionale - mentre costitui-sce elemento di distinzione la Cina per il Politecnico, da cui proviene il 29% degliimmatricolati in questo ateneo (Tabb. 4.3-4.5).

Grazie al Campus Italo Cinese, un’iniziativa pro-mossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Universitàe della Ricerca, e dall’accordo tra Politecnico di To-rino, Politecnico di Milano e Tongji University diShangai, gli studenti italiani e cinesi svolgono un pe-riodo di formazione rispettivamente in Cina e in Ita-lia e conseguono un titolo di laurea riconosciuto inentrambi i paesi.Costituisce un’eccezione l’Università di Scienze Ga-stronomiche, che attira studenti stranieri da paesidiversi da quelli menzionati per gli altri atenei delPiemonte: tra i 20 immatricolati a questo ateneonell’a.a. 2008/09, 6 provengono dalla Germania, 3dagli Stati Uniti, 2 dall’Olanda.

Romania

Albania

Marocco

Perù

Camerun

Tunisia

Moldavia

Altri paesi

TOTALE

Tab. 4.3 - Gli immatricolati stranieri all’Università di Torinosuddivisi in base al paese di cittadinanza, a.a. 2008/09

Fonte: elaborazioni su dati Università di Torino, rilevazione luglio2009.

184

117

55

48

34

27

20

247

709

N.immatricolati

Paese

26,0

16,5

7,8

6,8

4,8

3,8

2,8

34,7

100%

% sul totale

26,0

42,5

50,2

57,0

61,8

65,6

68,4

100%

-

% cumulata

Cina

Camerun

Romania

Marocco

Albania

Pakistan

Tunisia

Altri paesi

TOTALE

Tab. 4.4 - Gli immatricolati stranieri al Politecnico di Torinosuddivisi in base al paese di cittadinanza, a.a. 2008/09

Fonte: elaborazioni su dati Politecnico di Torino, rilevazione luglio2009.

173

42

39

37

36

36

25

214

602

N.immatricolati

Paese

28,7

7,0

6,5

6,1

6,0

6,0

4,2

35,5

100,0

% sul totale

28,7

35,7

42,2

48,3

54,3

60,3

64,5

100,0

-

% cumulata

Albania

Romania

Ucraina

Marocco

Perù

Camerun

Altri paesi

TOTALE

Tab. 4.5 - Gli immatricolati stranieri all’Università delPiemonte Orientale suddivisi in base al paese dicittadinanza, a.a. 2008/09

Fonte: elaborazioni su dati Università del Piemonte Orientale,rilevazione luglio 2009.

28

21

8

7

6

4

32

106

N.immatricolati

Paese

26,4

19,8

7,5

6,6

5,7

3,8

30,2

100,0

% sul totale

26,4

46,2

53,8

60,4

66,0

69,8

100,0

-

% cumulata

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Page 133: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]131

La provenienza degli studenti sembra influenzare la scelta della facoltà a cuiiscriversi: gli studenti albanesi e rumeni mostrano maggiore interesse per Eco-nomia, mentre i peruviani e i marocchini prediligono le classi sanitarie della fa-coltà di Medicina e Chirurgia e la facoltà di Lingue e Letterature Straniere. Tra gliiscritti al Politecnico, i cinesi e gli albanesi si collocano principalmente all’internodelle facoltà di Ingegneria I, a cui afferiscono i corsi che partecipano al progettodel Campus Italo Cinese, mentre i camerunesi prediligono la facoltà di Inge-gneria dell’Informazione5.

Si cercherà ora di delineare qualche ulteriore caratteristica del profilo degli im-matricolati stranieri. Analizzando il genere, emerge che nelle due Università del Piemonte la presenzafemminile tra gli studenti stranieri supera quella delle italiane, mentre al Poli-tecnico tale percentuale è pressoché simile tra popolazione italiana e straniera(Tab. 4.6). Analizzando invece la distribuzione degli studenti per età, emerge che glistudenti italiani iscritti al primo anno di corso si concentrano intorno ai 19anni (più del 50% di essi); ciò dimostra che si sono immatricolati appenaterminate le secondarie superiori. Questo fenomeno è decisamente menoaccentuato fra gli stranieri, che risultano avere un’età più distribuita, co-sicché la presenza di soggetti di 19 anni è limitata a circa il 18% e, per le etàmaggiori, la curva degli stranieri giace al di sopra di quella relativa agli stu-denti italiani, ovvero gli studenti stranieri hanno un’età superiore a quelladegli italiani (Fig. 4.2).I dati in tabella 4.7 evidenziano come si tratti di soggetti che nel 64% dei casihanno conseguito il titolo di studio secondario superiore all’estero e fre quen-tano l’università negli atenei pie montesi. In circa 36 casi su 100 si tratta in-vece di studenti che hanno conseguito il titolo secondario in Italia.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Tab. 4.6 - Gli immatricolati con cittadinanza straniera negli atenei piemontesi, suddivisiper genere, a.a. 2008/09

Fonte: elaborazioni su dati atenei del Piemonte, rilevazione luglio 2009.

Ateneo

61,6

27,6

59,3

% di femmine fra gli studenti italiani

68,7

24,6

71,7

% di femminefra gli studenti stranieri

5 · Alla facoltà di Ingegneria I affe-riscono i corsi dell’area industrialee civile; con Ingegneria II si fa rife-rimento alla sede di Vercelli; allafacoltà di Ingegneria III (Ingegneriadell’Informazione) afferiscono icorsi dell’area informatica, elet-tronica e delle te le comunicazioni;mentre la IV facoltà di Ingegneriacura la formazione nel campo del-l’Ingegneria Gestionale. Inoltre,fanno parte della facoltà di Archi-tettura I i corsi riguardanti la pro-gettazione architettonica, urbani-stica e il design industriale; fannoparte della facoltà di Architettura IIquelli maggiormente indirizzati allavalorizzazione del patrimonio ar-chitettonico, urbanistico e am-bientale.

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[ ]132

6 · In particolare la struttura delLLP prevede un percorso costi-tuito da 4 sottoprogrammi: il Co-menius, un programma di scam-bio a cui si può parteciparedurante il periodo di istruzionescolastica; l’Erasmus, che per-mette agli studenti di studiare perun periodo compreso tra tre e do-dici mesi presso un’università diun altro paese della Comunità Eu-ropea partecipante al progetto, edi seguire i corsi e sostenere gliesami che saranno in seguito ri-conosciuti dall’università di ap-partenenza; il programma Leo-nardo, finanziato come l’Erasmusdall’UE, che si propone di favorirela cooperazione fra università eimpresa tramite programmi di col-locamento e di scambio tra im-prese e università; il Grundtvig, de-stinato a tutte le persone inqualche modo coinvolte nell’istru-zione per adulti.

Titolo conseguito all’estero

Titolo conseguito in Italia

TOTALE

Tab. 4.7 - Gli immatricolati con cittadinanza straniera nei tre atenei piemontesi, suddivisi inbase al titolo secondario superiore, a.a. 2008/09

Nota: di 63 studenti del Politecnico di Torino non si conosce lo stato di conseguimento del diploma.Fonte: elaborazioni su dati atenei del Piemonte, rilevazione luglio 2009.

Titolo di studio secondario superiore

866

488

1.354

v.a.

63,9

36,1

100,0

%

Fig. 4.2 - La distribuzione percentuale per età degli immatricolati italiani e stranieri, a.a. 2008/09

Nota: sono state escluse le età superiori ai 40 anni a causa della bassa numerosità.Fonte: elaborazioni su dati atenei del Piemonte, rilevazione luglio 2009.

4.1.1 > Gli studenti partecipanti a programmi di mobilità internazionaleOltre agli studenti stranieri regolarmente iscritti - ovvero coloro che decidono disvolgere l’intero percorso universitario presso l’ateneo di iscrizione - alcuni stu-denti si recano negli atenei piemontesi per un periodo di tempo limitato a qual-che mese, poiché partecipano a un programma di mobilità. Negli ultimi anni gli atenei piemontesi hanno puntato molto sul tema dell’in-ternazionalizzazione, attivando un numero sempre più rilevante di programmiper la mobilità internazionale degli studenti, ospitando studenti provenienti dapaesi esteri e offrendo ai propri iscritti la possibilità di compiere un periodo distudi all’estero, sia negli stati membri dell’Unione Europea (di seguito UE) chein altri paesi.Nell’ambito della mobilità internazionale in Europa, il programma più rilevanteattivo nei tre atenei del Piemonte è il Lifelong Learning Programme (LLP) isti-tuito nel 2006, che ingloba e sostituisce il progetto Socrates Erasmus e il pro-getto Leonardo6.

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Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

TOTALE

Tab. 4.8 - Gli studenti partecipanti a programmi di mobilità internazionale presso gli atenei piemontesi,a.a. 2002/03-2008/09

Fonte: elaborazioni su dati atenei del Piemonte.

Ateneo

420

363

25

808

2002/03

404

344

19

767

2003/04

376

375

12

763

2004/05

554

463

15

1.032

2005/06

521

459

15

995

2006/07

490

516

20

1.026

2007/08

546

626

25

1.197

2008/09

[ ]133

Gli studenti partecipanti a programmi europei di mobilità internazionale ospitatinell’a.a. 2008/09 dagli atenei piemontesi sono stati complessivamente 1.197, dicui 546 all’Università di Torino, 626 al Politecnico e 25 all’Università del PiemonteOrientale (Tab. 4.8).Se si esamina la provenienza geografica degli studenti in mobilità in ambito eu-ropeo, si nota come la maggior parte di questi arrivi dalla Spagna, dalla Franciae dal Portogallo, per una quota che oltrepassa il 65% del totale. In riferimento aiprogrammi di mobilità extra-europea, gli atenei piemontesi attraggono mag-giormente gli studenti dal Brasile e dal Messico, da cui proviene circa il 43% de-gli studenti (Tab. 4.9). Volendo confrontare la percentuale di studenti stranieri “in entrata” nelle regioniitaliane calcolata sugli iscritti regolari, emerge che il Piemonte si posiziona pocoal di sopra della media italiana, con un valore pari al 2,1% contro una media na-zionale del 2% (Tab. 4.10).

Fonte: elaborazioni su dati atenei del Piemonte.

Spagna

Francia

Portogallo

Polonia

Romania

Germania

Regno Unito

Altri paesi

319

138

86

60

51

39

28

110

v.a.

Mobilità europea

Tab. 4.9 - I principali paesi di provenienza degli studenti che partecipano a programmi di mobilità internazionale, a.a. 2008/09

38,4

16,6

10,3

7,2

6,1

4,7

3,4

13,2

%

Brasile

Messico

Turchia

Colombia

Argentina

Venezuela

Cile

Altri paesi

81

76

56

37

25

23

19

49

v.a.

Mobilità extra-europea

22,1

20,8

15,3

10,1

6,8

6,3

5,2

13,4

%Paese Paese

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Page 136: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]134

Trentino-Alto Adige

Emilia-Romagna

Friuli-Venezia Giulia

Liguria

Umbria

Lombardia

Toscana

Veneto

Piemonte

Lazio

ITALIA

Marche

Sardegna

Molise

Puglia

Basilicata

Campania

Abruzzo

Sicilia

Calabria

Tab. 4.10 - Gli studenti “in entrata” partecipanti a programmi di mobilità internazionale inItalia, suddivisi per Regione, a.a. 2006/07

Nota: i dati si riferiscono al 2006/07 in quanto sono gli ultimi disponibili da fonti nazionali. Il dato relativoalla Valle d’Aosta non è stato inserito a causa della scarsa numerosità (9 studenti stranieri pari al 2,1%degli iscritti regolari).Fonte: CNVSU, Nuclei 2008.

348

2.735

567

549

509

3.816

1.550

1.192

975

2.477

17.456

404

250

44

504

29

645

211

501

141

Studenti in mobilità “in entrata”Regione

3,9

3,6

3,4

3,1

2,9

2,9

2,9

2,3

2,1

2,1

2,0

1,7

1,3

1,1

1,0

0,9

0,7

0,7

0,6

0,5

% su iscritti regolari

Quadro 4.A > Italia e Piemonte versus EuropaSecondo i dati presentati dalla Commissione Europeasull’Istruzione e la Formazione, nell’a.a. 2006/07 glistudenti italiani che si sono recati in altri paesi con unprogramma di mobilità sono stati 17.195. In termini distudenti outgoing, l’Italia si è collocata al 4° posto nellaclassifica dei paesi da cui è partito il maggior numerodi studenti, dopo Germania (23.884 studenti out-going), Francia (22.981) e Spagna (22.322).In compenso l’Italia ha ospitato 14.779 studenti in mo-bilità provenienti da altri paesi; nella classifica deipaesi ospitanti ci collochiamo al 5° posto, dopo Spa-

gna, Francia, Germania e Regno Unito.Inoltre, se si considera la situazione del Piemonte, sial’Università che il Politecnico di Torino compaiononella classifica dei 100 atenei europei in cui è mag-giore il numero di studenti in mobilità. In particolare,l’Università di Torino si colloca in 27esima e il Politec-nico in 68esima posizione tra gli atenei europei da cuiparte il maggior numero di studenti che partecipa aun programma di mobilità; sempre l’Università di To-rino trova posto nella top-100 degli istituti europei cheaccolgono il maggior numero di studenti incoming,collocandosi in 47esima posizione.

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In alternativa al programma LLP, numerose altre iniziative sono state intrapresedagli atenei piemontesi al fine di incentivare la mobilità.I tre atenei partecipano a Erasmus Mundus, un programma di mobilità nel campodell’istruzione superiore finanziato dalla Commissione Europea che mira a pro-muovere nel mondo l’immagine dell’UE come luogo d’eccellenza nella formazionee a rafforzarne la visibilità e l’attrattività nei paesi terzi.Il programma si sviluppa su tre azioni. La prima sostiene corsi di laurea speciali-stica, master di primo e secondo livello e corsi di dottorato, che comportano da 60a 180 crediti e impiegano quindi da uno a tre anni accademici. I corsi prevedonoun curriculum progettato di comune accordo da consorzi di istituzioni europeeed extra-europee, la mobilità tra esse, e la garanzia del rilascio di un titolo rico-nosciuto dai paesi interessati. La seconda linea di azione riguarda progetti di so-stegno alla mobilità individuale da e verso paesi terzi, attraverso borse di studio perstudenti, dottorandi, ricercatori e docenti. Infine, la terza linea riguarda progetti dipromozione del sistema universitario europeo.Oltre alle iniziative sopraccitate, l’Università di Torino ha avviato numerosi pro-grammi di scambio. Primo fra tutti il World Wide Style (WWS) che si pone l’obiet-tivo di incoraggiare e rafforzare le relazioni interuniversitarie, potenziando i legamidi partenariato tra ricercatori e incrementando l’interscambio scientifico interna-zionale. Il programma WWS ha durata biennale ed è finanziato per il 90% dallaFondazione CRT e per il restante 10% dall’Ateneo; si rivolge a laureati e dottori diricerca provenienti dai paesi dell’America Latina, dell’Asia, dell’Est Europa, del-l’Africa e del bacino del Mediterraneo, ai quali è assegnata una borsa di studio perlo svolgimento di programmi di ricerca di durata compresa fra i tre mesi e un anno.Inoltre, l’Università di Torino è sede, per la parte italiana, dell’Università Italo-Fran-cese (UIF). Si tratta di un’istituzione binazionale la cui azione si iscrive nel pianostrategico di internazionalizzazione del sistema universitario italiano. Il suo com-pito è favorire e stimolare ogni forma possibile di collaborazione tra Francia e Ita-lia sul piano dell’insegnamento universitario, della ricerca scientifica e della cultura.L’UIF ogni anno pubblica bandi di concorso per l’attribuzione di borse di studio edi contributi indetti in accordo con i Ministeri italiano e francese dell’Università edella Ricerca Scientifica e degli Affari Esteri.L’ateneo offre ai suoi studenti anche la possibilità di seguire un percorso di stu-dio con frequenza alternata tra l’Italia e il paese straniero prescelto e di conse-guire una laurea binazionale, riconosciuta in Italia e all’estero.

Anche il Politecnico ha stipulato accordi e avviato numerosi progetti al fine di in-crementare la mobilità degli studenti; in particolare si segnala l’avvio di iniziative

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finalizzate all’attrazione di studenti stranieri attraverso l’offerta di alcuni corsi ininglese e il supporto tramite borse di studio della durata biennale o triennale.Il Politecnico è inoltre partner del progetto Invest Your Talent, iniziativa promossadal Ministero degli Affari Esteri e sostenuta dall’Istituto Nazionale per il Com-mercio Estero e dalla Camera di Commercio di Torino, il cui obiettivo è favorirela mobilità di studenti indiani e turchi su corsi, tenuti in inglese, di laurea spe-cialistica e master di secondo livello; sono previste borse di studio per periodicompresi tra uno e due anni.Nell’ambito del corso di laurea in Automotive Engineering è attivo il progettoINDIA che, grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo, assegna borse distudio a studenti stranieri per seguire il percorso di laurea triennale, tenuto in-teramente in lingua inglese.Recentemente l’ateneo ha anche lanciato una iniziativa in collaborazione conENI per l’attrazione di studenti provenienti da diversi paesi del mondo per fre-quentare il corso di laurea specialistica in Ingegneria per l’Ambiente e il Territo-rio, offerto interamente in lingua inglese.Dall’a.a. 2001/02 è attivo il progetto ALPIP, ovvero un progetto di mobilità coni paesi dell’America Latina che ha l’obiettivo di promuovere l’interscambio distudenti nel settore delle scienze politecniche; nello specifico, il progetto si ri-volge a studenti che siano cittadini latino-americani o provenienti da universitàlatino-americane, offrendo la possibilità di conseguire un titolo di laurea spe-cialistica, master o dottorato di ricerca presso il Politecnico di Torino. In merito ai progetti di doppia laurea in generale, questi permettono agli stu-denti di conseguire due titoli di studio, uno rilasciato dall’università di prove-nienza e l’altro da quella di destinazione. La doppia laurea è ottenibilepercorrendo un curriculum di studio concordato tra due università di due paesidiversi, da seguire parte nell’una e parte nell’altra, in un periodo che varia tra i18 e i 24 mesi in base all’accordo; in tale lasso di tempo lo studente completa ilsuo percorso formativo e si dedica alla redazione della tesi di laurea, ricono-sciuta contemporaneamente dai due atenei.Il Politecnico offre ai propri studenti una serie di programmi internazionali dilaurea specialistica che prevedono la frequenza di alcuni semestri all’estero el’ottenimento di un titolo doppio o multiplo7.

L’Università del Piemonte Orientale, oltre a partecipare al programma LLP, aderi-sce anche al programma Fullbright in collaborazione con il Ministero degli Esterie l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America. Tale programma assegna borse di stu-dio ai laureati italiani e stranieri al fine di finanziare corsi di specializzazione e sog-

7 · Tra questi si segnalano in parti-colare: EURECOM, un programmasulle telecomunicazioni avanzate acui partecipano anche l'Ecole Na-tionale Supérieure des Télécom-munications de Paris e l'Ecole Po-litechnique Fédérale de Lausanne;il master europeo E-TEAM nelcampo dell’ingegneria tessile; ilmaster in Nanotechnologies forICT con INPG Grenoble e EPFLLausanne; il Master of Science inInformation Technologies, in col-laborazione con UPC, UCL, EPFL; ilTOP-UIC, programma di doppio ti-tolo in Elettronica, Comunicazionie Ingegneria Meccanica, con laUniversity of Illinois di Chicago.

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[ ]137

giorni di ricerca. Inoltre, l’ateneo ha stipulato accordi di cooperazione internazio-nale per attività di didattica e di ricerca con atenei e istituti stranieri.

L’Università di Scienze Gastronomiche, che al momento non partecipa al pro-gramma Erasmus, organizza ogni anno i viaggi didattici. Si tratta di viaggi forma-tivi destinati agli studenti, finalizzati a integrare la formazione ricevuta in aula conun’esperienza diretta sui processi produttivi, sulla conoscenza delle materie primee delle loro trasformazioni. I viaggi hanno una durata complessiva di 40 giorni epossono avere come meta l’Italia o altri paesi europei ed extra-europei.

L’obiettivo di rendere il sistema universitario piemontese un sistema interna-zionalizzato ha visto partecipi tanto gli atenei quanto la Regione Piemonte che,oltre a prendere parte a molti degli accordi già ricordati, ha avviato lei stessacollaborazioni con governi di paesi stranieri. In particolare, la Regione, in riferi-mento agli indirizzi dell’Unione Europea che prevedono, entro il 2020, una ri-duzione del 20% dei consumi energetici e delle emissioni di gas a effetto serraa fronte di un aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, ha stipulato unaccordo con il governo del Minas Gerais, al fine di cooperare nella ricerca di tec-nologie innovative per la produzione di biocombustibili. L’accordo prevede l’in-terscambio di studenti, docenti e ricercatori, e la creazione di corsi conriconoscimento del doppio titolo tra gli atenei del Piemonte e quelli del MinasGerais. A tal riguardo, 25 studenti brasiliani hanno trascorso in Piemonte 6 set-timane in cui hanno svolto attività didattica inerente al tema del Design, parte-cipando ai workshop organizzati dalla facoltà di Architettura del Politecnico diTorino nell’ambito della nona edizione del Design Workshop.Inoltre, la Regione finanzia ogni anno borse di studio per studenti dell’Interna-tional University College of Turin (IUCT), un istituto d’avanguardia nello studiodel fenomeno della globalizzazione, che coinvolge docenti e studenti provenientida tutto il mondo.

4.1.2 > Gli interventi a favore degli studenti in mobilitàPer quanto concerne la mobilità internazionale, l’UE, al fine di favorire gli scambiErasmus tra gli atenei convenzionati, stanzia ogni anno dei fondi destinati all’ero-gazione di borse di mobilità concesse a studenti che rispettano determinati re-quisiti, per aiutarli a coprire i costi derivanti da un periodo di studi all’estero. Ilcontributo comunitario ammonta a 200 euro al mese8.Per gli studenti Erasmus “in entrata” non sono previsti ulteriori aiuti finanziari daparte degli atenei, in quanto beneficiano della borsa erogata dall’UE e general-

8 · I requisiti generali richiesti perottenere una borsa di mobilitàsono i seguenti: aver completato ilprimo anno del corso di studi;avere una conoscenza adeguatadella lingua del paese ospitante;essere cittadini di uno stato mem-bro dell’UE o di uno dei paesi par-tecipanti al programma; non averbeneficiato, negli anni precedenti,dello status di studente Erasmus;non beneficiare, nello stesso pe-riodo, di un altro contributo comu-nitario previsto da altri programmidi mobilità.

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[ ]138

mente di contributi integrativi concessi dal paese di provenienza. L’Università e ilPolitecnico di Torino erogano tuttavia contributi finanziari a studenti che parte-cipano a programmi che esulano dal LLP e che quindi non dispongono del con-tributo finanziario erogato dall’Unione Europea. Tutti i tre atenei del Piemonte dispongono di un Ufficio di Mobilità che gestiscegli interventi a favore degli studenti in arrivo dall’estero, coordina le loro attivitàe li assiste nel periodo del soggiorno-studio. In particolare, nelle fasi di maggioraffluenza degli studenti, ovvero nei mesi di settembre e gennaio che segnanol’inizio dei semestri didattici, il Politecnico organizza i welcome meeting, ovveroriunioni di benvenuto finalizzate a fornire agli studenti informazioni relative alleprocedure e alla documentazione necessaria per usufruire dei servizi offerti.Gli atenei, inoltre, garantiscono agli studenti stranieri un supporto amministrativoper il disbrigo delle pratiche relative al rilascio del permesso di soggiorno e per larisoluzione delle problematiche a esso connesse; nell’a.a. 2008/09 il Politecnicoha avviato una collaborazione con l’Agenzia delle Entrate per facilitare il rilascio delcodice fiscale agli studenti e in generale agli ospiti internazionali in arrivo.Condizione necessaria per la buona riuscita degli studi durante il periodo di per-manenza in Italia è la capacità di comprendere e parlare la lingua italiana, so-prattutto in considerazione di una scarsa offerta nel nostro paese, secondo idati OECD, di corsi organizzati in lingua inglese9. I tre atenei piemontesi offrono a tutti gli studenti stranieri, sia in mobilità cheregolarmente iscritti, corsi di italiano gratuiti, al fine di fornire una preparazionedi base che consenta loro di poter comprendere le lezioni e sostenere gli esamicon successo. In particolare, l’Università di Torino è parte del consorzio ItalianCulture on the Net (ICoN) che ha lo scopo di promuovere e diffondere, per viatelematica, la lingua, la cultura e l’immagine dell’Italia nel mondo. ICoN orga-nizza corsi di italiano on-line e gli studenti stranieri coinvolti in programmi dimobilità presso l’ateneo torinese possono usufruirne gratuitamente. Gli studenti stranieri in mobilità presso uno degli atenei torinesi hanno la possi-bilità di alloggiare in residenze private, pagando tariffe agevolate che vanno dai270 ai 380 euro al mese (gli atenei pagano la differenza tra il costo effettivo dellastanza e quello richiesto allo studente).Per gli studenti che scelgono di affittare un appartamento è attivo lo Sportellocasa, un servizio destinato alla generalità degli studenti che mette in contatto ladomanda e l’offerta di alloggi privati in Torino, Alessandria e Novara10.Tutti gli studenti che partecipano a programmi di mobilità internazionale pos-sono richiedere all’EDISU l’accesso al servizio di ristorazione a tariffa agevolata11.

9 · In merito a ciò, si vuole preci-sare che presso il Politecnico di To-rino molti corsi sono tenuti in lin-gua inglese al primo anno, in mododa agevolare gli studenti; inoltresono stati attivati 3 corsi di laureae 9 corsi di laurea specialistica te-nuti totalmente in lingua inglese.10 · Cfr. capitolo 3.11 · La tariffa applicata agli stu-denti in mobilità è quella di primafascia, pari, nell’a.a. 2008/09, a2,20 euro per il pasto intero e 1,40euro per quello ridotto.12 · Cfr. capitolo 3.13 · Il principio della parità di trat-tamento tra studenti italiani estranieri è stato sancito dallalegge n. 40/98, poi Testo Unicosull’Immigrazione (D.P.R. 31 ago-sto 1999, n. 394, art. 46), che su-pera il disposto in base al quale glistudenti stranieri potevano usu-fruire dei servizi a concorso pur-ché esistessero trattati o accordiinternazionali bilaterali o multila-terali di reciprocità tra la Repub-blica Italiana e gli Stati di originedegli studenti (L. 390/91, art. 20).14 · L’aumento del numero distranieri aventi diritto alla borsa siregistra soprattutto a partire dal-l’a.a. 1999/00, come si nota dallatabella 4.11, il che può essere ri-conducibile all’introduzione delprincipio della parità di tratta-mento, avvenuta, come già ricor-dato, con l’approvazione del Te-sto Unico sull’Immigrazione nel1998.

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4.2 > Gli interventi a favore degli studenti stranieri Analogamente agli studenti italiani, gli stranieri possono usufruire di tutti i bene-fici offerti dall’EDISU, quali le borse di studio, il servizio abitativo e l’accesso ai ri-storanti universitari12. Agli studenti stranieri non appartenenti all’UE è riconosciutol’accesso agli interventi per il diritto allo studio a parità di condizione con gli altristudenti, purché in possesso di un permesso di soggiorno in corso di validità13. In Piemonte, gli studenti stranieri beneficiari di borsa di studio, nell’ultimo de-cennio, sono aumentati in misura consistente passando da 10 nell’a.a. 1998/99(pari allo 0,1% sul totale degli studenti borsisti), a 1.751 nell’a.a. 2008/09 (circail 17% sul totale dei vincitori di borsa) (Tab. 4.11 e Fig. 4.3)14. Dall’a.a. 2007/08al 2008/09 i borsisti stranieri sono aumentati dell’12%, contro una flessionedei borsisti totali di circa il 13%.

Vincitori di borsa

di cui stranieri

Tab. 4.11 - Gli studenti vincitori di borsa di studio in Piemonte, italiani e stranieri, a.a. 1998/99-2008/09

Fonte: EDISU Piemonte.

6.550

10

98/99

7.976

140

99/00

9.602

263

00/01

12.407

494

01/02

10.279

576

02/03

11.419

792

03/04

11.761

960

04/05

11.836

1.113

05/06

12.424

1.316

06/07

11.575

1.564

07/08

10.021

1.751

08/09

-13,4%

+11,9%

Variazione % a.a. 07/08-08/09

[ ]139

Fig. 4.3 - La percentuale di studenti stranieri borsisti sul totale dei borsisti in Piemonte, a.a. 1997/98-2008/09

Fonte: elaborazione su dati EDISU Piemonte.

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Page 142: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]140

Beneficiari di posto letto

di cui stranieri

% stranieri sul totale beneficiari di posto letto

Tab. 4.12 - Gli studenti vincitori di posto letto in Piemonte, italiani e stranieri, a.a. 1997/98-2008/09

Nota: il numero di beneficiari di posto letto complessivi nell’a.a. 2008/09 risulta inferiore rispetto all’anno precedente poiché non entrano nelcomputo i 155 posti della residenza Cavour, situata a Torino, attualmente in fase di ristrutturazione.Fonte: i beneficiari di posto letto fanno riferimento ai dati del MIUR fino all’a.a. 2005/06, mentre a partire dall’a.a. 2006/07 sono stati forniti dal-l’EDISU.

576

-

-

97/98

584

-

-

98/99

678

13

1,9

99/00

725

45

6,2

00/01

794

110

13,9

01/02

975

186

19,1

02/03

975

202

20,7

03/04

1.044

167

16,0

04/05

1.056

261

24,7

05/06

1.932

463

24,0

06/07

1.989

594

29,9

07/08

1.973

592

30,0

08/09

Residente all’Estero

Residente in Italia

TOTALE

N.

Tab. 4.13 - I borsisti extra-UE distinti perresidenza della famiglia di origine, a.a. 2008/09

Fonte: elaborazione su dati EDISU Piemonte, maggio 2009.

Famiglia

73,9

26,1

100,0

(1.425)

%

Nota: la Basilicata e la Valle d’Aosta non compaiono in tabellapoiché nella rilevazione MIUR il dato è mancante.Fonte: elaborazione su dati MIUR, Ufficio di statistica.

Liguria

Friuli-Venezia Giulia

Toscana

Lombardia

Umbria

Lazio

Piemonte

Emilia-Romagna

Marche

ITALIA

Veneto

Trentino-Alto Adige

Puglia

Abruzzo

Sicilia

Sardegna

Campania

Calabria

Molise

Regione Borsisti extra-UE sul totale deivincitori di borsa (valori %)

Tab. 4.14 - I borsisti extra-UE sul totale degli studenti borsi-sti presenti in ciascuna Regione, a.a. 2006/07 – 2007/08

20,9

20,5

15,3

15,2

14,3

10,6

10,5

10,0

8,6

8,5

6,3

5,5

3,7

3,4

1,6

0,7

0,5

0,3

-

2007/08

15,7

16,0

11,7

13,2

13,4

9,1

9,8

5,0

7,7

6,9

0,4

11,5

2,5

3,1

1,3

0,9

0,5

0,4

0,8

2006/07

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Page 143: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

Anche il numero di studenti stranieri assegnatari di posto alloggio si è notevol-mente incrementato, passando da 13 nell’a.a. 1999/00 a 592 nell’a.a. 2008/09:la quota di posti alloggio assegnati agli studenti stranieri in quest’ultimo annoaccademico è pari al 30% dei posti complessivamente disponibili (Tab. 4.12)15. In Piemonte, gli studenti stranieri borsisti con famiglia residente in Italia sonocirca il 26% rispetto al totale dei borsisti stranieri non appartenenti all’UE, men-tre riguardo al restante 74% di stranieri si può ipotizzare che si sia trasferito dal-l’estero per studiare nel nostro paese (Tab. 4.13); si tratta naturalmente diun’ipotesi che non può essere testata, in quanto di questa “fetta” di popolazionestudentesca non si conoscono di fatto le motivazioni del trasferimento in Italia.Se si confronta la percentuale di stranieri borsisti in Piemonte provenienti dapaesi non appartenenti all’UE con il dato nazionale (Tab. 4.14), si nota che neglia.a. 2006/07 e 2007/08 gli studenti borsisti extra-UE sono generalmente au-mentati in molte regioni. In particolare, nell’a.a. 2007/08 il Piemonte presentaun valore superiore a quello medio italiano, con una percentuale maggiore del10% contro l’8% in Italia, e si colloca nella rosa delle sette regioni con la più altapercentuale di borsisti stranieri non UE sul totale dei borsisti.

4.2.1 > I borsisti stranieri: chi sono, cosa studiano, da dove vengonoLe caratteristiche dei borsisti stranieri iscritti nelle università piemontesi riflet-tono quelle degli iscritti stranieri nel complesso: sono in prevalenza donne, parial 54% circa, e mediamente risultano un po’ più “anziani” degli italiani. L’etàmedia è di 24 anni circa, contro una media di 22 anni dei borsisti italiani. Si con-sideri inoltre che circa il 47% dei borsisti stranieri si concentra nella fascia di etàfra i 19 e i 22 anni, mentre i borsisti italiani, nella stessa fascia di età, sono il 69%(Tab. 4.15 e Fig. 4.4).

[ ]141

Uomini

Donne

N.

Genere

Tab. 4.15 - La distribuzione per genere dei borsisti stranieri, a.a. 2001/02-2008/09

Fonte: elaborazione su dati EDISU Piemonte.

45,8

54,2

(467)

01/02

45,6

54,4

(539)

02/03

43,9

56,1

(699)

03/04

39,9

60,1

(859)

04/05

38,3

61,7

(1.006)

05/06

38,7

61,3

(1.216)

06/07

41,5

58,5

(1.553)

07/08

46,0

54,0

(1.751)

08/0915 · L’aumento si verifica soprat-tutto nell’a.a. 2001/02, probabil-mente in seguito all’introduzionedella norma, stabilita dal DPCM 9aprile 2001, art. 13, secondo cuigli studenti stranieri non apparte-nenti all’UE devono essere in ognicaso considerati fuori sede, indi-pendentemente dal comune di re-sidenza in Italia, ad eccezione delcaso in cui il nucleo famigliaredello studente risieda in Italia.

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Page 144: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]142

Fonte: elaborazione su dati EDISU Piemonte, maggio 2009.

Laurea primo livello

Laurea specialistica

Ciclo unico

Dottorato e Specializzazione

TOTALE

N.

Tipo di corso Borsisti

Tab. 4.16 - Gli studenti stranieri borsisti, distinti per tipologiadi corso, in percentuale sul totale, a.a. 2008/09

73,7

19,2

6,8

0,3

100,0

(1.751)

Stranieri%

68,1

24,7

6,8

0,4

100,0

(8.270)

Italiani%

Ingegneria

Lingue e Letterature Straniere

Economia e Commercio

Scienze Politiche

Architettura

Medicina e Chirurgia

Giurisprudenza

Scienze Matematiche Fisiche e Naturali

Lettere e Filosofia

Scienze della Formazione

Farmacia

Interfacoltà

Psicologia

Medicina Veterinaria

Agraria

Dottorato

TOTALE

N.

Tab. 4.17 - Gli studenti stranieri borsisti distinti per facoltà,in percentuale sul totale, a.a. 2008/09

Nota: in questa tabella non si considerano i borsisti degli Istituti AFAM edell’Università di Scienze Gastronomiche.Fonte: elaborazione su dati EDISU Piemonte, maggio 2009.

Facoltà

32,8

14,8

13,9

6,9

6,9

5,7

4,7

4,5

3,0

1,8

1,6

1,4

1,2

0,3

0,2

0,2

100,0%

(1.628)

borsisti stranieri in % sul totale

Fig. 4.4 - L’età degli studenti borsisti italiani e stranieri, in percentuale sul totale, a.a. 2008/09

Nota: non sono riportati nel grafico i valori relativi agli studenti con età superiore a 40 anni, data la scarsa numerosità.Fonte: elaborazione su dati EDISU Piemonte, maggio 2009.

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Page 145: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]143

UE

Altri Paesi europei

Africa

Asia

America

TOTALE

N.

Tab. 4.18 - Gli studenti stranieri borsisti distinti per continente di provenienza, inpercentuale sul totale, a.a. 2003/04 – 2008/09

Nota: in tabella non sono rappresentati i borsisti provenienti dall’Oceania data la scarsa numerosità.Fonte: elaborazione su dati EDISU Piemonte.

2,9

64,9

15,7

7,2

9,2

100,0

(792)

2003/04Provenienza

6,1

58,4

19,1

5,1

11,1

100,0

(960)

2004/05

7,5

56,9

16,5

7,2

11,9

100,0

(1.113)

2005/06

23,9

39,9

17,6

8,1

10,6

100,0

(1.316)

2006/07

22,4

31,4

24,8

12,7

8,7

100,0

(1.553)

2007/08

18,6

26,7

28,3

18,8

7,5

100,0

(1.751)

2008/09

La maggior parte degli studenti stranieri borsisti è iscritta presso l’Università diTorino (56% circa), un dato che rispecchia in parte quello relativo al complessodegli studenti stranieri, iscritti per il 48% circa presso tale ateneo. Tuttavia, se sirapportano gli studenti stranieri borsisti al totale dei borsisti presenti in cia-scuno ateneo, la percentuale più alta si riscontra presso il Politecnico di Torino(24% circa).

I borsisti stranieri sono per lo più iscritti a corsi di laurea di primo livello - circa il 74%contro il 68% degli italiani - mentre solo il 19% risulta iscritto a un corso di laureaspecialistica, rispetto al 25% dei borsisti italiani.Gli iscritti stranieri a corsi di laurea a ciclo unico sono in percentuale uguali agliitaliani iscritti nei medesimi corsi, pari al 7% del totale.Non vi sono differenze significative in termini percentuali tra i borsisti stranieri eitaliani iscritti a corsi post-laurea (Tab. 4.16).

La facoltà dove si rileva la percentuale maggiore di borsisti stranieri nell’a.a.2008/09 si conferma la stessa dei due anni precedenti, sebbene con valori per-centuali maggiori: sono iscritti a Ingegneria quasi il 33% dei borsisti stranieri, con-tro il 25% dell’anno precedente e il 18% dell’a.a. 2006/07. Si collocano al secondoe terzo posto le facoltà di Lingue ed Economia che accolgono circa la stessa quotadi borsisti stranieri (14%); si registra invece una flessione nella facoltà di Medicinae Chirurgia, che fino a due anni fa si collocava in quarta posizione con una per-centuale di borsisti pari al 15%, passata in due anni al 6% (Tab. 4.17).

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Page 146: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]144

Fig. 4.5 - Gli studenti stranieri borsisti distinti per i principali paesi di provenienza, a.a. 2006/07-2008/09

Fonte: elaborazione sudati EDISU Piemonte.

Per quel che concerne la provenienza geografica, gli studenti stranieri borsistisono per lo più europei (45% circa nell’a.a. 2008/09), di cui il 18% di un paesemembro dell’UE16 (Tab. 4.18).La figura 4.5, in cui sono indicati i principali paesi di provenienza degli stranieriborsisti, mostra come l’Albania si confermi il primo paese: vi proviene circa il 20%dei borsisti stranieri, in diminuzione rispetto agli anni accademici 2006/07 e2007/08, quando erano rispettivamente il 32% e il 24%. La Romania è il secondopaese (14%), con una percentuale che, dopo l’aumento registrato nell’a.a.2007/08 conseguente all’entrata della Romania nell’U E, si è stabilizzata intornoal valore di due anni fa; seguono il Camerun e la Cina (circa 12 %).

16 · Il consistente aumento deiborsisti UE nell’a.a. 2006/07 ri-spetto all’anno precedente è con-dizionato dall’ingresso nell’UEdella Romania e della Bulgaria apartire dal 1° gennaio 2007.

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Page 147: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]145

4.3 > In breveNumerose sono state le iniziative intraprese, sia a livello regionale che da partedegli atenei piemontesi, con l’intento di rafforzare quelli che appaiono ancoracome punti di debolezza del nostro sistema universitario, e di risultare dunqueattrattivi nei confronti dell’estero:• in tutti gli atenei del Piemonte è stato istituito un Ufficio Mobilità, che accoglie

e assiste gli studenti stranieri durante tutto il periodo di soggiorno-studio;• al fine di superare almeno in parte i problemi connessi con la lingua, alcuni

corsi di laurea sono tenuti interamente in lingua inglese e contestualmentevengono organizzati dagli atenei piemontesi corsi di italiano destinati a stu-denti, ricercatori e docenti stranieri;

• sia gli atenei che la Regione hanno stipulato numerosi accordi con paesistranieri finalizzati allo scambio di studenti e ricercatori;

• dal canto suo la Regione Piemonte ha ideato e realizzato il portale web stu-dyinpiemonte che si propone di promuovere l’offerta formativa degli ate-nei piemontesi e di informare circa i servizi, le opportunità e gliintrattenimenti offerti dal nostro territorio.

È lecito chiedersi se, e in quale misura, questi sforzi abbiano prodotto risultatiin termini di internazionalizzazione del sistema universitario piemontese:• gli studenti stranieri rappresentano a oggi il 6% della popolazione univer-

sitaria e risultano di fatto triplicati negli ultimi sei anni accademici;• la provenienza degli studenti stranieri iscritti negli atenei del Piemonte re-

plica in qualche modo i dati sui flussi migratori in Italia: la nostra Regione ri-sulta una meta scelta soprattutto da studenti albanesi e romeni (1 su 4) eda qualche anno anche dai cinesi, grazie agli accordi di scambio stipulaticon questo paese;

• anche gli studenti che si trasferiscono a studiare nei nostri atenei con unprogramma di mobilità internazionale mostrano un trend crescente (nel-l’a.a. 2008/09 sono stati 1.200 gli studenti ospitati) e l’Università di Torinocompare nella top-100 degli istituti europei che accolgono il maggior nu-mero di studenti incoming;

• gli studenti stranieri beneficiari di borsa di studio sono circa il 17% dei be-neficiari totali e i beneficiari di posto letto superano il 31% del totale.

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Page 148: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

IL PERSONALE5

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Page 149: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]147

L’importanza delle politiche in tema di personale docente e ricercatore sigiustifica con il ruolo centrale che esso riveste. Docenti e ricercatori, insiemeal personale non strutturato, incaricato di insegnamento e attivo nella ri-cerca, sono il principale fattore produttivo delle istituzioni, sono i soggettiche producono e diffondono conoscenza, rappresentano la principale voce dispesa nei bilanci: a loro, nella maggior parte dei casi, è rimesso il governodelle istituzioni formative.Dopo la riforma del 1980 (DPR 382), la maggioranza del personale docenteha un rapporto di attività a tempo indeterminato ed è articolato in tre ruoli:professori di prima e seconda fascia (ordinari e associati) e ricercatori. Abi-tualmente, per arrivare al livello di professore ordinario, bisogna superare i li-velli precedenti. Il sistema di selezione postula che chi si trova nelle posizionipiù elevate abbia maggiore maturità scientifica rispetto a chi ricopre altrequalifiche.In Italia, i docenti universitari di ruolo sono quasi 63.000, di cui oltre il 95%presta servizio nelle istituzioni statali. La maggior parte dei docenti (92%) èimpegnato, almeno formalmente, a tempo pieno nelle attività delle univer-sità, mentre solo l’8% è impegnato part-time - possibilità concessa a coloroche dichiarano di svolgere attività esterne strutturate.Anche se il sistema affida al personale strutturato un ruolo di primo piano, leuniversità hanno la possibilità di affidare incarichi a esperti (anche esterni almondo accademico e impegnati in altre attività lavorative) relativi a inse-gnamenti specifici da tenere nei corsi di laurea e di laurea specialistica, o disvolgere particolari attività didattiche integrative. I dati del MIUR parlano dioltre 50.000 docenti a contratto: un numero consistente, pressoché equi-valente al personale di ruolo. Tuttavia, dal momento che gli atenei possono af-fidare incarichi di docenza, sulla base di contratti, anche ad accademici diruolo che prestano servizio in altre sedi, il dato finisce per essere sovrasti-mato. Stime più prudenziali parlano di circa 30.000 esterni al mondo acca-demico, titolari di attività didattiche.Contribuiscono alle attività connesse alla didattica anche collaboratori perattività di tutorato agli studenti, e collaboratori linguistici per l’insegnamentodelle lingue straniere.

Sul fronte della ricerca scientifica, la più importante novità è stata introdotta nel1998 attraverso l’istituzione dell’assegno di ricerca. Si tratta di un contratto sti-pulato fra un ateneo (o una struttura all’interno di esso, spesso un dipartimento)

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[ ]148

e un soggetto in possesso di curriculum idoneo (il possesso del dottorato costi-tuisce solo un requisito preferenziale), della durata massima pari a quattro anni,prorogabile per altri quattro (sono possibili durate inferiori), per lo svolgimentodi attività di ricerca1. Gli assegnisti rappresentano una risorsa che ha acquisitosempre maggiore importanza: nel 2007 erano quasi 12.000, di cui poco meno del50% in possesso del dottorato di ricerca; gli assegni finiscono per costituire unimportante canale di reclutamento del personale docente delle università.

5.1 > I docenti di ruoloI docenti di ruolo che prestano servizio negli atenei del Piemonte sono 3.500circa. Nel quinquennio 2004-2008, i docenti di ruolo sono aumentati, in lineacon quanto si è verificato nell’Italia nord-occidentale e nell’intero paese, in se-guito a un flusso di immissioni superiore a quello delle uscite. L’aumento deidocenti di ruolo ha contribuito al miglioramento di uno degli indicatori utilizzatinelle indagini internazionali in tema di istruzione superiore: il rapporto fra stu-denti iscritti e docenti. Il dato medio regionale è passato da un valore di 30 stu-denti iscritti per docente di ruolo a un rapporto di 28 a 1. Prescindendo daconsiderazioni relative alle differenze presenti fra le discipline, si tratta di un’in-dicazione indubbiamente positiva: le analisi dell’OECD collocano, infatti, l’Italiafra i paesi il cui il rapporto fra studenti iscritti e docenti assume valori più elevati2.

Confrontando la distribuzione dei docenti di ruolo per qualifica (professore or-dinario e associato, ricercatore) relativa al 2004 con quella relativa al 2008, sinotano due fenomeni degni di rilievo.Il primo è l’aumento del numero dei ricercatori, passati – in valore assoluto

Nota: i docenti sono conteggiati al 31/12 di ciascun anno. Il rapporto fra studenti e docenti è calcolato considerando il totale degli studenti iscrittie il totale dei docenti di ruolo.Fonte: MIUR, CINECA.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

Piemonte

ITALIA

Ateneo Docenti di ruolo

Tab. 5.1 - I docenti di ruolo in servizio negli atenei del Piemonte e il rapporto fra studenti e docenti

1.992

806

319

-

3.117

56.251

2004

2.217

890

396

7

3.510

62.762

2008

Rapporto fra studenti e docenti

30

30

30

-

30

32

2004

29

28

24

28

28

29

2008

1 · Come si vedrà nel capitolo 6, ilpossesso del titolo di dottore diricerca costituisce un requisitoobbligatorio per l’ottenimento de-gli assegni di ricerca finanziatidalla Regione Piemonte.2 · OECD, Education at a glance2008, Paris, 2008.

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Page 151: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]149

– da circa 1.100 a oltre 1.400. Tutti gli atenei hanno incrementato sia il nu-mero di ricercatori, sia la loro presenza rispetto alle altre qualifiche. La di-namica va giudicata positivamente, nella direzione più volte suggerita dagliosservatori italiani e stranieri, secondo cui il nostro sistema è storicamentecontraddistinto da una scarsa presenza di giovani ricercatori fra le fila delpersonale di ruolo. Essa dimostra la volontà di investimento sulle forze piùgiovani e vitali, attraverso l’adozione di politiche di reclutamento a ritmi piùsostenuti rispetto al passato.Accanto a questo elemento, va segnalato un secondo fenomeno: l’aumentodel numero dei professori ordinari, cresciuti fino a superare il numero degliassociati. Si tratta di una dinamica, non solo piemontese ma che coinvolgemolti atenei italiani, per certi versi di segno opposto rispetto al cospicuo in-vestimento sui giovani.I due elementi, ma in particolare il secondo, hanno finito per incidere sulladistribuzione per qualifica dei docenti di ruolo. Mentre nel 2004 le tre qua-lifiche avevano peso simile, alla fine del 2008 la percentuale di associatisul totale dei docenti è inferiore a quella degli ordinari. Si tratta di una di-stribuzione che il CNVSU ha definito “a clessidra”, giudicandola anomala elontana da quella presente in altri paesi europei, dalla forma piramidale3

(Figg. 5.1 e 5.2).

Fig. 5.1 - I docenti di ruolo in servizio negli atenei del Piemonte, suddivisi in base alla qualifica, 2004

Fonte: MIUR, CINECA.

3 · CNVSU, Nono Rapporto sulloStato del Sistema Universitario,Roma, 2008, www.cnvsu.it.

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Page 152: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]150

Fig. 5.2 - I docenti di ruolo in servizio negli atenei del Piemonte, suddivisi in base alla qualifica, 2008

Fonte: MIUR, CINECA.

L’età media dei docenti italiani è piuttosto elevata: gli ordinari hanno, me-diamente, quasi sessanta anni, gli associati oltre cinquantadue, i ricercatori(qualifica “di ingresso”) oltre quarantacinque. Nel complesso, l’età media delpersonale inquadrato nei ruoli sfiora i cinquantadue anni. Le modalità di re-clutamento, adottate nel corso degli ultimi decenni, hanno contribuito a que-sto anomalo spostamento verso età avanzate. In particolare, se si esamina lacurva delle età, si evidenzia un picco di professori intorno ai sessanta anni. Ilfenomeno è stato determinato da una massiccia immissione nei ruoli dei do-centi, avvenuta a seguito dell’approvazione, nel 1980, del DPR 382 che pre-vedeva la possibilità di assumere soggetti, già attivi all’interno degli atenei,riconosciuti “idonei” alla professione sulla base dei titoli presentati, senza lanecessità di un concorso, in un momento di grande espansione dell’offertae della domanda di formazione.In Piemonte, il profilo anagrafico dei docenti segue abbastanza da vicinoquello medio nazionale, pur in presenza, negli ultimi anni, di immissioni digiovani ricercatori superiori a quelle nazionali.Le figure 5.3 e 5.4 permettono di confrontare il profilo anagrafico dei docentidi ruolo in Piemonte e in Italia che si registrava nel 2004 e quello al31/12/2008.

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Page 153: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]151

Fig. 5.3 - Il profilo anagrafico (normalizzato) dei docenti di ruolo in Piemonte e in Italia, 2004

Fonte: MIUR, CINECA.

Fig. 5.4 - Il profilo anagrafico (normalizzato) dei docenti di ruolo in Piemonte e in Italia, 2008

Fonte: MIUR, CINECA.

L’investimento sui giovani, di cui si è detto poc’anzi, è apprezzabile anche con-frontando la distribuzione percentuale per fasce di età dei docenti di ruolo.Dalle tabelle 5.2 e 5.3 emerge come la presenza di soggetti giovani sia per-centualmente superiore a quella media nazionale (si vedano i dati delle fasce25-34 e 35-44 anni). Specularmente, è più modesta le presenza di coloro chehanno più di 45 anni.

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Page 154: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]152

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Piemonte

ITALIA

Tab. 5.2 - Il profilo anagrafico dei docenti di ruolo negli atenei del Piemonte e in Italia, 2004 (%)

Fonte: MIUR, CINECA.

5

6

8

6

5

25-34Ateneo

24

34

34

28

25

35-44

26

19

33

25

28

45-54

32

29

22

31

32

55-64

12

11

4

11

10

65-75

1.992

806

319

3.117

56.251

Totale docenti (v.a.)

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

Piemonte

ITALIA

Tab. 5.3 - Il profilo anagrafico dei docenti di ruolo negli atenei del Piemonte e in Italia, 2008 (%)

Fonte: MIUR, CINECA.

7

6

8

-

7

6

25-34Ateneo

29

35

34

43

31

26

35-44

24

23

31

29

24

27

45-54

29

23

23

29

27

30

55-64

12

12

5

-

11

12

65-75

2.217

890

396

7

3.509

62.762

Totale docenti (v.a.)

5.2 > Il reclutamento: gli esiti dei concorsiFino al 1998 l’accesso ai ruoli avveniva mediante concorsi nazionali banditi neivari settori scientifico-disciplinari. Nel 1998, la legge 210, Norme per il recluta-mento dei ricercatori e dei professori universitari di ruolo, ha trasferito agli ate-nei la competenza nelle procedure per la copertura dei posti vacanti e la nominain ruolo dei professori di prima e seconda fascia e dei ricercatori. Il provvedi-mento ha autorizzato le università a bandire autonomamente i concorsi, attra-verso procedure di valutazione comparativa dei candidati. Per ciascun concorso,fino al 2001, potevano essere indicati tre idonei, tra i quali l’ateneo che bandivail concorso chiamava quello che riteneva vincitore. Il numero degli idonei fuquindi ridotto a due, a partire dal 2005, ulteriormente ridotto a uno solo, poinuovamente salito a due idonei.La legge del 1998 ha innovato profondamente le procedure, trasferendo le de-cisioni a livello locale, con l’unico vincolo costituito dal rispetto del limite del90% nel rapporto fra spese per assegni fissi per il personale di ruolo e Fondo diFinanziamento Ordinario, lasciando agli organismi centrali la normativa circa laformazione della commissione di concorso.Il provvedimento del 1998 ha avuto il merito di ridurre fortemente i tempi ne-cessari all’espletamento dei concorsi ma ha indubbiamente favorito un effetto

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Page 155: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]153

di provincializzazione del reclutamento. Fra i vincitori e gli idonei nei concorsiper ordinario, circa il 90% è rappresentato da docenti già in servizio, come as-sociati, presso lo stesso ateneo. Percentuale più bassa, ma ugualmente elevata,si è registrata fra i nuovi associati, di cui tre su quattro erano già in servizio comericercatori presso l’ateneo che ha bandito il concorso. L’immissione nei ruoli deiricercatori non può che interessare soggetti non appartenenti ai ruoli: non sihanno dati sulle percentuali di chi, fra essi, abbia conseguito il dottorato o siastato titolare di un assegno di ricerca presso lo stesso ateneo.Dall’analisi dei dati sugli esiti delle procedure concorsuali bandite dagli atenei delPiemonte nel quinquennio 2003-2007, emerge come vi siano stati oltre 1.100 in-dividui che hanno vinto un concorso o siano stati chiamati a prendere servizioin un ateneo piemontese, avendo conseguito l’idoneità in altro ateneo italiano.Le nuove immissioni nel sistema superano le 700 unità: si tratta di nuovi ricer-catori che non facevano parte dei ruoli (Tabb. 5.4 e 5.5).

Fatto salvo il caso dei ricercatori, fra i professori vincitori di concorso o chiamatiin quanto già idonei, la quota che proviene da atenei diversi da quello di desti-nazione è piuttosto esigua (Tab. 5.6). Anzi, la quota di professori già nei ruolidell’ateneo di destinazione, che ricoprivano qualifiche inferiori, è superiore inPiemonte rispetto a quanto avvenga a livello nazionale: sono 87 su 100 quelli

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

TOTALE

Ricercatore

Associato

Ordinario

Ricercatore

Associato

Ordinario

Ricercatore

Associato

Ordinario

Ricercatore

Ordinario

Tab. 5.4 - I vincitori di concorso e i chiamati in servizio negli atenei del Piemonte, 2003-2007

Note: i dati evidenziano come nel 2006 e, ancor più, nel 2007 i vincitori e i chiamati per posizioni da professore siano stati pochi oaddirittura nessuno (nel 2007). Ciò è dovuto al blocco delle procedure concorsuali verificatosi in quegli anni.Fonte: MIUR, CINECA.

Ateneo Ruolo vinto

61

28

13

21

8

6

3

4

4

-

-

148

2003

60

47

23

40

21

22

4

16

6

-

-

239

2004

140

87

49

47

10

11

29

16

13

3

1

406

2005

76

21

10

52

-

-

19

-

2

-

1

181

2006

100

-

1

27

-

-

23

-

-

2

-

153

2007

437

183

96

187

39

39

78

36

25

5

2

1.127

TOTALE

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Page 156: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

che già prestavano servizio nell’ate-neo, contro un dato nazionale pariall’82%. Questo fenomeno è stato in-dubbiamente favorito dalla possibilità,attribuita alle università, di attingere li-beramente alle liste dei già riconosciutiidonei.Nella netta maggioranza dei casi, sisono verificati passaggi di ruolo nellostesso ateneo di appartenenza, anchese diverso da quello che ha bandito ilposto (e riconosciuto l’idoneità).Come affermato dal CNVSU4, dedu-zioni affrettate porterebbero ad affer-mare che le responsabilità di talirisultati risiedono tutte nell’autonomiadi cui godono gli atenei, ma il problemaè assai più complesso. Vi sono innan-zitutto ragioni di tipo finanziario: dalmomento che le norme vietano di de-stinare, per assegni fissi al personaledi ruolo, più del 90% del Fondo di Fi-nanziamento Ordinario, per un ateneorisulta “conveniente” promuovere do-centi già in servizio presso l’ateneodalla fascia inferiore a quella superiore- operazione che non comporta, al-meno inizialmente, un incremento dispesa.Sotto il profilo anagrafico, i nuovi ricer-catori che hanno preso servizio in unodegli atenei del Piemonte non si disco-stano in misura significativa rispetto alresto dei loro colleghi italiani. Il 50%

circa dei ricercatori vince un concorso fra i 30 e i 35 anni (il 70% fra i 30 e 40anni), mentre il 16% dei nuovi ricercatori ha più di 40 anni, segno che una quotanon trascurabile, anche se minoritaria, di individui inizia a contare su un posto“stabile” a un’età ormai abbastanza avanzata.

[ ]154

Nessun ruolo (esterno)

Ricercatore

Prof. associato

Prof. ordinario

TOTALE

Tab. 5.5 - Confronto fra qualifica precedente e successiva dei vincitori diconcorso e dei chiamati in servizio negli atenei del Piemonte, 2003-2007

Nota: i dati evidenziano casi in cui il ruolo precedente e quello vinto coincidono: non si tratta dierrori ma ci si riferisce a professori che non provengono dai ruoli accademici ma che sono statireclutati dall’esterno.Fonte: MIUR, CINECA.

Qualifica precedente

Ricercatore

Prof. associato

Prof. ordinario

Prof. associato

Prof. ordinario

Prof. ordinario

Qualifica successiva

707

99

-

18

84

4

912

Vincitori di concorso

-

120

1

21

72

1

215

Chiamati in servizio

707

219

1

39

156

5

1.127

TOTALE

4 · CNVSU, Nono rapporto sullostato dell’università italiana,Roma, 2008, www.cnvsu.it.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

TOTALE

Tab. 5.6 - Confronto fra ateneo di destinazione e ateneo di provenienza dei vincitoridi concorso e dei chiamati in servizio negli atenei del Piemonte, 2003-2007

Fonte: MIUR, CINECA.

Ateneo di destinazione

Università di Torino

Altre università

Nessun ateneo

Politecnico di Torino

Altre università

Nessun ateneo

Piemonte Orientale

Altre università

Nessun ateneo

Scienze Gastronomiche

Altre università

Nessun ateneo

Ateneo di provenienza

122

1

453

34

1

188

23

-

83

1

1

5

912

Vincitori di concorso

121

3

16

42

-

-

25

2

6

-

-

-

215

Chiamati in servizio

243

4

469

76

1

188

48

2

89

1

1

5

1.127

TOTALE

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Page 157: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]155

Fig. 5.5 - Il profilo anagrafico dei vincitori di concorso per la qualifica di ricercatore, in Piemonte e nel resto degli ateneiitaliani, 2003-2007

Fonte: MIUR, CINECA.

Quadro 5.A > Il blocco dei concorsi per ricercatore e le novità in merito alla formazione delle commissioniCon legge 28/2/2008 n. 31, il Parlamento ha convertitoin legge il decreto del dicembre 2007 che prevedeva ilblocco dei concorsi a ricercatore banditi su fondi intera-mente di ateneo, fino a quando sarebbe entrato in vigoreil nuovo regolamento dei concorsi a ricercatore. I para-metri per l’espletamento delle procedure comparativeai fini del reclutamento dei ricercatori sono stati definitinel DM 28/7/2009; essi stabiliscono nuovi e più severiparametri di valutazione dei titoli e delle pubblicazioniscientifiche in procedure di valutazione comparativa,confermando che il possesso del titolo di dottore di ri-cerca costituisce titolo preferenziale.Nel marzo 2009 sono state fissate le modalità di svolgi-mento delle elezioni per la costituzione delle commis-

sioni giudicatrici di valutazione comparativa per il reclu-tamento dei professori e dei ricercatori universitari. Lecommissioni che giudicheranno gli aspiranti professoriuniversitari di prima e seconda fascia saranno compo-ste, a differenza di quanto accaduto finora, da 4 profes-sori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a lorovolta da una lista di ordinari del settore scientifico disci-plinare oggetto del bando, e da 1 solo professore ordina-rio nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando. Lecommissioni che giudicheranno i candidati al concorsoda ricercatore saranno composte da 1 professore asso-ciato nominato dalla facoltà che richiede il bando, e da 2professori ordinari sorteggiati da una lista di commissarieletti tra i professori appartenenti al settore disciplinareoggetto del bando.Resta da valutare l’impatto delle recenti proposte go-vernative circa l’introduzione dell’abilitazione nazionalequale pre-requisito per il reclutamento locale.

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[ ]156

5.3 > Le uscite dal sistemaÈ di un certo interesse mettere in relazione gli esiti dei concorsi, in modo parti-colare il numero delle nuove assunzioni, con le uscite (per pensione, dimissionivolontarie o altra causa), verificatesi nello stesso periodo. Fra il 2003 e il 2007le cessazioni dal servizio sono state quasi 400. A fronte di 700 circa nuove as-sunzioni, si nota come le uscite abbiano rappresentato, nel periodo, quasi lametà delle entrate.È possibile analizzare le cause di cessazione dal servizio: oltre la metà dei do-centi usciti dal sistema lo ha fatto rassegnando le proprie dimissioni; circa unosu tre lo ha fatto attendendo il collocamento a riposo per raggiunti limiti di età.Vi sono differenze profonde fra le tre fasce di docenza: mentre fra i ricercatorisono decisamente maggioritari coloro che rassegnano le proprie dimissioni (sitratta di individui ancora giovani che optano per il cambiamento della propria si-tuazione lavorativa), professori associati e ordinari, come è lecito aspettarsi,optano per il collocamento a riposo o per dimissioni anticipate, a ridosso delraggiungimento dei limiti di età.

Non si notano scostamenti significativi fra i comportamenti registrati in Pie-monte e quelli medi nazionali, come testimoniano i dati riportati nella figura 5.6.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

TOTALE

Tab. 5.7 - Docenti di ruolo cessati dal servizio negli atenei del Piemonte, suddivisi in base all’ateneo, alla qualifica e allacausa di cessazione, 2003-2007

Fonte: MIUR, CINECA.

Ateneo

Prof. ordinario

Prof. associato

Ricercatore

Prof. ordinario

Prof. associato

Ricercatore

Prof. ordinario

Prof. associato

Ricercatore

Qualifica

65

56

42

13

19

13

2

1

2

213

Dimissioni

43

35

13

23

20

4

1

-

-

139

Collocato a riposo

8

7

6

3

2

5

-

1

-

32

Deceduto

-

1

1

-

-

1

-

-

1

4

Altro

116

99

62

39

41

23

3

2

3

388

TOTALE

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Page 159: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]157

Fig. 5.6 - Docenti di ruolo cessati dal servizio negli atenei del Piemonte, suddivisi in basealla qualifica e alla causa di cessazione, in Piemonte e in Italia, 2003-2007

Fonte: MIUR, CINECA.

Quadro 5.B > L’abolizione del fuori ruolo e le novitàsulla permanenza in servizioLa legge Finanziaria per il 2008 ha previsto una pro-gressiva riduzione del periodo di fuori ruolo precedentela quiescenza del personale docente delle università, se-condo la seguente tempistica: a decorrere dal 1º gen-naio 2008, il periodo di fuori ruolo è ridotto a due anniaccademici; a decorrere dal 1º gennaio 2009, è ridotto aun anno; a decorrere dal 1º gennaio 2010, esso è defini-tivamente abolito.La legge 133/2008 ha introdotto significative novità alla

disposizione, a favore dei dipendenti civili dello Stato edegli enti pubblici, di permanere in servizio per un pe-riodo massimo di un biennio oltre i limiti di età per il col-locamento a riposo. Mentre in precedenza il dipendenteaveva la facoltà/diritto di protrarre per un biennio la per-manenza in servizio e l’Amministrazione non poteva cheaccogliere l’istanza, ora il rapporto dipendente/Ammi-nistrazione è invertito, nel senso che il dipendente con-serva la facoltà di chiedere di permanere in servizio perun biennio ma è nella esclusiva disponibilità dell’Ammi-nistrazione accogliere o meno la richiesta.

5.4 > Il personale a contrattoIl sistema universitario italiano si caratterizza per una presenza cospicua dipersonale non inquadrato nei ruoli, chiamato a svolgere attività diversificate.Per questa ragione, le categorie di personale non strutturato sono esse stessemolto diverse fra loro.Contribuisce a fare chiarezza l’annuale rilevazione del Ministero, che distingue:• professori a contratto, titolari esclusivamente di insegnamenti ufficiali;• personale a contratto, impegnato in attività di tutorato e/o in attività didat-

tico-integrative;• collaboratori linguistici;

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Page 160: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]158

• altre tipologie di collaborazione, di cui fanno parte:- borse di studio e di ricerca per laureati;- borse di studio post dottorato;- assegni di ricerca;- contratti di prestazione autonoma per programmi di ricerca;- ricercatori con contratto a tempo determinato;- contratti di formazione specialistica dei medici;- altro.

Come si vede, il panorama è eterogeneo, per attività svolta, impegno tem-porale, profilo anagrafico, aspettative future, ente di appartenenza.Cominciando dalla prima categoria citata, è importante notare che le uni-versità hanno la possibilità di affidare incarichi a esperti, anche esterni almondo accademico e impegnati in altre attività lavorative, relativi ad atti-vità didattiche da tenere nei corsi di laurea e di laurea specialistica, o a par-ticolari attività didattiche integrative. Dal momento che gli atenei possonoincaricare di questa attività anche docenti di ruolo che prestano servizio inaltre università, o altro personale non di ruolo in servizio presso lo stessoateneo (come, ad esempio, assegnisti di ricerca), il dato riportato nella ta-bella 5.8 e riferito a questa categoria è sovrastimato.Si sono già ricordate le stime del CNVSU, secondo cui i docenti a contrattoeffettivamente esterni all’accademia possono essere calcolati come il 60%circa del numero complessivo rilevato dal MIUR.I collaboratori linguistici sono incaricati delle attività di insegnamento e disupporto laboratoriale nell’ambito delle lingue straniere.Infine, le forme di collaborazione sono molte: si va da borse di studio e ri-cerca di qualche mese, alla stipula di contratti configurati come assegni diricerca, fino ai contratti di formazione specialistica per i futuri medici.Alla luce di queste sintetiche considerazioni, si commette un errore di pro-spettiva se si sommano questi soggetti, senza tenere conto delle caratteri-stiche che contraddistinguono ciascuna categoria rispetto alle altre. Infatti,se si procede alla mera somma dei dati della tabella 5.8, risulta che il per-sonale non strutturato supera, numericamente, quello di ruolo. Si tratta diuna deduzione errata, in quanto occorre depurare i dati dal doppio conteg-gio di soggetti che appartengono a due categorie, quindi tenere presente lapresenza di individui esterni all’accademia, che hanno un rapporto di lavorocon altri enti, e di individui che stanno ancora svolgendo il proprio percorsodi formazione.

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Page 161: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]159

Professori a contratto titolari esclusivamente di insegnamenti ufficiali

Personale a contratto impegnato in attività di tutorato e/o in attività didattico-integrative

Collaboratori linguistici

Altre tipologie di collaborazione, di cui:

- Borse di studio e di ricerca per laureati

- Borse di studio post dottorato

- Assegni di ricerca

- Contratti di prestazione autonoma per programmi di ricerca

- Ricercatori con contratto a tempo determinato

- Contratti di formazione specialistica dei medici

- Altro

TOTALE

Tab. 5.8 - Il personale a contratto in servizio negli atenei del Piemonte, a.a. 2007/08

Nota: in merito agli assegnisti di ricerca, si dispone di dati aggiornati all’a.a. 2008/09 forniti direttamente dagli atenei del Piemonte e illustrati in figura 5.7.Fonte: MIUR.

974

530

70

1.691

9

40

587

-

-

1.055

-

3.265

Universitàdi Torino

Categoria di personale a contratto

410

971

6

770

60

2

577

109

-

21

2.157

Politecnicodi Torino

208

118

8

432

51

-

173

10

-

198

-

766

PiemonteOrientale

Considerati a parte i contratti di formazione specialistica per i medici, chepossono ancora essere assimilati a periodi di formazione, la tipologia di col-laborazione che annovera il maggior numero di contratti è costituita dagliassegni di ricerca. L’assegno è una particolare forma di collaborazione fi-nalizzata alla realizzazione di un programma di ricerca. Possono essere ti-tolari degli assegni i dottori di ricerca o i laureati in possesso di curriculumscientifico professionale idoneo allo svolgimento dell’attività di ricerca, aesclusione del personale di ruolo. L’attuale normativa stabilisce che, in generale, gli assegni devono avere du-rata non superiore a quattro anni e possono essere rinnovati nel limite mas-simo di otto; in caso il titolare abbia usufruito di una borsa di dottorato, ladurata dell’assegno non può superare i quattro anni5.Dal 2003 al 2009 gli assegni di ricerca attivi in Piemonte sono quasi tripli-cati, passando da 592 a 1.581. La figura 5.7 mostra come, in particolare al-l’Università e al Politecnico di Torino, si sia verificato, nel 2008 e nel 2009,un consistente incremento del numero degli assegni avviati, determinatoin buona parte dagli assegni attivati in seguito all’accordo tra Regione Pie-monte e atenei, che prevede il cofinanziamento di un certo numero di as-segni all’anno.

5 · Legge n. 449 del 1997, Misureper la stabilizzazione della finanzapubblica; art. 51, Università e ri-cerca.

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Page 162: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]160

Fig. 5.7 - L’andamento degli assegni di ricerca attivi negli atenei del Piemonte, 2003-2009

Fonte: MIUR, Ufficio di Statistica, rilevazione 2008. I dati relativi all’anno 2009 sono stati forniti dagli atenei nel maggio 2009.

Volendo confrontare la situazione piemontese con quella nazionale, nel 2007il Piemonte si colloca al primo posto in termini di percentuale di assegni at-tivati sul numero di docenti (Tab. 5.9); già nel 2006, ovvero prima della sti-pula dell’accordo Regione-atenei, il Piemonte si collocava tra le prime quattroregioni con il numero più elevato di assegni, dopo la Lombardia, l’Emilia-Ro-magna e la Toscana. È plausibile pensare che su tale incremento abbia in-fluito in modo considerevole l’attivazione degli assegni previsti dall’accordo(per maggiori dettagli in merito si veda il capitolo 6).

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5.5 > Il personale tecnico-amministrativo e la dirigenzaL’attività amministrativa e tecnica degli atenei è affidata al personale a ciò de-dicato. Sono quasi 3.300 i tecnici-amministrativi dipendenti degli atenei del Pie-monte, in misura quasi pari a quella dei docenti di ruolo. Infatti, i dati della tabella5.10 mostrano come, nel 2008, il rapporto fra personale tecnico-amministrativoe personale docente di ruolo sia vicino all’unità, in linea con la media nazionale.Sotto il profilo della distribuzione per qualifica, non si notano differenze di rilievofra gli atenei. In tutti i casi, come è d’altra parte lecito aspettarsi, le qualifiche Ce D rappresentano quelle più diffuse (rispettivamente il 45-50% e il 35-45%).Il Politecnico ha una distribuzione paritaria fra le due qualifiche, Università di To-rino e Università del Piemonte Orientale maggiormente spostata sulla qualificainferiore.Differenze maggiori si rilevano fra gli EP, in cui l’Università di Torino ha un datoquasi doppio di quello del Politecnico. Gli atenei piemontesi, come del resto tutto

[ ]161

Piemonte

Toscana

Umbria

Friuli-Venezia Giulia

Emilia-Romagna

Lombardia

Veneto

ITALIA

Marche

Liguria

Calabria

Sicilia

Puglia

Basilicata

Abruzzo

Sardegna

Trentino-Alto Adige

Lazio

Valle d’Aosta

Campania

Molise

Tab. 5.9 - Gli assegni di ricerca attivi nelle regioni italiane, anno 2007

Nota: sono stati utilizzati i dati relativi all’anno 2007, in quanto gli ultimi disponibili a livello nazionale.Fonte: CNVSU, elaborazioni su dati Nuclei 2008.

1.066

1.415

338

423

1.354

1.980

769

11.689

291

298

230

883

537

49

219

254

77

974

5

504

25

N. assegni attivatiRegione

30,9

26,3

26,0

24,6

23,1

22,2

19,5

18,7

18,3

18,3

17,7

17,2

15,7

15,3

13,7

13,0

12,3

12,2

9,1

8,5

8,0

% assegni sul totale docenti

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Page 164: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]162

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Piemonte

ITALIA

Tab. 5.10 - Personale tecnico-amministrativo suddiviso in base alla qualifica, 2008

Fonte: MIUR, CINECA.

91

43

24

158

6.608

BUniversità

1.077

389

175

1.729

28.815

C

754

374

130

1.171

18.460

D

162

30

18

209

3.548

EP

13

8

3

23

323

Dir

2.097

844

350

3.291

57.754

Tot TA

0,95

0,95

0,88

0,94

0,92

Rapporto fra TA e doc di ruolo

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Piemonte

ITALIA

Tab. 5.12 - Percentuale di personale tecnico-amministrativo con contratto a tempo determinato, suddiviso in base allaqualifica, 2008

Fonte: MIUR, CINECA.

2,2%

4,7%

0,0%

2,5%

3,6%

BUniversità

12,3%

7,5%

5,1%

9,8%

4,3%

C

5,4%

3,2%

4,6%

5,0%

2,0%

D

3,1%

0,0%

0,0%

2,4%

1,1%

EP

23,1%

50,0%

0,0%

21,7%

28,2%

Dir

8,7%

5,6%

4,3%

7,4%

3,4%

Tot TA

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Piemonte

ITALIA

Tab. 5.11 - Distribuzione percentuale del personale tecnico-amministrativo in base alla qualifica, 2008

Fonte: MIUR, CINECA.

4,3%

5,1%

6,9%

4,8%

11,4%

BUniversità

51,4%

46,1%

50,0%

52,6%

49,9%

C

36,0%

44,3%

37,1%

35,6%

32,0%

D

7,7%

3,6%

5,1%

6,4%

6,1%

EP

0,6%

0,9%

0,9%

0,7%

0,6%

Dir

2.097

844

350

3.291

57.754

Tot TA

il sistema, si avvalgono di dirigenti, con un peso - in tutti i casi - inferiore all’1%.L’utilizzo di contratti di lavoro dipendente a tempo determinato è abbastanza li-mitato. Tuttavia, mentre tutto il sistema impiega solo il 3,5% dei tecnici-ammini-strativi con contratto a tempo determinato, l’Università di Torino arriva a sfiorareil 9%, il Politecnico si colloca sopra al 5%, l’Università del Piemonte Orientale su-pera di poco il 4%.L’utilizzo dei contratti a tempo determinato è abbastanza limitato nelle qualificheinferiori, mentre è molto diffuso a livello dirigenziale.

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Page 165: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]163

5.6 > In breve• Dall’analisi dei dati sugli esiti dei concorsi per ricercatore, si nota un signifi-

cativo investimento sui giovani attuato dagli atenei del Piemonte negli ultimianni: i ricercatori sono aumentati, sia in valore assoluto, sia in percentuale sultotale dei docenti di ruolo; questo elemento ha inciso positivamente sul pro-filo anagrafico dei docenti in Piemonte.

• Al pari di quanto avvenuto a livello nazionale, anche in Piemonte la distribu-zione all’interno delle qualifiche vede, da un lato, un aumento dei ricercatori,dall’altro un aumento dei professori ordinari, a scapito degli associati.

• Il 50% circa dei ricercatori vince un concorso fra i 30 e i 35 anni (il 70% fra i30 e 40 anni), mentre il 16% dei nuovi ricercatori ha più di 40 anni, segno cheuna quota non trascurabile, anche se minoritaria, di individui inizia a contaresu un posto “stabile” a una età ormai abbastanza avanzata.

• Analogie fra Piemonte e resto d’Italia si scorgono anche analizzando l’ateneodi provenienza dei professori vincitori di concorso o idonei chiamati: la quotache proviene da atenei diversi da quello di destinazione è piuttosto esigua,l’87% già prestava servizio nell’ateneo con una qualifica inferiore.

• Dal 2003 al 2009 i contratti per assegni di ricerca sono quasi triplicati, tantoche a livello nazionale il Piemonte occupa il primo posto in termini di percen-tuale di assegni attivati sul numero di docenti.

• Il rapporto fra personale tecnico-amministrativo e personale docente di ruoloè abbastanza vicino all’unità in tutti gli atenei e simile al valore medio nazio-nale. Solo il 7% dei tecnici-amministrativi ha un contratto a tempo determi-nato, con percentuali variabili all’interno delle qualifiche e degli atenei; questotipo di contratto si applica soprattutto ai livelli dirigenziali.

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Page 166: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

LA RICERCA6

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Page 167: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]165

Il tema della ricerca scientifica, data la sua estrema complessità, meriterebbeuna trattazione a parte, molto più approfondita di quella a essa dedicata in que-sta sede. Ci limiteremo pertanto a fornire qualche elemento, soprattutto di tipoquantitativo, che aiuti a collocare la realtà degli atenei del Piemonte nel pano-rama nazionale.Limitare la trattazione all’attività degli atenei rappresenta essa stessa una scelta;altri soggetti svolgono ricerca, fra cui, in ambito pubblico, gli enti di ricerca e, nelprivato, le imprese. A essi si aggiungono gli organismi che vedono la partecipa-zione di soggetti pubblici e privati, come consorzi, parchi scientifici e tecnologici.Dai dati OECD emerge che l’Italia investe in ricerca e sviluppo, in percentualesul prodotto interno lordo, una quota pari a circa la metà di quella investita daaltri paesi europei, la quarta parte di quella investita dalla Svezia e inferioreanche al valore della Spagna.L’Italia impiega poco più di 3 ricercatori per 1.000 occupati: il valore più bassodi tutti i paesi analizzati.Il nostro e gli altri paesi industrializzati si differenziano anche per il fatto che,mentre in altre realtà è il settore privato (le imprese) a investire la quota mag-giore delle risorse in ricerca, in Italia il rapporto è invertito a favore del compartopubblico. Le grandi imprese, in Italia come all’estero, sono le principali finanzia-trici dell’attività di ricerca e sviluppo: il fatto che in Italia esse siano percentual-mente poco presenti rappresenta un ulteriore elemento di differenziazione tranoi e il resto d’Europa. Terza caratteristica strutturale è l’elevata concentrazione degli investimenti pri-vati; la spesa per ricerca è, per oltre il 60%, concentrata in sole tre regioni: Lom-bardia, Piemonte, Emilia-Romagna.

ITALIA

Francia

Germania

Regno Unito

Spagna

Svezia

Tab. 6.1 - Confronto fra alcuni paesi europei attraverso indicatori relativi alla competitività, 2006

Fonte: OECD (2008).

Paese

39,7

52,5

67,6

42,1

46,3

65,7

Quota di R&S finanziata dalleimprese (in % sul totale)

3,4

8,2

7,2

5,8

5,7

12,7

Ricercatori a tempo pieno(per 1.000 occupati)

1,1

2,1

2,5

1,8

1,2

3,7

Spesa in ricerca e sviluppo (in % sul PIL)

(*) · Si ringrazia l’ing. StefaniaCrotta e il dott. Daniele Rinaldi perla collaborazione alla stesura delcapitolo.

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Page 168: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]166

Piemonte

Valle d'Aosta

Lombardia

Trentino-Alto Adige

- Trento

- Bolzano

Veneto

Friuli-Venezia Giulia

Liguria

Emilia-Romagna

Toscana

Umbria

Marche

Lazio

Abruzzo

Molise

Campania

Puglia

Basilicata

Calabria

Sicilia

Sardegna

ITALIA

Nord-ovest

Nord-est

Centro

Mezzogiorno

Tab. 6.2 - Distribuzione percentuale della spesa per R&S intra-muros per settore istituzionale e regione, 2005

Nota: il dato delle attività di R&S svolte nelle università è frutto di una stima effettuata dai ricercatori dell’ISTAT. Il peso della componente privatadella spesa è superiore a quello pubblicato dall’OECD e, specularmente, è più basso quello della componente pubblica: le differenze si devono moltoprobabilmente a differenti criteri di rilevazione.Fonte: ISTAT (2008).

Regioni

1.998.818

11.999

3.341.589

207.826

157.079

50.747

776.303

378.877

488.152

1.451.305

1.046.061

153.769

209.945

2.814.965

266.889

26.952

1.020.077

426.437

53.937

118.247

629.164

177.483

15.598.795

5.840.558

2.814.311

4.224.740

2.719.186

Totale (v.a. in migliaia di euro)

80

63

72

30

20

61

50

46

55

61

32

25

43

28

47

8

37

24

38

8

26

6

50

73

54

30

30

Imprese%

1

17

5

6

3

15

2

1

1

1

1

-

-

2

-

16

1

3

-

-

1

-

2

3

1

1

2

Istituzioni privatenon profit

%

4

9

6

37

44

13

11

14

20

8

17

10

7

49

17

14

12

13

18

14

15

23

17

7

12

38

14

Istituzionipubbliche

%

15

12

17

27

32

11

37

40

25

31

50

65

50

21

35

62

49

59

44

78

58

71

30

17

33

31

54

Università%

All’interno delle università, le strutture deputate all’organizzazione e allo svol-gimento della ricerca sono i dipartimenti: istituite nel 1980, definite in autono-mia dalle università, solitamente aggregate per ambiti disciplinari.Tra gli enti pubblici, le realtà più rilevanti sono il Consiglio Nazionale delle Ri-cerche (CNR), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Istituto Nazionale di Fisica Nu-cleare (INFN) e altri, per un totale di dodici enti.

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Page 169: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]167

In termini di risorse, la spesa in ricerca delle università è pari a quasi sei voltequella degli enti pubblici di ricerca.In Piemonte, per quanto riguarda il comparto pubblico, si annoverano i diparti-menti universitari (55 all’Università di Torino, 18 al Politecnico, 12 all’Universitàdel Piemonte Orientale), i 16 istituti del CNR, 12 centri o enti pubblici di ricerca,11 centri di ricerca misti pubblico-privati, 8 fondazioni di ricerca. Aquesti si aggiungono i soggetti pri-vati, le imprese e i loro centri, perun totale di 200 centri di ricerca,380 laboratori, 6 parchi scientificie tecnologici.

Secondo stime recenti, il Piemonteinveste l’1,8% del proprio PIL in ri-cerca e sviluppo. La distribuzionedella spesa in ricerca e sviluppovede una predominanza della com-ponente privata: una caratteristicaper un verso simile a quella regi-strata in altre regioni nord-occiden-tali, ma che differenzia nettamenteil profilo della spesa piemontese daldato medio nazionale.Distribuzione abbastanza simile sipuò osservare in riferimento agliaddetti impiegati in ricerca; anchein questo caso, il Piemonte mostrauna predominanza degli addetti im-piegati nel settore privato - una cir-costanza che non si verifica nelleregioni del centro o dell’Italia meri-dionale.

Piemonte

Valle d'Aosta

Lombardia

Trentino-Alto Adige

- Trento

- Bolzano

Veneto

Friuli-Venezia Giulia

Liguria

Emilia-Romagna

Toscana

Umbria

Marche

Lazio

Abruzzo

Molise

Campania

Puglia

Basilicata

Calabria

Sicilia

Sardegna

ITALIA

Nord-ovest

Nord-est

Centro

Mezzogiorno

Tab. 6.3 - Distribuzione percentuale degli addetti alla R&S per settoreistituzionale e regione, in unità equivalenti a tempo pieno, 2005

Nota: il dato delle attività di R&S svolte nelle università è frutto di una stima effettuata dai ricercatoridell’ISTAT.Fonte: ISTAT (2008).

Regioni

18.692

190

32.194

2.679

1.937

742

10.367

4.603

5.204

17.514

11.986

2.404

2.992

30.749

3.423

493

11.635

5.965

726

1.832

8.816

2.786

175.248

56.279

35.163

48.130

35.676

Totale

71

58

61

28

18

53

46

38

50

53

26

18

37

19

44

5

28

17

25

7

19

7

40

63

47

22

22

Imprese%

3

17

5

7

4

15

3

1

1

1

1

2

1

4

-

25

1

4

-

1

2

-

3

4

2

3

2

Istituzioni privateno profit

%

6

8

8

38

45

18

11

15

17

10

19

7

7

50

14

13

15

17

18

18

14

22

19

8

13

37

16

Istituzionipubbliche

%

20

17

26

27

32

14

40

46

32

36

54

74

56

28

42

57

55

62

56

74

65

71

38

25

38

38

60

Università%

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[ ]168

6.1 > Le entrate per attività di ricerca Non è agevole stimare le risorse disponibili per il finanziamento dell’attività di ri-cerca. Sono eterogenee le fonti di finanziamento, le modalità di allocazione dellerisorse e le finalità.In questa sede, per disporre di alcuni elementi di valutazione e confronto ver-ranno utilizzati i dati dell’annuale rilevazione promossa dal CNVSU in collabora-zione con i nuclei di valutazione degli atenei.Prima di commentare i dati è utile disporre di un quadro delle principali fonti difinanziamento.Iniziando dai fondi pubblici, quelli erogati dal Ministero dell’Università e della Ri-cerca rappresentano la parte senza dubbio più consistente.Innanzitutto, occorre ricordare il Fondo di Finanziamento Ordinario: principalestrumento di trasferimento di risorse statali alle università, esso dovrebbe es-sere destinato, oltre che a coprire le spese per i salari del personale docente eper il funzionamento complessivo degli atenei, anche a finanziare parte dei costisostenuti per la ricerca.In secondo luogo, il Ministero interviene finanziando borse di dottorato, con cri-teri decisi annualmente dal Ministro.In terzo luogo, risorse pubbliche sono trasferite agli atenei da parte del Ministeroattraverso l’erogazione di fondi assegnati con criteri competitivi, a seguito di pre-sentazione (e successivo giudizio positivo) di progetti di ricerca da parte degliatenei. Quest’ultima modalità di finanziamento, che rappresenta una delle pra-tiche più diffuse all’estero, si è esplicitata negli anni attraverso i bandi dei Pro-getti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN), i Fondi per la Ricerca di Base (FIRB)o quelli a sostegno della Ricerca Industriale (FAR).In particolare i PRIN, sui cui risultati si tornerà fra breve, hanno rappresentato uncanale di finanziamento estremamente importante, soprattutto in quelle areeche possono usufruire di rapporti meno stringenti e remunerativi con il tessutoproduttivo privato.Restando in ambito pubblico, le strutture universitarie possono usufruire di fi-nanziamenti erogati dagli enti pubblici di ricerca, anche se le difficoltà, non solofinanziarie, di alcuni enti non sempre garantiscono entrate consistenti e costanti.Si annoverano inoltre fondi erogati da consorzi interuniversitari, presenti in al-cune aree disciplinari, ripartiti tra gruppi universitari per finanziare specifici pro-getti, acquisto di strumentazione, borse di dottorato.Infine, va citato il ruolo di rilievo che hanno assunto alcune regioni (Piemonte,Lombardia, Emilia-Romagna, Campania, per citare alcuni casi noti) nell’ambitodel finanziamento pubblico alla ricerca. Si tratta di iniziative promosse e soste-

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[ ]169

nute dalle amministrazioni locali che, in seguito alla riforma costituzionale del2001, hanno – in tema di ricerca scientifica – potestà legislativa concorrente ehanno scelto di investire risorse in questa direzione.Per quanto riguarda le fonti private, le università possono attivarsi per svolgereattività di ricerca o consulenza con imprese, enti pubblici, fondazioni. Si tratta divoci di entrata piuttosto consistenti per alcuni atenei e aree disciplinari, soprat-tutto nelle regioni del Nord e nelle discipline tecniche.Le università partecipano, inoltre, ai bandi promossi e finanziati dall’Unione Eu-ropea, soprattutto nell’ambito dei programmi-quadro, attraverso la presenta-zione di progetti di ricerca. Questa opportunità di finanziamento ha spinto moltiatenei a dotarsi di strutture specializzate nell’analisi degli scenari e nel supportoalla presentazione e rendicontazione dei progetti.

In Piemonte, sommando le entrate per attività di ricerca dei tre atenei statali(dati tratti dalle rilevazioni Nuclei del CNVSU), si evince che le risorse comples-sivamente incassate dalle strutture universitarie sono andate aumentando ab-bastanza progressivamente negli ultimi anni, fino a sfiorare nel 2007 i 100milioni di euro.Analizzando le singole voci, emerge come il 50-60% circa delle risorse incassatedagli atenei provenga da imprese, soggetti privati italiani non profit, imprese eistituzioni estere non profit, amministrazioni pubbliche italiane (centrali e locali)diverse dal Ministero1. L’importanza di questi enti nel finanziamento della ricercasi coglie non solo per il fatto che insieme rappresentano il principale canale di fi-nanziamento, ma anche perché il loro contributo è cresciuto nel corso degli anni,come evidenzia la figura 6.1.Di questi enti fa parte anche la Regione Piemonte. Le risorse pubbliche, erogate dal Ministero e dagli Enti pubblici di ricerca, mo-strano, al contrario, un trend non sempre positivo. Le risorse ministeriali com-prendono anche quelle erogate nell’ambito dei bandi PRIN, il cui ammontare hasubìto contrazioni di rilievo negli ultimi anni.Le entrate derivanti dai bandi dell’Unione Europea pesano per circa il 10% sul to-tale delle entrate, pur con differenze di un certo rilievo da un ateneo all’altro e daun esercizio a quello successivo.Per completare l’analisi delle varie voci di entrata, si può osservare che partedelle risorse disponibili per la ricerca sono state destinate alle strutture di ricercadagli stessi atenei. Le cifre, e la percentuale sul totale delle risorse, riflettono la po-litica e le disponibilità finanziarie che l’università può destinare alla ricerca, te-nuto conto delle altre voci di bilancio e delle disponibilità complessive.

1 · Questa classificazione seguequella adottata nella rilevazioneNuclei del CNVSU.

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Page 172: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]170

Fig. 6.1 - Entrate per attività di ricerca scientifica e attività conto terzi degli atenei del Piemonte, suddivise per macro-voci(in migliaia di euro), 2003-2007

Fonte: MIUR-CNVSU.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Università del PiemonteOrientale

Tab. 6.4 - Entrate per attività di ricerca scientifica e attività conto terzi degli atenei del Piemonte,suddivise per macro-voci e ateneo (in percentuale sul totale delle entrate), 2003-2007

Per enti esterni si intendono: imprese italiane, soggetti privati italiani non profit, soggetti privati esteri (imprese e istituzioni nonprofit), altre amministrazioni pubbliche italiane (centrali e locali), altre istituzioni pubbliche estere. Le entrate da MIURcomprendono quelle per i Progetti di rilevante interesse nazionale.Fonte: MIUR-CNVSU.

Università

2003

2004

2005

2006

2007

2003

2004

2005

2006

2007

2003

2004

2005

2006

2007

Anno

4

8

9

6

5

15

15

13

22

18

4

0

14

5

6

UE%

30

18

6

10

10

22

14

17

22

11

17

24

16

18

9

MIUR%

32

42

55

49

52

42

49

42

41

60

34

39

51

47

51

Entiesterni

%

32

27

26

27

26

14

18

20

14

10

42

34

19

27

30

Ateneo%

nd

3

2

6

6

nd

2

5

-

-

nd

-

-

1

1

Altreentrate

%

53.350

41.302

52.220

57.011

61.603

24.350

26.996

26.392

24.043

27.533

7.194

7.552

9.062

8.056

9.555

TOTALE

1

2

2

1

1

6

2

2

1

1

3

2

1

2

3

Enti pubblicidi ricerca

%

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[ ]171

La tabella 6.4 riporta la distribuzione percentuale delle voci di entrata appenadescritte riferite ai tre atenei del Piemonte.

Con riferimento all’esercizio finanziario 2007, ultimo disponibile, si nota comeil Politecnico di Torino sia caratterizzato dal significativo apporto di risorse de-rivanti da enti esterni - voce che, peraltro, rappresenta il principale canale di fi-nanziamento anche negli altri due atenei. Il Politecnico mostra anche una buonacapacità di attrazione di fondi europei. Sotto il profilo della distribuzione per-centuale, sono superiori le entrate erogate dal MIUR e, soprattutto, quelle de-stinate alla ricerca da parte dell’Ateneo, sia all’Università di Torino siaall’Università del Piemonte Orientale.

Fig. 6.2 - Entrate per attività di ricerca scientifica e attività conto terzi degli atenei delPiemonte, suddivise per macro-voci e ateneo (in percentuale sul totale delle entrate), 2007

Per enti esterni si intendono: imprese italiane, soggetti privati italiani non profit, soggetti privati esteri (imprese e istituzioni nonprofit), altre amministrazioni pubbliche italiane (centrali e locali), altre istituzioni pubbliche estere.Fonte: MIUR-CNVSU.

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Page 174: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]172

6.2 > I Progetti di rilevante interesse nazionale I Progetti di Interesse Nazionale (PRIN) costituiscono una delle modalità più im-portanti e utilizzate di finanziamento pubblico alla ricerca scientifica su basecompetitiva. Essi sono bandi liberi, ossia non sono individuati, da parte del Mi-nistero, tematiche o ambiti disciplinari nell’ambito dei quali le università pos-sono presentare progetti di ricerca. L’apertura a tutte le aree disciplinari,caratteristica distintiva dei PRIN, ha fatto sì che essi abbiano rappresentato uncanale di finanziamento molto importante, soprattutto per quelle aree che pos-sono usufruire di rapporti poco continuativi e remunerativi con il tessuto pro-duttivo. Ci si riferisce, in modo particolare, alle discipline umanistiche, dellaformazione, politico-sociali e sociologiche, ma anche a quelle discipline dellescienze di base in cui la ricerca svolta ha riscontri finanziari assai meno cospi-cui, rispetto, ad esempio, alle discipline ingegneristiche o informatiche. Per ciascun progetto di ricerca che viene sottoposto a valutazione deve essereindividuato un coordinatore scientifico nazionale, il quale deve prendervi parteattivamente, e assumersi la responsabilità della gestione delle risorse ricevutee della realizzazione del progetto.I progetti hanno durata biennale e afferiscono alle 14 aree disciplinari indicatedal Consiglio Universitario Nazionale (CUN).Dal punto di vista della valutazione dei progetti, i PRIN prevedono che la sele-zione venga effettuata attraverso un comitato guida, che ha la responsabilitàdella valutazione delle proposte e si avvale di revisori anonimi, scelti attingendoda una banca dati di esperti selezionati dal Ministero. La valutazione del progetto è effettuata sulla base di criteri quali: la qualità scien-tifica e l’interesse nazionale e internazionale del progetto; la capacità del gruppodi ricerca di realizzare il progetto nei tempi previsti; l’esperienza e l’autorevo-lezza scientifica del coordinatore nazionale e dei coordinatori di unità; la con-

Quadro 6.A > L’Industrial Liaison Office del PiemonteL’Industrial Liaison Office del Piemonte (ILO) nasce dalprogetto comune e sinergico tra Università di Torino, Po-litecnico di Torino e Università del Piemonte Orientale,con il compito primario di favorire, qualificare, estenderee consolidare i rapporti tra il mondo universitario e l’ap-parato produttivo locale, agevolando, in particolare, il tra-sferimento di tecnologie e conoscenze tra i centri diricerca accademica e le imprese.

L’ILO Piemonte eroga gratuitamente servizi che vannodall’analisi dei progetti di ricerca con potenzialità di mer-cato, alla consulenza su brevetti e marchi, dal supportoalla brevettazione di strategie di protezione, a quello sullacreazione e promozione di spin-off, fino alla formazionein tema di trasferimento tecnologico e all’organizzazionedi eventi divulgativi. Sotto il profilo dell’attività brevettale, nel 2007 l’Univer-sità di Torino ha presentato 2 brevetti a livello europeo, ilPolitecnico 6, e l’Università del Piemonte Orientale 3.

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gruità della dimensione del gruppo di ricerca rispetto agli obiettivi di ricerca eall’interesse del progetto; la sostenibilità finanziaria. Al termine della procedura,sulla base dei giudizi espressi dagli esperti, viene redatta una graduatoria di me-rito, indicando l’entità del cofinanziamento proposto per ciascun progetto.In riferimento ai risultati dei bandi PRIN, dal momento che si tratta di un’espe-rienza ormai pluriennale, e alla luce del fatto che si tratta di bandi liberi (nontematici), si può disporre di un panorama informativo ampio e sufficiente-mente attendibile per poter formulare valutazioni in ordine all’attività di ri-cerca svolta dagli atenei. Negli ultimi cinque anni (2003-2007) lapartecipazione ai bandi PRIN è stata abbastanza costante: il valore medio -riferito a tutti gli atenei italiani - del rapporto fra partecipanti effettivi e parte-cipanti potenziali si colloca intorno al 50%, pur con lievi oscillazioni annuali.Gli atenei del Piemonte si discostano, in parte, dalla media nazionale; tuttavia,mentre Politecnico di Torino e Università del Piemonte Orientale mostrano untasso di partecipazione superiore alla media, l’Università di Torino si collocaal di sotto della media nazionale (Fig. 6.3).

I bandi relativi ai Progetti di rilevante interesse nazionale sono stati finanziatiannualmente, a differenza di quanto accaduto con altri strumenti finanziariadottati dal Ministero. Tuttavia, con il trascorrere degli anni, si sono manifestate

[ ]173

Fig. 6.3 - Rapporto fra partecipanti ai bandi PRIN e partecipanti potenziali (dati riferiti ai soli docenti di ruolo), 2003-2007

Fonte: MIUR-CINECA.

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[ ]174

difficoltà di ordine economico, sulla falsariga di altre partite di bilancio pub-blico. Le risorse complessivamente messe a disposizione sono passate da 137milioni di euro del 2003 a 98 milioni nel 2007 (ulteriormente diminuite a 95milioni nel 2008).

Con la diminuzione delle risorse è diminuita sia la percentuale di progetti finan-ziati sul totale dei progetti presentati (modelli A), sia quella riferita alle unità lo-cali finanziate sul totale delle unità locali presentate (modelli B)2.In riferimento ai modelli A, il dato medio nazionale è passato dal 40% circa del2003 a meno del 25% nel 2007. Il decremento è dovuto, da un lato, al conside-revole incremento del numero di progetti presentati (+50% nel quinquennioesaminato), dall’altro, alla già segnalata diminuzione delle risorse avvenuta nellostesso periodo (-30%). Il finanziamento medio assegnato a ogni progetto valu-tato positivamente, e successivamente finanziato, è passato da circa 150milaeuro a poco più di 100mila (i dati rappresentano la media nazionale). Gli ateneidel Piemonte mostrano andamenti altalenanti rispetto al valore medio nazio-nale, anche se complessivamente si può affermare che essi risentano negati-vamente, alla pari di tutto il sistema, della diminuzione delle risorse messe adisposizione.

Fig. 6.4 - Rapporto fra progetti finanziati e totale dei progetti presentati (modelli A) nei bandi PRIN, 2003-2007

Fonte: MIUR-CINECA.

2 · I progetti di ricerca di interessenazionale (modelli A) sono svi-luppati in una o più unità opera-tive (modelli B) e devono esserecoordinati da un professore o daun ricercatore di ruolo, denomi-nato coordinatore scientifico. Cia-scun progetto può prevedere unnumero massimo di cinque unitàlocali (modelli B).

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Page 177: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]175

Con riferimento ai modelli B, la tendenza è abbastanza sovrapponibile alla pre-cedente: nel 2006 e nel 2007, la quota di unità locali finanziate su quelle com-plessivamente presentate è diminuita e gli atenei del Piemonte hanno risentitodi questa dinamica, pur in presenza di oscillazioni annue non trascurabili.

Fig. 6.5 - Rapporto fra unità locali presentate e unità locali finanziate (modelli B) nei bandi PRIN, 2003-2007

Fonte: MIUR-CINECA.

A fronte della generale diminuzione delle risorse mediamente assegnate a cia-scun progetto finanziato, anche gli atenei del Piemonte, pur in presenza di an-damenti oscillanti, si sono visti attribuire un ammontare medio di risorse perciascun progetto inferiore a quello di cinque anni prima.

Le risorse ministeriali mettono a disposizione, mediamente, circa il 68%delle risorse erogate a ciascun progetto finanziato. La parte restante è co-perta, attraverso un meccanismo di cofinanziamento, dagli atenei. Essi, at-traverso autonome politiche, destinano risorse ai progetti valutatipositivamente: mentre Università di Torino e Politecnico contribuiscono aiprogetti con quote abbastanza simili a quelle medie nazionali (intorno al35%), l’Università del Piemonte Orientale è arrivata, nell’ultimo anno, a co-finanziare il 45% dei costi.

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[ ]176

6.3 > Il posizionamento nella valutazione della produzione scientificaLa valutazione della ricerca viene indicata dagli osservatori come l’unica viache permette di selezionare concretamente le linee e i progetti più validi, alfine di non disperdere le limitate risorse a disposizione.La valutazione della ricerca in Italia, se concepita in senso ampio, assume di-verse connotazioni, fra cui si possono annoverare le valutazioni di progettidi ricerca per l’ammissibilità al finanziamento ministeriale, la valutazionedella produzione scientifica, e quella svolta ai fini del reclutamento del per-sonale, nell’ambito delle valutazioni comparative dei candidati.Mentre della valutazione dei progetti di ricerca (PRIN) si è detto poc’anzi, cisoffermeremo ora sulla valutazione della produzione scientifica.

Il primo (e finora unico) esercizio di valutazione della ricerca a livello nazio-nale è stato condotto dal Comitato di Indirizzo e Valutazione della Ricerca(CIVR), che ha esaminato la produzione scientifica del triennio 2001-2003. Èstata un’iniziativa di portata storica, i cui risultati sono stati integralmente pub-blicati e resi noti a un pubblico composto non solo di addetti ai lavori.

Fig. 6.6 - Co-finanziamento medio del Ministero per progetto finanziato nei bandi PRIN,2003-2007

Fonte: MIUR-CINECA.

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[ ]177

La Valutazione Triennale della Ricerca (VTR) è stata finanziata integralmentedal Ministero e ha risposto, in primo luogo, agli obiettivi fissati dal soggetto po-litico: disporre di un supporto conoscitivo oggettivo per guidare la determina-zione dei criteri per il finanziamento delle istituzioni scientifiche pubbliche. Sul fronte del metodo scelto, il VTR si è basato sulla consolidata tecnica dellapeer review (ossia la formulazione di giudizi di merito scientifico da parte diun collegio di studiosi di pari grado dei valutati per status o merito scienti-fico), oltre che sull’analisi di indicatori in grado di stimare la capacità di at-trarre e gestire fondi di ricerca, il grado di apertura e collaborazione con ilsistema socio-economico, la formazione del personale addetto alla ricerca.L’esercizio, esteso alle università e agli enti pubblici di ricerca, era strutturatosu base volontaria, ma tutte le strutture vi hanno aderito.Un vincolo, dettato da esigenze finanziarie, è stato rappresentato dal numerodi prodotti che le strutture di ricerca potevano presentare per la valutazione.Si poteva indicare un numero di prodotti pari a 0,5 per ricercatore equiva-lente a tempo pieno (etp), per cui se un ateneo aveva in organico 800 do-centi (etp), poteva presentare 400 prodotti. La tipologia dei prodotticonsisteva in articoli su riviste, monografie e saggi in miscellanee, brevettidepositati, progetti, composizioni, manufatti. La prima selezione dei prodotti è stata lasciata all’autonomia delle strutture.Le università (e gli enti di ricerca) dovevano inviare al CIVR i prodotti selezio-nati, insieme ad altri dati che potessero contribuire alla costruzione di opportuniindicatori. La produzione è stata divisa in 20 aree, di cui 14 disciplinari (secondola classificazione del CUN) e 6 tematiche, relative a settori di particolare inte-resse strategico per il sistema di ricerca nazionale, sulla base di quanto stabilitodal programma nazionale della ricerca.L’esercizio ha condotto alla stesura di una ranking list, sulla base di determi-nate fasce dimensionali, secondo cui le strutture sono state classificate sullabase del valore medio dei prodotti presentati.La tabella 6.5 mostra il posizionamento delle strutture afferenti ai tre atenei sta-tali del Piemonte, suddivise in base all’area disciplinare o tematica. Emergonovere e proprie punte di eccellenza, aree ben posizionate nel panorama nazio-nale e aree chiamate a fare progressi nella qualità della produzione scientifica.

Nonostante le numerosissime voci che hanno accolto positivamente il VTR, au-spicandone repliche periodiche, non ne è conseguito, fino a oggi, un sistema diallocazione delle risorse finanziarie a favore delle università che hanno fatto re-

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[ ]178

gistrare risultati scientifici superiori alla media, a scapito di quelle che hannoottenuto una valutazione più bassa.Questa tendenza sembra essere destinata a mutare: come si vedrà in detta-glio nel capitolo 7, parte delle risorse derivanti dal 7% del Fondo di Finanzia-mento Ordinario del 2009, sono state ripartite fra gli atenei sulla base diindicatori relativi alla qualità della ricerca scientifica. Nell’ambito di questiindicatori, sono stati utilizzati anche i coefficienti di ripartizione delle risorsedestinate alle aree comprese nel VTR 2001-03 e quelli relativi alle attività divalorizzazione applicativa.

01 Scienze matematiche e informatiche

02 Scienze fisiche

03 Scienze chimiche

04 Scienze della Terra

05 Scienze biologiche

06 Scienze mediche

07 Scienze agrarie e veterinarie

08 Ingegneria civile ed architettura

09 Ingegneria industriale e dell'informazione

10 Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche

11 Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

12 Scienze giuridiche

13 Scienze economiche e statistiche

14 Scienze politiche e sociali

15a Scienze e tecnologie per una società dell’informazione e della comunicazione

15b Scienze e tecnologie per la qualità e la sicurezza degli alimenti

15c Scienze e tecnologie dei nano/microsistemi

15e Scienze e tecnologie per lo sviluppo e la governance sostenibili: aspetti economici, sociali, energetici e ambientali

15f Scienze e tecnologie per la valutazione e la valorizzazione dei beni culturali

Tab. 6.5 - Il posizionamento delle strutture afferenti ai tre atenei del Piemonte nell’ambito della valutazione dellaproduzione scientifica 2001-2003 svolta dal CIVR

Nota: la tabella mostra il posizionamento delle strutture afferenti ai tre atenei del Piemonte, suddivise in base al numero di addetti alla ricerca inesse operanti (piccole, medie, grandi, mega).Fonte: CIVR.

Area scientifico-disciplinare

10/13 grandi

3/23 medie

8/17 medie

13/15 medie

1/23 grandi

7/16 mega

4/12 grandi

14/23 grandi

8/20 grandi

4/15 grandi

4/9 grandi

2/4 grandi

4/7 medie

11/25 piccole

9/29 piccole

5/15 piccole

3/26 piccole

Università di Torino

4/15 medie

11/23 medie

20/26 piccole

26/26 piccole

3/9 grandi

3/10 grandi

14/23 piccole

9/35 piccole

21/29 piccole

3/4 medie

11/15 piccole

2/26 piccole

Politecnicodi Torino

18/27 piccole

4/27 piccole

3/26 piccole

12/18 medie

3/9 medie

11/13 piccole

5/15 medie

20/31 piccole

8/31 medie

4/31 piccole

PiemonteOrientale

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Quadro 6.B > Gli incubatori di imprese innovativeGli atenei del Piemonte hanno dimostrato una note-vole attenzione nei confronti delle possibili ricaduteimprenditoriali e occupazionali generate dalla ricercascientifica.L’incubatore è il luogo in cui ricerca, sviluppo tecno-logico e imprenditorialità ad alto contenuto di cono-scenza si incontrano e confrontano per fondersi ecreare nuove iniziative. Scopo dell’incubatore è, in-fatti, quello di favorire la nascita e la crescita di im-prese che provengono dal mondo della ricerca acca-demica o che possono usufruire dei risultati dellaricerca universitaria per sviluppare prodotti e serviziinnovativi.Il primo incubatore di imprese innovative, in Piemontee in Italia, è stato I3P: promosso e voluto dal Politec-nico di Torino, ha l’obiettivo di generare nuova im-prenditoria ad alta intensità di conoscenza che traggavantaggio dal rapporto stretto con l’ateneo. Leaziende possono usufruire della prossimità con il Po-litecnico e accedere alle conoscenze sviluppate neisuoi laboratori di ricerca, e l’ateneo offre ai suoi stu-denti e ricercatori un’opportunità concreta di fare im-presa. La sede principale dell’incubatore è situata al-l’interno della Cittadella Politecnica e dispone di quasi3.000 mq di spazi.Nei 9 anni trascorsi dalla sua costituzione a oggi, I3Pha ospitato 111 neo-imprese, di cui 65 hanno conclusoil periodo di incubazione e solo 6 hanno chiuso la pro-pria attività. Sono 570 gli addetti che lavorano com-plessivamente nelle aziende.Nell’ottobre 2007, l’Università di Torino ha avviatouna propria iniziativa in tema di imprenditorialità: l’in-cubatore di imprese, gestito dalla società consortile2I3T, costituita d’intesa con Provincia e Città di Torinoe Finpiemonte SpA. 2I3T ha l’obiettivo di stimolare iltrasferimento tecnologico all’interno dell’Università,con l’intento di supportare l’imprenditorialità di stu-denti e ricercatori, fornendo un ambiente fisico dovesvolgere la ricerca e i servizi di base.L’incubatore è costituito da due poli su Torino, l’unodedicato alle imprese che operano nel campo chi-

mico-farmaceutico, l’altro nel settore delle biotecno-logie. Le aziende a oggi incubate sono 16, e insistononelle discipline chimiche, ambientali, biotecnologi-che, mediche, agro-alimentari.Costituito nell’ottobre 2008, e avviato all’inizio del2009, l’incubatore del Polo di Innovazione di Novaraè strutturato in forma di società consortile cui parte-cipano l’Università del Piemonte Orientale, la Provin-cia, il Comune, l’Associazione Industriali, la Camera diCommercio di Novara e Finpiemonte SpA. L’attività èsvolta senza una specifica vocazione settoriale an-che se intende operare più approfonditamente neicampi medico e biotecnologico, chimico, farmacolo-gico, della gestione del territorio e della comunica-zione.L’incubatore intende ospitare da 5 a 8 imprese in fasedi incubazione e ha a disposizione un’altra area dovesi prevede di ospitare realtà in post-incubazione. L’in-cubatore opera in sinergia con l’Ufficio Ricerca Scien-tifica dell’Università del Piemonte Orientale e offreservizi come la redazione e l’aggiornamento dei bu-siness plan, la tutela della proprietà intellettuale, la co-municazione d’impresa, l’accesso al credito, la pro-gettazione europea e l’internazionalizzazione.Si collega al sistema degli incubatori universitari pie-montesi il progetto delle Officine di Pollenzo, pro-mosso dall’Università di Scienze Gastronomiche. Essointende promuovere l’attitudine all’imprenditorialitàindividuale e diffusa, il recupero della tradizione eno-gastronomica, l’attivazione di processi produttivi tra-dizionali, il valore professionale e i concetti operatividei saperi manuali.Sul piano operativo il progetto prevede la costituzionedella società dell’Incubatore delle Officine di Pollenzocon un partenariato fra l’Università di Scienze Gastro-nomiche e soci privati. La società avrà il ruolo di valutarei business plan delle singole officine e di sostenere lo startup delle imprese mettendo a disposizione gli investi-menti operativi per l’avvio delle attività.La prima officina in corso di realizzazione è quella delpane; sono in fase di valutazione quelle riguardanti labirra, i salumi, l’affinamento formaggi, le conservealimentari.

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6.4 > Il ruolo della Regione PiemonteLa Regione Piemonte investe da molti anni sulla ricerca, soprattutto in settori neiquali è titolata a intervenire dalla potestà legislativa concorrente riconosciutaledal “vecchio” art. 117 della Costituzione Italiana. La riforma del Titolo V della Co-stituzione ha incluso in modo esplicito Ricerca scientifica e tecnologica e so-stegno all’innovazione per i settori produttivi tra le materie di legislazioneconcorrente Stato-Regioni.L’attuale programma di legislatura, recependo anche le indicazioni contenutenei documenti europei di Lisbona e di Göteborg, affida alla ricerca un ruolostrategico nello sviluppo e nella conversione dell’economia regionale, conl’obiettivo di valorizzare le vocazioni industriali, tecnologiche e scientifiche delPiemonte.Con l’emanazione della Legge Regionale 4/2006, la Regione Piemonte è statatra le prime a dotarsi di una propria legge sulla ricerca e a istituire un SistemaRegionale di Innovazione e Ricerca. Il principio che orienta la strategia è quellodella cooperazione tra i diversi soggetti, pur garantendo a ciascuno di essi il ri-conoscimento della propria autonomia e delle proprie specificità.Per la gestione dei processi innescati dalla Legge Regionale 4/2006, la Regionesi avvale della collaborazione di Finpiemonte e ha istituito, nel 2007, la DirezioneInnovazione, Ricerca e Università.Le politiche regionali si rivolgono a un insieme di attori, costituito da atenei, cen-tri di ricerca pubblici e privati, parchi scientifici e tecnologici, incubatori di im-presa, imprese, distretti tecnologici, fondazioni bancarie, fondazioni di ricerca,oltre a soggetti che svolgono attività di ricerca e trasferimento tecnologico.Le attività e i progetti sono contenuti nel Programma Triennale della Ricerca.

Le principali linee di intervento sono cinque:• risorse umane; • evoluzione della struttura produttiva; • sostegno alla produzione di conoscenza; • sostegno allo sfruttamento di conoscenza; • azioni di sistema.

Le risorse umaneL’investimento sulle risorse umane nasce dalla loro centralità nell’attività diricerca.In questo ambito si è scelto di attuare azioni volte alla rimozione delle barriere

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all’entrata del sistema della ricerca, al potenziamento della formazione di altolivello e al sostegno all’internazionalizzazione.Le attività e i progetti su cui la Regione ha investito sono i seguenti:• priorità assegnata ai progetti presentati da giovani ricercatori nel bando per

la ricerca pre-competitiva 2006 e in quello sulle scienze umane 2009;• assegni di ricerca.

Per quanto riguarda il primo punto, il Bando regionale per la ricerca industrialee lo sviluppo pre-competitivo per l’anno 2006 e il Bando sulle scienze umane perl’anno 2009 hanno destinato il 10% delle risorse a progetti presentati da ricer-catori strutturati con età non superiore a 40 anni (35 nel bando sulle scienzeumane).Gli assegni di ricerca sono uno degli strumenti sui quali la Regione ha maggior-mente investito.A un anno dalla nascita del sistema universitario piemontese, nel luglio 2007 èstato firmato un accordo tra Regione Piemonte, Università di Torino, Politecnicodi Torino, Università del Piemonte Orientale e Università di Scienze Gastrono-miche per il potenziamento del sistema della ricerca e dell’alta formazione. Sui risultati finora conseguiti in questi ambiti, si veda il paragrafo 6.4.1.

Evoluzione della struttura produttiva La definizione dell’asse incentrato sull’evoluzione del sistema produttivo nascedalla consapevolezza che la prestazione innovativa delle imprese piemontesi, ela conseguente crescita di competitività del sistema regionale, non può che fon-darsi su una rinnovata volontà del sistema industriale di investire risorse proprienei processi di innovazione e di riappropriarsi della capacità di incorporare fat-tori di rischio imprenditoriale nelle decisioni di investimento.Ciò comporta la necessità di associare al piano di sostegno alla ricerca e all’in-novazione alcune misure che facilitino e assecondino il cambiamento strutturalegià in atto.Fra di esse, si segnalano la creazione di piattaforme tecnologiche e la riconver-sione delle filiere industriali tradizionali.

Le piattaforme, mutuate dalle politiche di ricerca dell’Unione Europea, nasconoper incoraggiare e consolidare i partenariati fra pubblico e privato in specificisettori tecnologici. La Regione sostiene progetti che permettano l’acquisizionee la sperimentazione di nuove conoscenze, l’utilizzo delle capacità esistenti, fi-

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nalizzate alla messa a punto di nuovi prodotti, processi produttivi, servizi per ilperfezionamento di quelli esistenti, contribuendo così allo sviluppo delle im-prese, specialmente di piccola e media dimensione.Le piattaforme sono concepite come un insieme integrato di azioni di ricercaindustriale e di sviluppo sperimentale, finalizzate al perseguimento di obiettividi breve-medio periodo. Esse prevedono la partecipazione congiunta di una plu-ralità di soggetti attivi nella ricerca e nell’innovazione.

Le attività e i progetti in corso sono i seguenti:• piattaforma aerospazio; • piattaforma biotecnologie/scienze della vita;• piattaforma mobilità intelligente; • piattaforma agroalimentare.L’aerospazio in Piemonte è un settore maturo, strutturalmente vicino alla faseapplicativa, in cui il processo innovativo e la ricaduta industriale sono determi-nati dall’intersezione tra tecnologie e servizi innovativi con le filiere industriali giàconsolidate e le attività di servizio tradizionali.I soggetti attivi nel settore aerospaziale del territorio piemontese, da tempo e inmolteplici forme, hanno manifestato la volontà di strutturare, anche formal-mente, il proprio sistema produttivo e le relazioni all’interno di esso.La formazione del Comitato Promotore Distretto Aerospazio raccoglie i risultatidi questi sforzi e costituisce il punto di riferimento delle istituzioni, delle impresee del sistema della ricerca a livello regionale.Il Comitato, insediato nel dicembre 2005, è costituito da Regione Piemonte, Pro-vincia e Comune di Torino, Camera di Commercio, Finpiemonte, Unione Indu-striale e API, e si avvale dello Steering Commitee, in qualità di organo consultivo,formato dagli atenei piemontesi, imprese, ordini e rappresentanze sindacali. Gliobiettivi del Comitato, che vanno dalla promozione delle capacità e delle eccel-lenze scientifiche e imprenditoriali allo sviluppo di specifici progetti di innova-zione, sono perseguiti attraverso un approccio fortemente partecipativo checoinvolge tutti i soggetti interessati allo sviluppo dell’aerospazio.La Regione Piemonte, nel ritenere prioritario il comparto aerospaziale per lo svi-luppo socio-economico del territorio, si è impegnata a sostenere l’aerospaziocome piattaforma tecnologica.Il bando relativo alla Piattaforma Aerospazio si è concluso con l’approvazione di treproposte progettuali, equamente distribuite per ciascuna area tematica previstadal bando, per un finanziamento complessivo pari a 30 milioni di euro, a coper-

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tura di oltre il 60% del costo delle proposte progettuali approvate. Tra i soggettibeneficiari, compaiono i tre atenei piemontesi, destinatari complessivamentedi un finanziamento pari a circa 8 milioni di euro, così distribuito:• Università di Torino: circa 750mila euro; • Politecnico di Torino: circa 7 milioni di euro; • Università del Piemonte Orientale: circa 330mila euro.

A fine 2008 è stato sottoscritto un accordo tra le Regioni Piemonte, Puglia eCampania per il coordinamento degli interventi di ricerca e innovazione in ma-teria di aerospazio; esso pone le basi per la costituzione di un metadistretto del-l’industria aerospaziale come insieme di strutture produttive e servizi.

La Regione Piemonte, nell’ambito dei progetti strategici su tematiche di inte-resse regionale o sovra-regionale (piattaforme innovative) che consentano l’ac-quisizione e la sperimentazione di nuove conoscenze, nonché l’utilizzo diconoscenze e capacità esistenti, ha destinato 20 milioni di euro al bando rela-tivo alla Piattaforma sulle Biotecnologie/Scienze della vita.Le tematiche di interesse prioritario nell’ambito delle quali sono stati attivati i fi-nanziamenti sono l’imaging molecolare, le cellule staminali per la medicina ri-generativa, l’immuno diagnostica e l’immuno oncologia, l’innovazione diprodotto a beneficio di patologie a elevate necessità di farmaci e diagnostica.I soggetti beneficiari potevano essere aggregazioni, anche temporanee, di im-prese, università, centri di ricerca pubblici e privati, organismi di ricerca che, informa collaborativa, intendessero sviluppare progetti di ricerca industriale di di-mensioni rilevanti. Requisito essenziale era la presenza di un numero significa-tivo di piccole e medie imprese e di almeno un organismo di ricerca. Peraccedere ai finanziamenti i soggetti beneficiari dovevano avere un’unità pro-duttiva, operativa e di ricerca in Piemonte, nella quale si svolgesse la parte pre-valente dell’attività. La dimensione minima dei progetti proposti doveva esseredi 3 milioni di euro. Il bando relativo alla piattaforma si è concluso con l’ammissione al finanzia-mento di 5 proposte progettuali. I tre atenei potranno avvalersi di un finanzia-mento pari a oltre 8 milioni di euro, così ripartiti:• Università di Torino: circa 7 milioni di euro; • Politecnico di Torino: circa 500 mila euro; • Università del Piemonte Orientale: circa 1,2 milioni di euro.La Piattaforma Mobilità Intelligente, o Infomobilità, ha l’obiettivo di riunire e

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mettere a sistema tutti i diversi attori che siano specificatamente interessatialla diffusione di tecnologie e sistemi. Essa intende facilitare la connessione ericercare sinergie sui diversi progetti e tra gli attori che contribuiscono alle at-tività di sviluppo del settore infomobilità, interpretando e avvicinando le ini-ziative alle esigenze del settore automotive, ICT e tecnologie satellitari.Gli ambiti rispetto a cui verranno perseguiti gli obiettivi di piattaforma sa-ranno, fra gli altri, la gestione del traffico, i servizi di informazione per l’utente,i sistemi per la sicurezza delle persone e anticollisione per veicoli, i sistemi digestione delle emergenze, coinvolgendo le autorità pubbliche (gestori di au-tostrade, del trasporto pubblico, del trasporto merci, polizia), le strutture di ri-cerca, gli utenti.Il valore delle risorse di cui dispone il settore infomobilità in Piemonte è alta-mente qualificato e riguarda l’ambito imprenditoriale, la ricerca e la collabo-razione tra le istituzioni: 90 aziende attive, 5 centri di ricerca, 2.000 addetti,50 progetti in corso.La Piattaforma Agroalimentare intende riunire e mettere a sistema tutti i di-versi attori presenti sul territorio regionale, che siano specificatamente inte-ressati alla diffusione di tecnologie e sistemi e che contribuiscano, in sinergiatra loro, alle attività di sviluppo del settore agroalimentare.Sono state individuate tre principali traiettorie: lo smart packaging (materialiinnovativi, nano-tecnologie, disegno industriale, servizi di ottimizzazione dellalogistica e degli acquisti), il risparmio energetico, la sicurezza e qualità ali-mentare.Gli attori della filiera agroalimentare piemontese sono gli atenei e i loro di-partimenti, le strutture di ricerca e innovazione, i parchi scientifici e tecno-logici, le imprese. Il bando relativo alla Piattaforma agroalimentare, chiuso negli ultimi mesi del2009, ha riguardato l’area scientifico-tecnologica agroalimentare e in parti-colare i seguenti temi:• sostenibilità ambientale ed energetica della filiera agroalimentare, dalla pro-

duzione alla distribuzione;• gestione della filiera alimentare e tracciabilità dei prodotti;• tecnologie per la qualità e la sicurezza degli alimenti; • tecnologie nutrizionali per la salute e il benessere del consumatore.

Fanno parte della strategia che mira a sostenere l’evoluzione della strutturaproduttiva anche i poli di innovazione.

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Essi costituiscono uno strumento di aggregazione di imprese e di organismidi ricerca attorno a specifici settori tecnologici, coordinati da un ente gestore,con lo scopo di rendere disponibili infrastrutture e servizi ad alto valore ag-giunto, di conoscere le esigenze tecnologiche delle imprese al fine di indiriz-zare le azioni regionali a sostegno della ricerca e dell’innovazione.I domini tecnologici e i territori di riferimento sono stati definiti dalla Giunta re-gionale e in seguito sono stati presentati i dossier di candidatura per la ge-stione e animazione dei Poli.Questi i domini tecnologici individuati e i soggetti gestori selezionati:• ICT (torinese e canavese): Fondazione Torino Wireless;• agroalimentare (cuneese e astigiano): Tecnogranda SpA;• creatività digitale e multimedialità (torinese): Virtual Reality e Multi

Media Park;• chimica sostenibile (novarese): Consorzio Friendchem;• energie rinnovabili e biocombustibili (tortonese): P.S.T. SpA;• architettura sostenibile e idrogeno (torinese): Environment Park;• impiantistica, sistemi e componentistica per le energie rinnovabili (Verbano

Cusio Ossola): Tecnoparco del Lago Maggiore;• meccatronica e sistemi avanzati di produzione (torinese): Centro Servizi

Industrie;• energie rinnovabili e Mini Hydro (vercellese): Gesin Srl;• tessile (biellese): Città Studi SpA;• biotecnologie e biomedicale (canavese e vercellese): Bioindustry Park;• nuovi materiali (alessandrino): Consorzio Proplast.

La dotazione finanziaria iniziale ammonta a 60 milioni di euro, a valere sulPOR-FESR 2007-2013. Con la determinazione dirigenziale n. 131 del10/06/2009, assunta dalla Direzione Attività Produttive, è stato approvato ildisciplinare per l’accesso ai finanziamenti per i servizi e i progetti di ricerca einnovazione riservati ai soggetti aggregati ai poli. Come si dirà nel capitolo 9,le imprese che afferiscono ai poli di innovazione possono usufruire di finan-ziamenti regionali per l’assunzione di giovani ricercatori che operano all’in-terno del sistema universitario e della ricerca.La tabella 6.6 riassume le informazioni più importanti riguardanti i poli di in-novazione: domini tecnologici applicativi e territori di riferimento, soggetti ge-stori e numero di soggetti aggregati ai poli.

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ICT

Agroalimentare

Creatività digitale e multimedialità

Chimica sostenibile

Energie rinnovabili e biocombustibili

Architettura sostenibile e idrogeno

Impiantistica, sistemi e componentistica per le energie rinnovabili

Meccatronica e sistemi avanzati di produzione

Energie rinnovabili e mini hydro

Tessile

Biotecnologie e biomedicale

Nuovi materiali

Tab. 6.6 - Domini tecnologici applicativi e territori di riferimento, soggetti gestori e numero di soggetti aggregati ai poli

Fonte: Regione Piemonte.

Dominio tecnologico applicativo di riferimento

Torinese e canavese

Cuneese e astigiano

Torinese

Novarese

Tortonese

Torinese

Verbano Cusio Ossola

Torinese

Vercellese

Biellese

Canadese e vercellese

Alessandrino

Territorio di riferimento

70

161

20

9

28

79

17

79

42

54

57

153

N. soggettiaggregati al Polo

Fondazione Torino Wireless

Tecnogranda Spa

Virtual Reality e Multi Media Park

Friendchem (consorzio in via di costituzione)

P.S.T. Spa

Environment Park Spa

Tecnoparco del Lago Maggiore Spa

Centro Servizi Industrie Srl

Gesin Srl

Città Studi Spa

Bioindustry Park del Canadese Spa

Consorzio Proplast

Soggetto gestore

Sostegno alla produzione della conoscenza Nell’ambito del processo innovativo si può distinguere, al fine del finanzia-mento, tra dinamiche science push e demand pull. Nel primo caso si tratta disettori di frontiera della ricerca scientifica e tecnologica, caratterizzati da unaprevalenza di attività di ricerca, concentrate nella fase di produzione della co-noscenza. Nel secondo, si tratta di settori in cui le attività di ricerca sono posi-zionate vicino al mercato e sono orientate da quest’ultimo.Prendendo atto di questa distinzione, il finanziamento è indirizzato alle ricerchein cui vi sia prevalenza degli atenei e dei centri pubblici di ricerca (bandi sciencepush) oppure del sistema industriale (bandi ricerca precompetitiva).Le attività e i progetti già attuati o in corso sono i seguenti: bando Ricerca indu-striale e sviluppo pre-competitivo (2006), bando Converging technologies(2007), bando Sistemi avanzati di produzione (2008), bandi Adozione e Svi-luppo delle ICT (2008), bando Scienze umane e sociali (2009), oltre a progettispecifici.Mentre sulle principali caratteristiche e i risultati dei bandi si tornerà fra breve,diamo ora conto – seppur brevemente – dei progetti sui quali la Regione ha in-vestito risorse. Si tratta di progetti sperimentali, promossi e attuati dagli ateneipiemontesi, in settori di frontiera della ricerca scientifica e tecnologica; e sono

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accomunati dalla volontà di perseguire nuovi indirizzi di ricerca e nuove traiet-torie tecnologiche.

Per il triennio 2007-2009 sono stati finanziati i seguenti progetti all’Università degli Studi di Torino:• Progetto di fattibilità del Molecular Biotechnology Center (MBC), volto a pro-

muovere la collaborazione scientifica tra le regioni Piemonte e Liguria nei set-tori delle cellule staminali e dell’Imaging molecolare;

• Progetto Brain Imaging del Centro interdipartimentale di studi avanzati inneuroscienze (NIT) che intende costituire un centro per la sperimentazionee lo sviluppo di procedure, apparecchi e strumenti da utilizzare con la riso-nanza funzionale per scopi diagnostici o terapeutici.

e al Politecnico di Torino:• Progetto WiFI4Energy, finalizzato a individuare soluzioni innovative per il con-

tenimento dei consumi energetici; • Progetto BioSolar Lab, per la costituzione di un laboratorio chiave per il si-

stema piemontese di ricerca e sviluppo di energie rinnovabili; • Progetto per la costituzione di un Centro di Competenza per la Diagnostica

Ferroviaria (DiaRail), finalizzato a creare e rendere disponibile una nuova ge-nerazione di tecniche e metodologie integrate per la diagnosi preventiva, lamanutenzione e la sicurezza dei sistemi ferroviari;

• Progetto KiteGen, inteso a disporre di una tecnologia eolica innovativa per larealizzazione di impianti industriali di produzione di energia elettrica che sfrut-tino il vento ad alta quota;

• Progetto per l’istituzione di ECOENER.LAB, un laboratorio di sistemi energe-tici innovativi di piccola taglia;

• Progetto Biomasse, riguardante lo svolgimento di una ricerca sull’utilizzoenergetico delle frazioni legnose da raccolta differenziata;

• Progetto Vumes - Veicolo Urbano MultiEco & Solare, per la realizzazione di unprototipo di veicolo ecosostenibile;

• Studio di fattibilità per Food Technologies Engineering, mirato alla valutazionedei benefici derivanti dall’istituzione di un polo di eccellenza per il settoreagroalimentare;

• Progetto Skypark, per la sperimentazione di un volo elettrico a batterie e fuel-cells, verificando l’affidabilità del sistema di bordo (in fase di valutazione).

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La Regione ha inoltre finanziato progetti proposti dalla Fondazione Centro Re-stauro Venaria, dalla Città di Torino – 5T Srl, dall’ASL di Asti, dalla Pirelli TyreSpA, da Mossi & Ghisolfi, da C-Lab.

Sostegno allo sfruttamento di conoscenzaIl sostegno allo sfruttamento della conoscenza si caratterizza per una duplice fi-nalità: incentivare la mobilità del capitale umano e sostenere la domanda di co-noscenza.Le attività e i progetti in corso sono i seguenti: Bando Manunet (finanziamenti aprogetti di ricerca industriale e/o di sviluppo pre-competitivo nel settore mani-fatturiero) e voucher per le piccole e medie imprese, con i quali esse possano ac-quistare servizi, quali ricerca, diritti di proprietà intellettuale, accesso al credito.

Azioni di sistemaLa Regione si è fatta promotrice anche di azioni che hanno una valenza di tipogenerale quali il sostegno alla proprietà intellettuale, le misure di analisi, la va-lutazione delle politiche regionali nel settore della ricerca e dell’innovazione, leazioni volte all’integrazione e al potenziamento di bridging institutions e comu-nicazione.

6.4.1 > Gli assegni di ricerca e le altre azioni sulle risorse umaneIl sostegno allo sviluppo del capitale umano di tutte le realtà che si occupano diricerca sul territorio piemontese è uno degli obiettivi che la Regione si è prefis-sata da tempo e che realizza attraverso gli strumenti e le azioni indicate dallaLegge Regionale 4/2006 sulla ricerca e l’innovazione. La stessa Legge prevedeche venga introdotta un’attività di valutazione all’interno dei programmi di ri-cerca finanziati con risorse di provenienza regionale, articolata in una fase di va-lutazione preliminare per accedere al finanziamento, una di valutazionecontestuale allo svolgimento dell’attività di ricerca, e infine la valutazione dei ri-sultati conseguiti.Nel 2007 è stato siglato l’accordo tra Regione e atenei piemontesi per il poten-ziamento del sistema ricerca e dell’alta formazione. Tra gli obiettivi principalidell’accordo, oltre all’aumento del numero di giovani ricercatori presenti negliatenei piemontesi, si colloca anche l’innalzamento del livello complessivo dellaqualità della ricerca. A tal fine, gli atenei si sono impegnati ad applicare rigorosimetodi di selezione sia nella fase di scelta dei progetti di ricerca, sia nella valu-tazione dei candidati assegnisti, adottando criteri volti a individuare soggetti di

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comprovata eccellenza scientifica. Attraverso la sottoscrizione dell’accordo, la Regione e i quattro atenei del Pie-monte hanno stabilito di mettere in atto e cofinanziare le seguenti linee diazione, con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento del raddoppio degli as-segni di ricerca attivati in Piemonte negli ultimi anni:

• linea di azione A: contenimento del brain drain, finalizzata alla riduzione del fe-nomeno dei giovani ricercatori che, non avendo opportunità di lavoro in Italia,si trasferiscono all’estero;

• linea di azione B: rientro dall’estero dei ricercatori italiani che lavorano pressoatenei o enti di ricerca stranieri;

• linea di azione C: attrazione di ricercatori stranieri interessati a svolgere atti-vità di ricerca presso un ateneo del Piemonte;

• linea di azione D: attrazione di visiting professor italiani o stranieri.

Gli assegni di ricerca afferenti alle prime tre azioni hanno durata biennale e sonorinnovabili fino a un periodo massimo complessivo di quattro anni, a patto chel’operato dei due anni precedenti venga valutato positivamente. La valutazioneavviene sulla base della produzione scientifica realizzata dagli assegnisti, concriteri definiti e condivisi dagli atenei all’interno del Comitato di Gestione3.

Al primo accordo ha fatto seguito, nel 2008, un atto integrativo in cui la RegionePiemonte ha stabilito di finanziare nuovamente le quattro linee d’azione. In entrambi gli interventi, la Regione e gli atenei hanno concordato il numero diassegni da attivare e per ciascuno di questi la Regione ha erogato un cofinan-ziamento del 50%, mentre il restante 50% è stato finanziato dall’ateneo. Ove ri-tenuto necessario, la Regione ha stanziato un ammontare aggiuntivo, che perl’azione A si è concretizzato in una quota destinata ai settori scientifico-disci-plinari umanistico-sociali, che incontrano maggiori difficoltà nel reperire risorseper coprire la quota spettante all’ateneo4. Per le azioni B, C e D la Regione ha de-stinato una quota di finanziamento aggiuntiva finalizzata a coprire le spese ditrasferimento o rientro dall’estero e di sistemazione in Piemonte dei ricercatori(Tab. 6.7).L’avvio degli assegni previsti dall’accordo 2007 e dall’atto integrativo 2008 hacomportato l’erogazione di circa 11 milioni di euro agli atenei e l’ulteriore previ-sione di 19 milioni di euro destinati a coprire la quota di finanziamento regio-nale per gli assegni che verranno rinnovati per un ulteriore biennio.

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3 · In particolare, la metodologiadi valutazione prevede che vengaattribuito un punteggio a ciascunprodotto scientifico e che il rin-novo dell’assegno avvenga solonel caso in cui il punteggio conse-guito sia maggiore di un determi-nato valore limite stabilito dal Co-mitato di Gestione.4 · Sia all’Università di Torino chea quella del Piemonte Orientale,parte degli assegni dell’azione Asono stati predestinati ai settoriscientifico disciplinari umanistico-sociali, ovvero 50 assegni su 160afferenti all’azione A dell’Univer-sità di Torino, e 6 su 45 dell’Uni-versità del Piemonte Orientale.

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La procedura di candidatura e selezione dei ricercatori (linee di azione A, B e C)La procedura di chiamata e di selezione dei candidati assegnisti ha seguitotappe diverse a seconda dell’ateneo.All’Università di Torino è stata creata una procedura ad hoc per gli assegni co-finanziati dalla Regione, diversa rispetto a quella seguita in generale dall’ate-neo per bandire gli assegni di ricerca. Inizialmente è stata avviata dall’ateneoun’indagine presso i dipartimenti, volta a raccogliere un elenco di proposte diprogetti di ricerca per ciascuna linea di azione. Sono stati poi emessi duebandi, uno per l’azione A e uno per le azioni B e C.Per la raccolta delle candidature, l’Università di Torino ha realizzato, in colla-borazione con il CINECA, una procedura automatica sul portale di ateneo, tra-mite la quale ciascun candidato poteva registrarsi, visionare i titoli di ricercamessi a concorso e candidarsi a un numero massimo di tre progetti.Al fine di procedere con la selezione dei candidati, la Commissione RicercaScientifica del Senato Accademico dell’Università ha stabilito quanti assegnidestinare a ciascuna area scientifico-disciplinare e per ciascuna di esse hanominato un’apposita Commissione incaricata di valutare i progetti e stilarela graduatoria, dalla quale sono stati attinti i vincitori.Il Politecnico di Torino ha aperto per entrambi gli anni una call for expressionof interest per l’attivazione di assegni di ricerca; per i visiting professor sonostate raccolte le candidature di interesse per i dipartimenti attraverso duecall interne.Il concorso per gli assegnisti è stato pubblicizzato sia a livello nazionale che

Nota: in tabella sono state inserite le spese all’avvio degli assegni nei due anni, tuttavia nel 2008 la Regioneha finanziato anche il secondo anno di contratto degli assegni partiti nel 2007.Fonte: Regione Piemonte.

Azione A

Azione B

Azione C

Azione D

TOTALE

4.385.000 €

570.000 €

1.080.000 €

513.000 €

6.548.000 €

Regione

Finanziamentoregionale

Accordo 2007

Tab. 6.7 - Il finanziamento stanziato dalla Regione Piemonte per ciascuna lineadi azione e il numero di assegni previsti, 2007 e 2008

335

30

45

18

428

N. assegni previsti

1.541.000 €

399.000 €

1.344.000 €

1.396.500 €

4.680.500 €

Finanziamentoregionale

Accordo 2008

121

21

56

49

247

N. assegni previsti

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Page 193: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]191

internazionale al fine di raccogliere le adesioni dai candidati interessati a svol-gere la loro attività di ricerca presso il Politecnico di Torino.Al fine di non sfavorire gli stranieri, la selezione è avvenuta esclusivamenteper titoli: i candidati sono stati valutati sulla base del curriculum vitae, quindidelle competenze scientifiche possedute e dei loro interessi, oltre che, per i ri-cercatori italiani e stranieri, in riferimento alle lettere di referenze redatte daiprecedenti enti di impiego. Solo in seguito, il candidato è stato assegnato al di-partimento di afferenza, che si è occupato di definire il progetto di ricerca d’in-tesa con il ricercatore prescelto.L’Università del Piemonte Orientale ha seguito la procedura standard di con-ferimento di assegni per l’attività di ricerca, che prevede, come da Regola-mento di ateneo, che i Dipartimenti interessati propongano un progetto estabiliscano i requisiti richiesti ai candidati.

Dei 428 assegni previsti dall’accordo 2007, ne sono stati assegnati effetti-vamente 376, di cui 274 relativamente all’azione A, 25 all’azione B e 59 al-l’azione C.Se si analizza la percentuale di questi assegni ancora attivi a un anno dall’av-vio, emerge che sono stati pochi gli assegnisti che vi hanno rinunciato: l’Uni-versità del Piemonte Orientale ha registrato la percentuale più bassa diconferme, pari all’84%, quasi al pari con il Politecnico (86%), mentre all’Uni-versità di Torino risultano ancora attivi tutti gli assegni partiti nel 2007. Non en-trano in questo computo i contratti per visiting professor, che possono averedurata semestrale o annuale.Nel 2008, oltre agli assegnisti partiti nel 2007 che svolgono il loro secondoanno di attività, sono stati avviati, in seguito alla sottoscrizione dell’atto inte-grativo, 160 assegni di ricerca aggiuntivi, di cui 137 afferenti all’azione A, 9 al-l’azione B e 14 all’azione C5.Per quanto concerne i contratti per visiting professor, l’accordo e l’atto in-tegrativo hanno stabilito l’avvio di collaborazioni con docenti italiani e stra-nieri, che lavorino stabilmente presso un ateneo o un centro di ricerca esvolgano attività coerenti con quelle dell’ateneo ospitante. Nel complessosono state attivate 44 posizioni, tutte destinate a professor provenienti dapaesi stranieri.

5 · Per il Politecnico e l’Universitàdel Piemonte Orientale i dati rela-tivi al 2008 sono provvisori inquanto alla data di rilevazione nontutti gli assegni erano ancora statibanditi. Per questo motivo l’ana-lisi che segue sul profilo dell’as-segnista è stata effettuata sui datidel 2007.

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Page 194: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]192

Quadro 6.C > Il contratto dell’assegnista di ricercaL’assegno di ricerca è una particolare forma di colla-borazione coordinata e continuativa, connessa allosvolgimento di un progetto; ha come oggetto la rea-lizzazione di un programma di ricerca e si svolge inpiena autonomia senza orario di lavoro predetermi-nato. In generale possono essere titolari degli assegnii dottori di ricerca o i laureati in possesso di curricu-lum scientifico professionale idoneo allo svolgimentodell’attività di ricerca, a esclusione del personale diruolo. L’assegno di ricerca non prevede il cumulo con borsedi studio conferite a qualsiasi titolo, tranne quelle con-cesse da istituzioni nazionali o straniere utili a inte-grare, con soggiorni all’estero, l’attività dei titolari diassegni. Non sono previste dalla norma istitutiva edalla nota esplicativa del Ministero altre incompatibi-lità, anche se i regolamenti degli enti che attivano l’as-segno spesso introducono il divieto di svolgere altreattività lavorative di natura autonoma o subordinata. In merito a ciò, il regolamento dell’Università di Torinoprevede che l’assegnista dichiari all’atto della presa diservizio l’eventuale svolgimento di una seconda atti-vità lavorativa (autonoma o dipendente), la cui valu-tazione di compatibilità con l’espletamentodell’attività di ricerca deve essere dichiarata dal re-sponsabile scientifico del progetto; in tal caso è pos-sibile per l’assegnista svolgere entrambe le attività. Il Politecnico di Torino e l’Università del Piemonte Orien-tale, al contrario, impongono che l’assegnista non in-stauri alcun rapporto di lavoro subordinato con terzi, ameno che non si tratti di attività professionali autonomecompatibili con l’esercizio dell’attività di ricerca. Per tutti gli assegni è comunque prevista la possibilitàdi sospensione, senza che venga erogata la retribu-zione, in caso di servizio militare, gravidanza e malat-tia. In questi casi è prevista una proroga dellascadenza del contratto pari al periodo di tempo in cuiil contratto è stato sospeso.Dal punto di vista fiscale gli assegni di ricerca sonoesenti da ritenute Irpef, pertanto non è necessario in-serire il compenso all’interno della dichiarazione dei

redditi. Per tale tipologia di contratto è previsto il ver-samento dei contributi alla Gestione Separata INPS.In merito alla retribuzione, nel 1998 il MIUR aveva sta-bilito l’importo lordo annuo degli assegni di ricerca inuna somma compresa tra un minimo di 12.911 euro eun massimo di 15.494 euro. Il successivo decretoMIUR del 2004 ha ridefinito tale importo in unasomma compresa tra 16.138 euro e 19.367 euro, alnetto degli oneri a carico dell’amministrazione ero-gante, da assegnare al beneficiario in rate mensili co-stanti.

Per quanto concerne gli assegni di ricerca cofinanziatidalla Regione Piemonte, gli atenei hanno deliberato inCdA la possibilità di emettere assegni di importo mag-giore rispetto a quello stabilito dal MIUR. Per i casi incui è prevista, oltre all’assegno, la quota a coperturadelle spese di sistemazione, il contratto contiene unparagrafo in cui l’ateneo specifica le modalità di ero-gazione di tale quota.Gli assegni attivati in seguito all’accordo prevedono iseguenti importi:• azione A: 22.000 euro annui (cofinanziati al 50%

dalla Regione e al 50% dall’ateneo), fatti salvi gliassegni che rientrano nei settori scientifico disci-plinari umanistico-sociali, per i quali il finanziamentoregionale copre l’intero importo dell’assegno;

• azione B: 30.000 euro annui, di cui 11.000 euro ero-gati dalla Regione, 11.000 dall’ateneo e 8.000 inte-ramente finanziati dalla Regione al fine di coprireparzialmente le spese di sistemazione;

• azione C: 35.000 euro, di cui 22.000 cofinanziati al50% dalla Regione e al 50% dall’ateneo, e 13.000euro erogati totalmente dalla Regione per le spesedi sistemazione del ricercatore;

• azione D: 37.000 euro, di cui 13.500 euro elargitidalla Regione, 13.500 euro dall’ateneo e ulteriori10.000 euro dalla Regione a copertura delle spesedi sistemazione. Limitatamente alla linea di azioneD, la Regione Piemonte assegna alle strutture cheospitano i visiting professor una quota pari a 5.000euro a semestre, da utilizzarsi esclusivamente pergli oneri connessi con l’attività di ricerca.

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Page 195: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]193

Il profilo dell’assegnistaPer valutare in che misura il progetto sia stato aperto a livello internazionale,con particolare riferimento alle azioni A e C (considerato che la B è destinata alrientro degli italiani dall’estero), è stata calcolata la percentuale di progetti as-segnata a ricercatori stranieri, che è risultata pari al 23% del totale (Tab. 6.8).Più del 40% di questi proviene dall’Asia (e in questo ha particolare peso il Poli-tecnico, grazie ai rapporti intrattenuti con la Cina), mentre il 30% circa provieneda paesi dell’Unione Europea.In merito all’azione B, che ha previsto il rientro dall’estero dei ricercatori italiani,se è vero che tutti gli assegni previsti per il primo anno di accordo sono stati at-tivati, gli atenei hanno rivelato notevoli difficoltà nel reperire tale tipologia di ri-cercatori, tanto che nel sottoscrivere l’atto integrativo hanno deciso di ridurreil numero di assegni previsti per questa linea, puntando maggiori risorse sul-l’attrazione di visiting professor.

In merito alle caratteristiche anagrafiche degli assegnisti, quelli afferenti al-l’azione A si collocano per più del 50% tra i 30 e i 32 anni (età in cui si supponeche gli studenti concludano il corso di dottorato che costituisce un titolo fon-damentale per l’accesso agli assegni dell’azione A). Nessun assegnista del-l’azione A si colloca invece al di sopra dei 35 anni sulla base di quanto stabilito

L’erogazione del compenso all’assegnista avviene inrate mensile costanti, secondo la normale prassi adot-tata per il compenso degli assegnisti di ricerca; laquota erogata a copertura delle spese di trasferi-mento e sistemazione, invece, viene assegnata inmodo differente a seconda dell’ateneo.

All’Università di Torino e al Politecnico tale quota èstata erogata in tranche contestualmente alle rate del-l’assegno, mentre il Piemonte Orientale ha stabilitoche l’erogazione della quota aggiuntiva debba avve-nire come borsa di studio, separatamente rispetto al-l’assegno.

Nota: per l’analisi sulla partecipazione degli stranieri sono stati utilizzati i dati sugli assegnisti relativi all’accordo 2007.Fonte: dati atenei del Piemonte.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

TOTALE

160

69

45

275

Ateneo

Assegnisti totali

AZIONE A AZIONE B TOTALE

Tab. 6.8 - Gli assegni di ricerca conferiti dai tre atenei, anno 2007

8

15

-

23

di cui stranieri

10

5

10

25

187

104

67

359

13,3

44,7

17,9

23,4

% assegni erogati

a stranieri

17

30

12

59

Stranieri

AZIONE C

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Page 196: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

dall’accordo: questo infatti prevede che gli assegni della linea A non siano ero-gati a candidati che abbiano più di 33 anni, in generale, e più di 35 anni per glistudenti in possesso della specializzazione in ambito medico/clinico. Il limite di età per l’accesso all’assegno di ricerca - inserito con l’intento di am-pliare la platea di giovani ricercatori altamente professionalizzati che possanoincontrare l’interesse delle imprese regionali - costituisce una novità nel re-clutamento degli assegnisti, in quanto tale limite non è previsto dalla norma-tiva nazionale6. Gli assegnisti delle azioni B e C, per i quali non sono invece previste limitazionidi età, si distribuiscono in modo più uniforme, con una concentrazione lieve-mente maggiore tra i 32 e i 35 anni, limite entro il quale si colloca circa il 72%degli assegnisti (Fig. 6.7).

L’analisi distinta per sesso mette in luce che gli assegnisti afferenti all’azioneA sono circa per metà maschi e per metà femmine, ferma restando una certadistinzione per ateneo (all’Università di Torino e al Piemonte Orientale sonoin misura maggiore donne, rispettivamente il 53% e il 60%, al contrario il Po-litecnico registra una maggiore percentuale di assegnisti maschi, che rappre-sentano il 65% del totale). Tale distribuzione rispecchia fedelmente quella deidottori di ricerca che hanno conseguito il titolo nell’anno 2006 nei tre atenei delPiemonte; ciò è plausibile se si pensa che i beneficiari di assegni partiti nel 2007

[ ]194

6 · All’Università di Torino, sullascia di quanto previsto dall’Ac-cordo Regione-Atenei per il con-ferimento di assegni di ricerca, èstata di recente introdotta una li-mitazione di età per l’accesso atutti gli assegni di ricerca banditidall’ateneo, pari a 36 anni. Al Po-litecnico e all’Università del Pie-monte Orientale non è invece pre-vista alcuna limitazione di età peril reclutamento di assegnisti di ri-cerca.

Fig. 6.7 - La distribuzione degli assegnisti per età, anno 2007

Nota: si è scelto di rappresentarein figura gli assegnisti di ricercacon un’età inferiore ai 40 anni,tuttavia ci sono alcuni casi che sicollocano oltre questo limite. Perl’analisi sono stati utilizzati i datirelativi all’accordo 2007.Fonte: dati atenei del Piemonte.

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Page 197: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

e afferenti all’azione A hanno conseguito il titolo di dottore per il 67%7 nellostesso ateneo in cui svolgono il lavoro di ricerca.Per gli assegnisti afferenti alle azioni B e C, i dati mostrano una presenza pre-valentemente maschile all’interno di tutti e tre gli atenei del Piemonte (70% al-l’Università di Torino, 60% al Politecnico e 80% al Piemonte Orientale).

Si intende ora analizzare la distribuzione degli assegni per ambito scientifico-disciplinare, al fine di capire se ci sono state aree in cui il numero di assegni at-tivati è stato maggiore (Tab. 6.9).Al fine di rendere il dato confrontabile per area scientifico-disciplinare, gli asse-gni sono stati rapportati al numero di docenti di ruolo afferenti a quell’area. Dal-l’analisi emerge che, sia all’Università che al Politecnico di Torino, le aree in cuisono stati attivati un numero maggiore di assegni sono quella delle Scienze Fi-siche, mentre al Piemonte Orientale è quella delle Scienze Biologiche8.

[ ]195

Nota: gli assegni sono stati suddivisi nelle aree scientifico-disciplinari previste dal DM 4 ottobre 2000, tuttavia sia l’Università di Torino che ilPolitecnico, in seguito ad accordi interni, utilizzano una ripartizione parzialmente diversa delle aree. Al fine di rendere confrontabili i dati, le areedell’Università e del Politecnico sono state ricondotte alle aree previste dal DM 4 ottobre 2000. Per 11 assegni attivati al Politecnico di Torino nonsi conosce l’area scientifico-disciplinare di riferimento. Tra i docenti sono stati considerati gli ordinari, gli associati e i ricercatori.Fonte: dati atenei del Piemonte; per i docenti dati MIUR, Ufficio di statistica, rilevazione 31/12/07.

8

16

13

8

15

45

24

0

2

11

22

7

7

9

187

Area scientifico-disciplinare

N. assegni

Università di Torino

Tab. 6.9 - Gli assegni attivati dai tre atenei, distinti per area scientifico-disciplinare, anno 2007

5,0

17,4

9,6

15,1

8,0

11,1

12,3

-

-

4,2

8,9

4,6

4,0

8,7

8,6

% sui docenti

2

11

4

2

-

-

-

21

51

-

1

-

-

1

93

N. assegni

Politecnico di Torino

3,0

24,4

25,0

18,2

-

-

-

8,2

11,1

-

14,3

-

-

25,0

10,6

% sui docenti

1

4

6

-

14

13

-

-

-

2

5

2

13

7

67

N. assegni

PiemonteOrientale

4,0

23,5

15,0

-

29,2

18,6

-

-

-

5,9

16,1

5,4

23,2

36,8

17,7

% sui docenti

01 Scienze matematiche e informatiche

02 Scienze fisiche

03 Scienze chimiche

04 Scienze della Terra

05 Scienze biologiche

06 Scienze mediche

07 Scienze agrarie e veterinarie

08 Ingegneria civile ed architettura

09 Ingegneria industriale e dell'informazione

10 Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche

11 Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

12 Scienze giuridiche

13 Scienze economiche e statistiche

14 Scienze politiche e sociali

TOTALE

7 · Sono il 78% all’Università di To-rino, il 65% al Politecnico e il 27%all’Università del Piemonte Orien-tale. Per questo calcolo sono statiutilizzati i vincitori dell’azione A.8 · Al fine di poter trarre conside-razioni significative, nel testo sonostate citate solo percentuali cal-colate su un numero di assegninon inferiore a 10 unità.

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Page 198: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]196

6.4.2 > Principali caratteristiche e risultati dei bandiI bandi, promossi e finanziati dalla Regione Piemonte nel periodo 2006-2009,che hanno coinvolto gli atenei, in qualità di proponenti i progetti, co-proponentio partecipanti, sono i seguenti: bando Ricerca industriale e sviluppo pre-com-petitivo (2006), bando Converging technologies (2007), bando Sistemi avanzatidi produzione (2008), bandi Adozione e Sviluppo delle ICT (2008), bandoScienze umane e sociali (2009).

Il bando Ricerca industriale e sviluppo pre-competitivo (anno 2006) ha avutouna dotazione finanziaria di quasi 33 milioni di euro, derivanti per il 68% da ri-sorse regionali e dal 32% da risorse nazionali CIPE. Il bando si proponeva di fi-nanziare progetti di ricerca che contribuissero all’ampliamento delleconoscenze scientifiche e tecniche riconducibili a una o più delle sei aree te-matiche previste: energie alternative e rinnovabili; mobilità sostenibile, infomo-bilità, logistica avanzata; biotecnologie e scienze della vita; nanotecnologie,nanoscienze; aerospazio; agroalimentare.Come s’è detto in precedenza, il bando prevedeva uno stanziamento di risorsevincolate a favore di giovani ricercatori.Soggetti proponenti potevano essere gli atenei piemontesi e gli enti pubblici di ri-cerca; co-proponenti le imprese piemontesi, anche in forma associata; soggettiaggiuntivi gli altri enti pubblici, le fondazioni di diritto privato, ASL, ASO, e parchiscientifico-tecnologici.

Il bando regionale per progetti di ricerca industriale e/o di sviluppo sperimentaleConverging technologies aveva l’obiettivo di favorire la collaborazione tra atenei,imprese piemontesi ed enti di ricerca pubblici e privati, su progetti di ricerca nel-l’ambito di aree tematiche considerate strategiche per lo sviluppo regionale. Ilbando individuava, come soggetti proponenti, gli atenei, gli enti pubblici di ricercasenza scopo di lucro con sede legale o laboratori nel territorio della Regione Pie-monte, mentre soggetti co-proponenti potevano essere le imprese produttrici dibeni e/o di servizi (in forma singola o associata, con una o più unità locali consede in Piemonte). Soggetti aggiuntivi potevano essere università private legal-mente riconosciute, enti di ricerca privati senza scopo di lucro, fondazioni di di-ritto privato impegnate nella promozione di attività di ricerca, parchi scientifici etecnologici, aziende sanitarie locali e ospedaliere. Nel 2008 è stato avviato il bando per il finanziamento di progetti di ricerca indu-striale e/o sviluppo sperimentale nell’ambito dei Sistemi avanzati di produzione,con l’obiettivo di favorire la collaborazione tra imprese, atenei piemontesi ed enti

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Page 199: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]197

di ricerca pubblici e privati, su progetti di ricerca nell’ambito di alcune aree te-matiche considerate strategiche per lo sviluppo del territorio regionale. I progettidovevano essere presentati da piccole, medie e grandi imprese, ivi compresi icentri di ricerca privati, in collaborazione con università e centri di ricerca pubblici.

Sempre nel 2008 sono stati pubblicati i due bandi Adozione e Sviluppo delle ICT,con l’obiettivo generale di sostenere e rafforzare l’offerta di servizi informatici daparte di piccole e medie imprese, finalizzati all’efficienza nei metodi di produ-zione e di organizzazione delle funzioni aziendali. Lo scopo, più in particolare, èdi agevolare la realizzazione di prodotti e/o servizi informatici innovativi per leimprese, basati sull’utilizzo di Internet, che rispondano a reali bisogni delle im-prese utilizzatrici e che ne incrementino l’efficienza e la produttività.

Nel 2009, infine, è stato avviato il bando Scienze umane e sociali, con una dota-zione finanziaria complessiva che ammonta a 10 milioni di euro. Per ciascunadelle aree tematiche individuate è stata prevista una riserva minima pari al 10%delle risorse disponibili, mentre un altro 10% dei fondi è stato destinato al finan-ziamento di proposte progettuali presentate da ricercatori con età non superiorea 35 anni. Proponenti potevano essere gli atenei piemontesi, il CNR, l’INRIM,l’INFN, l’ENEA e gli istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM). In vestedi co-proponenti potevano figurare tutti gli organismi di ricerca pubblici e privatisenza scopo di lucro.

La tabella 6.10 riassume le principali caratteristiche dei bandi avviati dalla Re-gione Piemonte nel periodo 2007-2009, compresi i due bandi rivolti al settoredell’ICT (Adozione e Sviluppo), le cui graduatorie sono state pubblicate nel corsodella primavera 2009, nell’ambito dei quali gli atenei non potevano parteciparein qualità di proponenti o co-proponenti.Nella tabella 6.11 sono riportati i dati riferiti alle proposte presentate e a quelleapprovate e finanziate, suddivise per ente proponente, con particolare riferi-mento agli atenei.Nella tabella 6.12 sono riportati i dati dei finanziamenti assegnati agli atenei e adaltri enti di ricerca nell’ambito dei bandi 2006-2009. Università di Torino e Po-litecnico si sono visti assegnare oltre 30 milioni di euro ciascuno, l’Universitàdel Piemonte Orientale quasi 7 milioni di euro, l’Università di Scienze Gastro-nomiche quasi 500mila euro. Sotto il profilo della distribuzione percentuale, idue atenei di maggiori dimensioni hanno attratto, ciascuno, oltre il 40% delle ri-sorse, l’Università del Piemonte Orientale più del 9%.

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Page 200: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]198

Bando 2006 Ricerca Industriale e sviluppoprecompetitivo

Bando 2007 ConvergingTechnologies

Variabili dal 25 al 70% dei costi ammissibili

Atenei ed enti di ricerca pubblici (è a loro carico almeno il 50% dei costiammissibili)

Imprese produttrici di benie/o servizi, enti di ricerca. È a loro carico almeno il30% dei costi ammissibili

Bando 2008 Sistemi Avanzati di Produzione

Dal 25% al 70% dei costi ammissibili

Piccole, medie e grandiimprese, compresi i centri di ricerca privati (è a loro carico almeno il 60% dei costi ammissibili)

Università, enti di ricerca,parchi scientifici. È a loro carico almeno il20% dei costi ammissibili

Bando 2008 Adozione delle ICT

Variabili fino al 50% dei costi ammissibili

Privati (PMI, esclusi iraggruppamenti di imprese)

Bando 2008 Sviluppo delle ICT

Variabili da un minimodel 5% fino ad unmassimo del 70%

Privati (PMI e lororaggruppamenti)

Non previsti

Non previsti

Bando 2009 Scienze Umane

Variabili fino al 70% dei costi ammissibili

Atenei ed enti di ricercapubblici (è a loro carico almeno il 70% dei costiammissibili)

Enti di ricerca pubblici eprivati senza scopo di lucro

Tab. 6.10 - Sintetica descrizione dei bandi regionali promossi nell’ambito della L.R. 4 del 30 gennaio 2006

Nota: Il bando Converging Technologies ha inteso finanziare progetti di ricerca di tipo industriale o sperimentale nei settori: Cognitive sciences eICT; Biotechnology e ICT; Nanotechnology e ICT; Biotechnology e Nanotechnology. Il bando Scienze umane e sociali ha inteso finanziare progettidi ricerca nei settori: scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche; scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche;scienze economiche e statistiche; scienze giuridiche; scienze politiche e sociali; valorizzazione e tutela del patrimonio artistico e culturale. I costiammissibili potevano essere rappresentati da: personale (sia strutturato sia non strutturato); strumentazione e attrezzature; collaborazioni fraimprese e università; consulenze specialistiche; spese generali; spese di viaggio.Fonte: Regione Piemonte, Direzione Innovazione, Ricerca e Università.

Titolo del bando

32.700.000

30.000.000

20.000.000

10.000.000

15.000.000

10.000.000

Risorse adisposizione(€)

-

Percentuale di cofinanziamento a carico della Regione

Atenei ed enti di ricerca pubblici e imprese

Tipologia diproponenti

-

Tipologia di co-proponenti

I dati evidenziano lo sforzo rilevante prodotto dalla Regione Piemonte per attivaresinergie fra il sistema della ricerca, pubblico e privato, in modo particolare quelloaccademico, e il sistema produttivo, chiamando le parti a presentare progetti co-muni e, dunque, a collaborare attivamente allo sviluppo. Di rilievo anche lo sforzodi tipo finanziario, importante anche perché prodotto in un periodo di risorse de-crescenti, o al più stazionarie, da parte ministeriale.

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Page 201: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]199

Nota: nella tabella sono riportati i dati dei bandi nei quali gli atenei potevano partecipare in qualità di proponenti i progetti. Nel bando “sistemiavanzati di produzione” la percentuale di proposte approvate e finanziate del bando è stata del 27%. Le imprese proponenti che hanno presentatoprogetti finanziati si possono distinguere in base alla dimensione: grandi imprese (31%); medie (12%); piccole (57%). Nel bando Scienze umanee sociali, 5 sono i progetti approvati ed ammessi a finanziamento nella categoria giovani (art. 2 comma, 3 del Bando), 18 quelli approvati edammessi a finanziamento per la tipologia di cui agli artt. 2 comma, 2 e 4 comma, 2 del Bando.Fonte: Regione Piemonte, Direzione Innovazione, Ricerca e Università.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

Altri enti di ricerca

TOTALE

12

21

4

-

5

42

Ente proponente

Bando 2007Converging Technologies

N. proposte presentate

Tab. 6.11 - Proposte presentate e progetti finanziati nell’ambito dei bandi regionali in cui gli atenei potevano essere proponenti

43

20

9

2

5

79

Bando 2009Scienze Umane

50

24

25

-

20

31

Bando 2007Converging Technologies

%

Percentuale di proposte approvate e finanziatesul totale delle proposte presentate

28

20

56

50

20

29

Bando 2009Scienze Umane

%

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

Altri enti di ricerca

TOTALE

Tab. 6.12 - Finanziamenti assegnati agli atenei e agli altri enti di ricerca in qualità di proponenti o co-proponenti nell’ambitodei bandi regionali (v.a.)

Nota: i provvedimenti attraverso cui i bandi sono stati finanziati sono: Bando 2006 - Ricerca industriale: II° Atto Integrativo APQ Ricerca - ex DeliberaCipe n. 35/05; Bando 2007 - Converging Technologies III° Atto Integrativo APQ Ricerca - ex Delibera Cipe n. 3/06; Bando 2008 - Sistemi Avanzati diProduzione: Cofinanziamento nell'ambito del POR-FESR 2007/2013; Bando 2009 - Scienze Umane: finanziamenti con fondi regionali della L.R. 4/06.Fonte: Regione Piemonte, Direzione Innovazione, Ricerca e Università.

Ente proponente o co-proponente

9.730.929

12.786.676

1.887.000

-

3.024.656

27.429.261

Bando 2006Ricerca

industriale

15.001.399

11.763.997

1.660.096

-

1.574.508

30.000.000

Bando 2007Converging

Technologies

769.923

4.856.876

269.790

-

-

5.896.589

Bando 2008Sistemi Avanzati

di Produzione

4.976.000

951.000

2.920.000

478.000

675.000

10.000.000

Bando 2009Scienze Umane

30.478.252

30.358.549

6.736.886

478.000

5.274.164

73.325.850

Totale

41,6

41,4

9,2

0,7

7,2

100,0

%

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Page 202: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]200

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Scienze Gastronomiche

Altri enti di ricerca

TOTALE

Tab. 6.13 - Distribuzione percentuale dei finanziamenti assegnati agli atenei e agli altri enti di ricerca in qualità di proponentio co-proponenti nell’ambito dei bandi regionali (%)

Fonte: Regione Piemonte, Direzione Innovazione, Ricerca e Università.

Ente proponente o co-proponente

35,5

46,6

6,9

-

11,0

27.429.261

Bando 2006Ricerca industriale

%

50,0

39,2

5,5

-

5,2

30.000.000

Bando 2007Converging

Technologies%

13,1

82,4

4,6

-

0,0

5.896.589

Bando 2008Sistemi Avanzati

di Produzione%

49,8

9,5

29,2

4,8

6,8

10.000.000

Bando 2009Scienze Umane

%

Quadro 6.D > Cenni sulla procedura di valutazione dei progetti presentati nell’ambito dei bandiLa valutazione delle proposte presentate nell’ambito deibandi si basa sull’attività del Nucleo di valutazione. Imembri del Nucleo sono stati individuati dalla Regione,attingendo a liste di esperti di fama nazionale e interna-zionale, suddivisi per area scientifica. In base a quantoprevisto dal singolo bando, il Nucleo di valutazione puòdecidere di avvalersi, a seconda della specificità scienti-fica dei singoli progetti, di un referaggio aggiuntivo, affi-dato a esperti appositamente individuati. Ai fini dellavalutazione sulla proposta progettuale, i membri del Nu-cleo devono fondare il proprio giudizio rispetto ai criteridi valutazione individuati per ogni bando, cui è associatoun fattore di ponderazione.

I criteri di selezione possono differire in base alle finalitàdel bando. È tuttavia possibile identificare alcuni aspetticomuni: validità/originalità dei contenuti scientifici dellaproposta; possibili ricadute commerciali; fattibilità eco-nomico-finanziaria del progetto; coerenza rispetto agliobiettivi del bando.La procedura di valutazione delle proposte è impostatasu più step, che possono essere così riassunti: istrutto-ria di verifica dell’ammissibilità formale delle propostepervenute, abbinamento del progetto al valutatore mag-giormente competente, esame dei progetti e approva-zione della graduatoria, definizione delle iniziativeammissibili a finanziamento e della quota di risorse daattribuire a ogni progetto, notifica dell’esito della valuta-zione ai soggetti interessati.

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Page 203: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]201

6.5 > In breve• Secondo stime recenti, il Piemonte investe l’1,8% del proprio PIL in ricerca e

sviluppo, con una distribuzione della spesa e degli addetti che premia ampia-mente la componente privata. Questa caratteristica differenzia nettamente ilPiemonte dai dati medi nazionali.

• In Piemonte, le entrate per attività di ricerca dei tre atenei statali sono pro-gressivamente aumentate negli ultimi anni, fino a sfiorare nel 2007 i 100 mi-lioni di euro. Gli enti esterni (imprese, enti pubblici, fondazioni) contribuisconoper circa il 50-60% delle entrate e rappresentano il principale canale di finan-ziamento. Le risorse dal Ministero mostrano un trend non altrettanto positivoe pesano, nel 2007, per circa il 10% delle entrate. Peso analogo, seppur varia-bile fra gli atenei, hanno le entrate dall’Unione Europea.

• Tra il 2003 e il 2007, la partecipazione ai Progetti di Rilevante Interesse Nazio-nale è stata abbastanza costante, mentre diminuisce la percentuale di progettifinanziati sul totale dei progetti presentati. Ciò si deve alla diminuzione, pari acirca il 30%, delle risorse messe a disposizione dal MIUR. Questo elemento in-cide anche sulle risorse mediamente assegnate a ciascun progetto finanziato.

• Nell’ambito della valutazione effettuata dal CIVR sulla produzione scientificariferita al triennio 2001-2003, gli atenei del Piemonte mostrano aree discipli-nari che hanno riportato giudizi lusinghieri, vere e proprie punte di eccellenza,altre che sono ben posizionate nel panorama nazionale, altre ancora chiamatea fare progressi nella qualità della produzione scientifica. Ricordiamo che partedei fondi del Fondo di Finanziamento Ordinario del 2009 sono stati ripartiti fragli atenei anche sulla base di questi giudizi.

• L’attuale programma di legislatura della Regione Piemonte affida alla ricercaun ruolo strategico nello sviluppo e nella conversione dell’economia regionale.Con l’emanazione della Legge Regionale 4/2006, la Regione è stata tra leprime a dotarsi di una propria legge sulla ricerca e a istituire un “sistema re-gionale di innovazione e ricerca”. Il principio che orienta la strategia è quellodella cooperazione tra i diversi soggetti, pur garantendo a ciascuno di essi ilriconoscimento della propria autonomia e delle proprie specificità.

• Le politiche regionali si rivolgono a un insieme di attori, costituito da atenei,centri di ricerca, pubblici e privati, parchi scientifici e tecnologici, incubatori diimpresa, imprese, distretti tecnologici, fondazioni bancarie, fondazioni di ri-cerca, oltre a soggetti che svolgono attività di ricerca e trasferimento tecnolo-gico. Le principali linee di intervento sono cinque: risorse umane; evoluzionedella struttura produttiva; sostegno alla produzione di conoscenza; sostegno

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Page 204: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]202

allo sfruttamento di conoscenza; azioni di sistema. • Nell’ambito dell’evoluzione della struttura produttiva, si segnalano la creazione

di piattaforme tecnologiche e la riconversione delle filiere industriali tradizio-nali. Le piattaforme, mutuate dalle politiche di ricerca dell’Unione Europea, na-scono per incoraggiare e consolidare i partenariati fra pubblico e privato inspecifici settori tecnologici. I progetti in corso riguardano i settori dell’aero-spazio, della mobilità intelligente, dell’agroalimentare. Fanno parte della stra-tegia che mira a sostenere l’evoluzione della struttura produttiva anche i polidi innovazione, strumento di aggregazione di imprese e di organismi di ricercaattorno a specifici settori tecnologici, coordinati da un ente gestore.

• La Regione ha investito risorse anche su progetti sperimentali, promossi e at-tuati dagli atenei piemontesi, in settori di frontiera della ricerca scientifica etecnologica, accomunati dalla volontà di perseguire nuovi indirizzi di ricerca enuove traiettorie tecnologiche. Insistono sulle tecnologie per il contenimentodei consumi energetici, per lo sviluppo di energie rinnovabili; per ricerca nel-l’ambito delle cellule staminali, per la realizzazione di prototipi di veicoli eco-sostenibili.

• La Regione ha promosso e finanziato ricerche in cui vi sia prevalenza degli ate-nei e dei centri pubblici di ricerca. L’accesso ai fondi dei bandi ha costituito unimportantissimo strumento di finanziamento, selettivo, dell’attività di ricerca.Nel periodo 2006-2009, Università di Torino e Politecnico si sono visti asse-gnare oltre 30 milioni di euro ciascuno, l’Università del Piemonte Orientalequasi 7 milioni di euro, l’Università di Scienze Gastronomiche quasi 500milaeuro. Sotto il profilo della distribuzione percentuale, i due atenei di maggioridimensioni hanno attratto, ciascuno, oltre il 40% delle risorse, l’Università delPiemonte Orientale più del 9%.

• In seguito all’accordo Regione-Atenei per il potenziamento della ricerca, la Re-gione ha erogato circa 11 milioni di euro in due anni, per cofinanziare al 50%l’attivazione di 675 contratti per assegni di ricerca e visiting professor. Altret-tante risorse sono state corrisposte dagli atenei, per coprire il restante 50%.Circa 1 assegno su 4 è stato destinato a un ricercatore straniero, mentre la to-talità dei contratti per visiting professor è stata assegnata a docenti prove-nienti dall’estero.

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Page 205: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]203

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Page 206: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

IL FINANZIAMENTO7

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Page 207: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]205

Il sistema universitario italiano è finanziato prevalentemente attraverso fondi pub-blici. Nell’ambito dei trasferimenti statali agli atenei, oltre il 90% delle risorse è at-tribuibile al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), destinato a coprire le spesedi funzionamento, comprese quelle per il personale (gli stipendi), principale vocedi spesa. Lo Stato eroga inoltre fondi per interventi edilizi, per specifici progetti,per attività di ricerca scientifica, sia all’interno del finanziamento ordinario sia subase competitiva, come si è visto nel capitolo 6. Il peso della contribuzione studentesca, pur essendo il risultato di autonome po-litiche di ateneo, non può superare, per legge, il 20% del finanziamento ordinario.Le altre fonti di finanziamento sono costituite dalle entrate per attività di ricerca econsulenza erogate da imprese o enti pubblici (per forniture di servizi e didattica)o da entrate derivanti da trasferimenti in conto capitale per investimenti. Nel com-plesso, secondo i dati diffusi dal CNVSU, fatto 100 il totale delle entrate delle uni-versità statali nel 2006, le entrate ministeriali pesano per il 65%, quelle di soggettiprivati e pubblici per attività commissionata per il 16%, e quelle da contribuzionestudentesca per il 12%; le altre entrate sono pari al 7% (Tab. 7.1).

Circa la dotazione finanziaria complessiva che lo Stato mette a disposizionedegli atenei, la Conferenza dei Rettori, gli esperti internazionali, la maggior partedegli studiosi e degli osservatori concordano nel ritenerla ampiamente insuffi-ciente, imputando al sottofinanziamento uno dei problemi storici dell’univer-sità italiana. I dati OECD avvalorano queste opinioni, fotografando una realtàche presenta grandi difficoltà a stare al passo con altri paesi europei, simili alnostro per popolazione residente e reddito medio pro capite (Tab. 7.2).

Fonte: CNVSU (2008).

Fondo di finanziamento ordinario

Entrate finalizzate da MIUR (PRIN, FIRB, ..)

Entrate finalizzate da altri soggetti (convenzioni, contratti, vendita di terzi)

Entrate contributive

Alienazione di beni patrimoniali e prestiti

Entrate diverse

TOTALE

Entrate 2001

Tab. 7.1 - Entrate del sistema universitario italiano, in milioni di euro, 2001-2006

7.008

924

1.939

1.514

397

465

12.247

6.010

1.110

1.160

1.044

209

229

9.762

v.a.

2006 2001

57

8

16

12

3

4

100

62

11

12

11

2

2

100

%

2006 Variazionepercentuale2001-2006

17

-17

67

45

90

103

25

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Page 208: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]206

La carenza di risorse è da molti indicata come causaprincipale delle arretratezze italiane, pur nella con-sapevolezza, ormai acquisita, che occorrono mag-giori controlli circa l’utilizzo delle risorse stesse.

Se si analizza l’evoluzione del finanziamento ordina-rio, quello destinato al funzionamento delle univer-sità, si può notare come, nonostante la carenza dirisorse sia stata denunciata da molti anni, non si ri-levino segnali in controtendenza. L’evoluzione è assaipoco dinamica, soprattutto se si considerano i datiin termini reali.L’andamento delle erogazioni dello Stato agli atenei,

inoltre, mal si concilia con la dinamica delle retribuzioni del personale do-cente, che comporta un incremento annuale commisurato al tasso di infla-zione, e uno biennale legato all’anzianità: anche gli atenei più virtuosi, aprescindere dalle politiche delle risorse umane, si avvicinano pericolosa-mente al limite del 90% nel rapporto fra spese per personale di ruolo e fi-nanziamento ordinario. Proprio nel 2008, a livello di sistema, si è giunti asfiorare il 90%, con l’inevitabile conseguenza che molte università possonodestinare a politiche autonome risorse particolarmente ridotte o addiritturainesistenti (Tab. 7.3).Prendendo atto di questa situazione, negli ultimi anni, compreso il 2009, unaparte delle risorse derivanti dal Patto per l’Università, sottoscritto nell’ago-sto 2007 dai Ministri dell’Università e dell’Economia, sono state destinatealla copertura delle spese del personale.

ITALIA

Francia

Germania

Regno Unito

Spagna

Tab. 7.2 - Confronto fra alcuni paesi europei attraversoi dati sull’investimento in istruzione superiore (2005)

Fonte: OECD (2008).

Paese

0,9

1,3

1,1

1,3

1,1

Spesa per istituzioni di formazione

superiore (in % sul PIL)

8.026

10.995

12.446

13.506

10.089

Spesa annuale per studente

iscritto (in dollari,a parità di potere

di acquisto)

FFO assegnato alle università statali (in milioni di euro)

Incremento annuale del FFO in termini nominali (%)

Incremento annuale del FFO in termini reali (%)

Spese per assegni fissi al personale di ruolo (in milioni di euro)

Rapporto fra assegni fissi al personale di ruolo e FFO (%)

6.215

0,81

-1,65

5.315

85,5

2003

Tab. 7.3 - Fondo di Finanziamento Ordinario assegnato alle università statali e spese per il personale di ruolo (2001-2009)

Nota: i dati relativi al FFO non coincidono con quelli riportati nelle tabelle e nelle figure che seguono in quanto rilevati con criteri differenti. Per questa ragionesono differenti anche le variazioni annue nominali e reali.Fonte: elaborazioni su dati CNVSU e ISTAT.

6.165

2,04

-0,40

5.167

83,8

2002

6.042

-

-

4.912

81,3

2001

6.516

4,85

2,86

5.461

83,8

2004

6.896

5,83

4,12

5.864

85,0

2005

6.903

0,10

-1,89

6.075

88,0

2006

7.052

2,16

0,44

6.301

89,4

2007

7.203

2,14

-1,09

6.465

89,8

2008

7.265

0,86

0,26

-

-

2009

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Page 209: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]207

In questa situazione di palese difficoltà, il governo in carica, con la Legge133/2008, ha deciso di ridurre ulteriormente le risorse a disposizione per i pros-simi cinque anni, motivando il provvedimento con i vincoli finanziari complessividello Stato, e giustificando la decisione sulla base della considerazione che ilvero problema del sistema universitario risieda nella sua inefficienza, piuttostoche nel sottofinanziamento.La diminuzione delle risorse, accompagnata da misure contenitive sul frontedel reclutamento del personale, è stata stabilita nella misura di 63,5 milioni dieuro nel 2009, di 190 milioni nel 2010, di 316 nel 2011, di 417 nel 2012 e di 455nel 2013. Il provvedimento ha destato diffuso sconcerto all’interno degli ateneie presso gli studenti, tanto che il governo è intervenuto nuovamente sul tema,con la Legge 1/2009, che ha riassegnato risorse al Fondo di Finanziamento Or-dinario (24 milioni di euro nel 2009, 71 nel 2010, 118 nel 2011, 141 a partire dal2012). Tuttavia, se si procede alla somma algebrica fra quanto tolto e quantosuccessivamente riassegnato, si rileva una complessiva diminuzione delle ri-sorse, pari a circa il 13% del FFO 2008 nell’arco del quinquennio 2009-2013.Per la verità, nel 2009, le risorse non solo non sono diminuite ma sono aumen-tate, seppure solo dello 0,3%.

7.1 > Il Fondo di Finanziamento OrdinarioPrima del 1994 il finanziamento statale alle università era gestito con un con-trollo completo da parte del Ministero, che ne determinava l’ammontare com-plessivo e la distribuzione tra gli atenei per singole linee di spesa. Anche ladisponibilità del personale era regolata dal centro, attraverso la definizione del-l’organico. Le università avevano la possibilità di coprire i posti previsti, con lacertezza che il Ministero del Tesoro, nei limiti dell’organico assegnato, avrebbeprovveduto alle retribuzioni. Per il funzionamento ordinario le università riceve-vano finanziamenti da destinare a specifici tipi di spesa, suddivisi in oltre venticapitoli e nessuna compensazione era possibile tra le varie poste di bilancio.Profonde innovazioni nelle modalità di finanziamento delle università sono stateintrodotte attraverso l’art. 5 della Legge 24 dicembre 1993, n. 537.La norma è importante in quanto dà attuazione al principio di autonomia nellagestione delle somme assegnate e razionalizza fortemente i capitoli di bilan-cio, riducendoli a 3 soltanto. A partire dal 1994, gli atenei sono autonomi dalpunto di vista finanziario: ciò comporta, ad esempio, che possono deciderecome allocare al loro interno le risorse ricevute, e pagano direttamente gli sti-pendi al personale.

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Page 210: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]208

I tre capitoli di bilancio hanno consistenza e destinazione diversa: il Fondo peril Finanziamento Ordinario (FFO), destinato a coprire le spese per il funziona-mento e le attività istituzionali degli atenei; il Fondo per l’edilizia universitaria ele grandi attrezzature scientifiche; il Fondo per la programmazione dello svi-luppo, relativo al finanziamento di specifiche iniziative, attività e progetti.La stessa Legge 537/93 affermava che il Fondo per il Finanziamento Ordinariodelle università era composto da una quota base che, nelle intenzioni del legi-slatore, avrebbe dovuto essere ripartita tra le università su base storica (ossiasulla base di quanto percepito nell’esercizio precedente); e da una quota di rie-quilibrio, che avrebbe dovuto essere ripartita sulla base di criteri determinatidal Ministro dell’Università, sentito il Consiglio Universitario Nazionale e la Con-ferenza permanente dei Rettori, relativi a standard dei costi di produzione perstudente e agli obiettivi di qualificazione della ricerca, tenuto conto delle di-mensioni e condizioni ambientali e strutturali degli atenei.Sempre secondo la norma, a partire dal 1995, la quota base del Fondo per il Fi-nanziamento Ordinario delle università avrebbe dovuto essere progressiva-mente ridotta e la quota di riequilibrio dello stesso Fondo aumentata almeno dipari importo.Con tali innovazioni, il nostro paese si è avvicinato ai sistemi di finanziamentoadottati da altri paesi europei (aderendo a uno schema di ripartizione dei fondidenominato formula funding), attraverso i quali le università sono finanziatecon una distribuzione di fondi pubblici basata su parametri resi noti in anticipoe correlati ai risultati da perseguire1.La direzione indicata dalla Legge ha avuto moltissime difficoltà applicative neglianni seguenti e la progressività con cui la quota di riequilibrio avrebbe dovutoaumentare è stata spesso piegata a esigenze di tipo diverso. Mentre nel periodo1995-2002, essa è passata dall’1,5% al 9%, nel 2003 e, nuovamente, nel 2004ha subìto una pesante battuta d’arresto, tornando a rivestire lo 0,5% del totaledel FFO2. Nel periodo 2005-2008, la quota ha avuto un andamento oscillante,segno di un’incapacità politica di perseguire nel disegno indicato dal legislatorepiù di dieci anni prima. Nell’anno in corso, il 2009, la quota ripartita sulla basedi parametri oggettivi è stata pari al 7%, come indicato dalla Legge 1/2009. Sitratta di una quota superiore a quella destinata negli ultimi anni, pur essendo an-cora lontana da quanto stabilito dalla Legge 537.A queste risorse, vanno aggiunte quelle derivanti dal Patto per l’università, che- come vedremo - sono state in gran parte destinate a coprire gli aumenti deicosti del personale, come peraltro avvenuto negli ultimi anni.Dei circa 7,3 miliardi di euro che sono stati assegnati nel 2009 alle università

1 · Particolarmente significativa edocumentata è l’esperienza in-glese dove, a partire dal 1992, unorganismo tecnico, l’Higher Edu-cation Funding Council of England(HEFCE), opera le ripartizioni dirisorse tra le università sulla basedegli obiettivi definiti a livello go-vernativo. Molti altri paesi euro-pei sono dotati di sistemi di fi-nanziamento che contemplanoripartizioni di risorse sulla base diparametri di tipo oggettivo (si ve-dano, fra gli altri, la Francia, la Sve-zia, alcuni Landër tedeschi, al-cune comunità autonomespagnole).2 · L’esiguità della somma utiliz-zata fu giustificata dall’opportu-nità di valutare l’impatto delnuovo modello di finanziamentointrodotto nel 2004, e per soste-nere la posizione della CRUI, se-condo la quale - in una situazionedi generalizzata sofferenza dei bi-lanci e di complessivo sottofinan-ziamento delle università - gli in-terventi di riequilibrio dovesseroessere praticabili soltanto in pre-senza di risorse aggiuntive, e pur-ché queste fossero superiori agliincrementi automatici del costodel personale.

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Page 211: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]209

statali per il loro funzionamento, agli atenei del Piemonte è andata una quotapari a circa il 5,9% del totale nazionale (263 milioni all’Università di Torino, 119al Politecnico, 46 al Piemonte Orientale). La figura 7.1 riporta i dati del fondo as-segnato ai tre atenei statali del Piemonte nel periodo 2003-2009.

Ponendo pari a 100 le risorse assegnate nell’ambito del FFO del 2003, si notaun’evoluzione positiva in tutti gli atenei del Piemonte. Fra il 2003 e il 2009, lerisorse assegnate al Politecnico di Torino sono aumentate di quasi il 35%,quelle assegnate all’Università del Piemonte Orientale di quasi il 30%, infine,quelle assegnate all’Università di Torino del 25%, contro un aumento medionazionale del 17%. Questa dinamica va in gran parte ascritta al fatto che tutti gli atenei piemontesirisultano sottofinanziati rispetto a una situazione di equilibrio. Questo significache, se tutto il Fondo di Finanziamento Ordinario fosse ripartito secondo il mo-dello proposto, nel 2004, dal CNVSU (sul quale si tornerà fra breve) gli atenei delPiemonte incasserebbero più risorse di quante ne incassano in assenza di ap-plicazione di tale meccanismo. Il fatto che gli atenei del Piemonte siano stati de-stinatari di un ammontare di risorse percentualmente maggiore di quello

Fig. 7.1 - Fondo di Finanziamento Ordinario assegnato ai tre atenei statali del Piemonte,2003 – 2009 (dati in milioni di euro)

Fonte: MIUR.

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Page 212: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

destinato a tutto il sistema, significa che essi hanno beneficiato degli interventi diriequilibrio e incentivazione, come si vedrà nella tabella 7.4.Nonostante le risorse aggiuntive assegnate con gli interventi di riequilibrio e in-centivazione, l’evoluzione delle risorse assegnate ai tre atenei ha avuto una dina-mica oscillante e, tendenzialmente, poco in coraggiante.La figura 7.3 mostra le variazioni annue del FFO in termini reali, ossia tenendoconto delle variazioni annue degli indici dei prezzi al consumo pubblicate dal-l’Istat. Fatto salvo il caso del FFO 2005, in cui le risorse sono aumentate - rispettoall’anno precedente - in misura significativa, negli altri anni le risorse sono au-mentate in misura assai più modesta o sono addirittura diminuite, come avve-nuto per il FFO del 2006. Nel 2009, le risorse del FFO sono aumentate dello 0,3%rispetto al 2008 - dato che si ottiene rapportando i due importi escludendo leassegnazioni una tantum.In termini reali, secondo stime che si possono effettuare considerando gli indici deiprezzi al consumo calcolati dall’ISTAT, anche nel 2009 vi è una riduzione (dato nonevidenziato in figura).L’importanza della Legge 537 si coglie riflettendo sul fatto che essa, prendendoatto che le università italiane risultavano finanziate in modo variabile e arbitrario,ha capovolto la prospettiva del modello di finanziamento, passando da uno che al-locava le risorse senza tenere conto della domanda di formazione e dei risultatidegli atenei a uno che, al contrario, doveva essere orientato a considerare questielementi. Ha, inoltre, sottolineato la necessità di ridurre le differenze nei costi re-

[ ]210

Fig. 7.2 - Evoluzione del FFO assegnato ai tre atenei statali del Piemonte, a confronto con lamedia italiana, nel periodo 2003 – 2009 (dato 2003 = 100)

Fonte: MIUR.

3 · Secondo la Legge, la quota diriequilibrio avrebbe dovuto essereripartita secondo criteri determi-nati con decreto del Ministro, sen-titi il CUN e la CRUI, relativi a stan-dard dei costi di produzione perstudente e agli obiettivi di qualifi-cazione della ricerca, tenutoconto delle dimensioni e condi-zioni ambientali e strutturali, non-ché alla riduzione dei differenzialinei costi standard di produzionenelle diverse aree disciplinari ed alriallineamento delle risorse ero-gate tra le aree disciplinari, te-nendo conto delle diverse specifi-cità e degli standard europei.

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[ ]211

lativi alle diverse discipline, e indicato le più innovative esperienze europee comemodelli verso i quali tendere3.Per la ripartizione della quota di riequilibrio sono stati adottati diversi modelli.Quello utilizzato dal 2004 al 2008, suggerito dal CNVSU4 e adottato, con alcunemodifiche, dal Ministero, prevedeva che le risorse fossero allocate nel seguentemodo:• 30% delle risorse per la domanda di formazione (utilizzando come indicatore

il numero di studenti full time equivalent5, pesati in base al tipo di corso);• 30% per i risultati dei processi di formazione (misurati in termini di crediti ac-

quisiti);• 30% per la ricerca scientifica (considerando i ricercatori potenziali, il successo

ai progetti di ricerca di interesse nazionale, le entrate esterne per attività di ri-cerca);

• 10% per incentivi specifici.

Le novità più significative erano rappresentate dal fatto che alla domanda di for-mazione e ai risultati della stessa è stato attribuito uguale peso e che nel modelloè stata introdotta la valutazione della ricerca scientifica, fino ad allora esclusa permancanza di dati utilizzabili con criteri uniformi e condivisi.Inoltre, la quota del 10%, destinata a incentivi, risultava inserita nel modello per evi-tare interventi variabili sia qualitativamente sia quantitativamente.Si vedrà fra poco come quest’ultima indicazione sia stata disattesa nella concreta

4 · CNVSU, Proposte per la co-struzione di un nuovo modello perla ripartizione “teorica” del FFOalle università statali, Doc. 01/04,2004, Roma, www.cnvsu.it.5 · Gli studenti full-time equiva-lent si ottengono considerandopari a 1 uno studente iscritto atempo pieno (60 crediti all’anno)e pesando di conseguenza gli stu-denti iscritti per un numero di cre-diti inferiore.

Fig. 7.3 - Variazione annua (in termini reali) del Fondo di Finanziamento Ordinario assegnato aitre atenei statali del Piemonte e a tutti gli atenei italiani, 2003 – 2008

Fonte: MIUR.

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attuazione da parte del Ministero, che ha continuato a perseguire una politica in-centivante al di fuori del modello proposto dal CNVSU.Considerata la gradualità adottata nella riduzione della quota-base, vista in pre-cedenza, in molti casi i provvedimenti più incisivi sono stati realizzati grazie agli in-terventi di accelerazione del riequilibrio e alla politica incentivante. Sono stati previsti, anche se con assegnazioni non stabili, interventi di incentiva-zione, che hanno riguardato numerosi obiettivi specifici, quali:• interventi per la riduzione degli abbandoni e del tempo per il conseguimento

del titolo di studio, per la minore incidenza del costo del personale di ruolosul FFO;

• incentivi per ricerca scientifica;• interventi per supportare la mobilità dei docenti fra gli atenei, i contratti con

studiosi ed esperti impegnati all’estero; interventi per studenti disabili; avviodella riforma didattica;

• interventi per supportare atenei in regioni con situazioni di disagio socio-eco-nomico e atenei di nuova istituzione.

Il dettaglio delle risorse assegnate ai tre atenei statali del Piemonte negli ultimi treesercizi finanziari, derivanti da interventi di riequilibrio e incentivazione, nell’am-bito del Fondo di Finanziamento Ordinario, sono riportate nella tabella 7.4.L’analisi dei dati conferma, in primo luogo, l’incostanza degli interventi: una stessapolitica incentivante è stata applicata un anno e non quello successivo; le risorsea disposizione - sia complessive, sia destinate alle singole voci - sono state deciseannualmente, in assenza di una visione di lungo periodo.Inoltre, le somme destinate a riequilibrio e accelerazione hanno avuto un anda-mento oscillante: basti osservare i dati della tabella 7.4. Per questa ragione, in tuttigli atenei si rilevano profonde differenze fra l’ammontare di risorse assegnate nel2006 e nel 2008 e quelle assegnate nel 2007. In quell’anno, la decisione di desti-nare a riequilibrio e accelerazione risorse modeste ha avuto ripercussioni anchesui bilanci degli atenei piemontesi.In secondo luogo, le risorse maggiori sono derivate dall’applicazione del modello difinanziamento proposto dal CNVSU, seguite da quelle derivanti dall’applicazionedell’algoritmo dell’accelerazione e da quelle assegnate per premiare particolari ri-sultati o politiche. Tutti gli atenei hanno beneficiato dell’assegnazione di risorse de-rivanti dalla politica che mira a incentivare gli atenei che hanno un miglior rapportofra assegni fissi al personale e Fondo di Finanziamento Ordinario. Discorso analogoper quanto riguarda gli incentivi alla mobilità del personale docente, politica voltaa incentivare la chiamata di docenti che prestano servizio in un altro ateneo.

6 · Legge 27 dicembre 1997, n.449, Misure per la stabilizzazionedella finanza pubblica.

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[ ]213

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Tab. 7.4 - Assegnazioni ai tre atenei statali del Piemonte derivanti dagli interventi di riequilibrio e incentivazione, 2006 – 2008

Fonte: MIUR - CNVSU.

Ateneo

2008

2007

2006

2008

2007

2006

2008

2007

2006

Anno

257.672.253

249.980.179

244.201.007

112.448.275

108.655.985

106.036.465

45.650.732

44.738.955

43.393.316

FFO totaleconsolidato

6.601.287

1.679.776

10.429.992

3.012.662

766.608

4.629.174

1.120.639

285.160

1.802.789

Modello difinanziamento

(CNVSU)

3.357.291

986.157

-

1.873.221

602.190

-

430.418

124.334

-

Accelerazionedel

riequilibrio

44.826

353.578

598.929

273.290

193.251

578.123

164.704

116.428

385.333

IncentivodistanzaAF/FFO

162.275

345.103

1.028.808

74.396

-

220.839

19.384

430.795

267.302

Mobilità delpersonale

docente

3,9

1,3

4,9

4,7

1,4

5,1

3,8

2,1

5,7

Peso sul FFOconsolidato

%

10.165.679

3.364.614

12.057.729

5.233.569

1.562.049

5.428.136

1.735.145

956.717

2.455.424

Totale

Fig. 7.4 - Andamento del rapporto tra assegni fissi al personale e Fondo di finanziamentoordinario nei tre atenei statali del Piemonte, 2004 – 2008

Fonte: MIUR.

Si è più volte detto che la situazione dei bilanci delle università, già critica per ilcomplessivo livello di finanziamento statale, è resa più difficile a causa degli annualiincrementi del costo del personale docente. La norma stabilisce che le spese fissee obbligatorie per il personale di ruolo delle università statali non possano ecce-dere il 90% del FFO6. In altre parole, gli atenei possono assumere il personale cheritengono necessario per le attività didattiche e di ricerca, fatto salvo il rispetto del

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limite del 90%. Tuttavia, il costo del personale non aumenta solo per gli incrementidi organico, ma anche per gli adeguamenti annuali al tasso di inflazione e per gliscatti biennali legati all’anzianità. L’andamento poco dinamico del FFO, visto inprecedenza, e gli incrementi di costo hanno determinato una situazione in cui ibilanci degli atenei si avvicinano al limite del 90%, anche in assenza di politiche direclutamento di tipo espansivo. Anche in Piemonte, pur in assenza di situazionicritiche, la distanza dal 90% si va progressivamente assottigliando (Fig. 7.4).

Il fatto che gli atenei piemontesi abbiano una situazione di equilibrio finanziarioche rispetta il dettato legislativo, fa sì che, a essi, non si applichino le sanzionipreviste dalla Legge 1/2009, secondo cui le università che hanno superato il li-mite del 90% non possono procedere ad alcuna assunzione, né bandire nuoviconcorsi, fino a quando il limite sarà nuovamente rispettato. A essi si applicano,tuttavia, le altre limitazioni previste dalla Legge: tutti gli atenei, anche quelli cherispettano il limite di spesa più volte ricordato, nel triennio 2009-2011 non pos-sono procedere, per ciascun anno, ad assunzioni di personale che comportinouna spesa superiore al 50% di quella relativa al personale a tempo indetermi-nato complessivamente cessato dal servizio nell’anno precedente, destinandotale somma, per una quota non inferiore al 60%, all’assunzione di ricercatori.

FFO 2009 e relative assegnazioni premialiNel 2009, la ripartizione di risorse sulla base di indicatori di tipo quantitativo hacambiato nuovamente metodologia. L’ammontare complessivo delle risorseassegnate è analogo a quello attribuito nel 2008: circa 7,3 miliardi di euro.Sono state introdotte alcune novità, fra cui l’adozione di nuovi parametri sullabase dei quali effettuare la ripartizione della quota premiale, e sono cambiati ipesi attribuiti alla didattica e alla ricerca (Tab. 7.5).La ripartizione ha tenuto conto, da un lato, delle risorse derivanti dal Patto perl’Università, prima citato, dall’altro, di una quota pari al 7% del FFO, ripartita conindicatori relativi all’offerta formativa, ai risultati dei processi formativi e allaqualità della ricerca scientifica.La tabella 7.6 schematizza le varie voci in cui si articolano le assegnazioni fi-nanziarie agli atenei e riporta i dati riferiti ai tre atenei del Piemonte. Il calcoloha considerato il FFO 2008, di cui è stato riconosciuto agli atenei, come quotabase, l’87,3%.Le assegnazioni relative alle risorse derivanti dal Patto (pari a circa 511 milionidi euro) sono state ripartite, per la maggior parte, per coprire gli incrementi sti-

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pendiali del personale; 10 milioni sono andati a incentivare la distanza dal limitedel 90% tra assegni fissi e personale di ruolo; 100 milioni ripartiti, in parte inbase al modello di finanziamento proposto dal CNVSU, in parte attraverso ilmeccanismo dell’accelerazione del riequilibrio7.Le risorse pari al 7% del FFO, ammontare indicato nella Legge 1/2009, sonostate distribuite, per il 34% (circa 180 milioni) sulla base di indicatori relativi allaqualità dell’offerta formativa e ai risultati dei processi formativi, per il 66% sullabase di indicatori relativi alla qualità della ricerca scientifica (circa 345 milioni).Gli indicatori utilizzati sono riportati nella tabella 7.5: quelli che vanno da A1 adA5 si riferiscono ai processi formativi, B1-B4 alla qualità della ricerca.Le assegnazioni 2009 hanno nuovamente premiato gli atenei del Piemonte:l’Università di Torino ha incassato il 2,1% di risorse in più, il Politecnico il 5,8%,l’Università del Piemonte Orientale l’1,1%.Da segnalare il risultato del Politecnico, ateneo che fa segnare il progresso piùsignificativo, dopo l’Università di Trento.Il risultato dei tre atenei è importante, soprattutto in considerazione del mo-mento storico e del fatto che, nella ripartizione del FFO 2009, 25 atenei sui 56

A1

A2

A3

A4

A5

B1

B2

B3

B4

Rapporto tra numero di docenti di ruolo che appartengono a SSD di base e caratterizzanti e numero teorico di corsiattivati nell’a.a.2008/09 (corsi di laurea e corsi di laurea magistrale a ciclo unico).

Rapporto tra numero di studenti iscritti, nell’a.a.2008/09, al 2° anno che hanno acquisito almeno i 2/3 dei crediti previsti e numero di immatricolati, del medesimo corso, nell’a.a.2007/08.

Rapporto tra crediti effettivamente acquisiti nel 2008 e crediti previsti per gli studenti iscritti nell’a.a.2007/08.

Rapporto tra numero di insegnamenti per i quali è stato richiesto il parere degli studenti e numero totale di insegnamenti attivati nell’a.a.2007/08.

Percentuale di laureati 2004 occupati a tre anni dal conseguimento del titolo. Per il calcolo dell’indicatore si rapporta il valore specifico con quello medio per ripartizione territoriale (nord-ovest, nord-est, centro, sud e isole)

Coefficienti di ripartizione delle risorse destinate alle Aree –VTR 2001-03 - CIVR

Coefficiente di ripartizione delle risorse destinate alle attività di valorizzazione applicativa – VTR 2001-03 - CIVR

Percentuale di docenti e ricercatori presenti in progetti PRIN 2005-2007 valutati positivamente, “pesati” per il fattore di successo dell’area scientifica

Percentuale di finanziamento e di successo acquisiti dagli atenei nell’ambito dei progetti del VI PQ - Unione Europea – CORDIS

Descrizione indicatore

Fonte: MIUR.

0,20

0,20

0,20

0,20

0,20

0,49

0,01

0,15

0,35

Peso

Tab. 7.5 - Descrizione degli indicatori adottati per l’assegnazione della quota 7% del Fondo di Finanziamento Ordinario 2009

7 · Vi è una terza modalità attra-verso la quale sono stati ripartitiparte dei 100 milioni di euro: 3,6milioni sono stati destinati a fi-nanziare gli atenei che, dopo leassegnazioni su base premiale, ri-sultavano essere destinatari di unammontare di risorse inferiore al97% di quelle assegnate l’eserci-zio precedente. In altre parole, èstato fissato un tetto alla possi-bile perdita finanziaria, pari - ap-punto - al 97%.

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(che hanno partecipato al meccanismo di distribuzione della quota del 7%)hanno ricevuto meno risorse di quelle incassate nel 2008.Nell’ambito delle assegnazioni, la parte più cospicua è rappresentata dalle ri-sorse destinate a premiare la qualità della ricerca scientifica. Al Politecnico, que-ste risorse pesano per oltre l’8% del FFO 2009, all’Università di Torino e a quelladel Piemonte Orientale per circa il 5%.

7.2 > La programmazione del sistema universitarioMentre il Fondo per l’edilizia ha seguito una dinamica maggiormente aderentealle richieste e alla necessità degli atenei in questi ambiti, il terzo capitolo dispesa a carico dello Stato, il Fondo per la programmazione dello sviluppo uni-versitario, ha seguito diverse modalità di allocazione. In genere, questo fondoha avuto una disponibilità annua pari a circa il 2-3% del FFO; le erogazioni fi-nanziarie sono avvenute, fino alla programmazione 2004-2006, a fronte dellapresentazione, da parte degli atenei, di progetti mirati a perseguire obiettivistabiliti centralmente.La programmazione era relativa a un arco temporale di 3 anni, all’inizio deiquali il Ministero stabiliva alcuni obiettivi di sistema e le università potevanopresentare progetti coerenti con quegli obiettivi. Il Ministero definiva le inizia-tive che intendeva finanziare e la ripartizione complessiva delle risorse. Il meccanismo prevedeva l’erogazione di fondi a fronte della presentazione diprogetti e non del raggiungimento di risultati, né vi erano indicatori in grado di

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Tab. 7.6 - Assegnazioni relative al Fondo di Finanziamento Ordinario 2009 ai tre atenei statali del Piemonte

Fonte: MIUR - CNVSU.

Università

257.672

112.448

45.651

FFO 2008(escluse

le unatantum)

223.545

97.646

39.671

Quota base(ridotta al

87,3%) e alnetto del turn over

11.303

4.786

1.890

Quotaincremento

costipersonale

309 Ml€

-

311

143

Incentivodistanza

90% AF/FFO

10 Ml€

3.221

1.550

531

Modello (76,8 Ml€)

100 Ml€

Patto 2008-2010 (511,5 Ml€) Quota 7% (523,50 Ml€)

2.089

1.415

197

Accelerazione(20 Ml€)

8.341

3.240

1.225

ProcessiFormativi

177,99 Ml€ 345,51 Ml€

13.767

9.581

2.273

QualitàRicerca

879

454

118

Quota2009

Mobilità2008

-

-

121

Quota2009

Chiamatedirette

2008

263.145

118.984

46.170

FFO2009

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[ ]217

misurare il raggiungimento, a livello locale, degli obiettivi stabiliti centralmente.Inoltre, gli obiettivi non davano modo agli atenei di scegliere autonomamentele attività sulle quali intendevano focalizzare maggiormente i propri sforzi. Nonda ultimo, i notevoli ritardi di attuazione, determinati anche da una tempisticanon compatibile con i livelli organizzativi del Ministero, impedivano di cono-scere i risultati dei programmi del triennio trascorso quando si dovevano defi-nire gli obiettivi del triennio successivo8.

Per far fronte a questa situazione, la programmazione 2007-20099 ha inno-vato profondamente il sistema precedente.Essa prevede che i fondi vengano erogati a fronte del raggiungimento di risul-tati e non della presentazione di progetti. Nel nuovo sistema, la valutazione ri-guarda esclusivamente la verifica del raggiungimento dell’obiettivo, aprescindere dalle politiche utilizzate dall’ateneo per raggiungerlo. È sempre il Ministro che definisce gli obiettivi di sistema per il triennio, ma si va-luta il loro raggiungimento attraverso l’utilizzo di indicatori numerici. Sono stateidentificate cinque aree e per ciascuna di queste sono stati identificati indica-tori coerenti con esse10:

• qualità della didattica;• sviluppo della ricerca scientifica;• sostegno e potenziamento dei servizi e degli interventi a favore degli stu-

denti;• programmi di internazionalizzazione;• fabbisogno di personale docente e non docente.

Gli indicatori utilizzati per i conteggi relativi alla ripartizione delle risorse di-sponibili sono stati:• Numero medio di docenti di ruolo che appartengono a settori scientifico-

disciplinari di base e caratterizzanti per corso di laurea e di laurea magi-strale attivato.

• Numero medio di borse per corso di dottorato di ricerca; Proporzione diborse di studio di dottorato di ricerca finanziate dall’esterno; Uscite di bi-lancio per la ricerca scientifica per docente di ruolo e ricercatore; Propor-zione di entrate per la ricerca scientifica provenienti da enti esterni.

• Studenti che si iscrivono al secondo anno di un corso di studi avendo ac-quisito almeno 50 CFU in rapporto agli studenti che si sono immatricolatil’anno prima allo stesso corso; Proporzione di iscritti che hanno svolto stage

8 · G. Fiegna, Gli studenti nel fi-nanziamento statale degli atenei,in G. Catalano, E. Periti (a cura di),I servizi agli studenti nell’attivitàgestionale dell’università, Bolo-gna, Il Mulino, 2006, pp. 85-112.9 · Art. 1-ter, Decreto Legge 31gennaio 2005 n. 7, convertito nellaLegge 31 marzo 2005, n. 43.10 · Dei 21 indicatori proposti, nesono stati utilizzati per i conteggifinalizzati alla ripartizione dellerisorse soltanto 15, data l’indi-sponibilità - a livello di sistema -di alcune delle informazioni ne-cessarie. Nel testo sono citati isoli indicatori utilizzati.

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[ ]218

formativi esterni all’Università di appartenenza durante il corso di studi.• Proporzione di iscritti che hanno partecipato a programmi di mobilità in-

ternazionale; Proporzione di studenti stranieri iscritti a corsi di laurea ma-gistrale; Proporzione di studenti stranieri iscritti ai corsi di dottorato; Entitàdei contratti/convenzioni acquisiti da agenzie e enti, esteri e internazionali.

• Proporzione dei costi del personale (di ruolo e non) rispetto alle entrate dibilancio; Proporzione dei punti organico utilizzati per assunzioni di profes-sori ordinari e associati precedentemente non appartenenti all’ateneo; Pro-porzione di punti organico destinati a facoltà con un rapportostudenti/docenti di ruolo superiore rispetto alla mediana nazionale; Pro-porzione dei punti organico utilizzati per l’assunzione di nuovi ricercatori.

Come si può notare, si tratta di indicatori riguardanti molti degli aspetti qualifi-canti l’attività degli atenei, cui si è brevemente accennato anche in questo testo.L’altra novità consiste nella possibilità, per ciascuna università, di scegliere unao più aree su cui puntare: in altre parole, l’ateneo può decidere di scegliere, adesempio, di puntare sulla ricerca scientifica se ritiene che, nel triennio succes-sivo, possa migliorare i propri risultati in questo ambito, e dunque attribuire al-l’area Ricerca un peso superiore nell’ambito delle risorse della programma-zione11.Di fronte a queste rilevanti novità, la programmazione triennale 2007-2009 siè arenata su difficoltà, dapprima di natura politica, quindi di natura finanziaria:mentre nel 2007 e nel 2008 le risorse della programmazione sono confluitenella quota di riequilibrio, nel 2009 saranno ripartiti con il meccanismo de-scritto solo un terzo dei fondi della programmazione (pari a circa 60 milioni dieuro), con palese depotenziamento dello strumento.Nelle linee operative, le risorse della programmazione relative al 2009 sonoripartite considerando le variazioni fatte registrare dagli atenei, nei temi in-dicati, fra i dati del 2007 e quelli del triennio 2004-2006. In questo conte-sto, gli atenei del Piemonte hanno adottato politiche diverse (attribuendopesi differenziati ai vari ambiti) e registrato performance altrettanto diversefra loro. L’ateneo che ha fatto segnare i progressi più rilevanti rispetto altriennio precedente è stata l’Università di Torino, università risultata primain assoluto nel panorama nazionale, seguita dall’Università del PiemonteOrientale e, infine, dal Politecnico di Torino. La tabella 7.5 riporta i dati prin-cipali, insieme alle scelte che ogni ateneo ha fatto assegnando i propri pesialle diverse aree.

11 · Ciascuna delle cinque areeaveva un peso pari a 0,2(0,2x5=1). Gli atenei potevano va-riare il peso delle aree da un mi-nimo di 0,1 a un massimo di 0,3,pur tenendo presente che lasomma dei pesi doveva esserepari a 1.

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[ ]219

7.3 > I bilanci degli atenei: le principali voci di entrataIl CNVSU mette a disposizione, nel proprio sito web, i bilanci degli atenei italiani,i cui dati sono pubblicati secondo i criteri dell’omogenea redazione dei conticonsuntivi. Le tabelle 7.6, 7.7, 7.8 mostrano le diverse poste di entrata dei tre atenei del Pie-monte, presentate secondo il totale degli accertamenti.L’analisi dei dati mette in evidenza alcuni elementi sui quali ci siamo già soffer-mati nei paragrafi precedenti. Nei tre atenei statali piemontesi la principale vocedi entrata, nel quinquennio 2003-2007, è costituita dai trasferimenti dallo Stato,di cui la parte più cospicua è rappresentata dai trasferimenti correnti e, in modoparticolare, dal Fondo di Finanziamento Ordinario. Il peso dei finanziamenti sta-tali (nella figura 7.5 sono stati sommati i trasferimenti correnti e quelli per inve-stimenti, in conto capitale, nonché quelli per il finanziamento di progetti diricerca statali) è diverso fra i vari atenei, ma comunque compreso fra il 60% eil 70%.La seconda voce di entrata è costituita dagli incassi per attività di ricerca e at-tività commerciale, derivante da contratti, convenzioni e progetti finanziati daimprese, enti pubblici, Unione Europea e altri enti, MIUR escluso. Negli ateneiquesta voce di entrata è compresa fra il 20% e il 30%. Si tratta di un’indicazionepositiva circa la capacità di autofinanziamento degli atenei e la qualità della ri-cerca svolta.La terza voce è costituita dalle entrate per tasse e contributi degli studenti, oscil-lanti fra il 10% e il 15% del totale delle entrate. Nelle pagine che seguono sarà ri-portata una sintetica analisi delle politiche contributive degli atenei.

Fonte: MIUR-CINECA.

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Entrate A: didattica

B: ricerca

C: studenti

D: internazionalizzazione

E: personale

Tab. 7.7 - Indici di variazione fra i dati riferiti al 2007 e quelli del triennio 2004-2006 nelle 5 aree identificate dalla programmazione 2007-2009 nei tre atenei statali del Piemonte

0,026

0,014

0,021

Indiceparziale

0,200

0,100

0,300

Peso

0,032

0,021

0,017

Indiceparziale

0,200

0,300

0,200

Peso

0,018

0,015

0,017

Indiceparziale

0,200

0,100

0,100

Peso

0,017

0,017

0,017

Indiceparziale

0,200

0,250

0,100

Peso

0,018

0,017

0,019

Indiceparziale

0,200

0,250

0,300

Peso

0,022

0,017

0,019

Indicefinale

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Page 222: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]220

Entrate proprie, di cui:

• Entrate contributive

• Entrate finalizzate derivanti da attività convenzionate

• Vendita di beni e servizi

• Altre entrate proprie

Entrate da trasferimenti, di cui:

• Trasferimenti correnti dallo Stato

• Trasferimenti per investimenti dallo Stato

• Trasferimenti correnti da Altri soggetti

• Trasferimenti per investimenti da Altri soggetti

Altre entrate

TOTALE entrate (al netto delle partite di giro e dei trasferimenti interni)

Partite di giro, contabilità e gestioni speciali

Trasferimenti interni

TOTALE entrate

128.644

56.138

50.155

11.276

11.075

278.422

240.159

17.792

13.044

7.427

3.638

410.704

135.158

73.305

545.862

2003Totale accertamenti, in gestione competenze

Tab. 7.8 - Quadro delle entrate degli esercizi 2002-2006 dal bilancio consolidato dell’Università di Torino

Nota: le entrate contributive comprendono le entrate da tasse e contributi degli studenti; le entrate finalizzate derivanti da attività convenzionatecomprendono le entrate da MIUR e altri ministeri, da contratti/convenzioni/accordi di programma con Unione Europea e con organismi pubbliciesteri o internazionali; le entrate per vendita di beni e servizi comprendono l’attività commerciale; le altre entrate proprie comprendono i redditi ei proventi patrimoniali, l’alienazione di beni patrimoniali e l’accensione di prestiti; i trasferimenti correnti dallo stato comprendono il Fondo di Fi-nanziamento Ordinario e i contributi da altri ministeri; i trasferimenti per investimenti dallo stato comprendono i trasferimenti per l’edilizia uni-versitaria, per i progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale e gli altri trasferimenti statali per investimenti; i trasferimenti correnti da altrisoggetti comprendono i trasferimenti correnti dell’Unione Europea, quelli da parte di organismi pubblici esteri o internazionali e gli altri trasferi-menti correnti; i trasferimenti per investimenti da altri soggetti comprendono i trasferimenti per investimenti dell’Unione Europea, quelli da partedi organismi pubblici esteri o internazionali, e gli altri trasferimenti per investimenti. I dati relativi alle entrate contributive risultano difformi dai datiillustrati in tabella 7.11 a causa della diversa fonte di rilevazione.Fonte: MIUR-CNVSU. Voci di bilancio elaborate secondo i criteri dell’omogenea redazione dei conti consuntivi (Decreto interministeriale 1/03/2007).

135.667

62.907

55.751

11.445

5.564

285.832

251.729

6.246

13.436

14.421

3.490

424.989

139.900

58.196

623.085

2004

141.161

68.936

46.261

11.963

14.001

314.284

271.461

7.546

11.327

23.950

4.136

459.581

150.866

67.328

677.775

2005

139.768

69.529

55.716

13.306

21.424

308.288

272.444

4.526

8.556

22.761

3.765

451.821

161.436

78.288

691.545

2006

160.934

74.917

68.555

15.708

66.933

337.714

290.422

6.121

9.525

31.645

4.598

503.246

173.961

90.441

767.648

2007

regione CAP 7 def_V_Layout 1 11/02/10 23.57 Pagina 220

Page 223: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]221

Entrate proprie, di cui:

• Entrate contributive

• Entrate finalizzate derivanti da attività convenzionate

• Vendita di beni e servizi

• Altre entrate proprie

Entrate da trasferimenti, di cui:

• Trasferimenti correnti dallo Stato

• Trasferimenti per investimenti dallo Stato

• Trasferimenti correnti da Altri soggetti

• Trasferimenti per investimenti da Altri soggetti

Altre entrate

TOTALE entrate (al netto delle partite di giro e dei trasferimenti interni)

Partite di giro, contabilità e gestioni speciali

Trasferimenti interni

TOTALE entrate

62.801

19.568

10.704

12.899

19.630

123.047

96.348

3.161

14.661

8.877

4.612

190.460

58.154

5.735

254.349

2003Totale accertamenti, in gestione competenze

Tab. 7.9 - Quadro delle entrate degli esercizi 2002-2006 dal bilancio consolidato del Politecnico di Torino

Nota: vedi nota tabella 7.8.Fonte: MIUR-CNVSU. Voci di bilancio elaborate secondo i criteri dell’omogenea redazione dei conti consuntivi (Decreto interministeriale 1/03/2007).

49.736

20.692

4.529

14.586

9.929

135.158

102.052

3.377

15.333

14.396

4.942

189.836

60.031

6.131

255.998

2004

54.852

21.038

4.282

13.377

16.155

153.467

115.039

5.871

28.308

4.249

4.580

212.899

63.099

7.833

283.831

2005

53.400

20.501

16.485

14.739

1.674

154.787

121.947

2.143

17.295

13.400

4.467

212.654

65.706

53.045

331.405

2006

58.698

22.614

17.923

15.951

13.235

140.911

120.785

1.414

15.249

3.462

4.706

204.315

70.181

56.424

330.920

2007

Entrate proprie, di cui:

• Entrate contributive

• Entrate finalizzate derivanti da attività convenzionate

• Vendita di beni e servizi

• Altre entrate proprie

Entrate da trasferimenti, di cui:

• Trasferimenti correnti dallo Stato

• Trasferimenti per investimenti dallo Stato

• Trasferimenti correnti da Altri soggetti

• Trasferimenti per investimenti da Altri soggetti

Altre entrate

TOTALE entrate (al netto delle partite di giro e dei trasferimenti interni)

Partite di giro, contabilità e gestioni speciali

Trasferimenti interni

TOTALE entrate

12.663

8.032

2.997

1.547

87

54.272

39.702

3.918

7.032

3.620

563

67.498

19.812

16.229

103.539

2003Totale accertamenti, in gestione competenze

Tab. 7.10 - Quadro delle entrate degli esercizi 2002-2006 dal bilancio consolidato dell’Università del Piemonte Orientale

Nota: vedi nota tabella 7.8.Fonte: MIUR-CNVSU. Voci di bilancio elaborate secondo i criteri dell’omogenea redazione dei conti consuntivi (Decreto interministeriale 1/03/2007).

13.040

9.140

2.725

1.058

117

59.899

42.315

5.152

5.662

6.770

356

73.295

20.743

18.747

112.785

2004

17.563

9.134

7.403

897

129

58.755

47.847

4.676

5.952

280

399

76.717

5.643

18.449

100.809

2005

21.925

8.929

10.730

2.009

256

61.024

48.898

1.326

7.391

3.407

4.767

87.716

13.176

19.381

120.273

2006

16.311

9.672

4.369

1.886

383

60.085

52.048

94

4.091

3.850

4.334

80.730

13.648

13.230

107.608

2007

regione CAP 7 def_V_Layout 1 11/02/10 23.57 Pagina 221

Page 224: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]222

7.4 > La contribuzione studentescaIl gettito da contribuzione studentesca rappresenta, unitamente al FFO, unadelle entrate più rilevanti nei bilanci degli atenei del Piemonte.Gli studenti che si iscrivono a un corso di laurea sono tenuti a pagare un importoannuo costituito dalla tassa di iscrizione e dai contributi universitari. La norma-tiva in materia di contribuzione studentesca prevede che l’importo di tasse pa-gato dagli studenti sia determinato dalla somma di una tassa pari a 155 euro,aggiornata annualmente al tasso di inflazione, e di una quota costituita dai con-tributi universitari, stabilita autonomamente dalle università nella misura utilea obiettivi didattici e di servizi agli studenti12.Dal pagamento delle tasse di iscrizione e dei contributi universitari sono eso-nerati gli studenti idonei e i beneficiari delle borse di studio, nonché gli studentiin situazione di handicap con un’invalidità pari o superiore al 66%13.Le università possono inoltre prevedere autonomamente la concessione di eso-neri totali o parziali per studenti con handicap inferiore al 66%, per studenti checoncludano gli studi entro i termini previsti dagli ordinamenti didattici o che ab-biano conseguito annualmente tutti i crediti previsti dal piano di studi. Possono

Fig. 7.5 - Confronto fra alcune voci di entrata degli esercizi 2002-2004-2006 del bilancio consolidato dei tre atenei statali del Piemonte

Nota: la voce Ricerca e attività commerciale comprende le entrate finalizzate derivanti da attività convenzionate, la vendita di beni e servizi, i trasferimenticorrenti e per investimenti da altri soggetti. La voce Trasferimenti dallo Stato comprende i trasferimenti correnti e per investimenti dallo Stato.Fonte: MIUR-CNVSU. Voci di bilancio elaborate secondo i criteri dell’omogenea redazione dei conti consuntivi (Decreto interministeriale 1/03/2007).

12 · DPR del 25 luglio 1997, n.306 Regolamento recante disci-plina in materia di ContributiUniversitari.13 · Per maggiori dettagli si vedail DPCM 9 aprile 2001, art. 8.

regione CAP 7 def_V_Layout 1 11/02/10 23.57 Pagina 222

Page 225: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]223

altresì essere esonerati parzialmente gli studenti che svolgono una documen-tata attività lavorativa dipendente o autonoma.Unico limite per gli atenei in materia di contribuzione studentesca è che il get-tito derivante da tasse e contributi non superi il limite del 20% del FFO.Se si analizza il trend delle entrate da contribuzione studentesca dal 2003 al 2007emerge che queste sono aumentate in misura differente nei tre atenei statali delPiemonte; l’incremento maggiore si è verificato all’Università di Torino, dove le en-trate sono cresciute del 23%, a fronte di un aumento degli studenti paganti pari al6%. Al Politecnico la contribuzione studentesca è aumentata di quasi il 9% in cin-que anni sebbene gli studenti paganti siano diminuiti (-7%). Il Piemonte Orientalepresenta una situazione pressoché stabile nei cinque anni (Tab. 7.11).

Ma quanto paga in media uno studente iscritto? Sebbene gli importi pagati daglistudenti siano estremamente variabili in base al reddito e all’ateneo di iscri-zione, sono stati calcolati gli importi medi pagati dagli studenti negli ultimi cin-que anni. Il trend rispecchia fedelmente ciò che emerge dall’analisi delle entrate:gli incrementi maggiori si rilevano all’Università e al Politecnico di Torino (circapari a +15% in entrambi gli atenei), mentre al Piemonte Orientale l’importo è ri-sultato stabile nei cinque anni.Nel periodo 2003-2007 le tasse in Piemonte sembrano comunque essere cre-sciute meno rispetto a quanto accaduto in Italia (+13% contro +15%), tuttaviail valore nominale dell’importo di tasse pagato dagli studenti piemontesi si col-loca al di sopra della media italiana, con un importo pari a 1.170 euro contro i1.050 euro italiani (Tab. 7.12).

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Piemonte

ITALIA

52.298

21.476

8.546

82.320

1.285.667

2003Ateneo

Tab. 7.11 - Il trend delle entrate da tasse e contributi (in migliaia di euro)

Nota: i dati relativi alle entrate contributive risultano difformi dai dati illustrati nelle tabelle 7.8, 7.9 e 7.10 a causa della diversa fonte di rilevazione.Per il calcolo della variazione percentuale delle entrate, i valori relativi al 2003 sono stati aggiornati all’anno 2007 al tasso di inflazione, al fine direndere confrontabili i dati. Gli studenti paganti sono stati calcolati sottraendo dal totale degli studenti iscritti gli studenti esonerati totalmente dalpagamento delle tasse di iscrizione.Fonte: dati MIUR, Ufficio di Statistica.

57.390

23.032

9.617

90.039

1.366.028

2004

63.146

23.226

9.482

95.854

1.428.593

2005

65.463

23.250

9.458

98.171

1.524.163

2006

69.498

25.287

9.290

104.075

1.643.036

2007

+ 5,9

- 6,8

- 0,3

+ 2,3

+ 1,1

Variazione % studenti

paganti

+ 23

+ 8,7

+ 0,3

+ 16,7

+ 17,9

Variazione % entrate2003-2007 (al netto

dell’inflazione)

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Page 226: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]224

Università di Torino

Politecnico di Torino

Piemonte Orientale

Piemonte

ITALIA

931

949

1.012

943

834

2003/04Ateneo

Tab. 7.12 - Importo medio delle tasse e contributi per studente iscritto pagante (in euro)

Nota: gli importi considerati si intendono al netto della tassa regionale per il diritto allo studio universitario e dei contributi CUS e SIAE, che noncostituiscono gettito per gli atenei. Per il calcolo della variazione percentuale dell’importo medio delle tasse e contributi, i valori relativi al 2003sono stati aggiornati all’anno 2007 al tasso di inflazione, al fine di rendere confrontabili i dati.Fonte: elaborazione su dati MIUR, Ufficio di Statistica.

917

1.036

1.096

962

876

2004/05

1.120

1.062

1.155

1.109

918

2005/06

1.170

1.077

1.133

1.143

990

2006/07

1.168

1.199

1.105

1.169

1.054

2007/08

+ 14,6

+ 15,3

- 0,3

+ 13,2

+ 15,3

Variazione % importo2003/04-2007/08

(al netto dell’inflazione)

Quadro 7.A > Un focus sui sistemi di contribuzione studentesca nei tre atenei del Piemonte (a.a. 2008/09)L’attuale sistema di contribuzione studentesca in Pie-monte differisce da ateneo ad ateneo, e l’importo ditasse e contributi pagato dallo studente dipende princi-palmente dalla sua condizione economica e dalla mo-dalità di iscrizione (a tempo pieno o a tempo parziale).Il sistema di contribuzione dell’Università di Torino pre-vede sei diverse fasce individuate sulla base dell’ISEE,alle quali sono associati sei diversi importi; il valore ISEEmassimo che individua l’ultima fascia, oltre il quale lostudente paga l’importo pieno di tasse, è pari a 60.000euro, e l’importo massimo è pari a 1.500 euro (al nettodella tassa per il diritto allo studio e dei contributi CUS eSIAE).Al Politecnico il sistema di fasciazione è costituito danove fasce, individuate entro un limite ISEE di 55.000euro; l’importo pagato dagli studenti è compreso tra unminimo di 270 euro e un massimo di 1.600 euro. Il sistema di fasciazione dell’Università del PiemonteOrientale si basa su otto diverse fasce e l’ultima è indivi-duata entro un limite ISEE di 55.000 euro, valore oltre ilquale gli studenti pagano una tassa di importo pari a1.600 euro.Se quanto illustrato è valido per gli studenti iscritti a

tempo pieno, regole diverse sono applicate agli iscritti atempo parziale.Innanzitutto risultano differenti le modalità di iscrizionedi tale tipologia di studenti: all’Università di Torino e alPolitecnico lo studente che si iscrive a tempo parziale ètenuto a presentare un piano di studi che preveda un nu-mero di crediti annuo compreso tra 20 e 36, mentre al-l’Università del Piemonte Orientale l’iscrizione non èannuale ma lo studente può optare, se iscritto a un corsodi laurea triennale, per un percorso dilazionato su 4 o 6anni o , se iscritto a una laurea specialistica, di 3 o 4 anni.Ogni ateneo ha adottato soluzioni diverse relativamenteal sistema di tassazione di tale tipologia di studenti. Al-l’Università di Torino l’importo pagato da uno studenteiscritto a tempo parziale, a partire dalla seconda fasciafino all’ultima, è pari al 75% dell’importo previsto per iltempo pieno indipendentemente dal numero di creditiinseriti nel carico; al contrario, gli studenti che ricadononella prima fascia pagano tutti 300 euro analogamenteagli studenti a tempo pieno. Al Politecnico chi si iscrive part-time paga una tassa fissapari a 315 euro più 16 euro per ogni credito inserito nelcarico didattico, pertanto paga un importo che varia traun minimo di 502 euro e un massimo di 758 euro, in baseal numero di crediti inseriti; non è prevista alcuna formadi riduzione valutata sulla condizione economica, per-tanto due studenti che optano per lo stesso numero di

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Page 227: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]225

7.5 > Il finanziamento del diritto allo studioIl Fondo statale integrativo, la tassa regionale per il diritto allo studio, e lerisorse proprie delle Regioni costituiscono le tre principali fonti di finanzia-mento della politica a sostegno degli studenti universitari. Dopo aver de-scritto brevemente in cosa consistono, si cercherà di rispondere alleseguenti domande: quante risorse finanziarie provengono da questi canali?Sono variate nel corso degli ultimi anni? Infine, in quale misura ciascuna diesse incide sulla copertura della spesa per il diritto allo studio?

7.5.1 > Il Fondo statale integrativoIl Fondo statale integrativo istituito nel 199114 per il finanziamento dei pre-stiti d’onore è effettivamente attivo dal 199615, quando si stabilì di impie-garlo per finanziare anche le borse di studio al fine di sostenere le Regioninella copertura della graduatoria degli aventi diritto alla borsa, i cosiddettiidonei. Di fatto il Fondo statale serve a finanziare pressoché esclusivamentele borse di studio, non avendo mai preso piede in Italia i prestiti d’onore insenso stretto, ovvero quelli disegnati dall’art. 16 della Legge 390/91.Il Fondo ha dato certamente un contributo sostanziale alle Regioni: le ri-sorse stanziate dallo Stato sono passate da 42 milioni di euro circa nel 1997,a 152 milioni di euro circa nel 2008, quindi sono più che triplicate in 11 annisebbene l’andamento non sia stato costantemente crescente. La Regione Piemonte ho ottenuto 9,5 milioni di euro nell’ultimo anno inesame, collocandosi nella rosa delle sei regioni che hanno ricevuto i finan-ziamenti statali più consistenti, insieme al Lazio, la Sicilia, la Lombardia,l’Emilia Romagna e la Toscana (Tab. 7.13). Mediamente, dal 2003 al 2008, il Piemonte ha acquisito il 6,4% del finanzia-mento statale complessivo, tuttavia le risorse ricevute nell’arco temporaleesaminato seguono un trend altalenante (comune a quasi tutte le regioni); leragioni vanno rinvenute, da un lato, nell’andamento “ballerino” del Fondo sta-

14 · Legge 2 dicembre 1991, n.390.15 · Legge 23 dicembre 1996, n.662, art. 1, co. 89.

crediti, ma che si trovano in condizioni economiche dif-ferenti, pagano lo stesso importo di tasse. L’Università del Piemonte Orientale ha optato per un si-stema di contribuzione che non dipende strettamentedal numero di crediti inseriti dallo studente nel carico di-dattico, ma dalla scelta del piano di studi su 4 o 6 anninel caso della laurea triennale, e di 3 o 4 anni per la lau-rea specialistica.

Ciò che emerge da questo breve approfondimento è unquadro piuttosto eterogeneo dei sistemi di tassazioneadottati dagli atenei piemontesi, poiché risultano diversisia i limiti ISEE che individuano le fasce sia il numero difasce, nonché gli importi stabiliti per ciascuna fascia[Musto, 2007].

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Page 228: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]226

tale integrativo, dall’altro, nei meccanismi con cui viene ripartito. Per capire come il Piemonte ottiene tale cifra e il perché delle oscillazionidell’ammontare ricevuto negli anni, occorre sinteticamente ripercorrere lefasi di calcolo del riparto (senza addentrarci nelle modalità dettagliate di ri-partizione del Fondo, descritte nel Quadro 7.B).

In primo luogo, a ciascuna Regione è assegnata una quota teorica di finan-ziamento, in relazione alla disponibilità di posti alloggio nelle residenze, allaspesa effettuata (per borse di studio, attività part-time, contributi di mobi-lità internazionale), e al numero di idonei. Il 15% del Fondo è ripartito in baseal numero di posti letto, il 35% in base al numero di idonei e il 50% del Fondoin base alla spesa. La Regione Piemonte riesce ad acquisire le risorse stataliprincipalmente attraverso quest’ultima quota (ottiene quasi l’8% del Fondoripartito in funzione della spesa), mentre la quota di finanziamento stataleinerente gli idonei è quella attraverso cui riceve meno: pur con un numerodi aventi diritto alla borsa analogo a quello della Toscana, questa si aggiudicaquasi l’8% del Fondo, il Piemonte poco più del 5%. Ciò è dovuto al fatto cheil Piemonte conta pochi idonei fuori sede in confronto alla media nazionale(si ricorda che nel 2007/08, i fuori sede in Piemonte erano il 24% sul totaleidonei, mentre in Italia il 42%), quando nel computo del riparto valgono dop-pio, ovvero vengono moltiplicati per 2.La seconda fase consiste nell’applicare al riparto teorico dei correttivi, il piùimportante dei quali, perché maggiormente responsabile delle variazionidelle risorse statali acquisite dal Piemonte nei vari anni, è quello secondo cuile risorse proprie regionali non possono essere inferiori alle risorse investitel’anno precedente, pena la detrazione, dalla quota spettante di Fondo, diuna cifra pari alla differenza. Questa norma pur essendo nata con una fina-lità nobile - scoraggiare le Regioni dall’utilizzare esclusivamente il finanzia-mento statale - si è ritorta contro quelle realtà che pur erogando sempre atutti gli idonei la borsa di studio (è il caso del Piemonte), in considerazionedel metodo di calcolo delle risorse regionali, necessariamente risultano in-vestire un anno di più e quello seguente di meno16. Infine si applica la clausola “dell’80%” che rimescola ulteriormente le cartein tavola; poiché lo stanziamento statale non può essere inferiore all’80% diquanto ottenuto l’anno precedente, una volta determinato l’ammontare difinanziamento statale spettante a ciascuna Regione a seguito dell’applica-zione dei criteri descritti sopra, le risorse vengono sottratte alle realtà re-

16 · Le risorse proprie regionalisono calcolate come differenzatra la spesa complessiva (perborse di studio, attività part-timee mobilità internazionale), da unlato, e le entrate da Fondo stataleintegrativo e da tassa regionaleper il diritto allo studio, dall’altro.Ponendo come costanti le entrateda tassa regionale e la spesa perborse di studio (che è la quotapreponderante della spesa com-plessiva), se crescono le entrateda Fondo statale, necessaria-mente risultano minori le risorseproprie delle Regioni. Si è definitocostanti le entrate da tassa regio-nale poiché in Piemonte l’importodella tassa è invariato dal2004/05 e il numero di studenti“contribuenti” non è cambiato inmisura significativa. Circa laspesa per borse di studio, consi-derato che la Regione Piemonteeroga a tutti la borsa, per aumen-tare la spesa - e quindi far risul-tare le risorse proprie maggiori aifini del riparto - dovrebbe incre-mentare gli importi oltre i livelliminimi definiti dal DPCM. Questonaturalmente deve però bilan-ciarsi con gli investimenti regio-nali per altri interventi/servizi aglistudenti che non rientrano nelcomputo del Fondo statale.

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Page 229: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]227

Lazio

Sicilia

Lombardia

Emilia Romagna

Toscana

Piemonte

Veneto

Calabria

Puglia

Campania

Umbria

Sardegna

Marche

Abruzzo

Trentino-Alto Adige

Friuli Venezia Giulia

Liguria

Basilicata

Molise

Valle d'Aosta

ITALIA

11.119.633

15.008.359

13.190.638

10.813.205

11.470.812

7.516.661

8.405.444

7.742.294

5.163.302

7.439.644

4.905.231

3.789.261

4.091.658

2.873.706

2.383.990

4.124.390

2.587.054

1.325.124

470.650

31.942

124.453.000

2003(euro)

Tab. 7.13 - Le risorse ottenute dalle Regioni dal Fondo statale integrativo, 2003-2008 (valori in euro)

Fonte: elaborazione su dati MIUR.

8.895.706

12.006.687

10.552.511

17.581.367

16.328.359

11.314.532

10.345.610

8.723.264

6.500.488

5.951.715

7.908.612

7.303.131

5.357.933

2.481.319

3.484.189

5.238.226

2.069.643

1.571.161

492.684

100.861

144.208.000

2004(euro)

15.393.805

12.690.809

16.905.415

14.065.094

13.062.687

9.051.626

11.132.310

6.978.611

7.013.630

8.139.162

6.326.890

5.842.505

4.425.396

4.976.064

3.208.217

4.190.581

1.740.724

1.256.929

394.147

297.399

147.092.000

2005(euro)

12.315.044

20.115.567

17.354.229

17.049.052

17.800.678

11.773.124

13.144.769

11.603.413

9.142.007

6.511.330

7.102.042

7.250.052

7.626.548

3.980.851

4.077.791

4.953.443

3.224.064

1.005.543

732.537

237.919

177.000.000

2006(euro)

20.635.519

16.092.454

19.187.864

13.639.241

14.240.542

9.418.499

10.515.815

9.282.730

7.313.605

5.209.064

8.199.673

6.333.607

6.101.238

5.017.112

4.706.426

5.324.557

4.072.254

804.434

586.029

190.335

166.871.000

2007(euro)

16.508.416

16.226.245

15.350.291

13.302.050

12.006.092

9.544.496

8.916.521

8.389.757

7.967.153

7.489.508

6.559.738

6.348.172

5.389.786

4.645.267

4.534.188

4.259.646

3.257.803

643.548

468.824

178.501

151.986.000

2008(euro)

gionali più virtuose e ridistribuite tra quelle che si trovano sotto tale per-centuale, trattandosi di un cosiddetto “gioco a somma zero”. Il risultato èche sono vanificate (o quasi) le misure premianti con cui il legislatore ha in-teso in prima battuta ripartire il Fondo. Ciò spiega anche la ragione per cuila Regione Piemonte, nel 2008, in base al riparto teorico avrebbe ottenuto10 milioni di euro (Tab. 7.14), mentre nel riparto effettivo ha ricevuto circa500 mila euro in meno.Tutto questo fornisce un’idea dell’impellenza della revisione del meccani-smo di riparto.

regione CAP 7 def_V_Layout 1 11/02/10 23.57 Pagina 227

Page 230: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

Sicilia

Lazio

Lombardia

Emilia Romagna

Toscana

Piemonte

Veneto

Calabria

Puglia

Campania

Sardegna

Umbria

Marche

Abruzzo

Friuli Venezia Giulia

Provincia Trento

Liguria

Provincia Bolzano

Basilicata

Molise

Valle d’Aosta

TOTALE

5,7

5,2

19,9

10,1

9,2

5,8

5,9

7,4

3,6

0,6

3,7

3,7

8,0

0,4

4,9

2,9

1,6

1,0

0,4

0,0

0,0

100,00

%

Tab. 7.14 - Il riparto teorico del Fondo statale integrativo, distinto nelle tre quote, 2008

Nota: la spesa per il diritto allo studio considerata ai fini del riparto comprende la spesa per: borse di studio, attività a tempo parziale, contributi di mobilitàinternazionale.Fonte: elaborazione su dati MIUR.

1.264.337,66

1.154.590,02

4.427.981,50

2.246.467,09

2.051.609,03

1.292.894,45

1.316.971,74

1.636.135,80

795.110,49

125.985,82

821.987,46

811.908,60

1.783.399,23

80.630,92

1.090.197,27

642.807,63

349.400,66

217.815,48

96.309,16

-

-

22.206.540,00

(euro)

12,3

11,3

8,3

7,8

7,6

5,4

5,5

7,0

7,2

6,9

5,0

3,1

3,3

3,0

1,7

1,1

1,8

0,6

0,6

0,5

0,05

100,00

%

6.378.437,37

5.865.218,47

4.286.502,90

4.042.667,42

3.916.499,88

2.812.239,11

2.865.693,27

3.615.034,14

3.714.081,55

3.597.347,10

2.570.516,25

1.593.602,16

1.708.567,91

1.566.727,69

866.566,62

590.747,08

932.893,02

306.968,38

298.910,95

261.571,65

24.467,07

51.815.260,00

(euro)

12,5

9,9

7,6

10,1

7,8

7,9

6,9

4,8

4,2

5,6

4,4

4,2

2,9

4,0

1,6

2,2

1,8

0,8

0,3

0,1

0,2

100,00

%

9.239.584,53

7.361.232,75

5.643.354,70

7.439.704,91

5.794.156,48

5.829.246,04

5.112.697,30

3.585.376,66

3.114.244,77

4.152.222,06

3.242.534,46

3.119.664,89

2.156.046,79

2.995.688,30

1.220.393,93

1.607.678,35

1.368.171,75

603.510,34

211.304,38

61.446,96

163.539,66

74.021.800,00

(euro)

208.000,00

310.400,00

320.000,00

281.600,00

883.200,00

118.400,00

96.000,00

-

768.000,00

12.800,00

51.200,00

307.200,00

28.800,00

249.600,00

73.600,00

169.600,00

35.200,00

28.800,00

-

-

-

3.942.400,00

(euro)

17.090.359,56

14.691.441,23

14.677.839,09

14.010.439,43

12.645.465,39

10.052.779,60

9.391.362,31

8.836.546,60

8.391.436,81

7.888.354,97

6.686.238,18

5.832.375,65

5.676.813,93

4.892.646,92

3.250.757,82

3.010.833,07

2.685.665,43

1.157.094,20

606.524,49

323.018,60

188.006,73

151.986.000,00

(euro)

Quota di ripartorelativa agli alloggi

(15% del Fondo)

Quota di ripartorelativa agli idonei

(35% del Fondo)

Quota di ripartorelativa alla spesa(50% del Fondo)

Quota di ripartorelativa alle borse

concesse aglistudenti provenienti

da Paesi poveri

Riparto teorico

2008

[ ]228

17 · I criteri di ripartizione delFondo sono stati stabiliti dalDPCM 28 luglio 1997, poi dalDPCM 30 luglio 1998, quindi dalDPCM 20 aprile 2000. Attual-mente il Fondo è ripartito in baseai criteri fissati dal DPCM 9 aprile2001, art. 16.

regione CAP 7 def_V_Layout 1 11/02/10 23.57 Pagina 228

Page 231: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]229

7.5.2 > La tassa regionale per il diritto allo studioLa tassa regionale è un’imposta di scopo a carico della generalità degli stu-denti18, così detta perché il gettito deve essere necessariamente devoluto al-l’erogazione delle borse di studio. Si tratta di una forma di redistribuzione dellerisorse che poggia sul principio di equità: la tassa grava su tutti gli studenti - ec-cetto gli aventi diritto alla borsa di studio e gli studenti con invalidità pari o su-periore al 66% (che sono esentati dal pagamento di qualsiasi tassa) - e si“tramuta” in borse di studio a favore di coloro che sono meritevoli ma econo-

Quadro 7.B > I meccanismi di riparto del Fondo statale integrativoIl Fondo è ripartito sulla base di criteri che poggiano es-senzialmente su tre presupposti consistenti nel pre-miare in misura maggiore le regioni:• con una più alta spesa per borse di studio, attività

part-time, contributi di mobilità internazionale;• con un numero di idonei elevato;• con una più ampia disponibilità di posti letto.Questi presupposti basilari sono rimasti immutati, seb-bene i criteri di riparto siano stati più volte modificatinegli anni17. A partire dal 2001, il Fondo è così distri-buito:• il 50% in proporzione alla spesa destinata dalle Re-

gioni alla concessione delle borse di studio, allo svol-gimento di attività a tempo parziale, all’erogazionedi contributi di mobilità internazionale;

• il 35% in proporzione al numero di idonei, con unpeso maggiore, pari a 2, attribuito agli studenti fuorisede;

• il 15% in proporzione al numero di posti alloggio di-sponibili.

Inoltre, viene incentivato il rispetto dei termini procedu-rali da parte degli enti regionali nella concessione dei be-nefici; il numero di idonei è, infatti, convenzionalmenteincrementato del 100%, del 200% e del 300% se sonoosservate prestabilite scadenze relative alla presenta-zione dei bandi di concorso, alla pubblicazione delle gra-duatorie e ai termini di erogazione della prima rata.Infine, è trasferito un ammontare pari a 3.200 euro perogni borsa di studio concessa a studenti stranieri pro-venienti da paesi particolarmente poveri.

Attraverso questi criteri viene effettuato il cosiddettoriparto teorico (Tab. 7.14), dopodiché vengono applicatidei correttivi che determinano il riparto effettivo.Le norme correttive sono tre e sono importanti poichérivestono un ruolo determinante nel calcolo dell’am-montare di riparto finale attribuito a ciascuna Regione:• se le risorse proprie regionali per la concessione

delle borse di studio sono inferiori a quelle dell’annoaccademico precedente, dalla quota spettante delFondo viene detratto un importo pari a tale riduzionee le somme derivanti vengono ripartite tra le altreRegioni;

• se l’importo statale assegnato risulta superiore allasomma destinata dalle Regioni, nell’anno accade-mico precedente, alla spesa per borse, la quota ec-cedente viene ripartita tra le altre Regioni;

• se l’importo di finanziamento statale assegnato ri-sulta inferiore all’80% di quanto ottenuto l’anno pre-cedente, le risorse vengono detratte da quelle più“virtuose” e ridistribuite tra le Regioni che si trovanosotto la percentuale dell’80%.

Le prime due norme rispondono alla volontà del legi-slatore di evitare che le regioni utilizzino le risorse sta-tali in sostituzione delle proprie, ciò che andrebbecontro la finalità del Fondo, la terza disposizione nor-mativa, invece, ha piuttosto un intento gestionale:“rassicura” le Regioni circa la disponibilità statale sucui potranno contare l’anno seguente. Il punto è cheentrambi i correttivi, per ragioni diverse, hanno l’ef-fetto di rendere deboli le misure premianti sulla basedelle quali viene effettuato il riparto teorico.

18 · Tale imposta fu istituita con laLegge 28 dicembre 1995, n. 549,art. 3, ed entrò in vigore nell’a.a.1996/97. La legge stabilisce che leRegioni possono determinarel’importo della tassa per il dirittoallo studio tra 62 euro e il limitemassimo di 103 euro, quest’ul-timo aggiornato negli anni acca-demici successivi sulla base deltasso di inflazione programmato.

regione CAP 7 def_V_Layout 1 11/02/10 23.57 Pagina 229

Page 232: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]230

micamente svantaggiati. L’en-tità della tassa è fissata autono-mamente dalle Regioni entrouna prestabilita “forbice”, defi-nita da legge nazionale, com-presa tra 62 e 135 euro (nel2009). In Piemonte l’importo dellatassa è di 110 euro19, contro unamedia nazionale pari a 92 euro.La scelta di stabilire un importoprossimo al limite massimo im-ponibile è stata compiutaanche dalle Province Autonomee dal Lazio, mentre la Campa-nia, il Molise e la Sardegna sisono attenute all’importo mi-nimo previsto (Tab. 7.15).

Nell’a.a. 2007/08, l’introito de-rivante da tale tassa per la Re-gione Piemonte è stato di 10,8milioni di euro. Questa entrataha conosciuto un evidente in-cremento, pari a circa 2,6 mi-

lioni di euro in più, nel 2004/05 - come si può osservare dalla tabella 7.16 - aseguito dell’aumento della tassa da 88 euro a 110 euro; successivamente il datoè rimasto stabile (le leggere variazioni sono esclusivamente da attribuire al nu-mero di studenti iscritti non beneficiari di borsa sui quali grava la tassa).

In Italia, negli ultimi cinque anni, il trend delle entrate da tassa regionale è cre-scente, in misura più o meno rilevante nelle diverse regioni in relazione alle po-litiche adottate nell’imposizione della tassa20; le uniche in controtendenza sonola Sardegna e la Calabria dove si registra un decremento: nel primo caso, poi-ché vi è stata una contrazione degli iscritti a parità di importo di tassa, mentrenel secondo non se ne ravvedono le ragioni, dato che l’importo è aumentato eil numero di iscritti è sostanzialmente stabile.

Provincia di Bolzano

Provincia di Trento

Lazio

Piemonte

Veneto

Friuli Venezia Giulia

Lombardia

Basilicata

Emilia Romagna

Toscana

Calabria

Marche

Sicilia

Valle d'Aosta

Abruzzo

Puglia

Umbria

Campania

Molise

Sardegna

Liguria

129

128

118

110

103

100

100

98

98

98

92

90

85

78

77

77

77

62

62

62

70€, 85€, 100€, 110€, 120€ in base

al valore dell'ISEE

a.a. 2008/09(euro)

Tab. 7.15 - L’importo della tassa regionale, a.a. 2008/09 (valori in euro)

Fonte: Manifesto tasse e contributi degli atenei.

19 · L’importo della tassa regio-nale per il diritto allo studio uni-versitario è stato stabilito con laLegge Regionale n. 9 del 14 mag-gio 2004 ed è entrato in vigore apartire dall’anno accademico2004/05; in precedenza l’im-porto della tassa in Piemonte erapari a circa 88 euro.20 · Le Regioni che hanno au-mentato l’importo della tassa nelquinquennio esaminato sono: laCalabria, il Lazio, la Liguria, le Mar-che, la Sicilia, le Province Auto-nome di Trento e Bolzano, la Valled’Aosta ed il Veneto.

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Page 233: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]231

Lazio

Lombardia

Emilia Romagna

Sicilia

Campania

Veneto

Toscana

Piemonte

Puglia

Abruzzo

Marche

Friuli Venezia Giulia

Liguria

Calabria

Umbria

Trentino-Alto Adige

Sardegna

Molise

Basilicata

Valle d'Aosta

ITALIA

27.845.114

28.210.881

14.089.350

12.883.078

10.392.458

9.830.832

11.000.000

8.341.395

8.195.335

3.434.498

4.382.017

3.672.463

2.171.801

3.988.150

2.234.882

1.578.163

2.629.724

401.873

372.900

24.715

155.679.628

2002/03(euro)

Tab. 7.16 - Il trend delle entrate da tassa regionale, 2002/03-2007/08 (valori in euro)

Fonte: elaborazione su dati MIUR.

27.482.417

27.250.955

14.631.591

10.328.380

11.018.968

10.452.113

11.000.000

8.367.690

8.282.068

3.909.664

4.469.199

3.681.743

2.713.214

4.360.159

2.414.749

1.795.244

3.092.130

639.507

357.000

16.469

156.263.260

2003/04(euro)

28.134.591

31.156.824

14.206.834

9.828.420

11.663.678

10.573.924

11.000.000

11.005.658

8.399.842

4.272.297

4.782.003

3.646.904

2.792.321

5.661.905

2.479.040

1.882.224

4.014.407

692.556

627.108

62.482

166.883.019

2004/05(euro)

27.750.470

29.481.573

15.863.788

9.718.637

9.838.554

11.057.960

11.000.000

10.549.336

8.591.379

4.821.512

4.829.507

3.844.967

3.040.176

3.117.283

2.463.619

1.841.618

2.140.490

737.677

622.110

87.667

161.398.322

2005/06(euro)

33.964.637

30.973.762

16.815.266

10.360.318

12.936.576

11.285.421

12.033.500

10.486.763

8.765.209

5.123.741

4.750.078

3.755.600

3.708.838

3.828.449

1.966.036

2.231.039

1.950.202

551.553

550.000

114.804

176.151.792

2006/07(euro)

36.202.814

29.730.191

15.094.208

14.638.100

12.569.818

11.913.823

11.718.283

10.823.897

8.419.380

4.990.726

4.708.565

3.872.252

3.699.985

3.664.286

2.418.466

2.216.055

1.969.598

549.050

500.000

53.748

179.753.247

2007/08(euro)

7.5.3 > Le risorse proprie della RegioneLa terza fonte finanziaria degli interventi a sostegno degli studenti universitarisono le risorse proprie regionali, ovvero la somma spesa dalle Regioni per leborse di studio, le attività a tempo parziale e i contributi di mobilità internazio-nale (cioè le voci considerate dal MIUR per il riparto del Fondo statale integra-tivo), al netto delle entrate da Fondo statale e da tassa regionale. In altri termini:

RISORSE PROPRIE REGIONALI = spesa per borse di studio + spesa per mobi-lità internazionale + spesa per attività part-time - (entrate da Fondo statale +entrate da tassa regionale)

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Page 234: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

Il dato di cui si dispone a livello nazionale, tuttavia, è parziale, poiché non tieneconto della spesa che le Regioni effettuano a proprio carico per l’erogazione deiservizi, tra cui quello abitativo e quello ristorativo hanno senz’altro il peso mag-giore, e per altri benefici erogati in forma diretta (premi di laurea, contributi stra-ordinari, ecc.). Ciò premesso, le cifre riportate nella tabella 7.17 si possonoritenere indicative di quanto le Regioni spendono con proprie risorse per inter-venti diretti agli studenti, poiché mediamente il 97% di questo tipo di spesa ècomposta dalla spesa per borse di studio, mobilità internazionale e attività part-time, come si è potuto osservare nel capitolo 3.

La Regione Piemonte nel 2007/08 ha messo “di tasca propria” 11 milioni dieuro, una cifra inferiore solo a quella della Sicilia, dell’Emilia Romagna e (dipoco) della Toscana e, nonostante il trend negli anni non sia costante, dal2002/03 al 2007/08 si è sempre collocata nella rosa delle quattro Regioniche hanno maggiormente investito risorse proprie (Tab. 7.17). A livello nazionale, l’investimento finanziario a carico delle Regioni - pari inmedia a 99,6 milioni di euro negli ultimi sei anni - non ha conosciuto evidentivariazioni; la flessione verificatasi nel 2004/05 e l’incremento che si regi-stra del 2007/08 riflettono l’andamento del Fondo statale: l’aumento/de-cremento del finanziamento statale, infatti, dato il metodo di calcolo dellerisorse proprie regionali illustrato nel paragrafo 7.5.1, in linea di tendenza, ge-nera, rispettivamente, un decremento/incremento dell’ammontare di risorseproprie delle Regioni.

Ma in che misura la somma investita dalle regioni copre la spesa per inter-venti diretti agli studenti (come sopra definita), rispetto a quella stanziatadal Fondo e dalle entrate da tassa regionale?In Piemonte la copertura della spesa è assicurata in modo piuttosto equili-brato dalle tre fonti di finanziamento: le risorse proprie regionali e le entrateda tassa contribuiscono, rispettivamente, per il 35%, mentre il restante 30%è coperto dal finanziamento statale (Tab. 7.18). Nel resto del paese, invece, lerisorse proprie regionali finanziano il 26% circa della spesa.Vi è comunque un’estrema eterogeneità di situazioni e i casi limite sono quellidel Molise, che nel 2007/08 non ha investito alcuna risorsa propria nellaspesa per interventi diretti, del Lazio e della Lombardia, dove il contributoregionale è minimo essendo quasi il 60% della spesa finanziata con le en-trate da tassa regionale, e quelli della Valle d’Aosta e della Sardegna, che al-

[ ]232

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Page 235: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

Sicilia

Emilia Romagna

Toscana

Piemonte

Calabria

Sardegna

Umbria

Campania

Abruzzo

Veneto

Lazio

Puglia

Trentino-Alto Adige

Marche

Lombardia

Liguria

Friuli Venezia Giulia

Valle D’Aosta

Basilicata

Molise

ITALIA

18.471.460

12.746.176

11.782.964

8.672.241

8.954.880

3.446.501

5.810.917

1.147.522

2.173.597

4.378.009

3.848.914

768.756

2.896.588

3.578.297

4.128.317

1.939.261

2.281.155

-

456.311

79.225

97.561.088

2002/03(euro)

Tab. 7.17 - Le risorse proprie delle Regioni, 2002/03-2007/08 (valori in euro)

Fonte: MIUR.

13.282.346

13.714.982

14.418.788

11.392.809

8.446.258

5.462.660

9.246.298

-

1.570.306

4.864.950

-

827.919

3.293.970

3.429.839

-

1.326.207

4.176.784

153.121

1.904.275

137.837

97.649.347

2003/04(euro)

12.805.485

10.020.654

9.912.373

6.578.120

6.637.780

343.433

4.890.787

1.757.461

3.708.868

5.431.748

5.802.099

1.621.492

3.070.424

3.199.947

2.785.009

1.285.191

3.101.331

392.898

1.682.109

64.150

85.091.360

2004/05(euro)

13.398.464

10.445.218

14.973.611

9.983.260

9.320.175

5.630.690

6.388.013

1.234.497

-

6.994.063

6.824

4.013.180

3.494.568

4.043.935

2.750.577

1.921.393

3.245.266

-

-

220.379

98.064.114

2005/06(euro)

11.795.896

7.396.957

7.957.479

9.451.942

1.456.229

5.959.262

8.273.787

248.117

3.177.528

5.808.688

10.106.234

3.598.602

4.837.348

3.727.160

3.348.241

3.051.006

4.076.458

28.514

-

-

94.299.447

2006/07(euro)

18.724.027

14.541.682

11.435.047

11.076.157

8.170.097

7.765.057

6.938.884

6.661.618

6.158.721

5.878.040

5.841.164

5.520.543

4.998.937

4.021.540

2.248.206

2.211.216

1.737.851

306.216

253.263

-

124.488.266

2007/08(euro)

l’opposto hanno contributo, rispettivamente, per il 56% e 48%.Dalla tabella 7.18, ovvero dal confronto tra la percentuale di spesa coperta dal fi-nanziamento statale e quella assicurata dal finanziamento regionale, si deducecome nella ripartizione del Fondo integrativo non si tenga adeguatamente contodell’investimento finanziario proprio di ciascuna Regione. La conferma si ot-tiene osservando quanto, in media, negli ultimi sei anni, le Regioni hanno inve-stito con risorse proprie e quanto hanno ricevuto dallo Stato: il Piemonte haottenuto un finanziamento statale quasi identico all’ammontare di risorse in-vestite a suo carico, differentemente, la Lombardia e il Lazio hanno ricevuto uncontributo statale decisamente superiore all’investimento regionale (Tab. 7.19). Sebbene nel meccanismo del riparto le risorse proprie regionali vengano pon-

[ ]233

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Page 236: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

derate con un peso pari a due, in altri termini sono contate due volte nella quotadi riparto relativa alla spesa21, e nonostante la previsione che non possano es-sere inferiori a quelle investite l’anno precedente, i dati dimostrano come laspesa regionale non sia presa debitamente in considerazione nella ripartizionedelle risorse statali.Come inizialmente ricordato, le risorse proprie regionali risultanti dal computodel Fondo di riparto rappresentano solo una quota, per avere un valore com-piuto occorre tenere conto della spesa complessiva a favore degli studenti, siadi quella per interventi diretti che di quella per l’erogazione dei servizi. L’ammontare totale speso dalla Regione nel 2007/08 è stato di circa 50 mi-lioni di euro, le entrate (da finanziamento statale e da tassa regionale) sonostate pari a poco più di 20 milioni di euro, ne consegue che le risorse proprieregionali investite ammontano a 29,5 milioni di euro (Tab. 7.20).

[ ]234

Valle D'Aosta

Sardegna

Trentino-Alto Adige

Umbria

Calabria

Abruzzo

Sicilia

Piemonte

Emilia Romagna

Toscana

Campania

Marche

Puglia

Liguria

Veneto

Basilicata

Friuli Venezia Giulia

Lazio

Lombardia

Molise

ITALIA

55,6

48,3

41,9

39,5

38,7

38,1

37,9

35,4

33,6

30,6

27,3

27,1

26,0

22,1

20,8

16,3

15,9

9,3

4,4

0,0

26,4

Risorse proprie regioni %

Tab. 7.18 - La copertura della spesa per borse di studio, contributi di mobilità internazionale e attività part-time attraversole risorse proprie delle Regioni, il Fondo Statale e le entrate da tassa regionale, a.a. 2007/08 (valori percentuali)

Nota: la Regione Molise ha un totale del 107% poiché le entrate ottenute attraverso la tassa regionale ed il Fondo statale integrativo sono statesuperiori a quanto speso dalla stessa Regione per borse di studio, mobilità internazionale ed attività part-time.Fonte: elaborazione su dati MIUR.

9,8

12,3

18,6

13,8

17,4

30,9

29,6

34,6

34,9

31,3

51,4

31,7

39,6

37,1

42,1

32,1

35,4

57,8

58,1

51,8

38,2

Tassa regionale %

34,6

39,4

39,5

46,7

44,0

31,0

32,5

30,1

31,5

38,1

21,3

41,1

34,4

40,8

37,1

51,6

48,7

32,9

37,5

55,3

35,4

Fondo integrativo %

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

107,0

100,0

Totale%

21 · DPCM 9 aprile 2001, art. 16,co. 3, lettera c.

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Page 237: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]235

Lombardia

Sicilia

Emilia Romagna

Toscana

Lazio

Veneto

Piemonte

Calabria

Puglia

Umbria

Campania

Sardegna

Marche

Friuli Venezia Giulia

Abruzzo

Trentino-Alto Adige

Liguria

Basilicata

Molise

Valle d'Aosta

ITALIA

15.423.492

15.356.687

14.408.335

14.151.528

14.144.687

10.410.078

9.769.823

8.786.678

7.183.364

6.833.698

6.790.070

6.144.455

5.498.760

4.681.807

3.995.720

3.732.467

2.825.257

1.101.123

524.145

172.826

151.935.000

Finanziamento medio statale 2003-2008(euro)

Tab. 7.19 - Le risorse ottenute dal Fondo statale e le risorse proprie regionali, in media,nel 2003-2008

Fonte: elaborazione su dati MIUR.

2.543.392

14.746.280

11.477.611

11.746.710

4.267.539

5.559.250

9.525.755

7.164.237

2.725.082

6.924.781

1.841.536

4.767.934

3.666.786

3.103.141

2.798.170

3.765.306

1.955.712

715.993

83.599

146.791

99.525.604

Risorse medie regionali 2002/03-2007/08(euro)

Spesa per interventi diretti

Spesa per servizi

TOTALE SPESA (A)

Fondo statale integrativo

Entrate tassa regionale

TOTALE ENTRATE (B)

RISORSE PROPRIE (A-B)

31.853.268

17.966.245

49.819.513

9.544.496

10.823.897

20.368.393

29.451.120

Regione Piemonte(euro)

Tab. 7.20 - La spesa a favore degli studenti universitari a carico della Regione Piemonte,2007/08

Fonte: dati MIUR integrati con dati EDISU relativamente alla spesa per interventi diretti; dati di BilancioEDISU, circa la spesa per servizi; dati MIUR, riguardo al Fondo statale e alle entrate da tassa regionale.

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Page 238: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]236

7.6 > Il finanziamento regionale per l’ediliziaLa Regione Piemonte per promuovere lo sviluppo degli insediamenti universitarie dei servizi per il diritto allo studio, ha erogato dei finanziamenti agli atenei pie-montesi e all’EDISU Piemonte, attraverso la Legge Regionale 18 novembre 1999n. 29, allo scopo di potenziare le strutture per la didattica e per l’accoglienza. Dadiversi anni, infatti, un numero crescente di studenti, in particolar modo stra-nieri, sceglie gli atenei piemontesi per completare il proprio percorso di studiuniversitario. La Legge Regionale 29/1999 è il segno dell’impegno della RegionePiemonte a partecipare a un programma di recupero e di riqualificazione degliinsediamenti universitari residenziali e didattici, nonché di quelli finalizzati allafruizione dei servizi per il diritto allo studio universitario. Gli interventi attuatigrazie alla competenza regionale in materia, sono volti all’acquisizione, costru-zione e ristrutturazione di immobili destinati a sedi universitarie e servizi per ildiritto allo studio; molti altri progetti edilizi sono volti al potenziamento delle ri-sorse didattiche e scientifiche degli atenei al fine di garantire il miglioramento deiservizi per gli studenti, anche in un’ottica di internazionalizzazione. Alla fine del 2007 la Giunta Regionale ha approvato un piano di finanziamenti perun totale complessivo di più di 100 milioni di euro a favore degli atenei piemon-tesi, dell’EDISU e dell’Accademia Albertina delle Belle Arti, al fine di contribuirealla creazione e all’ammodernamento delle strutture universitarie per la didat-tica, la ricerca e il diritto allo studio. L’ingente piano di recupero architettonicoè orientato alla costruzione di veri e propri campus universitari in grado di mo-dificare in senso positivo il volto dei quartieri delle città.In questa direzione vanno citati i progetti dell’Università di Torino per la prose-cuzione degli interventi edilizi del campus delle facoltà umanistiche presso l’areaex Italgas, della Cittadella Politecnica di Torino e del campus dell’Università delPiemonte Orientale sito a Novara.L’Università degli Studi di Torino attualmente sta operando un’attività di am-modernamento e di costruzione delle proprie sedi che riguarda, in partico-lare, l’adeguamento e la messa a norma di Palazzo Nuovo, la ristrutturazionedell’Aula Magna dell’Ateneo alla Cavallerizza Reale, la realizzazione del PoloScientifico e della Cittadella della Conciliazione a Grugliasco, nonché la rifun-zionalizzazione dell’edificio ex IRVE, ora sede della facoltà di Economia. Quest’ultima sede è anche oggetto di un finanziamento all’EDISU per la co-struzione di una mensa universitaria in loco. A oggi infatti esiste l’esigenza dicreare un ampliamento delle strutture ricettive per il diritto allo studio uni-versitario a seguito di un costante incremento di studenti che richiedono di

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Page 239: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]237

usufruire della mensa e del servizio abitativo gratuito. Per questo motivoquindi EDISU e Regione intendono ristrutturare una parte del Seminario Ve-scovile Metropolitano, per adibirla a residenza universitaria come prosegui-mento delle strutture residenziali a esso adiacenti.Il Politecnico di Torino è impegnato da anni nel cosiddetto “raddoppio” delleproprie strutture didattiche e scientifiche, e a oggi è ancora sede di uno dei piùgrandi cantieri edilizi universitari del Piemonte. La progettazione della Citta-della Politecnica si è svolta in collaborazione e di concerto con le istituzionidel territorio; la Regione in questi anni si è fortemente impegnata per la ri-qualificazione delle aree adibite alla realizzazione del campus valorizzando lasinergia derivante da sistema universitario, scientifico e imprese. Tra i progetti di adeguamento strutturale delle sedi universitarie occorre ri-cordare l’intervento dell’Università del Piemonte Orientale che è impegnatanella continua riqualificazione delle sedi esistenti, mediante la ristruttura-zione di Palazzo Tartara a Vercelli, l’adeguamento funzionale di Palazzo Bor-salino a Alessandria e di Palazzo Bellini a Novara, nonché nella significativaopera di completamento, in un’ottica di campus, dell’ex Caserma Perrone diNovara.Altri interventi significativi che sono stati realizzati anche grazie al contributodella Regione Piemonte riguardano l’acquisizione della Cascina Albertinaquale sede dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, nonché lamessa in sicurezza dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Il dettaglio degli interventi finanziati dalla Regione mediante la Legge Regio-nale 29/1999, sulla base dei piani generali degli interventi presentati da Ate-nei ed EDISU, è sintetizzato nelle tabelle 7.21-7.24.

Torino

Grugliasco

Nuovo Polo Umanistico presso l’Area ex Italgas: costruzione, lavori e arredi

Cavallerizza Nuova Aula Magna: ristrutturazione

Palazzo Nuovo: adeguamento e messa a norma

IRVE: progetto di rifunzionalizzazione dell’edificio

Cittadella della Conciliazione

Nuovo Polo Scientifico

TOTALE PREVISIONE SPESA

FINANZIAMENTO REGIONALE

Sede Intervento

106.787.427,94

12.000.000,00

10.000.000

49.250.000,00

8.571.000,00

259.274.411,06

445.882.839,00

51.153.839,00

Previsione di spesa 2006-2010 (euro)

Tab. 7.21 - Gli interventi edilizi dell’Università di Torino finanziati dalla Regione Piemonte

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Page 240: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]238

Vercelli

Alessandria

Novara

II lotto di restauro Palazzo Tartara

Cittadella della Cultura

Palazzo Borsalino

Arredi Aula Magna e Scienze MFN

Palazzo Bellini

Campus Ex Caserma Perrone

Arredi tecnici laboratori Farmacia

TOTALE PREVISIONE SPESA

FINANZIAMENTO REGIONALE

Sede Intervento

1.500.000,00

3.666.190,77

700.000,00

4.600.000.00

500.000,00

6.003.564,73

300.000,00

17.269.755,50

9.000.000,00

Previsione di spesa 2006-2010(euro)

Tab. 7.23 - Gli interventi edilizi dell’Università del Piemonte Orientale finanziati dalla Regione Piemonte

Torino

Cittadella

Politecnica

Lotto D1- Completamento dipartimenti con messa in sicurezza, cablaggio, bonifica, attrezzature

Lotto D2- Completamento dipartimenti con messa in sicurezza, cablaggio, bonifica, attrezzature

Lotto D4/F1 - Realizzazione Area Verde/Sport

Lotto D5- Realizzazione Caffetteria

Lotto D7/D7.1- Realizzazione del Parcheggio Multipiano

Lotto D8- Parcheggi a raso

Sistemazione aree esterne e accessi

Completamento edifici esistenti

Bonifica delle aree e messa in sicurezza permanente

TOTALE PREVISIONE SPESA

FINANZIAMENTO REGIONALE

Sede Intervento

11.000.000,00

11.000.000,00

5.500.000,00

4.200.000,00

5.500.000,00

500.000,00

3.000.000,00

1.100.000,00

5.500.000,00

47.300.000,00

25.000.000,00

Previsione di spesa 2006-2010(euro)

Tab. 7.22 - Gli interventi edilizi del Politecnico di Torino finanziati dalla Regione Piemonte

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Page 241: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

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Torino

Novara

Residenza Universitaria Verdi: manutenzione straordinaria e ristrutturazione

Residenza Universitaria Cavour: manutenzione straordinaria e ristrutturazione

Servizio di ristorazione EX IRVE: progettazione e realizzazione del servizio presso la facoltà di Economia

Nuova Residenza Universitaria Seminario Vescovile - Cappel Verde

Realizzazione della residenza e ristorante presso il Campus universitario ex Caserma Perrone, Novara

TOTALE PREVISIONE SPESA

FINANZIAMENTO REGIONALE

Sede Intervento

3.347.000,00

5.697.835,00

4.225.000,00

3.440.000,00

5.000.000,00

21.709.835,00

15.458.700,00

Previsione di spesa2006-2010

(euro)

Tab. 7.24 - Gli interventi edilizi dell’EDISU finanziati dalla Regione Piemonte

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Page 242: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]240

7.7 > In breve• Il sistema universitario italiano è finanziato prevalentemente attraverso fondi

pubblici. Nell’ambito dei trasferimenti statali, oltre il 90% delle risorse è attri-buibile al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), destinato a coprire le spesedi funzionamento degli atenei, comprese quelle per il personale. Dei 7,3 mi-liardi di euro che sono stati assegnati nel 2008 alle università statali per il lorofunzionamento, agli atenei del Piemonte è andata una quota pari a circa il 5,7%del totale nazionale.

• Circa la dotazione finanziaria complessiva che lo Stato mette a disposizionedegli atenei, la Conferenza dei Rettori, gli esperti internazionali, la maggiorparte degli studiosi e degli osservatori concordano nel ritenerla ampiamenteinsufficiente, imputando al sottofinanziamento uno dei problemi storici del-l’università italiana, circostanza confermata dai dati OECD.

• Fra il 2003 e il 2009 le risorse assegnate nell’ambito del FFO agli atenei delPiemonte sono aumentate, soprattutto grazie alla capacità degli atenei di at-tirare risorse aggiuntive derivanti dalla quota di riequilibrio e dagli interventidi incentivazione. Le risorse maggiori sono derivate dall’applicazione del mo-dello di finanziamento proposto dal CNVSU, seguite da quelle derivanti dalmeccanismo dell’accelerazione dello stesso riequilibrio.

• Il meccanismo di ripartizione del FFO 2009 ha nuovamente premiato gli ate-nei del Piemonte: l’Università di Torino ha incassato il 2,1% di risorse in più, ilPolitecnico il 5,8%, l’Università del Piemonte Orientale l’1,1%. Da segnalare ilrisultato del Politecnico, ateneo che fa segnare il progresso più significativo,dopo l’Università di Trento. Nell’ambito delle assegnazioni, la parte più cospi-cua è rappresentata dalle risorse destinate a premiare la qualità della ricercascientifica. Al Politecnico, queste risorse pesano per oltre l’8% del FFO 2009,all’Università di Torino e a quella del Piemonte Orientale per circa il 5%.

• Nonostante le risorse aggiuntive assegnate con gli interventi di riequilibrio e in-centivazione, l’evoluzione, in termini reali, delle risorse assegnate ai tre ateneiha avuto una dinamica oscillante e, tendenzialmente, poco incoraggiante. Fattosalvo il caso del FFO 2005, in cui le risorse sono aumentante in misura signifi-cativa, negli altri anni gli aumenti sono contenuti in pochi punti percentuali osono, addirittura, diminuite, come avvenuto per il FFO del 2006.

• La situazione dei bilanci delle università, già critica per il complessivo livello difinanziamento statale, è resa più difficile a causa degli annuali incrementi delcosto del personale docente. Questi due elementi hanno determinato una si-tuazione in cui gli atenei si avvicinano al limite, previsto per legge, del 90% tra

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[ ]241

assegni fissi al personale di ruolo e FFO, anche in assenza di politiche di reclu-tamento di tipo espansivo. Il Piemonte non fa eccezione, anche se non vi sonocasi di atenei in situazioni critiche, come avviene in altre regioni.

• Nell’ambito della programmazione relativa al triennio 2007-2009, innovativanel metodo in quanto va a premiare il raggiungimento di risultati, misurati at-traverso indicatori, anziché la presentazione di progetti, gli atenei del Piemontehanno fatto segnare progressi di rilievo, in particolare l’Università di Torino, ate-neo con i miglioramenti più rilevanti rispetto al triennio precedente.

• L’analisi dei dati di bilancio mette in evidenza come, negli atenei del Piemonte,il peso dei finanziamenti statali sia compreso fra il 60% e il 70%, seguito dagliincassi per attività di ricerca e attività commerciale, derivanti da contratti, con-venzioni e progetti finanziati da imprese, enti pubblici, Unione Europea e altrienti, per un peso compreso fra il 20% e il 30%. Si tratta di un’indicazione po-sitiva circa la capacità di autofinanziamento degli atenei e la qualità della ri-cerca svolta. La terza voce è costituita dalle entrate per tasse e contributi deglistudenti, per una quota che oscilla fra il 10% e il 15% del totale delle entrate.

• In merito al trend delle entrate da contribuzione studentesca, negli ultimi cin-que anni sono aumentate negli atenei del Piemonte in misura analoga a quantoaccaduto in generale negli atenei italiani (circa +17%), a fronte di un aumentodegli studenti paganti dell’1-2%. L’importo medio di tasse e contributi pagatida uno studente iscritto in Piemonte si attesta sui 1.170 euro, contro una mediaitaliana di 1.050 euro.

Per quel che concerne il finanziamento degli interventi a sostegno degli stu-denti universitari l’analisi ha messo in luce che negli ultimi sei anni il Piemonte:• ha ottenuto in media dal Fondo statale integrativo 9,8 milioni di euro, pari al

6,4% del finanziamento statale, tuttavia, l’importo medio ricevuto nascondedelle forti oscillazioni; queste variazioni dipendono sia dall’andamento al-talenante dell’ammontare del Fondo sia dai criteri di riparto: si consideri,infatti, che la borsa di studio è sempre stata erogata a tutti, di importo inlinea con quello previsto dalla normativa, in altre parole non vi sono cam-biamenti nella politica regionale tali da giustificare queste differenze;

• ha investito in media 9,5 milioni di euro di “tasca propria”, risultando laquarta Regione, per quota di risorse proprie impegnate; si tratta di una cifraanaloga a quella ricevuta dallo Stato, differentemente, vi sono delle realtà,in particolare la Lombardia e il Lazio, che hanno ottenuto dal Fondo statalepiù del quadruplo rispetto a quanto messo: un ulteriore segno delle criti-

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[ ]242

cità insite nei criteri di riparto del Fondo statale integrativo e dell’impellenzadi una loro revisione;

• ha introitato in media attraverso la tassa regionale per il diritto allo studio, 9,9milioni di euro, ma a partire dall’a.a. 2004/05, a seguito dell’aumento dellatassa a 110 euro, l’introito si aggira intorno a poco meno di 11 milioni di euro.

In conclusione, il Piemonte ha assicurato la copertura della spesa per interventidiretti agli studenti per un terzo attraverso le risorse dello Stato, per un terzo at-traverso le risorse proprie, e per un altro terzo attraverso la tassa per il diritto allostudio, quindi in modo piuttosto equilibrato tramite le tre diverse fonti di finan-ziamento.Occorre evidenziare, tuttavia, che le risorse proprie regionali sono di fatto supe-riori; se si include nel computo anche la spesa per servizi risulta che l’investi-mento per il sostegno agli studenti universitari a carico della finanza regionaleammonta a quasi 30 milioni di euro nel 2007/08. Se a questa cifra si aggiunge il piano di finanziamenti superiore ai 100 milioni dieuro approvato dalla Giunta Regionale nel 2007, per l’acquisizione, costruzionee ristrutturazione di immobili destinati a sedi universitarie e servizi per il dirittoallo studio, e per il potenziamento delle strutture didattiche e scientifiche degliAtenei, appare ancora più evidente l’impegno della Regione per lo sviluppo del si-stema universitario piemontese.

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[ ]243

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L’EDILIZIA UNIVERSITARIA

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Negli ultimi anni gli atenei piemontesi hanno avviato un complesso pro-

gramma di riorganizzazione e ampliamento delle proprie sedi, mettendo in

campo strategie che guardano a una scala non più solo locale, ma regionale,

privilegiando la costruzione di sistemi polari che innervino il territorio e pun-

tino alla valorizzazione delle eccellenze locali.

Le strade per realizzare queste strategie sono sostanzialmente tre: la con-

servazione e la valorizzazione delle sedi storiche, la riqualificazione di edi-

fici dismessi - siano essi fabbriche o cascine -, e la realizzazione di nuovi

complessi che rappresentano importanti trasformazioni urbane, capaci di ri-

percussioni a larga scala.

Il filo rosso che pare accomunare esperienze anche molto diverse è l’idea di

campus urbano: declinato in modi differenti, il concetto di “cittadella della

formazione e della ricerca” vede nello scambio con la città e le sue pratiche

la chiave del buon funzionamento del sistema universitario. L’integrazione

con il tessuto urbano, o meglio con il territorio circostante, la messa a si-

stema delle reciproche potenzialità sono lette come occasione di sviluppo,

per gli atenei - soprattutto in termini di ricerca e impresa - come per gli Enti

locali - riqualificazione di comparti urbani, accelerazione di processi di tra-

sformazione già avviati o in progetto.

La prima parte di questa sezione illustra l’articolazione e le quantità delle

sedi dei quattro atenei piemontesi - Politecnico di Torino, Università degli

Studi di Torino, Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avo-

gadro, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche - e del sistema delle

residenze studentesche - le strutture dell’Ente regionale per il Diritto allo

Studio Universitario EDISU e dell’ente morale Collegio universitario Renato

Einaudi - tenendo anche conto di due importanti progetti che completano il

quadro del sistema dell’alta formazione regionale: il Centro di Formazione

ITC-ILO e la Scuola di Alta Formazione per il Restauro.

La seconda parte, invece, opera un approfondimento su alcuni dei progetti

universitari ritenuti più significativi per la capacità di scambio con la città,

per la propria qualità architettonica, o per le strategie territoriali innescate.

Molte delle operazioni avviate dal sistema universitario piemontese sono re-

centi, appena terminate o in corso di realizzazione: resta ora da vedere come

questi progetti sapranno diventare parte di città e integrarsi nel tessuto

socio-economico territoriale.

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LO STATO DELL’ARTE: LE SEDI E LE STRUTTURE UNIVERSITARIE

IN PIEMONTE

8.1[ ]246

a. Gli atenei

Politecnico di TorinoTorinoAlessandriaBiella Mondovì Breo (Cuneo)Vercelli

Università degli Studi di TorinoTorinoAlba (Cuneo) AstiBiellaCarmagnola (Torino)Chieri (Torino)Col d’Olen (Vercelli)Cuneo Grugliasco (Torino)Ivrea (Torino)Madonna dell’Olmo (Cuneo)Moretta (Cuneo)Orbassano (Torino)Pinerolo (Torino)Pragelato (Torino)Savigliano (Cuneo)

Università degli Studi del Piemonte Orientale“Amedeo Avogadro”Alessandria - Novara - VercelliAlba (Cuneo)AstiBiellaFossano (Cuneo)Tortona (Alessandria)Verbania Pallanza

Università degli Studi di Scienze GastronomichePollenzo, Bra (Cuneo)

b. I poli del sistema dell’alta formazione

International Training Center of the International Labour OrganizationTorino

Il sistema universitario regionale

Scuola di Alta Formazione e Studio del Centro per la Conservazione e il Restaurodei Beni Culturali Venaria Reale (Torino)

c. Le residenze universitarie

EDISUTorinoAlessandriaCuneo Novara Vercelli

Collegio Universitario “Renato Einaudi”Torino

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[ ]247

8.1.1 > Università degli Studi di Torino

RETTORATO E ARCHIVIO> Palazzo del Rettorato - Torino, via Verdi 8

Destinazione: uffici del rettorato, archivio storico.

Progetto architettonico: Michelangelo Garove (1712-1730); Renato Rossi, Antonio

Presicce, Andrea Tartaglino, Aldo Celano - Torino (ristruttu-

razione, 2006).

INFORMAZIONI, AMMINISTRAZIONE, FORESTERIA> Palazzo degli Stemmi - Torino, via Po 31

Destinazione: punto informativo, uffici amministrativi, foresteria per vi-

siting professor e studenti.

Progetto architettonico: Settore Edilizia e Grandi Infrastrutture dell’Università -

Franco Pennella, Antonio de la Pierre, Antonio Presicce,

Aldo Celano, Andrea Tartaglino - Torino (risanamento con-

servativo e ristrutturazione, 2007); Antonio De La Pierre,

Antonio Presicce, Maria Rosaria Todisco, Aldo Celano,

Antonino Cavalcante, Andrea Tartaglino - Torino (foresteria,

2009).

AULA MAGNA> Aula magna nella Cavallerizza Reale - Torino, via Verdi 9

Destinazione: nuova aula magna dell’Università degli Studi.

Progetto architettonico: Antonio De la Pierre, Agostino Magnaghi - Torino (risana-

mento conservativo).

Cronologia dei lavori: progetto definitivo approvato, in corso la fase autorizzativa

e la redazione del progetto esecutivo. Ultimazione lavori

prevista per il 2011.

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[ ]248

SERVIZI, AULE, RESIDENZE> Complesso di piazza Aldo Moro - Torino, via Verdi, via Sant’Ottavio

Destinazione: servizi universitari, aule, residenze.

Progetto architettonico: Ugo Baratozzi, AT Studio Associato, ATC Projet.to Srl,

Studio Cappato, B.M. Studio Architetti Associati, Carlo

Ostorero - Studio Dedalo - Torino.

Cronologia dei lavori: procedura autorizzativa in corso. Prossimo avvio dei lavori.

Conclusione prevista nel 2011.

POLO DELLE FACOLTÀ SCIENTIFICHEFacoltà di Agraria, Facoltà di Medicina Veterinaria SEDE PRINCIPALE: > Grugliasco, via Leonardo da Vinci 44

Destinazione: Facoltà di Agraria (1999) e Medicina Veterinaria (2000),

Centro servizi per gli studenti; facoltà di Scienze MFN e di

Farmacia, Parco Scientifico tecnologico, Istituto

Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle

d’Aosta (realizzazione in corso mediante costituzione di

un fondo immobiliare ad apporto, di tipo chiuso, che poi

gestirà gli immobili).

Progetto architettonico: Luciano Luciani, Icis; Luca Moretto e Cosimo Turvani -

Torino (facoltà di Veterinaria); Studio De Ferrari Architetti

(Centro servizi); Divisione Edilizia e Grandi Infrastrutture

dell’Università di Torino - Piero Cornaglia, Antonio Presicce,

Aldo Celano, Sabrina Gambino, Susanna Cipolli (master-

plan Scienze MFN e Farmacia, Parco Scientifico tecnolo-

gico, Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte,

Liguria e Valle d’Aosta) - Torino.

FACOLTÀ DI AGRARIA, altre sedi: > Torino, viale Mattioli 39> Alba, corso Enotria 2/c> Asti, Polo universitario, via G. Testa 89 > Biella, Città Studi, corso G. Pella 2/b> Carmagnola, Centro sperimentale di Tetto Frati, via Torino 620> Chieri, Azienda “Tetti Grondana”, Strada Tetti Grondana 12 > Col d’Olen (Vercelli), Istituto Scientifico “Angelo Mosso”

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[ ]249

> Cuneo, piazza Torino 3 > Pragelato (Torino), Osservatorio di Apicoltura “Giacomo Angeleri”> Reaglie (Torino), Osservatorio di Apicoltura “Giacomo Angeleri”> Savigliano, Ex convento di Santa Monica, via Garibaldi 6

FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA, altre sedi: > Asti, viale Pilone 113> Moretta (Cuneo), Istituto Lattiero Caseario, piazza Carlo Alberto Grosso 82

FACOLTÀ DI ECONOMIA E COMMERCIOSEDE PRINCIPALE: > Regio istituto di riposo per la vecchiaia (IRVE)

Torino, corso Unione Sovietica 218 bisProgetto architettonico: Crescentino Caselli (1882-1887); Andrea Bruno (risana-

mento e ampliamento, 1977-1991); Ferruccio Brunero e

Massimo Pasquero - Pi greco Engineering; Gianfranco e

Carlo Vinardi - Studio Vinardi; Giovanni Picco, Cristiano

Picco - Picco Associati (rifunzionalizzazione lotto A-VI,

2009) - Torino.

ALTRE SEDI:> Biblioteca “P. e D. Gribaudi” di Geografia Economica, Biblioteca

“D. De Castro”, Biblioteca del Dipartimento di Scienze Merceologiche Torino, piazza Arbarello 8

> Asti, via Gioachino Testa 89> Biella, Città Studi, corso G. Pella 2/b> Cuneo, via A. Ferraris di Celle 2> Pinerolo, via Cesare Battisti 6

FACOLTÀ DI FARMACIASEDE PRINCIPALE: > Torino, via Pietro Giuria 15ALTRE SEDI:> Incubatore d’impresa dell’Università di Torino, Torino, via Quarello 13> Savigliano, Ex convento di Santa Monica, via Garibaldi 6

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[ ]250

FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZASEDE PRINCIPALE: > Palazzo Nuovo - Torino, via Sant’Ottavio 20

Destinazione: Facoltà di Giurisprudenza, facoltà di Lettere e Filosofia,

facoltà di Scienze della Formazione; uffici, aule, biblioteche.

Progetto architettonico: Gino Levi Montalcini, Domenico Morelli, Felice Bardelli,

Sergio Hutter, Giacomo Donato (1966); Lorenzo Buonomo

e Giuseppe Veglia, Studio Buonomo Veglia - Torino

(Biblioteca Interdipartimentale “Gioele Solari” e Biblioteca

del Dipartimento di Storia, 2001); Settore Edilizia e Grandi

Infrastrutture dell’Università di Torino (riqualificazione

eco-compatibile, in corso di realizzazione).

ALTRE SEDI:> Ex Italgas - Torino, lungo Dora Siena, corso Regina Margherita

Destinazione: sede delle Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche.

Progetto architettonico: Foster and Partners - Londra; Maire Engineering (Marco

Visconti), Icis, Giugiaro Design, Camerana & Partners,

Studio Mellano Associati, Studio Buonomo Veglia, Studio

Copaco, G. Garzino, R. Lazzerini, M. Luciani, F. Ossola,

Poliedra, Teksystem - Torino (realizzazione in corso; ulti-

mazione prevista per la primavera 2011)

> Dipartimento di Scienze giuridiche - Torino, via Sant’Ottavio 54> Dipartimento di Economia - Torino, via Po 53> Ex Istituto Margara - Torino, via delle Rosine 18> Palazzina Luigi Einaudi - Torino, lungo Dora Siena 58> Biblioteca C.I.D.A.S - Torino, via della Consolata 12> Cuneo, via A. Ferraris di Celle 2

FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIASEDE PRINCIPALE: > Palazzo Nuovo - Torino, via Sant’Ottavio 20 (vedi pag. 243)ALTRE SEDI:> Istituto Avogadro - Torino, corso San Maurizio 8> Palazzo Lionello Venturi - Torino, via Verdi 25> Sede di via Giolitti - Torino, via Giolitti 33> Biella, Città studi, corso G. Pella 2/b

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[ ]251

FACOLTÀ DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERESEDE PRINCIPALE:> Palazzo Badini Confalonieri - Torino, via Verdi 10

Progetto architettonico: Edoardo Astegiano, Renzo Conti, Federico Morgando,

Studio AS Architetti Associati - Torino (risanamento con-

servativo, 2001).

ALTRE SEDI:> Segreteria studenti - Torino, via Sant’Ottavio 17/4> Savigliano, Ex convento di Santa Monica, via Garibaldi 6

FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIASEDE PRINCIPALE: > Ospedale San Giovanni Battista della Città di Torino “Le Molinette”

Torino, corso Bramante 88/90Progetto architettonico: Eugenio Mollino, Michele Bongiovanni (1927-1934 con suc-

cessive addizioni) - Torino.

ALTRE SEDI:> Dipartimento di Anatomia, Farmacologia e Medicina Legale

Torino, corso Massimo D’Azeglio 52; via P. Giuria 13; corso Raffaello 33; corso G.Galilei 22

> Dipartimento di Discipline Ginecologiche e OstetricheTorino, via Ventimiglia 3

> Dipartimento di Neuroscienze - Torino, via Cherasco 15> Dipartimento di Sanità Pubblica e Microbiologia - Torino, via Santena 9-5 bis> Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana

Torino, via Santena 7> Dipartimento di Scienze Pediatriche e dell’Adolescenza

Torino, piazza Polonia 94> Dipartimento di Traumatologia, Ortopedia e Medicina del Lavoro

Torino, via Zuretti 29

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[ ]252

> Dipartimento di Scienze OncologicheCandiolo, strada provinciale 142, km 3,95

> Dipartimento di Scienze Cliniche e BiologicheOrbassano, Regione Gonzole 10

> Dental School - Torino, via Nizza 232Destinazione: Centro di eccellenza per l’assistenza, la didattica e la ri-

cerca in campo odontostomatologico.

Progetto architettonico: Giacomo Matté Trucco et al. (1912-1930); Renzo Piano

Building Workshop - Genova, Parigi (2002).

> Centro di Gestione Autonoma - Torino, via Pietro Giuria 15> Clinica Odontostomatologica - Torino, corso Dogliotti 14> Divisione area medica - Torino, via Michelangelo 32> Palazzine B e C - Torino, corso Unione Sovietica 612/3> Biblioteca Centralizzata di Medicina e Chirurgia - Polo biologico

Torino, corso Raffaello 30> Asti, Polo universitario ASTISS, via Gioachino Testa 91> Ivrea, Officina H, via Montenavale

FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA “SAN LUIGI GONZAGA”SEDE PRINCIPALE: > Orbassano, regione Gonzole 10, comprensorio

Ospedale San Luigi Gonzaga - Centro didattico Destinazione: aule, servizi agli studenti, Istituto di ricerca scientifica della

Fondazione Cavalieri Ottolenghi.

Progetto architettonico: Luciano Luciani, Icis; Luca Moretto - Torino (2005).

ALTRE SEDI:> Torino, corso Unione Sovietica 612/3 Palazzina C> Madonna dell’Olmo (Cuneo), via della Magnina 1

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FACOLTÀ DI PSICOLOGIA SEDE PRINCIPALE:> Palazzo Badini Confalonieri - Torino, via Verdi 10ALTRE SEDI:> Istituto Cabrini - Torino, via degli Artisti 4 > Istituto Plana - Torino, via Plana 10> Palazzo Lionello Venturi - Torino, via Verdi 25> Palazzo Nuovo - Torino, via Sant’Ottavio 20> Sede di corso San Maurizio - Torino, corso San Maurizio 31/a> Teatro Giulia di Barolo - Torino, piazza Santa Giulia 2/bis> Sede di via Giolitti - Torino, via Giolitti 33

> Savigliano, Ex convento di Santa Monica, via Garibaldi 6Destinazione: Sede decentrata di Scienze della Formazione, Lingue e

Letterature straniere, Psicologia, Farmacia, Agraria.

Progetto architettonico: Ufficio tecnico della Provincia di Cuneo, Ufficio tecnico del

Comune di Savigliano (2008).

FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONESEDE PRINCIPALE:> Palazzo Nuovo - Torino, via Sant’Ottavio 20ALTRE SEDI:> Bottega d’Erasmo - Torino, via Gaudenzio Ferrari 9/11

Destinazione: DISEF, Dipartimento di Scienze dell'Educazione. Biblioteca

del dipartimento di Scienze dell’Educazione.

Progetto architettonico: Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola - Torino (1955).

> Dipartimento di Scienze Sociali - Torino, via Sant’Ottavio 50> Laboratorio Musicale - Torino, via Balla 13> Palazzo Campana - Torino, via Carlo Alberto 10> Torino Esposizioni - Torino, corso Massimo D'Azeglio 15/b> Segreteria studenti - Torino, via Roero di Cortanze 2

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> Uffici e punto informativo - Torino, corso San Maurizio 31/a> Savigliano, Ex convento di Santa Monica, via Garibaldi 6

FACOLTÀ DI SCIENZE FISICHE, MATEMATICHE E NATURALISEDE PRINCIPALE:> Torino, via Pietro Giuria 15ALTRE SEDI:> Palazzo Campana - Torino, via Carlo Alberto 10

Progetto architettonico: Rosa Perticaro, Antonio Presicce, Andrea Tartaglino,

Antonio Cavalcante, Roberto Fragomeni, Flavio Re,

Massimo Cinguetti (ristrutturazione, in fase di appalto).

> Complesso “Piero della Francesca” - Torino, corso Svizzera 185> Dental School - Torino, via Nizza 232> Dipartimento di Chimica analitica - Torino, via Pietro Giuria 5> Dipartimento di Chimica Generale e Chimica Organica

Torino, corso Massimo D'Azeglio 48> Dipartimento di Chimica Inorganica, Fisica e dei Materiali

Torino, via Pietro Giuria 7, via Michelangelo 32> Dipartimento di Medicina e Oncologia Sperimentale

Torino, via Michelangelo 27> Dipartimento di Scienze della Terra - Torino, via Valperga Caluso 33/d-35> Dipartimento di Scienze Mineralogiche e Petrologiche

Torino, Valperga Caluso 35-37> Ex caserma Podgora - Torino, via Accademia Albertina 13> Incubatore d’impresa dell’Università di Torino - Torino, via Quarello 13> Istituto di Fisica - Torino, via Pietro Giuria 1> Istituto Galileo Ferraris - Torino, corso Massimo D’Azeglio 42> Orto botanico - Torino, viale Mattioli 25> Torino Esposizioni - Torino, corso Massimo D’Azeglio 11> Residenza universitaria - Torino, via Cavour 32> Segreteria studenti - Torino, via S. Croce 6> Ufficio Informazioni - Scienze informa - Torino, corso Massimo d'Azeglio 60/h

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FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHESEDE PRINCIPALE:> Palazzo Lionello Venturi - Torino, vicolo Benevello 3/aALTRE SEDI:> Torino, via Plana 10> Ex Italgas - Torino, lungo Dora Siena, corso Regina Margherita> Palazzina Luigi Einaudi - Torino, lungo Dora Siena 68> Cuneo, Via A. Ferraris di Celle 2> Biella, Città Studi, corso G. Pella 2/b

BIBLIOTECHE DI DIPARTIMENTO> Vetrerie Berruto - Palazzo Cairoli - Torino, via Giulia di Barolo 3/a

Destinazione: Biblioteca “E. Peterson” di Scienze Religiose, Biblioteca del

Dipartimento di Orientalistica, Biblioteca del Dipartimento

di Scienze del Linguaggio e Letterature Moderne e

Comparate; aule universitarie.

Progetto architettonico: Edoardo Astegiano, Renzo Conti, Studio AS Architetti

Associati, in associazione con Stefano Trucco, studio

Trucco - Torino (rifunzionalizzazione, 1999).

> Biblioteca del Dipartimento di Scienze letterarie e filologicheTorino, via Bava 31Destinazione: Biblioteca del Dipartimento di Scienze letterarie e filo-

logiche.

Progetto architettonico: Giuliana Chiappo Jorio e Luigi Brandajs; Giorgio Garbaccio

- Torino (rifunzionalizzazione, 2006).

POLO MUSEALE> Palazzo degli ex Studi Anatomici - Torino, corso Massimo D’Azeglio 52

Destinazione: Polo museale dell’Università degli Studi (Museo di

Anatomia Umana, Museo di Antropologia Criminale

“Cesare Lombroso”, Museo di Antropologia e Anatomia,

Museo della Frutta).

Progetto architettonico: Ufficio del Genio Civile, Leopoldo Mansueti (1890 ca.); L.

Carducci (restauri e illuminazione), M. Venegoni (comuni-

cazione museale), D. Biancolini, C. Mossetti, D. Caffaratto

(coordinamento restauri, 2007).

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ALTRI SERVIZI> Città universitaria della Conciliazione - Grugliasco, via Fratel Prospero 1

Destinazione: centro servizi per l’infanzia, spazi multifunzionali per ge-

nitori, strutture commerciali.

Progetto architettonico: M. Buronzo e L. Carere, ATC Torino (coordinamento); C.

Novarino, ATC Projet.to (direzione tecnica); Dipartimento

di Progettazione Architettonica e Disegno Industriale del

Politecnico di Torino (A. De Rossi, M. Crotti, L. Bazzanella,

M.P. Forsans, 2008).

SCUOLE UNIVERSITARIE

SAA - SCUOLA DI AMMINISTRAZIONE AZIENDALESEDE PRINCIPALE:> Torino, via Ventimiglia 115

SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER LE PROFESSIONI LEGALI BRUNO CACCIA E FULVIO CROCE SEDE PRINCIPALE:> Torino, via delle Rosine 18ALTRE SEDI:> Segreteria studenti - Torino, corso Massimo D'Azeglio 60/b

SCUOLA UNIVERSITARIA DI PSICOLOGIA APPLICATASEDE PRINCIPALE:> Torino, via Verdi 8

SCUOLA UNIVERSITARIA IN COMMERCIO ESTEROSEDE PRINCIPALE:> Torino, piazza Arbarello 8

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SCUOLA UNIVERSITARIA INTERFACOLTÀ PER LE BIOTECNOLOGIE SEDE PRINCIPALE:> Torino, via Nizza 32

Destinazione: Scuola Universitaria Interfacoltà per le Biotecnologie.

Progetto architettonico: Luciano Pia - Torino (nuovo edificio e recupero, 2006).

SIS - SCUOLA INTERATENEO DI SPECIALIZZAZIONE PER LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DELLE SCUOLE SECONDARIE SEDE PRINCIPALE:> Torino, via Carlo Alberto 10

SUISM - SCUOLA UNIVERSITARIA INTERFACOLTÀ IN SCIENZE MOTORIESEDE PRINCIPALE:> Torino, piazza Bernini 12ALTRE SEDI:> Manifattura Tabacchi ed ex Fimit - Torino, corso Regio Parco

Destinazione: Polo della Scuola Universitaria Interfacoltà di Scienze

Motorie. Centro Immatricolazioni.

Studio di fattibilità: Giovanni Torretta, Pio Luigi Brusasco, Adriana Gillio

Comoglio, Claudio Perino - Torino.

Cronologia dei lavori: centro immatricolazioni completato nel 2009. In corso ve-

rifiche di compatibilità economiche per il bando di una pro-

cedura di project financing per la realizzazione e la

gestione del complesso.

> Sede Quarello - Torino, via Quarello 11/a> Asti, via Gioacchino Testa 89

SUISS - SCUOLA UNIVERSITARIA INTERFACOLTÀ IN SCIENZE STRATEGICHESEDE PRINCIPALE:> Torino, via Po 31

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ALTRE SEDI:> Dipartimento Interateneo Territorio

Torino, Castello del Valentino, viale Mattioli 39> Facoltà di Economia - Torino, corso Unione Sovietica 218 bis> Istituto Plana - Torino, via Plana 10> Palazzina Einaudi - Torino, lungo Dora Siena 68/a> Palazzo Arsenale - Torino, via dell’Arsenale 22> Palazzo Campana - Torino, via Carlo Alberto 10 (vedi pag. 247)> Palazzo Nuovo - Torino, via Sant’Ottavio 20> Palazzo Simoni - Torino, corso Galileo Ferraris 2

SUMI - SCUOLA UNIVERSITARIA DI MANAGEMENT D'IMPRESASEDE PRINCIPALE:> Pinerolo, via Cesare Battisti 6

8.1.2 > Politecnico di Torino

> Politecnico di Torino - Torino, corso Duca degli Abruzzi 24Destinazione: Rettorato, I facoltà di Ingegneria, III facoltà di Ingegneria,

IV facoltà di Ingegneria, Scuola di dottorato, servizi ammi-

nistrativi.

Progetto architettonico: Ufficio tecnico del Politecnico (1951); Renato Piramide,

Prodim - Torino (sopraelevazione del fabbricato 4° - ex O-

1986-1992); Piero Amore, Luciano Luciani - Torino (soprae-

levazione del fabbricato 2Q - ex G - e finestra urbana, 1988-

1994); Piero Amore, Luciano Luciani, Studio Metec - Torino

(sopraelevazione del fabbricato 1 B - ex Z -, 2000-2004).

> Cittadella PolitecnicaTorino, corso Castelfidardo - corso Peschiera - via BorsellinoDestinazione: aule, laboratori, servizi agli studenti, uffici.

Progetto architettonico: Gregotti Associati - Milano (preliminare); Politecnica - Firenze

(ex tornerie); Studio Valle Progettazioni - Roma, Proger -

Pescara, Rpa - Perugia (lotto B: ex fucine, corte interrata, ma-

nica d’approdo e scavalchi, nuovo centro di ricerca GM).

Cronologia dei lavori: realizzazione in corso. Porzioni completate tra il 2000 e il

2009; consegna prevista degli altri lotti entro il 2010.

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Page 261: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]259

I FACOLTÀ DI INGEGNERIA SEDE PRINCIPALE:> Torino, corso Duca degli Abruzzi 24 - Cittadella Politecnica (vedi sopra)ALTRE SEDI:> Lingotto - Torino, via Nizza 230

Destinazione: Corso di laurea in Ingegneria dell’autoveicolo.

Progetto architettonico: Giacomo Matté Trucco et al. (1912-1930); M. van der

Staay, A. Belvedere, B. Plattner, Renzo Piano Building

Workshop - Parigi (rifunzionalizzazione, 2002).

> Alenia - Torino, corso Francia 366> Alessandria, viale Teresa Michel 5> Biella, Città Studi, corso G. Pella 2/b> Mondovì Breo (Cuneo), Ex Ospedale di San Francesco di Assisi,

via Cottolengo 29

II FACOLTÀ DI INGEGNERIA SEDE PRINCIPALE:> Vercelli, piazza Sant’Eusebio 5

III FACOLTÀ DI INGEGNERIA - INGEGNERIA DELL’INFORMAZIONESEDE PRINCIPALE:> Torino, corso Duca degli Abruzzi 24 - Cittadella PolitecnicaALTRE SEDI:> Alenia - Torino, corso Francia 366> Mondovì Breo (Cuneo), Ex Ospedale di San Francesco di Assisi,

via Cottolengo 29

IV FACOLTÀ DI INGEGNERIA ORGANIZZAZIONE D'IMPRESA E INGEGNERIA GESTIONALESEDE PRINCIPALE:> Torino, corso Duca degli Abruzzi 24 - Cittadella PolitecnicaALTRE SEDI:> Alenia - Torino, corso Francia 366

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Page 262: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]260

I FACOLTÀ DI ARCHITETTURASEDE PRINCIPALE:> Castello del Valentino - Torino, viale Mattioli 39

Destinazione: I e II Facoltà di Architettura (presidenze, dipartimenti, aule,

biblioteche).

Progetto architettonico: Carlo e Amedeo di Castellamonte (1620-1621); Francesco

Dolza - Torino (nuova manica sud, 1986-1993).

ALTRE SEDI:> Cittadella Politecnica - Torino, corso Castelfidardo

corso Peschiera - via Borsellino

> Mirafiori ex DAI - Torino, corso Orbassano - corso Settembrinicorso TazzoliDestinazione: corso di laurea in Disegno industriale.

Progetto architettonico: Isolarchitetti - Torino (preliminare e definitivo); Icis - Torino

(progetto strutturale), Mcm Impianti - Torino (progetto im-

piantistico), Sister - Torino (ambiente); Servizio Edilizia del

Politecnico di Torino (esecutivo).

Cronologia dei lavori: realizzazione in corso; consegna prevista per giugno 2010.

> Alenia - Torino, corso Francia 366> Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris

Torino, via Morgari - corso Massimo D’Azeglio

II FACOLTÀ DI ARCHITETTURASEDE PRINCIPALE:> Castello del Valentino - Torino, viale Mattioli 39ALTRE SEDI:> Cittadella Politecnica - Torino, corso Castelfidardo

corso Peschiera - via Borsellino> Mondovì Breo (Cuneo), Ex Ospedale di San Francesco di Assisi,

via Cottolengo 29

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Page 263: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]261

8.1.3 > Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”

RETTORATO E UFFICI> Ex Collegio Dal Pozzo - Vercelli, via Duomo 6

Destinazione: Rettorato - uffici.

Progetto architettonico: Arkistudio - Vercelli (2001).

CAMPUS> Ex Caserma Perrone - Novara, via Ettore Perrone 18

Destinazione: Campus universitario.

Progetto architettonico: Studio associato Arch. Lamberto Rossi - Milano, ODB

Architects - Milano, Arch. Roberto Cagnoni - Novara, Arch.

Fabiano Trevisan - Novara.

Cronologia dei lavori: realizzazione in corso (aule e palestra); progettazione

esecutiva (lotto 2-mensa, aule studio e residenze stu-

dentesche; lotto 3- auditorium, biblioteca e attività ac-

cessorie).

FACOLTÀ DI ECONOMIASEDE PRINCIPALE:> Ex Caserma Perrone - Novara, via Ettore Perrone 18

Destinazione: aule, laboratori, dipartimenti, biblioteca, segreterie studenti.

Progetto architettonico: Agenzia Territoriale per la Casa - Novara (risanamento con-

servativo e ristrutturazione 2001).

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Page 264: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]262

FACOLTÀ DI FARMACIASEDE PRINCIPALE:> Ex Wild - Novara, largo Donegani 2

Destinazione: aule, laboratori, dipartimenti, biblioteca, segreterie studenti.

Progetto architettonico: CBS Associati - Novara (ristrutturazione 2004).

ALTRE SEDI:> Ex Alcoa - Novara, via Bovio 6

FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZASEDE PRINCIPALE:> Palazzo Borsalino - Alessandria, via Cavour 84

Destinazione: Facoltà di Scienze Politiche - Facoltà di Giurisprudenza - aule,

laboratori, presidenze, biblioteche.

Progetto architettonico: Icis Società di Ingegneria - Torino (risanamento conserva-

tivo e ristrutturazione, 2002).

ALTRE SEDI:> Ex Ospedale Militare - Alessandria, via Cavour - via XXIV Maggio

Destinazione: Facoltà di Giurisprudenza: aule, uffici, presidenza, biblio-

teca e aula magna.

Progetto architettonico: Luciano Luciani, Maurizio Momo, Isolarchitetti Srl, Mara

Luciani - Torino (risanamento conservativo e ristruttura-

zione, in fase di progettazione definitiva).

> Palazzo Cavanna - Alessandria, via Mondovì 6/8/10> Segreteria studenti - Alessandria, piazza Ambrosoli 8

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Page 265: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]263

FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIASEDE PRINCIPALE:> Reparto conventuale dell'abbazia di S. Andrea

Vercelli, via Galileo Ferraris 116Destinazione: presidenza.

Progetto architettonico: Arkistudio - Vercelli (risanamento conservativo e ristruttu-

razione, 2001).

ALTRE SEDI:> Ex Ospizio di Carità - Vercelli, via Alessandro Manzoni 8

Destinazione: Dipartimento di Studi Umanistici.

Progetto architettonico: Studio Ing. Astrua - Torino (uffici e laboratori, 2002); Claudio

Tambornino (aule, 2007).

> Ex Ospedaletto - Vercelli, viale Garibaldi 98

> Palazzo Tartara - Vercelli, via Galileo Ferraris 109Destinazione: aule didattiche, laboratori e uffici.

Progetto architettonico: Provveditorato OO.PP. - Torino (piano terra e interrato con-

segnati nel 2008; piani primo e secondo in fase di proget-

tazione esecutiva).

> Ex Ospedale Maggiore - Vercelli, via Galileo Ferraris - viale GaribaldiDestinazione: aula magna auditorium, biblioteca civica e biblioteca

universitaria.

Progetto architettonico: Emilio Caravatti, Roberto Cosenza, Carlo Crippa - Monza (in

fase di progettazione definitiva).

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Page 266: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]264

> Biblioteca del Dipartimento di Studi UmanisticiVercelli, via Galileo Ferraris 54

FACOLTÀ DI MEDICINA, CHIRURGIA E SCIENZE DELLA SALUTESEDE PRINCIPALE:> Palazzo Bellini - Novara, via Solaroli 17

Destinazione: Facoltà di Medicina, Chirurgia e Scienze della Salute - labo-

ratori e uffici, biblioteca.

Progetto architettonico: Settore Tecnico Edilizia Università (risanamento conserva-

tivo e ristrutturazione, realizzazione in corso).

ALTRE SEDI:> Parco della Battaglia - Novara, piazza d'Armi

Destinazione: Azienda ospedaliera universitaria - nuova Facoltà di

Medicina, Chirurgia e Scienze della Salute.

Progetto architettonico: Studio Altieri SpA - Thiene, Arch. Benedetto Camerana -

Torino, Studio Arch. Giulio Altieri - Thiene, RPA Srl (in fase di

progettazione preliminare).

> Ex Caserma Perrone - Novara, via Perrone 18> Istituto Salesiano - Novara, viale Ferrucci 33> Alba, piana Biglini 1> Alessandria, via Giuseppe Di Vittorio 1> Biella, via G. Pella 10> Fossano, piazza Castello 33> Tortona, via Milazzo 1> Verbania Pallanza, Villa Saporiti in via Crocetta 1

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Page 267: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]265

FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALISEDE PRINCIPALE:> Ex Foro Bovario - Alessandria, via Teresa Michel 11

Tipo di intervento: nuova costruzione.

Progetto architettonico: Studio Ing. Vittorio Cappato, Arch. Luigi Cosenza, Arch.

Franca Levi, Arch. Luciano Savoino - Torino (2009).

ALTRE SEDI:> Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Vita; Dipartimento di Scienze

e Tecnologie Avanzate - Alessandria, via Bellini 25/G> Dipartimento di Scienze mediche - Novara, via Solaroli 17

FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHESEDE PRINCIPALE:> Palazzo Borsalino - Alessandria, via Cavour 84ALTRE SEDI:> Segreteria amministrativa - Alessandria, piazza Ambrosoli 13 > Segreteria studenti - Alessandria, piazza Ambrosoli 7 > Asti, via Gioachino Testa 89

8.1.4 > Università degli Studi di Scienze Gastronomiche

AGENZIA DI POLLENZOSEDE PRINCIPALE:> Bra (Cuneo), frazione Pollenzo, piazza Vittorio Emanuele 9

Progetto architettonico: Marco Albini - Milano, Mario Miraglia - Varese, Enrico Villani,

Luca Villani - Vercelli, Tekne SpA - Milano, Giuseppe Carità

- Cavallermaggiore (Cuneo), Ernesto Saracco - Alba

(Cuneo), (restauro e recupero conservativo 2004).

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Page 268: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]266

ALTRE SEDI:> Cascina Albertina - Bra (Cuneo), frazione Pollenzo, via Amedeo di Savoia 8

Progetto architettonico: Giuseppe Carità - Cavallermaggiore (Cuneo), Ernesto

Saracco - Alba (Cuneo), (restauro e recupero conserva-

tivo, 2005).

8.1.5 > Poli del sistema dell’alta formazione

INTERNATIONAL TRAINING CENTER OF THE INTERNATIONAL LABOUR ORGANIZATIONSEDE PRINCIPALE:> Torino, viale Maestri del Lavoro 10

Progetto architettonico: Ai Studio, Studio Pession Associato - Torino (risanamento

conservativo, 2005).

SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE E STUDIO DEL CENTRO PER LA CONSERVAZIONE E IL RESTAURO DEI BENI CULTURALI SEDE PRINCIPALE:> Venaria Reale, piazza della Repubblica

Progetto architettonico: Studio Derossi Associati - Torino (risanamento conser-

vativo, 1999).

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Page 269: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]267

8.1.6 > Residenze universitarie

EDISU > Residenza Borsellino - Torino, via Paolo Borsellino 42

Progetto architettonico: Garboli Conicos, Parma; Stefano Seita e Marco Zocco, Torino;

Metec & Saggese Engineering - Torino (2005).

> Residenza Cappel Verde - Torino, via Cappel Verde 5Progetto architettonico: Derossi Associati, Maria Teresa Massa - Torino (1999).

> Residenza Lungodora - Torino, lungo Dora Siena 104Progetto architettonico: Cristina Bevilacqua, Atc Projet.to, Piero Cornaglia, Gianluca

Sottero, Susanna Cipolli, Sebastiana Ciaravella - Torino

(2005).

> Residenza Villa Claretta - Grugliasco, via Berta 5Progetto architettonico: Cristina Bevilacqua - Torino; Garboli Conicos, Parma;

Studio Dedalo, Studio Surra, Studio Dmd, Giovanni

Pacchiotti - Torino (2005).

> Residenza Cercenasco - Torino, via Cercenasco 17> Residenza Faà di Bruno - Torino, via Faà di Bruno - C.so Farini

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Page 270: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]268

> Residenza Giulia di Barolo - Torino, via Verdi 26/g> Residenza Paoli - Torino, via Rosario di Santa Fè 18> Residenza San Liborio - Torino, via San Domenico 10> Residenza Turati - Torino, corso Turati 6> Residenza Verdi - Torino, via Verdi 15> Residenza Chenna - Alessandria, via Chenna 35> Residenza Casa Samone - Cuneo, via Santa Croce 7> Residenza Trona - Mondovì, via Trona 9> Residenza Martinetto - Mondovì, vicolo Martinetto 28

> Residenza Perrone - Novara, via Perrone 9Progetto architettonico: Olivo Tonolli - Novara (2008).

> Residenza Mazzini - Novara, via Mazzini 14 > Residenza Pontida - Novara, via Pontida 4 > Residenza Dal Pozzo - Vercelli, via Dal Pozzo 10 > Residenza Quintino Sella - Vercelli, via Quintino Sella 5

COLLEGIO UNIVERSITARIO “RENATO EINAUDI”> Sezione San Paolo - Torino, Via Bobbio 3

Progetto architettonico: Luca Moretto - Torino (ristrutturazione 2005).

> Sezione Crocetta - Torino, corso Lione 24 > Sezione Mole - Torino, via delle Rosine 3 > Sezione Po - Torino, via Maria Vittoria 39 > Sezione Valentino - Torino, via B. Galliari 30

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Page 271: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

Il sistema universitario di Alessandria

a. Politecnico di Torino01. I Facoltà di Ingegneria

viale Teresa Michel 5

b. Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”

01. Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche Palazzo Borsalinovia Cavour 84

02. Facoltà di Giurisprudenza ex Ospedale Militare via Cavour, via XXIV Maggio

03. Facoltà di GiurisprudenzaPalazzo Cavannavia Mondovì 6/8/10

04. Facoltà di Medicina via Di Vittorio 1

05. Facoltà di Scienze MFN ex Foro Bovario via Teresa Michel 11

c. Residenze universitarie

01. Residenza Chenna via Chenna 35

02. Ristorante universitariovia Parma 36

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Page 272: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

Il sistema universitario di Novara

a. Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”

01. Facoltà di Economia e di Medicina ex Caserma Perronevia Perrone 18

02. Facoltà di Medicina Palazzo Bellini via Solaroli 17

03. Facoltà di MedicinaPalazzo Franchini via Gnifetti 8

04. Facoltà di Medicina Istituto Salesianoviale Ferrucci 33

05. Facoltà di Medicina Parco della Battaglia piazza d’Armi

06. Facoltà di Farmaciaex Alcoavia Bovio 6

07. Facoltà di Farmacia ex Wildlargo Donegani 2

b. Residenze universitarie

01. Residenza Perronevia Perrone 9

02. Residenza Mazzinivia Mazzini 14

03. Residenza Pontidavia Pontida 4

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Page 273: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

Il sistema universitario di Vercelli

a. Politecnico di Torino01. II Facoltà di Ingegneria,

p.zza Sant’Eusebio 5

b. Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”

01. Rettorato Collegio Dal Pozzo via Duomo 6

02. Facoltà di Lettere e Filosofiaabbazia Sant’Andreavia Galileo Ferraris 116

03. Facoltà di Lettere e Filosofiaex Ospizio di Caritàvia Manzoni 8

04. Facoltà di Lettere e Filosofiaex Ospedalettoviale Garibaldi 98

05. Facoltà di Lettere e FilosofiaPalazzo Tartaravia Galileo Ferraris 109

06. Facoltà di Lettere e Filosofiaex Ospedale Maggiore via Galileo Ferraris viale Garibaldi

07. Biblioteca del Dipartimentodi Studi Umanisticivia Galileo Ferraris 54

c. Residenze universitarie

01. Residenza Dal Pozzo via Dal Pozzo 10

02. Residenza Quintino Sella via Quintino Sella 5

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Page 274: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

Il sistema universitario metropolitano di Torino

a. Politecnico di Torino01. Politecnico di Torino,

c.so Duca degli Abruzzi 2402. Cittadella Politecnica

c.so Castelfidardo c.so Peschieravia Borsellino

03. Castello del Valentino viale Mattioli 39

04. Alenia, c.so Francia 36605. Istituto Elettrotecnico

Nazionale Galileo Ferrarisc.so Massimo D’Azeglio via Morgari

06. Lingotto, via Nizza 23007. Mirafiori ex DAI

c.so Orbassanoc.so Settembrinic.so Tazzoli

b. Università degli Studi di Torino

01. Palazzo del Rettorato via Verdi 8

02. Palazzo degli Stemmivia Po 31

03. Palazzo Campana via Carlo Alberto 10

04. Palazzo Badini Confalonierivia Verdi 10

05. Aula Magna alla Cavallerizza Reale via Verdi 9

06. Palazzo Lionello Venturi via Verdi 25

07. Palazzo Nuovo via Sant’Ottavio 20

08. Complesso di piazza Aldo Morovia Verdi via Sant’Ottavio

09. Palazzina Luigi Einaudi lungo Dora Siena 58

10. Insediamento delle Facoltàdi Giurisprudenza e Scienze Politichelungo Dora Sienac.so Regina Margherita

11. Scuola di specializzazioneper le professioni legali via delle Rosine 18

12. Scuola universitaria in commercio estero piazza Arbarello 8

13. Facoltà di Farmacia e di Scienze MFNvia Pietro Giuria 15

14. Scuola universitaria interfacoltà per le Biotecnologievia Nizza 32

15. Facoltà di Medicina e Chirurgia, Le Molinette c.so Bramante 88/90

16. Dental School, Lingotto via Nizza 232

17. Facoltà di Economia e Commercioc.so Unione Sovietica 218 bis

18. Scuola di Amministrazioneaziendale, via Ventimiglia 115

19. Suism, piazza Bernini 1220. Regia Manifattura Tabacchi

ed ex Fimit, c.so Regio Parco 21.* Polo delle Facoltà

scientifiche, Grugliasco via Leonardo da Vinci 44

22.* Città universitaria della Conciliazione, Grugliascovia Fratelli Prospero 1

23.* Facoltà di Medicina e Chirurgia “San Luigi Gonzaga”, Orbassanoregione Gonzole 10

c. Poli del sistema dell’alta formazione

01. International Training Centerof the International Labour Organization, viale Maestri del Lavoro 10

02.* Scuola di Alta Formazione e Studio del Centro per la Conservazione e il Restauro dei Beni culturali, Venaria Reale, piazza della Repubblica

d. Residenze universitarie

01. Residenza Verdi, via Verdi 1502. Residenza Giulia di Barolo

via Verdi 26/g03. Collegio Einaudi Mole

via delle Rosine 3 04. Collegio Einaudi Po

via Maria Vittoria 39 05. Residenza Lungodora

lungo Dora Siena 10406. Residenza Faà di Bruno

via Faà di Bruno, c.so Farini07. Residenza Cappel Verde

via Cappel Verde 508. Residenza San Liborio

via San Domenico 1009. Collegio Einaudi Valentino

via B. Galliari 3010. Residenza Turati

corso Turati 611. Residenza Borsellino

via Paolo Borsellino 4212. Collegio Einaudi Crocetta

c.so Lione 24 13. Collegio Einaudi San Paolo

via Bobbio 3 14. Residenza Paoli

via Rosario di Santa Fè 1815. Residenza Cercenasco

via Cercenasco 1716.* Residenza Villa Claretta

Grugliasco, via Berta 5 (*): punti fuori quadro

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Page 275: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

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Page 276: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

I PROGETTI CHIAVE PER LO SVILUPPO DEL SISTEMA

8.2[ ]274

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Page 277: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]275

8.2.1 > Università degli Studi di Torino

CAMPUS URBANO

> Palazzo del Rettorato - Torino, via Verdi 8Destinazione: uffici del rettorato, archivio storico.

Progetto architettonico: Michelangelo Garove (1712-1730); Renato Rossi, Antonio

Presicce, Andrea Tartaglino, Aldo Celano - Torino (ristrut-

turazione).

Cronologia dei lavori: completato nel 2006.

> Palazzo degli Stemmi - Torino, via Po 31Destinazione: punto informativo, uffici amministrativi, foresteria per vi-

siting professor e studenti.

Progetto architettonico: Divisione edilizia e grandi infrastrutture dell’Università -

Franco Pennella, Antonio de la Pierre, Antonio Presicce,

Maria Rosaria Todisco, Aldo Celano, Antonino Cavalcante,

Andrea Tartaglino - Torino (risanamento conservativo e ri-

strutturazione), foresteria, 2009.

Cronologia dei lavori: completato nel 2007, la foresteria nel giugno 2009.

> Palazzo Badini Confalonieri - Torino, via Verdi 10Destinazione: Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Facoltà di

Psicologia, uffici dell’amministrazione centrale.

Progetto architettonico: Edoardo Astegiano, Renzo Conti, Federico Morgando,

Studio AS Architetti Associati - Torino (risanamento con-

servativo).

Cronologia dei lavori: completato nel 2001.

> Palazzo Campana - Torino, via Carlo Alberto 10Destinazione: Dipartimento di Matematica, Scuola Interateneo di

Specializzazione, uffici.

Progetto architettonico: Rosa Perticaro, Antonio Presicce, Andrea Tartaglino,

Antonio Cavalcante, Roberto Fragomeni, Flavio Re,

Massimo Cinguetti (ristrutturazione).

Cronologia dei lavori: in fase di appalto.

> Ex Caserma Podgora - Torino, via Accademia Albertina 13Destinazione: Dipartimento di Biologia animale e dell’uomo, segreteria stu-

denti della Facoltà di Scienze MFN.

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Page 278: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]276

> Palazzo Nuovo - Torino, via Sant’Ottavio 20Destinazione: Facoltà di Giurisprudenza, Facoltà di Lettere e Filosofia,

Facoltà di Scienze della Formazione; uffici, aule, biblioteche.

Progetto architettonico: Gino Levi Montalcini, Domenico Morelli, Felice Bardelli,

Sergio Hutter, Giacomo Donato (1966); Settore Edilizia e

Grandi Infrastrutture dell’Università di Torino (riqualifi-

cazione ecocompatibile, in corso di realizzazione).

> Palazzo Lionello Venturi - Torino, via Verdi 25Destinazione: Facoltà di Scienze Politiche, Facoltà di Psicologia (aule).

> Scuole tecniche San Carlo - Torino, vicolo Cesare Benevello 3Destinazione: Facoltà di Scienze Politiche.

> Aula magna nella Cavallerizza Reale - Torino, via Verdi 9Destinazione: nuova aula magna dell’Università degli Studi.

Progetto architettonico: Antonio De la Pierre, Agostino Magnaghi - Torino (risana-

mento conservativo).

Cronologia dei lavori: progetto definitivo approvato, in corso la fase autorizzativa

e la redazione del progetto esecutivo. Ultimazione lavori

prevista per il 2011.

> Complesso di Piazza Aldo Moro - Torino, via Verdi - via Sant’OttavioDestinazione: servizi universitari, aule, residenze.

Progetto architettonico: Ugo Baratozzi, AT Studio Associato, ATC Projet.to Srl,

Studio Cappato, B.M. Studio Architetti Associati, Carlo

Ostorero - Studio Dedalo - Torino.

Cronologia dei lavori: procedura autorizzativa in corso. Prossimo avvio dei lavori.

Conclusione prevista nel 2011.

> Vetrerie Berruto - Palazzo Cairoli - Torino, via Giulia di Barolo 3/aDestinazione: Biblioteca “E. Peterson" di Scienze Religiose, Biblioteca del

Dipartimento di Orientalistica, Biblioteca del Dipartimento

di Scienze del Linguaggio e Letterature Moderne e

Comparate; aule universitarie.

Progetto architettonico: Edoardo Astegiano, Renzo Conti, Studio AS Architetti

Associati, in associazione con Stefano Trucco, studio

Trucco - Torino (rifunzionalizzazione).

Cronologia dei lavori: completato nel 1999.

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Page 279: I numeri del Sistema Universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive

[ ]277

Il Campus Urbano dell’Università degli Studi di Torino

01. Palazzo del Rettoratovia Verdi 8

02. Palazzo degli Stemmi via Po 31

03. Palazzo Badini Confalonierivia Verdi 10

04. Palazzo Campanavia Carlo Alberto 10

05. Ex Caserma Podgoravia Accademia Albertina 13

06. Palazzo Nuovovia Sant’Ottavio 20

07. Palazzo Lionello Venturivia Verdi 25

08. Scuole tecniche San Carlovicolo Cesare Benevello 3

09. Aula magna della Cavallerizza Realevia Verdi 9

10. Complesso di piazza Aldo Morovia Verdi, via Sant’Ottavio

11. Vetrerie Berruto Palazzo Cairoli via Giulia di Barolo 3/a

12. Biblioteca del Dipartimentodi Scienze letterarie e filologichevia Bava 31

13. Ex Italgas. Insediamento delle Facoltàdi Giurisprudenza e Scienze Politichelungo Dora Siena, corso Regina Margherita

> Biblioteca del Dipartimento di Scienze letterarie e filologiche Torino, via Bava 31Destinazione: Biblioteca "E. Peterson" di Scienze Religiose, Biblioteca del

Dipartimento di Orientalistica, Biblioteca del Dipartimento

di Scienze del Linguaggio e Letterature Moderne e

Comparate; aule universitarie.

Progetto architettonico: Edoardo Astegiano, Renzo Conti, Studio AS Architetti

Associati, in associazione con Stefano Trucco, studio

Trucco - Torino (rifunzionalizzazione).

Cronologia dei lavori: completato nel 2006.

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Il campus urbano che l’Univer-sità sta realizzando nel centrodi Torino è un sistema che, par-tendo dalla storica sede delRettorato in via Po, assume viaVerdi come proprio asse por-tante e realizza la riqualifica-zione della vecchia “zonaculturale” strutturando un per-corso che si articola fino a Pa-lazzo Nuovo ed estende le suepropaggini nel quartiere Van-chiglia, fino a toccare lesponde della Dora, occupandoqui aree un tempo industriali.

Si tratta di un campus diffuso nel tessuto urbano, con il quale si mescola e si in-tegra profondamente: interventi a scale differenti punteggiano il tessuto sto-rico universitario, con l’obiettivo di razionalizzare e rafforzare una vocazioneormai centenaria. Se infatti la ristrutturazione del palazzo del Rettorato e la rea-lizzazione al suo interno dell’Archivio storico, il recupero di Palazzo Badini Con-falonieri e del Palazzo degli Stemmi come i restauri dell’ex caserma Podgora edi Palazzo Campana valorizzano le sedi auliche dell’ateneo, il progetto che pre-vede la realizzazione della nuova Aula Magna all’interno della Cavallerizza te-stimonia la volontà di fare di questa parte del centro un vero e proprio campusimmerso nel tessuto urbano. L’intervento alla Cavallerizza - 20 mila metri qua-drati di proprietà demaniale passati alla Città - si concentra sugli edifici del Ma-neggio Chiablese e delle sue Scuderie, operandone il restauro e prevedendo laloro integrazione con un nuovo edificio, destinato a ospitare l’Aula magna. Que-sta è concepita come una scatola nella scatola: l’involucro laterizio del Maneg-gio avvolge un nuovo contenitore che accoglie la cavea gradonata; il gusciotecnologico che la racchiude è in metallo per le parti strutturali e in lamelle dilegno per il tamponamento. Al centro del sistema rimane Palazzo Nuovo, che, dopo aver realizzato nel 2001due biblioteche nei propri locali sotterranei, è ora oggetto di una riqualificazioneecocompatibile avviata sulla base di una pianificazione energetica che privile-gia il contenimento dei consumi e l’utilizzo di fonti alternative. Al suo fianco staper prendere forma il complesso “Aldo Moro”, 10 mila metri quadrati compresi

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tra via Verdi e via Sant’Ottavio, interessati da una profonda trasformazione tra-mite project financing: sull’area liberata dall’attuale parcheggio a raso e da al-cuni prefabbricati destinati alla didattica si disporranno tre corpi di fabbrica che,allineati lungo le vie, riproporranno la cortina edilizia esistita fino al 1970, quandofu demolita la caserma “Carlo Emanuele I”. Il nuovo complesso ospiterà funzionidi tipo amministrativo legate all’ateneo, di supporto alle attività didattiche e allostudio, e altre attività di servizio agli studenti e al personale. Da Palazzo Nuovo il sistema si snoda verso le frange del centro storico e il quar-tiere Vanchiglia: già dal 1999 l’Università può disporre degli spazi riqualificatidel complesso delle ex Vetrerie Berruto, alle spalle del futuro piazzale Aldo Moro,disponendovi biblioteche e aule universitarie. Più recente è l’intervento nel cuoredi Vanchiglia, dove in un vecchio opificio si è ricavata la nuova biblioteca della Fa-coltà di Scienze Letterarie e Filologiche. In questo quartiere, in cui alle radici pro-duttive si mescola la tradizionale residenzialità studentesca, si sta costruendol’ultimo tassello del campus urbano: la sede delle facoltà di Giurisprudenza eScienze Politiche nel recinto dell’ex Italgas lungo le sponde della Dora.

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> Ex Italgas. Insediamento delle facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche Torino, lungo Dora Siena, corso Regina MargheritaDestinazione: sede delle facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche.

Tipo di intervento: nuovi edifici.

Progetto architettonico: Foster and Partners - Londra; Maire Engineering (Marco

Visconti), Icis, Giugiaro Design, Camerana & Partners,

Studio Mellano Associati, Studio Buonomo Veglia, Studio

Copaco, G. Garzino, R. Lazzerini, M. Luciani, F. Ossola,

Poliedra, Teksystem - Torino.

Committente: Università degli Studi di Torino.

Impresa appaltatrice: A.T.I. formata dalle imprese Codelfa SpA, Gozzo SpA,

Arsis Srl

Cronologia dei lavori: realizzazione in corso. Ultimazione prevista per la prima-

vera 2011.

Il progetto del nuovo insediamento delle facoltà di Giurisprudenza e di ScienzePolitiche nelle aree ex Italgas nasce alla fine degli anni novanta, quando l'Uni-versità degli Studi di Torino acquisisce i terreni dismessi dalla Società Italiana delGas, compresi tra corso Regina Margherita e il fiume Dora. Su queste aree, doverestano i due gasometri a testimoniarne il passato industriale, l’Università cogliel’opportunità di creare un nuovo polo integrato con il tessuto urbano, in direttaconnessione con il centro storico e il percorso che unifica le differenti sedi del-l’ateneo. Le tappe del processo di costruzione del campus iniziano con l’integrazionedegli edifici Italgas lungo corso Regina Margherita nel futuro complesso uni-versitario, collocandovi le segreterie studenti delle due facoltà e i servizi gene-

rali, e con la realizzazione della palazzinainterfacoltà "Luigi Einaudi", già sede di attività di-dattiche. Nel 2005 si completano le residenzeper studenti, sedi del Villaggio Media per le Olim-piadi Invernali di Torino 2006.Ultimo intervento è il progetto delle sedi di Giuri-sprudenza e Scienze Politiche, vincitore del con-corso internazionale bandito dall’Ateneotorinese, che prevede la costruzione di un com-plesso sviluppato attorno a una grande piazzacircolare, richiamo dei vicini gasometri. L’inse-

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diamento - cui si accede dalla palazzina segreterie di corso Regina Margherita,punto di connessione tra il nuovo complesso e i percorsi esterni - comprendedue fabbricati distinti, che ospitano rispettivamente le due facoltà con i relatividipartimenti e i laboratori linguistici, i servizi per gli studenti e la grande biblio-teca interdipartimentale affacciata sul fiume.Gli edifici, avvolti da facciate trasparenti a linee morbide e coperti da un unicotetto ondulato, luminoso e sospeso, sono scanditi da passaggi aperti che colle-gano le aree pubbliche con il giardino interno, cuore circolare verde di tutti i per-corsi e cinto da portici. Nell’ala delle facoltà, tra il piano terreno e il primo piano,è previsto un auditorium inclinato, mentre nei pianiinterrati saranno sistemati i parcheggi. Il progetto en-fatizza il contatto con il fiume e crea connessioni vi-sive e prospettiche con l’arco alpino, le colline, laBasilica di Superga e la Mole Antonelliana. Il rapportocon l’ambiente circostante è cercato anche nella rea-lizzazione della passerella pedonale sulla Dora e nellasistemazione delle sponde fluviali, utili alla riqualifi-cazione ambientale e allo stesso tempo pensati peroperare una cucitura tra il nuovo insediamento e iborghi limitrofi di Vanchiglia, Vanchiglietta e Rossini.

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> Scuola universitaria interfacoltà per le Biotecnologie Torino, via Nizza 52Tipo di intervento: Nuovo edificio e recupero

Progetto architettonico: Luciano Pia - Torino

Progetto strutturale: Icis - Torino

Committente: Università degli Studi di Torino e, tramite project financing,

Sdb (Finpiemonte, Sinloc, Iride, De-Ga)

Imprese appaltatrici: De-Ga SpA - Torino

Cronologia dei lavori: completata nel 2006

La Scuola di Biotecnologie è uno degli interventi promossi dall’Università degliStudi più interessanti, per almeno due motivi: la qualità architettonica del pro-

getto e la procedura messa in campo dall’ateneo per lasua realizzazione. Nel 2000 l’Università decide di co-struire la Scuola universitaria interfacoltà per le Biotec-nologie sull’area precedentemente occupata dallafacoltà di Medicina Veterinaria, trasferita nel polo scien-tifico di Grugliasco. Inadatta alle esigenze funzionalidella Scuola, la vecchia sede viene sostituita da unnuovo edificio che ospiti l'intera filiera didattica-ricerca-incubazione di imprese. L’Ateneo decide di avvalersidella procedura dei project financing, che prevede unagara comprensiva di progettazione, costruzione e ge-

stione del manufatto: fatto innovativo in ambito universitario, che ha permessocontrazione di tempi e qualità costruttiva. Nel dicembre 2002 viene individuatoil promotore del project financing nella Società di Progetto Sdb Spa compostada Finpiemonte, Sinloc, Iride e De-Ga. L’intervento consiste in una nuova strut-tura di circa 15.000 metri quadrati distribuiti su due-tre piani fuori terra e unpiano interrato, organizzata intorno a quattro corti, che corrispondono ai quat-tro cortili dei fabbricati rurali ottocenteschi sui quali era stata costruita la facoltàdi Veterinaria. La Scuola di Biotecnologie, dimensionata per accogliere circa 800studenti e 200 utenti, tra docenti e personale di supporto, si articola in quattrofunzioni distinte: didattica, ricerca, amministrazione e servizi. Tali attività sonocollocate in aree omogenee, nei nuovi manufatti e, parzialmente, nelle strutturepreesistenti conservate e restaurate. L’accesso principale al complesso avvieneda via Nizza; attraverso un ampio cortile si accede all’atrio che funge da filtro trala zona destinata alla didattica e i laboratori di ricerca. La didattica ha a disposi-

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zione tre grandi aule da 220 posti, tre da 108 posti, oltre ai laboratori per stu-denti, attrezzati per esercitazioni di biologia, chimica e informatica. Nei fabbricatistorici recuperati, oltre agli uffici amministrativi, sono collocate sale di lettura edi incontro, punti di informazione. Dall’atrio principale si accede alla zona labo-ratori; questi ultimi, organizzati intorno a un giardino coperto da struttura ve-trata, sono strutturati in nuclei che comprendono spazi per ricerca, studio, attivitàpratiche degli studenti, un incubatore. Al piano interrato trovano posto parcheggie locali tecnici di servizio. Tra gli edifici torinesi di maggiore fortuna presso la cri-tica internazionale, la Scuola di Biotecnologie è un utile esempio di buona archi-tettura universitaria, con il suo carattere rigoroso espresso dai suoi massiccivolumi stereometrici in calcestruzzo a vista che proteggono la piazza alberatainterna, percepibile tramite l’ampia vetrata su via Nizza.

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> Regio istituto di riposo per la vecchiaia (IRVE) Torino, corso Unione Sovietica 218 bisDestinazione: Facoltà di Economia e Commercio.

Tipo di intervento: rifunzionalizzazione (lotto A-VI).

Progetto architettonico: definitivo: Ferruccio Brunero e Massimo Pasquero, Pi

Greco Enginnering - Torino; Gianfranco e Carlo Vinardi,

Studio Vinardi - Torino;

esecutivo: Gianfranco, Carlo e Barbara Vinardi, Flaviana Di

Carlo, Studio Vinardi - Torino; Giovanni e Cristiano Picco,

Picco Architetti - Torino.

Progetto strutturale: Ferruccio Brunero e Massimo Pasquero.

Progetto impiantistico: Vincenzo Cataliotti, Letterio Maio.

Committente: Università degli Studi di Torino.

Imprese appaltatrici: Pisa Costruttori SpA, già Romagnoli SpA - Milano.

Cronologia dei lavori: completato nella primavera 2009 .

Il Regio Istituto di Riposo per la Vecchiaia di Torino, costruitofra il 1883 e il 1886 su progetto di Crescentino Caselli, è ilmaggiore intervento tra quelli avviati all’epoca per attrez-zare la città di grandi servizi per la pubblica utilità. La pro-gressiva dismissione della grande struttura, composta damaniche disposte a pettine, con cinque padiglioni collocatiortogonalmente sulla manica affacciata su corso Unione So-vietica, offre all’Università nuovi ampi spazi dove riorganiz-zare la facoltà di Economia e Commercio. Il progetto nasceinfatti dalla necessità di accorpare in un’unica sede, am-

pliando la porzione già operativa nel complesso ex Irve, una struttura didattica edi ricerca dapprima frammentata in spazi lontani tra loro: dalla sede storica dipiazza Arbarello alle aule ricavate all’interno del Palazzo del Lavoro. L’espansione della facoltà di Economia interessa il cortile interposto tra la manicacentrale e la prima a nord, già da tempo sede universitaria (su progetto di An-drea Bruno, che tra il 1977 e il 1991 riporta la struttura alla sua configurazioneoriginale e aggiunge parti in vetro e acciaio alle testate dei padiglioni). Il progetto,confrontandosi con l’architettura preesistente e col suo sistema distributivo ca-ratterizzato da nodi, visuali, assialità e gerarchie compositive, opta per l’adesionealla maglia strutturale originaria, estendendola allo spazio dei cortili. Il nuovo edificio, calato all’interno del modulo perimetrale di intercapedine, è

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composto da tre livelli principali che si intersecano tra loro, di cui due completa-mente al di sotto dell’attuale quota di pavimento e uno al livello di campagna. Alsuo interno trovano spazio quattro grandi aule gradonate discendenti verso est,disimpegnate da un sistema a più livelli raccordati da passaggi longitudinali. In te-stata sono posizionati l’atrio, le sale di studio e gli spazi didattici e di servizio, inparte emergenti sul livello inferiore della copertura a tetto-giardino che si estendea tutta la costruzione. Questa disposizione, spingendo il volume emergente oltreil filo di fabbrica del padiglione progettato da Caselli, riduce il confronto direttocon i volumi preesistenti, e in particolare libera la veduta obliqua dall’atrio. Davantial fronte ovest si colloca un portico a giorno, a struttura metallica e copertura afalda in zinco; analogamente, in zinco o vetrate sono le coperture a falde dei cor-ridoi, emergenti su quelle piane o inclinate del tetto-giardino.La struttura del nuovo volume, indipendente dalle fondazioni dei fabbricati esi-stenti, è in calcestruzzo armato per le parti inferiori, mentre ai livelli superiori i pi-lastri isolati sono in tubi di acciaio, come le carpenterie delle coperture a falda.

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> Polo Scientifico Universitario, Grugliasco, via Leonardo da Vinci 44Destinazione: Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria, Centro servizi per gli

studenti (realizzati); facoltà di Scienze MFN e di Farmacia,

Parco Scientifico tecnologico, Istituto Zooprofilattico

Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Tipo di intervento: masterplan.

Progetto architettonico: Luciano Luciani, Icis; Luca Moretto e Cosimo Turvani -

Torino (facoltà di Veterinaria); Studio De Ferrari Architetti

(Centro servizi); Piero Cornaglia, Antonio Presicce, Aldo

Celano, Sabrina Gambino, Susanna Cipolli (Scienze MFN

e Farmacia) - Torino.

Committente: Università degli Studi di Torino.

Cronologia dei lavori: Agraria: 1999; Veterinaria e Centro servizi: completato nel

2000; Scienze MFN, Farmacia, Parco Scientifico tecnolo-

gico, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte,

Liguria e Valle d’Aosta: realizzazione in corso mediante co-

stituzione di un fondo immobiliare ad apporto, di tipo

chiuso, che poi gestirà gli immobili.

Il polo scientifico universitario di Grugliasco è uno dei principali can-tieri avviati dall’Università degli Studi di Torino per rispondere a unaprecisa strategia territoriale, che vede nella configurazione a rete larisposta alle esigenze di riorganizzazione delle attività didattiche e diricerca, e al necessario decongestionamento delle sedi attuali. Lapreesistenza delle sedi delle facoltà di Agraria e Medicina Veterina-ria e la disponibilità di aree a loro contigue a Grugliasco, zona del-l’area metropolitana torinese con buona dotazione infrastrutturale,ha offerto l’occasione all’Università per prevedere il trasferimentodelle facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali e di Farma-

cia, mettendo così a sistema ambiti di ricerca spesso interagenti, e per realizzareun polo scientifico che coniughi attività produttive, formazione e, soprattutto, ri-cerca. L’accordo di programma siglato tra l’Ateneo e il comune di Grugliasco pro-muove dunque l’elaborazione di un modello insediativo che concentra le attivitàdidattico-scientifiche in un'area relativamente circoscritta e con una connotazioneurbanistica ben definita, superando l’attuale frammentarietà delle diverse sedi.Rafforzano ulteriormente l’idea di campus la presenza della vicina Città universi-taria della Conciliazione, da poco terminata, nata dalla domanda di servizi all’in-fanzia nel polo universitario, e la residenza universitaria di Villa Claretta, messa a

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punto in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006. Il programma di organizzazione del nuovo polo scientifico si articola attorno a cin-que grandi funzioni: la didattica universitaria, la ricerca, i servizi generali, il ParcoScientifico tecnologico e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Li-guria e Valle d’Aosta. Il progetto del campus si inserisce nel tessuto periurbano circostante impostandol’organizzazione delle aree su un viale alberato, asse di continuità e di giunzionenon solo tra le diverse parti del territorio comunale, ma anche con l’anello del si-stema “corona verde”. Gli edifici sono immersi nel verde e disposti secondo unoschema che permette di distinguere le strutture didattiche e gli spazi destinati aidipartimenti di ricerca, separando così i percorsi degli utenti. Punto di intersezionedelle varie funzioni ospitate nel complesso è la porta di ingresso del polo, il “luogodelle relazioni”, cerniera tra l’università e la città, in prossimità dei parcheggi, dellafermata ferroviaria e della passerella di collegamento con il centro abitato. È inquesta cerniera urbana che il progetto ripone uno dei suoi principali obiettivi, lapermeabilità del campus rispetto al territorio circostante. Il “luogo delle relazioni”è così organizzato su più livelli: alla quota superiore una piazza porticata, apertae fruibile alla cittadinanza, che costituisce l’elemento di interazione con la città; dauna hall si accede a una piazza inferiore, nodo centrale dei percorsi degli studentie dei ricercatori, che collega gli edifici della didattica e della ricerca. Qui trovanoposto attività commerciali, luoghi di ristorazione, librerie e spazi per gli studenti. Nel progetto è prevista l’applicazione di principi di ecosostenibilità e biocompati-bilità nelle tecnologie costruttive e impiantistiche (produzione di energia con pan-nelli fotovoltaici, sistemi naturali di ventilazione, etc.).

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> Ex convento di Santa Monica, Savigliano (Cuneo), via Garibaldi 6Destinazione: Sede decentrata per i corsi di laurea di Scienze della

Formazione, Lingue e Letterature Straniere, Psicologia,

Farmacia, Agraria.

Tipo di intervento: ristrutturazione e adeguamento funzionale.

Progetto architettonico: Ufficio Tecnico della Provincia di Cuneo, Ufficio tecnico del

Comune di Savigliano.

Committente: Università degli Studi di Torino.

Cronologia dei lavori: completato nel 2008.

La rifunzionalizzazione del convento di Santa Monica a Savigliano è forse l’esitopiù significativo - in termini di dimensione e di qualità dell’intervento - della po-litica di diffusione sul territorio piemontese perseguita dall’Università degli Studi

di Torino. Nei primi anni 2000 l’Ateneo decide di am-pliare la propria presenza nella provincia di Cuneo,scegliendo Savigliano come sede decentrata di cin-que corsi di laurea. In accordo con il Comune, ven-gono individuati gli spazi dell’ex convento di SantaMonica, nel centro storico della città. Costruito nel1642, il monastero divenne nel 1800 deposito di men-dicità, per trasformarsi quattordici anni dopo in ca-serma di Cavalleria e in seguito ospedale militare,rimasto attivo fino al 1973. Nel 1974 l'edificio fu ce-duto dal Ministero della Difesa al Demanio, per rima-nere fino all'inizio degli anni 2000 in custodiafiduciaria al Comune di Savigliano. La concessionedel convento in uso gratuito e perpetuo all’Universitàper l’attivazione di corsi di laurea al suo interno hareso possibile l’avvio di un programma di recuperodella struttura e, allo stesso tempo, di riqualificazionedi un tassello del centro storico di Savigliano. Comestabilito dall’accordo di programma tra l'Universitàdi Torino, la Provincia di Cuneo e il Comune di Savi-gliano, questi ultimi due enti hanno elaborato e se-

guito tutte le fasi progettuali, mentre il Comune di Savigliano ha svolto le funzionidi stazione appaltante e di direzione dei lavori.Il restauro ha interessato i corpi di fabbrica del nucleo più antico, costituito da

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un ampio quadrilatero porticato, e una porzione della manica che prospetta sul-l’adiacente piazza del Teatro. Intorno al chiostro sono localizzati gli spazi didat-tici, organizzati sui tre piani fuori terra dei fabbricati, mentre la manica sullapiazza del Teatro ospita la biblioteca e i relativi spazi di servizio, distribuiti sucinque livelli. L'intero recupero restituisce all’Università e alla città una superficie di circa6.500 mq destinata alla didattica e di 1.200 mq per la biblioteca, insieme al giar-dino all'italiana realizzato all'interno del quadrilatero, di circa 2.500 mq. La strut-tura nel suo complesso, è in grado di accogliere circa 1.500 studenti.

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8.2.2 > Politecnico di Torino

> Cittadella Politecnica Torino, corso Castelfidardo - corso Peschiera - via BorsellinoDestinazione: Facoltà di Ingegneria I, III, IV, Architettura I, Architettura II.

Tipo di intervento: nuovi edifici e rifunzionalizzazioni.

Progetto architettonico: preliminare: Gregotti Associati - Milano;

definitivo ed esecutivo: Politecnica - Firenze (ristruttura-

zione ex tornerie); Studio Valle Progettazioni - Roma,

Proger - Pescara, Rpa - Perugia (ristrutturazione ex fucine

e realizzazione corte interrata, manica d’approdo e sca-

valchi, nuovo centro di ricerca General Motors, completa-

mento scavalchi e caffetteria).

Committente: Politecnico di Torino.

Imprese appaltatrici: De Lieto - Napoli (ristrutturazione ex Tornerie); Zumaglini

e Gallina - Torino (scavalchi e manica d’approdo, 1° lotto

strutture), Ferrovial - Madrid (scavalchi e manica d’ap-

prodo, 2° lotto completamenti e impianti); Bentini SpA -

Modena (ristrutturazione ex Fucine e corte interrata):

Arcas - Torino (nuovo centro di ricerca); Compre - Torino

(completamento scavalchi e caffetteria).

Cronologia dei lavori: realizzazione in corso: porzioni completate tra 2000 e

2009; consegna prevista di altri lotti nel 2010.

Su un’area di circa 100 mila metri quadrati compresa tra corso Castelfidardo,corso Peschiera e via Borsellino, dove fino agli anni settanta del Novecento si ri-paravano locomotive e vagoni, sta per essere ultimato il consistente ampliamentodella sede storica del Politecnico di Torino. Nel 2000 l’ateneo ha infatti ottenuto,attraverso la Città di Torino, il trasferimento di diritto d’uso delle superfici occupatedalle Officine Grandi Riparazioni delle Strade Ferrate, iniziando a realizzare il pro-prio “raddoppio”, fatto di aule, laboratori, uffici, spazi pubblici. L’occasione è datadallo Schema di struttura del Piano Regolatore Generale di Gregotti Associati(1995), che prevede il disegno di un grande viale alberato a tre corsie per senso dimarcia, controviali e spazi verdi sul sedime precedentemente occupato dai binaridella ferrovia, che fino ad allora in quel tratto separava il Politecnico dalle OGR. Èla Spina Centrale, l’asse nord-sud di 11 km lungo il quale si collocano i principali in-terventi di riassetto urbano attualmente in corso.L’opportunità di ampliamento su terreni immediatamente contigui permette al

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Politecnico di seguire così le linee di indirizzo definite dal recente Piano strategicod’Ateneo, che stabiliscono nella stretta contiguità fisica tra didattica, ricerca e im-presa il principio di base per un riposizionamento strategico nel panorama dellaricerca internazionale. È la stessa Gregotti Associati a concepire per la Cittadella un masterplan dominatoda grandi corti, chiuse da imponenti maniche edificate (1991-94). Successivi ri-pensamenti e l’intervento della Soprintendenza modificano le decisioni iniziali e idue pregiati fabbricati delle “Tornerie” (12 mila metri quadrati) e delle “Fucine” (7mila metri quadrati) anziché essere abbattuti vengono recuperati per ospitarespazi per la didattica e la ricerca, sale studio e la nuova mensa (2 mila metri qua-drati); tra i due edifici trovano posto le aule della nuova “corte interrata” (5 milametri quadrati). Il collegamento oltre corso Castelfidardo è permesso dai due edi-fici gemelli, gli “scavalchi” (10 mila metri quadrati), che si attestano a est agliestremi della manica “d’approdo” (8 mila metri quadrati); tutto questo insieme dispazi è oggi completato. A ovest l’invaso della piazza pedonale è invece delimitatodall’edificio di 20 mila metri quadrati adibito a centro di ricerca europeo di Gene-ral Motors. Completeranno l’insieme la caffetteria per 300 utenti e la zona a verdee sport, con campi da calcio, basket, volley, palestra, spogliatoi e foresteria. Immersa nell’area di Spina 2 scelta per essere una delle future centralità urbanetorinesi, la Cittadella declina secondo la formula dell’organizzazione compatta lalogica di “campus urbano” che, in questo caso, oltre a mettere a sistema la nuovaresidenza universitaria Borsellino realizzata nelle sue immediate vicinanze, è pen-sato per essere parte del distretto culturale previsto sulle aree delle ex CarceriNuove e delle Officine Grandi Riparazioni.

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> Lingotto, Torino, via Nizza 230Destinazione: Corso di laurea in Ingegneria dell’autoveicolo

Tipo di intervento: rifunzionalizzazione.

Progetto architettonico: M. van der Staay, A. Belvedere, B. Plattner, Renzo Piano

Building Workshop - Parigi; Fiat Engineering - Torino.

Committente: Lingotto Spa; Politecnico di Torino.

Cronologia dei lavori: completato nel 2002.

Costruito in varie fasi tra il 1916 e il 1930 su progetto di Giacomo MattéTrucco, il Lingotto è icona dell’architettura moderna e allo stesso tempo sim-bolo della stagione di dismissione delle aree industriali torinesi: con 500

metri di lunghezza, un milione dimetri cubi, 5 piani di maglia struttu-rale in cemento armato, rampe elicoi-dali e pista di prova sul tetto, lostabilimento produce autoveicoli finoal 1982, quando la Fiat ne annuncia lachiusura. Una società a capitalemisto, con la partecipazione dellaFiat, promuove dunque un concorsointernazionale per la riqualificazionedella struttura, ma la gara non ha im-mediato esito nell’affidamento d’in-carico, che avviene nel 1983 con lascelta del progetto di Renzo Piano

Building Workshop. Con il progressivo inserimento di centro fieristico, audi-torium, alberghi, uffici, ristoranti, gallerie commerciali e sale cinematografi-che, della “bolla” (sala riunioni trasparente con annesso eliporto) e dello“scrigno” (Pinacoteca Agnelli), la fabbrica si trasforma in un polo multifun-zionale di rilevanza urbana. Il legame tra il Lingotto e i motori riprende forza nel 1998, con il ritorno dellasede centrale del Gruppo Fiat nel Fabbricato Uffici e con l’inizio dei lavori perl’insediamento del Corso di laurea in Ingegneria dell’autoveicolo del Politec-nico. La sede universitaria si colloca nella testata settentrionale dell’edificioe sviluppa i propri ambienti su più livelli, comprendendo aule, laboratori, uf-fici, un’aula magna; la luce è grande protagonista di spazi per la formazionedi altissima qualità.

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> Mirafiori, ex DAI, Torino, corso Orbassano - corso Settembrini - corso TazzoliDestinazione: Corso di laurea in Disegno industriale.

Tipo di intervento: rifunzionalizzazione.

Progetto architettonico: Isolarchitetti - Torino (preliminare e definitivo); Icis - Torino

(progetto strutturale), Mcm Impianti - Torino (progetto im-

piantistico), Sister - Torino (ambiente); Servizio Edilizia del

Politecnico di Torino (esecutivo).

Committente: SiTI per conto di Torino Nuova Economia (progetto preli-

minare e definitivo); Politecnico di Torino per conto di

Torino Nuova Economia (progetto esecutivo).

Imprese appaltatrici: Zoppoli & Pulcher - Torino.

Cronologia dei lavori: realizzazione in corso; consegna prevista per giugno 2010.

La scelta degli enti locali insieme a Fiat Auto e al Politecnico di Torino di ripartireda Fiat Mirafiori - luogo simbolo dell’affermazione del fordismo a Torino e dellasua successiva crisi - per farne un polo innovativo che coniughi attività produt-

tiva, ricerca e sviluppo, nasce con l’opportunitàofferta dalla dismissione di circa 300.000 metriquadrati sul margine occidentale dell’enorme re-cinto degli stabilimenti (3 milioni di metri quadridi superficie totale). Nel 2005, infatti, RegionePiemonte, Provincia e Comune di Torino acquisi-scono la porzione dismessa e ne affidano la ge-stione alla nuova agenzia TNE - Torino NuovaEconomia (società per azioni partecipata da Re-gione Piemonte tramite Finpiemonte Partecipa-zioni SpA, Città di Torino tramite F.C.T. Srl,Provincia di Torino e Fiat Group SpA), il cui com-

pito è realizzare un luogo adatto all’insediamento di nuove imprese e allo stessotempo riqualificare il tessuto urbano circostante. A fronte di un progetto chepunta al rafforzamento del sistema produttivo torinese tramite la valorizzazionedi un settore automotive innovativo e internazionale, la scelta di insediare a Mi-rafiori i settori del Politecnico dedicati all’Ingegneria dell’autoveicolo e del Di-segno industriale è apparsa dunque la più coerente e funzionale all’obiettivo difondo. L’intervento prevede un distretto che promuova l’integrazione di ricercae sviluppo nel campo del design, favorisca la diffusione delle nuove tecnologiee sviluppi nuovi progetti per la mobilità e le infrastrutture.

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Il progetto del nuovo Centro del Design considera come punto di partenza il riu-tilizzo delle strutture dell’edificio ex Dai. Nove grandi blocchi sorgeranno al-l’ombra della copertura e ospiteranno le funzioni principali relative alla didatticae alla ricerca (aule, laboratori, dipartimenti, uffici, aree espositive, spazi di rela-zione). Le nove nuove costruzioni (per una superficie totale di quasi 18 milametri quadrati, di cui 13 mila per la didattica) saranno identiche per forma estruttura ma manterranno caratteristiche di forte identità e flessibilità e po-tranno essere indipendenti per dotazioni tecnologiche, servizi e accessi. I bloc-chi saranno realizzati con superfici esterne differenti (legno, acciaio, vetro, reti,pietra, rame) e saranno intervallati da grandi giardini. I percorsi di collegamento saranno garantiti da serre vetrate, luminosi spazi direlazione e incontro per gli studenti. All’esterno della struttura coperta sorgeràun edificio cilindrico memoria dei vecchi serbatoi Fiat: su 5 mila metri quadrati,ospiterà un grande auditorium, il ristorante, il bar, e un giardino pensile pano-ramico. L’intervento è progettato per massimizzare la velocità di montaggio eper essere realizzato in fasi. Il disegno prevede la sperimentazione di materialie tecnologie ecosostenibili e l’impiego di risorse rinnovabili. Gli spazi esterni ga-rantiranno parcheggi verdi ombreggiati, un giardino sul nuovo asse trasversalee una grande piazza con specchio d’acqua.Attualmente è in fase di realizzazione il primo lotto con la costruzione di tre bloc-chi per trasferirvi il corso di laurea in Disegno industriale; successivamente, conla realizzazione del secondo lotto, a Mirafiori troveranno spazio il corso di laureadi Ingegneria dell’autoveicolo (tre blocchi) e gli incubatori di ricerca, spin-off,studi di architettura e ingegneria legati ai due corsi di laurea (ultimi tre blocchi).

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8.2.3 > Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”

> Ex Ospedale Maggiore - Cittadella della CulturaVercelli, via Galileo Ferraris 116Destinazione: aula magna auditorium, biblioteca civica e biblioteca uni-

versitaria, aule didattiche.

Tipo di intervento: risanamento conservativo, restauro e nuova edificazione

Progetto architettonico: Emilio Caravatti, Roberto Cosenza, Carlo Crippa - Monza.

Committente: Università degli Studi del Piemonte Orientale - Comune di

Vercelli.

Cronologia dei lavori: in fase di progettazione definitiva.

L’intervento che l’Università degli Studi del Pie-monte Orientale sta conducendo insieme alComune di Vercelli all’interno del complessodell’ex Ospedale di Sant’Andrea rappresentaun caso interessante di stretta collaborazionetra un ateneo e un ente pubblico per la realiz-zazione di un ambito urbano dove si integrinofunzioni di eccellenza universitarie e comunali.Il progetto per la Cittadella della Cultura pre-vede infatti la riqualificazione e la rifunzionaliz-zazione dell’ex ospedale per ospitare le

strutture della biblioteca universitaria, della biblioteca civica, il rettorato, l’aulamagna e spazi per la didattica destinati alla facoltà di Lettere e Filosofia, inse-diata nel vicino reparto conventuale dell'abbazia di S. Andrea, oltre a parcheggia raso di pertinenza delle nuove funzioni e altri interrati a servizio del compartourbano. L’area in questione è localizzata sul margine nord-occidentale del cen-tro storico di Vercelli, in prossimità della stazione ferroviaria e di quella degli au-tobus: una posizione strategica, se ne si considera la facile accessibilità, che fadell’ex ospedale un potenziale polo urbano al alto grado di attrattività. Il complesso, costituito da diversi edifici realizzati a partire dal XIII secolo in pros-simità delle mura della città, ha subito ampliamenti, stratificazioni e modifica-zioni edilizie fino alla fine del secolo scorso. L’aspetto più interessante delprogetto è la stretta relazione tra le due biblioteche e la condivisione degli spazitra Università e Comune, come avverrà nel nuovo volume dell’aula magna, uti-

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lizzabile anche come auditorium-sala confe-renze cittadina. Inoltre, la nuova biblioteca ci-vica sarà organizzata nei fabbricati dellaFarmacia e nell’attigua parte della Manica delleDonne (disponendo di una torre libraria co-struita ex novo), quella universitaria sarà loca-lizzata nella parte settentrionale della stessaManica.L’aula magna/auditorium sarà invece ospitatacon le nuove aule nel nuovo volume situato inprossimità dell’ex padiglione 18, adattato a fun-zioni di accoglienza e servizi, nella corte interna all’isolato. L’edificio, un paral-lelepipedo sospeso sui tre volumi in cemento armato dell’aula magna,dell’ingresso al foyer e dell’ingresso alle nuove aule, oppone ai fabbricati del-l’ospedale quattro fronti composti da sottili frangisole in legno. Si prevede inoltre il trasferimento in questa area del rettorato e degli uffici ammi-nistrativi di facoltà, nel fabbricato dell’ex San Pietro e nell’adiacente casa Mogol.

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> Ex Caserma Perrone - campus universitarioNovara, via Ettore Perrone - Baluardo Lamarmora - via PassalacquaDestinazione: Facoltà di Economia, facoltà di Medicina e Chirurgia e

Scienze della Salute

Tipo di intervento: nuovi edifici, risanamento conservativo e rifunzionalizza-

zione

Progetto architettonico: Lamberto Rossi - Milano; ODB Architects - Milano; Manens

Intertecnica - Verona; Roberto Cagnoni, Alberto Tricarico,

Fabiano Trevisan - Novara

Committente: Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo

Avogadro”

Cronologia dei lavori: consegna ottobre 2009 (lotto 1: Aule didattiche, palestra,

sistemazioni esterne e centrali); in fase di progettazione

esecutiva (lotto 2: mensa, aule studio e residenze studen-

tesche; lotto 3: auditorium, biblioteca e attività accessorie)

La trasformazione dell’ex caserma Perrone in campus universitario a Novara è ilprogetto che forse meglio rappresenta la politica insediativa messa in atto dal-l’Università del Piemonte Orientale: una strategia che, forte delle disponibilità di

aree centrali e semicentrali nelle principali sedi dell’Ateneo, puntasulla formazione di poli universitari multifunzionali im-

mersi nel tessuto urbano. La struttura militare realizzata a metàdell’Ottocento ai margini meridionali delcentro storico cittadino, di cui rimanesolo una parte dopo le distruzioni della

seconda guerra mondiale, nel 2001 è stataristrutturata e adibita a sede della facoltà di

Economia e di alcune strutture afferenti alla fa-coltà di Medicina, Chirurgia e Scienze della Salute.

Con la cessione in diritto d’uso perpetuo all’Università dei 40.000 metri qua-drati di superficie su cui sorgono gli edifici dell’ex caserma, insieme ai 7.000 at-tualmente occupati da un parcheggio pubblico, l’Ateneo ha avviato i lavori perla realizzazione di un complesso che integra formazione, ricerca, servizi. Il mo-dello universitario prescelto per Novara si basa infatti su un polo primario, quellodell’area del campus, articolato in zone a carattere differente - pubblico, semi-pubblico, privato - e alcuni poli secondari esistenti - esterni al campus - che ven-gono riconfermati e interconnessi.

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Il campus realizzato nell’ex caserma, come previsto dal progetto vincitore di con-corso internazionale, è un organismo multipolare, integrato nel tessuto urbano,che inverte la condizione di “isola” impermeabile e introflessa dell’impianto mi-litare rispondendo alle due tradizionali esigenze di ogni insediamento universi-tario: l’apertura verso l’esterno e la privacy che l’esercizio delle funzionididattiche, di ricerca e dell’alta formazione richiede.Il complesso, il cui progetto mantiene e valorizza la struttura a padiglioni origi-naria, è organizzato in tre ambiti concentrici, autonomi e allo stesso tempo in-terrelati, che delimitano aree pubbliche (la “corona esterna”), semipubbliche (il“connettivo intermedio”) e private (il cuore del sistema universitario).Al centro, l’ambito più privato, è la corte universitaria su cui affacciano il padi-glione sede della facoltà di Economia, già ristrutturato, e il nuovo padiglione cheaccoglie le aule didattiche. Questa corte centrale, attualmente destinata a par-cheggi pertinenziali dell’università, sarà successivamente riconvertita a verdecon la realizzazione di un parcheggio sotterraneo su due quote. Il secondo ambito accoglie funzioni universitarie semi-pubbliche organizzate inun recinto a forma di “L” che separa sul lato orientale i padiglioni destinati ai grandiservizi universitari (biblioteca e centro polifunzionale) dal padiglione di Economia. Un terzo ambito aperto al pubblico accoglie le funzioni di connessione con lacittà: la residenza universitaria, le attrezzature sportive (all’interno di un secondorecinto esclusivo) e l’area completamente pubblica tra la residenza e i servizi uni-versitari e i padiglioni lungo il Baluardo Lamarmora, destinati a esercizi com-merciali e servizi aperti alla città.

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> Palazzo Borsalino, Alessandria, via Cavour 84Destinazione: Facoltà di Scienze Politiche e facoltà di Giurisprudenza.

Tipo di intervento: ristrutturazione e rifunzionalizzazione.

Progetto architettonico: Icis Srl - Torino.

Committente: Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo

Avogadro”.

Imprese appaltatrici: Impresa IN Napoletano - Nola (Napoli).

Cronologia dei lavori: completato nel 2001.

Come in molte altre città, anche ad Ales-sandria la dismissione industriale ha rap-presentato per l'Università un’occasione diriorganizzazione, ampliamento e integra-zione nel territorio urbano.Progettato da Arnaldo Gardella e costruitonel 1926, Palazzo Borsalino è uno dei sim-boli della storia dell’industria alessandrina,che per decenni ha visto nella produzionedei cappelli una delle principali risorse eco-nomiche della città. Negli anni ottanta, dopoun progressivo declino, la società BorsalinoSpA chiude gli stabilimenti di Alessandriaper trasferirsi a Spinetta Marengo. Con la di-smissione inizia un radicale processo di ri-qualificazione dell’intero settore urbano,che comporta la quasi completa demoli-zione degli edifici industriali, fatto salvo Pa-lazzo Borsalino, sede degli uffici centrali edi alcune lavorazioni finali. Il Comune diAlessandria, divenuto proprietario dell’im-

mobile, ne concede l’uso, in virtù di un comodato trentennale stipulato nel1992 con l’Università degli Studi di Torino per la sede delle facoltà di ScienzePolitiche, Giurisprudenza e Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, rila-sciando successivamente una concessione per la ristrutturazione globaledel fabbricato, rinnovata nel 1998 quando l’Università degli Studi del Pie-monte Orientale “Amedeo Avogadro” subentra all’Università di Torino in tuttele attività.

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L’intervento di riqualificazione e ristrutturazione dell’edificio, composto dadue lunghi corpi di fabbrica rettangolari di tre piani fuori terra uniti ad an-golo retto attorno a un cortile centrale, non ha coinvolto la struttura portantein calcestruzzo armato (realizzata dalla celebre impresa torinese Por-cheddu), in buono stato di conservazione. Gli interventi sono consistiti prin-cipalmente in una serie di opere interne per rendere il palazzo funzionale allasua nuova destinazione d’uso. La città di Alessandria si è riservata il possesso e l’uso delle sale della colle-zione del Museo del Cappello, collocato in una sala della manica settentrio-nale del Palazzo.

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8.2.4 > Università degli Studi di Scienze Gastronomiche

> Agenzia di PollenzoBra (Cuneo), frazione Pollenzo, piazza Vittorio Emanuele 9Tipo di intervento: restauro e recupero conservativo

Progetto architettonico: Marco Albini - Milano; Mario Miraglia - Varese; Enrico Villani,

Luca Villani - Vercelli; Tekne SpA - Milano; Giuseppe Carità -

Cavallermaggiore (Cuneo); Ernesto Saracco - Alba (Cuneo).

Committente: Agenzia di Pollenzo SpA.

Imprese appaltatrici: Grassetto Costruzioni Spa, F.lli Ceresa SpA, Toppino Srl

Cronologia dei lavori: completato nel 2004.

> Cascina Albertina, Bra (Cuneo), frazione Pollenzo, via Amedeo di Savoia 8Tipo di intervento: restauro e recupero conservativo.

Progetto architettonico: Giuseppe Carità - Cavallermaggiore (Cuneo); Ernesto

Saracco - Alba (Cuneo).

Committente: Università di Scienze Gastronomiche.

Imprese appaltatrici: GI EMME - Fossano (Cuneo); ALTECH - Roddi d’Alba

(Cuneo).

Cronologia dei lavori: completato nel 2005.

L’idea di istituire un centro di studi superiori di Scienze Gastrono-miche nasce sul finire del 1997, quando si comincia a prospettarela ristrutturazione dell’Agenzia di Pollenzo, imponente complessocarloalbertino edificato tra il 1830 e il 1834: ideatore del progettoè Carlo Petrini, supportato da Slow Food, di cui è il fondatore e pre-sidente.Le dimensioni del complesso - costituito da un fabbricato a cortedetto “quadrilatero”, da alcuni rustici, da una torre quadrilatera allato della piazza prospiciente la chiesa e una porzione di area già

destinata a parco - consentono di insediare al suo interno diverse attività, tuttelegate alla valorizzazione del territorio e alla trasmissione dei valori culturali delmovimento Slow Food. Prima fra tutte, quella di un centro europeo dedicato allostudio della cultura gastronomica e sensoriale, recepita anche dal Ministero del-l’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Negli anni successivi prende formail progetto di una vera e propria Università, e attorno a questa ipotesi si conso-lida, sul finire del 1999, l’interesse della Regione Piemonte. È una società perazioni costituita appositamente, l’Agenzia di Pollenzo SpA, a farsi promotrice

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del recupero funzionale dell’antico complesso carloalbertino, stabilendo all’in-terno delle sue architetture l’insediamento della Banca del Vino, dell’Universitàdi Scienze Gastronomiche, dell’albergo dell’Agenzia, e del ristorante. Il progettodi recupero, vincitore di concorso per titoli, destina l’ala orientale del quadrila-tero a sede dell’Università, che si affaccia sulla corte interna del complesso,sulla quale prospetta, dal lato opposto, la manica destinata all’albergo. La Bancadel Vino è collocata nelle antiche cantine nell’interrato dell’Agenzia, mentre ilristorante trova spazio nei fabbricati rustici.Gli spazi universitari presto non bastano più e in breve tempo si individua nellaCascina Albertina, ex cascinale a corte a poche decine di metri dall’Agenzia, ladisponibilità di spazi e di aule di maggiore capienza necessari all’attività didat-tica. L’edificio realizzato tra il 1837 e il 1840 su progetto di Ernesto Melano, com-promesso da un progressivo degrado e da interventi di bassa qualità, è statooggetto di un recupero che ha convertito porticati e stalle in spazi per la didat-tica, e le abitazioni coloniche in ambienti per i servizi amministrativi, seppur nelrispetto della preesistenza. Elemento distintivo dell’intervento è la nuova cortinadi facciata, che, arretrata rispetto al filo delle pilastrature antiche e realizzata invetro su struttura di telai metallici, tampona i vuoti degli antichi porticati.

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8.2.5 > Residenze universitarie EDISU Piemonte

> Residenza Borsellino, Torino, via Paolo Borsellino 42Tipo di intervento: nuovi edifici.

Progetto architettonico: Garboli Conicos - Parma; Stefano Seita e Marco Zocco,

Metec & Saggese Engineering - Torino.

Committente: Agenzia Torino 2006.

Imprese appaltatrici: Garboli Conicos SpA - Parma.

Cronologia dei lavori: completata nel 2005.

La Residenza Borsellino, collocata sul-l’ampia area di trasformazione di Spina2 (in precedenza occupata dagli stabili-menti Nebiolo Westinghouse, poi di-smessi), è stata uno dei sette VillaggiMedia realizzati in città per i XX GiochiOlimpici Invernali e ha accolto, nel feb-braio 2006, circa 400 giornalisti. Lastruttura è tra le più recenti realizzatedall’ente, istituito con Legge Regionale18 marzo 1992 n. 16 per favorire l'ac-cesso e il proseguimento degli studi uni-versitari a favore degli studenti capaci e

meritevoli privi di mezzi economici: organizzata in quattro edifici, si articolain due fabbricati lungo via Borsellino che raggiungono i dieci piani d’altezza;i rimanenti, sulla laterale via Vochieri, si fermano a sei. La residenza disponedi 316 camere singole, di cui 20 per studenti diversamente abili, e 44 cameredoppie. Al piano terreno, i locali sui fronti stradali sono dedicati ad attivitàcommerciali, mentre la corte interna ospita uno spazio verde. Al primo pianouna struttura orizzontale distribuisce i flussi tra i diversi edifici, collegandovani scala, terrazze, luoghi di ritrovo, spazi per la lettura. Le facciate rivolte anord presentano prospetti ciechi, mentre a sud prevalgono aperture e tra-sparenze; vetro e metallo sono i materiali prevalenti. La residenza universitaria è attiva dall’anno accademico 2006/2007, e ac-coglie un’utenza composta prevalentemente dagli studenti del Politecnico, si-tuato nelle immediate vicinanze.

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> Residenza Lungodora, Torino, lungo Dora Siena 104Tipo di intervento: nuovi edifici.

Progetto architettonico: Cristina Bevilacqua, Atc Projet.to - Piero Cornaglia, Gianluca

Sottero, Susanna Cipolli, Sebastiana Ciaravella - Torino.

Committente: Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di Torino

(delegata).

Imprese appaltatrici: Garboli Conicos SpA - Parma; Consorzio Cooperative

Costruzioni - Bologna.

Cronologia dei lavori: completata nel 2005.

Funzionale al polo delle facoltà umanistiche, inaderenza al nuovo insediamento delle facoltàdi Giurisprudenza e di Scienze Politiche, la re-sidenza Lungodora è destinata a giocare unruolo essenziale all’interno del futuro campusurbano dell’Università degli Studi di Torino. Quattro edifici indipendenti, collocati su 20mila metri quadrati dell’area Italgas, in prossi-mità dei due grandi gasometri, sono stati rea-lizzati per ospitare in prima battuta 413giornalisti tra quelli accreditati alle Olimpiadi2006. Terminati i Giochi, il passaggio della ge-

stione all’Ente per il Diritto allo Studio del Piemonte ha previsto per gli studentiuniversitari la disponibilità di 331 camere singole e 40 doppie.I fabbricati, di quattro piani ciascuno, sono collegati, oltre che da percorsi nelverde, da una manica destinata ai servizi che percorre il perimetro del com-prensorio e al cui interno si collocano sale per lo studio, la lettura, i computer, lamusica, aule riunione, biblioteca e palestra. Le residenze sono articolate in cel-lule composte da diverse camere e da uno spazio comune (con soggiorni e cu-cine); su ciascun livello sono inoltre presenti aree di ritrovo comunicanti tra lorocon volumi a doppia altezza affacciati su grandi superfici vetrate. La progetta-zione, con l’obiettivo di massimizzare il risparmio energetico e sfruttare gli ap-porti solari e le tecnologie passive di climatizzazione, si è basata sui principidella bioclimatica; rispettando le trame industriali preesistenti, le cellule abita-tive sono state orientate a nord-sud: scelta che consente di avere un migliorecontrollo dei parametri ambientali, massimizzando gli apporti solari invernali eminimizzando le dispersioni di calore.

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> Residenza Villa Claretta, Grugliasco, via Berta 5Tipo di intervento: nuovi edifici.

Progetto architettonico: Cristina Bevilacqua - Torino; Garboli Conicos - Parma;

Studio Dedalo, Studio Surra, Studio Dmd, Giovanni

Pacchiotti - Torino.

Committente: Agenzia Torino 2006.

Imprese appaltatrici: Garboli Conicos SpA - Parma.

Cronologia dei lavori: completata nel 2005.

Il nome del complesso trae origine dalla col-locazione all’interno del vasto parco della villadi origine seicentesca che sorge nel centrostorico della cittadina alle porte di Torino.Anch’esso realizzato in occasione delle Olim-piadi per accogliere oltre 300 giornalisti, ilcomprensorio è composto da sette costru-zioni a due-tre piani fuori terra collegate traloro da una piazza pubblica, cerniera tra i di-versi spazi. Il progetto degli edifici si basa sul-l’adozione di soluzioni tecnicheecocompatibili, con una particolare atten-

zione ai principi della sostenibilità energetica. Nelle 196 camere singole - di cui21 per studenti diversamente abili - e 117 doppie disponibili alloggiano gli stu-denti delle facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi diTorino, situate a breve distanza dalla residenza. In vista del prossimo amplia-mento del Polo scientifico dell’Università, Villa Claretta è destinata a rafforzareil proprio ruolo funzionale al complesso di alta formazione e ricerca, costituendoparte essenziale dei servizi universitari.

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> Residenza Perrone - Isolato 37, Novara, via Perrone 9Tipo di intervento: nuovi edifici.

Progetto architettonico: Olivo Tonolli - Novara.

Committente: Comune di Novara.

Imprese appaltatrici: Impresa Edil Panico Soc. Coop. - Napoli.

Cronologia dei lavori: completata nel 2008.

La residenza Isolato 37 rappresenta ilprimo lotto di intervento di un Piano diRecupero Urbanistico che ha comeobiettivo generale la ricomposizione ela ridefinizione morfologica di una partedel centro storico di Novara, rivitaliz-zando la zona attraverso funzioni siner-giche con la vicina sede universitariadella ex caserma Perrone.Il collegio, inaugurato il 10 ottobre2008, è composto da 25 posti letto perstudenti (9 camere singole, di cui 2 at-trezzate per studenti diversamente

abili, e 8 doppie) ed è dotato di sale studio, cucina, palestra e spazi comuni, di-stribuiti su tre piani. Al primo piano ci sono gli spazi collettivi, illuminati daampie vetrate, alcune delle quali si affacciano sul porticato. Al secondo e terzopiano si trovano i mini-alloggi, composti da camere singole e doppie con ser-vizio. Sullo stesso piano è prevista una cucina collettiva e una saletta per ilpranzo. Nel piano interrato sono stati realizzati 15 posti auto. La realizzazione della residenza universitaria novarese ha reso possibile il re-cupero di un muro romano che interseca l’intero isolato, e la realizzazione diuna passerella che permette di ammirarlo da vicino, creando un percorsopedonale ambientato in un’area verde aperta al pubblico. Gli scavi di fonda-zione hanno riportato alla luce anche una torre medievale, ora visibile attra-verso una vetrata panoramica posizionata sulla facciata di via Passalacqua,la quale permette di osservare il tracciato storico delle mura romane che at-traversano la città.

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8.2.6 > Collegio Universitario “Renato Einaudi”

> Sezione San Paolo, Torino, via Bobbio 3Tipo di intervento: ristrutturazione.

Progetto architettonico: Luca Moretto, Giuseppe Donna, Roberto Rossetti, Paolo

Ronco, Marco Rosso - Torino.

Committente: Collegio Universitario “Renato Einaudi”.

Imprese appaltatrici: Edart Srl - Torino.

Cronologia dei lavori: compltetato nel 2005.

La sezione San Paolo del Collegio “RenatoEinaudi”, costruita negli ultimi anni cin-quanta su un terreno appartenuto alla Fiat,è una delle cinque sedi di questo ente mo-rale attivo dal 1935 e legalmente ricono-sciuto dal MIUR, ed è stata completamenteristrutturata nel corso del 2005. La sua po-sizione, così come quella della sezione“Crocetta”, lo rende particolarmente co-modo per gli studenti che frequentano corsipresso la Cittadella Politecnica.L’edificio ha pianta a “L”, con affaccio prin-

cipale a est su corso Lione e sul viale della Spina Centrale, e offre 181 cameresingole e attrezzate per l’accoglienza di portatori di handicap.Gli interventi principali sono stati essenzialmente quattro: l’inserimento dellosbarco del nuovo ascensore panoramico; la modifica dell’andamento del murodi fronte alla cucina di piano; la realizzazione di uno spazio di testata, dall’an-damento curvilineo, con affaccio su corso Lione; il cambiamento della formadella testata di fondo (verso la scala secondaria), resa più sinuosa. Al primopiano sono inoltre stati realizzati spazi all’aperto, ricavati dalla conversione interrazza di un lastrico solare e sulla testata sud sono stati introdotti dei bal-concini. Ogni piano dell’edificio è caratterizzato da un colore, ripreso sia al-l’interno, sia all’esterno della struttura.

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AZIONI E PROSPETTIVE DEL SISTEMA UNIVERSITARIO

IN PIEMONTE

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9.1 > I protocolli d’intesa Regione-Atenei e Regione-Atenei-MiurIl sostegno alla ricerca, all’innovazione e alla competitività del sistema econo-mico piemontese costituisce uno dei punti prioritari del programma di legisla-tura della Giunta regionale del Piemonte. Nella consapevolezza che le economiepiù avanzate basano il proprio sviluppo economico e sociale sulla conoscenza,e che il vantaggio competitivo è sempre più legato a idee, creatività, innovazionee capacità di applicare nuovi saperi, la Regione Piemonte ha scelto di investirefortemente sulla ricerca, sull’innovazione, sulla formazione di qualità, condivi-dendo e recependo le indicazioni contenute nei documenti europei.Per operare in modo coordinato per lo sviluppo del Piemonte, definire azioni disistema e creare una forte sinergia territoriale, la Regione si è fatta promotricedella costituzione del sistema universitario piemontese, attraverso la sottoscri-zione, nel luglio 2006, di un’Intesa programmatica con l’Università di Torino, ilPolitecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e l’Università di ScienzeGastronomiche.La costituzione del sistema universitario piemontese, prima esperienza di que-sto genere in Italia, ha inteso chiamare gli attori presenti a operare in modo co-ordinato per lo sviluppo del Piemonte, attraverso la valorizzazione dellecompetenze presenti negli atenei e sul territorio. Con questo atto, è stato riba-dito ed enfatizzato il ruolo degli atenei come soggetti primari di rinnovamentoculturale, civile e sociale.L’Intesa quindi, da un lato ha suggellato un radicato rapporto di collaborazionefra gli Atenei e la Regione Piemonte, dall’altro costituisce il primo passo verso lacreazione di una rete di relazioni e di scambi nell’ambito della quale vengonodefiniti progetti comuni per lo sviluppo del Piemonte, con l’obiettivo di qualifi-care l’offerta formativa, promuovere le attività di ricerca e di innovazione, in-crementare i processi di internazionalizzazione, investire sull’ambiente e sullasalute, conservare e valorizzare il patrimonio bibliografico, archivistico e docu-mentario, garantire il supporto economico agli studenti capaci e meritevoli, in-vestendo nella residenzialità e nei servizi a loro disposizione.Un anno dopo, nel giugno 2007, i quattro Atenei e la Regione Piemonte hanno sot-toscritto, con il Ministero per l’Università e la Ricerca, un accordo per lo sviluppodel Sistema universitario e della ricerca piemontese. Esso ha previsto uno stan-ziamento complessivo di 70 milioni di euro per il triennio 2007-2009, di cui 35 acarico del Ministero, 25 della Regione e 10 del Sistema universitario, con i qualisostenere progetti definiti nell’ambito di un programma comune di interventi.Sono stati ritenuti prioritari lo sviluppo di strumenti per il sostegno al trasferi-

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mento tecnologico, le tecnologie per la salute, l’energia e l’ambiente, lo sviluppodi modelli innovativi di governance degli atenei, la formazione post-laurea e laformazione permanente, la sperimentazione di forme innovative di sostegnoagli studenti capaci e meritevoli, l’internazionalizzazione.In questo quadro rientra anche l’accordo sottoscritto dalla Regione, nel febbraio2008, con le istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM). Questoatto intende promuovere opportunità di cooperazione fra istituzioni AFAM e ate-nei, per valorizzare e qualificare l’offerta formativa, per lo svolgimento di attivitàdi ricerca, per l’incremento dei processi di internazionalizzazione e un migliorecollegamento tra alta formazione e imprese creative. Gli studenti iscritti alle isti-tuzioni AFAM entrano così a pieno titolo nel sistema universitario piemontese eavranno a disposizione tutor che affiancheranno i docenti e svilupperanno pro-getti di ricerca, didattica e produzione artistica.

9.2 > La Direttiva Alta FormazioneLa Regione Piemonte, nel Programma Operativo Regionale (POR) del FondoSociale Europeo (FSE) relativo al periodo 2007-2013, nell’ambito del macro-obiettivo Competitività regionale e occupazione, ha previsto lo sviluppo dinuove attività afferenti all’alta formazione, che rispondono all’obiettivo spe-cifico della creazione di reti tra università, centri tecnologici di ricerca, mondoproduttivo e istituzionale, con particolare attenzione alla promozione della ri-cerca e dell’innovazione.Non si tratta dell’unico intervento previsto dalla Regione a sostegno dell’altaformazione. Nel 2007 il Ministero del Lavoro, la Regione Piemonte e gli Ateneipiemontesi hanno siglato un’Intesa sull’alta formazione destinata agli adulti,in cui si è stabilito che:• la formazione del capitale umano e dei lavoratori sono elementi qualificanti

dello sviluppo di un territorio, sia dal punto di vista sociale che produttivo;• il sistema universitario svolge un ruolo centrale nella promozione dell’alta

formazione;• il sistema universitario deve contribuire alla formazione e alla crescita della

popolazione universitaria, ma ha anche l’onere di aprirsi alle esigenze dicrescita culturale espresse da tutti i cittadini e da tutti i lavoratori, e per-tanto la sua offerta formativa deve adeguarsi a queste esigenze;

• il potenziale di competenza costruitosi secondo processi non formali suiluoghi di lavoro rappresenta un capitale inespresso da far emergere e daorientare verso nuovi miglioramenti.

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La Regione si è altresì impegnata a finanziare con risorse proprie e del FondoEuropeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) lo sviluppo della ricerca, dell’inno-vazione e del trasferimento tecnologico e la connessione di questi obiettivicon le politiche regionali per l’università e quindi con l’alta formazione.

In tale contesto è stata emanata la Direttiva Alta Formazione per il periodo2008-2011, che prevede la messa in opera di azioni finanziate con risorse pre-viste nel POR 2007-2013 del FSE; in particolare, considerato che il POR è strut-turato in assi, obiettivi specifici, attività e azioni, la Direttiva si collocaall’interno dell’asse IV, Capitale Umano. Tale disposizione prevede, da un lato,interventi rivolti alla formazione di figure professionali di alta qualificazioneimpegnate nella gestione dell’innovazione, dall’altro, programmi formativi perlavoratori di imprese che investono risorse in ricerca, sviluppo e trasferimentotecnologico.Nello specifico, attraverso la presente Direttiva, la Regione intende favorire ilperseguimento dei seguenti obiettivi:• promuovere la competitività del sistema socio-economico piemontese e

favorire l’emergere di domanda qualificata di conoscenza e innovazioneproveniente dalle imprese, con particolare riferimento ai fabbisogni di com-petenza espressi dai poli di innovazione;

• promuovere l’adattabilità dei lavoratori di alta qualificazione contribuendoallo sviluppo di un sistema di alta formazione permanente e continua;

• favorire l’occupabilità delle persone, con particolare riferimento ai giovaniche cercano un primo impiego, ai giovani disoccupati in possesso di un ti-tolo di studio debole sul mercato del lavoro, ai giovani e ai lavoratori impe-gnati nell’innovazione tecnologica, ai lavoratori occupati che intendonoaggiornarsi, riqualificarsi o migliorare la loro posizione lavorativa;

• sviluppare azioni di sistema tese a sperimentare modelli innovativi, ancheintroducendo il riconoscimento di crediti acquisiti attraverso esperienzeformative esterne al sistema universitario e canali non formali;

• promuovere azioni volte a qualificare gli operatori e i docenti del sistemaeducativo regionale.

Nei paragrafi successivi si approfondiranno le azioni messe in campo dallaRegione specificando, ove previsto, il finanziamento derivante da risorse dellaDirettiva Alta Formazione.

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9.3 > Le linee di applicazione delle inteseIl MIUR, la Regione Piemonte e gli Atenei piemontesi, attraverso i protocolli d’in-tesa siglati nel 2006 e nel 2007, hanno individuato alcuni assi di intervento prio-ritari al fine di potenziare il sistema universitario piemontese: • i servizi agli studenti;• l’internazionalizzazione;• l’innovazione gestionale degli atenei; • la crescita e qualificazione del capitale umano; • la formazione e l’inserimento di giovani ricercatori nel sistema produttivo.

Per rendere operativi gli obiettivi sopra citati, è stata costituita una Commissionecomposta dai Direttori amministrativi degli Atenei piemontesi e dalla Direzioneregionale Innovazione, Ricerca e Università, che ha poi costituito dei gruppi di la-voro ad hoc sui vari temi di intervento.

Servizi agli studentiL’università italiana è caratterizzata da un elevato tasso di abbandono. Secondoi dati annualmente diffusi dall’Ocse, il nostro paese si colloca nelle ultime posi-zioni sul fronte della dispersione scolastica, e sebbene in Piemonte il tasso di ab-bandono sia inferiore a quello medio nazionale, gli attori del sistema universitariopiemontese si sono preposti di agire sulle politiche finalizzate al superamentodelle difficoltà scolastiche e/o organizzative degli studenti per facilitare il com-pimento della loro carriera universitaria.È stata quindi valutata la possibilità di avviare un servizio di tutorato e corsi peril recupero di debiti formativi svolti da studenti senior (dottorandi/specializzandi)attraverso un finanziamento di circa 1 milione di euro a integrazione delle risorsemesse in campo dagli Atenei.Avvalora questa scelta un’indagine svolta dall’Osservatorio in base alla quale nelcomplesso della popolazione studentesca le principali difficoltà da affrontare alprimo anno risultano essere quella di districarsi in un ambiente nuovo (lo affermail 41%) e l’eccessivo carico didattico (30%)1. A fronte di questi problemi le ini-ziative risolutive suggerite dagli studenti sono la presenza di un ufficio informa-zioni-accoglienza (36%), di un tutor (30%) e di corsi/esercitazioni tenuti dastudenti senior (27%): si tratta evidentemente dell’altra faccia della stessa me-daglia.Non deve stupire che quasi uno studente su tre abbia indicato il tutor quale pos-sibile sostegno, poiché il 51% degli immatricolati nelle università piemontesi hadichiarato di non essere a conoscenza di questa figura, nonostante la normativa

1 · Cfr. F. Laudisa, Quali interventiservono per sostenere la regola-rità degli studi universitari?, Os-servatorio regionale per l’Univer-sità e per il Diritto allo studiouniversitario, Regione Piemonte,in corso di pubblicazione.

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stabilisca che venga istituito negli atenei.Inoltre, la Commissione delegata all’applicazione dell’Intesa Regione-Atenei haevidenziato come obiettivo primario la riorganizzazione dei servizi di job-place-ment, affinché sia garantita una cornice uniforme nei quattro atenei piemontesidelle strutture organizzative e dei servizi offerti.

Infine, proseguirà l’impegno di Regione e Atenei per ampliare i servizi sia uni-versitari che extrauniversitari usufruibili attraverso la Smart Card: una tesseranominale con la fotografia, i dati personali e di iscrizione dello studente, e dotatadi un microprocessore innovativo in grado di contenere tutte le informazioni chesolitamente sono distribuite su tessere differenti. La Smart Card, consegnataagli studenti iscritti negli atenei piemontesi a partire dall’a.a. 2007/08, con-sente, a oggi, l’accesso ai laboratori, alle biblioteche e ai box self-service degliatenei, il pagamento del pasto nei ristoranti universitari, e l’utilizzo del serviziodi trasporto pubblico del Gruppo Torinese Trasporti (GTT)2, previo pagamentodell’abbonamento.L’obiettivo è estendere l’accessibilità ai servizi attraverso la cosiddetta “porta-bilità dell’identità” che permette agli utenti di un dominio di utilizzare i servizi dialtri domini senza dover ripetere le procedure di accreditamento; lo studentepotrebbe quindi usufruire di tutti i servizi web della Pubblica Amministrazioneche accettano l’identificazione con i Certificati Digitali.Nell’a.a. 2009/10 si raggiungerà quota 60.000 in termini di tessere distribuiteagli studenti.

InternazionalizzazioneLe analisi dimostrano che le esperienze di studio all’estero rappresentano un va-lore aggiunto: i laureati Erasmus hanno tempi di inserimento nel mercato del la-voro più brevi rispetto a chi non ha mai studiato all’estero, migliori chanceoccupazionali (seppure di misura) e retribuzioni mediamente più elevate (dati Al-maLaurea). D’altro canto risulta anche che:• la partecipazione ai programmi di mobilità è fortemente condizionata dal con-

testo socio-culturale famigliare, cosicché essere studenti figli di laureati deter-mina maggiori probabilità di accesso allo studio all’estero;

• i contributi finanziari erogati dai diversi enti (UE, Atenei, Ministero) per parteci-pare a tali programmi, coprono una quota marginale del costo che lo studentesostiene per mantenersi all’estero, da cui consegue che senza un solido sup-porto economico da parte della famiglia difficilmente vi si può prendere parte.

2 · Per un maggiore dettagliocirca gli attuali usi della SmartCard, si rimanda al paragrafo 9.5.

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Alla luce di queste premesse, Regione e Atenei, avvalendosi anche delle risorsederivanti dal FSE nell’ambito della Direttiva Alta Formazione, reputano neces-sario sostenere:• la partecipazione studentesca ai programmi di mobilità internazionale, al fine

di incrementarne la diffusione: basti considerare che nel 2008/09 sono staticirca 1.200 gli studenti in mobilità in uscita nel complesso degli atenei pie-montesi. Si è stimato che uno stanziamento di 2 milioni di euro consentirebbedi erogare un contributo finanziario, a integrazione degli aiuti attualmente esi-stenti, a circa 1.000 studenti. Il contributo verrebbe rivolto esclusivamenteagli studenti provenienti da famiglie con limitate capacità economiche;

• i percorsi formativi che prevedano stage all’estero organizzati secondo una lo-gica di reciprocità con atenei e università di altri paesi dell’Unione Europea; ilsostegno intende favorire l’accesso al lavoro dei giovani in possesso di laureadi primo livello e degli studenti iscritti a un corso di laurea magistrale;

• i percorsi formativi offerti dagli atenei, finanziando contratti per visiting pro-fessor provenienti da università straniere.

Innovazione del sistema di gestione degli ateneiNell’ambito del sostegno all’innovazione degli atenei, si colloca il tavolo tecnicoistituito dalla Regione Piemonte e dagli Atenei stessi, incaricato di vagliare lepossibili soluzioni di miglioramento dei sistemi gestionali attualmente utilizzatidai vari soggetti. L’opportunità per Atenei e Regione di dotarsi dello stesso si-stema gestionale e contabile è stata condivisa con il CSI, che si è reso disponi-bile, da un lato, a fornire assistenza tecnica circa le caratteristiche dei softwareofferti sul mercato, dall’altro, a sviluppare lui stesso un applicativo. Dal cantosuo la Regione si è impegnata a finanziare gli Atenei nell’acquisto e nella ma-nutenzione dei componenti software, anche in considerazione delle economiedi scala che deriverebbero se tutti i soggetti si dotassero dello stesso strumento.Lo stesso gruppo di lavoro ha puntato l’attenzione anche sulla possibilità di in-novare le procedure di acquisto di beni e servizi e di appalto delle opere pubbli-che attraverso l’utilizzo di piattaforme informatiche destinateall’e-procurement.Costituisce un’ulteriore novità in questo campo l’istituzione di un albo comunedei fornitori del sistema universitario, basato su una comune piattaforma in-formatica accessibile a tutti i centri di spesa degli atenei, con conseguente snel-limento delle procedure amministrative. Al fine di dotare il personaletecnico-amministrativo delle competenze necessarie, la Regione e gli Atenei

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sono convenuti sull’utilità di organizzare alcuni corsi di formazione per l’utilizzodegli strumenti di e-procurement.Circa l’approvvigionamento dei servizi energetici da parte degli atenei, nel ri-spetto degli obiettivi di risparmio nelle spese connesse con l’approvvigiona-mento di energia, la Regione si è impegnata a finanziare la partecipazione aprocedure consorziate per l’acquisto di forniture elettriche, che determinerebbela riduzione dei costi connessi con tale servizio. L’intento è quello di dare ori-gine - sulla scia di quanto fatto dalle aziende sanitarie locali presenti sul territoriopiemontese - a un unico centro di acquisto che soddisfi il fabbisogno energeticocomplessivo di tutti gli atenei.

Crescita e qualificazione del capitale umanoNon manca occasione, nelle comparazioni con l’estero, di scoprire il nostropaese in posizioni di rilevante insufficienza nelle classifiche dei livelli di istru-zione e di qualificazione del capitale umano; è altresì vero che la relazione esi-stente fra capitale umano e crescita dell’economia è stata accertata danumerose analisi empiriche, che vedono elevati livelli di istruzione al centro del-l’innalzamento dei tassi di sviluppo economico.Proprio in questa direzione si colloca il finanziamento di 1,5 milioni di euro, stan-ziati dalla Regione Piemonte mediante risorse della Direttiva Alta formazione afavore degli atenei, con l’intento di sostenere le attività di formazione, ricercascientifica e innovazione tecnologica che promuovano la competitività del si-stema socio-economico piemontese. Il finanziamento è stato disposto, in ac-cordo con le politiche previste dall’Assessorato Istruzione, Formazioneprofessionale e Lavoro, per l’attivazione nell’a.a. 2009/10 di corsi di master uni-versitari, dando priorità a quelli che risultino coerenti con le esigenze formativeindividuate dai soggetti gestori dei poli di innovazione.

Inserimento dei giovani ricercatori nel sistema produttivo piemonteseLa Regione, in accordo con gli Atenei del Piemonte, ritiene opportuno sostenereprogetti finalizzati a favorire l’ingresso dei giovani ricercatori nel mondo pro-duttivo. Numerose sono le azioni messe in campo a favore di giovani dottori diricerca che desiderano entrare direttamente nel mondo del lavoro o che al con-trario scelgono di proseguire l’attività di ricerca, e a favore dell’inserimento dipersonale qualificato e altamente qualificato all’interno del sistema produttivopiemontese.

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In particolare, per i corsi di dottorato si è stabilito di sperimentare la possibilitàdi integrare la didattica con periodi di stage, ovvero attività specifiche finaliz-zate a favorire l’ingresso dei dottorandi nel mondo produttivo; la Regione si èimpegnata a finanziare tale intervento con una previsione di spesa di 4,7 milionidi euro, mediante risorse della Direttiva Alta Formazione.

Nel corso del 2007 la Regione Piemonte e gli Atenei hanno sottoscritto un Ac-cordo per il potenziamento del sistema della ricerca e dell’alta formazione; taleaccordo intende agire, attraverso gli strumenti e le azioni indicate dalla LeggeRegionale 4/2006, nella direzione di sostenere lo sviluppo del capitale umano,con l’obiettivo ultimo di raggiungere il raddoppio del numero di assegni di ri-cerca attivi in Piemonte.A tal fine, Regione e Atenei hanno avviato quattro diverse azioni, che preve-dono l’attivazione e il cofinanziamento di un numero concordato di assegni diricerca biennali rinnovabili fino a un massimo di quattro anni.Le azioni si propongono di frenare il fenomeno del brain drain (fuga dei cer-velli) ovvero contrastare il fenomeno dei giovani ricercatori che si trasferisconoall’estero; favorire il rientro dei ricercatori italiani che lavorano presso ateneie centri di ricerca esteri; attrarre ricercatori stranieri; ospitare visiting profes-sor interessati a esercitare la propria attività presso gli atenei piemontesi.Considerato il successo riscosso nel primo anno di attivazione, il progetto èstato nuovamente finanziato per il 2008. In due anni la Regione ha erogato 11milioni di euro per l’attivazione di 620 contratti biennali e ha previsto una spesadi 19 milioni di euro aggiuntivi destinati al finanziamento degli assegni rinnovatiper ulteriori due anni.La Regione Piemonte si rende inoltre disponibile a promuovere una nuovaazione congiunta con gli Atenei finalizzata a replicare il progetto; un ipoteticorinnovo dell’accordo comporterebbe il finanziamento di ulteriori 500 persone(circa 250 per ciascun anno, con contratti biennali) che, seppur in numero in-feriore rispetto a quelli attivati nei primi due anni e con contratti di minore du-rata, determinerebbero una spesa complessiva di circa 15,5 milioni di euro.

Una ulteriore misura intrapresa dalla Regione è destinata a supportare le atti-vità di ricerca scientifica e di innovazione tecnologica delle PMI aggregate ai polidi innovazione, attraverso il sostegno all’inserimento nell’organico di personalequalificato e altamente qualificato.Nello specifico, si considera personale qualificato il ricercatore, l’ingegnere, il

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progettista e il titolare di un diploma universitario dotato di un’esperienza pro-fessionale di almeno due anni presso un organismo di ricerca3; per personale al-tamente qualificato si intendono i ricercatori, gli ingegneri, i progettisti e idirettori marketing, titolari di un diploma universitario e dotati di un’esperienzaprofessionale di almeno cinque anni nel settore. La Regione, con i finanziamenti derivanti dal POR FESR, si impegna a soste-nere, con un contributo a fondo perduto per un periodo massimo di tre anni enel limite del 50%, il costo sostenuto dall’impresa per l’inserimento professio-nale di ciascuna risorsa; l’agevolazione per ciascuna impresa è prevista nel li-mite massimo di 20.000 euro per il personale qualificato e di 30.000 euro peril personale altamente qualificato.In ogni caso, il personale così individuato non può sostituire altro personaledella PMI bensì deve essere assegnato a una nuova funzione, creata nell’am-bito dell’impresa beneficiaria, consistente in attività di ricerca, sviluppo e in-novazione.

Il sostegno regionale ai ricercatori che vogliano trasformare in progetti im-prenditoriali i risultati delle loro ricerche avviene anche attraverso i finanzia-menti sull’Asse I, Adattabilità, del POR FSE 2007-2013 destinati dalla RegionePiemonte ad attività di sostegno all’imprenditorialità e di creazione di nuoveimprese.La Regione, in partenariato con gli incubatori universitari operanti sul territo-rio regionale e in convenzione con Finpiemonte SpA, ha sviluppato un progettoorientato all’erogazione di servizi e all’attuazione di attività, capaci di stimo-lare e sostenere la nascita di nuove imprese spin-off della ricerca pubblica. Il sostegno alla creazione di spin-off della ricerca si inserisce coerentemente nelpiù ampio quadro di strumenti che la Regione Piemonte sta predisponendoper promuovere l’innovazione nella società e nel sistema produttivo, per arri-vare alla creazione di una vera società della conoscenza, attraverso la promo-zione dell’attività di ricerca industriale e il supporto alle dinamicheimprenditoriali, garantiti dalla messa a punto di strumenti finanziari, assistenzae sensibilizzazione per la nascita e lo sviluppo di nuove imprese e di nuova oc-cupazione.Le attività e gli interventi proposti sono rivolti a ricercatori (in forma singola oin gruppo) intesi come dipendenti di atenei o Enti pubblici di ricerca o dotto-randi/contrattisti/studenti che abbiano effettuato significativa attività di ri-cerca su un tema specifico.

3 · Si precisa che sia per il perso-nale qualificato che per quello al-tamente qualificato gli anni di for-mazione per il conseguimento deldottorato entrano nel computodell’esperienza professionale.

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Tali azioni mirano a definire un percorso completo di sostegno, che va dallo sti-molo dell’attitudine e della capacità imprenditoriale dei ricercatori, all’accom-pagnamento volto a trasformare un’idea innovativa in un progettoimprenditoriale concreto, fino alla nascita dell’impresa e alle sue prime fasidi attività.Finpiemonte SpA, d’intesa con gli incubatori universitari operanti sul territoriodella Regione Piemonte, seleziona idee di impresa per le quali si intende usu-fruire delle attività di formazione, consulenza e tutoraggio nei confronti degliaspiranti imprenditori, fino alla redazione del business plan, sostiene il pas-saggio dal business plan all’impresa, e sostiene le neo imprese già costituiteche intendano usufruire delle attività di tutoraggio.

9.4 > Il diritto allo studio universitario: oggi e domaniIl quadro delineato in merito all’attuazione del diritto allo studio universitario inPiemonte, dimostra che sono stati compiuti considerevoli passi in avanti, in spe-cie negli ultimi anni. Ma in che direzione si è mossa l’azione della Regione, e doveintende dirigersi nel prossimo futuro? In primo luogo, l’intervento regionale e del suo ente strumentale, l’EDISU Pie-monte, si è focalizzato, verso quei servizi che dimostravano maggiori carenze intermini di mancato soddisfacimento della domanda (servizio abitativo) o di li-mitato utilizzo da parte dei potenziali utenti (servizio ristorativo).Per quel che concerne il servizio abitativo, la priorità è stata l’incremento delnumero di posti letto che dieci anni fa era pari a 700 unità scarse, nel 2005/06raggiungeva le 1.000 unità e dal 2006/07 supera i 2.000 posti4.Un aumento, questo, reso possibile dall’eredità olimpica (ovvero dall’acquisi-zione delle residenze costruite in occasione delle Olimpiadi invernali 2006), dal-l’ingente piano di investimenti regionali per promuovere “lo sviluppo degliinsediamenti universitari e dei servizi per il diritto allo studio” (L. 29/1999), e dalcofinanziamento statale (L. 338/2000). Per quanto l’incremento sia stato co-spicuo, tuttavia, non è ancora in grado, a oggi, di rispondere integralmente alladomanda di posto letto: nel 2008/09, a 1.973 posti letto corrispondevano 3.391borsisti fuori sede. Considerato che il costo dell’alloggio pesa in misura rilevante sulla spesamedia annua degli studenti fuori sede, come diversi studi hanno dimostrato5,ovvero rappresenta un fattore determinante per la mobilità studentesca,l’azione della Regione séguita sul servizio abitativo per ampliarlo e miglio-rarlo: l’offerta residenziale, infatti, costituisce un elemento centrale di at-

4 · Il dato include anche quelli de-stinati ad uso foresteria. Nellospecifico, nel 2009/10, i posticomplessivi disponibili sono2.259, di cui 350 per ospitalità.5 · F. Laudisa, I costi di manteni-mento degli studenti universitariin Piemonte, Osservatorio regio-nale per l’Università e per il Di-ritto allo studio universitario, Re-gione Piemonte, Torino, 2003; Icosti di mantenimento degli stu-denti dell’Università di Trento,Opera Universitaria di Trento,Trento, 2007.

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trattività del sistema universitario. Nello specifico sono state finanziate (oco-finanziate) le ristrutturazioni:• della residenza San Liborio in via San Domenico, in virtù anche del finan-

ziamento della L. 338/2000, il cui ampliamento porterà all’acquisizionedi 26 posti letto;

• dell’edificio denominato Seminario Arcivescovile - limitrofo ai due collegiuniversitari presenti in via Cappel Verde - per realizzare una nuova resi-denza universitaria di 80 posti letto;

• dell’ex Caserma in via Perrone a Novara, con una capacità di 83 posti letto;• delle residenze storiche Cavour e Verdi.Infine, l’EDISU, successivamente alla ristrutturazione di Palazzo degli Stemmia Torino6, avrà in gestione ulteriori 57 posti letto, e sta procedendo all’acqui-sizione di circa 200 posti letto sul libero mercato immobiliare, parte dei qualida destinarsi a studenti non borsisti.Anche sul fronte della ristorazione, si registra un ampliamento del serviziograzie all’apertura di quattro nuovi ristoranti universitari nel 2007, per una di-sponibilità complessiva di 1.330 posti a sedere contro i precedenti 764. L’av-vio di nuove strutture ricettive ha portato a un ragguardevole aumento deipasti erogati, raddoppiati in nove anni, ma ciò nonostante, in comparazionealle altre realtà regionali, il servizio ristorativo in Piemonte risulta utilizzatomeno di quanto potrebbe esserlo in relazione alla platea di potenziali utenti.Per questo l’azione regionale continuerà a essere incentrata, da un lato, sul-l’estensione del servizio, come testimoniano i finanziamenti approvati perrealizzare due nuovi ristoranti universitari (uno nella sede di Novara e uno aTorino presso la sede della facoltà di Economia e Commercio), dall’altro sulmiglioramento dello standard qualitativo, in linea con le iniziative già intra-prese negli ultimi anni, tra cui si menzionano:• il progetto attuato in collaborazione con l’Università di Scienze Gastro-

nomiche, l’Università di Torino e Slow Food per introdurre la filiera cortanegli approvvigionamenti, il cui esito è stato l’applicazione nel nuovo ca-pitolato d’appalto (in vigore dall’a.a. 2009/10) dei principi della territo-rialità e stagionalità dei prodotti, in base ai quali sono stati rivisti anche imenù;

• le indagini di customer satisfaction condotte dall’Osservatorio regionaleper l’Università e per il Diritto allo studio universitario.

Non si possono poi sottacere le politiche tariffarie per rendere maggior-mente appetibile il servizio; a partire dall’anno accademico in corso:

6 · La ristrutturazione di Palazzodegli Stemmi, immobile di pro-prietà dell’Università di Torino, èstato oggetto di co-finanziamentoministeriale attraverso la L.338/00.

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• la tariffa intera è stata ridotta di 0,50 centesimi, ovvero è passata da 7euro a 6,50 euro per il pasto intero;

• è stato introdotto in (quasi) tutti i ristoranti il menù “a composizione libera”che consente allo studente di scegliere, e pagare, il singolo piatto.

In secondo luogo, le iniziative regionali sono state tese a sostenere attraversoaiuti finanziari di tipo diretto un’ulteriore fascia di studenti, i quasi-borsisti,così definiti perché si trovano in una condizione economica leggermente mi-gliore dei beneficiari di borsa; la soglia ISEE che determina l’accesso alla borsadi studio, infatti, garantisce le famiglie fortemente svantaggiate ma non (più)quelle che si trovano in una zona grigia né di povertà né di benessere.La categoria dei quasi-borsisti è una novità assoluta nel campo del diritto allostudio universitario, ideata per l’appunto in Piemonte, unica Regione che lericonosce dei benefici. I prestiti fiduciari introdotti nell’a.a. 2007/08, e la Bor-saPlus avviata nell’a.a. 2009/10, sono i due più importanti interventi in que-sta direzione.I prestiti sono concessi senza alcuna richiesta di garanzia e a tasso zero per iborsisti e i quasi-borsisti, e a tasso agevolato per i non borsisti: tutti devono es-sere meritevoli, ovvero acquisire il numero di crediti annuo previsto per benefi-ciare della borsa, mentre sotto il profilo della condizione economica le tretipologie si differenziano: i borsisti hanno un ISEE fino a 19.153 euro7, i quasiborsisti non superiore a 26.121 euro8, i non borsisti si collocano sopra tale soglia. Anche in altre regioni, a seguito di finanziamento ministeriale, sono stati av-viati i prestiti fiduciari, la novità del Piemonte è di aver stabilito il tasso zero peri quasi-borsisti, finanziandolo con proprie risorse.La BorsaPlus è un ulteriore intervento a favore dei quasi-borsisti; si tratta diuna borsa di studio destinata a studenti iscritti a tempo pieno negli atenei pie-montesi, definiti come sopra circa la condizione economica ma con un mag-gior merito: gli iscritti al primo anno devono avere un voto di diploma dialmeno 90/100, quelli degli anni successivi devono avere una media di 27/30e acquisire 10 crediti in più rispetto a quelli necessari per essere borsista toutcourt (che diventano 15, 20 e 25 in più, rispettivamente, se iscritti al quarto,quinto e sesto anno di corso).L’importo della BorsaPlus è identico a quello corrisposto ai borsisti9, pari a2.263 euro per i fuori sede, 1.994 euro per i pendolari e 1.738 euro per gli stu-denti in sede. L’elemento di rilievo è che questo intervento è interamente fi-nanziato con le revoche delle borse assegnate a chi poi ne perde il diritto (si

7 · Si ricorda che per potere be-neficiare della borsa, pre-requi-sito degli studenti è possedere unvalore ISPE minore o uguale a32.320 euro; il limite ISPE per es-sere considerato quasi-borsistaè, invece, pari a 48.174 euro.8 · Il valore limite ISEE che defini-sce la categoria dei quasi borsistiè stato stabilito a seguito di al-cune simulazioni effettuate dal-l’Osservatorio regionale per l’Uni-versità e per il Diritto allo studiouniversitario che ha ipotizzato di-versi scenari in termini di numerocomponenti famigliari, redditopercepito e patrimonio posse-duto, in modo da individuare fa-miglie di ceto medio-basso. 9 · L’importo della BorsaPlus, perl’esattezza, corrisponde a quelloerogato ai beneficiari di borsa conun ISEE superiore ai 2/3 della so-glia-limite per accedere al benefi-cio. Per maggiori dettagli in me-rito agli importi di borsa si veda ilcapitolo 3.

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ricorda che il merito degli iscritti al primo anno è verificato ex-post) o risultanon averlo a seguito di controlli: negli ultimi due anni tutte le autocertifica-zioni sul reddito sono controllate e questo ha permesso di recuperare un mi-lione di euro.Infine, l’EDISU dall’a.a. 2007/08 bandisce dei posti letto per gli studenti fuorisede non borsisti, a tariffe differenziate in base a tre diverse fasce di reddito;i posti letto messi a concorso nel 2009/10 sono 150 cui si aggiungerannoquelli eventualmente rimanenti disponibili dopo l’assegnazione ai beneficiaridi borsa.

In terzo luogo, l’EDISU Piemonte si sta impegnando attivamente per il mi-glioramento della qualità ambientale, sia educando gli studenti a consumienergetici e idrici sostenibili sia attraverso la partecipazione ad alcuni pro-getti pilota, tra cui:• quello per realizzare un impianto solare termico per la produzione di acqua

calda sanitaria nella Residenza Lungodora Siena, finanziato dal Ministero perl’Ambiente attraverso il programma Il sole negli Enti Pubblici; con questo pro-getto la residenza potrà limitare le emissioni di anidride carbonica di un vo-lume pari ai consumi annui di 55 famiglie italiane e l’impianto sarà il piùgrande dell’intera Regione Piemonte;

• quello per ottenere il prestigioso marchio europeo di qualità ecologica Ecola-bel, che finora nessuna residenza universitaria in Europa ha conseguito.

In conclusione, la strada intrapresa dalla Regione e dall’EDISU Piemonte è quelladi garantire un sostegno effettivo agli studenti che versano in condizione di par-ticolare disagio economico e proseguono regolarmente gli studi (ciò che vieneattestato dal numero di crediti conseguiti annualmente); di supportare coloroche dimostrano di essere meritevoli ma si collocano in una fascia economica li-mite, limite perché leggermente migliore di quella degli aventi diritto alla borsa;di fare la propria parte per migliorare la qualità ambientale trattandosi di un sog-getto che sposta (indirettamente), ospita e alimenta migliaia di studenti.

9.5 > La promozione del sistema universitarioIl percorso legislativo che regola la comunicazione pubblica e istituzionale, in-trapreso dalla Legge n. 142/9010, ha reso le attività di comunicazione un obiet-tivo indispensabile e doveroso per un ente pubblico, come ribaditosuccessivamente dalla legge 150/200011. Il piano di comunicazione quindi ri-

10 · “Ordinamento delle autono-mie locali” pubblicata nella Gaz-zetta Ufficiale n. 135 del 12 giu-gno 1990. 11 · “Disciplina delle attività di in-formazione e di comunicazionedelle pubbliche amministrazioni”,pubblicata nella G.U. n. 36 del 13giugno 2000.

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sulta essere uno strumento necessario e obbligatorio per la pubblica ammini-strazione (artt. 12-13 della Legge 150/2000), che permette di programmare egestire le azioni di comunicazioni per il raggiungimento di specifici obiettivi stra-tegici e di divulgazione dell’organizzazione.In coerenza con i principi menzionati si è ritenuto indispensabile, da una parte,incrementare il livello qualitativo della comunicazione tra i diversi operatori delsettore universitario e le strutture regionali di riferimento, dall’altra parte, otti-mizzare i processi di comunicazione interna alla Direzione regionale compe-tente in materia, e tra quest’ultima e gli altri attori istituzionali interessati alleiniziative e a i progetti (atenei, centri di ricerca, alte scuole, imprese) poten-ziandone l’efficacia del rapporto con i cittadini.

Smart Card sistema universitario piemonteseIl primo intervento fattivo di applicazione dell’Intesa istitutiva del sistema uni-versitario piemontese, di cui si è detto nel paragrafo 9.1, è stato la progettazionee la conseguente adozione di una carta unica di servizi per gli studenti e il per-sonale universitario, la Smart Card, potente strumento di promozione del-l’identità di sistema degli atenei piemontesi.La Smart Card nasce a fine 2006, sulla base delle competenze tecniche del Po-litecnico di Torino e delle sinergie con gli altri atenei piemontesi e con l’Ente Re-gionale al Diritto allo Studio, quale proposta progettuale innovativa perl’identificazione elettronica degli studenti. La Smart Card permette di concentrare notevoli informazioni e servizi inun’unica carta per gli studenti universitari in Piemonte: essa consente infatti,non solo l’identificazione e la firma elettronica, ma viene utilizzata anche per ilpagamento delle mense, l’accesso ai laboratori e alle biblioteche e contiene l’ab-bonamento, scontato, ai mezzi pubblici dell’area torinese. Per massimizzare il servizio, e grazie alla collaborazione tra diversi settori re-gionali, si stanno cercando convergenze tra la Smart Card e altri tipi di carte, inparticolare la Carta Giovani-PYOU per giovani tra i 19 e i 26 anni e le altre carteper l’accesso ai servizi culturali (AGIS, Carta Musei) o alle biblioteche, nonchéil BIP-Biglietto Integrato Piemonte, che rende possibile l’utilizzo agevolato deitrasporti in tutta la regione. È inoltre in fase di avvio un progetto per l’utilizzo, me-diante le funzionalità di identificazione digitale della carta, dei servizi della reteTorino facile.L’iniziativa ha l’obiettivo principale di dotare tutti gli studenti del sistema uni-versitario piemontese di una Smart Card unica per i servizi di e-government nel

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mondo universitario (identità elettronica all’interno delle università, accesso aservizi, pagamento pasti) e nel sistema regionale (biblioteche, trasporti, musei).È prevista inoltre la possibilità di impiego della Smart Card per il personale (do-cente e tecnico amministrativo) degli atenei per le funzioni di competenza.Il Progetto presenta un costo iniziale di 1,7 milioni di euro finanziati per 900.000euro dalla Regione Piemonte (Assessorato alla ricerca e alle politiche per l’in-novazione) e per la quota restante dagli Atenei.La carta è tecnicamente simile alla Carta Nazionale dei Servizi della quale re-cepisce gli standard che consentono di accedere ai servizi on-line della pubblicaamministrazione, con la conseguente apertura a servizi e finalità aggiuntive, po-tenzialmente senza limiti se non quelli della capacità di memorizzazione.

Le Smart Card, comprensive di documentazione formale e CD-Rom esplicativo,sono state distribuite ai neo-immatricolati e al personale a partire dall’a.a.2007/2008. Con le immatricolazioni dell’a.a. 2009/2010, il numero comples-sivo delle Smart Card emesse ha raggiunto i 60.000 pezzi.Per quanto riguarda i servizi, oltre alle attuali funzioni di identificazione a vistae di accesso a servizi basati sulla banda magnetica (box self-service, controlloaccessi, prestito libri), la carta supporta i seguenti servizi:• identificazione digitale: sicura per accesso a servizi web e a sistemi informa-

tici in genere, con certificati digitali di autenticazione; firma digitale, cifratura,decifratura di documenti e messaggi e-mail; firma digitale qualificata a va-lore legale. Attraverso un computer connesso a Internet e dotato di un lettoredi Smart Card lo studente può accedere a servizi web della pubblica ammi-nistrazione che accettano l’identificazione con i Certificati Digitali. In questomodo la sua identità digitale è certa e quindi può ricevere on-line servizi (pre-sentazione domande, iscrizioni, visure, ecc.) ottenibili in precedenza solopresso i tradizionali sportelli. Gli atenei e l’EDISU potranno quindi offrire, gra-zie all’identificazione certa, servizi sempre più personalizzati;

• accesso ai servizi di ristorazione dell’EDISU e pagamento pasti in base allafascia tariffaria e alla tipologia di pasto consumato: la Smart Card presentatapresso i ristoranti dell’EDISU consente allo studente sia di accedere al servi-zio che di pagare esattamente la quota personalizzata grazie a un borsellinoelettronico. Le casse dei ristoranti universitari sono dotate di un semplice ter-minale POS mediante il quale effettuano le operazioni di calcolo dell’importoe il pagamento;

• abbonamento GTT, grazie alla cooperazione applicativa fra i sistemi infor-

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mativi degli atenei e quelli della GTT. A fronte del pagamento dell’abbona-mento GTT, all’utente viene automaticamente caricato l’abbonamento sullaSmart Card, senza la necessità di effettuare altre operazioni di sportello.

La Smart Card contiene inoltre, in modo protetto, alcuni dati personali relativi al-l’iscrizione universitaria che consentono di accedere a eventuali servizi che gliatenei e gli enti locali renderanno disponibili alla comunità universitaria, indi-pendentemente dall’Ateneo di provenienza. In futuro, potranno essere suppor-tati accessi agevolati a musei, biblioteche, servizi convenzionati conassociazioni, esercizi commerciali e cinema. La struttura della Smart Card èstata concepita per essere aperta a altri eventuali servizi, grazie alla possibilitàdi memorizzare in modo protetto altre informazioni e renderle leggibili da unterminale POS. Da quest’anno viene anche riconosciuta dal CUS Torino come documento asso-ciativo e viene personalizzata con il logo della associazione sportiva universitaria.

Ogni ateneo si è concentrato inizialmente sull’emissione della Smart Card e sullagestione del suo ciclo di vita (smarrimenti, aggiornamento annuale dei dati).Dal 2008 le università piemontesi hanno portato a regime il processo di stampa,identificazione dello studente, emissione dei certificati sulla card e archiviazionedei documenti legali collegati. Tale processo ha comportato un impegno costanteda parte degli atenei con la stipula di convenzioni tra questi ultimi e la Certifica-tion Autorità Infocert, la formazione degli operatori alla qualifica RAO (Registra-tion Autorità Officer), l’acquisizione di apposite tecnologie di stampa per glisportelli, l’adattamento delle procedure organizzative e informatiche.In merito ai servizi specifici dei vari Atenei, di seguito vengono sintetizzate leprincipali caratteristiche:• l’Università di Torino ha investito nella distribuzione dei lettori di card, dai quali

è possibile, a tutti gli studenti, l’accesso al portale istituzionale. Tra i nuovi ser-vizi sul portale è stato previsto l’aggiornamento dei dati contenuti nella SmartCard anche tramite le postazioni self service. Dal 2008 è stata adottata per ilpersonale docente e non, integrata con servizi di buono pasto, controllo pre-senze e firma qualificata;

• al Politecnico di Torino si può accedere tramite la Smart Card al portale dellaDidattica e sono stati installati i lettori nei laboratori informatici, dai quali èpossibile effettuare l’autenticazione in ambiente Windows. Le 50 stazioni self-service sono in grado di effettuare le operazioni di aggiornamento periodicodei dati relativi alla Smart Card fra ateneo e EDISU. Per il personale docente

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è utilizzata nella sperimentazione elettronica degli esami con l’utilizzo del cer-tificato di firma qualificata per i docenti;

• all’Università del Piemonte Orientale con la Smart Card si è realizzata per laprima volta una tessera di riconoscimento dello studente che a breve diverràla carta identificativa unica di ateneo, grazie al Progetto tessera unica: tuttoil personale sarà in possesso di un badge da utilizzare sia per la timbratura, siaper la firma dei documenti ufficiali. I servizi attivati sono: la verbalizzazioneesami, la firma digitale per la gestione delle mail fra segreterie studenti e stu-denti, autenticazione forte dei domini Windows e nelle reti VPN, buono pastoper il personale, gestione elettronica comunicazioni obbligatorie, firma e ge-stione documentale dei bilanci di ateneo;

• all’Università di Scienze Gastronomiche l’utilizzo prevalente della Smart Cardconsiste nell’identificazione a vista dello studente, mentre sono in corso va-lutazioni su altri potenziali servizi come il prestito in biblioteca o il controllopresenze degli studenti.

Area webLa volontà e l’impegno a migliorare l’informazione rivolta ai cittadini sull’attività re-gionale nei settori dell’università, della ricerca e dell’innovazione si è innanzituttoesplicitata attraverso un totale rinnovamento della comunicazione sul web.La Regione ha progettato e realizzato nel 2008 un nuovo portale unificato su ri-cerca, innovazione e università con newsletter, tag clouds e sistema di carica-mento domande bandi.L’area web www.regione.piemonte.it/innovazione/ è uno spazio per descriverelo stato dell’arte della politica sostenuta dalla Regione Piemonte in materia di: • innovazione, per approfondire le tematiche della Società dell’Informazione e

della Conoscenza, per spiegare quali sono le azioni compiute verso la pianifi-cazione e la realizzazione di nuove iniziative per la completa inclusione digi-tale di cittadini, di aziende, soprattutto piccole e medie imprese, e dellepubbliche amministrazioni. I temi dell’economia della conoscenza e di Infor-mation and Communication Technologies (ICT) sono leve strategiche per losviluppo socio-economico regionale e sono considerate elementi abilitantiper la competitività dei settori produttivi, commerciali, turistico-culturali, non-ché fattori determinanti per la tenuta e lo sviluppo del comparto produttivodell’informatica piemontese;

• ricerca, per conoscere le politiche regionali sulla ricerca, vista come fattore disviluppo, di innovazione e di internazionalizzazione della realtà piemontese,

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promuovendo la collaborazione tra le diverse realtà esistenti. Il Piemonte puòinfatti contare su 4 Università con 85 Dipartimenti,oltre 200 centri di ricerca,380 laboratori, 6 parchi scientifici e tecnologici, numerosi servizi per la ri-cerca, e fondazioni di ricerca e di origine bancaria;

• università, un focus sul sistema universitario del Piemonte che si compone diquattro atenei dove quasi 20.000 studenti si laureano ogni anno e oltre 6.400ricercatori svolgono le proprie attività di ricerca all’interno degli atenei.

Il sito web offre una vetrina interattiva per il cittadino che al suo interno può na-vigare fra informazioni e opportunità offerte dal mondo della ricerca, dell’ICT edell’università piemontese. La sezione, che nasce agli inizi del 2008, ha colle-zionato a oggi quasi 50.000 accessi in media al mese, è strutturata in tre te-matiche base che approfondiscono il mondo dell’ICT piemontese, quello dellaricerca e quello dell’università.La sua struttura presenta un home page ricca di news aggiornate, gli utentihanno a disposizione la possibilità di navigare attraverso l’uso della tag clouds,ovvero parole chiave che richiamano immediatamente gli argomenti senza do-verli logicamente cercare. Un calendario avvisa e raccoglie gli eventi più impor-tanti e ogni mese viene inviata agli abbonati una newsletter che informa sullenovità del momento; inoltre sono sempre on-line i forum di discussione tema-tica, aperti a tutti dopo una veloce registrazione.Nelle tre sezioni, inoltre, si è dato spazio ad approfondimenti per argomenti diinteresse del momento e a interviste a personaggi di rilievo nello scenario pie-montese dell’ICT, della ricerca e dell’università. La sezione evolve di continuo ela redazione si occupa dell’aggiornamento giornaliero dei contenuti, acco-gliendo ogni suggerimento che arriva dagli utenti.A breve sarà on-line il nuovo sito Competitività, che sostituirà, arricchendolo,l’attuale sito Innovazione, Ricerca e Università.I temi del nuovo sito saranno: attività produttive, ICT, risparmio energetico, fondieuropei POR-FESR, occasioni competitive in Europa e il mondo della ricerca pie-montese. Le notizie raccolte in uno stesso luogo e collegate fra loro permette-ranno di costruire percorsi tematici completi e approfondire aree di interesse.L’obiettivo è quello di mettere a disposizione del mondo produttivo e del citta-dino una vetrina interattiva dove poter navigare, moltiplicare la circolazione delleinformazioni, delle idee e della conoscenza, aprire scenari per progetti a colla-borazioni a livello nazionale e internazionale, rappresentare un ponte tra Re-gione e attori del Sistema Piemonte, disporre di un feedback costante in gradodi favorire l’adozione di processi di ri-orientamento delle politiche e degli inter-

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venti, e condividere studi, analisi, casi, good practices, suggerimenti.Ampio spazio sarà riservato alle applicazioni di strumenti Web 2.0 al fine di mi-gliorare l’esperienza utente nell’accesso all’informazione e per offrire parteci-pazione e dialogo fra la struttura e gli utenti. Il paradigma Web 2.0 si basa sulfatto che i “contenuti” vengono creati dagli utenti e dall’intera comunità di In-ternet. Applicare questi strumenti a sostegno della partecipazione dei cittadiniai processi democratici più propriamente politici può voler dire cominciare adadottare ambienti più “open”, prevedere spazi aperti alla cittadinanza.Quello che si propone è un metodo di catalogazione degli argomenti sostan-zialmente centralizzato da applicare in collaborazione con le varie direzioni re-gionali nel ruolo di esperti della materia di competenza e fornitori di indicazionie informazioni. Tali indicazioni, rielaborate da una redazione, avranno come out-put una comunicazione indipendente dalle visioni tipicamente interne all’ente(competenze organizzative o deleghe politiche), e molto più vicine alla perce-zione della realtà quotidiana del pubblico di riferimento.Le logiche che hanno spinto la nascita di Competitività - cui hanno collaboratotre Direzioni regionali, condividendo disegni organizzativi e risorse informative,il tutto in asse con le linee strategiche dell’Assessorato che punta al sostegnodella ricerca, al forte investimento per lo sviluppo di fonti energetiche rinnova-bili e all’innovazione tecnologica -, sono state quelle di fornire strumenti neces-sari per supportare le imprese nel miglioramento della reperibilità diinformazioni, tutte fruibili via web, diffondere i risultati della ricerca svolta in Pie-monte, permettere alla Regione di capire in dettaglio lo stato della ricerca deglienti sul territorio e avere possibilità di intervento in merito.Particolare attenzione verrà data per informare i cittadini e le imprese che in-vestono in fonti rinnovabili, potenziando la domanda pubblica e sostenendo ladomanda delle famiglie che decideranno di ristrutturare o costruire le propriecase utilizzando materiali e soluzioni a basso impatto energetico, basti ricor-dare che la Regione ha investito per lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili,la quota massima dei fondi europei e cioè 270 milioni di euro.

Nel campo web, un altro innovativo strumento di attrattività del sistema uni-versitario piemontese è il sito studyinpiemonte (www.studyinpiemonte.it).La mission di studyinpiemonte è unire sotto una unica veste l’offerta formativapiemontese di livello universitario con l’obiettivo di diventare il principale puntodi riferimento per i ragazzi che intendano venire a studiare in Piemonte: il por-tale è dedicato infatti a tutti gli studenti provenienti da fuori regione, sia nazio-nali che internazionali. L’attrazione di studenti stranieri è del resto un obiettivo

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primario del sistema universitario e una sfida per il sistema locale, per aumen-tare la vivacità del tessuto metropolitano e costruire politiche di integrazione enuova cittadinanza.I fattori di attrazione di studenti stranieri, a parità di qualità dell’offerta didatticae di disponibilità di corsi in lingua inglese, riguardano la capacità del territorio diessere appealing e accogliente, soprattutto grazie alla presenza di servizi spe-cifici per questo particolare tipo di pubblico. L’ambizione è usare questo stru-mento per fare convergere politiche di internazionalizzazione e politiche diintegrazione: aumentare la capacità del territorio di accogliere gli studenti stra-nieri, significa scommettere sulla loro integrazione e sulla possibilità non solo diattirare, ma anche di trattenere risorse umane qualificate. L’introduzione e iltrasferimento in Piemonte di “cervelli” provenienti dall’esterno sono di fatto unesplicito arricchimento e un veicolo di innovazione. La commistione e l’intera-zione di cervelli provenienti da luoghi diversi e che si incontrano tutti sul terri-torio piemontese, non possono che giovare alla Regione stessa. Inoltre si è volutaabbandonare la percezione Torino-centrica in virtù di un allargamento dei con-fini, non solo territoriali, ma anche concettuali.Nei suoi anni di vita il portale ha sviluppato, in concertazione con EDISU Pie-monte, una crescente forza comunicativa, divenendo al tempo stesso obiettivoe strumento per un’accurata, autonoma e riconoscibile omogeneità d’informa-zione. Questo risultato è stato raggiunto grazie alla felice interazione tra le isti-tuzioni locali, agli Atenei piemontesi e le principali Associazioni studenteschedel Piemonte (Extracampus, TYC-Torino Youth Center). Le due aree principali in cui si dirama la struttura del portale sono Studying e Li-ving, ossia come poter studiare e come poter vivere - da studente - in Piemonte.Gli studenti sono contemporaneamente il target, i fruitori, gli attori, i potenzialipromotori non istituzionali del progetto. Studiare in Piemonte implica automa-ticamente una contaminazione con il territorio in quanto si vive e si respira la re-gione assorbendone il valore aggiunto. Un valore capace di trasmettere non soloconoscenza e istruzione ma anche una dimensione geografica e interculturalequale è la Regione Piemonte.Studyinpiemonte è un portale fatto per gli studenti dagli studenti, una piatta-forma che diventa community. Con risultati eccellenti, studyinpiemonte ha fi-nora partecipato a importanti eventi-vetrina come le Universiadi, la BiennaleDemocrazia e la Fiera Internazionale del Libro di Torino: occasioni in cui il por-tale ha potuto interagire concretamente con il territorio, divenendo nella so-stanza anche veicolo promozionale di se stesso. Attraverso l’utilizzo di testimonianze dirette degli studenti e sfruttando stru-

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menti di interazione virtuale già di uso comune nelle comunità studentesche,studyinpiemonte intende diventare un canale diretto che ha lo scopo di “far par-lare” i protagonisti stessi dell’esperienza piemontese, facilitando un processonaturale di scambio fra chi ha già vissuto un’esperienza all’estero e chi inveceè alle prime armi.Il sito è stato completamente rivisto e ridisegnato diventando un vero e propriovideo-sito: grazie alla collaborazione con il progetto Extracampus dell’Universitàdi Torino, sono stati realizzati alcuni video che raccontano, in un linguaggio molto“giovane”, sia l’offerta formativa universitaria (studying), sia la vita di tutti i giorni(living) compresi i divertimenti e lo sport.La collaborazione con l’EDISU e l’Associazione Erasmus Torino ha portato allarealizzazione di un annuncio per un casting, per la produzione video con gli stu-denti Erasmus che saranno successivamente diffusi tramite facebook, il sitoweb EDISU, e nelle residenze e aule studio. Nel corso del 2009 sono stati rea-lizzati, o stanno per essere ultimati, 10 video da 2 minuti circa con studenti stra-nieri e italiani nel ruolo di attori; ecco i temi: ristoranti universitari, mobilità eaccoglienza stranieri, nightlife, residenze universitarie, sedi universitarie, stu-diare in piemonte, sport, territorio, facilities, offerta culturale.Studyinpiemonte è anche presente su blog e network legati al mondo universi-tario. Attività come: reciprocità di link, scambio o inserzione di banner sui siti, in-serimento nei principali blog, organizzazione di “appuntamenti virtuali”,risultano essere molto efficaci e incrementano il valore della singola attività.

Attività e eventiNel corso del triennio 2005/2009 sono stati potenziati gli strumenti per la pro-mozione, anche a livello internazionale, del sistema universitario piemontesee del diritto allo studio, non solo attraverso gli strumenti di comunicazione in-novativi di cui si è dato conto poc’anzi, ma anche coinvolgendo gli studenti e gliattori del sistema universitario in fiere ed eventi promozionali.In particolare agli studenti stranieri che scelgono gli atenei piemontesi è statodedicato per il secondo anno consecutivo lo spazio dell’Università alla FieraInternazionale del Libro di Torino 2008, che ha riscosso un notevole successoe una grande partecipazione di giovani. Per l’edizione 2009 della Fiera, l’Assessorato all’Università, Ricerca e Innova-zione della Regione Piemonte ha poi proposto un palinsesto dedicato all’anti-cipazione del futuro. I due cicli di incontri Quale futuro? e Io vengo dalla lunasono stati pensati per stimolare il contraddittorio su temi che rappresentanosfide decisive per l’evoluzione del mondo in cui viviamo, ma che rappresen-

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tano un’occasione per verificare le scelte di programma su questioni come lasocietà della conoscenza, le politiche universitarie, le energie rinnovabili. Sonostate quindi individuate cinque parole chiave che hanno permesso di fornirediverse chiavi di lettura del domani: Massa, Energia, Spazio, Tempo e Caos.Oltre a questo l’area studyinpiemonte, nel Bookstock village, ha offerto unaprogrammazione no stop ideata e organizzata dalle reti di associazioni uni-versitarie Torino Youth Centre (TYC).

Divulgazione scientifica Il citato Protocollo d’intesa tra Ministero dell’Università e della Ricerca, RegionePiemonte e Atenei piemontesi per la valorizzazione e lo sviluppo del Sistemauniversitario e della ricerca piemontesi, ha tra le sue finalità il sostegno all’altaformazione, alla ricerca scientifica e alla valorizzazione dei risultati della ricerca. La Regione Piemonte intende promuovere e sostenere le manifestazioni voltealla divulgazione dei risultati della ricerca che si svolgono sul nostro territorio,e in tale ambito per il terzo anno consecutivo il Piemonte collabora con la Com-missione Europea all’organizzazione della Notte dei Ricercatori dando all’eventouna dimensione europea. Il progetto re-Party è frutto di una collaborazioneormai consolidata tra tutti gli enti e le organizzazioni territoriali attivi sul frontedella ricerca, della comunicazione scientifica e della didattica, senza dimenti-care tutti gli sponsor e i patrocinatori che hanno sostenuto l’iniziativa. Da sempre la Notte dei Ricercatori in Piemonte ha scelto di portare al pubblicoil mondo della ricerca, e di farlo spiegare e presentare dai ricercatori fuori dai la-boratori, in un contesto di festa e di rilassata familiarità con provette, materialiinnovativi, prototipi ingegnosi e sovente avveniristici.Le novità dell’edizione 2009 sono state le seguenti: ben sette le città coinvoltenell’iniziativa, la presenza della Notte sul Facebook e un concorso fotograficoper creare la grafica dell’edizione della Notte dei Ricercatori 2010.Extracampus TV, 110 Web radio e Ondequadre web radio, i media universitaridel Piemonte, hanno dato voce alla Ricerca in Italia, cercando di far conoscereda vicino i ricercatori e il mondo della scienza. I media universitari hanno seguito la Notte dei ricercatori in diretta streamingaudio/video: dalle 15 alle 23 si sono alternate interviste ai ricercatori, servizi te-levisivi, premiazioni dei concorsi Rally della Scienza e Designers for Tomorrow,esibizioni e concerti live.La riconosciuta capacità della comunità scientifica piemontese nel settore delladivulgazione ha permesso a Torino e al Piemonte di aggiudicarsi, dopo Stoc-colma, Monaco e Barcellona, l’edizione 2010 dell’EuroScience Open Forum

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(ESOF) che si terrà dal 2 al 7 luglio 2010 al Lingotto. ESOF è una manifestazione biennale a livello europeo dedicata alla ricerca e al-l’innovazione scientifica ideata da Euroscience (Associazione Europea per laPromozione della Scienza e della Tecnologia) che riunisce 2.300 scienziati di40 Paesi europei. Nel luglio 2007, la Compagnia di San Paolo, l’Università di To-rino, il Centro Agorà Scienza e l’Associazione Centro Scienza ONLUS hanno co-stituito l’Associazione Torino per ESOF 2010 (TopESOF) con lo scopo diorganizzare a Torino l’evento. La Regione Piemonte, dando attuazione a quantodisposto dalla Legge Regionale n. 4/2006, e dai successivi documenti di pro-grammazione in riferimento alla diffusione della cultura della ricerca ha strettouna convenzione con il Comune di Torino, la provincia di Torino e l’AssociazioneTopESOF volta a un comune sostegno delle istituzioni e a una attiva partecipa-zione agli eventi dell’importante forum internazionale.Al di là della partecipazione a eventi specifici, la Regione intende dare continuitàal proprio intervento a favore della divulgazione scientifica anche attraverso lacollaborazione con il Centro interatenei Agorà Scienza volto alla progettazionedi un Piano regionale strategico per la diffusione della cultura della ricerca.

I programmi di EuroScience Open Forum 2010La Passione per la Scienza sarà la protagonista della prossima edizione di Euro-Science Open Forum (ESOF), una passione che porta alla voglia di comprenderee al desiderio di apprendere oltre che rappresentare lo strumento chiave per so-stenere e rilanciare la crescita e lo sviluppo della nostra società.Questa passione si concretizzerà in diversi programmi:

• Scientific Programme: è il cuore pulsante di ESOF2010, all’interno del quale siconcretizza il vero significato della prossima edizione. Il Lingotto ospiterà se-minari, incontri e dibattiti sui differenti campi della conoscenza, focalizzando iproblemi della comunicazione scientifica e la relazione fra scienza e società. Fragli ospiti vi saranno figure prestigiose del mondo scientifico internazionale, tracui alcuni premi Nobel, che durante sessioni plenarie daranno vita a un intensoprogramma in relazione ai temi scelti per l’edizione del 2010: vita e mobilità so-stenibili, evoluzione, sviluppo e adattamento degli organismi; oltre e dentro ilnostro mondo quantistico; come rispondere alle sfide globali; frontiere della ri-cerca energetica; scienza, conoscenza, credenze; memoria e apprendimentonegli organismi e nei sistemi sociali e artificiali; linguaggi, culture e diversità; in-tegrare ricerca e salute pubblica; politiche per la ricerca.

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• Career Programme: protagonisti di ESOF2010 saranno anche i giovani ricer-catori e i dottorandi, che avranno un’importante occasione di confronto e po-tranno scoprire varie opportunità di carriera internazionale, sia nel mondoaccademico che industriale. I giovani potranno incontrare importanti perso-nalità del mondo della ricerca, e chiacchierare su una vasta gamma di argo-menti in un contesto gradevole e informale, a pranzo o durante gli intervalli.Per promuovere la partecipazione fra i giovani ricercatori e renderla più coin-volgente ed economica si è realizzato il progetto Ospita un giovane scienziato!I partecipanti sotto i 35 anni saranno ospitati a costo zero presso famiglie to-rinesi selezionate, trascorrendo un piacevole soggiorno in città. Merita unaparticolare attenzione il Science Speed Dating, divertente novità di ESOF2010che permetterà ai partecipanti di avere un rapido e informale appuntamentocon esponenti del mondo scientifico e imprenditoriale, per facilitare il dialogotra giovani ricercatori e istituzioni.

• Science to Business: ESOF2010 offrirà una serie di seminari e tavole rotondededicate agli affari e a potenziali imprenditori. Le iniziative di Science to Bu-siness toccheranno temi legati alla ricerca applicata, a opportunità per lo svi-luppo di nuovi business ad alta innovazione, con un’attenzione particolareper i campi di eccellenza di Torino.

• Science to Media: uno specifico calendario sarà dedicato alla discussionesulla comunicazione scientifica, con incontri insieme a giornalisti, ricercatorie scrittori scientifici. Verranno organizzati appuntamenti speciali rivolti allastampa con illustri personalità del mondo scientifico partecipanti a ESOF2010e saranno presentati nuovi progetti di divulgazione scientifica.

• Science in the City: una serie di spettacoli, eventi, mostre e varie forme di in-trattenimento per il pubblico coinvolgeranno l’intera città fino a tarda sera,con il fine di promuovere l’interesse e la passione per la scienza. Si terrannoedizioni speciali di manifestazioni scientifiche come la Settimana dellaScienza e la Notte Europea dei Ricercatori, e appuntamenti inediti con iScience Center europei e di altre aree (Nord Africa, Medioriente e Sudame-rica) e con il Festival della Scienza di Genova. Sempre in città avranno luogoeventi sociali e satelliti, ovvero iniziative collaterali che saranno realizzate daorganizzazioni e istituzioni interessate a cogliere l’opportunità di avereESOF2010 come cornice per i loro eventi.

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• Exhibition: una vetrina ricca e accattivante sulla ricerca scientifica e tecnolo-gica in Europa sarà ospitata negli spazi espositivi del Lingotto Fiere: aziende,centri di ricerca, università, associazioni, agenzie di comunicazione, rappre-sentanti dei media disporranno di un’area espositiva. Il percorso sarà arric-chito da sale di proiezione e zone riservate alla lettura e alle presentazioni:l’intera area sarà dotata di una di una rete wi-fi a libero accesso. Una sezionesarà dedicata alla contaminazione tra arte, scienze e tecnologie.

• WebESOF: costituisce un’occasione unica per favorire la diffusione della cul-tura scientifica a livello mondiale con particolare attenzione ai giovani e allefasce di popolazione più svantaggiate. Il progetto sarà disponibile gratuita-mente a tutti i soggetti interessati. Grazie a un software costruito per l’occa-sione su misura sarà possibile: seguire le conferenze in tempo realeintervenendo da ogni parte del mondo, scaricare i materiali del Forum diret-tamente dal sito e infine realizzare una biblioteca virtuale di video-lezioni evideo-laboratori aperta a tutte le scuole e strutture del mondo: uno spaziodove condividere dati e scambiare esperienze.

La Regione Piemonte, oltre a sostenere l’insieme dei programmi ESOF presentain preparazione di tale evento, il progetto Memoria della Scienza che ha l’obiet-tivo di raccontare come il progresso scientifico-tecnologico sia in continua evo-luzione e rinnovamento e in che modo tali cambiamenti abbiano influenzato ilpensiero e la vita negli ultimi decenni. Il focus sarà puntato essenzialmente sullacomunità scientifica piemontese. Il metodo è quello del racconto diretto da partedei protagonisti: video interviste in cui emergano storie, aneddoti, avvenimenti.Il progetto prevede la realizzazione di un insieme di video interviste a persone,testimoni viventi della storia della scienza, della tecnologia e dell’innovazionelegati alla regione Piemonte. I filmati così ottenuti formeranno una sezione de-dicata del sito www.regione.piemonte.it/innovazione/. È prevista, inoltre la creazione di un DVD con un montaggio in stile documenta-ristico che conterrà una selezione di contenuti in qualità broadcast.L’iniziativa è di Memoro, la Banca della Memoria, un progetto no profit che nascea Torino nel 2007 e che viene lanciato in Italia nel 2008 attraverso il sito webwww.bancadellamemoria.it. L’idea originale degli inventori di Memoro è quelladi raccogliere esperienze e racconti di vita delle persone nate prima del 1940,sotto forma di “racconti” di 10 minuti in vista di una strutturazione e divulga-zione gratuita via web dei diversi video.

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ALLEGATI

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Legge Regionale 30 gennaio 2006, n. 4.“Sistema regionale per la ricerca e l’innovazione”.(B.U. 2 febbraio 2006, n. 5)Il Consiglio regionale ha approvato.IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

promulgala seguente legge:

Art. 1. (Finalità)1. La Regione Piemonte, nell’esercizio della propria potestà legislativa concorrente in

materia di ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settoriproduttivi prevista dall’articolo 117 della Costituzione, organizza, promuove e coor-dina il sistema regionale della ricerca all’interno dello Spazio europeo della ricerca.

Art. 2. (Obiettivi)1. Per il perseguimento delle finalità di cui all’articolo 1, la Regione Piemonte, nell’ottica

di uno sviluppo sostenibile e nel rispetto degli indirizzi comunitari a sostegno della so-cietà della conoscenza, persegue i seguenti obiettivi:A. la promozione della ricerca e dell’innovazione attraverso le seguenti azioni:

1. contribuire alla promozione della ricerca e dell’innovazione in campo scien-tifico, tecnologico ed umanistico;

2. favorire la creazione di opportunità di finanziamenti per la ricerca;3. promuovere l’attrattività della Regione Piemonte nei confronti di studenti,

studiosi e ricercatori italiani, europei ed extracomunitari, in particolare deiricercatori italiani operanti all’estero;

4. favorire gli investimenti in capitale umano e sostenere la formazione dei gio-vani ricercatori;

5. sostenere il trasferimento tecnologico e tutelare la conoscenza;6. promuovere il sistema della ricerca piemontese nell’ambito della ricerca eu-

ropea valorizzando le collaborazioni internazionali;B. le modalità di consolidamento del sistema della ricerca attraverso le seguenti

azioni:1. favorire lo svolgimento delle molteplici competenze presenti sul territorio re-

gionale anche con l’obiettivo di realizzare una rete tra le realtà della ricercae il sistema produttivo;

2. realizzare infrastrutture immateriali intese come reti di formazione del sapereche costituiscano elementi di organizzazione e di supporto alle attività;

3. sostenere interventi in materia di ricerca e innovazione in armonia con gli in-dirizzi della programmazione nazionale ed europea, coerentemente con ac-cordi ed iniziative a carattere nazionale ed interregionale, tenendo conto dellaspecificità regionale;

4. favorire, incrementare e consolidare la competitività del sistema territoriale

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piemontese selezionando progetti innovativi e buone pratiche;5. promuovere l’interazione tra i soggetti operanti nel sistema;6. sviluppare una più stretta integrazione tra ricerca di base e ricerca applicata;7. sostenere azioni che coniugano ricerca, trasferimento tecnologico e alta for-

mazione in particolare per quanto riguarda gli investimenti ritenuti strategici;8. favorire, incrementare e sostenere le azioni di progettazione e tutela della

proprietà intellettuale, ed in particolare gli interventi destinati al trasferi-mento tecnologico a favore delle piccole e medie imprese;

9. integrare le politiche regionali di settore e le risorse, strumentali e finanziarie,pubbliche e private;

10. favorire l’integrazione della ricerca e innovazione nelle politiche di settore,sviluppando la convergenza di ambiti disciplinari differenti;

C. la valutazione sistematica degli effetti attraverso le seguenti azioni:1. promuovere a tutti i livelli l’adozione di criteri e metodi di valutazione ogget-

tivi e internazionalmente accettati;2. adottare criteri e metodi di verifica dei risultati ottenuti;3. promuovere, sostenere e divulgare la cultura della ricerca, favorire la

conoscenza dei programmi, delle attività e opportunità, dei risultati conse-guiti.

2. La Regione, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 33 della Costituzione, ri-conoscendo il ruolo delle università nel campo della ricerca e della didattica, assegnaagli atenei un ruolo centrale nello sviluppo della ricerca di alta qualità, anche fa-vorendo la creazione di poli specialistici e multidisciplinari della ricerca.

Art. 3. (Sistema regionale della ricerca)1. Concorrono allo sviluppo del sistema regionale della ricerca i soggetti pubblici e pri-

vati che abbiano come finalità l’attuazione di programmi per la ricerca, l’innovazionee il trasferimento tecnologico al sistema produttivo; concorrono inoltre allo sviluppodel sistema:a. le organizzazioni economiche e sociali di categoria;b. le fondazioni culturali;c. le fondazioni di origine bancaria e gli istituti bancari;d. le autonomie locali e funzionali;e. le Aziende sanitarie regionali;f. il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (CREL);g. la Direzione regionale del Ministero dell’istruzione, università e ricerca (MIUR).

2. I soggetti di cui al comma 1 sono considerati componenti del sistema a condizione cheabbiano una stabile organizzazione sul territorio regionale.

Art. 4. (Linee generali di intervento)1. Il Consiglio regionale, coerentemente con gli orientamenti comunitari in materia di

ricerca e gli indirizzi del piano nazionale per la ricerca, approva, su proposta dellaGiunta regionale, una delibera che identifica le linee generali d’intervento per il rag-

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[ ]347

giungimento delle finalità di cui all’articolo 1 e fissa l’insieme delle risorse finanziarieoccorrenti per l’attuazione delle medesime.

2. La proposta della Giunta regionale, di cui al comma 1, è trasmessa al Consiglio re-gionale entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge.

Art. 5. (Programma triennale della ricerca)1. Sulla base delle linee generali di intervento di cui all’articolo 4 ed in armonia con gli

indirizzi contenuti nel documento di programmazione economica e finanziaria re-gionale, la Giunta regionale, entro sessanta giorni dall’approvazione delle linee gen-erali di intervento, approva con proprio atto deliberativo il programma triennale dellaricerca, previo parere vincolante della Commissione consiliare competente, che siesprime inderogabilmente entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta.

2. Il programma individua le aree ed i settori d’intervento, definisce le azioni e gli obiet-tivi ritenuti strategici, fissa i criteri generali e gli assi d’intervento, stabilisce i criteri divalutazione dei progetti e assegna le risorse disponibili per macrosettori di intervento,comprensivi dei fondi per la ricerca previsti in base a normative di settore.

3. Il programma è suscettibile di revisione ed aggiornamento periodico da parte dellaGiunta regionale con le medesime modalità di cui al comma 1.

4. Al fine di assicurare lo sviluppo del sistema regionale della ricerca, gli interventi neglispecifici settori di competenza regionale sono raccordati con quelli finanziati dallapresente legge e con le misure relative agli interventi di ricerca e innovazione previstedal Programma pluriennale di intervento per le attività produttive di cui all’articolo 6della Legge Regionale 22 novembre 2004, n. 34 (Interventi per lo sviluppo delle at-tività produttive).

Art. 6. (Comitato regionale per la ricerca e l’innovazione)1. Entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge è istituito il Comi-

tato regionale per la ricerca e l’innovazione, quale organismo di raccordo, consul-tazione e partecipazione della comunità regionale.

2. Al Comitato compete:a. concorrere all’elaborazione delle linee generali di intervento di cui all’articolo 4;b. contribuire alla definizione del programma triennale della ricerca di cui all’ar-

ticolo 5;c. favorire la collaborazione e l’interazione fra i soggetti che operano nell’ambito

del sistema regionale della ricerca di cui all’articolo 3.3. Il Comitato è composto dai seguenti soggetti:

a. il Presidente della Giunta regionale o l’Assessore regionale delegato;b. un rappresentante dell’Università degli Studi di Torino;c. un rappresentante del Politecnico di Torino;d. un rappresentante dell’Università del Piemonte Orientale;e. un rappresentante dell’Università di Scienze gastronomiche del Piemonte;f. un rappresentante della Compagnia di San Paolo;g. un rappresentante della Fondazione CRT;

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h. n rappresentante di Confindustria Piemonte;i. un rappresentante di Federapi Piemonte;j. un rappresentante delle Confederazioni artigiane;k. un rappresentante di Unioncamere Piemonte;l. un rappresentante dell’Associazione delle Fondazioni delle Casse di risparmio

piemontesi;m. un rappresentante della Direzione regionale del MIUR;n. rappresentanti di enti individuati dalla Giunta regionale con proprio provvedi-

mento in numero non superiore a venticinque.4. Gli enti di cui al comma 3, lettera n) sono individuati dalla Giunta regionale in modo

da garantire la partecipazione, anche a rotazione:a. delle associazioni maggiormente rappresentative degli enti locali;b. delle associazioni maggiormente rappresentative del terzo settore ed ambien-

taliste;c. dei parchi scientifici e tecnologici piemontesi in forma associata;d. degli enti di ricerca pubblici e privati di maggiore rilevanza, anche tenendo conto

della loro articolazione sul territorio nazionale;e. delle fondazioni culturali piemontesi più prestigiose che operano nel campo della

ricerca e dell’innovazione;f. delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale;g. delle associazioni maggiormente rappresentative dell’istruzione superiore;h. delle associazioni maggiormente rappresentative del commercio e dell’agri-

coltura.5. I membri del Comitato sono nominati con decreto del Presidente della Giunta re-

gionale, previa designazione del rispettivo ente o associazione rappresentativa e ri-mangono in carica per la durata della legislatura e comunque fino al rinnovodell’organismo.

6. Possono comunque partecipare alle sedute del Comitato rappresentanti dell’Unioneeuropea e del Governo italiano designati dagli organi competenti in materia di ricercae di innovazione.

7. Il Comitato si avvale della consulenza della Commissione scientifica di cui all’ar-ticolo 8.

8. Il Comitato disciplina, con proprio regolamento, le modalità di organizzazione e fun-zionamento.

9. Il Comitato riferisce annualmente sul proprio operato alla Commissione consiliarecompetente.

10. La presidenza del Comitato nonché del Comitato ristretto di cui all’articolo 7 spettanoal Presidente della Giunta regionale o all’Assessore delegato. Il Presidente, in relazionealle tematiche da trattare, può disporre la partecipazione di ulteriori componentiprovenienti dall’amministrazione regionale.

Art. 7. (Comitato ristretto)1. Organo esecutivo del Comitato di cui all’articolo 6 è il Comitato ristretto.

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2. Il Comitato ristretto è composto dai rappresentanti indicati nell’articolo 6, comma 3,lettere a), b), c), d), e), f), g), h), i), j), da un rappresentante tra quelli designati daglienti di ricerca pubblici individuabili in base all’articolo 6, comma 4, lettera d), e da unrappresentante tra quelli designati dalle organizzazioni individuabili in base all’articolo6, comma 4, lettere f), g) e h), cooptati a rotazione dal Presidente del Comitatoristretto.

3. Il Comitato ristretto formula le proposte di cui all’articolo 6 comma 2, lettere a) e b)e le illustra al Comitato regionale per la ricerca e l’innovazione che le sottopone allaGiunta regionale.

Art. 8. (Commissione scientifica)1. Entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale,

con proprio provvedimento, istituisce la Commissione scientifica e ne definisce lemodalità di organizzazione e di funzionamento.

2. La Commissione, di carattere multidisciplinare, è organo di consulenza della Giuntaregionale in materia di valutazione, analisi e previsione su problematiche e tendenzedella ricerca a livello regionale, nazionale ed internazionale e di consulenza al Comi-tato regionale per la ricerca e l’innovazione ai sensi dell’articolo 6, comma 7.

3. La Commissione formula pareri:a. sulle linee generali di intervento e sul programma triennale della ricerca;b. sui sistemi e sui metodi di valutazione delle attività di ricerca adottati in base a

quanto previsto dall’articolo 10.4. La Commissione è composta da cinque studiosi o ricercatori di fama internazionale,

scelti tra docenti universitari, ricercatori e personalità di alta qualificazione scien-tifica. La Commissione può altresì avvalersi di esperti esterni entro i limiti fissati conprovvedimento dalla Giunta regionale.

5. La Commissione dura in carica per la durata della legislatura e comunque fino al rin-novo dell’organismo ed elegge al suo interno un Presidente.

6. La Commissione presenta annualmente alla Giunta regionale una relazione sulla at-tività svolta e sulle proposte formulate.

7. Ai componenti della Commissione spettano i compensi determinati dalla Giunta re-gionale con apposito provvedimento, in deroga alle disposizioni di cui alla Legge Re-gionale 2 luglio 1976, n. 33 (Compensi ai componenti Commissioni, Consigli, Comitatie Collegi operanti presso l’Amministrazione regionale).

Art. 9. (Coordinamento tecnico regionale per la ricerca e l’innovazione)1. È istituito il Coordinamento tecnico regionale per la ricerca e l’innovazione, allo scopo

di raccordare gli interventi attuativi delle politiche regionali, favorire la circolazionedelle informazioni e dei dati all’interno dell’amministrazione regionale, e garantirnela diffusione presso i soggetti che concorrono allo sviluppo ed al monitoraggio delsistema regionale della ricerca. Il Coordinamento formula alla Giunta regionale le pro-poste di interventi integrati, con particolare riferimento a quelli che collegano ricerca,innovazione e attività produttive.

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2. Con proprio provvedimento la Giunta regionale individua le strutture regionali chepartecipano al Coordinamento.

3. Con il provvedimento di cui al comma 2 è individuata la struttura regionale a cui sonoaffidate le seguenti funzioni:a. segreteria e supporto al Comitato regionale per la ricerca e l’innovazione pre-

visto dall’articolo 6 e alla Commissione scientifica prevista dall’articolo 8;b. raccolta, aggiornamento, elaborazione e diffusione delle informazioni sul sistema

regionale della ricerca attraverso un adeguato sistema informativo.

Art. 10. (Attività di valutazione)1. I progetti ed i programmi di ricerca finanziati con risorse di provenienza regionale

sono sottoposti ai seguenti livelli di valutazione:a. valutazione preliminare per accedere al finanziamento;b. valutazione contestuale allo svolgimento dell’attività di ricerca;c. valutazione dei risultati conseguiti.

2. I sistemi e metodi di valutazione per l’esame dei progetti e dei programmi di ricercadi cui al comma 1, sono individuati dalla Giunta regionale su proposta della Commis-sione scientifica, di cui all’articolo 8.

3. La Giunta regionale nomina un nucleo di valutazione esterno, composto da cinquestudiosi o ricercatori di fama internazionale. Il nucleo dura in carica per l’intera legis-latura e comunque fino al rinnovo dell’organismo ed elegge al suo interno un Presi-dente.

4. Al nucleo previsto dal comma 3 spetta la valutazione di cui al comma 1, lettere b) e c)secondo le modalità definite al comma 2.

5. Il nucleo di valutazione invia alla Giunta regionale, con cadenza annuale, una relazioneconcernente i risultati conseguiti nell’attuazione delle politiche regionali.

6. Ai componenti del nucleo spettano i compensi determinati dalla Giunta regionale conapposito provvedimento, in deroga alle disposizioni di cui alla Legge Regionale33/1976.

Art. 11. (Clausola valutativa)1. La Giunta regionale rende conto periodicamente al Consiglio regionale dello stato di

attuazione della presente legge e dei risultati ottenuti in termini di sviluppo e pro-mozione della ricerca e dell’innovazione tecnologica, nonché in ordine alla realiz-zazione ed all’organizzazione del sistema regionale della ricerca.

2. Trascorso un anno dall’entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale pre-senta al Consiglio regionale una relazione dalla quale emerga una rendicontazione inmerito all’istituzione del Comitato di cui all’articolo 6 e della Commissione scientificadi cui all’articolo 8 ed alle relative modalità organizzative, operative e funzionali.

3. Trascorsi due anni dall’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale pre-senta annualmente al Consiglio regionale una relazione sullo stato di attuazione delprogramma triennale di cui all’articolo 5, dalla quale emergano dati e indicatori dinatura quantitativa e qualitativa circa lo stato di attuazione delle politiche e degli in-

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terventi regionali in materia di ricerca e innovazione e in particolare relativi:a. al quadro dei finanziamenti assegnati ai beneficiari e alla descrizione qualitativa

e quantitativa dei progetti finanziati;b. alle attività di promozione ed informazione promosse ed adottate;c. alle ricadute occupazionali, formative ed economiche degli investimenti.

4. La relazione di cui al comma 3 dà altresì conto del raccordo degli interventi attuatividelle politiche regionali in materia di ricerca e dello stato di attuazione del sistemainformativo di cui all’articolo 9 e fornisce inoltre informazioni analitiche in ordine altasso di sviluppo ed incremento della ricerca e dell’innovazione tecnologica at-tribuibile all’attuazione degli interventi legislativi, anche in considerazione del saldodi mobilità attiva e passiva dei ricercatori nei confronti della Regione.

Art. 12. (Notifica delle azioni configurabili come aiuti di Stato)1. Gli atti emanati in applicazione della presente legge che prevedano l’attivazione di

azioni configurabili come aiuti di Stato, ad eccezione dei casi in cui gli aiuti siano ero-gati in conformità a quanto previsto dai regolamenti comunitari d’esenzione, sonooggetto di notifica ai sensi degli articoli 87 e 88 del Trattato.

Art. 13. (Fondo unico per la ricerca e l’innovazione)1. In via subordinata all’approvazione del progetto di riordino normativo di cui al-

l’articolo 15 è istituito, all’interno del bilancio regionale, il Fondo unico per la ricercae l’innovazione, finalizzato al finanziamento organico del sistema regionale dellaricerca di cui all’articolo 3.

Art. 14. (Norma transitoria)1. Nelle more dell’istituzione del Comitato regionale per la ricerca e l’innovazione di cui

all’articolo 6 e della Commissione scientifica di cui all’articolo 8 e per un periodo nonsuperiore a centottanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, opera il co-ordinamento interistituzionale per la ricerca già istituito dalla Giunta regionale.

Art. 15. (Norma finale)1. Entro dodici mesi dall’approvazione della presente legge la Giunta regionale presenta

al Consiglio regionale una proposta di riordino normativo delle disposizioni di settorein materia di finanziamento ai programmi e progetti per la ricerca e l’innovazione alfine di incrementare l’efficienza, l’efficacia e l’integrazione delle politiche regionali.

Art. 16. (Norma finanziaria)1. Per l’attuazione della presente legge è autorizzata nello stato di previsione della spesa

del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale 2006-2008 la spesa complessiva di 270 milioni di euro, così ripartita: 40 milioni di euro nel-l’anno 2006, di cui: 10 milioni di euro a valere sulla Unità previsionale di base (UPB)08032 (Programmazione e statistica - Val. Progetti prop. Atti progr. Negoziata - TitoloII - Spese di investimento); 20 milioni di euro a valere sulla UPB 16032 (Industria -

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Promozione e sviluppo delle P.M.I - Titolo II - Spese di investimento); 3 milioni di euroa valere sulla UPB 27011 (Sanità pubblica Igiene e Sanità pubblica - Titolo I - Spesecorrenti); 4,5 milioni di euro a valere sulla UPB 12041 (Sviluppo dell’agricoltura Servizidi sviluppo agricolo - Titolo I - Spese correnti); 2,5 milioni di euro a valere sulla UPB22992 (Tutela ambientale Gestione rifiuti Direzione - Titolo II - Spese di investimento);80 milioni di euro nell’anno 2007 e 150 milioni di euro nell’anno 2008, assegnando il3 per cento della spesa in parte corrente ed il 97 per cento per investimenti.

2. Agli oneri finanziari di carattere generale valutati, per l’anno 2006, in 3 milioni di euro,compresi i compensi destinati ai componenti della Commissione scientifica di cui al-l’articolo 8 ed ai componenti del nucleo di valutazione di cui all’articolo 10 si fa frontecon gli stanziamenti a valere sulla UPB 08991 (Programmazione e statistica. Di-rezione - Titolo I - Spese correnti) del bilancio di previsione per l’anno finanziario2006.

3. Agli oneri di cui ai commi 1 e 2 per gli anni 2007 e 2008 si provvede ai sensi dell’arti-colo 30 della Legge Regionale 4 marzo 2003 n. 2 (Legge finanziaria per l’anno 2003).

Art. 17. (Dichiarazione d’urgenza)1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell’articolo 47 dello Statuto ed entra

in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Re-gione Piemonte.

La presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione.È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Re-gione Piemonte.

Data a Torino, addì 30 gennaio 2006Mercedes Bresso

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REP. N. 11424 DEL 31.07.2006INTESA PROGRAMMATICA TRA REGIONE PIEMONTE, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DITORINO, POLITECNICO DI TORINO, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL PIEMONTEORIENTALE ”A. AVOGADRO” E UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE, PER ILCOORDINAMENTO DEGLI INTERVENTI NELL’AMBITO DEL SISTEMA UNIVERSITARIOPIEMONTESE

PREMESSO

I. che la Regione Piemonte, di seguito denominata Regione, l’Università degli Studidi Torino, il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “A.Avogadro” e l’Università di Scienze Gastronomiche, di seguito denominati Atenei,concordano sulla necessità di promuovere congiuntamente attività e iniziative voltea favorire e sostenere lo sviluppo del Piemonte e intendono partecipare al governodelle trasformazioni che tale processo di sviluppo determina, riconoscendo nellacultura, nella storia, nel patrimonio di conoscenze accumulato dalla comunità pie-montese e, in particolare, dalle sue istituzioni accademiche, una risorsa essenzialeper la crescita della società;

II. che la Regione riconosce gli Atenei quali soggetti primari di rinnovamento cultu-rale, civile e sociale, in quanto istituzioni di fondamentale importanza per la cre-scita scientifica e tecnologica, per la formazione delle classi dirigenti e per laformazione del profilo etico-culturale della comunità;

III. che gli Atenei vedono oggi l’opportunità di affiancare alla missione tradizionale delladidattica e della ricerca nuove funzioni in materia di trasferimento tecnologico, diservizi al sistema socio-economico e al territorio, diventando ambiti sempre più de-putati alla formazione di capitale umano di qualità;

IV. che la Regione intende condividere con gli Atenei le proprie strategie di crescita delterritorio sia attraverso la creazione di un network di eccellenze sia mediante la va-lorizzazione delle specificità dei singoli Atenei;

V. che il Piemonte, in continuità con la propria tradizione storica, può oggi riproporsicome regione pilota nel campo dello sviluppo delle scienze umane e della natura, edelle scienze tecnologiche in settori di grande interesse come, ad esempio, lo svi-luppo economico, la pubblica amministrazione, l’ambiente e la salute, l’alimenta-zione, l’alta tecnologia, i beni culturali, l’interscambio e l’integrazione tra culture;

VI. che la Regione intende operare per il rafforzamento della capacità del Piemonte diprodurre, trasferire, utilizzare e valorizzare la conoscenza nelle sue dimensioniscientifico–tecnologiche, socio-economiche e umanistiche e che, in tale direzione,individua gli Atenei come interlocutori favoriti delle proprie strategie di sviluppo e diformazione;

VII. che è possibile individuare obiettivi e progetti comuni, che vedano una razionaliz-zazione dell’insieme delle risorse finalizzate allo sviluppo degli Atenei, anche attra-verso un programma di decentramento più razionale ed efficace delle attivitàdidattiche e di ricerca sul territorio;

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VIII. che molte sono le iniziative già in corso che vedono, per un verso, Regione ed Ate-nei comunemente impegnati in diversi campi d’intervento e, per altro verso, acca-demia e sistema produttivo partecipi di progetti che si traducono in trasferimenti diconoscenze, tecnologie, valori, modelli di comportamento e di governo, attraversoi vari livelli di ricerca, di formazione universitaria e di formazione continua, mediantelo scambio di esperienze formative e con la presenza di attività d’impresa nei grandilaboratori inseriti nello spazio fisico degli Atenei;

IX. che l’insieme degli Atenei operanti sul territorio piemontese ha attivato ampi spazidi collaborazione e interazione strategica, difficilmente rintracciabili in altri conte-sti locali, e che esistono pertanto le condizioni favorevoli per la costituzione di un si-stema universitario piemontese, capace di individuare forme di coordinamento perlo sviluppo del Piemonte, attraverso la valorizzazione in un ambito locale, nazionalee internazionale delle competenze residenti negli Atenei medesimi;

X. che Regione e Atenei concordano sulla necessità di farsi promotori, a livello inter-nazionale, di politiche di attrazione di persone ad alta qualificazione e ad alto po-tenziale di qualificazione, in linea con quanto avviene nei paesi più avanzati, e cheè comune interesse favorire la capacità di attrazione di capitali, investimenti e di in-terscambio di giovani talenti;

XI. che una circolazione di alte professionalità rafforza il potenziamento della realtàpiemontese nei livelli di rete maggiormente attivi e qualificati sulla frontiera dell’in-novazione;

XII. che, per le motivazioni sopra indicate, Regione e Atenei ritengono di regolare ambitie forme di collaborazione mediante la presente intesa programmatica

TRA

la Regione Piemonte, nella persona della Presidente Mercedes Bresso, domiciliata per lacarica in Torino, piazza Castello 165;

l’Università degli Studi di Torino, nella persona del Rettore Ezio Pelizzetti, domiciliato perla carica in Torino, via Verdi 8;

il Politecnico di Torino, nella persona del Rettore Francesco Profumo, domiciliato per lacarica in Torino, c.so Duca degli Abruzzi 24;

l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “A. Avogadro”, nella persona del RettorePaolo Garbarino, domiciliato per la carica in Vercelli, via Duomo 6;

l’Università di Scienze Gastronomiche, nella persona del Rettore Alberto Capatti, domi-ciliato per la carica in Frazione Pollenzo - Bra (CN), piazza Vittorio Emanuele 9

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SI CONVIENE QUANTO SEGUE

Art. 1 PREMESSE E ALLEGATO1. Le premesse e l’allegato sono parte integrante della presente intesa program-

matica.

Art. 2 FINALITÀ 1. Regione Piemonte e Atenei con la presente intesa costituiscono il sistema universi-

tario piemontese che, a partire dall’importante patrimonio storico, culturale e scien-tifico accumulato, opererà in modo coordinato per lo sviluppo del Piemonte,attraverso la valorizzazione delle competenze presenti negli Atenei e sul territorio, laqualificazione dell’offerta formativa, la promozione delle attività di ricerca e di inno-vazione, il rafforzamento dei servizi al territorio, con attenzione anche alle aree a ri-schio di abbandono, e l’incremento dei processi di internazionalizzazione.

2. La collaborazione tra Regione e Atenei sarà indirizzata allo sviluppo di azioni di si-stema e di azioni specifiche delle singole università e gli interventi saranno definitiattraverso una programmazione pluriennale articolata secondo progetti attuativi.

3. Regione e Atenei, nel pieno rispetto delle proprie autonomie, collaborano al perse-guimento delle finalità, di cui ai commi precedenti, promuovendo opportunità di coo-perazione con altre realtà regionali e universitarie e coordinando, anche con gli altrisoggetti che a vario titolo sostengono lo sviluppo del Piemonte, gli interventi nei set-tori indicati al successivo art. 4.

4. La Regione si impegna a coinvolgere per il conseguimento delle finalità di cui alla pre-sente intesa le proprie strutture competenti per materia.

Art. 3 GOVERNO DEL SISTEMA E STRUTTURE DI SUPPORTO1. Il Comitato Regionale di Coordinamento, di seguito denominato Comitato, istituito ai

sensi del D.P.R. n. 25 del 27/1/1998, è l’organo di governo del sistema universitariopiemontese, ove sono valutate le proposte attuative della presente intesa e sono as-sunte le relative determinazioni.

2. Per l’espletamento dei suoi compiti, il Comitato individua gli strumenti di consulta-zione, di raccordo, di informazione e di valutazione più idonei e istituisce commis-sioni tematiche e/o istruttorie, per l’esame di problemi e di progetti di particolarerilevanza strategica, forma gruppi di lavoro specifici, allargati anche ai rappresentantidell’Ente per il Diritto allo Studio Universitario del Piemonte, di seguito denominatoEDISU, dell’Osservatorio Regionale per l’Università e per il Diritto allo studio univer-sitario, di seguito denominato Osservatorio, e ai rappresentanti di quei soggetti pub-blici e privati che, a vario titolo, risultano coinvolti o si ritenga utile coinvolgere neiprogrammi, di cui alla presente intesa.

3. Costituisce strumento di supporto alle determinazioni del Comitato in materia di di-ritto allo studio l’EDISU, che, fin dalla sua costituzione con Legge Regionale 16/92,opera per l’intero sistema universitario del Piemonte.

4. l Comitato, ai sensi dell’art. 4 della Legge Regionale 29/99, si avvale dell’Osservato-

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rio, per l’acquisizione, l’elaborazione e il monitoraggio dei dati necessari e per la pre-disposizione di studi, indagini e ricerche, che si rendessero utili all’attivazione delle ini-ziative di cui alla presente intesa.

Art. 4 SETTORI DI INTERVENTO1. Per il conseguimento delle finalità di cui all’art. 2, sono individuati prioritariamente i

seguenti settori di intervento, descritti, per linee generali e indicative, nell’Allegatoalla presente intesa: A. offerta formativa;B. ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione;C. diritto allo studio universitario;D. interventi strutturali e infrastrutturali;E. internazionalizzazione;F. conservazione e valorizzazione del patrimonio bibliografico, archivistico e docu-

mentario degli Atenei; G. conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e scientifico-tec-

nologico degli Atenei;H. ambiente e salute;I. comunicazione, informazione e editoria;J. attività sportive.

2. Il Comitato valuterà l’opportunità di inserire nella propria programmazione anche ini-ziative non comprese nei settori prioritari di intervento individuati al comma 1, in ra-gione dell’interesse che le stesse possono rappresentare per il perseguimento dellefinalità di cui alla presente intesa.

Art. 5 STRUMENTI ATTUATIVI 1. Per la messa a punto dei progetti e dei programmi operativi, attuativi delle linee di in-

dirizzo di cui alla presente intesa, il Comitato, secondo quanto previsto dall’art. 3, pro-cede alla costituzione di commissioni e di gruppi di lavoro.

2. Alla luce delle determinazioni assunte dal Comitato in merito ai progetti e ai pro-grammi elaborati ai sensi della presente intesa, la Regione e gli Atenei, verificate le di-sponibilità di bilancio, stipulano apposite convenzioni attuative delle iniziativeconcordate.

3. La Regione farà fronte agli impegni da assumere con le forme e le modalità previstedalla legislazione vigente nei settori competenti per materia.

4. La Giunta Regionale, per normare gli interventi che non dovessero trovare riferimentoe copertura nella legislazione vigente, è disponibile a predisporre, con la collabora-zione degli Atenei, apposito disegno di legge.

5. Regione e Atenei opereranno per far sì che il sistema universitario piemontese valo-rizzi i finanziamenti delle Fondazioni operanti sul territorio.

Art. 6 DURATALa presente intesa ha durata fino al 31.12.2010 e può essere rinnovata.

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Torino, lìLetto, confermato e sottoscritto

LA PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTEprof.ssa Mercedes Bresso

IL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINOprof. Ezio Pelizzetti

IL RETTORE DEL POLITECNICO DI TORINOprof. Francesco Profumo

IL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL PIEMONTE ORIENTALEprof. Paolo Garbarino

IL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHEprof. Alberto Capatti

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ALLEGATOSETTORI DI INTERVENTO

A. Offerta formativa1. L’attivazione di forme di coordinamento tra il sistema universitario e il sistema sco-

lastico del Piemonte e l’interazione tra gli Atenei sui percorsi di studio consentono, purnel pieno rispetto della loro autonomia, l’attuazione di azioni sinergiche, proficue perl’armonizzazione dell’intero sistema universitario, soprattutto in riferimento alle spe-cificità territoriali e alla costituzione di poli su cui far convergere risorse finanziarie elogistiche e, sul fronte delle lauree professionalizzanti e dei master, mediante un ef-ficace utilizzo delle risorse locali, nazionali e comunitarie.

2. Al fine di arricchire l’offerta formativa, anche con riferimento alla formazione conti-nua, e di accrescere le capacità di attrazione del sistema universitario nel suo com-plesso, particolare attenzione sarà posta alla valorizzazione delle strutture specialidegli Atenei e all’attivazione di progetti interateneo, come ad esempio la Scuola diGoverno e dei Sistemi complessi per la formazione delle nuove classi dirigenti.

B. Ricerca, trasferimento tecnologico, innovazione e servizi al territorio1. Regione e Atenei, in attuazione della Legge Regionale 30 gennaio 2006, n. 4 recante

“Sistema regionale per la ricerca e l’innovazione”, opereranno al fine di contribuire allapromozione della crescita e della diffusione della ricerca, alla creazione e al poten-ziamento di reti di elevata competenza, favorendo la valorizzazione delle conoscenze,accademiche e non, presenti sul territorio, con l’obiettivo di rafforzare il collegamentotra mondo della ricerca e mondo produttivo.

2. Si opererà tra l’altro alla realizzazione di infrastrutture integrate, a disposizione del-l’intera comunità scientifica, per un accesso condiviso alle tecnologie più avanzatenello svolgimento dei progetti di ricerca di base, applicata e industriale.

3. Il trasferimento della conoscenza e dei risultati della ricerca dall’accademia all’indu-stria costituisce un obiettivo strategico per la Regione e un’importante risorsa damettere a sistema, affinché tali risultati siano fruibili dal territorio.

4. Testimonianza di quanto affermato al punto 3, oltre ad esperienze diverse di incuba-zione di imprese realizzate sul territorio piemontese, è il recente finanziamento chegli Atenei hanno ottenuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca per il progettoTTP-Trasferimento Tecnologico Piemonte, che vede tra i partner esterni anche la Re-gione e che ha l’obiettivo di realizzare un rapporto sinergico in tema di trasferimentotecnologico tra università e aziende, per la gestione e la valorizzazione della proprietàintellettuale.

5. La Regione, alla luce di quanto sopra richiamato, intende:favorire la nascita di partnership di lungo periodo tra Atenei e tessuto industriale, fi-nalizzate all’innovazione del sistema socio-economico, che possano generare ritornida investire nell’attività di ricerca degli Atenei, creando un circolo virtuoso tra mondoaccademico, mondo industriale e territorio;

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• favorire lo sviluppo, la razionalizzazione e la messa a fattor comune delle inizia-tive oggi presenti sul territorio in tema di trasferimento tecnologico, con l’obiet-tivo di migliorare l’interfacciamento degli Atenei con le realtà industrialipiemontesi e in particolare con le Piccole e Medie Imprese;

• promuovere la formazione in materia di cultura dell’imprenditorialità, sosteneree contribuire alla valorizzazione dell’imprenditoria nascente, favorendo le inte-razioni tra Atenei e aziende dagli stessi ospitate e la realizzazione di attività con-giunte su temi di reciproco interesse.

6. Regione e Atenei intendono, in particolare, cooperare per:• lo sviluppo di idonee iniziative di accompagnamento e supporto alle imprese in-

teressate nel percorso di applicazione dell’innovazione, come le attività di scou-ting tecnologico e di check up aziendale;

• l’incremento degli stage come strumenti di formazione sul campo e di orienta-mento al lavoro, la correlazione dei tirocini con i percorsi di carriera formativa e

• la connessione sempre più stretta tra mondo accademico e mondo della produ-zione e dei servizi;promuovere azioni di proficua interazione anche con le attività svolte dalle isti-tuzioni che operano nell’ambito del Progetto regionale di Villa Gualino.

C. Diritto allo studio universitario1. Le determinazioni che saranno assunte nell’ambito della presente intesa terranno

sempre conto, anche sulla base dei dati elaborati dall’Osservatorio, delle ricadutedegli interventi nei settori d’azione del diritto allo studio, al fine di consentire uno svi-luppo del sistema universitario armonico e coordinato.

2. In tale direzione Regione, Atenei ed EDISU individueranno obiettivi, linee d’interventoe progetti che armonizzino le esigenze del sistema.

3. Fatti salvi i livelli essenziali da garantire ai sensi di legge agli studenti aventi diritto,per reddito e merito, saranno implementati o attivati a Torino, Vercelli, Novara, Ales-sandria e in alcune sedi decentrate degli Atenei quegli interventi che favoriscono lamessa a disposizione di servizi a supporto della generalità degli studenti, e delle ini-ziative che promuovono l’internazionalizzazione, come le strutture di ospitalità, diaccoglienza e di informazione.

4. In attuazione di quanto indicato al punto 3, si individuano come prioritari i seguentiinterventi:• presa in carico da parte della Regione delle quote di residenzialità libera presso i

Villaggi olimpici di Italgas e di Spina 2 a Torino e di Villa Claretta a Grugliasco, dadestinare alle necessità degli Atenei per l’accoglienza di partecipanti a progetti diinterscambio didattico e scientifico;

• messa a disposizione degli Atenei per l’accoglienza di partecipanti a progetti diinterscambio didattico e scientifico delle nuove residenze dell’EDISU, site nel-l’isolato di San Liborio a Torino e in via Quintino Sella a Vercelli;

• realizzazione di residenze universitarie ad Alessandria e Novara e in quelle sedidecentrate degli Atenei che richiamano numeri apprezzabili e costanti di studenti

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fuori sede e svolgono attività continuative di interscambio didattico e scientifico;• allestimento di servizi di ristorazione a Torino, Novara, Vercelli ed Alessandria.

D. Interventi strutturali e infrastrutturali1. Lo sviluppo e la qualificazione delle sedi, delle strutture e delle infrastrutture univer-

sitarie costituiscono elemento fondamentale di supporto al perseguimento degliobiettivi indicati negli articoli precedenti e dovranno pertanto essere individuati gliinterventi necessari a rendere il sistema universitario piemontese competitivo anchesotto l’aspetto funzionale, ricercando le sinergie finanziarie capaci di raggiungere ri-sultati efficaci e non dispersivi.

2. Nella direzione indicata al punto 1, Regione e Atenei individueranno per il quinquen-nio 2006/2010 gli interventi di prioritario interesse, ai fini del cofinanziamento re-gionale ai sensi della Legge Regionale 29/99.

E. Internazionalizzazione1. Al fine di favorire e sostenere l’internazionalizzazione dell’intero sistema universita-

rio piemontese, si opererà per individuare ambiti di intervento nei settori dell’offertaformativa e della ricerca, che possano attrarre studenti e sviluppare forme di inter-scambio di docenti e ricercatori, a partire dalle iniziative già avviate con i Paesi del-l’Unione Europea ed extra UE, dell’America latina, dell’India, della Cina e dei Paesi delMediterraneo.

2. A supporto delle finalità di cui al comma 1, costituisce elemento di rilevante impor-tanza, insieme con il monitoraggio dei dati da parte dell’Osservatorio, il potenzia-mento degli interventi per il diritto allo studio, con particolare attenzione ai progettiper la creazione di nuove strutture di ospitalità, di servizi sportivi, ricreativi e di co-municazione.

3. Per favorire lo sviluppo e la competitività del sistema universitario piemontese, sa-ranno anche ricercate le forme più idonee di collaborazione e di collegamento con lacostituenda Società piemontese per l’internazionalizzazione.

F. Conservazione e valorizzazione del patrimonio bibliografico, archivistico e docu-mentario degli Atenei

1. La conservazione e la valorizzazione delle raccolte bibliografiche e archivistiche e delpatrimonio documentario, condotte in modo coordinato fra tutti gli Atenei, in accordocon la Regione e con la rete delle biblioteche e degli archivi piemontesi, rappresentaun obiettivo strategico, funzionale tanto alla qualificazione dell’offerta formativa edella ricerca quanto allo scambio di competenze e di servizi con il contesto locale eregionale, come indicato anche a livello europeo nella Recommendation on the Go-vernance and Management of University Heritage, approvata dal Comitato dei Mini-stri del Consiglio d’Europa nella seduta del 7 dicembre 2005.

2. Tra gli obiettivi di collaborazione si individuano i seguenti:• garantire i requisiti indispensabili per la tutela delle raccolte bibliografiche e ar-

chivistiche e dunque una loro corretta e aggiornata descrizione inventariale e

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adeguate condizioni di conservazione, da attuare secondo quanto previsto dalCodice per i Beni Culturali e il Paesaggio;

• perseguire l’interattività fra le anagrafi universitarie, le anagrafi comunali e labanca dati degli utenti delle biblioteche, sperimentando l’avvio di servizi innova-tivi di e-government;

• stabilire un regime di reciprocità per gli utenti delle biblioteche universitarie e pergli utenti della rete del Servizio Bibliotecario Piemontese, in relazione alle modalitàdi prestito in sede, di prestito interbibliotecario e dell’accesso alle risorse in rete;

• favorire l’integrazione dei sistemi di gestione delle biblioteche, degli archivi e dellerisorse elettroniche, privilegiando l’adozione di soluzioni open source;

• gestire in modo condiviso i contratti per i periodici e per le risorse elettroniche;• raccogliere in modo sistematico, presso tutti gli Atenei, le tesi e i risultati delle ri-

cerche, promuovendone la conoscenza anche fuori dal mondo accademico;• incrementare le iniziative congiunte di formazione per i bibliotecari e per gli ar-

chivisti; • concorrere alla costituzione della Biblioteca Digitale Piemontese, nel rispetto

degli standard individuati dal Comitato guida della Biblioteca Digitale Italiana e se-condo le direttive dell’Unione Europea, al fine di razionalizzare le risorse e le strut-ture, in una prospettiva di completa accessibilità sia da parte degli operatoriinterni al Sistema Universitario sia da parte dei diversi operatori territoriali;

• collaborare alla promozione di programmi per la realizzazione di interventi edi-lizi, strutturali ed infrastrutturali.

G. Conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e scientifico-tecno-logico degli Atenei

1. Il patrimonio storico-artistico e scientifico-tecnologico degli Atenei costituisce unarisorsa di eccezionale importanza tanto per gli Atenei stessi, consapevoli proprietaridi raccolte ed opere che rappresentano la memoria materiale di prestigiose tradi-zioni didattiche e di ricerca e che in questi ambiti continuano a rivestire una funzioneimportante, quanto per la Regione, attenta osservatrice della testimonianza di unatradizione culturale, che affonda le radici nel suo territorio e che rappresenta un ele-mento costitutivo importante dell’identità regionale.

2. La conservazione e la valorizzazione delle raccolte e delle opere degli Atenei sonoobiettivi essenziali per qualificare l’offerta formativa e l’attività di ricerca, per pro-muovere opportunità di cooperazione con istituti nazionali e internazionali e per dif-fondere la conoscenza dei patrimoni conservati presso la collettività, comeraccomandato anche a livello europeo dal documento citato alla lettera F) punto 1.

3. Particolare rilievo strategico rivestono i progetti, già da tempo avviati dalla Regionecon l’Università degli Studi di Torino, sul tema della conoscenza, della conservazionee della fruizione del patrimonio dei beni culturali dell’Ateneo, che rappresentano unesempio unico in Italia per l’interesse dei modelli di intervento messi in atto e per l’im-portanza delle risorse rese disponibili.Il “modello Piemonte”, per quanto attiene ai musei scientifici dell’Università di Torino

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si basa su tre progetti strategici di grande rilievo - il Museo Regionale di Scienze Na-turali, il Museo dell’Uomo e l’Osservatorio Astronomico - , sviluppati in convenzionetra la Regione e l’Ateneo e a cui la Regione ha destinato nel corso degli anni rilevantirisorse, riconoscendo nelle collezioni universitarie un importante patrimonio, fonda-mentale per la conoscenza della storia della cultura scientifica e tecnologica del Pie-monte e prezioso per le funzioni che può svolgere come strumento non solo di ricercae di insegnamento, ma anche di diffusione della cultura scientifica presso il pubblico. Tale patrimonio, costituito da collezioni accumulate fin dal Settecento, che com-prendono fondi di interesse naturalistico e tecnologico, strettamente legati ai fondi dinatura artistica, archivistica e libraria, costituisce un unicum, che trova riscontro, informe diverse, solo presso alcune capitali europee.Regione e Università di Torino, sulla base degli impegni già assunti in passato, con-vengono sulla necessità di completare nel corso dei prossimi anni le operazioni mi-rate alla conoscenza, alla conservazione, alla schedatura, al riordino, all’allestimentoe alla fruizione delle collezioni universitarie, da attuare secondo le indicazioni previ-ste dal Codice per i Beni Culturali e il Paesaggio.Regione e Università di Torino convengono, in particolare, sulla necessità di creareuna o più strutture gestionali, eventualmente d’intesa con la Città di Torino, che ha giàstipulato con l’Ateneo convenzioni per la gestione dell’Orto Botanico e della colle-zione pomologica “Garnier Valletti” (Museo della Frutta) e con gli altri soggetti inte-ressati, assicurando adeguate risorse finanziarie e umane alle strutture medesime,al fine di costituire un polo museale, integrato con il relativo patrimonio bibliografico,archivistico e documentario.

4. Particolare rilievo strategico riveste il Centro Museo e Documentazione Storica del Po-litecnico di Torino, nato nel 1997, per promuovere la conoscenza, la conservazione ela valorizzazione delle collezioni e dei materiali di interesse storico del Politecnico diTorino, già della Scuola di applicazione per gli Ingegneri e del Regio Museo industrialeitaliano. Regione e Politecnico convengono sulla necessità di completare le operazioni mirateal riordino, all’allestimento e alla valorizzazione delle collezioni del Centro.

H. Ambiente e salute1. Ambiente e salute sono settori fondamentali di intervento, dalla cui centralità con-

segue il benessere della popolazione e la sostenibilità delle politiche di sviluppo delterritorio.

2. Regione e Atenei opereranno al fine di assicurare un incremento della componente diricerca e di innovazione all’interno delle ingenti risorse pubbliche, già oggi destinateal sostegno dei settori dell’ambiente e della salute.

3. Regione e Atenei orienteranno la loro attività all’incremento di ricerche specifiche einterdisciplinari negli ambiti biomedico, ambientale e dell’alimentazione, valorizzandoquelle iniziative che costituiscono significativi momenti di eccellenza.

4. Regione e Atenei opereranno per far sì che le attività, di cui ai precedenti punti 2 e 3,possano promuovere azioni mirate alla localizzazione sul territorio piemontese di ini-

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ziative capaci di costituire un modello innovativo per il trasferimento di conoscenzae di tecnologia tra Atenei e impresa, favorendo anche una nuova imprenditorialità nelsettore della salute e dell’ambiente.

5. Regione e Atenei si adopereranno per inserire i processi di formazione e di ricercascientifica nell’ambito della sperimentazione di un nuovo modello organizzativo che,per la parte clinica, sviluppi poli di eccellenza nel contesto di una rete assistenziale dif-fusa ed efficiente, integrando il tessuto pubblico e quello privato e assicurando unaforte spinta agli insediamenti ad alto contenuto tecnologico.

6. Regione ed Atenei lavoreranno allo sviluppo del coordinamento tra le strutture uni-versitarie e le strutture regionali, comprese quelle afferenti agli Enti strumentali, alfine di ottimizzare il monitoraggio e la salvaguardia dell’ambiente su tutto il territo-rio piemontese, e alla promozione di progetti di formazione e di ricerca, che faccianocrescere la capacità di analisi, riprogettazione e controllo sull’ecosostenibilità nel-l’erogazione dei servizi, adeguando i relativi processi produttivi.

7. Atenei e Regione opereranno per avviare servizi innovativi di e-government in settoriad alto valore aggiunto e che creano efficienza.

I. Comunicazione, informazione e editoria1. L’impegno per la creazione di un progetto unitario di comunicazione, oltre a costi-

tuire un rilevante fattore di razionalizzazione delle risorse, favorisce la possibilità di va-lorizzare il posizionamento e le specificità del sistema universitario piemontese e diraggiungere, a livello regionale, nazionale e internazionale, efficaci risultati in terminidi informazione sulle attività di didattica e di ricerca degli Atenei, sugli interventi peril diritto allo studio e, più in generale, sui fattori di attrattività del sistema.

2. Nella direzione di cui al punto 1, la realizzazione di uno sportello unico regionale fa-vorisce l’offerta agli studenti provenienti dall’estero, da altre regioni italiane o dal Pie-monte stesso di uno sportello virtuale unico di presentazione del sistemauniversitario, di accesso allo stesso, oltre che di informazione, per chi intenda fre-quentare gli Atenei piemontesi o trascorrervi un periodo di studio o di ricerca.

3. Le nuove tecnologie consentono la messa a punto di strumenti innovativi capaci di ac-celerare e migliorare le procedure burocratiche sia per quanto riguarda le pratiche ne-cessarie durante il percorso universitario degli studenti sia quelle connesseall’erogazione dei benefici per il diritto allo studio sia quelle legate alla vita lavorativadei dipendenti degli Atenei.

4. La realizzazione di un progetto comune, insieme con un contenimento dei costi ri-spetto all’obiettivo dato e insieme con una razionalizzazione degli interventi mediantel’uso di procedure unificate, favorisce e accelera la messa a punto di strumenti peruna più efficiente gestione dei servizi. Alcuni di tali strumenti possono essere individuati in: • smart card multifunzioni per gli studenti e per il personale; • tipologie di card per ospiti;• procedure per la condivisione di accessi a database “certificati” relativamente

alle carriere degli studenti;

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• procedure per le fasi di pre-immatricolazione, immatricolazione, iscrizione, re-gistrazione degli esami, uso di registri informatici per le lezioni;

• procedure condivise per analisi statistiche sulla popolazione studentesca, deilaureati e del personale degli Atenei.

5. Molteplici sono i fattori che rendono utile un intervento nel settore dell’editoria in am-bito universitario: la quantità di testi prodotti sia a fini didattici sia a fini di documen-tazione delle attività di ricerca, l’opportunità di garantire un livello di qualità affidabilee il più possibile omogeneo su tutto il territorio piemontese, la veloce obsolescenzadei contenuti didattici e scientifici, la riduzione dei costi dell’apprendimento a caricodegli studenti e nel contempo la possibilità di ostacolare la diffusa pratica delle copieabusive dei libri e, soprattutto, la disponibilità di strumenti tecnologici che permettonodi realizzare documenti elettronici ad ampia circolazione.In questa direzione la creazione di un’agenzia per i servizi di editoria elettronica po-trebbe assolvere ai seguenti compiti: • funzione di supporto ai docenti nella creazione di documenti elettronici e mul-

timediali secondo standard grafici, comunicativi ed editoriali; • cura della catalogazione e della conservazione nel tempo dei documenti e orga-

nizzazione di una banca dati secondo i principi degli Open Archives;• garanzia, rispetto agli autori, dell’integrità dei contenuti, offerta di un sistema di

tutela dei diritti d’autore, incentivazione e sperimentazione di contratti innovativiorientati al superamento dei limiti imposti dall’attuale legislazione in materia(Creative Commons Public Licenses).

Un archivio editoriale così concepito - collegato con l’anagrafe dei docenti, con l’ar-chivio corrente delle università, con l’archivio digitale delle tesi, con il catalogo dellebiblioteche e con la Biblioteca Digitale Piemontese - diventa elemento qualificante diun sistema informativo integrato, in grado sia di proporre informazioni sulla produ-zione editoriale interna sia di favorire l’accesso ai documenti digitali presenti sul mer-cato e acquisiti dalle università, così come ai volumi e ai periodici posseduti dallebiblioteche o ai testi classici delle diverse discipline, oggetto di progetti di digitaliz-zazione delle raccolte storiche.È possibile anche pensare alla realizzazione di un’attività di assistenza e di consu-lenza sul multimediale, così come, a partire dall’archivio elettronico, alla pubblica-zione di CD-Rom multimediali di qualità o di testi a stampa, per una circolazioneanche a carattere commerciale.Una organizzazione di questo tipo permetterebbe anche di ottemperare facilmenteagli obblighi di deposito legale delle pubblicazioni presso le biblioteche pubbliche.Tale deposito legale secondo la legge n. 106/2004 e il suo regolamento attuativo, èin capo ai produttori/editori e dunque, nella fattispecie, agli Atenei e riguardano tuttele tipologie di prodotti e di supporto (dai volumi cartacei ai siti web).Il servizio rivestirebbe una funzione importante anche in relazione all’utenza stu-dentesca, assicurando una distribuzione selettiva delle informazioni, secondo profilidi interesse e soprattutto migliorando la comunicazione studente-docente e incen-tivando il confronto e il dialogo per mezzo degli strumenti telematici.

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6. La Regione e gli Atenei opereranno, nell’ambito dei progetti già in essere, per il com-pletamento su tutto il territorio regionale dell’infrastruttura telematica a larga bandaWI - PIE, al fine di permettere la realizzazione di nuovi servizi di comunità basati su ar-chitetture multimediali e interattive, per la messa a sistema ed estensione a tutti gliAtenei del progetto della TV universitaria e per la costruzione di una specifica agen-zia finalizzata alla produzione ed alla diffusione dell’editoria elettronica universitaria.

J. Attività sportive 1. La formazione sportiva degli studenti e l’offerta di opportunità in tale direzione co-

stituiscono fattori di importante rilievo nello sviluppo di un sistema universitario mo-derno e competitivo, anche a fronte delle sue capacità di attrazione.

2. Regione ed Atenei opereranno al fine di arricchire sia la capacità di offerta formativadel sistema universitario piemontese nel settore sportivo, attraverso la promozionedi attività, il coordinamento organizzativo e la messa a disposizione di impianti, darealizzarsi d’intesa e con la collaborazione della SUISM, del CUS e del Comitato perle Attività sportive dell’Università del Piemonte Orientale sia la capacità di interventoa sostegno di iniziative che vedono gli studenti universitari protagonisti di eventi spor-tivi di rilievo.

3. Nel perseguimento delle finalità di cui ai precedenti punti 1 e 2, saranno individuatianche quei contributi che, nell’ambito delle proprie competenze, l’EDISU può desti-nare al sostegno e alla promozione di iniziative nel settore sportivo.

4. In occasione delle Universiadi che si svolgeranno a Torino nel 2007, Regione e Ateneicollaboreranno affinchè la manifestazione possa, in continuità con le Olimpiadi in-vernali 2006, conseguire il miglior esito possibile tanto per il sistema universitarioquanto per il Piemonte e per Torino.

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REP. N. 12472 DEL 13.06.2007PROTOCOLLO D’INTESA TRA MINISTERO DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA,REGIONE PIEMONTE E ATENEI PIEMONTESI PER LA VALORIZZAZIONE E LOSVILUPPO DEL SISTEMA UNIVERSITARIO E DELLA RICERCA PIEMONTESE

PREMESSO CHE

I. la Strategia di Lisbona, adottata dall’Unione Europea nel 2000, individua nel so-stegno alla ricerca e all’innovazione uno degli assi fondamentali del rilancio del-l’economia europea, perseguendo la transizione, verso un’economia e una societàfondate sulla conoscenza;

II. il Programma Nazionale per la Ricerca 2005-2007 del marzo 2005 individua nellaricerca di base, nell’alta formazione, nel trasferimento al sistema produttivo, nellacompetitività del paese le quattro missioni prioritarie da perseguire, con un impe-gno comune tra Governo, forze politiche e attori del sistema (università, enti pub-blici e privati di ricerca, imprese);

III. il VII programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (VII PQ - 2007 -2013), principale strumento con cui l’Unione Europea finanzia la ricerca degli Statimembri, vede fra le iniziative l’istituzione delle nuove regioni della conoscenza, conla funzione di coordinamento dei vari soggetti coinvolti (università, centri di ricerca,imprese ed enti locali) all’interno di una regione;

IV. il coordinamento tra Regione e Atenei può consentire al sistema universitario pie-montese nel suo complesso un più efficace e meno frammentario reperimento dirisorse nell’ambito del VII Programma Quadro dell’Unione Europea;

V. il Quadro Strategico Nazionale, approvato dalla Conferenza Unificata Stato-Regionie dal CIPE nel dicembre 2006, assegna un ruolo strategico alle azioni coordinate traRegioni e Atenei in materia di ricerca scientifica e di formazione;

VI. il Ministero dell’Università e della Ricerca interviene a sostegno della ricerca scien-tifica (Fondo FIRST), ivi compreso il co-finanziamento alle imprese nazionali che in-vestono in attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo, attraverso laquota destinata al Fondo per le Agevolazioni alla Ricerca (FAR);

VII. il sostegno alla ricerca, all’innovazione ed alla competitività del sistema economicopiemontese costituisce uno dei punti prioritari del programma di legislatura dellaGiunta Regionale del Piemonte che si è posto, tra gli altri, l’obiettivo di incentivareil trasferimento di conoscenze dall’università alle imprese ed ai servizi, di valorizzarele nuove vocazioni scientifiche, tecnologiche e industriali del territorio, attraverso ilsostegno dello sviluppo e della diversificazione dell’economia regionale;

VIII. la presenza nel sistema universitario ed in quello dei Centri di Ricerca pubblici e pri-vati del Piemonte di un esteso patrimonio di competenze tecnologiche e scientifi-che, per alcuni settori attestato su livelli di eccellenza anche internazionale, poneall’Amministrazione Regionale la sfida per diventare soggetto di animazione e sol-lecitatore del partenariato territoriale e di altre amministrazioni pubbliche, alloscopo di portare a sistema le specializzazioni presenti;

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IX. gli Atenei piemontesi hanno l’opportunità di affiancare alla loro missione della di-dattica e della ricerca nuove funzioni in materia di trasferimento tecnologico, di ser-vizi al sistema socio-economico e al territorio, di formazione - anche ricorrente - dicapitale umano di elevata qualità;

X. la Regione Piemonte con la Legge Regionale 29/1999, recante “Interventi per l’Uni-versità ed il Diritto allo studio universitario”, si è dotata dell’Osservatorio Regionaleper l’Università e per il Diritto allo studio universitario, struttura a supporto del Co-mitato Regionale di coordinamento e dell’intero sistema universitario piemontese,con il compito di acquisire informazioni e documentazione, raccogliere ed aggior-nare tempestivamente dati statistici, promuovere studi, ricerche, progetti per lo svi-luppo universitario e dei servizi per il diritto allo studio;

XI. Regione Piemonte e Atenei piemontesi con l’Intesa programmatica, sottoscritta indata 31 luglio 2006, hanno costituito il sistema universitario piemontese che, a par-tire dall’importante patrimonio culturale,scientifico e storico accumulato, intendeoperare in modo coordinato per lo sviluppo del Piemonte, attraverso la valorizza-zione delle competenze presenti, la promozione di attività di ricerca e di innova-zione, il sostegno ai processi di internazionalizzazione, la qualificazione e larazionalizzazione dell’offerta formativa ed il rafforzamento dei servizi;

XII. la citata Intesa programmatica ha individuato il Comitato Regionale di Coordina-mento del Piemonte (istituito ai sensi del D.P.R. n. 25 del 27/1/1998) quale organodi governo del sistema universitario piemontese per le determinazioni necessarieall’attuazione dell’Intesa medesima;

XIII. la Regione Piemonte con la Legge Regionale 4/2006 recante “Sistema regionaleper la ricerca e l’innovazione” si è dotata di un importante strumento legislativo perdare attuazione, in coerenza e sinergia con gli indirizzi della politica nazionale e co-munitaria, ad interventi di valorizzazione del sistema della ricerca, di sostegno alleattività svolte negli Atenei, nelle imprese e nei centri di ricerca pubblici e privati;

XIV. gli Atenei piemontesi, nell’ambito del Piano di sviluppo 2004-06, hanno ottenutovalutazione positiva e co-finanziamento ministeriale per un progetto comune di co-stituzione di un Industrial Liaison Office (ILO – “TTP - Trasferimento TecnologicoPiemonte”), che vede anche la collaborazione diretta della Regione Piemonte;

TRA

il Ministero dell’Università e della Ricercala Regione Piemonte e l’Università degli Studi di Torinoil Politecnico di Torinol’Università degli Studi del Piemonte Orientale “A. Avogadro”l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche

si conviene quanto segue

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ART. 1 (Premesse)1. Le Premesse sono parte integrante del presente Protocollo d’Intesa e ne costitui-

scono supporto in termini di motivazione ed urgenza d’intervento.

Art. 2 (Finalità) Il Ministero dell’Università e della Ricerca, di seguito MiUR, la Regione Piemonte, di se-guito Regione, e l’Università degli Studi di Torino, il Politecnico di Torino, l’Università degliStudi del Piemonte Orientale “A. Avogadro” e l’Università degli Studi di Scienze Gastro-nomiche, di seguito Atenei, si impegnano a collaborare alla definizione e all’attuazionedi un programma di interventi, anche avviando e sostenendo forme di sperimentazioneper una diversa applicazione delle normative, finalizzati al sostegno dell’alta formazione,della ricerca scientifica e dell’internazionalizzazione, alla valorizzazione dei risultati dellaricerca e alla promozione della cooperazione tra Atenei, il sistema della ricerca ed il si-stema industriale e dei servizi.

Art. 3 (Settori di Intervento)1. Per il conseguimento delle finalità di cui all’art. 1 sono individuati prioritariamente i se-

guenti settori di intervento: a. integrazione tra ricerca e sistema della produzione e dei servizi;b. Rete Universitaria Piemontese, modelli di governance, interventi a favore degli

studenti, potenziamento di servizi a supporto della didattica e della ricerca usu-fruibili da studenti e corpo accademico dei diversi atenei, alte scuole e forma-zione permanente;

c. internazionalizzazione degli atenei.

Art. 4 (Integrazione tra ricerca e sistema della produzione)1. Al fine di favorire una maggiore integrazione tra il sistema della ricerca ed il sistema

industriale si opererà secondo le seguenti linee progettuali:a. sviluppo e gestione di strumenti specifici per il sostegno al trasferimento tecno-

logico, quali la creazione e l’incremento di tecnology transfer office, in cui ac-centrare servizi ad elevato valore aggiunto;

b. promozione di iniziative che integrino università, centri di ricerca pubblici e pri-vati, imprese e servizi nei settori di maggiore interesse, quali:• la mobilità intelligente e sostenibile, sia sul fronte dei mezzi di trasporto evolutisia sul fronte delle infrastrutture per la mobilità e la sicurezza;• le tecnologie per la salute, con la realizzazione di una piattaforma integrata Uni-versità/Industria/Aziende sanitarie in ambito clinico e pre-clinico;• l’energia, l’ambiente, l’agroalimentare, la qualità della vita.

Art. 5 (Rete Universitaria Piemontese, modelli di governance, potenziamento di servizi asupporto della didattica e della ricerca usufruibili da studenti e corpo accademico deidiversi atenei, alte scuole e formazione permanente)1. Al fine di sostenere ed incentivare la partecipazione degli atenei alla costruzione di un

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sistema di alta formazione, con caratteri di forte interdisciplinarietà, saranno svilup-pate le seguenti linee di indirizzo:a. sviluppo, anche attraverso linee strategiche di medio/lungo periodo, di modelli

innovativi di governance degli Atenei, compresi i sistemi di valutazione, tesi amassimizzare l’efficacia delle loro azioni nei settori della formazione superiore,della ricerca scientifica e dei servizi;

b. sperimentazione di una omogenea applicazione delle norme sulle contribuzionidegli studenti, tenendo conto del contesto sociale e territoriale, e valutazionedella loro incidenza sul FFO, al netto di servizi reali aggiuntivi assicurati dagli ate-nei agli studenti;

c. sperimentazione di una diversa applicazione delle norme sull’utilizzo del patri-monio di uso esclusivo e perpetuo degli Atenei, ai fini dello sviluppo di politicheattive in materia di trasformazione delle sedi universitarie o di realizzazione dinuove sedi;

d. promozione della definizione di forme di gestione e di utilizzo della fiscalità re-gionale, che consentano di destinarne quote parte in termini di finanziamentoad iniziative e progetti finalizzati alla valorizzazione del capitale umano formatodagli Atenei, attivando così un circuito virtuoso che porti a considerare le spesesostenute dagli atenei come investimento per la competitività e l’innovazione;

e. sperimentazioni avanzate per favorire l’accesso ai prestiti da parte degli studentiuniversitari, al fine di consentire la transizione verso forme di reale diritto allo stu-dio, con particolari riconoscimenti agli studenti capaci e meritevoli;

f. sviluppo della formazione post-laurea, attraverso la creazione di un sistema dialte scuole, che sappiano valorizzare ulteriormente la formazione universitariadi primo e secondo livello in ambiti specifici, mediante la piena utilizzazione delpatrimonio di conoscenze e competenze di cui può avvalersi il sistema regionale;

g. sviluppo di percorsi formativi, in collaborazione con il sistema delle imprese e deiservizi e attraverso crediti certificati per la formazione permanente e ricorrente;

h. sviluppo di Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, a supporto delladidattica tradizionale, per la progettazione e la realizzazione di corsi per la for-mazione permanente e ricorrente fruibili a distanza;

i. costituzione di un sistema bibliotecario integrato, di una biblioteca digitale e diservizi di reference comuni per le Università piemontesi;

l. sviluppo delle reti telematiche, delle infrastrutture di comunicazione integrate edei servizi di connessione a banda larga;

m. strutturazione della Rete Universitaria Piemontese con il potenziamento di nodicentrali e la valorizzazione di nodi periferici, legati alle identità produttive locali,attraverso il potenziamento di campus specialistici - con organizzazione preferi-bilmente interatenei - realizzando un’offerta didattica e di ricerca che li renda at-trattivi sul piano nazionale e internazionale;

n. sviluppo di un sistema informativo integrato che miri alla raccolta, all’elabora-zione, all’analisi e alla diffusione dei dati del sistema universitario piemontese eche attui una messa in comune del rilevante patrimonio informativo oggi dispo-

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nibile, fungendo da base per le decisioni in materia di università, sostegno aglistudenti e ricerca scientifica;

o. sviluppo di processi innovativi per la razionalizzazione delle spese universitarie.

Art. 6 (Internazionalizzazione degli atenei)1. Al fine di intensificare i programmi di internazionalizzazione del sistema universita-

rio piemontese e di favorire la mobilità internazionale degli studenti e dei ricercatorisaranno sviluppate le seguenti linee di intervento: a. attivazione di un programma cross-over (borse-grant-programmi di ricerca bi-

laterali) per la mobilità internazionale di docenti, laureati, dottori di ricerca e stu-denti, in connessione con la rete delle relazioni già sviluppate dagli Atenei e inparticolare con America Latina-Cuba, Cina-India-Vietnam-Pakistan, Est Europa,Paesi dell’Area Mediterranea, Paesi transfrontalieri;

b. promozione di iniziative a sostegno degli studenti degli atenei piemontesi, perfavorire la partecipazione ai programmi di mobilità internazionale;

c. iniziative che sappiano aumentare l’attrazione in Piemonte di studenti stranieri,con la messa in comune di esperienze già attuate o da sviluppare e con il poten-ziamento di appositi servizi, fra cui uffici dedicati all’accoglienza e alla diffusionedi informazioni, lezioni tenute in lingua inglese, corsi di italiano, strutture per la re-sidenzialità e per le comunità studentesche;

d. attivazione di contratti di visiting professor e finanziamento di posizioni di do-centi e ricercatori rivolte a persone con qualificata esperienza internazionale;

e. sviluppo di iniziative che permettano un più facile inserimento del corpo acca-demico straniero e dei nuovi docenti nonché una maggiore coesione tra i docentidegli atenei piemontesi, gli studenti ed i ricercatori in formazione, con l’indivi-duazione di spazi ed appropriate strutture immobiliari, necessarie alla realizza-zione di iniziative di accoglienza e socializzazione (Faculty House/Club).

Art. 7 (Impegni dei soggetti sottoscrittori)1. MiUR, Regione e Atenei si impegnano, secondo le finalità e le linee di indirizzo di cui

ai precedenti articoli 2, 3, 4, 5, 6, ad individuare congiuntamente le specifiche azionidi interesse comune per l’avvio di sperimentazioni nell’ambito normativo e per l’in-dividuazione di specifici progetti d’intervento.

2. Per la definizione delle iniziative di sperimentazione e dei progetti da attivare è istituitauna Commissione composta da otto membri, di cui tre designati dal MiUR, tre dallaRegione e due dal Comitato Regionale di Coordinamento del Piemonte, in rappre-sentanza degli Atenei.

3. Il MiUR, entro trenta giorni dalla sottoscrizione del presente protocollo, nomina conproprio decreto la Commissione di cui al precedente comma 2 e la Commissione,nella prima seduta utile, nomina nel proprio seno il Presidente.

4. Per l’attuazione degli interventi che saranno definiti dalla Commissione ai sensi delprecedente comma 2, nel triennio 2007/09 il MiUR intende stanziare l’importo di €35.000.000,00, la Regione l’importo di € 25.000.000,00 e gli Atenei intendono par-

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tecipare con un co-finanziamento complessivo di € 10.000.000,00.5. MiUR, Regione e Atenei, per la realizzazione degli interventi e dei singoli progetti, prov-

vedono alla stipula di appositi accordi/convenzioni ai quali possono aderire anchealtri soggetti pubblici e privati, la cui partecipazione ed azione sia ritenuta opportunaper la compiuta attuazione delle attività e degli interventi individuati dalla Commis-sione.

6. Entro 6 mesi dalla sottoscrizione del presente protocollo d’intesa il Ministro dell’Uni-versità e della Ricerca e la Presidente della Regione Piemonte si danno reciproca co-municazione della disponibilità sui rispettivi bilanci degli stanziamenti di cui alprecedente comma 4.

7. In caso di mancato stanziamento dei finanziamenti di cui al precedente comma 4, ilpresente protocollo si risolve di diritto; qualora gli stanziamenti fossero di importoinferiore a quelli indicati al medesimo comma 4, la Commissione, in base all’entitàdelle risorse disponibili, individua gli interventi e i progetti cui dare attuazione.

Art. 8 (Durata)1. Il presente Protocollo d’Intesa ha durata triennale a decorrere dalla data di sotto-

scrizione.

Torino, lìLetto, confermato e sottoscrittoIL MINISTRO DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCAFabio Mussi

LA PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTEMercedes Bresso

IL PRO RETTORE VICARIO DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINOSergio Roda

IL RETTORE DEL POLITECNICO DI TORINOFrancesco Profumo

IL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL PIEMONTE ORIENTALEPaolo Garbarino

IL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHEAlberto Capatti

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LE FUNZIONI DEI COMITATI REGIONALI DI COORDINAMENTO

La composizione e le funzioni del Comitato Regionale di Coordinamento sono regolatedal D.P.R. 27 gennaio 1998 n. 25 «Regolamento recante disciplina dei procedimenti re-lativi allo sviluppo ed alla programmazione del sistema universitario, nonché ai comitatiregionali di coordinamento». L’art. 3 del DPR n.25/98, definisce la composizione e le competenze dei Comitati Re-gionali di Coordinamento che: “sono costituiti dai rettori delle università aventi sede nella stessa regione, dal presidentedella giunta regionale o da un suo delegato, nonché da un rappresentante degli studentise nella regione hanno sede fino a due atenei, da due rappresentanti se ivi hanno sedefino a tre atenei e da tre per un numero di atenei nella regione superiore a tre, eletti dallacomponente studentesca dei senati accademici e dei consigli di amministrazione delleuniversità della regione, riunita in seduta comune. I Comitati eleggono nel loro seno il rettore che li presiede ed individuano la sede univer-sitaria ai fini del supporto tecnico e amministrativo. I Comitati, oltre alle funzioni di cui all’art.2, comma 3, lettera c), provvedono al coordi-namento delle iniziative in materia di programmazione degli accessi all’istruzione uni-versitaria, di orientamento, di diritto allo studio, di alta formazione professionale e diformazione continua e ricorrente, di utilizzazione delle strutture universitarie, nonché alcoordinamento con il sistema scolastico, con le istituzioni formative regionali, con leistanze economiche e sociali del territorio”.La programmazione degli interventi a favore dello sviluppo del sistema universitario rap-presenta la principale competenza del Comitato Regionale di Coordinamento. Esso, inparticolare, esprime pareri sull’istituzione, la soppressione o la trasformazione di corsi,facoltà o atenei, l’adeguamento delle risorse delle università, ivi comprese quelle perstrutture e personale universitario, gli accordi di programma tra Ministero, atenei e altrisoggetti pubblici e privati, la partecipazione e il sostegno ad iniziative cofinanziate dal-l’Unione europea o da soggetti terzi. Il Comitato si pronuncia, inoltre, sulla programmazione degli accessi per i corsi di laureaa numero programmato, sulle linee generali per la politiche per il diritto allo studio uni-versitario e sulle iniziative degli Enti regionali per il diritto allo studio.

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Note

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Finito di stampare nel febbraio 2010 a Torino

stampa: GEDA s.a.s

progetto grafico e impaginazione: studio Lulalabò

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