I miti nell'arte

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ISTITUTO TECNICO ECONOMICO “VITALE GIORDANO” - BITONTO Dirigente Scolastico prof. A. FORNELLI Classe I B AFM a.s. 2015-1016

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ISTITUTO TECNICO ECONOMICO “VITALE GIORDANO” - BITONTO

Dirigente Scolastico prof. A. FORNELLI

Classe I B AFMa.s. 2015-1016

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L’idea di questa breve ricerca su alcuni miti nasce da una visita guidata alla Galleria Nazionale della Puglia “G. e R. Devanna” a Bitonto.

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DIANA E LE NINFE SORPRESE DA ATTEONEGabriel de Saint-Aubin (attribuito a)

(Parigi, 1724 - 1780)

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Il giovane Atteone si imbattè casualmente nella grotta in cui Diana faceva il bagno con le sue compagne.

Non appena la dea si accorse della sua presenza, adirata per l’oltraggio subito, lo trasformò in cervo per impedirgli di andare a raccontare ciò che aveva visto. Successivamente, inseguito dai suoi stessi cani, venne sbranato.

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LA FUCINA DI VULCANO Pietro Bardellino

(Napoli, 1728 - 1810)

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Il dio Apollo fece visita a Vulcano nella sua bottega dove il fabbro stava forgiando le armi per Marte. Qui Apollo rivelò a Vulcano che sua moglie Venere, era l’amante di Marte, il dio della guerra.

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BACCANALE DINANZI A UN’ERMA DI DIONISIO

Sébastien Bourdon (attribuito a)(Montpellier, 1616 - Parigi, 1671)

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PUTTI DAVANTI AD UN’ERMA DI DIONISIO

Jacob de Wit(Amsterdam, 1695-1754)

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Dionisio, dio della viticoltura siccome era un dio molto chiassoso veniva chiamato anche Bacco che in greco significa “clamore”.In questi due quadri viene raffigurato un baccanale che era il rito con cui si celebrava il culto di Bacco.In onore di Dionisio venivano organizzate le solenni “feste dionisiache” due volte ogni anno (in autunno, durante la vendemmia, ed in primavera) davanti ad un’erma (pilastrino di sezione quadrangolare sormontato da una testa scolpita a tutto tondo che nell’antica Grecia raffigurava Ermes, il messaggero degli dei, da cui il nome). In queste feste, tra i vari riti, si cantavano canzoni che raccontavano le gesta e le avventure del dio (ditirambo). Dionisio veniva raffigurato in due forme distinte: la prima, la più antica, lo rappresentava in un aspetto maestoso e grave, con barba folta e capelli lunghi; la seconda, lo immortalava da giovane, con fattezze quasi femminili, il volto pensoso ed una corona di edera che circondava i suoi ricci capelli.

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MARTE, VENERE E CUPIDOignoto pittore olandese

(seconda metà del XVII secolo)

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Venere, moglie di Vulcano, tradiva suo marito con Marte nella propria camera nunziale. Febo, il Sole, scoprì l’adulterio e lo rivelò a Vulcano che si vendicò costruendo una rete invisibile da legare attorno al letto disonorato. Così i due amanti, colti in flagrante durante il loro incontro furtivo, vennero intrappolati nella rete. In seguito, per dar risalto alla sua vendetta, Vulcano chiamò tutti gli dei a raccolta per essere testimoni del fatto. Liberò poi i due amanti solo grazie all’intercessione di Nettuno.

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APOLLO SUONA LA LIRAscuola francese

(metà del XVIII secolo)

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In questo quadro viene raffigurato Apollo che è poggiato su un rudere mentre suona la lira che gli fu donata da Ermes.Per la mitologia greca l’inventore della lira fu proprio Ermes, alias Mercurio. Un giorno il dio trovò presso la grotta del monte Cillene una tartaruga. Dopo averla uccisa, prese il carapace e tese al suo interno sette corde di budello di pecora, costruendo così la prima lira. In epoca classica la lira fu associata alle virtù apollinee di moderazione ed equilibrio, in contrapposizione al flauto, legato a Dionisio che era il dio dell’estasi e della celebrazione.

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PAN E SIRINGAGiovanni Battista Spinelli (ambito di)

(attivo dal 1630 al 1660)

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Pan figlio di Ermes, si innamorò di Siringa, ninfa seguace di Diana che per sfuggirgli, scappò nei pressi di una palude vicino alle sponde del fiume Ladone, dove, vedendosi raggiunta, invocò le Naiadi (ninfe delle acque) che la mutarono in canne palustri. Pan, ritrovandosi davanti ad un fascio di canne che, mosse dal vento, mandavano un suono delicato, le usò per costruire uno strumento musicale: la siringa.

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ERCOLE, NARCISO E DEIANIRA ambito fiammingo

(prima metà del XVII secolo)

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Deianira, figlia del re di Callidone, si sposò con Ercole dopo che questi ebbe la meglio sul dio Acheloo (divinità fluviale dell‘ Etolia che aveva la facoltà di assumere qualunque aspetto in quanto figlio di Oceano e Teti). I due dopo il matrimonio lasciano Callidone e giunti alla sponda di un fiume, dovevano attraversarlo. Così Ercole affidò Deianira al centauro Nesso perché la conducesse dalla parte opposta, ma Nesso si innamorò di lei e cercò di rapirla, Ercole scoprì la cosa e lo uccise. Nesso, in fin di vita, cedette un po’ del suo sangue a Deianira e le rivelò che con esso avrebbe potuto preparare un unguento con cui Ercole l’avrebbe amata per sempre. Dopo qualche tempo Ercole si innamorò di Iole, allora Deianira – ricordando le parole di Nesso - gli fece avere una tunica intrisa del sangue che questi gli aveva donato prima di morire. Non appena Ercole indossò la tunica una terribile ferita si diffuse per tutto il suo corpo e in preda all’atroce dolore si diede fuoco sul monte Eta. Deianira, disperata si uccise.

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MERCURIO E ARGOGiovanni Battista Spinelli (ambito di)

(attivo dal 1630 al 1660)

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Per nascondere a Giunone la vera identità di Io, Giove tramutò la fanciulla in giovenca, ma la dea, gelosa della rivale, volle ottenere l’animale in dono. Giove, per fugare ogni sospetto di tradimento con Io, acconsentì alle richieste di Giunone e pose la fanciulla sotto la sorveglianza di Argo. Il pastore aveva cento occhi sparsi per tutta la testa e grazie a questi riusciva a non dormire mai, poiché per riposare ne chiudeva solo due per volta. Tuttavia Giove incaricò suo figlio Mercurio di liberare Io. Questi per avvicinarsi ad Argo si camuffò da pastore, togliendosi l’elmo e le ali, ma tenendo con sé la verga e la siringa con cui cominciò ad intonare una dolce melodia. Argo, affascinato dal suono, invitò il dio a sedersi con sé. Mercurio ricominciò allora a suonare, raccontando al pastore la storia di Pan e Siringa. Così facendo Mercurio riuscì a far chiudere tutti i cento occhi ad Argo. A quel punto Mercurio gli tagliò la testa e liberò Io. Giunone, dispiaciuta per la triste sorte capitata al pastore, prese gli occhi della sua testa e li pose sulle piume del pavone, suo animale sacro.

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DIANA CONTEMPLA ENDIMIONEGirolamo Pompeo Batoni (attribuito a)

(Lucca, 1708 – Roma, 1787)

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Endimione giovane e bellissimo pastore della Caria, giaceva per sempre addormentato per volere di Diana che ogni notte contemplava le sue forme perfette, destinate a non subire l’oltraggio dello scorrere del tempo e della vecchiaia.

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ISTITUTO TECNICO ECONOMICO “VITALE

GIORDANO” - BITONTO

Classe I B AFMProf.ssa Lucrezia Avitto

Prof.ssa Rosangela Magro

A.S. 2015/2016