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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA FACOLTA’ DI INGEGNERIA *** *** *** ANGELO DI CHIO I MATERIALI ARCHITETTONICI DELLA PROGETTAZIONE ABACO DEI MATERIALI ARCHITETTONICI DISAGGREGATI E DELLE INTERAZIONI COMPLESSE BREVI NOTE INTRODUTTIVE ALLA PROGETTAZIONE documento complementare al corso di Architettura Tecnica del corso di laurea in Ingegneria Civile sez.Trasporti

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI REGGIOCALABRIA

FACOLTA’ DI INGEGNERIA

*** *** ***

ANGELO DI CHIO

I MATERIALIARCHITETTONICI

DELLAPROGETTAZIONE

ABACO DEI MATERIALIARCHITETTONICI DISAGGREGATI

E DELLE INTERAZIONI COMPLESSE

BREVI NOTE INTRODUTTIVE ALLAPROGETTAZIONE

documento complementare al corso di ArchitetturaTecnica del corso di laurea in Ingegneria Civile

sez.Trasporti

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI REGGIOCALABRIA

FACOLTA’ DI INGEGNERIA

*** *** ***

ANGELO DI CHIO

I MATERIALIARCHI TETTONI CI

DELLAPROGETTAZI ONE

ABACO DEI MATERIALIARCHITETTONICI DISAGGREGATI

E DELLE INTERAZIONI COMPLESSE

BREVI NOTE INTRODUTTIVE ALLA

PROGETTAZIONE

documento complementare al corso diArchitettura Tecnica del corso di laurea in

Ingegneria Civile sez.Trasporti

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Reggio Calabria - Mggio 1996 -

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A f f rontare un intervento progettuale, pural l ’ i nterno di un’ attivi tà esclusivamente

didattica e strumentale, signi f i ca disporre dielementi conosci tivi la cui complessi tà crescecon l ’ aumentare delle relazioni tematiche che i lprogetto stesso richiede al l ’ i ndi viduazione diun ” tema” da svolgere.

Queste brevi note accompagnate da piccol ielaborati graf ici hanno lo scopo di individuarequeste “ tematiche” separandole dal l ’ i nteroarchi tettonico proprio per poterne “ leggere” lecaratteristiche peculiari e i l loro singolo apporto.

Va subi to speci f i cato che nessuna del le noteche seguono possiede la pretesa di conf igurarsiquale affermazione dogmatica e imprescindibi le.

I l tentati vo è solo quel lo di aggiungere unostrumento in più nel panorama didattico al f inedi faci l i tare la comprensione dei fenomenicomplessi che, al l ’ i nterno di questo speci f i cocorso di laurea, rischierebbero di rimanere tal ied essere privati del giusto di ri tto di veni recorrettamente adoperati .

Sono note che vanno lette in forma didascalicae che in nessun modo vogl iono o possonoescludere la lettura e lo studio della letteraturaarchitettonica che, in ampio modo ma anche inuna più vasta disseminazione, tratta in manieraesaustiva, per chi riconosca i l proprio bisognodi conoscenza ed approfondimento, i medesimiaspetti del progettare. Ciononostante questebrevi righe potranno essere un indi retto invi to

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al la ricerca degl i esempi costrui ti che formanoi l migl i ore panorama del le archi tettureinternazional i non escludendo al la stessamaniera, quel le più vi cine, e più ri cche dicaratteri storici più genuini nel le nostre ci ttà.

L’ attenzione è dunque rivolta al tema di volta invol ta indicato dal quadro graf ico. Ciò che lostudente è invitato ad osservare con particolareattenzione è i l singolo aspetto compositivo al difuori di qualsiasi ri f erimento di forma o divolume o, ancora, di attributo dimensionale.Ricavarne, insomma, un connotato prima diogni al tra cosa tipologi co riuti l i zzabi l e, perquesto, in al tri e successivi ambi ti di indaginee di progetto.

Ognuna del le descrizi oni f igurate segna unagenerica appartenenza a soluzioni concettual icui far tendere tutte le successive speci f i chesoluzioni di un progetto assimilabi l i al l ’ elementopreso in esame. Dunque, per se stesse, noncostituiscono in alcun modo un modello formalecui adeguarsi: contengono, invece, un esplicitoinvi to al l ’ osservazione oggettiva ed al laestrazione di alcune regole elementari ci rca i lmodo cui potrebbero essere ricondotte alcunesoluzioni archi tettoniche dei singol i “ temi” .Ma passiamo a vedere più da vicino i quadripropost i .

Un primo elenco è stato redatto con particolareriguardo agl i elementi disaggregati , separati ,dal l ’ insieme architettonico e dunque privati delcarattere di complessi tà che inevi tabi lmenteavrebbero - e che verrà esplorato in un secondoquadro - qualora il loro ruolo venisse esaminatoin vi rtù del l ’ apporto del singolo tema versol ’ interezza dell ’ organismo edi l izio.

Questa sempl i f icazione, naturalmente, è dinatura strumentale e ci è uti le per descriverepiù faci lmente l ’ elenco contenuto nella tabel lan°1.

“ ABACO DEI “ M ATERI AL I ”DI SAGGREGATI ” .

E’ questo i l ti tolo del l ’ el enco. I l termine“ materi al i ” è stato uti l i zzato in manieraimpropria in questa prima osservazione proprioper i l fatto che nella discipl ina dell ’ Architetturatecnica il termine “materiali” possiede un precisori ferimento ai material i costruttivi elementari eal la descrizione del le risorse sempl i ci del latecnica costruttiva. Nel nostro caso -ricordiamolo: sono note relative ad unaesplorazione delle tematiche della progettazionearchi tettonica in funzione didascal ica ed

Mar gi ne

Nucl eo

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COMPONENTI AL MARGINE orizzontali basamento vuoto appoggio lineare

appoggio puntiformepieno

coronamento vuoto bidimensionale

tridimensionalepieno

verticali testata cieca

aperta

angolo soluzione unitaria pieno

vuoto

soluzione binaria

COMPONENTI DI NUCLEO componenti periodici

maglia piena con bucature

senza bucature

maglia vuota chiusura orizz.praticabile

chiusura orizz. non praticabile

componenti aperiodici

orizzontali pieni

vuoti

verticali pieni

vuoti

Tabella 1 -

ABACO DEI MATERIALI ARCHITETTONICIDISAGGREGATI

componenti di margine

orizzontali: coronamento

testata

angolo

orizzontali: basamento

componenti di nucleo

comp. aperiodico verticale

componente aperiodico orizzontale

maglia

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esemplif icativa - è, al contrario, l ’ aggettivazione“ elementare” del tema che ci permette diuti l i zzare correttamente i l termine “ materiale”per descrivere e parlare di temi progettuali tuttiinterni al terri tori o del l ’ archi tettura comeelementi sempl ici del la composizionearchi tet toni ca.

Più da vicino i material i archi tettonicidisaggregati elementari sono raggruppati indue grandi classi : a) componenti al margine;b) componenti di nucleo (vedi schemi graf icial le pagine precedenti ).

A - I COMPONENTI AL MARGINE

Sono quelli attraverso i quali l’ organismo edilizioprende relazione con gl i al tri elementicircostanti: ulteriori organismi edil izi o semplicielementi non costrui ti (anche gl i spazi nonedi f icati del la ci ttà costi tuiscono luoghi direlazione f isica e spaziale).

In particolare gl i elementi di margine sonoclassi f icabil i in due ul teriori sottoclassi : quell i

a svi luppo prevalentemente ori zzontale(basamento e coronamento) e quell i a svi luppoe local izzazione verticale (testata ed angolo).

•I component i or izzontal i

Senza di lungarci in ovvie descrizi oni ci rca ladef inizi one di basamento e di coronamentopossiamo brevemente af fermare che i l lororuolo è quel lo di sottol ineare le relazioni chel’ edificio stabilisce rispettivamente con il terrenoe le caratteristiche del luogo, costi tuendo laparte basamentale, e con i l cielo oltre che conlo svi luppo in altezza delle volumetrie adiacenti,costi tuendo la parte sommitale e conclusivadell ’ edif icio.

- I l Basamento:

La classi f icazione ne indica la possibi l i tà dipresentarsi come “ pieno” (fig. 1) - ossia quandochiusure vertical i prive di aperture, necostituiscono la parte preponderante - o ancoracome “ vuoto” (fig. 2) - dove saranno gl i spaziprivi di chiusure verticali a costituire la porzionepiù evidente lasciando in vista l a struttura

1 - Basamento pieno

2 - Basamento vuoto: a) ad appoggio lineare; b) ad appoggio puntiforme

3 - Palazzo Thiene (1542)Vicenza - A. Palladio

5 - Villa Savoie - Poissy (1929) Le Corbusier4 - Eretteo, portico nord, crepidoma,Atene (420 ca.a.C.)

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portante (naturalmente a scheletroi ndipendente).

E’ un tema che rimanda ad esempi altrettantonoti del la storia delle architetture dell ’ uomo: i lcrepidoma del tempio greco (fig.4), per citare i lpiù aul ico e signif icativo basamento; così comel ’ intero piano terra degl i edi f ici rinascimental i(caratterizzati dal rivestimento in muraturabugnata o comunque di evidente manifestazionetettonica (f ig.3)); la parte interamente in pietrasu cui erigere l ’ edif icio in struttura l ignea dellecase presenti nei centri abitati alpini i tal iani o,inf ine, i l piano pi l otis del l e archi tetturelecorbusieriane del migl iore razional ismoeuropeo, per ci tare un esempio in cui ,alcontrario, è propri o i l “ vuoto” a costi tui rel ’ elemento basamentale in luogo del “ pieno”degli esempi precedenti (f ig.5).

I l comportamento del tema basamentale,insomma, è assimi labi le metaforicamente - maanche f isicamente - al la presenza ed al ruolodel piede umano rispetto l ’ intera anatomia attoa reggerne i l peso, indi rizzarne i movimenti estabil irne i l contatto ed i l legame con i l luogo

del le relazioni social i .

- I l Coronamento:

Allo stesso modo, ma questa volta verso l ’ alto(f i g.6), l ’ edi f icio trova la sua conclusioneattraverso i l “ cornicione” (f ig. 7) che completail quasi sempre esistente piano attico dell’ edificiorinascimentale così come i l più noto e semprecitato tempio greco trova nel “ timpano” (f ig.8)la giusta conclusione del la sua facciatapoggiando a sua vol ta sul la trabeazioneperi metral e.

Ma anche un intero piano, o un numerocongruente di piani , potrà costi tui re i lcoronamento del corpo di fabbrica in vi rtù delruolo che la proporzione della parte ha rispettoal tutto (f ig.9). Mol ti dei grattaciel i nordamericani , dato i l loro considerevole svi luppoin altezza, affidano ad un numero sufficiente dipiani, con mutate destinazioni funzionali o condiverse soluzioni attribuite al le chiusure vertical iin termini di material i , di colore o di semplicef ini tura superf iciale, la loro giusta conclusione(f ig.12).

6 - Centro Servizi Fantoni a Osoppo - Gino Valle (1972-75) 7 - Teatro Carlo Felice - Genova - AldoRossi (1981)

8 - Tempio Dorico - Segesta (V sec.)

9 - Coronamento

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Seguendo le indicazioni ed i suggerimenti del leimmagini proposte sarà faci le comprenderecon suf f iciente faci l i tà le successivespeci f icazioni contenute in tabel la ed inparticolare le soluzioni di “ vuoto” e di “ pieno” .Naturalmente i l vuoto va ri feri to al caso in cuila campata strutturale, che nella maggior partedei casi coincide con la campata minimafunzionale, non presenta elementi ditamponamento (quindi priva di chiusurevertical i ) lasciando appunto vuota la geometriaracchiusa dagl i elementi struttural i verti cal i(pi lastri o setti portanti ) e quel l i orizzontal i(travi e solai). Questa specif icazione, va da sé,vale al la medesima maniera per i l coronamentoquanto per i l basamento.

In tabel la le suci tate sottoclassi assumononomenclature leggermente di f ferenti divenendo“appoggi” (lineare e puntiforme) per il basamentoe geometri co-spaziale (bi dimensionale etridimensionale) per i l coronamento. Ladi f ferenza è stata mantenuta volutamenteproprio per posizionare maggiormentel ’ attenzione sul ruolo statico e di sostegno cheovviamente risul ta megl io attribuibi le al pianobasamentale del l ’ edi f icio di quanto non lo siaper la sua conclusione verso l ’ alto (fig.13).

13 - ComplessoResidenziale alGallaratese - CarloAymonino (1967)

12 - AT & T Building - NewYork City - PhilipJohnson (1981 esegg)

•I component i ver t i cal i :

Muta la posizione ma muta sostanzialmente i lruolo archi tettonico dei successivi duesottocomponenti: “ la testata” e “ l ’ angolo” .

- La testata:

I l primo dei due soggetti della nostra attenzionetrova col locazione agl i estremi planimetrici diquei corpi di fabbrica che presentano unosvi luppo spiccatamente l ineare: questa èrintracciabi l e sia che si tratti di un edi f icioorgani co, che ha trovato nel la prevalenza diuna dimensione planimetrica sul l ’ al tra uno deisuoi dati determinanti , sia che si tratti , alcontrario, di un insieme di unità tipologiche adaggregazione seriale che abbiano raggiuntouna sensibi le mol tipl icazione sommatoriadel l ’ elemento minimo (per es. una lunga seriedi case a schiera).Per un edi f icio a pianta organica ma con lecaratteristi che geometriche del lo svi luppol ineare, come sopra accennato, l ’ elementoconclusivo di testata assume a tutti gl i effetti ladignità di “ facciata corta” portando con sé tuttele necessi tà composi tive ed espressive che taleelemento di per sé avrebbe indipendentementedal fatto di appartenere o meno ad un edif icio

10 - Testata “aperta”

11 - Testata “cieca”

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a svi luppo l i neare. Si impone, dunque, unasoluzione progettuale di valore composi tivopari al la facciata principale. Come tematicatrainata questa soluzione porterebbe con séun’evidente relazione immediata nella soluzioned’ angolo quale elemento di congiunzione e nondi separazione tra le due facciate (f ig. 14, 15).

Di contro quando la testata è elementoconclusivo di una serie, teoricamente i l l imitata,vi conferisce i l segno dell ’ avvenuta conclusionemostrandosi quale elemento di sezionamentodel la sommatoria ed assumendo quasi semprel’ aspetto di “ sezione” costruttiva vera e propria(fig. 16).In questo caso una ricerca di coerenzacomposi tiva, portata al le più estremeconseguenze, i ndi cherebbe in maniera chiarache l ’ elemento di testata non si possa più porrecome facciata corta ma divenga unarappresentazione del la sezione del corpo dif abbri ca.

E’ proprio l ’ assunzione di serie teoricamentei l l imi tata che impl ica, come naturaleconseguenza, questa af fermazione. Chiarendoulteriormente quanto sopra ciò vuol di re che latestata non presenterà né bucature né aperturedi sorta se non come manifestazione di eventuali

ambienti funzional i di servizio interni al corpodi fabbrica.

Paradossalmente è come se potessimo, i n unaseconda fase, riprendere la costruzionedel l ’ edi f ici o interrotto sommando ul teriorielementi tipologici seriali e per far questo occorreche la “ facciata” sia rigorosamente cieca.Naturalmente in questa sede ci piacesottol inerare la “ giustezza” di questa richiestadi coerenza e non la reale possibi l i tà di fareal tr i ment i .

Anche qui le conseguenze sul le soluzionid’ angolo vanno di pari passo suggerendo, questavol ta, una soluzione di separazione e non dicongiunzione tra le due facciate radicalmente egerarchicamente diverse.

Seguendo le sottoclassi del la tabel la 1 siscopri rà, ma ormai pi ù nel terreno del l ’ ovvioche della rif lessione, che le due sotto indicazioniproposte indicano una possibi l i tà “ aperta”(f ig.10) e una possibi l i tà “ cieca” (f ig.11). Leimmagini contenute in queste pagine, da sole,of f rono un supporto suf f ici entementeespl i cati vo.

16 - Case duplex - Milano - Figini ePollini (1951)

15 - Sede Enpas - Bologna - SaverioMuratori (1952-57)

14 - Nuovo Ospedale di reggio Calabria(1909-1931) - foto d’epoca

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- L’angolo:

Per quanto riguarda “ l ’ angolo” è faci le attendersiuna descrizione che in qualche modoappartenga a connotati opposti a quel l i pocosopra esempli f icati per la testata. Infatti i l suoapparire sul campo degli elementi disaggregati,quale tema primario e non di risul ta, è datodall ’ assenza, nel corpo di fabbrica, del prevaleredi una dimensione sul l ’ al tra e ciò,evidentemente, perché non siamo né in presenzadi organismi serial i (come per tipologie edil izieaggregate su di un solo asse di svi luppo) né diorganismi l ineari . I l ruolo archi tettonico del ledue facciate risul ta poco o nul la dif ferenziato:è i l caso di edifici di considerevole dimensioneo semplici unità abitative a svi luppo pluriassiale(isolati urbani interamente edi f icati , edi f icipubbl i ci o comunque emergenti , caseuni fami l iari , ecc.).

In questi casi non verrà a determinarsi i l temaarchitettonico della testata ma quello altrettantoimportante ed esplorato del la “ soluzioned’ angolo” .

Anche qui , seguendo i suggerimenti del latabella, potranno verif icarsi “ soluzioni unitarie”al lorquando i l tema verrà svol to in eguale

maniera sui due f ronti contigui (f ig.22), o“ soluzioni binarie” qualora questo non avvenga(f igg. 21 e 23). L ’ osservazione dei disegni diri ferimento (f igg.17 e 18), oltreché delle f iguredi queste pagine, sarà, anche adesso, uti l e aduna maggiore comprensione di quanto detto edi quanto successivamente specif icato (“ pieno”e “ vuoto” ) la cui interpretazione, risul teràul teriormente evidente.

Con quest’ ul tima descrizi one didascal ica sichiude l ’ insieme dei componenti al margine.

B - I COMPONENTI AL NUCLEO

La seconda grande classe descritta in aperturariguarda i componenti “ al nucleo” .

Sono quelli che descrivono per esteso la partiturae lo svi luppo globale del manufattoarchi tettonico oggetto del le nostre attenzioniproget tual i .

Sono quel l i che svi luppano per esteso i l tematipologico al la scala edi l izia come al l a scalai nsediati va.Sono quel l i , inf ine, che descrivono megl i o, a

17 - Angolo - soluzione unitaria - pieno

19 - Ospedale degli Innocenti, chiostro interno -Firenze - F.Brunelleschi (1419)

20 - Municipio di Fontanafredda - Gino Valle(1973-81)

18 - Angolo - soluzione unitaria - vuoto - appoggio lineare

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seconda dei casi , le caratteristiche general idel l ’ edi f icio: quel le funzional i , quel le formal i ,quel le dimensional i , quel le, insomma, dal lequal i si trarrà i l maggior numero di datiattraverso i qual i i l progetto assume digni tàarchi tet toni ca.A loro vol ta trovano speci f icazione in duesottoclassi principal i : quel la dei “ componentiperiodici” e quella dei componenti “ aperiodici”sottintendendo faci lmente i l l oro apparteneread una presenza ripeti ti va, quel l a cioè chesvi luppa i l paradigma composi tivo scel to, o aduna puntuale, esclusiva, unica.

I component i per iodici :

Possono essere ul teriormente scissi in duevarianti: la “ maglia” piena e la “ maglia vuota” .Data la sempl ici tà del tema possiamo ridurrequesta descrizione a poco più che una didascaliaricordando che intendiamo per magl ia quel ladef inizione leggibi le di una campata strutturaleminima racchiusa tra due piedri tti e dueori zzontamenti e che assai spesso coincideanche con una campata minima funzionale (unsolo ambiente funzionale o un modulofunzionale come risultato si somma di funzioniminime e come tale ripetibi le): l a potremoritrovare munita di aperture (f inestre o altro) o

potrà esserne priva (fig.24). La maglia strutturalevuota potrà esistere in presenza di piano dicalpesti o (verande, spazi aperti racchiusi trapareti perimetral i , ecc.) o in assenza di questo(grigl ia strutturale a vista anteposta al la facciata,portici aerei a più altezze, ecc.) (f ig.25).

La storia del l ’ archi tettura moderna of f renumerosissimi esempi didascal ici di questicomponenti in quanto hanno rappresentato lachiave di vol ta del la ri fondazione razional istaattraverso i l palese trattamento del telaiorazional ista. Rappresenta i l pi ù ferti le terrenodel l ’ archi tettura dove misurare la capaci tà diporre rigore progettuale, chiarezza formale,descri zione funzionale assolutamente priva dielementi accessori del tutto inuti l i in periodo diriqual i f icazione del fare archi tettonico.

Basti rivolgere lo sguardo ai pi ù stereoti piesempi del razional ismo europeo, da LeCorbusier (Uni tà d’ Abi tazione, Palazzo deicongressi di Strasburgo, i l convento de laTourette a Eveux, ecc.) a W. Gropius ad A. Loose a G. Terragni, per citare alcuni dei “maestri” ,f ino ai contemporanei I . Gardella, A. Rossi, F.Purini , G. Grassi , A. Isozaki , O.M.Ungers perripercorrere la ricerca del rigore formale comepadre del le vari azioni più raf f inate per

23 - Angolo - soluzione binaria

22 - Angolo - soluzione unitaria - vuoto - appoggio puntiforme21 - Sede della BancaCommerciale Italiana - N.Y. -Gino Valle (1981-85)

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24 - Componenti di nucleo. Maglia piena : con bucature o senza

25 - Componenti di nucleo - Maglia vuota: praticabile, non praticabile

26 - Casa della GIL Roma -Luigi Moretti (1933-36)foto d’epoca

27 - Residenze IACP a MestreFabbri,Sordina (1978-83)

30 - Centro Direzionale Fontivegge (PG) - Aldo Rossi (1982)

31 - Case per appartamenti duplex a Milano - Fogini e Pollini(1951)

29 - Casa delFascio -Como -G.Terragni(1932)

28 - Progetto diCasa delloStudente aReggio Cal. -Franco Purini

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constatare la continua presenza del la ricercaprogettuale sui temi di base.

I component i aper iodici :

Lo stesso termine suggerisce la possibi l i tà dirintracciarli laddove l’ edificio richiede o possiededegli elementi di accentuazione formale (i l piùdel le vol te come conseguenza di quel lafunzionale o tipologica): saranno or izzontal i(figg. 33,34,35) o verticali (figg.36, 37) a secondache si manifestino come piani di diversificazionefunzionale (un piano uf f ici al l ’ i nterno di unosvi luppo verticale di piani per abi tazioni , oviceversa, un piano di distribuzione orizzontaleper uni tà abi tative a bal l atoio, un piano conspiccata special izzazione funzionale, come saleper conferenze o ambienti special istici ,al l ’ i nterno del medesimo tema funzionale:scuole, ospedali o alberghi, ecc.) o come elementiche verti calmente attraversino l ’ intera al tezzadel nucleo del corpo di fabbri ca (elementi dicomunicazione verticale, canalizzazioni tecnichedi grande portata, torri ascensore, ecc.). Anchequesti componenti potranno presentarsi comeun “ pieno” o come un ‘vuoto” a seconda che,ovviamente, presentino chiusure vertical i omeno.

Le citazioni sopra suggerite valgono al lo stessomodo ma ancora innumerevol i al tri esempipotrebbero a ragione trovare posto tra questerighe: da R.Meier a M. Graves; da H.Hollein aL.Krier; da R.Venturi a Calatrava, ecc.

Un elemento verticale di grande svi luppo inal tezza costi tuisce i l luogo del la composizionein cui si concentrano del le scansioni forti : unpò come in una frase musicale il basso scandiscelo scorrere del ri tmo e della melodia per battutecostanti fornendo al temo stesso la dominantetonale, al lo stesso modo un corpo scaleall ’ interno di una successione di case in l inea oa bal latoi o costi tuisce la scansione modularedel susseguirsi degli elementi tipologici offrendo,nel contempo, la possibi l i tà di diversi f icareulteriormente la gerarchia con elementi vertical imaggiori (scale per tutti i piani) o minori (scaleche interessino un numero l imitato di elevazioni:v. J.Sti rl ing: Runcorn New Town - residenze).Le f igure dal la n° 33 al la n°41 descrivonosuf f icientemente quanto sopra espresso informa sintetica.

*** *** ***

Ricomponendo insieme tutti gl i elementi f in qui

34 - Component aperiodici orizzontali: pieni

35 - Componenti aperiodici orizzontali: vuoti

33 - Edificio IACP a Udine - Gino Valle (1976-79)

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36 - Componenti aperiodici verticali: pieni

37 - Componenti aperiodici verticali: vuoti

38 - Quartiere Matteotti - Terni -G.De Carlo (1969-74)

39 - Quartiere residenziale - Runcorn N.T. (GB) - J.Stirling(1971)

40 - Quartiere Vigne Nuove (Roma) - V.Passarelli ed altri(1971-82)

41 - Edificio per 100 alloggi IACP ad Udine - Gino Valle (1976-79)

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anal izzati otterremo i l paradigma dei temiprogettual i elementari che di vol ta in vol taincontreremo nel nostro lavoro. Una ricercabibl iografica, storica o de visu delle architetturemesse a nostra di sposizi one dal l a letteraturaspecial izzata o dal le ci ttà costrui te assicurerà,assai meglio di queste poche righe, lo stimoloverso un risul tato di un maggiore spessoreformati vo.

*** *** ***

ABACO DEI MATERIALIAGGREGATI

I componenti f i n qui attraversati possiedonouna vita propria e, dunque, ci hanno of ferto lapossibi l i tà di descriverne l e caratteristi chepecul iari che possiamo ri tenere con buonaapprossimazione, nonostante la relati vi tà diogni discorso in merito e la ovvia possibilità didiscuterne variamente, corrette.

Già da sole queste caratteristiche contengonodei connotati tal i da poter essere presi f in da

subi to come elementi uti l i al la progettazioneche si sperimenti in una scuola universi taria.La comprensione degl i elementi base è sempreuna prassi salutare e che da sempre ha fornitoi suoi aiuti a maggiori capacità future di divenireprogettisti avveduti e di buona formazione.

Ma è con l ’ i nterazione che i componentidisaggregati mostrano tutta la loro forzaespressiva lasciando traspari re quale di f f icol tàsi presenti al progetti sta nel gesti rne lacompl essi tà.

Il quadro mostra le variabilità che le aggregazioniforni scono in termini di temi archi tettonicicomplessi : la simmetria, l a speculari tà,l ’ impianto organico o seriale ecc.

Ma passiamo ad esaminare i singol i quadridella classificazione generale che viene proposta,lo ricordiamo, a ti tolo didascal ico e privo diqualunque connotato massimal i stico.

L’aggregazione di cui si parlerà tra poche righeriguarda le possibi l i tà con cui gl i elementiarchi tettonici sempl ici - quel l i descri ttiprecedentemente come abaco dei material idisaggregati - si giustappongono, si sommanoo si complessi f icano reciprocamente al f ine diraggiungere del le parti ture dimensionalmente

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GEOMETRIA simmetria monosegnica aa-b-aa

gerarchica AA - B - C - B - AA

specularità semplice AAAA

complessa A - BB - CCCC -BB - A

asimmetria A- B - C

proporzionalità aritmetica

geometrica

armonica

modularità asse X semplice - asse Y semplice

asse X semplice - asse Y composto

asse X composto - asse Y composto

IMPIANTO seriale organismi monodirezionati

organico organismi pluridirezionati

Tabella 2 -

ABACO DEI MATERIALI AGGREGATI E DELLEINTERAZIONI COMPLESSE

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piano prevalentemente (ma non esclusivo)bidimensionale: tipicamente uno qualunquedei piani di facciata di un corpo di fabbrica.

Gl i esi ti sono quel l i del la giustapposizione dielementi che alla fine formino il corpo di fabbricacompiuto così come apparirà carico di tutti i suiconnotat i .

Lo schema ci suggerisce cinque sottoclassi : trespiccatamente bidimensional i - “ simmetria” ,“ speculari tà” , “ asimmetria” - e due conpossibi l i tà esempl i f icative anche in svi luppotridimensionale: “ proporzional i tà” e“ modulari tà” .

Le prime tre possiedono, probabi lmente, unaevoluzione essenzialmente stati ca, risol ta unavol ta per tutte e intrerpretabi le una sola volta.Uno schema composi tivo simmetrico lo saràprobabi lmente per chiunque lo osservi e taleresterà qualunque sia la dinamica diavvicinamento, percorrenza o numero di vol tein cui l’ osservazione si verif ichi. La proporzione,

43 - Abitazioni a basso costo - Napoli - Franco Purini e LauraThermes (1982-88)

42 - Villa Almerico della “La Rotonda” - Vicenza - AndreaPalladio (1566-67)

più ampie e, quindi , maggiormente cariche dicaratteri di complessi tà. Ciò risul ta evidente:basti pensare al progressivo aumentare del levariabi l i messe in gioco dal l ’ aumento del lecomponenti poste in composizione: i l numerodel le magl ie struttural i , i l numero dei pianifunzional i o composi tivi esistenti , le soluzioniangolari , la ripetizi one seri ale o la uni ci tàorganica, e così via.

La tabella n° 2 suggerisce una schematizzazioneche possiamo adoperare per descrivere gl i effettidi questa “ aggregazione” .

Le due grandi cl assi sono “ la geometri a” e“ l ’ impianto” .

LA GEOMETRIA:

Tra le due è la caratteristica complessa che sigenera dal la somma ragionata dei componentidisaggregati al lorquando la si legga su di un

44 - Villa Cornaro - Piombino Dese (Treviso) - AndreaPalladio (1553)

45 - Interazioni complesse: Simmetria monosegnica

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al contrario, potrebbe variare i propri connotatia secondo delle particolarità dell ’ osservatore, edell ’ angolo visuale attraverso cui viene percepitao, ancora, al variare del la di namica delmovimento attraverso i l luogo progettato.

Tutto i l percorso storico che va dal rigore delparadigma del l ’ archi tettura rinascimentale f inoal dinamismo volumetrico del secolo baroccopuò rappresentare un valido esempio di cosa sipossa intendere per variazione tra una geometriastatica ed una dinamica pur poggiandoentrambe su un rigore costruttivoassolutamente certo.

Ma osserviamo più da vi cino qual i sono lepossibi l i tà of ferte dal le sottoclassi .

“ Simmet r ia” e “ Specular i tà” .

Riteniamo più uti le descrivere le due sottoclassitrattandole contemporaneamente proprioperchè possono essere considerate due faccedel la stessa medagl ia. L inguisticamente sono

semplice

gerarchica

assi di simmetria

48 - Villa Barbaro a Maser - Andrea Palladio (1557)46 - Villa Pisani a Montagnana (Padova) - Andra Palladio(1552)

47 - Interazioni Complesse: Simmetria gerarchica

due termini che non presentano grandi diversità;anzi a vol te sono sininimo l ’ uno del l ’ al tro. Atestimonianza di questo basterà ricordarequanto riportato nel D.E.A.U. al la voce “ asse disimmetr i a” :

“ Asse di una figura piana rispetto alla quale le partiopposte della figura si corrispondono specularmente” .

o, ancora, al la voce “ assial i tà” (di Enri coGuidoni ):

“ Subordinazione compositiva ad un asse di un internoarchitettonico, di un complesso monumentale o di un impiantourbano, spesso, ma non necessariamente, associata allasimmetria”

Ma in queste note preferiamo adoperarle perdi f ferenziare (al di là di qualunque volontàtermini logica) due possibi l i tà composi tive chesi presentino al l orquando “ l ’ asse diribal tamento” , comune a tutti due termini ,cada sul la campata funzionale, quindi tra duepiedri tti , o sul l ’ asse strutturale, quindi tra duecampate funzional i (f igg. 49,50).

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simmetrica, che a quel la speculare, la capacitàdi def ini re gerarchie successive interne al losvi luppo complessivo del l ’ edif icio.

Più da vicino i due termini si suddividonoancora in “ monosegnia” e “ gerarchi ca” per lasimmetria e “ sempl ice” o “ complessa” per laspecularutà. Gl i esempi chiari ranno megl ioquanto espresso f in quì: le f igure 42-45 per lasimmetria monosegnica e quel le dal l a 46 al la48 per quel la gerarchi ca.

“ A si mmet r i a”

E’ appena i l caso di suggeri re che unorgani zzazione asimmetri ca non conterràalcuna del le speci f icazioni appartenenti al ledef inizioni sopra elencate. Può essere, invece,uti le ri cordare come assai spesso unacomposizione asimmetrica è stata invocata daimeno avveduti come antidoto al la pi attaregolari tà del le archi tetture neoclassiche e dimaniera che hanno preceduto i l migl iorerazional ismo europeo portando al le sogl ie delnovecento una caduta di tensione progettualesenza precedenti .

Come per al tre voci riportiamo la def inizione asse di ribaltamento

Preferiamo, ancora, quì def ini re unacomposizione “ simmetrica” quando si determini,conseguentemente, una parte archi tettonica(un elemento del corpo di fabbrica, ecc.) con unruolo gerarchico di ordine diverso, non importache esso sia maggiore o minore, dal resto dellosvi luppo di facciata e, quindi , costi tui sca i lluogo in cui avviene una diversa definizione delruolo archi tettonico del l a parte (funzionale,formale, strutturale o sempl icemente ditrattamento di superf ici e).

Questa diversa atti tudine del posizionamentodel l ’ asse di ribal tamento ci suggerisce unamaggior rispondenza del la geometriasimmetrica per edifici a pianta unitaria, organica(vedi più avanti al la descrizione del l ’ impiantocompositivo), pluriassiale in cui la necessità dipossedere almeno una campata funzionale dipiù al ta gerarchia ben si attagl iaal l ’ i ndi viduazione di una funzione preminente(ad es. l ’ accesso al l ’ edi f icio, un asse dipercorrenza o di distribuzione preferenziale,ecc.) e di un migl iore uso del la composizionespeculare per edifici i l cui svi luppo è dato dallasommatoria in serie di elementi minimi (per es.una serie di case a schiera, una serie di elementifunzional i elementari teoricamente i l l imi tata,ecc.) (f ig.51). Dunque spetta più al la geometria

49 - Simmetria - l’asse di ribaltamento cade sulla campatafunzionale

51 - Specularità

50 - Specularità - l’asse di ribaltamento cade sull’assestrutturale

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che è possibi le leggere nel “ D.E.A.U.” :

“ Posizione di uno o più elementi di una figura (e quindidi un edificio o di un insieme urbanistico) non conforme ad unimpianto fondamentalmente simmetrico, dovuta a irregolaritàdi esecuzuione o a precisi intenti compositivi.”

“ Pr opor zi onal i ta’ ” .

E’ il primo dei termini che mettono in moto unavisione più di namica ed interpretativa, quasiemozionale del l a composizi one del corpo difabbrica. Non dipende dal numero degli elementidisaggregati uti l i zzati ma dal le relazionimetriche e dimensional i che ogni elementominimo ha al suo interno e con i l tutto. E’ unconnotato che può attribui rsi anche ad unosolo dei volumi costituenti l’ edificio come a tuttiassieme. Ma non basta: è un connotatotridimensionale e, dunque, può cambiarerelazione mutando l ’ asse di osservazione o dif ruizione rispetto se stesso o rispetto al le particon cui entra in relazione.

La ricerca proporzionale ha radici anti che(V i truvio) ma è nel la speculazionerinascimentale che, in archi tettura, ha trovato

il suo più alto risultato con gli studi di L.Alberti,S. Serl io e poi avanti f ino a Pal ladio e tutti itrattatisti al la ricerca del “ canone” .

I l sistema proporzionale consiste nel tentativodi traslare i risultati del le ricerche del la teoriamusicale sui suoni “ armoniosi ” , dati da unaprecisa successione di rapporti (appuntoarmonici) esistenti tra la divisione di una cordaeccitata e i suoni da essa prodotti , al la metricadei rapporti spazial i e geometrici esistenti inarchi tettura al f ine di acqui si re le medesimearmoniosi tà sui luoghi progettati .Anche in queste definizioni è ravvisabile ancorauna vol ta la caratteristica tridimensionale del laproporzione al trimenti non appl icabi le inambienti f ruibi l i e conf i nati da partizi oni echi usure.

Al variare della complessità dei rapporti in cuisi espleta l a proporzione avremo di vol ta invol ta una proporzione ari tmetica, geometrica oarmoni ca.

Per l ’ ari tmetica è suf f iciente una costantemol tipl icatrice sempre uguale a se stessa comeelemento denominatore tra le misure.

2

3

4

2

1

5

6

4

54 - Cappella Pazzi - Firenze -Filippo Brunelleschi (1433-1446)

55,56 - S. Lorenzo - Firenze - Filippo Brunelleschi (1421-1428)

52 - “L’uomo di Vitruvio - Leonardo da Vinci

53 - Rapporti proporzionali armonici tra i lati di figure piane

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Per quel la geometri ca i l rapporto variaprogressivamente al la stessa stregua del le seriematematiche con la stessa dif ferenza che esistetra una seri e ari tmetica da una geometrica.Entrambi hanno scarsa appl i cazione inarchi tettura se non per statistica dimensionaleo per uni f icazione industrial izzata.

Per l a proporzione armonica valgono, invece,solo alcuni rapporti tra le parti : quell i armonici,appunto, di derivazione musicale ai qual isembra appartengano anche le proporzioni delcorpo umano. Sono solo alcuni dunque i numeriinteri e le f razioni tra questi che si ri ti eneabbiano ri levanza composi tiva. La ricerca, neltentativo di col l egare la proporzione ad unanorma f i ssa, condusse al la “ sezione aurea”ripresa fino ai giorni nostri da Le Corbusier nel“ Modulor” .

Dal “D.E.A.U.” al la voce Proporzione (di FrancoBorsi ):

“ Il concetto di proporzione mutuato dalla matematica eassimilabile a quello di metrica per la poesia, costituisce ilpunto nodale della dialettica tra norma e l ibertà checontinuamente si ripropone nella storia dell’architettura

... In Vitruvio (libro III) il concetto di proporzione vienemesso in relazione alla simmetria ed al concetto greco di

“ analogia” . ... l’ equivalenza del concetto di proporzione conquello di analogia ... va sfumando progressivamente e solo inpochi conserva il concetto di proporzione come modularità....

... Più tardi il concetto di modulrità viene trasformato inquello di corrispondenza di misure e infine in quello di armonia.Cioé la proporzione, che significava un sistema di rapportimodulari entro un certo campo di commensurabilità, diventasinonimo di una generica armonia delle parti di un edificio edella singola parte con il tutto.”

e ancora al la voce “ armonia” :

“ ... Nell’accezione corrente il concetto di “ armonia” -riferita alle arti visive - indica l’ottimizzazione dei rapportinelle parti con il tutto e delle parti fra loro (v. anche proporzione)”

“ M odular i ta’ ” .

L’edil izia industrial izzata ha posto le basi per losvi luppo teorico, e pratico, di una coordinazionedimensionale modulare al f ine di poterpermettere la congiunzione degl i elementitecnologici prodotti in officina e poi assemblatiin opera f ino al raggiungimento del manufattoarchi tettonico f i ni to .

L ’ addizional i tà dei componenti si è resapossibi le, attraverso i “ giunti ” (di cui non siravvede in questa occasione la necessi tà diparlarne ma l a cui importanza risul tafondamentale al f ine di megl io comprendere i

57 - “Dell’altezza delle stanze”; Cap.XXIII;Primo Libro - da: “I Quattro LibriDell’Architettura - Andrea Palladio(1570)

59 - Sistema di tolleranze proposto dall’OECE per l’assemblaggio deglielementi funzionali; da: A.Petrignani “Tecnologie dell’architettura”Gorlich Edit.;Milano - 1967

58 - “Dell’ordine Toscano;cap. XIII; Primo Libro - da: “I Quattro LibriDell’Architettura - Andrea Palladio (1570)

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meccani smi del la prefabbricazione), grazie aduna grigl ia di ri ferimento per i l posizionamento,i l dimensionamento e l e tol leranze costruttivedegli stessi (f ig. 59).

E’ questo uno degli esempi più tangibi l i per ladescri zione del concetto di modulari tà.

In sostanza si tratta del l ’ assunzione di una opiù misure di ri ferimento che, nelle tre direzionidel lo spazio, determinano le sole possibi l i tà dicol locazione degli elementi costruttivi , funzionalio sempl icemente composi tivi del l ’ organismoedil izio. Saranno solamente i sal ti dimensionalidel la grigl ia metrica che consenti ranno ladeterminazione del la dimensione del l ’ elmentoescludendo di contro tutte le al tre possibi l i tà.

Il modulo dimensionale, nella storia del costruireha avuto nobil i origini: tutta l ’ architettura grecaprima, romana poi , ha percorso la ricerca delcanone del la bel lezza attraverso l ’ uso di unmodulo, diversamente ricercato dai varicostruttori , archi tetti e trattatisti , e variamentepreso in presti to dall ’ elemento costruttivo dellacolonna (fondamento tecnico costruttivo ol treche formale e archetipo del l ’ archi tettuta del lapietra): i l diametro del fusto da cui far risal ireper mul tipl i o sottomul tipl i tutte le altre parti

del l ” ordine” archi tettonico.

Ma anche la ricerca del la modulari tàproporzionale del le parti anatomiche del corpoumano trova numerosi studiosi e trattatistilungo i l percorso del la stori a del l ’ archi tettura(Vitruvio, Villard de Honnecourt,...) (f igg. 58,60).

Dal D.E.A.U. (voce di Giuseppe Castelnuovo):M odul o:

“ Misura, ovvero elemento, modello o anche qualità cuiriferire, per comisurarlo ad esso, un insieme.

... Il modulo è in architettura un’entità numerica ogeometrica o, per traslato, un pezzo o membratura che,semplicemente ripetuto o composto secondo regole di un gradoqualdiasi di complessità costituisce un insieme tale da risultarenel suo complesso come in tutte le membrature in cui si articolacommisurandole al modulo stesso assunto come unità secondomultipli interi o frazioni semplici di esso.”

Ma adesso ci occupiamo di “ modulari tà” insenso lato riconoscendo a questa la capacità digesti re la ri gorosi tà composi tiva assai piùfaci lmente ed aiutandoci a ri conoscere lecongruenze o le variazioni del la progettazionedi un qualunque manufatto in termini dirispondenza tra le tematiche pri ori tarie delprogetto e le possibi l i tà di trovare soluzioniadeguate ai requisiti. E’ i l terreno dove, più chein ogni altro, si valuterà la rispondenza tra, per

61 - Modularità: asse “x” semplice, asse “y” semplice

62 - Modularità: asse “x” semplice, asse “y” composto

63 - Modularità: asse “x” composto, asse “y” composto

60 - Esempi di chiese a pianta composita -Francesco di Giorgio Martini - illustrazionetratta dal “Codice Magliabechiano” (inR.Wittkower - “Principi Architettonici nell’etàdell’umanesimo” - Einaudi) - (1480 ca.)

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64 - Esemplificazioni sulla relazione tra griglia geometrica modulare elocalizzazione degli elementi strutturali

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esempio, la di sposizi one degl i elementistruttural i o, comunque, i l disegno del lafunzione statica, con la definizione degli elementifunzional i , tipologici e formal i del progettoarchi tettonico. In senso didatti co ri teniamo diattri bui re a questo aspetto una dote diparticolare importanza nel processo diacquisizione del l e capaci tà cri ti che per potersegui re l ’ i ter evolutivo di una qualunqueeserci tazione progettuale.

I piccol i esempi graf ici riportati i n f iguradescri vono, sinteticamente, le possibi l ivariazioni in pianta, ma da cui è ol tremodofaci le risal i re al le medesime considerazioni inelevazione, che la modulari tà puo assumere(f i gg. 64 e 65). In particolare vengonoesemplificati i casi di “modularità semplice’ (f ig.61) o “ composta” ; rispetto ad un solo asse disvi luppo (f i g.62) o ad entrambi (f ig.63). Unosguardo agl i esempi chiari rà ul teriormentequanto sopradescri tto.

Con questa casistica si chiude la prima del ledue grandi classi del la tabella n° 2: la geometria.

L ’ IMPIANTO:

In questa sezione viene descri tto i l cri terio, o

65 - Progetto per la Museumsinsel di Amburgo - O.M.Ungers(1986)

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l ’ esi to f inale, del la composizione archi tettonicanel la sua interezza a prescindere dai fattoricomposi tivi .

L ’ impianto descrive la scala logica che sta acaval l o tra l ’ archi tettura e l ’ urbanisticaattribuendo al manufatto quei connotati che locollocano meglio al l ’ interno del ruolo urbano infunzione del suo aspetto generale. E’ un datoche è possibi le cogl iere sopratutto in piantadato che questa è la descrizione progettualeche ne individua megl io i rapporti funzional i ,tipologici , dimensional i .

L ’ apporto teorico di Saverio Muratori (1910-1973) ha rappresentato, e lo costi tuisce tuttora,i l punto di ri ferimento maggiormente accreditatonello studio e nello svi luppo di questa tematicaal l ’ interno delle scuole di architettura i tal iane.In tabella 2 l ’ impianto viene classificato in duesottoclassi : “ l ’ impianto seri ale” e “ l ’ impiantoorgani co” . I due termini vengono adoperatianti teticamente ed in quanto tal i l ’ uno escludesempre l ’ al tro.

Dal “ D.E.A.U.” (voce di Gianfranco Caniggia)

68 - Impianto seriale

69 - Impianto organico

Serial i tà:

“ Indica nella metodologia architettonica, la caratteristicadi uno dei tipi fondamentali di aggregazione tra elementicomponenti un insieme: si ha qualora tali elementi sianoanaloghi (o se ne trascuri intenzionalmente la diversità), ripetutiin situazioni paritetiche, e non si presentino reciprocamentegerarchizzati . ... I l termine serial i tà viene usato incontrapposizione a quello di “ organicità” che indica invece lacaratteristica di insiemi di elementi gerarchizzati da ordini dipolarità progressive.”

Ancora più avanti troviamo una specif icazioneulteriore in cui si attribuisce al l ’ impianto serialeuna spiccata vocazione verso una assial i tàsempl ice (organismi monodi rezionati )sottol ineata dal la precisa relazione tral ’ aggregazione l ineare tra gl i elementi e la lororipetizione sistematica.

A l contrario l ’ impianto organico mani festadecisamente una predi lezione per lapluriassial i tà (organismi pluridi rezionati )proprio per la impossibi l tà di poter rintracciareuno speci f ico asse di aggregazione e svi luppodegl i elementi che prenda i l sopravvento matutto sembra voler parti re o tendere ad una

67 - Tempietto di S.Pietro in Montorio - Donato Bramante -Roma (1506-10)

66 - Impianto seriale: Case Comunali - Bruno Minardi -Cesena (1980)

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central i tà ponderale di tutte le parti .

Dal “ D.E.A.U.” al la voce Organicità:

“ E’ organico ogni prodotto che non sia determinato dasistemi precostituiti di strutturazione dello spazio...

... Un “ design” può essere definito organico se vi è inesso un’armonica organizzazione delle parti nel tutto, secondola struttura, il materiale e l’uso. Entro questa definizione nonc’è posto per vani ornamenti e superfluità”

Concl usi on i

Ma quanto f i n qui attraversato non potràassumere i l valore necessario se non quando lanostra capaci tà interpretativa e cri tica nonriuscirà a prendere i l sopravvento sul la sempliceconoscenza dei singol i elementi . L ’ invi to,dunque, è quello di prestare maggiore attenzionea tutte quel l e deduzioni conseguenzial i chepermettano di trasformare la conoscenza i nformazione!

In particolar modo le ul time pseudodef inizionisono quel l e che maggiormente vannointerpretate e proiettate verso una operabi l i tàproget tual e.

Esempl i f icando:un impianto seriale genera unaserie, appunto, di elementi minimi aggregati i l

cui numero risul ta essere di nessun valore alf ine del la determinazione del la conclusionedella richiesta tematica generale, proprio per lanaturale ed intrinseca indi f ferenza delmeccanismo aggregativo e sommatorio rispettoal numero degl i elementi che conmpngono laserie. Giacché risul terà composi ti vamenteequivalente una serie di case a schiera formatada quattro, dieci , venticinque o solo due unitàedi l izie minime.

Questa indi f ferenza porta quasiimmediatamente a comprendere come sia assaipiù naturale attribui re un esi to speculareanziché simmetrico al la serie. La di f ferenzafondamentale sta nel la posizione del l ’ asse diribal tamento: cioé se cade nel “ vuoto” e nel“ pieno” considerando questo come asse diseparazione tra due elementi aggregati (è i lcaso del vuoto, ossia che su quel l ’ asse nonricade alcun elemento costi tuente la serie) ocome asse interno ad uno degl i elementiaggregati (è i l caso del “ pieno” poiché segnaproprio un elemento f isicamente individuabi le).

La simmetri a presuppone la presenza di unasse volontariamente “ segnato” in manierainequivocabile in maniera, cioé, che l ’ indicazioneche se ne ricavi sia quel la del l ’ accentuazionedel ruolo, del l ’ importanza sia formale che

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funzionale, del l ’ elemento composi tivo segnatodal l ’ asse. Sarà ancora essenziale, quindi , cheesso segni un “ pieno” e non un vuoto. Siimmagini una serie di case a schiera nel cuicentro si inserisca un’ uni tà abi tativa diversa,per es. in l inea, o un elemento funzionaleradicalmente di verso dal l a serie.

Una prima deduzione può essere che unaspeculari tà si ri feri rà ad una serie formata daun numero pari di elementi ugual i (AAAA)mentre la simmetria si esplicherà meglio quandoil numero degli elementi sarà dispari (AAAAA) omegl io anche pari nel l e parti minori ma resodispari dal la presenza del l ’ elementospecial i zzante (aaBaa, aaBB•C•BBaa, ecc.).

Anche per queste ultime note uno sguardo aglischemi graf ici potrà aiutare a comprenderemegl io quanto espresso sopra.

Una ri f l essione ponderata su questeconseguenze che sono sicuramente complesseaiuterà sicuramente a rileggere meglio, a ri troso,i l senso del le descrizi oni degl i elementidisaggregati che sono, al contrario, sicuramentesempl ici . Si tornerà a riacquistare maggiorconsapevolezza del valore e del ruolo degl ielementi come “ l ’ angolo” o la “ testata” o del

“ nucleo” opposto al “ margine” .Una soluzione d’ angolo o l a sempl ice scel tadel la successione del le uni tà tipologiche puòaiutare a megl io risolvere un tema progettualecomplesso facendo uso di elementi semplici e disoluzioni rigorose.

Questo varrà tanto maggiormente quanto piùapparterrà ad una fase prel iminare e dii mpostazi one.

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Riferimenti bibliografici essenziali

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Piero Maria Lugli - “Storia e Cultura della Città Italiana” -Laterza - Bari 1967

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Manfredo Tafuri - “L’Architettura dell’Umanesimo” - Laterza -Bari - 1969

Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica - allevoci corrispondenti. (a cura di Paolo Portoghesi) -

Leonardo Benevolo - “Le Origini dell’Urbanistica Moderna” -Laterza - Bari

Gillo Dorfles - “L’Architettura Moderna” - Garzanti - Milano1972

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G.Caniggia, G.C.Maffei - “Composizione Architettonica eTipologia Edilizia” - 1° e 2° vol. - Marsilio - Padova

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ANGELO DI CHIOarchitettoè ricercatore presso l’Università di Reggio Calabria

dal 1988,dopo diversi anni in cui ha prestato il suo contributo

ai corsi di Disegno e Comunicazioni Visive edArredamento alla facoltà di Architettura diReggio, ha proseguito la sua attività pressol’Istituto (oggi Dipartimento) di Architettura edUrbanistica della facoltà di Ingegneria di Catanianei corsi di Progetti Edili.

Dal 1993 ha assunto la responsabilità dellaconduzione del corso di Architettura Tecnicapresso la facoltà di Ingegneria dell’Università diReggio Calabria.

Si occupa da sempre di metodologie dellaprogettazione architettonica,in particolare legatealle tecniche costruttive ed agli esiti formalidelle scelte tecnologiche

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