I laboratori territoriali presentati dal WWF...

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Antico albergo dei ferrovieri a Pescara WWF Abruzzo Pineta costiera di Agrigento” – WWF Agrigento Il Parco dell a Ci ttà a Potenza- WWF Basilicata Saline Joniche (RC) - Università di Reggio Calabria e WWF Calabria “Fortino Capo dell’Armi (RC)”- WWF Calabria Impianti di depurazione di Napoli - WWF Campania Discarica Lo Uttaro e i laboratori territoriali del WWF Caserta- WWF Caserta Ex convento di Ripa a Forlì - WWF Emilia Romagna “Il consumo del suolo e la tutela del paesaggio nelle nuove politiche regionali - WWF Friuli-Venezia Giulia Area di elevato pregio paesaggistico nel comune di Riposto (CT)” - WWF Jonico Etneo Parco di Centocelle a Roma- WWF Lazio Ex cava di argilla in località Valloni (SV) ” - WWF Liguria Area ex-Falk (Novate Mezzola - SO) - WWF Lombardia Ex-Cava a Chivasso (TO)- WWF Piemonte L’ecomuseo di Casole d’Elsa (SI)- WWF Toscana Barene di Campalto (Venezia - Mestre) - WWF Veneto I laboratori territoriali presentati dal WWF ITALIA

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“Antico albergo dei ferrovieri a Pescara” – WWF Abruzzo

“Pineta costiera di Agrigento” – WWF Agrigento

“Il Parco della Città a Potenza” - WWF Basilicata

“Saline Joniche (RC)” - Università di Reggio Calabria e WWF Calabria

“Fortino Capo dell’Armi (RC)”- WWF Calabria

“Impianti di depurazione di Napoli” - WWF Campania

“Discarica Lo Uttaro e i laboratori territoriali del WWF Caserta” - WWF Caserta

“Ex convento di Ripa a Forlì” - WWF Emilia Romagna

“Il consumo del suolo e la tutela del paesaggio nelle nuove politiche regionali” - WWF Friuli-Venezia Giulia

“Area di elevato pregio paesaggistico nel comune di Riposto (CT)” - WWF Jonico Etneo

“Parco di Centocelle a Roma” - WWF Lazio

“Ex cava di argilla in località Valloni (SV)” - WWF Liguria

“Area ex-Falk (Novate Mezzola - SO)” - WWF Lombardia

“Ex-Cava a Chivasso (TO)” - WWF Piemonte

“L’ecomuseo di Casole d’Elsa (SI)” - WWF Toscana

“Barene di Campalto (Venezia - Mestre)” - WWF Veneto

I laboratori territoriali presentati dal WWF ITALIA

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Laboratorio territoriale del WWF Abruzzo

L’area

Nome Antico albergo dei ferrovieri a Pescara

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REGIONE Abruzzo PROVINCIA Pescara COMUNE Pescara DESCRIZIONE AREA

L’area identificata trattasi di un vecchio a lbergo dei ferrovieri s ituato nel pieno centro di Pescara e nei pressi della stazione ferroviaria.

Si tratta di un palazzo storico abbandonato e lasciato nel degrado. All'interno sono accessibili solo delle stanze al piano terra utilizzate dal Dopolavoro ferroviario. Gli a ltri pia ni sono del tutto inaccess ibili e occupa ti attualmente solo da sporciz ia e piccioni.

”I riferimenti storici scritti su questo edificio sono pochissimi. I pescaresi più anz iani ricordano che l'edificio venne realizzato prima della Seconda gue rra mondiale: diventò un albergo per i ferrovie ri che facevano tappa a Pescara. L'edificio, da quanto si sa, venne danneggiato durante i bombardamenti del 1943 e poi restaurato nel Dopoguerra. L'albergo funzionò per alcuni decenni, poi fu trasfe rito in via Michelangelo. Da allora rimase in disuso.” ( da Il Centro di Pescara)

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

Entrare in sinergia con il progetto cerc@casa che il comune di Pesca ra, insieme ad altri enti e associazioni, sta elaborando per creare un sistema di accoglienza e integrazione sociale, promuovendo un progetto di riuso del vecchio albergo dei ferrovieri , nei pressi della s tazione ferroviaria nel cuore della città di PESCARA. (ex ferrote l) .

Il laboratorio prevede un percorso partecipato già avviato dall'Università di Architettura di Pescara, Ass. Studentesca 360°, Emergency, Architettura senza frontiere Abruzzo e Comune di Pesca ra. Il progetto è s tato inserito nel progetto cerc@casa a valere del Fondo Europeo per l'Integrazione di cittadini di Paesi terzi, Soggetto Proponente : Comune di Pescara

Altri soggetti coinvolti

Università di Architettura di Pescara, Ass. Studentesca 360°, Emergency, Architettura senza frontiere Abruzzo e Comune di Pescara.

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Le foto

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Laboratorio territoriale del WWF Agrigento

L’area

Nome La Pineta di contrada Maddalusa

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REGIONE Sicilia PROVINCIA Agrigento COMUNE Agrigento DESCRIZIONE AREA

Lunga area boschiva a ridosso del litorale sabbioso. Ad ovest si alza con balze di argilla a costituire l'altopiano del Kaos, ad oriente confina, oltre la riva del f iume, con la zona abitativa di San Leone. Alle spalle del bosco si ergono i templi. Vegetazione tipica della macchia mediterranea: bosco di pini mediterranei e verso la spiaggia arbusti, giglio di mare, acacia. Verso la foce è presente la vegetazione palustre e una sempre più ridotta presenza di avifauna: gabbiano, gallinella d'acqua, anatra, di invertebra ti come molluschi bivalvi e di alcuni rettili, tra cui la emys trinacris, specie di testuggine endemica definita recentemente. L’area si trova in uno stato di e levato degrado ambientale, causato dallo stato di abbandono. Presenza di disca riche abusive di RSU e rifiuti speciali, come lastre di amianto. Tutto il suolo ghiaioso della zona ai piedi del f iume Akragas è costituito da un primo stra to di materiale edile di risulta che si confonde con la vegetazione del luogo. A causa di a tti vandalici è stata danneggiata la recinzione del perimetro dell'a rea, strappa ti cestini per i rif iuti, smantellate le scale di legno che portavano alla spiaggia.

Il PRG della Città di Agrigento non prevede norma tiva per l'intera zona Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, di cui la spiaggia e il boschetto demaniale fanno parte, in quanto approvato successivamente alla l.r. 20 /2000 che ha istituito il Parco Archeologico stesso attribuendo la potestà normativa all'Ente Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento. Il Piano Regolatore del Pa rco trovasi all'esame dei preposti organi Regionali per l'approvazione.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

Obiettivo del laboratorio è di riqualificare l'area e restaurare l'habitat idoneo per la f lora e la fauna autoctona, promuovendo un percorso pa rtecipato che coinvolga cittadini,organizzazioni e altre associazioni della città con competenze diverse. Il fatto che l’area sia pubblica costituisce s icuramente un vantaggio per il progetto insieme anche al fatto che sia situata a monte del regime di correnti dominanti sottocosta e quindi al riparo da fattori di inquinamento

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quali la foce del fiume San Leonardo (recapito di sca rico abusivo di acque di vegetazione della molitura delle olive ed altro),il porticciolo turis tico e le condotte sottomarine dei ref lui urbani del vicino abitato.

Altri soggetti coinvolti

Comune di Agrigento, cittadini, associazioni di volontariato con competenze presenti al loro interno

Le foto

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Laboratorio territoriale del WWF Basilicata e WWF Potenza

L’area

Nome Il Parco della Città

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REGIONE Basilicata PROVINCIA Potenza COMUNE Potenza DESCRIZIONE AREA

L’area,quasi completamente pianeggiante, è ubicata a ridosso del fiume Basento ed ha ospitato, dalla f ine degli anni ’60, un grande allevamento di suini. L’area divenne, alla fine degli anni ’60, sede della Cip Zoo, un grande allevamento di suini, ed è attualmente in disuso e in stato di totale abbandono. Fra le varie criticità del sito vi è quella ambienta le legata, fra l’altro, al mancato smaltimento di centina ia di metri quadrati di coperture in amianto. Le interpretazioni che s i sono date sino ad ora a quest’area hanno posto l’accento sulla sua strategicità: in termini topografici, e quindi infrastrutturali -per la sua pos izione a ridosso del raccordo autostradale Potenza-Sicignano, dell’uscita Potenza Centro, del Ponte Musmeci, della Stazione Potenza Centrale- ed in termini costruttivi. È a tal proposito del tutto superf luo ogni riferimento all’enorme valore edificatorio dell’area, tanto superfluo che non ci si è quasi mai chiesto “se” costruirci qualcosa, ma “cosa” costruirci.

L’area fa parte dei terreni pertinenti alle attività dell'ASI - Consorz io per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza. In quanto tale è stra lciata dalla strumentazione urbanistica vigente per il comune di Potenza e sottoposta a pianificazione dedicata non nota.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

L’obiettivo del laboratorio è di promuovere un progetto di rigenerazione urbana pa rtecipato basato su una filosofia di impatto edilizio "zero". Uno degli scopi del progetto sa rà quello di realizzare un g rande pa rco urbano in grado di ricomporre il corridoio ecologico tra diverse aree ad elevato valore ambientale ed offrire un luogo di svago e benessere per la collettività.

Il laboratorio sarà mirato a raccogliere le esigenze e gli spunti dei vari stakeholders e convoglia rli, attraverso la progettazione pa rtecipata, verso la definiz ione di un progetto condiviso. Il laboratorio potrà avvalersi di pa rte del lavoro già svolto e portato avanti dal Comitato per il Parco della Città e dal gruppo di progettazione coordinato da WOP Architettura e Paesaggio.

Altri soggetti coinvolti

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Comune di Potenza e Regione Basilicata, Associazioni varie cittadine

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Laboratorio territoriale del WWF Calabria e dell’Università di RC

L’area

Nome Saline Joniche Area Ex Liquichimica

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REGIONE Calabria PROVINCIA Reggio Calabria COMUNE Reggio Calabria frazione di Montebello Jonico DESCRIZIONE AREA Oggi arrivando a Saline Joniche, si vede un enorme cadavere industriale. Lo si vede già dalla strada statale Jonica 106, c’è la ciminiera, enorme, spenta, con i suoi 175 metri di altezza, una cattedrale nel deserto. Ci sono anche i silos, tanti. E tutto intorno niente e nessuno. Ci sono i capannoni abbandonati, caseggiati per gli uffici. Tutto vuoto, abbandona to. Crescono le piante, selvagge in un silenz io irreale. Qualche ettaro di territorio direttamente sul mare, totalmente ricoperto di ruderi, lotti di lamiera, ad inscenare uno stabilimento industria le. Uno “spettacolo” strano. La Liquichimica ha funziona to un giorno, un giorno solo. Venne inaugurata e chiusa nel tempo record di 48 ore. Succedeva circa 40 anni fa, il giorno dopo si è ferma to tutto. E da allora l’ecomostro sta lì a consumarsi. L’area industriale occupa 700.000 mq ed è estesa per 2 km lungo la costa. Il complesso industriale, costruito tra il 1970 e il 1974, doveva occuparsi della produzione di bioproteine sintetiche per mangimi animali, ma non è mai stato messo in funz ione perché il Ministero della Sanità certif icò che i mangimi, “bis tecche a l petrolio” di normalpa raffina, erano cancerogeni. Peraltro il sito attualmente è interessato da un progetto di realizzazione di una Centrale a ca rbone.

Il laboratorio territoriale

Descrizione attiv ità

L’attività che verrà avviata sarà essenzialmente dedicata all’analisi del territorio e all’informazione e sensibilizzazione riguardo all’importanza di avviare una riqualificazione di tipo ambientale e na turalistico sul sito. Non sarà realizzato un vero e proprio laboratorio territoriale mentre si verificherà la fattibilità di alcune iniziative di ricerca e di attivazione in loco (ad esempio ricerca-azione tramite la realizzazione di un video con interviste ai cittadini) Altri soggetti coinvolti

Sezione regionale WWF Calabria e Università di Reggio Cala bria

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Laboratorio territoriale del WWF Calabria

L’area

Nome

Ex-Fortino Militare di Capo dell’Armi

Cartina area

REGIONE Calabria PROVINCIA Reggio Calabria COMUNE Motta San Giovanni DESCRIZIONE AREA

La struttura di proprietà del Ministero della Difesa ricade nel patrimonio dello Stato da dimettere, avrebbe già dovuto essere ceduto al Comune di Motta San Giovanni (RC). I locali si trovano in discrete condizioni in quanto ristrutturati. Intorno al 2000 era in corso il progetto di insediamento in loco di un centro di educazione ambientale promosso dal WWF.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

La posizione strategica del sito, alle spalle del fa ro di Capo dell'Armi, sul promontorio all' imbocco sud dello Stretto di Messina, ne suggerisce l'utilizzo come centro di osservazione della migrazione uccelli ma anche avvistamento cetacei. Verso l'interno invece, sono molteplici le località importanti dal punto di vista storico archeologico, come le cosiddette "Motte di Reggio", il castello di S. Aniceto ecc... La struttura potrebbe diventare con successo un centro per campi di volontariato stagionali, escursionismo, centro ricerche ecc... La possibilità di utilizzare costantemente il sole e il vento per ricavare l'energia necessaria alla struttura sa rebbe un altro motivo di interesse. Si segnala anche l'es istenza di un campo da gioco illuminato a ll'interno della pertinenza del fortino. Altri soggetti coinvolti

Università di Reggio Calabria, Comune, Associazioni locali, etc.

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Laboratorio territoriale del WWF Campania

L’area

Nome Impianti di depurazione di Napoli

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REGIONE Campania PROVINCIA Napoli - Caserta COMUNE Pozzuoli-Napoli-Acerra- Marcianise DESCRIZIONE AREA

Le aree oggetto del laboratorio sono s ituate all’interno dei 5 impianti di depurazione attualmente gestiti da una struttura commissariale. Sono gli impianti di Cuma, Foce Regi Lagni, Napoli Nord, Marcianise e Acerra. All’interno di tali impianti sono racchiuse alcune aree na turali non utilizzate e che saranno oggetto del laboratorio.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

L’obbiettivo del laboratorio è la realizzazione di uno studio di fattibilità per la creazione di aree umide nelle zone non utilizza te all’interno degli impianti di depurazione e a limenta te dalle acque eff luenti dai depuratori. L’eventuale realizzazione di tali aree consentirà il raggiungimento di più obiettivi:

1. Offrire una diretta e immedia ta evidenza sulla qualità dell’attività del depuratore legando con un filo diretto lo stato di salute dei nuovi ecosistemi alla capacità di depurazione dell’impianto.

2. Migliorare, attraverso la capacità di assorbimento e di fitodepurazione di tutte o parte delle acque di scarico, il territorio adiacente circostante, contribuendo ad abbattere la carica inquinante residua. Tamponare gli eventuali effetti negativi dovuti a momentanei malfunzionamenti degli impianti. Ricrea re aree umide per riqualifica re il territorio e favorire l’incremento della biodiversità locale.

Valorizzare le aree da un punto di vista educativo con la possibilità di effettuare percorsi e laboratori di educazione ambientale per lo svolgimento di attività con scuole, cittadini, associazioni.

L’attività con il commissariamento alla depurazione di Napoli è cominciata a marzo e fino ad ora ha riguardato uno studio pre limina re dei depuratori evidenziando non solo le a ree a disposizione, ma anche le ca ratteristiche tecniche degli impianti e quelle chimico fisiche delle acque in ingresso e in uscita. Nella seconda fase delle attività si andrà a realizzare uno studio di fattibilità per la realizzazione di aree umide a ll’interno degli impianti. Tale studio metterà in evidenza le aree più adatte alla realizzazione di questo tipo di intervento e per ciascuna area farà una progettazione inizia le evidenziando anche le ca ratteristiche fisiche e le componenti biologiche che dovrà avere, oltre che fare una stima delle porta te trattabili e della potenz ialità depurativa . Si daranno infine anche indicaz ioni sugli aspetti normativi e sui costi.

Il WWF progetterà anche percorsi didattici e laboratoriali per permettere la fruiz ione da pa rte di cittadini e s tudenti di queste aree.

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Laboratorio territoriale del WWF Caserta

L’area

Nome L’area perimetro urbano di Caserta

Cartina area

REGIONE Campania PROVINCIA Caserta COMUNE Caserta DESCRIZIONE AREA

Macrico

L'area denominata ex "MACRICO" (Magazzino centrale ricambi mezzi corazzati) è un'a rea centralissima della città di Caserta, recentemente dismessa da l Minis tero della Difesa (equivale ad 1/3 del centro città). La sua superficie totale è di 324.533 mq. ed è in posizione urbanisticamente s trategica, in quanto si trova al terminale est dell'asse viario di Corso Trieste, la strada principale della città, che conduce, a ovest, alla Reggia di Caserta. L'area è di proprietà dell'Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero, anche se è tuttora in possesso del Minis tero della Difesa, a causa di un contenz ioso in atto fra I.D.S.C. e lo stesso Ministero, per l'ammontare dei fitti pregressi. Allo sta to attuale la zona, principalmente coperta da alberature (anche essenze pregiate), si presenta occupata da costruzioni, in pa rte in muratura e in parte capannoni in lamiera, con presenza, in questi ultimi, di amianto. L'area presenta un interesse, oltre che urbanis tico e ambienta le, anche dal punto di vista storico-artistico: si tratta infatti del cosiddetto "Campo di Marte", zona destinata alle esercitazioni militari dell'esercito borbonico, già pertinenza dell'antico edificio vescovile (XVII sec.), nel dopoguerra utilizzato dalle Forze Armate (Caserma Sacchi) e oggi in stato di totale abbandono. Grazie all’intervento del Wwf e di Italia Nostra, più volte è stato scongiurata la cementificazione selvaggia dell’area. Il rischio attuale è quello della vendita dell’area in segmenti che consentirebbe un più facile intervento speculativo.

Lo Uttaro La discarica, denominata correntemente Lo Uttaro (area che si estende per circa 220.000 mq), è allocata per la precisione nella cava Mastropietro. Questo enorme invaso si situa al limitare dei quattro comuni(Caserta, Maddaloni, San Nicola la Strada e San Marco Evangelista), al centro di una conurbazione di circa 200.000 abitanti. La sua realizzazione venne decisa con un Protocollo d'intesa firmato dal Sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti, dal Presidente della Provincia di Caserta Sandro De Franciscis e dal Commissario Straordina rio per l'emergenza rifiuti in Campania Guido Bertolaso l'11 novembre del 2006. Il Ministero dell’ambiente nella conferenza di servizi decisoria dell’11/11/2008.Per tale intervento di bonifica la Regione Campania ha stanzia to la somma di € 15.000.000 sui fondicomunitari Por Fesr 2007/2013 come stabilito dal Protocollo d’Intesa tra Regione Campania e Comune diCaserta sottoscritto in data 25/03/2010 e approvato con Delibera della Giunta Regionale n. 682 del08/10/2010. 11/08/2011 – Con Decreto Dirigenziale n. 193 dell’11/08/2011 (pubbl. sul B.U.R.C. n. 54 del 16 Agosto2011) la Regione Campania ha autorizzato la realizzazione e la gestione, da parte di un’impresa denominataNew Ecology srl, di un s ito di s toccaggio di rifiuti pericolosi e di stoccaggio e trattamento di rif iuti nonpericolosi in località Lo Uttaro del Comune di Caserta. Grazie all’intervento del Wwf e di altre associazioni ambientaliste, è stato inserito come Sito di Interesse Naziona le. La battaglia attuale è quella di fa r cambia re la destinazione d’uso dell’area per evita re nuovi insediamenti insalubri.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

Per entrambe le aree il WWF Caserta intende avviare azioni di pressione politica aff inché possano essere fatte serie

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opere di bonifica e di riqualificazione del territorio senza più abbracciare la logica della cementif icazione quale utilizzo del territorio urbano. Nel caso di Lo Uttaro s i chiederà anche di cambia re la destinazione d’uso dell’area per evita re nuovi insediamenti insalubri.

Altri soggetti coinvolti

Italia Nostra e altre associazioni locali

Le foto

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Laboratorio territoriale del WWF Forlì

L’area

Nome

Ex monastero della Ripa

Cartina area

REGIONE Emilia Romagna PROVINCIA Forlì - Cesena COMUNE Forlì DESCRIZIONE AREA

L'area è caratterizzata dalla forte presenza del complesso storico del Convento della Ripa, trasformato in caserma in epoca napoleonica e restato tale fino agli anno '90. Oggi completamente abbandonato e di proprietà del Demanio dello Stato, è fra i beni alienabili che il comune di Forlì vorrebbe acquisire. L'edificio principale, di grande valore s torico, con un chiostro interno di circa 900 mq., necessita di un importante restauro. Le a ree verdi circosta nti e gli edifici di servizio potrebbero attivare forme di microeconomia in grado di rivita lizzare questo settore di città. Gli Orti di via Curte, oggi di proprietà privata con in atto accordi di cessione della proprietà al Comune in cambio di specifiche garanz ie sul mantenimento delle attività agricole esistenti, si conf igurano come la possibilità di attivazione di forme di produzione e consumo a km 0, con la possibilità di coinvolgimento di differenti settori di popolazione residente (anziani, studenti, giovani coppie, immigrati, ecc...). L’area limitrofa al convento fa parte del Centro Storico attualmente privo di funzioni di rango urbano, caratterizzato da spazi scarsamente utilizzati e da uno dei tessuti edilizi meno qualifica ti e s trutturati del Centro Storico.

Il progetto di recupero fa leva proprio sul principa le fattore di discontinuità e di degrado: il Convento di Santa Maria della Ripa. Del grande contenitore storico si propone il recupero e il riutilizzo funz ionale. Vi si prevede in l’insediamento di attività in grado di integra re e rivitalizza re la struttura economica del Centro Storico.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

L’obiettivo del progetto è di promuovere il riuso nell'a rea con un percorso che coinvolga gli attori del territorio e che restituisca l'area alla cittadinanza tramite riqualificazione ecologica. Il progetto fa leva proprio sul principale fattore di discontinuità e di degrado: il Convento di Santa Maria della Ripa. Del grande contenitore storico si propone il recupero e il riutilizzo funzionale. Vi si prevede in l’insediamento di a ttività in grado di integrare e rivitalizzare la struttura economica del Centro Storico. Tra le varie proposte di riuso si possono inserire: verde pubblico, orti urbani, contenitori culturali, cohous ing, incubatori di impresa, labora tori artigianali, commercio km. 0.

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Altri soggetti coinvolti

Università degli Studi di Cesena, Univers ità degli Studi di Ferrara, Ordini professionali, Tavolo Associazioni Ambientalis te Forlì.

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Laboratorio territoriale del WWF Friuli Venezia Giulia

L’area

Nome Il consumo del suolo e la tutela del paesaggio nelle nuove politiche regionali

REGIONE Friuli Venezia Giulia

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

Per il laboratorio territoriale di RiutilizziAMO l’Italia del Friuli Venezia Giulia, si è deciso di intervenire ad un livello superiore considerato che la nuova amministrazione regionale, eletta nell'aprile del 2013, nel proprio programma ha individuato una serie di punti da realizzare per il riuso degli edifici dismessi e la rigenerazione delle città e il consumo del suolo zero. In questo contesto il WWF FVG vuole intervenire a livello regionale con l’obiettivo di ottenere una legislazione e piani attuativi che permettano di limitare il consumo di suolo, la tutela e la valorizzazione del paesaggio, e la riutilizzazione del patrimonio dismesso.

La strategia di intervento si svilupperà su più fronti:

- sui vari piani che verranno redatti, quando ce ne sarà l’occasione, si parteciperà alle procedure di consultazione con memorie scritte e osservazioni, in modo da poter influire sul risultato finale;

- a livello di legislazione regionale, l’intervento si svilupperà attraverso la partecipazione alle audizioni presso la IV Commissione Regionale Ambiente, cercando di influire in modo incisivo, nonché attraverso una proposta di legge di livello regionale sullo stop al consumo di suolo, in collaborazione con le altre associazioni ambientaliste.

Il punto di forza di questa azione è la possibilità di intervenire a livello regionale per limitare il consumo di suolo, per favorire la rigenerazione urbana e la tutela del paesaggio.

Considerato il tipo di intervento che si propone (non si tratta di un laboratorio "fisico", atto alla realizzazione o riutilizzazione di una singola struttura), e le implicazioni politiche, gli effetti di questo percorso non si vedranno subito ma nel medio periodo. Ed in seguito si dovrà controllare come verranno applicate le norme, gli indirizzi e le direttive sul territorio per perseguire lo stop al consumo di suolo e la rigenerazione della città.

Altri soggetti coinvolti

Associazioni, comitati e tutti gli stakeholders del territorio coinvolti

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Laboratorio territoriale del WWF Jonico Etneo

L’area

Nome

Contrada Gancia

Cartina area

REGIONE Sicilia PROVINCIA Catania COMUNE Riposto DESCRIZIONE AREA

Area , estesa 12 ettari circa, ubicata tra le fraz ioni di Torre Archirafi e Ca rruba, nel territorio del Comune di Riposto, a valle del nucleo abitato denomina to Gancia, è delimita ta ad est da un'alta fales ia (circa 40 metri ) sul mare Jonio. Il tratto litoraneo sul quale ricade la Contrada Gancia è una porzione del cosiddetto Chiancone di Praiola, un deposito vulcano clastico composto da rocce vulcaniche che affiora solo sul fianco orienta le dell'Etna e si estende dallo sbocco della Valle del Bove f ino al mare dove forma una falesia tra i paesi di Pozz illo e Riposto.

Il degrado è causato da un utilizzo errato dell'area da pa rte del Comune di Riposto a cui quest'area è stata affida ta da una sentenza del Tribunale negli anni 80 dopo l'esproprio ai privati che avevano dato iniz io ad una lottizzazione e cementificazione abusiva della zona . In tutti questi a nni le essenze a rboree presenti nell'area sono scomparse e inoltre il comune ha utilizzato l'area come discarica di materiale di sfalcio e pulizia ville, inoltre il facile accesso ha provocato la nascita di numerose micro-discariche di inerti e materiale ingombrante vario.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

Obbiettivo del laboratorio è la riqualif icazione ambientale dell'area per ottenerne la fruizione e al contempo proteggerla dalla cementificazione selvaggia. Si vuole condurre un laboratorio di supporto al progetto di riqualificazione ambientale redatto dal WWF. Nella fase immedia ta serve soprattutto un coinvolgimento dell'Amministrazione comunale che continua a perseguire il proprio progetto di vendita per edificabilità dell'area.

Altri soggetti coinvolti

Comune, cittadini, associazioni di volontariato con competenze presenti al loro interno

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Laboratorio territoriale del WWF Lazio - STL Pigneto-Prenestino

L’area

Nome Parco di Centocelle a Roma

Cartina area

REGIONE Lazio PROVINCIA Roma COMUNE Roma DESCRIZIONE AREA

Area 1) Il laghetto dell'ex Snia Viscosa si è formato agli inizi degli anni 90 durante i lavori di costruzione di un centro commerciale, successivamente bloccati a causa di irregolarità nella concessione edilizia. Lo scheletro dell'edificio è ben visibile all'interno dello specchio d'acqua, dal quale fuoriesce per diversi metri. Il settore dei capannoni dismessi dell'ex fabbrica Snia Viscosa si trova tra il laghetto e Via Prenestina. Sia il laghetto che i capannoni si trovano a ridosso del Parco delle Energie.

Area 2) Si tratta di casali in stato di abbandono presenti in un’area non più tutelata dal vincolo “Ad duas lauros” D.M. 21.10.1995, per effetto della sentenza del TAR Lazio n. 12334 dell'11.10.2006 ed oggetto di previsione di cementificazione da parte dell’attuale Amministrazione del Comune di Roma. Il Comune di Roma intenderebbe adottare una variante al Piano Particolareggiato adottato dal Comune di Roma con D.C. 148 del 21.10.2002, ma mai trasmesso alla Regione Lazio per la necessaria approvazione, che destinava l’area in questione a verde pubblico.

Area 3) L’area, nella quale si eleva il mausoleo “Osteria di Centocelle”, è tutelata da vincoli archeologici e paesistici ed è destinata a parco pubblico, ma non è stata ancora inglobata nel Parco di Centocelle. Sono presenti autodemolitori, depositi di rifiuti e altre situazioni di degrado.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

Il Laboratorio è finalizzato alla riqualificazione urbanistica e ambientale di tre aree comprese nel Comprensorio "Ad Duas Lauros". Il centro di riferimento del Laboratorio è la Casa del Parco delle Energie sede delle iniziative del Forum, la cui Carta dei Principi (Manifesto Culturale) è stata riconosciuta dal Municipio V (allora Municipio VI ) nella seduta del Consiglio del 26.7.2010.

Area 1) Il laghetto deve essere inglobato nel Parco delle Energie, il rudere deve essere abbattuto e l’intera area deve essere bonificata e riqualificata ai fini della pubblica fruizione del verde e della conservazione della biodiversità, prevedendo anche l’apertura di un passaggio pedonale da Via di Portonaccio. Per quanto

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riguarda l'area dei capannoni industriali dismessi, deve essere recuperato il progetto di insediamento di strutture universitarie non residenziali .

Area 2) I casali del Comprensorio Casilino dovrebbero essere salvaguardati e recuperati per il loro valore storico-culturale e inseriti nel contesto del futuro Parco Archeologico Casilino-Prenestino.

Area 3) Deve essere completata, così come previsto dagli strumenti urbanistici, la realizzazione del Parco di Centocelle (vedi il Dossier sul “Comprensorio Ad duas lauros” preparato dal WWF Pigneto Prenestino).

Altri soggetti coinvolti

Forum Territoriale Permanente del Parco delle Energie, Osservatorio Casilino, Comune di Roma (Assessorati Urbanistica e Ambiente), Municipio Roma V (Assessorati Urbanistica e Ambiente), Università degli Studi di Roma "La Sapienza", Comitati locali.

Le foto

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Laboratorio territoriale del WWF Liguria – WWF Savona

L’area

Nome Località Valloni

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REGIONE Liguria PROVINCIA Savona COMUNE Villanova d'Albenga DESCRIZIONE AREA

Trattasi di una ex cava di argilla che in seguito all'abbandono dell'attività estra ttiva è andata incontro ad un processo di rinaturalizzazione. Sono presenti due zone umide permanenti ed alcune temporanee che ospitano una delle ultime popolazioni di testuggine palustre ligure (Emys orbicularis ingauna) oltre ad altre numerose specie animali. Rivestono particolare importanza anche le aree xeriche e prative ricche di numerose specie di orchidee, in cui è osservabile la lucertola ocellata (Timon lepidus). L'area è inoltre interessante dal punto di vista paleontologico con la presenza di calanchi di a rgilla ricchi di numerosi fossili risalenti al Pliocene. L'espansione urbanis tica nelle a ree limitrofe e l' incertezza delle previsioni di piano sono i principali fattori di rischio. L'accesso non regolamento produce effetti negativi sugli habitat presenti, in particolar sono da segnalare l'accens ione di fuochi, l'abbandono di rif iuti, il pascolo non regolamentato e l'attraversamento da pa rte di mezzi fuoristrada (motocross). L'a rea è collocata all'interno di una più vasta zona in cui è prevista la realizzazione di un impianto golfistico. Il progetto dell'impianto golfis tico che s i svilupperebbe nell'intorno prevede la realizzazione di un'oasi naturalis tica per l'area in oggetto. Allo stato attuale la previsione del golf sembra essere decaduta e pertanto non si hanno informaz ioni precise sulla futura destinazione dell'area e dei terreni limitrof i.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

L'obiettivo del labora torio è realizzare un progetto che permetta di approfondire le conoscenze degli aspetti di maggiore valenza del sito al fine di poter promuoverne il riuso dell'a rea coinvolgendo gli attori del territorio in modo da poter restituire l'area a lla cittadinanza in ottica di valorizzazione delle sue eccezionali peculiarità.

Tale progetto prevederà anche gli aspetti di gestione e fruizione dell'area in prospettiva dell'istituzione di una nuova Oasi WWF.

Il laboratorio si articola in: 1) realizzazioni di indagini naturalistiche sul campo e inventario del materiale bibliografico disponibile (fauna, flora, habitat e aspetti geologici) 2) attività di sensibilizzazione della comunità locale e degli enti locali 3) attività di educazione ambientale 4) redazione di un progetto preliminare (studio di fattibilità) per la gestione e fruizione dell'area, nella prospettiva dell'istituzione di una nuova oasi WWF .

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Altri soggetti coinvolti

proprieta ri de ll'a rea e comune di Villanova d'Albenga

Le foto

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Laboratorio territoriale del WWF Lombardia

L’area

Nome

PROGETTO NOVATE MEZZOLA – PIAN DI SPAGNA

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REGIONE Lombardia PROVINCIA Sondrio COMUNE Novate Mezzola DESCRIZIONE AREA

Il progetto Novate Mezzola – Pian di Spagna ha ad oggetto sia le aree di cava del “S.Fedelino” all’imbocco della Val Codera, sia l’ex a rea Falk posta in strettissima vicinanza a l fiume Mera prima della sua entrata nel lago di Novate.

Questo territorio ha un alto valore ambientale da ta la contiguità tra il lago e la riserva naturale del Pian di Spagna appena a sud del lago di Novate, area umida di interesse internazionale, sito di interesse comunita rio, riserva naturale, e la chiesa di S.Fedelino sulla sponda opposta della Mera proprio di fronte all’area Falk.

La premessa di tale progetto è che, tra gli obiettivi di riqualificazione ambientale presenti nel PGT di Novate Mezzola, vi è quello di mantenere, a ben definite condizioni, nell’area ex Falk, un’attività legata alla valorizzazione di un prodotto, la pietra detta “sanfedelino”.

Tale pietra è un ma teriale da sempre posto alla base dell’economia locale ed ora richiesto anche a livello internazionale, date le sue qualità uniche e insostituibili nella produzione di prefabbricato di conci per gallerie ed il suo possibile ulteriore utilizzo come materiale nel campo dell’architettura, viste le sue ottime caratteristiche s ia di res istenza meccaniche e la sua tonalità luminosa tendente al bianco.

L’area in questione risulta però gravemente compromessa dal precedente uso industriale, che ha lasciato una discarica di scorie contamina te da cromo esavalente, in fase di bonifica, sicché un suo ritorno nell’ambito della piena e profonda naturalità è difficile, se non impossibile, essendo questa sta ta bonif icata con la sigillatura del suolo na turale e sepa rata così dal terreno.

Diviene dunque necessario strutturare ogni intervento su questo territorio in un’ottica complessiva, in cui si ponderi anche il riciclo e riuso delle scorie dell’industria estrattiva preesistente in montagna, abbandonati oggi sui versanti, e che porti ad un saldo positivo costituito dalla mitigazione dell’area Falk, al recupero e alla valorizzazione dei versanti della cava di Valdimonte ed alla valorizzazione ambientale dell’ambito di Ganda grossa/Montagnola.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

Il laboratorio territoriale intende lavorare sulla riqualificazione dell’area e del paesaggio, attualmente devastato da relitti industriali bonificati e versanti scavati non recuperati, in un contesto che naturalisticamente e' unico al mondo. L’area potrebbe ospita re un’attività produttiva sostenibile, che estragga (con lavorazione in caverna) dai s iti di cava posti in prossimità di altri siti di interesse comunita rio. In questa maniera si potrebbe offrire al territorio anche un’opportunità

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lavorativa.

L’intervento sarà condiz ionato anche dai termini e tempi imposti dall’ambiente naturale in cui esso s’inerisce, per soddisfare tutti i requisiti propri dello sviluppo sostenibile, ovvero sia un progetto in cui si fondano, dandosi sostegno a vicenda, l’ambiente e gli habitat, l’economia ed il lavoro, la società e le istituzioni, al fine di restituire alla comunità un territorio f inalmente riqualificato e fruibile dal punto di vista ambientale che contribuisca nel contempo al rilancio dell’economia loca le tramite l’utilizzo di un bene unico e proprio del territorio ossia il “san fedelino”.

Le condiz ioni delle cave in territorio di Novate possono, infatti, offrire una resa economica, anche grazie al supporto di tecnologie innovative che possano rendere compatibili le rilevanze ambientali e la specificità dell’attività estrattiva.

L’estrazione dovrebbe svolgersi attraverso il recupero di materiale di deposito accumulatosi nei secoli di lavorazione per diversi milioni di mc e a ttraverso il recupero delle infrastrutture ferroviarie già esis tenti.

Le operazioni produttive da svolgersi nelle aree che coinvolgono le attività di scavo, lavorazione e produzione, nel c.d. “parco produttivo”, avranno dunque come presupposto: 1) che ognuna di esse dovrà essere ‘permeabile’ alla fruizione per esempio a scopi didattici , aperta dunque alle scuole o a visite guidate o simili; 2) che gli interventi sulle aree di cava saranno affrontati con un piano/ progetto di rina turalizzazione ambientale; 3) che gli interventi ne ll’ambito dell’area ex Falk deputata alla sola selezione del materiale frantumato e alla prefabbricazione, non saranno inquinanti sia dal punto di vista acustico che delle polveri, mentre il progetto di riconversione affronterà, con l’architettura dei manufatti edilizi e l’architettura del paesaggio insieme, la contiguità la relazione e la fusione dove possibile, con gli ambiti a valenza ambientale e naturalistica contigui.

In sostanza il “sanfedelino” potrebbe f isicamente rappresentars i in un intero ambito territoriale che va dalle pareti rocciose da cui viene estratto, passando dalle vicinanze con il lago in cui viene lavorato (l’area ex Falk), fino a ritrovare il contatto con l’elemento puntuale origine della sua denominazione posiziona to nella sponda opposta, cioè la chiesa di S.Fedelino.

Per tutte le ca ratteristiche sin qui esposte riteniamo che il progetto presentato possa essere un ottimo esempio di quello che è lo spirito dell’iniziativa Riutilizz iamo l’Italia lanciata dal WWF essendo lo stesso volto al recupero di un’area dismessa e fortemente degradata al fine di una sua restituzione alla collettività per una fruiz ione ambientale che al contempo permette a nche il rilancio dell’economia del luogo.

Le foto

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Laboratorio territoriale del WWF PIEMONTE E VALLE D'AOSTA

L’area

Nome Ex- Cava Unical

Cartina area

REGIONE Piemonte PROVINCIA Torino COMUNE Chivasso DESCRIZIONE AREA

Ex Cava abbandonata in rinaturalizzazione spontanea. La proprietà era demaniale con varie concessioni. L'a rea Confina col Pa rco del Po e all’interno si trovano alcuni Silos abbandonati

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

Il laboratorio territoriale della Rete WWF Piemonte e Valle d'Aosta lavorerà per fare una proposta di riqualif icazione ambientale ecologica della cava, con bonifica eventua le e integrazione della suddetta area all'interno del Pa rco fluviale del Po. Anche con possibilità di fruizione pubblica (es. orti, aree attrezzate Picnic tempo libero).

Altri soggetti coinvolti

Comune di Chivasso, Parco Fluviale del Po e della Collina

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Le foto

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Laboratorio territoriale del WWF Toscana- WWF Siena

L’area

Nome Ecomuseo Borgo La Selva

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REGIONE Toscana PROVINCIA Siena COMUNE Casole d'Elsa – Radicondoli (e Unione dei Comuni della Val di Merse) DESCRIZIONE AREA

Si tratta di un borgo di origine medievale (negli archivi di Siena viene chiamato “Castel La Selva”, e i primi dati risalgono al XIII secolo), situato sulla sommità di un colle nel cuore de “La Selva”, un bosco di ca. 2.600 ettari facente parte del Patrimonio Agricolo Forestale della Regione Toscana. Nonostante attorno al borgo vi siano ancora residui degli orridi rimboschimenti fatti negli anni '70, a base soprattutto di douglasia, tutto il bosco è ancora ben conservato e pochissimo antropizzato. Il borgo si trova all'incontro di tre s trade bianche, lunghe tra i 3 e i 7 km, che provengono dai tre comuni limitrofi: Casole d'Elsa, Radicondoli e Sovicille. (dalla s.p. 541 si sale per la località Cotorniano; dalla s trada delle Galleraie si sale per Sermenino; dalla s trada di Belforte si sale per Cornocchia).

Il borgo, di proprietà del Comune di Casole d'Elsa e di quella che era la Comunità Montana della Val di Merse (ora Unione dei Comuni), ha un'estensione di ca. 1252 mq. (Se ne esclude la chiesa e la canonica, che essendo state di proprietà della curia, vennero vendute a un privato anni fa, e sono ora ben mantenute).

In base ai Progetti – Azione B4 PRSE 2001-2005 “Infrastrutture pubbliche per il Turismo” della Provincia di Siena (Serv. Attività Economiche, Prog rammazione, Politiche Comunitarie, Turismo, Osservatorio Economico), il soggetto attuatore “Comune di Casole d'Elsa”, iniz iò il restauro di un singolo edificio, di ca. 690 mc., con una previsione finanz iaria di €1.726.500,00, di cui €320.000,00 le spese sostenute nel I lotto.

Il Comune di Casole d'Elsa ebbe poi a ltri €50.000 da Eurochianti per la realizzazione di un “Centro di Accoglienza” (all'interno dell'edif icio in via di restauro) e di alcuni sentieri esterni; e € 18.000 dal MIUR nell'ambito della Diffusione della Cultura Scientifica, per la realizzazione di due “Sentieri per Tutti”, in particolare dedica ti a non-vedenti e sedie a ruota. Si sviluppò, negli anni 2005-2007 un progetto di Ecomuseo, ossia un “patto tra una popolazione e il territorio da essa occupato”, che doveva trovare la sua prima “antenna ecomuseale” a Borgo La Selva. L'edif icio restaurato come “Centro di Accoglienza”, doveva diventare il punto di partenza di tre sentieri di conoscenza nel territorio del bosco e del borgo, ma anche un luogo dedica to alla didattica e alla trasmissione di conoscenze dagli anziani ai più giovani, dai residenti ai visitatori, dai ricercatori a i curios i.

Obbiettivi principali de l progetto erano: Valorizzare e rendere fruibili le risorse ambientali e culturali di una parte di territorio attualmente in stato di semiabbandono; Dare l’opportunità anche a coloro che a causa di handicap fisici in genere non possono godere liberamente della natura, di effettuare un itinerario nel bosco e nella storia appositamente progettato; Rivitalizzare il Borgo La Selva creando opportunità di lavoro per la popolazione locale; ripristinare attività tradizionali perdute e trasmissione di vecchi saperi.

I restauri sono stati effettuati. I percorsi esterni sono stati studiati e progettati, e per essi sono state realizzati 16 poster e 11 cassette e leggìi lignei per non-vedenti. Per l'interno del “Centro di Accoglienza” sono stati comprati pannelli espositivi, mobili, cuscini, libri per la biblioteca, ecc. ecc.

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L'Ecomuseo non è mai stato inaugurato, né si è più parlato di esso.

E' nata un'Associazione Ecomuseo Borgo La Selva, che ha continuato a realizzare materiali didattici (ad es. i “Quaderni di Campo” ed il sito, dove essi sono scaricabili gratuitamente www.borgolaselva.it )e a compiere attività didattiche nelle scuole o nei sentieri del Museo del Bosco di Orgia (Sovicille), grazie a fondi MIUR, In.F.E.A., e delle Comunità Educative della Zona Senese.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

Dato che il progetto Ecomuseo era già stato sviluppato in una sua grande parte, si vorrebbe almeno far partire i tre sentieri esterni (Sentiero del Borgo, Sentiero dei 5 Sensi, Sentiero del Bosco), per i quali è già stata fatta una buona parte dle lavoro. Anche l'apertura del centro di Accoglienza andrebbe pretesa da l Comune, dato che i restauri e le opere interne andranno rovinati o rubati, se si continua a lasciarlo in abbandono. Non ci vorrebbe tantissimo.

Il lavoro sulla creazione dell'Ecomuseo vero e proprio prevederebbe, come primo passo,l la formazione di facilitatori Ecomuseali, e poi un progetto capillare, nelle varie frazioni comuna li, di informaz ione, raccolta dati, coinvolgimento delle persone, trasmissione delle memorie e dei saperi, comunicazione incrociata tra vecchi, bambini, giovani, residenti, visitatori, artigiani, artisti, altri ecomusei, ecc.

Secondo passo, potrebbe essere la realizzazione (come era stato progettato) delle Mappe di Comunità, come già fatto da molti ecomusei, anche italiani (v. Ecomuseo del Paesaggio Orvietano).

Altri soggetti coinvolti

Associazioni locali (Associazione Ecomuseo Borgo La Selva; squadre di cacciatori; Gruppo Astrofilo; CAI), Comune di Casole d'Elsa; Comune di Radicondoli (molto più interessato e disponibile); Unione dei Comuni della Val di Merse; Provincia di Siena; Regione Toscana.

Le foto

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Laboratorio territoriale del WWF Veneto e del WWF Venezia

L’area

Nome BARENE DI CAMPALTO

Cartina area

REGIONE Veneto PROVINCIA Venezia COMUNE Venezia DESCRIZIONE AREA

L’area in questione è un’area di contatto tra l’ecosistema laguna re e la terraferma veneziana. Intreccio di terre emerse, spesso bonifica te e ba rene rappresentano la complessità degli equilibri che regolano l’evoluzione del territorio. Anni fa quando si pensava alla valorizzazione delle barene si pensava al loro uso industriale. Si riteneva che così come era no al loro s tato naturale, fossero inutili. A cosa servivano quelle pianure aff ioranti sull’acqua? Erano i tempi in cui l’antica civiltà veneziana era stata travolta dalla frenes ia della modernità. Le barene di Campalto sono considerate ora una parte significativa della Laguna di Venezia.La proposta fatta dal WWF e dall’Associazione la Salsola ha trovato la condivisione dell’amminis trazione comunale che in diverse stagioni politiche ha condiviso e appoggiato il progetto.

Cronistoria

Dopo la costruzione dell’aeroporto veneziano e dopo aver usato le barene come discariche, l’approvazione della legge speciale per Venezia (L.171/1973) ha salvato il resto delle ba rene da s icura dis truz ione. (diapositiva 2)

Negli anni ’90 il Comune di Venezia iniz ia a bonif icare questa zona mediante la realizzazione di un sarcofago ambientale nelle zone che negli anni della nascita di porto marghera erano state adibite a disca rica. (diapositiva 3)

Nel 2002 viene approvato il Piano di cara tterizzazione dell’area, prelimina re alla progettaz ione della bonifica del Tiro al Piattello che inquinò le ba rene dal 1968 al 2000. Si constatò che tale attività aveva inquinato le barene di campalto con piombo. (Diapositiva 4)

Il sito inquinato è s tato perimetrato mediante una ba rriera in lamiere di a lluminio inf isse nel terreno (Diapositiva 5). La bonifica prevedeva l’asporto della parte superficiale di terreno, la fitoestrazione nelle zone con meno concentrazione di metalli pesanti e il trattamento in loco del restante terreno.

Nel dicembre 2005 l’amminis trazione comunale approva il progetto definitivo che sarà effettuato dal Magistrato alle Acque.

Il progetto prevedeva:

- realizzazione area di ca ntiere

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- realizzazione viabilità di serviz io

- realizzazione dell’impianto di trattamento del terreno contaminato

- rimoz ione del terreno contaminato non trattabile.

La bonifica termina nel marzo 2012 e a differenza di altre zone lagunari, restituisce alla cittadinanza un territorio con caratteristiche e valenze naturalistiche primarie.

Il laboratorio territoriale

Descrizione laboratorio

Il Comune di Venezia ha approvato la prima parte del progetto di riqualifica realizzato dall’Associazione WWF Venezia e Miranese in collaborazione con l’Associazione La Salsola, ta le fase prevedeva la realizzazione di una ca rtellonis tica da posizionare nella zona in questione.

(Diapositive 6-7)La seconda fase è al vaglio dell’Assessorato all’Ambiente e ha come obiettivo generale quello di dimostrare che l’ambiente tute lato e da tute lare è anche una risorsa sociale ed economica che può generare interesse, lavoro, educazione, cultura, con tutti quegli aspetti pos itivi da questi conseguenti per la comunità.

Il progetto prevede la costruzione di un camminamento sopraelevato che permetterà di visionare gli aspetti più caratteristici de lle ba rene, sia sotto il profilo morfologico che della vegetazione alofila. Si tratterebbe di un anello con decorso sinuoso che avrebbe lo scopo di apprezzare le peculia rità della barena senza comprometterne nel contempo la sua integrità.

Si è anche analizzata l'opportunità di realizzare un osservatorio per la fauna ornitica che frequenta in prevalenza gli specchi lagunari antistanti le barene. Le specie sono soprattutto Ardeidi e Caradriformi che sfruttano le fasi di bassa marea per alimentarsi di invertebra ti e piccoli pesci. Il CEA verrà invece adibito in una scuola sita in prossimità delle Barene.

L'oasi delle barene di Campalto rappresenta la primo tessera del futuro Parco della Laguna Nord e quindi deve essere in grado di dimostrare i vantaggi che una zona protetta può offrire soprattutto come volano per la creazione di nuove opportunità di lavoro, con una particolare attenzione per la popolazione locale.

Altri soggetti coinvolti

Associazione La Salsola

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Le foto