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Anno XV Anno XV Giugno 2004 Giugno 2004 N°. 6 N°. 6 La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri del Rito. Stampato in proprio Viene riportata anche in Internet, sul sito dell'Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis : www.misraimmemphis.org I I L L RISVEGLIO RISVEGLIO INIZIA INIZIA TICO TICO Antico e Primitivo Rito Orientale di Misra Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraï m e Memphis m e Memphis Sovrano Gran Santuario Sovrano Gran Santuario Adriatico Adriatico

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Anno XVAnno XV Giugno 2004Giugno 2004N°. 6 N°. 6

La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri del Rito. Stampato in proprio

Viene riportata anche in Internet, sul sito dell'Antico e Primitivo Rito Orientale diMisraïm e Memphis : www.misraimmemphis.org

IILL RISVEGLIO RISVEGLIO INIZIAINIZIATICOTICO

Antico e Primitivo Rito Orientale di MisraAntico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphism e MemphisSovrano Gran Santuario Sovrano Gran Santuario AdriaticoAdriatico

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SOMMARIOSOMMARIO

IL BUONISMO E L’AMORE - Il S. . . G. . . H. . . G. . . - pag. 3

CABALA E BIBBIA - Bruno - pag. 4

TEMPORALIDAD Y TRASCENDENCIAen el proceso de realización iniciático - Carlos Diego- pag. 7

L’ONORE E LA VILTA’ - Roberto - pag. 10

Saggi, dissertazioni, racconti, poesie fantastiche ed un pochino esoteriche

Il PRINCIPE TACCHINO(di Rabbi Nachman di Braslav) - Silvia - pag. 13

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RedazioneDirettore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48100 Ravenna

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intuizioni della conoscenza e conoscenza delle intuizioni

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IIl buonismo l buonismo e e

l’amorl’amoreeIl S.Il S. .. .G.G.. .. .H..H. .. .G.G.. .. . .

LL a peste del XXI secolo che imperversa nel

mondo quale residuo di energie violente che, nonavendo avuto la possibilità di realizzarsi, si sonotrasformate in pulsioni pseudopacifiche, si chiamaoggi "buonismo", cioè malattia dell'anima costitui-ta da una bontà falsa e velenosa, espressadalla più subdola ipocrisia che possavenire fuori dall'umana natura. Sentimento dolciastro e melen-so, simile ad un pugnalelubrificato col miele, cheoffende più della violen-za nuda e cruda, fattaed affrontata a visoaperto. Tendenza adapparire, quindi anascondere, ad im-bellettare, ad illu-dere se stessi e glialtri, ad inganna-re. Mondo di donnettepettegole e di sica-ri, non più dimatrone e di guer-rieri forti e decisi,ma non crudeli.E' questo il vizio-difet-to dei giorni nostri, con-tro il quale bisogna lottareperché non si propaghi alpunto da inquinare quel po' cherimane ancora di lealtà.L'antico proverbio, suffragato dallaparola del Cristo, ci dice che bisogna dire

pane al pane e vino al vino. Ricordiamoci dell'inse-gnamento dei Maestri Passati, che ci spinge allasincerità ed al rispetto reciproco fra gli esseriumani, rispetto che il Cristo Gesù chiama " amore"." Ama il prossimo tuo come te stesso", massimache, sfidando i millenni, è giunta fino a noi ancoraincompresa.Oggi vi sono soltanto maestri che sbagliano. I veri Maestri si sono ritirati nella Grande PiramideEterna in catena d'unione, pronti, se sinceramenterichiesti, ad aiutare l'umanità a non precipitare nelbaratro. Ciascuno di noi si chiuda nel silenzio della propriainteriorità ed ivi cerchi di ritrovare la ParolaPerduta, che, per nostra fortuna, i Maestri Passaticustodiscono gelosamente.

Il S.Il S. .. .G.G.. .. .H..H. .. .G.G.. .. . .

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I sette peccaticapitali

Hieronymus Bosch1470-80

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CCabala e Bibbiaabala e BibbiaBruno Bruno

LL a Cabala è un sistema metafisico o mistico

mediante il quale l'iniziato sollevandosi al di sopradel sapere comune e penetrando nell'intimo signifi-cato del piano della creazione, potrà conoscere Dio

e l'universoIl segreto immanente delle Sacre Scritture sfugge achi interpreta alla lettera il testo di questo librosimbolico ( la Bibbia ) che avvolge nel mantellodella narrazione le rivelazioni sublimi." Guai a chi prende il mantello per la Legge ".Infatti se il semplice racconto fosse l'intera verità,il Vecchio Testamento non meriterebbe essere ilLibro dei Libri; se i saggi e gli esoteristi di oggi siproponessero di scrivere collettivamente un'operaanaloga certamente non riuscirebbero a farne unatanto incoerente ed oscura.Secondo la Cabala le lettere ebraiche con le quali ècomposto il Vecchio Testamento non sono soltantosegni inventati dall'uomo per registrare cose, even-

ti e pensieri, ma lettere e numeri traboc-cano di forza divina. " Gli immutabilinumeri e caratteri alitano l'armonia divi-na, e sono consacrati dall'assistenza diDio. Perciò le creature superiori le temo-no e le inferiori ne tremano " ( cfr. " DeOcculta Philosophia" di Agrippa vonNettesheim -1486-1535 )È compito del cabalista spiegare ilrecondito significato mediante metoditramandati per tradizione, e le verità cosìottenute concordano coi principi stabilitidai fondatori. Ma chi furono i fondatori?Storia e leggenda dissentono.In alcuni testi cabalistici si legge che Diostesso rivelò la cabala all'umanità neitempi biblici: Adamo ricevette un librodall'angelo Raziel, e con lo studio diesso, riuscì a vincere l'obbrobrio dellasua caduta e riprese la propria dignità. Illibro di Raziel pervenne a Salomone chese ne servì per soggiogare la terra.Secondo un'altra versione, il libro YET-ZIRAH è attribuito ad Abramo; ma l'opi-nione prevalente ritiene che sul SinaiMosè ottenesse la chiave per interpretaremisticamente le Scritture ( cfr. il Libro diEsdra ). Circa cinquant'anni dopo lacaduta di Gerusalemme, Rabbi Akibascrisse lo Yetzirah, e il suo discepoloSimon bar Yohai compose lo Zohar.Questa è la leggenda, sempre impregatadi meraviglioso secondo il costume deipopoli orientali.

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Paulus Ricius - Portae LucisAugusta, 1516

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Una cosmogonia fondata sulle lettere esi-steva in Israele nel 150 a. C. , ed è proba-bile che il Sacerdozio ebraico s'appoggias-se a tradizioni orali e che una dottrinaempirica esistesse accanto alle Scritture losi può arguire dal libro di Esdra dove sinarra che il Signore dice a Mosè: " Questeparole le comunicherai, queste le terraisegrete ". Tuttavia l'origine di una bendefinita dottrina cabalistica deve ricercar-si dal 591 al 1038 d.C. nel periodo gaoni-co nel quale gli influssi neoplatonici epitagorici trasformarono il complesso del-l'insegnamento in un sistema metafisico dicarattere speculativo.Il più antico libro cabalistico, il SeferYetzirah ( Formazione ) nacque nel perio-do gaonico, ma la parola " CABALA " noncompare nella letteratura prima del XI°secolo, il libro dello ZOHAR ( Luce ) èapparso alla fine del XIII° secolo. IlZohar è considerato il libro santo, il pila-stro della sapienza cabalistica e deve lasua forma attuale a Moses de Leon ( 1250- 1305 ).La Cabala rivela anche l'influsso dellafilosofia e dell'esoterismo cristiani in dueidee fondamentali: - che il piano dell'ar-

chitettura dell'universo sia comprensibile dall'uomo- che l'Essere divino sia comprensibile almeno par-zialmente con la meditazione.Dalla filosofia greca nasce il pensiero cabalisticosecondo cui il mondo è fabbricato sui numeri e sullelettere: i neoplatonici consideravano i numeri e lelettere come elementi divini dotati di poteri sopran-naturali . All'antica teologia ebraica era estraneo ilconcetto dei Sefirot, manifestazioni di Dio nel crea-to, che ricordano le "Intelligenze" neoplatonicheintermediarie fra il mondo intelligibile e mondomateriale. I dieci Sefirot sono contenuti in ADAMKADMON, lo scritto ebraico Midrash dice che que-sto primo Adamo è il Messia, lo spirito del quale èsempre presente. Tanto Platone quanto Zoroastroritennero che cose e creature esistessero come ideeprima di essere create. Di più da EN SOPH, secon-do la Cabala, l'Incomprensibile e senza limiti,sarebbero nati per emanazione i Sefirot, così comeper Zoroastro ogni cosa fu emanata da ZrvanAkaran, divinizzazione del tempo e dello spazio.

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S. Michelspacher, Cabala, Augusta 1616

P. Lambert - Massone al lavoro - 1789

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I Cabalisti accogliendo questi influssi dovetteroaffrontare il problema sul modo di accoglierli senzafare violenza al testo sacro considerato intangibilein quanto d'ispirazione divina: trovarono la soluzio-ne di leggere negli antichi testi le nuove idee affer-mando che esse erano contenute nella Bibbia findall'inizio.

Per comprovare ciò mutarono il valore delle lette-re, o meglio sostituirono una lettera all'altra, for-mando nuove parole intonate alla dottrina cabalisti-ca. Questo procedimento era già stato impiegato perl'interpretazione del Talmut. In realtà la Cabala si prefiggeva di produrre effetti

portentosi mediante il potere della parola. Nei testicabalistici abbondano le analogie fra reale e ideale,figlie del concetto che l'ordine delle idee è identicoa quello della natura; si afferma anche che tuttoquello che cade sotto i nostri sensi rivela il pensie-ro divino, e che ogni cosa creata dalla intelligenzasi manifesterà nel mondo della materia.In ebraico, come in greco, i numeri sono espressinon con cifre, ma con lettere. Pertanto GEMATRIAè il procedimento per scoprire rapporti fra le parolemediante il calcolo del loro valore numerico. Leparole che danno lo stesso risultato possono sosti-tuirsi l'una all'altra, o possono indicare un nuovosignificato. Il valore numerico del tetragramma -

Yod he vau he - è : 10, 5, 6, 5 in totale 26.Il metodo NOTARIKON considera leparole ebraiche come acrostici di cuiogni lettera è iniziale di un'altra parola,oppure preleva le lettere iniziali e/o ter-minali e ne trae nuove parole. La parolaAGLA è formata dalle iniziali della bene-dizione : " Atha Gibor Leolam Adonai ".la Bibbia inizia con la parola "Bereshit "-in principio - che contiene, secondo ilmetodo notarikon, le iniziali della frase:" Egli creò il firmamento, la terra, i cieli,il mare e l'abisso ".Il metodo TEMURAH traspone e permu-ta le lettere delle parole e ognuna di que-ste può assumere, anagrammata, un signi-ficato occulto.Risulta comprensibile che con tali siste-mi i cabalisti scoprissero nella Bibbiasignificati segreti, ne fa meraviglia che,calcolando le parole in numeri e i numeriin parole, riuscissero ad assodare l'interaorganizzazione dell'universo, i nomi diDio e degli angeli, e il numero degli ospi-ti celesti che risulta 301.655.172.

Bruno Bruno

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Schema dei sephirot - Athanasius Kircher 1653

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lla a TTemporal idademporal idady trascendencia y trascendencia en e l pren e l pr oceso de roceso de r eal izaeal iza --

c ión inic iát icoción inic iát icoCarlos Diego Carlos Diego

AA l hablar del proceso de realización iniciático

no se puede dejar de tratar acerca de las implican-cias que el concepto de "tiempo" tiene lugar endicho proceso, pudiendo ser visto comouna de las principales determinacio-nes en la que nos encontramos.En uno de los libros delCorpus Hermeticum, laMente le dice a Hermes:"Dios crea la eternidad;la eternidad el cosmos;el cosmos crea eltiempo; el tiempocrea el devenir. Laesencia de Dios esla sabiduría; laesencia de la eter-nidad es la identi-dad; la del cosmosel orden; la deltiempo, el cambio;la del devenir, lavida y la muerte".No cabe duda deque nos hallamossujetos al permanen-te cambio, ligados alconstante devenir,atrapados en las garrasde la temporalidad, lacual nos mantiene atados alámbito del mundo de lo cor-ruptible, a todo aquello que nopermanece, que nace y muere acada momento.

TTemporalità emporalità

e trascendenza e trascendenza nel processo di realizzazionenel processo di realizzazione

iniziatico iniziatico

PParlando del processo di realizzazione iniziatico non

si può smettere di trattare circa le implicazioni che il con-cetto di "tempo" ha posto in detto processo, potendo esse-

re visto come una delle principali determina-zioni nella quale ci troviamo. In uno dei

libri del Corpus Hermeticum, laMente dice a Hermes: "Dio crea

l'eternità; l'eternità il cosmo; ilcosmo crea il tempo; il

tempo crea il divenire.L'essenza di Dio è la sag-

gezza; l'essenza dell'e-ternità è l'identità;quella del cosmo l'or-dine; quella deltempo, il cambia-mento; quella deldivenire, la vita e lamorte." Non c'è dubbio checi ritroviamo indivi-dui nel permanentecambiamento, legatial costante divenire,presi negli artigli

della temporalità, laquale ci mantiene inse-

riti nell'ambito delmondo del corruttibile, in

tutto quello che non rimaneche nascere e morire conti-

nuamente.

La scala di Giacobbe - W.Blake,1800

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Es esta una de las característi-cas de lo que podemos deno-minar el "mundo profano",mundo en el cual nos move-mos y en el que transcurre lamayor parte de nuestras vidas.No es de extrañar que nuestroshábitos mentales sigan laspautas de este continuo movi-miento al que estamos someti-dos. Es por ello que nuestrospensamientos raramente seaquietan, somos cada vezmenos dueños de los mismos,muchas veces, incluso, pare-cieran poseer vida propia, altrabajar continuamente de unamanera enardecida sin quesiquiera de ello nos demoscuenta. El hombre, en general,es pasivo frente a todo esto,intentando seguir el ritmo quelas circunstancias a cadamomento le imponen, es porello que vive en el mundo ypara el mundo, sin podertomar distancia del mismo.Esto le ocurre también aliniciado que, viviendo en el mundo, también se veimpelido a participar de la velocidad propia de laépoca en la que se encuentra. Sin embargo, poseeherramientas que le permiten concebir al mundo y así mismo de una manera muy diferente, formarseuna nueva mentalidad, una nueva visión de lascosas. Esta mirada distinta, realiza un doble movi-miento que va desde el interior al exterior, transfor-mando a este último, y desde el exterior al interior,donde el círculo se cierra al producir cambios inter-nos. Esta forma de ver la realidad implica la posibi-lidad de captar intelectualmente aquello que, invisi-ble a los ojos, le da su ser a todo cuanto nuestrossentidos pueden percibir. Se trata de concebir losprincipios inmutables en lo que se encuentra sujetoal cambio, de trascender las particularidades paraacceder a la- universalidad esencial, de intuir aqueleterno instante en el que todo tiene lugar, y de sercapaces de saberse a uno mismo como contingenteen cuanto a las características accidentales físicas ypsíquicas que posee, y eterno en cuanto a las posi-bilidades espirituales que se encuentran en cada

È’ questa una delle carat-teristiche di quello chepossiamo denominare il"mondo profano", mondonel quale ci muoviamo enel quale trascorre lamaggior parte delle nostrevite. Non è strano che lenostre abitudini mentaliseguano i modelli di que-sto continuo movimento alquale siamo sottomessi. È per ciò che raramente inostri pensieri si calmano,siamo sempre menopadroni degli stessi, moltevolte, perfino, sembranopossedere vita propria,lavorando continuamentein una maniera moltointensa, senza che di ciò cirendiamo conto. L'uomo, in generale, èpassivo di fronte a tuttoquesto, cercando di segui-re il ritmo che continua-

mente le circostanze gli impongono, è per ciò che vive nelmondo e per il mondo, senza potere prendere distanzadallo stesso. Questo succede anche all'iniziato che,vivendo nel mondo, si vede anche impedito a manifestarela velocità propria dell'epoca nella quale si trova.Tuttavia, possiede mezzi che gli permettono di concepireil mondo e sé stesso in una maniera molto differente, diformarsi una nuova mentalità, una nuova visione dellecose. Questo sguardo distinto, realizza un doppio movi-mento che va dall'interno all'esterno, trasformando que-sto ultimo, e dall'esterno all'interno, dove il circolo sichiude producendo cambiamenti interni. Questa forma di vedere la realtà implica la possibilità dicaptare intellettualmente quello che, invisibile agli occhi,dà la sua essenza a tutto quanto i nostri sensi possonopercepire. Si tenta di concepire i principi immutabili inquello che si trova soggetto al cambiamento, di trascen-dere le particolarità per accedere alla universalità essen-ziale, di intuire quell'eterno istante nel quale tutto haposto, e di essere capaci di sapersi di uno stesso comecontingenti in funzione delle caratteristiche accidentalifisiche e psichiche che si possiede, ed eterno in funzionedelle possibilità spirituali che si trovano in

A. Durer, Melanconia, 1514

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uno de nosotros. Es el espacio sagrado el lugarmás óptimo donde llevar a cabo esta tarea, puestoque es precisamente allí donde la eternidad de losprincipios universales se ponen en juego de unamanera particular, al ser recreados por la acciónritual. Mas también estos principios se encuentranen el templo que es nuestro corazón, por lo que sehace necesario comenzar a profundizar en nuestrointerior para acceder a ellos, como bien lo señalanlas siglas herméticas V.I.T.R.I.O.L, que podemosya encontrar en el Cuarto de Reflexión El paso queva del "hombre viejo" al "hombre nuevo" y quepermite esta mayor profundidad de la mirada, traeaparejado el aquietamiento del alma, la concentra-ción de la mente y mayores posibilidades de elec-ción en cuanto al camino que uno pretende recor-rer, conforme a las características internas de cadauno. Esta calma producida permite al iniciadoafrontar las circunstancias del mundo sin caer odejarse arrastrar por el movimiento de las mismas.Incluso puede servirse de ellas como soportes parala propia trascendencia. Sin caer en la ilusión deltiempo, en su división de pasado-presente-futuro,aprende a considerarlas como dadas en simultanei-dad, entonces no se concibe solo como producto delo que cree que fue, de lo que considera que actual-mente es o de lo que piensa que será, sino comouna esencia que siempre es y que permanecesiempre igual a sí misma.En uno de los discursos que Hermes

Trismegisto da a su hijo Tat, sedice lo siguiente: "Dado queDios me ha dado la tranquili-dad, padre, ya no me repre-sento las cosas con la visiónde mis ojos, sino por mediode la energía mental queprocede de las potencias.Estoy en el cielo, en latierra, en el agua, en elaire; estoy en los animalesy en las plantas; en el vien-tre materno, antes del vien-tre materno, después delvientre materno; en todas par-tes".

Carlos Diego Carlos Diego

ognuno di noi. È lo spazio sacro il posto migliore doveportare a termine questo compito, dato che è proprio lìdove l'eternità dei principi universali si mettono in giocoin una maniera particolare, nell'essere ricreati per l'azio-ne rituale. Ma anche questi principi si trovano nel tempioche è il nostro cuore, per questo diventa necessariocominciare ad approfondire il nostro interno per acce-dervi, come bene lo indicano la sigla ermeticaV.I.T.R.I.O.L che possiamo trovare già nella Stanza delleRiflessioni. Il passo che va dall’"uomo vecchio" all’"uomo nuovo" eche permette questa maggiore profondità dello sguardo,predispone l'acquietamento dell'anima, la concentrazionedella mente e maggiori possibilità di elezione in quantoalla strada che uno inizia a percorrere, è conforme allecaratteristiche interne di ognuno. Questa calma prodottapermette all'iniziato di affrontare le circostanze delmondo senza cadere o lasciarsi frenare per il movimentodelle stesse. Perfino può servirsi di esse come supportiper la propria trascendenza. Senza cadere nell'illusionedel tempo, nella sua divisione di passato-presente-futuro,si impara a considerarli come date in simultaneità, allo-ra non si concepisce solo come prodotto di quello che sicrede che fu, di quello che considera che attualmente è odi quello che si pensa che sarà, bensì come un'essenzache è sempre e che rimane sempre uguale a sé stessa. In uno dei discorsi che Hermes Trismegisto dà a suo figlio

Tat, si dice la cosa seguente: "Dato che Diomi ha dato la tranquillità, padre, non

mi rappresento ormai le cose conla visione dei miei occhi, bensì

per mezzo dell'energia men-tale che procede dalle

potenze. Sto nel cielo,nella terra, nell'acqua,nell'aria; sto neglianimali e nelle pian-te; nel ventre mater-no, prima del ventrematerno, dopo il ven-tre materno; da tuttele parti."

Vitriol acrostic (originally fromBasil Valentine) in Johann Neithold

Aureum Vellus; oder Güldenes Vleiss,Frankfurt, 1733

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LL’’ONORE ONORE E LAE LA VILVILTTAA’’

RoberRoberto to

SS empre più spesso mi accade, di fronte ai tragici

e crudeli eventi che quotidianamente sconquassanoil già fragile ed incerto " modus vivendi " dellamoderna umanità, di riflettere sul perché si siagiunti a tale caos e a tale disordine. E, in verità, purnon riuscendo a dipanare mai per intero questaintricata matassa, talvolta, con l'aiuto di Dio e dellafortuna, qualche bagliore riesce ad illuminare i mieitristi pensieri, rendendo più serena la mia anima eaccendendola di nuove speranze.E' oramai certo, come diceva il Grande FratelloArtephius, che la presente crisi dell'Umanità dipen-de dall'ebbrezza di Iniziazioni incomplete, e a que-sta verità, indiscutibilmente di ordine superiore, nepotremmo affiancare un'altra, che trae certissima-mente origine dall'enunciato di cui sopra, ed è laverità che concerne l'abbandono, sempre più fre-quente, nelle elites politico-religiose ( preferirem-mo usare termini più tradizionali, quali le castesacerdotali e guerriere ) del senso sacro dell'Onoree di tutto quanto ad esso va a correlarsi - coraggio,lealtà, spirito di sacrificio…- a tutto vantaggiodella Viltà, suo negativo riflesso.Tale abbandono avviene, in primis, come intuitopoc'anzi, sul piano superiore della Iniziazione, perpoi riflettersi su tutti i piani inferiori.Esso ha purtroppo generato e continua a generare ilfenomeno del tradimento e dello spergiuro, che aloro volta rappresentano l'anticamera della ribellio-ne alle gerarchie, l'abbandono del Sacro e l'incom-prensione totale di valori trascendenti quali la Fidese la Virtus.Già una volta, in occasione di un mio breve scrittoriguardante l'Iniziazione e la Controiniziazione,ebbi a riflettere e a parlare dell'Onore, dei suoirisvolti in senso trascendente, ovvero della forzach'esso racchiude in sé di poter abbattere, in un solo

istante di eternità, gli illusori involucri del tempo edello spazio poiché, non giungendo a patti e com-promessi con la Viltà, e non temendone i suoiriflessi negativi, quali la paura della morte intesasoprattutto nel suo senso egoico di attaccamento aipiani fisici, psichici e passionali… l'Onore eleva eproietta l'individuo direttamente nei "Campi Elisi",e il morire in battaglia, partendo da condizioni d'in-feriorità manifesta, rende il guerriero simile ad undio.Il punto da chiarire, ai profani che leggeranno que-ste righe, è un altro. Per chi scrive - e per alcunialtri che ugualmente leggeranno - è ovvio che lasorgente dell'Onore, quale Noi la intendiamo, è nel-l'idea superiore di Virilità Spirituale, e che questa èenormemente più difficile da conseguirsi e conqui-starsi della virilità fisica, perché i nemici che devesottomettere sono infinitamente più subdoli e mali-ziosi, e vanno compresi, dominati e vinti " sub spe-cie interioritatis "….Il punto da chiarire, dicevopoc'anzi, è che non possiamo permetterci - comesingoli e come umanità intera - di perdere contattocol piano delle Cause e conseguentemente con quel-lo ancora più importante dei Principii, e quindi dei

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Cavalieri teutonici

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Valori tradizionali più puri qual' è l'Onore! Nonpossiamo permettere che i falsi profeti dell'ugua-glianza a tutti i costi, attraverso il sentimento infe-riore dell'invidia, generato e alimentato dalla debo-lezza e dalla carenza di Virilità Spirituale e propa-gato dalla Controiniziazione, rompano i ponti checonsentono all'Uomo di sognare e di intravedere lapossibilità di realizzare il superamento di sé stesso!Le utopie dell'eterna felicità su questa terra hannosempre ed ineluttabilmente finito con lo scontrarsitra di loro, causando dolore, distruzione senza fine,a volte addirittura ricacciando l'Umanità interanelle tenebre quasi totali dell'ignoranza e dellasuperstizione, ma guai impedire all'Uomo di sogna-re l'Eroe, di essere, nel proprio immaginario, coluiche lotta, che vince, che riporta la Giustizia,l'Ordine, colui che si comporta con Onore, l'Eroeleale, onesto, senza macchia, giusto, valoroso, chenon tradisce mai…. Guai togliere all'intimità dello

Spirito quel sogno del fanciullo che vuole imitareed emulare l'Eroe!

Ma questa Umanità vuole sempre meno eroi evede perciò sempre di più allontanarsi i figli daipropri padri, scavando il solco dell'incomprensionecon tutto ciò che è sacro e perenne in senso tradi-zionale. Vede l'odio e la viltà cancellare l'Onore,quando il prepotente esercita il proprio " diritto "con la forza bruta nei confronti degli inermi e degliindifesi .Nonostante tutto questo odio, questa, in apparenza,implacabile ed inarrestabile furia distruttrice e pro-fanatrice, dissacratrice d'ogni valore trascendente…resterà sempre, fortunatamente, l'ultimo Samurai,l'ultimo dei Moicani, e poco importa se esso si rifu-gerà nei piani invisibili. Sarà sufficiente, un giorno,che da bocca a orecchio, come nella migliore tradi-zione orale, si racconti di quel fanciullo che sogna-va di diventare Eroe, che voleva diventare

Cavaliere, per difendere i deboli daisoprusi e dalle angherie dei prepotenti edei vili… ed esso riapparirà magicamentenella Storia, in carne ed ossa, figlio di unpensiero che mai muore e sempre si rinno-vella, come un fiume carsico che scompa-re e riappare, improvviso, e riaccenderàcosì gli animi spenti ed avviliti per ricon-durli ad una nuova rinascita e ad un nuovorisveglio.Chi conosce in sé l'Onore concede al pros-simo l'Onore ( non "vae victis" ma l'Onoredelle armi ) perché anche nell'Onore è lascintilla del Supremo Artefice dei Mondie gli uomini, pur vinti, lo meritano sem-pre, specie quando hanno combattuto aviso aperto. Umiliando il vinto umiliamonoi stessi, perché non sappiamo ricono-scere che la scintilla che da la vita ainostri nemici è la stessa che anima lanostra! Comprendiamo questa verità esaremo un po' più liberi di giudicare noistessi e gli altri, ma non esitiamo, nel con-tempo, a condannare la viltà e la debolez-za, ovunque esse si annidino, dentro efuori di noi, senza riserve e senza paure esenza reticenze, ogni qualvolta esse tenta-no di soggiogarci per sottometterci allaloro schiavitù.

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Maat

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Ma allora, qualcuno dal mondo profano ci chiede-rebbe, qual è la differenza fra la vostra Utopia e lealtre? A questa domanda risponderei nel seguentemodo: la nostra Utopia è l'Iniziazione ai piani supe-riori dello Spirito, nel tentativo di potere, un gior-no, identificarci all'Ente Supremo, quel Principioche noi amiamo definire Supremo Artefice deiMondi, per le sue qualità di onnipotenza, onnipre-senza, immutabilità e amore per il Creato e le sueCreature. Ma per fare ciò non intendiamo derogaredalle Regole e dalle Leggi che Egli, si badi bene,Egli e non altri, ha scolpito a caratteri eterni neinostri cuori al momento della nostra creazione.Unadi queste Leggi è, per l'appunto, la Leggedell'Onore, la quale , a sua volta, è posta a salva-guardia e a difesa della nostra Dignità! Ci è statoinsegnato quindi, e in ciò consiste la differenza conle altre utopie, che mai,"neppure per un atto meri-torio quale la ricostruzione del Tempio" , noi dovre-mo abbandonarci alla fellonia e alla viltà! Cheognuno tragga, di conseguenza, dopo aver benmeditato nell'intimità della propria coscienza inte-

riore queste parole, le dovute e necessarie conclu-sioni.

Nello squallido panorama di questi tempi moder-ni, calamitosi e bui, in cui imperano e comandano leleggi infere del disonore e della viltà, dell'attacca-mento egoistico e materiale a tutto ciò ch'è vano,effimero ed illusorio, si possono definire fortunatequelle elites - come la nostra - che, a pieno titolo econ pieno onore, non deragliano mai dalla retta via.Elites capaci di rinunciare all'orpello, al vano, allosterile e sempre inutile accademico litigio dottrina-le - caratteristica, quest'ultima, delle organizzazioniiniziatiche decadenti - e che al contrario privilegia-no in maniera esclusiva l' autentico " secretum "massonico, frutto dell'incomunicabile Mistero chesi realizza unicamente all'interno delle Logge, quel-la vibrazione armoniosa ed inviolabile che, inutil-mente, i detrattori di cose Sacre cercano da sempree con tutti i mezzi di carpire, ma che, nel contempoe per sfortuna loro, fatalmente li condanna all'in-successo, perché indegni di meritarla!

RoberRoberto to

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Speculum veritatis XVII sec.

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IIl Principel PrincipeTTacchino acchino

(di Rabbi Nachman di Braslav)(di Rabbi Nachman di Braslav)

SilviaSilvia

II l figlio del re aveva perso la ragione :crede-

va di essere diventato un tacchino .Si sentivacostretto a spogliarsi, ad accovacciarsi nudo,sotto al tavolo, ed a passare la giornata a bec-chettare ora delle briciole, ora dei pezzi diossa, proprio come avrebbe fatto un tacchino.Tutti i medici di corte avevano perso la speran-za di poterlo curare ed avevano abbandonato illoro posto. Il re era disperato.Un saggio si presentò a corte e si dichiarò ingrado di curare il principe. Giunto di fronte allatavola, si inginocchiò e si mise anch'egli a bec-chettare le briciole sotto al tavolo. Il principegli chiese:"Chi sei e cosa fai qui?"E tu-risposeil saggio-cosa ci fai qui?"Il principe rispose: "Io sono un tacchino"."Anche io "rispose il saggio.Si sedettero uno accanto all'altro e fecero ami-cizia. Una volta guadagnatosi la fiducia delprincipe, il saggio si fece gettare dagli inser-vienti due camicie e disse al principe :"Cosa tifa pensare che un tacchino non possa indossareuna camicia? La si può indossare e restare puredei tacchini".Così indossarono le camicie.Poi il saggio si fece gettare due paia di pantalo-ni sotto la tavola."Cosa ti fa pensare che un tacchino nonpossa…".E si misero i pantaloni.

Il saggio fece poi segno di servire loro del cibo nor-male."Cosa ti fa pensare che un tacchino sia condan-nato a mangiare solo delle briciole? Ci si può nutrirebene e restare pur sempre dei tacchini".E mangiarono insieme. "Cosa ti fa credere che un tac-chino sia condannato a stare sempre sotto il tavolo?Anche un tacchino può sedersi a tavola".Il saggio continuò a trattare il principe in questo modofino alla sua completa guarigione.

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SSaggi,disseraggi,dissertazioni,tazioni,brbrevi racconti, evi racconti,

poesie fantastichepoesie fantasticheed anche ed anche

un pochino esotericheun pochino esoteriche

Proverbi fiamminghi (particolare) - Pieter Bruegel , 1559

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Questa storia, oltre a dare un esempio di terapia che inqualche modo potremmo definire quasi omeopatica,contiene alcuni insegnamenti cabalistici. Il saggiocura il principe non in maniera "anti-patica",dicendo-gli che è un pazzo, ma con comprensione simpatia,empatia per ciò che l'altro stava attraversando.Proviamo ad ipotizzare una identificazione dei perso-naggi. Il principe potrebbe essere il sé, il figlio di Dio,del Re.Il tacchino potrebbe rappresentare la sua personalitàinferiore, che svende i tesori del regno dello spirito.Più il principe si identifica col tacchino,più si nutre di"avanzi", per cui la mensa reale gli appare lontana,irraggiungibile, inesistente.Il Saggio potrebbe essere il maestro, dentro e fuori dinoi, che aiuta il principe a riemergere dall'oscurità . Nelle mie letture ho trovato sovente indicazioni inmerito al fatto che I saggi del Talmud descrivessero il

folle come colui che perde ogni cosa che gli si dona.La follia del principe potrebbe consistere quindi nellaperdita di coscienza del dono più prezioso che gli èstato fatto: l'anima e la vita eterna. Se ognuno ha un potenziale da realizzare, un tesoro diesperienze spirituali da accumulare durante la vita èprobabile che lo possa fare se osa uscire da sotto iltavolo. I vestiti potrebbero rappresentare la luce ester-na, la copertura dell'anima ed avere una grande impor-tanza nella vita e nelle esperienze di ricerca misticae/o religiosa. La simbologia della tavola potrebbe essere riferita (es.nella mistica ebraica, al codice di leggi "Shulchan'Arukh"(lett. tavola apparecchiata). Quindi il sedersi atavola potrebbe significare l’accettazione di un ritmoche nel cosmo e nella nostra vita, che non riguardisolo il galateo esteriore, ma una serie di leggi che por-tano, nella vita quotidiana, ordine ,ritualità sacralità.Per il principe tutto ciò che accade sotto la tavolasembra essere frutto del caso, infatti non ha rapportocon ciò che avviene al di sopra. Per lui (come per gliuomini di oggi) non sembrano esistere leggi, ordine,Provvidenza; appare come perso il rapporto con l'uni-verso e la Divinità. Soffermandoci sul ruolo dell’alimentazione, notiamocome l'attenzione del principe sia totalmente assorbitadal cibo poco nobile e dal modo altrettanto poco nobi-le di mangiarlo; ciò al punto da rinunciare alla propriaidentità e da dimenticare di essere figlio del Re, figliodi Dio e di avere un posto speciale alla sua mensa,dove il cibo prelibato che viene servito sfama l'animaoltre il corpo. Se poi proviamo a pensare che uno deimodi in cui la luce divina potrebbe discendere nelcorpo umano è anche attraverso il cibo, forse dovrem-mo evitare ( magari attraverso le benedizioni e la giu-sta intenzione) di immettere nel corpo e nell'anima leklippot (i gusci).Riflettendo infine sulla breve storia, notiamo che, aparte pochissime azioni compiute dal saggio, eglipassò la maggior parte del tempo seduto.Questo ci ricorda un modo di “sperimentare” la medi-tazione, attraveso uno stato di quiete anche di tipofisico, che ci consente di riequilibrare il respiro e diimparare a compiere ogni atto quotidiano con consa-pevolezza. Sempre nelle mie letture ho trovato unainteressante affermazione di Rabbi Nachman: "La solaragione per cui la gente si allontana da Dio è che nonsa fermarsi per pensare nella calma e nella serenità.Seriusciamo a sederci e riflettere, avremo modo diriorientare la nostra vita."

SilviaSilvia

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T.Vaughan (alias Eugenio Filalete) - Lumen de Lumine, 1693

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Tutti i racconti, i saggi, le poesie, i disegni che le Sorelle ed i Fratelli vor-ranno proporre, potranno essere inviati a:

Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48100 Ravennae-mail : [email protected]

Chi preferisca ricevere questa pubblicazione anche per posta elettronica(oppure in alternativa al supporto cartaceo, tramite la consueta spedizionepostale) può richiederlo, inviando un semplice messaggio all'indirizzo e-mail < [email protected] > specificando:

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(se sino ad oggi non vi è arrivato nulla per e-mail, è possibile che gli indi-rizzi in nostro possesso non siano esatti; è opportuno che ci trasmettiatequelli corretti).

E’ importante ricordare, comunque, che si può “scaricare” la copia dellanostra pubblicazione, direttamente dal Sito( www.misraimmemphis.org ), informato PDF

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intuizioni della conoscenza e conoscenza delle intuizioni

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