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I giovani e le loro imprese Un approfondimento qualitativo sul territorio di Monza e Brianza di Fabio Introini e Cristina Pasqualini Istituto G. Toniolo Università Cattolica - Milano

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I giovani e le loro imprese

Un approfondimento qualitativo sul territorio di Monza e Brianza

di Fabio Introini e Cristina PasqualiniIstituto G. Toniolo Università Cattolica - Milano

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Obiettivi dell’indagine

Un approfondimento qualitativo – attraverso un focus group – per un insight nel mondo dei giovani imprenditori del territorio di Monza-Brianza per conoscere:

Guide e riferimenti simbolico-valoriali del fare impresa e dell’essere imprenditore [valori , significati, autorappresentazioni e percezioni];

Le motivazioni e i percorsi del «divenire imprenditore»;

La «vita» dell’impresa secondo i suoi giovani protagonisti.

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I nostri testimoni e le loro imprese

Un focus group – realizzato nel mese di maggio 2013, presso la Camera di Commercio di Monza e Brianza – con 6 giovani imprenditori: preferibilmente under 34 operanti in imprese attive sul territorio della Provincia di

Monza e Brianza

Imprenditore Tipo Impresa Età impresa Età imprenditore

Imprenditore 1 Apparecchiature elettromediche

40 anni 32

Imprenditore 2 Nuove tecnologie 40 anni 31

Imprenditore 3 Automaz. Industr. 30 anni 35

Imprenditore 4 Packaging farmaceutico

45 anni 33

Imprenditore 5 Giardinaggio 30 anni 34

Imprenditore 6 Turistica/albergo 5 anni 32

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Fare impresa: una mappa semantica

Creare valore e non solo profitto

Stare nellaeconomia reale

Innovazione

Tasse

Accesso al credito

Burocrazia statale

Coraggio

Orgoglio

FARE IMPRESA

Difficoltà

Significato «oggettivo» Prerequisiti personali

Crisi

Follia

Networking

Responsabilità

«Incubo in Italia»

«Per fortuna la Svizzera è vicina»

Start-up

Vision a lungo termine

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Fare impresa per i giovani

«per i giovani tutte le parti negative già emerse diventano ancora più ostiche»

«… adesso le difficoltà legate all’occupazione giovanile non ti consentono l’accesso al mondo lavorativo, di fare esperienze, di avere una idea e di aprire una propria attività»

«non tutti possono inventare Facebook»

«Partire da zero in questo momento in Italia adesso ci vuole un coraggio non indifferente. E’ uno scoglio troppo grosso adesso»

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E in Brianza?Brianza è già di per sé un (quasi) sinonimo di impresa o un «brand» che dice:

Dell’identità di un modo di intraprendere«arti, mestieri e manifattura sono i punti forti che abbiamo. Ma sono

poco valorizzati, sono poco trendy. Ma in questo momento le aziende che vanno bene è perché fanno quello e lo mandano all’estero»

Della solidità territoriale e sistemica su cui può contare«La Brianza ha tenuto di più rispetto ad altri distretti. In alcuni territori

italiani c’è la tendenza a sedersi e a non adeguarsi ai cambiamenti»

Della capacità di coniugare innovazione e tradizione«Le aziende che si occupavano di tessile in Lombardia e dintorni si

sono adeguate ai cambiamenti. All’inizio hanno sofferto, sono andate giù, poi dopo hanno iniziato a scoprire il know-how, hanno investito in tecnologia. La Lombardia ha un altro modo di approcciare»

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L’imprenditore per immagini

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L’idea di imprenditoreLibero, anche senza tempo

libero

Apertura mentale

Senso della sfida

Preparato e ottimo inglese

Smart, dinamico, pragmatico

Follia

Capacità collaborativa

Capacità di scegliere e formare un team vincente

Obiettivi chiari

Vision di lungo periodoNon ha paura di sporcarsi le mani

Polivalente, ma non

autosufficiente

Attaccamento al lavoro

Solo, anche se in team

Attenzione al

minim

o

dettaglio

Né benefattore né ladro

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L’imprenditore nel mutare delle generazioni

• Entusiasmo (da vendere)• Buona volontà

• Trend di crescita ma basso plateau

• Voglia di fare («animal spirits»)

• Paternalismo

• Entusiasmo• Buona volontà

• Specializzazione e polivalenza

• Meno paternalismo

CapitalistaMonarca

Capitano della nave

• Meno entusiasmo

• Competenze frammentate

• Importanza del team e del networking

• Basso trend di crescita ma elevato plateau

Capitano di una squadra sportiva (primus inter

pares)

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I percorsi: le costanti Provenienza da percorsi formativi di alto livello (Università Bocconi e

Politecnico di Milano). Carriera universitaria come investimento familiare (in prevalenza hanno

studiato per gestire un’azienda, non per crearne una). Collocazione entro l’azienda di famiglia o entro una azienda aperta ad hoc dalla

famiglia stessa. Ingresso in azienda non lineare e non immediato nell’impresa di famiglia. Periodo di lavoro presso altro datore di lavoro, all’estero e in grandi gruppi

multinazionali (percepito come momento ancora «formativo»). La scelta di entrare nell’azienda di famiglia è autonoma e non eteronomamente

subita. Spesso questo inserimento avviene in corrispondenza di un fisiologico ricambio

ai vertici. Esuberanza dello spirito imprenditoriale visibile nella volontà di sperimentare

parallelamente altre avventure imprenditoriali mediante la creazione di «spin off» o attività in campi anche diversi da quello di partenza (creazione App, professioni dei media, ecc.).

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La rete degli attori

«Vi presentiamo una serie di attori istituzionali e non che hanno più o meno direttamente a che fare con la vita di una impresa. In che misura rispondono ai vostri bisogni?

(1molto, 2 abbastanza, 3 poco)»

FamigliaCompetitors

Business AngelsAssociazioni datoriali

Sistema politico-amministrativo

BancheUniversità

1

2

3

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Fare impresa oggi

Non esiste possibilità di pianificare la propria attività (tutto just in time). Non esiste possibilità di pausa. Si viaggia sempre a pieno regime e si sta sempre sulle spine. Aumenta il dispendio di forze a fronte di un sistema altamente fragile,

precario e rischioso. Fare impresa da zero è difficile per non dire impossibile anche per via della

disoccupazione giovanile che impedisce ai giovani di «andare a bottega» a maturare il know-how per aprire a loro volta una impresa. A meno che non sia quella di famiglia.

L’accesso al credito è sempre più complicato Gli strumenti offerti dalla PA (doti ecc.) si rivelano poco efficaci soprattutto

per le modalità di accesso alle risorse erogate e le lunghe e macchinose pratiche.

Il sistema politico amministrativo nel complesso sembra rallentare e non fluidificare i processi del fare impresa.

Le risorse pubbliche, inoltre, tendono ad essere prevalentemente indirizzate alla creazione di start-up penalizzando le aziende di tipo più tradizionali (forse perché meno «trendy»).

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Tracce di futuro EXPO: una chance per pochi e limitata nel tempo ai mesi che

precedono e seguono l’evento. • «L’Italia farà una pessima figura»• «Finirà a tarallucci e vino» • «fatta eccezione di quello in Cina, quelli precedenti sono sempre

stati un fiasco (Spagna)»• Sembra insomma che Expo abbia già fallito prima ancora di essere

iniziata (rischio di profezie auto-adempienti)

INTERNAZIONALIZZAZIONE: Il futuro dell’impresa sarà verosimilmente sempre più legato alla capacità delle aziende di sviluppare partnership e progetti internazionali. Occorre pertanto sostenere le imprese in questo networking

I GIOVANI che si affacciano al mondo dell’impresa farebbero bene ad assumere fin da subito uno sguardo cosmopolita, vivendo la possibilità di emigrazione come una chance senza escludere il ritorno

NON SOLO START-UP: Le istituzioni dovrebbero comprendere che la start-up non può essere l’unico modello di business da offrire come prospettiva ai giovani.