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L’EUROPA DAL 1850 AL 1871
I Edizione
Proclamazione dell’Impero Tedesco, di Anton von Werner (1877), proclamazione del Kaiser
Wiilhelm (18 January 1871, Palace of Versailles).
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/17/Wernerprokla.jpg
Anton von Werner [Public domain], via Wikimedia Commons
1. Sommario
Credean taluni dopo il Quarantotto
Che il corso della storia mai interrotto
Sarebbe: assolutismo e statu quo,
ma il contrario si verificò.
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Intanto in Francia, Italia e stati simili
Ormai rivali son borghesia e popolo.
La prima è liberale e nazionale,
sovranità di Stato è il suo ideale
che assicura il benessere economico.
Così diviene il partito dell’ordine.
Questo stato borghese in conclusione
Finisce con l’opporsi alla nazione.
Resta ai margini lo sfruttato popolo,
che vuole un socialismo democratico,
e a margini ci son pure i cattolici
che i liberali con lor non vogliono.
Dal Cinquanta al Settanta preparato
Questo spacco è in seguito aggravato
Dal Settanta giungendo a fine secolo
Poi poco a poco lo spacco si supera
Si va verso lo stato popolare
Che la democrazia può accettare
Insieme al socialismo ed ai cattolici.
E questo andrà dal Cinquanta al Quattordici.
Nel ventennio da noi considerato
‘l quadro europeo è del tutto alterato
Dal sorgere di due nuovi stati,
Italia e Germania, unificati.
Della prima s’è detto, la seconda
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Il decadere dell’Austria asseconda
E soprattutto a voler dire il vero
La gran rovina del Secondo Impero.
Nuovi equilibri van quindi cercati
E grazie a BISMARCK son realizzati
In un nuovo europeo concerto
Che col tempo si fa sempre più incerto,
Tra il Settanta e il Novanta, poi scompare
Bismarck e si deve ricominciare,
con l’equilibrio a blocchi contrapposti
ed alleanze di nemici opposti:
un disastro per l’europea terra
che si concluderà sol con la guerra.
2. Il Secondo Impero – la politica interna
Dal Cinquanta al Settanta l’europea
Politica il Secondo Impero crea.
NAPOLEONE TERZO va studiato
E non sol da sua fine giudicato,
Quando ammalato ed anche fatalista
Di Bismarck risultò facil conquista.
I suoi primi anni ridiedero l’onore
Alla Francia, e potenza, e splendore.
E veramente non comincia male
dando impulso all’impero coloniale
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In Indocina e nel Madagascar;
legislazione agli operai vuol dar;
Ebbe la Francia insomma in quei di là
Ordine interno e gran prosperità.
Suo vanto due esposizion perfette
Cinquantacinque e poi Sessantasette
Pur se furon di Londra imitazione
(Nel Cinquantun la prima esposizione).
E gli va pur riconosciuto il merito
d’aver fondato istituti di credito.
Credito mobiliare e pur fondiario
Accrebbero il potere finanziario:
Canal di Suez nel Sessantanove;
Hausmann a Parigi fa vie nuove,
E la Parigi che oggi conosciamo
Noi al Secondo Impero la dobbiamo.
Ridotta al nulla è la vita politica
L’opposizion condannata al silenzio
del governo si elegge il candidato
Stampa, scuola, tutto è controllato.
Napoleon per primo ha avuto a cuore
Del popolo il destin sempre peggiore
E spera di tenerlo a sè legato,
A un liberale impero allineato.
Sessantaquattro, è la prima nazione
Che abbia un’operaia legislazione
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Con cui si volle infine riconoscere
Il diritto d’associazione e sciopero.
Due anni prima s’erano incontrati
Con le Trade Unions gli operai andati
pron. TREID IUNIONS (i sindacati inglesi)
A visitar l’esposizione e dopo
Si riconobbe un comune scopo:
dei lavorator la società è nata,
Internazional, da MARX aiutata.
Sessantaquattro, il TOLAIN è ben desto,
“Dei sessanta” redige il manifesto
Che di Marx le idee principal
Fa sue, e in Francia l’Internazional
Fonda. Diverrà così separato
Dalla borghesia il proletariato;
questo dovrà innalzarsi da se stesso.
Gli obbiettivi saranno per adesso
Repubblica e suffragio universale.
Sessantanove, è un fiasco totale
Il risultato per Napoleon:
Gli operai di quell’anno alle elezion
votano insieme a chi vuol la repubblica.
Così fallì la sua social politica.
2. Il Secondo Impero – la politica coloniale
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In politica estera gl’insuccessi
Seguiron presto ai primi successi:
successi fur Crimea e Solferino;
nel Sessantuno incomincia il declino
con l’unità d’Italia e men godette
per Querétaro nel Sessantasette.
Nel Sessanta ebbe l’ultimo successo
Imponendo al SULTAN che sia concesso
In Libano un cristian governatore,
di eccidi di cristian moderatore.
(Poi ritirossi la flotta francese
Per non dar ombra al governo inglese).
Nel Sessanta avanzando in Senegal
Diede inizio all’Impero colonial;
Sessantadue, incomincia a penetrar
Con trattato nel Madagascar,
Che nel Novantasei è trasformato
(beffa agli inglesi) in un protettorato.
Ma con gli inglesi la Cina dei Qin(g)
Obbliga ai trattati di Tien Tsin
Dal Cinquantotto per più d’un biennio,
e si conclude la guerra dell’oppio.
La Francia ottiene le delegazioni,
Accesso ai porti e cristiane missioni.
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E poi con l’armi e la diplomazia
Seguendo del Mekong la fluvial via
Penetra il retroterra della Cina
E strappa la Cambogia e Cocincina
All’impero d’Annam. E’ ormai vicina
La colonia francese d’Indocina.
Ma ai successi dell’Asia, nell’America
Fa riscontro il disastro del Messico.
ANTEFATTO IN MESSICO
BENITO JUAREZ, nano, indio e masson
S’oppon nel Sessantuno a Miramon.
Benito Juarez era alto 137 cm.
In Messico c’è la rivoluzione
Mentre negli USA c’è la Secessione.
La guerra di Secessione (1861-65), paralizzando gli Stati
Uniti, incoraggiò gli europei ad intervenire.
Francia, Spagna, Inghilterra danneggiati
Videro gli interessi dei privati
E inviaron navi. Ci fu un compromesso
Che con Spagna e Inghilterra fu un successo
Ma ciò non piacque a Napoleon
Che, appoggiandosi a Miguel Miramon
Volea creare un nuovo vasto stato
Che dalla Francia fosse controllato.
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Sessantatrè, Sei giugno, i francesi occupano
(Corpo di spedizion) Città del Messico
E chiaman un imperator lontano
Il fratello del Franz, Massimiliano
Massimiliano d’Absburgo (Max)
Ch’è il candidato di Napoleone.
Ma tal tutela presto l’indispone,
nel general BAZAINE fidar non può ; pron. BA-SÈN (S di rosa)
riuniti, gli USA ricitan Monrò, cioè la dottrina di Monroe
e in Europa cannoni ancor lontani
fanno temere alla Francia i Prussiani.
Richiama il Bazaine Napoleon.
Son fucilati Max e Miramon
Sessantasette, Giugno Diciannove
A Querétaro. Nessuno si muove
In Europa, e sua moglie Carlotta
Impazzirà avendo perso la lotta.
Napoleone vien considerato
Responsabile del colpo mancato.
3. La politica delle nazionalità.
Napoleon comprende che sarà
‘l principio delle nazionalità
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A trionfare in un vicin domani
E quindi vuole ispirarvi i suoi piani.
La Francia aveva con la sua possanza
Spinto i popoli verso l’uguaglianza,
ora dovrebbe con spirito ugual
promuover le speranze nazional,
e la Germania e l’Italia aiutare
il patrio suolo ad unificare.
Ma la Germania non ne avea bisogno
E il dominio d’Italia restò un sogno
Che Italia e Papa insieme gli alienò.
Con la Polonia ancora peggio andò,
che nel Sessantatré si ribellava
anche perché sulla Francia contava.
Volea Napoleon minacciar guerra
Insieme all’Austria ed all’Inghilterra,
ma non si mosser, e per questa via
perse pure la russa simpatia.
4. Bismarck al potere in Prussia.
La guadagnò a Berlino la Prussia,
che non temette d’aiutar la Russia,
sfidando del Paese l’opinione.
Primo Ministro era BISMARCK OTTONE
Che proposto dal ROON di Prussia al Re
Guglielmo Primo, senza indugio fé
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Quel che i liberal certo non gradivano.
Dal Sessantadue sol l’alta camera
E il re appoggiaron l’uomo del momento
Contro al Landtag, liberal parlamento.
I tedeschi l’odiaron cordialmente,
Bismarck se n’infischiò sovranamente
Sapendo che, arrivato all’unità,
Ogni contrasto allor vinto sarà.
Con mano preparò ferma e prudente
Le rete in cui successivamente
Caddero Danimarca, Austria e Francia.
A preparar l’esercito si lancia:
MOLTKE è il suo braccio, e mente che non erra:
L’esercito è perfetto per la guerra,
Anzi tre guerre: Guerra dei ducati
(Sessantaquattro) in cui sono strappati
Schleswig e Holstein alla Danimarca.
Volea CRISTIANO NONO suo monarca
tentar di chiarir nodi assai complessi
Meglio stringendosi i ducati ed essi
S’appellar alla Confederazione.
Ma la Prussia coglie l’occasione
E trascinando l’Austria entra in guerra.
La Danimarca deve ceder la terra.
I vincitori l’amministrazione
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Dividono fra lor con convenzione
(Gastein, Sessantacinque), i cui termini
Eran volutamente assai ambigui.
I Ducati che fur portati via
Eran protetti da una garanzia
Di Francia ed Inghilterra, che restar
Perplesse e inquiete, né sepper che far.
5. La guerra del Sessantasei – conseguenze in Francia
Del Sessantasei la guerra all’Austria
Già fu descritta. Ma come la Francia
Ebbe a soffrirne, è cosa da narrarsi.
Bismarck volea di Francia assicurarsi:
(Sessantacinque) Assicurazion
Fa a Biarritz Bismarck a Napoleon
Che or crede che per lui la guerra è un bene
Chiunque vinca - e non interviene.
Quando inizi vuol l’imperatore
Il ruolo assumere del mediatore.
Nulla fu scritto, promesse generiche,
sia l’un che l’altro giocarsi intesero.
Ma con l’Austria la guerra non durò.
Napoleon tra lor mediar non può.
Vuol allora rifarsi coi compensi,
ma è più difficil di quanto non pensi.
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Bismarck non dà tedeschi territori;
però dal Belgio resterebbe fuori
e quel carteggio sarà utilizzato
nel Settanta, ed agli Inglesi dato.
Il Lussemburgo a Francia forse resta,
L’Olanda aderisce alla richiesta,
Ma qui il Bismarck la stampa scatena
E Napoleon rinuncia con pena
Nel Sessantasette. Esasperato
Di Francia è il nazionalismo umiliato
Ed è chiaro che è sempre più nera
Tra i due paesi di guerra l’atmosfera.
Napoleon vorrebbe or allearsi
Con Austria e Italia, ma non può più farsi.
Anche all’interno cresce il malcontento.
Maggior poteri ottiene il parlamento
Nel Sessantasette. Elezioni nuove
Vengon tenute nel Sessantanove
I bonapartisti hanno seggi cento,
l’opposizione ne ha duecento,
e vi spicca un giovane avvocato
di Cahors, LEON GAMBETTÀ chiamato .
Quell’anno un senatoconsulto vale:
da autoritario divien liberale
l’impero, e il capo dell’opposizione
liberal, l’OLLIVIER premier s’impone.
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Il Secondo Impero s’indebolisce,
la Prussia invece s’irrobustisce:
Anche il Landtag è convinto adesso,
del Sessantasei dopo il successo,
e con un “atto di indennità”
tutte approva l’irregolarità
commesse dal governo in precedenza.
La Prussia dimostra grande clemenza
Con l’Austria facendo la pace a Praga.
Di chieder terre non è affatto vaga
Ma in Confederazion le toglie il posto
(Sessantasei, ventitré di agosto).
Punisce inoltre i tedeschi stati
Che s’erano per l’Austria dichiarati:
occupò Hannover, Assia ed altri siti,
senza curarsi di far dei plebisciti.
Così la Prussia estese in un baleno
I confini dal Brandeburgo al Reno,
ed aumentò la sua popolazion
da diciannove di cinque milion.
Gli stati a nord del Meno fur legati
In confederazione, comandati
Dal Re di Prussia. Poca voglia c’era
In Baden, in Württemberg, e Baviera,
ma furo indotti un’alleanza a stringere
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offensiva e difensiva, politica
e militar. Bismarck due scopi ha
liquidar Francia e fare l’unità,
Vuole riuscirci in un colpo solo:
provocar Francia e per il patrio suolo
si muoverà la tedesca nazione,
che avrà vittoria ed unificazione.
6. La guerra franco-prussiana
La Spagna fu, a dar l’occasion di guerra.
Dal Trentanove l’iberica terra
era in pace sotto la REGINA
ISABELLA, ma erano in rovina
Le istituzion, e per quanto liberal
Fosse il governo, troppi general
Capi partito, lottavan tra lor.
Mancava un uomo di senno e di cuor,
e la deficiente Corona è quella
che ha più colpe. La regina Isabella
poco sen cura, ha vita sregolata,
e nel Sessanta e Otto vien cacciata.
Or si propone più d’un candidato,
LEOPOLD D’HOHENZOLLERN è il più quotato,
ma ciò crea in Francia gran scontento,
perché pare un tedesco accerchiamento.
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Protesta Francia, Guglielmo cede,
e vittoria francese ognun vi vede.
Per un poco si ferma il guazzabuglio,
del Settanta il Dodici di Luglio.
(Anticipando quel che si dirà,
AMEDEO un biennio regnerà).
Amedeo di Savoia, capostipite del ramo di Aosta, tutt’ora
esistente, re di Spagna dai primi del 1871 ai primi del
1873.
Ma i Francesi voglion garanzia,
che non c’è modo che Guglielmo dia,
e il diniego non pareva scorretto
se il Bismarck non l’avesse un po’ corretto,
né il “dispaccio di Ems” avesse dato
alle stampe e all’ambasciate svelato.
Questo dispaccio in duecento parole
Che riferire i fatti solo vuole
Dimezzato divenne, e reso tale
Da offender gli uni e gli altri in modo eguale.
A rileggerlo ora non par vero
Che ne sia morto e poi nato un impero.
Il testo del telegramma, intitolato "dispaccio di Ems",
affermava:
« Dopo che le notizie della rinuncia del principe
ereditario di Hohenzollern sono state comunicate al
governo imperiale francese da quello reale spagnolo,
l'ambasciatore francese in Ems ha richiesto ancora Sua
Maestà il Re di autorizzarlo a telegrafare a Parigi che Sua
Maestà il Re si impegnava per tutto il tempo avvenire a
non dare giammai il suo consenso, qualora gli
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Hohenzollern ritornassero alla loro candidatura. Sua
Maestà il Re ha ricusato di ricevere ancora
l'ambasciatore francese e ha fatto dire per mezzo del suo
aiutante che non aveva nulla da comunicare
all'ambasciatore. »
Sembra che la parola “ancora” abbia infuriato i tedeschi;
le parole “ricusato “ e “aiutante”, quest’ultima mal
tradotta, i Francesi.
Piomba la Francia in grave subbuglio
Dichiara guerra il Diciannove Luglio
Spinta da stampa, popolo ed esercito,
a cui Napoleon non sa resistere,
e nulla val se il THIERS a dir s’affretta:
“Non si fa guerra sol per etichetta”.
Ed or la Francia è rimasta isolata:
l’Austria sarebbe la sola alleata
ma la Russia non lo permetterebbe;
L’Ighilterra forse muoverebbe
Se il Bismarck, che isola e poi annienta,
Non l’avesse resa assai scontenta
Rivelando la segreta trattativa
Che tre anni prima Francia e Belgio univa.
In Germania gli screzi son finiti,
Al nord del sud gli stati son uniti.
In Francia c’è militar confusione
E soprattutto improvvisazione,
Con generali inetti ed ambiziosi.
I tedeschi sono meticolosi,
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e tutto è previsto e organizzato,
Moltke tutto ha provvisto e preparato.
Tedeschi quattrocencinquantamila,
e di Francesi sol trecentomila
sono in campo all’inizio. Nuova tattica
del Moltke è marciar divisi e combattere
uniti. Bazaine a Metz è scappato
e un terzo dell’esercito ha bloccato.
MACMAHON è indeciso e infine avanza
Battaglia ad accettar senza speranza.
Primo settembre, è a Sedan la catastrofe:
Napoleon s’arrende e il massacro evita,
Centomila son presi e la partita
Già pensa Bismarck che sia finita.
7. La simultanea nascita di una repubblica e di un impero.
Non è così. La nuova giunge il Tre
A Parigi, e il Quattro si dichiara che
Sono decaduti i Bonaparte,
e la Repubblica di nuovo parte
con un governo di membri dodici
tra i quali Gambetta e FAIVRE trovansi,
presieduto da TROCHU generale
capo di piazza della capitale,
e contro la prussiana tracotanza
decide di resistere ad oltranza.
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Il Diciannove Ottobre già incominciano
I tedeschi di Parigi l’assedio,
Gambetta in pallone a Tours s’invola
E per far leva di massa si sgola
Non senza effetto: presto ha tre eserciti
In tutto son seicentomila uomini
Che muovon per Parigi liberare.
Adolfo Thiers invece ha un bel girare
Per le capital d’Europa: non molta
C’è voglia di guerra e nessun l’ascolta.
L’unico che si muove è Garibaldi
Che in gennaio pugna coi suoi baldi.
E poi, facendo grande impressione,
vince un inutile scontro a Digione.
A Versailles mentre Parigi è assediata, Versailles, pron. VERSÀI
La corona imperiale è presentata
A Guglielmo dal re di Baviera,
Luigi, con fede più o meno sincera.
Luigi II, re di Baviera
Principi e citttà concordi l’offrono.
Gennar Diciotto i tedeschi proclamano
Il loro impero. Dieci giorni passano;
Resa Parigi, e sotto l’Arco sfilano.
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La sfilata sui Champs Élysées, sotto l’Arc de Triomphe di
Napoleone, è una sorta di mania tedesca che si ripeterà
dopo settant’anni.
Perché gran fame Parigi ha patito
E finalmente l’assedio è finito.
Or tocca a Thiers coi tedeschi trattare
Ed armistizio e pace concordare.
A Francoforte, dieci maggio, i Francesi
Firman la pace: cinque miliardi spesi
D’indennità, ma con maggiore pena
Cede la Francia Alsazia e Lorena:
Della Francia resta piaga scoperta,
e la Revanche è una questione aperta.
Revanche, pron R(E)-VÀNSh, “rivincita”
8. Il rinnovamento dello stato absburgico
Altri imperi si fan più liberali
E s’apron alle spinte nazionali.
L’Impero Turco fa poche riforme
Pro-cristiane, ma l’Islam non dorme
E dal Cinquantasei lettera morta,
rimangon le riforme della Porta.
Anche rinnovasi l’Impero Absburgico
Che dopo aver tentato varie formule
Dopo la grande prussiana conquista
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Si trasforma in un Impero dualista
E’ l’Ausgleich (compromesso), e pace mette
Con l’Ungheria nel Sessantasette.
Il Fiume Leitha separa i due Stati
Nell’imperatore-re unificati.
Galizia, Slovenia, Boemia e Dalmazia
Si trovan così a dipender dall’Austria;
Croazia e Slovacchia dall’Ungheria
con Transilvania (che or è in Romania).
(Solo a partir d’allora si denomina
D’Austria l’Impero come “Austro-Ungarico”).
Molta strada s’è fatta in anni venti,
e i liberal posson esser contenti:
Il primo presidente al parlamento
Ungherese , in un primo momento,
Quarantanove , era stato impiccato
In effigie. ANDRASSY è chiamato. Pron.ÀN-DRA-ShI
Ma proprio bene la cosa non va,
s’agitan l’altre nazionalità.
9. La Russia tra l’assolutismo e le riforme.
In Russia ALESSANDRO czar non dorme
Anche lui incomincia con riforme.
In Russia fino agli anni Cinquanta
L’arretratezza senza dubbio è tanta:
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solo due classi, i servi ed i nobili,
con decreti o ukase gli zar comandano.
Sembrava che nessuna impressione
Avesse fatto la rivoluzione
Francese e neppure l’invasione
Che fé nel Dodici Napoleone.
Così non era, esposti al mondo esterno
I nobili guardar meglio all’interno.
Alessandro II, 1855-1881
ANTEFATTO
Nel Venticinque in Russia va malino
Muore Alessandro, cede Costantino,
Alessandro I, 1801-1825
Costantino, suo fratello, rinuncia al regno.
Va al trono Nicola, terzo fratello.
Zar è NICOLA, ma con imprevisti:
ecco la congiura dei Decabristi,
(vuol dire decembristi, e poi direi
Data è il quattordici o il ventisei)
La prima data è nel “vecchio stile” o giuliano; la seconda
nel “nuovo stile”, gregoriano
La schiaccia in fretta. Della nobiltà
Ormai Nicola non si fiderà.
Governo duro, di burocrazia,
che si appoggiava sulla polizia.
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La nobiltà, esclusa da politica,
alla “Campana” di Herzen si dedica:
Qui ci son illuminismo e realismo,
romanticismo e pure realismo
a cui s’aggiungono due orientament:
verso gli slavi e verso l’occident.
Cinquantacinque, sul trono appar
ALESSANDRO SECONDO come zar.
Questi è comprensivo e intelligente,
e apprende dagli error rapidamente:
A far riforme già studiate vola,
Amministrazione, giustizia e scuola,
ma l’atto più importante e rinomato
del regno suo, è al Tre Marzo legato
del Sessantuno: un’epoca è finita,
La servitù della gleba è abolita.
Venti milioni han terra e libertà.
La terra poi riscattar si potrà
In cinquant’anni e anticipato
Sarà il denaro a cura dello stato.
Si tratta d’una svolta epocale,
ma, per sfortuna, preparata male.
Difficil è psicologicamente
Da schiavo farsi padron di repente,
e al poter dei lor padroni strappati,
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Or son i servi al Mir incatenati,
(Laddove il Mir era il tradizionale
Organo della società rurale).
Fu dunque un fallimento, ché mancavano
Riforme integrative che arrivarono
Sol grazie allo STOLYPIN, troppo tardi,
mentre a collaborare furon tardi
nobili e possidenti, che mancarono,
e la grande riforma boicottarono.
Ora i polacchi nel Sessantatrè
Gennaio, insorgono, ma questa è
Rivolta della disperazione,
a cui seguì una dura repressione.
La russificazione s’inasprì.
E il tempo delle riforme finì
Dopo uno studentesco attentato:
che convinse lo czar d’aver sbagliato.
Torna lo czar al vecchio autocratismo,
combatte il popul-nichil-terrorismo.
Contro lo czar or si oppone ciascuno:
E’ assassinato nell’Ottantuno.