Tecnologie per gestire la domanda ed eliminare i costi improduttivi Nicola Martinelli
i Costi Per Gestire Una Societa
-
Upload
antonella-infantino -
Category
Documents
-
view
214 -
download
0
description
Transcript of i Costi Per Gestire Una Societa
I COSTI PER GESTIRE UNA SOCIETA’
Quali e quanti sono i costi per
gestire una società? Questa è una domanda che molti navigatori ci hanno
posto partecipando al nostro sondaggio on line. A questa domanda non c’è una
risposta unica che può essere adattata a qualsiasi tipo di attività, ma sarebbe
necessario scrivere un articolo per ogni categoria di business. Questo accade
perchè i costi per avviare e gestire un’attività variano in base ad una serie
di fattori. Infatti, una cosa è avviare una società che si occupa dell’erogazione
di servizi, un altro conto è avviare una società di produzione che prevede degli
investimenti più cospiscui. E anche nell’ambito delle società che offrono
servizi, i costi non sono gli stessi perchè per affrontare l’avviamento di
un’attività di parrucchiere o di un centro estetico i costi da sostenere sono
inferiori rispetto all’avviare e a gestire, per esempio, un albergo o un’attività di
trasformazione industriale di qualche materia prima per ottenere un prodotto
finito.
Cercheremo tuttavia in questo articolo di dare delle linee guida da seguire per
fare una stima dei costi necessari per avviare un’attività.
Le prime spese che un ‘imprenditore deve sostenere sono quelle relative alla
costituzione della sua attività: a seconda infatti che scelga la forma
giuridica di Società in nome collettivo (Snc) piuttosto che quella della
di Società a responsabilità limitata( Srl) anche i costi per la costituzione
variano. Infatti devi ipotizzare costi diversi: nel caso decidi di aprire una
Società in nome collettivo le spese di costitutuzione si aggirano tra i 3.000-
3.500 euro; mentre, se opti per l’apertura di una Srl le spese di costituzione
sono un pò più alte perchè stiamo intorno ai 4.000-6.000 euro. L’apertura di
una Società per azioni (Spa) ha costi di costituzione ancora più elevati:tra i
12.000 – 18.000 euro. Questi parametri, in liena di massima, sono però variabili
in funzione della zona geografica in cui occorre aprire l’attività.
Anche i costi di tenuta della contabilità sono maggiori, oltre al fatto che ci sono
un pò di “complicazioni” aggiuntive per le società di capitali piuttosto che per
le società di persone o le ditte individuali: ciò è dovuto al fatto che le società
di capitali hanno l’obbligo di effettuare molti più adempimenti amministrativi
che impegnano di più i commercialisti.
Dopo aver considerato questa prima tipologia di spese per la costituzione,
passiamo ad analizzare i costi di acquisto per gli investimenti.
Innanzitutto devi aver chiara una cosa: i costi che sostieni per acquistare i
cosiddetti beni pluriennali sono ben diversi dai costi di gestione cioè dai costi
che devi sostenere tutti i giorni o tutti i mesi per assicurare lo svolgimento
dell’attività. Per capire meglio questa distinzione facciamo un’esempio:
ipotizziamo di voler avviare e aprire un negozio di parrucchiere (quindi ci
stiamo occupando di un servizio).
Nella fase iniziale devi fare una stima dei costi dei beni pluriennali che
sostieni per allestire il locale e per acquistare tutti gli “strumenti” per svolgere
l’attività. Nel caso dell’attività di un parrucchiere, i beni da acquistare sono:
Locale (nel caso decidi di acquistare l’immobile dove svolgere l’attività)
Lavatesta
Poltrone
Sedie per lavaggio
Carrelli porta attezzi per parrucchieri
Carrelli per tinture
Carrelli per estetica
Tavoli per manicure
Tavoli per pedicure
Espositori per saloni
Vetrine
Specchi
Asciugacapelli professionali
Caschi asciugacapelli professionali
Sterilizzatori uv per parrucchieri
Impianto di condizionamento
Impianto di illuminazione
PC
Software
……………………….
……………………….
Ognuno di questi beni si caratterizza per il fatto che viene acquistato e
“rimane” in azienda per più di un anno:si tratta delle
cosiddette immobilizzazioni di cui abbiamo già trattato in un altro articolo del
BLOG.
Dopo aver individuato i beni pluriennali fai la stima dei loro costi in questo
modo:
Ma non finisce qui. Perché a questi costi iniziali di investimento devi
aggiungere tutti gli altri costi di gestione. Nel caso di un parrucchiere
i costi cosiddetti di esercizio da prendere in considerazione possono essere
ad esempio:Per ogni tipo di beni che intendi acquistare devi individuare il costo
unitario e le quantità del bene che intendi acquistare. La somma dei costi di
acquisto determina il valore degli investimenti.
le spese per acquisto di shampoo e prodotti vari
le spese per l’acquisto di spazzole, pennelli e altro
le spese per le utenze: luce, gas, telefono
le spese per il personale
le spese amministrative
le spese di pubblicità
…………………………….
…………………………..
Queste spese sono sostenute in modo ricorrente (cioè tutti i giorni o tutti i
mesi) e puoi sintetizzarle in questo modo:
Alla luce di quanto abbiamo finora detto, ti rendi conto da te che è impossibile
dare un’unica risposta alla domanda: “Quanti costi servono per gestire una
società?”: dal momento che dipende da una serie di variabili che, come
abbiamo visto, dipendono dalla scelta della forma giuridica, dal tipo di attività
che si svolge, dal settore di riferimento nonchè l’ammontare e la tipologia degli
investimenti. Oltre, naturalmente, ai costi del notaio.
CONOSCERE I COSTI PER STABILIRE I PREZZI NEL MODO GIUSTO
Conoscere i costi della tua
azienda è molto importante perchè ti serve per andare a calcolare il prezzo a
cui vendere i tuoi prodotti/ servizi.
Devi sapere che i prezzi di vendita sono strettamente correlati ai costi perchè
il profitto di un imprenditore è dato proprio dalla differenza tra ricavi (prezzo di
vendita x quantità vendute) e costi.
Molto spesso, nell’attività di consulenza, ci è capitato di incontrare imprenditori
che si lamentano di non guadagnare abbastanza e di non riuscire a calcolare
correttamente i prezzi di vendita e non sanno come imputare i costi al
prodotto. Lo stesso commercialista molto spesso non ha tempo o non ha le
competenze per impostare un sistema di contabilità analitica (o industriale ),
che serve all’imprenditore anche nella determinazione del prezzo di vendita dei
suoi prodotti/servizi. Quindi il più delle volte accade che la fissazione del prezzo
di vendita avviene sulla base di ipotesi o stime approssimative.
La contabilità generale serve al commercialista per la dichiarazione dei redditi;
mentre è la contabilità analitica (o industriale) che analizza e fornisce
all’imprenditore informazioni preziose sulla struttura dei costi e dei ricavi
aziendali. E’ sempre la contabilità analitica che suporta l’imprenditore nel
prendere le decisioni, anche quelle riguardanti la fissazione dei prezzi di
vendita.
Quindi anche se operi in un settore in cui i prezzi di vendita dei tuoi beni o
servizi sono “condizionati” e fissati dal mercato, è sempre opportuno,
dapprima, fare un’analisi interna sui costi della tua azienda! Nell’analizzare i
costi distingui i costi fissi da quellivariabili. E ricordati di imputare e di tenere
conto anche dei cosiddetti costi “nascosti”. I costi “nascosti” sono quei costi
che non vengono direttamente attribuiti ed imputati ad un determinato
prodotto o servizio. Un costo “nascosto”per esempio potrebbe essere l’ onere
finanziario che un’azienda paga per un un prestito bancario.
Il più delle volte accade però che gli imprenditori calcolano i prezzi di vendita
applicando un semplice ricarico ai costi: questa soluzione è un pò troppo
semplicistica e grossolana, anche se è (probabilmente) il metodo più usato per
stabilire il prezzo di vendita di un prodotto/servizio.
L’analisi dei costiFacendo l’analisi dei costi aziendali l’imprenditore potrebbe rendersi
conto e scoprire la presenza di aree di inefficienza che, una volta eliminate,
possono fare aumentare i margini di profitto senza aumentare i prezzi di
vendita. Questo è quanto accaduto ad un’impresa che aveva il magazzino delle
materie prime e dei semilavorati distante dall’impianto di produzione: ciò
comportava delle “perdite di tempo” dovute allo spostamento delle materie
prime e dei semilavorati. Dopo aver fatto l’analisi dei costi, l’imprenditore si è
accorto di questo “spreco di risorse” e ha deciso di avvicinare le materie e i
semilavorati all’impianto di produzione. In questo modo ha migliorato i suoi
guadagni senza aumentare i prezzi di vendita.
Quindi nella determinazione del prezzo di vendità è sempre bene partire
dall’analisi dei propri costi aziendali. E’ indubbio che la fissazione del prezzo di
vendita nel modo “giusto” contribuisce al successo dell’impresa. Ma qual’è il
prezzo giusto? In questo momento di crisi economica, molti imprenditori di
fronte a cali di fatturato, pensano di recuperare quote riducendo il prezzo di
vendita attraverso campagne di sconti.
Attenzione a questa strategia perchè alcune volte è proprio il prezzo di
vendita alto cheda valore al tuo prodotto/servizio. Questo perchè alcune
volte un prezzo basso può essere interpretato dal cliente come sinonimo di
scarsa qualità e di poco valore. Ecco un altro punto su cui soffermarsi: ogni
azienda deve conoscere il proprio valore così da poterlo “vendere” ai propri
clienti. Per comprendere meglio il concetto di “valore” ti raccontiamo quanto è
accaduto ad un imprenditore che si occupa di realizzazione di software
gestionali . Questo imprenditore stabilisce i prezzi di vendita dei software,
partendo dall”analisi dei costi fissi e variabili ed aggiungendo un “valore” che è
dato dal “risparmio” di tempo e di risorse che fa conseguire ai clienti grazie
all’installazione dei suoi software gestionali. Facendo percepire alla sua
clientela, questo vantaggio in termini di risparmio di tempo e di risorse,
vende i suoi servizi a prezzi più alti di quelli praticati dalla concorrenza ed in
un solo anno i suoi ricavi sono aumentati del 30% .
LA BALANCED SCORECARD (o “scheda di valutazione bilanciata”)
Diciamo subito che si tratta dell’evoluzione dei sistemi informativi aziendali a
supporto del management il quale, sempre di più, necessita di informazioni di
sintesi per prendere decisioni aziendali. Non bisogna pensare, però, (e come
spesso accade) che si tratta di uno strumento di gestione utile solo alle grandi
aziende; questo strumento si può adattare benissimo anche alle esigenze di
imprese di più piccole dimensioni.
Infatti, quando si utilizza il termine “management” solitamente si è portati ad
immaginare una struttura aziendale complessa, organizzata gerarchicamente
(o in altri modi), composta da decine, o centinaia, di persone, che opera su
mercati internazionali e che fattura decine di milioni di euro. Al contrario, il
“management” è presente anche in un’azienda di più modeste dimensioni, con
pochi addetti, che fattura da qualche decina di migliaia a qualche milione di
euro. Management ‘è il processo di gestione di un’impresa presente anche in
un’azienda composta dal titolare e pochi altri collaboratori. E quindi
“management” riguarda qualsiasi organizzazione aziendale.
Fatta questa doverosa premessa, è evidente una cosa: il managment deve
avere a disposizione strumenti in grado di misurare in modo sistematico
la capacità che ha ogni funzione di creare valore per i clienti rispondendo
in modo soddisfacente alle loro aspettative.In tal senso, e nell’ottica del
perseguimento di questo obiettivo, uno strumento come la balanced scorecard
ben si presta a “misurare” una serie di performance dell’impresa.
Di solito, quando si entra nell’ambito della valutazione della performance di
un’azienda, si utilizzano sistemi come l’analisi del bilancio , il controllo di
gestione e/o pochi altri: questi strumenti sono indubbiamente fondamentali
per conoscere alcuni aspetti-chiave dell’attività soprattutto dal punto di vista
finanziario, patrimoniale ed economico. Ma potrebbero non bastare per
conoscere altri aspetti che hanno lo stesso livello di rilevanza.
A questo fine è nata proprio la balanced scorecard, uno strumento che
misura la performance aziendale non solo dal punto di vista strettamente
economico, finanziario e patrimoniale, ma analizza l’azienda nella sua totalità
prendendo in considerazione aspetti che spesso e volentieri vengono tralasciati
quando si effettuano le analisi.
Un dato di fatto: nel nostro Paese sono già abbastanza poche le aziende di
piccole e medie dimensioni (PMI) che adottano sistematicamente tecniche di
analisi del bilancio volte a conoscere la performance economico-finanziaria
complessiva; figuriamoci se c’è il tempo, o anche la cultura, per effettuare
analisi ad altri livelli! Solo che, poi, queste analisi non sono fini a se stesse ma
sono finalizzate a conoscere anche altri aspetti del business che di solito sono
tralasciati e che invece sono fondamentali.
Infatti, la balanced scorecard (BSC), è un sistema che prende in considerazione
anche altri aspetti del business. Vediamo quali:
La Balanced Scorecard (BSC)In pratica, la BSC è un sistema che analizza l’azienda dal punto di vista delle
“prospettive di miglioramento”: prende in considerazione, cioè, alcune
“prospettive” dalle quali è possibile apportare dei miglioramenti alla
performance complessiva dell’azienda. Le prospettive sono quelle che
analizzano:
1) l’aspetto economico-finanziario
2) l’aspetto del cliente
3) l’aspetto interno
4) l’aspetto relativo all’innovazione e all’apprendimento
In pratica, si tratta di considerare questi quattro aspetti nell’ottica della
strategia generale dell’azienda:
La prospettiva finanziaria (FINANCIAL) riguarda, ovviamente, gli indicatori
di carattere finanziario che forniscono indicazioni sulla “salute finanziaria”
dellimpresa. In tal senso, gli indicatori utilizzati più comunemente nell’analisi di
bilancio sono sufficienti a fornire le informazioni corrette per prendeer
decisioni.
La prospettiva del cliente (CUSTOMER) serve al management per
identificare aspetti rilevanti che hanno a che fare con l’acquisizione del cliente,
la sua fedeltà, il livello di soddisfazione che esprime ripetto all’azienda e ai suoi
prodotti, e per verificare anche il livello di profittabilità.
La prospettiva interna (INTERNAL) serve al management per identificare i
processi interni che possono rappresentare delle criticità e che devono essere
risolti per permettere all’azienda di eccellere sia nell’ambito della “prospettiva
cliente” che, ovviamente e conseguentemente, nell’ottica della prospettiva
finanziaria, visto che le prospettive sono collegate le une alle altre.
Infine, la prospettiva di innovazione e apprendimento (LEARNING) serve
per identificare la struttura che l’impresa deve costruire per per realizzare lo
sviluppo dell’organizzazione nel lungo periodo. Riguarda, quindi, tutti i processi
relativi alle persone, ai sistemi e alle procedure organizzative e che richiedono
all’impresa di effettuare investimenti nella qualificazione e riqualificazione del
personale in essa operante.
E’ chiaro come la balanced scorecard non si limita ad analizzare solo un
punto di vista, ma ne prende in considerazione quattro che sono collegati tra
loro: il miglioramento di un’area si riflette inevitabilmente sulle altre,
soprattutto in considerazione del fatto che l’impresa è considerato un insieme
“sistemico”, cioè un sistema di relazioni ed interrelazioni tra loro inteconnesse
per portare al successo duraturo un business.
E’ chiaro che in una simile ottica, assumono un’importanza strategica elementi
come lavision e la mission e altri aspetti che hanno a che fare con
la strategia complessiva dell’impresa e/o dell’imprenditore. Ed è evidente il
contributo che può dare la redazione di un business plan nel pianificare anche
le analisi complessive dell’azienda.