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Pur in uno scenario segnato da profondi cambiamenti il Sistema camerale ha quotidianamente operato, ponendo al centro la propria azione di servizio ed evitando pericolose discontinuità nel rapporto con le imprese e i territori.

I contenuti dell’Osservatorio 2015 ci raccontano, con l’evidenza dei fatti, il senso più autentico di come una istituzione scelga strenuamente di non venir meno al patto sancito con i propri stakeholder: lavorare per la crescita, per l’innovazione, per la semplificazione - nel rispetto delle regole. E dunque, con una operazione che ha anche una profonda valenza culturale perché accompagna il cambiamento, lavorare per il rilancio del Sistema Paese.

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Sistema camerale 2015

Strutture e servizi per l’impresa

a cura dell’Osservatorio camerale

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A cura dell’Osservatorio camerale:

Alberto Caporale, Riccardo Lana, Francesca Luccerini, Eugenio Spina

Hanno inoltre collaborato a questa pubblicazione:

Mario Altavilla, Alessandra Altina, Ettore Battelli, Flavio Burlizzi, Biagio Caino,Stefano Casagrande, Ilaria Cingottini, Riccardo Dante, Giuseppe Del Medico,Sabrina Diella, Mariangela Germano, Domenico Mauriello, Andrea Muti,Claudio Nicolini, Enza Palermo, Caterina Pampaloni, Francesca Petri, Fabio Pizzino,Alessandra Procesi, Giuseppe Salonia, Claudia Samarelli, Enzo Santurro,Federica Scipioni, Teresa Selvaggio, Pierluigi Sodini, Michaela Travaglini

Supporto tecnico:

Nebo Ricerche PA

Produzione e coordinamento editoriale:

Copygraph s.a.s.

Materiali e approfondimenti sul sito www.osservatoriocamerale.it

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Sommario

Premessa .............................................................................................. 5

Capitolo 1: Il Sistema, l’organizzazione, le persone ................................... 7

1.1 La struttura del sistema e gli snodi territoriali ................................ 91.2 La governance.......................................................................... 131.3 L’assetto organizzativo: le risorse umane ..................................... 151.4 La comunicazione ..................................................................... 191.5 Le Unioni regionali.................................................................... 211.6 Le Aziende speciali ................................................................... 251.7 Il percorso di autoriforma in atto................................................. 27

Capitolo 2: Le azioni per la competitività .................................................. 29

2.1 La semplificazione amministrativa, e-government .......................... 312.2 Il Registro delle imprese ............................................................. 352.3 Il sostegno e la promozione dell’imprenditorialità ......................... 372.4 I servizi per l’orientamento, la formazione, l’occupazione ............. 432.5 Le azioni per l’accesso al credito e alla finanza ........................... 492.6 Le politiche per le filiere e i territori: tutela del Made in Italy........... 532.7 I servizi per la promozione del turismo: il valore economico della

cultura ..................................................................................... 572.8 Gli interventi per lo sviluppo locale: il sostegno ai settori del

commercio e dei servizi............................................................. 592.9 Il supporto all’innovazione e alla ricerca, la proprietà industriale...... 612.10 La responsabilità sociale, la green economy, l’energia .................. 632.11 Le attività in favore dell’ambiente................................................ 652.12 Il supporto all’internazionalizzazione e il commercio estero................ 672.13 La programmazione e la progettazione comunitaria...................... 712.14 Conoscere il territorio: statistica, studi e documentazione............... 732.15 Le attività per la regolazione del mercato .................................... 772.16 I servizi per la promozione della legalità ..................................... 83

Nota metodologica................................................................................. 89

Sommario

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Premessa

Pur in uno scenario segnato dai profondi cambiamenti e dal drastico ridimen-sionamento generati dalla radicale iniziativa di riordino promossa dal governo, ilSistema camerale ha quotidianamente operato, offrendo soluzioni e servizi alle im-prese ed ai territori.

Ponendo al centro l’azione di servizio il Sistema camerale è riuscito ad evitarepericolose discontinuità nel rapporto con i territori e le comunità di business (stake-holder) quale possibile conseguenza di una azione riformatrice potenzialmente “az-zerante”.

Azione riformatrice i cui effetti “a cascata” hanno rischiato di produrre conse-guenze indesiderate e non facilmente controllabili su un Sistema, come quello ca-merale, che è fortemente interconnesso.

L’entità di tali esiti è stata percepita dalle imprese, al di là della scabra rappre-sentazione dei fatti e dei numeri generata dall’esercizio dei “what if”. Loro perprime, le imprese, non hanno fatto mancare al Sistema il loro appoggio, cortocir-cuitando talvolta gli orientamenti centrali.

Il senso della riforma (che ha trovato il suo coerente corollario nella autoriforma)ha progressivamente fatto spostare il baricentro su cosa sono davvero le Cameredi commercio e su come la loro sparizione (o depotenziamento) avrebbe desertifi-cato i territori, lasciando le imprese prive di servizi essenziali per lo sviluppo e lacompetitività. Un esercizio verità, dal quale sono emersi con chiarezza i veri (e non“delegabili”) asset del Sistema – a partire dal Registro Imprese.

Servizi che incorporano competenze e risorse pensate per il territorio e ad essosempre restituite che hanno dato ossigeno alle imprese nella fase più acuta dellacrisi e contribuito a dare sostegno, con continuità, pur in situazioni di grande incer-tezza istituzionale.

Segno che, accanto alla difficile e doppia partita del cambiamento (endogenoed esogeno), è rimasta salda la struttura portante del Sistema: quella vocazioneprofonda ad essere sempre e comunque “casa delle imprese”.

Sono gli stessi contenuti dell’Osservatorio 2015 a raccontare, con l’evidenzadei fatti, la completezza di questa azione che trova nelle sue diciture ricorrenti (com-petitività del territorio, delle imprese, mercati globali) il senso più autentico di comeuna istituzione scelga strenuamente di non venir meno al patto sancito con impresee stakeholder: lavorare per la crescita, per l’innovazione, per la semplificazione -nel rispetto delle regole. E dunque, con una operazione che ha anche una profondavalenza culturale perché accompagna il cambiamento, lavorare per il rilancio delSistema Paese.

Premessa

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Capitolo 1

Il Sistema,l’organizzazione,

le persone

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1.1 La struttura del sistema e gli snodi territoriali

Capitolo 1 - Il Sistema, l’organizzazione, le persone

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La rete del Sistema camerale è costituita da un insieme di istituzioni e di strutturespecializzate e integrate tra loro che, agendo in coesione con le forze produttive esociali, riescono a offrire alle imprese un canale privilegiato d’accesso all’economiaglobale e a rispondere ai bisogni e alle esigenze di tutti gli interpreti del sistemaproduttivo nazionale, promuovendo lo sviluppo locale, la trasparenza e la regola-zione del mercato e garantendo il raccordo tra sistema delle imprese e Pubblicaamministrazione.

I vari nodi della rete (Camere di commercio, Unioni regionali, Aziende speciali,Unioncamere, società di sistema, ecc.) sono strategicamente distribuiti a livello lo-cale, nazionale ed europeo per riuscire a garantire omogeneità, efficienza e qualitàper ogni intervento, ad alto valore aggiunto, messo in atto per la crescita e lo svi-luppo economico e sociale del Paese.

Il Sistema camerale è considerato dalle imprese un punto di riferimento non soloper l’offerta dei molteplici servizi di tipo amministrativo, certificativo e promozionale,ma soprattutto per gli elevati livelli di innovatività e di fruibilità con cui essi sonoerogati. Servizi garantiti sia presso le sedi centrali sia presso le sedi distaccate, col-locate nelle aree a maggiore densità imprenditoriale o di particolare interesse so-cioeconomico per il territorio di riferimento. Tra i servizi offerti presso le sedidistaccate, spiccano quelli anagrafico-certificativi (Registro delle imprese o altri ser-vizi anagrafici e la certificazione per l’estero), di regolazione del mercato (inerentialla metrologia legale e alle procedure di risoluzione delle controversie) e i servizidi carattere informativo che, adeguandosi alla tipologia produttiva locale, rappre-sentano un ottimo canale sia per la completa “copertura” del territorio di riferimento,sia per la corretta diffusione delle informazioni, normative e di contesto, di cui leimprese necessitano per lo svolgimento della propria attività.

L’insieme delle strutture specialistiche che supportano le Camere di commercionello svolgimento delle proprie funzioni è complesso e variegato: 88 Camere arbi-trali e 105 Camere di conciliazione, che offrono competitivi servizi di risoluzionedelle controversie mediante strumenti alternativi rispetto alla via giudiziaria (arbi-trato, conciliazione e mediazioni); laboratori metrologici e di analisi chimico-mer-ceologica rivolti alla tutela della fede pubblica attraverso la verifica degli strumentimetrici, il controllo sulla sicurezza dei prodotti, il rilascio di certificazioni, ecc.; 43Borse merci e Sale di contrattazione, luoghi dedicati allo svolgimento trasparentedelle negoziazioni di merci, prodotti e servizi; Borse immobiliari e altri organismiper la gestione di infrastrutture a disposizione del mondo produttivo locale (strutturecongressuali, magazzini generali, mercati, ecc.).

Sul territorio nazionale sono inoltre presenti ulteriori strutture di sistema che ope-rano in aree tipiche dell’intervento camerale offrendo servizi di assistenza qualificatidal punto di vista tecnico, metodologico e progettuale: istituti di studio e ricerca,associazioni, società e organismi consortili.

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A questa rete di strutture fa da indispensabile sponda l’insieme di realtà cameraliattive nella sfera estera, che rappresentano un canale dedicato ed efficace per l’ac-cesso ai mercati internazionali della nostra imprenditorialità: le 79 Camere di com-mercio italiane all’estero, che realizzano iniziative orientate ad agevolare l’accessodelle imprese italiane ai mercati stranieri, e le 38 Camere italo-estere riconosciutedal Governo, che operano in Italia per favorire l’incontro tra imprese e mercati glo-bali attraverso progetti comuni, partnership e accordi.

A supporto dell’azione locale delle singole Camere si affianca un insieme distrutture in molti casi configurate come Aziende speciali, “strumento operativo”per gestire in modo efficiente attività innovative ad alto valore aggiunto. Diversii settori di competenza, tra cui formazione e orientamento alle professioni, inter-nazionalizzazione, valorizzazione delle filiere, innovazione e trasferimento tec-nologico, laboratori e servizi per la regolazione del mercato. Completano ilquadro le 19 Unioni regionali, di cui, insieme alle Aziende speciali, si darà contonei paragrafi successivi.

La promozione del Sistema camerale italiano verso l’Europa è assicurata daUnioncamere Europa, la struttura che opera per assicurare il raccordo delle attivitàcamerali con i corrispondenti sistemi d’Europa, fornire assistenza alle Camere nellapresentazione di progetti a valenza europea e curare la realizzazione di studi sutemi rilevanti per le politiche comunitarie.

A livello istituzionale gli interessi generali del Sistema camerale nella sua inte-rezza sono curati e rappresentati da Unioncamere, che è l’ente pubblico prepostoallo sviluppo e alla promozione delle attività di assistenza volte al miglioramentocontinuo della qualità dei servizi e dell’efficienza organizzativa delle diverse strut-ture. Un ruolo strategico, ulteriormente rafforzato da convenzioni, accordi e proto-colli d’intesa siglati in nome e per conto delle Camere di commercio per l’avvio dipartnership istituzionali finalizzate alla promozione della crescita economica, dellosviluppo e della coesione territoriale.

Gli interventi per sostenere il recupero della competitività delle imprese sonostati articolati, da un lato, a migliorare il contesto in cui esse operano e, dall’altroa fornire strumenti per il rilancio e la qualificazione delle filiere produttive. Sulprimo versante sono da inquadrare le attività per migliorare l’accesso al creditodelle Pmi dove, per il 2014, le CCIAA hanno garantito circa 91,9 milioni di eurodi sostegno ai Confidi (superando brillantemente l’obbligo dei 70 milioni di europosto al Sistema camerale dalla legge di stabilità), come anche le iniziative per lasemplificazione normativa e amministrativa attraverso il SUAP (con il portalewww.impreseinungiorno.gov.it) e la diffusione degli sportelli per la legalità nel-l’economia.

Sul versante del rilancio competitivo delle nostre filiere produttive, sono state in-tensificate le azioni mirate a promuovere la qualificazione delle produzioni italiane,anche valorizzando l’approccio “green” al mercato, la tracciabilità dell’origine na-

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zionale delle lavorazioni, il legame fra qualità e cultura produttiva dei territori. Inquesto contesto, anche per cogliere appieno l’occasione di Expo 2015, è stato av-viato l’importante progetto Italian Quality Experience: la piattaforma multilingue(www.italianqualityexperience.it) che raccoglie al suo interno le 700.000 impresedella filiera agroalimentare “allargata”, nonché i tanti attrattori culturali e ambientalipresenti nei territori. Una piattaforma quindi per esaltare la capacità tutta italianadi intrecciare territorio, talento e tradizione.

Le politiche attive per il lavoro, l’orientamento, l’alternanza e l’apprendimentopermanente sono temi che interfacciano l’altra importante questione relativa allaqualificazione delle competenze e la valorizzazione del capitale umano, elementisu cui Unioncamere continua ad investire riconoscendone il valore fondamentaleper lo sviluppo competitivo delle imprese, con particolare riferimento al tema delladigitalizzazione. Sono proseguite anche quest’anno le azioni per la diffusione e ilconsolidamento delle strumentazioni camerali per la nascita delle nuove imprese,del sostegno alle imprese di genere e a quelle sociali. All’interno di questo filone diintervento, assumono particolare rilevanza le attività e il contributo che le Cameredi commercio hanno offerto per il trasferimento tecnologico e il presidio dell’inno-vazione, tra le quali un ruolo centrale è svolto dalle iniziative per la gestione intel-ligente delle nostre città e per i temi previsti nell’ambito dell’agenda digitale.

Le politiche di rilancio competitivo messe in atto dal Sistema camerale sono statesupportate da analisi economiche che hanno guidato e indirizzato gli interventi finqui delineati, cercando di intercettare e anticipare le esigenze del sistema Paese,dei territori e delle imprese.

Sono infine da evidenziare le molteplici attività avviate nel 2014 per accompa-gnare Camere di commercio, Unioni regionali e Aziende speciali nel complessopercorso di riorganizzazione e di accorpamento innescato con l’iniziativa di auto-riforma del Sistema camerale.

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1.2 La governance

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Le Camere di commercio si autogovernano attraverso i Consigli, organi di indi-rizzo al cui interno siedono tutte le “rappresentanze” dell’economia locale. Il numerodei componenti del Consiglio di ogni Camera è definito dalla legge e individuatosulla base di parametri oggettivi legati alla consistenza e alle caratteristiche pro-duttive delle aziende iscritte nel Registro delle imprese.

Al 31 dicembre 2014 gli amministratori delle Camere di commercio ammontanoa 2.765. Resta confermato il trend rispetto alle precedenti annualità, che vede lamaggioranza dei consiglieri camerali espressione delle principali associazioni delcommercio, dell’industria, dell’artigianato e dell’agricoltura.

In crescita la presenza femminile; rispetto al 2013 le donne consigliere sono au-mentate di 6 punti percentuali andando a rappresentare quasi il 20% del totale.L’incremento è dovuto anche agli effetti dell’applicazione della norma di riordinodel 2010, con la quale si è stabilito l’adeguamento degli Statuti in modo tale daassicurare condizioni di pari opportunità negli organi collegiali delle Camere edegli enti e aziende da esse dipendenti.

L’analisi territoriale evidenzia, per ogni macro ripartizione geografica, la natu-rale composizione del tessuto produttivo così come emerge dall’articolazione dellerappresentanze all’interno dei Consigli camerali.

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1.3 L’assetto organizzativo: le risorse umane

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La diminuzione della consistenza di personale delle Camere che, con 7.329unità, registra nel 2014 un valore pari a meno 2% sull’anno precedente, confermail trend decrescente dell’ultimo decennio, nel quale il personale a tempo indetermi-nato in servizio si è complessivamente ridotto di oltre il 13%, in misura uniforme trale diverse categorie professionali. Ne è un riflesso anche la riduzione della popo-losità degli enti nelle classi dimensionali più elevate, che si concentrano ora in mag-gioranza nel raggruppamento che conta da 51 a 70 dipendenti. Nonostante laparallela riduzione anche dei fabbisogni teorici, ad oggi il dato evidenzia una sco-pertura media degli organici pari a circa il 19%, distribuita in tutte le fasce profes-sionali con prevalenza della categoria D. Per effetto dei tagli alla spesa delpersonale delle pubbliche amministrazioni non si ovvia a tale deficit neppure me-diante ricorso al lavoro flessibile, che registra un’ulteriore netta contrazione supe-riore al 30% in rapporto al 2013, a carico prevalentemente delle forme dicollaborazione di tipo parasubordinato (-68%). Significativo anche il calo nel ricorsoalla somministrazione di lavoro (-37%), mentre appare più contenuta la diminuzionedei contratti a tempo determinato (-9%); nel complesso, la diminuzione del 56% delnumero di unità di lavoro flessibile in rapporto alle stesse fattispecie del 2011 evi-denzia il pieno conseguimento dell’effetto atteso dal legislatore, che, con le dispo-sizioni dell’art. 28 del decreto legge n. 78 del 2010, ha posto un tetto di spesa peril lavoro flessibile pari al 50% del valore del 2010.

In termini di rappresentanza dei sessi, si conferma la prevalenza della compo-nente femminile nei livelli impiegatizi (oltre il 65%), che si inverte nei ruoli dirigen-ziali, occupati per il 63% da uomini; nel gruppo dei Segretari generali la presenzafemminile si ferma al 25%.

La dinamica degli accessi, che si sono attestati a 77 unità, sottolinea con mag-giore enfasi che in passato come il canale della mobilità all’interno dell’amministra-zione pubblica sia in assoluto la soluzione più spesso percorsa dalle Camere perreintegrare il proprio personale, evidentemente sia per la cogenza del vincolo nor-mativo (il tentativo del ricorso alla mobilità costituisce un passaggio obbligato pre-liminare allo svolgimento di procedure concorsuali), sia per l’economicità dellaprocedura (non imbrigliata da particolari formalismi), ma, non ultimo, anche per lamodalità flessibile di selezione, che consente di apprezzare il bagaglio professio-nale dei candidati mediante valutazione curriculare e colloquio. Del resto, modalitàselettive più onerose e articolate troverebbero ragione d’essere nella possibilità diattingere al mercato del lavoro esterno alla P.A. in cerca di nuove competenze, conla prospettiva di redigere graduatorie utili come bacino per le assunzioni anchenegli anni a venire. Evidentemente, la regolamentazione sul turnover delle ammini-strazioni pubbliche non rende appetibili ad oggi questo tipo di investimenti per cuigli enti si limitano a cercare sostituzioni di rimpiazzo del personale che cessa dalservizio, come testimoniato dal parallelismo tra categorie che evidenziano il mag-gior numero di fuoriuscite e categorie nelle quali si assume (C, in prevalenza, e D).

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In prospettiva, il permanere di un tale stallo nei reclutamenti di forza-lavoro giovanee ad elevata scolarizzazione dal mercato esterno alla P.A. potrebbe determinareun depauperamento delle competenze professionali nella fascia impiegatizia piùelevata.

Riguardo alle cessazioni, in aumento del 7% rispetto all’annualità precedentel’accesso al pensionamento (ordinario e anticipato, anche nella forma del prepen-sionamento), mentre diminuisce il ricorso alla mobilità verso altri enti.

Anche per effetto dello scarso dinamismo nel turnover, trovano conferma rispettoal passato alcuni dati di lungo periodo, quali l’elevata percentuale di personale lau-reato, anche in categorie nelle quali tale titolo non è richiesto (un terzo del personaledi categoria C è in possesso di laurea), e l’invecchiamento della popolazione ca-merale, il cui nucleo principale pari al 45% si concentra nella fascia di età tra i 45e i 54 anni (dato più elevato rispetto al valore medio nazionale fornito dal Contoannuale, che – per la medesima classe anagrafica - si attesta al 39,5%). Analogala dinamica della concentrazione del personale per classi di anzianità di servizio,che evidenzia uno scorrimento verso i valori più alti a partire dai 16 anni.

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1.4 La comunicazione

Diversificazione dei linguaggi e attenzione ai costi sono le due traiettorie seguitenel 2014 dalle Camere di commercio in materia di comunicazione. La crescentediffusione dei social network tra gli stakeholder del Sistema camerale e tra gli stessigiornalisti, insieme alla necessità di diffondere informazioni su un elevato numerodi iniziative istituzionali, hanno spinto molte strutture ad ampliare la propria pre-senza sui nuovi media. La moltiplicazione degli strumenti di comunicazione ha of-ferto contemporaneamente l’opportunità di procedere, in molte realtà territoriali, aduna ottimizzazione delle risorse da destinare agli strumenti tradizionali della comu-nicazione, senza peraltro sacrificare la visibilità del Sistema camerale. Infatti, postoche l’impegno a sostenere e far conoscere le iniziative a livello territoriale ha ri-guardato praticamente tutto il Sistema (102 Camere su 105 hanno svolto attività dicomunicazione), rispetto al 2013 si riduce il numero delle Camere che ha effettuatocampagne pubblicitarie a carattere istituzionale o realizzato e distribuito riviste car-tacee, mentre aumenta quello delle strutture che producono newsletter. Cresce so-prattutto la presenza camerale sui social network. Nel 2014, infatti, sono 63 leCamere di commercio presenti sui nuovi media. In particolare, 38 hanno un accountTwitter (e quasi 38mila followers), 53 una pagina Facebook (con oltre 107mila“amici”), 18 utilizzano Google Plus. Aumenta del 25% anche la presenza cameralesul canale Youtube (51 le Camere presenti nel 2014 rispetto alle 41 del 2013).

Anche nel 2014 è proseguito il percorso di coordinamento della Comunicazionetra il livello territoriale e quello nazionale. L’incontro degli uffici stampa delle Cameredi commercio, promosso dall’Ufficio stampa e comunicazione di Unioncamere esvoltosi il 7 luglio 2014, ha rappresentato un’occasione di confronto e scambio im-portante in un momento particolarmente delicato per il Sistema camerale, qualequello successivo all’approvazione del Decreto legge 90/2014 che ha introdottola riduzione del diritto annuale.

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Per promuovere i servizi camerali

Progetto: “Promozione dei servizi camerali door to door” Ente: CCIAA di Vicenza Annualità: 2009/2010 Ambito di intervento: promozione e comunicazione Link: http://tinyurl.com/ohlcpp5

Le imprese (e gli altri utenti del Sistema camerale) spesso denotano scarsa conoscenza dei servizi offerti dalla CCIAA, non riuscendo quindi a sfruttarne appieno le potenzialità e a conseguirne i relativi benefici. La CCIAA di Vicenza ha deciso di promuovere i servizi camerali "door to door", attraverso un canale di contatto diretto con le imprese per far conoscere in particolare alcuni canali e strumenti (quali Telemaco, Pec, e business key) e i servizi di regolazione del mercato (come ad esempio conciliazione, arbitrato e borsa immobiliare). Dopo una prima fase di selezione e formazione del personale camerale da utilizzare come "promoter" dei servizi è stato predisposto il materiale illustrativo da distribuire alle aziende; successivamente sono stati realizzati gli incontri dei promoter camerali presso aziende e associazioni di categoria per illustrare le attività e i servizi camerali. Infine è stata realizzata un’indagine ad hoc per rilevare il gradimento dell’iniziativa.

Principali risultati e indicatori: 515 aziende contattate direttamente tramite incontri; 5.438 aziende contattate indirettamente (seminari, diffusione di materiale informativo, ecc.); 78% degli imprenditori ha ritenuto l’iniziativa abbastanza/molto utile.

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1.5 Le Unioni regionali

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Il d.lgs. 23/2010, che ha varato la riforma normativa istituendo e valorizzandoil concetto di “Sistema camerale”, ha di fatto consolidato il ruolo delle Unioni re-gionali prevedendo per le Camere l’obbligatorietà dell’associazione ad esse, alloscopo di esercitare congiuntamente funzioni e compiti e di perseguire obiettivi co-muni nell’ambito territoriale di competenza.

Le Unioni regionali sono i referenti principali delle Camere di commercio neiconfronti delle Regioni. La loro attività ha per fine il coordinamento delle attivitàdelle singole Camere sul piano regionale e la loro rappresentanza verso Regioni esistema degli enti locali per la definizione di questioni di interesse comune e la pro-mozione e realizzazione di iniziative e servizi per lo sviluppo dell’economia regio-nale in tutti i settori di competenza delle Camere.

Nel corso del 2014 si sono definitivamente concluse le attività relative all’omo-geneizzazione del quadro di riferimento generale delle funzioni delle Unioni regio-nali. Grazie al supporto e al coordinamento nazionale di Unioncamere, tutte leUnioni hanno concretizzato quel percorso di diffusione di regole comuni che costi-tuisce un utile presupposto per il raggiungimento di una maggiore autorevolezza eper il rafforzamento delle attività all’interno dei rispettivi territori.

Relativamente ai dati di struttura, al 31 dicembre 2014 il personale in serviziosi compone di 353 unità, in linea con l’andamento registrato nel 2013. La compo-sizione per tipologia di inquadramento evidenzia 244 unità a tempo indeterminato,4 dipendenti camerali in distacco e 105 unità con forme di lavoro flessibile.

Il principale ambito di attività delle Unioni regionali nel 2014 ha riguardato larappresentanza istituzionale delle Camere verso la Regione di appartenenza, aconferma quindi della mission e delle prerogative attribuite “per legge”; in partico-lare si è trattato di iniziative congiunte di promozione dello sviluppo economico delterritorio, stipula di convenzioni, accordi di programma e protocolli di intesa e par-tecipazione a Commissioni e Comitati regionali. Quasi nel 60% dei casi la Regioneha delegato alcune funzioni alla propria Unione di riferimento: organizzazione difiere, stipula di protocolli e convenzioni, attività relative a turismo ed artigianato,studi e statistiche.

Meritano una menzione particolare le attività di studio e ricerca, in parte com-missionate da Camere e Regioni, ma nella maggior parte dei casi curate diretta-mente dalle Unioni. A fronte di una sempre maggiore disponibilità di informazioneeconomica e statistica, anche a livello territoriale, la prospettiva regionale può ef-fettivamente costituire un valore aggiunto nell’interpretazione dei dati e nella capa-cità di interpretare le dinamiche in quanto capace di superare i filtri tradizionalicon i quali leggiamo l’economia che hanno progressivamente perso la loro forzaesplicativa.

Riguardo ai processi di associazioni di funzioni, le Unioni regionali hanno po-tenziato il proprio compito di soggetto coordinatore delle Camere, con l’obiettivodi determinare un salto di qualità nella loro struttura organizzativa e nello stesso

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tempo essere le principali artefici di quel processo di autoriforma del Sistema resourgente alla luce dei provvedimenti di riorganizzazione dell’assetto amministrativodello Stato.

Gli ambiti di sperimentazione e attuazione di associazioni di funzioni maggior-mente selezionati sono stati quelli relativi all’area studi e ricerche, internazionaliz-zazione, acquisti, arbitrato e mediazione, metrologia legale e controllo di gestione.

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1.6 Le Aziende speciali

Capitolo 1 - Il Sistema, l’organizzazione, le persone

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Le Aziende speciali, organismi strumentali delle Camere di commercio, sonostrutture capaci di gestire con maggiore flessibilità i servizi specialistici di promo-zione, rispondendo in modo più puntuale alle esigenze delle imprese. Per il Sistemaesse hanno quindi un ruolo determinante nell’avvicinare le Camere al tessuto eco-nomico del territorio di riferimento.

Al 31 dicembre 2014 sono 111 le Aziende speciali attive (-12% rispetto al2013), a conferma dell’impegno del Sistema camerale per la razionalizzazionedelle proprie strutture.

Le Aziende speciali si caratterizzano come un insieme di organismi con funzionie dimensioni diverse. Raramente esse sono specializzate su una sola funzione diservizio, ma offrono molteplici prestazioni per promuovere, sostenere e favorire losviluppo delle economie locali. Le loro principali aree di intervento sono l’interna-zionalizzazione delle piccole e medie imprese, l’assistenza per la nascita di nuoveimprese e le iniziative di sostegno correlate e la promozione economica dei terri-tori.

Il personale in servizio a fine 2014 è composto da 1.631 addetti, che scendonoa poco più di 1.500 se si escludono i dipendenti distaccati dalle Camere. Oltrel’83% del personale proprio delle Aziende speciali lavora con un contratto di lavoroa tempo indeterminato. Rispetto a fine 2013, si registra una diminuzione del perso-nale in servizio di circa il 10%, principalmente da attribuire alle unità di personalecon contratto di lavoro flessibile.

Le Aziende speciali, storicamente, sono state in grado di realizzare con la ne-cessaria flessibilità politiche integrate e “concretamente sussidiarie”, attuando ini-ziative e progetti coerenti con la domanda di sviluppo del territorio e aperti aiprincipali stakeholder.

La legge di stabilità per il 2014, avendone portato i controlli nell’alveo di quellitipici degli enti pubblici, lascia prevedere che la loro razionalizzazione finirà perprocedere anche con la trasformazione della loro natura giuridica, lungo linee piùaderenti alle forme previste dal Codice civile.

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Sistema camerale 2015. Strutture e servizi per l’impresa

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1.7 Il percorso di autoriforma in atto

Il processo di autoriforma in corso del Sistema camerale consiste nella raziona-lizzazione dell’organizzazione con l’obiettivo del contenimento dei costi e costitui-sce nei fatti un’anticipazione di uno degli aspetti del processo di riforma avviatodal Governo con la previsione già operativa di progressiva riduzione del diritto an-nuale a carico delle imprese, consentendo di avere indicazioni utili ai fini della de-finizione e successiva attuazione dello stesso processo di riforma legislativa.

Il Comitato esecutivo di Unioncamere, nella seduta del 23 luglio 2014, ha varatol’operazione di riordino del Sistema camerale italiano che dovrà portare a regimeil numero totale delle Camere di commercio da 105 a 60. Gli accorpamenti ten-dono a creare realtà locali con un adeguato bacino d’imprese al fine di coniugaresostenibilità economica e presidio dei servizi sul territorio (inizialmente la soglia mi-nima era di 80.000 imprese e unità locali, scesa a 75.000 nell’iter legislativo at-tualmente in corso). Tra la fine del 2014 e agosto 2015 sono stati avviati i primi12 processi di accorpamento (con 28 realtà camerali coinvolte), 10 dei quali hannogià ottenuto il formale riconoscimento del nuovo soggetto attraverso decreto del Mi-nistero dello Sviluppo Economico. Il primo ente “accorpato” è operativo dal 20 lu-glio 2015, con l’insediamento del nuovo Consiglio della Camera di commercio delDelta lagunare, nata dall’unione delle preesistenti strutture di Venezia e Rovigo.

Le iniziative per la razionalizzazione del Sistema non si fermano, però, ai soliaccorpamenti. Sono infatti già in atto una serie di azioni di progressiva riduzionee riqualificazione della spesa, tra le quali si possono citare:

� l’applicazione della metodologia dei costi standard nella quantificazione dellivello efficiente di risorse assorbite dai diversi processi camerali;

� la dismissione delle partecipazioni camerali, come previsto nei relativi Pianidi razionalizzazione delle singole Camere;

� la riduzione delle Aziende speciali territoriali e la concentrazione in un unicosoggetto delle società in house del Sistema nazionale.

Capitolo 1 - Il Sistema, l’organizzazione, le persone

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Capitolo 2

Le azioniper la competitività

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

2.1 La semplificazione amministrativa, e-government

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Nel 2014 è stato notevole l’impegno del Sistema camerale per lo sviluppo e larealizzazione di numerose iniziative sui temi della semplificazione amministrativaattraverso l’utilizzo di tecnologie informatiche e digitali innovative volte, da unaparte, alla riformulazione di nuovi standard di servizi alle imprese e nuovi modelliorganizzativi per i procedimenti burocratici e, dall’altra, alla diminuzione dei costiper la collettività.

I numeri aggiornati dell’Osservatorio camerale evidenziano 102 Camere attivesui temi della semplificazione e dell’e-government, 26 delle quali avvalendosi dellapropria Azienda speciale o dell’Unione regionale, dato in crescita rispetto a quantoregistrato nel 2013 a conferma quindi di un’adesione crescente alle logiche di ra-zionalizzazione dei processi di lavoro. Nel 70% dei casi tali attività hanno riguar-dato le procedure organizzative interne e gli adempimenti rivolti alle imprese, seguitidalla partecipazione a tavoli regionali e con le associazioni di categoria.

Lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP), punto singolo di contatto pre-visto dalla Direttiva servizi dell’Unione europea, accessibile dal portale impresai-nungiorno.gov.it e realizzato dal Sistema camerale, nel 2014 ha registrato unnotevole incremento dell’operatività soprattutto grazie al supporto delle Camereche hanno messo a disposizione la propria collaudata capacità organizzativa e leapplicazioni informatiche dedicate al procedimento digitale ed alla dematerializ-zazione dei documenti e allo stesso tempo affiancato i Comuni e le altre autoritàcompetenti nella realizzazione dello Sportello.

Lo sforzo è stato notevole, ma i risultati sono stati considerevoli. Negli ultimi 3anni sono stati poco meno di 300.000 gli adempimenti digitali gestiti insieme daCamere di commercio e Comuni presso gli oltre 3.300 sportelli SUAP (Tav.1).

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

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Tav. 1 - Andamento del numero di adempimenti digitali gestiti da SUAP, Camere di commercio e Comuni (n.ro di pratiche digitali)

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

2.2 Il Registro delle imprese

Nell’anno 2014 il Registro delle imprese ha continuato a valorizzare i propricontenuti informativi ed ha mantenuto il suo ruolo centrale di anagrafe delle imprese,di pubblicità e trasparenza, archivio fondamentale per l’elaborazione di indicatoridi sviluppo economico ed imprenditoriale in ogni area di appartenenza, in gradodi fornire in modo tempestivo e puntuale un quadro completo della situazione giu-ridica di oltre 6 milioni di imprese registrate in Italia.

Nel 2014 sono state 70 milioni le visure estratte dal Registro, di cui 15 milionida parte di enti della Pubblica amministrazione, 50 milioni da associazioni e ordiniprofessionali e 5 milioni da imprese e privati cittadini, mentre sono stati 3,5 milionile richieste di copie di bilanci e 4,3 milioni le pratiche totali evase.

Per venire incontro alle esigenze di semplificazione degli operatori economici ea un nuovo modo di fruire i servizi, le visure contengono ora un “QR code”, appostonella prima pagina, che consente di verificare anche da smartphone o tablet la cor-rispondenza del documento in possesso con quello archiviato nel Registro impreseal momento della ricerca.

Inoltre, nell’ambito del decreto Destinazione Italia, volto a creare misure per fa-vorire gli investimenti in Italia delle imprese estere, dal 20 ottobre 2014 sono di-sponibili le visure e i certificati in lingua inglese.

Nel 2014 gli uffici del Registro delle imprese hanno evaso 2.675.900 domandeinoltrate attraverso la procedura di “comunicazione unica”, di cui 885.128 inoltratiall’Agenzia delle entrate, 47.018 all’INAIL e 746.329 all’INPS. Il totale dei proto-colli relativi a domande di deposito bilancio è stato pari a 988.229.

Il Registro delle imprese ha quindi consolidato ulteriormente la sua funzione di“hub” informativo a favore di tutte le pubbliche amministrazioni che ricevono i datidi loro interesse dal Sistema camerale per il perseguimento dei loro fini istituzionali.

Sotto questo punto di vista, il 2014 ha rappresentato la conferma di un processoormai avviato da alcuni anni nell’ambito della c.d. “decertificazione”, grazie allaquale imprese e cittadini non si rivolgono più alla PA per richiedere certificati daconsegnare ad altre PA o privati gestori di pubblici servizi perché i certificati sonoacquisibili d’ufficio tra le diverse amministrazioni.

Nel 2014 le amministrazioni che si sono registrate al sito web “verifichepa.in-focamere.it” sono state 5.775 contro le 4.397 del 2013, con un incremento di oltreil 30%, e sono 7.790 le userid attive. Alcuni pochi numeri dimostrano il contributoalla semplificazione che il Sistema camerale offre: i certificati ottenuti gratuitamentesono passati dai 209.104 del 2013 ai 392.632 dello scorso anno e gli elenchi dicaselle PEC sono passati dai 3.247 del 2013 agli 8.515 del 2014, mentre mo-

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strano un trend in continua e netta diminuzione i certificati emessi dalle Camere dicommercio, passati da 1.202.803 del 2012 e 902.105 nel 2013 ai 355.609 del2014.

Nel corso del 2013 il Registro delle imprese ha attivato una nuova modalità ditrasmissione delle informazioni con le cancellerie dei tribunali (in particolare la se-zione fallimentare) che a partire dal 2014 si è estesa a tutto il territorio nazionale,in modo da consentire una rapida integrazione tra le diverse funzioni gestite e ciòha significato una più completa e rapida conoscenza delle informazioni concernentile imprese che si trovano coinvolte nelle procedure concorsuali.

Infine, nel corso del 2014, al Sistema camerale è stata attribuita una ulterioreimportante funzione nell’ambito della semplificazione e della trasparenza per l’at-tività delle imprese. Unioncamere, in partnership operativa con Infocamere e conl’endorsement di Banca d’Italia e Consob, è stata designata come soggetto abilitatodel sistema globale Lei - Legal entity identifier - per l’identificazione ed il rilascio te-lematico del codice identificativo, unico e riconosciuto a livello internazionale, aisoggetti giuridici che operano sui mercati finanziari internazionali per la registra-zione dei contratti derivati presso i trade repository e per gli ulteriori utilizzi previstidalle autorità.

Durante il 2014 sono stati rilasciati oltre 26mila codici. Per la maggior parte sitratta di Società di capitale (oltre il 70%) appartenenti a fasce di capitale socialemedio-alto, operative nell’industria manifatturiera e prevalentemente residenti nelNord Italia.

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

2.3 Il sostegno e la promozione dell’imprenditorialità

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Sistema camerale 2015. Strutture e servizi per l’impresa

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Sostenere e favorire la creazione, il decollo, lo sviluppo e la sostenibilità di nuoveimprese nei diversi settori di attività economica, costituisce uno dei più tradizionaliambiti dell’offerta di servizi del Sistema camerale e s’inserisce nella più ampia stra-tegia europea di promozione, sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità.Sono 100 le Camere di commercio che dichiarano di aver svolto nel 2014 attivitàriguardanti la promozione di nuove imprese, di cui poco più della metà avvalendosidella collaborazione della propria Azienda speciale o dell’Unione regionale.

A supporto e assistenza degli aspiranti e neo imprenditori, il Sistema cameraleha offerto e perfezionato nel tempo una serie di servizi articolati secondo uno spe-cifico “modello operativo”, distribuito a rete su tutto il territorio nazionale, che hacoinvolto in modo pressoché omogeneo tutte le Camere di commercio. Tale mo-dello, noto come “Servizio nuove imprese” o “Punto nuova impresa”, è caratteriz-zato da attività di sportello, erogate sistematicamente (presso la Camera ol’Azienda speciale), a prevalente contenuto informativo-promozionale (su credito,agevolazioni di fonte pubblica, dati e opportunità di mercato) alle quali si affiancaun’intensa attività di orientamento, formazione, affiancamento allo start-up, accom-pagnamento alla redazione del business plan ed erogazione di contributi, incentivie voucher per l’avvio d’impresa anche nel quadro delle varie misure anticrisi atti-vate dal Sistema camerale. Più recentemente, l’esigenza di strutturare un’offertaintegrata di servizi di informazione, orientamento, formazione, assistenza tecnicae accompagnamento al lavoro e all’imprenditorialità, ha portato al varo del-l’azione di sistema “FILO” (Formazione Imprenditorialità Lavoro Orientamento) cheha permesso di sviluppare una rete di sportelli sui temi del mercato del lavoro,della transizione formazione-impresa e della nascita di nuove attività economiche.In tale ambito, un focus specifico è stato destinato proprio a una linea indirizzataad agevolare e assistere adeguatamente chi intenda “mettersi in proprio”, imple-mentando a livello nazionale il sistema integrato dei “Servizi o Punti Nuova Im-presa”. Fondamentale, in tal senso, è la piattaforma di serviziowww.filo.unioncamere.it, dove è particolarmente rilevante la presenza di contenuti,strumenti e servizi per nuovi e aspiranti imprenditori in materia di creazione, start-up e continuità d’impresa.

L’impegno delle diverse realtà camerali, che si concretizza attraverso gli SportelliFILO/Punti o Servizi Nuove Imprese quali “punti unici di accesso” in grado di assi-curare accoglienza, primo indirizzo, orientamento di base, formazione e assistenzaper chi intenda “mettersi in proprio”, risulta rilevante per la quantità e l’ampiagamma di servizi erogati e strumenti resi disponibili all’utenza.

I servizi di informazione specialistica hanno raggiunto circa 109.000 utenti. Iltema su cui si è principalmente concentrata l’attenzione ha riguardato le agevola-zioni offerte dalle leggi o misure nazionali e regionali per il sostegno dell’impren-ditorialità (per oltre il 26% degli utenti), così come altre agevolazioni e incentivifinanziari a carattere regionale, nazionale e comunitario (22%); informazioni quasi

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

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altrettanto richieste dagli utenti sono state quelle per l’accesso al credito (circa il21%) e sulle procedure burocratiche, normative e adempimenti (quasi il 25%).

Ancora numerosissime - seppure in calo rispetto all’annualità precedente - le oc-casioni di divulgazione e informazione per la creazione e avvio di nuove imprese,come convegni, seminari, riunioni e incontri tecnici specificamente destinati ad aspi-ranti e neo-imprenditori: in totale 460 eventi con quasi 16.000 partecipanti.

Quasi 39.000 utenti hanno fruito di servizi mirati e specializzati di orientamentoall’imprenditorialità e alla creazione di nuove imprese, di cui quasi 23.000 attra-verso colloqui personalizzati (in presenza e non, ossia, ad esempio, attraverso ser-vizi di sportello o colloqui telefonici) e oltre 15.500 attraverso strumenti web (postaelettronica/forum, blog dedicati, pagine web consultate, e-news dedicate). Tra glistrumenti di comunicazione recentemente adottati, si ricorda anche il nuovo canaletwitter @FiloUnioncamere aperto a luglio 2014 e la newsletter “Numeri e storie”che settimanalmente colleziona e diffonde via e-mail a tutti gli operatori cameralinews e storie dagli sportelli imprenditorialità.

Le attività di formazione ai neoimprenditori nella fase di avvio dell’impresa eagli aspiranti imprenditori per la messa a punto di progetti di fattibilità, hanno inte-ressato oltre 9.200 partecipanti.

Sempre più forte la tendenza alla specializzazione dei servizi, che si rivolgonocon strumenti e prodotti ad hoc a determinate utenze portatrici di esigenze specifi-che, o pongono una particolare attenzione verso taluni aspetti del fare impresa. Èil caso dell’imprenditorialità giovanile, tema caldo nell’agenda del lavoro, alla qualeil Sistema camerale ha prestato una particolare attenzione, lanciando il 12 maggio2014 la rete dedicata e specializzata degli “Sportelli camerali per l’autoimprendi-torialità giovanile” alla quale aderiscono 87 realtà camerali. Tali sportelli sono statii punti di accoglienza, orientamento, formazione, assistenza e accompagnamentoal lavoro indipendente e alla creazione d’impresa per circa 8mila giovani - chenell’8% dei casi hanno poi aperto un’attività. Quasi 300 le iniziative di tutoraggiorealizzate da 68 Camere (rispetto alle 47 dell’anno precedente). Le informazionirichieste più frequentemente sono quelle sulle agevolazioni offerte da leggi o misurenazionali e regionali o da altre agevolazioni e incentivi finanziari, sulle procedureburocratiche, normative e sull’accesso al credito.

Altro ambito specifico di grande rilievo è rappresentato dall’imprenditorialitàfemminile. Le Camere di commercio con i 99 Comitati per la promozione dell’Im-prenditoria femminile da più di 14 anni portano avanti il progetto di valorizzazionedella risorsa “donna” nel mondo dell’imprenditoria attraverso attività di caratterepromozionale, formativo e di assistenza. 76 enti camerali affidano interamente alComitato Imprenditoria Femminile (CIF) gli interventi in favore delle donne in pro-cinto di avviare un’impresa a cui si aggiungono attività sui temi della conciliazionevita-lavoro, delle pari opportunità e più in generale di sostegno all’occupazionefemminile.

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Nel 2014 su richiesta dal Governo sono stati avviati 22 sportelli per la promo-zione della Sezione Speciale dedicata alle imprese femminili del Fondo centrale diGaranzia per le PMI del Dipartimento Pari Opportunità, che ha scelto i Comitatiquali presidi territoriali per la prima attività informativa.

Tra le attività più ricorrenti curate dalle Camere di commercio risulta l’orienta-mento/informazione sugli strumenti agevolativi/opportunità e l’organizzazione diconferenze, seminari e workshop. A tal riguardo il sostegno alla creazione d’im-presa è stato il filo conduttore della edizione 2014 del “Giro d’Italia delle donneche fanno impresa”, road-show sui territori organizzato con Unioncamere che havisto la partecipazione di 600 imprenditrici o aspiranti tali in 10 tappe. A questosi aggiunge l’attività formativa di Unioncamere rivolta sia ai Comitati che alle im-prenditrici, rafforzata grazie all’utilizzo dei canali multimediali e alle registrazionisul canale di YouTube per una formazione continua e la fruibilità per moduli.

Accanto alla declinazione di genere, si segnala l’attenzione all’imprenditorialitàstraniera, soprattutto quella dei cittadini extracomunitari e neocomunitari, cui sonostati dedicati, da quasi il 15% delle realtà camerali attive in quest’ambito, appositistrumenti e servizi come la produzione di osservatori quali-quantitativi, l’eroga-zione di informazioni sulle normative di settore, la realizzazione di seminari infor-mativi, workshop sull’imprenditoria multietnica e sportelli dedicati all’immigrazione,che hanno raggiunto e interessato, nel 2014, quasi 900 utenti. Servizi e strumentiche sono stati utili a più del 13% degli utenti che ha intrapreso l’attività imprendi-toriale.

Il tema della trasmissione di impresa e passaggio generazionale, di grande at-tualità per il tessuto produttivo del Paese e che in Europa coinvolge numerosissimeaziende prevalentemente di piccola e micro dimensione, viene sostenuto da pocopiù del 13% delle realtà camerali, soprattutto attraverso un’attenta azione informativasulle normative italiane e comunitarie di sostegno su contributi e agevolazioni speci-fiche, su attività di formazione, mentoring e affiancamento consulenziale.

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

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Per promuovere le conoscenze sulle reti di impresa

Progetto: “Crescere e competere con il contratto di rete”Ente: UR Emilia Romagna Annualità: I edizione 2011/2012; II edizione 2013/2014 Ambito di intervento: distretti e Reti d’impresa Link: http://tinyurl.com/pzdfym3

In Emilia Romagna il sistema produttivo si caratterizza per la prevalenza di imprese di micro, piccole e medie dimensioni che, sebbene siano spesso specializzate in nicchie di mercato, si trovano a dover affrontare la concorrenza internazionale di imprese più strutturate e gruppi multinazionali. L’Unione regionale dell’Emilia Romagna ha quindi deciso di realizzare un progetto dedicato alle reti d'impresa, con l'obiettivo di promuovere la cultura del contratto di rete, favorire la diffusione dello strumento e accompagnare le aziende interessate alla costituzione di reti d'impresa. Sono stati realizzati 3 cicli di seminari e mini master inerenti la normativa di riferimento, vantaggi e opportunità offerte dal contratto di rete. Sono stati inoltre organizzati incontri e focus group finalizzati ad accompagnare le aziende interessate verso il contratto di rete. L'ultima fase del progetto ha riguardato la redazione di bozze di contratti di rete e la sottoscrizione degli stessi.

Principali risultati e indicatori: 12 contratti di rete sottoscritti; oltre 1.000 soggetti coinvolti (imprese, liberi professionisti, associazioni di categoria, ecc.); 158 aziende supportate per valutare la fattibilità del progetto di rete.

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Sistema camerale 2015. Strutture e servizi per l’impresa

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Per promuovere l’imprenditoria femminile

Progetto: “BE WIN - Business Entrepreneurship Women in Network” Ente: UR Toscana Annualità: 2011/2013 Ambito di intervento: imprenditoria femminile Link: http://tinyurl.com/oa42yg8

I dati evidenziano che nel periodo di maggiore instabilità economica le imprese femminili hanno dimostrato una maggiore tenuta. Le donne quindi si sono dimostrate più capaci di fronteggiare la crisi e per questo motivo il sostegno all'imprenditoria femminile, soprattutto nella fase di start-up, è molto importante per la crescita economica. L’Unione regionale Toscana ha realizzato delle azioni di mentoring grazie alle quali imprenditrici esperte (le Mentor) hanno affiancato neoimprenditrici (le Mentees) trasferendo loro conoscenze, competenze e suggerimenti utili per avviare l'impresa. Dopo aver identificato le Mentor e le Mentees da sostenere è stata instaurata una relazione di mentoring e trasferimento di esperienze tramite incontri e web conference; inoltre si è provveduto a promuovere il project management tramite la creazione del sito www.bewin.it, la redazione di articoli e vari passaggi radio/tv.

Principali risultati e indicatori: 32 mentor selezionate; 49 mentees individuate. Diffusione del networking fra imprenditrici a livello nazionale ed europeo.

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

2.4 I servizi per l’orientamento, la formazione,l’occupazione

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1 Si tratta in particolare: dell’inclusione, in forza dell’art. 4, commi 55-58, della Legge 92/2012 e delrelativo d.lgs. attuativo 13/2013, nel novero dei soggetti che concorrono alla realizzazione e allo svi-luppo delle reti territoriali per i servizi di istruzione, formazione e lavoro, e per l’individuazione e vali-dazione degli apprendimenti non formali e informali; della possibilità di maggior coinvolgimento attivo,previsto dal decreto legge 104/2013 (convertito in legge 128/2013), recante misure urgenti in materiadi istruzione, università e ricerca, nella stipula di specifiche convenzioni per la progettazione, realiz-zazione e valutazione delle iniziative e dei percorsi orientativi delle istituzioni scolastiche e universitarie.Per potenziare e qualificare le suddette funzioni, è stato anche sottoscritto, da parte di Unioncamere,un accordo con il Ministero dell’Istruzione, della Ricerca e dell’Università.

L’insieme delle iniziative intraprese dalle Camere sui temi della formazione, dellavalorizzazione del capitale umano e della transizione dei giovani al lavoro ha con-tribuito a consolidare e valorizzare il ruolo acquisito dal Sistema camerale – soprat-tutto attraverso lo sviluppo del Sistema Informativo Excelsior e la realizzazione deipercorsi in alternanza scuola-lavoro – quale anello di congiunzione tra sistemi for-mativi e mondo del lavoro1. Un’esemplificazione diretta e immediata è l’iniziativadi sistema avviata nel 2014 (a valere sul Fondo Perequativo), volta a “Svilupparele funzioni e attuare gli accordi di cooperazione in materia di alternanza, compe-tenze e orientamento”, che ha consentito la realizzazione del Progetto “Scuola ele-vata a lavoro”, con l’adesione di 46 Camere, delle quali 43 hanno completatoazioni e attività programmate, conseguendo l’attuazione di percorsi di alternanzacon stage aziendali in contesti internazionali per 2.069 studenti di 288 scuole su-periori e altri enti formativi presso 780 aziende ospitanti.

In linea generale, il 99% delle Camere di commercio assicura lo svolgimento diattività formative, in larga misura avvalendosi dell’operato delle proprie Aziendespeciali. Sono più di 3.000 le azioni di formazione, tra corsi e seminari realizzatidirettamente dalle Camere, frequentate da oltre 81mila allievi.

In notevole e costante sviluppo l’impegno negli altri ambiti collegati alla forma-zione. Forte è l’attenzione riguardo l’adozione di strumenti di analisi dei fabbisogniprofessionali e formativi, utilizzati da 81 Camere. Quello di gran lunga più frequen-temente impiegato è il Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere incollaborazione con il Ministero del Lavoro, che dal 1997 fornisce un quadro previ-sionale della domanda di figure professionali espressa dalle imprese. Da Excelsiortrae impulso anche l’attività delle 67 strutture camerali che territorialmente hannointegrato e arricchito la propria offerta con servizi e attività nel campo dell’infor-mazione e dell’orientamento scolastico, universitario e lavorativo, i cui utenti com-plessivi sono stati oltre 53mila. Le azioni orientative si sono basate soprattuttosull’organizzazione di incontri di gruppo e individuali, seminari, convegni ed eventipubblici. Varie strutture camerali hanno offerto anche percorsi personalizzati di as-sistenza e consulenza orientativa, attraverso circa 21mila incontri e colloqui indivi-duali finalizzati a bilancio di competenze, somministrazione test o altri strumenti diautovalutazione. Attivi quasi ovunque servizi specifici d’informazione e orienta-

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

mento al lavoro indipendente, rivolti ad aspiranti imprenditori e lavoratori autonomi,nonché altre iniziative per diffondere la “cultura d’impresa”. Lo sviluppo e il conso-lidamento del “network” camerale per l’alternanza scuola-lavoro costituisce unodegli elementi più rilevanti nel quadro delle iniziative sui temi dell’orientamento edella formazione. Le strutture camerali coinvolte in progetti di alternanza sono state61, per un numero complessivo di 1.817 percorsi realizzati (+25% in un anno),483 scuole impegnate (+11%), oltre 22.500 alunni partecipanti e oltre 9.300 im-prese coinvolte (raddoppiate rispetto all’anno precedente). Poco più di 4.000 diqueste ultime hanno ospitato complessivamente oltre 6.200 studenti per esperienzedi stage o tirocini aziendali.

Tra le iniziative collegate al tema del raccordo tra scuola e impresa, si annoveraanche il Premio Unioncamere “Scuola, Creatività, Innovazione”, competizione na-zionale rivolta agli studenti della scuola secondaria superiore che, a gruppi e guidatida un docente tutor, sono invitati a presentare un progetto. Giunto alla VII edizione(la prima fu avviata nell’a.s. 2004-2005), ha visto la partecipazione di 1.233 istituticon 1.271 progetti di qualità presentati. In quest’ultima edizione gli istituti iscrittisono stati 138 con 209 progetti in gara (dei quali 22 provenienti da scuole italianeall’estero). Al premio hanno attivamente collaborato 71 Camere di commercio, acui si aggiunge il coinvolgimento del ministero degli Affari Esteri, la rete delle scuoleitaliane all’estero e delle Camere di commercio italiane all’estero. Fin dalla IV edi-zione, la competizione è parte del programma di Valorizzazione delle Eccellenzedel MIUR.

Nel 2014, 61 Camere di commercio hanno garantito servizi o attività nelcampo dei tirocini e altre azioni di accompagnamento per favorire l’incontro tradomanda e offerta di lavoro, per un totale di 145 interventi, destinati a circa20.000 utenti. La maggior parte delle strutture camerali continua ad offrire, nel-l’ambito dei servizi per il lavoro, un’azione di supporto che si spinge al massimofino al collocamento in stage, anche avvalendosi della banca dati on line e deglialtri strumenti e servizi resi disponibili da Unioncamere per mezzo del portale PO-LARIS. Circa l’utenza, sono 6.600 (erano 4.200 nel 2013) le persone collocate instage o tirocinio aziendale presso 4.700 imprese ospitanti (2.900 nel 2013). AlleCamere di commercio si sono rivolte 7.954 persone disoccupate, in cerca di primao nuova occupazione (5.855 nel 2013) e 289 aziende alla ricerca di personaleda assumere.

Per quanto concerne la formazione continua e permanente, durante il 2014 21Camere hanno realizzato 1.121 iniziative finalizzate a formare e/o aggiornarecomplessivamente poco meno di 12.000 lavoratori, coinvolgendo nelle attività piùdi 3.200 imprese, con una spiccata concentrazione del fenomeno nelle realtà delNord Italia, in termini sia di corsi realizzati sia di aziende e lavoratori raggiunti.

In molti casi le Camere di commercio hanno inoltre favorito l’attivazione di nuovipoli e sedi universitarie, contribuendo finanziariamente a iniziative di formazione

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e ricerca realizzate negli atenei e impegnandosi nel sostegno ai processi di inno-vazione e di sviluppo locale e al miglioramento della rispondenza tra offerta for-mativa accademica e esigenze del mondo del lavoro e del territorio. Nella granparte delle province italiane gli organismi camerali sono attivi nelle collaborazionicon le Università. La modalità di collaborazione prevalente è la concessione dicontributi per iniziative specifiche; altre due voci importanti in chiave politico-stra-tegica per le Camere sono quelle legate all’adesione a consorzi, fondazioni o so-cietà di sostegno all’Università, al coinvolgimento in Comitati di coordinamento,indirizzo o valutazione di corsi di laurea e alla presenza nel Consiglio di ammini-strazione delle Università. L’attività più praticata è l’attivazione di stage e tirociniche precede l’organizzazione d’iniziative congiunte di promozione e comunica-zione.

Anche nel 2014 diverse strutture camerali continuano a realizzare attività, confluitein parte nelle già menzionate iniziative di sistema, per promuovere e sperimentareazioni volte ad attivare stage internazionali a vantaggio di studenti italiani e stranieri.Lo scopo è diffondere la cultura dell’internazionalizzazione, incoraggiare la mobilitàtransnazionale e sostenere la formazione di risorse umane capaci di interagire in am-bito internazionale, in linea con la domanda di competenze espressa dalle imprese,offrendo ai giovani l’opportunità di fare esperienze utili per allargare le prospettiveed entrare in un mercato del lavoro sempre più globalizzato. Sono 39 le Camereche hanno realizzato questo tipo di esperienze coinvolgendo 2.026 giovani.

Eccellenze in digitale è un altro esempio del ruolo svolto dalle Camere di com-mercio nel raccordo tra giovani usciti dal sistema formativo e imprese. L’iniziativa,patrocinata dal Ministero dello Sviluppo Economico in coordinamento con Union-camere e Google, è parte del progetto “Made in Italy: Eccellenze in Digitale”, chesi ricollega al più ampio e-Skills for jobs della Commissione Europea. Sono stati104 i giovani, di massimo 28 anni di età - laureati o laureandi in ogni disciplina –che hanno vinto altrettante borse di studio semestrali, per favorire lo sviluppo e ladiffusione del Made in Italy tramite la digitalizzazione delle Piccole e Medie Impresesui territori italiani.

I giovani, formati appositamente da Google e Unioncamere con una specificaattività seminariale con testimonianze imprenditoriali e accademiche, sono stati ospi-tati presso le 51 Camere di commercio che hanno aderito al progetto. Sui territoridel Made in Italy, nell’arco di sei mesi, hanno intercettato 20.000 imprese interes-sate ad avviare una propria strategia online, supportato con attività dedicate oltre1.500 aziende, sfruttando così le opportunità offerte da Internet per far conoscerein tutto il mondo le eccellenze del Paese.

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Per orientare gli studenti al lavoro nel proprio territorio

Progetto: “La città dei mestieri: un ponte fra scuola e impresa” Ente: CCIAA di Rimini Annualità: 2008/attualmente in corso Ambito di intervento: formazione e mercato del lavoro Link: http://tinyurl.com/newb88y

Sono molti i giovani che faticano ad inserirsi professionalmente o che lamentano un’occupazione non in linea con la loro formazione. Al tempo stesso, sono molte le imprese che faticano a trovare personale motivato e qualificato. La CCIAA di Rimini, assieme a diverse associazioni di categoria, ha ideato un progetto formativo mirato a ridurre le distanze tra studenti e mondo del lavoro, con l’obiettivo di rendere gli alunni coinvolti in grado di riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socioeconomico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio. Il progetto è costituito da un insieme di moduli di cultura del lavoro destinati agli studenti frequentanti le classi dell’obbligo, realizzati dai formatori delle singole associazioni di categoria con il coinvolgimento delle imprese. Tali moduli consistono in una serie di brevi attività a carattere formativo: l’attività lavorativa è raccontata in prima persona da chi la fa, per rendere in modo concreto il concetto di interesse e passione. Vi è una scelta “ragionata” degli imprenditori, con l’aggiunta della mediazione di un formatore.

Principali risultati e indicatori: 2.237 studenti coinvolti (a.s. 2013/2014); oltre 1.000 ore di formazione erogate (a.s. 2013/2014); oltre 18.000 studenti coinvolti dal 2008, anno di inizio del progetto, al 2014); oltre 9.200 ore di formazione erogate dal 2008 al 2014.

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2.5 Le azioni per l’accesso al credito e alla finanza

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In un contesto di criticità e tensioni crescenti sui mercati creditizi, nel 2014 si èpotenziato l’impegno delle Camere di commercio nel creare le condizioni per faci-litare l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese.

Nel corso dell’anno il Sistema camerale ha consolidato l’impegno verso i Confidie l’attività di assistenza e consulenza alle imprese, importante per far sì che le pic-cole imprese beneficino in modo efficace di servizi di orientamento in materia fi-nanziaria necessari a migliorare la propria solidità e affidabilità: in aumento sia leiniziative destinate alla formazione finanziaria che le attività informative e divulga-tive; stabili le attività di promozione e consulenza: complessivamente, oltre 8.300le imprese assistite nel corso del 2014.

In merito ai Confidi occorre sottolineare come il mutato contesto normativo inmateria di sostegno pubblico ai consorzi fidi, ed in particolare la Legge di Stabilità2014, abbia imposto una revisione delle strategie e degli strumenti di interventodel Sistema camerale a favore dei Confidi.

Nello specifico si sottolinea come il comma 55 della suddetta Legge abbia pre-visto che venga destinata “una somma pari a 70 milioni di euro per ciascuno deglianni 2014, 2015 e 2016 dal sistema delle Camere di commercio al sostegno del-l’accesso al credito delle piccole e medie imprese attraverso il rafforzamento deiConfidi, ivi compresi quelli non sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia”.

In particolare gli ultimi dati disponibili (Rapporto 2014 Unioncamere – Taglia-carne) evidenziano come lo sforzo profuso dal Sistema camerale si sia concretizzatoin una serie di interventi ispirati alle linee guida condivise da Unioncamere e Asso-Confidi nell’accordo sottoscritto nel 2012, per complessivi 91,9 milioni di euro, dicui 46,5 milioni di contributi diretti ai consorzi fidi e 45,4 milioni destinati all’im-plementazione di fondi di cogaranzia e controgaranzia.

Tutti i territori (ad eccezione del Molise e della Sicilia) si sono attivati per con-correre al raggiungimento dell’obiettivo economico posto dal suddetto comma, alfine di fronteggiare la crisi in atto sui mercati creditizi. Sono, infatti, 63 le Cameredi commercio ed una Unione regionale che nel 2014 hanno attivato interventi a fa-vore di 176 Confidi.

Tra le varie direttrici di intervento diretto si evidenzia come il sostegno ai Fondirischi dei Confidi abbia rappresentato la forma più diffusa assorbendo circa 31,5milioni di euro, mentre altre forme di patrimonializzazione o di partecipazione alcapitale dei Confidi sono state adottate dal Sistema camerale solamente in pochisporadici casi.

Inoltre, 9,7 milioni di euro sono stati veicolati per agevolare l’accesso al creditodelle imprese attraverso il meccanismo dell’abbattimento degli oneri di finanzia-mento. Tale tipologia di intervento rappresenta una forma di agevolazione concessadirettamente alle imprese per il tramite dei Confidi che assistendole nelle richiestealle banche per la concessione del credito intervengono a garanzia del fido stesso.I Confidi, quindi, versano alle imprese un contributo a valere sul plafond messo a

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disposizione dalle Camere di commercio pari ad una parte degli interessi sul fidoespressa in termini di punti percentuali. Tale misura non interviene sul patrimonio osul fondo di garanzia dei Confidi, ma rende comunque la garanzia dello stesso più“appetibile” per i costi agevolati. Anche l’implementazione di fondi di cogaranziae controgaranzia è stata la via per sostenere l’accesso al credito delle PMI in par-ticolare grazie al fondamentale ruolo del Sistema camerale lombardo che ha inve-stito risorse per oltre 24,2 milioni di euro.

Analizzando invece il piano più prettamente operativo dei Confidi oggetto disostegno, emerge come nel 2014 le risorse si siano indirizzate in prevalenza versoi Confidi “intersettoriali” (12,6 milioni di euro), in una logica di sostegno ad un nu-mero più ampio possibile di settori, visto che la crisi ha colpito pesantemente l’interosistema imprenditoriale nazionale.

In merito ai fondi di controgaranzia e cogaranzia si sottolinea come quest’ultimasia una forma di intervento poco diffusa (solamente 1,6 milioni di euro), mentre lacontrogaranzia ha trovato nelle varie aree del Paese un discreto “successo” in ter-mini finanziari.

Sono comunque gli interventi misti quelli che assorbono maggiori risorse finan-ziarie soprattutto grazie all’iniziativa “Confiducia” promossa dal Sistema cameralelombardo in collaborazione con la Regione Lombardia.

Rispetto al 2013, inoltre, il livello finanziario di intervento si è mantenuto sullastessa linea in riferimento al sostegno diretto ai Confidi. Risulta, infatti, un totale peril 2014 di risorse veicolate ai Confidi pari a 46,5 milioni di euro a fronte dei 47,6milioni del 2013.

Considerando, invece, gli interventi sui fondi di controgaranzia e cogaranzia sinota come siano cresciuti in misura significativa rispetto al 2013 gli sforzi finanziaridel sistema passando da 31,7 milioni di euro a 45,4 milioni.

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2.6 Le politiche per le filiere e i territori:tutela del Made in Italy

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La qualificazione delle filiere, anche in chiave “green”, richiede il superamentodella classica logica di certificazione ambientale o di prodotto applicata alla singolaimpresa per spostare l’orizzonte di riferimento all’intera filiera nella sua complessità.Ciò comporta l’intervento sui diversi passaggi produttivi nell’ambito di quel com-parto e, quindi, il “presidio” della filiera.

Intervenire su tutti i passaggi vuol dire progettare un diverso “modello territoriale”in cui ciascuna fase della catena produttore-consumatore è realizzata con un ap-proccio “sostenibile”.

Per rispondere a tali esigenze Unionfiliere, l’organismo intercamerale attraversoil quale il Sistema mette in atto politiche di qualificazione e valorizzazione delle filieredel Made in Italy, ha costituito degli appositi Comitati di Filiera. I Comitati già costituitisono sei e riguardano le filiere della moda, dell’oro, dell’edilizia e dell’abitare soste-nibile, della nautica, dell’agroindustria e della meccanica. I Comitati, garantendo ilcoordinamento a livello nazionale delle attività a favore delle filiere, hanno progettatoo stanno progettando, con il contributo di Unioncamere e la condivisione con i rap-presentanti d’impresa, strumenti operativi di qualificazione delle filiere.

La diffusione degli schemi di qualificazione definiti a livello centrale rappresentauna priorità di sistema che vede impegnate le Camere di commercio sia nella pro-mozione degli schemi sia affiancando le imprese nelle fasi di applicazione deglistrumenti messi a punto.

Anche per il 2014 è fondamentale il ruolo svolto dalle Camere di commercio alivello locale mediante azioni e iniziative di promozione delle filiere. Si registranooltre 530 attività promozionali per un numero di partecipanti pari a circa 11.200,per lo più coinvolti nell’organizzazione e nella partecipazione a fiere e mostre.

La filiera agroalimentare è quella che maggiormente vede impegnate le Cameredi commercio con attività di qualificazione. In particolare, per quanto riguarda ilsettore vitivinicolo il Sistema camerale vanta ormai un’esperienza pluriennale e lecompetenze sviluppate hanno consentito alle Camere di estendere la loro attivitàanche alle altre produzioni della filiera. Oggi, infatti, i consumatori sono semprepiù attenti all’aspetto salutistico e al contenuto culturale ed etico del prodotto: questoinsieme di attributi trova nella certificazione uno strumento innovativo per far emer-gere il proprio valore aggiunto, per comunicarlo e conferire trasparenza al rapportotra consumatore e imprese, garantendo un più elevato posizionamento competitivodel prodotto certificato rispetto agli altri. In quest’ottica, difatti, le Camere di com-mercio stanno provando a diffondere sul territorio un approccio che ha a che fare,da un lato, con le regole e, dall’altro, con quella spinta all’innovazione e alla con-divisione istituzionale che è la matrice costitutiva dell’agire camerale.

L’attività di certificazione è svolta dalle Camere anche attraverso i 26 Laboratorichimico merceologici (Retelab) censiti nel 2014. Essi offrono ad imprese e consu-matori un ampio spettro di analisi e prove per i settori agroalimentare, ambientale,oreficeria ed altri comparti del manifatturiero.

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Per analizzare e supportare le politiche di marca delle imprese

Progetto: “Politiche di brand delle produzioni territoriali” Ente: CCIAA di Verona Annualità: 2009/attualmente in corso Ambito di intervento: tutela del made in Italy Link: http://tinyurl.com/pllb694

La CCIAA di Verona ha riscontrato la necessità di valorizzare e sostenere le imprese veronesi, attraverso i loro prodotti, i loro marchi e, in definitiva, l'immagine e la reputazione a essi associate, che si riverberano come caratteristiche distintive, peculiari e valorizzanti sull'immagine stessa del territorio. La CCIAA ha quindi individuato nell'adozione di politiche di brand il vettore per qualificare, valorizzare e promuovere al meglio la qualità delle produzioni del territorio. Il progetto si è declinato in due azioni specifiche riguardanti in particolare la realizzazione di uno studio sulle politiche di marca delle imprese del territorio, con particolare attenzione all'elemento del brand name tramite l'analisi della banca dati sui marchi presente presso la CCIAA e la realizzazione di un concorso enologico denominato "Verona Wine Top" finalizzato a valorizzare l'immagine dei vini veronesi nei mercati mondiali.

Principali risultati e indicatori: 330 vini presentati; 105 vini vincitori; 62 imprese premiate. I dati si riferiscono all’edizione 2011 di Verona Wine Top;

Realizzazione del convegno e pubblicazione del volume “Branding Verona - Un viaggio tra protagonisti e strumenti delle politiche di marca delle imprese veronesi”.

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2.7 I servizi per la promozione del turismo: il valore economico della cultura

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Anche nel 2014 il Sistema camerale non ha fatto mancare il suo impegno perfavorire lo sviluppo del tessuto imprenditoriale ed economico attraverso azioni voltea valorizzare gli aspetti ambientali, organizzativi, culturali e creativi che caratteriz-zano l’intero territorio nazionale, in modo da aumentarne l’attrattività turistica me-diante consumi, investimenti e interventi ad hoc. Attività realizzate anche grazieall’attivazione di accordi di partenariato tra Camere di commercio (per un totale di60) e amministrazioni locali, indirizzati a integrare strategie di sviluppo turisticodel territorio coinvolgendo tutti gli stakeholder interessati alla promozione di politi-che di sviluppo a livello locale.

I dati 2014 mostrano, appunto, come le azioni delle Camere di commercio sisiano concentrate in modo particolare su interventi e iniziative per il rafforzamentoe il miglioramento della competitività dell’offerta del “prodotto Italia”, anche tramitela valorizzazione dei territori (quasi 600 iniziative realizzate da 86 Camere di com-mercio) in ragione della qualificazione dell’offerta turistica e dei suoi principali com-parti produttivi.

Tra le iniziative di maggior rilievo emerge il marchio “Ospitalità italiana”, un si-stema di qualificazione dell’offerta ricettiva e ristorativa che permette alle aziendecoinvolte di proporsi in modo più efficace verso i mercati turistici nazionali e inter-nazionali. Il progetto, attivo dal 1997, garantisce al consumatore adeguati standardqualitativi ricomprendendo nel suo raggio d’azione, oltre alle già citate strutture ri-cettive e ristorative, anche altre tipologie di imprese della filiera turistica, comeagriturismi o bed & breakfast. Oltre 4.000 le strutture che hanno conseguito il mar-chio di qualità nel 2014.

Negli ultimi anni il marchio si è ampliato attraverso l’iniziativa “Ospitalità ita-liana. Ristoranti italiani nel mondo”, un percorso di valorizzazione del made in Italyenogastronomico oltre i confini nazionali.

Per quanto riguarda il versante formativo, l’impegno del Sistema camerale,anche per il 2014, è stato particolarmente significativo: sono infatti oltre 210 i corsidi formazione erogati, ai quali hanno partecipato circa 2.500 soggetti, focalizzati,da un lato, alla conoscenza del territorio e delle sue specificità di prodotto turisticoe, dall’altro, al rafforzamento delle competenze aziendali nelle imprese turistiche,grazie a momenti formativi sui temi della gestione d’impresa, della normativa disettore e del marketing.

Importante anche l’attività di monitoraggio economico che le Camere realizzanoattraverso l’operatività della rete degli Osservatori provinciali sul turismo (sono 28nel 2014) e le varie attività finalizzate al monitoraggio dei sistemi produttivi localie dell’economia culturale: a tal riguardo si segnala il rapporto “Io sono cultura”,realizzato da Unioncamere in collaborazione con Symbola e il sostegno dell’as-sessorato alla cultura della regione Marche, un progetto di ricerca nel quale sonosistematizzati informazioni, dati e tendenze inerenti ai diversi segmenti del sistemaculturale e delle ripercussioni sulle economie locali.

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2.8 Gli interventi per lo sviluppo locale: il sostegnoai settori del commercio e dei servizi

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Continua nel 2014 l’impegno camerale in progetti e strategie per lo sviluppoterritoriale, anche mediante l’attivazione di sistemi di “gestione” del territorio attra-verso il marketing urbano, i distretti del commercio e le reti d’impresa. Sono diversii progetti direttamente realizzati su input delle Camere di commercio, sia per con-seguire il miglioramento della qualità della vita nei centri storici e nelle aree urbane,sia per rendere più competitive le imprese e consolidarne la presenza nelle politichedi sviluppo dell’economia locale e nei processi di riqualificazione da parte dell’am-ministrazione pubblica.

I dati 2014 sottolineano l’impegno del Sistema camerale nel sostegno alle poli-tiche di valorizzazione dei territori attraverso la promozione del settore del com-mercio e dei servizi: sono oltre 38.000, infatti, le imprese coinvolte. Sono 48,invece, le iniziative per lo sviluppo delle smart city, modello di “città intelligenti”,sostenibili, inclusive, motori di crescita economica e occupazionale.

L’impegno nelle attività di governance del territorio per il 2014 si è maggior-mente concentrato in iniziative integrate nel settore del commercio, del turismo, dellosviluppo delle attività produttive e dei servizi, oltre che sul tema delle “reti d’im-presa”, a testimonianza di come la rigenerazione urbana possa essere conseguitaanche dalle reti attraverso la valorizzazione dei servizi commerciali e del terziario.

Le attività realizzate dalle Camere nel 2014 in merito al marketing territorialehanno il principale obiettivo di rilanciare il ruolo rappresentativo dei territori attra-verso una più accurata attenzione alla qualità dei servizi offerti, per incrementarela capacità di attrarre gli investimenti e promuovere le eccellenze. A tale riguardo,i dati evidenziano il costante impegno camerale nell’ambito degli eventi di anima-zione sul territorio.

Lo sviluppo locale attraverso le attività di marketing territoriale – sono, tra l’altro,oltre 6.000 i soggetti che hanno partecipato a workshop e seminari – ha inoltrevisto, anche per il 2014, il coinvolgimento di associazioni di categoria, enti localie soggetti privati, sia a conferma della capacità delle Camere di commercio di in-teragire con gli stakeholder del territorio di riferimento, sia nella convinzione cheper innalzare i livelli di competitività del territorio e delle imprese è necessario raf-forzare sempre più la collaborazione tra mondo produttivo, mondo istituzionale enuove aggregazioni tra imprese.

In questa direzione INDIS-Unioncamere ha proseguito il percorso progettuale dirivitalizzazione urbana, cercando di cogliere politiche sostenibili e nuovi modelli permigliorare la qualità del vivere urbano per i cittadini e per le attività economiche.

In quest’ottica, pur riconoscendo alla dimensione urbana il ruolo trainante nelleazioni di promozione e sviluppo economico-territoriale, si ritiene indispensabile lacostruzione di programmi di riqualificazione e la formulazione di progetti di rilanciopolitico ed economico, con attenzione alle istanze di carattere solidale ecologico esostenibile. Per trasformare le idee, i progetti, le singole iniziative in politiche orga-niche di trasformazione e di gestione dei territori è necessario creare sinergie tratutti i soggetti-attori pubblici e privati.

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2.9 Il supporto all’innovazione e alla ricerca, la proprietà industriale

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Il Sistema camerale promuove la diffusione della ricerca e dell’innovazione nellepiccole e medie imprese, assistendo il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE)nella gestione di alcuni bandi per valorizzare i titoli di proprietà industriale, assi-stendo le aziende nelle nuove procedure telematiche per la registrazione degli stessie lavorando per lo sviluppo della rete dei centri specializzati di documentazionesui brevetti europei (i PatLib e i PIP).

E’ in crescita del 6% nel 2014, rispetto all’anno precedente, il numero delle Ca-mere di commercio che ha svolto azioni di supporto significative su questi temi, lametà con i propri servizi, e l’altra metà avvalendosi del supporto della propriaAzienda speciale o dell’Unione regionale. Quasi la totalità delle Camere (104 su105) ha invece dichiarato di gestire al proprio interno almeno l’Ufficio marchi ebrevetti.

Aumenta di oltre 10.000 unità il numero degli utenti dei suddetti Uffici, che pas-sano da 96.533 (persone fisiche, imprese, aziende estere, professionisti, istituzioninon profit e amministrazioni pubbliche) a 108.525. I centri specializzati di infor-mazione brevettuale del sistema, i 15 PatLib e i 33 PIP dentro le Camere di com-mercio o presso un loro organismo, hanno registrato invece – rispettivamente – oltre6.400 e 6.200 utenti, facendo fronte a richieste di assistenza più sofisticate.

I servizi offerti si sono concentrati principalmente sull’attività di informazione esull’accesso alle banche dati per i brevetti, seguiti dall’assistenza per la registrazionedi nuovi titoli di proprietà industriale e dalla realizzazione di seminari, convegni eworkshop.

Sull’innovazione e il trasferimento tecnologico prevalgono invece l’organizza-zione di seminari e convegni e la consulenza sulle diverse opportunità di finanzia-mento.

Nel 2014 l’Unioncamere ha organizzato con il MiSE e con alcune strutture spe-cializzate della rete camerale un Roadshow sulle start-up innovative, articolato inotto tappe dal Nord al Sud del Paese, con un forte successo di pubblico.

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

2.10 La responsabilità sociale, la green economy,l’energia

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Green Economy e Responsabilità sociale rappresentano una rilettura dei com-parti economici in chiave di sostenibilità a cui in molti riconoscono la possibilità dicostituire una strada per rilanciare, su basi nuove e più solide, l’economia italiana.Una prospettiva che significa qualità, coesione sociale e innovazione: fattori fon-damentali per rendere competitivi i territori.

Il Sistema camerale per far conoscere le opportunità di sviluppo derivanti daquesto nuovo approccio promuove iniziative sul territorio e contribuisce a metterein rete le esperienze più avanzate e innovative.

Nell’ultimo anno 63 Camere di commercio hanno realizzato attività sui temidella green economy, di cui 32 direttamente e 31 avvalendosi della propriaAzienda speciale o Unione regionale e supportando quasi 5.700 imprese sui temidell’efficientamento energetico, attraverso uno sportello dedicato alle PMI.

Tenendo conto che la sfida energetica risiede anche nel cambiare modo di con-sumare e di produrre energia, le Camere di commercio hanno intensificato le ini-ziative a supporto dei bisogni conoscitivi degli imprenditori non ancora abbastanzainformati su queste tematiche.

La formula dei seminari e dei workshop è stata quella più ricorrente e richiestaalle Camere di commercio per avere informazioni e aggiornamenti sui temi di mag-gior rilievo. Gli imprenditori sono fortemente interessati alle recenti disposizioni nor-mative ma talvolta scoraggiati dall’appesantimento degli iter burocratici e dallamancanza di sufficienti competenze per orientarsi verso soluzioni più adeguate.

Le attività più diffuse quindi sono state l’organizzazione e realizzazione di eventie tirocini formativi (56,8% dei casi), attività informativa (21,1%) e il supporto per ifinanziamenti alle imprese (10%).

Passando al tema della CSR il Sistema camerale continua a svolgere un’azionedi assoluto rilievo per diffonderne la cultura e i valori. Nel 2014 sono state 45 leCamere attive, e di queste 26 attraverso sportelli/punti informativi dedicati a sup-portare le imprese a tradurre i principi della Responsabilità Sociale in elementi dicompetitività e in prospettive di durata e di successo e a definire modelli di svilupposostenibile che facilitino il dialogo tra gli attori della filiera con una particolare at-tenzione verso le nuove generazioni di imprenditori.

Gli utenti sono stati circa 5.000 e le attività maggiormente sviluppate i serviziinformativi, a seguire seminari, convegni e formazione.

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

2.11 Le attività in favore dell’ambiente

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L’esperienza delle Camere in materia ambientale è ventennale, con competenzeinformative e di assistenza tecnica che progressivamente si sono ampliate, resti-tuendo alle imprese, alle associazioni e alla PA un patrimonio significativo di dati,e operando al contempo in una logica di semplificazione amministrativa.

Negli anni la legislazione ha investito il Sistema camerale dell’importante ruolodella raccolta dei dati relativi all’impatto ambientale delle attività economichedelle imprese e nel successivo trasferimento alla PA centrale e locale al fine di ri-spondere agli obblighi di rendicontazione e comunicazione previsti dalla Com-missione europea.

Attraverso l’attivazione di sportelli dedicati le Camere sono diventate un impor-tante punto di riferimento per una serie crescente di adempimenti ambientali graziealla valorizzazione del network delle infrastrutture umane e tecnologiche; nel 2014sono stati assistiti oltre 152.000 utenti tramite gli sportelli diffusi su gran parte delterritorio nazionale.

Sono stati inoltre realizzati servizi innovativi e qualificati nella raccolta e nel-l’elaborazione delle informazioni ambientali e interventi di assistenza tecnica e disensibilizzazione alle imprese tramite seminari, eventi sul territorio e percorsi for-mativi: nel corso del 2014 sono state assistite oltre 123.000 imprese.

Inoltre, in attuazione del Patto dei presidenti delle Camere di commercio sull’ener-gia sostenibile, si è dato seguito al programma di lavoro avviato al fine di definiree sperimentare uno schema comune per l’attivazione di una serie di azioni tra cuil’introduzione all’interno del Sistema camerale di figure “dedicate” (energy mana-ger), l’armonizzazione delle procedure di acquisto e la minimizzazione dei consumi.

In materia di adempimenti ambientali legati ai rifiuti e alla presentazione delMUD (Modello unico di dichiarazione ambientale) nel 2014 sono state realizzatecirca 60 giornate di formazione alle imprese, ed è stato realizzato e distribuito te-lematicamente il software per la compilazione telematica del MUD (secondo le spe-cifiche introdotte dal DPCM 23/12/2013). L’attività ha prodotto la presentazionedi circa 300.000 dichiarazioni per via telematica e circa 90.000 per via cartacea.Tutte le informazioni, come negli anni precedenti, sono state poi normalizzate edinserite nella banca dati statistica Muda, che costituisce una raccolta di dati am-bientali ad alto valore aggiunto, disponibile online e consultata per analisi econo-miche ed ambientali sul territorio da circa 1.000 utenti camerali.

Parallelamente le Camere di commercio hanno espletato le proprie competenzeambientali sulla base di quanto previsto dalla normativa attraverso la gestione diregistri e albi. Sono state raccolte circa 9.400 iscrizioni al Registro Fgas (impresee persone autorizzate a manipolare apparecchiature contenenti gas fluorurati adeffetto serra), 470 iscrizioni di nuove imprese al Registro delle Apparecchiature elet-triche ed Elettroniche e 270 nuove iscrizioni al Registro Pile.

Inoltre le Camere di commercio hanno svolto iniziative e progetti sul fronte dellacertificazione e la promozione dei Sistemi di gestione ambientale.

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2.12 Il supporto all’internazionalizzazionee il commercio estero

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Tutte le Camere di commercio attraverso i 105 Sportelli dedicati Worldpass,punti unici di contatto per le imprese che necessitano di assistenza specialistica edi un primo orientamento per esportare, contribuiscono alla promozione delle im-prese sui mercati internazionali e alla valorizzazione del Made in Italy, portandoavanti numerose azioni che vanno dall’organizzazione di missioni commerciali al-l’accesso a iniziative e programmi comunitari, dall’assistenza per l’attrazione di in-vestimenti diretti alla promozione di accordi tecnico-produttivi e commerciali conl’estero fino al supporto per l’acquisizione e cessione di brevetti e licenze.

I dati dell’Osservatorio mostrano un impegno in forte sviluppo su tali temi: cresceil numero delle attività di formazione e di informazione alle imprese sulle quali il Si-stema sta consolidando una propria specializzazione funzionale a livello territoriale,crescono le iniziative per l’accoglienza di delegazioni estere in Italia, cresce l’or-ganizzazione di missioni commerciali con operatori all’estero, cresce il numero dipartecipanti alle varie attività.

La lettura dei dati conferma inoltre la peculiarità del Sistema camerale qualestruttura dedicata e sensibile ai fabbisogni delle piccole e medie imprese, rappre-sentata per esempio dalla crescita delle iniziative in materia agro-alimentare e delcomparto innovazione e biotecnologie.

Anche sul piano delle aree geo-economiche di intervento il Sistema camerale di-mostra un particolare interesse alle aree di “contiguità” di più facile accesso per lenostre PMI: Unione Europea, Europa extra Unione Europea, Medio Oriente e NordAfrica, confermando il proprio carattere di complementarietà rispetto ai soggettipubblici preposti alle attività di internazionalizzazione. Questi dati impongono unariflessione sulla utilità di avere una pubblica amministrazione sul territorio capacedi farsi carico delle esigenze e dei fabbisogni del sistema delle imprese, in relazionealla definizione dei Piani nazionali per l’export.

Il supporto al commercio internazionale

Le Camere di commercio offrono servizi specifici di assistenza alle imprese nelcampo del commercio estero, relativamente alla garanzia di provenienza e allaconformità delle merci in transito dai confini nazionali. In particolare, per conto diUnioncamere, esse rilasciano agli operatori interessati i documenti necessari a svol-gere operazioni doganali connesse al commercio internazionale: i Carnet ATA (perl’esportazione temporanea di merci o materiale professionale), e i Carnet TIR (peril trasporto internazionale di merci su strada).

Le Camere, inoltre, rilasciano i certificati di origine non preferenziale che occor-rono per attestare il Paese d’origine dei prodotti da esportare, sia a fini doganali,sia per ragioni di carattere commerciale nell’ambito degli scambi con i Paesi terzi.

Tali funzioni rappresentano uno dei servizi erogati dagli Sportelli WorldPass, at-tivati presso ciascuna Camera di commercio.

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Il Carnet ATA ha il duplice carattere di strumento promozionale per le impresee di garanzia doganale a beneficio degli Stati, e consente agli operatori di espor-tare e importare temporaneamente le proprie merci a fini promozionali, educativi,scientifici o tecnico-professionali, in esenzione dal pagamento dei dazi doganali.Tra i prodotti principali per i quali è diffuso l’uso di questo documento, rientranoprincipalmente quelli noti come eccellenza del Made in Italy con sola esclusionedel “food”, che per sua natura non si presta alla fattispecie dell’importazione tem-poranea: gioielleria, abbigliamento, accessori, pelletteria, elettromedicali, veicoliimpiegati in competizioni sportive; nel 2014 il numero dei documenti emessi è ri-sultato pari a 9.732 in leggera flessione rispetto al 2013.

I certificati di origine, invece, sono necessari per l’importazione delle merci inalcuni Stati (in particolare Paesi Arabi, America Latina, Sud Est asiatico ed Est Eu-ropa), che nell’esercizio della propria politica commerciale favoriscono l’ingressodi merci provenienti da alcuni Paesi, piuttosto che altri. In alcuni casi costituisconorequisito essenziale anche per l’accesso al credito all’esportazione e per la parte-cipazione a gare d’appalto internazionali.

Nell’ottica della semplificazione, per le merci di origine nazionale e comunitaria,è prevista la possibilità di rendere da parte dell’esportatore richiedente una dichia-razione sostitutiva d’atto notorio sull’origine delle merci. Di conseguenza, le Cameredi commercio sono in grado di accettare al momento dell’istanza la dichiarazionecon la quale il dichiarante assume piena responsabilità di quanto asserito sull’ori-gine delle merci oggetto dell’esportazione. La dichiarazione resa potrà essere as-soggettata a successivo controllo a campione, in base al quale l’interessato dovràcomprovare con idonea documentazione di supporto l’origine dichiarata.

L’attività che le Camere esercitano per certificare l’origine delle merci all’espor-tazione, sia in prima istanza, sia in fase di controlli successivi, è piuttosto rilevante,ma costituisce proprio il fondamento di quel ruolo di garanzia che gli enti cameralisono chiamati a esercitare. In termini di numeri di certificati emessi – a livello na-zionale – nell’ultimo triennio si sono registrati 755.407 documenti nel 2012,797.577 nel 2013 e 760.713 nel 2014 (tav 2).

Tav. 2 - Consistenze certificati e pratiche per il commercio estero nel triennio 2012-2014 (n° per tipologia)

Tipologia 2012 2013 2014 Certificato di origine 755.407 797.577 760.713 Carnet ATA 9.450 9.812 9.732 Attestati di libera vendita 3.804 4.438 4.552 Visti di conformità firma 98.834 83.446 75.013 Legalizzazione firme estero (ex visti UPICA) 43.017 54.665 55.253 Visti su fatture 183.001 233.341 202.024 Altri visti diversi 68.344 64.466 69.455 Rilascio codici meccanografici 2.959 3.898 4.230

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A questi atti si aggiungono una serie di altri documenti sottoposti a visto cameraleprima della presentazione alle autorità consolari dei Paesi di destinazione dellemerci, che in termini di volumi generano una attività altrettanto rilevante: nel 2014sono stati 410.527 i visti e le attestazioni su altri atti a valere all’estero, anche que-sto dato in leggera flessione rispetto all’esercizio precedente, dovuto comunque allieve calo delle esportazioni verso i Paesi extra-UE (ed in particolare verso la Fede-razione russa per le misure restrittive imposte sui prodotti agroalimentari di prove-nienza UE) registrato nel 2014.

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

2.13 La programmazione e la progettazione comunitaria

Il 2014 è stato per molti aspetti un anno di transizione sul fronte della program-mazione europea 2014-2020. Se da un lato l’avvio dei fondi tematici (Horizon2020, COSME, ERASMUS+, ecc.) ha offerto i primi riscontri nel secondo semestredell’anno, per quanto riguarda i fondi strutturali l’operatività ha accumulato ritardisulla tabella di marcia, impegnando Governo e Regioni in una fase di complessonegoziato con la Commissione Europea.

Questa situazione non ha favorito l’atteso decollo delle attività camerali sia sulfronte della partecipazione diretta che su quello dell’assistenza alle imprese del ter-ritorio. Rispetto al 2013 i trend rilevati sono comunque tutti positivi, a dimostrazioneche, ove è stato possibile, le Camere di commercio hanno saputo sviluppare attivitàed iniziative concrete.

La crescita, rispetto all’anno precedente, del numero di Camere che hanno par-tecipato ai tavoli regionali per la programmazione degli interventi dei fondi struttu-rali è anche il risultato del lavoro più strutturato svolto dal Sistema camerale sindall’inizio del 2013 attraverso l’azione della “cabina di regia” e la sua task forceinsediata presso Unioncamere, proprio con l’obiettivo di portare all’attenzione delleautorità nazionali e regionali i temi propri delle Camere di commercio.

È aumentato considerevolmente (circa il 60%) anche il numero di progetti europeia valere sui fondi tematici aggiudicati dalle realtà camerali. Un avvio incoraggiante,confermato dall’aggiudicazione da parte di ben 23 Camere del bando per il rin-novo dell’Enterprise Europe Network, la principale rete promossa dalla Commis-sione Europea per l’assistenza alle PMI. Una competizione estremamente selettivache conferma il Sistema camerale, con oltre il 40 % del totale delle strutture sele-zionate, come uno dei principali interlocutori delle istituzioni europee.

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

2.14 Conoscere il territorio: statistica, studi e documentazione

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Il Sistema camerale riveste un ruolo di osservatorio privilegiato e di principalediffusore dei dati economico-statistici delle economie locali. L’impegno degli Ufficicamerali di Studi e Statistica e del Centro Studi Unioncamere nella valorizzazionedel patrimonio informativo gestito a fini amministrativi dalle Camere, unito alle in-dagini statistiche periodiche, offre una grande mole di informazioni sugli andamentidei diversi settori economici che risulta utile da una parte a disegnare un percorsodi orientamento per i processi decisionali e dall’altra a fornire un sistema di moni-toraggio degli impatti degli interventi di policy.

La totalità delle Camere di commercio dispone di un ufficio dedicato a tali temie produce flussi informativi che continuano a registrare una tendenza ascendente:crescono di oltre il 10% gli studi e le ricerche effettuati autonomamente e di oltre il20% quelli effettuati per conto di altre istituzioni, a testimonianza del fatto che gliuffici studi delle Camere rappresentano un valido punto di riferimento per gli stake-holder che producono e utilizzano l’informazione economico-statistica sui territori.

Sul versante dell’omogeneizzazione e del coordinamento delle iniziative tra tuttoil Sistema camerale, nel 2014, con la 12-esima Giornata dell’economia (svoltasidal 5 giugno su scala territoriale, dopo il lancio nazionale) è proseguita, con rile-vanti riscontri, la sperimentazione consistente nella condivisione tra tutte le Cameredel tema su cui incardinare analisi e comunicazione, tramite l’individuazione di unfocus sul ruolo delle imprese familiari e del mondo della cooperazione e del nonprofit nella società e nell’economia italiane. Questa concertazione dal taglio anali-tico si è resa possibile grazie allo sforzo congiunto del Centro Studi di Unioncamere,dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne, di Infocamere e di SiCamera, consentendo dimettere a disposizione delle Camere di commercio il consueto compendio di tavolesui più salienti aspetti quantitativi per la lettura delle economie locali (demografiaimprenditoriale e della popolazione, valore aggiunto dei settori economici, com-mercio internazionale, ecc., oltre a un vasto set di tavole tratte dai risultati censuari).Sulla scorta di questo vasto patrimonio informativo le Camere di commercio e leUnioni regionali hanno potuto elaborare i propri rapporti e organizzare i rispettivieventi locali, alimentando il dibattito degli opinion makers e coinvolgendo un ampioventaglio di portatori di interessi del territorio.

La maggior parte delle attività di ricerca realizzate ha riguardato gli studi sulleeconomie locali, volti al monitoraggio del trend economico dei vari settori nei singolicontesti, e le analisi congiunturali, che forniscono previsioni economiche mirate peri vari settori e comparti produttivi. A seguire, in termini di rilevanza della coperturatematica, le indagini su prezzi e mercati che contribuiscono a rendere sempre piùtrasparenti le transazioni economiche che avvengono lungo il processo produzione-distribuzione-consumo dei beni, e il filone legato agli scambi internazionali, che sicombina con quello dedicato all’internazionalizzazione, per rispondere all’esi-genza di promuovere nel tessuto imprenditoriale iniziative di orientamento ai mer-cati esteri.

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

Oltre ai già citati ambiti, a contraddistinguere l’apporto informativo originaledelle Camere si collocano i temi del mercato del lavoro, con uno spazio particolareper i fabbisogni professionali espressi dalle imprese. Oltre a fornire una chiave dilettura che colma un vuoto informativo, questo filone di indagine si colloca a pienotitolo tra gli strumenti atti a svolgere un ruolo attivo nella definizione di policy a so-stegno di un miglioramento del complesso quadro dell’occupazione nel Paese. Gliapprofondimenti che vanno a indagare i rapporti di imprese e consumatori con ilsistema creditizio sono anch’essi oggetto di una discreta attenzione da parte degliosservatori economici delle Camere, proprio in funzione di fornire un monitoraggiodegli aggiustamenti degli strumenti che il sistema finanziario mette a sostegno del-l’economia reale. Anche in relazione al ruolo che sono in grado di giocare per ilrilancio dei territori, la filiera del turismo e della cultura si sta profilando sempre piùfrequentemente quale oggetto di iniziative di analisi quantitativa e di un ampio di-battito in grado di coinvolgere stakeholder istituzionali e portatori di interessi. Unanalogo grado di attenzione è dedicato ai temi dell’innovazione e al ruolo delletendenze green che si diffondono ormai trasversalmente al sistema produttivo.

Sono 82 le Camere che hanno riservato nel proprio sito istituzionale una sezionededicata agli studi; tutte comunque attraverso Starnet (www.starnet.unioncamere.it),il portale statistico dedicato, danno evidenza, con cadenze diverse, a informazionied elaborazioni a carattere statistico-economico riguardanti gli specifici temi di in-teresse.

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2.15 Le attività per la regolazione del mercato

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Le Camere, veri e propri enti di regolazione, ricoprono l’importante ruolo di tu-tela della concorrenza e promozione di relazioni economiche trasparenti, certe edeque tra gli operatori del mercato, svolgendo, tra le altre cose: funzioni di vigilanzasulla sicurezza dei prodotti (delegate dallo Stato), attività di rilascio delle carte ta-chigrafiche, un servizio di arbitrato e di mediazione per la risoluzione stragiudizialedelle controversie, attività di predisposizione dei contratti-tipo e di controllo sulleclausole inique.

Le attività di arbitrato e i servizi di conciliazione

Negli anni le Camere si sono confermate validi enti di regolazione in grado digarantire agli interlocutori una gestione rapida, efficace e meno costosa dei conflitti.Uno sforzo organizzativo che le ha portate, nel tempo, a dotarsi di strutture dedicateche in autonomia e indipendenza gestiscono procedure di arbitrato, conciliazionee mediazione.

I dati aggiornati dell’Osservatorio camerale confermano tale ruolo. A oggi, in-fatti, ogni Camera ha istituito – da sola o in convenzione – il proprio servizio di Al-ternative Dispute Resolution (ADR), che applica regole e tariffe uniformi su tutto ilterritorio nazionale ed è in grado di gestire ogni tipologia di controversia: tra con-sumatori e imprese, tra imprese e tra privati cittadini.

Nel corso del 2014 le 88 Camere arbitrali hanno gestito 617 arbitrati (per unvalore medio di 1,7 milioni di euro e una durata media di 286 giorni) che hannoriguardato nella maggioranza dei casi la materia del diritto societario. A livello ter-ritoriale è rilevante far notare che oltre il 65% degli arbitrati gestiti è concentratonel Nord del Paese, mentre meno del 10% nell’Italia meridionale. Da un punto divista qualitativo, i dati dell’Osservatorio confermano come la scelta del servizio diarbitrato delle Camere sia stata effettuata nell’80% dei casi alla luce dei minoritempi dello strumento rispetto alla giustizia ordinaria.

Le 105 Camere di conciliazione hanno gestito, sempre nel 2014, 22.518 pro-cedure fra mediazioni e conciliazioni (per un valore medio di 116.000 euro e unadurata media di 42 giorni) maggiormente concentrate nel settore dei contratti ban-cari e finanziari. Per quanto riguarda le procedure di mediazione e conciliazionenon si rilevano invece particolari differenze a livello territoriale. Come per l’arbitrato,anche per i servizi di conciliazione e mediazione il motivo più ricorrente che spingele parti a utilizzare le Camere di commercio risiede nella maggiore rapidità delleprocedure.

La riforma della mediazione civile e commerciale, introdotta con il d.lgs.28/2010 ed entrata in vigore nel marzo 2011, ha dato un nuovo slancio ai servizidi mediazione rendendoli, per alcune materie, obbligatori prima del ricorso allagiustizia ordinaria. Per far fronte all’impatto della nuova norma, le Camere hanno

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

rafforzato i propri servizi, adeguando le strutture e realizzando un investimento im-portante, sul piano scientifico e organizzativo, per la formazione dei mediatori edei conciliatori. Uno sforzo i cui risultati si evidenziano anche nel numero di conci-liatori e mediatori formati, pari a oltre 12.500 negli ultimi nove anni (1.584 nelsolo 2014).

Per dar maggior sostegno alle Camere, Unioncamere ha assunto, nel corso deglianni, un importante ruolo di supporto e di coordinamento affinché il Sistema potesserispondere in modo efficace e adeguato alle esigenze degli interlocutori che si ri-volgono alle Camere per la risoluzione delle proprie controversie. Unioncamere, inparticolare, ha predisposto e diffuso il Regolamento di mediazione, il tariffario (gra-zie al quale mantenere l’uniformità e l’omogeneità dei servizi erogati dalle Camere)e degli appositi standard formativi allineati con la normativa del Ministero dellaGiustizia. Le attività si sono incentrate su un confronto costante con gli stakeholderdi riferimento del settore al fine di consentire uno sviluppo dei servizi camerali chefosse, in qualche modo, allineato rispetto alle scelte compiute dagli altri attori dellamediazione (pubblici e privati), considerando che l’attività si svolge in regime diconcorrenza.

L’appuntamento annuale della Settimana della conciliazione (giunta alla11esima edizione) ha visto la partecipazione delle Camere di commercio attraversol’organizzazione di oltre 50 momenti divulgativi (tra corsi, convegni e seminari) edi oltre 100 campagne di comunicazione locale (CRM, stampa, tv, web), oltre larealizzazione di una campagna web nazionale sulla mediazione attraverso la pro-mozione sui social network, con cui sono stati raggiunti oltre 2 milioni di utenti (traimprese e professionisti).

Inoltre, nel 2014 è stato rinnovato, con durata biennale, il Protocollo d’intesatra Unioncamere e l’Autorità per le Garanzia nelle Comunicazioni per la promo-zione dei servizi di conciliazione camerali per la soluzione delle controversie inmateria di comunicazioni elettroniche.

I contratti-tipo e il controllo delle clausole inique

La predisposizione di contratti-tipo – modelli contrattuali semplificati, privi di clau-sole squilibrate, che possono contribuire a prevenire, per quanto è possibile, il con-tenzioso – e la verifica dell’eventuale iniquità delle clausole contenute nei modellicontrattuali standard, rappresentano uno strumento di garanzia e di corretta infor-mazione al contraente debole, sia esso consumatore o PMI. Le Camere di commer-cio, operative su questa attività già da diversi anni, hanno l’obiettivo di contribuirealla creazione di un mercato trasparente e informato, regolato da norme chiare,conosciute e condivise, per accrescere la fiducia di imprese e consumatori e vincereinsieme la sfida della modernizzazione del nostro sistema economico.

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Ben 99 Camere di commercio hanno ad oggi aderito all’iniziativa nazionaledel Sistema camerale e sono collegate con un sistema amministrativo strutturato arete, a sua volta collegato telematicamente tramite il portale web di Unioncamere.

In tale sito dedicato (www.contratti-tipo.camcom.it) sono pubblicati anche tutti icontratti-tipo, i pareri resi sulle clausole inique e i codici di condotta condivisi a li-vello nazionale. I dati mostrano che al servizio accedono non solo commercialisti,avvocati e imprenditori, ma anche singoli cittadini tramite i principali motori di ri-cerca.

I professionisti hanno a disposizione modelli contrattuali affidabili ai quali fareriferimento nell’offerta qualificata dei propri servizi, e saranno loro ad adeguarealle esigenze dei propri clienti (imprese e non) i contratti-tipo predisposti dalle Ca-mere di commercio, trovando altresì nei pareri nazionali sulle clausole inique unprezioso supporto di studio e approfondimento.

Il servizio, infatti, è pensato anche in favore dei professionisti, che possono tro-vare nella Camera di commercio un punto di riferimento importante nello svolgi-mento della loro attività.

Negli ultimi sei anni, le Camere hanno definito a livello locale circa 220 con-tratti-tipo, di cui il 25% circa su istanza di parte (semplice cittadino, consumatore,impresa o loro associazioni), nei principali settori economici, specialmente servizi(35%) e turismo (25%).

Per quanto riguarda il controllo sulle clausole inique, nello stesso periodo sonostate attivate dalle singole Camere oltre 350 procedure amministrative di controllo,delle quali oltre la metà avviate su iniziative di parte e con particolare attenzioneal mercato dell’immobiliare (22%) e del commercio (19%).

Si segnalano infine ben 4 azioni inibitorie promosse da singole Camere di com-mercio presso l’Autorità Giudiziaria.

La vigilanza del mercato

A partire dall’anno 2000 alle Camere di commercio sono state trasferite le fun-zioni di vigilanza del mercato dapprima esercitate dagli Uffici provinciali dell’indu-stria del commercio e dell’artigianato (UPICA) e dagli Uffici provinciali metrici delMinistero dello Sviluppo Economico.

Tali funzioni, che comprendono la sicurezza dei prodotti e la metrologia legale,sono considerate attività tra le più importanti e delicate nell’ambito delle funzioni diregolazione del mercato attribuite al Sistema camerale.

Con riferimento al tema della sicurezza, le Camere di commercio svolgono atti-vità ispettive finalizzate a garantire la circolazione di prodotti conformi e sicuri nelmercato europeo. In particolare, agli Enti camerali sono affidate le funzioni di vigi-lanza riguardo a giocattoli, tessili, calzature, prodotti elettrici, dispositivi di prote-

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Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

zione individuale di prima categoria, prodotti connessi all’energia, prodotti genericiricadenti nell’ambito del codice del consumo.

Anche in relazione alla metrologia legale, le Camere di commercio svolgonodelicate ed importanti funzioni ispettive. Nello specifico, gli Enti camerali svolgonocontrolli finalizzati a verificare l’affidabilità metrologica degli strumenti di misuranazionali e MID (come ad esempio le bilance, i distributori di carburante, i contatoridi acqua, di calore di gas e di energia elettrica).

Inoltre dal 2009 le Camere di commercio partecipano attivamente alle iniziativepromosse dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’Unioncamere per il raffor-zamento delle attività di vigilanza del mercato. Ciò anche al fine di dare attuazioneal Regolamento 765/2008/CE che pone norme in materia di accreditamento e vi-gilanza e che dispone che gli Stati membri adottino programmi dedicati.

Per il Sistema camerale questi protocolli d’intesa rappresentano un’occasioneimportante sia per potenziare l’impegno istituzionalmente già assunto in qualità disoggetto che svolge attività di vigilanza, sia per creare le condizioni che consentanodi svolgere tale funzione in modo più efficace, con una diffusione maggiore sul ter-ritorio e all’interno di un piano nazionale di coordinamento.

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2.16 I servizi per la promozione della legalità

Capitolo 2 - Le azioni per la competitività

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Il Sistema camerale è fortemente impegnato in azioni di prevenzione, supportoal contrasto dell’illegalità e ripristino della legalità nell’economia, a convalida delruolo affidato dall’articolo 2, comma 7, della Legge 580/932. La previsione nor-mativa citata costituisce il presupposto per l’individuazione di un preciso compitodelle Camere di commercio, chiamate ad operare per garantire il mantenimento dicondizioni di legalità nel campo economico. Ne consegue che l’azione cameraleper la costituzione in giudizio e l’azione per la repressione delle condotte di con-correnza sleale assolvono una funzione di tutela dell’interesse generale delle im-prese contribuendo a far si che la competizione tra gli imprenditori si svolga inmodo corretto e leale. Così operando, si viene a configurare uno stretto ed efficacecollegamento tra il perseguimento degli “interessi generali” della Legge 580/93 eil principio costituzionale (art 41) dell’”utilità sociale” che pone quale limite all’ini-ziativa economica privata le azioni che recano danno alla sicurezza, alla libertà ealla dignità umana.

L’attività svolta dalle Camere di commercio nel corso del 2014 evidenzia il cre-scere dell’impegno su tali temi, anche sulla spinta del perdurare della crisi, terrenofertile per lo sviluppo e l’ampliamento dell’agire della criminalità economica. In par-ticolare aumenta il numero degli enti camerali che hanno realizzato attività in temadi legalità: da 32 nel 2012 si è passati a 63 nel 2013 e a 71 nel 2014. Un impe-gno che, grazie alla sviluppo coordinato di strategie nazionali, si è articolato indieci aree di attività.

La prima, trasversale alle altre, è consistita nel consolidamento delle reti con ilpartenariato del mondo istituzionale, associativo e sociale. Tale attività è stata av-viata a livello nazionale da Unioncamere che ha sottoscritto protocolli e sviluppatoprogrammi con una serie di soggetti tra i quali il Ministero dell’interno, l’Associa-zione Libera, la Fondazione Interesse Uomo, Transparency International Italia, Le-gambiente e il Comitato Nazionale Albo Gestori Ambientali.

Una seconda area nella quale sono state impegnate le Camere di commercioha visto il consolidamento e, in alcuni casi, lo sviluppo ex novo delle attività volte asostenere le imprese che sono vittime di fenomeni di criminalità economica comel’usura o il racket. Sono ben 48 le Camere che nel 2014 hanno operato in tal senso,32 attivando lo Sportello Legalità e usufruendo del partenariato con diversi soggetti,tra i quali l’Associazione Libera e la Fondazione Interesse Uomo.

Una terza area di attività svolta dalle Camere, in collaborazione con Infocamere,è stata finalizzata a valorizzare l’esperienza, la conoscenza e i dati derivanti dalRegistro delle imprese, utilizzando le potenzialità dell’approccio digitale, con la fi-nalità di contribuire alla certezza e alla trasparenza degli assetti giuridici, economici

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2 “Le Camere di commercio possono costituirsi parte civile nei giudizi relativi ai delitti contro l’economiapubblica, l’industria e il commercio. Possono, altresì, promuovere l’azione per la repressione della con-correnza sleale ai sensi dell’articolo 2601 del codice civile”.

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e finanziari delle imprese. Al riguardo 65 Camere di commercio hanno realizzatoeventi e azioni divulgative degli strumenti informativi per la trasparenza del mercato,tra i quali RiVISUAL e RiBUILD.

Nella quarta area rientrano le azioni messe in campo per contribuire al contrastodei fenomeni della illegalità; tali fenomeni si presentano in forme diverse, ma hannocome punto in comune il danno che generano all’economia e alle imprese sia diret-tamente sia attraverso la limitazione del libero mercato. Per tutte queste fattispeciegli interventi si sono caratterizzati in termini di analisi dell’impatto dell’azione dellacriminalità sull’economia locale. Le Camere che hanno attivato un Osservatorio sono42 e 36 quelle che hanno realizzato studi e ricerche.

Nella quinta area si evidenziano le azioni delle Camere volte ad incidere suivalori culturali dell’etica nell’agire imprenditoriale attraverso interventi di formazionee sensibilizzazione rivolte ai giovani che in un prossimo futuro svolgeranno un’atti-vità economica. Le attività sono state rivolte, in particolare, a consolidare il rapportosul territorio con le scuole e le altre strutture educative. Le azioni realizzate hannoriguardato attività di sensibilizzazione e formazione rivolta ai ragazzi attraversoincontri presso scuole o aziende sui temi della legalità economica, dell’ambiente,dell’impresa sociale, del rischio sicurezza (usura, racket, corruzione, contraffazione,danni ambientali) o sugli strumenti volti alla certezza e alla trasparenza degli assettigiuridici, economici e finanziari delle imprese che utilizzano il Registro delle impresequale fonte informativa.

La sesta area di azione si è focalizzata sulla prevenzione del rischio sicurezzache danneggia il ciclo di vita delle PMI. Obiettivo raggiunto attraverso attività disensibilizzazione sui rischi derivanti dal comportamento criminale e sulle modalitàche le PMI possono mettere in atto per ridurre la probabilità di essere vittima diusura, racket, microcriminalità, corruzione. Al riguardo 24 Camere hanno operatoper evidenziare il rischio dell’infiltrazione della criminalità nell’azienda, mentre altre16 hanno fornito elementi informativi sul rischio corruzione e sulle azioni da intra-prendere ai sensi della Legge 231.

La settima area ha compreso tutte le attività messe in campo per incoraggiarenelle imprese comportamenti virtuosi nel rispetto della legalità ambientale. Le Ca-mere di commercio infatti, rispondendo a specifici compiti demandati dal legisla-tore, svolgono un’importante ruolo nella raccolta di dati ambientali e realizzano egestiscono, in via telematica, sistemi informativi, albi, elenchi e registri previsti dallanormativa europea con particolare riguardo alle norme inerenti il ciclo dei rifiuti.

L’ottava area riguarda le azioni delle Camere a supporto della collocazione nelmercato legale e trasparente delle imprese confiscate. La legge prevede infatti chequeste aziende possano essere vendute o affittate a privati oppure affidate a coo-perative di lavoratori per essere accompagnate ad un ritorno produttivo. Nella re-altà accade, invece, il contrario. Al netto delle scatole cinesi delle aziende fantasmae di quelle tenute in piedi solo per il riciclaggio di denaro di provenienza illecita,

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le aziende con i loro beni confiscati che potrebbero restare sul mercato chiudono efalliscono, nonostante l’impegno di tanti amministratori giudiziari e dei lavoratoristessi. Sul tema anche il Parlamento Italiano si sta esprimendo attraverso la valuta-zione di diverse proposte legislative con l’obiettivo di sostenere la governance ditali imprese attraverso azioni di supporto del ciclo di vita aziendale, la formazione,la ricostruzione delle filiere e l’accompagnamento alla distribuzione commerciale.A sostegno di questo Unioncamere ha promosso con Associazione Libera un pro-gramma denominato “Impresa Bene Comune” che si propone di coinvolgere il si-stema imprenditoriale del Made in Italy in un progetto di accompagnamento alleattività produttive, condividendo le esperienze imprenditoriali di successo e metten-dole al servizio del recupero, della salvaguardia e della valorizzazione delleaziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata.

Nella nona area si pongono le azioni delle Camere volte ad aumentare la con-sapevolezza del consumatore che acquista il prodotto contraffatto sui danni generatiall’economia e alle singole persone dallo sfruttamento del lavoro nero, dalla peri-colosità dei prodotti per la salute, dal mancato guadagno da parte dell’economialegale. Nel 2014 sono state 42 le Camere che hanno operato su tali temi.

La decima area di attività, infine, ha riguardato le azioni messe in campo in ma-teria di costituzione come parte civile nei giudizi relativi ai delitti contro l’economiapubblica, l’industria e il commercio cosi come previsto dall’articolo 2, comma 7,della Legge 580/93. Sono state 3 le Camere di commercio che nel 2014 hannoavviato questa importante e delicata funzione.

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Per contrastare la criminalità economica

Progetto: “INSIDER – Illegal Network Security and DEtecting Resources” Ente: CCIAA di Crotone Annualità: 2011 - in corso Ambito di intervento: legalità Link: http://tinyurl.com/nu3vy63

Il Sistema camerale svolge un ruolo di rilievo nel contrasto alla criminalità economica, attività propedeutica ad uno sviluppo sano del territorio e delle imprese. I registri camerali rappresentano un patrimonio conoscitivo a cui sovente Magistratura e Forze dell’ordine fanno ricorso nello svolgimento delle proprie funzioni. Tale consultazione è avvenuta finora per lo più tramite singole interrogazioni alle banche dati, partendo dalla conoscenza di nominativi (persone/imprese) da “attenzionare”; pertanto in una logica di riscontro più che di intelligence. La CCIAA di Crotone ha realizzato il sistema informativo INSIDER (Illegal Network Security Intelligence and DEtecting Resources) grazie al quale è possibile tracciare le connessioni tra le imprese. Incrociando dati aziendali e di localizzazione, si possono individuare i punti di snodo e di possibile controllo del sistema economico mediante l’utilizzo di indicatori derivanti dall’applicazione della Network Analysis. La piattaforma INSIDER è costituita da un’area pubblica (con informazioni fruibili da tutti gli utenti) e un’area utilizzabile soltanto dagli utenti autorizzati che offre la possibilità di interrogare banche dati e avere a disposizione report statistici.

Principali risultati e indicatori: 37 indicatori statistici creati; 7 amministrazioni abilitate per l’accesso all’area riservata; 20 soggetti formati sulla tematica della legalità e sul ruolo dell’intelligence nel contrasto dei fenomeni mafiosi.

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Nota Metodologica

Il presente volume è stato realizzato a valere sulle informazioni raccolte con la rile-vazione 2015 dell’Osservatorio camerale sulle dimensioni strutturali, organizzative edi servizio delle Camere di commercio per il 2014. Con riferimento alle attività di ser-vizio, la rilevazione tiene conto di quanto realizzato dalle Camere tramite il coinvolgi-mento operativo delle Aziende speciali, Unioni regionali o altre strutture camerali.

La popolazione di riferimento per la rilevazione è costituita da tutte le Camere dicommercio (105 enti), dalle loro Aziende speciali (111 organismi al 31/12/2014)e dalle Unioni regionali (19 organismi nel 2014). Il questionario somministrato sicompone di 19 schede, ed è stato aperto alla compilazione on line tramite il sito in-ternet www.osservatoriocamerale.it; il patrimonio informativo, aggiornato al 31 di-cembre 2014, è contenuto nel database dell’Osservatorio camerale.

Di seguito si riporta il numero di Camere di commercio che hanno risposto alquestionario, per singola scheda.

Nota Metodologica

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N. di Camere di commercio al 31.12.2014: 105

N. di Camere di commercio che hanno compilato il questionario: 105

N. di Camere di commercio che hanno chiuso la rilevazione: 105

Numero Scheda Denominazione

Dettaglio delle Camere che hanno

risposto a ciascuna scheda

1 Organi 105* 2 Organizzazione 105 3 Personale 105 4 Semplificazione amministrativa, e-Government, Comunicazione 105 5 Internazionalizzazione 105 6 Formazione, Orientamento, Alternanza, Università e Lavoro 105 7 Qualificazione e promozione delle filiere 105 8 Finanza 105 9 Partecipazioni camerali 105

10 Innovazione, trasferimento tecnologico e proprietà industriale 105 11 Ambiente 105 12 Servizi per l’imprenditorialità 105 13 Sviluppo locale, promozione del territorio, attività per il settore

del Commercio e dei Servizi 105

14 Servizi per i settori del Turismo e dei Beni Culturali 105 15 Statistica, studi, ricerche e documentazione 105 16 Biblioteche e gestione documentale 105 17 Regolazione del mercato 105 18 Green Economy, Energia ed efficientamento energetico,

Responsabilità sociale d’impresa (CSR) 105

19 Programmazione e progettazione comunitaria 105 * Alla data di riferimento per la rilevazione 4 Camere di commercio risultano commissariate

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Pur in uno scenario segnato da profondi cambiamenti il Sistema camerale ha quotidianamente operato, ponendo al centro la propria azione di servizio ed evitando pericolose discontinuità nel rapporto con le imprese e i territori.

I contenuti dell’Osservatorio 2015 ci raccontano, con l’evidenza dei fatti, il senso più autentico di come una istituzione scelga strenuamente di non venir meno al patto sancito con i propri stakeholder: lavorare per la crescita, per l’innovazione, per la semplificazione - nel rispetto delle regole. E dunque, con una operazione che ha anche una profonda valenza culturale perché accompagna il cambiamento, lavorare per il rilancio del Sistema Paese.