I COMPLEANNI DEL MESE DI LUGLIO - Casa di Riposo Monticello · 2011-10-06 · Non strappando i...
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I COMPLEANNI DEL MESE DI LUGLIO
Auguri a:
Agostoni Giuseppina 8 Luglio
Bonacina Ireneo 21 Luglio
Caspani Anna 1 Luglio
D’Agostino Felicia 13 Luglio
Fumagalli Antonia 4 Luglio
Giussani Massimo 30 Luglio
Magni Alessandra 29 Luglio
Molteni Antonio 5 Luglio
Rocca Mario 23 Luglio
Rovera Iolanda 5 Luglio
Varotti Attilio 15 Luglio
Lasaponara Maria 17 Luglio
Malli Luciana 26 Luglio
Valtolina Virginia 11 Luglio
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I COMPLEANNI DEL MESE DI AGOSTO
Auguri a:
Balconi Desolina 1 Agosto
Trianti Angela 2 Agosto
Panzeri Angelo 2 Agosto
Corbetta Antonio 14 Agosto
Viganò Maria 18 Agosto
Fumagalli Giovanna 19 Agosto
Cecchetto Augusta 22 Agosto
Mapelli Maria 23 Agosto
Fumagalli Giovanna 26 Agosto
Salvatori Adorno 26 Agosto
Castelnovo Luciano 12 Agosto
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Ricordando…
Laboratorio di collane
Le ospiti Aurelia Sesana, Angela Lamendola, Lidia Zanchi, Pina Agostoni, Um-
berta Grassellini, Luciana Malli, Angela Brivio nel mese di Agosto hanno colla-
borato alla confezione di collanine colorate che verranno distribuite ai bambini
della Scuola dell’Infanzia di Monticello come benvenuto nel primo giorno di
scuola. Le ospiti hanno lavorato con pazienza e volontà e per questo noi e le
insegnanti della Scuola dell’Infanzia le ringraziamo di cuore!
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L’angolo degli ospiti Massimo Giussani
La liburna
Il più antico modo di navigare che si conosca è la piroga, in genere ricavata da-
gli alberi, scavandola col fuoco; in seguito si perfezionò con la zattera: un’in-
sieme di tronchi legati assieme e messi, in principio con la funzione di pertiche
ed in seguito da una rudimentale vela di giunchiglie.
La leggenda narra che agli albori della storia , Giasone costruì una nave squa-
drata nella parte centrale e affusolata, quindi a fendere davanti e tondeggiante
dietro, lunga e sottile per essere veloce, azionata da remi da due ranghi di rema-
tori, uno per lato e una vela quadrata ausiliaria; in seguito muniti di sperone a
prua e di catapulta per il lancio di palle di fuoco.
Per ultimo Scipione, aggiunse il corro, ponte levatoio, per favorire gli arrem-
baggi; questa è la liburna la più antica nave da guerra.
Esistevano anche navi da carico, poco note per ovvie ragioni che assicuravano
gli scambi commerciali: le caracche. Tali imbarcazioni erano solo a vela, erano
navi panciute e lente, facili prede dei pirati.
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Le poesie di Federica
Se fate capire d’aver bisogno di
Qualche cosa, non vi daranno
Niente; per far fortuna bisogna
Darsi l’aria di essere ricchi.
Federica
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Non strappando i petali puoi
Ammirare un fiore.Dio lo ha
Fatto nascere con tutta la sua
Bellezza, con tutti i suoi colori,
Con tutti i suoi profumi.
Non li vogliamo sciupare.
Federica
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L’angolo delle curiosità
Animali curativi
Nella medicina naturale è in atto una rivoluzione: ai pazienti sono proposte san-
guisughe per succhiare il sangue in eccesso, larve di mosca che puliscono le fe-
rite infette, api che con il loro pungiglione possono guarire i dolori reumatici e
vermi parassiti capaci di curare alcuni disturbi intestinali. Un medico docente
di Medicina naturale ha iniziato uno studio sull’impiego della sanguisuga nei
pazienti affetti da artrosi del ginocchio. Gli animali si sono rivelati molto più
efficaci rispetto a una potente pomata antidolorifica e dopo soli tre mesi i dolori
dei pazienti trattati con le sanguisughe erano completamente scomparsi. Ora le
sanguisughe si usano anche per la cura del cosiddetto “gomito del tennista” o
per il mal di schiena cronico. La sanguisuga del resto è stata utilizzata per scopi
medici fin dall’antichità e tutt’oggi negli Stati Uniti viene usata come anticoau-
gulante dopo alcuni interventi di microchirurgia.Altrettanto preziose si sono ri-
velate le larve di mosca verde. Nel 1812 un medico delle truppe di Napoleone
riferì che i vermi ripulivano le ferite dei soldati coperte di incrostazioni e pus,
prevenendo le infezioni. E nel far ciò lasciavano la carne sana completamente
intatta: le larve infatti sono specializzate nel mangiare i tessuti morti. Negli an-
ni 30 il chirurgo americano William Bear iniziò ad utilizzare su vasta scala le
larve nate da uova disinfettate. L’era delle larve fu tuttavia di breve durata: la
scoperta della penicillina e di altri antibiotici le sbaragliò. Nonostante ciò oggi
in alcune cliniche specializzate le larve vengono utilizzate in caso di ulcere cu-
tanee, per le ferite che stentano a guarire o per le piaghe da decubito.Un’altra
creatura che può offrire assistenza medica all’uomo è il pesce dottore, prove-
niente dalla Turchia, dove da secoli questi animali rimuovono le cellule morte
della pelle di pazienti affetti da psoriasi o eczemi cronici. I pesci dottori elimi-
nano le squame pruriginose dalla pelle dei pazienti in tempi brevissimi. Esisto-
no anche applicazioni animali il cui successo è ancora tutto da verificare. Per
esempio il veleno delle api come farmaco contro il raffreddore da fieno, o certi
vermi parassiti per curare certe malattie gastrointestinali.
Insomma, alcuni animali non proprio amati dall’uomo, possono aiutarlo nella
guarigione di determinate malattie.
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Zanzare: da cosa sono attratte, perchè pungono e come difendersi
Ritorna l'estate, ritornano le zanzare. Ecco una serie di nozioni per imparare a
conoscerle e a trovare rimedi naturali per combatterle: dalla ciabatta alla ci-
tronella.
L’ estate 2011 è entrata nel vivo e i vacanzieri di tutta Italia preparano tutto il necessario per trascorrere quella settimana o due, per i pochi fortunati addirittu-ra un mese, in completo relax e in pace con il mondo intero. Ma, proprio nel momento topico, quando i vacanzieri spengono le luci e rilassano i muscoli su fresche coperte che alleviano scottature e pensieri, entra in scena il fastidioso ronzio delle zanzare! Oltre a rendere la fase del dormiveglia un vero inferno, le zanzare più intraprendenti riescono a lasciarci almeno una decina di morsi in una sola notte che ci causeranno un fastidiosissimo prurito il giorno dopo (nella migliore delle ipotesi, perchè se siete in Africa o in Amazzonia, e non avete fat-to il vaccino contro la malaria, sono cavoli vostri!).
DA COSA SONO ATTRATTE
Perchè le zanzare ronzano intorno alla nostra morbidissima, e sventurata da lì a poco, pelle? Le zanzare sono attratte, in primo luogo, dal rilascio di Co2, l’ani-dride carbonica. Quindi, durante la respirazione, la Co2 rilasciata dal nostro organismo attrae l’insetto verso di noi. Il rimedio principale non è quello di trattenere il respiro, bensì creare una fonte secondaria che emetta Co2. In que-sto ci vengono in aiuto le piastrine, che bruciano però sostanze non proprio sa-lutari. I nostri profumi sono un’altra fonte molto attrattiva per le zanzare, sia quello naturale della nostra pelle, sia quelli artificiali delle case cosmetiche. Non date ascolto alle varie leggende metropolitane stile “sei stato morso per-chè hai il sangue dolce” oppure al fatto che la pelle dei fumatori sia irresistibile per i dannati insetti, perchè sono tutte panzane. Un’altra fonte molto attrattiva è la luce ultravioletta, ecco spiegato il proliferare della classiche zanzariere sui balconi degli appartamenti estivi.
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PERCHE’ PUNGONO
Tornando alla storia del vacanziere medio, la domanda che urla il tapino, dopo aver ricevuto svariati morsi e fendendo l’aria con la ciabatta, alla zanzara è: “Perchè mi fai questo!!!”. Le zanzare che ci pungono sono quelle femmine e lo fanno perchè solo nel sangue riescono a trovare il nutrimento adatto a depor-re le uova in modo sano e robusto (core de mamma zanzara!). Basta trovare il punto della pelle che copre un vaso sanguigno, applicare la proboscide e…zac! La zanzara, in un sol colpo, anestetizza, incide, inietta sostanze anticoaugulanti ed aspira il sangue. Dopodichè, in acqua stagnante, deporranno le loro uova. Ecco perchè le zone paludose sono quelle più a rischio ma, in linea di massima, basta anche una pozzanghera o, addirittura, le gocce appantanate sul fondo di un vaso. Il prurito è provocato da quelle sostanze anticoaugulanti che ci i-niettano: il sistema immunitario del nostro organismo secerne istamina, che combatte le sostanze, che raggiunge la zona punta, causando gonfiore e arrossa-mento. Questo arrossamento è dovuto anche alla dilatazione dei nostri vasi san-guigni ed ecco spiegata la fastidiosissima sensazione di prurito
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L’angolo della natura
Il difficile viaggio delle tartarughe Gli antenati delle tar-tarughe marine vive-vano sulla terraferma. Infatti ancora oggi le femmine di tutte e set-te le specie di tartaru-ghe marine depongono le uova all’asciutto, dove il calore della sabbia le cova. In Co-sta Rica arrivano mol-tissime tartarughe a deporre le uova, so-prattutto nella stagione delle piogge, tra luglio e novembre. La cosa più impressionante è che gli scienziati non hanno ancora capito come mai tutte le femmine di tarta-ruga nello stesso momento sanno quando è l’ora di far rotta sulla terraferma. Una cova di tartaruga marina comprende un centinaio di uova che, grazie al lo-ro guscio elastico e robusto, possono resistere agli urti. Purtroppo spesso le uo-va vengono prese dagli abitanti del posto ed infilate in un sacco senza troppi riguardi, e vengono vendute in tutto il paese, dove sono una prelibatezza. Anche la rottura delle uova avviene in sincronia: quasi tutte si schiudono nello stesso tempo. Dopodichè i piccoli impiegano quattro giorni per farsi strada at-traverso la sabbia e raggiungere la superficie. Non appena sbucati, puntano de-cisi verso l’acqua spostandosi sulla spiaggia a forza di pinne. Questo sprint ver-so le onde è il momento più pericoloso di tutta la loro vita infatti le piccole tar-tarughe possono essere mangiate da cani randagi, gamberi, cicogne e urubù. Ma proprio perché vanno tutte al mare nello stesso momento, anche se qualcu-na viene cacciata, le altre hanno però la possibilità di salvarsi. La gran parte dei piccoli è destinata ad una esistenza brevissima affinché alcuni dei loro fratelli possano essere risparmiati dai loro predatori. Finalmente la prima tartarughina raggiunge il mare e con l’onda successiva u-n’altra la segue. Subito appena entrano in mare i piccoli iniziano a nuotare, sen-za avere mai imparato a farlo, e iniziano la lunga traversata. Anche in acqua pe-rò possono essere facili prede per gli squali o per gli uccelli marini. Tuttavia molti di essi in qualche modo sopravvivranno. E dopo aver passato 15-20 anni in mare, le femmine ad un certo punto faranno ritorno sulla stessa spiaggia per deporre a loro volta le uova. Su quella spiaggia che molti anni prima le aveva viste venire alla luce in condizioni così difficili.
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L’angolo dell’oroscopo
Luglio: segno zodiacale: Cancro
Il Sole transita nel Cancro approssimativamente tra il 22 Giugno e il 22 Lu-
glio.
Il pianeta dominante è la Luna, l'elemento è l'acqua, la qualità è cardinale.
Il Cancro possiede una sensibilita' straordinaria. Tale sensibilita' deriva, in pri-
mo luogo, dalla sua natura di segno d'Acqua. In secondo luogo, e' dominato
dalla Luna, che lo rende eccezionalmente emotivo. E' molto legato alle proprie
basi. Difficilmente si allontana troppo dalla famiglia d'origine e dagli amici piu'
fidati. Spesso viene accusato di essere capriccioso: in realta', la sua incostanza
deriva da una certa sfiducia nell'oggi.
Difatti, il Cancro e' fortemente attratto dal passato. Non gli e' facile vivere con
serenita' nel presente, in cui si sente spesso smarrito.
La grande sensibilita' del Cancro si riflette in una chiara propensione a vivere
una vita tranquilla, in cui sa dare un certo grado di sicurezza. Non ha grandissi-
ma ambizione, sul lavoro o nello studio. Compie il proprio dovere con dovizia,
ma non fa mai l'errore di strafare. Il Cancro riesce, in questo modo, a mantenere
gli aspetti professionali e quelli affettivi completamente separati, il che favori-
sce la stabilita' della sua famiglia.
Il Cancro ha una memoria straordinaria, aiutata dalla propria attenzione al tem-
po perduto. Spesso, pero', viene considerato lamentoso, perche' non si sente a
suo agio nell'oggi e non ne fa mistero. In realta', ha solo bisogno di piu' tempo
degli altri segni per apprezzare appieno quello che la vita gli concede!
Il segno del Cancro corrisponde alla parte alta dell'addome e al sistema digesti-
vo, oltre che all'occhio sinistro. Puo' soffrire di problemi gastrici o addirittura di
intossicazioni da cibo. L'attenzione alla qualita' dell'alimentazione deve essere
massima.
L'insicurezza del Cancro puo' influenzare anche il suo modo d'amare. E' fedele
e mette la coppia e, a maggior ragione, la famiglia sopra di tutto. Tuttavia, ha
bisogno di avere continue conferme dalla persona amata. E' per questo motivo
che ha la tendenza a mettere continuamente alla prova il partner. Per andare
d'accordo con un Cancro, non bisogna, per converso, dargli tutte le sicurezze.
Bisogna lasciargli sempre un margine di dubbio che lo stuzzichi e tenga vivo il
suo interesse!
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Colore da portare: il bianco, simbolo di idealismo
Pietra Portafortuna: la perla
Metallo: l'argento che richiama il colore dei raggi lunari.
Fiore: la ninfea
Giorno favorevole: il lunedì, giorno della Luna
Agosto: Segno Zodiacale: Leone
Il Sole è nel segno approssimativamente tra il 23 Luglio e il 22 Agosto.
Il pianeta dominante è il Sole, l'elemento è il fuoco e la qualità è fissa.
Come suggerito dal suo simbolo, il segno del Leone e' il piu' fiero dello Zodia-
co. Il suo modo di porsi e' principesco. E' naturalmente elegante e il suo fascino
naturale lo porta spesso a posizioni di comando, se non di dominio. Il Leone
ama sentirsi al centro dell'attenzione e puo' arrivare a soffrire, se non gli si da'
la corda che e' convinto di meritare. E' talmente abituato ad avere carisma che,
affinche' gli venga riconosciuto, puo' cedere all'adulazione di personaggi di
dubbio merito.
Il Leone sa organizzare il lavoro come pochi altri, rispetto ai quali non e' piu'
informato, ma solo piu' carismatico. Tende a lasciare ad altri la parte piu' opera-
tiva di ogni attivita', di ciascun progetto, e guarda tutto dall'alto.
Il Leone ha un modo di porsi verso le sfide che denota un coraggio formidabile,
che non ha rivali. Conscio della propria diversita', si lancia in prove che spa-
venterebbero chiunque.
La grandezza del Leone si misura anche nei termini della sua generosita'. Si fa-
rebbe in quattro pur di aiutare chi e' meno fortunato di lui. Inoltre, non e' un re
che accetta provocazioni da chi ritiene inferiore. Se subisce un torto, regalmen-
te perdona e non fa pesare le manchevolezze altrui. In questo, e' doppiamente
encomiabile, perche' la sua natura di segno di Fuoco lo porterebbe a reagire con
stizzito orgoglio alle provocazioni!
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Anatomicamente, il segno del Leone corrisponde all'occhio destro, al sistema
circolatorio, con particolare attenzione al cuore: non potrebbe essere altrimenti,
vista la sua natura coraggiosa. Deve stare molto attento a mangiare in maniera
assolutamente equilibrata, evitando i grassi e tutto quello che potrebbe danneg-
giare le arterie, soprattutto in eta' avanzata. Nei sentimenti, sa essere fedele e affettuoso. Grazie alla sua natura regale, non
si lascia andare a relazioni che debbano rimanere nascoste. Per questo motivo,
difficilmente tradisce. Se viene tradito, il suo orgoglio rimane ferito quasi a
morte, ma sa riprendersi in fretta grazie alla sua forza vitale e grazie alla sua
principesca capacita' di perdonare. Meglio non abusare della grandezza del Le-
one, pero'!
Colore da portare: il giallo oro.
Metallo: l'oro, simbolo della sapienza.
Fiore: il girasole.
Pietra Portafortuna: il diamante
Giorno favorevole: la domenica, il giorno del Sole.
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L’angolo dei cibi curativi
Fico
L’albero del fico è originario del Medio Oriente e del mediteranno, ed è uno dei
primi alberi coltivati dall’uomo.
I fichi vengono coltivati nei climi temperati di tutto il mondo. I maggiori pro-
duttori sono Turchia; Grecia; Stati uniti; Portogallo e Spagna.
I vantaggi per la salute
I fichi contengono in abbondanza zuccheri semplici, minerali e fibra.
Sono ricchi di potassio, calcio, magnesio, ferro, rame e manganese. I fichi ven-
gono spesso raccomandati per il loro valore nutritivo e perché tonificano l’inte-
stino.
Scelta e preparazione
I fichi si trovano freschi e secchi. In genere i fichi secchi vengono conservati
con sorbato di potassio perché non si alterino. I fichi secchi possono essere
mangiati da soli, oppure aggiunti a torte e dolcetti, a marmellate e macedonie.
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L’angolo delle risate
Una donna entra in una cartoleria e dice al commesso:
-” vorrei una bella penna a sfera, sa è per il compleanno di mio figlio.
-” è una sorpresa?”
- oh eccome, lui si aspetta che io li regalo un auto!!!
Pronto c’è Pilato?
- si. ma non può venire al telefono, si sta lavando le mani.
Un frate si presenta in Paradiso.
Aprite!
Chi è?
Un cappuccino.
Nessuno l’ha ordinato!
Una giovanissima monaca si presenta agli esami e un professore, per metterla
in imbarazzo, le chiede:
Perché il signore ha creato prima l’uomo e poi la donna?
Perché di solito prima si fa la brutta copia e poi la bella!
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L’angolo della religione
Il seminatore
Un giorno, Gesù si fermò in riva al lago di Galilea. Fra le persone che erano an-
date ad ascoltarlo, vi erano tanti agricoltori. Gesù raccontò loro questa storia:
“un contadino andò a seminare, e mentre seminava alcuni semi andarono a ca-
dere sulla strada; arrivarono allora gli uccelli e li mangiarono.
Altri semi invece andarono a finire su un terreno dove c’erano molte pietre e
poca terra: questi germogliarono subito perché la terra non era profonda, ma il
sole bruciò le pianticelle che seccarono, perché non avevano radici robuste. Al-
tri semi caddero in mezzo alle spine e le spine, crescendo, soffocarono i germo-
gli.
Alcuni semi, però, caddero in un terreno buono e diedero un frutto abbondante:
cento o sessanta o trenta volte di più”.
Gesù concluse così la sua storia:” Chi ha orecchi, cerchi di capire!”.
Da Matteo I3,I-9
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L’angolo di Padre Pio
Ma quella sera Peppa sembrava più agitata del solito e non
voleva né poteva dormire. Francesco era al centro dei suoi
pensieri. “ Grazio, invece ho paura di perderlo questo fi-
glio”, si lamentò avvicinandosi e cercando la mano del ma-
rito steso accanto a lei. “ è troppo malato. E poi, te lo devo
proprio dire quando sta bene, Francesco non è come gli altri
bambini. Non so. E’ diverso. Un giorno è agitato, ribelle,
disubbidiente. Un altro giorno è tranquillo e sembra un angelo…”
“ Ma che dici”, si arrabbiò il marito, sedendosi sul letto come se volesse ribel-
larsi a quei pensieri che anche lui aveva ma non voleva sentire.” Francesco sta
bene. Si ammala come tutti bambini. Senti, Peppa, quello per me è solo furbo.
Sa fare l’angelo e sa fare il demonio a seconda di come gli conviene. Quello sa
come farti scema”. “ Grazio, senti a me: Francesco è strano. “ continuò Peppa
“Un giorno dormiva e l’ho sentito urlare e agitarsi e quando si è svegliato era
tutto sudato. Mi ha detto: Mamma, sono venuti a prendermi i mostri, volevano
portarmi via, Grazio, sentimi: la cosa che più mi ha spaventato è che il bambino
aveva segni dappertutto e gli usciva il sangue dalla bocca. Un’altra volta mi ha
detto che c’era un grosso cane che voleva mangiarlo ma per fortuna c’rea il suo
amico. “Quale amico?” gli ho domandato e lui mi ha risposto: “ l’angelo custo-
de!”
Grazio sboyyò: “Sciocchezze! Basta Peppa, non parliamone più, dormiamo.
Domani gli dirò che deve andare a pascolare le pecore con Baldino, quel ragaz-
zo che ha solo due anni più di lui ma aiuta il padre da tempo. Vedrai: con Baldi-
no al tuo Francesco passeranno tutte queste stranezze”
La mattina dopo Grazio chiamò Baldino e Francesco e disse loro: “Voi due da
oggi andrete insieme a pascolare le pecore”. I due giovani si diressero verso la
masseria a Piana Romana. Arrivarono dopo un’ora senza dire una parola, Baldi-
no aprì l’ovile, fece uscire le pecore ed insieme si avviarono lungo il ciottolato.
Camminarono a lungo, A mezza mattina si fermarono, mangiarono pane e po-
modoro e mentre le pecore brucavano, si distesero per riposare. Un’ora dopo,
quando Baldino aprì gli occhi, Francesco non c’era. Lo trovò dietro un muretto
e lo chiamò ma Francesco non rispondeva, sembrava stesse fissando qualcosa e
non si voltava. Allora Baldino si accorse che stringeva tra le mani un rosario:
stava pregando. Disse a Francesco: “ Francesco, quando preghi mi pare che
muori e sparisci da questa terra”. Francesco non rispose,alzò le spalle e chiamò
le pecore.
Per Francesco, l’infanzia, come per tutti i figli di contadini di Pietrelcna, si e-
saurì in fretta: a sei anni, oltre a pascolare le pecore con baldino, aiutava i geni-
tori nei campi. Crescendo, restò amico di Baldino che pure lo senti-
va un poco diverso per le confidenze che raccoglieva. Un giorno
francesco gli rivelò:”Quando sono in Chiesa e guardo la Madonna
Addoloratacon il pugnale nel costato, sento lo stesso dolore, come
se quella lama colpisse anche me”. Baldino continuava a volergli
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Bene anche se era un poco preoccupato. Anche mamma Peppa in realtà non
aveva mai smesso di preoccuparsi. Come quella volta quando scoprì che Fran-
cesco preferiva addormentarsi sulla terra battuta, con la testa appoggiata su una
pietra. E restò ammutolita quando le raccontarono che lo avevano visto battersi
la schiena con una catenella di ferro. “Perché lo fai?” gli chiese e lui rispose:
“Mamma, voglio fare come Gesù che era stato frustato dai suoi nemici”.
A dieci anni Francesco si ammalò di novo gravemente. Aveva la febbre altissi-
ma. Quando arrivò il medico Francesco delirava. Il dottor Cardone gli misurò
la febbre e sentì il polso e disse: “E’ gravissimo, forse non si salva. Proviamo
con queste pillole” e cercò una scatola nella borsa “deve prendere una pillola al
giorno”. Mamma Peppa si alzò di scatto e si rivolse alla statua che era sul co-
mò: “Madonna, ti affido mio figlio. Solo tu puoi salvare il mio bambino”.
Francesco però non prese neanche una pillola, le rifiutava e, quando gliele spin-
gevano in gola a forza, le ributtava fuori. Per quaranta giorni rimase tra la vita e
la morte ma una mattina improvvisamente si svegliò dal torpore e disse:
“Mamma, mi fai mangiare quei peperoni fritti che hai messo nella credenza?”.
Mamma Peppa lo accontentò esultando di gioia e pensando che la madonna
forse aveva fatto un miracolo guarendo suo figlio senza le pillole del dottore,
Qualcuno in paese parlò di miracolo, anche perché da quel giorno Francesco
cominciò ad essere più aperto e sicuro e sempre più spesso si raccoglieva in
preghiera.
Un pomeriggio stava parlando con Baldino vicino alla sua casa, quando arrivò
un fraticello che chiedeva l’elemosina . Si chiamava Fra Camillo e si avvicinò
ai due ragazzi: “Vengo dal convento di Morcone e ho fatto trenta chilometri a
piedi. Potete darmi qualcosa da mangiare per me ed i miei confratel-
li?”.Francesco entrò in casa e dalla credenza tirò fuori un bel pezzo di formag-
gio, del pane, una bottiglio d’olio ed una di vino e le diede al frate. Fra Camillo
ringraziò e allontanandosi gli disse: “Che tu sia benedetto”.
Quando la sera la famiglia firgione si riunì intorno alla tavola per cena, france-
sco raccontò del fraticello e disse: “Papà, quasi quasi mi faccio frate come lui”.
Grazio disse: “Francesco, ma tu non sai né leggere né scrivere”.
“Allora mandatemi a scuola”.
La sera Grazio ne parlò con la moglie: “se si vuole fare monaco e ha voglia di
studiare perché non proviamo? Faremo qualche sacrificio in più”.
Mamma Peppa ne fu felice e ringraziò la Madonna.
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Sudoku
Per chi ha voglia di scervellarsi
Risolvi l’enigma
1) Un giorno, Pierino era stato invitato a pranzo dal nonno, il quale gli chiese: -
Dimmi Pierino, non ricordo la data del tuo compleanno, me la potresti dire?
Pierino rispose con un indovinello: - L'altro ieri avevo quindici anni, l'anno
prossimo saro’ maggiorenne.
Qual’è l'unica data del compleanno di Pierino che può giustificare questa affer-
mazione ?
2)Ci sono tre persone che si chiamano rispettivamente Rosso, Blu e Verde.
Un giorno che avevano i vestiti proprio di questi colori si incontrarono.
Uno fece notare che essi avevano il vestito di colore diverso rispetto al nome.
Sapendo che Rosso non aveva il vestito blu, quali sono i colori dei vestiti di tut-
ti loro?
N.B. le soluzioni saranno pubblicate nel numero di settembre
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L’angolo del gossip
Alberto e Charlene di Monaco
Quattro milioni di euro,otto milioni di lire: tanto è costato al principe Alberto di
Monaco organizzare il suo matrimonio con Charlene Wittstock. Una cifra enor-
me, non c’è che dire. Una cifra che però il sovrano monegasco ha speso a cuor
leggero: infatti, dopo aver atteso per decenni di trovare la donna giusta, ora che
l’ha incontrata ha deciso di festeggiare con il massimo dello sfarzo e del lusso.
Ben consapevole che le sue nozze sarebbero state paragonate a quelle di Wil-
liam e Kate a londra e soprattutto a quelle di cinquantacinque anni fa di suo pa-
dre e sua madre, il principe Ranieri e la principessa Grace Kelly. Alberto ha la-
vorato senza sosta per offrire ai suoi invitati e ai suoi sudditi uno “spettacolo”
degno di passare alla storia. Alberto e la sua promessa sposa, l’ex nuotatrice su-
dafricana Charlene Wittstock,nelle ultime due settimane prima del matrimonio
hanno rifinito fin nei minimi particolari ogni aspetto del matrimonio. Hanno
ingaggiato grandi stelle musicali per cantare alle loro celebrazioni ed hanno in-
caricato uno dei più grandi cuochi di Francia di organizzare un banchetto indi-
menticabile.
A dire il vero Charlene prima del matrimonio un pizzico di ansia l’ha avvertita
con l’avvicinarsi delle nozze: il desiderio che tutto fili alla perfezione, i mille
dettagli da mettere a posto prima della cerimonia, il pensiero di legarsi ad u-
n’altra persona per la vita..
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L’angolo delle ricette
Torta di scarola e caprino
Ingredienti:
• 200 g di burro
• 500 g di scarola
• 300 g di caprino
• 30 g di capperi
• 150 g di olive verdi
• Timo
• Uno scalogno
• Un uovo
• Olio extra vergine di oliva
• Sale
Preparate un impasto con la farina, il burro, l’acqua e il sale e conservatelo in
frigorifero. Lavate e tagliate la scarola. Lavate e affettate lo scalogno e sfogliate
il timo. In una casseruola scaldate l’olio, disponete lo scalogno e la scarola,
cuocete per dieci minuti e unite i capperi e le olive, quindi continuate la cottura
per cinque minuti, aromatizzate con il timo e salate. Con un matterello stendete
l’impasto. Imburrate e infarinate una tortiera , foderatela con la metà dell’impa-
sto , aggiungete la scarola, lo scalogno, il caprino spezzettato e gli altri ingre-
dienti, coprite con l’impasto rimasto, spennellatelo con l’uovo sgusciato e cuo-
cete in forno a 180 gradi per trenta minuti.
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L’angolo degli eventi Presentazione nuovo direttivo
Il giorno 22 Agosto si è tenuta una assemblea di presentazione del nuovo Diret-
tore Dott. Stefano Rossattini e del nuovo Direttore Sanitario Dott. Andrea Mil-
lul alla presenza del Consiglio di Amministrazione e dei dipendenti della Casa
di Riposo di Monticello. Vi è stato inoltre l’intervento del sindaco di Monticel-
lo Dott. Rigamonti che ha dato il benvenuto ai nuovi direttori ed ha augurato un
proficuo inizio dei lavori.
Anche noi auguriamo loro buon lavoro!