I CAMPI DI PRIGIONIA · campi di prigionia, come ad Aschach an der Donau, a Braunau am Inn, a...

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SOMORJA-Slovacchia Nel campo di Somorja, in Ung Un cippo innalzato nel 1918 è rante la Prima Guerra Mondial Tra di loro vi trovarono sepoltu SANDRI Angelo , alpino dell1918 nel cimitero cattolico rom CANDONI Floreano , soldato pellito a Samorja-Riquadro mil gheria, sono morti circa 1300 soldati italian dedicato ai caduti nel locale campo di co le. ura: 8^ reggimento, morto il 5 aprile 1918, mano di Somorja (Riquadro Militare Italian del 259^ reggimento fanteria, morto il 2 litare nel cimitero comunale, tomba 1611 ni. oncentramento du- sotterrato il 7 aprile no), tomba 1709. 28 marzo 1918, sep- 1.

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SOMORJA-Slovacchia Nel campo di Somorja, in Ungheria,

Un cippo innalzato nel 1918 è

rante la Prima Guerra Mondiale.

Tra di loro vi trovarono sepoltura:

SANDRI Angelo, alpino dell’

1918 nel cimitero cattolico romano

CANDONI Floreano, soldato

pellito a Samorja-Riquadro militare

Ungheria, sono morti circa 1300 soldati italiani.

dedicato ai caduti nel locale campo di concentramento

Mondiale.

sepoltura:

’8^ reggimento, morto il 5 aprile 1918,

romano di Somorja (Riquadro Militare Italiano),

del 259^ reggimento fanteria, morto il 28

militare nel cimitero comunale, tomba 1611.

italiani.

concentramento du-

sotterrato il 7 aprile

Italiano), tomba 1709.

28 marzo 1918, sep-

1611.

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HEINRICHSGRUN-Boemia Jindřichovice (tedesco Heinrichdella Repubblica Ceca. Nel1915 divenne un campo dicino a Heinrichsgrün. Circa 28.000ne di ferro e minerarie, in particolareMolti di loro sono morti di fame,nizialmente erano sepolti vicinoOggi c'è un memoriale. Morirono in questo campo: CANDONI Luigi, soldato del 242^

Sotterrato il 10 giugno 1918 nel

TALOTTI Marco, soldato del

3 novembre 1918.

Boemia

Heinrich verde) è una ex città mineraria nella

di prigionia, per lo più per i prigionieri serbi,28.000 prigionieri erano impiegati nelle operazioni

particolare in Rothau e Chodau. fame, stanchezza, a causa della scarsa igiene

vicino al campo, alcuni in fosse comuni.

242^ reggimento fanteria, morto l’8 giugno

nel cimitero del campo.

4^ reggimento artiglieria da fortezza. Presunta

nella parte occidentale

serbi, russi e italiani, vi-operazioni di estrazio-

igiene e di epidemie. I-

giugno 1918.

Presunta data di morte

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BRAUNAU AM INN-Austria

Braunau am Inn, oggi è una cittadina dell'Austria superiore ai confini con la Baviera. Durante la Grande Guerra, anche nella Regione dell’Alta Austria vennero allestiti vasti campi di prigionia, come ad Aschach an der Donau, a Braunau am Inn, a Freistadt, a Mar-chtrenk, a Wegscheid ed a Mauthausen. Braunau am Inn (più noto come campo per i profughi del Trentino), dopo la rotta di Capo-retto ed il successivo abbandono di massa da parte dei civili, venne in gran parte occupa-to dai prigionieri italiani. Morirono in questo campo: CESCUTTI Giovanni, alpino dell’8^ reggimento, morto il 7 marzo 1918, sotterrato il 9 marzo 1918 nel cimitero militare del campo, tomba N. 2365. SECCARDI Vittorio, sergente dell’ 8^ reggimento alpini, morto il 5 aprile 1918, sotterrato il 6 aprile 1918 nel cimitero militare del campo, tomba N. XII 68.

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KLEINMUNCHEN-Austria Il Cimitero Militare Internazionale della Grande Guerra si trova ai margini della periferia della città di Linz, nei pressi della stazione ferroviaria di Kleinmünchen, Distretto di Linz, in località Wegscheid bei Linz. Nel Cimitero Militare Internazionale, che era stato costruito a fianco dell’allora vasto cam-po di prigionia con più di 30.000 soldati di varia nazionalità, sono sepolti 5.163 soldati. Nel riquadro italiano del Cimitero Militare sono custoditi i resti mortali di 1.360 Militari Italiani, deceduti per tbc, tifo, colera e febbre spagnola o aggravamento a causa delle ferite di guerra.

Il Cimitero Militare Italiano di Wegscheid bei Linz/Traun è curato dalla Croce Nera Austria-ca dell’Alta Austria.

Morì in questo campo: SCARABELLI Giuseppe, alpino dell’ 8^ reggimento, morto il 24 dicembre 1917 a Klein-munchen e ivi sotterrato il 28.12.1917 -fossa N. 2092 VII. Traslato nel cimitero militare internazionale di Wegscheid bei Linz-Traun.

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SIGMUNDSHERBERG-Austria Il campo di prigionia si trovava nelle vicinanze di Sigmundsherberg, paese della bassa Austria. Costruito verso la fine del 1914 per il concentramento dei prigionieri russi, nel 1916 divenne campo di prigionia per soli soldati italiani; poteva contenere 40.000 uomini, ma in realtà i detenuti risultarono sempre in numero superiore. Le autorità militari austriache cercarono di rimediare all’affollamento dislocando i prigionieri in centri di raccolta esterni; in uno di questi erano rinchiusi gli ufficiali italiani. Il campo era servito da una buona rete ferroviaria, tanto che divenne centro per lo smista-mento della posta per tutti i campi dell’Austria-Ungheria, arrivando a trattare migliaia di pacchi viveri e vestiario e decine di migliaia di lettere al giorno. All’interno del campo sor-sero baracche destinate ai lavori più vari: si riparavano scarpe militari e si cucivano le divi-se, mentre i soldati più abili smontavano gli aerei non più in grado di volare per il recupero dei pezzi di ricambio. Nel solo 1916 oltre 50.000 prigionieri, suddivisi in squadre, partirono dal campo di Sig-mundsherberg per lavorare in fabbriche e miniere dell’Austria-Ungheria, alcune squadre parteciparono alla costruzione della ferrovia sopraelevata di Vienna. Nella sola agricoltura furono impiegati decine di migliaia di ex soldati, che all'arrivo della stagione invernale venivano rinviati al campo. Il datore di lavoro austriaco, analogamente a quanto succedeva in Italia, doveva garantire alle squadre di prigionieri-lavoratori vitto e alloggio ed il rispetto dell’orario di lavoro e di riposo in vigore per gli operai civili. La sanità all’interno del campo era garantita da 4 medici austriaci e da alcune decine di medici italiani comandati dal tenente colonnello Ettore Castoldi, coadiuvati da un discreto numero di infermieri scelti tra gli stessi prigionieri. Il momento peggiore si ebbe dopo lo sfondamento di Caporetto, quando al campo arriva-rono migliaia di soldati italiani, per la maggior parte feriti e debilitati per le privazioni impo-ste dalla guerra: tra novembre del 1917 e maggio 1918 ne morirono 334. Le autorità militari di Sigmundsherberg cercarono di ovviare alla scarsità degli approvvi-gionamenti impiantando all’interno del campo una fattoria per la produzione agricola e una macelleria, ma nonostante tutto si raggiungeva a malapena l'autosufficienza per le decine di migliaia di prigionieri e per i guardiani austriaci del campo. Nel novembre del 1917 nel campo iniziò la pubblicazione del giornale settimanale “La Scintilla” che riportava notizie della vita del campo, articoli letterari e indicazioni mediche. Annesso al campo di prigionia vi era il cimitero costruito da prigionieri italiani, dove furono inumate 2.398 salme di nostri soldati. Nel 1922 il cimitero fu riordinato e il monumento centrale inserito all’interno di una cappella votiva, per proteggerlo. Su di esso troneggia la scritta “SUIS ITALIA MILITIBUS”. Morirono in questo campo: BERTUZZI Luigi, sergente di squadra del 116^ reggimento fanteria, morto il 16 luglio

1918, sotterrato il 18 luglio nel Cimitero Militare Italiano.

LOZER Giuseppe, soldato del 57^ reggimento fanteria, morto il 15 gennaio 1918, sotter-

rato il 18 gennaio nel Cimitero Militare Italiano.

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Cimitero del Campo.

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MARCKTRENK-Austria

Marchtrenk è una città dell'Alta Austria, a circa 25 chilometri da Linz. Durante la prima guerra mondiale fu sede di un campo di prigionia dove furono deportati 25.000 soldati Ita-liani e Russi; 1.879 di quei prigionieri morirono soprattutto di tifo e di tbc e sono ancora sepolti nel Cimitero Militare che un tempo era annesso al campo di prigionia, Cimitero an-cor oggi encomiabilmente curato dalla Croce Nera Austriaca. Per il malati più gravi, presenti nei vari campi di prigionia della Regione dell’Alta Austria, come Kleinmunchen e Braunau am Inn, era disponibile con più di 1.000 posti letto l’ospedale militare di questo campo di prigionia. Morì in questo campo: DE LORENZI Giovanni, soldato del 116^ reggimento fanteria, morto il 26 marzo 1918, sotterrato il 28 marzo 1918 nel cimitero militare di Marcktrenk-tomba N. 811.

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TALERHOF-Austria

Talerhof fu un campo di concentramento istituito dall’Impero Austro-Ungarico nei primi giorni della Prima Guerra Mondiale, sulla sabbiosa vallata di Alp, in corrispondenza dell’aeroporto di Graz, la città principale della Stiria.

Qui furono deportati i ruteni originari della Galizia e della Bucovina simpatizzanti per l’Impero russo.

Fino all'inverno del 1915 a Talerhof non vi erano baracche. Le persone furono costrette a vivere al gelo e sotto le intemperie. Già nel primo anno di guerra, di 7000 internati ne mori-rono 3000 di tifo.

Le baracche vi restarono fino al 1936, quando furono spostate. In quel momento furono riesumati 1767 cadaveri, che erano stati gettati in una fossa comune nel vicino villaggio austriaco di Feldkirchen.

Morì in questo campo: GARDEL Felice, alpino dell’ 8^ reggimento, morto il 22 febbraio 1918.

Sepolto a Graz-Cimitero Militare Italiano.

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PERGINE-Trento Ospedale di Pergine Cirè-Valsugana.

Realizzato tra il 1879 e il 1881, l’edificio, molto simile per pianta e stile architettonico ad altri stabili pubblici che si andavano erigendo in quegli anni in tutto l’Impero; venne i-naugurato il 19 settembre 1882. Inizialmente pensato per ospitare 200 degenti, fin dall’inizio i suoi spazi dovevano contenere un numero di presenze ben superiore, im-ponendo alla direzione già negli anni Novanta una prima serie di interventi di amplia-mento. Nel 1905 viene portata a termine la costruzione di due nuovi padiglioni esterni all’edificio centrale, che qualche anno dopo verranno intitolati ai martiri di guerra Gen-naro Pandolfi e Gaetano Perusini. Con lo scoppio della prima guerra mondiale i degenti vengono trasferiti in altre strutture dell’Impero e il manicomio di Pergine viene trasformato nel 1916 in ospedale militare. Con la successiva annessione del Trentino-Alto Adige all’Italia la struttura, tornata nel frattempo ad accogliere malati psichiatrici, passa dall’amministrazione austriaca a quel-la italiana Nel campo di prigionia di Pergine morì il 9 maggio 1918 il soldato DEREATTI Dionigi, del 7^ reggimento alpini e sotterrato il 9 maggio 1918 nel cimitero militare, tomba 341.

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MILOVICE-Rep. Ceca

Milovice è una città della Repubblica Ceca, nella regione della Boemia centrale, a 30 chi-lometri da Praga. Il Cimitero Militare Italiano di Milovice è un grande prato verde, ricamato da tante croci bianche, sulle quali sventola il Tricolore. Sono croci senza nome, che ricordano gli oltre cinquemila soldati italiani caduti qui, in prigionia, durante la Grande Guerra e che in gran maggioranza qui ancora riposano, sepolti anche in grandi fosse comuni. Durante la prima guerra mondiale qui furono condotti in prigionia circa 18 mila soldati italiani, assieme a sventurati di altre nazioni coinvolte in quel conflitto. Sul basamento si legge la dedica: “Ai caduti italiani... il popolo cekoslovacco”. Si tratta di militari prigionieri dopo Caporetto fatti morire di fame e freddo dalle nostre auto-rita' mentre i prigionieri francesi ed inglesi venivano assistiti dalla Croce Rossa finanziata dai loro governi. Il numero dei deceduti risulta essere ufficialmente di 5700, ma sembra superare il numero dei settemila. Vi è sepolto: SANDRI Leonardo, soldato del 6^ reggimento alpini, morto prigioniero il 29 giugno 1918,

sepolto a Milovice-Cimitero militare italiano, tomba 180/3.

Scorrendo l’elenco dei Caduti, non si può fare a meno di notare come la diagnosi di morte per la grande maggioranza fosse edema. Sarebbe stato più semplice e più corretto redige-re il referto scrivendo semplicemente morto per fame, ma evidentemente il dover

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rendere pubblico che si erano condannati a morte decine e decine di migliaia di prigionieri privandoli del minimo necessario per sopravvivere creava dei problemi anche ai carnefici.