I benefici dell'utilizzo dell'Olea europaea (Olivo) in medicina

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I segreti delle sostanze prodotte dalla pianta dell'olivo spiegati in modo chiaro e scientifico.

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OLEA EUROPAEA (Olivo)

FAMIGLIAOleaceae

HABITAToriginario del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, viene attualmente coltivato in molti paesi a clima temperato del globo

PARTE USATAfoglie, frutto

COMPOSIZIONE CHIMICAle sostanze più attive dal punto di vista farmacologico sono dei secoiridoidi, che rappresentano dal 4 al 7% del peso della droga essiccata. Essi sono l’oleuropeina, l’oleoside e numerosi altri. L’oleuropeina è il secoiridoide principale dell’olivo, e come tutte queste sostanze è fortemente instabile, trasformandosi assai facilmente in ambiente acido in oleuropeina aglicone, a sua volta viene facilmente idrolizzata. Vi sono poi dei triterpeni, che rappresentano dal 2 al 4% del peso della droga essicata, e dei lignani, mentre piuttosto abbondanti sono anche i flavonoidi.

PROPRIETÀ TERAPEUTICHE

Azione ipotensiva

Essa è di tipo essenzialmente periferico, e consiste in una spiccata vasodilatazione. Quest'ultima è dovuta al rilasciamento della muscolatura liscia dei vasi arteriosi per un'azione diretta del fitocomplesso sulle fibrocellule muscolari lisce della pareta vasale, indipendentemente quindi da un meccanismo di tipo neurovegetativo.

Questa vasodilatazione è legata, almeno in parte, ad un'azione di tipo calcio antagonista, dovuta essenzialmente ad un metabolita dell'oleuropeina quale è il 3,4-diidrossifeniletanolo. Non trascurabile per questa attività è anche la quercetina, poichè è dimostrato che essa esercita azione calcio-antagonista sulla muscolatura liscia vasale.

Inoltre l'Olivo è capace di ridurre la cupremia, e poichè gli enzimi deputati alla sintesi delle catecolamine necessitano di rame per funzionare correttamente, il risultato consiste in una riduzione della produzione endogena di catecolamine.

L'Olivo interferisce anche con l'attività dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE) riducendone l'attività, in particolare a livello renale, e questo meccanismo contribuisce a spiegare la sua azione ipotensiva.

Azione ipotensiva. Studi clinici

Uno studio clinico ha valutato trenta pazienti ipertesi, dei quali 12 non avevano mai ricevuto alcuna terapia, mentre gli altri 18 avevano già fatto cure con farmaci anti-ipertensivi. Tutti ricevevano un estratto acquoso di Olivo per os per tre mesi. Alla fine del trattamento si è notato calo della pressione arteriosa statisticamente significativo (p<0,001) e riduzione anch'essa significativa della glicemia (p<0,01) e della calcemia (p<0,01). Non sono stati osservati effetti collaterali in nessun paziente. La vasodilatazione

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indotta dall'Olivo avviene anche a livello renale, e ciò spiega in parte l'azione diuretica posseduta dalla droga (10).Uno studio clinico ha valutato l’azione ipotensiva di un estratto di olivo chiamato EFLA943 in 40 gemelli monozigoti ipertesi. Essi ricevevano per os 500 o 1000 mg/die di estratto per 2 mesi, misurando pre e post terapia il peso corporeo, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, la glicemia e l’assetto lipidico. Si è notato che alla dose di 500 mg/kg l’estratto causava una riduzione della pressione arteriosa sistolica di 6 mm/Hg e alla dose di 1000 mg/kg di 13 mm/Hg e di quella diastolica di 5 mm/Hg per entrambi i dosaggi. Il colesterolo LDL si riduceva per entrambi i dosaggi in modo statisticamente significativo (p<0,05). Nessuno degli altri parametri esaminati si modificava in modo evidente. Lo studio indica che l’estratto di olivo EFLA943 ha azione ipotensiva e ipocolesterolemizzante nell’uomo (26).

Azione antiradicalica

si è notato che alcune sostanze presenti in questa droga sono dei validi antagonisti dei radicali liberi. L'Olivo provoca aumento del glutatione e dell'attività della glutation disulfide reduttasi, mentre non pare in grado di modificare la glutatione perossidasi e la superossido dismutasi, anche se parrebbe in grado di esercitare attività facilitante e protettiva almeno nei confronti della superossido dismutasi.

L'Olivo combatte varie specie reattive dell'ossigeno quali l'ossido nitrico, i radicali superossido, idrossile e oxoferrile, e contrasta bene anche la perossidazione lipidica. Infatti questa droga ostacola le modificazioni ossidative indotte dal rame sulle LDL quali la carbonilazione delle ApoB, le alterazioni della mobilità elettroforetica delle ApoB e la fluorescenza delle LDL. E’ noto che le LDL esposte ai radicali liberi vanno incontro ad un processo perossidativo, documentabile misurando, in vitro, le sostanze reattive all’acido tiobarbiturico, che compaiono dopo circa 30-60 minuti dall’esposizione, la cinetica di accumulo dei dieni coniugati e la formazione di esanale. Il pretrattamento con i polifenoli provoca, in vitro, una netta riduzione dei livelli di acido tiobarbiturico, di dieni coniugati e di esanale, con un’attività circa 4 volte superiore a quella dell’alfa tocoferolo.

Protezione dal fumo

Un gruppo di ratti riceveva per os una dose di idrossitirosolo pari a 5 mg/kg/die per 4 giorni, durante i quali gli animali erano esposti per 20 minuti al giorno al fumo di sigaretta. Si raccoglievano le urine delle 24 ore per dosarvi la 8-iso-prostaglandina F2 alfa come marker di stress ossidativo a tipo lipoperossidazione indotto dal fumo di sigaretta. Negli animali di controllo si notava un significativo aumento di questa sostanza dopo 48 e dopo 96 ore dall'ultima esposizione al fumo, che non si verificava nei ratti trattati con l'idrossitirosolo. E' quindi verosimile che questa sostanza eserciti azione protettiva contro la lipoperossidazione da fumo di sigaretta.

Protezione dalle radiazioni

Uno studio in vitro ha valutato l’effetto radioprotettivo di un estratto polifenolico di olivo paragonato a quello della diosmina e della rutina. Si valutava l’effetto anticlastogenico di

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queste sostanze, monitorando la riduzione della frequenza di eritrociti policromatici micronucleati nel midollo spinale del ratto prima e dopo irradiazione con raggi X. Si è visto che prima dell’irradiazione la sostanza più efficace era la diosmina, mentre dopo l’irradiazione era l’estratto di olivo a prevalere, seguito dalla diosmina e dalla rutina. L'effetto protettivo osservato è legato essenzialmente all’azione antiossidante e antiradicalica delle sostanze testate.

Protezione del sistema cardiocircolatorio

- Uno studio in vitro ha esaminato l’azione antiossidante dei polifenoli presenti nell’olio di oliva (oleuropeina, tirosolo, idrossitirosolo e alcool omovanillico, che è anche il maggior metabolita dell’idrossitirosolo). Si indagavano in particolare gli effetti di queste sostanze in colture cellulari per quanto concerne l’effetto citotossico dei ROS e delle LDL ossidate, la produzione di NO da parte dei macrofagi e la produzione di molecole di adesione da parte dell’endotelio. Si è notato che l’alcool omovanillico era l’antiossidante più potente dell’olio di oliva, che riduceva notevolmente i danni cellulari da ROS e da LDL ossidate e la produzione di molecole di adesione (sia ICAM-1 sia VCAM-1) da parte dell’endotelio. Tutti gli antiossidanti dell’olivo non avevano effetto sulla produzione di NO e sull’aggregazione piastrinica. Lo studio suggerisce che gli antiossidanti presenti nell’olio di oliva potrebbero avere, grazie alle attività suddette, azione cardio e vasoprotettiva nell’uomo (19).E’ noto che le molecole di adesione cellulare intercellulare (ICAM-1) e vascolare (VCAM-1) e la selectina E sono cruciali per l’attivazione endoteliale, per cui questo studio in vitro ha esaminato l’azione della frazione fenolica dell’olivo (oleuropeina OleA, idrossitirosolo HT e acido omovanillico HVA) sulla superficie delle cellule endoteliali e sull’espressione dell’mRNA specifico per ICAM-1 e VCAM-1 in cellule endoteliali HUVEC di cordone ombelicale umano. Si è visto che la frazione fenolica in toto e i suoi componenti suddetti riducevano fortemente l’espressione delle molecole di adesione a concentrazioni pari a 1 microM, con una riduzione dell’espressione degli mRNA specifici. I componenti principali responsabili di questa azione erano l’oleuropeina e l’idrossitirosolo, mentre l’acido omovanillico era efficace nel ridurre le molecole di adesione ma assai meno nel ridurre i livelli degli mRNA specifici. Lo studio indica che i polifenoli dell’olivo riducono il rischio cardiovascolare inibendo le molecole di adesione a livello endoteliale (20).

- Uno studio nel coniglio ha esaminato l’effetto dell’idrossitirosolo sull’assetto lipidico e sulla progressione delle lesioni aortiche in conigli iperlipidemici. Essi seguivano una dieta iperlipidica oppure una dieta normale per 1 mese, e contemporaneamente assumevano l’oleuropeina (alla dose di 4 mg/kg/die) o un placebo, misurando l’assetto lipidico e le lesioni aterosclerotiche a livello dell’arco aortico pre e post trattamento. Al termine si è notato che negli animali del gruppo verum verum vi era un calo del 50% del colesterolo totale e del 42% dei trigliceridi, con un incremento del 3% del colesterolo HDL. In questi conigli si notava anche un aumento delle difese antiossidanti plasmatiche totali e una riduzione dell’area infartuata a livello miocardico in caso di infarto rispetto ai conigli del gruppo placebo. Lo studio indica che l’idrossitirosolo può avere azione antiaterosclerotica nel coniglio iperlipidemico (22).

- Uno studio nel ratto ha valutato l’azione ipolipemizzante e antiossidante dell’idrossitirosolo triacetilato paragonata a quella dell’idrossitirosolo naturale ottenuto dalle foglie di olivo. Gli animali tenevano una dieta standard oppure una dieta iperlipidica per 4 mesi, valutando l’assetto lipidico, l’acido tiobarbiturico e l’attività di SOD e catalasi.

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Come previsto la dieta iperlipidica causava un aumento di colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi, che era antagonizzato dalle sostanze in esame date per os alla dose di 3 mg/kg/die, le quali oltretutto aumentavano il livello del colesterolo HDL. L’idrossitirosolo e il suo derivato riducevano i livelli di acido tiobarbiturico nel fegato, nel cuore, nel rene e nell’aorta incrementati dalla dieta iperlipidica e aumentavano l’attività della SOD e della catalasi. Lo studio indica che l’idrossitirosolo e il suo derivato triacetilato hanno azione ipolipemizzante e antiossidante nel ratto a dieta iperlipidica (25).Neuroprotezione

- Uno studio in vitro ha paragonato l’azione antiossidante delle sostanze lipofile idrossitirosolo acetato, idrossitirosolo palmitato, idrossitirosolo oleato e idrossitirosolo linoleato a quella dell’idrossitirosolo, dell’alfa tocoferolo e del butil-idrossitoluene (BHT) sia in una matrice gliceridica sia in sistemi biologici. Si è visto che la matrice gliceridica con i vari antiossidanti era soggetta a un’accelerata ossidazione nel Rancimat a 90 gradi di temperatura. Le relazioni tra il tempo di induzione (IT) e la concentrazione antiossidante espressa in mmol/kg tipiche dei vari antiossidanti lipofili esaminati erano simili. L’idrossitirosolo e i suoi esteri avevano una maggiore azione antiossidante rispetto all’alfa tocoferolo e al BHT. Si è anche notato che gli esteri dell’idrossitirosolo proteggevano le proteine e i lipidi dall’ossidazione causata dai radicali perossidici in un omogenato di tessuto cerebrale usato come un modello ex vivo. I composti testati mostravano una maggiore efficacia nel prevenire la generazione di gruppi carbonilici nelle proteine che nel prevenire quella di malondialdeide nei lipidi. Lo studio indica che l’inclusione di una catena lipofila nella molecola dell’idrossitirosolo aumenta le sue capacità antiossidanti (21).

- Lo stress ossidativo è una delle cause principali del decadimento della funzionalità cerebrale nell’anziano, e tale processo può essere combattuto da alcuni antiossidaqnti vegetali, tra cui quelli presenti nell’olivo. Le acque di vegetazione della filiera produttiva dell’olio di oliva sono molto ricche di polifenoli e in particolare di idrossitirosolo, che è dotato di azioni antiossidante, antiflogistica e antitrombotica. In questo studio è stato esaminato l’effetto dell’idrossitirosolo su cellule cerebrali di ratto esposte allo stress ossidativo da Fe2+ e da NO. Si è notato che queste sostanze fortemente pro-ossidanti causavano una notevole perdita di ATP e una marcata depolarizzazione della membrana mitocondriale, che erano validamente ostacolati dalla preincubazione con idrossitirosolo. In vivo la somministrazione subcronica ma non quella acuta di idrossitirosolo alla dose di 100 mg/kg/die per 12 giorni aumentava la resistenza delle cellule cerebrali allo stress ossidativo, con riduzione dei fenomeni di lipoperossidazione e con una moderata iperpolarizzazione della membrana mitocondriale, segno tipico di citoprotezione. Lo studio indica che l’idrossitirosolo ha azione neuroprotettiva sia in vitro sia in vivo nell’animale (23).

Azione antiradicalica. Studi clinici

- Uno studio clinico ha valutato se un estratto di olivo potesse influenzare lo status ossidativo di volontari sani. Sono stati arruolati 98 volontari sani normopeso, che dovevano assumere per os 2 ml/die di estratto di olivo, prelevando il sangue venoso 1 ora dopo l’ingestione dell’estratto per misurare in esso il livello di glutatione e la capacità antiossidante plasmatica totale. Si è visto che la capacità antiossidante plasmatica totale non era significativamente diversa rispetto al preterapia, mentre si notava un significativo aumento del livello di glutatione, sia in forma ossidata sia in forma ridotta. Questo effetto potrebbe essere dovuto all’aumento dell’espressione degli enzimi di fase II mediato dall’

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antioxidant response element (ARE), incluso quello della gamma glutamilcisteina ligasi e della glutatione sintetasi (27).

Biodisponibilità

- Uno studio clinico ha arruolato un gruppo di volontari sani per valutare la biodisponibilità dei polifenoli dell’olivo e per correlarla alla loro efficacia antiossidante. Essi dovevano consumare 20 olive e nelle 4 ore successive subivano prelievi di sangue per valutare i livelli plasmatici dei polifenoli in esse contenuti e lo stato antiossidante plasmatico. Si è visto che i polifenoli venivano ben assorbiti, presentandosi nel plasma come coniugati con l’acido glicuronico e raggiungendo il picco plasmatico max. (Cmax) dopo circa 90 minuti. L’escrezione di queste sostanze avveniva entro 4 ore. Lo stato antiossidante plasmatico di questi soggetti aumentava in modo significativo (p<0,05). Lo studio indica che i polifenoli presenti nell’olivo sono ben assorbiti e che aumentano lo stato antiossidante plasmatico di volontari sani (24).

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