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  • Ay Byü FZwZ w G\yü Jy Kx||

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    ”. 20

    25

    ”.

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    _________

    tit. Aelian. VH XIII 14 : Eust. :

    schol. : ’ Eust. : pauci : multi 3 Apollon. : pauci : D’Ippolito 7 schol. (cf. Il. XV 372) 8

    : 30 13 : 30 (II 721) schol. 17 : pauci

    20 : Rhianus? (cf. Od. IV 702) 21 [ ] [ ] [ 30 24a [ ] [ ] [ ] [ 30 (cf. Od. I 269, IV 192 [ubi ] + XIV 330,

    XIX 299) 26 Hesych., schol. ( [ ] 30) : 28 : complures : Nauck 34 ’ : ’ nonnulli : schol. : ’ om. cod. U :

    ’ von der Mühll 39 : ’ quidam : adi. (scil. ) Aristarchus 40a [ ] [ m1) 30 (scil. ’ (cf. Od. III

    313, XV 10 ’ /- ) 42 : aliquot (cf. v. 15).

  • Aurora sorgeva dal letto, di presso all’illustre Titono,

    per portare luce a immortali e mortali;

    e gli dèi andavano a sedersi a consiglio: tra loro,

    Zeus altitonante, il cui potere è supremo.

    E a loro Atena narrava i molti affanni di Odisseo, 5

    e li rammentò; perché lui, ora a casa della ninfa, le premeva:

    “Zeus padre, e voi altri beati, dèi eterni,

    non vi sia più un re scettrato ben disposto,

    gentile e mite, né di animo assennato,

    ma duro sempre sia e compia ingiustizie; 10

    perché non c’è chi si ricordi di Odisseo divino

    tra il popolo di cui era signore, ed era mite come un padre.

    Ma ora si trova in un’isola e soffre duramente,

    in casa della ninfa Calipso, che a forza

    ve lo tiene: e lui non può raggiunger la sua patria; 15

    perché non dispone di navi a remi e di compagni,

    che lo scortino sul vasto dorso del mare.

    Ora poi bramano di uccidere il suo figlio diletto

    mentre ritorna a casa: era andato a cercare notizie del padre

    a Pilo divina e a Sparta maestosa”. 20

    Presa la parola, le disse Zeus che raduna le nubi:

    “Figlia mia, qual parola ti fuggì dalla chiostra dei denti:

    non è forse proprio questo il disegno che tu stessa pensasti,

    e cioè che, tornato, Odisseo li punirà certamente?

    Quanto a Telemaco, scortalo tu con sapienza, e lo puoi, 25

    sì che del tutto incolume raggiunga la sua patria,

    e i pretendenti all’indietro facciano rotta, per nave”.

    Detto questo, ad Ermete, suo figlio, si volse dicendo:

    “Ermete, ancora anche in altre occasioni tu fosti messaggero:

    dì alla ninfa dai riccioli belli l’infallibile volere, 30

    il ritorno di Odisseo paziente, perché possa tornare

    senza una scorta di dèi, ovvero di uomini mortali;

    ma su una zattera dalle molte legature, patendo le pene

    nel ventesimo giorno giunga a Scheria dalle grandi zolle,

    alla terra dei Feaci, che sono simili a dèi, 35

    e che di cuore lo onoreranno come un dio,

    e lo scorteranno su una nave sino in patria

    dopo avergli donato bronzo ed oro, in abbondanza, ed una veste:

    molti beni, quanti non ne avrebbe mai riportati Odisseo da Troia,

    se incolume fosse arrivato, con la sua giusta parte di preda. 40

    Perché è destino che veda i suoi cari e torni

    nella casa dall’alto soffitto, e alla sua patria”.

  • 1 : *auso s > * -, lat. ausosa > aurora, ai. usas-, lit. aušra, ion. ep. , dor. / , att. (con baritonesi e abbreviamento in iato), eol. (con baritonesi). Declinazione dei temi in sibilante [Chantraine

    §§67s., Pieraccioni §§73]: - > (cf. lat. arbos-is), .

    d’: particella connettiva, correlativa (con ), avversativa, incettiva [Denniston, GP2 162-189].

    : *ek s, lat. ex, e (davanti a cons.), gr. (davanti a cons.), beot. e arc. cipr. . Esprime ‘uscita’, con il gen. (con il dat. in arc. cipr. panf.) [Schwyzer II 461-464, Pieraccioni §186 nr. 8].

    : *legh-, gr. -/ - ( - > , ecc.).

    : *per > , , . Con il gen. indica provenienza, con il dat. vicinanza, con l’acc. direzione e trasgressione. Si veda l’uso avverbiale di , con il valore di , ‘(è/sono) a disposizione’.

    [Schwyzer II 491-498, Pieraccioni §186 nrr. 12-14].

    : da - , con suffisso eol. - -.

    : gen. -osio (cf. ai. açvah, açvasia) > -oii o/-oio > - /- > - ): cf. mic. te-o-jo do-e-ro ( ῦ ς), di-wo-nu-so-jo wa-na-ka-to ( ).

    2 ’: *or-, ‘sorgere’, lat. or-ior, gr. (suff. - / -). Forma con aumento temporale. L’aumento

    sillabico era invece costituito da una vocale *e - (cf. , mic. a-pe-do-ke di contro ad a-pu-do-ke; ma anche > , > , nonché , ecc.) [Chantraine §§356-

    358, Pieraccioni §§247-250]. La forma sta per , con apocope e dissimilazione cons. davanti ad aspirazione

    della des. secondaria di 3 pers. sing. Questo il quadro delle desinenze dei verbi greci [Chantraine §§338-355,

    Pieraccioni §§211-231]:

    nr. pers. desinenze primarie

    (tempo presente)

    desinenze secondarie

    (tempo passato e modo ottativo)

    attivo medio attivo medio

    tempi storici perfetto tempi storici perfetto

    sing. 1 - (< *-mi) - (< *-ai) - (< *-m) - (< *-a) - -

    2 - (< *-si), - - (< *-soi) - (< *-s) - (< *-tha), - -

    3 - (< *-ti), - - (< *-toi) - (< *-t) - - -

    pl. 1 - -

    (< *-medh2) - -μεν, -μες -με(σ)θα -

    2 - - - τ - -

    3 - (< *-enti/*-onti/

    *-n ti),

    -

    (< *-ontoi/ *-ntoi)

    - (< *-ent/

    *-ont/*-nt), -

    - (e - ) - (< *-onto/ *-nto)

    -

    (< *-ontoi/ *-ntoi)

    du. 1 - - (5x) - - - -

    2 - (ai. -tam) - - - - -

    3 - (ai. -tah) - - (ai. -tam) - - -

    : valore locale > finale, ’ ’ .

    : il primo è lungo per la I legge di Schulze (che nota la trasformazione di sequenze kkk in lkk). Ma il lessema è composto con una sonante *n negativa/privativa, da cui si ha in ionico-attico, - in eolico e in arcado-ciprio, in- in latino, un- nelle lingue germaniche, ecc. Le altre sonanti indoeuropee sono *l (>αλ, λα), *m (> ), *n ( ), *r (αρ α), nonché le semivocali *i e *u [Lejeune § 177]. Quanto alle desinenze del dat. pl. della decl. tem. in -o-, erano *-oisu > - (la cosiddetta ‘forma lunga’) e *-o is > - > - (per la legge di Osthoff [Lejeune §200], che abbrevia il primo elemento di una sequenza vocale lunga-sonante-consonante) [Chantraine §20, Pieraccioni

    §27].

    : diectasi o ‘distrazione’ omerica, da > > [Chantraine, GH §§31s., in part. p. 81].

    : *bher-; cf. gr. , ai. abharat, lat. ferebat, arm. eber.

    : *mer-/*mor-/*mr - > , , Dal vocalismo eol. *mr -o, con l’inserto di un epentetico [Lejeune §140] si ha > > (con caduta di ) e (con priv. + ).

    3 : l’articolo greco ha origine in una rad. di dimostrativo *so- (m.), *sa- (f.), *to- (n.) > , (> ), : , da non confondere con l’omografo e omofono pronome relativo, passò poi a . [Chantraine §134, Pieraccioni §§144s.]. In

    Omero l’articolo ha quasi sempre l’antico valore dimostrativo: fanno eccezione le parti più recenti dei poemi.

    : / (beot., cret. e cipr. , lac. ) è lessema di origine oscura, senza alcun rapporto con il lat. deus

    (accostabile, se mai, a e all’ai. deváh). Tra le ipotesi avanzate, una derivazione da - è smentita dal mic. te-o (si avrebbe te-wo); una da - (cf. gr. , ‘zolfo’, lit. dvasià, ‘spirito’, germ. getwa s, ‘fantasma’) dal fatto che la sequenza - non è attestata né in miceneo né nella metrica omerica e che gli dèi greci sono tutt’altro che ‘spiriti’;

    incerte anche le ipotesi di derivazione dalla rad. *dhe -/*dh- di (C. Gallavotti, «SMSR» XXXIII, 1962, 25-43), per cui sarebbe originariamente la pietra conficcata nel suolo e oggetto di adorazione, o da una rad. italica

    *fes/fas (imparentata, forse, con *dhe-/*dh), da cui festus, feriae, ecc. [Chantraine, DELG 429s.]. : è forma ionica di (rad. di ), mentre - è suffisso avverbiale di moto a luogo (come

    - , nonché - per lo stato in luogo e - per il moto da luogo) [Chantraine §§127-130, Pieraccioni §179].

  • : verbo solo omerico, con ampliamento - - rispetto al più comune (e prosaico) , da - ( -)

    + la rad. *sed-/*sd-, da cui *si-sd-o (con raddoppiamento del presente) > , e *sed-y-o-mai > . Cf. lat.

    sed-e-o. La rad. di è *kmta (cf. gall. canta) [Schwyzer II 473-481, Pieraccioni §186 nr. 10].

    : *en/*eni, preposizione usata per lo stato in o per il moto a luogo (cf. lat. in con dat. o acc.): l’att. ha usato con

    dat. per lo stato, > , ion. ) + acc. per il moto a luogo (ma beot. e tess. + acc., arc. + acc. [Schwyzer II

    454-461, Pieraccioni §186 nr. 7].

    : da una rad. sonante *r - (lit. iř, ř, lett. ir, ar), ha valore a) di transizione (‘poi’, ‘inoltre’), b) di conseguenza (‘dunque’), c) di epesegesi (‘infatti’, ‘cioè’).

    4 Il verso è formulare in due suoi spezzoni, (Il. I 354, XII 68, XIV 54, XVI 121, Od. XXIII 321)

    e Il. I 218, IX 25 e 39, XIII 484, XXIV 293 e 311, Od. I 70).

    : *di eus, nome spesso associato a quello del padre, *ptr (gr. , lat. pater, ai. pita germ. fađar, airl. athir, ecc.), in una sequenza che si ritrova in gr. , in ai. Dyauh-pita in lat. Iu-piter. Dalla rad. apofonica

    -/ -, il gr. forma > (per la legge di Osthoff), - > , < ) e (< ), : per analogia con i temi in cons. si è poi sviluppata dall’acc. la decl. parallela , e [Chantraine

    §99, Pieraccioni §104]. L’etimologia rimanda a una rad. di luce *dei-/*di- (cf. lat. dies), con ampliamento *-(e)w- [Chantraine, DELG 399].

    ὑψιβρεμέτης: da ὕψος, ‘altezza’, ὕψι, ‘in alto’, (-ι è forse desinenza antica di locativo) e la rad. onomatopeica del tuono, *brom-/*brem-, da cui βρόμος, βρέμω, βροντή, etc.: composto indiretto (essocentrico), determinativo, attributivo. I composti greci, infatti, possono dividersi in diretti (esocentrici, che hanno in sé il proprio significato, per es. γλυκύμαλον) e indiretti, copulativi (per es. δώδεκα) e determinativi, a loro volta distinti in attributivi (per es. ἀκρόπολις) e di dipendenza (per es. Διίφιλος).

    : pron. rel.; muove da una rad. *i o-/*i a - > (da non confondere con l’ determinativo) / , . In gr. jod iniziale dà luogo a (es. , lat. iugum) o ad aspirazione.

    : è il cosiddetto ‘epico’ con valore disattualizzante, generalizzante, non connettivo o correlativo [C.J. Ruijgh,

    Autour de “te épique”. Études sur la syntaxe grecque, Amsterdam 1971, nonché Denniston, GP2 521-528]. La rad.

    ie. è *-kwe (cf. lat. -que).

    : *kr t- > ai. krátu-, got. hardus, angl. craeft, gr. , . Decl. con apofonia , ecc.

    : *es-/*s- > *es-mi (> att. , dor. , eol. , ai. asmi, sl. jesmi), *es-si (> *esi > , ai. asi), *es-ti (>

    , ai. asti, sl. jesdu, celt. ast *es-ton, *es-ton (> ), *es-men (att. , per analogia con il

    seguente, ion. , dor. ), *es-te ( ), *s-enti/*s-onti (> > att. dor. , con spirito dolce per

    analogia; lat. sunt); così anche il part. *es-ont/*s-ont > / [Chantraine §235, Pieraccioni §296].

    : superlativo, formato con suffisso intensivo (- -) e suffisso aggettivale (- -). L’ie. aveva suffissi

    intensivi *-i es-/*-i os-/*-i s- (cf. gr. > , lat. ma-ios-is > maioris, per rotacismo; > , ), e distintivi *-tero-/*-tato- (gr. - /- /- , - /- /- , mic. wa-na-ka-te-ra, ai.

    açvah > açvatatah, lat. ex-ter-us, mag-is-ter, ole-as-ter, pin-as-ter, ecc.). La rad. ie. di ‘grandezza’ è assai produttiva: gr. , lat. mag-n-us, ma-ius, ai. maha, da cui maha-rajah) [Chantraine §§111-126, Pieraccioni §§119-129].

    5 : att. , agg. sostantivato, con desinenza ion. Cf. mic. a-ta-na po-ti-ni-ja. L’etimo è oscuro.

    : impf. senza aumento di (esprime l’aspetto continuativo, imperfettivo dell’azione), con il valore

    etimologico di ‘raccogliere’, ‘passare in rassegna’, da cui ‘narrare’ (cf. ). Nei poemi non ha quasi mai il

    valore recenziore di ‘dire’.

    : forma non contratta da (cf. osc. cadeis, got. hatis, irl. caiss).

    : rad. ? In realtà l’alternanza / non è ancora ben chiara [Lejeune §126, Chantraine §110,

    Pieraccioni §117].

    : tema in - - (< -eu-): (att., per la legge di Osthoff), nonché metri causa; gen. , att. (metatesi quantitativa), dor. e gruppo nordocc.

    (abbreviamento in iato). Cf. pure e , con passaggio di - a - La rad. è tradizionalmente

    ricondotta a * , ‘mi adiro’ (stato d’animo del ladro Autolico, nonno di Odisseo, secondo una regola

    dell’onomatothesia antica).

    6. : aor. sigmatico di . L’ie. conosceva 6 tipi di aoristo: a) radicale atematico (*dhe -/*dh1- > *do -/*d3- > *gwa-/*gw2- > att. , *st(h)a-/*st(h)2- > ,

    ), b) a vocale lunga *-e-/*-o -/*-a - ( , / : aor. intransitivi, resi talora passivo-transitivi per via semantica dall’aggiunta di preverbi; solo greco pare il suffisso intransitivo passivizzante - , di

    oscura origine), c) radicale tematico (con apofonia della vocale tematica, spesso accentata: / /

    / / ), d) radicale tematico raddoppiato ( / / > - > > ), e)

    sigmatico a suffisso *-s- ( > att. , dor. , eol.

    , ecc.), f) sigmatico a suffisso *-is- (lat. amav-is-sem, ai. a-bharam-is-am, ecc.) [Chantraine §§178-

    208, Pieraccioni §§257-276].

    : impf. senza aumento. Il verbo, che ammette una costruzione personale e una impersonale, ha etimo oscuro.

    : da ge + , ha valore dichiarativo-causale. Qui g davanti al successivo .

  • : = . Rad. *seu e-/*su e-/*se- del pron. pers. di 3a. pers. Il lat. usa la forma *se- (sui, sibi, se), il gr. la forma *su e-(eccezionalmente *seu e-, in Omero e solo per motivi metrici – onde evitare a inizio parola – *se-): gen. omerico (anche Hdt.), , lesb. , beot. , dor. locr. , att. ; dat. omerico ,

    ( , anche Hdt.), dor. eol. cipr. , dor. anche , beot. ; acc. omerico , , , panf. h ; plur. , e . Le forme atone sono anaforiche ( = lat. ei), quelle accentate riflessive ( = lat. sibi).

    L’attico ha rimpiazzato questo arcaismo con . Tracce nel riflessivo , ecc.

    [Chantraine §§155-159, Pieraccioni §§136-140].

    : ‘dimora’, ‘casa’ (di dèi > ‘tempio’, o uomini); lessema poetico o della prosa posteriore. Rad. (forse)

    *dem-/*dom-, della ‘costruzione regolare e armoniosa’ ( , , , , lat. domus, it. duomo, ecc.),

    ma è strano il vocalismo lungo. Altri a pensato a un nome rad. , poi esteso in [Chantraine, DELG 304s.].

    : rad. *nubh-? (cf. lat. nubo), con infisso nasale? Designa la ‘fidanzata’ o la ‘giovane sposa’, e per estensione la ‘fanciulla’; qui la ‘ninfa’ in senso tecnico (divinità delle acque e dei boschi). Voc. con - < -.

    7 : voc. con baritonesi ie. (cf. ai. nom. pitá, voc. pítar). Il lessema ha il suffisso dei nomina agentis

    *-ter-/*-to r-/*-tr -: il gr. usa il primo grado in , , il secondo in , il terzo in , (per sviluppo - della sonante: cf. ai. dat. pl. pitrsu).

    : rad. *al- + suffisso -i o-, da cui gr. (< ), lat. alius, aliud, arm. aył, got. aljis, irl. aile, ai. anyás, anyát.

    : forse antico neutro divenuto agg., di etimo oscuro. Specializzatosi in poesia, ha un derivato anche

    prosastico in [Chantraine, DELG 659].

    : rad. *aiu - > gr. (cf. ) con desinenze - ed - di locativi; da , per caduta di - intervocalico, att. e comune : cf. dor. ( , ), lesb. ( ), beot.

    8 : negazione soggettiva ~ ) neg. oggettiva (cf. ie. *né/*me, ap. naiy (a(n)-)/ma, avest. noit (a(n)-)/ma , itt. natta/le, lat. ne- (in-)/ne, alb. nuk/mos, arm. oč (č, an-)/mi, gr. ( )/ , ngr. / ); in generale, nega fatti sentiti come obiettivi, reali, avvenuti, fatti che comportino un’idea di volontà, che siano collocati nel presente-

    futuro con un’idea di attesa, o che siano presentati come generali o ripetuti; nelle interrogative dirette vale nonne

    (risposta: sì), num (risposta: no); all’inizio di una frase nega l’intera frase. Quando e sono combinati con

    le forme composte e , se la forma composta segue, la negazione è rafforzata ( … , “non … né”), se

    precede, la negazione è annullata ( … “né … non capace” = “capace!”). Quando sono combinati insieme,

    … (+ cong.) esprime forte affermazione, … (cf. lat. ne non) con i verba timendi vale “che non”, con i verba

    impediendi vale quin o quominus (“sono impossibilitato a”) [Schwyzer II 590-599].

    : pron. indef. con tema in labiovelare (ie. *kw/*gw/*gwh), tipo di consonante scomparsa nella maggior parte delle

    lingue ie. [Lejeune §§23-24, 27-35]. In gr. la labiovelare passa a velare davanti a u e talora a o (es. *wl kwo- > , lat. lupus, ing. wolf; *gwun- > , ingl. queen; *ln gwh > , lat. long-us), a dentale davanti a i ed e

    (es. *kwis > , lat. quis; *kwetu r > att. / , ion. , dor. , lesb. , beot. , ecc.), a labiale davanti a a, o e cons. (es. *sekw- > , lat. sequor; *i ekwr > , lat. iecur;

    *gwem-/*gwm- > j- > , lat. uenio; notevole il caso di , che forma il pres. da *gwen- > j- > , e il pf. da *gwn > ). La declinazione di , (interr.), , (indef.) si è sviluppata

    dall’acc. * , con l’aggiunta delle desinenze della decl. atematica ( , (n. pl.),

    ); notevole (= ), da *kwi > meg. , beot. (cf. lat. quia), poi combinata con l’ finale della parola neutra precedente (es. > ’ ); da un tema *kwe-/o- si hanno invece gen.

    att. , om. , dat. , ecc.; dal tema *kwo-, invece, , , , ecc. [Chantraine §§142-

    146, Pieraccioni §§152s.].

    : avv. di tempo (come qui) o di grado, nel senso di ‘ancora’. La rad. è la stessa del latino et.

    : singolare, per il greco, la sequenza veni, vidi et vici; si è pensato perciò a un valore avverbiale dell’agg. Il

    lessema è composto da e la rad. ( / / ) di , una parola dall’incerto significato originario (‘diaframma’, ‘pericardio’, ‘polmone’?), poi passata a indicare, di volta in volta, il ‘cuore’ (sede delle passioni), lo

    ‘spirito’ (sede del pensiero) o la ‘volontà’. Il dat. pl. ha le forme e (da ) e l’arcaico

    (da ) [Chantraine, DELG 1227s.]. L’etimo è oscuro, anche se non pare improbabile una parentela con .

    : forse da (copulativo) e (cf. ), ‘splendore’, ‘motivo di gioia’; meno probabili parentele con

    o con (Frisk, EGW I 7). [Chantraine, DELG 7].

    : ‘mite’, ‘amabile’ (cf. ai. a pi, ‘amico’). Composti poetici sono ed [Chantraine, DELG 415].

    : imperativo. Le des. dell’imperat. erano il puro tema, talora addizionato da *-dhi (gr. - ), o da *-s (gr. - ) per la

    2 pers. sing., - (come l’indicativo) per la 2 pers. pl., *-to d (gr. - > - ) per la 3 pers. sing., e - (solo ion. att. e poi nella ) per la 3 pers. pl.; più rari i duali - e - . Analogamente, al medio si ha

    - per la 2 sing., - per la 2 pl., - per la 3 pl. e - , - per la 3 pl., - e - per i duali.

    Casi a parte sono le 2 pers. sing. degli imperat. aor. e - (con desinenze forse di infinito). L’imperativo di

    è dunque: 2 sing. (dal tema *s-, con - protetico), 2 pl. , 2 du. , 3 du. , 2 pl. , 3 pl.

    [Chantraine §§314-323, Pieraccioni §§232-237].

  • 9 : composto indiretto, determinativo e di dipendenza, da e la rad. *segh-/*sogh-/*sgh- di

    (< , per la legge di Grassmann, fut. e , aor. , ecc.).

    : cf. mic. qa-si-re-u, ‘principe’, contrapposto a wa-na-ka, , ‘sovrano (assoluto)’ (ma anche ‘protettore’,

    ‘salvatore’). La rad. indoeuropea del ‘re’ presentava una sequenza di liquida (r), vocale (e) e palatale (g): lat. rex, celt.

    rix, ai. raja, ecc.

    : da = (cf. v. 113), lessema di origine achea indicante la ‘parte’. L’agg. è contrapposto

    all’isosillabico, isometrico, omeoteleutico e allitterante [Chantraine, DELG 39], forse da privativo +

    e un suffisso secondario (ma in genere ipocoristico) - (nel qual caso potrebbe essere una creazione

    paronomastica da fatta dagli aedi: cf. D’Ippolito 39). Ma cf. Theogn. Can. 16,3s.

    . I vv. 9s. occorrono anche in II 231s.

    : rad. / / -. I suffissi del part. pf. erano *-wet/*-wot e *-wes/*-wos/*-us (distinti da quelli *-(o nt

    di presente e aor.): il greco utilizza la seconda serie per il nom. m. e n. , e per il f. j > , ecc., e la prima per il resto della decl. m. e n. , ecc. Al medio, il suffisso è sempre

    - , - (forme anaclitiche, e parossitone per il solo pf.: - , ecc.) [Chantraine §§333-335,

    Pieraccioni §§380-383].

    10 : congiunzione disgiuntiva, ‘ma’ (rad. di , di cui era n. pl.).

    : ‘difficile, pericoloso’ e – detto di persone – ‘difficile, duro, severo, crudele’. L’etimo è totalmente oscuro.

    : ott. di I suffissi dell’ott. erano *-ie-/*-i-: il gr. ha usato il primo grado per il sing. della coniugazione atem., il secondo (che produce - davanti a cons., e - con caduta di davanti a voc.) per il pl. atem. e per la coniugazione tem. L’ottativo di è dunque *es-ie-m > , , *es--men > *es-i -ent > , ecc.

    : rad. *werg- (cf. germ. Werk, ingl. work, ecc.), da cui (< j- , con strano esito di sonora + jod, che di

    solito produce - -, mentre la sorda – velare o dentale – + jod dà - : ma non mancano eccezioni quali <

    j < j- , ecc.) e < j- con metatesi da < j- ) [Chantraine §§278-

    280, Pieraccioni §§335-337].

    11 : rad. *i o- (cf. dor. ). Può essere congiunzione (dichiarativa; causale, come qui; consecutiva; finale; ecc.), avverbio, o preposizione con l’acc.

    : pf. di / , con suffisso - (< *-sk-) indicante la realizzazione del processo espresso

    dal verbo (es. *mol-/*mlo - > / > , / > , *penth-/*ponth-/*pn th- > > e > > , ecc.). Lo iota sottoscritto alternante si spiega con l’alternanza del suffisso - /- .

    : , ion. , att. (rad. da non confondere con / ‘pietra’, già anticamente messo in relazione (cf. Il. XXIV 611 ). Cf. mic. ra-wa-ge-ta, cioè ( ,

    ‘guida del popolo’, è attestato quattro volte in Pindaro).

    : rad. + j . L’etimo di è oscuro: si è supposto un prestito, ma il frigio wanaktei è probabilmente

    rifatto sul greco [Frisk, EGW 102s., Chantraine, DELG 84s.].

    : l’impf. di è il seguente: *es-m > (om.), , (per analogia), *es-tha > , (rec.), *es-t > (con caduta della dentale: dor., dialetti nordoccidentali, eol., beot., arc., cipr.), (< *es-ent, con desinenza di 3

    pers. pl., per evitare l’omografia con la 2 pers.; è la forma poi adottata dall’att. e dalla ) [Chantraine §§341-

    357, Pieraccioni §§232-237].

    13 : Ogigia. Oscuro (forse mediterraneo) è l’etimo di (dor. , rod. ), di cui si sono tentati

    accostamenti con , ‘nuoto’, e con il lat. insula [Chantraine, DELG 752].

    : la rad. di questo verbo, di diatesi solo media (ma vd. il desiderativo , usato anche come futuro), descrive

    bene la linea di demarcazione tra lingue satem (indoiranico, armeno, baltosalvo, albanese) e lingue centum (ittita e

    gruppi occidentali): cf. ai. śéte, avest. saete, itt. kitta, kittari [Chantraine, DELG 509s.]. ’: rad. *kret-/*kr t- > ep. , ion. att. , eol. , l’avv. , nonché (<

    *kret-js-on) e .

    : tema in *-es-/*-os-, di etimo oscuro ( < *2el-g-/*2l-eg-? Cf. e , dove - può però essere semplice vocale di appoggio) [Chantraine, DELG 55].

    14 : al sing. indica una ‘grande sala’ (rad. *meg- di ?), un androceo o un gineceo, mentre al pl.

    (analizzante) indica l’insieme di un palazzo o di un tempio, e talora ( ) delle ‘fosse’. In ebr. , megurah, ‘magazzino’ (meno probabile una parentela con , me‘ara , ‘grotta’). Detto della grotta di Calipso è catacresi (abusio) [Chantraine, DELG 674].

    : Calipso è, etimologicamente, la Nasconditrice ( j- > ), una divinità ctonia (come la

    Terra, Demetra, Persefone, ecc.) che ‘avvolge nel buio’ Odisseo durante il suo ritorno in patria. Il nome è un tema in

    -oj-: , (< j ), , [Chantraine §88, Pieraccioni §99]. La

    rad. sembra essere *kel- > lat. cela re, gr. , , , ecc. [Chantraine, DELG 487s.]. : sostituto atono ion. (il dor. ha ) e miceneo (e-ke-de-mi = ) per dimostrativo; cf. lat. is, acc.

    im (= eum) ed Hesych. [Chantraine §139, Pieraccioni §151].

  • 15 : rad. *segh-/*sogh-/*sgh-, con raddoppiamento in -i- del pres. (*si-sgh-o > * > , per la legge di Grassmann). Analoga formazione hanno , (< , con metatesi eufonica), (< *si-sd-o ), ecc.

    : cf. cret. (assimilazione regressiva). La rad. è forse *du2-/*due2-, con infisso nasale (cf. > , che esprime ‘durata’) [Chantraine, DELG 301].

    : agg. possessivo di 3 pers., dalla rad. *sw-. I possessivi sono (1 pers. sing.), lesb. , dor. , nonché

    , (1 pers. pl.), , om. lesb. dor. , beot. (2 pers. sing.), lesb. , dor.

    , (2 pers. pl.), , , , beot. (3 pers. sing.), (3 pers. pl.). Per il

    possessivo riflessivo si usano i genitivi (pl. ), ecc. Per la 3

    pers., la prosa attica ha usato (collocato tra articolo e nome) per il possessivo riflessivo,

    (collocato prima dell’articolo o dopo il nome) per il possessivo non riflessivo [Chantraine

    §§160s., Pieraccioni §142].

    : doppione di att. , dor. cipr. , è la ‘terra’ (contrapposta al cielo, al mare, alla città). Etimo oscuro.

    : inf. aor. di ( ), ‘arrivo’, ‘raggiungo’. Derivati importanti: , ‘adatto’, ‘capace’,

    , , ‘supplice’, , ecc. Rad. *seik- [Chantraine, DELG 461s.].

    16 : rad. *nau-s (cf. ai. náuh , pers. nav, arm. naw, lat. nauis, nauta, nausea, ecc.), decl. dei temi in - (gen. dor. , om. , ion. , att. , ecc.). Inesperito, a quanto risulta, un accostamento a . Ammon. 334

    Nick. distingue (da guerra) e (da commercio).

    : ‘coloro che stanno al ( ) remo ( )’, da una rad. *er- > gr. , ai. ari-tár, e i verbi < j- ), mic. e-re-e, lit. iriù, irti; si veda anche il tema germ. ro - (da cui oar, ‘remo’, row, ‘remare’).

    Diversa la suffissazione in gr. e ai. ari-tr-a; il lat. remus si è formato da *()re1-. Quanto a (rad. *epi, ai. ápi) ha valore di ‘su, sopra, in direzione di’, con il gen. partitivo, il dat. locativo e l’acc. di estensione.

    : ci si attenderebbe * , secondo la legge di Vendryès (klk, ), mentre è attestato dor. (da cui * > , ion. - e quindi ). Il termine indica originariamente il ‘compagno d’armi’ (si ricordino gli macedoni, la ‘guardia a cavallo’ del re), mentre il femm. indica la ‘compagna’ nel senso di

    ‘cortigiana’ (opposto a ); importante derivato è , ‘consorteria’, ‘amicizia’. La rad. è la stessa

    (*swe-t-a-) di (el. ). La iunctura è solo odissiaca (IV 559, V 141, XVII 145, cf. pure II 402s. ).

    18 : come il dor. , e sempre enclitico, è equivalente (epico, lesb., cipr. tess.) di con cui si trova anche correlato e persino accoppiato già nei poemi omerici (cf. e.g. Il. XI 187, Od. V 361).

    : ott. di . Rad. / (da cui , ‘scorta’), forse di origine greca o pelasgica, non ie.

    : agg. con tema in - (gen. , femm. ), forse da una rad. *wr rus-/*weros- (cf. ai. urú e váras-, ‘larghezza’, avest. vouru-), con vocale protetica *e-wr rus > * > .

    : neutro e maschile (di rado: cf. pl. ), di etimo incerto (cf. lat. tergum, ai. sanu-). : etimo totalmente oscuro: il greco ha diversi nomi per il ‘mare’ ( , ‘il salato’, , ‘passaggio’,

    , ‘distesa’), tutti diversi dalla rad. ie. che ha dato luogo a lat. mare, irl. muir, gall. mor, got. marei, ecc.