Hospes 9

16
Semestrale Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 456) art. 1 comma 1 - DCB – Bologna. In caso di mancato recapito inviare al CMP di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Anno 5 Numero 9 - IX/2010 LA LEGGE È FATTA! ORA BISOGNA ATTUARLA... Francesca Costato FELLINI: DALL’ITALIA ALLA LUNA Simona Poli QUATTRO DOMANDE A... IVANO DIONIGI Giancarlo Roversi

description

Il periodico della Fondazione Hospice

Transcript of Hospes 9

Page 1: Hospes 9

Semestrale Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 456) art. 1 comma 1 - DCB – Bologna.In caso di mancato recapito inviare al CMP di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

Anno 5 Numero 9 - IX/2010

LA LEGGE È FATTA!ORA BISOGNA ATTUARLA...Francesca Costato

FELLINI: DALL’ITALIA ALLA LUNASimona Poli

QUATTRO DOMANDE A...IVANO DIONIGIGiancarlo Roversi

Page 2: Hospes 9

RITORNO AI VALORI DELL’ETICA MEDICA

di Vera Negri Zamagni /pag 3

QUATTRO DOMANDE A IVANO DIONIGI

di Giancarlo Roversi /pag. 4

LA LEGGE È FATTA! ORA BISOGNA ATTUARLA...

di Francesca Costato /pag. 6

IL MALATO NON È UN CASO CLINICO

MA UNA PERSONA CHE VIVE E PENSA

di Franca Silvestri /pag. 8

FELLINI: DALL’ITALIA ALLA LUNA /pag. 10

di Simona Poli

UN GLOSSARIO PER LE CURE PALLIATIVE

a cura di Catia Franceschini /pag. 13

/pag. 14

a cura di Sara Simonetti /pag. 15

EDITORIALE

IN PRIMO PIANO

APPROFONDIMENTI

APPROFONDIMENTI

I NOSTRI EVENTI

GLOSSARIO

DICONO DI NOI

RINGRAZIAMENTI

SO

MM

R

IO

a

HOSPESPeriodico della Fondazione HospiceMariaTeresa Chiantore Seràgnoli OnlusAnno 5 Numero 9 - IX/2010

Direttore EditorialeVera Negri Zamagni

Direttore ResponsabileGiancarlo Roversi

RedazioneFondazione HospiceMariaTeresa Chiantore Seràgnoli Onlusvia Marconi 43/45 - 40010 Bentivoglio (Bo)

Progetto graficoCarré Noir

FotografieHanna Weselius, Mauro Zaghi

StampaDigigraf

Per informazioniTel. 051 [email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Bolognan. 7434 del 1 giugno 2004

Stampato su carta con fibre riciclate

Page 3: Hospes 9

RITORNO AI VALORI DELL’ETICA MEDICA

Carissimi lettori,

questo numero di Hospes ha un filo conduttore forte che ci riporta al cuore della posizione da sempre sostenuta

dall’Associazione Amici dell’Hospice MT.C. Seràgnoli sul tema della cura: superare la visione di una medicina che si

concentra solo sulla guarigione fisica e perde di vista il senso generale della cura della persona. L’intervista a Danila Valenti

sulla nuova legge italiana 38 del 15 marzo 2010 sulle cure palliative ci offre i particolari di una battaglia che è stata vinta

da noi e da chi come noi si è sempre battuto per “la qualità della vita in ogni fase della malattia, in particolare in quella

terminale”. Le testimonianze autorevoli che seguono ci ricordano che è inutile chiedersi “per chi suona la campana”, perché

la campana suona per tutti, ogni giorno; sta a ciascuno “trovare la propria sacralità, la propria unicità, l’impronta che

ognuno è capace di lasciare nel mondo”, come leggiamo nella lectio magistralis di Lodovico Balducci. Chi lavora in hospice

ha la responsabilità di saper usare al meglio le cure palliative, ma anche di attivare quegli strumenti di aiuto al paziente e

alla famiglia utili per affrontare psicologicamente e spiritualmente i momenti più difficili del distacco e del passaggio,

quando diventa chiaro che è l’essenza quella che conta. È l’etica medica che ritorna oggi in primo piano, come l’etica

economica è stata drammaticamente richiamata dalla recente crisi, dopo anni in cui ci si è illusi che la tecnica potesse offrire

soluzioni a tutto, in qualunque campo. Da queste considerazioni esce ancor più valorizzato il nostro impegno di studiare la

specificità del “prendersi cura”, diffondendola attraverso programmi educativi di varia natura e attività di sostegno, di cui

troverete in questo numero un doveroso aggiornamento. Buona lettura,

Vera Negri Zamagni*

* Presidente dell’Associazione Amici dell’Hospice MT.C. Seràgnoli

(3

EDITORIALE

Page 4: Hospes 9

(4

IN PRIMO PIANO

Dal dies natalis al dies mortaliscon serena accettazione

La sua particolare sensibilità di studioso dell’antichitàclassica in una prospettiva di integrazione con lascienza l’ha portato a incontrare il tema delle curepalliative. Mi riferisco al corso sui “Linguaggi dellescienze e l’antichità classica” che ha tenuto nel 2006, alquale ha invitato a portare il suo contributo ladottoressa Danila Valenti, Direttore Medicodell’Hospice. Quali sono state le motivazioni di talescelta, e a posteriori qual è stato il risultato diquell’esperienza?Non si dovrebbe mai dimenticare, nella quotidianaesperienza di studio e di insegnamento della filologia –che spesso può e deve essere scientificamente fredda,sorvegliata e severa – una verità fondamentale eoriginaria: il nesso tra la letteratura (o l’arte) e ildolore. E’ una verità consegnata a molte espressioniantiche, che nella letteratura individuano unphàrmakon, una “medicina” o una “cura”; ed è unaverità che ci deve far riscoprire, dietro il nostro“mestiere” scientifico, la vita: e quindi anche la morte,anche il dolore, e la costante lotta dell’uomo contro ildolore e la morte (il cristiano Agostino definiva lamorte “innaturale”: ed esprimeva così un grido, unaprotesta che ci tocca tutti). Non è quindi strano che,

all’interno di un corso come “Linguaggi delle scienze eantichità classica”, il nostro tentativo di riscoprire ilegami della classicità con le pratiche e le teorie dellescienze cosiddette “esatte” abbia portato all’incontrocon l’esperienza di scienziati e di medici che del doloreconoscono e scontano quotidianamente gli aspetti piùautentici, più umani e più crudi. Non è strano, anzi: ègiusto e dovuto. E l’incontro con la Dott.ssa Valenti –che si rivolgeva a una platea mista di studenti diMedicina e di Lettere – non si può dimenticare. Ci ha insegnato il profondo, silenzioso, fermissimocoraggio di chi dedica la sua vita e la sua scienza aldolore degli altri.

Una caratteristica di quel corso di studi era quella diessere aperto a studenti non solo di Lettere e Filosofiama anche di altre Facoltà come Medicina, Farmacia,Veterinaria. Anche nel campo della medicina palliativala multidisciplinarietà è un aspetto importante. Leipensa che tale approccio possa valere anche per altriambiti della Medicina?Non voglio permettermi giudizi di merito su campidelicatissimi, dei quali io non sono un esperto.Osservo però che la multidisciplinarietà – quando nonè, come talora accade, un comodo ritornello o unoslogan per pseudo-riforme – non è nemica ma naturalealleata dello specialismo. Io non conosco specialisti veri

Ivano DionigiRettore dell’Università di Bolognaa cura di Giancarlo Roversi

Quattro domande a...

Page 5: Hospes 9

– in qualsiasi ambito – che non siano naturaliter apertiall’incontro e al dialogo delle discipline. Specie incampi che per il loro stesso carattere si situanoall’incrocio delle tradizionali partizioni disciplinari: trala cura del corpo e la cura dell’anima. Il medico nondeve essere un semplice “ingegnere” del corpo: altra èla sua vocazione autentica, altra è la sua autenticaorigine. E, credo e spero, la sua quotidiana realtà.

Dal momento che lo studio delle cure palliativeinteressa non solo l’oncologia ma altre numerosediscipline mediche, quali la neurologia, lapneumologia, la medicina interna, la medicinagenerale, la geriatria ecc., e coinvolge ambitiprofessionali diversi da quello medico, come quelloinfermieristico, psicologico, fisioterapico, etico,giuridico e antropologico, non pensa che potrebbeessere affrontato con vantaggio educativo già nei primisei anni del corso di laurea in medicina e anche in altricorsi di laurea?Come ho detto, è mia convinzione che l’incontro fra lediscipline giovi sempre, e che sia benvenuto qualsiasiapproccio capace di far riscoprire alla società e aimedici stessi la complessità di quel che chiamiamo“cura”, e tutto ciò che essa implica in termini etici,psicologici, semplicemente “umani” (e umanistici).L’essenziale è che lo studio di campi per loro natura“ibridi” e l’accesso a forme di conoscenza per loronatura “multidisciplinari” non vadano mai a discapitodello specialismo, ma lo integrino, lo arricchiscano.

Lei ha in più occasioni ribadito l’importanza diintegrare la cultura classica con quella scientificaaffermando che “il paradigma cumulativo delle scienzeumanistiche, fondato sulla memoria e quindisull’inclusione dell’et et, può fornire un utilecomplemento e talora un correttivo al paradigmasostitutivo delle scienze “esatte”, caratterizzatodall’esclusione dell’aut aut, perché esso non si esauriscanella scoperta dell’ultima ora”. In quest’ottica cosa puòinsegnarci la cultura classica sul tema del dolore e dellecure di fine vita?I classici sono quegli autori che “hanno scritto pernoi”, ha detto una volta un Maestro di tanti classicisti,Alfonso Traina. Più che insegnare, si rivolgono a noi eparlano per noi: quindi servono quanto e più della

scoperta dell’ultima ora. E servono anche al medico eal terapeuta perché servono all’uomo, semplicemente. Non certo per suggerirci soluzioni e risposte, perché aciò lo scienziato pensa con i suoi metodi e con la suaricerca, che è e deve essere sempre rivolta al futuro; iclassici servono per suggerirci domande: per aiutarci aformulare le domande nuove e a capire le domandeantiche da cui la nostra azione ha preso avvio e prendetuttora senso. Fra i tanti autori classici, ne citerei uno solo, Seneca, ilquale ci ha consegnato nella sua “Meditatio mortis” dueespressioni che costringono a riflettere qualunqueuomo e scienziato; cotidie morimur “si muorequotidianamente, giorno per giorno”; e mors carpit nos,non rapit, ”la morte ci carpisce lentamente, non cistrappa con un atto violento e improvviso”. Come adire che la vita è un progressivo avvicinamento allamorte; che il dies natalis contiene già in sè stesso il dies mortalis.

(5

IN PRIMO PIANO

Page 6: Hospes 9

Abbiamo posto qualche domanda alla dottoressa DanilaValenti, Vice Presidente della Società italiana di cure palliative,Direttore Medico dell’Hospice MT.C. Seràgnoli e Direttoredella Rete delle Cure Palliative dell’AUSL di Bologna

Dottoressa, la legge è fatta. E’ una buona legge?La legge 38 del 15 marzo ha in sé molti elementi positivi che sipossono sintetizzare in nove punti:

1) sottolinea la specificità delle cure palliative, che è presa incarico globale della persona e della famiglia, sottolineando lanecessità che più professionalità, lavorino insieme al serviziodel malato, in riferimento anche all’età pediatrica;

2) tutela il diritto alle cure palliative e alla terapia del doloredel malato non solo oncologico e non solo adulto;

3) distingue le due reti, la rete delle cure palliative e la retedella terapia del dolore, definendo la specificità dei due settingassistenziali;

4) sottolineando l’importanza delle cure pallative pediatricheprevede la realizzazione anche di una rete di cure palliativepediatriche su base regionale o sovraregionale;

5) definisce l’obbligo di registrare in cartella clinica l’intensitàdel dolore provato e riferito dal malato e la risposta alla terapia;

6) definisce che entro 3 mesi dall’entrata in vigore della leggein sede di Conferenza Stato–Regioni dovranno essere indivi-duate le professioni con specifiche competenze ed esperienzenel campo delle cure palliative e della terapia del dolore, irequisiti di accreditamento degli hospice (presenti oggi solo inalcune regioni, fra cui l’Emilia Romagna) e un sistema di tariffeomogeneo per permettere il superamento delle difformità anco-ra oggi presenti fra le diverse regioni;

7) sottolinea l’importanza della formazione e definisce cheentro 6 mesi il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e dellaRicerca in accordo con il Ministero della Salute, dovrà indivi-duare dei criteri generali per percorsi formativi specifici di curepalliative e di terapia del dolore e definire i criteri per l’istitu-zione di master; evidenzia la necessità di formazione su percorsiassistenziali multidisciplinari e multiprofessionali che prevede-ranno periodi di tirocinio obbligatorio presso le strutture della

rete delle cure palliative e della rete della terapia del dolore;

8 ) attiva un monitoraggio sulle Regioni per verificare lo statodi sviluppo delle due reti;

9) semplifica in maniera significativa le procedure prescrittiveper i farmaci oppiacei.

E quali sono, secondo lei gli aspetti, più deboli della legge?Punto critico sono purtroppo i finanziamenti contenuti, sebbe-ne siano aumentati nel corso della lunga discussione alla came-ra e al Senato. La legge cerca di ovviare con l’indicazione forteche per le Regioni i programmi di Cure Palliative/Hospicesiano considerati prioritari, al punto che, se non vengonorispettati i livelli assistenziali definiti, lo Stato non elargiràfondi integrativi a quella Regione. È vero che molto lavoro oraspetta alla Conferenza Stato-Regioni, il cui compito sarà quellodi rendere attuativa la legge e di definire criteri uniformi pertutte le regioni.

Lei condivide la distinzione fra la rete delle cure palliative e larete della terapia del dolore?Ovviamente sì. Le cure palliative, che accompagnano il malatoe la famiglia nella fase avanzata della malattia, pur avendo fragli obiettivi principali il controllo del dolore fisico, non si esau-riscono in questo compito. In questo caso il dolore non puòessere affrontato solo dal punto di vista clinico, farmacologico,ma richiede un approccio globale, che comprende anche ladimensione psicologica ed esistenziale.D’altra parte le cure palliative non si occupano e non si devonooccupare per esempio, di dolore da parto, come invece i terapi-sti del dolore devono affrontare, o del dolore post-operatorio. Il dolore di una donna che sta partorendo, o di un uomo ope-rato per calcoli alla colecisti ha ovviamente un impatto sullavita di una persona e di una famiglia diverso rispetto al quellocupo e profondo di una donna di 42 anni che non rispondepiù alla chemioterapia, e ha una famiglia con 2 figli piccoli,ancora da crescere. Qui non c’è solo dolore, ma paura, dispera-zione, ambivalenza fra bisogno di organizzare il dopo in manie-ra migliore per i figli e il bisogno di non pensarci, di sperareche le cose possano andare avanti.Abbiamo il dovere di dare risposta adeguata a queste tipologiedi dolore, ma l’approccio è molto diverso.

Nuove prospettive per gli Hospice

LA LEGGE È FATTA! ORA BISOGNA ATTUARLA...di Francesca Costato

(6

La legge sulle cure palliative sulla quale da tempo si lavorava, che da tempo si aspettava, è stata approvata con voto bipartisandal Senato e dopo un secondo passaggio alla Camera dei Deputati è stata pubblicata sulla Gazzetta il 15 marzo 2010 comelegge 38: “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”

APPROFONDIMENTI

Page 7: Hospes 9

(7

Ci sono molte persone che, nella fase avanzata di malattia, nonhanno dolore fisico, ma altri tipi di sofferenza, come la dispnea,la fame d’aria, la nausea, il vomito. Sono disturbi che nelle cure palliative devono essere trattatiquanto il dolore fisico, perché in molti casi comportano unasofferenza anche maggiore. Le cure palliative si occupano di tutto ciò che di fisico provocasofferenza, ma comprendono anche la psicologia palliativa, l’as-sistenza sociale, l’assistenza spirituale. Un’organizzazione com-pleta nata per affrontare tutte le dimensioni della sofferenza.

Anche sulla prescrizione dei farmaci oppiacei è cambiato qualcosa? Già la legge n.12 dell’8 febbraio 2001 aveva molto semplificatola prescrizione. Ma da oggi sarà ancora più semplice per quan-to riguarda gli oppiacei, farmaci fondamentali nella terapia deldolore oncologico, che potranno finalmente essere prescritticon il semplice ricettario rosso sul quale vengono ricettati tuttigli altri i farmaci. Non dimentichiamo tuttavia che la cosiddetta “detabellizzazio-ne” degli oppiacei, vale per le compresse che si assumono perbocca e per i transdermici (i cerotti come vengono più comu-nemente definiti), non per i farmaci in fiale da somministrareper via sottocutanea e endovenosa per i quali è fondamentaleavere ancora il ricettario a ricalco.

La formazione è un punto più volte sottolineato nella legge, inche termini?Più volte anche su Hospes abbiamo sottolineato che il lavoroin cure palliative al domicilio e in hospice richiede una nuovaforma mentis, una profonda modificazione del tradizionaleapproccio terapeutico. E’ per questa complessità delle curepalliative che gli insegnamenti dei master specifici, che

dovrebbero essere per definizione aperti a tutte leprofessionalità che operano in cure palliative - medici,infermieri, psicologi, fisioterapisti, assistenti sociali -spazianodall’evoluzione storica e normativa delle cure palliative, allacura del dolore e di tutti gli altri sintomi, dall’etica della cura el’etica della vita agli aspetti giuridici, dalla psicologia delmalato, dei familiari e dell’equipe di cura ai modelliorganizzativi e amministrativi che permettono la cura globale.Auspichiamo che questa legge possa essere di aiuto nel definirele cure palliative come disciplina e che finalmente anche inItalia, possiamo mettere a disposizione dei medici la Scuola diSpecializzazione in Cure Palliative.Ci auguriamo inoltre che possa spingere il mondo accademico,forse poco sensibile nel cogliere certi bisogni, ad inserire questiinsegnamenti, che dovrebbero fare parte del bagaglio culturaledi tutti i medici, nei Corso di Laurea di Medicina e Chirurgiacioè nei primi sei anni della formazione di base dei medici. Ciò che non può mancare nella formazione in cure palliative ètuttavia l’esperienza guidata sul campo, e la legge 38 prevedeinfatti tirocini obbligatori nelle strutture della rete delle curepalliative. Anche qui abbiamo anticipato i tempi: insiemeall’Accademia di Scienze in Medicina Palliativa da anni siamoimpegnati oltre che sul Master universitario, anche sullaformazione sul campo attraverso il Progetto Tirocini cheprevede la permanenza in hospice di personale sanitario(medici e infermieri).Ora che la legge è fatta. Sarà impegno di ogni cittadino, ditutti noi, vigilare affinché i principi enunciati siano attuati. A tutti i livelli.

APPROFONDIMENTI

Page 8: Hospes 9

Medicina, religione e spiritualità: emergenze esistenziali ed

emergenze spirituali, questo il titolo della lectio magistralis che

il professor Lodovico Balducci ha tenuto in occasione della

cerimonia per i diplomi del secondo Master in Organizzazione,

Gestione e Assistenza in Hospice. In una sala gremita di

studenti, accademici e personalità del mondo della medicina,

ha affrontato questioni profonde con semplicità, humor e

struggente verità. «Non sono un esperto di medicina e

spiritualità, né di etica medica», ha detto in apertura. Poi, con

raffinata competenza scientifica e grande umanità si è

addentrato sul terreno della spiritualità partendo dalla sua

storia personale. «L’essenza della spiritualità è capire cosa

possiamo fare con quello che siamo, invece di conformarci a

canoni esterni. L’ho imparato facendo i conti con la

depressione. Non sapevo di essere malato, me ne sono reso

conto a quarant’anni. Questa malattia – che è stata un ostacolo

per la mia crescita – è diventata un grande vantaggio per la mia

professione. Come persona depressa non avevo paura della

morte – anzi, l’avevo corteggiata – per questo ho potuto parlare

facilmente con persone che stavano per morire. La depressione

mi ha consentito di svolgere la professione medica in un modo

compassionevole, umano: ho compreso che nei miei limiti

c’erano anche le mie ricchezze».

Una confessione emotivamente lucida che ha permesso al

professor Balducci di preparare il terreno per parlare del

mistero umano, di quell’esperienza di se stessi che non riesce a

essere circoscritta dalle parole o dalla ragione, ma può solo

essere vissuta. «Nella nostra società c’è la tendenza a sfuggire il

mistero. La scomparsa del senso del mistero all’interno della

scienza medica ci ha costretti a ignorare una parte

fondamentale della nostra missione. La medicina moderna si è

concentrata sulla guarigione fisica e ha perso il senso della cura

personale. Eppure la guarigione non avviene ogni volta, mentre

la cura è sempre possibile. Se la malattia, la sofferenza e la

morte sono l’ultimo nemico, siamo tutti destinati al fallimento,

perché tutti dobbiamo morire». È solo attraverso la capacità di

comprendere la morte come esperienza vitale che possiamo

sconfiggerla. Ed è questo che il professore cerca di trasmettere

ai suoi pazienti e alle loro famiglie: «dico sempre quello che sta

per succedere e li spingo a tesaurizzare l’esperienza del fine vita,

che è dolorosa. Ma il dolore fa parte dell’esperienza umana».

Essere disperati di fronte alla morte è una reazione normale.

Però ci sono quesiti che possono trovare risposta, soprattutto

nei momenti più difficili. Esiste Dio? Qual è il senso della vita?

Per Lodovico Balducci «la medicina e la psichiatria non

possono dare soluzioni. Bisogna trovare la propria sacralità, la

propria unicità, l’impronta che ognuno è capace di lasciare nel

mondo. E la morte può essere un’occasione per distillare dalla

vita l’essenza più importante». In trent’anni di professione in

terra americana non ha mai detto bugie ai pazienti: «ho sempre

parlato con i malati della loro prognosi. Qualche volta ci sono

state resistenze da parte della famiglia. Però la morte appartiene

al paziente: lui deve sapere che cosa fare della sua esistenza. So

di avere dei sentimenti molto forti, ma è il malato che deve

trovare il proprio mistero, dare un senso alla vita e alla morte,

sperimentare la redenzione della propria sofferenza». In Florida,

nell’ospedale dove il professore lavora, molti sacerdoti e rabbini

si sono specializzati nel sostegno dei pazienti di qualunque fede

religiosa, attraverso il clinical pastoral training: «ormai è

diventato parte integrante della nostra esperienza medica e ci

aiuta ad affrontare l’emergenza spirituale dei malati».

Il professor Balducci ha dedicato tutta la vita alla ricerca

(attualmente dirige uno dei tre programmi esistenti al mondo

nel settore dell’oncologia geriatrica) e si è sempre occupato

della “persona intera” col suo bisogno di cure fisiche e di

spiritualità. Ma anche di autonomia: «non va prevaricata la

volontà della persona, non va ignorato il mistero umano. Non

si deve pensare che la salute fisica del malato sia l’unico aspetto

importante. Bisogna stare attenti che la tecnologia non prevalga

sulla libertà di decisione del paziente». È un concetto dell’etica

medica, che sempre più spesso si trova a fare i conti con i

paradossi del nostro tempo. Ma non bisogna mai dimenticare

che «al di là della malattia e del sintomo esiste una persona che

non possiamo circoscrivere con la ragione. Il paziente non è un

caso clinico, ma una persona che vive e pensa. Non esiste la

malattia: esiste il malato». E la sfida finale? È sempre la

sconfitta della malattia e della morte.

Medicina e spiritualità

IL MALATO NON È UN CASO CLINICO, MA UNA PERSONA CHE VIVE E PENSAdi Franca Silvestri

APPROFONDIMENTI

(8

Dignità, libertà, qualità della vita, mistero, spiritualità al centro della ricerca e della pratica clinica di Lodovico Balducci,

docente di Medicina e Oncologia all’Università del Sud Florida, direttore della Divisione di Medicina e Chirurgia e del

programma oncologico del Lee Moffitt Cancer Center & Research Institute di Tampa negli Stati Uniti.

Page 9: Hospes 9

(9

Master in Organizzazione, Gestione e Assistenza in Hospice: assegnati i diplomi e i premi

APPROFONDIMENTI

Nella suggestiva Sala dei Cinque Camini, al Castello di Bentivoglio, il 20

marzo scorso sono stati consegnati diplomi e premi agli allievi della

seconda edizione del Master Universitario in Organizzazione, Gestione e

Assistenza in Hospice.

«In questi tre anni d’attività l’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa

ha ottenuto moltissimi riconoscimenti sul piano nazionale e

internazionale». Con queste parole il professor Guido Biasco – Direttore del

Master – ha introdotto la cerimonia, che ha siglato la chiusura del secondo

corso e l’apertura ufficiale dell’edizione numero quattro.

Dopo un sentito ringraziamento a Isabella Seràgnoli, «da sempre stimolo e

motore delle attività», ha sottolineato che «l’Accademia, grazie

all’entusiasmo e al contributo continuo di docenti e collaboratori, ha

raggiunto un alto livello di credibilità e solidità in campo formativo». Il

Master universitario è uno dei più richiesti d’Italia: «l’ultima edizione ha

visto pervenire 70 domande da tutta Italia a fronte di 30 posti disponibili».

Il professor Ivano Dionigi, Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, ha

poi aperto ufficialmente i lavori entrando con calore nel clima della mattinata. «La vita è un tutto unito – ha affermato – ma noi

esseri umani siamo discontinui: separiamo salute e malattia, corpo e anima, visibile e invisibile. Viviamo sempre fra l’uno e il

due». E il rischio è di non saper contare fino a due. Perché «i codici prevalenti hanno un effetto limitante: interrompono,

dividono, occultano l’interezza di quella che ci ostiniamo a chiamare vita». Invece l’esistenza è un continuum: «dal primo giorno

è una costante, ininterrotta marcia di avvicinamento alla fine. È un movimento leggero, continuo». Come diceva Seneca, la

morte non ci rapisce all’improvviso, con violenza perché si muore giorno dopo giorno. Quindi, «anche la cultura medica è unica.

E la pietas è una calamita che incanta ogni medico, che scatena le forze positive dell’intelligenza e del cuore».

Dopo la coinvolgente lectio magistralis del professor Lodovico Balducci, il Magnifico Rettore e Isabella Seràgnoli hanno

consegnato le pergamene ai 21 diplomati del Master, tre dei quali hanno ricevuto i Premi FIRST per “Costante Frequenza”

(Tiziana Dall’Aglio), “Eccellente Valutazione” (Donata Bardelli), “Miglior Tesi” (Luca Lavacchi e Vania Poli che hanno condotto

una ricerca su cinema e cure palliative).

Page 10: Hospes 9

I NOSTRI EVENTI

(10

Da dove vengono le immagini dei film di Fellini? Dal sogno o dalla realtà? E’ intorno a questa domanda e aquesta ambivalenza che si sviluppa la grande mostra sulregista riminese Dall’Italia alla luna che ha inaugurato il24 marzo al Mambo e dove proseguirà fino al 25 luglioaffiancata da una retrospettiva in Cineteca. Proveniente dal Jeu de Paume di Parigi, dove è restata tremesi con il titolo La Grand parade, registrando più di450.000 visitatori, la mostra, curata da Sam Stourdzé,analizza la nascita e lo sviluppo del mito felliniano.Liberandosi dall’approccio cronologico, l’esposizione siavvicina al regista attraverso le sue ossessioni: quelle chelo hanno ispirato, il suo immaginario onirico, le scene, lelocation e i backstage dei film, l’iperproduzione iconogra-fica della cultura popolare contemporanea.La mostra mette in relazione estratti di film, documentifotografici, resoconti giornalistici, immagini televisive,disegni, documenti e materiali legati al lavoro del registae arriva negli spazi del MAMbo nell’anno in cui ricorre il50° anniversario dell’u scita de “La Dolce Vita” con unallestimento completamente rivisto. Due sono le sezionidel tutto nuove: La magia del fuori sinc - curata da TattiSanguineti e Roberto Chiesi e dedicata a ‘Fellini e lavoce’, con numerosi materiali audiovideo - e una carrella-ta di manifesti originali dei principali film del maestroriminese, provenienti da una collezione privata ed oraacquisiti dalla Cineteca di Bologna.Un viaggio nell’immaginario del grande regista al cui cen-

tro si trova il mitico originale de Il libro dei sogni, prove-niente dalla Fondazione Fellini di Rimini, il diario tenutodal regista dalla fine degli anni Sessanta fino all’agosto1990, in cui sono registrati sotto forma di disegni, o nellasua stessa definizione di “segnacci, appunti affrettati esgrammaticati” i suoi sogni e incubi notturni. In realtà,in queste 400 straordinarie pagine si intrecciano temi espunti dei suoi film, persone da lui incontrate, personaggio avvenimenti dell’Italia del Novecento. L’itinerario artistico tracciato dalla mostra presenta attra-verso una molteplicità di mezzi che vanno dalle fotografieai disegni autografi, dai video agli estratti da riviste, itemi che hanno dato forma al lavoro del Fellini regista eche hanno affascinato il Fellini uomo: il circo, le caricatu-re, i fotoromanzi, la donna nelle sue polimorfe incarna-zioni, la ri-creazione della realtà a Cinecittà, l’ambivalen-za del sentimento religioso, l’immaginazione che sfida larealtà, la psicanalisi e il sogno, la relazione con i media, lafascinazione per le riviste illustrate, il rifiuto per la televi-sione, l’invenzione delle parole.La mostra ha aperto in anteprima assoluta le sue sale asostegno della Fondazione Hospice MT.C. SeràgnoliOnlus nella serata di martedì 23 marzo 2010, grazieall’Associazione Amici e alla collaborazione con ilMAMbo e la Cineteca di Bologna, con una visita guidataper poi continuare nella Cineteca con la proiezione di unlungometraggio inedito sulla vita e la carriera del regista,appositamente realizzato per questo evento.

Fellini: Dall’Italia alla LunaAnteprima al Mambo a sostegno della Fondazione Hospice MT.C. Seràgnolidi Simona Poli

Page 11: Hospes 9

I NOSTRI EVENTI

(11

Page 12: Hospes 9
Page 13: Hospes 9

GLOSSARIO

Per conoscere meglio la realtà dell’Hospice

UN GLOSSARIO PER LE CURE PALLIATIVEa cura di Catia Franceschini*

1. National Council for Hospice and Palliative Care Services WHO-OMS 1990 modifi-cata dalla Commissione ministeriale per le cure palliative 1999“Le cure palliative si occupano in maniera attiva e totale dei pazienti colpiti da una malattiache non risponde più a trattamenti specifici. Il controllo del dolore, di altri sintomi e degliaspetti psicologici, sociali e spirituali è di fondamentale importanza. Lo scopo delle curepalliative è il raggiungimento della miglior qualità di vita possibile per i pazienti e le lorofamiglie. Alcuni interventi palliativi sono applicabili anche più precocemente nel decorsodella malattia, in aggiunta al trattamento oncologico.”Le cure palliative• affermano la vita e considerano il morire come un evento naturale• non accelerano né ritardano la morte• provvedono al sollievo dal dolore e dagli altri disturbi• integrano gli aspetti psicologici e spirituali dell’assistenza• aiutano i pazienti a vivere in maniera attiva fino alla morte• sostengono la famiglia durante la malattia e durante il lutto

2. Commissione Ministeriale per le cure palliative, 1999Le cure palliative sono caratterizzate dalla:• globalità dell’intervento terapeutico che, avendo per obiettivo la qualità della vita residua,non si limita al controllo dei sintomi fisici ma si estende al sostegno psicologico,relazionale, sociale e spirituale;• valorizzazione delle risorse del malato e della sua famiglia oltre che del tessuto sociale incui sono inseriti;• molteplicità delle figure professionali e non professionali che sono coinvolte nel piano di cura;• pieno rispetto dell’autonomia e dei valori della persona malata;• forte integrazione e il pieno inserimento nella rete dei servizi sanitari e sociali;• intensità delle cure che devono essere in grado di dare risposte pronte ed efficaci al mutaredei bisogni del malato;• continuità della cura fino all’ultimo istante;• qualità delle prestazioni erogate.

3. Organizzazione Mondiale della Sanità OMS 2002"La cura palliativa è… un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle lorofamiglie che si trovano ad affrontare le problematiche associate a malattie inguaribili,attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza per mezzo di una identificazioneprecoce e di un ottimale trattamento del dolore e delle altre problematiche di natura fisica,psicosociale e spirituale."

4.CONFERENZA STATO-REGIONI Repertorio Atti n. 1665 del 13 marzo 2003“Le cure palliative costituiscono una serie di interventi terapeutici ed assistenziali finalizzati allacura attiva, totale, di malati la cui malattia di base non risponde più a trattamenti specifici.”

(continua sul prossimo numero)

(13

*Direttore Infermieristico Hospice MT.C.Seràgnoli

Definizione di HospiceIl termine HOSPICE deriva dal latino

HOSPES che aveva inizialmente il

significato di forestiero e successi-

vamente acquisì il significato di

ospite, il legame di ospitalità era

sacro e indicava l’atteggiamento di

fraterna accoglienza e di rispetto

che veniva riservato all’ospite

ancorché sconosciuto.

Da HOSPES, quindi, deriva il ter-

mine HOSPITIUM, il luogo dove

“il pellegrino, in un viaggio da un

luogo verso un altro, veniva

accolto, nutrito, preso in cura, ono-

rato”. Metaforicamente veniva

avvolto, scaldato, protetto con il

pallium, il panno, la coperta che

aiutava ad affrontare le intemperie

del tempo e della vita, e riportando

alla memoria anche il mantello che

San Martino, giovane soldato di

Pannonia, divise con la spada per

donarne una parte al viandante

provato dalla pioggia e dal freddo.

L’HOSPICE è una struttura residen-

ziale specifica nella quale sono

garantite cure palliative prenden-

dosi cura del paziente e dei famil-

iari che possono trovare un tempo-

raneo sollievo dalla cura continuati-

va di cui il loro congiunto necessita.

Il ricovero può essere temporaneo

o definitivo.

2SECONDA PARTE

Page 14: Hospes 9

CORSO YOGA per i dipendenti dell’Hospice Seràgnoli

gennaio – febbraio 2010Un corso yoga per sperimentare momenti di relax e benessere psico-fisico contrastando l’eventuale insorgere di burn-out.

SI RINGRAZIAADS Parsifal nelle persone di Maria Teresa Sintoni, Manuela Mazzoli e Paola Maschio che hanno messo a disposizione il loro tempo e la loro professionalità

EVENTO “FELLINI: DALL’ITALIA ALLA LUNA”

23 marzo 2010L’Associazione Amici in collaborazione con il MAMbo e la Cineteca di Bologna ha organizzato la preview della mostra “Fellini: Dall’Italia alla luna” in occasione del 50° anniversario de “La dolce vita”.

SI RINGRAZIAIl MAMbo per aver messo a disposizione dei sostenitori della Fondazione Hospice la preview della mostra, la Cineteca di Bologna che ha realizzato appositamente per questo evento un lungometraggio inedito, il Comitato Promotore dell’iniziativa che ha supportato i Consiglieri dell’Associazione Amici nella vendita dei biglietti: Guglielmo Bozzi, Alessandra Fini Zarri, Nicola Leonardi, Maria Teresa Monari Sardè Castria, Milena Mussi, Giammarco e Yolanda Rocco di Torrepadula, Tommaso Stefani.

CORSO “CUCINARE CON L’ANIMA”

23 gennaio, 6 marzo, 15 maggio 2010Lezioni di cucina tra esperienze e sapori delle stagioni tenute dallo chef Tiziano Zirondelli. L’intero incasso è stato devoluto a sostegno delle attività della Fondazione Hospice.

SI RINGRAZIATiziano Zirondelli che ha magistralmente tenuto le tre interessanti lezioni stimolando l’interesse dei partecipanti.www.RistoranteLaTerrazza.it

TORNEO DI GOLF “AMICI DELL’HOSPICE”

10 aprile 2010Quinta edizione del torneo di golf organizzato dall’Associazione Amici in favore della Fondazione Hospice.

SI RINGRAZIALo staff del Golf Club in particolare il Presidente Filippo Sassoli de’ Bianchi, la nostra consigliera Annamaria Stefanelli per aver promosso l’iniziativa, e lo sponsor CISA 2000 Opel Chevrolet.

G.D E FORNITORI PER L’HOSPICE

Natale 2009Una catena di solidarietà a favore della Fondazione Hospice promossa da G.D

SI RINGRAZIATutti i fornitori di G.D che hanno aderito all’iniziativa

Adriatic Air Cargo, Almet Italia, Associaz. Servizi, Avola, Baumer Electric, Brunetti Utensileria, Cecchini Service, Ciemme Group, C.N. Meccanica, Cogefrin, COMEC di Iadarola F. & C., CO.ME.SCA, Concerta, Elford 2, Emilianpress, F.C.Z., Finotti, FOND FER, Fonderia Morini, Form Service, F.R.M., G.B.G., Gianni Brasiliani, G.I.E.M., Greco Meccanica, Harting, Inox Work Group, Linearteck, MD3 Metalmeccanica, Meccanica F.lli Molinari, Mengoni, Mesoraca Gennaro, Metalmobile, M.G.D. di Dolfi S. e Dolfi A., Nuova Giusti, Orteco di Chiura Pier Luigi & C., Packing Service, Parisini Impianti, Plasticenter, Rosi & C., SAM Srl, SA.MA. di Saugo Claudio e Marzola Giorgio, Sbarzaglia Snc, Schenker Italiana, Selcom Elettronica, Sensorline Automation, Sgarzi, Sinterloy Sinterizzazione, SIPLA, SIR Safety System, SM Officina Meccanica, TE.CO. Tecnologia Commerciale, UTEMAC, Utensilnova Srl di Vasco Villani, Zanini, Zetabiesse Srl, ZI.FRA. Snc di Orio Zironi.

NATALE 2009

SI RINGRAZIAAlessandro Gilberti Srl, Alsa Apparecchi Medicali, Arkimat, BF Servizi, Bologna Fiere, Duelplast Srl, Due Torri, Euroricambi, F.lli Soverini, Global Recuperi Srl, Prosgm Srl, T.G.T.

CENA DEL CLUB ROSSOBLU “THE GOOD 40016”

2 marzo 2010Iniziativa benefica promossa dal club “THE GOOD 40016” di S. Giorgio di Piano in favore della Fondazione Hospice.

SI RINGRAZIAIl Club “THE GOOD 40016” nella persona del Presidente Fabrizio Falchieri, tutti gli organizza-tori e i partecipanti all’evento.

5x1000 VOLTE GRAZIE ai 4.553 contribuenti che hanno scelto di destinare il proprio 5xMille a sostegno dei progetti della nostra Fondazione.

5XMILLE 2008

3 aprile 2010Quindicesima edizione della Camminata di beneficenza promossa dal Gruppo Podistico Amici.

SI RINGRAZIAGli organizzatori, in particolare il signor Paolo Bonora, gli sponsor, i partecipanti ed il personale di servizio e assistenza.

CAMMINATA DI SAN MARINO DI BENTIVOGLIO

(14

RINGRAZIAMENTI

Page 15: Hospes 9

(15

DICONO DI NOI

R. Venturi

IN QUESTA STRUTTURA D’ECCELLENZA CI SIAMO SENTITI COME A CASA

[…] se n’è andata alla vigilia di Pasqua di quest’anno e senza dirmelo esplicitamente mi ha lasciato un compito che ora tento di assolvere come meglio posso.Il compito è quello di ringraziare pubblicamente e dal profondo dell’anima tutto il Personale del Vostro Hospice e in particolareper l’affetto che avete saputo dare a lei e alla sua famiglia ed a tutti noi, suoi amici.Per qualche misterioso motivo è come ci sentissimo tutti ospiti di questa struttura d’eccellenza della nostra città, il che ci ha datomodo di conoscere da vicino le stupende persone la animano.P. vi chiamava tutti, medici e paramedici, “i miei angeli”, e noi ci sentiamo ora, nel ringraziarVi ad uno ad uno, di segnalarnel’efficienza, la disponibilità ed un’ umanità difficilmente riscontrabili in altre strutture.Con questa mia intendo, anche a titolo personale, ringraziarvi, sapendo che con voi abbiamo tutti un debito che non potremomai ripagare completamente.Vi penso, medici e paramedici, di notte, quando i parenti se ne sono andati e le luci si attenuano nei corridoi vuoti, quandorisuonano gli ultimi passi prima del silenzio mentre fuori si sente solo il fruscio del vento quando anche l’onda di un sussurro siplaca piano piano.Vi vedo sdraiati senza spogliarvi nel lettino di guardia riflettere sui vostri “casi”, senza mai la gioia di poterdire:”vai pure tranquillo e non pensarci più”…Perché sapete benissimo che ci si dovrà pensare ancora e che nessuna di questestorie è uguale all’altra eppure, a vederle da qui, ognuna sembra identica a quella che l’ha preceduta…

Page 16: Hospes 9

Per sostenere la Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli Onlusi versamenti possono essere effettuati tramite:

- c/c postale n° 29216199- Bonifico bancario presso:UNICREDIT Banca Impresa (Filiale di Cento) c/c 000003481967 – CIN Q – ABI 3226 – CAB 23400IBAN: IT 65 Q 03226 23400 000003481967

- Assegno bancario non trasferibile accompagnato dai datidel donatore

Intestati a:Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli Onlus,Via Marconi 43/45 - 40010 Bentivoglio (Bologna).

Alla ricezione del versamento del contributo, la Fondazione Hospice MT.C.Seràgnoli Onlus provvederà a rilasciare ricevuta di donazione.

Modalità per il versamento della quota associativa all’AssociazioneAmici dell’Hospice MT.C. Seràgnoli:

- c/c postale n° 52113529- Bonifico bancario presso:UNICREDIT, Private Bankingc/c 000060010479 – CIN A – ABI 03223 – CAB 02400IBAN: IT 32 A 03223 02400 000060010479

- Assegno bancario non trasferibile accompagnato dai datidel donatore

Intestati a:Associazione Amici dell’Hospice MT.C. Seràgnoli,Piazza San Domenico 9 - 40124 Bologna.

Quote associative:Socio ordinario: 30 EuroSocio effettivo: 60 EuroSocio sostenitore: 260 Euro

FONDAZIONE HOSPICE MARIATERESA CHIANTORE SERÀGNOLI - ONLUSVia Marconi, 43/45 - 40010 Bentivoglio (Bologna)

Tel. 051 271060 - Fax 051 266499

www.FondazioneHospiceSeragnoli.org - [email protected]

P.IVA e Cod. Fisc. 02261871202

ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI MEDICINA PALLIATIVA Via Aldo Moro, 16/3 - 40010 Bentivoglio (Bologna)

Tel. 051 8909690 - Fax 051 8909696 www.asmepa.org - [email protected]

P.IVA e Cod. Fisc. 02693071207

ASSOCIAZIONE AMICI DELL’HOSPICE MT.C. SERÀGNOLIPiazza San Domenico, 9 - 40124 Bologna

Tel. 051 271060 - Fax 051 266499

www.FondazioneHospiceSeragnoli.org/amici.html - [email protected]

Cod. Fisc. 91239100372