Historic an 05 Del 2003

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    Lo spazio disponibile per la pubblicazione delle lettere che riceviamo si rivela ognivolta insufficiente. Siamo

    pertanto costretti, per alcune di esse, a darne semplice ricevuta o a riportarne solo alcuni passi. Ce ne scusiamo con i nostri affezionati corrispondenti

    Credo che varrebbe la pena diricordare agli italiani (comuni-sti compresi) il trattamento di-sumano usato dai sovietici neiconfronti dei nostri militari ca-duti prigionieri. Una pagina diorrore ma di cui non vi trac-cia sui libri di storia adottatidalle nostre scuole. Unadimenticanza che consideroun oltraggio alla memoria ditanti nostri Caduti ...

    (Lettera firmata )

    Per quanto ci riguarda, stiamoraccogliendo materiale per af-

    frontare anche questo triste ca-pitolo in uno dei prossimi nu-meri di Historica. Da questomateriale come piccola anti-cipazione stralciamo un bra-no dalla testimonianza rilascia-ta davanti al Tribunale di Ro-ma nel 1949 da un ex prigio-niero in Unione Sovietica, G.Alfieri: Molti soldati che nonpotevano pi continuare lamarcia venivano eliminati dairussi con raffiche di mitra ...Non veniva mai somministratocibo. Giunto a Calasci tutti fu-rono fatti salire su un treno.Qui avvennero cose terribili.Molti morirono durante il viag-gio ... Non ci venne data ac-qua. Qualcuno impazz ... Cer-

    cammo allora di dissetarci lec-cando i bulloni del vagone do-ve si rapprendeva il fiato gela-

    to ....Su 80.000 prigionieri italianine rientrarono in Patria pocopi di 10.000. Ma naturalmen-te di tale barbarie nessuno ven-ne chiamato a risponderne. Infondo, 70.000 prigionieri la-sciati morire tra le sofferenzepi atroci rappresentano per ivincitori della Seconda Guerramondiale uninezia che si ag-giunge a tante altre inezie, deltutto trascurabili se si tratta dimorti che appartengono ai vin-ti. RingraziamoClemente DA-scanio , valoroso combattentedi Russia, Grecia e della RSI,che costantemente partecipa alnostro lavoro attraverso mes-saggi, documenti e precisazio-ni di carattere storico una par-tecipazione, la sua, particolar-mente attiva e degnadi men-zione.

    Riceviamo daSalvatore Co-lomba , di Catania, una lettera

    di adesione e incoraggiamentoper lazione che stiamo condu-cendo attraverso Historica.Un incoraggiamento che ci faparticolarmente piacere perch

    ci conferma che la nostra vocecomincia a suscitare interesseanche nelle zone pi lontane danoi, dove il periodo 1943/1945 stato vissuto in maniera deltutto diversa. Un interesse, delresto, che abbiamo gi riscon-trato in altri centri dellestremoSud. Stralciamo da una lettera diLuciano Serra , di Torino:Camerati, con vivo piacere horicevuto Historica e aderiscovolentieri al Centro. Il miocontributo da pensionato non gran che ma lo invio con entu-siasmo. Le mie credenziali: u-no degli ultimi della RSI a de-porre le armi (28/04/1945),processato dalla C.A.S di Vo-ghera e condannato a morte,poi a trentanni in seconda i-stanza. Scontati 5 anni di gale-ra. Mai sceso a compromessi,con tutte le implicazioni delcaso ... Appoggio il vostrosforzo di riportare alla luce eallonor del mondo la RSI che

    rimane pur sempre un qualcosada ricordare con orgoglio. For-za, dunque! E abbiate un forteabbraccio da un vecchio ser-gente dei Bersaglieri.

    Pubblichiamo le nuove ade- sioni a Historica e i contri- buti pervenutici dopo la pub- blicazione del quarto nume- ro del nostro Notiziario .L. Luraschi ~ Como 10,00D. Buzzi ~ Cormano (MI)

    10,00U. Ciliberto ~ San Remo (IM) 10,00E. Pipicella ~ Asti 10,00C. DAscanio ~ Roccacasale(AQ) 20,00W. Stella ~ Cherasco (CN) 15,00R. Bongiovanni ~ Treiso (CN) 15,00G. Chiosso ~ Alba (CN) 15,00A. Alberti ~ Alba (CN) 15,00D. Dellavalle ~ Narzole (CN) 15,00L. Madeo ~ Cherasco (CN) 15,00N. Bergna ~ Seregno (MI) 10,00P. Balestrino ~ Nizza Monferra-to (AL) 10,00E. Perrone ~ Asti 10,00L. De Mola ~ Villanova dAsti(AT) 10,00C. Palma ~ Villanova dAsti(AT) 10,00B. Ginatta ~ Pompeiana (IM) 10,00A.M. ~ Villar Focchiardo (TO) 10,00U.T. ~ Susa (TO) 20,00C. Gianotti ~ Chieri (TO) 20,00E. Garavaglia ~ Rivoli (TO) 10,00Matricola 82701 ~ Asti 10,00I. Furlanetto ~ Portogruaro(VE) 50,00A. Invernizzi ~ Calcio (BG) 25,00C. Pasotti ~ Castegnato (BS) 10,00G. Gentile ~ Pescia (PT) 10,00G. Gentile ~ In memoria dellaMadre esemplare educatrice efervente fascista ~ 10,00R. Castagna ~ Voghera (PV) 15,00G. Drochi ~ Camino (AL) 15,00

    L E L E T T E R E A H I ST OR I CA

    ADESIONIAL CENTRO

    HISTORICA NUOVA

    Centro Studi diStoria Contemporanea CASELLA POSTALE 17614100 ASTITel. 011/6406370 Al computer Pina Cardia

    Questo numero diHistorica Nuova stato curato da Gianni Rebaudengo e Ernesto Zucconi

    COMITATO DIRETTIVO

    Presidente Gianni Rebaudengo - Paolo BoschettiPina Cardia - Luciano Perocchio - Giuseppe SardiErnesto Zucconi

    Produzione in proprio - Distribuzione gratuita ai Soci NUMERO 5 - SETTEMBRE 2003

    IL VERO REGGIMENTO DEL MAMELIIn diverse sedi giornalistiche e non (anche le pi accredi-tate come lAssociazione che riunisce i Bersaglieri super-stiti) norma comune voler considerare il II BattaglioneVolontari Bersaglieri Goffredo Mameli (impegnato sulFronte Sud contro le forze Alleate) quale facente partedell8 Reggimento Bersaglieri. In realt il II Battaglioneha fatto parte del I Reggimento Bersaglieri LucianoManara. Il riferimento all8 esclusivamente topono-mastico e si riferisce alla caserma veronese dove aveva s e-de l8 fino allotto settembre 43, e dove dopo l8 sette m-bre venne costituito il I Reggimento Luciano Manara.

    Una precisazione che si impone

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    8 Settembre 1943. Sessantaanni fa veniva annunciatonon un armistizio (come losi vuole ancora oggi defini-

    re) ma una resa senza con-d i z i o n i a g l i a n g l o -americani. Un evento, pro-gettato e attuato da CasaSavoia e dal marescialloBadoglio, che alloriginedella pi grande tragediaoccorsa allItalia in tutta lasua storia unitaria.

    LEsercito in pezzi abban-donato a s stesso, senzaordini, sul territorio nazio-nale e oltre confini, allamerc della inevitabile rea-zione tedesca. La flotta ita-liana che si consegnava aMalta. Un atto criminale sianella sua elaborazione chenellesecuzione, oggetto diprofondo disprezzo da par-te degli stessi nemici.

    Un tradimento, quellodell8 Settembre, che sol-tanto il ritorno al combatti-mento dei soldati della RSIin terra, mare e cielo riu-scito in parte a riscattare a-gli occhi del mondo. Queicombattenti che sino alla fi-ne, in condizioni disperate,hanno difeso, insiemeallonore dItalia, i suoi con-fini orientali e doccidentepagando un prezzo altissi-mo di sangue. Sangue deltutto ignorato, o peggio vili-peso, sino ai giorni nostri.

    8 Settembre 1943. Giornodellignominia ma ancheprodromo di una rivolta ap-passionata che ha solleva-to dal fango il Tricolore.Cos vogliamo ricordarlo

    Viva tutti i soldati sconfitti e tutti

    gli Eroi schiacciati dal nemico nella

    battaglia perduta. Perch la sconfitta

    non pu toglierela gloria.

    Walt Whitman

    NUOVA

    CENTRO STUDI DI STORIA CONTEMPORANEA

    N. 5

    8S E T T E M B R EI L G I O R N O

    DELLA GRANDE V E R G O G N ARISCATTATO DAL RITORNO AL COMBATTIMENTO

    DEI SOLDATI DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

    Nella foto: Bersaglieri del Btg. Mussolini in una postazione del Goriziano contro le bande di Tito. Il Battaglione si form a Verona il 9 settembre del 1943 e rimase in armi, con gravissime perdite, fino al 30 a- prile 1945

    S P E C I A L E NELLE PAGINE INTERNE

    LAZIONE DI GOVERNOLAZIONE DI GOVERNODELLA R. S. I.DELLA R. S. I.

    E I SUOI MINISTRIE I SUOI MINISTRI

    DI ERNESTO ZUCCONI

    ( Da Storia delle Forze Armate della R.S.I. di Giorgio Pisan )

    In pochi mesi,tra enormi

    difficolt di ogni genere,

    il Governo della Repubblica

    Sociale Italiana ricostruisce

    lossatura civile e militare

    dello Stato

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    affermazione del Duce al Dele-gato del Par tito Fascista Re-pubblicano per il Piemonte: IlLavoro, non pi strumentodel capitale, ma il capitalestrumento del Lavoro []Ricordiamo col Duce come inuna societ organizzata sianougualmente necessar il capita-le come strumento, la tecnica,le maestranze. Laccordo d lapace sociale, la pace socialeassicura la continuit del lavo-ro, la continuit del lavoro de-termina il benessere singolo ecollettivo. Le formule econo-

    miche sociali del Fascismo sicontrappongono ugualmentealle insufficienze ed agli egoi-smi della economia liberale, al-le esasperazioni, al totalitari-smo, alla burocratizzazione, allivellamento in bas so del co-munismo. []

    Il seme gettato. Gli altri po-poli fatalmente passeranno do-ve siamo gi passati.

    Stolto od in mala fede sareb-be, vedere nella Socializzazio-ne il supremo tentativo di sal-vamento di un Uomo o di unPartito. Ogni programma poli-

    tico comprende oggi il postula-to della socializzazione. Essosi fa strada ovunque, unesigenza del nostro tempo.E la nuova formula, qualunquecosa accada in questo nostrotempo tormentato, resta comepunto di riferimento e di orien-tamento per gli sviluppi dellacivilt sociale avvenire.

    [...] Ma comunque dopo laguerra, vincer la pace quellaidea attorno alla quale gli uo-mini potranno riordinare e co-struire la vita sconvoltadallimmane tragedia.

    Sopra: La Gazzetta Ufficiale del 26 febbraio 1945 contenente i decreti di Socializzazione di alcune grandi aziende.A fianco: Angelo Tarchi al quale si deve lelaborazione (insieme a Manlio Sargenti) della Premessa alla Collaborazione sociale,trasformata poi in Socializzazione il 12 febbraio del 1944.

    Erano stati i capi partigiani egli stessi vertici del CLN a dira-mare precisi ordini di sterminio,scientificamente organizzato, neiconfronti di militari e civili dellaRSI. Esiste, sullargomento, unadocumentazione amplissima.

    Sfogliando la normativa parti-giana riguardante il Piemonte, adesempio, troviamo, in data 7 a-prile 1945, un messaggioRISERVATISSIMO ai Com-missari di Brigata Libero Porca-ri, Mario Rubino e Gildo Fossati,firmato dal Comandante della XDivisione Langhe GL RaimondoPaglieri, dove si ordina che leBrigate Nere, X Flottiglia Mas,Cacciatori degli Appennini, R.A.P. (Reparti anti partigiani), R.A.U. (Reparti arditi ufficiali), G.N.R., legione Ettore Mutivengo-no passati per le armi senza al-cuna forma di processo nonappena accertata l apparte-nenza dell individuo a uno deireparti sopra notati . Per quelche riguarda i soldati arresisi,viene stabilito che Gli ufficialirepubblichini verranno passatiper le armi . Verr us ata di-screzione per i sottufficiali, va-le a dire verranno passati perle armi soltanto coloro che sa-ranno indicati come i pi fana-tici .

    Dalla Disposizione n. 293 del15 aprile 1945 eman ata dal Co-mando Militare Regionale Pie-montese, si apprende che i mi-nistri di Stato, i sottosegretaridi Stato, i prefetti, i segretarifederali, in carica dopo l8 set-tembre 1943, sono gi tutticondannati a morte per intesacol nemico e opera diretta inte-sa a colpire le forze armate delgoverno legittimo. Di conse-guenza sar per questi sufficientelaccertamento dellidentit fisi-ca per ordinare lesecuzione ca-pitale [] infine il tribunalepotr anche giudicare quelpersonale che, come i direttoridella stampa fascista dopo l8settembre 1943, abbia favoritole forze nazifasciste [] Ancheper questi crimini sar pro-nunciata e fatta eseguire im-mediatam ente la sentenz a ca-pitale .

    Nelle Direttive di met aprile45 impartite ai Comandanti diBrigata della I Divisione AlpinaGL da Aldo Quaranta e FaustinoDalmazzo, leggiamo doversiFucilare i militari nemici inabito borghese, anche se cattu-rati disarmati, dovendosi pre-sumere trattarsi di individuicolpevoli di crimini di guerra odi franchi tiratori.

    Fucilare, appena accertatane laidentit fisica, i criminali diguerra che sono tutti gli apparte-nenti ai seguenti corpi e reparti:

    NOTA (1)

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    Dallalto in basso: Domenico Pellegrini Giampietro (ministro delle Finanze).Antonio Tringali Casanova (ministro della Giustizia).Silvio Gay (ministro dellEconomia corporativa).Ruggero Romano (ministro dei Lavori Pubblici).

    Fernando Mezzasoma (ministro della Cultura popolare).Carlo Alberto Biggini (ministro Educazione nazionale). Augusto Liverani (ministro delle Comunicazioni).Edoardo Moroni (ministro DellAgricoltura).

    27 SETTEMBRE 1943: SI SVOLGE IL PRIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI

    riale; c) di riesaminare la posizione dei membri del Partito in rap-porto al loro contegno di fronte al colpo di Stato della capitolazionee del disonore, punendo esemplarmente i vili traditori. Mussolini

    Ordine del giorno del Governo n. 5. Ordino la ricostituzione ditutti i reparti e le formazioni speciali della Milizia Volontaria per lasicurezza dello Stato. Mussolini

    Ordine del giorno del Governo n. 6. Completando gli ordini delgiorno precedenti, ho incaricato il Luogotenente Generale RenatoRicci del comando in capo della M.V.S.N. Mussolini

    Del 17 settembre lOrdine del giorno n. 7, molto importantepoich tocca una delicatissima questione, quella del giuramento alRe: Il Partito Fascista Repubblicano libera gli ufficiali delle ForzeArmate dal giuramento prestato al Re, il quale, capitolando allecondizioni ben note e abbandonando il suo posto, ha consegnato laNazione al nemico e lha trascinata nella vergogna e nella miseria.

    Il giorno successivo Mussolini, da Monaco, parla per radio agliitaliani, dichiarando che Lo Stato che noi vogliamo instaurare sarnazionale e sociale nel senso pi lato della parola; sar cio fascistanel senso delle origini.

    Buffarini-Guidi e Pavolini si incaricano dei nominativi da pro-porre per la formazione del nuovo Governo. Dalla sede di Romadel Partito Fascista Repubblicano, Buffarini parla al telefono con ilDuce comunicandogli i nominativi: il Maresciallo dItalia RodolfoGraziani, alla Difesa; la medaglia doro Francesco Maria Barracu,sottosegretario alla Presidenza; lavvocato Serafino Mazzolini, sot-tosegretario agli Esteri (Mussolini aveva direttamente assunto lacarica di ministro degli Esteri); lo stesso Guido Buffarini-Guidi,avvocato, agli Interni (gli subentrer Paolo Zerbino); il professorDomenico Pellegrini-Giampietro, alle Finanze e Scambi Valutari;lavvocato Antonio Trincali-Casanova, alla Giustizia (alla sua mor-te, dovuta a cause naturali, sar sostituito dallavvocato Piero Pi-senti); lingegner Silvio Gai, all Economia corporativa (dal 31 di-cembre 1943 sostituito da Angelo Tarchi, gi commissario allIMIe allIRI); Ruggero Romano ai Lavori pubblici; Fernando Mezza-soma alla Cultura popolare; Il professor Carlo Alberto BigginiallEducazione nazionale; Giuseppe Peverelli alle Comunicazioni;il dottor Edoardo Moroni allAgricoltura; il comandante Carlo Bot-to, sottosegretario allAeronautica; lammiraglio di squadra Anto-nio Legnani, sottosegretario alla Marina. Alle Comunicazioni, inluogo dellingegner Giuseppe Peverelli, latitante perch avversoai pericoli (come scriver il giornalista Bruno Spampanato, prota-gonista e testimone di quei giorni), subentrer Augusto Liverani,sindacalista che aveva dato prova di non comuni doti di organizza-tore.

    Il 19 gennaio 1945, con decreto del Duce, sar nominato respon-sabile del nuovo ministero del Lavoro Giuseppe Spinelli, operaio,sindacalista, gi podest di Milano. Si legge in Lultimo federale di Vincenzo Costa, Societ editrice il Mulino, 1997, che la sceltanon poteva essere pi felice e riscosse lapprovazione di tutti, tran-ne forse quella degli industriali che vedevano nella creazione delnuovo ministero e nella nomina del ministro la volont di procede-re a una pi rapida attuazione della socializzazione.

    Molti degli uomini fin qui nominati, insieme ad innumerevoli al-tri pi o meno famosi, pagheranno con la vita limpegno nella RSI:da Farinacci a Buffarini-Guidi Gran parte di essi sar fucilata aDongo. Nel citato Lultimo federale , dove questi ultimi sono ri-cordati, scritto: I condannati di Dongo scesero in lunga fila nellapiazza del municipio, si schierarono davanti al porticciolo. [] Icondannati ebbero un solo grido che echeggi pi forte della mitra-glia: Viva lItalia. Bombacci, invece, ripet sino allultimo ranto-lo, sino al colpo di grazia, con tutti i suoi polmoni Viva il sociali-smo!: un socialista era andato a morire da fascista. Alle medagliedoro fu negata la fucilazione al petto. Ecco lelenco dei caduti:Francesco Barracu: medaglia doro al valor militare, mutilato diguerra, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri;

    Alcuni dei ministri pagheranno con la vita, a Dongo, il loro impegno nella Repubblica Sociale Italiana

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    nesto Daquanno: direttoredellagenzia Stefani; Gian Lui-gi Gatti: tenente, medagliadoro al valor militare, segreta-rio particolare del Duce; Augu-sto Liverani: ministro delleComunicazioni; FernandoMezzasoma: ministro dellaCultura popolare; AlessandroPavolini: ministro segretariodel Partito Fascista Repubbli-cano, comandante generaledelle Brigate Nere; Paolo Por-

    ta: avvocato, commissario deiFasci repubblicani di Como;Marcello Petacci: dottore inlegge; Mario Nudi: presidentedella Confederazione agricol-tori; Ruggero Romano: mini-stro dei Lavori pubblici; IdrenoUtimperghe: commissario deiFasci repubblicani della pro-vincia di Lucca; Paolo Zerbi-no: ministro degli Interni.

    Lultimo ad essere trascinatoa morte fu il fratello di ClarettaPetacci, scovato in una viuzzadietro il municipio da quelMatteri, un tempo fascista diGarzeno e con un figlio nelleBrigate Nere ...

    Il 23 settembre Mussolinirientra dalla Germania e giun-ge alla Rocca delle Caminate,sua dimora di campagna, doverisieder quindici giorni, tute-lato da una compagnia di carri-sti della Leibstandarte (la Divi-sione delle Waffen SS si trova-va in quel momento nel NorddellItalia, reduce da duri com-battimenti sul Fronte Orientale,ed era stata incaricata del di-sarmo delle nostre truppe dopol8 Settembre).

    Qui avverr la prima convo-cazione dei ministri, fissata per

    il 27 del mese. Spampanato an-noter il poco entusiasmo su-scitato dalla scelta del luogo diriunione: Palazzo Venezia e-gli commenter nelloperaContromemoriale avrebbecertamente rivestito un impor-tanza (anche psicologica) mag-giore, in quanto a Roma, citt-simbolo, si sarebbe sanata lagrave questione della vacanzadi potere.

    Le direttive del nuovo Go-verno consistono, innanzi tutto,nel riprendere le armi a fiancodellalleato germanico, poichci visto come lunico modoper recuperare il prestigio poli-tico e morale dellItalia; quindiMussolini annuncia il riordina-mento dello Stato e l accerta-mento delle responsabilit chene hanno causato la crisi; il Se-nato regio viene sciolto, sarindetta una Costituente, leConfederazioni dei lavoratorisi fonderanno in ununica sin-tesi delle forze produttive assu-

    mendosi il lavoro come carat-teristica fondamentale delloStato; verranno ricostituite leforze armate, in quanto espres-sione della concreta vitalit diuna Nazione.

    Il riconoscimento tedesco delnuovo Governo non si fa atten-dere e gi il 28 settembre Hit-ler trasmette a Mussolini un te-legramma cos concepito:

    Duce, con gioia e soddisfa-

    zione ho ricevuto la vostra co-municazione riguardante la co-

    stituzione del Governo FascistaRepubblicano. Mi onoro di co-municarvi che il Grande Reichtedesco riconosce il Governoda voi costituito ed deciso, infedele e cameratesca alleanza,di continuare la guerra fianco afianco col vostro Governo finoalla vittoriosa conclusione.

    Quello stesso 28 settembrevede, da parte del Giappone,della Bulgaria, della Cecoslo-

    TUTTI GLI UOMINI DEL DUCE Nicola Bombacci: organizzato-re sindacale, socialista; VitoCasalinuovo: colonnello, ad-detto al Duce; Goffredo Cop-pola: professore, presidentedellIstituto di cultura fascista;Pietro Calistri: capitano pilotadella areonautica militare; Er-

    Nelle direttivedel nuovoGoverno

    il riordino

    dello Stato e laricostituzionedelle

    Forze Armate

    Sopra, da sinistra: Carlo Botto (sottosegretario Aeronautica).Antonio Legnani (sottosegretario Marina).Piero Pisenti (ministro della Giustizia dal 07/11/43).Angelo Tarchi (ministro alla Economia corporativa dal 31/12/43).

    Villa delle Orsoline a Gargnano, sede di lavoro di Mussolini

    PISENTI, TARCHI E SPINELLI SUCCEDONO ALLA GIUSTIZIA, ECONOMIA E LAVORO

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    ogni senso di giustizia, si potagire liberamente per giorni egiorni compiendo ogni sorta dicrimine. Norme apposite prov-videro poi ad ascrivere tra gliatti di guerra anche lo stu-pro. (1)3 - Arrivati infine i reali vinci-tori, gli Alleati, questi disarma-rono subito le formazioni parti-giane imponendone lo sciogli-mento, ed estendendo imme-diatamente anche al Nord, conproclami affissi ovunque, le lo-ro leggi compresa la censurasulle pubblicazioni. La direttaamministrazione alleata cesse-r ufficialmente solo il 1 gen-naio 1946. E oggi si aggiuntoun ulteriore paradosso: quellodi interpretare come conquistamorale la resa del settembre43, concordata col nemico allespalle delle altre Nazioni allea-te. Altro che revisionismo!

    fronte ad un argomento gene-ralmente trascurato anche daglistudiosi e pertanto ai pi sco-nosciuto pur rivestendounestrema attualit, conclude-re riportando in tema le chiareparole del prefetto di TorinoDavide Fossa alla vigilia deiCors i d i PreparazioneallEconomia Socializzata(febbraio-aprile 1945, a curadel P.F.R. di Torino). Si riflettasullanno, il 1945: gli Alleatiminacciano la Pianura Padanae ogni residua speranza di vit-toria da tempo sfumata, e tut-tavia esistono persone di fedema non accecate dalla fazione,uomini magnanimi che conti-nuano ad operare mettendolingegno al servizio del Paese:Siniziano oggi a Torino le le-zioni del Corso di Preparazio-ne alla Economia Socializzata,corso organizzato per il secon-do anno dalla Federazione deiFasci Repubblicani. []IlCorso non avr certamenteun carattere di politica dipartito. Vi potranno interve-nire per asc oltare e per di-scutere anche uomini che dal

    punto di vista politico sono aldi l della barricata, uniti anoi nella considerazione esse-re il Lavoro lelemento deter-minante di ogni sviluppo e diogni progresso. []

    La Repubblica Sociale Ita-liana sorta da una grande ca-tastrofe, la pi grande che ilnostro popolo abbia cono-sciuto nei millenni della suaStoria, fonda nel lavoro la ra-gione della sua vita. Gi lavoce del Capo ricordate ca-merati torinesi, la voce diMussolini da Monaco, dopoil silenzio dei quarantacinquegiorni aveva enunciato ilprogramma: Fare del Lavo-ro finalmente il soggettodelleconomia e la base in-frangibile dello Stato.

    Si partiti da questa premes-sa per fondare lo Stato del La-voro.

    Secondo taluna gente questoaspetto sociale, decisamentesociale, del Fascismo Repub-blicano non era determinatoche da condizioni di caratterecontingente. Si osato parlare

    di improvvisazione di frontealla gravit della situazione po-litico-militare, di dispetto con-tro categorie, caste, gruppi ver-so i quali si volevano assume-re, per ragioni polemiche,posizioni di ostilit. Errore,marchiano errore!

    Sin dal lontano 1919, Musso-lini, parlando agli operai diDalmine che avevano occupatole fabbriche, innalzando laBandiera tricolore e avevanocontinuato il lavoro chiamandovicino a loro a guida, a soste-gno ed a controllo, ingegneri etecnici, gi allora Mussolini di-chiarava che il lavoro dovevaessere conquista, vittoria di uo-mini liberi.Voi non siete pisalariati ma compartecipi,corresponsabili nella produ-zione . Nel novembre del 43nel Manifesto di Veronalaffermazione uguale: Basedella Repubblica il Lavoro.[]

    Quanto cammino e quantastoria: dalla lotta di classe, da-gli scioperi, dalle serrate, dallarissa economica fra i diversi e-lementi della produzione, alla

    Il 12 febbraio del 1944lagenzia Stefani distribuiva aigiornali un fascio di veline ri-guardanti la Socializzazione. Ildecreto legislativo pertinentecondensava in 45 articolilargomento, previsto e con-templato qualche mese primanel programma di Verona agliarticoli 9 e seguenti, relativi al-la materia sociale. La Socializ-zazione non pot essere com-piutamente attuata per quattroragioni: prima di tutto, la guer-ra in casa; secondo, il processotecnico-burocratico non potevacompiersi in meno di tre mesi;terzo, lostilit degli industria-li, che avvertivano un chiarofreno al proprio arbitrio; ulti-mo, la diffidenza degli stessitedeschi, alcuni dei quali vede-vano nella Socializzazione unospostamento a sinistra, men-tre altri, meno ottusi, riteneva-no semplicemente che qualsia-si mutamento di carattere a-ziendale non fosse opportunoin quelle circostanze, in quantoavrebbe comportato riflessi ne-gativi sulla produzione bellica.

    Ci sembra opportuno, di

    Con la fine della Rsi inizia al Nord la strage di fascisti o presunti tali, sia militari che civili. Una strage che coinvolge decine di migliaia tra uomini e donne in gran parte passati per le armi con giudizi sommari.E non mancano le sevizie.Un esempio emblematico quello della famiglia Rebecchi,quattro innocenti massacrati a Cavezzo provincia di Modena (nella foto) dai comunisti.

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    Allinterno invece, nellItalianon ancora invasa dove la RSIsi costituita e pu far valere apieno titolo la propria autorit,questi problemi sono molto

    meno sentiti. Il personale inter-vento di Mussolini ha fatto riti-rare il marco doccupazione, ele monete, pur conservandoleffigie del Re, sono italiane.Qui non circolano le amlire,a differenza di quanto avvieneal Sud dove i detentori arriva-no a riconoscere la semplicecobelligeranza, vale a dire a-ver preso atto che le armi ita-liane sono ora rivolte altrove.Al Nord non esiste il PWB perla stampa, la censura preventi-va che i liberatori esercitanosu ogni pubblicazione del Re-gno del Sud, n sincontra ilcorrispettivo della MP (la Poli-zia Militare alleata): la Guar-dia Nazionale Repubblicana,

    formata da italiani, che svolgetale mansione.Dove la RSI governa, non

    tollerato che vengano requisitii palazzi per costituirvi uffici obordelli, la qual cosa deve in-vece subire il governo legitti-mo, che non ha alcun titoloper opporsi a qualsivoglia im-posizione, a motivo della resaincondizionata. necessarioricordare che la considerazionedi Hitler nei confronti di Mus-solini e dei suoi uomini al-quanto diversa da quella degliAlexander, o dei Clark, o degliEisenhower nei riguardi degliesponenti del Sud.

    Ci sono certamente, su alNord, tante cose che non van-no; da chiarire, da risolvere, dariguadagnare. Una tra le piurgenti, data dal fatto che inostri soldati, dopo l8 Settem-bre, sono stati disarmati ed in-ternati; inoltre i tedeschi, nontutti, ma comunque non pochi,sono logicamente restii alla ri-costituzione di un esercito chepoco tempo innanzi, in pi ca-si, si loro rivoltato contro. Ecome non bastasse, il 13 otto-bre, Badoglio ha perfezionatoil tradimento dichiarando, fi-nalmente in maniera esplicita,guerra alla Germania. No, non affatto facile, data la situazio-ne, conservare dignit e fer-mezza mantenendo nervi saldi,di fronte alle ovvie accuse edalle pretese dei tedeschi. Mus-solini affronta dunque il deli-

    cato e complesso problema de-gli internati trattando diretta-mente con Hitler la loro libera-zione, mentre a Roma si costi-tuisce al Viminale un Ufficiodi coordinamento con le auto-rit militari germaniche rettoda Coriolano Pagnozzi, capo digabinetto del ministero degliInterni. Risultati: a partiredallestate 1944, gli italiani la-sceranno i campi di prigioniaper essere restituiti alla dignitdel lavoro; si ricostituiscelesercito, ottenendosi che an-che le province della VeneziaGiulia diano nuovi soldati allaRepubblica (un modo chiaroper riaffermare il carattere na-zionale di quei territori). Tuttoci possibile grazie al presti-gio intatto di Mussolini, non-ch allascendente di Grazianial quale, giova sottolinearlo,

    sar affidata unArmata, laLiguria comprendente varireparti tedeschi) che difenderfino allultimo, con determina-zione e fede, i valichi alpini;ma non si pu nemmeno tacereil contributo di ministri capaci,n lapporto dei funzionari edelle maestranze: la fatica,nobile e sconosciuta, di mi-gliaia di persone le quali ope-rano, innanzi tutto, per lItalia;donne e uomini che avrannocome ricompensa, in moltissi-mi casi, una pallottola in corpoe loblio oppure, se fortunati,lemarginazione. Questo ildestino dei vinti, vero, maqui sono altri sconfitti a com-minare le pene; sono anchessiitaliani, che dunque hanno u-gualmente perduto la guerra eche la volevano perdere ad o-gni costo; ora costoro indossa-no i panni del vincitore e si er-gono a giudici dichiarando, agiochi finiti, di riconoscersi nellegittimo governo della ca-pitolazione pur disprezzandoBadoglio e, magari, anche ilRe. Questo ci che si continuaad insegnare nelle scuole, cele-brandosi in perpetuo, come vit-toriosa conclusione del conflit-

    to, il 25 aprile: data, in realt,stabilita dal CLN perinsorgere

    perch i tedeschi se ne stavanogi andando (e in effetti, inmolti casi, siinsorse anche pitardi, quando si era sicuri chele forze germaniche fosserolontane abbastanza). Ma alloracontro chi si insorgeva, se glistessi soldati della Repubblicadeponevano le armi, e certa-mente non per la discesa deipartigiani dai monti, ma perchgli Alleati avevano ormai tra-volto le ultime resistenze? Ifatti, anche se risultano scomo-

    di, si svolsero invece precisa-mente in questo modo:1 Nel sistema ereditato dagliantifascisti, si verific una purae semplice rimozione del per-sonale preesistente, sostituitoda elementi scelti dai partiti inferoce concorrenza tra loro;pertanto i posti furono accapar-rati a seconda della maggiore ominor pressione esercitata daquesta o quella sigla nei diversisettori: cos a Torino prevalse-ro i comunisti, mentre a CuneoGiustizia e Libert.2 - Nel vuoto assoluto di qual-sivoglia parvenza dordinepubblico, nellassenza totale di

    DIFFICOLT CON I TEDESCHI IL PROBLEMA DEGLI INTERNATI IN GERMANIA VIENE AFFRONTATO DIRETTAMENTE DA MUSSOLINI CON HITLER

    Sopra: si abbattono i reticolati. Il ministro Mazzolini in visita agli ex internati militari in Germania.A fianco: Il nuovo Esercito repubblicano diventa una realt.

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    vacchia e della Croazia, il rico-noscimento del Governo Fasci-sta Repubblicano.

    La guerra non consentir larealizzazione della Costituente,che Mussolini ed i collaborato-ri al progetto, volevano forte-mente. Da essa sarebbe dovutasorgere la nuova Carta costitu-zionale per lo Stato: Spampa-nato, uno degli addetti alla pre-parazione, aveva presentato alDuce uno studio comparato re-lativo alle seguenti costituzio-ni: la turca di Kemal, la spa-gnola di Franco, la portoghese

    di Salazar, la tedesca di Hitlere la sovietica nella sua ultimaedizione.

    Nel Contromemoriale tro-viamo che Mussolini, rilevan-do che non era citata quella diWashington, fece notare aSpampanato che non la consi-derava, nonostante gli anni, an-tiquata, giacch era riuscita adaccompagnare nellascesa lanazione americana. E aggiunsedaver s accusato gli Stati U-niti di plutocrazia, ma nella lo-ro politica estera, affermando:Io non discuto i regimi inter-ni. Ricordate che noi fascistisiamo antibolscevichi, eppurela nostra politica di amiciziacon lUnione Sovietica fu sem-

    pre cordiale e sincera. Quindi,tornando allAmerica, aggiun-se: Io non ho mai discusso lapotenza di ques ta grande Na-zione, ma la demenza del si-gnor Roosevelt. E in quanto al-la costituzione americana, cisono alcuni princip che trovointeressanti. I poteri del Presi-dente. Una volta che alla Ca-sa Bianca, mandatovi demo-craticamente dalla Nazione, il Presidente che fa la politicadegli Stati Uniti. Il suo gover-no in realt un consiglio digabinet to . Questo dallAmerica una mobilit edunenergia, nei rapporti inter-

    Una grande occasione perdu-ta: il 14 novembre 1943 a Ve-rona, nel salone di Castelvec-chio, si riunisce lAssembleadel Partito Fascista Repubbli-

    Europa eternamente rimescola-ta dagli inglesi non costituisceun affare semplice per la CasaBianca. LAmerica non chie-der amicizie o alleanze a que-sta o quella nazione, maallEuropa. Del resto, un Eu-ropa unita, in ordine, forte, sa-r oltre tutto una buona cliente.Dovranno pure buttare in qual-che parte la loro sovrapprodu-zione [] LEuropa un mer-cato enorme, di illimitato as-sorbimento per la sua civilt.Sapete che lalta produzionepu essere un fenomeno di ric-

    chezza naturale, di materie pri-me, ma lalto consumo sem-pre un fenomeno di civilt. Ilgiorno che gli americani avran-no bisogno anche del mercatoeuropeo, la politica inglese do-vr rivedere tutte le sue posi-zioni nel vecchio Continente e

    autori, un ruolo di rilievo (si fatto notare come il pensiero diBombacci sia avvertibile nellospirito pi socialistico che cor-porativistico che caratterizza ildocumento); ma stato lo stes-so Mussolini a stendere ilManifesto curandone la re-dazione finale, e chiamando acollaborare un giurista, Rolan-di Ricci, e Biggini, che era sta-to professore di diritto corpora-tivo a Pisa. La riforma delloStato sarebbe dovuta partire daquei 18 punti, il primo dei qua-li affermava come la Costi-tuente fosse condizione indi-spensabile per tale riforma:Sia convocata la Costituente,potere sovrano di origine po-polare, che dichiari la decaden-za della Monarchia, condannisolennemente lultimo Re tra-ditore e fuggiasco, proclami laRepubblica Sociale e ne nomi-

    LA CARTA COSTITUZIONALE internazionali, assolutamentesingolari.

    Mussolini espresse quindidelle interessanti considerazio-ni (accuratamente annotatedall interlocutore) sui futurirapporti fra Stati Uniti ed Eu-ropa, in vista dellassetto poli-tico-economico a venire evi-denziando, insieme a non co-muni doti di preveggenza, quelsenso pratico che non gli eramai venuto meno. Disse:Aspettate che gli Stati Unitidimentichino il vecchio com-plesso dinferiorit con

    lInghilterra, e vedrete. L A-merica questa volta non torne-r allisolamento come dopolaltra guerra. Ma far una po-litica mondiale, e non c poli-tica intercontinentale che noncominci da questo ombelicodel mondo che lEuropa. Una

    nel Mediterraneo, e fare postoa quella americana [...] Gli in-glesi si pentiranno di aver ri-fiutato un compromesso inter-no europeo, chiamando per laseconda volta l'America. Manon solo di questo si pentiran-no.

    IL MANIFESTO DI VERONAcano. Il programma, che sarricordato col nome diManifesto di Verona, statoscritto a pi mani: Pavolini eBombacci hanno avuto, tra gli

    Sopra, da sinistra: Giuseppe Spinelli (ministro del Lavoro dal 22/01/45).Paolo Zerbino (ministro dellInterno dal 21/02/44).Filippo Anfuso (sottosegretario per lEstero dal 25/03/45).Renato Ricci (Ministro di Stato).Sotto: A Castelvecchio (Verona) si svolge la Prima Assemblea del PFR.

    ZERBINO E ANFUSO TRA I NUOVI SOTTOSEGRETARI ALLINTERNO E AGLI ESTERI

  • 8/6/2019 Historic an 05 Del 2003

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    mini il Capo. Allultimo pun-to, quasi a sottolineare lo sco-po del Manifesto, si ribadivacome esso costituisse ilpreambolo alla Costituente.Va detto che, nonostante le in-tenzioni di Mussolini, lo spiritoche animava il programma nonpot avere realizzazione, n al-lora, n mai; le prime difficoltsorsero subito, a causa dell at-mosfera di Castelvecchio, resaincandescente allorch Pavoli-ni ebbe annunciato che a Ferra-ra, in unimboscata, aveva per-so la vita il federale Ghisellini.Mussolini, che non era presen-te al congresso, Avrebbe vo-luto come annot poi Spam-panato una pi ampia discus-sione, una prova di maggiorematurit nei delegati del parti-to. Aveva letto con attenzione,mi disse, i resoconti stenografi-ci, le osservazioni e le criticheerano restate in superficie.

    assai pi ampio, tanto che ilsuo impianto potr dirsi inqualche misura stabilizzato so-lo verso la fine del 43. Il 25novembre i capi delle provincesettentrionali sono per la primavolta chiamati a rapporto, aMilano, dal ministro degli In-terni Buffarini Guidi e la datapu essere assunta come alme-no simbolica conclusione dellafase iniziale di pi aperta anar-chia. 25 novembre: il che si-gnifica che due mesi dopo laprima convocazione dei mini-stri, i capi-provincia, ossia iprefetti, erano in grado di ren-der conto dellazione propria e

    delle direttive impartite ai po-dest (o commissari prefettizi)dei vari Comuni. Sarebbe inte-ressante, riguardo all efficien-za della macchina statale, aiconfusi e affannosi contatti ealliniziale anarchia riferiti alNord, fornire una panoramicacompleta della situazione ita-liana di allora attraverso unconfronto col Regno del Sud;ma, stranamente, si evita sem-pre di farlo.

    La presenza di Rodolfo Gra-ziani era stata considerata mol-to favorevolmente dai tedeschiper la costituzione del nuovoGoverno, anzi,conditio sine

    qua non alla creazione del nuo-vo Stato repubblicano; la suapopolarit, nonostante egli vi-vesse da qualche tempo appar-tato, era comunque alta e le sueultime sfortunate imprese in A-frica settentrionale s imputa-vano alla endemica inferioritdi mezzi e mancata soddisfa-zione delle sue richieste daparte dello Stato Maggiore,piuttosto che a limiti personali.

    La sera del 25 settembre (duegiorni prima della convocazio-ne dei ministri alla Rocca delleCaminate) il Maresciallo avevatenuto un incisivo discorso daRadio-Roma, nel quale avevainchiodato Casa Savoia e Ba-doglio alle terribili responsabi-

    lit della resa che aveva porta-to lintera Nazione al collassoe nellanarchia le Forze Arma-te, mentre continuavano i bom-bardamenti terroristici sullecitt italiane (nella sola Frasca-ti 6.000 morti) chiamando infi-ne gli Italiani al combattimen-to.

    Il 1 ottobre Graziani, tenutoun discorso agli ufficiali al Te-atro Adriano, si reca allAltare

    UN NUOVO APPARATO STATALE Poi le circostanze belliche,lurgenza di far fronte al crescen-te conflitto civile, non permiserola definizione di una riforma cuiMussolini teneva moltissimo.

    Il Governo non risieder pi a

    Roma trasferendosi sul Garda eSal passer alla storia identifi-candosi, chiss perch, nel suocentro direttivo: in realt a Salesisteva soltanto un ministero,quello alla Cultura; successiva-mente si aggiunsero gli uffici delsottosegretario agli Esteri Mazzo-lini. La sede di Graziani era a De-senzano; a Padova si trovavano iministeri dellEducazione nazio-nale e dellEconomia corporativa(questultima passer poi a Ber-gamo col nuovo ministro AngeloTarchi); le Finanze si trovavano aBrescia il centro era Gargna-no dove il Duce risiedeva, a VillaFeltrinelli, mentre gli uffici eranoa Villa delle Orsoline. Si imma-gini far partire tutto lapparato

    tecnico-amministrativo e render-lo funzionante in tempi quantomai ristretti (orga nizzare gli ar-chivi, il personale, la burocrazia,i collegamenti telefonici e a mez-zo corrieri, i servizi sociali, quellidi ordine pubblico e lesercito):unimpresa non da poco, implici-tamente riconosciuta da fonte an-tifascista, al convegno di Bresciaavvenuto nei giorni 4-5 ottobre1985 allorch uno dei relatori,Massimo Legnani, cos si espres-se: Se dieci giorni di confusi eaffannosi contatti bastano a for-mare il governo della RSI,lirradiazione del nuovo poterealla periferia richiede un tempo-

    A fianco: Villa Feltrinelli,a Gargnano del Garda residenza di Mussolini fino al 18 aprile 1945.In basso: Mussolini esce dalla residenza salutato dalle due sentinelle,una italiana e laltra tedesca.

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    dimettersi per incompatibilitcon gli emissari del Reich. Gliaustriaci (o, meglio,austria-canti dal momento che l Au-stria non c pi da quando sunita alla Germania) tentano

    lannessione, dopo la capitola-zione, del Trentino e dellAltoAdige. Franz Hofer, rappresen-tante tedesco a Trento un ca-rinziano che con soldati tirolesinon nasconde le proprie mire.Non c da stupirsi, del resto:ricordiamo il passo del Diario

    Intimo di Gbbels, in cui siammonisce che senza il ritornodi Mussolini, grazie al quale cisi pu nuovamente confrontaretra vecchi alleati su un piano diparit, lItalia badogliana sa-rebbe stata severamente punita.

    Stesso problema a Trieste:ma qui, dove la Whermachtpresidia la citt e tutto il Lito-rale Adriatico, bisogna ricono-scere che sono stati i tedeschi asalvare da Tito quelle nostreterre lasciate senza pi difesedopo l8 Settembre.

    Anche qui, comunque, e for-se pi che a Trieste, esercito efunzionari (austriaci) le prova-no tutte per incorporarsi quellezone. Ma qui esiste gi una fe-derazione fascista riorganizzatadal sindacalista Idreno Utim-perghe, il quale sin dall11 set-tembre lha resa attiva col no-me di Ettore Muti. Paroladordine quella di conserva-

    fianco della Germania i fasci-sti: il 1 ottobre 1943 scattacontro le bande slaveunoffensiva condotta dalla Di-visione SSPrinz Eugen , che daTrieste sirradia in tutta lIstria.Le operazioni durano undicigiorni, e portano a scoprire mi-gliaia di infoibati.

    Il 15 ottobre si annunzia il

    Supremo Commissariato per il L i t o r a l e A d r i a t i -co (Adriatisches Ksten-land), che assume sul posto

    persone gi appartenenti allamministrazione austro-un-garica presieduti dal carinzianoFriedrich Rainer, commissarioa Trieste: il pi tristemente fa-moso di quei personaggi, brac-cio destro di Rainer, sar OdiloLotario Globocnick, il quale si legge nelle memorie diSpampanato riuscir ad av-velenare in quel settore i rap-porti italo-tedeschi come nem-meno la propaganda nemica e-ra riuscita a fare. Tuttavia, conlinsediamento a Trieste delnuovo prefetto, Bruno Cocea-ni, e del podest Cesare Pagni-ni, il Commissariato si trova adover riconoscere le precisecondizioni poste dai due italia-

    ni sulla riaffermazionedellitalianit della VeneziaGiulia. Ma queste vicende dan-no lidea di cosa sarebbe statodi tutta lItalia, senza la ricosti-tuzione di uno Stato e di un ef-ficiente e risoluto Governo nelcentro-nord del Paese. Nonsono qui per rinunziare a unsolo metro quadrato di territo-rio dello Stato, dir Mussoli-ni.

    della Patria accompagnato dal-le autorit italiane e tedesche,in un bagno di folla. Egli as-surge a simbolo dellonore mi-litare e della volont di riscos-sa.

    Il Consiglio dei Ministri, indata 24 novembre 1943, deli-bera che dal 1 dicembre p.v.lo Stato Nazionale Repubblica-no prende il nome definitivo diRepubblica Sociale Italiana[] la bandiera della R.S.I. iltricolore col fascio repubblica-no sulla punta dellasta; la ban-diera di combattimento per leForze Armate il tricolore confregio e una frangia marginaledi alloro e ai quattro angoli ilfascio repubblicano, una gra-nata, unancora e unaquila.

    Uno dei problemi pi arduiche la RSI deve affrontare rappresentato dai territori difrontiera. A Trento il prefettoItalo Foschi stato costretto a

    ALTO ADIGE E VENEZIA GIULIA

    AUSTRIACANTI

    ALLOPERA

    A fianco: Il prefetto di Trieste, Bruno Coceani,che difese litalianit della citt giuliana sino allAprile del 1945.Sotto: 4 novembre 1918: marinai italiani sfilano per le vie di Zara. Una foto depoca che testimonia litalianit della citt .

    re, costi quel che costi,litalianit di Trieste e delleterre giuliane. Viene anchepredisposta unemittente radio-fonica, Radio-Muti, poi Ra-dio-Venezia Giulia e le tra-smissioni saranno sempre libe-re dallingerenza dell invaden-te alleato. Quei territori vedonoadesso nuovamente battersi a

    LAZIONE DELLA REPUBBLICASOCIALE ITALIANAPER LITALIANIT DI TRIESTE E DELLE TERRE GIULIANE