Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e...

52
n.83 / 3 FEBBRAIO 2014 estratto da dday.it Test shock: la gente preferisce le foto dello smartphone Inchiesta verità: i risultati di un’indagine alla cieca su foto stampate in A4. Se la foto è “facile” vince lo smartphone LG OLED 55” in prova Il TV dei sogni è realtà Dopo tanta aesa, l’OLED LG soo torchio nel nostro lab Immagini speacolari e nero perfeo. Prezzo a 6.499€ 44 36 Internet: Italia vergogna d’Europa. Caio: nel 2020 andremo tutti a 30mb/s Test Motorola Moto G completo e compatto PlayStation 4 in prova: viva il gaming 48 40 Haier entra “decisa” nel mercato italiano smartphone Lenovo compra in svendita Motorola da Google Prova: Basi sonore per TV, un successo meritato 15 08 46 02 e 03 un’economia accelerata solo dalla Rete, agli ultimi posti in Europa e con le aree già industrialmente de- presse che si avviano a confermarsi cyber-deserti senza speranza. Perché una rivista di tecnologia parla - e in maniera sintetica e quindi semplicistica - di politica industriale? Perché una diffusione rapida dell’infrastruura di rete è una necessità non più per la sola comunità dei tecnologi o per le im- prese ma per tua la Nazione. Una necessità urgente per la quale do- vrebbero valere le leggi speciali, le deroghe, i commissari straordinari con poteri altreanto straordinari. Si deve passare senza indugio - per la salvezza nazionale - alla confisca della rete fisica a Telecom Italia, proprio come negli anni ’50 si sono confiscati i campi ai contadini dove Confiscare la rete a Telecom: un dovere nazionale In un paio di giorni abbiamo subito una doppia doccia fredda sui nostri desideri di banda larga. La prima è arrivata dal report sullo stato di Internet di Akamai, che posiziona l’Italia agli ultimissimi posti in Eu- ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche di penetrazione e velocità media e di picco. Un Paese, l’Italia, che riterrebbe di avere titolo a sedere nel consesso del G8. La seconda doccia fredda arriva dal rapporto Caio sulla diffusione di Internet. Non tanto perché la fotografia che ne esce stupisca più di tanto, ma perché oramai inizia ad apparire chiaro, anche da una relazione “morbida” come quella di Caio, che una diffusione dignitosa della banda larga, ammesso che tut- to vada per il meglio, non arriverà prima del 2020, forse anche oltre. Il tessuto industriale italiano si sta sfaldando, com’è naturale che sia con un costo del lavoro elevato, troppo elevato rispeo ai redditi; e non è più solo un problema del Mezzogiorno ma anche dell’opero- so Nord, come, per esempio, dimo- stra il caso Electrolux. Neelie Kroes, commissaria europea per l’agenda digitale, in un recente interven- to proprio in Italia ha ricordato come Internet crei cinque posti di lavoro ogni due persi. Peccato che la sensazione sia che i posti persi siano in Italia e che quelli creati da Internet prevalentemente all’estero. La commissaria Kroes è olandese e l’Olanda è prima assoluta nelle classifiche europee di diffusione della banda larga e velocità media di connessione: più facile dal suo punto di vista essere oimisti. Ovviamente il “nemico” che alimenta la crisi non è Internet che ruba posti di lavoro; Internet è solo la (possibile) salvezza. Il nemico ce l’abbiamo in casa: decenni di mala- gestione della cosa pubblica e anche della cosa privata, se è vero com’è vero che Telecom Italia privatizzata ha abbandonato ogni piano sensato di cablaggio in fibra. Politici e funzionari si sono mac- chiati per decenni di malversazioni, così tanto da creare l’equazione nella testa della gente che gestione pubblica è uguale a ruberia. E che quindi sia sempre meglio il libero mercato, anche se fao a colpi di privatizzazioni affreate. Ma oggi abbiamo davanti agli occhi come la mancanza di una programmazione delle infrastruure a medio e lungo termine ci abbia messo all’angolo, con le prospeive di diventare, in dovevano passare le autostrade, considerate allora infrastruure strategiche. Il discorso si sposti solo sulla correa valorizzazione dell’indennizzo da riconoscere a Telecom per l’esproprio. Ma la rete deve tornare al più presto nella gestione statale, magari proprio soo il controllo dello stes- so Caio, e su di essa si devono inne- stare investimenti a medio e lungo termine per accelerare lo sviluppo e la diffusione di Internet anche oltre la convenienza economica di breve. Adesso non si scherza più, adesso è il momento di cambia- re. Anche perché vale sempre il vecchio adagio: “In tempi di grandi cambiamenti, chi non cambia deve essere cambiato”. Gianfranco GIARDINA

Transcript of Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e...

Page 1: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

Test shock: la gentepreferisce le foto dello smartphoneInchiesta verità: i risultati di un’indagine alla cieca su foto stampate in A4. Se la foto è “facile” vince lo smartphone

LG OLED 55” in prova Il TV dei sogni è realtàDopo tanta attesa, l’OLED LG sotto torchio nel nostro lab Immagini spettacolari e nero perfetto. Prezzo a 6.499€

44

36

Internet: Italia vergogna d’Europa. Caio: nel 2020 andremo tutti a 30mb/s

Test Motorola Moto G completo e compatto

PlayStation 4 in prova: viva il gaming

48

40

Haier entra “decisa” nel mercato italiano smartphone

Lenovo compra in svendita Motorola da Google

Prova: Basi sonore per TV, un successo meritato15 08 46

02 e 03 un’economia accelerata solo dalla Rete, agli ultimi posti in Europa e con le aree già industrialmente de-presse che si avviano a confermarsi cyber-deserti senza speranza.Perché una rivista di tecnologia parla - e in maniera sintetica e quindi semplicistica - di politica industriale? Perché una diffusione rapida dell’infrastruttura di rete è una necessità non più per la sola comunità dei tecnologi o per le im-prese ma per tutta la Nazione. Una necessità urgente per la quale do-vrebbero valere le leggi speciali, le deroghe, i commissari straordinari con poteri altrettanto straordinari. Si deve passare senza indugio - per la salvezza nazionale - alla confisca della rete fisica a Telecom Italia, proprio come negli anni ’50 si sono confiscati i campi ai contadini dove

Confiscare la rete a Telecom: un dovere nazionaleIn un paio di giorni abbiamo subito una doppia doccia fredda sui nostri desideri di banda larga. La prima è arrivata dal report sullo stato di Internet di Akamai, che posiziona l’Italia agli ultimissimi posti in Eu-ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche di penetrazione e velocità media e di picco. Un Paese, l’Italia, che riterrebbe di avere titolo a sedere nel consesso del G8.La seconda doccia fredda arriva dal rapporto Caio sulla diffusione di Internet. Non tanto perché la fotografia che ne esce stupisca più di tanto, ma perché oramai inizia ad apparire chiaro, anche da una relazione “morbida” come quella di Caio, che una diffusione dignitosa della banda larga, ammesso che tut-to vada per il meglio, non arriverà prima del 2020, forse anche oltre.Il tessuto industriale italiano si sta sfaldando, com’è naturale che sia con un costo del lavoro elevato, troppo elevato rispetto ai redditi; e non è più solo un problema del Mezzogiorno ma anche dell’opero-so Nord, come, per esempio, dimo-stra il caso Electrolux. Neelie Kroes, commissaria europea per l’agenda digitale, in un recente interven-to proprio in Italia ha ricordato come Internet crei cinque posti di lavoro ogni due persi. Peccato che la sensazione sia che i posti persi siano in Italia e che quelli creati da Internet prevalentemente all’estero. La commissaria Kroes è olandese e l’Olanda è prima assoluta nelle classifiche europee di diffusione della banda larga e velocità media di connessione: più facile dal suo punto di vista essere ottimisti.Ovviamente il “nemico” che alimenta la crisi non è Internet che ruba posti di lavoro; Internet è solo la (possibile) salvezza. Il nemico ce l’abbiamo in casa: decenni di mala-gestione della cosa pubblica e anche della cosa privata, se è vero com’è vero che Telecom Italia privatizzata ha abbandonato ogni piano sensato di cablaggio in fibra. Politici e funzionari si sono mac-chiati per decenni di malversazioni, così tanto da creare l’equazione nella testa della gente che gestione pubblica è uguale a ruberia. E che quindi sia sempre meglio il libero mercato, anche se fatto a colpi di privatizzazioni affrettate. Ma oggi abbiamo davanti agli occhi come la mancanza di una programmazione delle infrastrutture a medio e lungo termine ci abbia messo all’angolo, con le prospettive di diventare, in

dovevano passare le autostrade, considerate allora infrastrutture strategiche. Il discorso si sposti solo sulla corretta valorizzazione dell’indennizzo da riconoscere a Telecom per l’esproprio. Ma la rete deve tornare al più presto nella gestione statale, magari proprio sotto il controllo dello stes-so Caio, e su di essa si devono inne-stare investimenti a medio e lungo termine per accelerare lo sviluppo e la diffusione di Internet anche oltre la convenienza economica di breve. Adesso non si scherza più, adesso è il momento di cambia-re. Anche perché vale sempre il vecchio adagio: “In tempi di grandi cambiamenti, chi non cambia deve essere cambiato”.

Gianfranco GIARDINA

Page 2: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 2

di Paolo CENTOFANTI

G iovedì 30 gennaio il Governo ha presentato il rapporto com-missionato la scorsa estate a

Francesco Caio, il commissario di Go-verno per l’Agenda Digitale, sullo sta-to della diffusione della banda larga e il raggiungimento degli obiettivi im-posti dall’Unione Europea. La “non notizia” è naturalmente che l’Italia è indietrissimo per quanto riguarda la banda larga “di prossima generazio-ne”, la rete cioè che deve garantire una copertura superiore ai 30 Mbit/s e in prospettiva a 100 Mbit/s. La con-ferenza stampa ha visto il Presidente del Consiglio Enrico Letta proclama-re la primaria importanza per il siste-ma Paese Italia della creazione di una rete di telecomunicazioni moderna e la determinazione dello Stato a vigi-lare sui privati affinché gli obiettivi vengano raggiunti, perché “la Ban-da Larga rappresenta un interesse pubblico primario per il Paese”. Let-ta non è entrato in alcun modo nelle specifico su come vincolare a questi obiettivi le aziende private, parlando di “poteri con sfumature varie di in-vasività se questi impegni vincolanti non sono raggiunti”. Chi si aspettava qualcosa sulla a lungo dibattuta scor-porazione della rete Telecom rimarrà deluso: per Letta si tratta dell’ultima ratio, il provvedimento ultimo che il Governo intende utilizzare solo nel caso questi vincoli non verranno rispettati. Letta ha però posto l’ac-cento su come lo Stato non intende essere solo spettatore, ma vuole ave-re da ora in avanti un ruolo attivo su questo problema, non sostituendosi ai privati, ma intervenendo con for-za là dove l’azione dovesse fallire, e i motivi di preoccupazione, come ci accingiamo a vedere, evidentemen-te non mancano. La parola è infatti passata a Caio, che ha illustrato i dati salienti del suo rapporto (disponibi-le integralmente qui). Dati che non riservano molte sorprese per chi ha già sotto gli occhi lo stato della rete italiana. Innanzitutto, si ritiene rag-

giunto l’obiettivo 2013, quello che prevede la copertura del 100% della popolazione con la banda larga di pri-ma generazione, vale a dire una banda minima garantita di 2 Mbit/s. A parte il fatto che chiama-re nel 2014 questa banda larga è al limite della provocazione, il rapporto sottolinea come ci siano comunque ancora 2 milioni di linee “problema-tiche”, che cioè, per un motivo o per un altro, questa banda non riescono a offrirla. Dove l’Italia è però molto indietro è il raggiungimento del-l’obiettivo 2020, la copertura totale con linee da 30 Mbit/s o più. In que-sta mappa si può constatare lo stato attuale, dove la sfumatura più chiara indica una copertura dello 0%. Caio dice che, per quanto riguarda la tap-pa intermedia, il raggiungimento cioè del 50% della copertura entro il 2016/2017, i segnali sono positivi e i piani di sviluppo degli operatori, a cui la commissione ha avuto accesso, sono risultati essere già in fase avan-zata di messa in opera. Il problema però è la copertura del 100% e qui si parla letteralmente di parti rilvanti del Paese “senza alcuna prospettiva definita” di copertura a 30 Mbit/s entro il 2020. Le prime stime indi-cherebbero una copertura del 70% del territorio entro la data chiesta

dall’Unione Europea. Gli attuali piani degli operatori puntano, come strate-gia per la diffusione della nuova rete, sull’utilizzo dell’architettura FTTcab, cioè con rete in fibra ottica non fino all’abitazione degli utenti, ma fino l’armadio di strada. A causa, o grazie, alla peculiarità della rete italiana, in cui gli armadi sono abbastanza vicini alle abitazioni, ciò dovrebbe consen-tire con l’evoluzione delle tecnologie xDSL di arrivare comunque già a ve-locità intorno ai 50 Mbit/s. Proprio questa evoluzione tecnologica da una parte, e la crescente domanda di ban-da stimolata da servizi come quelli di video on demand, sono visti da Caio come degli stimoli anche com-merciali per il perseguimento della diffusione della banda larga da parte degli operatori, almeno fino al 50% della copertura, ragione per cui non sarebbero neccessari interventi da parte dello stato almeno per questo obiettivo. Il problema è il raggiun-gimento del 100% della copertura a 30 Mbit/s e il 50% a 100 Mbit/s. Qui non solo l’intervento del Pubblico è necessario, ma anche dal punto di vista dei piani degli operatori non

PEOPLE & MARKET Presentato il rapporto Caio sulla banda larga e il raggiungimento degli obiettivi imposti dall’Unione Europea

La difficile situazione della banda larga in Italia L’obiettivo è il raggiungimento della copertura totale a 30 Mbit/s entro il 2020, ma siamo ancora indietro

La banda larga in Italia

ci sono piani significativi, proprio in virtù della rete FTTcab, insufficiente per portare i 100 Mbit/s nelle case degli utenti. Per questo motivo, il rapporto raccomanda l’istituzione di un monitoraggio sistematico dei piani di sviluppo della banda larga da parte dello Stato che tenga sotto controllo parametri come gli investi-menti effettuati, la banda erogata, gli indicatori della qualità del servizio e l’evoluzione tecnologica. Questi dati, ha precisato Caio, devono essere utilizzati come base per intervenire concretamente per il raggiungimento degli obiettivi di copertura. Oltre al monitoraggio, il rapporto propone la promozione della condivisione degli investimenti e delle infrastrutture tra gli operatori, un più ampio ricordo ai fondi strutturali messi a disposizione dall’Unione Europea, e l’utilizzo del-lo spettro in favore di servizi wireless a banda larga per le zone più pro-blematiche. Il Governo definirà nei prossimi giorni la matrice di vincoli e obiettivi che dovrà pilotare gli inve-stimenti degli operatori di telecomu-nicaizioni per l’ammodernamento della rete italiana entro i termini det-tati dall’UE, vincoli che nelle parole del Presidente Enrico Letta saranno tradotti “nelle modalità più strin-genti e operative possibili”. Soddi-sfatta per il momento anche Asstel-Assotelecomunicazioni che per voce del presidente Cesare Avenia dichia-ra che “gli operatori Tlc potranno finalmente contare su un contesto politico-istituzionale concretamente favorevole ai loro sforzi, destinati a generare un rilevante ciclo d’inve-stimenti, con ricadute decisive per la crescita e la competitività del Paese”, sottolineando però come il Governo si debba ora impegnare a rimuovere gli ostacoli burocratici, soprattutto per quanto riguarda il “regolamento scavi” e la revisione dei metodi di rilevazione delle emissioni elettromagnetiche per l’espansione della copertura LTE. A questo link, la sintesi del rapporto Caio, così come pubblicata dal Governo.

Page 3: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 3

La Corea vuole il 5G entro la fine del decennioIl governo della Corea del Sud stanzia un miliardo e mezzo di dollari per arrivare allo sviluppo di reti mobili 5G sul proprio territorio di Paolo CENTOFANTI

Un miliardo e mezzo di dolla-ri, questa la cifra stanziata dal governo della Corea del Sud insieme all’industria locale per supportare lo sviluppo dell’in-frastruttura cellulare di quinta generazione. L’obiettivo è ar-rivare a superare il gigabit/s in download per utente, con performance superiori a quelle dell’LTE-Advanced, già in roll out in Corea del Sud. Se tut-to va come deve, la prima rete dimostrativa potrebbe già de-buttare per le Olimpiadi Inver-nali di Pyeong Chang del 2018, per arrivare al lancio dei primi servizi commerciali degli ope-ratori nel 2020. Attualmente non esiste alcun vero standard internazionale per il 5g, e di-verse aziende come Samsung e Huawei stanno sperimentan-do le loro soluzioni. Il vero 4g, LTE-Advanced, deve ancora es-sere lanciato nella maggior par-te del mondo e prevede ancora diversi step evolutivi, prima di lasciare il passo a tecnologie del tutto nuove.

di Paolo CENTOFANTI

Come sta la rete italiana? Male, anzi malissimo. La banda lar-ga cresce, ma non abbastanza,

non come il resto dell’Europa o per-sino dell’area mediterranea allargata, e il quadro fotografato dall’ultimo rapporto sullo stato di Internet da Akamai è non solo drammatico, ma allarmante: l’Italia sta perdendo il treno. In tre statistiche chiave, velo-cità media di connessione, velocità di picco e penetrazione delle connes-sioni superiori ai 10 Mbit/s, l’Italia è praticamente ultima in Europa, con-tendendosi le ultime posizioni con Turchia, Sud Africa ed Emirati Arabi, paesi che, è bene sottolineare, hanno una morfologia del territorio ben più problematica della nostra. E mentre l’Europa guida l’adozione dello stan-dard IPv6, evoluzione del protocollo di rete adatta alle sfide di un mondo sempre più connesso, l’Italia non c’è. Il rapporto completo è disponibile

qui, ma nei link di seguito pubbli-chiamo alcune delle tabelle chiave.Nella classifica della velocità di connessione media, vale la pena sottolineare come l’Italia sia l’unico paese europeo sotto i 5 Mbit/s. Un miglioramento rispetto a un anno fa, ma addirittura in calo rispetto al trimestre precedente. Guardando la velocità media di picco della rete italiana, non solo siamo in fondo alla classifica, ma il dato è persino in significativo peggioramento rispet-

to ad un anno fa. Per finire, ecco la penetrazione della larga banda con connessioni superiori ai 10 Mbit/s:È qui che si vede come l’Europa cre-sce nettamente in modo molto più veloce dell’Italia, mentre la penetra-zione rimane molto bassa, troppo. Una vergogna appunto. La ricetta per uscire dalla crisi economica del nostro sistema paese non sarà forse tutta nella rete, ma perdere un treno così importante di di sicuro non ci porterà da nessuna parte.

PEOPLE & MARKET Il fondatore dell’ex Megaupload lancia il servizio musicale per tutti

Baboom, lo streaming firmato Kim DotcomKim Dotcom lancia la preview del servizio di streaming musicale Baboom Il primo disco che si può ascoltare è proprio il suo e si intitola Good Times

di Paolo CENTOFANTI

I l controverso imprenditore te-desco Kim Dotcom ha più volte annunciato che avrebbe lanciato

PEOPLE & MARKET Ultimo rapporto di Akamai sullo Stato di Internet: situazione allarmante

Banda larga, l’Italia vergogna d’EuropaMentre l’Europa guida l’adozione dello standard IPv6, l’Italia non c’è

una nuova piattaforma di distribu-zione di musica “anti-major”. Ora è possibile avere un’anteprima di Ba-boom, questo il nome scelto da Kim Dotcom per il suo servizio di strea-

ming, aperto a tutti e senza bisogno di intermediari. E nel suo solito stile “megalomane”, Kim Dotcom lancia la preview con un disco d’eccezio-ne, il suo “Good Times”. Da quello che si può vedere, il servizio appare in realtà molto curato nell’interfac-cia web, interamente in HTML 5, e in grado di ospitare oltre a musica in streaming, anche video, imma-gini e download. Nella preview si intravedono anche un feed social, un’area dedicata a promozioni, la possibilità di costruire una propria libreria e una funzionalità Jukebox che al momento non ha una descri-zione. Il lancio è previsto più avan-ti, per fine 2014.

Page 4: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 4

di Emanuele VILLA

Apple ha pubblicato i risultati fi-nanziari del trimestre appena concluso e, come da previsione,

le cifre coinvolte sono astronomiche. Prima cosa: oltre allo scontato passo avanti rispetto al trimestre preceden-te (d’altronde stiamo misurando il periodo natalizio), si segnala il record assoluto di ricavi, 57,6 miliardi USD contro i 37,5 del trimestre precedente e i 54,4 dell’anno scorso, mentre l’utile d’esercizio è sostanzialmente lo stesso dell’ultimo trimestre 2012, 13,1 mld USD, comunque superiore a quello di due anni fa (13,06 mld USD) e di tutti i quarter precedenti. Ciò nonostante, il titolo ha perso l’8% nell’after market, e questo non tanto in virtù dei dati della trimestrale, quanto di previsioni per il prossimo trimestre che non hanno soddisfatto le previsioni degli analisti: nonostante si dovrebbero vedere i pri-mi frutti dell’accordo con China Mobi-le, la previsione è dell’ordine dei 42-44 mld USD di ricavo con margine lordo tra 37 e 38%, inferiori rispetto alla sti-ma media degli analisti, che prevedeva 46 miliardi. Ma torniamo al trimestre

appena concluso: oltre a contare sul-l’impennata fisiologica delle vendite, questa trimestrale ha dalla sua (per la prima volta) la nuova gamma di iPad ed è il primo trimestre a poter contare integralmente su iPhone 5S e 5C, per i quali Apple non fornisce dati di vendi-ta separati. Le vendite di iPhone han-no fatto registrare un nuovo record: 51 milioni in tre mesi contro i 47 mi-lioni di un anno fa e i 33 milioni dello scorso trimestre, ma anche iPad ha ottenuto dati da record con 26 milioni di pezzi “shipped” contro i 22,9 del-l’ultimo periodo del 2012. Confronto

PEOPLE & MARKET Trimestrale Apple con ricavi record e profitti invariati rispetto al 2012

Record iPhone e iPad, ma il titolo calaNonostante le forti vendite di iPhone e iPad, il titolo ha perso l’8% nell’after market

Pono, l’audio HD di Neil Young, sarà presentato al SXSW 2014Neil Young terrà un keynote al music film interactive festival di Austin per presentare i dettagli del suo servizio musicale in alta risoluzione di Paolo CENTOFANTI

A quanto pare, Neil Young è pron-to a togliere i veli a Pono, la sua piattaforma per la distribuzione di musica in alta risoluzione. Il lancio dovrebbe avvenire durante il prossimo SXSW 2014 di Austin, il festival dedicato alla musica, al cinema e all’interattività, che nel programma di conferenze relati-ve all’industria discografica vede proprio un keynote di Neil Young. “Stiamo cercando di far suonare meglio la musica alivello tecni-co. Abbiamo un lettore che è in grado di riprodurre qualsiasi cosa hanno creato digitalmente i musicisti, e sta per arrivare. Lo annunceremo al SXSW, si chiama Pono”, ha dichiarato lo stesso Neil Young la scorsa set-timana durante una conferenza. Pono comprenderà da quello che si sa attualmente, sia un lettore portatile compatibile con musica ad alta risoluzione, sia uno store dedicato a dischi in formato los-sless e in alta risoluzione, ma non è ancora chiaro se si tratterà di un formato del tutto nuovo. Il keyno-te è previsto per l’11 marzo 2014.

impietoso, ovviamente, col trimestre precedente, che aveva totalizzato 14,1 milioni di pezzi. Apple ha poi fornito anche i dati dei propri Mac, che lungi da essere comparabili con il segmento “mobile” (iPhone/iPad/iPod), fanno segnare (YoY, anno su anno) un +19% in unità vendute e un +16% nei rica-vi, che si posizionano a 6,39 mld USD con 4.837.000 unità vendute. Il segno meno, come prevedibile, è pesante sull’iPod, che fa registrare 973 milio-ni USD di ricavi contro i 2.1 mld USD dello scorso anno (-52% in unità ven-dute e -55% ricavi).

di Paolo CENTOFANTI

L’operazione “Palm” di HP si può dire che è giunta defi-nitivamente a conclusione.

Dopo aver ceduto WebOS, ora è Qualcomm ad aggiudicarsi più di 1400 brevetti che furono di Palm e che HP aveva acquisito nel 2010. HP aveva rilevato Palm come mos-sa strategica per entrare nel campo mobile con i dispositivi WebOS. Ma dopo aver lanciato i primissimi prodotti, HP gettò la spugna qua-si immediatamente dopo. WebOS

fu trasformato in un progetto open source che ora è entrato a far parte della piattafor-ma smart TV di LG. Il resto della proprietà intelettuale di Palm è finito invece ora nelle mani di Qualcomm. Il portfolio è composto per la precisione da più di 1400 brevetti già assegnati e validi negli Stati Uni-ti, più altri 1000 invece riconosciuti da altri paesi internazionali. Si trat-

PEOPLE & MARKET Sarà giunta al termine l’avventura telefonica di HP, iniziata nel 2010?

Qualcomm compra i brevetti Palm da HPL’azienda annuncia di aver rilevato da HP tutti i brevetti di Palm, IPAQ e Bitfone

ta di brevetti relativi alle tecnologie di telefonia mobile, settore chiara-mente strategico per Qualcomm.

Page 5: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 5

di Emanuele VILLA

L G ha pubblicato il bilancio del-l’ultimo trimestre 2013, che comprende anche i dati dell’in-

tero anno. Buone notizie per quanto riguarda quest’ultimo: 58,14 tn won di ricavi e 222,70 mld won di profitto netto rappresentano un incremento importante rispetto al 2012, incre-mento che si nota anche nell’utile di esercizio che è passato da 1,22 tn won del 2012 a 1,28 del 2013. Più variega-ta la situazione dell’ultimo trimestre 2013: i ricavi da vendite sono au-mentati del 7,4% rispetto al Q3 2013 e dello 0,8% anno su anno (Q4 2012) ed è salito anche il profitto d’esercizio, che è passato da 218 mld won a 238 mld won superando le previsioni de-gli analisti che annunciavano un 223 mld di won. Forte crescita rispetto al 2012: nello stesso periodo, infatti, LG aveva totalizzato 117 mld won. In rosso invece l’utile netto del trimestre, nonostante un notevole passo avanti rispetto al 2012: se nel Q4 2012 LG aveva dichiarato -478 miliardi won, quest’anno siamo a -64. LG spiega il risultato con significative spese non

PEOPLE & MARKET LG ha pubblicato i risultati dell’ultimo trimestre 2013 e dell’intero anno

Un buon 2013 per LG, utili in salitaL’azienda è in salute: bene i TV, bisogna rendere più “profittevoli” i telefoni

operative e con il pe-sante rafforzamento di KRW (won) nel mercato delle valute (forex) rispetto alle controparti america-na e giapponese, con cui l’azienda ha forti rapporti commer-ciali. Hanno pesato molto anche le flut-tuazioni valutarie e l’immensa volatilità delle valute dei paesi emergenti. Vediamo i segmenti più interessanti: Home Entertainment è incoraggiante, con +18% di ricavi ri-spetto al trimestre precedente ma un -6% anno su anno causa riduzione della domanda globale. Ciò nonostan-te, abbiamo un aumento del profitto d’esercizio causa maggiori vendite di prodotti hi-end, ovvero OLED e 4K. Da notare che LG prevede per il 2014 l’impennata del proprio business OLED, come confermato dalla mas-siccia presenza di questa tecnologia al CES appena concluso (unica tra le grandi, tra l’altro). I telefoni richie-dono attenzione: la divisione Mobile Communications chiude il trimestre

con un +18% di ricavi rispetto al tri-mestre precedente e +28% rispetto al 2012. LG annuncia, inoltre, di aver raggiunto i 13,2 milioni di unità ven-dute in 3 mesi, con un aumento del 54% anno su anno. Il segmento, però, ha registrato una perdita operativa di 43 miliardi di won, che da un lato mi-gliora il risultato dello scorso trime-stre (-79,7 miliardi), ma deve anche fare i conti con il +56,5 mld won del 2012. Contano senz’altro le forti spese di marketing per permettere a LG di restare in corsa con i competitor più agguerriti, Samsung e Apple in testa. In tutto il 2013, la divisione è comun-que in attivo, con un +70,9 mld di won. E ora tocca a G Pro 2.

Patto di ferro tra Google e SamsungL’accordo in tema di brevetti sarà valido per i prossimi 10 anni Sarà la grande alleanza contro Apple? di Paolo CENTOFANTI

Secondo il Financial Times, Google e Samsung hanno stretto un accordo per lo sfruttamento dei brevetti e proprietà intellet-tuali. Non sono emersi dettagli ma si sottolinea la durata di dieci anni dell’accordo, in modo da evi-tare per un lungo periodo qualsia-si contenzioso tra le due aziende. L’accordo riguarderà le proprietà intellettuali di una vasta gamma di tecnologie e anche tutto ciò che riguarda le cosidette “tecnologie indossabili”. Tra le righe qualcuno potrebbe vedere una grande allen-za contro il “nemico” Apple. Tra le dichiarazioni rilasciate, spicca quella di Allen Lo, consigliere in tema di brevetti per Google. “Lavorando insieme con accordi come questi, possiamo ridurre il rischio di contenziosi e concen-trarci sulla ricerca e l’innovazio-ne”. In perfetta sintonia Seungho Ahn, direttore del Centro di pro-prietà intellettuali di Samsung: “Samsung e Google stanno mo-strando al resto delle industrie che c’è più da guadagnare con la cooperazione, piuttosto che im-pegnarsi in estenuanti battaglie legali”. Vedremo se e come que-sto accordo determinerà i futuri aggiornamenti di Android verso tutti gli altri produttori di smart-phone e tablet con il sistema ope-rativo di Google.

di Emanuele VILLA

G oogle ha confermato di aver acquistato la startup ingle-se DeepMind, per una cifra

che, sebbene non annunciata uf-ficialmente, si dovrebbe aggirare sui 400 milioni di dollari. Come si può notare dall’entità della cifra, e dal fatto che lo stesso Larry Page avrebbe condotto la trattativa per-sonalmente, si tratta di un’acquisi-zione molto importante, nonostan-te il nome DeepMind sia senz’altro sconosciuto al grande pubblico.

PEOPLE & MARKET Google ha acquistato per 400 milioni di dollari la startup DeepMind

Google punta sull’intelligenza artificialeL’azienda acquisita è un autentico fuoriclasse nell’intelligenza artificiale

L’azienda descrive la sua attività principale nella realizzazione di algoritmi per le simulazioni, per l’e-commerce e i giochi: secondo Recode, che per primo ha battuto la notizia, DeepMind è un’azienda di assoluta eccellenza nel campo dell’intelligenza artificiale ed è popolata da autentici talenti, ha ottenuto 50 milioni di dollari di finanziamenti e dispone di almeno 50 collaboratori. Come poi rientri nei piani di Google è tutto da sco-prire, ma pare che l’azienda si stia concentrando su un sistema esper-

to di consigli per l’e-commerce, cui Google potrebbe attingere in modo proficuo. Staremo a vedere.

Page 6: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 6

di Emanuele VILLA

Samsug Electronics conferma la riduzione nei profitti rispetto al trimestre precedente, proprio

come previsto dagli analisti e dalla stessa azienda. I ricavi complessivi fanno addirittura segnare un record e crescono rispetto allo scorso tri-mestre (59,28 trilioni di won contro i 59,08 del Q3/13), ma il profitto d’esercizio è sceso da 10,16 tn won a 8,31 tn won. Rispetto allo scorso anno (Q4/12), invece, si segnala un aumento impor-tante dei ricavi ma una lieve flessione dell’utile di esercizio, che passa da 8,84 tn won a 8,31 tn won: cresce in-vece l’utile netto, che passa dai 7,04 tn won ai 7,30 tn won di quest’anno. Volendo valutare la flessione rispet-to al trimestre precedente, tutti gli occhi sono ovviamente puntati sugli smartphone, fiore all’occhiello del-l’azienda: nonostante Samsung deb-

PEOPLE & MARKET Contrazione dei profitti rispetto al Q3 per Samsung, è la prima volta

Samsung, ricavi record ma utili giùTra le cause del calo, le elevate spese di marketing e un premio ai dipendenti

ba fronteggiare un mercato molto più competitivo rispetto agli scorsi anni e capace di contrastarne le manovre sia in fascia alta (con Apple & Co) sia in ambito mid e entry level, l’azienda precisa di essere comunque soddi-sfatta delle performance degli smart-phone e dei tablet (laddove si parla di vendite a +100% grazie ai nuovi Galaxy Tab) e spiega la contrazio-ne negli utili (che nel solo segmento mobile è di -18% rispetto al trimestre precedente) con spese di marketing molto elevate, un forex avverso alle operazioni della multinazionale (che com’è noto, ha clienti e fornitori in

tutto il mondo e quindi opera con decine di valute, ma paga i dividendi in won) e anche un premio una-tan-tum ai dipendenti per il ventennale dell’attuale strategia gestionale del-l’azienda. Mentre la divisione display è in calo, pur totalizzando 110 miliar-di di won di profitto operativo, le ven-dite di TV sono in crescita: la divisio-ne Consumer Eletronics (capitanata dai TV, appunto) ha fatto registrare un profitto di 660 miliardi di won, con un incremento dell’88% rispetto al trimestre precedente. I ricavi sono stati di 14,27 tn won, dei quali 10,07 solo della divisione Visual Display.

Philips vende a TPV il resto delle quote del settore TV Philips ha deciso di uscire del tutto dal settore TV vendendo il resto delle sue quote della joint venture con TP Vision. Il gruppo cinese continuerà a utilizzare il brand Philips di Paolo CENTOFANTI

Philips ha deciso di vendere il restante delle sue quote nella joint venture TP Vision, relativa alla produzione di televisori, al gruppo cinese TPV Technology. Philips manteneva, fino ad oggi, ancora il 30% delle quote, ma il controllo della divisione TV era già di fatto in mano a TPV, che dal 2011 utilizza il marchio Philips sui nuovi televisori. Così continuerà a essere, in base a un accordo che permetterà di tenere “vivo” lo storico mar-chio di TV, in cambio del 2,2% sulle vendite di TV in diritti. Si abbassano però i compensi minimi dovuti a Philips per lo sfruttamento del marchio, che passano da 50 milioni di euro a 40 milioni. La vendita delle quote di Philips verrà firma-ta entro il primo trimestre del 2014 e dovrebbe venire comple-tata nel secondo quarto dell’an-no, con l’approvazione da parte dell’azionariato TPV e degli or-ganismi di controllo.

PEOPLE & MARKET Microsoft nell’ultimo trimestre “vola”, nonostante Windows a -3%

Microsoft: Xbox è forte, Surface miglioraXbox One vende bene, Office cresce e Surface inizia a generare risultati

di Emanuele VILLA

M icrosoft ha pubblicato il bi-lancio dell’ultimo trimestre 2013 facendo registrare

dati molto positivi nella maggior parte dei settori. Partiamo da qual-che numero: l’azienda ha totalizza-to vendite per 24,5 mld USD contro un’aspettativa degli analisti di 23,7 mld, mentre il reddito netto si è assestato a 6,56 mld USD. Tutti i dati fondamentali sono superiori rispetto allo scorso anno: ricavi per 24,5 mld contro i 21,49 del 2013, profitto d’esercizio a 7,97 mls con-tro i 7,77 e reddito netto di 6,56 mld contro i 6,38 dello scorso anno. Le vendite dei PC continuano a calare e Windows ne risente con un -3%

sullo scorso anno, ma il dato è compensato da una crescita dei profitti legati a Win-dows Phone, un am-pliamento della base abbonati a Office 365 (3,5 milioni, contro i 2 della precedente rile-vazione) e a un impor-tante miglioramento della situazione su Surface: nonostante Microsoft non fornisca dati dettagliati sulle vendi-te, segnala un incremento notevole nei ricavi, che passano da 400 mi-lioni USD del trimestre precedente a 893 milioni di questo bilancio. Dal canto suo, Xbox One contri-buisce al risultato con 3,9 milioni

di unità vendute ai retailer, delle quali 3 milioni sono state vendute direttamente agli utenti. Buoni ri-sultati anche per Xbox 360, tutt’al-tro che “dimenticata” dal bilancio Microsoft: la console della passata generazione ha totalizzato 3,5 mi-lioni di unità vendute.

Page 7: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 7

In molti lo ignorano, ma iTunes Store nasconde una splendida sezione dedicata al materiale di-

dattico per scuole e università: corsi completi con lezioni video, appunti e presentazioni. Su iTunes U è già possibile da qualche tempo trovare, oltre alla sterminata offerta di corsi in inglese, anche materiale di isti-tuti italiani, ma i docenti americani possono creare anche libri interat-tivi per iPad, grazie all’app gratuita iBooks Author, da pubblicare su una sezione apposita dell’iBooks store dedicata ai libri di testo. Oggi Apple ha annunciato l’espansione di questa sezione a livello internazionale in 50 Paesi, insieme all’iTunes U Course Manager, che raggiunge ora 70 Pae-si, in entrambi i casi Italia compre-sa. In questo modo i professori ita-

di Emanuele VILLA

C om’è noto, i rapporti tra Rai e Sky non sono propriamente idilliaci. A riaccendere la que-

stione dell’ “oscuramento” dei cana-li Rai sulla piattaforma satellitare ci pensa una dichiarazione del DG di Rai Luigi Gubitosi, secondo cui sa-rebbe pronto a interrompere da su-bito l’oscuramento delle trasmissio-ni “a patto che la Pay TV ci sostenga nella battaglia di civiltà contro chi inganna noi e il fisco evadendo il canone”. Dalle dichiarazioni del DG, molti hanno dedotto che Rai voglia mettere le mani sul database di mi-lioni di utenti Sky (quasi 5, secondo le ultime rilevazioni dell’estate scor-sa) sapendo che tra essi si annida una quota considerevole di evasori del canone. La risposta dell’emitten-te satellitare non si è fatta attende-re ed è, come prevedibile, di segno

fermamente negativo: Sky non intende con-cedere un bel nulla (“Sky non violerà mai la privacy dei propri abbonati. La richie-sta della Rai di avere accesso alle informa-zioni sensibili degli abbonati Sky per ve-rificare il pagamento del canone è quindi “irricevibile”, dicono i rappresen-tanti dell’azienda) per non violare la privacy dei propri utenti, a mag-gior ragione dopo due sentenze (Tar e Consiglio di Stato) che hanno - di fatto - dato ragione all’emittente satellitare. La Stampa aggiunge poi di aver sentito alcune fonti Rai le quali hanno precisato al quoti-diano di non aver richiesto alcuna violazione della privacy. La Rai non vorrebbe accedere direttamente al

PEOPLE & MARKET Si riaccende la questione dell’ “oscuramento” dei canali Rai su Sky

Caccia di evasori Rai tra gli abbonati SkyMa Sky risponde subito: non concederà l’accesso al proprio database di clienti

database Sky, ma chiederebbe alla TV di Murdoch di verificare essa stessa se tra i propri abbonati si celino situazioni fuori legge. Dopo di che, cosa andrebbe fatto è tutto da capire: segnalare a Rai? Diretta-mente al fisco? Secondo le fonti de La Stampa, “da parte di Sky sareb-be corretto esercitare, per lo meno, una sorta di moral suasion sugli ab-bonati che non dovessero risultare in regola con il canone”.

Tanti auguri al Mac!Il Mac compie 30 anni. Una timeline sul sito Apple testimonia le tappe più importanti del suo cammino di Emanuele VILLA

Il 24 gennaio 2014, il Mac ha compiuto 30 anni dalla prima commercializzazione (avvenuta il 24 gennaio 1984), e a Cuper-tino hanno pensato di dedicar-gli un bel tributo. Il sito Apple è stato aggiornato per l’occasio-ne: una timeline che testimonia l’evoluzione del Mac, anno dopo anno. Nel video visibile qui, l’evoluzione del Mac segue un processo temporale: anno per anno, dal primo MacIntosh, con foto di Jobs, Woz e dello storico team, fino al nuovo Mac Pro, che promette di raggiungere livelli prestazionali mai visti prima, con in più un design originale e innovativo. Ma si parla anche del MacIntosh 2, il Macintosh por-tatile del 1989, il Power Mac del 1995, l’iMac, il Power Mac G4, G5, Mac Book Air, Mac Book Pro e display retina: non c’è un solo anno nella storia del Mac che non valga la pena di essere ricordato da Apple, con tanto di immagini, aneddoti e approfondimenti. Chi ha un Mac può interagire segna-lando con quale modello (e in quale anno) è entrato in questo universo e qual è stata la prin-cipale attività di utilizzo: gioco, lavoro, video, internet, ecc. Alla fine, si potranno consultare i ri-sultati del sondaggio.

PEOPLE & MARKET Si espande la sezione di iTunes Store dedicata alla didattica in 70 Paesi

iTunes U e iBooks aprono alle scuole italianePiù spazio su iTunes per il materiale didattico e i libri di testo interattivi su iBooks

liani potranno affiancare a lezioni e appunti su iTunes U, anche libri in formato elettronico su iBooks leg-gibili su iPad e Mac. La sezione na-

turalmente è aperta anche ai gruppi editoriali e ai libri a pagamento che normalmente è possibile trovare nei canali tradizionali.

Page 8: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 8

di Roberto PEZZALI

G oogle ha venduto Motorola Mobility ai cinesi di Lenovo: dopo averla acquisita nel 2012

per 12.5 miliardi di dollari Google ha ceduto ora la divisione a Lenovo per soli 2.9 miliardi di dollari, anche se nel pacchetto mancano la maggior parte dei brevetti Motorola che Google si tiene in tasca. A Lenovo vanno quindi tutti gli smartphone, 2000 brevetti e la licenza d’uso sui brevetti rimanen-ti, e Lenovo pagherà Google con 660 milioni di dollari in contanti, 750 mi-lioni di dollari in azioni e il restante nei prossimi tre anni in tre diverse tranches. Ecco il post di Larry Page: “We’ve just signed an agreement to sell Motorola to Lenovo for $2.91 bil-lion” http://t.co/PKDXrTq6Oe pic.twitter.com/vLcDBXlvIhUn affare per entrambi: Google con l’acquisizione di Motorola era inte-ressata soprattutto al pacchetto di

brevetti dell’azienda, Lenovo aveva bisogno di trovare un partner forte per conquistare il mercato ameri-cano e raccogliere quote di mercato nel mondo mobile. Google si libera anche della sua divisione più scomo-da, quella che avrebbe potuto creare malumori tra i partner: da adesso in poi si concentrerà soprattutto sulla realizzazione di dispositivi Deve-

loper Edition. Dopo aver acquisito la divisione server business X86 di IBM in settimana Lenovo continua così la sua campagna acquisti, e fi-nalmente mette a segno un punto importante in un mercato strategico che aveva da tempo cercato di aggre-dire (lo scorso anno provò a prende-re Blackberry). Si preannuncia un anno interessante.

PEOPLE & MARKET Google ha venduto la divisione mobility di Motorola per 2,91 mld di dollari

Lenovo compra Motorola da Google Lenovo si prepara a entrare di forza sul mercato degli smartphone Android

20 milioni di phablet venduti nel 2013Una ricerca di Juniper dichiara 20 milioni di phablet venduti nel mondo durante il 2013, con una previsione di 120 milioni nel 2018. Il mercato cresce di Emanuele VILLA

A testimonianza del successo del segmento di mercato che comprende smartphone con di-mensione di display superiore ai 5,4’’ (i cosiddetti “Phablet”), Juniper Research parla di 20 milioni di phablet venduti nel 2013. Il dato è significativo, se si considera che il primo Ga-laxy Note di Samsung, datato 2011, impiegò quattro mesi per vendere 2 milioni di esempla-ri; ancor più interessanti sono però le previsioni per i prossimi anni, visto che secondo Juniper arriveremo a un mercato da 120 milioni di esemplari nel 2018, segno che le dimensioni oversi-ze del display, a dispetto di chi ne critica la portabilità ridotta rispetto agli smartphone tradi-zionali, è considerata un plus da una fetta rilevante di utenti. Il mercato è dominato dal Galaxy Note di Samsung, la cui terza incarnazione ha totalizzato 5 milioni di unità in una settima-na, ma le alternative non man-cano e coinvolgono tutti i grandi nomi del mercato (ad eccezione di Apple).

A questo link, il tweet: https://twitter.com/google/statuses/428653486490664960

di Emanuele VILLA

Come anticipato per il commento del bilancio, Apple non ha dif-fuso dati di vendita separati per

i propri modelli di iPhone, limitando-si a comunicare un record complessi-vo di 51 milioni di terminali “shipped” negli ultimi tre mesi. Ma da tempo circolano voci sul fatto che l’azienda sia tanto soddisfatta delle vendite del modello superiore (iPhone 5S), quan-to delusa da quelle del modello colo-rato (5C). Chi dice che l’azienda abbia tagliato la produzione di iPhone 5C, chi che non abbia più intenzione di produrre iPhone “plastificati” in futu-ro e via di seguito. Ma nessuna di que-ste notizie è da considerarsi ufficiale.

Ciò che invece proviene da Tim Cook in persona è l’ammissione che le pre-visioni del “mix” iPhone 5S/5C sono state disattese: la composizione della domanda (iPhone 5C/iPhone 5S) è stata diversa da quanto inizialmente ipotizzato. Sempre Cook ha aggiun-to che iPhone 5S è stato “più forte” di 5C, e questo ha richiesto un po’ di tempo per adeguare l’offerta al-l’effettiva richiesta dei consumatori. Motivi? Diversi, ma quello su cui si sofferma Cook è sostanzialmente il TouchID, che ha realmente affasci-nato i consumatori, facendo pendere l’ago della bilancia verso il modello superiore rispetto a 5C. Il resto sono tutte supposizioni: Cook avrà voluto dire che effettivamente non ci sarà un

PEOPLE & MARKET Il touchID dell’iPhone 5S avrebbe affascinato i consumatori più del 5C

Tim Cook ammette: 5S batte 5C a tavolino La composizione della domanda iPhone 5S /5C non ha soddisfatto le aspettative

secondo iPhone colorato? Che il pros-simo anno 5S diventerà il prodotto di gamma media e scomparirà il 5C? Ovviamente non vi è alcuna certezza in merito, soprattutto considerando che l’attuale iPhone 5C è comunque un ottimo punto d’accesso ad iOS e che le sue performance vadano va-lutate su un periodo più lungo. Ma staremo a vedere...

Page 9: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 9

Microsoft ha scelto il suo nuovo CEO?Satya Nadella sarebbe in lizza - secondo qualche testata americana - per venire designato il nuovo CEO di Microsoft. Manca però ancora l’ufficialità

di Paolo CENTOFANTI

Satya Nadella, ingegnere, da 20 anni in Microsoft e attualmente Se-nior Vice President nella divisione ricerca e sviluppo dei servizi cloud per le aziende, sarebbe in prima fila per la poltrona di CEO lasciata libera da Steven Ballmer. Lo ha ri-velato Bloomberg, con conferme che arrivano dal New York Times e il Wall Street Journal. Tutte le testate precisano che la scelta non è ancora stata ufficializzata e po-trebbero esserci ancora dei ripen-samenti ma Nadella è considerato la prima scelta per la successione alla guida di Microsoft. Secondo Bloomberg, non solo Nadella di-venterà CEO, ma ci sarà anche un avvicendamento nel consiglio di amministrazione, con Bill Gates che abbandonerà il ruolo di pre-sidente del consiglio, lasciando il posto a John Tomphson. Satya Nadella ha collezionato diversi successi nella sua carriera in varie divisioni legate al mercato Busi-ness di Microsoft, mentre non ha mai avuto un ruolo attivo di primo piano nello sviluppo dei prodotti consumer, pur avendo collaborato anche con i team di Office e Bing. Steve Ballmer ha annunciato che lascerà il suo attuale incarico di CEO entro il prossimo agosto.

di Roberto FAGGIANO

Sappiamo che il titolo può trarre in inganno, però la notizia meri-ta attenzione: la televisione sviz-

zera di lingua italiana ha aperto un sito web chiamato tvsvizzera.it. Accedendo al sito si potranno vedere in streaming, ma non in diretta, le trasmissioni au-toprodotte da RSI e prive di problemi di copyright: le edizioni del telegiorna-le, le previsioni del tempo (cioè la Me-teo), l’apprezzata rubrica giornalistica Falò e altri programmi dei canali RSI La1 e RSI La2. Inoltre, c’è una sezione vintage per i nostalgici con sigle, tra-smissioni storiche come Giochi senza frontiere e Scacciapensieri. Oltre ai filmati sono disponibili tutti i conte-nuti web in tema di notizie locali del

Canton Ticino e di attualità a livello nazionale e mondiale. Altri contenuti sono disponibili sulle omonime pagi-ne social di Facebook e Twitter. Per i più giovani lettori è necessario ricor-dare che negli anni ‘70 la TV svizzera italiana era diventata visibile in mezza Italia, trasmetteva a colori quando la Rai era ancora ferma al bianco e nero, i suoi telegiornali erano preferiti per l’indipendenza politica, mentre le previsioni del tempo erano infallibili. Con l’avvento del digitale terrestre la trasmissione della TV svizzera oltre confine è stata bloccata per non viola-re i copyright su trasmissioni sportive e serie tv statunitensi. Attualmente i due canali tv svizzeri sono ricevibili in digitale terrestre solo nelle zone di confine delle province di Como, Lec-

co, Sondrio e Varese, mentre nelle province di Trento e Bolzano la RSI La1 è visibile grazie ad accordi speci-fici. Il canale più ambito dagli italiani è pero La2, dove vengono trasmessi tutti gli avvenimenti sportivi che in Italia sono visibili solo sulle pay tv. Il nuovo sito avrà una redazione dedica-ta, in modo da trasmettere agli utenti italiani e mondiali quella che viene chiamata “svizzeritudine”, ovvero i valori e i sentimenti nazionali dei cit-tadini della Confederazione elvetica. Un suggerimento ai dirigenti della TV di Lugano: fare un accordo con qual-che produttore di TV e inserire i loro contenuti in un’applicazione Smart tv simile a quella della Rai o di La7, in modo da avere i contenuti più rapida-mente a portata di telecomando.

PEOPLE & MARKET Google dichiara 16,8 mld di dollari di ricavi, battendo le previsioni

Ricavi record per Google, ma Motorola è un pesoBene Nexus 5 e Play Store, male per Motorola, ma per l’ultima volta: adesso tocca a Lenovo

di Emanuele VILLA

Considerando un consensus (media delle previsioni degli analisti) nell’ordine dei 16,75

mld USD, si può dire che Google ab-bia nuovamente battuto ogni record. Sì, perché con 16,86 mld USD di ri-cavi (Q3 2013), l’azienda di Moun-tain View supera sia il risultato dello scorso trimestre (14,89 mld USD), sia quello dello scorso anno, fermo a 14,42 mld USD; il tutto si quantifica in un incremento del 17% rispetto al 2012. Gli utili per azione sono di 12,01 dollari, meno di quanto previ-sto da Wall Street, che posizionava questo parametro a 12,26 USD: ciò nonostante, il titolo Google è legger-mente cresciuto nell’after market. L’utile d’esercizio è stato di 3,92 mld USD, quello netto di 3,38 mld USD: entrambi i dati superano sia le per-formance dello scorso trimestre (2,97 mld USD di utili netti), sia quelle

PEOPLE & MARKET Saranno disponibili telegiornali, previsioni del tempo e trasmissioni storiche

TVsvizzera.it per tutti gli italianiLa TV elvetica di lingua italiana ha aperto un sito per vedere le trasmissioni di RSI

dello scorso anno (2,89 mld USD): la maggior parte degli introiti pro-viene direttamente dai siti di proprie-tà Google (67%). Molto interessante, al fine della valuta-zione delle perfor-mance dell’azienda sulla base del suo modello di business, è il parametro dei Paid Clicks, che questo trimestre è cresciuto del 31% rispetto al 2012, mentre il costo per click è invece sce-so dell’11% anno su anno. Secondo Patrick Pichette, CFO di Google, i risultati del trimestre hanno risen-tito anche delle buone performance di Google Play Store, sia in termini di app che di contenuti, così come dei buoni risultati di Nexus 5 e, nei Paesi in cui sono commercializzati, anche dei Chromebook. Ovviamente

in tutto ciò bisogna valutare il peso di Motorola, che se fino ad oggi ha rappresentato una voce di bilancio importante, diverrà a breve parte integrante di Lenovo: in questo tri-mestre, Motorola ha perso 384 mln USD, un peggioramento notevole rispetto ai -248 mln USD del prece-dente trimestre e i 152 milioni del-l’ultimo quarter del 2012. Vedremo a breve se la nuova gestione riuscirà a rimettere in carreggiata l’azienda, riportandola ai fasti di un tempo.

Page 10: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 10

di Gianfranco GIARDINA

P er Loewe finisce l’iter iniziato il 31 luglio, quando le casse del-la società si sono dimostrate

insufficienti per far fronte agli im-pegni: il procedimento di riassetto previsto dal diritto tedesco è andato a buon fine e sono stati scelti i nuo-vi finanziatori (e di fatto acquirenti) del gruppo. Il nome della holding che acquisirà gli asset principali di Loewe, rilevandone anche la mag-gior parte dei dipendenti (si parla di 430 addetti su 550 totali) è Panthera GmbH, una società di nuova forma-zione con sede a Monaco di Baviera e con tre azionisti di riferimento. I “tre moschettieri” che hanno rilevato le attività di Loewe e che garantiranno continuità al marchio sono due “ram-polli” di famiglie imprenditoriali te-desche e un manager di lungo corso, già presidente europeo di Apple. Vediamoli in dettaglio:

Constantin Sepmeier fa par-te di una famiglia di imprenditori giunta alla terza generazione. Ha un curriculum prevalentemente fi-nanziario, e ha ricoperto ruoli sia interni che esterni al gruppo di fa-miglia, ma ha sempre governato le aziende nelle quali ha lavorato con spirito imprenditoriale e con un’ot-tica maganeriale a tutto tondo. Non risultano, però, esperienze legate al settore dell’elettronica di consumo, né particolari conoscenze tecniche e commerciali del mercato specifico.

Stefan Kalmund, dopo aver lavo-rato per vent’anni nel fondo di inve-stimenti di proprietà della famiglia, è passato per alcune esperienze come partner di fondi terzi. La sua specializzazione è nell’espansione produttiva e commerciale delle im-prese tedesche verso mercati esteri, soprattutto la Cina, riguardo alla quale pare avere un’esperienza par-

ticolare, e gli Stati Uniti. Da questo punto di vista non si può escludere che abbia avuto un ruolo nella defi-nizione dell’accordo strategico con Hisense, mentre appare chiaro che nel futuro sarà lui l’uomo chiave per il potenziamento della sinergia con il colosso industriale cinese.

Jan Gesmar-Larsen è un ma-nager di lunga data che, negli anni 90 è stato vice-presidente di Apple EMEA (gli è succeduto Diego Pia-centini, già AD di Apple Italia), ma vanta anche esperienze più recenti in Bang&Olufsen e in Dell. Tra le altre cose, Gesmar-Larsen ha avuto diverse esperienze lavorative in Ita-lia: 5 anni a Ivrea con Olivetti negli

PEOPLE & MARKET Ecco i 3 nuovi azionisti di Loewe nel nuovo iter di riassetto della società

Loewe, la proprietà resta in GermaniaSvelati nomi e volti dei nuovi azionisti I manger hanno esperienze ai vertici europei di Apple, Dell e Bang&Olufsen

Stefan Kalmund Constantin Sepmeier Jan Gesmar-Larsen

anni ’80 e altri due anni a Milano con Hal Systems negli anni 2000.

Al di là del taglio occupazionale previsto, che sta sollevando qual-che polemica, si inizia a profilare una sorte non felicissima per gli at-tuali azionisti di borsa di Loewe: il bilancio tra il ricavo della vendita e i debiti in essere potrebbe non esse-re drasticamente positivo e qualche fonte inizia a parlare di una pos-sibilità di azzeramento del valore delle azioni. Gli azionisti potrebbe-ro quindi rimanere a bocca asciut-ta dalla liquidazione della vecchia Loewe, tra cui anche Sharp, che do-vrebbe detenerne un pacchetto tra il 20 e il 30%.

HP: “A grande richiesta ritorna Windows 7”Nei PC desktop, HP torna a spingere Windows 7 sotto “grande richiesta da parte dei clienti” di Emanuele VILLA

Mossa aggressiva da parte di HP negli Stati Uniti: secondo quanto riportato da The Verge, l’azienda ha appena inviato una newsletter ai propri clienti nella quali sostiene che “Windows 7 è tornato”. In pratica, con l’at-tuale promozione HP punta a rilanciare il sistema operativo della precedente generazione, offrendo 150$ di “risparmi” sui prodotti Windows 7. Ma è so-prattutto la motivazione a far ri-flettere: secondo l’azienda, il si-stema operativo Microsoft torna in attività “by popular demand”, ovvero a grande richiesta da parte dei propri clienti. Che HP sia molto seria nella sua inizia-tiva lo si desume dal fatto che i PC desktop della sezione home (sito USA) sono offerti di base con Windows 7 e possibilità di “aggiunta” di Windows 8 solo in fase di configurazione avanzata. Colpo basso nei confronti di Mi-crosoft? Va detto che HP è una delle ultime aziende a puntare in modo significativo (sia in ramo home che business) sui PC desk-top, laddove i vantaggi di Win-dows 8, quanto meno quelli del-la coesistenza dei due ambienti (desktop e metro), sono davvero relativi. Da più parti si sostiene che Windows 9, che Microsoft annuncerà al prossimo Build di aprile, segnerà un relativo ri-torno al passato, per soddisfare le differenti esigenze di chi usa Windows su un PC fisso e chi su un notebook o un tablet.

Page 11: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 11

PEOPLE & MARKET I dubbi delle società con base negli USA

Microsoft va contro la NSA Cloud storage fuori dagli USA

di V. R. BARASSI

U ltimamente gli USA, tra problemi con il sistema sanitario e scandalo datagate, non se la stanno passando proprio bene e la gente fa fatica a fidarsi dello Stato che tramite la NSA ne ha combinate di cotte e di

crude. Nel corso dei mesi sono usciti sempre più dettagli sui controlli operati dall’Agenzia della Sicurezza Nazionale e ogni giorno, nonostante Obama & co. puntino a minimizzare, le cose sembrano andare peggio.Moltissime aziende con base negli USA si sono “ribellate”, e tra queste c’è Microsoft: la società di Redmond ha annunciato che molto presto offrirà agli utenti americani un servizio di cloud storage basato su server localizzati al di fuori dei confini USA e quindi lontano dagli occhi indiscreti della NSA. L’agen-zia, infatti (sebbene qualcuno nutra seri dubbi anche riguardo a questo), non ha giurisdizione al di fuori della fe-derazione statunitense e non può - ufficialmente - ficcare il naso in qualcosa che sta fuori dagli USA (in Europa le leggi sulla privacy sono decisamente più restrittive). Micro-soft avrebbe preso questa decisione dopo la scoperta della sorveglianza che la NSA ha per anni riservato a cittadini brasiliani ed europei con base negli Stati Uniti.

di Emanuele VILLA

R educe da una stagione natalizia tutt’altro che esaltante, Ninten-do ha rivisto con vigore le pro-

prie previsioni di vendita di Wii U per il 2014 (periodo che va da aprile 2013 a marzo 2014) passando dai 9 milioni iniziali ad appena 2,8 attuali. Non è cosa da poco, è un taglio di 2/3 rispetto alla previsione iniziale a cau-sa di un periodo natalizio che ha dato ben poche soddisfazioni all’azienda giapponese: come se non bastasse, a rendere in salita la strada di Wii U ci hanno pensato anche le console next gen di casa Sony e Microsoft, en-trambe capaci di risultati notevoli fin dai primi giorni di lancio. Nintendo ha rivisto anche le previsioni di ven-

dita del software, che passa da 3,8 milioni di titoli a 1,9 milioni, la metà esatta. In questo caso, però, ci tro-viamo di fronte a un miglioramento rispetto a quello del 2013; non si può dire lo stesso per Nintendo 3DS, vi-sto che l’azienda stimava di venderne 18 milioni e ha ridotto la previsione a 15,5 milioni. Vedremo che succederà alla pubblicazione del bilancio, ma fin da oggi l’azienda prevede la pos-sibilità di dichiarare un rosso di 35 miliardi di Yen.

PEOPLE & MARKET Nintendo rivede le previsioni di vendita

Wii U, previsioni in caloStimati 2,8 mln di pezzi venduti contro i 9 iniziali

Addio a Windows XP Bancomat a rischio hackerAd aprile Microsoft finirà di supportare Windows XP, installato su oltre il 95% dei Bancomat mondiali. Le banche corrono ai ripari di V. R. BARASSI

La stragrande maggioranza de-gli sportelli Bancomat di tutto il mondo (le stime parlano del 95%) funziona grazie a Windows XP, e con l’avvicinarsi di aprile le banche dovranno affrontare un grande problema poichè, dopo 13 anni di onorata “carriera” (preci-samente l’8 di aprile), Microsoft smetterà ufficialmente di suppor-tarlo. Ciò significa che l’azienda di Redmond non rilascerà più aggiornamenti di sicurezza, quegli stessi aggiornamenti che hanno permesso a Windows XP di vivere molto più di quanto preventivato in origine. Niente aggiornamenti significa ovviamente meno sicu-rezza e il solo pensiero di lasciare in balia di esperti hacker centinaia di migliaia di sportelli Bancomat in tutto il mondo fa letteralmente rabbrividire. Già da diverso tempo le banche sono al corrente della cosa ma ben pochi istituti hanno già provveduto ad aggiornare i propri ATM. Il passaggio a Win-dows 7 (non si parla di Windows 8 al momento) non è però così semplice come possa sembrare sulla carta: i requisiti hardware potrebbero diventare un proble-ma e moltissimi istituti saranno costretti ad aggiornare anche fisicamente le varie postazioni. Alcuni analisti hanno stimato che meno del 15% degli ATM di tutti gli USA saranno aggiornati entro l’8 di aprile.

Amazon spedirà i prodotti prima dell’acquistoIl colosso dell’e-commerce vuole ora spedire prima dell’acquisto del prodotto. Follia? di V. R. BARASSI

Gli acquisti sul web stanno di-ventando sempre più popolari e proprio per questo motivo Amazon sta pensando di evol-versi ancora una volta. Dopo aver pensato ai droni e alle con-segne anche la domenica, sta ora prendendo in considerazio-ne un’altra folle idea: inviare i prodotti prima dell’ordine. A rivelarlo è il Wall Street Jour-nal, che ha scovato un brevetto che ha dell’incredibile. Amazon in questi anni ha raccolto un’in-finità di dati e ora potrebbe es-sere giunto il momento di sfrut-tarli; l’azienda sta pensando di rivoluzionare il sistema in cui si muovono - tra i vari hub - i pro-dotti del proprio catalogo: sfrut-tando i risultati delle ricerche, le liste dei desideri e i prodotti più cliccati, Amazon prevede-rebbe con buona probabilità quale prodotto un utente stia cercando di acquistare. Una vol-ta acquisita la “quasi certezza” di un ordine e unite le probabi-li necessità di un determinato numero di utenti, Amazon ren-derebbe disponibile il prodotto presso l’hub Amazon più vicino all’utente e di preparare l’ordine (pacco incluso) in attesa di quel-lo definitivo. L’idea è geniale e, qualora fosse davvero messa in atto, garantirebbe la drastica ri-duzione dei tempi di consegna. Ora si deve solo capire come Amazon deciderà di implemen-tare tale “innovazione”.

Page 12: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 12

di Emanuele VILLA

Icecat è un’azienda specializzata nella pubblicazione di data-sheet di milioni di prodotti tecnologici,

un database sterminato compren-dente più di 7000 brand e punto di riferimento per decine di migliaia di siti di e-commerce tecnologico. Ecco perché le rilevazioni di Icecat sono importanti per fotografare lo stato dell’ecommerce non solo nel nostro Paese, ma in tutto il mondo. Le ultime statistiche fornite da Icecat segnalano una crescita interessante del canale ecommerce, soprattutto nei paesi più colpiti dalla crisi economica. Il sito se-gnala come la Grecia faccia segnare un +198% nel 2013, ma sono alti anche i dati di Portogallo (+27%), Spagna (+20%) e anche quelli italiani, per i quali Icecat dichiara un +27% rispetto

DDT: in arrivo una nuova asta frequenzeVerrà pubblicato a breve un nuovo bando per l’assegnazione di nuove frequenze per la TV digitale. Rai, Mediaset e Telecom non potranno parteciparedi Paolo CENTOFANTI

Dopo il blocco scaturito dall’in-sediamento del nuovo governo, riprende l’iter per assegnare nuovi lotti di frequenze per il digitale terrestre. A margine di un convegno, il viceministro dello Sviluppo Economico An-tonio Catricalà ha dichiarato infatti che il nuovo regolamento per la gara è quasi ultimato. Il bando verrà presentato la pros-sima settimana ed escluderà la partecipazione alla gara dei tre maggiori operatori già presenti con abbondanza di multiplex sull’etere italiano: Mediaset, Rai e Telecom Italia Media non potranno concorrere all’acqui-sizione di nuove frequenze. Il viceministro non si è sbilancia-to sulla possibilità di arrivare a chiudere l’asta entro fine anno: “È la prima volta che indico un’asta” ha dichiarato. La scor-sa estate il ministero aveva dato il via libera alla conversione del-le frequenze del mai decollato DVB-H in DVB-T, ma dell’asta “ex beauty contest” per i nuovi multiplex si erano perse le trac-ce, impantanata tra i dubbi del-l’Unione Europea, il nodo delle interferenze e quello della ban-da dei 700 MHz da condividere con la telefonia. Una volta noto il regolamento, si potrà capire se Sky Italia avrà la possibilità di allargare la sua presenza an-che su digitale terrestre.

di Emanuele VILLA

IDC ha pubblicato il rapporto an-nuale sul mercato degli smartpho-ne, rapporto che fa registrare una

nuova annata record per i dispositivi mobile. Nel 2013 le vendite dei soli smartphone hanno superato il miliar-do di unità per la prima volta nella loro storia, con un +38% rispetto all’anno prima: il dato complessivo, che con-sidera smartphone e telefoni cellu-lari, è di 1,8 miliardi di unità, con un incremento del 4,8% rispetto al 2012. Nel periodo natalizio si sono venduti 488 milioni di dispositivi mobili, con un incremento dello 0,8% rispetto all’anno prima: questo è inferiore rispetto alle previsioni di IDC, che supponeva un +3,7%. La ricerca IDC continua parlando dei “top player” del mercato smartphone e del telefoni

cellulari. Per quanto riguarda il pri-mo, e considerando i soli dati annuali, Samsung è l’assoluto dominatore della scena con un market share del 31,3% e 313,9 milioni di unità “shipped” nel 2013. Enorme l’incremento in volu-me, da 219,7 milioni ai 313,9 citati, mentre il market share è cresciuto di un solo punto percentuale, soprattutto in considerazione della concorrenza. Apple non ha problemi a mantenere la seconda posizione, con un solido market share del 15,3% e 153,4 milioni

PEOPLE & MARKET Rapporto IDC sugli smartphone, che fa registrare una nuova annata record

Più di 1 mld gli smartphone venduti nel 2013Domina Samsung, mentre nel settore dei terminali cellulari Nokia è seconda

di unità vendute: pur crescendo le ven-dite rispetto all’anno scorso (135 - 153 mln), Apple fa registrare una riduzio-ne del proprio market share dal 18,7% al 15,3%, e tutti guardano all’accordo con China Mobile come possibilità di conquistare nuovi spazi nel mercato globale. Huawei, LG e Lenovo hanno un market share simile, e sono tutte in crescita: Huawei passa da 29,1 a 48,8 milioni di terminali venduti ed è ora al terzo posto con 1 punto percen-tuale di market share in più rispetto all’anno scorso. LG è passata da 26,3 mln a 47,7 mln di terminali e Lenovo da 23,7 mln a 45,5 mln. Considerando il mercato complessivo dei terminali cellulari, Samsung domina col 24,5% del mercato (446 milioni di unità ven-dute), ma è Nokia al secondo posto con vendite pari 251 milioni di unità e un market share del 13,8%.

PEOPLE & MARKET Icecat fotografa lo stato dell’e-commerce mondiale: l’Italia cresce (+27%)

L’e-commerce italiano è in crescita In Italia, HP e Philips sono i marchi top e le custodie per cellulari sono gettonatissime

allo scorso anno. Crescita persistente, ma meno sostenuta, anche per i mer-cati e-commerce più maturi, in par-ticolare per Germania, USA, Regno Unito, Paesi Bassi, Canada e i Paesi del Nord-Europa, che mostrano in-crementi compresi tra il 10 e il 20%. Altri dati facilmente prevedibili sono l’incremento esponenziale nei Pae-si a rapida espansione del web: Sud Africa (+104%), Cina (+74%), Brasile (+42%) e via dicendo. Altra curiosità riguarda i marchi “top” dell’ecom-merce: HP in testa con 350.000.000 di download, ma la crescita maggiore la fa segnare Philips, che supera que-st’anno i 100.000.000 di download grazie alla fortissima spinta di Saeco, che beneficia dell’esperienza e delle strategie e-commerce di Philips. A se-guire Sony, Samsung, Lenovo, Asus, Kingston, Canon, Toshiba e Acer. In-

fine, davvero curiose le rilevazioni per categoria, che identificano i prodotti di maggior successo nell’ecommerce mondiale: dominano ancora i note-book, ma l’impennata è per le custo-die di telefoni cellulari (304%) e per i tablet (+310%), ma Icecat segnala una crescita davvero importante dell’illu-minazione domestica e di altre cate-gorie del “bianco”, come aspirapolveri (+275%), frigoriferi (+198%) e mac-chine del caffè: ottime le performance dei TV, con un +192%.

Page 13: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

L’INNOVAZIONEPARTE DA QUI

Now It’s All Possible

www.lg.com/it

Page 14: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 14

Paramount abbandona il 35mmLa major ha comunicato ai cinema negli Stati Uniti che non distribuirà più film in formato 35mm: da The Wolf of Wall Street l’azienda è digital-only Emanuele VILLA

Manca la comunicazione uffi-ciale, ma Paramount ha deciso di abbandonare la pellicola per la distribuzione cinematografica dei propri film. È la prima major a prendere questa decisione, ma da più parti si suppone che le altre “grandi” hollywoodiane se-guiranno a ruota. Paramount ha notificato la propria decisione ai cinema americani, stabilendo che The Wolf of Wall Street è il primo film del nuovo corso del-l’azienda: Anchorman 2 è stato l’ultimo titolo distribuito in ver-sione 35mm per i cinema non ancora aggiornati alla proiezione digitale. Si fa notare, comunque, che la decisione vale al momento solo negli Stati Uniti, dove il 92% dei cinema ha già effettuato il passaggio al digitale, mentre nel resto del mondo Paramount con-tinuerà (ma non si sa fino a quan-do) a distribuire i propri blockbu-ster anche in 35mm. Ma ormai il dado è tratto e, come anticipato, si suppone che le altre major se-guano la mossa in tempi brevi: d’altronde, 20th Century Fox aveva già preallertato i cinema della propria intenzione di ab-bandonare il 35mm nel 2011, ed era subito seguita l’analoga deci-sione da parte di Disney.

di Paolo CENTOFANTI

S amsung ha confermato che offrirà anche in Europa uno starter pack 4K da abbinare ai

nuovi TV Ultra HD appena presen-tati al CES di Las Vegas. Proprio in quella sede avevamo in-travisto il componente principale di questo pack, un hard disk da 1 TByte che conterrà diversi film in 4K, tra cui Star Trek: Into Darkness e Life of Pi. Alcuni film saranno precari-cati, insieme a clip e documentari, altri verranno scaricati sul disposi-tivo più avanti, fino a un totale di 50 titoli. L’hard disk e il servizio avran-no in Europa un costo di 299 euro. L’altro elemento della promozione del 4K di Samsung è costituito dal servizio di streaming Netflix, che il produttore dice che fornirà sui suoi TV anche in Europa a partire da marzo, presumibilmente nei paesi

in cui è già disponibile. Proprio sul versante Netflix po-trebbero esserci grosse novità in arrivo, come ha riportato il Wall Street Journal, pare infatti

che il popolare servizio di stree-ming stia stringendo gli accordi ne-cessari per il lancio del servizio in primavera in Francia, Germania e altri paesi europei.

TV E VIDEO L’emittente TV NHK ha trasmesso video 8K in banda UHF su una tratta di 27 Km

8K sul DTT: NHK dimostra che si può fareIl traguardo è stato raggiunto con sistemi di codifica e modulazione avanzati

di Paolo CENTOFANTI

L’emittente TV giapponese NHK e il suo rinomato la-boratorio di ricerca e svilup-

po, continuano la loro corsa verso l’obiettivo di lanciare trasmissioni TV in formato 8K, annunciando il

TV E VIDEO Hard disk con film in 4K precaricati e Netflix, così Samsung lancia il 4K in Europa

Samsung, arriva il 4K starter packPotrà contenere fino a 50 film in Ultra HD, il servizio costerà 299 euro

raggiungimento di un nuovo tra-guardo. NHK è infatti riuscita a trasmettere, senza perdita di qua-lità, un segnale 8K lungo una di-stanza di 27 Km utilizzando un ca-nale UHF. Precedentemente, NHK era riuscita a completare la messa in onda in 8K su digitale terrestre,

ma solo in un raggio di poco più di 4 Km. Il nuovo traguardo è sta-to raggiunto combinando diverse tecniche: modulazione OFDM con codifica QAM fino a 4096 livelli e trasmissione MIMO sfruttando contemporaneamente sia la pola-rizzazione verticale che orizzonta-le del canale UHF (da 5,57 MHz). Il segnale 8K è stato compresso in H.264, con un bitrate massimo di 91,8 Mbit/s. Chiaramente, con queste caratteristiche al momento è difficile ipotizzare di inviare più di un segnale TV su una singola frequenza. La roadmap di NHK prevede di iniziare le trasmissioni regolari in 8K a partire dal 2020 in Giappone, prima con il satellite e successivamente anche utilizzando il digitale terrestre.

Page 15: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

15torna al sommario

di Emanuele VILLA

H aier ha organizzato una conferenza stampa per annunciare il suo ingresso ufficiale nel mercato italiano degli smartphone e dei

tablet e presentare contestualmente una line-up completa di prodotti. La decisione di entrare nel mercato italiano va messa in relazione alla forte espansione della divisione mobile dell’azienda in altri Paesi: non dimentichiamo, infatti, che Haier detiene un market share del 7% in Asia e dell’1,5% in Cina. Durante la conferenza è sta-ta delineata la strategia d’ingresso dell’azienda in questo mercato: solo prodotti Android, il più possibile aggiornati all’ultima versione, tutti certificati Google, sviluppati e prodotti in casa, su progetto Haier. Per quanto concerne le di-mensioni di display andiamo da 4’’ a 6’’, anche retina, con fotocamera fino a 13 mpixel e pro-cessori Dual/Quad e anche Octa-Core per i top di gamma: in questo momento Haier propone una versione stock di Android, ma procederà a forti interventi di customizzazione nel corso del tempo. Tutti gli smartphone proposti sul merca-to italiano sono Dual SIM. Per quanto concerne la distribuzione sul territorio, Haier ha stretto una partnership con Technoit, azienda che può vantare presenza su tutta la distribuzione della telefonia in Italia con una forte penetrazione nel mondo dei “telecom specialist” (per un totale di circa 1.900 punti vendita). Per quanto concerne, invece, l’assistenza, Haier si affida a Video Pacini, azienda che opera con più di 100 operatori e capace di gestire in un anno (2013) più di 500.000 prodotti per ripara-zioni e aggiornamenti vari.Alla presentazione si è parlato anche (e soprat-tutto) dell’offerta di smartphone, che vedrà l’in-

MOBILE L’offerta destinata al nostro Paese prevede una gamma completa di smartphone e di tablet, per più di 10 prodotti

Haier entra “decisa” nel mercato mobile italianoTutti i prodotti sono sviluppati e prodotti da Haier, utilizzano Android e sono certificati Google

troduzione graduale di nuovi modelli fino alla prossima estate. Si parte subito con la gamma entry e media: W701, per esempio, è il prodotto di base con un display da 3,5’’, processore dual core da 1 GHz, dual SIM, 512 Mb RAM e 4 GB di storage, mentre subito sopra troviamo W716 con display da 4’’ FWVGA (854x480), dual core da 1.3 GHz, dual SIM, 512 MB e 4GB di stora-ge. Disponibili da subito anche W757, col suo display da 5’’ FWVGA (840x480), il processore dual core da 1.3 GHz, dual SIM, RAM da 512 MB, 4 GB di storage e 3 mpixel di camera, e W867 con display da 5,5’’ QHD (960×540), processore quad core da 1.3 GHz, 1 GB di RAM, dual SIM e 4 GB storage. I top di gamma arriveranno a marzo con l’atteso W990, dal design ultraslim, Android

4.4, processore Octa Core e display da 6’’ Full HD IPS; molto interes-sante anche L901, dotato di display da 5’’ IPS, processore quad core, An-droid 4.3 e connettività LTE. Parallelamente alla gamma smar-tphone, Haier entra nel mercato ita-liano anche con 2 tablet, che rispec-chiano le dimensioni di display più comuni e diffuse in questa categoria di apparecchio. Il più piccolo si chia-ma Mini 781 e si segnala come tablet più sottile al mondo con 6,6 mm di spessore, il tutto per 290 grammi di peso. Tra l’alluminio, la costruzione curata, il display 4:3 IPS e Android

4.2, Mini 781 si pone in competizione diretta con il riferimento del settore, l’onnipresente iPad Mini. Tra le altre caratteristiche il processo-re quad core da 1,6 GHz e la doppia fotocamera, da 5 e 2 megapixel. Il tablet “grande” è invece il Maxi 1043, anch’esso basato su design slim (6,9mm di spessore) e scocca in alluminio, ma con display IPS da 10,1’’ a risoluzione Full HD. Meritevoli di considerazione il processore quad core da 1.6 GHz, la RAM da 2 GB, la connetti-vità completa di mini-HDMI 1.3 e la doppia fo-tocamera, anche in questo caso da 5 e 2 mega-pixel. Tra le altre caratteristiche, Haier promette un’autonomia di utilizzo continuo di 6 ore: la disponibilità è prevista per aprile.Haier W867, con display da 5,5” QHD e CPU quad core 1,3 GHz

Il tablet Haier Maxi 1043, utilizza una scocca in alluminio e ha uno spessore di soli 6, 9mm

Page 16: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 16

È di AUO il display da 6” più risoluto al mondo2.560x1.440 pixel stipati in un display da 6” per una densità di oltre 500ppi. Usato sul Vivo XPlay 3D, è pronto per la mass production

di Roberto PEZZALI AU Optronics lancia la corsa ai phablet next gen: 1920x1080 non è più una risoluzione sufficiente per un top di gamma e quindi rilascia un nuovo pannello da 6” WQHD, ovvero da 2560x1440 pixel. Con una risoluzione di 500 ppi questo schermo è il più riso-luto del mercato, un vero record che ha già spinto i produttori più intraprendenti ad annunciare smartphone basati su questo di-splay. Il primo prodotto, infatti, è stato annunciato a fine dicem-bre e sarà presto disponibile sul mercato: è il cinese Vivo XPlay 3S. Tra le caratteristiche del pan-nello AUO, realizzato con tecno-logia Advanced Hyper-Viewing Angle (AHVA), troviamo anche una cornice sottilissima, solo 0.9 mm. AUO è già in grado di produrre in grossi volumi questo particolare display e per i prossi-mi mesi prevede anche una pos-sibile riduzione del taglio senza sacrificare la risoluzione. Ma ser-ve davvero un pannello così riso-luto? Sicuramente al marketing: il Full HD su uno smartphone pare già eccessivo.

di Emanuele VILLA

H TC non si arrende. Nonostan-te gli ultimi dati finanziari non promettano nulla di buono,

l’azienda punta a risollevarsi me-diante un “mix” di diversi fattori: con lo smartphone One Max, con la partnership con China Mobile e con un nuovo terminale, che presumibil-mente verrà presentato a Barcello-na e commercializzato subito dopo. Lo riporta Bloomberg, secondo cui le caratteristiche di punta del nuo-vo modello saranno un display più ampio, un piccolo cambiamento di design rispetto all’One attualmente in commercio (che, ricordiamolo, è uno dei terminali più belli sul mer-cato) e un doppio sensore per la fo-tocamera. A parte l’ormai consueto

processore Snapdragon top di gam-ma e i 2 GB di RAM, non si sa molto di più di questo ipotetico One 2, se non che il display sarà compreso tra i 5’’ e i 5,9’’ del One Max. La massima curiosità è però relativa al comparto fotografico, per il quale HTC dovreb-be impiegare due sensori affiancati continuando con la tecnologia Ultra-pixel inaugurata con il primo One: l’ipotesi che il secondo foro sulla cover posteriore sia un lettore di impronte non convince, e che il secondo sen-sore serva per lo scatto o la ripresa 3D nep-

pure (non ci risulta che la cosa stia tornando di moda); piuttosto, secon-do Bloomberg il doppio sensore do-vrebbe servire per favorire la messa a fuoco e/o per variare dinamicamen-te la profondità di campo a scatto già effettuato. Ne sapremo senz’altro di più nelle prossime settimane, quan-do con l’avvicinarsi dell’MWC anche i rumor si moltiplicheranno.

MOBILE La corsa ai multicore per smartphone non si ferma e Huawei arriva a quota 8

Huawei, 8 core e LTE per smartphone superIl nuovo SoC HiSilicon a 8 core è ormai pronto, con un nuovo modem LTE

di Roberto PEZZALI

I l primo SoC a 8 core di Huawei è pronto: dopo aver realizzato la ver-sione a 4 core del suo processore

HiSilicon, Huawei ha terminato lo sviluppo e ha iniziato la produzione del modello più evoluto che prevede appunto l’affiancamento di una CPU Cortex A7 a una CPU quad Cortex A15 plus. La configurazione in questo caso sarebbe la big.LITTLE già adottata da altri produttori ma non è chiaro se questi core potranno anche fun-zionare contemporaneamente come nel caso degli ultimi SoC Mediatek. Huawei per la realizzazione dei suoi nuovi core ha utilizzato la tecnologia produttiva a 28 nanometri, e con que-sto processo produttivo non ha realiz-zato solo il K3V3, che è appunto quel-lo a 8 core, ma anche un nuovo K3V2 Pro che sostituisce l’attuale K3V2 usato quest’anno su molti prodotti tra i quali l’Ascend D. La vera novità

MOBILE Spicca il doppio sensore per la parte fotografica nel prossimo smartphone HTC

HTC punta su One 2 per risollevarsiA Barcellona il nuovo top di gamma One 2, noto con il nome in codice di M8

però riguarda la presenza del mo-dem LTE multibanda integrato, una componente questa spesso sottovalutata ma responsabile della fortuna di produttori come Qualcomm: un modem integrato garantisce non solo la costruzio-ne di smartphone più sottili ma anche un consumo minore. Se-condo Richard Yu, chairman di Huawei Devices, il 2014 sarà l’anno dei processori a 8 core e a 64 bit su smar-tphone e tablet, uno step questo che ci prepara a una nuova ed ennesima genera-zione di smartphone Android dove l’hard-ware è sovradimen-sionato e il software non è sempre pronto a seguire le innova-zioni di CPU e GPU.

Page 17: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 17

MOBILE

Samsung colora il Galaxy S4 MiniSamsung annuncia la dispo-nibilità italiana di Galaxy S4 Mini in 5 colori diversi: Pink, Yellow, Orange, Purple e Blue. Non si tratta solo di una personalizzazione colorata della cover posteriore ma un completo restyling del tele-fono a livello estetico. Le ca-ratteristiche tecniche restano ovviamente le stesse della ver-sione regolare disponibile in finitura bianca e nera: display da 4,3’’ qHD Super AMOLED, CPU dual core da 1.7 GHz su Android 4.2.2 con Touchwiz e svariate personalizzazioni Samsung, tra cui il Samsung Hub, Group Play, ChatOn, WatchOn, S Health, S Travel, S Translator e altro ancora. Il prezzo resta lo stesso della versione “standard”: 399 euro al pubblico, IVA inclusa.

di Vittorio Romano BARASSI

L G G2 potrebbe avere vita breve; è questo ciò che dicono le ultime voci provenienti direttamente

dalla Corea del Sud, secondo cui LG sarebbe in procinto di lanciare al più presto un nuovo device high end del-la gamma smartphone. È quasi certo che l’azienda asiatica sfrutterà il pros-simo MWC 2014 come trampolino di lancio di G Pro 2, phablet con display da 5,9 pollici QHD ma nei mesi a seguire potrebbe arrivare anche il successore di G2. LG G3, denomina-zione probabile ma tutt’altro che con-fermata, avrà presumibilmente un display più grande del predecessore:

si passerà dai 5,2 pollici dell’attua-le modello ai 5,5 del prossimo, il quale avrà anche risoluzione QHD da 2.560x1.440 pixel. Nulla si sa sulla piattaforma hardware, ma il nuovo Snapdra-gon 805 pare es-sere un degno candidato; sul fronte fotocamera si parla di un modulo da 16 Megapixel con stabilizzatore ottico mentre le dimensioni e il peso del de-vice dovrebbero rimanere pressoché identiche a quelle del G2. LG avrebbe

deciso di “accorciare” la vita di G2 e di lanciare G3 il 17 di maggio per non lasciare troppo spazio a Samsung che, proprio a maggio, presenterà il suo Galaxy S5. I possessori di G2 non saranno molto contenti.

MOBILE Probabile vita breve per l’attuale top di gamma LG che ha già un successore

LG G3 a maggio come il Galaxy S5?Dalla Corea arrivano le prime voci sul prossimo top smartphone di LG Uscita anticipata a maggio per non lasciare troppo mercato a Samsung?

di Vittorio Romano BARASSI

D opo gli smartphone basati su Firefox OS, è arrivato il momento di scoprire il pri-

mo tablet architettato intorno allo stesso sistema operativo. A svelare le caratteristiche tecniche del tablet in questione è stato proprio uno sviluppatore del team di Mozilla, il quale sul proprio blog ha rivelato tutti i dettagli del caso. Il tablet, dal target budget/entry level, sarà assemblato intorno a un processo-

re A31 (ARM Cortex A7) quad core da 1.0 GHz con grafica PowerVR SGX544MP2; il quantitativo di RAM è stato fissato in 2GB mentre saranno 16 i GB di memoria flash a disposizione dell’utente, il quale potrà sfruttare anche un pratico slot di espansione per microSD. Il display, ma lo si sapeva già, sarà un 10.1 pollici IPS da 1.280x800 pixel mentre il comparto fotogra-fico sarà affidato a due moduli ri-spettivamente da 5 e 2 Megapixel. Non mancheranno, infine, Wi-Fi

“n”, Bluetooth, GPS e una grossa batteria da 7.000 mAh. Il tablet, a quanto pare, non dovrebbe tardare molto ad approdare sui principali mercati emergenti (a breve scopri-remo quali brand lo adotteranno), realtà dove Firefox OS, grazie a dispositivi offerti a prezzi davvero concorrenziali e a convenienti ac-cordi con le società telefoniche, sta pian piano riuscendo a conquista-re piccole fette di mercato. Difficile prevedere un arrivo in Europa; ma potremmo presto essere smentiti.

MOBILE Il sistema operativo di Mozilla arriva anche sui tablet, con tanto di requisiti

Tablet con Firefox OS: svelate le specificheCPU quad core da 1.0 GHz, 2GB di RAM e display da 10.1” e 1.280x800 pixel

Nokia punta su un “mini” Lumia 1520Arrivano dalla Cina i rumor su quello che potrebbe essere il primo dispositivo Nokia equipaggiato con Windows Phone 8.1: si tratterebbe si una versione “mini” del Lumia 1520, il quale dovrebbe condivi-dere con il fratello maggiore quasi tutte le specifiche tecniche, display e fotocamera a parte. I rumor par-lano di un display da “soli” 4.3” con risoluzione di 1.920x1.080 pixel, la medesima del fratello maggiore. Visto il corpo più piccolo, Nokia avrebbe deciso di rinunciare alla fotocamera da 20 MP del Lumia 1520 originale e di inserire un modulo PureView da 14 MP; mentre sotto la scocca ci saranno 2GB di RAM, 32GB di memoria non espandibile e batteria da 3.000mAh con supporto per la ricarica wireless.

Page 18: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 18

Motorola Moto X arriva in Europa a 429 euroMotorola annuncia l’inizio della distribuzione europea di Moto X, il suo telefono top di gamma. Francia, Germania e UK i primi Paesi scelti di Emanuele VILLA

Il telefono “Made in USA” per eccellenza sta per arrivare nel vecchio continente: l’azienda ha comunicato l’inizio della distribuzione in Francia, Ger-mania e Inghilterra a partire da febbraio. Il prezzo di listino scelto da Motorola è 429 euro, un prezzo interessante per un top di gamma che, in quanto a specifiche tecniche, si differen-zia in modo evidente dal Moto G (già disponibile, anche da noi). Nessuna notizia, al mo-mento, per quanto concerne il lancio italiano, e non è chiaro se in Europa saranno disponi-bili tutte le opzioni di persona-lizzazione di Moto X accessibili ai clienti americani (il Moto Maker Program). Ovviamente vi terremo aggiornati.

di Emanuele VILLA

D opo le versioni Pro presenta-te a Las Vegas, è in arrivo il Galaxy Tab 3 Lite, prodotto

che Samsung mostrerà (presumibil-mente) al Mobile World Congress di Barcellona. L’ha confermato indirettamente la stessa Samsung dopo aver pubblicato il manuale dell’utente sul proprio sito polac-co: la sigla del modello sarà SM-T110, che corrisponde alla variante “solo Wi-Fi” del tablet in questio-ne. Secondo quanto si apprende dai rumor delle ultime ore, Galaxy Tab 3 Lite sarà basato su Android Jelly Bean 4.2 e avrà un processo-re dual core da 1.2 GHz, display da

7’’ con risoluzione 1024x600, 1 GB di RAM, una fotocamera da 2 Me-gapixel e 8 GB di storage interno, oltre alla batteria da 3600 mAh. Si tratterà, di conseguenza, di un ta-blet pensato per l’utente “casual”, con prezzo di listino accessibile e

prestazioni accettabili per l’uso di tutti i giorni ma senza esagerare col carico di lavoro o con la componen-te videoludica. I prezzi di listino, ovviamente non ancora comunicati dall’azienda, dovrebbero orientarsi sui 169 e 259 euro.

MOBILE LG propone la sua versione di phablet partendo dal design del top di gamma G2

LG G PRO Lite: 5.5’’ e pennino sotto i 300€Ampio display da 5.5”, pennino e caratteristiche tecniche di livello medio Il G PRO Lite di LG è un phablet che punta le sue carte sul prezzo invitante

di Emanuele VILLA

M entre Samsung si prepara a presentare la versione “economica” del Note 3

(news qui sopra), LG ha anticipato i tempi e ha già lanciato (anche in Italia) il suo smartphone/phablet di fascia medio-alta, terminale che risponde al nome di LG G PRO Lite (sigla D682). Il look ricorda chiara-mente quello del notissimo G2, col quale condivide alcu-ne funzionalità ma, rispetto allo smartphone top di gamma, il G PRO Lite vuole ampliare leg-

MOBILE Spunta in rete il manuale del Tab 3 Lite, un tablet entry level con CPU dual core

Samsung Galaxy Tab 3 Lite, il tablet per tuttiIn arrivo una versione “easy” del Tab 3 con specifiche di base e basso prezzo

germente lo schermo, aggiungervi il pennino per le note a mano libera e ridimensionare le caratteristiche tecniche, così da poterlo proporre sul mercato a un prezzo di circa 270 euro. Lo schermo è un LCD IPS da 5.5’’ (rispetto ai 5.2’’ del G2) con risoluzione di 960x540 pixel e ri-

vestimento Gorilla Glass 2, mentre il sistema operativo scelto da LG è Android Jelly Bean 4.1.2. Per quan-to concerne le specifiche tecniche più importanti, segnaliamo il pro-cessore Dual-Core 1GHz Mediatek MT6577 con GPU PowerVR SGX 531, la fotocamera principale da 8

Megapixel con sensore BSI, il doppio speaker audio, 1 GB di RAM e 8 GB di memoria inte-grata, con pos-sibilità di espan-sione via schede microSD. Non manca, infine, una batteria da 3140 mAh, con 100 ore di auto-nomia dichiarata in stand by e 4 in conversazione.

Page 19: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 19

di Emanuele VILLA

Che Facebook stesse tentando di inventare qualcosa di nuovo lo si sapeva, e si sapeva anche

che la prima manifestazione sarebbe stata un’app mobile in qualche modo legata al mondo delle notizie, come una sorta di Flipboard basato sul-l’infinito database del social network n.1 al mondo. Ed ecco arrivare Paper, app che Facebook mette a disposi-zione dei soli utenti iPhone a partire dal 3 febbraio negli USA (ma non tar-derà sugli altri App Store mondiali, speriamo) e che rappresenta la prima manifestazione tangibile dei Face-book Creative Labs. L’idea di Zucker-berg è notevole: invece di aumentare in modo esponenziale le funzionalità core di Facebook, l’azienda vuole at-tingere al suo database sterminato di notizie, contenuti, foto, video ecc, e proporli all’interno di diverse app per dispositivi mobile, ognuna dedicata a specifiche esigenze ed esperienze d’uso personalizzate. Paper è quin-di il primo passo di un progetto più vasto che si concretizzerà nei mesi e, forse, negli anni. Ma di cosa si tratta?

Il concetto è molto ampio ed è una sorta di riorganizzazione ragionata del news feed attuale, con un design da quotidiano virtuale di ultimissima generazione. Oggi aprendo l’app mo-bile di Facebook ci si trova di fronte a un wall infinito che, a seconda de-gli amici, dei Like, delle storie spon-sorizzate, ecc. potrebbe mostrare troppi interventi rispetto a quanti si possono (e si vogliono) seguire. Ma soprattutto potrebbe mostrare con-tenuti che non ci interessano. Paper è una prima soluzione a ciò: all’interno di un ambiente sviluppato in senso orizzontale è possibile selezionare le proprie aree d’interesse e costruire in questo modo il proprio “quotidiano” virtuale, i cui post sono una combina-zione delle news più importanti sele-

zionate da autori e giornalisti in carne ed ossa (assunti ad hoc da Facebook nei mesi scorsi) e da un apposito al-goritmo di Paper, il cui fine è sì quel-lo di mettere in evidenza l’articolo e l’intervento più importante ma anche scoprire nuovi autori, nuovi blogger, siti e contenuti che fanno tendenza (conterà il numero di Like, presumi-bilmente). Paper potrebbe quindi di-ventare un formidabile strumento di auto-promozione: vedere il proprio contenuto promosso (gratuitamen-te) da Paper per via della bontà del contenuto e dei like ricevuti potrebbe generare risultati di visibilità inaudi-ti, e questo a prescindere dall’avere o meno una pagina e promuoverla a pagamento. In ogni caso lo prove-remo presto, sperando che arrivi in Italia in tempi brevi.

MOBILE Il social network di Zuckerberg punta a rivisitare a fondo il concetto di “quotidiano”

Facebook reinventa le news con PaperIl 3 febbraio esce negli USA, e solo per iOS, Paper, l’anti-Flipboard di Facebook

MOBILE L’ottimo sistema anti-vibrazioni dei Lumia sarà disponibile per altri telefoni

La stabilizzazione ottica di Nokia è per tuttiScaduto il contratto di uso esclusivo delle tecnologie di ST Microelectronics

di Paolo CENTOFANTI

L a tecnologia di stabilizzazione ottica di immagine, che Nokia ha utilizzato in esclusiva nel-

le fotocamere di diversi modelli di smartphone Lumia, è ora dispo-nibile anche ad altri produttori. Nokia aveva infatti un accordo di esclusiva con ST Microelectronics per l’utilizzo del suo sistema di sta-bilizzazione giroscopico a due assi L2G2IS, contratto che a quanto pare ora è scaduto. Ciò dà la facol-tà a STm di offrire il componente, che ha un costo di 1,7 dollari al

pezzo su quantitativi di 1.000 uni-tà, a tutti i produttori interessati. Quello dello stabilizzatore non era l’unico componente di STm che Nokia aveva ottenuto in esclusiva per i suoi prodotti. Qualcuno ri-corderà il caso del microfono ad ampia dina-mica di STm che era finito anche nell’HTC One, prima della fine del contratto di esclusiva. La vi-cenda aveva por-

tato Nokia a chiedere persino il ritiro del prodotto di HTC. Quello che è certo è che ora la stabilizza-zione di immagine sugli smartpho-ne potrà diffondersi ulteriormente, il che non è affatto un male.

Paper by Facebook

Estratto dal quotidiano onlinewww.dday.it

Registrazione Tribunale di Milanon. 416 del 28 settembre 2009

direttore responsabileGianfranco Giardina

editingClaudio Stellari

Alessandra Lojacono Simona Zucca

Maria Chiara CandiagoMassimo Monti

EditoreScripta Manent Servizi Editoriali srl

via Gallarate, 76 - 20151 MilanoP.I. 11967100154

Per [email protected]

Per la pubblicità[email protected]

Sony “adatta” le lenti QX ai tabletSaranno le di-mensioni, sarà il form factor, ma è difficile che qualcuno compri un tablet con lo scopo di usarlo come fotocamera in tutto e per tutto. Ma c’è chi, come Sony, ha in gamma le famose “lenti” QX, che nonostante le apparenze sono fotocamere fatte e finite da agganciare fisicamente allo smartphone e controllare tramite quest’ultimo.Con l’apposito adattatore SPA-TA1, le stesse Cy-berShot QX10 e QX100 possono essere collegate ai tablet, come il Sony Tablet Z. L’aggancio stan-dard presente sulle due “ottiche” permette la loro installazione solo su apparecchi con un’altezza massima di 75 mm (gli smar-tphone, tipicamente), mentre con l’adattatore si va da 85 a 190 mm. L’accessorio verrà inizialmente lanciato sul mercato giapponese (circa 25 euro) ma non è esclusa l’estensione al resto del mondo.

Page 20: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 20

di Paolo CENTOFANTI

L a tecnologia migliore è quella che aiuta davvero le persone, come le lenti a contatto smart

su cui Google ha annunciato di stare lavorando. Nulla a che vedere con i Google Glass però: si tratta infatti di un nuovo metodo per monitora-re costantemente il livello di glice-mia nei malati di diabete. L’idea è quella di analizzare le lacrime, una delle secrezioni utili per misurare la glicemia, il tutto con un metodo de-cisamente meno invasivo del prelie-vo di sangue. La lente a contatto, già in fase di sperimentazione, integra un sensore per la glicemia e un tra-smettitore wireless miniaturizzati e infilati in due sottilissimi strati di

materiale morbido per le lenti. At-tualmente i dati vengono trasmessi a un’unità esterna ma Google sta esplorando l’idea di integrare anche un LED che possa avvertire in tem-po reale chi indossa la lente, quando

lo zucchero supera una certa soglia critica. La tecnologia non è ancora pronta per l’utilizzo sul campo ma Google ha dichiarato che i test clinici stanno aiutando a migliorare il pro-totipo nella direzione giusta.

MOBILE Le lenti potranno misurare il livello di glicemia in modo immediato e indolore

Da Google le lenti a contatto smartAnnunciato da “Big G” un progetto per lenti a contatto contro il diabete

di Paolo CENTOFANTI

Durante il CES 2014 IK Multimedia ha annunciato un nuovo prodotto e mostrato alcune novità che arrive-ranno nel corso dell’anno. La novità più grande è l’ingegnoso controller iRing, una sorta di anello che per-mette alle app musicali per iOS di tenere traccia dei movimenti della mano, per controllare fino a 6 para-metri. Le gesture possono essere a una o due mani, a seconda di quanti

“anelli” si indossano, e vengono tra-dotte in comandi oppure in parame-tri MIDI a seconda dell’applicazione. IK Multimedia ha infatti rilasciato anche un SDK a licenza gratuita, che gli sviluppatori di applicazioni potranno utilizzare per integrare il supporto ad iRing. Con il dispositivo IK Multimedia fornisce già due app: iRing Music Maker e iRing FX/Con-troller. Il primo programma consen-te di creare musica con i gesti della mano, permettendo di sperimentare

con il nuovo con-troller. La seconda app è più sofisticata e permette di utiliz-zare iRing con altre app musicali fin da subito utilizzando sia Audiobus che il nuovo bus audio di iOS 7 Inter-App Audio. Ma come funziona iRing? L’anello è dotato

di tre marker che possono essere tracciati utilizzando la fotocamera frontale di iPhone e iPad. L’app di IK integra il sistema di visione che permette così di determinare la po-sizione spaziale dell’anello e ricono-scere le gesture. iRing avrà un costo di 19.99 euro. Tra le altre novità in arrivo anche un nuovo controller MIDI a pad, denominato iRig Pads, più un nuovo supporto per aste della serie iKlip per iPhone con aggancio a molla. Presso lo stand del CES, IK Multimedia ha anche presentato nuove versioni del suo microfono analogico iRig Mic con un look più giovane e colori simili a quelli del-l’iPhone 5C. Questa nuova versione si chiama iRig Voice e verrà affian-cata anche da un altro microfono con connettore lightning e che avrà il nome di iRig Mic HD, evoluzio-ne del primo microfono per iPhone e iPad. Se il primo modello, come l’orginale iRig, utilizzava la presa mini-jack per cuffie e microfono dei

MOBILE Tra le proposte di IK Multimedia, oltre al nuovo iRig Mic HD, spicca un controller per iOS davvero particolare

La musica su iPad si suona a “gesture” con iRingDa IK Multimedia tante soluzioni per chi fa musica con dispositivi iOS, da iRing ai nuovi microfoni

DoubleTwist registra da AirPlayIl team di doubleTwist ha rilasciato una nuova app su Google Play Store che viene pubblicizzata come un registratore di iTunes Radio. Scopo dell’app è infatti quello di permettere di registrare le canzoni “in onda” su iTunes Radio da un Mac o un dispositivo iOS su uno smartphone o tablet Android. Più che il fine dell’app è il mezzo a destare curiosità: essenzialmente doubleTwist AirPlay Recorder tra-sforma il dispositivo Android in un componente AirPlay a cui un iPho-ne o iTunes può inviare l’audio da riprodurre. Solo che in questo caso l’audio viene registrato e compresso in un file. La procedura è quanto di più macchinoso ci possa venire in mente e ci ricorda un po’ i tempi in cui registravamo su cassetta ciò che veniva passato alla radio.

dispositivi mobile, iRig Mic HD è un dispositivo digitale che con i cavi in dotazione può essere collegato via USB, connettore iPod o Lightning. iRig Mic HD integra un convertitore analogico digitale a 24 bit, pre-am-plificatore a basso rumore e cam-piona il suono a 44.1 e 96 KHz. Di corredo al microfono ci sono tre app gratuite di IK Multimedia: VocaLI-VE, iRig Recorder e AmpliTUBE, quest’ultima disponibile anche per Mac. iRig Mic HD sarà disponibile nel secondo quarto dell’anno a un prezzo di 79,99 euro.

Page 21: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

21torna al sommario

di Gianfranco GIARDINA

H omeLab, il consorzio di aziende tutto italiano per l’automazione domestica, si apre al mondo ed è pronto ad accettare

nuove “affiliazioni”. Questo è stato l’annuncio dato a Milano, presso la sede di Indesit Group, in un’affollata conferenza stampa. Lo scopo del consorzio è creare una lingua comune che permetta a impianto elettrico, impianto di sicu-rezza, climatizzazione, motorizzazione, elettro-domestici e così via, di dialogare tra loro in un sistema intelligente e - cosa che oramai è diven-tata un “must” - controllabile da device mobile. Si tratta ovviamente di una ricerca - quella del linguaggio comune in home automation - asso-lutamente condivisibile ma che ancora non ha visto comparire all’orizzonte soluzioni davvero in grado di sfondare. L’interesse di Google per l’automazione domestica, dimostrato dall’ac-quisto di Nest (che fa termostati intelligenti), ha scatenato nuove dinamiche attorno al setto-re. Andrea Merloni, presidente della holding di famiglia che controlla Indesit, è anche il presi-dente di HomeLab e ha fatto gli onori di casa, raccontando la filosofia dietro HomeLab. In pratica - secondo Merloni - nello scenario digi-tale non si vince più da soli ed è necessario fare sistema; a questo si somma il vanto di un’ini-ziativa tutta italiana, giunta al secondo anno di età e pronta al salto di qualità. I membri at-tuali sono pochi: oltre a Indesit e Ariston (fa-centi capo alla stessa famiglia Merloni), quelli di spicco sono Bticino, Teuco Guzzini, Elica e l’Università Politecnica delle Marche. Il “pez-zo forte” della proposta di HomeLab è il “lin-guaggio comune”, praticamente il protocollo di comunicazione proposto che è “aperto”, ovve-rosia gratuitamente disponibile per chiunque voglia implementarlo sui propri apparecchi, rendendoli disponibili al mercato: si tratta di OpenWebNet. Però OpenWebNet, “venduto” in conferenza stampa come un’elaborazione ori-ginale del consorzio, non è affatto una novità: si tratta del protocollo che Bticino già utilizza per i propri sistemi MyHome. Quindi aperto sì, ma tutt’altro che “indipendente”: davvero difficile pensare che qualche altra azienda con-corrente di Bticino possa aderire con serenità al consorzio che si vuole aprire a tutta l’industria. E proprio questo ci sembra un punto critico: la notizia sarebbe che HomeLab e il protocol-lo OpenWebNet diventano aperti a chi volesse partecipare, ma non è stato fatto alcun nome

SMARTHOME Dal presidente Andrea Merloni sono stati annunciati i primi elettrodomestici “domotici” entro fine anno

HomeLab, la domotica all’italiana non convinceAnnunciato il passaggio nella fase “open” del consorzio che riunisce, tra gli altri, Indesit e Bticino

di nuovi aderenti. Tra l’altro, con il gruppo Indesit in odore di vendita (notizie dan-no alcuni gruppi con-correnti come possibi-li acquirenti), il futuro stesso di HomeLab sembra in dubbio. E con altri protocolli open già sul mercato e ben diffusi in Euro-pa, come per esempio KNX, questa iniziativa ci appare un po’ “pro-vinciale”, tutta italia-na in un mondo che va globalizzandosi. Come lo stesso Merloni confessa: “Se non facciamo niente, tra un po’ arriva Google e impone gli standard che gli fanno comodo”. Si può essere patriottici quanto si vuole, ma pensare che HomeLab possa frena-re Google è quantomeno ambizioso, se non ad-dirittura da pazzi. Dopo la conferenza stampa è stato mostrato un sistema funzionante: nulla di più che la solita dimostrazione di domotica, con la particolarità della lavatrice e del frigorifero integrati nel sistema. I primi elettrodomestici compatibili - ha detto Merloni - arriveranno nella seconda metà di quest’anno. “Anche Sam-sung - ha spiegato Merloni - ha fatto vedere qualcosa al CES, ma l’ha fatto con il suo proto-collo chiuso e con la sua app. Noi siamo per un protocollo aperto”. Le soluzioni di connettività degli elettrodomestici Indesit saranno Zigbee o Powerline; non ci sono i margini - ha spiegato Merloni - per implementare in un elettrodome-stico un modulo Wi-Fi che costa 20 dollari, con i prezzi “battagliati” del mercato. Anche se - va detto - un router Wi-Fi sono in tanti ad averlo in casa, mentre per inserire in impianto apparec-chi con connettività Zigbee o Powerline, serve un bridge aggiuntivo, ovviamente a carico del consumatore. Un altro aspetto delicato è stato sottolineato da Merloni: HomeLab è contraria alle certificazioni, che troppe volte si dimostra-no inutilmente costose per le aziende; che chi vuole implementi autonomamente il protocol-lo e lanci i prodotti. Su questo punto ci siamo permessi di obiettare che se poi si dovessero verificare incompatibilità tra prodotti diversi (e quindi implementazioni diverse dello stesso protocollo) per il consumatore sarebbe poi mol-to difficile capire dove stanno le responsabilità;

l’utente rischia di trovarsi con un sistema di home automation non pienamente funzionante senza potersi lamentare con nessuno, perché i singoli apparecchi funzionano e quello che vie-ne meno, per incompatibilità puntuali, è il dia-logo tra apparecchi. Andrea Merloni è invece certo che il “popolo della rete”, con Facebook e Twitter saprebbe come farsi giustizia e “puni-re”, seppur mediaticamente, eventuali aziende ree di cattive implementazioni del protocollo. Prediamo atto di questa visione “salvifica” dei social network, ma resta il fatto che chi aves-se comperato l’apparecchio che dialoga male si potrà anche sfogare online, ma nella sostenza resta “fregato”. Insomma, per poter diventare un linguaggio comune di successo, veramente adottato da buona parte dell’industria, servi-rebbe una maggiore regolamentazione: troppo “open” non va. La notizia “bomba” però Andrea Merloni l’ha data collateralmente, proprio par-lando dell’inutilità di certe certificazioni: il 60% dei competitor di Ariston - ha affermato Merlo-ni - barano sulle certificazioni delle classe ener-getica degli elettrodomestici. Questo ci pare davvero uno spunto interessante, che merita un approfondimento: peccato solo che Merloni si sia astenuto dal fare i nomi.

HomeLab Open World

Page 22: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 22

MOBILE Smartphone dal buon rapporto prezzo/hardware

HTC Desire 601: LTE a 299€di Emanuele VILLA

Cessato il periodo di esclusiva TIM, HTC annuncia la disponibilità sull’ “open market” di Desire 601, un prodotto che, a giudicare dalle carat-teristiche tecniche, si posiziona nella fascia media dell’offerta attuale.

Per 299 euro di listino, HTC sostiene di aver creato Desire 601 per “permet-tere agli utenti di vivere un’esperienza Premium a una fascia di prezzo de-cisamente conveniente”. Ma parliamo del terminale. HTC Desire 601 ha un display da 4,5’’ con risoluzione qHD (960x540) ed è basato su un processore Snapdragon 400 dual core da 1.4 GHz, con Android Jelly Bean basato su piat-taforma HTC Sense. La memoria RAM è di 1 GB e quella di storage è da 8 GB con espansione microSD fino a 64 GB. Come caratteristica molto interes-sante, considerando la fascia del prodotto, Desire 601 è un terminale 4G/LTE 800/900/1800/2600 MHz e utilizza tecnologie esclusive di HTC come HTC BoomSound, HTC Connect, HTC BlinkFeed e HTC Zoe, oltre a disporre di una fotocamera da 5MP con sensore BSI, sensori vari ed eventuali (ac-celerometro, prossimità, luce am-bientale, GPS) e un doppio speaker frontale per una buona qualità in vivavoce e anche (qualora si rive-lasse utile) per ascoltare un po’ di musica. La batteria è da 2.100 mAh che corrispondono, secondo le rile-vazioni del produttore, a 12,8 ore di conversazione 3G e 440 ore di

MOBILE

Google Play Movie su iOS ma non si possono comprare filmGoogle ha lanciato l’app che permette di riprodurre i film acquistati su Play Store anche su dispositivi iOS. Il servizio di Google diventa così multi piattaforma, seppure con alcuni importanti limiti. In primo luogo i film non posso-no essere acquistati diretta-mente dall’app per iOS, questo per evitare di pagare dazio ad iTunes, ma probabilmente an-che per non andare incontro al rifiuto dell’app sullo Store. Del resto è così anche per Play Books e Play Music, già su iOS. Inoltre, al momento, lo streaming dei film avviene solo su Wi-Fi e non c’è la possibilità di salvare in locale i contenuti per riprodurli quan-do si è offline. Questo è forse il limite maggiore, visto che su smartphone e tablet l’utilizzo più frequente di questi servizi è proprio in mobilità.

NGM Dynamic Racing: dual SIM e low costTre nuovi terminali NGM appartenenti alla linea Dynamic, smartphone Android dual SIM a meno di 200€ di Emanuele VILLA

NGM lancia sul mercato italiano tre nuovi smartphone Android contraddistinti dalla caratteri-stica dual SIM e dalla linea Dy-namic: Racing GP, Racing 2 e Racing 3. Dynamic Racing GP è dotato di display da 4,5’’ con riso-luzione 854x480 pixel, processo-re quad core da 1.2 GHz, Android 4.2.1 e 4GB di memoria integrata, espandibili con memorie micro-SD. Dynamic Racing GP è un terminale HSPA+ e non manca la consueta dotazione di Bluetooth, Wi-Fi, GPS e sistema di scrittura Swiftkey 4. Il prezzo di listino, comprensivo di 4 cover colorate, è di 199 euro. Poi troviamo, un gradino sotto, Dynamic Racing 2 e Dynamic Racing 3. Il primo ha display da 4,5’’ con risoluzione 854x480 pixel e fotocamera da 8MP ma incorpora un processore dual core da 1.3 GHz, dispone del-la funzione di “3G dinamico” usa-ta da NGM per sfruttare al meglio le due SIM ed è venduto con 3 co-ver intercambiabili; mentre Dy-namic Racing 3, pur ricalcandone larga parte delle specifiche tecni-che, è più piccolo con schermo da 4’’ e 800x480 pixel. Il processore è lo stesso dual core Cortex A7 da 1,3 GHz e la memoria è da 4GB, espandibile con microSD. Il si-stema ope-rativo è An-droid 4.2.2. D y n a m i c Racing 2 è proposto a 169,90 euro e Dynamic Racing 3 a 149,90 euro.

di Paolo CENTOFANTI

L a società di sicurezza Silent Circle e il produttore spagnolo Geeksphone annunciano oggi

di aver dato vita a una nuova azien-da denominata Blackphone. La nuova società ha uno scopo ben pre-ciso: produrre il primo smartphone dedicato a chi tiene in modo asso-luto alla propria privacy. Lo smar-tphone sarà basato su una versione modificata di Android denominata PrivateOS che offrirà agli utenti tutti gli strumenti per tenere sotto controllo i propri dati: “effettuare e ricevere chiamate sicure, scam-biarsi messaggi sicuri, memorizza-re e scambiare file in modo sicuro, effettuare video chat sicure, navi-

gare in modalità privata e anoni-mizzare tutte le proprie attività attraverso una VPN”. Come ci viene raccontato in questo video di presentazione, Blackphone consentirà di comuni-care sfruttando la crittografia, an-che se poi non si entra nel dettaglio su come verrebbe garantita la sicu-rezza delle telefonate e degli SMS. Tra i nomi coinvolti nel progetto c’è anche Phil Zimmermann, il creato-re dello schema di crittografia PGP utilizzato da anni per lo scambio di messaggi cifrati e ora presidente di Silent Circle. Lo smartphone offri-

rà tutto quello che ci si aspetta da un moderno cellulare Android ma al momento non sono state rivela-te ulteriori specifiche o dettagli. La presentazione ufficiale avverrà il prossimo febbraio al Mobile World Congress di Barcellona, appunta-mento durante il quale Blackphone aprirà anche le prenotazioni per chi è interessato ad acquistare i primi esemplari del dispositivo.

MOBILE La società Secret Circle vuole realizzare lo smartphone più sicuro di sempre

Blackphone, smartphone Android anti-spiateBlackphone sarà un terminale fortemente orientato alla sicurezza e alla privacy

NGM DYNAMIC RACING 2 E 3

Page 23: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 23

di Emanuele VILLA

M ediacom ha presentato i nuo-vi PhonePad della serie G, modelli dallo schermo molto

ampio e dal prezzo contenuto. Primo modello in gamma è PhonePad Duo G500, con display da 5’’ a risoluzione 960x540 e disponibile nelle finitu-re rubber black, rubber blue e shiny blue. Costa 179 euro di listino e offre una dotazione tecnica di base, i cui aspetti più interessanti sono sempre le dimensioni del display, il proces-sore quad core da 1,2” e, soprattut-to, il dual SIM. Per il resto abbiamo Android 4.2, 1 GB di RAM, 4 GB di memoria di storage integrata, doppia fotocamera (8 Megapixel e 2 Mega-pixel), GPS, Bluetooth e slot micro-

SD. Salendo di dimensioni (ma non di prezzo) troviamo PhonePad G700, prodotto che nonostante i 7” di diago-nale viene classificato come phablet, a sottolineare la presenza di una sezio-ne telefonica. Caratteristiche tecniche anch’esse di base, per un prezzo di listino addirittura inferiore all’altro: 147,90 euro IVA inclusa. I dati di tar-ga sono il display da 7’’ con 1024x600 pixel, il processore MTK6577 ARM Cortex A9 dual core 1.2GHz, 1 GB di RAM, Android 4.1 come sistema ope-rativo, 8 GB di flash interna con slot microSD e la fotocamera principale da 5 MP. Terza e ultima novità è Pho-nePad G702 (167,90€): stessa filoso-fia del precedente ma caratteristiche tecniche di livello superiore. Il display è sempre un 7” ma con risoluzione di

MOBILE Prezzi di listino molto contenuti e caratteristiche tecniche in linea per gli ultimi phablet nati in casa Mediacom

Mediacom PhonePad G: si telefona fino a 7 polliciPresentati tre nuovi phablet con dimensioni del display da 5 a 7 pollici e caratteristiche entry level

1280 x 800 punti, il processore è un quad core da 1,2 GHz e la RAM è da 1 GB, mentre la fotocamera principale è da 3 MP. Non mancano, ovviamente, gli 8 GB di memoria integrata, An-droid 4.2 e lo slot microSD, oltre al modulo 3G poiché, come anticipato, si tratta formalmente di un phablet.

MEDIACOM PHONEPAD DUO G500

MEDIACOM PHONEPAD G700

MOBILE Il Wall Street Journal conferma i recenti rumor

Un iPhone fino a 5” nel 2014?di Emanuele VILLA

D a qualche mese si parla dei piani di Apple per il 2014, anno in cui l’azienda dovrebbe rinnovare la propria offerta con un iPhone 6 ed eventuali novità inedite. I rumor circa possibili iPhone sottilissimi,

più grandi, più potenti ecc. sono già iniziati: questa è la volta del Wall Street Journal, secondo cui gli iPhone da 4,5’’ e 5’’ sarebbero già previsti per quest’anno ed entrambi basati su un design simil-5S, metallico e sot-tile. Secondo il WSJ non ci sarebbero programmi per sviluppare un altro telefono con chassis color-plastificato: iPhone 5C rimarrebbe in gamma ma non avrà un successore nella prossima generazione. Sempre secondo il Journal, l’iPhone da 4,5’’ sarebbe già pronto per la produzione di massa, mentre il progetto di quello da 5’’ sarebbe ancora in fase di finalizzazione. Al momento, nessuna caratteristica tecnica è trapelata ma è chiara l’inten-zione di Apple di differenziare la propria offerta e “aggredire” nuove fette di mercato, approfittan-do del successo dei terminali over-size, su cui Samsung & Co. puntano da anni. Nonostante gli ottimi risultati, al momento Apple non prevede un ingresso nel segmen-to dei phablet, nono-stante l’avvicinamen-to sia tangibile.

Acer Liquid Z5 dual SIM senza pretese a 190€Un po’ in sordina Acer ha lancia-to su molti mercati asiatici ed al-cuni europei, Italia compresa, lo smartphone entry level Liquid Z5 a un prezzo di circa 190€. Design minimalistico e caratteristiche tecniche tutt’altro che entusia-smanti sono “il succo” di questo dispositivo, il quale risulta essere interessante più che altro per la possibilità di montare a bordo due diverse schede microSIM. Liquid Z5 è equipaggiato con un processore dual core Media-tek MT6572 da 1.3 GHz (GPU Mali-400) e 512MB di memoria RAM; la memoria flash è di 4 GB (espandibile tramite microSD), il display è un LCD da 5 pollici di diagonale con risoluzione di 854x400 pixel mentre la batteria è da 2.000mAh. Fotocamera prin-cipale da 5MP con flash LED, modulo frontale VGA, Wi-Fi n e Android 4.2 Jelly Bean chiudono il cerchio.

MOBILE

HP torna a fare telefoni... per l’IndiaHP torna ufficialmente sul mercato degli smartphone. Dopo il pasticcio WebOS, HP ha annunciato due nuovi dispositivi Android 4.2 con display rispettivamente da 6 e 7 pollici che HP ha deciso di chiamare VoiceTab. I det-tagli sui due apparecchi non sono molti: il display ha una risoluzione di 1280x720 pixel per lo Slate 6 e di 1280x800 pixel per lo Slate 7; entrambi montano un processore quad core non meglio identifica-to e sono di tipo dual SIM. La caratteristica forse più interessante è quella dello spessore, visto che lo Slate 6 è sottile 8,98 mm mentre lo Slate 7 arriva a 9,5 mm. Al momento Slate 6 VoiceTab e Slate 7 VoiceTab sono stati annunciati esclusivamente per il mercato indiano e non si hanno indicazioni per quanto riguarda una distri-buzione nel resto del mondo.

Page 24: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 24

di Roberto PEZZALI

N okia porta in Italia il Lumia 1320: lo smartphone, ini-zialmente destinato ai paesi

in via di sviluppo (è una versione ridotta del 1520), sarà in vendita a 349 euro in diversi colori nei ne-gozi del nostro Paese a partire dal 10 febbraio. “Da sempre Nokia si impegna a portare l’innovazione a tutti i consumatori affinché tutti abbiano accesso alle migliori espe-rienze possibili. Il Lumia 1320 rac-chiude in 6 pollici tutto il mondo imaging Nokia, oltre ad alcune app esclusive per esplorare un mondo senza confini”, ha detto Paola Ca-vallero, General Manager di Nokia Italia. Il Lumia 1320 è comunque

uno smartphone completo, e le sue dimensioni hanno permesso di usa-re una batteria da 3.400 mAh che dovrebbe assicurare una autonomia in 3G di 20 ore e in stand-by di 670 ore: sotto la scocca in policarbonato batte uno Snapdragon 400 con 1 GB di RAM accompagnato da 8 GB per l’archiviazione. Il pezzo pregiato del 1320 è comunque il display, an-che se rispetto al 1520 chi compra il 1320 deve accontentarsi di uno schermo IPS da 720p (Gorilla Glass 3 e uso con guanti). Ridotta anche la fotocamera: solo 5 Megapixel con autofocus e flash, un modulo che sicuramente scatterà buone foto ma che non può essere paragona-bile agli altri gioielli firmati Nokia con tecnologia PureView. L’Italia è

terra fertile per Windows Phone, e la scelta di Nokia di portare anche questo prodotto potrebbe portare anche a riscontri positivi tra chi vuole uno smartphone Windows Phone con schermo grande senza spendere troppo.

MOBILE Il 1320 è un phablet dal prezzo aggressivo ma con qualche sacrificio hardware

Nokia Lumia 1320 in Italia: 6” a 349€Il fratello minore del 1520 ha schermo sempre da 6” ma hardware ridotto

MOBILE

Nel 2015 Google abbandona il brand Nexus?Quello dei prodotti Nexus realizzati da vari produttori su specifiche Google potrebbe essere un esperimento giunto a conclusione. Lo rivela il “so-lito” Eldar Murtazin con una delle sue soffiate via Twitter che spesso (ma non sempre) si rivelano esatte. Da quanto si evince da questo tweet, il programma Nexus verrà so-stituito dalle Google Play Edi-tion di prodotti commerciali già esistenti, soluzione che Google ha adottato sul mer-cato americano già con HTC, LG, Samsung e Sony. Ci sarà a quanto sembra un cambio di brand da Google Play Edition a qualcosa d’altro ma lo scopo rimarrà quello di offrire agli utenti la possibilità di prova-re Android così come Google l’ha pensato. Ciò permetterà a Google di contare su prodotti già in produzione di massa, senza dover investire su mo-delli realizzati ad hoc.

MOBILE Lo smartphone Android di Nokia sempre più vicino

Nokia X è l’Android low costdi Emanuele VILLA

L e notizie e i leak su Nokia Normandy sono in piena accelerazione, a di-stanza di qualche settimana dall’atteso debutto al Mobile World Con-gress 2014. Nessuna notizia è ufficiale al momento ma dopo le imma-

gini per la stampa e le foto “rubate”, la scheda di Normandy è addirittura comparsa presso un importante retailer asiatico (vietnamita, per la preci-sione), che ne conferma il look e le caratteristiche tecniche. Vediamo anche l’interfaccia, credibile poiché sembra una sorta di rielaborazione di Android con in mente le tile di Windows Phone. Il retai-ler sostiene che il telefono supporti l’inte-ra suite Google ma questo non è per nulla certo: le news precedenti, infatti, annun-ciavano un telefono completamente svin-colato dai tradizionali servizi dell’azienda di Mountain View. Staremo a vedere: nel frattempo, il solito evleaks ci dice che il telefono si chiamerà Nokia X, mentre per quanto concerne le caratteristiche tecniche si segnala il display da 4’’ FWV-GA (854x480 pixel), Android 4.4 KitKat, processore Snapdragon 200 dual core da 1 GHz, 512 MB di RAM, 4 GB di storage, capacità dual SIM e una fotocamera prin-cipale da 5 Megapixel senza flash. Nessun prezzo, per il momento.

iOS in auto ecco le prime immaginiUno sviluppatore pubblica un video di come funziona “iOS in the car” in iOS 7.0.3, l’interfaccia per auto che permetterà di interagire con l’iPhone

di Paolo CENTOFANTI

Apple aveva annunciato tra le nuove funzionalità di iOS 7 “iOS in the car”, interfaccia che consente di collegare e integrare un iPhone con il sistema di intrattenimento di bordo delle vetture compatibi-li. Ma al di là di questo annuncio, ancora poco si sa del funziona-mento di questo sistema. Uno sviluppatore, Steven Troughton-Smith, dopo aver pubblicato al-cuni screenshot, ha poi caricato su YouTube un video che mostra il funzionamento di un’app pro-totipo che estende allo schermo da plancia dell’auto le mappe di Apple. Si tratta essenzialmente di un’interfaccia ottimizzata per gli schermi da auto e che permette di controllare alcune funzionalità. Da quello che dice lo sviluppatore, al momento la versione di iOS in the car cucinata all’interno di iOS 7.0.3 funziona unicamente con le app Apple di iPhone e non sup-porta il multitasking ma permette di controllare solo l’applicazione in primo piano sullo smartphone (anche a schermo bloccato). Il sistema supporta schermi touch-screen ma il sistema di controllo principale è vocale via Siri. Sono comunque previsti grossi cambia-menti per iOS 7.1.

Page 25: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 25

VLC porta la decodifica HEVC su iOSVideoLAN ha rilasciato una nuova versione di VLC per iOS che introduce diverse novità tra cui il supporto per le codifiche HEVC e VP9

di Paolo CENTOFANTI

VideoLAN ha rilasciato un im-portante aggiornamento della versione per iOS di VLC che introduce diverse novità, oltre all’ottimizzazione per iOS 7. Quella che spicca maggiormen-te è l’aggiunta del supporto per le codifiche VP9 e soprattutto HEVC, anche se al momento, senza accelerazione hardwa-re, rimarrà di utilità piuttosto limitata. Un iPad di quarta ge-nerazione, infatti, non riesce a riprodurre con fluidità video in HEVC, almeno non in HD (non abbiamo ancora avuto l’oppor-tunità di testare con un iPhone 5S e il suo processore a 64 bit). Tra le altre novità, l’altra di maggiore interesse è la funzio-ne di scaricamento dei file da server UPnP direttamente sul dispositivo. Migliorato anche il trasferimento dei file da PC via Wi-Fi, che nella versione pre-cedente non era molto affida-bile, e aggiunto il supporto per Google Drive, che si affianca a quello per Dropbox. L’applica-zione è come al solito gratuita.

MOBILE Manca l’ufficialità ma gli indizi sono davvero tanti: il Galaxy S5 è ormai pronto

Galaxy S5 vedrà la luce il 23 febbraioSamsung dovrebbe presentare l’atteso top di gamma a un evento pre-MWC

di Emanuele VILLA

Valanga di rumor sul Galaxy S5, a testimonianza del fatto che il telefono è (quasi) pronto per il

mercato. Avevamo già anticipato la presentazione al Mobile World Con-gress, ora ne abbiamo un’ulteriore conferma: Eldar Murtazin di Mobile Review, la stessa persona che lo scor-so anno annunciò (azzeccandoci) la data di lancio del Galaxy S4, è certo che Galaxy S5 venga presentato a Barcellona il 23 febbraio in un evento precedente all’apertura delle porte della fiera. Compatibilmente con la presentazione al MWC, il terminale dovrebbe essere disponibile sul mer-cato a partire dalla fine di aprile, con il “solito” prezzo dei flagship Sam-sung (669€) e tutte le caratteristiche leaked nelle scorse settimane, quindi display da 5,2’’ con risoluzione “su-

per” di 2560 x 1440, Exy-nos di ultima generazione o Qualcomm Snapdragon 805 (a seconda dei merca-ti, un po’ come capita oggi con Note 3), 3 GB di RAM, 16 Megapixel di fotocamera con tecnologia Isocell, sen-sore d’impronte, una nuova Touchwiz di cui parliamo nella news qui sopra e una batteria da 3.000 mAh.

di Emanuele VILLA

E vleaks colpisce ancora: dopo aver pubblicato foto di mockup, prodotti finiti e altre novità hi-

tech, questa volta ci propone un in-contro ravvicinato con la lockscreen e la homescreen del Galaxy S5. Ba-sta dare un’occhiata all’impostazio-ne per rendersi conto delle notevoli somiglianze con Google Now, piatta-forma che Mountain View costruisce istante per istante attingendo ai dati di navigazione di Chrome, alla posta Gmail, ai dati GPS, a Google+ e via dicendo. La mossa Samsung avreb-be senso, d’altronde l’attuale lock-screen, con le sue limitate possibilità di configurazione, ben si presta a un rimaneggiamento totale: a giudicare dalle immagini pubblicate, l’inten-zione di Samsung è quella di pubbli-care tutte le informazioni rilevanti

per l’utente, dai compleanni agli im-pegni, dai concerti agli esercizi com-merciali in zona, ma senza dimenti-care cose di base come le email, gli appuntamenti e via dicendo. Resta da capire, cosa evidenziata anche da The Verge, come Samsung potrà collezionare i dati necessari per ren-

dere completo il proprio servizio: è vero che l’azienda ha il suo store di app e tantissime applicazioni realiz-zate ad hoc per i dispositivi portatili, ma la quantità di informazioni cui può attingere non è paragonabile a quella di Google. Staremo a vedere... graficamente non è male.

MOBILE Interessante capire come Samsung farà a ottenere i dati in stile Google Now

Samsung e l’interfaccia simil-Google NowEvleaks pubblica le immagini della homescreen del prossimo Galaxy S5

Page 26: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 26

Google lancia le montature fashion per i suoi GlassGoogle annuncia la collezione di montature in titanio per i suoi Google Glass. 225 dollari in più sui 1.500 del pacchetto base

di Paolo CENTOFANTI

Se siete portatori di occhiali e sie-te intrigati dai Google Glass, c’è una buona notizia per voi. Google ha infatti annunciato una serie di montature come opzione per chi è in lista per ricevere il disposi-tivo in questa fase. Per montare le proprie lenti sui Google Glass (l’unità elettronica è la stessa, cambia solo la montatura), oc-corre aggiungere, ai 1.500 dollari dell’attuale versione, 225 dollari per la montatura. Questa è realiz-zata in titanio ed è disponibile in quattro versioni diverse: Curve, Thin, Split, Bold. Altre forme e colori saranno presto disponibili stando all’annuncio pubblicato dall’account Google Glass ufficia-le su Google+. Qui un video che introduce la Titanium Collection:

Basteranno le nuove montature a rendere più “discreta” questa tec-nologia? Ne riparleremo quando sarà davvero sul mercato.

di Roberto PEZZALI

Aggiornare uno smartphone An-droid non è affatto semplice, soprattutto se è uno smartpho-

ne di un operatore: HTC ha realiz-zato una infografica che mostra per intero la catena dell’update, dal mo-mento in cui Google rilascia il primo framework alle certificazioni finali prima del rilascio. L’infografica è completissima, ed è divisa in 5 fasi diverse: dalla fase preliminare di va-lutazione del nuovo codice alla fase di sviluppo e integrazione con l’even-tuale interfaccia custom. La fase più lunga e delicata è la certificazione e il test: se lo smartphone è una Goo-gle Edition la strada non è lunga, ma se è uno smartphone destinato a un operatore telefonico ci vogliono an-

che settimane per sistemare il tutto. L’infografica è realizzata da HTC ma ovviamente si adatta ad ogni smar-tphone Android, e da una rapida let-tura si capisce bene che i punti critici sono tre: il sopporto dei produttori di hardware che devono rilasciare i driver per i loro SoC e gli altri com-ponenti, l’integrazione con la propria piattaforma (HTC Sense in questo caso) e l’analisi e il test di ogni ope-

ratore che venderà poi lo smartpho-ne. La situazione è ovviamente ben diversa per Apple, che con iOS non ha questi problemi: l’hardware è suo, l’interfaccia custom non esiste e non ci sono neppure esigenze par-ticolari degli operatori: il software è unico. Migliore la situazione anche di Windows Phone, che non ha pro-blemi di personalizzazioni di inter-faccia ma deve comunque adattare i driver e sviluppare versioni diverse di firmware per i diversi operatori. Spalmando il grafico sul numero di operatori presenti e sulla quantità di smartphone Android disponibili, si capisce perché le aziende si danno da fare solo per aggiornare gli smar-tphone più venduti e di fascia alta: i tempi, le risorse e i costi per un update non sono indifferenti.

MOBILE I nuovi Xperia E1 e T2 Ultra si rivolgono a due fasce di utenti ben distinti

Da Sony due nuovi smartphone Xperia Ecco l’entry level E1 e il T2 Ultra quad coreLe novità Sony mobile hanno prestazioni bilanciate e prezzo interessante

di Roberto PEZZALI

N onostante il CES sia ormai pas-sato, Sony continua ad annun-ciare novità. L’azienda giappo-

nese ha pubblicato un comunicato stampa nel quale vengono svelate due new entry della gamma di smartpho-ne Xperia: si tratta di due dispositivi che andranno ad occupare, rispettiva-mente, la fascia media e quella bassa del mercato e che vedranno la luce solo a secondo trimestre inoltrato. Xperia T2 Ultra, che sarà commercia-lizzato a un prezzo di circa 399€, è uno smartphone LTE extra-large equipag-giato con un non meglio specificato processore Snapdragon quad core da 1.4 GHz, 1 GB di RAM e 8 GB di stora-ge (espandibile tramite microSD). Il display è un LCD dotato di tecnologia Triluminos (emulata) da 6 pollici di diagonale e dalla risoluzione di 720

MOBILE È un processo laborioso aggiornare uno smartphone Android, vedere per credere

HTC spiega gli aggiornamenti di AndroidIn una lunga infografica i passaggi per aggiornare uno smartphone Android

linee sul lato corto (c’è anche Mobile BRAVIA Engine 2); la batteria è da 3000mAh mentre le fotocamere sono due: un modulo frontale da 1.1MP e uno principale da ben 13 Megapixel. Il tutto, NFC compreso, è racchiuso in uno chassis dallo spessore di 7.6 mil-limetri. Il secondo dispositivo annun-ciato è Xperia E1, chiaramente un pro-dotto entry level che punta tutto sul “fattore Walkman”: è infatti dotato di speaker in grado di veicolare musica

ad alto volume e le tecnologie xLoud e ClearAudio+ sono pensate per ga-rantire un audio pulito e bilanciato. Inoltre, chi acquisterà questo disposi-tivo potrà accedere gratuitamente per 30 giorni al catalogo del servizio Sony Music Unlimited. Il resto delle speci-fiche tecniche è tutt’altro che esaltan-te: processore Snapdragon 200 dual core da 1.2 GHz, 512 MB di RAM e 4 GB di spazio di storage non espan-dibile. Chiudono il cerchio il display da 4” WVGA e la batte-ria da 1700mAh. Il prezzo di partenza, non ufficialmente comunicato, sarà presumibilmente fissato a 179€.

SONY XPERIA T2 ULTRA

SONY XPERIA E1

Montature Google Glass

Page 27: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

www.vartpubblicita.it

Haier Smart Technologies

Smart Dual Spray®

Due spray intelligenti lavano fibre e pelucchi lasciati sulla guarnizione dopo ogni ciclo di lavaggio.

Smart DosingGrazie al serbatoio per detersivo e ammorbidente, Intelius ne dosa automaticamente la giusta quantità e il risparmio è assicurato!

Smart Drive Motor® Motore Inverter innestato al cestello della lavatrice per un’ incredibile riduzione delle vibrazioni e della rumorosità.

Smart Detecting®

Un sistema intelligente di rilevamento della durezza dell’acqua si associa a Smart Dosing per avere un perfetto ciclo di lavaggio.

La lavatrice intelligente

Un concentrato di tecnologia mai visto prima.

Classe energetica A+++ -40% Con un consumo energetico annuo di 118 kWh, Intelius è la lavatrice con la maggiore efficienza energetica sul mercato (giugno 2012 – GfK).

Scopri la nuovaINTELIUS.

www.haier.it

Page 28: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 28

Lightroom in arrivo su iPad con abbonamento da 99$ l’annoComparso brevemente sul sito di Adobe un riferimento a Lightroom Mobile di Paolo CENTOFANTI

Adobe sarebbe pronta al lancio di una versione mobile del suo pro-gramma di elaborazione di foto, Lightroom. Riferimenti a Li-ghtroom Mobile sono stati infatti individuati sul sito di Adobe da 9to5mac, prima che questi fosse-ro rimossi. Si tratterebbe di una versione appositamente studiata per tablet, anche se al momento non è chiaro quali funzionalità del software originale offrirà. In passato Adobe aveva mostrato un prototipo di Lightroom per iPad ma questa è stata proba-bilmente completamente rivista con l’uscita di iOS 7. Quello che sembra certo è che l’app preve-derà anche un abbonamento da 99 dollari all’anno, che offrirà la possibilità di sincronizzare le foto da elaborare con uno spa-zio cloud e su dispositivi diversi. Ciò dovrebbe consentire così di lavorare sulla propria libreria di immagini sia da PC che da iPad e senza dover copiare tutti i file in locale sul tablet. Non è chiaro se Lightroom Mobile sarà diponibi-le anche su altre piattaforme, ma la fugace presenza sul sito Adobe (e un utente è persino riuscito già ad abbonarsi al servizio cloud) sembra indicare che il lancio uf-ficiale sia abbastanza vicino.

di Emanuele VILLA

Verbatim presenta una nuova gamma di flash drive pensata appositamente per gli utenti

di smartphone e tablet Android. Si chiama Drive Nano USB Store ‘n’ Go ed è composta da un drive USB fino a 32 GB e un adattatore microUSB dotato della specifica On The Go (OTG). In pratica, questo piccolo adattatore, che si collega all’onnipresente micro USB dello smartphone/tablet Android, per-mette di collegare al dispositivo le periferiche compatibili: citando l’esempio del comunicato stampa ufficiale “gli utenti possono (per esempio, ndr) trasferire o copiare le proprie fotografie su tablet o smartphone Android collegando direttamente la fotocamera di-gitale”. Ovviamente il drive USB

compatto può essere usato in modo indipendente dall’adattatore, per le normali esigenze di storage di tutti i giorni. Altro prodotto presentato oggi è la Tablet Card microSDHC, che include un adattatore SD Card compatibile con tablet e smartpho-ne Android/Windows 8. La Card microSDHC da 32GB (di colore ros-so) è dotata di certifica Speed Class 10 e Speed Class UHS-I 1 ed è pen-sata per supportare appieno anche

il video HD. Le alternative, di colo-re blu e verde, sono rispettivamen-te da 16GB (blu) o da 8GB (verde), ed entrambe di Speed Class 10. Per quanto riguarda i prezzi al pubbli-co, Drive Nano USB è proposto a 9.99€, 15.90€ e 29.90€ a seconda del taglio di memoria (rispettiva-mente 8, 16 e 32 GB); Tablet Card microSDHC costa invece 11.90€, 18.90€ e 34.90€, anche in questo caso per 8, 16 e 32 GB di storage.

MOBILE Oltre a un hardware al top, il prossimo smartphone Sony rinnova anche l’interfaccia

Sirius è il nuovo “super” smartphone SonySchermo da 5,2’’ 1080p, fotocamera da 20 MP, registrazione 4k e 3GB di RAM

di Emanuele VILLA

D opo la presentazione dello Z1 Compact al CES di Las Ve-gas, ci si aspetta da Sony un

nuovo terminale di alta gamma, che verrà presumibilmente mostrato al Mobile World Congress di febbraio. Si parlava di Z2 e di Z1L, in realtà Sony parrebbe riferirsi (stando ai leaks, ovviamente) ad esso come Sirius, un terminale hi-end con display da 5,2’’ 1080p (ricordiamo che lo Z1 ha un display da 5’’) e che, rispetto a Z1, mostra uno chassis un po’ più sottile, e presumibilmente anche più leggero. Dati tecnici ov-viamente di alto profilo, tra cui lo Snapdragon 800 da 2.3 Ghz con GPU Adreno 330 e 3 GB di RAM: il telefono, secondo i rumor più atten-dibili, avrà una fotocamera da 20.7 Megapixel e potrà registrare video

MOBILE Drive Nano USB e Tablet Card microSDHC, con capienza di 8, 16 e 32 GB

Verbatim, flash drive per smartphone e tabletDue nuovi prodotti Verbatim pensati appositamente per device portatili

in 4K, un po’ come il Galaxy Note 3. Il sistema operativo sarà ovvia-mente Android KitKat 4.4.2. Inte-ressante la funzionalità USB DAC per la riproduzione di brani audio ad alta definizione quando colle-gato a un amplificatore esterno, e ci sarà anche lo Smart Backlight Control che alza, abbassa e spegne lo schermo a seconda che l’utente lo stia guardando o meno. Inoltre, parrebbe certo l’inserimento di una Simple Home, una versione sem-plificata della homescreen classica con accesso alle app usate più di frequente e ai numeri di telefono più importanti, una funzionalità di segreteria telefonica evoluta, la funzione Smart Call che permette di rispondere alla chiamata in arrivo semplicemente alzando il telefono, e un aggregatore di news e feed so-cial su cui Sony sta lavorando.

DRIVE NANO USB STORE ‘N’ GO

Page 29: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 29

Sony Xperia Z Ultra diventa ufficialmente un tabletSony modifica il maxi smartphone che da phablet diventa un tablet a tutti gli effetti. 6,4’’ Full HD, Snapdragon 800 e 8MP di fotocamera di Emanuele VILLA

Stiamo assistendo alla prima tra-sformazione di uno smartphone in tablet. È successo con Sony Xperia Z Ultra, il “gigantesco” smartphone da 6,4’’ cui Sony ha recentemente eliminato la parte cellulare trasformandolo in un tablet Wi-Fi a tutti gli effetti. In effetti, Sony deve aver realizzato che 6,4’’ siano troppi anche per il segmento dei phablet e che que-sta dimensione sia più adatta a un tablet che a uno smartphone. Il prodotto verrà lanciato a breve sul mercato giapponese per un prezzo equivalente di 399 euro non ci sono ancora notizie certe circa l’estensione ad altri mercati. Le caratteristiche tecniche, parte radio esclusa, restano invariate rispetto alla versione “normale”: troviamo quindi lo chassis water-proof dallo spessore ridottissimo (6,5 mm, che Sony comunica es-sere “il più sottile al mondo”), il display Full HD, lo Snapdragon 800 da 2.2 GHz e, sotto il profi-lo fotografico, un modulo da 8 Megapixel Exmor RS. Vi terremo aggiornati su eventuali arrivi del prodotto in Italia.

di Roberto FAGGIANO

T ra auto che guidano da sole o con le quali si può dialogare senza distrarsi dalla guida, i

tradizionali sistemi di navigazione sembrano ormai obsoleti. Ma basta-no pochi aggiornamenti per poter apprezzare un classico sistema dop-pio DIN da plancia. Le ultime novità Pioneer sono proprio in questa dire-zione con la nuova serie di modelli definita NEX - Networked Enter-tainment eXperience - che sono or-mai l’estensione degli smartphone. Sul mercato europeo i nuovi modelli devono adattarsi alle diverse fre-quenze radio e quindi mantengono la denominazione AVIC. Il nuovo top di gamma è l’AVIC F-60DAB che monta per la prima volta uno schermo capacitivo da 7 pollici per portare anche in auto l’esperienza di precisione e rapidità dei miglio-ri tablet; dopo il modello di punta le novità proseguono con i modelli AVIC-F960BT e F960DAB, l’AVIC F860BT e il modello senza naviga-tore AVH-X8600BT. Tutti i modelli sono compatibili con la già nota Ap-

pRadio per interfacciarsi con qual-siasi smartphone Apple e Android, sempre per tutti i modelli è stato po-tenziato il collegamento Bluetooth ed è disponibile il Mirrorlink (con adattatore opzionale) per portare sullo schermo della radio tutte le ap-plicazioni dello smartphone. Inoltre i possessori di iPhone delle ultime due generazioni potranno usare il sistema vocale Siri per “parlare” con la radio o ascoltare i messaggi sen-za distrarsi dalla guida. Con i nuovi navigatori sarà possibile sfruttare la funzione AvicSync che permette

di ottenere tutte le informazioni in tempo reale di TomTom HD Traf-fic e sfruttarle per evitare code e lavori stradali tramite il navigatore. Integrata anche l’applicazione Aha radio che organizza i contenuti web maggiormente utilizzati rendendoli più facilmente accessibili. Il dop-pio ingresso HDMI permette poi di collegare altre sorgenti, come per esempio una telecamera posteriore. Infine i nuovi modelli sono ora com-patibili con musica FLAC, ascoltabi-le anche dalle prese USB disponibili. Disponibilità da marzo.

MOBILE I modelli NEX puntano sulla perfetta simbiosi tra sistema car Hi-Fi e smartphone

Da Pioneer i navigatori sempre più connessiLe novità car di Pioneer sono una vera esperienza di intrattenimento connesso

MOBILE Nonostante l’ottimo rapporto qualità/prezzo del Moto G, si può fare di più

Motorola vuole uno smartphone da 50 dollariSmartphone super low-cost da una parte, personalizzazione per la fascia alta

di Emanuele VILLA

Abbiamo recensito in questo nu-mero il Motorola Moto G, tro-vandolo uno smartphone deci-

samente interessante in virtù di un prezzo molto contenuto. Ma l’azien-da vuole spingersi oltre, raggiungen-do il prezzo di listino di 50 dollari. In un’intervista con TrusterReviews, in-fatti, Dennis Woodside (CEO Moto-rola) ha affermato: “In buona parte del mondo 179 euro sono una bella cifra, e c’è un grosso mercato al di sotto”. Motorola sta quindi pensan-do a un terminale super-economico,

già in lavorazione ma del quale non è noto il nome né eventuali caratteristi-che tecniche: molto probabile, però, che l’azienda non accetti particolari rinunce sul fronte dell’esperienza di utilizzo, e che quindi il terminale “su-per-economico”, pur molto limitato sotto il profilo della potenza, possa rivelarsi co-munque interessante. Novi-tà anche per quanto concer-ne la strategia per i telefoni hi-end: com’è noto, Moto X permette un limitato spet-tro di personalizzazioni, ma nelle intenzioni del CEO

di Motorola sarà possibile in futuro (molto prossimo, si parla di 1 anno) decidere anche la dimensione dello schermo e molte delle funzionalità. Che si riferisca a Project Ara? Più che probabile…

Page 30: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

30torna al sommario

HI-FI & HOME THEATER Tante funzioni interessanti, tra cui l’amplificatore per la cuffia

Denon DA-300USB: il PC diventa audiophileNuovo convertitore audio Denon: spicca la compatibilità con la musica DSD

di Roberto FAGGIANO

D opo una breve apparizione in una convention dello scorso anno, giunge ora sul mercato

il nuovo convertitore audio di Denon DA-300USB (399 euro). All’appa-renza un prodotto convenzionale con un’estetica piuttosto anonima, ma all’interno il quadro è molto più inte-ressante. Il nuovo DAC è in grado di convertire anche segnali audio in alta definizione DSD 2.8 e 5.6, gli stessi dei dischi SACD e disponibili anche in download da alcuni siti specializzati. Il nuovo convertitore, poi, è compatibile con i Flac fino a 192 kHz oltre che con

Blu-ray Disc 4K, specifiche per fine annoBucato l’appuntamento del CES, un portavoce della Blu-ray Disc Association dice che i lavori per la realizzazione delle specifiche andranno avanti nel 2014 di Paolo CENTOFANTI

Nonostante i timidi annunci dell’IFA, a Las Vegas di Blu-ray Disc in 4K non si è parlato mini-mamente. In realtà, il processo per estendere il formato Blu-ray Disc anche al supporto di video in Ultra HD sarebbe ancora in corso. Lo rivela The Hollywood Reporter che ha raccolto una dichiarazione del portavoce della Blu-ray Disc Association Victor Matsuda. Secondo quan-to riportato non si vedranno dischi in 4K prima della fine dell’anno, e solo recentemen-te la BDA avrebbe dato il via libera all’esplorazione delle alternative per consentire la memorizzazione di video in Ul-tra HD. Da quello che si lascia intendere, la scelta delle tecno-logie da utilizzare è ancora tutta da fare, il che lascia presagire ancora tempi lunghi. L’ultimo aggiornamento delle specifiche Blu-ray Disc riguarda l’introdu-zione dei supporti da 100 e 128 GB BDXL, avvenuta nel lon-tano 2010 e senza alcun reale riscontro commerciale. Ma fine 2014/inizio 2015 potrebbe esse-re troppo tardi per un supporto fisico Ultra HD. Al CES 2014 la parola d’ordine per i contenuti 4K è stata “streaming”.

di Emanuele VILLA

R educe dal CES 2014, Samsung ha presentato allo European Forum 2014 i prodotti più si-

gnificativi che vedremo nel nostro Paese durante i prossimi mesi. Oltre a TV Ultra HD curvi, il Galaxy Note Pro e TabPRO, la Galaxy Camera 2, la mirrorless NX30 troviamo anche due grandi elettrodomestici particolar-mente interessanti: la lavatrice Blue Crystal e il frigorifero Food ShowCase.

La prima è una lavatrice dal design particolare, con oblò over-size (il più ampio sul mercato) e display smart touch da 5’’ per la gestione dell’ap-parecchio. Blue Crystal è ovviamente ricca di tecnologie: Wi-Fi per il con-trollo da smartphone e tablet o da remoto via PC, ma anche il sistema Auto Optimal Wash che gestisce au-tonomamente il detersivo e l’acqua sulla base del carico e del livello di sporco, Ecolavaggio, il motore Digital Inverter e il sensore anti-vibrazione. Nessuna notizia, al momento, per il prezzo di listino europeo.La novità del frigorifero Side by Side Food ShowCase, invece, sta nella divisione in due aree: ShowCase e InnerCase, la prima destinata ai cibi ad uso quotidiano, la seconda con-serva gli alimenti utilizzati meno frequentemente. La porta ShowCase consente di risparmiare energia gra-zie alla minore dispersione di tem-peratura, garantita anche dal rivesti-mento interno Metal Cooling. L’area ShowCase (clicca qui per un video) si compone di tre aree: Cooking Zone,

per gli alimenti da cuocere, Family Zone per le bevande, e quella dedica-ta ai bambini (Kids Zone). Il sistema Multi Air Flow, presente all’interno della sezione InnerCase, assicura una distribuzione omogenea della tempe-ratura tra i vari scomparti.

SMARTHOME Allo European Forum il “bianco” Samsung che arriveranno a breve in Italia

Gli elettrodomestici smart di SamsungPresentati la lavatrice con il Wi-Fi e il frigorifero con zone separate intelligenti

tutti gli altri formati audio convenzio-nali. La circuitazione di conversione impiegata è la Advanced AL32, la stessa già utilizzata dai migliori lettori audio Denon di CD e SACD. L’utilizzo principale è previsto tramite ingresso USB da PC, ma ci sono anche ingressi digitali ottici e coassiali per altre sor-genti. Per l’utilizzo con PC Windows è necessario scarica-re un apposito sof-tware, mentre con computer Mac non saranno necessarie altre operazioni. Per completare le funzioni è presente

anche un amplificatore per cuffia con regolazione del volume, sul pannello frontale c’è un display OLED di con-trollo a orientamento automatico con indicazione della sorgente e del tipo di segnale in ingresso. L’apparecchio è molto compatto, tanto da poter essere sistemato anche in verticale sul sup-porto in dotazione.

Page 31: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 31

Mac Pro clonato usando una pattumieraUn modder tedesco ha realizzato una replica del Mac Pro usando un cestino da bagno comprato su Amazon Le prestazioni non sono però le stesse di Roberto PEZZALI

La replica di un Mac Pro utiliz-zando un cestino da bagno com-prato su Amazon a 29 euro, è que-sta l’ultima trovata di un modder tedesco. L’utente ha realizzato un particolarissimo “hackintosh”, ovvero un PC costruito per far girare, non certo legalmente, OSX. Il risultato, escludendo le prestazioni che non possono es-sere assolutamente allineate a quelle del piccolo gioiello made in Usa, non è affatto male per essere un prodotto artigianale: all’interno sono stati inseriti una scheda Gigabyte z87n WiFi, un processore Core i3 Haswell e una scheda grafica 7750 Radeon.Non mancano neppure i doppi dischi (SSD e tradizionale) e un sistema di raffreddamento con singola ventola in perfetto stile “Mac Pro”. Il prodotto finito misura 18 cm di diametro e 26 cm di altez-za e al termine della creazione è stato pure dipinto di rosso come la Limited Edition realizzata per l’asta di beneficienza da Sotheby. Qui i le fase della costruzione e i dettagli del componenti usati con il procedimento dettagliato.

di Emanuele VILLA

A lla convention europea, Samsung ha mostrato una novità molto interessante

nella categoria dei monitor, un prodotto presentato inizialmente al CES di Las Vegas ma che sarà in vendita anche in Europa. Si tratta del monitor UD590 da 28’’ (sigla completa: U28D590D), un pro-dotto caratterizzato da un design curato e dal pannello TN da 4K di risoluzione. Il design riprende le tradizionali linee squadrate dei monitor da computer aggiungen-dovi un bel piedistallo cromato, mentre per quanto concerne le specifiche tecniche si parla di un pannello TN da 1 ms di risposta (GtG), 300 cd/m2, contrasto di 1000:1, angoli di visione di 170°

orizzontale e 160° verticale e svaria-te connessioni, tra cui due HDMI 1.4, 1 DisplayPort ( c o n n e s s i o n e esclusiva per usare il display a 4K/60Hz) e au-dio jack. Inoltre, nel comunicato ufficiale Samsung si pone l’accento sulle funzioni per il multitasking, come Samsung Picture in Picture (PIP) 2.0, che supporta fino a più sorgenti Full HD, e Picture by Picture (PBP), che connette due diversi PC ad un uni-co monitor rispettando le proprie risoluzioni del desktop. Il nuovo monitor arriverà tra marzo e apri-

le: per quanto riguarda il prezzo, il comunicato Samsung non ne fa menzione, ma sono apparsi i pri-mi street price dedicati ai paesi del Nord Europa: convertendo in euro, parliamo di circa 600 €, ma ovviamente occorre attendere il prezzo di listino ufficiale.

PC & MULTIMEDIA Samsung porta in Europa il monitor UD590, con pannello TN Ultra HD

Samsung UD590, 4K a prezzo “umano”Il monitor arriverà a marzo, il prezzo non è ufficiale ma si parla di 600 euro

PC & MULTIMEDIA Presentato un prototipo di server per salvare i dati di uso meno frequente

Facebook registra i dati su 10.000 Blu-rayCon la nuova soluzione Facebook conta di ridurre i costi fissi del 50%

di Emanuele VILLA

Chi usa Facebook spesso si in-terroga sulla capacità di sto-rage dell’azienda e di come

possa far fronte all’inserimento co-stante di video e immagini da parte di più di un miliardo di utenti. Il problema non è secondario poiché, con i numeri in gioco, l’uso di una tecnologia al posto di un’altra può fare una differenza di bilancio non indifferente. Ecco perché Facebook ha escogitato una soluzione interes-sante per lo storage dei contenuti visti raramente, come appunto le immagini e i video con il minor nu-mero di accessi o i dati di backup. Si tratta di un’architettura di cold sto-rage basata su 10.000 Blu-ray disc per un totale di 1 petabyte di dati. I dischi usati sarebbero le versioni da 100 GB e l’obiettivo è raggiungere

una capacità di storage di 5 petabyte per cabinet. Le prestazioni non sono le stesse degli strumenti tradizionali (hard disk), ma Facebook conta su un risparmio del 50% sui costi fissi e dell’80% sull’energia, dati enormi se si considerano i numeri in gioco.Facebook ha poi pubblicato un vi-

deo dimostrativo (ing) in cui si vede il cabinet, che è alto più di 2 metri, e anche la struttura interna di dischi e cartucce, con tanto di gestione tramite bracci meccanici che hanno il compito di spostare i dischi dalla loro posizione a uno dei 16 masteriz-zatori integrati. Merita una visione.

Page 32: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 32

di Emanuele VILLA

L aCie ha presentato Fuel, un hard disk wireless esterno dedi-cato a dispositivi Apple, quindi

iPhone, iPad e Mac. Il suo obiettivo è quello di estendere la dotazione di memoria interna del dispositivo (principalmente iPad e iPhone) per-mettendo l’immediata condivisione dei contenuti. Lo si porta con sé, si caricano i contenuti nel suo HDD integrato da 1 TB e poi li si ripro-duce direttamente dallo strumento mobile. Non solo, visto che tramite AirPlay è anche possibile riprodurre i file musicali di Fuel su un wireless speaker esterno (o altro dispositivo audio certificato AirPlay) oppure guardare un video in streaming sul TV tramite Apple TV. Per la condi-visione, il trasferimento e lo strea-ming dei file, LaCie Fuel crea la pro-

pria rete Wi-Fi, quindi si può utilizzare sen-za necessità di accesso diretto a Internet (con c o n s e g u e n t e consumo del piano dati); volendo, però, lo stesso Fuel può fungere da hotspot con-dividendo la connessione Internet tra tutti i dispositivi connessi. L’ap-parecchio si può anche collegare al Mac via USB 3.0, accelerando i tempi di trasmissione dati, mentre per quanto concerne iPad e iPhone, usa l’app Seagate Media, disponi-bile gratuitamente su App Store. Il prezzo, fissato per gli USA, è di 199 dollari con HDD da 1 TB.

PC & MULTIMEDIA LaCie ha presentato Fuel, hard disk esterno wireless per device Apple

LaCie Fuel, 1 TB di spazio per l’iPadEstende la memoria di iPhone, iPad e Mac ed è compatibile con AirPlay

di Roberto PEZZALI

D isplayLink, la tecnologia che permette di collegare monitor esterni ai computer sfruttan-

do la porta USB, è stata finalmente aggiornata e, grazie al nuovo chip, supporta il 4K. Il consorzio che pro-pone e spinge questo tipo di con-nessione ha rilasciato sul mercato il DL-5500 e, proprio con quest’ul-tima versione di chipset, sarà possi-bile collegare display Ultra HD sen-za necessariamente utilizzare una scheda video che gestisce questo se-gnale. Il DL-5500 supporta segnali fino a 3840 x 2160 su una singola connessione USB 3.0, ma non biso-gna aspettarsi miracoli perché l’ela-borazione viene fatta dalla CPU e per gestire un display di questo tipo non basta certo la CPU di un note-

book. Il nuovo controller DL-5500, ovviamente, non si ferma qui: utiliz-zando un adattatore da DisplayLink a DisplayPort la risoluzione d’uscita sale a 4096x3072, mentre è assi-curata anche la retrocompatibilità con connessioni USB 2.0: in que-st’ultimo caso, però, potrebbero

verificarsi perdite di fotogrammi e un calo vistoso della qualità. Al momento ancora nessun produttore ha annunciato monitor dotati della nuova connessione DisplayLink 4K, ma l’arrivo di monitor 4K “low cost” presentati al CES di Las Vegas do-vrebbe portare presto novità.

PC & MULTIMEDIA Aggiornamento per la tecnologia di collegamento dei monitor via USB

DisplayLink, monitor 4K collegati in USBDisponibile il nuovo chipset DL-5500, supporta la risoluzione Ultra HD

LaCie Fuel - movie clip

Philips 284E5QHAD Monitor 28″ MVA a buon prezzoPannello MVA, SmartImage Lite, TrueVision, MHL e audio stereo da 14 watt per il monitor Full HD Philips 284E5QHAD Disponibile a 299€ di Giuseppe LANDOLFI

MMD, azienda licenziataria del marchio Philips Monitor, annun-cia il lancio del display Philips 284E5QHAD. Il monitor da 28” utilizza un pannello con tecnolo-gia MVA (Multi-domain Vertical Alignment) che promette angoli di visione elevati (anche se non pari a quelli degli IPS) e tempi di risposta molto buoni. Grazie a SmartImage Lite, inoltre, l’uten-te può ottimizzare dinamica-mente contrasto, saturazione del colore e brillantezza dell’imma-gine, in tempo reale. Tra le altre caratteristiche troviamo l’inter-faccia Mobile HD Link (MHL) che permette di connettere il di-splay a dispositivi portatili, come gli smartphone, purché compati-bili, così da poter riprodurre file audio con i due speaker da 7 watt e i filmati in risoluzione Full HD. Mentre si utilizza lo schermo per videogiochi, foto, filmati o app, il dispositivo mobile è in carica. Il monitor Philips 284E5QHAD è già disponibile al prezzo al pub-blico di 299 euro, IVA inclusa.

Page 33: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

33torna al sommario

Asus Cerberus la cuffia per gamerAsus presenta Cerberus, una cuffia pensata per chi vuole avere alte prestazioni di gioco. Driver al neodimio da 60 mm, 2.5 metri di cavo e microfono sganciabile di Emanuele VILLA

Asus presenta le cuffie Cerberus, pensate per hardcore gamer e compatibili con tutti gli stru-menti di gioco domestici, dalle console di ultima generazio-ne ai tablet, dai PC/Mac agli smartphone. Le caratteristiche tecniche sono interessanti e per-mettono a Cerberus di “dire la sua” anche in ambiti esterni al gaming, come la musica e i film: Cerberus ha driver in neodimio da 60 mm inseriti in padiglioni molto ampi, da 100 mm di dia-metro con isolamento esterno, e include un microfono ad asta unidirezionale con filtro in spu-gna. Il cavo è da 1,2 metri ma è compresa una prolunga da 1,3 metri per permettere l’utilizzo anche con sorgenti distanti dal punto di visione, come spesso accade con le console. Inoltre, il microfono può essere estratto per l’uso con dispositivi smart, mobili o più semplicemente per ascoltare la musica. La disponi-bilità è prevista per il mese di febbraio a 59,90 euro.

di Roberto PEZZALI

L a Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una senten-za che farà discutere: modificare

una console (ma può essere estesa agli smartphone) può essere legale se que-sta integra sistemi di protezione che vanno oltre gli ambiti della console stessa. Tutto nasce da una richiesta del Tribunale di Milano, da anni alle prese con la causa tra Nintendo e l’azienda che ha venduto sul territorio italiano le cartucce R4 per la Nintendo DS, PCBox. È vero che le cartucce R4 servono per far funzionare quelle che molti chiamano copie di “backup” (ma poi l’originale non c’è mai), ma è an-che vero che tramite la cartuccia R4 si possono caricare applicativi di terze parti, gli homebrew. Il Tribunale di Milano si è rivolto alla Corte di Giusti-

zia chiedendo di chiarire quali siano i diritti di Nintendo ai sensi della di-rettiva sull’armonizzazione del diritto d’autore, e la Corte ha stabilito che il produttore della console, Nintendo in questo caso, è protetto contro l’elusio-ne solo quando le misure introdotte siano dirette a impedire l’utilizzazione di videogiochi contraffatti. Fonda-mentalmente una console è un appa-recchio nato per giocare e le protezio-ni dovrebbero essere esclusivamente quelle necessarie per impedire di cari-care un gioco copiato: nulla dovrebbe impedire a un possessore della conso-le di sfruttare la console per caricare giochi sviluppati da terzi, applicativi e altri software. I giudici danno ragione in parte a PCBox: Nintendo riteneva che i dispositivi R4 fossero prodotti nati per eludere le misure tecnologi-che di protezione dei giochi, PCBox

invece che lo scopo di Nintendo sia impedire l’utilizzo di software indi-pendenti destinati alla lettura di film, video e file MP3 sulle console, sebbe-ne tali software non consistano in una copia illegale di videogiochi. Sulla scia di questa sentenza si potrebbe con-siderare “legale” anche un eventuale jailbreak o root di uno smartphone, e allo stesso modo il “crack” delle nuove console che potrebbero anche essere vendute già modificate. Siamo certi che questa storia non si ferma qui.

GAME & MOVIE Tomb Raider per PS4: più definizione, dettagli e fluidità rispetto a PS3

Tomb Raider mostra la potenza “next-gen”Giochi PS4 e Xbox One: molto meglio di quelli della generazione precedente?

di Emanuele VILLA

U na delle domande più ricorren-ti all’indomani del lancio delle console next gen riguarda lo

scarto nei confronti della generazio-ne precedente: quanto sono “miglio-ri” i giochi di PS4 e Xbox One rispetto a quelli analoghi della generazione passata? Una domanda cui è molto difficile dare una risposta definitiva, considerando che ci vorrà del tempo prima che l’hardware delle due mac-chine venga sfruttato appieno. Ma un gioco, Tomb Raider, ci permette di fare un primo paragone tra le due ge-nerazioni, considerando l’imminente uscita di Tomb Raider: Definitive Edition per Xbox One e PS4, edizio-ne che prende le mosse dal lavoro effettuato per le console precedenti

GAME & MOVIE Sentenza relativa alla causa tra Nintendo e PCBox per le cartucce R4

Corte UE: è legale sbloccare le consoleEmessa sentenza della Corte di Giustizia UE sulle modifiche alle console Sono legali se il crack serve per far girare altri programmi non protetti

aggiungendovi alcuni elementi esclu-sivi per la next-gen (che ormai non è più “next”). IGN ha realizzato un video di con-fronto, che riportiamo qui e che il-lustra come gli sviluppatori hanno riaperto un progetto ormai finalizza-to e vi hanno aggiunto sia elementi

precedentemente scartati (per non contrastare con la limitata potenza del sistema) sia alcuni completa-mente nuovi. Colpiscono senz’altro le texture molto più definite, i mo-vimenti più fluidi, la maggior pro-fondità di campo, le ombre estrema-mente dettagliate e molto altro.

Page 34: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 34

di Roberto PEZZALI

È la X-T1 la prima novità Fujifilm per il 2014: Fujifilm amplia la serie X aggiungendo un altro

modello che segue la stessa filoso-fia (e gli stessi principi) dei modelli precedenti, progredendo però sot-to il profilo dell’inquadratura e del corpo macchina. La X-T1 eredita dai migliori modelli della serie X tre elementi fondamentali: il sensore X-Trans CMOS da 16 MP di secon-da generazione, il processore EXR Processor II e il design tipico della famiglia che tanto piace per il richia-mo alle macchine di un tempo. È proprio sul design del corpo macchi-na che Fujifilm ha investito molto con la X-T1: nella parte superiore del corpo macchina sono presenti ben 5 selettori meccanici, accompagnati dalle classiche ghiere e da 6 tasti per-sonalizzabili. Il fotografo esigente, che non ama navigare nei menù per cambiare il setup, troverà nella X-T1 una compagna di viaggio ideale che farà tornare alla mente i piacevoli ri-cordi delle fotocamere di un tempo. Rivisto anche il corpo in magnesio della fotocamera: 80 punti di prote-zione assicurano resistenza ad acqua e polvere, permettendo l’uso della fotocamera anche a temperature inferiori allo zero (-10°). Fujifilm ha pensato anche di rivedere tre obiet-tivi per facilitare l’accoppiamento con la fotocamera in situazioni cri-tiche: XF18-135mm F3.5-5.6 R OIS WR, XF16-55mmF2.8 R OIS WR e XF50-140mmF2.8 R OIS WR saran-no disponibili nel corso dell’anno e assicureranno lo stesso livello di protezione dagli agenti atmosferici. L’altro punto chiave è il mirino: se, infatti, sensore e processore restano uguali, il nuovo mirino, basato sem-pre su un OLED da 2.36 milioni di pixel, ha un ritardo di soli 0.005 ms e un fattore di ingrandimento 0.77x.

DIGITAL IMAGING È presente la possibilità di registrazioni video Full HD, ma nella X-T1 Fujifilm non punta sul video

X-T1, anteprima del nuovo gioiellino FujifilmL’attenzione è puntata sul mirino e il corpoAbbiamo provato per qualche ora (e scattato alcune foto) la nuova mirrorless Fujifilm X-T1 Impressiona il mirino elettronico, che ha una resa davvero vicina a quella di un mirino ottico

Fujifilm, spostando il mirino sull’as-se ottico della macchina (non è più decentrato) assicura performance simili a quelle del mirino di una re-flex, sia come campo di visione sia come reattività e precisione. Rivisto interamente anche il sistema di ge-stione del fuoco grazie ad una nuova interfaccia nel mirino oculare: Split Image e Focus Peak permettono di scattare con fuoco manuale in piena sicurezza. Tra le altre caratteristiche della X-T1 troviamo la compatibili-tà con le veloci schede di memoria SDXC UHS II, la raffica di 8 fps, 51200 ISO di sensibilità e il modulo Wi-Fi integrato. Il prezzo si allinea a quello degli altri top di gamma della serie X: 1.299 euro solo corpo, 1.649 euro in kit con abbinato il versatile XF 18-55mm F2.8-4 R.

Prime impressioni e qualche scattoAbbiamo avuto modo di provare la nuova Fujifilm mettendo le mani su un campione definitivo della X-T1, che si posiziona tra la X-E2 e la X-Pro 1. Fujifilm XT-1 non è una fo-tocamera rivoluzionaria, ma un’en-nesima evoluzione dei modelli top della serie X realizzata ascoltando le indicazioni di chi ha provato i modelli precedenti. Fuji sembra aver fatto ciò che ogni azienda do-vrebbe fare: raccogliere indicazioni, analizzarle e applicare quelle più corrette. Dopo aver usato per circa un’ora la X-T1 ci accorgiamo che ef-fettivamente le migliorie sono tan-tissime, ma solo chi ha potuto usare i modelli precedenti sarà in grado di apprezzarle appieno. Se si vuole raccontare la X-T1 e spiegare perché è diversa da una X-E2, i punti su cui insistere sono due: il corpo macchi-na tropicalizzato e con regolazioni quasi esclusivamente manuali e il mirino elettronico, l’unico mirino che come resa si avvicina davvero a

quello di una reflex. Grazie alla rivi-sitazione del sistema di lenti posto di fronte all’OLED da 2 MP, Fuji-film è riuscita a creare un oculare che restituisce un’immagine più grande di quella di un mirino ottico di una Full Frame. Il mirino elet-tronico è da sempre uno dei punti deboli di una mirrorless rispetto alle reflex, ma nel caso di questa X-T1 il divario è davvero minimo. Fujifilm ha lavorato anche sul dri-ver del pannello OLED garantendo una latenza minima: il tempo di ri-tardo del pannello è effettivamente bassissimo con pochissime scie an-che nei movimenti di camera velo-ci. Gli ingegneri giapponesi hanno pensato poi di sfruttare in modo intelligente questo mirino decisa-mente ampio (vedi foto in basso a sinistra): premendo un tasto si può configurare la modalità di visione, passando da una “piena” a una leg-germente ridotta per arrivare a uno split dove in una piccola finestra di fianco al mirino principale vediamo segue a pagina 35

l’ingrandimento del dettaglio per la messa a fuoco fine manuale. La X-T1 è pensata per l’uso evoluto e sembra quasi voler dire “io odio l’automatico”: tutti gli strumenti per usare la fotocamera in manuale ci sono, messa a fuoco inclusa gra-zie (ad esempio) al focus peaking configurabile in tre diversi colori. L’altro punto di forza della X-T1 è il corpo: piccolo, con un buon grip e tantissime ghiere meccaniche per la felicità di chi non vuole passare dai menù se non per la configura-

Page 35: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 35

zione iniziale. Il 90% delle opzio-ni di scatto della X-T1 può essere modificato anche da fotocamera spenta, perché per ISO, tempi, dia-frammi, esposizione e modalità di scatto esiste una ghiera meccanica dedicata. A questa si aggiungono 6 tasti configurabili a piacere posizio-nati in un punto facilmente acces-sibile. L’unica cosa alla quale forse bisogna abituarci è la disposizione

delle ghiere: il corpo macchina è piccolo e le ghiere sono tante, per-tanto qualche sacrificio dal punto di vista ergonomico è stato fatto. Re-stando sempre in tema di design, la macchina non dispone di flash in-tegrato (viene dato un piccolo flash opzionale). Tra le altre particolarità segnaliamo la tropicalizzazione: scatto fino a -10° (non l’abbiamo potuto provare) e oltre 80 diversi punti di intervento per inserire nel corpo macchina le giuste guarnizio-ni rendendolo così impenetrabile

agli agenti atmosferici. Abbiamo potuto apprezzare questa particola-re cura nello sportellino della card, con lo slot che oltretutto è il primo ad accettare le nuovissime SD Card super veloci. Sulle performance non abbiamo molto da dire: auto-focus, sensore e processore sono gli stessi della X-E2, e sotto il pro-filo delle prestazioni non dovrebbe cambiare nulla. Abbiamo scattato alcune fotografie in JPEG: purtrop-po l’illuminazione non era ottima-le ma presto avremo modo di fare

Clicca sulle foto sopra per vedere l’originale degli scatti realizzati con la Fujifilm X-T1

DIGITAL IMAGING

Fujifilm X-T1segue Da pagina 34

molte più foto. La X-T1 può contare su un reparto ottiche di grandissi-ma qualità (la cosa vale anche per il kit) e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’unica critica che si può muovere a Fujifilm è di aver tra-scurato la sezione di ripresa video: la fotocamera riprende in Full HD, ma chi vuole usare la camera per le riprese fa meglio a cercare altro. X-T1, come gli altri modelli della serie X, nasce come fotocamera pura e il video è solo una necessaria aggiun-ta, ma non certo una delle feature di punta.

DIGITAL IMAGING Con la fotocamera, presentate anche due nuove ottiche compatte

Olympus E-M10 è la OM-D che costa pocoOlympus lancia un nuovo modello della famiglia OM-D dal costo accessibile Mirino e sensore dei modelli top, ma più compatta e costa solo 699$ (il corpo)

di Roberto PEZZALI

L a famiglia OM-D di Olympus si allarga per fare spazio alla nuo-va E-M10. Olympus continua

a seguire la fortunata scia delle sue mirrorless hi-end proponendo un modello più compatto e più econo-mico, che non rinuncia, però, alla dotazione tecnica che ha permesso ai modelli top performance da foto-camera di fascia alta. E-M10, nono-stante le dimensioni compatte, ruba dalla E-M5 il sensore da 16 MP in formato 4:3 senza filtro passa basso ed eredita anche dalle serie superiori il processore d’immagine TruePic VII (25600 ISO massimi), il Wi-Fi inte-grato e il mirino elettronico da 1.44 MP. Una vera OM-D quindi, anche se a qualcosa si deve pur rinunciare e in questo caso Olympus ha modificato il sistema di stabilizzazione portan-

dolo dai 5 assi dei modelli top a soli “3 assi” su questa piccola E-M10. Il sistema di stabilizzazione è integrato nel corpo macchina e non sulle lenti e agisce muovendo il sensore per com-pensare movimenti e vibrazioni. L’al-tra rinuncia rispetto al modello top è la tropicalizzazione: il corpo, comunque robu-sto, non è sigillato dagli agenti atmosferici con la fotocamera che va quin-di usata in condizioni standard. Insieme alla E-M10 Olympus lancia due nuove ottiche compatte, un pancake M.ZUIKO DIGITAL 25mm F1.8 che equivale a un 50 mm e il collassabile M.ZUIKO DIGITAL 14-42mm F3.5-5.6 EZ. E-M10 arriverà a fine febbraio a un prez-

zo molto concorrenziale: 699$ solo corpo, 799$ in kit con il 14-42mm F3.5-5.6. Non sono pochi, ma se con-sideriamo che per le sorelle maggio-ri serve molto di più, questa piccola OM-D potrebbe catturare l’interesse di molti “fotoappassionati”.

PEOPLE & MARKET

Microsoft SkyDrive diventa OneDriveIl popolare servizio di cloud storage SkyDrive cambia nome e diventa ufficial-mente OneDrive. Il motivo è presto detto: l’azienda è spesso bersaglio di cause a tutela di marchi registra-ti, come appunto Metro e SkyDrive; per quest’ultimo, la causa è stata intentata dall’emittente satellitare Sky, che ha vinto piuttosto rapidamente imponendo un cambio di strategia (leg-gasi, di nome) a Microsoft. Non si sa quando il nuovo servizio verrà inaugurato e se conterrà nuove funzio-nalità rispetto al classico SkyDrive, ma quel che è certo è che ci si può già registrare su onedrive.com, seguire il blog e attendere istruzioni ulteriori.

Page 36: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 36

di Paolo CENTOFANTI

N on è difficile capire perché gli appassionati aspettino da così tanto tempo i primi TV OLED: si tratta della prima nuova vera

tecnologia di TV da più di un decennio a questa parte e la prima che potenzialmente può offrire la perfezione di immagine. Con il plasma che or-mai sta procedendo verso il suo tramonto e l’LCD che, nonostante tutte le evoluzioni tecnologiche degli ultimi anni, non è mai riuscito a offrire una qualità di riferimento, l’OLED è a oggi l’unico candidato credibile per riportare l’attenzione sul-la qualità di immagine. Quello di LG è il primo modello commerciale di TV OLED di una certa dimensione consumer ad arrivare sul mercato e la curiosità e la volontà di scoprire se è un pro-dotto in grado di soddisfare le incredibili aspetta-tive che si sono create intorno al mito dell’OLED sono chiaramente alle stelle.

Sottile, leggero e... curvo!TV sottili come un foglio di carta è una delle pro-messe della tecnologia OLED e il 55EA980V di LG sfoggia uno degli schermi più sottili mai visti: il pannello è infatti spesso meno di un centimetro e lo spessore del TV è concentrato soprattutto nella parte centrale, dove trova posto l’inevitabile elet-tronica per il suo funzionamento. Il pannello è poi praticamente edge to edge, cioè con una cornice di pochi millimetri. Il TV è leggerissimo per essere un 55”, appena 17,2 kg inclusa la base che è par-te integrante del sinuoso design del prodotto. La costruzione è curata e ben rifinita, ma il cabinet rimane pur sempre sostanzialmente in plastica. Il dettaglio estetico più interessante è costituito dalla base in plexiglas trasparente che lascia il TV come sospeso sul suo appoggio. La base tiene lo schermo leggermente inclinato all’indietro, pre-supponendo l’installazione su un mobile basso. Incastonati agli estremi della base trasparente troviamo i due diffusori piatti, assistiti da altri

TEST Dopo anni di attesa, il TV OLED è finalmente una realtà. Le immagini sono spettacolari e riproduce il nero perfetto

LG 55EA980V, il primo OLED non si scorda maiÈ veramente il ritorno del televisore di qualità? Lo abbiamo testato e una cosa è certa: il futuro è questo

due woofer che puntano verso il basso, coperti dal pannello in plastica su cui è agganciata la base, che curva all’interno proprio in presenza degli altoparlanti. I diffusori in realtà fanno il loro lavoro in modo più che dignitoso, con una resa sonora superiore alla media dei TV dell’ultimo periodo, seppure un prodotto del genere esiga un impianto HT dedicato e fatto come si deve.

Connessioni completeSul fronte dei collegamenti non ci sono sor-prese. Tutti i connettori sono alloggiati sul retro del TV, parte su un pannello verticale che guarda lateralmente, parte verso il basso, questi ultimi in un pozzetto che può essere co-perto da uno sportellino in dotazione. Trovia-mo l’ormai standard set di ingressi: 4 HDMI, SCART (tramite dongle in dotazione), compo-

nent. A ciò si aggiungono l’uscita digitale ottica, la presa Ethernet, 3 porte USB di cui una anche 3.0, lo slot CI+. Il TV integra i sintonizzatori DVB-T2, DVB-S2 e DVB-C, quest’ultimo inutilizzato in Ita-lia. Il TV supporta un gran numero di formati au-dio/video tramite il lettore multimediale integra-to, integra il decoder DTS, ma a dispetto di quanto inizialmente ipotizzato non è ancora compatibile con la nuova codifica HEVC, almeno non da file. Il TV è dotato di connettività Bluetooth, Wi-Fi e NFC, quest’ultima utilizzabile per il pairing di smartphone e tablet Miracast.

Doppio telecomandoI menù del 55EA980V ricalcano quelli degli ulti-mi TV di fascia alta di LG, con l’ultima versione dell’interfaccia Smart TV del produttore. Ne ab-biamo parlato già approfonditamente nella prova del 47LA740S a cui vi rimandiamo per la descri-zione completa. Si tratta di una piattaforma che purtroppo privilegia tutte le funzioni accessorie, dalle app ai server multimediali, a scapito di quel-le più utilizzate: impostazioni, selezione canale e ingressi esterni. Anche il telecomando a girosco-pio sarà pratico nelle funzioni Smart TV, ma tutte

le altre operazioni diventano più complesse, lente e snervanti (lo abbiamo imparato a nostre spese calibrando il TV). Fortunatamente in Italia è for-nito anche un telecomando di tipo tradizionale, che non abbiamo però potuto vedere dato che nel-l’esemplare giunto in redazione non era incluso. In dotazione oltre ai due occhialini 3D, leggeri e decisamente eleganti, troviamo anche la webcam che va montata sulla cornice superiore del TV.

Calibrazione eccellentePrima ancora di partire con la visione di qualche filmato abbiamo proceduto con un’analisi della calibrazione di fabbrica. Il TV offre diversi profili pre-impostati, ma il candidato ideale è ovviamen-te quello certificato THX. Il profilo si è confermato non perfetto ma comunque sufficientemente vici-no ai riferimenti per quanto riguarda i parametri principali, quindi bilanciamento della scala di grigi, spazio colore e gamma. Questa imposta-zione non può essere modificata in alcun modo (i parametri sono bloccati), ma rappresenta una dignitosa soluzione out of the box per chi non ha

segue a pagina 37

Quality Longevity Design Simplicity D-Factor Value

9 7 9 6 10 7

LG 55EA980V - da 6.499 euro

Page 37: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 37

TEST

TV LG 55EA980Vsegue Da pagina 36

tempo/voglia/possibilità di effettuare una com-plessa calibrazione. Per chi, invece, vuole “sporcarsi le mani” ci sono due banchi di impostazioni ISF che consentono di

regolare qualunque aspetto dell’immagine del TV, fino al controllo del bilanciamento del bianco su 20 punti della scala di grigio. Utilizzando il profilo ISF siamo riusciti a ottenere con relativa semplicità un comportamento molto vicino al riferimento anche con il semplice controllo a 2 punti sul bilanciamen-to del bianco. Solo per aggiustare la resa sul 10% di grigio siamo ricorsi ai controlli sulla scala a 20 step di grigio. Come si nota dal grafico in alto, abbiamo ottenuto un delta E inferiore a 2 su tutta la scala, un valore che indica un’ottima precisione.Solo il gamma non siamo riusciti a portarlo sopra i 2,3 come valore (il riferimento è 2,4), anche selezio-nando l’apposito valore nella relativa impostazione. La linearità è comunque molto buona, ma va anche detto che come con i plasma, anche per l’OLED di LG si tratta di un parametro difficile da valutare, visto che sulla dinamica influisce in ogni momento il livello di luminosità media dell’immagine visua-

lizzata. Ciò crea una disparità tra i segnali test e i video che guardiamo tutti i giorni. La luminosità massima del bianco più forte è diversa se conside-riamo un bianco a tutto schermo o un piccolo ri-quadro su fondo nero, visto che nel primo caso il TV limita l’intensità luminosa massima. Il gamut è

praticamente allineato al riferimento Rec.709 e abbiamo dovuto correg-gere di un minimo solo il primario del blu rispetto alle impostazioni di default, che lo vedevano un po’ meno saturo. Ma come si vede dal grafico a fianco, lo spazio colore è da manuale. E il contrasto? Beh, qui viene il bello, perché dove l’immagine è nera i pixel sono semplicemente spenti e non c’è nulla da misurare: il livello del nero è “0” il che vuol dire che il rapporto di contrasto è essenzialmente illimita-to. Per questo motivo anche i consu-mi, un po’ come nel plasma, dipen-dono dall contenuto dell’immagine e della sua luminosità. Abbiamo fatto un testo con spezzoni di diversi tipi di filmati e a TV calibrato, ottenendo un consumo medio di 84,6 Watt, in-feriori ai 100 Watt dichiarati da LG, probabilmente relativi al banco di impostazioni di default. In ogni caso il TV è, come consumi, abbastanza allineato a un LCD di classe A e per-sino A+. Sempre parlando di misure strumentali e banchi di impostazioni, la modalità gioco offre un input lag intorno ai 20 ms, che curiosamente con tutti gli altri profili, anche disabi-litando tutte le elaborazioni possibili, sale a un minimo di 100 ms, un po’ troppo per giocare.

Le impressioni di visione Immagini spettacolariE allora, come si vede questo OLED? È veramente quello che stavamo tutti aspettando? Se avete letto il nostro approfondimento sulla calibrazione fino alla fine, allora non vi sarà scappato il dettaglio più importante: questo TV è capace di riprodurre il nero perfetto. Dove il segnale è “0” i pixel sono spenti. Questo aspetto da solo pone l’immagine visualizzata dal TV LG a prima vista un grosso gradino sopra qualsiasi TV, anche il migliore dei plasma. Diciamo a prima vista perché sono tanti gli aspetti da valutare, ma il rapporto di contrasto è uno di quelli a cui siamo più sensibili quando guardiamo un TV, la caratteristica che ci porta, a volte ancora prima della risoluzione, a preferire un’immagine piuttosto che un’altra. Non solo i neri sono evidentemente perfetti, ma il TV OLED di LG è anche dotato di una dinamica ecceziona-

le (il bianco supera le 300 cd/m2 se vogliamo), mentre la precisione sulle ombre e sfumature di colore più scure sono eccezionali. Altro aspetto che colpisce immediatamente è la resa cromatica: i colori sono caldi, morbidi, per nulla artificiosi e ricordano quelli del plasma o del mai dimenticato CRT analogico. L’immagine con il migliore mate-riale è definita, scolpita, tridimensionale ma mai eccessivamente analitica o artificiale. Certo se il materiale non è eccellente i difetti non scompaio-no, ma non vengono nemmeno terribilmente ac-centuati, come spesso accade con molti LCD. Pro-va ne è che le mediocri trasmissioni via digitale terrestre in definizione standard, con tutti i loro difetti, rimangono pienamente godibili anche sul-la ragguardevole dimensione di 55 pollici. Buona la resa delle sfumature, così come i transienti da chiaro scuro e viceversa. Tutto perfetto quindi? Ci sono ancora alcuni aspetti da considerare. Il primo riguarda la risoluzione in movimento. Non abbiamo effetto scia come negli LCD, ma il livel-lo di dettaglio tende comunque a diminuire nel caso di panoramiche delle riprese o elementi in movimento rapido. In generale possiamo dire di essere anche in questo caso come resa molto vici-ni al plasma, ma senza i difetti che accompagnano quella tecnologia. Per intenderci qui non abbiamo alcun effetto di dithering o rumore elettronico di altro tipo. Ma visualizzando, ad esempio, un pat-tern a griglia che si muove rapidamente, si nota come i contorni diventano meno definiti. LG inte-gra il suo sistema di interpolazione, piuttosto cu-stomizzabile, e che migliora decisamente questo aspetto, al prezzo dell’introduzione di “effetto te-lenovela” più o meno accentuato e, a seconda del-la configurazione, di qualche artefat-to di movimento. Inoltre, il sistema di processing intro-duce alcuni arte-fatti come dettagli che si impastano e trascinamenti localizzati, che in alcuni limitati casi persistono anche quando l’interpo-lazione viene c o m p l e t a m e n t e disabilitata. Ciò capita tipicamente sui volti, oppure ancora in immagini ricche di elementi come pioggia, fumo o nebbia. Come

Scala di grigio (Calibrazione ISF)

Gamut (Calibrazione ISF)

segue a pagina 38

Page 38: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 38

TEST

TV LG 55EA980Vsegue Da pagina 37

detto capita in un numero limitato di situazioni e sinceramente in alcuni casi si verifica e in altri del tutto simili no, senza alcun motivo apparen-te. Detto questo noi abbiamo trovato l’immagine sempre convincente sotto il profilo del dettaglio, con qualsiasi tipo di materiale, 50, 60 o 24 Hz che fossero. Il materiale a 24 Hz dei Blu-ray Disc esibisce il classico flickering e c’è un’impostazione definita “Real Cinema” attiva di default e che as-sicura la visualizzazione in formato nativo. Il TV supporta il 3D con occhiali passivi (due forniti in dotazione) e la resa trae vantaggio dalla velocità del pannello OLED. Se siamo in posizione ideale l’immagine è completamente priva di ghosting e l’effetto 3D è sicuramente molto preciso. Purtrop-po questa tecnologia mette un limite sulla defini-zione complessiva e si nota. Inoltre, il filtro FPR che ricopre il pannello, genera un pattern di linee che a volte può essere notato sugli elementi più brillanti di un fotogramma anche nella visione in 2D. Due aspetti critici sono rappresentati poi

dall’uniformità e la longevità del pannello. Per quanto riguarda il primo punto, nella normale visione non costituisce un particolare problema, ma visualizzando una schermata grigio scura (dal 5 al 20%) è possibile notare come il pannello, su questo livello di luminosità, sia totalmente privo di uniformità. La parte destra dello schermo è de-cisamente più scura, mentre al centro si notano delle macchie. L’effetto sparisce salendo di livello sulla scala di grigio, anche se comunque la parte destra dello schermo rimane sempre un po’ meno luminosa. Mentre poi sappiamo che i materiali che costituiscono i pixel andranno in corso a un inesorabile deterioramento, non siamo ancora in grado di quantificarne l’effetto. Possiamo però dire che c’è il rischio di pixel difettosi. L’esemplare in prova, giunto appositamente dalla Corea, dopo alcuni giorni di utilizzo ha cominciato a presen-tare un totale di 5 subpixel danneggiati: 2 rossi, 2 blu e uno bianco. Quest’ultimo è quello che un occhio attento riuscirà a notare durante la visione di un normale video. Aumentaranno durante il ciclo di vita del TV? Non possiamo dirlo, ma è un fattore da tenere a mente. Due parole, infine, sulla curvatura dello schermo. È il primo TV curvo che proviamo ma sinceramente non abbiamo trovato nulla di positivo da dire a questo proposito. Per apprezzare la sensazione di “immersione” duran-te un film bisognerebbe disporsi molto vicino allo schermo (in realtà il raggio di curvatura è 5 metri e questa dovrebbe essere la distanza ideale mas-sima), ma stiamo parlando di un 55” Full HD e la risoluzione non regge. Inoltre solo lo spettatore

esattamente al centro può godere di questo ipote-tico effetto immersivo, e così vicino allo schermo non è che ci sia posto per altri. Da lontano quello che si percepisce è la leggera deformazione dello schermo, che magari nei film si nota poco, ma con tutti gli altri tipi di contenuti, specie dove c’è gra-fica fissa diventa evidente. Questione di gusti, ma dopo decenni che ci sono voluti per conquistare lo schermo piatto, ora perché vogliamo curvarlo? Oltre alla necessità di creare un prodotto unico ed esclusivo, dettata probabilmente dal già alto prez-zo di listino, non ne comprendiamo il motivo.

ConclusioniDopo questa prova possiamo dire che l’OLED è sicuramente all’altezza di tutte le più rosee aspet-tative. La qualità di immagine, già a questa prima generazione, è nel complesso superiore a quella di qualsiasi altro TV di oggi o del passato: contra-sto e resa cromatica sono superlativi e la qualità di immagine lascia a bocca aperta. Come ogni prodotto di prima generazione non è esente da difetti, a cominciare dal prezzo. Ci sono poi dubbi sulla longevità del pannello e c’è ancora da lavo-rare su aspetti quali la risoluzione in movimento, mentre lo schermo curvo, anche se alla lunga ci si abitua, è qualcosa di cui sinceramente farem-mo volentieri a meno. Nello specifico di questo modello LG c’è poi l’interfaccia Smart TV troppo pasticciata e macchinosa, mentre l’assenza di un telecomando tradizionale è imperdonabile. Ma a parte tutto questo è chiara una cosa, d’ora in poi vogliamo solo OLED.

TV E VIDEO Foded Space ha sviluppato una codifica che permette di memorizzare video fino a 12 bit in un flusso a 8 bit

Blu-ray Disc in Deep Color? La tecnologia ora è disponibileI costi di licenza del sistema sono “modesti”, ma sono necessari nuovi lettori con decoder integrato

di Paolo CENTOFANTI

R icordate il Deep Color? Si tratta di un’estensione della codifica del colore da 8 bit a 10, 12 e persino 16 bit per componente

cromatica, di cui si è iniziato a parlare in ambito consumer con l’introduzione del suo supporto all’interno delle specifiche HDMI 1.3. Nono-stante ciò, gli attuali standard HDTV sono tutti a 8 bit, Blu-ray Disc compreso, anche se molti TV e videoproiettori sono in effetti in grado di accettare segnali video Deep Color. L’azienda Folded Space ha ora annunciato un particolare sistema, denominato Deep Color Content Enco-ding o DCE, che consente di codificare video a 12 bit all’interno di un flusso a 8 bit. DCE ha così

il vantaggio di permettere di realizzare Blu-ray Disc con video nativo deep color, mantenendo la retrocompatibilità con lettori e televisori non in grado di visualizzare segnali a 12 bit. I 4 bit aggiuntivi per componente sono infatti memo-rizzati in modo invisibile all’interno del video a 8 bit, con un minimo incremento del livello di bitrate del segnale compresso.La situazione ricorda un po’ quella dell’HDCD (qualcuno se lo ricorda?), un sistema che per-metteva di realizzare CD Audio con la dinamica di un segnale a 20 bit in un normale flusso a 16 bit. Allo stesso modo, occorre che il lettore Blu-ray Disc includa un apposito decoder DCE, af-finché possa decodificare la maggiore gamma di colori disponibile nei dischi codificati in questo

modo. Per stimolarne l’adozione, Folded Space si dice pronta a dare in licenza gratuita il suo si-stema di codifica, mentre l’algoritmo di decodi-fica, quello che entrerà nei lettori Blu-ray, avrà un costo di licenza “modesto”.

Page 39: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case
Page 40: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

40torna al sommario

di Paolo CENTOFANTI

S ono passati sette anni dal lancio della PS3, in ambito tecnologico un periodo lun-ghissimo in cui sono cambiate tante cose.

La PlayStation 3 non solo doveva raccogliere l’eredità della PS2, una delle console di mag-gior successo di sempre, ma nacque anche sotto l’ombra di quella guerra dei formati che vedeva contrapposti HD DVD e Blu-ray Disc, simbolo di un’epoca in cui il supporto fisico contava ancora. La PS3 aveva tanti obiettivi ambiziosi, a partire dall’allora innovativo processore Cell - poi rive-latosi piuttosto complesso da gestire per gli svi-luppatori di videogiochi - fino all’intenzione di porsi come la centrale di intrattenimento multi-mediale definitiva.Sette anni dopo, la distribuzione dei contenuti tramite Internet comincia a prendere il soprav-vento, smartphone e tablet sono spesso più uti-lizzati dei TV e la console deve soprattutto fare una cosa bene: regalare la migliore esperienza di gioco possibile. Sembrano essere queste le linee guida che hanno portato alla nascita della nuova PlayStation 4. Sony ha detto addio all’ar-chitettura Cell decidendo di adottare quella x86, decisamente più developer friendly, e ha rimes-so il gaming al centro sia nelle funzionalità che banalmente nell’interfaccia utente. Fatta piazza pulita della maggior parte degli “orpelli” multi-mediali, Sony ha adeguato ai tempi le caratteri-stiche hardware, migliorato il controller, infuso una maggior componente social all’esperienza di gioco e ha realizzato una console semplice, po-tente e dal design aggressivo.

Design: dalle curve agli spigoliSony ha sempre cercato di imprimere alle sue console un design avveniristico e la storia si ri-pete sicuramente con la PlayStation 4, di cui tut-to si può dire tranne che abbia un aspetto bana-le. Se la prima versione della PlayStation 3 era all’insegna delle curve, qui ci troviamo di fronte a spigoli netti e vividi. Potremmo descrivere la PS4 banalmente come un parallelepipedo, vi-sto che di fatto questo è, ma Sony è riuscita a imprimere una buona dose di aggressività sen-za strafare, creando un oggetto bello da vedere che lo si disponga in orizzontale oppure in ver-ticale. La PS4 è molto più piccola di quello che sembrava dai primi rendering, con dimensioni molto vicine a quella della PS3 Slim. Il frontale è pulitissimo e da spenta non si scorgono inter-ruttori e lo stesso slot del drive è appena visibile

TEST Console al passo coi tempi, potente e semplice: poca multimedialità, gioco più social, migliorato il controller

PlayStation 4: Sony riporta il gaming al centroSette anni dopo la PS3, Sony cambia tutto e torna a concentrarsi soprattutto sull’esperienza di gioco

nella “fossetta” che spezza il profilo. La qualità dei materiali non è molto diversa da quella delle ultime due versioni della PS3 e la console ap-pare robusta. Sulla parte superiore, al raccordo tra la superficie lucida e quella opaca, una guida in plastica si illumina all’accensione di diversi colori a seconda dello stato di funzionamento, creando un effetto elegante.

Collegamenti essenzialiSul frontale troviamo le due porte USB 3.0 per il collegamento delle periferiche. Queste pos-sono essere impostate per rimanere alimentate anche con la console in stand-by, permettendo

così finalmente di ricaricare i controller anche a PlayStation spenta. Tutte le connessioni sono poste come di consueto sul retro, dove non tro-viamo chissà quali sorprese: HDMI (solo 1.4), Ethernet, uscita digitale ottica e connettore au-siliario proprietario è tutto quello che abbiamo a disposizione. I connettori sono “infilati” nelle feritoie che contraddistinguono il pannello po-steriore, disposizione che crea qualche problema di visibilità durante i collegamenti se guardiamo la console dall’alto verso il basso. Il connettore ausiliario permette di collegare la videocamera

Quality Longevity Design Simplicity D-Factor Value

9 9 9 8 9 8

PlayStation 4 - da 399 euro

segue a pagina 41

Page 41: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

41torna al sommario

TEST

Sony PlayStation 4segue Da pagina 40

PlayStation Camera che, per contenere il prezzo di listino, Sony ha deciso di non includere in-sieme alla console. Prima dell’uscita sul mercato europeo si è parlato di qualche problema con il connettore HDMI, ma francamente noi non ab-biamo notato nulla di anomalo.

Salto generazionalePer quanto riguarda ciò che si nasconde all’in-terno della console ormai è stato detto di tutto e di più nei mesi che hanno portato all’uscita della nuova PlayStation, soprattutto in ottica di confronto con l’Xbox One di Microsoft. Come è ormai noto, Sony ha deciso di abbandonare l’architettura Cell che tanto ha fatto penare gli sviluppatori PS3, almeno nei primi anni, optan-do per la più tradizionale tecnologia x86 a 64 bit. Il cuore computazionale della PS4 è firmato AMD ed è costituito da una APU che integra in un solo “pacchetto” una doppia CPU quad core Jaguar per un totale di otto core, affiancata da una GPU Radeon custom con capacità di cal-colo di picco teorica fino a 1.83 Tera FLOPS, il tutto assistito da 8 GB di memoria RAM GDDR5 a 2.75 GHz. Come pietra di paragone, si pensi che la PlayStation 3 è dotata di appena 512 MByte di RAM di cui solo 256 dedicati alla scheda grafica. Anche la PS4 è dotata di lettore Blu-ray Disc, con capacità di lettura fino a 6x e questa prima versione integra un Hard Disk da 500 GB. Sul fronte della connettività la PS4 supporta il WiFi 802.11n, mentre il Bluetooth si ferma alla versione 2.1.

Controller più completoIl nuovo controller DualShock 4 superficialmen-te può sembrare non troppo dissimile da quello della PS3, ma anche qui ci sono diverse novità. La più evidente, a livello hardware, è natural-mente il touchpad posto al centro e che consente agli sviluppatori di integrare anche delle gesture multi-touch all’interno dei controlli dei nuovi videogiochi. Il nuovo Dualshock è leggermente più “pieno” rispetto alla versione precedente, of-

frendo così una migliore ergonomia. Altra novità è la presa audio per l’auricolare mono fornito in dotazione, ma il DualShock 4 integra anche un piccolo altoparlante che svolge esattamente la stessa funzione. Si tratta di un ulteriore canale audio che può essere sfruttato dagli sviluppato-ri: in Killzone 4 viene utilizzato, ad esempio, per riprodurre dei log audio che vengono recuperati durante il gioco. Compare poi il nuovo comando “share” che consente durante una partita di con-dividere in pochi click schermate e filmati del-la propria partita. I tasti “select” e “start” sono stati, infine, sostituiti da un unico comando “op-tion”. Sul “muso” del DualShock c’è anche un grosso LED che principalmente è pensato per il tracking tramite PlayStation Camera, in modo non diverso dal PlayStation Move. Per il resto rimane il collegamento via Bluetooth alla conso-le e l’integrazione di accelerometro, giroscopio e sistema di vibrazione.

Interfaccia più semplice ma riccaL’interfaccia XrossMediaBar della PS3, per un certo periodo utilizzata come base su una vasta gamma di prodotti Sony, all’epoca era qualcosa sicuramente di originale e mai visto prima, ma soprattutto presentava la console non più come una macchina esplicitamente dedicata ai video-

giochi, ma anche come un sistema multimediale completo. La prima cosa che salta all’occhio avviando per la prima volta la PS4 è proprio come questo approccio sia stato per lo più abbandonato e non è un’esagerazione dire che la com-ponente multimediale sia stata riportata decisamente in secondo piano. Se è vero che i “quadrotti” dedicati all’audio e al video hanno ancora lo stesso peso degli altri, l’attenzione è qui tutta per i vi-

deogiochi, ben in primo piano appena accedia-mo con il nostro utente. Del resto la PS4 non è praticamente più un vero lettore multimediale: legge DVD e Blu-ray Disc certo, ma non i CD Au-dio, non c’è più il client DLNA e l’unico modo di riprodurre contenuti è costituito dai servizi Music e Video Unlimited di Sony, oltre al servi-zio Infinity di Mediaset disponibile con un’app da scaricare dal PlayStation Store. L’interfaccia è stata semplificata al massimo nella naviga-zione, ma allo stesso tempo resa più dinamica con il feed delle attività nostre e dei nostri amici di gioco e i dati dei giochi installati sul nostro sistema. In generale il nuovo menù trae ispi-razione dal redesign del PlayStation Store, con grosse icone quadrate e un look “post Windows 8”. Tutti i menù secondari, come le impostazio-ni, il proprio profilo, i trofei e quant’altro, sono stati “nascosti” in un secondo ordine di icone, che crea una barra più piccola sopra il menù principale. Anche il menù delle impostazioni è stato radicalmente semplificato e razionalizzato. Abbiamo notato un cambiamento nel comporta-mento dell’uscita HDMI rispetto alla PS3, con l’impossibilità di forzare l’uscita 1080p a 24 Hz per la riproduzione di Blu-ray Disc, opzione che risultava utile in alcune configurazioni (specie se tra console e TV c’è qualche altro componente HDMI). Per il resto le impostazioni audio/video non hanno subìto grossi cambiamenti.

Impressioni d’usoValutare la bontà della nuova console in questa fase è ancora difficile. Tutto dipende da come gli sviluppatori addomesticheranno la nuova piatta-forma e ci vorrà ancora un po’ per capirne le vere potenzialità. Basti confrontare uno dei primi tito-li PS3 con gli ultimi: anche solo graficamente “il

segue a pagina 42

Page 42: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 42

giorno e la notte”. Sony ci ha fornito per la prova una PayStation 4 accompagnata da quello che è probabilmente il titolo di punta della line up di lancio della nuova console, Killzone: Shadow Fall. Si tratta di un gioco che è perfetto per far percepire il salto generazionale tra la PlayStation 4 e le console precedenti. Grafica a 1080p, frame rate a 30 fps costanti e senza cedimenti, effetti di luce e livello di dettaglio degli scenari semplice-mente inarrivabili su una PS3. Anche gli stessi livelli sono molto più aperti rispetto a Killzone 3. Visivamente Killzone è perfettamente riuscito, mentre alcune dinamiche di gioco per sfruttare il nuovo controller ci sono sembrate un po’ forza-te. Il touchpad, in particolare, al momento ci ha restituito la stessa sensazione iniziale di quello

della PS Vita: interessante ma di dubbia reale utilità. Oltre alle potenzialità grafiche (comun-que ancora tutte da esprimere davvero), Killzone ci ha dato la possibilità di avere un assaggio di altre caratteristiche della nuova console, come l’installazione e caricamenti in background: in-serendo il disco la barra di installazione dura poche decine di secondi per poi lasciare il posto all’introduzione e al menù iniziale di gioco. L’in-stallazione in realtà sta ancora proseguendo, ma il gioco parte molto più rapidamente. I tempi di caricamento in realtà sono in linea con quelli dei giochi della PS3: basta ricaricare un livello pre-cedente, interrompendo una partita in corso, per rendersene conto. Ma il più delle volte il trucco funziona. Una cosa che abbiamo notato nei gior-ni che abbiamo avuto a disposizione è come la nuova console sia decisamente più rumorosa

rispetto alla PS3: sia il drive Blu-ray Disc che la ventola si fanno sentire di più. Quest’ultima, in particolare, dopo qualche minuto di gioco comincia ad andare velocemente su di giri. Per quan-to riguarda l’utilizzo come lettore Blu-ray Disc non c’è molto da dire. I tempi di caricamento dei di-schi sono lunghi allo

TEST

Sony PlayStation 4segue Da pagina 41 stesso modo della PS3 e le opzioni a disposizione

essenzialmente le stesse. Purtroppo la riprodu-zione di DVD lascia, invece, il tempo che trova, con un upscaling (o meglio deinterlacing) deci-samente inferiore rispetto alla PS3. Va detto che il player multimediale della PS4 è stato rilasciato dopo l’immissione sul mercato (era incluso nel primo aggiornamento del firmware disponible alla prima accensione) ed è probabile che Sony fosse un po’ in ritardo da questo punto di vista. Non è da escludere che molte cose cambino con i prossimi aggiornamenti.

Conclusioni: perfetta per giocare Multimedialità sotto tonoCi vorrà ancora un po’ di tempo prima di decre-tare se la PlayStation 4 di Sony è la console di nuova generazione che si aspettava davvero, ma le premesse ci sono tutte. È un gran bell’ogget-to da vedere, il controller è stato migliorato e i primi titoli lasciano intravvedere quali possono essere le potenzialità del nuovo hardware. Nel-le prossime revisioni si potrebbero migliorare alcuni aspetti costruttivi come la rumorosità, mentre la nuova interfaccia è piacevole e più semplice della XrossMediaBar. Al momento è una console pensata per fare bene una sola cosa: giocare. Chi si aspettava un’evoluzione della PS3 anche in senso multimediale rimarrà molto de-luso infatti, con una macchina che con Blu-ray Disc fa giusto il compitino e nel caso dei DVD lo fa pure sotto la sufficienza. Ma siamo ormai nell’era dello streaming e del video on demand e forse Sony ce lo sta solo facendo capire.

di Emanuele VILLA

È partito su Kickstarter un proget-to interessante per un prodotto che non solo offre lo streaming

video su rete locale, ma promette di farlo a bassissima latenza per assecon-dare le aspettative dei gamer. A diffe-renza dello streaming video da una postazione all’altra, il gaming richiede la più bassa lag possibile: al di sopra di una certa soglia (che varia da gioco a gioco, ma possiamo considerare un 100 ms), il gioco non è più divertente e la sconfitta è assicurata. GameBud-dy è un piccolo scatolotto bianco, ali-mentato via USB o a batteria (funge

anche da battery pack), con una presa HDMI cui collegare la sorgente vi-deo e il TV. Il dispositivo permette il mirroring dello schermo del PC, della console, dello smartphone, del tablet, ecc., il tutto con la minor lag possibile. Secondo i realizzatori, ciò è possibile grazie a una tecnologia video proprie-taria chiamata NoLAG (un nome, un programma). Questa tecnologia diffe-risce dai codec tradizionali in quanto al posto di impiegare buffer di ampie dimensioni, che per definizione in-troduce delay, regola il bitrate istante per istante a seconda del contenuto e dello stato della rete, e tutto per man-tenere la latenza più bassa possibile.

GAME & MOVIE Pensato per i gamer, che hanno bisogno della lag più bassa possibile

GameBuddy, per lo streaming “senza lag”Un progetto su Kickstarter promette streaming video con latenza bassissima

GAME & MOVIE

Headset per controllare la “gamer rage”Sam Matson, designer di Seattle, ha pensato un headset (prototipo per Xbox) per controllare la “gamer rage”, la tensione agonisti-ca durante il gioco. Come? Valutando le variazioni di tensione (battito cardiaco e pressione sanguigna) e rego-lando la difficoltà del gioco: normale se si è rilassati, più difficile se scatta la gamer rage. L’aumento di difficoltà del gioco potrebbe riporta-re l’attenzione alla partita gestendo la “rabbia” in modo costruttivo.

In pratica, qui il parametro base è la lag, sulla base della quale il codec decide, istante per istante, la miglio-re qualità possibile. In questo modo GameBuddy promette latenze negli ordini dei 30 a 60 ms, oppure sui 100 ms se viene impiegato un solo dispo-sitivo, altra cosa su cui gli sviluppatori si stanno concentrando. Qui il video di presentazione.

Page 43: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 43

di Paolo CENTOFANTI

È disponibile, al momento solo negli Stati Uniti, Beats Music, il servizio di streaming musicale creato da Beats Audio. Il marchio è famoso

soprattutto per la gamma di cuffie firmate Dr. Dre, prodotti che hanno riscosso un successo planetario, ma da tempo l’azienda di Jim Iovane era al lavoro su un servizio di streaming e ne aveva persino ac-quisito uno tempo addietro (MOG). Ma c’è davvero spazio per un nuovo attore in un settore sempre più affollato? Il dubbio è legittimo visto che da Spotify a Rdio, passando per Deezer, offrono più o meno la stessa cosa: un immenso serbatoio da cui attingere musica. Beats Music fin dal suo primo annuncio ha voluto sottolineare come avrebbe messo al centro il fattore “emozionale” della musica, e la possibilità di trovare davvero la musica giusta per il momento adatto, cosa che secondo i creatori del servizio, non è possibile avere con l’attuale offerta. Beats Music nasce prima di tutto come servizio mobile e da oggi

è possibile scaricare dalle versioni US di Play Store e App Store la re-lativa applicazione per smartphone. Abbiamo scaricato l’app per iOS che, sorpresa, al mo-mento funziona anche in Italia, permettendo di provare il servizio per una settimana. Quello che serve è un account americano ad iTunes

o Play Store. La prima differenza rispetto a tutti gli altri servizi di streaming è che, al momento di creare il proprio profilo, Beats Music dedica un po’ di tempo a scoprire quali sono i nostri gusti: oltre a qualche dato anagrafico, Beats ci chiede prima quali sono i nostri generi preferiti o che detestiamo. Ci vengono presentati come una serie di bolle: un

TEST Operazione di marketing sulla scia del successo delle cuffie o vero amore per la musica? Il servizio è molto curato

Beats Music, è davvero quello che mancava?Ha debuttato negli USA il servizio di musica di Beats Audio. In attesa di averlo in Italia lo abbiamo provato

tap vuol dire che il ge-nere ci piace, due tap lo amiamo, una lunga pressione e segnalia-mo che lo detestiamo. Il passo successivo è analogo, ma dedicato agli artisti, con una lista che possiamo ag-giornare quante volte vogliamo. Fatto que-sto, qualche secondo di elaborazione, e sia-mo pronti a iniziare.L’app di Beats Music è divisa in quattro se-zioni principali: Just for You, The Sentence, Higlights e Find It. Tutte e quattro sono dedicate alla scoperta di musica che può interessarci e que-sta è già una differenza rispetto agli altri servizi: la ricerca all’interno del catalogo passa significati-vamente in secondo piano. Anche gli altri servizi offrono un feed di consigli ma non in modo così articolato o personalizzato. Just for You è una rac-colta di playlist e album che potrebbero interessar-ci, selezionate in base ai nostri gusti, espressi in fase di iscrizione e successivamente in base ai nostri ascolti e ai successivi raffinamenti. Rispetto ad al-tri servizi di streaming, con Beats Music possiamo sempre indicare se una canzone che ascoltiamo ci piace o meno.The Sentence è forse la funzione più originale. Si tratta di un generatore di playlist automatico ba-sato sul completamento di una frase (Sentence ap-punto), che indica dove siamo, come ci sentiamo, con chi siamo e cosa vorremmo ascoltare, del tipo “sono sul treno e mi sento assonnato con altri zom-bie e vorrei ascoltare del punk”. Beats Music offre migliaia di combinazioni possibili e anche in questo caso le canzoni vengono selezionate in base ai no-stri gusti. L’algoritmo di raccomandazione sembra dai primi ascolti funzionare molto bene, ma solo il tempo dirà effettivamente quanto.Highlights è la sezione più tradizionale, con una selezione di musica offerta da vari esperti di musi-ca, come giornalisti, critici, musicisti e produttori. Find It, infine, permette di sfogliare playlist create dal team editoriale di Beats Music, sfogliando per genere, attività o curatore della playlist stessa. E la possibilità di ascoltare quello che si vuole dal cata-logo di 20 milioni di brani? Non manca, ma è per così dire relegata nella sidebar.

Da qui è possibile cercare per titolo, artista, album; possiamo seguire artisti per rimanere aggiornati tramite notifiche sulle novità e costruire in modo molto immediato e intuitivo la nostra libreria, che poi potremo sfogliare al solito modo (artista, al-bum, ecc), una cosa di cui con Spotify si sente molto la mancanza. Salvare un disco per l’ascolto offline è immediato, così come creare playlist. Le prime im-pressioni sono di un servizio molto curato, anche se all’inzio l’app può sembrare disorientante per la quantità di musica offerta, ma l’obiettivo è proprio questo: offrirci continuamente qualcosa da ascolta-re. Per capire quanto bene lo fa occorre un po’ di tempo, per dare l’opportunità all’app di apprendere i nostri gusti. C’è da dire che nelle prime ore di uti-lizzo non siamo incappati in quei consigli imbaraz-zanti che spesso propinano altri servizi del genere anche dopo svariati mesi di utilizzo, un risultato che fino ad ora avevamo ottenuto solo con Pandora. La complessità del servizio ci lascia supporre, inol-tre, che prima di vedere una localizzazione italiana del servizio occorrerà aspettare diverso tempo. Ma speriamo di sbagliarci, naturalmente.

Page 44: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 44

di Roberto PEZZALI

È vero che la reflex scatta foto migliori di uno smartphone? La risposta è scontata: sì. Sono troppi i fattori in gioco, dalla dimensione del

sensore alla qualità delle ottiche: impossibile per un piccolo modulo fotografico da smartphone riva-leggiare con un sensore Full Frame grosso 40 volte tanto. Eppure ora siamo in grado di dimostrare che la maggior parte delle persone preferisce la foto di uno smartphone, o che comunque non esistono dif-ferenze tangibili.L’esperimento che abbiamo condotto è semplice: presi svariati smartphone, fotocamere compatte, mirrorless e reflex, abbiamo scattato due fotografie con le impostazioni automatiche, una al Duomo di Milano con una buona illuminazione e una in Gal-leria del Corso a Milano con meno luce e qualche particolare “difficile”. Gli scatti, visti al computer in pixel size (ovvero al 100%) non lasciano spazio a dubbi: quelli della reflex hanno poco rumore, buona nitidezza e attenzione ai dettagli, ma mano a mano che scendiamo di livello, passando alle compatte e agli smartphone la resa qualitativa scende. È natu-rale, fisiologico: nessuno fa miracoli e le dimensio-ni del sensore contano molto di più dei megapixel. Bisogna aggiungere però che le fotografie non sono fatte per essere viste al 100% col computer esami-nando minuziosamente i dettagli: c’è chi le carica sui social network, chi le usa per fare libri, chi le mo-stra sul TV e chi le stampa. La risoluzione, in questo caso, interessa poco e pochi megapixel sono suffi-cienti a reggere sia la visualizzazione che la stampa. Ecco perché abbiamo preso i nostri file e li abbiamo fatti stampare in due formati (18x13 e A4) su carta fotografica di qualità Fujifilm Fujicolor Crystal Ar-chive; infine, li abbiamo mostrati a un campione di

TEST Abbiamo fotografato il Duomo di Milano e la Galleria del Corso con diversi dispositivi; vediamo i risultati del nostro test

Fotocamere vs smartphone, sfida all’ultima fotoStampate su carta fotografica, quasi tutti preferiscono le foto fatte con lo smartphone. Un paradosso

più di cento persone. Ai parte-cipanti abbiamo chiesto di sce-gliere le tre foto migliori, senza sapere qual è la macchina usata e basandosi sull’istinto.I risultati sono sorprendenti: lo scatto di una reflex viene scelto da meno del 10% del campione, mentre gli smartphone trionfa-no. Non possiamo neppure dire che il campione non è qualifica-to: abbiamo tenuto le fotografie nello zaino per circa un mese e le abbiamo mostrate a colleghi, addetti ai lavori, fotografi e ami-ci, e il risultato non è cambiato. La tendenza generale è quella di preferire, sulla stampa, le foto fatte dai prodotti sui quali avremmo scommesso di meno.Un altro dato curioso è la difficoltà nel scegliere una foto nel formato più piccolo, quello delle classiche fotografie 18 x 13: tolto il bilanciamento del bianco, l’esposizione e la resa cromatica a livello di defini-zione e nitidezza, gli scatti sono praticamente iden-tici e per scegliere il migliore bisogna davvero fare attenzione al dettaglio, ma anche qui le fotocamere con ottiche più grandi ne escono penalizzate per-ché non sempre ai bordi, scattando in automatico (con diaframma scelto dalla fotocamera), la foto è nitidissima. Lo smartphone, invece, con la sua len-te minuscola riesce a garantire uguale nitidezza ai bordi come al centro.Ai risultati del nostro test è ovviamente possibile tro-vare una giustificazione: i produttori di smartphone lavorano molto in digitale sull’immagine consape-voli del fatto che le loro foto poi finiranno, con ri-soluzione evidentemente inferiore, su schermi Full

HD, su Internet (spesso a 1.000 pixel di larghezza) e stampate. Una foto che al 100% dell’ingrandimento può sembrare un disastro per la quantità di artefatti e l’assenza di dettaglio, ridotta poi a un formato più piccolo guadagna quell’incisività che manca invece allo scatto più morbido e naturale della mirrorless o della reflex. Siamo certi che un RAW di una mir-rorless o di una reflex, opportunamente modificato e processato, avrebbe cambiato gli esiti della prova ma il nostro voleva essere un test semplice, imme-diato che rispettasse le condizioni d’uso abituali di un turista che spesso scatta in automatico e non cerca fotografie troppo sofisticate.Il test è replicabile da chiunque; abbiamo scelto di non rivelare i modelli selezionati per non trasfor-mare il test in una prova di qualità tra smartphone e reflex: possiamo dire che tra gli smartphone ci sono un Sony Xperia Z1, un iPhone 5S, un Nokia Lumia e un LG G2 mentre per le fotocamere abbiamo scel-to due compatte da 200 euro e 300 euro circa, una mirrorless da 700 euro e una reflex Full Frame.

Page 45: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

45torna al sommario

di Roberto FAGGIANO

S i chiama Albergo la nuova radio di Tivoli Audio. Costa 299 euro, ha la sintonia digi-tale per FM e AM (volendo anche DAB ma

il prezzo sale a 349 euro), la doppia sveglia e la connessione Bluetooth per riprodurre musica da smartphone e tablet. L’estetica è curata anche se i materiali usati sono semplice plastica e una cornice in legno è disponibile solo come opzione a pagamento da 69 euro. La finitura è disponi-bile in colori diversi: oltre alla versione bianca con frontale rosso, è disponibile in versione tut-ta bianca, tutta nera oppure bianca con frontale azzurro o verde. Sul pannello frontale dominano due elementi, il grande altoparlante e il display digitale che può illustrare la frequenza radio, le informazioni RDS oppure ora e data, anche quan-do è spenta. Una serie di piccoli tasti permette di accedere alla sintonia e alle impostazioni della doppia sveglia, il tutto replicato sul telecomando in dotazione. Sul retro dell’apparecchio c’è l’an-tenna telescopica, un ingresso ausiliario per altre sorgenti, l’uscita per la cuffia e per un eventuale secondo diffusore (opzione da 99 euro) per tra-sformarla in radio stereo.

Una radio da albergo? Prenotiamo subito!Tivoli Audio definisce questa radio come ideale per una stanza d’albergo grazie alla sua sempli-cità, ma dubitiamo che un hotel si precipiti a or-dinarne qualche centinaio per le proprie camere: vista la qualità, il prezzo e le dimensioni, un og-getto del genere sarebbe costantemente a rischio di furto. Chi ha soggiornato in grandi alberghi 5 stelle sa bene che magari potrà trovare un sofi-sticato sistema audio/video Bang & Olufsen a disposizione dei clienti, ma mai oggetti di valore che possano facilmente infilarsi in una valigia. E poi l’epoca delle sveglie sul comodino in hotel è finita da un pezzo.

Prima sensazione, meglio Model OneChi scrive ha avuto in prova la prima radio Tivoli Audio, chiamata One e tuttora in vendita a 199 euro o 269 euro per la versione con Bluetooth, nel 2001. Se confrontiamo quel primo modello, tutto legno e raffinatezza, con questa nuova ver-sione tutta plastica, la vincitrice è senza ombra di dubbio Model One. Il primo modello non avrà la funzione sveglia, le preselezioni e il telecomando, ma il fascino è ineguagliabile.

TEST La nuova Tivoli non delude dal punto di vista della qualità audio, ma non eguaglia il fascino dei modelli in legno

Tivoli Audio Albergo: la radio targata 2014Non solo radio FM con doppia sveglia ma anche diffusore con Bluetooth. Qualità e prezzo elevati

Facile ma non troppoTorniamo alla nostra Albergo, alla ricerca di tan-ta auspicata semplicità di utilizzo. Accensione e volume sono molto comodi sul lato superiore o ancora meglio dal telecomando. Facile anche l’impostazione delle due sveglie tramite pul-sante e manopoline sul frontale. Sempre molto semplice fissare le cinque preselezioni, anche se sono poche. Quando ci addentriamo nelle altre operazioni di uso meno frequente, come la mo-dalità di sintonia, l’illuminazione del display e la regolazione dell’equalizzatore, le cose si compli-cano. Per queste operazioni bisogna entrare in un menù non proprio chiarissimo: noi, per esempio, volevamo togliere quell’eccesso in gamma bassa così fastidioso nell’ascolto radio e abbiamo lot-tato a lungo con i tasti e con un manuale poco chiaro prima di riuscirci.

All’ascolto è una vera Tivoli AudioPassiamo all’ascolto, dove per fortuna la Albergo non delude. Basta accendere la radio e trovare la prima stazione: non abbiamo mosso l’antenna dalla sua posizione ripiegata e subito la ricezio-ne è perfetta con l’indice di intensità segnale al massimo. Lo stadio di sintonia è proprio quello delle prime Tivoli, anche se ora siamo passati al digitale abbandonando la manopola rotante.

Come detto cinque preselezioni sono poche, ma comunque si possono facilmente sintonizzare altre stazioni dal telecomando e per fare più ra-pidamente la sintonia basta inserire la funzione Autoscan che si ferma solo sulle stazioni migliori in modo automatico. L’ascolto è di ottimo livello, anche se a nostro parere il mobile in legno e l’ac-cordo reflex inferiore del Model One raggiunge una qualità ancora migliore. Qui l’accordo reflex posteriore complica la sistemazione in librerie o ripiani con poco spazio disponibile sul retro.Per meglio saggiare la qualità sonora, abbiamo anche sfruttato l’ingresso via Bluetooth, raggiun-gendo ancora risultati pregevoli e comparabili con quelli di diffusori di dimensioni analoghe ma senza radio. Molto buone le voci e più che suf-ficiente l’estensione in gamma bassa, la pressio-ne sonora raggiungibile senza avere distorsione è notevole, in modo da poter sonorizzare anche locali di medie dimensioni. Questi aspetti mi-gliorano il rapporto qualità/prezzo dell’oggetto, altrimenti non proprio favorevole. La nuova ra-dio Tivoli, quindi, conferma le qualità di ricezio-ne degli altri modelli, senza però raggiungere il fascino dei primi modelli con cabinet in legno. La disponibilità del Bluetooth rende la Albergo una seria alternativa ai soliti diffusori per smartpho-ne, nonostante il prezzo elevato.

Quality Longevity Design Simplicity D-Factor Value

8 8 8 7 8 8

Tivoli Audio Albergo - da 299 euro

Page 46: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

46torna al sommario

La verità svelata sull’audio dei programmi TVPrima di iniziare il confronto vero e proprio vale la pena parlare delle differenze che abbiamo riscon-trato tra le componenti audio dei canali televisivi. Sono differenze che normalmente è difficile co-gliere, dato che le modeste prestazioni sonore dei televisori tendono a livellare verso il basso le pre-stazioni. Le prime notevoli differenze emergono tra le tracce audio dei canali Rai e Mediaset in ver-sione HD e normale. I programmi in alta defini-zione della Rai sul canale 501 del digitale terrestre,

TEST Riusciranno i concorrenti a superare il “maestro” Bose? Sotto esame la resa sonora ma non solo...

Diffusori basi-TV in prova, un successo meritatoAbbiamo messo a confronto il Bose Solo TV con i modelli concorrenti di LG, Panasonic e Philips

quelli in HD nativo e non solo upscalato, offrono la doppia traccia standard e Dolby Digital: alcuni TV impostano sempre la traccia standard e fanno perdere molta qualità, impostando invece la trac-cia Dolby - in genere stereo ma a volte addirittura 5.1 - il guadagno in qualità è notevole e i diffusori in prova hanno mostrato prestazioni nettamente migliori. Quindi ricordate di impostare questa modalità sul TV per non perdere in qualità sono-ra. I canali Mediaset HD (504, 505 e 506) invece trasmettono sempre in Dolby Digital stereo, un buon passo in avanti rispetto ai canali standard,

anche quando il programma è solo upscalato. Con i programmi in HD nativo c’è un ulteriore miglio-ramento che i diffusori in prova mostrano chiara-mente. Ci sono poi notevoli differenze di qualità addirittura all’interno della stessa rete, indice dei diversi sistemi di registrazione che non sempre i tecnici di emissione riescono a controllare. Note-voli gli sbalzi di volume tra un canale e l’altro, per non dire di alcuni canali locali che sparano sempre in alto il volume credendo di farsi sentire meglio.

segue a pagina 47

D opo il successo di tante soundbar molto si-mili tra loro, Bose ha spiazzato i concorrenti lanciando Solo TV, un diffusore che funge

da supporto per il televisore anziché da mettere davanti al TV. Un semplice accorgimento che è

piaciuto subito al mercato nonostante il prezzo non certo economico di 399 euro. Il successo ha attirato le attenzioni di tutti i principali marchi di elettroni-ca, rapidamente corsi ai ripari con diffusori simili nel concetto ma piuttosto diversi nella forma. Così

abbiamo pensato di mettere a confronto il diffusore Bose con alcuni dei suoi rivali: LG Soundplate 340 (399 euro), Panasonic HTE80 (300 euro) e Phili-ps HTL4110B (249 euro). Sapranno battere la loro fonte ispiratrice? Leggete la prova per saperlo.

di Roberto FAGGIANO

Bose Solo TV, il più semplice

Il segreto del diffusore Bose è svelato dal suo tele-comando, che riporta solo i tasti per accensione, volume e mute: l’utente medio non desidera altro. Le dimensioni del mobile (52 x 7 x 31 cm) non sono casuali, l’altezza piuttosto elevata permette di usa-re altoparlanti di buon diametro per una migliore resa sonora. Inoltre il doppio accordo reflex poste-riore aumenta la resa in gamma bassa senza doiver usare subwoofer separati. Larghezza e profondità sono sufficienti per TV con una base non troppo elaborata e con dimensioni medie (32 - 40 polli-ci), buona ma non straordinaria anche la tenuta del peso del TV fino a 18 kg. Gli ingressi sono tre: digitale ottico e coassiale oltre all’analogico stereo, tutti con cavi in dotazione. La finitura è piuttosto modesta, soprattutto in relazione al prezzo.

Panasonic HTE80, il più compatto

Panasonic HTE80 è il più compatto del confronto, forse troppo per TV di grande formato; anche la base dovrà restare nell’ambito dei 46 x 28 cm del diffusore per poterlo sostenere adeguatamente; il peso massimo tollerato è di 30 kg. Molto buona la versatilità che prevede presa HDMI, ingresso digitale ottico e analogico oltre al Bluetooth con NFC; in compenso non troviamo nessun cavo in dotazione. Il sistema audio prevede l’impiego di due larga banda e due woofer in accordo reflex. Sul frontale c’è un display con luminosità regola-bile che è indispensabile per poter regolare tutti i parametri disponibili tramite il piccolo telecoman-do in dotazione.

LG Soundplate 340 sottile ma larghissimo

Un diffusore piatto e largo (70 x 4 x 32 cm) sembra fatto apposta per supportare senza problemi anche i TV con le basi più complesse e larghe, con tenuta di ben 38 kg; il profilo sottile poi è sempre piacevo-le alla vista. Molto elaborata la struttura interna del diffusore, che prevede un doppio sub rivolto verso il basso con accordi reflex laterali. Stranamente limitata la versatilità: solo un ingresso digitale

ottico con cavetto in dotazione seppure affiancato dal collegamento Bluetooth per riprodurre musica da smartphone e tablet. Sul telecomando troviamo l’unica funzione aggiuntiva, l’effetto Sound Cine-ma per dare maggiore corpo e profondità a film e programmi di spettacolo. Ci sono i comandi anche sul diffusore, ma sono sul lato posteriore e quindi inaccessibili nell’uso quotidiano.

Philips HTL 4110B un vero diffusore in legno

Manopola per accensione e volume, mobile in le-gno e display di controllo: approccio insolito per questo diffusore per TV. Dal punto di vista acustico c’è anche un sub rivolto verso il basso con accordo reflex posteriore. Le dimensioni privilegiano la lar-ghezza e penalizzano la profondità (70x7x32 cm), il che potrebbe essere un problema con TV di grande formato, in compenso il peso sopportabile è fino a 22 kg. La versatilità è quasi esagerata, troviamo in-fatti la presa HDMI, ingressi digitali ottico e coas-siale, un analogico sul retro e uno laterale oltre a una presa USB laterale. Se non bastasse c’è anche il Bluetooth con NFC. Il telecomando a ovetto tipi-co di Philips permette di gestire ogni parametro in modo intuitivo. Il prezzo di listino molto invitante è un’altra gradita caratteristica dell’HTL4110B.

Page 47: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

47torna al sommario

Inizia il confronto Vinca il miglioreIl Bose Solo TV incarna l’anima di ogni prodotto Bose: impossibile non riuscire ad usarlo nemmeno per l’utente meno esperto in materia. Basta colle-gare TV e diffusore con il cavo ottico in dotazione, attaccare la presa di corrente e sedersi in poltro-na. Infatti non c’è nulla da regolare o impostare se non il volume, perfino la sorgente viene seleziona-ta automaticamente. La resa è subito accattivante, morbida e ampia, in poche parole piacevole da ascoltare con qualsiasi programma TV.Se poi il segnale è quello stereo multicanale dai ca-nali HD o da una sorgente esterna, il Solo migliora ulteriormente con un netto allargamento del fron-te sonoro, ben oltre le dimensioni del diffusore. Attenzione però alla collocazione: se la parete posteriore è troppo vicina si rischia un pesante rimbombo a causa del doppio accordo reflex po-steriore; si può rimediare ostruendo parzialmente i due fori ma il problema non è da sottovalutare. Con il tempo poi la semplicità rivela la sua faccia nascosta: con la musica ci piacerebbe avere una resa più dettagliata sugli acuti, con lo sport ci pia-cerebbe sentirci di più tra gli spettatori, con i film più spettacolari vorremmo effetti più coinvolgen-ti. Complessivamente però il diffusore Bose non delude nella resa quotidiana e il compromesso sui risultati è accettabile. L’obiettivo di un ascolto mi-gliore rispetto ai diffusori integrati nel televisore è raggiunto, purtroppo però a caro prezzo.Il diffusore LG ha un solo ingresso per il TV e quindi la messa in opera più che semplice è ob-bligata, solo se anche il TV è un LG predisposto si può contare sulla sincronizzazione automatica Sound Sync. Iniziamo l’ascolto dai programmi tv e rimaniamo piuttosto perplessi, con il parlato ci sono buoni progressi rispetto al TV ma non quelli che ci aspettavamo in rapporto al prezzo. I bassi tendono a sconfinare, specie se inseriamo l’effetto Cinema Sound. Prestazioni migliori con i film ma c’è sempre l’impressione di qualcosa di esagerato sui bassi, nel nostro caso le vibrazioni si estendo-no dal tavolo dove è piazzato il diffusore fino al pavimento; le impressioni d’ascolto in gran parte restano anche con i canali tv HD. Passiamo alla riproduzione musicale tramite Bluetooth e franca-mente non siamo ancora pienamente soddisfatti: l’eccesso di bassi si fa meno evidente ma le voci escono sottili e con poco dettaglio; sul tema molti diffusori per smartphone di prezzo analogo sa-prebbero fare di meglio. Qualche controllo sugli effetti avrebbe giovato alla resa e avrebbe consen-tito un adattamento ai gusti personali.Il diffusore Panasonic ha l’ingresso HDMI che crea

TEST

Diffusori per TVsegue Da pagina 46 il migliore rapporto con il televisore:

usando la presa ARC il TV riconosce il diffusore esterno e si commuta su-bito per il suo utilizzo, così si potrà semplicemente usare il telecoman-do del TV per cambiare il volume. Per il collegamento Bluetooth poi c’è anche l’NFC, basta avvicinare lo smartphone allo spigolo destro e il contatto è stabilito. Durante l’uso, il Panasonic si è rivelato l’esatto con-trario del Bose: il diffusore giappo-nese può fare di meglio ma va impo-stato ogni volta per dare il massimo. Ci sono una miriade di parametri da variare, su toni ed effetti, teo-ricamente per ogni programma se vogliamo ottenere le migliori pre-stazioni, in pratica dopo poco tempo ci si stanca e si mette l’impostazione su stereo o standard. Meglio, molto meglio con l’ascolto musicale, dove si può anche sfruttare una app che raccoglie la musica archiviata sullo smartphone o tablet. Qui la resa è molto buona con ottime voci e grande dettaglio, uniti a una gamma medio-bassa corposa e dinamica; unico difetto la provenienza netta dei suoni dal diffusore, con scarsa estensio-ne virtuale oltre i suoi limiti fisici. Quindi il Pana-sonic è un buon diffusore e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo che però darà il meglio solo con la costante regolazione dei diversi parametri, poco adatto allo zapping insomma ma ottimo per chi vuole ascoltare un film come si deve. Il diffusore Philips è il più versatile e allo stes-so tempo quello che costa meno, un buon inizio. Il telecomando in dotazione è ricco di tasti per altrettante regolazioni, non è difficile cambiare rapidamente anche gli effetti in base al program-ma. La resa sonora è subito un bel passo avan-ti rispetto al televisore, non manca la potenza e il display frontale permette di avere tutto sotto controllo. I diversi effetti sonori sono ben riscon-trabili all’ascolto ma una relativa spiegazione sul manuale non sarebbe stata inutile. Per esempio, se le posizioni Warm, Bright e Clear sono abba-stanza ovvie per chi conosce la lingua inglese, non altrettanto si può dire per Balanced e soprat-tutto Personal, che dovrebbe implicare una rego-lazione fine dell’effetto: ma in quale modo? Molto utile anche la regolazione dei toni per adattare la resa alla collocazione del diffusore. Per l’ascolto musicale si può sfruttare il Bluetooth con NFC: basta avvicinare il telefono e il collegamento è fatto. Con la musica la resa sonora è ottima, tanto che vorremmo subito un suono meno concentra-to sul diffusore, meno inscatolato e più ampio; qui l’effetto migliore è il Balanced che è appunto

molto bilanciato e senza ombra di eccessi in gam-ma bassa, anzi è fin troppo controllato.

Vince Philips, ma l’ingombro è eccessivoDifficile trarre conclusioni su questa prova com-parativa: Bose ha fatto un buon lavoro e gli sfi-danti hanno cercato, con un esito più o meno convincente, di realizzare qualcosa di diverso ma altrettanto valido. Rimane però su tutto un grande interrogativo: vale la pena di aggiungere questi diffusori con il loro costo, oppure sarebbe stato più utile investire la cifra su un televiso-re migliore o più grande? Ma torniamo al con-fronto. Il Soundplate di LG ci è sembrato troppo caro rispetto alle prestazioni e alla versatilità; è piacevolmente sottile e gradevole alla vista ma la sua resa sonora non ci ha convinto. A parità di prezzo la sfida con Bose è persa. Più aperto il confronto con il Panasonic, molto compatto (fin troppo) e ben suonante può dare un bel contributo alla resa dei programmi tv e anche alla riproduzione musicale, però è vera-mente complesso da usare se vogliamo sfrut-tarlo a fondo. La sfida con Bose è vinta per le prestazioni e il rapporto qualità/prezzo, persa invece per la semplicità d’uso. Il Philips è un vero diffusore con un ottimo rap-porto qualità/prezzo e una versatilità quasi esa-gerata per la categoria, è abbastanza semplice da usare e può dire la sua anche con la musica. La sfida con Bose è vinta su tutti i fronti, tranne che sulle dimensioni: l’ingombro in larghezza potrebbe essere eccessivo in rapporto alla ridot-ta profondità.

Page 48: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

48torna al sommario

di V. R. BARASSI

Si chiama Moto G ed è il dispositivo attraverso cui Motorola, ormai a tutti gli effetti un brand di Google, ha deciso di affrontare il temibile

mercato europeo. In attesa del fratello maggiore Moto X, già in vendita negli USA e presto anche qui da noi, ci siamo dedicati alla prova approfondita di questo nuovo dispositivo mid-range, che promette faville grazie a una scheda tecnica davvero niente male e - soprattutto - a un prezzo di listino assolu-tamente aggressivo: 199 € per il modello da 8 GB e 229 € per quello da 16 GB.

Poco spazio e niente slot per microSDPartiamo proprio con il doveroso appunto sul quantitativo di memoria: oggigiorno è azzardato proporre al pubblico un dispositivo con soli 8 GB di memoria a bordo. Se si va nello store e si prova a scaricare 2-3 giochi di ultima generazione si rischia immediatamente di esaurire lo spazio fisico a di-sposizione; uno dei - pochi - punti deboli di Moto G è proprio questo: il modello consegnatoci per la prova è quello con soli 8 GB di memoria ROM, quantitativo a cui bisogna “sottrarre” circa 2.5 GB riservati al sistema operativo Android. Risultato? Poco più di 5.5 GB a disposizione dell’utente. Me-glio spendere qualcosa di più per la versione da 16 GB. In Motorola avrebbero potuto risolvere il pro-blema aggiungendo un pratico slot microSD, ma purtroppo non c’è: se vi piace giocare o guardare film andate diritti sul modello da 16 GB.

Design pulito e qualità non al top Ma che display!Aperta la confezione, ci ritroviamo dinanzi a un di-spositivo dal design semplice, quasi “scontato”. Non è affatto brutto ma in Motorola (Google) hanno pre-ferito non correre alcun rischio: linee arrotondate e niente spigoli. Lo smartphone ha dimensioni nella media (129.9 x 65.9 x 11.6 mm) e anche il peso di 143 grammi non fa affatto gridare al miracolo; certo

TEST Motorola torna in Europa con uno smartphone di qualità privo però di slot microSD e con una fotocamera deludente

Motorola Moto G in prova: completo e compattoSiamo rimasti piacevolmente sorpresi da questo dispositivo mid-range disponibile a un prezzo aggressivo

è che non si tratta di un dispositivo leggero ma non possiamo neppure affermare che questo Moto G sia un peso massimo: ogni grammo è ben distribuito e ci si scorda facilmente del numero recitato dalla scheda tecnica.Sul lato destro vi sono il tasto per accensione/sblocco del dispositivo e il bilanciere del volume; sopra c’è il jack da 3.5mm e un piccolo microfono per la riduzione dei rumori ambientali; sotto tro-viamo l’ingresso per il cavo microUSB e il micro-fono principale di sistema. Sul retro sono presenti tre elementi: altoparlante di sistema, fotocamera e flash LED. La costruzione è in plastica ed è meglio non aspettarsi troppo sul fronte delle finiture; la co-ver posteriore è rimovibile (operazione necessaria per inserire la micro SIM) e sostituibile (Motorola punta molto sulla personalizzazione), caratteristica che non gioca a favore della solidità: qualche pic-colo scricchiolio c’è, ma su un dispositivo da 199 € è assolutamente accettabile. A una costruzione non esaltante, ma in linea con soluzioni analoghe della stessa fascia di mercato, Motorola ha saputo abbinare un display che la stragrande maggioranza dei concorrenti possono solo sognare: parliamo di

un LCD IPS da 4.5” di diagonale con risoluzione di 1280x720 pixel (326 pixel per pollice) in grado di regalare davvero tante soddisfazioni. Il pannello si vede bene da ogni angolazione, i colori sono sempre fedeli e la luminosità è adeguata; anche sotto la for-te luce solare il display si legge bene e l’unica critica che possiamo rivolgere nei confronti di Moto G è a carico del sensore di luminosità ambientale, per-fetto nelle situazioni di luce forte ma molto meno preciso quando l’illuminazione è scarsa (il display risulta fin troppo buio quando la luce cala). Tra la capsula auricolare e la fotocamera secondaria c’è anche un comodo LED di notifica che “pulsa” alla ricezione dei messaggi. Il vetro frontale è un Gorilla Glass 3 di Corning. Ottimo.

Le prestazioni soddisfano, ma oc-chio al multitasking sfrenatoIl Moto G giunto in redazione era dotato di sistema operativo Android Jelly Bean 4.3 ma dopo qualche giorno di prova è comparso il tanto atteso messag-gio che ci invitava ad aggiornare ad Android KitKat 4.4.2. Meno di 200 MB, qualche minuto di attesa

segue a pagina 49

Quality Longevity Design Simplicity D-Factor Value

8 8 7 8 7 9

Motorola Moto G - da 199 euro

Page 49: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

49torna al sommario

TEST

Smartphone Motorola Moto Gsegue Da pagina 48

ed ecco nuovamente il nostro Moto G pronto a mo-strare i muscoli. Già, perché se con Jelly Bean quasi mai ci siamo ritrovati ad affrontare rallentamenti o indecisioni, possiamo affermare la stessa cosa anche con la release più recente. Solo spremendo a fondo il device (soprattutto se lo si fa per diversi giorni di fila) e praticando un multitasking “pesan-te” si riesce a rallentare il sistema, situazione cui però ci si ritrova difficilmente durante l’uso di tutti i giorni. In queste condizioni, alla lunga, il “solo” GB di RAM a disposizione si fa sentire e anche il pro-cessore Snapdragon 400 (MSM8226) da 1.2 GHz quad core arriva con l’acqua alla gola. Chi acquista un terminale da 199 € non può preten-dere il massimo, ma Moto G riesce a stupire; grazie alla grafica integrata Adreno 305 si riesce a giocare senza alcun problema anche ai titoli di ultima ge-nerazione e c’è abbastanza potenza a disposizione anche per riprodurre impegnativi file multimediali (magari facendosi aiutare da qualche software sca-ricabile dallo store). In condizioni normali Moto G sembra un vero top di gamma: fluido, reattivo e veloce nel lancio delle applicazioni. Anche il brow-ser se la cava bene: Chrome, unico software per la navigazione preinstallato, si destreggia alla grande, con qualche indecisione solo in occasione di carica-menti impegnativi o nella gestione di più tab. Sul fronte della personalizzazione non aspettatevi mol-to: Android è in versione “stock” e Motorola non ha inserito alcuna applicazione proprietaria, se non un tool per rendere più semplice e immediato il trasfe-rimento di dati personali (contatti, messaggi, email, foto, video) da un terminale Android all’altro. Ci sono tutte le app Google e nient’altro. Una questio-ne di filosofia e, anche in questo caso, di risparmio.

Niente NFC né LTE? Ne guadagna la batteriaPian piano la connettività LTE/4G si sta inserendo anche nella fascia medio-bassa del mercato ma in Motorola hanno fatto finta di non vedere: Moto G è uno smartphone “solo” 3G e difficilmente gli acqui-renti si lamenteranno di tale assenza. Presenti Wi-Fi “n”, Bluetooth 4.0 LE (ma niente NFC) e aGPS; i sensori sono quelli standard: oltre a quelli di lumi-

nosità ambientale e di prossimità vi sono accelero-metri e bussola digitale. Ottima è stata la scelta di Motorola di equipaggiare Moto G con una batteria da 2070 mAh; grazie a questo componente, non rimovibile, è possibile arrivare anche a due giorni di utilizzo “medio”, mentre con un uso più intenso non si farà mai fatica a coprire un’intera giornata. E non preoccupatevi se dimenticate di spegnerlo di notte: il draining in stand-by è modesto. Sotto il profilo telefonico Moto G si difende bene; la qualità delle chiamate è più che sufficiente ma non aspet-tatevi miracoli poiché l’audio restituito dalla cuffia auricolare è sempre leggermente ovattato. Molto meglio fanno i microfoni: chi ci ascolta riesce sem-pre ad apprezzare un suono pulito. Niente da dire sull’altoparlante di sistema: la qualità non è eccelsa ma si sente discretamente (nonostante la posizione, la leggera curvatura della cover posteriore permette al suono di propagarsi meglio) e difficilmente per-derete una chiamata in entrata.

Fotocamera deludente si doveva fare di piùInutile girarci troppo attorno: la qualità della foto-camera di Moto G è scadente. Motorola ha scelto di affidarsi a un modulo da 5 Megapixel (2592х1944 pixel) con autofocus e flash LED a supporto che non è mai riuscito a impressionarci.Di giorno le fotografie risultano abbastanza povere di dettagli e dai colori decisamente sbiaditi mentre di notte la situazione peggiora drasticamente; gli scatti singoli, analizzati da vicino, mostrano il lavo-ro del sistema di eliminazione del rumore il quale però, ovviamente, elimina buona parte del micro-dettaglio. Il sistema anti-rumore non funziona nella modalità scatto multiplo (basta tenere il dito sul display per scattare a raffica) ed è facilmente ap-prezzabile quanto questo incida sulla qualità fina-le degli scatti. In aggiunta a queste problematiche (oltre a un bilanciamento del bianco da rivedere) c’è anche da fare una considerazione sul sistema di messa a fuoco: è lento e raramente riesce a garan-tire una precisione anche solo sufficiente. Inutile è poi sperare di affidarsi alla modifica di vari para-metri di scatto per migliorare la qualità degli stessi: il software fotocamera offre ben poche possibilità di personalizzazione e solo la modalità HDR (che si attiva anche automaticamente) è capace di regalare un po’ di brio in più alle foto. Il flash è abbastanza potente ma serve a poco; anzi, spesso finisce per impastare e appiattire ancora di più gli scatti (per vedere i nostri scatti clicca qui).Moto G, come praticamente tutti gli altri smart-phone della categoria, è anche capace di registrare filmati a 1280x720 pixel; vista la qualità fotografica era lecito non aspettarsi granché ed effettivamente i video sono tutt’altro che esaltanti. Di giorno le cose vanno benino (ma l’assenza di qualsiasi tipo di sta-

bilizzazione si fa sentire), mentre la sera si capisce quanta fatica faccia Moto G a gestire la luminosità. Presente anche una fotocamera frontale da 1.3 Me-gapixel: fa il suo lavoro e poco più.

Ok, il prezzo è giustoMotorola Moto G è uno smartphone dalle due fac-ce: la prima evidenzia la maturità di un sistema operativo in grado di girare senza problemi anche su hardware non proprio “all’ultimo grido” (ma perfettamente ottimizzato) e la seconda è chiara-mente indice del fatto che, per mantenere bassi i costi, qualche rinuncia andava fatta.La scelta di Motorola ci è apparsa sin da subito chia-ra: l’intenzione era quella di mettere in commercio uno smartphone senza fronzoli in grado di regalare prestazioni analoghe a quelle dei top-di-gamma ma a un prezzo di listino praticamente dimezzato. Mi-racoli non se ne potevano fare ma Motorola si è im-pegnata tantissimo e il risultato finale, sotto questo punto di vista, è davvero eccezionale poiché Moto G (in condizioni normali, non di stress) non ha nulla da invidiare a concorrenti ben più costosi. Android 4.4.2, nonostante abbia a disposizione solo 1 GB di RAM, pare essere stato disegnato per questo device. Che dire poi del display? Davvero superlativo se si considera il segmento di mercato. Uno smartphone, però, non è solo questo: si può passare sopra a una qualità costruttiva non al top e all’assenza di NFC o LTE, ma ci hanno lasciato l’amaro in bocca la limi-tata quantità di spazio a disposizione e una fotoca-mera di qualità scarsa. Moto G nella sua versione da 8 GB (lo ripetiamo, attenzione allo spazio perché è poco e non c’è slot per microSD), viene offerto a 199 €, prezzo certamente adeguato alle caratteri-stiche tecniche di un prodotto destinato alla fascia media del mercato e a un pubblico abbastanza va-riegato (le cover intercambiabili lo rendono adatto anche ai più giovani). Con qualche attenzione in più avremmo potuto parlare di un piccolo capolavoro ma alcuni limiti ci impediscono di sbilanciarci fino a questo punto. Moto G è un Google Phone puro e alcuni utenti potrebbero restare spiazzati dall’as-senza di applicazioni proprietarie e/o utility varie. Detto questo, una cosa però possiamo affermarla con piacere: bentornata Motorola.

Motorola Moto GVideo realizzato in notturna

Motorola Moto GVideo realizzato durante il giorno

Page 50: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

50torna al sommario

di Roberto PEZZALI

i Phone 5 come console portatile? Apple ha integrato in iOS 7 le API per creare control-ler esterni e Logitech (ma non è la sola) si è

subito messa al lavoro per realizzare un con-troller da gioco adattabile allo smartphone. Il risultato è Logitech PowerShell, un controller con batteria integrata, all’interno del quale è possibile innestare in modo facile e immediato lo smartphone Apple in versione 5 e 5s (ma an-che l’iPod Touch).Non ci siamo ovviamente lasciati sfuggire l’oc-casione di provarlo, più che altro per capire se il prezzo di 99 euro è giustificato dalle sue perfor-mance. Il responso? Assolutamente no, e vi spie-ghiamo perché. I più pignoli potrebbero notare che 99 euro per un accessorio/controller sono davvero troppi: la PSP costa 99 euro (ed è una console completa), i controller per le console co-stano meno e sono fatti meglio. Con questo non vogliamo dire che Logitech PowerShell è costrui-to male, anzi, è solido e integra anche una batte-ria supplementare da 1500 mAh, tuttavia il costo sembra davvero elevato per quello che questa soluzione offre.

Performance di gioco altalenantiIl grip è abbastanza buono, anche se la forma non è ergonomica come quella di un pad per Xbox: le dimensioni e la struttura “piatta” non sono fatte per partite prolungate tuttavia si riesce a giocare per almeno un’ora senza stancarsi e affaticarsi.Discreti la disposizione e il feed dei tasti, mentre non si può dire la stessa cosa del D-Pad da uti-lizzare per gestire i movimenti: è talmente poco preciso che si rimpiange il touchscreen. Logitech ha scelto di non inserire uno stick analogico e la scelta si riflette poi sulle performance di gioco, che a nostro parere non sono affatto accettabili:

TEST Un controller da gioco con batteria integrata in cui è facile innestare iPhone 5 o 5s; ben costruito ma le performance...

Logitech PowerShell, il gamepad per iOS 7Abbiamo provato PowerShell con i pochi giochi disponibili: 99 euro ben spesi? Scopriamolo insieme

giocare a LEGO Lord of The Ring è abbastanza snervante. In alcuni giochi, per i quali non ser-vono spostamenti in diagonale, il controller si comporta in maniera sufficiente, ma per il re-sto il comportamento è inadeguato, soprattutto se consideriamo la fascia di prezzo a cui viene proposto. Al momento, inoltre, la lista dei giochi compatibili è davvero ristretta, ma non è colpa di Logitech: il controller è compatibile con tut-ti i giochi che integrano le gaming API di iOS 7 e sta ai produttori di giochi integrarle nelle app tramite aggiornamenti. I giochi compatibili sono visibili in questa lista aggiornata sul sito di Lo-gitech. Nel complesso non possiamo dare la suf-ficienza al PowerShell: è vero che ha una batteria integrata ma il prezzo giusto per questo prodotto sarebbe di 39 euro, non di più, e questo con un D-Pad per il controllo all’altezza. PowerShell non ha quindi né prezzo né per-formance sufficienti, ed è un peccato perché Logitech ha curato in modo molto attento altri dettagli come la possibilità (tramite adattato-re) di inserire un iPod Touch oppure attaccare un jack per le cuffie. Disegnare un buon pad di

gioco non è affatto semplice, eppure Logitech dovrebbe avere una certa esperienza in ambito di periferiche gaming: attendiamo fiduciosi la prossima generazione.

Il controller Logitech PowerShell è ben costruito, solido e integra una batteria supplementare da 1500 mAh. Discreta la disposizione e il feed dei tasti mentre il D-Pad è poco preciso.

Quality Longevity Design Simplicity D-Factor Value

4 4 7 8 8 4

Logitech PowerShell - da 99 euro

Page 51: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

51torna al sommario

di Roberto FAGGIANO

N onostante il prezzo di listino di 352,79 euro, il VSX-528 è nella fascia media dei sin-toamplificatori audio/video di Pioneer, ma

è anche il modello base se consideriamo l’accesso al web e le relative funzioni. La configurazione dei canali d’uscita è per cinque diffusori con 100 watt ciascuno più subwoofer attivo, che è poi quella più diffusa in questa fascia di prezzo. Il pannello frontale è massiccio, ma i controlli sono limitati per non creare confusione: oltre alle grandi ma-nopole per volume e selezione sorgente, altri tasti sono dissimulati alla base del grande display. Tut-to comunque è disponibile più comodamente dal telecomando, che non brilla per la finitura ma ha comunque una buona ergonomia. Il 528 è dispo-nibile con finitura nera o argento.

Ottimo rapporto qualità/prezzoFacciamo alcune considerazioni sul prezzo. Già il listino è piuttosto invitante, ma al momento il 528 si può acquistare anche a poco più di 260 euro, una cifra con la quale è già difficile trova-re un amplificatore stereo di qualità accettabile. Qui, invece, ci sono cinque canali amplificati, la sezione di decodifica Dolby e dts, la conversione digitale/analogico, la sezione network con app dedicata, AirPlay e la radio. La nostra prova non è stata influenzata da queste considerazioni, quin-di nessun “buonismo” in riferimento al prezzo.

Versatile ma niente Wi-FiLa possibilità di collegare sorgenti audio e video a questo apparecchio è più che sufficiente, quasi esuberante in tema di prese HDMI; per gli in-gressi digitali audio, invece, solo un ottico e un

TEST Supera la prova di ascolto a pieni voti sia per la musica sia per i film, questo sintoamplificatore di Pioneer

Pioneer VSX-528, campione di qualità/prezzoBuone prestazioni per questo sintoampli HT con AirPlay, DLNA, HTC Connect e MHL da 350 euro

coassiale ma non mancano tre ingressi audio/vi-deo analogici per le sorgenti più datate. Peccato manchi un convertitore video interno, quindi in caso di utilizzo di lettori DVD con uscita video composito o component non si potrà usare l’HD-MI e bisognerà armarsi di pazienza per ripetere i collegamenti analogici verso il TV. Ci sono in-

gressi diretti anche sul pannello fron-tale, con una presa USB per dispositivi Apple oppure chia-vette con musica liquida (compatibi-le fino ai Flac a 192 kHz), un ingresso MHL, la compatibili-tà con HTC Connect e perfino un ingres-so video composito nel remoto caso di collegamento di un

vecchio iPod. Il collegamento alla rete è solo tra-mite cavo e non c’è nemmeno il Bluetooth che va acquistato a parte.

Costruzione economica ma rispettabileUno sguardo all’interno di questo Pioneer non svela inevitabilmente nulla di rivoluzionario, si rimane nello standard della categoria ma sem-pre su un buon livello e abbastanza ordinato. La parte di alimentazione è appena sufficiente, con trasformatore tradizionale e capacità di 2 x 8.200uF più altre minori dedicate ai canali Sur-round, non molto per la potenza dichiarata di 100 watt per canale (8ohm, 0,09% THD). L’am-plificatore utilizza transistor tradizionali fissati sul dissipatore di calore. La sezione di controllo e decodifica contiene componenti di buona qua-lità: vediamo un processore DSP Texas della fa-miglia 3200, un chip video Silicon image 19573 e un convertitore multicanale AKM 4588. Mas-siccio e senza risonanze il telaio.

segue a pagina 52

Il Pioneer VSX-528 offre 6 ingressi HDMI (uno è sul frontale dell’apparecchio) e una uscita, non è prevista la funzione di conversione del formato video.

Quality Longevity Design Simplicity D-Factor Value

8 8 7 8 8 9

Pioneer VSX-528 - 352,79 euro

Page 52: Haier entra “decisa” Lenovo compra in Prova: Basi sonore ... · ropa e comunque tra il 40° e il 70° posto nel Mondo nelle classifiche ... per portare i 100 Mbit/s nelle case

n.83 / 3 FEBBRAIO 2014estratto da dday.it

torna al sommario 52

Un’app con alti e bassiL’applicazione disponibile da parte di Pioneer è piuttosto generica perché si adatta all’intera produzione del marchio giapponese, questo ha probabilmente causato qualche squilibrio nella completezza delle varie funzioni. Per esempio, dopo la grande schermata con una coreografica manopola del volume, si passa al lungo elenco di sorgenti disponibili e si perde il controllo del vo-lume a mano di abbandonare la schermata della sorgente; mancano anche le impostazioni base, per le quali bisogna usare il menù su schermo con grafica molto elementare.

Impostazioni facili e automaticheAlla prima accensione dell’apparecchio è ne-cessario inserire il microfono per le funzioni di auto calibrazione, operazione piuttosto lunga ma poi correggibile manualmente se qualche risultato non dovesse convincere. Inoltre, per i puristi del suono è possibile inserire le fun-zioni Direct e Pure Direct che escludono ogni correzione tonale per sorgenti multicanale o stereofoniche. C’è perfino un controllo di fase per migliorare le prestazioni con diffusori dif-ficili in materia. Per l’ascolto c’è una completa sezione DSP che integra le decodifiche standard Dolby e dts, ma non è questo il punto di forza di Pioneer con prestazioni della posizione Advan-ced surround poco utili rispetto a una colonna sonora ben registrata.Iniziamo l’ascolto con la saga di Star Wars ot-tenendo prestazioni di tutto rispetto, stupisce soprattutto l’autorevolezza della gamma bassa affidata ai diffusori frontali (impostati su Large) e l’ottima ricostruzione tridimensionale, altez-za compresa. Risultati ancora ottimi con l’altra saga di Indiana Jones e la versione director’s cut di Blade Runner. Passando a film meno cu-rati nell’aspetto surround (specie nella versione in italiano), però, ci accorgiamo che il Pioneer è un fedele riproduttore di ciò che è registrato: risultati ottimi con colonne sonore dts ben cali-brate, prestazioni nella media se viceversa il film

non eccelle nell’audio o semplicemente non ha bisogno di particolari effetti. Il 528 non fa mi-racoli e nessuno nemmeno glieli chiede a questo prezzo. La potenza disponibile ci è sembrata più che sufficiente in un locale di medie dimensioni, togliendoci quelle perplessità suscitate dalla vi-sta interna della sezione di alimentazione.Passando alla musica in stereofonia ottenuta dall’ingresso digitale, le buone sensazioni pro-seguono dimostrando che questo 528 non intac-ca la buona fama del marchio. Ritroviamo, però, la tendenza a non perdonare difetti di registra-zione, forse anche a causa di una risposta in frequenza molto estesa sugli acuti che non cade nello stridente ma può provocare alla lunga fa-tica d’ascolto. Questo difetto emerge soprattutto con i brani MP3 riprodotti in streaming, dove però vince la comodità del controllo da tablet Android oppure direttamente via Air Play con il nostro iPod. Se, invece, volete ascoltare musica Flac da una chiavetta USB la procedura è fasti-diosa perché sul display non compare il conte-nuto della memoria, bisognerà ogni volta accen-dere lo schermo e scegliere i brani dal menù. Questo sintoamplificatore è comunque promos-so a pieni voti, ben utilizzabile con film e musica anche in stanze di media cubatura. Da curare l’abbinamento con i diffusori: con quello che si risparmia con questo Pioneer si potrà investire di più sulla voce del sistema.

TEST

Pioneer VSX-528segue Da pagina 51

di Roberto FAGGIANO

D enon lancia la soundbar con subwoofer separato. La nuo-va soundbar DHT-S514 (499

euro) vuole subito sfidare i migliori concorrenti per prestazioni e soprat-tutto versatilità: gli ingressi, infatti, comprendono due prese HDMI, au-dio digitale ottico e coassiale, segnale stereo analogico e un ripetitore del se-gnale del telecomando per il TV, utile quando il diffusore va a coprire il sen-sore del televisore. Inoltre, c’è il colle-gamento senza fili Bluetooth con aptX per riprodurre musica da smartphone e tablet. La larghezza di un metro ren-de la soundbar particolarmente adatta a TV con schermo da 40-42’’, mentre il subwoofer è sviluppato in profondi-

tà con misure di 31x34 cm. Dal punto di vista acustico la soundbar sfrutta un sistema a due vie con midwoofer ellittico e tweeter, mentre il subwoo-fer impiega due altoparlanti in accor-do reflex con condotto posteriore a U. La potenza disponibile è di 2x10 watt (0,7% THD) per la soundbar e 49 watt (0,7% THD) per il subwoofer. La soundbar può decodificare segnali Dolby Digital e DTS ma c’è anche una piccola sezione DSP con diversi effetti simulati per se-gnali stereo. Grazie alla pre-senza degli ingressi HDMI, il volume può essere regolato direttamente dal comando del televisore, ma comunque in dotazione c’è un piccolo

HI-FI & HOME THEATER Buone prestazioni e versatilità. Prezzo di listino di 499 euro

Denon, soundbar con doppia HDMIDHT-S514 ha subwoofer wireless separato, doppio ingresso HDMI e Bluetooth

GAME & MOVIE

Valanga di indiscrezioni su Xbox OneTanti i rumors negli ultimi giorni dedicati a Xbox One, la cui fonte è un poster ano-nimo sul forum di NeoGAF. È pressoché certo che il primo major-update arriverà a marzo: niente di sconvol-gente ma andrà a correggere una serie di bug soprattutto sui contenuti e le funziona-lità social. Poi ci sono altre indiscrezioni (non confer-mate), come la potenziale limited Titanfall Edition di Xbox One, ma anche la pos-sibile uscita di una versione bianca della console, di diversi accessori Bluetooth e di una versione di Xbox One senza il drive Blu-ray.

telecomando per tutte le funzioni. Molto completa la dotazione di acces-sori che comprende tutti i cavi di col-legamento (HDMI incluso), piedini di altezza diversa per la migliore collo-cazione su un ripiano e lo schema di foratura per il fissaggio a parete.