Guidotti, membro di un ecovillaggio, la swapper la ... · ha scritto il libro Cucinare con i fiori...

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26 natural WOMEN G uarda Madre Natura: divi- de tutti i suoi frutti con ognuno di noi. Cerca an- che tu qualcuno con cui condividere le cose belle della tua vita» dice lo scrit- tore brasiliano Paulo Coel- ho nel suo blog (paulocoel- hoblog.com). «Quando il grano è in abbondanza bisogna dividere, senza vergogna né timori, con tutta l’anima. Se lo lasci nel granaio, infatti, an- drà a male, anche se è stato raccolto nel momen- to giusto». Condividere (Bompiani, 17 euro) è anche il titolo dell’agenda in cui Coelho ha rac- colto pensieri, aforismi e riflessioni dei suoi libri più noti, per accompagnare il lettore nel corso del 2014. Ispirati dalle sue parole, abbiamo raccolto le storie di quattro ragazze che hanno fatto del- la condivisione il leitmotiv della loro vita. Da destra: Francesca Guidotti, membro di un ecovillaggio, la swapper Francesca Morace, la scrittrice e woofer Giulia Landini e Marta Lasen, esperta di coworking. SHARING: PRATICHE DA PROVARE COWORKING Affittare un ufficio “a tempo” (da mezza giornata a un anno), con altri professionisti, per tagliare i costi e aumentare i contatti. WOOFING È un lavoro volontario (circa 4/5 ore al giorno) nelle piccole aziende agricole in cambio di vitto e alloggio per un periodo stabilito. Favorisce la collaborazione e lo scambio di tradizioni. SWAPPING Rinnovare l’armadio, a costo zero. È lo scambio degli abiti in buono stato che giacciono inutilizzati nel nostro guardaroba con quelli di altre persone. COHOUSING ED ECOVILLAGGI Significa vivere in città, nel proprio appartamento, condividendo spazi comuni (lavanderia, cucina). Nell’ecovillaggio, matrice agreste del cohousing, si vive insieme, in gruppi da cinque a 600 persone. INSIEME LA VITA E ` PIU ` BELLA E ECONOMICA CONDIVISIONE Francy organizza feste per scambiare abiti, a costo zero. Giulia, in cambio di vitto e alloggio, ha lavorato gratis in una fattoria. Marta, esperta di coworking, aiuta le persone a collaborare. E Francesca ha coronato il suo sogno di vivere in una “comune”. Tutte sono alfiere dello sharing, cioè della condivisione: ecco le loro storie DI DIANA DE MARSANICH - FOTO DI SILVIA TENENTI

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naturalWOMEN

G uarda Madre Natura: divi-de tutti i suoi frutti con ognuno di noi. Cerca an-che tu qualcuno con cui condividere le cose belle della tua vita» dice lo scrit-tore brasiliano Paulo Coel-ho nel suo blog (paulocoel-

hoblog.com). «Quando il grano è in abbondanza bisogna dividere, senza vergogna né timori, con tutta l’anima. Se lo lasci nel granaio, infatti, an-drà a male, anche se è stato raccolto nel momen-to giusto». Condividere (Bompiani, 17 euro) è anche il titolo dell’agenda in cui Coelho ha rac-colto pensieri, aforismi e riflessioni dei suoi libri più noti, per accompagnare il lettore nel corso del 2014. Ispirati dalle sue parole, abbiamo raccolto le storie di quattro ragazze che hanno fatto del-la condivisione il leitmotiv della loro vita.

Da destra: Francesca Guidotti, membro di un ecovillaggio, la swapper

Francesca Morace, la scrittrice e woofer Giulia

Landini e Marta Lasen, esperta di coworking.

sharing: � pratiche da provarecoworkingAffittare un ufficio “a tempo” (da mezza giornata a un anno), con altri professionisti, per tagliare i costi e aumentare i contatti.

woofingÈ un lavoro volontario (circa 4/5 ore al giorno) nelle piccole aziende agricole in cambio di vitto e alloggio per un periodo stabilito. Favorisce la collaborazione e lo scambio di tradizioni.

swapping Rinnovare l’armadio, a costo zero. È lo scambio degli abiti in buono stato che giacciono inutilizzati nel nostro guardaroba con quelli di altre persone.

cohousing ed ecovillaggiSignifica vivere in città, nel proprio appartamento, condividendo spazi comuni (lavanderia, cucina). Nell’ecovillaggio, matrice agreste del cohousing, si vive insieme, in gruppi da cinque a 600 persone.

insieMela vita e piu bella e econoMica

condivisione

Francy organizza feste per scambiare abiti, a costo zero. Giulia, in cambio di vitto e alloggio, ha lavorato gratis in una fattoria. Marta, esperta di coworking, aiuta le persone a collaborare. E Francesca ha coronato il suo sogno di vivere in una “comune”. Tutte sono alfiere dello sharing, cioè della condivisione: ecco le loro storie

di diana de marsanich - foto di silvia tenenti

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Nel 2009, in vacanza a Cuba, ho incon-trato una donna vegetariana, che mi ha illuminata. Tornata a casa, ho smesso di mangiare carne e mi sono iscritta a un corso di permacultura (agricoltura sostenibile e gestione eti-ca della terra) alla Cascina Santa Bre-ra nel Parco Agricolo Sud di Milano.

Volevo imparare tutto sulle coltivazioni green e sull’ecologia delle risorse» dice Giulia, scrittrice green.Come hai scoperto il woofing? «Tutto è coinciso con un pro-fondo cambiamento. Nel dicembre 2011 ho perso il lavoro e sono stata lasciata dal fidanzato. Non avevo prospettive fino a quando leggendo una rivista, ho scoperto questa pratica che permette di fare esperienza nelle fattorie in cambio di vitto e alloggio. Tre mesi dopo, a giugno 2012, sono partita per Amore, a 20 km da Zocca, il paese di Vasco Rossi». Cosa hai imparato? «Lavoravo 4/5 ore al giorno per racco-gliere i frutti di bosco. Ho imparato a fare succhi, conserve e il macerato di consolida, un rinvigorente naturale per le piante. Rientrata, ho raccontato tutto in un libro».Condividere per te significa... «Siamo tutti anelli della stes-sa catena. Aiutandoci possiamo apprendere saperi antichi che non s’imparano sui libri, ma con l’esperienza diretta».

Dopo la laurea in Comunicazione e mar-keting all’Università di Siena, nel 2009, avevo trovato lavoro a Milano, in uno showroom di moda di marchi di lusso. Dopo due anni non ne potevo più di quella logica commerciale che ci impo-neva di vendere a più non posso. Per-ché continuare a comprare abiti nuovi,

quando nei nostri armadi giacciono tanti vestiti usati poco o niente? Mi sono licenziata e oggi faccio la consulente previ-denziale e l’organizzatrice di swap party» dice Francesca.Come hai scoperto lo swapping? «Fin da piccola ho prati-cato la condivisione dei vestiti con mia sorella Lorenza. Na-vigando su Internet ho scoperto gli swap party, piccoli eventi mondani dedicati allo scambio di capi e accessori che all’e-stero sono da anni una consuetudine. Ho passato l’estate a programmare il mio e, nell’ottobre 2011, ho organizzato Ba-rattaMi, il mio primo evento. Un successo». Quali sono i vantaggi? «Economici. In tutti i guardaroba ci sono abiti che non vengono indossati per una taglia sbaglia-ta o chiletti di troppo. Quei capi, che per noi non hanno più valore, vengono scambiati con altri seminuovi, a costo zero».Condividere per te significa... «Non sprecare risorse. Lo Swapping non fa solo risparmiare, è anche una scelta etica».

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giulia landini

insieMe, praticando la condivisione

francesca Morace

SWappiNgCome funziona. È un evento organizzato in casa o in un locale per barattare abiti che non s’indossano più. I capi (minimo tre), puliti e seminuovi, sono valutati all’ingresso. In cambio si riceve una pietra di pari valore: verde (30/50 euro), blu (50/80), rosso (dai 100 in su). Poi si swappa nello spazio allestito con lo stesso colore.

Info: www.swapclub.it; [email protected]

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Francesca Morace, 29, di Milano, ideatrice di BarattaMi, uno dei più ricercati swap party. Il prossimo è previsto il 25 gennaio, alle Cartiere Vannucci di Milano.

Francesca Guidotti, 27, di Fiesole (Fi). Abita nell’ecovillaggio di Montecuccoli (Fi). Lavora per il sito di Terra Nuova Edizioni, per cui ha scritto il libro Ecovillaggi e cohousing.

Marta Lasen, 27, di Milano. Organizza

momenti di incontro e coordina le attività dei

coworker iscritti a Impact Hub, lo spazio

di condivisione del lavoro di Milano.

COWOrkiNgCome funziona. Si affitta temporaneamente (un anno, un mese o a giornata) una postazione lavoro con wi-fi in uno spazio dove lavorano altri professionisti. Il costo va dai 3mila euro all’anno (postazione fissa, con chiavi spazio a disposizione, sale riunioni) al daypass giornaliero che costa 25 euro + Iva (scaricabile).

Info: www.impacthub.net; www.coworkingitalia.com

Giulia Landini, 32, di Pistoia. Dopo la sua

esperienza di woofing ha scritto il libro

Cucinare con i fiori e con le erbe di campo

(L’Altra Medicina, eBook).

WOOFiNgCome funziona. È una pratica internazionale dove non è contemplato il denaro ma lo scambio. Al di là delle competenze nel campo, si presta il proprio tempo e si opera in un’azienda agricola, in genere biologica, in cambio di vitto e alloggio. L’iscrizione costa 25 euro e dura 12 mesi. Poi si sceglie la destinazione e la durata dell’esperienza.

Info: www.wwoof.it; seminterra.com

Marta lasen

francesca guidotti

Ho sempre sognato un lavoro che corri-spondesse alla mia persona. Non vo-levo fare solo business, cercavo qual-cosa che avesse anche un risvolto so-ciale e che mi gratificasse nel profon-do» dice Marta, specializzata in Ma-nagement dei processi creativi. Come hai scoperto il coworking?

«Nel 2011 ho sentito parlare di Impact Hub, il primo spazio di coworking aperto a Milano, ma soprattutto un laboratorio di idee per creare scenari futuri più sostenibili della nostra società. Mi sono candidata e sono entrata nel team. La con-divisione degli spazi di lavoro è nata in America. A Milano è stata portata nel 2009, proprio con Impact Hub, da Alberto Masetti Zanini, che l’ha reinterpretata creando un ufficio a tempo, low cost, ma soprattutto un ecosistema che consente alle persone di contaminarsi e stimolarsi a vicenda». Quali sono i vantaggi? «Economici. Questa formula consen-te di non dover sostenere le spese di un ufficio come affitto, luce e wi-fi. Ma è anche un modo per confrontarsi con altri professionisti con competenze complementari che possono sfociare in collaborazioni».Condividere per te significa... «Non è una somma: io do una cosa a te, tu la dai a me. È una catena di opportunità».

Da giugno abito a Montecuccoli, in un ecovillaggio di 200 metri quadrati con 10 ettari di terreno, coltivato con la permacultura. Siamo in sei più una ne-onata: abbiamo l’orto, conigli, galline. Per convivere senza litigi organizzia-mo turni di lavoro e usiamo il metodo del consenso, una decisione non viene

presa finché tutti non sono d’accordo» dice Francesca. Come hai scoperto l’esistenza del cohousing e degli eco-villaggi? «Nel 2002, durante il Social Forum Europeo a Fi-renze, ho scoperto che esistevano modi diversi di vivere che permettevano alle persone, attraverso ogni loro azione, di rispettare la terra e di instaurare un rapporto di relazioni più sano e collaborativo. Sono sempre stata affascinata dalle co-muni anni Settanta: ho capito che l’ecovillaggio, cioè la ma-trice agreste del cohousing, era la scelta giusta per me».Quali i vantaggi? «Abbiamo tutti lavori saltuari. Grazie alla condivisione possiamo mangiare bio tutti i giorni perché sia-mo un gruppo di acquisto solidale: risparmiamo e abbiamo un’alta qualità della vita. Dividiamo le spese di affitto, luce e gas e grazie ai turni abbiamo anche molto più tempo libero!».Condividere per te significa... «Realizzare il mio sogno di vivere in una piccola società pacifica e collaborativa».

ECOvillaggi E COhOuSiNgCome funziona. Il cohousing ha una matrice cittadina. Per partecipare a un progetto si contatta la rete italiana che, in base alla destinazione scelta, mette in relazione le persone. Per far parte della rete italiana dei villaggi ecologici bisogna iscriversi all’associazione di volontariato Rive. Costa 35 euro all’anno.

Info: www.cohousingitalia.it; www.ecovillaggi.it