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2 G uida per l’insegnante Unità Didattica 1 Incontro con l’autore Unità Didattica 2 Incontro con l’opera l materiale e i testi presenti nel modu- lo Boccaccio e la novella danno l’opportunità di or- ganizzare alcune Unità Didattiche che possano rientrare nei limiti temporali delle 16-20 ore di tem- po-scuola e risultino mirate a un obiettivo preciso. Diamo al proposito qualche suggerimento, in- dicando alcuni possibili «titoli» di Unità Didatti- che per evidenziare le tipologie nelle quali posso- no essere fatte rientrare. Ci limitiamo a segnalare i testi di riferimento, perché solo in relazione alle capacità, conoscenze e interessi della classe l’inse- gnante deciderà quali parti dei paragrafi introdut- tivi utilizzare e in quale modo. L’opera di Boccaccio, come è noto, è di importanza cruciale nella storia della letteratura europea, in particolare per tutta l’area – che si può definire del- le «modalità narrative» – che l’autore esplorò e sperimentò fin dalle opere giovanili. Tuttavia que- sto discorso potrebbe essere affrontato avendo a disposizione un tempo assai maggiore di quanto non sia quello di un’Unità Didattica e, soprattutto, andrebbe corroborato con letture e confronti rela- tivi a tutta la letteratura europea medievale. Acco- gliendo quindi una prospettiva più limitata, che viene spontanea data la preminenza assoluta che in ogni caso ha il Decameron, si può centrare il di- scorso sulla convivenza in Boccaccio della tradi- zione (sempre e comunque assunta e interiorizza- ta in forme personali) e della ricerca innovativa, nella quale l’«irruzione» dell’umanesimo petrar- 1 chesco, oltre che come arricchimento e apertura di nuovi orizzonti, va considerata anche come ele- mento che rompe certi equilibri. A tale proposito potranno essere utili le seguenti letture: a) dal Ninfale fiesolano L’amore di Africo e Mensola; (Testo in cui la tradizione toscana viene rivita- lizzata dalla forza narrativa del Boccaccio che af- fronta il tema della «bella favola» con forti immis- sioni di «realismo».) b) dal De casibus virorum illustrium L’ideale umanistico di Boccaccio; c) dalle Epistole Boccaccio difende l’eredità di Petrarca; d) dal Decameron 1. Federigo degli Alberighi e il falcone; 2. La novella di Cisti fornaio; 3. La predica di frate Cipolla. (La scelta di queste novelle è puramente indica- tiva: si tratta di scegliere testi adatti a ricostruire, per sommi capi, l’«ideologia» boccacciana). Il Decameron è un’opera di cui la critica ha mostra- to la molteplice complessità e che permette tantis- simi modi di lettura e un’infinità di percorsi: si po- trebbe paragonarlo a un «ipertesto» che affascina per la quantità eccezionale di possibilità di inter-

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Guida perl’insegnante

Unità Didattica 1Incontro con l’autore

Unità Didattica 2Incontro con l’opera

l materiale e i testi presenti nel modu-lo Boccaccio e la novella danno l’opportunità di or-ganizzare alcune Unità Didattiche che possanorientrare nei limiti temporali delle 16-20 ore di tem-po-scuola e risultino mirate a un obiettivo preciso.

Diamo al proposito qualche suggerimento, in-dicando alcuni possibili «titoli» di Unità Didatti-che per evidenziare le tipologie nelle quali posso-no essere fatte rientrare. Ci limitiamo a segnalare itesti di riferimento, perché solo in relazione allecapacità, conoscenze e interessi della classe l’inse-gnante deciderà quali parti dei paragrafi introdut-tivi utilizzare e in quale modo.

L’opera di Boccaccio, come è noto, è di importanzacruciale nella storia della letteratura europea, inparticolare per tutta l’area – che si può definire del-le «modalità narrative» – che l’autore esplorò esperimentò fin dalle opere giovanili. Tuttavia que-sto discorso potrebbe essere affrontato avendo adisposizione un tempo assai maggiore di quantonon sia quello di un’Unità Didattica e, soprattutto,andrebbe corroborato con letture e confronti rela-tivi a tutta la letteratura europea medievale. Acco-gliendo quindi una prospettiva più limitata, cheviene spontanea data la preminenza assoluta chein ogni caso ha il Decameron, si può centrare il di-scorso sulla convivenza in Boccaccio della tradi-zione (sempre e comunque assunta e interiorizza-ta in forme personali) e della ricerca innovativa,nella quale l’«irruzione» dell’umanesimo petrar-

1 chesco, oltre che come arricchimento e apertura dinuovi orizzonti, va considerata anche come ele-mento che rompe certi equilibri. A tale propositopotranno essere utili le seguenti letture:

a) dal Ninfale fiesolano

L’amore di Africo e Mensola;

(Testo in cui la tradizione toscana viene rivita-lizzata dalla forza narrativa del Boccaccio che af-fronta il tema della «bella favola» con forti immis-sioni di «realismo».)

b) dal De casibus virorum illustrium

L’ideale umanistico di Boccaccio;

c) dalle Epistole

Boccaccio difende l’eredità di Petrarca;

d) dal Decameron

1. Federigo degli Alberighi e il falcone;2. La novella di Cisti fornaio;3. La predica di frate Cipolla.

(La scelta di queste novelle è puramente indica-tiva: si tratta di scegliere testi adatti a ricostruire,per sommi capi, l’«ideologia» boccacciana).

Il Decameron è un’opera di cui la critica ha mostra-to la molteplice complessità e che permette tantis-simi modi di lettura e un’infinità di percorsi: si po-trebbe paragonarlo a un «ipertesto» che affascinaper la quantità eccezionale di possibilità di inter-

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3rogarlo. La scelta antologica è ovviamente limitataper ragioni di tempo e di spazio: si sono inseriti te-sti «canonici» avendo come obiettivo quello di for-nire agli studenti un assaggio della narrativa boc-cacciana fatto di novelle che «vanno comunquelette» e, nello stesso tempo, quello di dare alcuniesempi di tipologie dominanti all’interno dell’ope-ra. In particolare si possono leggere:

a) L’avventura napoletana di Andreuccio da Perugia(permette di mettere a fuoco la figura del mer-

cante, i concetti di virtù e di fortuna, ecc.);

b) La muta follia di Lisabetta da Messina(mostra il volto «tragico» della novella, la capa-

cità del Boccaccio di rielaborare l’eterno tema diamore e morte);

c) Federigo degli Alberighi e il falcone(presenta la possibilità di approfondire il di-

scorso sulla mutazione degli ideali feudali-caval-lereschi nell’ambito della società urbana e mercan-tile);

d) La novella di Cisti fornaio(da leggere in parallelo con la precedente per le

implicazioni sociologiche, oltre che come esempiodi intelligenza: fondamentale rimane, all’inizio deltesto, il ragionamento su virtù e fortuna);

e) La gru di Chichibio(esempio di «motto» fra i più famosi del Decame-

ron, arricchito da una trama di considerazioni mo-rali: si ricordi il tema dell’«ira giusta» del padronenei confronti del servo);

f) La «leggerezza pensosa» di Guido Cavalcanti(altro motto, questa volta giocato non sul comi-

co, ma in relazione ai concetti di intelligenza e no-biltà d’animo);

g) La predica di frate Cipolla(uno degli esempi più famosi di novella incen-

trata sul tema della «beffa», occasione di intelli-genza e prontezza di spirito).

Lo spazio proprio di un’Unità Didattica non per-mette certo di affrontare la storia di un genere fra ipiù diffusi e longevi. Qui si tratta piuttosto di ac-costare testi, anche cronologicamente distanti, percogliere come certe modalità narrative proprie del-la novella (il motto, la beffa, il tragico, ecc.) siano

Unità Didattica 3Evoluzione della novella

andate trasformandosi nei vari contesti culturali.Perciò proponiamo diversi percorsi che possonoessere raggruppati e sviluppati a seconda delle in-tenzioni.

Un primo percorso potrebbe essere limitato achiarire la portata dell’opera di Boccaccio nello svi-luppo del genere, mettendo a confronto alcuni deitesti precedenti della tradizione italiana con no-velle del Decameron. In questa ottica si leggeranno:

a) La monaca e il diavolo (Conti morali);b) Storia di Narciso (Novellino);c) Boccaccio, L’avventura napoletana di Andreuccio

da Perugia;d) Boccaccio, La gru di Chichibio;e) Boccaccio, La predica di frate Cipolla.

Un secondo percorso tende a mettere in eviden-za le mutazioni del racconto tragico, in particolarequello che ha come tema l’amore tragico; si trattadi un campo in cui emergono con grande chiarez-za i mutamenti di carattere culturale delle varieepoche. Si possono tener presenti:

a) Storia di Narciso (Novellino);b) Boccaccio, La muta follia di Lisabetta da Messi-

na;c) Boccaccio, Federigo degli Alberighi e il falcone;d) Bandello, L’innamoramento di Romeo e Giuliet-

ta;e) Verga, La Lupa.

Anche i temi del motto e della beffa sono rima-sti nei secoli, adattati ai costumi e ai caratteri socialie culturali; lo si può vedere confrontando:

a) Boccaccio, La novella di Cisti fornaio;b) Boccaccio, La gru di Chichibio;c) Boccaccio, La predica di frate Cipolla;d) Maupassant, Quel porco di Morin;e) Marotta, Gente nel vicolo.

Approfondimenti

Alle decisioni dell’insegnante spetta la possibilitàdi ampliare e integrare le Unità Didattiche propo-ste, anche utilizzando, almeno in parte, il tempoprevisto per l’Area di Approfondimento.

Un primo suggerimento consiste nell’ampliarealcune delle Unità Didattiche proposte, inserendonelle letture altre novelle del Decameron che noncompaiono fra i testi qui antologizzati. Evidente-mente i limiti di tempo e spazio hanno fatto sì che

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Prove conclusive

alcuni dei temi fondamentali dell’opera rimanes-sero assenti o solo accennati e le integrazioni sonopossibili e auspicabili.

Una direzione non banale su cui indirizzare il la-voro degli studenti è nel focalizzare l’attenzione sucome il Boccaccio realizzi la descrizione della città edella campagna. Indagine che può essere corrobora-ta da una parallela analisi di opere pittoriche delTrecento. La rappresentazione dei luoghi della vi-ta è un’opportunità assai efficace per scoprire leprese di posizione ideologiche degli artisti e degliscrittori, anche perché spesso le indicazioni che es-si forniscono sono «involontarie», cioè visibili làdove esse sono specchio di una mentalità e nontanto di un giudizio critico.

Si può inoltre proporre la visione del Decameron(1971) di Pier Paolo Pasolini: la pellicola è attual-mente pubblicizzata col divieto per i minori di 14anni e contiene alcune scene di nudo; tuttavia si se-gnala anche per l’interessantissima operazionecompiuta da Pasolini nella trasposizione poetica dialcune novelle, di cui si propone un’ambientazio-ne meridionale. È un’opportunità che va valutataanche in relazione al grado di maturità della classe.

Una riflessione sulla lingua e sullo stile del Deca-meron può essere fatta anche mettendo a confrontoil testo di una o più novelle con una «traduzione»moderna; allo scopo può essere utilizzata quella re-cente fatta da Aldo Busi per la Mondadori. Si trattain particolare di centrare l’attenzione sul fatto cheuna riscrittura in chiave moderna deve agire in par-ticolare sulla sintassi, sulla sostituzione dell’ipo-tassi con la paratassi, mentre assai meno rilevantisono gli interventi sul lessico.

Un tema di grande rilievo culturale e letterarioè quello del realismo boccacciano: si tratta di farcomprendere allo studente che il concetto di «rea-lismo» non è da mettere in relazione con la cru-

Di seguito vengono fornite due Prove conclusive:la prima relativa al Decameron e al Boccaccio, la se-conda ai percorsi e ai testi presenti nell’antologia.L’insegnante potrà usarle come «compiti in classe»al termine del lavoro, con la possibilità di modifi-carle, eliminando le domande relative ai testi nontrattati con gli alunni.

Anche l’attribuzione dei punteggi rimane a ca-rico dell’insegnante, in quanto lui solo può corret-tamente valutare la difficoltà dei quesiti in base allavoro compiuto in classe e al livello di prepara-zione degli studenti.

dezza della rappresentazione o, addirittura, conl’osceno, quanto piuttosto con un atteggiamentoculturale che determina un rapporto particolarecon la realtà da descrivere, senza che necessaria-mente vengano meno le esigenze del racconto fan-tastico, della «favola», ecc. Sotto questo aspetto di-ventano determinanti le eventuali schedature dellenovelle lette per cercare di definire le dimensionispaziali e temporali del racconto, la definizione«storicizzata» dei personaggi e degli avvenimenti.Un confronto utile a questo fine può esperirsi con itesti di Verga e Maupassant, proprio per cercare diidentificare la differente natura del realismo boc-cacciano rispetto a quella ottocentesca, di caratterenaturalistico e veristico.

Un ampliamento assai interessante, che l’inse-gnante può programmare alla fine del percorsoprescelto, consiste nel far leggere alcune parti della«cornice» (l’inizio del Decameron) e le pagine con-clusive dell’opera.

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Proveconclusive

1. Quando venne scritto il Decameron?

alla fine del Duecento

Parte AGiovanni Boccaccio

a

nei primi decenni del Trecentob

attorno alla metà del Trecentoc

nella seconda metà del Trecentod

Si colloca quindi:

al termine dell’alto Medioevoa nell’«autunno» del Medioevoc

quando (non limitarti a un’unica scelta):

nelle città cominciano a delinearsi le prime isti-tuzioni comunali

a

sono tramontate le monarchie feudali e comin-ciano ad affermarsi le monarchie nazionali

b

i Comuni italiani vedono il trionfo del «popolograsso» o si evolvono nelle Signorie

c

la campagna è il centro delle attività economi-che più importanti

d

la nobiltà feudale è la classe egemone sul pianoeconomico e culturale

e

trionfa la concezione universalistica del poterepapale e di quello imperiale

f

l’economia europea è dominata dall’intrapren-denza della borghesia

g

in Italia si affermano gli Stati regionali e i Prin-cipati

h

tramonta definitivamente la concezione uni-versalistica del potere

i

all’inizio del basso Medioevob in pieno Umanesimod

tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattro-cento

e

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6 2. Cosa significa il titolo dell’opera maggiore del Boccaccio?

4. Quali ceti sono rappresentati nel Decameron? Rispondi citando opportunamente i personaggi (e le cor-rispondenti novelle) che conosci:

a

3. Le cento novelle della raccolta sono introdotte e collegate da una storia principale, più ampia; come vie-ne denominata?

Questa novella-quadro a quale evento storico si lega? (Parlane brevemente, precisando inoltre quanti so-no i novellatori, a quale classe sociale appartengono e dove si riuniscono.)

5. Anche il clero è presente nella raccolta; quale ritratto ne dà il Boccaccio? (Anche qui rispondi con pre-cisi riferimenti alle novelle lette.)

b

c

d

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è in ascesa e sta conquistando l’egemonia inogni settore

a

si trova all’apogeo della propria potenzab

rappresenta un mondo ormai al tramontoc

non ha più l’egemonia economica, ma conser-va ancora quella culturale e morale

d

6. Da quali aspetti e situazioni delle novelle emerge la nuova mentalità mercantile-borghese? Quali sonole caratteristiche positive e quali le negative di questo ceto sul piano economico, su quello morale e suquello caratteriale-psicologico? (Esemplifica il tuo discorso riferendoti ai personaggi delle novelle che co-nosci.)

7. Nell’opera emergono anche i valori e i costumi del mondo cavalleresco-cortese; riferiti a quali perso-naggi? Quali di questi valori Boccaccio mostra di ammirare particolarmente?

8. Quando viene scritto il Decameron il ceto feudale, portatore degli ideali cavallereschi:

Fra i due modelli, quello mercantile e quello cortese, quale si incarna quindi in personaggi contempora-nei a Boccaccio? Quale in personaggi del passato?

personaggi contemporanei a Boccaccio (modello )

personaggi del passato (modello )

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8 Quale personaggio può essere considerato come un «ponte» fra i due mondi e i due sistemi di valori, quel-lo borghese e quello cortese? Perché?

10. Nel Decameron una delle molle fondamentali dell’agire umano è l’amore; compila lo schema seguen-te, facendo riferimento a due fra le novelle che hai letto:

Motiva la tua risposta riferendoti a un personaggio a tua scelta:

9. Qual è il nuovo tipo di nobiltà che viene apprezzato nel Decameron?

Quale ceto ne è portatore?

il ceto che può vantare anche un’aristocrazia disangue

a il nuovo ceto borghesec

il mondo contadinodqualunque ceto, anche quello popolareb

titol

o de

lla n

ovel

latit

olo

della

nov

ella

personaggi e (se sono deducibili dal testo)loro caratteristiche fisiche e psicologiche

tipo di amore (erotico, cortese,platonico, ecc.)

esito dellavicenda

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911. Leggi il brano seguente, tratto dalla prima novella della IV giornata, in cui si racconta la storia di Ghi-smonda, figlia del principe Tancredi; la ragazza si innamora – ricambiata – di Guiscardo, un valletto delproprio padre; scoperta da Tancredi, risponde così ai suoi rimproveri:

Quale concezione dell’amore emerge dal brano? Quale rapporto si evidenzia fra sentimento, sessualità erazionalità?

A tuo parere, perché i critici letterari considerano straordinariamente moderno il discorso di Ghismonda?

«È il vero che io ho amato e amo Guiscardo (...) ma a questo non m’indusse1 tanto la mia feminile fragilità, quantola tua poca sollecitudine del maritarmi e la virtù di lui. Esser ti dovea, Tancredi, manifesto, essendo tu di carne, avergenerata figliuola di carne e non di pietra o di ferro; e ricordarti dovevi e dei2, quantunque tu ora sia vecchio, chen-ti e quali3 e con che forza vengano4 le leggi della giovanezza (...). Sono adunque, sì come da te generata, di carne, esì poco vivuta5, che ancora son giovane; e per l’una cosa e per l’altra piena di concupiscibile disidero6, al quale me-ravigliosissime7 forze hanno date l’aver già, per esser stata maritata, conosciuto qual piacere sia a così fatto diside-ro dar compimento8. Alle quali forze non potendo io resistere, a seguir quello a che elle mi tiravano, sì come giova-ne e femina, mi disposi9 e innamora’mi10. (...)

Guiscardo non per accidente tolsi11, come molte fanno, ma con diliberato consiglio12 elessi innanzi ad ogn’altro13,e con avveduto pensiero a me lo ’ntrodussi14, e con savia perseveranza di me e di lui lungamente goduta sono delmio disio15...»

1. a questo non m’indusse: non mi ha porta-ta a questo.2. dovevi e dei: dovevi e devi.3. chenti e quali: di quale tipo siano.4. vengano: si facciano sentire.5. e sì poco vivuta: e ho vissuto così pochianni.6. concupiscibile disidero: desideri amorosi.

7. meravigliosissime: straordinarie.8. a così... compimento: soddisfare questodesiderio.9. Alle quali... mi disposi: non potendo resi-stere a forze così potenti, decisi di asse-condarle. – sì come: essendo io.10. innamora’mi: mi innamorai.11. Guiscardo... tolsi: non scelsi Guiscardo

per caso.12. con diliberato consiglio: con lunga rifles-sione.13. elessi... ogn’altro: scelsi fra tutti gli altri,preferii a tutti gli altri.14. a me lo ’ntrodussi: lo avvicinai.15. lungamente... mio disio: ho soddisfatto alungo il mio desiderio.

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13. Data l’importanza attribuita alla tematica amorosa, il Decameron è ricco di personaggi femminili; que-sti sono:

10

A quale aspetto dell’amore si riferisce Boccaccio?

Lo descrive come:

Si tratta di un’ottica tipicamente medievale, a tuo parere? Perché?

12. Leggi ora altri due passi tratti dal Decameron (III, 1; IV, Introduzione):

Assai sono di quegli uomini e di quelle femine che sì sono stolti, che credono (...) che, come a una giovane è sopra ilcapo posta la benda bianca e indosso messole la nera cocolla1, che ella più non sia femina né più senta de’ feminiliappetiti se non come2 se di pietra l’avesse fatta divenire il farla monaca; e se forse alcuna cosa contra questa lor cre-denza n’odono, così si turbano come se contra natura un grandissimo e scelerato male fosse stato commesso.

Alle (...) leggi (...) della natura, voler contrastare troppo gran forze bisognano, e spesse volte non solamente invano,ma con grandissimo danno.

1. la nera cocolla: la sopravveste nera, tipica di molti ordini religiosi. 2. se non come: come se.

grave peccato che contravviene a fondamenta-li insegnamenti religiosi

a istinto incoercibile, desiderio e bisogno prima-rio di ogni essere umano

c

colpevole infrazione di precise regole sociali ecomportamentali

b impulso fortissimo, che l’essere umano deve pe-rò soffocare e reprimere

d

figure prevalentemente idealizzate e sublimatea

strumenti di peccato e dannazione eterna perc

passivi oggetti del desiderio maschileb donne reali, in cui anche l’eventuale nobiltà d’a-nimo non è disgiunta dalla dimensione fisica esensuale

d

Per Boccaccio l’amore obbedisce quindi alle leggi:

della Naturaa della moralecdelle convenzioni socialib della religioned

l’uomo

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14. Nel complesso, quali aspetti della condizione femminile del Trecento emergono dal Decameron? Qua-le stile di vita e quali comportamenti sono, a tuo parere, tipici della donna medievale? Quali ti sembranoinvece più moderni? (Rispondi con precisi riferimenti ai testi letti, compreso il passo tratto dalla vicendadi Ghismonda: IV, 1.)

Ti sembra che questa caratteristica sia in linea con la letteratura del basso Medioevo incentrata sulla donnae sull’amore? Perché? (Se ne hai letto qualche esempio, puoi utilizzare per un eventuale confronto la liricastilnovista e quella petrarchesca.)

15. Leggi il breve passo che segue, tratto dal De amore, un’opera in latino che ebbe grande diffusione nel-le corti feudali, soprattutto in Francia: è un trattato sull’amore scritto nella seconda metà del XII secolo daAndrea Cappellano.

È quasi impossibile che i lavoratori della terra si comportino come veri seguaci d’amore1: essi si accoppiano comele bestie. (...) Ma se qualche volta, benché ciò possa accadere assai di rado, come eccezione alla loro natura essi sen-tissero amore, non sarebbe opportuno insegnar loro la dottrina d’amore2: infatti, se essi si dedicassero agli atti amo-rosi, i campi e le vigne non potrebbero dare frutti per mancanza di chi li lavora.

1. si comportino... d’amore: provando il sen-timento d’amore e corteggiando una don-

na con dedizione e costanza.2. la dottrina d’amore: le regole del corteg-

giamento amoroso (in questo caso le rego-le dell’amor cortese).

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12 Confronta ora il pensiero di Andrea Cappellano con quello di Boccaccio (III, 1; IV, 1).

Sono ancora di quegli assai che credono troppo bene che la zappa e la vanga e le grosse vivande1 e i disagi tolgandel tutto a’ lavoratori della terra i concupiscibili appetiti e rendan loro d’intelletto e d’avedimento grossissimi2.

1. le grosse vivande: il cibo non raffinato,grossolano.

2. rendan loro... grossissimi: li rendano ottu-si e grossolani.

Tu, più la volgare oppinione che la verità seguitando1, con più amaritudine mi riprenda2, dicendo (...) che io conuom di bassa condizione mi son posta: in che non ti accorgi che non il mio peccato ma quello della fortuna ripren-di, la quale assai sovente li non degni ad alto eleva, abbasso lasciando i dignissimi (...) ma la povertà non toglie gen-tilezza ad alcuno, ma sì avere3. Molti re, molti gran principi furon già poveri, e molti di quegli che la terra zappanoe guardan le pecore già ricchissimi4 furono e sonne5.

1. più la volgare... seguitando: seguendo piùl’opinione comune che non la verità.2. con più amaritudine mi riprenda: (mi pare)che mi rimproveri con maggiore asprezza.

3. ma la povertà... ma sì avere: ma la povertànon toglie a nessuno la sua nobiltà d’ani-mo, solo i beni materiali.4. poveri... ricchissimi: si allude alla nobiltà

d’animo.5. e sonne: e lo sono tuttora.

16. Questo orientamento «egualitario» caratterizza Boccaccio anche per quel che riguarda l’assetto socia-le? Rispondi riferendoti in particolare alla figura del fornaio Cisti e al suo rapportarsi con la classe domi-nante da un lato e, dall’altro, con i servi:

Quale diversa concezione emerge dal confronto? A tuo parere, perché i critici hanno parlato di «democra-zia del cuore umano» a proposito del Decameron?

17. Per molti personaggi del Decameron la natura e la fortuna hanno un ruolo determinante; queste dueforze dominano la vita di ognuno (Boccaccio le definisce «ministre del mondo»); secondo te, cosa indicalo scrittore col termine natura?

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18. Grazie a quale fondamentale risorsa gli uomini possono tentare di volgere a proprio favore le situa-zioni avverse?

Fra le novelle che conosci, in quale ti sembra che la fortuna assuma un ruolo particolarmente rilevante? Per-ché?

Motiva la tua scelta, cercando di chiarire i diversi aspetti nei quali questa risorsa può manifestarsi. (Rispondicon puntuali riferimenti alle novelle che conosci.)

Cosa col termine fortuna?

Il concetto di fortuna si collega quindi a una visione del mondo (non effettuare un’unica scelta):

un assetto del mondo riconducibile a un dise-gno provvidenziale

a

pessimistaa

religiosab

prevedibilec

laicad

criticae

realisticaf

scetticag

staticah

lucidai

disincantatal

mutevolem

una volontà superiore e imperscrutabile, chepremia e castiga l’uomo in base ai suoi meriti ealle sue colpe

c

il caso, con la sua imprevedibilità e i suoi ri-volgimenti, a volte favorevoli e a volte avversi

b il destino avverso, che finisce sempre per vani-ficare i sogni e le speranze dell’uomo

d

la fede religiosaa la forza fisicad

il potere economicob la capacità di sopraffazionee

il rango socialec l’intelligenzaf

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14 Questa risorsa è patrimonio di un unico ceto?

Questa risorsa, in tutti i suoi molteplici aspetti, viene apprezzata da Boccaccio in base:

Motiva la tua risposta, rifacendoti a un personaggio a tua scelta:

19. Date queste premesse, secondo quale ottica Boccaccio descrive la beffa? Secondo l’ottica:

20. Quali sono, in definitiva, le qualità positive esaltate nel Decameron?

21. Quale ruolo e quale importanza ha la comicità nella raccolta? Riguarda un tema specifico? Un am-biente particolare?

Quali le negative?

Emerge quindi dal Decameron l’idea di un uomo che:

a parametri moralia a parametri socialic

a considerazioni religioseb alla sua efficaciad

del severo moralista, fustigatore di costumia dell’uomo di fedec

di un lucido osservatore della realtàbdell’intellettuale che ha assunto il ruolo di co-scienza critica della società

d

fa leva unicamente sui valori che trascendonola vita terrena

a rivendica il diritto-dovere di realizzarsi piena-mente nella vita terrena, in una prospettiva to-talmente laica

c

cerca di armonizzarli con valori nuovi, laici eterreni

b è in aperta polemica coi valori della religione edella morale

d

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1522. A tuo parere, perché il Decameron è stato definito commedia umana, in contrapposizione alla Commediadivina di Dante?

23. Leggi il passo seguente, scritto da Alberto Moravia; spiegalo poi con parole tue e con esempi tratti dal-le novelle che hai letto:

24. A quale pubblico era prevalentemente rivolto il Decameron, secondo te?

Che rapporto c’era, quindi, fra destinatario dell’opera e buona parte dei personaggi delle novelle?

Il moralista ha bisogno di credere che esiste un assetto sociale stabile, interessi e passioni che non possono sottrar-si al giudizio. (...) Il gioco, l’avventura, il caso sono esclusi da questo mondo; e se vi sono, vengono inflessibilmentericondotti nel quadro del giudizio morale. Tal personaggio leggiadro e avventuroso del Boccaccio, per un morali-sta diventa un imbroglione, un criminale; l’avventura un errore, un peccato, una truffa, un delitto. (...)

[Il Boccaccio] aveva bisogno (...) prima di tutto di non essere appesantito e intralciato da alcun grave e severoconcetto morale; di non dovere continuamente stabilire rapporti di giudizio morale tra sé e i personaggi, tra sé e ilmondo. (...)

Il Boccaccio aveva bisogno puramente e semplicemente di azione. Di una azione purchessia, visto che l’azionevaleva in quanto era azione e non in quanto era buona o cattiva, triste o allegra, fantastica o reale. (...) Doveva sem-brargli un gran peccato scegliere in questa varietà e ricchezza un cantuccio in cui porre radici profonde, sacrificaretante possibilità a quella sola che gli spettava.

A. Moravia, L’uomo come fine e altri saggi, Bompiani, Milano 1980, pp. 67-68

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Parte BTesti e momenti della scrittura novellistica

1. Le origini della novella a quale tradizione si collegano?

2. Nella nascita del «genere novella» ebbero notevole importanza gli exempla; cosa si indica con questotermine?

A quale pubblico si rivolgevano? A un pubblico:

16 25. Le scelte tematiche del Decameron e l’ottica con la quale Boccaccio le sviluppa in quale rapporto si pon-gono, a tuo parere, con il contesto storico, economico, sociale e culturale in cui l’opera vide la luce?

di bambini e adolescentia composito, in cui rientravano molte persone delpopolo

c

di uomini della Chiesab di dotti letteratid

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3. In quale periodo del Medioevo cominciarono a diffondersi raccolte di brevi racconti e novellette?

Si trattava prevalentemente di un pubblico:

Dove venivano infatti inseriti gli exempla? Da chi? Con quali finalità?

Quali caratteristiche avevano?

Tutte queste raccolte sono anonime; perché?

di ascoltatoria di lettorib

nel IX secoloa nel XIII secoloc

erano compilate da amanuensi, che non eranosoliti tramandare il proprio nome

a i nomi degli autori, che originariamente eranospecificati, sono andati perduti nel corso dei se-coli

c

erano compilate da dotti, che preferivano lega-re il proprio nome a opere considerate più im-portanti

b erano ritenute di così scarsa importanza sul pia-no letterario, che il nome dell’autore era irrile-vante

d

nell’XI-XII secolob nel XIV secolod

4. Quale fondamentale intento si proponevano? (Puoi riferirti all’exemplum intitolato La monaca e il diavolo.)

5. Cos’è il Novellino?

Si proponeva la stessa finalità delle precedenti raccolte? Perché?

intrattenere e divertire i lettoria dimostrare qualche tesi filosoficac

edificarli moralmenteb migliorare la preparazione culturale dei lettorid

Questo tipo di narrazione era quindi, per lo più:

un’allegoriaa una faceziad

una fiabab un fatto esemplaree

un apologoc una parabolaf

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il tema epicoa

la riflessione moraleb

l’ispirazione didattico-allegoricac

l’argomento amorosod

6. Come si è soliti suddividere la produzione «minore» del Boccaccio precedente il Decameron? Fanneuna breve illustrazione:

7. Al centro delle opere «minori» sta comunque:

costanti riferimenti alla situazione politica deltempo

a

ripetuti spunti autobiograficib

spunti polemici contro l’indirizzo poetico do-minante

c

numerosi richiami alle opere classiched

In esse compaiono:

8. Quando inizia l’interessamento di Boccaccio nei confronti delle opere classiche e degli studi sull’anti-chità? Chi lo influenzerà in tal senso?

Motiva, esemplificando:

Quali diversi caratteri ne derivano?

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19in senso eruditoa

in senso moraleb

in senso popolarec

in senso pedagogicod

Ciò determinerà nella sua produzione una svolta:

per il carattere di violenta invettivaa

alle donnea agli eruditib agli ecclesiasticic a tutti coloro che amanod

perché scritta in latinob

perché indirizzata contro le donnec

perché sviluppa una moderna tematica anima-lista

d

Quest’opera si stacca dall’usuale produzione boccacciana anche per un altro aspetto: quale tra i seguenti?

dal ricorso più frequente a richiami mitologici latinaa

dall’imitazione più rigida dei modelli classicib

dal ricorso più frequente all’uso della linguacdalla tendenza a rivestire di un senso allegori-co la narrazione

d

Da cosa è attestato ulteriormente questo nuovo orientamento?

Rispetto a questa tendenza una sola opera fa eccezione: quale e perché?

9. Ben diverso appare l’atteggiamento di Boccaccio all’inizio del Decameron, dove la dedica è rivolta:

Motiva la tua risposta con opportune argomentazioni:

Di quale evoluzione o involuzione della personalità di Boccaccio come uomo e come letterato essa è testi-monianza?

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12. Nel Decameron è presente un unico narratore? Perché?

11. Per quali motivi il Decameron rappresenta un salto di qualità nella storia della novella?

sul piano dei contenuti

sul piano delle scelte stilistiche

sul piano delle finalità dell’autore

Con quali risultati sul piano narrativo?

Si tratta, a tuo parere, di una caratteristica nuova o derivante dalla tradizione?

10. Quando Boccaccio scrive il Decameron, la novella è un genere già codificato da regole? Ciò si traducein un vantaggio o in uno svantaggio? Perché?

un punto di vista univocoa una pluralità di punti di vistab

Ciò conferisce:

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2113. La novellistica precedente era solita dare una dimensione astratta e simbolica ai personaggi. Comemodifica questa tendenza il Boccaccio?

14. Per il Decameron si è parlato di «realismo»; ciò deriva anche dalla capacità di Boccaccio di dare un’am-bientazione storica, cioè di storicizzare fatti e personaggi. Sai sviluppare questo concetto, tenendo contodi alcune delle novelle da te lette?

15. Con quali elementi della cultura e dell’esperienza di Boccaccio va posto in relazione il suo «realismo»?

16. A parte l’ovvia differenza che esiste tra la narrazione in versi e quella in prosa, quali caratteri parti-colari noti nel modo di narrare nel passo L’amore di Africo e Mensola tratto dal Ninfale fiesolano? C’è qualchenovella del Decameron fra quelle che hai letto che può avvicinarsi e assomigliare a questo episodio perquanto riguarda la tecnica narrativa e la tematica amorosa?

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il motto di spiritoa l’amore giocosod

la beffab l’esaltazione dell’intelligenzae

l’amore tragicoc la sottolineatura del ruolo della fortunaf

17. Nel passo della novella di Bandello che ha come protagonisti Romeo e Giulietta hai riscontrato un mo-do di presentare e descrivere i personaggi diverso da quello usato dal Boccaccio? Rispondi motivando efacendo le tue considerazioni:

18. Nella novella di Maupassant Quel porco di Morin quali temi si incontrano già presenti in Boccaccio enella tradizione del genere?

Motiva la tua risposta:

19. Facendo un confronto fra una novella del Boccaccio e quella di Maupassant, sai dire che cosa cambia?

nella descrizione dei luoghi

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23nella caratterizzazione della psicologia dei personaggi

nella «storicizzazione» della vicenda

20. La Lupa di Verga è una novella incentrata sul tema tragico di «amore e morte», del quale vi sono mol-tissimi esempi nel Boccaccio e in tutta la novellistica precedente. Eppure Boccaccio non avrebbe mai af-frontato un tema come quello raccontato da Verga. Secondo te, per quali motivi?

21. Metti a confronto le figure femminili della Lupa di Verga (anche quella della figlia della protagonista)con alcune delle novelle di Boccaccio:

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Il personaggio del quale il narratore assume più spesso il punto di vista è:

Motiva la tua risposta:

la mogliea il maritob la gente del vicoloc

22. La novella Gente nel vicolo di Marotta può essere definita «boccaccesca»: c’è la storia di un marito bef-fato, c’è una situazione critica che viene risolta con uno scatto dell’intelligenza e della fantasia. Tuttavia èun testo chiaramente novecentesco, lontano dal modo di raccontare di Boccaccio. Sapresti indicare le piùevidenti differenze?

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