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Questa guida nasce dall'incontro di diversisoggetti che da anni operano in Italia e nel mondoper la pace e per uno sviluppo sostenibile.

La stessa parola sostenibilità ha conosciutopiù strade, più accezioni, più protagonisti.

La sostenibilità ambientale, quella sociale,quella mondiale, improntata a relazioni internazio-nali di pace e giustizia.

Questa guida è un piccolo esempio di come,intorno ad un progetto concreto, alcune strade sipossono incontrare, proponendo alle PubblicheAmministrazioni di svolgere un ruolo attivo nella pro-mozione del consumo di prodotti sostenibili, in unaaccezione ampia di sostenibilità.

I prodotti del commercio equo e solidale sonosostenibili dal punto di vista sociale, perché al pro-duttore viene pagato un prezzo equo per il suolavoro.

Sono sostenibili dal punto di vista ambientaleperché vengono realizzati nel rispetto della terra edella natura, con consumi limitati.

Sono sostenibili dal punto di vista della coo-perazione internazionale e della pace, perché con-tribuiscono alla costruzione di un mondo più giusto,

PRESENTAZIONE

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alla riduzione delle disparità ed al perseguimentodegli "Obiettivi di sviluppo del Millennio" delleNazioni Unite.

Per questo abbiamo pensato di lanciare insie-me questa campagna, rivolgendoci agliAmministratori Pubblici, ai Presidenti di Regioni eProvince, a Sindaci e Assessori.

Indirizzando bene i propri acquisti, le pubbli-che amministrazioni possono dare un grande contri-buto ad un mondo più giusto e sostenibile.

Questa Guida spiega come fare.E noi ci auguriamo venga utilizzata al meglio.

Adriano PolettiPresidente di Fairtrade TransFair Italia

Emilio D'AlessioPresidente del Coordinamento Agende 21locali italiane

Giulio CozzariPresidente Nazionale Coordinamento Enti locali per la pace e i diritti umani

Gaga PignatelliPresidente Agices - Assemblea generale italiana commercio equo e solidale

1. COMUNITÀ LOCALI E COMMERCIO EQUO 1

Il contesto 2

Introduzione 6

Le garanzie del commercio equo e solidale in Italia 8

Commercio equo ma non solo 10

2. LA CAMPAGNA "CITTÀ EQUOSOLIDALI" 15

3. COME DIVENTARE UNA CITTÀEQUOSOLIDALE 19

Approvare un atto amministrativo di indirizzo sul commercio equo e solidale 20

Sottoscrivere la quota di adesione alla campagna 21

Inserire i prodotti equi 22

Realizzare iniziative informative sul commercio equo e solidale 25

Compilare la scheda di adesione 26

Inviare via fax 26

4. UNA CAMPAGNA SOSTENIBILE 29

5. ALLEGATO 1 - ESEMPI DI ATTI DI INDIRIZZO 33

Mozione Comune di Milano 34

Mozione Provincia di Ferrara 45

Mozione Regione Toscana 50

6. ALLEGATO 2 - ESEMPI DI BANDI DI GARA 53

Ristorazione collettiva 54

INDICE

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Modello di bando per la ristorazione collettiva(mensa) scolastica con assegnazione di punteggioalle aziende che introducono prodotti del commercio equo e solidale 54

Modello di bando per la ristorazione collettiva(mensa) scolastica con la richiesta specifica di alcuni prodotti del commercio equo e solidale 56

Modello di bando per la ristorazione collettiva - mensa aziendale per dipendenti comunali 50

Modello di bando/capitolato per la ristorazione collettiva ospedaliera 62

Distributori automatici di bevande e snack 64Modello di bando/capitolato per i distributori automatici di snack e bevande calde e fredde 64

Catering e buffet 69Modello di bando/capitolato per il servizio di ristorazione catering 69

7. I SOGGETTI PROMOTORI 73

Fairtrade TransFair Italia 74

Coordinamento Agende 21 locali italiane 76

Coordinamento Enti locali per la pace e i diritti umani 78

Assemblea generale italiana del commercioequo e solidale 80

8. I SOGGETTI ADERENTI 83

Ctm altromercato 84

Soc. Coop. Commercio alternativo 86

Associazione Botteghe del Mondo 88

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COMUNITÀ LOCALI E COMMERCIO EQUO

1.

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Il Consiglio e il Parlamento Europeo adottano il Sesto ProgrammaComunitario di azione in materia di ambiente. Il Programma pro-muove il processo di integrazione delle considerazioni ambienta-li in tutte le politiche ed azioni comunitarie (Green PublicProcurement). Si sottolinea il ruolo fondamentale delle PubblicheAmministrazioni nell'azione di sensibilizzazione delle imprese edei cittadini a favore di modelli di produzione e consumo soste-nibili.Nel 2003 il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputatiapprovano all'unanimità due Mozioni a firma Iovene e Fioroniche impegnano il Governo e le Istituzioni a promuovere il com-mercio equo e solidale, come "originale forma di lotta allapovertà fondata sul commercio".Nel 2004 i governi locali europei si riuniscono nella "ConferenzaAalborg+10 - Ispirare il Futuro" a dieci anni dalla PrimaConferenza Europea sulle Città Sostenibili. Sottoscrivendo gli"Aalborg Commitments" si impegnano a migliorare la qualitàdella vita locale senza minacciare quella delle persone in altreparti del mondo e delle future generazioni. In particolare a"…promuovere attivamente una produzione e un consumo soste-nibili, con particolare riferimento a prodotti eco-certificati e delcommercio equo e solidale".Nel 2004 nasce l’Aies, Associazione Interparlamentare per ilcommercio equo e solidale, cui aderiscono più di cento deputatie senatori di varie forze politiche.

31. COMUNITÀ LOCALI E COMMERCIO EQUO

Globalizzazione, sviluppo sostenibile e tutela dei diritti umani: legrandi tematiche internazionali non chiamano all'appello solo i Governio le Istituzioni sovranazionali. Le comunità locali di tutto il mondo,soprattutto se unite tra loro, possono dare un grandissimo contributo peruna globalizzazione giusta, per uno sviluppo sostenibile.

IL CONTESTO

Nel 1992, durante il Summit della Terra a Rio, gli Stati si impe-gnano nell'Agenda 21, programma d'azione per il XXI secolo afavore dello sviluppo sostenibile, e sottolineano il ruolo essenzia-le che le comunità locali devono svolgere.Nel 1994, ad Aalborg (Danimarca), si tiene la I ConferenzaEuropea sulle Città Sostenibili. La Carta di Aalborg costituisce ilprimo passo per l'attuazione dell'Agenda 21 locale a livelloeuropeo. La sua sottoscrizione comporta un preciso impegno poli-tico alla realizzazione di un processo di azione locale per lasostenibilità ambientale, sociale ed economica.Nel 1999 le amministrazioni pubbliche, riunite a Ferrara, dannovita al Coordinamento Agende 21 locali italiane con il compito dipromuovere i processi di Agenda 21 locale in Italia.Nel 2000 il Vertice dei Capi di Stato e di Governo, promossodall' ONU, definisce i cosiddetti "Obiettivi del Millennio", 8 gran-di obiettivi per l'umanità, da conseguire entro il 2015, tra cui ladrastica diminuzione della fame, la sostenibilità dell'ambiente, unpartenariato globale per lo sviluppo.Nel 2002, durante il Summit mondiale sullo Sviluppo sostenibilea Johannesburg, molti Stati si impegnano a promuovere lo svilup-po sostenibile e particolarmente gli acquisti pubblici etici.A questo titolo, l'impegno delle comunità locali a favore del com-mercio equo rappresenta un contributo allo sviluppo sostenibile eall'applicazione di un'Agenda 21 locale.

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51. COMUNITÀ LOCALI E COMMERCIO EQUO

Nel 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampiha inviato a Ermete Realacci, Presidente dell’Aies, questa lettera inoccasione della Giornata Mondiale delle Botteghe del Mondo:

La "Giornata delle botteghe" è una occasione di riflessione e con-fronto sul drammatico tema dello sfruttamento del lavoro minorile.

Il contributo fornito dall'associazionismo rafforza l'impegno comu-ne nella tutela dell'infanzia. è un requisito indispensabile per garantire idiritti fondamentali, la giustizia sociale ed economica e un reale svilupposostenibile a livello mondiale.

Una rinnovata responsabilità degli stati per assicurare il progres-so civile, culturale ed economico delle nazioni più povere potrà dare con-creta attuazione ad efficaci politiche di prevenzione e di difesa dei mino-ri.

La vostra iniziativa promuove il commercio equo e solidale, unmezzo efficace che sollecita la ricerca di nuovi modelli di sviluppo nelrispetto e nella valorizzazione della persona umana contro lo sfruttamen-to dell'infanzia.

Con questa consapevolezza e con vivo apprezzamento rivolgo alei, egregio presidente, all'associazione interparlamentare per il commer-cio equo e solidale, agli organizzatori e a tutti i partecipanti alla manife-stazione, un cordiale augurio di buon lavoro.

Carlo Azeglio Ciampi

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In merito alla tutela ambientale, Fairtrade TransFair Italia garan-tisce che i prodotti certificati rispondano a specifici requisiti ambienta-li. Gli standards ambientali servono per definire precisi requisiti per levarie colture. Sono previsti requisiti minimi inderogabili e criteri in pro-gress che incoraggiano i produttori ad obiettivi di miglioramento inmodo che la tutela dell'ambiente diventi parte integrante di tutta l'atti-vità agricola.

L’obiettivo è quello di preservare i corsi d'acqua, le foreste ver-gini, gli ecosistemi di rilevante valore, i terreni dal fenomeno dell'ero-sione e di migliorare il management degli ecosistemi. Il commercio equoe solidale, da un lato, richiede alle organizzazioni dei produttori diimplementare l'agricoltura a lotta integrata attraverso la progressivasostituzione dei prodotti chimici con quelli organici, dall'altro spinge iproduttori a dotarsi di una certificazione ambientale. Tuttora sono giànumerosi i prodotti del commercio equo e solidale provenienti da agri-coltura biologica: caffè, cioccolato, tè, banane...

71. COMUNITÀ LOCALI E COMMERCIO EQUO

INTRODUZIONE

Equità significa che tutte le persone devono avere pari dignità,meritano rispetto e devono godere degli stessi diritti e di pari opportu-nità di realizzazione. Il principio di equità esprime quindi l'esigenza difar assumere ai singoli cittadini, alle imprese e alle istituzioni la respon-sabilità delle proprie scelte economiche, sociali ed ambientali, con laconsapevolezza delle ricadute collettive che esse producono, anchesulle generazioni future. Equità implica la solidarietà fra tutti gli esseriumani e con le altre componenti della natura. Il concetto di equità èstrettamente collegato al concetto di diversità: il primo presuppone lavalorizzazione del secondo tramite un uso responsabile delle risorseambientali, socioculturali ed economiche.

Il commercio equo e solidale, condividendo pienamente questoapproccio, è una particolare forma di partnership commerciale, basatasul dialogo, la trasparenza ed il rispetto, che cerca di garantire unamaggiore equità nel commercio internazionale, ritenuto un importantemotore dello sviluppo. In particolare, il Commercio Equo e Solidale rico-nosce ai produttori ed ai lavoratori, messi ai margini dal mercato con-venzionale, migliori condizioni di scambio permettendo loro di passareda una posizione di vulnerabilità alla sicurezza ed all’autosufficienzaeconomica. Vengono così garantiti ai produttori il rispetto dei diritti, unmargine da investire in progetti sociali e di autosviluppo e la parteci-pazione attiva alla gestione delle proprie organizzazioni.

Inoltre il commercio equo e solidale in Italia, parte della societàcivile, soprattutto attraverso le Botteghe del Mondo, partecipa anche alivello locale alle attività politiche sollecitando la società civile a “pen-sare globalmente e agire localmente” con proposte concrete per unalegislazione commerciale più corretta ma anche per pratiche di consu-mo critico volte alla diminuzione dei consumi. Infatti solo diminuendo inostri, il sistema terra sarà in grado di sopportare l’aumento dei consu-mi dato dallo sviluppo delle popolazioni del Sud del mondo.

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cipi del commercio equo anche nell'intera filiera di importazione edistribuzione delle organizzazioni certificate.

Pertanto se una organizzazione è riconosciuta dagli standardIFAT (l'associazione internazionale delle organizzazioni del commercioequo) può utilizzare il marchio Fair Trade Organisation; l'elenco delleorganizzazioni certificate IFAT in Italia è disponibile su: www.ifat.org

In Italia Agices - Assemblea generale italiana del commercioequo e solidale - rappresenta le organizzazioni di commercio equo, siacome importatori sia come distributori.

Agices è l'ente depositario della Carta italiana dei criteri delcommercio equo e solidale, che definisce il commercio equo con princi-pi che riguardano le organizzazioni e non solo i prodotti.

Agices, quindi, è l'associazione maggiormente rappresentativadelle organizzazioni che promuovono i prodotti e la cultura del commer-cio equo e solidale in Italia.

Le organizzazioni riconosciute da Agices sono iscritte al Registrodelle organizzazioni italiane di commercio equo e solidale. L'elencodegli iscritti è disponibile sul sito: www.agices.org

91. COMUNITÀ LOCALI E COMMERCIO EQUO

LE GARANZIE DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE IN ITALIA

In quasi venti anni, da quando cioè si sono strutturate in Italia leprime esperienze collettive per importarne i prodotti, il commercio equoe solidale è arrivato a contare su una rete distributiva di almeno quat-trocento Botteghe del Mondo, sull'attività di importazione di una trenti-na di organizzazioni.

Fin dall'inizio l'obiettivo di allargare i canali distributivi dei pro-dotti del commercio equo, unito all'esigenza di mantenere integri i prin-cipi applicati nel processo di produzione e commercializzazione, hannostimolato la ricerca di un sistema di certificazione. Per rispondere a que-ste esigenze sono nate le organizzazioni dei marchi di garanzia checertificano il rispetto dei criteri del commercio equo e solidale, offren-do nello stesso tempo maggiore affidabilità ai consumatori che acqui-stano i prodotti del commercio equo.

Riconosco il commercio equo e solidale se

Il prodotto è etichettato "Fairtrade"Il marchio è attribuito allo specifico prodotto, a garanzia del

rispetto dei principi del commercio equo; l'organizzazione di commercioequo FLO International stabilisce i criteri di valutazione, si occupa dicertificazione, e raggruppa al suo interno 20 enti nazionali. Nel nostropaese è rappresentata da Fairtrade TransFair Italia (www. transfair.it)

oppure

L'organizzazione che importa e distribuisce i prodotti è una "FairTrade Organisation"

Il marchio è attribuito non al singolo prodotto, ma all'intera orga-nizzazione.

A livello internazionale IFAT e, a livello nazionale Agices, hannosviluppato un sistema di monitoraggio che garantisce il rispetto dei prin-

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allargando la proposta di dialogo e l'introduzione di buone pratiched'acquisto a tutte le amministrazioni italiane attraverso la creazione diun Gruppo. Lavoro nazionale sul GPP (GDL).

Costituito dalla Provincia di Cremona in accordo conl'Associazione nazionale Coordinamento delle Agende 21 locali italia-ne il GDL è nato per rispondere alle problematiche più importanti inmateria di implementazione del GPP, con l'intenzione di intervenire con-cretamente per individuare gli ostacoli a questo processo è trovare solu-zioni praticabili .a fronte di una normativa giovane e spesso poco effi-cace.

Particolarmente il GDL si pone gli obiettivi di diffondere l'intro-duzione dei criteri ecologici e sociali nelle procedure d'acquisto delleamministrazioni pubbliche e di definire un metodo .di lavoro elaboratodalle e per le pubbliche amministrazioni che faciliti questo processo. Inquesto senso l'iniziativa si, propone come luogo produttivo per daresistematicità e applicabilità al GPP, attraverso il confronto e la collabo-razione sinergica tra pubbliche amministrazioni diverse per esperienzee dimensioni.

Il metodo di lavoro che è stato usato è quello del cosiddetto LibroAperto sugli Acquisti Verdi, che si configura come un manuale colletti-vo,alla cui redazione hanno partecipato tutti gli aderenti al gruppo illavoro, su misura delle amministrazioni locali e in continuo. aggiorna-mento, L'intento infatti è di costruire un documento. Le sviluppato sulloschema domanda-risposta, capace di individuare i quesiti che le ammi-nistrazioni si pongono nella messa in pratica del GPP, offrendo lineeguida puntuali e concrete quali possibili soluzioni.

Particolarmente, il manuale si pone l'obiettivo di raccogliere unvasto ventaglio di argomenti relativi al GPP, ognuno dei quali curato daun referente di ogni ente coinvolto:

Che cos'è il GPP.Il quadro politico: i riferimenti internazionali, europei e nazionaliin materia di GPP.Il quadro giuridico e l’iter del “bando verde”.

111. COMUNITÀ LOCALI E COMMERCIO EQUO

COMMERCIO EQUO MA NON SOLO:IL GREEN PUBLIC PROCUREMENT

La necessità di agire in modo ambientalmente corretto nell'ambi-to dei processi di governo e dell'economia costituisce una delle questio-ni centrali degli ultimi anni, anche in riferimento al progressivo interes-se dimostrato dalla società in relazione agli effetti negativi dell'usoirrazionale delle risorse naturali. Una tendenza che ha incentivato l'im-pegno e l'azione della Pubblica Amministrazione nel comparto ambien-tale, come dimostra l'attivazione sperimentale in alcuni, enti pubblici distrumenti e procedure di contabilità ambientale.

Si tratta di una realtà pionieristica sviluppata da alcune Agende21 Locali italiane in cui la Provincia di Cremona ha assunto un ruolo cen-trale lavorando intensamente sull'implementazione del metodo GPP(Green public procurement).

Partendo dalla realizzazione del progetto LIFE02/ENV/IT/000023 “GPPnet La rete degli acquisti pubblici verdi”,l'Amministrazione cremonese ha inaugurato un percorso di studio e unaconcreta esperienza di Green Public Procurement e si è imposta comecapofila a livello nazionale in materia di acquisti verdi.

La diffusione dei risultati della sperimentazione e la creazione diun network di amministrazioni interessate (il GPPinfoNET) ha permessoinfatti di raccogliere intorno al tema del GPP una serie di soggetti pub-blici concretamente intenzionati ad applicare il metodo, attenti all'evo-luzione della normativa europea e italiana in materia e impegnati adaffrontare le criticità che innervano la questione al momento dell'attua-zione pratica.

Su queste premesse e in linea con l'adesione agli AalborgCommitments (in particolare i punti 4.4 e 4.5: "Lavoreremo per ricorre-re a procedure d'appalto sostenibili e promuovere attivamente una pro-duzione e un consumo sostenibili, con particolare riferimento a prodottieco-certificati e del commercio equo e solidale"), la Provincia diCremona ha deciso di proseguire il percorso di applicazione del GPP,

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Per informazioni sul Gruppo nazionale di lavoro:www.compraverde.itAgenda 21

[email protected] tel. 0372/406672

La segreteria tecnica: [email protected]

131. COMUNITÀ LOCALI E COMMERCIO EQUO

Come favorire l'attuazione del GPP in un pubblico.L'integrazione del GPP con gli altri strumenti della sostenibilità edi economia solidale.I prodotti e i servizi "verdi”.Il GPP nei parchi.I sistemi di incentivazione del GPP.Prospettive sul GPP a livello nazionale.Le politiche integrate di prodotto (IPP).

A corredo della realizzazione del Libro Aperto, il lavoro del GDLprevede anche il continuo aggiornamento di una banca dati di"bandi/capitolati verdi" per favorire lo scambio di esperienze e forni-re esempi pratici alle amministrazioni digiune di GPP. La diffusione del-l'attività del GDL è affidata alla redazione di 6 numeri bimestrali delbollettino GPPinfoNET per aggiornare e informare sui progressi dellavoro.

È importante sottolineare che, parallelamente alla creazione delGDL, la Provincia di Cremona ha continuato ad arricchire il propriolavoro sul GPP anche sotto il profilo della comunicazione e della diffu-sione di dati ed esperienze sul tema.

Segno di questo sforzo è la riorganizzazione del sito del proget-to GPPnet, come dimostra il nuovo dominio www.compraverde.it. Il sitoinfatti, oltre ad ospitare le informazioni e gli aggiornamenti sul GDL,affronta il tema del GPP affiancando ai risultati del progetto cremone-se le esperienze di altre amministrazioni, con la realizzazione di unabanca dati di bandi verdi e lo sviluppo.

L’orizzonte di attività del GDL si è raccolto nell’arco di 12 mesi,nell’ambito di 4 incontri trimestrali (3 marzo 2005 a Bologna, 27 mag-gio 2005 a Roma, 26-28 ottobre 2005 a Rimini per Ecomondo e il 28febbraio 2006 presso l’ARPA di Padova) funzionali alla discussione ealla definizione delle operatività assegnate a ciascun ente aderente.

I risultati del lavoro sono stati presentati in occasione di “TerraFutura2006” all’incontro annuale del Coordinamento Agende 21Italiane.

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LA CAMPAGNA“CITTÀ EQUOSOLIDALI”

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La documentazione inviata dal Comune con la richiesta di ade-sione verrà esaminata da un Comitato tecnico rappresentativo delleorganizzazioni promotrici che, verificata la conformità, darà avvio alleprocedure per il conferimento di “Città equosolidale”.

La cerimonia di conferimento del titolo avverrà nell’ambito di unConsiglio comunale aperto oppure in un luogo significativo per la citta-dinanza, con la consegna di una stampa realizzata nell’ambito di unprogetto di valorizzazione delle culture locali in Messico.

Il titolo di “Città equosolidale” non è per sempre: a conclusionedel progetto concordato, l’Amministrazione comunale ed il Comitato tec-nico della Campagna, faranno un bilancio delle attività svolte e potran-no ridefinire nuovi obiettivi.

172. LA CAMPAGNA “CITTÀ EQUOSOLIDALI”

Il commercio equo è un eccellente mezzo, complementare allepratiche di cooperazione decentrata, non soltanto per informare e sen-sibilizzare i cittadini sul problema degli squilibri economici e ambienta-li, ma anche e soprattutto per permettere loro di agire concretamente.

I prodotti del commercio equo e solidale sono realizzati rispet-tando i criteri della sostenibilità ambientale. Una grande parte del-l'esperienza equosolidale è legata al mondo della produzione biologi-ca o della cosiddetta "lotta integrata".

La campagna "Città equosolidali" intende raccogliere l'esperien-za dei "Green Public Procurement", proponendo di collegarla adun'idea di "Social Public Procurement", laddove l'impegno per la soste-nibilità ambientale e quello per la sostenibilità sociale si riconoscano esi sostengano a vicenda.

La campagna "Città equosolidali" intende coinvolgere gli Entilocali italiani perchè contribuiscano ad una sempre maggiore diffusio-ne dell’esperienza del commercio equo e solidale. La campagna "Cittàequosolidali" è promossa da Fairtrade TransFair Italia, Coordinamentonazionale degli Enti locali per la pace ed i diritti umani, Coordinamentodelle Agende 21 locali italiane, Agices (Assemblea generale italianacommercio equo e Solidale).

All’iniziativa hanno aderito Commercio Alternativo e CTMAltromercato (le maggiori centrali di importazione italiane) eAssociazione Botteghe del Mondo. Promotori e aderenti fanno parte delComitato di gestione della Campagna che ne determina linee guida,iniziative ed eventi. Il Comitato tecnico, formato da rappresentanti deglienti promotori, è incaricato invece di analizzare e di vagliare le richie-ste di adesione e a pronunciarsi in merito.

Per diventare “Città equosolidale” il Comune dovrà aver realiz-zato almeno un’ azione di inserimento di prodotti del commercio equo,all’interno delle attività di ristorazione dell’ente, e aver realizzato delleazioni di comunicazione e sensibilizzazione verso i cittadini (vedi il capi-tolo “Come diventare una città equosolidale”).

La “Città equosolidale” si caratterizza per la volontà di impe-gnarsi in un progetto duraturo, non episodico, concordato con i promo-tori della Campagna, e che duri almeno due anni.

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COME DIVENTARE UNA“CITTÀ EQUOSOLIDALE”

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SOTTOSCRIVERE LA QUOTA DI ADESIONE ALLA CAMPAGNA

L'adesione alla campagna "Città equosolidali" prevede la sotto-scrizione una tantum di una quota di adesione. Tale quota andrà afinanziare le varie attività della campagna (segreteria, comunicazionee promozione) e i costi per l'elaborazione del materiale informativo chegli Enti locali potranno utilizzare nelle attività di sensibilizzazione sopraindicate.

Annualmente sarà elaborato dal Comitato di gestione della cam-pagna un rapporto in cui sarà inserita anche una descrizione dettaglia-ta del budget.

La quota di adesione varia in base al numero degli abitanti perquanto riguarda i Comuni; rimane invece invariata per tutte le Provincee le Regioni. Riportiamo di seguito la tabella con le relative quote.

DESCRIZIONE ENTE LOCALE QUOTA DI ADESIONE

Comuni fino a 5.000 abitanti 250 euro

Comuni da 5.000 a 25.000 abitanti 500 euro

Comuni da 25.000 a 100.000 abitanti 750 euro

Comuni da 100.000 in su 1.250 euro

Provincia 2.000 euro

Regione 5.000 euro

213. COME DIVENTARE UNA CITTÀ EQUOSOLIDALE

APPROVARE UN ATTO AMMINISTRATIVO DI INDIRIZZO SULCOMMERCIO EQUO E SOLIDALE

L'adesione dell'Ente locale viene sancita da un atto amministrati-vo approvato da Comune, Provincia, Regione ed altri enti pubblici, concui l'Amministrazione si impegna a:

inserire nei propri consumi i prodotti del commercio equo e soli-dale (ad esempio, utilizzo di caffè, tè e altre bevande calde efredde equosolidali nei distributori automatici; zucchero e snackequosolidali oppure palloni o prodotti artigianali, ecc.);introdurre i prodotti equosolidali nelle mense scolastiche, del per-sonale, nei servizi di catering e in altri luoghi della ristorazionecollettiva gestiti dall'ente locale;realizzare iniziative formative nella realtà in cui i prodotti vengo-no inseriti (in particolare nelle scuole);sensibilizzare il proprio personale e i cittadini valorizzando leorganizzazioni di commercio equo e solidale operanti sul proprioterritorio.

In allegato (Allegato 1) sono riportati degli esempi di atti (comu-nali, provinciali o regionali), che l’Ente può utilizzare per l'elaborazionedella propria mozione di indirizzo.

All’indirizzo www.cittaequosolidali.it sono scaricabili anche alcunimodelli di atti amministrativi.

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zuccherobibite fredderisofrutta fresca

DoveI distributori automatici

I prodotti equi e solidali possono essere inseriti nei distri-butori automatici presenti negli spazi della pubblica ammi-nistrazione, distributori di bibite calde, fredde e snack. Èpreferibile che i distributori siano dedicati a prodottiequosolidali. Qualora la scelta fosse invece parziale,dovrà essere inserita in sede di capitolato una percentua-le attesa di prodotto equo in termini di spazi disponibili, dimacchine dedicate o di quantità di prodotto. In base alleindicazioni espresse il prodotto equosolidale dovrà esserefacilmente identificabile da parte del consumatore epotranno essere effettuate le opportune verifiche.

Le menseSi può prevedere l'inserimento dei prodotti del commercioequo in tutti i luoghi di ristorazione, nelle mense dei dipen-denti o nelle mense scolastiche, dove in molti casi già sonopresenti prodotti biologici.

Oggi, quasi il 50% dei prodotti equosolidali è anchebiologico e l'ente locale, in questo modo, può introdurrenella propria offerta questo duplice elemento di qualità.

I rinfreschiIn molte occasioni gli Enti locali hanno la necessità diaccompagnare iniziative pubbliche, convegni, cerimonie emanifestazioni con un rinfresco: l'offerta dei prodotti equo-solidali rappresenta una scelta di valore e di qualità.

233. COME DIVENTARE UNA CITTÀ EQUOSOLIDALE

INSERIRE I PRODOTTI EQUI

Per diventare città equosolidale, è necessario inserire, tramiteemissione di un bando di gara con capitolato, i prodotti nei distributoriautomatici di bevande o nelle mense o all’interno di rinfreschi organiz-zati dalle amministrazioni pubbliche.

Per incidere in maniera strutturale sugli acquisti pubblici, la collo-cazione più idonea per i prodotti del commercio equo e solidale è neicapitolati di fornitura e di servizi. Inserire in un capitolato d’appaltochiare indicazioni (quali l’obbligatorietà al rispetto di determinatecaratteristiche merceologiche o un punteggio premiante per l’offerta diprodotti equi) è dimostrazione della volontà dell’ente di perseguirescelte stabili a garanzia dei produttori e degli utenti. Si indicano diseguito alcune modalità concrete di acquisti pubblici equosolidali.Nessuna scelta è da considerarsi esauriente di per sé o in alternativaalle altre: ogni prodotto acquistato dall’ente pubblico, soprattutto seimportato da paesi del Sud del mondo, dovrebbe infatti essere garan-tito rispetto ai diritti sociali ed ambientali della fase di produzione.

Inserimento del “ caffè equosolidale““Prendere un caffè”: è un gesto che la maggior parte di noi com-pie ogni giorno in ufficio, al bar, nei ristoranti, nei ricevimenti…Il caffè del commercio equo e solidale è disponibile in polvere, ingrani e in cialde ed è possibile utilizzarlo sia nei distributori auto-matici che nelle macchine per espresso.

Inserimento di altri prodottiOltre al caffè, molti altri prodotti possono essere consumati all'in-terno delle pubbliche amministrazioni:

tèsucchi di fruttacioccolato

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REALIZZARE INIZIATIVE INFORMATIVE SUL COMMERCIOEQUO E SOLIDALE

Informare e sensibilizzare i cittadini rispetto ad un modo diversodi consumare è tra le finalità del commercio equo e solidale. Per que-sto l'Ente locale che intende candidarsi ad essere "città equosolidale",agendo prioritariamente in collaborazione con le organizzazioni dicommercio equo e solidale presenti nel territorio* e coinvolgendo anchele organizzazioni della società civile, dovrà realizzare iniziative finaliz-zate a far crescere una maggiore consapevolezza tra i cittadini.

*Per acquisire il riferimento dell'organizzazione di commercioequo e solidale più vicina e visionare la "Carta italiana dei criteri delcommercio equo e solidale" contattare Agices e Associazione Botteghedel Mondo (www.agices.org e www.assobdm.it)

Ecco di seguito alcuni esempi di attività:

InformazioneAl momento dell'adesione verrà fornito al Comune, attraverso uncd, un format personalizzato da stampare e posizionare nei luo-ghi di consumo di prodotti equosolidali (atri e sale d'attesa degliuffici, accanto alle macchinette di distribuzione automatica, all'in-terno delle mense, ecc.), che spiega la scelta di indirizzo e infor-ma i cittadini sui principi del commercio equo. La stampa delmateriale è a carico dello stesso Comune. È auspicabile inoltrefacilitare la diffusione dell'informazione attraverso i media locali.

SensibilizzazioneIn collaborazione con le organizzazioni di commercio equo edella società civile potranno essere organizzati, ad esempio,incontri pubblici ed eventi, ospitalità di produttori del Sud delmondo, sostegno ad un progetto concreto di commercio equo, la

253. COME DIVENTARE UNA CITTÀ EQUOSOLIDALE

ComePer inserire i prodotti del commercio equo e solidale è necessa-rio che siano previsti riferimenti specifici all'interno dei bandi digara relativi alle forniture alimentari, come già molti Enti localiitaliani hanno fatto.

In allegato 1 sono riportati esempi di bandi di gara relativi adiverse tipologie di ristorazione collettiva o di fornitura per idistributori automatici, in cui sono previsti i prodotti del commer-cio equo e solidale.

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273. COME DIVENTARE UNA CITTÀ EQUOSOLIDALE

pubblicazione di articoli all'interno del periodico comunale, larealizzazione di laboratori all'interno delle scuole.Le iniziative pubbliche possono essere diverse ma sono tutteadatte a testimoniare un impegno in favore dello sviluppo soste-nibile, di una cultura di pace e di una maggiore equità nei rap-porti tra Nord e Sud del mondo, che sottende il conferimento deltitolo di "città equosolidale".

COMPILARE LA SCHEDA DI ADESIONE

Va compilata la scheda di adesione che può essere richiesta allasegreteria della campagna oppure essere scaricata dal sitowww.cittaequosolidali.it

INVIARE VIA FAX

la scheda di adesione compilatacopia del versamento effettuato per il pagamento della quota diadesionecopia della mozione approvataogni documento che possa provare che le azioni indicate nei punti3 e 4 sono state realizzate (es. copia bando di gara per la risto-razione collettiva, brochure informative elaborate sul commercioequo e solidale, ecc.)

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UNA CAMPAGNA SOSTENIBILE4.

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314. UNA CAMPAGNA SOSTENIBILE

Anche la campagna "Città equosolidali" si pone obiettivi di soste-nibilità sociale e ambientale. Per questo, già dalla sua nascita, ha deci-so di adottare alcuni criteri nelle scelte di comunicazione, per valorizza-re gli strumenti e i soggetti. Il logo scelto, realizzato da una cooperati-va sociale che si occupa di servizi per la comunicazione, rispecchia lospirito della campagna: la rete del commercio equo e solidale che èrete di produttori e di consumatori, è inserita in un mappamondo emette in collegamento Nord e Sud. All'interno, si stagliano i profili dellacittà che partecipa a questo processo e può essere effettivamentemotore di cambiamento degli stili di vita e dei consumi. Abbiamo sceltoinoltre di privilegiare il supporto web e su cd piuttosto che il cartaceoe, laddove necessario, abbiamo utilizzato carta riciclata.

Al momento del conferimento del titolo sarà consegnata unariproduzione di un quadro della pittrice cilena Beatriz Aurora.

Beatriz Aurora è nata a Santiago del Cile, figlia dello storicomadrileno Leopoldo Castedo e della pianista catalana Pilar Mira,entrambi espatriati alla fine della guerra civile spagnola. Dopo il colpodi stato di Pinochet ha ripetuto l'esperienza dei genitori rifugiandosiprima in Spagna, poi a Cuba ed infine in Messico, dove ha iniziato adipingere esponendo le sue opere nelle gallerie di molti paesid'America ed Europa.

Da lì, la cultura e la lotta delle comunità indigene del Chiapasdivengono il soggetto preferito del suo lavoro che, nei suoi quadri, trovaun mezzo di comunicazione immediato e facilmente comprensibile datutti. A partire dal 1999 apre a San Cristobal de las Casas un piccolonegozio con l'intenzione di offrire a queste comunità un luogo dovepoter esporre e vendere i loro lavori. Grazie alla vendita dei bigliettie delle cartoline con i soggetti dei quadri di Beatriz, il negozietto si èingrandito ed è diventato il punto di riferimento per le comunità dellaregione. Da un suo dipinto abbiamo tratto le stampe dei poster che ven-gono consegnati al momento del conferimento del titolo di "Città equo-solidale", decorati dalla cornice lavorata da una cooperativa socialepadovana.

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ALLEGATO 1ESEMPI DI ATTI DI INDIRIZZO

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centrazione, secondo i dati della Banca mondiale, è una dellecause che ha fatto scendere il costo del chicco grezzo dell'80 percento, lasciando nelle mani dei coltivatori solo il 7 per cento delprezzo finale di un etto di caffè lavorato;

Che la coltivazione del caffè è una risorsa fondamentale pernumerosi Paesi, dall'America latina al sud-est asiatico, ed occupaoltre cinquanta milioni di lavoratori e milioni di imprese agricole,prevalentemente di piccole e medie dimensioni;

Che il totale della produzione mondiale, secondo i dati del 2001,è stata di 110 milioni di sacchi, 60 chili l'uno, con un consumo tota-le di 102 milioni di sacchi;

Che a seguito di questa crisi, le organizzazioni umanitarie preve-dono che, solo nel centro America, circa un milione e mezzosaranno le persone ridotte alla fame;

CONSIDERATO

Che negli ultimi anni il commercio equo e solidale si è rilevatouno dei modi più efficaci per promuovere lo sviluppo;

Che la Carta europea dei criteri del commercio equo e solida-le recita: "Il commercio equo e solidale è un approccio alterna-tivo al commercio convenzionale; esso promuove giustizia socialeed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e perl'ambiente, attraverso il commercio, l'educazione e l'azione poli-tica. Il suo scopo è riequilibrare i rapporti con i Paesi economica-mente meno sviluppati, migliorando l'accesso al mercato e le con-dizioni di vita dei produttori svantaggiati, attraverso una piùequa distribuzione dei guadagni. Il commercio equo e solidaleè una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella cate-na di commercializzazione: produttori, lavoratori, "Botteghe delmondo", importatori e consumatori.

355. ALLEGATO 1 - ESEMPI DI ATTI DI INDIRIZZO

MOZIONE COMUNE DI MILANO

I sottoscritti consiglieri comunali:

PRESO ATTO

Che la Camera dei Deputati in data 29/5/2003 ha deliberatouna mozione su questo argomento in cui venivano esposte in modo chia-ro ed articolato le ragioni che la sostenevano,

PREMESSO

Che il prezzo del caffè grezzo negli ultimi cinque anni è crollatodell'80 per cento, passando dai 550 dollari al quintale del 1997agli attuali cento dollari, con costi di produzione superiori al costodi vendita;

Che la stessa sorte ha avuto il prezzo del cacao, il quale, dopocirca 15 anni nei quali il cacao grezzo ha aumentato il suo valo-re, nel 2000 ha toccato il suo record negativo ventennale e taletendenza continua, creando notevoli problemi ai Paesi produtto-ri e alle centinaia di migliaia di persone che vivono della coltiva-zione delle piante del cacao;

Che il caffè è la terza merce scambiata nel mondo dopo petro-lio e acciaio, con una sua organizzazione, l'Organizzazione inter-nazionale del caffè (Oic) ed una borsa internazionale;

Che questo crollo è dovuto ad un forte aumento della produzio-ne, con l'aggiunta di un nuovo Paese produttore (il Vietnam), e adun consumo dal basso tasso di crescita;

Che oggi il 40 per cento del mercato mondiale del caffè è nellemani di quattro grandi multinazionali e che questa grande con-

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Che nella carta italiana i criteri del commercio equo e solidale,sottoscritta dalla maggior parte delle Botteghe del mondo edegli importatori del commercio equo italiani, sono accolti questistessi principi;

Che l'esperienza del commercio equo e solidale si è rilevato unimportante strumento per favorire lo sviluppo dell'uomo e perpromuovere regole internazionali in materia economica e com-merciale ispirate a maggiore giustizia ed equità tra nord e suddel mondo;

Che il principale obiettivo del commercio equo e solidale, abreve termine, è fornire maggiori opportunità ai piccoli produt-tori e ai lavoratori dei Paesi in via di sviluppo e, in tal modo,apportare un contributo alla promozione di uno sviluppo socialeed economico durevole per le loro popolazioni;

Che a più lungo termine, il commercio equo e solidale mira aorientare il sistema commerciale internazionale in un senso piùequo, istituendo un esempio ed esercitando pressioni su Governi,organizzazioni internazionali e imprese, affinché ne riconoscanoe adottino le componenti principali;

Che il commercio equo e solidale opera in senso positivo sullasensibilizzazione globale in merito alle relazioni nord-sud,soprattutto attraverso il rafforzamento della cooperazione dacittadino a cittadino;

Che il commercio equo e solidale garantisce ai produttori unrapporto continuativo ed un "prezzo equo", cioè che copre i costidi produzione, di esportazione, di importazione e di distribuzio-ne ed anche le necessità primarie del produttore. Il "prezzoequo" in alcuni casi è determinato sulla base degli standardinternazionalmente riconosciuti, come ad esempio il prezzo equo

375. ALLEGATO 1 - ESEMPI DI ATTI DI INDIRIZZO

Il commercio equo e solidale:

a) promuove migliori condizioni di vita nei Paesi economica-mente meno sviluppati, rimuovendo gli svantaggi soffertidai produttori per facilitarne l'accesso al mercato;

b) tramite la vendita di prodotti, divulga informazioni sui mec-canismi economici di sfruttamento, favorendo e stimolandonei consumatori la crescita di un atteggiamento alternativoal modello economico dominante e la ricerca di nuovimodelli di sviluppo;

c) organizza rapporti commerciali e di lavoro senza fini dilucro e nel rispetto e valorizzazione delle persone;

d) promuove i diritti umani, in particolare dei gruppi e dellecategorie svantaggiate;

e) mira alla creazione di opportunità di lavoro a condizionigiuste, tanto nei Paesi economicamente svantaggiati comein quelli economicamente sviluppati;

f) favorisce l'incontro fra consumatori critici e produttori deiPaesi economicamente meno sviluppati;

g) sostiene l'autosviluppo economico e sociale;

h) stimola le istituzioni nazionali ed internazionali a compierescelte economiche e commerciali a difesa dei piccoli pro-duttori, della stabilità economica e della tutela ambientale;

i) promuove un uso equo e sostenibile delle risorse ambientali;

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Che dai dati relativi all'anno 2000, tratti da "Fair Trade inEurope 2001", risulta che in Italia le Botteghe del mondo - orga-nizzazioni no profit che vendono prodotti equi e solidali - sono374, in Europa 2.740 in 18 Paesi. I supermarket che vendonoprodotti del commercio equo e solidale sono 2.620 in Italia,43.100 in 18 Paesi europei; Che gli importatori sono 7, conl'esclusione delle Botteghe che importano direttamente in Italia,97 in 18 Paesi europei; i volontari sono 1.500 in Italia, 96.000 in18 Paesi europei, con un fatturato stimato superiore ai16.100.000 euro in Italia, 369.000.000 euro in Europa;

VALUTATO

Che numerosi comuni italiani hanno emanato specifiche delibereper favorire l'uso di prodotti equi e garantiti nelle manifestazio-ni pubbliche promosse dagli enti locali e da organismi del decen-tramento;

Che le regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Toscana,Veneto e Umbria hanno emanato apposite leggi regionali per lapromozione e lo sviluppo del commercio equo e solidale;

Che il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione l'8 otto-bre 1991 sul sostegno attivo ai piccoli coltivatori di caffè delterzo mondo, mediante una politica mirata di approvvigionamen-to e di introduzione di tale prodotto di provenienza del commer-cio equo e solidale nelle istituzioni comunitarie;

Che il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sullapromozione del commercio equo e solidale fra nord e sud, la n.A3-0373/93 del 19 gennaio 1994;

Che nel 1998 è stata approvata dal Parlamento europeo la riso-luzione n. 198/98 sul commercio equo e solidale, nella quale,tra l'altro, si chiede alla Commissione europea:

395. ALLEGATO 1 - ESEMPI DI ATTI DI INDIRIZZO

minimo per il caffè, che si basa su quei 120 dollari per 100 librefissati come prezzo minimo negli accordi internazionali, in altri leorganizzazioni del commercio equo e i produttori stabiliscono dicomune accordo il "prezzo equo", sulla base del costo dellematerie prime, del costo del lavoro locale, della retribuzionedignitosa e regolare contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Il"prezzo equo" viene mantenuto anche nei casi in cui crolli il prez-zo, garantendo comunque al produttore, grazie all'eliminazionedi tutte quelle intermediazioni speculative dalla filiera produtti-va e distributiva, un sicuro guadagno;

Che in Europa sono nati diversi marchi di garanzia nazionali perla necessità di inserire i prodotti equo e solidali anche in canalidistributivi tradizionali nazionali: il primo di essi, Max Havelaar,è stato fondato nel 1986 in Belgio, per poi diffondersi in Francia,Svizzera, Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia; di seguito,sono nati TransFair International in Germania, Austria,Lussemburgo, Giappone, Stati Uniti, Canada e Italia; inInghilterra il marchio di garanzia porta il nome di Fair TradeFoundation e in Irlanda di Irish Fair Trade Network;

Che in Italia, dopo la nascita del marchio di garanzia TransFair,gestito dall'associazione TransFair Italia, associazione senzascopo di lucro costituita da organizzazioni che operano nelcampo della solidarietà, della cooperazione internazionale, del-l'educazione allo sviluppo e aderente a FLO (Fair Trade LabelOrganization), nel 1994, per i prodotti del commercio equo esolidale, prima presenti in Italia solo nelle Botteghe del mondo(circa 200 punti vendita nel 1995) e in alcuni canali di piccolodettaglio, è iniziata la diffusione in mercati più ampi e, in parti-colare, in alcune catene della grande distribuzione organizzata;

Che secondo i dati provenienti da varie agenzie di ricerca, i pro-dotti equi e solidali sono disponibili in circa il 35 per cento delladistribuzione italiana;

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di essi hanno cercato di ridurre tale dipendenza associandosi incooperative e mettendo in comune risorse, attrezzature e compe-tenze tecniche e, talvolta, anche servizi collettivi, come la sanitàe l'istruzione;

Che le organizzazioni commerciali alternative possono dare unaspinta decisiva allo sviluppo di queste cooperative, con il paga-mento di un prezzo equo e con la prestazione di assistenza divario tipo;

Che tra le iniziative di questo genere possono rientrare il paga-mento di anticipi ai produttori e l'instaurazione di rapporti con-trattuali che offrano a questi ultimi una sicurezza a lungo termi-ne. In questo modo viene garantita la stabilità dei redditi, facili-tando la pianificazione e l'investimento, e i produttori possonoesercitare un maggiore controllo sulla trasformazione e commer-cializzazione dei loro prodotti. Una parte del reddito può esse-re persino utilizzata per accrescere la capacità, per esempio invista della costituzione di organizzazioni di produttori o per l'al-lestimento di strutture che permettano di aggiungere valore,come la trasformazione del caffè;

Che va sottolineato che i profitti ricavati dal commercio equo esolidale vanno a beneficio di un'intera comunità e non di singoliindividui e che tale commercio fa leva sulla consapevolezza e lascelta critica del consumatore finale che decide talvolta di paga-re un prezzo maggiore per determinati prodotti, sia per la loroqualità che per il loro valore etico;

Che il concetto di commercio equo e solidale si applica princi-palmente agli scambi tra Paesi in via di sviluppo e Paesi econo-micamente avanzati. Esso non incide direttamente sui beni pro-dotti all'interno dell'Unione europea, dove le norme sociali edambientali sono già sancite dalla legge;

415. ALLEGATO 1 - ESEMPI DI ATTI DI INDIRIZZO

"a) di fare in modo che il sostegno al commercio equo e soli-dale diventi elemento integrante della politica estera dicooperazione allo sviluppo e commerciale dell'Unioneeuropea, compreso lo sviluppo di codici di condotta per lesocietà multinazionali operanti nei Paesi in via di sviluppoe, in particolare, di garantire un adeguato coordinamentotra le direzioni e i servizi competenti, nonché di istituire lenecessarie strutture amministrative per metterlo in pratica.

b) che la promozione del commercio equo e solidale sia inse-rita come strumento di sviluppo nella conclusione di unnuovo accordo con i Paesi dell'Africa, dei Caraibi e delPacifico (Acp)";

Che la comunicazione della Commissione europea al Consiglio sulcommercio equo e solidale del 1999 recita: "Va rilevato che, seil commercio equo e solidale può essere considerato come unaforma di "commercio leale", di solito il termine viene utilizzatoper designare pratiche commerciali non solo moralmente corret-te, ma specificamente intese a rafforzare la posizione economicadei piccoli produttori, che, altrimenti, rischiano di trovarsi margi-nalizzati dai flussi di scambio convenzionali. Si parla più propria-mente di "commercio leale" o di "pratiche commerciali moralmen-te corrette" in riferimento alle attività delle società multinaziona-li operanti nei Paesi in via di sviluppo (per esempio codici di con-dotta), intese a dimostrare le loro responsabilità etiche e socialinei confronti dei dipendenti;

Che la citata comunicazione della Commissione al Consiglio del1999 ha definito al punto due che la pratica del commercioequo e solidale favorisce particolarmente i piccoli produttori,soprattutto agricoltori e artigiani, i quali spesso vivono in regionirurali periferiche e non producono in quantità sufficiente peresportare direttamente, cosicché dipendono da intermediari, siaper la vendita dei prodotti che per l'assunzione di credito. Alcuni

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metà. Tuttavia, il caffè equo e solidale rappresenta appena il 2per cento di tutto il caffè commercializzato nell'Unione europea;

Che nell'insieme, l'11 per cento della popolazione dell'Unioneeuropea ha già acquistato prodotti equi e solidali, con ampievariazioni da un Paese all'altro, che vanno dal 3 per cento inPortogallo e Grecia al 49 per cento dei Paesi Bassi;

Che la libera imprenditoria, la produzione e la vendita del caffèsono minacciate dalla concentrazione in poche mani del controllodel mercato mondiale, che delocalizza la grande produzioneverso aree nuove a più basso costo salariale e sociale, determi-nando bassissimi costi alla produzione, a cui, peraltro, non corri-spondono poi investimenti di sviluppo o diminuzioni di prezzo aldettaglio. È un sistema di globalizzazione selvaggio, che, di fatto,nega qualsiasi libertà di mercato e di concorrenza leale, depre-dando il territorio e sfruttando le manodopere locali con formedi lavoro e di remunerazione spesso simili alla schiavitù;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

A favorire la diffusione del commercio equo e solidale, comestrumento aggiuntivo di sviluppo, con particolare riferimento agli acqui-sti dell'Amministrazione Comunale e delle istituzioni pubbliche(Municipalizzate o al Comune collegate) nonché alle esigenze dei paesicolpiti dal crollo dei prezzi del caffè, considerando in modo particola-re la diversificazione delle produzione verso il caffè di qualità specia-le e biologica;

A sollecitare in tale direzione le Amministrazioni delle società col-legate al Comune che lavorano materie alimentari e che potrebberosostenere attraverso acquisti mirati il commercio equo e solidale rivol-gendosi alle organizzazioni sopra illustrate;

435. ALLEGATO 1 - ESEMPI DI ATTI DI INDIRIZZO

Che le azioni in materia di commercio equo e solidale sorgonoper iniziativa di organizzazioni non governative private. Esse sibasano su un sistema di incentivi, nel senso che poggiano sullascelta dei consumatori e non cercano di manovrare il commercioo di erigere barriere per impedire l'accesso al mercato di taluniPaesi. Il consumatore ha così la possibilità di elevare il tenore divita dei produttori nei Paesi in via di sviluppo, grazie ad unapproccio sostenibile ed orientato verso il mercato;

Che la Commissione europea, nella comunicazione n. 366 del2002, "Promoting an European framework for Corporate SocialResponsibility", nel paragrafo 3.4, "Social and eco-labels", enella comunicazione n. 416 del 2002, "Promoting Core LabourStandards and Improving Social Governance in the Context ofGlobalisation", paragrafo 5.3, "Private and voluntary schemesfor the promotion of core labour standards: Social labelling andindustry codes of conduct", sostiene la necessità di sistemi chiaridi certificazione sociale e definisce, tuttavia, l'esperienza deimarchi di garanzia di commercio equo e solidale come unadelle esperienze più avanzate di certificazione sociale;

Che i prodotti attualmente venduti nell'Unione europea, attraver-so le varie iniziative di commercio equo e solidale, sono princi-palmente caffè, manufatti artigianali, tè, cioccolato, frutta secca,miele, zucchero, banane ed altri, tra i quali recano attualmente ilmarchio di garanzia di commercio equo e solidale: caffè,cacao, banane, zucchero, miele, tè, succhi, riso, fiori e palloni.Secondo le stime, il fatturato nell'Unione europea si aggiravaintorno a 175 milioni di euro nel 1994 e tra i 200 e i 250 milio-ni di euro nel 1997;

Che di questo fatturato globale, il 60 per cento circa è costituitoda prodotti alimentari, di cui il caffè rappresenta a sua volta la

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MOZIONE PROVINCIA DI FERRARA

Consiglio Provinciale – seduta del 28.9.2005 Deliberazione n. 124 Prot. Gen. 93395 OGGETTO: Ordine del Giorno su adesione alla Campagna“Città eque” e sostegno al Commercio equo e solidale.

Premesso:

che il Commercio Equo e Solidale è un eccellente mezzo, com-plementare alle pratiche di cooperazione decentrata, non soltanto perinformare e sensibilizzare i cittadini sul problema degli squilibri econo-mici ed ambientali, ma anche e soprattutto per permettere loro di agireconcretamente.

Tenuto conto:

che nel 2002, durante il Summit mondiale sullo sviluppo sosteni-bile a Johannesburg, molti Stati si sono impegnati a promuoverelo sviluppo sostenibile e particolarmente gli acquisti pubblici etici;che l'impegno delle comunità locali a favore del commercio equorappresenta un contributo per l'applicazione di un'Agenda 21locale: sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale si incontrano;che nel 2003 la Camera dei Deputati ed il Senato hanno appro-vato all'unanimità una Mozione che impegna il Governo e le isti-tuzioni a promuovere il Commercio Equo e Solidale come "ori-ginale forma di lotta alla povertà fondata sul commercio";che nel 2004 e nel 2005 diverse Amministrazioni locali introdu-cono il Commercio equo e Solidale nelle proprie attività attra-verso specifici bandi di gara e avviano attività di sensibilizzazio-ne sui propri territori.

455. ALLEGATO 1 - ESEMPI DI ATTI DI INDIRIZZO

Ad informare, attraverso gli uffici competenti, tutte le realtàappartenenti alle categorie merceologiche del commercio equo e soli-dale, aderenti alla Carta italiana dei criteri del commercio equo esolidale presenti a Milano, delle iniziative locali (Feste di quartiere,Feste di zona, Feste di via) affinché queste realtà possano partecipar-vi con le loro strutture;

Ad individuare spazi adeguati per le iniziative espositive pro-mosse dalle realtà appartenenti alle categorie merceologiche del com-mercio equo e solidale aderenti alla Carta italiana dei criteri del com-mercio equo e solidale presenti ed operanti a Milano;

A riconoscere l'importanza dei prodotti del commercio equosolidale garantiti secondo gli standard delle organizzazioni esterne dicertificazione del fair trade, come le organizzazioni associate FairtradeLabelling Organizations, qualora detti standard vengano assimilati aquelli della tradizione giuridica comunitaria e, comunque, a quelli rico-nosciuti a livello internazionale ed inoltre ad incoraggiare, allo stessomodo, i prodotti importati e commercializzati secondo i criteri stabilitidalla carta italiana dei criteri del commercio equo e solidale immessisul mercato italiano da importatori e Botteghe del mondo, che l'hannosottoscritta;

A svolgere campagne di sensibilizzazione verso l'opinione pub-blica sulle esperienze di commercio equo e solidale, quale strumentodi contrasto alla povertà.

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MOZIONE REGIONE TOSCANA

MOZIONE n. 640 approvata nella seduta del 21 gennaio 2004.OGGETTO: Per il sostegno al commercio equo e solidale.

IL CONSIGLIO REGIONALE

Premesso che:

Negli ultimi anni anche in Italia si è affermato un approccio alter-nativo alle tradizionali forme di produzione, commercio e consumo,incentrato sul parametro etico. In questo contesto ha assunto un rilievoparticolare il settore del commercio equo e solidale, una originaleforma di lotta alla povertà basata su un prezzo più equo pagato ailavoratori, relazioni commerciali durature, opere sociali per le comunitàcoinvolte, sostenibilità ambientale dei processi di lavorazione. Tale com-mercio coinvolge oramai un discreto numero di Punti vendita distribuitiin tutto il territorio nazionale, è conosciuto da un numero crescente diconsumatori e, in genere, è abbinato ad iniziative di carattere culturalefortemente apprezzate dall'opinione pubblica. La Toscana è la quintaregione in Italia in ordine alla presenza ed al fatturato del commercioequo e solidale ed al numero di volontari, soci, operatori che ruotanoattorno a questa esperienza;

Il commercio equo e solidale è stato riconosciuto dal Parlamentoeuropeo (risoluzione n. 198 del 2 luglio 1998), strumento per favorirelo sviluppo dell'uomo e promuovere regole internazionali in materiaeconomica e commerciale ispirate a una maggiore giustizia ed equitàtra Nord e Sud e come tale individuato quale settore da sostenereattraverso la creazione di un marchio comune e appositi incentivi com-merciali;

Il Parlamento italiano è attualmente impegnato ad individuare leforme più idonee per un riconoscimento legislativo del commercio equo,

475. ALLEGATO 1 - ESEMPI DI ATTI DI INDIRIZZO

Tenuto conto inoltre:

che è stata promossa la campagna "Città Eque" da FairtradeTransFair Italia, Coordinamento nazionale degli Enti Locali per lapace ed i diritti e dal Coordinamento nazionale agenda 21;che il 14 ottobre 2005 si terrà a Roma la presentazione dellacampagna "Città eque"

IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI FERRARA

Aderisce alla campagna "Città eque";

Si impegna:

a certificazione sulla salubrità e qualità acquisite, ad inserire neipropri consumi i prodotti del Commercio Equo e Solidale (adesempio, utilizzo del caffè e bevande equosolidali nei distributo-ri automatici, di zucchero equo ecc…);ad introdurre i prodotti equosolidali nelle mense scolastiche, delpersonale ed in altri luoghi della ristorazione collettiva gestitadall'ente in accordo con i progetti del personale incaricato;a considerare all'interno dei bandi di gara relativi alle forniturealimentari l'inserimento dei prodotti del Commercio Equo eSolidale;a sensibilizzare il proprio personale e i cittadini sul CommercioEquo e Solidale.

IL SEGRETARIO GENERALE Dott. Angelo Nardella

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Filippo Farinelli

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495. ALLEGATO 1 - ESEMPI DI ATTI DI INDIRIZZO

mentre la Camera dei Deputati ha recentemente compiuto un attoimportante sotto il profilo simbolico, ma anche concreto, scegliendo diacquistare ed usare generi alimentari dei commercio equo e solidalenei vari punti di ristoro interni a questo ramo del Parlamento;

La Regione Toscana ha in essere numerosi progetti di cooperazio-ne per lo sviluppo in diverse aree dei Sud dei pianeta, che sono uno deirisvolti di una politica attenta alle ragioni della solidarietà e della giu-stizia sociale, ed ha opportunamente fornito il proprio patrocinio ad"Equofesta", prima fiera del commercio equo e solidale che si terrà nelmese di settembre a Firenze;

Per questi motivi

IMPEGNALA GIUNTA REGIONALE

ED IL CONSIGLIO REGIONALE

A verificare la possibilità di promuovere e favorire, anche attra-verso atti legislativi, l'utilizzo dei prodotti equosolidali nelle scuole e neidiversi enti pubblici;

IMPEGNALA GIUNTA REGIONALE

E GLI APPOSITI ORGANISMI DEL CONSIGLIO REGIONALE

A valutare la proposta, da rivolgere ai gestori dei punti di risto-ro della Regione Toscana, di acquisto dei prodotti alimentari del mer-cato equo e solidale nelle forme che si riterranno rnigliori e possibili.

La presente è mozione è pubblicata sul Bollettino Ufficiale dellaRegione Toscana.

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ALLEGATO 2ESEMPI DI BANDI DI GARA

6.

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DESCRIZIONE CRITERI PUNTEGGIOMAX

A Costo pasto comprensivo della gestione per la refezionescolastica e il centro Socio Educativo

...

A1 Costo pasto comprensivo della gestione per gli asili nido ...

B Caratteristiche metodologiche ed organizzative per l'ese-cuzione del servizio e gestione degli imprevisti nella refe-zione scolastica

...

C Prodotti DOP "Denominazione di Origine Protetta" eProdotti IGP "Indicazione Geografica Protetta" con parti-colare specificità alla Regione Lombardia con elenco deifornitori, delle derrate e frequenza settimanale di sommi-nistrazione prodotti offerti

...

D1 Provenienti da Aziende appartenenti al circuito del commer-cio equo e solidale e cooperativistico con elenco delle derra-te e frequenza settimanale di somministrazione e utilizzo.I prodotti e i produttori proposti devono risponderei allecaratteristiche previste dalla Mozione del ParlamentoEuropeo del 2.7.98 n. 198 e comunicazione del ConsiglioEuropeo del 29.11.1999 - n.619 con elenco dei fornitori,delle derrate e frequenza settimanale di somministrazione

...

D2 Prodotti biologici, esclusivamente provenienti da filiera dedi-cata Bio con elenco dei fornitori, delle derrate e frequenzasettimanale di somministrazione

...

E Progetti di qualità e miglioramento del servizio con l'indi-cazione dei tempi e delle modalità di realizzazione

...

F Garanzie per il trasporto dei pasti veicolati ...

G Modalità di rilevazione presenze e trasmissione dati alservizio riscossione rette del Comune

...

H Realizzazione di corsi di formazione con particolare rife-rimento al commercio equo e solidale, al consumo critico,allo sviluppo sostenibile e di campagne di comunicazionee informazione per genitori, alunni, docenti

...

TOTALE 100

536. ALLEGATO 2 - ESEMPI DI BANDI DI GARA

RISTORAZIONE COLLETTIVA

Art. (da definire) - Criterio di aggiudicazione

L'Appalto sarà affidato con il sistema dell'appalto concorso conl'osservanza delle norme previste dal D.lgs. 157\1995 e successivemodifiche e integrazioni, con aggiudicazione, ai sensi dell'articolo 23comma 1 lettera b) del suddetto decreto legislativo, all'offerta econo-micamente più vantaggiosa, valutata sulla base dei seguenti elementi,elencati in ordine decrescente di importanza, ai quali è riservato unpunteggio massimo di 100 punti, così suddivisi:

Esempio di bando per la ristorazione collettiva (mensa)scolastica con assegnazione di punteggio alle aziendeche introducono prodotti del commercio equo e solidale

Di seguito si riporta un modello illustrativo di definizione dei criteri perl’aggiudicazione del bando d’appalto.Accanto ai criteri utilizzati usualmente di cui si propone una definizioneindicativa a puro titolo esemplificativo, sono evidenziati i criteri di inseri-mento di prodotti equo solidali e biologici.

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esclusione dal ciclo produttivo di alimenti per cui, almomento della somministrazione, sia superato il termineminimo di conservazione;razionalizzazione dei tempi di approvvigionamento dellematerie prime non deperibili in modo tale da non determi-nare uno stoccaggio della stessa merce per oltre 30 gior-ni; per gli alimenti deperibili il rifornimento deve avvenirecon modalità tali da garantire il mantenimento fino al con-sumo di requisiti di freschezza;obbligo di esibire, su richiesta, un referto analitico compro-vante la rispondenza del prodotto alla qualità dichiarata;divieto di congelare pane ed alimenti già scongelati, non-ché divieto di congelare altre materie prime acquistatefresche, in assenza di specifiche autorizzazioni da partedell'ASL.

Nell'obbligo di attivazione di un Sistema HACCP conforme alladirettiva CEE 93/43 e di un Sistema di Qualità conforme alle normeISO, afferisce in ogni caso la definizione di standard qualitativi merceo-logici, bromatologici, chimici e microbiologici e di protocolli operativi,atti ad assicurare in ogni fase, anche attraverso opportuni campiona-menti, il controllo della qualità delle materie prime.

Prodotti biologici e prodotti dal commercio equo e solidale

I prodotti biologici, vegetali e animali, derivano da produzionigarantite e certificate da organismi esterni riconosciuti dal Ministerodell'Agricoltura.

Le produzioni con metodo biologico escludono l'impiego di pro-dotti chimici di sintesi e sistemi di forzatura delle produzioni.

Tali prodotti sono disciplinati dal Regolamento CEE n. 2092/91 edal decreto n. 338 del 25/5/92 del Ministero Agricoltura e Foreste esono sottoposti a controlli di cui al D.M. 17915/GL775 del 31//12/92da parte degli Enti competenti; in base a tale Regolamento, per ogni

556. ALLEGATO 2 - ESEMPI DI BANDI DI GARA

Art. (da definire) - Caratteristiche merceologiche degli alimenti

Le caratteristiche di seguito evidenziate rappresentano un vinco-lo-base nella scelta delle materie prime, a tutela della sicurezza igieni-co-nutrizionale del pasto.

In un'ottica di potenziamento qualitativo globale ed in particola-re della palatabilità del piatto, la competenza professionale del gesto-re può e deve esprimersi nel dettagliare quelle caratteristiche aggiun-tive di ogni categoria merceologica che, in relazione alle tecnologie diproduzione e distribuzione ed alle caratteristiche del piatto, consenta-no il raggiungimento di sempre maggiori livelli di performance del ser-vizio e di soddisfazione dell'utenza. In questo senso, ad esempio, il pre-sente documento delinea le caratteristiche delle carni bovine sotto ilprofilo dei contenuti della legislazione comunitaria, della conformazio-ne e dello stato di ingrassamento.

Nella stesura del documento si è evitato di dettagliare espressa-mente i parametri attribuiti quando già impliciti nella legislazione disettore e nella classificazione merceologica. Si è scelto invece di inte-grare il livello della normativa con alcune regole e protocolli atti a svi-luppare livelli crescenti di rispetto e controllo di qualità.

In questa prospettiva si inseriscono le seguenti clausole:obbligo di certificazione della categoria merceologica adogni consegna e messa a disposizione della certificazionestessa, su richiesta degli organi di controllo;

Esempio di bando per la ristorazione collettiva (mensa)scolastica con la richiesta specifica di alcuni prodotti delcommercio equo e solidale

Di seguito si riporta un modello illustrativo di definizione dei criteri perl’aggiudicazione del bando d’appalto.Accanto ai criteri utilizzati usualmente di cui si propone una definizioneindicativa a puro titolo esemplificativo, sono evidenziati i criteri di inseri-mento di prodotti equo solidali e biologici.

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Inoltre la Ditta dovrà provvedere alla somministrazione, almenon. 1 volte alla settimana, e comunque sempre quando previsto dal menù,di banane (oppure cioccolato o altri prodotti) provenienti dal commer-cio equo e solidale. Tutte le organizzazioni e tutti i produttori apparte-nenti al circuito equo e solidale che hanno le caratteristiche previstedalla Mozione del Parlamento Europeo del 02/07/98 A4-198/98 edalla Comunicazione n. 4 della Commissione al Consiglio Europeo del29/11/99 - COM 1999/619, sono da ritenersi idonee, anche se nonassociate Ifat.

576. ALLEGATO 2 - ESEMPI DI BANDI DI GARA

Stato membro è stata definita l'indicazione concernente il metodo diproduzione biologico.

Un prodotto può recare in etichetta l'indicazione del prodottobiologico unicamente se:

il prodotto deriva da un metodo di produzione agricolo;il prodotto è stato ottenuto nel rispetto delle normativespecifiche per quanto riguarda prodotti fitosanitari o trat-tamenti fitoiatrici, detergenti, concimi e ammendanti;nel caso di prodotti composti o trasformati, almeno il 95%degli ingredienti di origine agricola del prodotto è o pro-viene da prodotti come descritto al punto precedente e gliingredienti di origine agricola sono tra quelli autorizzatiper la produzione con metodi biologici;il prodotto o i suoi ingredienti non sono stati sottoposti,durante la preparazione, a trattamenti mediante raggiionizzanti o che prevedono l'uso di sostanze non consentite;il prodotto è stato ottenuto senza l'impiego di organismigeneticamente modificati e/o prodotti derivati da taliorganismi;il prodotto è stato preparato da un operatore assogget-tato alle misure di controllo e deve riportare il nome e/oil numero di codice dell'autorità o dell'organismo di con-trollo cui è assoggettato l'operatore che ha effettuato l'ul-tima operazione di preparazione.

Tutti i prodotti biologici devono avere in etichetta il marchio cheidentifica il prodotto e il nome dell'Ente Certificatore, con relativo nume-ro di riconoscimento.

Al fine di mantenere il livello qualitativo della preparazione deipasti raggiunto attualmente dal servizio di refezione, dovranno tassati-vamente essere prodotti biologici i seguenti alimenti:

frutta e verdura di stagione.

È fatto assoluto divieto di utilizzo di alimenti e/o preparatiO.G.M.

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DESCRIZIONE PUNTEGGIOMAX

b. Progetto di informatizzazione del servizio di mensa sco-lastica.Il progetto verrà valutato sulla base dei seguenticriteri di massima:- valutazione generale del progetto;- possesso della certificazione Qualità UNI EN ISO9000 della softwarehouse.

...

c. Organigramma del personaleIndicazione della qualificadel personale, con particolare riferimento a- curriculum formativo e professionale di direttore, dieti-sta e cuochi (titolo di studio conseguito, anni di esperien-za maturati nel settore, ecc.);- piano di formazione e aggiornamento del personale

...

d. Offerte migliorative- Sostituzione o introduzione di nuove attrezzature, oltrea quelle già previste dal Capitolato Speciale diAppalto;- interventi migliorativi sulle strutture, oltre a quelli giàprevisti dal Capitolato Speciale di Appalto;- organizzazione di corsi di educazione alimentare, indi-candone contenuti, durata e destinatari;- giornate particolari di animazione;- altre offerte migliorative.

...

e. Qualità delle derrate alimentariProdotti provenienti da agricoltura biologica e altretipologie di prodotti di cui all'Art.. 59, comma 4, dellalegge 488/99

...

f. Qualità delle derrate alimentariProdotti del commercio equo e solidale offerti inaggiunta a quelli specificatamente richiesti dalComune …

...

TOTALE 100

596. ALLEGATO 2 - ESEMPI DI BANDI DI GARA

Art. (da definire) - Modalità di aggiudicazione dell'appalto

La gara verrà espletata mediante procedura di Pubblico Incanto(articolo 6, comma1, lettera a) del Decreto Legislativo 17 marzo 1995n. 157 con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa aisensi dell'art. 23, comma 1, lettera b) del suddetto Decreto Legislativo.

Alle offerte sarà attribuito un punteggio complessivo massimopari a 100, come dettagliato in centesimi nella tabella che segue.

Punteggio complessivo massimo pari a 100;Votazione espressa in centesimi.

DESCRIZIONE PUNTEGGIOMAX

1.Offerta economica ...

2. Offerta tecnica (suddivisa nei seguenti punti):

a. Organizzazione del servizioDescrizione del progetto di servizio che si intende attua-re in relazione ai compiti descritti dal presenteCapitolato Speciale d'Appalto, suddiviso nelle singolefasi operative, avendo cura di indicare:- le procedure di approvvigionamento, conservazione,preparazione, cottura e distribuzione dei pasti;- il piano di sanificazione e disinfezione del centro cottura.Per ogni fase del servizio si richiede inoltre di indicaregli operatori da adibire al servizio stesso (compreso ilresponsabile del servizio), specificando per ognuno diessi le mansioni, le ore di servizio giornaliero, le fasceorarie giornaliere, il monte ore settimanale.

...

Esempio di bando per la ristorazione collettiva - mensaaziendale per dipendenti comunali

Di seguito si riporta un modello illustrativo di definizione dei criteri perl’aggiudicazione del bando d’appalto.Accanto ai criteri utilizzati usualmente di cui si propone una definizioneindicativa a puro titolo esemplificativo, sono evidenziati i criteri di inseri-mento di prodotti equo solidali e biologici.

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nel presente capitolato. Sarà, inoltre, effettuata attività di vigilanza neilocali del centro di cottura ed in particolare in quelli adibiti a magaz-zino-deposito per accertare l'ottimale conservazione delle derrate. Sedel caso, potranno essere richiesti interventi ispettivi di vigilanza daparte dell'autorità sanitaria. Qualora i suddetti incaricati riscontrasserodifformità alle prescrizioni contenute nel presente capitolato, o accer-tassero qualità inferiore della merce rispetto a quella stabilita, saran-no formulati i richiami ed applicate le penali ai sensi dell'art. … delpresente Capitolato d'Appalto.

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 59, punto 4, della Legge23.12.1999 n. 488 la ditta aggiudicataria dovrà prevedere, nellediete giornaliere, l'utilizzazione di prodotti biologici, tipici e tradiziona-li, quelli a denominazione protetta, nonché ove fosse possibile di pro-dotti provenienti dal circuito del commercio equo e solidale con rife-rimento alla Mozione del Parlamento Europeo 198/98/CE e allaComunicazione1999/619 della Commissione al Consiglio, tenendoconto delle linee guida e delle altre raccomandazioni dell'Istituto nazio-nale della nutrizione.

616. ALLEGATO 2 - ESEMPI DI BANDI DI GARA

Art. (da definire) - Approvvigionamento e gestione derrate ali-mentari

La ditta aggiudicataria dispone l'approvvigionamento delle der-rate alimentari da fornitori di propria fiducia. Le materie prime impie-gate per la preparazione dei cibi e i prodotti da somministrare agliutenti, devono corrispondere ai requisiti qualificanti 1^ qualità o 1^scelta.

Le derrate devono avere confezione ed etichettatura conformealle leggi vigenti: D.Lgs. 27.01.1992 n. 109, D.Lgs. 110/1992 (integra-to e parzialmente sostituito dal D.Lgs. 23.6.2003 n.181) e successivemodificazioni ed integrazioni, D.Lgs. 111/1992.

Non sono ammesse etichettature incomplete e non in lingua italia-na.

La merce deve essere stoccata in ambiente idoneo ad assicurar-ne la conservazione, confezionata ed imballata nel rispetto delle normeigienico sanitarie che disciplinano la materia.

La ditta aggiudicataria è direttamente responsabile della buonaconservazione delle derrate immagazzinate e dei cibi preparati per ilconfezionamento dei pasti. Qualsiasi conseguenza dannosa derivanteda comportamenti non conformi alle prescrizioni di legge (cattiva con-servazione, merce avariata, prodotti scaduti, ecc.) fa carico direttamen-te alla ditta.

La ASL … , mediante propri incaricati, eserciterà nel corso delcontratto un costante e rigoroso controllo sulla qualità delle materieprime e dei prodotti approvvigionati dalla ditta operando, inoltre, veri-fiche sulla corrispondenza delle merci alle caratteristiche individuate

Esempio di bando/capitolato per la ristorazione colletti-va ospedaliera

Di seguito si riporta un modello illustrativo di definizione dei criteri perl’aggiudicazione del bando d’appalto.Accanto ai criteri utilizzati usualmente di cui si propone una definizioneindicativa a puro titolo esemplificativo, sono evidenziati i criteri di inseri-mento di prodotti equo solidali e biologici.

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a) Offerta Economica - max ... puntib) Qualità del servizio offerto - max ... puntiVerranno presi in considerazione i seguenti parametri, per i quali

sarà data particolare importanza, ove possibile, alle caratteristiche asostegno dell'ambiente:

b1) modalità operative nell'espletamento del servizio e con-dizioni migliorative rispetto a quelle descritte nel presentecapitolato (ad esempio indicazioni relative a disponibilitàdi resti in moneta, posizionamento di macchine scambiatri-ci di monete, organizzazione in termini di persone e mezzidestinati al servizio in oggetto, tempi di intervento in casodi guasti, ecc…);max ... punti

b2) prospetto dei prezzi di vendita dei prodotti di consumo (loschema da riprodurre è quello indicato al successivo art. … edi prezzi proposti non dovranno essere superiori a quelli ivi spe-cificati; la commissione provvederà a tradurre in termini percen-tuali gli sconti offerti (considerando con maggior peso quellirelativi alle bevande calde, al caffè proveniente dal commercioequo e solidale, all'acqua) calcolando poi un'unica percentualedi sconto medio e quindi assegnando i punteggi in manierainversamente proporzionale);max ... punti

b3) caratteristiche merceologiche dei prodotti offerti (partico-lare considerazione sarà rivolta alla proposta di prodotti:di provenienza equo solidale;

b4) biologici;esenti o.g.m.

S'intende che le suddette attestazioni dovranno essere debitamen-te documentate da parte della ditta aggiudicataria).max ... punti

636. ALLEGATO 2 - ESEMPI DI BANDI DI GARA

DISTRIBUTORI AUTOMATICI DI BEVANDE E SNACK

Art. (da definire) - Quantità e caratteristiche tecniche

La quantità e le caratteristiche tecniche delle macchine devonoessere quelle di seguito riassunte e specificatamente indicatenell'Allegato A del presente Capitolato con i relativi indirizzi in cuiandranno ubicate:

_ n° … - macchine per l'erogazione di elevate quantità di pro-dotti per prima colazione (caffè, latte, tè, cappuccino, cioccolato e orzo)idonee per un'ampia autonomia di lavoro; N.B. in virtù di quanto evi-denziato all'art. … tali distributori automatici dovranno essere carat-terizzati in maniera adeguata, mettendo in evidenza la presenza dicaffè proveniente dal commercio equo e solidale;

Ogni distributore funzionante con sistema automatico deve esse-re in grado di erogare i prodotti con l'inserimento di monete. Oltre chea monete le macchine devono essere in grado di erogare prodotti consistemi alternativi (tessere, microchip, ecc.). Le macchine devono essereconformi, per caratteristiche tecniche ed igieniche, alle normative vigen-ti in materia.

Art. (da definire) - Modalità di aggiudicazione del servizio

L'Amministrazione Comunale aggiudica il servizio, in esito ad astapubblica, alla Ditta che presenterà l'offerta economicamente più van-taggiosa, valutata in base ai seguenti criteri e relativi coefficientiespressi in centesimi:

Esempio di bando/capitolato per i distributori automaticidi snack e bevande calde e fredde

Di seguito si riporta un modello illustrativo di definizione dei criteri perl’aggiudicazione del bando d’appalto.Accanto ai criteri utilizzati usualmente di cui si propone una definizioneindicativa a puro titolo esemplificativo, sono evidenziati i criteri di inseri-mento di prodotti equo solidali e biologici.

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calde da colazione quali caffè, tè, latte, cappuccino, orzo e cioccolato,merendine dolci o salate preconfezionate a lunga conservazione.

Prezzi massimi di vendita e Caratteristiche dei prodotti

N.B. si precisa che tutte le macchine di distribuzione automa-tica di bevande calde dovranno obbligatoriamente erogare caffèprodotto con miscele provenienti dal commercio equo e solidale, cosìcome tutte le altre bevande contenenti caffé.

Tutte le macchine di distribuzione automatica di snack dovran-no destinare una percentuale significativa delle posizioni disponibi-li a prodotti del commercio equo e solidale. Tutte le macchine didistribuzione automatica dovranno destinare appositi spazi informa-tivi sul commercio equo e solidale destinati agli utenti.

Tipologia prodotti Euro chiave Euro moneta

Bevande calde … …

Bevande calde arricchite ed orzo … …

Caffè proveniente dal commercio equo … …

Acqua in PET da 50 cc naturale o frizzante … …

Bevande in lattina da 33 cc … …

Bevande in lattina da 25 cc … …

Bevande in tetrapak da 20 cc … …

Merendine dolci e salate … …

Snack vari … …

Snack equo-solidali/biologici/no o.g.m. … …

Cialde caffè … …

Cialde cappuccino, cioccolata … …

656. ALLEGATO 2 - ESEMPI DI BANDI DI GARA

b5) Tipologia (dove possibile indicare la classe energetica),anno di fabbricazione ed anno di introduzione sul merca-to dei distributori da utilizzare;max ... punti

c) Certificazione di qualità - max. ... puntiAlle ditte in possesso, alla data di scadenza per la pre-

sentazione delle offerte, della Certificazione di qualità inconformità delle vigenti norme UNI EN ISO 9000 relativa-mente al servizio offerto, ai prodotti ed ai distributoriautomatici verranno assegnati 5 punti.

Alle ditte che non sono in possesso di detta certificazio-ne non verrà assegnato alcun punteggio (zero punti). Incaso di Associazione Temporanea d'Impresa si consideraposseduto il requisito solo nell'ipotesi in cui la certificazio-ne faccia capo a tutte le ditte partecipanti all'A.T.I. stessa.

L'appalto verrà quindi aggiudicato alla Ditta che avràtotalizzato il maggior punteggio ottenuto dalla somma ditutti i punti parziali sopracitati. In caso di parità di punteg-gi verrà data prevalenza all'offerta che avrà ottenuto ilmaggior punteggio per l'elemento prezzo. In caso di ulte-riore parità si procederà all'estrazione a sorte. Non sonoconsiderate valide le offerte condizionate, redatte inmodo imperfetto, parziali, incomplete, di importo inferiorealla base di gara. Nel caso di presentazione o di ammis-sione di una sola offerta valida, l'AmministrazioneComunale si riserva, a proprio insindacabile giudizio, diprocedere all'aggiudicazione della fornitura oppure dieffettuare una seconda gara.

Art. (da definire) - Prodotti di consumo

I prodotti erogati che dovranno essere tutti di prima qualità econformi alle vigenti norme in materia di prodotti alimentari, consiste-ranno in bevande analcoliche, bibite, acqua, succhi di frutta, bevande

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CATERING E BUFFET

OGGETTO DEL SERVIZIO E LUOGO DI ESECUZIONE

L'appalto ha per oggetto la gestione del servizio di … L'appaltocomprende infine la preparazione, cottura, confezionamento e conse-gna di pasti per eventi organizzati dall'Amministrazione Comunale nel-l'arco dell'intero anno, fatta eccezione del mese di agosto, in luoghi daessa indicati.

Punto ….Criteri per stabilire l'offerta economicamente vantaggiosa:Per poter valutare al meglio le capacità imprenditoriali delle

imprese partecipanti, l'offerta di gestione del servizio verrà esaminatatenendo conto dei seguenti parametri:

Esempio di bando/capitolato per il servizio di ristorazio-ne catering

676. ALLEGATO 2 - ESEMPI DI BANDI DI GARA

Su ogni macchina dovranno essere ben visibili le etichette con l'in-dicazione della marca e la composizione dei prodotti oggetto di distri-buzione. Si precisa che i prodotti erogati dalle macchine dovranno cor-rispondere a quanto precisato in sede di gara (vedi art. … sopra- let-tera b3) e mantenuti per tutta la durata contrattuale. Ogni variazionedovrà essere preventivamente concordata con l'ufficio competente, ilquale si riserva di effettuare gli opportuni controlli e verifiche.

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DESCRIZIONE PUNTEGGIOMAX

c) Alimenti e menù:- Caratteristiche merceologiche delle materie prime;- Proposte di alimenti di diversa qualità e caratteristiche;- Menù per utenze e ricorrenze particolari;- Procedure di gestione delle diete speciali;- Certificazione dei prodotti;

...

d) Curriculum aziendale:- Principali commesse negli ultimi 3 anni nell'ambitodella ristorazione scolastica;- Fatturato degli ultimi 4 anni relativo alla ristorazionescolastica;- Titoli di studio e professionali dei tecnici/dirigenti;- Certificazione di parte terza del sistema di qualitàaziendale in conformità alla norma UNI EN ISO9001:2000;

...

e) Proposte aggiuntive di miglioramento del servizio:- Integrazione di attrezzature e arredi;- Progetto di gestione completa della registrazione deipasti forniti e della riscossione delle rette;

...

f) Proposte aggiuntive di miglioramento del servizio:- Offerta di ulteriori derrate provenienti da agricolturabiologica;

...

g) Proposte aggiuntive di miglioramento del servizio:- Offerta di prodotti del commercio equo e solidale.

...

696. ALLEGATO 2 - ESEMPI DI BANDI DI GARA

DESCRIZIONE PUNTEGGIOMAX

PREZZO UNITARIO PASTO ....

PROGETTO TECNICO:

a) Sistema organizzativo di fornitura del servizio·Organizzazione del servizio;- Sistemi di responsabilità e di controllo in particolare:autocontrollo igienico secondo il metodo HACCP;- Menù invernale ed estivo con relative tabelle dieteti-che;- Elenco fornitori e schede tecniche relative alle materieprime acquistate;- Sicurezza;- Struttura organizzativa relativa la personale dell'im-presa (gestione, mobilità/sostituzione per ferie, malattie,ecc.);- Gestione di imprevisti, emergenze, modifiche del servi-zio;- Impegno a realizzare iniziative di educazione alimen-tare per le scuole materne, elementari e medie delComune;

...

b) Personale- Organici in servizio (persone ed ore );- Tempi e turni di lavoro;- Metodologie e tecniche operative;- Programmi di lavoro;

...

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I SOGGETTI PROMOTORI7.

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soci di Fairtrade TransFair sono Acli, Acu, Agesci/ Fiordaliso, ANCC -Coop, Arci, Cies, Progetti qualità/ Commercio alternativo, Conapi,Consorzio Etimos, Focsiv, Mag Verona, Mani tese, Movimento consuma-tori, Unicef comitato italiano, Unione Sportiva Acli, Coind, Icea - Aiab,Cooperativa la Tortuga, Banca popolare Etica, Legambiente.

Per informazioni:Fairtrade TransFair ItaliaPassaggio De Gasperi 3 - 35131 Padovatel 049 8750823 - fax 049 [email protected]

737. I SOGGETTI PROMOTORI

FAIRTRADE TRANSFAIR ITALIA

Fairtrade TransFair è il marchio di certificazione del commercioequo e solidale in Italia. È un consorzio senza scopo di lucro costituito daorganismi che operano nella cooperazione internazionale, nella solida-rietà e nel commercio equo e solidale, nato nel 1994 per diffonderenella grande distribuzione i prodotti del mercato equo.

TransFair fa parte di Flo (Fairtrade Labelling Organisations), ilcoordinamento internazionale dei marchi di garanzia, insieme ad altri19 marchi che operano in Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone.TransFair garantisce che i prodotti con il suo simbolo, che si possono tro-vare nei supermercati, siano stati lavorati senza causare sfruttamento epovertà nel Sud del mondo e siano stati acquistati secondo i criteri delcommercio equo e solidale.

Il sistema FLO - TransFair lavora con 352 organizzazioni di pro-duttori certificati che rappresentano 400 mila strutture di produttori diprimo livello. Complessivamente beneficiano del commercio equo e soli-dale quasi un milione di famiglie di lavoratori in 45 diversi paesidell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina. Sono organizzazioni preva-lentemente cooperativistiche, che si impegnano ad una gestione collet-tiva e democratica della loro struttura e ad impiegare parte dei ricaviin progetti di sviluppo sociale per le comunità e il territorio. Spesso ilmargine di guadagno Fairtrade consente loro di rendere più agevoli levie di comunicazione, di accedere all'acqua potabile e all'energia elet-trica, di costruire scuole ed ambulatori medici.

Nelle produzioni in cui non è possibile la gestione cooperativisti-ca (come le arance, le banane o la lavorazione semindustriale dei pal-loni), l'inserimento di aziende nel circuito del commercio equo e solida-le è subordinato alla costituzione di un fondo per i lavoratori, del rispet-to dei diritti sindacali, della corresponsione di un salario adeguato. I

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3) Monitorare, raccogliere, diffondere e valorizzare studi,ricerche, buone pratiche e in generale esperienze positivedi sviluppo sostenibile e di Agenda 21 locale in corso alivello territoriale e locale, promuovendo anche la valoriz-zazione presso Organismi nazionali e internazionali;

4) Promuovere e sviluppare attività di ricerca, confronto eapprofondimento specialistico su temi di rilevante interes-se nell'attivazione del processo di Agenda 21 locale, incollegamento con le migliori e più accreditate istituzionipubbliche e private operanti nel settore della ricerca e dellosviluppo tecnologico, nonché con il sistema universitario;

5) Promuovere e/o facilitare la costituzione di gemellaggi suprocessi di Agenda 21 locale;

6) Promuovere e/o facilitare l’adesione dell'associazione e/odei soci a progetti e iniziative internazionali e nazionali;

7) Collaborare attivamente con l'Unione Europea, il Governoitaliano, la Campagna Europea Città Sostenibili e le altrereti nazionali ed internazionali, nonché con le associazionidi regioni ed Enti locali per la promozione reciproca e perconcertare, organizzare e realizzare iniziative congiuntesul tema dello sviluppo sostenibile e dell'Agenda 21Locale.

8) Promuovere l’acquisto di “prodotti verdi” (GPP) e del com-mercio equo e solidale negli enti locali in particolare nellapubblica amministrazione (SPP).

Per informazioni:Segreteria Coordinamento Agende 21 locali italiane Viale Martiri della Libertà 34 - 41100 Modenatel 059 209434 - fax 059 209398 [email protected]

757. I SOGGETTI PROMOTORI

COORDINAMENTO AGENDE 21 LOCALI ITALIANE

Il Coordinamento Agende 21 locali italiane nasce nel 1999 dopola III Conferenza PanEuropea di Siviglia della Campagna Europeadelle Città Sostenibili, come coordinamento informale italiano diComuni, Province e Regioni, impegnati in processi di Agenda 21 Locale,le cui principali finalità, così come indicato dalla Carta di Ferrara, sono:

il collegamento a rete tra amministrazioni locali attive in meritoad Agende 21 e sviluppo sostenibile;lo scambio di esperienze, informazione e conoscenze operative;la definizione comune di strumenti tecnico-scientifici e formazione;la promozione e diffusione nel Paese della Agenda 21;la rappresentanza internazionale delle istanze degli enti coinvolti.

Successivamente, spinto dall'esigenza di rappresentare adegua-tamente le istanze dei soci nelle sedi appropriate, si trasforma nel 2001in Associazione senza fine di lucro, formalmente costituita e dotata diStatuto, un budget e quote di adesione, Organi di direzione e rappre-sentanza, un Regolamento di funzionamento, strumenti di informazione,Gruppi di lavoro permanenti, ecc.

Al Coordinamento inoltre possono partecipare, in qualità diSostenitori, Enti e Organismi della società civile impegnati nella promo-zione e nel sostegno di attività di Agenda 21 locale.

Attualmente il Coordinamento conta 379 associati di cui 330 socitra Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, Enti Parco e Consorzidi Enti e 49 sostenitori.

Per il raggiungimento dello scopo sociale, l'Associazione si impe-gna in particolare a:

1) Promuovere i principi e la pratica dello sviluppo sostenibi-le e dell'Agenda 21 locale;

2) Favorire e potenziare lo scambio di informazioni sui temi rela-tivi all'Agenda 21 locale tra gli enti e gli operatori coinvolti;

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Sin dalla sua fondazione, il Coordinamento Nazionale degli Entilocali per la pace e i diritti umani ha cercato di assolvere ai suoi com-piti mediante una continua iniezione di stimoli, di proposte e di proget-ti di pace.

Tra le principali attività ci sono la promozione dell'educazionealla pace e ai diritti umani nella scuola, lo sviluppo della solidarietàinternazionale e della cooperazione decentrata, l'organizzazione dellaMarcia per la pace Perugia-Assisi e delle Assemblee dell'Onu deiPopoli, l'impegno per la pace in Medio Oriente, nei Balcani e nelMediterraneo, la costruzione di un'Europa, strumento di pace e di giu-stizia nel mondo.

La costante ricerca di un'alleanza con le espressioni più maturedella società civile per lo sviluppo del movimento per la pace nel nostropaese ha portato il Coordinamento a promuovere e a sostenere laTavola della Pace che oggi rappresenta una preziosa sede permanen-te di confronto e collaborazione tra le organizzazioni della società civi-le e le istituzioni locali impegnate per la pace.

Oggi il Coordinamento Nazionale degli Enti locali per la pace ei diritti umani, con i suoi attuali quasi 600 enti aderenti, la sua storia eil suo bagaglio di competenze, rappresenta una esperienza unica inEuropa e nel mondo: la più vasta rete tematica nazionale di amministra-zioni locali e regionali impegnate nella promozione della pace e deidiritti umani. Questo straordinario patrimonio italiano rappresenta unarisorsa anche per l'intero sistema internazionale dei poteri locali rap-presentato dalla nuova organizzazione mondiale "Unione delle Città edei Governi Locali Uniti" (UCLG) fondata a Parigi nel 2004.

Per informazioni:Coordinamento Nazionale Enti locali per la pace e i diritti umani Via della Viola 1- 06122 Perugiatel. 075 5722479 - fax 075 [email protected] www.entilocalipace.it

777. I SOGGETTI PROMOTORI

COORDINAMENTO NAZIONALE DEGLI ENTI LOCALI PER LAPACE E I DIRITTI UMANI

Fondato nel 1986, il Coordinamento Nazionale degli Enti localiper la pace e i diritti umani è un'associazione che riunisce i Comuni, leProvince e le Regioni impegnate in Italia a promuovere la pace, i dirit-ti umani, la solidarietà e la cooperazione internazionale.

Il Coordinamento è gestito da una Presidenza nazionale, elettadall'Assemblea, della quale fanno parte 40 Comuni, Province e Regioni.

Il Presidente del Coordinamento Nazionale degli Enti locali perla Pace è Giulio Cozzari, Presidente della Provincia di Perugia.

Le sue finalità sono (articolo 4 dello Statuto):1) promuovere l'impegno costante degli Enti locali e delle

Regioni a favore della pace, della solidarietà e della coo-perazione internazionale, valorizzandone le iniziative;

2) promuovere il coordinamento nazionale e lo sviluppo diiniziative comuni, lo scambio di informazioni ed esperienzetra gli Enti locali e le Regioni impegnati sui diversi proble-mi della pace;

3) approfondire la ricerca e la riflessione politica e giuridicasui compiti degli Enti locali per la pace e i diritti umani;

4) realizzare un archivio nazionale dell'attività degli Entilocali per la pace e i diritti umani;

5) assicurare il collegamento con le principali associazionieuropee e internazionali degli Enti locali, e favorire lapartecipazione degli Enti locali italiani alle Conferenzeinternazionali;

6) favorire la collaborazione tra gli Enti locali, le Regioni e leassociazioni della società civile che operano per la promo-zione della pace, dello sviluppo e dei diritti umani;

7) promuovere tra la gente - e in particolare tra i giovani -lo sviluppo della cultura e di comportamenti di pace e soli-darietà.

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L’Associazione si richiama ai valori della giustizia, dei dirittiumani, della pace e della nonviolenza, patrimonio antico e condivisodal movimento del commercio equo, e pone l’affermazione di questistessi valori non solo come fine della propria azione, ma anche allabase del proprio stile di lavoro.

L'Agices, infine ma non meno importante, ha fra i suoi scopi quel-lo di gestire il Registro italiano delle organizzazioni di commercio equoe solidale attraverso l’individuazione di standard ed indicatori oggetti-vi, concreti e verificabili, che rappresentano la trasposizione operativadei principi generali contenuti nella Carta dei criteri.

L’iscrizione al Registro e la conseguente possibilità per le orga-nizzazioni di commercio equo e solidale di usare la dicitura e il logoprevisti, renderà possibile presentarsi di fronte ai consumatori italiani,all'opinione pubblica, alle istituzioni, agli operatori economici, alleorganizzazioni del terzo settore, e affermare in maniera trasparente diessere una realtà del commercio equo e solidale, che rispetta criteri eprincipi chiari e condivisi, fissati dalla Carta dei criteri e dai suoi rego-lamenti attuativi.

Per informazioni:Segreteria Ass. AgicesVia Reno 2d - 00198 Romatel/fax 06 [email protected]

797. I SOGGETTI PROMOTORI

ASSEMBLEA GENERALE ITALIANA DEL COMMERCIO EQUO ESOLIDALE

L'approvazione nel 1999 della Carta italiana dei criteri del com-mercio equo e solidale, e la successiva costituzione nel 2003dell'Associazione Assemblea Generale Italiana del commercio equo esolidale (Agices) sono senza dubbio due tappe importanti e significati-ve per il movimento italiano del commercio equo e solidale, un lavorolungo anni, iniziato nel 1998, che ha coinvolto tutte le organizzazioniche in Italia si occupano di commercio equo e solidale.

Costituitasi formalmente come Associazione nel maggio 2003,l'Agices è l'associazione che maggiormente rappresenta le organizza-zioni che promuovono i prodotti e la cultura del commercio equo e soli-dale in Italia, ed è l’ente depositario della Carta italiana dei criteri delcommercio equo e solidale.

L’Agices ad oggi, conta 108 soci (persone giuridiche) organizza-zioni di commercio equo e solidale (Botteghe del Mondo e Importatori).Agices associa oltre la metà dei punti vendita Botteghe del Mondo inItalia (circa 250 Botteghe da Aosta a Modica!) e tutti gli importatori ita-liani. Agices rappresenta, da un punto di vista economico, oltre l’80%del fatturato al dettagli di commercio equo e solidale in Italia.

L'Agices, come recita il preambolo dello Statuto, “nasce dallavolontà di cooperazione delle organizzazioni italiane no-profit” impe-gnate nel commercio equo e solidale ed ha come obiettivi la promozio-ne e la tutela del commercio equo come definito e descritto dalla Cartaitaliana dei criteri. Inoltre, su mandato esplicito dell’Assemblea dei Soci,rappresenta l’azione delle organizzazioni italiane di commercio equoche si riconoscono nella Carta italiana dei Criteri.

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I SOGGETTI ADERENTI8.

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Per informazioni:Ctm altromercato Via Francia 1/C - 37135 Veronatel 045 8008081 - fax 045 8008020 [email protected]

838. I SOGGETTI ADERENTI

CTM ALTROMERCATO

Ctm Altromercato dal 1988 promuove e diffonde in Italia il com-mercio equo e solidale, prodotti e cultura dal Sud del mondo.

È un consorzio di “Botteghe del Mondo”, organizzazioni senzafine di lucro: non solo punti vendita di prodotti che rispettano l’uomo el’ambiente ma anche luoghi di incontro tra Nord e Sud del Mondo, diidee, informazioni, progetti per conoscere, rispettare e sostenere 150gruppi di piccoli produttori in Asia, Africa e America latina.

Ctm altromercato lavora infatti con gruppi di piccoli produttoriorganizzati democraticamente. Non regala aiuto, ma costruisce unapartnership paritaria, offrendo loro un'opportunità di lavoro, di scam-bio. Una possibilità di progettare autonomamente il loro futuro.

Ctm altromercato sviluppa un fatturato al consumo di circa 45milioni di euro; impiega circa 85 persone per realizzare tutte le attivi-tà di cooperazione e sviluppo prodotti, produzione, importazione, distri-buzione, formazione e informazione.

Nel 2001 è stata la prima organizzazione italiana ad avviarestabilmente un’area di attività per facilitare gli Enti pubblici e le impre-se di ristorazione per l’inserimento di prodotti del commercio equo esolidale negli acquisti pubblici. A tal fine è attiva dal 2004 nel consor-zio del progetto “Fair Procura” finanziato dalla Commissione Europea.

Grazie all’impegno dei lavoratori del consorzio e delle Botteghe,degli oltre 3000 volontari che ogni giorno nelle Botteghe investono illoro tempo libero nella costruzione di un cambiamento sociale e dei con-sumi orientati a una maggiore equità e giustizia, il consorzio CTM altro-mercato è oggi la maggiore organizzazione italiana di commercio equoe solidale e la seconda su scala mondiale.

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Per informazioni:Soc. Coop. Commercio AlternativoVia Darsena, 176/a - 44100 Ferraratel 0532 774811 - fax 0532 52845 [email protected]

858. I SOGGETTI ADERENTI

SOC. COOP. COMMERCIO ALTERNATIVO

Commercio Alternativo è una cooperativa fondata nel 1992 cheriunisce più di 70 organizzazioni su tutto il territorio nazionale che sioccupano di commercio equo solidale, cooperazione internazionale esensibilizzazione alle culture di pace.

Commercio Alternativo è associata a IFAT – International FairTrade Association, a Agices – Assemblea Generale Italiana delCommercio Equo Solidale, a Fairtrade TransFair Italia, ed opera senzafini di lucro in maniera professionale in oltre 40 paesi del mondo conpiù di 150 organizzazioni di produttori. Fornisce assistenza tecnicaattraverso progetti di cooperazione internazionale, realizza interventidi solidarietà, sviluppando e rendendo disponibili alle Botteghe delMondo, ai consumatori ed alle aziende della distribuzione, circa 300diversi prodotti alimentari equosolidali, prodotti biologici, e più di 4000articoli di artigianato.

Commercio Alternativo ed i suoi soci, si propongono costantemen-te come partner per lo sviluppo di attività, prodotti, progetti, interventieducativi e di formazione, campagne di sensibilizzazione e comunica-zione, nei confronti di altre organizzazioni del settore, degli enti locali,di altri operatori commerciali, dei cittadini.

Come operatore del commercio equo e solidale CommercioAlternativo ne promuove i contenuti di approccio alternativo al commer-cio convenzionale, promuovendo la giustizia sociale ed economica, losviluppo sostenibile, il rispetto per le persone e l’ambiente, la crescitadella consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione el’azione politica.

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Per appoggiare e sviluppare queste istanze Assobotteghe gesti-sce il marchio registrato "Bottega del Mondo" e sostiene diverse cam-pagne di sensibilizzazione ed informazione a livello nazionale ed euro-peo, predisponendo e diffondendo nelle Botteghe a livello locale ade-guato materiale informativo. Tra le ultime campagne che ha promos-so/a cui ha partecipato a vario titolo nell'ultimo biennio, vi sono "Salvatidall'inflazione" e "Controllarmi".

Da 13 anni Assobotteghe organizza e gestisce la FieraNazionale itinerante del commercio equo e solidale, "Tuttaunaltracosa",che è stata ospite di molte città italiane, in collaborazione con enti loca-li e enti di commercio equo. Ai 3 giorni di attività della Fiera parteci-pano un centinaio di Botteghe del Mondo, le centrali di importazionedel commercio equo, altri enti collegati alle nostre tematiche (ONG,strutture di Rete…).

Dalla prima edizione, Assobotteghe promuove la giornata mon-diale, del commercio equo e solidale, in cui le Botteghe si rendono visi-bili sulla piazza del proprio paese, in tutto il mondo, per presentare lecampagne in corso. Dallo scorso anno, coordinati da NEWS!, sta lavo-rando in tutta Europa sulla nuova campagna triennale "Difendi i LOROdiritti!" con specifiche richieste di presa di posizione delle amministra-zioni locali sul tema della salvaguardia dei bambini dallo sfruttamentodel lavoro minorile.

Per informazioni:Ass. Botteghe del Mondo ItaliaVia Masaccio, 21 - 42100 Reggio Emiliatel 0522 9242791 - fax 0522 230714 [email protected]

878. I SOGGETTI ADERENTI

ASSOCIAZIONE BOTTEGHE DEL MONDO

Costituitasi nel 1991, l'Associazione Botteghe del Mondo si ispira aiprincipi universali della fratellanza e della solidarietà umana e si batteper uno sviluppo sociale equo e dignitoso nel sud come nel nord delmondo, nella salvaguardia di ogni differenza etnica, culturale, religiosa,si propone di coordinare le botteghe, cooperative ed associazioni che sioccupano di Commercio Equo e Solidale già operanti e di favorire lanascita di nuove, intendendo così contribuire ad accrescere la coscienzacivile sulle problematiche legate allo sviluppo e modificare i rapporti disfruttamento e ingiustizia che regolano il commercio tra Nord e Sud.

Tra gli scopi statutari c'è la salvaguardia della specificità delleBotteghe del Mondo come canale privilegiato per la diffusione delCommercio Equo e Solidale, valorizzandone i criteri di equità e svilup-po, tramite anche riconoscimenti istituzionali a livello locale, nazionale,europeo ed internazionale; L'associazione, inoltre, promovendo il com-mercio equo e solidale, si impegna a svolgere attività di informazione,formazione ed educazione per contribuire a smascherare e modificarele attuali regole del commercio internazionale responsabili dell'indigen-za della maggior parte della popolazione del pianeta e del crescentedegrado dell'ambiente.

Lo statuto è completato dalla Carta di Identità delle Botteghe, con laquale i soci hanno definito le caratteristiche peculiari della loro attività.

Assobotteghe è membro fondatore di NEWS!, Network ofEuropean World Shops, mediante il quale sviluppa collegamenti escambi con le altre Associazioni Europee delle Botteghe.

L'associazione Botteghe del Mondo è ora una rete di 130 entigiuridici soci, per un totale di più di 250 punti vendita.

Le Botteghe del Mondo sono luoghi di promozione del COMES eluoghi di aggregazione della società civile, soggetti politici in cui si creaun movimento attorno ai temi chiave del consumo critico e dei meccani-smi che generano disuguaglianza tra nord e sud del mondo.

IL COMMERCIO EQUO E LE COMUNITÀ LOCALI: IL PROGETTO "CITTÀ EQUOSOLIDALI"GUIDA PRATICA

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