Guida Cicloturismo Lifeintravel Free

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Guía de cicloturismo

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CCICLOTURISMOICLOTURISMO

ILIL BELLOBELLO DELDEL VIAGGIAREVIAGGIARE ININ BICICLETTABICICLETTA

Una guida pratica per Una guida pratica per viaggiatori alle prime pedalateviaggiatori alle prime pedalate

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Immagine di copertina:

In bici in Cambogia verso il lago Ang Trapeang Thmor

© lifeintravel.it

Prima edizione - Febbraio 2013

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LE GUIDE DI LIFEINTRAVEL.IT

CICLOTURISMOIL BELLO DEL VIAGGIARE

IN BICICLETTA

Una guida pratica per viaggiatori alle prime pedalate

di Veronica Rizzoli e Leonardo Corradini

lifeintravel.it

VERSIONE FREE

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La seguente guida costituisce la versione gratuita della Guida al

Cicloturismo di lifeintravel.it – Su www.lifeintravel.it troverete la

versione completa della guida per cicloviaggiatori.

Tale volume è distribuito gratuitamente.

I contenuti, testi, immagini e grafica, del presente volume restano di

proprietà di lifeintravel.it e ne è vietata la riproduzione salvo previa

autorizzazione dei proprietari stessi.

Parte dei contenuti di questo volume sono trascrizioni di articoli

presenti sul sito www.lifeintravel.it, integrati da nuovi ed originali

inserti redatti appositamente per questa guida.

Testi di: Veronica Rizzoli e Leonardo Corradini

Redazione e realizzazione grafica di: Leonardo Corradini

Foto di: Veronica Rizzoli e Leonardo Corradini

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Indice dei contenuti

Cicloturismo - Uno stile di viaggio riscoperto............................6

Annie Londonderry.......................................................................7

Perchè viaggiare in bicicletta?.................................................10

Cosa sapere per viaggiare in bicicletta...................................12

Quale bici scegliere.................................................................14

Gli accessori... cosa serve?....................................................16

Caricare la bici: borse o carrello?............................................22

GPS o cartina vecchio stile?...................................................27

Farmacia da viaggio................................................................29

Consigli di viaggio... perché anche il paesaggio conta!..........33

In bici sulle vecchie ferrovie dismesse....................................38

Bello il cicloviaggio... ma quanto mi costa?.............................40

Cicloturismo da soli, in coppia o con la famiglia.....................44

Organizzare il viaggio o andare all’avventura?.......................47

Risorse utili..............................................................................49

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Cicloturismo - Uno stile di viaggio riscoperto

Per quanto solo in questi ultimi anni si

stia riscoprendo uno stile di viaggio

lento e rilassato, già nel XIX secolo

c’era chi inforcava la bicicletta e

partiva alla scoperta del mondo. Tra i

personaggi principali che vogliamo di

ricordare, una menzione speciale va a

Paul de Vivie, in arte Velòcio che in

Francia fu uno dei primi a creare un

club che offrisse l’opportunità alla

gente di spostarsi con la bicicletta per

svago e non, come era stato fino ad

allora, soltanto per necessità. Nel nostro paese il Touring Club

Italiano, all'inizio del secolo scorso, fu sicuramente una delle

istituzioni che più spinse e favorì lo svilupparsi del cicloturismo

mentre, per citare una singola persona, prendiamo quale simbolo

Luigi Masetti che nel 1893 viaggiò da Milano all'Inghilterra e poi a

Chicago sulle due ruote... e che ruote! Nonostante quelli nominati

siano tra i più importanti personaggi della nascita del cicloturismo, la

storia che vi vogliamo raccontare è quella di una donna. Oltre a

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combattere contro lo scetticismo di chi non vedeva di buon occhio il

mezzo meccanico, questa piccola grande donna infatti, dovette

combattere anche contro il maschilismo ancora fortemente radicato

nella società del XIX secolo.

Annie LondonderryVi siete mai chiesti come sarebbe stato viaggiare in bicicletta nel

1800? E se il viaggiatore in questione fosse stato una donna?

Immaginate quanti problemi, quante difficoltà, quanta diffidenza

incontrata sulla strada... La prima grande viaggiatrice sulle due ruote

dovette affrontare tutte queste avversità. Annie Londonderry Cohen

Kopchovsky, semplicemente conosciuta come Annie Londonderry,

partì alla fine del 1800 e non per intraprendere una scampagnata

qualunque, ma per esplorare il mondo intero.

Annie nacque a Riga intorno al 1870 e con la famiglia si trasferì ben

presto negli Stati Uniti. Intorno al 1888 si sposò con Max

Kopchovsky ed ebbe tre figli. In quegli anni, chissà per quali strane

coincidenze, l'azienda di imbottigliamento di acqua Londonderry

Lithia le offrì di apporre sulla propria bicicletta una targa con il nome

Londonderry per 100$. In poco tempo, Annie aggiunse ai suoi

cognomi anche quello dell'azienda che, dopotutto, suonava piuttosto

bene! Probabilmente per una scommessa, ma questo non si saprà

mai con certezza, ad Annie fu proposto di affrontare il giro del

mondo in bicicletta, un viaggio insolito, insidioso e particolarmente

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impegnativo per quegli anni: in 15 mesi avrebbe guadagnato 5000$,

una cifra niente male per la fine del 1800. L'avventura si catapultò

nela vita di Annie, una giovane donna qualsiasi che, per uno strano

caso del destino, finì con l'entrare nella Storia. Annie non aveva mai

affrontato neppure brevi percorsi in bicicletta, ma attratta

dall'incredibile viaggio e dall'inusuale mezzo a due ruote, lasciò

marito e figli per raggiungere Boston.

Al posto della sua pesantissima bici di oltre 40 kg iniziò il viaggio con

una da uomo molto più leggera e, cosa quanto mai improponibile

per il periodo, iniziò ad indossare mutande al posto di scomode

sottane e gonnelle. Viaggiò da New York a Chicago sulla sua bici

e si imbarcò per la Francia che raggiunse nel 1894. Proseguì fino a

Marsiglia e poi nel Mediterraneo con escursioni fra Egitto, Yemen e

Gerusalemme. Lasciato il Medio Oriente continò a pedalare in Asia

con tappe anche nello Sri Lanka e a Singapore. Dopo moltissime

avventure, storie da narrare ed ammiratori in giro per il mondo,

rientrò negli Stati Uniti e giunse a Boston nel settembre del 1895, 15

mesi dopo la sua partenza. Prima di Annie mai nessuna donna

aveva tentato un'impresa simile, mai nessuna viaggiatrice aveva

dimostrato così tanta tenacia e spirito di adattamento. Annie

Londonderry morì quasi dimenticata alla fine della prima metà del

XX secolo. Il suo viaggio era stato soppiantato da altri avvenimenti,

da altre avventure, da altre donne... nonostante questo Annie fu la

prima donna a viaggiare intorno al mondo in sella ad una bicicletta

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ed il regista Gillian Klempner Willman ce lo ha ricordato nel 2007

quando ha prodotto un documentario sulla vita di questa grande

viaggiatrice del passato!

“Il viaggio arricchisce, insegna, è maestro di vita. La

bicicletta è un'amica fedele che può condurti ovunque tu

desideri. Viaggiare in bicicletta è un'emozione forte:

dapprima le difficoltà e la fatica scoraggiano, deludono,

inquietano... ma poi, chi ha spirito indomito non si fa

sconfiggere dalla staticità e dalla routine, perchè l'unica

possibilità che ha di vivere realmente è quella di seguire la

strada che gli indicano le emozioni.”

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Perchè viaggiare in bicicletta?La domanda che più spesso ci viene rivolta da chi non ha mai

provato un viaggio in bicicletta è proprio questa: perché? Perché

dovrei faticare e sudare sulle due ruote in vacanza riuscendo a

raggiungere, tra l’altro, molte meno località di quelle che riuscirei a

visitare spostandomi in automobile?

La nostra risposta è sempre la stessa, banale e poco illuminante:

“provaci e poi ne riparliamo...”

Non si può spiegare a parole la piacevole sensazione che si prova

pedalando verso una meta che non è ne certa ne scontata. In un

mondo che corre verso chissà quali traguardi urgenti da

raggiungere, rallentare, veder scorrere il paesaggio lentamente,

fermarsi a fare due chiacchiere con il contadino incontrato sul ciglio

della strada o con i vecchietti che giocano a dama davanti al bar del

paese, è un lusso che nessun pacchetto turistico include nel prezzo.

Se avessi pensato che le suddette attività fossero soltanto una

perdita di tempo molto probabilmente non avresti nemmeno aperto

questa guida, quindi siamo convinti che capisci ciò che vogliamo

dire.

La bicicletta permette di avanzare alla giusta andatura: si possono

percorrere in un giorno anche un centinaio di chilometri, ma allo

stesso tempo non sfugge nulla di ciò che è compreso tra il nostro

punto di partenza e quello di arrivo. Dal finestrino di un’auto o da

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quello di un treno i dettagli si perdono, scappano via... per non

parlare di quel mostro che a volte siamo costretti ad utilizzare che si

chiama aereo. Con la bicicletta ci si può fermare dove si vuole, si

può arrivare ovunque senza dipendere dai mezzi pubblici, incorrere

in un divieto o in una zona a traffico limitato, senza dover tornare sui

propri passi perché la strada d’improvviso diventa un sentiero. E poi,

viaggiare in bicicletta è sano, fa bene al corpo e libera la mente,

viaggiare in bicicletta permette di riscoprire il tempo dimenticato. Il

nostro stile di vita affannato e veloce, quel vortice tiranno che ruba

quotidianamente il respiro senza remore alcuna, ci obbliga sempre

più frequentemente a dimenticare quella sensazione di leggerezza e

libertà data dalla gestione personale del nostro tempo. Prova anche

solo per un attimo a pensare a te stesso, a come ti sentiresti meglio

gettando il malefico cellulare giù dal quinto piano ed a cancellare

dalla mente appuntamenti, scadenze e pranzi di lavoro, meglio

vero? Il viaggio in bici è in grado di regalarci anche quella corretta e

naturale gestione del tempo ormai persa. Camminare sarebbe

un’alternativa valida e forse un giorno proveremo anche noi!

Non vi vogliamo convincere che il cicloviaggio sia la vacanza

perfetta, ma lo è per noi... ed è per questo che vi consigliamo

vivamente di provarci, anche solo per qualche facile giorno lungo

una delle innumerevoli ciclovie che stanno nascendo in Europa ed in

Italia.

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Cosa sapere per viaggiare in biciclettaPer intraprendere un viaggio in bicicletta non serve essere

professionisti del pedale o avere migliaia di chilometri alle spalle...

anzi, a dire la verità, non serve nemmeno essere mai andati in

bicicletta con continuità: certo, saper tenere in piedi la bici e stare in

equilibrio è il requisito minimo, ma anche quello massimo!

Detto questo, avere un po’ di allenamento di base può aiutare

soprattutto nei primi giorni di viaggio e per questo ti consigliamo,

prima di partire per località esotiche e remote, di esplorare anche le

zone nei dintorni di casa tua dal sellino di una bici oppure di coprire

il tragitto casa-avoro, se possibile, con quella che diverrà poi la tua

fedele compagna.

La principale caratteristica richiesta a chi decide di inziare un

cicloviaggio non è l’esperienza nel montare e smontare una

bicicletta da cima a fondo, nè l’avere un fisico perfetto senza un filo

di grasso. Una abilità fondamentale se si decide di salire in sella ad

una bici e partire per un viaggio indipendente è la capacità di

adattamento: mentre viaggerai vi ritroverai in luoghi off the beaten

tracks, lontani dai classici percorsi turistici e dalla civiltà, selvaggi...

sapersi adattare a qualsiasi situazione sarà assolutamente

indispensabile per vivere il viaggio al meglio.

In viaggio ti sarà utile saper cambiare una camera d’aria, svolgere

qualche piccolo lavoretto di manutenzione che dipenderà anche

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dalla meta del tuo irtinerario, ma per le problematiche più serie come

sistemare un cerchio, cambiare i pignoni o altro, troverai senz’altro

un’officina o un meccanico che in un modo più o meno

professionale, a seconda della nazione e dell’esperienza, saprà

come aiutarti.

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Quale bici scegliereNon è necessario possedere una bici da diecimila euro con tutte le

componenti di ultima generazione per poter viaggiare, anzi. A chi

comincia i propri vagabondaggi in bicicletta o a chi si avventura in

viaggi in paesi fuori dall’Europa, consigliamo di scegliere la

semplicità e la solidità al posto della tecnologia e dell’estetica.

Abbiamo attraversato i Balcani con una city bike da venti chili e

cento euro, mentre per gli altri viaggi abbiamo sfruttato le mountain

bike che avevamo già a disposizione, ma cercando sempre di avere

una bicicletta che reggesse a tutte le sollecitazioni e le avversità. Un

chilo o due in più non fanno la differenza quando si tratta di

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cicloturismo o cicloviaggio, mentre fa la differenza dover riparare un

telaio in carbonio o uno in acciaio in Cambogia, per fare un esempio:

il primo, se dovesse subire danni, sarebbe da prendere e cestinare

all’istante; il secondo si potrebbe portare da un fabbro qualsiasi per

una rapida saldatatura!

Come sempre, a nostro giudizio, la virtù sta nel mezzo: una

bicicletta confortevole, magari in alluminio, con un cambio robusto e

stabile e senza troppi fronzoli. A seconda del viaggio che prevedi di

fare, opta per una bici da trekking o una mountain bike con forcella

anteriore (nel caso di viaggi su percorsi offroad impegnativi).

Ultimamente si sta diffondendo anche la moda della bicicletta

pieghevole, sicuramente comoda se si pensa di alternare anche

spostamenti con i mezzi pubblici al quotidiano pedalare, ma poco

utile e performante in caso contrario.

Personalmente vi sconsigliamo l’uso di bici da corsa, perchè,

restando molte ore in sella per più giorni consecutivi, la posizione in

sella potrebbe risultare, a lungo andare, poco adatta ad un

viaggiatore e causare fastidiosi indolenzimenti muscolari alla

schiena ed al collo.

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Gli accessori... cosa serve?Quando, chiacchierando con amici, parenti e conoscenti, abbiamo

espresso il nostro desiderio di intraprendere un lungo viaggio in

MTB per il sud-est asiatico, abbiamo avuto la fortuna di assistere

alla passerella più varia ed inimmaginabile di espressioni e reazioni

emotive, una vera performance di sensazioni e sentimenti. Ad ogni

carico di dubbi, perplessità e curiosità, abbiamo cercato di

rispondere in modo obiettivo ed anche un po' vago, visto che il

progetto completo di viaggio non aveva ancora totalmente preso

forma dall'idea iniziale. La domanda più ricorrente è sempre stata

quella inerente l'organizzazione del bagaglio di viaggio necessario

per così tanto tempo... una domanda ("Cosa pensi di portare in

viaggio per così tanto tempo?") che non trova nell'immediato una

facile risposta, ma che in mesi di preparazione potrei abbozzare

così...

Se decidi di fare come noi, di girare quasi sempre in sella alla tua

bicicletta e di esplorare così le località raggiunte fra giungla,

montagne e risaie a perdita d'occhio, il primo consiglio è quello di

assicurare alla cavalcatura un buon portapacchi che possa reggere

il peso con cui lo caricherai (la tentazione di portare una maglietta in

più è sempre grande, ma non esagerare!). Se, come noi, vuoi

dedicarti anche all'escursionismo a piedi, sarà indispensabile uno

zaino da 40-50 litri. Ma basta essere generici... ecco alcuni tra i più

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comuni accessori che potrebbe essere utilr trasportare duranter

un’avventura in bicicletta:

● portapacchi : deve essere robusto

● borse posteriori : di questo parliamo dopo

● borsello da manubrio

● sandali

● scarpe da outdoor

● calze da bici e calzettoni

● guanti da bici

● intimo tecnico : reggiseni sportivi per le ragazze, canottiere

sintetiche e mutande

● pantaloni

● maglie

● magliette

● abbigliamento pesante : 1 cappellino di lana - 1 paio di guanti

di lana

● gps o mappa cartacea vecchio stile : a questo argomento

abbiamo dedicato un capitolo apposito

● guida di viaggio : smartphone o carta

● un buon libro : un peso superfluo a cui non rinunceremo mai

● medicinali : un kit di pronto soccorso, vedi capitolo a parte

● coltellino svizzero

● matita e penna

● moleskine o block notes

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Il beauty (consigliamo un sacchetto di plastica per risparmiare

spazio e peso) contiene in generale:

● spazzolino da denti e dentifricio

● una saponetta

● un deodorante

● filo interdentale

● pinzetta : utile non solo per i peli!

Se durante il viaggio deciderai di campeggiare (e noi te lo

consigliamo vivamente: cicloturismo e campeggio si sposano alla

grande), dovrai pianificare il trasporto di ulteriore attrezzatura:

● tenda

● sacco a pelo

● materassino autogonfiante o gommapiuma

● fornelletto

● kit da cucina

● frontalino

● accendino

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Logicamente per un viaggio in bici sono necessari almeno gli

attrezzi basilari per permettere di riparare la propria bici (sostituire

una camera d’aria, sistemare la catena o i freni):

● camere d ’ aria di scorta

● kit di riparazione della camera d ’ aria : mastice e pezze

● kit multiuso : con brugole, chiavi, smagliacatena

● tiraraggi

● raggi di scorta

● maglie di scorta della catena

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Un altro grosso dilemma per gli amanti della fotografia è: reflex o

compatta? La scelta non è facile soprattutto perché il peso è molto

differente ed anche perché a volte si attraversano luoghi poco sicuri,

dove si può avere il timore di essere derubati anche se a noi, in

quindici anni di viaggi, non è mai capitato nulla. Come puoi intuire

noi abbiamo sempre optato - a parte il primo viaggio in Argentina,

quando la passione fotografica non era ancora così forte - per la

reflex, spesso anche con un obiettivo aggiuntivo.

In caso tu scelga questa strada dovrai considerare la seguente

attrezzatura:

● corpo macchina reflex :

● uno o due obiettivi

● batteria e carica batteria

● schede di memoria : hdsc...in abbondanza

● hard disk esterno senza alimentazione, se deciderai di

restare in viaggio a lungo

● cavalletto

● scatto remoto

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Che tu parte per un viaggio di quindici giorni o per un tour di qualche

anno, il peso del bagaglio varierà di pochi chili. Con qualche viaggio

alle spalle, possiamo stimare che un peso adeguato, se viaggerai

con attrezzatura da campeggio e fotografica, potrebbe aggirarsi sui

30 chilogrammi inclusa la bicicletta. Se ti avventurerai in paesi freddi

o deciderai di partire in inverno, il peso potrebbe aumentare anche

di cinque o sei chili.

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Caricare la bici: borse o carrello?

Spesso durante l'organizzazione di un viaggio in bicicletta ci siamo

chiesti se valesse la pena acquistare un carrello da fissare alla

bicicletta per trasportare i bagagli o se dovessimo continuare ad

utilizzare le borse laterali con cui avevamo già effettuato i precedenti

raid. Di seguito cercheremo di fare il punto su queste due

alternative, elencandone vantaggi e svantaggi, cercando di

consigliare l'utilizzo dell'una o dell'altra.

Prima di proporre un confronto dobbiamo premettere che in Europa

solitamente si predilige viaggiare utilizzando le borse mentre nei

paesi anglosassoni, ed in particolare negli Stati Uniti, in Australia ed

in Nuova Zelanda, è molto più diffuso l'utilizzo del carrello

portabagagli (trailer). A nostro parere questa differente impostazione

della bicicletta e distribuzione dei carichi su di essa, perchè di

questo si tratta in definitiva, non dipende soltanto da un fattore

culturale ma soprattutto da un fattore pratico e dinamico. Per capire

il perchè in Europa si sia diffuso maggiormente l'utilizzo delle borse

laterali mentre oltreoceano i carrelli sono più ben visti, si deve

pensare alle caratteristiche geografiche e topografiche dei due

continenti: una molteplicità di stati, città, paesi e strade nel vecchio

continente riducono le distanze tra i diversi punti d'interesse che si

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possono incontrare lungo un tragitto; enormi distese desertiche o

agricole, strade dritte e infinite, distanze abissali tra una località e

quella successiva caratterizzano invece la morfologia di nazioni

come gli Stati Uniti, il Canada ma anche l'Argentina, il Brasile,

l'Australia, l'India...

In Europa quindi vi è la necessità di fronteggiare strade più strette e

trafficate, di dover effettuare soste più frequenti e magari lasciare la

bicicletta per qualche passeggiata in città tenendo con sè solo parte

di tutti i nostri bagagli. In America ed Oceania è presente la

necessità invece di percorrere distanze più lunghe su strade poco

trafficate e contorte senza la necessità di lasciare a volte incustodito

il proprio bagaglio in aree densamente popolate.

Entriamo dunque nei particolari. La maggior discriminante che

spesso fa pendere l'ago della bilancia a favore delle borse nella

scelta tra esse ed il carrello portabagagli è la durata del viaggio e di

conseguenza il tipo ed il peso del bagaglio da trasportare. Un

viaggio breve, di un paio di settimane, può essere affrontato

serenamente in leggerezza, avendo un ricambio o due, pochi

attrezzi per la manutenzione della bicicletta e pianificando le soste

per evitare il trasporto di cibo e viveri superflui. In questo caso un

paio di borse posteriori, da circa 40 litri (la coppia) saranno più che

sufficienti.

Un altro fattore che si deve considerare è la tipologia di viaggio che

si ha intenzione di affrontare: se decidi di campeggiare, dovrai

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aggiungere al peso da trasportare tenda, stoviglie e cucina

(fornelletto, pentoline, torce...). In questo caso potrebbe essere utile

passare al carrello, mentre se si decide di dormire in ostello o in

albergo e di cenare al ristorante, si può tranquillamente propendere

per le borse da bici posteriori. Il percorso che andrai a seguire, se

prevede tratti sterrati e sconnessi, può provocare danni al carrello o

causarne il ribaltamento, se esso non è adeguatamente progettato e

testato, anche se oggi sul mercato è possibile trovare trailer di

ottima fattura e resistenza.

Se programmi di affrontare viaggi di un paio di mesi o più lunghi,

l'idea di acquistare un carrello dovrebbe essere valutata visto la sua

indubbia comodità e manovrabilità nelle lunghe distanze. Un carrello

è capiente e ti permetterebbe di trasportare un peso maggiore senza

inficiare il baricentro della tua bicicletta e riducendo il tuo sforzo.

Dovrai controllare la velocità, soprattutto in discesa, ma le tue

gambe te ne saranno probabilmente grate nell'affrontare le salite.

Tra i carrelli, sono da preferire quelli con una singola ruota, più

stabili in caso di sconnessioni sul terreno. Se invece sceglierai le

borse (fino ad ora sono state la nostra scelta), cerca di distribuire il

peso anche sulla ruota anteriore per mantenere un certo

bilanciamento del tuo mezzo.

In entrambe le scelte, dovrai prestare molta attenzione alla

impermeabilità del tessuto con cui i contenitori sono costruiti... la

pioggia è purtroppo sempre in agguato e quando la sera si giunge

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stanchi a destinazione, poter indossare dei vestiti asciutti è un

piacere impagabile!

In definitiva, possiamo riassumere quanto segue:

VANTAGGIVANTAGGI

BBORSEORSE DADA BICIBICI MONTATEMONTATE SULSUL PORTAPACCHIPORTAPACCHI

CCARRELLOARRELLO PORTABAGAGLIPORTABAGAGLI ((TRAILERTRAILER))

• Costo

• Disposizione separata di diversi materiali (più borse, tasche...)

• Possibilità di utilizzo a tracolla del singolo colle

• Maggiore sicurezza su terreni sconnessi, offroad

• Bicicletta più bilanciata e quindi stabile su strade asfaltate

• Peso con baricentro più basso e quindi minor sforzo nel trasporto

• Accesso al materiale più comodo

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SVANTAGGISVANTAGGI

BBORSEORSE DADA BICIBICI MONTATEMONTATE SULSUL PORTAPACCHIPORTAPACCHI

CCARRELLOARRELLO PORTABAGAGLIPORTABAGAGLI ((TRAILERTRAILER))

• Capienza ridotta

• Sbilanciamento della bicicletta (se si utilizza solo quelle posteriori)

• Accesso al materiale più difficoltoso

• Impossibilità di sistemare i bagagli per comparti

• Costo elevato per carrelli di qualità

• Rischio di ribaltamento su terreni sconnessi

• Impossibilità di utilizzo senza la bicicletta

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GPS o cartina vecchio stile?Nonostante il romanticismo spesso prenda il sopravvento, volendo

essere obiettivi non possiamo non ammettere la comodità e la

versatilità di un dispositivo GPS al confronto di una cartina

geografica stampata su carta. Ormai la tecnologia è matura e in

pochi pollici possiamo avere a disposizione gratuitamente la

mappatura di tutto il globo alla scala che desideriamo. Non sono

poche le cartografie disponibili sul web, tra cui noi consigliamo

opencyclemap.

Detto questo, bisogna ammettere che il gusto di consultare una

cartina srotolandola ogni volta, almeno a noi, dà molta più

soddisfazione che non far scivolare un dito su uno schermetto di due

o tre pollici. Ma non è solo per semplice romanticismo che ti

consigliamo di integrare, se puoi, la cartografia digitale con quella

cartacea. Sul suddetto piccolo schermo potrai visualizzare la tua

posizione ed una porzione di territorio piuttosto limitata rispetto a

quella che potrai visualizzare sulla carta a parità di scala. Continuare

a zoomare ed a spostare la schermata, a volte può risultare

complesso se si cerca di osservare dettagli distanti dalla propria

posizione. Un altro caso in cui tornano utili le mappe “vecchio stile” è

quello che riguarda i cicloviaggi in località isolate e remote. In questi

casi potresti restare senza corrente elettrica per alcuni giorni - è

vero, esistono i pannelli fotovoltaici portatili, ma se piove o sei

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immerso in una foresta? - e la durata di una batteria di un dispositivo

GPS non va oltre le 15-16 ore. Ammettiamo che tu riesca a

ricaricare le batterie in tempo, ma se ti trovi in zone impervie in

mezzo alle montagne, il segnale GPS difficilmente raggiungerà

quella località ed ancora una volta il tuo navigatore risulterà poco

utile.

In definitiva, un dispositivo GPS può andare bene per la maggior

parte dei casi e dei viaggi, ma sia per abitudine che per effettiva

comodità o necessità, ci possono essere situazioni in cui le mappe

cartacee svolgono un servizio migliore.

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Farmacia da viaggioI mesi prima della partenza sono i più movimentati ed impegnativi in

termini di tempo e salute mentale. Tutto deve essere un minimo

pronto per la giusta data ed il nostro cervello inizia a fumare sempre

più frequentemente. Una delle problematiche più fastidiose da

gestire è quella riguardante le vaccinazioni e l'organizzazione della

farmacia da viaggio!

Pastiglie, bustine, cerotti, garze, bende, flaconcini... insomma un

vero delirio di alternative. Essendoci trovati spesso a dover scegliere

cosa portare e cosa non portare in viaggio, ecco una serie di consigli

per chi, come noi, ha qualche difficoltà nel capire cosa sia davvero

indispensabile e cosa invece no.

Prima di tutto, se vuoi viaggiare in un paese dove c'è un'alta

diffusione di malattie ormai scomparse in Europa, recati dal tuo

medico o all'ASL per valutare insieme la situazione. Nel nostro caso,

per Thailandia, Laos, Vietnam e Cambogia ci sono state suggerite le

vaccinazioni contro epatite A, epatite B (tutti i nati dopo il 1980

dovrebbero già essere coperti perchè divenuta obbligatoria in

quell'anno!), colera e tifo, durante il viaggio in Brasile anche la

febbre gialla. Ma te lo ripetiamo, per avere una valutazione completa

e affidabile delle vaccinazioni richieste e consigliate, vai dal tuo

medico o all’Azienda Sanitaria Locale. Sempre per viaggi in zone

tropicali o equatoriali, è consigliabile valutare il rischio di contrarre la

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malaria. E' impossibile avere la certezza di non essere infettati, ma

ci sono certe precauzioni che è meglio seguire per ridurre ai minimi

termini i rischi di contagio: indossare abiti chiari e lunghi che

coprano la maggior parte del corpo, comprare uno spray a base di

permetrina da spruzzare su braccia, gambe, vestiti ed anche sulla

tenda in modo da creare un'efficace barriera contro vari tipi di insetti

(fra cui la zanzara), uscire il meno possibile nelle ore notturne ed

evitare l'utilizzo di profumi e creme dall'aroma dolce che attirano gli

animali. Fatevi prescrivere poi, come profilassi antimalarica, il

Mallarone o il Lariam, il primo costoso ma forse più efficace per

brevi periodi, il secondo gratuito! (Fate però attenzione agli effetti

collaterali essendo medicinali piuttosto invasivi). L'assunzione dei

due farmaci varia: dovrai ingerire una pastiglia di Mallarone

quotidianamente durante il probabile periodo di esposizione mentre,

per quanto riguarda il Lariam, per rendere più efficace la protezione,

dovrai iniziare la profilassi una settimana prima della partenza e

concluderla quattro settimane dopo il rientro, assumendo una

pastiglia ogni sette giorni.

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Detto questo, passiamo alla vera e propria scelta dei medicinali e

attrezzature che comporranno il tuo kit di emergenza - per chi come

noi effettua trekking e viaggia in mtb i rischi di infortunio aumentano

rispetto ad un viaggio in autobus, auto, treno... - :

● cerotti,

● garze e cotone idrofilo,

● disinfettante,

● enterogermina, lacto 5 o un altro antidiarroico contro la

diarrea del viaggiatore,

● una pomata antisettica come per esempio il Gentalyn,

● aspirina e analgesici antinfiammatori,

● termometro e salviette sterili

● antibiotico a largo spettro come l'augmentin e specifico per

diarrea come il tiorfix

Questo dovrebbe essere sufficiente a proteggerti in caso di

escoriazioni, cadute impreviste o primi sintomi di infezioni intestinali

lievi, se dovessi incappare in qualcosa di più serio, non esitare a

recarti immediatamente presso le strutture sanitarie più vicine e

competenti. Molti medicinali necessitano di ricetta medica per

essere acquistati, quindi è fondamentale recarsi dal proprio medico.

Per l'eventualità remota di trascorrere qualche giorno senza

possibilità di reperire acqua potabile, acquista amuchina da usare

moderatamente e superdiluita in acqua, proprio per disinfettare

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quest'ultima rendendola bevibile in situazioni di emergenza.

Esistono anche le pastiglie disinfettanti apposite (molto più costose).

Non abusare comunque di questa utile alternativa durante il tuo

viaggio. Dai importanza al kit di pronto soccorso che avrai con te

perchè, facendo tutti i possibili scongiuri e sperando di portarlo a

casa inutilizzato, potrebbe toglierti davvero qualche grattacapo!

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Consigli di viaggio... perché anche il paesaggio conta!

Certo, è vero, ognuno ha i propri gusti e i propri ritmi, quindi dare dei

consigli sulle migliori mete di viaggio per il cicloturismo risulta

sempre difficile oltre che discriminante per chi non viene citato.

Detto ciò, questa guida come tutte le guide, è scritta da delle

persone che hanno un proprio giudizio. Sulla base, dunque, del

nostro gusto soggettivo, di seguito ti consigliamo alcune località

dove viaggiare in bici potrebbe essere più appagante.

● Ciclabile del Danubio: partiamo dalle mete classiche e “facili”.

Le ciclabili e le ciclovie stanno nascendo ed espandendosi

velocemente in tutta Europa. La sicurezza di restare fuori dal

traffico e poter viaggiare senza ansia, rende questi percorsi

ideali anche e soprattutto per chi è alla prima esperienza o per

le famiglie. La ciclabile del Danubio è forse l’itinerario più

conosciuto ed affascinante: attraversa città d’arte e paesaggi

variegati. Il tratto più pedalato è quello tra Passau e Vienna in

Austria ed è percorribile comodamente in una settimana. Altre

ciclabili interessanti in Italia sono quella dell’Adige in Trentino-

Alto Adige e la ciclopista del Sole.

● Corsica: per un viaggio di qualche giorno o per una vacanza di

un paio di settimane in bici, le isole del Mediterraneo, Corsica

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in testa, sono l’ideale. Si può conciliare il viaggio di scoperta ed

esplorazione del territorio con qualche giorno di relax al mare.

Sia la Corsica che la Sicilia e la Sardegna, sono adatte ad un

cicloviaggiatore un po’ allenato, vista la difficoltà a trovare

tappe completamente pianeggianti. Dal punto di vista logistico

la Corsica è da ritenersi una meta facile, soprattutto in estate

quando tutte le strutture ricettive sono aperte, campeggi per

primi. Nota dolente di tutte le isole citate è la presenza di un

traffico di vacanzieri sostenuto nel periodo di alta stagione

turistica. Il periplo dell’isola richiede una settimana circa ad un

buon ritmo ma personalmente ti consigliamo di lasciare la costa

almeno per un paio di giorni da trascorrere nell’entroterra

montuoso. Cambiano i paesaggi, cambiano le strade e

cambiano le persone...

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● Nuova Zelanda: due libricini molto popolari tra i cicloturisti che

affrontano le strade di Aotearoa, la definiscono come “Il

paradiso dei cicloviaggiatori”: effettivamente la Nuova Zelanda,

la Terra dalla lunga nuvola bianca, è davvero la meta ideale

per il cicloturismo. Grandi spazi, poco più di quattro milioni di

abitanti concentrati in poche aree urbane e tutto il resto del

territorio attraversato da strade comode e suggestive

praticamente senza traffico o quasi. L’isola del Nord è

costellata da sorgenti termali, geyser e vulcani. L’isola del Sud

è divisa longitudinalmente dalla catena alpina dove dominano il

Mount Cook ed i suoi ghiacciai che si protendono fino al mare.

Se ami i paesaggi selvaggi e struggenti, questa è una meta da

non perdere, anche perchè non è difficile trovare una

sistemazione per la notte a buon prezzo e del buon cibo.

● Laos: il paese che ci ha conquistato maggiormente tra quelli

attraversati nel sud est asiatico, soprattutto il nord, montuoso,

remoto e punteggiato da decine di villaggi di etnie differenti. Il

sorriso ed il saluto dei bambini lungo le strade sterrate e

polverose, sarà uno dei ricordi del nostro viaggio che

conserveremo per sempre. Non è un territorio facile da

attraversare, soprattutto per le difficoltà altimetriche, ma anche

per le condizioni delle strade non sempre ottimali. Lo sviluppo

sta raggiungendo anche le aree più lontane del paese e

l’asfalto sostituisce ogni anno decine di chilometri di strade

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sterrate, ma la natura selvaggia di queste zone rende dura la

vita al “progresso”, conservando culture e tradizioni locali. I

punti dove fare meta per ristorarsi lungo il percorso esistono

ma non sono molti e quindi se deciderai di affrontare un viaggio

in questo splendido paese, munisciti di tenda e attrezzatura da

campeggio.

● Patagonia: per alcuni potrebbe essere il “viaggio della vita”.

Una meta mistica, alla fine del mondo, un territorio aspro ed

inospitale ma per questo suggestivo ed attraente. La

Patagonia, soprattutto nelle sue immense distese centrali, non

è un territorio da attraversare sprovvisti di un minimo di

consapevolezza e confidenza in se stessi e nel proprio mezzo.

Ma se si affronta il viaggio con il giusto spirito, la solitudine e

l’immensità del paesaggio diverranno un valore aggiunto

notevole al proprio itinerario. Visti gli spazi sconfinati, a volte

può essere difficile reperire generi alimentari e ricoveri per la

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notte quindi, oltre ad una buona programmazione prima della

partenza, è altamente consigliabile fornirsi di tenda e

attrezzatura da campeggio per poter affrontare qualche giorno

“Into the wild”. Per cicloviaggiatori che amano l’avventura!

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In bici sulle vecchie ferrovie dismesseIl viaggio lento su un treno, il rumore ritmato dei binari che scorrono

e delle stazioni che scompaiono veloci alle nostre spalle. La

scoperta dei ricordi custoditi in pezzi di ferro incastrati l'uno all'altro

per formare un percorso lungo centinaia di chilometri. Percorsi ormai

dimenticati. In Italia sono tantissime le ferrovie dismesse, un tempo

utilizzate quotidianamente per i trasporti ed ora lasciate scomparire

fra l'erba alta e le radici degli alberi. Il nostro sarà un viaggio alla

rincorsa di questi percorsi in bici, lento, come quelle carrozze che

procedevano su questi binari per giorni interi e che ormai non

esistono più.

La prima affinità fra un itinerario percorso in bici ed uno in treno è

quella del viaggiare lentamente, senza fretta, senza pretese, solo

con l'animo sereno fra paesaggi naturali di inestimabile valore e

bellezza. La seconda, e non meno importante, è quella che

concerne i luoghi che si attraversano, spesso incontaminati e

difficilmente raggiungibili con altri mezzi di trasporto. Oggi molte

ferrovie dismesse vivono solo nei ricordi degli ultimi viaggiatori che

le hanno percorse prima del totale abbandono. Alcune fra queste

però, le più fortunate, sono state negli ultimi anni, in parte o

totalmente ripristinate per permettere ancora a qualche girovago di

seguire quei vecchi percorsi su rotaia finiti ormai nel dimenticatoio

in sella ad una bicicletta! Girando qua e là per l'Italia e negli altri

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paesi del mondo, abbiamo scoperto alcuni di questi splendidi

itinerari ferroviari (e ce ne sono davvero tantissimi!!!):

● Ferrovia tra Spoleto e Norcia

● Ferrovia Parenzana, tra l'Italia, la Slovenia e la Croazia

● Otago central rail trail

● Ferrovia delle Dolomiti da Dobbiaco a Calalzo di Cadore

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Bello il cicloviaggio... ma quanto mi costa?

Visto quanto detto nei precedenti capitoli in cui abbiamo cercato di

spiegare quale bici scegliere e quali accessori servono per un

viaggio in bici , dovrebbe essere abbastanza chiaro il fatto che non

serve essere milionari per poter partire sulle due ruote! Oltre al

budget iniziale per acquistare l’attrezzatura, ciò che dovrai

considerare, saranno i costi di vitto ed alloggio... il trasporto è

gratuito! Pedalando per il mondo non avrai bisogno di aspettare

l’autobus o un taxi collettivo, non ti servirà acquistare il biglietto del

treno, non avrai bisogno di attraversare un lago, lo potrai aggirare

sui pedali... In alcune situazioni però, come è capitato anche a noi,

integrare l’utilizzo di un altro mezzo di trasporto sarà indispensabile,

un esempio? Con la bicicletta purtroppo non si vola (anche se la

sensazione mentre si pedala è proprio quella!!!) e quindi per

raggiungere un’isola bisognerà obbligatoriamente appoggiarsi ad un

traghetto o ad un volo aereo, ma a condurti in ogni altro luogo, ci

penserà la tua fedele compagna.

Logicamente viaggiare in bici può essere costoso se si sceglie di

alloggiare in hotel a quattro stelle e mangiare bistecche alla

fiorentina ed ostriche tutte le sere, ma se non hai vinto al

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superenalotto e i soldi sono un discriminante più del tempo a tua

disposizione, hai scelto il mezzo giusto!

Ciò che ti permetterà di viaggiare a lungo e non spendere molto sarà

una semplice equazione: se sei amante della bicicletta, sei amante

della natura, quindi, sei amante del campeggio. Questi passaggi

fanno di te un viaggiatore che sa essere anche un ottimo

risparmiatore. Se vuoi viaggiare a lungo e costantemente,

campeggia, anche in zone libere, perlomeno nei paesi in cui è

concesso. Fai la spesa al supermercato, porta con te un fornelletto e

divertiti a cucinare al chiaro di luna davanti alla tua tenda: sarai

felice e lo sarà soprattutto il tuo portafogli. Una tenda ed un

fornelletto ti faranno risparmiare, nel lungo periodo, molto più di

quanto tu li avrai pagati e saranno indispensabili se viaggierai in

aree poco abitate o in riserve naturali dove difficilmente si incontrano

guesthouse e hotel. Inoltre, in certi paesi, non è obbligatorio piantare

la propria tenda in un campeggio. Un esempio pratico è il Sud Est

Asiatico dove, all’interno dei parchi nazionali e riserve naturali,

talvolta gratuitamente, talvolta pagando una piccola quota, è

possibile campeggiare ovunque risparmiando e gustando appieno le

bellezze naturalistiche. Se viaggierai da una città ad un’altra,

difficilmente potrai avere questo privilegio...

Per non restare sul vago ed entrare nel dettaglio, proviamo a fare un

esempio sulla base della nostra esperienza tra Nuova Zelanda e

Sud est asiatico. Consideriamo il primo come un paese costoso ed

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i secondi come economici. Se per esempio ti troverai in Nuova

Zelanda, potrai considerare di spendere circa 35-40€ al giorno per

persona dormendo negli ostelli e concedendoti una cena decente al

ristorante. Se anziché concederti il tepore di un ostello, ti godrai la

meraviglia delle splendide location dei campeggi D.o.C. e cucinerai

davanti ad uno splendido lago o in riva ad un fiume incontaminato, la

tua spesa potrà scendere fino a 10-15€ al giorno per persona o

ancor meno se sarai bravo. Questo ti potrebbe regalare qualche

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settimana in più di viaggio. Il rapporto si abbassa ulteriormente se ti

trasferisci nel sud est asiatico, dove davvero non vale la pena

cucinare con il fornelletto (con 1€ o poco più puoi mangiare un piatto

di riso con carne o verdure). Dormendo in hotel economici o ostelli,

potrai spendere circa 12-15€ al giorno a persona che scendono a 6-

7€ se campeggi. Capisci quanto potrebbero essere lunghi i tuoi

viaggi?

Per tornare alla domanda che ci siamo posti all’inizio, ossia quanto

costa viaggiare in bici? Beh la risposta è... dipende principalmente

da te, da ciò che cerchi da un viaggio in bicicletta, da come ti piace

scoprire i paesi, dagli alloggi che sceglierai, ma ti assicuriamo che,

rispetto ad un backpacker, spenderai meno!

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Cicloturismo da soli, in coppia o con la famiglia

La bicicletta è uno dei mezzi di trasporto più efficienti ed utilizzati in

ogni parte del mondo. Talvolta per necessità, talvolta per comodità,

altre volte per scelta, la bicicletta, nella sua semplicità, è l’esempio

perfetto del veicolo a misura d’uomo. Fin da piccoli anzi,

piccolissimi, la bicicletta allieta i nostri pomeriggi di ginocchia

sbucciate e graffi. La presenza delle due ruote è una costante nella

nostra crescita ed, in certi casi, arriva ad alimentare anche i nostri

sogni di fuga e cambiamento più fantasiosi. Il cicloturismo è

un’evoluzione spontanea dell’incontro fra il viaggio lento e quel

mezzo di trasporto che incentiva la mobilità sostenibile conosciuto

con il nome di bicicletta.

Viaggiare da soli è un’esperienza unica: permette di conoscere

alcuni antri nascosti del proprio carattere, di levigare gli aspetti più

duri della nostra personalità, di crescere attraverso il confronto e la

condivisione con altri viaggiatori e diverse culture. I cicloviaggi in

solitaria garantiscono una percezione amplificata della realtà e delle

esperienze vissute, grazie ad una sensibilità acuita dall'impossibilità

di un confronto con amici o persone conosciute. Le piccole grandi

faccende quotidiane vanno risolte in autonomia e questo ne

aumenta il valore. Viaggiare da soli non è per tutti.

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Certo, prima di essere sicuri che il viaggio in solitaria non faccia per

te, dovresti provarci almeno una volta.

Il cicloturismo si può praticare da soli? La nostra risposta può essere

solo una: si, assolutamente si! Il cicloturismo è adatto anche a chi

predilige il viaggio in solitaria! Avete mai sentito parlare di Annie

Londonderry, Ian Hibell, Claude Marthaler... dal 1800, sono

tantissimi i viaggiatori che hanno scelto di spostarsi lentamente per il

mondo in sella ad una bicicletta e un buon motivo c’è sicuramente!

Molti altri cicloviaggiatori scelgono invece di muoversi in coppia,

seguendo un ritmo costante di pedalata a non più di un metro di

distanza l’uno dall’altro: stiamo parlando di chi si avventura per il

mondo in tandem. Indispensabile un buon affiatamento e

conoscenza dell’altro perchè non è affatto facile trascorrere diverse

ore al giorno pedalando sullo stesso mezzo di trasporto

sincronizzati.

C’è anche chi decide di viaggiare in due ma su differenti mezzi di

trasporto (dalle bici ai recumbent...), condividere momenti unici

insieme ed anche, in caso di necessità, prendersi del tempo per

riflettere in solitudine durante le lunghe giornate sui pedali.

Con la diffusione del cicloturismo anche tante famiglie decidono di

trascorrere le vacanze ed i caldi fine settimana primaverili ed estivi

in bicicletta. Da ricordare è sicuramente il viaggio della famiglia

americana Vogel che, dall’Alaska alla Patagonia, percorse in bici

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17300 miglia. I Vogel viaggiavano in quattro: mamma, papà ed i due

figli... un’avventura niente male, non trovate?

In conclusione la bicicletta è un mezzo adatto ad ogni tipo di

viaggiatore... che tu sia un lipo solitario, un animale sociale o un

padre (madre) di famiglia, salta in sella e pedala!

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Organizzare il viaggio o andare all’avventura?

Un viaggio inizia molto prima della reale partenza. Un viaggio

comincia dal momento in cui nella nostra testa si inizia a formare

l’idea di un’avventura, da quando decidi di aprire la cartina

geografica per studiare un possibile percorso, da quando sogni notte

e giorno un certo luogo...

Piste ciclabili, itinerari agli antipodi, pianure e distese di ghiaccio,

ogni posto del mondo potrebbe essere quello giusto per un

cicloviaggio, ma è necessario organizzare tutto prima della

partenza?

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No!

Studiando una cartina geografica, leggendo una guida turistica o

articoli di viaggio avrai un’idea indicativa di un paese: cosa vedere a

livello turistico, due locali che ti vengono consigliati per fare uno

spuntino, un buon alloggio se non hai voglia di campeggiare ma

niente di più. Un luogo, una città, una riserva naturale è fatta da

ambienti, da persone, da situazioni impreviste e da, molto spesso,

incontri. Programmare nel dettaglio le tappe da seguire sarebbe

estremamente limitativo per qualsiasi cicloviaggiatore: oggi 60 km,

domani 80 km, mercoledì 40 km... e se una città ti conquista? e se

fori una camera d’aria di troppo? e se incontri la tua anima gemella?

e se un giorno non ti senti troppo bene? Imprevisti, ma anche

possibilità, avventure, episodi da ricordare, sono questo che

rendono speciale ogni viaggio e sono proprio questi fattori che ti

devono impedire di programmare prima della partenza tutte le tappe

del tuo itinerario. Sappiamo che molto spesso il tempo a

disposizione è estremamente limitato: 15, 10, 20 giorni al massimo,

ma piuttosto che delineare un percorso impegnandoti totalmente

ogni singola ora della giornata, abbozza qualche itinerario indicativo

che ti conceda elasticità nei movimenti e nella scelta delle tue attività

quotidiane: man mano che il viaggio prenderà forma, sceglierai se

dedicare più tempo alle pedalate o all’esplorazione di villaggi e

riserve naturali. Il viaggio in bicicletta è libertà, non mettiamoci le

catene ancora prima di partire!!!

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Risorse utili

Cicloturismo

travellingtwo.com

biketouringtips.com

downtheroad.org

trentobike.org

ilcicloviaggiatore.it

amicoinviaggio.it

tour.tk

Campeggio

campingeoutdoor.it

joyofcamping.com

cyclocamping.com

GPS, mappe e itinerari

opencyclemap.org

everytrail.com

gpsies.com

Viaggiatori

Claude Marthaler - yaksite.org

Alastair Humphreys

Feel the earth - Keiichi Iwasaki

Rob Lilwall

Bici Clown

Mathias Recondo

Going Slowly

Paul Jeurissen

Pablo Garcia

Francesco Alaimo

Path Less Pedaled

Alberto Fiorin

Mariano Lorefice

Ospitalità

warmshowers.org

hospitalityclub.org

couchsurfing.org

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