Guida agli adempimenti sulla sicurezza sul lavoro · per la sicurezza sul lavoro nelle Pubbliche...

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guida pratica SCUOLA Guida agli adempimenti sulla sicurezza sul lavoro PIERPAOLO MASCIOCCHI

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pierpaolo masciocchi

Indice

Notazioni introduttive.................................................................................................. . pag.. V

Scuola - Guida.agli.adempimenti.sulla.sicurezza.sul.lavoro1. Valutazionedeirischinegliistitutiscolastici

1.1. Definizione.del.comparto.di.riferimento...................................................... ». 31.2. Descrizione.del.ciclo.produttivo.e.delle.attività.svolte.dal.comparto...... ». 31.3. Gruppi.omogenei.di.lavoratori....................................................................... ». 41.4. Valutazione.dei.rischi.negli.edifici.scolastici................................................ ». 5

1.4.1 Valutazione dei rischi trasversali.............................................................. ». 51.4.1.1. Requisiti. strutturali.ed. impiantistici.per. la.prevenzione.

incendi........................................................................................ ». 61.4.1.2. Gestione.delle.emergenze........................................................ ». 111.4.1.3. Impianto.elettrico...................................................................... ». 191.4.1.4. Servizi.igienici........................................................................... ». 201.4.1.5. Centrali.termiche...................................................................... ». 201.4.1.6. Luoghi.di.lavoro........................................................................ ». 201.4.1.7. L’amianto.negli.edifici.scolastici............................................. ». 211.4.1.8. I.giardini..................................................................................... ». 26

2. ifattoridirischionegliistitutiscolastici2.1. Didattica.teorica................................................................................................ ». 292.2. Laboratorio.Tecnico.......................................................................................... ». 322.3. Laboratorio.Grafico-Artistico.......................................................................... ». 342.4. Attività.artistiche.collaterali............................................................................ ». 372.5. Attività.ginnico.sportiva.................................................................................. ». 392.6. Attività.di.recupero.e.sostegno....................................................................... ». 412.7. Direttiva.ed.Amministrativa........................................................................... ». 432.8. Manutenzione................................................................................................... ». 462.9. Attività.del.collaboratore.scolastico............................................................... ». 482.10. Mensa............................................................................................................... ». 502.11. Attività.straordinarie.periodiche................................................................. ». 552.12. Controllo.dei.flussi.di.persone..................................................................... ». 56

Notazioni introduttive

Nel Dlgs 626/1994 l’organizzazione della sicurezza ne rappresentava un fondamenta-le profilo. Il nuovo testo unico, approvato con Dlgs 81/2008 e, successivamente, mo-dificato ed intergrato con il Dlgs 106/2009, conferma e perfeziona tale impostazione normativa, integrandola e modificandola, come vedremo. La principale ragione che ha determinato gli elementi di continuità risiede nel fatto che anche il recente provvedi-mento legislativo si pone sul solco giuridico delle medesime direttive europee, tra cui, principalmente, la direttiva 89/391/Cee del 12 giugno 1989 che a suo tempo ha posto l’impalcatura organizzativa da cui originano sia il Dlgs 626/1994 sia il Dlgs 81/2008.

Sicurezza e vertice dell’amministrazione

Anche nel nuovo decreto l’organizzazione per la sicurezza ha “origine” dal vertice della singola Amministrazione: il datore di lavoro per la sicurezza, infatti, è individuato dall’organo di vertice delle singole amministrazioni”(art. 2, comma 1, lett. b). Sono, pertan-to, per fare alcuni esempi, sindaci, presidenti delle province, rettori delle Università, ad individuare i rispettivi datori di lavoro per la sicurezza. La norma chiarisce anche, in modo sostanzialmente conforme al Dlgs n. 626/1994, gli elementi da tenere presen-te per individuare il datore di lavoro nelle pubbliche amministrazioni:Il soggetto deve essere:a) “dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero”b) “funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto

ad un ufficio avente autonomia gestionale”;Deve essere inoltre:c) “dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa”;d) individuato “tenendo conto dell’ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l’atti-

vità”.La disposizione, inoltre, stabilisce (facendo propria, in tal modo, la prevalente inter-pretazione giurisprudenziale) che lo “spostamento” di funzioni (e, conseguentemente, delle responsabilità giuridiche ad esse legate) non si realizza “in caso di omessa indi-viduazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopraindicati”: in tal caso, infatti, il datore di lavoro coincide con organo di vertice medesimo” (ultimo periodo dello stesso art. 2, comma 1, lett b) e resta, quindi, in capo al vertice la funzione primaria di datore di lavoro. Qualora il vertice della singola Amministrazione pubblica abbia, invece, proceduto all’individuazione del datore di lavoro in modo conforme al decreto, la conseguenza giuridica è chiara e netta: il vertice si sgrava, sostanzialmente, di gran parte degli obblighi organizzativi e gestionali propri del datore di lavoro (descritti esaurientemente nell’art. 18).“Sopravvivono”, tuttavia, in capo al vertice, i profili di responsabilità conseguenti ai poteri “strutturali”, indissolubilmente legati al vertice dell’Amministrazione (un

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE VI

esempio è il potere del vertice di definire il bugdet per la sicurezza, quindi, di dare adeguate o meno risorse economiche per consentire al datore di poter efficacemente intervenire per il miglioramento della sicurezza).

Nozione e discrezionalità organizzativa

Come detto, il nuovo decreto non modifica la nozione giuridica di datore di lavoro per la sicurezza sul lavoro nelle Pubbliche amministrazioni, ma il nuovo testo (a parte quanto già riportato sui requisiti generali) non dà utili indicazioni a proposito di chi debba, in concreto, assumere la titolarità del ruolo di datore di lavoro. In questo senso ripropone lo spazio di discrezionalità già espresso dal Dlgs n. 626. L’individuazione del datore di lavoro resta, quindi, una scelta organizzativa, libera progettazione del disegno organizzativo, legata solo alla complessità della specifica e singola Ammini-strazione. Considerando, in particolare, l’ente locale, per i vertici di comuni e province si ripropongono, pertanto, anche a seguito del nuovo testo, i “dilemmi organizzativi” rispetto alle varie opzioni del passato. A seconda dei casi, il datore di lavoro per la sicurezza potrà, ad esempio, essere: – il segretario;– il direttore generale (se figura diversa dalla precedente);– ogni singolo dirigente (o posizione organizzativa);– un solo dirigente.

Il ruolo del datore

Il decreto è, invece, esauriente sul ruolo del datore, vale a dire sulla “missione” e sui compiti che vengono attribuiti a tale figura. Egli, come si desume da un’interpretazio-ne sistematica di varie disposizioni (tra cui artt. 18 e 17), continua ad essere “il regista” ed “il perno” dell’organizzazione per la sicurezza. Si assommano, così, su tale figura, una “miriade” di compiti, macro e micro, esplicitati, in via generale, nell’artt. 18, tra i quali, per fare qualche esempio:– il nominare gli staff per la sicurezza (medico competente e staff);– l’affidamento dei compiti in materia di sicurezza ai lavoratori, tenendo presente le

capacità e condizioni degli stessi (art. 18, comma 1, lett. c);– il richiedere ai lavoratori l’osservanza delle norme vigenti e delle disposizioni;– il fornire loro i necessari ed idonei dispositivi di protezione individuale;– l’elaborare il documenti di valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei la-

voratori;– il dare informazione, formazione e addestramento ai lavoratori.Così come sotto la vigenza del Dlgs 626/2004, il datore di lavoro unico non deve, evidentemente, realizzare da solo questi e gli altri compiti precisati dalla legge. Egli, infatti, può trasferire gran parte (ma non tutte) delle proprie funzioni.Il testo legislativo in esame, infatti, distingue tra funzionia) proprie del datore e non delegabili (art. 17);b) delegabili (art. 18).La prima categoria di funzioni comprende, esclusivamente, due obblighi datoriali:– la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del complesso docu-

mento, i cui contenuti sono precisati dall’art. 28; – la designazione del responsabile del Servizio di prevenzione e protezione dai rischi.A parte, tali “incombenze” tutte le altre, invece, possono essere trasferite ai collabora-tori del datore di lavoro.

VII NOTAZIONI INTRODUTTIVENOTAZIONI

INTRODUTTIVE

La delega

Lo strumento, di carattere organizzativo e giuridico, per determinare il trasferimento di funzioni è la delega. La sua utilità è, da un lato, organizzativa perché, in tal modo, il datore di lavoro definisce i distinti ruoli dei vari collaboratori, ma è, dall’altro lato, anche di natura giuridica in quanto, secondo l’interpretazione giurisprudenziale con-solidata, l’avvenuta delega determina non solamente il trasferimento delle funzioni in capo ad un soggetto diverso dal datore di lavoro, ma, altresì, effetti giuridici sulla responsabilità, nel senso che soggetto destinatario delle sanzioni, per le infrazioni le-gate a quelle funzioni trasferite, diventa il delegato. Come previsto dall’art. 16, comma 3, tuttavia, l’attivazione di una regolare delega “non esclude l’obbligo di vigilanza in capo al datore di lavoro in ordine al corretto espletamento da parte del delegato delle funzioni tra-sferite”.Il nuovo decreto, a differenza del Dlgs 626/1994, precisa le caratteristiche della delega. Tale strumento organizzativo e giuridico, infatti, deve presentare le seguenti caratte-ristiche: – risultare da atto scritto recante data certa;– “investire” un delegato che possegga tutti i requisiti di professionalità e di esperien-

za richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate;– attribuire al delegato tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti

dalla specifica natura delle funzioni delegate;– attribuire, altresì, al delegato l’autonomia di spesa necessaria allo svolgimento delle

funzioni delegate;– essere accettata dal delegato per iscritto;– avere adeguata e tempestiva pubblicità. Una lettura superficiale può suscitare dei dubbi sul citato criterio dell’accettazione per iscritto da parte del delegato. Le perplessità che può suscitare in relazione a potenziali (e preventivabili) rifiuti da parte del delegando, sono, sostanzialmente, ingiustificate, se non altro perché il requisito era già stato codificato dalla giurisprudenza e, d’altra parte, il rifiuto, per non determinare un illecito di natura lavoristica, deve essere, evi-dentemente, giustificato, (un esempio di lecito rifiuto potrebbe derivare dal fatto che la persona non ha ricevuto adeguata formazione al ruolo). Tale requisito e la sua forma hanno, d’altro lato, delle “giustificazioni” giuridiche significative (se non altro, l’avve-nuta accettazione della delega determina, come detto, effetti giuridici anche in ordine a chi debba subire sanzioni penali).

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE VIII

L’organigramma della sicurezza

Una struttura “modulare”

Come implicitamente chiaro da quanto detto, il datore di lavoro pubblico si può avva-lere, per organizzare la sicurezza, di una pluralità di soggetti. I principali sono:– il dirigente,– il preposto,– il Servizio di prevenzione (articolabile in responsabile ed addetti),– il medico competente,– gli addetti ai servizi operativi (di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazio-

ne dei lavoratori e di pericolo grave ed immediato).Possono essere chiamati a “collaborare” anche altri soggetti, quali:– progettisti (dei luoghi di lavoro, dei posti di lavoro e degli impianti),– fornitori di attrezzature di lavoro e di dispositivi di protezione individuali ed im-

pianti,– installatori e montatori di impianti, attrezzature di lavoro e altri mezzi tecnici.L’organizzazione, anche nel nuovo decreto sulla sicurezza, è compiuta e modulare, nel senso che va adeguatamente elaborata dal datore di lavoro, in base ai principi della buona tecnica organizzativa applicata alla sicurezza sul lavoro. In tal senso, egli può essere efficacemente assistito anche dalla Funzione specializzata sulla risorsa-uomo.

Il Servizio di prevenzione e protezione

Essenziale “pedina” nell’organizzazione per la sicurezza è, in base a quanto previsto all’art. 17, comma 1, lett. b), il Servizio di prevenzione e protezione (Spp). Il nuovo de-creto, sostanzialmente, non innova rispetto a gran parte dei profili inerenti a:

IX NOTAZIONI INTRODUTTIVENOTAZIONI

INTRODUTTIVE

– compiti del Servizio stesso;– capacità e requisiti professionali dei responsabili e degli addetti;– possibilità di svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di pre-

venzione protezione dei rischi.Restano, quindi, pressoché inalterati i profili normativi dell’unità organizzativa in esa-me, del suo responsabile e degli addetti. Nel complesso il Spp resta il “fulcro” tecnico della sicurezza, che supporta il datore di lavoro, l’organizzazione nel suo complesso ed i lavoratori, con tecniche sulla sicurezza sul lavoro. Dal punto di vista specialistico, egli presidia, infatti, come “ragionamento” tecnico dell’ente relativamente a:– analisi dei rischi,– valutazione degli stessi,– programmazione di misure di miglioramento.È, peraltro, evidente che la composizione professionale del Spp, lo svolgimento dei compiti tecnici appena citati e degli altri caratteristici del Spp dovranno, in futuro, es-sere “ri-orientati” tenendo ben presente l’arricchimento della nozione di salute (come benessere) e dei profili specifici che essa include (profili fisici, mentali e sociali della persona).

Il preposto

In questa analisi di sintesi di essenziali temi organizzativi posti dal nuovo decreto, una menzione merita anche il preposto. Il recente provvedimento legislativo definisce (ed è una novità) tale figura. Tale è, pertanto, la “persona” che “in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevu-te, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa”.Molto significativa (art. 19) è, altresì, la precisazione dei compiti, che nel nuovo decre-to sono finalmente distinti, con esattezza, da quelli degli altri soggetti della sicurezza. Tra essi spiccano quelli di:– sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori sia degli

obblighi di legge sia delle disposizioni in materia;– verificare nei lavoratori l’uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di

protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di persistenza della inos-servanza, informare i loro superiori diretti;

– segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta;

– frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall’art. 37.La novità accennata della formazione trova, peraltro, un riconoscimento anche tra “le misure generali di tutela” (vale a dire i principi inmateria di sicurezza sul lavoro), in specie all’art. 15, comma 1, lett. o). Conseguente alla maggiore linearità del ruolo e dei compiti, è il regime sanzionatorio relativo alla figura. L’art. 56 individua i profili di re-sponsabilità che “coprono” tutti i compiti di cui all’art. 19, prevedendo, sia pure in mi-sura diversa, arresto e ammenda per ognuna delle violazioni, con esclusione dell’ob-bligo di frequentare la formazione punita con la sola ammenda da 300 a 900 euro.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE X

Il ruolo del lavoratore

Caratterizzata da sostanziale continuità normativa è la figura del lavoratore. A parte quanto detto sull’estensione della nozione che include i non-dipendenti, il nuovo te-sto, come il Dlgs 626/1994, dà al lavoratore un importantissimo ruolo da svolgere. Il disegno organizzativo prefigurato dal nuovo decreto presuppone, infatti, un soggetto attivo e responsabile del proprio ambito di azione individuale. Il lavoratore deve, in linea generale:– prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presen-

ti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni;– contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all’adempimento

degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.Si tratta, tuttavia, di profili utili ad interpretare, dal punto di vista giuridico ed orga-nizzativo, tale figura, ma che non producono (almeno per ciò che riguarda stretta-mente il nuovo decreto) conseguenze sul piano sanzionatorio. L’art. 59, infatti, non li menziona come ipotesi di violazione soggetta a sanzione.Tutte soggette a sanzione penale sono, invece, le violazioni inerenti ai vari profili di obbligo previsti all’art. 20, comma 2, dalla lett. b) alla i). Di conseguenza, il lavoratore, a pena dell’arresto fino ad un mese e all’ammenda da 200 a 600 euro, deve:– osservare le disposizioni e le istruzioni ricevute dal datore di lavoro, dai dirigenti e

dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale; – utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi,

i mezzi di trasporto nonché i dispositivi di sicurezza;– impiegare in modo appropriato i dispositivi di protezione messigli a disposizione;– non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di se-

gnalazione o di controllo;– non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di sua compe-

tenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;– partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore

di lavoro.È da notare e da sottolineare che la sanzione penale si “estende” anche agli ulteriori obblighi del lavoratore di:– segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto eventuali

deficienze di mezzi e di dispositivi di protezione;– comunicare qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui venga a conoscenza;– adoperarsi direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle proprie competenze

e possibilità per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;

– sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo e disposti dal medico competente;

– partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro.

Ulteriore novità del nuovo decreto rispetto a quello n. 626 (anche se il profilo era già previsto all’art. 6, L. n. 123 del 2007) è l’obbligo, a carico del lavoratori anche autonomi che lavorano in regime di appalto o di subappalto presso un altro datore di lavoro, di esporre una specifica tessera di riconoscimento. Per l’inosservanza di tale compito il lavoratore può subire una sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a 300 euro.

Il rappresentante per la sicurezza

Una delle “richieste” della legge delega era anche quella di intervenire per un rafforza-

XI NOTAZIONI INTRODUTTIVENOTAZIONI

INTRODUTTIVE

mento della figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Il nuovo decreto soddisfa tale richiesta prevedendo una tripartizione della figura, che comprende:– il rappresentante per la sicurezza (a livello di ente);– quello per la sicurezza territoriale;– quello di sito produttivo.Nel caso dell’ente locale, dell’Asl, dell’università e dei ministeri è da ritenere che la figura significativa sia, sostanzialmente, solo quella a livello di ente, non avendo le altre due figure ragione giuridica di esistenza, con la conseguenza che la consultazione e partecipazione dovrà avvenire con i referenti del passato.Nei contenuti previsti dal decreto (che rappresentano un minimo ampliabile con la contrattazione collettiva), non si modificano gli “spazi di azione” del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (art. 50). A parte il rinvio ad eventuali integrazioni in sede di contrattazione collettiva, il rappresentante conserva quanto già previsto dal Dlgs 626/1994. Ne emerge, nel complesso, un ruolo di importante interlocutore e di “stimolatore” del datore di lavoro (e dei suoi collaboratori presenti nella struttura per la sicurezza). Per citare alcune delle specifiche attribuzioni (art. 50, comma 1), ad esem-pio, egli:può accedere ai luoghi di lavoro in cui si svolgono le lavorazioni;– deve essere consultato preventivamente e tempestivamente in ordine alla valuta-

zione dei rischi, all’individuazione, alla programmazione, alla realizzazione ed alla verifica della prevenzione nell’amministrazione o unità lavorativa;

– deve essere consultato sulla designazione del responsabile e degli addetti al Servi-zio di prevenzione, all’attività di prevenzione incendi, al primo soccorso, all’eva-cuazione dei luoghi di lavoro e del medico competente;

– deve ricevere le informazioni e la documentazione inerenti alla valutazione dei ri-schi e le misure di prevenzione relative, nonché quelle inerenti alle sostanze ed ai preparati pericolosi, alle macchine, agli impianti, alla organizzazione e agli ambien-ti di lavoro, agli infortuni ed alle malattie professionali;

– deve ricevere una formazione adeguata; – può promuovere l’elaborazione, l’individuazione e l’attuazione delle misure di pre-

venzione idonee a tutelare la salute e l’integrità fisica dei lavoratori;– formulare osservazioni in occasione di visite e verifiche effettuate dalle autorità

competenti e fare proposte in merito all’attività di prevenzione. Il nuovo decreto conferma, inoltre, quanto previsto nella L. n. 123/2003 circa l’elezione dei rappre-sentanti per la sicurezza in un’unica giornata elettiva su tutto il territorio nazionale, da fissare con un decreto del ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, sentite le organizzazioni sindacali.

Un’organizzazione “orientata” ed effettiva

Esaminata la normativa in merito all’organizzazione per la sicurezza nel pubblico im-piego, contenuta nel nuovo decreto, vi è l’esigenza di esprimere due “considerazioni di fondo”. Una prima attiene al bene da proteggere, la salute, che, come si è detto, è inteso nel nuovo decreto come benessere a tre dimensioni. Questo incide sulla proget-tazione dell’organizzazione che deve, di conseguenza, essere adeguata a quella novità e, soprattutto, deve orientarsi verso essa. Un esempio, in tal senso, è la composizione del Spp, che dovrà essere integrato da quei ruoli della Funzione specializzata R.U. o da quelle figure esterne necessarie (psicologi del lavoro, organizzativisti, ecc.) competenti in materia di benessere mentale e relazionale. Un altro esempio è la necessità di una particolare attenzione ai profili “soft” dell’organizzazione (ad esempio, gli stili di lea-dership da diffondere e da praticare all’interno dell’ente). Una seconda considerazione

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE XII

è da fare su un ben diverso profilo organizzativo Lo “spunto” è offerto dalla previsione di cui all’art. 30 del nuovo Codice. Tale disposizione pone, sia pure come onere e non come obbligo giuridico, la creazione di un “modello di organizzazione e di gestione”. Tale aspetto organizzativo, ad una prima lettura, sembrerebbe non riguardare per nulla gli enti pubblici non economici (e quindi non interesserebbero, ad esempio, comuni e pro-vince, Ausl,ministeri e così via), essendo destinatari della norma specifica solo le realtà profit e del Terzo settore (art. 1, comma 2) ed essendone, invece, esclusi, espressamente (comma 3 dello stesso articolo), Stato, enti pubblici territoriali ed altri enti pubblici non economici. Dal punto di vista giuridico è, in linea di massima, così. Tuttavia vi è, nella norma, un’implicita presa d’atto, rilevante sul piano organizzativo anche per enti loca-li, Ausl, scuole, università e ministeri: l’organizzazione di base, presente nel decreto e qui commentata negli aspetti salienti, non è considerata, dallo stesso legislatore, sufficiente a prevenire determinati gravi fatti (ad esempio, la morte o una malattia insanabile o la perdita di un arto del lavoratore), ma richiede “un plus”: un sistema organizzativo per l’adempimento degli obblighi di legge (che si aggiunge all’ordi-naria organizzazione imposta dal decreto). Questa “richiesta organizzativa” diretta, come un onere, a tutte le organizzazioni diverse da quelle pubbliche non economiche, si indirizza in qualche modo, non come obbligo giuridico, ma, implicitamente, sul pia-no della “buona tecnica organizzativa”, anche agli enti locali: vi è nell’organizzazione ordinaria per la sicurezza prevista dal decreto una lacuna organizzativa colmabile con l’introduzione di un “sistema organizzativo e di gestione” che renda effettiva l’attuazione della “politica dell’amministrazione” per la salute e la sicurezza, non mantenendola ad un livello semplicemente formale ed apparente.

ScuolaGuida agli adempimenti sulla sicurezza sul lavoro

1.Valutazionedeirischinegliistitutiscolastici

1.1DefinizionedelcompartodiriferimentoÈ opportuno ricordare che le disposizioni del Dlgs 81/2008 e successive modifiche ed integrazioni si applicano a tutte le istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine e grado, relativamente al personale ed agli utenti delle medesime istituzioni, tenendo conto delle parti-colari esigenze connesse al servizio dalle stesse espletato e che sono equiparati ai lavoratori gli allievi delle istituzioni scolastiche ed educative nelle quali i programmi e le attività di insegna-mento prevedano espressamente la frequenza e l’uso di laboratori appositamente attrezzati, con possibile esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici, l’uso di macchine, apparecchi e stru-menti di lavoro in genere ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali. L’equipara-zione opera nei periodi in cui gli allievi siano effettivamente applicati alle strumentazioni o ai laboratori in questione. I predetti allievi non sono comunque computati ai fini della determina-zione del numero dei lavoratori dal quale il medesimo decreto fa discendere particolari obblighi. Nella definizione del comparto sono state fatte delle considerazioni generali che sono qui premesse, anche al fine della valutazione della significativa statistica dei dati ri-portati. Per le scuole materne, elementari e medie, le competenze relative alla proprie-tà e dunque alla manutenzione degli edifici sono in genere allocate nelle rispettive am-ministrazioni comunali di appartenenza, mentre per gli istituti di istruzione superiore, esclusi da questa ricerca, la competenza è delle rispettive amministrazioni provinciali. Per quanto riguarda, invece, la gestione del personale, delle attrezzature e degli arre-di, la competenza è ripartita tra le rispettive amministrazioni comunali per le scuole elementari e materne e le rispettive amministrazioni provinciali per le medie. Tutto ciò vale ovviamente per la scuola pubblica. È necessario ricordare, inoltre, che la scuola in Italia è sia pubblica che privata. Vi è una forte prevalenza della scuola pubblica nelle elementari e nelle secondarie di primo grado (già scuola dell’obbligo), mentre il nu-mero di scuole materne private e pubbliche sono confrontabili, per numero di edifici e per numerosità di allievi.

1.2Descrizionedelcicloproduttivoedelleattivitàsvoltedalcomparto

Le attività qui elencate sono svolte dai lavoratori (docenti, tecnici, ausiliari, personale amministrativo) a cui sono equiparati gli studenti, nei termini già indicati nel capitolo precedente. La principale attività svolta nel comparto è ovviamente l’insegnamento

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 4

e/o intrattenimento, ed è dunque svolta nelle aule ed eventualmente nei laboratori. Fanno da corollario a questa attività principale le attività sussidiarie con caratteristiche e rischi propri, quali: – il servizio mensa: generalmente presente nelle scuole materne ed elementari, pres-

soché assente nelle scuole medie. Lo svolgimento di questo servizio può comporta-re o meno la presenza di una cucina all’interno dell’Istituto perché spesso ci si serve di ditte che forniscono pasti precotti che vengono poi distribuiti agli studenti;

– l’attività ginnica: viene svolta nelle palestre o in alcuni casi nei giardini o nei campi sportivi di proprietà dell’istituto, questo tipo di attività è prevalentemente svolta dagli alunni delle scuole elementari e medie ed è seguita da docenti che hanno una formazione specifica;

– l’attività di laboratorio: viene svolta in locali adeguatamente attrezzati per le at-tività da svolgere. Più frequentemente si incontrano laboratori nelle scuole medie per le quali il corso di studio può prevedere applicazioni pratiche delle materie studiate;

– la pulizia dei locali: tale attività può essere svolta dai collaboratori scolastici (bi-delli) o da personale addetto in funzione, soprattutto delle dimensioni della scuola. Le pulizie vengono svolte in tutti i locali dell’istituto generalmente al termine delle attività didattiche;

– l’attività di tipo amministrativo: è quella svolta dalla direzione e presso la segrete-ria dell’istituto, e può comportare l’uso di videoterminali.

Gli edifici scolastici ospitano, oltre alle attività principali sopra descritte, altre attività di carattere periodico e straordinario, che sono state comunque considerate nella pre-sente ricerca per completezza.Tali attività periodiche sono ad esempio: – Elezioni e referendum. – Cerimonie pubbliche religiose o laiche (seminari, conferenze ecc.).

In considerazione delle evidenti peculiarità del comparto considerato, per una migliore descrizione dei rischi nell’ambito dello schema imposto alla presente ricerca, l’analisi verrà eseguita non tanto per fasi del ciclo produttivo, che non sono ben identificabili, quanto per filoni di attività, poiché a ciascuna di esse si potranno riferire le specifiche attrezzature, le macchine e le sostanze utilizzate, i particolari fattori di rischio, i danni attesi, e quindi, con maggiore specificità, è possibile indicare gli interventi praticabili.

1.3GruppiomogeneidilavoratoriPer quanto riguarda le figure professionali presenti è possibile individuare le seguenti: – Personale direttivo: il Direttore didattico o il Preside che svolge un’attività para-

gonabile a un dirigente di amministrazione e che è coadiuvato da “fiduciari”, che sono presenti nelle scuole elementari e materne, composte da più plessi, che svolgo-no funzioni di coordinamento per conto del Capo d’istituto nelle sedi distaccate. Le attività svolte dal personale direttivo vengono svolte prevalentemente negli uffici. Pertanto, oltre ai rischi trasversali, legati alle condizioni generali dei locali in cui si svolge l’attività, il personale con mansioni direttive può essere esposto a rischi legati all’uso di videoterminali, allo stress derivante dalle responsabilità di cui è investito, ecc.

– Docente: svolge le attività didattiche ed educative utilizzando tutti i sussidi messi a disposizione dall’istituto, condivide con il Capo d’istituto la responsabilità della linea di insegnamento da adottare. Le attività sono prevalentemente svolte nelle aule, per quanto riguarda la didattica teorica e alcune attività artistiche collaterali,

5 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

nei laboratori tecnici, nel caso di esercitazioni pratiche, nelle palestre, nei giardini o nei campi sportivi dell’istituto, nel caso di attività ginnico sportiva. Compito speci-fico è svolto dagli insegnanti di sostegno, che hanno il compito specifico di seguire alunni con problemi particolari di apprendimento.

– Responsabile amministrativo/assistente amministrativo: si occupano della gestio-ne amministrativa dell’istituto per ciò che attiene la gestione del personale, delle ditte esterne alle quali vengono appaltate alcune attività svolte all’interno dell’edi-ficio o la fornitura di attrezzature, materiale per la didattica, ecc., sono inoltre nella maggior parte dei casi responsabili della revisione e dell’aggiornamento di tutta la documentazione relativa all’edificio scolastico. Anche queste attività, come per il personale direttivo, vengono svolte negli uffici utilizzando attrezzature tipo fax, fotocopiatrici e videoterminali.

– Assistente tecnico: coopera con il docente che utilizza il laboratorio, generalmente questa figura è presente nelle scuole medie, per le quali sono previste esercitazioni pratiche inerenti le materie del corso di studi. Le attività svolte non sono eccessi-vamente pericolose, tuttavia il tecnico addetto al controllo è sottoposto a specifici rischi legati all’utilizzo di attrezzi per l’esecuzione di piccoli lavori di falegnameria (seghe, martelli, chiodi, ecc.) oppure di materiale elettrico, oltre ovviamente a quelli legati alle condizioni generali dell’edificio relativamente all’igiene e alla sicurezza.

– Cuoco: questa figura è presente nei casi in cui all’interno dell’istituto sia previsto il servizio di mensa, generalmente presente nelle scuole materne ed elementari. Il cuoco oltre ad occuparsi della preparazione quotidiana dei pasti, eventualmente coordinando il personale addetto ai servizi della cucina, è responsabile della con-servazione dei generi alimentari, nel rispetto delle norme igieniche. I rischi a cui è sottoposto il personale addetto alla cucina sono legati alla specificità della mansio-ne e alle attrezzature utilizzate.

– Collaboratore scolastico: (Ex Bidello) provvede ai servizi generali della scuola, i suoi compito sono quelli legati all’accoglienza e alla sorveglianza degli alunni du-rante prima dell’inizio delle lezioni e durante gli intervalli, in alcuni casi alle pulizie dei locali dell’istituto, oltre a svolgere alcune commissioni su richiesta dei docenti (fotocopie, rifornimento di materiale di cancelleria, ecc.). I rischi a cui è sottoposto il personale addetto sono essenzialmente quelli connessi alle condizioni generali dell’edificio (rischi trasversali).

– Studenti: secondo quanto già indicato nella definizione del comparto, gli studenti sono da considerarsi lavoratori se nelle loro attività è previsto l’uso di laboratori (scuole medie), per cui è possibile che siano esposti ad agenti chimici, fisici e biolo-gici, oppure che vengano utilizzate attrezzature, compresi i videoterminali.

1.4Valutazionedeirischinegliedificiscolastici

1.4.1 Valutazionedeirischitrasversali

Nel presente paragrafo sono riportati gli aspetti principali di valutazione dei rischi trasversali, cioè di quella categoria di rischi che non attiene specificamente ad una delle fasi individuate, ma le riguarda tutta. Tali rischi sono quelli principalmente re-lativi alle strutture, agli impianti, alle condizioni generali di sicurezza ed agli aspetti organizzativi. Un esempio per tutti riguarda il rischio incendio, che nelle scuole è un rischio diffuso e solo marginalmente legato a fasi particolari, che interessa trasver-salmente l’intera struttura scolastica sia dal punto di vista edilizio, che impiantistico, che organizzativo e gestionale. Le voci che sono state inserite nelle tabelle relative a

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 6

ciascun elemento di rischio sono una sintesi di una serie di elementi che per ciascun fattore sono state prese in considerazione.

1.4.1.1 Requisiti strutturali ed impiantistici per la prevenzione incendi

Per ciò che riguarda il rischio incendio per la prevenzione incendi, gli edifici scolastici risultano soggetti ad una normativa specifica e nel Dm 10 marzo 1998 si fa esplicito ri-ferimento alle scuole di ogni ordine e grado con più di 1000 persone presenti nell’elen-co delle attività a rischio di incendio elevato. Nel seguito si riportano gli elementi di valutazione specifica per ciascun ambito di prevenzione incendi.

A) Requisiti strutturaliPer quanto riguarda i requisiti strutturali, questi possono essere divisi in due gruppi principali: compartimentazione e vie di fuga. Nell’analisi della “compartimentazione dei locali” devono essere considerati l’ubicazione dei locali ad uso scolastico e l’altez-za degli edifici. In particolare, se le attività scolastiche si svolgono in locali ubicati “in edifici o locali esistenti, anche adiacenti, sottostanti o sovrastanti ad altri aventi destinazione diversa......” “devono essere separati.... (omissis).... mediante strutture di caratteristiche al-meno REI 120 senza comunicazioni.” Tale disposizione no è da considerarsi valida nel caso in cui per relazione diretta con altre attività sia necessaria la comunicazione con altri locali in questi casi “è ammesso che la comunicazione avvenga mediante filtro a prova di fumo. Tali attività devono, comunque, avere accessi ed uscite indipendenti”.In relazione all’altezza dell’edificio deve essere prevista una suddivisione in compar-timenti, che possono comprendere anche più di un piano. Si deve nello specifico fare riferimento alla tabella A del Dm del 26 agosto 1992 riportata di seguito.

Altezzaantincendi Massimasuperficiedelcompart.(m²)

fino a 12 m 6.000

da 12 m a 24 m 6.000

da oltre 24 m a 32 m 4.000

da oltre 32 m a 54 m 2.000

È comunque necessario che le strutture abbiano una adeguata resistenza al fuoco, in particolare per gli edifici con altezza antincendio fino a 24 metri le strutture portanti e separanti devono garantire una resistenza al fuoco almeno REI 60, per gli edifici di altezza superiore, invece le strutture sia portanti che separanti devono garantire una resistenza almeno REI 90. Le valutazioni relative all’idoneità delle vie di fuga e delle aree di transito devono prendere in considerazioni diversi elementi. Primo fra tutti il numero di persone che possono trovarsi contemporaneamente nello stesso locale o nella stessa area, perché il rispetto di certi limiti garantisce nelle situazioni di emer-genza che l’esodo avvenga in condizioni di sicurezza. Relativamente all’affollamento massimo ipotizzabile il Dm prevede: – aule: 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti siano numerica-

mente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base della densità di affollamento, l’indicazione del numero di persone deve risultare da apposita di-chiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell’attività;

– aree destinate a servizi: persone effettivamente presenti + 20%; – refettori e palestre: densità di affollamento pari a 0,4 persone/m².

Comunque la capacità di deflusso no deve essere superiore a 60 per ogni piano. Il

7 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

giudizio di idoneità sui passaggi e sulle vie di esodo viene formulato in funzione di diversi parametri, di seguito descritti.

Sistema di via di uscitaOgni scuola, deve essere provvista di un sistema organizzato di vie di uscita dimensio-nato in base al massimo affollamento ipotizzabile in funzione della capacità di deflus-so ed essere dotata di almeno 2 uscite verso luogo sicuro. Gli spazi frequentati dagli alunni o dal personale docente e non docente, qualora distribuiti su più piani, devono essere dotati, oltre che dalla scala che serve al normale afflusso, almeno di una scala di sicurezza esterna o di una scala a prova di fumo o a prova di fumo interna.

Larghezza delle vie di uscitaLa larghezza delle vie di uscita deve essere multipla del modulo di uscita e non in-feriore a due moduli (m 1,20). La misurazione ella larghezza delle singole uscite va eseguita nel punto più stretto della luce. Anche le porte dei locali frequentati dagli studenti devono avere, singolarmente, larghezza non inferiore a m 1,20.

Lunghezza delle vie di uscitaLa lunghezza delle vie di uscita deve essere non superiore a 60 metri e deve essere mi-surata dal luogo sicuro alla porta più vicina allo stesso di ogni locale frequentato dagli studenti o dal personale docente e non docente.

Larghezza totale delle uscite di ogni pianoLa larghezza totale delle uscite di ogni piano è determinata dal rapporto fra il massi-mo affollamento ipotizzabile e la capacità di deflusso. Per le scuole che occupano più di tre piani fuori terra, la larghezza totale delle vie di uscita che immettono all’aperto, viene calcolata sommando il massimo affollamento ipotizzabile di due piani consecu-tivi, con riferimento a quelli aventi maggiore affollamento.

Numero delle usciteIl numero delle uscite dai singoli piani dell’edificio non deve essere inferiore a due. Esse vanno poste in punti ragionevolmente contrapposti. Per ogni tipo di scuola i lo-cali destinati ad uso collettivo (spazi per esercitazioni, spazi per l’informazione ed at-tività parascolastiche, mense, dormitori) devono essere dotati, oltre che della normale porta di accesso, anche di almeno una uscita di larghezza non inferiore a due moduli, apribile nel senso del deflusso, con sistema a semplice spinta, che adduca in luogo si-curo. Le aule didattiche devono essere servite da una porta ogni 50 persone presenti; le porte devono avere larghezza almeno di 1,20 m ed aprirsi nel senso dell’esodo quando il numero massimo di persone presenti nell’aula sia superiore a 25 e per le aule per esercitazione dove si depositano e/o manipolano sostanze infiammabili o esplosive quando il numero di persone presenti sia superiore a 5. Le porte che si aprono verso corridoi interni di deflusso devono essere realizzate in modo da non ridurre la lar-ghezza utile dei corridoi stessi.Per garantire un esodo in sicurezza gli edifici devono essere dotati di un impianto di illuminazione di emergenza che sarà da ritenersi adeguato, non solo se presente, ma anche se idoneamente progettato (ubicazione dei corpi illuminanti, autonomia, livello di illuminazione fornito, ecc.), e di un allarme sonoro e/o impianto di diffusione so-nora, il cui funzionamento deve essere garantito anche in caso di mancanza di energia elettrica. A tale proposito il Dm del 26 agosto 1992 prescrive, al punto 7.1. dell’alle-gato, che “Le scuole devono essere dotate di un impianto di sicurezza alimentato da apposita sorgente, distinta da quella ordinaria.....omissis.... L’alimentazione dell’impianto di sicurezza deve potersi inserire anche con comando a mano posto in posizione conosciuta dal personale.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 8

L’autonomia della sorgente di sicurezza non deve essere inferiore ai 30’. Sono ammesse sin-gole lampade o gruppi di lampade con alimentazione autonoma. Il dispositivo di carica degli accumulatori, qualora impiegati, deve essere di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore.” Nelle strutture scolastiche possono inoltre essere presenti una serie di altri spazi che nel Dm vengono indicati a “rischi specifico”:– spazi per le esercitazioni; – spazi per depositi;– impianti tecnologici;– gli spazi per l’informazione e le attività parascolastiche;– autorimesse;– spazi per servizi logistici (mense, dormitori, ecc.)per i quali, nei punti 6.1÷6.6 dell’allegato, vengono indicate le prescrizioni specifiche:

Spazi per esercitazioniVengono definiti spazi per esercitazioni tutti quei locali ove si svolgano prove, eserci-tazioni, sperimentazioni, lavori, ecc. connessi con l’attività scolastica. Gli spazi per le esercitazioni ed i locali per depositi annessi devono essere ubicati ai piani fuori terra o al 1° interrato, fatta eccezione per i locali ove vengono utilizzati gas combustibili con densità superiore a 0,8 che devono essere ubicati ai piani fuori terra senza comunica-zioni con i piani interrati. Indipendentemente dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione, le strutture di separazione devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco valutate secondo le prescrizioni e le modalità di prova stabilite nella circolare del Ministero dell’interno n. 91 del 14 settembre 1961. Il dimensionamento degli spes-sori e delle protezioni da adottare per i vari tipi di materiali nonché la classificazione dei locali in funzione del carico di incendio, vanno determinati con le tabelle e con le modalità specificate nella circolare n. 91 citata. Le predette strutture dovranno comun-que essere realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno REI 60. Le comunicazioni tra il locale per esercitazioni ed il locale deposito annesso, devono essere munite di porte dotate di chiusura automatica aventi resistenza al fuoco alme-no REI 60. Nei locali dove vengono utilizzate e depositate sostanze radioattive e/o macchine radiogene è fatto divieto di usare o depositare materiali infiammabili. Detti locali debbono essere realizzati in modo da consentire la più agevole decontamina-zione ed essere preposti per la raccolta ed il successivo allontanamento delle acque di lavaggio o di estinzione di principi di incendio. Gli spazi per le esercitazioni dove vengono manipolate sostanze esplosive e/o infiammabili devono essere provvisti di aperture di aerazione, permanente, ricavate su pareti attestate all’esterno di superficie pari ad 1/20 della superficie in pianta del locale. Qualora vengano manipolati gas aventi densità superiore a 0,8 delle predette aperture di aerazione, almeno 1/3 del-la superficie complessiva deve essere costituito da aperture, protette con grigliatura metallica, situate nella parte inferiore della parete attestata all’esterno e poste a filo pavimento. Le apparecchiature di laboratorio alimentate a combustibile gassoso de-vono avere ciascun bruciatore dotato di dispositivo automatico di sicurezza totale che intercetti il flusso del gas in mancanza di fiamma.

Spazi per i depositiVengono definiti “spazi per deposito o magazzino” tutti quegli ambienti destinati alla conservazione di materiali per uso didattico e per i servizi amministrativi. I depositi di materiali solidi combustibili possono essere ubicati ai piani fuoriterra o ai piani 1° e 2° interrati. Indipendentemente dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione le strutture di separazione devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco valutate secondo le prescrizioni e le modalità di prova stabilite nella circolare del Ministero

9 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

dell’interno n. 91 del 14 settembre 1961. Il dimensionamento degli spessori e delle pro-tezioni da adottare per i vari tipi di materiali nonché la classificazione dei depositi in funzione del carico di incendio, vanno determinati secondo le tabelle e con le modalità specificate nella circolare n. 91 citata. Le predette strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno REI 60. L’accesso al deposito deve avvenire tramite porte almeno REI 60 dotate di congegno di autochiu-sura. La superficie massima lorda di ogni singolo locale non può essere superiore a:– 1.000 m² per i piani fuori terra;– 500 m² per i piani 1° e 2° interrato.I suddetti locali devono avere apertura di aerazione di superficie non inferiore ad 1/40 della superficie in pianta, protette da robuste griglie a maglia fitta.Il carico di incendio di ogni singolo locale non deve superare i 30 kg/m²;Qualora venga superato il suddetto valore, nel locale dovrà essere installato un im-pianto di spegnimento a funzionamento automatico. Ad uso di ogni locale dovrà essere previsto almeno un estintore, di tipo approvato, di capacità estinguente non inferiore a 21 A, ogni 200 m² di superficie. I depositi di materiali infiammabili liquidi e gassosi devono essere ubicati al di fuori del volume del fabbricante; lo stoccaggio, la distribuzione e l’utilizzazione di tali materiali devono essere eseguiti in conformità delle norme e dei criteri tecnici di prevenzione incendi. Ogni deposito dovrà essere dotato di almeno un estintore di tipo approvato, di capacità estinguente non inferiore a 21 A, 89 B, C ogni 150 m² di superficie. Per esigenze didattiche ed igienico-sanitarie è consentito detenere complessivamente, all’interno del volume dell’edificio, in armadi metallici dotati di bacino di contenimento, 20 l di liquidi infiammabili.

Impianti di produzione di calorePer gli impianti di produzione di calore valgono le disposizioni di prevenzione in-cendi in vigore. È fatto divieto di utilizzare stufe funzionanti a combustibile liquido o gassoso, per il riscaldamento di ambienti.

Impianti di condizionamento e di ventilazioneGli eventuali impianti di condizionamento e di ventilazione possono essere centraliz-zati o localizzati. Nei gruppi frigoriferi devono essere utilizzati come fluidi frigorigeni prodotti non infiammabili. Negli impianti centralizzati di condizionamento aventi po-tenza superiore a 75 kW i gruppi frigoriferi devono essere installati in locali appositi, così come le centrali di trattamento aria superiori a 50.000 mc/h (portata volumetrica). Le strutture di separazione devono presentare resistenza al fuoco non inferiore a REI 60 e le eventuali comunicazioni in esse praticate devono avvenire tramite porte di caratteristiche almeno REI 60 dotate di congegno di autochiusura. Le condotte non devono attraversare: – luoghi sicuri, che non siano a cielo libero; – vie di uscita; – locali che presentino pericolo di incendio, di esplosione e di scoppio.

L’attraversamento può tuttavia essere ammesso se le condotte sono racchiuse in strut-ture resistenti al fuoco di classe almeno pari a quella del vano attraversato.Qualora le condotte debbano attraversare strutture che delimitano i compartimenti, nelle condotte deve essere installata, in corrispondenza degli attraversamenti almeno una serranda resistente al fuoco REI 60.Relativamente ai dispositivi di controllo degli impianti di ventilazione e condiziona-mento, questi devono essere dotati di: – comando manuale che consenta l’arresto dei ventilatori in caso di incendio; – dispositivi termostatici di arresto automatico dei ventilatori in caso di aumento

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 10

anomalo della temperatura nel caso di impianti, a ricircolo di aria, di potenzialità superiore a 20.000 mc/h;

– dispositivi automatici di rilevamento fumi, in sostituzione dei dispositivi termosta-tici, per impianti a ricircolo d’aria, di potenzialità superiore a 50.000 mc/h.

Condizionamento localizzatoÈ consentito il condizionamento dell’aria a mezzo di armadi condizionatori a condi-zione che l fluido refrigerante non sia infiammabile.

Impianti centralizzati per la produzione di aria compressa.Detti impianti, se di potenza superiore a 10 kW, devono essere installati in locali aventi almeno una parete attestata verso l’esterno ovvero su intercapedine grigliata, muniti di superficie di sfogo non inferiore a 1/15 della superficie in pianta del locale.

Spazi per l’informazione e le attività parascolasticheVengono definiti «spazi destinati all’informazione ed alle attività parascolastiche», i seguenti locali:– auditori;– aule magne;– sale per rappresentazioni.Detti spazi devono essere ubicati in locali fuori terra o al 1° interrato fino alla quota massima di –7,50 m; se la capacità supera le cento persone e vengono adibiti a mani-festazioni non scolastiche, si applicano le norme di sicurezza per i locali di pubblico spettacolo. Qualora, per esigenze di carattere funzionale, non fosse possibile rispettare le disposizioni sull’isolamento previste dalle suddette norme, le manifestazioni in ar-gomento potranno essere svolte a condizione che non si verifichi contemporaneità con l’attività scolastica.

AutorimesseDetti locali devono rispondere ai requisiti di sicurezza stabiliti dalle specifiche norme tecniche in vigore.

MenseLocali destinati alla distribuzione e/o consumazione dei pasti. Nel caso in cui a tali locali sia annessa la cucina e/o il lavaggio delle stoviglie con apparecchiature alimen-tate a combustibile liquido o gassoso, agli stessi si applicano le specifiche normative di sicurezza vigenti.

DormitoriLocali destinati all’alloggiamento ad esclusivo uso del complesso scolastico. Essi de-vono rispondere alle vigenti disposizioni di sicurezza emanate dal Ministero dell’in-terno per le attività alberghiere.

B) Mezzi estinguenti: dotazione e manutenzioneNella valutazione dell’idoneità della dotazione degli estintori oltre al numero di que-sti e alla sostanza estinguente, il giudizio di idoneità viene espresso considerando che questi siano collocati in posizione visibile e facilmente raggiungibile (impugnatura ad un’altezza non superiore ai 150 cm) e che siano opportunamente segnalati. In parti-colare per le scuole il decreto del 26 agosto 1992 prevede che siano installati “estintori portatili di capacità estinguente non inferiore a 13A 89BC di tipo approvato dal Ministero dell’interno in ragione di almeno un estintore per ogni 200 m² di pavimento o frazione di detta superficie, con un minimo di due estintori per piano”. Anche per quanto riguarda gli idranti la normativa per le scuole fornisce indicazioni specifiche, a differenza del

11 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

Dm 10 marzo 1998, in particolare per le scuole con più di 100 persone, deve essere prevista una rete idranti costituita da una rete di tubazioni realizzata preferibilmente ad anello ed almeno una colonna montante in ciascun vano scala dell’edificio; da essa deve essere derivato ad ogni piano, sia fuori terra che interrato, almeno un idrante con attacco UNI 45 a disposizione per eventuale collegamento di tubazione flessibile o attacco per naspo. La tubazione flessibile deve essere costituita da un tratto di tubo, di tipo approvato, con caratteristiche di lunghezza tali da consentire di raggiungere col getto ogni punto dell’area protetta. Il naspo deve essere corredato di tubazione semi-rigida con diametro minimo di 25 mm e anch’esso di lunghezza idonea a consentire di raggiungere col getto ogni punto dell’area protetta. Tale idrante deve essere installato nel locale filtro, qualora la scala sia a prova di fumo interna. Al piede di ogni colonna montante, per edifici con oltre 3 piani fuori terra, deve essere installato un idoneo at-tacco di mandata per autopompa. Per gli altri edifici è sufficiente un solo attacco per autopompa per tutto l’impianto. L’impianto deve essere dimensionato per garantire una portata minima di 360 l/min per ogni colonna montante e, nel caso di più colonne, il funzionamento contemporaneo di almeno 2 colonne. L’alimentazione idrica deve es-sere in grado di assicurare l’erogazione ai 3 idranti idraulicamente più sfavoriti, di 120 l/min cad., con una pressione residua al bocchello di 1,5 bar per un tempo di almeno 60 min. Qualora l’acquedotto non garantisca le condizioni di cui al punto precedente dovrà essere installata una idonea riserva idrica alimentata da acquedotto pubblico e/o da altre fonti. Tale riserva deve essere costantemente garantita. Le elettropompe di alimentazione della rete antincendio devono essere alimentate elettricamente da una propria linea preferenziale. Nelle scuole di tipo 4 (scuole con numero di presenze con-temporanee da 801 a 1200 persone) e 5 (scuole con numero di presenze contemporanee oltre le 1200 persone), i gruppi di pompaggio della rete antincendio devono essere costituiti da due pompe, una di riserva all’altra, alimentate da fonti di energia indi-pendenti (ad esempio elettropompa e motopompa o due elettropompe). L’avviamento dei gruppi di pompaggio deve essere automatico. Le tubazioni di alimentazione e quelle costituenti la rete devono essere protette dal gelo, da urti e dal fuoco. Le colon-ne montanti possono correre, a giorno o incassate, nei vani scale oppure in appositi alloggiamenti resistenti al fuoco REI 60.Deve, inoltre, essere previsto un impianto di spegnimento automatico, nei locali in-terrati, ed un impianto di rilevamento fumi, nei locali fuori terra, nel caso in cui il carico d’incendio superi i 30 kg/m2. Come elemento di analisi è stata considerata an-che la revisione periodica dei mezzi di estinzione (semestrale per gli estintori e per gli idranti) perché questa ha lo scopo di garantirne l’efficienza.

1.4.1.2 gestione delle emergenze

Per le strutture scolastiche assume un ruolo di fondamentale importanza la corretta gestione delle emergenze, perché si tratta, non solo di luoghi generalmente frequen-tati da un considerevole numero di persone, ma soprattutto perché la maggior parte dei presenti sono ragazzi o bambini che, principalmente nel caso delle scuole mater-ne possono non essere del tutto autosufficienti. Pertanto sono state inserite anche le analisi relative agli aspetti legati alla gestione delle emergenze: la realizzazione del Piano di Emergenza, la presenza del personale coinvolto nella gestione di questa, e lo svolgimento delle previste prove di esodo. Relativamente ad alcuni di questi elementi la situazione è più critica, infatti, per ciò che riguarda il piano di gestione, l’esistenza delle squadre di emergenza e lo svolgimento delle prove di esodo, le percentuali di non conformità sono generalmente superiori al 70%. In generale è, inoltre, rilevante la

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 12

ricorrenza delle non conformità relativamente all’esistenza di un sistema di allarme e del registro dei controlli periodici delle dotazioni antincendio. A titolo esplicativo si riportano gli elementi fondamentali, che devono essere conside-rati nell’estensione di un piano di gestione dell’emergenza in ambito scolastico.

A) Criteri per la predisposizione del piano di emergenzaIl modulo operativo del piano di emergenza viene predisposto utilizzando le infor-mazioni riguardanti il sito (personale presente, ubicazione delle vie di fuga ecc.) e sul-la base dei sopralluoghi che normalmente vengono eseguiti. All’interno dell’edificio sono identificabili le seguenti aree:– Aree adibite ad attività didattica;– Cucina e refettorio;– Impianti tecnologici;– Ecc.Attraverso un’analisi dei luoghi succitati dal punto di vista dei sistemi di protezione attivi e passivi esistenti, da uno studio dell’attività svolta nei locali, e da una verifica della dislocazione delle attrezzature è possibile formulare un giudizio di idoneità ed eventualmente formulare delle proposte per una più razionale disposizione della se-gnaletica delle vie di fuga e dei mezzi di estinzione, individuare le figure attive e le norme comportamentali da adottare in caso di emergenza, sia per le persone coinvolte nella gestione operativa che di quelle normalmente presenti (docenti, studenti, ecc.).

B) Individuazione delle vie di fuga e segnaletica di emergenzaIl numero, la distribuzione e le dimensioni delle vie e delle uscite di emergenza de-vono essere adeguate alle dimensioni dei luoghi di lavoro, alla loro ubicazione alla loro destinazione d’uso alle attrezzature in essi installati nonché al numero massimo di persone che possono essere presenti in detti luoghi. La lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina uscita deve essere al massimo di 60 metri. Tutti i percorsi e le porte devono essere chiaramente indicate tramite idonea segnaletica di sicurezza e devono essere provviste di un’illuminazione di emergenza. Il luogo sicuro o punto di raccolta, verso il quale far convergere il personale durante una eventuale situazione di emergenza, è stato individuato nel ... ubicato in corrispondenza di .....

C) Modulo operativo della ScuolaIl piano di Emergenza si propone di ottimizzare l’utilizzo delle risorse per la salva-guardia del personale, il contenimento delle situazioni di pericolo, la minimizzazione dei danni alle attrezzature e all’ambiente esterno, il coordinamento degli interventi in-terni ed esterni (VV.F., Ambulanza, VV.UU., P.S., Enti erogatori di energia). Di seguito sono riportate le figure, ed i relativi compiti, che devono essere coinvolte nell’ambito della predisposizione ed attuazione di un piano di emergenza.

Responsabile dell’emergenzaAddetto alla Sicurezza o comunque un responsabile di alto livello nell’organizzazio-ne (ad esempio il Capo dell’Istituto). Assume un ruolo organizzativo-decisionale, in quanto decide la strategia generale d’intervento, mantiene il controllo dell’intero in-sediamento, valuta e decide l’eventuale evacuazione, coordina le comunicazioni con gli Enti esterni e gli interventi di soccorso necessari, stabilisce la fine dell’emergenza.

Addetti allo spegnimentoNucleo di persone, adeguatamente qualificate da corsi di formazione e addestrate da esercitazioni pratiche, dotato di attrezzature e mezzi necessari per affrontare un primo intervento.

13 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

Responsabili di pianoCoordina e facilita le eventuali operazioni di sfollamento e di raccolta del personale in un luogo sicuro, preventivamente individuato (punto di raccolta) verificando la pre-senza all’esterno di tutto il personale (verifica dello specchio numerico).

Addetto al posto di chiamataFigura designata al coordinamento e alla gestione delle informazioni e delle chiamate sia in entrata che in uscita; esso deve richiedere il maggior numero di informazione sull’ubicazione e la tipologia dell’evento per poter dare indicazioni precise, qualora si ritenga necessario l’intervento esterno. A tal fine utilizzerà l’elenco dei numeri telefo-nici di emergenza a sua disposizione presso il posto di chiamata.

Addetto alla disattivazione delle forniture energeticheFigura designata alla gestione della sicurezza degli impianti. All’interno della squadra d’emergenza, deve essere individuata la figura di un addetto alla disattivazione delle forniture energetiche e alla messa in sicurezza degli impianti.

Addetto al Primo SoccorsoAddetti, per i quali è stata prevista una formazione specifica, in grado di assicurare un primo intervento in caso di incidente per il soccorso dell’infortunato.Lo schema che segue può essere utilizzato per l’individuazione delle figure attive e per l’assegnazione dei compiti per una corretta attuazione del Piano di Emergenza.

INCARICO FIGURA NOMINATIVO SOSTITUTO

Responsabiledell’emergenza

Capo d’Istituto/ Responsabile per la sicurezza

Addetto al postodi chiamata

Addetto della segreteria/centralino/personale degli uffici amministrativi

Responsabiledell’evacuazionedella classe

Insegnante Classe ...sez. ...

Classe ...sez. ...

Classe ...sez. ...

Classe ...sez. ...

Classe ...sez. ...

Responsabile di piano Insegnante/collaboratore scolastico

1° piano

2° piano

3° piano

......

Addetto allo spegnimento Insegnante/collaboratore scolastico

Addetto allo spegnimento Insegnante/collaboratore scolastico

Addetto alla disattivazione delle forniture energetiche

Personale non docente

Addetto alla verifica perio-dica dei mezzi di estinzione, dell’integrità della segnaletica di emergenza, ecc.

Personale non docente

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 14

All’interno dell’insediamento devono essere, inoltre, individuati i luoghi dai quali po-ter gestire le situazioni di emergenza. Le aree da individuare sono le seguenti: Centro di coordinamento: Luogo sicuro, accessibile e protetto, dotato di collegamento telefonico (interno ed esterno) comunque attivo, nel quale il responsabile dell’emer-genza coordina le operazioni di intervento utilizzando la copia del piano di emergen-za a sua disposizione. Posto di chiamata: Luogo sicuro, dal quale poter gestire le comunicazioni con il centro di coordinamento e con gli enti di intervento esterni.Punti di raccolta: Aree sicure, adeguatamente segnalate, ove far confluire tutto il per-sonale, in attesa di ulteriori disposizioni (es. cessato allarme); Infermeria, Pronto soccorso: Luogo eventualmente adibito alla gestione del primo soccorso e dotato di idoneo presidio sanitario Percorsi di esodo: Percorsi sicuri, adeguatamente segnalati, che permettono il facile raggiungimento dei punti di raccolta e dei luoghi sicuri statici e dinamici

D) Documentazione cartograficaLe planimetrie dell’intero edificio, che devono essere allegate al piano operativo ed eventualmente affisse ai diversi piani dell’istituto, fanno parte integrante del Piano di Emergenza.Su queste devono essere riportate le seguenti informazioni: – ubicazione delle uscite di emergenza e dei luoghi sicuri; – individuazione dei percorsi di esodo; – ubicazione delle attrezzature antincendio (estintori, idranti, ecc.); – individuazione dei punti di raccolta esterni; – indicazione della segnaletica delle vie di esodo; – individuazione di tutti i locali del piano evidenziando quelli che possono costituire

un pericolo (centrale termica, quadro elettrico generale, ecc.).

E) Modulo di evacuazioneSCUOLA dATA

CLASSE PIANO

ALUNNI

PRESENTI

EVACUATI

dISPERSI (*)

fERITI (*)

N.B. (*) Segnalazione nominativa.

PUNTO dI RACCOLTA .......................................................

fIRMA dEL dOCENTE.......................................................

15 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

F) Scheda riassuntiva del piano di evacuazioneSCUOLA dATA

PUNTO dI RACCOLTA .......................................................

Classe Piano Allievi Presenti

Evacuati

feriti

dispersi

Classe Piano Allievi Presenti

Evacuati

feriti

dispersi

Classe Piano Allievi Presenti

Evacuati

feriti

dispersi

Classe Piano Allievi Presenti

Evacuati

feriti

dispersi

Classe Piano Allievi Presenti

Evacuati

feriti

dispersi

G) Norme comportamentali

G.1 Norme per tutto il personale

Segnalazione Chiunque individui un principio d’incendio o rilevi qualche altro fatto anomalo che possa far presumere un’imminente situazione di pericolo (presenza di fumo, scoppi, crolli, spargimento di sostanze infiammabili, allagamenti, ecc.) è tenuto a telefonare al numero interno ............segnalando:

– la natura dell’emergenza; – il luogo da cui si sta parlando; – la presenza eventuale di infortunati; – le proprie generalità.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 16

Deve poi avvertire immediatamente le persone che, a suo giudizio, possano essere coinvolte dagli sviluppi dell’evento.

Intervento di emergenzaIl personale presente deve segnalare il pericolo, e potrà tentare un intervento di emer-genza solo se appartenente alle squadre di emergenza. In caso di focolai o di incen-dio, in attesa dell’intervento degli addetti, potrà cercare di spegnere le fiamme con gli estintori ubicati ai piani, seguendo comunque attentamente le norme per il loro utilizzo e qualora ne abbia avuto sufficiente addestramento.

SfollamentoIn caso di evacuazione dell’edificio è necessario: – lasciare il proprio posto di lavoro curando di mettere tutte le attrezzature in uso in

condizione di sicurezza fermando i macchinari, sconnettendo l’energia elettrica, e sezionando gli impianti di alimentazione di eventuali combustibili;

– abbandonare la zona senza indugi, ordinatamente e con calma (senza correre), e senza creare allarmismi e confusione;

– non portare al seguito ombrelli, bastoni, borse o pacchi voluminosi, ingombranti o pesanti;

– non tornare indietro per nessun motivo; – non ostruire gli accessi, permanendo in prossimità di questi dopo l’uscita. – recarsi ordinatamente, presso il punto di raccolta, per procedere ad un appello no-

minale di tutti i presenti e ricevere eventuali ulteriori istruzioni; – in presenza di fumo o fiamme, è opportuno coprirsi la bocca ed il naso con fazzolet-

ti, possibilmente molto umidi, per filtrare quanto più possibile l’aria respirata che sarà tanto più respirabile quanto più ci si tiene abbassati;

– nel percorrere il tragitto verso l’uscita può essere opportuno fermarsi qualche istan-te e respirare, quasi a terra, per riprendere energie;

– in presenza di calore, proteggersi anche sul capo con indumenti pesanti di lana o cotone possibilmente bagnati evitando i tessuti di origine sintetica.

Conoscenza del pianoOgni lavoratore deve conoscere l’esistenza del piano di emergenza che serve ad in-dirizzare le azioni di ognuno in modo coerente per risolvere problemi imprevisti nell’ambito del posto di lavoro, deve inoltre sapere a chi comunicare e come, il ve-rificarsi di un’emergenza, nonché i nominativi degli addetti a compiti attivi per la sua risoluzione. Ogni lavoratore deve conoscere con precisione a cosa corrispondono i segnali convenzionali che vengono emanati in caso di emergenza (es.: abbandono del posto di lavoro, dell’area, o dell’intero stabile), e deve prendere visione, attraverso le planimetrie esposte delle attrezzature di difesa e dei percorsi da seguire in caso di ordine di sfollamento.

G.2 Norme per il responsabile dell’emergenzaIn caso di incendio o di pericolo generico accertato, è necessario che le azioni da se-guire vengono coordinate da un’unica persona, alla quale devono arrivare il maggior numero di informazioni possibili sull’evento e che deve prendere le opportune deci-sioni operative.

Incendio o pericolo generico accertatoIn caso di incendio o di pericolo generico accertato, il responsabile dell’emergenza deve valutare la gravità della situazione recandosi sul posto, prima di muoversi ap-

17 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

porrà un cartello nel suo luogo abituale di lavoro contenente una dicitura che chiarisce inequivocabilmente di essere già stato avvisato.Egli deve poi:

– informare i suoi superiori dell’entità del pericolo e comunicare loro l’eventuale ne-cessità di intervento del soccorso pubblico;

– incaricare, se lo ritiene necessario, il posto di chiamata ad effettuare le telefonate esterne previste (vigili del fuoco, vigili urbani, polizia, CRI, ENEL);

– assicurarsi che agli enti esterni di soccorso vengano fornite tutte le indicazioni del caso;

– verificare l’idoneità del punto di raccolta tradizionale eventualmente avvertendo il personale di stanza al comando dei vigili di provvedere a bloccare il traffico nel piazzale antistante l’edificio.

Se necessario deve dare ordine all’addetto alla disattivazione delle forniture energe-tiche di: – fermare gli impianti di riscaldamento; – interrompere l’erogazione dell’energia elettrica.

Collaborazione con gli enti esterni di soccorsoInoltre deve: – dare informazioni chiare e precise riguardo al luogo dove si è verificato l’incidente – indicare il percorso più breve e meno pericoloso per raggiungerlo; – segnalare la presenza di eventuali ostacoli fissi (in caso di scarsa visibilità) che po-

trebbero intralciare le operazioni di soccorso; – segnalare la presenza di eventuali infortunati indicando il reparto o l’ufficio in cui

potrebbero trovarsi; – accompagnare eventualmente le squadre di soccorso sul luogo dell’incidente (se la

situazione non è da ritenersi particolarmente pericolosa).

G.3 Norme per gli addetti allo spegnimento

Segnalazione di pericoloLe segnalazioni di pericolo possono pervenire alla squadra di pronto intervento: – dal responsabile; – dal posto di chiamata (via telefono d’emergenza n. ............................).

In ogni caso la squadra di pronto intervento si porterà velocemente sul posto e verifi-cherà la veridicità dell’allarme. In caso di falso allarme: – deve essere immediatamente avvertito il centro di coordinamento ed il posto di

chiamata; – in caso di guasto alle linee telefoniche un componente si recherà presso il centro di

coordinamento

Incendio accertatoIn caso di incendio o pericolo generico accertato, la squadra di pronto intervento do-vrà: – telefonare al n. ............. indicando il luogo e le caratteristiche del pericolo (tipo e

gravità), in modo che possa essere informato il responsabile dell’emergenza o un suo sostituto;

– intervenire, se ritengono sia possibile e non pericoloso, con i mezzi a disposizione (estintori, materiale di emergenza in dotazione);

– ritelefonare al n. .............. per indicare che il pericolo è rientrato o per segnalare la necessità di intervento dei vigili del fuoco e di sfollare rapidamente il palazzo.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 18

Intervento del soccorso pubblicoIn caso di intervento del soccorso pubblico la squadra di pronto intervento è tenu-ta a fornire tutte le informazioni necessarie ai servizi di pronto soccorso (ubicazione della bocca delle motopompe, degli idranti, degli estintori, dell’interruttore generale dell’energia elettrica, delle attrezzature di scorta, delle uscite di sicurezza, ecc.).

G.4 Norme per il responsabili di piano Gli appartenenti alle squadre di piano hanno principalmente il compito di rendere ordinato il deflusso delle persone in caso di esodo rapido e di provvedere ad accom-pagnare fuori dal sito i bambini.

Sfollamento di emergenzaAl segnale di sfollamento di emergenza gli appartenenti alle squadre di piano: – si portano al reparto loro assegnato e procedono al trasporto dei bambini in luogo

sicuro; – si accertano che nei locali della zona loro assegnata, servizi inclusi, non sia rimasto

nessuno; – verificato quanto sopra, abbandonano a loro volta lo stabile dopo aver verificato la

non necessità di un loro intervento in altri reparti dell’asilo.

G.5 Norme per gli addetti al posto di chiamataTale posto dovrà comunque essere scelto in modo da garantire la possibilità di chia-mate all’esterno.

Segnalazione di pericoloNel caso in cui gli addetti al posto di chiamata della sicurezza ricevano una segnala-zione di pericolo, devono richiedere a chi telefona le seguenti precisazioni:– se è gia stato avvisato il responsabile dell’emergenza;– il luogo dell’evento;– il tipo di evento (incendio, fuga di gas, ecc.);– una valutazione, se possibile, della gravità dell’evento;– le generalità di chi telefona.Devono quindi avvisare immediatamente gli addetti al pronto intervento (squadra di emergenza) e dare indicazioni precise per una rapida ispezione del luogo dell’evento. Devono accertarsi che il messaggio sia stato ricevuto e compreso; in caso contrario devono avvisare il responsabile dell’emergenza o un suo sostituto.

Incendio o pericolo di emergenza accertatoIn caso di incendio o pericolo generico accertato devono avvisare subito il responsabi-le dell’emergenza o un suo sostituto. Devono poi accertarsi che, fino a cessato pericolo, non vengano fatte entrare altre persone nel sito.

Chiamata del soccorso pubblicoIn caso di pericolo accertato e su istruzioni del responsabile dell’emergenza o di un suo sostituto, gli addetti al posto di chiamata provvederanno a far intervenire il soc-corso pubblico (VVF, eventualmente vigili urbani, la polizia, la CRI e gli enti erogatori di energia).

G.6 Norme per gli addetti alla disattivazione delle forniture energetiche

Sfollamento di emergenzaIn caso di sfollamento rapido dello stabile la squadra composta dagli addetti alla di-sattivazione delle forniture energetiche deve provvedere a mettersi a disposizione del

19 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

responsabile dell’emergenza o del sostituto. I componenti di detta squadra devono tenersi pronti a:

– fermare gli impianti di riscaldamento; – interrompere l’erogazione dell’energia elettrica fornita dalla rete (quadro generale).

Le predette operazioni, in particolare l’interruzione dell’erogazione di energia elettri-ca, vanno effettuate con l’autorizzazione del responsabile dell’emergenza o di un suo sostituto.

G.7 Norme comportamentali da affiggere nei diversi locali

Misure preventive: – È vietato fumare e fare uso di fiamme libere nelle zone prescritte. – È vietato gettare nei cestini mozziconi, sigarette, materiali infiammabili ecc. – Evitare l’accumulo di materiali infiammabili. – Mantenere libere le vie d’uscita.

Indicazioni per il personale in caso d’incendio: – telefonare immediatamente al numero interno .........................; – azionare gli eventuali pulsanti manuali di allarme incendio posti nelle vicinanze; – se è possibile utilizzare gli estintori più vicini, chiudere porte e finestre per circo-

scrivere la zona d’incendio; – abbandonare il proprio posto di lavoro lasciando tutte le attrezzature in uso in con-

dizioni di sicurezza; – non usare gli ascensori; – utilizzare le scale seguendo i cartelli indicatori; – recarsi immediatamente verso il punto di raccolta indicato; – seguire le indicazioni dei Vigili del Fuoco, se nel frattempo sono giunti; – coprirsi il volto con fazzoletti umidi in presenza di fumo o fiamme.

1.4.1.3 Impianto elettrico

L’analisi relativa agli impianti elettrici deve essere svolta prendendo in esame sia la presenza o meno della documentazione prevista per la sicurezza, sia gli elementi dell’impianto elettrico che possono rappresentare un rischio per la sicurezza delle per-sone presenti. Per quanto riguarda la parte generale relativa alla documentazione que-sta comprende il certificato di conformità e la documentazione attestante l’efficienza dell’impianto e che comprende le verifiche periodiche dell’impianto di messa a terra, dell’impianto di protezione delle scariche atmosferiche, ecc. Per ciò che riguarda gli elementi di protezione dell’impianto elettrico (dispositivo magnetotermico, differen-ziale e protezione dalle scariche atmosferiche) sono state valutate le non conformità sia in termini di assenza del dispositivo che di non efficienza dello stesso. Per le scuole i problemi possono derivare dalla presenza di cavi che possono intralcia-re le zone di passaggio o essere soggetti al pericolo di tranciamento, dallo scarso grado di isolamento dei conduttori dovuto ad esempio dall’usura dei rivestimenti ed infine dalla possibilità che per un numero non sufficiente di prese quelle esistenti vengano sovraccaricate.

SUGGERIMENTI – Divieto di utilizzo di attrezzature non a norma rispetto ai requisiti minimi di sicu-

rezza elettrica; – Periodica manutenzione degli elettrodomestici (mensa);

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 20

– Formazione e informazione sull’utilizzo delle varie utenze elettriche d’ufficio non-ché sull’ergonomia dei posti di lavoro;

– Divieto di utilizzo di utenze non a norma rispetto ai requisiti minimi di sicurezza elettrica.

1.4.1.4 Servizi igienici

Per quanto riguarda i servizi igienici devono essere valutati i fattori più rilevanti legati alla sufficienza del numero dei servizi a disposizione dei lavoratori, della pulizia dei locali e delle dotazioni. Nella valutazione della pulizia dei servizi igienici deve essere considerata l’esistenza di un programma di pulizia dei servizi igienici e quindi se la frequenza prevista è idonea rispetto al numero di persone presenti che utilizzano i servizi igienici, relativamente alle dotazioni, invece, gli elementi considerati sono la presenza di acqua calda, la presenza di mezzi detergenti e di quelli per asciugarsi. Deve essere inoltre analizzata l’adeguatezza degli spogliatoi (I locali appositamente destinati a spogliatoi devono essere messi a disposizione dei lavoratori quando questi devono indossare indumenti di lavoro specifici e quando per ragioni di salute o di de-cenza non si può loro chiedere di cambiarsi in altri locali. Gli spogliatoi devono inoltre essere dotati di attrezzature che consentono a ciascun lavoratore di chiudere a chiave i propri indumenti durante il tempo di lavoro)Quest’ultimo elemento riveste una particolare importanza proprio per i collaboratori scolastici e per il personale tecnico. Per questi lavoratori esiste un’effettiva esigenza di avere a disposizione dei locali spogliatoio per potersi cambiare all’inizio e al termi-ne del loro turno di lavoro. Rilevante risulta, invece, il problema della dotazione del presidio medico chirurgico, soprattutto nelle scuole del centro la frequenza della non conformità è, infatti, elevata.

1.4.1.5 Centrali termiche

Per gli impianti termici presenti negli edifici scolastici si fa riferimento alla normativa specifica per gli impianti di produzione di calore. L’analisi delle non conformità deve tenere in considerazione sia l’esistenza della documentazione relativa all’impianto, sia i dispositivi di sicurezza della caldaia che gli elementi strutturali del locale all’in-terno del quale l’impianto è ubicato. I documenti a cui ci si riferisce sono il proget-to dell’impianto, la denuncia all’ISPESL, il certificato di conformità dell’impianto, il C.P.I., eventualmente necessario, ecc. Per la caldaia deve inoltre essere considerato se esiste o meno un programma di manutenzione periodica e se la centrale termica è condotta da personale abilitato, questi sono infatti due elementi di carattere gestionale che assumono un’importanza fondamentale in termini di sicurezza. Per ciò che riguar-da gli elementi strutturali devono essere analizzate le caratteristiche di resistenza al fuoco dei materiali, la presenza di aperture che garantiscano un’idonea areazione e le dimensioni del locale stesso, le dotazioni antincendio e nel caso di caldaie a gas è stata, inoltre, considerata la presenza di dispositivi di intercettazione del combustibile sulle condotte di distribuzione del gas.

1.4.1.6 Luoghi di lavoro

Qui si riportano in maniera generale le modalità con cui devono essere individuate situazioni di rischio o non conformità relativamente ai fattori connessi alle condizioni di lavoro ed ai luoghi dove vengono svolte le attività, sia per quello che riguarda la sicurezza che per i principali aspetti legati alle condizioni di comfort dell’ambiente di

21 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

lavoro. Gli elementi da prendere in considerazione sono relativi alle caratteristiche dei locali in cui vengono svolte le diverse attività (luoghi di lavoro), con una attenzione particolare alle scale e all’immagazzinamento degli oggetti, e ai parametri che concor-rono a determinare le condizioni di comfort dei lavoratori (agenti fisici: microclima, rumore e illuminamento). Le valutazioni di idoneità delle attrezzature e degli arredi vengono eseguite considerando la qualità e la quantità delle attrezzature presenti. Si valuta la presenza di un adeguato numero di scaffali, piani e armadi tale che questi non debbano essere sovraccaricati, di scrivanie e sedie che in relazione all’uso che se ne fa devono rispondere ai requisiti di ergonomia. Per esprimere il giudizio di idoneità dei valori di illuminamento deve farsi riferimento a quanto indicato nella norma spe-cifica (UNI 10380) in particolare per le diverse aree dell’edificio scolastico. Gli elementi che, invece, sono inseriti nel giudizio di non conformità per quanto riguarda le con-dizioni microclimatiche sono essenzialmente quelli legati alla presenza e al corretto funzionamento degli impianti di riscaldamento e dove presenti di climatizzazione. Per ciò che riguarda la gestione degli interventi finalizzati alla riduzione delle non conformità è infine utile ricordare che provvedono alla realizzazione, alla fornitura e alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici:a) i comuni, per quelli da destinare a sede di scuole materne, elementari e medie;b) le province, per quelli da destinare a sede di istituti e scuole di istruzione seconda-

ria superiore, compresi i licei artistici e gli istituti d’arte, di conservatori di musica, di accademie, di istituti superiori per le industrie artistiche, nonché di convitti e di istituzioni educative statali.

In relazione agli obblighi per essi stabiliti, i comuni e le province provvedono altresì alle spese varie di ufficio e per l’arredamento e a quelle per le utenze elettriche e telefo-niche, per la provvista dell’acqua e del gas, per il riscaldamento ed ai relativi impianti.Per l’allestimento e l’impianto di materiale didattico e scientifico che implichi il rispet-to delle norme sulla sicurezza e sull’adeguamento degli impianti, l’ente locale compe-tente è tenuto a dare alle scuole parere obbligatorio preventivo sull’adeguatezza dei locali ovvero ad assumere formale impegno ad adeguare tali locali contestualmente all’impianto delle attrezzature.Gli enti territoriali competenti possono delegare alle singole istituzioni scolastiche, su loro richiesta, funzioni relative alla manutenzione or-dinaria degli edifici destinati ad uso scolastico. A tal fine gli enti territoriali assicurano le risorse finanziarie necessarie per l’esercizio delle funzioni delegate.

1.4.1.7 L’amianto negli edifici scolastici

Gli edifici scolastici sono da considerarsi tra gli ambienti di vita collettiva che devono essere prioritariamente tutelati dall’esposizione alle fibre di amianto, numerosi studi epidemiologici hanno infatti, già da tempo accertato che le fibre inalate possono dar luogo a processi di cancerogenesi a danno dell’apparato respiratorio. L’amianto, oltre a malattie di tipo professionale (asbestosi), è tra le cause accertate di tumore al polmo-ne anche per soggetti esposti a concentrazioni non elevate di fibre.In quest’ottica si colloca il rispetto delle prescrizioni contenute nel Dm 6 settembre 1994 e successive integrazioni che contiene le indicazioni e le tecniche di ispezione delle strutture edilizie al fine di valutare la presenza di materiali contenenti amianto, verifica questa che rappresenta la fase preliminare all’effettiva valutazione del rischio di esposizione delle persone presenti nell’edificio in questione.La valutazione del rischio amianto può essere sintetizzata in tre fasi:– l’individuazione dei materiali contenenti amianto;– la valutazione dello stato di conservazione del materiale;– la pianificazione delle necessarie misure di intervento finalizzate alla riduzione del

rischio di esposizione degli occupanti l’edificio.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 22

Per quanto riguarda i materiali contenenti amianto è bene sottolineare che moltissime sono state le applicazioni dell’amianto in edilizia, principalmente per le ottime pro-prietà di resistenza e durevolezza, la versatilità ed il basso costo. Nei prodotti e ma-nufatti in amianto le fibre possono essere libere o debolmente legate, ed in questi casi si parla di amianto friabile, oppure possono essere fortemente legate in una matrice stabile e solida (cemento-amianto, vinil-amianto), e si parla in questo caso di amianto in matrice compatta. In particolare nelle strutture scolastiche è possibile che questo sia stato utilizzato come materiale di rivestimento delle strutture per aumentarne la resistenza al fuoco, nelle coperture, per le tubazioni, nei cassoni per l’acqua in matrice cementizia (eternit), nei pannelli per le controsofittature, nei pavimenti costituiti da vinil-amianto delle aule o delle palestre (in questi materiali l’amianto è mescolato con altri polimeri), nei cartoni di protezione di alcuni elementi dell’impianto di riscalda-mento, come ad esempio i termosifoni.I materiali contenenti amianto sono suddivisi, per motivi, pratici in tre categorie:1) materiali che rivestono superfici, applicati a spruzzo o a cazzuola; 2) rivestimenti isolanti di tubi e caldaie; 3) una miscellanea di altri materiali comprendente, in particolare, pannelli ad alta

densità (cemento-amianto), pannelli a bassa densità (cartoni) e prodotti tessili. I materiali in cemento-amianto, soprattutto sotto forma di lastre di copertura, sono quelli maggiormente diffusi.

Per completezza di esposizione si riporta, per le parti che interessano gli edifici sco-lastici, i principali materiali contenenti amianto e il loro potenziale di rilascio di fibre.

Tipodimateriale Note Friabilità

Ricoprimenti a spruzzo e rivestimenti isolanti

fino all’85% circa di amianto. Spesso anfiboli (amosite, croci-dolite) prevalentemente amosite spruzzata su strutture portanti di acciaio o su altre superfici come isolante termo-acustico

Elevata

Rivestimenti isolanti di tubazioni e caldaie

Per rivestimenti di tubazioni tut-ti i tipi di amianto, talvolta in miscela al 6-10% con silicati di calcio. In tele, feltri, imbottiture in genere al 100%

Elevato potenziale di ri-lascio di fibre se i rivesti-menti non sono ricoper-ti con strato sigillante uniforme e intatto

Cartoni, carte e prodotti affini generalmente solo crisotilo al 100%

Sciolti e maneggiati, car-te e cartoni, non avendo una struttura molto compatta, sono sogget-ti a facili abrasioni ed a usura

Prodotti in amianto- cemento Attualmente il 10-15% di amian-to in genere crisotilo. Crocidolite e amosite si ritrovano in alcuni tipi di tubi e di lastre

Possono rilasciare fibre se abrasi, segati, perfo-rati o spazzolati, oppure se deteriorati

Prodotti bituminosi mattonelle di vinile con intercapedini di carta di amianto, mattonelle e pavimenti vi-nilici, PVC e plastiche rinforzate rico-primenti e vernici, mastici, sigillanti, stucchi adesivi contenenti amianto

dallo 0,5 al 2% per mastici, sigil-lanti, adesivi, al 10-25% per pavi-menti e mattonelle

Improbabile rilascio di fibre durante l’uso nor-male. Possibilità di rila-scio di fibre se tagliati, abrasi o perforati

23 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

Dal momento che la potenziale pericolosità dei materiali di amianto dipende dall’even-tualità che siano rilasciate fibre aerodisperse nell’ambiente che possono venire inalate dagli occupanti, l’aspetto più importante da valutare è rappresentato dalla friabilità del materiale, a tale proposito la normativa vigente definisce: Friabili: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale; Compatti: materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’impiego di attrezzi meccanici (dischi abrasivi, frese, trapani, ecc.).Gli strumenti fondamentali per la valutazione del rischio di esposizione, chiaramente indicati nel D.M. sono l’ispezione visiva, per l’esame delle condizioni del materiale contenente amianto e per la valutazione dei fattori che possono determinare un futuro danneggiamento o degrado e di quelli che influenzano la diffusione di fibre e, quindi l’esposizione degli individui, ed l’eventuale monitoraggio ambientale, cioè la misura della concentrazione delle fibre di amianto aerodisperse all’interno dell’edificio.L’ispezione visiva porta all’individuazione di tre possibili situazioni: – materiali integri non suscettibili di danneggiamento, perché non accessibili o duri

e compatti; – materiali integri suscettibili di danneggiamento, perché accessibili o esposti a fatto-

ri di deterioramento (infiltrazioni d’acqua, vibrazioni, correnti d’aria, ecc.); – materiali danneggiati per azioni umane o deterioramento.

La fase successiva prevede, quindi, la pianificazione delle azioni e degli interventi in funzione della situazione delineatasi.Nel caso di materiali integri non suscettibili di danneggiamento deve essere comun-que previsto un controllo periodico dei materiali e adottata una strategia che abbia come scopo quello di mantenere nel tempo le buone condizioni dei materiali (controllo e manutenzione), come pure nel caso di materiali integri ma suscettibili di danneggia-mento, una volta rimosse le cause del possibile danneggiamento deve essere messo in atto un programma di controllo e manutenzione.Relativamente al controllo il proprietario dell’immobile dovrà designare una figura responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività manutentive che possono interessare i materiali di amianto, tenere un’idonea documentazione da cui risulti l’ubicazione dei materiali contenenti amianto. Dovrà inoltre il rispetto di efficaci misure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventi manutentivi e in occasione di qualsiasi evento che possa causare un disturbo dei materiali di amianto....omissis...Fornire una corretta informazione agli occupanti dell’edificio sulla presen-za dell’amianto nello stabile, sui rischi potenziali e sui comportamenti da adottare....omissis...Nel caso siano in opera materiali friabili provvedere a far ispezionare l’edi-ficio almeno una volta all’anno, da personale in grado di valutare le condizioni dei materiali, redigendo un dettagliato rapporto corredato di documentazione fotografica. Nel caso, infine, di materiali danneggiati si deve procedere in maniera differente a se-conda dell’entità del danno. In caso di entità limitata può essere sufficiente, una volta eliminata la causa del deterioramento, procedere al restauro del materiale. Se, invece, il danno è esteso si deve prevedere un intervento di bonifica.

SUGGERIMENTIDal momento che l’individuazione delle misure di protezione dai rischi sono parte integrante della valutazione si riportano nel seguito i possibili interventi di bonifica con alcune indicazioni utili per la scelta della tecnica da utilizzare. I metodi di bonifica sono la rimozione, l’incapsulamento ed il confinamento.La rimozione consiste nello smantellamento della vecchia copertura in cemento- amianto che viene sostituita con un nuovo materiale, dal punto di vista tecnico que-sto tipo di intervento è consigliabile qualora il materiale risulti molto danneggiato, e

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 24

contemporaneamente che la struttura di supporto presenti delle discontinuità (tipo carpenteria metallica o in legno) e che non sia presenta una idonea controsoffittatura che isoli la copertura stessa. Il vantaggio di questo tipo di intervento è essenzialmente quello di eliminare definitivamente il rischio di esposizione all’amianto, per cui non esiste più la necessità di prevedere un programma di manutenzione e controllo, inoltre è un tipo di intervento generalmente applicabile.Gli svantaggi sono legati alla produzione di una notevole quantità di rifiuti contenen-ti amianto che devono essere correttamente smaltiti, inoltre questo è il metodo che può provocare la più elevata emissione di fibre, sottoponendo gli addetti alla bonifica ad un alto rischio di esposizione e determinando un alto rischio di contaminazione dell’area dell’intervento. Nella scelta di questo tipo di intervento si deve inoltre tenere in considerazione che per tutta la durata dei lavori i locali sottostanti la copertura sono inagibili.L’incapsulamento consiste, invece, nel trattamento della superficie in cemento-amian-to con prodotti che inglobano le fibre di amianto e le legano alla matrice cementizia, impedendo, o comunque riducendo il loro rilascio in aria. L’intervento completo pre-vede l’applicazione di strati il rpimo impregnante ed il secondo coprente. I vantaggi di questo tipo di intervento sono legati al basso costo dell’intervento, al fatto che non si producono rifiuti e che non è necessario prevedere l’applicazione di materiale sostitu-tivo. Tra gli svantaggi di tale intervento è importante mettere in evidenza che comun-que l’amianto non viene eliminato ed è pertanto necessario prevedere un programma di controllo e manutenzione, e non è escluso che l’intervento debba essere ripetuto nel tempo con una frequenza che dipende dalla durata dei materiali incapsulanti, la quale può essere notevolmente ridotta dall’esposizione ad agenti atmosferici. Nel caso di coperture l’incapsulamento non ripristina la funzionalità e l’impermeabilità del tetto, pertanto è sconsigliabile qualora le lastre siano fragili, rotte o molto deteriorate. Infine è da sottolineare l’elevato rilascio di fibre durante la pulizia della superficie prima del trattamento con gli incapsulantiIl principale intervento di confinamento è, infine, quello di realizzare una sovracoper-tura da installare al di sopra di quella in cemento e amianto che viene lasciata in opera.I vantaggi principali sono essenzialmente il basso costo dell’intervento, il fatto che non si producono rifiuti contenenti amianto, consente di realizzare una nuova copertura con caratteristiche indipendenti da quella preesistente, non comporta necessariamente l’inagibilità dell’edificio durante le operazioni di bonifica. Tuttavia, nonostante si ridu-cano fenomeni di degrado del materiale contenente amianto causati dall’esposizione agli agenti atmosferici, la durata dell’efficacia dell’intervento dipende dal tipo di ma-teriale utilizzato per la sovracopertura, pertanto non è escluso che in un momento suc-cessivo debba essere prevista la rimozione. Anche il confinamento comporta la neces-sità di un programma di controllo e manutenzione. Per concludere e per completare la trattazione dell’argomento, in considerazione del fatto che non sono infrequenti i casi in cui in edifici ad uso civile, tra cui le scuole, si incontrino materiali contenenti amian-to che non presentano caratteristiche di deterioramento tali da rendere indispensabile un intervento di bonifica, si riportano alcune indicazioni relative al programma di controllo e manutenzione.

Il proprietario dell’immobile e/o il responsabile dell’attività che vi si svolge dovrà: – designare una figura responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte

le attività manutentive che possono interessare i materiali di amianto; – tenere un’idonea documentazione da cui risulti l’ubicazione dei materiali conte-

nenti amianto. Sulle installazioni soggette a frequenti interventi manutentivi (ad es. caldaia e tubazioni) dovranno essere poste avvertenze allo scopo di evitare che l’amianto venga inavvertitamente disturbato;

25 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

– garantire il rispetto di efficaci isure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventi manutentivi e in occasione di qualsiasi evento che possa causare un di-sturbo dei materiali di amianto. A tal fine dovrà essere predisposta una specifica procedura di autorizzazione per le attività di manutenzione e di tutti gli interventi effettuati dovrà essere tenuta una documentazione verificabile;

– fornire una corretta informazione agli occupanti dell’edificio sulla presenza di amianto nello stabile, sui rischi potenziali e sui comportamenti da adottare;

– nel caso siano in opera materiali friabili provvedere a far ispezionare l’edificio al-meno una volta all’anno, da personale in grado di valutare le condizioni dei mate-riali, redigendo un dettagliato rapporto corredato di documentazione fotografica. Copia del rapporto dovrà essere tramessa alla USL competente la quale può pre-scrivere di effettuare un monitoraggio ambientale periodico delle fibre aerodisper-se all’interno dell’edificio.

Attività di manutenzione e custodia Le operazioni di manutenzione vera e propria possono essere raggruppate in tre ca-tegorie: a) interventi che non comportano contatto diretto con l’amianto; b) interventi che possono interessare accidentalmente i materiali contenenti amianto; c) interventi che intenzionalmente disturbano zone limitate di materiali contenenti

amianto. Operazioni che comportino un esteso interessamento dell’amianto non possono essere consentite, se non nell’ambito di progetti di bonifica. Durante l’esecuzione degli interventi non deve essere consentita la presenza di estra-nei nell’area interessata. L’area stessa deve essere isolata con misure idonee in relazio-ne al potenziale rilascio di fibre: per operazioni che non comportano diretto contatto con l’amianto può non essere necessario alcun tipo di isolamento; negli altri casi la zona di lavoro deve essere confinata e il pavimento e gli arredi eventualmente presen-ti, coperti con teli di plastica a perdere. L’impianto di ventilazione deve essere localmente disattivato. Qualsiasi intervento diretto sull’amianto deve essere effettuato con metodi ad umido. Eventuali utensili elettrici impiegati per tagliare, forare o molare devono essere muniti di aspirazione in-corporata. Nel caso di operazioni su tubazioni rivestite con materiali di amianto vanno utilizzati quando possibile gli appositi “glove bags”. Al termine dei lavori, eventuali polveri o detriti di amianto caduti vanno puliti con metodi ad umido o con aspiratori portatili muniti di filtri ad alta efficienza. I lavoratori che eseguono gli interventi devono essere muniti di mezzi individuali di protezione. Per la protezione respiratoria vanno adottate maschere munite di filtro P3 di tipo se-mimaschera o a facciale completo, in relazione al potenziale livello di esposizione. È sconsigliabile l’uso di facciali filtranti, se non negli interventi del primo tipo. Nelle operazioni che comportano disturbo dell’amianto devono essere adottate inoltre tute intere a perdere, munite di cappuccio di copriscarpe, di tessuto atto a non trattenere le fibre. Le tute devono essere eliminate dopo ogni intervento. Tutto il materiale a perdere utilizzato (indumenti, teli, stracci per pulizia, ecc.) deve essere smaltito come rifiuto contaminato, in sacchi impermeabili chiusi ed etichettati. I materiali utilizzati per la pulizia ad umido vanno insaccati finché sono ancora bagnati. Procedure definite devono essere previste nel caso di consistenti rilasci di fibre: evacuazione ed isolamen-to dell’area interessata (chiusura delle porte e/o installazione di barriere tempora-nee); affissione di avvisi di pericolo per evitare l’accesso di estranei; decontaminazione dell’area da parte di operatori muniti di mezzi individuali di protezione con sistemi ad umido e/o con aspiratori idonei; monitoraggio finale di verifica. In presenza di materiali di amianto friabili esposti, soprattutto se danneggiati, la pulizia quotidiana

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 26

dell’edificio deve essere effettuata con particolari cautele, impiegando esclusivamente metodi ad umido con materiali a perdere e/o aspiratori con filtri ad alta efficienza. La manutenzione ed il cambio dei filtri degli aspiratori sono operazioni che comportano esposizione a fibre di amianto e devono essere effettuate in un’area isolata, da parte di operatori muniti di mezzi individuali di protezione. Ai sensi delle leggi vigenti, il personale addetto alle attività di manutenzione e di custodia deve essere considerato professionalmente esposto ad amianto.

1.4.1.8 I giardini

L’analisi dei rischi relativi ai giardini e alle aree verdi presenti nelle scuole è stata in-serita tra i rischi definiti “trasversali” perché questa interessa sia il personale addetto alle attività di manutenzione di tale aree (solo in alcuni casi l’attività viene svolta dai collaboratori scolastici, spesso da addetti alla manutenzione del verde pubblico, che nella maggior parte dei casi sono impiegati del Comune, in altri casi ancora il lavoro viene affidato a ditte esterne), sia gli alunni e i docenti che in alcuni momenti della giornata usufruiscono di tali aree. È stata inoltre tenuta in considerazione l’interazione tra lo svolgimento delle attività di manutenzione e l’uso delle aree verdi da parte degli alunni e dei docenti. Per quanto riguarda il personale che svolge le attività di manu-tenzione dei giardini è necessario tenere in considerazione l’esposizione a: – rischi derivanti dall’uso di sostanze pericolose (corrosive, irritanti, tossiche ecc.),

utilizzate per la disinfestazione; – rischi legati all’uso di attrezzature a motore (tagliaerba, motosega, decespugliatore,

ecc.) che possono essere causa di tagli, schiacciamenti. Nell’uso di tali attrezzature si deve considerare anche il fatto che l’addetto è a contatto con sostanze infiamma-bili (carburante per il rifornimento del motore), deve pertanto essere a conoscenza delle corrette procedure al fine di evitare rischi di incendio o di esplosione;

– rischi di cadute dall’alto, legati all’uso di scale portatili o di piattaforme di solleva-mento;

– rischi derivanti dall’esposizione al rumore, che durante l’uso delle attrezzature a motore può raggiungere anche livelli molto elevati (superiori a 85 dB).

Per ciò che riguarda invece gli utenti delle aree verdi, presenti nelle scuole, è neces-sario considerare i rischi legati al fatto che, trattandosi di luoghi all’aperto, studenti ed alunni possono essere soggetti a punture e morsi di animali, senza considerare il fatto che, trattandosi di aree separate dalla strada e dalle aree circostanti da muretti o reti metalliche, non è escluso che si possano trovare siringhe ed altro materiale in-fetto utilizzato ad esempio da tossicodipendenti. Altri rischi possono inoltre essere legati al contatto accidentale con elementi dell’impianto di illuminazione del giardino (cavi elettrici scoperti, interruttori con grado di protezione non idoneo, ecc.), oppure al cattivo stato di manutenzione della pavimentazione per cui più elevato è il rischio di cadute e scivolamenti. Si deve, inoltre, tenere presente nel giardino si trovano a svolgere la loro attività gli alunni e i docenti (ricreazione, attività sportive, ecc.) mentre contemporaneamente si sta provvedendo alla potatura degli alberi deve essere consi-derato il rischio che si verifichi una proiezione di schegge, che cadano dall’alto i rami recisi, pertanto deve essere prevista la delimitazione dell’area di lavoro, in modo tale da eliminare l’esposizione a tali rischi.

SUGGERIMENTI – Uso di idonei dispositivi di protezione individuale (guanti, scarpe di sicurezza,

schermo protettivo per gli occhi, otoprotettori, ecc.) durante le attività di manuten-zione dei giardini;

27 1.4 VALUTAZIONE dEI RISChI NEgLI EdIfICI SCOLASTICI

VALUTAZIONEDEIRISCHI

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

– Tenere a disposizione degli addetti le schede di sicurezza delle sostanze utilizzate per la disinfestazione, per la concimazione, ecc.;

– Individuare procedure di sicurezza per l’utilizzo delle attrezzature e per ciascuna delle attività svolte;

– Provvedere ad un periodico controllo dei giardini al fine di eliminare oggetti pe-ricolosi (ad esempio siringhe) e alla loro disinfestazione per ridurre il numero di insetti ed altri animali che possono costituire un pericolo per le persone presenti.

2.Ifattoridirischionegliistitutiscolastici

2.1Didatticateorica

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Didattica teorica

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischio posturale e da movimentazione manuale dei carichi. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti e delle attrezzature; elettrocuzione. Microclima. Illuminazione come fattore di si-curezza e di igiene. Antincendio e gestione delle emergenze. Sviluppo di allergie. Stress.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

DescrizioneLa figura professionale addetta a svolgere tale mansione è il docente. La sua attività è caratterizzata dallo svolgimento di lezioni in materie specifiche, avvalendosi di stru-menti cartacei, tra cui testi, fotocopie e dispense e, talvolta, di strumenti informatici o di attrezzature quali, ad esempio, la lavagna luminosa. Egli ha inoltre la responsabilità degli alunni durante lo svolgimento della propria attività.Soprattutto nelle scuole medie e, negli ultimi anni anche in alcune scuole elementari, sono stati introdotti corsi di informatica, pertanto in questi casi l’attività viene svolte in aule attrezzate in cui ciascuno studente ha a disposizione un videoterminale.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 30

Attrezzature e macchineLe attrezzature normalmente utilizzate sono:

Computer Con esso e con l’ausilio di software adeguato si ten-gono lezioni di materie specifiche.

Lavagnaluminosa Utilizzata per proiettare lucidi per la trattazione di tematiche specifiche.

Lavagna(inardesia;plastificata...) Lastre sulle quali si scrive con gesso, pennarelli, ecc.

Il fattore di rischioI principali fattori di rischio sono:–– Rischio– elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di

particolari attrezzature elettriche (computer, lavagna luminosa, ecc.), per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettri-ca diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interrutto-ri differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

–– Utenze–elettriche:–il rischio è legato al numero di prese a disposizione, il problema ha una frequenza significativa nel caso siano presenti laboratori didattici, soprattut-to di informatica, dove spesso le prese vengono sovraccaricate.

–– Illuminazione–generale come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi ingombranti o sporgenti.

–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato alla mancanza di formazione ed informazione del personale docente, compreso quello che non ha uno specifico ruolo operativo nella gestione dell’emergenza, perché è direttamente responsabile degli alunni presenti. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

–– Rischio–posturale: i docenti possono assumere posture non ergonomiche durante lo svolgimento delle lezioni che possono portare a malattie a carico della colonna vertebrale.

–– Arredi–di–servizio: le non conformità più frequentemente rilevate sono legate alla qualità e alla quantità di arredi in dotazione. Spesso questi non sono in quantità sufficiente alle reali esigenze e non sempre vengono rispettati i criteri di ergonomia, oltre al fatto che non sempre arredi e attrezzature risultano integri, soprattutto nelle scuole di periferia o dei piccoli centri.

–– Movimentazione–Manuale dei–carichi: è rilevante soprattutto nella scuola mater-na, dove accade spesso che il docente o gli ausiliari si trovino ad assistere gli alunni in particolari situazioni (giochi, utilizzo dei servizi igienici,ecc.) in cui è necessario il sollevamento. Tale rischio si rileva in misura sostanzialmente inferiore nelle scuo-la media dove gli alunni sono completamente autosufficienti; comuni a tutti gli or-

31 2.1 DIDATTICA TEORICA

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

dini di scuola devono essere considerate le attività di supporto ai ragazzi portatori di handicap, per i quali l’assistenza in tal senso deve essere continuativa.

–– Illuminazione–generale–come–fattore di–igiene: le situazioni di discomfort sono ge-neralmente legate al non corretto livello di illuminamento delle aule che può deter-minare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo del docente dovuti alla mancanza, alle finestre, di tende parasole, è bene sottolineare che l’influenza di questo elemento di discomfort è attenuata dal fatto che la posizione di lavoro non è necessariamente fissa durante lo svolgimento delle lezioni.

–– Rumore: il rischio è legato sia la contesto urbano in cui l’edificio scolastico è inse-rito che alle condizioni in cui si svolge l’attività didattica, in particolare al numero degli alunni presenti in aula ed agli spazi a disposizione per lo svolgimento delle lezioni; per il comparto i esame i livelli di esposizione sono tali da generare soltanto situazioni di discomfort e quindi tali da determinare, ad esempio, affatticamento e diminuzione della capacità di attenzione, solo nei casi più gravi l’esigenza del do-cente di alzare sempre più la voce può provocare laringiti croniche.

–– Condizioni–microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ven-tilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

–– Sostanze– utilizzate: è possibile che in caso di persone particolarmente sensibili l’utilizzo di gessi da lavagna, pennarelli particolari o solventi organici per la deter-sione delle superfici si sviluppino allergie.

–– Organizzazione–del–lavoro:–la ripetitività delle attività, la scarsa possibilità di avan-zamento di carriera nonché la scarsa valorizzazione dell’acquisizione della profes-sionalità nel corso degli anni possono provocare situazioni di stress. A queste cause di stress legate all’ordinamento del personale docente, si aggiunge quello più lega-to all’attività specifica svolta, ed in particolare la costante e continua vigilanza degli alunni nonché le modalità e la costanza dei rapporti interpersonali con questi.

Gli interventi – Formazione ed informazione sulle corrette posture da adottare durante lo svolgi-

mento delle lezioni, ed in particolar modo per le attività che comportano la movi-mentazione dei carichi:

– Verifica dello stato di conservazione delle attrezzature utilizzate durante l’attività; – Divieto di utilizzo di utenze non a norma rispetto ai requisiti minimi di sicurezza

elettrica; – Maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro; – Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria. – Migliorare le condizioni di illuminamento, sia come fattore di sicurezza che come

fattore di igiene, attraverso l’aumento della potenza degli impianti e garantendo, attraverso una periodica e sistematica attività manutentiva, la costante disponibili-tà, specie degli impianti di emergenza.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 32

2.2LaboratorioTecnico

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Laboratorio tecnico

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischio elettrico: sicurezza degli impianti e delle attrezzature; elettrocuzione. Rischio fisico: postura non ergonomica. Movi-mentazione manuale dei carichi. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Antincendio e gestione delle emergenze. Idoneità degli arredi di servizio e delle attrezzature. Microcli-ma.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

DescrizionePer quanto riguarda le attività “Tecnico-pratiche”, quelle di “Laboratorio tecnico” sono state individuate principalmente nelle scuole medie, dove è prevista una attività tecnico-manuale di non eccessiva pericolosità né impegno ma sicuramente non trascu-rabile. Tale attività è talvolta differenziata per sesso ed è seguita da un docente tecnico specializzato; consta soprattutto di piccoli lavori di falegnameria e di realizzazione di circuiti elettrici elementari in corrente continua o lavori di bricolage.

Attrezzature e macchineLe attrezzature normalmente utilizzate sono:

Seghettomanuale,chiodi,martello,compensato,ecc.

Tutte queste attrezzature sono utili per i più rudi-mentali lavori di falegnameria e rappresentano rischi minimi.

Trapanomanuale Molto meno pericoloso del trapano elettrico assolve pienamente alla sua funzione per i piccoli lavori. È do-tato di un volano dentato che funziona da riduttore di forza e di una ruota dentata di piccole dimensioni che trasmette la forza alla punta.

Pile,lampadine,filoelettrico,nastroisolante,interruttori.

Si progettano circuiti di piccole dimensioni utilizzan-do pile commerciali che garantiscono dai rischi di elettrocuzione

Il fattore di rischioI principali fattori di rischio sono:–– Rischio– elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di

33 2.2 LABORATORIO TECNICO

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di prote-zione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tran-ciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento.

–– Utenze–elettriche:–il rischio è legato al numero di prese a disposizione che spesso non risultano sufficienti rispetto al numero di utenze che ad esse devono essere collegate e pertanto vengono sovraccaricate.

–– Attrezzature–e–macchine–utilizzate: è possibile, in relazione alla tipologia di attrez-zature utilizzate nello svolgimento delle attività del laboratorio, che a causa della mancanza di idonee protezioni ci si provochino tagli, abrasioni, schiacciamenti, ecc., ovviamente l’entità di tali infortuni sarà di tipo lieve.

–– Illuminazione–generale–come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti o taglienti.

–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato alla mancanza di formazione ed informazione del personale docente, perché è direttamente responsabile degli alunni presenti e alle dotazioni antincendio spe-cifiche del laboratorio o delle aree adiacenti, perché l’attività svolta potrebbe essere la causa dell’innesco di un incendio.

–– Immagazzinamento– degli– oggetti: il rischio è legato al non corretto ancoraggio delle scaffalature o al loro eccessivo caricamento che comporta la possibilità che si verifichi un ribaltamento degli scaffali stessi o che da questi cada il materiale che vi è stato disposto. Molto contenuto è, invece, il rischio associato alla tipologia di sostanze immagazzinate che, anche nel caso in cui fossero tossiche o infiammabili, non sono mai presenti in quantità tali da costituire un effettivo pericolo.

–– Illuminazione–generale come–fattore–di–igiene: le situazioni di discomfort sono ge-neralmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può deter-minare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo del docente dovuti alla mancanza, alle finestre, di tende parasole, è bene sottolineare che l’influenza di questo elemento di discomfort è attenuata dal fatto che la posizione del docente non è necessariamente fissa durante lo svolgimento delle esercitazioni.

–– Condizioni–microclimatiche le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ven-tilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

–– Arredi–di–servizio: le non conformità più frequentemente rilevate sono legate alla qualità e alla quantità di arredi in dotazione. Spesso questi non sono in quantità sufficiente alle reali esigenze e non sempre vengono rispettati i criteri di ergonomia, oltre al fatto che non sempre arredi e attrezzature risultano integri, soprattutto nelle scuole di periferia o dei piccoli centri.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 34

Gli interventi – La presenza attenta e costante del docente impedisce l’utilizzo improprio degli

strumenti a disposizione e quindi evita ferimenti accidentali non legati all’attività didattica.

– Una preparazione teorica sull’uso degli strumenti induce negli studenti la consape-volezza del rischio.

– Divieto di utilizzo di utenze non a norma rispetto ai requisiti minimi di sicurezza elettrica.

– Verifica dello stato di conservazione delle attrezzature utilizzate durante l’attività. – Formazione in merito alle corrette posizioni da acquisire durante lo svolgimento

delle lezioni. – Dotare i locali di attrezzature idonee e migliorare la dotazione di arredi di servi-

zio. – Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria.

2.3LaboratorioGrafico-Artistico

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Laboratorio Grafico-Artistico

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischio Fisico: tagli e abrasioni. Rischio chimico: utilizzo di par-ticolari sostanze. Idoneità del luogo: sufficienza degli spazi minimi. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti. Microclima. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Antincen-dio e gestione delle emergenze.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

DescrizionePer quanto riguarda le attività “tecnico-pratiche”, quelle del Laboratorio grafico-arti-stico ricorre prevalentemente nelle scuole medie, prevista una attività da svolgersi in locali dedicati. Tale attività è rappresentata dal disegno, dall’attività di modellazione (argilla e affini), di stampa con matrice vinilica. I rischi sono talvolta ancora minori di quelli del laboratorio tecnico. Le attività grafico artistiche vengono svolte anche nelle scuole elementari e sono parte integrante dell’attività didattica.

35 2.3 LABORATORIO GRAFICO-ARTISTICO

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

Attrezzature e macchineLe attrezzature normalmente utilizzate raggruppate per attività sono:

Coloriadacqua,acera,adolio;matite,righesquadre;foglidadisegno,compensatootela.

Sono tutti materiali di consumo per lo svolgimento di attività grafiche. Solitamente sono acquistati di-rettamente dagli studenti, I colori sono anallergici e i supporti sono già predisposti con forma e dimensione desiderata.

Buliniperargilla L’argilla, solitamente ben imbibita, risulta essere fa-cilmente lavorabile e non richiede eccessivo sforzo nell’uso dei bulini, solitamente di plastica o con pic-cole parti in metallo arrotondato.

Forno Il forno viene generalmente utilizzato per la cottura degli oggetti realizzati in argilla terracotta o cerami-ca.

Fogliovinilico,Bulinidaintaglio,inchiostro,rullo,vaschettaperinchiostro.

Il foglio vinilico viene intagliato con i bulini appositi in modo da realizzare l’immagine in negativo su cui viene passato il rullo inchiostrato. Gli inchiostri utiliz-zati sono anallergici.

Solventi

Il fattore di rischioI principali fattori di rischio sono:–– Rischio– elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di

particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di prote-zione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tran-ciamento.

–– Attrezzature–e–macchine–utilizzate: è possibile, in relazione alla tipologia di attrez-zature utilizzate (ad esempio i bulini per il foglio vinilico) nello svolgimento delle attività del laboratorio, che a causa della mancanza di idonee protezioni ci si pro-vochino tagli, abrasioni, ecc., ovviamente l’entità di tali infortuni sarà di tipo lieve.

–– Illuminazione–generale–come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti o taglienti. La ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte in-troduttiva del documento.

–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato alla mancanza di formazione ed informazione del personale docente, perché è direttamente responsabile degli alunni presenti e alle dotazioni antincendio spe-cifiche del laboratorio o delle aree adiacenti.

–– Immagazzinamento– degli– oggetti: il rischio è legato al non corretto ancoraggio delle scaffalature o al loro eccessivo caricamento che comporta la possibilità che si verifichi un ribaltamento degli scaffali stessi o che da questi cada il materiale che

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 36

vi è stato disposto. Molto contenuto è, invece, il rischio associato alla tipologia di sostanze immagazzinate che, anche nel caso in cui fossero tossiche o infiammabili, non sono mai presenti in quantità tali da costituire un effettivo pericolo.

–– Illuminazione–generale come–fattore–di–igiene: le situazioni di discomfort sono ge-neralmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può deter-minare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo del docente dovuti alla mancanza, alle finestre, di tende parasole, è bene sottolineare che l’influenza di questo elemento di discomfort è attenuata dal fatto che la posizione del docente non è necessariamente fissa durante lo svolgimento delle esercitazioni.

–– Luogo–di–lavoro: gli aspetti generali legati all’idoneità delle caratteristiche dei luo-ghi di lavoro sono stati affrontati nella parte generale, della presente ricerca, in questa fase specifica si vuole invece fare specifico riferimento ai locali che in molti istituti scolastici vengono dedicati alle attività di laboratorio. Sono state, infatti, in-dividuate situazioni in cui lo spazio a disposizione non è risultato sufficiente rispet-to alla tipologia di attività svolta.

–– Arredi–di–servizio: le non conformità più frequentemente rilevate sono legate alla qualità e alla quantità di arredi in dotazione. Spesso questi non sono in quantità sufficiente alle reali esigenze, oltre al fatto che non sempre arredi e attrezzature risultano integri, soprattutto nelle scuole di periferia o dei piccoli centri.

–– Sostanze–utilizzate: nei laboratori grafico-artistici possono essere utilizzate colle, solventi, vernici, inchiostri, ecc., che espongono le persone presenti nei locali ad un rischio di tipo chimico.

–– Condizioni–microclimatiche le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ven-tilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

Gli interventi – La presenza attenta e costante del docente impedisce l’utilizzo improprio degli

strumenti a disposizione e quindi evita ferimenti accidentali non legati all’attività didattica.

– Una preparazione teorica sull’uso degli strumenti induce negli studenti la consape-volezza del rischio.

– Dotare i locali di attrezzature idonee e migliorare la dotazione di arredi di servizio. – Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria. – Migliorare le condizioni di illuminamento, sia come fattore di sicurezza che come

fattore di igiene.

37 2.4 ATTIvITà ARTISTIChE COLLATERALI

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

2.4Attivitàartistichecollaterali

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Attività artistiche collaterali

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischio Fisico: urti, tagli e abrasioni. Rischio elettrico: sicurez-za degli impianti; elettrocuzione. Rischio da movimentazione manuale dei carichi. Microclima. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Antincendio e gestione delle emergenze.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

DescrizioneIn quasi tutte le scuole considerate è previsto un saggio di fine anno sotto forma di rappresentazione teatrale e/o saggio di danza e/o saggio ginnico. Tutte queste attività presentano di per sé rischi molto bassi. Il rischio è dovuto piuttosto alla presenza di palco e attrezzature varie all’interno dell’edificio scolastico. Il numero di lavoratori che svolgono la loro attività nell’ambito di questa fase non è definibile in maniera pre-cisa perché e previsto il coinvolgimento del maggior numero di collaboratori possibili e l’impegno è quasi sempre volontario.

Attrezzature e macchineLe attrezzature normalmente utilizzate raggruppate per attività sono:

Microfoni,amplificatori,impiantiHI-FI,casseacustiche.

Tutte queste apparecchiature elettriche prevedono collegamenti temporanei sono tutti marchiati CE.

Struttureperlarealizzazionedellescene Strutture in legno o in compensato; tendaggi, mo-bilio.

Il fattore di rischioI principali rischi sono dovuti a:–– Rischio– elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di

particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di prote-zione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 38

disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tran-ciamento.

–– Attrezzature–utilizzate: è possibile, in relazione al fatto che potrebbe essere presen-te materiale ingombrante, in ambienti che solitamente sono vuoti, che aumenti il rischio di urti, tagli e abrasioni.

–– Illuminazione–generale–come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti. La ricorrenza delle non confor-mità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato al possibile affollamento dei locali in cui si svolgono le attività, per il quale potrebbero non risultare idonee le vie di fuga. L’analisi di dettaglio della ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introdut-tiva del documento.

–– Movimentazione–Manuale–dei–Carichi:–il rischio può essere legato all’esigenza di sollevare e spostare le attrezzature di scena utilizzate per le rappresentazioni o per i saggi.

–– Condizioni–microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ven-tilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde e sbalzi sensibili da un ambiente all’altro.

–– Illuminazione–generale– come–fattore di– igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può de-terminare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo del docente dovuti alla mancanza, alle finestre, di tende parasole.

Gli interventi – Evitare di approntare gli impianti elettrici provvisori con soluzioni non rispondenti

alle norme di sicurezza. – Evitare l’accatastamento, sia pure momentaneo, del materiale nei corridoi e vie di

transito. – Garantire condizioni microclimatiche favorevoli migliorando il sistema di condi-

zionamento/riscaldamento. – Verificare l’adeguatezza delle vie di fuga in base agli affollamenti massimi pre-

visti.

39 2.5 ATTIvITà GINNICO SPORTIvA

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

2.5Attivitàginnicosportiva

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Attività ginnico sportiva

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischio Fisico: urti, tagli e abrasioni. Microclima. Rischio am-bientale: idoneità delle superfici vetrate. Idoneità delle attrez-zature. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Antincendio e gestione delle emergenze. Rischio elettrico: si-curezza degli impianti.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

DescrizioneQuesta attività si svolge per lo più in palestre, ma anche, quando possibile, nei cortili o nei campi sportivi annessi all’edificio scolastico.

Attrezzature e macchineLe attrezzature normalmente utilizzate raggruppate per attività sono:

Spalliere,cavalletti,pedane,funi,ecc. Queste attrezzature sono utilizzate in vario modo per creare dei circuiti di allenamento.

Palloni Sono utilizzati per svolgere diversi esercizi e giochi.

Il fattore di rischioI principali rischi sono dovuti a:–– Rischio–elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione per contatto con cavi

elettrici con rivestimento isolante non integro. Il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento.

–– Attrezzature–utilizzate: è possibile, in relazione al fatto che potrebbe essere presen-te materiale ingombrante che diventi significativo il rischio di urti, tagli e abrasioni; inoltre lo svolgimento di attività ginniche con attrezzi particolari (quadro svedese, parallele, spalliere ecc.) sottopone sia il docente incaricato che gli studenti al rischio

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 40

di cadute dall’alto. È da rilevare inoltre che non sempre le attrezzature a disposizio-ne risultano idonee all’uso che se ne fa.

–– Elementi–taglienti: spesso nelle palestre è stata rilevata la presenza di vetri non del tipo antisfondamento e non dotati di pellicola antischeggia, e di corpi illuminanti non protetti, ciò costituisce un rischio soprattutto in relazione al fatto che molti degli esercizi eseguiti durante l’attività ginnica comportano l’uso di palloni che po-trebbero urtare e rompere sia le finestre che le eventuali plafoniere delle lampade.

–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato al possibile affollamento dei locali in cui si svolgono le attività, per il quale potrebbero non risultare idonee le vie di fuga. L’analisi di dettaglio della ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introdut-tiva del documento.

–– Illuminazione–generale–come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione dei locali o dei passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi ingombranti e sporgenti. La ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte in-troduttiva del documento.

–– Condizioni–microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ven-tilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde e sbalzi sensibili da un ambiente all’altro. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento.

–– Illuminazione–generale– come–fattore di– igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento delle aule che può determinare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati a fenomeni di abbagliamento dovuti ad elevati contrasti di luminanza. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento

Gli interventi – I depositi degli attrezzi devono essere tenuti ordinatamente, devono essere dotati

di idonee attrezzature per riporre materiali in sicurezza. – Proteggere i corpi illuminanti e i vetri con barriere antisfondamento. – Dotare i locali di attrezzature idonee. – Garantire condizioni microclimatiche favorevoli migliorando il sistema di ventila-

zione e quello di condizionamento/riscaldamento. – Adeguare gli impianti elettrici in particolare per i luoghi a maggior rischio, come

quelli degli spogliatoi, dei locali docce, ecc. – Antincendio e Gestione delle Emergenze: garantire l’idoneità delle vie di fuga e

d’esodo in funzione degli affollamenti previsti, specie nel caso in cui i locali chiusi possono ospitare il pubblico.

– La presenza attenuta e costante del personale docente ed addetto alla sorveglian-za impedisce l’utilizzo improprio dell’attrezzatura ed evita gli eventuali ferimenti accidentali.

41 2.6 ATTIvITà DI RECUPERO E SOSTEGNO

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

2.6Attivitàdirecuperoesostegno

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Attività di recupero e sostegno

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischio fisico: postura non ergonomica. Stress. Microclima. Il-luminazione. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti. Antin-cendio e gestione delle emergenze. Illuminazione come fatto-re di sicurezza e di igiene.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

DescrizioneIn presenza di alunni portatori di handicap o con problemi specifici di apprendimento viene affiancato ai docenti un insegnante di “sostegno” che segue in maniera specifica questi ragazzi.

Attrezzature e macchineNon esistono particolari attrezzature utilizzate in questa fase che, per molti aspetti, risulta simile alla fase 1 se si esclude la parte relativa ai sussidi didattici elettronici che qui non sono necessari prediligendosi la didattica faccia a faccia.Le eventuali attrezzature sono di sussidio alle eventuali protesi degli allievi.

Il fattore di rischioI principali elementi di rischio sono:–– Rischio– elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di

particolari attrezzature elettriche (computer, lavagna luminosa, ecc.), per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettri-ca diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interrutto-ri differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

–– Utenze–elettriche:–il rischio è legato al numero di prese a disposizione, il problema ha una frequenza significativa nel caso siano presenti laboratori didattici, soprattut-to di informatica, dove spesso le prese vengono sovraccaricate.

–– Illuminazione–generale come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 42

non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi ingombranti o sporgenti.

–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato alla mancanza di formazione ed informazione del personale docente, compreso quello che non ha uno specifico ruolo operativo nella gestione dell’emergenza, perché è direttamente responsabile degli alunni presenti. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

–– Condizioni–microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ven-tilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

–– Rumore: il rischio è legato sia la contesto urbano in cui l’edificio scolastico è inse-rito che alle condizioni in cui si svolge l’attività didattica, in particolare al numero degli alunni presenti in aula ed agli spazi a disposizione per lo svolgimento delle lezioni; per il comparto i esame, per il quale l’attività viene comunque svolta all’in-terno delle aule, i livelli di esposizione sono tali da generare soltanto situazioni di discomfort e quindi tali da determinare, ad esempio, affatticamento e diminuzione della capacità di attenzione.

–– Rischio–posturale: i docenti possono assumere posture non ergonomiche durante lo svolgimento delle lezioni che possono portare a malattie a carico della colonna vertebrale.

–– Movimentazione–Manuale dei–carichi: è rilevante soprattutto quando il docente si trova ad assistere o a dover sollevare i ragazzi portatori di handicap, per i quali l’assistenza deve essere continuativa.

–– Illuminazione–generale–come–fattore di–igiene: le situazioni di discomfort sono ge-neralmente legate al non corretto livello di illuminamento delle aule che può deter-minare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo del docente dovuti alla mancanza, alle finestre, di tende parasole, è bene sottolineare che l’influenza di questo elemento di discomfort è attenuata dal fatto che la posizione di lavoro non è necessariamente fissa durante lo svolgimento delle lezioni. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento

–– Organizzazione–del–lavoro:–la ripetitività delle attività, la scarsa possibilità di avan-zamento di carriera nonché la scarsa valorizzazione dell’acquisizione della profes-sionalità nel corso degli anni possono provocare situazioni di stress. A queste cause di stress legate all’ordinamento del personale docente, si aggiunge quello più le-gato all’attività specifica svolta, ed in particolare la costante e continua vigilanza degli alunni nonché le modalità e la costanza dei rapporti interpersonali con questi. Fonte di stress è in questo caso rappresentata dalle caratteristiche specifiche delle attività di sostegno agli studenti portatori di handicap.

Gli interventi – Formazione ed informazione sulle corrette posture da adottare durante lo svolgi-

mento delle lezioni, ed in particolar modo per le attività che comportano la movi-mentazione dei carichi.

43 2.7 DIRETTIvA ED AMMINISTRATIvA

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

– Verifica dello stato di conservazione delle attrezzature utilizzate durante l’attività. – Maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro. – Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria. – Migliorare le condizioni di illuminamento, sia come fattore di sicurezza che come

fattore di igiene, attraverso l’aumento della potenza degli impianti e garantendo, attraverso una periodica e sistematica attività manutentiva, la costante disponibili-tà, specie degli impianti di emergenza.

2.7DirettivaedAmministrativa

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Direttiva ed Amministrativa

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischio elettrico: sicurezza degli impianti, elettrocuzione. Ri-schio chimico: utilizzo di sostanze particolari. Microclima. Illu-minazione come fattore di sicurezza e di igiene. Sufficienza degli spazi minimi. Lavoro al videoterminale. Esposizione a campi elettromagnetici. Stress. Antincendio e gestione delle emergenze.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

DescrizioneIn questa fase si possono distinguere alcune figure professionali addette allo svolgi-mento di specifiche mansioni, ossia: il capo d’istituto, il direttore o responsabile am-ministrativo e l’assistente amministrativo. Ognuno di questi soggetti riveste un ruo-lo particolare nell’ambito dell’ordinamento direttivo della struttura scolastica ed in relazione a ciò è investito di diverse responsabilità sia nei riguardi della struttura, intesa come “edificio”, sia rispetto agli individui operanti al suo interno. In particolar modo, il “capo d’istituto” è la figura professionale più importante e pertanto investita delle maggiori responsabilità; il suo compito è principalmente quello di formalizzare e mantenere rapporti di natura gerarchica con l’amministrazione e di tipo relazionale con il personale interno alla struttura e con enti esterni. Si occupa inoltre della ge-stione del servizio onde garantirne in ogni situazione la funzionalità e l’efficienza. Il “direttore amministrativo” o “responsabile amministrativo” organizza, coordina e controlla i servizi amministrativi e contabili; può, qualora in possesso di un’adeguata formazione, occuparsi della preparazione e dell’aggiornamento del personale ope-

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 44

rante all’interno della struttura. Infine, l’“assistente amministrativo” si occupa essen-zialmente dell’esecuzione operativa delle procedure avvalendosi di strumenti di tipo informatico, della gestione di archivi, protocollo e biblioteche. Per concludere, l’atti-vità d’ufficio si espleta, generalmente, nel disbrigo di pratiche di tipo amministrativo (stipula e mantenimento di contratti con il personale impiegato nella struttura scola-stica e con le ditte esterne alle quali vengono appaltate alcune attività), nella richiesta, predisposizione e revisione di tutta la documentazione relativa all’edificio scolastico (certificazioni e/o autorizzazioni), alle strutture ad esso annesse (impianti ed unità tecnologiche, palestre, mense, laboratori tecnico-scientifici) ed all’attività svolta non-ché nell’organizzazione e gestione del personale e delle risorse presenti. Tali mansioni possono essere svolte in alcuni casi avvalendosi dell’utilizzo del videoterminale, il che incide in maniera rilevante sulla tipologia dei rischi cui gli addetti possono essere esposti.

Attrezzature e macchineLe attrezzature normalmente utilizzate sono:Videoterminale L’età media dei vDT è di circa 5 anni e sono in genere

tutte marchiate CE

Telefax L’età media di queste macchine è di circa 2 anni, pos-sono essere a carta chimica o con fogli A4, anche se i primi sono in via di eliminazione, hanno tutti mar-chiatura CE.

Fotocopiatrice Spesso noleggiate anno un’età media di 5 anni ed hanno in genere il marchio CE.

Macchinaperscrivere Possono essere elettriche o manuali ed hanno un’età media variabile tra i 7 anni per le manuali e i 5 per le elettriche. hanno marchiatura CE

Il fattore di rischioI principali elementi di rischio sono:–– Rischio– elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di

particolari attrezzature elettriche (computer, lavagna luminosa, ecc.), per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettri-ca diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interrutto-ri differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

–– Utenze– elettriche:– il rischio è legato al numero di prese a disposizione che non sempre risulta sufficiente rispetto al numero di utenze che a queste devono essere collegate, pertanto si fa uso di doppie prese oppure quelle presenti vengono sovrac-caricate.

–– Illuminazione–generale come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi ingombranti o sporgenti.

–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità

45 2.7 DIRETTIvA ED AMMINISTRATIvA

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

delle persone presenti. Per la fase in esame assume un’importanza notevole l’ido-neità della segnaletica indicante le vie di fuga e la formazione ed informazione del personale sul comportamento da tenere in caso di emergenza. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

–– Sostanze–utilizzate: anche se non di livello significativo può comunque essere pre-sente un rischio di esposizione alle sostanze chimiche utilizzate per la fotoriprodu-zione.

–– Condizioni–microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ven-tilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

–– Illuminazione–generale– come–fattore di– igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento degli uffici che può determinare un eccessivo affaticamento della vista, alcuni problemi sono, inoltre, legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo dovuti alla mancanza di tende parasole alle finestre o nel caso di uso di videoterminali, al non corretto posizionamento di questi rispetto alla sorgente di luce naturale.

–– Spazi–di–lavoro: non sempre i locali dove si svolgono le attività amministrative e/o di segreteria sono di dimensioni sufficienti ad assicurare condizioni di comfort.

–– Uso–di–videoterminali: a causa di postazioni di lavoro per le quali non sono stati rispettati i criteri di ergonomia indicati dalla normativa e per posizioni non cor-rette assunte dal personale nello svolgimento della propria attività, perché non adeguatamente informato ed informato, è possibile che si sviluppino patologie a danno dell’apparato muscolo-scheletrico oppure che gli addetti accusino danni al rachide.

– Abbagliamento: la fotocopiatrice potrebbe non essere chiusa per velocizzare le ope-razioni.

–– Radiazioni–non–ionizzanti: le attrezzature di lavoro utilizzate possono determinare una limitata esposizione a campi elettromagnetici.

–– Organizzazione–del–lavoro:–un’ulteriore–fonte di rischio è rappresentata dalla ri-petitività delle attività svolte e dall’affaticamento mentale che possono provocare situazioni di stress, in alcuni casi aggravate dall’incremento dei carichi di lavoro e delle responsabilità da assumere.

Gli interventi – Mantenimento di condizioni microclimatiche ed illuminotecniche idonee all’attivi-

tà svolta. – Adeguamento degli spazi disponibili. – Prevede intervalli di lavoro. – Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 46

2.8Manutenzione

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Manutenzione

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischi fisico: movimentazione manuale dei carichi; tagli; abra-sioni; rischio di caduta; proiezione di schegge. Rischio elettri-co: sicurezza degli impianti; elettrocuzione. Rischio chimico. Attrezzatura non idonea. Antincendio e gestione delle emer-genze. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Mi-croclima.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

DescrizionePer “manutenzione” s’intendono tutte quelle attività volte alla verifica della confor-mità tecnica ai requisiti minimi di sicurezza degli impianti, delle unità tecnologiche e degli immobili, all’individuazione di eventuali carenze ed alla loro bonifica attra-verso provvedimenti volti all’eliminazione del problema o misure risolutive di con-tenimento. Gli addetti dediti allo svolgimento di tali mansioni sono principalmente: tecnici impiantisti, elettricisti, idraulici e meccanici. In particolar modo, il loro compito è quello di garantire il corretto funzionamento degli impianti presenti (rilevamento fumi, impianti di spegnimento, allarmi sonori e visivi, impianti di riscaldamento, con-dizionamento, ventilazione, illuminazione), e di individuare eventuali non idoneità nell’impianto elettrico dell’edificio o irregolarità nel suo funzionamento, danni ad ele-menti che lo costituiscono o pericoli connessi all’utilizzo di utenze elettriche particola-ri. Propongono ed eseguono modifiche all’impianto idrico, soprattutto nelle verifiche dell’idoneità dei mezzi antincendio quali naspi e/o manichette. Provvedono inoltre al controllo ed al mantenimento dell’efficienza di macchinari, qualora fossero presenti (ad esempio per lo svolgimento di attività didattiche di laboratorio tecnico-scientifico), di sistemi ad azionamento meccanico e/o automatico (cancelli di ingresso; sistemi per il sollevamento e trasporto di seggiole per studenti disabili).

Attrezzature e macchineLe attrezzature normalmente utilizzate sono:

Apparecchiatureelettriche(trapani,saldatrici)

Sono tutti protetti con manici isolanti per evitare la possibilità di contatto con elementi in tensione.

Scaleportatili,trabatelli,martelli

Attrezzimanuali

47 2.8 MANUTENZIONE

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

Il fattore di rischioI principali rischi sono dovuti a:–– Rischio– elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di

particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di prote-zione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tran-ciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento.

–– Attrezzature–e–macchine–utilizzate: è possibile, in relazione alla tipologia di attrez-zature utilizzate nello svolgimento delle attività di manutenzione, che a causa del-la mancanza di idonee protezioni ci si provochino tagli, abrasioni, schiacciamenti, ecc., ovviamente l’entità di tali infortuni sarà proporzionale alla tipologia di inter-venti che gli addetti sono incaricati di eseguire. Inoltre l’assenza di scale portatili o l’utilizzo di scale non in buono stato possono determinare rischi di cadute dall’alto.

–– Illuminazione–generale–come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti o taglienti.

–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame assume un’importanza notevole l’ido-neità della segnaletica indicante le vie di fuga e la formazione ed informazione del personale sul comportamento da tenere in caso di emergenza. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

–– Movimentazione–manuale–dei–carichi: a causa della scarsa informazione sulle cor-rette procedure per la movimentazione manuale dei carichi, gli addetti possono essere soggetti a rischi di traumi a carico della colonna vertebrale.

–– Illuminazione–generale come–fattore–di– igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può de-terminare, in relazione all’attività svolta, un eccessivo affaticamento della vista. L’analisi di dettaglio delle non conformità relative a questo specifico elemento sono state riportate nella parte introduttiva del documento.

–– Condizioni–microclimatiche le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ven-tilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

–– Sostanze–utilizzate:–nelle attività di pulizia delle attrezzature e degli impianti pos-sono essere utilizzate sostanze che possono esporre gli addetti ad un rischio di na-tura chimica per contatto, inalazione o assorbimento cutaneo.

Gli interventi – Formazione e informazione sull’utilizzo delle varie attrezzature presenti nella

struttura nonché sulle corrette procedure di operazioni in sicurezza. – Verifica dello stato di conservazione degli utensili e delle attrezzature utilizzate

durante l’attività.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 48

– Divieto di utilizzo di utenze non a norma rispetto ai requisiti minimi di sicurezza elettrica.

– Utilizzo di dispositivi di protezione individuale (guanti, indumenti protettivi, cal-zature di sicurezza, occhiali e/o visiera per proteggere dalla proiezione di schegge e scintille).

2.9Attivitàdelcollaboratorescolastico

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Attività del collaboratore scolastico

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischio Fisico: postura non ergonomica. Stress. Rischio biolo-gico. Microclima. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti. Rischio chimico: utilizzo di particolari sostanze per la pulizia degli ambienti. Antincendio e gestione delle emergenze. Illu-minazione come fattore di sicurezza e di igiene. Microclima.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

DescrizioneIl collaboratore scolastico (già bidello) si occupa dei servizi generali della scuola ed in particolare ha compiti di accoglienza e sorveglianza nei confronti degli alunni e del pubblico. Inoltre si occupa della pulizia dei locali nonché della custodia e sorveglianza dei locali.

Attrezzature e macchineLe attrezzature normalmente utilizzate raggruppate per attività sono:

Scope,strizzatori,paletteperlaraccolta,guanti,secchi,stracci,ecc.

Queste attrezzature sono utilizzate in vario modo per le pulizie.

Scaleportatili Non sempre le scale a disposizione sono conformi con le prescrizioni di sicurezza e spesso sono in cattivo sta-to di manutenzione.

Il fattore di rischioI principali rischi sono dovuti a:–– Rischio– elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di

particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento

49 2.9 ATTIvITà DEL COLLABORATORE SCOLASTICO

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di prote-zione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tran-ciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

–– Illuminazione–generale–come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti o taglienti. La ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte in-troduttiva del documento.

–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato alla mancanza di formazione ed informazione del personale che in caso di emer-genza può avere un ruolo operativo. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

–– Attrezzature–utilizzate: è possibile che per l’assenza di attrezzature idonee per l’at-tività da svolgere o per il cattivo stato di manutenzione di queste (ad esempio le scale portatili) si possano determinare rischi di tagli, abrasioni, cadute dall’alto, ecc.

–– Sostanze–utilizzate:–nelle attività di pulizia dei locali possono essere utilizzate so-stanze e prodotti detergenti che possono esporre gli addetti ad un rischio di natura chimica per contatto, inalazione o assorbimento cutaneo delle sostanze stesse.

–– Condizioni–microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ven-tilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

–– Illuminazione–generale come–fattore–di– igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può de-terminare un eccessivo affaticamento della vista.

–– Attività– svolta: relativamente all’attività di pulizia dei servizi igienici e durante l’assistenza agli alunni portatori di handicap nell’uso dei servizi, il personale può essere esposto ad un rischio di natura biologica.

Gli interventi – Formazione ed informazione sulle posture ergonomiche e sulle metodiche operati-

ve per la pulizia dei locali loro affidati. – Dotazione delle schede di sicurezza dei prodotti utilizzati e formazione del perso-

nale. – Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria. – Fornitura dei DPI necessari (camici, guanti, scarpe, ecc.). – Uso di attrezzatura conforme alle norme.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 50

2.10Mensa

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Mensa

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischio fisico: movimentazione manuale dei carichi; scivola-mento e schiacciamento; tagli; abrasioni; proiezione di scheg-ge. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti e delle attrez-zature. Rischio biologico. Microclima. Antincendio e gestione delle emergenze. Inquinamento ambientale. Sviluppo di aller-gie. Rischio chimico. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

DescrizioneIn questa fase è possibile distinguere due tipologie di attività: il complesso delle at-tività svolte in cucina e l’attività di distribuzione delle portate e delle bevande e di assistenza nella sala mensa. Rientrano nel primo gruppo: la preparazione ed il con-fezionamento dei pasti, la conservazione dei generi alimentari e la loro gestione, la manutenzione e pulizia dei macchinari e degli utensili impiegati. La seconda tipologia di attività prevede invece la distribuzione dei pasti e la pulizia del locale ove questi vengono consumati. Le figure professionali addette a queste mansioni sono: il cuoco, l’aiuto cuoco ed altri soggetti interessati alla distribuzione dei cibi ed alla pulizia dei locali. È bene sottolineare che gli alimenti possono essere origine di malattie per l’uo-mo se sono prodotti, conservati e commercializzati nelle corrette condizioni igienico-sanitarie. Le malattie che in questo modo è possibile contrarre sono definite, in modo generico tossinfezioni alimentari e possono dar luogo a sintomi che a volte, specie nei bambini, sono così gravi da mettere in pericolo anche la vita. I punti cruciali che riguardano l’igiene nel settore degli alimenti sono sostanzialmente: – igiene dei luoghi di lavoro e delle attrezzature; – igiene degli alimenti; – igiene del personale.

In Italia sono state recepite dal Dlgs 155/97 le Direttive Comunitarie 93/43/CEE e 96/3/CE che introduce nuovi obblighi da adottare per garantire la sicurezza e la sa-lubrità dei prodotti alimentari. In particolare viene definita industria alimentare “ogni soggetto pubblico o privato, con o senza fine di lucro, che esercita una o più delle seguenti attività: la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura,, compresa la som-

51 2.10 MENSA

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

ministrazione, di prodotti alimentari”. Pertanto l’attività svolta nelle mense scolastiche, sia che esse siano dotate di cucina interna sia che non lo siano, rientra tra le attività soggette agli obblighi previsti dal decreto. Il decreto legislativo introduce il concetto di autocontrollo, che non si limita più al prodotto finito, ma che si estende a tutto il processo di produzione, tale attività di controllo si esplica mediante un Sistema–di–Analisi–dei–Rischi–e–di–Controllo–dei–Punti–Critici (HACCP) che si basa su alcuni principi fondamentali: – valutare i potenziali rischi per gli alimenti; – individuare i punti critici in cui tali rischi possono verificarsi; – decidere su quali punti critici individuati intervenire per evitare il rischio di “con-

taminazione”; – individuare ed applicare le procedure di controllo e di sorveglianza dei punti critici

(monitoraggio); – riesaminare periodicamente, ed in occasione di variazione di ogni processo o di

tipologia di attività, dell’analisi dei rischi, dei punti critici e delle procedure di con-trollo e di sorveglianza.

Data la rilevanza che la corretta gestione della mensa ha sulla salute, non solo degli addetti a questo servizio, ma anche degli utenti (alunni e docenti), si ritiene opportuno riportare gli elementi operativi fondamentali per l’applicazione del metodo HACCP: – Formare un gruppo che studia ed applica un metodo; – Descrivere il prodotto; – Identificare la destinazione d’uso; – Individuare le procedure operative per la realizzazione del prodotto finito; – Verificare che le procedure individuate siano quelle effettivamente applicate dal

personale preposto durante lo svolgimento della propria attività; – Identificare, per ciascuna fase i pericoli–biologici, cioè quelli derivanti dalla presen-

za di batteri, muffe, parassiti, virus, ecc., quelli di–natura–chimica che sono legati alla presenza di tossine, residui di fitofarmaci, detergenti, disinfettanti, ecc., e quelli particellari, dovuti cioè alla presenza di corpi estranei di qualunque natura., ed esaminare le misure preventive in grado di ridurre o annullare i relativi rischi;

– Per ogni pericolo, identificare i punti critici da sotto controllo (CCP), a questo scopo viene generalmente utilizzato uno schema logico indicato come albero–delle–deci-sioni (vedi diagramma di flusso);

– Stabilire per ogni CCP i parametri da tenere sotto controllo ed i relativi limiti critici; – Stabilire un sistema di monitoraggio dei CCP che preveda procedure di controllo e

di sorveglianza; – Stabilire le azioni correttive per gestire le situazioni in cui si verifichi il superamen-

to dei limiti fissati; – Stabilire un sistema di registrazione dei dati e la relativa documentazione; – Stabilire una procedura che consenta la verifica periodica dell’efficacia del sistema

implementato.

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 52

ALBERODELLEDECISIONI

È possibile predisporre misure di controllo per il pericolo consideratoin corrispondenza di una fase qualsiasi del processo di produzione?

NO

Il controllo, in corrispondenza di questa fase,è necessario per la sicurezza del prodotto?

SÌ NO

Non è un CCP*

Modificare la fase, il processoo il prodotto

È possibile che la contaminazione dovuta al pericolo considerato si manifestia livelli superiori a quelli accettabili o aumenti a livelli inaccettabili?

Non è un CCP*NOSÌ

La fase è specificatamente progettata per eliminare o ridurre ad un livelloaccettabile il rischio del pericolo considerato?

È un CCPSÌNO

Una fase successiva può eliminare il pericolo consideratoo può ridurre il rischio ad un livello accettabile?

È un CCPNOSÌ Non è un CCP

* Si passi all’analisi del successivo pericolo identificato.

Il personale che manipola i prodotti alimentari riveste un ruolo importante tra i fat-tori di rischio che contribuiscono all’insorgenza di malattie, è quindi di fondamentale importanza che il personale venga adeguatamente formato sulle regole fondamentali dell’igiene, sui rischi igienico-sanitari e sui principi igienici che regolano la manipo-lazione e la protezione dei prodotti alimentari. Gli addetti al servizio mensa devono, inoltre, essere muniti di libretto di idoneità sanitaria rilasciato presso gli ambulatori del Servizio di Igiene Pubblica.

53 2.10 MENSA

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

Attrezzature e macchineLe attrezzature normalmente utilizzate sono:

Affettatrice Utilizzata per affettare dai salumi agli arrosti è mar-cata CE ed è munita di carter di protezione.

Bilancia Marcata CE.

Cappaaspirante Di norma presenti, ma non sempre efficienti, anche per carenza di manutenzione

Cuocipasta,fornello,forno,friggitrice In genere le attrezzature per la cottura dei cibi sono dotati delle misure di sicurezza atte a ridurre il rischio (fiamme pilota o accensioni elettriche guidate da ter-movalvola, valvole per sovrappressioni, dischi di scop-pio, ecc.)

Frigorifero/Congelatore,frullatore,lavastoviglie,lavello,lavaverdure,scaldavivande,trituratore

Le attrezzature e le macchine elettriche utilizzate so-no in genere in buono stato di conservazione.Si registra tuttavia una generalizzata assenza di ma-nutenzione periodica, che desta delle preoccupazioni sia per i possibili rischi meccanici, che soprattutto per quelli elettrici, principalmente dovuti al mantenimen-to idonei livelli di isolamento degli elementi in ten-sione.

Il fattore di rischioI principali rischi sono dovuti a:–– Rischio– elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di

particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di prote-zione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tran-ciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento

–– Utenze–elettriche:–il rischio è legato al non corretto allaccio di utenze con poten-zialità superiore ai 1000 W, più raramente possono verificarsi invece casi in cui il numero di prese a disposizione non sia sufficiente, rispetto al numero delle utenze, e pertanto queste possono essere sovraccaricate.

–– Illuminazione–generale–come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti o taglienti.

–– Attrezzature–e–macchine–utilizzate: è possibile, in relazione alla tipologia di attrez-zature utilizzate nello svolgimento delle attività di manutenzione, che a causa del-la mancanza di idonee protezioni ci si provochino tagli, abrasioni, schiacciamenti, ecc., ovviamente l’entità di tali infortuni sarà proporzionale alla tipologia di inter-venti che gli addetti sono incaricati di eseguire.

–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame assume un’importanza notevole l’ido-neità della segnaletica indicante le vie di fuga e la formazione ed informazione del personale sul comportamento da tenere in caso di emergenza. La ricorrenza delle

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 54

non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

–– Movimentazione–manuale–dei–carichi: a causa della scarsa informazione sulle cor-rette procedure per la movimentazione manuale dei carichi, gli addetti possono essere soggetti a rischi di traumi a carico della colonna vertebrale.

–– Condizioni–microclimatiche le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ven-tilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

–– Sostanze–utilizzate:–nelle attività di manutenzione e di pulizia delle attrezzature e degli utensili possono essere utilizzate sostanze che possono esporre gli addetti ad un rischio di natura chimica per contatto, inalazione o assorbimento cutaneo. Tra le conseguenze principali si possono citare le allergie e le dermatosi

–– Illuminazione–generale come–fattore–di– igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può de-terminare, in relazione all’attività svolta, un eccessivo affaticamento della vista. L’analisi di dettaglio delle non conformità relative a questo specifico elemento sono state riportate nella parte introduttiva del documento.

–– Manipolazione–di–prodotti–alimentari: il contatto con prodotti di origine alimen-tari e quello con microrganismi che possono proliferare nelle cucine a causa di non perfette condizioni di pulizia ed igiene, possono esporre gli addetti a rischio di tipo biologico.

–– Luoghi–di–lavoro: il non corretto dimensionamento degli impianti di aspirazione dell’aria delle cucine (cappe di aspirazione), può compromettere la qualità dell’aria degli ambienti in particolare a causa di fumi e dei prodotti della combustione.

Gli interventi – Formazione e informazione sulla movimentazione dei carichi, sull’utilizzo delle

varie attrezzature presenti nella struttura nonché sulle corrette procedure di opera-zioni in sicurezza.

– Verifica dello stato di conservazione degli utensili e delle attrezzature utilizzate durante l’attività.

– Svolgimento dell’attività in locali idonei, dotati di adeguata pavimentazione e di sistemi di aspirazione.

– Idonee condizioni microclimatiche ed illuminotecniche. – Utilizzo di dispositivi di protezione individuale (guanti, indumenti protettivi, cal-

zature di sicurezza, indumenti per la garanzia dell’igiene alimentare, ecc.). – Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento. – Implementazione di un sistema di controllo HACCP. – Interventi di igiene negli ambienti:

• regolare pulizia di tutti i locali, compresi i servizi igienici;• pulizia e la sanificazione di tutte le attrezzature presenti;• devono essere evitate lavorazioni promiscue;• idoneo sistema di raccolta dei rifiuti (contenitori con coperchio in locali distinti

dalla cucina);• procedure per la corretta conservazione dei generi alimentari.

– Procedure ed istruzioni per la corretta igiene della persona:• regole di base di igiene personale;• uso di abbigliamento da lavoro (camice, copricapo, calzature, eventualmente

giacche termiche e mascherine);• prescrizioni relative al comportamento da tenere durante il lavoro.

55 2.11 ATTIvITà STRAORDINARIE PERIODIChE

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

2.11Attivitàstraordinarieperiodiche

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Attività straordinarie periodiche

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischio Fisico: urti, tagli e abrasioni. Rischio elettrico: elettrocu-zione. Antincendio e gestione delle emergenze. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Microclima.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

DescrizioneLe scuole, soprattutto nei piccoli centri, vengono anche utilizzate per attività culturali non a scopo didattico, come conferenze o seminari, o per cerimonie religiose impor-tanti, o infine per le consultazioni elettorali. Mentre i primi eventi sono caratterizzati soprattutto dalla presenza di strumenti quali microfoni, amplificatori, e talvolta lava-gne luminose, l’ultimo è caratterizzato soprattutto dalla presenza di impianti elettri-ci temporanei per l’illuminazione delle cabine, dei seggi e altro. Nel complesso tutte queste attività prevedono la presenza nell’edificio di persone non facenti parte dell’or-ganico dell’istituto. È frequente infatti che nell’edificio sia presente, tra i dipendenti, il solo custode o qualche collaboratore scolastico.

Attrezzature e macchineLe attrezzature normalmente utilizzate raggruppate per attività sono:

Lavagnaluminosa Utilizzata per proiettare lucidi per la trattazione di tematiche specifiche. ha marchiatura CE.

Microfonoeamplificatore Solitamente posti nell’“Aula Magna” dell’istituto, so-no dotati di impianto fisso, sono di recente fabbrica-zione ed hanno marchiatura CE.

Il fattore di rischioI principali rischi sono dovuti a:–– Rischio– elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di

attrezzature elettriche o di impianti provvisori o per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro. In maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di

LA SICUREZZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 56

tranciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento.

–– Illuminazione–generale–come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti. La ricorrenza delle non confor-mità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato al possibile affollamento dei locali in cui si svolgono le attività, per il quale potrebbero non risultare idonee le vie di fuga e alla idoneità della segnaletica dei percorsi di esodo, che deve essere tale da consentire l’evacuazione dei locali in sicurezza anche a persone che non sono a conoscenza delle procedure operative indicate dai piani di emergenza. L’analisi di dettaglio della ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

–– Illuminazione–generale– come–fattore di– igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può de-terminare un eccessivo affaticamento della vista

Gli interventi – Una disposizione adeguata delle luci nelle aule da adibire a seggio evita la realizza-

zione di impianti temporanei. – Il frequente controllo dell’impianto microfono-amplificatore e dell’attacco della la-

vagna luminosa limita il rischio di elettrocuzione.

2.12Controllodeiflussidipersone

1.COMPARTO: Edifici scolastici

2.FASEDILAVORAZIONE: Controllo dei flussi di persone

3.COD.INAIL: 0700

4.FATTOREDIRISCHIO: Rischio fisico: urti ed escoriazioni. Difficoltà nell’individuazio-ne dei flussi in ingresso ed uscita. Microclima. Antincendio e gestione delle emergenze. Illuminazione come fattore di sicu-rezza ed igiene. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti.

5.CODICEDIRISCHIO:(riservatoall’ufficio)

6.N.ADDETTI:

57 2.12 CONTROLLO DEI FLUSSI DI PERSONE

IFATTORIDIRISCHIO

NEGLIISTITUTISCOLASTICI

DescrizioneI flussi di persone che interessano il normale svolgimento dell’attività scolastica sono raggruppati in tre momenti particolari della giornata:

– Ingresso nell’istituto da parte degli studenti. – Periodo di ricreazione. – Uscita degli studenti.

Ad essi vanno aggiunti eventi straordinari come: – Evacuazione a seguito di incidente o calamità. – Ingresso e uscita a causa di attività straordinarie periodiche.

Attrezzature e macchineNon sono previste attrezzature relative a queste fasi, essendo di norma esclusi gli ascensori.

Il fattore di rischioI principali rischi sono dovuti a:–– Antincendio–e–Gestione–delle–Emergenze: è già stata messa in evidenza l’impor-

tanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame assume un’importanza notevole l’idoneità della segnaletica indicante le vie di fuga e la formazione ed informazione del perso-nale sul comportamento da tenere in caso di emergenza. Legato alla gestione delle emergenze è, inoltre, da mettere in evidenza il problema di individuare e controlla-re il numero e l’identità delle persone presenti La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

–– Illuminazione–generale come–fattore–di–sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciam-pare, scivolare o urtare contro elementi ingombranti o sporgenti.

–– Aree–di–transito: la presenza di pavimenti scivolosi o di aperture e dislivelli posso-no pregiudicare la sicurezza delle vie di transito comportando per tutte le persone presenti rischi di scivolamenti, cadute, ecc.

Gli interventi – Formazione ed informazione sui piani di evacuazione. – Presenza costante dei collaboratori scolastici per coordinare afflusso e deflusso. – Favorire condizioni di illuminamento adeguate.