Guestione di gusti - Amori in corso 2010-11

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AMORI IN CORSO 2010-2011 sabato 19 marzo 2011 Questione di gusti “Gustate e vedrete quanto è buono il Signore” Sal 34,9 Siamo arrivati al 4° senso, il gusto…Un senso che piace molto perché ci prende molto… Mentre nel tatto scopriamo la nostra diversità (tatto fa rima con tette), fino al massimo nel rapporto sessuale, in cui una sporgenza incontra una cavità, col gusto, nel bacio, evidenziamo e diciamo il nostro essere simili. E già con questa introduzione abbiamo già svelato quella che Liga magnificamente descrive: LA LINEA SOTTILE TRA BACIARE E MANGIARE… Video Gioele Dix a Zelig sui salutisti http://dailymotion.virgilio.it/video/xgwfdl_gioele-dix-zelig-2011-i-salutisti- convinti_fun Alcuni spunti: Il gusto è il senso che ci fa sentire, percepire, gustare, assaporare il sapore delle cose (come tutti i sensi, ci permette di metterci in relazione con gli altri) Il gusto è il senso della pienezza, tanto che può rischiare di degenerare nel vizio capitale della gola (o meglio golosità come indica CCC 1866 sui sette vizi capitali): gustare, assaporare, gustoso richiamano l’idea di pienezza, completezza. In Gen 3 il peccato originale è associato a un frutto “buono da mangiare”. Introduzio ne

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AMORI IN CORSO2010-2011

sabato 19 marzo 2011

Questione di gusti“Gustate e vedrete quanto è buono il Signore”

Sal 34,9

Siamo arrivati al 4° senso, il gusto…Un senso che piace molto perché ci prende molto…Mentre nel tatto scopriamo la nostra diversità (tatto fa rima con tette), fino al massimo nel rapporto sessuale, in cui una sporgenza incontra una cavità, col gusto, nel bacio, evidenziamo e diciamo il nostro essere simili. E già con questa introduzione abbiamo già svelato quella che Liga magnificamente descrive: LA LINEA SOTTILE TRA BACIARE E MANGIARE…

VideoGioele Dix a Zelig sui salutistihttp://dailymotion.virgilio.it/video/xgwfdl_gioele-dix-zelig-2011-i-salutisti-convinti_fun

Alcuni spunti:

Il gusto è il senso che ci fa sentire, percepire, gustare, assaporare il sapore delle cose (come tutti i sensi, ci permette di metterci in relazione con gli altri)

Il gusto è il senso della pienezza, tanto che può rischiare di degenerare nel vizio capitale della gola (o meglio golosità come indica CCC 1866 sui sette vizi capitali): gustare, assaporare, gustoso richiamano l’idea di pienezza, completezza.

In Gen 3 il peccato originale è associato a un frutto “buono da mangiare”. La parola sapienza deriva dal verbo latino sapio, che significa “aver sapore”, “sapere di”, ma

anche gustare, sentire il sapore… Sete, fame, desiderio: il gusto rinvia alla nostra umanità, alla soddisfazione dei bisogni primari,

alla necessità di nutrirsi e di assaporare la vita La prima fase dello sviluppo psicosessuale della persona, corrispondente al primo anno di vita,

è la fase orale: i bambini portano tutto alla bocca (S. Freud, Jenseits des Lustprinzips) Oltre a mangiare cose fisiche si può ruminare la Parola, come faceva s. Girolamo… Gesù si è lasciato mangiare nell’eucaristia. Nella comunione mangiamo, gustiamo Dio per

diventare come Lui Voi siete il sale della terra, ma se il sale perdesse sapore… (Mt 5,13)

Introduzione

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Il libro del “Cantico dei cantici” è molto indicato per descrivere l’amore attraverso i sensi.

L’amore nel Cantico è un amore gioioso, vissuto in pienezza attraverso il corpo, ma un amore esclusivo “il mio diletto è per me, e io per lui”: il giardino è chiuso, è il diletto che scende nel suo giardino; ed è l’amata che conduce il suo diletto “nella stanza di sua madre”. I corpi sono contemplati, si gode del corpo dell’altro, assaporando la gioia del gioco d’amore e dell’unione, ma “il mio diletto è per me e io per lui”. La donna dice: “la mia vigna, non l’ho custodita”, metafora del corpo, la vigna non è stata custodita, perché destinata al dono totale, un dono non fatto a caso, ma conservato gelosamente per il diletto: “Vieni, amato mio, […] di buon mattino andremo nelle vigne; là ti darò il mio amore […] Le mandragore mandano profumo; alle nostre porte c’è ogni specie di frutti squisiti, freschi e secchi: amato mio, li ho conservati per te” (7,12-14). L’unione dei corpi e la gioia che ne consegue nel Cantico è espressione logica di un amore esclusivo, di un desiderio che non ha niente a che vedere con l’appropriazione, di un desiderio che è cresciuto ascoltando la voce dell’amato, contemplando nel mistero la sua bellezza. Ecco che il corpo permette allora di vivere l’amore in maniera totalmente coinvolgente, con un’esaltazione di tutti i sensi.

Negli incontri precedenti abbiamo analizzato occhi, orecchie e mani. Ora è il momento della bocca, che ci permette di gustare l’amore attraverso il bacio

Nel momento del bacio si assapora il gusto dell’amore. Il Ct si apre con il ricordo dei baci della bocca di lui: “Mi baci con i baci della sua bocca!” (1,2), un bacio che permette di assaporare il gusto dell’amore: “le tue labbra stillano nettare, o sposa, c’è miele e latte sotto la tua lingua” (4,11), ed ancora lei ricorda: “dolcezza è il suo palato” (5,16), “il tuo palato è come vino squisito, che scorre morbidamente verso di me e fluisce sulle labbra e sui denti” (7,10). È il corpo stesso dell’amato e dell’amata nel momento dell’amore che diventano fonte di dolcezza. Ma ancora il sapore del miele e del latte, che l’amato trova nel bacio della donna, rimandano alla terra della promessa, al dono di Dio per il suo popolo. Nel bacio si mette in gioco l’interiore e l’esteriore: le labbra sono nella Scrittura come una porta verso l’esterno, la porta della comunicazione, delle parole; le labbra sono visibili, contemplate come “nastro di porpora”, ma nel momento dell’unione si svela l’interno che l’amato nasconde: dolcezza, latte e miele, tutto ciò che è capace di nutrire, ma anche, come il vino di inebriare.

(Cfr relazione di Sr. Benedetta Rossi a Disegni di affettività, Terni, 2010)

SpagnolettoIl senso del gusto, 1613-1616, olio su tela, 117x88 cm, Hartford, Wadsworth Atheneum

La Parola

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Domande per la riflessione di coppia

Di cosa mi nutro, di che cosa non posso/possiamo fare a meno? In senso positivo e/o negativo… Quando mi sento “troppo pieno” (sazio e non desideroso di altro) nel nostro rapporto di coppia? Che significato diamo al nostro baciarci, alle nostre coccole? Ci vogliamo bene? Sappiamo gustare le cose, prenderci dei momenti solo per noi, per “stare bene”?

Come? Sappiamo “darci una regolata”?

Eventuale condivisione nel gruppo

Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella!Gli occhi tuoi sono colombe,dietro il tuo velo.Le tue chiome sono come un gregge di capre,che scendono dal monte Gàlaad.2I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,che risalgono dal bagno;tutte hanno gemelli,nessuna di loro è senza figli.3Come nastro di porpora le tue labbra,la tua bocca è piena di fascino;come spicchio di melagrana è la tua tempiadietro il tuo velo.

10Quanto è soave il tuo amore,sorella mia, mia sposa,quanto più inebriante del vino è il tuo amore,e il profumo dei tuoi unguenti, più di ogni balsamo.11Le tue labbra stillano nettare, o sposa,c'è miele e latte sotto la tua lingua

Ct 4,1-3; 10-11

Laboratorio

La preghiera