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TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE CONTRIBUTI PUBBLICI COME PREVEDE LA LEGGE N° 250/90 DOMENICA 6 NOVEMBRE 2016 ANNO 72 - N. 307 E 1.30 SPED. IN ABB. POSTALE - DL 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C. 1 quotidiano fondato nel 1945 www.lasicilia.it y(7HB7C0*SKSOKP( +.!=!#!"!] SPED. IN ABB. POSTALE - DL 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C. 1 (+1.20 “Il Foglio” in abbinamento facoltativo) EDITORIALE SICILIA IN FRANTUMI CHI RICOSTRUISCE LA CASA COMUNE GIUSEPPE DI FAZIO «È come se fossimo in guerra». Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa divenuto l’emblema della Sicilia impegnata e solidale, non si rife- risce al mondo lontano, sta parlando dell’emergenza quotidiana che si trova ad affrontare nella sua isola: «In 25 anni - sostiene - abbiamo visitato, soccorso, medicato quasi trecentomila persone». Sono parole che troviamo nel libro “Lacrime di sale”, scritto in collaborazione con la giornalista Lidia Tilotta, ma che Bartolo ci ha ripetuto du- rante la sua visita alla redazione del nostro giornale. Quelle parole ci invitano e ci aiutano a guardare con realismo all’emergenza Sicilia che questo giornale sta cercando di raccontare: a quella degli sbarchi dei migran- ti certo, ma anche a quella degli imprenditori che si suici- dano perché finiti sotto le grinfie degli strozzini, a quella dei rifiuti che deturpano città e ambiente, a quella delle opere pubbliche ferme da anni, a quella dei ragazzi di pe- riferia che ancora non possono andare a scuola perché la burocrazia regionale non ha fatto partire i corsi di forma- zione. Il coraggio e la passione del medico di Lampedusa, che ci confida di sentirsi un po’ catanese per avere com- piuto nella nostra città i suoi studi universitari e la specia- lizzazione in ginecologia, aprono un varco alla compren- sione dei drammi della nostra terra. Anzitutto la sua esperienza di uomo di mare, figlio di pescatori, con alle spalle un naufragio patito in età giova- nile (dopo alcune ore in balìa delle onde venne salvato da suo padre) ci fa capire che la solidarietà può attecchire solo là dove c’è la consapevolezza della propria fragilità e del bene ricevuto. Si possono accogliere gli immigrati, co- me fa Bartolo, perché li si avverte compagni nell’avventu- ra umana. Allo stesso modo, il medico lampedusano s’è battuto con successo per far nascere nell’isola una strut- tura per bambini disabili psichici. L’ha fatto, ci ha confida- to, perché voleva evitare che si consumassero ancora drammi, come quello di un suo fratello trasferito da bam- bino nell’ex manicomio di Agrigento. La solidarietà non si prescrive per legge o imponendo lo studio dell’educazione civica, si vive piuttosto come esito della coscienza della propria precarietà e come sovrab- bondanza di una amicizia o di una positività gustate. Si potrebbe dire che essa si comunica per contagio. Ve- nendo a contatto con storie come quella di Bartolo. O co- me quelle di alcuni educatori impegnati in prima linea nelle periferie siciliane perché nessuno dei ragazzi che lì vivono si perda. Abbiamo raccontato su queste pagine di giovani di quartieri a rischio e con situazioni familiari difficili che, una volta incontrati educatori che li hanno saputo com- prendere e aiutare, sono divenuti essi stessi tutor positivi per i loro compagni. C’è una seconda lezione che l’esperienza del dottor Bartolo ci offre: l’attenzione all’altro visto come un fratel- lo e non come un nemico, può diventare presto impegno per la vita comune. Così questo medico che per anni ha lavorato da solo a soccorrere i migranti, curandoli uno per uno, oggi sogna, e siamo convinti che riuscirà a portare a termine il suo progetto, di creare un “centro di medicina umanitaria e delle immigrazioni”. Per ricostruire la nostra Isola, così come per ricostruire il Paese – quello devastato dal terremoto e quello distrut- to dalla miseria o dall’imperizia degli uomini – c’è biso- gno anzitutto di riscoprire quel senso della vita comune e della solidarietà che Pietro Bartolo e i terremotati del Centro Italia, ciascuno a proprio modo, ci stanno offren- do. Sta a noi raccogliere la loro testimonianza e, come ha scritto Domenico Tempio su queste colonne, rimboccarci le maniche e metterci al lavoro. RICORSI E PURE “SCOMUNICHE” PER LA CHIUSURA DEI CENTRI STORICI ALLE AUTO Ztl, l’ultima trincea dei sindaci siciliani Guerriglia fuori della Leopolda LA POLEMICA SUI RIFIUTI Differenziata a picco e Crocetta minaccia di commissariare Palermo e Catania LILLO MICELI PAGINA 4 Le città siciliane vengono ancora so- noramente bocciate in tema di am- biente e qualità della vita, anche e soprattutto per l’inquinamento do- vuto al traffico, ma l’istituzione del- le Ztl, almeno nei centri storici, per i sindaci si sta rivelando l’ultima trin- cea. Ricorsi alla magistratura am- ministrativa, barricate di commer- cianti e residenti, anche “scomuni- che” da parte di sacerdoti. Palermo è il caso più recente, ma replica quanto già avvenuto in altre città. BARRESI, SCIBETTA PAGINE 2,3 La polizia carica i manifestanti anti-Renzi: contusi dodici celerini, contestatore in ospedale Il premier strappa a Cuperlo il “sì” alla bozza sul nuovo Italicum: la minoranza dem a pezzi Doveva essere la giornata celebrativa del “sì” al refe- rendum ed è stata dominata, invece, da furiosi scontri di piazza fuori della Leopolda e da divisioni sempre più profonde nel Pd. La polizia ha caricato i manife- stanti anti-renziani per tenerli lontani dalla stazione: dodici celerini ne sono usciti contusi, mentre un con- testatore è finito in ospedale. Sul piano politico Renzi incassava, intanto, il “sì” di Cuperlo alla bozza di ac- cordo sul nuovo Italicum, con il risultato di vedere frantumata ancora di più la minoranza “dem” che non crede affatto si voglia, o si possa, cambiare la legge elettorale prima di celebrare (ormai manca meno di un mese) la consultazione popolare sulla riforma co- stituzionale. ALESSANDRO FINZI PAGINA 7 SOCIAL NETWORK SOTTO ACCUSA Le responsabilità dei “giganti della rete” Facebook sot- t’accusa, in Italia per i video hard che hanno porta- to alla morte una ragazza, in Ger- mania perché «fomenta l’odio razziale». Il so- cial network u- sato da 1,8 mi- liardi di persone è ormai incon- trollabile. CARUSO PAGINA 20 Il Papa «Vergogna salvare banche e non pezzi d’umanità» MANUELA TULLI PAGINA 9 La lettura Costituzione Calamandrei si rivolge ai giovani SILVANA GRASSO PAGINA 21 Il commento L’INNOCENZA PERDUTA E TRADITA NEL WEB GIORGIO DE CRISTOFORO PAGINA 5 INDIGESTO +++ULTIM’ORA+++ Pare che per votare No, sia sufficiente cancellare la croce prestampata sul Sì. fabio pontefice Catania LA CITTÀ SI RIAVVICINA AL PORTO ELIMINATI 60 METRI DI RECINZIONE, VARCHI LIBERI PINELLA LEOCATA PAGINA 35 Vizzini TOPI D’APPARTAMENTO PORTATI IN TRIBUNALE IN RITARDO DI 20’: LIBERI LIVIO GIORDANO PAGINA 33

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TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE CONTRIBUTI PUBBLICI COME PREVEDE LA LEGGE N° 250/90DOMENICA 6 NOVEMBRE 2016 ANNO 72 - N. 307 E 1.30SPED. IN ABB. POSTALE - DL 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C. 1

LA SICILIALUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2016

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quotidiano fondato nel 1945 www.lasicilia.ity(7HB7C0*SKSOKP( +.!=!#!"!]

SPED. IN ABB. POSTALE - DL 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C. 1

(+1.20 “Il Foglio” in abbinamento facoltativo)

EDITORIALE

SICILIA IN FRANTUMICHI RICOSTRUISCELA CASA COMUNE

GIUSEPPE DI FAZIO

«È come se fossimo in guerra». Pietro Bartolo, ilmedico di Lampedusa divenuto l’emblemadella Sicilia impegnata e solidale, non si rife-

risce al mondo lontano, sta parlando dell’emergenzaquotidiana che si trova ad affrontare nella sua isola: «In25 anni - sostiene - abbiamo visitato, soccorso, medicatoquasi trecentomila persone». Sono parole che troviamonel libro “Lacrime di sale”, scritto in collaborazione con lagiornalista Lidia Tilotta, ma che Bartolo ci ha ripetuto du-rante la sua visita alla redazione del nostro giornale.

Quelle parole ci invitano e ci aiutano a guardare conrealismo all’emergenza Sicilia che questo giornale stacercando di raccontare: a quella degli sbarchi dei migran-ti certo, ma anche a quella degli imprenditori che si suici-dano perché finiti sotto le grinfie degli strozzini, a quelladei rifiuti che deturpano città e ambiente, a quella delleopere pubbliche ferme da anni, a quella dei ragazzi di pe-riferia che ancora non possono andare a scuola perché laburocrazia regionale non ha fatto partire i corsi di forma-zione. Il coraggio e la passione del medico di Lampedusa,che ci confida di sentirsi un po’ catanese per avere com-piuto nella nostra città i suoi studi universitari e la specia-lizzazione in ginecologia, aprono un varco alla compren-sione dei drammi della nostra terra.

Anzitutto la sua esperienza di uomo di mare, figlio dipescatori, con alle spalle un naufragio patito in età giova-nile (dopo alcune ore in balìa delle onde venne salvato dasuo padre) ci fa capire che la solidarietà può attecchiresolo là dove c’è la consapevolezza della propria fragilità edel bene ricevuto. Si possono accogliere gli immigrati, co-me fa Bartolo, perché li si avverte compagni nell’avventu-ra umana. Allo stesso modo, il medico lampedusano s’èbattuto con successo per far nascere nell’isola una strut-tura per bambini disabili psichici. L’ha fatto, ci ha confida-to, perché voleva evitare che si consumassero ancoradrammi, come quello di un suo fratello trasferito da bam-bino nell’ex manicomio di Agrigento.

La solidarietà non si prescrive per legge o imponendo lostudio dell’educazione civica, si vive piuttosto come esitodella coscienza della propria precarietà e come sovrab-bondanza di una amicizia o di una positività gustate.

Si potrebbe dire che essa si comunica per contagio. Ve-nendo a contatto con storie come quella di Bartolo. O co-me quelle di alcuni educatori impegnati in prima lineanelle periferie siciliane perché nessuno dei ragazzi che lìvivono si perda.

Abbiamo raccontato su queste pagine di giovani diquartieri a rischio e con situazioni familiari difficili che,una volta incontrati educatori che li hanno saputo com-prendere e aiutare, sono divenuti essi stessi tutor positiviper i loro compagni.

C’è una seconda lezione che l’esperienza del dottorBartolo ci offre: l’attenzione all’altro visto come un fratel-lo e non come un nemico, può diventare presto impegnoper la vita comune. Così questo medico che per anni halavorato da solo a soccorrere i migranti, curandoli uno peruno, oggi sogna, e siamo convinti che riuscirà a portare atermine il suo progetto, di creare un “centro di medicinaumanitaria e delle immigrazioni”.

Per ricostruire la nostra Isola, così come per ricostruireil Paese – quello devastato dal terremoto e quello distrut-to dalla miseria o dall’imperizia degli uomini – c’è biso-gno anzitutto di riscoprire quel senso della vita comune edella solidarietà che Pietro Bartolo e i terremotati delCentro Italia, ciascuno a proprio modo, ci stanno offren-do. Sta a noi raccogliere la loro testimonianza e, come hascritto Domenico Tempio su queste colonne, rimboccarcile maniche e metterci al lavoro.

RICORSI E PURE “SCOMUNICHE” PER LA CHIUSURA DEI CENTRI STORICI ALLE AUTO

Ztl, l’ultima trincea dei sindaci siciliani

Guerriglia fuori della Leopolda

LA POLEMICA SUI RIFIUTI

Differenziata a piccoe Crocetta minacciadi commissariarePalermo e Catania

LILLO MICELI PAGINA 4

Le città siciliane vengono ancora so-noramente bocciate in tema di am-biente e qualità della vita, anche esoprattutto per l’inquinamento do-vuto al traffico, ma l’istituzione del-le Ztl, almeno nei centri storici, per isindaci si sta rivelando l’ultima trin-cea. Ricorsi alla magistratura am-ministrativa, barricate di commer-cianti e residenti, anche “scomuni-che” da parte di sacerdoti. Palermoè il caso più recente, ma replicaquanto già avvenuto in altre città.

BARRESI, SCIBETTA PAGINE 2,3

La polizia carica i manifestanti anti-Renzi: contusi dodici celerini, contestatore in ospedaleIl premier strappa a Cuperlo il “sì” alla bozza sul nuovo Italicum: la minoranza dem a pezzi

Doveva essere la giornata celebrativa del “sì” al refe-rendum ed è stata dominata, invece, da furiosi scontridi piazza fuori della Leopolda e da divisioni semprepiù profonde nel Pd. La polizia ha caricato i manife-stanti anti-renziani per tenerli lontani dalla stazione:dodici celerini ne sono usciti contusi, mentre un con-testatore è finito in ospedale. Sul piano politico Renziincassava, intanto, il “sì” di Cuperlo alla bozza di ac-cordo sul nuovo Italicum, con il risultato di vederefrantumata ancora di più la minoranza “dem” che noncrede affatto si voglia, o si possa, cambiare la leggeelettorale prima di celebrare (ormai manca meno diun mese) la consultazione popolare sulla riforma co-stituzionale.

ALESSANDRO FINZI PAGINA 7

SOCIAL NETWORK SOTTO ACCUSA

Le responsabilitàdei “gigantidella rete”Facebook sot-t’accusa, in Italiaper i video hardche hanno porta-to alla morte unaragazza, in Ger-mania perché«fomenta l’odiorazziale». Il so-cial network u-sato da 1,8 mi-liardi di personeè ormai incon-trollabile.

CARUSO PAGINA 20

Il Papa

«Vergognasalvare banchee non pezzid’umanità»

MANUELA TULLI PAGINA 9

La lettura

CostituzioneCalamandreisi rivolgeai giovani

SILVANA GRASSO PAGINA 21

Il commento

L’INNOCENZAPERDUTAE TRADITANEL WEBGIORGIO DE CRISTOFORO PAGINA 5

IN D I G E S TO

+++ULTIM’ORA+++Pare che per votareNo, sia sufficientecancellare la croceprestampata sul Sì.

fabio pontefice

Catania

LA CITTÀ SI RIAVVICINA AL PORTOELIMINATI 60 METRI DI RECINZIONE, VARCHI LIBERI

PINELLA LEOCATA PAGINA 35

VizziniTOPI D’APPARTAMENTOPORTATI IN TRIBUNALEIN RITARDO DI 20’: LIBERI

LIVIO GIORDANO PAGINA 33