GUERRA E RESISTENZA IN ALTA BRIANZA E VALLASSINA … · Per te Massimo, dirti grazie credo che non...
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UNIVERSIT CATTOLICA DEL SACRO CUORE Sede di MILANO
Facolt di LETTERE E FILOSOFIA
Corso di Laurea in LETTERE MODERNE
GUERRA E RESISTENZA IN ALTA BRIANZA E VALLASSINA 1943 - 1945.
Relatore: Chiar.mo Dott. Del Zanna Giorgio Correlatore: Chiar.mo Prof. Giovagnoli Agostino Tesi di Laurea di: Bosisio Laura Matricola n. 2900518
Anno Accademico 2008 / 2009
Fin da bambina sono cresciuta con le storie dei miei nonni sulla Seconda
Guerra Mondiale; parenti ed amici chiamati alla leva, mandati in Russia e
ritornati miracolosamente salvi oppure, come mio nonno, scappati dopo l8
settembre 1943 e tenuti nascosti nei solai per non essere fucilati o deportati
in Germania. I racconti della paura provata durante i bombardamenti, la
prepotenza dei fascisti e delle SS, la fame e la miseria patita in quegli anni,
sono i racconti che pi si sono impressi nella mia memoria. Come mi
racconta ancora oggi mia nonna Giuditta, per gente povera come la sua
famiglia: erano brutti tempi, non avevamo niente! Un giorno, andando al
lavoro, mi sono accorta di aver perso la michta e avevo solo quella da
mangiare. Per strada ho trovato Speranza e glielho detto, lei mi ha fatta
subito tornare indietro. Poi per fortuna lho trovata per terra, cera ancora!.
Ai racconti della vita passata dei miei nonni, si aggiunge il forte interesse per
la storia trasmessami dal mio pap. Ho sempre adorato passare le serate
seduta in cucina a guardare, con lui, film sul Vietnam o documentari storici e
sono sicura che se oggi fosse stato qui, sarebbe molto orgoglioso di me. A
mio pap e ai mie nonni, che per primi mi hanno fatto capire limportanza
del non dimenticare, vanno i miei primi ringraziamenti.
A mia mamma, che mi sempre stata vicina e che da sola, in questi ultimi
due anni, riuscita a sostenermi moralmente ed economicamente
permettendomi di terminare il mio corso di Laurea va tutto il mio affetto ed
un enorme Grazie!
Un ringraziamento speciale lo dedico a Raffaella, primo pilastro della mia
crescita culturale, storica e letteraria; figura fondamentale, per la sua vasta
competenza e il suo paziente e costante supporto, durante la stesura del mio
lavoro.
Al mio fidanzato Luca che mi ha sempre amorevolmente spronata,
sostenuta, appoggiata, aiutata e pazientemente aspettata, restandomi
accanto nei lunghi fine settimana in cui restavo a casa per stendere la tesi
(senza mai lamentarsi); a lui dico un sentito grazie per tutto laffetto
dimostratomi in ogni momento.
Un ruolo, non secondario ma anzi, fondamentale, stata la costante
consulenza tecnico-informatica di Massimo che da anni e in ogni occasione
ha saputo risolvere i pi strani e svariati problemi che io e il mio computer
gli abbiamo sottoposto. Per te Massimo, dirti grazie credo che non sia
sufficiente!
Come dimenticare lo speciale appoggio della mia pi cara amica Valentina
che mi stata vicina in ogni momento e in ogni modo possibile, anche solo
facendo delle commissioni al mio posto, dandomi cos modo di continuare a
studiare per un esame imminente o di proseguire senza interruzioni nella
stesura della tesi. Grazie Vale sei unica!
Impossibile dimenticare mio zio Maurizio, anche lui sempre presente per
aiuti di ogni sorta e consulenze geografiche sui paesi dellarea trattata nel
libro.
Un grazie anche a tutti coloro che mi hanno permesso, ed aiutata, nella
difficile consultazione dei materiali darchivio: il Comune di Alzate Brianza,
Don Giovanni Re, Silvio e Damiano per larchivio parrocchiale di Alzate, la
signora Rina che mi ha gentilmente mostrato il suo privato archivio
famigliare e raccontato con accuratezza la morte di suo cognato partigiano;
come lei, ringrazio tutte le persone anziane del paese di Alzate che hanno
voluto condividere con me le loro esperienze di vita degli anni 1943-1945.
Ringrazio anche Don Gianni per avermi messo a disposizione il Chronicon di
Fabbrica Durini; i professori Corbetta e Marazzi per il materiale dellIstituto
Perretta di Como; infine ringrazio anche Manuela, lefficientissima
bibliotecaria del mio paese, per avermi sempre trovato in modo rapido e
tempestivo tutti i libri che mi occorrevano per la ricerca.
La lista di ringraziamenti potrebbe continuare ancora per diverse pagine se
ripenso a tutte le persone che in questi anni mi sono state di supporto in
ogni modo possibile.
Concludo ringraziando il mio Relatore, il Dott. Giorgio Del Zanna, che ha
curato lo svolgimento del lavoro e mi ha concesso parte del suo tempo per
una migliore redazione della tesi.
ANCORA GRAZIE A TUTTI!
LAURA
INDICE
INTRODUZIONE ..........................................................................................
1
CAP. 1 - LARMISTIZIO E LA NUOVA R.S.I.................................................... 6
1.1 - 25 LUGLIO 1943. ............................................................................................................................. 6 1.2 - 8 SETTEMBRE 1943 IN BRIANZA. ..................................................................................... 9 1.3 - LOCCUPAZIONE TEDESCA E LA BRIANZA........................................................................... 12 1.4 - LA R.S.I.: RIASSETTO DEL POTERE E TENTATIVI DI INNOVAZIONE............................................ 21 1.5 - LA CACCIA AGLI EBREI TOCCA LA BRIANZA. POLITICA REPRESSIVA NEL TERRITORIO. ...................
31
CAP. 2 - LA PRIMA RESISTENZA IN ALTA BRIANZA..................................... 37
2.1 - PRIMI GRUPPI IN ALTA BRIANZA E VALLASSINA............................................................................... 37 2.2 - GIANCARLO PUECHER. ....................................................................................................................
44
CAP. 3 - LA SECONDA RESISTENZA IN ALTA BRIANZA. ASPETTI PARTICOLARI................................................................. 56
3.1 - I SACERDOTI RIBELLI..................................................................................................................... 56 3.2 - LA RISPOSTA AI BANDI DALLA R.S.I. ................................................................................................ . 67 3.3 - LA RESISTENZA DELLA POPOLAZIONE................................................................................................ 75 3.4 - LO SCIOPERO DEL MARZO 1944...................................................................................................... 79 3.5 - LE SAP, IL C.L.N. E ALTRE FORMAZIONI PARTIGIANE. ................................................................ . 82 3.6 - LA RESISTENZA DELLE DONNE...........................................................................................................
88
CAP. 4 - LA REAZIONE NAZIFASCISTA. ....................................................... 95
4.1 - LE BRIGATE NERE E LE SS ITALIANE. ................................................................................................ 95 4.2 - FUCILAZIONI E STRAGI IN ALTA BRIANZA. ...................................................................................... 109 4.3 - ALZATE BRIANZA, SEDE DELLA 29 DIVISIONE SS ITALIANE. .........................................................
115
CAP. 5 - DIFFICOLT DELLA VITA QUOTIDIANA. ...................................... 133
5.1 - ECONOMIA DI GUERRA. GLI SFOLLATI. .......................................................................................... 133 5.2 - BORSA NERA E CONTRABBANDO. .................................................................................................. 145 5.3 - FURTI, RAPINE, ASSALTI AI TRENI................................................................................................... 159 5.4 - OBIETTIVO ALLEATO: ERBA E ALTRE ZONE. .................................................................................... 164 5.5 - MORALE E SVAGHI. ....................................................................................................................... 169
Indice. _________________________________________________________________________
CAP. 6 - LA LIBERAZIONE: 24 - 26 APRILE 1945. ....................................... 1
73
CONCLUSIONI.......................................................................................... 184
TABELLA: IL CONTRIBUTO DI TUTTO IL COMASCO ALLA LOTTA DI LIBERAZIONE ........................................................................................... 188
APPENDICE: SELEZIONE DI COCUMENTI SIGNIFICATIVI DI RIFERIMENTO AI CAPITOLI....................................................................... 190
TAVOLA DELLE SIGLE E DELLE ABBREVIAZIONI......................................... 253
FONTI ...................................................................................................... 256
BIBLIOGRAFIA ......................................................................................... 261
Introduzione. _________________________________________________________________________
1
INTRODUZIONE
Il regime totalitario fascista, la vita durante la guerra, la lotta della
Resistenza, in poche parole: fascismo, antifascismo e Resistenza in Brianza.
Come raccontare tutto questo a chi non cera, a chi non ha vissuto quegli
anni di dolore e di sofferenza?.
Obiettivo di questo lavoro stato quello di raccogliere in modo sistematico
fonti documentarie, alcune inedite, ancora presenti negli archivi comunali e
parrocchiali e salvarle dallinevitabile usura del tempo consegnandole alla
memoria. In base alle conoscenze acquisite, rappresentare gli anni 1943-
1945 in uno spazio geografico, quello dellAlta Brianza e Vallassina, fornendo
cos materiale utile alla conoscenza del passato e del territorio, non presente
nei libri di storia italiana, ma non per questo meno importante.
La suddivisione del testo in capitoli stata effettuata in ordine cronologico,
con alcune parti di approfondimento delle tematiche pi significative del
periodo preso in esame. Il lavoro inizia con la necessaria premessa storica
allarmistizio dell8 settembre: il clima politico dei 45 giorni Badogliani,
speranze, incertezze, desiderio di cambiamento. stata poi ricostruita,
soprattutto attraverso la stampa locale e i documenti dellArchivio di Stato di
Como, la situazione, come si venne determinando in Alta Brianza e
Vallassina, al risorgere del regime fascista nella forma della R.S.I.,
approfondendo il processo della riorganizzazione del fascismo. Le fonti
darchivio ci mostrano le strutture restaurate del potere fascista e il modus
operandi dei capi della provincia: Francesco Scassellati e il suo successore
Renato Celio, con il loro seguito di fedelissimi, come il Federale Paolo Porta,
Introduzione. _________________________________________________________________________
2
pronti a tutto pur di imporre il loro volere e reprimere con la violenza e il
sangue ogni azione antifascista, in ossequio alloccupante tedesco.
stata ricostruita loccupazione tedesca e lintensificarsi della caccia agli
ebrei. LAlta Brianza e la Vallassina furono luogo di confino di ebrei di origine
straniera e per la loro configurazione geografica, luogo di transito per
lespatrio in Svizzera, non solo di ebrei, ma anche di sbandati, prigionieri
alleati, renitenti alla leva nei ranghi dellesercito della R.S.I.. A questo
proposito parso interessante e doveroso, dedicare una parte del lavoro alla
memoria dei sacerdoti che costruirono un rete di solidariet e di aiuto, per
chi doveva fuggire e offrirono inoltre il loro appoggio alla costituzione delle
prime forme di Resistenza. Anche in Alta Brianza e Vallassina, vi furono
parroci che parteciparono in modo attivo alla Resistenza, collaborando alla
lotta armata (senza imbracciare il mitra) e non solo allassistenza alla
popolazione, agli sbandati, agli ebrei, secondo lo stereotipo che nel
dopoguerra voleva i cattolici partecipanti alla lotta di Liberazione quasi
unicamente in forma assistenziale. Spesso del resto, i C.L.N. locali si
riunivano proprio nelle parrocchie1
Nel breve ritratto del giovane Giancarlo Puecher, prima medaglia doro della
Resistenza, posto in rilievo come spesso in Brianza i primi gruppi partigiani
furono composti da sacerdoti e laici, vista anche limportanza che ebbe nella
formazione di Puecher, la frequentazione di due sacerdoti resistenti: Don
Giovanni Strada, parroco di Ponte Lambro e Don Edoardo Arrigoni, parroco
di Lambrugo. stata quindi ricostruita la seconda Resistenza in Alta Brianza e
Vallassina, nei suoi aspetti particolari: la risposta ai bandi di leva della R.S.I.,
la Resistenza attiva e passiva della popolazione, la partecipazione allo
sciopero del 1 marzo 1944, la crescita delle fila del C.L.N. e la nascita di altre
.
1 Gariglio Bartolo, Cattolici e Resistenza nellItalia Settentrionale, Edizione Il Mulino, Bologna 1997, di Carlotti Anna Lisa, Il laicato cattolico in Lombardia e la lotta di Liberazione, p.144.
Introduzione. _________________________________________________________________________
3
formazioni partigiane. Per quanto riguarda le forme della Resistenza civile,
quella costituita da azioni non armate, autonome ma costanti nel tempo di
difesa della vita, parso opportuno ricercare una documentazione
sullattivit, ancora per molti versi sottovalutata, delle donne, ricostruendo il
loro apporto alla Resistenza. Per alcune figure di donne resistenti, sono
emersi documenti provenienti dagli archivi di famiglia, per altre segnalazioni
trovate nellArchivio di Stato di Como fatte per il Capo della Provincia.
Le fonti darchivio, hanno documentato la formazione delle Brigate Nere,
usate nei rastrellamenti, nella repressione della popolazione, soprattutto nei
confronti delle famiglie che avevano figli renitenti alla leva o fuggiaschi in
Svizzera. Fanatici ed ex criminali si arruolavano nelle fila della Brigata Nera
Cesare Rodini, agli ordini del Federale Paolo Porta. Lopera di repressione
venne svolta anche da Battaglioni di SS italiane, addestrati in Germania e agli
ordini del comando tedesco. SS tedesche ed italiane e i comandi militari
tedeschi, si istallarono nel territorio requisendo lussuose ville, scuole e
caserme; al loro mantenimento provvedevano le strutture della R.S.I. Il
mantenimento delloccupante tedesco costitu un ulteriore aggravio delle gi
problematiche condizioni di vita della popolazione. In particolare stata
esaminata la situazione di Alzate Brianza durante il periodo della R.S.I.,
attraverso i documenti dellArchivio Storico del Comune di Alzate e del Liber
Chronicus della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Alzate. Ad Alzate,
sotto il comando del Generale tedesco Heldmann, fu posto il quartier
generale della 29 Divisione SS italiane. Don Giuseppe Allievi, riport sul
Liber Chronicus il loro arrivo e la prepotenza, con cui subito si distinsero,
quando presero con forza le sedi dove porre le loro basi operative. Questo
paese fu emblematico delle dure condizioni di vita che gravarono su tutta la
popolazione durante loccupazione tedesca. Il Liber Chronicus era il diario
Introduzione. _________________________________________________________________________
4
che i parroci usavano per annotare a loro discrezione e libert gli
avvenimenti religiosi e civili della comunit. La compilazione di questo
documento attualmente in disuso, ma nel passato, la maggior parte dei
sacerdoti ne aveva premurosa cura. Il valore storico tuttora notevole
perch in essi sono riportate con esattezza le date in cui sono avvenuti alcuni
fatti storici di notevole rilevanza e soprattutto in quanto vi si trova spesso la
descrizione dellatmosfera e delle condizioni di vita del periodo considerato.
La fatica e la miseria del vivere quotidiano, sono state ricostruite attraverso
lanalisi delle difficili condizioni economiche, andate man mano peggiorando
nei 600 giorni della Repubblica di Sal. Le stesse fonti fasciste, soprattutto i
Notiziari della G.N.R., nelle loro scarne annotazioni, tracciarono un efficace
quadro dellincapacit delle Autorit Fasciste a fronteggiare la crisi
economica, peggiorata dallarrivo nelle di numerosi sfollati e sinistrati. I
Notiziari della G.N.R. e vari documenti darchivio ci danno un quadro
dellintensificarsi del contrabbando e della borsa nera, importante fenomeno
in Alta Brianza e Vallassina, terre vicine al confine svizzero.
La stampa locale document come la miseria portasse, anche chi non era
ladro di professione, a rubare e saccheggiare per mangiare. stato perci
ricostruito lepisodio avvenuto a Canzo, Erba, Merone, dellassalto al treno
che portava pacchi per i prigionieri alleati. Documenti dellArchivio di Stato di
Como e degli archivi dei Comuni di Castelmarte, Erba e Ponte Lambro, hanno
fornito notizie sulle fabbriche ausiliarie, in Alta Brianza e Vallassina.
Fecero parte della sofferenza del vivere anche i bombardamenti alleati;
grande tragedia, quello del settembre-ottobre 1944 a Erba, di cui stata
fatta una ricostruzione su documentazione locale, comprendente: il Liber
Chronicus, redatto da Don Erminio Casati, prevosto di Erba, la cronaca del
quotidiano La Provincia, dell1-2-3 ottobre 1944 e gli atti ufficiali
Introduzione. _________________________________________________________________________
5
dellaviazione dellesercito americano (U.S.A.A.F.), contenuti in una
pubblicazione del Civico Museo Archeologico di Erba.
Nella ricostruzione dei giorni della Liberazione, sono stati evidenziati gli
aspetti altamente positivi di come fu condotta linsurrezione e il trapasso dei
poteri, oltre al ruolo di mediazione avuto dai sacerdoti. Come avvenne, la
liberazione di Erba e dei dintorni, fu emblematico di ci che accadde in tutta
lAlta Brianza e Vallassina, dove si cerc in ogni modo possibile di evitare
violenze e stragi; fecero eccezione, la strage di Bulciago e Rovagnate, dove le
Brigate Puecher, dovettero fronteggiare sulla provinciale Como-Bergamo, il
traffico di colonne nazifasciste, salvando la popolazione dai bombardamenti
alleati.
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
6
CAP. 1 -
LARMISTIZIO e la NUOVA R.S.I.
1.1 - 25 LUGLIO 1943. Il 25 luglio 1943 Mussolini, recatosi a Villa Savoia convinto di poter ottenere
ancora una volta la fiducia da Vittorio Emanuele, fu costretto dal Gran
Consiglio a rimettere il suo mandato nelle mani del re. Nello stesso giorno
Mussolini fu arrestato e condotto nella prigione del Gran Sasso. Ritirare il
mandato di capo dellEsecutivo, affidato per un ventennio al Duce, significava
addossargli lintera responsabilit dellintervento e della condotta in guerra.
Il regime era crollato e insieme a lui, collass unintera societ, che si trov
abbandonata a se stessa.
La caduta del regime e la formazione del governo Badoglio fu accolta
ovunque con entusiasmo. La notizia della deposizione del dittatore venne
accolta anche in Brianza da manifestazioni spontanee di gioia e da episodi di
violenza contro simboli, sedi ed esponenti del P.N.F., che saranno poi
duramente punite, dopo l8 settembre, con il ritorno al potere del fascismo,
con procedimenti penali che il Tribunale Provinciale Straordinario aprir dal
dicembre 1943. La rabbia popolare a lungo repressa trov cos la sua valvola
di sfogo. Il Questore Pozzoli in una denuncia al Tribunale Straordinario di
Como del 7 marzo 1944, mise in evidenza atti di vandalismo avvenuti il 26-27
luglio 1943, contro la Casa del Fascio di Cant e violenze contro alcuni fascisti
del luogo1
1 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Scassellati cart.2, denuncia del Questore Pozzoli, del 7.03.1944, foglio N. 0927; Vedi Appendice: Doc. (1);
.
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
7
Nei diversi centri della provincia il vuoto di potere, in molti casi fu colmato da
esponenti dei partiti antifascisti o semplicemente riciclando personaggi
politici non completamente fascisti, specie nei piccoli centri rurali, che
saranno poi giudicati e rivalutati dal rinato regime. In un pro-memoria,
inviato, si presume, al nuovo Capo della Provincia Francesco Scassellati,
allinizio del 1944, Giuseppe Baragiola, Podest di Alzate Brianza, nei
confronti del quale era stata aperta unistruttoria processuale, proclam la
sua buona e salda fede fascista e la sua innocenza2
Il governo badogliano deliber la sospensione totale del P.N.F., dal 2 agosto
1943 col Decreto legge n. 704 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, con le sue
organizzazioni: il Gran Consiglio e il Tribunale Speciale. Il testo del decreto fu
riportato dal quotidiano La Provincia di Como
. Giuseppe Baragiola
venne poi riconfermato Commissario Prefettizio di Alzate per un breve
periodo di tempo, sostituito in seguito da Arturo Canali. Felice Baragiola, suo
cugino, venne invece nominato Commissario Prefettizio di Orsenigo.
3
del 29 luglio 1943:
Marted 28 corrente ha avuto luogo al Quirinale la prima riunione del
Consiglio dei Ministri presieduta da S.E. il Maresciallo Badoglio. Il Consiglio, in
vista della nuova situazione determinatasi nella vita politica del Paese, ha
disposto anzitutto lo scioglimento del partito nazionale fascista. Con lo stesso
provvedimento sono state dettate norme perch i vari enti assistenziali,
educativi e sportivi gi dipendenti dal partito possano continuare a funzionare.
Nella stessa riunione del Consiglio dei Ministri stata, poi, disposta la
elaborazione della legge 9 dicembre 1928, n. 2693, concernente il Gran
consiglio del fascismo incompatibile con il ritorno alla normalit costituzionale.
E stata pure disposta la soppressione del Tribunale speciale per la difesa dello
2 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Scassellati cart.1, pro-memoria del Podest Baragiola, per il Capo della Provincia di Como, gennaio 1944, foglio s.n.; 3 Cfr. La provincia di Como, quotidiano, voce ufficiale del fascismo comasco. Sospese le pubblicazioni dal 27 aprile 1945 al settembre 1946 per i suoi trascorsi fascisti;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
8
Stato, le cui competenze vengono devolute ai Tribunali militari di Corpo
dArmata durante tutto il periodo della guerra attuale 4
.
La pace sembrava vicina ma arriv il disinganno: il nuovo governo manteneva
una stretta linea di continuit con il vecchio, ricicl i Prefetti, mantenne il
Senato, sostitu il Tribunale Speciale con il Tribunale Militare5
, ma
soprattutto, la fedelt allalleato tedesco veniva riconfermata: La guerra
[continuava]. LItalia [] [manteneva] fede alla parola data, come affermava
Badoglio nel suo messaggio alla nazione. Lillusione di una pace immediata
svaniva. Il nuovo governo voleva ordine, continuit e obbedienza per ricavare
da entrambi i fronti il maggior guadagno possibile. Badoglio ordinava agli
italiani obbedienza, seriet, disciplina e patriottismo, ma anche intolleranza
verso i disubbidienti. Questo trapelava da un suo proclama Agli Italiani, del
26 Luglio 1943 alla nazione:
ITALIANI! Dopo lappello di S. M. il Re Imperatore agli Italiani e il mio
proclama, ognuno riprenda il suo posto di lavoro e di responsabilit. Non il
momento di abbandonarsi a dimostrazioni, che non saranno tollerate. Lora
grave che volge impone a ognuno seriet, disciplina, patriottismo fatti di
dedizione ai supremi interessi della Nazione. Sono vietati gli assembramenti, e
la forza pubblica ha lordine di disperderli inesorabilmente 6
.
Non vennero cos create le premesse di uno stato democratico, vennero
mantenute anche le leggi razziali del 38 e in modo particolare il nuovo
governo non predispose le difese nei confronti dellormai diffidente e
minaccioso alleato tedesco, lasciando lItalia indifesa.
4 Cfr. La Provincia di Como, 29 luglio 1943, foglio s.n.; 5 Cfr. La Provincia di Como, 6 agosto 1943, foglio s.n.; 6 Cfr. La Provincia di Como, 27 luglio 1943, foglio s.n.; Vedi Appendice: Doc. (2).
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
9
1.2 - 8 SETTEMBRE 1943 in BRIANZA. Il 3 settembre 1943, nei pressi di Cassibile, il Generale Castellano firm
larmistizio con gli Alleati che L8 settembre 1943, alle ore 19:45, al giornale
radio venne annunciato da Badoglio in persona. La monarchia ottenne cos,
dagli Alleati, il riconoscimento della propria autorit e la legittimazione a
rappresentare lo stato italiano. Il giorno dopo lo stato italiano si disgreg, la
famiglia reale fugg a Brindisi. I governanti evitarono di promuovere la lotta
contro i tedeschi, lesercito fu lasciato a se stesso, senza ordini, lincertezza e
la paura trasformarono lItalia in un formicaio impazzito di ex militari che
cercavano di ritornare a casa .
Molti soldati del centro-nord finirono nelle mani dei nazisti. Circa 810.000
furono i prigionieri, 650.000 gli sbandati7. Le autorit tedesche avevano
lurgenza di procurarsi pi manodopera possibile, in quanto, sostituendo con
lavoratori italiani gli operai tedeschi, era possibile inviare questi ultimi al
fronte. I reparti italiani che si opposero con le armi furono trucidati8
I Tedeschi rapidamente attuarono il loro piano di occupazione. Al nord 8
divisioni germaniche comandate da Rommel disarmarono facilmente tutti i
reparti italiani che si trovavano ancora nelle caserme. A sud Kesselring con 7
divisioni fece la stessa cosa
.
9
Con la liberazione di Mussolini dal Gran Sasso il 12 settembre, i tedeschi
prepararono il terreno per la costituzione di uno stato fantoccio: la
Repubblica di Sal.
. L11 settembre loccupazione tedesca fu
ultimata.
7 Cfr. AA.VV., ISCPAPC, Taccuino degli anni difficili. (Luoghi, persone, documenti, ricordi) 1943-1945, Ed. Nodo Libri, Como 2006, p.13; 8 Per una ricostruzione ancora parziale delle perdite italiane Cfr. Klinkhammer Lutz, Loccupazione tedesca in Italia 1943-1945, Ed. Torino Bollati Boringhieri 1993, pp. 39-40; 9 Cfr. Klinkhammer Lutz, op. cit., p.30;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
10
La buona disposizione delle autorit territoriali italiane a collaborare, indusse
i comandi tedeschi a riconfermarle, molto spesso, nei loro incarichi10; la
sostituzione dei prefetti e dei questori sar operata solo pi tardi dal
governo della Repubblica Sociale, che aveva lassoluta necessit, in quel
periodo, di assegnare questi ruoli chiave, e non solo, a fascisti di fiducia che
anche nel periodo di sbandamento, dopo la caduta del Duce avevano
mantenuto una fede salda nel fascismo11
A Como, il nuovo Capo della Provincia Scassellati, sostitu, il Prefetto
Chiaromonte solo il 18 ottobre.
.
In quei giorni di caos a motivo della transizione scatt una spontanea e
generosa solidariet popolare nei confronti dei soldati italiani e dei
prigionieri di guerra, rivestiti alla meglio, rifocillati, nascosti, aiutati nel loro
tentativo di raggiungere le proprie famiglie. La popolazione lanci cos il suo
segnale di rottura con la guerra, ostacolata comunque, in ogni modo
possibile, dal comando nazista. Sul quotidiano comasco La Provincia del 30
settembre 1943, un pressante ordine del Prefetto Chiaromonte, intimava ai
cittadini di consegnare ai carabinieri o alla Milizia i prigionieri di guerra
alleati, soprattutto provenienti dal campo bergamasco di Grumello al Piano,
da dove ne fuggirono 2.500, sconfinando nella provincia di Como per dirigersi
verso la Svizzera. Per la cattura di costoro si promettevano ben 1.800 Lire per
ognuno:
[] E a conoscenza del Comando Militare Germanico che dal Campo di
concentramento di Grumello del Piano sono fuggiti circa 2.500 prigionieri di
guerra, che presumibilmente si trovano tuttora in parte anche nella provincia
di Como, e che vengono sostenuti e aiutati dalla popolazione. Ogni cittadino ha
10 Cfr. Klinkhammer Lutz, op. cit., pp.36-38; 11 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Scassellati cart.3, promemoria anonimo , s.d., foglio s.n.;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
11
lobbligo di trattenere a disposizione dellArma dei Carabinieri o della Milizia i
prigionieri che cadono nelle proprie mani, e di avvertire i Corpi suddetti se
prigionieri di guerra si trovino nelle vicinanze. Devo avvertire che
linosservanza di questo ordine od anche il ritardo nella esecuzione del
medesimo comporta gravi sanzioni da parte del Tribunale Militare Germanico.
Per la cattura di ogni prigioniero di guerra verr corrisposto un premio di L.
1800 oppure di 20 sterline. DallUfficio Comunale, li 30 settembre 1943 12
.
La Brianza, per la sua conformazione collinare-montuosa e la vicinanza al
confine svizzero, fu un rifugio privilegiato per i fuggitivi. Le zone dei Corni di
Canzo, di San Salvatore, dellAlpe del Vicer e del Pian del Tivano nella zona
del Monte San Primo, ospitarono dopo larmistizio centinaia di militari in
fuga. I pi fortunati scapparono subito in Svizzera.
In Brianza e Vallassina, oltre ai militari, arrivarono anche perseguitati politici,
prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento, attivisti sindacali e
operai, tutti speranzosi di varcare il confine con la Svizzera. Seguiranno, da
parte delle Autorit, lordine di arresto e la deportazione nei lager. Molti
ebrei si nascosero in Brianza e Vallassina mescolandosi con gli sfollati. La
speranza di tutti era una sola: la salvezza in Svizzera. Finanza, carabinieri e
agenti della Pubblica Sicurezza, pur sottoposti al nuovo regime della R.S.I., le
erano ostili perch si sentivano legati al giuramento fatto alla monarchia. In
una relazione del 21 gennaio 1944 del Prefetto venne rigettata laccusa che
finanzieri, carabinieri ed agenti della P.S. avessero favorito, dal 9 settembre
1943, anzi incitato a ripararsi in Svizzera. Nella fonte si pone in rilievo il fatto
che i pochi agenti di vigilanza ai valichi, si erano trovati nellimpossibilit di
impedire lesodo degli sbandati e dei fuggiaschi13
12 Cfr. La Provincia di Como, 30 luglio 1943, foglio s.n.; Vedi Appendoce: Doc. (3);
.
13 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, cart.109, relazione del Prefetto contro Finanzieri, Carabinieri ed Agenti della P.S., del 21.01.1944, foglio s.n.; Vedi Appendoce: Doc. (4).
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12
1.3 - LOCCUPAZIONE TEDESCA in BRIANZA. Alla caduta del regime fascista, il Comando Supremo Tedesco, non fu preso in
contropiede dallabbandono del suo alleato. Allincapacit fascista di opporsi
al colpo di stato della monarchia, immediatamente dopo larmistizio, scatt il
piano di occupazione del suolo italiano, accuratamente gi predisposto. Molti
capi fascisti si posero sotto la tutela nazista, per poi rifugiarsi nel Reich. I
tedeschi disarmarono, catturarono facilmente e uccisero i soldati italiani,
mentre i gerarchi rifugiati in Germania, via radio da Monaco invitarono i
reparti italiani a non opporsi ai tedeschi ma anzi a continuare a lottare al loro
fianco14
Loccupazione dellItalia fu un processo articolato che comport il
trasferimento nella penisola di tutte le strutture dellapparato del potere
nazista: i militari, i ministeri economici di gestione, quelli politici e Himmler
con le sue SS. Ognuno voleva una parte di questa nuova terra di conquista
.
15
Larea occupata fu divisa in settori man mano pi piccoli; alla fine del mese di
ottobre del 1943 vennero create le Militarkommandantur (zone che
raggruppavano alcune province). La Brianza comasca, rientrava sotto la
giurisdizione della Mk 1016 con sede a Bergamo e con giurisdizione anche su
Como, Varese e Sondrio. Unulteriore e successiva frantumazione del
territorio, port alla creazione delle Platzkommandantur (Pk), (cio: comandi
militari provinciali), presenti anche a Como, dove il comandante era il
tenente colonnello Plauchner. Nei centri pi piccoli, se era possibile,
venivano posti dei presidi della Wrmacht per un controllo capillare dellarea
occupata come ad Alzate Brianza
.
16
14 Cfr. Il messaggio radio di Pavolini citato da Bocca Giorgio, La Repubblica di Mussolini, Laterza, Roma-Bari, 1977, pp.13-14;
.
15 Cfr. Arienti Pietro, La Resistenza in Brianza 1943-1945, Bellavite Missaglia Editore 2006, p.19; 16 Cfr. Arienti Pietro, op. cit., p.20;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
13
La Brianza vide cos affluire questi militari cos diversi nella lingua e nella
cultura. I tedeschi scelsero con cura le sedi dei loro presidi, requisirono
scuole, creando disagio e sospensione delle attivit come alla scuola per
linfanzia di Inverigo, dove sfrattarono suore e bambini, o a Cant al liceo
femminile; alberghi, come il capiente Bosco Marino interamente requisito ed
adibito a dormitorio per le truppe, ma anche splendide ville patrizie con
saloni settecenteschi ed ottocenteschi, immersi in splendidi giardini
rigogliosi, come a Barzan, dove 300 SS presero possesso di Villa Della Porta,
il cui proprietario, conte Della Porta (che diventer in seguito comandante di
una formazione partigiana) si dovette sistemare in un angolo delledificio;
200 uomini si stabilirono a Villa Maria a Meda e truppe SS alla Villa del Soldo
di Alzate. Molte, moltissime altre ville vennero sequestrate pi tardi anche
dai membri della nuova Repubblica Sociale.
Verso la met di settembre, la Brianza era tutta saldamente nelle mani
tedesche:
Nel pomeriggio di domenica reparti motorizzati delle Forze Armate del Reich
sono giunti a Como e hanno raggiunto la Caserma e i Comandi militari locali,
prendendo contatto con le nostre Autorit dellEsercito e della M.V.S.N.. La
condotta dei reparti tedeschi stata ed irreprensibile e non ha dato luogo ad
alcun incidente. Daltra parte anche il contegno della popolazione
esemplare 17
.
Lintento rassicurante di questa cronaca giornalistica, non esagerava
lefficienza dei tedeschi. In poche settimane le funzioni di controllo e del
mantenimento dellordine pubblico furono affidate al comando supremo
delle SS, gestito in Italia dal generale Karl Wolff, dal quale dipese soprattutto
17 Cfr. La Provincia di Como, 14 settembre 1943, foglio s.n.;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
14
la lotta al movimento partigiano e per questo scopo, nei primi mesi del 1944
costitu unorganizzazione territoriale che comprendeva zone specifiche di
competenza18. Capo delle SS e della polizia fu nominato, per il settore
occidentale, (Lombardia, Piemonte, Liguria; Valle dAosta), il generale Willy
Tensfeld uomo dai gesti e dai modi imperiosi, convinto di rappresentare il
mito della razza ariana, cristallina, superiore. Aveva gi portato il terrore
nelle pianure dellUnione Sovietica e lalto incarico era il frutto della grande
considerazione di cui godeva presso gli alti comandi delle SS19
I tedeschi comunque, si presentarono immediatamente alla popolazione
locale con una serie di bandi, non solo restrittivi verso le libert di
circolazione e di movimento, ma anche con bandi molto duri che
minacciavano pene severissime, fino alla pena di morte, verso qualsiasi
attivit di ostacolo allamministrazione e al controllo tedesco o verso
chiunque non avesse rispettati i loro ordini:
. Pose la sua
sede a Monza, a Villa Blanc. Si oppose ai sabotaggi, alle agitazioni operaie e
soprattutto si dedic alla lotta contro i partigiani in Brianza.
La popolazione della provincia di Como viene pregata di consegnare entro 24
ore tutte le armi al Comando tedesco o di Polizia. Il termine di consegna viene
prorogato fino alle ore 18 del giorno p. v.. I fucili da caccia non sono compresi
nelle armi da consegnare. Sono pure da consegnare immediatamente tutti gli
oggetti di vestiario o armamento dellEsercito italiano che si trovino in
possesso di privati e che appartengono allo stato. Chi verr trovato in possesso
delle armi o altri oggetti da consegnare scaduto il termine fissato, verr
fucilato. Chi si procura contro legge, li accetta da magazzini o depositi o li
esporta verr fucilato20
18 Cfr. Arienti Pietro, op. cit., p.22;
.
19 Cfr. Ibidem; 20 Cfr. La Provincia di Como, 16 settembre 1943, foglio s.n.;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
15
Il 19 la frontiera di Ponte Chiasso fu occupata da doganieri e da agenti di
polizia tedeschi e alle ore 11:30 del 20 venne chiusa21. Ma fu una chiusura di
poche ore, gi alle 17:00 il valico venne riaperto ai frontalieri e al trasporto
ferroviario di merci22
Le intimazioni a consegnare gli automezzi appartenuti alle forze armate e le
armi vennero reiterati pi volte, finch La Provincia di Como pubblic
lultimatum, il 26 settembre 1943, che valeva anche per chi avesse
commesso atti di violenza contro i rappresentanti delle forze armate
germaniche, o turbato lordine pubblico:
.
[] 1- Oggetti di qualunque genere dellesercito italiano, quali: armi,
munizioni, autoveicoli, cavalli, muli, veicoli da traino, carburante, attrezzi, ecc.,
devono essere consegnati entro ventiquattro ore ai Comandi o Reparti delle
Truppe Tedesche. []. 2. - Chi nonostante lobbligo della consegna viene
trovato in possesso di armi da fuoco, munizioni, granate a mano, esplosivi ed
altro materiale da guerra, verr punito con la morte, oppure con ergastolo,
oppure nei casi meno gravi, con carcere. 3. - Chi commette atti di violenza di
qualsiasi specie contro appartenenti delle Forze Armate Germaniche, verr
punito con la morte23
.
E ancora, il 29 settembre 1943, era pubblicata sul quotidiano La Provincia,
lOrdinanza per la tutela delle Forze Armate Germaniche, del Comandante
Superiore Feldmaresciallo Rommel:
Per tutto il territorio del Comandante Militare Germanico dellItalia
Settentrionale ordino quanto segue: 1 I.) Chiunque commetta unaggressione
alla vita di un appartenente alle Forze Armate Germaniche oppure
21 Cfr. La Provincia di Como, 21 settembre 1943, foglio s.n.; 22 Cfr. La Provincia di Como, 22 settembre 1943, foglio s.n.; 23 Cfr. La Provincia di Como, 26 settembre 1943, foglio s.n.;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
16
appartenente ad un Ufficio Germanico, verr punito con la pena di morte. 2.)
Chiunque commetta un atto di violenza contro le Forze Armate Germaniche, i
loro impianti ed istituzioni, verr pure punito. 3.) Nei casi meno gravi potr
essere applicata la pena dellarresto o della reclusione. 2 Questa ordinanza
entra in vigore con la sua pubblicazione sulla stampa o con lannuncio per
mezzo della radio. Rommel24
.
Come corollario la Prefettura, che era ancora retta dal badogliano
Chiaromonte, sullo stesso giornale, il 30 settembre 1943, fece pubblicare,
come specchietto per le allodole, il comunicato che invitava i militari
sbandati a presentarsi volontariamente al pi vicino Comando Germanico ed
arrendersi, per essere trattati come gli altri soldati che spontaneamente
avevano deposto le armi:
Tutti i militari italiani, attualmente sbandati, che entro sabato 2 ottobre si
saranno presentati presso il pi vicino Comando Germanico, verranno trattati
come gli altri militari italiani, che volontariamente hanno deposto le armi; non
verranno n fucilati n in qualsivoglia altro modo militarmente puniti. Tutti
coloro che non si presenteranno volontariamente entro il termine indicato
saranno considerati insorti e puniti con la morte o alte gravissime pene. I
soldati germanici sono venuti a proteggere il nostro Paese dallinvasore e non
per dirigere le loro armi contro i soldati dItalia25
.
Oltre allindicazione tuttaltro che invitante per i nostri militari sbandati di
consegnarsi ai tedeschi per essere poi internati in Germania, con i loro
sfortunati commilitoni gi catturati e internati, non pu non colpire il
completo rovesciamento di fronte che si cela dietro la menzogna finale, in cui
le truppe di occupazione vengono indicate come i difensori dellItalia: 24 Cfr. La Provincia di Como, 29 settembre 1943, foglio s.n.; 25 Cfr. La Provincia di Como, 30 settembre 1943, foglio s.n.;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
17
ITALIANI! Le Forze armate tedesche hanno occupato il territorio italiano.
Esse non difendono soltanto il suolo italiano, ma garantiscono la sicurezza della
popolazione contro tutti coloro che provocano disordini e vogliono impedire il
pacifico lavoro della popolazione. Chi pertanto turba la quiete e lordine
pubblico, chi attenta con congiure, anarchiche o comuniste, alla sicurezza del
popolo, sar giudicato con tutta lasprezza dei Tribunali di guerra tedeschi. Le
Forze armate germaniche sono generose e giuste. Chi per agisce contro le
leggi o tenta in segreto di fomentare focolai di agitazione, prover la durezza
delle Forze armate germaniche. I comunisti e i loro compagni di fede ne sono
con ci diffidati26
.
Purtroppo la collaborazione non fu esclusiva prerogativa delle nostre
autorit, la collaborazione si estese anche a privati cittadini; ci si pu
spiegare solo con il vile espediente di risolvere contrasti di interesse, rivalit
e odi, denunciando i propri nemici personali. Questo costrinse gli occupanti a
pubblicare un umiliante avviso:
Chiunque ha lintenzione di fare delle segnalazioni alle autorit germaniche
deve farlo personalmente presso un comando germanico che se ne occuper
RISERVATAMENTE. Le autorit germaniche non prendono in considerazione
nessuna segnalazione anonima27
.
Il 1 ottobre 1943, ad una settimana dallannuncio di Mussolini alla radio della
formazione dellR.S.I., in prima pagina sempre sul quotidiano locale La
Provincia di Como, il Comando Militare Germanico dellItalia settentrionale,
fece pubblicare un comunicato in cui fu evidente che lautonomia decisionale
era unicamente tedesca, ma lasci intravedere una tendenza dei vertici
militari germanici a mantenere lapparato amministrativo esistente, ferma 26 Cfr. La Provincia di Como, 18 ottobre 1943, foglio s.n.; 27 Cfr. La Provincia di Como, 28 settembre 1943, foglio s.n.;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
18
restando la subordinazione della R.S.I. alla Germania, bench fittizia fosse la
pari dignit tra tedeschi e repubblichini. Il comandante militare dellItalia
settentrionale, il Generale di corpo darmata Witthoeft ordinava:
1) Le leggi e i decreti vigenti rimangono in vigore semprech non
pregiudichino la sicurezza, lapprovvigionamento o altri interessi delle Forze
Armate Germaniche.
2) Tutte le autorit statali e comunali e ogni ufficio pubblico dovranno
riprendere la propria attivit. Tutti i funzionari ed impiegati dei servizi pubblici
sono responsabili di un atteggiamento leale verso le Forze Armate
Germaniche.
3) Continueranno ad essere di competenza dei tribunali Italiani tutte le cause
civili. La loro competenza nelle cause penali limitata ai reati non connessi
contro i decreti emessi per la salvaguardia delle Forze Armate Germaniche.
4) In caso che una singola Autorit, ufficio ed organizzazione del servizio
pubblico non fossero in grado di funzionare i prefetti devono provvedere.
5) I comandi di Presidio Militari Germanici coadiuveranno le autorit locali, gli
uffici e le organizzazioni del servizio pubblico e daranno ad esse le istruzioni e
direttive necessarie. Deve esistere tra loro la pi stretta collaborazione28
.
Come un passaggio di consegna, il giorno seguente il Prefetto della Provincia
Chiaromonte divulg sulla stampa la notizia dellinsediamento
dellAmministrazione Militare della Provincia. Il territorio veniva sottoposto
al diritto di guerra tedesco e il Prefetto invit la popolazione a continuare a
lavorare tranquillamente e
a non compiere atti contro lordine e la tranquillit n aiutare persone appartenenti a
paesi in guerra con la Germania29
28 Cfr. La Provincia di Como, 1 ottobre 1943, foglio s.n.;
.
29 Cfr. Ibidem;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
19
I comandi del Reich erano ormai disseminati in tutta la Brianza.
Loccupazione del territorio italiano era ben vista a Berlino non solo dal
punto di vista militare, ma anche per i vantaggi economici che i tedeschi
potevano trarne, facendo pagare agli italiani parte delle spese di guerra. Il
mantenimento degli alleati-occupanti nella R.S.I., cost 7 miliardi di vecchie
lire al mese nel 1943, salirono poi a 10 miliardi nel 1944 e poi a 12 miliardi,
per un totale di 200 miliardi di lire30
Il sottosegretario alla presidenza, in un comunicato ai vertici della R.S.I., l8
settembre 1944 scrisse:
. Non vi fu solo un prosciugamento del
denaro, ma anche un vero e proprio saccheggio di beni, mezzi di trasporto,
mobilio, vestiti e requisizioni di automezzi, carri, biciclette e non solo, si
fecero anche censimenti di cavalli e di altri animali in tutti i piccoli comuni
brianzoli.
[] Poi in alcuni paesi della Brianza, si stanno verificando dei fatti molto
rincresciosi (sic!), che non tornano certamente a svantaggio di tutti i nemici:
alcuni militari e comandi tedeschi vanno svaligiando, la parola, alcune case
da dove portano via tutto quanto trasportabile come materassi, grassi,
maiali, indumenti di lana, mobili e altri oggetti. Spesso dalle stazioni vicino a
Milano [] si vedono passare dei treni completamente pieni di oggetti pi
disparati e molto di frequente pieni di mobili dufficio []31
.
Il peso dellinvasione che lItalia port sulle spalle fu molto gravoso, poich
linvasore era avido non solo di denaro, di prodotti industriali e alimentari,
ma anche di uomini, di forza lavoro32
30 Cfr. Lazzero Ricciotti, Le SS italiane, Ed. Rizzoli, Milano 1982, p.188;
. Infine, creata la sua ossatura,
31 Cfr. Contini Gaetano, La Valigia di Mussolini, Ed. Mondadori, Milano 1982, p.224; 32 Cfr. La Provincia di Como, 20 novembre 1943, foglio s.n..
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
20
sviluppate la radici, loccupante decise di crearsi il proprio governo
satellite: la Repubblica Sociale Italiana.
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
21
1.4 - LA R.S.I. : RIASSETTO del POTERE e TENTATIVI di INNOVAZIONE. Alla caduta del regime fascista, nellincapacit di organizzare una resistenza
al colpo di stato monarchico, seguita dal rifugiarsi sotto lala dellambasciata
tedesca di molti gerarchi fascisti, e la successiva fuga in Germania di molti di
loro, si comprese chiaramente che il fascismo sarebbe rinato solo allombra
della Germania nazista e solo se funzionale ai suoi obbiettivi strategici. Infatti
Hitler, insediatosi nel territorio italiano e consolidato il fronte, decise di
ricostruire uno stato fascista, il quale non avrebbe potuto rinascere senza che
a guidarlo fosse il suo capo-fondatore: Mussolini33
Al Fhrer serviva un governo collaborazionista in grado di pagare le spese
belliche alla Germania e che contribuisse anche con disponibilit industriali
umane e desse un suo apporto al mantenimento dellordine in tutto il
territorio occupato.
.
Seguendo questa strategia Hitler fece liberare Mussolini dalla sua prigione
del Gran Sasso, quattro giorni dopo larmistizio, il 12 settembre 1943 con
unoperazione lampo di paracadutisti tedeschi, lo port in Germania. Il 25
settembre lo fece rientrare in Italia con i suoi pi stretti collaboratori:
Pavolini, Farinacci, Buffarini Guidi, Preziosi. La nuova Repubblica si ricre in
modo rapido e tempestivo, ma la nuova denominazione fu stabilita in forma
ufficiale il 25 novembre 1943 dal Consiglio dei Ministri: Repubblica Sociale
Italiana (R.S.I.). Il governo satellite dei tedeschi era nato e si impiant
saldamente nel territorio.
A Como il 14 settembre del 1943, Paolo Porta e altri dieci camerati
fedelissimi al Duce, ripresero possesso della Casa del fascio dove non cera
33 Cfr. Arienti Pietro, La Resistenza in Brianza 1943-1945, Bellavite Missaglia Editore 2006, pp.28-29;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
22
che sporcizia e devastazione []. Tutto avevano rubato []34
Il 15 settembre finalmente torner a farsi sentire, tramite Radio Monaco,
Mussolini.
, cos ricorder
successivamente lavvocato Paolo Porta alla prima assemblea del Fascio
repubblicano di Como il 21 novembre 1943 a Palazzo Carducci.
Il 19 settembre, una domenica, venne ricostruito il fascio di Como che
avrebbe controllato anche tutta la sua provincia. Contava poco pi di 30
aderenti:
La reggenza provvisoria dei Fasci repubblicani della provincia di Como riunita
nella Casa del Fascio, dopo avere elevato il suo pensiero ai Caduti della Causa e
della Guerra rivoluzionaria, saluta con immutata fede il Duce e invita tutti i
fascisti di Como e provincia a presentarsi alla Casa del Fascio per iniziare la
nuova attivit secondo le disposizioni []35
.
A livello organizzativo, territoriale ed amministrativo, nei Comuni, vi fu la
sostituzione del Podest, che era di nomina regia, con il Commissario
Prefettizio, che riuniva in una sola persona tutti i poteri amministrativi e
politici. Per la maggior parte, i Commissari furono volti nuovi. In alcuni piccoli
centri rimasero i vecchi Podest, ma questi furono casi rari, il nuovo regime
esigeva persone di assoluta e comprovata fede fascista, dalle cariche pi
basse a quelle pi elevate, ma molti ex fascisti rifiutarono gli incarichi e
parecchie furono le richieste di congedo per malattia. Molte furono le
verifiche che il nuovo regime effettu su suoi seguaci, ex seguaci o presunti
tali, per valutarne la fedelt e la salda fede fascista. In una segnalazione del
1 aprile 1944 del Capo della Provincia Scassellati al Generale Giovachino
34 Cfr. La Provincia di Como, 22 novembre 1943, foglio s.n.; 35 Cfr. La Provincia di Como, 19 settembre 1943, foglio s.n.;
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
23
Solinas, Comandante Regionale per la Lombardia, Milano, venne evidenziata
lesemplare condotta del Ten. Medico Dr. Mario Maiocchi del Deposito 27
Artiglieria Divisionale di Erba:
[] il quale, fino dai primi giorni successivi all8 settembre, non esit a
schierarsi apertamente con le forze attive della zona di Erba che provvedevano
alla riorganizzazione del Paese, tenendo in pieno funzionamento il suo reparto
di infermieri ed impedendo ogni abusivo allontanamento []36
.
Mentre in un comunicato del 25 ottobre 1944 del Questore Pozzoli al Capo
della Provincia di Como, fu segnalato larresto del Dr. Luigi Formigoni, Capo
dellIspettorato Provinciale dellAgricoltura di Como: [] perch aveva
svolto deleterie attivit antifasciste []37. Dalla toponomastica dei paesi,
sparirono le intitolazioni delle vie che ricordavano la casa regnante come: i
corsi Vittorio Emanuele, le piazze Savoia e gli stemmi Sabaudi dalle bandiere.
Accanto al Commissario Prefettizio, il nuovo Partito Fascista Repubblicano
(P.F.R.), cos denominatosi dopo il 15 settembre, volle mantenere anche il
Segretario (o Commissario) del fascio. Per questa carica vennero riesumati
gli squadristi della prima ora, fascisti puri e duri, intolleranti e fanatici che
dovevano costituire i pilastri portanti del nuovo regime. Per la provincia di
Como la carica venne affidata allavvocato Paolo Porta, un elemento storico
del fascio comasco38
36 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Scassellati cart.1, segnalazione di Scassellati, del 1.04.1944, foglio Gab. 9982; Vedi Appendice: Doc. (5);
.
37 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Celio cart.1, verbale di fermo del Questore Pozzoli, del 25.10.1944, foglio s.n.; 38 PAOLO PORTA, proveniva da una famiglia borghese comasca, studi giurisprudenza ed esercit la professione di avvocato. Fu uno dei fondatori del fascio di Como, il 10 dicembre 1920. Squadrista della prima ora, partecip alla marcia su Roma. Nonostante la lunga militanza non giunse a ricoprire cariche prestigiose durante il ventennio fascista. Col grado di Tenente di complemento di fanteria, si arruol come volontario e combatt per soli 6 mesi in Albania. Porta fu un fascista convinto, fedele e onesto, dal carattere duro e irreprensibile. Durante il colpo di stato monarchico, mantenne salda la fedelt al fascio senza mai vacillare. Nei venti mesi della R.S.I., la sua condotta fu ancora impeccabile. La sua pura fede lo port a
Capitolo 1 - Larmistizio e la nuova R.S.I. _________________________________________________________________________
24
Alle province veniva assegnato, sempre come massima autorit il Prefetto,
con la nuova denominazione di Capo della Provincia. A Como il vecchio
Prefetto Chiaromonte fu sostituito il 17 ottobre 1943 da Francesco Scassellati
Sforzolini39
legare la sua vita a quella di Mussolini, credendo sempre in lui e seguendolo fino alla fine. Per la sua efficienza si guadagn stima e rispetto e il 7 marzo 1944 venne nominato delegato dei fasci della Lombardia. Il 14 novembre a Verona si tenne il primo Congresso Nazionale del Partito Fascista Repubblicano, Porta riscosse successo con un suo intervento rude e diretto, invitando tutte le milizie ad essere unite e non pi divise, i non fidarsi pi di nessuno, di essere vigili e attenti, di controllare il territorio con durezza e di regolare i rapporti con la chiesa per lui troppo libera dal controllo. La sua adesione convinta alla scelta di militarizzare il partito, gli far guadagnare lincarico di Ispettore Regionale delle Brigate Nere. Organizz da solo la Brigata Nera Cesare Rodini, e la us massicciamente in tutta la provincia nei rastrellamenti contro i partigiani attuando una repressione dura e spietata , usando anche le armi della doppiezza, della calunnia e servendosi di infiltrati. Una strategia incruenta era invece desiderata dal comando tedesco di frontiera. Favor il rientro dalla Svizzera dei fuoriusciti e fu tollerante con la classe operaia fino agli scioperi del marzo 1944. Porta oscill sempre da una intransigente durezza ad una calcolata disponibilit di ordine tattico. Riusc ad ottenere lappoggio del Generale Tensfeld, responsabile della Polizia e delle SS nellItalia nord-occidentale. Il contrasto tra schieramento moderato e oltranzista, port il 1 ottobre 1944 alla nomina del Colonnello Vanini a Commissario Federale al posto di Porta, ma fu reclamato a gran voce dai suoi uomini e da tutti i fascisti della provincia riuniti in assemblea. Porta continuer a comportarsi da federale di fatto fino a quando il 22 gennaio 1945, gli verr restituito anche il titolo ufficiale di Commissario Federale. Braccio destro di Porta sar Alfredo De Gasperi. Ricostru anche il 16 Battaglione Camicie Nere. Collabor con i due capi della provincia Scassellati e in seguito Celio, con rapporti di rivalit col primo e di contrasto con il secondo. Porta fu fino alla fine fedele al regime, trover la morte insieme al Duce nei tragici eventi finali di Dongo. Per le notizie bibliografiche: Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, cart. 111, foglio s.n.; Cfr. La testimonianza di Porta Musa Carla, in Marchesi Rosaria, Cera la guerra, Ed. Nodo Libri 1992, p.300; Cfr. Il verbale stenografico del Congresso di Verona, pubblicato da Paolucci Vittorio, La Repubblica Sociale Italiana e il Partito Fascista Repubblicano, settembre 1943 marzo 1944, Urbino, Argalia, 1979, pp.173-175; Cfr. Legnani Massimo, Potere, societ ed economia nel territorio della RSI, in AA.VV., La Repubblica sociale italiana 1943-45, a cura di Poggio Pier Paolo, Annali della fondazione Luigi Micheletti, n2, Brescia, 1986, pp.26-27; Cfr. ISCPAPC, F. Gementi, memoriale dattiloscritto inedito dellex federale del P.N.F. di Como, Frigerio Carlo, scritto nei mesi successivi alla Liberazione, p.2 e p.16; Cfr. Klinkhammer Lutz, Loccupazione tedesca in Italia 1943-1945, Ed. Bollati Boringhieri 1993, pp.325, 327 e 328; Cfr. La Provincia di Como, 1 ottobre 1944, foglio s.n.; Cfr. Notiziario della G.N.R. di Como, riportato da Pansa G., Il Gladio e lalloro, lesercito di Sal, Milano, Ed. Mondadori, 1991, p.170; Cfr. I diari di De Gasperi, in Festorazzi Roberto, San Donnino, cella 31, Milano, Simonelli, 1999, p.175; Cfr. La Provincia di Como, 8 maggio 1944, foglio s.n.; Cfr. Roncacci Vittorio, La calma apparente del lago. Como e il Comasco tra guerra e guerra civile, Macchione Editore Varese 2003, pp.90-92-93;
, a lui si debbono parecchie fucilazioni e deportazioni in Germania,
39 FRANCESCO SCASSELLATI SFORZOLINI, nacque a Perugia il 25 febbraio 1901. Si iscrisse presto al partito fascista. Resse la prefettura di Ancona dall11 giugno 1943. Fu uno dei Prefetti non sostituiti da Badoglio dopo il 25 luglio. Attravers indenne il regime, il Governo Monarchico e la Repubblica Sociale. Acquist le sue benemerenze prima nel servizio segreto in Albania, in seguito come Prefetto di Dalmazia dove, come recita la propaganda ufficiale: nel tormentato settore di Cattaro, durante i tristi tempi della rivolta armata, [seppe] ricondurre le bande ribelli alla ragione, facendo loro deporre le armi e pacificando la turbolenta regione che gli era stata affidata dal Duce come unestrema trincea da difendere. Cfr. La Provincia di Como, 19 novembre 1943, foglio s.n.; Questo elogio al nuovo Capo della Provincia, nascondeva tra le righe la sua vera natura di belva, come ricord il dr. Luigi Pisan, funzionario della prefettura repubblicana di Como: Fui destinato a Cattaro [] [in] Dalmazia, [] dal Ministero mi venne affidato il compito di affiancare il Prefetto Scassellati, che veniva dal Governo albanese dove aveva esercitato un servizio di polizia segreta. Fatto sta che veniva preceduto da una fama poco buona. Ci sono stato solo 30 giorni, ma ho
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25
appoggiato dal suo Commissario Federale Paolo Porta, con cui avr una
stretta collaborazione per affinit di metodi e carattere, infatti Scassellati
trasport nel Comando i metodi sanguinari usati nella controguerriglia in
Dalmazia. Diede libert di azione allavv. Porta per raccogliere informazioni
sugli sbandati e compiere rastrellamenti. Alle famiglie di soldati renitenti alla
leva, se commercianti, venne tolta la licenza di esercizio, sequestrati beni
mobili, immobili e la loro stessa casa, fino allarresto dei parenti degli
sbandati. La stessa sorte toccher ai rifugiati in Svizzera, ai quali il
Tribunale provinciale Straordinario di Como, [potr] [irrogare] la pena
corporale [ed] anche la confisca dei beni mobili ed immobili. [] se il fuggiasco
ha lasciato aziende industriali od agricole, poich colla fuga venuto a
mancare la diretta gestione dellemigrato - [] - si provveda alla nomina di un
commissario di gestione []40
.
Per questa sua condotta Scassellati venne rimosso dal suo incarico41 e
sostituito il 15 giugno 1944 dal dottor Renato Celio42
fatto a tempo a vedere le atrocit commesse da questo improvvisato Prefetto che dimostr di avere un cuore di belva. Come rappresaglia verso i fuoriusciti, che erano tutti sulle montagne intorno a Cattaro, e che, presi con intelligente tatto sarebbero tornati tutti alle loro case, e sarebbero stati disposti a collaborare con le autorit italiane, qualora fossero stati sicuri di un buon trattamento, egli ordin larresto di tutti i famigliari, donne, vecchi e bambini, di cui molti lattanti, facendoli internare nella stiva affondata di una vecchia nave, sudicia e priva di latrine, prescrivendo che il vitto fosse costituito solo di pane e acqua. Non esit anche a dare ordine al Comando dei Vigili del Fuoco perch venissero incendiate le case dei fuoriusciti. Cfr. A cura dell Archivio ISCPAPC, Il monito della storia, Como, Graficop, 1999, p.17; Scassellati fu Capo della Provincia di Como dal 18 ottobre 1943, ne lasci la reggenza il 15 giugno 1944 per essere inviato a reggere la provincia di Novara. Dopo la Liberazione, per il caso Puecher e reati diversi nel dopoguerra, venne processato dalla Corte dAssise di Como e condannato, con sentenza del 18 maggio 1946 alla pena capitale mediante fucilazione alla schiena. La pena fu poi commutata dalla Corte dAppello di Milano, il 20 marzo 1948 in ergastolo in base a decreti di amnistia. Nel frattempo lo Scassellati, sotto il falso nome di Francisco Salgada Rossi, con passaporto Paraguaiano, viveva tranquillo a Caracas, gestendo un negozio di abbigliamento. Risult rientrato in Italia nel 1963. Mor a Roma senza essere imprigionato, il 28 marzo 1967. Cfr. Roncacci Vittorio, op. cit., pp.90-91; Cfr. De Antonellis Giacomo, Il Caso Puecher. Morire a ventanni partigiano e cristiano, Ed. Rizzoli 1984, pp.196-197;
, con alle spalle gi
40 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Scassellati cart.2, relazione riservata personale del Commissario Federale Paolo Porta al Capo della Provincia Scassellati, del 19.11.1943, foglio N. 549; 41 Cfr. I diari di De Gasperi, in R. Festorazzi, San Donnino, cella 31, Milano, Ed. Simonelli, 1999, p.175;
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esperienze di neutralizzazione incruenta delle formazioni partigiane
nellAstigiano.
Questo cambiamento dimostr la volont dei tedeschi, assecondata dal
Ministero degli Interni, di fare del territorio della Brianza, che ospitava le
famiglie di molti gerarchi, fascisti e nazionalsocialisti, un retroterra tranquillo
della R.S.I.43. Celio, col suo carattere di uomo avvezzo a compromessi, doppi
giochi e al proprio tornaconto personale, mal conviveva col duro e rigido
Porta, che lo guardava con sospetto e diffidenza non credendo che il nuovo
Capo della Provincia provasse veri sentimenti fascisti44. Celio si port da Asti
anche parecchi uomini di fiducia facendo loro ricoprire cariche importanti45
Per quanto riguarda il Questore, rimase sempre il responsabile delle forze di
polizia. A Como fu nominato il Colonnello Lorenzo Pozzoli. Ogni questura fu
dotata di un Ufficio politico investigativo (Upi), che si distinse in ogni luogo
per le persecuzioni a qualsiasi oppositore politico.
.
A guardia dellordine della nuova Repubblica, venne creato a fine novembre
del 43 un nuovo corpo armato: la Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.),
fondendo la vecchia Milizia volontaria di sicurezza nazionale (Mvsn) ed i
carabinieri; al comando della G.N.R. fu posto Renato Ricci ex comandante
della disciolta Milizia. Questa nuova milizia che rispondeva ad esigenze sia di
carattere poliziesco, sia di carattere militare, veniva utilizzata come
42 RENATO CELIO, nacque a Borghetto di Borbera, in provincia di Alessandria, nel 1904. Dopo essere stato squadrista svolse tutta la sua carriera nel sindacato. Fece parte della Camera dei Fasci e delle corporazioni, quale segretario dellUnione lavoratori dellIndustria di Messina e, nel tempo, di Littoria, Roma e Milano. Divenne federale di Littoria, combatt sul fronte Greco-Albanese e infine, con la costituzione dellR.S.I., fu nominato Capo della Provincia di Asti dal 19 ottobre 1943. Trasferito poi a Como, il 1 giugno del 1944 ne prese il comando in modo ufficiale il 15 giugno e diresse la provincia fino al 25 aprile 1945. Successivamente si diede alla fuga. Mor a Roma nel 1964. Cfr. La Provincia di Como, 8 maggio 1944, foglio s.n.; altre notizie sulla vita di Celio sono tratte dal raccoglitore riassuntivo n2 dellASC, sulle Carte di Gabinetto, II versamento, Fondo Prefettura, Carte riservate Celio; Cfr. Arienti Pietro, op. cit., p. 264; Cfr. Roncacci Vittorio, op. cit., p.91 nota 19; 43 Cfr. Coppeno Giuseppo, Como dalla dittatura alla libert, Como Graficop 1989, pp.572-573; 44 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Celio cart.1, segnalazione di Porta contro il nuovo Capo della Provincia, del 29.09.1944, foglio s.n.; 45 Cfr. Ibidem;
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strumento di controllo del territorio, sia come mezzo efficace per compiere
rastrellamenti, anche perch il nuovo esercito repubblicano che il neo-
ministro della difesa Rodolfo Graziani doveva creare, ma si rese operativo
solo verso lagosto del 1944 a causa della difficolt nel reclutamento dei
giovani tramite bandi di arruolamento (basti pensare che, una volta terminati
i bandi, il 14 Comando provinciale di Como, contava solo 100 ufficiali, 83
sottoufficiali e 479 soldati46
) della scarsit di denaro per la ricostruzione di un
esercito funzionale, della mancanza di divise, armi, cibo, dei mezzi per dare
una minima e dignitosa sussistenza dei reclutati a forza, come si legge in
parecchie lettere inviate da soldati ai loro famigliari:
[] Qui la vita non civile n militare, solamente bestiale. [] Qui lesercito
viene chiamato col nome di Esercito di Franceschiello oppure se si vuole
guardare le nostre divise di arlecchino tutte le divise ci sono allinfuori della
giusta. E questo non nulla []47
.
La G.N.R., pur sostenendo da sola tutto il peso del controllo del territorio, fu
un corpo poco unito e compatto. I reparti erano di discutibile affidabilit,
poich pochi erano i fascisti veramente fedeli e convinti ancora presenti nei
suoi ranghi, molti ex carabinieri avevano gi disertato, altri aspettavano solo
il momento opportuno per darsi alla macchia, come anche moltissimi giovani
reclutati a forza.
Da un pro-memoria per leccellenza il capo della provincia, si legge: [...] si
rivela il depresso coefficiente morale dell8 Btg. Rientrato dalla Germania [].
46 Cfr. Scalpelli Adolfo, La formazione delle forze armate di Sal attraverso i documenti dello Stato Maggiore della R.S.I., Mli n. 72, 1963, p.53; 47 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Scassellati cart.1, copia della lettera spedita dallautiere Morsero Arturo alla famiglia Gini Teobaldo, del 27.01.1944, foglio s.n.; Vedi Appendice: Doc. (6);
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Sembra che molti dei soldati aspettino il momento opportuno per darsi alla
macchia. La colpa sarebbe anche degli ufficiali che non si preoccuperebbero
molto della truppa, una parte della quale sarebbe favorevole a passare nelle
formazioni ribelli. []48
.
E ancora da continue indagini sui membri delle forze armate emerge per
esempio:
Il Brigadiere Maiorca elemento di dubbi sentimenti repubblicani. Anzi, in pi
discorsi esprime il suo disappunto perch taluni elementi della polizia si sono
iscritti al Partito Repubblicano. Fa apprezzamenti sulla guerra e disapprova la
continuazione della stessa, poich - a suo dire - anche i capi dovrebbero
convincersi che ormai la guerra perduta ed quindi inutile spargere dellaltro
sangue. []. Dopo il fatto dei Carabinieri che si diedero alla macchia piuttosto
di compiere taluni servizi, o di indossare la camicia nera; disse che piuttosto di
fare dei servizi come taluni fanno fare anche lui si darebbe alla macchia,
perch sciocco esporsi. Quando esamina la situazione militare e politica dice
che ormai la guerra vinta dagli inglesi e che anche sotto questi non si dovr
star male perch in fondo meglio un padrone ricco che povero. []49
.
Nelle stesse fila germaniche si avvertiva questa disgregazione e lo stato di
disagio, unito alla scarsit degli aderenti al nuovo partito fascista. In una
nota anonima del Partito Fascista Repubblicano datata 4 novembre 1943:
Lo stesso console germanico a Milano, Von Harlem, la stessa sera del 28
ottobre 43, parlando in circolo ristretto ha dovuto ammettere che il fascismo
rappresenta oggi un gruppo di forze esigue. I funzionari poi, i carabinieri
48 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Scassellati cart.3, pro-memoria anonimo per lEccellenza il Capo della Provincia di Como, s.d., foglio s.n.; 49 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Celio cart.1, comunicazione riservatissima anonima al Capo della Provincia di Como, del 27.08.1943, foglio s.n.;
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persino gli stessi agenti di pubblica sicurezza aiutano con ogni mezzo i soldati
che si sono dati alla macchia, i partigiani ed i prigionieri evasi. []50
.
La G.N.R. fu quindi distribuita in Brianza in modo molto uniforme, presente
soprattutto nei principali centri come Como, Monza, Seveso, Meda, ma
anche in centri minori come Erba e Cant, istallandosi prevalentemente nelle
vecchie caserme dellesercito o dei carabinieri.
I capi delle province, si crearono squadre di Polizia ausiliaria che
rispondevano a loro direttamente, composte da uomini fedelissimi che
seguivano i Capi nei cambiamenti di sede, cos il trasferimento da Asti a
Como del Prefetto Celio fu accompagnato dalla sua banda Tucci. Queste varie
polizie speciali non furono mai unificate in un unico corpo51
Grazie ad una disposizione del Duce del 21 giugno 1944, il 25 giugno 1944
una circolare segreta del Quartiere Generale del P.F.R., fiss le modalit e i
compiti delle Brigate Nere
.
52. Il nuovo Corpo, posto a fianco della G.N.R.,
derivava dalle vecchie squadre di Polizia Federale che si erano formate
allinterno del P.F.R. e mai sciolte53
Limpiego massiccio di queste Brigate moltiplic le direttrici di attacco al
fronte antifascista.
.
Venne annunciato a Como il ritorno del 16 Battaglione Brigate Nere al
comando del seniore Vanini54
50 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Scassellati cart.2, segnalazione anonima, del 4.11.1943, foglio s.n.;
, ricostituito durante lassemblea del fascio del
51 Cfr. Roncacci Vittorio, op. cit., p.125; 52 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Celio cart.1, costituzione del corpo delle Brigate Nere, stralcio del Bollettino settimanale N.4- del C.L.N.A.I., in data 30.07.1944, foglio s.n.; Vedi Appendice: Doc. (7); 53 Ancora nel marzo del 45, alle disposizioni del Ministro dellInterno, Zerbio, che intendono realizzare la universalmente auspicata coordinazione dei servizi di polizia, Pavolini, rispose con unabile lettera in cui, nella sostanza, precisa: per ci che riguarda la Brigate Nere, nulla innovato. Cfr. ASC, Fondo Prefettura, cart. 122, circolare riservata , serie N- n1, Q.G. 1 marzo 1945, di Pavolini Alessandro ai comandanti delle Brigate Nere e p.c. al Ministero dellInterno e ai capi delle provincie; 54 Cfr. La Provincia di Como, 22 novembre 1943, foglio s.n.;
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21 novembre 43 nel salone di Palazzo Carducci, nellatmosfera opprimente
creata dal dispiegarsi dellazione dei G.A.P.: una bomba a mano, inesplosa,
era stata lanciata contro la Casa del Fascio. A conclusione dei lavori nel
pomeriggio, part un tram per Erba a disposizione di quanti intendevano
partecipare ai funerali dello squadrista Pontiggia, ucciso due giorni prima55
. Il
quotidiano La Provincia di Como, il 23 novembre 1943, cos lo ricordava:
[...] nel cielo dei martiri volata lanima adamantina dello squadrista Ugo
Pontiggia che, per aver amato e servito fedelmente il suo paese, fu
barbaramente tolto ai suoi cari da mano sicaria al soldo del nemico.
Inchiniamoci al passaggio della spoglia e siano il nostro sguardo e la nostra
volont fissi al volto piangente della patria che risorge rinnovata dal sacrificio
dei suoi migliori. []56
.
Paolo Porta come Commissario Federale e Ispettore Regionale delle Brigate
Nere, ne far un massiccio uso, specialmente della XI Brigata Nera Cesare
Rodini57. I principali centri brianzoli, furono sede di presidi di Brigate Nere.
In Alta Brianza, una compagnia della Brigata Nera, Cesare Rodini, di circa
148 uomini era situata ad Erba, al comando del Maggiore Alberto Airoldi. Le
Brigate Nere, furono occupate soprattutto nelle azioni di rastrellamento,
durante le quali razziavano beni e generi alimentari con la scusa di reprimere
il mercato nero e laccaparramento58
.
55 Cfr. Roncacci Vittorio, op. cit., p.97; 56 Cfr. La Provincia di Como, 23 novembre 1943, foglio s.n.; 57 CESARE RODINI, comasco, capitano della G.N.R., caduto in combattimento contro i partigiani a Torre Pellice (Torino), il 3 febbraio 1944. Cfr. Roncacci Vittorio, op. cit., p.132, nota 69; 58 Cfr. Arienti Pietro, op. cit., p. 114.
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1.5 - LA CACCIA agli EBREI TOCCA LA BRIANZA. POLITICA REPRESSIVA nel TERRITORIO. Negli archivi di alcuni Comuni Brianzoli, si trovano ancora oggi le disposizioni
e i provvedimenti contro gli ebrei. Forse i segni pi minacciosi di ci che si
preparava, furono lobbligo di registrazione presso lanagrafe e lannotazione
della razza sulla carta didentit. Lentrata in guerra dellItalia, il 10 giugno
1940, segn una tappa decisiva nella politica antiebraica: tutti gli ebrei di
origine straniera furono arrestati e inviati al confino. In Italia si erano rifugiati
molti ebrei di origine germanica o slava, ingannati dalla propaganda di
Mussolini che fino al 1936 si era proclamato amico della Palestina (in
competizione con gli inglesi). Nel 1941, la politica antiebraica nazista pass
alla fase dello sterminio chiamata: la soluzione finale. Un documento
scritto dal regio Questore di Como al podest di Lambrugo, testimonia il
crescente e forte odio razziale tra le fila dei seguaci di Mussolini:
[] gli ebrei stranieri internati, usando i mezzi propri della loro razza, in
occasione dei rapporti che intercorrono tra loro e la popolazione, cercano e
talora ottengono di muovere a compassione suscitando in chi li ascolta e li
vede quel senso di pietismo dal quale tutti devono rifuggire. Ci
assolutamente non deve ulteriormente verificarsi; a parte i necessari contatti
con la popolazione per ovvie ragioni, non devono avere dimestichezza con altre
persone tanto pi che, sfruttando la loro situazione di internati e
rappresentando ad altri la loro situazione economica, tentano di fare presa
sullanimo di chi ascolta a mezzo di discorsi di tenore sovversivo ed
antinazionale. Pertanto pregasi sottoporre ad assidua vigilanza gli internati,
[], diffidandoli ad astenersi dallo avere contatto con le popolazioni a scanso di
invio in campi di concentramento59
59 Cfr. ASCL, cat. XIII Esteri, dalla Regia Questura al Podest di Lambrugo, 3.06.1943, foglio N01827 Gab.;
.
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Quando i tedeschi si istallarono nel nord Italia, la fase dello sterminio era nel
suo pieno sviluppo. Dopo la caduta del Fascio, l8 settembre 1943, nella gioia
del momento, a nessuno venne in mente di distruggere, come per i simboli
del regime fascista, gli schedari con le liste di censimento dei cittadini ebrei
presenti nei vari Comuni e nelle Prefetture; in questo modo i nazisti, ben
coadiuvati dai nuovi fascisti della neonata R.S.I., ebbero il lavoro facilitato.
Con linizio della guerra, la persecuzione antiebraica si era aggravata e gli
ebrei di origine straniera che, come abbiamo visto, si erano rifugiati in Italia
per sfuggire alla persecuzione nazista, furono arrestati e inviati al confino.
Erba fu luogo di confino per un gruppo di ebrei croati che risultavano essere
circa una ventina60. La documentazione si ferma agli inizi del 1943 e non si
hanno pi notizie degli ebrei croati di Erba dopo l8 settembre 1943, quando
ci fu loccupazione nazista, con la quale inizi la vera e propria persecuzione
contro gli ebrei. Emblematico del clima in cui vivevano gli ebrei stranieri ed
italiani di Erba, fu lepisodio che ebbe come protagonista il Podest Airoldi.
Nel 1938, quando Mussolini eman i Provvedimenti per la difesa della razza
italiana, Airoldi diffuse un opuscolo con lelenco di cognomi ebraici
corredato dai versi 80 - 81 del V Canto del Paradiso di Dante, forzando il
testo in senso antiebraico: Uomini siate e non pecore matte, s che l giudeo
tra Voi di Voi non rida61
60 Cfr. ASCE, cart. N. 138 e cart. N. 58, in Galli E., Contributi per una storia di Erba, Ed. Responsabile Comune di Erba 2007, p.581;
. Negli archivi comunali di Lambrugo ed Inverigo
documentata la presenza di ebrei e di oppositori politici; elenchi di cittadini
ebrei stranieri si ritrovavano inoltre, in quasi tutti i Comuni dellAlta Brianza e
della Vallassina come ad Alzate Brianza, liste poi trasmesse interamente alla
61 Cfr. Cavalleri Giorgio, La modista di via Diaz. Leggi razziali e ebrei a Como, Ed. Nuove parole 2005, p.21;
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Questura di Como per essere messe a disposizione degli alleati nazisti62.
Quasi tutti gli ebrei scapparono tra il 25 luglio e l8 settembre 1943. Non tutti
riuscirono a salvarsi, numerosi ebrei stranieri saranno arrestati di l a poco a
Sormano, Magreglio, Civenna e inviati in Germania. Gli ebrei di Civenna-
Magreglio-Barni (il Comune di Civenna comprendeva anche Magreglio e
Barni), vennero catturati il 13 settembre 1944 in seguito alla rappresaglia per
luccisione, il 7 settembre 1944, a Vassena di un Tenente tedesco
dellaeronautica di Bellagio, Hermann Weber. Il gruppo composto da 12
ebrei stranieri, residenti a Civenna e Magreglio, fu deportato e non si sa
quanti si siano salvati63
Un ruolo principale, per la deportazione dei prigionieri dellAlta Italia in
Germania nei campi di sterminio, lo svolse il carcere milanese di San Vittore,
centro di raccolta della maggior parte dei prigionieri catturati. Nel carcere
veniva loro riservato lultimo piano del 4 raggio, composto da 18 camerate
contenenti dalle 8 alle 10 persone e lautorit che lo governava era solo
quella tedesca. Da San Vittore uscirono gli ebrei che formarono il primo
. Il 15 settembre 1944, una delegazione composta dai
parroci di Magreglio e Civenna e dallo scrittore Albert Rausch, riusc a
convincere il Generale Zimmermann a non fare rappresaglie sulla
popolazione. La deportazione degli ebrei pot bastare anche per
Zimmermann. Per i profughi il Triangolo Lariano era un territorio accessibile;
nei paesi della Vallassina si potevano trovare facilmente alloggi, luoghi in cui
nascondersi per poi tentare la pericolosa fuga in Svizzera.
62 Cfr. ASC, Fondo Prefettura, Carte di Gabinetto, II versamento, Carte riservate Scassellati cart.2, comunicato della Questura di Como al Capo della Provincia, del 28.10.1943, foglio N.03913 Gab.; Vedi Appendice: Doc. (8); 63 Cfr. ASCC, in Ceruti Paolo, Unaltra vita. Albert H. Rausch-Henry Benrath, Ed. Comune di Magreglio, Erba 2001, pp.123-124;
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convoglio di deportati per Auschwitz da Milano stazione Centrale binario 21,
il 6 dicembre 194364
Il governo della nuova Repubblica di Sal eman il 30 novembre 1943, un
decreto di arresto ed internamento per tutti gli ebrei. I beni degli arrestati
venivano confiscati e messi a disposizione dell Autorit competente per
essere devoluti ai sinistrati dei bombardamenti, almeno cos fu stabilito ma
non si sa quanto fu eseguito. Per i figli di matrimoni misti, si decise per la
vigilanza speciale
.
65
Ad Erba, si costitu un Ufficio gestione ebraica, il cui segretario era
retribuito in parte con i fondi dei beni sequestrati. La prima ordinanza, dell 1
gennaio 1944, riguard il sequestro di alcune ville, con relativo arredo, di
proprietari ebrei
.
66. I beni sequestrati, che avrebbero dovuto rimanere in
custodia del Comune, furono divisi fra privati e fra diversi Enti, tra cui la
Brigata Nera Cesare Rodini di Erba. Una nota del 28 febbraio 1944,
dellarchivio comunale di Erba, specificava che dei beni sequestrati allAvv.
Ottolenghi, dichiarato irreperibile, fra cui un quadro rappresentante una
veduta di Perugia, era stato ritirato dal Commissario Prefettizio Airoldi per
farne omaggio al Capo della Provincia67
Il 3 dicembre 1943, il Capo della Provincia di Como Francesco Scassellati
Sforzolini, diede istruzioni ai Commissari Prefettizi, affinch i dirigenti di
Ospedali, Sanatori, Case di Cura, Istituti religiosi e laici, fornissero gli elenchi
dei ricoverati di razza ebraica. Inoltre gli stessi erano diffidati dallospitare
persone di razza ebraica ed erano personalmente responsabili dellesattezza
.