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GRUPPO A

AMBITO DI RICERCAREVISIONE DEI CURRICOLI NELL'OTTICA MULTICULTURALE

PROGETTO IDENTITÀ e CITTADINANZA

scuola infanzia, primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado

PREMESSA

La costruzione della propria identità è un percorso cognitivo e psicologico lungo una vita ed è base fondante per confrontarsi con gli altri. L’educazione alla cittadinanza rappresenta un obiettivo comune a tutte le discipline e al suo percorso formativo concorrono, in misura più o meno ampia, tutte le materie.L’interculturalismo, la convivenza e l’identità sono argomenti quotidiani e oggetti di confronto, sia nell’ambito della società sia nella scuola.Il tema del rispetto per la diversità nasce anche dalla diversa provenienza degli allievi di una sede, dalle relazioni personali e di gruppo e dalla necessità di affrontare problematiche relative all’inserimento, al comportamento, alla comunicazione e, logicamente, anche ai conflitti. È importante quindi mettere a fuoco alcune tematiche che siano in grado di far riflettere sui propri atteggiamenti relazionali e di esplicitare l’origine e la natura dei conflitti che possono sfociare in comportamenti di esclusione, di rifiuto e di vero e proprio razzismo.

IL PROGETTO

Il progetto coinvolge i diversi ordini di scuola (infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado) sviluppando le tematiche dell’identità e della cittadinanza, in maniera diversificata a seconda della fascia d’età degli studenti.

Le finalità e gli obiettivi sono trasversali, mentre le attività sono specifiche e diversificate anche se alcune di esse possono essere proposte con le stesse modalità.

L’idea che sottende il progetto è quella di poter usufruire di uno strumento flessibile che consenta di utilizzare le schede operative singolarmente o seguendo percorsi didattici in base alle proprie necessità didattiche e formative.

In considerazione della complessità del tessuto sociale e familiare, che caratterizza la nostra società, si ritiene necessario porre particolare attenzione alle situazioni di disagio e difficoltà che possono essere presenti nelle singole classi. Pertanto le attività proposte di seguito dovranno essere calibrate sulla base del contesto in cui si opera.

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Il progetto affronta tre ambiti tematici strettamente collegati.

FINALITÀ

Favorire la costruzione di un’identità e di una cittadinanza consapevole, vale a dire sviluppare un senso di appartenenza ad una società sempre più multiculturale.

OBIETTIVI GENERALI

Maturare l’identità personale nei suoi diversi aspetti; Favorire una positiva immagine di sé, del proprio gruppo e della propria

cultura; Prendere coscienza della propria identità e di quella degli altri; Acquisire autonomia nel modo di guardare l’altro e nel mettersi in

rapporto con la realtà; Acquisire strumenti comunicativi diversi anche per favorire lo sviluppo di

capacità collaborative; Educare al rispetto dell’altro:

Riconoscere e accogliere le diverse etnie; Riconoscere i sentimenti propri e degli altri; Riconoscere pari dignità alle diverse culture; Comprendere che la diversità è una ricchezza e non

discriminazione e intolleranza; Prendere consapevolezza del proprio ruolo all’interno della famiglia, della

scuola, della società; Maturare maggior senso civico, diventando cittadini coscienti dei propri

diritti/doveri.

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Ambiti tematici Sotto ambiti Schede operativeIl sé narratore Costruisco la mia storia Storie a confronto

Identità corporea ed emotiva I giochi di Elio; L’arcipelago di Giramondo

La mia idea del mondo Ospiti e poveri sono figli di Zeus; Romanès

La rete delle relazioni Io visto dall’altro, io guardo l’altro

Identità interculturale sulle ali della fantasie; Gli italiani con gli occhi di un bambino cinese; L’arcipelago di Giramondo

Costruire un modo efficace ed etico per comunicare

È arrivato un nuovo amico

Diversità e uguaglianze…quali? È arrivato un nuovo amico; Accettare la diversità

Io cittadino, parte del mondo

La necessità delle regole

Essere donna

Confronto tra appartenenza nazionale e nazionalismo

Il lavoro minorile

Le conquiste delle donne europee (anni ’70); Essere donna sotto una dittatura militare o in un Paese integralista

L’unificazione italiana e il percorso verso la Costituzione;I percorsi della decolonizzazione e la nascita del neocolonialismo;Il genocidio degli armeni;

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La fine della Jugoslavia e la “pulizia etnica”.

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SCHEDE OPERATIVE

Identità interculturale sulle ali della fantasia

MotivazioneUn'educazione linguistica in chiave interculturale comporta anche il trovare modi e modelli didattici per avvicinare individui di culture diverse e farli pacificamente convivere in uno stesso spazio-tempo.Nell'affrontare il tema delle relazioni tra culture si ritiene necessario partire dal quotidiano e ancorare il "viaggio" all'esperienza, al vissuto e al visibile.Premesso che le attività di ogni singolo alunno (in quanto persona) sono sempre il risultato di una interazione globale delle sue possibilità operative e che non esiste conoscenza che non implichi un comportamento globale con relativi atteggiamenti, si ritiene utile coinvolgere, quali aree della comunicazione umana:- l'area emotivo- affettiva;- l'area collaborativo-sociale;- l'area cognitiva.

Finalità educativeLa fiaba può essere veicolo per incontrarsi, conoscersi, scambiare idee e informazioni.  Il passaggio dalla favola alla vita, ricorrendo all'archetipo del racconto, alla fabulazione come arte del narrare ci consente di incontrare culture, linguaggi per raggiungere l'altro da noi così diverso e nel contempo così uguale in quanto uomo.Aprire alla dimensione dell'alterità, attraverso l'incontro ed il confronto con altre culture: riconoscere, accettare e assumere la "diversità" come valore arricchente;appropriarsi del concetto di "relatività" culturale;educare alla formazione di "cittadino del mondo" e far maturare atteggiamenti positivi per interagire nella società.Obiettivi disciplinari:Saper leggere favole tradizionali del mondo occidentale e del resto del mondo;imparare a conoscerne le caratteristiche e a rilevarne somiglianze o differenze;riflettere sul comportamento dei protagonisti per trarne consigli e regole di vita;capire che la favola, pur muovendosi nel mondo magico della fantasia, è uno strumento educativo a forte valenza interculturale.

Obiettivi formativiConoscere se stessi e gli altri attraverso la consapevolezza delle reciproche culture di appartenenza;nella conoscenza di popoli e culture diversi, essere consapevoli dei propri pregiudizi ed essere disponibili a modificare le proprie capacità di giudizio e di interpretazione dei fatti storici e sociali e quindi sviluppare la capacità di "sapersi decentrare" e di guardare le situazioni da punti di vista diversi;ricercare all'interno delle diverse culture con cui ci confrontiamo "temi" e

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"valori" comuni, i quali possono diventare patrimonio comune e garanzia dei diritti di tutti;sviluppare la capacità di pensare a se stessi come parte integrante di "un'umanità di eguali";riconoscere l'esistenza, paritaria con la nostra, di culture diverse con cui ci confrontiamo e considerare che ogni cultura ha caratteri specifici, che lo sviluppo storico è multilineare e che società diverse sono compresenti nello stesso tempo (contestualizzare, storicizzare le culture prese in esame).

Prima faseMappa cognitiva e affettiva inizialeDomanda guida:Quali favole del mondo occidentale conoscete?Conoscete qualche favola che, secondo voi, non appartiene alla nostra cultura ?La favola è un genere letterario molto antico. Probabilmente la sua origine è da ricercare in Oriente, nella tradizione letteraria assiro-babilonese ed egizia. Solo con il greco Esopo si ebbe la prima raccolta scritta di favole. Cominciamo con le favole di Esopo, scrittore greco vissuto probabilmente nel VI secolo a.c.; i giovani greci attraverso queste favole imparavano un complesso di norme e di regole utili al vivere comune.Si propone "La volpe con la pancia piena", "Il pavone e la gru" e "Il ragazzo che rubava e sua madre" di Esopo.Le favole di Esopo servirono da modello a tutti i favolisti che scrissero dopo di lui, come ad esempio Fedro al tempo dei Romani, e La Fontaine nella Francia del Seicento.Si propone quindi la favola "La cicala e la formica" di Jean de La Fontaine, poeta francese, il quale per mezzo degli animali, offre un quadro della vita e della società del tempo, mettendone in rilievo vizi e virtù.

Attività:conversazione guidata;lettura di alcune favole tradizionali ed operare secondo lo schema: comprendere, analizzare, riflettere sulla lingua, produrre.Mappe concettuali:caratteristiche della favola tradizionale (vicenda, personaggi, protagonisti, tempo e luogo, morale, linguaggio);la favola contestualizzata nella civiltà di riferimento.

Seconda fase Approfondimento delle conoscenze sulle caratteristiche fondamentali della favola nella cultura occidentale ed islamica.Individuazione delle analogie e delle differenze.Prima problematizzazione e formulazione di ipotesi.Domanda guida: le storie raccontano cose che accadono, se mai, una volta sola; le favole raccontano cose che accadono sempre. Secondo voi perchè?Ci sono differenze nelle culture di riferimento circa la produzione e l'elaborazione delle favole?

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Attività:analisi dossier bibliografico ("Così va il mondo", "Jussif, il narratore di odori a colore", "La bellissima donna", " La creazione dei deserti", "L'astuzia e il potere delle donne", "Alì Babà e i quaranta ladroni");favole a confronto;Mappa concettuale:struttura della favola.

Terza faseRadici, stratificazioni e  persistenze nelle culture di riferimento.La favola e i suoi significati: analisi storico-antropologica nella cultura occidentale ed islamica.Correlazioni  e significati simbolici.Domanda guida:Che funzione riveste la favola nelle  culture di riferimento?Mappa concettuale: la forma e la struttura della favola suggerisce immagini mentali per mezzo delle quali si può dare una migliore direzione alla propria vita.

Quarta faseConfronto tra la mappa conoscitiva e affettiva iniziale e quella finaleDomanda guida:Che cosa abbiamo imparato? Che fare ora?

Attività:scambi interculturali in rete con studenti stranieri di Paesi industrializzati, di Paesi del Mediterraneo o di Paesi in via di sviluppo per scambiare informazioni e condividere esperienze;allestimento di una biblioteca interculturale  con il materiale usato.Mappe concettuali:identità/alterità;compatibilità/incompatibilità;differenze/omologazione;interculturalità/multiculturalità.

Tempi di attuazioneIl modulo si svilupperà nell'arco di un bimestre.La trasversalità si attuerà attraverso un curricolo linguistico e storico-antropologico di taglio interculturale.

Verifica e valutazioneLa verifica avverrà attraverso osservazioni sull'esperienza, conversazione clinica, esercizi di manipolazione del testo narrativo, esercizi di riflessione e analisi sul significato delle espressioni linguistiche.La valutazione accerterà quali modificazioni comportamentali sono avvenute nell'alunno rispetto ai livelli di partenza relativamente agli obiettivi prefissati.Lo stesso percorso potrebbe essere fatto con il testo narrativo la fiaba, sottolineandone sempre la valenza interculturale. Nelle fiabe, infatti, è quasi sempre presente la lotta tra il bene e il male, che simboleggia le difficoltà della vita, ma è una lotta a lieto fine: il bene trionfa sul male, il buono viene premiato

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e il cattivo viene sempre punito. Come autori troviamo i fratelli Grimm, Charles Perrault e per l'analisi testuale è illuminante il percorso secondo le funzioni di Vladimir Propp, uno studioso dei primi anni del Novecento.

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E’ ARRIVATO UN NUOVO AMICO

MotivazioneNell’attuale società, conseguentemente alla globalizzazione delle relazioni economiche, cresce la presenza di nuove culture nel nostro Paese. La diversità culturale è indubbiamente una grande risorsa anche all’interno della scuola in quanto consente di promuovere la capacità di vivere assieme agli altri in un tessuto culturale e sociale ricco e multiforme.L’educazione interculturale favorisce la convivenza democratica nel rispetto di ogni persona e nel riconoscimento delle diverse identità culturali per la costruzione di un dialogo e di uno scambio collaborativo al fine di un reciproco arricchimento.Per la realizzazione di questo progetto può essere utile la figura del mediatore culturale ed è importante il coinvolgimento anche dei genitori dei bambini.

Il progetto si articola in cinque unità di apprendimento:1) SIAMO TUTTI AMICI2) TANTI MODI PER CAPIRSI3) TANTI MODI PER GIOCARE4) TANTI MODI PER MANGIARE5) TANTI MODI PER FARE FESTA

Obiettivi- relazionarsi in modo positivo con coetanei ed insegnanti;- rispettare i compagni;- conoscere alcuni aspetti di altre culture;- saper collaborare.

STORIA INTRODUTTIVA: E’ ARRIVATO UN NUOVO AMICOMentre i bambini stanno giocando Souhail entra timidamente tenendo stratta la mano della sua mamma. La maestra sorride andandogli incontro per dargli il benvenuto ma Souhail si nasconde dietro alla gonna della mamma, non ne vuole sapere di entrare in classe.La maestra lo rassicura prendendolo per mano e saluta la sua mamma.Souhail sembra un po’ triste e si guarda intorno spaesato. Gli si avvicinano Martina e Giacomo e cominciano a tempestarlo di domande:- Ciao, io sono Martina. Tu come ti chiami? Che gioco preferisci?-- Io sono Giacomo, hai il trenino a casa? Che favola ti piace? Ma insomma non hai la lingua per rispondere?- dice Giacomo in modo sgarbato perdendo la pazienza quando non ottiene nessuna risposta.La maestra allora fa sedere in cerchio tutti i bambini e con calma presenta Souhail.- Questo è il nostro nuovo amico, si chiama Souhail e viene da un paese molto lontano. Non capisce ancora la nostra lingua ed è per questo che non risponde alle vostre domande. Ma appena imparerà a parlare italiano ci racconterà cose meravigliose del suo bellissimo Paese. Adesso presentatevi con il vostro nome e poi faremo un gioco tutti assieme.- Io sono Giacomo, scusa se sono stato scortese- dice Giacomo vergognandosi un po’ per il suo atteggiamento.

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Uno alla volta tutti si presentano e Souhail rassicurato sorride ripetendo i nomi dei nuovi amici.La maestra invita tutti i bambini a prendersi per mano intonando una canzoncina:il girotondo dei bambini del mondoè formato da tanti colorisplendenti come dei fiori.Tutti i bambini sorridenticon i loro colori lucentiformano un grande arcobalenoche scintilla nel cielo sereno.

RiflessioniInvitiamo i bambini a riflettere sulla storia ponendo delle domande- Come mai Souhail era triste?- Come si è comportato Giacomo appena Souhail è entrato? Come avrebbe dovuto comportarsi?- Come ci si deve comportare quando arriva un nuovo amico?- Come possiamo aiutare un nuovo amico che non comprende ancora la nostra lingua?

Facciamo riflettere i bambini sull’importanza dell’amicizia e dell’accoglienza.

Chiediamo ai bambini cosa significa secondo loro avere degli amici ed accogliere dei nuovi amici.Facciamo rielaborare graficamente la storia.

UNITA’ DI APPRENDIMENTO

1) SIAMO TUTTI AMICIAll’inizio dell’anno scolastico per i nuovi iscritti ma anche per i bambini che hanno già frequentato la scuola è importante dedicare un periodo di tempo e specifiche attività all’accoglienza dato che ci possono essere dei nuovi inserimenti.Per stimolare i bambini a conoscersi, stare assieme e collaborare proponiamo dei giochi e delle attività:

IL GIOCO DELLE STELLEPrepariamo delle stelle di cartoncino giallo (una per ogni bambino) e facciamo incollare dai bambini dei brillantini lungo il bordo. All’interno incolliamo la fotografia formato tessera di ciascun bambino e con un cordoncino dorato, fissato dietro alla stella con lo scotch, facciamo delle collane.Facciamo sedere i bambini in cerchio ed invitiamoli ad indossare le collane e a dire il proprio nome ad alta voce. Ogni nome verrà ripetuto in coro dagli altri bambini.

Facciamo imparare questa filastrocca:

Nel cielo ci sono tante stelle

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sono tutte splendenti e belle,brillano insieme nella notte scuraper rassicurare chi ha paura.Chi conosce il nome delle stelline,di quelle grandi e di quelle piccine?

Quindi mettiamo le collane su un tavolo al centro del cerchio ed invitiamo un bambino alla volta a prendere una collana e a portarla al suo proprietario cercando di ricordarne il nome.

IL GIOCO DELLA RAGNATELAPrendiamo un gomitolo di lana colorata e teniamo in mano il capo del filo, quindi chiamiamo un bambino e consegniamogli il gomitolo dicendogli di tornare al suo posto e chiamare un altro amico. Il bambino chiamato dovrà andare a prendere il gomitolo (mentre il precedente bambino tiene in mano il filo tendendo la “ragnatela”) e tornare al suo posto e così via finché tutti i bambini avranno un pezzo di filo in mano. Al termine del gioco si sarà formata una ragnatela di fili, l’insegnante metterà una musica dolce ed i bambini dovranno far ondeggiare la ragnatela senza farla cadere e senza romperla a tempo di musica.

IL GIROTONDO DEGLI AMICIInvitiamo i bambini a fare un girotondo recitando la filastrocca della storia.Su un foglio di carta da pacchi facciamo stampare in cerchio le mani dei bimbi facendole dipingerecon i colori a tempera. All’interno del cerchio così formato facciamo dipingere un grande arcobaleno.

IL RITRATTO ALLO SPECCHIOFacciamo osservare la propria immagine allo specchio in modo da focalizzare l’attenzione sul colore degli occhi, dei capelli, ecc.Invitiamo ciascun bambino a realizzare il proprio ritratto con i colori a tempera.Facciamo osservare i ritratti così ottenuti e le caratteristiche di ciascun bambino che lo rendono unico e irripetibile.

UN GESTO GENTILEInvitiamo i bambini a sedersi in cerchio ed avviamo una conversazione sull’importanza di essere gentili e disponibili con gli altri.Focalizziamo l’attenzione sui comportamenti positivi ponendo delle domande:- Sapresti fare un esempio di un gesto gentile?- come ti senti quando fai qualcosa di gentile?- Come ti senti quando invece sei arrabbiato con qualcuno? E quando fai un dispetto?Invitiamo i bambini a disegnare ogni giorno su un cartellone un gesto gentile che hanno compiuto nei confronti degli altri sottolineando che non bisogna essere gentili solo con gli amici più cari ma con tutte le persone, coetanei e adulti.

2) TANTI MODI PER CAPIRSI

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Partendo dalla storia introduttiva spieghiamo che molti bambini che sono venuti ad abitare nel nostro Paese non conoscono ancora la lingua italiana per cui è importante aiutarli a capire quello che diciamo accompagnando le nostre parole con i gesti, parlando lentamente, facendo vedere le cose che nominiamo.Sottolineiamo che un modo per farsi capire in tutte le lingue del mondo è quello di sorridere ed essere disponibili nei confronti degli altri.Invitiamo i bambini a fare dei giochi dove non sia indispensabile usare la lingua italiana in modo da coinvolgere anche i bambini che non comprendono ancora la lingua.- Prepariamo delle immagini (possiamo utilizzare fotografie o disegni) di visi di bambini con diverse espressioni e chiamiamo un bambino alla volta invitandolo ad imitare l’espressione della fotografia.- Invitiamo i bambini ad imitare dei movimenti; possiamo battere le mani, i piedi, schioccare la lingua, muovere la testa, ecc. Quindi invitiamo un bambino alla volta a condurre il gioco per cui dovrà proporre un movimento che gli altri bambini dovranno imitare.- Prepariamo dei disegni o delle fotografie di alcuni giochi, ad esempio di una macchinina, un orsetto, una bambola, un puzzle, ecc. Invitiamo un bambino alla volta a cercare il gioco raffigurato sull’immagine all’interno della classe e a metterlo in un cesto.- Invitiamo i bambini in piccoli gruppi a fare un puzzle osservando la figura di riferimento.- Invitiamo i bambini in piccoli gruppi a giocare a memory.

3) TANTI MODI PER GIOCAREIl gioco, in tutto il mondo, è il modo con cui il bambino compie le sue esperienze, impara a relazionarsi con gli altri, conosce l’ambiente e si rapporta con persone e cose.Chiedendo la collaborazione dei genitori di bambini non italiani facciamo portare a scuola dei giochi tipici di altri paesi ed invitiamo i bambini a sperimentare i nuovi giochi.Possiamo far imparare semplici filastrocche tipiche di altri Paesi o giochi di movimento che sono soliti fare anche i bambini non italiani.Molti giocattoli, specialmente nei paesi più poveri, sono ottenuti riciclando i materiali quindi si possono organizzare dei laboratori utilizzando materiali di recupero (scatoloni, bottiglie di plastica vuote, avanzi di stoffa, cartone, ecc.) per costruire giocattoli. Queste attività sono molto utili per sviluppare la creatività e la fantasia dei bambini specialmente nella nostra società dove si è ormai persa quella straordinaria capacità di inventare e creare giocattoli che era tipica delle passate generazioni.Facciamo rielaborare graficamente l’esperienza.

4) TANTI MODI PER MANGIARESpieghiamo ai bambini che in ogni Paese ci sono delle tradizioni diverse anche nel modo di cucinare che è bello conoscere.Chiediamo a qualche mamma dei bambini non italiani di venire a scuola a raccontare quali sono le pietanze tipiche del suo Paese.Realizziamo dei cartelloni dove indicheremo in colonne parallele quali sono le pietanze tipiche dell’Italia e quali quelle degli altri paesi suddividendo i cibi in primi piatti, secondi, contorni, frutta.

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Facciamo osservare ai bambini uguaglianze e differenze nel modo di alimentarsi.Decidiamo assieme di cucinare a scuola un dolce tipico per ogni Paese coinvolgendo genitori e bambini nella preparazione.Facciamo rielaborare graficamente l’esperienza.

5) TANTI MODI PER FARE FESTAChiedendo la collaborazione dei genitori dei bambini non italiani, facciamo raccontare quali sono le feste tipiche dei Paesi di provenienza.Facciamo spiegare come ci si veste in occasione di determinate feste, cosa si mangia, che usanze ci sono. Se possibile cerchiamo di raccogliere anche dei materiali come costumi originali, maschere tradizionali, fotografie, filmati, ecc.Realizziamo un grande cartellone, utilizzando due fogli di carta da pacchi affiancati, che divideremo in dodici colonne, una per ogni mese dell’anno.Nella colonna relativa ad ogni mese indichiamo quali sono le feste tipiche dell’Italia e quali le feste dei Paesi di provenienza dei bambini non italiani. Facciamo illustrare il cartellone dai bambini con dei disegni ed incolliamo delle fotografie.Proponiamo ai bambini di inventare una nuova festa che coinvolga tutti i Paesi del mondo. Possiamo decidere di chiamarla “festa dei bambini” o festa del sorriso” o in qualche altro modo scelto dai bambini.Prepariamo gli inviti per questa festa stabilendo il giorno e l’ora e realizziamo gli addobbi.Ad esempio possiamo far dipingere tanti bambini sorridenti che si tengono per mano, possiamo attaccare palloncini colorati, bandiere di tutti i Paesi, ecc.Coinvolgiamo i genitori per la preparazione di un piccolo rinfresco in modo da proporre dolci tipici dei diversi Paesi.Organizziamo dei giochi da fare assieme come balli su musiche caratteristiche di vari Paesi, girotondi, nascondino, ecc. in modo da coinvolgere nei giochi sia i bambini che i genitori.

TI RACCONTO….IL MIO NOME

Quando un individuo nasce, in ogni latitudine della terra, in ogni cultura, gli viene dato un nome; la società lo accoglie e lo identifica riconoscendolo “persona”, dandogli un’identità. Il nome è quella parola con la quale gli altri ci chiamano e ci identificano come “noi”; noi visti dagli altri. Il bambino impara molto presto il suo nome, comprende le intenzioni dell’altro da come il nome viene pronunciato….. quanta emotività passa attraverso l’essere nominati.

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Scopo del gioco: risvegliare e porre l’attenzione sull’emozione dell’essere nominati e

“riconosciuti” dal gruppo Esprimere una parte di sé attraverso il gesto intenzionale e simbolico Accogliere l’altro Raccontare qualcosa di sé, iniziare a riflettere sulla propria identità

attraverso il focus sul nome

Lo stesso gioco verrà proposto con “sfumature” e “intensità” diverse per ogni ordine di scuola

Se nella classe vi sono alunni che hanno ancora difficoltà espressive in italiano meglio puntare sull’espressione corporea, mentre se le competenze linguistiche sono adeguate ad una comunicazione efficace questo gioco è una buona occasione per far emergere aspetti autobiografici ed eventuali aspetti culturali poco conosciuti.

Scuola Dell’InfanziaUltimo anno: max 12 bambiniPre- requisito: saper scrivere e riconoscere i nomi dei compagni

I bambini sono invitati a scrivere il loro nome su un piccolo foglioSi spiega il gioco ai bambini e lo si prepara insieme:I foglietti con i nomi verranno ripiegati e posti dentro a contenitori degli ovetti di cioccolato K.I contenitori verranno riposti in un cestino o in una scatola in modo da essere pescati a casoCi disponiamo in cerchio, sedutiUn bambino alla volta pesca un contenitore, lo apre, lo legge e pronuncia il nome di un suo compagno…si ascoltaIl bambino nominato può entrare nel cerchio e raccontare cosa sa del suo nome: chi lo ha scelto se appartiene a un familiare, se ha un significato, se gli piace o no, oppure scegliere un movimento che lo “rappresenta”

Scuola PrimariaGruppo classeSe le situazioni familiari del gruppo classe sono abbastanza equilibrate il gioco si può ampliare con un lavoro di ricerca sul nome che lo precede e coinvolge i genitori.“ Fatti raccontare da mamma e papà quando e come hanno scelto il tuo nome, perché, se ha un significato particolare”Dopo aver svolto il gioco dei nomi descritto in precedenza,la ricerca può proseguire con la rappresentazione grafica fantasiosa del proprio nome

Scuola secondaria di primo e secondo grado

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Gruppo classeSi presenta il gioco ai ragazzi che si svolge nello stesso modo.Alla richiesta autobiografica della narrazione del significato del proprio nome si può proporre ai ragazzi, instaurando una relazione dialogica, di raccontare di sé oppure di esprimere se il loro nome gli piace o meno e perché.Il lavoro di ricerca si può ampliare, in un secondo tempo,con la ricerca del significato del nome mediante apposite pubblicazioni

AMPLIAMENTIOsservando la reazione al gioco proposto, interesse, emozioni, narrazioni emersi l’insegnate può scegliere se perseguire la pista che canalizza lo sguardo verso il sé, la ricerca della propria identità oppure se mettere in rete alcuni elementi emersi per operare confronti e approfondimenti culturali.

http://www.volint.it/scuolevis/percorsi/percorsi.htm

Il ricettario didattico è uno spazio contenente percorsi didattici "pronti all'uso", nei quali vengono illustrati contenuti, metodologie, giochi e strumenti per insegnare la mondialità.Si evidenziano, in particolare:

- Il lavoro minorile: attività per i ragazzi dai 13 ai 18 anni;- Gli italiani con gli occhi di un bambino cinese: attività per bambini della

scuola primaria;- Storie a confronto: Melhia dall’Albania e Jaimito dall’Angola: attività per

bambini della scuola primaria, ma facilmente riadattabile per alunni di

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età superiore.

Da classe a classe è uno spazio dedicato a tutte le classi che desiderano mettere a disposizione di tutti percorsi didattici già sperimentati sui temi dell'intercultura e della mondialità.Si evidenzia, in particolare:

- Ospiti e poveri vengono tutti da Zeus: attività per studenti del triennio della scuola secondaria di secondo grado.

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http://www.tolerance.kataweb.it/ita/intro.html

Accettare la diversità: un manuale interattivo in progress

In questo sito si possono trovare materiali fruibili e adatti per studenti di scuola secondaria di primo e secondo grado.

Introduzione di Umberto Eco

• Che cos'è "Accettare la diversità"? È un manuale destinato a persone che intendono educare i ragazzi alla accettazione della diversità. Essi possono essere insegnanti di scuola o anche persone che decidono di riunire dei ragazzi per organizzare uno stage di educazione alla diversità. Non si è stabilita l'età minima e massima dei ragazzi, perché la scelta deve dipendere dall'educatore, secondo i luoghi e le circostanze. • Perché è "in evoluzione"? Lo è in due sensi. Anzitutto, quello che state leggendo è il primo capitolo del manuale, e altri ne dovrebbero seguire (vedi indice). A seconda delle reazioni che riceveremo on line, i capitoli a seguire potranno essere di più, o di meno, e si potranno individuare anche altri temi. Ma anche il capitolo che state leggendo è "in evoluzione". Infatti esso si arricchirà a mano a mano che voi invierete le vostre esperienze e/o i vostri suggerimenti. • Perché è interattivo? Perché, appunto, la redazione propone solo degli spunti, dei suggerimenti, degli esempi. Ciascun educatore, a seconda della situazione in cui si trova, dovrà inventare le proprie soluzioni. Se queste soluzioni saranno interessanti e avranno dato buoni risultati, comunicatele a noi. Ogni capitolo si arricchirà di giorno in giorno, incorporando le vostre proposte (o sintetizzandole, nel caso che esse siano troppe per poter essere messe tutte on line, o che diverse proposte coincidano). • Perché proponiamo solo esempi? Perché questo manuale si rivolge a educatori di tutto il mondo, e un problema o una proposta di esperienza didattica che possono essere adatti a un ragazzo africano potrebbero non essere adatti a un ragazzo asiatico. Gli educatori debbono adattare gli esempi alla propria situazione culturale. Però sarà utile conoscere le esperienze di tutti. Può darsi che a un educatore del paese A, leggendo dell'esperienza fatta dall'educatore di un paese B, venga in mente di adattarla alla propria situazione. • Che cos'è "Accettare la diversità"? (argomenti trattati) 1 - Diversi ma uguali 2 - Le differenze religiose 3 - Questa è la mia terra 4 - Maschio e femmina 5 - Handicap

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6 - Innesti e mescolanze 7 - La regola d'oro e l'intollerabile

• Come sono fatti i capitoli? Ciascun capitolo è suddiviso in varie aree: Basic ideas: Esprimono in linguaggio molto semplice i concetti fondamentali che si vogliono trasmettere. Approfondimenti: Articolano i concetti elementari espressi dalle basic ideas in discorsi più complessi, rimandando (dove necessario) a citazioni di prima mano (v. LETTURE: ulteriore livello di approfondimento). Per i bambini più piccoli, gli approfondimenti possono risultare troppo astratti e difficili: l'insegnante potrà servirsi di questa sezione per dirigere i dibattiti, senza necessariamente fare leggere gli approfondimenti ai ragazzi. Riteniamo tuttavia che questa parte sia importante per l'educatore (oltre che per i ragazzi più grandi), in quanto serve a mettere ordine nella struttura delle argomentazioni a favore delle basic ideas e a stimolare la discussione. Esempi: Ciascuna basic idea dà luogo a una serie di esempi (spesso multimediali) sufficientemente generici e internazionali da funzionare in vari contesti culturali. Spetterà poi all'educatore di adattare gli esempi al contesto specifico, raccogliendo materiali locali. Esercizi: Servono a coinvolgere direttamente i ragazzi in attività comuni e in giochi di ruolo che rafforzino il senso delle basic ideas, rendendole concrete. Essendo questo un manuale in progress, viene incoraggiata la collaborazione di educatori e classi e la proposta di casi collaudati di esperienze didattiche (è questa la funzione principale del FORUM) che successivamente potrebbero essere inseriti all'interno della sezione. Letture: Offrono brani di varia lunghezza che ampliano o rafforzano il senso delle parti precedenti. Includono citazioni filosofiche, aneddoti, stralci di ricerche, ecc.

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http://www.youblisher.com/p/14979-Romanes-zingari/

Si tratta di un sito in cui è scaricabile gratuitamente il libro Romanès di Ivan Sciapeconi che presenta il mondo zingaro partendo dagli stereotipi più comuni. Questo documento può risultare utile agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado per riflettere sulle discriminazioni, analizzando un popolo da sempre emarginato, perseguitato e poco conosciuto.

http://www.jesicentro.it/PERCDIDA/AREE/intercu.htm

In questo sito vengono presentati percorsi didattici ampi, suddivisi in più schede, rivolti ai bambini di 5-6 anni.

L' ARCIPELAGO DI GIRAMONDO: UN VIAGGIO PER CONOSCERE SE STESSO E L'ALTRO

1°:L' arcipelago di Giramondo 2°:L' arcipelago di Giramondo: Isola dei Giganti 3°:L' arcipelago di Giramondo: Isola Parlante (1°parte) 4°:L' arcipelago di Giramondo: Isola Parlante (2°parte) 5°:L' arcipelago di Giramondo: Isola Musicale 6°:L' arcipelago di Giramondo: Isola delle Meraviglie

Si segnala, in ultimo, un sito interessante, I giochi di Elio, per svolgere attività ludiche in modo interculturale:

http://www.igiochidielio.eu/