Grice 0809

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Paul Grice e la teoria dell’implicatura Grice teoria del significato come intenzione del parlante – apre al “mentalismo” (in parte...) si oppone all’idea di Austin dei 2 livelli di valutazione dell’enunciato (o atto linguistico) in cui il giudizio sulla felicità sarebbe primario rispetto a quello sulla correttezza o verità – compromesso fra logica e “pragmatica” significato come intenzione del parlante Grice definisce il significare come (fondamentalmente) il voler dire di un soggetto. A partire dal voler dire di un soggetto, acquistano significato i suoi enunciati, e non solo gli enunciati effettivamente proferiti ma anche i tipi di enunciati. significato come intenzione del parlante per “significare non-naturalmente qualcosa” un parlante deve avere l’intenzione di produrre un effetto sul destinatario intendere che la sua intenzione sia riconosciuta intendere che l’effetto sia ottenuto almeno in parte grazie al riconoscimento dell’intenzione di produrlo significato come intenzione del parlante All' interno del significato come intenzione comunicativa del parlante, Grice distingue fra: il dire l'implicare appropriatezza vs verità Grice ritiene che le differenze di significato (ad es. a carico di connettivi logici come "e", "o", "se…allora") fra linguaggio ordinario e linguaggi formali non devono essere trattate in termini di semantica (non riguardano ciò che è detto) Quello che gli enunciati del linguaggio ordinario vogliono dire, che vada al di là di tali condizioni di verità, non è detto ma è implicato e cioè (approssimativamente) è qualcosa che il parlante suggerisce al ricevente di inferire Le differenze di significato tra linguaggio ordinario e linguaggi formali si spiegano come differenze di carattere pragmatico.

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Paul Grice

e la teoria dell’implicatura

Grice

• teoria del significato come intenzione del parlante– apre al “mentalismo” (in parte...)

• si oppone all’idea di Austin dei 2 livelli di valutazione dell’enunciato (o atto linguistico) in cui il giudizio sulla felicitàsarebbe primario rispetto a quello sulla correttezza o verità– compromesso fra logica e “pragmatica”

significato come intenzione del parlante

• Grice definisce il significare come (fondamentalmente) il voler dire di un soggetto.

• A partire dal voler dire di un soggetto, acquistano significato i suoi enunciati, e non solo gli enunciati effettivamente proferiti ma anche i tipi di enunciati.

significato come intenzione del parlante

per “significare non-naturalmente qualcosa”un parlante deve• avere l’intenzione di produrre un effetto sul

destinatario• intendere che la sua intenzione sia

riconosciuta• intendere che l’effetto sia ottenuto almeno

in parte grazie al riconoscimento dell’intenzione di produrlo

significato come intenzione del parlante

• All' interno del significato come intenzione comunicativa del parlante, Grice distingue fra:

• il dire• l'implicare

appropriatezza vs verità

• Grice ritiene che le differenze di significato (ad es. a carico di connettivi logici come "e", "o", "se…allora") fra linguaggio ordinario e linguaggi formali non devono essere trattate in termini di semantica (non riguardano ciò che è detto)

• Quello che gli enunciati del linguaggio ordinario vogliono dire, che vada al di là di tali condizioni di verità, non è detto ma è implicato e cioè(approssimativamente) è qualcosa che il parlante suggerisce al ricevente di inferire

• Le differenze di significato tra linguaggio ordinario e linguaggi formali si spiegano come differenze di carattere pragmatico.

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appropriatezza vs verità

• ciò che è detto da un enunciato = le sue condizioni di verità

• ciò che si implica pronunciando un enunciato = i suoi impliciti o "implicature"

• se un’implicatura è falsa l’enunciato èinappropriato o fuorviante

• tuttavia l’attribuzione di valore di veritànon è sospesa

• ogni enunciato dichiarativo è vero/falso (bivalenza della logica)

appropriatezza vs verità

• divisione dei compiti fra semantica e pragmatica

• affrancamento della “pragmatica” (almeno per il momento) dalle dispute filosofiche sul ruolo della nozione di verità!– oggi nell’ambito di una tendenza filosofico-

linguistica detta “contestualismo” anche il rapporto della verità con il contesto è stato rimesso in questione

implicature

• Le implicature a loro volta possono essere

• convenzionali– inferenze suggerite dal fatto che è stato

emesso un certo enunciato, in base a sue caratteristiche linguistiche

• conversazionali– inferenze suggerite dal fatto che è stato

emesso un certo enunciato, in base al suo senso, insieme all’assunto che il parlante rispetti la cooperazione conversazionale

implicature convenzionali

• Era ricco ma onesto– significato verocondizionale: lo stesso di– Era ricco e onesto

• suggerisce per mezzo del significato codificato del connettivo “ma”:

• che c’è un contrasto fra l’essere ricco e l’essere onesto;• che quelli che sono ricchi, ci si può in genere aspettare

che non siano onesti

implicature convenzionali

• le implicature convenzionali sono– indeterminate: cioè l’implicatura può consistere in una

disgiunzione aperta...– cancellabili: se si vuole si può, senza contraddizione,

smentire di aver inteso affermare il contenuto dell’implicatura (però non si può negare di averlo implicato...)

– non calcolabili: bisogna conoscere il significato codificato della parola che attiva l’implicatura; non c’èun argomento che ne spieghi la presenza

– distaccabili: cioè basta cambiare con un sinonimo, nell’enunciato, la parola che attiva l’implicatura, che l’implicatura scompare

implicature conversazionali

• le implicature conversazionali sono inferenze suggerite dal fatto che il parlante dice una certa cosa, insieme con l’assunto che il parlante sta seguendo le Massime della Conversazione o almeno il Principio di Cooperazione

• ciò che il parlante implica conversazionalmente può essere quindi ricostruito per mezzo di un argomento da premesse quali:– il parlante ha detto che p– il parlante sta seguendo le Massime della

Conversazione o almeno il Principio di Cooperazione– più eventuali informazioni rese disponibili dal contesto

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implicature conversazionali

il Principio di Cooperazione:

• Il tuo contributo alla conversazione sia tale quale è richiesto, allo stadio a cui avviene, dallo scopo o orientamento accettato dello scambio linguistico in cui sei impegnato (tr.it. 2003 p. 229)

– una regola da seguire o un punto di riferimento interpretativo?

implicature conversazionali

le Massime della Conversazione:(i) (a) Dà un contributo tanto informativo quanto è

richiesto.(b) Non dare un contributo più informativo di quanto è richiesto.

(ii) (a) Non dire ciò che credi essere falso.(b) Non dire ciò per cui non hai prove adeguate.

(iii) Sii pertinente.(iv) Sii perspicuo (= comprensibile) (non oscuro,

non ambiguo, breve, ordinato...)

implicature conversazionali

Tre modi per ricostruire un’implicatura conversazionale:

• implicature standard (Levinson) o di prevenzione (Sbisà)– nessuna massima è veramente violata; la violazione

è prevenuta dall’implicatura• implicature da conflitto

– viene violata una massima, ma solo perché la sua osservanza violerebbe un’altra massima; la violazione viene riparata, cioè ricondotta al quadro della cooperatività conversazionale, dall’implicatura

• implicature da sfruttamento (Grice, Levinson) o di riparazione (Sbisà)– una massima è violata, ma apertamente e perciò

senza abbandonare il Principio di Cooperazione; la violazione viene riparata dall’implicatura

implicature conversazionali

A seconda della loro dipendenza o meno dallo specifico contesto della conversazione, le implicature conversazionali si distinguono in:

• implicature conversazionali generalizzate: implicature che dipendono solo dal fatto che il parlante ha detto una certa cosa e dagli assunti riguardanti la cooperatività conversazionale; si presentano regolarmente in molte diverse circostanze, tanto da sembrare effetto di una convenzione

• implicature conversazionali particolarizzate:implicature che richiedono, fra le loro premesse, assunti relativi allo specifico contesto di proferimento; si presentano per così dire una tantum, non sono trasferibili da una circostanza all'altra

implicature conversazionali

Un caso di implicatura conversazionale che è solitamente considerata generalizzata (non citato in Logica e conversazione) è:

• Alcuni invitati sono andati via– Non tutti gli invitati sono andati via

• Si tratta di un'implicatura e non per es. di una presupposizione perché se ciò che è implicato è falso (e cioè se tutti gli invitati sono andati via), che alcuniinvitati sono andati via può rimanere vero (benchéfuorviante).

• Di quest'implicatura si può anche dire che è del tipo standard (o di prevenzione) e che dipende dall'assunto del ricevente che il parlante stia osservando la massima di quantità (cioè dia tutta l'informazione richiesta dagli scopi della conversazione in corso).

implicature conversazionaliLe implicature conversazionali sono:• Indeterminate: poiché possono esistere diversi modi per

preservare l'assunto che il principio di cooperazione viene osservato, l'implicatura conversazionale può consistere in una disgiunzione aperta

• Cancellabili: cioè le implicature conversazionali, anche quelle generalizzate, possono essere cancellate o esplicitamente o contestualmente se il parlante dà segno di essere uscito dalla situazione di cooperazione

• Calcolabili: cioè l'implicatura conversazionale, indipendentemente da come di fatto ci accade di capirla, deve poter essere calcolabile (ricavabile mediante un percorso inferenziale)

• Indistaccabili: se il fatto che il parlante abbia detto una certa cosa dà origine a un'implicatura conversazionale, qualunque parafrasi con parole diverse susciterebbe la stessa implicatura