Gregorio De Felice - Responsabile Servizio Studi e Ricerche di Banca Intesa Sanpaolo

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Bologna, 26 settembre 2013 Il punto sullo scenario Gregorio De Felice Chief Economist 13 meeting ACEF «Insieme per la ripresa»

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Intervento di Gregorio De Felice al Meeting Nazionale ACEF 2013

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Bologna, 26 settembre 2013

Il punto sullo scenario

Gregorio De Felice

Chief Economist

13 meeting ACEF

«Insieme per la ripresa»

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Agenda

1

2 La crescita delle imprese parte dai mercati esteri

1 L’economia italiana finalmente al punto di svolta?

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2

L’uscita dalla recessione è vicina…

I segnali di rimbalzo ciclico che già si osservavano in primavera si sono rafforzati nei

mesi estivi: le indagini segnalano che l’attività economica non si deteriorerà

ulteriormente.

Nel secondo trimestre, la contrazione del PIL è risultata meno pronunciata che a inizio

anno (-0,3% da -0,6% t/t): è probabile un ulteriore miglioramento nei mesi estivi.

Per ora si tratta comunque di una stabilizzazione dell’attività, più che di vera

ripresa.

Nota: IESI= Istat Economic Sentiment Indicator; la componente ciclica del PIL (asse di destra) è ottenuta attraverso un filtro Hodrick-

Prescott. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Gli indicatori anticipatori segnalano

una svolta nel ciclo

Permane, ma si riduce, la divergenza tra

domanda interna e estera

-15000

-10000

-5000

0

5000

10000

15000

70

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90

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110

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m-06 m-07 m-08 m-09 m-10 m-11 m-12 m-13

IESI +1t

Componente

ciclica PIL

-2.0-1.5-1.0-0.50.00.51.01.52.02.53.03.5

1999.4 2002.2 2004.4 2007.2 2009.4 2012.2

Export netto (contrib. al PIL) a/a

Domanda domestica (finale) a/a

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…con alcuni «caveat»

La ripresa arriverà con un ritardo di 1-2 trimestri e con minore intensità rispetto

ai maggiori partner europei (Germania e Francia). Il recupero è più evidente per gli

indici di fiducia che non per i dati reali.

Il miglioramento del clima di fiducia di famiglie e imprese è trainato più dalle

aspettative che non dai giudizi sul clima corrente - e più dalla valutazione sul

clima economico nazionale che non dal giudizio sulla situazione personale degli

intervistati.

Fonte: Istat e elaborazioni Intesa Sanpaolo

In ripresa fiducia delle imprese e dei consumatori Segnali di stabilizzazione per i consumi

85

90

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105

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70

75

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85

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95

100

105

110

ago 07 ago 08 ago 09 ago 10 ago 11 ago 12 ago 13

Fiducia delle imprese Fiducia dei consumatori

-2.0

-1.5

-1.0

-0.5

0.0

0.5

1.0

85

90

95

100

105

110

s-06 s-07 s-08 s-09 s-10 s-11 s-12 s-13

Fiducia consumatori, media 3m

Spesa per consumi t/t, dx

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I segnali non sono univoci

La produzione industriale è calata a sorpresa di oltre un punto percentuale a

luglio dopo due mesi di sia pur lieve incremento, tornando sui minimi del 2009.

E’ un campanello d’allarme, che indica come sia probabilmente ancora prematuro

parlare di ripresa dell’attività nell’industria.

A maggior ragione ciò vale per i servizi, che appaiono ancora più lontani dall’uscita

dalla recessione.

Fonte: Markit, Istat ed elaborazioni Intesa Sanpaolo

Nell’industria, il calo della produzione di luglio

dovrebbe essere temporaneo Più indietro rimane il settore dei servizi

30

35

40

45

50

55

60

a-08 a-09 a-10 a-11 a-12 a-13

PMI servizi

PMI manif.-25

-20

-15

-10

-5

0

5

10

15-15

-10

-5

0

5

10

15

20

25

g-05 g-06 g-07 g-08 g-09 g-10 g-11 g-12 g-13 g-14

PMI scorte-ord. +4m (sx inv.) Prod. ind. a/a, dx

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Il recupero sarà ancora trainato dall’export

Sia i giudizi delle imprese sull’andamento degli ordini dall’estero, che le indicazioni

sulla domanda mondiale appaiono coerenti con una accelerazione dell’export

italiano nei prossimi mesi.

Il miglioramento della bilancia commerciale è stato causato finora soprattutto dal

crollo dell’import: tra fine 2013 e inizio 2014 dovrebbe invece registrarsi un maggior

contributo positivo delle esportazioni.

Fonte: Istat, Markit ed elaborazioni Intesa Sanpaolo

…che l’andamento della domanda mondiale

sono coerenti con una accelerazione dell’exportSia le valutazioni delle imprese sugli ordini

dall’estero…

-80

-60

-40

-20

0

20

-30

-20

-10

0

10

20

30

201320112009200720052003

Esportazioni, prezzi correnti a/a % (sx)

Ordini dall'estero (indagine imprese)

30

35

40

45

50

55

60

65

-30

-20

-10

0

10

20

30

d-13d-12d-11d-10d-09d-08d-07d-06

Export Italia a/a (sx)

Indice PMI globale (ponderato per pesi export IT) + 3m

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La strada però è ancora lunga

Il dato, meno negativo del previsto, sul PIL italiano nel secondo trimestre (-0,3% t/,

dal -0,6% d’inizio anno) migliora la stima relativa al 2013 a -1,8% (da un

precedente -2%).

Un vero ritorno alla crescita su base congiunturale potrà però registrarsi solo nel

trimestre finale dell’anno: per i mesi estivi rimane probabile un lieve segno

negativo o, al più, una stabilizzazione dei livelli di attività.

I rischi di ritorno a tensioni finanziarie connesse all’incertezza politica

potrebbero esercitare un impatto significativo sulla crescita, già a fine 2013 e

successivamente nel 2014.

A sostenere la ripresa contribuiranno il già ricordato miglioramento delle

condizioni di domanda nei maggiori partner commerciali (Germania e Francia

in particolare), l’evolversi in senso meno restrittivo delle politica fiscale e delle

condizioni finanziarie e il procedere del pagamento dei debiti arretrati della PA

(aumentato di almeno 7 miliardi dal Governo e che potrebbe produrre un impatto

positivo sul PIL 2014 superiore al mezzo punto percentuale).

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Le previsioni sull’Italia in sintesi

Variazioni percentuali rispetto al periodo precedente, ove non diversamente specificato. Nota: le previsioni non incorporano il rialzo

dell’1% dell’aliquota ordinaria IVA dal 1 ottobre. Fonte: Intesa Sanpaolo

1 2 3 4 1 2 3

PIL (prezzi 2005, a/a) -2.4 -1.8 0.5 -2.4 -2.1 -1.9 -0.9 -0.1 0.4 0.7

- var.ne % t/t -0.6 -0.3 -0.1 0.1 0.2 0.2 0.3

Consumi delle famiglie -4.3 -2.5 0.2 -0.5 -0.4 -0.3 0.0 0.1 0.2 0.2

Consumi collettivi -2.9 -0.2 -0.3 0.1 0.1 -0.3 -0.2 -0.1 0.0 0.0

Investimenti fissi -8.0 -5.4 0.7 -2.9 -0.3 -0.7 0.5 0.1 0.2 0.6

Importazioni -7.8 -3.6 1.9 -1.4 -0.3 -0.2 0.1 0.7 0.7 1.0

Esportazioni 2.2 -0.1 3.3 -2.1 1.2 0.5 0.6 0.8 0.9 1.0

Contributo alla crescita:

Commercio estero 2.8 0.9 0.5 -0.3 0.4 0.2 0.2 0.1 0.1 0.0

Domanda finale interna -4.7 -2.5 0.1 -0.7 -0.3 -0.3 0.1 0.1 0.1 0.2

Prezzi al consumo (a/a) 3.0 1.4 1.8 1.9 1.2 1.1 1.3 1.5 1.9 1.9

Disoccupazione (%) 10.6 12.0 12.2 11.8 11.9 12.2 12.3 12.4 12.3 12.2

Reddito disponibile reale -4.8 -1.4 0.2

Tasso di risparmio 8.2 9.2 9.2

Partite correnti (% PIL) -0.6 0.3 0.6

2012 2013 20142013 2014

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Agenda

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2 La crescita delle imprese parte dai mercati esteri

1 L’economia italiana finalmente al punto di svolta?

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Nota: PIL per ora lavorata

Fonte: Intesa Sanpaolo su dati OCSE

Andamento della produttività del lavoro

(2000=100)

95

100

105

110

115

120

125

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Francia Germania Italia Spagna Regno Unito Stati Uniti

La dinamica delle produttività italiana è bassa …

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Nota: Valore aggiunto per ora lavorata (a prezzi costanti)

Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Istat

Andamento della produttività del lavoro

(2000=100)

90

92

94

96

98

100

102

104

106

108

110

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Servizi Manifatturiero

… in particolare nel settore del servizi …

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… con effetti negativi sulla competitività

Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Eurostat

Costo del lavoro per unità di prodotto

(dati destagionalizzati, 1 Trimestre 2000=100)

95

100

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110

115

120

125

130

135

140

145

1T00 1T01 1T02 1T03 1T04 1T05 1T06 1T07 1T08 1T09 1T10 1T11 1T12 1T13

Eurozona Germania

Spagna Italia

Francia

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Manifatturiero italiano: variazione cumulata del fatturato tra il 2008 e il 2011

(1) Imprese peggiori: mediana del peggior 20% della distribuzione delle imprese

(2) Imprese migliori: mediana del miglior 20% della distribuzione delle imprese Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database)

Imprese migliori (2)

Imprese peggiori (1)

Differenza tra

migliori e peggiori+91.6 +83.4 +77.5 +68.0

Mediana imprese migliori e mediana imprese peggiori (%)

-44.0 -42.7 -39.3 -37.1

47.640.7 38.2

30.9

-60

-40

-20

0

20

40

60

Micro imprese Piccole imprese Medie imprese Grandi imprese

Le performance sono diversificate in funzione delle

dimensioni aziendali…

12

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… dei settori…

13

Previsioni su fatturato (a prezzi costanti) ed EBITDA 2014 per settore

Fonte: Intesa Sanpaolo - Prometeia

0

3

6

9

12

15

18

-12 -9 -6 -3 0 3 6

EBIT

DA

mar

gin

Variazione % del fatturato

elettromedicali

siderurgia

gas

farmaceutica

apparati per

generazione e

trasmissione

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… del territorio…

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Evoluzione del fatturato e Redditività nelle province italiane (valori mediani)

57.081 imprese manifatturiere italiane con almeno un milione di euro di fatturato nel 2008.

Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database)

4

5

6

7

8

9

-4 -2 0 2 4 6 8 10 12

EB

ITD

A m

arg

in,

2011

Variazione % del fatturato nel 2011

Var. % fatturato 2011:

Min -3%; Max 10,1%

EBITDA margin 2011:

Min 4,9%; Max 8,9%

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… e delle strategie

15

Fatturato: distanza dai livelli pre-crisi per leva strategica

(variazione % del fatturato tra il 2008 e il 2011; valori mediani)

57.081 imprese manifatturiere italiane con almeno un milione di euro di fatturato nel 2008.

Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database)

+6,5

+4,3

+4,4

+3,1

+3,1

+1,7

-8.0 -7.0 -6.0 -5.0 -4.0 -3.0 -2.0 -1.0 0.0

Imprese SENZA certificati ambientali

Imprese CON certificati ambientali

Imprese SENZA brevetto

Imprese CON brevetto

Imprese SENZA certificati di qualità

Imprese CON certificati di qualità

Imprese SENZA marchio internazionale

Imprese CON marchio internazionale

Impresa SENZA attività di export

Impresa CON attività di export

Impresa SENZA partecipate estere

Impresa CON partecipate estere

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Industria italiana sempre più orientata all’estero

Domanda interna e domanda estera per settore nel 2013-14

(variazioni m.a. a prezzi costanti)

Fonte: Intesa Sanpaolo - Prometeia

16

La propensione all’export dell’industria manifatturiera italiana salirà quest’anno al

45,4%. Era al 36% nel 2009.

-6 -3 0 3 6 9

Industria manifatturiera

Farmaceutica

Intermedi chimici

Metallurgia

Elettronica

Elettrotecnica

Alimentare e Bevande

Prodotti in metallo

Largo consumo

Altri intermedi

Meccanica

Sistema moda

Autoveicoli e moto

Elettrodomestici

Mobili

Prod. e materiali da costruzioneDomanda interna

Domanda estera

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L’alto potenziale dei «nuovi mercati» ….

* Mercati maturi: UE15, USA, Giappone, Svizzera e Norvegia Fonte: elaborazioni su dati BACI e EIU

Peso dei «nuovi mercati» e dei mercati maturi* sulle importazioni mondiali

di beni manufatti (%)

30

40

50

60

70

2000 2003 2006 2009 2012 2015

mercati maturi

nuovi mercati

17

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CinaStati Uniti

MessicoHong Kong

Germania

Russia

Singapore

India

Malaysia

Canada

Indonesia

Turchia

Sud Corea

Thailandia

Australia

0

1

2

3

4

5

6

7

8

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

… ma anche degli Stati Uniti…

Potenziale: aumento import al 2016 in % aumento import mondiale al 2016. Fonte: elaborazioni su dati BACI e EIU

Prodotti manufatti: destinazioni a più alto potenziale al 2016 e quote di

mercato dell’Italia

18

Qu

ote

di

merc

ato

dell’Ita

lia n

el

2010

Potenziale (0-100)

Nei 15 mercati a più alto

potenziale al 2016 solo in

Germania, Russia e Turchia la

quota di mercato italiana

supera il 4%

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Occorre una maggiore proiezione internazionale…

Addetti delle partecipate estere in % degli addetti nazionali (2010)

Fonte: Intesa Sanpaolo da Istat ed Eurostat

20

6.3

9.3

20.5

35.3

0.0

5.0

10.0

15.0

20.0

25.0

30.0

35.0

40.0

Spagna Italia Germania Francia

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… lungo tutte le filiere…

Fatturato realizzato da partecipate estere in % del fatturato nel proprio paese (2010)

Fonte: Intesa Sanpaolo da Istat ed Eurostat

21

0.0 5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 30.0 35.0 40.0

Fornitura di acqua; rifiuti

Costruzioni

Trasporto e magazzinaggio

Attività professionali

Commercio

Informazione e comunicazione

Manifatturiero

Gas ed elettricità

Germania Italia

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… con più investimenti all’estero che in Italia

Probabilità di apertura/ampliamento degli stabilimenti entro la fine del 2013 per classe di addetti

(%, somma risposte «abbastanza» e «molto probabile»)

Fonte: Intesa Sanpaolo da Banca d’Italia - Supplemento al Bollettino Statistico – novembre 2012

22

0

5

10

15

20

25

20-49 50-199 200-499 > 500 Totale

All'estero In Italia

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23

Le strategie competitive contano

Altri intermedi

AlimentareAuto&moto

Elettrodomestici

Farmaceutica

Int.chimici

Largo consumo Meccanica

MetallurgiaMobili

Pr.Costr.

Pr.metallo

Sistema moda

Elettrotecnica

Elettronica

0.0

1.0

2.0

3.0

4.0

5.0

6.0

0.0 10.0 20.0 30.0 40.0 50.0 60.0

Va

r.%

m.a

. e

xp

ort

20

14

-17

(pr.

co

sta

nti)

Peso % imprese con strategie non price

Strategie non price: brevetti, marchi, partecipate estere, certificazioni di qualità e ambientali

Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) e Intesa Sanpaolo-Prometeia

Evoluzione delle esportazioni (var. % 2014-17) e diffusione delle strategie non price (% di imprese)

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Tra le piccole imprese meno diffuse le strategie non-price

Imprese esportatrici che adottano strategie non-price per classe dimensionale

(in % imprese)

Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database)

24

0

15

30

45

60

75

Gruppo Partecipazioni estereMarchio internazionaleCertificati di qualità o ambientaliBrevetti EPO Reti di imprese

Imprese micro e piccole

Imprese medie e grandi

+30,1 +30,4 +25,1 +14,7 +19,0 +1,4Differenza

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25

Un sostegno dalla modernizzazione della distribuzione

11.0

11.5

12.0

12.5

13.0

13.5

Italia Germania

1.0

1.2

1.4

1.6

1.8

2.0

2.2

2.4

Italia Germania

0

5

10

15

20

25

30

35

Italia Germania

Peso della distribuzione sulle

esportazioni di manufatti

(%, 2010)

Fatturato delle partecipate

estere nella distribuzione

(% fatturato nazionale, 2010)

Investimenti ICT nella

distribuzione (% sul valore

aggiunto media 2006-08)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Eurostat, Istat e KLEMS

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26

Le sfide per le imprese italiane

Malgrado i segnali di miglioramento, la ripresa dell’economia italiana è lenta e

faticosa.

Il mercato estero continuerà ad essere il principale driver di crescita per le

imprese, da servire sempre di più con proprie strutture in loco, marchi noti e

prodotti nuovi e differenziati.

Aumenteranno le pressioni competitive: molte imprese dovranno confrontarsi con

risultati economico-finanziari in deterioramento.

Resterà elevata la differenziazione dei risultati in funzione della dimensione

aziendale, del settore, del territorio e delle capacità competitive.

Migliori performance continueranno a caratterizzare i settori e le imprese che

adottano con più intensità strategie non-price.

La modernizzazione e l’internazionalizzazione della distribuzione garantiranno

un sostegno importante, soprattutto alle PMI più in difficoltà, per attuare il salto

verso i mercati esteri.