Green economy: ricerca, innovazione e simbiosi industriale · ACEA di Alessandro Filippi pag. 27...

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GREEN ECONOMY: RICERCA, INNOVAZIONE E SIMBIOSI INDUSTRIALE Rifiuti e rifiuti organici: nuovi indirizzi e strategie per la loro raccolta, gestione e valorizzazione Gestione sostenibile dell’acqua L’aria e la sua qualità: normativa, tecniche per il monitoraggio e il controllo e prevenzione Gestione e bonifica sostenibile di siti e matrici inquinate Simbiosi industriale in Italia Atti dai convegni aperti a call for papers a cura di Fabio Fava www.ecomondo.com La “Chiocciola dorata” (Sardohoratia islamioides) MASCOTTE DI ECOMONDO 2013 Con il supporto di Tetra Pak Italiana, Gruppo Fiori Luciano Morselli – La chiocciola dorata Acrilico su carta latte –18x26 cm – 2013

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Green economy: ricerca, innovazione e simbiosi industriale• rifiuti e rifiuti organici: nuovi indirizzi e strategie per la loro raccolta, gestione e valorizzazione• Gestione sostenibile dell’acqua• l’aria e la sua qualità: normativa, tecniche per il monitoraggio e il controllo e prevenzione• Gestione e bonifica sostenibile di siti e matrici inquinate• simbiosi industriale in italia

atti dai convegni aperti a call for papers a cura di Fabio Fava

www.ecomondo.com

La “Chiocciola dorata” (Sardohoratia islamioides) MASCOTTE DI ECOMONDO 2013

Con il supporto di Tetra Pak Italiana, Gruppo Fiori

Luciano Morselli – La chiocciola dorata Acrilico su carta latte –18x26 cm – 2013

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Indice

pag. 9 Introduzione

pag. 13 WASTE – CONVEGNOIL RECUPERO DEI RIFIUTI ORGANICI E DEI FANGHI DI DEPURAZIONE

pag. 15 Fanghi da depurazione vs. concimi minerali: un confronto su basi di parità di NedoBiancani

pag. 21 Un nuovo approccio nella gestione dei rifiuti organici: il modello AQUASER gruppoACEA di Alessandro Filippi

pag. 27 Codigestione di frazioni organiche da raccolta differenziata e fanghi di depurazionedi Marco Gottardo, Federico Micolucci, Paolo Pavan , David Bolzonella, Franco Cecchi

pag. 33 Il recupero della frazione organica della raccolta differenziata. I numeri del sistema diAndrea Massimiliano Lanz, Valeria Frittelloni

pag. 39 I trattamenti innovativi di recupero dei fanghi di depurazione messi a punto nel pro-getto FP7 ROUTES di Giuseppe Mininni, Marc Boehler, David Bolzonella, Camilla M.Braguglia, Agata Gallipoli, Andrea Gianico, Caterina Levantesi, Fernando Morgan,Hansruedi Siegrist, Maria Concetta Tomei, Francesco Valentino

pag. 45 L’Ammendante Compostato Misto: verso la definizione di standard per la produzio-ne di un bio-fertilizzante di qualità di Andrea Vannini, AnnaMaria Vettraino, SilviaRita Stazi, Simona Castaldi, Giovanni Parisi, Maria Pia Aleandri, Roberto Reda, Loren-zo Righi, Luca Magliocchetti, Gabriele Chilosi

pag. 51 WASTE – CONVEGNOGLI ASPETTI EMERGENTI NEL CAMPO DEI RIFIUTI. LA PREVENZIO-NE, IL RICICLO DEI MATERIALI, I RIFIUTI SPECIALI, LA CLASSIFICA-ZIONE DEI RIFIUTI

pag. 53 EcoTecnoMat: uno strumento per la gestione dei rifiuti come risorsa di Luisa Barbie-ri, Fernanda Andreola, Massimiliano Avella, Nino Campani, Claudio Damato, CristinaLeonelli, Eleonora Reggiani, Rosa Taurino, Andrea Vallini

pag. 58 Verso il programma nazionale di prevenzione dei rifiuti di Valentina Cipriano, Bernar-do Piccioli Fioroni

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pag. 65 Aspetti evolutivi dello smaltimento dei rifiuti contenenti amianto di Sergio Clarelli

pag. 71 Le modifiche al D.M. 27 settembre 2010 recante i criteri per l’ammissibilità deirifiuti in discarica. Le principali novità e le criticità ancora aperte di Valeria Frittel-loni

pag. 76 Nuova vita dalle plastiche di Mara Granata, Giovanni Peron, Paola Peron, Giancar-lo Pepe, Dario Pasquariello

pag. 82 Il sistema di gestione dei RAEE in Europa e in Italia di Sebastiano Mangiagli

pag. 88 Il “webtool” di PRE-WASTE: una matrice di aiuto per prendere le giuste decisionie seguire le azioni di prevenzione dei rifiuti di Riccardo Marchesi, Nando Cingolani,Marino Macis

pag. 95 Riciclo e recupero di materia nel settore dei materiali da costruzione come referen-za di sostenibilità. Esperienze di applicazione, certificazione, comunicazione di MarcoMari, Alessandro Massalin, Mario Pinoli, Gessica Cambiaso

pag. 102 Rifiuti contenenti amianto: problematiche relative allo smaltimento di Federica Pa-glietti, Beatrice Conestabile della Staffa, Marco Giangrasso

pag. 108 La produzione e le tecnologie di gestione dei rifiuti organici di Francesca Sarli

pag. 113 Centro del riuso e riduzione dei rifiuti: un’indagine nel Comune di San Lorenzo inCampo (PU) di Andrea Valentini, Luca Belfiore

pag. 119 WASTE – CONVEGNORIFIUTI. GLI ASPETTI INNOVATIVI NELLA RICERCA INDUSTRIALE ENELLA GESTIONE AI DIVERSI LIVELLI TERRITORIALI

pag. 121 Prospettive di riutilizzo fanghi derivanti da operazioni di dragaggio di Micaela Buo-nocore, Cristina Annicchiarico, Nicola Cardellicchio, Antonella Di Leo, Santina Gian-domenico, Lucia Spada

pag. 125 Assessing biochar quality by germination tests di Alessandro Buscaroli, Daniele Fab-bri, Enrico Mancini, Cristian Torri, Alessandro Girolamo Rombolà, Denis Zannoni

pag. 131 Tecnica NIRS: possibili applicazioni per una caratterizzazione rapida delle matriciin uscita dai digestori anaerobici di Alessandra Immovilli, Claudio Fabbri, NicolaLabartino, Sergio Piccinini

pag. 137 Le cicche di sigaretta: da rifiuto tossico nocivo a risorsa per il green ecologic designdi Carmine Ciro Lombardi, Pietro Puca

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pag. 142 Analisi del comportamento dei cittadini del Comune di Campodimele nei processidi raccolta differenziata di Sebastiano Mangiagli

pag. 148 Il sistema di gestione dei rifiuti prodotti dalle navi nel Porto di Augusta di Sebastia-no Mangiagli

pag. 154 Uso di frazioni solide e dense da liquami zootecnici come alternativa agli insilati perla produzione di biogas di Paolo Mantovi, Claudio Fabbri, Mariangela Soldano, Ser-gio Piccinini

pag. 159 L’industrial ecology nella gestione integrata rifiuti sostenibile di Luciano Morselli,Luca Ciacci, Fabrizio Passarini, Ivano Vassura

pag. 164 Experimental test for the determination of metal emissions during the heat treat-ment of a sample of a crystalline silicon photovoltaic module di Marco Tammaro,Juri Rimauro, Valeria Fiandra, Antonio Salluzzo

pag. 170 Il Metodo Argentalia. Innovazione tecnologica e integrazione gestionale in sistemiterritoriali di gestione rifiuti urbani di Nicola Tucci, Francesco Antonio Fagà

pag. 177 WASTE – CONVEGNOBIOWASTE. SESSIONE TECNICA

pag. 179 Second generation bioethanol from municipal organic waste, barley straw and fibersorghum di Lorenzo Capecchi, Lorenzo Nissen, Marco Grigatti, Paola Mattarelli, Lo-renzo Barbanti

pag. 185 Il compostaggio locale in Europa e nel mondo di Roberto Cavallo

pag. 190 Lo stato dell’arte del recupero del rifiuto organico in Italia di Massimo Centemero,Werner Zanardi, Marco Ricci, David Newman

pag. 196 Maggiore e più conveniente produzione di biogas con la canna comune (Arundodonax L.) di Luca Corno, Roberto Pilu, Fabrizio Adani

pag. 202 Progetto sperimentale “Cento e Cento giardini”- compostaggio collettivo di Leo-poldo D’Amico, Serena Nocerino

pag. 208 Colture dedicate per la digestione anaerobica di Giuseppe Di Girolamo, Marco Gri-gatti, Lorenzo Bertin, Claudio Ciavatta, Lorenzo Barbanti

pag. 213 Colture alternative da biomassa e residui colturali per la produzione di CH4: effettodi trattamenti alcalini a moderata intensità di Giuseppe Di Girolamo, Marco Grigat-ti, Lorenzo Bertin, Claudio Ciavatta, Lorenzo Barbanti

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pag. 218 Impianto per la digestione anaerobica di Forsu senza compostaggio finale: massi-mizzazione della produzione di biogas e minimizzazione della produzione di dige-stato di Giorgio Ghiringhelli, Michele Giavini

pag. 224 Estrazione di antiossidanti naturali da vinacce di scarto di Francesco Lanuzza, FabioMondello, Giuseppe Micali, Enza Maria Galati, Maria Marcella Tripodo

pag. 229 Il compostaggio comunitario di prossimità di Andrea Pavan

pag. 234 Biogas da sanse e pastazzo d’agrumi: risultati di un test in continuo in impiantosperimentale di Lorella Rossi, Mariangela Soldano, Sergio Piccinini

pag. 241 From urban wastewater treatment plant to self sustainable integrated platform forwastewater refinement di Francesca Santori, Luisa Gouveia, Antonello Malucelli,Francisca M. Olmo, Fernando Magueta

pag. 247 Compostaggio in loco della frazione organica, opportunità: mense, raccolta porta aporta, conferimenti diretti di Paolo Silingardi

pag. 252 Monitoring of compost biodegradation by means of non-invasive non-destructivenuclear magnetic resonance techniques di Marianna Vannini, Alessandra Bonoli,Villiam Bortolotti, Paolo Macini

pag. 257 OROBLU – CONVEGNOLA GESTIONE DELL’ACQUA NEL CORSO DI EVENTI ESTREMI E DICONTAMINAZIONI REPENTINE

pag. 259 Terremoti ed infrastrutture idriche di Renato Drusiani, Elena Mauro

pag. 265 OROBLU – CONVEGNOSTRUMENTI PER LA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ DEI PRO-CESSI. CARBON&WATER FOOTPRINT, LCA, MFA, ANALISI MULTICRI-TERIALE, SOCIAL LIFE CYCLE ASSESSMENT, LIFE CYCLE COSTING

pag. 267 Analisi del ciclo di vita di processi chimici industriali: applicazione alla sintesi diacrilonitrile mediante reazione di ammonossidazione di Daniele Cespi, Fabrizio Pas-sarini, Esmeralda Neri, Ivano Vassura, Luca Ciacci, Fabrizio Cavani

pag. 273 Evoluzione storica delle emissioni di CO2 associate all’alluminio italiano medianteMFA e LCA di Luca Ciacci, Fabrizio Passarini, Ivano Vassura, Luciano Morselli

pag. 278 Analisi del ciclo di vita comparativo per la gestione sostenibile della posidonia spiag-giata di Antonella Lomoro, Massimo Guido, Antonella Zini, Angelo Parente

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pag. 285 “Carbon footprint” di filiere agrobiogas tramite L.C.A. per un corretto riutilizzodel digestato in agricoltura di Massimo Monteleone, Mariarosaria Lombardi

pag. 291 Pianificazione di uno studio di valutazione dell’impatto ambientale delle struttureuniversitarie. Caso studio: il Campus di Rimini (Università di Bologna) di MonicaNicoletti, Fabrizio Passarini, Elena Bernardi, Luciano Morselli, Alessandra Bonoli,Francesca Cappellaro, Marianna Vannini, Rosangela Spinelli

pag. 296 LCA di un impianto di depurazione dei reflui civili: primi risultati e ipotesi di mi-glioramento di Luca Pucci, Roberto De Rosa, Giuseppe De Angelis, Salvatore Melli-no, Sergio Ulgiati

pag. 302 La valutazione del ciclo di vita quale strumento per uno sviluppo sostenibile diMonica Riva, Luca Leonardi

pag. 308 L’analisi dell’impronta idrica delle colture del Veneto: confronto tra gli anni 2001 e2011 di Petra Scanferla

pag. 315 OROBLU – CONVEGNOEFFETTO DEI MICROINQUINANTI SUGLI ECOSISTEMI E SULLA SA-LUTE DELL’UOMO

pag. 317 Influenza della contaminazione dei corpi idrici sui servizi ecosistemici di Anna Bar-ra Caracciolo, Paola Grenni

pag. 323 Necessità di una linea guida nazionale per l’utilizzo delle acque ad uso irriguo edalimentare alla luce del nuovo piano di salvaguardia delle risorse idriche europee diEleonora Beccaloni, Mario Carere, Luca Lucentini, Laura Achene, Giorgio Pineschi

pag. 329 Le attività del Gruppo di Lavoro Europeo “Chemical Monitoring”: obiettivi rag-giunti e futuri sviluppi di Mario Carere, Stefano Polesello, Maria Belli, Chiara Maggi,Fiorella Aste

pag. 334 Valutazione, gestione e comunicazione sul rischio nell’ambito di recenti emergenzeidro-potabili in Italia di Luca Lucentini, Valentina Fuscoletti, Federica Nigro Di Gre-gorio, Enrico Veschetti

pag. 340 Evaluation of the environmental and health risk of perfluorinated compounds initalian waters di Stefano Polesello, Laura Marziali, Marianna Rusconi, Fabrizio Stefa-ni, Sara Valsecchi, Simone Bardine, Alessio Fumagalli, Michela Mazzoni, FedericaRosignoli, Luisa Patrolecco, Romano Pagnotta, Carlo Zaghi, Giuliana Serrini, Rober-ta Bettinetti

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pag. 347 AIR – CONVEGNOEMISSIONI ODORIGENE: LA NORMATIVA, GLI IMPATTI E LE SOLU-ZIONI TECNICHE PER IL MONITORAGGIO

pag. 349 Stato dell’arte del monitoraggio delle emissioni odorigene condotto da ARPAB inVal d’Agri di Bruno Bove, Laura Bruno, Anna Maria Crisci, Michele Lovallo, LuciaMangiamele, Annarita Sabia

pag. 354 Un filo diretto con i cittadini: sistemi per la digitalizzazione delle segnalazioni diLucrezia de Gennaro, Martino Amodio, Simona Catino, Gianluigi de Gennaro

pag. 358 Applicazione di un modello lagrangiano a particelle per la dispersione degli odoriper superare i limiti di CALPUFF di Alberto Pittarello, Alice Mantovani, MaurizioBenzo

pag. 364 Modellistica previsionale per la stima dell’impatto odorigeno sul territorio di Ange-lo Riccio, Lucrezia de Gennaro, Gianluigi de Gennaro, Martino Amodio

pag. 370 Valutazione dell’impatto olfattivo prodotto da una discarica della Provincia di Ta-ranto sull’ambiente circostante e sulla popolazione esposta di Valerio Rosito, Da-miano Calabrò, Francesco Catucci, Salvatore Ficocelli, Roberto Giua, Maria Manto-van, Manuela Miceli, Angela Morabito, Maria Spartera, Annalisa Tanzarella

pag. 376 Orientamenti giurisprudenziali in materia di emissioni odorigene di Michela Simon-gini

pag. 382 Emissioni di odori dagli allevamenti zootecnici di Laura Valli, Nicola Labartino,Giuseppe Moscatelli

pag. 389 AIR – CONVEGNOLA QUALITÀ DELL’ARIA NEGLI AMBIENTI INDOOR: LE ESPERIEN-ZE ITALIANE, IL CONTROLLO E LA PREVENZIONE

pag. 391 Risparmio energetico in edilizia e inquinamento indoor: sinergie e antagonismi diSilvia Brini, Arianna Lepore, Roberto Caselli

pag. 396 La qualità dell’aria indoor e la salute dei bambini di Annamaria de Martino

pag. 401 Monitoraggio di particolato aerodisperso prodotto all’interno di abitazioni dotatedi sistemi di riscaldamento a combustione di biomassa di Annalisa Marzocca

pag. 407 Le emissioni di composti organici volatili dai materiali da costruzione, da giocattolie dai componenti dell’automotive di Giombattista Traina

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pag. 413 AIR – CONVEGNOLO STATO DELLE CONOSCENZE ALLA LUCE DELLE ESPERIENZE MA-TURATE: MODELLI DI SVILUPPO E POLITICHE DI CONTROLLO EPREVENZIONE

pag. 415 Per una storia dell’inquinamento atmosferico in Italia di Mario C. Cirillo

pag. 422 Studio delle sorgenti di inquinamento atmosferico e delle componenti primaria esecondaria del PM2.5 nel territorio circostante una centrale termoelettrica di nuovagenerazione di Francesco Lollobrigida, Antonella Pannocchia, Fabio Pittarello, An-nalisa Bruno, Roberta De Maria, Anna Maria Gaffodio, Valeria Garbero, FrancescaBissardella, Stefania Ghigo, Stefano Buratto

pag. 428 Esempio di monitoraggio della qualità dell’aria: piano di sorveglianza ambientaledell’impianto a biomasse di Bando D’Argenta (Ferrara) di San Marco Bioenergie diValentina Zangrando, Roberta Caenaro, Manuela Panfili, Simona Gabrielli, Massi-miliano Viglietti, Simone Tonon

pag. 435 RECLAIM EXPO – CONVEGNORECLAIM EXPO 2013

pag. 437 Analisi di alcuni parametri chimico-fisici dei contaminanti utili all’applicazione del-l’analisi di rischio sanitario-ambientale di Simona Berardi, Alessandro Ledda, Gio-vanni Grillo

pag. 442 Il progetto definitivo degli interventi di messa in sicurezza permanente presso il sitocontaminato da amianto ex Fibronit di Bari di Maurizio Beretta, Claudio Tedesi

pag. 448 Processi innovativi di bonifica di sedimenti marini contaminati derivanti da dragag-gio di Micaela Buonocore, Cristina Annicchiarico, Nicola Cardellicchio, Antonella DiLeo, Santina Giandomenico, Lucia Spada

pag. 454 Changes in metal partitioning during anaerobic biodegradation of polychlorinatedbiphenyls in co-contaminated sediments di Roberta Guerra, Tatiane Combi, AndreaNuzzo, Giulio Zanaroli, Fabio Fava

pag. 460 Messa in sicurezza di emergenza di un sito di produzione di fertilizzanti ed ammen-danti sottoposto a sequestro oggetto di incendio di Antonella Lomoro, MassimoGuido, Carlo Ronzino

pag. 466 Biostimulation of microbial reductive dechlorination of polychlorinated biphenylsin marine sediments of the Venice Lagoon di Andrea Nuzzo, Ylenia Andria, GiulioZanaroli, Fabio Fava

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pag. 472 Development of an attached-growth process for the bioremediation of trichloroe-thylene- and 1,1,2,2-tetrachloroethane-contaminated groundwater di AntonellaRosato, Dario Frascari, Giacomo Bucchi, Francesco Doria, Stefano Lei, Valentina Spag-giari, Nasrin Tavanaie, Florin A. Potra, Roberta Ciavarelli, Davide Pinelli, SerenaFraraccio, Giulio Zanaroli, Fabio Fava

pag. 477 L’analisi della sostenibilità di una bonifica da metalli pesanti mediante una tecnicainnovativa di S/S valutata attraverso LCA comparativa di Petra Scanferla, MartaBeggio, Stefano Zuin, Roberto Pellay

pag. 483 Intervento di messa in sicurezza del sito “Cascina Gazzera” oggetto di discarica dirifiuti (melme acide) in comune di Cerro al Lambro (MI) di Sergio Stoppa, ClaudioTedesi

pag. 489 INDUSTRIAL SYMBIOSIS, NETWORKING AND DISSEMINATION –LE ESPERIENZE E LO STATO DELL’ARTE DELLA SIMBIOSI INDUSTRIA-LE IN ITALIA

pag. 491 Realizzare un distretto ecosostenibile a rifiuti zero: istruzioni per l’uso ProgettoLife “Mo.Re.&Mo.Re.” di Simona Bisillo, Marco Gentilini

pag. 497 Applicabilità in Italia della simbiosi industriale come opportunità per lo sviluppodelle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) di Antonella Iacondini,Fabrizio Passarini, Ivano Vassura, Luciano Morselli

pag. 501 Caratteristiche, potenzialità e limiti dello sviluppo di simbiosi industriali in sistemiproduttivi locali esistenti. Analisi di tre contesti italiani di Raffaella Taddeo, AlbertoSimboli, Anna Morgante

pag. 507 Indice degli autori

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Messa in sicurezza di emergenza di unsito di produzione di fertilizzanti ed

ammendanti sottoposto a sequestrooggetto di incendio

Antonella Lomoro [email protected], Massimo Guido,Rossella Sciacqua - ECO-logica srl, Bari

Carlo Ronzino – Comune di Adelfia, Bari

RiassuntoGli interventi di messa in sicurezza di emergenza (MISE) consentono di intervenire tempestiva-mente su siti affetti da contaminazione ambientale, per rimuovere o isolare le fonti inquinamentoe attuare azioni mitigative per prevenire ed eliminare pericoli immediati verso l’uomo e l’ambien-te circostante. Si tratta di interventi da realizzare a seguito di incidenti o della conclamata presen-za di una situazione di pericolo, come descritto nel presente lavoro che illustra un intervento dimessa in sicurezza di emergenza applicato ad un sito industriale responsabile di inquinamentoambientale, coinvolto in un incendio. L’obiettivo è proporre un valido approccio alla gestione dipericoli relativi ad incendi ed esplosioni e suggerire una metodologia per il controllo di processi dicontaminazione in atto.

SummaryThe emergency safety measures allow timely operations on sites affected by environmental conta-mination, to remove or isolate the pollution sources and to implement mitigative actions, preven-ting and eliminating immediate human and environmental hazards. These measures are neces-sary when there are environmental accidents or dangerous situations, as described in this paper. Itis describing an intervention of emergency safety measures applied to an industrial site which isresponsible for environmental pollution and it is involved in a fire. The objective is proposing avalid approach to the hazard management related to fires and explosions, and suggesting a metho-dology for contamination processes monitoring.

1. IntroduzioneIl D.Lgs n. 152 del 2006 [1] all’interno dell’allegato 3 al Titolo V della Parte IV indica i criterigenerali per la selezione e l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza (d’urgenza, opera-tiva o permanente), nonché per l’individuazione delle migliori tecniche d’intervento a costisopportabili. Nel rispetto della normativa vigente è stato eseguito un intervento di messa insicurezza di emergenza in un sito di produzione di fertilizzanti ed ammendanti, sequestratodalla Magistratura perché ritenuto responsabile di inquinamento ambientale. L’opificio è statocoinvolto in un incendio ove hanno preso fuoco cumuli di materiali di origine ignota, respon-sabili della produzione di fumi tossici diretti verso il vicino centro abitato. Si è intervenuti con

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urgenza andando a spegnere l’incendio e, successivamente, stabilizzando i cumuli per estin-guere il processo di combustione ancora attivo, all’interno delle ingenti masse depositate, alfine di limitare il processo di contaminazione in atto nei confronti delle matrici ambientalicoinvolte: aria e suolo.Il caso in esame propone una metodologia applicabile in situazioni di emergenza, quando ènecessario gestire contemporaneamente due pericoli: il primo associato all’incendio ed alleesplosioni, il secondo legato alla presenza di fenomeni di inquinamento. L’approccio tecnicosuggerito risulta applicabile a situazioni ove è necessario intervenire con una messa in sicurezzadi emergenza che si sviluppa su due fronti: spegnere un incendio e contenere processi di con-taminazione.

2. Relazione

2.1 Approccio preliminareL’intervento di messa in sicurezza di emergenza dello stabilimento di produzione di ammen-dante, sottoposto a sequestro e coinvolto in un incendio, affonda le sue radici nella ricostruzio-ne delle volumetrie di materiale inquinato coinvolte e nella loro esatta ubicazione all’internodel sito. Al fine di progettare un adeguato intervento di messa in sicurezza commisurato al-l’emergenza in atto, è stato necessario quantificare il materiale coinvolto. Preliminarmente èstato effettuato un rilievo termografico in concomitanza di quello plano-altimetrico utilizzan-do un Laser Scanner terrestre (LST): attraverso una piattaforma aerea è stato possibile rilevareparte dell’area da una posizione sopraelevata rispetto al piano di posa dei cumuli incendiati.La tecnologia impiegata è la termografia che consente di visualizzare e misurare l’energia ter-mica emessa da un oggetto mediante una telecamera a infrarossi. L’energia termica, o infraros-sa, consiste in luce la cui lunghezza d’onda risulta troppo grande per essere individuata dall’oc-chio umano; si tratta della porzione dello spettro elettromagnetico percepita come calore. Adifferenza della luce visibile, nello spettro dei raggi infrarossi tutti gli elementi con una tempe-ratura al di sopra dello zero assoluto emettono calore.Nell’ambito del caso in oggetto, sono state eseguite riprese termografiche da 6 punti all’internodel sito che occupa un’area di circa 33.000 m2, in questo modo è stato possibile raccogliereinformazioni che riguardassero l’intera estensione dell’area da rilevare (Fig. 1).

Fig. 1 – Rilievo termografico dell’area

Le riprese termografiche hanno consentito di formulare una valutazione globale circa lo statodei luoghi, sono state rilevate temperature massime esterne che mediamente oscillavano tra i60°C ed i 70°C, e interne ai cumuli sino a 220°C nei punti più caldi.

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Complessivamente, le informazioni acquisite sono state utilizzate per definire nello specificol’area di intervento, consentire il calcolo volumetrico dei cumuli; inoltre è stato possibile indi-viduare l’ubicazione delle masse più pericolose perché più calde e calibrare l’intervento inqueste aree.

2.2 L’attività di smassamentoIl nucleo operativo dell’intervento di MISE attuato, consiste nello smassamento dei cumuli delmateriale abbancato all’interno dello stabilimento al fine di raffreddare le grandi quantità dimateriale che dopo l’incendio presentavano, anche a distanza di diversi mesi, temperatureinterne molto elevate.Lo smassamento è un’attività che si articola essenzialmente nello spostamento del materialeaccatastato in cumuli, nella stabilizzazione termica dello stesso e nella ridistribuzione spazialedel materiale stabilizzato affinché possa essere campionato per la caratterizzazione. Per meglioorganizzare le attività in campo ed avere controllo delle volumetrie smassate, l’area oggetto diintervento è stata suddivisa in diversi campi, all’interno dei quali il materiale veniva rimossodalla sua posizione di origine, stabilizzato e ridistribuito per formare nuovi cumuli regolari.Di seguito vengono elencate le attività con cui si articola lo smassamento secondo l’ordinesequenziale con cui sono state condotte:– Spegnimento di eventuali focolai con sabbia (attività preliminare);– Rimozione del materiale dai cumuli, attraverso pala cingolata;– Nebulizzazione con acqua per l’abbattimento delle polveri;– Disposizione del materiale rimosso in strati di piccolo spessore nelle rispettive aree di desti-nazione;– Stabilizzazione termica del materiale con acqua nebulizzata;– Controllo delle temperature con termocamera e termometri a sonda;– Protezione dei cumuli stabilizzati per ridurre polveri ed odori.Il controllo della temperatura dei cumuli è l’attività propedeutica alle operazioni di smassa-mento al fine di verificare l’eventuale presenza di focolai e soffocarli tempestivamente, consen-tendo agli operatori di agire in condizioni di sicurezza.La stabilizzazione termica dei cumuli è stata effettuata mediante spargimento di sabbia, laquale agisce per separazione del combustibile dal comburente; disposta a strati sul materialeincendiato ne impedisce il contatto con l’aria, isolandolo e soffocando eventuali focolai.A fronte dell’origine ignota del materiale che costituiva i cumuli è stato usato un modestoquantitativo d’acqua per il raffreddamento perché non si era certi dell’assenza di sostanzechimiche reattive all’interno dei cumuli. Le acque decadute dal sistema di estinzione venivanoraccolte da un aspiratore che convogliava i liquidi in cisterna, successivamente smaltita pressoimpianti autorizzati.A seguito dello spegnimento di eventuali focolai, il materiale veniva prelevato dalla sua posi-zione di origine attraverso una pala cingolata e disposto nell’area preposta ai trattamenti, veni-va stabilizzato termicamente con acqua nebulizzata ed all’interno delle rispettive aree di desti-nazione, veniva ridistribuito formando nuovi cumuli.Nonostante l’incendio fosse stato estinto tempestivamente, all’interno dei cumuli erano pre-senti focolai, soffocati durante lo smassamento. Pertanto, le attività svolte in cantiere hannocomportato una rilevante movimentazione di polveri associata, sia alla combustione del mate-riale all’interno dei cumuli, sia alla movimentazione dei cumuli stessi, essendo questi di naturapolverulenta.Il controllo delle polveri durante lo smassamento ha rappresentato un aspetto cruciale delleattività di cantiere, gestito attraverso il sistema di nebulizzazione delle acque per il raffredda-mento ed una barriera antipolvere removibile (Fig. 2).

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L’impianto per il raffreddamento dei cumuli e l’abbattimento delle polveri era costituito da unsistema di abbattimento polvere con generatore di aerosol ventilato mobile. L’acqua venivanebulizzata grazie ad una turbina dotata di ventola.La barriera antipolvere, costituita da un telo protettivo in tessuto non tessuto o in juta, perio-dicamente bagnati, è stata agganciata in sommità al muro di recinzione che separa lo stabili-mento dalle campagne circostanti, in corrispondenza delle aree esterne con attività in esercizioo coltivazioni in atto.

Fig. 2 – Nubilizzazione di acqua per il raffreddamento e barriera abbattimento polveri

Tutti gli operatori coinvolti nelle attività descritte hanno condotto il proprio lavoro in condi-zioni di sicurezza perché equipaggiati con adeguati dispositivi di protezione individuale ingrado di proteggerli dalle elevate temperature e dai rischi associati alle sostanze movimentate.Attraverso la gestione del cantiere appena descritta è stato possibile controllare contempora-neamente il rischio associato agli incendi ed i processi di contaminazione delle matrici suolo edaria, preservando la salute dei lavoratori e la qualità dell’ambiente.

2.3 Le attività di monitoraggioLe attività di monitoraggio si sostanziano nel complesso di procedure, tecniche ed attività voltea rilevare parametri che descrivono un fenomeno osservato, il monitoraggio ha ricoperto unruolo centrale nell’intervento di MISE, perché ha consentito di svolgere costantemente le atti-vità in condizioni di sicurezza. Durante le operazioni di smassamento, al fine di rilevare laconcentrazione di polveri a cui erano esposti i lavoratori, è stata monitorata con cadenza gior-naliera la presenza di particolato in atmosfera. L’apparecchiatura utilizzata è un fotometrolaser portatile, che funziona a deviazione di luce laser con pompa integrata e funzione di data-logger che fornisce la concentrazione di polveri, fumi, ed aerosol in tempo reale. Il monitorag-gio delle polveri è stato eseguito all’inizio, durante tutte le movimentazioni del materiale ed altermine delle operazioni.Nell’ambito delle attività di monitoraggio, la misurazione della temperatura è stata parte inte-grante delle operazioni di smassamento, le apparecchiature utilizzate per il controllo delle tem-perature interne ai cumuli sono:– una termocamera ad infrarossi per individuare il materiale che presenta temperature elevate;– un termometro portatile con sonda per rilevare la misura effettiva della temperatura internadei cumuli.Prima di dare inizio allo smassamento veniva eseguito un controllo preliminare della tempera-tura dei cumuli, se veniva registrato un gradiente termico superiore a 40° C tra la temperaturadel cumulo e quella esterna si provvedeva ad attuare le misure di raffreddamento, terminate lequali veniva misurata nuovamente la temperatura per verificare l’abbassamento termico. Solo

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in presenza di un gradiente inferiore a 40°C il materiale poteva essere sottoposto a smassamen-to, in caso contrario si procedeva con le operazioni di spegnimento e raffreddamento (Fig. 3).

Fig. 3 – Misura e scheda della temperatura registrata interna a cumulo

Di seguito (Fig. 4) si riporta il diagramma di flusso che illustra le modalità con cui è stato svoltoil monitoraggio.

Fig. 4 – Diagramma di flusso monitoraggi

Dagli esiti del monitoraggio delle polveri è emerso che le concentrazioni di massa delle polveririsultavano compatibili con la tipologia di lavorazioni in corso [5], e non sono mai stati regi-strati picchi di concentrazioni di polveri, grazie ai sistemi di abbattimento attuati ed alle moda-lità lavorative stabilite. In merito al monitoraggio delle temperature, nel complesso si è passatida temperature medie esterne di oltre 60°C a temperature contenute entro 30°C misurate altermine delle attività.

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Fig. 5 – Monitoraggio temperature in corso d’opera - Temperature iniziali e finale medie complessive per zonedi intervento

2.4 La caratterizzazione dei materialiA seguito delle operazione di smassamento e raffreddamento dei cumuli, si è proceduto alleoperazioni di caratterizzazione del materiale secondo i criteri e le metodologie indicate dallanorma UNI 10802 [3]. Il campionamento è stato pianificato tenendo conto delle caratteristi-che del rifiuto, del suo stato fisico e della sua giacitura, identificato nella categoria “polveri egranulati” [4]. Le attività di prelievo sono state realizzate in parallelo allo smassamento e raf-freddamento in maniera tale che potessero concludersi contestualmente e potessero facilitarel’accesso ai diversi punti di prelievo, utilizzando una paletta o sessola.Il prelievo è stato condotto mediante un campionamento di tipo sistematico, ad intervalli dispazio regolari e prestabiliti. Il materiale che compone i cumuli è stato analizzato e classificatoai sensi del D.Lgs 152/06 e D.M. 27/09/10 [2], con lo scopo di stabilire se il rifiuto fossepericoloso o non pericoloso, se riutilizzabile o da smaltire in discarica, sulla base dei risultatiottenuti è stato associato il corrispondente codice CER.

3. ConclusioniI verbali giornalieri redatti durante il monitoraggio di polveri e temperature hanno consentitodi dimostrare l’efficacia delle attività di messa in sicurezza di emergenza descritte. In particola-re, il monitoraggio delle temperature ante operam e durante i lavori ha guidato le operazioni dismassamento; ed il monitoraggio delle polveri ha segnalato che la misura delle PTS (mg/m3) èpassata da un valore di 0,079 mg/m3 ante operam a 0,023 mg/m3 post operam (valori medi).Le attività di messa in sicurezza di emergenza descritte mettono in luce come sia possibile salvaguar-dare la salute dell’uomo ed al tempo stesso preservare la qualità dell’ambiente nel caso di combu-stione che interessa materiali inquinati. L’ausilio delle strumentazioni di monitoraggio ha svolto unruolo determinante nelle attività condotte in cantiere in quanto attraverso i dati registrati di tempe-ratura e polveri, è stato possibile calibrare gli interventi garantendo condizioni di sicurezza.

Bibliografia[1] D.lgs. n. 152 del 3/04/2006 e s.m.i., Parte Quarta “Norme in materia di gestione dei rifiuti e dibonifica dei siti inquinati” - Titolo V “Bonifica di siti contaminati”.[2] D.M. 27 settembre 2010 - Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, in sostituzio-ne di quelli contenuti nel decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 3 agosto 2005.[3] Norma UNI 10802:2012 “Rifiuti liquidi, granulari, pastosi e fanghi. Campionamento manuale epreparazione ed analisi degli eluati”, ottobre 2004.[4] Norma UNI EN 12457-2:2004 “Caratterizzazione dei rifiuti - Lisciviazione - Prova di conformità perla lisciviazione di rifiuti granulari e di fanghi”.[5] Federchimica “Valori Limite di Soglia” edizione 2003.