Greci Musica LIRA

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    I Greci e la Musica, Cultura greca -

    Lezione 4

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    Gli strumenti musicali

    Non bisogna introdurre nell'educazione gli auloi né altro strumento

     professionale come la cetra o un altro di tal sorta, bensì quelli che ne

    faranno ascoltatori intelligenti [...].

     Inoltre l'aulos non serve a esprimere le qualità morali dell'uomo. [...]

     Aggiungiamo pure che all'uso dell'aulos come elemento di educazione si

    oppone il fatto che il suonarlo impedisce di servirsi della parola. 

    (Aristotele, Politica

    La citazione di Aristotele permette di notare l'esistenza di una gerarchiafra gli strumenti musicali. Il più nobile, come si vedrà tra poco, è la lira,mentre inferiore, neppure degno dell'educazione è l'aulos, lo strumento afiato per eccellenza.Nella cultura greca, avevano un posto di rilievo e maggiore dignità glistrumenti a corda, essenzialmente perché nati per accompagnare laparola. Infatti, la musica vocale era ritenuta più "nobile" e degna diattenzione rispetto alla musica strumentale, per la quale nascono glistrumenti a fiato. In un secondo momento, gli strumenti a fiato saranno

    applicati anche a certi generi poetici, ma, nella gerarchia strumentale,rimarranno sempre al secondo posto.Il mito può venirci in aiuto, se pensiamo alla tenzone tra Marsia e Apollo.Il primo suona uno strumento a fiato, il secondo la lira. Marsia saràsconfitto e verrà punito per la sua superbia, per aver osato sfidare un dio,e sarà scorticato vivo.

    Gli strumenti a corda saranno, quindi, sempre legati al culto di Apollo,mentre l'aulos è generalmente associato al culto di Dioniso. L'aulos eraconsiderato da alcuni filosofi, fra cui Aristotele e Platone, come unostrumento orgiastico e corruttore di costumi.

    È Platone a sottolineare nella Repubblica, l'importanza della parola inmusica (l'aulos viene bandito dal suo stato ideale), proponendo una

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    La lira era lo strumento nobile per eccellenza, quello da utilizzare a finieducativi, perché non era uno utilizzato dai suonatori professionisti,quindi adatto anche agli amatori, alle persone colte e di classe socialesuperiore.La superiorità della lira trova origine nel mito, che la vuole creata dal dioErmes tramite il carapace di una tartaruga, per poi farne dono ad Apollo.Con ogni probabilità il mito si riferisce alle primissime lire, effettivamentericavate dal carapace di una tartaruga. Il nome dell'antenato della

    lira, chelis, vuol dire infatti tartaruga.La lira è uno strumento di piccole dimensioni, dotata di cassa dirisonanza, alla quale erano assicurate delle corde. Le sue dimensioniridotte la rendevano poco adatta per l'esecuzione pubblica, perché disuono poco intenso. In poche parole, pare che si sentisse poco.La lira, come gli altri cordofoni, nasce con sette corde:Hypate (è la corda che dà il suono più grave)Parhypate Lichanos (che significa indice, probabilmente dal dito che si utilizzava perfarla risuonare)Mese (che significa nota di mezzo)Paramese Trite Paranete Nete (è la corsa che dà il suono più acuto).

    °°°°°°°°°°°°°°°°°

    Strumenti Musicali

    http://www.musicanti.org/avatar/giglio/strumenti.htm 

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    LIRA

    Antico strumento musicale a corde pizzicate Affine alla cetra, aveva come cassa di

    risonanza un guscio di testuggine, alla quale erano applicate due corna di animale unite

    da una traversa. Le corde, in numero variabile, erano tese tra la traversa e la cassa. Nel

    medioevo il termine Lira viene accostato a due strumenti ad arco: la lira da braccio e la

    lira da gamba (o lirone). Ecco una lo veloce descrizione.

    Lira da braccio: strumento a corde strofinate (ad arco) in uso particolarmente in Italia

    tra il XIV e il XVI secolo. Può essere considerata un antenato del violino.

    La lira da braccio aveva la cavigliera diritta (come la viella) essa era a forma di cuore ed

    era forata dai piroli.

    La viola da braccio possedeva 5 corde di cui le due più gravi erano poste fuori dal

    manico e fungevano da bordoni. Era accordata per quinte.

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    Lira da gamba: Il basso della Lira da braccio era detto lira da gamba o lirone.

    Esso trae i suoi elementi da diversi strumenti: se il corpo somiglia a quello della lira da

    braccio, la rosa che si aggiunge alle due aperture sulla tavola armonica è presa dal liuto.

    Come la viella la lira da gamba è munita di tasti. Il numero delle corde varia da 9 a 13,alle quali si aggiungono le due corde di basso ma in Germania, per esempio, si trova un

    lirone da 16 corde, mentre in Italia il numero di corde massimo ammonta a 15, di cui

    tre doppie di basso.

    Poichè il ponticello è molto piatto, non è possibile fare risuonare da sole che le corde

    poste alle estremità: per questo lo strumento era destinato all'esecuzione di accordi

    d'accompagnamento a una melodia eseguita da un altro strumento.

    °°°°°°°°°°°°°°°°°

    LIRAEnciclopedia Italiana (1934) 

    http://www.treccani.it/enciclopedia/lira_res-e617652a-8bb0-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-

    Italiana)/ 

    di Gabriella Battaglia 

    LIRA  (λ  ύρα, lyra). - La lira appartiene a quella classe di strumenti a corde tese

    (ἔ ντατα, καϑαπτά, κρουόμενα), che i Greci preferirono agli strumenti a fiato

    (ἐμπινευστά) e considerarono veramente nazionali.La tradizione letteraria sul mitico inventore della lira non è concorde: il poeta

    sconosciuto del secondo inno omerico ci dice che Ermete, avendola fabbricata

    con il guscio di una tartaruga, due corna d'ariete e i nervi dei buoi rubati ad

     Apollo, riuscì col suono del nuovo strumento a commuovere così profondamente

    l'animo di Apollo stesso, che questi non solo gli abbandonò i buoi, ma gli offrì

    anche un anellino d'oro in cambio della lira. Ma sappiamo anche (Paus., IX,

    30,1) di una lotta fra le due divinità rappresentata in opere della statuaria oggi

    perdute, e di cui un'eco persiste nella pittura vascolare: così che la tradizionedell'inno ci appare quasi una decisione di arbitro per cui Apollo non ha inventato

    la lira, ma l'ha legittimamente ottenuta in un fraterno contratto.

    http://www.treccani.it/enciclopedia/lira_res-e617652a-8bb0-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/http://www.treccani.it/enciclopedia/lira_res-e617652a-8bb0-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/http://www.treccani.it/enciclopedia/lira_res-e617652a-8bb0-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/http://www.treccani.it/enciclopedia/lira_res-e617652a-8bb0-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/http://www.treccani.it/enciclopedia/lira_res-e617652a-8bb0-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/

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    La lira - da non confondersi con la κιϑάρα, sebbene parecchi lessicografi abbiano

    considerato queste due parole sinonimi (vedi. cetra) - è costituita da una cassa

    armonica da cui si elevano due bracci riuniti da un'assicella traversa o giogo: tra

    questa assicella e la cassa sono fissate le corde, di numero variabile ma di

    lunghezza eguale. La cassa armonica in origine, come apprendiamo dalla

    tradizione letteraria e figurata, fu lo scudo dorsale di una tartaruga (χελ ώ νη,

     χ έ λυς), sulla faccia concava del quale era tesa una pelle bovina. Più tardi

    s'impiegarono armature di legno della stessa forma rivestite di laminette d'osso o

    d'avorio. I bracci o corna (πή χεις, ἀ γκ ῶ νες, κ έρατα) agl'inizî furono veramente

    corna di capra o di ariete - e anche questo concordemente alla tradizione

    letteraria e iconografica -, ma in seguito si costruirono bracci lignei, e della

    materia primitiva restò solo la forma elegantemente incurvata. La traversa o

    giogo ( ζυγό ν), che lega i due bracci alla sommità, era ordinariamente di legno diquercia; era a volte perfettamente cilindrica, a volte rigonfia verso il centro e

     verso l'estremità. Le corde - originariamente intestini di montone (χορδαί), cui

    più tardi si sostituirono i nervi (onde la mutata denominazione di νευραί, ξε ῦρα)

    - erano fissate, mantenute in tensione e regolate come nella cetra.

    Il numero delle corde riguarda piuttosto la storia del sistema musicale dei Greci

    che quella dello strumento. Testi oscuri e sospetti attribuiscono alla lira prima

    tre, poi quattro corde: questo numero sarebbe stato portato a sette sia per

    accrescimenti successivi, sia d'un sol colpo da Terpandro: altre fonti inveceattribuiscono questo numero di corde alla lira primitiva inventata da Ermete.

    Certo è che sin dalla prima metà del sec. V il numero delle corde fu portato a otto

    e poi a nove: e la lira eptacorde si conservò solo nell'uso religioso a Roma, dove,

    nel sec. I, Dionigi di Alicarnasso la nota con stupore ( Ant . Rom., VII, 72). La

    seconda metà del sec. V vide portare il numero delle corde a undici, forse per

    opera di Phrynis di Mitilene. Timoteo, alla fine del sec. V, aggiunse una

    dodicesima corda. Queste innovazioni, vivamente contrastate, furono consacrate

    dai teorici alessandrini.

    La lira si suonava col plettro (πλ ῆκτρον), fatto di materia dura - legno, corno,

    avorio, metallo, pietra preziosa - di forme assai diverse, ma sempre terminante

    con un dente o un uncino, così da assomigliare a una T o ad una freccia. Il plettro

    era ordinariamente attaccato alla parte inferiore della lira e per suonare non

     veniva staccato. Alla mano destra, che colpiva le corde col plettro, si associava

    l'accompagnamento della mano sinistra che pizzicava le note dalla parte opposta

    dello strumento. Solo alcuni virtuosi - quali i liricini di Aspendo passati in

    proverbio (Zenob., II, 30) - eseguivano ambedue le parti con le dita.

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    La lira poteva essere riccamente e variamente ornata: vedi, per es., presso

    Luciano ( Adv. indoctum, 8) la descrizione della ricchissima lira di Euangelos di

    Taranto.

    Bibl.: C. v. Jan, Die griechischen Saiteninstrumente, in Arch. Zeitung, 1858, p.

    181 segg., tavola CXV; Th. Reinach, in Daremberg e Saglio, Dict. des antiquités,

    III, ii, p. 1437 segg.; Gundel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIII, ii, col. 2479

    segg.; L. Deubner, Die viersaitige Leier, in Ath. Mitteil ., LIV, 1929, p. 194 segg. Invia articoloPubblica sul tuo blog o sito Segnala alla redazione 

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    http://www.summagallicana.it/lessico/l/lira.htm#Lyre  

    Lira deriva dal latino lyra , a sua voltaderivato dal greco lýra  di etimologiasconosciuta. Antico strumento musicale acorde pizzicate in uso nel Medio Oriente epresso i Greci. Affine alla cetra, avevacome cassa di risonanza un guscio ditestuggine, alla quale erano applicate duecorna di animale unite da una traversa. Le

    corde, in numero variabile, erano tese trala traversa e la cassa. I poeti recitavanoaccompagnati dalla lira. 

    http://www.summagallicana.it/lessico/l/lira.htm#Lyrehttp://www.summagallicana.it/lessico/l/lira.htm#Lyrehttp://www.summagallicana.it/lessico/l/lira.htm#Lyre

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    Apollo con la chelys-lyrapittura vascolare greca, museo di Delfi,

    ca. 460 aC. 

    Per la mitologia greca l'inventore della lirafu Ermes , alias Mercurio. Un giorno il

    dio trovò all'interno della grotta unatartaruga. Dopo averla uccisa, prese ilcarapace, e tese al suo interno sette cordedi budello di pecora, costruendo così laprima lira. Ermes la regalò poi ad Apollo

    , e questi al figlio Orfeo . In epocaclassica, la lira era in effetti associata alle

     virtù apollinee di moderazione edequilibrio, in contrapposizione al flauto,legato a Dioniso e che rappresentavaestasi e celebrazione. 

    Non è noto dove sia nato lo strumento:sicuramente è stato importato in Grecia inepoca preclassica. Come luoghi di nascita,sono stati proposte località nell'Europameridionale, Asia occidentale e nord

     Africa. Ancora oggi la lira viene suonata inalcune zone dell'Africa nordorientale. 

    Ampolla attica del 440-430 aC con unaMusa che suona la lira 

    http://www.summagallicana.it/lessico/d/Dioniso%20-%20Bacco.htmhttp://www.summagallicana.it/lessico/o/Orfeo.htmhttp://www.summagallicana.it/lessico/a/Apollo%20o%20Febo.htmhttp://www.summagallicana.it/lessico/e/Ermes%20o%20Ermete%20o%20Mercurio.htm

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    STRUMENTI MUSICALI TRADIZIONALI

    http://www.danzegreche.it/strumenti.html 

    LIRA 

    La lira è lo strumento principale della musica di Creta. Negli anni passati era

    diffusa in tutta la Grecia ma progressivamente è stata sostituita dal violino. Oggi,

    viene suonata nel Dodecanneso, in Tracia e in Macedonia, oltre naturalmente a

    Creta. Al contrario degli strumenti a fiato, quelli a corda lasciano la possibilità al

    musicista di cantare contemporaneamente, perciò i suonatori di lira, sono spesso

    anche ottimi cantanti. Le piccole misure della lira, permettono un’esecuzione veloce

    e questo la rende adatta per le danze veloci delle Isole e di Tracia. 

    Il corpo della lira ha la lunghezza di 40-60 cm, e viene costruita utilizzando un

    pezzo unico di legno che viene scolpito per formare la “skafi” (vaschetta), il “cheri”

    (mano) e il “kefali” (testa). Il legno migliore è quello di pero ma ogni suonatore ha le

    sue preferenze. Sulla “skafi”, si incolla il “kapaki”, una foglia di legno sottilissima, di

    pino o cipresso, con le due caratteristiche aperture che si chiamano “matia” (occhi).

    http://www.danzegreche.it/strumenti.htmlhttp://www.danzegreche.it/strumenti.htmlhttp://www.danzegreche.it/index.htmlhttp://www.danzegreche.it/strumenti.html

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    Il “cheri” (mano) che è molto corto, si estende dalla curva di “skafi” (vaschetta) fino

    al “kefali” (testa) con le tre manopoline (striftalia) nella parte posteriore. 

    Le tre corde sono accordate in re-la-re oppure in re-sol-re. Negli anni

    precedenti, erano costruite con l’intestino della pecora. La prima corda si chiama

    “kandini”, è accordata più in alto è suona la melodia. La seconda si chiama

    “messaki’” e la più bassa, “vurgana”. La distanza tra le corde è grande, perchè nella

    lira, il suonatore, non preme le corde con le dita, come negli altri strumenti a corda,

    ma le spinge lateralmente con l’unghia. 

    Il suonatore, mentre suona la melodia con la prima o la seconda corda, tocca

    contempraneamente, con l’arco, la corda accanto, in modo tale di sentire un “isso”.

    Nel passato, l’arco era curvato, da peli dalla coda di cavallo, con alcune campanelle

    (gerakokuduna), per sottolineare il ritmo con i suoi movimenti. Oggi si usa l’arco del

    violino. 

    Altri link:

    http://nonsolocultura.studenti.it/come-suonare-la-lira-150569.html#steps_1  

    http://www.bandatolfa.it/pagine%20strumenti/lira.htm 

    http://nonsolocultura.studenti.it/come-suonare-la-lira-150569.html#steps_1http://nonsolocultura.studenti.it/come-suonare-la-lira-150569.html#steps_1http://www.bandatolfa.it/pagine%20strumenti/lira.htmhttp://www.bandatolfa.it/pagine%20strumenti/lira.htmhttp://www.bandatolfa.it/pagine%20strumenti/lira.htmhttp://nonsolocultura.studenti.it/come-suonare-la-lira-150569.html#steps_1