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La musica degli antichi Greci - icsnovate.it · I Greci furono, tra le popolazioni che si...
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La musica degli antichi Greci
Inno al Sole di Mamede
Prof. Alfonso Anguilla
http://www.youtube.com/watch?v=EgLXJvzJhPA
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I Greci furono, tra le popolazioni che si affacciarono sul Mar Mediterraneo, tra i maggiori innovatori in tutti i campi del sapere: dalla scienza all'arte.
Così come gli altri popoli mediterranei o orientali anche i Greci diedero grande importanza alla musica ma in più essi le attribuirono un alto valore formativo e un forte mezzo espressivo tanto da cosiderare la musica una vera e propria forma d'arte.
Il Tempio di Segesta.
Tempio greco
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Le informazioni sulla musica greca che sono giunte sino a noi possono essere classificate in:
- FONTI EXTRAMUSICALI COME
LEGGENDE
TESTI POETICI
Tra le leggende più conosciute possiamo menzionare quella di
Orfeo che con la voce e la musica supera nel canto le sirene e placa l'ira di Cerbero per ricondurre
l'amata Euridice dall'Oltretomba al regno
dei vivi.
Molti letterati, scrittori e poeti hanno trattato il tema della musica presso i Greci
sia direttamente che indirettamente.
Tra i maggiori artisti ricordiamo:
- Ovidio: le Metamorfosi (8 d.C)
- Poliziano: Fabula di Orfeo (1480)
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Pitture
Tra le testimonianze principali, che ci aiutano a conoscere meglio il mondo musicale greco, ci sono alcuni affreschi ritrovati presso alcuni siti archeologici e i decori di molti vasi attici (clicca sul collegamento).Le decorazioni dei vasi greci riproducevano generalmente scene di vita quotidiana o i numerosi miti greci. Essi hanno quindi permesso di conoscere molto della vita che si conduceva a quel tempo e della cultura greca. Una bellissima raccolta di vasi greci si trova al museo di Spina a Ferrara.
http://www.youtube.com/watch?v=YfIKyRwPup0
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Bassorilievi
I bassorilievi, così come gli affreschi, mostrano scene di vita quotidiana e soprattutto ci permettono di conoscere meglio gli strumenti musicali in uso in
quel periodo, come la cetra e l'aulos.Grazie ai bassorilievi e agli affreschi oggi siamo in grado di ricostruire alcuni
strumenti dell'epoca e di farne rivivere il suono.
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STRUMENTI MUSICALI
Durante i numerosi scavi archeologici in tutte le aree geografiche interessate dalla presenza di popolazioni greche, sono stati ritrovate parti di strumenti dell'epoca.Grazie a questi ritrovamenti sappiamo qualcosa in più sulle dimensioni che questi potevano raggiungere, sui materiali con i quali erano costruiti e sulla perizia tecnica che i greci avevano acquisito anche da altre popolazioni del Mediterraneo.
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- SCRITTURE MUSICALI
Tra le fonti che ci permettono di conoscere a fondo il mondo musicale greco ci sono le scritture musicali che sono giunte fino a noi.Si tratta di frammenti che per noi assumono la stessa importanza di un moderno spartito musicale.Non conosciamo però quale era la prassi esecutiva dell'epoca, cioè in che modo i Greci leggevano e interpretavano questi frammenti, anche perchè al tempo dei greci non esisteva la nostra moderna notazione musicale.
Tra le scritture musicali giunte sino a noi (circa venti) possiamo ricordare "L'Epitaffio di Sicilo" scoperto in Anatolia nell'anno 1883 e datato I/II secolo d.C. Inciso su di un cippo funerario era composto da dodici righe di testo di cui sei con accompagnamento di una melodia vocale. L'importanza del documento è unica in quanto si tratta del più antico brano giunto completo ai nostri giorni.
A sinistra l'immagine dell' Epitaffio e di seguito la
traduzione del testo:
"Finché vivi, sii gioioso,non rattristarti mai oltre
misura:la vita dura poco e il Tempo
esige il suo tributo"
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Epitaffio di Sicilo
L'Epitaffio di Sicilo è un documento musicale dell'antica Grecia. Esso è costituito da 12 righe di testo di cui 6 accompagnate dalla notazione alfabetica di una melodia musicale frigia, scolpite su una tavola. La sua datazione varia dal I secolo d.C. al II secolo d.C.
Fu ritrovato in Anatolia nel 1883, posto sopra una tomba. Fu conservato nel museo di Smirne fino al 1922, dopodiché andò perduto durante la guerra greco-turca in Asia Minore, però ritrovato dopo, usato da una donna nel suo giardino; ora è nel Museo Nazionale di Danimarca.Sebbene ci siano pervenute musiche addirittura antecedenti, come gli Inni Delfici, questo documento è di un'importanza unica, giacché si tratta del più antico brano completo, seppur breve, a noi pervenuto. Gli inni sopra citati, infatti, sono costituiti da semplici frammenti e non abbiamo abbastanza materiale da creare una ricostruzione filologica attendibile.
Vuoi ascoltare altri canti della musica greca?
Anakrousis Inno a Nemesis
Plainte de Tecmessa
http://it.wikipedia.org/wiki/Epitaffio_di_Sicilo
http://www.youtube.com/watch?v=oJ-TwXONpDo
http://www.youtube.com/watch?v=XBfdYarkFZo http://www.youtube.com/watch?v=GQLXl49khKA
http://www.youtube.com/watch?v=QxU4GvTVLJM
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La tradizione letteraria e l‛ampia documentazione fornita dalle arti figurative, dalla pittura alla scultura, fino alle cosiddette arti minori, come la ceramica e la
coroplastica, sottolineano in modo esplicito l‛importanza della musica presso i Greci, che sin dai tempi più antichi la considerarono tra le espressioni più compiute della loro produzione artistica, oltre che parte integrante della vita quotidiana e
del patrimonio socioculturale.La funzione didattica della mousiké, "l‛arte delle Muse", termine con il quale si
definiva non solo la capacità di produrre suoni, ma anche la poesia e la danza che le erano strettamente connesse, è più volte messa in evidenza dagli autori antichi, che proprio nella musica videro la guida sicura e indispensabile per l‛educazione
dell‛uomo.Suscitando nell‛ascoltatore particolari emozioni e stati d‛animo, essa contribuiva
ad elevarne lo spirito e a migliorarlo moralmente, concorrendo a formare il carattere dell‛individuo e conseguentemente, a influenzarne il comportamento
all‛interno del contesto sociale. L‛accompagnamento musicale era pertanto presente nei diversi momenti che scandivano la vita di tutti i giorni, nei riti e nelle
funzioni religiose, nei funerali e nei matrimoni, nel lavoro, nello sport, nelle rappresentazioni teatrali e persino nella guerra con composizioni corali che, a
seconda della destinazione del canto, assumevano forme e denominazioni particolari. I canti solisti erano invece destinati ad un pubblico più ristretto, come
quello che partecipava ai banchetti che erano anche la sede ideale per le discussioni politiche e per lo scambio delle idee. La musica e il canto avevano quindi in questo caso il duplice scopo di rendere non solo piacevole questo momento della
vita in comune, ma vi svolgevano anche una funzione di propaganda politica e sociale: il compositore che cantava nei conviti, come anche l‛autore delle opere teatrali, si facevano infatti portatori di un messaggio che veniva proposto al pubblico in forma persuasiva e allettante, attraverso il linguaggio poetico e la
melodia che ne favorivano l‛ascolto e la memorizzazione.
Cosa rappresenta la musica per i Greci
I giovani spartiati ricevevano un‛educazione musicale che aveva rapporti con la guerra perché la ben regolata cadenza dei cori preparava alla manovra disciplinata dei
battaglioni e sappiamo che l‛aulos (oboe) e i canti ritmavano gli spostamenti dell‛esercito
spartiate.
Leonida, re di Sparta
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I principali strumenti musicali greci
La Cetra
La cetra, la kithàra degli antichi greci, fu lo strumento a corda più utilizzato nell'antichità dai musici professionisti perché la sua struttura, molto più
complessa di quella della lyra, consentiva effetti sonori particolari; in questo modo, essa permetteva agli esecutori lo sfoggio di interpretazioni virtuosistiche di grande presa sul pubblico, motivo per cui fu prevalentemente utilizzata come strumento solista più che nell'accompagnamento del canto, come avveniva invece
per la lyra.Di grandi dimensioni, tanto da superare in alcuni casi la metà dell'altezza di un uomo, era costituita da una cassa di risonanza in legno, generalmente di forma
trapezoidale, talvolta anche o profilo arrotondato, direttamente prolungata nei due bracci laterali, che erano tagliati nello stesso pezzo di legno.
Le corde di budello di montone, collegate alla cassa per mezzo di una cordiera e di un ponticello, erano tese su un giogo che veniva fatto ruotare mediante due chiavi
sistemate alle estremità. Stringendo o allentando queste ultime, si tendevano o allentavano le corde che, come nella lyra, avevano uguale lunghezza.
Poiché lo strumento aveva un peso notevole, il suonatore utilizzava uno cintura in cuoio, talvolta riccamente decorata che, fissata da un'estremità ad un perno inserito davanti alla cassa di risonanza, consentiva di mantenere la cetra in
posizione verticale. Il plettro: oltre che con il semplice tocco delle dita, le corde della lyra e della
cetra erano suonate per mezzo di un particolare strumento, il plettro, la cui realizzazione era considerata talmente impegnativa da richiedere l'impiego di
artigiani specializzati in questo genere di lavoro.
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La Lyra
Sin dai tempi più remoti, la lyra fu lo strumento musicale più conosciuto nell'antica Grecia e più frequentemente raffigurato sui vasi attici che ne danno una descrizione del tutto identica a quella riferita dalla tradizione mitica, in cui se ne attribuiva l'invenzione
al dio Kermes bambino.La cassa di risonanza era in origine costituita da un carapace di tartaruga, svuotato, sul quale era tesa una pelle bovina, mentre
più tardi si adoperarono anche casse in legno o in avorio, sempre in forma di guscio, ricoperte di scaglie ugualmente ricavate do un
carapace.Dalla cassa partivano due bracci leggermente incurvati in legno, che reggevano un sostegno trasversale, detto giogo anch'esso
realizzato in osso o in avorio.Le corde, il cui numero variò da tre a sette sino al V secolo a.C.,
erano generalmente di budello ritorto di montone, ma erano anche fatte con i tendini di animali o con corde intrecciate di canapa.
A causa della sonorità piuttosto ridotta che la caratterizzava, la veniva comunque utilizzata negli ambienti non molto vasti, come le
sale da banchetto, per accompagnare i canti conviviali o i versi improvvisati dai partecipanti, ma fu soprattutto considerato lo strumento ideale per l'insegnamento della musica e del canto
nelle scuole.
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L'Aulòs
Il termine aulòs indica uno strumento diffuso in tutto il mondo antico, la cui struttura essenziale può essere considerata molto
simile a quella del moderno oboe. In effetti, dai reperti conservati e dalle numerose raffigurazioni, esso risulta
costituito da un tubo cilindrico o leggermente conico al quale si applicava un bocchino.
Gli strumenti erano realizzati in osso, avorio, sicomoro (albero di fico dell'Egitto), corno o, più comunemente, in canna, con
dimensioni che potevano variare dai venti ai quaranta/cinquanta centimetri, per raggiungere i quali si aggiungevano talvolta altri
elementi di raccordo al tubo. In questo erano praticati i fori per il diteggio che in epoca classica erano cinque, di cui quattro
collocati nella parte superiore più uno laterale, accanto all'imboccatura, che veniva chiuso dal pollice.
Frequentemente, il suonatore usava una coppia di auloi, entrambi con i tubi diritti e uguali, che venivano utilizzati
contemporaneamente. Per rendere più stabile l'imboccatura, spesso si usava la phorbéia, una specie di bavaglio in pelle, con fori al livello delle labbra, in cui venivano inseriti i bocchini dello
strumento, e che, coprendo a metà le guance, veniva legata dietro la nuca o in alcuni casi, fermata sopra la testa come una
museruola.
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Il Tympanon
Inventato secondo le fonti antiche dallo stesso Dioniso, occupa in queste cerimonie una posizione di rilievo; il suo compito era quello di ritmare i passi di danza con la cadenza del suono, ottenuto percuotendo con il palmo della mano destra appiattita la pelle di bue
tesa su un cerchio di legno o di metallo, munito per lo più di quattro maniglie che ne consentivano un'agevole impugnatura, e che costituisce la forma più semplice dello
strumento. Riprodotto più volte nelle raffigurazioni che ne mostrano le diverse forme e i particolari ornamentali, era generalmente piatto e leggero, ma poteva presentare anche una forma cava, a scudo, ed era talvolta corredato da campanelli metallici o
sonagli, fissati sul telaio da cordicelle che percuotevano la pelle quando lo strumento, suonato quasi esclusivamente da donne, veniva agitato.
I Cembali
Di origine orientale i Cembali erano comunque considerati dai Greci uno strumento barbaro, destinato solo "o far rumore", a produrre cioè suoni acuti e
squillanti che si ottenevano percuotendo uno contro l'altro le due piastre metalliche che lo costituivano, Queste ultime presentano in genere una forma circolare più o meno convessa, talvolta persino emisferica, e sono munite di un anello in metallo, fissato al centro della piastra, di una cordicella in tessuto o
di nastri che, passando attraverso due fori sulla sommità del cembalo, permettevano al suonatore di infilarvi le dita per tenerlo più comodamente in
mano o di sospenderlo quando si terminava di suonare.
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La musica greca vista attraverso il mito: Orfeo ed Euridice
Orfeo è figlio della Musa Calliope e del sovrano tracio Eagro, o, secondo altre versioni, del dio Apollo.Secondo la mitologia classica, Orfeo prese parte alla spedizione degli Argonauti: quando la nave Argo passò accanto all'isola delle sirene, i marinai furono irretiti dal loro canto, ma Orfeo li salvò intonando un canto ancora più melodioso che ruppe l'incantesimo.Ma la sua fama è legata soprattutto alla tragica vicenda d'amore che lo vide unito alla ninfa Euridice.
Aristeo, uno dei tanti figli di Apollo, amava perdutamente Euridice e, sebbene il suo amore non fosse corrisposto, continuava a rivolgerle le sue attenzioni fino a che un giorno ella, per sfuggirgli, mise il piede su un serpente, che la uccise col suo morso.
Orfeo penetrò allora negli inferi incantando Caronte con la sua musica. Sempre con la musica placò anche Cerbero, il guardiano dell'Ade. Persefone, commossa dal suo dolore e sedotta dal suo canto, persuase Ade a lasciare che Euridice tornasse sulla terra. Ade accettò, ma ad un patto: Orfeo avrebbe dovuto precedere Euridice per tutto il cammino
fino alla porta dell'Ade senza voltarsi mai all'indietro.
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MA CHI E' VERAMENTE ORFEO?...SCOPRIAMOLO INSIEME A LUCIANO DE CRESCENZO!!!
PARTE PRIMA E ...
http://www.youtube.com/watch?v=o4l_imctzWI
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...PARTE SECONDA.
http://www.youtube.com/watch?v=pr6EJhDrtXA
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"O dei, che vivete nel mondo degl'Inferi,dove noi tutti, esseri mortali, dobbiamo finire,
se è lecito e consentite che dica il vero, senza i sotterfugidi un parlare ambiguo, io qui non sono sceso per visitarele tenebre del Tartaro o per stringere in catene le tre
gole,irte di serpenti, del mostro che discende da Medusa.Causa del viaggio è mia moglie: una vipera, che aveva
calpestato,in corpo le iniettò un veleno, che la vita in fiore le ha reciso.
Avrei voluto poter sopportare, e non nego di aver tentato:ha vinto Amore! Lassù, sulla terra, è un dio ben noto questo;
se lo sia anche qui, non so, ma almeno io lo spero:se non è inventata la novella di quell'antico rapimento,
anche voi foste uniti da Amore. Per questi luoghi paurosi,per questo immane abisso, per i silenzi di questo immenso regno, vi prego, ritessete il destino anzitempo infranto di
Euridice!Tutto vi dobbiamo, e dopo un breve soggiorno in terra,presto o tardi tutti precipitiamo in quest'unico luogo.
Qui tutti noi siamo diretti; questa è l'ultima dimora, e quisugli esseri umani il vostro dominio non avrà mai fine.Anche Euridice sarà vostra, quando sino in fondo avrà
compiuto il tempo che gli spetta: in pegno ve la chiedo, non in dono.
Se poi per lei tale grazia mi nega il fato, questo è certo:io non me ne andrò: della morte d'entrambi godrete!".
Ovidio, scrivendo della supplica di Orfeo ad Ade, scrive...
Ovidio - Le Metamorfosi
Nicolas Poussin - Paesaggio con Orfeo ed Euridice - 1648
Odilo Redon - La morte di Orfeo - 1903-10
http://it.wikipedia.org/wiki/Nicolas_Poussin
http://it.wikipedia.org/wiki/Odilon_Redon
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Poliziano scrivendo della risposta di Ade ...
Pluto:Io te la rendo, ma con queste leggi:che la ti segua per la ceca via,ma che tu mai la sua faccia non veggifinchè tra'vivi pervenuta sia;dunque el tuo gran disire, Orfeo, correggi,se non, che tolta subito ti fia.I'son contento che a sì dolce plettros'inchini la potenza del mio scettro.
Orfeo vien cantando alcuni versi lieti e volgesi.Euridice parla:
Oimè, che'l troppo amoren'ha disfatti ambedua.Ecco ch'i' ti son tolta a gran furore,nè sono ormai più tua.Ben tendo a te le braccia, ma non vale,chè 'ndrieto son tirata. Orfeo mie, vale!
Orfeo:Oimè, se' mi tu tolta,Euridice mie bella? O mie furore,o duro fato, o ciel nimico, o Morte!O troppo sventurato el nostro amore!Ma pure un'altra voltaconvien ch'i' torni alla plutonia corte.
Una Furia:Più non venire avanti, anzi 'l piè fermae dite stesso omai teco ti dole:vane son tue parole,vano el pianto e 'l dolor. Tuo legge è ferma.
Rubens: Orfeo e Euridice - 1636
Waterhouse: Ninfe trovano la testa di Orfeo - 1900
http://it.wikipedia.org/wiki/Pieter_Paul_Rubens
http://it.wikipedia.org/wiki/John_William_Waterhouse
http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_3/t63.pdf
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Molti scrittori, pittori, scultori, attori, registi e artisti in genere si sono
occupati della tragedia amorosa di Orfeo.
Di quell'Amore puro, incondizionato, infinito che ha dominato la storia del nostro "mito" e della Ninfa che lo ha
intimamente rapito.
Questa favola ha rapito la fantasia di molti uomini che hanno anche riletto il
mito secondo valori , idee e costumi del proprio tempo:
Orfeo ha vissuto la compostezza e l'aura sacrale del Classicismo;
ha vissuto l'ardore amoroso del pieno Romanticismo;
ha goduto del significato simbolico della propria avventura e ...
http://www.youtube.com/watch?v=c944eY0nDKg
http://www.youtube.com/watch?v=UJFsN_XclMY
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Christoph Willibald Gluck
"Orfeo ed Euridice"
"...Che farò senza Euridice"
...MOLTI HANNO CANTATO LA SUA LEGGENDA...
Christoph Willibald Gluck
http://www.youtube.com/watch?v=yfKY0Xu_ZLo
http://it.wikipedia.org/wiki/Christoph_Willibald_Gluck
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...MOLTI CONTINUANO A CANTARE IL SUO AMORE!!! Sei venuto a convincermi
O a biasimarmi per ciò che non ho ancora imparato
Sei venuto a riprendermi Orfeo malatoDai forza e coraggio al tuo canto eccelso
Portami con te non voltartiConducimi alla luce del giornoPortami con te non lasciarmi
Io sono bendata ma sento giа il caloreE' il momento di svegliarmi
E' tempo di rinascereSento addosso le tue mani
Ed è un caldo richiamo perche'Ho bisogno di svegliarmi
Prendermi cura di teRitorno alla vitaRitorno alla vita
Sei venuto a difendermia liberarmi imponendo oltremodo la tua
ostinazioneSei venuto a riprendermi
Eroe distratto da voci che inducono in tentazione
Portami con te non ascoltarleConducimi alla luce del giornoPortami con te non lasciarmi
Il varco è vicino ed io sento giа il teporeE' il momento di svegliarmi
E' tempo di rinascereSento addosso le tue mani
Ed è un caldo richiamo perchèHo bisogno di svegliarmi
E' il momento di svegliarmiRitorno alla vita
http://www.youtube.com/watch?v=SD4vjJwFUYE
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FINEProf. Alfonso Anguilla
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VERIFICA DEL PERCORSO SVOLTO
1) Perchè il nostro percorso storico inizia dai Greci?
2) Ricordi un esempio di architettura che testimoni l'abilità artistica di questo popolo?
3) Ricordi quali sono le fonti che sono in nostro possesso per una migliore conoscenza della musica dei Greci?
4) Quale è la principale scrittura musicale che è giunta fino ai nostri giorni integra? Prova a raccontare ciò che sai!
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5) Ricordi quale messaggio ci rimanda l'Epitaffio di Sicilo?
6) Nel collegamento a Wikipedia all'Epitaffio di Sicilo abbiamo osservato quale fosse il sistema notazionale dei Greci? Cosa sai dirmi?
7) I Greci chiamavano la musica col termine "Mousikè". Ti ricordi cosa comprendeva oltre alla produzione musicale come la intendiamo noi?
8) Quale ruolo aveva la musica nell'educazione dei giovani Greci?
- Doveva formare il carattere. - Doveva influenzare il comportamento sociale degli uomini.
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9) Quali composizioni erano riservate ai momenti pubblici?
10) Quali composizioni erano riservate ai banchetti e ai piccoli ambienti?
11) Quali sono le caratteristiche principali della Cetra?
12) Quali sono le caratteristiche principali della lyra?
13) Quali sono le caratteristiche principali dell'aulos?
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14) Quali sono le caratteristiche principali del Tympanon?
15) Cosa sono i cembali?
16) Chi è Orfeo e perchè è importante nel nostro percorso?
17) Quale letterato ha scritto questi versi:
"O dei, che vivete nel mondo degl'Inferi,dove noi tutti, esseri mortali, dobbiamo finire,
se è lecito e consentite che dica il vero, senza i sotterfugidi un parlare ambiguo, io qui non sono sceso per visitare
le tenebre del Tartaro o per stringere in catene le tre gole,irte di serpenti, del mostro che discende da Medusa.
Causa del viaggio è mia moglie: una vipera, che aveva calpestato,in corpo le iniettò un veleno, che la vita in fiore le ha reciso.
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18) Quale letterato ha scritto:
Pluto:Io te la rendo, ma con queste leggi:
che la ti segua per la ceca via,ma che tu mai la sua faccia non veggi
finchè tra'vivi pervenuta sia;dunque el tuo gran disire, Orfeo, correggi,
se non, che tolta subito ti fia.I'son contento che a sì dolce plettros'inchini la potenza del mio scettro.
19) Quale compositore del '700 ha dedicato un'opera, di cui abbiamo ascoltato un'aria famosa, ad Orfeo?
20) In che modo il mito di Orfeo è stato rivissuto nel corso dei secoli?
Questo brano è tratto dalla "Fabula di Orfeo", opera scritta da Poliziano intorno al 1480.
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21) In che modo il testo della canzone di Carmen Consoli rivive il racconto di Orfeo?
22) Quali elementi in comune hai riscontrato tra la musica degli antichi Greci e la nostra?Prova ad argomentarne qualcuno.
23) Domandone libero:Prova a spiegare ad un compagno quale è stato il significato, per te, del nostro percorso musicale e cosa ti ha aiutato a conoscere e a comprendere di ciò che ascolti ogni giorno.