grande amico dei turchi in nome di san Fancesco · in nome di san Fancesco. Anno XLVIII n.7 -...

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Anno XLVIII n.7 - agosto settembre 2010 - Spedito nel mese di settembre 2010 - Poste Italiane s.p.a.- Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 nº 46) - art. 1, comma 2, DCB Bergamo Ricordo di Mons. Padovese Il cappuccino grande amico dei turchi in nome di san Fancesco

Transcript of grande amico dei turchi in nome di san Fancesco · in nome di san Fancesco. Anno XLVIII n.7 -...

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Ricordo di Mons. Padovese

Il cappuccinogrande amico dei turchiin nome di san Fancesco

sommarioEDITORIALEA tutti i miei frati in ricordodel caro confratello 1

EMMECINOTIZIE“Il mio sincero e commossograzie a tutti voi!” 2

IL RICORDO DI MONS. LUIGI PADOVESEIl cappuccino grande amico dei turchiin nome di san Francesco 4“Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” 6La biografia del Vescovo 6Mons. Luigi, missionario di san Francesco 8

Il significativo esempiodi una persona perbene 10

SPECIALE THAILANDIAIl ministro generaleper la prima volta in Thailandia 12Con semplicità ha parlatoed ascoltato ciascuno di noi 14La parola ai neoprofessi,futuro della Chiesa thailandese 15

La nostra comunità vive anchedel vostor prezioso aiuto 17Le lettere dei benefattori 18

Un’indimenticabileesperienza missionaria 20

MISSIONARI CAPPUCCINI IN FESTA“Andate e portate a tuttila pace e l’amore” 22Una mostra sulla “Regola non Bollata”di San Francesco 26

PROGETTILa moto per prevenire la piagadi Burulì è finalmente partita! 29

VOLONTARI IN MISSIONEUn’esperienza diversa dalle altrecome sempre unica e irripetibile 30

SOSTEGNO A DISTANZAIl tuo presente il loro futuroIII convegno sul sostegno a distanza 32

SPIRITUALITÀ“Tunc aperuit illis sensumut intelligerent scripturam” 34

Editore: MISSIONI ESTERE CAPPUCCINI ONLUSP.le Cimitero Maggiore, 5 - 20151 MilanoAut. Trib. di Milano n. 6113 del 30-11-62Direttore editoriale: Mauro MiselliRedattori: Agostino Valsecchi, Alberto Cipelli,Elisabetta Viganò, Lorenzo Mucchetti, Rita IntrocasoDirettore responsabile: Giulio DubiniRealizzazione a cura della Editrice Velar - Gorle (BG)Grafica: Anna Mauri

editorialeA tutti i miei fratiin ricordo del caro confratelloLa lettera di cordoglio del Ministro Generalerivolta ai frati cappuccini della Lombardia

Cari fratiDi ritorno a Roma, dopo aver partecipato ai funerali di mons. Luigi Padovese, ancora sgomentiper l’efferato gesto compiuto contro la sua persona, vi scrivo per dirvi un aparola di grazie e perdarvi una parola di coraggio. Un grazie per aver donato Luigi al servizio dell’Ordine, possiamodire per quasi tutta la sua vita cappuccina: professore e preside dell’Istituto di SpiritualitàFrancescana, Prefeto e Vicerettore del Collegio Internazionale San Lorenzo da Brindisi. Una vitatrascorsa a Roma prima di essere donato come Pastore e Vescovo alla piccola comunità cristianadi Iskenderun, Vicario Apostolico di Anatolia, divenendo un uomo di frontiera e di dialogo. Uomodi quella “pazienza del bene” come il Santo Pade Benedetto XVI ha sottolineato nel suo recenteviaggio a Cipro. “Porta e non muro” così ha riptuto più volte il Card. Dionigi Tettamanz, al primoannuncio della notizia della sua uccisione la sera della festa del Corpus Domini. “Porta e nonmuro” al di là delle diffiocoltà di dialogo, teso all’amicizia, qualità che gli era facile per la suamitezza e semplicità nelle relazioni. “Porta e non muro” era il metodo educativo che avevascelto per il suo piccolo gregge. “Non temere” era però la parola evangelica che più dovevaessere penetrata nel suo cuore, andando per prendere una nuova casa nella sua Turchia, cheben conosceva non solo dai Padri apostolici, ma dalla grande esperienza e per averla conosciutae frequentata ormai da moltissimi anni. Era ormai la sua terra, la terra che l’obbedienza allamisericordia del Padre gli aveva affidato perchè fosse da lui custodita e nella quale continuassea risuonare l’annuncio del Cristo Crocifisso e Risorto. La terra di Turchia, Terra Santa della Chiesa,terra degli apostoli Giovanni, Paolo, Pietro che ha visto il martirio di molti crstiani, oggi annoveraanche il nostro fratello Luigi, testimone nel sangue di Cristo. Lucidamente scriveva in una dellesue lettere pastorali: “tra tutti i paesi di antica tradizione cristiana, nessunoha avuto tanti martiricome la Turchia. La terra che calpestiamo è stata lavata con il sangue di tanti martiri che hannoscelto di morire per Cristo anzichè rinnegarlo.”Certamente Luigi era persona amabile, mite, capace di intessere relazioni, buono. Era facile starecon lui. Lo ricordaimo fratello, capace di servizio, disponibile, vero pastore buono. Mai avremmopensato per lui un modo così violento ed efferato di morire. Dunque è vero quello che ci fa direil Prefazio quando celebraimo la memoria di un martire: “Oh Padre che riveli nei deboli la tuapotenza e doni agli inermi la forza del martirio per Cristo Nostro Signore”.Pensando al nostro fratello Luigi, non possiamo non essere tristi, non possiamo non averesentmenti di riconoscenza, ma allo stesso tempo non possiamo che essere lieti di pensare che ilchicco di grano che caduto in terra produce, sta già producendo nuovi frutti abbondanti nellamisteriosa azione che fluisce dalla vita dello Spirito Santo, oggi nuovamente effuso.La sua unione al sacrificio di Cristo ci aiuti e ci spinga a essere realmente luce nel mondo e saledella terra per contribuire alla trasformazione della società secondo i valori evangelici e lacostruzione della civiltà dell’amore.A tutti i frati dell’amata Provincia di Lombardia, il mio grazie dal profondo del cuore. Il Sgnore vibenedica, v mostri il suo volto e vi guidi nei passi del bene.

fra Mauro JöhriMinistro Generale

libretto blu?

La campagnaquaresimale di

quest’anno è statacaratterizzata dalla

raccolta alimentare afavore dell’Eritrea,

avvenuta il 13 e 27marzo in molti centri

commerciali dellanostra zona. Grazie a

tutti i contributiricevuti è stato

possibile riempire diviveri ben tre

container, giunti adestinazione, in

questa terra dimissione considerata

tra le piùbisognose,sabato 12

giugno. Di seguitopubblichiamo i

ringraziamenti delMinistro provinciale

dell’Eritrea FraHailemikael Beraki.

tangibile che la Provvidenzadivina non ci lascia soli neimomenti di difficoltà, ma ciincoraggia a proseguire nellanostra testimonianzafrancescano-cappuccina e nelnostro impegno missionario,nella speranza, anzi nellacertezza, che un giorno brilleràun bel sole di pace anche peril nostro paese.Desidero approfittare di questacircostanza per ringraziare te egli amici della redazione di“Missionari Cappuccini” per ilnumero di maggio dedicato, ingran parte, al nostro ministeroalla comunità di immigratieritrei a Milano: un belnumero, ricco di dati, fatti eimmagini, curato con grandepassione ed affetto.Grazie, di nuovo, e auguri diogni bene.

Fra Hailemikael BerakiMinistro provincialeAsmara, 17 giugno 2010

Cappuccini di Milano si svolgenel solco di una tradizione chesi appresta a raggiungereesattamente 100 di esistenza.Fu infatti nel 1911 che Mons.Camillo Carrara, primo vicarioapostolico dell’Eritrea, entravain Eritrea a capo del primogruppo di confratelli lombardi,per dare continuità all’operainiziata dal lazzarista S.Giustino De Jacobis (di cuiquest’anno ricorre il 150°anno di morte) e,successivamente, dal primoprefetto apostolico P. Micheleda Carbonara e dai confratellicappuccini romani giunti aKeren nel dicembre del 1894.Oggi la fiorente fraternitàprovinciale cappuccina, nata ecresciuta in Eritrea sul terrenodissodato dagli uni e daglialtri, è tutta autoctona, ma illegame di comunione e disolidarietà fra Asmara eMilano rimane immutato.Questo per noi è un segno

EMMECINOTIZIE

Giunti in Eritreatre container

carichi di viveri

Caro fratello Mauro,ho il piacere di confermarti

l’arrivo dei tre containerspediti il 26 aprile u.s. dal tuosegretariato. Sono arrivati adAsmara il 12 giugno, datasegnata da eventi carichi digrande significato nell’ambitodel nostro comune impegnomissionario. L’annuale festamissionaria svoltasi in quelgiorno alla Cascina Conigo S.Coronina a Milano coincideva,infatti, con le celebrazionivigilari della popolarissimafesta di Sant’ Antonio aGodaif, legata all’intuizioneprofetica e al dinamismo delgrande missionario padreRufino Carrara che proprio quiha profuso ben 40 anni delsuo instancabile ministero.Pochi giorni prima ci eragiunta la notizia della tragicamorte di Mons. Lugi Padovese,

che molti di noi hannoconosciuto e apprezzato mite,umile e generoso fratello – unmaestro di vita e di scienza -durante gli anni di convivenzanel Collegio Internazionale.Alle nostre preghiere disuffragio per la sua bella enobile anima si è certamenteaccompagnato il richiamoall’esigenza della vocazionemissionaria “usque adeffusionem sanguinis.” Ilseme caduto in Turchia esepolto a Milano porteràmolto frutto sia nella provinciacappuccina lombarda come intutte le realtà ecclesiali emissionarie che essa anima ecoltiva in diverse parti delmondo.Accludo alcune foto cheritraggono l’arrivo deicontainer in convento e loscarico della merce. Ancora

una volta la Provvidenza nonsi è fatta vincere ingenerosità: come ti ricorderai,nella mia lettera di appello tiavevo chiesto un container diviveri. Ne sono arrivati tre! Hodavanti a me la rivista“Missionari Cappuccini” delmese scorso con le foto difrati, benefattori e volontari inmovimento per mettereinsieme tanto ben di Diopresso vari conventi e centricommerciali in Lombardia. Ilmio sincero e commossoGRAZIE a te, caro Mauro, aiconfratelli del centromissionario, e a tutte lepersone che, con i loro piccolie grandi sacrifici, hanno resopossibile questa “grande festadella generosità.”Vale la pena ricordare qui chel’impegno del Segretariatodelle Missioni Estere dei

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“Il mio sincero e commossograzie a tutti voi!”

Il ministro provincialedavanti ai tre container;

il primo containerviene scaricato;

la sistemazione della mercenei magazzini.

Il giorno 3 giugno 2010,nella festività del Corpus Domini,

è stato barbaramente uccisodal suo autista

Mons. Luigi Padovese, Vescovodell’Anatolia e frate cappuccino

della Provincia di Lombardia.

Come San Francesco, Luigi Padoveseaveva colto l’invito del suopredecessore assisiate scegliendo difarsi annunciatore del messaggio di

Cristo in una terra difficile e di religionemusulmana come la Turchia, ma terra chefu anche culla del cristianesimo e originedel suo primo diffondersi grazie ai Padridella Chiesa.Mons Luigi, mite, leale e buono, diprofonda cultura con la sua vocazionecappuccina aveva scelto di farsi portavocedell’annuncio cristiano nel mondo e avevacolto, nella sua umiltà, il grandemessaggio di San Francesco che,incarnazione vivente del Vangelo,desiderava portare l’annuncio “fino agliestremi confini della terra”.Conosciuto come uno dei maggiori espertidi patristica, dopo aver coperto numerosee prestigiose cariche, Mons. Luigi aveva

IL RICORDO DI MONS. LUIGI PADOVESE

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La crudele uccisionedi Mons. Luigi Padovese,

Vescovoin Anatolia

a cura di Alberto Cipelli

accettato l’incarico di Nunzio Apostolico interra turca per la quale nutriva un legameparticolare. E con la stessa umiltà diFrancesco si era fatto pastore della piccolacomunità cristiana di Iskenerun, inAnatolia zona di forte integralismomussulmano. Nei luoghi che tanto amavaha trovato la morte, una morte violenta,inspiegabile all’occhio umano chetestimonia il valore del martirio ed è unmonito per tutti a continuare nell’opera dievangelizzazione, di dialogo interreligiosoe di pace secondo l’essenziale, scarno enello stesso tempo completo idealeche i cappuccini presentano al mondo:“Pace e bene”.

La Provincia lombarda dei frati e tutti imissionari sono scossi ed esterrefatti perla perdita del loro caro fratello; letestimonianze di queste pagine dellarivista per buona parte frutto degliinterventi dei suoi confratelli cappuccini eil volume di prossima pubblicazione, sonosemplicemente un piccolo segno dellariconoscenza verso Luigi e l’invito, comericorda Mons. Franceschini, a “continuarea pregare perchè su questo Medio Orienteil cielo torni ad essere piu’ sereno, e icuori ritrovino la strada della pace, peruna coesistenza armoniosa nellacollaborazione per il bene comune”.Ai funerali di mons. Padovese vi eranotutti: latini, armeni, cattolici, ortodossi,siro-ortodossi, caldei. Ogni confessione hafatto una preghiera attorno al feretrodell’indimenticabile Vescovo. ■

Il cappuccinogrande amico dei turchiin nome di san Fancesco

“Cari fratelli a noi, forse,non è chiesto di testimoniarela nostra fede sino al martirio,ma è pur vero che ci è chiesto

di testimoniarla”.

Mons. Luigi Padoveselettera pastorale ai suoi fedeli

sempre la possibilità di un nuovo inizio. Dallaconsacrazione battesimale alla consacrazioneepiscopale Luigi sapeva che la vocazionecristiana chiede tutto perché sa che Cristo ètutto, è colui per il quale vale la pena spenderel’esistenza. Allora la sua morte ultimamente sitrova afferrata, attratta e avvolta all’interno diquel dono di sé che Cristo, vero agnelloimmolato, ha realizzato una volta per tutte perliberare tutti gli uomini dalla paura della mortee dalla menzogna del peccato e della violenza.Il mistero pasquale, mistero di morte e dirisurrezione, è il senso ultimo della esistenza diquesto confratello che ha servito Cristo, laservito la Chiesa, ha servito l’umano.In questa certezza che ci viene dall’amore diCristo, crocifisso e risorto, allora non solo lenostre labbra si aprono, possono tornare aparlare; ma possono arrivare a dire “grazie”, aringraziare.Grazie, Signore, innanzitutto per il donodella sua vita, per fra Luigi, per la sua

Nella solenne messa in suffragiocelebrata nell’ateneo romano, fraPaolo, teologo e preside dell’Istituto,ha ricordato la figura dell’amico efratello con parole intense e toccantimettendo in luce le caratteristicheche lo hanno contraddistinto fino alsuo martirio nella sequela di SanPaolo di Tarso da lui profondamenteamato.

di fra Paolo Martinelli

“ilSignore Vi dia Pace!” Più che mai inquesta circostanza il saluto di sanFrancesco d’Assisi appare appropriatoai nostro cuori, al nostro intimo

bisogno di senso, di riconciliazione e di pace,dopo lo sgomento di questi giorni, da quandoabbiamo ricevuto la terribile notizia dellamorte violenta di Luigi Padovese. Ma la pacenon può sorgere da un discorso consolatoriogenerico; il nostro cuore oggi chiede di più; ilnostro cuore si domanda perché, perchéquesto sangue versato da un pastore mite suquella terra che egli ha così profondamente

amato, la terra di Paolo di Tarso, dei Padri dellaChiesa, di Basilio il grande, di Gregorionazianzeno, di Gregorio di Nissa, di GiovanniCrisostomo.Pensando alla morte cruenta di Mons.Padovese abbiamo sentito anche noi comeuna pietra posarsi sulle nostre labbra, siamocome ammutoliti, increduli di fronte ad undolore così grande e inaspettato.L’abbiamo conosciuto come fratello, sacerdote,vescovo, docente, così vivo che ci è parsaincredibile la notizia della sua morte. Chesenso avrebbe la morte, una morte cosìviolenta e crudele, data ad un uomo che tuttiabbiamo conosciuto come mite, un uomo didialogo, di confronto, di appassionata ricerca?Un uomo di speranza, che sapeva trovare

IL RICORDO DI MONS. LUIGI PADOVESE

Labiografia

delVescovo

“È bello vivere oggila fede dove è natala Chiesa”Mons. Luigi Padovese

Nato a Milano il 31marzo 1947,

originario dellaparrocchia della Trinità,il 4 ottobre 1965

monsignor Padovese fecela prima professione neifrati cappuccini e tre annidopo quella solenne. Il16 giugno 1973 fuordinato sacerdote.Professore titolare dellacattedra di Patristica allaPontificia Universitàdell’Antonianum, primadi essere ordinatovescovo fu per 16 annidirettore dell’Istituto diSpiritualità nellamedesima università.Professore invitato allaPontificia UniversitàGregoriana e allaPontificia AccademiaAlfonsiana, per 10 annifu visitatore del CollegioOrientale di Roma per la

Congregazione delleChiese Orientali.Consulente dellaCongregazione per leCause dei Santi, l’11ottobre 2004 vennenominato Vicarioapostolico dell’Anatolia evescovo titolare diMonteverde. Venneconsacrato a Iskenderunil 7 novembre dellostesso anno.Frequenti e intensi ilegami con la Diocesiambrosiana, sua Chiesad’origine. Tornava spessoa Milano a trovare lamadre, ora scomparsa, acui era legatissimo. Ilcardinale Tettamanzi glifece visita nel 2002,

appena nominatoarcivescovo di Milano, el’aveva incontrato ancorala scorsa settimana aRoma, a margine deilavori dell’assembleagenerale della Cei.Nel corso delpellegrinaggio Ismiguidato in Turchiadall’Arcivescovo nel2009, Padovese accolse igiovani preti ambrosianie raccontò lorodell’esperienza del suoministero in Turchia, terrache conta 70 milioni diabitanti, il 99% dei qualimusulmani. I cristianisono lo 0,6% dellapopolazione; i cattolicisono circa 30mila. Il

vicariato dell’Anatolia ha4550 cattolici, 7parrocchie, 3 sacerdotidiocesani, 14 religiosi e12 religiose.La bibliografia, i testi, idocumenti e i saggi da luiprodotti, le pubblicazioniscientifiche, gli studi dipatristica, le guide per ipellegrini sono davveromoltissimi. Dopol’assassinio di don AndreaSantoro, nel 2006,Padovese aveva espressola sua gratitudine per ladecisione della Diocesi diMilano di inviare inTurchia un proprio prete,don Giuliano Lonati, percontinuare il lavoro delsacerdote assassinato. ■

L’omelia di fra Paolo Martinelli all’Antonianum,Istituto Francescano di Spiritualità a Roma“Chi ci separerà

dall’amore di Cristo?”

a coinvolgere anche studiosi appartenenti adaltre religioni, penso in particolare ad alcuniprofessori delle università della Turchia.Credo che da qui possiamo dire grazie alSignore per Mons. Luigi Padovese, per ilsuo episcopato, come vicario apostolicodell’Anatolia.Tutti gli siamo testimoni dell’entusiasmo concui ha accolto la nomina ad essere pastorenella terra nella quale – come dicono gli attidegli apostoli – per la prima volta i credenti inCristo furono chiamati cristiani. La Turchia èuna terra che ha amato profondamente.Come non ricordare poi l’anno paolino che loha visto instancabile animatore dei numerosipellegrinaggi; ha amato quella terra, ha difesoil suo gregge, ha sostenuto il diritto delleminoranze, con discrezione e tenacia.La sua morte così violenta ci appare a primavista certamente una grande sciagurairreparabile, l’aver perso un amico fedele, unmaestro profondo, un confratello sincero, unpastore buono. Vorrei pensare in questomomento anche alla Chiesa di cui Luigi è

stato pastore in Turchia. Questo sacrificio fino alsangue sia fecondo. Siamo certi che non saràvano e che Dio nel suo misterioso disegnosaprà anche da questa situazione di grandepena e di lutto trarre un nuovo percorso dibene.Da tutto ciò impariamo anche noi che il verosenso dell’esistenza è dare la vita per i fratelli,poiché come dice Gesù, non c’è amore piùgrande di chi dà la vita per i propri amici. Tuttisiamo chiamati a riscoprire il valore decisivodella testimonianza della nostra fede che puòarrivare fino al martirio; di quella testimonianzache nella relazione con l’altro, chiunque essosia, espone se stesso offrendogli quello che hadi più caro, Gesù Cristo e la verità dell’amore; intal modo, il testimone si offre al rischio dellalibertà dell’altro. Mi è tornato alla mente uncolloquio avuto con lui il giorno stesso della suanomina episcopale, l’11 ottobre 2004. Ad uncerto punto gli dissi, sinceramente preoccupato:“ma Luigi, ti rendi conto che la situazione inquella terra forse potrebbe un giorno aggravarsie mettere a repentaglio l’incolumità deipastori?”. Mi ricordo che la nostraconversazione ebbe un momento interminabiledi silenzio, interrotto da una sua serenaespressione: “sì, ho messo in conto anchequesto, so che potrebbe essermi chiesto tutto”.Arrivederci! Caro Vescovo Luigi ■

persone nel loro cammino spirituale, sapertrovare una parola di sostegno al momentogiusto! Mi ha stupito in questi giorni di luttoricevere messaggi di tante persone che lohanno conosciuto e che possono testimoniarecome la loro vita sia stata toccata e cambiatagrazie alla sua compagnia. Abbiamo veramentericevuto messaggi di solidarietà un po’ da tuttoil mondo.Ringraziamo il Signore per la sua attività didocenza e di ricercatore.Così a lungo qui all’Antonianum, all’IstitutoFrancescano di Spiritualità, che ha amato eservito con intelligenza e dedizione. Unacaratteristica della sua docenza è statasicuramente quella di coniugare la certezzadella fede e lo spirito di costante ricerca. Equesta costante ricerca diveniva in luipossibilità di coinvolgere altri, studenti, studiosiricercatori, anche molto diversi tra loro.In questa prospettiva mi sembra bellorichiamare gli innumerevoli Simposi da luiideati, promossi e organizzati in modoinstancabile in cui riusciva a coinvolgerericercatori religiosi e laici, nel comune desideriodella verità. In questa capacità di dialogo riuscì

testimonianza di religioso sulle orme diFrancesco d’Assisi nella famigliacappuccina.Noi oggi, giustamente, lo ricordiamo comeuomo del dialogo, nelle grandi prospettivedell’incontro tra culture e religioni diverse. Chilo ha conosciuto come giovane frate ricorda lagioia che trasmetteva per la scelta diconsacrazione che aveva compiuto. Eranotempi difficili quella della sua formazioneiniziale; erano gli anni del cosiddetto 1968,della contestazione globale. Lo si potevaincontrare frequentemente tra i giovani,soprattutto nella sua parrocchia nel centro diMilano. Parlava senza timore con tutti. Chi loha conosciuto fin dall’ora ne apprezzava lacapacità di dialogo, la sua profonda onestàintellettuale. Nell’accogliere le discussioni e lecritiche, sapeva sempre valorizzare qualchecosa del suo interlocutore.Ringraziamo il Signore anche per il suoministero sacerdotale che ha vissuto confedeltà e dedizione.Quanti potrebbero testimoniare la suadelicatezza d’animo, la sua attenta capacità diascolto, la sua attitudine ad accompagnare le

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IL RICORDO DI MONS. LUIGI PADOVESE

«Non è mai giusto sopprimereuna vita per affermare una idea.

Non è mai giusto ritenere che chi non lapensa come noi è nel torto e va annientato.Questo è fondamentalismo che distrugge la

società perché distrugge la convivenza.Questo fondamentalismo, a qualsiasi

religione o partito politico appartenga, potràforse vincere qualche battaglia, ma è

destinato a perdere la guerra. Ed è la storiache ce l’insegna».

Mons. Luigi Padovesemessa di suffragio per don Andrea Santoro

(5 febbraio 2009, foto a sinistra in alto)

Profondamenteimpegnato negli

studi riguardanti laprima Chiesa, inparticolare il periodopatristico; Mons.Padovese conoscevaperfettamente edamava con passionequesti luoghi, dovela Chiesa ha mosso iprimi passi, celebrato iprimi concili, e dove si èdata una primadeterminante strutturateologica. Fra le cose dalui portate avanti interra turca: lacondivisione del cibocon gli amici musulmanidurante le reciproche

feste, la creazione di unservizio di distribuzionea domicilio di generialimentari ad oltre 70famiglie in difficoltà, lasimpatia verso la culturaislamica, le buonerelazioni con le autoritàcivili e la profondaamicizia con il Patriarcaortodosso; gli aiutiprofusi alla popolazionedurante le alluvioni quiIskenderun e a Batman,l’aiuto costante e

generoso alle personecolpite dalla malattia, ilcontributo determinanteper la canalizzazionedell’acqua in alcunivillaggi isolati. Tuttoquesto mons. Luigi l’hafatto senza aspettarsinulla in cambio, nessuntornaconto, nessunrientro di immagine,nessuna propagandareligiosa, solo caritàcristiana, così comeinsegna il Vangelo. ■

Mons. Luigi, missionario di San Francesco

“Voglio confermarvi la mia gioiadi essere con voi. Considero un dono

del Signore essere per voi e come voi,un cristiano della Chiesa d’Anatolia”.

Mons. Luigi Padovese

Mons. Padovesecon il metropolita Siriaco,

e la distribuzione dei pastialle famiglie in difficoltà.

e agli amici non-cristiani alcune delle cose cheha potuto operare, nell’ambito della carità edella cultura, nel breve periodo del suo ministerocome Vescovo in Anatolia. Dalle cose piùsemplici fino all’impegnativa organizzazione deiSimposi, degli incontri e dei convegni di studio.A noi cristiani, in modo particolare, questa suamorte ricorda come la fedeltà al Vangelo, incerte situazioni, possa essere pagata con ilsangue. In una delle sue ultime lettere a voi,cristiani di questo Vicariato Apostolico, mons.Luigi scriveva: “vivere con voi e in mezzo a voiper me è stata una grazia”; purtroppo non haavuto la possibilità di vivere in questa terra tantoa lungo quanto me.Lui conosceva bene i Padri di questa Chiesa,io, in tutta umiltà posso dire di aver conosciutoe amato i figli di questa Chiesa e di questa terra;e da Padre, fratello e amico, pieno di dolore macon forza, ricordando il venerato santo padreGiovanni Paolo II, dico a tutti voi: non abbiatepaura!Non perdetevi di coraggio, siate lieti, come gliApostoli, di vivere nella sofferenza e nella prova,senza venir meno alla vostra fede, che è ilmotivo della nostra speranza, che è ilfondamento della nostra gioia”. ■

vocazioni: in particolare sacerdoti, religiosi ereligiose, per una missione difficilissima, masenza sconti e senza compromessi, non voglioingannare nessuno davanti a questa bara”.Sono queste le parole che Mons. RuggeroFranceschini, Arcivescovo Metropolita diSmirne, pronuncia nell’ultimo saluto al VescovoLuigi Padovese. E nella sua omelia ai funeralinella Cattedrale di Iskenderun, lo stessoFranceschini con parole semplici e dure trovaun monito di incoraggiamento verso lacomunità cattolica locale sprofondata nellatristezza: “Non abbiate paura!” è il suo accoratoappello e prosegue: “La tragica notizia dellamorte violenta di Mons. Luigi Padovese ci halasciati sgomenti, incapaci di capire comepotesse essere accaduta una cosa così orribile,soprattutto nei confronti di un Uomo di Chiesa,un Vescovo molto amico dei Turchi e dellaTurchia. Questa terra si conferma così, ancorauna volta, luogo di martirio anche per chi laamava tanto. Il Vescovo Luigi Padovese è statodefinito “una persona perbene”, e tale era inrealtà. La memoria di p. Luigi non avrebbebisogno di essere esaltata con un elenco diopere buone; ma per amore di verità e digiustizia, ci piace ricordare alla Chiesa di Turchia

“Losa bene la Chiesa, lo sapete benevoi fratelli e sorelle convenuti quiper l’ultimo saluto, che aveteognuno un motivo speciale nel

cuore per essere qui, e non avete bisogno dialtro. Lo sa bene la sua Chiesa di Anatolia,piccolo gregge disperso ed ora anche colpito,sgomento, impaurito. Hanno ucciso il pastorebuono, Mons. Luigi Padovese. Impressionaleggere oggi un delle prime lettere pastoraliai suoi fedeli: “Cari fratelli”, scriveva, “a noi,forse, non è chiesto di testimoniare la nostrafede sino al martirio, ma è pur vero che ci èchiesto di testimoniarla”.Nella stessa lettera lucidamente scrive:“Tra tutti i paesi di antica tradizione cristiana,nessuno ha avuto tanti martiri come laTurchia. La terra che calpestiamo è statalavata con il sangue di tanti martiri che hannoscelto di morire per Cristo anziché rinnegarlo”.La piccola Chiesa rimasta in Anatolia, anche sedi tradizione apostolica, è troppo giovane persuperare da sola una tragedia simile, troppofragile per fronteggiare il male che l’hacolpita, troppo povera per trovare in se stessale risorse per continuare a sperare… almenodi esistere. Alle chiese sorelle chiediamo

IL RICORDO DI MONS. LUIGI PADOVESE

“Nell’esistenza di questo nostro fratello e padre si è realizzata la parola di Gesù,che ha paragonato la vittoria della sua Pasqua al mistero del seme che porta frutto

nel suo morire: ‘Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo;se invece muore produce molto frutto’. Il suo corpo e il suo sangue sono davvero

caduti sulla terra di Turchia e, pur nel dolore e nelle lacrime, ci appaiono per quelloche sono davvero: non più segni di una vita strappata da violenza insensata

e tragica, ma offerta viva di sé che padre Luigi ha vissuto in ogni giornodella sua missione di vescovo, di amico della pace, di fratello di ogni uomo”.

Mons. Dionigi TettamanziVescovo di Milano – Omelia per i funerali in Duomo di Mons. Padovese (14 giugno 2010)

Il significativo esempiodi “una persona per bene”

“Invito tutta la Chiesa di Turchia e tuttigli uomini e le donne di buona volontà

a credere con tutte le forze a questosogno di pace, che potremo realizzare

solo col perdono vicendevole,con la preghiera e col sacrificio.

Che padre Luigi ci aiutie ci protegga dal cielo”.

Mons. Ruggero FranceschiniOmelia ai funerali di Mons. Padovese

Stralci degli interventi di Mons. RuggeroFranceschini, Vescovo di Smirne in Turchia che

ha posto l’accento sulmartirio di un confratello

che credeva nella caritàe nella cultura della terra

dei Padri della Chiesa

ilgiorno 26 aprile 2010 il MinistroGenerale fra Mauro Jöhri arrivaall’aeroporto Suvannaphum di Bangkok.Fra Giovanni Cropelli, Delegato

Provinciale, insieme ad altri confratelli sonopuntuali per la festosa e francescanaaccoglienza che lascia allibiti tanti passeggeriasiatici non abituati ad incontri così’ calorosi efraterni! Questa rimarrà un data storica inquanto è la prima volta che l’attuale MinistroGenerale si reca a far visita ai missionaricappuccini della Thailandia.

Il primo appuntamento previsto è il MeetingGPE (Giustizia Pace ed Ecologia) che si è svoltoa Bangkok dal 24 aprile al 2 maggio. Eranopresenti più di 40 frati cappuccini provenientida tutta l’Asia. I frati tailandesi avevano ilcompito di preparare l’accoglienza e seguiretutti i lavori durante tutto il periodo. L’Arcivescodi Bangkok, insieme a fra Mauro hanno apertoil convegno dal titolo”Capuchin Meeting onMigration. I was a stranger and you welcomedme…( Mt 25,35)”. I lavori e la condivisionesono stati molto interessanti e ben coordinati

dal segretario generale GPE, fra Bernd.A Bangkok in quei giorni la situazione eracalda a causa di una forte crisi politica internaal Paese che si è manifestata con il lancio dibombe e, a distanza di pochi giorni, conl’uccisione di più di 50 persone tra cui ancheun foto-reporter italiano. Grazie a Dio per noifrati tutto si è svolto bene senza incidenti.Il momento più significativo per la nostraDelegazione è stata certamente la visita delMinistro Generale alle nostre fraternità el’incontro personale con tutti i 20 fratiresidenti ed i giovani in formazione: 10postulanti e 20 aspiranti di età compresa tra i17-23 anni. Il giorno 5 maggio si è svoltaanche l’Assemblea di Delegazione durante laquale fra Mauro si è complimentato per illavoro svolto nell’ambito della formazione edell’apostolato soprattutto vissuto con i poveriin particolare tra le tribù del Nord, nellebaraccopoli di Bangkok e all’OratorioS.Francesco nella Diocesi di Ratchaburi.A tal proposito il Ministro ci ha invitatocaldamente a costruire la nostra vita di fraticappuccini su quattro principi: la vita fraterna,la vita di preghiera, la vita con i poveri e lavita in continuo rinnovamento.Il momento di festa più toccante è statosicuramente quello delle professionitemporanee dei sei novizi cappuccinithailandesi a Sampran il giorno 3 maggionella Parrocchia dell’Ascensione di Gesù alcielo durante la S.Messa presieduta dalDelegato Provinciale fra Giovanni. Il ministroGenerale Mauro ha accolto nelle sue mani leprofessioni dei sei confratelli portando così a20 il numero dei frati della Delegazione di cui

attualmente fanno parte 15frati thailandesi, 2 fratiindonesiani e 3 frati italiani.Per l’occasione i fratiCappuccini hanno invitatoanche tutti i genitori e iparenti di questi nuovi confratelli provenientidalle tribù Karian del Nord (vicino allaBirmania) e famiglie provenienti dal Nord-Est(vicino alla Cambogia e Laos). Sono in generefamiglie molto povere che non possonoaiutare economicamente i loro figli e che i fratiriescono a mantenere quasi solo con l’aiuto dibenefattori italiani e adozioni a distanza anchese è doveroso dire che tutti questi giovani,insieme ai frati, si guadagnano la giornatalavorando e studiando sodo e con impegno.Genitori e parenti dei novizi hanno potutoessere presenti con pullman organizzati daifrati perchè non avrebbero potuto sosteneretali spese.La sera prima delle professioni, dopo la Messa,si è vissuto un momento molto intenso discambio di esperienze tra tutti i genitori eparenti dei giovani con il Ministro Generale.A seguire abbiamo poi condiviso una semplicecena insieme ringraziando fra Mauro per lasua preziosa presenza regalandogli unaMadonna col Bambino in stile thailandese.Chiediamo al Signore che continui adaccompagnare il Ministro Generale nel suoprezioso servizio a tutto l’Ordine. Noi tutti glisiamo vicini con la preghiera e l’offertaquotidiana della nostra vita cercando dirimanere fedeli al nostro carisma di FratiMinori Cappuccini a servizio della Chiesa e delmondo intero. ■

SPECIALE THAILANDIA

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VVisita di fra Mauro Jöhri e ProfessioniTemporanee in ThailandiaIl ministro generale

per la prima volta in Thailandia di fra Giovanni CropelliSuperiore della missione

Un evento davvero storico quello del 26 aprile scorso in cui la comunitàcappuccina della Thailandia che ha accolto con grande entusiasmo e per la primavolta la visita del Ministro Generale nella loro missione. Giornate intense distudio e di incontri che si son concluse con la solenne professione di sei nuovinovizi a testimonianza della vivacità della Chiesa orientale.

aveva mai avuto delle professioni con unnumero così considerevole di frati. Sono ilfrutto di otto anni di formazione. La liturgiadella S.Messa è stata molto semplice e sobriama, allo stesso tempo, solenne e ben fatta. Allacerimonia erano presenti tanti altri sacerdotidiocesani, suore, amici e tutti i genitori eparenti dei nostri frati neoprofessi. Al terminedella Messa ci siamo trovati per il pranzo moltosemplice e francescano. Tutti noi, compreso ilMinistro Generale, abbiamo mangiato in piattidi plastica un buonissimo e gustoso cibopreparato da diverse famiglie amiche cheabitano vicino al Convento di Sampran in unclima caloroso, familiare e tutto squisitamentefrancescano.Per questo motivo noi frati Cappuccini dellaDelegazione di Thailandia cogliamo questaoccasione per ringraziare tutti quelli che hannopregato e continuano ad accompagnarci con lapreghiera e ci aiutano a sostenere la nostramissione. Ringraziamo il Signore che ci ha datoaltri nuovi confratelli per continuare il nostroservizio con Lui in questa nostra terra perchèsenza il Signore noi non possiamo fare nulla. ■

L’Ordine dei Frati Minori Cappuccini diThailandia in questi giorni ha vissutomomenti di grande gioia in particolareper due importanti circostanze.

Fra Mauro Jöhri, Ministro Generale, è venuto adincontrarci, a conoscerci e a condividere connoi alcuni punti importanti a riguardo dellanostra vita e del carisma di frati cappuccini.Siamo stati molto fortunati ad averlo quiconsiderando che noi cappuccini siamopresenti in più di 100 Paesi nel mondo.Nell’incontro con ciascuno di noi fra Mauro si èmostrato un vero padre e fratello con lasemplicità e la gioia caratteristiche del fratecappuccino. È stata un’occasione unica especiale!Allo stesso tempo abbiamo avuto la gioia diavere altri 6 nuovi confratelli: fra PaoloKuanchai Ketkeo, fra Antonio SompopJongtiratham, fra Raffaele Mana’ Sisuttichania,fra Matteo Suchat Nimitbanphot, fra LorenzoKonkawi Siphonphanicharoen, fra PietroWatcharin Chanken.La professione di 6 novizi è un fatto storico perla nostra Delegazione di Thailandia che non

SPECIALE THAILANDIA

La parola ai neoprofessi, futuro della Chiesa thailandese

Fra Raffaele Mana’Sisuttichania Anni 26, originario delle tribùKarian del Nord-Ovest

Durante quest’anno hocompreso ancora di più ilsignificato della vita fraternache è vita di amore e disacrificio. L’esempio dei frati ela conoscenza di ogni fratello,mi hanno aiutato a maturare ead accogliere le rispettivediversità. La vita fraterna mi haaiutato a crescere nella fedeltàalla nostra vita e ad averfiducia in me stesso vincendola solitudine con la presenzadei miei confratelli. Ho toccatocon mano che la fraternità è lamia nuova famiglia che miaiuta a vivere i voti diobbedienza, castità e povertà.Grazie a tutti voi per la vostrapreghiera, grazie ai mieigenitori per la loro vita e il loroesempio.

Fra Antonio SompopJongtirathamAnni 26, originario del Centrodella Thailandia

Per prima cosa ho vissutol’esperienza dell’amore di Dioche si è fatto vicinoaccompagnandomi in tuttoquesto cammino attraversol’esperienza della preghiera,del lavoro manuale, delleattività caritative esostenendomi tutte le volteche ho sperimentato i mieilimiti e le mie debolezze. Lavita di preghiera in quest’annodi noviziato mi ha aiutato avedere la presenza di Dio intutte le attività: nello studio,nel lavoro, nel gioco, durante ilriposo e questa mi ha donatotanta gioia. In particolare mi èstata di molto aiuto lapreghiera personale vissuta nelsilenzio con Dio che mi haplasmato e consolato il cuoretutte le volte che ho incontratodifficoltà nel cammino. Anchela preghiera comunitariami è stata di aiuto e digioia rafforzando inme il significatodella vita fraternavissuta nella lodedi Dio.

Fra Paolo Kuanchai KetkeoAnni 29, originario Nord-Estvicino alla Cambogia

Il primo motivo di gioia chesento di esprimere è proprio ariguardo del dono dellavocazione francescana ecappuccina che il Signore mi hafatto e al quale sono chiamatoa rispondere ogni giorno colmio eccomi! Il secondo motivodi gioia nasce dall’aver accoltoe vissuto la vita di fraternità inparticolare con i fratelli dinoviziato attraverso lapreghiera, il lavoro manuale, laformazione e l’esperienzacaritativo-pastorale.L’esperienza di lavoro nellebaraccopoli di Bangkok è statal’occasione di fare una concretaesperienza di annunciosecondo lo stile cappuccinovivendo con questi fratelli ecamminando con lorocondividendo le loro difficoltà esofferenze. Questo mi haaiutato a crescere e credo miaiuterà a crescere fino alla finedella mia vita. Grazie a tuttiper la vostra preghiera.

L’indimenticabile incontro con il Ministro Generale

Con semplicità haparlato ed ascoltato ciascuno di noiFra Giuseppe che sarà Diacono il prossimo anno, racconta con gioia la visitadel Ministro Generale evidenziando la sua grande disponibilità e il valore ditale incontro per la comunità cappuccina del suo Paese.

di fra GiuseppeDenchai

Thongkham

Lanostra Delegazione per il momentonon è ancora in grado diautofinanziarsi in quanto la nostravita si basa su un apostolato che

non ha nessun introito fisso ma soloqualche piccola offerta che riceviamo dallapredicazione. Il nostro servizio è svolto inparticolare nell’ambito formativo nelle casedi formazione, nella predicazione di corsi, diesercizi spirituali (molte volte dobbiamochiedere anche S.Messe dall’Italia). Nonabbiamo scuole nè ospedali, ma viviamodel lavoro delle nostre mani. In Conventonoi frati, insieme ai postulanti lavoriamo ilgiardino, l’orto, alleviamo pesci, conigli,rane, funghi ecc. per cercare di alleviarealmeno un pò le spese di acquisto. A volteci dedichiamo anche alla questuaalimentare. Non abbiamo nessun lavoratoreesterno stipendiato, ma facciamo tutto danoi sfruttando i doni di ciascuno chi comemuratore, falegname, imbianchinocontadino ecc.. Così vale anche per quantoriguarda tutti i lavori domestici e di puliziadell’ambiente e della casa.Ringraziamo però il Signore che riusciamo atrovare persone generose che adottanoalcuni dei nostri giovani in formazioneaccompagnandoli fino alla professione o al

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SPECIALE THAILANDIA

Un grazie ai benefattori e al Centro MissionarioFra Pietro WatcharinChanken Anni 24, originario del Nord-Est vicino alla Cambogia

Durante l’esperienza di unanno di noviziato ho ricevuto laformazione dal maestro e daaltri educatori che mi hannoaiutato a conoscere e capiretante cose a riguardo della vitareligiosa-cappuccina.Attraverso lo studio dellaRegola e Costituzionidell’Ordine ho capito come siaimportante usare tali strumentinella mia vita quotidiana peressere un vero frateCappuccino seguendol’esempio di San Francesco inpovertà, senza nulla di propriocondividendo la mia vita con ipoveri. L’esperienza delservizio caritativo nellebaraccopoli mi ha aiutato aconoscere l’importanza dellavoro pastorale vissuto comefraternità e della condivisionedella mia vita con quella deipoveri. Ho visto con chiarezzaquali sono i loro veri bisogni ecome i problemi sociali sianouna sfida per essere veritestimoni di Cristo. Sono felicedi avervi sentito tutti accanto ame in questo periodo, inparticolare. Ringrazio tutti voiper il sostegno spirituale.Grazie per i vostri sacrifici.

Fra Lorenzo KonkawiSiphonphanicharoen Anni 25, originario delle tribùKarian del Nord-Ovest

In tutto il tempo trascorso nelnoviziato cinque frati si sonoresi disponibili per laformazione riguardo lapreghiera francescana, laRegola e le Costituzionidell’Ordine, la vita Consacrata,la storia dell’OrdineCappuccino, la Liturgia delleOre e la Liturgia Eucaristica.Inoltre ho ricevuto laformazione a riguardo della“conoscenza di sè”. Oltre aqueste materie di studio hoavuto esperienza caritativa-pastorale nelle baraccopoli diBangkok e all’Oratorio. Un’altraesperienza importante è statala vita fraterna, il vivereinsieme come fratelli, nellapreghiera e nel lavoro. La vitadi preghiera sia comunitariache personale mi ha aiutato acrescere e a stare più vicino alSignore. Ho avuto molto tempoper pregare e riflettere ariguardo dell’amore che ilSignore ha per me e dellavocazione che Lui mi hadonato. Ho capito piùchiaramente che cosa ilSignore vuole da me ed hoconosciuto me stesso più inprofondità. Grazie per la vostrapreghiera.

Fra Matteo SuchatNimitbanphot Anni 25, originario delle tribùKarian Pho del Nord-Ovest

L’esperienza di lavoro sia infraternità che al di fuori mi haaiutato ad aprirmi al prossimocon cuore puro e pieno diamore. Ho avuto modo dicondividere con i poveri nellebaraccopoli la bellezza del vivereda fratelli che è veramente undono di Dio che sa costruire eaumentare la comunione tra dinoi. La vita fraterna mi hastimolato a vivere in umiltà edin obbedienza. L’aiutarcireciprocamente, il dialogare el’ascoltare i confratelli, ci ha resisempre di più discepoli etestimoni di Cristo. La preghieracomunitaria mi ha aiutato adalimentare la mia vita comevero cibo quotidiano chepermette all’uomo di vivere. La preghiera personale mi hapermesso di conoscere sempredi più l’Amore di Dio che hamandato il suo Figlio in mezzo anoi; mi ha aiutato ad aprire ilcuore come tempio vivo capacedi accogliere il Signorerendendomi testimone di Luiattraverso la mia vita. Riguardoa questo ho scelto il mio motto:”Io sono nel mondo ma non delmondo” e sono pronto a fare laVolontà di Dio. Se nella mia vitanon ho il Signore, non sonocapace di fare nulla. Anch’iosento di ringraziare di cuore tuttiquelli che mi sono stati vicini.

di fra Giovanni Cropelli

La nostra comunitàvive anche del vostroprezioso aiutoI frati in Thailandia vivono del loro umile lavoro sull’esempio di San Francesco, ma soprattutto grazie all’aiuto dei tanti benefattori che in Italia sostengono l’attività di formazione coordinati dal Centro Missionario di Milano

Lelia che, nonostante abbia il maritoparalizzato in casa, continua adaccompagnare il nostro postulante Thavidet. Gigliola che ha potuto incontrare il “figlio”Iod venuto in Italia per prepararsi allaprofessione religiosa e dopo qualche hannolo ha visto indossare il saio cappuccino e

professare la decisione di seguire Gesù inpovertà, castità ed obbedienza alla sequeladi Francesco.La bella testimonianza del “GruppoMissionario di Pontoglio” che staaccompagnando fra Watcharin (fra Noy) eche quest’anno ha fatto anche lui la suaprofessione temporanea.Queste e tante altre storie di vita che ciriempiono di gioia e di meraviglia per tuttociò che l’amore di Dio sa suscitare nella vitadi una persona. Ancora un grande grazie alSignore che è sempre con noi! Grazie anche a tutti voi del CentroMissionario e della rivista ”MissionariCappuccini” che ci accompagnate esostenete sempre con il vostro lavoro fattocon amore e serietà oltre che con la vostrapreghiera! Mi permetto di aggiungere ungrande grazie ai genitori ancora viventi dinoi missionari.Solo Dio sa che cosa provano una mammao un papà quando il figlio è così lontano...Grazie a tutti voi papà e mamme di noimissionari! Pace e bene! ■

Carissimi ragazzi è giunta l’oradi separarci! Sono veramente

commossa per le giornate belleche ci avete regalato. Sonocontenta di avervi conosciuto e,devo essere sincera, nonpensavo di affezionarmi tantonon solo a voi ma tutto il vostroambiente e la vostra bellissimaterra. Ringrazio fra Giovanni perla disponibilità che ha sempreavuto per tutti noi. Vi abbiamoforse un po’ stancati perchè viabbiamo distolto un dalle vostreabitudini giornaliere, ma sonoconvinta che un pochino didiversivo è piaciuto anche a voiperchè vi ho sempre visti felici eallegri. Un grazie anche peravermi riservato la stanza dasola con tutte le comoditàsapendo che qualcuno si sarà

sicuramente sacrificato per me.Grazie di tutto! Spero che il BuonDio mi conceda la grazia dipoterci ancora incontrare magarianche in Italia. Sarete ospiti incasa mia. Tanti saluti anche aifrati del vostro Convento. Viabbraccio tutti con un po’ dimalinconia. Lucia. Sampran23.12.2008

LaThailandia è stataveramente una bella

esperienza! Ci siamo divertiti edivertite. Lo stare con voi inquesti giorni mi ha fatto capireche la situazione che viviamonoi in Italia è molto diversa dallavostra. Voi per esempio viaccontentate di poco, sietesempre felici e delle cosesuperficiali vi interessa ben poco

e di questo c’e’ da imparare.Speriamo di ritornare, anzi,sicuramente ritorneremo pervivere altre esperienze con tuttivoi. Grazie di tutto e a presto!Bacioni e saluti a tutti i ragazzi! Chiara e Anna. Sampran Capodanno 2009

Carissimi ragazzi, innanzituttoricambio gli auguri di Buona

Pasqua. Vogliamo ancoraringraziarvi della calorosaaccoglienza che ci avete fatto.Sicuramente ritorneremo inThailandia e speriamo al piùpresto. Io sono sempre stata dipoche parole ma voglio dirvi chesiete stati fortunati nell’averconosciuto i frati Cappuccini. Viauguro tanta fortuna per i vostristudi e per il vostro cammino

intrapreso. Spero un giorno diricambiare la vostra accoglienzaqui in Italia, Edda ne sarebbefelice!Palazzolo 10.04.2009

Pace e bene carissimo fraGiovanni! Noi ti pensiamo

sempre felice ed in ottimasalute. Una particolare preghieraper fra Pietro Watcharin che èsempre nel nostro cuore! Inquesto giorno di gioia ricordiamoanche fra Antonio, fra Paolo, fraRaffaele, fra Matteo e fraLorenzo. Per tutti voi la nostrapreghiera ed un abbraccio!Gigliola e tutto il gruppoMissionario.Pontoglio 02.05.2010

sacerdozio. Senza di loro e senza l’aiutodella nostra Provincia madre di Lombardiaattraverso il Centro Missionario di Milanonon riusciremmo a portare avanti il nostroservizio. A riguardo di questi papà e mammeadottive ci sono storie interessantissime dipersone semplici che fanno tanti sacrificiper mettere insieme i loro 350-400 euroall’anno per aiutare questi giovani. Storie disofferenza e di fede vissuta non a parolema con la vita. Sono queste persone chesono sempre presenti nella nostra preghierae che stimolano noi frati e tutti i giovani informazione a vivere con serietà eresponsabilità la nostra vocazione. Nericordo alcuni fra i molti.Claudio, affetto di un tumore al cervello, havoluto adottare dieci dei nostri giovani e siè spento nella speranza di poterli un giornoincontrare. Speranza questa che si èrealizzata attraverso la sua mamma, lamoglie e la figlia che sono venuti a trovare inostri giovani qui in Thailandia.

SPECIALE THAILANDIA

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Le lettere dei benefattori

non lontano dalla capitale Bangkok, mentrenella parrocchia di Tarè abbiamo fatto visitaalle famiglie del villaggio. Siamo rimastimolto colpiti dalle suore Clarisse Cappuccine,molto numerose e riferimento di preghieraper molte persone. Insieme alle suoreCamilliane, nel nord, abbiamo visitato imalati dei villaggi e ricostruito le capanne didue persone anziane e malate. Prezioso pernoi è stato anche conoscere la presenza delPIME e dei sacerdoti del Triveneto attivianch’essi nel nord della Thailandia. Un altroluogo significativo è stata la “Casa degliangeli”, dove abbiamo aiutato suor Angela,saveriana, nella cura dei bambini disabiligravi. Tra le altre attività, molto forte è statovisitare alcune baraccopoli attorno aBangkok, dove operano anche i nostri frati.

Che cosa vi ha colpitomaggiormente?Da subito ci ha colpito l’accoglienza da parte

delle persone che incontravamo. LaThailandia è una terra di tradizioneprevalentemente buddista, ma dove icristiani (che sono circa l’1%) possonogeneralmente vivere ed esprimere la lorofede. Per noi che non conosciamo la lingua,poter girare con il saio è stata unatestimonianza significativa.

Avete condiviso qualchemomento importante con i fratithailandesi?Durante la nostra permanenza ladelegazione ha vissuto due momenti moltoimportanti: la visita del Ministro Generale ela professione semplice di sei novizi nellesue mani. È stato molto bello per noipartecipare a questa celebrazione di gioia,in un clima fraterno e semplice, grazieanche alla presenza dei familiari dei noviziprovenienti dalle regioni povere del nord edel nord-est. ■

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Hanno colto l’invito del MinistroGenerale e sono partiti per

un’esperienza in missione. Così fraSamuele e fra Nicola, studenti aCremona, hanno vissuto le loro

emozioni ed hanno fattoconoscenza dellacomunità locale.

di fra Samuele Ossola e fra Nicola De Pretto

Come è nato in voi il desiderio difare un’esperienza in missione?L’idea è nata lo scorso settembre, durantel’assemblea provinciale dedicata proprio allemissioni “ad gentes”. Ci siamo anche sentitidecisamente provocati dalle parole del nostroMinistro Generale che nella lettera “Nelcuore dell’Ordine la missione” esorta tutti ifrati Cappuccini alla disponibilità ad “andare

là dove nessuno è disposto ad andare” perrendere visibile l’universalità della chiesa erivelare la forza innovatrice del Vangelo diCristo. Entrambi custodiamo nel cuore unacerta sensibilità verso la dimensione

missionaria della nostra vitaconsacrata; perciò abbiamochiesto di poter condividere perdue mesi la vita dei frati delladelegazione di Thailandia e ce neè stata data la possibilità neimesi di maggio e giugno.

Quali realtà avete incontrato?Grazie alla disponibilità dei frati che ci hannoaccolto, abbiamo potuto incontrare econdividere diversi tipi di servizio, sia nellenostre fraternità sia in collaborazione conaltre famiglie religiose. In particolareabbiamo conosciuto la realtà di formazionedei giovani frati e degli aspirantirispettivamente a Samphran e a Bangtan,

SPECIALE THAILANDIA

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Un’indimenticabileesperienza missionaria

Due postnovizi in Thailandia

Missionari Cappuccini in festa edizione 2010

È giunta alla sua tredicesima edizione la Festa che i Missionari Cappuccini ogni anno il secondo

sabato di giugno organizzano nella stupenda cornicedella Cascina Conigo appena fuori Milano. Una grandeaffluenza di partecipanti in una giornata di festa ricca

di gioia e di aiuto per le missioni.

MISSIONARI CAPPUCCINI IN FESTA

“Andate e portate a tuttila pace e l’amore”

di Alberto Cipelli

di anno in anno è aumentato sempre tanto dafar diventare “Missionari Cappuccini in Festa”ormai un tradizione non soltanto benconsolidata, ma soprattutto molto attesa chenon manca di richiamare sempre più interessequando, nel secondo sabato di giugno, un po’per sfuggire alla canicola cittadina, masoprattutto per ritrovarsi a far festa con inumerosi missionari le persone che si dannoappuntamento lo fanno davvero con interessee con molta soddisfazione. Fra Mauro non esita a raccontare quale sia ilcuore dell’appuntamento che, dopo giornateintense di lavoro per allestire tutto quanto,vede la sua inaugurazione ufficiale nel tardopomeriggio per continuare fino a seratainoltrata. “Il momento centrale della giornata èsicuramente la S. Messa alle ore 18concelebrata sempre da numerosi missionari”spiega fra Mauro “Durante la funzione vieneconsegnato il Tau, ossia il più significativosimbolo francescano, a tutti coloro che farannoesperienza in missione durante l’estatesuccessiva. È sempre alto il numero di giovanie meno giovani che scelgono, dopo un intensopercorso formativo e di preparazione, diaffrontare l’esperienza di recarsi in una dellenostre missioni. Spesso a presiedere lacelebrazione è un Vescovo francescano chearriva dalle missioni, ma abbiamo avuto anchela gioia di avere il nostro Ministro Generaleche ha presieduto in occasione del decimoanniversario della festa tre anni fa.Abbiamo inoltre degli spazi espositivi sia perpresentare la realtà delle missioni in cui siamoimpegnati, sia per accogliere altre realtàlegate alle nostre missioni sia per quanto

ilvero ideatore dell’annuale incontro“Missionari Cappuccini in Festa” è

fra Mauro Miselli, responsabile delCentro Missionario di Milano

Musocco che nel 1998, al suo primo incaricocon tale responsabilità, ha avuto una geniale

idea. Nella sua mente covava il sogno diorganizzare un momento di incontro

importante dove si potessero trovare imissionari, i frati cappuccini, i benefattori, i

volontari, le persone che avevano fatto oavevano intenzione di fare un’esperienza

missionaria e tutti i simpatizzanti dellemissioni per vivere un’occasione di reciprocaconoscenza e di gioia. Detto fatto, armato di

intraprendenza e di buona volontà ha scelto laCascina Conigo a Santa Corinna (Binasco) alleporte sud di Milano, situata in una delle zone

rurali che hanno conservato ancora integrotutto il fascino dell’antica tradizione contadina

lombarda in una cornice davvero suggestiva: lecorti rurali, la piccola chiesetta in cotto, gli

animali da cortile, i profumi genuini di unacampagna che sta scomparendo. Qui, grazie

all’aiuto di numerosi ed infaticabili volontari edi tante persone armate di buona volontà e di

prestanza fisica sono state allestite tutte lestrutture necessarie per creare una festa

davvero speciale: il tendone per lacelebrazione eucaristica (che la sera si

trasforma in un accogliente spazio per lospettacolo e l’intrattenimento) e numerosi

stand espositivi; inoltre sono stati utilizzati glispazi proprio delle stalle e dei fienili per

mettere in piedi la cucina, la zona ristoro, lemostre missionarie e tante altre attività

collaterali. Arrivare dal casello autostradale etrovarsi in piena campagna accolti da tantistriscioni e richiami che precludono ad una

festa missionaria non è davvero cosa da pocoe il progetto è immediatamente decollato con

grande successo. Già nella prima edizione èstato altissimo il numero dei partecipanti che

MISSIONARI CAPPUCCINI IN FESTA

didascalie

MISSIONARI CAPPUCCINI IN FESTA

L’ottavo centenariodell’approvazione della

“protoregola” di San Francescoha caratterizzato l’edizioneappena trascorsa di “MissionariCappuccini in Festa”.Nella oramai storica cascina diConigo una significativa mostraè stata dedicata a questoimportante anniversario. Unpercorso allestito con particolarecura al fine di divulgare a tutti ivisitatori i passaggi piùimportanti del discorso chePapa Benedetto XVI ha tenutolo scorso anno durante il“Capitole delle stuoie”. Partendo proprio da un suoinvito “Ora andate e portate atutti la pace e l’amore di Cristo

Salvatore” si è volutosottolineare come i missionaricappuccini abbiamo fin dalleloro origini intrapreso questastrada. Una mostra che si è fattaparticolarmente apprezzareanche per la sua originalitàestetica, soprattutto la sera,quando nell’oscurità sei totemluminosi hanno presentato lemolteplici attività svolte oggi

dai missionari cappuccini. Ognitotem rappresentava una terradi Missione; Brasile, Eritrea,Etiopia, Costa d’Avorio,Thailandia, Camerun perevidenziare un altro passaggiodel Santo Padre: “Sono passatiottocento anni, e quella dozzinadi Frati è diventata unamoltitudine, disseminata in ogniparte del mondo”. La mostra hacosì rimarcato quale attento econtinuo lavoro attuino senzasosta i missionari nei diversicontinenti per favorirel’evangelizzazione e lapromozione umana a gentilontane.Nei grandi striscioni cha hannofatto da cornice a tutta la festa

non poteva mancare il ricordodei missionari che sono passatiagli onori degli altari perevidenziare come, sin dalleorigini, abbiamo intrapreso conardore il percorso di fare proprio“il Vangelo come regola di vita”. A suggello di questa storicacaratterizzazione della Festa deiMissionari Cappuccini 2010 si èistituito un ricordo del tuttoparticolare per i visitatori, unannullo postale dedicato allagiornata con il francobollocelebrativo dedicato all’ VIIIcentenario della Regolafrancescana. Una postazioneufficiale della Poste Italiane erapresente con timbroappositamente coniato e che

ora è divenuto oggetto da collezione per gliamanti della filatelia.Una festa dal contenutointenso, caratterizzata daun messaggio forte diBenedetto XVI che inumerosi amici dellemissioni hanno conservato peruna riflessione personale sullapropria vita: “Carissimi, l’ultima parola chevoglio lasciarvi è la stessa cheGesù risorto consegnò ai suoidiscepoli: “Andate!” Andate econtinuate a “riparare la casa”del Signore Gesù Cristo, la suaChiesa. …Come Francesco,cominciate sempre da voi stessi.Siamo noi per primi la casa cheDio vuole restaurare. Se saretesempre capaci di rinnovarvinello spirito del Vangelo,continuerete ad aiutare i Pastoridella Chiesa a rendere semprepiù bello il suo volto di sposa diCristo. Questo il Papa, oggicome alle origini, si aspetta davoi”. ■

riguarda i progetti che il sostegno a distanza.Non mancano mai alcuni giochi percoinvolgere e divertire grandi e piccini oltrealla ‘sottoscrizione’ a favore delle missioni.Ma sicuramente altrettanto apprezzati sono imomenti di condivisione fraterna. Vieneallestita una ricca grigliata per oltre 900persone in cui si possono assaggiare anchealtre gustose specialità come lo zighinì (ilpiatto tipico dell’Eritrea che consiste in unpane non lievitato sul quale si mettono carnie verdure speziate) o il gnocco fritto, una

tradizione tipicamente emiliana della mia terrad’origine. Dopo la cena la serata proseguesempre con un momento di grande festainsieme animata da intrattenimenti, da ungruppo e dalle danze”.E i numeri, se questi ancora servissero perdecretare il successo della festa, parlanodavvero da soli; ogni volta si registra lapresenza di una trentina di missionari, oltre150 i volontari impegnati con diversemansioni, 40 persone per lo staff dellagrigliata, oltre 800 partecipanti alla Messa, più

di 900 ci raggiungono per la grigliata e la serasi arriva a superare le 1500 presenze; persintetizzare si può tranquillamente affermareche sono più di 2000 le persone che si dannoappuntamento ogni volta! Ed in questa vera epropria folla si può contare un gran numero diaffezionati che tornano volentieri perincontrare e rivedere i missionari, poi ci sono ivolontari che si danno appuntamento, lefamiglie: insomma è una grande festa! Non

Una mostra sulla “Regola non Bollata” di San Francesco di LorenzoMucchetti

didascalia

Carissimi amici e benefattori, pace e bene!Ecco che il nuovo progetto per la gravemalattia del Burulì ha veramente avutoinizio in questo mese di Aprile 2010.

Frate Eric e il Direttore dell’ospedale di Zouan-Hounien hanno stabilito, in mia presenza, unprogramma di visita nei villaggi intorno allacittadina africana.La moto Yamaha guidata dall’infermiere Jean edal suo aiutante Archimêde, percorre kilometri,in strade sterrate e difficili da praticare, perstanare gli ammalati nascosti a volte daglistessi parenti e per spiegare di come bisognaintervenire urgentemente sull’ammalato primadi incappare in conseguenze disastrose chequesta malattia può creare. Tale situazione, aldire di alcuni, è peggio della lebbra!La moto funziona, il carburante non manca, ilpersonale ivoriano è pronto, quindi buon lavoroa loro e un grande grazie a voi che permettetequesta opera importante di prevenzione e

sensibilizzazione per combattere alla radice ilBurulì, di cui la Costa d’Avorio detiene il tristeprimato mondiale di affetti!!Carissime Anna Lisa e Sabrina, voi che ormai vipossiamo chiamare Ivoriane, ringraziate a nomenostro, dei collaboratori e degli stessi ammalati,tutti gli amici e benefattori che vi hannoconsegnato l’offerta per permetterequesta opera sociale e umanitaria. ■

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Buone notizie dalla Costa d’Avoriomancano in ogni occasione anche moltissimepersone nuove che son state incontrate indiverse occasioni durante l’anno e tutti coloroche desiderano avvicinarsi alla realtà dellemissioni.Ogni anno in Cascina i visitatori trovanoqualche novità “In ogni appuntamentocreiamo una zona espositiva” continua fraMauro “mi vengono in mente la mostra Statidell’animo, la mostra sulle maschere dellatradizione africana, il primo video istituzionalesulle missioni e quest’anno la bella mostra inoccasione degli 800 anni dall’approvazione

della regola di San Francesco che ha permessola crescita del nostro Ordine nel mondo. Lacelebrazione eucaristica è anche occasione perricordare anche i missionari di lunga data cheil Signore ha chiamato a sé e che fino all’annoprecedente erano presenti alla festa: fraUmberto Paris, fra Ruffino Carrara equest’anno, purtroppo la festa ha avuto untono più sommesso proprio a causa delrecente e terribile lutto che ha coinvolto lanostra famiglia con l’omicidio di Mons. LuigiPadovese in Turchia. Ricordo anche altrimomenti importanti in queste tredici edizioni:è sempre commovente il momento in cuiviene consegnato il Tau ai volontari; alcunianni è stata l’occasione per la consegna delcrocefisso a qualche nuovo missionario. Ericordo anche dei momenti gioiosi di svago: laserata con la mitica Nilla Pizzi, il grandemusical su Madre Teresa o la presenza deiclown che fan sempre la gioia di tantibambini”. Immagino che fra Mauro abbia il desiderio diutilizzare le pagine della rivista per ringraziarei protagonisti di “Missionari cappuccini infesta” che tanto si prodigano per la buonariuscita: “Sicuramente il mio grazie va alproprietario della cascina, il Sig. GiangiacomoMedici, che è lieto di ospitarci anche se glimettiamo sottosopra gli ambienti per unasettimana intera e il Sig. Parati che è l’angelocustode di quel luogo. Ma in particolare vorreiringraziare i missionari che con la loro vita ciappassionano al nostro lavoro di animazione,tutti i collaboratori del centro missionario chenon risparmiano energie, i volontari con la loroeffervescenza e tutti i benefattori per il lorosostegno insostituibile e prezioso allemissioni”.E a questo punto non ci resta che sperare cheil giugno del 2011 arrivi presto! ■

PROGETTIMISSIONARI CAPPUCCINI IN FESTA

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La moto per prevenire la piaga di Burulìè finalmente partita!La Piaga di Burulì, simile alla lebbra, è una malattia causata da un batterio: provoca piaghe sempre più ampie e profonde che, partendo dalla pelle, arrivano araggiungere le ossa. Fra Olivier dalla Costa D’Avorio aveva richiesto un aiuto economicoper acquistare due motociclette: in questo modo, spiegava, era possibile organizzareuna vasta campagna di prevenzione contro la piaga. Finalmente, grazie all’aiuto dibenefattori, è stato possibile acquistare una moto che, guidata da un infermiere e dalsuo aiutante, sta già correndo sulle difficili strade della zona per arrivare da chi èafflitto dalla piaga o da chi ancora non la conosce. Fra Antonio Forchini ci scrive deiprimi successi raggiunti grazie al nuovo mezzo di trasporto.

di fra Antonio Forchini

didascalie

guarda, ti sorride, ti ringrazia, ma un fare perqualcuno che non conosci e forse nonconoscerai mai, che non ti ringrazierà e nonti farà sentire importante… un vero e propriosalto di qualità.Abbiamo inoltre visitato dei villaggi, presso iquali l’ultima Messa con il frate, era statacelebrata 5 mesi prima e abbiamoconstatato che qualcuno per parteciparvipercorre anche 4 ore di cammino.Condividere l’Eucarestia in una semplicecapanna, dove non c’è niente di superfluoma solo l’essenziale: Lui. Quello che ticolpisce sempre è la fede di questi fratelli,una fede viva, piena di gioia… che lisostiene nella dura vita di ogni giorno. Siamo partite con il frate per un villaggiosperdutissimo in mezzo alla foresta, carichedi curiosità, di voglia di conoscere, diincontrare Dio nel volto dell’altro così diversoda noi, e siamo tornate con il cuore gonfiodelle emozioni vissute e condivise, e con lajeep carica di frutta e verdura, dono dellanatura, ulteriormente donata a noi con

semplicità e amore da questa gentestraordinaria.Siamo stati su una strada polverosa, achilometri di distanza da casa. La magia disentire pronunciato il tuo nome, voltarti stupitae incontrare lo sguardo emozionato di unragazzino conosciuto al Centro Anti piagaBurulì, GUARITO e TORNATO al villaggio!!! Come sempre il valore più grande che tirimane nel cuore è la consapevolezza che poi,al rientro, la missione continua qui, tra la tuagente, tra le tue abitudini, tra i tuoi modi divivere, parlando di quello che hai fatto evissuto là, con chiunque ti chiede, persensibilizzare e allargare gli orizzonti di chi lànon ci può andare.Abbiamo raccontato dei bambini incontrati làcome se fossero nostri perché entrati persempre nel nostro cuore.E allora qua può succedere che una bimba ditre anni, dopo un giorno di scuola materna,vada a casa dalla mamma e chieda: “Ma seAnna Lisa è bianca, come fa ad avere deibambini neri?”. ■

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“Anche un muro dipinto damani inesperte può parlare diDio”.È con questa frase, scritta su un

bigliettino colorato e consegnato a padreOliviero, che si è conclusa, dopo un mese, lanostra quinta esperienza in Costa d’Avorio.Un’esperienza diversa dalle altre, comesempre unica e irripetibile: quest’annoniente coccole a bambini malati e nessunapiaga da medicare, ma muri da dipingere evillaggi da “animare”.Ci è infatti stato proposto, con l’umiltà checaratterizza Padre Oliviero, di dipingere le treclassi, il refettorio, i bagni e il palco dellascuola materna di Zouan-Hounien.E così, ogni mattina alle 8.30 la nostrasquadra (noi, Arianna e Andrea, capitanati

dal frate) era pronta per trasferirsi nellavicina scuola materna.Le risate erano infinite, visto che nessuno dinoi è imbianchino, e la fatica… nessuno dinoi è abituato a passare le proprie giornateitaliane con pennello, rulli e vernici varie! Ma poi scopri che quando si fa qualcosa peramore, solo per amore, anche un inespertopuò diventare un professionista… e icomplimenti che abbiamo ricevuto, a lavoro

finito, ci hanno fattodiventare rossi in viso per ilrisultato inaspettato.Pennellate come carezze,sguardo al colore come se siguardasse il volto deibambini che vivranno in

questi ambienti, pulire i minimi dettagli,superando le proprie paure, facendo cacciagrossa con vere e proprie colonie di ragnipur di consegnare delle classi decorose esane.Abbiamo sperimentato un fare nondirettamente sulla persona, che è lì, ti

VOLONTARI IN MISSIONE

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Nonostante siano oramai diversi anniche Anna Lisa e Sabrina si recano inCosta d’Avorio, ogni volta è sempre

un’emozione nuova. Nel loro ultimoviaggio si sono occupate fra le atre cose

di dipingere i muri di una scuolamaterna a Zouan-Hounien; hanno

accompagnato i frati in luoghi lontaniper la celebrazione della Santa Messa.Tutto questo con la consapevolezza di

poter continuare a vivere lamissione, anche se in modo

diverso, in Italia.

di Anna Lisa e Sabrina

Il racconto di due volontarie, per la quinta volta in Costa d’Avorio

Un’esperienza diversa dalle altrecome sempre unica e irripetibile!

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SOSTEGNO A DISTANZA

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da completare con locandina convegno

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SPIRITUALITÀ

“Tunc aperuit illis sensumut intelligerent scripturam”

metti, ma per caso non staipredicando ai banchi?”Carissimi, sto scrivendo, predicandocon entusiasmo, con tanta gioia –banchi vuoti o gremiti – tutta unaricchezza, un tesoro favolosoaccumulato lungo i secoli!

Pregato soprattutto lungo i secoli! È tutto da scoprire senza affanno, senza paura!Forse una volta si poteva aver paura di Dio,ma oggi si può aver paura del Dio che Gesù, ilVerbo del Padre, ci ha rivelato e che Lui stessoha lodato e cantato con queste stessePreghiere discese a poco a poco dal Cielo?Forse tutta questa ritrosia che si legge tra lerighe di chi mi ha scritto, é dettata da unacerta chiamiamola “pigrizia mentale”. Dico:forse e lo sottolineo, non voglioassolutamente offendere nessuno. Ma se cosìfosse, dico e affermo con tutta certezza che éuna pessima compagna! Oh, cacciamola suidue piedi, velocissimamente!“In marcia” grida Gesù a tutti quando dallamontagna santa proclama le “Beatitudini” delRegno. In marcia dietro a Lui per esseredavvero e definitivamente “Beati” nellaGrande Casa di Dio dove non faremo chelodare e benedire e cantare, accompagnati

Carissimi, fermiamoci, facciamouna sosta!È necessaria per dissolvere i dubbi,le incertezze, perfino le paure nelprendere in mano il Libro dipreghiere che si chiama Salterio,Libro ispirato da Dio stesso, senzadubbio il più antico, venerato e usato lungo isecoli!È vero che in questo mese dovevo scrivere“su Maria Santissima e quel Suoconosciutissimo Canto”... L’avevo promesso,ma – abbiate pazienza – questa “pausa” éassolutamente necessaria.Ecco il perché: vari mi hanno scritto; sidicono contenti per il tema spirituale scelto,ma coralmente confessano la loropochissima dimestichezza con il Libro deiSalmi. Cito alcuni brani: “Recito piùvolentieri il Pater noster e l’Ave Maria chemi ha insegnato mamma...” – “Mi vergognoun po’ a dirlo: non conosco affatto i Salmi,perciò non li uso per pregare, ho i mieilibretti di preghiera...” – “I Salmi non soperché mi incutono paura” – “Sono difficili, lisento lontani, non mi attirano affatto” – “Haiun bel dire tu; sembra perfino che creda inquello che scrivi, tanta é la carica che ci

“GESÚ disse agli apostoli: Sono queste le Parole che Vi dicevo: Bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me

nella Legge di Mosé, nei Profeti e nei SALMI...Allora aprí loro la mente all’intelligenza delle Scritture...”

(Luca 24,44-45)

di Frei Apollonio Troesi, missionario in Brasile

Ancora un ITINERARIO di fede e di luce tracciato

nello spazio sofferto, ma ricco di speranza

dei Salmi

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l’immediato, quello che cammina, sia pure perpoco, sulle acque...Carissimi, non potremmo essere così anchenoi?Abbiamo bisogno di questa “pulitina”!Viviamo in tempi sempre più banali, piatti,incolori, senza sale. Neanche ce neaccorgiamo, travolti come siamo da questavita “inumana”. No, non “crudele” comel’aggettivo potrebbe suggerire, no,semplicemente “non-umana”.Dalle mani del Creatore siamo usciti diversi!Ecco allora che Gesù, il Ri-Creatore si incaricabenevolmente di aprirci cuore e intelletto percapire più in profondità, per risalire allaSorgente, remando controcorrente che é lacosa più bella e vitale di questo mondo,riservata solo ai coraggiosi! Ecco che vanno su,su, fino a reincontrare, grondanti di sudore edi gioia, il Creatore che non ha mai cessatolungo i secoli di immettere nel grande fiumesegni tangibili della Sua Presenza, motiviilluminanti di Vita da scoprire e assaporare e...cantare!Proprio così: cantare con Parole Sue, Parole diDio!Buona pausa, Carissimi! Prendiamo in manofinalmente con fiducia, senza paure questoLibro eterno che vibra e fa vibrare!EccoVi come aperitivo un Salmo: é il 99 o 100a secondo della numerazione adottata. É un“Invitatorio” che ad un certo punto pregasolennemente: “Varcate le porte di Dio coninni di grazie, i suoi atri con canti di lode:lodatelo, benedite il Suo Nome perché buonoé il Signore!”VARCHIAMOLE... ■

dalle arpe divine “il cantico di Mosè, servo diDio e il cantico dell’Agnello” che é il SignoreGesù (cf Apocalisse 15, 2-4). “Allora Gesù aprì loro la menteall’intelligenza delle Scritture” ho intitolatoin latino quest’altro Itinerario. In quelglorioso tempo, in quella serata calma edolce, la prima dopo la Sua Rissurrezione,Gesù entra in quella sala chiusa a doppiamandata, illumina con la Sua Luce uominiavviliti, disorientati, con un tremendo pesoaddosso: quella loro fuga ignominiosa, maecco che Gesù augura loro la PACE e – zac –apre loro la mente, purifica il lorosentimento perché finalmente comprendano,“sentano” le Scritture, la Parola di Dio. Cita espressamente i Salmi vivi da sempre,palpitanti da secoli, attuali per i nostri“oggi”!Mi piace un mondo immaginare gli apostolisubito dopo questa “operazione” del Risorto.Chissà? Forse uno esclama: “Oh, chemeraviglia”, potrebbe essere Filippo, fuori disé dalla gioia, mentre tutti forse si sonoalzati come spinti da una molla invisibile ehanno occhi spalancati pieni di stupore ebraccia verso l’Alto; forse un altro grida: “Chebello, adesso tutto é chiaro, adessofinalmente capisco”, potrebbe essereTommaso, quel famoso della mano e del ditoper poter credere; forse un terzo non é dameno e supera tutti con la voce e la gioia,rivolgendosi a Gesù, abbracciandolo forteforte: “O Divino Maestro, che regalo, cheregalo! Oh, oh, non potevi farcelo prima?”,potrebbe essere Giovanni, il discepoloamato; potrebbe essere Pietro, l’impetuoso,

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“Ricordati dei nostri fratelli che si sono addormentati nella speranza dellaresurrezione, e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili agodere la luce del tuo volto”.

Nella Celebrazione Eucaristica, con queste parole, il Sacerdote applica le nostreintenzioni a suffragio dei defunti e non importa in quale parte della terravengono pronunciate, ma salgono come offerta gradita a Dio.

Il fiore della carità è una proposta concreta a suffragio dei nostri defunti facendocelebrare S. Messe ai Missionari i quali, con l’offerta, possono fare tanto bene eaiutare molte persone attraverso le opere iniziate nelle missioni.

Unita ad uno stile di vita improntato alla solidarietà e alla condivisione, laproposta “Il fiore della carità”, diventa il modo migliore per ricordare i nostricari e continuare nella scia di bene che ci hanno voluto in vita.

Gesù ci ricorda: “Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regnopreparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché ho avuto fame e miavete dato da mangiare…. ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo diquesti miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt. 25,34.35.40).

Portate la cartolina sulle tombe come segno concreto di affetto verso i vostri cari

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caritàS. Messe celebrate dai missionaria suffragio dei nostri defunti

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a da completare con locandina ottobre missionario