GOLDONI VITA CARLO GOLDONI: 1707 (VE)-1793 (Parigi). Nasce da una famiglia di condizione borghese....
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GOLDONIVITA
• CARLO GOLDONI: 1707 (VE)-1793 (Parigi).
• Nasce da una famiglia di condizione borghese. Studia Legge a PD, ma nel frattempo scoppia in lui la passione teatrale, dando inizio gradulamente alla sua riforma del teatro comico, allora dominato dalla commedia dell’Arte.
1. Diventa in seguito scrittore di teatro per professione. Questo fa di Goldoni un nuovo tipo di intellettuale: in un’età in cui gli scrittori o fanno parte della nobiltà e
del clero oppure sono al servizio dei signori che fungono da mecenati,
Goldoni vive della sua professione.
2. Non solo, egli non scrive più per un pubblico di letterati, ma per il mercato,
cercando quindi di assecondarne i gusti, le inclinazioni e le richieste. Questo prefigura la condizione futura degli
intellettuali.
Il teatro comico era dominato dalla Commedia dell’Arte che aveva
spopolato in età barocca. Ed in cui gli attori impersonavano le maschere
tradizionali, improvvisando le battute senza seguire un testo scritto, ma solo sulla base di un sommario canovaccio
che indicava le azioni.
Goldoni assume nei confronti di questo teatro un atteggiamenti
polemico in scritti teorici: la comicità era volgare, i tipi umani
rappresentati dalle maschere erano stereotipati, recitazione di attori era
ripetitiva, intrecci erano assolutamente inverosimili.
La riflessione del Goldoni nasce in ambito arcadico-razionalistico a cui ripugnava quanto di bizzarro
era ancora presente nella commedia barocca e che
aspirava alla semplicità e alla naturalezza. E’ la ripresa di una
tradizione illustre classica e rinascimentale.
Da una lato vuole produrre testi che piacciano al pubblico, dall’altro aspira ad una commedia verosimile e che rifletta
realisticamente la realtà contemporanea, per questo si oppone all’utilizzo delle
maschere.
Egli vuole fare dei personaggi psicologicamente delineati, mentre le maschere fissano dei tipi fissi. Ci sono
molti modi, infiniti, per incarnare lo stesso tipo umano: ci sono infiniti modi per
essere avaro.
Nella commedia I rusteghi mostrerà ben quattro
varianti dello stesso tipo, cioè l’uomo rustico, scontroso e ruvido.
Nasce così una commedia realistica, che si suole dividere
in due gruppi:
1. la commedia di carattere, volta a mettere in evidenza un
certo tipo di carattere,
2. e la commedia d’ambiente, volta a mettere in evidenza un
determinato ambiente.
Le commedie di Goldoni sono sempre contemporaneamente di carattere e di
ambiente, perché vi è un rapporto dinamico tra individuo e ambiente. Questo
dato di realta’ è un’anticipazione della letteratura fut. Questo realismo ci rivela che anche se la riflessione goldoniana
nasce in ambito arcadico, tuttavia le sue commedia si distaccano molto dalla lett
arcadica del ‘700, chiusa in un’ atmosfera rarefatta e totalmente letteraria.
La ricchezza di sfumature psicologiche ed ambientali poteva essere resa solo se la commedia possedeva un copione scritto e se l’attore era costretto ad imparare
a memoria quanto lo scrittore aveva scritto.
La prima difficolta’ che Goldoni incontrò fu da parte degli attori abituati a non dover imparare a memoria, ma ad improvvisare.
Anche il pubblico rimase sconcertato, perché era abituato ad un genere diverso di commedia ed anche gli impresari erano diffidenti,
poiché temevano di perdere il favore del pubblico.
Goldoni procedette gradualmente nella sua riforma, anche perché egli stesso dovette compiere un
percorso di consapevolezza: prima stese per intero solo la
parte del protagonista (Momolo cortesan, 1738). Nel 1743 arrivò alla stesura intera con La donna
di garbo.
Pian piano anche le maschere vennero eliminate. Il pubblico della commedia di
Goldoni è quello borghese, ceto da cui lui stesso proveniva. Venezia era infatti una repubblica oligarchica, in cui il potere era in mano ad una stretta cerchia di famiglie
nobili, ma possedeva anche un solido ceto borghese, sopratutto mercantile, Goldoni è
l’interprete di questo ceto. In questa celebrazione del mercante si manifesta anche la critica al ceto nobiliare, ritenuto
superbo, ozioso, parassitario e prepotente.
Seguendo le linee dell’illuminismo moderato del suo tempo (Walter
Binni parla di una sua appartenenza alla “media civiltà
illuministica”).
Egli non cerca una contrapposizione violenta alla nobiltà, vorrebbe però
smuoverla dal suo stato di inerzia e di improduttività. In un secondo periodo, però, la sua visione della borghhesia
diventerà meno ottimistica e ne metterà in evidenza da un lato l’avarizia (I Rusteghi e
Sior Todero brontolon), dall’altro lo sperpero dell’ostentazione (trilogia della
villeggiatura: Le smanie della villeggiatura, Le avventure della villeggiatura, Il ritorno
dalla villeggiatura).
Nelle sue commedie si respira comunque una grande fiducia nelle possibilità
dell’uomo dabbene, del cittadino onorato e leale, e di una convivenza serena basata
sulla guida della ragione e della natura. La dimensione trascendente non viene
contemplata nel suo teatro. E’ chiaro in tutto ciò una chiara influenza illuministica.
Del resto sia gli uomini del Caffè che Voltaire espressero sulle sue commedie
un giudizio positivo.
La volontà di realta’ all’interno delle sue commedie poneva a Goldoni il problema della
lingua: l’italiano (o, come veniva anche chiamato, il toscano) non era una lingua reale, ma solo letteraria, usato solo dalle persone di regioni diverse quando volevano comunicare
tra loro. Era perciò una lingua abbastanza piatta e convenzionale. Goldoni si sforza di
farne una lingua non libresca.
La lingua delle sue commedie, comunque, rivela consistenti prestiti dialettali,
provenienti da diversi dialetti settentrionali. Quando poi il Goldoni si rivolge più
specificamente al pubblico della sua città usa il dialetto veneto, in tal caso ci
troviamo davvero di fronte ad una lingua viva e ricca di sfumature e di colore. Il
dialetto di Goldoni è però molto diverso da quello utilizzato dalla commedia dell’arte,
dove il dialetto veniva forzato in modo grottesco e caricaturale a scopo di riso,
Goldoni invece lo usa in chiave mimetica, per riprodurre la conversazione
quotidiana.