Glossario Di Bioarchitettura

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BIOARCHITETTURA®

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Ugo Sasso

Davide CanevariVit t f r ida Mit t erer

Robert a Serasso

Art i Graf iche Mart inet t oIvrea (TO)

Lit ograf Venaria Reale (TO)

ISTITUTO NAZIONALEBIOARCHITETTURA

C.P. 61 3 910 0 Bolzano(I)

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Tabel la abbr ev iazioni , sigle, simbol i

n° = grado angolare (dove n=numero)% = per cento‰ = per mille°C = grado Celsius o centigradi°K = gradi KelvinA= amperea.C. = avanti CristoAT = alta tensioneB = induzione magneticaBOD = Biological Oxygen Demand - richie-sta biologica o biochimica di ossigeno - vedidefinizione completa nel glossarioBT = bassa tensione

C = coulombCa = calciocal = caloriaCd = candelaCe = campo elettricoCei = (anche C.E.I. oppure CEI) ComitatoElettrotecnico Italiano CEN = Comitato Europeo di NormazioneCfc = clorofluoruro carburiCOD = Chemical Oxygen Demand -domanda chimica di ossigeno - vedi defini-zione completa nel glossariod = densità

ACARO: aracnide di piccole dimensioni -da 0,1 millimetri a 1 centimetro - moltod i ffuso (sono note circa 10.000 specie),che vive sia in mare che sulla terraferma.Può essere parassita dell’uomo e dell’ani-male (ad es. la zecca). I primi studi sulpericolo per la salute umana degli a. chepopolano gli ambienti confinati risalgonoal 1961. Da allora sono state isolate nellepolveri domestiche 140 specie diverse dia., la maggior parte alloctone, che neglispazi confinati trovano le condizioniideali per svilupparsi e riprodursi. Piùrari sono, invece, gli a. autoctoni. Tra lediverse specie, quella forse più diffusa epericolosa è l’acaro dermatofago.

A . d e rm a t o f a g o : m i c ro rganismo non visi-bile a occhio nudo che si nutre di residuibiologici e si annida in colonie proliferan-ti in presenza di polvere (moquette, tap-peti, divani, mobili imbottiti, ...), in condi-zioni di scarsa aerazione, di limitato

Ogni voce é organizzata secondo uno sche-ma fisso: vocabolo (in grassetto e maiuscolo)

definizione

abbreviazione del vocabolo

termini derivati ordinati in ordine alfabeti-co (in grassetto minuscolo)

Tutti i vocaboli sono elencati in ordine alfabetico. In testa ad ogni pagina, sul margine supe-riore esterno, è riportata la prima definizione contenuta nella stessa pagina se la pagina èsinistra, l’ultima definizione se è destra

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20 090 Assago (MI)www.epiquadro.com

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d.C. = dopo CristoDDT = dicloro-difenil-tricloroetano - insetti-cida - vedi definizione completa nel glossa-rioD.M. = Decreto MinisterialeDMLP= Decreto Ministeriale LavoriPubbliciDPCM = Decreto Presidenza Consiglio deiMinistriDpr = (anche D.P.R. o DPR) Decreto delPresidente della Repubblicadm3 = decimetro cuboE = campo elettricoEMC = campo elettromagneticoF = Faradg. = (anche gr.) grammoh = oraH = idrogenoHz = hertzISO = International Organization forStandardization - organizzazione interna-zionale per la standardizzazionej = jouleKcal = chilocaloriakg = chilogrammokm = chilometrokm3 = chilometro cubokV = chilovoltkW = chilowattKj = chilojoulel. = litrom = massam. = metro linearem2 = (anche mq.) metro quadratom3 = metro cubomg. = milligrammiml. = millilitromm. = millimetriMT = media tensioneO = ossigenopH = Potenz Hydrogen (potenziale idroge-no, indice dell’acidità o alcalinità).- vedidefinizione completa nel glossarioppm = parti per milionePCB = policlorobifenili - vedi definizionecompleta nel glossarioPVC = (anche pvc) polivinilcloruro - vedidefinizione completa nel glossarioPVDC = polivinildicloruro

R.S.U. = (anche RSU) rifiuti solidi urbanit = tonnellataUV = ultraviolettoV = volt - vedi definizione completa nelglossarioVOC = composti organici volatili - vedidefinizione completa nel glossarioW = watt - vedi definizione completa nelglossarioWWF = (anche Wwf oppure W.W.F.) WorldWildlife Fund - fondo mondiale per la natu-ra

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ABBATTIMENTO: il risultato di una azio-ne di indebolimento, superamento, limi-tazione.

A.acustico: insieme di tecnologie, soluzio-ni progettuali, interventi esecutivi, checonsentono di ridurre la rumorosità inter-na o esterna di un ambiente e contribui-scono quindi a migliorarne il benessereacustico. Tra le più facili soluzioni ediliadottabili in ambienti confinati: pannellofonoassorbente e pavimento galleggiante.

A.chimico: processo di depurazione delleemissioni gassose inquinate, attraversodispositivi detti abbattitori.

A B B ATTITORE: dispositivo che consentedi trattenere le particelle sospese (solide oliquide) e quindi di ripulire i flussi gasso-si inquinati prima di una loro immissionein atmosfera. Tra gli abbattitori più diffu-si: i depolveratori, i precipitatori elettro-statici e i separatori a umido.

ACARO: aracnide di piccole dimensioni -da 0,1 millimetri a 1 centimetro - moltodiffuso (sono note circa 10.000 specie), chevive sia in mare che sulla terraferma. Puòe s s e re parassita dell’uomo e dell’animale(ad es. la zecca). I primi studi sul pericoloper la salute umana degli a. che popolanogli ambienti confinati risalgono al 1961.Da allora sono state isolate nelle polveridomestiche 140 specie diverse di a., lamaggior parte alloctone, che negli spaziconfinati trovano le condizioni ideali persvilupparsi e riprodursi. Più rari sono,invece, gli a. autoctoni. Tra le diverse spe -cie, quella forse più diffusa e pericolosa èl’acaro dermatofago.

A . d e rm a t o f a g o : m i c ro rganismo non visi-bile a occhio nudo che si nutre di residuibiologici e si annida in colonie proliferan-

ti in presenza di polvere (moquette, tap-peti, divani, mobili imbottiti, ...), in condi-zioni di scarsa aerazione, di limitatoirraggiamento solare e di elevata umidità( o l t re il 45 %). Gli umidificatori, i condi-zionatori e i sistemi di ventilazione mec-canica e di climatizzazione possono con-tribuire nel creare tali condizioni di proli-ferazione. L’a.d. può causare l’insorgenzadi allergie o di disturbi alle vie respirato-rie e costituisce una tra le cause principalidell’inquinamento microbiologico degliambienti abitati e conseguentemente dellasindrome da edificio malato.

ACARICIDA: biocida utilizzato per com-b a t t e re la diffusione degli acari (vedi)negli ambienti confinati. Le sostanzeimpiegate ne sconsigliano l’utilizzo indi-scriminato e comunque prolungato.

ACAROIDE: gommaresina di colore gialloo rossastro ricavata da alcune piante tipi-che della regione australiana, utilizzatacome collante nella produzione di vernici.

ACCENDITORE: vedi starter

ACCESSIBILITÀ: caratteristica di ambien-te confinato facilmente raggiungibile ep e rcorribile anche da disabili senza pro-blemi di autonomia o sicurezza. E’ com-ponente importante del comfort ambien-tale. Al concetto di accessibilità si con-trappone quello di barriera architettonica.

ACCIAIO: classe di leghe metalliche dotatedi buona resistenza meccanica, caratteriz-zate da un elevato contenuto di ferro e dauna percentuale minore di carbonio (nonoltre il 2 %, anche se per le applicazioni inedilizia generalmente la percentuale variatra lo 0,1 e lo 0,6 %). L’a. ha un impattoambientale elevato in fase di produzione,soprattutto in termini di consumi idrici ee n e rgetici. In particolare all’armaturametallica, interna alle strutture di cemen-to armato, si imputa sia la dispersione e lad i ffusione di campi elettromagnetici tec-

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so il normale processo metabolico. Dallostudio degli accumulatori biologici è pos-sibile risalire all’entità e alla tipologia del-l’inquinamento ambientale.

ACCUMULO: risultato dell’azione del met-tere insieme, raggruppare, tenere o conte-nere insieme.

A . t e rm i c o : insieme di processi fisico-chi-mici e dispositivi (accumulatore termico)utilizzati per immagazzinare l’energia ter-mica della radiazione solare. L’ a c c u m u l otermico è alla base del funzionamento delsistema solare passivo e del sistema solareattivo, e consente di captare e raccoglieredurante il giorno l’energia termica irra-diata dal sole, cedendola poi durante leore notturne o quando il cielo è coperto.

ACETALDEIDE: composto organico, liqui-do, di odore caratteristico e pungenteottenuto dalla ossidazione dell’etanolo. Adifferenza di quest’ultimo, però, è sostan-za tossica: provoca disturbi transitori, indosi massicce può anche causare paralisi;ha rischio cancerogeno di seconda catego-ria. La sua presenza quale componente inpitture, vernici e collanti ne sconsiglia l’u -tilizzo.

ACETATO: sale o estere che si genera dallareazione tra acido acetico e un alcol o unabase. Viene utilizzato come solvente pervernici, nella produzione di resine sinteti-che e di fibre artificiali. Evitarne la con-centrazione in ambienti chiusi.

ACETO: liquido dal sapore e dall’odoreacido e pungente.

A. di legna: composto organico ricavatodalla distillazione del legno di faggiousato per la protezione del legno dall’at-tacco di insetti e muffe; prodotto naturalep referibile ad altri protettori chimici, mala presenza di acido acetico ne consigliaun uso prudente, in situazioni di neces-sità e comunque in ambienti esterni omolto aerati.

ACETONE: composto chimico infiammabi-

le, volatile, di odore acre e sapore bru-ciante, che trova un largo impiego nellap reparazione di lacche, smalti e vernici.L’acetone è pericoloso se inalato o disper-so nell’ambiente. La presenza nei terreni enelle falde è riducibile mediante opportu-ne tecniche di biorisanamento.

A C I D O : composto chimico, solido, liquidoo gassoso, che combinandosi alle basi, dàorigine a sali. Numerosi acidi vengonoutilizzati come reagenti o catalizzatorinella fabbricazione di prodotti impiegatiin edilizia; i più usati sono: a. acetico, a.benzoico, a. borico, a. cianidrico, a. ftalico,a. maleico, a. solforico

A.acetico: il più importante tra gli acidio rganici. Liquido, incolore, con odorea c re, soprattutto quando concentrato,trova impiego in vari settori e soprattuttonella fabbricazione delle materie plasti-che. È potenzialmente tossico.

A.benzoico: acido di colore bianco e strut-tura cristallina che si scioglie in acqua oalcol. Utilizzato dall’industria alimentaree farmaceutica e nella produzione di pit-ture ecologiche a componenti naturali.

A.borico: acido debole, presente anche innatura, trova impiego per aumentare laresistenza alle fiamme ed ai parassiti dellegno. Relativamente innocuo per l’uomo,risulta nocivo per molte specie vegetali eper i pesci.

A.cianidrico: liquido incolore, infiamma-bile, volatile, dall’odore ben definito,simile a quello delle mandorle amare ;t rova largo impiego nella pro d u z i o n edella plastica, nella cementazione degliacciai e come insetticida. L’acido cianidri-co (così come i suoi sali) è altamente tossi-co per l’organismo umano e può causarecianosi, grave avvelenamento determina-to da ingestione, inalazione o semplicecontatto con l’a.c., che inibisce il metaboli-smo dell’ossigeno e determina l’asfissiadelle cellule.

A.cloridrico: acido inorganico, gassoso,incolore e inodore, presente in natura neisucchi gastrici (quelli umani ne contengo-

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nici sia il disturbo del normale fluire deicampi magnetici naturali (effetto gabbiadi Faraday ). La considerazione che la vitasi è sviluppata in presenza e con il contri-buto di campi bioelettrici naturali deter-minati dalle radiazioni terrestri, solari,pianetarie e cosmiche, le quali risultanoquindi compatibili (essenziali?) al meta-bolismo umano, porta a ritenere da unlato auspicabile che tali radiazioni possa-no continuare a coinvolgere la vita del-l’uomo, dall’altro che radiazioni di granlunga più intense influiscano negativa-mente su di essa. Di conseguenza l’edifi-cio dovrà da un lato consentire il normaleflusso di campi magnetici ed elettricinaturali, dall’altra evitare il diffondersi eil ripercuotersi dei campi elettromagneticitecnici. Poiché tali effetti risultere b b e ropotenziati in presenza di circuiti ferroma-gnetici chiusi percorribili da corre n t ivaganti, reti e reticoli in acciaio vannosostituiti da fasci re c i p rocamente ortogo-nali collegati mediante distanziatori incemento legati con corda vegetale.P a r t i c o l a re cura meriterà il collegamentodelle masse e delle antenne metalliche,all’impianto di messa a terra.

A . d i a m a g n e t i c o : p a r t i c o l a re tipo diacciaio, quasi sempre di tipo austenitico,utilizzato per la realizzazione di tondini ereti elettrosaldate. Il suo utilizzo consentela non diffusione di campi elettromagneti-ci tecnici e una bassa incidenza sul campomagnetico naturale. Usato frequentemen-te in situazioni specifiche - sale di re g i-strazione, fabbriche di componenti elet-tronici, ospedali, ecc. – in cui la diffusionedei campi elettromagnetici è perniciosa,può essere ben utilizzato anche in situa-zioni ordinarie a maggiore tutela dellasalute. Il suo alto costo, circa dieci volte ilnormale acciaio da costruzione, ne sco-raggia la diffusione.

A.legato: a. al quali sono stati aggiunti ele-menti quali vanadio, molibdeno, tungste-no, cromo, nichel per conferire specifichecaratteristiche tecniche.

ACCUMULATORE: apparecchio o disposi-tivo utilizzato per immagazzinare e con-servare energia elettrica, idraulica, termi-ca, resa quindi disponibile a distanza ditempo. A seconda del tipo di energ i aaccumulata si parla di accumulatore(vedi) elettrico, idraulico, termico.

A.elettrico: il più importante e diffuso tragli accumulatori; trattasi di appare c c h i ocapace di immagazzinare sotto forma die n e rgia chimica nella fase di carica, l’e-nergia elettrica a corrente continua fornitada un generatore, per poi nuovamentetrasformarla in energia elettrica (sempre ac o r rente continua) nella fase di scarica. Isuoi elementi costitutivi più importantisono l’anodo, il catodo e l’elettrolito, cosìcome in una pila; a diff e renza di questa,dopo ogni scarica l’accumulatore (vedi)può venire nuovamente ricaricato.

A.idraulico: dispositivo che accumula ap ressione costante acqua o altri liquidi equindi consente l’impiego in un temposuccessivo dell’energia idraulica imma-gazzinata. Gli accumulatori idraulici ven-gono impiegati principalmente per ali-mentare motori idraulici.

A . t e rm i c o : a p p a recchio o più in generalemateriale, dotato di particolari pro p r i e t àfisiche, atto all’accumulo termico nellap ropria massa per poi restituirla sottoforma di calore a distanza di tempo. A desempio la muratura esterna o un pavi-mento interno raggiunti dalla radiazionesolare.

A . t e rmico primario: a. t. nel quale lamassa di accumulo vene colpita dire t t a-mente dai raggi del sole, per esempio laparere esterna di un edifico.

A.termico secondario nel quale la massadi accumulo non viene colpita dire t t a-mente dai raggi del sole.

A.biologico: essere vivente vegetale o ani-male (prevelentemente crostacei, mollu-schi, insetti o protozoi) che tende a con-c e n t r a re e trattenere all’interno del suoorganismo particolari elementi inquinanti(pesticidi, idrocarburi, metalli pesanti,gas) data l’incapacità di smaltirli attraver-

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10% è tenuto dall’acqua ricca di sali mine-rali, cioè oltre 1.500 mg/l. Superando illimite fissato dalla legge per le acquepotabili, in pratica va considerata unamedicina e come tale utilizzata per speci-fici obiettivi. Le etichette riportano anchei valori di acidità (pH) e durezza (F). Se èil pH maggiore di 7 l’acqua è alcalina eneutralizza l’acidità gastrica, se è inferiorel’acqua risulta lievemente acida e favori-sce la digestione. La durezza è data dallapresenza di calcio e magnesio. La presen-za di questi sali è in genere positiva (ridu-ce l’assorbimento dei grassi e integra l’ap-porto di calcio nei bambini e negli anzia-ni) e sconsigliata solo ai soggetti pre d i-sposti ai calcoli. Lo ione bicarbonato > 600mg/l determina acqua bicarbonata, checontrasta l’insufficienza epatica, i disturbidelle vie biliari e la cistite. Inoltre neutra-lizza l’acido lattico (prodotto dai muscolisovraffaticati). In presenza di ione solfato> 200 mg/l si ha acqua solfata, lievementelassativa. L’acqua clorurata (ione cloro >200 mg/l) è utile per le vie biliari, l’inte-stino ed il fegato ma sconsigliabile perreni ed ipertensione. Lo ione fluoro, se > 1mg/l mantiene lontana la carie mentre loione ferro > 1 mg/l contrasta l’anemia mapuò cr e a re problemi alla digestione.Infine lo ione sodio: se > 200 mg/l abbia-mo acqua sodica (produce eccitazioneneuromuscolare), se < 20 mg/l acqua ipo-sodica, per soggetti ipertesi.

A.bianca: a. meteorica; in ambito urbanovengono chiamate a.b. anche quelle utiliz-zate per il lavaggio delle superfici strada-li; è scorretto, oltreché proibito, convo-gliate le a.b. in fognature in cui si mesco-lano con i liquami domestici e gli scarichiindustriali.

A.di recupero: vedi a. piovana.A.di scarico: vedi a. reflua.A . d i s t i l l a t a : a.chimicamente pura, priva

quindi di sali disciolti, di fatto non pre-sente in natura (l’a. piovana, che nascecome distillata, incorpora infatti impuritàdurante l’attraversamento dell’atmosfe-ra). Viene ottenuta per ebollizione e suc-

cessiva condensazione, ed è utilizzata perusi farmaceutici, tecnici, di laboratorio ein genere nelle apparecchiature in cui nonsono desiderabili depositi minerali.

A . d u r a : a.contraddistinta da un elevatogrado idrometrico. Le a. d., oltre a esserepoco adatte all’alimentazione umana,generano incrostazioni delle tubature ,specie sulle superfici di scambio termico(per esempio le resistenze di una lavatriceo di una lavastoviglie) con conseguenteriduzione di efficienza. Le a. d. determi-nano un più accentuato consumo di sapo-ni e detersivi in quanto, reagendo conquesti, provocano la formazione di sali dicalcio e di magnesio che ne limitano l’ef-fetto detergente.

A.endogena: a. di nuova formazione che siorigina nel sottosuolo da idrogeno e ossi-geno in condizioni di alta temperatura epressione.

A.freatica: a. piovana penetrata nel terre-no fino ad incontrare uno strato di ro c c eimpermeabili, sul quale si accumula for-mando la cosiddetta falda freatica.

A.grigia: a. sanitaria proveniente dallacucina e dal bagno, priva di componentifecali. È possibile un riutilizzo delle a. g.,dopo opportuni trattamenti, per usi nonalimentari (ad es. per lo sciacquone delwc o per l’irrigazione agricola) contri-buendo quindi alla riduzione dei consumidi acqua potabile. I principali problemi didepurazione legati all’alta concentrazionedi detersivi e saponi contenuti dalle a.g.,possono essere risolti mediante pozzettidisoleatori e/o griglie di schiumazione.

A.litosferica: l’insieme dell’e acquesuperficiali (di sorgente, fiume, lago,mare) e sotterranee (di origine sia meteo-rica che endogena).

A.marina: soluzione di sali in acqua, con-tenente una elevata quantità di elettroliti,materie azotate e percentuali trascurabilidi colloidi. Si stima che la quantità totaledi a.m. presente sul nostro Pianeta sia dipoco inferiore a 1,5 miliardi di Km 3.Attraverso specifici processi di desaliniz-zazione l’a.m. può essere utilizzata per

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no fino allo 0,5 per cento) e nei gas di eru-zione vulcanica. È impiegato nella produ-zione di Pvc e nel trattamento dei metalli.L’acido cloridrico allo stato gassoso è tos-sico per le vie respiratorie e irritante perle mucose, allo stato liquido è fortementec o r rosivo. Precisi standard normativi, inrapporto alla qualità dell’aria, ne fissanole concentrazioni massime ammissibili.Questo composto è noto agli alchimisti findal I secolo dopo Cristo

A.fenico: vedi fenoliA.fosforico: acido inorganico, cristallino,

e s t remamente corrosivo. E’ impiegatonella produzione di fosfati, concimi,d e t e rgenti (polifosfati), rivestimenti pro-tettivi. Disciolto in acqua, contribuiscealla sua alcalinità.

A.ftalico: famiglia di composti aromatici, icui derivati sono impiegati nella prepara-zione di resine sintetiche, vernici, coloran-ti organici. Potenzialmente pericoloso.

A.grasso: riferibile a gruppo di acidi orga-nici, impiegati soprattutto nella produzio-ne di saponi, detersivi, resine sintetiche,rinvenibili nelle sostanze grasse e nellecere animali e vegetali.

A.maleico: acido organico, incolore, moltosolubile in acqua, utilizzato per la conser-vazione di oli e grassi, nell’industria deicoloranti, in quella tessile e per la produ-zione di resine sintetiche. L’acido maleiconon è mai stato isolato da prodotti natu-rali.

A.muriatico: vedi acido cloridricoA.prussico: vedi acido cianidricoA.solforico: il più importante tra gli acidi

i n o rganici, è presente in natura nelleacque sorgive, sia pure in tracce. A l l ostato puro, liquido incolore dalla consi-stenza oleosa. Trova diffuso impiego nelleindustrie di fertilizzanti (che assorbe idue terzi della produzione complessiva),antiparassitari (vedi), esplosivi, coloranti,p i t t u re, detergenti e plastiche. In formaconcentrata può causare gravi danni agliorganismi viventi in quanto ustiona l’epi-dermide e le mucose e carbonizza lesostanze organiche quali zuccheri, amido

e cellulosa. Gli scarichi industriali conte-nenti acido solforico contribuiscono forte-mente all’inquinamento ambientale inquanto abbassano il pH delle piogge econtribuiscono al fenomeno delle pioggeacide. L’acido solforico è noto già dal 1600con il nome di vetriolo.

ACQUA: H2O (ossido di idrogeno), compo-sto inorganico, inodore, insapore e incolo-re, formato da due atomi di idrogeno e dauno di ossigeno. In natura è presente allostato liquido, solido (ghiaccio, neve) egassoso (vapore, umidità atmosferica). Laquasi totalità dell’acqua presente sullaTerra, oltre il 97 %, è salata e quindi nonutilizzabile direttamente dall’uomo.Buona parte dell’acqua residua non èugualmente impiegabile essendo ghiac-ciata o racchiusa nelle falde sotterranee.Di fatto, meno dello 0,2 %° dell’acquap resente sulla Terra è ef f e t t i v a m e n t edisponibile per usi agricoli, industriali ecivili. Da qui, l’esigenza di tutelare e pro-t e g g e re una risorsa indispensabile per lavita dell’uomo, non solo dall’inquina-mento - dovuto essenzialmente alla pre-senza di sostanze tossiche nell’atmosferae nel sottosuolo a causa delle immissioniindustriali, agricole e civili - ma più ingenerale da usi impropri e sconsiderati.La classe di appartenenza di un’acquaminerale, determinata dal suo contenutodi sali minerali (residuo fisso a 180°) èindicata in etichetta. Con un valore infe-riore a 50 mg/l si ha acqua minimamentemineralizzata. E’ quella che consente ilpiù rapido assorbimento da parte dell’or-ganismo. Determina un aumento delladiuresi ed è ideale per calcoli alle vie uri-narie e ipertensione arteriosa. A b b i a m oquindi l’acqua oligominerale, che col suocontenuto di sali tra 50 e 500 mg/l, costi-tuisce oltre la metà dell’acqua minerale incommercio in Italia. Non ha controindica-zioni e favorisce l’eliminazione dell’azotoe dell’acido urico. L’acqua mineralizzata,che mostra valori tra 500 e 1.500 mg/l,occupa circa _ del mercato, mentre circa il

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indicano tutti gli utilizzi domestici. A . s o rgiva: a. che sgorga direttamente dal

t e r reno e dà quindi origine a rigagnoli,torrenti, fiumi e laghi.

ACQUAMETRIA. tecnica di analisi impie-gata per determinare il contenuto di umi-dità di un determinato materiale. La pre-senza di umidità nella struttura edilizia èda evitare sia per problemi connessi conla sua manutenzione sia perché contribui-sce in maniera sostanziale a rendere insa-lubri gli ambienti abitativi.

ACQUEDOTTO: complesso di opere ei n f r a s t ru t t u re per la captazione (presa econdotte adduttrici), la raccolta (serbatoi),il trasporto e la distribuzione finale (re t edi condutture) dell’acqua per impieghicivili, o più in generale di acqua per usiagricoli e industriali.

ACRILAMMIDE: composto organico, uti-lizzato per la produzione di resine, adesi-vi, mastici, fibre tessili, pigmenti. Vi e n eanche impiegato nella depurazione delleacque. L’esposizione prolungata (ingestio-ne, contatto o semplice inalazione) provo-ca gravi danni alla salute. Si tratta infattidi sostanza tossica per contatto e ingestio -ne, cancerogena, potenzialmente teratoge-na e mutagena.. Può determinare disturbial sistema nervoso, problemi al sistemarespiratorio al fegato e alla pelle. La pre-senza di a. tra i componenti di un prodot-to ne sconsiglia l’utilizzo.

ACRILONITRILE: composto organico abase di acido cianidrico, utilizzato nellap roduzione di fibre sintetiche, polimeri,gomma artificiale, come insetticida, anti-parassitario (vedi), pesticida, disinfettan-te, solvente e nella produzione di coloran-ti. E’ sostanza tossica per inalazione eingestione, facilmente infiammabile, can-c e rogena, potenzialmente aggressiva delsistema nervoso. La presenza di a. tra icomponenti di un prodotto ne sconsiglial’utilizzo.

ACUSTICA: scienza teorica e sperimentaledel suono, che comprende lo studio ditutti i fenomeni inerenti la produzione, lap ropagazione e la percezione delle ondes o n o re. Un adeguato comfort acusticomigliora la vivibilità degli ambienti confi-nati e quindi andrebbe previsto in faseprogettuale. Al contrario, livelli elevati diemissioni acustiche determinano inquina-mento acustico, che può provocare dannial sistema uditivo e patologie varie ecostituisce una delle cause della sindromedell’edificio malato. Le tecniche costrutti-ve e le soluzioni progettuali per ridurre laru m o rosità interna e la sua trasmissione,sono molteplici; le più efficaci e menocostose sono quelle realizzate in fase dicostruzione.

A . a m b i e n t a l e, detta anche a. arc h i t e t t o n i-ca, è lo studio delle tecniche e dei mate-riali che consentono di rendere più nitidae omogenea la propagazione, e quindi piùpulito, l’ascolto dei suoni.

A . f i s i o l o g i c a è la branca dell’acustica chep rovvede allo studio e all’appro f o n d i-mento delle modalità di emissione e dipercezione dei suoni; contribuisce quindia meglio definire i parametri e le condi-zioni di comfort acustico.

ADATTABILITÀ: la possibilità di apporta-re modifiche e cambiamenti ad uno spa-zio costruito per renderlo più compatibilecon le mutate esigenze degli occupanti. Ilconcetto assume particolare importanzariferito a persona con ridotta capacitàmotoria e si contrappone a quello di bar-riera architettonica.

ADDITIVO: sostanza naturale o artificialeche si aggiunge in piccole quantità per-centuali a prodotti industriali per conferi-re o migliorare determinate caratteristi-che: aspetto, durata, rendimento, conser-vabilità, durezza, elasticità, malleabilità,volume, ecc. Quasi tutti i materiali chehanno subito processi di lavorazione con-tengono additivi. Sovente la pericolosità

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impieghi agricoli o civili.A.meteorica: v. a. piovana.A.minerale: nell’accezione comune, l’a. di

s o rgente contenente sali minerali e gasdisciolti in determinata concentrazione.Alle a. m. la medicina riconosce proprietàterapeutiche e, in funzione di queste, lesegnala come elemento di dieta e di cor-retta alimentazione. Più in generale sidefiniscono minerali le acque che hannoun residuo fisso superiore all’1‰.

A.nera: a. di scarico che, a differenza delleacque grigie, contiene anche elementifecali; le a.n., se esenti da derivati chimici,opportunamente decantate per depoten-ziarne la cararica microbica e parassitaria,sono utilizzabili come concimante agrico-lo.

A . o l i g o m i n e r a l e : la normativa italiana,basata sul tenore di sostanze mineralicontenute nell’acqua, classifica a.o.m. l’ac-qua con un residuo secco inferiore a 0,2g/litro all’evaporazione a 180°.

A . p i o v a n a : a. che deriva dalla condensa-zione del vapore acqueo normalmentep resente in atmosfera, generato dal pas-saggio dallo stato liquido a quello aerifor-me dell’a. di superficie. L’a. p. costituiscep reziosa risorsa, in sostituzione dell’ac-qua potabile, per l’irrorazione di serre ,g i a rdini, orti; oppure per alimentare ser-vizi igienici e elettrodomestici. Negli ulti-mi anni l’aumento esponenziale dei con-sumi di acqua e la riduzione delle dispo-nibilità idriche hanno reso impellente losviluppo di tecniche e soluzioni per il rici-claggio e le raccolta dell’a.p., convogliataattraverso pluviali in apposite cisterneinterrate; meccanismi di selezione chesfruttano l’aderenza dell’a.alle conduttureverticali, opportuni filtri meccanici, chi-mici o elettrici (questi ultimi aprono ochiudono valvole a seconda della re s i-stenza dell’a.p. al passaggio di deboli cor-renti continue, a sua volta funzione dellapresenza o meno di impurità), tendono as e l e z i o n a re e scartare la prima a. di rac-colta, che trasporta materiali inquinanti.Opportuni accorgimenti sono posti in atto

anche per evitare il lungo ristagno del-l’a.p. nelle cisterne.

A . p o t a b i l e : a. priva di sostanze dannoseper l’organismo umano, destinata quindial consumo per usi alimentari e domesti-ci. In attuazione della Direttiva comunita-ria 80/778/Cee, il Dpr n° 236 del 24/5/88stabilisce le caratteristiche fisiche, chimi-che, organolettiche e biologiche cheun’acqua deve possedere per poter essereconsiderata potabile. L’attenzione del Dprsi concentra soprattutto sui contenutimassimi ammissibili di sostanze tossichequali: ammoniaca, nitrati, idro c a r b u r i ,metalli pesanti, tensioattivi, antiparassita-ri (vedi), e su micr o rganismi quali icoliformi e gli streptococchi. Pur c h èrispetti i suddetti requisiti, può esseredestinata al consumo umano qualsiasi a.,indipendentemente dall’origine: sorgente,falda, fiume, lago, bacino artificiale,acqua marina opportunamente desaliniz-zata. L’aumento della popolazione mon-diale, la crescita dei consumi, la riduzionedelle riserve e soprattutto i fenomeniallarmanti di inquinamento idrico stannop romovendo la raccolta di a. piovana, ladepurazione dell’a. reflua, il riuso tecnicodi a. già adoperata per usi più nobili, lascelta di tecnologie a basso consumo di a.(ad es. lavatrici e lavastoviglie) o alterna-tive (ad es. i wc a secco).

A . reflua: a. di scarico proveniente da uti-lizzi agricoli, industriali e civili, general-mente contenente complessi e numero s ielementi inquinanti.

A . rossa: fenomeno di accr e s c i m e n t oi m p rovviso e incontrollato delle alghesugli strati superficiali degli specchi d’ac-qua causato dalla presenza di una quan-tità eccessiva di nutrienti, in genere fosfo-ro e azoto. La successiva decomposizionedi tali organismi determina riduzione del-l’ossigeno disciolto nell’a. e quindi eutro-fizzazione.

A.sanitaria: in senso stretto, l’a. impiegataall’interno degli edifici per il funziona-mento dei servizi igenico-sanitari.Nell’uso più comune con il termine a.s. si

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ne araba ad-tub, entrambi significanti“mattone”. Utilizzato soprattutto nellezone settentrionali dell’Africa, l’adobe(vedi) ha caratteristiche differenti a secon-da della regione o delle modalità diimpiego. Gli studi archeologici sembranoc o n f e r m a re che i primi mattoni in terrac ruda fossero realizzati in forma conica.In seguito, dopo aver sperimentato solu-zioni cilindriche e dentellate, si giunsealla forma regolare e modulare che è quel-la attualmente più diffusa. Nella costru-zione della cupola nubica o nubiana, glielementi di adobe (vedi) hanno format ronco piramidale. Il termine a. è usatoanche per indicare la tecnica costru t t i v ache utilizza i mattoni in terra cruda.

ADSORBIMENTO: trattamento impiegatoper rimuovere dall’acqua o dall’aria lesostanze inquinanti disciolte, utilizzandoparticolari sostanze solide adsorbenti.Rientra in quest’ambito la tecnologia deicarboni attivi.

A E R ATORE: a p p a recchio o dispositivoinstallato negli ambienti confinati perregolare le condizioni di salubrità internaassicurando, anche a finestre chiuse, unricambio d’aria adeguato.Particolarmente efficaci nei climi fre d d iove, opportunamente tarati sulla serie diinquinanti che determinato il fenomenodell’aria viziata, relazionano a questi iricambi d’aria limitando così gli spre c h idi energia termica. Un corretto impiegodegli aeratori riduce la formazione dicondensa, la proliferazione di muffe el’inquinamento interno, contribuendo am i g l i o r a re il benessere termoigro m e t r i c odegli occupanti.

AERO p refisso dalla voce voce greca equindi latina che significa soffio, alito eper estensione aria, che riferisce all’aria eall’atmosfera.

A.bico: o rganismo (o processo) che ricaval ’ e n e rgia necessaria per compiere le suefunzioni vitali (o per realizzarsi) dall’ossi-

geno presente nell’aria o disciolto nell’ac-qua.

A.dispersione: fenomeno per il qualedurante la posa in opera, l’utilizzo o lasuccessiva rimozione, i materiali a base dif i b re minerali rilasciano nell’aria microparticelle che possono risultare dannoseper l’organismo umano colpendo l’appa-rato respiratorio.

A . g e n e r a t o re: macchina motrice mossadal vento che trasforma l’energia eolica inenergia elettrica da immettere direttamen-te in rete, oppure da conservare in unaccumulatore (vedi) elettrico. Nell’a. l’eli-ca è collegata al ro t o re di un alternatore(vedi). L’incostanza dei flussi e delle dire-zioni del vento determina la necessità divari meccanismi di adattamento a consen-tire il variare della velocità e dell’orienta-mento dell’elica.

A . m o t o re: concezione più estesa del ter-mine aero g e n e r a t o re. In questo caso l’e-nergia eolica, trasformata in energia mec-canica, viene utilizzata dire t t a m e n t e ,senza essere precedentemente convertitain energia elettrica: è il caso dei mulini avento impiegati per far girare le mole.

A.sol: termine utilizzato in chimica cheindica la sospensione di micro p a r t i c e l l esolide o liquide in un mezzo gassoso. Innatura un tipico fenomeno di aerosol èquello della nebbia. Industrialmente ilmetodo più utilizzato per ottenere glia e rosol consiste nell’immettere in unacorrente di aria a pressione le particelle dipolvere o liquido che si intendono misce-lare. Il sistema di dispersione per aerosolha varie applicazioni in medicina (controaffezioni dermiche, problemi alle mucoseinterne e all’apparato respiratorio, sinusi-ti, faringiti, bronchiti, asma, ecc.).

AGENDA XXI: documento firmato da 178governi di tutto il mondo nel 1992 chesancisce la necessità di pro m u o v e re unosviluppo sostenibile. Questo pro t o c o l l ostabilisce i criteri cui dovranno attenersile politiche di sviluppo a livello sovrana-zionale, nazionale e locale (A. XXI locale),

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di un composto non è riconducibile allematerie di base ma agli additivi. A secon-da delle proprietà si dividono in antifiam-ma, antiossidanti, antischiuma, antistatici,plastificanti, fluidificanti, idro re p e l l e n t i ,schiumogeni, stabilizzanti alla luce, ecc..

A.antiossidante: impiegato nella pro d u-zione di vernici, plastiche e collanti perr i d u r re e/o ritard a re il normale pro c e s s odi ossidazione e quindi mantenere inalte-rate le caratteristiche fisico-chimiche delp rodotto. Additivi antiossidanti di utiliz-zo frequente sono i fenoli e compostiorganici quali clorurati e bromurati.

A.antischiuma: utilizzato nella produzio -ne di materie plastiche, vernici e collanti,evita la formazione di schiume e quindivariazione di densità.

A . p l a s t i f i c a n t e : impiegato nella pro d u-zione di collanti, impermeabilizzanti,adesivi, vernici, resine, ne migliora lecaratteristiche fisiche rendendoli più fles-sibili e meglio lavorabili.

A.antifiamma: impiegato nella lavorazio-ne di legno, tessuti e materiali plastici alfine di ridurne l’infiammabilità edaumentarne la resistenza al fuoco renden -do più difficile la combustione e la propa -gazione della fiamma. Le sostanze conte-nute negli additivi antifiamma sono siao rganiche che inorganiche, e in caso diincendio - pur ritardando la combustione- possono esse stesse, in qualche caso,generare fumi tossici

A.antistatico: vedi antistatico.A.schiumogeno: additivo (vedi) utilizza-

to per l’inglobamento di gas all’interno dimateriale plastico, ad es. nella produzionedi polistirolo espanso.

ADDOLCIMENTO: processo di trattamen-to dell’acqua che consente di ridurre lap resenza di sali di calcio e magnesio equindi di diminuirne la dur e z z a .L’addolcimento può anche essere ottenu-to facendo pre c i p i t a re i sali in soluzionericorrendo all’ebollizione o mediante l’at-traversamento di campi magnetici statici.La legislazione italiana stabilisce pre c i s i

parametri (pH, colore, contenuto massi-mo di determinati elementi chimici, con-duttività, ecc.) per classificare le acquedolci.

ADESIVO: sostanza o miscela di sostanzeche, interposta tra due superfici anche dimateriale diverso, si dimostra capace diunirle senza modificarne la stru t t u r a .L’adesione avviene attraverso la forma-zione di legami chimici tra le molecoledell’adesivo e quelle dei corpi da saldare.Gli adesivi possono essere artificiali onaturali, allo stato liquido, di emulsione,di gel o solido; in quest’ultimo caso ven-gono liquefatti col calore in fase di impie-go, per poi tornare allo stato solidomediante essiccazione.

A.artificiale: vedi a. sintetico.A.naturale: sostanza adesiva derivante da

materiali presenti in natura. I più diff u s ia.n. sono la gomma arabica, la gommalac -ca, la gomma naturale, la colla di pesce evari collanti a base di caseina.

A . s i n t e t i c o : sostanza adesiva ottenuta dap rocessi chimico-fisici; gli a.s., a causadella loro composizione e delle emissioninocive legate soprattutto all’evaporazionedei solventim, costituiscono una delle piùtemibili e diffuse fonti di inquinamentointerno. Gli a.s. usati in edilizia possonoe s s e re ricondotti a due grandi famiglie:gli adesivi termoplastici e i termoinduren-ti

A.termoindurente: a. che indurisce sottol’effetto del calore.

A . t e rmoplastico: a. modellabile a caldo,che per effetto dell’alta temperatura siammorbidisce per poi nuovamente indu-r i re una volta raff reddato. Le trasforma-zioni chimiche che avvengono in questaseconda fase rendono il processo irrever-sibile.

ADOBE: elemento costruttivo in terrac ruda di origine antichissima, re a l i z z a t osemplicemente da un impasto di paglia oa l t re fibre vegetali, e terra. Derivere b b edal termine egizio thobe o dall’espressio-

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anidride carbonica, la quantità di ozono,la natura e la conformazione della super-ficie riflettente colpita dalla radiazioneluminosa.

ALBERO: pianta legnosa con il fusto erettoe ramificato nella parte superiore.

ALBURNO: parte tenera, solitamente dicolore chiaro, di un legno, racchiusa tra lacorteccia e il durame. E’ la parte viva delt ronco, costituta dal materiale più giova-ne e ancora in crescita. Un’alta pre s e n z ap e rcentuale di a. sminuisce le capacitàmeccaniche del legname

A L C A L I N I TA’: caratteristica di sostanzache, disciolta nell’acqua, determina unabbassamento del pH e che, combinatacon un acido dà luogo alla formazione disali. Un composto alcalino viene anchedetto basico. In soluzione acquosa unabase rilascia ioni ossidrili.

A. dell’a.: la capacità dell’acqua di neutra-lizzare gli acidi. E’ parametro spesso uti-lizzato per caratterizzare le acque naturalie le acque potabili. Tra i composti cheinfluenzano maggiormente l’a. di un’ac-qua vanno menzionati i carbonati e ibicarbonati, e quindi anche l’anidride car-bonica.

ALCOL: famiglia di composti organici uti-lizzati in edilizia soprattutto come solven-ti in vernici e collanti. Particolarmentenoto l’alcol etilico, detto anche etanolo.Molti alcol sono tossici per la saluteumana se ingeriti o inalati. Alcol presentiin terreni industriali inquinati possonovenir biodegradati mediante tecniche dibiorisanamento.

A. etilico: vedi etanolo.

ALDEIDE FORMICA: vedi formaldeide.

ALGA: o rganismo vegetale mono o pluri-c e l l u l a re, con clorofilla. L’abnorme pro l i-ferazione delle alghe può costituire indi-catore di inquinamento (indicatore sapro-

bico).

A L I M E N TATORE: dispositivo di re g o l a-zione della corrente assorbita da una lam-pada a scarica nel gas durante il suo fun-zionamento a regime. Serve a mantenerecostante il flusso luminoso contribuendoa migliorare il comfort visivo. Se confor-me alle norme applicabili, non generadisturbi Emc di apprezzabile entità

. ALIMENTAZIONE: ciò che è idoneo a far

c re s c e re e conservare gli organismi; insenso lato, ciò che viene addotto perchè siinneschi o mantenga il funzionamento.

A.elettrica: sistema che consente l’appor-to di energia elettrica.

A.e di riserva: sotto-sistema elettrico ana-logo all’alimentazione di sicurezza seppu-re non specificamente finalizzato allasicurezza delle persone. Per questi motivii tempi di risposta e di funzionamentodell’a.di r. possono anche non essereimmediati.

A.e.di sicure z z a : sotto-sistema elettricoutilizzato per ero g a re energia a circuiti eapparecchi la cui immediata disponibilitàe funzionalità è indispensabile per la sicu-rezza delle persone.

ALIZARINA: colorante naturale di tonalitàrosso intenso, estratto dalle radici dellarobbia, pianta erbacea tipica delle zonetemperate.

ALLERGENE: sostanza che, una voltapenetrata nell’organismo umano, stimolal’insorgere di allergia. Gli allergeni posso-no penetrare attraverso l’alimentazione, ilcontatto, l’inalazione.

ALLERGIA: reazione immunitaria dell’or-ganismo a particolari sostanze estranee.Nelle allergie questa reazione immunita-ria, causata da agenti detti allergeni, nonadempie a funzioni protettive ma, al con-trario, determina disturbi. I casi di aller-gie sono andate crescendo con tassi moltosostenuti in questi ultimi anni e oggi oltre

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e identifica obiettivi di carattere generaleda perseguire entro prestabiliti limiti ditempo. La finalità dell’A. XXI non è dipromuovere specifiche e autonome politi-che ambientali quanto piuttosto di inte-g r a re le variabili ambientali e di equitàsociale all’interno delle politiche generaligià in essere. Il documento è stato realiz-zato in occasione del summit Unced(United Nations Conference onEnvironment and Development), organiz-zato a Rio de Janeiro dalle Nazioni Unite

A. XXI locale: applicazione su scala localedei principi ispiratori dell’agenda XXI.L’obiettivo è di favorire l’applicazione ditali principi attraverso la scelta di unambito urbano o comunque di una ristret-ta e circoscritta porzione di territorio taleda facilitare un’intesa tra tutti gli attorisociali riguardo la definizione e l’attua-zione di un piano di azione ambientale.

AGENTE: Detto di tutto ciò che agisce, chefà, che produce un effetto.

A.filmogeno: vedi leganteA.biologico inquinante: essere vivente

u n i c e l l u l a re o pluricellulare (rientrano inquesta categoria: acari, artropodi, batteri,miceti, protozoi, muffe, pollini, ecc.)responsabile dell’inquinamento internodegli ambienti confinati. Agli agenti bio-logici inquinanti possono essere imputatea ffezioni infettive e manifestazioni aller-giche.

A.sequestrante: sostanza utilizzata perl’addolcimento delle acque potabili.Solitamente vengono impiegati comeagenti sequestranti i composti organici o ipolifosfati per la loro capacità di legarechimicamente i sali di calcio e magnesio.

AGGETTO: soluzione architettonica che,nell’edilizia bioclimatica, consente dischermare le superfici vetrate esposte allaradiazione solare indesiderata e quindi diottenere ombreggiamento.

A G R I C O LTURA: l’arte di coltivare icampi, elemento fondamentale della

civiltà e del vivere umano.A.biologica : detta anche a. organica o

a.sostenibile, è sistema di coltivazione cheesclude l’utilizzo di fertilizzanti e antipa-rassitari (vedi) chimici (ma non quello dimacchinari agricoli e trattori) e utilizza lalotta biologica (agricoltura biologica), larotazione delle colture, la concimazioneorganica (letame e compost) per aumenta-re naturalmente la fertilità del terreno eridurre l’aggressione di insetti e parassiti.Poiché l’agricoltura intensiva costituisceuna delle fonti primarie di inquinamentodelle acque ed è responsabile di buonaparte delle immissioni in atmosfera dimetano e sostanze azotate, l’appro c c i obiologico consente di ridurre l’impattoambientale di questa attività umana pri-maria.

AGRITURISMO: attività rurale che coniu-ga la capacità ricettiva (vitto e alloggio apagamento) con le abituali mansioni dicoltivazione agricola. In Italia sono entra-te in vigore in questi anni numerose leggiregionali che regolano e disciplinano l’a.,stabilendo i criteri di ammissione ai con-tributi e i requisiti minimi per svolgerel’attività. Tra questi l’obbligo che i prodot-ti utilizzati per l’alimentazione degli ospi -ti siano principalmente (la perc e n t u a l eesatta varia da regione a regione) di pro-duzione interna all’azienda agricola.

AIR MASS: termine inglese (spesso abbre-viato in AM) che indica la massa dell’ariaatmosferica attraverso cui deve passare laluce solare subendone una madificazionedello spettro. Ogni angolazione di ince-denza del raggio diversa da quella orto-gonale determina un AM maggiore diuno.

ALBEDO: rapporto percentuale tra laquantità di luce riflessa da un corpo (nonbrillante di luce propria) rispetto allaquantità di luce incidente. I fattori princi-pali che influenzano tale valore sono lap resenza di nubi, la concentrazione di

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logiche, che permettono a un org a n i s m odi nascere, vivere e svolgere le sue re l a-zioni; con riferimento all’uomo quindi,l’insieme delle condizioni sociali, cultura-li, relazionali, in cui egli vive. Nel lin-guaggio colloquiale, ma anche in quellotecnico edile, il termine viene utilizzatocome sinonimo di stanza o locale, da quiil concetto di temperatura ambiente.

A.a rischio d’incendio: nelle normativedi sicurezza antincendio viene definitocome l’insieme dei locali e delle aree che,per la loro consistenza o situazione,richiedono l’adozione di criteri di sicurez-za più severi rispetto agli ambienti ord i-nari.

A . a n t ropizzato: ambiente naturale tra-sformato dall’intervento dell’uomo perrenderlo più adatto e fruibile alle sue esi-genze. Il termine ha assunto accezionenegativa, in contrapposizione ad ambien-te naturale, in funzione dell’impatto sul-l’ecosistema derivante da disboscamento,inquinamento, urbanizzazione incontro l-lata, industrializzazione.

A . b i o l o g i c o : in termini generali, l’insiemedelle condizioni fisiche, chimiche e biolo-giche, in cui si svolge la vita sulla Terra. Ifattori coinvolti sono molteplici; tra essi:temperatura, pressione, umidità, forzefisiche e leggi chimiche, elementi e com-posti (acqua, ossigeno, carbonio), energia,ecc.

A.confinato: sinonimo di ambiente inter-no, chiuso.

A.costruito: a. antropizzato in cui si svol-ge la vita dell’uomo, delimitato da manu-fatti realizzati per re n d e re più fru i b i l el’ambiente naturale. Viene usato anchecome sinonimo di a. confinato.

A.degradato: a. danneggiato dall’inter-vento dell’uomo che ne ha impoverito lerisorse, alterato le condizioni, deterioratola vivibilità e presenta dunque condizionidi vita difficili o al limite del tollerabile.In senso più lato si indica uno statussociale di strati o gruppi di popolazionecontraddistinto da condizioni di vita diprofondo avvilimento o abiezione.

A . e l e t t romagnetico: insieme dei feno-meni elettrici, magnetici e/o elettro m a-gnetici presenti in un determinatoambiente. La normativa tecnica, classificadue fondamentali ambienti elettromagne-tici: residenziale/terziario e industriale.

A . i n t e rno: edificio, o più in generalemanufatto di spazio delimitato, costituitoda vani, stanze e locali divisi tra di loroda pareti.

A.luminoso: indica il livello di illumina-zione di un a., in base agli effetti fisiologi-ci e psicologici che è in grado di trasmet-tere sui soggetti che vi abitano o vi lavo-rano.

A.naturale: in senso lato, l’insieme degliaspetti paesaggistici, delle risorse, degliequilibri, degli spazi in cui si svolge lavita degli esseri viventi. L’ambiente natu-rale può essere suddiviso in atmosfera,idrosfera, litosfera e biosfera.

A.ordinario: nella normativa sulla sicurez-za antincendio sono gli ambienti ritenutia minor rischio, per i quali dunque non èobbligatorio adottare i criteri di sicurezzapiù stringenti, raccolti nella normativa diriferimento egli ambienti a rischio d’in-cendio.

A.urbano: ambiente antropizzato occupatoda insediamenti abitativi umani ad altadensità, dove gli spazi e le str u t t u rehanno assunto sistemazione secondostrutture urbanistiche.

AMIANTO: a g g regato fibroso e flessibilecostituito da silicati e dotato di eccellenteresistenza al fuoco, al calore e agli attacchichimici, in particolare degli acidi; facil-mente lavorabile, molto resistente eimpiegato dall’uomo fin da epoca preisto-rica. Ha trovato in passato un vasto utiliz-zo come isolante acustico, isolante termi-co, armatura diffusa nel cemento (cemen-to amianto), oltre che per pitture, vernici,materiali per pavimentazioni, tessili.Negli anni ‘70, al culmine della suaespansione, alcuni studi medici ne hannodimostrato la pericolosità; a partire daglianni ‘80 l’Organizzazione mondiale della

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il 5% della popolazione infantile denunciasintomi allergici. Benché manchino provecliniche inconfutabili, numerosi studi ipo -tizzano correlazione tra i fenomeni aller-gici e l’inquinamento ambientale. Tra leprincipali fonti di allergie negli ambienticonfinati si segnalano la polvere, gli acari,i funghi, le muffe, i residui biologici, iVoc. Oltre il 60% degli edifici italianisarebbe nelle condizioni di creare proble-mi allergici nei suoi occupanti (essenzial-mente asma, rinite, alveolite).

A. cerebrale: affezione generata da parti-colari sostanze chimiche (ad esempio ilbutano o i Cfc), che causa cambiamenti diu m o re, stordimenti, alterazioni dellacoscienza e altre disfunzioni più di tipopsichico e comportamentale che di naturafisica.

ALLOCTONO: termine che indica undeposito minerale o roccioso non forma-tosi nel luogo in cui viene rinvenuto, maivi trasportato da forze tettoniche. Insenso più esteso indica anche una specieanimale o vegetale nata in un luogodiverso da dove la si rinviene. E’ il caso dinumerosi acari (vedi) che, pur provenen-do dall’esterno delle abitazioni, tro v a n onell’ambiente confinato raggiunto le con-dizioni ideali per svilupparsi.

ALLUMINIO: elemento chimico a re t i c o l ocristallino molto diffuso in natura (costi-tuisce il 7,5 % della crosta terre s t re) cheper usi industriali viene estratto solo dallabauxite, composto relativamente raro .L’alluminio è un metallo leggero, di colo-re bianco-argentato e molto resistente allac o r rosione. I processi attualmente impie-gati per la sua produzione causano unimpatto ambientale sia in termini di con-sumi energetici che di immissioni tossiche(monossido di carbonio, diossido di zolfo,f l u o ro, ecc.). In compenso l’alluminio èfacilmente riciclabile e il processo di riuti-lizzo richiede limitato investimento ener-getico.

ALOGENO: elemento chimico (fluoro ,c l o ro, bromo, iodio e astato) il cui nomederiva dal greco “generatore di sale”. GliA. hanno proprietà fisiche diff e renti e sip resentano in forma sia gassosa (fluoro ,cloro), solida (iodio) e sia liquida (bromo).Il più presente in natura, il più utilizzatodall’industria chimica ed il più potenzial-mente pericoloso è il cloro. Alcuni com-posti alogenati, nonostante la comprovatatossicità, sono utilizzati in edilizia comesverniciatori, additivi antifiamma, additi-vi plastificanti, ecc.. Vengono impiegati,in aggiunta ad altri gas di riempimento,nell’ampolla di alcune lampade a incan-descenza per limitare l’usura del filamen-to e migliorare la durata e quindi l’eff i-cienza della lampada. Lampade dismessecostituiscono rifiuto pericoloso.

A LT E R N ATORE: macchina elettricarotante, generatrice di corrente alternata,che trasforma l’energia fornita da unm o t o re primario (turbina idraulica o agas, motore diesel, elica di un aerogenera-t o re) in energia elettrica. Per gli utilizziindustriali e civili, lavora generalmentealla frequenza di rete (50 hertz in Europa,60 hertz nell’America del Nord)

ALTEZZA: distanza dal basso all’alto.A. del sole: misura delle distanza angola-

re esistente tra il piano dell’orizzonte e ilsole, rilevata lungo il piano ortogonaleche passa per questo.

A LVEOLITE: infiammazione degli alveolipolmonari che, nella maggior parte deicasi, rappresenta la fase iniziale del decor-so delle malattie polmonari. L’ a l v e o l i t epuò essere causata o aggravata dall’inqui-namento dell’aria interna o esterna.

AMBIENTE: in termini sceintifici, materiafluida che avvolge; detto comunementedell’aria che ci circonda; di norma utiliz-zato nell’accezione (restrittiva) di a. natu-rale; più correttamente è da intendersi illuogo, lo spazio fisico e le condizioni bio-

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posto da un mulinello e da una banderuo-la opportunamente sagomata.

ANGELO BLU: m a rchio ecologico, intro-dotto negli anni ‘70 in Germania per iden-t i f i c a re i prodotti che, nell’ambito dellacategoria d’appartenenza, evidenziano unminor impatto ambientale rispetto allamedia di categoria. Gli ambienti ecologi-sti ne criticano la contestualizzazione equindi la mancanza di valore assoluto.Capita infatti che prodotti dal consistenteimpatto infatti siano ammessi al ricono-scimento, in quanto i meno aggre s s i v idella categoria. Al contrario altri prodottipoco inquinanti, appartenenti a categoriedi basso impatto, non abbiano i re q u i s i t iper ottenere il marchio.

ANGOLO: spazio compreso tra due lineeche si incontrano in un punto sullo stessopiano.

A.di ombreggiamento: vedi maschera diombreggiamento.

A. di schermatura: valore dell’a. minimodi volta in volta ammesso/realizzato perdefilare la visione diretta di una lampada.

ANIDRIDE: dal greco An, particella priva-tiva e Ydros, Acqua: senza acqua

A.carbonica: gas incolore, insapore, diodore lievemente acre, più pesante dell’a-ria, che si genera dalla combustione delcarbonio (e dei suoi composti) e quindidai processi vitali (respirazione, decom-posizione degli organismi, fermentazio-ne), da quelli industriali e dalle eru z i o n ivulcaniche. L’a. c. è presente solo in traccenell’atmosfera (circa 330 parti per milio-ne) ed esercita una funzione di contro l l osul clima terre s t re. L’a. c. lascia filtraresulla Terra le radiazioni solari a ondacorta (che riscaldano la superficie) mariflette le radiazioni ad onda lunga.Poichè l’antropizzazione dell’ambiente hagenerato un aumento della quantitàmedia di a. c. presente in atmosfera del22% rispetto ai livelli di un secolo emezzo fa, l’a.c. è indicato come uno dei

principali responsabili dell’aumento ditemperatura riscontrato in questi ultimianni (effetto serra). Secondo l’inventarionazionale delle emissioni, le industrieenergetiche sono il principale responsabi-le delle emissioni in atmosfera di a. c. (31%), seguite dai trasporti (24,2%), dal com-parto manifatturiero (18,5%), dal settorecivile e agricolo (17%).

A.solforosa: gas tossico, di odore intenso eirritante, presente in natura nelle emissio-ni vulcaniche o disciolto in alcune acquetermali. E’ ritenuto uno dei più pericolosiimputati dell’inquinamento atmosferico:secondo l’Organizzazione mondiale dellasanità è addirittura assumibile come indi-ce generale di inquinamento. L’a.s. èmateria prima nella preparazione di acidie sali, come fluido di scambio termico perapparati refrigeranti, come antifermenta-tivo nella conservazione di vini e alimen-ti, come candeggiante e solvente nell’in-dustria petrolifera. Essendo molto pesan-te, tende a concentrarsi negli strati bassidell’atmosfera e a ricadere al suolo sottoforma di pioggia acida. La Direttiva 30del 1999 - definendo i limiti delle emissio-ni inquinanti –stabilisce che dal 1° gen-naio 2005 negli Stati membri la concentra-zione massima consentita nell’aria è di 0,5nanogrammi per metro cubo (con possibi-li deroghe solo per quelle aree che si tro-vano nelle immediate vicinanze dellefonti industriali, in siti in cui siano statiabbondantemente superati questi limitiper alcuni decenni). Le conseguenze del-l’esposizione all’a.s. riguardano essenzial-mente l’apparato respiratorio, quello car-d i o v a s c o l a re e le congiuntive. A t t r a v e r s oil fenomeno delle piogge acide l’anidrides o l f o rosa causa gravi danni anche allavegetazione.

ANNERIMENTO: nella lampada a incan-descenza è il fenomeno per cui, con l’uti-lizzo, parte del tungsteno del filamentotende ad evaporare depositandosi sulbulbo, scurendolo in maniera progressivae causando quindi una graduale diminu-

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sanità ne ha sconsigliato l’uso per i suoialti rischi. In Italia a partire dal ’94 lalegge vieta l’estrazione, la lavorazione, lacommercializzazione e l’impiego di qual-siasi tipo di amianto. Resta comunqueaperto il problema della bonifica (tracemento-amianto e coibentanti vari) dialcuni milioni di tonnellate. I principalisostituti dell’amianto sono la fibra divetro, la fibra di carbonio, la fibra di roc-cia e la fibra di cellulosa.

A.azzurro: varietà particolarmente perico-losa di amianto.

A.bianco: particolare tipo di amianto, chepuò essere facilmente filato e tessuto inn a s t ro. Viene ritenuto meno pericolosodell’amosite e dell’amianto azzurro e,rispetto a questi ultimi, pone minori pro-blemi di bonifica.

A. marro n e : amosite, qualità particolar-mente pericolosa. L’ O rg a n i z z a z i o n eMondiale della Sanità ha inserito l’amosi-te tra le sostanze certamente cancerogeneper l’apparato respiratorio.

AMMENDANTE: sostanza o processo chepermette di migliorare le caratteristichefisiche o meccaniche di un terreno. Untipico ammendante naturale è il compost.

AMMINOAZOBENZENE: composto org a-nico a base di benzene, utilizzato comeinsetticida e nella produzione di coloran-ti. E’ una sostanza tossica e cancerogena. Ip rodotti che contengono questa sostanzaandrebbero evitati.

AMMONIACA: gas incolore e di odoreacre, formato da un atomo di azoto e tredi idrogeno. Allo stato naturale si generadalla decomposizione di numero s esostanze chimiche azotate (lo stesso nomeè legato al culto del dio egizio Ammone,nei cui templi venivano prodotti i sali diammonio per reazione tra sale marino es t e rco animale). I derivati dell’a. sintetiz-zata chimicamente trovano un ampios p e t t ro di impieghi in edilizia, nella fab-bricazione di materie plastiche, fibre ,

sverniciatori, nella concia delle pelli enella stampa dei tessuti. L’a., per ingestio-ne, contatto o inalazione può causaredolori, irritazioni cutanee, problemi visi-vi. La normativa inerente la potabilitàdell’acqua fissa in 0,5 mg/l la concentra-zione di a. massima ammissibile.

AMPERE ( A maiuscola): unità di misura,nel Sistema Internazionale, dell’intensitàdi una corrente elettrica.

A.metro: strumento utilizzato per la misu-ra dell’intensità di una corrente elettrica,che sfrutta i principi fisici della creazionedi un campo magnetico, dello sviluppo dicalore e della caduta di tensione.

A.ora: unità di misura della capacità elet-trica: è il prodotto della intensità di cor-rente per il tempo e dà il valore della cari-ca elettrica immagazzinata in una batteriao in un accumulatore (vedi).

ANAEROBICO: o rganismo che può/devev i v e re, o processo che può/deve re a l i z-zarsi, in un ambiente privo di ossigeno.

ANEMIA: Sintomo (causato da altre patolo-gie) o malattia autonoma, inerente ladiminuzione dell’emoglobina contenutanel sangue. Per estensione, anche seimpropriamente, con il termine a. si indi-cano anche stati fisici di debolezza e spos -satezza.

ANEMO: p refisso per riferirsi al vento,dalla voce greca antica Anemos, parallelaal latino Animus, che indica anima, soffio.

A.grafo: a n e m o m e t ro munito di un siste-ma di registrazione dei dati sulla velocità(istantanea e media) e sulla direzione delvento. Esistono anche anemografi autoge -neratori nei quali il mulinello fornisce,attraverso una dinamo, l’energia necessa-ria per il funzionamento degli stru m e n t idi raccolta dati.

A . m e t ro: s t rumento utilizzato per deter-m i n a re la direzione di un vento e permisurarne la velocità. Nelle sue re a l i z z a-zioni più semplici l’anemometro è com-

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A N T R O P O T O S S I N E: sostanze tossiche(vedi anche tossine) prodotte dall’uomonello svolgimento delle sue normali atti-vità vitali: sudorazione, ricambio naturaledella pelle, respirazione, deiezione.

A P PARECCHIO: unità utilizzatrice desti-nata a una specifica funzione.

A. elettrico: unità allacciata a un impiantou t i l i z z a t o re, destinata a trasformare l’e-n e rgia elettrica in altre forme di energ i apiù direttamente fruibile:: energia frigori-fica o calorifica, luminosa, meccanica(rispettivamente, si può pensare a condi-z i o n a t o re d’aria, tostapane, lampada,lavatrice). Qualunque a. che utilizza l’e-nergia elettrica genera un campo elettricoed un campo magnetico a fr e q u e n z aindustriale (50 Hz) ogni volta che è infunzione. In prossimità di un a. e. i campielettrici e soprattutto i campi magneticisono piuttosto intensi ma tendono adabbattersi notevolmente (più velocementedel proprio quadrato) con la distanzatanto che nel 90 % degli apparecchi a circaun metro di distanza il campo magneticoè trascurabile.

APPORTO TERMICO GRATUITO: valo-re che misura la variazione di temperatu-ra all’interno di un ambiente confinato,causata dalla radiazione solare diretta, dalc a l o re prodotto dal metabolismo dellepersone e dagli apparecchi elettrici.

ARCHITETTURA: Composto da A rc h è ,particella prepositiva greca che denotasuperiorità, preminenza, eccellenza; a cuisi aggiunge Teych-os, prodotto, riparo .L’arte di diesgnare edifici e presiedere allaloro costruzione.

A.bioclimatica: disciplina edilizia ispirataai principi della bioclimatologia, che miraal raggiungimento del miglior comfortacustico, visivo e termoigrometrico per glioccupanti; alla riduzione dei consumi,soprattutto di energie non rinnovabili.

A . b i o e c o l o g i c a : a p p roccio che pro m u o v e

un atteggiamento ecologicamente attentonei confronti del territorio e dei suoi occu-panti e si propone la riqualificazione del-l’ambiente antropizzato attraverso inter-venti mirati al ripristino delle condizionidi biocompatibilità.

ARDESIA: roccia metamorfica argillosa dic o l o re grigio nerastro (che può virareanche al blu o violetto) utilizzata tradizio-nalmente per la copertura di tetti, pavi-mentazioni, rivestimenti, grazie alla faci-lità con cui può essere divisa in lastre.

AREA CLIMAT I C A : territorio contraddi-stinto da fattori climatici e meteoro l o g i c iomogenei. Il Centro Nazionale delleR i c e rche ha proposto una divisionedell’Italia in sette aree climatiche (variabi -li in funzione delle stagioni) identificatein base alle temperature medie, minime emassime, alla velocità del vento, alla pio-vosità e all’intensità media della radiazio-ne solare.

ARGILLA: roccia sedimentaria, con carat-teristiche di bassa coesione (si pre s e n t ainfatti con aspetto terroso) di colore varia-bile a seconda delle impurità contenute,d a l l ’ a z z u r ro al ro s s a s t ro; esistono anchea rgille nere e verdi. Tra le caratteristichepiù importanti dell’argilla: la plasticità ela capacità igroscopica. Numerosi gli uti-lizzi di questo materiale, che vene impie-gato nell’industria farmaceutica, metal-lurgica, vetraria, delle costruzioni. In que-st’ultimo caso può essere utilizzata siaallo stato crudo (adobe, mattoni cru d i ,pisè) che dopo cottura (mattoni, arg i l l aespansa, laterizi).

A.assorbente: sistema di pulitura che uti-lizza speciali impacchi di argilla (applicatiin strati di alcuni centimetri) e acquadistillata (con la quale viene irrorato ilmateriale da trattare).

A . e s p a n s a : materiale isolante di originenaturale, non combustibile, ricavato percottura dei granuli di argilla in forni a1.200°C). Durante questo processo le

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zione dell’emissione luminosa. E’ dunquecausa di un minor comfort visivo e disprechi energetici.

ANODO: il polo (elettrodo) positivo di unapparecchio elettrico o elettronico. Nell’a.di una cellula fotovoltaica avviene il pas-saggio della carica elettrica dal metalloall’elettrolita fluido.

ANTIMONIO: elemento chimico, pocoabbondante nella crosta terrestre, utilizza-to dall’uomo da oltre quattro millenni. Atemperatura ambiente ha aspetto metalli-co e colore bianco-argenteo. Viene impie-gato nella preparazione di leghe e comemateriale ignifugo. I suoi vapori sonoaltamente nocivi per la pelle e le mucose,per cui l’utilizzo di prodotti che lo con-tengono è tendenzialmente pericolosa.

ANTINCENDIO: materiale impiegato perlo spegnimento di un incendio. In generepuò agire secondo tre diff e renti principi:per soffocamento, per sottrazione di calo-re, per azione meccanica. Nel primo casoil materiale antincendio (sabbia, terra,schiuma) si interpone tra il combustibile eil comburente, privando la fiamma del-l’indispensabile apporto di ossigeno. Nelsecondo, assorbe calore subendo un cam-biamento di stato (l’esempio più classico èquello dell’acqua che evapora)Nell’azione meccanica infine, il materialeantincendio provoca violenti spostamentid’aria sul corpo in combustione (è il casodegli esplosivi ma anche del getto violen-to di un idrante).

ANTICRITTOGAMICO: sostanza chimicaimpiegata in agricoltura contro le critto-game (piante infestanti, soprattutto fun-ghi, ma anche alghe). L’azione dell’a. èriconducibile a tre tipi: uccisione dellacrittogama, impedimento dello sviluppo,ostacolo della riproduzione. Esistono sva-riati tipi di anticrittogamici per formulachimica e composizione, con diff e re n t igradi di tossicità. In ogni caso l’eff e t t o

biociba insito nell’a. ne consiglia la sosti-tuzione con forme di lotta biologica.

A N T I PA R A S S I TARI: p rodotti chimici,naturali o di sintesi, impiegati nella lottaai parassiti infestanti (vedi biocidi). Gli a.usati in agricoltura, tendono ad accumu-larsi nei prodotti destinati all’alimentazio-ne e nell’acqua potabile e rappre s e n t a n oquindi una potenziale grave minaccia perla salute. L’impiego di a., nei Paesi occi-dentali, è ampiamente disciplinato. Laconcentrazione massima ammissibile neicibi di residui a. è attualmente di 0,5mg/l. Secondo l’Ocse il consumo italianodi a. si aggira su 170.000 t./anno, in prati-ca stabile negli ultimi anni nonostante lecampagne di sensibilizzazione tese aridurne l’impiego. Anzi, con riferimentoagli insetticidi, il consumo dall’85 ad oggiè aumentato. Relativamente alla superfi-cie coltivata, l’utilizzo italiano di a. èsuperato solo dagli Stati Uniti.

ANTIRUGGINE: trattamento che impedi-sce la formazione o la diffusione dellaruggine sui materiali ferrosi. I tradizionalia., a base di minio e piombo, sono parti-colarmente tossici.

ANTISTATICO: materiale non in grado dit r a t t e n e re una carica elettrostatica allor-chè viene posto in contatto con la terra.Per conferire proprietà a. ai materiali sipraticano opportuni trattamenti, per es.alle moquette in fibra sintetica.

A N T I TARME: composti chimici utilizzatiper proteggere i capi d’abbigliamento e itessuti in genere di lana (moquette, tappe-ti, tende, ecc.) dalle tarme. Si usano pro-dotti derivati dalla piretrina (naturale opiù spesso sintetica), naftalina e canfora.Si tratta di prodotti altamente nocivi peringestione (anche in piccole dosi) e irri-tanti per inalazione; le particelle sublima-te tendono a persistere nell’ambiente,i m p regnando oggetti o in combinazionecon la polvere, per parecchi mesi.

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zatura delle scre p o l a t u re; spazzolatura eraschiatura delle superfici fino a completaasportazione delle parti friabili e degliossidi; applicazione a pennnello di piùmani di primer antiruggine a base mine-rale e/o betoncino antiruggine; ripristinodello spessore di copriferro mediantemalte antiritiro applicate a spatola previacopiosa bagnatura; rasatura con maltaspeciale; applicazione di vernice idro re-pellente.

ARMONICA: è una delle componenti sinu-soidali nelle quali può essere scompostoun segnale periodico generico di frequen-

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sostanze organiche naturalmente conte-nute nell’argilla, o appositamente aggiun-te in fase di cottura, sviluppano gas cheespandono il volume delle sferette dia rgilla vetrificandole. E’ resistente agliacidi e alle basi e, non contenendo piùelementi organici, è immune da pro c e s s idi putrefazione o deterioramento, nonviene attaccato dai parassiti e resiste neltempo. I principali impieghi sono l’isola-mento termico e acustico, l’alleggerimen-to del calcestruzzo (vedi) non strutturale,il riempimento di interc a p e d i n i .Impastata con calce spenta, cemento opozzolana, se ne ottengono blocchi com-patti per murature. Il prodotto migliorep roviene da argille a basso contenuto dicalcari, cloruri, solfati, composti org a n i c icombusti (carbonio), metalli pesanti.L’a.e. non presenta problemi nella ricicla-bilità.

A.grassa: a. dall’elevata plasticità, deter-minata da alta percentuale arg i l l o s arispetto al contenuto di limo e sabbia.

A.magra: a. con alta percentuale di sabbia. A . refrattaria: a. in grado di sopportare

temperature più elevate rispetto alle altre(fino a 1.500-1.600°C) in quanto ricca diminerali argillosi e povera, invece, diferro e altre impurità.

ARGON: il più comune dei gas nobili, dif-fuso nell’atmosfera in proporzioni pariallo 0,9%. Viene impiegato soprattutto peril riempimento delle lampade a incande-scenza, nelle tecnologie nucleari e nell’in-dustria microelettronica.

ARIA: il fluido che ci circonda e che sirespira. Miscela di gas trasparente, incolo-re (per piccoli spessori), insapore e inodo-re, che circonda la Terra e ne costituiscel’atmosfera. L’a. è cattivo conduttore dicalore e elettricità, e la sua composizionepuò variare a seconda del luogo e dell’al-titudine, della concentrazione di impuritàe inquinanti, dell’umidità. L’a. pura inbassa atmosfera è composta principal-mente di azoto (il 78%), ossigeno (21%) e

altri gas presenti in minore quantità.Nell’a. sono generalmente contenutianche il vapor acqueo, in misura nons u p e r i o re al 4% e altri componenti acci-dentali. La valutazione della qualità del-l’a. è fondamentale per garantire il benes-sere delle persone: è stato infatti calcolatoche nell’arco delle ventiquattr ’ o re, unuomo di corporatura media nelle sue atti-vità vitali e lavorative può produrre circamille metri cubi di aria viziata.

A.indoor: l ’aria che si respira negliambienti confinati. Dal momento che neiPaesi industrializzati il 90% della vita sitrascorre all’interno di ambienti confinati,lo studio e il controllo della qualità del-l’a.i. è requisito fondamentale per assicu-rare il benessere delle persone.

A.viziata: a. che non presenta i necessarirequisiti di salubrità. La normale attivitàfisica delle persone (che respirano, suda-no, fumano, ...), l’utilizzo di impianti diriscaldamento e climatizzazione, le emis-sioni dei materiali da costruzione e deglielementi utilizzati per l’arredo o per lapulizia, gli inquinanti esterni, sono tuttifattori che contribuiscono a re n d e re l’a.viziata. Per evitare o ridurre l’inconve-niente è spesso sufficiente migliorare l’ae-razione degli ambienti confinati.

A R M ATURA: in edilizia solitamente siintende per a. la rete o gabbia metallicainserita nel getto di calcestruzzo (vedi)finalizzata ad ottenere una struttura resi-stente, oltre che a compressione, anche aflessione, torsione e trazione. Sono piùfrequenti del previsto i casi in cui una nonaccurata tecnica esecutiva determina ossi-dazione delle parti prive del copriferro ocomunque delle armature esposte.L’evenienza è particolarmente pericolosain quando determina una dilatazionedegli spessori metallici e quindi una ten-sione interna che la massa cementizia nonè strutturalmente in grado di sopportare.Il ripristino dovrà essere accurato e preve-derà le seguenti fasi: distacco accuratodelle parti cementizie non stabili con for-

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soggetti costretti a un contatto prolungato( p a recchi anni) e intenso con l’amiantosull’ambiente di lavoro. Esistono ipotesiche estendono il rischio di insorgenza diforme lievi di asbestosi anche in ambitodomestico.

ASCENSORE: apparecchio per il trasportoverticale di persone (o di cose) installatoall’interno o – più di rado – all’esterno diun edificio. Le norme per l’abbattimento(vedi) delle barriere architettoniche pre-vedono che le dimensioni della cabina e lecondizioni di accesso tengano conto delleesigenze di disabili.

ASHRAE: acronimo di American Society ofHeating, Refrigeration andAirconditioning Engineer.

ASMA: sindrome respiratoria la cui deriva-zione allergica trova concausa nell’inqui-namento ambientale (fumi, polveri,muffe, acari, acqua potabile contaminata,ecc) e urbano (gas di scarico, pioggeacide, ecc.). In Italia si stimano tre milionile persone affette da disturbi asmatici.

ASSORBIMENTO: dal latino A b s o r b e re :c a p t a re e mantenere. Si parla ad es. diassorbimento luminoso allorchè la luce,n e l l ’ a t t r a v e r s a re un materiale, subisceuna attenuazione di intensità.

ASSORBITORE: a p p a recchio finalizzatoad accogliere e trattenere

A . t e rmico: a p p a recchio, sistema o mate-riale in grado di trattenere una certaquantità di energia termica quando vienecolpito e attraversato dalle radiazioni ter-miche. L’a. è uno dei componenti fonda-mentali dei collettori solari.

ASSUNZIONE: p resa, trazione, elezione,assorbimento

A . G i o rnaliera Ammissibile (AGA): l aquantità massima di un elemento inqui-nante che un organismo umano può assu-m e re (attraverso l’aria, l’acqua, l’alimen-

tazione) senza che questo provochi conse-guenze sulla sua salute. L’ G A v i e n eespressa in milligrammi/uomo/giorno, ei valori sono riferiti a un soggetto norma-le del peso corporeo di 50 chili. Va n n oquindi tarati rispetto a soggetti più piccoli(bambini), deboli o sensibili.

ASTENIA: sensazione di debolezza gene-rale causata anche da sostanze interagenticon l’organismo in quanto presenti all’in-terno degli ambienti confinati (compostio rganici volatili, metalli pesanti, vapori,esalazioni, ecc.)

ATMOSFERA: in geofisica l’involucro d’a-ria che circonda la Terra, partecipando alsuo moto nello spazio grazie alla forza digravità. Per questa ragione non esiste unlimite superiore definito per l’atmosfera(quello inferiore è costituito dalla cro s t aterrestre): giunti a una certa quota, oltre i1000 chilometri, l’attrazione gravitaziona-le è talmente ridotta che i gas tendono asfuggire nello spazio e quindi l’atmosferascema e scompare. Con il termine atmo-sfera (atm) si indica anche l’unità di misu-ra della pressione.

ATOSSICO: processo o materiale privo ditossicità, e dunque privo di effetti nociviimmediati o ritardati su un organo o suun organismo vivente.

ATRAZINA: diserbante altamente tossicoimpiegato in agricoltura in virtù delle suecaratteristiche di elevata resa e persisten-za, responsabile della contaminazione diacque potabili in varie zone d’Europa. LaComunità europea ha imposto una severanormativa che prevede in 1,7 millesimi dimilligrammo/litro il limite massimo dellaconcentrazione ammissibile di a. nelleacque potabili.

AT TACCO: il fatto o il momento dell’ag-g ressione; in elettricità la parte metallicaalla base di una lampada che permette ilcollegamento con il circuito elettrico di

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za f, cioè la sinusoide corrispondente adun multiplo intero della frequenza f. inelettricità, distorsione dell’onda di tensio-ne, originata essenzialmente dai compo-nenti o sistemi che convertono la correntealternata in corrente continua (per esem-pio per l’alimentazione di un caricabatte-rie) o in alternata a diversa frequenza (peresempio per l’alimentazione dei motori dialcuni elettrodomestici). Le armonichecausano il malfunzionamento dell’im-pianto elettrico e della rete coinvolta, conconseguenti problemi di sicurezza e diconsumo. Non esistono invece evidenzesu possibili danni alla salute. Ve n g o n ocompensate attraverso specifici sistemi difiltraggio o, meglio, evitate con opportuniaccorgimenti in fase progettuale.

A R O M ATICI: composti chimici cosiddettiin quanto i primi che furono identificati,v e n n e ro ricavati da sostanze altamenteo d o rose; composti che possiedono parti-colari caratteristiche chimico-fisiche assi-curanti buona stabilità chimica.

ARREDO: suppellettile per decorare stan-ze o ambienti. E’ elemento fondamentaleper la qualità della vita.

A.urbano: insieme di oggetti e stru t t u reche costituiscono il completamento del-l’ambiente urbano: pensiline, panchine,punti di illuminazione, transennature diaree pedonali, ecc.

ARSENIATO: composto a base di arsenicoA.di piombo: composto a base di piombo

e arsenico, utilizzato come insetticida enella produzione di coloranti. E’ sostanzatossica per inalazione e ingestione, cance-rogena, potenzialmente teratogena e ingrado di ridurre la fertilità. Può determi-n a re disturbi transitori al sistema nervo-so, affezioni cutanee, anemie, problemi alsistema respiratorio.

A.di sodio: composto chimico a base disodio e arsenico, utilizzato come insettici-da e per la conservazione del legno. E’sostanza tossica per inalazione e ingestio-

ne, cancerogena, potenzialmente teratoge-na e in grado di ridurre la fertilità. Puòd e t e r m i n a re disturbi transitori al sistemanervoso, affezioni cutanee, anemie, pro-blemi al sistema respiratorio. Il trattamen-to delle acque per uso industriale con a.dis., in uso sino agli anni ’80, è oggi bandi-to.

ARSENICO: elemento chimico rinvenibilein natura come a. grigio, giallo e nero Leapplicazioni dell’a. puro, usato in piccoledosi, sono limitate alla produzione dialcune leghe e acciai speciali. I suoi com-posti servono invece per la produzione diinsetticidi, anticrittogamici, diserbanti enell’industria del vetro e dei coloranti.. Icomposti organici dell’arsenico sono alta-mente tossici anche in piccole dosi (affati-camento, cefalea, problemi cardiaci, para-lisi); maggiori concentrazioni, se ingerite,possono provocare la morte.

A.pentossido: composto chimico a base diossigeno e arsenico, utilizzato come bioci-da. Tossico per l’uomo a contato, inalazio-ne e ingestione.

A.triossido: composto chimico a base diossigeno e arsenico, utilizzato come fun-gicida, miscela per pesticidi, leghe e pig-menti. E’ sostanza tossica e cancero g e n a(apparato respiratorio e pelle).

A RTROPODI: tipo di invertebrati moltod i ffuso (esistono oltre 800 mila speciediverse) con il corpo rivestito da uno stra-to chitinoso. Comprendono, tra le varieclassi, anche i miriapodi, gli insetti e gliaracnidi, che sono ritenuti fattori biocon-taminanti negli spazi confinati.

ASBESTO: vedi amianto

ASBESTOSI: malattia provocata dall’in-spirazione delle minutissime fibre checostituiscono la polvere di amianto; simanifesta con affezioni legate all’appara-to digerente e respiratorio e può degene-rare in forme tumorali. Viene ritenuta unasindrome professionale, circoscritta cioè a

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mentazioni è stato utilizzato come arma-tura annegata nel cemento in sostituzionedel ferro. Le sue caratteristiche fisiche (èduro, resistente all’umidità, non facilmen-te attaccabile dal fuoco, molto elastico) ela velocità di crescita lo rendono un mate-riale versatile ed ecologico.

BAR: Unità di misura, nel SistemaInternazionale, della pressione. Un barequivale a una atmosfera. In meteorologiasi tende ad utilizzare sempre il millesimodi bar (millibar).

BARIO: elemento chimico, del gruppo deimetalli alcalino-terrosi, che a contatto conl’aria dà origine a fenomeni di autocom-bustione. Nell’acqua potabile il livelloraccomandato di b. è pari a 1 mg/litro e siritiene che solo per concentrazioni di b.osolubile superiori ai 50 mg/litro si possaparlare di tossicità. Molti composti del b.impiegati come coloranti, nell’industriadella gomma e delle pitture nonchè nellafarmacologia risultano velenosi.

BAROMETRO: strumento utilizzato per lamisurazione della pressione atmosferica.

BARRA COSTANTINI: sistema solarepassivo, simile al muro di Trombe, dalquale si differenzia per le prestazioni ter-miche e la configurazione. E’ costituito daun apparato di captazione e accumulod e l l ’ e n e rgia proveniente dalla radiazionesolare, collocato sulla parete sud dell’edi-ficio, composto da una superficie esternatrasparente, un’intercapedine d’aria e unamassa muraria isolata. L’aria riscaldatad a l l ’ e n e rgia termica, attraverso un siste-ma di distribuzione, è resa disponibile peril riscaldamento degli ambienti confinatio, in estate, per innescare moti convettivifavorevoli al raffrescamento. La presenzanell’intercapedine di un elemento di cap-tazione specifico (una lastra metallica dicolore scuro, che funge da assorbitore ter-mico) lo differenzia da altri sistemi solaripassivi.

BARRIERA: elemento o pro v v e d i m e n t orealizzato per proteggere e isolare.

B . a c u s t i c a : difesa dell’ambiente dall’ec-cessiva rumorosità al fine di preservare lasalute psico-fisica delle persone, miglio-rando sensibilmente il loro comfort acu-stico. Esempi di b.a. sono i panelli fonoas-sorbenti, i dossi in terra, gli schermi vege-tali.

B.antiumidità: elemento atto a impedirela diffusione dell’umidità impiegato perla protezione dei materiali igroscopici; inedilizia, sbarramento all’umidità di risali-ta o di contatto.

B . a rchitettonica: elemento che pre c l u d eo rende difficoltoso il passaggio o l’utiliz-zo a soggetti disabili o motilità ridotta; disolito: scale, restringimenti, gradini, mar-ciapiedi e altri ostacoli di analoga natura.

B.frangivento: sistema di protezione dalvento che permette di migliorare i lcomfort ambientale e il comportamentotermico degli ambienti confinati. In gene-re per la realizzazione di b. f. si fa ricorsoa schermi vegetali in funzione . dellamorfologia del terreno, del tipo e dell’in-tensità dei venti dominanti, dell’eff e t t oo m b reggiamento che si determina. Lariduzione della velocità del vento provo-cata dalle b. f. è funzione di quattro varia-bili primarie: l’altezza del sistema, la loronatura fisica, la distanza dal corpo da pro-t e g g e re; la direzione del loro sviluppolongitudinale. In scala decrescente, ilsistema di protezione più efficace risultaessere il bosco disetaneo coltivato, seguitoda vegetazione alborea spontanea, albera-t u re a filare, bosco coetaneo coltivato,bosco ceduo.

B.radiante: sistema solare passivo re a l i z-zato mediante pannelli ad elevata capa-cità di assorbimento, capaci di emettereconsistenti flussi di radiazioni termiche.P roprio per la sua versatilità (è in gradosia di raff re s c a re che di riscaldare) la b.r.può essere utilizzata in diverse condizioniclimatiche, pur essendo indicata soprat-tutto nei casi in cui sia necessario control-

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alimentazione

A U D I T: attività di verifica sistematica eindipendente per determinare se i risulta-ti ottenuti da un’azienda sono conformi aquanto pianificato e se quanto è stato pre-disposto ha avuto efficiente attuazione.

A.ambientale: verifica in campo ambien-tale

AUTO: d e t e r m i n a re, costru i re, gestire dasè, collaborare alla realizzazione.

A.combustione: fenomeno di combustio-ne provocato dall’accensione spontaneadi una sostanza posta a contatto con l’a-ria.

A.costruzione: sistema costruttivo nonp rofessionale e non retribuito tipico diepoche passate e oggi di alcune popola-zioni del Terzo Mondo, che prevede lapartecipazione diretta dei futuri occupan-ti alla costruzione della propria casa. Ilconcetto è estendibile a situazioni in cuisolo parti della costruzione vengono rea-lizzati con la partecipazione del futurof ru i t o re o a progetti organizzativi capacidi accomunare gli abitanti di un quartiere.L’ a u t o c o s t ruzione, nei limiti in cui nonsconfina con l’abusivismo, è strumento dicoinvolgimento diretto negli obiettivicapace di adattare l’intorno alle esigenzedegli abitanti e quindi di migliorare l’am-biente e urbano.

AUTOCTONO: specie animale o vegetalenativa del luogo in cui vive, cresce e siriproduce.

AUTODEPURAZIONE: capacità autono-ma di un organismo o di un sistema dis e p a r a re e neutralizzare o eliminare glielementi inquinanti e/o aggre s s i v imediante processi fisici, chimici e biologi-ci, senza richiedere l’ausilio di interventiesterni.

AUTOPRODUZIONE: p roduzione per ipropri usi e scopi; in ambito energetico, lap roduzione diretta, generalmente attra-

verso fonti rinnovabili, di elettricità fina-lizzata ai propri fabbisogni. Tranne cheper generatori in a. di esigua portata ocollocati in situazioni impervie ed isolate,risulta conveniente la loro connessionealla rete elettrica principale, con la qualeoperano un interscambio cedendo energiain presenza di surplus produttivo e assor-bendola quando l’a. non copre il fabbiso-gno dell’utenza asservita.

AZOTO: gas inerte che rappresenta il 78%dell’atmosfera terrestre, alla base di molticomposti organici e inorganici. In quantoelemento costituente delle proteine, delDna e dell’Rna, l’azoto è elemento indi-spensabile per la vita. Alcuni dei suoicomposti, come l’ossido di azoto e il bios-sido di azoto, sono tra i principali fattorideterminanti l’inquinamento fotochimicoe le piogge acide

BALLAST: vedi alimentatore.

BALSAMO: sostanza naturale compostaprevalentemente da resine e da oli essen-ziali, ricavata da numerose piante dellafascia tropicale e sub tropicale per essuda-zione spontanea o attraverso incisioni.Viene utilizzato soprattutto a scopi medi-ci e terapeutici.

BAMBU’: pianta tipica della fascia tropica-le, anche di grandi dimensioni (raggiungeanche i 40 metri di altezza) utilizzatacome come materiale da costruzione, peri m p a l c a t u re, in lastre stratificate per larealizzazione di parquet e mobili. In que-st’ultimo caso, vanno fatte analisi preven-tive riferite ai collanti utilizzati. Da sem-pre inserito come armatura per realizzarep a reti e architravi in argilla cruda re s i-stenti alle sollecitazioni, in alcune speri-

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Building Environmental PerformanceAssessmente Criteria. Diffuso nei Paesianglosassoni e riservato al prodotto edili-zio biocompatibile nel suo complesso(non riguarda quindi singoli materiali oprocessi). I criteri di fondo in base ai qualiviene espresso il giudizio di merito sullacompatibilità ambientale del pro d o t t oedilizio considerato sono: la costru z i o n e ,la gestibilità dell’edificio e l’organizzazio-ne degli ambienti interni verificati rispet-to ai fattori ambientali (emissioni, eff i-cienza energetica e idrica, ru m o ro s i t à ,qualità dell’acqua).

BIACCA: vedi bianco piombo.

BIANCO: c o l o re opposto al nero, tradizio-nalmente riferito al latte ed alla neve.Somma, in opportune percentuali, di tuttii colori dell’iride.

B.di titanio: vedi diossido di titanio.B.di piombo: composto a base di piombo

(carbonato basico) utilizzato nell’indu-stria delle vernici e delle lacche come pig-mento bianco, detto anche biacca. Moltodannoso per l’ambiente è stato causa dimalattie professionali in quanto altamen-te tossico: affezioni nervose, ossee e pro-blemi al sistema immunitario. Il suo uti-lizzo è oggi limitato ad usi specifici, ingenere per il restauro.

BIALANCIO: equilibrio o patteggiamentofra diversi dati, rendiconto sull’esito divicende.

B.ecologico: resoconto dell’impattoambientale di un prodotto, una procedu-ra, un processo o una loro combinazione.Scopo del b.a. è di mantenere sotto con-trollo i livelli energetici ed i consumi e piùin generale di re n d e re confrontabili pro-dotti, pro c e d u re o processi industrialidiversi, al fine di scegliere quelli a mag-g i o re compatibilità ecologica o a minoreconsumo energetico (poco energivori). Larealizzazione di un b.e. richiede unapproccio globale capace di tener conto ditutto il ciclo di vita del prodotto o del pro-

cesso. B . e n e rgetico: resoconto che consente la

definizione del fabbisogno energetico dafonti esterne di un ambiente confinato.Anche il b.e. considera le “entrate”(apporti gratuiti energetici) e le “uscite”( p e rdite di calore). La diff e renza tra leentrate e le uscite indica il fabbisogno ter-mico da coprire attraverso il sistema diriscaldamento. Gli apporti gratuiti sonoprincipalmente costituiti dall’energ i asolare incidente, dal calore ottenuto attra-verso i sistemi solari, da quello generatoper dispersione dagli apparecchi elettricio dal calore corporeo. Le perdite di caloreriguardano invece il cattivo isolamento, ladispersione naturale attraverso i materialida costruzione, le inefficienze dei sistemidi riscaldamento.

BIO: dal greco Bios, vita.B.accumulo: p rocesso di accumulazione

negli organismi viventi di sostanze infunzione della loro maggiore solubilitànegli oli e nei grassi, piuttosto che nell’ac-qua. Alcune tra le situazioni di b. piùpericolose fanno riferimento a sostanzecontenenti cloro rganici: la 2,3,7,8-TCDD( t e t r a c l o rodibenzo-p-diossina) dimostranei pesci un fattore di b. pari a 159.000,che è il rapporto di concentrazioni rispet-to all’ambiente acquatico circostante; il b.è stimato 17.000 per l’esacloro b u t a d i e n e ,maggiore di 10.000 per PCB, esacloroben-zene, octaclorostirene, dibenzofurani poli-c l o rurati (PCDF), DDT, clordano, mire xed altri pesticidi clorurati. Poiché gli esse-ri umani occupano i vertici della catenaa l i m e n t a re, risultando particolarmenteesposti all’accumulo dei clororganici che,in quanto resistenti ai processi biochimicinaturali, passano nel sangue, nel liquidoseminale e nel latte materno e quindi tra-sferiti alle generazioni successive.

B.cenosi: la comunità di esseri viventi,animali o vegetali, che vivono in undeterminato biotopo.

B.cida: sostanza letale per determinatio rganismi viventi, impiegata soprattutto

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l a re contemporaneamente temperatura eumidità.

B . v a p o re: impedimento al passaggio delvapore. Nelle murature, soffitti e copertu-re è elemento negativo tendenzialmenteda evitarsi in quanto causa di condensasoprattutto in ambienti con ampia produ-zione di vapore (bagni, cucine e lavande-rie) evidenziata da macchie, degradodelle superfici, aggregazione di muff e ,funghi e microorganismi.

BASALTO: roccia eruttiva scura ma anchedi colore bru n o - ro s s a s t ro, di origine vul-canica formata dalla solidificazione dilava molto fluida. Il basalto è materialemolto diffuso. Trova impiego come sot-tofondo nei manti stradali e per la produ-zione della lana di roccia. L’origine vulca-nica delle rocce basaltiche le rende facil-mente e frequentemente matrici di radon.

B ATTERICIDA: agente fisico (calore ,radiazioni e ultrasuoni) o chimico (bioci-da) utilizzato per uccidere i batteri.

BATTERIO: organismo unicellulare micro-scopico, di varia forma e colori, con osenza clorofilla. Consentono la biodegra-dazione e quindi risultano alleati nellosmaltire sostanze inquinanti.

B . a n a e robico: m i c ro rganismo (fungo obatterio) che può o deve vivere inambiente privo di ossigeno

BAUBIOLOGIE: termine tedesco risultan-te dal composto dei termini bau (radicedel verbo costru i re) e biologie (biologia).Intende appunto l’edilizia compatibilecon la vita. Vedi architettura bioecologica.

BAUGE: tradizionale forma di costruzionein terra cruda, che impiega un impasto diterra e fibre vegetali, diffusa specialmentein Francia e in Inghilterra.

BECQUEREL: unità di misura, nelSistema internazionale, dell’attività diuna sostanza radioattiva, ormai comune-

mente utilizzato in sostituzione del curie.

BENESSERE: stato ottimale di salute egradimento psicofisico. Vedi anchecomfort.

B. acustico: vedi comfort acustico.

BENZENE: composto organico con struttu-ra aromatica che gli conferisce una parti-c o l a re stabilità chimica; facilmenteinfiammabile, poco solubile in acqua econ caratteristico odore. Viene utilizzatonella preparazione di coloranti, resine sin-tetiche, materie plastiche, prodotti farma-ceutici, detersivi, insetticidi, collanti. Ilbenzene è sostanza tossica: l’esposizionep rolungata ai suoi vapori provoca graviforme di anemia e leucemia. Con bre v iesposizioni: mal di testa, giramenti dicapo, irritazioni della pelle e delle muco-se, crampi e amnesie. Fino agli anni dellaSeconda guerra mondiale si otteneva perdistillazione del carbone, oggi quasi uni-camente dal petrolio. Il 90% delle emissio-ni di b. in atmosfera sono causate dai tra-sporti pubblici e privati. Poichè all’inter-no delle abitazioni poste in prossimità dig rosse linee di traffico si determinanoconcentrazioni di b. superiori alla sogliadi tollerabilità, pur generandosi al difuori degli ambienti confinati, il b. si evi-denzia come importante fattore di inqui-namento indoor.

BENZIDINA: composto organico, utilizza-to nell’industria dei coloranti, dei pig-menti, della gomma; nella produzione diadesivi, plastiche e detergenti. E’ sostanzatossica cancerogena per ingestione.

BENZOLO: vedi benzene.

BENZOPIRENE: i d ro c a r b u ro altamentec a n c e rogeno contenuto anche nel fumodel tabacco e quindi tra i responsabili del-l’inquinamento negli ambienti confinatifrequentati da fumatori.

B E PAC: m a rchio ecologico, acronimo di

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Italia da fonti rinnovabili deriva da bio-masse. Il settore è in espansione e ampitraguardi facilmente raggiungibili.

B.molecole: molecole biologiche che costi-tuiscono i “mattoni” di tutti gli esseriviventi. Esistono non meno di millemiliardi di differenti biomolecole, che tut -tavia possono essere ricondotte a unnumero contenuto di strutture di base.

B . p i l a : tecnica di biorisanamento che pre-vede la pre l i m i n a re rimozione del suoloinquinato mediante escavazione meccani-ca. Il suolo rimosso viene poi vagliatoprima del trattamento (per liberarlo dasassi, radici, laterizi e altre impurità gros-solane) e addizionato con segatura, mate-riale espanso o frammenti di legno perrenderlo più soffice e quindi più facil-mente attraversabile dai nutrienti e dall’a-ria. Si costruiscono quindi cumuli omoge-nei di terreno (detti appunto b.) alimenta-t i con aria (eventualmente calda) enutrienti, per favorire lo sviluppo deim i c ro rganismi degradatori. Si tratta disoluzione efficace specie quando i terrenisono poco permeabili e hanno una distri-buzione eterogenea dei contaminanti. Hacomunque costi più elevati rispetto al bio-risanamento in situ senza rimozione.

B.risanamento: (in iglese biore m e d i a-tion): tecnica di purificazione dei terre n icontaminati da agenti inquinanti,mediante l’utilizzo di microrganismi ade-guatamente stimolati e pilotati perchè sinutrano dei composti chimici dannosi. E’considerato una delle tecniche più natura-li ed efficaci di re c u p e ro degli ambientidegradati in quanto non prevede la rimo-zione del terreno nè il trasferimento dellesostanze inquinanti

B.risanamento in situ: b. effettuato inloco, sfruttando i micro rganismi autocto-ni. La possibilità di agire senza dover pro-cedere a preventivi trasferimenti, conferi-sce a questa forma di b. vantaggi di natu-ra economica e di ridotto impatto ambien-tale. La tecniche di b. in s. trovano appli-cazioni nel trattamento degli idro c a r b u r i(ad esempio benzene) alcoli o acetoni.

B.ritmo: diagramma dei ritmi relativi allacondizione fisica e/o psichica di un indi-viduo, calcolato in un determinato arc otemporale (ad esempio le 24 ore). A l c u n istudi medici hanno dimostrato che l’espo-sizione a campi Emc possono pro v o c a realterazioni anche sensibili nel b. degliindividui.

B.sensore: dispositivo che utilizza biomo-lecole o batteri appositamente selezionatiper rilevare la presenza (e la quantità) dideterminate sostanze chimiche. I b. ven-gono impiegati, ad esempio, per determi-n a re la domanda biologica di ossigeno e

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in agricoltura, ma anche (fungicidi einsetticidi) nel trattamento di materialiedili deperibili come legno, vernici, tessu-ti. Sebbene i b. in produzione abbianoproprietà selettive e tendano quindi a col-p i re solo specifici esseri viventi (batteri,insetti, acari, funghi, ecc.) è ormai gene-ralmente comprovata la loro tossicitàanche per l’uomo e la forte incidenza sul-l’ambiente.

B.climatologia: scienza che studia le inte-razioni tra gli esseri viventi e le variazionidel clima.

B.compatibile: sostanza, materiale, pro-cesso che non provoca alterazioni rilevan-ti o irreversibili in un ecosistema, durantetutto il suo ciclo vitale.

B.contaminante: agente biologico inqui-nante presente negli ambienti confinatiche può avere conseguenze sulla salutedegli occupanti, provocando malattie divario genere, in genere all’apparato respi-ratorio. L’adeguata ventilazione dei locali,la prevenzione dei fenomeni di condensa,il controllo della temperatura interna, lare g o l a re pulizia delle aree più esposteall’accumulo di polvere, consentono diridurne la diffusione.

B.degradazione: p rocesso di scomposi-zione della struttura molecolare di unasostanza organica in composti inorg a n i c ipiù semplici. La b. avviene ad opera diparticolari specie di microrganismi (batte-ri e funghi) ed è il processo pre v a l e n t enell’autodepurazione dell’acqua e del ter-reno.

B. accettabile: forma solo parziale di b.che riesce comunque a rimuovere le pro-prietà più pericolose di un composto,dando origine a composti secondari coneffetti meno nocivi di quelli di partenza.

B.erbicida: e. di origine naturale (partico-lari tipi di funghi o di batteri) utilizzatinella lotta biologica alle piante infestanti.Utilizzati con sapienza, garantisconorisultati paragonabili a quelli degli erbici-di sintetici, con impatto sull’ambiente piùcontenuto.

B.gas: miscuglio di gas generati dalla

decomposizione delle sostanze organichead opera di particolari colonie di batteri;pur avendo un potere calorifico non ecce-zionale, è utilmente impiegato come com-bustibile per la produzione di calore. Ilprincipale componente del b. è il metanoche si libera tramite la decomposizionea n a e robica (cioè in assenza di aria) dellabiomassa. Tutte le sostanze org a n i c h epossono essere materia di base. In unperiodo di fermentazione superiore a 30giorni si forma la melma di fermentazio-ne, che non contiene più batteri anaerobi.Questa melma può essere poi utilizzatad i rettamente nei giardini o può essererivitalizzata sul compost. La riduzionedel volume rispetto alla materia base èdel 40-55 %, la quantità di calore ricavatodal b. che si crea è pari a circa 6 kWh/mc(gas naturale 10 kWh/mc). Materialio rganici sminuzzati, una buona miscelanella stanza di decomposizione, fermen-tazione liquida e temperatura costante -poco superiore ai 30°C - rappre s e n t a n ocondizioni ottimali.

B.grafia: narrazione del percorso di esi-stenza.

B.grafia del materiale: attestato del ciclo divita di un materiale dalla fase di pro d u-zione, all’utilizzo, fino al riciclaggio oall’eventuale smaltimento. Consente div a l u t a re nel dettaglio il suo impatto sul-l’ambiente e sulla salute dell’uomo, la suabiocompatibilità, il suo fabbisogno diapporti energetici.

B.insetticida: insetticida naturale biologi-co che utilizza essenze vegetali sgraditeagli insetti o tossine prodotte da particola-ri batteri, funghi e virus. E’ biodegradabi-le e di norma presenta limitati pro b l e m idi tossicità per l’uomo e di fitotossicità.La sua azione è più lenta, richiede piùabilità di gestione ed ha maggiori costi diproduzione rispetto ad insetticidi di sinte-si, che per altro costituiscono uno deimaggiori problemi ecologici

B.massa: materiale vegetale o animale uti-lizzato come fonte di energia rinnovabile.O l t re un quarto dell’energia prodotta in

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prevalenza di carbonio (intorno all’83%) ei d rogeno (circa 11%) ricavata per ossida-zione o distillazione dai residui del petro-lio. E’ rinvenibile anche allo stato natura-le: gli unici giacimenti di rilevanza, sonoquelli del Mar Morto. Trova ampi impie-ghi in edilizia dove viene utilizzato comecollante e impermeabilizzante. La posa inopera avviene mediante liquefazione acaldo, operazione durante la quale si spri -gionano aerosol pericolosi per la saluteumana: da semplici affezioni cutanee apossibili effetti cancerogeni. Il b. applica-bile a freddo contiene solventi, anch’essiaggressivi. L’utilizzo va fatto in ambienteaperto o comunque molto ben aereato.

BOD: vedi domanda biologica di ossigeno.

BOIACCA: malta cementizia molto liquida,ottenuta miscelando in parti uguali sab-bia fine, cemento e acqua, utilizzata nellaposa in opera di pavimenti laterizi e lapi-dei (piastrelle, porfidi, mattoni) o di pare-ti in mattoni.

BONIFICA: insieme di pro c e d u re e inter-venti che consentono di ripristinare con-dizioni di relativa salubrità in un ambien-te degradato.

B.da formaldeide: insieme di accorg i-menti, precauzioni e pro c e d u re che per-mettono di ridurre le concentrazioni diformaldeide all’interno degli ambienticonfinati: aumento della ventilazione,rimozione dei materiali contenenti talesostanza, sigillamento delle fonti emitten-ti con appositi sigillanti. Per esempio unastuccatura e verniciatura degli spessoridei pannelli truciolari ne riduce sensibil-mente l’emissione. Per combattere l’ecces-siva concentrazione in case pre f a b b r i c a t eo roulotte, si fà anche ricorso all’utilizzodi ammoniaca per la sua capacità di reagi-re con la formaldeide inertizzandola. Sitratta comunque di soluzione non sempreefficace e comunque di breve periodo.

B.da fosforo: insieme di accorg i m e n t i ,p recauzioni e pro c e d u re che consentono

la riduzione delle concentrazioni di fosfo-ro, di solito nei corpi idrici, colpiti daeutrofizzazione. Due le linee di interventoprincipali: riduzione dei quantitativiimmessi nell’ambiente e intervento diret-to sui corpi idrici. Fanno parte dellaprima strategia la razionalizzazione delleattività agricole con conseguenti riduzioninell’impiego di fertilizzanti, l’utilizzo didetersivi a basso contenuto di fosfati, ladepurazione preventiva (di normamediante fanghi attivi)delle acque di sca-rico ad alta concentrazione di composti abase di fosforo. Fanno parte del secondoo rdine di interventi la precipitazione deinutrienti del corpo idrico, la diluizione, lariduzione della biomassa presente.

B.da muffe: insieme di accorgimenti, pre-cauzioni e pro c e d u re che permettono dir i d u r re la formazione e la pro l i f e r a z i o n edelle muffe all’interno degli ambienti con-finati. Operazione complessa in quanto les p o re possono sopravvivere a lungo,anche in assoluta assenza di umidità; cheva comunque drasticamente abbattutaagendo su ventilazione, ponti termici,materiali a sfavorevole comportamentoi g roscopico, ecc. E’ buona norma rimuo-v e re vecchie moquette e carte da paratinonchè spostare i mobili aderenti allep a reti. Il ricorso ad antimuffa e biocidi èda eseguire con precauzione.

B.da policlorobifenile: insieme di accor-gimenti, precauzioni e procedure che per-mettono di ridurre la concentrazione dipoliclorobifenili all’interno degli ambienticonfinati. Le fonti primarie di emissionesono i sigillanti, i mastici, gli adesivi.Ulteriori apporti possono derivare damobilio o pavimenti trattati o re a l i z z a t icon prodotti a base di policlorobifenile. Sepossibile, rimuovere e sostituire tali fontidi emissione, mentre il semplice sigilla-mento con vernici plastificanti può risul-t a re inadeguato o addirittura contro p ro-ducente. I materiali rimossi devono esseretrattati come rifiuti speciali.

B.da radon: insieme di accorgimenti, pre-cauzioni e pro c e d u re che permettono di

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la concentrazione di idrocarburi cloruratio altri composti dannosi per l’ambiente.

B.sfera: insieme delle zone della Te r r a ,c o m p rese anche l’idrosfera e l’atmosfera,in cui sussistono le condizioni perchè sisviluppino forme di vita animale o vege-tale. Più in generale con il termine b. siindica l’insieme degli organismi viventi.

B.slurping: tecnica di biorisanamento insitu che prevede l’iniezione diretta nelt e r reno dei nutrienti e dell’ossigenonecessari per lo sviluppo dei microrgani-smi. In questa particolare applicazionel’immissione dell’aria e dei nutrientiavviene nella frangia capillare, nella zonain cui la falda si muove verticalmente. Indeterminate situazioni il b. prevede ilconteporaneo re c u p e ro degli inquinantiflottanti in cima alla falda.

B.slurry: tecnica di biorisanamento cheprevede la decorticazione del suolo conta-minato e il suo successivo trasferimentoin impianti centralizzati di purificazione,reattori-fermentatori nei quali vengonoottimizzati i processi di biorisanamento.Consente il controllo in tempo reale e l’ot -timizzazione dei parametri che favorisco-no l’attività dei microrganismi degradato-ri (pH, temperatura, presenza di acqua eossigeno). E’ soluzione efficace per terrenipoco permeabili e una distribuzione ete-rogenea dei contaminanti ma costosasotto il profilo economico e energetico.

B . s p a rging: tecnica di biorisanamento insitu che prevede l’iniezione diretta nelt e r reno dei nutrienti e dell’ossigenonecessari per lo sviluppo dei microrgani-smi. L’immissione dell’aria avviene diret-tamente nell’acqua al di sotto del livellodi falda.

B.switch: d i s g i u n t o re, semplice dispositi-vo elettronico capace, in mancanza di uti-lizzo, di interro m p e re il flusso della cor-rente alternata; grazie ad una corre n t econtinua a basso voltaggio (in genere 9 V)inviata in rete, qualunque sopraggiuntoassorbimento in qualunque punto dellarete, consente il richiamo immediato e ilripristino del flusso alternato. Nel perio-

do notturno evita che dalla rete sotto ten-sione, anche in mancanza di utilizzo, siemani un campo elettromagentico nocivo.Il b. intercetterà la linea della luce lascian-do libera la linea della forza, che alimentaf r i g o r i f e ro, boiler, caricabatterie, sistemid’allarme, ecc., purchè quest’ultima nonattraversi l’area di riposo.

B . t e c n o l o g i a : disciplina che pro m u o v el’impiego dei sistemi biologici (interiorganismi, singole cellule o loro parti) perla produzione industriale di beni e servi-zi; integra quindi le conoscenze tecniche eingegneristiche con quelle della biologia,della chimica, della genetica.

B.tecnologia innovativa: disciplina chea ffianca alle concezioni della b. tradizio-nale le più recenti conoscenze sulla inge-gneria genetica; pone quindi pro b l e m ietici e morali oltre che di natura medica,ambientale e sanitaria.

B.topo: unità ambientale nella quale leprincipali condizioni fisico-chimiche pos-sono essere considerate stabili ed enuclea-bili.

B.venting: tecnica di biorisanamento insitu che prevede l’iniezione diretta nelt e r reno dei nutrienti e dell’ossigenonecessari per lo sviluppo dei microrgani-smi. L’immissione avviene nello stratoi n s a t u ro del suolo, al di sopra del livellodi falda.

B . v e t ro: v e t ro a bassissimo contenuto dipiombo che non altera la composizionenaturale della luce, lasciando quindi inva-riato lo spettro delle radiazioni solari. Il b.migliora il comfort visivo all’interno degliambienti confinati e lascia passare leradiazioni ultraviolette, con conseguenzela cui positività va valutata.

BIOSSIDO: composto formatisi attraversola reazione dell’ossigeno con altri elemen -ti, legato mediante doppia valenza.

B.di carbonio: vedi anidride carbonica.B.di titanio: vedi diossido di titanio.B.di zolfo: vedi anidride solforosa

BITUME: miscela di composti organici con

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nei detergenti.

BORO: elemento chimico piuttosto scarsoin natura, duro e di colore nero. Vi e n eimpiegato nella preparazione degli acciaiper aumentarne la durezza, nella tecnolo-gia del ferro e in campo nuclere .N u m e rosee applicazioni hanno anche isuoi composti (vedi borati). In quantitàeccessive è nocivo per le piante.

BOSCO: in generale, luogo pieno di alberi;etimologicamente differisce da boscaglia,che è grande bosco; da selva riferito abosco che produce legname; da fore s t ache è ricca di ambiti selvatici; da alboretoche riguarda luogo di produzione albo-rea.

B. ceduo: b. soggetto a taglio periodico.P roprio per questa sua caratteristica èpoco efficace sia come barriera frangiven-to. Può invece assolvere in maniera eccel-lente le funzioni di area verde per iltempo libero.

B. coetaneo: estensione di terreno coltiva-ta ad alberi di alto fusto di uguale età.L’impiego di questa forma di vegetazione,ottima sul piano economico, offre risultatiinferiori rispetto al bosco disetaneo nellaossigenazione dell’aria, come sistema perla protezione del suolo e come barrierafrangivento.

B. disetaneo coltivato: estensione di ter-reno coperta da alberi ad alto fusto pian-tati in anni diversi, e quindi con età,forma e altezza variabile. Il b. d. è moltoefficace nella protezione del suolo e nellarigenerazione dell’aria. Viene utilizzatocon ottimi risultati anche come barrierafrangi vento.

BREATHING WALL: vedi muro che respi-ra.

BREZZA: vento leggero; vedi scala diBeaufort

BROMO: elemento chimico alogeno piutto-sto raro in natura. Allo stato puro liquido

ro s s a s t ro dall’odore pungente, moltovolatile, estremamente irritante e tossicoper l’apparato respiratorio. Il bromo puroha limitati impieghi come battericida;viene anche usato come gas di riempi-mento delle lampade a incandescenza..Ampio lo spettro di utilizzo dei suoi com -posti.

BUTADIENE: composto organico, utilizza-to come rinforzante e indurente per levernici e nella produzione della gommasintetica e di varie materie plastiche. E’una sostanza tossica, cancerogena, irritan-te per la pelle e per le congiuntive.

BUTANO: composto gassoso e infiammabi-le, impiegato come combustibile, comeadditivo (vedi) per benzine e come sol-vente. Può produre allergie cerebrali.

CABINA: piccola stanza, con pro b a b i l iderivazioni dal termine “capanna” o dal-l’aggettivo “cavo”.

C.di trasformazione: s o t t o s t a z i o n eimmediatamente a valle di stazioni elet-triche, costituente nodo di trasformazione

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r i d u r re le concentrazioni di radon all’in-terno degli ambienti confinati. In linea diprincipio se il radon è presente all’internodell’ambiente va fatto uscire, se è all’e-sterno ne va impedita l’entrata. Gli inter-venti possibili sono essenzialmente tre :diminuzione del quantitativo di radon ini n g resso attraverso la sigillatura dellef r a t t u re, la pressurizzazione dell’edificio,la ventilazione, la depressurizzazione delsuolo; riduzione del radon pr e s e n t emediante apposite apparecchiature instal-late all’interno degli edifici (pre c i p i t a t o r ielettrostatici, generatori di ioni, ventilato-ri e sistemi di filtrazione); ulteriore abbat-timento (vedi) delle concentrazioni graziea più frequenti ricambi dell’aria interna,attraverso la ventilazione naturale e for-zata.

B.da umidità: insieme di accorg i m e n t i ,p recauzioni e pro c e d u re che permettonodi ridurre o eliminare l’umidità indeside-rata all’interno degli ambienti confinati.Nella maggior parte dei casi le causevanno ricercate nei fenomeni di risalitaper capillarità o vaporizzazione, dovuti aun inadeguato isolamento delle muraturee del solaio. Gli interventi prevedono unaserie di lavori non necessariamente limi-tati alle aree dove si è manifestato il feno-meno: distacco delle pareti dal terre n o ,realizzazione di un nuovo vespaio aeratoo realizzazione di appositi cunicoli diventilazione. La ventilazione e/o il dre-naggio possono essere garantiti anche conla posa in opera di tubi forati (vedi ancheumidità, deumidificatori, interc a p e d i n iventilate, contro p a rete, sbarramento edrenaggio).

B.da amianto: insieme di accorg i m e n t i ,p recauzioni e pro c e d u re che permettonodi ridurre o eliminare l’umidità indeside-rata all’interno degli ambienti confinati.Molto utilizzato fino agli anni ’80, (coper-ture, tappetini o lastre usati come isolantitermici e acustici, lastre leggere da costru-zione, indumenti ignifughi, corde o anelliper guarnizioni e pavimentazioni, tuim-b o t t i t u re, stufe elettriche, radiatori, ecc.

possono contenere amianto). L’amianto èp roibito in Europa dal 1993, così dalleleggi italiane (D.M. 277/91, D.M. 257/92e Decreto Ministero della Sanità 6/8/94)che prevedono e disciplinano la bonificadelle stru t t u re conteneti amianto. Laquantità di fibre liberata da prodotti d’a-mianto debolmente legati è in relazione aldegrado delle stru t t u re e dei materialicausato dall’utilizzo e dagli agenti esterni.Le situazioni più pericolose derivano dal-l’amianto dato a spruzzo come intonaco orivestimento, solitamente composto peralmeno il 60% da amianto legato moltodebolmente. La demolizione di edifici oparti di esso contenenti amianto e il con-seguente trasporto, stoccaggio e smalti-mento delle macerie sono attività partico-larmente pericolose da attuarsi solo conpersonale specializzato debitamente pro-tetto. che inquina l’aria degli interni.Sovente è meglio intervenire con appositevernici conglobanti, che danno garanziadi dieci anni.

BORACE: composto di colore biancastro ,usato come additivo (vedi) antifiammasoprattutto per la protezione del legno edi ambiti murari, dall’attacco di funghi,insetti e – meno propriamente - muffe. Siutilizza come sodio borato, da scioglierein acqua secondo prescrizione. Si tratta dip rodotto preferibile ad altri prodotti chi-mici più aggressivi (come ad esempio ilpentaclorofenolo o il lindano), è facilmen-te biodegradabile e poco resistente agliattacchi degli agenti atmosferici. Non sisegnalano particolari rischi per la saluteumana legati all’utilizzo del borace.

B O R ATI: Composti del boro che tro v a n oampia applicazione nella produzione didisinfettanti, antiparassitari (vedi) edetersivi. I sali di boro vengono utilizzatiper il trattamento ignifugo di legno, cartae fibre naturali. Nelle acque di scarico èrinvenibile sovente una eccessiva concen-trazione di borati in funzione del loromassiccio utilizzo nei prodotti di pulizia e

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C.idraulica: prevalentemente costituita dai d rossido di calcio, silicati di calcio edalluminati di calcio, ottenuta dalla calci-nazione di calcari marnosi (calcari argillo -si così come si trovano in natura) o dacomposti di carbonato di calcio e arg i l l amescolati in specifiche quantità. La tem-peratura di cottura può variare tra 900-1000°C., ma comunque inferiore a 1250°C, punto di sinterizzazione in cui avvieneil passaggio dallo stato pulverulento alcompatto. Il materiale idratato, contenen-te silicoalluminati non idratati, passa suc-cessivamente attraverso processi di maci-nazione e stagionatura.

C . i . n a t u r a l e : si tratta di c.i. derivanti damarne naturali con aggiunta di materialipozzolanici naturali, da argilla cotta, resi-dui pestati di laterizi (cocciopesto), ecc.;vanno evitati loppa basica d’altoforno, ifumi di silice ed i composti appartenential gruppo del clinker; cotte a temperaturaintorno a 900 °C per essere più porose eadatte alla realizzazione di intonaci cheagevolano la diffusione del vapore;

C.i.artificiale ottenuta dalla cottura diopportune mescolanze di carbonato dicalcio e materie argillose naturali, ridottein sabbia e calcinate a temperature vicinealla sinterizzazione (1250 °C) ottenendoun prodotto spento cui, prima della defi-nita macinazione, vengono aggiunte sab-bie e polveri di carbonato di calcio percalibrarne le caratteristiche di resistenza.

C.eminentemente idraulica naturale,in teoria ottenuta dalla calcinazione dicalcari marnosi a temperature prossime a1250 °C, capaci di conferire alto indice diidraulicità senza dover ricorr e re adaggiunta di composti del clinker. In realtàla più parte delle c.e.i. sono realizzate conaggiunta di klinker e quindi sono classifi-cabili come c. idraulicizzata artificialmen-te mediante miscelazione a freddo dicalce aerea e inerti composti da klinker oaltri materiali idraulicizzanti a caratterepozzolanico.

C A L C E S T R U Z Z O : conglomerato ottenuto

dall’impasto di acqua con materiali legan-ti (soprattutto calce o cemento derivantida lavorazioni che non utilizzano sostan-ze estranee o scarti industriali) e materialiinerti puliti e non radioattivi (sabbia,ghiaia, polvere di mattoni) larg a m e n t eimpiegato in edilizia. Le caratteristicheprincipali del calcestruzzo (vedi) sono lacapacità di re s i s t e re agli attacchi degliagenti atmosferici e la resistenza meccani-ca. Il c. sarà confezionato senza additivichimici (fluidificanti, ritardanti, antigelo,acceleranti, ecc.) agendo in alternativa sudosaggio, granulometria degli inerti erapporto acqua/cemento. Per migliorareil distacco dei getti in fase di disarmo èopportuno trattare preventivamente lesuperfici delle casseforme con oli naturali.

C.fibroso: particolare tipo di c. ad armatu-ra diffusa con fibre di acciaio (vedi), fibredi vetro resistenti agli alcali o altre fibresintetiche, in misura non superiore al 2%del volume, al fine di migliorarne la resi-stenza a flessione e torsione.

CALCIO: elemento chimico molto abbon-dante (circa il 3,5 % della crosta terrestre),principale costituente del marmo e deicalcari. I composti a base di c. sono statiutilizzati come malte edili fin dall’anti-chità. Il calcio, aggiunto in piccole quan-tità, contribuisce a migliorare le proprietàdi molti acciai e di varie leghe metalliche.Nelle acque potabili, la quantità di c.disciolta è uno dei parametri utilizzati perdefinirne la qualità; per concentrazionisuperiori al dovuto si può ricorrere a sem-plici processi di addolcimento.

C.silicato: in edilizia di intende isolantenaturale ottenuto dalla lavorazione disabbia silicea e calce idraulica, con l’ag-giunta di fibra di cellulosa. E’ economico,facilmente lavorabile (in pannelli), legge-ro, non infiammabile, resistente al fuoco,privo di emissioni, riciclabile. Inoltre lematerie prime che lo compongono sonopiuttosto diffuse e facili da trovare.

CALCITE: isolante termico e acustico natu-

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dell’energia elettrica da alta a media ten-sione. Le sottostazioni determinano dinorma un inquinamento elettromagneticoinferiore rispetto a quello di una stazioneelettrica, ma spesso un maggiore impattoallorchè realizzate in aree urbane e in par-ticolar modo all’interno o a ridosso degliedifici. Particolarmente esposti risultanoquanti abitano in un appartamento collo-cato immediatamente sopra una c.di t.; intale stanza il soggiorno non dovre b b eprolungarsi. Da tener presente che all’in-cidenza della c.di t. si aggiunge alle radia-zione comunque emesse dai cavi in arrivoe in partenza dalla stessa, soprattutto senon adeguatamente interrati.

C A D M I ATURA: p rocesso industriale dip rotezione anticorrosiva. Consiste nelr i v e s t i re le superfici di elementi in ferro ,acciaio, (vedi) rame (e relative leghe) conuno strato di cadmio metallico.

CADMIO: elemento chimico metallico, raroe non presente allo stato libero in natura,facilmente attaccabile dagli acidi a tempe -ratura ambiente, duttile e malleabile. Piùdella metà della produzione di cadmioserve per le operazioni di cadmiatura;viene anche utilizzato come componentedi batterie, nella produzione di coloranti ematerie plastiche, per la realizzazione diparticolari leghe metalliche. Il cadmio èmolto tossico se ingerito o inalato comea e rosol. Causa irritazioni, disturbi re s p i-ratori, complicazioni epatiche e re n a l i .Una della cause di presenza di cadmionegli ambienti confinati è imputabile allacombustione e al fumo di tabacco; in par-t i c o l a re nel latte delle mamme fumatricine sono state riscontrate dosi doppierispetto al campione di non fumatrici.

CALATA: collegamento elettrico diretto trail captatore e il dispersore antifulmine. E’uno dei componenti dell’impianto di pro-tezione antifulmine esterna, che nelles t ru t t u re in cemento armato può esserecostituito dall’armatura stessa, in quantop rogettata ed eseguita anche per questo

scopo.

CALCARE: roccia molto diffusa nella cro-sta terre s t re, costituita da carbonato dicalcio e altre impurità. In Italia, tra lerocce calcaree utilizzate come materialilapidei da costruzione, si ricordano il tra-vertino e l’alabastro.

CALCE: derivato della lavorazione del cal-c a re, utilizzato come legante per calce-s t ruzzo (vedi), malta, intonaco, ecc. Lap roduzione della calce, che avviene percottura del calcare in forni speciali a tem-peratura di circa 850-1000°C, è pro c e s s oche richiede dispendio di energia e puòcreare inquinamento idrico e inquinamen-to atmosferico soprattutto in funzionedelle polveri derivanti dalla frantumazio-ne e miscelazione delle materie prime. E’importante che le c. provengano da mate-rie prime naturali e siano prive di additi-vazioni di sintesi. Leganti a base diclinker o derivati da agglomerati cementi -zi, anche se commercializzati come calce,non ne posseggono le caratteristiche.

C . a e re a – costituita prevalentemente daossidi e idrossidi di calcio (CaO,Ca(OH)2), contiene fr e q u e n t e m e n t eimpurità di magnesio, silicio, alluminio eferro. Viene prodotta per decarbonatazio-ne in appositi forni a temperature tra i900-1000 °C ottenute con diversi combu-stibili, che contribuiscono a caratterizzar-ne le qualità (la situazione migliore è datada trucioli di legno vergine). I migliorip rodotti risultano da cottura uniformetale che l’estinzione con l’acqua stre t t a-mente necessaria sia in grado di spegner-la lasciando un residuo (parti silicee oaltri inerti) non superiore al 5%. Lo spe-gnimento della c. destinata alla malta diallettamento dovrà avvenire almeno duemesi prima dell’impiego, mentre perquella destinata agli intonaci almenonove mesi prima.

C . m a g r a : si tratta di c. aerea magnesiaca,contenenete rilevanti quantità di ossido dimagnesio (più del 5%).

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nuta costante attraverso specifici disposi-tivi che garantiscono condizioni ottimalidi funzionamento, con risultati in terminidi rendimento e quindi di contenimentodei consumi.

C.a temperatura scorre v o l e : c. ad altorendimento, solitamente alimentata ametano, con un frazionamento dellapotenza al focolare realizzato mediantepiù bruciatori operanti secondo il princi-pio di sequenza automatica di funziona-mento. Il rendimento supera il 90%.

C.a vapore calorico: vedi c. a condensa-zione.

C.ad alta temperatura: c. nella qualel’acqua in circolazione ha una temperatu-ra generalmente non inferiore ai 70°C e igas di scarico ai 350°C. Questa soluzioneviene adottata per evitare fenomeni dicorrosione dei condotti, verificabili in pre-senza di temperature più contenute, macomporta perdite di energia e alti consu-mi.

CALORE: e n e rgia termica acquisita oceduta da un corpo, dovuta ai motimacroscopici delle molecole dalle quali ècomposto. Nel linguaggio comune il ter-mine calore indica la sensazione che siprova dal contatto con un corpo (liquido,solido o gassoso) posto ad una tempera-tura più elevata rispetto a quella corpo-rea.

C . c o r p o re o : c. generato dal corpo degliesseri viventi, attraverso i processi meta-bolici. In relazione al livello di attivitàmotoria la produzione di calore corporeoaumenta sensibilmente (in fase di riposoun maschio adulto si assesta attorno alle86 cal/h). L’equilibrio tra la pro d u z i o n edi calore da parte dell’organismo e la suacapacità di smaltirlo assicura agli esseriviventi un adeguato comfort termico.C i rca il 40% del c.c. viene disperso perirraggiamento e quindi è convenientevenga reintegrato sotto questa forma.

C.di combustione: vedi potere calorifico.C.di dispersione: c a l o re non utilizzato e

disperso. La sua quantificazione consente

di valutare l’efficienza degli impieghi dienergia.

C.di reazione: quantita di c. ceduta oassorbita da una reazione chimica. Le rea-zioni che cedono calore sono dette esoter-miche, quelle che lo assorbono endoter-miche.

C . l a t e n t e : quantità di c. da fornire all’u-nità di massa di una sostanza portata adopportuna temperatura, che non determi-na ulteriori variazioni di temperatura maun cambiamento di stato della sostanzastessa: sublimazione, fusione, condensa-zione, evaporazione, solidificazione.

C.specifico: quantità di calore che occorref o r n i re a un chilogrammo di una datasostanza per innalzare la sua temperaturadi 1°C. Il c. s.o varia, anche se in manieramarginale, al variare della temperatura dipartenza. Nel Sistema Internazionale simisura in kJ/(kgK).

CALORIA: unità di misura della quantitàdi calore. Una caloria (cal) corrispondealla quantità di calore necessaria perinnalzare di un grado (da 14,5° a 15,5° C)la temperatura di un grammo di acquadistillata alla pressione di un’atmosfera.In termoidraulica viene usata la kilocalo-ria, pari a mille calorie (Kcal o Cal).

CAMPO: dal latino “capere”, luogo di con-tenimento, di esistenza del fenomeno.

C . e l e t t r i c o : regione dello spazio nellaquale una carica elettrica è sottoposta auna forza. Questa forza viene generata daun’ltra carica elettrica che determina,appunto, una perturbazione attrattiva orepulsiva. L’intensità del c. e. è general-mente indicata con la lettera E e vieneespressa in volt per metro (V/m) o in chi-lovolt per metro (kV/m). Il c. e. risultafacilmente schermabile da qualunqueoggetto conduttore. Per altro, rispetto alcampo magnetico, le sue possibili inci-denze sulla salute umana paiono menogravi, ai valori determinati dalla linea dialimentazione civile.

C.e.di fondo: presente in tutti gli ambienti

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rale ottenuto per espansione ad alta tem-peratura (attorno ai 1.200°C) di rocce as t ruttura micro p o rosa. Il prodotto finito,resistente al fuoco, imputrescibile, facil-mente riciclabile, ha un peso medio di 100g r / d m3 e può essere impiegato assiemealla calce per ottenere una malta mineralenaturale particolarmente adatta agli into-naci.

CALDAIA: componente dell’impianto diriscaldamento nel quale viene prodotto ilcalore, mediante processi di combustionedi combustibili solidi, liquidi o gassosi.Possono essere installate all’esterno oall’interno di ambienti confinati (se digrandi dimensioni, in locali appositamen-te destinati). In funziione di ecologia,s i c u rezza e funzionalità, vanno pre f e r i t ele c. di ultima generazione ad alto rendi-mento, che oltre a raggiungere eff i c i e n z acalorifica superiore al 90%, limitano leemissioni inquinanti in atmosfera (vedi c.a premiscelazione). Si calcola che in Italiaalmeno una c. su sei e addirittura una sudue per quelle con oltre dieci anni di vita,a n d rebbe sostituita con notevoli risultatiin termini di razionalizzazione dei consu-mi e riduzione dell’impatto ambientale.L’investimento verrebbe ripagato in menodi otto anni (nella migliore delle ipotesi int re) in termini di risparmio energ e t i c o .Altro fattore chiave nella corretta gestionedi una c. è la manutenzione, che si tradu-ce in riduzione dei consumi. In condizioniclimatiche abbastanza fredde e variabili ilcosto di un sistema di regolazione auto-matica dell’accensione può essere recupe-rato in due-tre anni. Per quanto riguardala scelta dell’alimentazione, la combustio-ne a gas, a parità di costo e di calorie,genera un minor quantitativo di inqui-nanti.

C.tipo A: c. da appartamento, di piccolataglia, per la quale non sono previsti con-dotti di aerazione o altri dispositivi perl’espulsione dei gas combusti.L’installazione è sconsigliata e comunquevietata in bagno e nelle stanze da letto.

C.tipo B: c. da appartamento per la qualesono previsti condotti di aerazione o altridispositivi per l’espulsione dei gas com-busti, dotata di un sistema di blocco delfunzionamento in caso di tiraggio anoma -lo o di esalazioni dannose. L’aria è prele-vata direttamente dal locale di installazio-ne, nel quale deve essere praticata unaadeguata apertura libera verso l’esterno.Alcune normative ritengono tale aperturainsufficiente. In ogni caso l’installazione èvietata in bagno e nelle stanze da letto.

C.tipo C: c. per la quale sono previsti con-dotti di aerazione o altri dispositivi siaper l’alimentazione dell’aria combure n t eche per l’espulsione dei prodotti da com-bustione.

C.a bassa temperatura: c. nella qualel’acqua in circolazione ha una temperatu-ra media attorno ai 45°C e i gas di scaricoattorno ai 200°C. I rischi di corro s i o n econnessi con temperature re l a t i v a m e n t econtenute sono evitati mediante particola-ri accorgimenti e materiali; la soluzioneriduce le perdite di energia e i consumi equindi tendenzialmente positiva.

C.a condensazione: c. che, prima diespellere (a circa 40° C) i gas di scarico, nerecupera parte del calore attraverso unoscambiatore.

C.a legna: c. che utilizza quale combusti-bile il legno o prodotti di scarto della sualavorazione (non usare trucioli di lavora-zione mobiliera). Le c. a l. di ultima gene-razione si presentano come possibili sosti-tuti dei tradizionali prodotti a metano,gpl o gasolio, avendo raggiunto re n d i-menti superiori all’80% e garantendo unacombustione eccellente con bassi livelli diemissioni e di residui solidi. La legna èl’unico combustibile, tra quelli impiegatiper l’alimentazione delle caldaie, conside-rabile fonte rinnovabile; un suo più altoutilizzo incentiverebbe inoltre la periodi-ca manutenzione delle aree boschive.

C.a premiscelazione: c. a camera di com-bustione stagna e tiraggio forzato (dun-que molto sicura) nella quale la pro p o r-zione tra combustibile e aria viene mante-

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CANCEROGENO: qualsiasi sostanza o,più in generale, ogni elemento fisico, chi-mico o ambientale di cui è dimostrata laconcorrenza alla formazione o alla cresci-ta di un tumore maligno. Il maggiorn u m e ro percentuale di ammalati di can-c ro nel nord Italia rispetto al sud Italiaviene posto in correlazione alla più diver-sa concentrazione di sostanze. Ad esem-pio al nord il cloruro di metilene (o diclo-rometano) è maggiore dell’81%, Il triclo-roetano del 30% mentre sia il tetracloroe-tilene che il tricloroetilene sono pre s e n t iin quantità superiori di circa il 300%.

CANCRO: vedi tumore maligno

CANDELA (cd): unità di misura, nelSistema Internazionale, della intensitàluminosa.

CANFORA: composto chimico impiegatocome plastificante e come prodotto anti-tarme in ambito domestico. Allo statop u ro è sostanza nociva, irritante per gliocchi e per le vie respiratorie, in grado dip ro v o c a re cefalee e vomito; ingerito puòc a u s a re gravi intossicazioni. I pro d o t t iche contengono questa sostanza andre b-bero evitati.

CANNA PALUSTRE: materiale vegetalelavorabile in stuoie (cannicciato) o pan-nelli utilizzabili come portaintonaco (tra-dizionale) o come isolanti termici e acusti-ci con buone caratteristiche meccaniche eresistenza all’umidità. Il prodotto è facil-mente biodegradabile e riciclabile.

CANAPA: pianta tessile della famiglia delleorticacee, originaria della Persia.Utilizzata dai cinesi sin dal 70-80 a.C. perottenerne rotoli di carta. In un passatonon molto lontano, l’Italia è stata laseconda nazione al mondo per la pro d u-zione della canapa. Nel corso del decen-nio 1903-1919 gli ettari destinati neln o s t ro paese a tale coltura erano 79.477

con un rendimento di 795.000 quintaliannui. Nel 1958 iniziò la crisi, con la velo-ce sostituzione da parte delle fibre sinteti-che. Particolari interessante: la coltivazio-ne non necessita di concimi e diserbanti enon servono passaggi chimici o additiviper trasformarla in tessuto, carta, rivesti-mento, mattone, pannello isolante, olio,impregnante, ecc. Dalla c. si può ricavareanche benzina (70% meno inquinantedegli attuali carburanti), paglia ad usozootecnico o per l’assorbimento di sostan-ze inquinanti galleggianti. Molto utile perchiudere le fessure nei diversi sistemi iso-lanti a pannelli.

CAOLINO: a rgilla sedimentaria, di colorechiaro e aspetto terroso, molto plastica. Iltermine deriva dal monte Kaoling, inCina, dove si trovavano alcune delle piùimportanti cave di questo materiale.Mischiato con acqua forma una pastafacilmente plasmabile che, dopo la cottu-ra, diventa durissima. Applicazioni nel-l’industria e nella farmacologia, nella pr o-duzione di ceramica, di materie plastichee vernici.

C A PA C I TA’: dal latino “capio”, pre n d e re ;la caratteristica del contenere.

C. di carico: indica il limite di sopporta-zione di un ecosistema, oltre il quale lenormali condizioni di equilibrio volgonoverso processi alterati.

C. igroscopia: proprietà di una sostanza odi un materiale di assorbire l’umidità pre-sente nell’atmosfera, incorporandola nellap ropria massa. E’ possibile che l’assorbi-mento di vapor acqueo da parte di unmateriale determini variazione dellaforma o dell’aspetto. La capacità igrosco-pica dei materiali, entro certi limiti, èpositiva in edilizia (per es. nell’intonaco acalce o in argilla cruda) in quanto bilancial’umidità presente nell’ambiente.

C. termica: quantità di calore che occorref o r n i re a un corpo, per innalzarne di ungrado la temperatura. Questa grandezza,nei corpi omogenei, corrisponde al pro-

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domestici in ambito urbano, generatooltre che dalle linee di alimentazione pre-senti nelle vicinanze, soprattutto dall’im-pianto elettrico e dai vari elettrodomesticifissi presenti nell’ambiente e sempre infunzione (frigorifero, frizer, apparecchi instand-by, pompa della caldaia, punti luce,radiosveglia, ecc.). In una tipica abitazio-ne di un paese industrializzato qualel’Italia, il valore medio dell’intensità delcampo elettrico varia da circa 3 a circa 15V/m, con picchi localizzati nelle vicinan-ze di più dispositivi elettrici o punti luce.Ad es. in vicinanza delle lampade chependono dal soffitto si possono rilevarecampi elettrici da 10 a 15 V/m, cosiccomea circa 50 cm. da un muro attraversato dacavi elettrici, misurando al di sopra diuna rete metallica ad esso accostata. Ilcampo magnetico all’interno di un tipicoambiente domestico può variare da 0,1m i c rotesla al centro della stanza lontanodall’impianto elettrico e da qualunquea p p a recchio fisso in funzione, fino 100 epiù microtesla vicino ai vari appare c c h ielettrici accesi. Misure di campo magneti-co prese all’interno di tipiche abitazioniitaliane, al centro delle varie stanze e lon-tano dagli apparecchi elettrici, hanno datovalori dell’ordine di 0,1-0,2 micro t e s l a ,con scarse differenze tra i valori misuratinelle due condizioni di interruttore gene-rale spento o acceso (in questo caso contutti gli elettrodomestici presenti in fun-zione), ma con valori maggiori pre s e n t inegli appartamenti condominiali più chenelle abitazioni unifamiliari. Ciò potrebbee s s e re dovuto all’influenza del cablaggiocomune ed al contributo degli apparta-menti limitrofi.

C.elettromagnetico: regione dello spazionella quale si concatenano campi elettricie campi magnetici. Campi elettromagneti-ci di una certa rilevanza e durata sonoresponsabili dei fenomeni Emc e dell’in-quinamento elettromagnetico. Le duemaggiori sorgenti naturali di campi elet-tromagnetici sono il Sole e la Terra.

C.magnetico: regione dello spazio nella

quale una carica elettrica in movimento(vedi corrente elettrica) interagisce inmodo attrattivo o repulsivo con altre cari-che della stessa natura. L’intensità del c.m. è generalmente indicata con la letteraH e viene espressa in A m p e re per metro(A/m). Oltre alla grandezza H, il c. m.può essere descritto dalla induzionemagnetica B, espressa in Tesla (T) o Gauss(G). L’induzione magnetica risulta corre-lata all’intensità del c. m. attraverso lapermeabilità magnetica che dipende dallecaratteristiche del mezzo ove si effettuanole misure. Dato che nella quasi totalità deitessuti biologici il corrispondente valoredella permeabilità magnetica è uguale aquello dell’aria (B=12.57 x 10-6 H), legrandezze H e B possono essere usatei n d i ff e rentemente. L’utilizzo di B è piùfrequente. Molto spesso per descrivere lacomponente magnetica si utilizzano alcu-ni sottomultipli quali il milligauss (mG),il millitesla (mT), il microtesla (µT) ed ilnanotesla (nT). Questo tende a generareconfusione e incertezze tra i non addettiai lavori. Va quindi ricordato che : 1 Tesla(T) = 10.000 Gauss (G) = 796.000 Amperesu metro (A/m). Invece 1 microTesla (µT)= 0.796 Ampere su metro (A/m) = 10 mil-ligauss (mG) = 1000 nanotesla (nT). Laschermatura del c. m. è complessa e nonpraticamente ottenibile in un normaleappartamento. Per cui è indispensabilee d i f i c a re abitazioni a rispettosa distanzada elettrodotti e centraline di trasforma-zione nonché adottare accorgimenti pertenere lontane le fonti interne di emissio-ne. Non è detto che apparecchi di grandidimensioni emettano campi magneticipiù intensi di quelli di dimensioni minori.Il campo magnetico infatti dipendesoprattutto dal consumo di corr e n t e(potenza) e dal tipo di funzionamento edi utilizzazione di ogni appare c c h i o .Come potenziale pericolosità si hanno,nell’ordine: rasoio elettrico, phon, copertaelettrica, forno elettrico, stufa elettrica,a s p i r a p o l v e re, ecc., con ed agli ultimi ilfrigorifero, il tostapane e il ferro da stiro.

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una palma comune in Brasile e utilizzatanella produzione di pitture naturali e dilucidanti per mobili e pavimenti.

CARTA: secondo Plinio, inventata ai tempidella fondazione di Alessandria d’Egitto(332 a.C) mediante strati sovrapposti dip a p i ro; in generale sottile superficie sucui scrivere; in senso traslato: documento.

C.da parati: rivestimento delle pare t iinterne di un ambiente confinato, re a l i z-zato in materiale naturale o sintetico. E’consigliabile adottarle solo in ambientiben isolati ed aereati per evitare l’assorbi-mento ed il ristagno di elementi dannosie/o la proliferazione di muffe nello spes-sore tra c. da p. e intonaco. Sono in ognicaso sconsigliabili carte plastificate, conte-nenti resine sintetiche o conservati (for-maldeide). Infine occorre fare attenzioneai collanti usati per la posa in opera.

C.da p. naturale: c. da p. a base di cellu-losa o di fibre naturali. Te n d e n z i a l m e n t eassicurano un migliore equilibrio termoi-grometrico rispetto alle c. da p. sintetiche.Anche se prive di trattamenti pericolosi(fungicidi, coloranti, protettivi, ecc.), sonoda evitarsi superfici texturizzate e irrego-lari in quanto favoriscono depositi di pol-veri e colonie di acari (vedi).

C.da p. sintetica: c. da p. prodotta conmaterie plastiche, che impediscono lanormale traspirazione e la re g o l a m e n t a-zione dell’umidità interna; favoriscono laformazione di condensa con la conse-guente proliferazione di muffe o funghi.

C . d e l l ’ a c q u a : documento europeo pro-mulgato nel 1968 che illustra le lineeguida per una gestione sostenibile dellarisorsa acqua (sia da parte delle ammini-strazioni che dei singoli utenti finali) edefinisce i comportamenti necessari pernon alterare la qualità dell’acqua.Documento ancora scarsamente conosciu-to e osservato.

C.d’identità per viaggi sostenibili:documento che estende il concetto disostenibilità anche al turismo. Firmato nel‘94 da un gruppo di associazioni ambien-

taliste (tra le quali il Wwf e Legambiente)e patrocinato dal Dipartimento delTurismo, fissa limiti e condizioni per losviluppo di un’attività che rappre s e n t auna risorsa ma anche un pericolo perl’ambiente. Tende a re s p o n s a b i l i z z a re gliutenti del viaggio affinchè assumano con-sapevolezza del consumo.

C . p rotettiva idro re p e l l e n t e : isolante diorigine naturale che consente la traspira-zione ed entro certi limiti impedisce ilpassaggio dell’acqua, realizzato medianteimpregnanti a base di olio di lino o altresostanze impermeabilizzanti naturali. Ilsuo impiego trova positiva applicazionenella realizzazione di solai e coperture.

C A RTONE: carta di grosso spessore, dinorma realizzato con scarti di carta olegno o tessuti.

C . - f e l t ro : materiale impermeabilizzanterealizzato impastando e comprimendocarta, fibre tessili e bitume.

C.-gesso: materiale costituito da cartone egesso, naturale o artificiale, eventualmen-te rinforzato con fibra di vetro. Utilizzatoper rivestire le pareti o come controsoffit-tatura.Opportunamente utilizzato, consente ladiminuzione dei volumi da riscaldare e larealizzazione di intercapedini isolanti o dicamini rinfrescanti; da evitare l’utilizzocome semplice ugualizzatore di superfici

CASEINA: sostanza proteica, bianca, amor-fa che coagula dal latte trattato con enzi-mi o con acidi. E’ impiegata in falegname-ria nella realizzazione di adesivi naturalie come collante, addensante ed imper-meabilizzante nella produzione di colori abase di calce.

CASEINATO DI CALCIO: colorante natu-rale a base di calcio e caseina utilizzato findall’antichità per le sue ottime pro p r i e t àc o p renti e adesive; è inoltre lavabile inquanto resistente all’acqua. Utilizzabile ininterno ed esterno, su superfici diverse:pietra, intonaco, legno.

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dotto tra il calore specifico del corpo inquestione e la sua massa. L’elevata c. t.,opportunamente gestita, è in ediliziap a r a m e t ro positivo in grado di ridurre ilsurriscaldamento degli ambienti confinatinella stagione calda e la dispersione delc a l o re ambientale in inverno. Per cui lepunte negative e positive vengono smor-zate e traslate, con beneficio per i lcomfort, di alcune ore.

C A P TATORE: s t ruttura o meccanismo ingrado di accogliere; in edilizia si intendedi norma uno dei componenti dell’im-pianto di protezione antifulmine esterna:o rgano metallico, detto anche parafulmi-ne, di forma lineare o a maglia posto sullasommità di una struttura e atto a intercet-tare i fulmini di incidenza locale mitigan-done e controllandone gli effetti in manie-ra da evitare apprezzabili danneggiamen-ti alla struttura stessa o alle persone coin-volte. Si riteneva erroneamente che l’im-piego di materiale radioattivo potesseaumentarne l’efficacia protettiva. Secondoalcune valide teorie, il sistema di pro t e-zione dovrebbe tendere a respingere (performa) i fulmini e non ad attirarli.

C A P TAZIONE SOLARE: fenomeno chepermette ai componenti edilizi di captaree accumulare l’energia solare trasforman-do le onde luminose in termiche.

CARATTERISTICA: relativo all’impronta;che identifica il soggetto o l’oggetto.

C.organolettica: riferito all’acqua potabi-le, insieme di parametri, influenzati dallap resenza di sostanze organiche e inorg a-niche, che permettono di definirne la qua-lità; i principali sono odore, sapore, coloree torbidità.

CARBONE: in origine, avanzo della com-bustione della legna

C.attivo: p rodotto della distillazione diresidui animali (ossa) o vegetali (segatura,gusci di frutta secca) utilizzato per ladepurazione delle acque o di gas ricchi di

elementi inquinanti. Nella tecnica a car-boni attivi il fluido da depurare vienefatto passare attraverso uno spessore dic.a. per un periodo di tempo tale da con-s e n t i re la cessione degli inquinanti. Dinorma, i c. a. possono essere rigeneratipiù volte.

CARBONIO: elemento chimico molto dif-fuso in natura, indispensabile alla forma-zione della vita. Si trova sia allo statopuro (diamante, graffite, carbonio 60) checombinato (idrocarburi, calcare, carbone,ecc).

CARICA / CARICO: peso, sostanza o ele-mento trasportato.

C.a batterica: insieme dei micro rg a n i s m ipresenti in una sostanza. E’ uno dei para-metri utilizzati per valutare la qualità del-l’acqua potabile. L’esame della c.b. per-mette di verificare se le falde sono statecontaminate da infiltrazioni accidentali.

C.a elettrica: quantità di elettricità di cuiè dotato il protone (carica positiva ele-mentare) o l’elettrone (carica negativa ele-mentare) e più in generale qualsiasi corpoo regione dello spazio. Le c. e. di ugualesegno si respingono, quelle di segnoopposto si attraggono.

C.a elettrostatica: carica elettrica stazio-naria accumulata da un corpo. L’eccessivoaccumulo di cariche elettrostatiche deter-mina situazioni di disagio e in attività arischio (lavorazione di prodotti pro d o t t ichimici, farmaceutici e petroliferi) puòg i u n g e re a innescare esplosioni. Negliambienti confinati il rischio è potenzial-mente connesso ad eventuali perdite digas.

C.o d’incendio: indica il potenziale termi-co della totalità dei materiali combustibili(compresi i rivestimenti di pareti, soffitti epavimenti) contenuti all’interno di unambiente confinato. Si esprime conven-zionalmente in chilogrammi di legnaequivalente.

CARNAUBA: cera estratta dalle foglie di

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reticolato (XLPE). C.e. aereo isolato: utilizzato soprattutto

nelle aree extraurbane e rurali. Come nelcavo interrato i conduttori, rivestiti dimateriale isolante, sono intrecciati a for-mare un unico cavo che viene sospeso aduna palificata. Questo abbatte i campielettrici ed i campi magnetici e riducel’impatto visivo-ambientale. Nel caso incui il c. a. i. sia appoggiati alla pare t eesterna di un edificio, nelle immediatevicienanze interne sono rilevabili campimagnetici significativi, anche superiori a0.2 microtesla. Il costo delle linee in cavoaereo isolato è circa il 20/30 % superiore aquello delle linee aeree con conduttorinudi.

C.schermato: c. elettrico in cui l’isolamen-to dei singoli conduttori o del loro assie-me è rivestito da una calza o da una trec-cia metallica, portate al potenziale diterra, al fine di ridurre l’emissione dicampi elettromagnetici. Di fatto la scher-matura agisce quasi esclusivamente suicampi elettrici.

CEFALEA: affezione dolorosa che colpisceil capo e può assumere carattere sia occa-sionale ohe sistematico. In alcuni soggettip redisposti è ricorrente, ma per lo più èsintomo di altre malattie: stati febbrili,intossicazioni, problemi all’apparatodigerente, respiratorio, circolatorio, urina-rio, nervoso; può anche essere legata amalattie localizzate al capo. La cefalearientra tra le più frequenti manifestazionidella sindrome da edificio malato.

CEI: a c ronimo di Comitato Elettro t e c n i c oItaliano, ente normatore nazionaleresponsabile dell’emanazione diellenorme guida in campo elettrico ed elettro-nico. Opera in stretto coordinamento congli analoghi organismi europei (Cenelec)e mondiale (Iec). Le norme emanate daquesti organismi non sono stre t t a m e n t eobbligatorie nel senso che, se disattese,obbligano a documentare il raggiungi-mento di requisiti equivalenti.

CELLA: termine di diretta derivazione lati -na; nel mondo romano riferita a luogo apiano terra nella quale si conservavano ip rodotti commestibili di lunga durata:olio, vino e simili.

C.fotoelettrica: dispositivo atto a trasfor-m a re in impulso elettrico la radiazioneluminosa e/o la sua variazione di inten-sità. Le c.f. trovano principale impiego neidispositivi di allarme e nei sistemi di sicu-rezza, in cui la rilevazione di una interru-zione nel flusso luminoso consente diazionare un comando (spia sonora, aper-tura di cancelli, arresto di un macchinari,ecc.). La semplicità strutturale e il suobasso costo di produzione ne consiglie-rebbe la diffusione anche in apparecchia-t u re finalizzate alla captazione solarediretta (per es. determinando la rotazionein funzione solare) sia in strategie di ridu-zione dei consumi energetici (per es. rego-lando l’accesione o lo spegnimento difonti luminose artificiali).

C . f o t o v o l t a i c a : dispositivo in grado diconvertire l’energia solare in energia elet-trica. Le normali c.f. sono realizzate constrati (wafer) di silicio “drogato” alterna-tivamente caratterizzati da eccesso oc a renza di elettroni (diff e renza di poten-ziale elettrico) che fluiscono in pre s e n z adi radiazione solare determinando unacorrente elettrica. Sono da tempo allo stu-dio c.f. a reazione cromo-chimico (c.f. diGraetzel) di teorica maggiore efficacia inquanto reattive anche alla debole lumino-sità.

C.f. a strato sottile: c.f., di solito realiz-zata a base di rseniuro di gallio, che con-sente una riduzione della stratificazione.

CELLULOSA: sostanza fibrosa, di coloreb i a n c a s t ro, che costituisce oltre il 50%delle pareti delle cellule vegetali.Altissima percentuale di c. è contenutanella fibra del cotone. La c. trova applica-zione nell’industria cartaria, nella produ-zione di fibre artificiali, di vernici, resine ecolle (cellulosiche), lacche, deterg e n t i ,

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C A S S E T TA: piccola cassa; in edilizia siintende per lo più scatola metallica o inmateriale plastico contenente meccanismio sostanze.

C.a cacciata diff e renziata: c o n t e n i t o reper acqua destinata a lavare il wc dopol’uso, contenente dispositivo idoneo alimitarne il deflusso in funzione dellenecessità; i tipi più comuni sono dotati dipulsante che consente il blocco del flussoa piacimento o di scegliere tra due possi-bilità di volume di acqua da scaricare .Tenendo conto che un wc giunge adassorbire sino ad un terzo dei consumi diacqua di una famiglia, l’installazione diuna c.a c.d. consente consistenti risparmi.

C ATA L I Z Z ATORE: sostanza che accelera(catalisi positiva) o rallenta (catalisi nega-tiva) la velocità di una reazione chimica;non incide per altro sulla situazione fina-le.

C AT O D O : polo (elettrodo) negativo di unqualsiasi apparecchio elettrico o elettroni-co.

CAUCCIU’: vedi gomma naturale.

C AVO: cosa concava o scavata; di normautilizzato come sinonimo di tubo.

C.coassiale: c. inserito all’interno di ulte-r i o re cavità. Solitamente riferito a c. elet-trico costituito da una coppia di condutto-ri isolati, disposti - anzichè affiancati -l’uno all’interno dell’altro. Soluzioneimpiegata nella trasmissione di segnali adalta frequenza, per ridurre i disturbi elet-t romagnetici sia interni che esterni. Intaluni casi è utile anche per ridurre l’e-missione di campo elettromagnetico.

C.elettrico: formazione continua di uno opiù conduttori di energia elettrica singo-larmente isolati, ricoperti all’occorre n z ada una guaina protettiva e, allorchè sivuole diminuirne l’irragiamento, da unaschermatura metallica. Da tener pre s e n t eche alcune guaine, in funzione del tipo di

materiale plastico costituente, sprigiona-no gas e fumi altamente tossici in caso diincendio. In ambienti a rischio sono d’ob-bligo cavi trattati antifiamma. In genere èconsigliabile razionalizzare (ridurre) ip e rcorsi dei cavi, scegliendo che alcunepareti rimagano sgombre da prese e puntiluce.

C.e. interrato: si tratta della maggiorparte delle linee elettriche che attraversa-no i centri urbani; in questo caso i tre con-duttori di fase, in alluminio e rivestiti dimateriale isolante, sono uniti in un unicocavo e questo abbatte i campi elettrici eriduce a valori trascurabili quelli magne-tici. Rispetto ad una corrispondente lineaa e rea la soluzione a c. e. i. ha un costosuperiore di circa 2.5 volte. Più raro è l’in-terramento delle linee elettriche AT (inp revalenza 132-150 kV); in questo caso icavi vengono posizionati ad una pro f o n-dità di circa 1,5 metri e sono dispostilinearmente sullo stesso piano – a ternapiana - (a circa 20 cm di distanza uno dal-l ’ a l t ro). Rispetto ad una corrispondentelinea aerea ad alta tensione, la linea inter-rata posizionata con i cavi allineati, per-mette una notevole riduzione del campomagnetico dovuta soprattutto alla vici-nanza dei cavi. Ulteriori riduzioni posso-no ottenersi disponendo i cavi a trifoglio,disposti cioè ai vertici di un triangolo.Nell’interramento di linee ad A AT (220-380 kV) la soluzione consueta è il cavo adolio fluido con versione unipolare e isola-mento con nastri di carta impregnati diolio sintetico a bassa viscosità. L’isolante èa sua volta contenuto in una guaina dipiombo o di alluminio protetto da unaguina termoplastica. Il ricorso al c.e.i. adolio fluido presenta notevoli difficoltà dinatura tecnica, economica ed ambientale.In particolare la riduzione della potenzaattiva durante il trasporto determina l’esi-genza di stazioni di compensazione lungola linea. Come alternativa sembrano avereuno sviluppo futuro i cavi con isolamentoe s t ruso in polietilene a bassa densità(LPDE) o ancor meglio con polietilene

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quali calcare, quarzo, marna, ecc., e quin-di cotto in forni ad alta temperatura. La c.viene utilizzata per la produzione di late-rizi, piastrelle, articoli sanitari, porcellane,t e r recotte, isolanti elettrici. Malgrado iprocessi di produzione delle c. siano rela-tivamente enegivori e gli smalti adoperatiabbiano in passato determinato probleminelle aree in cui tale produzione è concen-trata, l’impatto ambientale complessivo diquesto materiale risulta accettabile se con-f rontato con durata, resistenza, smalti-mento.

CESPUGLIO: pianta priva di fusto princi-pale caratterizzate da una ceppaia che sidiparte da un unica radice. La messa adimora di c. ornamentali è ricca di positi-vi risvolti ecologici; l’operazione va con-dotta utilizzando c. di almeno due stagio-ni vegetative con radici ricche di piccoleramificazioni e di capillari.

CFC: vedi Clorofluorocarburi.

CHIARIFICAZIONE: sistema di tratta-mento delle acque che consente di ridur-ne la torbidità. Si tratta di solito del primopassaggio di una complessa fase di filtra-zione e disinfezione.

CHIMICA: un tempo sinonimo di alchimia,dalla quale solo foneticamente diff e r i v aper l’affisso Al (articolo arabo), che attra-verso le ricerche per trasformare la vilemateria in oro, ha dato origine alla c.moderna. In effetti la scoperta c. che harivoluzionato l’esistenza umana fa riferi-mento alla palstica, materiale dalleimpensabili virtù e capacità nonostantebassisimi costi di produzione; questo neha determinato l’estremo diffondersi e unuso sconsiderato. L’industria c. nelmondo ha in produzione più di 90.000sostanze chimiche di sintesi, cioè non esi-stenti in natura, di cui solo sull’1-2% esi-stono sufficienti informazioni riguard oall’effetto sulla salute umana. Per tentaredi salvaguardare sia la salute umana che

l’ambiente, le varie strategie nazionali edinternazionali finora hanno mirato ad e t e r m i n a re la tossicità delle singolesostanze stabilendo concentrazioni“accettabili” in acqua, nell’aria, nei cibi,nel sangue, nel latte materno ecc.. Questocorrisponde all’accettazione sia di uncerto numero di cittadini morti o grave-mente malati sia di elevati livelli di singo-li inquinanti dispersi nell’ambiente. Ilvero problema è per altro l’effetto sinergi-co determinato dal mescolarsi casualedelle sostanze di sintesi. Ad esempio iln u m e ro delle prove di laboratorio neces-sarie per appurare gli effetti sulla popola-zione dell’esposizione alle misture deter-minate dalle 25 sostanze tossiche più fre-quentemente rilevabili nelle acque difalda (oltre 30 milioni di esperimenti), ètalmente alto e costoso da essere in prati-ca irrealizzabile.

CIANOSI: a ffezione che colpisce la cute ele mucose, conferendo loro un coloritobluastro, nei casi di insufficiente ossigena-zione del sangue (per motivi respiratori odi cattiva circolazione).

CICLO: piano circoscritto da una lineacurva equidistante in tutti i suoi punti dalc e n t ro. In senso figurato, avvenimentoche si ripete con cadenza periodica.

C.dell’acqua: processo riferito alla circola -zione delle acque presenti sulla Te r r a .Con estrema semplificazione, si può con-s i d e r a re che questo c.d.a. parta dall’eva-porazione delle acque superficiali, lequali entrano a far parte dell’atmosfera, sicondensano in nubi e quindi pre c i p i t a n onuovamente tornando in circolazione.

C. di vita: valutazione degli impatti sul-l’ambiente o sulla salute umana di unmateriale: estrazione delle materie primeche lo costituiscono, trasporti, lavorazio-ni, commercializzazioni, messa in opera,utilizzo e conclusiva demolizione, even-tuale riciclaggio e riutilizzo per diversefinalità, smaltimento. definitivo al termi-ne delle sua vita utile. Trattasi di metodo-

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impermeabilizzanti. In edilizia: comepannelli isolanti e nei catongessi.

CELSIUS (°C): unità di misura della tem-peratura (vedi Kelvin).

CEM: a c ronimo di cancerosità dei campielettromagnetici (vedi anche inquinamen-to elettromagnetico). Pur nella diff i c o l t àdi determinate un nesso causale diretto ec o m p rovato, secondo alcuni studiosi edin base ad alcune ricerche i campi elettro-magnetici a bassa frequenza sono ritenutip robabile concausa o casusa scatenantenella insorgenza di tumori. In attesa dirisultanze definitive, la comunità scienti-fica internazionale raccomanda di adotta-re il criterio di massima prudenza.

CEMENTO: materiale da costruzione delgruppo dei leganti idraulici, ottenuto percottura principalmente di calcare e argilla.Conosciuto già nel 18° secolo, è stato per-fezionato e poi utilizzato diff u s a m e n t esolo a partire dalla seconda metà del 19°secolo. Il cemento trova impiego nellap reparazione del calcestruzzo(vedi), delcemento armato e della malta.

C . - a m i a n t o : p a r t i c o l a re tipo di fibro c e-mento costituito da una miscela di c. e a.,molto resistente alla trazione, alla flessio-ne e alla compressione, ma poco resisten-te all’urto. Largamente impiegato in lastreondulate o in tegole nel passato per lacopertura e il rivestimento di edifici indu -striali o commerciali o per la realizzazio-ne di serbatoi, tubazioni e condotte. E’stato bandito dopo che ne sono statidimostrati i gravi rischi per la saluteumana. C.armato: c. nel quale, peraumentarne la resistenza a flessione ed atorsione, è stato annegato in sede di getta-ta una adeguata armatura metallica. Nelconfezionamento del c.a è frequente l’uti-lizzo di additivi vari (fluidificanti, ritar-danti, antigelo, acceleranti, ecc.); nellarealtà non sempre la loro funzione èaccertata ed utile per cui sarebbe preferi-bile intervenire su dosaggio, granulome-

tria degli inerti e rapporto acqua/cemen-to. L’armatura dovrà essere realizzata conattenzione alle possibili perturbazionie l e t t romagnetiche da essa stessa indotto,tendenzialmente eliminando magliemetalliche chiuse e mediante messa aterra affinchè le singole parti risultinoequipotenziali. In situazioni particolaril’armatura può essere realizzata in acciaio(vedi) diamagnetico di tipo austenitico.Una esecuzione corretta saprà evitare pro-cessi di carbonatazione e la possibile ossi-dazione delle parti metalliche.

CENELEC: acronimo di Comitato Europeodi Normalizzazione Elettrica, che rag-g ruppa diversi corrispondenti comitatinazionali fra i quali il CEI, ComitatoElettrotecnico Italiano.

CERA: miscela di acidi grassi e alcoli, diorigine animale o vegetale, utilizzata perla preparazione di pitture naturali e dip rodotti per il trattamento del legno. E’fondamentale che la c., oltre a garantireuna impermeabilizzazione temporaneadella superficie trattata, sia in grado dic o n f e r i re proprietà antistatiche e assicuritraspirabilità tale da non compro m e t t e reil naturale equilibrio igroscopico dellegno. Saranno da evitare prodotti di ori-gine petrolchimica o conservanti di sinte-si. I migliori prodotti per la protezione dellegno sono confezionati con opportunimiscugli di c. d’api vergine, c. carnauba,olio di lino, resine naturali ed eventual-mente altre sostanze naturali quali pig-menti terrosi. Il diluente sarà pre f e r i b i l-mente di origine vegetale (da resina dipino o scorze d’agrumi). Sono comunquepossibili effetti allergici in soggetti iper-sensibili.

C . c a rn a u b a : c. vegetale, estratta da unap a r t i c o l a re palma brasiliana, usata nellapreparazione di vernici naturali e prodot-ti per il trattamento del legno.

CERAMICA: materiale ottenuto dall’impa-sto di argilla pura con altri componenti

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comfort abitativo di un ambiente confina-to mediante la regolazione della tempera-tura, dell’umidità relativa e della qualitàdell’aria interne. Utile per risolvere pro-blemi contingenti, costituisce comunqueevidenziazione di una progettazione e/ouna realizzazione non suff i c i e n t e m e n t ec o r rette e previdenti. Oltre al consistentedispendio energetico, una non fre q u e n t epulizia dei filtri può determinare seri pro-blemi di igiene.

C L I M ATIZZAZIONE: c o n d i z i o n a m e n t odell’aria all’interno di un ambiente confi-nato al fine di re g o l a re la temperatura el’umidità relativa, di favorire il ricircolo eil ricambio dell’aria viziata.

CLINKER: termine che, a seconda degliusi, assume due distinti significati. 1)materiale che si ottiene miscelando e suc-cessivamente polverizzando alcunesostanze a base di calcare e argilla. E’ ilcostituente principale del cementoPortland. 2) particolare tipo di mattone omattonella estrusi e cotti ad altissimatemperatura, impiegati essenzialmentecome materiale da rivestimento per paretie pavimenti.

CLIVOMETRIA: pendenza media di unasuperficie rispetto al piano orizzontale,misurata in percentuale o in gradi.

CLORACNE: malattia della pelle causataprincipalmente dall’esposizione a idrocar-buri clorurati quali la diossina, o ai loroderivati (erbicidi e insetticidi). Si manife-sta come grave dermatosi persistente er i c o r rente anche a distanza di pare c c h i otempo dal contatto con la fonte.

.CLORAZIONE: p rocesso che permette di

rimuovere sostanze indesiderate per ossi-dazione dalle acque inquinate, variemediante l’utilizzo di composti a base dic l o ro. prodotto che ha una forte azionebattericida. Non sono esclusi problemi nèper l’azione fitoaggressiva che mantengo-

no le acque clorate nè per eccessivo accu-mulo di cloro nell’organismo. A l c u n istudi hanno correlato all’uso di acquepotabili c. l’insorgere di alcuni tipi di can-cro (alla vesica e al colon) nell’uomo.

CLORDANO: i d ro c a r b u ro utilizzato inambito domestico per la disinfestazioneda formiche e scarafaggi, e più in genera-le come pesticida. Determina effetti sinilia quelli del lindano, con elevata persisten-za chimica. L’impiego di prodotti che con-tengono c. è sconsigliato in quanto poten-zialmente cancerogeni.

CLORO: elemento chimico di colore gialla-s t ro e odore pungente, appartenente aglialogeni. Il c. è l’alogeno più abbondantein natura, presente nella crosta terre s t resotto forma di cloruri e come maggiorecostituente inorganico nell’acqua marina.Le proprietà elettrochimiche ed osmoti-che conferite all’acqua dallo ione cloru roin soluzione hanno svolto un r u o l oimportante nell’evoluzione come dimo-strato dalla composizione ionica simile aquella dell’acqua marina, dei fluidi corpo-rei di quasi tutti gli esseri viventi (il c.r a p p resenta lo 0,1 per cento del nostropeso corporeo). Esistono sostanziali diffe-renze qualitative tra gli idrocarburi aloge-nati prodotti in natura e quelli pro d o t t idall’uomo, determinate in primo luogodalla diversa degradabilità al sole, al calo-re, all’acqua e alle capacità digestive deglio rganismi. I meccanismi naturali, data lastabilità chimica e resistenza alla biode-gradazione del legame clor o rg a n i c o ,hanno infatti possibilità estre m a m e n t elimitate di operarne la rottura mediante lariconversione dell’atomo di cloro in cloru-ro di sodio o cloruro d’idrogeno. E’ statocalcolato che necessitano 1.850 anni perd e g r a d a re il cloroformio, 70.000 anni peril tetracloruro di carbonio e circa 1.000.000di anni nel caso del tricloro e t a n o .L’industria chimica utilizza il c. in formagassosa, il quale sotto questa forma nonesiste in natura nè si conoscono pro c e s s i

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logia di complessa attuazione in quantotende alla quantificazione di consumoe n e rgetico e mpatto ambientale in unavisione di lungo periodo che consideratutte le fasi di esistenza. Appare dunque,pur con tutte le limitazioni connesse conuno strumento acritico, un passaggio fon-damentale per comparare tra loro mate-riali e manufatti anche complessi.

CIRCUITO: percorso, di norma chiuso.C.elettrico: insieme, fisicamente continuo

e distinto, di conduttori (ad esempiocavi), dispositivi (ad esempio interruttori)e apparecchi o macchine, lungo il quale -se in tensione e chiuso - si trasmette unacorrente elettrica. Si possono avere circuitidi trasmissione, di distribuzione, di utiliz-zazione. Negli ambienti abitativi è oppor-tuno che il circuito elettrico abbia anda-mento stellare, cioè che i singoli rami noncorrano lungo tutti i perimetri delle stan-ze ma raggiunto il punto estremo tornino,eventualmente attraversando le muratureda una parte all’altra, al punto di parten-za seguendo lo stesso percorso o percorsiad esso paralleli.

CLIMA: l’insieme delle condizioni meteo-rologiche (temperatura dell’aria e del ter-reno, escursione termica, pressione atmo-sferica, piovosità, umidità, nuvolosità,insolazione, ventosità, ecc..) che contrad-distinguono una determinata zona. Il c.terrestre viene suddiviso in quattro gran-di tipologie: caldo secco, caldo umido,temperato, freddo.

C.caldo secco: contraddistinto da un’ele-vata temperatura media (superiore ai25°C nei mesi caldi), da fenomeni soste-nuti di irraggiamento solare e da precipi-tazioni limitate. Le alte temperature nonsono comunque costanti; anzi nel climacaldo secco si verificano escursioni termi-che molto sostenute (da -10 a +45°C).Relativamente forti e frequenti sonoanche i venti. In tali circostanze un ade-guato comfort termico viene raggiuntointervendo su raff rescamento, ventilazio-

ne, umidificazione e protezione dai feno-meni ventosi (barriere frangi vento).Seguendo antiche tradizioni costruttive, èpossibile captare le brezze periodiche esti-ve o sfru t t a re l’assorbimento di caloredeterminato dall’evaporazione dell’ac-qua.

C.caldo-umido: contraddistinto da tem-peratura e umidità particolarmente eleva-te (almeno un mese all’anno la tempera-tura media è superiore ai 20°C e l’umiditàrelativa si attesta attorno all’80%. i feno-meni piovosi sono molto frequenti eintensi, anche se generalmente di bre v edurata e le precipitazioni superano solita-mente i 2000 mm/anno. In queste condi-zione gli ambienti confinati devonoa ff ro n t a re il duplice problema dell’ecces-siva radiazione solare e dell’umidità al disopra dei livelli di comfort.Tradizionalmente vengono sfruttati imicroclimi interni e la ventilazione inter-na determinata dalla diff e rente tempera-tura delle superfici murarie diversamenteesposte.

C . f reddo: contraddistinto da temperaturaparticolarmente rigida durante tutto l’ar-co dell’anno (nel periodo più freddo, siraggiungono i –15°C) e da una umiditàrelativa elevata, soprattutto in inverno. Ip roblemi degli ambienti confinati fannoriferimento essenzialmente all’isolamentotermico e alla protezione dal vento, spes-so intenso e frequente.

C.temperato: contraddistinto da elevataescursione termica (la temperatura medianel periodo più freddo può scendere finoai – 15°C; quella del mese più caldo siassesta attorno ai 25°C) e da precipitazio-ni diffuse. L’umidità relativa supera dirado l’80 per cento. L’architettura rispon-de alle caratteristiche ambientali attraver-so la selezione dei materiali, la costruzio-ne di schermature, l’utilizzo di semplicisistemi solari attivi o passivi e di barrierefrangivento.

C L I M AT I Z Z ATORE: a p p a recchio elettro-meccanico utilizzato per migliorare il

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prodotto.C.di visibilità: vedi fattore di eff i c i e n z a

luminosa.C.di assorbimento luminoso: fattore di

assorbimento luminoso, parametro chemisura l’intensità dell’a.l. e che è funzionedella lunghezza d’onda della luce.

C.di conducibilità termica: vedi condu-cibilità.

C.di luce diurna: vedi fattore di lucediurna.

C.di riflessione luminosa: vedi fattoredi riflessione luminosa.

C.di schermatura: vedi angolo di scher-matura.

C.di trasmissione luminosa: v a l o re( s e m p re minore dell’unità) che misura ilrapporto tra il flusso luminoso trasmessoe quello incidente.

C.di trasmissione termica: v a l o re( s e m p re minore dell’unità) che misura ilrapporto tra il flusso termico trasmesso equello incidente.

COGENERAZIONE: impianto in grado dip ro d u r re contemporaneamente energ i aelettrica e calore, che può poi essere uti-lizzato per scopi industriali o per il riscal-damento (vedi teleriscaldamento). Lacogenerazione aumenta sensibilmente ilrendimento di un impianto in quanto, ing e n e re, consente di re c u p e r a re energ i atermica che altrimenti andrebbe dispersa.

C O I B E N TAZIONE: separazione termica,acustica o elettrica di due corpi o ambien-ti, mediante l’utilizzo di materiali o corpicoibenti.

COIBENTE: materiale o sostanza che pre-senta elevata capacità isolante nei con-f ronti dell’elettricità, del calore o delsuono.

COLIFORMI: batteri presenti in grannumero nell’intestino di tutti gli animali asangue caldo. I coliformi sono impiegaticome indicatori dell’inquinamento fecaleambientale (non è stata infatti dimostrata

la loro capacità di riprodursi al di fuoridel corpo), un parametro fondamentalenella determinazione la qualità delleacque.

COLLA: sostanza adesiva naturale di origi-ne animale o vegetale, ottenuta dallalavorazione di ossa, pelle (vedi colla dipesce), cartilagini, caseina, albumina,colofonia, amido (vedi colla di amido).Per estensione il termine viene ancheimpiegato, sia pure impro p r i a m e n t e ,come sinonimo di adesivo sintetico.

C.all’albumina: adesivo naturale ricavatodall’albumina essiccata. Rispetto alla collaa base di caseina ha minori impieghi,anche perchè va utilizzata entro poche oredalla preparazione e comunque, anche inquesto breve lasso di tempo, è facilmentealterabile.

C.di amido: adesivo ricavato dall’amidodei cereali e impiegato specialmente perla produzione di pitture naturali a colla eper la posa in opera delle carte da parati.

C.di pesce: adesivo estratto dalla pelle delpesce, di natura proteica, viene impiegatoprincipalmente come collante di tappez-zerie e carte da parati. E’ adesivo inno-cuo.

C . v e g e t a l e : adesivo ricavato da sostanzevegetali quali la gomma, la gelatina dialghe, la colofonia, l’amido, la cellulosa.Rispetto alle colle naturali di origine ani-male, quasi tutte le colle vegetali si pre-sentano a freddo come soluzioni liquide.

COLLANTI: vedi adesivi.

C O L L E G A M E N T O : rapporto o unione traparti.

C.equipotenziale: connessione tra diversipunti di un impianto elettrico re a l i z z a t acon cavi (secondo specifiche normeimpiantistiche) per scopi funzionali (con-sentire il corretto esercizio di apparecchia-t u re, particolarmente elettroniche) e/op rotettivi da scosse elettriche. Si classifi-cano due tipi di collegamenti: equipoten-ziali principali (alla base dell’edificio in

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naturali che possano crearlo. Il c. gassosoè estremamente instabile e reattivo, agen-do come potente ossidante: quando vienea contatto con molecole contenenti carbo-nio (sostanze organiche) dà origine asostanze org a n o c l o rurate dall’elevatacapacità di danneggiare gli org a n i s m iviventi. Come sbiancante reagisce con lemolecole che causano macchie o colora-zioni indesiderate; come disinfettanted i s t rugge i germi ed altri or g a n i s m iviventi; nel settore chimico viene solita-mente utilizzato per sostituire gli atomi dii d rogeno nei legami carboniosi derivatidel petrolio. Il legame cloro-carbonio, piùforte di quello cloro - i d rogeno, porta aprodotti clororganici più stabili, più persi-stenti, meno infiammabili e quindi neconsiglia l’utilizzo come refrigeranti, sol-venti, plastiche e biocidi. La potenzialepericolosità di tali composti viene comu-nemente sottovalutata. Infatti l’utilizzodel c. come disinfettante per l’acqua pota-bile, negli impianti di depurazione siamunicipali che industriali, negli impiantidi raffreddamento delle centrali elettrichee delle industrie, è dimostrato originarei d rocarburi policlorurati altamente tossi-ci. L’uso del c. come agente sbiancante nelp rocesso di produzione della carta portaalla generazione di un vasto spettro diinquinanti org a n o c l o rurati, incluse lediossine.

C L O R O F L U O R O C A R B U R I : classe dicomposti organici derivati da idrocarburisemplici, inodori, chimicamente inerti,insapori, non infiammabili. Non tossiciper l’uomo. Grazie a queste caratteristichevenivano comunemente impiegati soprat-tutto come liquido refrigerante (nei frigo-riferi e negli impianti di condizionamen-to), come schiumogeni nell’industria delleplastiche e come propellente per le bom-bolette aerosol. Liberati in atmosfera regi-scono con l’ozono intaccando così loschermo (diminuito tra il 2 e il 6% allelatitudini temperate del 2-6%, quasi del

tutto sopra l’Antartide) che protegge lavita sulla Terra da un eccesso di radiazio-ni ultraviolette (vedi effetto serra).I CFCsono ormai stabilmente ed omogenea-mente distribuiti nella stratosfera. E’ statocalcolato che se la loro immissione cessas-se immediatamente, ci vorrebbero almeno60 anni per riportare la situazione al 1985,quando per la prima volta fu osservatauna significativa diminuzione dello stratod’ozono sull’Antartide.

CLOROFORMIO: liquido incolore, moltovoltile, del gruppo degli idro c a r b u r i .Viene impiegato come solvente per sgras-santi, oli, sverniciatori, resine. In passavoveniva usato ampiamente anche comeanestetico. In dosi massicce è pro d o t t oc a n c e rogeno che danneggia il fegato e lereni, in dosi più lievi può provocare affe-zioni cutanee e problemi cardiaci e respi-ratori.

CLORURO DI VINILE: composto organi-co, utilizzato nell’industria della plastica,della gomma e soprattutto per la pro d u-zione di PVC. E’ sostanza tossica, alta-mente infiammabile, cancerogena, chepuò pro v o c a re fibrosi, anemie, disturbitransitori al sistema nervoso, aff e z i o n iossee e cutanee.

COCCINIGLIA: colorante naturale di tona-lità rosso carminio, ottenuto per essica-mento della femmina dell’omonimo inset-to parassita.

COCCIOPESTO: materiale ottenuto dallacottura e polverizzazione dell’argilla, uti-lizzato in sostituzione della pozzolananella produzione di malta e calcestru z z o(vedi). Già nell’antichità venivano utiliz-zati come materia prima i cocci dei matto-ni (da qui il nome).

COD: vedi domanda chimica di ossigeno.

COEFFICIENTE: n u m e ro o quantitàconosciuta che concorre a generale un

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COLORANTE: sostanza che si fissa stabil-mente sui materiali cambiandone il coloreoriginario. A differenza di quanto succedecon i pigmenti, tra c. e materiali si verificauna interazione chimica e non una sem-plice sovrapposizione. I coloranti possonoessere naturali o artificiali e vengono uti-lizzati, in genere, per la tintura di fibretessili, carta, cuoio, dall’industria alimen-tare, nella produzione di vernici e lacche.

C.base di calce: colorante, generalmenteper le superfici delle pareti, a base dicalce. I c.b.c.e tendono a deteriorarsi velo-cemente a causa degli agenti esterni acausa della formazione di sali idrosolubi-li; per cui la resistenza agli agenti atmo-sferici esterni nei c. a b. c. è direttamentep roporzionale alla quantità di re s i n adispersa come legante la cui presenza, ar i g o re, li escluderebbe dalla categoria dicolori minerali.

C.a solvente per legno: colorante cheutilizza come diluente solventi, solita-mente chimici. Rispetto ai c. all’acqua, i c.a s. tendono ad essiccare in maniera piùveloce. Tuttavia, oltre ad essere meno bio-compatibili, variazioni anche piccole diquantità applicate possono dar luogo adantiestetiche variazioni di tonalità.

C.ai silicati: colorante naturale a base disilicato di potassio, al quale vengonoaggiunti pigmenti naturali, utilizzato perla preparazione delle pitture ai silicati. Ilsilicato liquido, sotto il nome di “liquorsilicium” era conosciuto nel medioevo. Seopportunamente preparati, i coloranti aisilicati sono in grado di garantire la lava-bilità e la traspirabilità alle pareti allequali vengono applicati. Le pitture muraliai silicati uniscono infatti a due proprietàimportanti: basso assorbimento d’acquaunitamente ad una bassa resistenza alpassaggio del vapore. La reazione con l’a-nidride carbonica presente nell’aria, uni-tamente all’assorbimento dell’acqua, dàorigine alla formazione di polisilicati: unaconseguente serie di trasformazioni checoinvolge il rivestimento e l’intonaco,determina una struttura fisico-chimica

decisamente superiore a qualsiasi rivesti-mento a calce, cementizio o a resine sinte-tiche; il prodotto finito risulta aderente alsottofondo, resistente all’acqua, ai raggiultravioletti, alle muffe, al fuoco e agliacidi; quindi particolarmente valido dalpunto di vista della tollerabilità ambienta-le. È stato inoltre dimostrato che le pittureminerali a base di silicati costituisconouna valida barriera contro la proliferazio-ne dei microrganismi, grazie ai bassi valo-ri di resistenza al passaggio del vaporema anche alla natura non alcalina dellal o ro composizione. Diciture “idro re p e l-lente” o “resistente a pioggia battente”p resenti sulle confezioni, non fornisconogaranzie. L’unico modo per accertarsi chela tinta corrisponda ai requisiti dichiaratiè quello di richiedere, nel capitolato che ivalori w ed Sd siano inferiori, rispettiva-mente, a 0,10 Kg/m20,5 e 0,05 m. Per tra-sformare questi valori in una indicazionepiù chiara, è sufficiente moltiplicare ilvalore di w per 5 per ottenere la quantitàd’acqua assorbita dalla tinteggiatura in 24ore di pioggia. La resistenza dei colori aisilicati agli agenti atmosferici è buonagrazie alla presenza di biossido di silice,uno tra gli elementi più resistenti sia agliacidi che agli alcali, con un grado pari a 7nella scala di Mohs ( massimo valore=10); i silicati restano stabili anche espostialle alte temperature e – laddove vengonoutilizzati pigmenti inorganici - le pitturemurali ai silicati si mantengono assoluta-mente inalterabili anche alla luce. Le dittepiù qualificate utilizzano per la produzio -ne dei colori ai silicati solo materie primedi origine naturale e lavorate senza l’uti-lizzo di solventi o di altre sostanze tossi-che o nocive.

C.all’acqua per legno: colorante che uti-lizza come diluente l’acqua. Poichè l’ac-qua ha una notevole capacità di penetra-zione nel legno, l’utilizzo di questi colo-ranti tende ad esaltarne la tonalità e a evi-denziarne le geometrie delle venature. Ic.a.a. possono essere applicati sulla super-ficie legnosa mediante immersione, pen-

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connessione con armature, strutture, con-dutture entranti o adiacenti) e equipoten-ziali supplementari (all’interno di deter-minati ambienti confinati a maggiorrischio, quali bagni, lavatoi, ambulatorimedici, sale chiru rgiche). In assenza diadeguati collegamenti equipotenziali -oltre ai problemi di funzionalità e sicurez-za - possono aumentare le perturbazionigenerate dall’inquinamento elettro m a-gnetico. Se realizzati in cavo, i collega-menti equipotenziali protettivi devonor i s u l t a re sempre riconoscibili dal coloredell’isolante (a strisce giallo-verdi).

COLLETTORE: s t rumento o impiantofinalizzato a raccogliere flussi o sostanze.In edilizia generalmente utilizzato peridentificare i captatori solari.

C.solare: apparecchio che sfrutta l’energias o l a re incidente per la produzione diacqua calda (a media temperatura). Ilc u o re del sistema è rappresentato da unassorbitore, all’interno del quale circola inc i rcuito chiuso un liquido (oppure l’aria)che viene riscaldato per cedere quindi asua volta il calore grazie ad uno scambia-tore all’acqua o all’aria.

C.s. a concentrazione: c. costituito daspecchi, riflettori, rifrattori e/o lenti otti-che che concentrano la radiazione su unapiccola superficie. In questo modo posso-no essere raggiunte temperature operati-ve anche dell’ordine degli 800°C, superio -ri rispetto a quelle di un normale colletto-re. I collettori a concentrazione devonoe s s e re continuamente orientati verso ilsole per garantirne la piena efficienza.

C.s. a immagine: particolare tipo di c. aconcentrazione che riproduce l’immaginedel sole sul piano focale. Tra i più fre-quenti, il c.a i. di tipo cilindrico paraboli-co, costituito da una superficie riflettentea sezione parabolica e da un assorbitoreposizionato nella zona focale. Questo tipodi collettori è in grado di orientarsi pers f ru t t a re sempre al meglio la radiazionesolare.

C.s. a non immagine: particolare tipo di

c. a concentrazione che converge casual-mente i raggi del sole sull’assorbitore ;particolarmente conveniente è il c.a n.i.detto a a lente di Fresnel. Altro tipo di c. an.i. è il c. arabolico composto, di formacilindrica, con una mediocre capacità diconcentrazione. Può anche essere utilizza-to in posizione fissa, con eventuali aggiu-stamenti di carattere stagionale.

C.s. a tubo di calore: sistema per la tra-sformazione in calore dell’energia solareincidente, realizzato mediante tubi invetro trasparente all’interno dei quali, sot-tovuoto, è collocata un’anima metallica;questa è rivestita da un semiconduttore edotata di una vertebra capillare centralein cui scorre un glocole che attraverso unbulbo condensatore, cede il proprio caloreal circuito. Questo sistema consente disuperare alcuni limiti del c.s. tradizionale:la lentezza nel trasferire il calore e la ten-denza all’irraggiamento negativo all’ab-bassarsi della temperatura esterna.

C.s. piano: costituito da una superficiemetallica piana (generalmente in rame oalluminio) di colore nero, e da un fasciodi tubi – all’interno dei quali circola illiquido (o l’aria) termoconvettore - checorrono al di sotto di questa superficie. Inquesto modo l’energia solare assorbitadalla superficie scura viene ceduta dire t-tamente al fluido termoconvettore che, asua volta, attraverso uno scambiatorecederà poi il calore direttamente all’acquada riscaldare oppure a un accumulatore(vedi) termico.

COLLOIDE: sostanza costituita da parti-celle solide sospese in un liquido (e nona g g regate tra di loro) che, per le lorodimensioni, non riescono a diff o n d e r s iattraverso una membrana di pergamena.

COLOFONIA: resina naturale di coloregiallastro e consistenza solida, che si rica-va come residuo di distillazione della tre-mentina. Viene usata per preparare verni -ci naturali, saponi, adesivi, mastici.

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oggettivi (materiali, impianti, stru t t u re ,p resenza o assenza di barriere acustiche,livello della pressione sonora e dellariverberazione sonora, ...) e soggettivi(tensione nervosa, stato di equilibriopsico fisico, ...) in quanto tali non facil-mente quantificabili.

C.personalizzato: la percezione di benes-sere che ogni individuo ha in un ambienteconfinato. E’ soggettivo. In funzione diesso assume rilievo la previsione di solu-zioni progettuali in grado di adattarsi e dir i s p o n d e re di volta in volta alle esigenzedei diversi soggetti, capaci cioè di alterna-re zone con diff e rente temperatura, are epiù luminose e altre un po’ più scure ,locali dove il suono sia più ovattato e altridove esso risulti esaltato.

C . respiratorio: condizione di benesseregenerato dalla purezza dell’aria e dall’as-senza di umidità e di odori sgradevoli ofastidiosi (vedi aria viziata). La qualitàdell’aria interna è uno dei parametri fon-damentali nella definizione del comfortrespiratorio.

C.termico: situazione nella quale un indi-viduo percepisce la temperatura dell’am-biente, l’umidità dell’aria, la ventilazioneinterna, come adeguate alle sue esigenze.Anche il comfort termico, come del restogli altri tipi di comfort, è un fattore sog-gettivo che può variare anche notevol-mente da un soggetto con l’altro. Tuttaviasi può ugualmente fornire una definizio-ne più generale (e oggettiva) di comforttermico come della condizione in cui unsoggetto è in grado di mantenere costantela propria temperatura corporea (equili-brio termico) senza dover compiere alcu-no sforzo fisico, attraverso la normale tra-spirazione. Oltre questa soglia si comin-ciano a perc e p i re sensazioni spiacevoliquali brividi e freddo, oppure caldo,sudorazione eccessiva, mancanza d’aria.Il raggiungimento di un buon livello dicomfort termico si ottiene attraverso ilc o n t rollo dell’inerzia termica degliambienti confinati, della temperaturainterna, della diff e renza di temperatura

tra le pareti e l’aria, dell’umidità relativa esuperficiale, della ventilazione e dellavelocità di circolazione dell’aria.

C.termoigrometrico: v. comfort termico.C. visivo: la condizioni in cui un oggetto

può essere percepito in maniera ottimale,in relazione al tipo di impegno visivo,senza sforzi per la mancanza di luce ofastidi per un eccessivo o improprio illu-minamento. I fattori principali cheinfluenzano il comfort visivo sono la qua-lità dell’illuminazione artificiale, il livellodi illuminazione naturale e l’oscurabilità.

COMPENSATO: materiale realizzato incol-lando tra di loro più fogli sottili di legno,con le fibre incrociate a 90° per ridurne ladeformazione. Il c. viene impiegatosoprattutto nella produzione di mobili earredamenti. Sovente gli adesivi utilizzaticontengono resine sintetiche, tra cui for-maldeide.

COMPONENTE: parte di un tuttoC. accidentale: riferito all’aria, impurità

originatq dal suolo, dal mare (composti dic l o ro e di iodio) e dalle attività umane. Ip rossimità delle città e dei grossi com-plessi industriali le c.a. fanno riferimentosoprattutto a biossido di carbonio, com-posti a base di zolfo e azoto.

COMPOST: miscela ottenuta da un proces-so di triturazione, ossidazione, fermenta-zione dei materiali organici contenuti neirifiuti. Si tratta di un fertilizzante eammendante naturale, dall’aspetto deltutto simile a terriccio bruno soffice, utilein agricoltura e nella cura del verde pub-blico. Dal trattamento di 400 Kg. di rifiutidomestici si ricavano circa 100 Kg. di fra-zione organica e da questa 60 Kg. di c.; ilprocesso di produzione del c. viene defi-nito compostaggio. Uno dei problemi fre-quenti nel compostaggio è l’eccessiva udi-mità, assorbibile con manciate di cenereproveniente da legni non trattati. Possibilicattivi odori sono eliminabili con una pic-cola percentuale di morchia da vino.

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nello, spruzzo o flow coating. Il loro uti-lizzo è preferibile a quello dei coloranti asolvente.

C.naturale: c. di origine animale (porpora,cocciniglia, seppia, ecc.) o vegetale (inda-co, alizarina, curcuma, ecc.) o minerale(terre, ossidi e perossidi). Soppiantati daic. artificiali, i c. n. vengono utilizzatiormai solo dall’industria alimentare ,cosmetica e dai produttori di vernicinaturali.

C.sintetico: c. prodotto sinteticamente daderivati della lavorazione del petro l i o .Esistono decine di migliaia di diff e re n t ic.s., alcuni dei quali sono considerati can-cerogeni.

COLORE: radiazione elettro m a g n e t i c a ,c o m p resa in una certa gamma d’onda,emessa da un corpo e ricevuta (ricevibile)dall’occhio. Il colore non può essere consi-derato una proprietà intrinseca del mate-riale in quanto dipende dalla qualità edalla intensità della sorgente luminosa.

C . d e l l ’ a c q u a : caratteristica org a n o l e t t i c adi un’acqua che contribuisce a definirne(assieme a odore, sapore e torbidità) laqualità. Le acque naturali prive di inqui-nanti sono generalmente incolori, anchese esistono cause del tutto naturali (lo svi -luppo di micro rganismi o la presenza dicomposti metallici) che possono alterarnela trasparenza. In genere, però la colora-zione impropria di un corpo idricodenuncia la presenza di sostanze inqui-nanti.

COMBUSTIBILE: sostanza naturale o arti -ficiale con un elevato potere calorifico,che brucia in presenza di ossigeno, for-nendo energia. I combustibili possonotrovarsi allo stato solido (legno, combusti-bili fossili, metalli a basso peso atomico),liquido (petrolio e sui derivati) o gassoso(gas naturale e gas di petrolio).

C.fossile: combustibile naturale, fonte dienergia non rinnovabile, presente in giaci-menti. Fanno parte dei combustibili fossiliil petrolio, il carbone, il gas naturale.

L’impiego di questi prodotti, attualmentedominante nella produzione di energia, èuna delle cause principali di inquinamen-to: le industrie energetiche che utilizzanocombustibili fossili sono responsabili del31% delle emissioni di biossido di carbo-nio, del 12% di protossido di azoto, del20% degli ossidi di azoto.

COMBUSTORE: dispositivi utilizzato perl’abbattimento (vedi) dei gas inquinanti. Icombustori utilizzano le impurità delflusso gassoso come combustibile. Spessoo c c o r re aggiungere combustibile ausilia-rio per rendere più efficace il processo, ilche si traduce, per altro, in un maggiorconsumo energetico. I combustori posso-no essere utilizzati per controllare le emis-sioni degli autoveicoli e di alcuni impiantiindustriali.

COMFORT: stato di benessere fisico e psi-chico generato da un insieme di condizio-ni favorevoli presenti nell’ambiente nelquale si vive o si lavora. Il comfort dipen-de quindi da caratteristiche di natura fisi-ca, tecnica, strutturale, ma nello stessotempo da fattori soggettivi legati allostato psicologico del soggetto, al suo con-testo sociale e culturale, alla sua salute,all’attitudine o abitudine nei confronti dielementi quali la temperatura o la rumo-rosità di un ambiente.

C.abitativo: insieme delle condizioni cherendono piacevole la permanenza in unambente confinato, lo rendono accoglien-te e privo di insidie per la salute dei suoioccupanti. E’ un aspetto fondamentaleche influenza la qualità della vita di tuttele civiltà avanzate, nelle quali il 90% delproprio tempo si trascorre in spazi chiusi.Il comfort abitativo è influenzato da unaserie di fattori che rispettivamente coin-volgono i cinque sensi: udito, tatto, gusto,olfatto e vista.

C.acustico: stato di benessere causato dauna adeguata percezione acustica, sianegli ambienti confinati che in quelliesterni. Il c. a.è influenzato da fattori

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ambiente confinato le condizioni di tem-peratura, umidità, purezza e composizio-ne dell’aria. In genere i condizionatorideterminano elevati consumi energ e t i c i .Quasi sempre evidenziano un errore pro-gettuale o esecutivo. Se utilizzati corretta-mente (e sottoposti a re g o l a re manuten-zione) possono però contribuire a miglio-rare il comfort degli ambienti confinati.

CONDOTTA/O : sinonimo di conduttura,tubatura destinata ed idonea al trasportodi qualcosa, solitamente di liquidi.

C.idraulico: c. realizzato per trasportareacqua; di solito si intende sistema di tuba-zioni che trasportano l’acqua calda dallacaldaia ai corpi riscaldanti e viceversa:costituisce la rete di distribuzione di unimpianto termico e contribuisce dire t t a-mente a definirne l’efficienza. Per evitares p rechi energetici durante il percorso, èindispensabile isolare adeguatamente let u b a t u re, con particolare attenzione neitratti liberi ed esposti.

C. di luce: sistema di illuminazione natu-rale indiretta che consente di veicolare laradiazione luminosa all’interno diambienti confinati, non raggiungibilidirettamente da una superficie finestrata,mediante l’uso di captatori e dispositiviottici opportunamente posizionati. Seadeguatamente progettato un c.di l. è ingrado di assicurare un comfort visivom i g l i o re rispetto a quello ottenibile conl’illuminazione artificiale. Riproduce inol -tre in ambienti altrimenti oscuri la perce-zione del trascorrere del tempo.

C.fumario: sistema che consente la disper-sione in atmosfera dei fumi pro v e n i e n t idalla combustione: per motivi di sicurez-za e per non compro m e t t e re il comfortinterno e la qualità dell’aria negli ambien -ti confinati, deve essere dimensionato infunzione della massima portata termicapossibile e va realizzato in materiale per-meabile, resistente alle alte temperature eben coibentato.

C.f. a doppio flusso: c.f. dotato di unasezione per l’aspirazione dell’aria dall’e-

sterno e un’altra per l’evacuazione dei gascombusti. E’ utilizzato per scaldabagni ecaldaie di tipo C a gas, con circuito dicombustione a tenuta.

C O N D U C I B I L I TA’: la qualità di poter esaper trasportare qualcuno o qualcosa.

C.termica: misura specifica della capacitàdi un materiale di condurre calore. Indicail flusso di calore che in condizioni diregime stazionario passa attraverso unaparete di materiale omogeneo di spessorepari a 1 metro, con superficie pari a 1m e t ro quadrato, e per diff e renza di tem-peratura di 1°C tra le due facce opposte.

CONDUTTANZA: in un circuito elettrico èconcettualmente l’inverso della re s i s t e n-za. Esprime pertanto l’attitudine del con-duttore a trasmettere la corrente elettrica.

C.termica: misura del flusso di calore chein condizioni di regime stazionario passaattraverso una parete di materiale omoge-neo avente s come spessore.

C O N D U T T I V I TA’: in elettricità, misuraspecifica dell’attitudine di un materiale acondurre corrente elettrica. Indica il flus-so di corrente in un conduttore di lun-ghezza e sezione unitaria.

CONDUTTORE: s t ruttura, organismo oimpianto che trasporta.

C.elettrico: materiale, corpo o elementocontinuo, di resistenza re l a t i v a m e n t ebassa, che tra i suoi capi posti a diversatensione lascia passare una corrente elet-trica. Può essere allo stato solido (peresempio il rame in un cavo elettrico),liquido (in quanto elettrolito), o gassoso(si pensi alle lampade a scarica).

C.e. nudo: nelle linee elettriche MT (inprevalenza 15-20 kV) utilizzate soprattut-to nelle zone rurali, genera un campo elet-trico ed un campo magnetico trascurabiligià a distanza di circa 10 metri. Al contra-rio, nelle linee elettriche AT (in prevalen-za 132-150 kV) il campo magnetico risultapiuttosto, oltre 0.2 microtesla a distanze

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C.fresco: stato di decomposizione inizialedel compost nel quale è presente uneccesso di sostanze nutrienti rispetto al c.maturo.

C.maturo: c. a uno stato di decomposizio-ne avanzato nel quale tutte le componentio rganiche sono state trasformate - con lasola esclusone dei frammenti di legno dimaggiori dimensioni - in humus.

C O M P O S TAGGIO: p rocesso biologico ditrattamento dei rifiuti che permette ladecomposizione aerobica della loro fra-zione organica, per ottenere una sostanzasimile all’humus detta, appunto, compo-st. Questa operazione contribuisce allosmaltimento dei rifiuti (gli Rsu, in parti-c o l a re domestici) dando un positivoapporto alla tutela dell’ambiente: èimportante che l’esclusione delle partiplastiche, metalliche o vetrose, avvengaper la più parte a monte e solo come raffi-namento si utilizzino separatori meccani-ci..

C. accelerato: sistema capace di accelera-re la decomposizione naturale attraversouna serie di accorgimenti tecnici quali la.macinazione meccanica degli Rsu o l’in-sufflazione di aria calda.

COMPOSTO: assemblato, messo insieme,ordinato.

C . o rganico: qualsiasi composto a base dicarbonio. La prima definizione di compo-sto organico risale al chimico svedeseBerzelius, nel 1807, che parlò di sostanzederivanti da materiale pre c e d e n t e m e n t evivente. Attualmente oltre il 90% dei pro-dotti chimici organici si ricava dal petro-lio.

C . o rganico volatile: sostanza org a n i c ache, a temperatura ambiente, evapora cone s t rema facilità. I c.o.v. sono molteplici:alcuni idrocarburi, gli alcol, il metano, laformaldeide, lo xilene, ecc. Quasi tutti icomposti organici volatili risultano irri-tanti per le mucose, vari sono consideraticancerogeni. Le fonti di questi inquinantipossono essere di origine esterna (special -

mente gli scarichi dei mezzi di trasporto)o interna (materiali, fumo, prodotti per lapulizia della casa, ecc.) , ma è negliambienti confinati che si rilevano le mag-giori concentrazioni, anche dieci voltesuperiori rispetto a quelle riscontrabili inuna strada cittadina.

C.organico di sintesi: ottenuto plasman-do (mediante calore, pressione o altri pro-cessi chimico-fisici) molecole organiche dibase. I c.o. di s. possono ripro d u r re pro-dotti già esistenti in natura, oppure crear-ne altri ex novo.

CONCENTRAZIONE: l’atto del far con-v e rg e re verso il centro; condensar e ;restringere in minor volume. C. massimaaccettabile: quantità massima di unasostanza nociva o tossica, solitamentee s p ressa in ppm (parti per milione),ammessa all’interno di un ambiente (ingenere confinato) tale da non causare pr e-giudizi alla salute degli occupanti.Ovviamente al cre s c e re della tossicità diuna sostanza diminuisce il valore ammes-so della sua concentrazione massimaaccettabile. Vengono di norma utilizzatedue diverse scale di valori limite, studiateessenzialmente per gli ambienti di lavoro:una elaborata dalla Conferenza degliIgienisti industriali Governativi america-ni, l’altra elaborata con l’appoggio delGoverno Tedesco. I valori della c.m.a.costituiscono una utile indicazione perevidenziare la pericolosità di una sostan-za, ma non vanno presi come assoluti edesaustivi. Alcune sostanze dannose infattinon rientrano in questi elenchi, per altresono in corso di revisione i valori.

CONDENSAZIONE: diminuizione delvolume di un corpo; in fisica: passaggio diuna sostanza dallo stato gassoso a quelloliquido. Ad es. il vapore acqueo a contattocon una parete adeguatamente più fre d d a ,condensa cedendo ad essa calore .

C O N D I Z I O N ATORE: a p p a recchio utiliz-zato per re g o l a re all’interno di un

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C O N TA: operazione che rende noto, palese,m a n i f e s t o .

C.batterica: solitamente riferito ad esamedi laboratorio che permette di determina-re la carica batterica di unacqua. Il valoreviene espresso in numero probabile dibatteri per 100 millilitri d’acqua.

C O N TABILIZZAZIONE: l ’ o p e r a z i o n edella conta.

C . d i ff e re n z i a t a : sistema che, pur pre v e-dendo la fornitura comune a più utenzedi energia, acqua, calore, erogati da un’u-nica fonte, contabilizza per ciascun sog-getto gli effettivi consumi. In questomodo si possono sfruttare le economie discala legate all’impiego di un soloimpianto centralizzato di maggioridimensioni - anzich_ singoli impiantidecentrati - rendendo però ciascunoresponsabile dei propri consumi e quindibeneficiario diretto dei risparmi effettuati.Cosa che non potrebbe avvenire qualoraanche la contabilizzazione fosse centraliz-zata e comune.

C O N TATTO: dal latino contactus, p.p. dicontingere, il toccarsi vicendevole di duecorpi.

C . d i re t t o : in elettricità, riferito a situazio-ne che pone un soggetto a contatto una opiù parti attive di un circuito o equipag-giamento elettrico, esponendolo in talmodo all’intero valore della tensione ope-rativa (nominale o verso terra). Le misuredi previdenza dal c.d. prevedono disposi-tivi di isolamento, distanziamento o sepa-razione.

C.indiretto: riferito all’elettricità, il contat-to di un individuo che, toccando una opiù superfici sottoposte a tensione per unguasto di isolamento, si espone a una fra-zione (potenzialmente pericolosa) dell’in-t e ro valore della tensione. Le misuredifensive prevedono l’interruzione auto-matica del circuito guasto (mediante l’in-t e r ru t t o re diff e renziale e l’ impianto dimessa a terra), o l’utilizzo di un trasfor-

matore di isolamento o di sicurezza.

CONTENUTO DI ENERGIA PRIMARIA:indice della quantità di energia necessariaper completare il ciclo di produzione diun qualsiasi materiale, dal re p e r i m e n t odella materia prima alla disponibilitàfinale per la posa in opera (compresi iconsumi per il trasporto). Generalmentesi misura in termini di kWh equivalen-ti/metri cubi o tonnellate.

C O N T R O PARETE: soluzione tecnica checonsente di ridurre l’umidità all’interno diun ambiente (vedi bonifica da umidità),dove si abbia a che fare con fenomeni diridotta entità (per effetti o per estensione).Consiste nella realizzazione di una secondap a rete ventilata (in mattoni pieni o forati eintonacati), distante pochi centimetri daquella originaria e senza punti di contattocon quest’ultima. Lo spazio creato tra ledue pareti si riempie, di norma con mate-riale isolante.

CONVEZIONE NATURALE: trasmissionedi calore, tipica dei fluidi, caratterizzatada uno spostamento di materia. Le diffe-renze di temperatura all’interno di unfluido innescano un continuo movimentodelle masse calde e fredde per ristabilirnel’equilibrio.

COPALE: resina naturale di origine vegeta-le generalmente usata nella preparazionedi vernici. Si trova, di solito, allo stato fos-sile, ma può anche essere ottenuta inci-dendo le cortecce di alcune piante tro p i-cali.

COPRA: polpa essicata delle noci di cocco,dalla quale si estrae l’olio di cocco. La c.viene anche utilizzata come fibra naturaleper la produzione di moquette.

CORPO D’ACQUA: massa d’acqua(laghetto naturale o artificiale, bacino,fontana) che accomuna esigenze estetichee funzionali. I c. d’acqua influenzano il

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di 50-60 metri. L’interramento di quest’ul-time linee è limitato non solo per motivieconomici (17-18 volte superiore a quellodi una linea aerea corrispondente) maanche di ordine tecnico (per esempio loscavo di trincee ampie e profonde). Nellelinee elettriche AAT (220-380 kV) il campoelettrico ed il campo magnetico risultanomolto intensi ancora a distanze di circ a100 metri dalla linea.

C.e. di equipotenzialità: elemento c.(generalmente cavo elettrico) posato econnesso per costituire un collegamentoequipotenziale. Come conduttore di equi-potenzialità possono essere anche usatiparti o str u t t u re metalliche, pur c h èrispondenti a tutte le condizioni pre v i s t edalla normativa impiantistica inerente.

C.e. di protezione: elemento c. (general-mente cavo elettrico o parte di esso) posa-to e connesso per costituire un collega-mento di messa a terra protettiva. Comec. di protezione possono essere ancheusati c. nudi, parti o strutture metalliche,p u rchè rispondenti a tutte le condizionip reviste dalla normativa impiantisticai n e rente. Se realizzati in cavo, i c. di p.devono risultare sempre riconoscibili dalcolore dell’isolante (a strisce giallo-verdi),e i relativi morsetti devono essere con-traddistinti dalla marcatura PE.

CONDUZIONE: in ambito elettrico, feno-meno che riguarda il passaggio di caricheelettriche all’interno di un corpo condut-tore sotto forma di corrente elettrica.

CONSOLIDAMENTO: r i p o r t a re alla soli-dità, precedente o comunque miglioredell’attuale.

C.corticale: metodo di consolidamento diun materiale, simile al consolidamento inp rofondità, che prevede però solo unaapplicazione locale e superficiale. Si uti-lizza quando è necessario ristabilire lacoesione di piccole frazioni degradate dimateriale con gli strati sani sottostanti.

C.dei materiali: p ro c e d u re e interventiattuati per migliorare le caratteristiche

meccaniche (soprattutto in termini di resi-stenza agli sforzi e di coesione) di unmateriale, senza alterarne le altre caratte-ristiche di base (capacità di traspirazione,comportamenti nei confronti del calore ,i g roscopicità, ecc.). Per i materiali nonporosi o scarsamente porosi (metalli, ele-menti lapidei ad alta densità, vetro, ecc.),il consolidamento consiste principalmen-te nella ricomposizione di fratture e nellasolidarizzazione di parti distaccate.

C.in profondità: azione di c. di un mate-riale attraverso la somministrazione inprofondità di speciali sostanze contenentisolventi, che per evaporazione di questiultimi si fissano al materiale elevandone iparametri di resistenza. Questo metodo siapplica ai materiali porosi (lapidei, lateri-zi) e al legno. pportunamente la scelta deiconsolidanti cadrà su sostanze affini aquelle contenute nel materiale.

C.strutturale: c. di una struttura operatonon agendo sui materiali che la compon-gono, bensì mediante la realizzazione dinuovi elementi da aff i a n c a re a quellidegradati. Questo consolidamento puòa g i re solidarizzando con le stru t t u re esi-stenti (e facendosi quindi carico di unaparte della loro funzione portante) oppu-re sostituendole del tutto.

CONSUMO: compimento, uso, riduzionedella disponibilità.

C.energetico: indica gli impieghi di ener-gia primaria o secondaria da parte di unaunità abitativa. Nell’Italia settentrionale iconsumi domestici di energia sono impu-tabili essenzialmente al riscaldamento(fino al 75% del totale) e alla produzionedi acqua calda (circa il 15%).L’illuminazione invece pare incida inmaniera marginale (1-2%). L’utilizzo disistemi solari, il corretto isolamento ter-mico, l’orientamento dell’edificio in fasep rogettuale, sono tutte soluzioni, quindi,che possono ridurre in modo consistente iconsumi, favorendo il risparmio energeti-co senza per questo diminuire il livello dicomfort degli occupanti.

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delle radiazioni luminose.

CUBO: poliedro regolare a sei facce ugualied angoli retti.

C.d’aria individuale: quantità di aria,con un contenuto di anidride carbonicai n f e r i o re all’1 per mille, indispensabile aun soggetto adulto che rimanga all’inter-no di un ambiente confinato per la duratadi un’ora. Il c.d.a. individuale è uno deiparametri utilizzati per determinare laqualità dell’aria interna.

CUCINA: è una delle stanze più esposteall’inquinamento interno anche a causa deimobili in truciolato, spesso trattati conadditivi, o grazie all’accumulo dei re s i d u ialimentari, da combustione, e per la pre-senza di aree di condensa. In c.è indispen-sabile pre n d e re particolari precauzioni, trale quali la corretta ventilazione e l’impiegodi prodotti adeguati per la pulizia. E’ utilei n o l t re evitare l’acquisto di mobili trattaticon formaldeide. Il tetracloroetilene, unodei solventi maggiormente utilizzati nellelavanderie a secco, può degradarsi nel girodi pochi mesi in cloru ro di vinile (VCM),e s t remamente persistente e sicuramentec a n c e rogeno (HSDB 1991).

CURCUMA: colorante naturale di tonalitàgiallo zafferano, estratto dal rizoma delleomonime piante, tipiche dell’Asia edell’Australia.

DANNO TRANSITORIO AL SISTEMAN E RVOSO: a ffezioni non permanentiquali l’incapacità di concentrarsi, la sme-moratezza, i disturbi nella articolazionedel discorso, causate da alcune forme di

inquinamento interno. E’ una delle conse-guenze della Sindrome da edificio malato.

D D T: composto chimico altamente tossico(con possibili effetti anche cancerogeni) alungo utilizzato come insetticida sinteticoa largo spettro. Il suo impiego è daglianni ‘70 vietato o rigorosamente limitatoin tutti i Paesi avanzati e tuttavia questasostanza ed i suoi residui permangononella biosfera e si accumulano nei tessutidegli organismi viventi. Il DDT è ancorap rodotto nei Paesi del Terzo Mondo, dacui si muove trasportato dalle mer c iesportate. Nonostante in laboratorio si siadimostrato che qualunque molecola puòessere attaccata dai batteri, negli ecosiste-mi reali le molecole difficili da aggre d i revengono semplicemente rifiutate perc h éinutili alla crescita delle popolazioni bat-teriche. Diversi studi scientifici affermanoche alcuni dei composti di questo tipopossono permanere nell’acqua per centi-naia di anni. Il DDT viene infatti degrada-to in alcune settimane in DDE, molto piùpersistente e altamente tossico per i mam-miferi.

DEACIDIFICAZIONE: p rocesso di corre-zione di un’acqua che consente di ridurrel’anidride carbonica libera e di aumentareil pH. Questo trattamento rende l’acquameno aggressiva e quindi riduce la corro-sione delle tubature. In genere la d. siottiene con la semplice aerazione, ma sipuò anche ricorre re all’aggiunta di basi(sali di calcio o di sodio) o alla filtrazioneattraverso frammenti di marmo.

DEBOLEZZA: stato di fiacchezza fisica e dieccessivo affaticamento, anche nel com-p i e re le normali attività quotidiane. Sitratta di una delle forme più lievi dellaSindrome da edificio malato.

DECADIMENTO: passaggio dallo statoatomico o nucleare instabile allo statocontraddistinto da un’energia minore eda maggiore stabilità.

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clima e il microclima locale: riducono leescursioni termiche e mantengono la tem-peratura tendenzialmente più bassa neimesi caldi, per via della diversa capacitàtermica della terra e dell’acqua.

C . n e ro: elemento in grado di assorbire latotalità delle radiazioni elettromagneticheincidenti su di esso, a pre s c i n d e re dallal o ro natura, lunghezza d’onda o dire z i o-ne.

C O R R E N T E : in un circuito elettrico è ilmovimento ordinato di cariche elettrichedeterminato dalla tensione esistente tra isuoi capi.

C.alternata: corrente di forma sinusoida-le, generalmente impiegata per la produ-zione, trasmissione e distribuzione die n e rgia elettrica. Negli impieghi civili eindustriali si presenta solitamente alla fre-quenza di 50 hertz (in Europa) o 60 hertz(nel Nord America).

C.continua: corrente unidirezionale e pra-ticamente costante, per particolari utilizzidell’ energia elettrica. E’ tipica quella ero-gata dalle pile o dagli accumulatori.

C.di scarica: c o r rente elettrica che attra-versa l’aria grazie a fenomeni naturali(fulmini) o un gas in condizioni cre a t eartificialmente (lampada a fluore s c e n z a )superandone il potere isolante. Le c.d.s.devono essere controllate e drenate nelprimo caso (mediante impianto antifulmi-ne) o regolate e livellate nel secondo(mediante re a t t o re) perchè non pro d u c a-no danni ai materiali e alle persone o gua-sti agli apparecchi.

CORREZIONE DI UN’ACQUA: i n s i e m edei processi di trattamento dell’acqua checonsentono di migliorare le sue qualitào rganolettiche, fisiche e chimiche per re n-derla potabile. I principali metodi di c.sono l’addolcimento, la deacidificazione,l’indurimento, la fluorurazione, la deodo-r a z i o n e .

CORROSIONE: fenomeno di natura chi-mico-fisica che causa la dissoluzione degli

strati superficiali di un materiale (soprat-tutto metallo), dovuta all’azione di fattoriambientali (ossigeno, umidità, prodotti discarico inquinanti) o di altre sostanze, perlo più acide.

COSTANTE: participio presente del verboche significa Stare fermo, rimanere inva-riabile.

C.dielettrica: p roprietà di un materialedielettrico (ad esempio un tessuto biologi-co) definita dal rapporto fra l’intensitàdell’induzione elettrica (D) e l’intensitàdel campo elettrico (E). La c. d. si esprimein Farad per metro (F/m).

COTTO: materiale laterizio, molto resisten-te, utilizzato per la copertura di pavimen-ti in ambenti confinati o all’esterno.

CRIPTO: gas inerte, molto raro in natura(dal greco kryptos=nascosto), inodore eincolore, presente nell’aria e in tracce neiminerali. Viene impiegato soprattutto nelriempimento delle lampade a incande-scenza.

C R I T I C I TA ’ A M B I E N TALE: s i t u a z i o n etipica di un ambiente degradato che sit rova prossimo alla soglia di irre v e r s i b i-lità, dopoaver superato la sua capacità dicarico.

CROMO: elemento chimico, dal colorebianco argentato, raro in natura e nonp resente allo stato elementare. La suaresistenza agli agenti chimici (a tempera-tura ambiente) lo rende adatto al rivesti-mento di strutture metalliche o manufattiin plastica e nella preparazione di varieleghe (vedi acciai legati). Il c. non è unelemento dannoso per la salute umana,ma i suoi composti (utilizzati, tra l’altro ,come pigmenti per vernici) possono esse-re, se inalati, altamente tossici.

CROWN: vetro speciale, molto duro e resi-stente agli agenti climatici, a basso indicedi rifrazione e dispersione nei confro n t i

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mediante ebollitori, sia con l’impiego diresine scambiatrici di ioni.

DEMOLIZIONE: Abbattimento (vedi) esmantellamento di una costruzione edegli impianti in essa contenuti. Una cor-retta opera di d. presuppone una preven-tiva indagine sull’opera da demolire, alfine di identificare l’eventuale presenza dimateriali recuperabili e di isolare, invece,quelli che necessitano di uno smaltimentodifferenziato e non possono essere confe-riti in discarica come inerti. E’ poi neces-sario interro m p e re i collegamenti con lereti fognaria ed elettrica (tranne gli allac-ciamenti indispensabili per l’esecuzionedei lavori). Per evitare crolli improvvisi èfondamentale adottare specifiche pre c a u-zioni quali il puntellamento dal bassoverso l’alto o il rafforzamento. A maggiorragione andranno puntellate le parti del-l’edificio (o delle strutture) che non sianointeressate alla d.. Le d., infine, dovrannop ro c e d e re allo stesso livello, dall’altoverso il basso, evitando la creazione dizone di instabilità. Per limitare le polveri,è buona norma irrorare d’acqua i materia-li, facendo attenzione a non compromette-re la stabilità delle strutture.

D.del solaio: d. che riguarda il solaiopiano di un edificio. E’ indispensabilea l l e g g e r i re preventivamente la stru t t u r aattraverso la demolizione dei pavimentidi copertura o di calpestio, per poi rimuo-vere i tavellonati e le voltine. In seguito siopererà sui travetti dell’orditura di soste-gno. In presenza di solaio a volta, è neces -sario puntellare le strutture murarie adia-centi per contro b i l a n c i a re le spinte gene-rate dalla rimozione delle volte.

D.della copertura: demolizione cher i g u a rda la sola copertura a tetto di unedificio. Per una corretta d. occorre anzi-tutto rimuovere tegole o altri laterizi,canali di gronda e canne fumarie. Solodopo aver portato a termine questa ope-razione è possibile cominciare ad operaresulle strutture di sostegno iniziando daglielementi di piccola orditura per poi lavo-

rare su quelli di maggiori dimensioni.

D E N S I TA’: assembramento, consistenza,spessore.

D.di potenza: in elettricità, potenza chefluisce nell’unità di superficie posta per-pendicolarmente alla direzione di pro p a-gazione dell’onda elettr o m a g n e t i c a .R a p p resenta l’energia trasportata perunità di tempo per unità di superficie. Simisura in Watt al metro quadrato (W/m2).

D E O D O R A Z I O N E : p rocesso di corre z i o n edi un’acqua che consente di eliminareodori sgradevoli attraverso l’utilizzo dicarboni attivi o processi di assorbimento eaerazione. La d., in genere, viene affianca-ta dalla desapidazione, che usa le stessetecniche e serve a eliminare sapori nongraditi.

D E P O LV E R ATORE: a p p a recchiatura uti-lizzata per l’abbattimento (vedi) chimico.Si tratta di un dispositivo che agisce sola-mente sulle particelle inquinanti solide,m e n t re, a diff e renza del separatore aumido non ha alcuna efficacia nella ridu-zione di quelle liquide. Esistono vari tipidi d., che differiscono tra di loro in basealle caratteristiche chimico-fisiche deiprincipi impiegati. I più comuni sfruttanola gravità, la forza centrifuga o l’attrazio-ne termica.

D.a forza centrifuga: d. utilizzato perl’abbattimento (vedi) chimico delle parti-celle inquinanti solide; sfrutta il principiodella forza centrifuga. Il moto re t t i l i n e odel flusso gassoso viene trasformato inmoto rotatorio costringendo le particelle,per azione della forza centrifuga, a depo-sitarsi sulle pareti. I depolveratori a forzacentrifuga possono arrivare a un livello diabbattimento (vedi) pari al 95 per cento.

D.a tessuto: d. utilizzato per l’ (vedi) chi-mico delle particelle inquinanti solide;sfrutta il principio della filtrazione. Il flus-so gassoso viene fatto passare attraversoun tessuto poroso che intrappola le parti-celle lasciando invece fluire il gas. I d. a

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D.luminoso: la perdita di efficienza di unalampada, dovuta al suo impiego. Un tipi-co fenomeno di decadimento luminoso èquello dell’annerimento nelle lampade aincandescenza.

DECALCIFICANTI: p rodotti fortementeacidi, impiegati per rimuovere i depositidi calcare che si formano in prossimità deirubinetti o dell’acqua corrente (per esem-pio sulle pareti interne del water). I decal -cificanti, che svolgono anche un’azioned e t e rgente, possono pro v o c a re, a causadei loro vapori corrosivi, irritazioni all’e-pidermide e alle mucose.

DECIBEL: unità di misura logaritmica del-l’intensità sonora o della sensazione uditi-va.

DECOMPOSIZIONE:D . a e ro b i c a : demolizione di una sostanza

molecolare complessa da parte di micror-ganismi aerobici (vedi biodegradazione).

DEGASSAMENTO: operazione di tratta-mento e depurazione delle acque che pre-vede l’eliminazione degli eccessi di gasdisciolti, elementi che generalmente inde-siderabili nell’acqua potabile o dannosinegli utilizzi industriali. Tra i metodiadottati per il degassamento, anche l’im-piego di resine scambiatrici di ioni.

DEGRADAZIONE: p rocesso di invecchia-mento naturale o forzato che rende pro-gressivamente inutilizzabile l’oggetto o ilsistema.

D.biologica: vedi biodegradazione.D.fotovoltaica: indica il calo di rendimen-

to delle cellule solari nel tempo. Tale effet-to non è ancora scientificamente chiarito.In genere la d.f. coinvolge solo le cellulesolari amorfe. Il valore di rendimento sta-bile si raggiunge dopo circa 1.000ore/sole.

D E LTAMETRINA: insetticida sintetico,con formulazione simile alla pire t r i n a

naturale, ma molto più tossico rispetto aquest’ultima. Appartiene al gruppo deip i re t roidi e viene utilizzato soprattuttonel trattamento del legno.

DEMINERALIZZAZIONE: p rocesso didepurazione, impiegato soprattutto alivello industriale, che prevede la comple-ta asportazione dei sali disciolti nell’ac-qua. Si procede sia attraverso distillazione

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sto trattamento si ricavano materiali resi-dui (fanghi e sostanze decantate) chevanno ulteriormente trattati, con processianaerobici, per impedire la putrefazione.

D . c o n t ro l l a t a : riduzione aerobica (perfotosintesi, biodegradazione, decomposi-zione batterica) delle impurità presenti inun’acqua, che prevede l’intervento e laregolazione da parte del’uomo, dove nonsia sufficiente la d. naturale.

D.degli scarichi urbani: t r a t t a m e n t odelle acque reflue che consente in primaistanza di ridurre fortemente il caricomicrobico e il Bod. La procedura standardsi sviluppa in quattro fasi: un primo trat-tamento di grigliatura e disoleatura, perrimuovere la maggior parte delle compo-nenti solide, un secondo processo di sedi-mentazione per depurare l’acqua anchedalle componenti solide più fini, unaterza fase “biologica” durante la quale icomposti sospesi vengono biodegradati odisciolti. L’ultimo trattamento, che miraalla rimozione di micro rganismi, sali,sostanze indesiderate attraverso tratta-menti chimico fisici simili a quelli usatiper la d. delle acque naturali.

D . n a t u r a l e : riduzione aerobica (per foto-sintesi, biodegradazione, decomposizionebatterica) delle impurità presenti in unacqua, che si verifica naturalmente, a pre-scindere dall’intervento dell’uomo.

DESALINIZZAZIONE: p rocedimento chi-mico-fisico che consente di ridurre il tassosalino nell’acqua (generalmente di mare )per poterla trasformare in acqua potabile.Il metodo più semplice di desalinizzazio-ne consiste nel far evaporare l’acqua perpoi ricondensarla. A quel punto, trattan-dosi di acqua distillata (anche se somma-riamente), occorre aggiungere nuovamen-te un’adeguata quantità di sali per re n-derla realmente potabile.

DETERGENTE: sostanza tensioattivaliquida, pastosa o in polvere, destinataalla pulizia manuale o mediante mezzimeccanici. A d i ff e renza di altri pro d o t t i

utilizzati per la pulizia, i detergenti nonhanno un potere solvente dello sporc o ;possono contenere alcoli e distillati dipetrolio che, oltre ad essere infiammabili,irritano pelle, occhi e naso; sar e b b eopportuno utilizzare per mobili e pavi-menti prodotti privi tali sostanze (nons e m p re citate in etichetta) e in generalep rodotti naturali quali sapone, succo dilimone, olio vegetale, ecc.

D.biodegradabile: d. in grado di subireuna rapida demolizione ad opera deimicrorganismi presenti nelle acque super-ficiali e quindi a ridotto impatto ambien-tale.

D.per condutture di scarico: p ro d o t t iessenzialmente a base di soda causticautilizzati per spurgare i tubi di scarico. Sitratta di d. molto aggressivi che durantel’impiego sviluppano gas nocivi e posso-no quindi aggravare eventuali aff e z i o n iasmatiche e bronchiali. Sono inoltre peri-colosi se a diretto contatto con la pelle e amaggior ragione con gli occhi, perchè gra-vemente ustionanti.

DETERSIVO: sostanza utilizzata perd e t e rg e re, variamente formulata secondola destinazione d’uso, composta da unamiscela di detergenti e di materiali inerti(come bicarbonato, solfato, carbonato). Id. sono ritenuti responsabili di buonaparte dell’inquinamento delle acque edell’inquinamento del suolo perchè sicompongono di sostanze ad alta persi-stenza chimica e contengono ingre d i e n t iche liberano componenti organici volatili.Un uso improprio o eccessivo dei d. puòc a u s a re intossicazioni e irritazioni allemucose e alla pelle.

D.per lavastoviglie: detersivo utilizzatoper la pulizia meccanica delle stoviglie ecaratterizzato da una formulazione diver-sa rispetto ai d. per il lavaggio a mano.Contiene infatti un quantitativo ridotto didetergenti, sostituiti da fosfati, alcali, sili-cati. I d. per lavastoviglie sono pro d o t t iche contribuiscono in maniera pesanteall’inquinamento ambientale, anche se,

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tessuto possono arrivare a un livello diabbattimento (vedi) pari al 90 per cento.

DEPURATORE: sistema finalizzato a ren-d e re più pura una sostanza; di normariferito all’impianto d. delle acque di sca-rico. Tali impianti tendono a re c u p e r a retecnologicamente la capacità, insita neisistemi naturali, di mineralizzare e degra-d a re le sostanze organiche contenutenegli scarichi fognari. I composti chimicimaggiormente resistenti alla degradazio-ne biologica nei depuratori civili, sonocomposti organici del cloro o del bro m o ,le cui molecole organiche di sintesi risul-tano sconosciute ai sistemi enzimaticidegli organismi decompositori.

D . d o m e s t i c o : a p p a recchio in grado dip u r i f i c a re l’aria aspirata dall’esterno,attraverso una serie di filtri diff e re n z i a t i ,il primo dei quali è dotato di maglie lar-ghe e serve per trattenere polveri, peli,fibre; un secondo filtro agisce sulle parti-celle microscopiche, mentre il terzo, cheimpiega i carboni attivi, serve per elimi-n a re i cattivi odori. Alcuni modelli sonoanche dotati di una lampada germicida.Non esistono norme tecniche specifiche dis i c u rezza per la costruzione di questia p p a recchi, pertanto è consigliabile aff i-darsi a prodotti marchiati Imq.

D.a filtri composti: d. idrico domesticoconsigliato nelle situazioni in cui l’acquadel rubinetto contenga tracce di idrazinao residui di antiparassitari (vedi) o quan-do l’acqua abbia uno spiccato sapore dicloro. Si tratta di un apparecchio meccani-co che funziona secondo principi chimico-fisici piuttosto complessi, per la cui instal-lazione occorre rivolgersi preventivamen -te al Ministero della Sanità.

D.a membrana osmotica: d e p u r a t o reidrico domestico consigliato nelle situa-zioni in cui l’acqua del rubinetto contengamicroinquinanti di natura organica, nitra-ti, cloruri, solfati o metalli pesanti quali ilpiombo. I d. a membrana osmotica sonoin grado di intervenire ad ampio spettro esono quindi indicati per migliorare acque

ricche di impurità di diversa natura.D.idrico domestico: a p p a recchio dome-

stico per la depurazione dell’acqua dirubinetto che consente di migliorarne lecaratteristiche utilizzando principi chimi-ci o fisici. Non esistono prodotti universa-li o adatti a tutte le esigenze. A s e c o n d adegli impieghi i d. si dividono in addolci-tori (vedi addolcimento), d. meccanici, d.a membrana osmotica, d. a filtri composti.

D.meccanico: d. idrico domestico consi-gliato nelle situazioni in cui l’acqua delrubinetto presenti solo tracce di sabbia odi minerali ferrosi, ma sia libera da altriinquinanti biologici. Per la depurazionedell’acqua basta quindi un semplice trat-tamento meccanico.

DEPURAZIONE: trattamento di un’acqua(o di una qualsiasi sostanza) eff e t t u a t oallo scopo di ridurre il contenuto di impu-rità in essa contenute fino ad un livelloidoneo agli utilizzi auspicati (la depura-zione delle acque grigie, per fare unesempio, pone ovviamente pr o b l e m idiversi a seconda che le si debba riutiliz-zare per usi agricoli o civili). I processi did. possono avvenire grazie a dispositivimeccanici, chimico-fisici o biologici, econsentono di riutilizzare risorse altri-menti sprecate contribuendo quindi alrisparmio idrico. Il trattamento delleacque naturali consente di renderle pota-bili o adatte agli impieghi civili, liberan-dole dai sali in eccesso, dalle impurità,dagli elementi inquinanti, sospesi o insoluzione, e da caratteristiche fisiche oo rganolettiche indesiderate. I trattamentipiù comunemente impiegati sono l’addol-cimento, la filtrazione, il degassamento, lasterilizzazione, la demineralizzazione e ladesalinizzazione.

D.centralizzata: riduzione aerobica con-t rollata delle impurità presenti nelleacque di scarico urbane o agricole. Questotipo di d. prevede di norma due fasidistinte: una prima di decantazione esedimentazione delle impurità più pesan-ti, una seconda che accelera la d. naturaletramite l’immissione di ossigeno. Da que-

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sente di diminuire l’intensità del flussoluminoso di una o più lampade; dettoanche variatore di flusso. Il suo autocon-sumo è trascurabile e consente di ridure iconsumi della lampada in pro p o r z i o n ealla diminuzione del suo flusso. Tutti glia p p a recchi elettronici, tuttavia, generanocampi elettromagnetici che possono costi-t u i re fonti di disturbo. Le normative diriferimento per il contenimento di talidisturbi sono la Direttiva europea 98/11(per i più comuni tipi di lampade fluore-scenti) e/o le applicabili normative Iecper i fenomeni EMC.

DINA: unità di misura che esprime la forzanecessaria per imprimere alla massa di ungrammo l’accelerazione di un centimetroal secondo per secondo.

DIOSSIDO:D.di carbonio: vedi anidride carbonica.D.di titanio: composto a base di titanio e

ossigeno, insolubile in acqua e re s i s t e n t eagli acidi. E’ attualmente considerato ilpiù importante pigmento bianco ed èampiamente utilizzato nella pro d u z i o n edi pitture, vernici, fibre tessili, nell’indu-stria della carta, della gomma e della pla-stica. Il d.d.t. è considerato innocuo per lasalute umana.

D.di zolfo: vedi anidride solforosa.

DIOSSINA: i d ro c a r b u ro clorurato, sostan-za altamente tossica che si genera princi-palmente durante la preparazione del tri-c o l o rofenolo e nei processi di termodi-s t ruzione dei rifiuti. Già minime esposi-zioni possono causare affezioni cutanee(cloracne), allergia cerebrale, disturbitransitori. In quantità superiore la diossi-na manifesta effetti cancerogeni e muta-geni.

DISBOSCAMENTO: taglio parziale o tota-le di una superficie boscosa. Il disbosca-mento controllato contribuisce a re g o l a-mentare la crescita delle piante e permettedi pro d u r re legno senza causare danni

all’ambiente. Con il termine d., si indicatuttavia generalmente il processo did i s t ruzione incontrollata delle fore s t e ,soprattutto finalizzato a destinare il terre-no all’agricoltura estensiva.

DISCARICA: luogo deputato alla raccoltadei rifiuti.

D . c o n t rollata: sistema di smaltimento deirifiuti solidi e/o dei fanghi, che consistenello stoccaggio di questi nei luoghi stabili-ti, debitamente sorvegliati e autorizzati.Nelle discariche controllate si procede allacompattazione dei rifiuti per ridurne ilvolume e alla successiva copertura periodi-ca con strati di terra, per impedire ladispersione delle parti leggere, la pro p a g a-zione dei cattivi odori e la penetrazione dianimali. A questo scopo vengono inoltreperiodicamente effettuati trattamenti bioci-di. E’ indispensabile impermeabilizzare ilt e r reno prima dell’utilizzo per ridurre alminimo l’inquinamento idrico delle faldesottostanti la d. Per quanto riguarda l’in-quinamento atmosferico, va ricordato chele trasformazioni dei rifiuti generano unagrande quantità di gas nocivi tra cui anidri-de carbonica, metano, ammoniaca. Ladiscarica controllata rappresenta una solu-zione complementare ad altri sistemi dismaltimento quali la termodistruzione o lap i rolisi, che producono comunque un volu-me residuo. D.libera: sistema di smaltimen-to dei rifiuti che prevede il semplice abban-dono dei rifiuti senza alcun trattamentop reventivo o successivo in siti non sorve-gliati nè autorizzati. L’impatto ambientaledi una discarica incontrollata può essered i s a s t ro s o .

DISERBANTE: sostanza chimica utilizzataper impedire la crescita e lo sviluppodelle piante infestanti. Si tratta general-mente di prodotti ad alta tossicità, eperaltro non sempre selettivi. Fanno partedei diserbanti gli erbicidi, gli antigermi-nativi (agiscono sui semi in fase di germi-nazione) e i geosterilizzanti. Alcuni d. sidistinguono per l’elevata persistenza, e

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grazie al ridotto contatto con la pelle, nonp roducono nell’uomo gli effetti di iper-sensibilizzazione tipici dei d.per stoviglie.

D.per lavatrice: d. utilizzato per il lavag-gio meccanico dei tessuti, compostosoprattutto da detergenti tensioattivi, dasostanze ad azione sbiancante (perborati)e da fosfati. Nei prodotti di più re c e n t eformulazione i fosfati, responsabili di unabuona parte dell’inquinamento delleacque, sono stati sostituiti con altresostanze, tra cui gli zeoliti.

D.per moquette: d. usato per il tratta-mento e la pulizia manuale o meccanicadelle moquette. I d. per moquette sottoforma di shampoo acquosi pre s e n t a n ospesso un elevato impatto sull’ambiente(contengono fino al 30 per cento di ten-sioattivi) e possono avere effetti contro-p roducenti sul comfort dell’abitazionep e rchè aumentano l’umidità delle super-fici tessili, favorendo la proliferazione deim i c ro rganismi. Meglio quindi utilizzareun buon aspirapolvere dotato di filtro ,per evitare di rimettere in circolo la polve-re rimossa.

D.per pavimenti: d. composto da soda,fosfati, detergenti e da una certa quantitàdi elementi abrasivi. Non sembrano cau-s a re particolari problemi alla salute dellepersone.

D.per stoviglie: d. utilizzato per il lavag-gio a mano delle stoviglie, solitamentecomposto da detergenti, alcool, aromi edisinfettanti (tra i quali la formaldeide).Può causare episodi di ipersensibilizza-zione.

D E U M I D I F I C ATORE: a p p a recchio usatoper ridurre l’umidità in eccesso all’internoun ambiente confinato. Il principio di fun-zionamento è opposto rispetto a quellodegli umidificatori: un d.aspira l’aria e necondensa l’umidità in un apposito serba-toio.

D I A M I N O D I F E N I L M E TA N O : c o m p o s t oo rganico utilizzato nella produzione dicoloranti e delle pelli sintetiche come anti-

c o r rosivo e induritore per resine e gomme.Si tratta di sostanza tossica, pericolosa perl’ambiente e in particolare per le acque,nociva per inalazione, ingestione e contat-toe inoltre cancerogena. Può determinaree ffetti di ipersensibilizzazione. E’ consiglia-bile evitare i prodotti che contengano que-sta sostanza .

DICLOROBENZIDINA: composto org a n i-co utilizzato nella produzione di colorantie pigmenti e nella lavorazione di elasto-meri e gomma naturale. Si tratta disostanza tossica, pericolosa per l’ambien-te, in particolare per le acque, nociva perla salute della pelle. E’ consigliabile evita-re i prodotti che contengano questasostanza.

D I C L O R O E TANO: solvente sinteticoimpiegato nella produzione di re s i n e ,sverniciatori, asfalti e materia prima perla produzione di Pvc. Se inalato ha effettiinebrianti e narcotici, può provocare aller-gie cerebrali è probabilmente cancerogenoe mutageno. E’ classificato tra i compostiresponsabili dell’effetto serra e dell’inqui-namento delle acque.

D I C L O R O M E TANO: solvente sinteticoimpiegato nella produzione di re s i n e ,sverniciatori, asfalti, collanti. Se inalato haeffetti inebrianti e narcotici, può provoca-re allergie cerebrali ed è pro b a b i l m e n t ec a n c e rogeno. In dosi elevate può portarea l l ’ a r resto cardiaco. E’ classificato tra icomposti responsabili dell’effetto serra edell’inquinamento delle acque.

D I E T I L S O L FATO: composto org a n i c o ,utilizzato nella produzione di coloranti epigmenti e nell’ industria tessile. E’sostanza tossica per inalazione, ingestionee contatto con la pelle, ustionante, cance-rogena, potenzialmente mutagena. E’ con-sigliabile evitare i prodotti che contenga-no questa sostanza.

DIMMER: Accessorio elettronico che con-

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p ro c e d u re e soluzioni atti a pre v e n i re laformazione o ridurre la concentrazionedell’inquinamento interno. Una dellesoluzioni più facili e immediate concerneil miglioramento della ventilazione, chepuò favorire la dispersione degli inqui-nanti. Altri interventi fanno riferimento abonifica da radon e da formaldeide, con-t rollo delle emissioni elettro m a g n e t i c h e ,regolazione dei livelli di umidità, correttamanutenzione degli impianti termici e dicondizionamento, sostituzione o incapsu-lamento di materiali potenzialmente tos-sici (materiali da costruzione e di rifinitu-ra), diverse abitudini nell’utilizzo didetergenti, insetticidi, biocidi.

DISPENDIO: riferito ad una perdita nellaspesa, uno spreco nell’investimento.

D.energetico: concetto che si contrapponea quello di risparmio energetico. Indicainfatti le condizioni di consumo eccessivoe (non necessario) di energia da parte dimateriali, apparecchi, sistemi o pro c e s s iproduttivi.

DISPERSORE: insieme di elementi (o sin-golo elemento) direttamente interrati auna ridotta profondità, posati e connessiper convogliare a terra cariche elettriche(in particolare correnti di guasto o di ful-mine). Può essere realizzato in diverseconfigurazioni con valori di re s i s t e n z acomplessiva tendenzialmente minimi. Inogni caso il dispersore, in funzione dellespecifiche funzioni da assolvere, devesoddisfare a tutti i requisiti delle norme divolta in volta applicabili (impiantistiche,antifulmine, Emc). Caratteristiche fonda-mentali di un buon d. sono la continuità,la durata, la non deteriorabilità, la ridottacaptazione o trasmissione di disturbi elet-tromagnetici.

D.antifulmine: d. di scariche elettrichecostituito da un elemento o un insieme dielementi (anello, rete) nell’immediato sot-tosuolo, in connessione di minima re s i-stenza con ciascuna calata. E’ uno deicomponenti dell’impianto di pro t e z i o n e

antifulmine esterna, e deve risultare con-globato con il dispersore protettivo gene-rale.

D.di terra: detto anche Impianto di terra oPresa di terra. Particolarmente significati-vo nell’ambito della protezione dalle cor-renti vaganti e dai disturbi elettromagne-tici. L’impianto di messa a terra, possibil-mente posto a sud rispetto all’edificio(mai a nord) dovrebbe determinare valoridi resistenza inferiori a 5 Ohm per cui iln u m e ro dei dispersori, il loro spessore ela profondità raggiunta vanno definiti inrelazione al tipo di terreno (fondamental-mente alla sua resistività). L’aggiunta disoluzioni saline a contatto con i dispersori- pratica empirica talvolta attuata - nonsolo non produce nel tempo diminuzionedei valori di resistenza ma spesso dan-neggia il dispersore corrodendolo. Ildispersore, detto comunemente Puntazza,consiste in tubo di di rame (più di 4 centi-metri di diametro e spessore di almeno2,5 millimetri) che è materiale non ferro-magnetico e quindi offre una bassa impe-denza anche alle correnti oscillatorie adalta frequenza. Dovendo raggiungerep rofondità notevoli (almeno il livello delt e r reno perennemente umido), il tubo dirame possederà un’anima in acciaio inmaniera da poter essere infisso mediantebattipalo. Il tubo di rame avrà in tutta lalunghezza dei fori. Riempitolo medianteiniezione con una miscela di argilla, ben-tonite e grafite, questa attraverso i fori sispande all’esterno infiltrandosi nel terre-no circostante realizzando una perfettaaderenza tra dispersore e suolo. Il collega-mento col filo di messa a terra deve avve-nire in un pozzetto ispezionabile; le giun-zioni tra le parti devono essere sufficien-temente robuste da sopportare eventualiassestamenti del terreno. Le superfici dicontatto, se a morsetto, devono esseresuperiori a 200 millimetri quadri. Èimportante, per un corretto funzionamen-to, che il tracciato dei conduttori sia esen-te da improvvise angolosità. Le zone dit e r reno in cui sono collocati disperd e n t i

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pongono quindi gravi problemi di naturaambientale.

DISERBO: trattamento di pulizia dei terre-ni finalizzato all’eliminazione delle pianteinfestanti. E’ sempre preferibile evitarel’uso di erbicidi chimici, pre f e rendo untaglio raso-terra della vegetazione, e ilsuccessivo conferimento in discarica delmateriale rimosso.

D I S I N F E S TANTE: Sostanza altamentetossica e molto persistente, utilizzata pereliminare la presenza di organismi anima-li o vegetali indesiderati e infestanti(essenzialmente insetti, vermi, ro d i t o r i ,alghe).

D I S I N F E S TAZIONE: operazione eff e t t u a-ta per liberare un ambiente confinato daparassiti, insetti, roditori, alghe, funghi equalsiasi altro organismo vivente indesi-derato. La disinfestazione può essereattuata utilizzando sostanze chimiche (diorigine naturale o da petrolio) oppureimpiegando metodi fisici.

D I S I N F E T TANTE: composto chimico uti-lizzato per rimuovere (detergente) odistruggere gli agenti patogeni quali viruso batteri. Come disinfettanti possonoe s s e re usati acidi, alcali, sali di metallipesanti, alogeni, alcol, aldeidi quali la for-maldeide o prodotti tensioattivi.

DISINFEZIONE: eliminazione attraversomezzi fisici o chimici (disinfettanti) deigermi patogeni contenuti in un ambienteo in un materiale.

DISINQUINAMENTO: m i g l i o r a re la situa-zione sotto un determinato profilo tenden-do a ripristinare la situazione precedente alp rocesso di degrado.

D . a t m o s f e r i c o : insieme di pro c e d u re esoluzioni (tecniche, fisiche o chimiche)atte a prevenire o ridurre l’inquinamentoatmosferico. Si procede mediante un’at-tenta analisi delle sorgenti inquinanti daun lato per mirare correttamente gli inter-

venti (favorendo la diffusione delle solu-zioni tecniche: depolveratori, scru b b e r,abbattitori) oggi presenti sul mercato; dal-l’altro per promuovere le azioni più speci-ficatamente opportune: adozione di tec-nologie pulite (capaci di ridisegnare i ciclip roduttivi), processi di combustione piùe fficienti, carburanti a minor impattoambientale, ecc.

D.del suolo: insieme di procedure e solu-zioni (tecniche, fisiche o chimiche) atte ap re v e n i re o ridurre l’inquinamento delsuolo. Un primo notevole contributo puòg i u n g e re dalla sostituzione dei concimichimici e dei pesticidi con sostanze orga-niche (compost) e con forme di lotta bio-logica (vedi agricoltura biologica). A l t roelemento fondamentale riguarda lagestione dei rifiuti attraverso la diffusionedi discariche controllate sia per i rifiutiurbani che per quelli industriali. Perquanto riguarda il recupero di terreni for-temente degradati si segnalano le tecni-che di bioremediation. Essendo molteforme di inquinamento del suolo ricondu-cibili alle emissioni gassose e liquide,assumono valore le stesse pre c a u z i o n iinerenti il disinquinamento atmosferico eil disinquinamento idrico.

D . d e l l ’ a c q u i f e ro: disinquinamento idricoche mira a ridurre e possibilmente a eli-minare, le sostanze contaminanti presentiin una falda acquifera. Due le tecnicheprincipali adottate: il drenaggio degliinquinanti e la diluizione con acqua puri-ficata.

D.idrico: insieme di procedure e soluzioni(tecniche, fisiche o chimiche) atte a preve-n i re o ridurre l’inquinamento idrico. Ilprimo giunge ovviamente dall’adozionedi tecnologie pulite. Soluzioni alternative/ complementari sono il riutilizzo delleacque di scarico (a ciclo chiuso) nei pro-cessi industriali impattanti, la riduzionedegli sprechi idrici (ad es. mediante rac-colta delle acque piovane), la diff u s i o n edi sistemi di depurazione diffusi (ad es.fitodepurazione).

D . i n t e rno: insieme di comportamenti,

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assestamento. Al fondo dello scavo, peragevolare il convogliamento e l’allontana-mento delle acque, va collocato su unfondo di sabbia e pendenza 2% circa, untubo forato con diametro circa 20 cm.

DURABILITA’: capacità di un materiale dim a n t e n e re inalterate nel tempo le suecaratteristiche fisiche, tecnologiche, fun-zionali, estetiche. La durabilità, bilanciatadalla biodegradabilità, costituisconorequisiti fondamentale dei materiali. Unciclo di vita breve determina infatti scom-pensi energetici e ambientali (inquina-mento, consumo risorse, smaltimento).

DURAME: parte dura, solitamente di colo-re scuro, di un legno, più interna rispettoall’alburno. Costituisce la parte morta deltronco, che non partecipa alla vita vegeta-tiva dell’albero. Rappresenta la parte piùpregiata per le utilizzazioni edili e mobi-liere.

DUREZZA: con riferimento all’acqua,caratteristica chimica che indica la con-centrazione di sali disciolti di magnesio odi calcio, detti anche sali incro s t a n t i .Acque troppo dure possono generare pro-blemi alle tubature dell’acqua e agli elet-t rodomestici riducendone - o al limitec o m p romettendone - il funzionamento oil rendimento termico. La d. dell’acqua simisura in gradi idrometrici.

D.permanente: con riferimento all’acqua,la d. dovuta essenzialmente a cloruri esolfati di calcio e magnesio. Per la sua eli-minazione bisogna ricorrere a processi diaddolcimento.

D.temporanea: con riferimento all’acqua,la d. dovuta alla presenza di bicarbonati,soprattutto di calcio; così definita inquanto per eliminarla è sufficiente l’ebol-lizione e la conseguente decomposizionedei bicarbonati in biossido di carbonio ein carbonato di calcio insolubile.

EBOLLIZIONE: fenomeno fisico che com-porta la formazione di bolle di vaporeall’interno di un liquido (per il quale èstata innalzata sufficientemente la tempe-ratura e/o diminuita la pressione a cui èsottoposto) che poi tendono a sfuggireliberandosi in atmosfera. L’ e b o l l i z i o n esegue la fase di evaporazione.

ECO: p refisso di origine greca (da Oikos)che sta per casa, abitazione e in estenzio-ne, per patrimonio, sostanza.

E.cida: che attacca l’ecosistema. Riferito dinorma alle sostanze chimiche sinteticheche presentano i seguenti aspetti: tossicità(capacità di distruggere o seriamente dan-

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sono sedi di gradienti di potenziale peri-colosi. Quindi per evitare che si sosti nelraggio prudenziale di due metri, porrerecizioni o cespugli a protezione. In ognicaso, per smussare il valore di punta delpotenziale basta isolare la parte terminaledell’asta.

DISPERSIONE: In chimica: miscela di duesostanze, delle quali una costituta da picco-lissime particelle, che vengono così a tro-varsi in sospensione. In commercio esisto-no adesivi a dispersione e pitture a disper-sione, caratterizzati da un maggiore conte-nuto di componenti solidi (e un minorimpiego, quindi, di solventi) che li re n d ep referibili per il loro minore impattoa m b i e n t a l e .

D.della luce: scomposizione di un fasciodi luce policromatico nelle sue singolecomponenti di diversa frequenza, mono-cromatiche. La dispersione riguarda sia leradiazioni dello spettro visibile che quelleelettromagnetiche.

D . e l e t t r i c a : fuga (trasversale) di corre n t eelettrica da un conduttore dovuta, senzache sia determinato un vero e pro p r i oguasto, ad una perdita di tenuta del suoisolamento. Le normative tecniche inter-nazionali ne stanno definendo i limitiammissibili per ciascun componente oapparecchio inserito in circuito, al fine dinon provocare malfunzionamenti o dege-nazioni dell’impianto elettrico, o comun-que un intempestivo funzionamento deglii n t e r ruttori diff e renziali associati. Questedispersioni, in un impianto elettrico peruso civile o terziario, devono essere dre-nate a terra mediante un conduttore diprotezione.

DISSALAZIONE: vedi desalinizzazione.

DISTILLAZIONE: processo impiegato perseparare due o piùliquidi (o sostanze gas-sose) di natura diversa.

DISTURBO: turbamento di equilibrio,scompiglio, elemento che produce disor-

dine.D.transitorio: forme di indisposizione o

di malessere non gravi né permanenti,causate dall’inquinamento interno degliambienti confinati. Ad es.: riduzione deitempi di reazione, effetti sulla vigilanza osulla memoria (danni transitori al sistemanervoso), senso di affaticamento o proble-mi nel prendere sonno.

DOMANDA: richiesta, necessità.D.biologica di ossigeno: parametro che

indica la quantità di ossigeno necessariaper eff e t t u a re la decomposizione di unasostanza organica, comunemente espre s-so con l’acronimo Bod. Il Bod di un’acquaè solitamente espresso in mg/litro di ossi-geno consumato in un periodo di 5 giorni,ad una temperatura di 20°C. La valutazio-ne del Bod riveste un ruolo fondamentalenel dimensionamento degli impianti didepurazione biologica o per valutare illivello di inquinamento di uno scarico.

D.chimica di ossigeno: parametro cheindica la quantità di ossigeno necessariaper effettuare l’ossidazione delle sostanzeo rganiche e inorganiche (solfuri, solfiti,ioni ferrosi, ecc.) comunemente espre s s ocon l’acronimo Cod. E’ un indicatore delquantitativo di sostanze inquinanti pre-senti in uno scarico. Il livello naturaleCod di un’acqua dovrebbe attestarsiattorno ai 5 mg/litro; secondo alcunistudi, la fauna ittica non sopravvive al disopra di 40 mg/litro.

DRENAGGIO: operazione che permettel’allontanamento e lo smaltimento delleacque di scorrimento e di falda, che ven-gano a trovarsi a contatto con le superficiesterne delle murature perimetrali di unedificio, effettuata per eliminare i rischi diinfiltrazione (vedi bonifica da umidità). Ild. consiste di norma in uno scavo realiz-zato sulla parte esterna della parete inte-ressata e dal suo riempimento con pietra-me o ciotoli di fiume (dimensioni medie emedio grosse) privi di terriccio e adegua-taemnte costipati per evitare fenomeni di

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EDIFICIO: qualsiasi costruzione arc h i t e t-tonica di una certa grandezza, opera per-manente o temporanea ma immobile, rea-lizzata dall’uomo e destinata ad abitazio-ne o ad altri usi pubblici o privati peraccoglierlo e/o a soddisfarne le esigenzeanche di carattere immateriale.

E.a dispendio energ e t i c o : edificio con-traddistinto da un eccessivo consumoenergetico. Su un e. a d. e. si può interve-n i re limitando gli sprechi (ad es. aumen-tando l’isolamento o sostituendo gliimpianti energivori) e incentivando lefonti di energia rinnovabili.

E.bioecologico: edificio in grado digarantire un adeguato livello di salubritàe di comfort per gli occupanti attraversol’impiego di prodotti atossici, biodegrada-bili, facilmente recuperabili o riciclabili;una costante attenzione ai problemi del-l ’ e t t rosmog; la scelta di sistemi impianti-stici che non determinano inquinamentoambientale. L’edificio bioecologico mostraanche una grande attenzione al conteni-mento dei consumi energetici (soprattuttograzie all’impiego di sistemi solari passi-vi, al riciclaggio dei rifiuti domestici edelle acque, alla progettazione delle com-ponenti edilizie attenta alle problematichedegli agenti naturali locali).

E.in legno: e. realizzato con l’impiego pre-valente di legno anche con funzione strut-turale. Tre sono le tecniche costru t t i v eprincipali: e. in tronchi, edificio a gabbiaportante, il baloon frame.

E.in tro n c h i : e. realizzato secondo unatecnica costruttiva che prevede semplice-mente l’impiego di tronchi sovrapposti insenso orizzontale, così da formare pare t iportanti. Tecnica riservata a edifici didimensioni modeste.

E.inquinato: e. contraddistinto da unoscarso livello di salubrità, incapace dig a r a n t i re un adeguato comfort ai suoioccupanti. Di norma è possibile attraver-so tecniche di risanamento mediante lariduzione degli agenti inquinanti, ad es.:bonifica da radon e dalle altre esalazioni,

contenimento dell’inquinamento elettro-magnetico, ecc.

E.intelligente: e. nel quale la gestionedella sicurezza (sia in termine di safetyche di security) degli impianti di termore-golazione e di illuminazione, dei serviziausiliari, è affidata in maniera preponde-rante a sistemi informatici automatizzati.e coordinati tra di loro; dunque in gradodi interagire.

E.malato: vedi Sindrome dell’edificiomalato.

EDISON: il classico attacco a vite utilizzatonelle lampade a incandescenza.

EFFETTO: ciò che viene fatto, determina-to, prodotto da una causa, avvenimento.

E.camino: fenomeno che sfrutta la pro-prietà fisica secondo la quale le massed’aria calda tendono a muoversi versol’alto, lasciando libero lo spazio sottostan-te che viene quindi occupato da massed’aria a temperatura inferiore. L’e. c.viene sfruttato nei sistemi di ventilazionee di raffrescamento passivi.

E.serra: fenomeno provocato dall’atmosfe-ra terrestre che riguarda la conservazionedi parte del calore trasmesso dal Sole allaTerra, il quale altrimenti andrebbe disper-so nello spazio. Con questo termine vieneormai comunemente indicato anche ilp ro g ressivo aumento della temperaturaterrestre provocato dall’inqinamento (rife-rito in particolare della combustione deicombustibili fossili) che, alterando lacomposizione dell’atmosfera, ne aumentala capacità di trattenere il calore.

EFFICIENZA: in termodinamica, la misu-ra espressa in termini percentuali, delrapporto tra la quantità di energia effetti-vamente utilizzata e quella richiesta. Piùci si avvicina al 100% più un processo oun apparecchio può definirsi efficiente intermini di rendimento energetico.

E.luminosa: rapporto tra il flusso lumino-so emesso da una lampada e la potenzaelettrica effettivamente assorbita. Si espri-

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neggiare i processi biologici degli organi-smi viventi), bioaccumulazione, solubilitàed accumulabilità nei grassi. La classe piùd i ffusa di sostanze e. fa riferimento agliidrocarburi alogenati artificiali.

E.label: marchio ecologico (simboleggianteuna margherita i cui petali sono compostidalle stelle dei Paesi membri, dispostiattorno ad una E centrale) introdotto dalregolamento comunitario 880/92 con l’o-biettivo di incentivare processi produttivicompatibili, a basso impatto ambientale,poco energivori. Spetta agli enti certifica-tori dei singoli Stati membri rilasciare l’e.dopo un attento esame del prodotto inquestione durante tutto il suo ciclo di vitae dopo aver effettuato un confronto con iparametri di riferimento stabiliti per ognisingola categoria.

E.design: termine, coniato dall’arc h i t e t t op e ruviano Eduardo Neira indicante unp a r t i c o l a re approccio al design, teso ada r m o n i z z a re la forma all’ambiente natu-rale, con particolare riguardo alle condi-zioni culturali locali.

E.tossicologia: disciplina che studia glieffetti delle sostanze nocive o velenose (edei loro antidoti) sull’ecosistema. Un cor-retto esame ecotossicologico non si limitaa considerare gli effetti diretti e immediatidi una sostanza ma ne indaga le conse-guenze e le ripercussioni anche indire t t edi lungo periodo.

ECOLOGIA: termine coniato nel 1868 daltedesco Ernst Heinrich Haeckel in deriva-zione dai vocaboli greci oikos (casa) elogos (scienza); disciplina che studia lerelazioni degli organismi viventi e le inte-razioni tra questi e l’ambiente. E’ evidentecome in quest’ottica olistica, l’interventodella moderna civiltà industrializzatarisalti per quantità e portata dei cambia-menti e delle alterazioni iindotte.

E.applicata: branca dell’e. che si occupanello specifico della difesa dell’ambienteminimizzando l’impatto connesso allos f ruttamento delle risorse.

E.domestica: branca dell’ecologia che,nello specifico, si occupa di sviluppare le

relazione tra uomo e ambiente interno.E.umana: branca dell’ecologia che si occu-

pa di sviluppare le relazioni tra uomo eambiente naturale, sia per quanto riguar-da le conseguenze psicologiche e biologi-che dell’ambiente sull’uomo, sia per ciòche concerne quelle dell’uomo sull’am-biente (vedi ambiente antropizzato).

ECOSISTEMA: unità ecologica di basecontraddistinta da un determinatoambiente naturale (con caratteristicheomogenee) e dall’insieme degli organismiviventi che lo abitano.

E.coltivato: qualsiasi ecosistema contrad-distinto dalla presenza prevalente delleattività umane di coltivazione agricola.L’agricoltura moderna viene ritenuta oggiuna delle fonti di inquinamento idrico edel sottosuolo, per cui non di rado esisteuna stretta correlazione tra ecosistemacoltivato e ecosistema degradato.

E.degradato: qualsiasi ecosistema che, acausa di interventi estranei, per lo piùposti in opera dall’uomo, ha visto alterareo compro t t e re il proprio equilibrio natu-rale e biologico.

E.filtro: insieme di unità ambientali (costi-tuto soprattutto da piante macrofite) chedanno luogo a un ecosistema in grado diridurre in maniera naturale l’inquinamen-to di un flusso idrico che lo attraversa. Lapresenza di ecosistemi filtro è importantesoprattutto a valle dei depuratori.

E.modificato: qualsiasi ecosistema il cuiequilibrio biologico risulta in qualchemodo alterato, non necessariamente inmaniera traumatica, irreversibile, o nega-tiva. Ed esempio di ecosistema modificatoè l’ecosistema urbano.

E . n a t u r a l e : qualsiasi ecosistema in cuil’intervento e la presenza dell’uomoappiono come marginali rispetto a quellidelle altre specie viventi. Il concetto vieneusato anche in contrapposizione a quellodi ambiente degradato.

E.urbano: qualsiasi ecosistema modificato,contraddistinto da un forte tasso di urba-nizzazione.

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metodi possono essere applicati in serie,con un primo intervento meccanico per larimozione grossolana e uno successivochimico. In ogni caso è prudente impiega-re solo prodotti altamente selettivi, diridotta tossicità per l’ambiente, a bassapersistenza.

E.delle piante infestanti: tecniche dirimozione delle proliferazioni vegetative icui impianti radicali siano penetrati nellefessurazioni delle strutture murarie di unedificio. Oltre a interventi meccanici, sir i c o r re a disinfestanti chimici in polvere ,gel o liquidi. Da tener presente che talip rodotti, dilavati, finiscono fre q u e n t e-mente nelle falde.

E M ATITE: pigmento inorganico naturaledi colore giallo-rosso o giallo-viola; chimi-camente si tratta di un ossido di ferro .Costituisce la principale materia prima dacui viene estratto il ferro. Viene impiegatonella produzione di vernici e pitture natu-rali anche per le sue spiccate proprietà dia n t i ruggine. E’ positiva alternativa alminio.

EMISSIONE: fuoriuscita (volontaria oaccidentale) nell’ambiente circostante diuna sostanza o di un composto allo statosolido, liquido o gassoso. Buona partedell’inquinamento interno è generatodalle e. da parte di prodotti e materiali difinitura (lacche, vernici, collanti, ecc.).

E.luminosa: vedi flusso luminoso.

EMULSIONANTE: sostanza naturale oartificiale che tende a favorire e stabilizza-re un’emulsione.

EMULSIONE: miscela costituita da dueliquidi, del quale uno sotto forma di pic-cole goccioline. Le e. possono essere più omeno stabili, ovvero in grado di mantene-re nel tempo le loro caratteristiche fisico-chimiche. Le e. trovano applicazione nellap roduzione di detersivi, lubrificanti, ver-nici, insetticidi e nell’industria delle mate-rie plastiche e della gomma.

ENERGIA: in fisica, termine che esprimel’attitudine di un corpo o di un sistema acompiere un lavoro. L’energia si può pre-sentare in forme diverse e convertibili tradi loro.

E . a l t e rnativa: e. rinnovabile prodotta dafonti non tradizionali (quali carbone,petrolio, uranio) o da impianti idroelettri-ci. Generalmente sono considerate alter-native l’e. eolica, l’e. solare, l’e. da bio-masse, l’e. geotermica, l’e. prodotta sfrut-tando i moti delle maree e più in generaleogni produzione che sfrutta fonti biocom-patibili a ridotto impatto ambientale; visono dubbi a che l’energia da termodi-struzione possa essere effettivamente con-siderata e.a.

E.atomica: vedi energia nucleare.E.biologica: vedi energia da biomasse.E.calorifica: energia fornita a un corpo, o

a un ambiente confinato, da una fonteposta a temperatura superiore che cede,appunto, una quantità determinata emisurabile di calore.

E.da biogas: e. rinnovabile ricavata dallosfruttamento dei biogas. Potrebbe assicu-rare il 3% del fabbisogno nazionale.

E.da biomasse: e. rinnovabile ricavatadalle b. mediante specifici processi fisico-chimici. Potrebbe assicurare il 10% delfabbisogno nazionale.

E.da termodistruzione: e. prodotta dal-l’incenerimento dei rifiuti. Secondo lep roiezioni della Unione europea è destina-ta a diventare una fonte di primaria impor-tanza nell’immediato futuro.

E.del mare: e. rinnovabile generata dallosfruttamento delle differenze di tempera-tura esistenti tra la superficie e i fondali.A differenza dell’e. delle maree, lo sfrutta-mento di tale forma di energia rinnovabi-le dipende da fattori termici e non mecca-nici. Al momento non esistono ancoraapplicazioni significative di tale sfru t t a-mento.

E.delle maree: e. rinnovabile generatadallo sfruttamento dei moti ondosi. Tra lee n e rgie rinnovabili si trova allo stato

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me in lumen/watt. Per ogni tipo di lam-pada le normative internazionali Iec sta-biliscono valori minimi di e. l. (l’etichetta-tura di ogni lampada, almeno per quelleconformi alle Direttive europee, devee s p l i c i t a re tale valore) e del r e l a t i v odegrado.

E L A S T I C I TA’: p roprietà tipica dellagomma, per cui le molecole del materiale,normalmente aggregate in maniera casua-le, tendono a organizzarsi assumendouna geometria più ordinata allorchè almateriale viene applicata una forza. Ingenerale, proprietà dei corpi che, com-p ressi o tesi, tendono a ripre n d e re laforma primitiva al cessare della forza cheagisce su di essi.

ELASTOMERI: polimeri che, in particolaricondizioni di temperatura e allo statosolido, possiedono una elevata elasticità(possono subire un allungamento anchepari a 10 volte la loro lunghezza iniziale,per poi tornare allo stato originario, senzapraticamente subire deformazioni). E’ ilcaso della gomma naturale, della gommasintetica, delle gomme poliuretaniche. Glie. hanno un vasto campo di impieghianche in edilizia (moquette, tappeti, ade-sivi, additivi per materie plastiche, rive-stimenti di cavi elettrici).

ELEMENTO: corpo semplice non piùscomponibile. Secondo gli antichi, e. sonoil fuoco, l’aria, la terra, l’acqua in quantocostitutivi di ogni altra sostanza.

E.chimico: sostanza chimica elementare ,naturale o prodotta artificialmente.Attualmente si conoscono 109 diversi ele-menti: il più diffuso è l’ossigeno (49% deltotale), seguito dal silicio (26%), dall’allu-minio (8%), dal ferro (5%) e dal calcio(3%).

E.inquinante: sostanza o più generalmen-te composto allo stato solido, liquido ogassoso potenziale fonte di degradoambientale e di inquinamento. Molti deglie. i. legati alla produzione di materiali per

edilizia (direttamente, o come additivi,catalizzatori, solventi, coloranti, ecc.) pos-sono essere efficacemente sostituiti daaltri biocompatibili con prestazioni con-frontabili.

ELETTRODO: terminale elettricamenteconduttivo, di forma e dimensioni atte at r a s f e r i re in un conduttore la corre n t esotto una differenza di potenziale (tensio-ne). Per tale funzione occorrono pertantodue elettrodi coordinati, di segno opposto(l’anodo e il catodo), costituendo nell’in-sieme un circuito elettrico.

ELETTRODOTTO: conduttura, aerea o incavo, destinata al trasporto dell’energ i aelettrica. In prossimità di ogni elettrodot-to si generano un campo elettrico e uncampo magnetico la cui intensità dipendedalla tensione della linea, dalla disposi-zione dei conduttori, dalla distanza dal-l’elettrodotto stesso.

ELETTROLISI: processo chimico attraver-so il quale avviene la separazione deicomponenti di una determinata soluzione(detta appunto elettrolitica) per effetto delpassaggio di una corrente elettrica. Ilcampo elettrico che lo provoca induce lamigrazione degli ioni positivi verso ilcatodo e di quelli negativi verso l’anodo. Ip rocessi elettrolitici vengono impiegati,tra l’altro, nei trattamenti anticorrosivi dialcune superfici metalliche

ELETTROLITO: qualsiasi composto chi-mico che, disciolto in acqua o in altro sol-vente, subisce un processo di elettrolisi.

ELIMINAZIONE: spinta al di là del confi-ne, cacciata, rimozione, esclusione.

E.della macro f i t a : tecniche di rimozionedelle proliferazioni vegetative (muschi,alghe, licheni, ecc.) dalle superfici di unedificio. Sono due, essenzialmente, i tipidi intervento possibili: di tipo meccanicoo p p u re chimico (attraverso impiego didisinfestanti liquidi o in polvere). I due

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termoelettriche in termini di inquinamen-to atmosferico, ma pone enormi pro b l e-matiche per quanto concerne la gestionedei rifiuti radioattivi e di eventuali fallout a seguito di incidenti.

E.pregiata: energia in grado di assicurareun’elevata capacità di lavoro. E’ il casodell’energia elettrica.

E.primaria: e. originaria allo stato natura-le, ossia che non ha ancora subito da partedell’uomo alcuna trasformazione fisico-chimica. E’ il caso dell’e. idraulica o del-l’e. elettromagnetica emessa dal sole. L’e.p. può essere usata direttamente oppuretrasformata, ad esempio per la produzio-ne di e. elettrica.

E.radiante: e. ondulatoria di natura elettro-magnetica, che si trasmette nello spazio e sip ropaga alla velocità della luce. A s e c o n d adella frequenza d’onda, l’e. r. si manifestasotto forma di raggi X, raggi ultravioletti,luce, onde radio, ecc.

E.rinnovabile: e. il cui sfruttamento nonriduce lo stock esistente, e può quindie s s e re prelevata e utilizzata senza com-prometterne o limitarne le future possibi-lità di impiego. Questo termine, general-mente, viene fatto coincidere con quellodi e. alternativa. Di norma le e. r. hannoanche un impatto ambientale minorerispetto a quello delle tradizionali fontiche utilizzano i combustibili fossili.E.secondaria: e. ottenuta dalla trasforma-zione, mediante appositi processi tecnolo-gici o fisico/chimici, dell’energia prima-ria.

E . s o l a re: e. primaria sviluppata dalleradiazioni elettromagnetiche emesse dalsole che giungono sulla Terra (pari, secon-do una stima scientifica, a 1,8 x 1011MW). L’ e n e rgia solare, sfr u t t a b i l emediante appositi collettori solari o pan-nelli solari, è un’energia rinnovabile, puli-ta, per la quale è previsto un forte svilup-po nei prossimi anni.

E . v e rde: vedi anche e. rinnovabile. InE u ropa alcune Compagnie elettrichegarantiscono agli utenti di distribuiresolamente o in alta percentuale, e.v., ovve-

ro energia prodotta da fonti rinnovabili abasso impatto ambientale.

ENERGIVORO: termine utilizzato peri n d i c a re un processo che richiede unaquantità eccessiva di energia (rispetto adaltri alternativi), o un prodotto che,durante il suo ciclo di vita, consuma unaquantità elevata di energia

EPICLORIDINA: composto organico abase di cloro impiegato come solvente perresine naturali e sintetiche. L’e. è unasostanza tossica, nociva, pericolosa perl’ambiente, potenzialmente cancero g e n a(rischio cancerogeno di seconda classe).B ruciando produce diossina e furano. Ip rodotti che contengono questa sostanzaandrebbero evitati.

EQUILIBRIO: situazione in cui gli elemen-ti risultano bilanciati, armonicamente ereciprocamente determinati.

E . t e rmico: fenomeno fisico per cui duecorpi di diff e rente temperatura, posti acontatto, tendono ad uniformare la lorotemperatura a seguito della cessione dic a l o re da parte del corpo più caldo neic o n f ronti di quello più fre d d o .L’equilibrio si ottiene quando entrambi icorpi hanno raggiunto la medesima tem-peratura.

ERBICIDA: vedi diserbante

ESACLOROBENZENE: composto organi-co, utilizzato come fungicida e conservan-te per legno, e nella produzione di colo-ranti. Si tratta di una sostanza tossica,cancerogena, in grado di provocare gravidanni se ingerita. I prodotti che contengo-no questa sostanza andrebbero evitati.

ESPOSIZIONE: l’atto del porre di fro n t e ,dinanzi, al coinvolgimento e agli effetti.

E.elettromagnetica: la situazione di per-sona soggetta a correnti di contatto o ingenerale a campi elettrici, magnetici oelettromagnetici diversi da quelli generati

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meno avanzato di sviluppo. Lo sfru t t a-mento risulta conveniente solo con fortidislivelli tra maree immediatamente suc-cessive. In Europa tali situazioni appaio-no presenti solo in alcuni punti de latooceanico della Francia.

E.di eserc i z i o : e. (elettrica, calorifica, fri-gorifica) necessaria per mantenere le con-dizioni di funzionamento di apparecchi o(edifici) e i relativi livelli di eff i c i e n z a(comfort) richiesti. Mentre l’e. di e. costi-tuisce il fabbisogno teorico ottimale, l’e.di servizio rappresenta il valore effettiva-mente assorbito.

E.di servizio: in un edificio, e. (elettrica,calorifica, frigorifica) assorbita per il fun-zionamento dei vari apparecchi utilizzatiper l’illuminazione, il riscaldamento/raf-frescamento e per il funzionamento deglielettrodomestici.

E . d o l c e : vedi anche energia rinnovabile.Usato per indicare l’insieme di pro g r a m-mi, provvedimenti e incentivi volti af a v o r i re la diffusione dello sfru t t a m e n t odi energie rinnovabili e la limitazione deiconsumi inquinanti. L’ a p p roccio dolcealla politica energetica è una delle prioritàdell’edilizia ecologica.

E.dura: vedi anche energia non rinnovabi-le. Ci si riferisce all’utilizzo di energie dap e t rolio e carbone; per estensione man-canza di programmi, provvedimenti eincentivi volti a favorire la diff u s i o n edello sfruttamento di energie rinnovabilie la limitazione dei consumi.

E.elettrica: e n e rgia secondaria, pro d o t t aper trasformazione da fonti di energia pri-maria e impiegata per l’illuminazione e l’a-limentazione di apparecchi e macchinarielettrici; trasformare l’e.e. in calore (stufe,b o i l e r, forni) è uso sconsiderato.

E.eolica: e. rinnovabile generata dall’azionedalla vena fluida del vento su appositidispositivi (aerogeneratori) atti a trasfor-m a re tale energia cinetica in energia elettri-c a . L’e.e., assieme a quella solare, sono indi-viduate come le fonti rinnovabili di mag-g i o re sviluppo nei prossimi anni.

E.fossile: e. non rinnovabile ricavata dai

combustibili fossili. L’utilizzo delle e.f.viene ritenuto poco ecocompatibile, nonsolo in quanto energie non rinnovabili,ma anche perchè i relativi processi diestrazione, lavorazione, trasporto (i disa-stri ricordano), combustione, sono ad ele-vato impatto ambientale e rappresentanouna della cause primarie di inquinamentoatmosferico.

E.frigorifera: e. sottratta a un corpo o a unambiente confinato, da una fonte posta auna temperatura inferiore che assorbe,appunto, una quantità determinata emisurabile di calore. In questo modo quelcorpo o quell’ambiente vengono raff re d-dati alla temperatura desiderata.

E.geotermica: e. rinnovabile generata dalc a l o re interno della Terra, in qualchesituazione favorevole utilizzata anche perla produzione di energia elettrica. Due lepossibilità: sfruttare direttamente i getti divapore che fuoriescono dalla crosta terre-s t re, oppure sfru t t a re il vapore che vienfatto sviluppare mediante il contatto traacqua e corpi a differente temperatura. IlItalia la situazione è positiva e potenzial-mente sviluppabile.

E.idraulica: e. primaria sviluppata dall’a-zione dell’acqua, delle maree e del motoondoso. Questa energia puà essere utiliz-zata con appositi meccanismi (dai tradi-zionali mulini alle moderne turbine ) perla produzione di energia elettrica.

E . i d ro e l e t t r i c a : e. elettrica prodotta permezzo di e. idraulica. In Europa e in Italiavi sono ampie possibilità di sviluppo.

E.non rinnovabile: e. ricavata da combu-stibili fossili (petrolio, carbone, gas natu-rale) presenti sulla Terra in giacimenti diquantità limitate e quindi non rinnovabili,se non in un arco temporale di estensionegeologica.

E . n u c l e a re: e. primaria ricavata dalnucleo di alcuni elementi chimici pesanti(tra cui il plutonio e l’uranio) che, trasfor-mandosi, liberano energia utilizzabile perla produzione di e. elettrica. L’ i m p a t t oambientale delle centrali a energia nuclea-re risulta inferiore rispetto a quello delle

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ambientale.

E VA P O R ATORE: a p p a recchio utilizzatoper r e g o l a re l’umidità interna negliambienti confinati. Nelle forme più sem-plici l’evaporatore è composto da un reci-piente pieno d’acqua e riscaldato fino aprodurre l’evaporazione. La sua funzione,in particolare quando siano in funzionegli impianti di riscaldamento,è determi-nante per i l comfort termico di unambiente .

E.a riscaldamento diretto: e. che fun-ziona ponendo a contatto diretto il fluidoche cede il calore e il liquido che devee s s e re fatto evaporare. Questi e. sonomeno diffusi e più complessi rispetto aglievaporatori a riscaldamento indiretto.

E.a riscaldamento indiretto: e. che per-mette al calore di trasferirsi dalla fonte alliquido che deve essere fatto evaporareattraverso una superficie di scambio. E’ iltipo di e. più diffuso anche per semplicitàe efficacia di impiego.

E VAPORAZIONE: Passaggio di unasostanza dallo stato liquido a quello gas-soso. Questo principio è alla base di tuttele tecnologie di climatizzazione e di tutti isistemi di raffrescamento passivo.

FABBISOGNO:F.energetico: valore che esprime la quan-

tità di energia primaria che occorre nell’u-nità di tempo (solitamente un anno) perm a n t e n e re una temperatura costante(convenzionalmente di 20 °C) in presenzadi adeguati ricambi d’aria, all’interno diun ambiente confinato, durante la stagio-ne fredda. Indica quindi il f. per il soloriscaldamento e non il raffrescamento neiperiodi più caldi. La riduzione del f. ener-getico di un edificio è una delle priorità

della bioarchitettura.F. t e rmico complessivo: v a l o re che

esprime la quantità di energia termica(con l’esclusione degli apporti termicigratuiti) che occorre per il riscaldamentodegli ambienti confinati e dell’acqua sani-taria consumata dagli occupanti. Le varia-bili che influenzano il fabbisogno termicocomplessivo sono: il microclima, le carat-teristiche prestazionali del sistema edili-zio, e i comportamenti dell’utenza.

F. t e rmico lordo: v a l o re che esprime laquantità di energia termica che occorreper il riscaldamento degli ambienti confi-nati e dell’acqua sanitaria consumatadagli occupanti; il valore comprende gliapporti termici gratuiti..

FACCIATA: parte esterna di un fabbricatocon funzioni strutturali, protettive, isolan-ti e decorative.

F.ventilata: sistema edilizio formato dauna f. continua, ancorata alla parete ester -na dell’edificio (isolata termicamente) chedà luogo a un’intercapedine all’internodella quale l’aria fluisce per convezionenaturale (vedi effetto camino), miglioran-do le caratteristiche termiche e igrometri-che dell’involucro. Si tratta di una solu-zione progettuale utilizzata sempre più difrequente anche perchè facilmente propo-nibile nel re c u p e ro di un edificio pre e s i-stente, contraddistinto da inadeguate pre-stazioni termiche.

F.v. vetrata: sistema edilizio simile alla f.ventilata, che sfrutta quindi il principiodella convezione naturale e l’effetto cami-no. In questo caso sia la f. interna chequella esterna sono in vetro: la prima iso-lante, la seconda riflettente e dotata diferitoie per la ventilazione. Un sistema diquesto tipo è in grado di regolare contem-poraneamente l’illuminazione e le condi-zioni termiche e igrometriche dell’edifi-cio.

F.verde: sistema edilizio che prevede l’in-tegrazione tra gli elementi vegetali e late-rizi che costituiscono la facciata di un edi-ficio. Le caratteristiche delle piante con-

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da processi fisiologici corporei o da altrifenomeni naturali.

ESTERE: composto organico derivantedalla combinazione di un alcol con unacido. L’ e. trova impiego come solvente,antifiamma, nella produzione di materieplastiche o di esplosivi e nella produzionedi biocidi. Ha quindi un campo di appli-cazioni molto vasto; alcuni e. sono alta-mente nocivi per la salute, essendo volati -li e persistenti.

ESTRAZIONE: tecnica di purificazione deit e r reni contaminati, che consiste nellarimozione degli strati superficiali e nellasuccessiva separazione dei componentiinquinanti mediante l’utilizzo di opportu-ni solventi “estrattori”. Si tratta di unatecnica più invasiva rispetto al biorisana-mento che, dove possibile, sarebbe quindida preferire.

ETANOLO: alcol liquido incolore, di odorecaratteristico e pungente, infiammabile,conosciuto fin dall’antichità e ottenutodalla fermentazione di sostanze zuccheri-ne, oppure per sintesi chimica. Negli uti-lizzi non alimentari e farmaceutici vieneimpiegato per la produzione di acetaldei-de, esteri e solventi. Ingerito in piccolequantità non sembra avere particolariconseguenze sulla salute umana.

E T E R N I T: nome commerciale del cemen-to-amianto.

E T I C H E T TATURA BIOLOGICA: v e d iecolabel.

EUTROFIZZAZIONE: arricchimento di uncorpo idrico attraverso l’immissione disali nutritivi derivanti principalmente dainquinamento di fonte agricola e indu-striale. L’E. causa alterazioni dell’equili-brio preesistente, provoca la morte dialcune specie, la proliferazione incontrol-lata di altre (soprattutto alghe) e la conse-guente degradazione della qualità

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r. del marrone, del nero, del verde scuro.E’ un parametro da tenere in considera-zione quando occorre valutare l’illumina-mento di un ambiente confinato. Da que-sto punto di vista, anche per favorire ilrisparmio energetico, è preferibile sceglie -re sempre tinte ad elevato f. di riflessione.

F.di r. luminosa: valore che indica la per-centuale del flusso luminoso, incidente suun corpo, che viene riflesso.

F. abiotici: f. fisico-chimici (luce, tempera-tura, pressione, composti inorganici ecomponenti chimici) che concorro n o ,insieme ai fattori biotici (organismi viven-ti) a costituire un ecosistema.

FATTORIA:F.eolica : superficie destinata allo sfru t t a-

mento dell’energia eolica e contraddistin-ta quindi dalla presenza di un gruppo dia e rogeneratori (solitamente disposti supiù file). Poichè questi impianti occupanodi fatto solo lo 0,2 per cento della superfi-cie in questione, corrispondente allo spa-zio necessario per l’installazione del pila-s t ro che regge l’aero g e n e r a t o re, nelle fat-torie eoliche in genere la produzione dienergia elettrica viene affiancata dall’atti-vità agricola o dalla pastorizia, senza chele due attività interferiscano in manierasignificativa tra loro.L’ambiente circostan-te resta praticamente inalterato: l’inquina-mento acustico è trascurabile oltre i 150metri, l’inquinamento atmosferico è nullo.

FAVONIO: vento tiepido di ponente, tipicodelle regioni italiane a ridosso delle Alpi,ma presente anche nella fascia appennini-ca.

FEBBRE: situazione degli esseri a sanguecaldo, che per varie ragioni aumentano lapropria temperatura.

F. del lunedì: a ffezione che colpisce glioccupanti di ambienti confinati ventilati econdizionati artificialmente. I sintomi piùevidenti sono l’affaticamento immotivato,la difficoltà di concentrarsi, veri e pro p r istati febbrili, brividi, costipazione, tosse.

Sembra che le cause possano essere ricon-dotte alla formazione di colonie batteri-che negli impianti stessi durante il perio-do di inattività.

FENOLI: composti organici aromatici lar-gamente diffusi anche in natura o prodot-ti industrialmente per sintesi (a partiredal benzene). Uno dei f. più importanti èl’acido fenico, impiegato soprattutto nellap roduzione di resine fenoliche. A l t reapplicazioni dei f. si trovano nella produ-zione di detersivi, lucidanti, insetticidi,collanti, vernici, catalizzatori. I f. costitui-scono una delle cause dell’inquinamentoidrico: possono essere presenti nell’acquaper cause naturali (deiezioni animali), male alte concentrazioni sono dovute esclu-sivamente all’intervento dell’uomo.Esistono molte varietà di fenoli con gradidifferenti di tossicità (è estremamente tos-sico il pentaclorofenolo) che spazianodalle semplici irritazioni alla pelle e allemucose fino al rischio teratogeno. Diversisono anche i livelli di biodegradabilità.S a rebbe dunque necessario limitare alminimo l’utilizzo di prodotti contenenti f.

FERORMONE: sostanza chimica naturale,simile agli ormoni, secreta dai insetti,invertebrati e vertebrati, impiegata comesegnale chimico di richiamo sessuale, dipericolo, di avviso. Agisce quindi ,a diffe-renza degli ormoni, su un altro esseredella stessa specie e non su chi lo hasecreto. Vengono utilizzati nella lotta bio-logica contro gli insetti. Non essendo faci -li da pr o d u r re, hanno costi superioririspetto agli insetticidi sintetici tradizio-nali, che ne hanno finora limitato la diffu-sione.

FERRO: elemento chimico, molto abbon-dante nella crosta terrestre, di colore bian-co splendente allo stato puro, che reagisceall’umidità producendo ruggine. Il f. puronon trova praticamente impiego, mentre èfondamentale nella produzione di leghe(assieme a carbonio, silicio, nichel, cromo,

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sentono alla f. verde di migliorare le con-dizioni di comfort termico e igrometrico ela qualità dell’aria interna.Contribuiscono inoltre a ridurre il fabbi-sogno energetico per il raff re s c a m e n t odegli ambienti.

FACHWORK: vedi edificio a gabbia por-tante.

FALDA FREATICA: strato di terre n oimpregnato d’acqua non ricoperto da unostrato superiore impermeabile. Dettaanche f.libera.

FANGO: miscela costituita dalle due com-ponenti solida e liquida, residuo dei pro-cessi di depurazione delle acque di scari-co urbane o industriali. I f. possono esserealtamente nocivi per l’ambiente e richie-dono quindi una serie di trattamenti pre-ventivi prima di essere smaltiti. Quelliche contengono un’elevata percentuale dicomponenti organiche, alla fine dei tratta-menti, possono essere reimpiegati in agri-coltura (f. stabilizzati e f. compostati). Inalternativa i f. trattati possono essere uti-lizzati per il recupero di sostanze pregiateo bruciati in impianti di termodistru z i o-ne. Questi sistemi di valorizzazione, ovepossibile, restano da preferirsi al conferi-mento in discariche controllate o all’elimi-nazione diretta nelle acque marine.

F.attivo: sistema di depurazione delle acquedi scarico, che si basa sugli stessi principidella depurazione naturale di un corpoidrico, accelerandoli meccanicamente e chi-micamente (le acque vengono opportuna-mente agitate, mantenute a un pH contro l-lato e addizionate di ossigeno, indispensa-bile per favorire i processi aerobici). Questotrattamento consente di ossidare fino al 95% delle sostanze inquinanti biodegradabili,utilizzando colonie microbiche che vengo-no alimentate e mantenute in sospensione.

F.compostato: f. derivante da un processodi depurazione delle acque di scarico, sot-toposto a processi di compostaggio checonsentono di riutilizzare la componente

solida come fertilizzante del terreno.F. g rezzo: f. derivante da un processo di

depurazione delle acque di scarico, nonancora sottoposto ad alcun trattamento disedimentazione, ossidazione biologica oad altri processi fisico-chimici, e quindiancora potenzialmente molto dannosoper l’ambiente.

F.igienizzato: f. derivante da un processodi depurazione delle acque di scarico, sot-toposto a trattamenti igienizzanti di tipochimico, fisico o biologico. Se il pro c e s s ocomporta anche la totale eliminazione deim i c ro rganismi presenti, allora si parla difango sterilizzato.

F.stabilizzato: f. derivante da un processodi depurazione delle acque di scarico, sot-toposto a un trattamento biologico o chi-mico per ridurre la concentrazione digermi patogeni e le emissioni di odorisgradevoli. Il trattamento di stabilizzazio-ne è indispensabile prima di un qualsiasiutilizzo dei fanghi trattati in agricoltura.

FATTORE:F.di di assorbimento luminoso: valore

che indica la percentuale del flusso lumi-noso, incidente su un corpo, che vieneeffettivamente assorbito.

F.di efficienza luminosa: v a l o re cheindica il rapporto tra il flusso luminosoirradiato e la potenza elettrica impiegatada una sorgente luminosa. Si misura inlumen al watt.

F.di luce diurna: valore che indica il livel-lo di illuminamento naturale ricevuto daun ambiente confinato. E’ uguale al rap-porto tra l’illuminamento rilevato all’in-terno dell’ambiente confinato e quelloricevuto, nelle medesime condizioni spa-zio-temporali, da una superficie orizzon-tale esposta alla luce esterna senza irrag-giamento diretto del sole.

F.diriflessione: capacità di un colore dir i f l e t t e re l’energia luminosa incidente. Simisura in percentuale. I colori che presen-tano il maggior f. di riflessione sono ilbianco, l’ocra, il verde o il blu molto palli-di (circa il 60-70 %). Scarso, invece il f. di

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lità né legati all’uso di additivi tossicidurante la lavorazione.

F.di juta: materiale isolante naturale rica-vato dallo pianta della juta macerata inacqua per renderla lavorabile. E’ econo-mica, traspirante e permeabile, validasostituzione delle schiume espanse sinte-tiche quale elemento di rincalzo e comeisolante acustico. La f. di j. è e facilmentericiclabile ed elettrostaticamente neutra.

F.di legno-cemento: materiale isolantenaturale ricavato da un impasto di fibredi legno (di solito abete) nella misura del65% circa, cemento Portland e silice finis-sima. E’ biocompatibile ed ecosostenibile,in quanto utilizza per la parte legnosadiradi, scarti di segheria e altre parti nonutilizzabili in falegnameria; buon isolantetermico e acustico, igroscopico, permeabi -le all’aria, ignifugo, antistatico, inattacca-bile da insetti. La presenza del cementoconferisce al prodotto finale una eccellen-te resistenza anche ai più severi sbalzi cli-matici. Le f. di l.-c. non emettono inqui-nanti nè in fase di lavorazione nè inopera; sono inoltre potenzialmente ricicla-bili.

F.di legno: materiale isolante naturalericavato dalle f. di l. di conifera sminuzza-to e sfibrato e poi lavorato in pannelli. E’economico, traspirante, non putre s c i b i l e ,privo di sostanze inquinanti (purché in

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f o s f o ro). Il f. non costituisce un gravepericolo per la salute umana, tracce di f.sono anzi indispensabili per l’equilibriominerale dell’organismo, mentre in con-centrazioni eccessive può alterare il meta-bolismo. L’inalazione delle polveri ferrosepuò causare danni all’apparato respirato-rio.

F.cianuro ferrico: composto a base di f. ec. utilizzato nell’industria delle vernici,degli smalti e delle lacche come pigmentodi colore blu scuro. E’ ritenuto dannosoper l’ambiente, in fase di pro d u z i o n e ,m e n t re non ci sono riscontri di tossicitàper la salute umana, pur contenendo unelemento altamente tossico come il cianu-ro. Nel dubbio, meglio comunque utiliz-zare prodotti a base di silicati di sodio chesembrano essere del tutto innocui.

F E RTILIZZANTE: sostanza naturale oartificiale, organica o minerale, utilizzataper ricostituire gli elementi nutritivi di unterreno. Come f. possono essere utilizzatiil compost, i fanghi (dopo opportuni trat-tamenti) e gli scarichi industriali (anch’es-si dopo aver subito trattamenti) di alcuneindustrie alimentari. Questo permette dic o n c i l i a re le esigenza proprie della ferti-lizzazione con quelle dello smaltimento.

FIBRA: materiale di origine naturale o sin-tetica, flessibile, caratterizzato da unadimensione longitudinale superiorerispetto a quella trasversale, in ediliziautilizzato soprattutto come isolante siaacustico che termico, impermeabilizzate,ignifugo, protettivo, ecc.

F.acrilica: f. sintetica dalla elevata re s i-stenza coniugata con la morbidezza (altatto, molto simile alla lana). Mostra lecontroindicazioni tipiche delle fibre sinte-tiche: elettrostaticità, frequente uso diadditivi potenzialmente tossici durante lalavorazione, problemi di smaltimento ebiodegradabilità.

F.artificiale minerale: f. ottenuta per tra-sformazione industriale di minerali (sidistingue quindi dai minerali fibro s i ,

quali l’amianto) utilizzata soprattuttocome isolante termico e acustico. La f. a.m. ha potenziali rischi connessi a fenome-ni di aerodispersione e all’utilizzo dileganti sintetici. La specifica dimensionedelle fibre costituisce elemento fonda-mentale per definirne il potenziale rischioc a n c e rogeno. Può causare allergie e, percontatto, dermatiti. La sua eventuale pre-senza nelle intercapedini deve risultaresigillata.

F.ceramica: f. minerale artificiale ricavatadal caolino, molto resistente al calore edunque utilizzata nella produzione diimpianti termici e come rivestimentoantincendio. Alcuni test evidenzierebberoun rischio cancerogeno a seguito di pro-cessi di aerodispersione.

F.di amianto: vedi amianto.F.di carbonio: materiale molto elastico

(fino a due volte più dell’acciaio e cinquepiù delle fibre di vetro) usato come rinfor-zante per materiali ad elevate prestazioni.

F.di cellulosa: isolante naturale e biocom-patibile che impiega come materia primala cellulosa. E’ poco attaccabile dagliinsetti, non marcisce, resiste al fuoco, nonemette sostanze tossiche, e può esserefacilmente riciclata. Le f. di c. inglobanom i c roscopiche celle d’aria in grado dio p p o r re resistenza ai flussi di calore, siaverso l’esterno che verso l’interno, crean-do efficace scudo termico. La f. di c. è tra imateriali alternativi all’amianto.

F.di cocco: materiale isolante naturalericavato dallo strato fibroso che riveste lenoci di cocco. La f. di c. garantisce un ele-vato grado di isolamento termico e acusti-co. Altre sue proprietà sono: durata, resi-stenza all’umidità e al fuoco (dopo speci-fici trattamenti in genere con solfatod’ammonio) e l’insensibilità agli attacchidi funghi e tarme. Sotto forma di pannellio rotoli, le f. di c. risultano innocue e nonsi caricano elettrostaticamente.

F.di gesso: f. naturale utilizzata comemateriale inerte o come armatura. A diffe-renza delle fibre sintetiche, non pre s e n t aproblemi di smaltimento o biodegradabi-

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amianto. Mostra le controindicazioni tipi-che delle fibre sintetiche: possibili additivitossici in fase di lavorazione, problemi dismaltimento e biodegradabilità.

F.di vetro: fibra sintetica, filata per fusionedel vetro, utilizzata come materiale dirinforzo e come fibra tessile nella produ-zione di tendaggi non infiammabili. Vieneanche impiegata nella produzione divetroresina e lana di vetro. Mostra le con-t roindicazioni tipiche delle fibre sinteti-che: possibili additivi tossici durante lalavorazione, problemi di smaltimento ebiodegradabilità. Può causare dermatitida contatto.

F. naturale: f. di origine animale, vegetaleo proteica. Le f. animali derivano dalvello degli animali (lana naturale) o daibozzoli (seta); quelle vegetali da fusti (peresempio, fibra di juta), foglie (sisal), steli(fibra di lino), radici, frutti (fibra dicocco). In senso lato vengono ritenutenaturali anche le fibre ricavate dire t t a-mente dai minerali come l’amianto.Possono essere impiegate come isolantiacustici o termici, nella produzione ditappeti, moquette e tessuti per arre d a-mento. Le f. n. provenienti dai Paesi in viadi sviluppo non sempre possono essereconsiderate biocompatibili, per via deimetodi di coltivazione o allevamento uti-lizzati e per l’elevato dispendio energ e t i-co necessario per il loro trasporto.

F.ottica: materiale utilizzato per la tra-smissione della luce o più in generaledelle onde elettromagnetiche, costituitoda sottilissimi fili trasparenti di vetro oplastica (dell’ordine dei millesimi di milli-metro). Le fibre ottiche vengono general-mente riunite in fasci: per evitare interfe-renze ciascuna viene rivestita con un sot-tilissimo strato di materiale con un diver-so indice di rifrazione. Nelle f. ottiche nontransita elettricità ma solo energia sottoforma di radiazione luminosa.

F.poliacrilnitrilica: f. acrilica utilizzata insostituzione delle fibre di amianto, essen-do costituita da elementi di dimensionitali da non risultare cancerogena. Mostra,

comunque, le controindicazioni tipichedelle f. sintetiche (uso di additivi tossicidurante la lavorazione, problemi di smal-timento e biodegradabilità).

F.poliammidica: f. sintetica generalmenteconosciuta come nylon, utilizzata per tes-suti e arredamento. Ha una buona re s i-stenza all’abrasione e un elevato punto difusione. Mostra le controindicazioni tipi-che delle fibre sintetiche (uso di additivitossici durante la lavorazione, pro b l e m idi smaltimento e biodegradabilità).

F.poliestere: f. sintetica generalmente uti-lizzata per la confezione dei tessuti. Haun’alta stabilità ed è difficilmente gualci-bile. Mostra le controindicazioni tipichedelle f. sintetiche (uso di additivi tossicidurante la lavorazione, problemi di smal-timento e biodegradabilità).

F.poliolefinica: f. sintetica generalmenteutilizzata nell’arredamento per tappeti etessuti di rivestimento. Ha una buonaresistenza al calore ed è molto dure v o l e .Mostra le controindicazioni tipiche dellef. sintetiche (uso di additivi tossici duran-te la lavorazione, problemi di smaltimen-to e biodegradabilità).

F.polivinilica: f. sintetica generalmenteutilizzata per la confezione di tendaggi etappezzeria grazie alla sua resistenza e alp regio di non essere infiammabile.Mostra le controindicazioni tipiche dellef. sintetiche (uso di additivi tossici duran-te la lavorazione, problemi di smaltimen-to e biodegradabilità).

F.sintetica: f. chimica ricavata da polime-ri sintetici. Fanno parte di questa catego-ria le f. di vetro, le f. poliammidiche, le f.poliestere, le f. acriliche, le f. poliviniliche,le f. poliolefiniche. Le f. sintetiche nonlasciano traspirare l’umidità e il loro uti-lizzo, quindi, potrebbe pro v o c a re degliscompensi negli ambienti confinati.Inoltre contengono spesso additivi tossici.

F.inorganiche: f. naturali o artificiali rea-lizzate partendo da composti inorg a n i c i .Le più utilizzate sono l’amianto, la wolla-stonite, la f. di vetro, la f. di roccia, la f.ceramica e la lana di scorie.

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assenza di leganti a base di resine sinteti-che). La presenza della magnesite comecomponente dei pannelli in f. di l., garan-tisce anche protezione antincendio. Lafibra di legno è anche elettrostaticamenteneutra e facilmente riciclabile.

F.di l. mineralizzata: materiale isolantenaturale ricavato da un impasto di fibredi legno e magnesite pressati ad alta tem-peratura. E’ biocompatibile, isolante ter-mico e acustico, igroscopico, permeabileal vapore, ignifugo, antistatico, inattacca-bile da insetti e imputrescibile, riciclabile.

F.di lino: materiale isolante acustico rica-vato dal lino e poi lavorato in materassini.E’ difficilmente infiammabile, re l a t i v a-mente economica; prevalentemente usatocome rincalzo contro gli spifferi.

F.di polivinilalcol: fibra polivinilica uti-lizzata in sostituzione delle fibre di

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Phitos.F.depurazione: tecnica naturale di depu-

razione delle acque di scarico che consistenell’utilizzo di particolari batteri aero b i c ie anaerobici per la trasformazione deicomposti organici in sostanze assimilabilicome nutrienti dagli apparati radicalidelle piante presenti nei corpi d’acqua. Laf. si applica soprattutto ad acque che pre-sentano alte concentrazioni di elementiorganici, azoto e fosforo, e sfrutta la capa-cità di alcune piante acquatiche di assor-b i re elevate quantità di nutrienti. Leacque così trattate non possono essereimpiegate per usi alimentari, ma sono uti -lizzabili per l’irrigazione o per l’alimenta-zione dei dispositivi di scarico domestici.La f. si ispira direttamente a processi giàpresenti in natura.

F. f a rmaco: sostanza antiparassitaria eammendante, naturale o prodotta per sin-tesi, allo stato solido, liquido o di aerosol,impiegata in agricoltura per preservare lecoltivazioni da parassiti, erbe infestanti,alghe, e per migliorare la produttività delterreno. Fanno parte dei f. i diserbanti, gliantiparassitari (vedi), i fertilizzanti, glianticrittogamici. Molti dei f. possonoessere dannosi per la salute dell’uomo ede s t remamente aggressivi per l’ambiente.Le direttive comunitarie prevedono alriguardo il rilascio di una autorizzazioneda parte del Ministero della Sanità primadell’immissione sul mercato di questi pro-dotti. In ogni caso è preferibile ridurre alminimo l’utilizzo di f., anche se autorizza-ti, promuovendo l’impiego della lotta bio-logica.

F.tossicità: attitudine di una sostanza chi -mica a causare danni di natura transitoriao permanente agli organismi vegetali( c o m p rese forme di necrosi, di riduzionedella crescita o delle capacità ripro d u t t i-ve).

F L ATTING: vernice vetrificante traslucidautilizzata per il trattamento delle superfi-ci legnose. In genere i prodotti pre s e n t isul mercato, oltre a pre s e n t a re tutte le

controindicazioni per la salute e l’ambien-te tipiche delle vernici sintetiche, al di làdelle prestazioni puramente estetiche,c o m p romettono la naturale capacità diregolazione dell’umidità del legno. E’quindi consigliato sostituire queste verni-ci con prodotti naturali quali il lazur o piùsemplicemente l’olio di lino cotto.

FLICKER: variazione rapida e ripetutadella tensione di rete, a frequenza moltobassa (dell’ordine di una decina di hertz),caratteristica del non corretto funziona-mento di alcuni tipi di apparecchi perilluminazione, che provoca lo “sfarfalla-mento” del flusso luminoso compro m e t-tendo il comfort visivo e in certi casi las i c u rezza operativa. E’ uno dei tipicidisturbi Emc, e può essere risolto median-te appositi sistemi di compensazione.

FLOW CAOATING: sistema di verniciatu-ra del legno che prevede l’applicazionedei coloranti mediante getti a pioggia. Irisultati ottenuti sono gli stessi delleapplicazioni per immersione, ma in que-sto caso è possibile utilizzare quantitativiinferiori di coloranti.

FLUORO: gas alogeno di colore giallo pal-lido e odore pungente, relativamente dif-fuso sulla Terra (è il tredicesimo elementocostitutivo della crosta terre s t re): moltovelenoso. In edilizia è impiegato soprat-tutto nella produzione di polimeri ed ela-stomeri. Alcuni suoi composti, come ilf l u o ru ro di sodio, vengono utilizzaticome prodotti per la cura del legno. Leelevate concentrazioni di f. presenti nel-l’inquinamento atmosferico possono cau-s a re irritazioni alla pelle e alle mucose,anemia, affezioni all’intestino. I compostidel f. diffusi in atmosfera hanno un eleva-to grado di fitotossicità.

FLUOROSI: malattia dovuta all’eccessivaassunzione di fluoro da parte dell’uomo.La f. può essere causata da un’alimenta-zione sbilanciata, dall’assunzione di

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F.organiche: f. naturali o artificiali realiz-zate partendo da composti a base di car-bonio. Le più utilizzate sono la f. di lino,le f. cellulosiche, la f. di polivinilalcol, le f.acriliche, le f. poliviniliche, le f. poliammi-diche

FIBROCEMENTO: materiale non infiam-mabile e non combustibile, ottenuto dal-l’impasto di cemento con fibre minerali,più modellabile e resistente del cementosemplice. In passato venivano utilizzatequasi esclusivamente le fibre di amianto,oggi vengono invece impiegate fibreo rganiche e inorganiche (tra le quali lalana di vetro e la lana di roccia), fibre dicellulosa e silice reattiva, oppure rinforzicontinui a struttura re t i c o l a re. Il f. vieneutilizzato soprattutto nella copertura deitetti. Poichè le fibre usate oggi nella pro-duzione del f. sono di dimensioni tali danon costituire una seria minaccia per l’ap-parato respiratorio, questo materialeviene ritenuto generalmente innocuo.

FIBROSI: vedi asbestosi.

FILAMENTO: nelle lampade a incande-scenza, ne costituisce il nucleo. Di formafiliforme, può assumere forma di spiralesemplice o doppia. Il passaggio della cor-rente elettrica tra i due elettrodi, ne deter-mina per resistenza l’incandescenza.

FILARE: successione di elementi postil’uno dietro l’altro.

F.di alberi: elemento verde, generalmentedisposto lungo le arterie stradali a grandescorrimento, realizzato con alberi ad altofusto. I f. di a. rivestono una importanzacome barriera acustica e frangi vento non-ché quale elemento di riqualificazioneambientale. Più modesto l’apporto in ter-mini di riduzione dell’inquinamentoatmosferico.

F I LTRAZIONE: trattamento, pre v a l e n t e-mente meccanico, che permette di separa-re la componente solida da un liquido o

da un gas nel quale è dispersa. Elementofondamentale nei processi di depurazionee potabilizzazione delle acque.

FILTRO: elemento poroso in grado di trat-tenere le impurità o le particelle più con-sistenti da un liquido che lo attraversa.

F. p e rc o l a t o re: s t ruttura di trattamentodelle acque inquinate che prevede l’utiliz-zo di colonie di microbi aerobici per l’os-sidazione dei composti organici biodegra-dabili. I micro rganismi formando unasorta di membrana biologica., nello stratodi inerte attraversato per perc o l a z i o n edalle acque, utilizzano le impurità presen-ti nell’acqua come proprio nutrimento. E’soluzione che offre vantaggi in termini dicosti di esercizio ma ha elevati costi diinstallazione e capacità depurante limita-ta nel tempo. Inoltre la possibile presenzadi micro rganismi anaerobici negli stratiinferiori del filtro può determinare l’emis-sione di odori sgradevoli.

F.solare: elemento di controllo della radia -zione solare (vedi anche schermaturas o l a re) che non interferisce con gli altrifattori ambientali, in particolar modo conla ventilazione, ma si limita nel re g o l a rela temperatura e l’illuminazione naturaledegli ambienti confinati.

FIOCCO: annodatura, coagulo, grumo, dinorma leggero.

F. cellulosico: isolante termico e acusticoa base di cellulosa, dall’aspetto caratteri-stico a “fiocchi”, preparato in genere concarta da macero e scarti della lavorazionedel legno. Se opportunamente trattato consali di boro, ha un punto di infiammabi-lità piuttosto basso e in caso di incendiotende a carbonizzarsi senza pro d u r refumi dannosi. Essendo prodotti a partireda materiale riciclato, facilmente smaltibi-li in discarica e a loro volta riciclabili, i f.di cellulosa sono biocompatibili e nonpresentano problemi per la salute dell’uo-mo.

FITO: riferito all’ambito vegetale, dal greco

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modifica lo stato di quiete o di moto delcorpo sul quale è applicata.

F O S FATO: composto a base di fosforousato come concime, detersivo domestico,p rodotto per l’addolcimento delle acque,fertilizzante, antifiamma, detergente, pla-stificante. Immessi nell’ambiente i f. (chein quantità limitate costituiscono unasostanza nutriente indispensabile per lavegetazione) tendono a concentrarsi nelleacque marine, lacustri, fluviali, causandogravi fenomeni di eutrofizzazione. Il loroimpiego, dove possibile, deve esserequindi evitato.

F.di zinco: composto inorganico a base dif o s f o ro e zinco, usato nell’industria dellevernici come prodotto antiruggine. E’ritenuto una sostanza di minore tossicitàrispetto al minio, il cui impiego resta tut-tora dominante.

FOSFORO: elemento chimico, solido atemperatura ambiente, facilmente infiam-mabile e altamente tossico . A d i ff e re n z adel f. rosso, il f. bianco è invece atossico enon infiammabile. La quasi totalità del f.viene impiegata per la produzione diacido fosforico, il resto viene utilizzatonell’industria delle materie plastiche ecome antiossidante. Negli ambienti confi-nati si accumula anche sotto forma di gasmetabolico e presenta una tossicità e unapersistenza simili a quelle del mercurio.

FOSGENE: gas incolore, soffocante, ad ele-vata aggressività chimica. E’ impiegatonella sintesi dei coloranti e in numero s ialtri processi industriali. E’ consideratomolto tossico.

FOSSA: p rofondità, scavo, contenitoreinterrato.

F.biologica: vedi vasca settica.F. i m h o ff: c o n t e n i t o re di scarichi civili

(acque nere) all’interno del quale si pro-duce una prima depurazione anaero b i c a ,che permette di separare il fango dailiquami.

FOTO: dal greco Photos, luce. F.cellula: vedi cella fotoelettrica.F.lisi: reazione chimica che comporta la ro t-

tura delle molecole, se colpite dalla radia-zione solare. La f. provoca dunque ladecomposizione di una sostanza espostad i rettamente alla luce del sole.

F.sintesi: p rocesso chimico-biologico chepermette alle piante verdi di trasformarele radiazioni luminose del sole, con l’ap-porto di acqua e anidride carbonica inenergia chimica.

F.smog: vedi smog fotochimico.F.voltaico: principio che si basa sulla

capacità di alcuni materiali semicondutto-ri (vedi silicio) di generare dire t t a m e n t eenergia elettrica, se raggiunti dalla radia-zione solare.

FRAGILITA’: facilità, attitudine a romper-si, a frantumarsi, a sconfiggere le resisten-ze.

F.ambientale: la ridotta capacità da partedell’ambiente di adattarsi ai cambiamentiindotti dall’attività umana senza subiremodificazioni traumatiche o irreversibili.

FRANGI: prefisso dal verbo frangere equi-valente a rompere, diradare, filtrare.

F.flusso: miscelatore meccanico di acqua earia, che può essere applicato ai rubinettidomestici e consente di re a l i z z a re unrisparmio idrico anche del 30 %. E’ undispositivo economico e utile ai fini delcontenimento degli sprechi domestici diacqua.

F.sole: vedi schermatura.

FREON: vedi clorofluorocarburi.

FREQUENZA: in un qualsiasi fenomenoe l e t t romagnetico, indica il numero dioscillazioni o vibrazioni periodiche nel-l’unità di tempo (un secondo).

F.del vento: indica il numero di volte cheè stata riscontrata in un certo arco ditempo la presenza di vento, lungo unadello otto direzioni principali.

F.elettrica: in un’onda, il numero di oscil-

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acqua eccessivamente ricca di questo ele-mento (succede anche in alcune zone ita-liane) o dall’esposizione prolungata (soli-tamente in ambienti di lavoro) alle emis-sioni a base di fluoro. Si manifesta conalterazioni allo smalto e alla resistenza deidenti, problemi di calcificazione delleossa, affezioni alla tiroide. Col termine f.si indicano anche gli effetti del fluorosulle piante (necrosi e riduzioni della cre-scita).

FLUORURAZIONE: p rocesso di corre z i o-ne di un’acqua che consente di aggiunge-re fluoro nelle acque che presentano unaconcentrazione troppo ridotta di questoelemento. Nel caso in cui un’acqua mostriuna concentrazione eccessiva di fluoro, sir i c o r re al processo opposto detto defluo-rurazione.

FLUOSILICATI: composti a base di fluoroutilizzati come disinfettanti, insetticidi,isolanti, e come rivestimento protettivo dialcuni materiali da costruzione. Sono rite-nuti una sostanza tossica, il loro uso èpertanto sconsigliato nella bioarc h i t e t t u-ra.

FLUSSO: determinato dallo scorrere, fluiredi materia o radiazione

F.luminoso: Indica la quantità di luceemessa da una lampada, o più in generaleda una qualsiasi sorgente di luce. Il f. l. simisura in lumen.

F. t e rmico: grandezza fisica che indica laquantità di calore che attraversa una datasuperficie di una sostanza omogenea nel-l’unità di tempo. E’ influenzato dire t t a-mente dalla conducibilità termica dellasostanza in questione.

FONDAZIONI: parte di un edificio chepenetra nel sottosuolo fino a costituire unpiano stabile di appoggio e sostegno. In unedificio bioecologico le fondazioni andre b-b e ro realizzate in muratura, o in calcestru z-zo (vedi) armato (con un’adeguata messa aterra) provvedendo a inserire sotto la pavi-

mentazione del piano terra uno strato dighiaione o roccia calcarea con lo scopo did re n a re l’umidità di risalita e l’eventualeradon provenienti dal sottosuolo. In alter-nativa si può sostituire al classico vespaioun solaio posto su frenelli o gattaiolato. E’importante non costru i re le fondazionisopra fontanili, corsi d’acqua sotterranei,faglie, tenendo conto dell’orientamento(verso nord-sud o est-ovest) a secondadella posizione geografica e quindi in baseall’esigenza di sfru t t a re l’irraggiamentos o l a re o, al contrario, di difendersi da que-s t o .

FONOMETRIA: tecnica di misurazione del-l’intensità del suono. La f. serve a valutareil livello di inquinamento acustico di unambiente e costituisce un presupposto fon-damentale per l’adozione di soluzioni (bar-r i e re acustiche, isolanti acustici) destinate am i g l i o r a re il comfort acustico.

FONTE: s o rgente, origine dell’acqua; perestensione: elemento di partenza.

F.rinnovabile: f. di energia primaria che,con l’utilizzo, non si riduce. Lo sfru t t a-mento delle f. r. è di gran lunga preferibi-le rispetto a quello delle f. non rinnovabi-li.

FORMALDEIDE: gas incolore, con odorecaratteristico, presente in molti pro d o t t iutilizzati in edilizia (prodotti per la casa,resine, colle, solventi, leganti, conservanti,d e t e rgenti, tessuti, moquette, vernici,f i b re artificiali). Si tratta di una sostanzairritante, molto tossica, cancer o g e n a(rischio cangerogeno di seconda catego-ria) mutagena e pericolosa per l’ambiente.Anche le minime esposizioni alla f. causa-no irritazioni alle mucose, agli occhi e allevie respiratorie. Possono inoltre possonosubentrare asma, allergie, allergie cerebra-li e disturbi temporanei. I prodotti checontengono f. anche in piccole quantitàdovrebbero essere evitati.

FORZA: grandezza fisica fondamentale che

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fumatori.F. da incendio: effluente sprigonantesi in

caso di incendio dai materiali bru c i a n t i .La pericolosità deriva in primo luogo dal-l’opacità, fonte di panico e di difficoltà diorientamento, nonché ostacolo per il tem-pestivo e corretto intervento delle squa-dre di soccorso. Essendo costituito, infatti,da particelle solide fini e goccioline diliquido in sospensione aventi un ord i n edi grandezza confrontabile con quellodella lunghezza d’onda della luce visibile,funge da schermi diffusori impedendo lavista in trasparenza. Ai fumi sono sempremescolati ai gas, i quali rappresentano laprincipale causa di decesso in caso diincendio, anche perché il loro sviluppo siaccompagna alla parallela riduzione diossigeno e alla conseguente asfissia. Tra ivari possibili effluenti tossici generati daip rocessi di combustione i più temibilisono: l’ossido di carbonio (re s p o n s a b i l edel 50% dei decessi), l’acido cianidrico,l’anidride carbonica, l’acroleina, l’acidocloridrico e il fosgene. Secondo i materialicombustibili presenti, possono generarsiquantità rimarchevoli o prevalenti di altresostanze tossiche, quali anidride solforo-sa, ammoniaca, ossidi di azoto, compostifosforati, acidi fluoridrico e bro m i d r i c o ,idrocarburi e loro derivati. La pericolositàè enfatizzata dall’effetto combinato.L’anidride carbonica, per esempio, indu-cendo un’alterazione del ritmo re s p i r a t o-rio e aumentando la profondità del respi-ro, favorisce l’inalazione delle altresostanze tossiche e irritanti prodotte dal-l’incendio, accelerando il sopravveniredello stato di incoscienza.

FUNGICIDA: speciale biocida impiegatonella lotta contro i funghi e le muf f e .Come tutti i biocidi anche i f. rappresenta-no una grave minaccia per la salute del-l’uomo. Secondo gli ultimi dati resi notidall’Ocse, dal 1985 ad oggi i consumi ita-liani di f. sono rimasti pressochè invariati.

FUNGO: organismo unicellulare o pluricel -

l u l a re vegetale, solitamente terre s t re mapresente anche nell’acqua, che trae il suonutrimento dalle materie or g a n i c h eviventi (f. parassiti) o in decomposizione(f. saprofiti). I f. sono ritenuti una dellecause di inquinamento interno (vedi fun-gicidi), sono caratteristici di alcune acqueinquinate e possono essere infestanti perle colture. Tuttavia, data la loro natura,alcuni f. opportunamente selezionati pos-sono anche essere usati nella lotta biologi-ca o nei processi di biodegradazione e piùin generale in molti processi di re c u p e rodi un ambiente degradato.

FURANO: composto organico a base dicloro. Si tratta di sostanza tossica e cance-rogena. Già minime esposizioni possonocausare affezioni cutanee (cloracne), aller -gia cerebrale, disturbi transitori.

GABBIA: i n v o l u c ro non compatto cheimbriglia e trattiene.

G.di permeabilità: s t rumento utilizzatoin edilizia per effettuare prove di permea-bilità dei materiali. Si tratta di una vera ep ropria gabbia costruita attorno a unamuratura e riempita d’acqua, il cui livelloviene mantenuto costante grazie a untubo di immissione, in modo tale da com-p e n s a re la quantità d’acqua che si perd eattraverso il muro. Misurando la quantitàdi acqua percolante attraverso il muro etenendo conto anche della variabilietempo si riesce a quantizzare il grado dipermeabilità all’acqua della muraturastessa.

GAIA (ipotesi di): filosofia che concepisce la

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lazioni complete compiute nell’unità ditempo.

FRONTIERA: limite, territorio di confine.F.esterna: superficie di un ambiente confi-

nato che separa i vani occupati dall’ester-no. Le sue prestazioni sono stre t t a m e n t ec o r relate con le caratteristiche del clima,con il livello di comfort interno desidera-to, con la sua capacità di isolamento, dischermatura, di ventilazione, e con illivello di trasparenza.

F. i n t e rna: superficie interna di unambiente confinato che separa i singolivani occupati. Le sue prestazioni dipen-dono sia da variabili interne (isolamento,materiali impiegati, organizzazione degliimpianti e degli arredi, capacità di accu-m u l a re calore) che da variabili esterne(essenzialmente microclima, orientamen-to e soleggiamento).

FUGA: in edilizia, lo spazio interc o r re n t etra due elementi contigui, in particolare lafessura tra mattoni o mattonelle. Le f.,soprattutto se interne all’ambiente abita-to, dovrebbero sempre consentire la puli-zia periodica. Le f. tra piastrelle sono unodei luoghi in cui più facilmente si annida-no batteri e insetti invisibili ad occhionudo. I battteri di questo tipo si sviluppa-no in presenza di polvere, umidità e tepo-re, e quindi più facilmente tra le f. presen -ti in bagno e cucina (umidità), nelle libre-rie (polvere), sotto letti e tappeti (tepore).

FULMINAZIONE: e ffetto dell’attività delfulmine o in genere di una scarica elettri-ca.

F.diretta: impatto di un fulmine che colpi-sce direttamente una struttura o il suoimpianto di protezione antifulmine ester-no. In condizioni e su aree del tutto parti-colari sono state registrate correnti di ful-mine fino a qualche centinaio di migliaiadi ampére, sotto tensioni anche di unmilione di volt. Generalmente gli impian-ti di protezione vengono dimensionatiper valori di fulminazione diretta ragio-

nevolmente inferiori.F. indiretta: impatto di un fulmine che

colpisce il terreno o un altro corpo inprossimità della struttura o degli impianti(elettrico, telefonico) che vi fanno capo. Ivalori di corrente e tensione che possonointeressare un edificio per la fulminazionei n d i retta sono notevolmente inferioririspetto a quelli della fulminazione diret-ta, ma possono tuttavia (in assenza diadeguate protezioni) danneggiare appa-re c c h i a t u re delicate, specie se elettro n i-che, innescare incendi, o addirittura, inrari casi, costituire un pericolo per le per-sone.

FULMINE: scarica elettrica di origineatmosferica, di carattere energ e t i c oimpulsivo, in un una o più alternanze, tranuvola e suolo. Si tratta di un fenomenonaturale, diffuso e frequente, di per sépericoloso se colpisce direttamente (ful-minazione diretta) o indirettamente (ful-minazione indiretta) organismi viventi os t ru t t u re. Non si conoscono scientifica-mente dispositivi o metodi atti ad impe-dire la formazione dei fulmini o a preve-n i re la fulminazione delle stru t t u re. E’tuttavia necessario, quando le normativevigenti (in particolare le Cei 81) lo preve-dono in base al correlativo livello dirischio, dotare le stru t t u re interessate diadeguati sistemi di protezione antifulmi-ne.

FUMO: vapore che esala dai corpi che bru-ciano.

F.da tabacco: tra i principali inquinantiindoor, costituito da una miscela di gas edi micro goccioline di catrame, nel qualesono stati isolati oltre 1.000 diff e re n t icomposti chimici, che contribuisce a com-p ro m e t t e re la qualità dell’aria negliambienti confinati. Per via dei suoi com-posti (specialmente nicotina, cadmio,monossido di carbonio, benzopire n e ,n i t rosammine, formaldeide) è fortementenocivo, non solo direttamente per i fuma-tori ma anche, indirettamente, per i non

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G.biologia: scienza che si occupa di valu-tare le condizioni di un sito geologico sulquale si intende costru i re un’abitazione,per individuare possibili fattori di distur-bo per l’organismo umano.

G.biologo: studioso che si occupa, nel det-taglio, di valutare le interazioni esistentitra gli organismi umani e gli elementi delsito geologico sul quale viene re a l i z z a t oun edificio. La preventiva analisi geobio-logica di un sito consente di dare prezioseindicazioni sulle soluzioni progettuali piùcorrette che possono essere adottate.

GESSO: minerale presente in abbondantigiacimenti sulla superficie terre s t re, for-matosi a seguito dell’evaporazione del-l’acqua marina. Numerosi i suoi utilizziin edilizia, dove trova impiego comelegante, componente di cementi e intona-ci, stucco (se miscelato con colla e solfatodi zinco).

G. industriale: materiale di scarto nellap roduzione di alcuni composti chimici oin processi di depurazione delle acque discarico industriali. Nel primo caso pre-senta in genere un’elevata concentrazionedi metalli pesanti e soprattutto di gasradon. Nel secondo contiene, a meno dispecifici e costosi trattamenti, elementicontaminanti. Il suo utilizzo è quindisconsigliato in bioarchitettura.

G.sintetico: materiale ottenuto sintetica-mente dal trattamento dei gas di scaricodelle centrali termiche. Ha caratteristichefisico-meccaniche molto simili a quelledel g. che ha ormai in buona parte sosti-tuito. Similari anche i campi di impiego:legante per intonaco e malta, costituentedi cartongesso e fibra di g., additivo(vedi) per cemento. E’ un prodotto chepuò essere utilizzato senza particolaria c c o rgimenti, non mostrando i pro b l e m idi radioattività tipici del gesso industria-le. Può dunque essere considerato unvalido surrogato del g. naturale, soprat-tutto perchè derivato da un processo diriduzione dell’inquinamento atmosferico.

GHIAIA: roccia sedimentaria non coerente,costituita da frammenti grossolani arro-tondati per rotolamento. In edilizia è con-sigliato l’utilizzo di g. perchè contiene ele-menti omogenei, assortiti, di dimensionivariabili tra i 3 e i 5 centimetri di diametro(a seconda dell’impiego), resistenti, nongessosi, non gelivi, non friabili, privi disostanze estranee quali terra o salsedine.

Ghiaione: insieme non coerente di detritirocciosi, con caratteristiche simili a quelledella ghiaia, ma solitamente di maggioridimensioni (da 5 a 9 centimetri di diame-tro medio). Da un punto di vista qualitati-vo valgono gli stessi suggerimenti validiper la ghiaia.

GHISA: lega di ferro e carbonio, cui vengo-no aggiunti altri elementi come silicio,c romo, alluminio, fosforo. La g. vieneimpiegata principalmente per la pro d u-zione di acciaio (vedi).

GIALLO: colore primario.G. cromo: composto a base di cro m o ,

piombo e ossigeno, utilizzato nell’indu-stria delle ceramiche, dei vetri, delle ver-nici, delle palstiche, degli smalti e dellelacche come pigmento di colore giallo.L’eventuale aggiunta di molibdeno favirare le tonalità verso il rosso. E’ ritenutoe s t remamente dannoso per l’ambiente infase di produzione e tossico per la salute,soprattutto per la presenza di metallipesanti. Per questo motivo il suo utilizzoè oggi limitato ad usi specifici per il solorestauro. Il giallo cromo può essere sosti-tuito con pigmenti naturali (ad esempiolimonite o terra di Siena).

GIARDINO: appezzamento di terreno, ing e n e re circoscritto e limitato, tenuto averde decorativo.

G . i n v e rnale: a rea vetrata di un ambienteconfinato, solitamente esposta verso Sud,con funzioni e struttura simili a quelle diuna serra. Scopo del giardino d’inverno èquello di re n d e re disponibili anche nellestagioni fredde spazi altrimenti poco frui-

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Terra come un unico organismo viventeautoregolato secondo procedure e mecca-nismi molto complessi. Da questa visonenasce l’esigenza di ridurre al minimo gliimpatti antropici che potre b b e ro infattiviolare questo equilibrio non solo a livellolocale ma su scala diffusa, comprometten-do il regolare funzionamento di tutto l’or -ganismo.

GALALITE: materia termoplastica ottenutatrattando la caseina con formaldeide. Habuone proprietà isolanti e non è infiam-mabile. In edilizia la g. trova impiegoquasi esclusivamente nella produzione diinterruttori elettrici.

GAS: stato della materia in cui gli atomi ele molecole di una sostanza tendono amuoversi liberamente in uno spazio defi-nito, occupandone l’intero volume.Questa loro proprietà rende particolar-mente pericolose le sostanze nocive allostato gassoso presenti negli ambienti con-finati perchè tendono ad espandersi dallazona di origine.

G.biologico: vedi biogas.G.inerti: gruppo di elementi allo stato gas-

soso la cui peculiarità è quella di avereuna struttura elettronica completa chequindi di essere stabili senza alcuna ten-denza ad acquisire o cedere elettroni. Ipiù importanti g.i. sono l’argon e il cripto.Per gli usi illuminotecnici, i g. i. vengonoimmessi nel bulbo della lampada a incan-descenza. Il loro scopo è quello di limitarel’evaporazione del tungsteno e quindil’annerimento, aumentando l’efficienza ela durata delle lampade.

G.inquinante: elemento o composto chi-mico allo stato gassoso, presente a tempe-ratura ambiente nell’inquinamento atmo-sferico. I g. i. più comuni e diffusi sonol’ossido di carbonio, l’anidride carbonicae altri derivati del carbonio, l’anidrides o l f o rosa e l’anidride solforica, gli ossididi azoto, l’ammoniaca, l’acido nitrico, glialogeni, vari derivati del cloro e del fluoroe gli idrocarburi volatili.

G . m e t a b o l i c o : p rodotto del metabolismoumano (essenzialmente imputabile allarespirazione), che in un ambiente confina-to può diventare un elemento di inquina-mento interno. Il più diffuso dei gasmetabolici è l’anidride carbonica, che puòcompromettere seriamente la qualità del-l’aria (vedi aria viziata).

G. nobili: gruppo di sei elementi allo statogassoso che comprende elio, neon, argon,cripto, xeno e radon. Sono tutti gas amolecola monoatomica, inerti, abbastanzadiffusi nell’atmosfera.

G.rari: vedi gas nobili.

GASBETON: conglomerato cementizioleggero e spugnoso (grazie all’impiego dipolvere di alluminio) dotato di particolaricapacità isolanti. Non si segnalano parti-colari controindicazioni per la saluteumana, ma occorre ugualmente fareattenzione a quei prodotti che utilizzanonell’impasto anche scorie d’altoforno chep o t re b b e ro essere moderatamenteradioattive.

GEL: colloide che ha la tendenza a trattene-re molecole d’acqua e si presenta quindisotto una forma semisolida gelatinosa.

G E N E R ATORE: elemento, stru m e n t o ,essere da cui deriva l’origine.

G. di calore: vedi caldaia. In senso latocon il termine generatore di calore si indi-ca qualsiasi apparecchio (anche elettrico)utilizzato per innalzare la temperaturaall’interno di un ambiente confinato.

G.di ioni: vedi ionzzatore.G.elettrico: apparecchio (tipicamente pila

o accumulatore), oppure macchina elettri -ca (dinamo o alternatore) che pro d u c ee n e rgia elettrica, rispettivamente trasfor-mando energia chimica o energia mecca-nica. Pila e accumulatore (vedi) cre a n osolo un campo elettrico di limitata entità,mentre dinamo e alternatore (vedi) dannoluogo a campi elettromagnetici.

GEO: riferito alla Terra.

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opera presenta il problema del rilascio disostanze nocive, e alla fine del ciclo divita è difficile da smaltire in maniera eco-compatibile.

G.vegetale: colloide ricavato per incisioneda alcune piante (radici, fusti, semi) oestratto da alghe marine. In edilizia trovaimpiego quasi esclusivamente come com-ponente per adesivi, grazie alla sua capa-cità di aderire alle superfici. Le g. vegetalisono prodotti naturali che non causanoproblemi di salute.

G.lacca: resina ottenuta per deposizione,su alcuni specie asiatiche di alberi, dellasecrezione di insetti emitteri. E’ impiegataper vernici naturali, adesivi naturali ecome isolante elettrico. In India vienes f ruttata da oltre quattro millenni, e nonp resenta alcuna controindicazione per lasalute umana.

G.resina: g. naturale, non polimerica, rica-vata da alcune piante per essudazione. E’costituita da un miscuglio di gomme, resi-ne e oli di essenze. Non è spesso usata inedilizia, ma può essere impiegata permigliorare il comfort degli ambienti confi-nati in quanto libera nell’aria profumi coneffetti rilassanti o tonificanti.

GRADO: singolo elemento di ripartizionedi una scala di misura.

G.giorno: indice del fabbisogno di energiadi un edificio per il riscaldamento, espres-so come somma delle diff e renze tra latemperatura esterna (media giornaliera) equella desiderata all’interno di unambiente confinato, nell’arco dell’anno.Nel calcolo vengono considerati solamen-te i giorni in cui la temperatura esterna èinferiore.

G . i d ro m e t r i c o : unità di misura per lad u rezza dell’acqua. Esistono due scaleidrometriche, una francese e una tedesca.Normalmente si ritiene che un’acqua siadura quando varia tra 18 e 30 gradi idro-metrici francesi e molto dura per valorisuperiori.

G . i g roscopico: capacità di un corpo o diuna sostanza di combinarsi con l’acqua,

diminuendo quindi l’umidità dell’am-biente circostante.

GRANITO: roccia eruttiva, molto resistenteall’inquinamento atmosferico, utilizzatacome materiale da costruzione, per pavi-mentazioni e rivestimenti. Possibili incon-venienti legati al suo utilizzo derivanodalle emissioni di radon di alcuni graniti(occorre dunque fare attenzione alle zonedi estrazione).

G R A N U L ATO: elemento ridotto in grani,di solito irregolari e di piccole dimensio-ni.

G.di verm i c u l i t e : vedi vermiculite. Inparticolare il g. d. v. espansa viene utiliz-zato come materiale di alleggerimentoper calcestruzzi speciali e riempimentoisolante per intercapedini.

GRASSELLO: miscuglio di colore bianca-s t ro, e consoistenza plastica e untuosa,ottenuto per spegnimento della calce vivae utilizzato come legante soprattutto permalte.

GRAVIMETRIA: scienza che studia le con-seguenze della gravità terrestre sugli esse-ri viventi.

GRECALE: vento impetuoso di nord estcaratteristico delle nostre regioni peninsu-lari. Soffia soprattutto in inverno, quandola zona dell’Europa mediterranea è inve-stita dalla bassa pressione, mentre sullecoste africane domina l’alta pressione.

GRIGLIA: inferriata, setaccio, filtro. G. antinsetto: accessorio applicato ai ser-

ramenti, che impedisce l’ingresso degliinsetti all’interno degli ambienti confinati.Nelle applicazioni più ricorrenti si trattain una semplice reticella a maglie piutto-sto fitte, della stessa misura del serramen-to. Sia fissa che scorrevole non impedisceil normale ricambio d’aria. Tra i sistemi didifesa dali insetti è certamente il più sano.

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bili (come balconi o terrazze) e di miglio-rare nel contempo il la situazione termicadell’edificio. Da questo punto di vista lesue prestazioni vengono a volte soprav-valutate: non è facile progettare una solu-zione che eviti il surriscaldamento in esta-te (occorre dunque prevedere vetri scorre-voli, schermature, dispositivi di ventila-zione naturale, materiali a bassa condutti -vità termica) senza penalizzare il comforttermico in inverno. Le soluzioni tecnichenon consentono sempre di trasferire alleabitazioni ciò che può essere applicato auna serra ad un locale di superficie spessoridotta.

GMO: acronimo utilizzato nei Paesi anglo-sassoni per indicare gli organismi geneti-camente modificati.

GOMMA: in genere, materiale elastico.G. arabica: materiale naturale ricavato da

alcune specie di acacia presenti nellafascia equatoriale, impiegato per la pro-duzione di vernici e adesivi naturali.E’ritenuto assolutamente innocuo per lasalute umana.

G.BR: g. sintetica, una delle prime ad esse-re realizzata, a base di butadiene con ele-vata resistenza all’abrasione e pro p r i e t àdinamiche alle basse temperature. Oltreagli utilizzi nell’industria degli pneumati -ci, viene impiegata soprattutto nell’indu-stria degli adesivi e come additivo (vedi)di varie materie plastiche alle quali confe-risce una maggiore resistenza agli urti.Mostra le tipiche controindicazioni per lasalute dell’uomo e per l’ambiente delle g.sintetiche.

G.CR: g. sintetica a base di butadiene ecloro, già prodotta negli Stati Uniti settan-ta anni fa, con elevata resistenza all’invec-chiamento e all’aggressione degli agentichimici e del calore. Viene impiegata nellarealizzazione di tubi, guaine isolanti percavi elettrici, rivestimenti protettivi, col-lanti. Il cloroprene, che ne è il costituente,è ritenuto una sostanza altamente tossicae cancerogena. Inoltre mostra le tipiche

c o n t roindicazioni delle g. sintetiche infase di lavorazione (inquinamento idricoe inquinamento atmosferico) e di smalti-mento alla fine del ciclo di vita. In caso diincendio libera diossina, furano, e altricomposti ad elevata tossicità.

G.naturale: colloide contenuto nel latticedelle piante equatoriali, ricavato per inci-sione dei tronchi. Ha proprietà elastiche,che possono essere migliorate mediantep rocessi di vulcanizzazione, per questoviene impiegato nella realizzazione dimaterassi, imbottiture, rivestimenti dimoquette e tappeti. Viene anche impiega-to nella realizzazione di adesivi naturali.Durante i processi di stabilizzazione pos-sono essere utilizzati prodotti chimicianche in quantità elevate con impattiambientali tutt’altro che indifferenti.

G.poliuretanica: vedi poliuretano.G.SBR: g. sintetica a base di butadiene e

s t i rene con elevata resistenza all’abrasio-ne. A parte gli utilizzi nell’industria deglipneumatici, viene impiegata nella re a l i z-zazione di pavimenti, moquette, guaineisolanti per cavi elettrici. Mostra le tipichec o n t roindicazioni delle g. sintetiche:inquinamento idrico e inquinamentoatmosferico (polveri e emissione di pro-dotti organici solforati durante la vulca-nizzazione), problemi di rilascio una voltaposta in opera, difficoltà di smaltimentoalla fine del ciclo di vita. L’uso di partico-lari additivi antifiamma e plastificanti, odi coloranti sintetici, può peggiorare l’im-patto sull’ambiente e sulla salute umanadelle g. Sbr.

G.sintetica: g. ottenuta sinteticamente(vedi anche elastomero) con caratteristi-che fisico-chimiche simili a quelle dellag.naturale. Viene impiegata nella realizza-zione di materassi, imbottiture, rivesti-menti di moquette e tappeti, sigillanti,guaine isolanti per cavi elettrici e adesivi.L’industria della g. è responsabile di varieforme di inquinamento idrico e inquina-mento atmosferico (polveri ed emissionedi prodotti organici solforati durante lavulcanizzazione). Una volta posta in

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degli antiparassitari (vedi) e dei collanti.L’I. è facilmente miscelabile con l’acqua epertanto può costituire un grave pericoloper l’ inquinamento. Si tratta di unasostanza tossica per inalazione o contattoe cangerogena. I prodotti che contengonoquesta sostanza andre b b e ro pre f e r i b i l-mente evitati.

IDROCARBURI: composti organici a basedi carbonio e idrogeno, presenti in naturaallo stato solido, liquido o gassoso.Hanno un vastissimo campo di applica-zione, direttamente come combustibili onella chimica organica per la produzionedi plastiche, gomme, coloranti, pesticidi,additivi, collanti. Possono causare graviforme di inquinamento atmosferico, idri-co e del suolo per uso diretto, per rilascioo per combustione. La maggior partedegli i. ha effetti tossici e fitotossici.

I.alifatici: i. privi di anelli benzenici cheraggruppano un gran numero di prodottitra i quali il metano, il propano, l’etilene.Molti di questi sono considerati cancero-geni.

I.alogenati: i d rocarburi non combustibilinei quali gli atomi di idrogeno sono statisostituiti da elementi alogeni. I normalip rocessi biologici producono più di 700i.a. diversi, di cui solo i più semplici (clo-ruro di metile, bromuro di metile e iodurodi metile) vengono prodotti in grandiquantità, soprattutto dalle alghe marine.Gli i.a. generati in natura contribuisconotra l’altro alla regolazione dello strato diozono che avvolge la Terra, contribuendoallo svolgimento dei delicati processi fisi-ci e chimici della troposfera e della strato-sfera. Esistono sostanziali differenze qua-litative tra gli i. a. prodotti in natura equelli prodotti dall'uomo, sia deliberata-mente che accidentalmente. Si tratta disostanze molto tossiche, cancerogene, dif-ficilmente degradabili e persistenti.Dispersi nell’’ambiente contribuisconoall’effetto serra e alla riduzione dello stra-to di ozono. La produzione, l'utilizzo e losmaltimento di qualsiasi i.a. possono

e s s e re accompagnati dalla formazione dialtri i. polialogenati quali diossine poli-c l o rurate, furani, esaclorobenzene, octa-clorostirene, che risultano a loro volta tos-sici, persistenti e bioaccumulativi. Laminaccia portata dai cloro rganici all'inte-ro Pianeta è stata studiata negli ultimi 20anni, vale a dire da quando la ricerc ascientifica ha cominciato ad indagaresulle cause alcuni problemi alla saluteumana, soprattutto in ambienti di lavorodove queste sostanze venivano pro d o t t e ,sia intenzionalmente che accidentalmen-te, e nelle comunità circostanti gli impian-ti industriali. Le indagini sono quindistate rivolte all'ambiente, dove venivanoriscontrate addirittura sparizioni di interespecie animali. Questi fenomeni venneroc o r relati alla produzione e utilizzazionedi pesticidi ed altri prodotti cloru r a t iquali DDT, PCB, dieldrin, endrin, penta-clorofenolo, heptachlor, clordano, lindanoe toxafene.

I . A romatici policiclici: i. derivanti dalbenzene, che a differenza degli a. semplicicontengono più anelli benzenici. Negliambienti confinati possono verificarsiconcentrazioni eccessive di idro c a r b u r iaromatici, causate, oltre che dall’inquina-mento atmosferico dei mezzi di trasporto,dalla combustione degli impianti diriscaldamento, dal fumo di sigaretta edall’uso di particolari solventi. Al paridegli a. semplici, anche i p. sono sostanzemolto tossiche (affezioni cutanee, neuro-logiche, epatiche, renali), cancerogene epotenzialmente mutagene. L’ a d e g u a t aventilazione dei locali e la sostituzionedegli impianti di riscaldamento poco effi-cienti, in particolare se a kerosene o legnapossono contribuire a ridurre le concen-trazioni interne di questi inquinanti.

I . A romatici: i. derivanti dal benzene, (lostesso benzene appartiene agli a.) utiliz-zati nell’industria della gomma e dellematerie plastiche. Negli ambienti confina-ti possono verificarsi concentrazionieccessive di i.a., causate oltre che dall’in-quinamento atmosferico dei mezzi di tra-

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GRUNE PUNKT: M a rchio ecologico checontraddistingue gli imballaggi riciclabili.Valuta quindi solo la parte terminale delciclo di vita di un prodotto e per questospesso non è considerato un marchio allastessa stregua di altri, quali per esempio,l’Ecolabel.

GUADAGNO: p rofitto, risultato di unaoperazione a proprio o altrui vantaggio.

G. solare diretto: quantità di caloreceduta ad un ambiente confinato dall’ir-raggiamento solare diretto che penetraattraverso le superfici vetrate.Contribuisce a determinare il fabbisognotermico complessivo ed è quindi un ele-mento da tenere in seria considerazionein qualsiasi progetto razionale dal puntodi vista dei consumi energetici. Sul princi-pio del g. s. d. si fonda la tecnologia disistemi a g. d. (vedi serra).

G.s.indiretto: quantità di calore ceduta adun ambiente confinato da parte di un col-l e t t o re solare ad esso collegato da unsistema non coibentato (conduttivo o con-vettivo) e quindi non per irraggiamentosolare diretto. Contribuisce a determinareil fabbisogno termico complessivo ed èquindi un elemento da tenere in seriaconsiderazione in qualsiasi pr o g e t t orazionale dal punto di vista dei consumie n e rgetici. Sul principio del g. s. i. sifonda la tecnologia dei sistemi a g. i. comeil muro solare o il roof pound.

G . s . i s o l a t o : quantità di calore ceduta adun ambiente confinato da parte di un col-l e t t o re solare coibentato o separato daesso. Contribuisce a determinare il fabbi-sogno termico complessivo ed è quindiun elemento da tenere in seria considera-zione in qualsiasi progetto razionale dalpunto di vista del consumo energ e t i c olegato al riscaldamento.

G . s o l a re: quantità di calore ceduta ad unambiente confinato da parte del sole. Puòe s s e re di tipo diretto, indiretto e isolato.Contribuisce a determinare il fabbisognotermico complessivo ed è quindi un ele-mento da tenere in seria considerazione

in qualsiasi progetto se si vogliono razio-n a l i z z a re i consumi energetici legati alriscaldamento e al raffrescamento.

GUADO: colorante naturale organico, dic o l o re azzurro, ottenuto fin dall’antichitàdalla macerazione delle foglie delle omo-nime piante. Ancora oggi viene utilizzatocome costituente delle pitture naturali.

GUAINA: rivestimento (generalmente nonconduttivo) dello strato isolante in uncavo elettrico, con funzione di protezionemeccanica, chimica, anticorrosiva.

H E RTZ (Hz): unità di misura della fre-quenza nel Sistema Internazionale.

HOT SPOT: fenomeno che si verifica in unsistema fotovoltaico per l’avaria di unacella collegata in serie con le altr e .L’elemento che si oscura agisce da re s i-stenza ed è dunque soggetto a surriscal-darsi e distruggersi, compromettendo lafunzionalità dell’intero sistema. Per pre-v e n i re questo inconveniente le singolecelle vengono “bypassate” mediante unaconnessione di diodi in parallelo.

IDRAZINA: composto inorganico a base diazoto e idrogeno, stabile a temperaturaambiente, liquido e incolore, impiegatosoprattutto nell’industria dei coloranti,

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igrometro.I.stato: congegno (solitamente applicato a

deumidificatori e umidificatori), che con-sente di re g o l a re il giusto grado di umi-dità all’interno di un ambiente confinato.

ILLUMINAMENTO: è il flusso luminosoincidente su una superficie di area unita-ria e si misura in lux. Se non diversamen-te specificato, si considera, a secondadelle destinazioni, riferito: all’altezza di0,85 metri per il piano di avoro; all’altezzadi 1 metro nel caso degli impianti sporti-vi; o a livello del suolo per le vie di fugain emergenza.

ILLUMINAZIONE: quantità di luce naturaleo artificiale, presente in un ambiente. Lac o r retta illuminazione è uno dei parametriche più condizionano il comfort abitativo(vedi anche sindrome da fotocarenza), poi-chè regola i bioritmi del nostro org a n i s m o .Più impropriamente con il termine i. siidentifica anche l’insieme delle lampade edegli apparecchi destinati a ero g a re, re g o l a-re o contro l l a re l.illuminazione artificiale.

I.artificiale: flusso di luce, prodotto dasorgenti artificiali (essenzialmente lampa-de), utilizzato per integrare la luce natu-rale. Se troppo monotono, vacillante,abbagliante può essere causa di uncomfort visivo ridotto.

I.naturale: flusso di luce dire t t a m e n t eemessa dal Sole o riflessa dall’atmosfera,dal terreno, dagli stessi edifici. La bioar-chitettura tende a pro m u o v e re al massi-mo lo sfruttamento dell’illuminazionenaturale all’interno degli ambienti confi-nati: la migliore qualità di questa fonte,che la rende capace di assicurare un piùelevato comfort visivo e la necessità dir i d u r re i consumi energetici fanno dellai.n.il sistema più raccomandato. L’i.n. ècondizionata, essenzialmente, dall’orien-tamento dell’edificio, dalla sua forma,dalla geometria dei locali, dalla riflettanzadei materiali e dei colori utilizzati per lep a reti, dalla distribuzione delle superficitrasparenti sulle pareti stesse.

ILLUMINOTECNICA: disciplina che stu-dia il livello ottimale di illuminazioneall’interno di un ambiente confinato. Inp a r t i c o l a re si occupa di pro g e t t a re lemigliori soluzioni per l’ illuminazioneartificiale in relazione al livello di illumi-nazione naturale e allo specifico utilizzodell’ambiente.

I M PACCO: termine di origine medica:applicazione in genere umida finalizzataa mitigare influssi o assorbire impurità.

I.biologico: sistema di pulitura adatto allarimozione dei depositi sui materiali lapi-

sporto, dalla combustione degli impiantidi riscaldamento, dal fumo di sigaretta edall’uso di particolari solventi. Si tratta disostanze molto tossiche (affezioni cuta-nee, neurologiche, epatiche, renali), can-c e rogene e potenzialmente mutagene.L’adeguata ventilazione dei locali e lasostituzione degli impianti di riscalda-mento poco efficienti contribuiscono aridurre le concentrazioni interne di questiinquinanti.

I.clorurati: i. appartenenti al gruppo deglialogenati. Negli ambienti confinati posso-no verificarsi concentrazioni eccessive dii.c. dovute all’utilizzo di detergenti, inset-ticidi, smacchiatori, adesivi, carte da para-ti, moquette. Si tratta di sostanze moltotossiche e cancerogene. L’adeguata venti-lazione dei locali e la sostituzione dei pro-dotti che contengono o rilasciano i. c. con -tribuiscono a ridurre fortemente le con-centrazioni interne di questi inquinanti.E’ consigliabile evitare l’uso di pro d o t t iche contengano queste sostanze, perchè lap roduzione, l'utilizzo e lo smaltimentodegli i.c. (organoclorurati) costituiscono lam a g g i o re fonte d'inquinamento tossicoper la Terra. Tra gli effetti più ricorre n t isugli animali si riscontrano disturbi dellefunzioni riproduttive e diminuita fertilità;difetti alla nascita; danni embrionali.Alcuni clororganici possono distruggere ilsistema immunitario; molti sono cancero-geni o co-cancerogeni, mutageni.Praticamente tutti, infine, anche in mini-me dosi, possono danneggiare fegato,reni e sistema nervoso.

IDROGENO: elemento chimico molto dif-fuso sia sulla Terra (rappresenta il 15 percento della crosta) che nello spazio (rap-presenta oltre il 50 per cento della materiap resente nel cosmo). Gas incolore e ino-d o re, esplosivo, viene usato in numero s esintesi chimiche come elemento di base.L’i. è ritenuto la fonte di energia del futu-ro, come dimostra l’ultimo Rapportodell’Enea: utilizzato con l’ausilio di parti-colari turbine o direttamente nelle celle a

combustibile, consente di alimentare sin-gole utenze domestiche da un paio di kW.

IDRO: dal greco Hydros, acqua.I . repellente: p rodotto chimico con alte

capacità tensioattive, che consente dia u m e n t a re le proprietà idrofobe dellesuperfici sulle quali viene applicato.Molto usati sono i siliconi, ma anche iderivati dello zolfo, della cellulosa, e alcu-ni nitrati.

I.sfera: insieme delle acque presenti o cir-colanti sulla superficie e nella crosta terre-s t re. Secondo una corrente di pensieronell’idrosfera andrebbe compreso il vapo -re acqueo, contenuto nell’atmosfera, cher a p p resenta un volume d’acqua diecivolte superiore a quella di tutti i fiumidella Terra.

IGIENE: parte della medicina che indica imezzi per conservare la salute, pulizia,gestione corretta.

I.ambientale: insieme di azioni, pro v v e-dimenti, soluzioni progettuali, re g o l a-menti normativi, volti a salvaguardare laqualità dell’ambiente naturale e la vivibi-lità e salubrità dell’ambiente antro p i z z a-to.

IGNIFUGO: trattamento o sostanza cherende più difficoltosa l’azione del fuocosu materiali infiammabili. Come i. vengo-no utilizzati soprattutto i fosfati, il boro, iborati, il bromo, l’antimonio.

IGRO: dal greco Hygros, umido.I.scopicità: capacità di un materiale o di

una sostanza di trattenere l’umiditàambientale.

I.scopio: strumento con funzioni analoghea quelle di un igro m e t ro, utilizzato perm i s u r a re l’umidità dell’aria. Nell’i. ven-gono confrontate le variazioni di colore dialcune sostanze, al variare dell’umidità ein base a queste variazioni se ne determi-na il valore. I dati che si ricavano sonocomunque meno precisi e attendibilirispetto a quelli di un psicrometro o di un

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composto, utilizzati per evitare la pene-trazione dell’acqua all’interno di unambiente o di un materiale. Molti i.,anche se di origine naturalei e largamenteimpiegati (vedi bitume e suoi derivati,asfalto, cartone catramato) possonocomunque essere dannosi per la salutedell’uomo. E’ quindi preferibile ricorre rea soluzioni quali la carta protettiva idrore-pellente all’olio di lino, i pannelli di ben-tonite sodica, i fogli di cellulosa impre-gnati di sali di boro (vedi borati) e olivegetali o il polietilene traspirante e rici-clabile.

IMPERMEABILIZZAZIONE: t r a t t a m e n t ochimico atto a impedire la penetrazionedell’acqua all’interno di un ambiente o diun materiale. Si effettua attraverso l’usodi impermeabilizzanti o idro re p e l l e n t i .L’imprmeabilizzazione consente di difen-d e re gli ambienti confinati dall’ingre s s oindesiderato di umidità ed è quindi unap rocedura che contribuisce al comfortinterno.

I M P I A L L A C C I ATURA: ricopertura di unlegno di scarso pregio estetico con unalamina di legno pregiato. Per l’ i. vengonospesso usati collanti potenzialmente dan-nosi per la salute e per l’ambiente . I legnimaggiormente utilizzati sono: acero ,ebano, noce e mogano. Dopo anni di caloil mercato delle i. ha ripreso a crescere intutta Europa, a partire dal ‘97.

IMPIANTO: gruppo di macchine, apparec-chi e attre z z a t u re necessarie allo svolgi-mento di un’attività o di un processo.

I.antincendio: i. di sicurezza o più ingenerale insieme di componenti (ancheedilizi) quali estintori, porte tagliafuoco,segnaletica, che in caso di incendio nelimitano il propagarsi, ne facilitano lospegnimento e primariamente agevolanol’evacuazione degli ambienti. Deve esserep rogettato e attuato (quando pre s c r i t t o ,con l’intervento consultivo e omologativodei Vigili del Fuoco) almeno nelle struttu-

re di residenza collettiva, del terziario edell’industria, in stretto coordinamento diefficienza e sicurezza con l’impianto elet-trico, l’impianto di riscaldamento o di cli-matizzazione e con i vincoli di accessibi-lità (vedi) dell’edificio. Di fondamentaleimportanza la verifica periodica e lamanutenzione.

I.centralizzato: i. di riscaldamento o ven-tilazione che serve contemporaneamentepiù utenze. In un’ottica str e t t a m e n t eorientata al risparmio energetico questasoluzione è preferibile a quella che preve-de più impianti distinti.

I.di abbattiamento: vedi abbattitoreI.di aerazione: vedi i. di ventilazioneI.di climatizzazione: i. tecnologico desti-

nato alla climatizzazione degli ambienticonfinati e quindi impiegato per migliora-re il comfort termico e igrometrico. Glii.d.c. possono comportare gli stessi pro-blemi (salute e risparmio energetico) degliimpianti di ventilazione .

I.di condizionamento: v. impianto di cli-matizzazione

I.di estrazione delle polveri: vedi ventila-zione meccanica controllata

I.di protezione antifulmine: i m p i a n t odi protezione esterno (formato da capta-tori, calate e dispersori) e/o interno (col-legamenti equipotenziali, scaricatori),destinato a convogliare al suolo l’even-tuale fulminazione diretta senza provoca-re danni alla struttura minimizzando letensioni indotte da fulminazione indire t-ta. La progettazione e l’installazione diquesti i. è regolata dalle normative Cei 81.Anche i sistemi di protezione conformi aqueste norme non possono tuttavia assi-curare in assoluto l’indennità di strutture,persone e cose. Il tipo e il posizionamentodei sistemi di protezione devono esserepresi in esame fin dallo stadio progettualedella nuova struttura, per sfruttarne almeglio le parti metalliche semplificandogli interventi addizionali, riducendo icosti di realizzazione e salvaguardando leesigenze estetiche.

I.di riscaldamento: i. tecnologico, costi-

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dei, che prevede l’applicazione di impastiargillosi stesi sulla superficie in questionee la successiva ricopertura con fogli dipolietilene per una durata variabile dai 20ai 40 giorni. Si tratta di un sistema piùincisivo rispetto, ad esempio, alla sabbia-tura o all’argilla assorbente, che va quindiutilizzato solo in casi indispensabili e congrande attenzione, per non danneggiarel’integrità delle superfici trattate.

IMPATTO: colpo, ripercussione, interferen-za momentanea.

I.ambientale: cambiamento delle condi-zioni originarie di un ambiente naturale,causato dall’intervento dell’uomo e dallasua attività. Il termine ha generalmenteuna accezione negativa, spesso usatocome sinonimo di i. antropico.

I.antropico: insieme di attività umane e dip rocessi industriali, agricoli, civili, chedegradano l’ambiente naturale attraversol’emissione di inquinanti, il prelievo dirisorse, il consumo di energia, alterando-ne l’equilibrio e incidendo sulla salutedell’uomo e sulla qualità della sua vita.

IMPERMEABILIZZANTE: sostanza o

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trico, cioè dall’insieme di quei conduttoriinstallati all’interno dei muri dentro tubioppure all’esterno in canalette per l’allac-ciamento ai vari apparecchi di utilizzazio-ne presenti nell’ambiente. Poiché l’i.e. sit rova sempre in tensione, genera uncampo elettrico costante nel tempo. Vatenuto presente il c. e. rilevabile è mag-giore se i cavi corrono esternamente piut-tosto che internamente ai muri. Per altroi livelli dei campi e.m. risultano trascura-bili ai fini biologici già ad alcune decinadi centimetri di distanza.

I . i d rosanitario: i. tecnologico (costituito ingenere da tubazioni, sanitari, rubinetteria)destinato all’adduzione e allo scaricodelle acque utilizzate all’interno degliambienti confinati. Caratteristiche fonda-mentali di un buon i.i. sono la facilità diintervento in caso di manutenzione, l’as-senza di vibrazioni meccaniche e disper-sioni termiche, un grado di igiene tale dae v i t a re il diffondersi di agenti patogeni.Per ottenere questi risultati occorre posi-z i o n a re le tubazioni in vani facilmenteispezionabili, isolare termicamente e acu-sticamente le condutture, assicurare equi-potenzialità all’impianto. E’anche fonda-mentale l’adozione di dispostivi per ilrisparmio idrico.

I.tecnologico: complesso di impianti chesovraintendono al funzionamento, allaf ruibilità, alla sicurezza di un ambienteconfinato. In un moderno edificio talecomplesso è generalmente costituito da: ielettrico utilizzatore, termico, idro s a n i t a-rio, di climatizzazione e ventilazione,antincendio.

I . t e rmico: vedi impianto di riscaldamen-to.

INCENDIO: risultato di una reazione diossidazione ad alta temperatura di unmateriale combustibile e di una sostanzac o m b u rente (per lo più ossigeno), unavolta che si fornisca l'energia necessariaper l'innesco della reazione, dalla quale sioriginano fumi (particellati solidi e goc-cioline liquide in sospensione - aerosol) e

gas la cui natura è strettamente connessaa quella del combustibi le pr e s e n t e .Risulta, quindi evidente l'importanza diun'accorta progettazione a monte ingrado di circoscrivere, se non proprio eli-m i n a re, ab origine il problema, interve-nendo sulle scelte tecnologiche generali edi dettaglio, anche se indubbiamente laquestione presenta notevoli livelli di diffi-coltà. Nella realtà infatti non si pre s e n t aun unico materiale combustibile, mabensì a un insieme di prodotti i cuie ffluenti si combinano variamente aseconda delle caratteristiche dell'incendio(temperatura, modalità e velocità dell'ac-censione,...), dando luogo ad esalazionitossiche e/o irritanti difficilmente preven-tivabili e controllabili. La normativa ita-liana di prevenzione individua nell’i. unaun'articolazione in cinque fasi:

1) innesco: inizio dell'i. con apporto energe-tico dall'esterno (apparecchi di cottura,riscaldamento, cortocircuiti, ecc.). Ognimateriale combustibile ha una sua specifi-ca temperatura di accensione, la quale,tuttavia, oltre a essere funzione dellanatura del materiale considerato, varia alv a r i a re della sorgente energetica e delleparticolari condizioni al contorno. Un i.può anche non manifestarsi immediata-mente nella sua piena evidenza, ma resta-re latente (per effetto di una combustionelenta – cioè senza fiamma; tipico, al pro-posito, il caso dei materiali solidi in cui èp resente il carbonio quale costituenteprincipale) per un tempo più o menolungo;2) sviluppo: si genera un focolaio confiamme e calore radiante irraggiato all'in-torno. L'evoluzione da combustione lentaa combustione con fiamma si determinaper il pr o g ressivo riscaldamento delmateriale interessato e la successivaaccensione dei prodotti combustibili vola-tili parzialmente ossidati. Correnti d'ariapossono, inoltre, ravvivare la combustio-ne lenta fino a far scaturire le fiamme; 3) flash-over: le particelle di carbonio libe-re presenti nei fumi dell'incendio re a g i-

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tuito in genere da caldaia, rete di distribu-zione, corpi riscaldanti e sistemi di re g o-lazione, destinato al riscaldamento degliambienti confinati e quindi impiegato perm i g l i o r a re il comfort termico. La tempe-ratura prevista dalle normative vigenti èpari a 20-22°C ed è quindi su questo valo-re che occorre tarare l’i.d.r.. Al fine digarantire un adeguato rapporto tra consu-mi e comfort, sono da preferirsi gli i. diriscaldamento centralizzati, purchè concontabilizzazione diff e renziata, in gradodi pro p a g a re il calore pre v a l e n t e m e n t eper irraggiamento e tali da limitare i moticonvettivi dell’aria, che altrimenti favori-rebbero il sollevamento di polveri e batte-ri. E’ necessario evitare di verniciare icorpi riscaldanti con vernici ad alto conte-nuto di solventi. Il calore, infatti, favorisceil rilascio di tracce di solventi anche adistanza di mesi dall’applicazione.

I.D.R. a battiscopa: i . d . r. che pre v e d el’inserimento di corpi riscaldanti continui(tubi metallici dotati di alette) lungo ilp e r i m e t ro degli ambienti confinati. Lepareti, lambite dal flusso di calore, posso-no così riscaldarsi gradualmente rila-sciando poi il calore all’ambiente circ o-stante. Si tratta di una soluzione moltovalida, che agisce sia per convezione cheper radiazione, soprattutto in termini dicomfort termico, ma presenta due con-troindicazioni di base: costi troppo elevatie vincoli alla disposizione dell’arre d a-mento.

I.di terra: parte di un i. elettrico finalizza-ta al collegamento funzionale e/o protet-tivo delle parti metalliche che potrebberoandare in tensione pericolosa in caso acci-dentale (guasto o fulmine) tra di loro e,attraverso conduttori di equipotenzialitàe/o conduttori di protezione, a un siste-ma dispersore. Deve essere progettato erealizzato conformemente alle norme tec-niche applicabili (Cei, impiantistiche e/oantifulmine), e quindi deve risultare coor -dinato (in quanto mezzo passivo) con lep rotezioni attive associate: a seconda delsistema di distribuzione e utilizzazione,

interruttori differenziali o magnetotermici(eventualmente, in luogo di questi ultimi,fusibili). Se correttamente dimensionati eposizionati, gli elementi dell’i.d.t. posso-no contribuire a ridurre i disturbi elettro-magnetici condotti o irradiati.

I.di ventilazione: i. tecnologico destinatoalla ventilazione forzata degli ambienticonfinati e quindi impiegato per migliora-re il comfort termico e la qualità dell’ariainterna. I sistemi di ventilazione meccani-ca presentano due ordini principali dip roblemi: se impiegati in maniera nonc o r retta e soprattutto se trascurati sottol’aspetto della manutenzione, possonocausare affezioni o vere e proprie malattie( f e b b re del lunedì), favorire la diff u s i o n edi inquinanti biologici o la creazione dipericolose aree di condensa, alimentandoquindi la proliferazione di microrganismi. Da questo punto di vista, gli i.d.v. fini-scono per avere un effetto contro p ro d u-cente sul comfort degli occupanti. Ilsecondo problema riguarda i consumienergetici che possono essere molto eleva-ti, specie nei climi caldi. Per questo l’uti-lizzo degli i. meccanici di v. deve esserelimitato e dove possibile sostituito consistemi di raffrescamento naturale.

I.elettrico utilizzatore: i. tecnologicodestinato alla distribuzione di energ i aelettrica e al collegamento funzionaledegli apparecchi elettrici e/o elettro n i c i .E’ costituito da un sistema di cavi elettri-ci, interruttori, prese a spina ed eventualialtri accessori di sicurezza o di funziona-lità. Deve rispettare le normative vigenti,in particolare per quanto riguarda la sicu-rezza delle persone, mediante un coord i-nato sistema di messa a terra protettiva edi interruttori/sganciatori (magnetoter-mici e/o differenziali a seconda delle suecaratteristiche). Deve inoltre essere ingrado di ottimizzare i consumi e nel con-tempo di contenere l’inquinamento elet-tromagnetico. I campi elettrici ed i campimagnetici a frequenza industriale, vengo-no emessi oltre che dai vari appare c c h ielettrici anche dallo stesso impianto elet-

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zio (cioè non in laboratorio o durantecombustioni sperimentali) hanno accerta-to che l’aumento delle temperature dicombusione non elimina le emissioni dicomposti policlorurati. In effetti una com-pleta combustione degli idrocarburi taleda produrre esclusivamente acqua e bios-sido di carbonio è del tutto teorica è puòverificarsi solamente in condizioni ideali.I normali sistemi di combustione nellarealtà producono sempre prodotti di com-bustione incompleta, alcuni dei quali alta -mente tossici. Più precisamente, il proces-so d'incenerimento, a causa della propriainstabilità intrinseca (natura dei rifiuti,condizioni operative, qualità e quantitàdel combustibile, variazioni di temperatu-ra dei fumi in uscita, ecc.) tende a genera-re parziali e non del tutto prevedibili ri-combinazioni della struttura molecolaredelle sostanze bruciate.

INCHIODATURA: tecnica di posa in operadelle moquette, e più in generale deipavimenti tessili, che non prevede l’utiliz-zo di adesivi, ma il semplice fissaggiomediante appositi chiodi ai bordi dellastanza, in corrispondenza delle pareti.

INDACO: colorante naturale organico, dic o l o re azzurro scuro non solubile inacqua, molto resistente, ottenuto fin dal-l’antichità dalle foglie e dai rami di alcunepiante presenti nell’Africa e nell’India. Daquesti vegetali è possibile estrarre anche ilrosso d’indaco, il bruno d’indaco e il gial-lo d’indaco). E’ uno dei più importanticostituenti delle pitture naturali. L’indacopuò essere ottenuto anche per via sinteti-ca.

INDICATORE: elemento che evidenzia unprocesso, un fenomeno.

I . s a p robici: o rganismo che permette dir i l e v a re l’inquinamento organico delleacque correnti a valle degli scarichi grazieal diverso grado di adattabilità alle condi -zioni ambientali. Lo studio di questi orga-nismi, della loro crescita, della pro l i f e r a-

zione delle colonie e delle eventuali alte-razioni diventa una “spia” dello stato disalute dei corsi d’acqua. La modellizza-zione saprobica è ovviamente un’opera-zione complessa che va studiata di voltain volta a seconda delle caratteristiche incui ci si trova ad operare. Come indicatorisaprobici, a seconda del tipo di inquinan-ti, si utilizano soprattutto alghe, batteri,funghi

INDOOR: interno; riferito all’inquinamentosi intende in ambito confinato. La percen-tuale più rilevante dell’inquinamentonegli ambienti interni è determinatasoprattutto dai seguenti fattori: insettici-di, spray, sbiancanti, smacchiatori, deter-genti, vernici e collanti, acari (vedi).

INDURENTE: catalizzatore che aumenta ladurezza e la resistenza delle materie pla-stiche termoindurenti e di alcune re s i n e .Uno dei più utilizzati e innocui indurentiè l ’ossido di magnesio, detto anchemagnesia.

INDURIMENTO: processo di correzione diun’acqua che consente di aumentarne ladurezza. In genere l’indurimento si ottie-ne immettendo l’acqua in serbatoi conte-nenti piccole quantità di polvere dimarmo o di carbonato di calcio.

INDURITORE: vedi indurente

INDUZIONE MAGNETICA: all’interno diun materiale o di un corpo si parlanomalmente di i. m. (B) anziché di campomagnetico (H). Per altro le due grandezzesono legate dalla relazione B = mH, dovem è detta costante di permeabilità (v. )magnetica del mezzo.

INEBRIAMENTO: effetto di temporanea eparziale perdita del controllo psico-moto-rio, che genera stati euforici e confusiona-li, provocato dall’inalazione o dall’inge-stione di sostanze eccitanti.

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scono con l'anidride carbonica generatadalle fiamme per dare luogo alla forma-zione di ossido di carbonio, ovvero a unanube di gas infiammabile che contribuiscea pro p a g a re rapidamente il fronte delfuoco;4) i. generalizzato: tutti i materiali combu-stibili presenti bruciano e concorrono. Inquesta fase, che è la più intensa in terminianche di effetti sulle stru t t u re edificate esugli occupanti dei manufatti, si raggiun-gono le temperature più alte;5) declino: l'i. si esaurisce in un tempo cheè funzione di numerose componenti, fracui la quantità di materiali combustibili,le condizioni ambientali, gli interventiesterni, ecc.L’eventualità del fenomeno va allontanatap re f e rendo ai sistemi attivi di gestione(nel caso in questione rappresentati dareti di rilevatori di fumo, sprinklers, ero-gatori di schiuma,...) un approccio di tipopassivo, fondato sulle capacità intrinsechedi risposta dei manufatti, legate, a lorovolta, alle caratteristiche dei materiali uti-lizzati o alle particolari soluzioni costrut-tive adottate. Per quanto attiene i mate-riali naturali, quali il legno, la carta, lef i b re naturali, ecc., nelle situazioni diesposizione si procede al trattamentoignifugo mediante composti di boro e salidi materiali alcalini, applicati in superficiecome normali vernici o per impregnazio-ne, durante o dopo il processo produttivodel manufatto. Per altro la carbonizzazio-ne degli strati superficiali delle stru t t u rein legno assolve un'importante funzioneprotettiva nei confronti dell'ulteriore com-bustione del nucleo centrale delle sezioniresistenti, tanto che il Decr.Min. 6 marzo1986 - Calcolo del carico d'incendio perlocali aventi stru t t u re portanti in legno -contempla esplicitamente la possibilità( o l t re che di trattare tali stru t t u re consostanze ignifughe e protettive) di dimo-strare con calcolo matematico, che la lorosezione residua, dopo un tempo corri-spondente alla classe del locale, tenendoconto della velocità di carbonizzazione

del legno, conserva le previste caratteristi-che meccaniche. Per materiali isolantinaturali infiammabili si pratica l’incapsu-lamento mediante controtavolato in late-rizio o cartongesso.

INCENERIMENTO: p rocesso di tratta-mento dei rifiuti solidi urbani in appositiimpianti (detti appunto inceneritori) cheprovvedono alla loro combustione ad ele-vate temperature (variabili in genere tragli 800 e i 1.300°C). L’i. è percepito comealternativa alla discarica controllata e allaraccolta diff e renziata; di fatto, là dovevengono preventivamente separati dairifiuti solidi urbani la carta, il legno, laplastica, i metalli e la percentuale umida,non rimane di fatto materiale combustibi-le. Nell’i. dei RSU (rifiuti solidi urbani) ip roblemi più gravi vengono dai metallipesanti e dal cloro. Quest’ultimo in parti-colare entra nella composizione del polie-tilene clorurato, del PVC e del polivinidi-l e c l o ru ro (PVDC). I metalli pesanti deri-vano da piccoli elementi elettrici ed elet-t ronici e da additivi e pigmenti pre s e n t inelle plastiche. Da quando nel 1977 èstata rilevata la presenza di micro i n q u i-nanti organoclorurati (PCDD, PCDF, PCB,ecc.) nei processi di i., viene posta mag-gior attenzione al riguardo. Rimane consi-stente il problema delle emissioni dimetalli pesanti (piombo, mercurio e cad-mio), idrocarburi policiclici aro m a t i c inonché di numerosi altri inquinanti qualigli acidi alogenidrici, gli ossidi di zolfo,gli ossidi di azoto, il carbonio org a n i c ototale e le polveri.

INCENERITORE: impianto deputato allosmaltimento dei rifiuti (purchè non spe-ciali o pericolosi) mediante combustione.I moderni i. sono tutti improntati al con-cetto di termodistruzione con re c u p e roe n e rgetico, ovvero alla combustione deirifiuti e nel contempo alla produzione dic a l o re (teleriscaldamento) e/o di energ i aelettrica. Nonostante una diffusa opionio-ne, analisi condotte su impianti in eserci-

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rano le caratteristiche isolanti e si avvici-nano alle prestazioni degli infissi in legno.Attualmente, nel mercato degli i. le realiz-zazioni in metallo rappresentano circa il30 % del totale.

I.in pvc: i. realizzato in pvc, robusto epiuttosto resistente all’inquinamentoatmosferico, che off re capacità di isola-mento acustico e soprattutto termico simi-li a quella delle realizzazioni in legno. Sitratta tuttavia di prodotti che nelle fasi dip roduzione richiedono l’impiego din u m e rose sostanze tossiche e composti

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INERZIA: resistenza al moto e in generalealla variazione di stato.

I.termica: vedi massa termica.INFIAMMABILITA’: vedi sostanza infiam-

mabile.

INFISSO: elemento inserito all’interno diuna continuità o cortina; in edilizia, ele-mento stabilmente vincolato alle muratu-re di un edificio, rispetto alle quali svolgefunzioni di finitura, di isolamento, di pro-tezione. Per i. si intendono generalmente iserramenti (e per estensione, anche rin-g h i e re, inferriate, mensole). Gli i. svolgo-no un ruolo fondamentale nel re g o l a re ilcomfort termico e la qualità dell’aria degliambienti confinati. Per questo, in un’otti-ca di risparmio energetico, è necessariosostituire gli i. più vecchi a scarsa tenuta,che consentono spifferi e passaggi d’aria(e vanificano quindi nei mesi freddi ilruolo degli impianti di riscaldamento).D’altra parte gli infissi a forte tenutarischiano di creare una sorta di “ambientesottovuoto”, impedendo il normalericambio dell’aria e costringendo a fre-quenti aperture di porte e finestre. Unatale situazione potrebbe vanificare l’effet-to isolante dei serramenti e compromette-re il comfort dell’abitazione.

I.in alluminio: i. in metallo realizzato inalluminio e successivamente rivestito conspeciali lacche acriliche. Gli i.i.a. sonomolto robusti, resistenti agli attacchi del-l’inquinamento atmosferico e necessitanodi poca manutenzione. Offrono anche unabuona capacità di isolamento acustico, mahanno il loro punto debole nelle scarsep restazioni di isolamento termico. Pero v v i a re a questo inconveniente le piùrecenti produzioni, oltre all’alluminio uti-lizzano sezioni in schiuma poliuretanica ep rofili in resina. Questo tipo di i. nonpone problemi di rilascio o di gestione deirifiuti al termine del ciclo utile del prodot-to. Gli i.i.a. possono essere facilmente rici -clati, ma i processi di produzione sonoaltamente energivori.

I.in legno: i. realizzato in legno che assicu-

ra ottime prestazioni sia tecniche che este-tiche. Gli i.i.l. sono robusti, garantisconola riduzione delle dispersioni termicheper trasmissione, sono poco deformabiliin presenza di umidità, specialmente serealizzati in quercia o pino silvestre ,hanno un’elevata inerzia igroscopica, inp a r t i c o l a re se in quercia e larice, sonobuoni isolanti acustici e sono in grado dire s i s t e re agli attacchi biologici qualorasiano realizzati con specie resinose .Proprio gli attacchi biologici e dell’inqui-namento atmosferico costituiscono infattiil principale fattore di degrado dei serra-menti in legno. Le più moderne realizza-zioni garantiscono prestazioni analoghe aquelle degli infissi in pvc o degli infissi inalluminio, pur non presentando i puntideboli di questi ultimi. Attualmente quasiil 50 per cento dei serramenti re a l i z z a t inegli edifici di nuova costruzione sono inlegno.

I.in legno-alluminio: i. realizzato acco-stando il legno, per il telaio, e l’alluminiocome elemento di finitura esterno. Questasoluzione aggiunge ai pregi tipici deglii.i.l. la protezione dagli attacchi biologici edall’inquinamento atmosferico tipica del-l’alluminio. Poichè generalmente lacopertura in metallo è solamente applica-ta o avvitata sulla struttura portante inlegno, senza l’uso di collanti, questi infissinon pongono neppure problemi di rila-scio o di gestione dei rifiuti al termine delciclo utile del prodotto e possono esserefacilmente riciclati.

I.in metallo: i. realizzato in metallo, gene-ralmente alluminio (vedi infisso in allu-minio) ma anche in acciaio (vedi) inossi-dabile, acciaio zincato e bronzo. Gli i.i.m.sono robusti, leggeri, resistenti agli attac-chi dell’inquinamento atmosferico (deci-samente più degli infissi in legno) maoffrono una capacità di isolamento termi-co e acustico inferiore, estremamente limi-tata se gli i. sono realizzati in profilati diacciaio (vedi) laminati a caldo. Esistono,tuttavia, anche realizzazioni rivestite conmateriali plastici coibentanti che miglio-

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secondo l’Organizzazione mondiale dellaSanità, un numero di morti doppio, tra gliadulti con oltre 30 anni di età, di quellocausato dagli incidenti stradali. Secondoun altro studio della CommissioneE u ropea, nelle 105 principali città comu-nitarie oltre l’80 per cento della popola-zione è stato esposto negli ultimi anni aconcentrazioni di inquinanti al di sopradei livelli tollerati. Vedi anche disinquina-mento atmosferico.

I.inquinamento da condizionamento:i. interno causato da un improprio utiliz-zo e da una cattiva manutenzione deicondizionatori. L’usura dei filtri favoriscel’immissione negli ambienti confinati dipolveri, impurità residui organici, fram-menti di foglie e quindi la pro l i f e r a z i o n edi funghi, germi, microbi, batteri (soprat-tutto staffilococco e legionella), muffe. Nederivano affezioni anche gravi per glioccupanti, quali irritazioni alle vie re s p i-ratorie, disturbi transitori, aff a t i c a m e n t o ,allergie (vedi anche febbre del lunedì). L’usura dei filtri in lana sintetica si traduceInoltre in fenomeni di aerodispersione.

I.da piombo: grave forma di i. che interes -sa l’aria, l’acqua e il suolo, generata dalpiombo e dai suoi composti. In atmosferala principale causa di concentrazione di p.è imputabile alla combustione delle ben-zine nelle quali questo elemento è presen-te in qualità di antidetonante. Un contri-buto “negativo” giunge inoltre dalle fon-derie e dalle industrie ceramiche. La pre-senza eccessiva di p. nell’acqua è imputa-bile da una parte all’inquinamento atmo-sferico inglobato dalle acque meteoriche,d a l l ’ a l t ro alla cessione di questo metalloda parte delle tubature utilizzate per l’ad-duzione dell’acqua potabile, un temporealizzate in p.. La sostituzione del p. conil pvc non ha purtroppo sortito grandivantaggi, dal momento che nella sualavorazione vengono usati additivi pro-prio a base di composti di p.. Nei corpiidrici dislocati in prossimità delle are eindustrializzate sono stati riscontratilivelli di concentrazione anche 200 volte

superiori rispetto a quelli delle acque noncontaminate. Nel sottosuolo, infine, il p. sideposita direttamente dall’atmosfera oper filtrazione delle acque (per non parla-re dell’abbandono di pile, batterie o altrioggetti che contengono grandi quantità dipiombo). E’ possibile ridurre questaforma di inquinamento attraverso l’ado-zione di specifici abbattitori (per le fontistatiche) e la diffusione delle benzinesenza piombo. Per le conseguenze sull’or-ganismo umano vedi piombo e saturni-smo.

I.da rumore: vedi i. acustico.I.da sorgenti domestiche: i . i n t e r n o

direttamente riconducibile all’immissionenegli ambienti confinati di gas di scaricodelle combustioni domestiche.

I.del suolo: i. chimico o biologico delsuolo che ne altera la normale composi-zione. L’i. del suolo è imputabile all’im-missione di sostanze estranee e ad unavariazione delle concentrazioni degli ele-menti normalmente pre s e n t i .Conseguenze dirette sono la riduzionedella fertilità e l’accentuazione dei feno-meni di erosione. Le cause dell’i. delsuolo sono imputabili essenzialmenteall’attività industriale (tensioattivi, idro-carburi, metalli pesanti) e agricola (nitrati,metalli pesanti, biocidi), alla pro d u z i o n edi energia da fonti non rinnovabili (ossidiazoto, ossidi di zolfo, polveri), ai processidi smaltimento e di incenerimento deirifiuti (fanghi, percolato, metalli pesanti),ai trasporti (ossidi di azoto, idro c a r b u r i ,piombo). Vedi anche disinquinamento delsuolo.

I.dell’aria interna: vedi i. interno.I.di fondo: livello medio accettabile di i.

atmosferico presente in una macro a re a ,indipendentemente dai possibili picchilocalizzati, dovuti alla presenza di parti-colari sorgenti localizzate.

I . e l e t t romagnetico domestico: i.e. chesi genera all’interno degli ambienti confi-nati per l’utilizzo di impianti e apparecchielettrici o elettronici. Spesso i livelli dii.e.d. essere ridotti attraverso semplici

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potenzialmente nocivi per l’ambiente. Glii.i.pvc, inoltre, pongono problemi di rila-scio o di gestione dei rifiuti al termine delciclo utile del prodotto. Il loro impiego èoggi pari al 20 % del mercato, ma sarebbeopportuno sostituirlicon i. in legno.

INFLUENZA: azione di una cosa che operasu un’altra.

I . e n e rgetica del colore : e ffetto che unadeterminata tonalità di colore, applicataalle frontiere interne di un ambiente con-finato, determina sul consumo energeticoimputabile all’illuminazione artificiale. Inuna stanza “tipo” di 20 metri quadrati disuperficie, l’illuminamento ottenuto dauna lampada alogena a stelo, a parità dipotenza assorbita, aumenta del 25 % se sipassa da un colore grigio verde di pareti esoffitti, a un giallo chiaro. Addirittura l'in-cremento supera il 50 per cento se si optaper il classico bianco (che ha però con-troindicazioni di carattere estetico e umo-rale). Miglioramenti si ottengono anchenel caso di un lampadario a più lampadeda soffitto.

I.del colore: sensazioni, effetti o modifica-zioni dell’umore e dell’efficienza fisicagenerati dai diff e renti colori. I principaliinflussi riguardano lo stimolo (o lad e p ressione) dell’attività motoria, la pro-duttività (condizioanta anche dall’aff a t i-camento visivo), la capacità di concentra-zione e di apprendimento, la tendenza astancarsi o, al contrario, a rigenerare leproprie energie. L’uso corretto del colore,oltre a giocare un influsso di natura fisicae psichica sull’uomo, può favorire ilrisparmio energetico.

INFRAROSSO: radiazione elettromagneti-ca con lunghezza d’onda compresa tra l’e-stremo rosso visibile e le microonde. Gli i.sono la regione dello spettro con il mag-giore potere calorifico.

INQUINAMENTO: alterazione di rilevanzamisurabile delle normali condizioni chi-mico-fisiche di un ambiente, causata ingenere dall’intervento dell’uomo attraver-

so l’immissione di sostanze, ef f l u e n t i ,onde sonore o elettromagnetiche, calore .Tali alterazioni hanno effetti nocivi o tos-sici sull’uomo e più in generale sull’equi-librio della biosfera. Possiamo classificarediverse forme di i.,alcune delle quali pos-sono essere così sintetizzate: i. acustico, i.atmosferico, i. elettromagnetico, i. delsuolo, i. fotochimico, i. idrico, i. interno, i.termico.

I.acustico: forma di i. provocata dall’ec-cessiva ru m o rosità degli ambienti e dalconseguente innalzamento del livellosonoro al di sopra della soglia di tollerabi-lità. L’inquinamento acustico compromet-te il benessere acustico e in casi particolaripuò causare gravi lesioni. Al di sotto dei35 decibel il rumore non crea alcun fasti-dio né danni alla salute; già tra i 36 e i 65decibel si evidenziano però i primi fastidi.Tra i 65 e gli 85 decibel si entra nellasoglia del fastidio oggettivo: il ru m o rea ffatica, disturba, provoca scompensineurovegetativi. Dagli 86 ai 115 l’i. acusti-co diventa un grave pericolo (danni neu-rovegetativi e lesioni ai condotti auditivi).Oltre i 115 decibel si supera la soglia deld o l o re e le conseguenze dell’i.a. possonod e g e n e r a re in gravi danni permanenti alfisico e alla psiche.

I.atmosferico: i. chimico, fisico o biologi-co dell’aria, che ne altera la normale com-posizione (vedi stazioni zero). L’i.a. èimputabile essenzialmente all’attivitàindustriale, alla produzione di energia dafonti non rinnovabili, ai processi di ince-nerimento dei rifiuti, ai trasporti pubblicie privati, all’utilizzo di pesticidi e fertiliz-zanti chimici. L’alterazione degli standarddell’atmosfera può anche essere causatada processi naturali quali l’eruzione di unvulcano (vedi anche sorgenti di inquinan-ti). Gli inquinanti atmosferici si dividonoin tre principali famiglie: gas inquinanti,particelle sospese e odori. L’impatto sullasalute umana e sull’ambiente degli inqui-nanti atmosferici è deleterio. Nei Paesiindustrializzati il solo i. generato daimezzi di trasporto causa ogni anno,

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I.transfrontaliero: i. atmosferico genera-to in uno Stato diverso da quello nelquale viene rilevato. E’ un fenomeno inc rescita che dimostra come il pro b l e m adegli inquinanti vada aff rontato a livelloglobale e come la lotta all’i. debba poterc o n t a re su strumenti giuridici e accord iinternazionali.

I.urbano: i. atmosferico, tipico dei centridensamente abitati, causato dalla circola-zione dei mezzi di trasporto. Secondol’ultimo rapporto della Commissioneeuropea sulla qualità dell’aria e sulle con-seguenze per l’organismo umano delleemissioni in atmosfera da parte dei mezzidi trasporto, negli ultimi anni più dell’80per cento della popolazione re s i d e n t enelle 105 principali città europee è statoesposto a concentrazioni di ozono giudi-cate dai sanitari “insalubri”.L’ O rganizzazione mondiale per la sanitànel rapporto del giugno ‘99 ha poi re s onoto che l’esposizione prolungata all’in-quinamento urbano causa, tra gli adultidi età superiore ai 30 anni un numero dimorti premature per problemi respiratorio affezioni cardiache doppio rispetto aquello imputabile agli incidenti stradali.

INQUINANTE: elemento che disturba unequilibrio, peggiorandolo.

I.biologico: vedi inquinamento micro b i o-logico.

I.primario: i. che, immesso in atmosfera,nell’acqua o nel suolo, mantiene le suecaratteristiche chimico-fisiche senza subi-re alcun cambiamento.

I.secondario: i. che, immesso in atrmosfe-ra, nell’acqua o nel suolo, muta le suecaratteristiche chimico-fisiche trasforman-dosi o combinandosi con altre sostanze.E’ il caso degli ossidanti fotochimici,responsabili dell’inquinamento fotochimi-co.

INSETTI: invertebrati appartenenti agliartropodi, di cui sono già state identifica-te e catalogate 750 mila specie. Numerosiinsetti sono dannosi, sia per le colture che

per l’uomo, ma molti sono anche indi-spensabili per mantenere l’equilibrio bio-logico (non solo come nutrimento peruccelli, pesci, anfibi, rettili e addiritturamammiferi, ma anche per la loro funzionedi impollinatori). Inoltre possono essereutilizzati nella lotta biologica in alternativaagli insetticidi.

INSETTICIDA: composto organico o inor-ganico, naturale o sintetico, allo stato soli-do, liquido o di aerosol, utilizzato anchenegli ambienti confinati per eliminare gliinsetti. Gli i. possono agire per ingestione,contatto, inalazione o asfissia. sono pro-dotti generalmente poco selettivi che,oltre a colpire gli insetti, presentano un’e-levata fitotossicità e tossicità per la salutedell’uomo. Il loro uso continuo miglioraInoltre la resistenza degli insetti e di fattoli rende inefficaci. Alcuni dei prodotti incommercio non sarebbero stati adeguata-mente testati, il loro utilizzo potre b b ed e t e r m i n a re disturbi oculari e re s p i r a t o r inonché l’insorgenza di forme tumorali.

I . d u ro: i. particolarmente persistente, chepuò re s i s t e re anche per vari anni nelsuolo, nell’acqua o all’interno degli orga-nismi viventi senza subire processi didegradazione. E’ quindi deleterio perl’ambiente e per la salute umana.

I.naturale: i. prodotto utilizzando soloestratti vegetali, derivati del petrolio osostanze prodotte da micro rganismi. Tr aquesti i più diffusi sono la piretrina e irotenoidi. Alcuni degli i.n. (soprattutto sederivati dal petrolio) non sono meno tos-sici o fitotossici di quelli sintetici, ma sonobiodegradabili. Come componenti deglii.n. vengono anche utilizzati i fero m o n i ,che non presentano problemi di tossicità.Rientrano nella categoria degli i.n. anche ibioinsetticidi.

I.sintetico: i. organico prodotto per sinte-si che in genere presenta problemi di tos-sicità acuta, assuefazione da parte degliinsetti, fitotossicità e non biodegradabi-lità. Esistono tuttavia i.s. a ridotto impattoambientale, come alcuni tipi di fosfati.

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a c c o rgimenti: installando un riduttore direte o un bioswitch, sconnettendo gliapparecchi non in uso dalle prese elettri-che, adottando soluzioni particolari nelposizionamento dei conduttori, per esem-pio effettuando incroci (anzichè paralleli-smi), twisting, messe a terra funzionali, emantenendoli il più possibile lontanidalla testata del letto eutilizzando piùcorrettamente gli elettrodomestici. E’ inol-t re opportuno collocare il contatore diconsegna e misura dell’energia elettricafuori dall’ambiente confinato.

I.fecale: i. derivante dalle deiezioni umanetipico delle acque nere, che, se non tratta-te adeguatamente attraverso processi didepurazione e specifici trattamenti didisinfezione, rischia di pro v o c a re gravidanni ambientali, soprattutto alle acque.

I . f o t o c h i m i c o : i. atmosferico tipico dellearee ad elevata densità abitativa, generatodalla reazione delle radiazioni solari congli ossidi di azoto e gli idrocarburi làdove si verificano delle concentrazioni aldi sopra della norma nello strato inferioredell’atmosfera. Tali reazioni generanocomposti dannosi per la salute umanacome l’ozono (irritazioni agli occhi e affe-zioni alle vie respiratorie) e possono darluogo a gravi intossicazioni se combinaticon l’anidride solforosa.

I.indoor: vedi i. interno.I.interno: i. chimico, fisico, biologico pre-

sente all’interno degli ambienti confinati.Secondo uno studio della CommissioneE u ropea denominato Macbeth, nellegrandi città la qualità dell’aria all’internodegli ambienti confinati (salvi quelli pro-tetti da doppia esposizione e con una ven-tilazione elevata) è spesso peggiore diquella che si rileva all’esterno, a causadelle numerose sorgenti di i.i. quali emis-sioni da materiali (formaldeide, solventi,fibre, plastiche), da prodotti di uso comu-ne (detersivi, biocidi, antiparassitari(vedi), composti per il trattamento dellegno), dagli impianti termici (ossidi diazoto, anidride carbonica, polveri) e dicondizionamento (vedi anche inquina-

mento da condizionamento). Tali massiveemissioni si sommano all’i. atmosfericoche tende a ristagnare negli ambienti con-finati, aggravando la situazione. A l t refonti di i.i. sono le radiazioni elettro m a-gnetiche, le attività umane (fumo, gasmetabolici), l’alterazione dei corretti valo-ri dell’umidità e della temperatura, lap roliferazione di agenti biologici. L’ i . i .causa fastidi e affezioni (vedi sindro m eda edificio malato) che possono degenera-re in forme più gravi. La riduzione delleconcentrazioni di inquinamento interno(vedi disinquinamento interno)costituisceuna delle priorità della bioarchitettura.

I.microbiologico: i.i. causato dalla forma-zione e proliferazione di micro rg a n i s m i( m u ffe, lieviti, funghi, batteri, virus, pro-tozoi, alghe, acari (vedi) e aracnidi, pollinidi piante superiori). Numerosi i fattori ele condizioni che favoriscono il diffonder-si di questa forma di i., favorito dalla nor-male attività degli occupanti e dei loroanimali (gas metabolici, desquamazionedell’epidermide, forfora, escreti, re s i d u idi alimenti), o dalla formazione di aree diaccumulo di umidità, polvere, terriccio,residui vegetali. In queste condizioni im i c ro rganismi, spesso patogeni, tossici oin grado di generare allergie, possono cre-s c e re, nutrirsi, svilupparsi all’internodegli edifici. Anche gli umidificatori, deu-midificatori, condizionatori e ventilatori,se non opportunamente utilizzati e manu-tenuti possono favorire lo sviluppo dii.m., proprio per la coesistenza di mate-riale organico e di umidità presente neic i rcuiti, nell’acqua di condensa, nei filtri,nelle bocchette. Per ridurre l’inquinamen-to biologico, vedi disinquinamento inter-no.

I.sonoro: vedi inquinamento acustico.I . t e rmico: i. che può turbare anche in

maniera rilevante il microclima locale. E’generato dall’immissione nell’ambientenaturale di calore prodotto dall’uomo(impianti domestici di condizionamento,in estate e in ambito urbano, industrie,centrali termiche).

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I.sintetico: i. che utilizza composti chimi-ci come leganti (resine sintetiche), additi-vi, emulsionanti, composti che possonop ro v o c a re danni alla salute al momentodella posa in opera (irritazioni e allergie)che in seguito, attraverso il rilascio disostanze inquinanti. Lo smaltimento diquesto materiale può essere causa didanni ambientali. L’i.s. può essere sosti-tuito con i.n. che garantisce pre s t a z i o n iparagonabili senza essere tossico.

I . t e rmocoibente: i. composto da calceidraulica naturale e silici espanse (o altrimateriali minerali) con proprietà termoi-solanti e fonoassorbenti; Inerte al fuoco epermeabile al vapore. Come legante èconsigliato l’utilizzo di silicato bicalcico,derivato dalla cottura a bassa temperatu-ra di marne, successivamente macinato epolverizzato, ed eventualmente arricchitocon l’aggiunta di pozzolana.

I . t e rmoisolante: i. utilizzato per la rico-pertura di pareti esterne, con lo scopo dimigliorare il comportamento termico del-l’edificio. Il rinzaffo viene generalmenteeffettuato usando un composto di calce ocemento mischiati con isolanti naturaliquali perlite, vermiculite, sughero in gra-nuli, e non crea problemi di tossicità. Glieventuali rischi per la salute derivano dalsecondo strato di ricopertura, con funzio-ne impermeabile e protettiva, per il qualevengono spesso impiegati i tradizionaliintonaci sintetici.

I N V E N TARIO: elenco delle cose pre s e n t iin un determinato ambito.

I.nazionale delle emissioni: studio pubbli-cato dall’Enea sui principali inquinanti dagas serra e sulle loro fonti, relativo allasituazione italiana. Da questa indagineemerge come le produzioni energetiche, itrasporti e il trattamento dei rifiuti siano iprincipali imputati per le emissioni dianidride carbonica, monossido di carbo-nio, metano, monossido di azoto e biossi-do di azoto.

INVOLUCRO: insieme degli elementi che

definiscono il volume di un edificio e nesuddividono lo spazio interno.L’ i n v o l u c ro riveste un’importanza priori-taria in quanto determina gli scambi ener-getici tra interno ed esterno ed influenzaquindi le condizioni di comfort interno eil fabbisogno energetico degli ambienticonfinati.

IODIO: elemento chimico, presente innatura sia nelle rocce che disciolto nell’ac-qua (fu infatti isolato, per la prima volta,dalle ceneri delle alghe). Insieme alb romo è uno degli alogeni più utilizzati.In piccole dosi è indispensabile alla vitadell’uomo.

I O N I Z Z ATORE: a p p a recchio in grado dip u r i f i c a re l’aria e nel contempo di pro-durre ossigeno ionizzato grazie a un elet-trodo che emette ioni negativi. Gli i., inol-tre, trasmettono le cariche negative anchealle particelle solide, che in questo modovengono attirate verso il pavimento o lep a reti, migliorando la qualità dell’ariainterna.

IRRAGGIAMENTO: effetto della radiazio-ne.

I . d i ffuso: una delle due frazioni in cui sidistribuisce l’i. solare (l’altra è l’i.diretto);la frazione diffusa fa riferimento a tutta lap e rcentuale di i. che, partendo dal sole,non giunge sul punto di osservazione conun percorso geometricamente rettilineo.

I.ottico: i. elettromagnetico compreso trala lunghezza d’onda dei raggi X (circa 1nm) e quella delle onde radio (circa 1mm).

I.visibile: la frazione dell’i. ottico capacedi pro d u r re direttamente una sensazionevisulae (lunghezze d’onda comprese tra380 e 760 nm).

I S O A L I FATI: composti organici derivantidal petrolio utilizzati come solventi perp i t t u re, lacche, collanti. Durante il loroimpiego hanno un impatto sulla saluteumana e sull’ambiente contenuto, ma

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INSONORIZZAZIONE: insieme di pro c e-d u re, dispositivi, soluzioni tecniche ea rchitettoniche applicate a un ambienteconfinato per ridurre la rumorosità inter-na e migliorarne l’isolamento acustico(vedi isolanti acustici).

INTENSITA’: quantità, grado di forza. I.del vento: indica la pressione eserc i t a t a

da un vento su una superficie e si misurain dine/centimetro quadrato oppure ink g / c e n t i m e t ro quadrato. E’ un concettos t rettamente correlato con la velocità(vedi scala di Beaufort).

I.luminosa: quantità di luce emessa dauna fonte luminosa, secondo una deter-minata direzione. L’i.l. si misura in cande-le.

I.sonora: v a l o re che indica l’energia delsuono. L’i. dipende essenzialmente dal-l’ampiezza delle vibrazioni sonore e, inmisura minore, dall’altezza e dal timbro .Si misura in decibel.

INTERCAPEDINE: spazio libero, compr e-so tra due superfici. Nell’edilizia ha gene-ralmente funzione isolante. Su questoprincipio si basano soluzioni quali la fac-ciata ventilata o i sistemi solari passivi.

I.ventilata: soluzione tecnica e progettua-le che consente di ridurre l’umidità all’in-terno di un ambiente confinato (vedibonifica da umidità), specie quando ilfenomeno si verifica nei locali interrati.Consiste, semplicemente, nella cre a z i o n edi una seconda parete distante dallaprima alcune decine di centimetri, così dacreare una vera e propria i. tra le due. L’intervento consente di arre t r a re il terra-pieno e di favorire quindi la ventilazionedi locali totalmente o parzialmente inter-rati. La muratura, infatti, potrà assorbireacqua soltanto dalla base, e non più late-ralmente, scaricandola nell’intercapedinesotto forma di vapore, che potrà poi esse-re convogliato verso l’esterno mediantecanali, griglie o aperture di ventilazione.

INTONACO: rivestimento utilizzato supareti e soffitti con finalità estetiche, pro-tettive e di regolazione dell’umidità del-l’aria. In commercio esistono molti tipi dii. a base di cemento, che utilizzano additi-vi sintetici per favorire un essicamentoomogeneo e che rilasciano ostanze tossi-che per la salute. Si consigliano prodotti abase di calce traspirante naturale o artifi-ciale (calce aerea e cocciopesto) sia per lepareti interne che esterne; oppure i. a basedi gesso di provenienza naturale.

I.aerato: i. ottenuto miscelando assiemealla malta anche sostanze destinate ada u m e n t a re la porosità dell’i . stesso.Questa proprietà è in grado di favorireun’azione di aspirazione per capillaritàdell’acqua contenuta nel muro, e quindidi incrementare la velocità di evaporazio-ne. Le sostanze additivate, infatti, aumen-tano il volume dei vuoti nell’i. e di conse-guenza la superficie di evaporazione delm u ro. Gli i.a. sono quindi consigliatiquando occorre rimuovere l’umiditàeccessiva dalle pareti. Indispensabili, perun buon funzionamento, un livello eleva-to di aerazione negli ambienti dove que-sto i. viene applicato, uno spessore ade-guato della muratura stessa, la rimozionedei sali che potre b b e ro occludere i poridell’i. vanificandone gli effetti.

I.civile: i. costituito da una malta, congrani di sabbia finissimi, poi lisciatamediante fratazzo rivestito con panno, inmodo tale da ottenere una superficie fina-le perfettamente piana e uniforme. Vieneapplicato dopo la presa dell’i. grezzo. Sirealizza in tre strati: rinzaffo, arricciaturae finale a colla.

I.naturale: i. che non contiene leganti,additivi o emulsionanti sintetici e utilizzacolle naturali di origine vegetale o anima-le. E’ preferibile all’i. sintetico perché noncausa problemi di inquinamento internonegli ambienti confinati e non ha unimpatto ambientale dannoso durante ilsuo ciclo di vita, soprattutto se realizzatocon materie prime inerti abbondanti efacilmente smaltibili come calce o sabbia.

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re la temperatura dell’aria. Gli effetti delriscaldamento sono immediatamente per-cepibili ma al cessare dell’erogazione dicalore, la temperatura tende ad abbassarsirapidamente. Soluzioni di questo generesono quindi adatte per locali abitati sal-tuariamente. Un semplice calcolo eviteràche il punto di rugiada cada all’internodella muratura determinando problemi dicondensa.

I.termico: insieme di soluzioni progettua-li, procedure, dispositivi, misure preventi-ve destinate a ridurre i flussi indesideratidi calore dall’interno all’esterno e vicever-sa. Un corretto i.t. è indispensabile perg a r a n t i re un adeguato comfort termico eper ridurre i consumi energetici, nelle sta -gioni fredde per il riscaldamento e inestate per il raff rescamento. Gli elementiprincipali che determinano le prestazionie l’efficacia di un i. sono: la conduttivitàtermica dei materiali impiegati, la posi-zione dello strato isolante, lo spessoredello strato isolante, quest’ultimo in rela-zione alle direttive regionali. Nella sceltadei materiali isolanti è indispensabile con-ciliare le esigenze di i.t. con la necessità dinon pre c l u d e re la normale re g o l a z i o n edell’umidità o la salute degli occupanti.Da evitare gli isolanti sintetici e le schiu-me che possono diventare fonte di inqui-namento interno. Vanno invece bene ipannelli in fibra di cocco o fibra di juta, ipannelli in sughero (anche autoespanso acaldo, senza aggiunta di collanti) o ins u g h e ro granulare pluriventilato. Beneanche il legno mineralizzato con magnesi-te, specie se abete, e le fibre di cellulosacostituita da carta di giornale riciclataimpregnata con sali minerali.

ISOLANTE: materiale utilizzato per l’isola-mento termico e acustico degli ambienticonfinati. Un buon i. deve proteggere maanche possedere buone capacità igro s c o-piche, un’elevata resistenza all’attacco difunghi, insetti, muffe, roditori; deve esse-re elettricamente neutro, privo di emissio-ni, in grado di lasciare inalterato il campo

magnetico, resistente al fuoco, non putre-scibile. Deve inoltre essere riciclabile enon derivare dallo sfruttamento intensivodi risorse in via di estinzione o pro d o t t ocon metodi ad elevato dispendio energeti-co.

I.naturale: i. di origine minerale (pomice,a rgilla espansa), vegetale (sughero, fibradi cocco o di legno, juta) o animale (lananaturale). Gli i.n. sono generalmente pre-feribili a quelli artificiali, sempre che nonrichiedano costi energetici e di trasportoelevati e off rono comunque pre s t a z i o n ianaloghe nella protezione dal ru m o re odal freddo e per le loro caratteristiche diresistenza, imputrescibilità, igro s c o p i c i t à ,neutralità elettrostatica e riciclabilità.

ISOLUX: linea immaginaria costituita daipunti di un piano aventi il medesimolivello di illuminamento.

ITTIOCOLLA: vedi Colla di pesce.

JUTA: vedi fibra di j.. Le uniche controin-dicazioni legate all’uso di questo materia-le riguardano i sistemi di coltura intensi-va, che, nei Paesi in via di sviluppo,attualmente principali fornitori di questafibra tessile, si serve di grandi quantitatividi antiparassitari (vedi) e fungicidi.

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offrono prestazioni mediocri e per questovanno integrati con altri solventi.

I S O C I A N ATO: composto organico deriva-to dal fosgene, impiegato nella produzio-ne di poliuretani, lacche, collanti, indu-renti. Si tratta di una sostanza molto tossi-ca, irritante per la pelle e per le mucose,ipersensibilizzante. Può anche causareattacchi d’asma.

ISOLA: elemento racchiuso e circ o s c r i t t o ,così come avviene in qualche caso per laterra dal mare.

I.di calore: area circoscritta di uno spaziourbano che presenta una temperaturamedia superiore rispetto a quelle adiacen-ti. Le cause che possono generare un’i.d.c.sono legate essenzialmente alla conforma-zione del tessuto urbano in quella specifi-ca area (strade strette, circolazione deimezzi particolarmente congestionata, edi -fici molto alti, assenza di verde, uso dimateriali che assorbono calore, eccessivoimpiego di impianti di climatizzazione).L’i.d.c. è una delle manifestazioni piùgravi dell’inquinamento termico.

ISOLAMENTO: separazione, pro t e z i o n e ,circoscrizione.

I.a cappotto: i. termico applicato allefrontiere esterne, che ne prevede il rivesti-mento mediante un involucro isolante apiù strati. La facciata dell’edificio viene,per prima cosa, rivestita con uno strato dipannelli isolanti (meglio scegliere le fibrenaturali a base di sughero e legno, o fibreminerali, anziché polistirene o poliure t a-no). Si procede quindi con mani di into-naco per proteggerlo dall’irraggiamentod i retto e dall’aggressione degli agentiatmosferici, senza però precluderne lenormali capacità igroscopiche. E’ consi-gliabile l’inserimento tra i due strati diuna rete in fibra di vetro a migliorare laresistenza alle trazioni e quindi la cavilla-tura. Uno dei vantaggi dell’i.a.c. è chepuò essere applicato in un qualunquemomento, anche ad un edificio pre e s i-

stente. Riduce comunque la capacità ditraspirazione delle pareti.

I.acustico: insieme di soluzioni pro g e t-tuali, pro c e d u re, dispositivi, misure pre-ventive in grado di ridurre l’inquinamen-to acustico e controllare quindi l’intensitàdel ru m o re nell’ambiente. A l l ’ i n t e r n odegli ambienti confinati si procede limi-tando le sorgenti sonore interne e control-lando la propagazione delle onde sonorep rovenienti dall’esterno. A tale scopooccorre operare interventi di insonorizza-zione sulle stru t t u re mediante l’uso dimateriali isolanti e fonoasorbenti naturali( s u g h e ro, fibra di cocco, pomice, fibre dilegno), o adottare soluzioni costru t t i v equali pavimento galleggiante, doppi o tri-pli vetri.

I.all’interno della facciata: i. della fron-tiera di un edificio posto all’interno diquest’ultima. Le sue prestazioni dipendo-no dallo spessore dell’isolante, dal suoposizionamento e soprattutto dalla suacontinuità.

I.elettrico: separazione delle diverse partidi un apparecchio, sistema, impianto elet-trico, tra loro e dall’ambiente circostante,ottenuta mediante adeguato distanzia-mento in aria oppure con uno o più stratidi materiale isolante (gomma, plastica,resine di determinate caratteristiche,v e t ro, ceramica). L’i.e. è finalizzato adimpedire che la tensione di funzionamen-to o di guasto possa trasmettersi al difuori delle parti conduttrici (in particolar edei conduttori) con la conseguente ridu-zione dei livelli di sicurezza ed efficienza.Il semplice stato di non conduzione dicomponenti elettronici non costituiscecondizione accettabile di i.. Ogni compo-nente dell’impianto elettrico deve rispon-dere ai requisiti delle norme Cei applica-bili in termini di ‘classe di isolamento’.

I.sulla facciata interna: i. della frontieradi un edificio, realizzato all’interno diquest’ultima. In questo caso il caloreimmesso nell’ambiente confinato da unimpianto di riscaldamento, in assenza dimasse di accumulo, va subito ad innalza-

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menti naturali si presta all’utilizzo perdecorazioni. Non presenta alcuna con-troindicazione per la salute dell’uomo.

L . p o l i u retanica: l. artificiale utilizzataper la ricopertura di superfici sottoposte ausura e ideale quindi per mobili e pavi-menti, perché costituisce una pellicolasimile alla plastica e molto resistente. Usasolventi, isocianato e pigmenti a base dimetalli pesanti che ne rendono l’uso asso-lutamente sconsigliabile.

LAGUNAGGIO: sistema di depurazionedelle acque inquinate mediante l’utilizzodi bacini di raccolta e trattamento attra-verso processi di biodegradazione dicomunità microbiche. Per accelerare ilp rocesso può anche essere insufflato neibacini ossigeno aggiuntivo, in grado dimigliorare i processi aerobici. In altri casi,secondo il tipo e la concentrazione degliinquinanti, vengono invece utilizzati pro-cessi anaerobici.

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KELVIN (°K): unità di misura della tempe-ratura nel Sistema Internazionale. La tem -peratura espressa in gradi K. equivale aquella espressa in Celsius, maggiorata di273,15 (ciò significa che gli 0°C equivalgo-no a 273,15K). La scala dei gradi K. si uti-lizza anche per misurare la temperaturadi colore.

LACCA: p rodotto ricoprente, di originenaturale o artificiale, con proprietà eimpieghi simili alle vernici. Rispetto aqueste, però, le l. costituiscono una pelli-cola più spessa e resistente, quasi semprelucida. Dal punto di vista chimico con-tengono concentrazioni più elevate dileganti e solventi, che possono causareproblemi di salute sia in fase di produzio-ne che di applicazione.

L.alchidica: l. artificiale, con struttura dipoliestere, ad elevata elasticità, che indu-risce per azione dell’ossigeno atmosferico.E’ presente nella composizione dimoltevernici, non ultime quelle per l’hobbisticae il fai da te. Anche se in quantità inferioririspetto alla lacca alla nitro la l.a. utilizzasolventi e tra i suoi componenti possonof i g u r a re metalli pesanti. L’impiego diquesti prodotti è sconsigliabile.

L.a base di resine naturali: l. utilizzataper vernici da interno e per superficimetalliche o legnose. Una volta applicatasi secca lentamente per ossidazione natu-rale. Usa trementina, terpene, olio di lino,solventi naturali (come olio citrico e isoa-

lifati). L’impiego di questi prodotti è pre-feribile rispetto alle lacche che contenga-no grandi quantità di solventi e di pig-menti a base di metalli pesanti.

L.acrilica: vedi l. in dispersione acquosaL.al clorocaucciù: l. artificiale, resistente

all’acqua salata e agli acidi, utilizzataquindi soprattutto nella nautica; tro v acomunque impiego anche nelle verniciper hobbistica. Usa solventi altamentetossici come il tetracloru ro di carbonio eplastificanti. L’impiego di questi pro d o t t iè assolutamente sconsigliabile.

L.al poliestere : l. artificiale utilizzatasoprattutto per la ricopertura di superficid u re nell’industria del mobile. Usa pig-menti a base di metalli pesanti e solventi,anche se in concentrazioni nettamenteinferiori rispetto alla lacca alla nitro.

L.alla nitro: l. artificiale utilizzata per ver -nici a spruzzo o applicazioni a pennello,sia su superfici metalliche che legnose.richiede la trementina come diluente esecca per rapida evaporazione del solven -te. Proprio la presenza di una grandequantità di solventi (fino al 75% in volu-me) tra i quali toluolo e xilolo e l’uso dipigmenti a base di metalli pesanti rendo-no assolutamente sconsigliabile l’impiegodi questi prodotti.

L.in dispersione acquosa: l. solubile inacqua, facilmente trattabile una voltaapplicata. Può essere utilizzata sullesuperfici interne ed esterne, anche inlegno. Usa una quantità ridotta di solven-ti organici, proprio per la sue caratteristi-che fisico-chimiche ma può contenereprodotti di trattamento antimuffa, poten-zialmente tossici per la salute dell’uomo.L’impiego di questi prodotti è pre f e r i b i l erispetto alle l. che contengano grandiquantità di solventi e di pigmenti a basedi metalli pesanti.

L.naturale: l. dalla consistenza lattiginosa,detta anche l. del Giappone, ricavata dauna pianta della famiglia delle anacardia-cee, molto resistente agli acidi. Una voltaapplicata lascia una pellicola sottile, tra-s p a rente e luminosa. Miscelata con pig-

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mente riconducibili all’utilizzo di questomateriale. Le fibre di vetro contengonoformaldeide, usata come legante, elemen-to che aumenta i rischi per la salute.

L.naturale: (vedi lana).Fibra tessile n.ottenuta dalla tosatura delle pecore o dialtri animali da lana (capra, cammello,alpaca, vigogna); impiegata nella pro d u-zione di tessuti, tappeti, moquette natura-li, panelli fonoassorbenti per l’isolamentoacustico. I prodotti a base di l.n. vengonospesso trattati con antifiamma e biocidiper migliorarne le caratteristiche di re s i-stenza all’infiammabilità e ai parassiti. Lal.n. non dà gli stessi problemi di aero d i-spersione delle fibre minerali artificiali,può comunque causare allergie in sogget-ti particolarmente sensibili.

LANDFRAMING: tecnica di biorisanamen-to simile alla biopila. Nel L.il terreno dat r a t t a re viene preventivamente sparso suuna superficie impermeabilizzante perevitare la percolazione e poi lavorato conmezzi meccanici e tecniche simili a quelleusate in agricoltura. Il rovesciamento con-tinuo delle zolle favorisce il trasferimentodell’ossigeno ai micro rganismi degrada-tori. E’ una soluzione molto valida da unpunto di vista tecnico, specie quando iterreni sono poco permeabili e hanno unadistribuzione eterogenea dei contaminan-ti. Ha comunque costi più elevati rispettoal biorisanamento in situ senza rimozio-ne.

L ATERIZIO: materiale che si ottienemiscelando argilla, sabbia e acqua, e sot-toponendo poi il composto a una cotturache può superare i 1.000°C di temperatu-ra. Il prodotto finale, opportunamentesagomato, può servire per la re a l i z z a z i o-ne di mattoni, tegole, elementi per pavi-mentazione. I l. sono considerati deibuoni isolanti naturali, sia termici cheacustici; inoltre possiedono un’ottimacapacità di assorbire e cedere acqua rapi-damente e in questo modo aiutano a con-t ro l l a re l’umidità e la temperatura all’in-terno degli ambienti confinati. I l. emetto-

no radon, in quantità variabile a secondadelle aree di provenienza. In genere sitratta comunque di livelli che restano aldi sotto dei limiti prescritti per la sicurez-za degli occupanti. Sono composti damaterie prime piuttosto diffuse e sebbenela produzione di l. richieda un discre t oapporto energetico, possono essere anno-verati tra i materiali ecocompatibili anchegrazie alla facilità di smaltimento e rici-claggio. Talvolta i l. vengono integrati conaltri materiali (vedi laterizi alleggeriti) peraumentarne le capacità isolanti. E’ indi-spensabile, in questo caso, accertarsi chesi tratti di composti naturali quali segatu-ra di legno o perlite.

L.alleggerito: l. che si ottiene aggiungen-do alla miscela di argilla, sabbia e acqua,altri composti che durante la cottura libe-rano gas generando dei pori, per di alleg-gerirlo aumentando nel contempo la suacapacità isolante. Ottime, tra gli additivicomunemente usati, la segatura (specie sederiva dalla lavorazione delle conifere) ola perlite. Meno raccomandabile, per l’im-patto ambientale,il polistirene. Una voltaposto in opera, il l.a. non sembra respon-sabile di emissioni pericolose, anche serealizzato con polistirene.

LATTE DI CALCE: miscela di calce stem-perata in acqua utilizzata per l’imbianca-tura delle pareti. Si tratta di un materialenaturale, che favorisce la traspirabilità ela lavabilità della superficie trattata.

LATTICE: liquido di consistenza viscosa edi colore biancastro, ricco di gomma natu-rale, grassi, cere e resine contenuto inmolte piante. Dal l. si ricava il caucciù;può essere usato come componente dellepitture al l..

LAVATORE: vedi separatore a umido.

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LAMPADA: corpo illuminante, sorgente diluce artificiale. Nell’uso domestico lapotenza di una l. varia generalmente daqualche decina di watt ad alcune centi-naia di watt . Al cre s c e re della potenzaassorbita aumenta anche il flusso lumino-so.

L.a catodo caldo: l. a fluorescenza chepermette di ridurre il ritardo dell’accen-sione tipico di quella a c. freddo medianteun apposito dispositivo accenditore dettostarter. La durata di queste lampade puòarrivare alle 7.500 ore; se l’intero apparec-chio è costruito a norma, i relativi disturbiEmc possono essere considerati trascura-bili.

L.a c.freddo: l. a fluorescenza che, a diffe-renza di quella a c.c., non richiede l’utiliz-zo di starter per l’accensione; ha unadurata superiore (anche 15 mila ore), ed i ff e renze di consumi trascurabili (del-l ’ o rdine dell’1 per mille). Si tratta quindidi una soluzione preferibile per il suominore impatto ambientale.

L.a c.non preriscaldato: vedi l.a c. fred-do.

L.a c.preriscaldato: vedi l. a c. caldo.L.a fluorescenza: s o rgente di luce artifi-

ciale, del tipo “a scarica nel gas”, chesfrutta il principio secondo il quale alcunigas o vapori metallici, eccitati da caricheelettriche, sono capaci di emettere unaradiazione luminosa. Rispetto alle l. aincandescenza, in genere, le l.a.f. hannoun rendimento più alto (specialmente lecompatte) e una vita più lunga, ma hannoqualche problema di smaltimento: richie-dono una raccolta differenziata.

L.a incandescenza: tipo di l. costituitoda un sottile filamento che viene portato ai. (fino a 3.100 °C di temperatura) dal pas-saggio della corrente elettrica, emettendoquindi radiazioni visibili. Dal punto divista del consumo energetico le lampadea incandescenza hanno un’eff i c i e n z amolto limitata, perchè disperdono in calo-re la maggior parte di energia elettricaassorbita.

L.a luminescenza: sorgente di luce artifi-

ciale, simile a quella della lampada a fluo-rescenza, ma con gas (tipicamente il neon)e/o vapori metallici di colorazioni diver-se. Queste l. di solito inserite in tubi divarie misure, vengono utilizzate soprat-tutto per le insegne luminose. Hannodurata simile aquella delle l.a fluorescen-za.

L.a scarica nel gas: vedi l. a fluorescenzae l. a luminescenza.

L.alogena: tipo particolare di l. a incande-scenza che contiene una determinataquantità di gas a.. Rispetto alle normali l.a incandescenza le a. hanno in genere unrendimento e una vita uti le doppi .Emettono raggi UV, e un’esposizione pro-lungata a distanze molto ravvicinate (del-l ’ o rdine di pochi centimetri) potre b b egenerare problemi di salute.

LANA: elemento che compone il vello dellapecora e di altri mammiferi; per estensio-ne matassa di fibre non ordinate.

L. di quarzo: vedi l. di roccia. L.d.roccia: fibra minerale artificiale simile

alla l. di vetro, sia per gli impieghi che peri rischi legati alla salute. Si ottiene dallalavorazione di rocce soprattutto di originevulcanica fuse ad alta temperatura e poi“filate” e legate tra di loro con resine sin-tetiche.

L.d.scoria: fibra minerale artificiale similealla l. di vetro, sia per le caratteristicheisolanti che per i rischi legati alla salute.

L . d . v e t ro: fibra minerale artificiale dallaconsistenza simile a quella dell’ovatta,ottenuta soffiando violenti getti d’aria sucolate di vetro; a diff e renza delle fibreottiche, quelle della l.d.v. hanno dimen-sioni e forme molto variabili. La l.d.v. tra-sformata in pannelli, feltri, materassini etrova un largo impiego come isolante ter-mico e isolante acustico, talvolta nellecanalizzazioni degli impianti di ventila-zione o condizionamento. La l.d.v. rientranell’elenco dei materiali a rischio stilatodall’Agenzia internazionale per la ricercasul cancro. Sono stati segnalati episodi dia ffezioni cutanee o respiratorie dire t t a-

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derivati direttamente dal taglio del troncoed ai quali si assegna un nome diverso asecondo dei tipo di taglio con cui sonoottenuti (massello, sfogliati, tranciati).Derivati dei l. sono invece materiali com-positi o motrice lignea; possono averes t ruttura omogenea o essere stratificati.Tra questi ultimi: compensati, multistrati,paniforti, ottenuti per incollaggio di 3(compensati) o più (multistrati) sottilifogli di legno ottenuti dalla sfogliaturadel tronco. I paniforti sono costituiti dalistelle o lamelle (ricavate da scarti o datavolame vario) accostato e/o incollate traloro. I pannelli di particelle sono prodottidal legname di scarto o da sottopro d o t t iagricoli (canapa, lino, tabacco) ridotti inparticelle di dimensioni opportune,cosparse di gocce di resine sintetiche ter-moindurenti e distribuite su una superfi-cie per ottenere uno spessore di densitàuniforme e omogenea. I tamburati sonocostituiti da un’anima interna e rivesti-menti esterni: i’anima può essere costitui-ta da diversi materiali: sfogliati, cartaondulata incollata a strati a nido d’apeottenuti dal taglio della carta ‘Kraft’ le cuimaglie possono essere lasciate vuote oriempite con resine sintetiche per ottener emigliori caratteristiche d’isolamento. Irivestimenti superficiali possono essererealizzati in compensato, mentre i bord isono costituti da listelli in legno massic-cio.

L.compensato: vedi compensato.L . l a m e l l a re: formato da una serie di

lamelle in l. sovrapposte e incollate l’unaall’altra con le fibre orientate tutte nellastessa direzione. Il materiale così ottenu-to offre ottime doti di resistenza alla fles-sione (superiori a quelle del l. massiccio) eal fuoco; inoltre può essere lavorato informe e geometrie difficili da ottenere conil legno massiccio. La principale controin-dicazione all’utilizzo del l. lamellare ha ache fare con l’impiego (eventuale) di col-lanti sintetici a base di formaldeide o dia l t re sostanze tossiche, anche se le quan-tità necessarie sono generalmente inferio-

ri di quelle richieste dai pannelli truciola-ri.

L.medium density: formato da fibre di l.di piccole dimensioni miscelate con colleu reiche o melaimminiche oppure fenoli-che, addizionate con indurente e pressatea caldo.

L . t ropicale: l. ricavato da piante origina-rie dei Paesi della fascia tropicale (come ilteak, il mogano o il bongossi) caratteriz-zato in genere da ottime doti di resistenzae solidità. Viene impiegato nell’industriadel mobile di alta qualità, per l’impiallac-ciatura di l. meno pregiati e per la produ-zione di pavimenti e infissi. I pro b l e m iprincipali legati all’uso di l. tro p i c a l ir i g u a rdano lo sfruttamento intensivodelle foreste, che non prevede piani con-trollati di riforestazione. Il trasporto dei l.dai Paesi tropicali fino ai nostri merc a t irichiede inoltre ingenti costi.

LEUCEMIA: forma di tumore maligno chei n t e ressa gli elementi corpuscolari conte-nuti nel sangue.

LIBECCIO: vento caldo-umido tipico delleregioni mediterranee, caratterizzato dai m p rovvise raffiche di forte intensità chespirano da sud ovest. Spesso anticipa pre-cipitazioni anche intense.

LICHENE: o rganismo vegetale derivantedall’associazione di un’alga con un fungo.Viene impiegato nella lotta all’inquina-mento ambientale come indicatore biolo-gico.

LIGNINA: polimero naturale presente nellepiante in grande quantità assieme alla cel-lulosa, che determina l’ispessimento delt ronco. Viene impiegato come materialedi riempimento nella produzione di lami-nati e può anche essere usata come legan-te naturale per le fibre di legno, comeadesivo o come combustibile.

LIMITE: confine, soglia non superabile.L.di esposizione ai campi elettrici: i l.

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L AVORO: in fisica, indica il prodotto diuna forza per uno spostamento.C o m p i e re un lavoro significa dunquea p p l i c a re una forza ottenendo uno spo-stamento.

LAZUR: vernice naturale semilucida com-posta principalmente da olio vegetale edestratti di erbe, il cui utilizzo è consigliatoin alternativa al flatting nel trattamentodel legno.

LCA: acronimo di Life Cycle Analysis. Vediciclo di vita dei prodotti.

LEED: m a rchio ecologico (la sigla è una c ronimo di Leadership in Energy andE n v i ronmental Design) diffuso nei paesianglosassoni e riservato all’arc h i t e t t u r asostenibile. Il L. prevede quattro livelli dimerito (platino, oro, argento, bronzo) a,che fanno riferimento al “punteggio”ottenuto dal prodotto edilizio nel suocomplesso: non riguarda singoli materialio processi, ma la costruzione e gestionedell’edificio nel suo insieme. Questo mar-chio, assegna un numero variabile di cre-diti a seconda dei requisiti rispettati (effi-cienza energetica, qualità dell’aria, moda-lità di gestione dei rifiuti e delle risorseidriche, sistemi di risparmio energ e t i c o ,impiego di materiali biocompatibili).Maggiore è il numero di crediti raggiunti,più elevato è il grado di compatibilitàambientale del prodotto edilizio.

LEGANTE: componente delle vernici che,una volta essicato o polimerizzato, costi-tuisce il film trasparente protettivo cheingloba i pigmenti. Come agenti l. posso-no essere usati olii siccativi, e diversi tipidi resine naturali e resine sintetiche.

LEGIONELLA: batterio responsabile del-l’inquinamento interno, che tende a proli-ferare soprattutto negli impianti di condi-zionamento a temperature dell’acquacomprese tra i 30 e i 40°C. La l. si sviluppa

i n o l t re all’interno di impianti di acquacalda a bassa temperatura.

LEGIONELLOSI: malattia tipica dell’in-quinamento interno (vedi sindrome daedificio malato) causata dalla legionella.Si manifesta con febbre elevata, aff e z i o n ipolmonari, astenia, cefalea. In casi parti-colarmente gravi può portare anche allamorte. Per ridurre i rischi è suff i c i e n t ee ff e t t u a re l’appropriata manutenzionedegli impianti di condizionamento. Perquanto riguarda gli impianti di produzio-ne di acqua calda basta portare di tanto intanto la temperatura al di sopra dei 60°C,valore sufficiente per debellare la l..

LEGNAME: nell’edilizia tutti i pro d o t t irealizzati in legno. Rientrano in questacategoria il legno massiccio, utilizzatosoprattutto per travature e pavimenti, illegno lamellare, il legno compensato, ipannelli truciolari e impiallacciati, le fibredi legno (comprese le mineralizzate).Nell’utilizzo del legname occorre fareattenzione alle sostanze chimiche usateper il trattamento del legno (antiparassi-tari, biocidi, vernici e lacche, collanti) cheall’interno degli ambienti confinatip o t re b b e ro diventare una fonte di inqui-namento .

LEGNO: sostanza organica, formata princi -palmente da cellulosa, che costituisce laparte solida del tronco e dei rami di unapianta. Impiegato fin dall’antichità comemateriale da costruzione, Il l. è un mate-riale naturale, con buone caratteristiche didurata e resistenza, ottimo isolante termi-co e acustico, facilmente lavorabile, biode-gradabile, rigenerabile. Non sempre, ilsuo utilizzo può essere considerato deltutto biocompatibile. Le defore s t a z i o n iintensive del l., soprattutto nei Paesi tro-picali, sono causa di gravi pr o b l e m iambientali; nei Paesi avanzati la monocol-tura di specie commerciali può invecec re a re squilibri nell’ecosistema. Ve n g o n odefinito l. prodotti di prima lavorazione

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tura del sistema distributivo elettriconazionale. La tecnologia di riferimento èquella con le linee aeree in conduttorinudi, mentre il cavo interrato è utilizzabi-le solo in situazioni del tutto particolari.

LINOLEUM: materiale isolante, diff i c i l-mente infiammabile, impermeabile, conuna forte resistenza all’usura, utilizzatosoprattutto per la copertura di pavimen-tazioni. Viene prodotto utilizzando olio dilino, polvere di sughero, gomma, resina epigmenti. Per la produzione di l. vieneanche usata la colofonia. E’ preferibile aipavimenti sintetici in Pvc, ma occorre fareattenzione ai collanti usati per la posa inopera (vista la porosità del materialepotrebbero infatti liberare composti orga-nici volatili). Una volta usurato diventafriabile e può porre problemi di riciclag-gio.

LITO: prefisso dal greco Lithos, pietra.L.pone: miscela di solfuro di zinco e solfa-

to di bario utilizzato come pigmento bian-co nell’industria della gomma, delle pla-stiche, delle vernici, delle lacche. Tra i pig-menti bianchi è ritenuto il meno pericolo-so per la salute umana. E’ pre f e r i b i l equindi utilizzare prodotti a base di questocomponente.

L.sfera: è il guscio esterno della Terra, conspessore oscillante tra i 10 e i 60 chilome-tri di profondità, costituito essenzialmen-te da rocce sedimentarie eruttive di tipoacido.

LIVELLO:L. di rischio fulminologico: determina-

zione quantitativa del r. per fulminazionediretta o indiretta riferito a una data strut-tura, in funzione del numero medioannuo previsto di fulmini, della probabi-lità dei danni che possono provocare e delgrado di sicurezza da raggiungere (anchein relazione all’attività o alla consistenzadel sito). Al l.d.r. così determinato perogni singolo caso, in base alle normativeCei 81, deve corrispondere una data effi-

cienza dei relativi impianti di pro t e z i o n e(per i quali le normative citate identifica-no quattro specifici livelli).

LUCE: L.artificiale: vedi illuminazione artificia-

le.L.di posto: illuminazione artificiale loca-

lizzata che integra l’illuminamento gene-rale su una superficie limitata (per esem-pio una scrivania o un piano di lavoro ) .Al fine di mantenere un adeguato comfortvisivo, occorre che l’intensità del flussoluminoso della luce di posto non sia oltrecinque volte superiore rispetto all’inten-sità dell’illuminamento generale.

LUCERNARIO: finestratura generalmenteorizzontale, ricavata sulla copertura di unedificio, che ne migliora l’illuminazionenaturale. Oltre ad assicurare l’illumina-zione, il l, deve ovviamente garantire unadeguato isolamento termico e acustico eproteggere dagli agenti climatici (pioggia,neve, insolazione, vento).

LUMEN (lm): è l’unità di misura del flussoluminoso.

LUMINESCENZA: fenomeno che riguardal’emissione di luce, indipendentementedalla temperatura della sorgente. Si con-trappone quindi al concetto di incande-scenza.

LUNGHEZZA: estensione tra due puntiluntani nello spazio o nel tempo.

L . d ’ o n d a : in elettricità, la misura delladistanza tra due massimi o due minimisuccessivi. Essa è legata alla frequenza (f)ed alla velocità di propagazione (c) dall’e -s p ressione f◊l. Nel vuoto la velocità diun’onda elettromagnetica è uguale allavelocità della luce. La l. d’o. si esprime inmetri (m) ma frequentemente vengonousati sottomultipli, quali ad es. il nano-metro.

LUX: l’unità di misura dell’illuminamento,

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ai c.e. determinati da linee elettriche eimpianti di trasformazione a fre q u e n z eindustriali (50 Hz), sono indicati nelD . P.C.M. 22/4/1992. Tale decreto, peraree o ambienti in cui si possa ragionevol-mente attendere che individui della popo-lazione trascorrano una parte significativadella giornata, all’articolo 4 prevede limitipari a 5.000 V/m (Volt/metro) per l’inten-sità di c.e., assumendo come riferimento isoli effetti acuti (o a breve termine) manon agli effetti cronici (o a lungo termine).L’articolo 5 prevede anche l’osservanza didistanze di rispetto delle linee elettrichedai fabbricati; distanze che variano aseconda della tipologia della linea:Linee a 380 kV > 28 m; Linee a 220 kV > 18 m; Linee a 132 kV > 10 m.Per linee a tensione inferiore vale il D.M.L.P. 16/1/91 art. 2.1.08 (art. 5). Per quantoconcerne le cabine di trasformazione, ilcitato art.5 le assimila alle linee elettrichee quindi, nel caso più frequente di unacabina di trasformazione MT/BT (15kV/220-380 V), ogni parte in tensionedovrebbe distare dai luoghi adibiti a per-manenza prolungata di persone almenodi 3,15 metri. Tale interpretazione, condi-visa da circolari del Ministerodell’Ambiente, determina che in nessuncaso una cabina di trasformazione potreb-be risultare installata a confine o all’inter-no di volumi abitativi.

L. di e. ai campi magnetici: s e c o n d ol’art. 7 del D.P.C.M. (22/4/1992) il l. è paria 0,1 millitesla (100 microtesla); i tratti dilinee elettriche dove non risultino rispet-tati i limiti del campo magnetico ed elet-trico di cui all’art. 4, o le distanze di cuiall’art. 5, devono essere risanati entro il31 dicembre del 2004. Questo risanamen-to dovrebbe riguardare anche gli impiantidi trasformazione, comprese quindi lecabine elettriche MT/BT. Per altro inter-venti legislativi in corso stanno assumen-do come valori di riferimento un campomagnetico compreso tra 0.2-0.5 micro t e-sla.

LIMONITE: pigmento inorganico naturale(chimicamente si tratta di un ossido dif e r ro), di colore giallo-verde o giallo-bruno. Viene impiegato nella produzionedi vernici e pitture naturali.

LINDANO: composto chimico, utilizzatoper la disinfestazione da formiche e scara-faggi, anche per il trattamento del legno.E’ un prodotto particolarmente velenosoe resistente, con conseguenze per la saluteumana simili a quelle della malattia delpentaclorofenolo.

LINEA: successione di punti, segno, esten-dione in sola lunghezza.

L.elettrica: si intende generalmente elet-t rodotto sviluppantesi all’aperto, i cuiconduttori (solitamente nudi) devono tro-varsi a distanze di sicurezza dal piano dicampagna, dagli edifici o da altre struttu-re.

L.elettriche BT (220/380 V): alimenta-no i singoli utenti partendo dalle cabinesecondarie (MT/BT) per cui i loro traccia-ti interessano aree urbanizzate. Il cavoaereo isolato ed il cavo interrato costitui-scono tecnologie alternative alle lineeaeree in conduttori nudi.

L.elettriche (in prevalenza 15-20 kV):partono dalle cabine primarie e alimenta-no le cabine secondarie o grandi utenze.Si sviluppano spesso su aree urbanizzate.Le tecnologie disponibili, oltre alle lineea e ree in conduttori nudi, sono il cavoaereo isolato ed il cavo interrato.

L.elettriche AT (in prevalenza 132-150 kV): partono dalle stazioni elettrichee alimentano le cabine primarie o gran-dissime utenze. La tecnologia di riferi-mento è quella con le linee aeree in con-duttori nudi, mentre il cavo interrato e lelinee compatte sono utilizzabili solo insituazioni del tutto particolari.

L.elettriche AAT (220-380 kV): dedica-te al trasporto dell’energia elettrica, colle-gano gli impianti di produzione con larete di distribuzione. Costituiscono l’ossa-

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lavorabile per i tempi di presa re l a t i v a-mente lenti e off re un elevato grado diimpermeabilità. Rispetto alle m. idrauli-che pure ha un miglior comportamentoigroscopico.

M.di calce: m. ottenuta miscelando sabbia,acqua e calce idrata (o, in sostituzione,grassello, che ha però la controindicazio-ne di essere poco resistente). Impiegataspecialmente nella realizzazione di into-naci.

M.di gesso: m. ottenuta miscelando g. eacqua (al limite con l’aggiunta di piccolequantità di calce), impiegata nella re a l i z-zazione di intonaci. Se realizzata congesso naturale, la m.d.g. contribuisce amigliorare la qualità degli ambienti confi-nati in quanto è in grado di assorbire l’u-midità.

M.idraulica: m. che fa presa piuttostorapidamente anche in presenza di acqua.Solitamente le m.i. usano come legante lacalce idraulica o il cemento. L’ e s t re m aimpermeabilità (che potrebbe alterare lanormale regolazione dell’umidità all’in-terno di un ambiente confinato) e la faci-lità di usura la rendono sconsigliabile.

M . p remiscelata: m . c o m m e rciale, giàpronta per l’uso, contenente i componentinecessari dosati nella giusta misura.Nell’utilizzo di questi prodotti occorref a re particolare attenzione all’eventualeaggiunta di additivi chimici (eventual-mente dannosi per l’ambiente o tossiciper la salute) uniti al composto di baseper migliorare le qualità e le pre s t a z i o n idel prodotto.

MANGANESE: elemento chimico metallicodi colore bianco tendente all’argento piut-tosto diffuso sulla crosta terrestre, impie-gato soprattutto nella produzione diacciai speciali, leghe di ferro e nell’indu-stria delle vernici. I processi di lavorazio-ne e produzione del m. e dei suoi compo-sti sono ad alto impatto ambientale, ecausa di inquinamento atmosferico.Indispensabile in piccole dosi per la vitadi animali e piante, il m. in concentrazioni

maggiori provoca disturbi al sistema ner-voso e all’apparato respiratorio.

M A N U T E N I B I L I TA’: concetto stre t t a m e n-te legato a quello di durabilità. La m. diun’opera o di un materiale indica la faci-lità di intervento con un ridotto dispendioe n e rgetico o apporto di nuove materieprime, per mantenere inalterate neltempo o ripristinare le sue caratteristicheoriginarie fisiche, tecnologiche, funziona-li, estetiche.

MARCHIO: marchio o impronta per rende-re riconoscibile, distinguibile.

M.ecologico: certificazione rilasciata a unp rodotto, a un processo o a un intero“sistema edificio” da parte di istituzioni oenti riconosciuti, liberi e indipendenti, alfine di comprovarne il rispetto di deter-minati requisiti ecologici (variabili aseconda dell’ente che li rilascia). Notim a rchi sono Ecolabel europeo, marc h i oAngelo Blu, Grune Punkt, Leed, Bepac.

MARMORINO: materiale di recupero deri-vante dalla lavorazione del marmo, ridot-to in polvere e poi compresso, con l’uso dileganti, in lastre sottili usate per il rivesti-mento delle pareti verticali. E’ consigliatol’uso di m. a base di calce e polvere dimarmo con l’utilizzo di olio, sapone, ceracome elementi impermeabilizzanti.Questo prodotto risulta traspirante, lava-bile e non si dilava con l’acqua meteorica.

MARNA: roccia sedimentaria dal coloregrigio-giallo composta da calcare e arg i l-la, usata nella produzione di cementi,calci idrauliche, e come ammendante inagricoltura su terreni troppo acidi o pove-ri di calcio.

MASSA:M . t e rmica: sostanza, materiale o corpo

avente la capacità di ridurre al minimo levariazioni di temperatura. La m.t. vieneimpiegata per mantenere all’interno di unambiente confinato condizioni termiche

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si esprime in lumen/m2.L . o m e t ro: è l’apparecchio utilizzato per

misurare il grado di illuminamento.

MAC: a c ronimo di maximum acceptableconcentration. Vedi concentrazione massi-ma accettabile.

MACROFITE: piante acquatiche superioriutilizzate anche nella realizzazione di eco-sistemi filtro.

MAESTRALE: vento secco e freddo, diforte intensità, che soffia da nord-ovest etrasporta masse d’aria fredda causandorepentini abbassamenti di temperatura.

MAGNESIA: composto a base di magnesioe ossigeno impiegato come indurente eper la preparazione di alcuni cementi.Viene ritenuto una sostanza innocua.

MAGNESIO: elemento chimico, di coloreb i a n c o - a rgenteo allo stato solido, ossida-bile se esposto all’aria. A contatto con unafiamma, brucia producendo una grandequantità di calore e di luce. Il m. vieneimpiegato allo stato puro nella produzio-ne di leghe leggere soprattutto a base dialluminio. I suoi composti vengonoimpiegati come leganti, antifiamma e perla produzione di fibre di legno mineraliz-zato. Non si segnalano particolari proble-mi per la salute legati all’utilizzo del m.(elemento indispensabile per l’organismoumano) e dei suoi composti.

MAGNESITE: composto organico a basedi magnesio (carbonato di magnesio), dis t ruttura cristallina, usato per la pro d u-zione di cementi e come mineralizzantedelle fibre di legno.

MALACHITE: pigmento inorganico natu-rale (chimicamente si tratta di un carbo-nato di rame) di colore verde. In passatot rovava un impiego diffuso nella pro d u-zione di vernici e pitture naturali. Il suoprincipale inconveniente, la variazione ditonalità a secondo del grado di umidità,ne ha però limitato fortemente le applica-zioni.

M A L ATTIA: qualunque alterazione nell’e-s e rcizio di una funzione del corpo org a-nizzato.

M.del pentaclorofenolo: serie di distur-bi e affezioni dovuti all’impiego del p.negli ambienti confinati. Nelle forme lievisi manifesta con cefalea, senso di spossa-tezza, inebriamento, per poi degenerarein nausea, eritemi, infimmazioni alla gola,dolori alla muscolatura del collo. Dopoesposizioni eccessive questa malattia puòanche causare forme di cirrosi epatica,foruncolosi, anemie, danni al sistema ner-voso.

MALTA: materiale dalla consistenza plasti-ca, facilmente lavorabile, impiegato nellarealizzazione di murature e intonaci, otte-nuto miscelando inerti (sabbia, cocciope-sto, polvere di marmo, pozzolana), acquae leganti (calce, cemento, grassello dicalce). Le materie prime impiegate nonpongono problemi ambientali in fase diestrazione ma nemmeno durante la lavo-razione o lo smaltimento alla fine del ciclodi vita del materiale.

M . a e rea: m. che fa presa piuttosto lenta-mente all’aria (reagendo con l’anidridecarbonica). Solitamente le m.a. usanocome legante la calce spenta. In questocaso il prodotto finale migliora la qualitàdegli ambienti confinati in quanto è ingrado di assorbire l’umidità e migliorarequindi il comfort interno.

M . b a s t a rda: m. che utilizza sia il legantetipico della m. idraulica (cemento) siaquello della m.aerea (calce spenta), unacomposizione che lo rende più facilmente

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demolito la quasi totalità dei detriti vieneimmessa in discarica in maniera indistin-ta non potendo così essere recuparata.

M.riciclabile: m.r. che, al termine del suociclo di vita, può essere immesso nuova-mente nei processi produttivi, sia per ilmedesimo utilizzo, come nel caso delvetro, che per impieghi diversi cosiddettia cascata, perchè di volta in volta menonobili (la plastica riciclata usata per confe-z i o n a re tappetini in gomma per auto).L’impiego di m.r. ha un duplice vantag-gio: permette di ridurre il consumo di m.prime e la quantità di rifiuti da smaltire .Più complessa, invece, un’analisi sul fron-te energetico. Il riutilizzo di alcuni mate-riali riciclabili, tra raccolta, trasporto,separazione, purificazione, trattamento,comporta un consumo energetico mag-g i o re rispetto all’impiego diretto dellamateria prima. La quantità di elementidiversi presenti sul mercato rende piùcomplessa la raccolta differenziata, requi-sito necessario per poter avviare una cor-retta politica di riciclaggio. In linea teoricasono direttamente riciclabili buona partedei materiali “puri” privi cioè di additivi,collanti, biocidi utilizzati in edilizia: gliinerti, il vetro, il legname, i metalli.

M.rigenerabile: materia prima naturale,vegetale o animale, che si rigenera e il cuiconsumo, purchè oculato e contro l l a t o ,non comporta una riduzione dello stockesistente. In edilizia l’impiego dei m.r. èquindi ecologicamente compatibile e pre-feribile a quello del m. non r., anche per-chè di solito le m.r. sono più facili da rici-clare.

M.da costruzione: m.di origine naturale(vegetale o minerale) e sintetica, utilizzatinella realizzazione degli edifici. Tra i m.n.assumono grande importanza i lapidei(pietre, marmi) i laterizi, il vetro, i legantiidraulici (quali calce, cemento, pozzolana,malta), il legname. Vastissima anche lafamiglia dei materiali da costruzione sin-tetici (plastiche, resine, collanti, adesivi)che spesso, ma non necessariamente,manifestano problemi di incompatibilità

ambientale superiori rispetto ai m.n..M . p o rfirico: m. lapideo ottenuti da cave

di porfido. E’ preferibile limitare l’impie-go ai soli porfidi provenienti da cavenazionali stratificate a piani in vista, chi-micamente costituiti da silice, alluminio ealcali e mineralogicamente composti inprevalenza da cristalli di quarzo. Le colo-razioni fondamentali dei m.p. sono il gri-gio, il grigio-rosso, il grigio-viola, il rossa -stro, il violetto.

M.plastico: ottenuto dalla trasformazionechimica di polimeri. A d i ff e renza deglielastomeri le m.p., se sottoposte ad unosforzo, subiscono una deformazione per-manente. Esiste un numero elevatissimodi m.p., che hanno ognuna diverse carat-teristiche. In linea di massima tutte lem.p. hanno bassi costi di pro d u z i o n e ,sono facilmente lavorabili, sono buoniisolanti acustici, sono insensibili agliattacchi biologici e risentono solo in pic-cola parte dell’inquinamento atmosferico.Di contro hanno un cattivo comportamen-to nei confronti del calore e si danneggia-no facilmente. Ma esistono anche m.p.,come le acetaliche, molto resistenti alcalore, che vengono usate in sostituzionedi metalli e leghe. Le acriliche, con un’al-tissima resistenza meccanica, alla luce eall’invecchiamento, vengono utilizzate insostituzione del vetro. Le alliliche sonomolto resistenti agli urti e pre s e n t a n oeccellenti caratteristiche dielettriche. Laricerca e l’innovazione tecnologica hannomigliorato le prestazioni di queste m.,rendendole adatte anche per l’edilizia. Glisvantaggi delle m.p. riguardano il loroimpatto sull’ambiente e sulla salute. I pro-cessi produttivi fanno uso di sostanzemolto spesso tossiche, anche dopo la posain opera alcune m.p. possono rilasciaresostanze responsabili dell’inquinamentointerno, in caso di incendio liberano gasaltamente tossici. Le p. sono potenzial-mente recuperabili e riclabili, ma spesso,data la loro eterogeneità, il processo non èfacile o economicamente conveniente e lep. finiscono in discarica o negli inceneri-

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omogenee, indipendentemente dallevariazioni anche repentine che si verifica-no nell’ambiente esterno (la riduzionedelle escursioni termiche è un fattore dicomfort) o per accumulare calore cheviene poi rilasciato gradualmente, anchein questo caso in maniera omogenea.

M.t. primaria: m.t. che riceve il caloredirettamente dalla radiazione solare.

M.t. secondaria: m.t. che riceve il caloreper irraggiamento o per convezione dauna massa termica primaria.

MASTICE: miscela di sostanze, pastosa,dal forte potere adesivo, utilizzata ingenere per saldare tra di loro prodotti didiversa natura. Tra i componenti piùr i c o r renti, l’ossido di zinco, e ossidi dipiombo (soprattutto minio). I composti abase di piombo vengono spesso miscelaticon sostanze naturali quali olio di lino,farina, colofonia. La presenza del piomborende questi prodotti potenzialmentedannosi per l’ambiente e per la salute.

M.naturale: sostanza naturale collosaestratta per incisione da alcune piante(terebinto e lentisco) utilizzata soprattuttonella produzione di coloranti naturali,nell’industria delle vernici e come succe-daneo del m. artificiale.

MATERIA:M.prima: sostanza grezza che viene poi

sottoposta a lavorazione. La valutazionedell’impatto ambientale dell’estrazione,del trasporto e della lavorazione dellem.p. è una fase fondamentale nello studiodel ciclo di vita di un prodotto.

MATERIALE:M.biocompatibile: m. che minimizza

l’impatto ambientale e sulla salute umanadurante il suo ciclo di vita. Non tutti imateriali naturali o rigenerabili sonoanche biocompatibili. Perchè un m. possae s s e re considerato b. occorre che nongeneri emissioni dannose durante la sualavorazione o una volta posto in opera,sia poco energ i v o ro, sia potenzialmente

riciclabile e rigenerabile, rispetti la tradi-zione ambientale della località nel qualeviene impiegato. Spesso, l’approccio chepermette di discernere tra m.b. e compati -bili è di natura tecnica oltre che culturale.

M . c e l l u l o s i c o : m. derivato dalla cellulosanaturale trattata secondo vari pro c e s s ichimici. Per decenni un m.c., la celluloide,è stato di fatto l’unica materia plasticapresente sul mercato. Tra i m.c. più usatiin edilizia il nitrato di cellulosa, utilizzatoper la produzione di pitture (vedi vernicialla cellulosa, lacche alla nitro). I processidi trasformazione chimica di una sostan-za come la cellulosa, necessari per realiz-z a re le m.c., sono spesso ad alto impattoambientale e causano problemi di salute.

M.ecologico: vedi m. biocompatibile.M.inerte: componente litica del calcestruz-

zo (vedi) costituita da sabbia, ghiaia opietrisco. Più in generale con il terminem.i. si indicano anche i componentiimpiegati per dare volume e consistenzaad altri m..

M.naturale: materia prima di origine ani-male, vegetale o minerale che vieneimpiegata direttamente (per esempio illegno e il marmo), oppure miscelata cona l t re m. prime n., senza però subire tra-sformazioni chimico-fisiche rilevanti oaggiunta di elementi prodotti per sintesi.Il petrolio, è una materia prima naturale,la plastica invece non può essere conside-rata n., pur essendo un suo derivato.L’aggettivo n. non deve essere confusocon biocompatibile: vari prodotti n., infat-ti, se utilizzati come materiale da costru-zione, possono causare problemi ambien-tali e di salute anche gravi (vedi materialebiocompatibile).

M . recuperabile: m. che, al termine delsuo ciclo di vita, può essere facilmenteseparato dagli altri rifiuti e quindi impie-gato nuovamente come m. riciclabile.Non sempre un m.r. è poi eff e t t i v a m e n t ericiclabile. Tutto dipende dalla politica digestione dei rifiuti. I materiali da costru-zione sono pressochè tutti potenzialmenterecuperabili, ma quando un edificio viene

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e a ritornare in circolo con il fenomenodelle piogge acide. Sono tossici, fitotossicie cancerogeni per l’uomo. In edilizia tro-vano impiego nella produzione di colo-ranti e in quella delle plastiche, nell’indu-stria degli antiparassitari (vedi) e dei bio-cidi e delle lampade a fluore s c e n z a .L’utilizzo dei prodotti che contengonom.p., in particolare le vernici, andre b b eridotto al massimo.

M E TANO: i d ro c a r b u ro allo stato gassoso,i n c o l o re, inodore e insapore, impiegatocome combustibile industriale e domesti-co. Il m., che si forma anche per decom-posizione di sostanze organiche, non ètossico. L’utilizzo del m. nelle caldaiedomestiche è preferibile rispetto ad altricarburanti liquidi, perchè meno inquinan-te in termini di anidride carbonica e dianidride solforica.

METILAZIDRINA: composto organico uti-lizzato per la produzione di vernici e diresine per rivestimento o come adesivo eadditivo (vedi). E’ una sostanza altamentetossica per inalazione, ingestione, contat-to con la pelle e con gli occhi, facilmenteinfiammabile e cancerogena.

METODO:M.ponderale: sistema di misurazione del-

l’umidità relativa di una struttura o di unmateriale, che consiste nel pre l e v a re uncampione (per carotaggio o perforazione)e sottoporlo a indagini di laboratorio. Sieffettua un confronto tra il peso del mate-riale a umido (appena prelevato) e a secco(dopo un’essicazione in forno a tempera-ture non superiori ai 110 °C. In alternativasi mescola il campione di laboratorio concarburo di calcio: questa sostanza reagiscecon l’acqua formando acetilene; misuran-done le quantità prodotte si può risalirealla percentuale di umidità.

MICROBI: m i c ro rganismi di natura vege-tale o animale, il più delle volte patogeni.R a p p resentano uno degli inquinantiambientali più pericolosi (vedi inquina-

mento microbiologico), ma possonoanche contribuire al risanamento diambienti degradati (sono stati, ad esem-pio, selezionati dei microbi capaci di com-battere i clorurati, inquinanti molto diffu-si e persistenti).

MICROCLIMA:M.locale: insieme delle condizioni climati-

che di un’area circoscritta della superficieterrestre, rilevate nell’immediata vicinan-za del suolo. Il termine viene anche utiliz-zato per definire le condizioni di umiditàe temperatura all’interno di un ambienteconfinato.

MICROERBICIDA: bioerbicida che fa usodi colonie batteriche nella lotta biologicaalle piante infestanti.

MICRORGANISMO: e s s e re vivente, ani-male o vegetale, di dimensioni microsco-piche (è il caso di microbi, batteri, viru s ,funghi, alghe, lieviti). Numerosi m. sononocivi o addirittura tossici e possonoc o s t i t u i re una grave forma di inquina-mento interno. Negli ambienti confinatitendono infatti a pro l i f e r a re dove nonsiano garantiti il controllo dell’umidità ein caso di insufficienti ricambi d’aria.N u m e rose sono le malattie e le aff e z i o n icausate dai m. in ambito domestico (vedianche asma, allergia, sindrome da edificiomalato).

MIGNON: in campo elettrico è un tipo diattacco a vite utilizzato nelle lampade dipotenza limitata. Ha forma analoga, madimensioni ridotte rispetto all’attaccoEdison.

MINIO: pigmento inorganico a base dipiombo, dal caratteristico colore ro s s o ,usato nell’industria delle vernici comep rodotto antiruggine e nella pro d u z i o n edi mastici. Si tratta di sostanza tossica (alpari dell’ossido di zinco che può essereusato per analoghi scopi) da evitare es o s t i t u i re con composti a base di zinco

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tori. Se liberate nell’ambiente sono causadi gravi forme di inquinamento, e solo dirado sono facilmente biodegradabili.

M.p. term o i n d u rente: m.p. che, perazione del calore, prima tende a diventarepiù malleabile e quindi lavorabile, poidiventa rigido per un processo di reticola-zione e aumentano la loro viscosità.Questo processo è irreversibile e si man-tiene anche con il successivo raff re d d a-mento.

M . t e rmoplastico: m.p. che parte da unostato solido, per azione del calore diventapiù malleabile e quindi lavorabile, quinditorna allo stato solido con il diminuiredella temperatura. Questo processo èreversibile a differenza di quanto succedecon le m.p. termoindurenti. Tra le m.t.lepiù diffuse sono il polipropilene, il poli-stirene, il polietilene, il pvc.

MATTONE: vedi laterizioM.crudo: materiale da costruzione re a l i z-

zato impastando argilla, con l’eventualeaggiunta di paglia o di altri materialileganti (ad esempio il cemento), pressan-do il composto così ottenuto e sagoman-dolo poi secondo gli utilizzi e le necessità.Come rivela il nome stesso, non è previstaalcuna operazione di cottura: i m.c. ven-gono semplicemente fatti seccare alla lucedel sole, per un periodo di tempo medio-lungo (fino a un mese). Esiste anche unap roduzione industriale di m.c. con carat-teristiche chimico-fisiche analoghe a quel -li artigianali, ma con diversi processi pro-duttivi. Il m.c. è adatto alla realizzazionedi edifici di piccole dimensioni, non aven-do grande resistenza strutturale e ha otti-me caratteristiche di compatibilitàambientale, grazie alle materie primeimpiegate e alle tecniche di lavorazione,tra l’altro poco energivore. Non ha alcunac o n t roindicazione per la salute umana,anzi contribuisce in maniera determinan-te a ridurre l’umidità all’interno degliambienti confinati, inoltre assicura unbuon livello di isolamento termico e acu-stico ed è un valido accumulatore (vedi)

di calore. Si tratta di un materiale recupe-rabile e riciclabile, e che la materia primaè molto diffusa e distribuita capillarmentesu tutto il territorio italiano.

MERCURIO: elemento chimico, liquido emolto volatile, a temperatura ambiente.Trova impiego in lampade speciali costi-tuite da un tubo di quarzo contenentevapore di mercurio nel quale il passaggiodella corrente determina l’emissione die n e rgia luminosa. I suoi composti sonoimpiegati nell’industria dei prodotti anti-parassitari(vedi), biocidi, e nele vernici. Ilm. è estremamente tossico e molto persi-stente.

MESSA A TERRA: collegamento di una p p a recchio o di un impianto con lamassa terrestre.

M.a.t.funzionale: collegamento tra leparti conduttrici di un apparecchio o diun impianto elettrico, che per l’eserc i z i odevono risultare ancorati al potenziale dit.. In mancanza di un’adeguata m.a t.f. sipossono verificare comportamenti ano-mali degli apparecchi o dell’interoimpianto, oltre ad eventuali disturbi elet-tromagnetici.

M.a t.protettiva: collegamento tra leparti conduttrici di un apparecchio o diun impianto elettrico, soggette a guasti diisolamento, e il dispersore. Questa prote-zione passiva deve operare in coord i n a-mento con quelle attiva (interruttori auto-matici e/o fusibili), per consentire la tem-pestiva e efficace disattivazione automati-ca del circuito guasto quando si verifichi-no tensioni pericolose.

METALLO:M.pesante: appartenente al gruppo di m.

con elevato numero atomico. E’ il caso delc romo, del ferro, del cadmio, del merc u-rio, dell’arsenico, del cobalto, del piombo.Immessi nell’ambiente dagli scarichiindustriali e degli autoveicoli, costitui-scono una grave forma di inquinamentoidrico e atmosferico; tendono a persistere

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o in fibre naturali come sisal e cocco.Sebbene costituito da materie prime natu-rali non è sempre atossico. Di fondamen-tale importanza la pulizia: anche all’inter-no di fibre naturali si possono verificarepericolosi accumuli di fattori patogeni. Lem.n., inoltre, non sempre sono immuni datrattamenti antitarme e biocidi, che negliambienti confinati possono costituirefonti di emissioni dannose. Per la posa inopera è fondamentale scegliere la tecnicadi inchiodatura o la posa senza fissaggio,evitando l’incollaggio a pieno, specie secon adesivi ad alto contenuto di solventi.

M . s i n t e t i c a : pavimento generalmente inpoliammide, polipropilene, nylon o ina l t re fibre sintetiche, poggiate su un ido-neo supporto, che può essere realizzato inmateriale schiumoso, gomma (sintetica onaturale), materie plastiche espanse conp rodotti a base di pvc, fenoli, naftaline,zolfo, ma anche con altre fibre tessili. Adetti composti di base vengono addizio-nate sostanze che hanno specifiche fun-zioni antifiamma, antimuffa, antistatiche,coloranti, biocide, molto dannose per lasalute dell’uomo. Le moquette sintetichesono riconosciute come una delle causeprincipali dell’inquinamento interno, nonsolo per il rilascio di sostanze tossiche, map e rché raccolgono l’umidità e favore n d ola proliferazione di funghi, muffe e batte-ri. Costituiscono inoltre un ricettacolo dip o l v e re e presentano grossi problemi dismaltimento. Da evitare l’incollaggio apieno con adesivi ad alto contenuto disolventi.

MORBO:M.dell’olio: grave forma di intossicazione

(detta anche malattia Yusho) causata dal-l’inquinamento da policlorobifenile eriscontrata per la prima volta inGiappone. Si manifesta con eruzioni cuta-nee, gonfiori, disturbi epatici.

MOTORE:M.idraulico: m. alimentato da una massa

liquida (solitamente acqua) dotata di

u n ’ e n e rgia potenziale (ossia di livello) ocinetica (ossia di movimento).

M.primario: il primo m. (non elettrico) diuna catena energetica impiegato per latrasformazione e utilizzazione di unafonte primaria di energia.

MORDENZANTI: vedi protezione dellegno

M U F FA: e ff l o rescenza di vari colori (bian-co, grigio, verde, nero) e dalla consistenzapolverosa o simile alla lanugine, generatadalla presenza di funghi microscopici cheproliferano su sostanze organiche, soprat-tutto in presenza di umidità, scarsi ricam-bi d’aria e temperature comprese tra i 18 ei 22°C, condizioni che si verificano spessoall’interno di ambienti confinati scarsa-mente ventilati. Le m. sono una dellecomponenti dell’inquinamento interno epossono causare asma, allergie e altrea ffezioni all’apparato respiratorio (vedianche bonifica da m.).

MURATURA: materiale che costituisce l’in-volucro o la partizione interna di un edifi-cio. La m. deve poter garantire un buonisolamento termico (senza pre c l u d e re lacapacità di traspirazione) e un opportunoisolamento acustico. Occorre per altro evi-tare materiali che possano favorire il rila-scio di sostanze tossiche o di radon. Per lamalta di allettamento impiegata sulle m. èp referibile utilizzare grassello di calce ococciopesto.

M.esterna: copertura di una facciata e. chepuò essere realizzata con vari materiali(lapidei, laterizi, intonaci). La m.e. devepoter garantire adeguati isolamento ter-mico (senza precludere la capacità di tra-spirazione) e isolamento acustico. Occorreper altro evitare materiali che possanof a v o r i re il rilascio di sostanze tossiche odi radon. Per la malta di allettamentoimpiegata sulle m. è preferibile utilizzaregrassello di calce o cocciopesto.

M.in laterizio: m. realizzata utilizzandomattoni a vista che, grazie anche alle

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(vedi zincatura).

MISCELATORE:M.di temperatura: dispositivo che con-

sente di miscelare l’acqua calda e quellaf redda in maniera rapida e omogenea,p e rchè riduce le continue correzioni ditemperatura e i tempi di ricerca della tem-peratura ottimale. Consente inoltre unsensibile risparmio idrico.

MISURATORE:M.alettura di resistenza elettrica.

Strumento che consente di valutare l’umi-dità superficiale relativa di una stru t t u r ao di un materiale. L’umidità influenza laconducibilità elettrica, che cresce al cre-scere del contenuto d’acqua: ponendo glie l e t t rodi a contatto con la muratura, dalv a l o re di resistenza elettrica si estrapolala percentuale di umidità.

M.a neutroni. Strumento che consente divalutare l’umidità relativa di una struttu-ra o di un materiale, mediante l’utilizzodi un fascio di n. o di micr o o n d e .Valutando il livello di attenuazione dellaloro energia iniziale (causata dalla presen-za di acqua all’interno del materiale) sipuò estrapolare la percentuale di umidità.Il metodo della m.a n. va comunqueimpiegato solo per analisi su piccoleestensioni.

M.a ultrasuoni: analisi preventiva, eff e t-tuata mediante ultrasuoni, dello stato diuna struttura muraria (della resistenza edel livello di coesione malta-mattone),che consente di valutare il genere e lamodalità degli interventi di consolida-mento. Questo sistema sfrutta il principioper cui il suono passa più rapidamenteattraverso materiali compatti e re s i s t e n t i ,m e n t re in presenza di disomogeneità,p o rosità o fessurazioni la sua velocitàtende a diminuire.

M O L I B D ATO DI ZINCO: composto inor-ganico a base di molibdeno e zinco, usatonell’industria delle vernici come prodottoantiruggine; meno tossico del minio, il cui

impiego resta tuttora dominante.

MONDAY FEVER: vedi febbre del lunedì.

MOLIBDENO: elemento chimico metallico,di colore grigio-argento, utilizzato nellap roduzione di filamenti per lampade aincandescenza o altri componenti dia p p a recchi che funzionano alle alte tem-p e r a t u re. I l suo impiego principaleriguarda la produzione di acciai legati, aiquali il m. conferisce caratteristiche dibuona resistenza alla corr o s i o n e .Composti organici e inorganici del m.sono utilizzati nella produzione di pig-menti e coloranti per vernici. In piccoledosi il m.è indispensabile alla vita degliorganismi ed è essenziale per il metaboli-smo.

MONOSSIDO: elemento contenente ossi-geno.

M.di azoto: composto inorganico allostato gassoso, incolore, che si generadurante la combustione. E’ uno dei com-ponenti dell’inquinamento atmosferico (ilpiù pericoloso dopo l’anidride solforo s a )e dell’inquinamento interno. A l t a m e n t etossico, irritante, dannoso per la salute.In concentrazioni particolarmente elevatepuò causare il decesso. Il m.d.a. contribui-sce alla formazione degli ossidanti foto-chimici e della pioggia acida.

M.di carbonio: composto organico allostato gassoso, incolore, inodore, leggero(più dell’aria). E’ uno dei componenti del-l’inquinamento atmosferico e dell’inqui-namento interno (si produce per combu-stione incompleta). Si tratta di un compo-sto altamente tossico che può causaredisturbi transitori (in piccole concentra-zioni), paralisi o addirittura il decesso,vista la sua facilità a legarsi con l’emoglo-bina, impedendo quindi la buona ossige-nazione del sangue (vedi anche ossicarbo-nismo).

MOQUETTE:M . n a t u r a l e : pavimento generalmente in

lana, lana di capra con sottofondo in juta

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nei confronti delle forme più persistentidi inquinamento atmosferico.

M.d’acqua: sistema solare passivo a gua-dagno indiretto che entra a far parte dellafrontiera esterna o interna di un edificio ecombina i vantaggi del collettore termicocon quelli dell’accumulo termico. Il m.d.a.è costituito semplicemente da una o piùmasse d’a. racchiuse in appositi conteni-tori realizzati in vetro o metallo che agi-scono da massa termica in maniera piùe fficace rispetto agli altri materiali dacostruzione (la capacità di accumulo del-l’acqua è doppia rispetto a quella dei late-rizi).

M.di Trombe: sistema solare passivo aguadagno indiretto che entra a far partedella frontiera esterna di un edificio ep rovvede alla trasmissione del caloresolare all’interno degli ambienti confinati.Questo sistema prende il nome dal fran-cese Alex Trombe, che per primo comin-ciò ad adottarlo in maniera sistematicaper le sue realizzazioni. Il m.d.T. vienegeneralmente applicato alle muratureesposte a Sud, ed è realizzato in calce-s t ruzzo (vedi), laterizio o mattoni pieni.Per migliorarne l’effetto, viene di solitodipinto di nero e protetto da una superfi-cie vetrata (o altri materiali traspare n t i )posta ad alcuni centimetri (da 10 a 20)dalla superficie muraria creando unai n t e rcapedine. Il riscaldamento degliambienti confinati può avvenire per con-duzione (attraverso il muro) e successivaconvezione e irraggiamento, oppure perconvezione naturale qualora si decida dipraticare delle aperture alla base del m. ein prossimità del soffitto (può essereimpiegato un ventilatore per migliorarel ’ e ffetto complessivo). Il m.d.T dovràessere concepita in modo tale da non pre-cludere il comfort in estate per effetto delsurriscaldamento, anche attraverso ele-menti di ombreggiamento.

MUSCHIO: colonia di piccole pianticelleche crescono su tronchi e rocce in ambien-ti umidi e poco soleggiati. I m., così come

i licheni, sono dei validi indicatori biolo-gici, utili per il rilevamento dell’inquina-mento atmosferico, in particolare perquanto riguarda l’anidride solforo s a .Sono state elaborate delle vere e pro p r i e“scale” che permettono di dedurre la con-centrazione di questo inquinante dallad i ffusione dei muschiSi tratta quindi diun efficiente indicatore biologico.

MUTAGENO: qualsiasi sostanza o agente oelemento fisico, chimico, ambientale chepuò causare una mutazione genetica.

N A F TALINA: i d ro c a r b u ro ar o m a t i c oimpiegato come intermedio nell’industriadelle vernici (soprattutto per la sintesidell’indaco artificiale), delle plastiche, deisolventi. E’ anche impiegato come insetti-cida e in ambito domestico come antitar-me. Il suo effetto antitarme è dovutoquasi esclusivamente alla presenza diimpurità e non alla sostanza in sé. A l l ostato puro è nocivo, irritante per gli occhie per le vie respiratorie, può pro v o c a recefalee e vomito. Molti dei suoi derivati,impiegati soprattutto nell’industria deicoloranti, sono considerati sostanze tossi-che.

NAFTILAMMINA: composto organico uti-lizzato nella produzione di coloranti eantiossidanti, presente anche nel fumodelle sigarette e responsabile dell’inquina-mento interno. E’ una sostanza tossica peringestione e cancerogena.

N E B U L I Z Z ATORE: a p p a recchio meccani-co utilizzato per la dispersione di unliquido nell’aria. Nei mesi caldi i n. posso-no essere impiegati efficacemente comes t rumenti di raff rescamento in pre s e n z a

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caratteristiche chimico-fisiche dei l. e allal o ro capacità di pro m u o v e re il risparmioe n e rgetico, sta riscuotendo un cre s c e n t einteresse da parte della bioarchitettura. E’una soluzione affidabile, duratura, dibuon livello estetico. Indispensabile porremolta attenzione alla qualità dei lateriziimpiegati e alla posa in opera, per poterevitare manifestazioni di degrado precoce(condensa, muffa, infiltrazione di umi-dità, peggioramento dei ponti termici,lesioni e fessurazioni, efflorescenze).

M.lapidea: m. realizzata utilizzando pietrenaturali (marmo, roccia, granito, traverti-no) con un’elevata capacità di re s i s t e reall’inquinamento atmosferico e con buonecaratteristiche fisico-tecniche. In mancan-za di particolari fattori di degrado la m.l.è una soluzione affidabile, duratura(potenzialmente più di quella dell’edificiosulla quale viene applicata), di buon livel -lo estetico. Occorre fare molta attenzione,però, alla qualità dei materiali impiegati ealla posa in opera, per poter evitare mani-festazioni precoci di degrado (alterazionedel colore, eff l o rescenze, fessurazioni,distacchi, penetrazione dell’umidità). Inambito urbano un problema recente dellem.l. è rappresentato dai graffiti che detur-pano il materiale penetrando nel suospessore, spesso in maniera irrecuperabi-le.

M. che respira: f rontiera esterna di unedificio concepita come filtro in grado dio t t i m i z z a re il comfort termico e igro m e-trico all’interno degli ambienti confinati,mediante il controllo dell’umidità, laregolazione della trasmissione di calore ,la garanzia di un adeguato livello di ven-tilazione. Il m.c.r., realizzato con materialip o rosi, assorbe e accumula l’umidità ineccesso, per poi rilasciarla quando l’umi-dità ambientale scende al di sotto deilivelli ottimali. Il principale vantaggio èche la realizzazione della frontiera esternacon materiali porosi e traspiranti consentedi ridurre il ricorso alla ventilazione for-zata. Il m.c.r. svolge inoltre ruolo di filtro

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infatti contenere fino a 20 micro g r a m m idi ammine, quaranta volte più rispettoalla quantità che si può assumere in ungiorno attraverso l’alimentazione.

ODORE: sostanza allo stato gassoso pre-sente nell’inquinamento atmosferico, ingrado di pro v o c a re disturbi anche se inconcentrazioni molto ridotte. Le principa-li fonti di o. sono le attività industriali, ip rocessi di trattamento/smaltimento deirifiuti e gli impianti di depurazione delleacque.

OLEORESINE: resine naturali che conten-gono oli essenziali e tendono a solidificar -si a contatto con l’aria (è il caso della tre-mentina). Quando la loro consistenza daliquida tende a diventare pastosa vengo-no detti balsami.

OLIO:O.citrico: o. ottenuto per distillazione

delle bucce di agrumi, usato nella produ-zione di vernici naturali. La presenza tra isuoi costituenti di sostanze sensibilizzantio potenzialmente allergeniche (terpeni),può rendere questo prodotto poco tollera-bile per alcuni soggetti. L’o.c., in concen-trazioni massicce, può anche diventare unfattore di inquinamento idrico, tuttavia ilsuo utilizzo è sicuramente preferibile aquello della maggior parte dei solventisintetici. Per maggiore precauzione, dopol’applicazione di questi prodotti, è consi-gliabile mantenere i locali particolarmen-te aerati per qualche settimana.

O.di legno: o. estratto dai semi di unapianta asiatica (il tung) usato fin dall’anti -chità per la preparazione di lacche e pittu-re naturali. Non si evidenziano impattiambientali o sulla salute umana legati

all’impiego di o.d.le..O.di lino: o. grasso siccativo ottenuto per

s p remitura a caldo dei semi di l., che siossida e solidifica se esposto all’aria. Perquesta sua proprietà viene usato comeimpermeabilizzante naturale e solventenon dannoso in vernici e coloranti, nellafabbricazione di inchiostri da stampa,nella produzione di linoleum. A v o l t eviene utilizzato assieme all’o.d.le.. Non sievidenzia impatto ambientale o sullasalute umana, anche se in alcuni soggettiparticolarmente sensibili l’o.d.l. può cau-sare reazioni allergiche o di ipersensibiliz-zazione.

O.d.l.cotto: o.d.l. riscaldato e ossidato inassenza di aria. L’o.d.l.c. viene impiegatonel trattamento delle superfici in legno edel cotto, senza precluderne la capacità dit r a s p i r a re. L’o.d.l.c. di buona qualità nonrilascia depositi, non deve essere rancido,e deve seccare rapidamente una voltadisteso su una lastra di vetro o di metallo.

O.d.l.ossidato: vedi o.d.l.c..O.di ricino: olio estratto dai semi dell’o-

monima pianta originaria dell’Africa tro-picale, utilizzato in edilizia nella pro d u-zione di vernici naturali per la sua capa-cità siccativa (se esposto all’aria solidificaformando una sottilissima pellicola tra-s p a rente). Non si evidenziano impattiambientali o sulla salute umana legatiall’impiego di o.d.r..

O.di zafferano: o. estratto dai semi di z.,utilizzato come colorante nella produzio-ne di vernici naturali (soprattutto per illegno). Non si evidenziano danni ambien-tali o sulla salute legati all’impiego di oliodi zafferano, ma i suoi costi possono esse-re notevolmente superiori rispetto a quellidi pigmenti sintetici alternativi.

O.siccativo: o. naturale (per esempio dilino o citrico) che ha la proprietà di secca-re rapidamente a contatto con l’aria,creando una pellicola trasparente. Gli o.s.vengono aggiunti a vernici e lacche natu-rali e sono da preferirsi ad altri prodotti s.preparati per sintesi.

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di superfici esposte direttamente allaradiazione solare: sono utili per limitarneil surriscaldamento. Negli ambienti confi-nati vengono invece impiegati come umi-dificatori.

NEBULIZZAZIONE: processo di riduzionedi un liquido in goccioline minutissime edi successiva dispersione nell’aria.

NEON: Elemento chimico appartenente alg ruppo dei gas nobili che, se eccitato,emette una intensa luce di colore ro s s o -arancio. Per questa proprietà viene utiliz-zato soprattutto come gas di riempimentodelle lampade a scarica.

NEOPRENE: vedi gomma CR.

NICHEL: elemento chimico, molto re s i-stente all’ossidazione dell’aria a tempera-tura ambiente. Il n. puro viene impiegatoper il rivestimento di altri metalli e per laproduzione di leghe e super leghe. Si con-sidera poco tossico, ma è allo studio unanuova Direttiva europea sui problemi delrilascio di oggetti e monili in n. sulla pellee sulle possibili conseguenze per l’organi-smo umano. In combinazione con il car-bonile genera una sostanza cancerogena.

NICOTINA: liquido oleoso, quasi incolore,solubile, altamente tossico, composto dii d rogeno, carbonio e azoto, che si tro v anelle foglie del tabacco. In concentrazionilimitate è un eccitante del sistema nervo-so; in dosi superiori diventa un vasoco-s c r i t t o re ed è quindi molto nocivo per lasalute. La n. è uno dei principali inqui-nanti generati dal fumo del tabacco.

NITRATI: composti a base di azoto e ossi-geno, solubili in acqua. L’eccessiva con-centrazione dei nitrati nelle acque è impu-tabile agli scarichi urbani e industriali,agli allevamenti e all’agricoltura intensiva(vedi fertilizzanti), alle piogge acide. Ilconsumo di acqua con eccessive concen-trazioni di nitrati può causare disfunzioni

al sistema sanguigno e formazione all’in-terno dell’organismo di nitrosammine. E’il parametro tenuto maggiormente sottocontrollo. Il limite massimo è di 50 mg/l,ma se si superano i 25 mg/l siamo già inp resenza di acqua poco appetibile. Ine ffetti il parametro di legge appare tolle-rante in quanto è prassi frequente l’ag-giornamento in funzione della diff i c o l t àdi rispettare le soglie precedenti; soprat-tutto nelle zone fortemente industrializza-te la frequenza con cui ci si avvicina allasoglia di tollerabilità è alta.

NITRITI composti a base di azoto, ossige-no e idrogeno, solitamente solubili inacqua dove, in presenza di grandi quan-tità di ossigeno, si trasformano in nitrati.Il consumo di acqua con eccessive con-centrazioni di n. può causare disfunzionial sistema sanguigno, soprattutto in tene-ra età. In genere si considerano i n. comeindicatori della salute di un corpo idrico:più è elevato il loro contenuto, maggiore èil tasso di inquinamento.

NITROBIFENILE: composto org a n i c o ,utilizzato come plastificante e nella pro-duzione di coloranti (attualmente è vieta-to in concentrazioni superiori all’1 permille). E’ una sostanza tossica, pericolosaper l’ambiente, cancerogena.

N I T R O P R O PANO: composto org a n i c o ,utilizzato nella produzione di acetato dicellulosa, resine, lacche, inchiostri, verni-ci, gomme sintetiche, coloranti. E’ unasostanza tossica per inalazione e ingestio-ne, cancerogena, in grado di determinaredisturbi transitori al sistema nervoso eaffezioni al fegato. E’ inoltre una sostanzainfiammabile.

NITROSAMMINE: composti altamentec a n c e rogeni che in particolari condizionipossono formarsi naturalmente nell’orga-nismo. Tra le fonti esogene principali,sicuramente va segnalato il fumo deltabacco. Un pacchetto di sigarette può

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OZONO: gas di colore bluastro e odorepungente, infiammabile costituito damolecole formate da tre atomi di ossigenociascuna., presente naturalmente in atmo-sfera solo in concentrazioni ridotte.Naturalmente si forma per effetto di sca-riche elettriche o per l’azione dei raggiUV su molecole di O2. Viene anche pro-dotto “artificialmente” dagli scarichi deimotori a combustione interna. . E’ uncomposto tossico (attacca l’apparatorespiratorio) e fitotossico già a partire daconcentrazioni pari a 0 ,1 ppm ed èresponsabile della formazione delle piog-ge acide. Nelle giuste concentrazioni l’o.ha comunque un ruolo indispensabile perla vita sulla Terra. Lo strato presente inatmosfera tra i 15 e i 30 chilometri dalsuolo, infatti, serve per pro t e g g e re dalleradiazioni solari ultraviolette. L’uso mas-siccio negli scorsi anni dei Cfc e di altricomposti ha causato un graduale assotti-gliamento di questo strato.

PAGLIA: materiale naturale di originevegetale utilizzato fin dall’antichità nellaa rchitettura tradizionale (terra cruda) eoggi rivalutato per la produzione di pan-nelli isolanti termici e acustici. La p. èatossica, facilita la traspirazione dellep a reti e non costituisce alcun pro b l e m aper l’ambiente (è facilmente biodegrada-bile) anche se trattato con prodotti anti-fiamma, purchè a base di boro.

PANNELLI FONOASSORBENTI: v e d iisolanti acustici.

PANNELLO:P.in paglia: miscela di p. essiccata, acqua e

collanti (resine naturali prive di emissioni

di formaldeide) pressata a caldo e sago-mata in p. con ottime doti di re s i s t e n z a ,leggerezza e tenuta alle variazioni di umi-dità. I p.i.p. sono utilizzati per la pro d u-zione di laminati di alta qualità, infissi,mobili. Si tratta di un materiale rigenera-bile, ecologico, naturale.

P.radiante a parete: s. di diffusione delc a l o re, costituito da moduli pre f a b b r i c a t iin cartongesso contenenti tubi capillari(meglio se in rame) a forma di serpentino,che possono essere applicati a secco sullemurature degli ambienti confinati.. Per ilcollegamento idraulico all’impianto ter-mico bastano due semplici tubi collettoridi andata e ritorno, nei quali è opportunom a n t e n e re l’acqua ad una temperaturanon superiore ai 45-50 °C.

P. t r u c i o l a re: legname, detto anche legnosintetico, realizzato incollando vari stratidi legno (solitamente di conifera) con par-ticolari resine (soprattutto ureiche e epos-sidiche) o con collanti naturali a base dicaseina. Il materiale così ottenuto vieneutilizzato per rivestimento di pareti epavimenti. La principale controindicazio-ne all’utilizzo dei p.t. ha a che fare conl’utilizzo di collanti e leganti sintetici(anche a base di formaldeide) che posso-no raggiungere una percentuale sul pro-dotto finito pari al 40 per cento, quantitàsuperiori a quelle richieste dal legnol a m e l l a re. Tuttavia, poichè la materiaprima è disponibile e rigenerabileove nonsiano utilizzati leganti nocivi o addirittu-ra tossici per la salute, i p.t. possono esse-re considerati una scelta biocompatibile.

PARAFULMINE: vedi captatore.

PARAMETRO:P.ambientale: variabili fondamentali che

influenzano il comfort termico di un esse-re vivente. Sono la temperatura, la tempe-ratura media radiante, la velocità delvento e l’umidità dell’aria.

P.climatico: elaborazioni convenzionalidei valori meteorologici utilizzate perr a p p re s e n t a re e pre v e d e re sinteticamente

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OMBREGGIAMENTO: insieme di tecni-che e soluzioni progettuali destinate ae v i t a re il surriscaldamento delle facciatedi un edificio durante la stagione calda ole ore di massima esposizione ai raggisolari. L’o. si ottiene mediante la realizza-zione di aggetti orizzontali o verticali.Ogni singola situazione di o.deve esserestudiata e valutata in sede pro g e t t u a l eattraverso una maschera di o..

ONDA:O.elettromagnetica: fenomeno oscillato-

rio di cariche elettriche e magnetiche chesi propaga nello spazio con velocità eperiodicità definite. Le o.e. sono unaforma di energia raggiante e si diff e re n-ziano tra di loro per la frequenza.

ORIENTAMENTO: in architettura il puntoc a rdinale verso il quale si rivolgono ledue facciate di un edificio a sviluppomaggiore. Per il clima temperato italianoche evidenzia forti escursioni tra estate einverno, la valutazione comparata deicarichi termici suggerisce che la formaottimale dell’edificio per sfru t t a re gliapporti del calore solare sia quella allun-gata lungo l’asse est-ovest. Gli obiettiviprincipali di una corretta scelta dell’orien-tamento, dunque, si riferiscono alla ricer-ca di condizioni ottimali di comfort termi-co e di risparmio energetico.

OSCURAMENTO: sistema per l’esclusionedella luce e in bioclimatica l’ombra getta-ta da nubi o altri oggetti (camini, alberi,antenne) che determina cali di rendimen-to dell’impianto e talvolta, nei sistemifotovoltaici, possibilità di danni a causadi hot spots.

OSSICARBONISMO: grave forma diintossicazione dovuta all’esposizione pro-lungata ad alte concentrazioni di monos-sido di carbonio che causa af f e z i o n isoprattutto all’apparato respiratorio e aquello nervoso. Nelle forme più lievicausa semplici disturbi psico motori e ladilatazione dei tempi di reazione; seguo-

no poi cefalea, indebolimento, vertiginie, nel lungo periodo, anche fenomeni diaterosclerosi. Il vizio del fumo può aggra-vare fortemente questa malattia. La cessa-ta esposizione al monossido di carbonio èsufficiente per guarire dall’o..

OSSIDO: composto in cui è presente ossi-geno.

O.di cromo: composto a base di c. e ossi-geno, utilizzato nell’industria delle verni-ci, degli smalti e delle lacche come pig-mento rosso, giallo o arancione. E’ ritenu-to molto dannoso per l’ambiente, in fasedi produzione, e tossico soprattutto perl’apparato polmonare, cancerogeno eallergenico per la salute umana.

O . d i f e r ro: composto a base di f. e ossige-no, utilizzato nell’industria delle vernici,delle lacche come pigmento giallo e aran-cione, e nella produzione di plastiche eceramiche. E’ ritenuto dannoso per l’am-biente, in fase di produzione, e potenzial-mente tossico per la salute umana..

O.di magnesio: vedi magnesia.O.di zinco: composto a base di z. e ossigeno,

facilmente solubile negli acidi. E’ moltoutilizzato nell’industria della gomma,delle plastiche, delle vernici, delle lacchecome pigmento bianco. E’ ritenuto danno-so per l’ambiente, in fase di produzione, epotenzialmente tossico per la saluteumana. E’ preferibile sostituire i prodottia base di questo composto con altri cheutilizzano il lipotone.

O.ionizzato: o. arricchito di un elettro n eaggiuntivo, che può essere assimilato inmodo più semplice dall’or g a n i s m oumano, in quanto si combina meglio conl’emoglobina.

OVERSPRAY: quantità di vernice utilizza-ta per la verniciatura a spruzzo del legnoche non si deposita sulla superficie delmateriale da colorare. L’eccessivo o. nelleoperazioni di lavorazione non solo costi-tuisce un spreco rilevante in termini eco-nomici ma rappresenta anche una minac-cia ambientale.

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grande importanza nella regolazione delmicroclima e come barriera acustica e bar-riera frangi vento; hanno Inoltre una ele-vata capacità di riduzione dell’inquina-mento atmosferico (il fogliame degli albe-ri è in grado di fissare le polveri nocivedieci volte superiore rispetto all’erba diun prato). contribuiscono alla riqualifica-zione ambientale off rendo spazi per losvago e il tempo libero.

PARETE RISCALDANTE AD ACQUA:sistema di riscaldamento che sfrutta l’ir-radiazione e l’accumulo termico. Lap . r.a.a. è realizzata inserendo all’internodi una muratura in mattoni traforati unaserie di tubi (preferibilmente in rame) neiquali vengono fatte cir c o l a re piccolequantità d’acqua calda (a circa 50°).L’elevata capacità di accumulo termicodella muratura, anche con temperaturerelativamente basse del liquido, consentedi raggiungere un soddisfacente comforttermico, anche senza mantenere sempreattivo il riscaldamento.

PARQUET: pavimento realizzato in legno,s u g h e ro o bambù, utilizzando tasselli odoghe che possono essere incollati oinchiodati. Questa seconda alternativa èp referibile per evitare i problemi delleemissioni, a meno che si scelgano re s i n enaturali. Per la stessa ragione è meglioevitare l’impiego di prodotti per il tratta-mento del legno, troppo aggressivi, limi-tandosi all’uso di lacche naturali per lalucidatura. Sono invece sconsigliate levernici plastificanti che impediscono lanormale traspirazione del legno e nevanificano quindi gli effetti di re g o l a t o redell’umidità interna. A questo pro p o s i t ova ricordato che all’interno degli ambienticonfinati è inutile usare specifici prodottia n t i m u ffa, in quanto l’umidità del legnod i fficilmente supera il 15-18 per cento,condizione inadeguata allo sviluppo dellemuffe. Con questi accorgimenti, ed esclu-dendo i prodotti a base di legno tropicalericavato da coltivazioni ad alto impatto

ambientale, si può considerare il p. unascelta altamente biocompatibile.

P.grezzo: p. realizzato utilizzando semplicidoghe di legno duro non sottoposto adalcun specifico trattamento. E’ in assolutol’alternativa più ecologica, rispetto a p.realizzati per impiallacciatura o incollag-gio di strati di legni diversi specie se laposa in opera prevede la sola inchiodatu-ra. I p. grezzi sono molto duraturi e bentollerati oltre ad essere caldi e dotati diproprietà insonorizzanti.

P.laminato: pavimento in legno e re s i n asintetica che riproduce il disegno del p.g rezzo. Generalmente realizzato median-te sottofondo di pannell i tr u c i o l a r i(potenzialmente dannosi per i leganti chi-mici utilizzati) incollati al solaio e ricoper-ti con uno strato di resina per dare unifor-mità e resistenza e per conferire al prodot-to finito l’aspetto del p. grezzo. La sceltadi questa soluzione, che evidenzia buonaparte dei vantaggi riconducibili ai pavi-menti in legno in termini di insonorizza-zione e di isolamento termico, può innal-z a re notevolmente l’inquinamento inter-no degli ambienti confinati.

PA RTE AT T I VA: ogni conduttore - e leannesse parti conduttrici (per esempiomorsetti) - che risultano in tensionedurante il re g o l a re funzionamento del-l’impianto elettrico.

PA RTICELLA SOSPESA: elemento ocomposto chimico, allo stato solido oliquido, presente nell’inquinamentoatmosferico. Le caratteristiche più impor-tanti delle p.s., da un punto di vista tossi-cologico, sono, la composizione chimica,le dimensioni (variano da qualche millesi-mo ad alcune centinaia di micron) e ladensità. Le p.s. sono formate principal-mente da ceneri volatili (emesse da cen-trali termiche e inceneritori di rifiuti),fuliggine (derivanti da processi incomple-ti di combustione), polveri, fumo(anch’esso derivante da combustioneincompleta), esalazioni da parte di pro-

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la situazione climatica di una determinatazona. In bioedilizia i p.c. fondamentaliper una corretta analisi dei flussi energeti-ci degli edifici sono: gradi giorno, annotipo, giorno medio mensile.

PARASSITA:P.del legno: insetti e funghi che attaccano

le superfici legnose. A seconda delle spe-cie i p.d.l. attaccano il l. ancora allo statovegetativo, appena tagliato, oppure sta-gionato (quello usato in edilizia). Le con-dizioni di proliferazione dei p.d.l. sonod i rettamente legate alla temperatura,all’umidità e alla ventilazione; è su questiparametri dunque che si può intervenireper una protezione preventiva del legno.In particolare la presenza degli insetti sirileva solo per umidità relative del legnosuperiori al 10 per cento, mentre per ifunghi si arriva al 20 per cento con tempe-r a t u re intorno ai 25°C (dif f i c i l m e n t eriscontrabili all’interno di un ambienteconfinato). In edilizia vengono comunqueutilizzati, a scopo preventivo, vari biocidiche possono essere causa di gravi formedi inquinamento interno.

PARCO URBANO: a rea verde di grandeestensione, generalmente contraddistintadalla presenza di numerosi alberi, re a l i z-zata all’interno dell’ambiente urbano onelle sue adiacenze. I p.u. rivestono una

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olio o cera naturale, se utilizzata in ecces-so) che alterano l’equilibrio termico eigromerico interno. Dove possibile, infine,è meglio sostituire la posa con adesivi,solventi e collanti con tecniche di posaper semplice sovrapposizione.

P.in linoleum: p. realizzato utilizzandoteli di l.. Ha buone caratteristiche di resi-stenza, impermeabilità ed elevate capa-cità isolanti. E’ adatto all’edilizia scolasti-ca o terziaria. Per la posa in opera si ricor -re, solitamente, ad adesivi sintetici(potenzialmente dannosi per via del rila-scio di sostanze nocive, anche se privi disolventi) e si tratta poi il pavimento conc e re protettive e lucidanti, anch’essepotenzialmente dannose. Questi pro d o t t iper il trattamento possono essere sostitui-ti con altri naturali. Eventuali controindi-cazioni all’impiego di questo tipo di pavi-mento vanno ricercate nei metodi di lavo-razione/trattamento del l., che non sem-pre sono ecocompatibili.

P.in poliolefine: p. realizzato con materieplastiche a base di polietilene, pro p i l e n ee inerti, molto resistente all’abrasione equindi adatto all’edilizia scolastica e ter-ziaria. Per colorarlo si aggiungono pig-menti sintetici, alcuni dei quali ritenutitossici (’ossido di ferro o diossido di tita-nio). Per queste ragioni e per le loro bas-sissime capacità igroscopiche, l’utilizzo dip.i.p. è sconsigliato, anche se una voltaposti in opera non sembrano evidenziareproblemi di rilascio.

P.in PVC: p. realizzato utilizzando pvc, einerti il cui impiego è sconsigliato proprioa causa del forte impatto ambientale dellamateria prima impiegata. L’aggiunta diadditivi e pigmenti ritenuti tossici (ossidodi ferro o diossido di titanio) e l’uso dicollanti per la posa in opera, possono ren-d e re questo materiale ancora più perico-loso. Difficile anche la rimozione e losmaltimento di vecchi pavimenti in pvc.

P.lapideo: p. realizzato con marmo, grani-to, travertino, pietra o altri materiali l.. E’molto resistente e difficilmente usurabile.La posa in opera richiede semplicemente

malta cementizia o malta bastar d a .All’esterno gli agenti atmosferici (anidri-de carbonica, vento, inquinamento atmo-sferico, attacco da parte di muschi e liche-ni) possono accelerare il degrado di questimateriali.

P.tessile: vedi moquette. I p.t. facilitanol’accumulo della polvere e delle impurità(asfalto, nerofumo, acari, funghi). Su que-ste superfici, pertanto, la pulizia richiedemaggiore attenzione.

PCB: vedi policlorobifenili.

PECE GRECA: vedi colofonia.

PENTACLOROFENOLO: idrocarburo ino-d o re, cristallino, utilizzato fino al 1987,anno in cui ne è stato proibito l’uso acausa della sua tossicità e patogenicità( s u p e r i o re addirittura a quella della for-maldeide), come componente per insetti-cidi e fungicidi destinati al trattamentodel legno, della cellulosa, di lacche e colle.La sua pericolosità per la salute umana èstata a lungo trascurata: i test condottisugli animali, tendevano a valutare solo irischi legati all’ingestione e non all’inala-zione ( 20 volte più pericolosa). Secondouno studio medico condotto in Germaniatracce di pentaclorofenolo possono rima-n e re nel corpo di una persona adultaanche per 20 anni, all’interno delle riservedi grasso. D’altra parte questo compostotende a diffondersi nell’atmosfera e adepositarsi su tendaggi, mobili, pavimen-ti, libri, dipinti, intonaci, per cui diventadifficile anche il risanamento ambientale.

PERCOLATO: liquame altamente tossico einquinante che si forma a seguito del pas-saggio dell’acqua piovana attraverso icumuli di rifiuti, specie se in decomposi-zione. Il p. ha in genere una carica batteri -ca molto elevata e un accentuato valoreBOD.

PERDITE DI TRASMISSIONE: p. inde-siderate di calore che si verificano attra-

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cessi industriali. Le p.s. causano irritazio-ni, affezioni polmonari e possono ancheg e n e r a re tumori. Sono inoltre dannoseper l’ambiente in quanto, tra l’altro, alte-rano la temperatura dal momento cherendono meno trasparente l’atmosfera,diminuendo l’intensità della radiaziones o l a re che raggiunge la superficie terre-stre.

PAVIMENTO: copertura calpestabile di unsolaio realizzata con materiali naturali(minerali, vegetali o animali) o sintetici.Le funzioni cui deve assolvere un p. sonomolteplici e molto importanti. Un p. deveessere resistente all’usura, facile da appli-care e da pulire, in grado di assicurare unadeguato isolamento termico e acustico, eavere capacità igroscopiche. In un approc-cio più propriamente bioarchitettonico èanche importante che non richieda uneccessivo dispendio energetico per lalavorazione, che non richieda l’utilizzo dicollanti (in fase di posa in opera) o additi-vi dannosi per l’ambiente e la salute, chesia facilmente riciclabile o smaltibile allafine del suo ciclo di vita.

P. e s t e rno: p. destinato alla copertura cal-pestabile delle aree esterne di un edificio.Per il p.e. (comprese , gradoni e gradina-te) è particolarmente indicato il porfidoq u a r z i f e ro (di solito preferibile a quellogranitico). In alternativa possono ancheessere utilizzati mattoni pieni in laterizio,magari ricavati dal riciclaggio di vecchiepavimentazioni per interno dismesse.

P.galleggiante: soluzione edilizia che con-sente di nascondere il passaggio di cavi etubature elevando il piano di calpestio dalsolaio. Oltre a risolvere esigenze impianti-stiche il p.g. dà ottime prestazioni anchein termini di isolamento acustico (riferito,ovviamente, ai piani inferiori).

P.in calcestruzzo: p. continuo da esternorealizzato in c., impiegato per la copertu-ra di superfici omogenee che richiedonoottime doti di resistenza. L’usura si evi-denzia soprattutto attraverso processi disfarinamento o addirittura di sgre t o l a-

mento degli spigoli, fastidiosi e potenzial -mente dannosi per la salute e per l’am-biente.

P.in ceramica: p. realizzato con elementiceramici (piastrelle, mattonelle) in terra-cotta, clinker, terraglia, porcellana. Laqualità di queste pavimentazioni è di soli-to direttamente proporzionale alla tempe-ratura di cottura. In genere sono preferibi-li i materiali meno porosi, perchè più resi -stenti all’usura e meno permeabili adacidi e grassi. Quelli smaltati sono deltutto impermeabili, ma anche usurabili efacilmente scalfibili, e quindi poco adattiper aree di intenso passaggio. Particolareattenzione va posta nell’uso dei pro d o t t ida posa, per evitare successivi rilasci dan-nosi per la salute.

P.in cotto: p. realizzato con c., che mostraalcune caratteristiche proprie che lo diffe-renziano dagli altri p. in ceramica, essen-do il c. un materiale “vivo”, traspirante ein grado di condizionare il comfort termi-co e igrometrico di un ambiente confina-to. Anche se si è diffuso l’impiego di col-lanti per la posa in opera del cotto, sem-bra preferibile fare uso dei metodi dellatradizione con il sistema a malta di calcebastarda. Il p.i.c. è ideale per le nuove rea-lizzazioni o per il re s t a u ro conservativo.Condizioni climatiche particolarmented u re (gelo/disgelo, sollecitazioni, ero s i o-ne) possono lesionare il c., che tuttaviapuò essere recuperato e rinnovato, anchea distanza di molti anni.

P.in legno: p. realizzato utilizzando mate-riale legnoso sotto forma di tavole o par-quet. Questo tipo di pavimentazione offr eun miglior comportamento termico e unpiù elevato isolamento acustico rispetto aipavimenti lapidei, ed è ideale per gliambienti asciutti, mentre è sconsigliato inbagno o cucina dove è meglio optare perpavimenti in ceramica. Come nel caso delp. in cotto, anche con il l. si ha a che farecon un materiale “vivo”, che può defor-marsi anche visibilmente in presenza diumidità. Per la stessa ragione occorre evi-tare l’abuso di impermeabilizzanti (anche

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c l o ro. I prodotti dell’industria p., al con-trario di quelli naturali, si accumulano inaria (persino negli strati più elevati del-l’atmosfera distruggendo la fascia d’ozo-no) acqua e terra.

PIC: a c ronimo con cui si indica il calcestru z-zo (vedi) impregnato di polimeri. Il mate-riale plastico viene fatto penetrare nei porie nelle fessure naturali del calcestru z z o(vedi) e qui, grazie all’uso di un catalizza-t o re, viene fatto polimerizzare, aumentan-do così le capacità di resistenza del calce-s t ruzzo (vedi). I p. vengono utilizzatianche nella realizzazione dei pre f a b b r i c a t i .

PIETRA: materiale lapideo utilizzato inedilizia come elemento portante o perornamento. E’ consigliato l’utilizzo dellesole pietre naturali a grana omogenea ecompatta, prive di cappellaccio e senzascrepolature, venature, sfaldature o inclu-sioni di materiali estranei. Sono invecep referibilmente da evitare le pietre mar-nose e quelle facilmente attaccabili dal-l’inquinamento atmosferico e dall’acqua,specie per le applicazioni in ambito urba-no. Per alcune pietre, quali tufo, peperino,granito, è necessario effettuare un’indagi-ne preventiva della eventuale radioatti-vità maturale (vedi radon). In molti casil’estrazione della pietra dalle cave com-porta un impatto ambientale significativo.

PIETRISCO: roccia utilizzata per la realiz-zazione di massicciate e terrapieni o,dopo un apposito processo di frantuma-zione, per la produzione dic a l c e s t ruzzo(vedi). E’ consigliato l’utiliz-zo di p. provenente da rocce compattenon gelive nè gessose, con elementi a spi-golo vivo, non contenente impurità o ele-menti in decomposizione.

PIGMENTO: composto naturale o artificia-le, di natura organica o inorganica, checonferisce una colorazione alla sostanzadi supporto cui viene addizionato osovrapposto (a diff e renza dei coloranti, i

p. restano eterogenei al supporto e nonagiscono chimicamente su di esso). Disolito i p. inorganici mostrano una supe-riore stabilità alla luce e al calore. Di con-t ro gli organici hanno una maggiorep u rezza e intensità di colore. I p. sonoampiamente utilizzati nell’industria dellevernici, delle lacche, delle pitture, dellematerie plastiche e cellulosiche, degli ela-stomeri. L’ e t e rogeneità dei p. pone pro-blemi di valutazione in merito alla tossi-cità e al loro impatto ambientale. In lineadi massima si può comunque aff e r m a reche tutti i p. artificiali a base di metallipesanti devono essere considerati comealtamente tossici.

P.inorganico naturale: pigmento ottenu-to dalle terre colorate, detto anche pig-mento terroso estratto direttamente dallem i n i e re o ricavato per successive lavora-zioni (essicazione, macinazione). Tra i piùimportanti p.i.n., gli ossidi di ferro (rossodi Persia, rosso di Spagna, terra di Siena,ocra, limonite, ematite, terra d’Ombra,siderite, magnetite), il gesso, il grigioa rdesia, il nero grafite, le terre verd i .Vengono impiegati nella produzione divernici e pitture naturali.

P.organico naturale: p. derivato da pian-te (corteccia, radici, legno, foglie, bacche,fiori) o animali (è il caso del nero di sep-pia, del carminio, della caseina, del por-pora). L’utilizzo di prodotti a base di p.n.è decisamente preferibile rispetto all’im-piego di composti sintetici, specie per lalavorazione del legno, materiale naturaleper eccellenza.

P.terroso: vedi pigmento inorganico natu-rale.

PIOGGIA:P.acida: p recipitazione atmosferica con-

traddistinta da una elevata concentrazio-ne di acido solforico, ossidi di azoto e altriinquinanti atmosferici (vedi anche inqui-namento atmosferico e sorgenti di inqui-nanti) che causa un drastico abbassamen-to del pH naturale delle piogge, fino allasoglia dei 3-3,5 gradi. Le p.a. sono alta-

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verso le fro n t i e re esterne di un edificio.Sono dovute a un’insufficiente o inade-guato isolamento termico e sono causa diconsumi energetici impropri. La limita-zione delle p.d.t. è uno degli obiettivi pri-mari della bioarchitettura.

PERIODO: intervallo. In elettricità, ilperiodo T di un’onda rappresenta l’inter-vallo di tempo necessario all’oscillazionecompleta dell’onda, cioè il tempo chei n t e rc o r re tra due massimi successivi.L’inverso del periodo è la frequenza n =

PERLITE: roccia vetrosa di origine vulca-nica caratterizzata dalla presenza di poridi dimensioni estremamente ridotte e diacqua. La p. può essere utilizzata per laproduzione di p. espansa, impiegata nellarealizzazione di intonaci, oppure addizio-nata al cemento per ottenere calcestruzzo(vedi) alleggerito dalle ottime pro p r i e t àmeccaniche.

P.espansa: isolante termico e acustico leg-gerissimo ottenuto dalla lavorazione dellap. (frantumazione e successiva cottura adalta temperatura, che genera l’evapora-zione dell’acqua e quindi l’espansione). Ilvolume della p. espansa così trattata puòa r r i v a re fino a venti volte quello inizialedella p.. Questo prodotto è altamente bio-compatibile: dall’estrazione alla posa inopera sono previste solo trasformazionifisiche e non chimiche, per cui non si veri-ficano rilasci di sostanze inquinanti. Lap.e. è innocua per la salute umana e al ter-mine del suo ciclo di vita può essere facil-mente riciclata o smaltita in discariche permateriali inerti senza alcun problema perl’ambiente.

P E R M E A B I L I TA’: attributo che consenteai corpi di essere attraversati.

P.magnetica (m): è la caratteristica delmezzo materiale, ed esprime la costantedi permeabilità tra induzione magneticaB e campo magnetico H. La p. m. si misu-ra in H/m (henry al metro) e, per il vuoto,vale m0 = 4◊ 10-7 H/m.

PERSISTENZA: il mantenimento dellapresenza, il periodo di attività.

P.chimica: attitudine di un materiale, diuna sostanza o di un composto a mante-nere immutate le sue caratteristiche fisico-chimiche nell’ambiente. La p.c. indicaquindi una proprietà opposta rispetto allabiodegradabilità.

PESTICIDA: utilizzato come sinonimo dibiocida e anticrittogamico. L’attuale uti-lizzo mondiale di p. viene ritenuto daalcuni autori un caso di inquinamentointenzionale. E’ accertato e risaputo chesolo una minima frazione (sicuramente aldi sotto dell’1%) del prodotto sparso rag-giunge l’obiettivo; i l restante vienedisperso nell’ambiente dal vento, dal dila-vamento dei suoli, dal percolamento nellafalda acquifera. In particolare nelle aree incui si utilizzano p. contenenti alachlor,lindano e atrazina, i livelli di inquinamen-to nelle acque di falda e nelle pioggerisulta particolarmente elevato, con con-centrazioni nelle piogge più elevate diquelle delle acque dei fiumi e dei laghidella stessa area geografica. Molti p. ban-diti o severamente limitati nei Paesi indu-strializzati, continuano ad essere prodottied esportati verso i Paesi in via di svilup-po.

pH: indice del grado di acidità o di basicitàdi una sostanza. Il pH dell’acqua è consi-derato neutro, e posto uguale a 7. Pervalori superiori si è in presenza di solu-zioni basiche, per valori inferiori di solu-zioni acide.

PETROLCHIMICA: s e t t o re manufatturie-ro che sviluppa un’ampia gramma di pro-dotti utilizzando idrocarburi (petroli, gasnaturali e di sintesi) ed altre sostanze chi-miche elementari di base (alogeni). Tr aqueste ultime di particolare rilievo inquanto maggiormente utilizzato nei cicliindustriali ma anche il più pericoloso, siaper l’ambiente che la salute umana, è il

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miscela di calce spenta (che funge da pig-mento e da legante) e acqua. E’ un pro-dotto sano, che non impedisce la traspira-zione delle pareti, ideale nei locali dove siverificano forti sbalzi di temperatura o diumidità, ma adatto anche all’esterno (pro-prio per queste caratteristiche) purchè lef ro n t i e re esterne non siano esposte dire t-tamente alla pioggia. Le p.a c. possonoe s s e re applicate indif f e rentemente suintonaco, cemento, laterizi, pietra. L’unicac o n t roindicazione legata all’impiego diquesti prodotti ha a che vedere con la lorodurata limitata nel tempo e con la neces-sità di ravvivarli abbastanza fre q u e n t e-mente. Durante le operazioni di rimozio-ne dello strato vecchio si possono cre a repolveri fastidiose e potenzialmente noci-ve.

P.a colla: p. naturale che utilizza comelegante la colla vegetale (che non ammuf-fisce e non fermenta), come solvente l’ac-qua e vari pigmenti come coloranti. E’ unprodotto molto economico, sano, che nonimpedisce la traspirazione delle pare t i ,ma è poco resistente all’acqua (per questoè adatto esclusivamente per gli interni).Le p.a c. possono essere applicate su into-naci in calce o gesso, ma anche su mate-riali lapidei e sulle carte da parati. L’unicac o n t roindicazione legata all’impiego diqueste pitture ha a che vedere con la lorodurata limitata nel tempo e con l’eventua-le aggiunta di conservanti.

P.ai silicati: p. minerale ottenuta da unamiscela di silicati (come leganti) e acqua(come solvente) con l’aggiunta di vari pig-menti (soprattutto bianco di titanio e ossi-do di ferro). Le p.a.s. sono idro s o l u b i l i ,molto durevoli, non facilmente deteriorabi-li (per la loro proprietà intrinseca fungici-da), resistenti all’aggressione dell’inquina-mento atmosferico. Possono essere applica-te su intonaco, laterizio, pietra, e sono adat-te sia all’interno degli ambienti confinatiche all’esterno. La principale contro i n d i c a-zione legata all’impiego di queste pittureha a che vedere con la presenza (eventuale)di pigmenti tossici. Durante la posa in

opera si possono verificare irritazioni allapelle e alle mucose. La possibile aggiuntadi siliconi, per aumentare l’idro re p e l l e n z a ,può causare problemi ambientali e di salu-t e .

P.al lattice: p. a dispersione ottenuta dauna miscela di lattice (naturale o artificia-le) e acqua con l’aggiunta di vari pigmen-ti e una percentuale molto bassa di sol-venti. Le p.a.l. sono prodotti resistenti allavaggio, durevoli, con buone capacitàc o p renti, adatti a quasi tutte le superfici.La principale controindicazione legataall’utilizzo delle p.a.l. artificiale ha a chev e d e re con l’impiego di leganti sintetici,che possono generare emissioni nocive.Non ha controindicazioni particolari, ilprodotto a base di lattice naturale.

P.alla caseina: p. naturale ottenuta da unamiscela di caseina (che funge da legante),acqua e vari pigmenti come coloranti. E’un prodotto sano, che non impedisce latraspirazione delle pareti, idro re p e l l e n t e .Le pitture alla caseina possono essereapplicate indiff e rentemente su intonaco esu carta da parati. L’unica contro i n d i c a z i o-ne legata all’impiego di queste pitture ha ache vedere con l’eventuale utilizzo di pig-menti sintetici o di additivi antimuff a ,usati per migliorare la durata del pro d o t t oprima dell’applicazione.

P.idrosolubile: vedi p. a dispersione.P.naturale a dispersione: p. ottenuta da

una miscela di calce, resine naturali (dam-m a r, colofonia), olio di lino, caseina, indispersione acquosa con l’aggiunta divari pigmenti. Rispetto alle vernici sinteti-che a dispersione contiene una percentua-le inferiore di leganti. Le p.n.a d. possonoe s s e re applicate su mattoni, cartongesso,intonaco e cemento, e sono prodotti dedi-cati all’utilizzo all’interno degli ambienticonfinati.

P.sintetica a dispersione: p. ottenuta dauna miscela di calce e resine sintetiche, indispersione acquosa con l’aggiunta divari pigmenti e additivi e generalmenteanche solventi. Le p.s. sono prodotti adat-ti a quasi tutte le superfici, impiegabili

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mente fitotossiche e costituiscono gravecausa di inquinamento idrico, oltre adegradare in maniera evidente i materialilapidei.

PIOMBO: metallo pesante di colore bianco-a z z u r ro, molto duttile e facilmente mal-leabile, cattivo conduttore del calore ,estremamente ossidabile (ma solo superfi-cialmente) se esposto all’aria, conosciutoe utilizzato dall’uomo da oltre 7 milaanni. Viene impiegato nella produzione diaccumulatori elettrici, nella costruzione dischermi protettivi dalle radiazioni e dairumori. Entra inoltre come costituente inmolte leghe metalliche, nella formulazio-ne di insetticidi, nella produzione di ver-nici, pitture, antiruggine. Il p. è altamentetossico (sia per ingestione che per inala-zione) e fitotossico, perchè tende ad accu-mularsi nell’organismo. Stesso discorsovale per i suoi composti, per alcuni deiquali è stato anche riscontrato un elevatorischio cancerogeno. Nelle sue fasi inizialil’intossicazione da p. si manifesta con unaumento della salivazione, nausea, gira-mento di capo, vomito, per poi proseguirecon dolorose coliche addominali. Nelleforme più gravi può portare addirittura aconvulsioni e delirio. Ricerche condottenegli Stati Uniti hanno inoltre rilevatouna maggiore incidenza di carie nei bam-bini che vivono in edifici per la cui costru-zione sono state impiegate elevate quan-tità di p. come materiale per le tubature onelle vernici (vedi anche metalli pesanti,inquinamento da p. e saturnismo).

PIRANOGRAFO: vedi solarimetro.

PIRETRINA: sostanza chimica organica uti-lizzata come disinfestante domestico ecome insetticida contro zanzare e insetti. E’contenuta nel pire t ro, presente nei fiori dialcune piante erbacee. Rispetto a pro d o t t ianaloghi di sintesi artificiale ha un minoreimpatto sulla salute dell’uomo.

PIROLISI: sistema di trattamento chimico-

fisico della componente organica presentenei rifiuti, che ne prevede la decomposi-zione in presenza di alte temperature econcentrazioni ridotte (o al limite nulle)di ossigeno. Durante questo processo siottengono combustibili allo stato gassosoimpiegati nella produzione di energia. Lap. non sembra presentare particolari pro-blemi di natura ambientale, ma è tuttorasvantaggiata da considerazioni di costo.

PITTURA: in edilizia rivestimento protetti-vo o decorativo che viene applicato a unasuperficie (a seconda del tipo, si parleràdi p. per elementi metallici, minerali ovegetali). In genere le p. contengono pig-menti, ma possono anche essere incolori.Rientrano nel gruppo delle p. le velature,le lacche, le vernici e le tempere. Esiste unn u m e ro elevatissimo di p. diff e renti performulazione, lavorazione, componenti,modalità di utilizzo, per cui è impossibiled a re una valutazione generale e omni-c o m p rensiva del loro possibile impattosull’ambiente o della eventuale tossicitàper l’uomo. Si possono però segnalare iprincipali elementi di rischio: disponibi-lità della materia prima, durata del pro-dotto finito, capacità di far traspirare lepareti, emissione di sostanze dopo la posain opera, smaltimento al termine del ciclodi vita.

P.a olio: p. naturale con composizionesimile a quella delle p. a calce, con l’ag-giunta di olio di lino o di altri oli siccativi.Come solvente, al posto dell’acqua, vienein genere utilizzata l’acquaragia.. Le p. aolio sono adatte sia all’interno che all’e-sterno, e possono essere applicate indiffe-rentemente su intonaco o legno. La prin-cipale controindicazione legata all’impie-go di queste pitture ha a che vedere con lap resenza di acquaragia, ingrediente chepuò causare qualche problema di rilascioe di conseguente ipersensibilizzazione. Lep.a o. sono più resistenti e durature dellepitture a calce proprio grazie all’aggiuntadi olio.

P.a calce: p. naturale ottenuta da una

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stenti e impermeabili) per legno e metalli,e anche collanti. Uniti a fibre di vetrodanno origine ai plastici rinforzati. Unavolta prodotti non sembrano evidenziarecontroindicazioni per l’organismo umano,anche se in fase di lavorazione vengonoutilizzate sostanze tossiche dannose perl’ambiente e potenzialmente cancero g e n eche ne rendono quindi poco consigliabiligli impieghi.

P. s a t u ro: materiale termoplastico polimeri-co ottenuto per condensazione ad alta tem-peratura di acidi bicarbossilici e dioli. I p.s.sono impiegati come plastificanti per pvc,come rivestimenti per mobili, isolanti,avvolgimenti per cavi, resine poliure t a n i-che. Non sembrano evidenziare nessunac o n t roindicazione per l’organismo umano,anche se in fase di lavorazione vengonoutilizzate sostanze tossiche dannose perl ’ a m b i e n t e .

POLIETILENE: materiale termoplasticop rodotto per polimerizzazione dell’etile-ne, impiegato in edilizia soprattutto per lap roduzione di isolamenti elettrici e pavi-menti in poliolefine. Esistono par e r id i s c o rdi sulla pericolosità del polietileneper l’organismo umano. Il prodotto finitonon sembra evidenziare particolari con-t roindicazioni per la salute, ma le fasi dilavorazione (vedi etilene) sono certamen-te ad alto impatto ambientale. Inoltre ven-gono spesso aggiunti al polietilene puroadditivi chimici potenzialmente tossici oaddirittura cancerogeni. Malgrado questec o n t roindicazioni allo stato attuale delleconoscenze tecnico-scientifiche può essereconsiderato discretamente biocompatibi-le.

POLIMERO: sostanza naturale o pro d o t t aper sintesi, in genere organica, compostada un gruppo di molecole di elevatedimensioni, solitamente (ma non necessa-riamente) uguali tra di loro. Esistono p. distruttura a sala, lineare, ramificata o reti-colata.

POLIPROPILENE: resina termoplastica

con buone capacità meccaniche e di re s i-stenza agli sbalzi di temperatura e all’in-quinamento atmosferico, impiegato inedilizia soprattutto per la produzione dicondutture. Esistono pareri discordi sullapericolosità del p. per l’org a n i s m oumano. Il prodotto finito non sembra evi-denziare particolari controindicazioni perla salute, ma le fasi di lavorazione sonoe n e rg i v o re e ad alto impatto ambientale.I n o l t re vengono spesso aggiunti al p.puro additivi chimici potenzialmente tos-sici. Nel complesso, tuttavia, può essereconsiderato discretamente biocompatibi-le.

POLISILOSSANI: vedi siliconi.

POLISOLFONI: materiale polimerico lacui molecola contiene anche un atomo dizolfo, molto resistente all’attacco di acidie basi. I p. sono termostabili e vengonoquindi utilizzati per la costruzione dicomponenti a contatto con fonti di calore(paralumi, asciugacapelli, elementi diforni o elettrodomestici) Una volta pro-dotti non sembrano evidenziare particola-ri controindicazioni per l’or g a n i s m oumano, anche se in fase di lavorazionevengono utilizzate sostanze tossiche dan-nose per l’ambiente.

POLISTIRENE: materiale plastico ottenu-to per polimerizzazione dello stirene chepuò essere facilmente colorato miscelan-do direttamente il colorante con il polime-ro di partenza. Presenta un minimo assor-bimento d’acqua, una spiccata re s i s t e n z aagli agenti chimici, e facilità di lavorazio-ne. E’ tuttavia fragile, e facilmente com-bustibile, scarsamente resistente ai raggiUv. Tra le materie plastiche più utilizzatenella produzione di eletrro d o m e s t i c i ,mobili, casalinghi, isolanti elettrici. Lap roduzione di p. è un processo ad altoimpatto ambientale e anche il pro d o t t ofinito presenta problemi di compatibilitàambientale e per la salute umana (sia intermini di rilascio che a seguito di incen-dio). L’eventuale aggiunta di additivi

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i n d i ff e rentemente all’interno degliambienti confinati oppure all’esterno.L’utilizzo di formaldeide o di altre sostan-ze tossiche che possono emettere compo-sti organici volatili anche a una certadistanza dalla prima applicazione, re n d esconsigliato l’impiego di queste p., cheandrebbero sostituite con p. n.a d.. I com-posti di derivazione sintetica, tra l’altro ,se da una parte rendono queste p. piùresistenti agli attacchi degli agenti climati-ci (e quindi più durature), dall’altra cau-sano una riduzione della capacità di tra-spirazione della parete, fino ad inibirladel tutto.

PLASTIFICANTE: additivo (vedi) utiliz-zato per rendere più facilmente lavorabiliresine, vernici, collanti e altre materie pla -stiche. Molti dei p. sintetici (specie gliesteri ftalici e le paraffine e base di cloro)p rovocano problemi di salute e danniall’ambiente. Tra i p. naturali la resina dilarice e l’olio di ricino.

PLASTOMERI: vedi materie plastiche.

PLEXIGLAS: resina acrilica con ottimaresistenza termica, quasi del tutto insensi -bile agli attacchi degli agenti atmosferici,usata come il policarbonato, in sostituzio-ne del vetro per la realizzazione di coper-t u re, cupole trasparenti, serre. Il p. nonsembra evidenziare particolari contro i n-dicazione per l’organismo umano, anchese in fase di lavorazione vengono utilizza-te varie sostanze tossiche e dannose perl’ambiente che ne rendono quindi pococonsigliabili gli impieghi.

POLIAMMIDE: materiale termoplasticopolimerico dall’alto peso molecolare, conbuona resistenza meccanica, impiegatonella produzione di numerose fibre sinte-tiche e materie plastiche, nella re a l i z z a-zione di moquette, di componenti di ser-ramenti. Una volta prodotto non eviden-zia particolari controindicazioni per l’or-ganismo umano, anche se in fase di lavo-

razione vengono utilizzate varie sostanzetossiche e si producono grandi quantità dirifiuti.

P O L I C A R B O N ATO: resina termoplasticaottima dal unto di vista della re s i s t e n z atermica e meccanica e quasi del tuttoinsensibile agli attacchi degli agenti atmo-sferici, usata dunque in sostituzione delv e t ro per la realizzazione di coperture ecupole trasparenti. I p. non sono contro i n-dicati per la salute umana, anche se in fasedi lavorazione vengono utilizzate variesostanze tossiche o addirittura molto tossi-che (come il fosgene) e dannose per l’am-biente che ne rendono quindi poco consi-gliabili gli impieghi.

POLICLOROBIFENILE: composto org a-nico aromatico a base di cloro, inodore ,incolore e insapore, che può trovarsi allostato liquido, resinoso o cristallino. Inpassato i p. trovavano un campo di appli-cazioni vastissimo: come additivi anti-fiamma, plastificanti, adesivi, mastici, iso -lanti elettrici. Da quando ne è stata prova-ta la tossicità per l’uomo (possono essereassorbiti attraverso l’intestino, i polmonie la pelle), per gli animali (rischio di can-cro e disfunzioni riproduttive) e la fitotos-sicità, il loro utilizzo è andato gradual-mente riducendosi (vedi anche morbodell’olio e bonifica da policlorobifenile).

POLICLOROPRENE: vedi gomma CR.

POLIESTERE: catena molecolare compo-sta da specifici monomeri.

P.biodegradabile: p. ricavato per essica-mento con cloroformio da alcune celluleche riescono ad accumulare al loro inter-no polimeri in misura pari all’80 per centodel loro peso. E’ un p. termoplastico concaratteristiche fisico-chimiche analoghe aquelle del polipropilene.

P.insaturo: materiale termoindurente poli-merico ottenuto miscelando componentiinsaturi con glicoli. I p.i. sono impiegatinella produzione di vernici e lacche (resi-

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tarato per funzionare a temperature com-prese tra i 40 e i 50 °C.

PONTE TERMICO: elemento non isolanteche provoca una rapida dispersione dicalore da un materiale ad un altro. I p.t. siverificano in presenza di discontinuità,g i u n t u re, connessioni, e sono causa dii n e fficienze, sprechi energetici, fenomenidi condensa proprio per la re p e n t i n avariazione localizzata delle temperature.

P O R O S I TA’: caratteristica tipica di alcunimateriali che presentano una stru t t u r acontraddistinta da piccoli spazi vuoti. Lap. oltre a ridurre il peso di un materiale aparità di volume influisce dire t t a m e n t esulle sue proprietà di isolante termico eisolante acustico. La p. si misura valutan-do il rapporto tra volume totale del mate-riale e il volume dei vuoti (coefficiente dip o ro s i t à ) .

PORPORA: colorante naturale di tonalitàrosso vermiglio, estratto dall’omonimomollusco marino presente nelMediterraneo. E’ probabilmente il piùantico e famoso tra i coloranti naturali edè stato anche riprodotto per sintesi.

P O RTATA: elemento o quantità trasferitada un luogo all’altro; capacità di portare.

P.di un conduttore: in elettricità, quan-tità di corrente elettrica che un c. può sop-p o r t a re (in regime termico permanente onon) senza superare la temperaturaammissibile verso l’ambiente se si trattadi c. nudo, e nel suo isolamento se incavo. Il corretto dimensionamento dei c.(singoli o multipli), secondo le re l a t i v etabelle di portata delle norme Cei è unrequisito fondamentale per il buon fun-zionamento e la durata dell’impianto eper la sicurezza delle persone e dell’am-biente.

P O TABILIZZAZIONE: insieme di tratta-menti o pro c e d u re (sedimentazione, fil-trazione, disinfezione, addolcimento)

necessari per rendere potabile l’acqua.

POTENZA ELETTRICA: è la quantità die n e rgia, espressa nell’unità di tempo,richiesta per il funzionamento di unalampada, di un apparechio elettrico, di unimpianto.

POTENZIALE DI TERRA: tensione diriferimento, in pratica mediamente nulla,del suolo, la cui grande massa anche sepoco conduttiva disperde le cariche elet-triche. Ogni impianto di terra deve assi-curare attraverso il suo dispersore il rag-giungimento di questa condizione permotivi di sicurezza e di funzionalità.

POTERE CALORIFICO: quantità di calo-re emessa da una massa di una datasostanza durante la combustione. Si misu-ra in kWh/kg o in kJ/Kg.

POZZO:P.nero: serbatoio di accumulo dei liquami.

A differenza delle vasche settiche, nei p.n.non avviene alcun processo di trattamen-to/riduzione (vanno infatti svuotatiperiodicamente, e il materiale estrattodeve poi essere idoneamente trattato). Perquesto l’uso dei pozzi neri deve esserec i rcoscritto solo a utenze isolate, nonrifornite da acqua per i servizi.

P.solare: sistema di trasmissione del caloreche consente di veicolare la radiaziones o l a re dal punto di captazione sullacopertura di un edificio fino all’interno,attraverso una serie di superfici riflettenti.

P.termico: sistema di raffrescamento pas-sivo che sfrutta gli scambi termici tra edi-ficio e terreno.

POZZOLANA: roccia di origine vulcanicaimpiegata come materiale inerte nellap roduzione di malta, calcestruzzo (vedi),intonaco. Aggiunta al cemento (in misuradi circa un terzo) consente di produrre ilcosiddetto cemento pozzolanico, che ha ilvantaggio di fare presa anche sott’acqua.Rispetto alla sabbia è in grado di conferire

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antifiamma o di coloranti sintetici puòa g g r a v a re questo problema. Elevatoanche l’impatto ambientale al termine delciclo di vita, essendo il polistirene pocobiodegradabile.

P.espanso: schiuma ottenuta per espansio-ne del p. grazie all’impiego di pentano,un idrocarburo ritenuto pericoloso per lasalute e per l’ambiente, anche se il suoimpatto è generalmente inferiore rispettoa quello di altri idrocarburi. Il p. espansoviene impiegato soprattutto come isolantetermico e acustico, sotto forma di pannellimolto leggeri, solitamente bianchi oppurecolorati con l’aggiunta di pigmenti. Infase di lavorazione sono spesso aggiuntiprodotti ad azione antifiamma. La perico-losità del p. all’interno degli ambienticonfinati è dovuta essenzialmente a que-sti additivi dal momento che le eventualiemissioni di pentano si esauriscono nelg i ro di pochi mesi. Altri pericoli per lasalute possono essere causati da un even-tuale combustione del materiale. E’ scon-sigliato lo smaltimento in discarica delprodotto al termine del ciclo di vita.

POLISTIROLO: vedi polistirene.P.estruso: vedi p. espanso.

POLIURETANO: polimero che contiene trale materie prime di partenza vari isocia-nati, sostanze tossiche e irritanti. Leschiume poliuretaniche, per la loro morbi-dezza, vengono utilizzate per imbottituredi poltrone e divani, per la produzione dimaterassi, come isolante termico e acusti-co e come sigillante. I p. entrano anchenella composizione di collanti e vernici adue componenti. La produzione e la lavo -razione del p. hanno un alto impattoambientale, ma una volta posto in operanon sembra causare particolari pro b l e m iper la salute dell’uomo. I p., tuttavia,sono altamente infiammabili e in caso diincendio rilasciano sostanze tossiche. E’sconsigliato lo smaltimento in discaricadel prodotto al termine del ciclo di vita.

P O LVERE: insieme di particelle, spessog rossolane e di ampia superficie, chetende ad accumularsi all’interno degliambienti confinati e a diventare un veico-lo per sostanze tossiche o per gli inqui-nanti biologici quali muffe, funghi, batte-ri. La p. è dannosa per inalazione, inge-stione e contatto. Fattori che influenzanoil deposito sono il livello di ventilazione,la pulizia, la manutenzione, le abitudinidi vita degli occupanti (il solo fumo, adesempio, può aumentarne la concentra-zione di dieci volte).

POMICE: roccia vulcanica porosa e legge-rissima che trova impiego come materialeinerte nella preparazione del calcestruzzo(vedi) e come isolante acustico.

P.naturale: isolante termico e acusticonaturale ricavato da materiale vulcanico as t ruttura alveolare e lavorato in piccoles f e re porose, di varia granulometria.L e g g e ro, chimicamente inerte, re s i s t e n t eal fuoco, immarcescibile, inattaccabile daparassiti, roditori e insetti, la p. naturaleviene impiegata soprattutto per il riempi-mento di intercapedini. Prima della posain opera di questo materiale occorre con-trollarne accuratamente la zona di prove-nienza per valutare il livello di emissionidi radon e quindi i potenziali rischi per lasalute umana.

P O M PA DI CALORE: a p p a re c c h i a t u r ausata per il riscaldamento degli ambienticonfinati, che funziona secondo un princi-pio inverso rispetto a quello dei frigorife-ri. Si tratta di una macchina termica ingrado di “estrarre” il calore da un corpo atemperatura più elevata (aria, acqua, ter-reno) per trasferirlo a un altro a tempera-tura più bassa. La p.d.c. può essere unasoluzione ideale da un punto di vistaenergetico e ambientale, se il sistema nonutilizza gas freon, perchè consente undiscreto risparmio energetico; inoltre evi-tando la combustione elimina il problemadelle emissioni inquinanti in atmosfera, apatto che l’impianto di riscaldamento sia

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gli elementi o le sostanze presenti in unvolume solo in tracce.

P R E C I P I TATORE ELETTROSTAT I C O :dispositivo impiegato nell’abbattimento(vedi) chimico delle particelle solide sope-se contenute nelle emissioni gassoseinquinanti. Questa apparecchiatura forni-sce una carica elettrostatica alle particelle,che vengono così attratte dall’elettrodo dicaptazione e in questo modo separate dalflusso gassoso.

P R E C I P I TAZIONE: acqua atmosferica cheraggiunge il suolo, allo stato liquido (piog-gia o rugiada) e solido (neve, grandine,brina). La quantità e la frequenza delle pre-cipitazioni sono due parametri che influen-zano direttamente il micro c l i m a .

P.chimica: p rocesso di addolcimento del-l’acqua. Attraverso l’uso di particolaricomposti chimici (quali carbonati o idros-sidi) questo metodo consente di trasfor-mare gli ioni di calcio e magnesio, princi-pali cause della durezza dell’acqua, in saliinsolubili, più facilmente rimuovibili connormali processi di filtrazione o sedimen-tazione.

PRESSIONE: sollecitazione, gravame.P.ambientale: incidenza diretta o indiret-

ta sull’ambiente (da parte di un insedia-mento umano, di un processo produttivo,di un comportamento sociale), che necausa un depauperamento non necessa-riamente reversibile. L’uso di tecnologiedolci, di materie prime rigenerabili, disistemi produttivi poco energivori) con-sente di ridurre sensibilmente la p.a..

P.atmosferica. valore che esprime la forzae s e rcitata in modo uniforme e perpendi-colarmente su una superficie di area infi-nitesima. In pratica la pressione indica, inun punto, il peso di tutta l’aria situatasopra di esso. La p.a. varia al variare deiluoghi e dell’altitudine.

PREVENZIONE: precauzione tesa a scon-g i u r a re il verificarsi di un possibile dan-

neggiamento.P.a.: insieme dei comportamenti, delle pre-

cauzioni, delle strategie volti a impedirel’insorgere e il propagarsi di un incendio.In materia esiste un corpus normativoarticolato e complesso, con particolareattenzione agli ambienti a rischio d’incen-dio. Quando la prevenzione ha a che farecon i materiali, svolgono un ruolo prima-rio gli additivi antifiamma e più in gene-rale i trattamenti ignifughi.

PROTEZIONE: materiale o sistema idoneoa pre s e r v a re per assicurare il manteni-mento, l’efficacia o la non contaminazio-ne.

P. a n t o c o r rosiva: insieme di interventisolitamente preventivi, che tendono ar i d u r re l’effetto della corrosione di unmateriale mediante l’impiego di acciaispeciali, l’eliminazione o la riduzionedegli agenti corrosivi, il trattamentosuperficiale dei materiali stessi, l’isola-mento dagli agenti corrosivi attraversol’applicazione di speciali vernici di rive-stimenti.

P.del legno: soluzioni e precauzioni adot-tate per re n d e re il l. più resistente agliattacchi degli agenti atmosferici, degliinsetti o delle muffe. Numerosi i prodottisintetici (detti mordenzanti) presenti sulmercato, che vanno preferibilmente evita-ti per l’alta concentrazione di solventi,plastificanti, pigmenti, essicativi (spesso abase di metalli pesanti) e biocidi di eleva-ta tossicità. In alternativa si possono usarep rodotti naturali a base di cera d’api, diolio di lino o vernici all’acqua ricoprenti,prive di pigmenti sintetici. Come fungici-di possono essere impiegati pro d o t t iestratti dalle cortecce, in aggiunta a bora-ce.

PROVA DI INALAZIONE: metodo empiri-co per verificare gli eventuali rilasci disostanze dannose da parte dei materialiutilizzati all’interno degli ambienti confi-nati. Il metodo consiste nel sigillare in unrecipiente pulito a chiusura stagna unframmento del materiale in questione (se

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al prodotto finale una maggiore re s i s t e n-za. Possibili inconvenienti legati all’utiliz-zo di questo componente derivano dalleelevate emissioni di radon di alcune p., aldi sopra dei livelli considerati accettabili.

PPM: a c ronimo di parti per milione (e quin-di milligrammi per chilogrammi). E’ ununità di misura utilizzata per quantificare

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stiche tali che le opere in cui devono esse-re inglobati, montati, applicati o installatipossano, se adeguatamente progettate ec o s t ruite, soddisfare i requisiti essenzialidi cui all’allegato I; tra tali requisiti essen-ziali viene citata la sicurezza e si stabilisceche l’opera debba essere concepita ecostruita in modo da non comprometterel’igiene o la salute degli occupanti o deivicini.

Q.dell’aria interna: insieme delle condi-zioni fisico-chimiche (temperatura, umi-dità, purezza dell’aria, grado di ricircolo,assenza di elementi nocivi) che re n d o n osalubre un ambiente confinato. Il concettosi contrappone a quello di inquinamentointerno. Numerosi sono i fattori che pos-sono compro m e t t e re la qualità dell’ariainterna. Tra questi l’aumento della con-centrazione di anidride carbonica, ilfumo, il rilascio di sostanze nocive daparte dei materiali, i composti org a n i c ivolatili, l’inquinamento biologico (acari,muffe, funghi, batteri).

Q.della vita: insieme dei parametri e dellecondizioni che permettono di valutare illivello qualitativo del contesto nel quale sivive. Negli ambienti costruiti l’inquina-mento è uno dei tipici elementi che con-tribuisce al peggioramento della q.d.v..

R A C C O LTA: concentrazione, assemblag-gio, recupero.

R.di acqua piovana: sistema di appro v-vigionamento idrico, utilizzato fin dall’e-poca della Grecia antica e poi sviluppatodai romani. Consiste nel convogliamentodell’acqua piovana, mediante tubi chepartono dalla grondaia, all’interno divasconi o cisterne per usi civili (ad esem-pio per gli sciacquoni dei water) o perirrigazione. Insieme al riciclaggio delle

acque, è una delle più efficaci soluzioni intermini di risparmio idrico. E’ consigliabi-le scaricare la prima a.p., solitamente cari-ca di inquinanti e dello sporco asportatoda tetti e terrazze, prima di eff e t t u a reun’operazione di r..

R . d i ff e renziata dei rifiuti: s e l e z i o n epreventiva dei r., in base alla loro compo-sizione e tipologia (vetro, carta, plastica,materiali organici, alluminio) attuata conlo scopo di recuperare e riciclare le mate-rie prime. La r.d.d.r è una scelta conve-niente da un punto di vista economico edambientale, che consente di limitare ladomanda di materie prime, i consumienergetici (per la loro estrazione, traspor-to, trasformazione) e riduce nel contempoi problemi legati allo smaltimento deirifiuti.

RADIAZIONE: dal latino Radius, raggio. R.ionizzante: forma di r. elettromagnetica

(raggi X, gamma, radiazioni cosmiche) adelevata energia, in grado di ionizzare gliatomi (liberare gli elettroni dagli orbitali)e di conseguenza rompere i legami inter-ni. Le r.i. possono causare gravi disturbia l l ’ o rganismo umano, comprese formetumorali per esposizioni particolarmenteelevate.

R.non ionizzante (NIR): forma di r. elet-tromagnetica (ultravioletto, visibile, infra-rosso, microonde, radiofrequenze, bassef requenze) il cui meccanismo primariocon la materia non risulti essere quellodella ionizzazione. Pur essendo forme dir. elettromagnetiche più deboli, la loroinnocuità non è dimostrata. .

R . e l e t t romagnetica: emissione e pro p a-gazione di onde elettromagnetiche o diparticelle elementari. I corpi celesti emet-tono naturalmente r.e. che vengono poiassorbite _ in misura costante - daglio rganismi viventi. Anche le appare c c h i a-ture elettriche, comunque, emettono r.e. _in misura non costante - che diventanoquindi fonti di inquinamento elettro m a-gnetico.

R.luminosa: vedi luce

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si tratta di vernici o adesivi basta stender-ne una mano su un pezzo di carta). Adistanza di qualche giorno, dopo essersip reventivamente provati le pulsazioni,o c c o r re aprire il barattolo all’interno diuna stanza ben aerata e inalare per unpaio di minuti. Successivamente si proce-de a misurare nuovamente le pulsazioni.Eventuali scompensi sono la prova imme-diata del rilascio di sostanze che potre b-b e ro pr o v o c a re complicazioni alla salutedegli occupanti. Certo non si tratta di untest dalla valenza assoluta e a spettro tota-le, ma può ugualmente contribuire a for-n i re indicazioni preziose sulle possibilifonti di inquinamento interno.

PSICROMETRO: s t rumento con funzionianaloghe a quelle di un igro m e t ro utiliz-zato per misurare l’umidità dell’aria. E’costituito da due termometri, per uno deiquali il bulbo viene mantenuto semprebagnato mediante una garza inzuppata.Dal confronto della diff e renza delle tem-p e r a t u re rilevate dai due termometri siricava il valore dell’umidità.

PUNTO: segno, minimo spazio, luogo,indicazione, limite; in geometria, figurache non ha dimensioni.

P.cardinale: uno dei quattro punti fonda-mentali dell’orizzonte (nord, sud, est,ovest) ai quali possono essere rapportatetutte le direzioni possibili.

P.di infiammabilità: temperatura allaquale una sostanza infiammabile si incen-dia, se viene fatta scoccare una scintilla.

PVC: a c ronimo del cloru ro di polivinile op o l i v i n i l c l o ru ro (vedi resine poliviniliche).Il basso costo di produzione del PVC nedetermina l’utilizzo in interventi che assor-bono alte quantità di materiale: infrastru t-t u re, acquedotti, impianti di irrigazione,edifici pubblici, abitazioni, attre z z a t u resanitarie, prodotti monouso. La competiti-vità commerciale del PVC, che nel pro p r i ociclo consuma alte percentuali di cloro ,nasce dal surplus di quest’ultimo come

s o t t o p rodotto risultante dalla pro d u z i o n edi soda. Il PVC costituisce infatti la mag-g i o re area di utilizzazione del cloro: (circ ail 30% del prodotto). Per altro l’utilizzo delPVC, per considerazioni ambientali, tro v aostacoli crescenti in numerosi Paesi tra iquali Danimarca, Svezia, Austria, Svizzera,Germania, Belgio. In molti Paesi è banditoo severamente limitato nel campo dellec o s t ruzioni, dell’imballaggio e della sanità;in particolare, riconoscendo che le plasti-che alogenate e in particolare il PVC, pos-sono originare diossina in caso di incendioe durante le operazioni di riciclo o di smal-timento, viene raccomandata l’esclusioneda qualsiasi luogo suscettibile d’incendio.La produzione di dicloroetano e cloru ro divinile monomero, precursori del PVC, èstata trasferita verso Brasile, Messico,Venezuela, Nigeria ed altri Paesi che adot-tano legislazioni ambientali meno strin-g e n t i .

Q U A L I TA’: caratteristica o insieme dicaratteristiche e proprietà di un prodotto,un processo, uno stato, percepiti comepositivi in quanto capaci di soddisfare ibisogni degli esseri viventi. La Dire t t i v a89/106/Cee delle Comunità Euro p e e(meglio nota come “direttiva pro d o t t i ” ,relativa al riavvicinamento delle disposi-zioni legislative, regolamentari e ammini-strative degli Stati membri concernenti iprodotti da costruzione) si occupa della q.dei materiali edili allorché prescrive chequesti possano essere immessi sul merca-to solo se idonei all’impiego previsto -cioè qualora risultino dotati di caratteri-

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l’utilizzo del verde, sull’impiego di ade-guati isolanti termici, sulla ventilazionenaturale e mediante apposite tecniche dir. “effetto suolo”, di r. per evaporazione,di r. radiativo.

R.per evaporazione: sfrutta l’e. di deter-minati quantitativi di acqua in un flussod’aria per diminuirne la temperatura, inbase al fenomeno della cessione di calore.

R.per irraggiamento: vedi raffrescamen-to radiativo.

R.radiativo: sfrutta il principio fisico del-l’equilibrio termico di due corpi messi acontatto tra di loro. I corpi in questionesono il cielo e le superfici di un edificio.Lo studio delle conformazioni ideali diqueste superfici e delle caratteristiche pre-stazionali dei materiali impiegati, in rela-zione con fattori esterni quali umidità,temperatura, velocità del vento, porzio-ne di cielo visibile, grado di copertura delcielo, consente di migliorare l’effetto econtribuisce quindi ad accre s c e re ilcomfort termico interno.

RAGGI UV: vedi radiazione ultravioletta.

REATTIVITA’ DI UN EDIFICIO: la capa-cità di un ambiente costruito di interagirecon l’ambiente esterno, reagendo agli sti-moli energetici da questo inviati. Un ele-vato grado di r. è un prerequisito per unacorretta politica di risparmio energetico edi sfruttamento delle fonti rinnovabili.

R E ATTORE: Nelle lampade a fluore s c e n-za è l’alimentatore che controlla le corren-ti di scarica, necessarie per “eccitare” i gascontenuti. La presenza dei reattori in unambiente confinato può contribuire allap ropagazione di disturbi elettro m a g n e t i-ci, se non adeguatamente compensati.

RENDIMENTO TERMICO: rapporto trala quantità di energia termica prodotta otrasformata e la quantità di energia pri-maria consumata per la realizzazione ditale produzione o trasformazione.

RESA CROMATICA: Esprime la capacitàdella luce artificiale di avvicinarsi, perqualità, a quella naturale emessa dal sole;il valore massimo è 100. La resa cromaticadi una lampada è ritenuta ottimale pervalori compresi tra 85 e 100, buona tra 75e 85, discreta al di sopra dei 50.

RESINE: vasto gruppo di materiali (poli-meri) naturali o artificiali caratterizzatidalla plasticità, di composizione chimicamolto differenziata.

R.acriliche: r. artificiali, con caratteristichetermoplastiche, dotate di grande traspa-renza, lucentezza, resistenza meccanica eagli agenti inquinanti, impiegate nellap roduzione di vernici acriliche, di lacchee di materiali da costruzione come ilplexiglas. La produzione di queste resineha un elevato impatto ambientale.

R.alchidiche: r. artificiali, con caratteristi-che termoindurenti, dotate di buone capa-cità dielettriche, impiegate nella industriadelle vernici a., dei prodotti per la prote-zione del legno e delle lacche. La produ-zione di r.a. può avere un elevato impattoambientale, soprattutto quando gli olinaturali vengono sostituii con altri pro-dotti di sintesi.

R.carbomidiche: vedi r. ureicheR.cellulosiche: vedi materiali cellulosici.R.epossidiche: r. artificiali, con caratteri-

stiche termoindurenti, dotate di grandecapacità adesiva (anche su vetro e metal-lo), buona stabilità ed elevate capacitàdielettriche, resistenza meccanica e agliagenti inquinanti, impiegate nella produ-zione di malta, colla artificiale, additiviimpermeabilizzanti. La produzione di r.e.ha un elevato impatto ambientale e puòe s s e re causa di malattie professionali. A ltermine del ciclo di vita le r.e. presentanoproblemi di gestione e smaltimento.

R.fenoliche: resine artificiali, con caratte-ristiche termoindurenti, impiegate nellap roduzione di vernici e leganti destinatialla produzione di pannelli truciloari elegno compensato. Tra i componenti di

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R.solare: flusso di energia emessa dal soleche si propaga nello spazio sotto forma diradiazione elettromagnetica. A c o n t a t t ocon l’atmosfera la r.s. viene in parte rifles-sa nello spazio dalle nubi e dalle particel-le di vapore, in parte assorbita dai gas(soprattutto ozono e anidride carbonica) ein parte raggiunge il suolo. Qui, a secon-da dell’aldebo viene trattenuta e riflessain percentuali variabili.

R.s.diffusa: quella ricevuta da una super-ficie, con l’esclusione dell’angolo solidosotteso dal sole (ovvero con l’esclusionedella radiazione solare diretta). La r.s.d èdeterminata dall’effetto della dispersionep rovocato dall’attraversamento dell’at-mosfera terrestre. Assieme alla radiazionesolare diretta dà la radiazione solare tota-le.

R . s . d i retta: flusso di energia emessa dalSole che raggiunge effettivamente e diret-tamente la superficie terre s t re, per poiessere in parte assorbita e in parte riflessa.

R.s.riflessa: componente della radiazionesolare ricevuta da una superficie di capta-zione, dopo la riflessione da parte diun’altra superficie.

R.ultravioletta: p a r t i c o l a re forma diradiazione ionizzante responsabile dialcuni fenomeni chimico-fisici quali laformazione di ozono o effetti fotochimicie battericidi. Anche se la produzione disostanze quali i CFC, il tetracloru ro dicarbonio, il tricloroetano, il perc l o ro e t i l e-ne, venisse interrotta immediatamente, ladistruzione della fascia d’ozono prosegui-rebbe per almeno altri cent’anni, lascian-do trapelare r. u. in quantità non chiara-mente prevedibili.

RADON: gas radioattivo naturale, inodore,i n c o l o re (e quindi non rilevabile dire t t a-mente dai sensi dell’uomo), altamentedannoso per gli organismi viventi, che sigenera dal decadimento dell’uranio che siinfiltra negli ambienti confinati attraversole microfratture di murature e fondamen-ta o si genera direttamente dai materialida costruzione. Le concentrazioni di r.

negli ambienti confinati variano sensibil-mente a seconda dei materiali utilizzati(soprattutto se si ha a che fare con cemen-to, tufo, granito, pozzolana, laterizio), delsito dove sorge la costruzione, della per-meabilità del suolo, delle componentim e t e o rologiche e climatiche, delle abitu-dini di vita degli occupanti. Secondol’Agenzia Americana per l’Ambiente illimite oltre il quale occorre pro c e d e re auna bonifica da r. è fissato in 140 becque-rel per metro cubo; più permissival’Europa che ha fissato la soglia di allarmein 200 bequerel/metro cubo per le nuoveabitazioni e in 400 per quelle già esistenti.Il r. attacca il sistema respiratorio e perlunghe esposizioni può diventare cance-rogeno: al riguardo studi clinici segnalanocome in alcune zone d’Europa e degliStati Uniti, il r. possa essere consideratocome la seconda causa scatenante, dopo ilfumo, dei tumori polmonari.

R A R E FAZIONE: Il fenomeno per cui alcrescere dell’altitudine diminuisce la den-sità dell’aria.

RENDIMENTO OTTICO: è la parte delflusso luminoso emesso da una lampadache raggiunge effettivamente il piano dilavoro.

RAFFRESCAMENTO: sistema per miglio-r a re il comfort termico abbassando latemperatura.

R. “effetto suolo”: s f rutta il principiodello sfasamento nel ciclo annuale dellet e m p e r a t u re del suolo e dell’aria; poichèin estate il terreno tende ad essere note-volmente più fresco rispetto all’atmosferache lo circonda, può essere impiegato perassorbire (per conduzione o per convezio-ne) il calore in eccesso di un edificio.

R.passivo: insieme di accorgimenti e solu -zioni tecniche-progettuali che consentonodi migliorare il comfort termico di unambiente confinato nella stagione calda,agendo esclusivamente sull’orientamentodell’edificio, sulla scelta dei materiali, sul-

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RICICLAGGIO: valorizzazione dei mate-riali, altrimenti di scarto, che permette diottenere benefici in termini energetici e/oecologici e di ridurre l’inquinamento el’impatto ambientale dovuti da una parteallo smaltimento e dall’altra all’estrazionedelle materie prime.

R.delle acque: trattamento di depurazio-ne (vedi anche fitodepurazione) e raccoltadelle acque grigie (con l’esclusione diquelle provenienti da cucine, lavatrici elavastoviglie, e quindi contraddistintedalla presenza di cibo, detergenti, detersi -vi) altrimenti destinate ad essere immessedirettamente nelle fognature. L’acqua cosìriciclata può essere utilizzata per innaffia -re o per ricaricare gli sciacquoni dei servi-zi igienici favorendo una politica dirisparmio idrico.

RIDUTTORE DI RETE: dispositivo elet-tronico che, applicato in ambienti confina-ti, ne abbassa la tensione di alimentazione(generalmente 230 V) a una decina divolts quando rileva l’assenza di carico nelc i rcuito a valle (ossia se nessun appare c-chio collegato è in funzione), per ridurreil campo elettrico presente e il re l a t i v oinquinamento elettromagnetico.

RIFIUTI: p rodotti e materiali di scarto,generati dai processi di trasformazioneindustriale e dalle normali attività del-l’uomo. Possono essere sia biodegradabiliche non biodegradabili, questi ultimi pon-gono particolari problemi digestione/smaltimento. A seconda dellal o ro provenienza e delle caratteristichechimico-fisiche si ha a che fare con r. soli-di urbani, r.agricoli, inerti, r. tossici eradioattivi.

R.solidi urbani (RSU): materiali di scartop rodotti dalle attività domestiche, com-m e rciali e pubbliche in ambito urbano. Irsu possono essere conferiti in discarichec o n t rollate, smaltiti attraverso compo-staggio, incenerimento, oppure riciclati(vedi riciclaggio). Una corretta politica di

gestione dei rsu consente di ridurre l’in-quinamento (atmosferico, idrico e del sot-tosuolo), di contenere il dispendio energe-tico e la domanda di materie prime.

R. pressati: sistema di trattamento finaliz-zato a ridurre il volume di r. (anche di1/7) attraverso l’utilizzo di speciali pre s-se, così da ottenere blocchi dalla consi-stenza lapidea, potenzialmente adatti inambito edile o stradale. Al di là delle pro-blematiche fisiche, chimiche e psicologi-che connesse con tale tipo di riuso, all’attopratico si sono evidenziati ostacoli dinatura tecnica (la preventiva selezione deir.), economica (il costo del procedimento)e funzionale (non esiste di fatto un merca-to disposto ad assorbire tali blocchi otte-nuti dalla compressione), che ne hannoimpedito la diffusione.

RIFRAZIONE: deviazione dalla traiettoriadi propagazione di un’onda acustica oe l e t t romagnetica, causata dal passaggioda un mezzo (contraddistinto da unadeterminata velocità di propagazione) adun altro (con velocità diff e rente). Nelpunto di cambiamento si verificano anchefenomeni di riflessione.

R I L E VATORE: o rganismo, elemento ostrumento idoneo a evidenziare al presen-za di altro organismo, elemento o stru-mento.

R.di condensazione a variazione diresistenza: a p p a recchio utilizzato perregistrare l’entità, la frequenza e la duratadei fenomeni di condensazione. Questo r.s f rutta il principio per cui la re s i s t e n z aelettrica che passa tra due elettrodi, postimolto vicini tra loro e collegati da unabasetta isolante (a bassa inerzia termica)fissata al muro, tende a precipitare con ilfenomeno della condensazione dell’acquasulla basetta stessa. Maggiore è la re s i-stenza fra i due elettrodi, minore è laquantità di acqua depositata e quindi piùattenuato il fenomeno della condensazio-ne. La basetta deve essere pulita e privadi sali, per non confondere i fenomeni di

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queste r. c’è anche la formaldeide, sostan-za che ne rende potenzialmente pericolo-so e sconsigliato l’utilizzo (le emissionipossono continuare a verificarsi anche peralcuni anni dopo la posa in opera).

R.melamminiche: r. artificiali con carat-teristiche termoindurenti, dotate di eleva-ta durezza e lucentezza, buona resistenzaalle sollecitazioni meccaniche, all’umidità,agli agenti inquinanti, stabilità. Queste r.sono impiegate in edilizia nella produzio-ne di smalti, colle sintetiche e legantidestinati alla produzione di pannelli tru-ciloari e legno compensato. Tra i compo-nenti delle r.m. c’è anche la formaldeide,sostanza che ne rende potenzialmentepericoloso e sconsigliato l’utilizzo (leemissioni possono continuare a verificarsianche per alcuni anni dopo la posa inopera). Le r.m. pongono problemi diemissione superiori rispetto alle r. fenoli-che.

R.naturali: r. di origine vegetale (secre t eda numerose piante, soprattutto coniferee leguminose) o più raramente animale(vedi gommalacca) che possono tro v a r s ianche allo stato fossile (ambra o copale).Possono diventare subito solide all’aria(sandracca, sangue di drago, dammar)o p p u re essere estratte per distillazione(colofonia). Le r.n. sono cattive conduttricidell’elettricità e hanno una bassa resisten-za al calore (tendono infatti a sciogliersise riscaldate). In edilizia vengono impie-gate per la produzione di vernici naturali.

R . u reiche: r. artificiali con caratteristichet e r m o i n d u renti, facilmente lavorabili,resistenti al calore e non infiammabili, diper sé incolori (ma colorabili), impiegatein edilizia nella produzione di laminatiplastici e vernici. Tra i componenti di que-ste r. c’è anche la formaldeide, sostanzache ne rende potenzialmente pericoloso esconsigliato l’utilizzo (le emissioni posso-no continuare a verificarsi anche per alcu-ni anni dopo la posa in opera). Le r. u .pongono problemi di emissione superioririspetto alle r. fenoliche e alle stesse r.melamminiche.

RETE DI FOGNATURA: complesso delleo p e re di canalizzazione che permettonodi convogliare le acque di scarico e leacque piovane delle singole utenze nellafogna comunale Indipendentemente dallecaratteristiche della fogna comunale, ler.d.f. fino all’allacciamento con questadevono essere separate per le acque bian-che e le acque nere.

RICAMBIO D’ARIA: Operazione, indi-spensabile per mantenere un adeguatocomfort all’interno di un ambiente confi-nato, realizzata mediante sistemi di venti-lazione meccanica o ventilazione natura-le. Il r.d.a. consente di limitare gli eff e t t idannosi sulla salute provocati dall’ariaviziata (vedi anche sindrome da edificiomalato). Un r.d’a. si può considerare com-pleto quando, in volume, è pari al volumeinterno dell’edificio.

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ricambio d’aria anche in locali fortementecoibentati, evitare l’assoluta uniformità ditemperatura tra i vari locali, trasmettere ilcalore, preferibilmente, per radiazione.

R.globale: vedi effetto serra.

RISCHIO CANCEROGENO: sistema diclassificazione dei materiali, delle sostan-ze, delle attività industriali in base al lorocapacità causare l’insorgenza di tumori.Tre le categorie di rischio a seconda chel’elemento sia certamente, vero s i m i l m e n-te o presumibilmetne cancerogeno perl’uomo.

RISPARMIO: R . e n e rgetico: insieme di pro c e d u re e

soluzioni tecniche/progettuali che con-sentono di razionalizzare i consumi e.riducendo al minimo gli spr e c h i .Consistono essenzialmente nell’impiegodi energia rinnovabile (attraverso l’uso dipannelli solari per la produzione di ener-gia termica, generatori di calore che uti-lizzino biogas o biomasse), nella diffusio-ne della cogenerazione, nell’utilizzo diimpianti centralizzati, con una contabiliz-zazione diff e renziata dei consumi delleutenze asservite per re s p o n s a b i l i z z a re isingoli utilizzatori. In fase progettuale ilcorretto orientamento, il ricorso a sistemidi riscaldamento e raffrescamento natura -li, l’utilizzo del verde come elemento dit e r m o regolazione, possono contribuire aridurre il fabbisogno energetico di un edi -ficio.

R.idrico: insieme di procedure e soluzionit e c n i c h e / p rogettuali che consentono dir a z i o n a l i z z a re i consumi di acqua, ridu-cendo al minimo gli sprechi. Queste con-sistono essenzialmente nell’adozione difrangiflussi, di cassette a cacciata differen-ziata, di temporizzatori dell’ero g a z i o n e ,di miscelatori di temperatura; nell’utiliz-zo di elettrodomestici di ultima genera-zione, attenti ai consumi idrici; nellamanutenzione costante dell’impianto idri-co (un rubinetto o uno sciacquone chegocciolano possono comportare una per-

dita di acqua di centinaia di litri al mese).Il riciclaggio dell’acqua piovana è un’altrasoluzione determinante nel r.i., così comela separazione della rete di appro v v i g i o-namento idrico per gli utilizzi da quelladestinata all’alimentazione di elettro d o-mestici o impianti sanitari (che può essereacqua riciclata o di recupero). Opportunitrattamenti consentono di riutilizzareanche le acque grigie per l’alimentazionedei water.

RIVELATORE:R.attivo di radon: sistema di rilevazione

della presenza di r.negli ambienti confina-ti. Il r.a.d.r. è in grado di convogliare flus-si d’aria su particolari sensori Geiger efornisce in linea di massima risultati piùattendibili rispetto a un r.passivo, puressendo più costoso di quest’ultimo.

R.passivo di radon: sistema di rilevazio-ne della presenza di r. negli ambienti con-finati che agisce attraverso una pellicolasensibile alle radiazioni Alfa, che si perfo-ra al loro contatto. Lo studio della densitàdei fori, in relazione al tempo di esposi-zione (in genere almeno un mese) e allasuperficie, consente di determinare laconcentrazione di questa fonte di inqui-namento interno.

ROOF-POUND: r a ff rescamento radiativoche utilizza grandi masse d’acqua posi-zionate sulla copertura dell’edificio. Aseconda della stagione queste masse d’ac-qua vengono coperte durante il giorno ola notte: in inverno restano esposte allairradiazione solare per essere poi scher-mate di notte, in estate il processo vieneinvertito (in questo modo si favorisce ilr a ff rescamento notturno evitando feno-meni di surriscaldamento durante il gior-no). Questa soluzione, efficace da unpunto di vista energetico, può porre pro-blemi di natura strutturale (condizionan-do la configurazione dell’edificio) e non èapplicabile su edifici a più piani.

ROTENOIDE: composto organico utilizza-

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igroscopicità con quelli di condensazione.R.di c. ad appannamento: apparecchio

utilizzato per re g i s t r a re l’entità, la fre-quenza e la durata dei fenomeni di con-densazione. Questo r. sfrutta il principioper cui un fascio di luce ad infraro s s idopo aver colpito una piastrina metallicafissata sulla superficie in esame tende adattenuarsi in via direttamente pro p o r z i o-nale alla quantità di acqua condensatasulla piastrina. La valutazione della ridu-zione di intensità del fascio riflesso con-sente di quantizzare il fenomeno di con-densazione.

R I N ATURALIZZAZIONE: p rocesso dire c u p e ro di ambienti degradati, che con-sente di ripristinare l’equilibrio ecologicopreesistente. La r. riguarda principalmen-te il re c u p e ro di cave, di tratti fluvialiinquinati, di aree impoverite dall’impattoagricolo o industriale.

RINZAFFO: il primo strato di un intonacoapplicato su una parete o su un soffitto. Ingenere ha uno spessore di un paio di cen-timetri e assolve alle funzioni protettive edi regolazione dell’umidità interna.

RISCALDAMENTO: insieme dei sistemi,dei mezzi, degli impianti utilizzati perinnalzare la temperature all’interno di unambiente confinato al fine di migliorare laqualità dell’aria e il comfort termico nellestagioni fredde. La bioarchitettura tende ap ro m u o v e re l’impiego di sistemi di r. ingrado di assicurare un adeguato rispar-mio energetico e nel contempo la riduzio-ne delle emissioni in atmosfera degliinquinanti derivanti dalla combustionedei combustibili fossili. Questi obiettivisono raggiungibili soprattutto grazieall’impiego di sistemi solari passivi. Altrirequisiti importanti di un buon sistema dir. sono: sollevare poca polvere, favorire il

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genti dei s. possono essere compro m e s s edall’eccessiva durezza delle acque.

SAR: a c ronimo di Tasso di A s s o r b i m e n t oSpecifico; in elettricità è la derivata rispet -to al tempo dell’energia elementare (dW)assorbita da (dissipata in) una massa ele-m e n t a re (dm) contenuta in un volumee l e m e n t a re (dV) di densità (p). Il SARviene espresso in watt per chilogrammo(W/kg).

S ATURNISMO: grave forma di intossica-zione cronica causata dall’inalazione delpiombo e dei suoi derivati. E’ una malat-tia professionale, ma può anche colpire lagente comune in presenza di concentra-zioni elevate di inquinamento da piombo.Si manifesta con alterazioni delle perc e-zioni sensoriali, inappetenza, colicheaddominali, anemia, ipertensioni e altrisintomi tipici dell’avvelenamento acuto(vedi piombo

SBARRAMENTO:S.orizzontale chimico: soluzione tecnica

che permette di ridurre l’umidità ascen-dente dalle murature in materiale lapi-deo. Questo intervento prevede l’iniezio-ne in appositi fori praticati alla base dellamuratura, di un liquido impre g n a n t e(preferibilmente silani organici) che risaleper capillarità, o discende per gravità),così da distribuirsi omogeneamente. E’prevista, in alternativa, l’iniezione di que-ste sostanze a pressione. La presenza disolventi o di altri composti potenzialmen-te dannosi per la salute e l’ambiente neiliquidi impregnanti obbliga ad usare que-sta tecnica con particolare cautela.

S.o.meccanico: soluzione tecnica che per-mette di ridurre l’umidità ascendentedalle murature in mattoni. Questo inter-vento prevede un taglio orizzontale effet-tuato con appositi macchinari, alla basedella muratura stessa. In questo tagliovengono poi inserite lastre o guaineimpermeabili (lamine in acciaio inox alcromo e malte impermeabilizzanti). Dopo

aver inserito questa barriera, prima dic o m p l e t a re il lavoro di finitura con unanuova mano di intonaco, occorrerà aspet-tare qualche mese per favorire la perfettaessiccazione del muro.

SBIANCANTE: p rodotto destinato a re n-dere più bianca una sostanza o un prodot-to. Molto utilizzati nei detersivi, vengonodi norma ottenuti mediante aggiunta aivari prodotti saponosi di cloro, responsa-bile di molte irritazioni cutanee e disturbiagli occhi; gli s. presenti in alcuni prodottiper la pulizia sviluppano addirittura gastossici.

SCALA DI BEAUFORT: sistema di misu-razione della velocità del vento introdottodall’omonimo ammiraglio inglese nel1806.

S C A M B I ATORE DI CALORE: a p p a re c-chio termico che sfrutta il passaggio dicalore da un fluido posto a una determi-nata temperatura, ad un altro a tempera-tura inferiore, senza che i due si mescoli-no. Gli s.d.c. impiegati all’interno degliambienti confinati possono essere riscal-datori (il fluido che cede calore è costitui-to da vapore condensante) o raffreddatori(si realizza la condensazione o la vaporiz-zazione di un fluido refrigerante). In baseal loro concetto costruttivo gli s.d.c posso-no essere radiatori, aerotermi, a fascio ditubi, a panelli radiati.

S C A R I C ATORE: dispositivo da applicarein corrispondenza di derivazioni da elet-t rodotti (generalmente in linea elettricaa e rea) per minimizzare gli effetti del ful-mine sugli impianti elettrici e/o di teleco-municazione allacciati a valle. Lo s. devee s s e re scelto, posizionato ed eventual-mente protetto, in modo coordinato allecaratteristiche della linea e dell’impianto.

SCAVO:S.di sbancamento: insieme di opere e

interventi necessari alla sistemazione del

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to come disinfestante domestico e comeinsetticida naturale e acaricida, contenutain varie specie di legumi (soprattuttonelle radici) e utilizzata fin dall’antichitàcome veleno. Rispetto a prodotti analoghidi sintesi artificiale ha un minore impattosulla salute dell’uomo e delle piante,essendo a bassa tossicità e fitotossicità erisultando inoltre facilmente degradabile.

RUMORE: perturbazione sonora che gene-ra una sensazione acustica, emerg e n d odal silenzio a da altri suoni di minoreintensità. Per l’udito umano diventa dan-nosa l’esposizione prolungata a r. conintensità superiore agli 80 decibel. Perridurre le conseguenze negative del r. sulcomfort acustico si utilizzano barriereantirumore e isolanti acustici ad alto pote-re fonoisolante.

RUMOROSITA’: stato fisico di un ambien -te caratterizzato da un livello di rumore aldi sopra della soglia di comfort acustico.

SABBIA: miscela non coerente di granellidi quarzo, silice, calcare e altri minerali,p roveniente dalla disgregazione dellerocce sedimentarie. La s. utilizzata in edi-lizia dovrebbe risultare, pre f e r i b i l m e n t e ,scricchiolante al tatto e del tutto priva dimateriali artificiali aggiuntivi o di sali chep o t re b b e ro comprometterne le qualitàchimico-fisiche. Sono inoltre da evitare les. “sintetiche”, prodotte mediante maci-nazione meccanica di scorie d’altoforno.

S A B B I ATURA: sistema di pulitura appli-cato alle superfici più compatte (solita-

mente in materiale lapideo, ma anchemetalliche ossidate o verniciate o inlegno, con pressioni di esercizio adegua-tamente ridotte), che utilizza come abrasi-vo un getto di s. a pressione ridotta. E’sconsigliato l’uso di s. per la pulizia disuperfici porose mentre è assolutamenteda evitare il ricorso alle s.e ad alta pre s-sione o alle idros..

S A F E T Y: nelle normative di sicurezza eper gli adempimenti relativi indica quel-l’accezione del termine sicurezza (definitainternazionalmente in modo uff i c i a l e )inteso come la prevenzione o l’eliminazio-ne dei tipi e livelli di rischio inaccettabili.Primariamente per le persone, seconda-riamente per le installazioni e per l’am-biente. In ambiti prevalentemente indu-striali, dove l’interfaccia uomo-installa-zione è praticamente permanente e irischi sono anche frequenti e/o gravi, ilconcetto di “inacettabile” viene ulterior-mente limitato a “intollerabile”, con riferi-menti locali e temporali più restrittivi.

S A LVAV I TA: denominazione commerc i a l edi un tipo di interruttore differenziale.

SANDRACCA: resina naturale, di coloregiallo limone, estratta da alcune specie dic o n i f e re della fascia tropicale, impiagatanella produzione di vernici naturali e nel-l’industria del vetro e delle porcellane. E’un prodotto naturale preferibile ad altreresine sintetiche ottenute per sintesi.

SANGUE DI DRAGO: termine con il qualeviene definito un gruppo di resine natura-li estratte dai frutti di alcune palme tropi-cali, di colore rosso intenso. Il s.d.d. vieneancora oggi utilizzato per la pro d u z i o n edi vernici naturali.

SAPONE: sostanza detergente costituita dasali di acidi grassi, allo stato solido oliquido (in questo caso nella composizio-ne entrano spesso anche tensioattivi sinte-tici) solubile in acqua. Le qualità deter-

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SEPIOLITE: fibra naturale inorganica (sili-cato idrato di magnesio) di colore bianco,p resente in masse leggere (galleggia sul-l’acqua) ma compatte all’interno di stratiargillosi.

SERRA: volume edilizio racchiuso dapareti trasparenti, di solito in vetro (dota-te di ante apribili e di adeguati sistemi dioscuramento e isolamento termico) ing e n e re adiacente agli ambienti confinatio p p u re compresa al suo interno. Il ru o l odella s. è quello di un collettore solare ,che affianca alla funzione di accumulatore(vedi)di calore, quello di spazio tamponein grado di ridurre la dispersione termicasenza diminuire la quantità di luce natu-rale. Non di rado nell’edilizia bioclimaticala s. è anche uno spazio abitabile le cuicondizioni interne di temperatura, venti-lazione, umidità relativa possono esserec o n t rollate tramite opportune masse diaccumulo (murarie o d’acqua) che funzio -nano come un volano termico.

SERRAMENTO: vedi infisso.

SERVIZIO IGIENICO:S . i . i n t e rm e d i o : s.i. che tende ad econo-

mizzare al massimo gli impieghi di acqua(vedi risparmio idrico), e in questo siavvicina ai servizi senz’acqua, ma a diffe-renza di questi ultimi richiede comunqueun allacciamento alla fogna. Il risparmioidrico può essere ottenuto utilizzando perr i e m p i re lo sciacquone le acque grigiep rovenienti dal lavabo o dalla doccia,oppure acqua piovana di raccolta.

S.i.senza acqua: s.i. che non impiega l’ac-qua per la diluizione e il trasporto deglie s c rementi, effettuando in loco i tratta-menti biologici, sul materiale raccolto inun’apposita fossa. L’ e n e rgia solare puòe s s e re utilizzata per distru g g e re i germipatogeni. Queste soluzioni consentono dil i m i t a re i consumi idrici, consentendo dir i u t i l i z z a re la componente organica (adesempio per il compostaggio) e permetto-no di ridurre l’inquinamento idrico.

SEVESO: paese lombardo noto nel mondop e rché teatro di uno dei disastri chimiciambientali più gravi della storia medianteemissioni di 2,3,7,8-TCDD, detta anchediossina di S., prototipo di un gruppo disostanze tossiche (idrocarburi aro m a t i c ialogenati) in grado di stimolare nell’ani-male da esperimento una caratteristicarisposta acuta e ben definite lesioni bio-chimiche a livello cellulare. La discussio-ne scientifica intorno alla cosiddetta dosegiornaliera accettabile che un essereumano può assimilare è ancora accesa.E’ stato ipotizzato che tale diossina pos-segga i seguenti effetti: effetto cocancero-geno, effetto teratogeno, effetto immuno-tossico. Sembra assai dubbio che questicomposti posseggano effetti mutageni edè ancora incerto se siano in grado di pro-v o c a re anomalie cromosomiche, sonoormai ampiamente documentati sia i loroeffetti negativi sull’attività riproduttiva divarie specie animali sia l’associazionea l l ’ i n s o rg e re di tumori (linfoma maligno,sarcoma dei tessuti molli, cancro alla tiroi-de ed ai polmoni),

SGANCIATORE: quella parte di un inter-ru t t o re automatico che ne determina loscatto per effetto di un sovraccarico( s g a n c i a t o re termico), di un cortocirc u i t o(sganciatore magnetico), o di una eccessi-va corrente di dispersione (sganciatoredifferenziale).

SICK BUILDING SYNDROME (SBS):vedi Sindrome da Edificio Malato.

SILICATO DI SODIO: composto a base disodio, ossigeno e silicio, utilizzato nell’in-dustria delle vernici ad olio e ad acqua enella produzione di carta da parati comepigmento di colore blu scuro. E’ ritenutoinnocuo per l’ambiente e per la saluteumana. E’ preferito ad altri pigmenti chi-mici di uguale tonalità.

SILICE: biossido di silicio, piuttosto diffu-

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t e r reno, per la formazione di piani diappoggio per stru t t u re di fondazione eper l’incasso di opere poste al di sopra delpiano orizzontale, passante per il puntopiù basso del terreno naturale.

S.per fondazioni: insieme di opere einterventi necessari alla re a l i z z a z i o n edelle f., al di sotto del piano orizzontalepassante per il punto più basso del terre-no naturale o di trincee e scavi preesisten-ti. Rientrano in questa categoria anche glis. per fogne e condutture.

S.subacqueo: scavo per fondazioni ese-guito ad una profondità maggiore di alcu-ne decine di centimetri sotto il livellocostante delle acque, eventualmente pre-senti nell’area di s.. In questo caso occorrefare attenzione a mantenere costantemen-te asciutto il fondo dello s. e ad adottaresoluzioni adeguate per il drenaggio.

S C H E R M ATURA: scudo, riparo, difesa,protezione, filtro.

S . s o l a re: s. che protegge dalle radiazionisolari le aperture di un involucro ediliziomediante elementi orizzontali o verticali eche consente l’incidenza dei raggi solaridurante la stagione fredda (per ottimizza-re il guadagno termico) mentre in estateimpedisce tale incidenza (per evitare ilsurriscaldamento degli ambienti confina-ti). La s. con elementi orizzontali (general-mente fissi) è realizzata mediante unapensilina o un aggetto (vedi) e solitamen-te si utilizza sul lato rivolto a sud. La s. adelementi verticali, invece, è utilizzata per if ronti rivolti a est o a ovest, sui quali laradiazione incide con un’altezza inferioresull’orizzonte.

S.elettromagnetica: un metodo per l’ab-battimento (vedi) più o meno eff i c i e n t edei campi elettrico e magnetico in unadata regione dello spazio. Di solito è pos-sibile schermare il campo elettrico a 50 Hzcon reti metalliche tipo gabbia di Faraday.Più problematica risulta la s. del campomagnetico a 50 Hz.

SCHIUMA POLIURETA N I C A : m a t e r i a l e

termoisolante a base di poliuretano, re a-lizzato mediante l’utilizzo di specifici pro-pellenti, con un’elevata resistenza allapressione del vapore. L’utilizzo degli iso-cianati durante le fasi di lavorazionerende questo prodotto potenzialmenterischioso per la salute (emissioni all’inter-no degli ambienti confinati) e per l’am-biente.

SCIROCCO: vento caldo-umido che soffiada nord-est e investe le regioni meridio-nali. Figlio del ghibli africano, non dirado trascina con sé granelli di sabbia.

SCHIZOMICETI: vedi batteri.

SCRUBBER: impianto utilizzato per l’ab-battimento (vedi) degli inquinanti (solidi,liquidi o gassosi) contenuti nei fumi discarico di molti processi industriali. Neglis. gli effluenti vengono “lavati” conacqua, e liberati dalla componente inqui-nate. Non sempre il rendimento è all’al-tezza di quello dei separatori.

SECURITY: indica quell’accezione del ter-mine sicurezza inteso come pre d i s p o s i-zione o intervento di provvedimenti (adesempio assicurativi o antintrusione) e/odi organismi (ad esempio la pubblicasicurezza) atti a difendere l’integrità di unambiente costruito e delle persone che viabitano, a partire dalla loro privacy.

SEPARATORE:S.a umido: apparecchiatura usata per l’ab-

battimento (vedi) chimico detta anchel a v a t o re. Questo dispositivo provvede aun “lavaggio” mediante acqua delle cor-renti gassose inquinate, per ripulirle dalleparticelle sospese, sia liquide che solide.In alcuni casi all’acqua viene ancheaggiunto un additivo (vedi) chimico, cheviene fatto re a g i re con l’inquinante perrendere ancora più efficace il processo didepurazione.

S . e l e t t rostatico: vedi pre c i p i t a t o re elet-trostatico.

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occhi, lacrimazione, insonnia. La s.d.e.m.è causata dalla presenza all’interno degliambienti confinati di fonti di inquinantiche compromettono quindi la qualità del-l’aria interna. L’utilizzo di efficaci sistemidi areazione (preferibilmente ventilazionenaturale) e la sostituzione dei materialiche generano emissioni nocive con altribiocompatibili sono le due soluzioni prin -cipali a questa sindrome. L’ e s p re s s i o n es.d.e.m. è stata proposta dal World HealthOrganisation nel 1983.

S.da fotocarenza: affezione che colpisce isoggetti costretti a vivere in ambienti con-finati inadeguatamente o impropriamenteraggiunti dall’illuminazione naturale. Ing e n e re si manifesta attraverso disturbitransitori e disequilibri fisiologici.

S.da rumore: affezione che colpisce i sog-getti costretti a vivere in ambienti confi-nati ad elevata ru m o rosità. Il ru m o re ,infatti, è causa di forti stress che, a lorovolta, possono danneggiare il sistema ner-voso (affaticamento, cefalea, ansia, distur-bi del sonno), quello circolatorio e re s p i-ratorio, l’apparato digestivo e la funzio-nalità visiva.

SISTEMA:S.di raffrescamento per irraggiamen-

to: vedi raffrescamento radiativo. S.radiante a battiscopa: s. di diffusione

del calore (vedi riscaldamento a b.). Perottimizzare i risultati, i tubi incassati nel-l’intonaco devono essere pre f e r i b i l m e n t ein rame, e l’acqua in circolo deve esseremantenuta a una temperatura non supe-r i o re ai 40-50 °C. Il termostato che rilevala temperatura radiante dei muri deveessere regolato in modo tale da disattiva-re il sistema quando questa supera i 20°C. I convettori a b., in inglese base-b o a rds, sono stati inventati negli USA equi fabbricati su larga scala con costi diproduzione (cinque dollari al metro linea-re) molto bassi. In Italia, i migliori nelrapporto emissione termica/costo di pro-duzione sono quelli con tubo di rame didiametro 22 x 1 mm e alette di alluminiolisce, o meglio corrugate, nel numero dicirca 200 alette per metro lineare. Il carterdi rivestimento del convettore può esseremetallico con deflettore dell’aria mano-vrabile manualmente per la più razionaledistribuzione dell’aria e per eliminarel’imbrattamento delle pareti. I convettori

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so in natura, presente in varie forme cri-stalline o amorfe, Viene impiegato, tral ’ a l t ro, nella produzione di mattoni e dirivestimenti refrattari.

S.colloidale: s. artificiale ottenuta pergelificazione di dispersioni colloidali inacqua contenenti percentuali (non oltre il30 per cento) di biossido di s.. In ediliziaquesto prodotto viene usato come isolan-te, legante e adesivo. In commercio esisto-no anche granuli di s.c. ad alta poro s i t àche trovano impiego nella depurazione digas e liquidi (vedi adsorbimento). A l t r iimpieghi della s.c. riguardano l’industriadelle vernici.

S . v e t rosa: silice prodotta artificialmenteper fusione in forno elettrico di quarzo odi sabbia e per successivo drastico raf-f reddamento. In edilizia ha scarsi impie-ghi limitati di fatto alle lampade al mer-curio.

SILICIO: elemento chimico, conosciutodall’uomo fin dall’antichità, molto abbon-dante in natura, poco reattivo a tempera-tura ambiente, inerte all’aria, non attacca-bile da parte degli acidi, semiconduttore.Viene impiegato soprattutto per la produ -zione di leghe e di componenti elettronici,raddrizzatori, celle solari. Le contro i n d i-cazioni all’utilizzo del s. riguar d a n oessenzialmente la pericolosità delle suepolveri che possono favorire l’insorgenzadi malattie professionali come la silicosi.Per il resto si tratta di una materia primaabbondante, e di un materiale recuperabi-le, riciclabile senza particolari problemi dismaltimento.

S . a m o rfo: materiale di origine silicea uti-lizzato per realizzare i wafer delle cellulefotovoltaiche, caratterizzato da atomidisposti in maniera disordinata. Il s.a. haun elevato potere di asorbimento per cuila cellula può essere ridotta a 0.5 micro ndi spessore.

S.lingottato: barra di s. policristallino incui, tramite un procedimento di solidifi-cazione controllata, si sono ottenuti cri-stalli di diversi centimetri di larg h e z z a

sviluppati per tutta la lunghezza del lin-gotto, che di norma ha una sezione dicirca 30 cm di diametro.

SILICONE: appartenente ai composti orga-nici a base di silicio, molto stabili, inattac-cabili da parte dei solventi, elastici, idro-repellenti, con buone proprietà di isola-mento elettrico che possono trovarsi allostato solido, liquido o gommoso. I s. tro-vano impiego in edilizia come antischiu-ma, idro repellente per opere murarie elaterizi, detergente, lucidanti per pavi-menti, additivo (vedi) di vernici org a n i-che e di vernici siliconiche, smalti specia-li, guarnizioni, isolanti elettrici. La produ-zione di s. è ad alto impatto ambientale(soprattutto per via delle emissioni diidrocarburi clorurati).

SINDROME:S.da edificio malato: stato generale di

m a l e s s e re causato dalla permanenza inambienti confinati non salubri. La s.d.e.m.non si manifesta attraverso sintomi preci-si, ma genera una serie di affezioni qualiirritazioni delle vie respiratorie, fastidiall’olfatto e al gusto, maggiore vulnerabi-lità delle vie respiratorie, minore umiditàdelle mucose, irritazioni cutanee, sinusitee vertigini, affaticamento mentale, statid’asma, ipersensibilità, irritazione degli

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tamento, la forma, le tecnologie costrutti-ve, i materiali impiegati, sono tutti ele-menti che possono incidere sulla funzio-nalità di un s.s. A seconda del tipo di cap-tazione i s.s. si dividono in sistemi solariattivi e sistemi solari passivi.

S.s. attivo: quello nel quale l’energia sola-re è captata, accumulata e poi impiegatamediante impianti e dispositivi che risul-tano distinti dagli altri elementi costrutti-vi e funzionali dell’edificio. Un s.s.a. ègeneralmente composto da collettoripiani o da collettori a concentrazione e daun accumulatore (vedi) termico separato(per esempio un letto di sassi, un serba-toio d’acqua, o la combinazione di questidue). Attraverso il collettore passa unfluido (acqua o aria) che assorbe il caloree lo trasporta poi all’accumulatore (vedi),dove è fornito agli ambienti confinatimediante un impianto di distribuzione.Esistono due grandi famiglie di s.s.a,quella a concentrazione e quelli senzaconcentrazione.

S.s. a. a concentrazione: quelli neiquali la temperatura raggiungibilemediante la sola captazione dell’energ i as o l a re viene accresciuta con l’impiego diappositi accorgimenti e dispositivi.

S.s. a. senza concentrazione: q u e l l iche utilizzano direttamente l’energia sola-re senza accrescerne la densità.

S.s. isolato: s. fotovoltaico non connessoalla rete elettrica principale, che pro d u c equindi energia solo per il fabbisogno del-l’utenza alla quale è asservito. Viene dun-que impiegato, in genere, in zone isolate enon servite da elettrodotti. Questa solu-zione si dimostra altamente efficiente peril suo basso impatto ambientale ed econo-mico.

S.s. passivo: quelli che non pre v e d o n ol’impiego di dispositivi o impianti perl’accumulo del calore; lo stesso edificio (oalcune sue parti strutturali) svolge ilruolo di collettore e di accumulatore(vedi) termico. I s.s.p possono essere aguadagno diretto, a guadagno indiretto, oa guadagno isolato e contribuiscono a

ridurre i consumi di energia non rinnova-bile, a contenere le emissioni di inquinatiin atmosfera e più in generale a promuo-vere la tutela dell’ambiente e lo svilupposostenibile.

S.s. p. a guadagno diretto: quelli checonsentono il riscaldamento degliambienti confinati per irraggiamento eper convezione, a seguito dell’assorbi-mento di energia solare attraverso le fine-stre. Un edificio che adotta un s.s.p.a.g.d.è di fatto un involucro dotato di ampiesuperfici finestrate, posizionate nell’alarivolta verso sud, e di una elevata coiben-tazione termica sulle fro n t i e re esternedelle altre facciate. Per ottimizzare l’assor-bimento del calore è fondamentale la scel-ta del colore delle superfici colpite dallaradiazione solare. A l t ro elemento deter-minante, per l’accumulo termico è lacapacità termica dei materiali impiegati.

S.s. p. a g. indiretto: quelli nei quali lafunzione di accumulatore (vedi) termico èparte integrante dell’involucro che rac-chiude gli ambienti confinati. Un s.s.d.g.i.riceve direttamente la radiazione solare ela restituisce poi agli ambienti dell’edifi-cio sotto forma di energia termica. Tra is.s.p.a.g.i. si ricordano il muro di Trombee i roof pound.

S.s. p. a g. isolato: quelli nei quali la cap-tazione della radiazione solare e l’accumu-lo termico restano isolati e distinti dagliambienti confinati. In questo modo il siste-ma funziona in maniera indipendente dal-l’edificio; quest’ultimo può quindi attinge-re calore solo in caso di bisogno. Un classi-co s.s.p.a.g.i. è formato da un collettorepiano, un serbatoio di accumulo, aria oacqua impiegate come mezzo termoconvet-t o re, un accumulatore (vedi) termico. Is.s.p.a.g.i. si dividono solitamente in siste-mi a termosifone e serre .

S M A C C H I ATORE: sostanza idonea at o g l i e re le macchie; di norma a base disolventi i cui vapori tossici agiscono sulsistema nervoso centrale e possono essereresponsabili di nausea, disorientamento e

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a b. devono essere installati lungo le pare-ti esterne, alcuni centimetri al di sopra delpavimento (di regola 10 cm). L’aria siriscalda tra le lamelle e poi sale lentamen-te verso l’alto all’esterno del rivestimento,formando una cortina di aria calda piùleggera che lambisce per la sua interaaltezza la parete perimetrale a cui il con-v e t t o re a zoccolo è addossato. In questomodo l’aria cede il suo contenuto calorifi-co alla parete e questa si scalda, mentrel’aria salendo si raff redda fino all’esauri-mento della sua spinta ascensionale. Ilvolume complessivo dell’aria nella stanzanon prende parte a questo fenomeno diriscaldamento della parete, e rimane nelcomplesso fermo, libero dalle polveri.La temperatura radiante della parete rag-giunge valori fino a 30°C, mentre il mate-riale che costituisce la superficie dellap a rete (intonaco, Iegno, tessuto, ecc.)risulta ininfluente. Costruzioni storichecon pareti in pietra naturale spesse ancheun metro possono benissimo essere riscal-date con questa tecnica. Il collegamentoidraulico dei convettori a battiscopa nondifferisce da quello dei radiatori comuni:due tubi di rame di piccolo diametro (10-14 mm),assicurano l’alimentazione diogni convettore la cui lunghezza massimaconsigliata non deve superare 3,5-4 mt,pena una sensibile riduzione dell’emissio-ne termica. Per un controllo preciso dellatemperatura ambiente locale per locale, eper interagire con i guadagni di caloregratuiti dovuti alla radiazione solare ealle fonti interne (luci, persone, cucina,apparecchi elettrici, ecc.), ogni convettorea battiscopa deve essere dotato di unavalvola termostatica, oggi obbligatoriaper. Già vent’anni fa, si notò subito il minordispendio energetico e quindi economicoche questo tipo di sistema permetteva.Ma ciò non ha nulla di miracoloso: l’ariainterna raggiunge solamente temperaturetra i 16 ed i 19°C, le perdite di calore sonolimitate drasticamente rispetto ai tradizio-nali sistemi a radiatori ad alta temperatu-

ra. L’aspetto più importante è l’essicazio-ne artificiale delle pareti esterne, sullequali si trovano i convettori a battiscopa:le murature asciutte conducono il caloredall’interno verso l’esterno in manierapeggiore rispetto alle murature umide. Ilriscaldamento delle pareti perimetrali conconvettori a b. consente di eliminarealmeno il 5% dell’umidità della muraturaed in questo modo il valore di trasmittan-za k risulta più basso di circa il 20- 25%.Alcuni limiti del riscaldamento a b.:- non è idoneo per locali di piccole dimen-sioni come bagni, cucine; - è sconsigliabile in locali non isolati ter-micamente e con rilevanti dispersioni ter-miche a causa della relativamente bassaemissione termica per metro lineare; - pone delle limitazioni all’uso di mobilimassicci di altezza rilevante che ovvia-mente non si possono addossare allepareti dove è presente il convettore. I convettori a b. possono essere alimentaticon acqua calda, ottenuta mediante pan-nelli solari installati sul tetto o nel giardi-no dell’edificio: Il tubo inferiore sarà ali-mentato dall’acqua proveniente dai pan-nelli solari fornendo il cosiddetto riscal-damento di base, mentre eventuali incre-menti di temperatura saranno fornitidalla caldaia che alimenterà il tubo supe-r i o re collegato ad essa con un circ u i t odistinto e separato da quello dei pannellisolari.

S . s o l a re: insieme delle tecnologie e dellesoluzioni tecnico/progettuali in grado dis f ru t t a re l’energia della radiazione solarecome fonte di approvvigionamento termi-co ed energetico di un edificio. Il loroimpiego consente di ridurre i consumie n e rgetici (sfruttano infatti l’energia delsole che è rinnovabile) e di favorire unapolitica di autogestione dei consumi. Uns.s realmente efficiente dovrebbe essere ingrado di assolvere alle esigenze sia dellestagioni fredde (riscaldamento dell’acquaper usi sanitari e degli ambienti confinati)che di quelle calde (raff rescamento). Lascelta del sito di un edificio, il suo orien-

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p e rdita di appetito; poichè anche abitismacchiati in lavanderia possono emette-re vapori aggressivi, è consigliabilelasciarli all’aperto una notte prima diriporli in armadi chiusi, possibilmentenon in camera da letto.

S M A LTO: rivestimento vetroso opaco otrasparente, naturale o sintetico, eventual-mente addizionato di pigmenti, utilizzatosoprattutto per la ricopertura di materialiceramici e metallici. Molti smalti sinteticicontengono metalli pesanti e sono perico-losi per la salute e potenzialmente danno-si per l’ambiente.

S.naturale: s. ad alta aderenza, adatto alleapplicazioni sia all’interno che all’esternodegli ambienti confinati, che utilizzacome legante esclusivamente resine natu-rali. L’utilizzo degli s.n. è assolutamentepreferibile a quello degli s. sintetici.

SMOG FOTOCHIMICO: a e rosol che siforma nell’atmosfera per effetto degliossidanti fotochimici. Tende a concentrar-si soprattutto nelle ore diurne e nei mesipiù caldi dell’anno.

SODA: composto organico (carbonato disodio) un tempo estratto dalle ceneri dellealghe marine. Impiegato nell’industriadelle vernici (intermedi per coloranti),della gomma, del vetro, e nella produzio-ne di saponi.

SODIO: elemento chimico, solido lucente, dic o l o re rosato allo stato naturale. Vi e n eimpiegato come catalizzatore in numero s esintesi chimiche. Allo stato puro il s. èimpiegato anche nelle lampade al s., ches f ruttano un principio analogo a quellodelle lampade a mercurio. Tra i compostidel s., il cromato di s. e il nitrito di s., usatinella produzione di pigmenti e coloranti.

SOGLIA: elemento di confine, limite. S.di attenzione: elemento discriminante,

individuato in generale con metodideduttivi, per la distinzione tra livellisicuri e pericolosi nell’esposizione acuta oc ronica ad un determinato fattore. alcuniricercatori, convinti della re

S.di a.elettromagnetica: limite in conti -nuo aggiornamento, di cui è stata accen-tuata la severità in funzione del consensoraggiunto a livello internazionale circa lapotenziale maggione pericolosità delcampo magnetico rispetto al campo elet-trico. Per cui si tende a collocare la discri-minante attorno a 0.2 microtesla, valoreriscontrabile anche in alcuni ambienti divita .

SOLAIO: s t ruttura orizzontale destinata asopportare il pavimento dei singoli piani.Può essere realizzato in legno (se lamella-re, deve essere privo di formaldeide comecollante), travetti di ferro e laterizi,cemento armato. Ha un’importante fun-zione di isolamento termico e isolamentoacustico. Se a piano terra va concepito inmodo da difendere dall’umidità di risalitae dalle eventuali infiltrazioni di gasradon.

S.in legno: s. realizzato mediante travatu-re in legno, ben ventilate su tutta la lorosuperficie, preferibilmente stagionate inmaniera naturale e trattate con sostanzeignifughe e repellenti naturali contro gliinsetti xilofagi (si usano, ad esempio i salidi boro). L’alloggiamento delle estre m i t àdelle travi nelle murature deve essere rea-lizzato con vani dimensionati in modotale da lasciare una adeguata intercapedi-ne.

S.in putrelle e laterizio: s. re a l i z z a t ocon travi di ferro a doppia T e da elementilaterizi appoggiati alle travi con l’interpo-sizione di copriferri. Dove possibile èmeglio orientare le barre e le putre l l esecondo la direzione Nord-Sud, al fine dir i d u r re il più possibile la deformazionedel campo elettromagnetico naturale (ameno di utilizzare acciaio austenitico).

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Edizione fuori commercio - finito di stampare dicembre 2000

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