GLI ANIMALI ATTORNO A NOI · bulbi, tuberi, ghiande, faggiole, erba, funghi, frutti, invertebrati,...

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GLI ANIMALI ATTORNO A NOI FAINA IDENTIFICAZIONE: la faina (Martes foina) è caratterizzata dalle zampe corte e robuste e il corpo slanciato e allungato, la pelliccia è morbida e di colore bruno-grigio più scuro su dorso, arti e coda. La testa è piccola, con muso breve e appuntito, orecchie sporgenti e occhi grandi. Molto simile alla martora, si differenzia soprattutto per il colore e per la forma della pettorina, bianca e spesso divisa da una striscia scura, mentre nella martora è intera e di colore giallastro. DISTRIBUZIONE: è presente in tutta l’Europa centrale e meridionale ma è assente in Islanda, Scandinavia e Inghilterra. In Italia è diffuso in tutta la penisola, ad eccezione delle isole maggiori. COMPORTAMENTO: di abitudini prevalentemente notturne, anche se in primavera e in estate può essere attiva anche di giorno. Usualmente non scava le sue tane ma occupa cavità naturali o tane abbandonate da altri animali, non disdegnando solai e fienili. Marca il territorio con il secreto della ghiandola ano-genitale. E’ di abitudini solitarie; i due sessi si incontrano solo in luglio-agosto, stagione dell’amore, ed è qui che possono verificarsi violenti combattimenti tra i maschi.

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GLI ANIMALI ATTORNO A NOI

FAINA

IDENTIFICAZIONE: la faina (Martes foina) è caratterizzata dalle zampe corte e robuste e il corpo slanciato e allungato, la pelliccia è morbida e di colore bruno-grigio più scuro su dorso, arti e coda. La testa è piccola, con muso breve e appuntito, orecchie sporgenti e occhi grandi. Molto simile alla martora, si differenzia soprattutto per il colore e per la forma della pettorina, bianca e spesso divisa da una striscia scura, mentre nella martora è intera e di colore giallastro.

DISTRIBUZIONE: è presente in tutta l’Europa centrale e meridionale ma è assente in Islanda, Scandinavia e Inghilterra. In Italia è diffuso in tutta la penisola, ad eccezione delle isole maggiori.

COMPORTAMENTO: di abitudini prevalentemente notturne, anche se in primavera e in estate può essere attiva anche di giorno. Usualmente non scava le sue tane ma occupa cavità naturali o tane abbandonate da altri animali, non disdegnando solai e fienili. Marca il territorio con il secreto della ghiandola ano-genitale. E’ di abitudini solitarie; i due sessi si incontrano solo in luglio-agosto, stagione dell’amore, ed è qui che possono verificarsi violenti combattimenti tra i maschi.

LA CARTA D'IDENTITÀ:

DIMENSIONI lunghezza testa-corpo 42-51 cm, coda 20-26 cm, peso 1-1,8 Kg DOVE VIVE pianura, montagna, zone naturali o antropizzate, predilige aree con alternanza di boschi e colture COSA MANGIA roditori, conigli e lepri, frutta, insetti, uccelli e loro uova, anfibi e rettili RIPRODUZIONE si accoppiano in primavera, i piccoli, da 2 a 5, nascono dopo una lunga gestazione COMPORTAMENTO prevalentemente notturna, territoriale TRACCE

Escremento: Impronta:

DONNOLA

IDENTIFICAZIONE: la donnola (Mustela nivalis) è il più piccolo carnivoro europeo. Ha il corpo esile e allungato, con zampe corte, testa leggermente schiacciata, orecchie arrotondate e seminascoste dal pelo, muso corto, appuntito e dotato di lunghi baffi. Le parti dorsali del corpo e della coda e quelle esterne degli arti sono di colore bruno-rossastro, le restanti parti di colore bianco.

DISTRIBUZIONE: è presente in tutta l’Europa eccetto che in Islanda e Irlanda. In Italia è diffuso in tutta la penisola, comprese Sicilia e Sardegna.

COMPORTAMENTO: Cacciano nella folta vegetazione e sono agili scalatrici. Nonostante si difenda strenuamente la donnola viene predata da cani, gatti, volpi e da alcune specie di uccelli rapaci. Mentre in cattività usualmente vive fino a 10 anni, in natura raramente ne raggiunge 3. Conduce prevalentemente vita notturna, tuttavia in estate può cacciare anche di giorno. In inverno non cade in letargo, ma trascorre gran parte del tempo nel rifugio che usualmente consiste in tane abbandonate da altri animali, cavità degli alberi, cumuli di pietre o fienili.

LA CARTA D'IDENTITÀ: DIMENSIONI lunghezza testa-corpo 16-23 cm, coda 4-6,5 cm, peso 55-130 g. DOVE VIVE in tutti i tipi di habitat: pascoli montani, pianure, aree boschive e ambienti selvaggi e antropizzati COSA MANGIA piccoli roditori, nidiacei, uova, rettili, anfibi, invertebrati (lombrichi ed insetti) e talvolta pesci, frutta e carogne. Raramente attacca conigli e lepri. RIPRODUZIONE si accoppiano in primavera, i piccoli, da 4 a 6, nascono dopo circa 5 settimane di gestazione COMPORTAMENTO caccia di giorno e di notte, anche arrampicandosi sugli alberi TRACCE

Escrementi: impronte:

TASSO

IDENTIFICAZIONE: il tasso (Meles meles) è un animale tozzo, delle dimensioni di un cane di media taglia. E’ inconfondibile per le strisce nere longitudinali lungo i lati della testa bianca. E’ grigio nella parte superiore del corpo, nero nella parte ventrale e sulle zampe, la coda è grigia e corta. DISTRIBUZIONE: è presente in tutta l’Europa eccetto che nel nord della Scandinavia. In Italia è diffuso in tutta la penisola, ma non in Sicilia e in Sardegna. COMPORTAMENTO: i tassi sono più sociali degli altri mustelidi. Occupano delle tane composte da estesi sistemi di passaggi sotterranei con parecchie uscite all’esterno

distanti pochi metri, ognuna di circa 20 cm di diametro. Le tane sono usate e spesso allargate da successive generazioni e quindi ne risulta una grande quantità di detriti accumulati davanti alle entrate. Caratteristiche dei tassi sono le “latrine” , ovvero delle buche scavate nel terreno dove vengono depositati gli escrementi. I tassi sono notturni. Nei periodi freddi della stagione invernale sono meno attivi, ma non vanno in letargo.

LA CARTA D'IDENTITÀ:

DIMENSIONI lunghezza testa-corpo 60-70 cm, coda 15-19 cm, altezza spalla 30 cm, peso 10-15 Kg. DOVE VIVE nei boschi con zone aperte COSA MANGIA frutta, bulbi, nocciole, ghiande, insetti, lombrichi, mais, anfibi, piccoli mammiferi RIPRODUZIONE si accoppiano in primavera, i piccoli, da 2 a 6, nascono alla fine dell’inverno successivo COMPORTAMENTO scava tane anche molto profonde e complesse. Vive solitario. E’ notturno e territoriale TRACCE

escrementi in buche dette “latrine”, impronte: , segni di scavo

VOLPE

IDENTIFICAZIONE: la volpe (Vulpes vulpes) è facilmente distinguibile per il muso aguzzo, le orecchie lunghe, larghe ed erette e la coda folta, solitamente con la punta bianca. Il manto è generalmente di colore rosso scuro anche se la colorazione è davvero

molto variabile. Talvolta può essere più scura sul collo e sul torace ma la parte frontale delle gambe anteriori è decisamente più scura. DISTRIBUZIONE: è presente in tutta l’Europa ad eccezione dell’Islanda. In Italia è diffusa in tutto il paese, poco comune nella pianura padana. COMPORTAMENTO: la volpe è un animale molto versatile. E’ solitaria e notturna e durante il giorno si ripara sotto i cespugli, in piccoli fossi, nelle tane scavate da lei stessa o in tane di tasso abbandonate. Ha un’alimentazione molto variabile (vedi carta d’identità). Eventuali surplus di cibo vengono sepolti. Emette una certa varietà di richiami, ma specialmente un acuto latrato. La marcatura odorosa del territorio depositata con l’urina è persistente e molto caratteristica della specie.

LA CARTA D'IDENTITÀ:

DIMENSIONI lunghezza testa-corpo 57-77 cm, coda fino a 40 cm, altezza spalla 40 cm, peso 6-10 Kg. DOVE VIVE dalla pianura alla montagna, in boschi, zone cespulgiate, campi coltivati e città COSA MANGIA piccoli mammiferi, frutta, insetti, uccelli, anfibi, rettili, rifiuti e carogne RIPRODUZIONE si accoppia in gennaio, i piccoli, da 3 a 8, nascono dopo circa 2 mesi COMPORTAMENTO scava una tana, o occupa quella di altri animali. Vive generalmente in coppia. E’ territoriale, prevalentemente crepuscolare e notturna TRACCE

escrementi ed impronte

CINGHIALE

IDENTIFICAZIONE: il cinghiale (Sus scrofa) è il progenitore del maiale domestico, che gli somiglia per il corpo robusto, il collo corto e le zampe corte e sottili. La pelliccia è densa e setolosa e ha un grugno lungo e conico, e non compresso come nelle razze domestiche di maiali che hanno invece un muso relativamente più corto. I giovani, detti “striati”, hanno il manto a strisce longitudinali marroni e color crema. Il

maschio ha delle zanne prominenti a sezione angolosa, mentre la femmina ha i canini più ridotti. DISTRIBUZIONE: è presente nella maggior parte dell’Europa, in Italia un tempo era diffuso in tutto il paese, e fino a qualche anno fa era possibile trovare ancora delle popolazioni autoctone come per esempio in Maremma e o in Sardegna. Recentemente, a causa di diffuse reintroduzioni incontrollate a scopo venatorio è difficile rinvenire popolazioni che non siano geneticamente inquinate. COMPORTAMENTO: i cinghiali vivono solitati o in piccoli gruppi, i maschi separati dalle femmine eccetto che nel periodo del calore, in inverno. Le femmine adulte sono generalmente accompagnate dai loro piccoli, talvolta di due cucciolate successive. Sono prevalentemente notturni, spesso si spostano per lunghe distanze e si alimentano anche in terreni coltivati. Mangiano un po’ di tutto (vedi carta d’identità).

LA CARTA D'IDENTITÀ:

DIMENSIONI lunghezza testa-corpo 100-150 cm, coda 12-20 cm, altezza spalla 60-90 cm, peso 30-180 Kg. DOVE VIVE un po’ ovunque, zone montane e collinari anche molto antropizzate COSA MANGIA bulbi, tuberi, ghiande, faggiole, erba, funghi, frutti, invertebrati, piccoli animali RIPRODUZIONE si accoppia in inverno, i piccoli, fino a 10, nascono in primavera. COMPORTAMENTO vive solitario o in piccoli gruppi. E’ prevalentemente notturno TRACCE

escrementi, impronte , bagni di fango (“insugli”), “sgrufolmenti” (terreno rivoltato alla ricerca di cibo), grattatoi

RICCIO

IDENTIFICAZIONE: il riccio (Erinaceus europeus) è un animale di piccole dimensioni, facilmente distinguibile per la fitta copertura di spine. DISTRIBUZIONE: vive nella maggior parte dell’Europa occidentale, Gran Bretagna e Irlanda incluse. In Cecoslovacchia la sua distribuzione si sovrappone per circa 200 Km con un’altra specie, il riccio europeo orientale (Erinaceus concolor).

COMPORTAMENTO: è notturno, dai movimenti lenti, è facile trovare esemplari investiti sulle strade poiché tende ad immobilizzarsi quando illuminato dai fari delle autovetture. Vive a terra, non scava e non si arrampica. Va in letargo da novembre a marzo, ma in alcune giornate invernali più calde può essere occasionalmente attivo. E’ caratteristico il comportamento di arrotolarsi a palla quando viene disturbato.

LA CARTA D'IDENTITÀ:

DIMENSIONI lunghezza testa-corpo 20-30 cm, coda 3 cm circa, peso 400-1200 g. DOVE VIVE boschi, campi aperti, giardini, parchi COSA MANGIA insetti, lombrichi, ragni, uova, piccoli di uccelli, piccoli mammiferi, anfibi, rettili, animali morti, frutta, funghi RIPRODUZIONE si accoppia in primavera, i piccoli, da 3 a 8, nascono dopo circa 30 giorni COMPORTAMENTO si rifugia in una tana costruita con foglie secche, tra i cespugli, l’erba e le radici. E’ notturno. Cade in letargo nei mesi invernali TRACCE

escrementi ed impronte

ISTRICE

IDENTIFICAZIONE: l'istrice (Hystrix cristata), chiamato da molti anche porcospino, è il secondo roditore europeo per dimensioni, dopo il castoro, ed è ben conosciuto per i lunghi aculei dai caratteristici anelli bianchi e neri, grazie ai quali si difende dai predatori. Si tratta di peli trasformati, concentrati per lo più al centro del dorso, di lunghezza variabile tra i 12 e i 40 centimetri.

DISTRIBUZIONE: è una specie nordafricana, venuta nel nostro paese dall'Africa settentrionale e occidentale. La maggior parte degli autori ritiene che l’introduzione nel

nostro paese sia avvenuta in tempi storici, probabilmente 2000 anni, portata dai Romani che ne avevano apprezzato le carni gustose. In Italia è comune in tutte le regioni ricche di boschi a clima mediterraneo, fino ai 1000 metri di altitudine prevalentemente lungo tutto il versante tirrenico e in Sicilia, sul versante adriatico ha una distribuzione più discontinua che si spinge verso nord solo fino alla parte settentrionale delle Marche.

COMPORTAMENTO: gli istrici vivono in piccoli gruppi in grandi e profonde tane o in caverne. Sono attivi solamente di notte. Hanno un’alimentazione molto varia (vedi carta d’identità) e possono recare anche grossi danni a coltivazioni, frutteti o orti.

LA CARTA D'IDENTITÀ:

DIMENSIONI lunghezza testa-corpo 50-70 cm, altezza spalla 15-25 cm, peso 10-20 Kg. DOVE VIVE boschi, campi coltivati, zone cespulgiate COSA MANGIA radici, bulbi, tuberi, frutta, mais, ortaggi, corteccia RIPRODUZIONE si accoppia in primavera, i piccoli, 1 o 2, nascono dopo circa 3 mesi COMPORTAMENTO

scava una tana , o si rifugia tra le rocce o alla base degli alberi. Vive solitario. E’ prevalentemente crepuscolare e notturno TRACCE

escrementi, impronte , aculei, segni di scavo

FALCO PECCHIAIOLO

Il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) è un rapace diurno, appartiene all’Ordine dei Accipitriformi, Famiglia Accipitridae. Nel nostro paese è una specie MIGRATRICE regolare e NIDIFICANTE.

IDENTIFICAZIONE: rapace simile alla poiana, di medie dimensioni, testa piccola e stretta, molto protesa in avanti, collo lungo, coda lunga. Piumaggio molto variabile, grigiastro sopra, con bordo nero lungo l’ala, apice della coda nero, con due evidenti barre nere alla base. Iride giallo. DISTRIBUZIONE: in Italia il falco pecchiaiolo è presente nella stagione calda (da metà aprile-metà giugno a metà agosto-ottobre), in tutte le regioni, dalle Alpi alla Calabria. Trascorre l’inverno in Africa, a sud del Sahara. HABITAT: in zone boscate, con boschi estesi o boschetti alternati a zone aperte, coltivate o incolte. Preferisce le esposizioni soleggiate e calde, vicine a zone umide e zone ricche di imenotteri, base alimentare per la specie. RIPRODUZIONE-NIDIFICAZIONE: il falco pecchiaiolo è monogamo e le coppie sono fedeli per la vita. Non appena le coppie arrivano nei siti di nidificazione cominciano a costruire il nido, e la deposizione delle uova avviene dopo solo 11 giorni. Il nido può essere costruito nuovo ogni anno, o rioccupato quello dell’anno precedente. Sia il maschio che la femmina partecipano alla costruzione del nido. Questo è situato a grande altezza, su un albero, spesso su un ramo laterale. Si distingue da quello di altri rapaci perché il falco pecchiaiolo vi porta molti rami con foglie verdi. Le uova (2 in media) vengono deposte a maggio-giugno. La cova dura 30-35 giorni e viene svolta da entrambi gli adulti. I pulli restano al nido per 33-45 giorni, e vengono accompagnati dai genitori per altri 14 giorni dopo l’involo. VOLO: volo pesante, volteggia per ore sulle larghe ali immobili. Raramente fa lo spirito santo, Volo piuttosto pesante.

LA CARTA D'IDENTITÀ:

DIMENSIONI lunghezza cm 52-60, apertura alare cm 125-145, peso g 625-1000 il maschio, 625-1050 la femmina DOVE VIVE ambienti boscati con spazi aperti COSA MANGIA soprattutto insetti, in particolare vespe e bombi (larve e adulti). All’inizio delle nidificazione anche piccoli mammiferi, uccelli, anfibi, rettili RIPRODUZIONE deposizione delle uova (2 in media) in primavera; nido sugli alberi costruito con rami freschi, cova 33-45 gg; involo pulcini a 33-45 gg dalla nascita VOCE grida raramente, il tipico richiamo del maschio è un plilihe acuto

PICCHIO VERDE

Il picchio verde (Picus viridis), il più conosciuto tra i picchi europei, appartiene all’Ordine dei Piciformes, Famiglia Picidae. Nel nostro paese è SEDENTARIO e NIDIFICANTE. Nei picchi è caratteristica la lunga lingua vischiosa che può essere estroflessa fino a diversi centimetri di distanza, è appiccicosa ed è provvista sulla punta di piccoli arpioncini nei quali le larve e le pupe restano impigliate. A riposo la lingua è arrotolata in un astuccio interno situato dietro l’occhio. IDENTIFICAZIONE: il picchio verde ha le parti superiori verde scuro, il groppone e il basso dorso gialli e le parti inferiori verde-grigio chiaro. L’apice della testa è di colore rosso, la faccia è nera e dal becco partono 2 strisce nere verso la nuca, rosse all’interno nel maschio. DISTRIBUZIONE: in Italia il picchio verde è presente in tutte le regioni continentali, incerto in Sicilia. HABITAT: vive in boschi, boschetti e luoghi alberati, con tutte le esposizioni, in zone umide e secche, appartate e frequentate. Preferisce le zone alberate discontinue, alternate da zone coltivate. RIPRODUZIONE-NIDIFICAZIONE: nel periodo riproduttivo il maschio emette una caratteristica risata forte e squillante che lo rende il più conosciuto tra i picchi europei. Tambureggia meno del picchio rosso maggiore. Nidifica in cavità di tronchi o grossi rami di alberi. L’ingresso variamente orientato è di solito in posizione riparata nella parte medio-alta del tronco. La cavità, costruita dalla coppia, ma prevalentemente dal

maschio, ha l’ingresso perfettamente tondo seguito da una camera profonda e verticale. Le uova vengono covate sul fondo, ricoperto di frammenti di legno. Le uova (5-7) vengono deposte dai primi di aprile a fine giugno. La cova dura 17-19 giorni e viene svolta dalla coppia, a turno. VOLO: il suo volo è caratteristicamente ondulato, con lunghe pause ad ali chiuse tra un’impennata e l’altra. Al contrario del picchio rosso maggiore, scende a terra alla ricerca di formiche.

IL PICCHIO VERDE COME INDICATORE ECOLOGICO:

Il picchio verde, insieme ad altre specie di uccelli, è un indicatore biologico la cui presenza rappresenta l’equilibrio biologico del territorio in quanto è sensibile alle variazioni dei fattori ecologici determinati generalmente dall’azione dell’uomo.

LA CARTA D'IDENTITÀ:

DIMENSIONI: lunghezza cm 31 DOVE VIVE: in ambienti con presenza di alberi COSA MANGIA insetti, larve che cerca dietro le cortecce degli alberi. Il suo nutrimento preferito sono le formiche. RIPRODUZIONE deposizione delle uova (5-7) in primavera, nido scavato a gomito in un tronco o in un grosso ramo, cova 17-19 gg VOCE un forte e squittente risata

AVERLA PICCOLA

L’averla piccola (Lanius collurio) appartiene al vasto Ordine dei Passeriformes, Famiglia Laniidae. Nel nostro paese è MIGRATRICE regolare e NIDIFICANTE. IDENTIFICAZIONE: il maschio ha la testa di colore grigio-azzurro, con mascherina nera evidente, mantello rossiccio fulvo, groppone grigio, coda lunga, nera con lati bianchi, parti inferiori bianche tinte di rosa o crema. La femmina è marrone con la testa brunastra con toni grigi, parti inferiori bianco-grigiastre con sottile striatura grigia nerastra, coda marrone scuro o marrone rossiccio. Becco massiccio. DISTRIBUZIONE: in Italia l’averla piccola è diffusa in tutte le regioni, scarsa in Puglia e Sicilia. In agosto-settembre migra verso l’Africa tropicale, ritornando nelle aree di riproduzione in aprile maggio, rioccupando spesso il territorio dell’anno precedente. HABITAT: vive in zone aperte, arbustate e scarsamente alberate: boschetti, boscaglie, campi, prati, pascoli, lungo corsi d’acqua, tra i coltivi, in parchi, giardini e bordi di strade. Preferisce le zone calde e secche, evita i luoghi chiusi e la vegetazione folta, estesa e alta. Nidifica dal piano fino ai 2000 m. RIPRODUZIONE-NIDIFICAZIONE: l’averla piccola nidifica tra le ramificazioni di alberi, arbusti e piante rampicanti, meglio se spinosi. Il nido, a coppa, è costruito dalla coppia con steli, muschio, radici, fibre, piume, erbe fiorite e profumate, foglie secche, filamenti e crini. Le uova (5-6) vengono deposte da metà maggio alla seconda metà di luglio. La cova dura 14-15 giorni e viene svolta essenzialmente dalla femmina, nutrita saltuariamente dal maschio. VOLO: volo di solito rettilineo, plana e fa lo spirito santo quando caccia tra le siepi, ma generalmente si butta sulle prede da un posto elevato. FATTORI DI MINACCIA E CRITICITÀ: ha risentito della diminuzione del suo habitat a causa delle moderne pratiche agricole intensive a monocolture. Inoltre come tutte le specie a dieta prevalentemente insettivora ha sofferto dell’uso di pesticidi in agricoltura.

LA CARTA D'IDENTITÀ:

DIMENSIONI lunghezza cm 17 DOVE VIVE in zone aperte e scarsamente alberate COSA MANGIA insetti, rane, lucertole, a volte piccoli uccelli e roditori.

Dotata di un becco ad uncino caccia lanciandosi da posatoi. Le prede talvolta vengono infilzate negli spini di cespugli come dispensa di cibo. RIPRODUZIONE deposizione delle uova (5-6) in primavera, nido a coppa costruito tra le ramificazioni di alberi e arbusti, cova 14-15 gg VOCE aspro grattante sciack o cii-ak

NIBBIO BRUNO

Il nibbio bruno (Milvus migrans) è un rapace diurno, appartiene all’Ordine dei Accipitriformi, Famiglia Accipitridae. Nel nostro paese è una specie MIGRATRICE regolare e NIDIFICANTE. IDENTIFICAZIONE: rapace di medie dimensioni dal piumaggio molto scuro, testa chiara, corpo bruno o marrone fulvo, striato di chiaro nei giovani, di scuro negli adulti. E’ presente una tipica fascia chiara diagonale sopra le ali. Il sottoala mostra una finestra chiara e soffusa. Coda lunga e forcuta, marrone grigiastra, barrata, a volte slavata di rossiccio.

HABITAT: vive in zone di pianura o collinari, in zone boscose mature miste di latifoglie, circondate da zone aperte terrestri o acquatiche, pascoli e coltivazioni, utilizzate per alimentarsi, talvolta in pinete o boschi sempreverdi mediterranei, parchi e aree boscate suburbane. Spesso seleziona zone vicine a discariche di rifiuti urbani, allevamenti ittici e avicoli dove trova cibo con maggiore facilità. RIPRODUZIONE-NIDIFICAZIONE: i partner si ritrovano nel territorio anno dopo anno e le coppie si mantengono stabili. Nidifica isolato, raramente in colonie lasse. Il nido viene costruito sugli alberi, al bordo di un bosco o su un albero isolato, raramente su rocce e manufatti di vario tipo (piloni, torrette ecc.). Sia il maschio che la femmina costruiscono il nido, ad un’altezza di circa 8-15 metri da terra, a piattaforma, con rami secchi di varie dimensioni, terriccio, escrementi, carcasse di animali, cartacce, pezzi di plastica, ninnoli vari. Ogni anno viene costruito un nuovo nido. Le uova (2-3) vengono deposte in aprile-giugno, massimo fino alla prima metà di maggio. La cova dura 31-32 giorni e viene svolta dalla femmina. I pulli restano al nido per 42-45 giorni, e vengono accompagnati dai genitori per altri 40-45 giorni dopo l’involo. VOLO: agile e facile volo volteggiante, volo leggero. In planata tiene le ali orizzontali. FATTORI DI MINACCIA E CRITICITÀ: i fattori di criticità per la specie sono costituiti: dalla distruzione delle formazioni boschive, in particolare di quelle mature e dalla trasformazione dei pascoli in colture agricole intensive; dalla distribuzione di bocconi avvelenati; da uccisioni illegali; dalla contaminazione da pesticidi e metalli pesanti; dalla diminuzione di risorse trofiche; dal disturbo antropico durante la nidificazione.

LA CARTA D'IDENTITÀ:

DIMENSIONI lunghezza cm 55-60, apertura alare cm 135-170, peso g 635-850 il maschio, 595-930 la femmina. DOVE VIVE ambienti boscati, con ampi spazi aperti COSA MANGIA prevalentemente pesci, ma anche uccelli, piccoli mammiferi, anfibi, rettili, invertebrati, carogne e rifiuti urbani RIPRODUZIONE deposizione delle uova (2-3) in primavera; nido sugli alberi costruito con materiale vario, cova 31-32 gg; involo pulcini a 42-45 gg dalla nascita VERSO trilli acuti simile ad un nitrito

CIVETTA

La civetta (Athene noctua) è un rapace notturno, appartiene all’Ordine dei Strigiformi, alla Famiglia Strigidae. Nel nostro paese è una specie SEDENTARIA e NIDIFICANTE.

IDENTIFICAZIONE: riconoscibile per le piccole dimensioni e per l’aspetto dalla testa piatta, quasi schiacciata. Parti superiori bruno scuro, barrate e macchiettate di bianco. Parti inferiori biancastre a larghe strie brune. Occhi gialli. DISTRIBUZIONE: in Italia la civetta è presente in tutte le regioni continentali e in Sicilia. HABITAT: la civetta è molto adattabile e vive un po’ in tutti gli ambienti: zone aperte, pianeggianti, collinari, montane, boscose e alberate, coltivate e incolte, secche e umide, appartate e frequentate. Predilige gli ambienti urbanizzati, soprattutto quelli rurali. RIPRODUZIONE-NIDIFICAZIONE: La formazione delle coppie avviene a dicembre-gennaio, seguita dalla scelta del sito di nidificazione e dai rituali di corteggiamento e accoppiamento. La deposizione delle uova (2-5) avviene dalla prima metà di aprile a giugno. La civetta non costruisce un nido, ma depone le uova sotto le tegole, in cavità di muri, muraglie, punti, cabine, rovine, baracche, muretti a secco, cumuli di pietre, macerie, rottami, legnami, anfratti rocciose, cunicoli, alberi capitozzati e pali cavi, cassette apposite e occasionali, e in vecchi nidi. La cova dura 27-28 giorni e viene svolta solo dalla femmina. I piccoli sono pronti a lasciare il nido a 30-35 giorni dalla nascita, ma vengono nutriti dai genitori ancora per un mese. VOLO: volo a bassa quota, veloce e fortemente ondulante.

LA CARTA D'IDENTITÀ:

DIMENSIONI lunghezza cm 21-23, apertura alare cm 54-58, peso g 105-210 il maschio, 120-215 la femmina DOVE VIVE ambienti molto vari, generalmente in aperta campagna COSA MANGIA insetti, piccoli roditori, piccoli uccelli RIPRODUZIONE deposizione delle uova (2-5) in primavera; nidifica in cavità, cova 27-28 gg; involo pulcini a 30-35 gg dalla nascita VOCE grido acuto e squillante completamente diverso da quello dei gufi; esso suona più o meno come "cucumeo"

BARBAGIANNI

Il barbagianni (Tyto alba) è un rapace notturno, come la civetta appartiene all’Ordine dei Strigiformi, ma alla Famiglia Tytonidae. Nel nostro paese è una specie SEDENTARIA e NIDIFICANTE. IDENTIFICAZIONE: simile ad un gufo con le zampe lunghe, ma senza i sui tipici cornetti sulla testa, molto chiaro, con la faccia bianca. Le parti superiori sono fulvo dorate, finemente macchiettate, parti inferiori bianche senza strie. Occhi neri. DISTRIBUZIONE: in Italia il barbagianni è presente in tutte le regioni continentali e in Sicilia.

HABITAT: l’allocco è molto adattabile, vive in zone pianeggianti o collinari con ampi spazi aperti, come prati, pascoli e colture erbacee, alternati a filari, boschetti, rocce, case rurali. Molto legato alle abitazioni umane, spesso presente anche in parchi con vecchi alberi. RIPRODUZIONE-NIDIFICAZIONE: a febbraio-marzo i maschi cominciano a mostrare un comportamento territoriale e ad attirare la femmina nell’anfratto di riproduzione. Le uova (4-6) vengono deposte da aprile a luglio negli ambienti più diversificati, in ruderi, case abbandonate, campanili, torri, solai, sottotetti, granai, fienili, muri, camini in disuso, in cavità di rocce e alberi. La cavità deve essere asciutta, spoglia o tappezzata di diverso materiale (paglia, fieno, stracci, frammenti vegetali, cordami, calcinacci, penne, ecc.). La cova dura 27-34 giorni e viene svolta principalmente dalla femmina. I piccoli sono in grado di volare e abbandonare il nido a circa 90 giorni, ma continuano ad essere nutriti dai genitori per 4-5 settimane. VOLO: ondulante, da “fantasma”, basso ed erratico, con battito delle ali molto veloce, arrestandosi, torcendosi o restando in volo per sorprendere la preda.

LA CARTA D'IDENTITÀ: DIMENSIONI lunghezza cm 33-39, apertura alare cm 91-95, peso g 280-365 il maschio, 290-450 la femmina DOVE VIVE ambienti molto vari, con ampi spazi aperti COSA MANGIA piccoli mammiferi (roditori, pipistrelli, giovani conigli e lepri), piccoli uccelli, rettili, anfibi e invertebrati (coleotteri e farfalle) RIPRODUZIONE deposizione delle uova (4-6) in primavera; nidifica in cavità, cova 27-34 gg; involo pulcini a 90 gg circa dalla nascita VOCE grido soffocato, sibilante e tremolante, simile al russare o al soffiare di una locomotiva a vapore

TESTUGGINE DI HERMANN

Tra i rettili presenti nel Parco una menzione particolare merita la testuggine di Hermann, particolarmente protetta dalla Comunità Europea, diffusa nella nostra penisola lungo la costa tirrenica e nelle isole. Questa specie con abitudini terricole è facilmente riconoscibile per la corazza a placche colorate. La lunghezza massima è di 30 cm. comprensiva di 6 cm. spettanti alla coda, mentre il peso può raggiungere anche i 2 kg. Si tratta di una specie diurna, vegetariana e molto longeva che in cattività può superare facilmente il secolo di vita. In genere è attiva da marzo ad ottobre, ma si osserva con più facilità nei periodi di aprile-maggio. Il letargo invernale è legato alla temperatura ambientale e di regola inizia alla metà dell'autunno. La specie, legata alle aree con presenza di arbusteti e prati, un tempo era comune in tutta l'area veientana e, pertanto, frequentemente 'usata' come animale da giardino. Purtroppo, attualmente, appare rarissima e in serio pericolo di estinzione, in quanto a seguito della riduzione dell'ambiente, risulta ormai limitata a piccole e frammentate popolazioni che vivono sui pendii coperti dalla macchia mediterranea rimasti tra le ampie aree coltivate nell'area di Isola Farnese. Oltre alla frammentazione delle popolazioni, che ha determinato una seria difficoltà d'incontro tra i maschi e le femmine, un serio fattore di minaccia è rappresentato dagli incendi che causano la morte di questa specie nota per la sua lentezza. Ricerche finanziate dal Parco e realizzate in collaborazione con l'Università degli Studi Roma Tre, hanno evidenziato che le piccole macchie, gli arbusteti e i frammenti boschivi presenti in particolare nell'area di Isola Farnese, insieme alle zone ruderali dell'antico abitato di Veio, sono aree di notevole interesse dal punto di vista erpetologico, dal momento che oltre alle ultime popolazioni di Testudo hermanni, ancora ospitano composite popolazioni di rettili (biacchi, vipere, saettoni, bisce dal collare e diverse specie di lucertole).

SALAMANDRINA DAGLI OCCHIALI

Nel Parco di Veio vive un anfibio particolarmente interessante e colorato: la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina perspicillata). Si tratta di un anfibio con la coda (urodelo), lungo circa 10 cm, che vive nell'area settore occidentale dell'Italia. La colorazione mimetica del dorso ne rende particolarmente difficile l'osservazione; le parti inferiori presentano, invece, colori vivaci caratterizzati da fondo biancastro con macchie irregolari nere sulla gola e sul ventre e da un rosso brillante sotto le zampe e la coda. Sulla testa, tra gli occhi, è presente una macchia bruna più o meno triangolare, da cui deriva il nome di salamandrina dagli occhiali. La colorazione così contrastante varia da individuo a individuo e ha la funzione di terrorizzare i possibili predatori. Quando gli animali percepiscono il pericolo, si voltano supini per mostrare la parte più colorata, fingendosi morti, oppure assumono atteggiamenti aggressivi alzando la coda sottile per mostrare il rosso brillante del sottocoda. Poiché non sopporta il caldo, d'estate si infossa in luoghi freschi cadendo in un letargo estivo (estivazione), per riprendere l'attività all'inizio dell'autunno. Il suo ambiente di elezione è rappresentato dai boschi di latifoglie, ove si riproduce utilizzando soprattutto ruscelli limpidi e privi di pesci, dove le uova deposte vengono attaccate sotto ai sassi sommersi, o sotto le foglie cadute. Nel Parco sono stati individuati dei siti di riproduzione importanti negli ambienti di forra, in prossimità di pozze ombrose e tranquille con acque relativamente limpide. La salamandrina, oggetto di particolari attenzioni da parte del Parco, è tutelata anche a livello comunitario dalla Direttiva "Habitat" 92/43/CEE ed è inserita nelle categorie IUCN (International Union for Conservation of Nature) come specie minacciata. I principali fattori di minaccia per la specie sono rappresentati dall'alterazione dell'ambiente, dalla riduzione della portata delle sorgenti, dall'inquinamento delle acque e dalla raccolta indiscriminata degli esemplari.

RIEPILOGO FAUNA DEL LAZIO Anche se nel Parco gli ambienti naturali (aree boscate, forre, cespuglieti) e seminaturali (pascoli) sono spesso interrotti da aree densamente abitate, il patrimonio faunistico può annoverare ancora una fauna ricca e diversificata, con specie importanti per la conservazione.

Tra i mammiferi predatori, faine (Martes foina)

e donnole (Mustela nivalis) sono relativamente comuni. Lungo le rive dei fiumi e dei fossi si osservano spesso tracce della puzzola (Mustela

putorius)

e del tasso (Meles meles) , un plantigrado onnivoro delle dimensioni di un cane di taglia media, riconoscibile grazie all'inconfondibile colorazione del capo a strisce bianche e nere. Questa specie, generalmente legata alle aree boscate di latifoglie, vive anche negli ambienti agricoli che nel Parco sono ampiamente diffusi. Sempre vicino ai fossi e soprattutto nella zona più vicino a Roma, non è difficile osservare le nutrie (Myocastor corpus)

, importate dal Sud America negli anni '70 per produrre pellicce (castorino).

Un carnivoro che trova un ambiente favorevole negli ecosistemi agricoli tradizionali è

la volpe (Vulpes vulpes) , mentre tra gli

ungulati, oltre al cinghiale (Sus scrofa) ampiamente distribuito nel territorio, è presente nel settore settentrionale del Parco un piccolo gruppo di daini (Dama dama) : un cervide tipico di ambiente mediterraneo, ma che ben si adatta agli ambienti di prateria aperta e radure. Di notte non è difficile incontrare

la lepre europea (Lepus europeus) , mentre si aggira nei prati pascolo. Tra gli insettivori si ricorda la presenza del riccio (Erinaceus europaeus)

e della talpa (Talpa romana) , mentre i Roditori

sono rappresentati dall'istrice (Hystrix cristata) , riconoscibile per i lunghi aculei striati, dal moscardino (Muscardinus avellanarius)

: un tipico abitante delle siepi e delle zone ai margini del bosco, e da diverse specie di arvicole. Tra gli uccelli si annoverano diverse specie stanziali e migratorie. Fino ad oggi è stata rilevata la presenza di 18 specie nidificanti a priorità di conservazione secondo le direttive della Comunità Europea, tra le quali si ricordano il falco pecchiaiolo (Pernis

apivorus) , probabilmente nidificante nella zona

settentrionale del Parco, il coloratissimo gruccione (Merops apiaster)

che scava la sua tana in pareti o terreni friabili come

quelle prossime al Tevere, il picchio verde (Picus viridis) che vive diffusamente nei boschi di querce, l'averla piccola (Lanius collurio)

e l'averla capirossa (Lanius senator), legata a zone pascolate con cespugli sparsi.

Di interesse sono le diverse specie di rapaci diurni come il nibbio bruno (Milvus

migrans) ed il falco pellegrino (Falco peregrinus)

, mentre al crepuscolo il Parco diventa il

territorio di caccia di rapaci notturni come la civetta ,

il barbagianni , l'assiolo , il

gufo comune e l'allocco . Ancora, particolarmente numerosi sono i rettili: presenti il biacco (Hierophis

viridiflavus) ,

la vipera (Vi-pera aspis) ,

il saettone (Zamenis longissimus)

e la testuggine di Hermann (Testudo hermanni) . Nelle zone umide abitano, infine, alcuni anfibi come la rana appenninica (Rana italica)

,

la rana verde (Rana bergeri – kl hispanica) , il rospo

comune (Bufo bufo) e il

rospo smeraldino (Bufo viridis) ed una specie di particolare interesse conservazionistico: la Salamandrina dagli occhiali (Sala-mandrina

perspicillata) . Altre specie di uccelli trovano habitat idonei per la riproduzione nel Tevere, anche lungo il tratto urbano. Su 75 specie nidificanti entro l’area delimitata dal Grande Raccordo Anulare, circa il 20% risultano nidificanti lungo il fiume. Tra queste il pendolino

,

il martin pescatore (tra Ponte Milvio e l’isola tiberina)

e la gallinella d’acqua , osservabile lungo tutto il tratto urbano del fiume dove resiste qualche traccia dell’antica vegetazione (salici, canneto) dove poter costruire il nido, come nel tratto tra ponte Marconi e la Magliana. Qui è stata segnalata anche la presenza della ballerina gialla

.

I germani reali , i più grandi e comuni tra le anatre selvatiche e capostipiti di tutte le anatre allevate, sono stati segnalati nidificare nel tratto di Ponte Risorgimento.

I pesci sono ancora abbondanti nel Tevere: carpe ,

rovelle , anguille

ma anche specie marine, come il cefalo , che risalgono il fiume per scopi alimentari. Tale abbondanza è paradossalmente testimoniata dalle periodiche morìe estive della fauna ittica conseguenti ad improvvisi e potenti acquazzoni che, dopo lunghi periodi di siccità movimentano in massa rifiuti e liquami accumulati per mesi e non smaltibili dai depuratori.